Dragon Slayer against the World - The forbidden planet

di Clarent di Avalon
(/viewuser.php?uid=489583)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dragon Slayer against the Wolrd - Prefaction ***
Capitolo 2: *** Dragon Slayer against the world - Prologue ***



Capitolo 1
*** Dragon Slayer against the Wolrd - Prefaction ***


Dysclaimers! Alcuni dei personaggi usati in questa storia non mi appartengono.

L’ultima mia geniale pensata… se magari :D

Per chi segue il mangaanime ed ancora non è arrivato ai numeri finali avviso che le prossime frasi conterranno uno SPOILER coi controfiocchi!

Come saprete, e per chi non lo sa, per come verrete a sapere, Porlyusika è la Grandine di Edoras. Stando alla logica ed aggiungendo un pizzico di folle fantasia, si potrebbe pensare che il potere di alcuni maghi, non in Earthland, ma in altre dimensioni è pari a quello di un drago!
Bene, ora prendete la logica e sommatela alla fantasia… un Dragon Slayer di Earthland, e cioè un mago allevato da un drago, potrebbe essere un drago in un’altra dimensione? E se si, questo cosa comporterebbe?
I soliti incendi, le solite distruzioni, magari qualche allarme di massa per poi finire tutti nella solita caverna dove l’eroe uccide la bestia e si sposa la bella per vivere felice e contento servito e riverito per il resto della vita.
Ebbene no! Perché se da Earthland i Dragon Slayer si trovassero costretti a combattere altri Dragon Slayer provenienti da dimensioni sconosciute (?) cosa succederebbe? E giusto per dare un tocco di finale pazzia; se il tutto accadesse sulla Terra e non su Earthland?
Dopo avervi ammorbato con spiegazioni astratte, e dopo essermi improvvisato uno scrittore forbito passo al prologo.

*

PREFACTION

«I villaggi della Terra sono così vuoti! E’ come camminare in un cimitero! Oramai si nascondono tutti… come se non potessi sentirli! Voglio dire, il puzzo della loro paura è addirittura palpabile! Potrei farci lo shampoo!» Ping-Laa aveva un sorriso a trentasei denti mentre parlava, e piano espandeva il suo cosmo oscuro. Sembrava divertirsi a torturare gli umani con il suo potere; rendere le emozioni palpabili.

Una Lost Magic per un Dragon Slayer… una pugnalata alle spalle dell’umanità.

«Paura… e se ora vi colpisse veramente?» Ping-Laa sorrise e chiuse gli occhi prima di portare indietro il braccio destro; delle spade comparvero tutto attorno a lei e si diressero in modo sparpagliato dentro case, spaccando finestre e rovesciando porte, per strada, provocando esplosioni minime e facendo alzare alte le urla di dolore, e sottoterra, dove ancora di più sembrava che le urla prendessero vita.

«Paura… è davvero così forte?» Ping-Laa si era portata un dito sul labbro inferiore e meditava sui sentimenti che sentiva. Aveva creato un contatto magico con le sue spade e sentiva il dolore degli umani che andava a torturare.

*

«Vivete in edifici che sfiorano il cielo e costruite armi che nemmeno mi sfiorano? Master D aveva ragione, questa dimensione è morta da tempo! Sfruttate il vostro pianeta per voi stessi e impedite la nascita dei draghi! Ma di voi poco verrà ricordato, ora sparite e lasciate che la vostra ombra parli per voi! Diverrete solo quello che già siete, non preoccupatevi» Kilthon urlava rabbioso contro il cielo mentre le sue ali magiche si aprivano a più riprese generando folate di vento impetuoso.

La città sotto di lui si stava disintegrando e le sue grida divenivano risate sterili di una pazzia velata; sarebbe stato come perdere un ricordo mai avuto, quella città si sarebbe persa nelle leggende di un mondo ormai in declino.

*

«L’esercito? L’esercito di cosa? E per inciso perché l’esercito? Contro di me? Un Dragon Slayer? Un esercito? Bha… questo mondo è proprio caduto in basso!» Matri parlava piano.

«Tieni alte le mani e posale piano dietro la testa» un ufficiale, evidentemente sprezzante secondo il punto di vista di Matri poiché la sua espressione mutò ferocemente quando usò l’imperativo, si azzardò a dar ordini.

«Fallo tu! E già che lo fai sparati pure! Non permetto a nessuno di dirmi cosa devo fare! Meno che meno lo farò fare a te! Ora sparati, e voi altri che mi avete circondato, risparmiatemi la fatica e seguite il suo esempio»  Matri sorrise malevolmente, aspettando l’impaziente BANG delle armi da fuoco.
Un plotone dell’esercito era stato spazzato via.

*

Tachibana svegliati!

Con un sussulto il ragazzo si svegliò. Non mancò, come suo solito di far danno, alzandosi all’improvviso, e per sua sfortuna essendo senza occhiali, incappò nel suo Exceed che rotolò a terra ed emise un verso dolorante quando sbatté

«Hikne! Tutto bene? Non volevo sai… di nuovo quel sogno, solo che questa volta riuscivo a sentire il dolore e la paura delle persone» il ragazzo si dimenticò quasi subito del suo Exceed e cominciò a grattarsi la testa.

«Sei il solito egoista! Mi svegli, mi fai cadere e mi chiedi solo come sto! Almeno ti degnassi di comprarmi topini buoni! Nemmeno quello!» Hikne si massaggiò la testa, ancora abbastanza stordito.

«Ah già! Ti senti meglio adesso? Aspetta.. ecco che torna, lo sento, il loro dolore, la loro sofferenza! Dobbiamo aiutarli! Hikne sei pronto? Sono i miei fratelli che fanno questo! I Dragon Slayer stanno distruggendo quel mondo!» con tutte e due le mani alla testa Tachibana cominciò ad urlare.

«E’ proprio come aveva detto Space, il tuo drago. Sarebbe sorta una guerra tra fratelli; i Dragon Slayer chiamano questo atto di belligeranza. Dobbiamo riunirli, Tachibana, è nostro compito; ce lo ha detto Space» il gatto risalì sul letto e si avvicinò al viso dolorante del suo padrone; stava per cominciare qualcosa di grandioso… ma quanto il grandioso può essere bello se è motivato dall’ingiusto?
 


NdA.

Perfetto dopo questo stralcio di Epilogo, PERCHE' NON LO E', introduco la famosa e terrificante (?) lista per l’OC! Ovviamente, da come si è capito, tutti gli OC saranno Dragon Slayer (e inventatevi i poteri più bizzarri e belli! Infondo questa è una storia che scrivo io, ma di cui voi siete i protagonisti). Ricordate di mandere l'OC per messaggio privato e di non scriverlo nella recensione.

Nome:
Cognome (o Soprannome, o tutti e due):
Età:
Sesso:
Carattere:
Fisico:
Vestiti:
Segni particolari
Potere:
Adora:
Odia:
Sogni:
Storia d'amore:
Passato (M’interessano il nome del drago e la reazione alla sua scomparsa, principalmente):
Altro:
Descrizione dell’Exceed (si può anche scegliere di non averlo):
 
Grazie a tutti per aver letto ed ancora di più a chi vorrà partecipare :D
(Per i veterani, avverto che Ashuros Tsuki Edward Shi e Becky ci saranno a prescindere, per mio personale piacere nello scrivere di loro :D Si sto parlando a voi :D)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dragon Slayer against the world - Prologue ***


Dragon Slayer against the world - Prologue


«Se quel mercante di spezie che abbiamo incontrato per la via ci ha detto bene dovremo essere arrivati al villaggio dove Tsuki sta per sposarsi» Hikne guardava pensieroso la mappa, rigirandola a più riprese, cercando di capire dove fossero diretti lui e Tachibana.

«Sto… moren… ndo!» il colorito pallido, a dir poco cadaverico, che si era espanso velocemente su Tachibana non prometteva niente di buono.

«Andiamo Taba! E’ solo una carrozza, una semplice lastra di legno posta su quattro ruote che va dritta verso la meta. Anzi è anche divertente» sempre rigirando la mappa, Hikne, sorrideva della condizione del compagno, la riteneva la giusta ricompensa per averlo svegliato brutalmente durante la notte precedente.
Per quasi tre quarti d’ora la tarantella che legava il malessere compulsivo di Tachibana al chiaro ed evidente “come godo” di Hikne segnò il viaggio della carrozza. Il cocchiere di fermò all’entrata del villaggio e con un sorriso, più per i soldi che aveva ricevuto che per il piacere di aver accompagnato qualcuno, salutò il ragazzo ed il gatto.

«Ti senti meglio adesso?» Hikne posò un zampetta sulla spalla di Tachibana che stava smaltendo la chinetosi ancora sdraiato sul terreno. Poi si girò velocemente verso il villaggio, dal centro del quale si poteva vedere un santuario piuttosto grande, lo indicò e cercò di rialzare il compagno cominciando ad urlare che era li che dovevano dirigersi.

Si sentivano urla di festa e la banda del paese aveva già cominciato a suonare, anche se in modo molto paesano e del tutto poco consono ad un matrimonio, almeno per la modesta, se così si poteva definire, opinione di Hikne. «Dio Taba ma li senti? Ashuros diceva di non avere badato a spese per sposare l’amore della sua vita, ma questi musicisti sono tutto tranne che veramente tali» sussurrò l’exceed all’entrata del villaggio; certo parlava proprio lui, un minuscolo esserino bianco con le punte delle orecchie nere ed il musino da paraculo patentato a diversi gradi. Si poteva, inoltre, benissimo dire che Tachibana non se la passasse meglio; era steso a terra, con lo smoking che aveva affittato, e non accennava a muoversi se non una volta ogni metro e mezzo d’Hikne. La strada non era lunga, ma era caldo in quel posto, ed ad ogni passo Tachibana immaginava che suini arrosto con grandi barili di birra fossero ad aspettarlo alla cerimonia nuziale. Sul suo viso c’era la classica faccia da tonto comune, ed Hikne più lo guardava più rideva, ovviamente in modo sadico. Arrivati vicino un grande campanile Tachibana cominciò a fiutare l’aria, «Ma non ci posso credere! Si sposano sul serio! Guarda! Anche i manifesti!».

«Aspetta un at… ahhhh!» prima ancora di poter cominciare a parlare Hikne si ritrovò preso per la zampa e portato davanti un muro. L’aria austera ed il senso di sacro regnavano come padroni in quel luogo, infatti i due si trovavano poco distanti dalla chiesa.

«Una tale insolenza in un luogo sacro! La punizione divina non aspetterà altro! Come osate voi, stupido uomo, portare un animale nella casa di Dio?» un ragazzo giovane, con capelli neri e mossi  che non superavano le scapole, rigorosamente tirati all’indietro, guardò con i suoi occhi dai riflessi violacei i due, cercando di trattenere un sorriso. Portava una camicia nera ed una grande croce d’oro al collo, simbolo di devozione e di pratica.

«Hikne… guarda che posto! Non avevo mai visto niente di così grande!» Tachibana guardava estasiato il posto, tenendo ancora per la zampa Hikne, che sembrava tutto sballottato; non si era minimamente preoccupato di rispondere ad Edward, lo conosceva da troppo per farlo.

«Una tale eresia che perpetua nel tempo!» il ragazzo riuscì a prendere su di sé l’attenzione di Tachibana, che sorrise spontaneamente.

«Se dai! Ed non ci vediamo da dieci anni, e sono altresì sicuro che Ashuros abbia fatto tutto ciò solo per rivederci… ce lo vedi sposato? Insomma “Capitan Dolciume” che si sposa e che prolif… - a quella parola Tachibana si fermò, non riuscendo ad immaginarsi l’amico che facesse sesso – bé si insomma… poi con Tsuki… ma vabbé lasciamo stare, tornando a noi: sono dieci anni che non ci vediamo e tu mi ti presenti come un prete? Permettimi, compare, di restare un poco sorpreso!».

 «Prete… sono il Vescovo di Brucelliande, per inciso – Edward mostrò la mano con l’anello d’oro che simboleggiava il suo rango – e sono dieci anni che combatto con una donna, anche lei vestita, purtroppo, e dei marmocchi – s’infilò una mano nella tasca interna della camicia e prese una tanichetta di cristallo che al suo interno conteneva sicuramente alcool – tu invece? Che mi racconti?».

«Vestita? Orsù mica vorrai dirmi che ti sei fatto prete, o vescovo, insomma come preferisci tu, per vedere donne vestite ed accudire orfanelli indifesi! – Taba prese la tanichetta dalla mano di Edward e ne bevve un sorso molto lungo, non capacitandosi delle parole dell’amico di vecchia data – Comunque il solito, Ho girovagato di qua e di la per i mondi, in cerca di qualcosa, giusto Hikne?» .

Prima di rispondere a Tachibana, Edward finì il liquido rimasto nella tanichetta e la gettò per terra, sorridendo «Per vestita intendo monaca, e per marmocchi intendo figli miei - di nuovo il ragazzo sorrise – e tu Hikne? Come te la passi?».

«Una monaca? Aspetta un attimo… non dirmi che… ecco perché dieci anni fa te ne sei andato! Hai messo in cinta quella suora!» Tachibana rimase sorpreso ed allo stesso tempo chiarì i dubbi passati sull’abbandono di Edward della Gilda di cui facevano entrambi parte.

***

Dieci anni prima

«Un monastero… rinchiuso in un monastero… e per di più nella stessa camera di una suora» Edward mollà un calcio a terra che fece sussultare il suo ostaggio temporaneo.

«E quindi… sei un mago.. nevvero?» la monaca gettò indietro il copricapo e scoprì i capelli; Edward non poté vedere ciò poiché stava di spalle.

«”Nevvero”? Diamine! Mi è capitata una monaca che parla come Tachibana!» si girò verso la monaca per irle qualche parola, ma rimase come estasiato, cosa assai difficile e peraltro molto strana per un come lui, dalla bellezza di quella. Lunghi capelli marroni per un corpo esile e ben definito.

«Wow» si lasciò sfuggire il ragazzo prima di ritrovarsi con le mani di lei sui fianchi…

***

«Non me lo dire! Si chiamava… Cornelia!» Tachibana fece rinsavire Edward che si era perso nei ricordi.

«No quella era la sorella, lei è Inieiah» Edward indicò con la testa la casa poco lontana dalla chiesa che si scorgeva; Tachibana vi scorse una donna che si occupava di due bambine, tali e quali ad Edward non fosse per il sesso, e di un neonato, che teneva in braccio.

«Alla faccia! Ti sei dato da fare eh? – Tachibana rifletté su quello che gli aveva appena detto Edward – Perché “era” e non “è”? Che fine ha fatto Cornelia?».

«Morta, qualche tempo fa» Edward fece il vago, raccontando di una malattia e di una nipote che aveva, ma della quale non conosceva nulla se non il fatto che avesse, oramai, quasi diciassette anni.

«Triste destino…» Tachibana alzò le spalle e si diresse verso casa di Edward, aveva voglia di qualcosa da bere, ancora…

*

«Finalmente arrivate!» Michiko si stiracchiò e chiuse la tenda della carrozza dove stava leggendo un libro insieme a Charan; erano molto diverse, l’una dall’altra, se per diverse s’intendeva “uguali in modo strano”, indi per cui non così tanto uguali quanto lo fossero mai stati un canguro ed un topo salterino. L’una aveva i capelli azzurri, lunghi e leggermente mossi, tirati a lucido in un tuppo pieno di forcine, l’altra i capelli scuri, che modulavano dal marrone intenso al nero, oppure era solo la luce che creava questo strano effetto.

«Chissà come si sarà vestita Tsuki» Charan pensà ad alta voce.

«Bé sicuramente di bianco… è la sposa» Michiko fece l’ovvia, e tirò su le spalle mostrando il piccolo alone di sudore che si era appena creato sotto il vestito che aveva scelto per la cerimonia.

«Oh no! Tesoro guarda qui! I primi aloni!» Charan cominciò a preoccuparsi, ed estrasse dalla borsetta una fluido verde, a prima vista poteva sembrare radioattivo, che fece sorseggiare all’amica.

«Se continuiamo così lo finiremo prima di sera» Michiko parlò leggermente preoccupata.

«Significa che ce ne andremo prima di sera» questa volta fu Charana  a fare l’ovvia, e si preoccupò di bere anche lei quel liquido.

Le due si guardarono ed annuirono in contemporanea; prima di sera se ne dovevano andare, assolutamente.

*

Non passò molto che Tachibana ed Hikne si erano accomodati che Edward estrasse una delle migliori annate di scotch che si potevano desiderare.

«Quindi sei un vescovo\papà» il micio parlò allegramente, con un largo sorriso sul musino affusolato.

«Sono un debosciato che non sa più cosa fare della vita - Edward si girò verso il gatto ed accennò un sorriso, poi tornò serio e fermò Tachibana dal bere il terzo bicchiere – Ti ricordi di Becky? Lei predisse questo giorno».

***
 
NdA
Insomma come dire…  sono stato leggermente complicato.. ma proprio poco :D
Comunque gli OC introdotti nel capitolo sono proprietà dei loro rispettivi proprietari, e non intendo trarne scopo di lucro alcuno.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2294123