Speranza

di Manry
(/viewuser.php?uid=2005)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo primo ***
Capitolo 2: *** capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** capitolo primo ***


Un incidente,era per questo motivo che mi trovavo in ospedale. Ero a bordo di un bus che,per evitare una macchina,aveva sbandato e si era rovesciato. Per fortuna io non mi ero fatta niente di grave,solo qualche graffio e un gran mal di testa,ma non a tutti era andata così bene,alcune persone avevano perso la vita e tra quelle cera una ragazza che mi cambiò la vita per sempre. Lei aveva circa la mia età,17-18 anni.Io invece mi chiamo Terry Lonei. Coincidenza o destino ci portarono nella stessa stanza in ospedale,dove lei morì poco dopo. Doveva essere una ragazza per bene,ciò che non si può certo dire di me. Io vivevo con i miei in una bella casa,non avevo particolari problemi,ne di soldi ne a scuola,ma nella mia vita cera una piccola macchiolina. Mi sentivo sola,trascurata .I miei erano spesso via per lavoro e comunque,anche quando erano a casa,era come se non ci fossero.Non mi facevano certo mancare niente,tranne l’affetto.Io ero per loro solo una persona da mantenere e basta.Mia madre era rimasta incinta e questo non era ne nei suoi piani ne in quelli di mio padre. Per questo motivo iniziai a frequentare cattive compagnie,prima iniziai con il bere,poi iniziai a fumare fino ad arrivare a roba pesante. I miei ,una volta venuti a conoscenza della mia vita,mi minacciarono,se non fossi tornata sulla retta via sarei dovuta andare in una specie di scuola privata,e questo non per il mio bene ma per salvare le apparenze. Non potevo sopportare che mi facessero questo,se non gli importava di me almeno mi dovevano far vivere la vita che volevo;così,dopo una violenta discussione,presi le mie cose e me ne andai di casa. Poco dopo che fui uscita di casa ricevetti una telefonata,era mia madre,mi disse di non tornare a casa fino a quando non mi fossi calmata e avessi messo la testa a posto. Non sapevo dove andare così presi l’autobus,proprio quello che mi fece arrivare in ospedale. In ospedale ero completamente sola,ed ero anche abbastanza spaventata,ma non cera nessuno che mi confortasse. Portarono via la ragazza,e io rimasi sola nella stanza d’ospedale bianca con le lenzuola dei letti verde chiaro. Sul letto di fianco al mio cerano i documenti della ragazza morta,presa dalla curiosità li presi e li lessi. Si chiamava Samanta McRives e come avevo supposto aveva 17 anni,proprio come me. Oltre alla carta d’identità cerano alcuni fogli,li lessi. Lei era orfana e stava andando ad abitare a casa di alcune persone che si sarebbero prese cura di lei fino a quando non avrebbe compiuto i 18 anni. Era stata davvero sfortunata,ora che finalmente aveva trovato chi si sarebbe preso cura di lei era morta. Mentre ero immersa nei miei pensieri entrarono nella stanza un uomo e una donna “Samanta!sei tu?” “parla con me?”risposi un po confusa “meno male che stai bene!ero terrorizzata all’idea che ti fosse successo qualcosa” “ma veramente io......”la donna non mi lasciò finire di parlare che mi abbracciò. “ora è meglio andare,però prima è meglio chiedere al dottore se è tutto a posto,non vorrei che tu stessi male” Che donna simpatica,doveva essere straordinaria per preoccuparsi così tanto di una ragazza che non aveva mai visto. Non avevo mai ricevuto così tante attenzioni in vita mia che non riuscii a dirle la verità,e poi ero certa che la notizia che la vera Samanta fosse morta le avrebbe fatto venire un infarto. Mi portò dal medico il quale mi diede una rapida controllata poi disse “Scusa ,hai dei documenti con te?non so,carta d’identità,patente o qualsiasi cosa che ti possa far riconoscere” Se gli avessi dato la mia carta d’identità mi avrebbero scoperto,perciò decisi di mentire,ancora. “no,mi spiace.la carta d’identità è andata persa nell’incidente.Ho però questi fogli se le vanno bene” “quelli sono i fogli dell’adozione vero?”mi chiese la donna “s-si” “bene” poi rivolta al medico disse “lei si chiama Samanta McRives,è stata affidata a mio figlio fino alla maggiore età,ha 17 anni ed è nata il 15 maggio del 1975.Bastano queste informazioni o le serve altro?” “no,è abbastanza.Le sarei grato però se mi lasciasse il suo numero di telefono,in caso di bisogno” “o ma certo” Mentre il medico e la donna finivano di parlare io mi sedetti in sala d’attesa. Ora avevo un nuovo nome ,una nuova vita,almeno fino a quando non mi avessero scoperta.Quando quella mattina mi svegliai non mi sarei mai aspettata che mi sarebbe capitata una cosa del genere.Di sicuro i miei genitori non mi sarebbero mai venuti a cercare e infondo la cosa non mi toccava più di tanto.Dietro di me avevo lasciato una vita che non mi era mai piaciuta,che non aveva fatto altro che provocarmi dolore.Ora finalmente le cose iniziavano ad andare meglio,ma non mi piaceva mentire così su delle così importanti,ma ormai era fatta,se avessi detto la verità mi avrebbero riportato a casa e io questo non lo volevo. Finite le solite burocrazie la donna e l’uomo che mi erano venuti a prendere mi condussero a una bellissima macchina,doveva costare parecchio.Una volta saliti la donna disse “io sono Costanza,sarò la tua nuova nonna.E’ stato mio figlio a decidere di prenderti in affidamento ma ha avuto problemi di lavoro e perciò ha mandato me a prenderti” “piacere di conoscerla signora,io mi chiamo...” “stai bene?” “si,ho solo un p’ò di mal di testa.Mi chiamo Te...Samanta” “non essere così formale chiamami nonna,ormai sei di famiglia,Lui invece è Artur il nostro autista” “piacere di conoscerla” Ero finita in una famiglia molto ricca se potevano permettersi l’autista.Però dovevo stare attenta ,da quel momento ero Samanta e non più Terry. continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo secondo ***


La lussuosa macchina mi condusse davanti ad un’enorme villa bianca,circondata da un bellissimo giardino.Una cameriera aprì lo sportello dell’auto,fece scendere prima la donna poi me.Una volta entrati in casa la mia nuova “nonna” mi fece accomodare in un grande salotto poi disse “aspettami qui,vado e torno.Voglio presentarti delle persone, la tua nuova famiglia” “va bene” Guardai la donna uscire poi soffermai la mia attenzione sull’arredamento della sala.Era tutto ordinato e pulito, i mobili erano in stile antico, ma una cosa in particolare attirò la mia attenzione.Era un oggetto in netto contrasto con l’intera sala e fece nascere in me l’idea che in quella casa potessero abitare dei bambini.Era un paio di guanti da portiere.Poco dopo la simpatica signora tornò seguita da alcune persone “Samanta” disse indicando un ’anziano uomo dai capelli bianchi “lui è mio marito ,si chiama Pier” “Piacere” “lei invece è mia nuora” “Io mi chiamo Clara,ma se vuoi puoi chiamarmi mamma” Mamma, non avevo mai chiamato nessuno così.Forse la mia vera madre, ma appena iniziai a ragionare e a comprendere la vita e le persone che mi stavano attorno mi estraniai completamente da lei e iniziai a chiamarla con il suo nome, ciò successe anche con mio padre. “ok” “mi dispiace che mio marito non sia venuto a prenderti ,ha avuto dei problemi,ma sono sicura che rientrerà prima di sera.Era così ansioso di conoscerti.Ho saputo dell’incidente,stai bene?” “si,non si preoccupi” “lui è Victor è mio figlio minore,e poi ce....ma che fine ha fatto?”riprese la anziana signora “chi?” “come chi ,tuo figlio Clara” “sarà fuori a giocare,come solito” “allora vallo a chiamare Victor.Povera me quel ragazzo non imparerà mai le buone maniere,eppure lo sapeva benissimo che dovevi arrivare oggi pomeriggio.Mi dispiace Samanta”disse con tono rassegnato “non si preoccupi,non mi sono offesa” Come avevo pensato avevano un bambino,chissà se mi avrebbe preso in simpatia.Essendo un bambino forse si sarebbe sentito minacciato dalla mia presenza,forse avrebbe avuto paura di non avere più tutte le attenzioni per lui,l’unica cosa che potevo fare era essere gentile poi ,dopo averlo conosciuto,sarei stata in grado di adeguarmi al suo carattere. Durante l’attesa nella mia mente si era formata l’immagine del bambino.Un ragazzino di 10 anni con i capelli a caschetto neri e due occhioni neri.Ma quando vidi Victor rientrare con il “bambino” rimasi di stucco. “era ora,ma si può sapere dove ti eri cacciato,sei il solito maleducato”lo rimprovero la donna “quanto la fai lunga nonna,ora sono qui no?” “attento a come mi rispondi sai.Comunque lei è Samanta, sii gentile” “ciao io mi chiamo Benji” “sono molto lieta di conoscerla io sono Samanta” pensai “allora,visto che vi siete presentati io direi che puoi accompagnarla a fare un giro per la città Benji” “veramente io mi dovrei allenare” “il dottore ha detto di non affaticare la gamba e poi non fare l’associale come solito.Tu che ne dici?” “per me va bene qualsiasi cosa”risposi “bene ,ora andate,ma tornate prima delle sette” Mi ero completamente sbagliata ma non potevo che esserne felice.Da quel momento avrei vissuto con ragazzo che non era niente male.Quando fummo fuori dalla villa “posso chiederti una cosa?”disse “certo dimmi” “tu sei sempre cosi...cosi educata?” “cosa?” “mi sembri troppo buona e brava” “come mai hai quest’impressione?” “non so” Caspita, era andato vicino alla verità dopo solo due minuti che mi stava accanto.Sono d’accordo di non essere una gran attrice,ma non sono neanche così stupida da farmi scoprire dopo due minuti .O è una specie di sensitivo o anche lui non è proprio un pezzo di pane.Intanto che io ero immersa nei miei ragionamenti contorti arrivammo davanti a una scuola dove ci fermammo. “questa è la mia scuola,che da domani sarà anche la tua” “è un bel posto” “si come no” “a te non piace?” “be diciamo che non è il mio posto preferito” “e allora qual’è,il campo da calcio?” “cosa?” “ho visto il pallone e non penso che sia il signor Pier a giocare” “hai visto bene,faccio il portiere,qual’è il tuo posto preferito?la chiesa forse?” Sarà stato anche un bel ragazzo ,ma di persone insolenti come lui ne avevo viste poche,perfino i miei vecchi amici da ubriachi erano più simpatici.Il mio posto preferito?quando non avevo voglia di tornare a casa di solito andavo nel pub abituale ,ma di certo non era quello il posto che preferivo.Vicino a casa mia cera un parco pubblico,era piccolo ma tanto carino,quando avevo voglia di stare un po' tranquilla andavo li. “simpatico!comunque no,è un piccolo parco” “ma quanto sei romantica” disse in tono sarcastico “proprio adatto a te” Mi era venuta un rabbia che lo avrei preso a schiaffi,ma mi conveniva stare calma.Non dovevo rispondere alle provocazioni altrimenti mi avrebbe scoperta.Se mi avesse conosciuta il giorno prima non mi avrebbe di certo considerata una specie di suora. “si certo.quanti anni hai?” “18 perché?” “così per sapere” “tu invece?hai 14o 15anni?” “17, ma sei sempre così simpatico” “si e adesso non sto neanche dando il meglio di me”. “se non stai dando il meglio di te adesso preferisco non vedere il resto” “la bambina sta tirando fuori le unghie” Stava riuscendo a farmi perdere la calma, ma non volevo dargliela vinta, sarò stata anche una mezza delinquente ma non ero di certo una che si arrendeva.Non gli volevo dare la soddisfazione di vedermi intimorita o sottomessa, non sapeva ancora con chi aveva a che fare. continua....

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo terzo ***


Tornammo a casa poco prima delle sette e la cena era già pronta.Finito di mangiare andai in camera mia.Niente a che fare con quella vecchia.La nuova camera era tutta tendente al rosa e al color pesca,cera un grande letto a due piazze in legno chiaro,un’enorme armadio e vicino alla finestra un tavolino con due poltroncine bianche.Decisi di andare subito a letto,mi addormentai quasi subito,dopo tutte le emozioni di quel giorno ero sfinita.In quel momento mi sarei dovuta sentire per lo meno in colpa di star prendendo in giro delle persone e di stare approfittando delle disgrazie degli altri,ma la voglia di una vita normale e tranquilla era superiore ai sensi di colpa.Mi volevo godere un po di tranquillità.Ero contenta di aver cambiato vita anche se,in cuor mio,sapevo che non poteva durare per sempre. La mattina seguente fui svegliata da una cameriera che mi portò la divisa della nuova scuola in camera.Non avevo un buon rapporto con le divise,le trovavo insulse,ma per fortuna almeno quella non aveva un fiocco sul davanti e il colletto alla marinara.Era blu scuro,con una giacca chiusa sul davanti e la cravatta.La indossai a malavoglia e scesi.La cravatta mi stava soffocando,avrei voluto tanto toglierla,ma agli occhi di tutti dovevo apparire come una ragazza brava e ordinata così decisi che me la sarei tolta appena fuori di casa.Cerano tutti a tavola,compreso il ragazzo.la colazione si svolse in silenzio per fortuna,non avevo voglia di rispondere a tante domande quella mattina.Anche Benji non mi rivolse parola,all’inizio pensai che non mi volesse più tormentare ma mi dovetti ricredere appena fuori dal grande cancello.Per fortuna fuori.Mi stavo togliendo la cravatta e sbottonando un po la camicia quando “allora suora....”Iniziò subito “si,cosa ce?e per favore non chiamarmi suora,ho un nome” “a già ,Suor Samanta,allora che ne dici della divisa?è di tuo gradimento?” Si girò a guardarmi poi vedendo che mi ero già tolta la cravatta e aperta i primi bottoni della camicia disse “hei,ma una suora per bene non dovrebbe essere sempre in ordine?” “oltre al fatto che non sono una suora,la cravatta l’ho tolta perchè mi da fastidio” “capisco” “mi sembra che tu abbia detto una cosa azzardata” “cosa vorresti dire” “niente” Arrivammo a scuola. All’interno era tutto pulito e ordinato.Andai subito nell’ufficio del preside per discutere della mia iscrizione.Quella era la prima volta che ci andavo non per un richiamo,di solito ero convocata per motivi disciplinari.Dopo aver parlato per un po il preside mi accompagnò in classe.Li sia il preside che la professoressa mi presentarono alla classe.Guardai in giro,erano tutti seduti zitti e immobili,alunni modello.Le prime ore di lezione non furono particolarmente interessanti.Nonostante sembrassi una ragazza superficiale,completamente disinteressata a tutto e per niente impegnata nello studio,non andavo per niente male a scuola,tranne che in matematica,era il mio tallone d’Achille.Dopo l’ora di scienze suonò la campana dell’intervallo.Dal momento che non sapevo cosa fare e nessuno sembrava intento a fare amicizia rimasi seduta al mio banco,poi mi venne un’idea.Uscii dalla classe e mi diressi nel giardino.Cercai una zona tranquilla e presi il mio cellulare.Volevo chiamare Jess,una delle mie vecchie amiche.Dopo qualche squillo rispose.Convinta di essere sola iniziai a parlare “Pronto!” “Ciao Jess!” “Chi parla?” “ma come chi parla!sono io,Terry!” “Terry?Ma dove cavolo ti sei cacciata ti ho cercato tutto ieri e questa mattina non ti ho visto a scuola” “Calmati!Ho delle novità,non puoi neanche immaginare quello che mi è successo,ma qui non posso parlare...” “dove sei?ti hanno rapita gli alieni o ti sei fumata qualcosa?” “piantala!sono a scuola!” “dimmi dove” “non li,sono in un’altra scuola.Questo pomeriggio ci possiamo incontrare?” “si certo,vediamo...mmm...va bene alle 4 al pub?” “certo” Mentre stavo tranquillamente parlando sentii una mano sulla spalla .A momenti mi venne un colpo.Mi girai di scatto,con il cuore in gola e vidi...Benji. Spensi il cellulare senza pensarci. “Hei suora che ci fai qui?” “Ma ti sei rincretinito del tutto?mi hai fatto venire un colpo” “Non pensavo che ti spaventassi per così poco,Comunque cosa stavi facendo? lo sai che è vietato portare i cellulari a scuola?” “a si?non lo sapevo me ne ricorderò” Poi vidi alcuni ragazzi alle sue spalle a quel punto lui me li presentò “questi sono alcuni miei amici” “piacere” Dietro di lui cerano due ragazze e tre ragazzi.Uno alla volta mi diedero la mano e si presentarono.Il primo fu un ragazzo abbastanza alto e moro,si chiamava Holly .Poi cera Tom,anche lui alto e moro,come quasi tutti del resto,e Bruce .Quest’ultimo mi diede subito l’impressione di essere il tipico burlone,l’eterno bambino.Per quanto riguarda le ragazze una si chiamava Patty ,era molto carina,poi cera Emy,lei invece mi diede subito l’impressione di essere molto dolce come ragazza. Avevano tutti l’età di Benji cioè 18 anni,tranne Emy lei aveva la mia età,ma purtroppo non eravamo in classe insieme.Erano tutti amici da molto tempo,si conoscevano dalle elementari e tutti giocavano a calcio mentre le ragazze erano le loro manager. Dopo esserci scambiati due parole la campana suonò,ci dirigemmo tutti verso l’entrata.Prima di dividerci per andare in classe Patty mi fermò e mi disse “tu non conosci nessuno vero” “no” “allora che ne dici di pranzare con noi da domani,sono certa che agli altri farà piacere” “grazie,accetto volentieri” “grande,allora ci vediamo”concluse entusiasta Come primo giorno in una scuola nuova non era andato poi tanto male,avevo fatto amicizia con dei ragazzi e il programma di studio della scuola non era molto difficile. Finite le lezioni mi diressi verso casa.La strada che conduceva alla villa l’avevo fatta solo una volta perciò trovai un po di difficoltà a ritrovarla .All’andata ci avevo messo 15 minuti perché cera Benji con me,ma al ritorno ero da sola perché lui aveva gli allenamenti. Appena varcai la soglia di casa mi ritrovai la “nonna” davanti.Mi guardò con aria curiosa poi disse “Ciao tesoro ma come mai sei da sola?dov’è mio nipote?” “Benji aveva gli allenamenti” “Ma che maleducato, per una volta poteva saltarli e riaccompagnarti a casa” “Non importa,non ho avuto problemi a ritrovare la strada e poi gli allenamenti sono importanti”mentii.Non volevo creare subito dei problemi,sopratutto con Benji ,se avessi detto che avevo avuto dei problemi perché lui non cera sicuramente lo avrebbe rimproverato.Penso che un rimprovero da parte di sua nonna non gli avrebbe fatto ne caldo ne freddo,ma di certo dopo mi avrebbe guardato con diffidenza.Già il nostro rapporto,se si può chiamare così,non era iniziato nei migliori dei modi,poi se lo avessi fatto anche sgridare non mi avrebbe più neanche rivolto la parola. continua....

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo quarto ***


Salii in camera mia,misi a posto le mie cose e mi cambiai.fortunatamente dall’incidente ero riuscita a recuperare i miei vestiti.Indossai un paio di pantaloni e un maglioncino nero.Mentre stavo uscendo il maggiordomo mi fermò. .

“signorina,dove sta andando?” .

“sto uscendo ,devo vedere una persona” risposi in fretta. .

Quell’uomo era inquietante ,ogni volta che lo vedevo mi venivano i brividi lungo la schiena.In fondo però non era un cattivo uomo ma era di una serietà pazzesca,non si scomponeva mai.Comunque alla fine riuscii ad uscire.Mi stavo dirigendo alla fermata del bus quando sentii una voce famigliare .

All’inizio non la considerai troppo.La voce chiamava una certa Samanta poi mi ricordai.Ero io Samanta,avevo cambiato nome il giorno prima.Quando me ne resi conto mi girai e vidi Benji accompagnato dai suoi amici. .

“Suora sei diventata anche sorda?” .

“Benji cosa vuoi?”dissi non troppo entusiasta.Infondo perché dovrei essere felice di vedere una persona che non riesce neanche a chiamarmi per nome?comunque mi mostrai gentile come da copione. .

“niente ero solo curioso di sapere dove stavi andando”riprese.

“devo incontrare una persona”tagliai corto “e rischio di perdere l’autobus se non mi muovo” .

“ok,vai pure” .

Salutai gli altri e mi incamminai .Chissà Benji quanto avrà sparlato di me con i suoi amici.non riuscivo proprio a capire perché gli stessi tanto antipatica eppure non avevo fatto niente per esserlo,anzi ero molto cordiale e gentile con tutti,ma forse era proprio la mia troppa cordialità e educazione,anche se era solo recitazione,a infastidirlo così tanto.Continuai a fare ragionamenti simili fino a destinazione.Fui molto attenta a non farmi vedere da nessuno .Quando arrivai al pub entrai e mi sedetti nel posto più appartato in attesa della mia amica che arrivò poco dopo. .

“Terry,allora cos’è questa storia?” .

“Si può anche salutare no?”dissi mentre bevevo una birra.

“si si ciao.Allora dove ti sei cacciata?” .

“Non ti devi preoccupare,non puoi neanche immaginare” .

Le raccontai la storia,quando smisi di parlare lei era a bocca aperta. .

Mi guardò a lungo con uno sguardo indecifrabile poi si avvicinò.

“Ma ti sei rincoglionita del tutto?!?!!tu sei pazza!”mi urlò.

“Perché?adesso ho una vita perfetta,e poi ai miei non importa niente di me. E da due giorni che manco ormai e non mi hanno nemmeno cercata” .

“si però....” .

“però cosa,io qui non ho niente” .

“hai me tu sei la mia migliore amica. E poi ci sono anche gli altri del gruppo” .

“lo so che su di te posso sempre contare ma non cambio idea.Loro mi vogliono bene e forse riuscirò ad avere una vita normale se rimango la” .

“Terry.......ok,non ti ostacolerò più,ma mi devi promettere una cosa,non dimenticarti di me e dei tuoi .

amici” .

“vi voglio troppo bene per dimenticarmi di voi.Devi farmi un favore dai questa lettera ai miei,ma non dirgli niente di quello che ti ho detto” .

“ok,come vuoi.se hai bisogno io ci sono” .

“grazie” .

Uscimmo dal locale e dopo averla salutata un’ultima volta mi diressi verso casa. .

Sulla lettera avevo solo scritto che stavo bene e che non mi dovevano cercare,mi sarei fatta viva io. .

Arrivai a casa verso le 7:50 ed ero più che certo che la “nonna” mi avrebbe fatto una ramanzina,e non mi sbagliai. .

Non feci in tempo ad entrare in casa che me la ritrovai a 10 centimetri dal viso.Per 20 minuti non fece altro che ripetermi di quanto fosse stata in pensiero,che in quella casa cerano delle regole e che è pericoloso andare in giro da sola a quell’ora.Io ero l’ultima persona a qui dire certe cose.Di solito rientravo a casa verso le 3 tutte le notti e venivo considerata una persona dalla quale bisogna girare al largo.Io non avevo mai fatto del male a nessuno e neanche i miei amici,almeno non tutti,ma ci eravamo guadagnati la fama di teppisti e perciò di persone pericolose.Ma questo la nonna di certo non lo poteva sapere così,per tagliare corto,mi scusai e andai in camera seguita dallo sguardo divertito di Benji che leggeva su una poltrona in salotto. .

La mattina seguente scesi ,feci colazione e uscii per andare a scuola seguita da Benji.Per quasi tutto il tragitto non aprimmo bocca,poi,quasi a destinazione.

“dove sei andata ieri suora?” .

“sono obbligata a risponderti?” .

“no” .

“allora preferirei non dirtelo” .

“ho capito,sei andata dal tuo ragazzo,giusto?” .

“no,hai sbagliato” .

“peccato.Comunque Patty mi ha detto che ti ha invitato a pranzare con noi” .

“se ci sono dei problemi dimmelo ,non vorrei disturbare” .

“........di solito ci troviamo dietro la palestra ,sai dov’è o te lo devo fa vedere” .

“no,so dov’è,comunque grazie” In quell’occasione si era dimostrato gentile ,anche se di chiamarmi per nome non se ne parlava proprio,passato il cancello ci dividemmo per andare in classe. .

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo quinto ***


Durante l’intervallo rimasi seduta al mio posto in classe.Nonostante mi avessero invitata non ero del tutto convinta che la mia presenza facesse piacere a tutti;ovviamente mi riferivo a Benji.Dopo un attimo di indecisione mi decisi,ci sarei andata.Quando arrivai dietro alla palestra cerano già tutti e stavano già mangiando la prima che mi vide fu Patty

“Samanta ciao,come mai ci hai messo tanto ad arrivare”

“si sarà persa sai le suore non escono spesso” il solito commento fuori luogo di Benji

“ciao a tutti.No ,non mi sono persa,mi sono fermata a parlare con una persona” mentii,non volevo dare a Benji un nuovo argomento per prendermi in giro.Mi sedetti in mezzo a loro.Per tutta la durata del pranzo parlammo e Patty mi fece molte domande su i miei gusti e su altro.Prima di ritornare in classe Patty e Emy mi fermarono,volevano sapere se se sarei entrata a far parte della squadra di calcio come manager ma la mia risposta fu negativa.Non avevo voglia di passare tutto il pomeriggio in uno stupido campo da calcio e poi ero decisa a ritornare nel vecchio gruppo una volta sistemata.Dopo un po di lamentele Patty e Emy si decisero a lasciarmi stare. così riuscii finalmente a ritornare in classe.

Quello stesso pomeriggio,dopo essere tornata a casa,mi preparai per fare un’altra visitina alla mia amica nel vecchio quartiere.Quando arrivai a casa sua suonai il campanello ,ma non rispose nessuno.Sicuramente era al solito posto con il resto del gruppo così ci andai anch’io.

Quando arrivai e i miei amici mi videro fui assalita, mi trattavano come se fossi un caso raro,sembrava che fossi sparita dalla circolazione da anni,invece erano passati 3-4 giorni al massimo.Quello che più di tutti sembrava preoccupato era Matt che ,oltre a essere una sorta di capo gruppo,era anche il mio ex ragazzo.Ci conoscemmo in 3 media tramite amici in comune e poco tempo dopo entrammo nella stessa compagnia e,una cosa tira l’altra,ci mettemmo insieme.La nostra storia durò 3 anni,poi io decisi di finirla.Lui non la prese bene ma restammo buoni amici,penso che io gli piacessi ancora a quel tempo.Passai tutto il pomeriggio con loro,mi feci raccontare quello che era successo nei giorni in cui mancavo,e loro fecero lo stesso con me.Ovviamente io non raccontai la verità,dissi semplicemente che mi ero trasferita da una parente in un’altro quartiere.Dalle loro reazioni penso che ci abbiano creduto,forse solo Matt era un po diffidente,mi conosceva bene e non era facile mentirgli.

Le ore passarono in fretta e arrivò l’ora per me di tornare a casa .Jess decise di accompagnarmi fino alla stazione del bus e mi raccomandai di mantenere il segreto.La mattinata filò liscia come le precedenti,lezioni noiose e il pranzo con i ragazzi.Alla fine delle lezioni,mentre mi stavo dirigendo al cancello per andare a casa incontrai Benji,anche lui stava tornando a casa ,quel giorno non aveva gli allenamenti perchè il loro allenatore aveva avuto dei problemi e perciò non cera.Ma la cosa che più mi sorprese fu il fatto che quasi come se niente fosse mi chiese “ti va di tornare a casa insieme?”non riuscivo a crederci,ma più della domanda fui colpita dal suo modo di pormela.Infatti era stato stranamente gentile e non mi aveva chiamato suora come suo solito .Comunque accettai.Durante il tragitto Benji mi fece molte domande,sopratutto sui miei amici Gli parlai di Jess,di Matt e degli altri ragazzi,ma rimasi sempre molto sul vago.Poco prima di entrare nel grande giardino di casa mi chiese “fra poco sarà hallowen lo sai o alle suore non è permesso fare certe feste?” ecco che ricompare il solito tono da strafottente

“si lo so,noi suore ci stiamo modernizzando”scherzai

“buono a sapersi,comunque io andrò a una festa con i ragazzi e Patty e Emy mi hanno detto di invitarti”

“ci verrei volentieri solo che ho già un ’impegno per quella sera”

“ok,io te l’ho chiesto” disse con tono quasi sollevato

“se avessi detto di si tu saresti stato a casa vero?dov’è la festa?”

“in un locale in città,ci hanno dato i biglietti. E’ un locale molto famoso e esclusivo,ma non mi aspetto che tu lo conosca”

“dimmi almeno il nome poi dico se lo conosco” ribattei abbastanza scocciata dal comportamento da superiore che aveva nei miei confronti.Quando faceva così lo avrei preso a pugni,ma aimè questo mi era impossibile,ma ero sicura che mi sarei presa la mia rivincita prima o poi.

“Si chiama Jopp’s” al suono di quella parola mi pietrificai.Era lo stesso locale in cui sarei andata io.Ma la cosa più sconvolgente era il fatto che il Jopp’s era per davvero uno dei locali più famosi della città ed era difficilissimo avere i biglietti. Avevamo fatto abbastanza fatica a trovarli noi che bene o male conoscevamo bene il giro dei Pr...ma loro come avevano fatto? Quando il destino si voleva accanire su di te...ci riusciva perfettamente! Comunque non dissi a Benji della strana coincidenza.

“si,l’ho sentito .divertitevi”risposi affrettando il passo verso il portone di ingresso.

A cena quella sera cercai di non incrociare lo sguardo di Benji e lui sembrava ben lontano dal lamentarsi.Dopo cena parlai con la nonna appunto della festa. Prima,con i miei genitori,non avevo certo bisogno di chiedere il permesso di uscire anzi,più stavo fuori di casa più loro erano felici,ma adesso la situazione era diversa e sapevo che sarebbe stata dura avere il permesso.

“dimmi cara cosa ce?”disse la nonna con un tono molto dolce

“volevo sapere se la notte di halloween potevo andare a una festa con i miei amici”

“dov’è la festa? ma sopratutto con chi ci vai?”si informò subito

“la festa è in un locale in centro,è un bel posto,e ci vado con dei miei amici,ma non ce da preoccuparsi,davvero!”cercai di rassicurarla

“.....non so,ci devo pensare” disse la nonna. mentalmente stava vagliando ogni possibile catastrofe che sarebbe potuto accadere quella notte.

“nonna,la festa è fra due giorni,me lo potresti dire ci dobbiamo organizzare” piagnucolai io facendo la carina per convincerla

“.....e Benji che fa ?non puoi andare con lui?”...e te pareva che non ci avesse pensato...

“preferirei andare con i miei amici” disse lui svogliatamente

“ok,ti do fiducia,a che ora finisce la festa?” evviva!! l’avevo convinta!

“a dire la verità dovrebbe finire attorno alle 5-6”

“cosa !ma non se ne parla!!!” breve vittoria...

“dai ti prego infondo è per una sola sera all’anno!ti prego ti prego ti prego” la tecnica dello sfinimento...prima o poi si sarebbe stufata di sentirmi implorarla

“ok,ma che sia una.infondo hai 17 anni,ormai sei grande”

“grazie”e la abbracciai.Ero riuscita a convincerla ed era stato più facile del previsto ,non pensavo sarebbe stato così facile.Ora il grosso era fatto,ora dovevo solo pensare a come non incontrare Benji e gli altri ragazzi alla festa.

continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Quella stessa sera decisi di parlare con Benji,ma non della festa.Avevo deciso di andare con Jess a fare spese per la festa la mattina dopo e perciò dovevo saltare la scuola,ma per farlo avevo bisogno che lui se ne stesse zitto con la nonna.Il primo tentativo che feci fu con le buone

“Benji ti potrei chiedere un favore?”

“che ce?” disse non troppo interessato al mio discorso…

“bhe ecco....domani mattina voglio andare a far spese in centro con una mia amica....”

“perciò salterai la scuola giusto?” improvvisamente si era fatto più interessato…la prospettiva di potermi mettere nei guai lo divertiva parecchio.

“giusto,ero venuta proprio per questo,potresti non dirlo alla nonna?”

“e perché dovrei,cosa ci guadagno?” il solito approfittatore,se il suo aiuto non mi fosse stato necessario l’avrei mandato al diavolo in due secondi ma dovevo tenermelo buono.

“se mi fai questo favore io te ne farò uno. Allora?”

“mmm....ok,non dirò niente,tanto avevo deciso fare fuoco anche io domani mattina” disse con tono beffardo.Non ci potevo credere,mi aveva incastrato mi aveva costretta a fare una promessa e lui praticamente non mi ha fatto nessun piacere.Decisi di lasciar perdere ,infondo quello che volevo l’avevo ottenuto,anche se lui mi piaceva sempre meno.

La mattina seguente arrivò.Mi vestii e scesi e come se niente fosse uscii di casa con Benji,ma appena arrivammo su una strada un po' appartata cambiai direzione per raggiungere la mia amica .Benji non mi salutò e io feci lo stesso.Nonostante mi desse molto fastidio dovevo ammettere che noi eravamo piuttosto simili,nonostante io fingessi in quel momento. Eravamo testardi e orgogliosi,e anche lui aveva un bel caratterino.Eravamo troppo simili per poter andare d’accordo.Ma tornado alle compere...anzi è meglio di no,con tutto quello che abbiamo comprato ci metterei giorni per descrivere tutto .Ovviamente portò tutto a casa Jess,tranne i vestiti per la festa della sera dopo.

Prima di entrare decisi di aspettare Benji così che alla nonna non potesse avere nessun dubbio.Lo vidi arrivare in lontananza ,ma non era da solo.Cera un’altro ragazzo con lui,ma ancora non riuscivo a vederlo bene,ma poi lo riconobbi.Era quel suo amico carino,Tom.Quando arrivarono Tom mi salutò,mentre Benji fece fatica a guardarmi. Tom si che era un ragazzo gentile,ed era pure carino

“che ci fai qui?”mi chiese Benji”

“dobbiamo tornare insieme o vuoi che la nonna scopra tutto” mi rivolse uno sguardo e poi si girò verso il cancello

Entrammo in casa,la nonna ci salutò e poi io andai in camera mia.Non uscii dalla mia camera fino all’ora di cena.Una volta arrivata nella sala da pranzo ebbi una bella sorpresa

.Tom era rimasto a cena e la cosa mi stupì parecchio.Non che non ne fossi felice solo che Benji non mi sembrava affatto il tipo da invitare a cena dei suoi compagni,ma forse l’idea era stata della nonna.

Per tutta la durata della cene i due ragazzi non fecero altro che parlare della squadra di calcio e degli allenamenti,i loro dialoghi si limitavano all’argomento calcio,il che non mi entusiasmava troppo.Arrivati al dolce la nonna si intromise nel loro discorso

“allora ragazzi cosa avete pensato di fare domani sera ?uscite?”

“si nonna”disse di malavoglia Benji

“e dove andate di bello?”

“andiamo a una festa in un pub in città” rispose più gentilmente Tom

“divertitevi,ma non combinate cose strane!a proposito Samanta tesoro ,perché non vai con loro?”

“cosa?” si preoccupò subito quell’adorabile ragazzo di nome Benji

“ho già un’impegno ,te ne ho parlato prima non ricordi?” le ricordai

“a già,me ne ero scordata.Sai l’età....” La nonna non me la raccontava giusta.ero più che certa che il suo fosse un piano per far uscire me e Benji insieme.anzi ne ero certa.Non era il tipo da dimenticarsi certe cose ,sopratutto se cerano di mezzo feste e orari da rispettare.

“e dove vai di bello?” mi chiese Tom con un sorriso.

“bhe...ecco...vado a una festa” La domanda mi aveva un po' fatto agitare,sia per l’argomento sia per lo stupendo sorriso con cui Tom me la aveva fatta.

“mi raccomando,non fare pazzie e non dare retta alle persone che non conosci” si raccomandò ancora una volta la nonna

“e cosa vuoi che possa fare.Sicuramente andrà a una festa in chiesa”scherzò Benji.Decisi di ignorarlo,ormai le sue battutine di cattivo gusto non mi toccavano più.Quando Tom se ne andò era piuttosto tardi e la nonna ci costrinse ad andare a dormire,cosa che in fondo non mi dispiaceva affatto ,quella sera ero esausta.

Il giorno dopo a scuola, durante la pausa pranzo i ragazzi si organizzarono per la serata .Patty mi propose di andare con loro ma la mia risposta fu sempre la stessa.Finito il pranzo la campana suonò e fummo costretti a tornare in aula.Mentre camminavo nel cortile una mano mi fermò.era Tom che ,gentile come sempre mi disse

“tieni ti sono caduti” e mi porse dei biglietti poi continuò “ti sono caduti quando ti sei alzata. e così vieni anche tu al Jopp’s”

“già” risposi ridacchiando evidentemente in panico

“come mai non ce lo hai detto?potremo incontrarci la magari,che ne dici?”

“vedremo......mi fai un favore?non dire niente agli altri”

“e perché?...ok,sarò muto come un pesce.Ci vediamo” dicendo così mi salutò con la mano mentre si allontanava.

Cavolo!come potevo essere stata così stupida da farmi cadere i biglietti da in tasca!L’unica cosa che mi rincuorò un po fu il fatto che a trovarli sia stato Tom,sentivo che di lui ci si poteva fidare,però meglio non fidarsi del tutto,non si sa mai.

La tanto attesa sera arrivò.Mi misi i vestiti comprati il giorno prima.Avevo deciso per una gonna formata da tanti veli corti e neri e una canottiera anch’essa nera con degli stivaletti con il tacco alto.Dopo essermi truccata e pettinata scesi.Giù cera già Benji.Anche se mi costa ammetterlo quella sera era davvero uno schianto.Aveva dei pantaloni blu scuro e una camicia azzurra,ma anch’io dovevo aver fatto colpo perché Benji mi fissava anche se non voleva darlo a vedere

“sei molto carina.Ma non ti sembra che il vestito sia un po' troppo corto e stretto?”

“no nonna,va bene così,comunque grazie” poi con tono un po' malizioso chiesi a Benji “ e tu come mi trovi?sto bene?” domandai cercando di non ridere per assumere un tono sexy ma quella non era la mia specialità, dovevo essergli parsa molto buffa perché dopo avermi fissato sorrise leggermente e si volto uscendo dalla porta.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


La nonna cercò di convincere Benji ad accompagnarmi e, nonostante le lamentele di lui, alla fine l’ebbe vinta.Anche a me la cosa non entusiasmava più di tanto,anche perché questo voleva dire incontrare i miei amici,ma ormai era fatta .

Ci infilammo i cappotti e uscimmo sotto lo sguardo soddisfatto della nonna che ci salutava sul portone di casa.Erano già le 11:15 e io mi dovevo vedere con Jess e gli altri alle 11:30 così affrettai il passo.Per buona parte del viaggio non ci rivolgemmo la parola.Nonostante ci conoscessimo già da 9settimane non avevamo ancora instaurato un buon rapporto anche se iniziava ad andare un po' meglio, almeno non mi rinfacciava tutte le volte di essere costretto dalla nonna ad accompagnarmi in giro.Per migliorare la situazione non è che m’impegnassi un gran ché,anzi,il più delle volte mantenevo le distanze e apparivo piuttosto fredda,ma anche lui non si impegnava molto.Ma al momento la cosa m’interessava solo in minima parte.

Dopo un po’ mi chiese

“allora si può sapere dove vai questa sera?”

“ma come.Pensavo che lo sapessi già,non hai detto che vado in chiesa?” gli rinfaccia un po' seccata

“simpatica” fu la sua risposta poi.... ripiombò il silenzio.

Finalmente arrivammo al posto dell’appuntamento.Vidi in lontananza i ragazzi e li salutai con grandi gesti delle braccia.Ci avvicinammo a loro dopo esserci salutati presentai Benji come un amico e lo feci anche nel modo più veloce possibile in modo che i miei amici non potessero fare domande.

Quando Benji finalmente se ne tornò a casa in attesa dei suoi amici noi ci incamminammo verso il locale.Quella sera i ragazzi erano tirati a puntino,Jess poi era bellissima.Già era molto bella di suo poi vestita in quel modo lo era di più.Aveva una mini nera,una camicetta trasparente bianca e un paio di stivali fino al ginocchio bianchi.

Quando arrivammo al locale ci trovammo davanti una marea di gente,ma sicuramente solo la metà sarebbe entrata.Grazie al cielo alla fine riuscimmo ad entrare abbastanza in fretta. Gira e rigira per quei locali alla fine finisci per conoscere la gente che ci lavora e grazie a questo riesci ad avere delle “agevolazioni”.

Il Jopp’s all’interno era addobbato con zucche,striscioni e scheletri,cera una bella atmosfera.Dopo aver bevuto qualcosa e aver parlato un po' ci buttammo in pista ,la quale era già bella piena,per ballare.Per qualche strano motivo ad una delle ragazze venne in mente di salire sul cubo.Ovviamente all’inizio cercai di sottrarmi per evitare di farmi vedere da Benji & Co ma anche perché, a dire la verità, mi vergognavo un pochetto.

In un modo o nell’altro alla fine riuscirono a trascinarmici sopra. Dopo un attimo di incertezza mi buttai e iniziai a ballare senza pensare più a niente.

Grazie a Jess e alle altre ragazze sotto il cubo si erano avvicinati dei ragazzi. Ovunque andassimo attiravano sempre l’attenzione,erano piuttosto carine...era inevitabile. In mezzo alla folla però notai una figura nota.

Tom!!!

Saltai giù in un lampo e appena mi fu vicino lo presi per un braccio per portarlo in una zona un po' più tranquilla,ma sopratutto lontano dai ragazzi che,al momento,non sembravano essersi accorti della sua presenza.

“Tom che ci fai qui!!!”chiesi allarmata “cioè lo so che ci fai qui..ma perchè...sei qui!” ero troppo agitata per mettere insieme una frase che potesse avere un qualsiasi senso.

“quello che stai facendo tu,festeggio Halloween!” disse con tono ironico,come per prendermi in giro

“non volevo sapere questo.Volevo sapere perché sei venuto da me. E non dirmi -capitavo di qui per caso- ci potrebbero fare 5 campi da calcio per quanto è grande questo locale!!!Lo sai che non voglio che gli altri mi vedano”

“Volevo solo salutarti e non preoccuparti,gli altri sono nell’altra sala e non mi hanno seguito,sono stato molto attento” e mi fece l’occhiolino con fare da agente segreto . Adesso che faceva...mi prendeva pure in giro? Non ero agitata abbastanza forse? e oltretutto quando mi aveva fatto l’occhiolino ero certa di essere diventata come una zucca...ma grazie al cielo era buoi in sala.

Nonostante il gesto sconsiderato ero felice che fosse venuto da me.Rimanemmo un po’ a parlare, spiati da Jess,Simo e Katt che,ovviamente,dovevano mettere il naso in tutto quello che non le riguardava.Prima di andarsene si girò verso di me e disse

“non scappare dopo, voglio fare un ballo con te”

“si certo” risposi sorridendo poi lui se ne andò La serata continuò in allegria,cosa dovuta certamente,oltre ai miei amici,a tutto l’alcol che avevo bevuto.

Erano ormai le 4 e 30 passate quando tornò Tom per il ballo che mi aveva promesso.Ci dirigemmo al centro della pista e iniziammo a muoverci al tempo di musica.Io gli mi si le braccia attorno al collo e lui le mise sui miei fianchi. A vederlo non si direbbe ma è un ragazzo molto sveglio e sa di certo come conquistare una ragazza. Durante i balli ci guardammo spesso negli occhi ma era impossibile parlare a causa della musica troppo alta,ma era meglio così,l’atmosfera che si era creata era fantastica.Dopo un paio di pezzi qualcosa interruppe quel bel momento.Sentii una mano sulla mia spalla.Mi girai piano e quando la vidi mi venne una sorta di infarto. Tom mi guardò e poi disse

“giurò,non l’ho fatto apposta” disse alzando le mani come se gli stessi puntando una pistola addosso...se l’avessi avuta forse l’avrei pure fatto.

Mi rigirai verso la ragazza che ci aveva interrotti e dissi

“Patty!ciao!ma che bella sorpresa!” mentii spudoratamente...si che bella sorpresa...proprio bella!

“ciao Samanta ma che ci fai qui!potevi anche dircelo che venivi qui”

“bhe ...ecco...abbiamo deciso all’ultimo minuto.dovevamo andare a un’altra festa ma abbiamo cambiato idea” “capisco” disse poco convinta “ma come avete fatto a trovare i biglietti!ho sentito dire che erano esauriti da tempo”

“emm...amici di amici..sai il solito giro di conoscenze varie” ma non poteva scattare l’allarme, una rapina...godzilla! Qualunque cosa pur di far terminare quel momento.

“e tu Tom lo sapevi e non hai detto niente!” lo accuso puntandogli il dito al naso

“io non lo sapevo, l’ho incontrata qui per caso, lo giuro”cercò di difendersi il povero ragazzo

“ma davvero??!!” non sembrava crederci molto “perché non vieni un po’ di la con noi?”

“veramente preferirei restare qui con i miei amici”

“allora me li presenti?”

“no” disse secca, dovevo essere stata piuttosto brusca perché mi guardò con uno sguardo misto tra un cane bastonato e una pazza alcolizzata.. .quello sguardo avrebbe dovuto farmi cambiare idea invece mi convinceva sempre di più a sparire

“e perché?”

“perchè non so più dove sono” non sapevo più cosa inventarmi.Se gli avesse incontrati non oso immaginare cosa sarebbe successo.Oltre al solito fatto delle domande temevo il loro comportamento dal momento che erano ubriachi fradici.Cercai di levare le tende il più presto possibile

“bhe ragazzi ora sarà meglio che li vada a cercare.ciao a tutti” Dicendo così salutai Patty con i soliti tre baci e feci lo stesso con Tom.Prima di andarmene afferrai Tom e gli chiesi all’orecchio di assicurarsi che Patty non dicesse niente agli altri.Sembrava che gli avessi chiesto di portarmi la luna...evidentemente non sapeva come fare,ma prima che lui potesse ribattere mi allontanai in fretta.

Non li vidi per il resto della serata.Nonostante fossi abbastanza tesa cercai di divertirmi comunque.Cercai anche di parlare con Jess,ma i miei tentativi furono vani.Era troppo ubriaca per capire anche una sola parola.Alla fine decisi,per rilassarmi ulteriormente,di ubriacarmi del tutto pure io.Finimmo per cantare strane canzoni e ridere come pazzi per strada alle 6:00 del mattino ,a festa conclusa.

Quando entrai in casa non si sentiva nessun rumore,erano ancora tutti a letto.Per non svegliare nessuno feci meno rumore possibile.Fu una vera impresa fare le scale per arrivare al primo piano.Grazie allo sbronza che mi ero preso tutto iniziava a girare e non riuscivo a tenermi in piedi,sentivo che mi sarei addormentata da un momento all’altro. E così fu.Non feci in tempo ad arrivare nella mia stanza che le gambe mi cedettero, credevo di cadere al suolo ma sentii due braccia che mi afferrarono prima che io potessi toccare terra.Poi mi presero in braccio e mi portarono sul mio letto.Vedevo tutto offuscato,ma in un attimo di lucidità riconobbi la figura

“Benji?” chiesi non del tutto certa

“La nonna non sarà felice di sapere in che stato sei.Ti meriti un mese di punizione minimo” ma non era una minaccia,lo aveva detto in tono scherzoso,sicuramente non lo avrebbe mai detto a nessuno.Per la prima volta sentii che mi sarei potuta fidare di lui.Pian piano mi misi a sedere sul letto,lui mi era ancora affianco.

“cavolo che mal di testa,mi viene da vomitare”

“tò prendi questo” e mi porse un bicchiere con due aspirine

“grazie” bevvi tutto d’un sorso.Mentre lui stava uscendo dalla camera lo chiamai

v“Benji”

“.......”

“grazie, sei stato molto gentile,non so come ringraziarti” dissi poi mi alzai…o almeno ci provai…caddi nuovamente sul letto sprofondando in un sonno che nemmeno un cannone sarebbe riuscito a interrompere

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Il giorno dopo,per qualche miracolo,riuscii a svegliarmi anche se con un gran mal di testa e di stomaco.

Dovevo aver esagerato un tantino la sera prima.Quando scesi in cucina per mangiare qualcosa erano già le 5:30.Trovai la nonna intenta a leggere un grosso libro,probabilmente uno di quei romanzi noiosi e struggenti,la cuoca impegnata nella preparazione di una torta e le cameriere che spolveravano casa e si prendevano cura delle piante nell’ingresso .

Dopo aver risposto alle domande della nonna e essermi presa un panino mi diressi verso il salotto.La prima cosa che feci una volta entrata nella grande sala fu chiudere le finestre in modo da lasciar entrare solo la luce indispensabile per non finire a terra o attaccata a qualche mobile.Odiavo e odio tuttora la luce appena sveglia,mi fa venire un gran mal di testa.Stavo per sedermi sul divano quando una voce mi chiamò

“hei,occhio,ci sono io qua sotto e sotto al tuo dolce peso non so se soppravviverei” Mi girai e vidi che il divano era già occupato in parte dal portiere.Non avevo alcuna intenzione di rinunciare al mio spuntino rilassante così gli alzai i piedi,mi sedetti e appoggiai i suoi piedi sulle mie gambe.Lui mi guardò un pò male

“scusa ma non ho capito cosa stai facendo”

“mi sembra abbastanza evidente” iniziai a dire mentre accendevo la televisione “mi sono messa comoda”

“capito.Comunque fai pure,io non ho problemi” disse ironico per farmi notare che non gli avevo chiesto il permesso.

“ok grazie” dissi senza neanche aver capito bene ciò che avevo detto “stanchino e?” ripresi “hai fatto pazzie ieri sera?”

“Anche tu non mi sembri in gran forma” rispose guardandomi dalla testa ai piedi “Quanti litri di alcol hai bevuto ieri sera?”

Alcol?come faceva lui a sapere che avevo bevuto tanto da ubriacarmi?Forse Tom non era riuscito a far tacere Patty.Ero nel panico,stavo già cercando una scusa credibile quando

“perchè fai quella faccia?” mi chiese vendendo lo stato in cui ero

“c-come fai a saperlo?”

“cosa? che eri ubriaca? chi credi che ti abbia portato a letto quando sei svenuta lungo le scale? ma davvero non ti ricordi?che gratitudine!”

“ tu cosa?” poi mi ricordai della notte prima “a già,che stupida!hehehe”

“.........”

Dopo circa un’oretta di televisione mi addormentai e mi svegliai solo verso le otto.Mi alzai e andai a vedere dove erano gli altri.Trovai la nonna ancora impegnata a leggere il suo libro.Quando si accorse di me alzò gli occhi e mi disse

“oh,ciao tesoro.Rimani qui,fra poco è pronta la cena!”

“va bene,torno in salotto allora” rimasi li fino all’ora di cena

.A tavola guardai Benji spesso.Nonostante sentivo di potermi fidare di lui,non ero certa che lui non dicesse alla nonna della notte prima.Ma per mia grande fortuna non lo fece.

Da quel momento il nostro rapporto sicuramente sarebbe migliorato,avevamo un segreto insieme,era un passo avanti.Passarono parecchi giorni da quel fatto e dalla festa , era circa metà dicembre, e , come avevo già immaginato,noi andavamo più d’accordo.Riuscivamo a parlare tranquillamente e avevo iniziato ad uscire qualche volta con Patty e Emy,non dimenticandomi però della mia migliore amica Jess ,delle altre ragazze e del resto del gruppo.

Un giorno ,mentre guardavo la tv in salotto ricevetti un sms sul cellulare.Il messaggio diceva

Quando ebbi finito di leggere ero a dir poco terrorizzata.Non riuscivo a smettere di guardare lo schermo del telefono fino a quando qualcuno mi fece rinvenire

“cos’hai” mi chiese Benji serio,doveva aver notato l’espressione del mio viso.Lentamente mi girai verso di lui e senza guardarlo negli occhi risposi

“niente perché?” cercai di dire mantenendo il tono della voce più calmo possibile

“impossibile che tu non abbia fatto niente,sembra che tu abbia visto un mostro”

“non ho fatto niente,e tu non ti impicciare!!” gli urlai arrabbiata.Mi voltai e corsi in camera mia.

Non so dire il perché del mio comportamento.Lui non se lo meritava.Era solo preoccupato per me.Gli dovevo chiedere scusa,ma in quel momento non avevo voglia di vedere nessuno,sopratutto lui.

Quella sera non avevo cenato e non ero uscita dalla mia camera.Quando andai a letto ero ancora abbastanza agitata e non riuscii a dormire,avevo sempre in testa quel messaggio e il viso di Luis.Non potevo dimenticare tutto quello che avevo passato e anche se ce la mettevo tutta era inutile.Ero riuscita a rasserenarmi un po quando lui partì per l’estero ma ora era di nuovo qui,e mi stava cercando.

La mattina dopo ero messa peggio di uno zombi,e lo si notava parecchio dal momento che tutti mi chiedevano cosa avessi fatto,tutti tranne Benji, evidentemente si era offeso per il mio comportamento e aveva ragione.

A scuola cercai di essere il più possibile calma e di mantenere un comportamento normale e rilassato.Per fortuna stando con i ragazzi questo era più semplice.Durante il pranzo a Patty si illuminarono gli occhi dalla gioia e poi ci disse tutta contenta

“ragazzi ,dal momento che è quasi natale che ne dite di organizzare una bella festa?”

“.......” Tutti rimasero in silenzio.

“allora?” insistette

“ma lo sai che hai avuto proprio una bella idea?io ci sto” intervenne Bruce

“perché no!” risposi io

“ok,allora si farà un festa.......però dove la facciamo” riprese Patty un po meno entusiasta di prima

“io direi di farla a casa nostra,cioè a casa di Benji” dissi

“che cosa,perche?” si preoccupò subito lui

“ma mi sembra ovvio.Perché è grande”

“ bene allora è deciso,la festa si farà da Benji che si è gentilmente offerto di ospitarci” concluse sottolineando il gentilmente offerto evitando così qualsiasi rifiuto dell’interessato.

continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Quando tornai a casa pensai alla festa e al natale e mi resi conto di quanto poco tempo avessi per comprare i regali,mancavano infatti solo 2 settimane al 25.Quell’anno avevo davvero tanti regali da fare,ai ragazzi del gruppo,ai ragazzi della squadra e qualcosa per la nonna e il resto della famiglia.Inizia subito a pensare a cosa comprare.Il Natale mi metteva sempre,e mi mette tuttora,di buon umore,è il periodo dell’anno che preferisco.Il quel momento mi era passato di mente tutto,compreso Luis e la mia vera famiglia,infondo erano pur sempre i miei veri genitori,così decisi di fare il regalo anche a loro,ma più che per affetto per,come dire,educazione.

Dopo cena rimasi seduta un pò in salotto a guardare la tv con gli altri fino a quando il mio cellulare squillo.Mi allontanai per rispondere,ma non uscii dalla stanza.

“pronto,chi è?”

“sono io!” disse solo la voce al di là della cornettav

“io chi” dissi innervosita,non sopportavo quegli stupidi giochini.

“ma come,non mi riconosci?sono Luis” Al solo udire quel nome rabbrividii.Non riuscivo più a parlare,ero pietrificata.

“allora,non dici più niente” continuò a scherzare lui consapevole di come mi sentissi io in quel momento

“c-cosa vuoi” riuscii a dire infine con un filo di voce

“sicuramente uscirai a comprare i regali in questi giorni e io ti troverò”

“non mi fai paura” dissi cercando di dare un tono freddo alla mia voce,ma sicuramente non ci ero riuscita dal momento che lui iniziò a ridere e Benji si girò a guardarmi dopo avermi sentito.Per fortuna la nonna non ci sentiva un gran che bene e non aveva capito le mie parole.Lei doveva restarne fuori,non volevo si preoccupasse.

“a si?allora a presto.Non vedo l’ora di riprendere il nostro,si ,potremmo chiamarlo,discorso” concluse riattaccando il telefono.Rimasi immobile con il telefono all’orecchio per qualche istante poi andai in camera mia senza dire una parola.Per la prima volta in vita mia avevo davvero paura,non pensavo di poterne provare tanta.Ero sul letto con le ginocchia al petto a ripensare alle sue parole.Mi stava cercando e sicuramente sarebbe riuscito a trovarmi nonostante avessi cambiato casa.Poco dopo sentii bussare alla porta e sobbalzai dallo spavento,ero un po tesa in quel momento.La porta si aprì ed entro Benji

“mi hai fatto venire un colpo stupido” lo rimproverai,anche se non ero arrabbiata con lui

“tutto bene?” mi chiese non badando ai miei rimproveri

“certo perché” cercai di convincerlo con scarso successo

“io non direi.ma si può sapere perchè ancora non ti fidi di me?” era davvero arrabbiato

“non è questo....è solo che.....”non riuscii a finire la frase che lui mi interruppe

“cosa allora,si vede che ce qualcosa che ti preoccupa”

“non mi va di parlarne,non è colpa tua”

“non voglio insistere,se non me lo vuoi dire va bene,ma non risolverai nulla restando in silenzio,anzi,ti sentirai ancora peggio” dicendo così usci dalla stanza.Anche quella sera non riuscii a dormire,ero ancora scossa.ripensavo alle parole di Benji.Forse aveva ragione,anzi l’aveva,ma non volevo coinvolgere nessuno in quella storia anche se sarei stata davvero meglio se gliene avessi parlato.

Nei giorni seguenti ci fu la stessa tensione,non volevo,per nessun motivo,rimanere sola.Per tornare a casa aspettavo che Benji avesse finito di fare gli allenamenti e una volta a casa non mettevo un piede fuori dal portone d’ingresso.Nonostante la situazione volevo comprare i regali,ma non sapevo come fare poi mi venne in mente una cosa. Corsi in camera di Benji e,senza neanche bussare,entrai.Trovai Benji disteso sul letto a leggere.

“Benji mi potresti fare un favore?”

“cosa?” rispose ancora un po confuso dalla mia entrata

“mi accompagni a fare spese?”

“cosa? perché proprio io?”

“dai,cosa ti costa,staremo via per 3-4 ore non di più,ti prego” cercai di essere il più convincente possibile facendo la carina e di solito il metodo funzionava,infatti

“.......se proprio devo....”

“evviva grazie grazie grazie” gli urlai abbracciandolo dalla felicità.Lui arrossì,ma,come al solito,fece la parte del duro

“ti va bene domani alle 4,non hai gli allenamenti vero”

“no,non li ho,ok per domani” disse sconsolato

Uscii dalla camera soddisfatta e contenta.Oltre al fatto di aver trovato qualcuno che mi facesse da guardia del corpo ero felice di uscire con Benji.Anche se la maggior parte delle volte era odioso lo trovavo simpatico e divertente,sopratutto quando voleva fare la parte del duro.

Il giorno seguente alle 4 eravamo in città in giro per negozi.Dopo un paio d’ore avevo già comprato gran parte dei regali,mi rimanevano solo quello di Benji,di Jess e dei miei veri genitori.Ai miei comprai un bell’orologio da parete con disegnate tante stelline,per Jess invece trovai una maglietta azzurra con lo scollo a v e un pupazzo a forma di mucca.Voi non lo sapete,ma lei ha una vera e propria passione per le mucche,colleziona qualsiasi cosa che abbia la forma di una mucca,ha persino un paio di pantaloni con su disegnate tante mucchine,non so dove li abbia trovati.

Comunque ora mi rimaneva solo quello di Benji.Mentre passeggiavamo notai in una vetrina un cappello con la visiera tutto azzurro,e avendo notato che lui lo portava sempre decisi per quello.Per evitare che lui lo vedesse gli dissi di aspettarmi al bar di fronte al negozio.Quando lui se ne andò,portando con se tutte le sporte ovviamente,io entrai nel negozio.Dopo aver fatto l’acquisto uscii ma ancor prima di metter piede fuori una mano mi tappò la bocca e mi tirò in un giardinetto desolato dietro al negozio.Chiusi gli occhi e cercai di urlare ma la mano me lo impediva.Quando li riaprii mi ritrovai di fronte Luis.Mi aveva trovata,e adesso non osavo immaginare cosa sarebbe successo.Cercai ancora di chiamare aiuto ma lui teneva la mano spinta sulla mia bocca.Iniziai a piangere,ero terrorizzata.

“hai visto,ti ho trovata,sei contenta?” mentre parlava rideva,si stava divertendo da morire.Mi butto con la schiena contro un muro poi continuò “ne è passato di tempo e Terry!ti sono mancato?tu da matti.Ti ho cercato ovunque ma ora sei qui”Non sapevo cosa fare.Lui era decisamente troppo forte per riuscire a liberarmi dalla stretta e non riuscivo neanche a urlare .L’unica speranza che avevo era Benji,ma lui non sapeva niente di quello che stava succedendo e non sapeva neanche dov’ero.

Quando Luis mi tolse finalmente la mano dalla bocca io cercai di urlare ma il mio grido fu soffocato dal suo bacio.Stavo male,molto male e non potevo fare niente.Proprio come 2 anni prima.Io avevo solo 15 anni lui 19.Lui mi perseguitava e nonostante tutti i miei rifiuti non mi lasciava stare,mi seguiva ovunque,mi chiamava in continuazione e mi mandava a casa lettere e regali che io puntualmente gettavo.Fino a quando un giorno mi trovò da sola mentre stavo tornando da scuola e proprio come adesso mi prese con la forza.Anche allora cercai di liberarmi o di trovare aiuto ma fu inutile.Mi stava portando alla sua macchina per portarmi chissà dove,non osavo neanche pensare a cosa mi avrebbe fatto una volta soli.Ormai avevo perso qualsiasi speranza che qualcuno mi aiutasse.Piangevo e non avevo più la forza per ribellarmi,ma proprio quando lui stava per aprire la porta dell’auto arrivarono Matt e i ragazzi.Li aveva avvisati Jess che per caso mi aveva vista.

Nonostante fossero più piccoli di Luis riuscirono a cacciarlo.Erano più numerosi e ,nonostante l’età,erano piuttosto forti.Qualche settimana dopo seppi che Luis era partito per l’estero,probabilmente per l’America, io ero riuscita a riprendermi.Quella volta mi era andata bene ma adesso come avrei fatto,non cera nessuno. Ero certa che quella volta non sarebbe venuto nessuno a salvarmi,ero disperata.Chiusi gli occhi per non vederlo più quando sentii delle voci.Una era quella di Luis l’altra era di,ma si,di Benji.Riaprii gli occhi di scatto e lo vidi.Era li, e mi stava aiutando.

“e tu chi sei,vattene prima di finire male”lo minaccio Luis .Benji rimase impassibile alle sue parole e continuò a fissarlo senza aprire bocca. “allora te ne vuoi andare?”

Poi ,tutto d’un tratto Benji gli sferrò un pugno che lo fece cadere Io,ormai libera dalla sua presa,non riuscivo a muovermi,l’unica cosa che feci fu cadere in ginocchio a guardare la scena continuando a piangere. Quando Luis si rialzò cerco di colpire Benji ma lui lo scanso e gli diede un’altro pugno .A quel punto Luis non potè far altro che andarsene notando la superiorità di Benji.Quando fu lontano Benji si chinò e si avvicino a me. “tutto ok?” mi chiese guardandomi negli occhi.Io ero felice,non speravo più nell’aiuto di qualcuno.Continuavo a piangere senza dire una parola.Poi mi aggrappai a lui.Lui mi strinse a se per farmi sentire al sicuro,ed era proprio così che mi sentivo,al sicuro e protetta.

continua....

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=22960