Il mio piú grande sogno

di Jessica47jessy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ha avuto inizio... ***
Capitolo 2: *** Un nuovo obbiettivo! ***
Capitolo 3: *** A un passo dal sogno ***



Capitolo 1
*** Come tutto ha avuto inizio... ***


*intro* Come è successo che io, una semplice ragazza con assolutamente niente di speciale, potessi incontrare loro, i one direction? Assurdo. Non avrei mai neanche immaginato che potesse succedere, eppure eccomi lì, io non mi muovo di un millimetro, non è come tutte le volte che l'ho solo sognato, loro sono lì davanti ai miei occhi veramente, ma io non riesco a spiccicare una parola. Quindi sto zitta e li guardo con gli occhi sgranati, seduta sul loro pavimento, nel loro camerino, davanti ai loro bellissimi volti stupefatti. Vi chiederete come ci sono finita davanti ai 1D, proprio nei loro camerini... ebbene, per questo dovrò tornare un po' indietro...anzi, alle origini di tutta questa situazione imbarazzante ... Intanto io sono kim, sono italiana e ho 14 anni, come dicevo prima non ho nulla di speciale: sono di statura media, capelli nero corvino, e occhi nero-grigi che io odio. Vado in prima superiore e, come altre ragazze della mia classe, sono directioner♥ Fu grazie a una mia amica che li scoprii, e da allora furono la mia seconda voce, che cantava per me quando non riuscivo a farlo da sola che mi consolava se ne avevo bisogno, che mi cullava prima di dormire. Erano quelle voci che amavo e che volevo a tutti i costi sentire dal vivo. L'anno prima c'era stato il loro concerto, a milano, ma non ci sono potuta andare, a causa dei miei genitori (grrr) che si rifiutarono di portarmi. Fu un duro colpo, e non parlai con loro per una settimana!Loro non capivano che per me non erano solo un gruppo musicale, erano tutto: erano i miei idoli. Non sapevano neanche che esistessi come singola persona, solo una directioner fra tante. Non avevano idea che io, come tantissime altre poi, cercassi informazioni, video, immagini e gif su di loro, che passassi ore ed ore ad ascoltarli immaginandomeli sorridere e cantare esattamente davanti a me con le loro voci angeliche. Non sapevano neanche che piangevo e ridevo con loro, pensavo ad ognuno di loro in momenti diversi della giornata, fischiettavo i miei ritornelli preferiti, mi chiedevo che facessero. Non avevano neanche idea che per me fossero TUTTO.. A volte degli haters mi insultavano, ma io non avevo il timore di rispondere a testa alta e di rimetterli al loro posto. Non mi sono mai vergognata di indossare una loro t-shirt o di parlare di loro, MAI. Comunque il tempo passava e io non li avevo ancora visti. Ma il mio amore per loro cresceva e con esso il bisogno di vederli...

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Capitolo 2
*** Un nuovo obbiettivo! ***


Era un giorno come tanti altri, quando, mentre guardavo un po' di foto dei ragazzi, un post attirò la mia attenzione: "i ragazzi hanno avvisato proprio ieri di una sicurissima tappa in italia, non per un concerto, ma per una convention. Sarà a Milano il 14 aprile e già stanno iniziando a vendere i biglietti". A quel punto scattai in piedi e corsi il più veloce possibile per il corridoio, scavalcando Gas (il mio cane) con un salto e terminando con una disastrosa scivolata sul marmo della cucina. Senza neanche rialzarmi parlai a mia madre dell' evento e lei disse testualmente: "no Kim, non possiamo andare fino a Milano solo per i -Uan Direscion - " come diceva lei. E io cercai di ricompormi " ma mammaaa! Io devo veder - " mi interruppe con un " niente ma, e si rigiró verso il lavandino, prendendo in mano un bicchiere gocciolante e iniziando a insaponarlo. Ok, tutto ciò che avevo ricavato era un livido bluastro sulla chiappa sinistra, ma niente di buono. Decisi di tentare con papà, che mi ispirava più possibilità di riuscita. Feci un bel respiro, bussai alla porta del suo studio, e infine entrai, con un sorriso tanto grande che pensavo mi si staccasse la mascella(dovevo pur sempre far bella figura). Lui mi guardó, e si tolse gli occhiali, che è il segno che è pronto ad ascoltarmi. Iniziai e gli parlai quindi di questo evento (beh. Senza far riferimento al rifiuto della mamma, ovvio). Quando conclusi dicendo: "quindi?" Lui mi sorrise e sospiró: "Kim Kim Kim, piccola Kim, anche io alla tua età volevo fare tante cose, ma prima me le dovevo guadagnare" a quel punto aggrottai la fronte e capii cosa mi serviva per convincerli, ciò che avrei dovuto usare fin dall' inizio: un compromesso. "Mh.. parliamone, che cosa devo fare?" gli domandai, accomodandomi lentamente sulla poltrona e accavallando le gambe come fa sempre la mamna prima di iniziare un discorso serio. Si rimise gli occhiali e aggiunse "l'ultimo test di matematica non è andato tanto bene o sbaglio? Quanto hai preso?" Ecco.. "beh.. 4/5.. ma le cose erano difficili!" E così rispose con sarcasmo "non lo metto in dubbio, ma allora se riuscirai a prendere 8/9 alla prossimo test, il biglietto sarà tuo" era una sfida bella e buona e allora mi rialzai e mi avvicinai a lui, gli strinsi la mano con fare adulto e aggiunsi "affare fatto, vedrai di cosa sono capace! Parlane già con mamma, perché quel biglietto è già mioo!!" Mi voltai ed uscii andando in camera mia col sorriso sulle labbra, soddisfatta e determinata a vedere finalmente i miei amati ONE DIRECTION. Ormai ero a un passo dal sogno, o almeno così credevo! Il destino volle che proprio il giorno dopo la prof decise di impostare la verifica per il mercoledì seguente... non avevo idea di come fare a studiare tutta quella roba in pochi giorni, ma non avevo alternative perché questa sarebbe stata l' ultima occasione per arrivare al mio sogno.

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Capitolo 3
*** A un passo dal sogno ***


*nei capitoli precedenti i miei idoli sono i one direction e il mio sogno è incontrarli. Dopo non essere potuta andare a nessuno dei loro concerti mi si ripresenta l'occasione di vederli e questa volta non mi sfuggirá* Come detto all' inizio, avevo molte amiche directioner, ma ce n'era una in particolare: la mia migliore amica Lily. È solo grazie a lei se ho conosciuto i miei idoli e poiché la data della convention coincideva proprio con il giorno del suo compleanno, i suoi l'avrebbero portata come regalo. Quindi era mio dovere studiare, anche per lei. Per essere lì quando li avremmo visti finalmente, insieme. Ma non avevo tempo da perdere: il test sarebbe stato a breve e io dovevo studiare un sacco di cose. Mi buttai a capofitto nello studio per 6 giorni, addormentandomi tardi la sera e dovendo svegliarmi poi presto la mattina, per non arrivare in ritardo a scuola, non uscii neanche un pomeriggio e mi allenai soltanto a fare problemi su problemi che sembravano non finire mai... Dopo il test, la prof impiegó solo 2 giorni a riportarci le verifiche, strano poiché tutte le volte ci toccava aspettare un'eternità; comunque, fu incredibile. Ero seduta al mio solito banco, con le dita incrociate, pregando che fosse andata bene, fino a quando la prof si avvicinò e mi posó il figlio sul banco... in cima a destra, un grande numerone rosso: 8+. In un primo momento rimasi senza parole, poi alzai lo sguardo e la prof mi sorrise dicendo:"complimenti, sei migliorata molto".ll'ultima campanella corsi a casa come un fulmine, salutando solo Lily e nessun altro. Tagliai per il parchetto e passai sulle aiuole della piazza, mentre un anziano mi urlava dietro che invece di correre così dovevo leggere i cartelli. Ma a me non importava niente. Io correvo a perdifiato, senza fermarmi, perché tutto ciò a cui pensavo erano i one direction: pensavo alle tenerissime fossette di Harry, pensavo agli immensi occhioni di Niall... e proprio in quel momento...PAM!! inciampai su uno dei piccoli muretti dei giardinetti, cadendo senza riuscire ad ammorizzare l'atterraggio in nessun modo... il dolore arrivó immediato ai gomiti e alle ginocchia, seguiti poi dal tipico bruciore da sbucciatura. Ci misi un po' ad alzarmi, imprecando con scarsa eleganza per via del male che mi ero fatta, in quel momento mi immaginai il vecchietto di prima che se la rideva beatamente in seguito al mio plateale volo al suolo. Infondo lo capivo, era frequente che inciampassi, e spesso mi facevo ridere da sola talmente ero sbadata. Comunque, un po' acciaccata e coi vestiti sporchi, ripresi la mia corsa. Questa volta più piano e con più calma, facendo attenzione ad ogni mio passo, per non rischiare di nuovo. Ripresi il filo dei miei pensieri da dove lo avevo interrotto e intanto correvo per urlare al mondo che il mio sogno sarebbe diventato realtà. Arrivai alla porta di casa e suonai a ripetizione fino a quando mia madre non mi aprí con un' espressione un po' scocciata e stupita allo stesso tempo: "la pazienza Kim! E poi guardati! Ma che diav-" la interruppi saltandole al collo dicendole: "mamma, ho preso 8+!! Questo significa che potrò vederlii!" Così iniziai a strillare e, anche se avrei voluto saltare, non potei perché mia madre mi costrinse a restare immobile su una delle sedie della sala, già con la cassetta del pronto soccorso in mano, decisa a disinfettare ogni punto del mio corpo che aveva risentito della caduta. Ordinammo il biglietto la sera stessa... arrivò dopo un mese... ma di tempo ne doveva ancora passare prima che potesse arrivare il 14 aprile... e io aspettavo, e aspettavo, e aspettavo.. Non c'era mattina che non mi svegliassi pensando a come sarebbe stato fantastico, così come non c'era notte che non mi addormentassi sognando cosa avrebbe comportato vederli... Ogni giorno io e Lily ne parlavamo, come due matte che si dicevano sempre le stesse cose, ma non eravamo matte, oh no, noi eravamo innamorate. Innamorate di cinque ragazzi fantastici, ma non nel senso dell'amore vero e proprio, era a modo nostro... erano i nostri idoli e questo ci bastava.

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