Come te...nessuno Mai!

di Vanilla_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un mondo diverso ***
Capitolo 2: *** Il primo...Scontro ***
Capitolo 3: *** Conoscenze ***
Capitolo 4: *** Baci e segreti ***
Capitolo 5: *** Sei speciale ***
Capitolo 6: *** Strani comportamenti ***
Capitolo 7: *** Sei mia.. ***
Capitolo 8: *** La sfera dei 4 spiriti.. ***
Capitolo 9: *** Agguato ***
Capitolo 10: *** Situazioni...particolari ***
Capitolo 11: *** Un segreto pericoloso.. ***
Capitolo 12: *** Non allontanarmi.. ***
Capitolo 13: *** Paure... ***
Capitolo 14: *** Sarò sempre qui, al tuo fianco! ***
Capitolo 15: *** E' il momento d'agire! ***
Capitolo 16: *** La verità è vicina.. ***
Capitolo 17: *** Verità destabilizzanti! ***
Capitolo 18: *** Vortice di passione. ***
Capitolo 19: *** Il pericolo nasce nel buio! ***
Capitolo 20: *** Bene contro Male. Chi vincerà? ***
Capitolo 21: *** La forza dei legami! ***
Capitolo 22: *** L'inizio della fine o la fine dell'inizio? ***
Capitolo 23: *** Padroni dei nostri cuori! ***
Capitolo 24: *** Epilogo: Come te..nessuno mai! ***



Capitolo 1
*** Un mondo diverso ***










Il mio nome è Kagome, Kagome Higurashi,  e sono un’umana. Nel mondo in cui vivo a dominare sono i demoni e i mezzi demoni, o meglio, come loro stessi si definiscono “ la razza superiore”.

Tutti gli esseri umani sono stati raccolti in piccoli villaggi, sparsi un po’ ovunque, e posti sotto il controllo dei demoni. A noi essere umani è riservato un solo ed unico destino: presto o tardi saremo tutti schiavi. Quando i demoni necessitano di forza lavoro, o altro, si recano nei villaggi e portano via tutti, per poi condurli al mercato degli schiavi e venderli.
Ma non voglio lamentarmi, le cose non sono poi così difficili, e io non sono davvero il tipo di persona che si abbatte alle prime difficoltà. Ho da poco compiuto 16 anni, i miei genitori purtroppo sono morti quando ero molto piccola. Ho un fratello, ma lui non vive nel mio stesso villaggio.  Nonostante ciò non sono sola.. con me ci sono Sango, la mia migliore amica, la piccola Rin e Alissa. Sango ha 17 anni, è bellissima ed è dotata di una sensibilità e di una forza interiore enormi; Rin ha solo 15 anni è una ragazza solare ed allegra..è il nostro piccolo sole, sarebbe capace di sciogliere il cuore di chiunque con la sua tenerezza; Alissa è invece la più testarda e ragionevole tra noi tutte.
In questi tempi duri per noi umani, l’unica possibilità che abbiamo di sopravvivere è quella di restare unite. Per quattro donne sole come noi le cose sono ancor più difficili. I demoni non esitano a violentare le donne per il loro solo piacere personale, ed ovviamente opporsi o lottare è proibito. La mia vita cambiò proprio il giorno in cui venni condotta, insieme alle mie amiche, via dal villaggio per essere venduta come schiava.
Cominciò tutto così..
 
- Kagome, ragazze, stanno arrivando- urlò Sango.
- Maledetti demoni, non si stancheranno mai.  La settimana scorsa hanno portato via dal villaggio quasi 50 persone. Cosa vorranno ancora?- disse Alissa.
-Sta attenta a non farti sentire Alissa, o passeremo dei guai inutili. Fin quando le cose non cambieranno il destino di ogni essere umano è segnato. Possiamo solo sperare che risparmino almeno i bambini.- bisbigliai.
Al villaggio erano intanto giunte le guardie demoniache. Al comando vi era un generale noto per la sua crudeltà e per l’ astio nei confronti degli essere umani. Era un demone alto e slanciato, i suoi lineamenti sarebbero stati davvero gradevoli se non distorti da quel ghigno che lo caratterizzava. Diede ordine ai suoi sottoposti di separare all’interno del villaggio i vecchi dai giovani e gli uomini dalle donne, per farli poi disporre tutti lì dinnanzi a lui. Era chiaramente visibile quanto godesse nel vedere tutte quelle persone a lui sottomesse, impaurite e tremanti. Dopo aver fatto scorrere lo sguardo disgustato su tutta la gente del villaggio prese parola.
-Siete fortunati, umani. Ultimamente le richieste di umani al mercato degli schiavi sono aumentate, quindi finalmente le vostre vite acquisiranno un senso.- disse, per poi scoppiare in una risata che mi fece tremare di rabbia. 
 -Ho avuto ordine di portare via con me tutte le donne non maritate e tutti gli uomini in forza.. Quindi, adesso, non fatemi perdere ulteriore tempo in questo lurido posto, e chi è stato scelto inizi a camminare. Se fossi in voi cercherei di non tentare la fuga perché ovviamente l’unica cosa che otterreste sarebbe una morte lenta e dolorosa. Andiamo!-
- S…Sango cosa facciamo io ho paura…non pensavo che sarebbero venuti a prenderci così presto! Cosa ci faranno? Dove ci porteranno? –chiese Rin, prima di scoppiare a piangere.
-Calmati, Rin! Ci siamo noi con te e non permetteremo a nessuno di separarci, né di farti del male.- la rassicurò Sango.
-Purtroppo per il momento non possiamo fare nulla.. tentare la fuga sarebbe un suicidio e non possiamo recuperare nemmeno le nostre armi…Maledizione.- disse Alissa.
-Bene, per il momento non abbiamo alternative. Andiamo!-
Tutte e quattro cominciammo così a seguire le guardie che, per evitare che qualcuno tentasse la fuga, ci avevano circondati.
Fissai con la coda dell’occhio Sango che si era portata al mio fianco, con apparente noncuranza.
-Da adesso cambierà tutto..- mi sussurrò.
Mi limitai ad annuire.
Non avrei mai potuto sapere che da quel giorno le nostre vite sarebbero davvero cambiate per sempre.

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Capitolo 2
*** Il primo...Scontro ***


- Sono ore che camminiamo. Se con noi ci fossero stati anche vecchi e bambini non avrebbero retto questa fatica.- constatò Sango.
- Hai ragione, Sango, tuttavia non credo che alle guardie la cosa sarebbe interessata. Se qualcuno non ce l’avesse fatta, lo avrebbero ucciso subito.-
-Non capisco come si possa aver così poco rispetto per la vita altrui..  nemmeno gli animali andrebbero trattati in questo modo figuria..- esplose Alissa.
La zittì velocemente. Comprendevo sia la sua rabbia sia la sua preoccupazione, ma se ci avessero sentite avremmo passato solo ulteriori guai. Durante tutto il viaggio non feci altro che pensare ad un modo per far sì che non ci separassero una volta giunte a destinazione.  Ma come avremmo potuto fare?
Arrivati, dopo quasi tre ore di viaggio, il generale si avvicinò a uno dei mercanti di schiavi.  Era ovviamente un demone, non avrei saputo dire di che genere,basso e tarchiato. Il suo nome era Kumaru, ed era uno dei principali commercianti di schiavi, specializzato nella collocazione di donne e bambini. La situazione sembrava peggiorare sempre di più. La mia mente era in fermento; dovevo escogitare immediatamente qualcosa o non saremmo più uscite da quel pasticcio. Notai immediatamente anche la tensione di Alissa e Sango, mentre Rin teneva il capo chino e non aveva spiaccicato una parola..evidentemente si era già rassegnata.
Ero persa nei miei pensieri quando qualcosa attirò la mia attenzione: un umano passeggiava tranquillamente per le strade del mercato in compagnia di un piccolo demone volpe.
-Ragazze, ho forse le allucinazioni? Quel ragazzo è senza dubbio un umano.- osservò Sango.
La cosa sembrava impossibile: un umano non poteva camminare così tranquillamente per le strade di un villaggio demoniaco. Ma i miei occhi,e non solo, a giudicare dall’espressione d’incredibilità dipinta sul volto di tutti quelli che mi circondavano, vedevano la stessa cosa. Che insieme a Sango fossimo impazziti tutti?
- Hai ragione, è indubbiamente un umano.  Non percepisco nessun’ aura demoniaca provenire da lui. Ma com’è possibile una cosa del genere? Chi sarà mai?- chiesi colma di curiosità.
-Sembra che non dovremo attendere molto per saperlo.. Sta venendo qui.-
Quando il ragazzo ci fu vicino potei osservarlo meglio. Era davvero bello: alto, fisico slanciato, un sorriso radioso e due occhi blu in cui si poteva annegare.  La mia osservazione fu brutalmente interrotta da un avvenimento impensabile. Quando infatti il ragazzo era ormai giunto dinnanzi a noi le guardie demoniache si inchinarono.
Demoni che si inchinavano ad un umano? Che diavolo stava accadendo? Chi era?
E le mie mille domande ebbero immediatamente una risposta.
- Sommo Miroku è un piacere avervi qui- lo accolse il commerciante di schiavi.
-Kumaru, non è affatto necessario che tu finga con me.  So bene quanto ti repelle l’idea di dover essere così servile con un umano, perciò cercherò di non farti perdere troppo tempo.  Ho bisogno di alcune giovani, abbiamo bisogno di persone in cucina, l’unica cosa che mi importa è che siano sane e forti.- disse con un sorriso, poi sembrò ripensarci e aggiunse -se però sono anche belle è molto meglio, magari qualcuna di loro accetterà di fare un figlio con me-
Fece scorrere il suo sguardo su tutte le ragazze presenti con un’espressione da maniaco disegnata in volto.
- Ma chi diavolo è questo depravato? E non capisco perché lo trattano con tutte queste riverenze! A me sembra un banalissimo maniaco- sentenziò a tono alto Sango.
Maledì lei e la sua lingua lunga. Una delle guardie aveva sentito chiaramente ciò che aveva detto..
-Cosa hai detto ragazzina sfacciata?- urlò attirando l’attenzione di tutti su di noi e strattonando malamente Sango
-Tu non sai con chi stai parlando. Questo ti costerà molto caro. Dì pure addio alla vita- urlò, sollevando poi il braccio per colpirla con gli artigli.
Eravamo tutte paralizzate dallo shock. Era successo tutto così in fretta che restammo immobili, incapaci di dire o di fare qualcosa.. ma per fortuna qualcuno fu più pronto di riflesso rispetto a noi.
- Fermatevi!- Tuonò Miroku -Lasciala andare immediatamente!- ordinò alla guardia.
-Ma S..Signore quella donna ha det…-
Non lo lasciò concludere.
- Non mi importa di ciò che ha detto. Una simile bellezza non passa di certo inosservata e l’avevo già notata quando sono arrivato.- disse, puntando le sue iridi azzurre in quelle scure di Sango che arrossì. Poi continuò -Prendo lei.-
 Tese una mano a Sango, che istintivamente arretrò avvicinandosi a me e alle altre. Il misterioso ragazzo fece scorrere il suo sguardo su tutte quante noi assumendo un’aria pensierosa; ma a rompere il silenzio fu il piccolo demone volpe che si trovava con lui.
- Miroku, io credo che loro stiano tutte insieme.  Non possiamo separarle. Non possiamo portarle tutte con noi? Del resto a noi serviva più di una sola persona- domandò con una tenera voce da bambino.
Il ragazzo dagli occhi azzurri, che ormai avevo compreso si chiamasse Miroku, puntò di nuovo il suo sguardo su Sango…
- Siete sorelle?- le domandò.
- Non di sangue,ma è come se lo fossimo- si affrettò a rispondere la mia migliore amica.
Tornò a fissarci una per una e poi sospirò rumorosamente.
- E va bene, non so proprio dire di no a quattro belle fanciulle- disse, sorridendo sornione e facendoci arrossire tutte.
Tornò poi a rivolgersi al commerciante di schiavi.
-Kumaru, porto via con me loro quattro. Non voglio storie, sarà la guardia a pagarti-
Detto ciò, ci fece segno di seguirlo.
Camminavamo già da un po’ e benché nelle nostre teste regnasse la confusione più totale nessuna di noi aveva osato parlare. Mi chiedevo ancora chi fosse quel ragazzo,  perché dei demoni si fossero comportati da suoi sottoposti, dove ci avrebbe portate e altre mille cose, ma data la situazione precaria pensai che tacere per il momento fosse la soluzione migliore. Del resto fino a quel momento eravamo state fortunate, nessuna di noi era stata maltrattata e cosa più importante eravamo ancora tutte insieme.
A interrompere lo scorrere dei miei pensieri fu proprio quello che sarebbe dovuto essere il nostro nuovo “padrone”. Si girò verso di noi e cominciò a parlare.
-Immagino che siate molto confuse e che vogliate delle spiegazioni. Il mio nome è Miroku e anche io sono un umano-
- Ma allora se sei un umano com’è possibile che..- lo interruppe Alissa.
Sango la zittì.
- V…vi prego scusatela, è solamente impulsiva.. non voleva mancarvi di rispetto.-
Inaspettatamente, Miroku sorrise.
- Non preoccupatevi. Posso immaginare quello che state passando. Vi starete sicuramente chiedendo come mai, nonostante io sia un umano proprio come voi, venga trattato in questo modo. La cosa è molto semplice: sono il migliore amico di uno dei principi di questo regno. Da tutti vengo considerato come un figlio adottivo del re e, per ordine del sovrano stesso che mi ha cresciuto, vengo trattato come se fossi un principe..ma come avete potuto vedere a molti demoni la cosa non va per niente giù..
Le sue parole spiegavano molte cose..
-Al castello dove ci stiamo recando sarete al sicuro. Il re di questo regno non maltratta gli umani, di conseguenza anche voi sarete trattate nel migliore dei modi..-
- Vi ringrazio per avermi salvato prima- disse Sango, col viso arrossato - e vi chiedo scusa per ciò che ho detto..- continuò chinando il capo.
- Non c’è problema. Ora andiamo, siamo quasi arrivati- disse sorridendo e riprendendo a camminare.
Dopo poco, in effetti, giungemmo al castello. La struttura era maestosa: circondata da mura alte e solide, un enorme fossato rendeva ostico l’ingresso per i nemici ed ovunque erano visibili guardie demoniache, schiavi e servitori umani impegnati nei più vari lavori.
Mentre tutte noi ci guardavamo attorno, con un misto di stupore e timore, Miroku riprese a parlare.
- Bene, ragazze, mi dispiace ma io ora devo andare, ho delle faccende da sistemare.  Non muovetevi da qui, arriverà subito Yura. È un demone, ed è lei che si occupa dell’andamento del castello. Vi spiegherà ciò che dovrete fare e tutto ciò che dovreste sapere.- e senza nemmeno darci il tempo di rispondere, di ringraziarlo o di fare qualunque altra cosa era già sparito.
- Cavoli, siamo state fortunate. Quel ragazzo è stato davvero molto gentile.- osservò Alissa.
- Hai ragione!!- accordò Sango arrossendo ancora una volta, cosa che non passò di certo inosservata ai nostri occhi.
Le porte della sala in cui Miroku ci aveva lasciate vennero spalancate e fece la sua comparsa un demone donna..quella doveva essere sicuramente Yura. Aveva corti capelli neri che le sfioravano le spalle, un fisico alto e slanciato.
-E così voi siete le nuove schiave?- ci chiese con voce annoiata.
- S…si siamo noi- disse timidamente Rin.
-Bene, aprite le orecchie perché parlerò una sola volta. Siete molto fortunate ad essere arrivate qui invece che altrove. Anche se non ne capisco il motivo, i re e il principi di Shion sembrano prendere in considerazione la vita di voi inutili essere umani.. quindi se ubbidirete senza fare storie o danni potrete vivere la vostra patetica esistenza in modo tranquillo. è chiaro?-
-Si!- risposi con tono duro.
 Le sue parole mi avevano terribilmente irritata.  
Ma chi diavolo credeva di essere per parlarci così? Non mi importava nulla se era un demone, per me la vita di qualsiasi essere vivente era importante e nessuno era inutile. Lei mi guardò contrariata.
- Bene, bene vedo che abbiamo una temeraria qui. Beh, sei fortunata oggi mi sento magnanima e quindi te lo spiegherò. Qui tu non vali niente, sei una schiava, una proprietà, non troverai conforto in nessuno, nemmeno negli altri schiavi, ma non voglio dirti altro capirai tutto da sola. Ma che sia chiara una cosa a tutte voi: qui ogni gesto sconsiderato, ogni errore, ogni presa di posizione inutile e insensata viene punita. A comandare qui siamo noi demoni, l’unica cosa che voi dovete fare è sottomettervi ed obbedire. Quindi, non disobbedite mai agli ordini, siate sempre consapevoli del fatto che ogni essere in cui scorre anche una sola goccia di sangue demoniaco sarà sempre superiore a voi miseri umani, e soprattutto ricordate bene che ogni essere umano deve essere sottomesso e a completa disposizione di noi demoni. Ora per quanto riguarda voi tre..- disse riferendosi a Rin, Sango e Alissa -..fatevi indicare la strada per le cucine e iniziate a rendervi utili. Per quanto riguarda te, carina, per la tua sfacciataggine andrai a raccogliere l’acqua al fiume- mi disse guardandomi con sguardo disgustato. La guardai in modo un po’ scettico; se la punizione per la mia insolenza era quella me l’ero cavata davvero bene, del resto era una cosa che facevo quasi tutti i giorni al villaggio. Il sorriso cattivo che mi lanciò poco dopo mi fece capire che di certo non avevo ben’inteso qualcosa.
-Di solito questo è un lavoro che lasciamo svolgere agli uomini, ma per la tua insolenza lo meriti pienamente. Adesso basta perdere tempo, andate!-
Detto questo ci congedò. Mentre le guardie scortavano le mie amiche  verso le cucine, a me fu consegnato un secchio, mi fu indicata la strada per raggiungere il fiume, che non era affatto vicino, e mi fu bruscamente ordinato di riempire ben 8 barili d’acqua.
- Maledizione a me! quando imparerò a tenere la bocca chiusa? Dico sempre ad Alissa di non essere così impulsiva e poi la prima ad esserlo sono proprio io. Uff mi ci vorranno ore intere per finire tutto-
Mi resi conto che era circa mezz’ora che giravo per quel bosco e, secondo le indicazioni della guardia, sarei dovuta essere arrivata al fiume già da un po’. Ero sicura che quella demone antipatica mi avrebbe accusata di aver perso tempo di proposito. Stanca per il continuo girovagare mi lasciai andare contro il tronco di un albero, ma un luccichio attirò la mia attenzione. Superai alcuni cespugli e mi ritrovai dinnanzi ad una splendida sorgente-
-Questo posto è a dir poco meraviglioso! L’acqua è così pulita e tutti questi fiori sono splendidi-
Rendendomi conto di dover fare in fretta, e stabilito che l’acqua della sorgente non avrebbe fatto differenza rispetto a quella del fiume che mi avevano indicato cominciai a riempire la botte.
Una volta colma la poggiai sull’erba, e attratta da quell’acqua limpida e fresca la raccolsi tra le mani per rinfrescarmi il viso. Quando i miei sensi percepirono una presenza demoniaca alle mie spalle, spaventata da quell’apparizione improvvisa, mi girai di colpo e finì col rovesciare tutta l’acqua contenuta nel recipiente direttamente sulla persona alle mie spalle. Istintivamente indietreggiai e concentrai la mia attenzione su quel ragazzo che era comparso così all’improvviso. Era alto, più di me, indossava un vestito rosso che metteva però chiaramente in risalto il suo petto muscoloso, aveva lunghi capelli argentati, due carinissime orecchie canine sulla testa e due bellissimi occhi color ambra che mi stavano letteralmente fulminando. Vedendo la rabbia nei suoi occhi mi riscossi e arrossì immediatamente per essere rimasta lì a fissarlo come una sciocca;  rendendomi poi conto di avergli completamente svuotato la botte addosso tentai di scusarmi.
- I…Io m..mi dispiace davvero tanto. Ti ho sentito all’improvviso alle mie spalle e mi sono spaventata- dissi tutto d’un fiato e arrossendo un po’ di più.
Lui mi guardò leggermente scioccato e scocciato prima di rispondermi.
- Beh, che ti dispiace è il minimo.. mi hai letteralmente fatto il bagno -
E quella fu la prima volta che sentì la sua voce.

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Capitolo 3
*** Conoscenze ***


- Mi dispiace davvero tanto. Ero distratta e all’improvviso ho percepito la tua presenza alle mie spalle…-
Non riuscivo in nessun modo a distogliere il mio sguardo da lui. Era così bello e quegli occhi così profondi..
 Non riuscivo a capire che diavolo mi stesse prendendo, e mi riscossi solamente quando lui cominciò a parlare.
-Il danno ormai è fatto. Piuttosto dimmi cosa ci fai qui.. non sai che venirci è proibito?- mi disse con voce scocciata e guardandomi in maniera perplessa..
 -Mi dispiace. Mi sono persa e in realtà non so nemmeno dove sono o come tornare indietro.- risposi con voce mortificata.
-Sei nuova?-
- S…si, sono arrivata oggi- risposi timidamente.
- E cosa facevi qui? Non sai che agli schiavi è proibito allontanarsi dal castello senza ordine? O stavi tentando di fuggire e ti sei fatta beccare?-
Piccata risposi.
- Non ho tentato la fuga! Te l’ho già detto: mi sono semplicemente persa!-dissi in mia difesa.
Mi domandai cosa stessi facendo. Me ne stavo tranquillamente lì a conversare con quel ragazzo che non conoscevo, e che in più era tanto bello quanto arrogante e scorbutico.. Persi il filo dei miei pensieri quando notai che si stava spogliando.
- C-che cosa stai facendo? - chiesi arrossendo terribilmente.
Lui sogghignò alla mia reazione
- Mi sembra logico, no? Mi sto spogliando! Mi hai fatto il bagno e vorrei asciugarmi, non posso certo tornare a palazzo ridotto così. Non preoccuparti non sconvolgerò troppo il tuo pudico mondo, puoi anche chiudere i tuoi innocenti occhi se vuoi- mi provocò.
Ma quanto era antipatico?? Per quanto stessi morendo dalla vergogna non riuscivo in nessun modo a distogliere lo sguardo dal suo corpo.
Ad un certo punto lui si bloccò fulminandomi con gli occhi. Inconsciamente arretrai, ma lui mi bloccò per un polso e mi avvicinò al suo viso, che ora mi guardava attento e sospettoso.
-Prima hai detto che hai percepito la mia presenza,vero?-
Mi resi conto di aver combinato un altro guaio, cercai così di risolvere la soluzione.
-S-si, non ti avevo sentito arrivare. Mi sono accorta della tua presenza solo quando sei giunto alle mie spalle-dissi forse in modo un po’ troppo veloce.
 Cercai di allontanarmi da lui, ma lui mi si avvicinò ancora di più e riprese a parlare.
-Non mentirmi. Sono un mezzo demone, se voglio arrivare alle spalle di un essere umano senza farmi sentire so farlo perfettamente. Tu hai detto di aver percepito la mia presenza e non di avermi sentito arrivare. Hai percepito la mia aura demoniaca? Sei una sacerdotessa, vero?-mi chiese con voce seria e severa.
Avevo sempre tenuto celati i miei poteri da sacerdotessa;i demoni temevano ben poche cose, ma una di questa era il potere spirituale di monaci e sacerdotesse. Era l’unica “arma” a disposizione degli umani per creare qualche problema ai demoni, e ovviamente questo loro non potevano permetterlo. Chiunque possedesse un potere spirituale elevato veniva immediatamente condannato a morte,e io mi ero scavata la fossa con le mie stesse mani.
Cosa avrei potuto fare a quel punto?  Mentire sarebbe stato inutile e lo avrei solo fatto arrabbiare di più.
- Mentire sarebbe inutile. Si, ho poteri da sacerdotessa.- dissi guardandolo in viso.
 Lui mi scrutò e puntò i suoi occhi nei miei, quando i nostri sguardi si incrociarono un brivido mi partì dalla base del collo e mi attraversò tutto il corpo. Rimase immobile a fissarmi per un po’ e poi indietreggiò di qualche passo.
- Qual è il tuo nome?- mi chiese.
Lo guardai sconvolta. Non riuscivo a comprendere a cosa gli servisse conoscere il mio nome se aveva intenzione di uccidermi.
- N..Non ho capito- balbettai.
Lui mi guardò scocciato
- Cos’è sei sorda?? Ti ho chiesto come ti chiami!-
- Il mio nome è Kagome.-
- Bene, Kagome, non mi hai ancora detto come mai ti sei allontanata così tanto dal castello-
Mi stava chiedendo ancora come mai fossi uscita dal castello? E dei miei poteri non gli interessava? Lo guardai perplessa.
- Cos’hai da fissarmi così? Ti stai chiedendo perché non ti ho ucciso? Non ne vedo il motivo! Avrai anche poteri mistici, ma credo che tu non sappia nemmeno usarli. Ucciderti,poi, sarebbe uno spreco, potresti essere molto più utile per altre cose- mi disse, facendo scorrere lo sguardo sul mio corpo con occhi maliziosi.
Arretrai ancora un po’ d’istinto, ma finì con lo scivolare su un sasso umido e cadere nella sorgente che si trovava alle mie spalle.
- Diavolo è gelata…- mi lamentai cercando più volte di alzarmi ma continuando a scivolare.
 L’antipatico mezzo demone se ne stava intanto fermo a ridere di me.
- Lo sapevo, non potresti mai essere un problema. Un’imbranata come te che cade da sola, cosa potrebbe mai combinare in un combattimento? -disse e cominciò a ridere ancora più forte.
Rimasi seduta nell’acqua a guardarlo incredula. Mi aveva appena dato dell’imbranata? Mi aveva chiesto cosa avrei mai potuto fare in combattimento? Oh, quel mezzo demone non sapeva ancora quante volte l’avrei stupito..
Tentai nuovamente di sollevarmi, ma scivolai ancora e caddi malamente. Il tipo con le orecchie da cane smise di ridere, mi si avvicinò con espressione divertita tendendomi una mano.
- Se non ti aiuto io non riuscirai mai ad uscire di li. Per quanto trovi divertente stare a guardarti mentre cadi ripetutamente, avrei altro da fare durante la giornata.-
Stizzita evitai la sua mano. Facendo leva sulle mie braccia riuscì ad alzarmi, a trovare un equilibrio decente e a fare qualche passo incerto verso la riva, ma a pochi passi dal mio traguardo scivolai nuovamente. Chiusi gli occhi pronta a subire un altro impatto con il duro letto del fiume che però non arrivò. Sentì due braccia forti cingermi la vita e trattenermi, poi, come se pesassi meno di una piuma, mi sollevò tra le braccia e mi portò sulla riva dove mi depose delicatamente a terra.
- Dio, quanto sei goffa. Se non ti avessi aiutato io, avresti passato tutta la giornata in quel lago a sguazzare come una papera cercando di uscire- mi sbeffeggiò scoppiando di nuovo a ridere. Non feci nemmeno in tempo a pensare che era stato molto carino e premuroso ad aiutarmi, che tornai a pensare che fosse soltanto un antipatico. Rabbrividì per il freddo e lui mi sorprese ancora una volta.
Si allontanò da me e si avvicinò all’albero dove poco prima aveva lasciato la parte superiore del suo strano vestito rosso per far si che si asciugasse, la prese e me la posò delicatamente sulle spalle.
- Certo grazie a te non è asciutta, ma almeno ti terrà un po’ più calda.-
Arrossì e divenni quasi un tutt’uno con l’indumento che mi aveva poggiato sulle spalle per riscaldarmi.
- Ti ringrazio. Sei molto gentile,ma non capisco una cosa- dissi.
- Cosa?-
- Sei un mezzo demone, mentre io solo una schiava. Perché fai tutto questo per me?-
Lo vidi guardarmi confuso e in difficoltà; evidentemente nemmeno lui sapeva darmi una risposta e cambiò completamente argomento..
- Io invece ancora non capisco come tu sia arrivata fin qui.-
- Semplicemente mi sono persa. Mi hanno indicato la strada per il fiume, ma devo aver capito male visto che del fiume non ho visto nemmeno l’ombra-
 Mi guardò ancora più confuso.
- E cosa diavolo dovevi fare al fiume? Non capisco perché ti hanno mandata lì-
 Avrei tanto voluto rispondergli che la colpa era tutta di quella demone antipatica, ma per fortuna riuscì a tenere la bocca chiusa. Ripensando a Yura, mi ricordai improvvisamente di ciò che avrei dovuto fare e di quanto tempo avessi già perso. Scattai in piedi, e il mezzo demone, di cui ancora non sapevo il nome, mi guardò confuso.
- Scusami, ma io devo andare. Ti ringrazio, ma se non mi sbrigo non terminerò mai il mio lavoro.- dissi velocemente cercando di allontanarmi.
Lui ancora una volta mi fermò, stringendo il mio braccio in una presa decisa ma delicata.
- Non mi hai ancora risposto.- mi fece notare -ti ho chiesto per quale motivo ti stavi recando al fiume- mi disse con sguardo severo.
- Mi è stato ordinato di portare l’acqua al palazzo!-
- Che cosa?? Ma se questo di solito è un lavoro che svolgono gli uomini, perché avrebbero dovuto mandare te? Non mi starai mentendo,vero? - mi chiese con sguardo dubbioso. Mi affrettai a rispondere.
- No, è stata Yura ad ordinarmelo.-
- Yura hai detto? Beh, sapremo presto se stai mentendo, perché lei sta venendo qui.- mi disse.
- Oh no!!- esclamai senza pensarci.
Capì che doveva essere trascorso molto tempo da quando mi ero allontanata dal castello, e quella strega era quindi venuta a cercarmi. Qualcosa mi disse che questa volta avrei passato una brutta mezz’ora e il solo pensiero di ciò che mi aspettava mi fece irrigidire. Il mezzo demone se ne accorse e tornò a fissarmi.
- Ecco, lo sapevo, mi hai mentito, non è vero? Stavi cercando di fuggire- mi disse con sguardo severo e con voce convinta.
La cosa mi stizzì e risposi duramente.
- Niente affatto, io non mento mai! Se mi sono irrigidita è solo perché quando arriverà Yura non sarà certo felice di trovarmi qui e inoltre non credo di esserle molto simpatica.- esclamai d’un sol fiato.
- A Yura non piace nessun essere umano- osservò con voce divertita.
Quando la figura di Yura comparve dal fitto del bosco aveva uno sguardo tutt’altro che rassicurante e puntò i suoi occhi gelidi e rabbiosi su di me.
- E’ qui allora che ti eri nascosta, brutta puttanella-
 I suoi occhi passarono da me al mezzo demone che mi stava accanto. Nelle sue iridi notai un lampo di un qualcosa simile alla gelosia. Mi domandai se il mezzo demone che mi era accanto fosse il suo compagno.
- Mi dispiace che ti abbia creato fastidio, Inuyasha. La cercavo perché sarebbe dovuta tornare a palazzo da un bel po’, ma a quanto sembra ha tentato la fuga. Non appena giungeremo al castello la punirò severamente.- disse sogghignando in modo malefico.
- Non credo stesse tentando di fuggire, Yura. Mi ha detto che le è stato ordinato di andare a raccogliere l’acqua al fiume, è vero?- chiese con voce perentoria.
-Si, è stata insolente con me, e mi sembrava una punizione adatta.- disse un po’ incerta.
-E dimmi, Yura, l’hai vista? Come credi che avrebbe fatto a portare quei recipienti così pesanti? Mi sembrava che gli ordini al riguardo fossero chiari:solo gli uomini sono incaricati di andare a raccogliere l’acqua al fiume, non le donne; se poi sono minute come lei, dove credi che potrebbe mai trovare la forza?- Mi stava forse dando della gracilina??
- Era una punizione infatti, Inuyasha, non una gita di piacere. Visto che non ha fatto un bel niente di quello che le è stato ordinato la punirò per bene. -
-Non la toccherai, Yura. Questo è un ordine. Conducila al castello e non torcerle un solo capello, altrimenti dovrai risponderne a me.-
 Senza nemmeno dare il tempo a Yura di rispondere, o a me di dire qualcosa, spiccò un balzo e scomparve.
Rimasi in silenzio a guardare la demone che mi stava letteralmente fulminando con lo sguardo,poi si girò e con voce imperiosa mi ordinò di seguirla.
Tornai a domandarmi chi fosse quel ragazzo e soprattutto ero curiosa di capire come mai Yura non avesse contestato i suoi ordini.
 Arrivammo al castello abbastanza velocemente, e, seppur contro voglia e senza motivo, ringraziai Yura per avermi aiutato a ritrovare la strada.. lei mi guardò disgustata.
- Sei una stupida. Una volta che si sarà stancato anche di te, ti farò rimpiangere questo affronto. Sei solo il giocattolino nuovo- mi disse andando via.
Non riuscivo a comprendere il significato delle sue parole, mentre ci rimuginavo presi a camminare distrattamente per i corridoi. Assorta nei miei pensieri finì contro qualcuno. Sollevai il viso e quando mi accorsi che la persona che avevo urtato era Miroku sospirai di sollievo.
- Vi chiedo scusa. Ero distratta e non vi ho visto- dissi.
 Lui mi sorrise dolcemente, mi prese le mani facendomi arrossire e poi parlò.
- Non preoccuparti, dolce fanciulla, puoi farlo tutte le volte che vuoi. Mi concederesti l’onore di avere un figlio da te?-
Sottrassi le mani incredula e spaventata e arretrai di vari passi. Accortosi della mia reazione lui sorrise e si grattò la nuca.
-Mi dispiace, non volevo spaventarti, ma ogni volta che vedo una bella fanciulla non posso fare a meno di chiederglielo. Dimmi qual è il tuo nome?-
- Kagome, mio signore-
- Oh, non c’è bisogno di tutta questa formalità. Quando siamo soli chiamami semplicemente Miroku e dammi del tu- mi disse sorridendomi dolcemente.
Quel tipo anche se un po’ maniaco mi stava simpatico.
- D’accordo,Miroku -
- Senti, stavo giusto andando dalle tue amiche. Ti va di accompagnarmi?-
Sorrisi contenta e annuì. Vedere le mie amiche dopo tutte quelle ore era sicuramente la cosa che volessi di più.
Ci fermammo davanti ad una camera e lui bussò. Riconobbi chiaramente la voce incerta di Rin che dava il permesso per entrare.
- Ho fatto in modo di farvi avere una camera in comune, così potrete stare insieme-mi spiegò Miroku un attimo prima di aprire la porta.
- Ti ringrazio davvero-gli dissi e senza aspettare oltre mi fiondai nella camera, ansiosa di riabbracciare le mie amiche e assicurarmi che stessero bene.
Appena entrai rimasi stupita. La camera non sembrava affatto destinata a delle serve, era grande e divisa a sue volte in altre due stanze collegate da una porta comune, c’erano quattro letti matrimoniali e quattro grandi armadi.
- Ho dato ordine che fosse arredata con tutto ciò che vi era necessario. Se avrete bisogno di altro basterà chiedere.-
- Grazie, questa camera è semplicemente meravigliosa- dissi prima di venir travolta da tre uragani che mi abbracciarono e mi tempestarono di domande, senza nemmeno notare la presenza di Miroku che ci guardava allibito.
- Ragazze, ragazze, contegno. Non vedete che non siamo sole? -chiesi divertita.
Tutte e tre le mie amiche guardarono Miroku sorprese di non averlo notato prima e arrossirono per la figuraccia. Sorrisi e presi parola
- Miroku, loro sono Alissa, Sango e la piccola Rin. – dissi.
- e’ un vero piacere fare la conoscenza di così belle fanciulle. Come ho già detto a Kagome non c’è bisogno di tante formalità quando siamo soli potete semplicemente chiamarmi Miroku. Ora che ci siamo conosciuti meglio vorreste fare tutte un figlio con me?- domandò.
 Sorrisi mentre tutte le altre lo guardarono allibite. Sentì Sango sussurrare un “allora non mi ero sbagliata era proprio un maniaco”.
- Come non detto! Ero venuto qui solo per assicurarmi che stesse tutte bene.- disse fissando Sango
- S..si grazie stiamo tutte bene- rispose la mia migliore amica arrossendo come un semaforo.
- Bene, allora vi lascio riposare. Buonanotte ragazze- disse a noi tutte.
 Poi fissò Sango e aggiunse –Buonanotte, Sango -
- Buonanotte, Miroku- rispose timidamente lei.
- Kagome perché non chiedi a Rin com’è andata la sua giornata- mi disse con tono beffardo Alissa,facendo arrossire la più piccola tra noi tutte. Portai la mia attenzione su Rin e le chiesi cosa fosse successo. Lei sospirò e prese a parlare.
- Vedi dopo che sei andata via noi siamo state condotte nelle cucine. Lì a gestire tutto è una gentile signora di nome Kaede, immagino che tu la conoscerai domani, comunque ci sono stati affidati vari compiti e a me è stato chiesto di portare  il pranzo a un demone e ovviamente ho acconsentito.
FLASHBACK
[Pensieri di Rin]
“ Kaede mi ha detto di arrivare fino in fondo al corridoio e poi girare a destra, peccato che davanti a me ci sia solo un muro. Devo aver sbagliato strada, sarà meglio tornare indietro”
Tornai indietro e cominciai a scendere le scale, ma con quel vassoio grande quasi il doppio di me inciampai facendo cadere tutto ciò che stavo portando e andando a centrare in pieno un demone che si era trovato proprio lì. Mi affrettai ad alzarmi e a cercare di giustificarmi.
- Ops, mi dispiace sono inciampata.-
 Lui continuava a fissarmi con due occhi d’ambra profondi e glaciali, ma non mi rispose. Continuava a starsene li nel suo atteggiamento freddo ed elegante e non si decideva né a parlare, né a distogliere lo sguardo. Stava forse aspettando che lo facessi io?
- Mi dispiace. Ti ho chiesto scusa non è necessario che tu stia ancora li a fulminarmi con lo sguardo- dissi senza strafottenza.
Lui inarcò un sopracciglio e senza distogliere il suo sguardo dal mio mi chiese
- Dimmi, hai idea di chi sia io??-
-Dovrei saperlo?-
- Io credo di si, visto che penso tu sia una mia proprietà - mi disse freddo e con tono provocatorio.
Puntai di nuovo il mio sguardo nel suo e con naturalezza facendo un inchino gli risposi.
- Molto piacere, Principe, il mio nome è Rin-
- Rin hai detto, me ne ricorderò-mi disse con il solito tono freddo, ma mi sembrò di vedere un accenno di sorriso sulle sue labbra -Il mio nome è Sesshomaru- aggiunse con voce atona e poi andò via.
FINE FLASHBACK
- Non posso crederci, Rin. Hai conosciuto il principe di questo regno,e in più sei stata così sfacciata? Sai che sarebbe potuta finire male?- le chiesi preoccupata.
- Lo so bene, non so cosa mi sia preso. Voi mi conoscete, sapete benissimo che sono il tipo di persona che pensa prima di parlare, ma i suoi occhi era come se.. come se mi stessero sfidando. -disse con aria pensierosa –Si, lui mi stava proprio sfidando. Aspettava che da un momento all’altro io avessi ceduto e avessi abbassato lo sguardo,ma voi sapete quanto io ami le sfide- sorrise birichina
Rin era speciale, lo avevo sempre pensato, era capace di sciogliere tutti i cuori con la sua dolcezza, e in più sembrava così piccola e delicata ma quando le occasioni lo richiedevano era capace di trovare una forza interiore e una determinazione tali da sorprendere sempre anche noi che la conoscevamo così bene.
- Bene ragazze, credo sia ora di andare a dormire- si intromise Alissa augurandoci la buonanotte. Prese Rin sottobraccio e la trascinò nella stanza accanto. Augurai la buonanotte anche a Sango e decisi di andare a letto anche io, del resto quella era stata una giornata davvero estenuante. Chissà perché appena chiusi gli occhi e un attimo prima di essere rapita dal sonno nel mio pensiero si focalizzarono un paio d’occhi color ambra.
 
 
Ciao a tutti… e finalmente anche Sesshomaru ha fatto ,se pur breve, il suo ingresso nella storia, nel prossimo capitolo, vedremo cosa succederà anche ad Alissa, scopriremo qualcosa in più sulle nostre ragazze e vedremo un po’ l’evolversi delle varie storie… vi prego recensite e ditemi cosa ne pensate sia in positivo che in negativo  :)

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Capitolo 4
*** Baci e segreti ***


Quella notte dormimmo tranquillamente. Il mattino successivo tutte e quattro fummo svegliate da dei colpi alla porta. Alissa si alzò e corse ad aprire mentre tutte noi ci alzammo dai nostri letti.
Nella nostra camera entrò una demone lupo, dai simpatici occhi verdi e capelli rossi raccolti in due alte code. Ci sorrise.
- Buongiorno ragazze, voi dovete essere le nuove arrivate, io sono Ayame- disse con voce gentile
- Buongiorno a te. Io sono Rin, e loro sono le mie amiche Sango, Alissa e Kagome. Abbiamo forse fatto qualcosa?- chiese timidamente, cercando di capire come mai la demone si trovasse nelle nostre camere.
-Oh no ragazze, state pure tranquille. Sono venuta a chiamarvi perché me lo ha chiesto Miroku. Vi ha cercato per tutto il palazzo e non vi ha trovate. Sapete è un  po’ tardino era quasi ora di svegliarsi- disse ridacchiando.
- Oh no, ma che ore sono?- chiese preoccupata Rin.
- Il sole è già alto in cielo da un po’-
- Ci dispiace davvero, sappiamo perfettamente di non essere ospiti qui, e non abbiamo dormito mai così tanto in vita nostra.-dissi mortificata.
- Non preoccupatevi! Siete nuove qui e immagino che ieri non deve davvero essere stata una bella giornata per voi. Di solito sono stesso le guardie che svegliano gli..- e si fermò esitante e imbarazzata.
- Schiavi? - le suggerì.
- Esatto, ma Miroku ha dato ordine di lasciarvi riposare.- continuò velocemente.
- Sapete, avete creato un bel po’ di subbuglio tra gli altri schiavi. Si è subito sparsa la voce del vostro arrivo e tutti continuano a dire che siete davvero belle. In più tutte le attenzioni che Miroku vi sta riservando hanno fatto ingelosire qualcuno e soprattutto incuriosire molti uomini-
- Ci dispiace, di aver causato un tale scompiglio, non era nostra intenzione-
- E perché mai dovrebbe dispiacervi?E’ vero siete belle e poi finalmente capita qualcosa di elettrizzante in questo palazzo. Di solito qui la vita è così monotona. Spero anche che diventeremo amiche,mi manca davvero un po’ di compagnia femminile. Le altre demoni che sono qui non fanno altro che litigare per attirare le attenzioni dei principi.
La guardai un po’ stupita. Anche questa demone era davvero strana voleva essere amica di quattro schiave?
- Vuoi essere nostra amica?- le chiese sorpresa Rin.
- Oh, non guardatemi così. Io non ho nulla contro gli esseri umani. E poi sapete prima di arrivare qui sono stata schiava anche io-
- Cosa? Ma tu sei un demone. Com’è possibile una cosa del genere?- domandò sorpresa Sango.
- Sono stata separata dalla mia famiglia quando ero molto piccola e sono stata venduta come schiava quando ero ancora una bambina, ma quando sono arrivata qui il re mi ha liberato immediatamente. Adesso mi tratta come fossi figlia sua.-rispose allegra.
- Sarà un piacere averti come amica, Ayame.-le dissi felice-
-Scusami Ayame, prima hai parlato di principi al plurale. Quanti ce ne sono qui? - chiese confusa Alissa.
- Beh, il re ha solo tre figli, ma ha praticamente adottato Miroku.Poi qui a palazzo c’è anche un altro principe, è un demone lupo, il suo nome è Koga, e come Miroku è cresciuto con i veri figli del re. Sono molto uniti e quando Koga è rimasto orfano, ha adottato anche lui. Si può dire che in totale i principi sono cinque.-
- Ragazze, credo che sia ora di darci una mossa, non vorrei rischiare di far arrabbiare qualcuno- dissi.
Tutte annuirono e ci vestimmo velocemente. Ayame ci scortò fino in cucina e quando arrivammo tutte le donne presenti si inchinarono davanti a lei e lanciarono occhiate di puro astio a noi. Mi domandai se la causa del loro comportamento fosse il nostro ritardo, tuttavia la trovai una reazione eccessiva.
- Venite andiamo da Kaede.. -
Buongiorno ragazze, finalmente in piedi-esclamò una signora bassa e rotonda, rivolgendo un sorriso sincero a tutte noi, poi si concentrò su di me.
- Tu devi essere Kagome.- mi disse sorridendo.
- Si, signora, sono io-
- Oh, via quel signora, mi fai sentire ancora più anziana di quanto non sia già-
Beh, ragazze, io ora ho da fare. Ci vediamo più tardi – disse, congedandosi, Ayame.
Feci scorrere lo sguardo su tutta la cucina, e constatai che era davvero enorme. Sicuramente li dentro ci sarebbe stato sempre qualcosa da fare pensai affranta.
 -Kaede, sono già arrivate tutte e quattro in ritardo, credi che potrebbero iniziare a fare qualcosa anche loro, o staranno tutto il giorno a guardarsi intorno?- chiese acida una delle ragazze che si trovava lì dentro.
- Sta calma ,Bota, e continua a fare quello che stavi facendo. Sono io a dare gli ordini qui dentro e non tu ricordalo- chiarì con tono calmo ma deciso Kaede.
Non riuscivo davvero a comprendere come mai delle donne, che ero sicura di non aver mai visto in vita mia, ce l’avessero tanto con noi.
- Non fateci caso, ragazze, sono soltanto gelose.-
Gelose? E di cosa? Eravamo schiave esattamente come loro
- Ora però mi dispiace, ma devo mettervi davvero a lavoro.. –
 Kaede assegnò ad ognuna di noi vari compiti e poi spedì me e Alissa a portare il pranzo a due dei principi.
- Kagome, come dovremo comportarci quando vedremo i principi?- mi chiese.
- Ali, sai perfettamente come bisogna comportarsi. –dissi, mentre avanzavamo nei corridoi, cercando la sala pranzo dove avrebbero dovuto trovarsi i due principi.
-E cosa dobbiamo dire-
- Alissa, non sei mai stata così indecisa in vita tua. Entri, ti inchini, consegni il pranzo, ti inchini di nuovo e vai via. Non credo sia molto difficile-
Arrivammo davanti la sala pranzo e, cercando di trovare un certo equilibrio per non rovesciare il vassoio, alzai il braccio per bussare ma qualcuno mi precedette e aprì la porta di scatto. Ci ritrovammo davanti un demone lupo dai profondi occhi azzurri, che mi guardò incuriosito, e un demone cane; la prima cosa che notai in quest’ultimo lui furono gli occhi e i capelli. Anche lui aveva gli occhi color ambra e i capelli argentati, ma i suoi erano corti. Entrambi i demoni ci guardarono curiosi e Alissa cercò di parlare, ma una voce alle nostre spalle non lo permise.
- Inuki, dove sei?-
I due demoni nel sentire la voce si scambiarono uno sguardo e poi guardarono noi, ci trascinarono all’interno della sala, misero da parte i vassoi che entrambe avevamo in mano e il demone cane parlò in fretta.
- Non aprite bocca! Limitatevi a fingere e a tenerci il gioco- ci ordinò.
 Sia io che Alissa ci guardammo allibite.
La porta si aprì, e prima che una di noi due riuscisse a capire meglio la situazione, il demone cane afferrò Alissa la strinse a sé e la baciò. Guardai la scena incredula.. ma che diavolo stava facendo?
Nella camera, intanto, era entrata una demone dai lunghi capelli neri e guardava la scenetta con sguardo per nulla compiaciuto.
- Inuki, amore mio, ma cosa stai facendo?-
Inuki lasciò andare le labbra di Alissa, che intanto era diventata completamente paonazza, e la strinse forte a sé, forse per evitare di farla parlare.
- Salve Abi, qual buon vento ti porta qui?-
Ma che cosa stava succedendo?
- Inuki, chi è quella ragazza?-
- Lei, è la mia amante- dichiarò il demone cane.
Sgranai gli occhi e arrossì. Che cosa stava dicendo?
- La tua amante? Non dire assurdità, Inuki, tu devi sposare me e in più quella puttana non ha nemmeno il tuo odore addosso. È pura, come fai a dire che è la tua amante?-
-Si, è ancora pura, l’ho appena scelta e stanotte diventerà mia a tutti gli effetti- disse posando un bacio tra i capelli di Alissa << e Abi smettiamola con questa storia, io non ho mai acconsentito a sposarti.  Adesso credo sia meglio che tu vada, ho molto da fare, se capisci cosa intendo.. >> disse con voce maliziosa.
La demone, rossa dalla rabbia, uscì dalla sala sbattendo la porta. Il demone cane scambiò uno sguardo complice con il demone lupo e lasciò andare immediatamente Alissa, che indietreggiò di vari passi confusa e frastornata.
- Finalmente sono riuscita a togliermela dai piedi.. – asserì Inuki,poi spostò la sua attenzione su di noi.
 Cercando di recuperare un po’ di lucidità, e ricordando che quelli davanti a noi erano i principi, mi inginocchiai trascinando al suolo con me anche Alissa che se ne restava a guardare il demone cane sconvolta.
- Alzatevi pure, credo di avere qualcosa da spiegarvi- ci disse.
-Io direi di cominciare dalle presentazioni. Io sono Koga e lui è Inuki. Non vi ho mai visto siete nuove?- domandò il demone lupo.
- Si, siamo state condotte qui ieri. Il mio nome è Kagome e lei è Alissa- dissi tenendo lo sguardo basso in segno di rispetto, ma il demone lupo mi si avvicinò e mi sollevò il viso.
- Bando a tutte queste formalità, sono gesti stupidi e richiesti solo dall’etichetta. Guardami quando mi parli.- mi disse con tono dolce facendomi arrossire.
- Co..come volete, mio signore-
- Mi dispiace per esserti saltato addosso così, avevo bisogno di liberarmi di quella scocciatrice e tu mi hai fornito un valido aiuto nel farlo.- disse Inuki rivolto ad Alissa.
- Non dovete chiedermi scusa, signore. Sono lieta di esservi stata utile-rispose arrossendo ancor di più.
- Bene, potete andare ora-disse sorridendo dolcemente ad Alissa.
Non appena richiudemmo la porta, Alissa si accasciò contro questa facendosi aria con la mano. Preoccupata mi accucciai al suo fianco.
- Cosa c’è, Alissa?non ti senti bene?-
- No, si cioè no, cioè non lo so- balbettò -Mi ha baciata, Kagome. Lui mi ha baciata- disse portandosi la mano a coprire il viso rossissimo. Scoppiai a ridere divertita.
- e sembra che la cosa ti sia piaciuta molto- la provocai.
- ma c..che c..co..cosa stai dicendo? i..io non avevo alternative. hai visto, no? Lui, io…>> balbettò.
 Scoppiai a ridere ancora più forte; indubbiamente quel bacio l’aveva sconvolta e mi sembrava anche in maniera positiva.
Avanti,Alissa, cerca di riprenderti e torniamo in cucina.-
- S…si, a proposito…>> disse recuperando la calma - hai notato come ci guardano le altre schiave? Non riesco davvero a capirne il motivo..-
- Già, nemmeno io. Non credo che sia semplicemente una questione di antipatia visto che neanche ci conoscono- asserì pensierosa.
Quando arrivammo di nuovo nelle cucine Kaede mi si avvicinò.
- Kagome, ho saputo che ieri sei uscita fuori dal castello, è vero?- mi domandò.
-Si.-
- Bene, avrei una cosa da chiederti allora. Sai riconoscere le erbe medicinali?-
- Certamente-
- Ottimo! Andresti a raccogliermene alcune allora? Ho bisogno di preparare alcuni unguenti-
- Sarà un piacere-
- Non preoccuparti per le guardie, ti basterà dire che stai uscendo per mio ordine. Queste sono tutte le perbe che dovresti raccogliermi per piacere..-  e prese ad elencarle. -Pensi di ricordarle tutte?-
- Ho un ottima memoria, Kaede, e sono sicura di aver già visto ieri tutte le erbe che ti occorrono-
- Bene, va allora, ma mi raccomando non allontanarti troppo, e cerca di tornare prima che cali la notte.- mi disse con tono cordiale.
Mi avviai verso l’uscita del palazzo, e dopo aver detto a due guardie che stavo uscendo per ordine di Kaede, mi avviai per la strada che avevo fatto anche il giorno precedente. Trovare tutte le erbe fu molto facile; quando ero ancora al mio villaggio un’anziana signora mi aveva insegnato a riconoscerle, sostenendo che mi avrebbe sicuramente fatto comodo sapere questo genere di cose. Mi ripeteva continuamente che con i grandi poteri spirituali di cui ero dotata sarei diventata una grande sacerdotessa, e che ogni buona sacerdotessa doveva conoscere alla perfezione tutte le erbe mediche, per poter aiutare chi ne aveva bisogno. Sorrisi a quel pensiero, non sarei mai potuta diventare una sacerdotessa, primo perché nel mondo in cui vivevo era impossibile, sarei stata condannata nello stesso momento in cui avessi preso i voti, e poi io volevo crearmi una famiglia. Potevo perfettamente usare i miei poteri per aiutare il prossimo senza necessariamente prendere i voti di sacerdotessa. Del resto l’avevo fatto già tantissime volte. La prima volta che uscì di nascosto dal villaggio ero in compagnia di Sango, eravamo curiose di esplorare e ,stupide come eravamo, convinte di trovare il nostro principe azzurro lì fuori. Quella volta c’eravamo invece imbattute in un demone divoratore di bambini.
FLASHBACK
- Kagome, ti dico che dobbiamo andare un po’ più avanti. Hai sentito nelle storie che ci racconta la vecchia signora il principe trova sempre la principessa.-
- Si, Sango, ma noi non siamo come le principesse di quella favola. Lo sai, ce l’hanno ripetuto tante volte e poi lo sai che è proibito uscire dal villaggio. Se ci scoprono ci puniranno severamente e io non voglio-piagnucolai.
Sentimmo poi un rumore tra i cespugli e io mi voltai spaventata.
- Cosa è stato, Sango?-
- Stupida, te l’avevo detto, devono essere i nostri principi- mi disse con fare da sapientona. Ma il demone che uscì da quei cespugli non era certo il principe che avevo sempre immaginato.
Il demone si leccò le labbra e rapidamente si avvicinò a me, alzò la mano pronto per colpirmi e io spaventata urlai, mi portai le mani davanti al viso e mi irrigidì aspettando il colpo che non arrivò mai. Lentamente aprì gli occhi e guardai il demone steso ai miei piedi, completamente carbonizzato, mi guardai intorno cercando di capire cosa fosse successo e vidi Sango che mi guardava con occhi sgranati
-Kagome, ma come hai fatto?-
-C..cosa ho fatto?-
- Kagome, dalle tue mani è uscita una luce rosa,che appena ha toccato il demone l’ha purificato.- poi dilatò gli occhi - Kagome, tu hai poteri da sacerdotessa.-
FINE FLASHBACK
Tornate al villaggio raccontammo tutto ad Alissa, fu in quel momento che tutte insieme decidemmo che volevamo imparare a combattere. Di nascosto ci facemmo forgiare delle armi, da un vecchio artigiano che acconsentì solo perché vecchio amico dei genitori di Alissa. Continuavamo ad uscire di nascosto dal villaggio, pian piano e aiutandoci a vicenda io imparai ad usare arco e frecce e a sfruttare al meglio i miei poteri di sacerdotessa, Sango si fece forgiare una potente arma che ribattezzò Hiraikotsu,  mentre Alissa era diventata un’abilissima spadaccina. Sorrisi, poi ricordando quando anche Rin aveva voluto imparare:con arco e frecce era totalmente negata, quando provò a utilizzare l’arma di Sango non riuscì nemmeno a sollevarla, mentre si era mostrata molto più abile con la spada, seppur combattere non le piaceva per nulla. Era cominciato tutto così, uscendo dal villaggio ci eravamo imbattute in diversi demoni, li avevamo abbattuti tutti, più volte avevamo difeso donne e bambini rischiando la nostra vita non solo in combattimento. Il mio sorriso si spense rapidamente, dovevo star bene attenta a quello che facevo e dicevo, se qualcuno avesse mai scoperto che eravamo in grado di combattere, o che in passato avevamo sterminato più di un demone, cosa che ovviamente ad un umano non era concesso, ci avrebbero uccise tutte senza alcuna pietà. Già il giorno precedente ero stata fortunata, quel ragazzo non mi aveva ucciso credendo che io non sapessi usare il potere di cui ero dotata.
-Vediamo, l’ultima erba che Kaede mi ha chiesto è la salvia. Sono sicura di averla vista ieri, ma dove? Ma certo vicino il lago, dove ho incontrato quel tizio strano-
Mi avviai lungo il sentiero che conduceva al lago, e una volta arrivata mi guardai velocemente intorno in cerca della salvia.
- Ecco la salvia- esultai non appena la vidi.
- Questa volta come mai sei qui?- chiese una voce alle mie spalle.
 Scattai in piedi, mi voltai e mi trovai davanti lo stesso ragazzo del giorno prima.
 Ma come faceva ad arrivarmi alle spalle senza farsi sentire?
- C..ciao-  dissi timidamente
- Allora?Non dirmi che ti hanno mandato di nuovo a prendere l’acqua, Kagome.- mi disse con tono beffardo e sottolineando il mio nome.
- No, Inuyasha. Questa volta sono venuta a raccogliere delle erbe-gli risposi con lo stesso tono.
- Conosci il mio nome?- mi chiese stupito.
- Ho sentito ieri Yura chiamarti così.-
Mi domandai se il fatto che l’avessi chiamato per nome non gli avesse creato fastidio; del resto lui era un mezzo demone e per questo più potente di me. Tornai a guardarlo; indossava ancora quello strano vestito, illuminati dai colori del tramonto i suoi capelli sembravano ancor più chiari, e i suoi occhi, quelli che non so perché avevo sognato tutta la notte erano così intensi. Mi riscossi dai miei pensieri quando udì di nuovo la sua voce.
- Mi piacerebbe sapere a cosa stai pensando. Le emozioni ti scorrono così rapide sul viso che non riesco nemmeno a distinguerle-
- Ai tuoi occhi- parlai prima ancora di rendermene conto. Arrossì, ma cosa mi era venuto in mente? Lui mi guardò confuso.
- I miei occhi?-
- S..si sono di un colore molto insolito, ma molto bello- dissi abbassando il capo per la vergogna, mentre lui sorrise.
- Non dovresti allontanarti così tanto dal palazzo quando fuori è buio. Potrebbe essere pericoloso- mi disse.
Sorrisi sorniona
- Potrei incontrare qualche demone cattivo?-
- Esattamente! E un’imbranata come te come potrebbe mai cavarsela?-
Arrossì di rabbia e senza nemmeno pensare a quello che stavo facendo gli tirai un pugno sul braccio. I suoi lineamenti si distorsero in una smorfia di dolore. Abbassai lo sguardo sul punto dove l’avevo colpito e notai che la manica del suo vestito era rotta e il braccio coperto di sangue. Sobbalzai.
- Ma cosa hai fatto?- sibilai preoccupata prendendogli il braccio.
Lui si irrigidì ma non mi allontanò.
- Niente, semplicemente ho incontrato qualche demone cattivo- mi canzonò usando le mie stesse parole.
- Aspetta, lascia che ti aiuti- e senza dargli il tempo di rispondere, strappai un pezzo del mio kimono, presi dal cestino alcune erbe che avevo raccolto prima e cercai di creare una medicazione temporanea.
-Beh, non sarà di certo una medicazione perfetta, ma almeno per il momento è meglio di nulla- dissi sollevando il viso a guardarlo.
 Trovai le sue labbra a pochissimi centimetri dalle mie, mi allontanai e arrossì. Lui sorrise, guardò prima me e poi la mia “medicazione”.
- Non era necessario, sono un mezzo demone se non te ne sei accorta. Guarisco in fretta io.-
- Si,si lo so.. è solo che con quelle erbe non correrai il rischio di prendere infezione e la fasciatura fermerà il sangue che stava continuando ad uscire.-
-Beh,grazie allora- mi disse come se quelle tre parole gli fossero costate davvero care. Sorrisi, e imboccai la via per tornare a palazzo.
-Dove vai ora?-
-Torno a palazzo, sarei dovuta rientrare già da un po’.- dissi voltandomi -Ci si vede.- gli sorrisi e andai via.
Arrivata al castello mi recai subito nelle cucine e lì per mia sfortuna incontrai Yura.
- Ecco, proprio te cercavo. Si può sapere dove eri finita?-
-Te l’ho già detto, Yura. L’ho mandata a raccogliere delle erbe nel bosco. È uscita per mio ordine- intervenne Kaede.
- Davvero? E dimmi hai trovato queste erbe?-mi chiese con voce provocatoria.
- Certo-
- E dove sono?-
Da stupida qual’ero abbassai gli occhi a cercare tra le mie mani il cestino che conteneva tutte le erbe che avevo raccolto; solo in quel momento ricordai di aver dimenticato il cestino nella radura dove avevo incontrato Inuyasha.
- I..io l’ho dimenticato nel bosco- balbettai.
 Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che un potente manrovescio colpì la mia guancia sinistra, facendomi arretrare di qualche centimetro.
- Sei solo una bugiarda. Passi l’intera giornata a fare la puttana nel bosco, ma tu sei qui per eseguire gli ordini e non per andare in giro a divertirti.-urlò.
Sollevò di nuovo la mano per colpirmi ma la bloccò a mezz’aria. Fissò un punto dietro di me ad occhi aperti, mentre tra le persone presenti nella cucina era sceso il silenzio. Mi guardai intorno e notai che tutte erano inginocchiate e con il capo chino. Seguì poi la traiettoria dello sguardo di Yura, e vidi Inuyasha che tra le mani aveva il mio cestino. Lui puntò il suo sguardo su di me, su Yura e poi su tutte le altre donne presenti in cucina che erano ancora inginocchiate.
Inuyasha mi si avvicinò, mi prese delicatamente il mento tra le dita e lo sollevò, guardandomi la guancia sinistra. Visto il modo in cui mi pulsava doveva aver sicuramente già cominciato a gonfiarsi e a diventar livida.
- Alzatevi!- disse rivolto alle schiave che si affrettarono a eseguire l’ordine
-Dimmi ,Yura, non ti sembra di esserci andata giù pesante?-chiese con voce dura.
- Lo merita, Inuyasha, è una bugiarda. Kaede le aveva ordinato di andare a raccogliere delle erbe, e invece lei ha passato tutta la giornata a gironzolare per il bosco.-
- Davvero? E dimmi queste cosa sono?- chiese riferendosi alle erbe che aveva tra le mani.
- Non capisco dove sia il problema, Inuyasha. È soltanto una schiava.-
-Il problema ,Yura, è che il tuo schiaffo avrebbe potuto spezzarle l’osso del collo. Guarda la sua guancia! Stavi anche per colpirla di nuovo senza alcun motivo. Ora io non dovrei punire te?- chiese con tono severo.
Non potevo permettere una cosa del genere. Per quanto quella Yura mi stesse antipatica si era trattato solo di un equivoco, no?
- No Inuyasha, aspetta.- dissi tentando di fermarlo.
Tutte si voltarono a fissarmi sconvolte e furiose.
- Fa silenzio, Kagome.- mi disse con tono gentile.
Yura mi guardò incredula.
- Le permetti di chiamarti per nome e di darti del tu? Sai che andrebbe uccisa seduta stante per quello che ha appena fatto?- gridò Yura, mentre lui la fulminava con lo sguardo.
-Lei non lo sa- disse svelto.
- Non sa cosa? Che sei il principe? -chiese Yura incredula.
- P..principe?- esclamai e sbiancai di colpo.
Come avevo fatto a non pensarci prima? Come avevo fatto a non arrivarci prima?
Sollevai lo sguardo e notai che lui mi guardava come in attesa di una mia reazione. Ero stata davvero una stupida; mi ero presa così tanta confidenza, lo avevo chiamato per nome, gli avevo confessato di avere poteri spirituali, e lui era null’altro che il principe. Come avevo fatto ad essere tanto stupida da non capirlo prima? Il principe, mi ripetei ancora una volta.

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Capitolo 5
*** Sei speciale ***


- Principe-
Quella parola mi uscì dalle labbra come un bisbiglio, ma mi rimbombò nella mente come se l’avessi urlata. Mi guardai intorno e notai che tutta l’attenzione era concentrata su me e Inuyasha. Tornai a guardarlo e lui era lì immobile a fissarmi. Mi inginocchiai, mentre mentalmente continuavo a darmi della stupida. Lui mi si avvicinò, delicatamente mi prese un polso e mi fece alzare,ma mi sentivo una stupida e non avevo il coraggio di guardarlo in volto.
- Lasciateci!- ordinò a tutti i presenti.
- Aspetta, Inuyasha, la sua guancia. Se non vuoi che continui a gonfiarsi dovrebbe metterci qualcosa di fresco, dovrei avere qualche unguento specifico.- disse Kaede.
- Ma che diavolo stai dicendo, Kaede? Dovremmo preoccuparci per una guancia gonfia? Lei dovrebbe essere uccisa subito per quello che ha fatto.- si lamentò Yura.
-Adesso basta! Fa silenzio Yura,mi sono stancato di sentirti parlare. Kaede, va a prendermi ciò che serve e cerca di fare in fretta. Riguardo a te Yura, se osi ancora aprire bocca quando la tua opinione non è stata espressamente richiesta sarai tu a passare qualche guaio, e ringrazia che non combini la tua faccia come tu hai conciato la sua. - le disse con tono duro.
- Ma Inuyasha io. – tentò di dire.
- Ti ho detto di tacere, Yura. E’ un ordine! E adesso prima che io perda la pazienza sparisci di qui-
La demone lo guardò per un attimo e si affrettò a fare come lui le aveva ordinato. Kaede tornò poco dopo e consegnò a Inuyasha un piccolo contenitore. Inuyasha annuì, afferrò il mio polso e mi portò fuori di li.
Salimmo ai piani superiori del palazzo, mi fece entrare in una camera e sedere sul letto. Fino a quel momento nessuno di noi due aveva parlato, sapevo che dovevo dire qualcosa ma mi sentivo così stupida. Cosa mai avrei potuto dirgli?
- I..io- cominciai esitante, ma lui non mi lasciò continuare
- Parleremo dopo.  Ora lasciati aiutare se non vuoi che la tua guancia continui a gonfiarsi.-
- Non è necessario, posso fare anche da sola.-
- Lo so, ma lo farò io.- mi disse con voce decisa.
Spalmò l’unguento delicatamente su tutta la zona colpita, e la frescura di quel balsamo placò almeno in parte il bruciore. Quando ebbe finito, posò il contenitore su un mobile al suo fianco, si voltò verso di me e mi intrappolò, poggiando entrambe le mani ai lati del mio corpo e incatenando i miei occhi ai suoi. Arrossì per quella vicinanza e lui sorrise compiaciuto.
- Allora, cos’è che volevi dirmi? -
Cercai di allontanarmi un minimo, per riprendere lucidità, ma capì di essere bloccata. Abbassai lo sguardo per riordinare le idee, ma lui non me lo concesse e preso il mio mento tra le sue dita mi costrinse dolcemente a sollevare il volto. Perché doveva rendere tutto ancora più complicato?
- I..Io vi chiedo perdono- dissi esitante. Poi feci un bel respiro, raccolsi il coraggio e continuai spedita -Vi chiedo perdono, non potevo immaginare chi voi foste. So che questo non mi giustifica perché io sono non solo umana, ma anche una schiava e voi prima ancora che un principe, un mezzo demone. Sono davvero mortificata, e so di non avere scusanti,  so anche perfettamente che chiunque altro al vostro posto mi avrebbe ucciso già da tempo, non solo per il mio comportamento, ma anche per i miei poteri..-
- Vedi, Kagome, in realtà non credo tu debba chiedermi scusa di nulla.- lo guardai allibita.. -quando ti ho incontrato la prima volta, e ho visto il modo in cui mi parlavi e in cui mi fronteggiavi, ho capito immediatamente che tu non avessi la minima idea di chi io fossi. Avrei potuto dirtelo in quel momento, ma non ne vedevo la necessità, prima o poi l’avresti comunque scoperto. Come immagini essendo un principe, sono ben pochi quelli che mi trattano nello stesso modo in cui hai fatto tu, con spigliatezza e confidenza, potrei contarli sulle dita di una mano, e un po’ tutto questo mi angustia, non avere qualcuno con cui essere semplicemente te stesso e non solo e soltanto il principe. Di solito, non sono il tipo di persona che si apre o che ama parlare, ma non so perché Kagome con te mi riesce naturale. Sarà per la tua ingenuità e la tua vivacità, ma con te ci riesco e questo mi piace, ogni tanto ho bisogno di staccare, di smettere di essere il principe e tornare ad essere semplicemente Inuyasha.- disse senza staccare gli occhi dai miei.
- Mi capisci?-
 Mi limitai ad annuire.
- Perfetto, non voglio allora che le cose cambino.-
- Ma cosa dite? Voi siete un principe, non dovreste nemmeno parlare con me, figuriamoci se io posso continuare a trattarvi nello stesso modo in cui facevo prima.- dissi quasi urlando, e quando mi accorsi della mia reazione arrossì. Ma quando avrei imparato a controllarmi?
- Vi chiedo perdono, non avrei dovuto alzare la voce, sono proprio un caso disperato, non penso mai prima di agire.-
 Continuavo a sproloquiare e lui mi guardava sempre più sconvolto. Ero sicura che adesso mi avrebbe preso per pazza, e mi avrebbe ucciso e invece lui scoppiò di nuovo a ridere.
- Ecco vedi, non ho mai riso tanto in vita mia, quanto in questi tre giorni a causa della tua goffaggine.. –
 Gof..goffagine? Mi stava dicendo che ero goffa? Gonfiai le guance indispettita e scattai in piedi.
- Io non sono affatto goffa-
Quando ci calmammo entrambi, per fortuna un po’ di tensione era stata stemperata.
- Mi dispiace che a causa mia abbiate dovuto discutere con Yura- dissi con tono sommesso e lui mi guardò incredulo.
- Ti dispiace? Ti rendi conto che se non fossi arrivato quella pazza ti avrebbe colpito di nuovo?- mi chiese aggrottando le sopracciglia.
- Beh, avevo dimenti..-
- Ferma, ferma, aspetta! Non mi dirai che la stai giustificando?! Ti rendi conto di cosa stai dicendo?- mi chiese incredulo.
- Non la sto giustificando ,mio signore, non aveva certo bisogno di una giustificazione o di una motivazione per picchiarmi. Io sono una schiava, sono un’umana e lei è un demone.- dissi tentando di sottolineare bene la cosa, per ribadire ancora una volta il concetto.
- Anche mia madre era umana, Kagome, e io l’ho amata moltissimo-
- Voi l’avete conosciuta? - chiesi sorpresa.
I mezzi demoni, così come i demoni, erano considerati creature superiori. Quando un’umana restava gravida di uno di loro, il bambino le veniva tolto alla nascita e allevato dai demoni.  
- Si.. - sorrise malinconico -Sai che un’umana, che da un figlio a un demone ha diritto di vivere liberamente la propria vita senza diventare una schiava, ma che il bambino le viene strappato subito dopo il parto, vero?-  annui -Io sono stato fortunato.  Mio padre, era davvero innamorato di mia madre. Prima di lei era già stato sposato con una demone, la madre di mio fratello maggiore, ma purtroppo lei morì dando alla luce Sesshomaru;dopo di lei mio padre non aveva voluto più prendere nessuna in moglie. Fu poco dopo che gli umani cominciarono ad essere schiavizzati che conobbe mia madre. Lei fu portata qui insieme ai primi schiavi e mio padre non seppe resistere alla sua bellezza, se ne innamorò perdutamente e dal loro amore siamo nati io e mio fratello Inuki. Ovviamente non ha mai potuto né sposarla, né ufficializzare la loro unione, ma tutti sapevano di loro due. Ha fatto in modo che noi crescessimo con lei, con entrambi, e l’ha voluta al suo fianco fino al suo ultimo giorno.. - disse sorridendo malinconicamente.
- Mi dispiace, non volevo farvi rattristire.-
- Non sono affatto triste, sono passati molti anni ormai dalla sua morte, e poi conservo un bellissimo ricordo di mia madre – disse prima di sbadigliare.
- Con il vostro permesso io andrei via, immagino vogliate riposare-
- Niente da fare. Tu rimani qui.- dichiarò.
 Lo guardai stranita.
- Prego?-
-Stai forse contestando un mio ordine?-
 Mi agitai.
No..ecco, cioè io.. >> Lui scoppiò a ridere ancora una volta.
- Calma, Kagome, calma stavo scherzando..- mi disse e io mi tranquillizzai.
- In questo caso vi auguro la buonano..-
- Non è su quello che stavo scherzando, Kagome. Passerai la notte qui. Non mi fido di Yura, sarà sicuramente furiosa e potrebbe fare qualche sciocchezza. Quindi starai qui, nelle mie camere dove potrò tenerti sotto controllo. -
Divenni livida dall’imbarazzo. Avrei dovuto passare la notte lì con lui?
- Cos’è hai paura che io ti salti addosso?- mi stuzzicò.
- No, so perfettamente che non dovrei opporre resistenza. dissi con voce rotta.
Mi si avvicinò.
- Non ti toccherò, Kagome, non se non vuoi. Con me sei al sicuro-
 Lo guardai allibita.
- Perché fate tutto questo per me?-
- Te l’ho già detto prima:non so spiegarti il perché, ma credo che tu sia speciale. Ora vieni andiamo a letto-
- Do..do..dovremmo d..dormire nello stesso letto?- chiesi con gli occhi sbarrati.
- Ti sconvolgi per così poco?- mi canzonò.
- Non potrei dormire per terra?-
 Lo avrei preferito pur di evitare una situazione tanto imbarazzante.
- Certo che no- esclamò lui.
- Su Kagome, sarebbe anche ora di fare qualche esperienza. Non potrai certo rimanere una bambina per sempre.. - mi disse con tono beffardo.
Per l’ennesima volta arrossì fino all’inverosimile e lui ghignò. Il mio caratteraccio tornò ad irrompere.
- Chi vi dice che io sia ancora così innocente come credete?-
Lui sorrise sicuro.
- Il tuo odore, è perfettamente integro, non è mischiato con nessun altro. Questo può significare solamente una cosa: e cioè che sei pura.-
Mi aveva scoperta e ammutolita. Imbarazzata distolsi lo sguardo dal suo e lui sorrise vittorioso.
- Avanti, andiamo a letto.. ti ho già detto che non ti toccherò- mi disse avviandosi verso il letto e aspettando che io facessi lo stesso - non stasera almeno..- mi disse per provocarmi e ancora una volta io arrossì. Mi feci coraggio e mi avvicinai anche io al letto, dal lato opposto al suo, e mi ci infilai velocemente, tentando di calmare il battito irregolare del mio cuore. Cercai di coprirmi il più possibile e di non entrare in contatto con il suo corpo, ma lui non sembrava pensarla come me. Mi afferrò per un polso e mi tirò più vicino a lui, facendo toccare la mia schiena contro il suo petto, e fasciando con un suo braccio la mia vita. Arrossì e mi irrigidì immediatamente.. che intenzioni aveva?
-Calmati. Rilassati Kagome, non ti farò nulla, voglio solo tenerti stretta.- mi sussurrò tra i capelli, e io fui scocca da un brivido. Le sue parole mi calmarono immediatamente, e pian piano mi rilassai, lasciandomi andare contro di lui. Non riuscivo a spiegarmi perché, ma stare tra le sue braccia per la prima volta in vita mia mi fece sentire protetta, e quella sensazione mi piaceva davvero. Sorrisi.
- Su, è ora di dormire, combina guai. Buonanotte, Kagome-
- Buonanotte- risposi già mezza addormentata.
Quando mi svegliai fu a causa della percezione di un pericolo. I miei sensi di sacerdotessa non avevano mai sbagliato. Ancora intontita dal sonno feci correre lo sguardo su ciò che mi circondava, ma quella camera non mi era familiare. Cercai di alzarmi a sedere, ma un braccio mi stringeva la vita e mi teneva ancorata a un solido petto. Arrossì e ricordai tutto,mi trovavo nella camera di Inuy… ehm del principe, e avevamo dormito abbracciati. Non era quello il momento per questi pensieri, dovevo cercare di capire cosa stesse succedendo. Cercai di staccare delicatamente il braccio di Inuyasha dalla mia vita, ma lui non sembrava intenzionato a lasciarmelo fare. Ma quanta forza aveva? Ci riprovai esercitando una maggiore forza, ma ottenni il risultato opposto: lui mi strinse più a sé.
-Dove stai cercando di andare, Kagome? Torna a dormire-
- No, Inu..cioè volevo dire mio signore, sta per accadere qualcosa..- dissi svelta. Lui si sollevò a sedere, e io feci lo stesso.
- Cosa stai blaterando, Kagome?-
 Potevo dirgli di aver percepito qualcosa, no? Del resto lui era già a conoscenza dei miei poteri di sacerdotessa.
- Lo percepisco. Un pericolo è in avvicinamento-
 Lui mi guardò stranito, rizzò l’orecchio e annusò l’aria.
- Ti stai sbagliando, Kagome, se qualcuno di estraneo si stesse avvicinando al castello riuscirei a sentirlo.-
- Vi scongiuro, dovete credermi. Quando ho queste sensazioni non sbaglio mai-
- Queste sensazioni, Kagome, dovrebbero essere causa dei tuoi poteri spirituali. Ma tu mi hai detto di non saperli usare, non è vero?- mi chiese fissandomi severo.
Io, veramente, non avevo mai detto nulla del genere, avevo ammesso solamente di avere poteri spirituali non di non saperli usare. Era lui che si era convinto di quello. Ma in quel momento percepivo chiaramente qualcosa di oscuro e pericoloso che si stava avvicinando, cosa dovevo fare? Dirgli tutta la verità o no? A sollevarmi da questa difficile decisione, Furono dei colpi alla porta che mi fecero sbandare.
-Miroku, cosa vuoi? Non è proprio il momento..-
- Inuyasha, non fare lo stupido e aprimi questa porta, devo parlarti di una cosa importante..-urlò, poi ebbi un’illuminazione.
La prima volta che avevo incontrato Miroku, avevo percepito anche in lui un grande potere spirituale;capì che anche lui doveva aver percepito il pericolo in avvicinamento.
-Apritelo! Deve aver percepito qualcosa anche lui, e forse a lui darete ascolto.- dissi rapida. Inuyasha mi guardò scocciato.
- Spero per voi che si tratti di una cosa seria, e che non può essere rimandata a domani mattina, perché stavo dormendo beatamente. - disse avvicinandosi alla porta e aprendola. Miroku entrò con in viso un’espressione allarmata. Inuyasha accese una luce e fu in quel momento che Miroku notò la mia presenza. Arrossì immediatamente, quella situazione era imbarazzante! Come se mi avesse letto nel pensiero Inuyasha si affrettò a parlare.
- Non è come credi ,Miroku, tra noi non è successo nulla. E’ qui per un altro motivo che ti spiegherò domani. Tu invece cosa ci fai qui a quest’ora?-chiese con voce annoiata.
- Ero venuto qui, proprio per parlarti di lei.- disse indicandomi.
Di me?
- E sentiamo cosa devi dirmi di così irrimandabile? -
-Lui sta tornando, lo percepisco perfettamente e lei nasconde un segreto-
Sbiancai, che avesse scoperto qualcosa? La situazione si complicava.
La testa prese a martellarmi, quel senso di inquietudine e pericolo non voleva andare via. Inuyasha si accorse del mio malore e mi si avvicinò.
-Cosa c’è, Kagome? Non stai bene? -
- M…Miroku, lo senti anche tu vero?Quello che si sta avvicinando è un qualcosa di pericoloso-
- E’ vero ciò che dice, Miroku?-
Miroku ci guardò allibiti.
- Tu sai che lei ha poteri da sacerdotessa?-
- Si, ma non è questo il momento di parlarne.. cosa potrebbe essere questo pericolo in avvicinamento?- chiese guardando Miroku.
- E’ un demone. O meglio sono molti demoni. Ma l’aura ostile che percepisco appartiene solo ad uno di questi. Con loro c’è anche qualche umano, ne percepisco l’energia vitale-
-E’ esatto. Naraku sta tornando- confermò Miroku.
Chi era quel Naraku? Mi sembrava di aver già sentito quel nome.
- E voi mi avete fatto alzare solo per questo? Sapevo perfettamente che Naraku sarebbe tornato stasera. Sembra che la caccia ai ribelli abbia dato ottimi risultati.-
Sbiancai.
- Caccia ai ribelli? - chiesi tentennante.
- Ti spiegherò tutto dopo, Kagome. Ora il problema è un altro- intervenne Miroku.
- E cioè, Miroku? Quale sarebbe il problema?-chiese Inuyasha.
- Lei, Inuyasha.- disse indicandomi -Sai perfettamente che Naraku ha la capacità di percepire il potere spirituale,e il suo è enorme. Sono sicuro che lo abbia già percepito. In più con loro Inuyasha, ci sono anche Inuki e Koga, sono partiti oggi pomeriggio perché era giunta notizia che tra i nostri c’erano stati molti feriti, quindi sarebbe meglio organizzarci per il loro arrivo.-
- D’accordo, raduna tutti gli uomini e le donne capaci di curare.. tu Kagome te la senti?-
-Certamente, sarò felice di essere d’aiuto. Miroku, anche Sango e le altre se la cavano con le arti mediche, potrebbero essere d’aiuto.-
 -Bene, va a chiamarle allora Kagome. Vi aspetteremo davanti alle cucine.- Mi inchinai, usci dalla camera di Inuyasha e corsi verso quella che condividevo con le mie amiche. Bussai forte e ad aprirmi la porta fu Rin.
- Kagome, che fine avevi fatto? Eravamo tutte preoccupate. Ma cosa hai fatto alla guancia?-
- Sango, Alissa svegliatevi e ascoltatemi bene- urlai senza prestare troppa attenzione alle domande di Rin.
Dopo qualche minuto erano tutte sveglie e curiose di sapere cosa avevo da dire loro
 -Le domande rimandiamole a dopo, ho avuto un litigio con Yura e per protezione ho dormito nella camera di uno dei principi-
 Loro sgranarono gli occhi, ma non dissero nulla.
 -Vi giuro che non è successo assolutamente nulla, dopo vi racconterò tutto, ma ora dovete ascoltarmi. Ho percepito chiaramente un’aura ostile avvicinarsi e anche Miroku, e mi ha detto che alcune truppe che erano partite per dare la caccia ai ribelli erano di ritorno- tutte sbiancarono preoccupate -al loro comando c’è Naraku. Inizialmente non ricordavo dove avessi già sentito questo nome poi ho ricollegato, Naraku sarebbe il generale delle truppe. Lo stesso generale che odia tutti gli esseri umani e lo stesso generale che.. beh lo sapete bene quanto me quello che ha fatto.-
- Kagome, è pericoloso! Sai perfettamente che lui riesce a percepire la forza spirituale negli esseri umani, e un potere potente come il tuo lo avvertirà immediatamente.- mi disse Sango.
- Non preoccuparti per me, Sango, sai che so badare a me stessa. Tra le truppe ci sono molti feriti, e in più ho percepito l’energia vitale di alcuni esseri umani. Devono aver fatto dei prigionieri e temo che non siano ridotti bene.- dissi deglutendo -Miroku mi ha chiesto di dare una mano a medicare i feriti. Ve la sentite di aiutarmi?-
- Certamente! Credi davvero che ti lasceremmo da sola? E in più questa sarà un’ottima occasione per tentare di scoprire qualcosa.- disse Alissa.
- Dobbiamo stare attente, Alissa. Se ci scoprissero passeremmo dei guai.-
- Bene, andiamo allora. Miroku ci aspetta nelle cucine.-
Tutte insieme ci avviammo alle cucine, dove ad attenderci c’erano Kaede, Miroku e altre donne e uomini.
Uscimmo tutti fuori e lì trovammo Inuyasha e un altro demone che davano ordini.
- Sesshomaru- sussurrò Rin.
Compresi che quindi quello doveva essere l’altro principe, il fratello maggiore di Inuyasha.
I due demoni presero ad avanzare verso di noi, e tutti quanti ci inchinammo.
- Alzatevi, non abbiamo tempo da perdere con queste sciocchezze.- sibilò una voce gelida. Sesshomaru posò per un momento il suo sguardo su Rin, poi tornò a guardare la folla. -Non sappiamo con precisione quanti siano i feriti,quando arriveranno date la precedenza ai casi più gravi. È chiaro?-  Qualcuno si limitò ad annuire, qualcun altro a rispondere un “si” più o meno convinto. Miroku si avvicinò a noi.
- Quanto ne capite di erbe e arti mediche? - chiese rivolto a nessuna di noi in particolare .
- Nel villaggio dove abitavamo eravamo noi a prenderci cura dei malati. Quindi direi abbastanza.. – rispose Alissa.
-Perfetto!- disse assumendo un’aria pensierosa.
- Kagome, dimmi, sei capace con i tuoi poteri di curare almeno le ferite più facili? Non è difficile e la cosa ci aiuterebbe molto-
L’attenzione ancora una volta si spostò su di me. Mi stavo mettendo nei casini da sola, ma come avrei potuto non aiutare qualcuno in difficoltà?
- Si, Miroku, qualcosa riesco a farla, ma non molto.- optai per una mezza verità.
-Bene! Allora Kagome tu e Sango verrete con me, ci occuperemo dei feriti più gravi.. Alissa, Rin voi..-
-No- lo interruppe Sesshomaru  -Lei viene con me.- disse rivolto a Rin -ci occuperemo di dividere i feriti in base alla gravità della situazione e di organizzarli in modo che vengano curati prima i più gravi.-
Prese Rin con se e andò via.
- Alissa, vieni anche tu con noi allora.. Inuyasha tu che fai?- chiese Miroku.
- Vengo con voi anche io.-
Le truppe arrivarono e ,per fortuna, la situazione non era così grave come avevamo immaginato. I feriti gravi erano davvero pochi e furono portati subito dove ci trovavamo Io, Sango, Alissa e le altre donne più esperte.
Sango e Alissa si occuparono di fermare l’emorragia di un demone , mentre io cercai con i miei poteri di purificare un demone lupo, rimasto ferito da qualcosa di velenoso. Appena poggiai le mani sul suo petto, il demone catturò il mio braccio in una stretta micidiale e mi ferì con gli artigli.
- Cosa stai facendo, umana?- mi chiese con tono duro nonostante le sue condizioni.
- Io stavo solo cercando di purificare il veleno- dissi tentando di trattenere un gemito di dolore.
- Purificare? Sei una sacerdotessa, maledetta? Preferirei morire piuttosto che essere toccato da un essere immondo come te-
 Mi allontanai scioccata. Il demone si voltò e chiamò uno dei feriti meno gravi, che si trovavano lì in attesa del proprio turno per essere curato.
-Riuji, va subito a chiamare il generale. Digli che ho un bel regalo per lui qui, una sacerdotessa.-
Molti demoni sentito quello che aveva praticamente urlato il demone lupo, si girarono a guardarmi minacciosi. Indietreggiai guardandomi intorno sperando di trovare Miroku, ma incontrai solo una serie di sguardi minacciosi. Sango e Alissa  mi affiancarono immediatamente.
- Non c’è bisogno di venirmi a cercare Riuji, resta pure dove sei. Sono già arrivato. Ho sentito da lontano il suo potere spirituale. – intervenne quello che compresi doveva essere Naraku.
Con una mossa rapida mi fu davanti. Sango e Alissa fecero per intervenire ma due demoni le bloccarono immediatamente. Lui cominciò a girarmi intorno e mi venne voglia di purificarlo all’istante ma compresi che avrei solo peggiorato le cose.
- Sei molto bella, eliminarti adesso senza averti nemmeno assaggiata è un peccato, ma non si può fare altrimenti. Il tuo potere spirituale è talmente forte che l’ho percepito da lontano. Mi chiedo come sia stato possibile sopravvivere per te fin’ora senza essere scoperta.-
- Allontanatevi da lei ,Naraku, non toccatela- ordinò Miroku.
- Oh, sommo Miroku, ecco un altro essere umano con un forte potere spirituale. Certo, per ordine del re non posso toccare voi, ma la stessa cosa non vale per questa schiava.-
-E invece non la toccherai, Naraku.- disse una voce dura.
Sentire la sua voce fu un vero sollievo, quasi mi venne da piangere per la gioia.
- Inuyasha, che piacere rivederti. Dimmi perché non dovrei ucciderla? Conosci anche tu la legge, gli esseri umani dotati di poteri spirituali dovrebbero essere uccisi sin dalla nascita. E lei mi sembra sia nata da diversi anni-
-Ti ho detto che non la toccherai, Naraku. Nessuno di voi lo farà o ne risponderete a me. Lei è sotto la mia protezione- disse con voce possente.
 

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Capitolo 6
*** Strani comportamenti ***


-Sotto la tua protezione? Dici davvero, Inuyasha? Sarebbe la seconda eccezione che strappi alla regola!- gli disse.
Cosa voleva dire? Inuyasha storse la bocca e poi riprese a parlare.
- Quello che volevo dire è che lei è sotto la protezione di un principe. Koga la vuole e l’ha messa sotto la sua protezione- disse senza nemmeno guardarmi - e visto che in questo momento lui non è qui, controllerò io la situazione.-
Lo guardai sconvolta. Di cosa stava parlando? Koga, era il nome del demone lupo che avevo conosciuto quel pomeriggio. Abbassai lo sguardo quando compresi tutto. Se lui si era dimostrato così gentile nei miei confronti era solo perché avevo attirato l’attenzione di suo “fratello”. Ero stata una stupida a lasciarmi andare così e a credere alle sue parole. Cosa poteva importargli di me? Del resto ero solo una delle tante schiave.
- In ogni caso la cosa non può essere ignorata. Il suo potere spirituale è molto forte. Non capisco come abbia fatto a non accorgersene nessuno fin ora.-
- Lei non li sa nemmeno usare i suoi poteri, Naraku. Non dirmi che ti lasci spaventare da un essere umano.- lo provocò.
-Non diciamo sciocchezze. Le regole sono chiare: tutti gli esseri umani con poteri spirituali dovrebbero essere uccisi immediatamente. Mi sembra che in questo regno ci siano un po’ troppe eccezioni; A partire da Miroku, che per altro è stato addirittura nominato principe. È assurdo lui è un essere umano. Dopo di lui è toccato alla tua amante e adesso dovremmo risparmiare anche questa ragazzina?-
La sua amante, avevo capito bene? Lui aveva un’amante e tra l’altro anche lei sembrava essere dotata di un forte potere spirituale.. eppure io da quando ero lì non l’avevo minimamente percepito.
- Fossi in te, Naraku, comincerei con l’abbassare la voce. Credevo che mio padre fosse stato categorico sul discorso di Miroku. Per quanto riguarda Kikyo lei non c’entra, non tirarla in ballo. E da questo momento anche il discorso Kagome è chiuso. Lei è sotto la protezione di Koga e quindi non va toccata. È un ordine, e nessuno di voi ha il potere di contestare quello che dico, il solo che potrebbe farlo è mio padre. Quindi, Naraku, se hai qualche lamentela dovrai aspettare che torni e rivolgerti direttamente a lui. Il discorso è chiuso! Andiamo via, Kagome.-
Mi affrettai ad allontanarmi da quel demone che non mi era simpatico per nulla e a seguire Inuyasha anche se non ne avevo alcuna voglia. Sapevo che la colpa era solo mia, mi ero illusa e lui invece mi aveva considerato solo come un oggetto da salvaguardare perché desiderato da suo fratello adottivo.
- Stai bene?- mi domandò.
- Si, non dovete preoccuparvi- cercai di parlare senza far intuire la rabbia che sentivo crescere contro me stessa e la mia stupidità.
- Sei ferita- mi fece notare, indicando il braccio che il demone che prima stavo curando mi aveva artigliato.
- E’ solo una sciocchezza. Mi farò medicare da Sango. Se qui non vi servo torno da lei a vedere se ha bisogno d’aiuto.-
- Kagome, riguardo a quello che ho detto prima.-
- Non dovete darmi nessuna spiegazione. Ho compreso perfettamente e vi ringrazio per avermi aiutato. Ora scusatemi- senza dargli modo di aggiungere altro mi allontanai da lui. Cercai Sango e le altre e le aiutai a medicare i feriti, senza più far uso dei miei poteri, quella notte avevo attirato anche fin troppa attenzione su di me. Quando finalmente avevamo finito, ci ritirammo nelle nostra camera.
- Kagome cos’hai? E in più credo che tu dovresti spiegarci qualcosa. Prima sei arrivata qui di fretta e furia, ma hai detto che dopo ci avresti raccontato tutto.- mi disse Sango.
- Hai ragione ,Sango, vi dirò tutto. Ma prima dov’è Rin?-
-Sembra che la nostra piccolina sia ancora in compagnia del principe ghiacciolo.- bisbigliò Alissa.
Riuscì a sorridere a quella battuta, e mentre Sango era intenta a medicarmi il braccio raccontai alle mie amiche tutto ciò che era accaduto a partire dalla prima volta che avevo incontrato Inuyasha fino a ciò che era accaduto poche ore prima.
-Che tu abbia un talento assurdo nel cacciarti in questi guai è una cosa certa, Kagome. Non vorrei dirtelo ma avresti dovuto capirlo prima. È un demone, Kagome, e tra l’altro è anche un principe cosa speravi di ottenere?- mi domandò Alissa.
 Mi rabbuiai a quelle parole.
Cosa speravo di ottenere? Non lo sapevo nemmeno io! Era solo che il tipo di rapporto che si stava instaurando tra me e Inuyasha mi piaceva da morire; quando poi poche ore prima mi aveva stretto tra le sue braccia mi ero sentita così bene e così protetta. Erano sensazioni che non avevo mai provato, ma avevo dovuto fare i conti con la realtà. Lui era un demone e io un’umana, lui era un principe e io una schiava.
-Hai ragione, Alissa. Hai tremendamente ragione, non so nemmeno io cosa mi sia preso-
-Scusami, Kagome, non volevo essere dura con te. Quello che voglio dire è che è stato meglio così..averlo saputo ora. Se tu ti fossi innamorata di lui.. - non la lasciai continuare.
-Non dire assurdità, Alissa. Credevi che mi sarei innamorata solo per qualche dolce parola? Certo, mi piaceva il rapporto che avevamo iniziato a condividere ma questo non significa certo che ne fossi innamorata o che tra noi ci fosse qualcosa di romantico. So perfettamente che devo stare attenta e che se qualcuno scoprisse qualcosa per noi sarebbe la fine.-
-Fossi in voi abbasserei un po’ la voce quando parlate di queste cose. Vorrei ricordarvi che alcuni demoni hanno un udito molto sviluppato- sorrise impertinente Rin.
- Rin, dove sei stata fin’ora? Eravamo in pensiero!-
-E per cosa? Ero con Sesshomaru!-
- e da quando lo chiami per nome?- le chiese Sango confusa.
-Da quando è stato lui a chiedermelo. Il signor Sesshomaru è stato così gentile con me mi è rimasto vicino per tutto il tempo-
-Sbaglio o hai appena detto che quel ghiacciolo è stato gentile?- le chiese Alissa.
- Non è un ghiacciolo, Alissa. È solo un tipo riservato, e poi è stato così dolce mi ha anche protetto da un demone.-
- Ah, ragazze, stavo quasi per dimenticarlo, prima ha incontrato Miroku e ha detto che domani ci porterà a fare un giro nei dintorni del castello per mostrarci i confini del regno. Non ne siete contente?-
- Mi sembra un po’ strana come iniziativa da prendere, non credete?- constatò Alissa.
 Annui dando ragione ad Alissa.
-Beh, credo che la colpa sia mia.- disse Sango arrossendo.
-In che senso, Sango?- le domandai confusa.
-Beh, vedi prima che ci ritirassimo per la notte..
FLASHBACK
[Pensieri di Sango]
“ ma dove si sarà cacciata Kagome? Kaede mi ha raccontato quello che è accaduto in cucina e sono tremendamente preoccupata” una voce dietro di me mi distolse dai miei pensieri
- Sango dove stai andando?-
- salve Miroku, in realtà sto cercando Kagome. -
-Lo immaginavo, Kaede mi ha raccontato quello che è successo. Ma sta tranquilla se è con Inuyasha non le succederà nulla. E comunque questo corridoio conduce solo ad una terrazza. Pensi che Kagome sia lì?-
- Mi dispiace, ti giuro che non volevo curiosare in giro, stavo solo cercando Kagome. È solo che questo palazzo è enorme, credo che non riuscirò mai ad abituarmi.-
Lui sorrise.
-Da tempo al tempo, prima o poi imparerai a conoscerlo e allora ricorderai esattamente tutti i corridoi. Ma se ti perdi all’interno del castello sarà meglio che tu non esca mai di qui, perché i confini del regno sono molto estesi.-
- Come mi piacerebbe uscire un po’ di qui-
- Davvero?-
- Scusami, non volevo di certo lamentarmi. Qui non ci manca nulla grazie a te, ma sai mi manca un po’ il poter passare del tempo all’aria aperta- dissi sorridendo.
- Sei bellissima quando sorridi- 
Arrossì immediatamente.
- T..ti ringrazio-
- Ora sarà meglio che ti riporti nella tua camera, e non preoccuparti per Kagome è in buone mani.-
- Mi fido della tua parola-
FINE FLASHBACK
 
- A quanto pare qualcuna ha fatto colpo e Miroku sembra deciso ad accontentarti in tutto e per tutto- la canzonò Alissa.
Sogghignai e Sango arrossì fino all’inverosimile.
- Non dire assurdità. Miroku è stato solamente gentile e dovremmo approfittare della sua gentilezza. Quindi adesso tutte a nanna che domattina finalmente si esce un po’ da queste quattro mura.- disse tentando di chiudere il discorso velocemente.
 Sorrisi, passare un po’ di tempo all’area aperta ci avrebbe fatto bene.
Il giorno dopo fummo svegliate da una guardia che ci ordinò di prepararci in fretta perché fuori ci stavano già attendendo.
- Perché avrà parlato al plurale? Non doveva accompagnarci Miroku?- ci domandò Alissa.
- Non lo so.. sbrighiamoci però e non facciamolo aspettare.- disse Sango particolarmente impaziente.
Ci vestimmo in fretta e uscimmo nel cortile. Rimanemmo tutte sorprese da ciò che vedemmo. Ad attenderci c’erano tutti. E con tutti intendo quasi la famiglia reale al completo: Sesshomaru, Inuki, Koga, Miroku e lui.. Inuyasha. Rimanemmo un attimo spiazzate. Cosa ci facevano tutti lì? Ci inchinammo.
- Allora ragazze siete pronte?- ci chiese gentile Miroku e noi tutte ci limitammo ad annuire.
- Vi starete chiedendo perché ci siamo tutti. Sapete ultimamente nel regno ci sono stati un po’ di problemi ed è più prudente così- disse guardandomi Koga.
- Non vorremmo arrecare fastidio o farvi perdere tempo.- sussurrò Rin.
- Se siamo qui vuol dire che possiamo farlo. E adesso sbrighiamoci a partire- esclamò una voce gelida.
- Sapete cavalcare?-
- Certo-
Koga si limitò ad annuire. Fermò un umano che passava lì e gli ordinò di sellare e portare fuori cinque cavalli.
Cinque? Non eravamo forse nove? Certo loro erano demoni e avrebbero potuto tranquillamente correre, però non sarebbe stato più comodo anche per loro prendere un cavallo?
Dopo alcuni minuti il ragazzo tornò portando con se cinque cavalli proprio come gli era stato ordinato, si inchinò e andò via. Ognuno dei 5 demoni, si affrettò a salire su un cavallo e noi rimanemmo immobili li senza capire cosa fare. Avremmo dovuto camminare a piedi? La risposta ci arrivò quando Sesshomaru, già a cavallo, ci si avvicinò, sollevò Rin e la sistemò dinnanzi a se. Lanciò un’occhiata ai propri fratelli e partì.
-Andiamo Sango, o quell’antipatico ci lascerà qui- Sango si affrettò a raggiungere Miroku sorridendo e con l’aiuto del ragazzo montò anche lei in sella. Inuki fece salire Alissa e io mi avvicinai a Koga che mi sorrise, del resto ero una sua proprietà, no?
Ma Inuyasha mi bloccò la strada.
-Dove vai? Tu verrai con me.- e senza attendere una mia risposta mi sollevò come se pesassi meno di una piuma e mi sistemò avanti a lui.
-Stai scomoda?-
-N..no sto bene.-
-Bene, andiamo allora- mi cinse la vita con un braccio per non lasciarmi cadere e partimmo seguiti dagli altri. Perché non mi aveva lasciato andare con Koga visto che la sera prima aveva detto quelle cose?
-Perché volevi andare con Koga se nemmeno lo conosci?-
Ecco, aveva tirato lui fuori l’argomento.
-Beh, pensavo.. cioè dopo quello che avete detto ieri..-
Lui sorrise.
-Lo sapevo che te l’eri presa. Sei un tipino permaloso, vero Kagome?- gonfiai le guancie nervosa.
-Ascolta, quello che ieri ti ho detto nella mia camera lo penso davvero. Se ieri ho detto quelle cose a Naraku  è perché ho i miei buoni motivi-
-E se non chiedo troppo potei sapere quali sono?-
-Te li spiegherò Kagome, ma non ora. Pensiamo solo a goderci questa giornata adesso- disse avvicinandomi di più a sé.
-Sapete che avete addossato a vostro fratello una responsabilità in più?- chiesi decisa a non far cadere l’argomento. Volevo capirci qualcosa anch’io.
-Cosa vuoi dire?- mi domandò confuso.
-Avete detto a tutti che sono sotto la protezione di vostro fratello. Gli avete addossato un peso inutile. Non credo che sarà tanto felice.-
-Non gli ho addossato nessun peso credimi, Kagome. In primo luogo perché tu te ne starai buona e non creerai casini, e poi perché quello che ho detto è vero.. a Koga piaci sul serio, ti vuole davvero per sé.-
-Allora perché non avete lasciato che andassi con lui?-
Perché è arrivato tardi. Qualcuno prima di lui ti ha già messo gli occhi addosso. E con questo per oggi l’argomento è chiuso- disse con voce dura e spronando il cavallo ad andare più veloce.
 Trascorremmo una giornata piacevole, ci mostrarono buona parte del regno e per far riposare i cavalli ci fermammo un po’ in un enorme prato.
-Questo posto è bellissimo- disse Sango guardandosi in giro.
- Non so quanto sia stato prudente fermarci qui.- sussurrò Miroku.
- Sta tranquillo, Miroku. Non fiuto nessuno strano odore nei paraggi-
- Cosa volete dire, Signor Sesshomaru? Questo posto è pericoloso?-chiese Rin stupendo gli altri demoni per la confidenza con cui si rivolgeva al principe.
-Siamo al limite dei confini del regno. O se vogliamo essere più precisi qui ne siamo fuori. Potremmo essere attaccati da qualche demone o dai ribelli. E voi durante lo scontro sareste d’intralcio- disse rivolgendosi a Rin con tono meno glaciale del solito.
I fratelli lo guardavano stupiti. Io rimasi quasi indifferente alla scena, ero abituata ad assistere ai “miracoli” della piccola Rin.
Poi qualcosa attirò la mia attenzione e scattai in piedi.
-Cosa ti prende, Kagome?- mi domandò Inuyasha.
-Demoni. E sono abbastanza vicini-
-Ha ragione anche questa volta.- convenne Miroku -Li percepisco e sono anche numerosi.-
-È impossibile, io non sento nulla- disse Koga sollevando il naso in cerca della loro scia.
-Li sento. Si sono avvicinati contro vento, in modo che il loro odore non ci arrivasse.- disse invece Sesshomaru.
Dal fitto della foresta si stagliarono le figure di diversi demoni.
-Tsk, queste mezze cartucce dovrebbero darci pensiero?-
-Non sottovalutarli, Inuyasha- lo avvertì Miroku.
-Chi siete?- domandò con tono autoritario Sesshomaru.
-Ma guarda un po’, quattro demoni e cinque umani dell’odore succulento- disse uno dei demoni.
- Non avete sentito cosa vi ha chiesto? Chi siete?- chiese con tono spavaldo Inuyasha.
-Dovreste esserci voi a dirci chi siete, vi trovate nel nostro territorio.-
-Chi siamo non deve interessarvi. Andate via e nessuno si farà male.- dichiarò Inuki.
-Questo dovremmo dirlo noi. Lasciateci gli umani e andate via-
-Mi sono stufato di parlare-asserì Sesshomaru e senza perdere altro tempo si scagliò contro il demone e lo uccise con i soli artigli.
-Kagome, tu e le altre cercatevi un rifugio, ma non allontanatevi da qui- mi disse Inuyasha estraendo dal fodero una spada che tra le sue mani si trasformò in un’arma eccezionale. Rimasi scioccata.
-Va non perdere tempo- mi richiamò. Annuì e mi allontanai un po’ dal luogo dello scontro seguita dalle altre. Erano davvero bravi: Koga era velocissimo, Inuki abbatteva gli avversari con i soli artigli, Miroku li contrastava non solo con i suoi poteri spirituali ma anche con il bastone che ero solita vedergli in mano, Sesshomaru sembrava quasi annoiato mentre trafiggeva un demone dopo l’altro con gli artigli e Inuyasha con quella spada enorme li fronteggiava senza aver nessun problema.
- Se avessimo le nostre armi qui, potremmo combattere anche noi.- bisbigliò Alissa.
Vidi Inuyasha trafiggere un demone, annusare l’aria e voltarsi con sguardo preoccupato verso di noi.
-Kagome, spostatevi immediatamente di li- mi urlò e prima che ebbi modo di capire il perché la terra si sollevò e un enorme demone cercò di schiacciarci con il suo peso. Solo grazie ai nostri riflessi allenati riuscimmo a schivarlo. Facemmo appena in tempo a sollevarci che un altro demone uguale al primo, ci attaccò. La coda del secondo demone stava per colpire me e Rin che eravamo state sbalzate lontano da Sango e Alissa. Senza pensarci creai una barriera per proteggerci e notai che anche Sango e Alissa erano pronte a dar battaglia. Accanto ai corpi senza vita dei demoni che i principi avevano abbattuto c’erano varie armi, le mie amiche raccolsero due spade e si buttarono nella mischia cominciando ad eliminare a loro volta i demoni. Erano in troppi, avevano bisogno di più aiuto possibile. Lanciai una sfera d’energia che purificò il demone all’istante. Mi guardai in giro e notai che uno dei demoni nemici impugnava un arco. Lo raccolsi immediatamente, cercando di toccare il cadavere il meno possibile e con l’aiuto di Rin trovai diverse frecce. Non persi tempo; cominciai a scoccarle eliminando diversi demoni. Seppur con difficoltà alla fine riuscimmo ad eliminarli tutti. Mi accasciai esausta al suolo, contemporaneamente ad Alissa e Sango che mi si erano avvicinate.
-La cosa non vi sembra strana? Tutti quei demoni usciti all’improvviso dalla foresta..- dissi.
-È impossibile che fossero tutti qui solo perché ci trovavamo nel loro territorio. Saranno stati più di 100 e inoltre non trovate strano che ci abbiano attaccato proprio all’esterno dei confini?- osservò Alissa.
-E poi avete notato che erano diversi tipi di demoni? Molti di loro non appartengono neanche a queste zone. Come si trovavano qui?-chiese ancora Sango.
-Qualcuno deve aver organizzato tutto questo.- sentenziò Rin.
- Io al momento mi preoccuperei di altro se fossi in voi- affermò una voce furiosa. alzai lo sguardo e notai Inuyasha che mi stava praticamente fulminando con gli occhi e gli altri quattro che ci guardavano sorpresi e sospettosi.
Mi riscossi, che cosa avevamo fatto? Spinte dalla situazione, ci eravamo buttate nella mischia, avevamo combattuto al loro fianco, e visti i risultati ottenuti non potevamo certo dire che eravamo state spinte dall’adrenalina. Cosa avremmo raccontato ora loro? Trovare una scusa sarebbe stato impossibile. Era chiaro a tutti loro che quella non era la prima volta né che impugnassimo delle armi, né che combattevamo contro dei demoni. Eravamo nei guai, in grossi guai.
-Credo proprio che voi tutte dovreste darci delle spiegazioni. Non è vero, Kagome?-

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Capitolo 7
*** Sei mia.. ***


Il suo tono di voce non prometteva nulla di buono e la nostra posizione non era certo delle più facili. Voleva delle spiegazioni? Era normale!  Ma cosa sarebbe successo dopo?
-Calmati, Inuyasha. Questi non sono né il luogo, né il momento adatto per parlarne.- disse Miroku.
-Voglio delle spiegazioni, Miroku. Hai visto bene quanto me cosa sono capaci di fare tutte loro -
-Miroku ha ragione. Torniamo al castello e lì ci spiegheranno tutto e faremo in modo che non omettano nulla.- si intromise Sesshomaru.
-Che differenza c’è tra qui e il castello? Sembrano avere un po’ troppi segreti.- sibilò Inuki.
-Cambia il fatto che restando qui non sappiamo se rischiamo un nuovo attacco. Al di fuori dei territori del regno siamo più vulnerabili.- osservò Miroku.
- Io voglio delle spiegazioni, e le voglio ora! Chi ci assicura che non siano state loro ad organizzare tutto?- tuonò Inuki.
Scattai, che si era trattato di un’imboscata era chiaro a tutti, ma quel demone era davvero uno sciocco se pensava che le colpevoli di tutto fossimo noi. A causa dei nervi tesi per la battaglia e per la situazione in cui ci trovavamo risposi più bruscamente di quanto avessi voluto.
-Ma cosa dite? Innanzitutto come credete che avremmo potuto radunare tutti quei demoni se siamo sempre chiuse in un castello? E se anche avessimo potuto farlo, come credete che ci avrebbero dato ascolto? E soprattutto la cosa risulta senza senso, siamo state noi di nostra iniziativa a sostenervi in battaglia; in pratica ci siamo smascherate da sole e se la cosa fosse stata precedentemente organizzata da noi di certo non avremmo rischiato la vita.. non mi sembra difficile arrivarci. Io piuttosto cercherei il colpevole tra qualcuno a voi vicino.-
 Inuki si accigliò e si avvicinò a me con fare minaccioso.
-Fossi in te starei attenta a come parli e soprattutto a quello che dici. La tua posizione è già piuttosto precaria al momento, se poi teniamo conto anche del fatto che hai poteri da sacerdotessa, cosa mi impedisce di ucciderti ora?-
Sostenni il suo sguardo senza alcuna esitazione
-Assolutamente niente e nessuno. Fatelo!-
-Calmatevi, tutti e due. Inuki allontanati da lei e tu Kagome fa silenzio.. al momento non sei proprio nella posizione di poter parlare.- disse Inuyasha con tono di chi non ammetteva repliche.
- Il discorso di Kagome in ogni caso mi sembra sensato.- disse Miroku.
-Stai dicendo che uno di noi è un traditore?- chiese stupito Koga.
- Quello che sta dicendo è che qualcuno a voi vicino, qualcuno che sapeva che oggi saremmo usciti e dove probabilmente saremmo andati, ha organizzato tutto questo.- spiegò Sango.
- Il vostro ragionamento è giusto,ma di questo discuteremo quando saremo tornati a palazzo.. e non voglio obbiezioni. Andiamo Rin.-
Non ci mettemmo molto per arrivare al castello. Durante il viaggio di ritorno nessuno aveva spiaccicato parola..la situazione era tesa..
- Allora volete darci delle spiegazioni ora che siamo qui o dobbiamo aspettare domani?-
- Calmati, Inuyasha. Non è in questo modo che riusciremo a scoprire la verità.- lo richiamò Sesshomaru.
- Ah no? E sentiamo quale sarebbe il modo giusto, Sesshomaru?-
- E’ semplice, tu sei l’unico a non esserci ancora arrivato. Basterà separarle, ognuna di loro parlerà con uno di noi. In questo modo non potranno coprirsi l’una con l’altra.-
Avevo sottovalutato il principe ghiacciolo. Non solo era abile nel combattimento, ma era anche intelligente e un ottimo stratega.
La situazione tuttavia per noi tendeva a peggiorare sempre di più.
- Trovo che questa sia un’ottima soluzione. Andiamo a fare quattro chiacchiere, Alissa –annunciò Inuki. Alissa ci lanciò un’occhiata preoccupata e poi lo seguì. Rin e Sesshomaru si allontanarono senza nemmeno scambiarsi una parola, come se avessero raggiunto un muto accordo, e Miroku portò via con sé Sango. Perché il triangolo toccava sempre a me?
Percepivo qualcosa di diverso all’interno del palazzo, ma non riuscì a capire cosa. Mi concentrai meglio, ignorando i due principi, e capì subito che quello che stavo percependo era un potere spirituale. Ed era anche piuttosto forte. Doveva essere l’amante del caro mezzo demone cane. Mi voltai a fissarlo e notai che anche lui era concentrato a fissare me.
- Sembra che la vostra amica sia arrivata- dissi con voce atona.
- Già, ma la cosa non ti riguarda minimamente-
- Di cosa state parlando?- disse Koga annusando l’aria –Ah, capisco, Kikyo è tornata. Bene, in questo caso parlerò io con Kagome, immagino che tu vorrai vederla..- gli disse malizioso.
- Si, ma non preoccuparti a lei ci penso io. Lascia che aspetti nelle mie stanze e quando avrò finito vedremo di capirci qualcosa di più in questa faccenda.-
- No Inuyasha, credevo che avessimo chiarito la situazione. Vai pure da Kikyo, Kagome verrà con me.-
Non mi piaceva per nulla il modo in cui stavano parlando di me, ma ero d’accordo su una cosa: di certo non me ne sarei stata ad aspettare in una camera che il bel principe facesse i suoi comodi. Guardai per un momento il mezzo demone cane e poi mi affrettai a seguire il demone lupo.
Ci avviammo verso i giardini del castello, mi aspettavo che lui mi riempisse di domande e invece mi sorprese.
- Kagome, non aver paura qualsiasi cosa mi dirai non ti accadrà nulla.-
- Non è di me che mi importa ma delle mie amiche, mio signore.-
- Staranno bene. Non le toccheranno. Ma io ho bisogno di capire.-
- Lo comprendo, mio signore.-
- Koga-
- Come?-
- Il mio nome è Koga, puoi chiamarmi così, sono io a darti il permesso-
 Gli sorrisi.
- D’accordo, Koga, del resto non si disubbidisce agli ordini di un principe, vero?-
- Esatto. Come fate a saper combattere, Kagome? Chi ve lo ha insegnato?-
- Abbiamo imparato da sole. Uscivamo spesso di nascosto dal villaggio e ci allenavamo, con il tempo siamo migliorate. Sarebbe inutile negare o mentire, spesso ci siamo imbattuti in demoni e li abbiamo eliminati-
- Avete eliminato anche dei demoni?- mi chiese scioccato.
- S..si, so che questa per un essere umano è una delle centinaia di cose proibite, ma si trattava di demoni che avevano tentato di attaccare noi e il villaggio.-
- Capisco. E cosa ne pensi di quello che è accaduto poco fa?-
-Di sicuro era una cosa premeditata, ma ti posso assicurare che noi non c’entriamo nulla con tutto questo.-
- Lo so, Kagome. Ti credo.- mi disse e io gli sorrisi.
- Ti ringrazio, non solo per questo ma anche perché so che chiunque altro non ci avrebbe risparmiato.-
 Lui si limitò a sorridermi. Sollevai gli occhi al cielo e sospirai, probabilmente ce la saremmo cavata anche quella volta, mi accorsi solo allora che era quasi sera. Il mio stomaco brontolò per la fame, facendo ridacchiare Koga e morire dall’imbarazzo me.
- M..mi dispiace.. che figuraccia!- dissi, portando le mani a coprirmi il volto. Lui scoppiò a ridere ancora più forte.
-Non scusarti, Kagome. Sei uno spasso e poi anche io ho fame. Andiamo a mangiare!-
All’interno del castello fermò una ragazza e le ordinò di portare la cena per due persone nella sua camera. Nella sua camera?? Che intenzioni aveva?
- K..Koga, perché nella tua camera?-
- Perché lì potremo stare tranquilli..Su vieni-
Quella situazione non mi piaceva, noi due da soli nella sua camera.
Mangiai con molta, molta calma cercando di ritardare il più possibile l’imbarazzante situazione che sicuramente si sarebbe venuta a creare dopo. Quando tutte le pietanze erano ormai state consumate, Koga mi si avvicinò e mi fece alzare incatenando i suoi occhi ai miei.
- K..Koga, c’è forse qualcosa che non va?-
- Non proprio, Kagome. Sento chiaramente che sei tesa come una corda di violino. Stai tranquilla, mi piaci ma non ti salterò addosso. È stata una giornata stressante per entrambi e poi non sono mica un maniaco.-
Mi rilassai e mi sentì una sciocca per aver pensato che lui sicuramente dopo cena avrebbe preteso qualcosa.
- Mi sento così sciocca.-
- Non farlo, sappi che se non fossimo reduci da questa giornata le cose sarebbero andate diversamente. Mi piaci Kagome, ti voglio, e in più hai scatenato l’interesse di diverse persone. Si potrebbe quasi dire che vincerà chi riuscirà ad averti per primo.-
Storsi il naso a quelle parole, io non volevo di certo che si scatenasse una gara per decretare chi prima tra tutti mi sarebbe saltato addosso.
- Se non ti dispiace, Koga, io andrei. Sono stanca e devo ancora riportare tutti questi piatti nelle cucine- dissi raccogliendo rapidamente tutto.
- Kagome, aspetta non volevo offenderti, quello che io volevo dire è..-
- Ti prego, Koga, non continuare. Abbiamo trascorso un bel pomeriggio insieme, non roviniamolo adesso.- mi inchinai rapidamente e scappai via.
Mentre camminavo tra i corridoi per raggiungere le cucine i miei pensieri galoppavano. Erano pochissimi giorni che mi trovavo in quel castello e non uno solo era trascorso senza che mi fossi cacciata in qualche guaio o trovata in pericolo. In più questa situazione che si era venuta a creare, questo gioco in cui io ero una specie di “premio” non mi piaceva per nulla e poteva concludersi in un solo modo. L’unica a perdere sarei stata io, sarei diventata il giocattolino settimanale di qualcuno e poi?
Arrivai nelle cucine e come al solito fui accolta dalle occhiate raggelanti delle altre donne che si trovavano lì. Ancora non riuscivo a capire perché ce l’avessero tanto con me. Mi guardai intorno e di Kaede non c’era nemmeno l’ombra. Posai tutti i piatti su uno dei tavoli e mi rivolsi ad una di loro.
- Scusami, per caso in giro hai visto qualcuna delle mie amiche?-
- No, io a differenza tua sono costretta a lavorare, non ho il privilegio di passare tutta la giornata fuori come fai tu..- mi disse con voce acida.
- Ho capito. Grazie lo stesso.-
- E ora non startene lì impalata come una bella statuina. C’è molto da fare e se hai finito di fare la puttana potresti renderti utile anche in altri modi.-
-P..puttana?-
-Già, credi che noi tutte non sappiamo cosa fai? Sanno tutti che la notte scorsa hai dormito nella camera del principe Inuyasha e oggi ti hanno visto tutti mentre eri con l’altro principe. Devo dire che Inuyasha si è stancato molto presto di te, di solito le altre durano almeno una settimana. Evidentemente ha capito che non sei nulla di speciale..- mi disse con voce cattiva.
- Ti stai sbagliando di grosso. Tra me ed entrambi i principi non c’è stato un bel niente.. è questo che vi rende tutte così scontrose con me e le mie amiche?-
A rispondere questa volta fu un’altra ragazza.
Siete tutte delle puttane. Se avete avuto tutta questa attenzione è solo perché eravate il giocattolo nuovo..-
- Vi state sbagliando di grosso. E poi per quanto riguarda il principe Inuyasha non sapete che ha già un’amante? Perché mai dovrebbe preoccuparsi di me?-
- Ti riferisci a Kikyo? Lei è l’unica intoccabile. Inuyasha non permette a nessuno di avvicinarsi a lei. Noi altre invece siamo solo sfizi temporanei.. benvenuta nel gruppo..-
- Non mi importa nulla delle sue abitudini sessuali. Tra me e lui non c’è stato nulla, così come non c’è stato nulla nemmeno con Koga. Siete libere di credermi o no, non mi interessa. Ora ditemi cos’è che devo fare. Stare qui a farmi offendere e giudicare da voi non è di certo una cosa che mi piace.-
-Sta calma, ragazzina. Tu sei l’ultima arrivata e sei quella meno importante tra noi. Vuoi lavorare? Bene, avrai un compito degno di te.. Porta quel cibo nelle prigioni. C’è da dare da mangiare agli avanzi di galera e ai ribelli che sono stati portati qui ieri. Muoviti-
La ignorai completamente. Ribelli? Come avevo fatto a dimenticarmene? La notte precedente ero stata tanto concentrata a cercare di evitare Naraku che mi ero completamente dimenticata che erano stati fatti dei prigionieri. Rivolsi un’occhiataccia alla donna che aveva parlato, presi tutto ciò che dovevo portare e mi avviai verso le prigioni. Scesi le scale che conducevano ai sotterranei, che per fortuna erano illuminate, e mi stupì di non trovare nessuno di guardia. Poggiai tutto ciò che avevo tra le mani per terra e iniziai a sbirciare nelle varie celle, dovevo sapere chi erano i nuovi prigionieri. Mi fermai davanti ad una cella nella quale erano presenti tre uomini, di cui uno che conoscevo bene.
- Kigi..- sussurrai.
L’uomo si girò confuso e strabuzzò gli occhi quando mi riconobbe.
-Kagome, sei tu?-
 Notai subito che era ferito dal modo in cui teneva il braccio. La notte precedente troppo presa dalla situazione mi ero completamente dimenticata di controllare come stessero i prigionieri. Riuscì ad aprire la porta della cella grazie ai miei poteri e entrai cercando di far meno rumore possibile.
- Si, Kigi, sono io-
- Cosa ci fai tu qui?-
- Sapevo perfettamente che restando nel villaggio prima o poi mi sarebbe toccato questo destino, ma sai bene che non potevo fare altrimenti. Qui ci sono anche Sango, Rin e Alissa, per fortuna non ci hanno separate..-
- E’ una vera fortuna Kagome, ma sei un’imprudente. Hai appena usato i tuoi poteri e sai bene cosa accadrebbe se ti scoprissero. In più cosa ci fai in questo luogo? Va subito via, se si accorgono della tua presenza passerai dei guai..-
- Non dire assurdità, non mi accadrà nulla. Piuttosto fammi vedere il tuo braccio devi essere curato, è ridotto male. Sei stato avvelenato
- Lascia perdere il mio braccio Kagome, e va via di qui. Il mio destino è ormai segnato.-
- Non dire assurdità, non permetterò mai che tu muoia- dissi con le lacrime agli occhi. Non sapevo come, ma un modo lo avrei trovato di sicuro per aiutarlo.
- Sei sempre stata una ragazza speciale, Kagome- disse allungandomi il braccio ferito.
- Cosa ti hanno fatto?- chiesi sconvolta alla vista della ferita infetta.
- Usano armi avvelenate. Il veleno non ti uccide subito, ma per noi esseri umani è tossico; ti paralizza e fa un male cane-
Rabbrividì domandandomi come fosse possibile tutta quella violenza. Poggiai delicatamente il palmo della mia mano sul suo braccio ferito e una luce violetta avvolse entrambi, segno che i miei poteri stavano purificando il veleno presente nel suo corpo.
- Ecco fatto! Purtroppo non ho erbe con me per le altre ferite, ma mi sembra che non sia nulla di grave-
- Non preoccuparti Kagome, hai già fatto anche troppo per me..-
- Come hanno fatto a catturarti? E chi sono gli altri due? Mi sembra di non conoscerli..- dissi mentre strappavo un pezzo del mio kimono e cercavo di fasciargli alcune ferite
- Appartengono all’altro gruppo- disse con tono disgustato - e sono stato catturato proprio per salvare uno di loro. Ma adesso basta devi andare via di qui Kagome se ti scoprono rischi la vita..-
- Possibile che io ti trovi sempre in luoghi dove non dovresti essere?- tuonò una voce severa dietro di me. Rabbrividì e Kigi si irrigidì.
- Mio signore- sussurrai solo, incapace di aggiungere altro.
- Allora Kagome cosa ci fai qui?-
Kigi mi si parò avanti per proteggermi e la cosa sembrò non piacere ad Inuyasha che aggrottò le sopracciglia.
- Nulla, ho portato da mangiare ai prigionieri- tentai di accampare come scusa.
- Già, ma non credo che questo comprendesse anche entrare nelle celle e metterti a fare conversazione con uno di loro..-
- Perdonatela, è colpa mia. Sono stato io a chiederle aiuto non punitela per questo-
- Non è affatto vero. Kigi era ferito, il suo braccio era pieno di veleno e la sua ferita infetta, se il veleno si fosse diffuso sarebbe morto-
Kigi spalancò gli occhi, sorpreso, evidentemente, di vedere il modo in cui ribattevo.
- Kagome, fa silenzio. Sai con chi è che stai parlando? Supplica immediatamente il suo perdono e prega affinché te lo conceda-
- So perfettamente chi è, Kigi- dissi senza distogliere lo sguardo da Inuyasha.
- Il suo braccio andava purificato o l’infezione si sarebbe estesa in tutto il corpo-
Si avvicinò un po’ di più a me prima di riprendere a parlare.
- Queste non sono cose che ti riguardano. Le loro condizioni non ti devono minimamente interessare e adesso esci di qui-
- Il principe sa dei tuoi poteri?- chiese Kigi sconvolto a nessuno in particolare.
- Sì, sa perfettamente anche che sono in grado di usarli. Cosa ne sarà di Kigi?- chiesi ignorando il suo ordine.
Lui ringhiò e prese ad avvicinarsi ancora di più, Kigi protettivo mi si parò davanti.
-Spostati se non vuoi che ti uccida all’istante- sibilò minaccioso.
Kigi deglutì, ma non si spostò. Inuyasha,infastidito,  senza alcuna cautela lo spinse di lato, facendolo cadere sul braccio ferito.
- Ma cosa fate? Così gli riaprirete la ferita- dissi preoccupata e cercando di dirigermi verso l’uomo, ma lui mi bloccò, avvicinandomi a sé.
- Ultimamente, Kagome, mi sembra che tu stia approfittando un po’ troppo della mia pazienza. Non devi più venire qui, né intrometterti in cose che non ti riguardano.. e questo è un ordine. Sono stato chiaro?- mi sibilò gelido.
Affrontai il suo sguardo e feci per ribattere, ma il rumore della porta della cella che veniva aperta mi bloccò.
- Mio signore, cosa fate voi in questo squallido posto? Posso esservi utile?- domandò con tono servile la guardia appena giunta.
- Dov’eri? Perché hai lasciato il tuo posto? Siete talmente inefficienti che persino una semplice ragazzina è riuscita a intrufolarsi qui e a parlare con uno dei prigionieri..- ringhiò, indicandomi. La guardia rabbrividì e poi concentrò la sua attenzione su di me.
- Vi chiedo perdono, mio signore. Avevo necessità di allontanarmi un attimo. Riguardo a questa piccola ficcanaso lasciate che ci pensi io, vado subito a prendere la frusta così forse la prossima volta ci penserà bene prima di fare una sciocchezza del genere.-  disse voltandosi.
 Rabbrividì contro il corpo di Inuyasha. Lui se ne accorse e tornò a guardarmi con sguardo severo.
- Sai che è quello che meriti, vero?-
Non esitai a rispondere; se dovevo essere comunque punita potevo togliermi almeno la soddisfazione di dire ciò che pensavo.
- Secondo le vostre leggi, forse. Non mi importa se mi punite, lui doveva essere curato e se mi trovassi domani nella stessa situazione lo farei di nuovo-
- Kagome, dannazione a te, fa silenzio se non vuoi peggiorare la tua situazione- mi rimproverò Kigi.
Lo ignorai completamente, così come Inuyasha che non distolse i suoi occhi dai miei.
- A parole sei brava.. come spieghi però il fatto che stai tremando? Temi la frusta?-
- Non sono certo masochista. Non amo soffire..-
- Oh, credimi ragazzina, quello che hai detto e fatto ti costerà una punizione con i fiocchi- disse la guardia demoniaca, tornata proprio in quel momento stringendo tra le mani una frusta che fece schioccare per terra. Mi irrigidì e quando udì quel suono tremai ancora una volta. A sorpresa Inuyasha mi strinse di più a sé, come a volermi rassicurare.
- Posa quell’arnese. Non lo userai su di lei..-
- Ma, mio signore..-
- Il mio era un ordine e se tu stai discutendo forse quello che dovrebbe essere punito anche per aver lasciato il suo posto sei proprio tu.. quindi taci. Dà da mangiare a tutti e non allontanarti più finché il tuo turno non è terminato- gli ordinò trascinandomi via.
- Questa è l’ultima volta, Kagome. Non voglio più trovarti in una situazione del genere o giuro che la prossima volta non interverrò..-
- Che cosa ne sarà di Kigi?- dissi cambiando totalmente argomento mentre camminavamo tra i corridoi.
- Mi stai prendendo in giro? Hai ascoltato quello che ti ho detto? Non deve interessarti la cosa e poi dimmi come mai ti importa tanto del destino di quell’uomo? Come fai a conoscerlo? E come mai ti sei data tanta pena per aiutarlo?- mi chiese fulminandomi.
 Rimasi un momento allibita, poi risposi.
- Kigi abitava nello stesso villaggio in cui sono cresciuta.. è sempre stato molto gentile con me e le altre.. ci ha aiutato moltissime volte..-
- Quello è il passato, Kagome. Adesso lui è un ribelle! Il suo destino è segnato.. una cosa del genere non si perdona, a nessuno!- mi disse con tono perentorio.
- Vi siete mai chiesto perché quell’uomo sia diventato un ribelle? I demoni hanno sterminato tutta la sua famiglia, hanno ucciso i suoi figli e stuprato sua moglie prima di ammazzarla.. è normale che lui provi rancore verso di loro, no?-
- Fa ben attenzione a quello che dici, Kagome. Io posso anche non darci peso, ma per altri non sarà così. La storia di quell’uomo non è delle più felici, ma in questo mondo sono i demoni a dominare e a nessuno interesserà questa triste storiella. Tutti ti diranno che non importa, perché tanto erano solo esseri umani, e qualsiasi siano le motivazioni che l’hanno spinto, ormai lui è un ribelle il suo destino è già segnato. L’argomento è chiuso-
Mi morsi il labbro per non rispondergli a tono. Cosa poteva saperne lui? Insistere in quel momento era inutile; lui era troppo arrabbiato e avrebbe solo finito con l’impuntarsi di più e io con tutti i sentimenti contrastanti che provavo in quel momento avrei finito per dire qualcosa di troppo. Mi guardai intorno e mi accorsi che eravamo fuori dal castello.
- Ma dove stiamo andando?- gli domandai.
- Tu puzzi! Hai bisogno di un bagno-
 Arrossì all’inverosimile per le sue parole. Non poteva avermi appena detto che puzzavo. Ma che cafone! Io non puzzavo affatto.
- Io non puzzo!-
- Invece sì. Puzzi di lupo, di sangue e di veleno. Credo che tu oggi sia stata a contatto con fin troppe persone. Quindi muoviti e non protestare più..-
- In ogni caso state sbagliando direzione. Il fiume è di la- dissi indicando la direzione opposta a quella da noi presa.
- A quest’ora saranno tutti a fare il bagno al fiume..- mi fece notare.
- Lo so perfettamente. Quello è l’unico posto..-
- Esatto. E dimmi, hai intenzione di fare il bagno con altre decine di persone che ti guardano?- mi chiese accigliato.
- C’è forse un’alternativa? Siete voi che dite che puzzo, non vorrei offendere il vostro naso regale- dissi non resistendo alla tentazione di provocarlo.
- Non farai il bagno con decine di uomini che ti guardano.- mi disse serio.
- È  quello che fanno tutte..-
- Non mi importa. Tu non lo farai..- disse voltandosi. Poi tornò a guardarmi.
- Sei già andata a fare il bagno al fiume?-
- Certo che sì. Per quanto voi dite che io puzzi, sono abituata a fare il bagno tutti i giorni..-
- Tu hai fatto il bagno con tutte quelle altre persone?- disse aggrottando le sopracciglia.
- Certo che no. Sono andata con Sango e le altre quando sapevo di non trovare nessuno. E ditemi, se non andiamo al fiume, dov’è che potrei lavarmi?- chiesi scettica.
- Al lago, nella radura dove ci siamo incontrati. Nessuno conosce quel posto.-
 Lo guardai scioccata.
- Ma è notte. Non conosco bene la strada, finirò per perdermi nel bosco..-
- È per questo che ti accompagnerò io. Adesso smetti di protestare e andiamo- disse riprendendo a camminare.
Lo segui e arrivammo facilmente alla radura. Si voltò a guardarmi.
- Allora, che cosa stai aspettando?-
- Che voi andiate via..- dissi.
- Se ti lasciassi sola qui, con la fortuna che hai, finiresti con l’essere violentata-
- Ma se avete detto che nessuno conosce questo posto..-
- Basta discutere, Kagome-
- Non farò il bagno con voi qui che mi guardate- dissi arrossendo, ma con tono deciso. Lui ghignò e cominciò a spogliarsi.
- Ma che cosa state facendo?-
- Hai finito per imbrattare anche me con tutti questi odori. Ho bisogno di un bagno anche io. Avanti Kagome è buio, sta tranquilla non ti guarderò. Non che ci sia poi molto da guardare, sei ancora una bambina..-
Mi indispettì.
- Meglio così. E poi cosa vi importa? Voi avete già la vostra amante da guardare. Comunque non ho nessuna intenzione nè di fare il bagno con voi qui, né, peggio ancora, insieme a voi..-
- Bene- lo guardai sorpresa. Si arrendeva così facilmente?
- Se non ti spogli da sola lo farò io.- disse sciogliendo il laccio che teneva attaccati i pantaloni. Arrossì e mi voltai. Lui ghignò. Un tonfo mi fece comprendere che non aveva esitato a tuffarsi.Che situazione imbarazzante!
Guardai la strada che portava al castello.. quante possibilità di fuga avevo?
- È inutile scappare, Kagome, ti riprenderei subito. Smetti di fare la bambina. È abbastanza buio, quindi sta tranquilla..e adesso sbrigati altrimenti giuro che ti spoglio io.. e credo che la cosa sarebbe ancor più imbarazzante, non credi?-
Non avevo possibilità di fuga. Mi voltai a guardarlo.  Non avevo possibilità di fuga; la radura era illuminata solo dalla luna e l’ambiente era sufficientemente buio. Non avevo altra scelta.
- Voltatevi- ordinai.
- Agli ordini, principessa- mi rispose piccato.
Mi spogliai rapidamente e con altrettanta velocità mi gettai in acqua.
Il contatto con l’acqua fu un vero toccasana. Tutto lo stress e l’ansia accumulati durante quella giornata scivolarono via.  Troppo rilassata mi accorsi dell’avvicinamento di Inuyasha solo quando me lo ritrovai accanto.
- C’era bisogno di fare tutte quelle storie?-
- Non è che la situazione non sia imbarazzante. Non so voi, ma io non sono abituata a fare il bagno con gli uomini-
Si avvicinò a me ancor di più e rimasi abbagliata da quella visione. La luna lo illuminava, creando giochi di luce sul suo viso che non mi era mai sembrato così bello. I capelli sembravano ancora più chiari sotto quella luce e l’acqua che gli arrivava al petto, lasciava intravedere l’inizio dei suoi muscoli ben definiti. Arrossì e lui ghignò soddisfatto. I suoi occhi, come accadeva troppo spesso, si incatenarono ai miei e la sua voce creò un’ atmosfera magica intorno a noi.
- Io la trovo una situazione molto romantica, invece. Pensaci, la luna, l’acqua.. nessuno che ci disturba..-
- C..cosa volete dire?-
- Lasciati andare Kagome, e goditi il momento- mi disse, avvicinando pericolosamente il suo viso al mio che bruciava dalla vergogna.
 - Sei bellissima e questo momento è perfetto- mi sussurrò sulle labbra, prima di chinarsi ancor di più e baciarmi. Inizialmente mi irrigidì e tentai di respingerlo, ma lui mi strinse ancora di più a sé e riprese a baciarmi con maggiore dolcezza. Mi arresi, le mie labbra erano soggiogate dalle sue e come se fossero dotate di volontà propria si dischiusero accogliendo la sua lingua, che andò subito a cercare la mia. Fui invasa da una serie di emozioni mai provate prima. In quel bacio c’era tutto, dolcezza, passione, voglia, timidezza,possesso.. Mi strinse ancora di più a sé e quando mi accorsi che il bacio si faceva sempre più passionale cominciai a tremare. Inuyasha se ne accorse e si staccò dalle mie labbra, ma continuò a tenermi stretta.
- Perché stai tremando? Non voglio farti del male..-
- L..lo so, so anche dove volete arrivare e so che dopo questa notte non cambierà nulla, io sarò ancora una delle tante. Quindi, vi prego, fate in fretta, in modo che io dopo possa dimenticare tutto..- dissi abbassando lo sguardo e sentendo un dolore sordo al petto.
- Sei una sciocca. Non sarei andato oltre, Kagome. Se avessi solo voluto farti mia, non credi che avrei potuto già farlo? Chi ti ha messo queste idee in testa?- mi chiese sollevandomi il volto.
- Nessuno, è che so perfettamente come funzionano queste cose.-
 - Sei davvero una stupida- disse stringendomi e facendomi poggiare la testa sul suo petto.
Mi sollevò tra le braccia e io arrossì consapevole della mia nudità. Tentai di coprirmi come meglio potevo, ma lui fece finta di non farci caso e avvicinò nuovamente le nostre labbra che si unirono ancora una volta, come se fosse la cosa più normale del mondo. Mi poggiò delicatamente sulla riva e afferrò la parte superiore del suo abito per coprirmi.
- G..grazie- dissi, ancora confusa da quel vortice di emozioni.
Inuyasha mi sorrise e si rivestì rapidamente. Strinsi il suo abito intorno al mio corpo in modo da coprirmi il più possibile e cominciai a cercare il mio kimono.
- Lascia perdere il tuo abito Kagome, era troppo sporco e mal ridotto. Puoi tornare così al castello, sei abbastanza coperta.-
Mica tanto, pensai..ma mi limitai ad annuire.
- Hai freddo?- chiese, sfregandomi le braccia per darmi calore.
Gli sorrisi grata per quel gesto.
- Un po’..-
- Allora torniamo al castello- 
Si voltò e si chinò,per invitarmi a salire sulla sua schiena, in risposta ottenne un mio sguardo dubbioso.
- Avanti, salta su, non essere timorosa, non ti lascerò cadere. Arriveremo più velocemente al castello- annuì e mi sistemai sulla sua schiena, facendo passare, imbarazzata, le mani intorno al suo collo per reggermi.
Quando partì, mi strinsi a lui; saltava così velocemente che quasi mi sembrava di volare. Ci bastò poco per giungere al castello e silenziosamente varcammo la soglia dirigendoci verso le mie stanze. Aprì la porta e mi sorpresi nel trovarla vuota.
- Che fine avranno fatto le altre?- chiesi preoccupata.
- Non preoccuparti, devono essere ancora con i miei fratelli.-
- A quest’ora?- chiesi scettica.
- Beh, tu non sei con me?-
- Se vogliamo essere precisi allora dovrei essere con Koga- dissi senza pensare. Lui si accigliò
- Cosa c’entra Koga adesso? E poi come mai hai tutta questa confidenza con lui?- mi chiese fulminandomi.
- Anzi non rispondermi nemmeno, lui non c’entra nulla con te. Non avete nessun rapporto voi due, è chiaro?-
- Beh, veramente appartengo a lui, o no?-
- No! E il discorso è chiuso..- disse brusco.
- Allora buonanotte..-
- Buonanotte?-
- Sì..Buonanotte!?-
- Aah, quanta confusione crei! Entra Kagome e vestiti alla svelta, verrai a dormire con me-
- Cosa?-
- Avanti Kagome, non protestare per tutto. Non è la prima volta, e poi dopo quello che è accaduto prima..- mi disse con tono malizioso. Arrossì e mi barricai nella camera sussurrando un “faccio subito”.
Mi vestì in fretta e uscendo lo trovai poggiato al muro mentre ridacchiava con una servetta.. la stessa che qualche ora prima mi aveva dato della puttana. Mi accigliai e preferì non indagare sul perché. Lui alzò il viso a guardarmi e mi sorrise.
- Sei pronta?-  mi domandò.
Feci appena in tempo ad annuire, prima che la ragazza parlasse.
- Mio principe, io mi chiedevo se voi desiderereste la mia compagnia questa notte-
 Arrossì. Ma quanto era sfacciata? E poi dava a me della puttana? Strinsi i pugni..
Lui si limitò a sussurrare un “no” atono, come se lei gli avesse offerto del tè e non dell’altro. Mi guardò e con un cenno del capo mi invitò a seguirlo. Mi affrettai, per nulla desiderosa di assistere alla scenata che sicuramente la ragazza mi avrebbe fatto. Se prima o poi mi fossi concessa a lui, avrebbe trattato anche me allo stesso modo? Certo che sì, per lui ero uguale alle atre! Chi mi credevo di essere?
- No, Kagome-
- C..cosa?-
- Ti stai chiedendo se un giorno arriverò a trattare allo stesso modo anche te, non è vero?- mi chiese voltandosi a guardarmi curioso di vedere la mia reazione. Avrei voluto dirgli di no, ma il rossore che mi imporporò le guancie parlava per me..
- So di non essere diversa dalle altre…-
- Ti sbagli. Non accadrà nulla del genere. Ognuna di loro è passata dal mio letto a quello dei miei fratelli senza problema. Il loro unico scopo è quello di cercare di ottenere le nostre attenzioni e un miglioramento della loro posizione..Tu invece non fai altro che pensare al modo per non finirci nel mio letto..- ghignò, facendomi arrossire-
- Mi hanno detto che è un destino che tocca a tutte..-
- Non a te, sei diversa da ognuno di loro e di certo non permetterò che tu passi da un letto all’altro. Cercherò di essere chiaro, Kagome. Sono molto possessivo, quando considero mia una cosa non la divido con nessuno. Quindi non tollererò che altri uomini ti girino intorno.. così come credimi niente e nessuno mi impedirà di punirti se dovessi trovarti con qualcuno in atteggiamenti che non mi piacciono che si tratti di Koga o di chiunque altro..-
Strinsi i pugni.
- Io non sono una cosa-
- No Kagome, ma sei MIA!-
- In verità avete detto a tutti che io appartengo a vostro fratello-
- Niente da fare Kagome, non ci vorrà molto a cambiare le cose. Da questo momento appartieni a me e a nessun altro. Sei sotto la mia protezione. Non voglio più discussioni su questo argomento.- si voltò, ma continuò a parlare - prima di te, solo con Kikyo ho fatto la stessa cosa, questo dovrebbe farti capire che non ti sto trattando come ho fatto con tutte le altre…-
- Ma io non sono la vostra amante- gli dissi indispettita.
Lui si voltò e ghignò
- Non ancora! Non avere fretta Kagome, io non ne ho! Le cose preferisco farle con calma-
Arrossì indispettita da tutta quell’arroganza, ma segretamente compiaciuta dalle sue parole. Certo non mi piaceva pensare che lui avrebbe voluto fare di me una specie di “Amante numero 2”, cosa a cui mi sarei opposta, ma sapere che per lui io ero diversa dalle altre e vederlo così possessivo nei miei confronti mi piaceva da morire.
Aprì la porta della sua camera ed entrammo. Non senza vergogna, ma più sciolta della notte precedente mi infilai nella parte opposta del letto rispetto a lui e dopo avergli augurato la buonanotte gli diedi le spalle. Lui sogghignò nel buio e come aveva fatto la notte precedente mi avvicinò a sè, ma questa volta mi fece voltare e per la terza volta in quella sera fece unire le nostre labbra. Quando si staccò mi fece accoccolare meglio sul suo petto, stringendomi meglio, mi diede un bacio tra i capelli aspirando il mio odore.
- Non mi direte che puzzo ancora..-
- No, ma adoro il tuo odore..è così puro, così dolce- sorrisi a quelle parole.
- Su, è ora di dormire. Buonanotte, Kagome-
- Buonanotte-

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Capitolo 8
*** La sfera dei 4 spiriti.. ***


Comincia a destarmi dal sonno quando sentì delle dita scivolarmi delicatamente tra i capelli.
- Su Sango, lasciami dormire altri 5 minuti- dissi, con la voce ancora impastata dal sonno e raggomitolandomi sotto le coperte.
Una risatina rauca mi fece sorridere in quello stato di dormiveglia in cui mi trovavo. Le carezze non cessarono e quando finalmente lo stato di intontimento causato dal sonno svanì, mi accorsi che le dita lunghe e forti che mi stavano accarezzando i capelli non potevano certo essere quelle piccole e delicate della mia migliore amica. Aprì gli occhi ed esaminando l’ambiente che mi circondava capì immediatamente di essere nella stanza di Inu..ehm del principe. Al diavolo, almeno nella mia testa potevo chiamarlo con il suo nome, no?
La sua voce mi arrivò nitida, svegliandomi del tutto.
- E’ ora di svegliarsi, bell’addormentata-
 Mi voltai, ero ancora tra le sue braccia, e la prima cosa che vidi furono due incredibili occhi d’ambra  che mi mozzarono ancora una volta il fiato. Non credevo che mi ci sarei mai abituata, ma svegliarmi così la mattina, tra le sue braccia, mi piaceva da morire, forse più di quanto fosse lecito. Stropicciai gli occhi per riprendermi e sussurrai un timido..
- Buongiorno..-
- Buongiorno a te..- mi disse, baciandomi la fronte e facendomi arrossire.
- Credo di aver dormito più del dovuto.. il sole è già alto- bisbigliai, tentando di alzarmi a sedere, ma lui me lo impedì tirandomi a sé.
- Che ti importa? C’era forse qualcuno o qualcosa che ti impediva di dormire?-
- Forse il fatto che le altre schiave mi detestano già abbastanza? Senza ovviamente tener conto del fatto che Yura non sarà affatto contenta di sapere che ho poltrito fino a quest’ora..-
- Lo scoprirà molto presto..-
- C..cosa volete dire? - chiesi sospettosa.
- Sta venendo qui..- mi spiegò. mettendosi a sedere e poggiando la schiena alla spalliera del letto.
- Oh no- esclamai disperata.
 Mi sollevai velocemente anche io pronta ad uscire dal letto, ma lui non me lo permise. Con una mossa fulmina mi afferrò dalla vita e mi trascinò tra le sue gambe, facendomi poggiare la schiena contro il suo petto e stringendomi a sé. Arrossì per quella vicinanza improvvisa, ma non feci nulla per staccarmi. Prima che potessi dire qualsiasi cosa, bussarono alla porta eInuyasha diede il permesso per entrare.
Yura, fasciata nel suo più bel kimono, fece la sua comparsa nella stanza, ma il suo sorriso svanì rapidamente quando si accorse della mia presenza; sbiancò mentre io arrossì ancora di più.
- C..che cosa succede qui?- chiese,  rabbiosa.
- Nulla, come puoi ben vedere, Yura. Ci siamo appena svegliati..-
- Cosa ci fa lei qui, Inuyasha? Di solito non permetti a nessuna di passare tutta la notte nel tuo letto, demone o umana che sia..- disse con voce gelida.
Capì allora di non essermi sbagliata, tra la demone ed Inuyasha doveva sicuramente esserci stato qualcosa.. la reazione di Yura, del resto, era stata sicuramente dettata dalla gelosia.
- Lei è diversa.. è mia..-
La demone strinse i pugni e per poco non ringhiò.
- Non apparteneva a Koga? E comunque ho capito.. è un altro dei tuoi sfizi passeggeri..-
- No Yura, ti ho appena detto che è mia, Koga con lei non c’entra nulla. Adesso dimmi, perché sei qui?-
- Ero venuta ad avvisarti che poco fa è giunto un messaggero, tuo padre sarà di ritorno tra pochi giorni. Inoltre Sesshomaru ha richiesto la tua presenza e quella degli altri nella sala da pranzo, ha bisogno di parlarci di una cosa importante..con lui c’è anche l’umana- disse con tono sprezzante.
- Bene, arrivo subito. Yura dà ordine di chiamare anche Kikyo e fa in modo che a tavola la colazione sia servita anche per lei, Kagome e le altre ragazze.. le voglio tutte lì-
- Che cosa? Ma sono umane, Inuyasha. Sono schiave.-
- E’ un ordine, Yura. Adesso puoi andare-
 La demone stizzita si allontanò, chiudendosi la porta alle spalle con rabbia.
- Non credo che sia molto felice della cosa- osservai.
- Non mi importa, credo di sapere cosa Sesshomaru vuole dirci ed è quindi importante che ci siate anche voi..- disse incatenando i nostri sguardi.
- Non mi riferivo solo a quello. Credo che lei non sia felice della situazione in generale, di avermi trovato qui..con voi- dissi incerta.
- E allora? Chi se ne importa? Io faccio quello che voglio..-
Già, lui faceva quello che voleva; ma io, possibilità di scelta ne avevo?
- Coraggio, ora credo sia meglio andare- disse sciogliendo la presa sulla mia vita e spostandomi, come se pesassi meno di una piuma, accanto a sé.
- Ma prima..- lasciò la frase incompiuta e si chinò su di me a cercare le mie labbra.
Come era già successo la sera prima, le nostre bocche si fusero e le nostre lingue si cercarono. Le sensazioni che mi avevano già travolto la sera precedente tornarono ad invadermi. Delicatamente mi stese e si sistemò sopra il mio corpo approfondendo il bacio. Il suo calore e il suo corpo così vicino al mio, il suo profumo, le sue mani ferme sui miei fianchi e le sue labbra, mi fecero perdere il contatto con il mondo, mi arresi totalmente ai suoi baci e cercai la sua lingua con più voracità. Ero completamente persa in quel vortice di sensazioni. Quando lasciò le mie labbra mi sentivo bruciare dall’imbarazzo, ma non ero affatto pentita, appoggiò la sua fronte alla mia senza distogliere i suoi occhi dai miei.
- Direi che come buongiorno non è affatto male, ma se fossi in te cercherei di contenermi per il bacio della buonanotte se non vuoi che io perda il controllo..- mi disse con tono malizioso e canzonatorio insieme.
Si sollevò, e appena il suo corpo si allontanò dal mio sentì immediatamente la mancanza del suo calore. Era possibile diventare dipendente di qualcosa che avevi provato per la prima volta? Mi aiutò ad alzarmi e come se anche lui avvertisse quella mancanza mi strinse a sé, posandomi un bacio tra i capelli.
- Non credete che questa situazione sia un po’..strana?- chiesi incerta.
- E perché mai? Non è comunque questo il momento di parlarne, dobbiamo andare-
 Mi sistemai rapidamente il kimono e lo seguì fino alla sala da pranzo. Quando entrai mi sentì un po’ intimorita, quella stanza era piena di demoni,  per lo più generali dell’esercito del regno tra cui Naraku. Si voltarono tutti a fissarci, inchinandosi dinnanzi a Inuyasha e fissando me con sguardi per nulla amichevoli. Rabbrividì nel percepire tutte quelle aure ostili, ma un sorriso di Inuyasha mi rassicurò almeno in parte. Ignorò tutti i presenti e mi trascinò accanto ad un lungo tavolo. Il posto principale, a capotavola, era vuoto, quello doveva sicuramente essere quello del re, a destra erano seduti Sesshomaru e al suo fianco Rin, seguiti da Miroku e Sango. Di fronte a loro Yura, Naraku, altri demoni e Ayame. Sorrisi quando incrociai gli sguardi delle mie amiche che non vedevo dal giorno prima e sospirai di sollievo notando che stavano entrambe bene.. e Alissa?
- Kagome- esultò Rin, correndomi in contro ed abbracciandomi. Ricambiai il suo abbraccio.
- Ciao piccola, stai bene?-
- Certo che sì. Ti ho già detto che non devi preoccuparti quando sono con il signor Sesshomaru- disse, indicando il demone che se ne stava in piedi accanto al tavolo. Mi inchinai in segno di saluto, lui mi ignorò.
- Buongiorno, Inuyasha, Kagome- ci salutò Miroku.
- Buongiorno a te, Miroku- gli sorrisi e concentrai poi l’attenzione sulla mia migliore amica che mi guardava preoccupata. Che fosse successo qualcosa?
- Va tutto bene, Sango?-  le domandai, lei si limitò ad annuire in risposta.
- Credo sia preoccupata per Alissa, lei ed Inuki non sono ancora arrivati.- disse una voce alle mie spalle. Mi girai e incontrai due simpatici occhi verdi.
 - Buongiorno, Ayame-
- Ragazze, voi siete una vera forza. Ho saputo che sapete combattere, dovete assolutamente concedermi un combattimento- disse euforica. Sorrisi, quella demone era davvero strana, ma molto simpatica.
- Da quando è ammessa anche la presenza degli umani qui? Soprattutto vista la delicatezza dell’argomento di cui dovremo discutere.- esordì con tono beffardo Naraku.
- Non cominciamo, loro sono qui per nostra volontà. E il discorso è chiuso..- chiarì Inuyasha.
- Una cosa del genere è inconcepibile, ma siete voi a dare gli ordini qui- sibilò furioso in risposta il generale.
- Esatto-
Le porte si aprirono ancora una volta interrompendo la discussione e tutti ci voltammo tutti a guardare il nuovo arrivato. Era una donna, un’umana, fasciata in un bellissimo kimono bianco e rosso, i lunghi capelli neri le arrivavano ai fianchi, il corpo voluttuoso e i movimenti sinuosi attirarono gli sguardi di tutti i presenti. Era davvero bella e visto il grande potere spirituale che percepivo quella doveva essere sicuramente.. Kikyo, l’amante di Inuyasha. Sentì una sensazione di vuoto allo stomaco, capì immediatamente perché lui avesse deciso di tenerla per sé, era bella da mozzare il fiato, ma io? Cosa c’entravo con lei?
La nuova arrivata si fermò accanto ad Inuyasha posandogli un leggero bacio sulla guancia, distolsi lo sguardo infastidita.
- Buongiorno a tutti- disse con voce soave.
- Kikyo, ti ho fatto chiamare perché credo che anche tu dovresti sapere quello che sta accadendo.. dobbiamo solo aspettare l’arrivo di Koga e Inuki.- le spiegò Inuyasha.
La donna annuì e si fermò poi a guardare me.
- Tu devi essere Kagome-
Come faceva a sapere di me?
- S..sì-
- Il tuo potere spirituale è molto forte- mi disse atona.
- Non che il tuo sia da meno..- le risposi allo stesso modo.
- Kikyo, loro invece sono Sango e Rin, mentre l’ultima arrivata insieme ad Inuki è Alissa..- disse Inuyasha, guardando il fratello che proprio in quel momento era entrato nella sala in compagnia della mia amica che aveva un’aria a dir poco raggiante.
Pochi istanti dopo arrivò anche Koga che mi rivolse un tiepido sorriso a cui risposi nello stesso modo. Prendemmo tutti posto intorno a tavolo, mi sentivo terribilmente a disagio. Cosa c’entravamo noi in quella situazione? La presenza di Inuyasha da un lato e quella di Sango dall’altro, entrambi seduti al mio fianco, mi consentirono di calmarmi almeno un po’.
Poi Sesshomaru prese parola.
- Bene, adesso che ci siamo tutti presenti, vi spiegherò perché ho richiesto la vostra presenza. Ultimamente il regno ha subito vari attacchi e non solo da parte dei ribelli. Ieri io e i miei fratelli siamo stati attaccati, appena fuori dai confini del regno- disse, facendo scorrere lo sguardo su tutti i presenti che si ammutolirono immediatamente
- .. erano in molti a sapere della nostra uscita e questo implica che tra noi c’è un traditore..-
- Chi vi dice che ad organizzare tutto non siano state le stesse umane che ieri erano con voi e che adesso sono sedute qui?- chiese un demone.
- E’ semplice.. per loro sarebbe stato impossibile organizzare tutto. E in più loro hanno combattuto al nostro fianco..- spiegò Inuki.
- Che cosa? Sono in grado di combattere?-
- Hai sentito bene, sono anche piuttosto abili. Si sono sbarazzate di diversi demoni ieri..-
- Tutto questo è intollerabile: non solo una di loro ha poteri spirituali, ma adesso sappiamo anche che sono in grado di combattere. Quanti demoni avranno eliminato?- urlò Naraku.
- Sicuramente molti. Ma questo al momento non ci interessa.- intervenne Miroku in nostra difesa.
- Una cosa del genere non è accettabile. Andrebbero uccise subito.-
- Fai silenzio Naraku, non siamo qui per parlare di loro. Temo che saremo presto coinvolti in una guerra, la loro presenza ci sarà utile. Quello che dovreste sapere è un’altra cosa. I ribelli ultimamente si stanno facendo più insistenti, sono più abili nel combattimento e meglio organizzati. Io credo che dietro tutto questo ci sia un demone.-
- Che cosa? Un demone? E chi oserebbe mettersi contro il casato di Shion?- chiese un soldato.
- Qualcuno che mira alla sfera dei quattro spiriti-
- Cosa c’entra la sfera?- chiesi ancora prima di rendermene conto.
Tutti si voltarono a guardarmi.
- E tu, umana? Cosa ne sai della sfera dei quattro spiriti? Questa storia risala a tempi antichi in cui tu non eri sicuramente ancora nata..- mi domandò con sguardo feroce lo stesso demone.
Mi ero messa di nuovo nei guai, ma fortunatamente anche questa volta ne uscì illesa.
- Ha poteri da sacerdotessa è normale che sia a conoscenza di queste cose. E poi i vecchi nei villaggi parlano, le leggende vengono tramandate- disse Alissa in mia difesa.
- Credo proprio che bisognerebbe fare visita a questo villaggio. Nascondono una sacerdotessa e donne guerriere e in più sembrano sapere troppo..- suggerì Naraku.
- Di questo ci occuperemo noi.-  Chiarì Inuyasha, fu poi Miroku a prendere parola.
- La sfera dei quattro spiriti risale a tempi antichissimi, ed è un gioiello davvero prezioso. Quando ancora demoni e umani convivevano pacificamente la sfera venne divisa e una parte fu affidata ad una famiglia reale di demoni e l’altra metà ad una famiglia reale di umani. Non si sa cosa realmente sia successo, ma quando i demoni decisero di sottomettere gli esseri umani, cercarono disperatamente la parte mancante della sfera per ricomporla, ma la famiglia reale umana la nascose. Tutte le famiglie di nobili umane sono state sterminate e la loro discendenza estirpata, ma la parte mancante della sfera non è mai stata ritrovata. Per questo si pensa che alcuni discendenti della famiglia reale siano riusciti a sopravvivere e stiano ancora custodendo la sfera..-
- Non si tratta solo di un pensiero, ma di una certezza. Il fatto che molti reali siano sopravvissuti è vero, ne abbiamo la prova vivente qui, a questo tavolo. – si intromise Naraku.
- Non capisco. Cosa volete dire?- chiesi confusa.
- Mia madre era una principessa, discendeva da un importante casato e Miroku è il figlio di una delle sue più care amiche. Anche sua madre apparteneva ad una nobile famiglia. È per questo che io e lui siamo cresciuti insieme e mio padre l’ha poi praticamente adottato..- mi spiegò Inuyasha.
- Scusate, ma di quanti anni fa stiamo parlando? – domandò Sango.
- Mm.. più o meno 100 anni. Decennio più, decennio meno.- chiarì Miroku.
 - Ma è impossibile tutto questo. Loro sono demoni, ma tu, Miroku ,sei un essere umano. Come saresti potuto sopravvivere tutto questo tempo? E poi non dimostri più di 20 anni..-
- Il potere della sfera è immenso, Sango.-
Rimasi scioccata da quello che avevo appena scoperto. Possibile che il potere di quel gioiello fosse così grande?
- In ogni caso come tutti sapete è la nostra famiglia a conservare metà del gioiello. Quello che bisogna fare è scoprire chi è il nostro nemico e impedire che l’altra metà della sfera cada nelle sue mani..- disse Sesshomaru.
- Interroghiamo i ribelli che abbiamo fatto prigionieri, potrebbero sapere qualcosa..- propose un demone.
Mi irrigidì immediatamente.
- Questa è una buona idea. Portateli qui!- ordinò Inuyasha ad una guardia.
I tre prigionieri furono scortati nella sala e Kigi fu l’unico ad inginocchiarsi al cospetto dei principi; gli altri due rimasero in piedi con sguardo di sfida, finché non furono spintonati malamente dalle guardie.
- Alzatevi- ordinò Sesshomaru.
- Non posso crederci, Kigi- squittì Rin scattando in piedi e attirando l’attenzione non solo dell’uomo ma anche di tutti i demoni. Anche Sango e Alissa scattarono in piedi e quest’ultima fece per avvicinarsi all’uomo, ma fu trattenuta da Inuki.
- Conoscete anche un ribelle? Di quante altre prove avremo bisogno prima di condannarle?- ringhiò Naraku.
- Fa attenzione alla accuse che fai. Conoscono quell’uomo poichè prima di diventare un ribelle viveva nel loro stesso villaggio..- lo avvertì Inuyasha-
- E dimmi..- disse il generale rivolto a Kigi - Sapevi che loro sanno combattere?-
- Sì, so che sono abili con le armi..-
- E sai che era tuo dovere ucciderle per questo? Per non parlare del fatto che una di loro ha anche poteri di sacerdotessa..-
- Non avrei mai potuto.. le ho viste crescere-
- Erano altre le persone all’interno del villaggio a sapere quello che erano in grado di fare? Tutti gli abitanti le hanno protette, quel villaggio andrebbe sterminato..-
Kigi non rispose. Per evitare che il demone potesse reagire in qualche modo, lo feci io.
- Sì, ma erano in pochi a saperlo.-
- E nessuno vi ha mai denunciate ai demoni?- chiese sconvolto.
- Sono state avvertite diverse volte e molte volte anche punite dalle stesse persone che loro cercavano di aiutare.- confessò Kigi.
- Punite?- domandò Miroku.
- Esatto, per quanto abbia sempre cercato di evitarlo. Spesso queste ragazze pur di difendere altre persone si sono assunte colpe che non avevano. Ognuna di loro è stata frustata ingiustamente diverse volte. L’unica ad essere stata risparmiata, grazie alle sue amiche, è stata Rin.- disse con voce grave.
- Questo è il minimo..dovevano essere uccise..- sibilò Naraku.
- Frustate? È impossibile io non ho visto alcun segno sulla sua schiena- disse  Inuki, attirando tutti gli sguardi su di sè e Alissa, che arrossì terribilmente.
Quindi loro due.. erano stati insieme? Per quel motivo Alissa aveva quell’espressione raggiante appena arrivata? Oh, dopo avrebbe vuotato il sacco!
- Se non sono rimasti segni, è solo grazie a Kagome e Sango che sono abili con le erbe medicinali.-
- Non è questo che ci interessa al momento.. quello che voglio sapere, umano, è il nome di chi vi comanda.- si intromise con tono gelido Sesshomaru.
- Non saprai mai nulla da noi, sporco demone. La vostra fine è vicina- esclamò uno dei prigionieri. Dopo poco fu trafitto dagli artigli di una delle guardie e si accasciò al suolo esanime.
Sobbalzai a quella scena e Rin strillò scossa.
- E’ questo il destino che spetta agli umani che non capiscono che a dominare sono i demoni.- disse soddisfatto il generale.
Un senso di nausea mi invase, dal cadavere continuava ad uscire sangue e sui volti della maggior parte dei demoni presenti era stampato un sorrisetto. Come potevano essere tanto indifferenti? Prima di perdere il controllo mi alzai e corsi fuori dalla stanza ignorando i richiami di Inuyasha. Non mi sarei mai abituata a quel mondo.

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Capitolo 9
*** Agguato ***


Mi fermai appena fuori la porta, non avevo intenzione di fuggire, ma le immagini che mi avevano invaso la testa nel momento in cui quel demone aveva trafitto l’uomo mi avevano fatto perdere la ragione.
Mi accasciai contro la parete e portai le mani al viso.. si inumidirono immediatamente.. quando avevo cominciato a piangere?
 La porta si aprì e ne uscì un mezzo demone per nulla calmo.
 - Vuoi spiegarmi cosa ti è preso? Combatti i demoni e poi non riesci a sopportare la vista di un umano ucciso?- mi chiese duro.
- Non è quello, non solo..-
- E cosa allora? Basta, Kagome! Probabilmente sono stato troppo indulgente con te! Qui ci sono delle regole da rispettare, non puoi fare come vuoi.. alzarti ed andare via come se nulla fosse..- mi disse severo.
- Smetti di piangere,non sei più una bambina.-
Non so cosa fu, forse la sua voce dura, il suo giudicarmi, quello che avevo appena visto o forse le immagini che continuavano a riempirmi la mente, ma scattai, mi alzai mi avvicinai a lui e lo fronteggiai.
- Io non sono mai stata una bambina, non ne ho avuto il tempo.-
- Questo non è proprio il momento di recuperare il tempo perduto.-
- Certo, deve essere facile parlare per chi è cresciuto in un castello servito e protetto. Cosa ne vuoi sapere? Non hai dovuto certo lottare per sopravvivere, per difendere innocenti.. non hai visto tutti i giorni le crudeltà e i maltrattamenti che ho visto io. Tu non eri costretto a restare sveglio la notte per evitare che uno degli uomini del villaggio o il primo demone di passaggio ti violentasse.. non hai vissuto quello che ho vissuto io..-
- Stanotte devi essere caduta dal letto. Fa attenzione a quello che dici..- mi disse serio stringendo i pugni.
Abbassai il capo. Prendermela con lui non aveva senso e non avrebbe di certo cambiato la situazione. Nel momento in cui quel demone aveva ucciso quell’umano la mia mente era stata travolta da ricordi e immagini che non sapevo ricollegare a nessun momento della mia vita.
- Cosa ti è preso? Perché hai reagito in quel modo?-
- Io.. non lo so. Avete ragione, non è di certo la prima persona che vedo morire, ma non mi era mai successa una cosa simile..-
- Cosa, Kagome? Cosa ti è accaduto?-
- I..io ho visto..- mi interruppi quando vidi gran parte delle persone che prima erano presenti nella sala uscire e fissarmi con sguardo furioso. Inuyasha mi prese per il polso e mi portò via.
- Dove stiamo andando?-
- Dove potremo parlare tranquillamente. Sto ancora aspettando delle risposte da te.- mi fece notare serio.
Mi condusse nella camera che condividevo con le mie amiche e mi spinse dentro richiudendo la porta alle sue spalle.
- Avanti, siediti e spiegami tutto. Fossi in te, troverei una spiegazione convincente.-
- Io li ho visti…-
- Non fai altro che ripeterlo, Kagome. Cosa hai visto?- quasi urlò.
- Quei corpi.-
- Corpi?- mi chiese dubbioso.
- Sì, decine e decine di corpi martoriati.. c’era sangue ovunque, una donna che cercava di parlare e i suoi occhi..- dissi scoppiando di nuovo a piangere e coprendomi gli occhi con le mani, come a cercare di non veder più quelle scene.
Lui si avvicinò e mi scostò le mani dal viso. Immediatamente i nostri sguardi si incrociarono e senza via d’uscita mi persi ancora una volta in tutto quell’oro.
- Calmati.. qualsiasi cosa tu abbia visto, ormai qui sei al sicuro. Non ti era mai capitata una cosa del genere?-
- N..no-
- Cos’è che hai visto esattamente?-
- Corpi, tantissimi cadaveri. C’era sangue ovunque e una donna che parlava.-
- Cosa ti diceva, Kagome?-
- I..io non lo so.. le sue parole erano coperte dal suono di una risata.. chi mai poteva ridere davanti a quella scena? E cosa sono queste immagini? Io non ho mai visto quella donna, né mai vissuto quei momenti.-
- E’ strano. Probabilmente non lo ricordi perché hai cercato di seppellirli, di dimenticare, ma quando hai visto quell’uomo che veniva ucciso sono tornati a galla.-
- Ma perché proprio ora? Non è il primo uomo che vedo morire.- sospirai sconsolata.
- Non lo so, ma cercheremo di capirlo. Se dovessi ricordare altro voglio che tu me lo dica subito. Adesso riposa..- mi disse allontanandosi da me.
Immediatamente sentì la mancanza del calore del suo corpo e mi sentì in colpa per quello che gli avevo detto prima.
- I..io vi voglio chiedere scusa..- gli dissi mentre lui continuava a camminare verso la porta della mia camera. Sentì un vuoto allo stomaco, lui stava andando via e io non sarei riuscita a fermarlo.
- Vi chiedo scusa.. non pensavo davvero quello che ho detto e non avrei di certo dovuto scaricare la mia frustrazione su di voi.- dissi con più convinzione sperando che si fermasse. Lui aprì la porta.
- Di questo parleremo poi. Ora ho da fare,ma questa volta non lascerò correre - mi disse senza nemmeno voltarsi e chiudendo la porta della stanza. Nuove lacrime tornarono a scorrere sul mio viso. Stizzita le asciugai e cercai di darmi un contegno. Perché piangevo ancora? E perché vedere lui che se ne andava mi aveva fatto così male? Ma soprattutto, perché il pensiero che lui fosse arrabbiato con me e che probabilmente in quel momento sarebbe andato a cercare una distrazione mi faceva morire dentro? Possibile che lui fosse diventato per me importante fino a quel punto?
Non potevo negarlo, non ero il tipo che si faceva abbindolare da parole dolci. Cosa mi aveva legato così tanto a lui? Forse i suoi splendidi occhi, che sapevano incantarmi come non mi era mai capitato, o forse la consapevolezza di essere diversa dalle altre per lui, o ancora il fatto che tra le sue braccia io mi sentissi così al sicuro, o la sua dolcezza, il suo modo di baciarmi e abbracciarmi o forse ancora le meravigliose sensazioni che provavo quando mi svegliavo accanto a lui o anche solo quando gli ero accanto? Era tutto questo, o meglio era semplicemente il fatto che lui mi faceva sentire viva, viva davvero! Che stupida, Alissa aveva ragione, alla fine mi ero innamorata di lui.. e nonostante fossi ben consapevole che quel mio sentimento fosse stupido, inutile, che non sarebbe mai stato ricambiato e che mi avrebbe portato solo a soffrire ero felice.. felice di sapere che nonostante tutte le crudeltà che avevo visto fossi ancora capace di amare, felice di sapere che anche lui mi voleva e felice di sapere che almeno per il momento potevo stargli vicino.. per ora questo mi bastava..
Il filo logico dei miei pensieri fu interrotto dalla porta della mia camera che veniva aperta. Era forse tornato? Potevo davvero sperare che mi avesse già perdonata?
La delusione fu enorme quando ad entrare fu una donna umana, una delle tante schiave che sembrava non sopportare nemmeno la mia vista.
- Finalmente ti ho trovata. Devi venire con me..-
- Dove?-
- E’ un ordine del principe. Visto il tuo comportamento, ha ritenuto che forse stare per un po’ nelle prigioni ti farà riflettere. Secondo me è stato anche fin troppo magnanimo.- mi disse crudele.
Mi sentì male.. Inuyasha aveva ragione e sicuramente meritavo anche di essere punita, ma perché non mi aveva parlato? Perché non me lo aveva detto lui stesso? Scoraggiata e mortificata mi limitai a seguirla senza proferire parola.
- Spero che questo sia di ammonimento anche per le tue amiche..-
- Cosa c’entrano loro adesso?-
- Lo vedrai.. o forse dovrei dire che loro lo capiranno..- disse ghignando di fronte alla mia espressione confusa.
Arrivammo alle prigioni e mi stupii quando notai che anche questa volta non c’era nessuno di guardia. La donna mi spinse malamente in una cella lontana dalle altre e richiuse rapidamente la porta.
- Addio..- bisbigliò.
Mi voltai a guardarla, ma lei era già sparita. Cosa voleva dire? Mi ridestai immediatamente quando sentii un’aura demoniaca.
C’era anche un demone in quella cella? Cercai di aguzzare la vista, ma una parte della cella era nell’ombra più totale ed era proprio da lì che sentivo provenire un’aura per nulla amichevole. Mi avvicinai alle sbarre con la speranza che ci fosse qualcuno, ma appena mi voltai sentii un dolore al fianco sinistro. Portai immediatamente le mani alla parte lesa e quando le sentì bagnarsi di sangue, compresi che gli artigli del demone mi avevano causato una ferita non solo superficiale. Mi voltai per fronteggiare il mio avversario e dinnanzi ai miei occhi si stagliò la figura di un demone toro.
Era alto almeno un metro più di me e largo il doppio, lunghe corna sulla testa e mani e piedi che terminavano con lunghi artigli, ma la cosa che mi spaventava di più erano i suoi occhi: rossi, rossi come il sangue. Mentre studiavo la sua figura la mia vista si annebbiò, barcollai e lui rise.
- A quanto vedo il mio veleno comincia già a fare effetto. Speravo di potermi divertire un po’ di più con te! Mi avevano assicurato che avevi grandi poteri spirituali e mi avevano addirittura raccomandato di fare attenzione alle tue doti combattive, ma a me sembri solo una bambinetta sofferente- mi disse prima di scoppiare a ridere.
Veleno? Era quindi quello che mi stava riducendo così..
Era un veleno fortissimo, nonostante il mio potere di purificazione stavo consumando gran parte delle mie energie solo per contrastare il suo effetto.
Com’ ero finita in quella situazione? Possibile che Inuyasha volesse davvero uccidermi in quel modo? Non volevo crederci.
- Visto che non vali niente, ti ucciderò rapidamente. Non mi divertirei per nulla a giocare con te. Addio..-
Era enorme, ma anche molto agile visto che in un momento me lo trovai di fronte pronto a colpirmi ancora una volta, mi scansai velocemente ma i suoi artigli mi ferirono una gamba. Respirai e strinsi i denti, cercando di ignorare il dolore. Ero ferita al fianco e alla gamba, non avevo nessuna possibilità quindi di sfuggirgli evitando i suoi attacchi, non avevo armi e il mio potere spirituale lo stavo completamente usando per evitare al veleno di diffondersi.. se non avessi trovato una buona soluzione e subito sarei morta lì..
Lui tentò di attaccarmi ancora una volta, ma fui più veloce di lui, gli scagliai contro una sfera d’energia che lo allontanò da me; prima di essere respinto riuscì però a spingermi lontano facendomi ricadere malamente. Il dolore era sempre più forte e stavo per perdere i sensi. La mia sfera d’energia lo aveva ferito, ma anche se a fatica lui riuscì ad alzarsi e capì di avere una sola possibilità.. giocare d’astuzia. Mi accasciai per terra senza forze e aspettai che lui si avvicinasse a me..
- Hai lottato, ma ora non hai più forze. Addio..- fu proprio quello il suo errore, mentre lui mi si avvicinava per ferirmi per l’ennesima volta, raccolsi le poche forze che mi restavano e gli scagliai ancora una volta contro una sfera d’energia. Andò a sbattere contro la parete che si trovava nella parte opposta della cella e rotolò malamente a terra privo di forze. Sapevo perfettamente di non averlo ucciso, ma ero sicura che almeno il mio colpo lo avrebbe fatto stare buono per un po’.. sentii il dolore espandersi in tutto il mio corpo e un senso di debolezza e intorpidimento pervadermi, esausta chiusi gli occhi consapevole che quelli potevano essere i miei ultimi minuti di vita. Ripensai a Sango, a Rin e ad Alissa augurandomi che stessero bene e prima di perdere del tutto i sensi inevitabilmente i miei pensieri si concentrarono su due occhi d’ambra.. un sospirò mi uscì dalle labbra.
- Inuyasha..- e poi non vidi né sentii più nulla. Il niente.


Hello people :D
Sono tornata, questo capitolo non è esattamente entusiasmante ma mi serviva per i prossimi.. Volevo ringraziare chi continua a leggere e recensire le mie storie siete un enorme stimolo a continuare :)
Spero quindi che mi direte il vostro parere anche su questo capitolo :D
Alla prossima =D
Baci a tutti.. Vanilla ^^

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Capitolo 10
*** Situazioni...particolari ***


Mi destai quando avvertii dei piccoli passi e un’aura demoniaca non molto potente, ma vicina. Chiunque fosse mi stava osservando e non riuscivo ad attribuire quell’aura a nessuno dei tanti demoni che avevo incontrato, seppur non mi sembrasse del tutto nuova.. restai immobile, in attesa di una mossa del mio osservatore, rilassai i muscoli che sentivo intorpiditi e mi mossi lentamente fingendo si trattasse di un movimento dettato dal sonno. Ero vigile, tuttavia mi sentivo ancora debole segno che i miei poteri spirituali non erano ancora tornati. Quando sentii il respiro del demone farsi più vicino, scattai e mi girai di colpo per non farmi cogliere impreparata da un suo eventuale attacco.
- AAAAH!-
Sobbalzai nell’udire quello strillo e rimasi più che stupita quando l’unica cosa che vidi fu una piccola e tenera coda tremante. Mi sollevai maggiormente per cercare di capirci qualcosa e notai un piccolo rigonfiamento tra le lenzuola e un paio di occhi verdi che mi studiavano curiosi ma anche timorosi. Aveva paura di me?
- Ciao- sussurrai incerta
Il piccolo demone mi guardò incerto e ancora nascosto sotto quell’ammasso di coperte mi sussurrò un debolissimo “ciao”, poi sembrò trovare coraggio e uscì da quel rifugio improvvisato.
- Chi sei?- mi chiese con tono più sicuro.
- Il mio nome è Kagome, molto piacere-
- Io sono Shippo..- mi osservò meglio per qualche secondo.
- Mi ricordo di te..- continuò sorridente
Ah si? Studiai meglio la sua figura, era un cucciolo di demone volpe ed aveva un aspetto così tenero. Due grandi e espressivi occhioni verdi, capelli raccolti in una buffa coda di uno strano marrone tendente quasi al rossiccio, le lunghe orecchie a punta tipiche dei demoni e la cosa in assoluta più tenera del suo aspetto.. una pelosa e soffice coda. La sua aura demoniaca non mi era sconosciuta, ma non riuscivo a ricordare dove potessi aver già incrociato quel cucciolo di demone.. probabilmente perché la mia mente era ancora in subbuglio. Avevo sognato ancora una volta quei corpi martoriati,le urla, il sangue e quella donna che cercava insistentemente di dirmi qualcosa, ma la sua voce veniva sovrastata da quella risata malefica che faceva accapponare la pelle, la cosa più strana erano però i suoi occhi..perchè mi erano così familiari? Eppure ero sicura di non averla mai incontrata. Feci scorrere lo sguardo su tutto lo spazio circostante e riconobbi immediatamente l’ambiente ormai familiare.. mi trovavo nella camera di Inuyasha.
Quel nome mi riportò alla mente altri ricordi. La discussione, la prigione e quell’enorme demone toro che mi aveva quasi uccisa. Che fosse stato tutto un sogno? Portai istintivamente una mano al fianco sinistro dove si sarebbe dovuta trovare la ferita e sussultai per il dolore. Non era stato un sogno, era accaduto davvero.. ma cosa ci facevo allora lì? Perché mi aveva curata? Perché non mi aveva lasciata morire? Non era quella la sua volontà? La dolce voce di Shippo mi riportò alla realtà da cui mi ero allontanata, troppo concentrata sui miei pensieri e i miei mille perché..
- Tu non ti ricordi di me?-
Imbarazzata cercai di ricordare dove l’avessi incontrato e poi finalmente mi tornò alla memoria. Il giorno in cui eravamo state costrette ad abbandonare il villaggio, il giorno in cui eravamo diventate schiave, il cucciolo di demone era in compagnia di Miroku e ricordai anche l’enorme stupore che avevo provato nel vedere un demone e un umano passeggiare tranquillamente insieme..
- Certo che mi ricordo. Il giorno in cui siamo state condotte qui tu eri con Miroku, anzi devo dire che in parte è anche merito tuo se non ci hanno separate-
- Si- disse lui tutto contento e fiero del fatto che io non solo mi fossi ricordata di lui ma che l’avessi addirittura elogiato, sorrisi.. era così tenero..
- Cosa ci fai nella camera di Inuyasha?- mi chiese semplicemente curioso.
- Ehm.. ecco io credo di aver perso i sensi e di essere stata portata qui..- dissi cercando una spiegazione semplice e il più possibile vicino alla realtà.
- Capisco..-
- Cercavi lui?-
- Si, ho fame e mi aveva promesso che questa mattina avrebbe fatto colazione con me, ma quello stupido cane è inaffidabile.. non mantiene mai le sue promesse- disse arrabbiato e io mi ritrovai a ridacchiare.
- Sai che anche io ho fame?-
Lui mi guardò speranzoso.
- Davvero?-
- Già, non sono certo una principessa ma pensi che la mia compagnia ti potrebbe bastare per fare colazione?-
- Sarà anche meglio di quella di quell’antipatico..- mi rispose entusiasta
Scesi dal letto e strinsi i denti quando sentì la ferita al fianco e quella alla gamba tirare, ignorai il dolore e come se fosse una cosa abituale presi il cucciolo di demone in braccio, lui sorrise sistemandosi più comodamente.
Uscì dalla camera e percorsi i corridoi che conducevano alle cucine, mi stupì di tutti gli sguardi che stavamo attirando e di certo non si trattava solo di una mia impressione perché conscio di essere oggetto di tutta quell’attenzione il piccolo Shippo si mosse irrequieto e a disagio tra le mie braccia, si accoccolò meglio come in cerca di protezione. Quando arrivai alle cucine non mi sorpresi di essere accolta da un clima freddo ed ostile, incontrai lo sguardo di tutte le donne presenti e registrai immediatamente l’assenza sia di Kaede che delle mie amiche.
- Oh, ti sei ricordata forse che tra i tuoi doveri c’è anche quello di lavorare?- mi sussurrò gelida una delle donne.
Ignorai la sua provocazione.
- In realtà volevo sapere se era possibile avere del latte e dei biscotti- lei mi guardò sorpresa e poi come tutte le altre presenti scoppiò in una fragorosa risata. Avevo forse raccontato una barzelletta?
- Cara, credi forse che essere l’attuale puttana del principe ti conferisca qualche particolare privilegio rispetto a noi altre? Noi schiave facciamo colazione molto presto la mattina, prima di cominciare a svolgere i nostri doveri. Il fatto che attualmente il principe ti consenta di saltare i tuoi turni di lavoro e di svegliarti quando preferisci non fa di te una nobile, io non mi ci abituerei..questa cosa non durerà per sempre e non appena si sarà stufato di te farai la stessa vitaccia che facciamo noi tutte..-
Ignorai le sue parole cattive, non le avrei dato la soddisfazione di sapere quanto quei giudizi così lontani dalla verità mi ferissero.
- La colazione non è per me, ma per lui- dissi indicando il piccolo demone volpe ancora rannicchiato tra le mie braccia che non aveva osato proferire parola durante lo sproloquio della donna
- Oh, signorino Shippo vi chiedo perdono, non vi avevo visto- disse sbiancando e inchinandosi come il resto delle presenti
- Cosa desiderate mangiare?-
- Quello che ha chiesto Kagome andrà benissimo- disse con voce distaccata. Il piccolino era furbo non si era lasciato ingannare dalle moine della donna. Gli furono serviti immediatamente latte, dolcetti, biscotti e leccornie varie, Shippo contento e affamato cominciò a mangiare senza più badare a noi, mentre la donna tornò a fissare me.
- Sai che il re ha intenzione di adottare e nominare come suo erede anche il signorino Shippo?- mi chiese allusiva, non riuscivo però dove voleva andare a parare mi limitai così a rispondere sincera.
- No, è la prima volta che sento questa storia..-
- Già il padre del signorino Shippo era un amico del re, è venuto a mancare da poco. Strano comunque che tu non ne sapessi nulla, Credevo che solo due principi non ti bastassero e che stessi allora cercando di accaparrartene anche un terzo. Certo è ancora piccolo, ma potresti insegnargli tu tutto, crescerlo insomma..- mi sibilò cattiva.
Strinsi i pugni, quello era davvero troppo. Come poteva anche solo pensare una cosa così schifosa? Shippo era un cucciolo! Se sulle altre insinuazioni avevo lasciato correre, questa non glie l’avrei di certo lasciata passare..
Aprì la bocca pronta  a ribattere, ma l’unica cosa che uscì dalle mie labbra fu un’ esclamazione sorpresa. Due braccia forti mi avevano improvvisamente sollevato da terra e stretto contro un corpo solido. Non mi ero spaventata avevo riconosciuto subito il suo tocco e il suo profumo alzai allora il viso per incontrare due bellissimi occhi ambrati che mi guardavano in un misto di ira e preoccupazione.
- Dannazione Kagome, è mai possibile che io non ti ritrovi mai nello stesso posto dove ti ho lasciato?-
Intorno a noi era calato il silenzio, tutte le schiave presenti erano prostrate al suolo e io mi sentivo non poco a disagio in quella situazione.
- P..potreste rimettermi giù?- gli chiesi, se volevo pensare normalmente dovevo assolutamente evitare qualsiasi contatto con il suo corpo perfetto.
- No! Voi alzatevi..- disse rivolto alle donne presenti nelle cucine e fece scorrere lo sguardo su ognuna di loro
- dov’è Kaede?-
- E’ fuori mio signore, a raccogliere delle erbe per i suoi unguenti..- lui si limitò ad annuire e poi tornò a fissare me
- E tu cosa ci fai qui?-
- Ecco io..- fui interrotta..
- Ha preso il tuo posto, stupido, visto che tu non mantieni mai le tue promesse..-
- Shippo, ringrazia i Kami che io abbia entrambe le braccia occupate, altrimenti ti riempirei di pugni..- ringhiò, il piccolo demone volpe deglutì e tornò a mangiare silenzioso
- e tu..- disse riportando la sua attenzione su di me - dovresti essere a riposare e poi ti sembra questo il modo di andare in giro?- disse indicando le mie gambe nude.
Mi soffermai solo allora a notare il mio abbigliamento, indossavo solo una veste bianca che terminava ben prima del ginocchio, tenuta chiusa da un nastro viola, arrossì terribilmente ero uscita senza minimamente badare a quello che indossavo.
- Ora capisco perché prima tutti ci fissavano nei corridoi..- disse innocentemente e io sarei voluta morire dall’imbarazzo. Un ringhio gli sfuggì dalle labbra, sentì i muscoli delle sue braccia tendersi e vidi la sua mascella contrarsi in modo pericoloso.
- Qualcuno ti ha importunata? Qualcuno ti ha toccata?- disse con voce apparentemente calma. Brutto segno!
- N..no- dissi con voce troppo bassa che non risultò per nulla convincente, lui inarcò un sopracciglio
- Shippo?-
- Dice la verità, nessuno ci ha fermati.-
- Bene. Hai fame?- mi chiese ed io mi limitai ad annuire.
- Preparate la colazione per due persone e portatela nella mia camera..- ordinò a nessuno in particolare, poi con me ancora tra le braccia si voltò ed uscì. Continuò a camminare senza proferire parola e quel silenzio forzato mi stava facendo impazzire.
- Potreste mettermi giù?-
- Ti ho già detto di no-
- P..perchè?-
- Sei ferita, non ti saresti nemmeno dovuta alzare dal letto, e poi vestita in questo modo attireresti troppi sguardi.-
- Non mi ero accorta del mio abbigliamento, non me ne sarei andata in giro così altrimenti..- mi sentì in dovere di precisare e lui mi fissò impassibile
- Mi sono allontanato per un solo minuto e al mio ritorno non ti ho trovata, riesci mai a stare ferma? E Kagome, la prossima volta che lasci la mia camera fossi in te starei bene attenta a quello che indosso, non tollererò più una cosa del genere- mi disse con voce più leggera.
- lo prometto- replicai placida
- Bene..-
Aprì la porta della sua camera e mi poggiò delicatamente sul grande letto.
- Perché devo restare a letto?- chiesi assumendo il tono di una bambina capricciosa
- Perché sei ferita stupida e ho bisogno che tu ti rimetta in fretta..-
- La ferita si è ormai chiusa, ho dormito per quasi 12 ore e i miei poteri stanno tornando questo vuol dire che non ho più veleno in circolo sto bene adesso..- replicai e incontrai il suo sguardo allibito
- 12 ore? Devi aver perso la cognizione del tempo, sei rimasta priva di sensi per quasi quattro giorni. Per ricucire quelle dannate ferite Kaede ha impiegato diverse ore e per purificare il veleno che era rimasto nel tuo corpo Kikyo e Miroku hanno faticato molto..- mi disse serio
- Q..quattro giorni?-
- Esatto, e visto che siamo in argomento vorrei tanto sapere cosa ci sei andata a fare nelle prigioni, scommetto che era per incontrare quel ribelle. Mi hai disubbidito ancora una volta ti avevo ordinato di restare nella stanza che dividi con le tue amiche..- disse duro cercando di controllare la rabbia che aveva distorto i suoi bellissimi lineamenti.
Lo guardai stupita e incredula.
- Mi ci avete mandato voi lì..-
- Ma che diavolo stai dicendo?-
- Quella donna..-
 - Cos’è hai avuto altre visioni?- mi canzonò duro, lo ignorai
- Nessuna visione, principe. La donna che voi avete mandato da me mi ha condotta lì giù.-
- Io non ho mandato nessuna donna da te..- quasi urlò. Lo guardai confusa, di certo non mi stava mentendo, non avrebbe avuto senso. Ma se non era stato lui ad ordinare a quella donna di condurmi nelle prigioni chi era stato? Che ci avessero teso una trappola?
- Potrebbe essere stato uno dei vostri fratelli, o dei vostri sottoposti?-
- Assolutamente no, io sono l’unico ad avere autorità su di te, sono io a prendere tutte le decisioni che ti riguardano. Nessuno avrebbe osato fare una cosa del genere, avrebbe pagato con la vita..- disse con voce dura
- Ci hanno giocato..- dissi seria
- Vorresti spiegare anche a me?- chiese nervoso e io sollevai gli occhi al cielo.
- Poco dopo che voi siete andato via, nella stanza è venuta una donna, un’umana. Mi ha detto di seguirla, che per vostro ordine doveva condurmi nelle prigioni..-
- Che cosa?-
- Non vi sto mentendo.. mi sono stupita però del fatto che tutte le altre celle fossero vuote e in più non c’era nessuno di guardia..-
- E così sei finita in cella con quel demone toro..- mi limitai ad annuire
- qualcuno deve aver organizzato tutto, ma perché prendersela con te?- chiese duro
- Doveva essere un ammonimento, la ragazza che mi ha condotto nelle prigioni l’ha detto chiaramente. Doveva essere di monito per Sango e le altre..-
- Ad organizzare tutto deve essere stato qualcuno all’interno del castello..-
- è scontato.. e non può trattarsi di un essere umano..-
- Davvero? E cosa te lo fa credere? Credi che solo i demoni siano malvagi?- sibilò duro
- No, me lo fa credere il fatto che chiunque abbia organizzato tutto, ha convinto il demone toro a collaborare. Quale demone credete avrebbe dato ascolto ad un essere umano?-
- Il tuo discorso è giusto..ma chi? Appena lo scopro giuro che patirà le pene dell’inferno- ringhiò
- Qualcuno che ha molte conoscenze all’interno del castello, qualcuno che sapeva che in quel momento nelle celle non ci sarebbe stato nessuno, o qualcuno che ha il potere di manovrare le cose a suo piacimento..-
- Qualcuno con un rango alto insomma..-
- Esatto..- mi fissò a lungo fino a quando imbarazzata non distolsi lo sguardo
- Perché mi fissate?-
- Perché hai seguito quella donna?-
- Come?-
- Hai capito. Perché l’hai seguita, Kagome?-
- Mi ha detto che si trattava di un vostro ordine. Non starete sospettando di me..- mi indignai
- No, ma credevo tu fossi più furba. Credi davvero che se avessi deciso di punirti ti avrei rinchiuso in una cella con quel demone? Credi davvero che se avessi preso una decisione del genere, avrei mandato qualcun altro a dirtelo?-
- Eravate arrabbiato, e avreste avuto tutte le ragioni per farlo- dissi chinando il capo
- Sei una stupida, ecco cosa sei! Non ti ho fatto del male né quando ho saputo dei tuoi poteri di sacerdotessa, né quando ho scoperto che eri in grado di combattere e che avevi eliminato diversi demoni.. ti ho difeso in altre 1000 situazioni e non ho permesso che ti facessero del male nemmeno quando ti ho trovato a confabulare con quel ribelle. Credevi davvero che per una cazzata del genere io avrei permesso tutto questo? Che devo fare per dimostrarti che ti voglio al sicuro, protetta e che non ho intenzione di farti alcun male?- mi chiese fissandomi serio
Il mio cuore fece una capriola, non era stato lui.. lui non mi avrebbe mai fatto del male, sentì gli occhi inumidirsi ma ricacciai indietro le lacrime.
- Hai idea della paura che io abbia avuto?-
- Paura?- sussurrai confusa
- Esatto Kagome, paura- mi disse avvicinandosi e fermandosi a qualche centimetro dal mio viso - Sono tornato poco dopo nella tua camera e non ti ho trovata, credendo tu mi avessi disubbidito per l’ennesima volta in preda alla rabbia ho cominciato a girare per tutto il castello per trovarti, fin quando non ho avvertito chiaramente l’odore del tuo sangue. Ho capito immediatamente che non si trattava certo di un taglietto e quando ti ho trovata e ti ho visto per terra inerme in quella pozza di sangue ho avuto paura di non poter far nulla Kagome, paura di essere arrivato troppo tardi per salvarti. Per la prima volta in vita mia ho avuto paura, quando poi hai sussurrato il mio nome, ho temuto il peggio. Se tu fossi morta..- non continuò e strinse i pugni.
Lui aveva avuto paura, per me..paura di perdermi. Come se fosse la cosa più naturale affondai il viso nel suo petto e lui mi strinse a sé.
- Non farmi più degli scherzetti del genere..- mi disse per sdrammatizzare e io sorrisi
- Che ne è stato di quel demone? Non credo di averlo ucciso- lo sentì irrigidirsi e ringhiare
- No, lo avevi ridotto male ma era ancora vivo. Quando sono arrivato stava per ferirti di nuovo e io.. l’ho ridotto ancora più male..- ghignò
- L’avete ucciso?-
- Non ancora, spero di riuscire ad ottenere qualche informazione da lui e dopo si che lo ucciderò e credimi non sarà per nulla una morte piacevole la sua..- sibilò con voce tetra. Rabbrividì e lui mi strinse ancora più forte a se, si staccò poi leggermente e immerse i suoi occhi nei miei.. incapace di resistere oltre lo baciai. Lui mi rispose dapprima con dolcezza, ma il bacio si fece subito più intenso, mi sdraiò gentilmente sul letto e si posizionò su di me, con le mani cominciò frenetico a percorrermi il corpo e fui scossa da vari brividi.. le sue labbra, le sue mani sul mio corpo, il suo calore, il suo profumo..tutto di lui mi stava facendo impazzire. Mi ero persa in un turbinio di fantastiche sensazioni e non volevo più uscirne, lui si allontanò dalle mie labbra e prese a baciarmi il collo, la gola scendendo sempre di più fino alla scollatura dell’abito che indossavo.. si fermò. Incatenò i nostri sguardi, poggiando la sua fronte sulla mia e lentamente sciolse il fiocco che teneva chiuso l’abito, era concentrato sul mio viso forse in cerca di qualche traccia di esitazione, ma non ne avrebbe trovata.. io lo volevo, lo desideravo. Si fermò prima di sciogliere completamente il fiocco..
- Dillo..-
- C..cosa?-
- Il mio nome..-
- M..ma..-
- Avanti Kagome, non ti fai problemi a chiamare per nome Miroku e Koga, perché non potresti farlo con me?- chiese serio. Gli sorrisi.
- Inuyasha..- mi lasciai sfuggire e lui sorrise
- Adoro il mio nome pronunciato dalle tue labbra..- sorrisi e lui fece lo stesso - d’ora in poi niente più mio signore, principe, e cazzate varie.. d’accordo?- mi limitai ad annuire, troppo ansiosa di riprendere quello che avevamo interrotto. Si chinò per baciarmi di nuovo ma dei colpi alla porta ci immobilizzarono. Mi sollevai a sedere immediatamente, cercando di riagganciare il kimono ma quel gesto brusco mi fece mugolare di dolore, lui ringhiò verso la porta.
- chi è?-
- Un umano.. hanno portato la colazione..-
- Ottimo ho fame..- dissi distogliendo lo sguardo imbarazzata. Che mi era preso? Come avevo fatto a lasciarmi andare così? Inuyasha diede il permesso per entrare e un ragazzo, che ero sicura avesse su per giù la mia età, fece la sua comparsa nella stanza con un grande vassoio tra le mani. Entrò e si inchinò.. Inuyasha gli ordinò di lasciare tutto sul tavolo e quando lui sollevò lo sguardo per rispondere lo riconobbi immediatamente
- Hojo..- il suo nome mi sfuggì dalle labbra prima ancora che me ne accorgessi
- K..Kagome sei davvero tu? Sei viva?-
- Tu lo conosci?- mi chiese con un’espressione per nulla felice mentre squadrava il ragazzo che mi stava fissando
- Si, lui è..- tentennai cercando il termine adatto per descrivere il nostro rapporto
- il suo promesso sposo..- continuò per me.



Salve a tutti..
ed ecco qui il nuovo capitolo..Ho inserito alla fine, in un piccolo spazio, dedicato ai pensieri di Inuyasha, ci terrei a sapere il vostro parere! L'idea vi piace o preferite che io continui a scrivere raccontando la storia esclusivamente dal punto di vista di Kagome?? Attendo vostre risposte :D Intanto ringrazio per l'ennesima volta tutti coloro che leggono la storia, chi l'ha inserita tra le preferite, le seguite e le ricordate..Ma soprattutto un grazie grandissimo va a chi continua a recensire i miei capitoli e mi sprona ad andare avanti..Grazie davvero siete un sostegno immenso :) Attendo allora con ansia di conoscere i vostri pareri su questo nuovo capitolo..
P.S. voglio darvi un piccolissimo spoiler..per chi dopo questo capitolo odierà Inuyasha, sappiate che la parte peggiore non è ancora arrivata e la vedremo solo nel prossimo capitolo..
Grazie ancora e alla prossima :) Baci a tutti, Vanilla. 

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Capitolo 11
*** Un segreto pericoloso.. ***


Aveva davvero osato dire ciò che avevo appena udito?? Il mio promesso sposo?? Ma che diavolo gli passava per la testa?
- Che cosa?- sussultai nell’udire il ringhio di Inuyasha
- H..ho detto che sono il suo..- tentò di ripetere ma con voce tremolante, evidentemente anche lui aveva perfettamente notato il tono iroso usato da Inuyasha..
I: - Avanti, stupido umano, ripeti ciò che hai appena detto..-
- Inuyasha, ti prego calmati..- tentai di agguantargli un braccio per fermarlo ma lui mi scansò e senza nemmeno guardarmi mi ordinò brusco di restare in silenzio.
- Ti ho chiesto di ripetere quello hai detto qualche istante fa..- si alzò dal letto e con passo felpato si avvicinò a Hojo che probabilmente senza nemmeno accorgersene era indietreggiato di diversi passi. Quando Inuyasha in tutta la sua maestosità gli si parò dinnanzi lo vidi sbiancare e tremare.. se non fossi intervenuta subito, qualcuno si sarebbe fatto male. E ovviamente quel qualcuno non era Inuyasha..
- Parla..- ringhiò.
- Kagome mi è stata promessa..l..lei e io dovremmo sposarci-
Bene, dopo tutte le menzogne che stava dicendo se non l’avesse ucciso Inuyasha ci avrei pensato io. Scattai in piedi e a passo di carica mi avvicinai a lui..
- Che cosa hai detto?- quasi urlai
- Solo la verità..siamo stati promessi..- disse incrociando il suo sguardo al mio e ritrovando un po’ di voce e coraggio. Sicuramente io non facevo paura quanto il mezzo demone
- Maledizione. Quante altre cose mi nascondi? Possibile che io debba venir sempre scoprire qualcosa su di te??- mi disse iracondo afferrandomi per un braccio. Ignorai completamente Hojo, sollevai il viso per incontrare lo sguardo di Inuyasha, ma per l’ennesima volta rimasi abbagliata dalla sua bellezza. Nonostante i suoi lineamenti perfetti fossero distorti dalla rabbia, era semplicemente stupendo. Quegli occhi che mi avevano stregata avevano assunto un colorito leggermente più scuro e brillavano di ira repressa, le labbra morbide che fino a qualche minuto prima avevano giocato con le mie erano tirate in una linea dritta e seria e da esse solo un canino acuminato faceva capolino, la mascella perfettamente squadrata era tesa fino all’inverosimile.. le mani erano strette a pugno e mi chiesi come fosse possibile che quei lunghi artigli non avessero ancora inciso la sua pelle..quelle mani che poco prima avevano accarezzato dolcemente il mio corpo e se solo Hojo non fosse arrivato... mi sentì pervadere da uno strano calore, iniziai a sentire caldo e sentivo il viso ardere. Di sicuro avevo raggiunto la stessa tonalità dell’abito di Inuyasha..
- Dannazione Kagome vuoi rispondermi?- imprecò con voce dura.
Fu proprio la sua voce a riportarmi alla realtà e a farmi capire che molto probabilmente ero rimasta immobile a fissarlo..arrossì di nuovo. Voleva una risposta da me..ma cosa mi aveva chiesto esattamente? Ero troppo persa nell’ammirarlo per ricordare quello che aveva detto..
- Ehm..a cosa dovrei rispondere?- Mi guardò esterrefatto
- Credo che nella lotta con quel demone toro tu abbia riportato più danni di quanto credessi. Devi aver preso una bella botta in testa..- mi rispose con sarcasmo
- Sono perfettamente cosciente..ero semplicemente..distratta..-
- Mi stai forse prendendo in giro? Conosci questo individuo vero?- mi chiese indicando Hojo, impegnato nel guardare qualcosa in basso..
- Non negare, perché ti ho sentito pronunciare il suo nome.. cosa c’è tra voi Kagome? Voglio sapere cosa mi nascondi..- sibilò nuovamente furioso
- Assolutamente nulla. Hojo viveva nel mio stesso villaggio..- risposi
- Ma Kagome, io..- tentò di dire ma fu bruscamente interrotto
- Taci. Dimmi allora Kagome, perché sostiene di essere il tuo promesso sposo? È la verità?-
- Certo che no.. lui mi ha chiesto diverse volte di sposarlo ma io l’ho sempre rifiutato..- esclamai con rinnovato vigore, adirata poi mi voltai a cercare lo sguardo di Hojo.. Lo trovai nuovamente intento nel guardare qualcosa in basso, curiosa seguì la direzione del suo sguardo e mi sentì morire dall’imbarazzo quando capì che il motivo di tanto interesse erano le mie gambe nude…Non ebbi nemmeno il tempo di sollevare lo sguardo che sentì chiaramente un ringhio cupo e un rumore sordo. Inuyasha aveva afferrato Hojo per il collo sbattendolo contro la parete della camera e tenendolo sollevato da terra di diversi centimetri..
- Vuoi davvero morire, eh? Dovevi ritenerti già fortunato per non essere morto dopo la menzogna che hai detto..-
- Inuyasha..- esclamai avvicinandomi e tentando di convincerlo a metter giù Hojo.
- Vestiti..- mi ordinò con voce cupa. Sapevo perfettamente che replicare e insistere sarebbe stato inutile, e l’unico a farne le spese sarebbe stato Hojo.. mi guardai frettolosamente in giro in cerca di qualcosa che avrei potuto usare per coprirmi e un senso di sollievo mi invase quando notai un chimono rosso poggiato ai piedi del grande letto.. lo afferrai rapidamente, senza nemmeno chiedermi di chi fosse o come fosse finito lì e lo indossai..
- Io..non ho m..mentito. - sentì Hojo gracchiare
- Insisti ancora, eh?-
- Inuyasha, forse se tu lo mettessi giù..potrebbe spiegarci..- ero convinta di dover insistere parecchio prima di riuscire ad ottenere qualche risultato, ma con mia enorme sorpresa Inuyasha allentò la presa sul suo collo e lo lasciò andare indietreggiando di diversi passi..
Hojo cadde malamente e tossì diverse volte annaspando aria, diverse macchie scure, stavano già comparendo sul suo collo, tentai di avvicinarmi per aiutarlo ma una presa salda e uno sguardo ambrato minaccioso mi fermarono.
- Bene, prima che io ti uccida, hai diciamo 10 secondi per spiegarmi la situazione..- esclamò duro
- Non ho mentito, mio signore. Ho un contratto che prova la veridicità delle mie parole..-
- Che cosa? Tutto questo non è possibile.. io non ho mai accettato di sposarti Hojo..- esclamai inviperita
:- Il tuo assenso non era necessario..- mi disse guardandomi di sottecchi. Dove voleva arrivare?
- Davvero? Allora avresti potuto decidere tu anche per me?? -
- Ragazzo.. la mia pazienza sta per esaurirsi del tutto e tu non mi hai ancora spiegato nulla..-
- è vero.. ho chiesto diverse volte la mano di Kagome, ma lei mi ha sempre rifiutato..-
- Perché te ne vai allora in giro dicendo che sei il suo promesso sposo?- sibilò al limite della sopportazione
- Kagome non ha famiglia, altrimenti sarebbero stati loro a scegliere chi lei avrebbe dovuto sposare. Ultimamente Kagome e delle sue amiche stavano causando... diciamo parecchi problemi al villaggio. Diversamente da quello che può sembrare, Kagome è diciamo una ragazza… portentosa!-  sibilò con voce cattiva. Mi sentì invadere dalla rabbia, capì subito dove voleva arrivare. Stava facendo chiaramente riferimento ai miei poteri e al fatto che avessi combattuto diverse volte disobbedendo alle leggi.. ma cosa voleva ottenere così? Un ghigno mi si disegnò sul volto, tutte le sue macchinazioni non avrebbero dato frutti, Inuyasha era al corrente di tutto.. o quasi..
- Cerca di essere più chiaro e diretto. Mi sembra di averti già detto che sto per perdere la pazienza..-
- Non avendo una famiglia, il capo villaggio si è dato da fare per trovare una sistemazione a Kagome e alle sue amiche in modo che non nuocessero più al villaggio, con le loro.. “rappresaglie”.. ho quindi chiesto al capo villaggio di averla in sposa e lui ha accettato, abbiamo firmato anche un contratto, mio signore.. è tutto regolare!- esclamò sicuro delle sue parole
- Io non ho mai dato il mio assenso a tutta questa situazione..- replicai
- Non era necessario, avevo ormai il permesso del capo villaggio che faceva le veci dei tuoi genitori.. stava a lui decidere, e il tuo consenso non era certo indispensabile..- esclamò guardandomi torvo
- Io non ti sposerò.. non ti ho mai voluto..-
- Sarai costretta a farlo. Ho un contratto che non può essere ignorato, e poi se fossi in te ci penserei bene. Del resto ci conosciamo fin da bambini, sai bene che io conosco tutto di te..- mi disse in una velata minaccia
- Non mi importa di tutto quello che dici. Io non ti sposerò..- esclamai in preda alla furia
- Mio signore, non sono forse dalla parte della ragione? Kagome mi spetta in moglie secondo quel contratto, sbaglio forse?- chiese con voce tremolante
- Tsk, si..se è tutto vero quello che dici, Kagome dovrebbe essere tua..-
Un sorrisino vittorioso si dipinse sulle labbra di Hojo e io mi sentì invadere dalla voglia di prenderlo a pugni, ma non appena compresi il significato delle parole di Inuyasha mi sentì morire.. Aveva davvero detto che io appartenevo a Hojo?? Voleva cedermi a lui? Voleva che io sposassi quell’idiota? E tutte le cose che mi aveva detto?? Mi sentì travolgere da una sensazione di gelo, le sue parole mi avevano completamente freddata e svuotata..
- M..ma- cercai di dire qualcosa, ma scoprì di essere incapace di proferire parola, la mia gola era troppo secca e le mie labbra tremavano troppo per riuscire ad emettere una parola sensata..
- Tuttavia a me non interessa di nulla. Non mi importa se hai quel contratto, non mi importa se tu stia mentendo o dicendo la verità. Non avrai mai Kagome..- esclamò sicuro afferrandomi per un fianco e stringendomi a sé. Affondai immediatamente il volto nel suo abito, il suo profumo, il suo calore e quel braccio forte che mi cingeva la vita mi tranquillizzarono immediataemente.. il mio cuore cominciò a battere di nuovo, e quella sensazione di calore e protezione che solo con lui riuscivo a sentire mi invase di nuovo.. Lui non mi aveva abbandonata.. il sollievo che provai fu immenso.. Sentì gli occhi pungermi e il viso inondarsi di lacrime, fermarle fu impossibile..
- Ma io..-
- Fa silenzio. ritieniti fortunato per il fatto che non ti uccido, e sappi che se mi astengo dal farlo è solo perché Kagome è già abbastanza turbata. Quel contratto non vale nulla, qui sei uno schiavo, in questo regno è la mia parola che conta.. la legge la faccio io.. Su di lei non hai alcun diritto, non guardarla, non cercarla.. dimentica di averla conosciuta. Kagome è mia, appartiene a me e a nessun’altro. Sono stato chiaro?-  il suo tono era così duro e la rabbia così percepibile attraverso le sue parole che solo un pazzo avrebbe osato sfidarlo.
 - S..si mio signore!-
- Lo spero per te, ora sparisci di qui e non farti più vedere se ci tieni alla vita. Se scopro che ti sei avvicinato ancora a Kagome te ne farò pentire..- lo minacciò ancora una volta. L’unico rumore che udì fu un frusciare di abiti e una porta che veniva chiusa, quando sollevai il volto Hojo era finalmente sparito. Due dita gentili mi sollevarono il volto e io mi persi in quelle iridi ambrate..
- Perché stai piangendo?-
- perché sono felice..- gli dissi prima di sprofondare di nuovo con la testa nel suo petto..
- Non capisco.. Perché sei felice?-
- T..temevo che tu mi avresti mandato via con lui..- dissi imbarazzata e sentì le sue braccia forti cingermi e stringermi a lui..
- Sei una stupida Kagome, davvero una stupida. Non ti cederò mai a nessuno, sei mia e lo sarai per sempre. Solo mia...- mi disse posandomi un bacio leggero tra i capelli..
Senza perdere tempo sollevai il viso e feci incontrare le nostre labbra, le nostre lingue si incontrarono bramose di gustare ancora una volta il sapore dell’altro e felice di tutte quelle sensazioni mi abbandonai completamente contro il suo corpo.. continuammo così per diversi minuti, fin quando non fui costretta a staccarmi da lui per prendere aria..
- Se non avessi da fare, passerei tutta la giornata in questa camera con te..- mi sibilò malizioso all’orecchio
- C..cos’hai da fare?- gli chiesi imbarazzata, ignorando il suo sguardo e cercando di nascondere il mio rossore.. lo sentì irrigidirsi leggermente e stringermi ancora di più..
- Ho da fare una bella chiacchierata con quel demone toro..- sibilò gelido
- Voglio venire anche io..- dissi staccandomi quel tanto che bastava per guardarlo in volto
- Non se ne parla nemmeno.. è pericoloso..- mi disse con tono di chi non ammette repliche, ma io lo ignorai.
- Voglio venire anche io..forse parlandogli potrei ricordare qualcosa di importante. Inoltre è me che volevano morta..ho il diritto di sapere il perché.-
- Dovresti riposare Kagome, devi stare a letto..-
- Te ne prego Inuyasha. Ti giuro che me ne starò buona e non creerò casini, farò esattamente tutto quello che mi dici di fare..- lo implorai
- E va bene, ma prima mangia. Ho bisogno di parlare con Miroku prima, nel frattempo consuma la colazione che ha portato quell’idiota. Quando hai fatto raggiungici nella sala da pranzo. Non andare da sola nelle prigioni Kagome..- mi ammonì serio
- Va bene..Inuyasha..Sango e le altre stanno bene?- chiesi ricordandomi delle mie amiche che non avevo ancora avuto modo di vedere..la sua reazione mi sorprese, il suo sorriso sparì e ringhiò..
- Se sono ancora vive è solo perché i miei fratelli le hanno messe sotto la loro protezione..-
- C..cosa vuoi dire? Cosa è successo?- chiesi preoccupata
- Assolutamente nulla, se escludiamo il fatto che sopportarle mentre tu eri svenuta era assolutamente impossibile. Ci credi che hanno avuto il coraggio di cacciarmi dalla mia stanza?- guardai la sua espressione infastidita e scoppiai a ridere, si quello era davvero tipico delle mie amiche..
- Tsk, smettila di ridere e sbrigati altrimenti ti lascio qui..- mi disse prima di chiudersi la porta alle spalle..
Le ferite non si erano ancora richiuse del tutto ed erano fastidiose e in più mi sentivo debole, dovevo rimettermi in forze il prima possibile.. e dopo quasi quattro giorni di digiuno divorai rapidamente tutto ciò che avevano portato per la colazione..
Non era solo la fame a spingermi, volevo incontrare il prima possibile quel demone. Solo lui poteva aiutarci a rimettere insieme tutti i tasselli di quella ingarbugliata vicenda..
Uscì dalla camera di Inuyasha, assicurandomi questa volta di essere ben vestita e mi avviai a passo rapido verso il corridoio che conduceva alla sala da pranzo. Qualcuno mi afferrò per il braccio e mi sentì trascinare, aprì la bocca per urlare ma una mano me la tappò..
- Sta calma, voglio solo parlarti- mi sussurrò una voce che riconobbi immediatamente..Hojo..
Mi trascinò in un angolo più appartato del palazzo e quando allentò la presa su di me, lo allontanai con uno strattone..
- Ma che diavolo ti passa per la testa?- gli chiesi al limite della pazienza
- E’ quello che vorrei sapere da te..-
- Che stai dicendo? Si può sapere cosa vuoi da me Hojo? Quasi non ti riconosco più, che fine ha fatto il ragazzo gentile che abitava nel mio stesso villaggio?-
- E’ passato molto tempo da allora. Le persone cambiano Kagome, anche tu sei molto cambiata..- mi disse squadrandomi.. rabbrividì, il suo sguardo non mi piaceva per nulla
- Cosa vorresti dire?-
- Bhè innanzitutto sei cresciuta, sei diventata ancora più bella di quanto ricordassi.. ma non è solo questo, anche tu sei cambiata Kagome..-
- Ti sbagli, sono sempre la stessa persona..-
- Non dire assurdità. Ho sentito le voci che girano nel castello, con me hai sempre fatto la santarellina e adesso sei diventata la puttana del principe..-
- Non hai idea di quello che stai dicendo.. Inuyasha non mi ha mai toccata e in ogni caso non sarebbero affari tuoi..- precisai rabbiosa
- Ti sbagli, Kagome. Tu mi appartieni e io ti avrò, non mi importa se lui ti ha già avuta ti accetterò anche così. Farò di tutto per averti..sei mia!!-
- Smettila! Smettila di dire assurdità, io non ti appartengo! Non sono mai stata tua e mai lo sarò. Stammi lontano Hojo, se Inuyasha dovesse scoprire qualcosa nessuno gli impedirebbe di ucciderti..- lo avvisai
- Oh, lo so bene. Ma se invece sarai tu ad allontanarlo lui non avrà nessun motivo per prendersela con me..- lo guardai allibita
- Sei forse impazzito? Perché mai dovrei fare quello che dici??-
- Altrimenti cara la mia Kagome gli confiderò qualche tuo piccolo segreto..-
- Sei un povero stupido Hojo, Inuyasha ha già scoperto tutto. Sa perfettamente che ho poteri da sacerdotessa e sa anche che ho sterminato diversi demoni. E con questo il discorso è chiuso, stammi lontano Hojo..- dissi tentando di andare via.
- Sei sicuro che lui sappia davvero tutto?- mi pietrificai
- C..cosa vuoi dire?-
- Ah..ah.. cara la mia Kagome a quanto sembra c’è qualcosa che il nostro principe non ha ancora scoperto. Un segreto davvero importante direi..-
- Non so di cosa tu stia parlando Hojo- gli dissi tentando di assumere un tono di voce tranquillo e indifferente.
- Non fare l’ingenua Kagome..è da molto che conosco la verità..-
- Quale verità sentiamo?- non poteva davvero esserne a conoscenza.
- Quella su tuo fratello Sota..-
- Sota? È andato via dal villaggio diversi anni fa, è da allora che non ho più sue notizie. Non riesco davvero a capire di cosa tu stia parlando. Quindi se non ti dispiace Hojo vado via, ho delle cose da fare..- dissi sperando che lasciasse cadere il discorso
- Cara la mia Kagome, ho scoperto tutto.. so che tuo fratello è..-
- Smettila, tu non sai nulla..-
- Tuo fratello è il capo dei ribelli Kagome..- mi sibilò cattivo e io persi un battito. Come faceva a sapere di Sota? Non era possibile..
- Che cosa? Non è possibile..Kagome dimmi che quello che ha detto è una menzogna. Se quello che dice è vero, nulla potrà salvarti..- sbiancai nell’udire quella voce
- T..tu hai sentito tutto?-
 


Hello people :)
Tanto per cominciare vi chiedo perdono per l'immenso ritardo ma purtroppo a causa di problemi con la connessione e degli orari indecenti dell'università non ho davvero potuto..anche se dite la verità siete felici di non aver letto le mie stron... per un pò di tempo xD
Passando al capitolo, abbiamo scoperto un altro segreto di Kagome..ma non è ancora tutto..in più chi credete abbia ascoltato la conversazione tra Kagome e Hojo?? Spero di avervi incuriosito almeno un pò :) Detto questo ci tengo a ringraziare per l'ennesima volta tutti coloro che leggono e recensiscono le mie storie, siete davvero un grande supporto ^_^ Bene spero mi farete sapere cosa ne pensate di questo capitolo :)
Alla prossima =D
Baci Vanilla ^^

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Capitolo 12
*** Non allontanarmi.. ***


- T..tu hai sentito tutto?-
- Non hai risposto alla mia domanda. E’ vero quello che afferma quell’umano?- mi fece notare con tono leggermente più duro.
- Ayame, io, dammi la possibilità di spiegare..-
- Dio, Kagome, non è a me che dovrai dare delle spiegazioni, Inuyasha sarà a dir poco furioso.-
Abbassai lo sguardo, consapevole della veridicità delle sue parole..
- Mi dispiace Kagome, ma non ho alternative. Davvero, io..-
 Sollevai il viso e incontrai gli occhi realmente tristi e delusi di Ayame.. sapevo perfettamente che non aveva scelta, così come io non avevo scampo.
- Non ti riterrei in nessun modo colpevole, Ayame. Fa quello che devi, spero solo riuscirai a perdonarmi..- le risposi.
- Guardia- urlò senza distogliere lo sguardo dal mio e richiamando l’attenzione di una delle guardie lì presenti.
- Signora- le si avvicinò inchinandosi, senza degnare della minima attenzione né Hojo, né me..
- Portami una corda..- disse con voce tetra.
- Subito- rispose prima di scomparire.
- A..a questo punto col vostro permesso io andrei via..- sussurrò il mio compagno di sventura.
Non riuscì a  trattenermi dal riservargli un’occhiataccia, era facile per lui, prima mi metteva nei casini e poi se la svignava. Ma il destino, o meglio Ayame, sembrava avere progetti diversi per lui.
- Fermo! Dove credi di andare? Eri a conoscenza del segreto di Kagome, e questo significa che anche tu c’entri qualcosa in questa faccenda. In più ti ho sentito chiaramente minacciare Kagome, e sono sicura che questo ad Inuyasha non piacerà minimamente.-
 Vidi Hojo rabbrividire e, per quanto fosse lungi dal mio carattere godere delle sventure altrui, mi sentii in parte felice..del resto era solamente colpa sua se adesso ci trovavamo in quella situazione. Forse lui nemmeno se ne rendeva conto, ma non erano solo le nostre vite ad essere in pericolo ma anche quelle di molte altre persone.
La guardia tornò e consegnò la corda ad Ayame che mi guardò per un secondo con occhi incerti, ma poi si avvicinò e mi legò entrambe le mani.
- Sai che non vorrei farlo, vero?-
- Si, Ayame. E tu sai che le corde sono larghissime?- le chiesi stupidamente, notando che la corda non stringeva minimamente il mio polso e che i miei movimenti non erano ostacolati.
- Quelle corde sono inutili e lo sai bene quanto me.. se te ne volessi liberare potresti farlo senza problemi o se..- si bloccò, evidentemente non sapeva in che modo continuare, ma io avevo perfettamente inteso il suo discorso..
- Se Inuyasha volesse uccidermi, non sarebbero certo le mani libere a salvarmi..-
- Già..- disse a disagio voltandosi, ci fece poi cenno di seguirla e ci avviammo verso la sala da pranzo. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, tra pochi minuti il mio destino sarebbe stato deciso..
 
Ayame spalancò la porta e immediatamente l’attenzione di tutti i presenti nella sala fu concentrata su di noi, in particolare notai subito Inuyasha fissare prima le corde che mi “legavano” le mani e poi Hojo.. in un attimo si parò dinnanzi a noi..
- Cosa significa tutto questo, Ayame?- chiese con tono severo.
- Lascerò a Kagome le spiegazioni.. forse l’ ascolterai prima di saltare a conclusioni affrettate..- vidi per un attimo la confusione e la rabbia lampeggiare nelle sue iridi e poi i suoi occhi color ambra si fissarono su di me. Mi si avvicinò e allungò una mano verso le corde per cercare di toglierle, ma io indietreggiai leggermente per ostacolare il suo gesto.
 Alzò un sopracciglio confuso e mi guardò cercando di capire cosa stesse accadendo.
- Tutti questi misteri non mi piacciono per niente. Spiegatemi immediatamente cosa sta succedendo.. perché sei legata? Vieni qui, voglio tagliare le corde..- mi disse addolcendo la voce.
- Credo che prima di farlo, dovresti sapere quello che è accaduto..-
- Spiegamelo allora-
La nota di impazienza presente nella sua voce non sfuggì a nessuno. Guardai Hojo, che se ne stava in silenzio e tremolante al mio fianco, e pensai di complicare un po’ a lui la vita proprio come lui aveva fatto con me.
- Lascerò che sia Hojo, a spiegare tutto.. del resto è proprio da lui che è nata la questione.- dissi con voce irata.
Colui che si autoproclamava il mio “promesso sposo”, quando udì pronunciare il suo nome sobbalzò e quando notò lo sguardo duro di Inuyasha posarsi su di lui sbiancò e cominciò a balbettare.
- Non l’avrai importunata?- ringhiò il mezzo demone.
- Lei..lei K..Kagome..Kagome è..è-
- Dannazione a te, parla. Non riuscirò mai a comprenderti se non fai altro che balbettare come un demente..- lo rimproverò mostrandogli gli artigli in una chiara ed esplicita minaccia.
- Kagome è..lei è..-
- Basta, ho perso la pazienza- si avvicinò ulteriormente a lui e alzò il braccio per colpirlo.
 Nonostante ci trovassimo in quella situazione esclusivamente per colpa sua, mi sentii in dovere di intervenire. Non avrei voluto la morte di Hojo sulla coscienza.
- Aspetta, quello che lui vuole dire è che ha scoperto un mio segreto.-
- Di cosa si tratta?- ringhiò irato.
Abbassai il volto cercando di trovare le parole più adatte, ma ero perfettamente consapevole che non esisteva nessun modo per indorare la pillola..
- Sota, mio fratello..lui è..- le parole mi morirono in gola.
- Chi è, Kagome? Sto perdendo la pazienza!!-
Incrociai per un momento lo sguardo di Sango, Alissa e Rin che si trovavano poco più in là nella sala; tutte e tre erano sbiancate, avendo perfettamente compreso cosa stavo per rivelare.
- Kagomeee- mi ammonì.
Sospirai e poi guardandolo dritto negli occhi presi coraggio e parlai.
- Mio fratello è il capo dei ribelli..-
Guardai la sua bocca spalancata e le emozioni scorrergli sul viso ad una velocità incredibile : incredulità, rabbia, frustrazione, confusione, rabbia, consapevolezza, dubbio, rabbia, diffidenza,scetticismo, rabbia, sfiducia, pentimento..rabbia. Sì, senza dubbio la rabbia era l’emozione predominante, e che più di tutte distorceva e induriva i suoi bei lineamenti..
- Dimmi subito che è uno scherzo. Dimmi subito che si tratta di uno stupidissimo e schifosissimo scherzo.. prima che io faccia qualcosa di irreparabile..- mi sibilò ad un centimetro dal viso, con un tono che non gli avevo mai sentito usare,non con me almeno..
Abbassai lo sguardo, incapace di proferire parola.. il silenzio era caduto nella sala, nessuno osava proferire parola.. erano tutti in attesa della prossima mossa di Inuyasha..
- Dannazione, dannazione! Dannazione!- urlò e io tremai.
- Sapevo che mi stavi nascondendo qualcos’altro, ma questo..questo proprio NO! Sai qual è il destino che ti aspetta vero?- mi chiese sollevandomi il viso e io mi limitai ad un leggero cenno del capo, incapace di fare altro.
- Non riesco davvero a crederci, maledizione a te..- ringhiò ancora.
Mi guardò ancora per qualche secondo, poi quello che più temevo si avverò..si voltò a fissare le mie amiche e poi di nuovo me.
- Anche loro sono implicate in questa storia, vero?- mi chiese duro, osservandomi attentamente per cogliere ogni mia minima reazione.
- No, loro non c’entrano nulla..- dissi tentando di assumere un tono sicuro
- Kagome, non mi mentire. Sto già facendo violenza a me stesso per non ucciderti qui seduta stante, fossi in te non azzarderei oltre..non ci metterei molto a farti fuori- mi sibilò cattivo.
Sentivo le gambe tremare e le lacrime spingere per uscire, ma deglutii e le ricaccia indietro.. se il mio destino era ormai segnato, quello che mi premeva era proteggere le mie amiche, loro dovevano vivere.
- Loro non c’entrano nulla con questa storia..> ribadii con voce ferma e sicura.
- Sta mentendo..- la voce della mia migliore amica mi fece sobbalzare, mentre un ghigno consapevole si dipingeva sul volto del principe.
- Sango..- esclamò Miroku interdetto.
- M..mi dispiace, Miroku. Mi dispiace davvero per averti mentito, per avertelo tenuto nascosto e soprattutto mi dispiace deluderti, ma non posso permettere che Kagome si assuma tutte le responsabilità.-
- Sango..- sussurrai in un tono caritatevole. Doveva tacere, non volevo che anche lei fosse coinvolta in quella faccenda..
- Sta zitta..- mi ordinò brusco Inuyasha - Voglio sentire quello che ha da dire-
 Lo ignorai.
- Sango, ti prego…-
 Avvertii immediatamente un formicolio alla guancia destra. Inuyasha mi aveva schiaffeggiato.
- Ti ho detto di fare silenzio, non voglio più ripeterlo.- abbassai il viso sconvolta e dolorante. Non era stato lo schiaffo a farmi male e ferirmi, ricordavo perfettamente quello di Yura e in confronto quello di Inuyasha era stata una carezza, lui non aveva voluto farmi male, non fisicamente almeno.. era stato il gesto, il significato di quello schiaffo ad avermi ferita..
- Bene, Sango, siamo ansiosi di conoscere anche la tua versione. Perché non vieni qui a raccontarcela?- esclamò con tono beffardo.
Sango abbandonò il suo posto accanto a Miroku, che non la perse un attimo di vista, e mi raggiunse.
- Allora..-
- Sono coinvolta almeno quanto Kagome in questa storia. Kohaku, mio fratello, è il migliore amico di Sota. Sono insieme a capo dei ribelli..- esclamò guardando coraggiosamente Inuyasha dritto negli occhi senza mai abbassare lo sguardo
- Bene, davvero molto bene..- esclamò beffardo. Si voltò nuovamente e questa volta concentrò la sua attenzione su Alissa. Tremai, era determinato ad arrivare fin in fondo alla faccenda, a scoprire tutto.
- Alissa.. e tu cosa ci racconti?- vidi immediatamente il braccio di Inuki stringere quello di Alissa, che si alzò e fronteggiò Inuyasha.
- Non ho fratelli di sangue tra i ribelli- sospirai, almeno Alissa era al sicuro. Ma la mia sicurezza svanì non appena Alissa continuò a parlare..
- Ma considero Sango e Kagome come due sorelle, e così anche Sota e Kohaku. Io, in prima persona ho partecipato ad alcune spedizioni..- esclamò sicura. Abbassai lo sguardo e sentì Sango al mio fianco deglutire, anche lei si era auto condannata
- Che cosa? Non solo avete legami di sangue con loro.. avete anche combattuto insieme a loro?- chiese furioso, sbattendo un pugno sul tavolo e facendo sobbalzare la mia amica.
Inuyasha si voltò ancora più furioso, se possibile, in mia direzione..
- Ovviamente immagino che questo valga anche per te e Sango.. non è vero?- mi limitai ad annuire
- Bene, sono davvero curioso di sapere quante altre cose sul tuo conto scoprirò.-
- Se tu ci dessi la possibilità di spiegare.. le cose non sono come sembrano!- tentai di dire velocemente
- Non osare parlare!- urlò - Non voglio ascoltarti.. sarebbero solo altre menzogne..Alissa vieni a tenere compagnia alle tue amiche-
Vidi la mia amica rivolgere uno sguardo ad Inuki che la stava letteralmente trucidando con gli occhi e raggiungerci.. sorrisi amaramente..insieme fino alla fine no? Tremai al solo pensiero di quello che sarebbe accaduto ora. Ma non era la morte che temevo, sapevo che mancava ancora una persona.. e lei non doveva essere coinvolta..
- Rin.. manchi solo tu..- la vidi tremare e notai Sesshomaru al suo fianco incupirsi..
- Lei non c’entra nulla, con tutto questo.- esplose coraggiosamente Alissa
- Fate silenzio ho detto..-
- Cosa ne sai di tutta questa storia Rin? Sapevi che i capi dei ribelli erano i fratelli delle tue migliori amiche?- chiese beffardo conoscendo perfettamente la risposta
- Si..- rispose coraggiosamente
- Sapevi che le tue amiche prendevano spesso parte alle incursioni dei ribelli?- chiese con tono tetro
- Si..- rispose ancora atona
Prevedendo quello che sarebbe accaduto di li a poco, intervenni.
- Lei lo sapeva, ma non c’entra nulla. Non ha mai partecipato a nessuna spedizione, non è mai venuta con noi..- Inuyasha mi guardò per un momento e poi mi ignorò.. fece per dire altro ma fu interrotto da una voce gelida e regale.. chi non avrebbe riconosciuto la voce di Sesshomaru?
- E’ vero quello che dice, Rin? Non hai mai preso parte alle spedizioni?- chiese guardandola attentamente
Rin sostenne il suo sguardo senza esitazione e rispose con tono sicuro.
- Ho chiesto più volte loro di portarmi, ma hanno sempre rifiutato dicendo che ero ancora troppo giovane e inesperta. Questa è tutta la verità- disse sicura continuando a guardare il demone che si limitò a fare un cenno con la testa.
- Bene, abbiamo scoperto di avere addirittura una volontaria. Rin credo che anche tu possa venire a far compagnia alle tue amiche..- tremai..Rin no, lei era ancora una bambina.. doveva vivere..
- Niente affatto, ha ammesso la sua colpa, ma ha anche chiaramente detto di non aver preso parte alle spedizioni dei ribelli e le sue amiche hanno confermato le sue parole. Di lei mi occupo io, è mia del resto. Credo tu abbia già altro di cui occuparti, fratello- replicò gelidamente.
- Come vuoi, Sesshomaru. E adesso vediamo un po’ cosa dovrei farne di voi?- chiese guardandoci gelidamente - Tanto per cominciare mi direte tutto ciò che sapete..- ordinò serio
- Io avrei un’ottima idea, sul cosa farne di loro..- tremai nell’udire quella voce meschina, chissà perché non ero minimamente curiosa di conoscere i suoi piani.
- Naraku!- si limitò a dire
- Torturiamole pubblicamente, in modo che il messaggio sia chiaro a tutti: non si ammettono errori del genere, nessuno viene perdonato! Lasciamo poi i loro corpi moribondi esposti al di fuori delle mura, i loro fratelli verranno sicuramente a sapere tutto e cercheranno di liberarle e di vendicarsi.. potremmo così cogliere due piccioni con una fava..- sibilò maligno.
Impallidii di fronte al suo piano. Com’era possibile covare tanta cattiveria? La sua malignità aveva forse un limite? Quello era un individuo più losco di quanto pensassi..mi concentrai poi su Inuyasha che non aveva distolto il suo sguardo dal mio..stava forse prendendo in considerazione il piano di Naraku?
 - Non faremo nulla del genere..Nessuno ha richiesto il tuo intervento Naraku..- sibilò gelido, rimarcando la propria superiorità. Vidi Naraku irrigidirsi e tremare dalla rabbia ma poi sorrise e parlò con un tono di voce ironico.
 - Chiedo scusa, volevo solamente rendermi utile..-
 - Non è affatto necessario- rispose senza più degnarlo di uno sguardo e concentrando la sua attenzione su di noi. - Bene, ho deciso, cominciamo col farvi qualche domanda..- io, Sango e Alissa ci guardammo confuse.
 - Chi è a capo dei ribelli?- chiese
Quella era una domanda facile, gli avevamo già detto la verità.
- Sota e Kohaku..- risposi sicura, erano già a conoscenza di quello..
 - Nessun’altro?-
- Ci sono diversi sottoposti come in qualunque esercito, ma a dettare legge sono loro due.- rispose Alissa. Altra domanda facile.
 - Prendevate spesso parte alle loro spedizioni?-
- No, Sota e Kohaku ce lo impedivano la maggior parte delle volte. Non volevano che ci mettessimo nei guai..e in più non potevamo sempre lasciare il villaggio.- anche quella era una domanda a cui si poteva rispondere senza creare danni a nessuno. Un dubbio mi martellava la testa però.. quando sarebbero cominciate le domande difficili?
 - Mm devo direi dei fratelli davvero responsabili..- esclamò sarcastico
 - Ce lo hanno sempre impedito, non volevano coinvolgerci. Ma almeno per quanto mi riguarda, non sono mia stata una persona particolarmente mite e ubbidiente..- mi sentì in dovere di rispondere
- Devo dire che questo l’avevo notato.. ma non so quanto ti gioverà questa cosa..-
- A quanto ammonta il numero dei ribelli?- ecco erano cominciate le domande difficili. Scambiai un’occhiata con le mie amiche ma nessuna sembrava aver intenzione di rispondere e rivelare informazioni così delicate..
- Bene, vedo che il momento della collaborazione è terminato. Vorrà dire che sarò costretto ad utilizzare le maniere forti..- disse guardandosi distrattamente gli artigli, in un chiaro avvertimento. Tremai, fino a che punto si sarebbe spinto per farci parlare? Prese a girare in circolo intorno a noi, rendendomi nervosa e ansiosa
- Kagome..- mi chiamò facendomi sobbalzare - a te la scelta..-
Cosa voleva fare? Cosa dovevo scegliere?
- N..non capisco..-
- Visto che non volete collaborare, ho pensato ad un altro modo per farvi parlare. Siete molto legate, quindi sono sicuro che non ti piacerà vedere le tue amiche torturate e sofferenti. Dimmi preferisci che io cominci da Sango o da Alissa?- Sbiancai, quello era sicuramente un mio punto debole, non avrei mai permesso che facesse del male ad una delle due..
- Avanti, sto aspettando la tua risposta. Se per te è tanto difficile comincio io..- Feci per ribattere ma qualcuno fu più veloce di me..
 - Fermati Inuyasha, anche io voglio scoprire tutto, ma non ti permetterò di farlo a discapito di Sango. È mia, quindi sono io a disporre per lei, non hai il diritto di toccarla..- gli disse sicuro e io sospirai sapendo almeno una delle mie amiche al sicuro.
- Come vuoi, a questo punto il campo di scelta si riduce.- disse fissando Alissa
- Vale la stessa cosa per lei Inuyasha. Per quanto io sia infuriato spetta a me punirla. Perché non sfoghi la tua rabbia su Kagome? Con lei del resto puoi fare quello che vuoi, e sono sicuro che Alissa e Sango vuoterebbero il sacco pur di non vederla sofferente..- lo provocò.
Tremai al solo pensiero, ma meglio io che loro.
- Troveremo un altro modo..- sibilò guardandomi
 - Lo immaginavo. E credo di avere già qualche idea!- si voltò poi a fissare alcune guardie presenti nella sala.
- Nelle celle ci sono dei ribelli che sono stati fatti prigionieri alcuni giorni fa. Portateli subito qui..- le guardie si inchinarono e sparirono poi diretti verso le celle. Voleva usare Kigi per farci parlare..
- Ascoltami ti prego, le cose non sono come sembrano. Se tu mi ascoltassi..- se solo mi avesse ascoltato, avrebbe subito capito che le cose non erano come sembravano. Avrei potuto evitare che altri si facessero male..ma lui sembrava determinato a non darmi la possibilità di spiegarmi..
- Hai intenzione di rispondere alle mie domande Kagome? Immagino di no, quindi se non è così.. taci- esclamò duro
Le guardie tornarono poco dopo trascinando Kigi e l’altro uomo che era stato fatto prigioniero di cui non conoscevo nemmeno il nome.. Vennero gettati malamente a terra..entrambi sibilarono di dolore a causa delle ferite presenti sul loro corpo e del rude trattamento ricevuto, provocando l’ilarità di alcuni demoni presenti nella stanza..
- Kigi..- Alissa si lasciò sfuggire il nome dell’uomo dalle labbra che subito concentrò la propria attenzione su di noi, e sbiancò intuendo quello che poteva essere accaduto..
- Credo, umano, che tu abbia già capito cosa è accaduto visto il pallore del tuo volto..-
 - Le ucciderete?- chiese con tono preoccupato
- Il loro destino non è affar che ti riguarda..Per il momento sono ancora sane e salve..ma non sembrano disposte a collaborare..- fece una pausa ad effetto - ..abbiamo così pensato di usare voi due come incentivo..-
- Vi dirò io quello che volete sapere.. ma vi prego risparmiate loro..-
- Sta zitto, la loro vita non vale quanto il segreto che custodiamo..- esordì l’altro prigioniero che fino a quel momento era stato in silenzio. Ad un cenno di Inuyasha un colpo di frusta colpì la schiena  di quest’ultimo facendo gemere lui di dolore e sussultare noi..
- Per voi non ci sono più segreti, ormai ci manca ben poco per scoprire tutto..-
- Bene Kagome, riproviamo.. su quanti uomini possono contare i ribelli?- Non ebbi nemmeno il tempo di pensare che un colpo di frusta andò a colpire anche la schiena di Kigi che urlò dal dolore facendomi congelare il sangue nelle vene..Nuovamente udì il brusio delle fruste che calavano e le carni che venivano lacerate..non potevo resistere..
- 150-200. Non c’è un numero preciso, alcuni vanno e vengono. Bisogna poi tener conto del fatto che durante gli assalti alcuni rimangono uccisi, altri vengono catturati..- parlai velocemente e Inuyasha ordinò alla guardia che stava di nuovo per calare la frusta di fermarsi.
- Bene, cos’è che vogliono esattamente? Per quale pretesto combattete?- quella domanda mi agghiacciò, rivelargli quello..non potevo..
Mi osservò per qualche secondo poi diede ordine alla guardia di ricominciare la tortura, chiusi gli occhi tentando di rimettere ordine tra i miei pensieri e trovare una soluzione
- Ti prego fermati..- lo supplicai
- Mi dirai ciò che voglio sapere?-
- prendi me al loro posto..- un altro urlo di dolore mi fece tremare
- Non hai risposto alla mia domanda..-
- Quello che vogliono è l’abolizione della schiavitù per gli umani. Ricomporre la sfera e distruggerla, perché è da lì che tutti i mali hanno avuto inizio. Quello che vogliono è solo la pace..- urlò Sango esasperata
Inuyasha ordinò di nuovo alla guardia di sospendere la sua tortura.
- Davvero credono di riuscire ad ottenere questo? Che illusi! L’ultima domanda..forse la più importante..- ghignò e io rabbrividì
- Dove si trova la base dei ribelli? Dove si nascondono? Vi conviene parlare o lo uccido direttamente..- disse avvicinandosi a Kigi.. tremai non volevo che lui morisse, assolutamente ma se gli avessi detto dove si nascondevano, avrei avuto sulla coscienza la vita di centinaia di persone..tremai
- Non dirglielo, non importa Kagome. Il mio destino è già segnato..- esclamò con voce flebile l’uomo
- Kigi..- biascicai, mentre le lacrime mi inondavano il viso.
- Se la metti così, ribaltiamo la situazione.- In un momento mi sentì afferrare per la vita e degli artigli affilati mi accarezzarono minacciosi la gola.
- O parli e ci dici dove è situato il vostro nascondiglio o sarà lei a rimetterci la vita- lo minacciò
- Inuki..- esclamò furioso, ma un’occhiata del fratello bastò a calmarlo.
- Nelle vicinanze del nostro vecchio villaggio..- tutti fummo stupiti di sentire la voce di Alissa
- Alissa ma cosa..-
- Se vi succedesse qualcosa, a nessuno importerebbe di sopravvivere. Ognuno di noi darebbe la vita per voi..- esclamò guardandomi
- Benissimo, questo è tutto quello che volevo sapere.- fece poi un gesto al fratello che mi lasciò andare..
- Riportateli nelle prigioni..- ordinò alla guardia, indicando Kigi e l’altro uomo
- Le loro ferite..- tentai di parlare
- Non è una cosa che ti riguarda..- mi ammonì
- Brutta sgualdrina. Se siamo ridotti così è solo perché voi vi siete fatte scoprire. Sai cosa succederà adesso? Per colpa..- non terminò mai la frase perché qualcuno gli aveva reciso la testa, che rotolò lontana dal corpo, creando un lago di sangue. Cominciai a tremare convulsamente, e le gambe mi cedettero quando vidi Inuyasha con gli artigli ancora sporchi di sangue allontanarsi indifferentemente dal cadavere dell’uomo..
- Pensiamo a voi ora..- disse avvicinandosi - che cosa dovrei fare ora?- ero talmente scioccata da tutto ciò che era accaduto che non ebbi nemmeno la forza di incontrare il suo sguardo, catturò il mio mento e spingendo lievemente mi costrinse ad alzare il viso..sospirò e poi si allontanò da noi..
- portatele nella loro stanza, legatele a letto, mettete tutto l’esercito fuori dalla loro porta fate come meglio credete, ma fate il modo che non lascino quella camera finchè non avrò deciso cosa farne di loro..- ordinò a delle guardie che si inchinarono e ci trascinarono fuori dalla sala.
Ci condussero nella camera che condividevamo e presero alla lettera gli ordini di Inuyasha legandoci al letto, senza poi degnarci di una sola occhiata andarono via..
- Maledizione queste corde sono strettissime, mi stanno lacerando i polsi..- esclamò infastidita
- Hai ragione- dissi tentando di trovare una posizione che facesse pulsare il meno possibile la ferita al fianco..
- Almeno siamo ancora vive..- sottolineò Alissa cercando di riportare un po’ di buon umore
- Mi dispiace ragazze, è tutta colpa mia- dissi abbassando lo sguardo sconfitta - se solo Hojo, non avesse ficcato il naso in faccende che non lo riguardano..- esclamai nervosa
- A proposito di Hojo.. ma che fine avrà fatto?-
- Non ne ho la più pallida idea, ero troppo concentrata su altro..-
- Non l’ho più visto nella sala, nemmeno ora che ci hanno portato qui. Quel codardo deve essersela svignata..-
- Mi sembra molto difficile che ci sia riuscito così facilmente..- disse pensierosa
- Tutti erano troppo curiosi di conoscere il modo in cui saremmo morte per prestare attenzione a lui..- sibilò scocciata
- Già, ma siamo ancora vive..- tentai di rincuorarle
- Bisognerà vedere per quanto..-
- Sta tranquilla, Inuki non ti farà del male.. non hai visto come ti ha difesa?- chiesi sicura della mia teoria
- Certo, ha impedito al fratello di uccidermi perché vorrà farlo lui con le sue stesse mani..- sibilò acida
- Piuttosto.. mi è giunta voce che tu e Inuki ultimamente ve la siate spassando alla grande..- la vidi arrossire e boccheggiare in cerca d’aria.. non sghignazzare della sua espressione fu impossibile..
- K..Kagome insomma ma in un momento del genere a cosa vai a pensare?- disse tentando di cambiare immediatamente discorso..
- Su Ali, Kagome ha ragione. Siamo bloccate qui raccontaci cosa è successo, almeno potremmo distrarci un po’- ghignò maliziosa
- Siete proprio due stronze. Ma del resto è vero.. questa potrebbe essere l’ultima volta che ci parliamo, quindi non voglio avere segreti con voi..- esordì drammatica - il giorno che Inuki ha scoperto che sapevamo combattere era a dir poco furioso, mi ha trascinato nella sua camera per avere spiegazioni urlandomi contro che aveva perfettamente intuito sin dalla prima volta che mi aveva visto che io gli avrei solo causato guai.. insomma stanca di sentire i suoi insulti ho cominciato a sbraitare anche io.. e non so come mentre stavamo litigando selvaggiamente ci siamo ritrovati avvinghiati a baciarci sul letto..non riuscivo davvero a capire cosa mi stesse succedendo ma io sentivo di volerlo..lo desideravo e così senza quasi rendermene conto ci sono finita a letto insieme. È stato bellissimo, e lui è stato molto dolce ma quando alla fine mi sono resa conto di cosa fosse realmente successo mi sono sentita male e sono scoppiata a piangere. Sapete perfettamente come la penso su queste cose.. ho sempre pensato che l’unico che avrebbe posseduto il mio corpo sarebbe stato la persona di cui mi sarei innamorata e invece avevo sciupato la mia prima volta con qualcuno che il giorno dopo si sarebbe completamente dimenticato anche il mio nome..tutto era stato dettato dalla passione e non dall’amore..-
- Ma Inuki ti ha messo sotto la sua protezione.. quello che dici è impossibile non ti avrebbe dichiarata sua se per lui si fosse trattata di una cosa senza senso..-
- E infatti mi ha sorpreso, mi ha tenuta stretta tutta la notte senza forzarmi a parlare. Il giorno successivo ha passato tutta la mattinata con me ed è stato dolcissimo, e la notte quando mi ha mandata a chiamare mi sono sentita morire. Avevamo appena saputo quello che ti era capitato Kagome e non avevo nessuna voglia di ruzzolarmi nel letto di qualcuno che mi considerava un passatempo, ma lui invece quella notte mi ha tenuta tra le braccia senza nemmeno provare a toccarmi.. quando al mio risveglio gli ho chiesto il motivo del suo comportamento, mi ha semplicemente detto che non era mai stato con una come me, con qualcuno che lo fronteggiasse senza timore. Mi ha stupita ancora di più quando ha detto che aveva perfettamente compreso i miei timori, ma che erano infondati perché per lui ero qualcosa di diverso.. e così eccoci qui.. ma dopo quello che ha scoperto oggi non credo che sarà più la stessa cosa..- disse triste e abbassando lo sguardo
- Lo ami?- le chiesi diretta
- Credo, Kagome di essermene innamorata senza neanche accorgermene dalla prima volta che mi ha baciata..-
- Non preoccuparti Alissa, sono sicura che ti perdonerà..- lei mi sorrise incerta
- Su Alissa, hai saltato la parte più divertente..- intervenne Sango per spezzare la tensione che si era creata
- E quale sarebbe?-
- Dopo che il principino gli ha fatto la dolce dichiarazione, se la sono spassati alla grande.- Alissa arrossì di botta e io e Sango scoppiammo a ridere per la sua reazione.
- Smettetela.. e se proprio vogliamo parlarne perché non ci racconti tu Sango cosa fai con il tuo caro maniaco?- Sango smise di colpo di ridere mentre noi ansiose aspettavamo che cominciasse a parlare
- Non è come credete, tra me e lui non è accaduto ancora nulla..-
- Con un maniaco come Miroku?- chiesi scettica
- L..lui ha detto che io gli piaccio molto e anche lui a me piace molto, ma non ne sono ancora innamorata. L’ho sempre detto farò l’amore solo con la persona che amo.. e al momento quella persona non è Miroku..-
- E lui come l’ha presa?-
- B..beh, in realtà piuttosto bene perché circa cinque minuti prima gli ho confessato che sto cominciando ad innamorarmi di lui- confessò arrossendo timidamente - lui ha detto che rispetta il mio desiderio e la mia scelta e attenderà finchè non sarò pronta perché tiene molto a me..-
- Insomma avete fatto cascare ai vostri piedi i due principini..- esclamai allegra
- Senti chi parla.. perché non ci parli tu di cosa combini con..- per fortuna la sua frase fu interrotta non appena sentimmo la porta aprirsi. Miroku entrò e ci guardò tutte e tre con aria di rimprovero.
- Non fingerò di non avercela con voi..tenere nascosta una cosa del genere..- disse slegando le mani di Sango e Alissa
- Mi dispiace Kagome, ma devo lasciarti qui.. è meglio che al momento Inuyasha sfoghi altrove la sua rabbia..Alissa per quanto ti riguarda ti condurrò da Inuki mentre io e te Sango abbiamo una lunga chiacchierata da fare..- disse con voce severa ma accarezzandole i capelli..Salutai le mie amiche che sparirono insieme a Miroku cercando di trovare una posizione più comoda. Feci scorrere lo sguardo oltre la finestra, era quasi il tramonto e senza neanche accorgermene scivolai in un dormiveglia agitato. Diverso tempo dopo fui risvegliata da alcuni rumori provenienti dall’entrata, cercai di mettermi a sedere ma i miei movimenti erano ostacolati dalle corde che mi stringevano i polsi.. la porta fu aperta e nella stanza fecero la loro comparsa tre umane e una guardia demoniaca.
- Bene vedo che sei ancora sveglia, il principe ha dato ordine di condurti da lui dopo che ti sarai data una sistemata..- ghignò la guardia
- E cosa c’è di tanto divertente in tutto questo?- chiesi infastidita
- Il principe ha dato ordini precisi, questa notte lo intratterrai. Credo abbia deciso di divertirsi un po’ con te prima di ucciderti, come dargli torto- disse guardandomi lascivo, lo ignorai troppo concentrata nell’esaminare le sue parole. Erano davvero quelli i piani di Inuyasha?
- Rendetela presentabile, e fatelo nel minor tempo possibile. Il principe odia aspettare- disse rivolto alle donne che annuirono.
La guardia mi slegò, sorrise nel vedere i miei polsi lividi e poi lasciò la stanza.  Guardai le tre donne che avevano il compito di “ prepararmi” e parlai stizzita.
- Vi ringrazio, ma non necessito del vostro aiuto, so fare il bagno da sola.-
- Sporca ribelle, hai anche il coraggio di parlare? Fossi in te tremerei dalla paura dopo che il principe si sarà divertito con te, morirai- ghignò cattiva la più robusta delle tre.
- Vedo ce le voci si spargono velocemente..-
- Ognuna di noi ha gioito della notizia. Non appena sarai morta il principe correrà da noi..- le guardai tutte e tre ero stanca di quella rivalità insensata e ancora di più morivo al solo pensiero che Inuyasha potesse “sostituirmi” con una di loro
- E’ probabile.. ma fino a che non sarò morta e sepolta fossi in voi terrei a freno la fantasia. Al momento Inuyasha vuole me, non voi..-
Le mie parole le indispettirono non poco visto il trattamento rude e per niente delicato che mi riservarono, fin quando stizzita e incapace di controllarmi non le allontanai da me e gli dissi che mi sarei vestita da sola. Una di loro mi porse malamente un chimono..rimasi incantata a fissarlo. Il suo colore era particolare un grigio che in alcuni punti tendeva al verde, le maniche erano decorate come la scollatura con fili d’oro. Lo indossai con cautela non volendo rovinarlo e notai che mi cingeva perfettamente il corpo, mettendo in risalto le mie forme..l’obi, di un grigio opaco era anch’esso decorato con fili dorati e mi cingeva perfettamente la vita, una delle donne mi raccolse i capelli in una coda alta e complicata, quando mi osservai allo specchio feci fatica a riconoscermi..
- tutto questo lusso..è uno spreco per una quasi morta- sibilò invidiosa, ma io la ignorai. Pochi minuti dopo la guardia entrò nella camera, congedò le tre donne e mi ordinò di seguirlo.. riconobbi immediatamente il corridoio che portava alla camera di Inuyasha..
- Sei sicuramente un bocconcino appetitoso, spero che il principe prima di ucciderti conceda anche a noi la possibilità di assaggiarti..- disse fissando ostinatamente la scollatura del kimono.. bussò alla porta di Inuyasha e appena avuto il permesso per entrare mi spinse dentro chiudendosi la porta alle sue spalle..
Rimasi qualche minuto spaesata a fissare Inuyasha, steso sul letto intento ad osservare varie carte..mi ignorò, e io non sapendo cosa fare o dire rimasi immobile a fissarlo in attesa che si ricordasse della mia esistenza. Sollevò il volto e i nostri occhi si incontrarono per un momento, facendomi fremere. Fece scorrere lo sguardo su tutto il mio corpo e un ghigno malizioso e soddisfatto si dipinse sul suo volto..non sopportavo tutto quel silenzio e quell’indifferenza così presi coraggio e parlai..
- è vero quello che dicono?-
- dipende da quello che dicono..- mi rispose burbero
- che hai intenzione di divertirti con me stanotte e poi uccidermi..- risposi sicura, seppur dentro tremassi per la paura che fosse tutto vero..
- Non proprio..- rispose laconico
- Non capisco..-
- Non so ancora se ti ucciderò.. riguardo al fatto di divertirmi con te, non ho intenzione di farlo solo per questa notte.. ma per molte altre..- mi disse alzandosi e avvicinandosi
- Inuyasha io..-
- Non ti ho fatto venire qui per parlare..quindi taci. Le cose da oggi cambieranno Kagome, fin’ora sono stato troppo gentile con te ma è arrivato il momento di farti capire chi realmente comanda. Da oggi in poi lavorerai come tutte le altre schiave, ma tu avrai un compito in più.. mi terrai compagnia tutte le notti. Dopo che avrai svolto il tuo dovere andrai via, o se mi riterrò particolarmente soddisfatto delle tue prestazioni ti lascerò dormire sul tappeto- mi disse afferrandomi per la vita e stringendomi a lui, poi rapidamente coprì la mia bocca con la sua. Rimasi spiazzata non solo per le sue parole crude ma anche da quel bacio che era diverso da tutti gli altri che c’eravamo scambiati, non c’era nessuna traccia di dolcezza, solo bramosia e tanta, troppa rabbia. Mi spinse sul letto malamente e in un attimo mi fu sopra, riprese a baciarmi mentre con gli artigli tagliò l’obi senza però andare a toccare la stoffa del chimono, in pochi istanti mi ritrovai completamente nuda sotto di lui. Rimasi ferma, paralizzata dal suo agire selvaggio e rude.. una sua mano andò ad accarezzare un seno e allora mi riscossi..cominciai a tremare per la paura e per quel trattamento rude, un singhiozzo mi sfuggì dalle labbra e le lacrime mi inondarono il viso.. lo vidi esitare, sollevare lo sguardo e fissarmi, la sua espressione si addolcì leggermente..
- Shh..- mi sussurrò accarezzandomi dolcemente i capelli e cercando di nuovo le mie labbra. Timorosa lo baciai, ma questa volta fu diverso..le nostre lingue si cercarono bramose di assaggiarsi, ma lui fu delicato e non più vorace e rude come poco prima..mi rilassai e non opposi resistenza quando le sue mani cominciarono ad accarezzarmi lente e delicate i fianchi per poi salire nuovamente fino al seno.. si staccò dalle mie labbra e mi guardò forse in cerca di qualche segno di esitazione o turbamento.. ma io non volevo che si fermasse, lo desideravo..quando annui in segno di conferma lui mi baciò prima delicato la fronte e poi tornò a cercare le mie labbra.. le sue mani tornarono sui miei fianchi mentre lui scendeva lentamente a baciarmi il collo e poi il seno, un gemito di puro piacere mi sfuggì dalle labbra e lo sentì sorridere contro la mia pelle. Mai avrei immaginato fosse possibile provare tutte quelle sensazioni, tutto quel piacere. Seppur intimorita e imbarazzata gli sfilai la parte superiore dell’abito anche io volevo sentire la sua pelle scorrere sotto le mie dita, volevo sentirne il sapore e quell’odore che tanto mi piaceva..
Delicatamente ribaltai la nostra posizione, salendo a cavalcioni su di lui, poi mi fermai indecisa non sapendo cosa fare.. finchè la sua voce roca non mi fece fremere
- Lasciati andare, Kagome, siamo soli io e te..- mi disse stringendomi a sé e baciandomi.. mi staccai dalle sue labbra e scesi a baciargli il petto muscoloso..e sentì il suo respiro farsi più rapido e affannoso.. scesi rapidamente fino ad arrivare al basso ventre e mi fermai indecisa non sapendo cosa fare.. sciolsi lentamente il nodo che teneva su i pantaloni ma lui mi afferrò per i fianchi e mi riportò nuovamente sotto di lui..
- Non essere frettolosa, un passo alla volta..- sentì la sua mano scendere lentamente fino a raggiungere la mia intimità e mi irrigidì ma quando le prime fitte di piacere cominciarono a travolgermi mi abbandonai completamente a lui..
- Inuyasha..- il suo nome fu l’unica cosa che riuscii a dire prima che il piacere divenisse troppo intenso e una strana sensazione di pesantezza nel basso ventre mi facesse perdere il contatto con la realtà..
Quando quel senso di intorpidimento mi abbandonò mi voltai a cercare il suo sguardo, arrossì nel rendermi conto del mio agire disinibito..lui mi fissava in silenzio, ma non riuscivo a leggere emozioni nei suoi occhi..capì allora cosa voleva, del resto prima era stato chiaro..dovevo andare via..
- Posso andare?- chiesi sentendomi umiliata più che mai e cercando di trattenere le lacrime
- è quello che vuoi?- mi chiese incerto
- Sbaglio o erano questi i tuoi desideri?- sospirò, mi afferrò per la vita e mi trascinò al suo fianco stringendomi a sé.
- P..posso restare?- chiesi incerta voltandomi e avvinghiandomi al suo corpo, pregando perché non mi mandasse via..
- Si, per questa notte resta qui.- disse posandomi un leggero bacio tra i capelli e stringendomi a lui ancor di più..
- Inuyasha..perchè..- mi fermai, incapace di continuare.
- Perché non ti ho presa?- mi chiese sogghignando del mio rossore, mi limitai ad annuire
- Perché non c’è fretta, Kagome. Quando accadrà sarai pronta e lo vorrai anche tu. Adesso dormi.- mi accoccolai meglio sul suo petto, la situazione non era delle migliori Inuyasha era senza dubbio molto in collera con me, ma non mi aveva maltrattata, né respinta.. non mi pentivo di ciò quello che era appena accaduto.. lo volevo, lo desideravo.. lo amavo!
Avrei trovato un modo per spiegargli la situazione e le cose sarebbero tornate come prima.. ci sarei riuscita!
- Buonanotte, Inuyasha- non mi rispose ma mi baciò di nuovo delicatamente i capelli e stretta nelle sue forti braccia mi abbandonai al sonno.



Hello people..
visto il ritardo immenso con cui avevo aggiornato l'ultima volta questo è un capitolo speciale per farmi perdonare :)
Presto aggiornerò tutte le storie :D
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima :D
Baci Vanilla ^^

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Capitolo 13
*** Paure... ***


Un raggio di sole superò le pesanti stoffe che ricoprivano le finestre e andò a colpire i miei occhi infastidendomi. Mi rigirai nell’enorme letto tentando di riprender sonno e allungai una mano in cerca del calore del corpo di Inuyasha. Quando la mia mano non tastò altro che la fredda stoffa delle coperte, mi ridestai completamente dal sonno. Mi sollevai a sedere e feci scorrere lo sguardo per tutta l’enorme camera, ma purtroppo non mi ero sbagliata..di Inuyasha non c’era nessuna traccia! Sospirai pesantemente, la notte precedente mi aveva permesso di dormire con lui e non mi aveva mandata mia, ma quella era la prima volta che mi svegliavo senza lui al mio fianco. Era sicuramente andato via presto, incapace di tollerare oltre la mia vicinanza. Portai una mano al cuore, quel pensiero faceva male, se però lui non mi voleva vicino non potevo di certo obbligarlo..
Mi alzai velocemente dal letto e mi guardai intorno, ma del kimono che avevo indossato la sera prima non v’era traccia. Arrossì immediatamente comprendendo l’accaduto.. la sera precedente Inuyasha mi aveva afferrata in maniera prepotente e nell’urgenza di spogliarmi aveva ridotto il kimono in mille pezzi, che qualcuno aveva diligentemente provveduto a portare via. E ora? Cosa diavolo avrei indossato?
 Mi guardai intorno, ma sospirai pesantemente quando realizzai che non potevo di certo uscire coperta da un lenzuolo o da una tenda..la mia attenzione fu poi catturata da un chimono dai colori vivaci, attentamente sistemato su una delle poltrone della camera. Vederlo mi fece sentire almeno in parte sollevata, non me ne sarei dovuta andare in giro nuda!  Lo indossai rapidamente e nel momento esatto in cui terminai di sistemare il fiocco dell’obi, la porta si aprì facendomi sobbalzare. Inuyasha entrò nella camera seguito da Yura, ambedue impegnati a parlare tra loro, non mi prestarono la minima attenzione, nonostante entrambi fossero ben consci della mia presenza. Continuai a guardarli per un po’ di tempo non sapendo bene come agire, finché Yura non posò il suo sguardo su di me.
- Oh, ma allora è ancora viva..- sibilò cattiva.
- Buongiorno..- mi limitai a rispondere, senza rivolgermi apertamente né all’uno, né all’altro.
 Inuyasha si voltò a fissarmi per un attimo, quasi per capire di chi Yura stesse parlando.
- Non è per parlare di lei che siamo qui.- disse in tono indifferente.
- Lo so bene, ma pensavo che alla fine l’avresti uccisa. E in più cosa ci fa qui? Non avevi detto che da oggi avrebbe lavorato come tutte le altre schiave?-
- Già, ma sembra proprio che le piaccia dormire fino a tardi.- le rispose con tono duro. Yura fece per parlare, ma io fui più rapida. Stizzita dal loro parlare di me come se io non fossi presente, colsi al volo l’occasione.
- Chiedo perdono per la mia mancanza. Vado subito via.- chinai il capo in segno di saluto, e li aggirai avvicinandomi alla porta della camera, ma una mano forte mi strinse il polso fermandomi.
- Dove stai andando?- mi chiese con voce atona.
- A lavorare, ovviamente.- non senza fatica mi liberai dalla sua presa e corsi via.
 Imboccai rapidamente il corridoio che conduceva alle cucine, ignorando i continui bisbigli e sussurri di coloro che incontrai lungo il mio cammino. Inuyasha era furioso con me, e non potevo di certo biasimarlo dopo l’accaduto del giorno precedente, tuttavia il modo in cui la sera precedente mi aveva stretta a sé, mi aveva indotto a sperare in positivo. Se solo mi avesse ascoltato, avrebbe capito che le cose non erano come sembravano, ma lui sembrava più deciso che mai nel non ascoltarmi e nel tenermi lontana, cosa che più di tutto mi feriva.
Entrai nelle cucine, dove le altre donne erano già a lavoro da diverse ore. In un momento, come ultimamente troppo spesso accadeva, tutta l’attenzione fu concentrata su di me, facendomi sentire tremendamente a disagio. A tranquillizzarmi fu la vista del volto gentile di Kaede che mi si avvicinò..
- Buongiorno bambina..- mi disse allegra.
- Buongiorno a te, Kaede- risposi allegra, sinceramente felice di vederla.
Mi osservò per qualche minuto, squadrandomi attentamente da capo a piedi.
- Stai bene, vero?-
- S..si- risposi confusa, non riuscendo bene a capire il senso delle sue parole..in fin dei conti c’eravamo viste solo pochi giorni prima.
- Lo sapevo che non ti avrebbe fatto del male..- replicò sollevata e solo in quel momento capì che si stava riferendo ad Inuyasha.
- Hai saputo tutto immagino..- le chiesi a disagio, non potendo immaginare cosa pensasse di me dopo le cose scoperte.
- Tutto il palazzo lo sa. Qui le voci girano piuttosto in fretta, Kagome.- mi limitai ad annuire.
-Pensa che tutte oggi credevamo di dover assistere ad un rito funebre, e invece eccoti qui sana e salva..- mi disse una donna corpulenta, intenta a rigirare qualcosa in un grosso pentolone.
- Spiacente di procurarvi questa delusione.- risposi stanca di continuare a subire i loro insulti senza mai rispondere.
- Tranquilla, sono sicura che sarà solo una questione di tempo. Una cosa del genere non si perdona a nessuno, cara mia. Insomma, sei una ribelle.- mi disse con tono finto preoccupato una moretta dagli occhi verdi. Strinsi i pugni per la rabbia.
- Davvero non riesco a capire da dove arriva questo odio smisurato nei miei confronti. Che cosa mai vi ho fatto? Con la maggior parte di voi, non ho mai scambiato nemmeno una parola.- dissi rivolta a nessuna in particolare.
- Da questo momento nessuna di noi ce l’ha più con te. Adesso sei esattamente come tutte noi: una schiava. Niente di più, e niente di meno.-
- Lo ero anche prima.-replicai con tono convinto.
- Come sei ingenua. Era la tua verginità che tanto attirava il nostro principe. Ma visto il modo in cui era ridotto il Kimono che hai indossato ieri, non credo tu sia ancora pura. Ora che il principe ha preso da te ciò che voleva, si stuferà presto di averti nel suo letto. Peccato, mia cara, che tu sia una ribelle, questo ti porterà a morte certa. A dir la verità ti pensavamo tutti già morta.-
Strinsi i pugni umiliata, sapevo che quelle parole erano state dette solo per ferirmi, ma impedire che lacrime di frustrazione scivolassero via dai miei occhi fu particolarmente difficile. Non mi importava del loro giudizio, ma sapere che all’interno del castello, tutti pensassero di essere a conoscenza di quello che la notte precedente era accaduto tra me e Inuyasha mi riempiva di rabbia. Certe cose riguardavano me e lui..solo me e lui..
- Kaede, sai per caso dove sono Sango e le altre?- le chiesi con voce tremante.
- No, Kagome, qui non si sono proprio viste.-mi rispose dispiaciuta.
- Probabilmente loro saranno già state uccise.- a quelle parole sussultai. Non poteva essere vero!
- Adesso basta. Smettetela di parlare e tornate al vostro lavoro- ordinò severa Kaede.
- Kaede..non è possibile, loro non..-singhiozzai incapace di continuare. Loro non potevano essere…morte!
- Calmati Kagome, sono sicura che Sango, Rin e Alissa stanno bene. Ignora le loro cattiverie, sono solo la gelosia e l’invidia che le spingono a parlare. La verità, è che da quando voi siete qui loro non sono state più minimamente considerate.-
- Si è vero, ma adesso siamo tutte sullo stesso livello- ghignò la stessa moretta di prima. Kaede indurì lo sguardo e tentò di risponderle, ma una voce la precedette.
- Adesso basta! Smettetela con tutti questi discorsi inutili.- sbarrai gli occhi nel riconoscere quella voce, cosa ci faceva lei qui?
- Venerabile Kikyo.- sussurrarono quasi all’unisono le donne presenti in cucina, inchinandosi poi rispettosamente. Mi voltai a guardarla, era comparsa alle mie spalle senza che io avessi percepito la sua presenza. Era bella proprio come la ricordavo, e se ne stava lì immobile a fissarmi.
- Kikyo..- sussurrai confusa e incapace di articolare una frase sensata, troppo stupita per la sua apparizione.
- Ho sentito chiaramente il tuo spirito in tumulto. Cos’è che ti ha tanto turbata? Non saranno state le frasi dette da quattro civette a scuoterti tanto..se è così sei solo una stupida!- mi disse con tono serio.
La fissai nervosa e amareggiata, la mattinata non era di certo cominciata nel modo migliore e starmene lì ad ascoltare le sue offese non rientrava tra i miei programmi.
- Se sei venuta fin qui solo per dirmi questo, puoi anche andare adesso. Non devi temere, sono perfettamente in grado di controllare i miei poteri- le risposi seria.
- Non ho dubbi al riguardo, altrimenti un potere così grande ti avrebbe uccisa subito. Non capisco però perché cedi così alle loro provocazioni..-
- Le nostre non sono provocazioni. Le abbiamo solo detto la verità.-
- Davvero lo credi?- chiese  guardando con indifferenza e superiorità la brunetta che aveva parlato, che intimidita si limitò ad annuire.
- Siete ancora più sciocche di quanto pensassi, allora. Come potete ben vedere, nonostante la sua furia, Inuyasha non le ha fatto un graffio. Come potete credere che arriverà ad ucciderla? Siete solo delle illuse e delle arroganti.- parlò con tono sprezzante tornando poi a fissare me.
- Vieni con me, Kagome. Ho bisogno di parlarti.- guardai Kaede confusa sul da farsi, e ad un suo cenno affermativo mi mossi per seguire l’amante di Inuyasha. Cosa poteva mai volere da me?
- Kaede, ma non può andarsene in giro a passeggiare, c’è molto da fare qui in cucina. Il principe poi aveva dato ordini precisi, lei non può uscire dal castello e deve lavorare proprio come noi tutte.-
- Hai forse l’autorità per proibirle qualcosa? Vuoi forse metterti contro il volere di Kikyo? Fallo se proprio ci tieni, sarai tu a subire le ire del principe dopo.-
Non attesi la risposta della donna e seguì rapidamente Kikyo. Percorremmo senza parlare tutto il corridoio, starle accanto mi metteva a disagio, sapere quello che lei e Inuyasha condividevano, essere a conoscenza del legame che li univa mi faceva male. Se aveva lei perché mai Inuyasha doveva interessarsi a me? Kikyo era bella, intelligente e potente..e in più a differenza mia, non nascondeva segreti e brutte sorprese. Eravamo ormai giunte nel giardino ma Kikyo non aveva ancora proferito parola, stanca di quel pesante silenzio fui io a prendere l’iniziativa.
- Perché siamo qui, Kikyo? Perché mi hai difesa?- chiesi senza mezzi termini.
- Non ti ho difesa, non credo tu ne abbia bisogno. Sembri essere una persona intelligente, non capisco perché quindi ascolti i discorsi senza senso di quelle donne.-
- Chi dice che siano senza senso? Io non sono come te la favorita di Inuyasha. Sono una semplice schiava, proprio come loro- le risposi sfogando tutto il mio malumore su di lei.
- Davvero tu credi che Inuyasha riservi a tutte lo stesso trattamento che ha riservato a te?- mi chiese seria. Aprì la bocca per replicare, per dire che si, Inuyasha trattava me esattamente come tutte le altre, ma dalle mie labbra non fuoriuscì alcun suono. Affermare una cosa del genere sarebbe stata una menzogna..
- Come pensavo, una cosa del genere non puoi dirla.- mi disse sorridendo dolcemente e in quel momento mi sentì tremendamente in colpa. Ero stata scorbutica e arrogante con lei che mi aveva aiutata, esclusivamente a causa della mia gelosia e della rabbia che le parole delle altre schiave mi avevano suscitato.
- Devo chiederti scusa, Kikyo. Ho sfogato su te che mi hai aiutata tutto il mio malumore.-
- Non preoccuparti, so perfettamente cosa si prova..-
La guardai confusa.
-Credi che non abbiano trattato me nello stesso modo in cui ora fanno con te? Sono tre anni che non faccio altro che ascoltare le loro critiche, i loro pettegolezzi e le loro cattiverie. Le cose sono cambiate con il tuo arrivo però..-
- Non riesco a capire..-
- Da quando tu sei qui hanno trovato un nuovo capo espiatorio. Il rapporto che lega te e Inuyasha le intimorisce maggiormente.-mi disse con tono sereno.
- Perdonami, ma il discorso non regge. Dovrebbe essere l’opposto, il rapporto tuo e di Inuyasha è chiaro a tutti. Sarai anche un’umana, ma nessuno ti tratta come una schiava.-
- Certo, perché Inuyasha ha dato ordini precisi. Se mi trattano in questo modo è solo perché temono lui. Invece nel tuo caso è proprio te che temono.-
- E’ vero ho forti poteri spirituali e so combattere, ma non farei mai del male a nessuno. Non ho mai dato motivo di pensare una..-
- Non è quello che volevo intendere. Vedi, quando sono stata condotta qui Inuyasha ha preso subito a trattarmi in modo diverso rispetto alle altre. Non lavoravo, avevo privilegi che le altre non avevano e alla fine Inuyasha mi ha dichiarato sua in modo che ottenessi anche la sua protezione, ma con te la cosa è diversa. Ti basti sapere che nonostante fossi ormai diventata l’amante di Inuyasha lui non ha mai smesso di andare a letto con le altre, da quando sei arrivata tu invece lui non ha toccato più nessun’altra. Inoltre Kagome, lascia che ti spieghi che io non ti vedo come una nemica. Il rapporto che lega me e Inuyasha è particolare, ma non è basato né sull’amore, né sul sesso..non posso dirti di più, ma sono sicura che lui un giorno ti racconterà tutto.- mi disse continuando a passeggiare tranquilla. Fui costretta a fermarmi e a riordinare le idee, tutte quelle informazioni mi avevano tremendamente confusa. A detta di Kikyo il suo rapporto con Inuyasha non era basato sull’amore, ma non era quello che tanto mi aveva colpito..da quando io ero lì Inuyasha non era andato a letto con nessun’altra..nemmeno con Kikyo?
 Poteva tutto ciò portarmi a credere di essere qualcosa in più di una semplice amante per lui? Il solo pensare che una cosa del genere fosse possibile fece accelerare i battiti del mio cuore..
- Lui a te tiene davvero, Kagome. Lo dimostra il fatto che nonostante tutto quello che è accaduto ieri, non ti ha minimamente toccata. Mi è stato riferito che era a tal punto arrabbiato da arrivare a pensare di torturare qualcuna delle tue compagne pur di farti parlare..è vero?-
-S..si- un tremito mi scosse pensando a quello che il giorno prima sarebbe potuto accadere.
- Ignoriamo per alcuni istanti la sua furia, non l’ho mai visto talmente adirato al punto di arrivare al minacciare una donna..vorrei però farti notare che neanche in quel caso ha minacciato di essere violento con te..-
- Perché sapeva perfettamente, che non avrei parlato neanche sotto tortura..- dissi rifiutando a priori di prendere in considerazioni le sue ipotesi.
- Non essere ostinata senza alcun motivo, se fosse stato solamente per quello Inuyasha ti avrebbe punita senza pietà. La tua è una colpa grave Kagome..chiunque al tuo posto sarebbe già morto! Se nessuno ti ha toccata è solo perché sei sotto la sua protezione..è esclusivamente perché lui non vuole farti del male.-
Aprì la bocca pronta per la seconda volta a negare la sua teoria, ma fui costretta a tacere..non potevo dire nulla per contrastare il suo parere. Chiunque mi avrebbe ucciso già da tempo, lui invece mi aveva sempre protetta, e nonostante le cose di cui era venuto a conoscenza il giorno prima non mi aveva fatto del male..la sera precedente, travolto dalla rabbia, era stato brusco e prepotente ma non appena aveva avvertito la mia paura si era fermato e il tocco delle sue mani era stato gentile e delicato..come sempre! Per quanto fossi adirata per il trattamento che quella mattina mi aveva riservato, non potevo mentire..lui con me non era mai stato violento! Come se avesse chiaramente seguito tutto il mio discorso mentale, Kikyo sorrise quando giunsi a quella conclusione..
- Hai ragione, sono stata scorretta..non avrei dovuto dire una cosa del genere. Tuttavia le cose adesso sono diverse, lui è terribilmente adirato con me e non mi perdonerà mai per quello che ho fatto.-
- Non dire assurdità! Senza dubbio Inuyasha è arrabbiato con te, ma sono sicura che troverai il modo per farti perdonare. - si fermò per un attimo, quando tentò di riprendere il suo discorso fu però interrotta da una voce da me conosciuta e odiata.
- Ma tu guarda un po’, non è una cosa da tutti i giorni vedere due sacerdotesse che passeggiano tranquillamente in un giardino..- disse con malcelato disgusto Naraku, marcando volutamente la parola sacerdotesse.
- Naraku..- lo salutò freddamente Kikyo.
- Generale..- continuai io e fui costretta ad inchinarmi. Maledetta scala gerarchica!
- cosa vi ha portato qui?-ci domandò.
- E’ forse proibito stare qui?- chiese a sua volta Kikyo.
- Per voi umani dovrebbe esserlo. Tutti sappiamo che tu fai eccezione, ma per quanto riguarda lei..- disse puntando lo sguardo su di me -le cose sono diverse. Il principe aveva dato ordini precisi, sono sicuro che non sarà per nulla contento di sapere che lei ha disobbedito per l’ennesima volta- disse ghignando in modo sadico.
- Lei è qui per mia volontà..se sarà necessario dare spiegazioni ad Inuyasha lo farò io in prima persona..- esclamò Kikyo tentando di chiudere in fretta quella conversazione.
- Mi dispiace, ma uno dei miei compiti è quello di controllare che gli ordini vengano rispettati ed è proprio quello che ho intenzione di fare. La riporterò nelle cucine, dove è giusto che stia..e tu Kikyo non potrai fare nulla per fermarmi..- osservai Kikyo stringere i pugni per la rabbia e fissarmi poi con aria dispiaciuta..le sorrisi, non era di sicuro colpa sua e almeno c’aveva provato!
- Non è necessario che vi scomodiate..conosco perfettamente la strada. Posso tornare da sola!- dissi seria, per nulla desiderosa di rimanere in sua compagnia.
- Sarà un piacere per me ricordarti i tuoi doveri durante il tragitto..- esclamò divertito. Allungò una mano per afferrarmi probabilmente il polso o il braccio ma io mi allontanai..l’idea di essere toccata da lui, che emanava un’aura maligna tanto intensa, mi disgustava. Mi fissò per un secondo sorpreso ,forse, dalla rapidità del mio movimento. Il suo sguardo si incupì, fece poi un passo avanti per tentare nuovamente di acciuffarmi, ma per mia fortuna una voce conosciuta lo fermò.
- Cosa sta succedendo qui?-
- Inuyasha, capiti a pennello..- disse riabbassando l’ arto rimasto sospeso. Il principe osservò prima Naraku, poi Kikyo e infine me..
- Che cosa ci fai qui? I miei ordini non erano stati forse abbastanza chiari? Dovresti essere a lavorare..- mi fece notare con tono freddo e sguardo accigliato. Quel trattamento così ostile mi pietrificò e qualcun altro approfittò del mio attimo di esitazione.
- E’ proprio quello che le ho fatto notare anche io, stavo giusto per riportarla dov’è giusto che stia..-
- Non è in ogni caso un affare che concerne te, Naraku. Pensavo di essere stato chiaro, lei non va toccata. Ogni affare che riguarda Kagome e Kikyo va discusse con me. Ora va pure e la prossima volta limitati a chiamare me e non entrare in cose che non ti riguardano.- esclamò serio e con tono duro.
 La reazione del generale mi stupì, strinse i pugni e una chiara scintilla di pazzia e ribellione gli attraversò lo sguardo.
- Come desiderate..principe.- disse con voce gelida prima di sparire. Tirai un sospiro di sollievo, non solo perché la vicinanza di quel demone mi causava ribrezzo e tensione, ma soprattutto perché per un momento avevo temuto si scatenasse una lotta. Vista l’espressione assunta dal subordinato, ero pienamente convinta che non avrebbe accettato gli ordini e che avesse replicato per il trattamento riservatogli. Tuttavia quella rapida sottomissione e l’assunzione di uno sguardo tranquillo e pacato mi insospettirono molto..ogni secondo che passava quell’uomo mi piaceva di meno.
- Stabilito questo.. Tu cosa ci fai qui?- chiese rivolto a me. Ancora una volta Kikyo mi precedette.
- Sono stata io a portarla qui, avevo bisogno di parlarle.- rispose tranquilla.
Sai perfettamente che tu sei libera di fare ciò che più ti aggrada ,Kikyo, ma per lei non vale lo stesso discorso. Ho dato ordini precisi e lei deve rispettarli. Se hai qualcosa da dirle la prossima volta fallo quando non lavora e non portarla più fuori del castello. Le è negato!- disse facendo scorrere lo sguardo alternativamente da lei a me..
- V..va bene-
- Ottimo. Lasciami solo con lei adesso, per favore- Kikyo si limitò ad annuire, mi guardò per un istante e poi andò via.
Ci limitammo a fissarci per alcuni secondi, fin quando stanca di leggere null’altro che freddezza e ira nei suoi splendidi occhi abbassai lo sguardo.
- Credevo di essere stato chiaro..devo forse passare realmente alle maniere dure per farmi ascoltare, Kagome?-
- M..mi dispiace..-
- Passi questa volta perché è stata Kikyo a condurti qui..ma la prossima volta non te la caverai con un “mi dispiace”- mi limitai ad annuire non sapendo come replicare.
- Torna subito a lavoro adesso. Io ho da fare.- disse voltandosi e allontanandosi.
- A..aspetta..d..dove vai?- chiesi colta dall’insensato timore che lui andasse a cercare la compagnia di qualcun’altra..magari di Kikyo..
- Perché la cosa dovrebbe riguardarti?- mi chiese senza nemmeno voltarsi.
- M..mi dispiace, hai ragione. Scusami, torno a lavoro- dissi abbassando lo sguardo rattristata. Lo sentì sospirare e poi parlare.
- Faccio quello che avrei dovuto fare ieri..Sto andando dal demone che ti ha attaccata..- sollevai di colpo lo sguardo, molto più attenta alla conversazione.
- P..posso venire anche io?- chiesi sperando in una risposta affermativa. Lui voltò la testa quel tanto che bastava per guardarmi..
- Ma dico mi ascolti quando parlo? Io ti dico che devi tornare a lavorare e tu mi chiedi di portarti con me..-
- Te ne prego,anche io voglio delle risposte..del resto quella che è stata ferita sono io..- dissi tentando di fare leva su quanto accaduto diversi giorni prima.
- E credi che questo mi importi? Perché piuttosto non dici di voler venire anche tu con la speranza di riuscire ad ottenere qualche informazione da passare poi ai tuoi amici?- mi chiese con sguardo fattosi improvvisamente più duro.
- M..ma cosa stai dicendo?- chiesi sconvolta.
Lui si voltò completamente e mi fissò con espressione quasi schifata.
- Solo la verità. Quante informazione hai già passato ai tuoi amici ribelli? Voglio darti un suggerimento..stai ben attenta a quello che fai, sei tenuta costantemente sotto controllo. Quando passi informazioni tramite le altre spie stai ben accorta, perché giuro che se ti colgo sul fatto uccido sia te che l’altro traditore.-
Arretrai di vari passi colpita dalle sue parole, lui pensava realmente quelle cose di me?
- Credi davvero che io abbia fatto una cosa del genere? Credi che io faccia arrivare informazioni a mio fratello attraverso qualche traditore?-
- Non è forse quello che fai?!? Non disturbarti a negarlo, non crederei mai alle tue parole. Spera solo che io non venga presto a scoprire null’altro su di te, perché non avrei la forza di trattenermi dall’ucciderti.-sibilò cattivo.
Fissò per qualche secondo la mia espressione sorpresa e sconvolta e poi un ghigno che non prometteva nulla di buono si dipinse sul suo viso.
- Hai detto di voler venire con me? Benissimo, andiamo!- mi afferrò per un polso, senza darmi il tempo di capire le sue intenzioni mi trascinò nelle celle. Si fermò davanti ad una prigione sorvegliata da diverse guardie demoniache, che con un cenno del capo salutarono il principe.
- Aprite la porta.- ordinò.
Una delle guardie presenti si affrettò ad eseguire l’ordine e trascinata dal principe superai la pesante porta. Ciò che vidi mi lasciò senza fiato per diversi attimi. Il demone toro che mi aveva attaccata, era ora imprigionato al muro, tenuto fermo da numerose corde e catene. Il suo corpo, più magro e meno muscoloso di quanto ricordassi, era ricoperto da ferite che ero ben sicura di non avergli procurato con i miei attacchi..
- L..lo ricordavo... diverso..- dissi non sapendo come altro definirlo e sperando di ottenere risposte ai miei dubbi. Inuyasha sorrise continuando a guardare il demone toro che ci osservava senza fiatare.
- Tu lo avevi ridotto piuttosto male, ma il suo corpo demoniaco guarisce velocemente. Diciamo solo che sono ben sicuro che non si ricorderà di questo posto per l’ospitalità ottenuta.-disse con tono divertito.
Rabbrividì non appena capì che il demone doveva essere stato più volte torturato, e il suo mancato vigore fisico era sicuramente da associare al mancato nutrimento.
- Portatemi un arco e delle frecce.- ordinò poi, sorprendendomi.
- Che cosa vuoi fare?-
- Nonostante i continui tentativi non collabora, allora ho pensato ad una nuova tecnica..- affermò con sguardo sadico.
- C..cioè?- chiesi per nulla convinta di voler conoscere la risposta.
- Sarai tu a farlo parlare..- disse porgendomi un arco e una faretra colma di frecce, che una delle guardie aveva appena portato.
- Non capisco come potrei..voleva uccidermi, credi davvero che rivelerà a me tutto ciò di cui è a conoscenza?- chiesi afferrando distrattamente l’arco che mi stava porgendo.
- Sono sicuro che cederà presto..Colpiscilo con una freccia, la tua forza purificatrice lo convincerà subito..Dosa bene la tua forza però, non devi ucciderlo..non prima che ci abbia detto tutto ciò che sa. -
Impallidì per il suo piano e lasciai cadere a terra l’arco indietreggiando di vari passi.
- Non farò mai nulla del genere. Mi sembra sia stato torturato già abbastanza.- dissi riferendomi alle condizioni del demone.
- E dimmi, credi lui si sia fatto tutti questi problemi quando ti ha attaccata?-
- Non mi importa, quando l’ha fatto io ho avuto la possibilità di difendermi. Lui è incatenato, stremato e denutrito..non attaccherò mai qualcuno indifeso.- dissi sostenendo la mia posizione e stupendo le guardie per i miei continui rifiuti.
- Donna, come osi disubbidire agli ordini?- intervenne una delle guardie presenti.
- Non impicciarti!- ordinò svelto -Dici di non volerlo attaccare, come credi allora di riuscire ad ottenere informazioni?-
- N..non lo so. Ma io non farò mai nulla del genere!- mi osservò per diversi secondi e si allontanò poi di qualche passo da me, poggiando la schiena contro il freddo e spigoloso muro di pietra delle prigioni.
- Benissimo, dici di non volerlo attaccare perché lui è disarmato e legato, vero?-
- E..esatto- chiesi curiosa di conoscere la sua prossima mossa.
- Benissimo! Dategli dell’acqua e slegatelo, vedremo se così lei sarà contenta.- Impallidì, voleva farmi combattere di nuovo contro quel demone?
- Se riuscirai a batterla ti sarai guadagnato la libertà.- continuò rivolgendosi al demone e dissipando ogni mio dubbio.
Mentre io lo fissavo con sguardo allibito, una delle guardie si affrettò ad eseguire gli ordini ricevuti e feci appena in tempo a spostarmi per non essere colpita dagli artigli del demone, che furioso si lanciò nuovamente contro di me.
-Sei una sciocca, umana. Avresti dovuto uccidermi quando ne avevi la possibilità..- scansai nuovamente il suo attacco e rapidamente raccolsi l’arco che prima avevo gettato per terra. Afferrai una freccia e prendendo rapidamente la mira la scoccai, colpendolo di striscio alla gamba sinistra. Lui urlò di dolore, tornando poi a fissarmi con sguardo omicida.
- Come hai osato? Te la farò pagare cara.-
Tentai di riacquistare lucidità, tutto era accaduto troppo velocemente. Io mi ero rifiutata di colpirlo perché lui era indifeso, mentre lui senza neanche pensarci due volte si era scagliato subito contro di me. Afferrai rapidamente un’altra freccia e presi la mira, pronta a colpirlo nuovamente se fosse stato necessario..
- Perché hai tentato di uccidermi?- se proprio dovevo combattere e rischiare la vita, almeno potevo tentare di avere delle risposte.
- Credi davvero che te lo direi? Mi basterà ucciderti per avere la libertà..-mi disse ridendo.
Strinsi gli occhi e tendendo maggiormente l’arco lasciai andare la freccia che lo colpì all’altra gamba. L’arto del demone fu avvolto da una luce viola e cominciò velocemente a decomporsi.
- Risposta sbagliata, se prima ho avuto pietà è stato solo per le tue condizioni, ma non credere che io abbia dimenticato ciò che mi hai fatto. Riproviamo, perché hai tentato di uccidermi?-
mi fissò nuovamente ma non fiatò. Afferrai un’altra freccia e puntai nuovamente l’arco verso di lui, per rendere la mia minaccia più credibile. Funzionò.
-Mi è stato ordinato..rappresenti un pericolo troppo grande..- disse affannato e tentando di rialzarsi ma senza successo.
- Per chi sono un pericolo?-
- Questo non lo so, non si fidavano abbastanza di me per dirmi tutto. Mi hanno ordinato di ucciderti, perché i tuoi poteri spirituali sono troppo forti, puoi inoltre contare sulle capacità combattive delle tue amiche e tutte insieme sareste un nemico troppo arduo da affrontare.-
- Nemico..e per chi?-
- Troppe domande, ragazzina..pensa piuttosto a difenderti..- mi disse rialzandosi e zoppicando su una sola gamba..avrebbe venduto cara la pelle..
Sospirando scoccai l’ennesima freccia colpendolo al braccio sinistro e al suo urlo di dolore chiusi gli occhi..non provavo nessun genere di piacere nell’infliggere dolore, ma era l’unico modo che avevo per difendermi e ottenere risposte..
- Non lo so, non so chi ci sia al vertice di tutto..I ribelli ti vogliono morta, sai troppe cose e potresti causare troppi guai. Vuoi realmente sapere chi ha dato l’ordine di ucciderti?- mi chiese con sguardo sadico.
- Certamente- risposi senza esitazione.
-E’ stato tuo fratello..Hai capito bene, anche se non ho parlato direttamente con lui, l’ordine di assassinarti proveniva da tuo fratello. Trovare la sfera dei quattro spiriti in questo momento è la cosa più importante, chi per primo la troverà vincerà la guerra..-
- Cosa sai della sfera?- chiesi con tono freddo.
- La sua custode è ancora viva..tuo fratello sa perfettamente di cosa parlo..loro sono gli unici a conoscere il segreto..probabilmente è per questo che vuole farti fuori, non ha più bisogno di te.-
- Stai mentendo, Sota non farebbe mai una cosa simile..- esclamai inviperita e impugnando un’altra freccia.
- Ne sei sicura? Da quanto tempo non vedi tuo fratello? Ti sei mai chiesta perché non abbia tentato di liberarti? Credi che lui non sappia che sei stata fatta schiava?-
- Taci, stai dicendo un mucchio di scemenze. Tu non sai nulla di me e Sota..- urlai quasi al limite della pazienza.
- Lui ti vuole morta..-tornò a ripetere con tono beffardo. Persi la pazienza, lasciai andare la freccia colpendolo questa volta dritto al cuore e purificandolo all’istante. Gettai poi stizzita l’arco per terra infastidita dalle menzogne del demone e dalla consapevolezza di aver fatto il gioco di Inuyasha..
- Bene, bene tu mi hai mentito per proteggerlo e lui assolda invece un demone per ucciderti..- mi disse girandomi intorno e con tono beffardo.
- Quello che ha detto non è affatto vero, Sota non potrebbe mai farmi una cosa del genere.-
- Mi toccherà anche proteggerti da tuo fratello?- continuò, ignorando le mie parole.
- Ti ho detto che Sota non c’entra nulla..- dissi aumentando leggermente il tono di voce e facendo bisbigliare le guardie demoniache. Inuyasha li zittì con un’occhiataccia e tornò poi a fissare me..
- Dovresti essere realista, è stato lui stesso a dirtelo..rappresenti un pericolo per i ribelli..anche se non capisco il perché..-
- Quello che dici è vero, ma non nel modo in cui credi tu..se solo mi ascoltassi, capiresti..-
- Peccato che io non abbia nessuna voglia di starti ad ascoltare..in più da quello che ho capito tuo fratello sembra essere a conoscenza di informazioni importanti riguardanti la sfera..un ulteriore motivo per andarlo a cercare.-
- Ti prego devi ascoltarmi, lasciami spie..-
- Ti ho detto che non voglio sentire nulla..- quasi urlò.
- Akuma..- disse poi rivolto ad una delle guardie demoniache.
-Si, Inuyasha- rispose avanzando e avvicinandosi a noi.
- Sei una delle poche persone di cui io mi fidi..te l’affido! Conducila nelle sue stanze e resta lì a sorvegliarla. D’ora in poi voglio che tu diventi la sua ombra, ogni volta che io non sono con lei..Seguila ovunque va, ascolta ogni sua conversazione. Voglio che tu mi riferisca ogni comportamento che ti sembra strano o insolito..- gli ordinò continuando a fissarmi.
Voleva mettere qualcuno a controllarmi? Bene, avrebbe capito che non nascondevo null’altro..
- Si, Inuyasha..-
- E un’altra cosa..hai il mio permesso per punirla.-
- C..che cosa?-
- Si, sei autorizzato da me. Se reputerai il suo comportamento inadeguato, puniscila come meglio credi. L’unica cosa che non potrai fare è ucciderla..- ordinò continuando a fissare me.
- Ai tuoi ordini..-
- Adesso portala via, fa in modo che si prepari e stasera conducila nelle mie camere..-
La guardia demoniaca annuì, mi afferrò indelicatamente per il braccio e mi trascinò rapidamente fuori, senza lasciarmi il tempo di dir nulla. Continuò a camminare rapidamente per i corridoi, ignorando i miei tentativi di protesta e trascinandomi senza alcuna premura..
- Mettiamo subito le cose in chiaro, non so perché Inuyasha sia tanto preso da te, ma io non mi lascerò incantare dai tuoi occhietti da cerbiatta.. Riga dritto perché non lascerò passare nulla, fosse per me saresti morta già da un bel po’.- dopo aver chiarito di non essere un mio grande fan, mi spinse malamente nella mia camera e mi ordinò di non muovermi. Trascorsi l’intero pomeriggio a rimuginare sull’accaduto e sul comportamento di Inuyasha.. i suoi modi di fare erano freddi e bruschi, il suo continuo ignorarmi o insultarmi mi feriva..Capivo perfettamente il suo stato d’animo, ma se solo mi avesse concesso la possibilità di spiegarmi avrebbe capito che non l’avevo affatto tradito..che le cose non erano come potevano sembrare..
Sospirai e pensai alle mie amiche, non ero riuscita a vedere nessuna di loro..sapevo con sicurezza che Rin e Sango stavano bene..Miroku e Sesshomaru non le avrebbero toccate, ma potevo pensare lo stesso di Alissa? Inuki, era quello che tra i fratelli più assomigliava ad Inuyasha, era impulsivo, irascibile e dopo quello che aveva scoperto sicuramente furioso..Avevo bisogno di vederle, di assicurarmi che stessero bene e di riabbracciarle..ero in più anche ansiosa di raccontare loro, quel poco in più che avevo scoperto sui sogni, o meglio incubi, che continuavano a tormentarmi la notte..Quella donna era..scossi la testa, non volevo pensarci in quel momento..avrei affrontato la questione con loro.
La porta si aprì improvvisamente e senza preavviso, facendomi sobbalzare..una donna entrò e senza prestarmi la minima attenzione depose sul letto un chimono rosso, poi andò via. Akuma, che con occhio attento e sospetto aveva seguito tutti i suoi movimenti, mi ordinò di vestirmi rapidamente. Non desiderosa di farmelo ancora più nemico, mi affrettai ad eseguire i suoi ordini..tolsi il Kimono che avevo indossato quella mattina, e senza perdere tempo nell’esaminarlo, indossai quello che la serva aveva portato. Feci appena in tempo ad allacciare il grande obi bianco che la porta tornò ad aprirsi. Guardai scocciata il demone che non mi prestò la minima attenzione e mi ordinò invece bruscamente di muovermi. Camminai al suo fianco in silenzio per i larghi corridoi, finché a rompere quella pensate atmosfera non fu proprio lui..
- Però..devo ammettere che non sei per niente male..- disse fissandomi maliziosamente. Lo ignorai.
- Chissà se Inuyasha permetterà anche a me di divertirsi un po’ con te, quando lui avrà finito..- disse sorridendo sornione.
- Preferirei morire.- sibilai.
Non ebbi nemmeno il tempo di terminare la frase che mi ritrovai con la schiena al muro; le mani forti del demone stringevano rudemente le mie spalle..
- Sta ben attenta a quello che dici..ti farò pagare ogni minimo insulto, ogni più insignificante offesa. Se non ti frusto adesso è solo perché rovinerei lo spasso ad Inuyasha..ma te la farò pagare domani..- mi ammonì fissandomi con sguardo duro, lasciandomi poi andare. Non replicai e mi limitai a strofinare le braccia doloranti, lui mi ordinò svelto di proseguire e per il resto del tragitto non parlò più.. Arrivati dinnanzi alla camera di Inuyasha, bussò ed avuto il permesso di entrare mi spinse dentro senza alcuna premura, fissò poi Inuyasha e ad un cenno del mezzo demone andò via..
Stranita e confusa da tutto ciò che stava accadendo, fissai Inuyasha per chiedere spiegazioni, ma il suo ordine mi lasciò incapace di articolare ogni genere di domanda..
- Spogliati..- disse con tono severo ma controllato.
- C..come?- chiesi arrossendo.
- Hai capito bene..ti ho ordinato di spogliarti..-
- N..non ho intenzione di farlo..- replicai nervosa e a disagio.
- Come immaginavo!-
Sorrise, si alzò dal letto sul quale era comodamente seduto, e si avvicinò a me che mi irrigidì. Mi fissò per qualche secondo e poi sorrise malizioso. -Se non vuoi farlo tu..- disse alzando la mano artigliata. Pensando che stesse per colpirmi, a causa del mio rifiuto nell’eseguire il suo ordine, chiusi d’istinto gli occhi pregando di non sentire troppo dolore, ma l’unica cosa che avvertì fu uno spostamento d’aria e un rumore di stoffa lacerata..Aprì lentamente gli occhi e quello che vidi mi fece arrossire fino all’inverosimile. Con i suoi artigli aveva ridotto a brandelli il kimono scarlatto e ora se ne stava immobile a fissarmi con sguardo furbo e soddisfatto, senza concedermi il tempo di pensare o d’agire mi sollevò tra le braccia e mi depositò poi sul letto. Bloccò ogni mio tentativo di protesta baciandomi con passione. Come se non attendessi altro, non appena le sue labbra si posarono sulle mie mi abbandonai contro lui desiderosa di sentirmi protetta tra le sue braccia. Come se mi avesse letto nel pensiero mi strinse di più a sé e approfondì il nostro bacio..non c’era cosa più bella!
Dimenticai rapidamente il demone, le prigioni, il suo comportamento, le schiave, Kikyo, Akuma..in quel momento c’eravamo solo io e lui, tutto il resto non contava! Proprio come aveva fatto la sera precedente catturò uno dei miei seni chiudendolo in una delle sue grandi mani e accarezzandolo delicatamente, nonostante il forte imbarazzo sentì la voglia che avevo di lui crescere a dismisura. Lo spogliai lentamente privandolo inizialmente solo della parte superiore dell’ abito. Nonostante l’indecisione e l’imbarazzo sciolsi poi con mano tremante anche il fiocco che teneva su il pantalone..
Mi tornò alla mente la notte in cui avevamo fatto il bagno insieme, anche quella volta mi era sembrato bellissimo,ma questa volta c’era qualcosa di diverso. Saperlo lì, in quel momento nudo dinnanzi a me, avere la consapevolezza di poter accarezzare la sua pelle, così come lui stava facendo con la mia, mi mandò in fibrillazione. Arrossì a causa dei miei pensieri non esattamente pudici, ma distogliere lo sguardo era impensabile. Rimasi affascinata dalla bellezza magnetizzante del suo corpo, il torace era ampio e perfettamente scolpito, le gambe lunghe e muscolose..la perfezione fatta persona! Capì ancora di più il perché le schiave temessero tanto di perdere le sue attenzioni! Non mi lasciò altro tempo per esaminarlo, perché con un movimento rapido e deciso mi stese al suo fianco, riprendendo a baciarmi e portando poi una mano ad accarezzare delicatamente la mia femminilità..un gemito mi sfuggì dalle labbra, e man mano che i suoi movimenti si facevano più veloci e marcati il piacere si faceva più intenso. Spinta dalla passione e senza quasi rendermi conto di ciò che facevo, feci scorrere le mie dita per tutta la sua lunghezza. Lo sentì sospirare e poi irrigidirsi, allontanai velocemente la mano temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato.  Inuyasha mi fissò per un secondo e prima di tornare a baciarmi mi sussurrò sensualmente all’orecchio.
- Non fermarti..mi piace da morire..-
Arrossendo e con mano tremante accarezzai nuovamente il suo membro diverse volte e quando lo sentì poi gemere di piacere, lo strinsi tra le mani aumentando pian piano il ritmo dei miei movimenti, come lui aveva fatto poc’anzi con me..Poco dopo grazie alle sue attenzioni e alle sue carezze avvertì nuovamente quella sensazione di pesantezza al basso ventre e giunta al culmine del piacere persi il contatto con la realtà, non prima però di avergli sentito sussurrare il mio nome..
Non appena le mie gambe smisero di tremare e il respiro riprese un ritmo normale aprì gli occhi e lo trovai fermo a fissarmi..imbarazzata per l’accaduto e per il mio comportamento disinibito, affondai la testa nel suo petto, desiderosa di sentire le sue braccia stringersi intorno a me pronte a darmi conforto e sicurezza..lo sentì invece sospirare ed alzarsi..lo fissai allibita e confusa. Prese un cuscino e una coperta e li sistemò vicino al camino, si avvicinò di nuovo a me mi sollevò tra le braccia e mi depose delicatamente sul tappeto. Mi fissò per diversi secondi e mi sussurrò poi un indeciso..
- Buonanotte..-
Mi voltò le spalle e tornò a coricarsi nel letto che fino a poco prima avevamo diviso, dandomi le spalle. Sentì il cuore perdere diversi battiti..come un automa mi sistemai sotto la coperta tentando di impedire alle lacrime che già mi annebbiavano la vista di scendere..L’aveva fatto sul serio, mi aveva usata e poi allontanata..Kikyo si sbagliava, Inuyasha non mi avrebbe mai perdonata, la cosa che più di tutte mi faceva male era sapere che lui mi stava trattando in quel modo senza un giusto motivo..non mi sarei mai stancata di ripeterlo, le cose non erano come sembravano. Un singhiozzo mi scappò dalla gola e io mi irrigidì..sperai che non mi avesse sentito, non volevo avesse pietà di me..Non volevo essere trattata così, rivolevo le sue carezze, i suoi baci, la sua dolcezza, la sua tenerezza..volevo fare l’amore con lui e svegliarmi il giorno dopo tra le sue braccia..perchè l’avevo ormai capito..io lo amavo! Sapevo di essere stata stupida ad innamorarmi di lui, ma come si poteva non amare tanta perfezione? Come potevo non desiderare di perdermi nei suoi occhi? Come potevo non desiderarlo ogni istante di più?
La cosa che più mi terrorizzava, era pensare che lui potesse pian piano arrivare ad odiarmi..Non avrei potuto sopportarlo! Il suo comportamento freddo e distaccato mi feriva in modo inimmaginabile e se quello era il suo modo di punirmi..preferivo morire, si avrei preferito essere uccisa piuttosto che essere trattata da lui come un’estranea.
Le lacrime continuarono a scendere imperterrite sul mio viso, bagnando sempre più il guanciale, ma a quel pensiero un altro singhiozzo mi uscì incontrollato dalle labbra. E se mi avesse mandato via perché con quel “rumore” gli disturbassi il sonno? Spaventata da quella possibilità morsi a sangue le labbra, per evitare che qualsiasi altro rumore ne uscisse.. Improvvisamente sobbalzai sentendomi sollevare dal duro pavimento,mi voltai e mi persi in due pozze ambra. Gli cinsi il collo con le braccia e scoppiai a piangere..
- T..ti prego non mandarmi via..prometto che non farò più rumore..- dissi spaventata e piangendo a dirotto. Mi fissò per qualche secondo e si chinò poi a leccare via il sangue scorso dal labbro inferiore, mi baciò poi con dolcezza e tenerezza. Fu un bacio casto, nonostante la sensualità del gesto precedente. Risposi immediatamente ai suoi baci, continuando però a frignare come una bambina..mi depose delicatamente sul letto e mi strinse forte a sé..
- Dormi,starai qui..al mio fianco..- mi disse baciandomi delicatamente i capelli. Annuì e non parlai troppo intimorita dall’eventualità, che una frase sbagliata gli avrebbe potuto far cambiare idea..Conscia di essere finalmente lì dove volevo stare, e stanca a causa della dura giornata mi abbandonai al sonno, pregando di ritrovarlo ancora al mio fianco la mattina successiva..
 
[Pensieri di Inuyasha..]
La guardai dormire, ancora non riuscivo a spiegarmi come quella piccola ragazzina umana mi fosse entrata dentro. Era bella da mozzare il fiato, ma c’era di più..era speciale! La sua dolcezza, la sua spigliatezza, la sua timidezza, la sua sfrontatezza..tutto di lei mi piaceva e mi eccitava..
L’aver scoperto quelle cose di lei il giorno precedente mi aveva mandato in bestia..lei mi aveva tradito, proprio nel momento in cui io cominciavo a fidarmi di lei..ma la cosa che più di tutte mi faceva male, era sapere la sorte che le sarebbe toccata..avrei dovuto ucciderla, ma nemmeno di fronte all’evidenza ero stato capace di farle del male. Il solo pensiero di non poterla più vedere sorridere, di non poterla più abbracciare o di non più poter sentire quel profumo che tanto adoravo mi faceva male. Tuttavia guardarla ed essere consapevole del suo tradimento, sapere che mai più mi sarei riuscito a fidare di lei, mi faceva venire voglia di fargliela pagare..
La sera precedente non ce l’avevo fatta, vedere la sua faccia impaurita, sentire il suo corpo tremare per la paura a causa del mio trattamento rude mi aveva fatto sentire uno schifo. E quello che era accaduto poco prima? Mi sentivo ancora male, la strinsi un po’ più forte a me e sorrisi sentendola sussurrare nel sonno il mio nome..Sentirla piangere e singhiozzare era già stato uno strazio, avevo fatto violenza a me stesso, conficcando gli artigli nel palmo della mano, per non cedere e correre da lei. Non appena però avevo avvertito l’odore del suo sangue e i suoi singhiozzi attutiti non avevo resistito..Non potevo perdonarla così facilmente, ero ancora troppo furioso..ma per quella notte il desiderio di averla accanto e di sentire il suo corpo morbido e femminile contro il mio era stato troppo forte! Sospirai e perdendomi nel suo odore scivolai nel sonno anche io..

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Capitolo 14
*** Sarò sempre qui, al tuo fianco! ***


Come già avvenuto il giorno precedente, il sorgere del sole segnò per me un risveglio amaro. Capì subito di essere sola nell’enorme letto e mettendomi a sedere, mi stupì non poco nel vedere Inuyasha seduto su una delle poltrone concentrato nella lettura. La situazione peggiorava sempre di più: il mattino precedente era andato via per non avere contatti con me, questa volta invece aveva abbandonato il letto prima dell’alba incapace di sopportare la mia vicinanza.
-Inuyasha..- biascicai con voce incerta.
- Oh, sei sveglia.- rispose senza nemmeno sollevare gli occhi dai fogli che aveva tra le mani.
- Copriti..- mi ordinò subito dopo.
Non capì immediatamente le sue intenzioni, ma decisa a non contrariarlo o infastidirlo in nessun modo strinsi ancora di più la coperta al petto.
- Akuma..-bisbigliò con tono leggermente annoiato. 
La porta si aprì e la guardia demoniaca a cui ero stata “affidata” entrò nella stanza.
- Buongiorno, Inuyasha..- rispose quest’ultimo fissando dapprima Inuyasha e poi in modo insistente le mie spalle nude.
- Gradirei che prestassi più attenzione quando ti parlo..- esclamò con tono duro e ottenendo immediatamente la completa attenzione del demone.
- Ti chiedo scusa. Come posso servirti?-
- Procurale un Kimono e poi portala via di qui. La sua presenza mi infastidisce..-esclamò con voce quasi disgustata.
Tremai a quelle parole; uno schiaffo avrebbe procurato meno dolore. 
- Immaginavo già si trattasse di questo..- disse sollevando un arto per meglio mostrare un Kimono arrotolato intorno al suo braccio.
- Ottimo lavoro..- disse continuando a guardare quei dannatissimi fogli.
Mi sentì ancora più umiliata, le lacrime premevano per uscire e la rabbia mi invase. Da quando ero diventata una persona così sensibile e delicata? Da quando mi importava tanto il parere che una persona aveva di me? Da quando ero diventata così desiderosa di dolcezza e tenerezza? Quasi scoppiai in una risata isterica. Io che nella mia, seppur breve, vita avevo conosciuto qualche gesto d’affetto e d’amore solo grazie a mio fratello e alle mie amiche, adesso ero diventata una rammollita piagnucolona. Non avevo avuto il tempo di essere bambina troppo impegnata nel cercare di allenare i miei poteri spirituali e nell’apprendere quanto più possibile sulle armi, il mio unico scopo nella vita era stato quello di proteggere persone innocenti e adesso, visto il mio continuo lacrimare e tergiversare, mi sembrava quasi che l’unica cosa importante, l’unica cosa che realmente desiderassi fosse l’approvazione e la considerazione di quello scorbutico mezzo demone che quel giorno non mi aveva degnata di uno sguardo. Tentai di indirizzare la mia rabbia verso di lui, ma senza alcun risultato. Sebbene la sua fosse una reazione un po’ dispotica e ingigantita, aveva tutti i motivi per essere arrabbiato con me, mentre io non avevo nessuna ragione per biasimarlo.
Tornai a fissare la guardia demoniaca che a sua volta mi guardava probabilmente in attesa di qualcosa.
- Allora, cosa aspetti a vestirti?- mi chiese brusco.
Lo fissai schifata. Davvero quell’essere credeva che io mi sarei rivestita dinnanzi a lui?
- Esci, Akuma! Come credi che potrebbe altrimenti rivestirsi?- chiese con tono duro e leggermente spazientito.
- Oh, certo!- bisbigliò prima di lanciarmi un’occhiataccia ed uscire. Non sapendo come comportarmi scivolai lentamente via dal letto e impiegai più tempo del necessario per rivestirmi, con la speranza di avere in quel lasso di tempo un’idea geniale per spezzare il silenzio caduto tra me e Inuyasha.
Purtroppo per me la mia mente non collaborò e non appena finì di sistemare il nodo dell’obi, Inuyasha richiamò Akuma, il quale si affrettò a rientrare.
- Hai passato una buona nottata, Inuyasha?- chiese la guardia come se io non fossi presente.
- Ne ho avute di migliori..- si limitò a rispondere.
- Ti ha forse offesa in qualche modo?Non ti ha soddisfatto?-
- Oh no, riguardo a ciò non ho nulla da ridire sulla mia schiava.- disse sollevando gli occhi e fissandomi per la prima volta.
La rabbia mi sciolse la lingua.
- Dovrei forse sentirmi onorata dalle vostre lodi, mio signore?- replicai aspra.
-In effetti potresti. Non sono solito elogiare a questo modo le schiave per i servizietti che svolgono.-
Mi bloccai sul posto.
- Mi stai forse dando della puttana, Inuyasha?-
Lo fissai insistentemente, ansiosa di conoscere una sua risposta. Nei suoi occhi vidi per un attimo lampeggiare una scintilla di un’emozione che non seppi riconoscere, aprì le labbra per rispondermi ma qualcosa lo bloccò e decise di ignorare me e la domanda che gli avevo posto.
- E’ proprio questo che intendevo, ha un caratteraccio. È troppo indisciplinata! Credo dovrò iniziare ad utilizzare metodi più duri con lei..- disse rivolto ad Akuma.
- Sono proprio d’accordo con te. Credo che lei approfitti fin troppo della tua gentilezza, una buona lezione non potrebbe farle altro che bene. Me ne occuperò..- disse ghignando cattivo.
- Portala via di qui.- si limitò esclusivamente a replicare Inuyasha, spezzandomi il cuore.
Il demone mi afferrò indelicatamente per un braccio e mi trascinò fuori dalla camera, senza darmi la possibilità di dire o far nulla.
Mentre camminavamo in silenzio per i lunghi e popolati corridoi mi tornò alla mente un proverbio che era solita dire Rin..”il buongiorno si vede dal mattino”. Se ciò che affermava il proverbio era vero, visto il nefasto risveglio, non osavo immaginare cosa sarebbe potuto accadere durante tutta la giornata.
- Sento il suo odore su di te..- esclamò la burbera voce del mio carceriere. 
Lo fissai per qualche secondo..la voglia di rispondere in modo sgarbato e di lasciargli chiaramente intendere che non erano assolutamente affari suoi era tanta, tuttavia visto il pessimo inizio di mattinata tentai di non peggiorare le cose.
- Si, signore..-
- A differenza di molti demoni il mio olfatto non è molto sviluppato, non riesco dunque a dedurre fino a che punto vi siete spinti. Ti ha posseduta?- mi chiese.
Strinsi i pugni e risposi.
- Credo che queste siano cose che riguardino esclusivamente me e il principe.-
Si bloccò e mi si parò dinnanzi, costringendomi ad arrestarmi.
- E invece lo sono. In ogni caso non osare mai più rispondermi in quel modo. Ti ripeto la domanda, ti ha posseduta?-
- Perché la cosa vi interessa tanto?-
- Stai mettendo a dura prova la mia pazienza.. se vuoi saperlo però ti accontento. La tua verginità spetta al principe, ma ho intenzione di divertirmi anche io un po’ con te.- mi disse guardandomi lascivo.
Arretrai di qualche passo tentando di mettere distanza tra noi.
- Preferirei morire piuttosto..- replicai schifata.
Il suo viso si distorse in una maschera di rabbia, la mascella si serrò e un lampo di ira gli attraversò lo sguardo. Mi afferrò nuovamente per il braccio, facendomi mugolare di dolore quando i suoi artigli affondarono nella mia pelle e cambiando bruscamente direzione, rispetto a quella inizialmente presa, mi trascinò con sé.
- E’ un vero peccato che io non possa ancora accontentarti. Dovresti capire, schiava, che l’unico motivo per cui sei ancora viva è unicamente perché interessi al principe.- disse marcando volutamente la parola “schiava”, intento a volermi ricordare la mia umile posizione sociale.
- È arrivato il momento di farti capire davvero chi comanda- ringhiò con un sorriso sadico dipinto in volto.
- Cosa intendete dire?- chiesi risoluta, determinata a non mostrargli il minimo cenno di debolezza.
- Lo vedrai ora, schiava- ghignò spingendomi in una stanza buia e maleodorante.
Feci scorrere lo sguardo tutto intorno e quando compresi dove mi trovavo, non rabbrividire fu impossibile. Catene, fruste e altri strumenti di tortura erano l’unico “arredamento” presente nella stanza.
- Che cosa facciamo qui?- chiesi con falsa spavalderia, sicura che la risposta del demone non mi avrebbe arrecato nessun sollievo.
- Puoi considerare questo luogo come quello della tua istruzione. È proprio qui, infatti, imparerai l’obbedienza e la sottomissione. Oggi avrà luogo la tua prima lezione..-
Continuando a parlare mosse alcuni passi in mia direzione, costringendomi ad arretrare finché non mi trovai con le spalle al muro. Sobbalzai quando la mia schiena entrò in contatto con la gelida parete, mi volsi per un attimo a fissare ciò che aveva ostacolato il mio arretrare, ma portai poi nuovamente la mia attenzione su Akuma che sorrideva trionfante..ero in trappola!
Troppo impaurita e stupita, se non arrabbiata, per aver fatto il suo gioco, non mi accorsi del suo fulmineo movimento e in un istante mi ritrovai incatenata al muro con lui alle mie spalle.
- Visto quanto spropositatamente ho udito raccontare dei tuoi enormi poteri spirituali e delle tue doti combattive, mi sarei aspettato da te più astuzia. -
Tenendo a bada la lingua, mi astenni dal rispondere nel tentativo di non peggiorare la mia situazione.
Sentì la sua voce odiosa e profonda, fattasi per alcuni secondi più lontana,nuovamente vicina, seguita da uno scrocchiare che purtroppo perfettamente conoscevo.
- Intendete dunque frustarmi?-chiesi con tono finto disinteressato.
- È esattamente ciò che intendo fare- mi rispose con tono divertito e avvicinandosi maggiormente a me. Afferrò il tessuto del mio kimono all’altezza del collo, per poi tirarlo rudemente verso il basso fino a lacerarlo e a lasciarmi esposta e senza protezione l’intera schiena.
Strinsi gli occhi pronta all’inevitabile e quando la frusta colpì con forza la mia schiena, morsi le labbra per sopprimere l’urlo che nacque spontaneo dalla mia gola. Annaspai in cerca d’aria sperando di trovare un minimo di sollievo e quando il secondo e il terzo colpo si furono abbattuti sulla mia pelle, sentì le gambe farsi deboli e cedere..sarei crollata al suolo se le catene che mi tenevano ancorate al muro non mi avessero sorretta. Assaporai in bocca il sapore metallico del mio stesso sangue, frutto del mio spasmodico mordermi il labbro per non dargli la soddisfazione di sentirmi urlare o gemere di dolore.
- E così, puttana, sembri determinata a non cedere. Mi chiedo, però, per quanto tu possa resistere.- ringhiò calando per la quarta volta la frusta sulla mia schiena.
Trattenermi almeno dallo gemere a quel punto fu impossibile, il colpo era stato più brutale rispetto i precedenti e sentì qualcosa di caldo scorrermi lungo la schiena..probabilmente le ferite avevano cominciato a sanguinare. Dopo il sesto colpo cominciai a perdere il contatto con la realtà: la vista mi si annebbiò, i suoni erano lontani e persino il dolore sembrò divenire più sopportabile e meno intenso. Sentì la frusta scricchiolare pronta ad abbattersi  nuovamente su di me, ma una voce che non fui in grado di riconoscere immediatamente fermò quel doloroso supplizio.
- Che accidenti sta succedendo qui?-
Cercai di concentrarmi su quella voce che suonava decisa e..furiosa.
-Akuma, è forse uno scherzo? Dimmi che quella non è Kagome! Ma no, non posso sbagliarmi..questo è l’odore del suo sangue.-
Con passo frettoloso il nuovo arrivato mi si avvicinò, spezzò le catene che mi sostenevano e mi sollevò stringendomi a sé. Quando le braccia del mio salvatore toccarono involontariamente la pelle lacerata e dolorante della mia schiena un urlo mi sfuggì incontrollato. Tentai di uscire da quello strano dormiveglia in cui ero caduta per vedere il viso del mio salvatore; mi persi in due profondi, rabbiosi e preoccupati occhi azzurri e nonostante lo stato in cui versavo fu impossibile non sorridere riconoscente al demone lupo.
- Koga, cosa fai? Perché mi hai fermato?-
- Sto morendo dalla voglia di ucciderti con le mie stesse mani per ciò che le hai fatto, ma Inuyasha ucciderebbe poi me se lo privassi di un tale piacere- ringhiò.
- Di cosa stai parlando?-
- Hai idea di ciò che hai appena fatto? Hai toccato la protetta di Inuyasha, hai firmato con le tue stesse mani la tua condanna a morte.-
- Sbagli, ho avuto da Inuyasha stesso il permesso di punirla se lo avessi ritenuto necessario. In realtà con lei ho appena iniziato..-
- Se ciò che affermi è vero, sarò io a far rinsavire Inuyasha. In ogni caso, per mio ordine, tu non la toccherai mai più. Ora và, sei confinato nei tuoi appartamenti fin quando non avrò deciso della tua sorte.- affermò con tono di chi non ammette repliche. Akuma, infatti, seppur evidentemente contrariato ed offeso, fu costretto ad inchinarsi e ad andare via.
- Kagome, so che ti sembrerà una domanda stupida ma, come ti senti?- mi chiese.
Sorrisi, nel tentativo di non farlo preoccupare più del necessario.
- Non preoccuparti Koga, ne ho superate di peggiori. Mi basterà un po’ di riposo e mi ristabilirò perfettamente.-
- Sei debole. Le ferite che il combattimento con il demone toro ti ha causato non si sono ancora completamente rimarginate, suppongo. La prima cosa da fare adesso è medicare immediatamente la tua schiena.-
- Posso fare da sola.- dissi tentando di oppormi, conscia dell’impossibilità della cosa ma decisa a non arrecargli altro fastidio.
- Ma davvero?- mi domandò con tono ironico.
- S..si- dissi arrossendo sotto il suo sguardo beffardo.
- Non protestare, mi prenderò io stesso cura delle tue ferite- mi disse con tono dolce ma deciso e io mi limitai ad annuire riconoscente.
Senza fatica, come se pesassi meno di una piuma, mi portò nella camera che dividevo con le mie amiche e con estrema delicatezza mi posò sul letto.
- Vado a prendere il necessario. So che è faticoso, ma cerca di rimanere seduta e non sdraiarti. Il contatto ti procurerebbe solo altro dolore.-
Mi limitai ad annuire mentre lui alla velocità della luce uscì dalla camera, tornando subito dopo, trattenendo tra le braccia numerosi barattoli colmi di unguenti e pasture. Mi fece segno di stendermi a pancia in giù e obbediente feci come mi aveva chiesto. Lo sentì scostare lentamente il tessuto del kimono lacerato e trattenere il fiato..la vista non doveva essere sicuramente delle migliori.
- Lo uccido, giuro che non appena ho finito di medicarti lo ucciderò con le mie stesse mani per ciò che ti ha fatto.-
- No Koga, quello che ti ha detto è vero. Aveva il permesso di Inuyasha per fare ciò che ha fatto.-
Lo sentì ripulire delicatamente il sangue dalla mia schiena con un panno umido e nell’avvertire il tocco delle sue dita sulla mia schiena sobbalzai e tremai.
-Mi dispiace procurarti altro dolore, cercherò di essere il più delicato possibile.- mi disse con tono tetro.
Mi limitai ad annuire e a mordermi il labbro, ancora una volta, per sopprimere i gemiti di dolore. Fargli capire quanto dolore mi causassero i suoi gesti sarebbe stato inutile e avrebbe avuto l’unico risultato di demoralizzarlo e farlo infuriare ancora di più.
Occorse non poco tempo per fermare l’emorragia e spalmare i diversi balsami, che fortunatamente mi diedero un leggero sollievo. Durante il suo operare Koga continuò a parlarmi, nel tentativo di distrarmi.
- Sai che ho chiesto ad Ayame di sposarmi?- mi chiese mentre era ancora affaccendato nel curare le mie ferite e riuscendo ad ottenere la mia totale attenzione.
- Davvero? Sono molto felice per voi Koga. Tu e Ayame siete due persone splendide, sono sicura che sarete molto felici insieme.- dissi sincera, ma quando lo sentì rispondere con uno strano e demoralizzato “già” temetti di aver commesso un errore.
- Ho detto forse qualcosa di sbagliato, Koga?-
- Assolutamente nulla, Kagome. Sono d’accordo con te.. Ayame è una persona splendida e sono sicuro che col tempo imparerò ad amarla.-
- Col tempo?- chiesi sorpresa ed incuriosita.
Se non l’amava per quale ragione l’aveva chiesta in sposa?
- Ayame ed io da piccoli eravamo stati promessi. Immagino lei ti abbia raccontato la sua storia, ti avrà detto che è stata rapita e venduta come schiava..- mi chiese ed io mi limitai ad annuire invitandolo silenziosamente a continuare.
- Quando l’ho rincontrata sono stato felice di sapere che stava bene e le promisi che avrei onorato la mia promessa, l’avrei sposata. Non vedevo motivi per non farlo. Ayame è bella, dolce, affidabile..ha insomma tutte le qualità per essere una compagna perfetta ma poi..-
- Poi?-
- poi sei arrivata tu! Forse mi crederai uno stupido Kagome, ma ti ho desiderata dal primo momento in cui ti ho vista. Quella sera quando in quella camera ti ho detto quelle cose, facendoti capire che quasi ti consideravo alla stregua di un oggetto, di un premio..ho commesso l’errore più grande della mia vita, non me lo perdonerò mai. Se le cose fossero andate diversamente forse noi..- si bloccò.
- Koga..- cominciai ma mi interruppi non sapendo come continuare. La sua confessione mi aveva letteralmente spiazzata. Sapevo che avesse un interesse per me, sapevo mi desiderasse, tuttavia le sue parole rivelavano qualcosa di ben più profondo della semplice brama. Tornai con la mente alla sera in cui Koga mi confessò di volermi, tuttavia la mia attenzione non si focalizzò sul discorso che avevo avuto con il demone lupo ma su ciò che era avvenuto dopo. Inuyasha mi aveva trovato con Kigi nelle prigioni e si era infuriato, avevamo fatto il bagno insieme e infine c’eravamo addormentati stretti e vicini. Una fitta dolorosa mi colpì al cuore, erano passati solo pochi giorni e invece sembravano trascorsi anni. La situazione tra me ed Inuyasha era mutata in un istante e io non sapevo cosa fare per permettere che le cose tornassero come prima..rivolevo quell’intensità, quell’alchimia e quella tenerezza che solo ed esclusivamente a lui mi legavano. Volevo bene a Koga ma non erano state le sue parole o altro a segnare un punto di “rottura” tra noi, la verità era un’altra. Era Inuyasha, era sempre stato Inuyasha l’unico che io avessi sempre voluto..nel mio cuore non c’era spazio per nessun’altro. L’ennesima consapevolezza della forza del mio amore e della situazione critica in cui il nostro rapporto versava mi atterrì, una lacrima mi scivolò sulla guancia.
- Non piangere, Kagome.- mi disse accogliendomi dolcemente tra le braccia.
- A differenza di ciò che credi la situazione non è persa..- mi bloccai e mi irrigidì quando compresi che lui aveva capito che le lacrime che stavo versando erano per Inuyasha.
Che persona infima che ero! Koga mi aveva salvata, mi aveva medicata con cura e con me era sempre stato gentile. Pochi minuti prima mi aveva confessato i suoi sentimenti per me e io ora me ne stavo lì a farmi consolare da lui mentre piangevo per un altro uomo. Mi sentì ancora peggio..
- K..Koga perdonami. Sono una persona pessima.- singhiozzai.
- Non azzardarti a dire mai più una cosa del genere. Ho capito sin dalla prima volta che vi ho visti sia i tuoi sentimenti per Inuyasha, sia che lui non ti avrebbe mai lasciata andare. Sei una persona splendida Kagome e se ti ho confessato queste cose è stato solamente per fare un piacere a me stesso. Avevo la necessità di mettere un punto per poter ricominciare e solo raccontandoti tutto, mi sarei potuto liberare del peso che portavo dentro. Sappi questo Kagome, voglio davvero bene ad Ayame ma tu avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Detto questo, basta lacrime! Adesso l’unica cosa di cui necessiti è riposare..- mi stampò un delicato bacio sulla fronte e mi coprì poi per tenermi calda.
- Grazie Koga..per tutto.- dissi con voce rotta e sinceramente grata.
- Non dirlo nemmeno, piccola. Potrai sempre contare su di me.- rispose richiudendo poi la porta alle proprie spalle.
La debolezza dovuta alle ferite riportate mi permisero di addormentarmi immediatamente e di scivolare in un sonno senza sogni.
Mi destai diverso tempo dopo sentendo delle voci avvicinarsi. Quando riconobbi l’allegra risata della piccola Rin mi sollevai immediatamente a sedere ignorando il dolore che il mio gesto brusco mi causò.. non volevo che loro venissero a sapere dell’accaduto e che si preoccupassero inutilmente per me. La porta si spalancò e mi scoprì davvero felice di constatare che tutte le mie amiche fossero vive e stessero bene.
- Kagome, finalmente..-disse scrutandomi attentamente Sango.
- È da questa mattina che ti stiamo cercando..- aggiunse Alissa.
-Davvero?- chiesi preoccupata e chiedendomi quanto tempo fosse trascorso dal momento in cui mi ero addormentata.
- Già, temevamo che dopo l’accaduto dell’altro giorno Inuyasha ti avesse ridotta a pezzettini. Ma per fortuna vedo che sei tutta intera..- disse scherzosa la mia migliore amica.
- Già..- mi limitai a rispondere. Capì il motivo del suo fissarmi attentamente pochi attimi prima..era alla ricerca di lividi o altre ferite. Fortunatamente non sapevano che riportavo i segni dell’ indiretta collera di Inuyasha sulla schiena.
- E voi come state? Non vi hanno fatto del male, vero?- chiesi tentando di sviare l’attenzione dalla mia persona e fissando attentamente una per una le mie amiche.
- Per quanto mi riguarda me la sono cavata egregiamente. Miroku mi ha sottoposto ad una lunghissima ramanzina e si è accontentato della mia promessa di non nascondergli più alcun segreto- esclamò Sango seria.
- Solo di quello?- chiesi maliziosa conoscendo la natura maniaca del monaco.
- Kagome..cosa stai insinuando?-quasi urlò mentre le sue guancie si tingevano di un delicato e tenero color porpora.
-Ti ho già detto diversi giorni fa che non mi sentivo ancora pronta ad affrontare un passo del genere. Non finché non sarò completamente sicura dei miei sentimenti.- esclamò sicura.
Le sorrisi, mi era troppo mancata la mia determinata e responsabile migliore amica.
- E tu Rin? Come si è comportato il ghiac..ehm Sesshomaru?- le chiesi correggendomi ben sapendo quanto le desse fastidio quando chiamavamo il suo bel principe “ghiacciolo”.
- Non ho avuto nessun tipo di problema, Kagome. Sesshomaru ha pazientemente ascoltato tutta la mia versione dei fatti ed è stato dolce come sempre con me. Mi ha solo fatto notare quanto gli avesse dato noia l’essere venuto a sapere qualcosa che riguardava “ la sua donna” da altri e non da me.- disse con aria sognante.
- La sua donna?- chiese Alissa sorpresa.
- Io credevo ti considerasse come una specie di “sorellina minore”- dissi sbalordita.
- Kagome, non ho più 8 anni..non sono più una bambina.-disse arrossendo.
- Rin..voi non avrete..ehm..hai capito,no?- le chiese Sango esprimendo ad alta voce una domanda che sicuramente ci stavamo mentalmente porgendo anche io ed Alissa.
- No Sango, Sesshomaru non si è mai spinto oltre qualche bacio. H..ha detto che mi rispetta e secondo lui sono ancora troppo piccola per..per fare certe esperienze.-
Sospirai al contempo sollevata e stupita per la premura che Sesshomaru aveva mostrato nei confronti di Rin.
- E tu, Alissa? In verità sei quella per cui più temevo. Inuki, con la sua irascibilità e il suo caratteraccio, è quello che più di tutti assomiglia ad Inuyasha..-
- In realtà temevo anche io per me stessa, credevo che in preda all’ira mi avrebbe uccisa ma..- cominciò a dire mentre scostava la stoffa del kimono e ci mostrava un segno simile ad una voglia sulla sua spalla.
- È..è davvero ciò che sembra?- chiese Rin.
Rimanemmo tutte stupite e senza parole quando capimmo il significato di quel segno..era il marchio di Inuki.
- T..ti ha marchiata?- 
- S..si- esclamò sorridendo.
- Sai cosa significa questo?-le chiese seria Sango.
- Si, Sango. Tranquille ragazze, vi assicuro che non è una cosa che ha fatto in preda alla rabbia..-
- Ti va di raccontarci com’è andata?-
- Certamente, sapete che non ho segreti per voi. Quando Inuki mi ha mandato a chiamare era furioso, ma soprattutto era deluso. Sono rimasta in silenzio ad ascoltare le sue accuse e i suoi insulti fin quando il mio caratteraccio non è emerso. La lite si è fatta più accesa, sono volate parole pesanti e non so come tutta la nostra furia si è poi trasformata in passione..un momento prima eravamo intenti ad inveire uno contro l’altro e quello dopo eravamo avvinghiati a letto. Capisco, ragazze, che forse non riuscite a comprendermi e crederete che io sia una pazza, ma fermarci è stato impossibile. Mentre facevamo l’amore Inuki ha cominciato a dire cosa strane..-
-In che senso?-
- Mi ha accusato di essere diventata un’ossessione per lui. Mi ha confessato di non riuscire a pensare ad altro che a me e  mi ha giurato, ancora una volta, che ero diversa da ognuna delle altre donne con cui era stato. Mi ha detto di essersi innamorato di me e, per quanto la cosa sia folle ed insensata, anche io lo sono di lui. Sono irrimediabilmente innamorata di un demone e per lo più non di uno qualunque ma di un principe.-
- Sai cosa quel simbolo comporta? Qualsiasi demone ora saprà che appartieni a lui e a lui soltanto. Se per qualsiasi motivo un giorno tu ti allontanassi da Inuki non potresti mai più rifarti una famiglia, se un qualsiasi uomo, all’infuori di Inuki, adesso ti toccasse tu verresti uccisa insieme all’uomo che ha tanto osato. Sei sua in tutto e per tutto adesso, Alissa.- osservò Sango.
- Lo so, Sango. Ero pienamente consapevole quando ha acconsentito. Ma vedi, se per qualsiasi motivo fossi un giorno costretta a stare lontana da lui, sono sicura che non vorrei nessun altro uomo accanto a me. Voglio solo lui.-
- Sai anche che lui è un demone, vero Alissa? Lui..non potrà mai sposarti.- le chiesi per assicurarmi che fosse pienamente convinta della sua scelta. Scelta che poteva essere stata dettata unicamente da un amore puro ed incondizionato.
- Lo so Kagome, ma non mi importa. Devo anzi chiederti scusa..-
- E perché mai?- chiesi perplessa.
- Quando ci hai confessato di essere molto legata ad Inuyasha io ti ho scoraggiata, ti ho detto di lasciar perdere perché con lui non avresti mai potuto avere un futuro. E invece adesso sono terribilmente innamorata di un demone.-disse scoppiando a ridere insieme a noi tutte.
- Non importa Alissa, l’unica cosa che conta è che tu sia felice.- le dissi sentendo la voglia di alzarmi per abbracciarla, ma rinunciai al mio progetto quando capì di non avene le forze.
- E con Inuyasha? Come vanno le cose tra voi Kagome?-
- È complicato..- dissi esitante
- Non ti avrà fatto del male, vero?- chiese allarmata e già sul punto di scoppiare a piangere Rin.
- No..no-mi affrettai a negare -Non mi ha fatto alcun male, tuttavia Inuyasha è furioso. Non si fida di me e non fa altro che allontanarmi..- dissi chinando il volto, per non permettere alle mie amiche di leggere la sofferenza che ero sicura mi trapelava dagli occhi.
- Mi dispiace amica mia, ma vedrai che le cose si sistemeranno.- tentò di rincuorarmi Sango.
- Ha solo bisogno di smaltire la rabbia.- disse Rin tentando di risollevarmi il morale.
- Già..- risposi per nulla convinta.
- Piuttosto, ragazze, ho delle cose importanti da riferirvi. Ieri sono andata con Inuyasha ad interrogare il demone toro che mi aveva attaccata..-
- Davvero? E cosa hai scoperto?- chiese ansiosa Alissa.
- Sostiene che a commissionare la mia uccisione sia stato mio fratello Sota..-
- Cosa? Una cosa del genere è impossibile. Non gli hai creduto vero, Kagome?-
- Certo che no, Sango. Tuttavia credo che i ribelli siano coinvolti e voi sapete cosa voglio dire. Ma la cosa più importante è che il demone sosteneva che la custode della sfera è ancora viva e che Sota sa molte cose al riguardo.-
- Sarebbe necessario parlarne con lui..-esclamò pensierosa Alissa.
- Già, peccato sia praticamente impossibile. In più riguardo ai miei sogni ho scoperto una cosa davvero importante- dissi.
- Ovvero?- domandò Sango invitandomi a continuare.
Aprì la bocca per rispondere, ma fui interrotta dalla brusca apertura della porta da parte di una schiava che, senza troppe cerimonie, avanzò fino a trovarsi di fronte a noi.
- Il principe mi ha ordinato di portarti un kimono. Preparati, ha richiesto la tua presenza. Riguardo a voi tre il principe Sesshomaru vi vuole nella sala da pranzo, ha bisogno di conferire con voi.- detto questo lanciò malamente il kimono sul letto e andò via.
- Che simpatia.- replicò sprezzante Alissa.
- Già..ma ora è meglio che andiate ragazze, non vorrete tardare e scatenare l’ira del principe..-dissi con tono allegro.
- Non vuoi che ti aiutiamo a vestirti?-
- No, no..- mi affrettai a negare. 
Non volevo vedessero le ferite sulla mia schiena.
- D’accordo..a dopo allora!- disse fissandomi di sottecchi la mia migliore amica.
Nessuno mi conosceva meglio di Sango, ed ero sicura che nonostante i miei tentativi di fingere che tutto andasse bene, la mia amica avesse compreso che qualcosa in me non andava.
- Certamente..a dopo!-
Mi vestì in fretta, tentando di ignorare il dolore che ogni più piccolo movimento mi provocava. Osservai affascinata e quasi con timore reverenziale lo stupendo chimono che la donna mi aveva portato. Era bianco come il latte con delicati ed elaborati disegni argentati che partivano dalle spalle e ricoprivano l’intero chimono, l’obi era costituito da una fascia argentata di stoffa pregiata. Indossarlo mi fece sentire una regina e sperai che Inuyasha vedendomi con quel kimono indosso mi trovasse..bella. Era un pensiero sciocco, banale ed infantile, ma nonostante ciò era quello che desideravo.
Uscì dalla camera e mi avviai lungo il corridoio finché non raggiunsi la camera di Inuyasha..bussai.
 
 
 
Sentì il suo profumo dolce, che tanto adoravo, avvicinarsi sempre di più. Sentì dei colpi leggeri alla porta e diedi il permesso per entrare. Quando la porta si aprì rimasi a bocca aperta; Kagome, con indosso quel kimono che perfettamente le fasciava il corpo, era una visione. Mi ero premurato di sceglierlo io stesso, trovandolo adatto per lo scopo che mi ero prefisso di raggiungere quella notte. Il bianco latte del chimono perfettamente si adattava alla sua pelle candida e creava uno splendido contrasto con i folti e lucenti capelli scuri lasciati sciolti. Tentai di ricompormi, non volevo mostrarle quanto desiderio provassi per lei. Assunsi un’espressione arcigna, quasi scocciata, e rudemente le ordinai di avvicinarsi a me. Appena fu abbastanza vicina, l’afferrai per un polso e la trascinai sul letto costringendola a sdraiarsi al mio fianco, la sentì irrigidirsi e incapace di trattenermi la baciai con urgenza.
Non fu un bacio dolce, ero possessivo e bramoso. Per tutto il giorno starle lontano era stato difficile, mille volte sarei voluto correre da lei e prenderla tra le braccia. Sentire il suo corpo stretto al mio era ormai per me diventata una necessità e la cosa mi irritava non poco.
- Stasera ti prenderò..nulla mi fermerà.- le dissi brusco e con tono severo..quasi fosse un ordine.
La sentì irrigidirsi sotto di me e vidi la paura lampeggiare nei suoi occhi. Dopo pochi istanti la sentì calmarsi e, in un gesto che mi colmò di tenerezza, la vidi annuire e protendere le labbra in cerca delle mie.. non la feci attendere. La spogliai lentamente, seppur la voglia di sentire la sua pelle di seta sotto le mie mani si facesse sempre più urgente e pressante. Quando lasciai scivolare via il kimono la sentì gemere, ma non capendo la sua reazione e associandola al timore o alla vergogna la ignorai.
 
 
La stoffa del kimono toccò le ferite e quel leggero e quasi impercettibile tocco mi causò dolore..gemetti sulle labbra di Inuyasha che, fortunatamente ignorò il tutto. Avevo paura di quello che di li a poco sarebbe accaduto, ma la voglia di averlo era troppa. Anelavo ad essere sua in ogni senso e la certezza che Inuyasha non mi avrebbe mai fatto realmente del male mi convinse a lasciarmi andare del tutto e a godere delle magnifiche sensazioni che solo lui sapeva regalarmi.
 
Mi ero ripromesso di non avere pietà, tuttavia ben sapevo che se Kagome si fosse tirata indietro non l’avrei mai presa con la forza. La sentì arrendevole sotto di me e con le mani presi ad accarezzare ogni centimetro di quello splendido corpo. Mi fermai per un momento notando delle macchie violacee sui suoi polsi e all’altezza dell’avambraccio, sentì la rabbia crescere.
- Come ti sei procurata questi lividi?- chiesi con tono duro.
- N..non è nulla, Inuyasha..-
Socchiusi gli occhi e capì che doveva essere stato sicuramente Akuma a procurarglieli..il giorno dopo avrei parlato con lui, una cosa del genere non doveva più ripetersi. Non volevo vedere la sua splendida pelle rovinata da lividi e escoriazioni, non volevo che le fosse fatto del male.
- Se Akuma te li ha fatti, vuol dire che te li sei meritati.- dissi per non darle la soddisfazione di vedere quanto mi avesse scosso vedere la sua pelle deturpata. Vidi i suoi occhi farsi lucidi e mi si strinse il cuore, tuttavia non mi lasciai intenerire. Ricordavo ciò che mi aveva fatto, il modo in cui mi aveva tradito..non meritava pietà.
- è vero..- rispose lei.
La ignorai e tornai a baciarla per sopprimere il senso di colpa per il modo in cui la stavo trattando. La sollevai a sedere per poterla meglio stringere a me, le accarezzai il viso, i capelli ma quando feci scorrere la mano lungo la sua schiena mi bloccai, rimanendo agghiacciato.
L’urlo che le sfuggì dalle labbra non fu che la conferma di ciò che già avevo compreso toccando le profonde lacerazioni sulla sua schiena..era stata frustata. Velocemente mi portai alle sue spalle e la vista delle ferite che deturpavano la sua liscia schiena, mi ghiacciò il sangue nelle vene. Sentì immediatamente il mio sangue demoniaco ribollire e lottare contro la mia ragione per prendere il sopravvento. L’unica cosa che volevo era uccidere, affondare più volte gli artigli nella carne..volevo sterminare chiunque le avesse fatto quello..chiunque avesse osato toccarla.
- Chi è stato?- ringhiai.
- Inuyasha..-
- Chi è stato?- urlai.
Sentendola tremare la presi tra le braccia, facendo attenzione a non toccare la sua schiena martoriata.
- Dimmi chi è stato, Kagome..-
- A..Akuma..-
- È morto. Non muoverti di qui.- le dissi tentando di alzarmi ma lei mi trattenne.
- Non puoi, Inuyasha..- replicò.
- Non posso? Staremo a vedere.-
- Ma..-
- Non provare nemmeno a difenderlo..- ringhiai - Non aveva nessun diritto di farti questo.-
-Oh si che l’aveva. È stata colpa mia, sono stata io a provocarlo.-
- Non mi importa. Se anche tu avessi tentato di ucciderlo non avrebbe mai dovuto toccarti, nessuno può farlo.-
- Ti sbagli Inuyasha, sei stato tu stesso a dargli il permesso di punirmi se lo avesse ritenuto necessario..- mi disse calma e io mi sentì morire.
Era colpa mia, era stata tutta colpa mia. La causa della sua sofferenza ero io. A causa di una stupida concessione fatta in un momento di ira, a causa della mia insensata voglia di fargliela pagare le era stato fatto del male. L’unico da biasimare ero io.
La voltai rapidamente e la strinsi a me, affondai il volto nei suoi capelli e per una volta lasciai parlare il mio cuore, ignorando il mio orgoglio.
- Perdonami. Se è accaduto questo è esclusivamente colpa mia e del mio stupidissimo orgoglio. Perdonami Kagome..- dissi stringendola ancora più forte.
- Inuyasha..- si limitò a rispondermi e mi strinse più forte a sé.
- Ti giuro che nessuno più ti farà del male, a nessuno più permetterò di toccarti. Perdonami Kagome.-
- Non hai nulla da farti perdonare, Inuyasha. Sono io che devo chiederti perdono per averti mentito. Riuscirai a perdonarmi? Mi darai la possibilità di spiegarmi?-
- Non mi importa più del passato, ricominceremo dall’inizio, Kagome. Senza segreti, senza errori. Ti ascolterò ma non adesso..ora devi riposare.- la allontanai da me per un istante avvertendo subito la necessità di stringerla nuovamente contro me. Mi sfilai la parte superiore del mio abito e gliela feci indossare delicatamente. Prendendola per i fianchi la attirai a me e la feci stendere.
- Posso dormire qui..con te?- mi chiese esitante.
- D’ora in poi dormirai sempre qui, con me.-
- Domani mattina al mio risveglio sarai qui..al mio fianco?-
- Sarò sempre qui, al tuo fianco.- e dopo averla baciata le augurai la buonanotte. Kagome si addormentò rapidamente, doveva essere stanca e spossata. Le accarezzai a lungo i capelli e non riuscivo a smettere di guardarla e sentirmi tremendamente in colpa. Non potevo rimediare agli errori passati, ma ancora una volta giurai sul mio stesso onore che d’ora in poi l’avrei protetta, a costo della mia stessa vita, e che nessun altro avrebbe osato farle del male.
 
 
 
 
Note dell'autrice: Ok, ok..vi prego lasciatemi prima parlare e poi potrete uccidermi. Tanto per cominciare chiedo perdono per l'immenso ritardo, ho però una buona giustificazione :D Il mio pc si era rotto e ho dovuto quindi riscrivere il tutto, se poi aggiungiamo anche i problemi di connessione e l'università..riuscite ad essere almeno un pò clementi? xD
So che avevo promesso di aggiornare prima "Questioni d'amicizia o d'amore", ma trovandomi a dover riscrivere i capitoli dall'inizio, ho terminato prima questo e per non farvi attendere oltre, abusando della vostra pazienza, ho preferito pubblicare questo. Ora vi lascio sperando che più di 20 pagine di Word siano un buon modo per chiedervi scusa. Spero che il capitolo vi piaccia e di leggere numerose opinioni :)
Alla prossima =D (Giuro che sarà presto!)
Baci Vanilla ^^

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Capitolo 15
*** E' il momento d'agire! ***


“Sei tu, il destino sei tu”
C..cosa significa?
“Sei tu, il destino sei tu”
Non riesco a capire..cosa volete dirmi?
“Sei tu, il destino sei tu”
Come se fossi stata attraversata da una scossa, ansimando, scattai a sedere sul letto. Portai una mano alla tempia, per scostare i capelli che mi si erano attaccati al viso, e non mi stupì di sentire la fronte imperlata di sudore. Respirai profondamente tentando di calmare i battiti impazziti del mio cuore, ma solo quando due braccia solide mi circondarono i fianchi riuscì a regolarizzare il respiro e riacquistare un po’ di lucidità.
- Cosa succede, Kagome?- mi domandò una voce preoccupata.
- Nulla, Inuyasha..sempre lo stesso sogno. Perdonami se ti ho svegliato..- risposi poggiando il capo sul suo petto in cerca di conforto.
- Vorrei capire cosa ti ha spaventata tanto..- continuò.
Mi voltai a fissarlo, e mi persi in quegli occhi d’ambra che mi fissavano in attesa di una risposta. La sera prima avevamo promesso che tra noi non ci sarebbero stati più segreti, quello era il momento perfetto per iniziare a condividere ciò che avevo scoperto con lui.
- Il sogno è sempre lo stesso..- cominciai, tentando di dare un filo logico ai miei pensieri.
- Vale a dire che sogni ancora quella donna?-
- Si..ma sono finalmente riuscita a capire cosa dice..-
- Ovvero?- chiese con una leggera nota di impazienza nella voce.
- Sei tu, il destino sei tu..- dissi, mentre nella mia mente rivedevo nitide le “immagini” del mio sogno.
Inuyasha tacque per diversi minuti e io assecondai il suo silenzio. Stava probabilmente cercando di dare un senso a quelle parole, che di sensato, almeno per me, non avevano assolutamente nulla.
- Per quanto mi sforzi non riesco a capire cosa ciò vorrebbe dire. Sei sicura che pronunci proprio queste parole?-
- Si..ripete la stessa frase per ben tre volte.-
- E non dice altro?-
- No. Il sogno è sempre lo stesso. Continuo a rivedere questa donna che parla a fatica, sento poi una risata che ogni volta mi mette i brividi e non appena torno a concentrarmi sulla donna questa mi sorride e poi..muore.- dissi rivivendo, per l’ennesima volta, lo strazio che tutte le notti mi perseguitava.
- Cosa potrebbe voler dire con “il destino sei tu”? E soprattutto perché tu continui a fare questo sogno?- chiese più a sé stesso che ad altri mentre,distrattamente, cominciò ad accarezzarmi i capelli.
- Cosa ne pensi?- gli domandai.
Speravo che condividesse le sue idee, i suoi dubbi e i suoi pensieri con me. Con lui volevo condividere tutto.
- In realtà, Kagome, penso che il motivo per cui tu continui a sognare questa scena è perché si tratta di un momento che hai già vissuto..-
- Me ne ricorderei. Non ho memoria di nessun avvenimento simile.-
- Potresti averlo rimosso per non dover ripensare ad un avvenimento troppo doloroso o che ti ha troppo sconvolta..-
- Se così fosse dovrebbero averne memoria almeno Sango ed Alissa. Siamo tutte quasi coetanee e siamo inseparabili sin da bambine.-
- Bene in questo caso raggiungeremo tutti nella sala principale e ne parleremo anche con loro, in modo da trovare una spiegazione a tutta questa faccenda. In realtà sono molte le cose di cui dobbiamo discutere oggi..- mi disse.
- Non hai cambiato idea, vero? Mi ascolterai?- chiesi voltandomi a fissarlo.
Avevo bisogno di essere ulteriormente rassicurata per non permettere alle mie paure di prendere il sopravvento.
- Ovviamente, Kagome. Te l’ho promesso.. e poi ci tengo molto a sentire ciò che hai da dirmi. Ma non è solo a questo che mi riferivo..- spiegò mentre l’espressione del suo volto si fece più seria e cupa.
Lo fissai perplessa in attesa di chiarimenti.
- Sono molte le questioni di cui dobbiamo discutere oggi.- sentenziò.
- Vale a dire?-
- Intendo risolvere la questione di questi sogni che ti perseguitano, voglio ascoltare ciò che hai da dirmi, intendo risolvere la situazione con Akuma e conferire con i miei fratelli riguardo ad altri problemi..- disse con tono serio.
- Una giornata impegnativa..- mi limitai a rispondere, mentre il pensiero di non poterlo avere accanto, a causa dei suoi numerosi impegni, mi colmava di malinconia e malumore.
- Già, e tu sarai al mio fianco in ogni momento.- sussurrò incatenando i suoi occhi ai miei.
- Non ti fidi ancora di me? Ritieni sia necessario tenermi costantemente sotto controllo?- chiesi con difficoltà.
Non era facile parlare e pensare lucidamente mentre due meravigliosi occhi d’ambra ti fissavano in modo così intenso, così sconvolgente.
- Niente del genere, solamente non desidero separarmi da te. In più molte delle questioni riguarderanno anche te.-
- Non mi importa se la giornata sarà lunga o stressante..l’unica cosa che desidero è restare al tuo fianco.- dissi arrossendo leggermente, ma lasciando libero di parlare il mio cuore.
Spinta dalla voglia che avevo di rendere ancora più intenso e profondo quel momento sfiorai le sue labbra con le mie e, come ogni volta che le nostre bocche si toccavano, la passione mi travolse. Inuyasha approfondì il bacio, continuando a tenermi stretta a sé, finché, entrambi ormai privi di fiato, fummo costretti ad allontanarci.
-beh, la giornata non è cominciata affatto male..- scherzò.
Le sue parole mi riportarono, come il giorno precedente, alla mente il proverbio che era solita ripetere Rin..” il buongiorno si vede dal mattino”.
La mattinata precedente non era stata delle migliori, così come il resto della giornata; sperai solo che questa volta ad un mattino decisamente favorevole seguisse una giornata piacevole e positiva.
- Sono d’accordo..-mugolai, prima di cercare nuovamente le sue labbra.
- Su, è ora di alzarci..altrimenti finirà che passeremo tutta la giornata a letto..- disse sorridendo sornione.
- Ci sono troppe cose da fare..- dissi, tentando di accantonare quella piacevole e stuzzicante idea e di far prevalere il mio lato maturo e responsabile.
- Hai ragione. Ma prima di tutto..intendo dare un’occhiata alle tue ferite..- disse con tono tetro.
- Non serve Inuyasha, davvero.-
- Certo che serve, a meno che non vuoi che prendano infezione. Le medicazioni vanno cambiate e hai bisogno di qualche unguento che favorisca la cicatrizzazione e attenui il dolore. Ora che ci penso..chi ti ha medicata ieri?- chiese curioso.
- È stato Koga. Con me è stato molto dolce e paziente.- risposi senza esitare, ripensando con quanta cura e premura il giorno precedente il demone lupo si fosse occupato di me.
- Questa cosa non mi piace.- sentenziò.
- E perché mai?- chiesi realmente sorpresa.
- Non voglio che nessuno, oltre me, ti tocchi,Kagome. Il pensiero delle sue mani su di te mi fa impazzire.- disse serio.
- Inuyasha, Koga mi ha solamente medicato. Lui non mi ha..insomma noi non abbiamo..cioè lui non ha avuto un comportamento sconveniente verso me..- risposi imbarazzata, ma decisa a convincerlo che tutto ciò che Koga aveva fatto era stato prendersi cura delle mie ferite.
Confessargli la “dichiarazione” di Koga, era l’ultimo dei miei pensieri. Del resto non gli stavo nascondendo nulla, in quanto le parole di Koga erano state solamente uno sfogo, un suo personale modo di dirmi addio e rinunciare a me. Non c’erano stati altri fini.
- Capisco. Ma l’idea mi manda comunque in bestia.- disse prima di baciarmi il capo e abbandonare il letto.
- Dove vai?- gli domandai mentre lo vedevo avvicinarsi alla porta.
- Da Kaede a prendere il necessario per medicarti. Tu aspettami qui..- proferì, richiudendosi la porta alle spalle.
Tornò poco dopo con tutto il necessario e si occupò delle mie ferite con grande cura ed estrema delicatezza. Mostrare ampie porzioni di pelle nuda dinnanzi a lui non mi creava più disagio o imbarazzo; condividevamo ormai una certa intimità e desideravo, con tutta me stessa, che quel senso di familiarità e conoscenza tra noi instaurato, continuasse a crescere sino ai suoi massimi livelli di espressione.
- Capisco ora perché nonostante il mio olfatto sviluppato, non mi sono reso conto, fin quando non le ho toccate, delle tue ferite. Tutte queste erbe coprono l’odore di sangue..-  spiegò.
Mi limitai ad annuire per fargli comprendere di aver capito.
- Ti causano molto dolore?- mi chiese con tono tetro.
- Non è nulla d’insopportabile, Inuyasha. E poi oggi sto già molto meglio di ieri- lo rassicurai e in parte era la verità. Gli unguenti curativi di Kaede erano portentosi.
- È ora di andare..vestiti così potremo raggiungere gli altri nella sala principale.- mi disse porgendomi un kimono che si era premurato di portarmi. Lo ringraziai mentalmente, il kimono che avevo indossato la sera prima era troppo importante e sontuoso per poter essere indossato quotidianamente.
Osservai il kimono blu impreziosito da elaborati disegni di colore rosso e argento,potei toccare con mano l’ottima fattura e la stoffa pregiata..di sicuro non era uno dei miei.
- Inuyasha questo kimono non è mio..- spiegai.
- Lo so.- mi rispose scrollando le spalle.
- A chi appartiene?- chiesi sospettosa.
- Che importanza ha?- replicò scocciato.
- Non apparterrà ad una delle tue vecchie amanti, vero?- chiesi già pronta a dare battaglia. Se avesse risposto di si lo avrei purificato all’istante.
- Scema, ma cosa vai a pensare?-
- A chi appartiene?- riprovai.
- È tuo..- mi disse arrossendo leggermente.
- Ti sbagli sono sicura di non averne mai posseduto uno del genere. E sono sicura di non averne mai visto uno simile nemmeno alle mie amiche..- dissi sicura.
- Ciò che intendevo dire è che..è un dono per te. Mia madre ne possedeva uno simile e ho ordinato che ne venisse tessuto uno somigliante.- spiegò imbarazzato e scrutandomi attentamente.
Lo fissai scioccata.
- V..vuoi dire che hai ordinato che lo facessero espressamente per me?- chiesi con voce rotta.
Lui si limitò ad annuire.
Mi fiondai tra le sue braccia piangendo disperata.
- Ehi, Kagome, se non ti piace non devi indossarlo per forza. Su, non mi sembra il caso di piangere per così poco..- mi disse.
Sollevai il volto, ancora inondato di lacrime, e lo fissai.
- T..tu credi che non mi piaccia?- singhiozzai.
- Perché staresti piangendo altrimenti? Tranquilla, non mi arrabbierò di certo per una sciocchezza simile..- mi rassicurò.
- I..Inuyasha sto piangendo perché sono felice..- tentai di spiegargli.
- Piangi perché sei felice?- mi domandò con espressione sconvolta.
- Si, non avresti potuto farmi regalo più bello..-
- Quindi ti piace?- mi chiese mentre l’ombra di un sorriso illuminava il suo bellissimo volto.
- Da morire. Posso indossarlo subito?- chiesi eccitata dalla sola idea.
Dovevo sembrare una sciocca, ma in vita mia raramente avevo ricevuto dei regali, e ogni volta che ciò accadeva mi sentivo euforica. Era un po’ come tornare bambina.
- Certo, per questo te l’ho consegnato adesso.-
Sorrisi e mi affrettai ad indossare lo stupendo kimono, facendo attenzione a non sgualcirlo. Quando fui completamente vestita mi voltai a fissare Inuyasha in attesa di un suo parere.
- Non va bene..- proferì serio.
- C..credi che sia eccessivo per una schiava, vero?- chiesi dispiaciuta e mortificata.
- Nulla del genere. Credo tu sia talmente bella che per chiunque sarà impossibile distogliere lo sguardo.- mi disse serio mentre si avvicinava a me.
- E la cosa non mi piace..voglio che nessuno ti guardi. Tu sei solo mia..- continuò mentre mi prendeva tra le braccia e avvicinava il suo viso al mio.
- Solo tua..- sussurrai prima di far incontrare le nostre labbra in un bacio carico di tenerezza.
Quando ci staccammo continuò a tenermi stretta a sé per alcuni minuti.
- Adesso andiamo o non faremo nulla di tutto ciò che abbiamo in programma..-
- Va bene.- acconsentì sorridendogli.
Mi prese per mano e insieme ci avviamo verso la sala principale.
 Non appena varcammo la soglia della sala avvertì una miriade di sguardi ostili posarsi su di noi, o meglio su di me. Nella stanza erano presenti, oltre i principi e le mie amiche, molti demoni che rivestivano cariche importanti.
- Inuyasha..- bisbigliai, stringendo la sua mano e avvicinandomi, ancor di più, a lui.
- Sta’ calma. Non lasciare che ti credano impaurita..- mi sussurrò, stringendo ulteriormente la mia mano.
Le sue parole mi incoraggiarono, se c’era lui con me non dovevo temere un gruppo di spocchiosi demoni. Raddrizzai la schiena e con sguardo alto e fiero mi avvicinai alle mie amiche.
- Bene, ora che siamo tutti qui, credo potremmo cominciare a discutere delle diverse questioni in programma.- affermò con tono autoritario il principe dei demoni.
Presi velocemente posto, occupando lo spazio vuoto accanto a Sango.
- Chi intende esporre il primo argomento?- domandò Sesshomaru.
- Io.-
Nell’udire la voce dell’odiato generale mi accigliai, quell’essere losco mi ripugnava. In sua presenza avvertivo sempre una sensazione di disagio e pericolo, e continuavo a chiedermi se tutto ciò non fosse da attribuire anche ai miei sensi di sacerdotessa, oltre che al disprezzo che provavo per lui.
- Bene, Naraku, ti ascoltiamo..- disse sedendosi accanto a Rin, non prima però di aver lanciato un’occhiata inteneritrice al generale.
- Ti ringrazio, Sesshomaru. Ciò di cui volevo discorrere è una questione molto importante, da questa dipendono non solo la sicurezza ma anche l’immagine e la credibilità del nostro regno.- cominciò con fare quasi teatrale.
-Non c’è bisogno di tutti questi paroloni, Naraku. Arriva al punto della questione.- lo esortò infastidito e impaziente Inuki.
Probabilmente tutti avevano già intuito di cosa Naraku volesse parlare, era inutile girare intorno alla questione.
- Come vuoi, Inuki, sarò breve e conciso. La donna che tu hai marchiato e le sue amiche appartengono al gruppo dei ribelli.- sentenziò con un sorriso sadico dipinto in volto.
-Mi sembrava che la corsa fosse ormai nota a tutti.- esclamò Miroku per spronarlo a continuare e arrivare al succo del discorso.
- Già, la notizia in poche ore ha fatto il giro dell’intero castello..mi chiedo se la notizia non sia trapelata anche al di fuori..sarebbe una vera e propria sciagura. Ma ciò che mi domando, signori, è: appurata la loro colpa, perché sono ancora vive e addirittura qui presenti? Bisogna prendere provvedimenti..-
Molti dei demoni presenti in sala annuirono concordi.
- Bene ti ringraziamo Naraku, grazie al tuo discorso abbiamo già risolto un problema. Che loro hanno legami di sangue con alcuni ribelli mi sembra l’abbiate capito tutti,ciò che mi sembra facciate più fatica a comprendere è che tutte loro sono sotto la nostra protezione. Siamo noi a disporre per loro e di comune accordo abbiamo stabilito che non verranno punite per ciò.- esclamò con tono serio e duro Inuki.
- Ma..- tentò di opporsi un demone.
- Hai forse l’autorità per opporti a ciò che mio fratello ha dichiarato?- domandò sicuro della sua posizione avvantaggiata Koga.
- No, signore.-
- Bene, allora tacete. Se avete dei reclami da fare potrete farlo quando il re sarà di ritorno.- terminò con tono severo il demone lupo.
- Chiarito ciò, passiamo alla prossima questione.- sentenziò Sesshomaru.
- Ora che abbiamo scoperto dove i ribelli si nascondono potremo attaccare il loro villaggio e sgominarli- esclamò un demone con un’espressione sadica dipinta in volto.
Strinsi i pugni al contempo infastidita e impaurita dalle sue parole.
- Calma. Qualcosa faremo di sicuro, ma le nostre azioni vanno valutate e programmate. Non faremo nulla di azzardato o improvvisato.- chiarì Miroku.
- Cosa proponete dunque?-
- Inuyasha..-bisbigliai..quello era il momento più adatto per spiegargli la situazione prima che le cose degenerassero o mi sfuggissero di mano.
- Non ora Kagome.- mi rispose tranquillo.
- Ma Inuyasha..- replicai.
- Kagome, il fatto che io abbia risparmiato te e i miei fratelli le tue amiche questo non vuol dire che lo stesso trattamento sarà riservato a tutti i ribelli- esclamò con tono alto, in modo che fosse udibile a tutti.
- Su questo l’appoggio completamente. Alissa, Sango, Rin, Kagome voi siete state graziate ma la stessa sorte non toccherà anche ai vostri fratelli ed amici.- sentenziò con tono calmo ma autoritario Inuki.
- Inuyasha, lascia che io ti spieghi- lo pregai.. le cose non si stavano mettendo bene.
- Ti ho promesso che ti avrei ascoltata, ma è una cosa che farò quando saremo soli. Tuttavia voglio che tu sappia che nulla potrà scagionarli.-
- Dovreste ascoltare ora ciò che ha da dire.- intervenne Rin.
- Perché?- domandò Sesshomaru, probabilmente incuriosito dall’ intromissione della mia amica.
- Ciò che Kagome ha da dire influenzerà anche il vostro piano d’attacco. Le cose sono più complesse di ciò che sembrano.- disse senza distogliere lo sguardo dagli occhi di ghiaccio del principe primogenito.
- E sia! Dì tutto ciò che sai.- mi ordinò.
- Non darle ordini, Sesshomaru. Dirà solo ciò che vorrà.- disse Inuyasha fissando me.
- Le cose sono più complicate di quanto sembrano. Mio fratello Sota e Kohaku, il fratello di Sango, sono a capo dei ribelli, ma non nel modo in cui voi credete.- cominciai, fermandomi un attimo per cercare le parole giuste.
- Cosa intendi dire, Kagome?- mi domandò il demone lupo.
- Quello che Kagome vuol dire è che loro non sono dei veri e propri ribelli..non combattono contro la corona, contro di voi.- esclamò con tono solenne Sango.
- Cerca di spiegarti meglio, Sango. Prima ci dite che i vostri fratelli sono a capo di questa organizzazione, ci dite poi che non sono dei veri e propri ribelli e che non sono nostri nemici. Non riesco a dare un collegamento a tutte queste situazioni.-chiese confuso Miroku.
- Non sarà che stanno tentando di accaparrare qualche scusa per proteggerli?- malignò Naraku.
- Niente affatto. Come avete già scoperto la base dei ribelli è situata poco lontano dal nostro villaggio natale, ma se li attaccherete non troverete ciò che cercate. Sota, Kohaku e gli altri combattono per proteggere delle persone non per sete di dominio, ribellione o altro.-
- Non riesco a seguirti, Kagome.- mi disse fissandomi con sguardo serio.
- Quelli che voi definite “ribelli” altro non sono che un gruppo di protettori. Hanno raccolto in un piccolo villaggio persone indifese e bisognose di protezione..difendono e salvaguardano la vita di persone innocenti.- tentò di spiegare Alissa.
-Accidenti credo che voi la stiate prendendo un po’ troppo alla larga. Perché non siete più dirette? Cos’è che nascondono? Cos’è che proteggono?-
- Umani e mezzi demoni- rispose Rin.
Il silenzio più totale calò sulla sala.
- Cosa significa?- domandò Inuyasha.
Sospirai, il momento della totale verità era arrivato.
- Accadeva spesso che le guardie demoniache violentassero le donne del villaggio per trarne piacere..alcune di loro restavano gravide.-
- Sappiamo bene come funzionano queste cose..Continua!- mi ordinò brusco Naraku.
Gli riservai un’occhiataccia ma feci come mi aveva “gentilmente” chiesto.
- Al trauma subito andava aggiunto l’orrore di vedersi poi portare via i propri bambini. Molte di quelle donne venivano uccise appena avevano messo al mondo il nascituro.- dissi con voce tremante.
-Non sai forse che è così che funzionano le cose? Se pur nato da un inutile umana, i mezzi demoni sono creature superiori e non possono essere certo allevati dalla feccia. Se quelle donne si opponevano la loro morte è stata meritata..- mi apostrofò uno dei demoni presenti.
- Taci!- gli ordinò Inuyasha –Continua, Kagome.-
Fu Sango però a continuare il mio discorso.
- Le cose nei villaggi umani peggiorano sempre di più. I demoni sono sempre più violenti ed aggressivi, uccidono facilmente e senza coscienza.- disse senza timore.
- Non capisco cosa c’entri tutto questo con la questione dei ribelli..-
- Tutto questo era divenuto impossibile da tollerare. Diversi anni fa molti uomini del nostro villaggio si ribellarono, aiutarono a fuggire dal villaggio tutte le donne gravide e quelle non ancora maritate per preservarle dall’eventualità di una violenza. Sono anni ormai che Sota e Kohaku non fanno che accogliere sotto la loro protezione persone riuscite a fuggire da diversi villaggi e in cerca di protezione. Hanno dato l’opportunità a dei bambini di crescere con le loro madri..- dissi fissando negli occhi l’uomo di cui mi ero innamorata.
Ricordavo una conversazione avuta pochi giorni dopo il mio arrivo, mi aveva confessato di sentirsi fortunato per aver avuto la possibilità di crescere avendo anche sua madre vicina..come poteva non comprendere quanto anche per quei bambini fosse necessaria  e desiderata la presenza di una figura materna?
- In sostanza mi stai dicendo che tuo fratello accoglie sotto la sua protezione gli evasi dai villaggi e donne che non vogliono consegnare ai demoni i loro bambini con sangue demoniaco, vero?- mi domandò Inuyasha.
Mi limitai ad annuire.
- Questo, mio signore, non li giustifica.. il loro è un reato grave. Andrebbero sterminati insieme  a tutti coloro che hanno richiesto la loro protezione pur sapendo di infrangere la legge.- intervenne un demone.
- Taci. Non voglio interferenze.-
- E riguardo i combattimenti? Voi stesse siete in grado di combattere e in più avete ammesso di aver partecipato a più spedizioni. Non erano queste rivolte verso noi?- domandò Inuki.
- No! Ogni volta che abbiamo lottato è stato sì contro le guardie del regno, ma solo per liberare qualche villaggio, impedire esecuzioni pubbliche o salvare qualche innocente. Non sono mai state organizzate incursioni contro di voi.- gli spiegò Alissa.
- Eppure qualcuna di voi la volta scorsa ha affermato che i ribelli stanno combattendo per tentare di ottenere la liberazione dalla schiavitù e inoltre stanno cercando la sfera dei quattro spiriti.- sottolineò Naraku.
-Beh, credo sia infondo il sogno di tutti gli essere umani essere liberi..- bisbigliò Rin.
-E l’altra questione come la spiegate? Tutti sanno che la famiglia reale è ormai da diverso tempo alla ricerca della seconda parte della sfera..perchè dunque la cercano anche loro? Sicuramente per poterla poi usare contro di noi per i loro loschi intenti..- insinuò una delle guardie.
- Niente affatto, se stiamo cercando la sfera è solo per distruggerla. È proprio da quella che ha avuto origine tutto.. ma c’è dell’altro che dovreste sapere.- dissi.
- Continua pure, Kagome..- mi incoraggiò con tono calmo e rassicurante Miroku.
- Ultimamente, insieme al gruppo di mio fratello, ne convive un altro. Diverse settimane fa uno dei loro capi ha incontrato mio fratello e ha chiesto di essere accolto. Sota non se l’è sentita di rifiutare anche perché temeva che avrebbero finito con l’attaccarli pur di potersi stanziare lì, non voleva inutili spargimenti di sangue.-
- Tutto questo cosa c’entra?-
- Sono loro che organizzano le incursioni contro la corona. Sono loro i ribelli che cercate..- spiegò Alissa.
A quelle parole tutti si fecero immediatamente più attenti.
- Abbiamo scoperto che sono capeggiati da un demone.- continuò Sango.
- Che assurdità stai dicendo ragazzina? Un demone che incoraggia e capeggia un gruppo di ribelli umani?!? Quante sciocchezze..-urlò Naraku.
- Questo spiegherebbe molte cose..- esclamò Miroku con tono distratto.
- Cosa vuoi dire, Miroku?-
- Pensaci un po’ su, Inuyasha. Se è un demone colui che c’è dietro tutto questo si spiegherebbero tantissime cose. Si sta servendo degli umani per non sporcarsi le mani e per non essere scoperto..-
- Si spiegherebbe così l’attacco di cui siamo state vittime quel giorno poco fuori dai confini. Nessun demone si sarebbe sottomesso ai comandi di un essere umano, ma se fosse stato un demone a dare l’ordine, il tutto risulterebbe essere diverso.- aggiunse Alissa.
- Il traditore è qualcuno qui presente..>> disse con tono glaciale Sesshomaru  facendo scorrere lo sguardo su tutti i presenti nella sala.
- Come?- esclamò sorpreso l’odiato generale.
- Non potrebbe essere diversamente. È qualcuno che conosce i nostri progetti, il modo in cui agiamo, ed è qualcuno che gode di una tale fiducia da poter agire indisturbato.- constatò Miroku.
- Come intendete muovervi dunque?- domandò Naraku.
Inuyasha e gli altri si fissarono a lungo, senza scambiare però una parola.. dopo un tempo indeterminato Sesshomaru annuì e parlò.
- Attaccheremo adesso, non appena questo consiglio sarà sciolto. Se i ribelli non sono stati informati avremo la prova che il traditore è qualcuno tra i presenti..-
- Benissimo, elimineremo quella feccia dalla faccia della terra..- ghignò Naraku fissando divertito me e le altre.
- No, non voglio inutili spargimenti di sangue. Attaccheremo ma voglio che tutti siano fatti prigionieri.- ordinò Inuyasha.
- Ma principe..- tentò di ribellarsi uno dei demoni.
- Dovranno tutti essere interrogati, è essenziale per poterne sapere di più. Se ci fosse una battaglia rischieremmo di uccidere proprio le persone che più sanno..-
- Mi sembra un ottimo piano. Tuttavia, signore, come sperate che loro non ci attacchino a loro volta? Non dovremmo in quel caso difenderci?>> domandò esponendo i propri dubbi lo stesso demone.
- Non ci attaccheranno, ho già un’idea al riguardo..- spiegò Inuki voltandosi a fissare prima Alissa e poi tutte noi.
Il suo sguardo  mi raggelò. Avevo già la gola secca e la mente in turbinio mentre pensavo a quello che di lì a poco sarebbe accaduto, ma adesso lo sguardo di Inuki mi faceva pensare che le cose sarebbero state peggiori di come le avevo immaginate.
- C..cosa vuoi dire?- gli domandò Alissa.
- Se voi sarete con noi loro non ci attaccheranno.- spiegò tranquillo.
- Ma è un’idea magnifica le useremo come scudi.- esclamò elettrizzato dall’idea Naraku.
- No, niente del genere.- esclamò inviperito Inuyasha.
- Inuyasha..- cominciai pronta a difendere la mia posizione. Non credevo che mi avrebbe mai messa di fronte una scelta del genere..lui o mio fratello.
- Kagome, ascoltami. Non vogliamo spargimenti di sangue e se voi sarete con noi loro non ci attaccheranno, non potrebbero farvi del male. Se voi non sarete con noi non si arrenderanno mai spontaneamente e delle vite andranno perse.- mi spiegò con tono tranquillo.
Tentennai per alcuni secondi indecisa sul da farsi. Sapevo che senza le nostre indicazioni precise non sarebbero mai riusciti a raggiungere il villaggio segreto, così come sapevo che in effetti uno scontro sarebbe stato inevitabile. Tuttavia se anche loro si fossero arresi, sarebbero stati fatti prigionieri..cosa potevo fare? Da che parte era giusto stare?
Finché a risolvere tutti i miei dubbi, a trascinarmi fuori dalle mie incertezze non furono tre parole.
- Fidati di me, Kagome.-
In quel momento capì qual’era la scelta meno dannosa.
- Non farai del male a nessuno?- domandai fissandolo.
- Verranno fatti tutti prigionieri, Kagome, ma non faremo del male a nessuno. Ti prometto che li interrogheremo tutti, ci sarai anche tu quando lo faremo, e se risulteranno essere davvero innocenti non torcerò loro un solo capello.- dichiarò con tono solenne.
Annuì e lui continuò.
- Sappi però, Kagome, che non avrò pietà per chi ha organizzato spedizioni contro la mia famiglia e per chi è l’artefice del tuo attacco.- dichiarò serio.
- Non è stato Sota..- dissi, intuendo i suoi pensieri.
- Lo vedremo. Allora ci aiuterete?- mi domandò speranzoso
Mi fissai a voltare le mie amiche e una dopo l’altra annuirono silenziosamente.
- Si, saremo con voi.-
- Ottimo.-esultò.
Mi regalò un sorriso mozzafiato e si chinò poi per baciarmi la fronte, sotto gli occhi di tutti, facendomi arrossire.
- Bene, credo non ci sia altro da discutere.-
Inuyasha aprì le labbra pronto a parlare ma, ancora una volta, Naraku lo precedette.
- Una cosa ancora ci sarebbe a dir la verità. Nelle prigioni abbiamo ancora un prigioniero ribelle, giustiziamolo in modo che sia da esempio per gli altri.-
Il respiro mi si strozzò in gola, non potevo permettere una cosa del genere. Inuyasha si voltò a fissarmi e, come se mi avesse letto nel pensiero, sospirò.
- Non faremo nulla del genere. Se al loro arrivo qui i prigionieri assistessero ad uno spettacolo del genere non lo prenderebbero certo come un invito a collaborare. Il destino di quell’uomo sarà deciso insieme a quello dei suoi compagni..- sentenziò.
- C’è ancora un’altra cosa di cui dovremmo parlare.- intervenne Koga fissando malamente Inuyasha.
Mi irrigidì quando intuì che si stava sicuramente riferendo a me. Voleva parlare di quello lì dinnanzi a tutti?
- Giusto. Portatemi qui Akuma.- ordinò ad una delle guardie presenti, che si affrettò ad eseguire l’ordine.
- Mi stavo giusto chiedendo il motivo della sua assenza. Akuma è uno dei nostri migliori soldati.- esclamò Naraku con voce viscida, tenendo lo sguardo,ostinatamente, puntato su di me.
Perché continuava a fissare me? Che cosa poteva saperne lui di tutta quella faccenda?
- Esatto.. ed anche un vecchio compagno di giochi..>> continuò Inuyasha con tono duro mentre mi si parava dinnanzi, interrompendo il nostro scambio di sguardi.
- È solo questo che gli risparmierà la vita..- ringhiò con tono tetro.
- Di cosa stai parlando, Inuyasha? Cosa è accaduto?- domandò sorpreso Miroku.
- Akuma sarà d’esempio per tutti gli altri.- continuò non rispondendo direttamente alla sua domanda.
-Di che colpa si è macchiato, principe?- domandò un demone.
- Ha toccato qualcuno che era sotto la mia protezione.- ringhiò.
Immediatamente tutti gli sguardi cominciarono a spostarsi da me a Kikyo, seduta poco distante da me.
- Ti sforzeresti di essere più chiaro?- gli domandò irato il fratello.
- Akuma ha frustato Kagome, e a quanto pare se Koga non fosse intervenuto avrebbe continuato ancora a lungo.- sibilò stringendo i pugni, finché le nocche non divennero bianche.
La sua frase causò il caos nella sala. Le mie amiche, indignate e preoccupate, cominciarono a chiedermi quando fosse accaduto, come stavo e mille altre cose. I demoni continuavano a parlottare tra di loro, asserendo che seppur avesse disubbidito agli ordini, se Akuma aveva fatto una cosa del genere era probabilmente perché l’avevo meritata.
- Dannazione, avevo intuito ieri che avevi qualcosa di strano ma non avrei mai creduto si trattasse di qualcosa del genere.>> urlò Sango.
- Adesso basta! Fate silenzio.- ordinò Inuyasha.
Tutti tacquero.
- Kagome è stata medicata, starà bene.- continuò rivolto alle mie amiche. Si voltò poi a guardare i demoni e parlò con tono duro e autoritario.
- Non mi importa sapere se lei abbia meritato o no quella punizione. Kagome è mia, è sotto la mia protezione, e nessuno deve osare toccarla. ordinò -Ad Akuma risparmierò la vita, per chi dovesse ripetere un errore simile non avrò altrettanta considerazione.- terminò, mentre la sala rimaneva nel più assoluto silenzio.
Le porte si spalancarono e la guardia a cui era stato ordinato di scortare Akuma fece la sua entrata affannato e sconvolto.
-Mio signore..- urlò.
- Che ti succede? Dov’è Akuma?- domandò.
-Il soldato non è nelle sue camere.-
-È impossibile ho dato ordine che se ne restasse lì fino a che tu stesso non avresti deciso sul da farsi.- urlò Koga.
- Date ordine di cercarlo per tutto il palazzo.- ringhiò adirato.
-Non servirà, signore.- esclamò timoroso
- Cosa vuol dire che non servirà?- ringhiò Inuyasha.
-Ho chiesto ad alcune guardie per sapere se per caso fosse stato spostato nelle prigioni o da qualche altra parte, e una di loro mi ha detto di aver visto uscire Akuma questa mattina presto. Da allora non ha più fatto ritorno.
- Che cosa?- urlò Inuyasha.
- Il bastardo è fuggito. Non avevo dato ordini agli altri soldati al riguardo perché non credevo fosse così vigliacco.- ringhiò.
Akuma era fuggito..possibile che l’avesse fatto solo per paura di essere punito? Mi era difficile credere ciò, il demone era molto sicuro del legame che lo univa ad Inuyasha. Cosa allora l’aveva spinto a scappare e sparire nel nulla?
Per un momento, nei miei pensieri, all’immagine del demone si sovrappose quella di un umano che ben conoscevo.
- Hojo..- il suo nome mi scappò dalle labbra.
- Cosa c’entra quell’idiota? Perché lo nomini?- mi domandò irato.
- Pensaci un momento, Inuyasha, anche lui è sparito nel nulla. È dal giorno in cui hai scoperto la verità su mio fratello che non l’ho più visto. Un attimo prima era nella sala con noi, un attimo dopo non c’era più.-
- Il bastardo deve aver approfittato di tutta quella confusione per fuggire..ma cosa c’entra questo?-
- Non ti sembra strano che un semplice umano riesca ad abbandonare una stanza piena di demoni senza essere notato?- domandai per farlo giungere alla conclusione che io avevo già raggiunto.
- È stato aiutato. Qualcuno dei presenti l’ha aiutato a fuggire.- esclamò Miroku, sempre più rapido degli altri a collegare tutti i pezzi del puzzle.
- Stai forse dicendo che potrebbe essere stato il nostro traditore a far fuggire anche quell’umano? E a che pro?-
- Questo è quello che dovremo cercare di scoprire.- disse.
- E se fosse stata la stessa persona a far fuggire anche Akuma?- domandò Kikyo prendendo parte alla conversazione.
- Ma certo la cosa avrebbe un certo senso.- convenne Sango.
- Ossia?- domandò Inuyasha confuso.
- Pensaci Hojo, Akuma, i ribelli cos’è che hanno in comune?- gli domandò Kikyo.
Inuyasha la guardò con sguardo vuoto e, se la situazione non fosse stata così delicata, sarei scoppiata a ridere per la sua espressione. Cogliere le sottigliezze che legavano tutte quelle situazioni non era proprio il suo forte..
- Tutti hanno un motivo per tramare contro te, contro la corona. Il traditore sta raccogliendo alleati..- dichiarò Miroku.
- Credi davvero che io mi lasci spaventare da un umano balbuziente e da un demone traditore?- ringhiò Inuyasha.
- No Inuyasha, ma i suoi piani potrebbero essere molto più complessi. Non sappiamo su quanti alleati può contare.- gli feci notare.
- È inutile discutere di questo, adesso. Quando avremo ottenuto più informazioni, grazie anche ai ribelli, potremmo discuterne con il diretto interessato.- esclamò sorridendo e facendo accapponare la pelle a tutti i presenti Sesshomaru.
- Possiamo dunque partire immediatamente.- esclamò il mio mezzo demone.
- Come avevo ordinato siete tutti già armati.. non vi sarà quindi necessario allontanarvi per recuperare nulla.- esclamò rivolto ai demoni il primogenito.
Sorrisi, il suo era un ottimo modo per far sì che nessuno si allontanasse. Se il traditore era tra noi, come tutti pensavamo, non avrebbe avuto l’occasione di avvisare i suoi alleati.
Mentre tutti cominciavano a lasciare la sala per dirigersi verso il cortile, tentai di muovere qualche passo ma le mie gambe non volevano collaborare. Collaborando con Inuyasha stavo in un certo modo tradendo mio fratello. Tentai di ripetermi, più volte, che lo stavo facendo solo perché Inuyasha mi aveva promesso che non ci sarebbero stati spargimenti di sangue, ma la mia coscienza continuava a tormentarmi. Nemmeno il sapere che in ogni caso, con o senza di me, avrebbero attaccato mi consolava.
- Kagome..- mi richiamò Inuyasha.
- S..si?- risposi mentre ancora ero preda di quelle orribili sensazioni.
- Dobbiamo andare..- mi disse indicando i suoi fratelli e le mie amiche che aspettavano solo noi..
- Inuyasha..- cominciai, ma lui non mi diede il tempo di parlare, mi strinse forte a sé e ancora una volta mi chiese di aver fiducia in lui.
Come potevo negargli la mia fiducia se il mio cuore mi urlava di seguire i miei sentimenti e di mettere la vita di mio fratello e degli altri nelle sue mani?
Annuì e, ignorando uno strano peso sullo stomaco, afferrai la sua mano. Ci avviamo all’uscita con gli altri. La vita di mio fratello e di decine di innocenti dipendeva dalla riuscita di quel piano.





Note autrice: Salve a tutti :D
Inutile che io vi chieda scusa per il ritardo, vero? E' ormai diventato una sorta di clichè.
Passando al capitolo, spero che più di 20 pagine di word sia un modo sufficiente per chiedervi perdono :) Non è un capitolo sostanziale o ricco d'azione, tuttavia finalmente Kagome riesce a spiegare ciò che realmente fanno suo fratello e Kohaku, in più il traditore sembra essere qualcuno molto vicino alla famiglia reale e sembra essere in cerca di nuovi alleati.
Che dire? Nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle..Di certo Sota non sarà felice dell'arrivo a sorpresa dei principi e quindi, finalmente, anche lui e Kohaku faranno il loro ingresso nella storia..è proprio grazie a loro che scopriremo altre importanti verità su Kagome e le altre :)
Ci tengo a ringraziare in anticipo tutti coloro che leggeranno e recensiranno...è sempre un piacere leggere i vostri pareri...quindi mi raccomando commentate in tanti xD
Baci Vanilla ^^

Chissà perché ,proprio mentre montavo in sella dinnanzi Inuyasha, un istante prima di partire, mi tornarono alla mente le parole che quella donna sconosciuta continuava a ripetermi ogni notte.
“ Sei tu, il destino sei tu.”

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Capitolo 16
*** La verità è vicina.. ***


Malgrado l’estate non fosse ancora arrivata, i caldi raggi del sole pomeridiano e la delicata brezza rendevano il clima assolutamente piacevole. I prati verdi, gli alberi fioriti e il canto degli uccelli conferivano un’incantevole e delicata bellezza al paesaggio che mi sarei più che volentieri fermata a rimirare se la mia fosse stata una passeggiata di piacere..purtroppo di piacevole in ciò che stava per accadere non c’era assolutamente nulla.
Stavamo cavalcando ormai da qualche ora e ci eravamo da poco lasciati il villaggio in cui avevo trascorso la mia fanciullezza alle spalle..eravamo quasi giunti a quella che era la nostra destinazione. Più ci avvicinavamo più le mie incertezze e paure prendevano piede. Stavo davvero facendo la cosa giusta?
Non riuscì a trattenere un gemito di fastidio quando Inuyasha spronò il cavallo, su cui stavamo viaggiando, ad un’andatura più veloce.
- Cosa c’è, Kagome?- mi domandò preoccupato.
- Nulla..- mi limitai a rispondere.
Morsi il labbro per evitare che qualsiasi altro suono sfuggisse dalla mia gola. Cavalcare, per un così lungo tempo e mantenendo un ritmo così serrato, con il corpo segnato da ferite fresche e non ancora guarite, non era certamente un’esperienza piacevole. Seppur gli unguenti di Kaede erano portentosi non potevo certo sperare che facessero miracoli..
- Maledizione!- imprecò.
- Immagino che le ferite ti causino ancora dolore.- continuò, imponendo al cavallo un’andatura più lenta e dondolante.
- Non è nulla. Sto benissimo!- mentì.
- Mi dispiace. Avrei dovuto pensarci prima.. Saresti dovuta rimanere al castello.-
- No!- lo interruppi determinata a far valere le mie ragioni.
- Ciò che stiamo per affrontare riguarda me in prima persona. Sono esattamente dove dovrei, e dove voglio, essere.- asserì con tono deciso.
Se anche mi avesse ordinato di non seguirlo non gli avrei mai dato retta. Ero troppo coinvolta in quella questione per starmene ferma in attesa..
- Quando torneremo a casa ti costringerò a stare a riposo finché non sarai completamente guarita.-disse con tono autoritario ma regalandomi uno splendido sorriso.
-Sto già bene..mi basterà qualche ora di riposo!-
- Non sono per nulla d’accordo, ma ne parleremo poi.-proferì, mentre con la coda dell’occhio osservava il cavallo di Miroku e Sango avvicinarsi a quello che cavalcavamo noi.
- Sango dice che siamo quasi giunti..- esclamò atono Miroku.
- Finalmente! Odio cavalcare, preferisco decisamente correre.. inoltre sono anche molto più veloce di questo quadrupede.- proferì scocciato Inuki che “viaggiava” in compagnia di Alissa.
- Non sento odore di esseri umani o d’altro.- sentenziò il maggiore dei fratelli, mentre sollevava il viso al cielo nel tentativo di acuire ancor di più i suoi sviluppati sensi.
-Signori, più volte i miei uomini hanno esplorato queste terre e non abbiamo mai trovato nulla che potesse far pensare alla presenza di un accampamento.-si intromise uno dei generali.
- Sono protetti da una barriera..-esclamai atona.
Si voltarono tutti a fissarmi..probabilmente a causa della mia risposta brusca.
- Non percepisco campi d’energia qui vicino..- disse sorpreso Miroku.
Cominciai a sentire la stizza salire.
-Davvero? Se ti concentri di più riuscirai sicuramente a farlo.-sentenziai.
-Kagome..- mi richiamò Inuyasha sorpreso.
-Si?- chiesi con finta innocenza.
-Non è da te essere così brusca. Cosa ti prende?-mi domandò.
-Assolutamente nulla! Stavo spiegando a Miroku che se si concentra attentamente riuscirà sicuramente a percepire l’energia  che genera questa debole barriera.- dissi fissando il ragazzo dagli occhi blu.
Lo osservai chiudere gli occhi e concentrarsi.
-Trovata! Percepisco, adesso, il campo d’energia della barriera.-
-Non ne avevo dubbi. Il tuo potere spirituale è forte.- sentenziai rivolgendogli un sorriso tirato.
- Non sei tu che reggi questa barriera, vero?- mi domandò Inuyasha.
- Certo che no! Da una tale distanza mi risulterebbe estremamente faticoso se non impossibile..-spiegai.
- Questo significa che all’interno del villaggio di ribelli vi è un’altra sacerdotessa.- intervenne con tono interessato l’odiato generale.
Aprì la bocca pronta a replicare con una risposta acida..quando si parlava di “quella persona” perdevo il controllo..era la rabbia a controllare le mie parole e i miei pensieri.
- Non si tratta di una sacerdotessa,signore- si sbrigò a precisare Sango -semplicemente di un’umana dotata di un qualche potere spirituale..-continuò.
- Come mai è chiaramente intuibile tutto questo astio e risentimento nelle vostre parole?- domandò incuriosito Inuki.
- Noi tutte, e in particolar modo Sango e Kagome, non nutriamo una particolare simpatia per la donna in questione.- spiegò la mia amica.
- E come mai?- domandò ancora più interessato il principe.
L’essere,finalmente, giunti a destinazione ci evitò, fortunatamente, di dar vita alla questione.
- Siamo arrivati..- li informai.
-Perdona il mio scetticismo,donna, ma io continuo a non vedere nulla. I tuoi amici ribelli sono forse nascosti in mezzo a quest’immensa distesa verde?-mi schernì un demone indicando l’immensa prateria che si stagliava sconfinata di fronte a noi.
Lo ignorai.
- La barriera non riesce a coprire l’intero villaggio, che si estende per molti e molti ettari. Non appena ci apriremo un varco nella barriera il paesaggio non muterà..prima di giungere al villaggio vi è un ampio tratto di terreno in disuso. Il villaggio è situato più a nord, nella profondità della foresta, così da non essere visibile ad occhio umano.- spiegai.
Li vidi annuire attenti ed interessati alle mie parole.
- Quale ritieni sia il modo più adatto per agire?-mi domandò Inuyasha.
Per un attimo abbandonai il filo logico dei miei pensieri, godendo della sensazione che il sapere che per lui la mia opinione era importante mi aveva donato. Il mio entusiasmo fu leggermente smorzato dalle proteste dei demoni, che non ritenevano necessario chiedere consigli militari ad un’umana..ma Inuyasha li zittì prontamente.
- Penso che dovresti chiedere a Sango. Erano lei e Kohaku a valutare e decidere le strategie d’attacco e di difesa..- spiegai.
- Ebbene Sango?- domandò sorridendole.
- Sono più che sicura, mio signore, che..- cominciò.
- Inuyasha..- la interruppe lui.
- Eh?- domandò confusa.
- Chiamami semplicemente per nome..- spiegò.
Sango sorrise e riprese il suo discorso.
-Sono sicura, Inuyasha, che non appena si renderanno conto del fatto che la barriera è stata infranta la maggior parte degli uomini avanzerà per accertarsi del pericolo ed,eventualmente, contrastarlo.-
-E il villaggio? Lo lasceranno senza protezione?-
-No! Lasceranno alcuni uomini a proteggerlo. Ma la maggior parte sarà intenta a marciare contro di noi.-
-Bene. Ora che abbiamo capito questo, possiamo decidere come procedere. Ribadisco, ancora una volta, che li voglio tutti vivi. Non mi importa il perché, ma se anche uno solo degli umani perirà voi lo seguirete.- ordinò autoritario Sesshomaru.
-Si, signore.- si affrettarono a rispondere i demoni.
-Come abbatteremo la barriera?- domandò Inuki facendo scorrere lo sguardo da me a Miroku. Essendo gli unici dotati di poteri spirituali eravamo anche gli unici con la facoltà di poterlo fare.
-Ci penserò io.- si offrì Miroku -Avrò solamente bisogno di alcuni minuti per concentrarmi e raccogliere le energie.-spiegò.
-Lo farò io..- intervenni. -non sarà così necessario aspettare. Mi basteranno un arco ed una freccia.- dissi sorridendo, mentre già pregustavo la soddisfazione di infrangere quella barriera, dimostrando a chi l’aveva generata,per l’ennesima volta, chi era la più forte tra le due.
-L’avete sentita? Consegnatele subito arco e frecce.- ordinò Inuyasha.
Uno dei demoni presenti si affrettò a consegnarmi l’occorrente, si limitò, poi, ad un restio cenno del capo per farmi intuire di aver udito i miei ringraziamenti.
-Concentrati, Kagome. Siamo nelle tue mani.- si limitò a dirmi prima di lasciarmi un tenero bacio tra i capelli.
 Tesi l’arco, posizionando la freccia nell’esatta posizione. Grazie ai poteri di cui ero dotata, riuscì senza difficoltà a visualizzare la forma tondeggiante della barriera; tentai di individuarne il punto più debole o comunque più agevole da colpire. Quando finalmente lo individuai, incanalai una minima parte della mia energia concentrandola nella freccia e senza esitare la lasciai scivolare via. La barriera fu distrutta ancor prima che la mia freccia la toccasse, grazie solo all’influenza del mio potere spirituale.
-Ecco fatto.- dichiarai soddisfatta.
Come avevo accennato loro in precedenza il paesaggio non mutò..l’enorme prateria si estendeva ancora sconfinata dinnanzi a noi, per poi sfociare in una lussureggiante foresta appena visibile ad occhi umani.
-Riesco ora a sentire i loro odori.- disse Inuyasha ed io mi limitai ad annuire.
Continuammo silenziosamente ad avanzare fin quasi a giungere nei pressi dell’imperiosa foresta.
.-Non dovrebbero essersi già accolti della nostra presenza? Io non vedo nessuno.- domandò un demone.
-Presta più attenzione, soldato, gli umani sono vicini.- lo riprese infastidito Sesshomaru -Si spostano silenziosamente nella foresta.-
-Sono molto silenziosi.- esclamò Inuyasha muovendo un orecchio canino, nel tentativo di cogliere anche il minimo spostamento. Sorrisi, resistendo all’ insana tentazione di accarezzare quel batuffolo bianco.
-Kagome.- mi richiamò.
-Si?- domandai recuperando la concentrazione.
-Qualsiasi cosa io dirò per invogliare tuo fratello a cedere..sappi che non la penso.- mi spiegò, rafforzando la presa sui miei fianchi.
-C’è una cosa che dovresti sapere.- cominciai a dire.
Lo sentì irrigidirsi.
-Altri segreti, Kagome?- domandò con tono tetro.
-Nulla del genere.- mi affrettai a negare.
-Di cosa si tratta allora?-
-L’ultima volta che ho visto mio fratello è stata all’incirca una settimana prima che io venissi portata via dal villaggio. Beh, quella volta abbiamo discusso come mai avevamo fatto prima.-dissi triste mentre ricordavo ciò che ormai era accaduto quasi un mese prima.
-Perché me lo racconti adesso?-mi domandò confuso.
-Se Sota non fosse più disposto a collaborare perché non più interessato alla mia vita?- domandai, improvvisamente spaventata da quella possibilità.
-Non dire idiozie. Sei sua sorella, Kagome.-
Avevo affrontato centinaia di battaglie, di cui alcune estremamente difficili, e non mi ero mai abbandonata all’isterismo o alla paura..eppure quella situazione complicata e difficile mi stava pian piano logorando i nervi. In un certo senso mi stavo schierando contro il mio stesso sangue, contro coloro che erano stati la mia famiglia.
Aprì la bocca pronta a ribattere all’affermazione sicura di Inuyasha ma, non appena mi accorsi delle due figure che si stavano avvicinando, le parole mi morirono in gola.
-Sota, Kohaku..- i loro nomi mi scivolarono dalle labbra, mentre i battiti del mio cuore aumentarono a dismisura.
Era passato, ormai, un mese dall’ultima volta che avevo visto mio fratello e solo ora mi rendevo conto di quanto intensamente mi fosse mancato.
-Kagome, Sango, Rin, Alissa..- Sota pronunciò i nostri nomi con tono espressamente sorpreso, facendo scorrere lo sguardo su ognuna di noi.
-Che cosa significa tutto questo?- domandò adirato e sconvolto Kohaku, ripresosi più in fretta rispetto a mio fratello.
-Procediamo per gradi. Il mio nome è Inuyasha..- disse con tono fermo ed autoritario.
-Dunque, come immaginavo, abbiamo il piacere e l’onore di essere al cospetto dei principi del regno. Non so perché ma temo che non si tratti di una visita di piacere.- esclamò con sarcasmo, ma la posizione rigida del suo corpo tradiva un certo nervosismo.
-Sembra che non sarà necessario perdere tempo in inutili convenevoli..-intervenne con tono pratico Inuki.
-Cosa volete?- domandò allora Kohaku andando a centrare il nocciolo della questione.
-Non trovi sia una domanda sciocca, umano?- lo schernì Sesshomaru.
-Se collaborerete nessuno si farà del male..- continuò con tono ed atteggiamento più pacifico Miroku.
-Chissà perché sono leggermente restio a credere alle vostre parole..- disse Kohaku.
-Lasciate andare Kagome e le altre..- ordinò con tono imperioso mio fratello.
A Inuyasha sembrò non piacere per nulla la sua pretesa. Mi strinse, ancor di più, a sé e rafforzò la presa sui miei fianchi.
-Non mi sembrate nelle condizioni ideali per dettare ordini.-
- Prendete me..- cominciò Sota.
-Noi..- lo interruppe e corresse Kohaku.
-Prendete noi e lasciate andare loro..- riformulò la frase mio fratello.
-Alissa,Sango, Rin e Kagome non c’entrano nulla con questa questione.- dichiarò Inuki.
-Consentitemi di trovarmi in disaccordo con le vostre parole. Se così fosse perché le avreste trascinate fin qui?- sibilò Kohaku.
-Semplicemente per assicurarci la vostra collaborazione.- spiegò Inuyasha.
-Sota,Kohaku, vi prego ascoltateli..- li implorai.
-Silenzio. Non immischiarti..- mi ordinò senza nemmeno voltarsi a fissarmi.
-Ribadisco che se asseconderete le nostre richieste nessuno si farà male.- ripeté con tono sicuro.
Sota e Kohaku si guardarono per diversi secondi, evidentemente, tentando di decidere in che modo fosse meglio agire.
-Vi ascoltiamo..- disse Kohaku.
-Le questioni di cui discutere sono troppe.. sarebbe meglio farlo in privato nel nostro castello..- cominciò Inuyasha.
-Certo..magari mentre il nostro cadavere giace appeso ad una corda, non è vero?- inveì con tono tetro mio fratello.
Le immagini che le sue parole mi evocarono mi fecero rabbrividire. Una cosa del genere non l’avrei mai permessa..
-Ognuno di voi sarà ascoltato e avrà la possibilità di difendersi. Sarete tutti sottoposti ad un equo e giusto processo..- gli garantì.
-Che senso ha continuare a mentire? Avete convinto, con le menzogne e con false promesse, mia sorella e le sue amiche a condurvi qui..non ha più dunque senso fingere. Prendete noi ma almeno lasciate andare loro.-
-Le parole di mio fratello non erano menzogne..-ribadì Miroku.
-Collaborate e non avremo problemi.-
-Come intendereste dunque procedere, principe?- domandò Sota con tono grave.
-Tutti voi sarete condotti al castello e verrete ascoltati. Donne e bambini saranno, per il momento, alloggiati in camere che i nostri servi hanno già avuto l’ordine di preparare. Il resto verrà valutato poi..- spiegò atono Sesshomaru.
Osservai nuovamente Sota e Kohaku fissarsi l’un l’altro. Stavano, probabilmente, valutando le conseguenze delle diverse possibilità che avevano. Dare vita ad uno scontro avrebbe significato perdere numerose vite e condannare a morte decine e decine di innocenti, arrendersi e collaborare rappresentava una possibilità con conseguenze ignote. Certo la loro non era una scelta facile da compiere..
-Sota..- lo richiamai.
Sia lui che Kohaku si voltarono a fissarmi.
-Fidatevi di noi..- dissi usando le stesse parole che Inuyasha aveva usato per convincere me.
-Sapete che così facendo avrete nelle vostre mani la responsabilità di centinaia di persone innocenti?- domandò serio Kohaku.
Mi limitai ad annuire.
-E sia! Ci arrendiamo alle vostre condizioni,signori, a condizione che gli innocenti siano risparmiati.- proferì serio Kohaku.
-Avete la nostra parola..- replicò con lo stesso tono Inuki.
Prima che chiunque potesse aggiungere altro, Sota portò una mano alla bocca e fischiò. Lentamente decine e decine di uomini, tutti armati, cominciarono ad uscire dalla profondità della foresta e a schierarsi ordinatamente alle spalle di mio fratello e Kohaku.
Feci scorrere lo sguardo su ognuno di loro, riscoprendomi felice di rivedere molti di loro.
- Cosa succede, Sota?- domandò un uomo, raggiungendo il punto in cui si trovavano mio fratello e Kohaku.
 Lo osservai e nei suoi tratti riconobbi, senza difficoltà, l’uomo che poco tempo prima aveva chiesto ospitalità a mio fratello. Zuko, il capo di coloro che veramente tramavano contro la corona.
Il suo gesto non mi era piaciuto per nulla..schierandosi accanto a Sota e Kohaku, e non alle loro spalle come tutti avevano fatto, aveva palesemente dimostrato di avere il loro stesso potere.
Che cosa era accaduto durante il mio mese d’assenza? Perché quell’uomo si dimostrava così impertinente e sicuro?
-Abbiamo visite..- spiegò rapidamente e con tono atono mio fratello.
-Oh,oh i principi in persona qui.- esclamò divertito Zuko, mentre la sua mano correva rapida sull’elsa della spada che portava al fianco.
-Calmati, Zuko.- lo richiamò Kohaku.
-Vedo che con loro ci sono anche le vostre sorelle..- disse, come se solo in quel momento si fosse realmente reso conto della nostra presenza.
-È un piacere rivedervi, fanciulle.- esclamò rivolgendo un sorriso malizioso a noi tutte.
Sentì chiaramente Inuyasha ringhiare alle mie spalle.
Prima che quell’inutile discussione si protraesse ancora a lungo, e causasse effetti nefasti, decisi di chiuderla subito.
-Zuko, mio fratello e Kohaku hanno deciso di accettare le richieste dei principi..- chiarì.
-Che cosa?- urlò, fissando adirato i due.
-La tua rabbia è inutile e totalmente fuori luogo. La salvezza di centinaia di innocenti viene prima di tutto.- chiarì Kohaku.
-Siete davvero così stupidi da credere che risparmieranno qualcuno? Ci uccideranno tutti, comprese le vostre amate sorelle.- urlò. -Ma io non intendo fare la vostra miserabile fine.-
Sguainò la spada e urlando cominciò ad avanzare verso noi.
Mentre tutti si preparavano a rispondere al suo assalto, Sota dimostrò di essere più furbo ed agile. Allungando un piede bloccò l’avanzata di Zuko, che inciampò e rotolò diverse volte. In un momento Sota gli fu sopra, lo privò della spada e gli puntò la sua alla gola.
-Chi sarà adesso a fare una miserabile fine?- lo schernì.
-Sei dunque diventato un loro alleato, maledetto?- lo insultò.
-Mi sembra di averti già detto di aver preso questa decisione pensando esclusivamente al bene delle persone per cui fin’ora ho lottato.-
-E la mia idea? Perché non è stata richiesta? I patti non erano questi, bastardo.-
-L’accordo non era stato ancora sigillato. La tua opinione non era indispensabile.-
-Di che accordo sta parlando?- domandai.
Da quando Sota e Kohaku avevano bisogno di conferire con lui prima di prendere una decisione? Che diavolo stava succedendo?
-Ne parleremo dopo..- esclamò sbrigativo Kohaku, non concedendomi però una risposta.
- Siete dei poveri stupidi. Quando sapranno ciò che stavate per fare vi uccideranno in ogni caso senza pietà.- esclamò scoppiando poi in una risata sadica.
La paura che Sota e Kohaku si fossero cacciati in qualche grosso guaio, o che avessero fatto qualcosa di stupido cominciò ad invadermi.
-Beh, saremo in ogni caso fortunati..vivremo più a lungo di te.- ghignò.
Sollevò la spada pronto a recidere la gola dell’altro uomo, ma fu prontamente fermato.
-Aspetta..Fermati!-urlò Miroku.
-Lascia che lo faccia, Miroku. Non abbiamo bisogno di un dispotico arrogante.- ringhiò Inuki.
-Non capisci? Quell’uomo potrebbe sapere molte cose..-
-Dalle mie labbra non uscirà una singola parola..- urlò Zuko.
-Questo lo vedremo.-  ghignò Sesshomaru. -Legatelo e soprattutto imbavagliatelo. Non voglio sentir più una sola parola uscire dalla sua bocca.- ordinò.
 Sospirai, almeno una questione era stata risolta.
-E ora?- domandò gettando la spada lontano da sé in segno di resa totale.
-C’è qualcun altro che intende opporsi alla decisione presa da me e Sota?- domandò Kohaku fissando gli uomini ordinatamente schierati alle sue spalle.
Nessuno osò parlare.
-Bene..- disse e, proprio come aveva fatto Sota prima di lui, gettò le proprie armi lontano da sé.
Gli uomini, di conseguenza, imitarono il loro gesto, restando disarmati e vulnerabili.
-Cosa ne facciamo di loro, signori?- domandò un soldato.
-Legateli e raggruppateli.- ordinò Sesshomaru.
-Portate due cavalli e consegnateli ai loro capi.- ordinò poi Inuyasha.
-Cosa?- domandò sorpreso mio fratello.
-Le mie guardie resteranno qui con i tuoi uomini mentre noi proseguiremo verso il villaggio. Immagino che voi preferiate arrivare lì a cavallo piuttosto che legati e trascinati.-
-Chi ci assicura che non farete loro del male?-
-Resterò io qui per assicurarmi che gli ordini vengano eseguiti.- si intromise Koga.
Kohaku e Sota lo guardarono sospettosi, probabilmente, soppesando l’idea di potersi fidare o meno di lui.
-Puoi fidarti delle sue parole, Sota.- dissi con tono tranquillo.
Entrambi annuirono e montarono a cavallo.
-Lasciate che Kagome cavalchi con me..- disse rivolto ad Inuyasha.
Inuyasha scosse il capo.
-Kagome sta bene qui dov’è.-
Seppur contrariato, vidi Sota annuire e spronare il cavallo.
-Quietati Kagome, ormai il più è fatto.- mi sussurrò Inuyasha, rendendosi probabilmente conto di quanto fossi tesa dal battito impazzito del mio cuore e dalla mia postura rigida.
-Già il peggio è passato.- bisbigliai tentando di calmarmi.
-Temo tu abbia dimenticato una cosa.- asserì Sango.
-Cosa?- domandai tornando immediatamente nervosa ed agitata.
-Aki..- si limitò a dire la mia amica.
-Maledizione!- imprecai.
-Chi sarebbe questo Aki?- domandarono contemporaneamente Inuyasha ed Inuki.
-Temo che lo conoscerete presto..- ghignò mio fratello, indicando, con un cenno del capo, un punto dinnanzi a noi.
Comodamente poggiato contro il tronco di un albero, con le braccia incrociate all’altezza del petto, se ne stava un mezzo demone lupo..colui che da sempre consideravo il mio migliore amico.
-Aki..- squittì realmente felice di vederlo.
Lo osservai, non era cambiato per nulla. I lunghi e folti capelli neri raccolti in un’alta coda, gli occhi color ametista vispi ed intelligenti, il corpo atletico e l’aria da sbruffone, apparentemente ostile.
-Kagome, ragazze, siete finalmente tornate!- asserì felice avvicinandosi, senza curarsi di Inuyasha e gli altri, a noi.
Tentò di avvicinarsi ancor di più a me, ma lo sguardo ostile di Inuyasha e le parole di Sota lo frenarono.
-Aspetta, Aki. Le cose non sono come sembrano.- tentò di spiegare mio fratello.
-Cosa sta succedendo? Chi sono questi demoni?-
-Aki, questi sono Sesshomaru, Inuyasha, Inuki e Miroku..sono i principi di questo regno..- spiegò Sango.
-Ah,ah i figli di Inu No Taisho.- disse con tono quasi annoiato.
-Sapere chi sono non ha chiarito i miei dubbi. Cosa ci fanno qui?-
-Le mie sorelle hanno ritenuto fosse giusto condurli qui per spingerci ad una collaborazione..- ghignò adirato Sota.
-Non ci credo! Kagome, cos’è successo?- chiese.
Basta! Avremo tempo di discuterne successivamente. Hai sentito gli ordini del tuo signore? Hanno deciso di collaborare quindi arrenditi e non opporre resistenza.- ringhiò Inuyasha.
-Il mio signore?- domandò scettico Aki.
Inuyasha ringhiò e assottigliò pericolosamente gli occhi, infastidito dalla prepotenza del mio migliore amico. Mi affrettai a spiegare le cose prima che la situazione degenerasse.
- Aspetta, Inuyasha.-
Sentì gli sguardi confusi di mio fratello, Kohaku ed Aki posarsi su di me, probabilmente sorpresi della familiarità con cui mi rivolgevo al principe.
-Cosa c’è?- mi domandò senza smettere di fissare malamente Aki.
-Come puoi vedere Aki non è un umano..-
-Che è un mezzo demone posso vederlo anche da me..-
-Aki non appartiene agli uomini di mio fratello. Non ha mai preso ordini da Sota e Kohaku.- spiegai.
-Cosa ci fa allora qui?-
-Non credi che sarebbe più giusto farti gli affari tuoi?- sibilò il mio migliore amico.
-Non credi di essere un po’ troppo insolente? Come osi parlare a mio fratello con quel tono?- domandò irato Inuki prendendo le difese del fratello.
Mi agitai..le cose mi stavano sfuggendo di mano. Provai a parlare per calmare le acque ma Sota mi precedette lasciandomi confusa.
-Credetemi se vi dico che ne ha tutte le possibilità.- ghignò divertito.
-Il fatto di essere un demone non lo pone allo stesso livello di un principe..-
-Non è ciò che intendevo dire.-
-Potresti spiegarmi, Kagome? Se non è alle dipendenze o sotto la protezione di tuo fratello cosa ci fa qui?- mi domandò irato Inuyasha.
-Ehm.. a dir la verità non lo so. So solo che c’è sempre stato.-
Mi fissò allibito.
Per quanto assurdo potesse sembrare nemmeno io avevo mai avuto una risposta chiara e diretta a quella domanda. Aki era stata una presenza fissa nella mia vita. Non ricordavo nemmeno da quanto tempo lo conoscessi..semplicemente c’era sempre stato. Il suo passato, però, era avvolto nel mistero. Né lui, né tantomeno Kohaku e Sota mi avevano mai rivelato da dove lui venisse o cosa facesse lì. Non combatteva mai con mio fratello e i suoi uomini se non quando c’eravamo anche io, Sango, Alissa e Rin o quando Sota richiedeva espressamente il suoi aiuto per missioni particolarmente pericolose. Con il passare del tempo mi ero così tanto abituata alla sua presenza e alla sua amicizia, che avevo smesso di farmi domande sul suo passato. L’importante per me era averlo vicino ed ero sempre stata sicura che magari un giorno mi avrebbe lui stesso confessato ciò che nascondeva.
-Kagome..- mi richiamò probabilmente  pronto a ricordarmi la promessa che c’eravamo scambiati qualche sera prima. Niente segreti, niente errori. Non l’avevo dimenticata ma non avevo più alcun segreto.
- Non vi sta mentendo. Non può rispondervi perché nemmeno lei conosce la vera identità di Aki.- intervenne mio fratello.
-Vera identità?- sussurrai fissando confusa prima Sota e poi Aki, come fecero anche le mie amiche.
-Sembra che il momento della totale verità sia arrivato, Sota..- sospirò Kohaku.
-Verità? False identità? Potrei sapere di che diavolo state parlando?- esplose confusa Sango.
-È giunto il momento di scoprire chi veramente siete.. di cosa siete realmente capaci.-
-Che diavolo stai blaterando?-domandò Inuki al limite della pazienza.
-Temo che questa sia una chiacchierata che richiederà diverso tempo e ritengo che questo non sia il posto più adatto per parlarne. Manca poco per arrivare al villaggio.. facciamo ciò che dobbiamo e una volta giunti al castello vedremo di darvi tutte le spiegazioni che volete.-mise fine alla discussione Sota.
- Ma..- tentai di dire..volevo saperne di più!
No Kagome, tuo fratello ha ragione. Una volta giunti al castello avremo tutte le risposte che vogliamo.- disse Inuyasha continuando a fissare con astio Aki.
Annuì riluttante, seppur volessi saperne di più di quella storia.
Quando giungemmo al villaggio tutti ascoltarono con ansia e preoccupazione le parole di Sango e Kohaku, ma nessuno osò disubbidire ai loro ordini.
-Portate con voi solo ciò che vi è necessario per il viaggio. Recupererete le vostre cose successivamente e al castello vi sarà fornito tutto ciò di cui avete bisogno.- spiegò con tono rassicurante Miroku.
Osservai le diverse famiglie affrettarsi ad eseguire gli ordini e molti uomini avvicinarsi a Sota e Kohaku in cerca di spiegazioni.
-Intendete far viaggiare donne e bambini a piedi?- chiese Kohaku a Inuyasha e gli altri.
-Certo che no! Sono già stati preparati dei carri per bambini, donne ed anziani. Non dovranno in questo modo sopportare le fatiche del viaggio.- spiegò immediatamente Miroku.
Kohaku si limitò ad annuire, non riuscendo a celare completamente la sorpresa.
-Posso anche io prendere qualcosa?- domandai ad Inuyasha.
-C’è qualcosa di tuo qui?- mi domandò a sua volta.
Mi limitai ad annuire in attesa di una sua risposta.
-D’accordo, ma fai in fretta.- disse.
Sorrisi e gli scoccai un bacio sulla guancia prima di smontare, agilmente e senza aiuto, da cavallo.
Feci un cenno alle mie amiche e, ottenuto anche loro il permesso, mi seguirono.
Sentivo lo sguardo di Inuyasha fisso su di me, ma non me ne curai. Ci avviammo tutte insieme verso la capanna che condividevamo quando eravamo al villaggio. Mi si strinse il cuore quando notai che tutto era rimasto così come l’avevamo lasciato. Chiusi gli occhi, lasciando che alle narici arrivasse il conosciuto ed amato odore di legno antico, associato a molti dei momenti più felici della mia infanzia.
-Quanto mi è mancato questo posto..- sospirò Rin.
-A chi lo dici..- disse malinconica Alissa, mentre accarezzava distrattamente le coperte che coprivano il suo letto.
-Per quanto anche io sia felice di essere tornata qui, non abbiamo tempo per perderci nella malinconia dei momenti passati.- proferì sicura Sango mentre si dirigeva spedita in un angolo più appartato della capanna. Quando capì le sue intenzioni sorrisi e mi affrettai a rincorrerla.
 
 
Non facevo che spostare lo sguardo dalla capanna in cui era sparita Kagome con le sue amiche al mezzo demone che sembrava fissare ostinato lo stesso punto. Lo avevo appena conosciuto e già non riuscivo a sopportarlo. Il suo modo di rivolgersi a me, il modo in cui guardava Kagome e il rapporto che sembrava legarli non mi piacevano proprio per nulla. Fui distratto, poi, dalle parole di Miroku.
-Cosa credi che intendessero dire riguardo a quella storia dell’identità nascosta?- mi domandò.
-Non ne ho la più pallida idea. Credo,però, che Kagome e le altre non ne sappiano realmente nulla..- asserì sicuro.
La sua faccia sbigottita e la sua voglia di saperne di più mi erano sembrate una chiara prova della sua innocenza. In più ci eravamo ripromessi di non avere più segreti tra noi e io volevo fidarmi di lei.
Tornai a fissare con occhio distratto tutta quella gente, affaccendata in diverse attività, e per un momento mi domandai quale sarebbe stata la loro sorte. Una risata cristallina mi distrasse e fece tendere le mie orecchie alla disperata ricerca di quel suono tanto gioioso e vitale. Mi ritrovai a sorridere come un ebete quando capì che quella risata apparteneva a Kagome. Non sapevo cosa l’avesse fatta ridere a quel modo, ma mi ritrovai a pensare che d’ora in poi mi sarei impegnato per farla ridere più spesso. Mi piaceva quel suono..volevo vederla felice!
Tsk, quella ragazzina mi stava rammollendo..
Il filo dei miei pensieri fu spezzato da un enorme boomerang che volò poco sopra le nostre teste. Portai immediatamente la mano all’elsa della spada, pronto a respingere un eventuale attacco, ma con sorpresa mi accorsi che gli abitanti del villaggio non sembravano minimamente sorpresi o spaventati. Mi guardai confuso intorno esattamente come i miei fratelli.
-Ma che dia..- cominciò Inuki.
-Sono sempre le solite..- disse il fratello di Kagome scuotendo la testa.
-Che sta succedendo?- chiesi, determinato a capirci qualcosa in più.
Aprì le labbra pronto a rispondermi, ma ciò che vidi mi fece distrarre e non udì la sua risposta.
Una freccia, carica d’energia spirituale, volò diretta verso l’enorme boomerang, senza però colpirlo. Tuttavia la forte energia spirituale mutò la direzione del boomerang, che finì col conficcarsi nel terreno a pochi centimetri da noi.
-Kagome..- urlai.
Quella era senza dubbio una delle sue frecce e io volevo capire che diavolo stesse accadendo.
Le vidi poi uscire tutte e quattro dalla vecchia capanna sorridenti e allegre. Ognuna di loro tra le mani aveva un fagotto, contenente probabilmente abiti ed accessori personali..ma ciò che più di tutto mi sorprese fu vedere Kagome stringere tra le mani un grande arco nero.
 
 
-Inuyasha..- lo chiamai e gli corsi incontro. Vidi la sua faccia sbigottita e mi venne da ridere..sicuramente non ci stava capendo nulla.
-Ma insomma che succede?- mi chiese impaziente smontando da cavallo e indicando l’arma di Sango ed il mio arco.
-Vi presento il mio Hiraikotsu..- esclamò allegra Sango.
-Cos’è, Sango? E quel gatto che stringi tra e braccia?- le domandò Miroku.
- Lei è Kirara, è una nekomata. E Hiraikotsu è la mia arma preferita. Credi che potrei portarle con me, Miroku?- chiese con tono dolce.
Miroku si limitò ad annuire mentre fissava preoccupato l’arma che Sango si stava fissando in spalla.
-Cosa c’è, Miroku? Mi sembri piuttosto preoccupato.- domandai curiosa.
-Quell’arma ha un’aria assai minacciosa..- disse.
-Lo è. In più Sango lo maneggia con grande maestria.-
-Temo che d’ora in poi dovrò tenere le mani a posto se non voglio provarla.- sospirò teatralmente.
Fu impossibile trattenermi dal ridere di fronte alla sua espressione affranta e sconsolata. Era proprio un maniaco.
Smisi di ridere e arrossì quando sentì due braccia forti cingermi la vita e attirarmi contro un corpo conosciuto.
-Sei bella da morire quando ridi..- mi sussurrò all’orecchio Inuyasha.
Avvertì immediatamente la voglia di voltarmi e baciarlo, ma sentire tutti gli sguardi puntati su di noi mi fece desistere.
-Inuyasha..ci stanno fissando tutti.- balbettai imbarazzata.
-Non mi importa. E meglio che capiscano sin da subito come stanno le cose..- disse sicuro, fissando apertamente Aki.
Non capì a pieno le sue parole, né il suo ostinato fissare Aki e,nonostante il crescente imbarazzo, non lo allontanai da me. Avrei preferito che Sota e gli altri venissero a conoscenza del legame che mi univa ad Inuyasha in modo diverso, ma mi piaceva troppo stare tra le sue braccia e non avrei rifiutato quelle sensazioni solo per mettere a tacere le malelingue.
-Cosa significa questo, Kagome?- domandò adirato mio fratello.
-Non è come credi, Sota. Ma ne discuteremo meglio quando saremo arrivati al castello. Del resto credo siano molte le cose di cui parlare..- dissi sicura.
Annuì, non nascondendo però la sua disapprovazione, né la sua ira.
-Sono pronta, Sota.- squittì una voce mielosa proveniente dalle mie spalle.
Mi voltai a fissare la nuova arrivata e la rabbia mi invase.
-Saha..- sputai il suo nome.
-Kagome, ragazze è un piacere rivedervi.- disse con un sorriso falso.
-Spiacenti di non poter dire lo stesso.- rispose con tono scontroso Alissa.
-Perché è qui? Le donne si stanno radunando da un’altra parte.- chiesi ad Inuyasha.
-Tuo fratello vuole che questa donna cavalchi con lui..- spiegò mentre distrattamente osservava Saha.
Il nome, così come le sue caratteristiche fisiche, mettevano perfettamente in mostra la sua provenienza da terre diverse. I capelli di un insolito rosso, gli occhi dalla forma allungata e verdi, la bassa statura e il corpo esile la rendevano sicuramente attraente.
Quando vidi che Inuyasha non aveva ancora distolto lo sguardo da lei, che al contempo lo fissava interessata, sentì la gelosia prevalere sulla ragione.
-Perché glie l’hai permesso?- chiesi con tono alto, stupendo Inuyasha.
-Ancora con questa storia, Kagome?- urlò irato Sota.
-Calmatevi. Kagome, non avevo nessun motivo per rifiutare la richiesta di tuo fratello. Non conosco il motivo dell’ odio tra te e questa donna, ma al momento tutto ciò che voglio è tornare a casa.- mi disse con tono calmo.
Seppur l’idea non mi piacesse per nulla annuì e mi affrettai a montare a cavallo. Quando tutti furono pronti percorremmo la strada a ritroso e ci riunimmo all’altro gruppo.
-Come mai hai portato quell’arco con te?- mi domandò Inuyasha quando eravamo ormai giunti nei pressi del castello.
-È un regalo di mio fratello e non è un arco comune.- spiegai.
-Cioè?- mi chiese incuriosito.
-È stato costruito con un materiale particolare ed è dotato di un’energia spirituale propria.- continuai orgogliosa del mio arco.
-Un’arma sicuramente particolare..-
-Mio fratello mi ha sempre raccontato che apparteneva alla nostra famiglia da generazioni.- dissi scrollando le spalle.
-Siamo arrivati..- mi annunciò.
Al nostro arrivo si respirava un’aria stranamente tesa. Sesshomaru diede ordine di sistemare donne e bambini negli alloggi predisposti e di mettere una guardia dinnanzi ad ogni porta. Tutti gli altri furono scortati nella sala principale, l’unica in grado di accogliere tutte quelle persone. I generali presero posto accerchiando i prigionieri. Inuyasha mi trascinò verso il punto più in vista della sala e mi fece sedere accanto a lui.
-Voglio qui Kikio, Ayame e Yura.- ordinò ad uno dei soldati.
Le tre non si fecero attendere a lungo e una per volta giunsero prendendo posto accanto a noi.
-Ora che siamo tutti presenti, credo sia finalmente giunto il momento di dare inizio alla tanto attesa conversazione.- proferì atono Sesshomaru.
Un brivido mi scosse. Non solo di lì a poco sarebbe stata decisa la sorte di centinaia e centinaia di persone, ma avevo la sensazione che dopo quella sera la mia vita non sarebbe stata più la stessa. Mi voltai a fissare Inuyasha, che mi sorrise intrecciando la sua mano alla mia. Incrociai poi gli sguardi, ugualmente preoccupati, delle mie amiche e almeno in parte mi rilassai. Qualsiasi cosa sarebbe accaduta loro ci sarebbero stati, per loro avrei sempre lottato. E un istante prima che Sota cominciasse a parlare, sentì ancora una volta quella voce, che mi risultò ormai familiare.
“Sei tu, il destino sei tu.”
Poteva forse essere quella frase la risposta a tutte le mie preghiere e domande?

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Capitolo 17
*** Verità destabilizzanti! ***


La stanza, illuminata solo da alcune candele, era avvolta nel silenzio. La tensione era percepibile, ma nessuno sembrava intenzionato a spezzare quel silenzio, segno di un effimero e fin troppo fragile equilibrio. Quando la voce, vellutata e spontaneamente autoritaria, di Sesshomaru spezzò il silenzio, tremai. In pochi minuti si sarebbe deciso del destino della mia famiglia.
-È inutile tacere quando c’è molto di cui discutere. Le vostre sorelle sostengono che non dovremmo considerarvi alla stregua di comuni ribelli. Cosa avete da dire al riguardo?- domandò.
-Per farvi comprendere come effettivamente stanno le cose, credo dovremmo fare un tuffo nel passato- spiegò Kohaku.
-Vi ascoltiamo- li incoraggiò Miroku.
-Quando io e Sota eravamo appena dei ragazzini ci ritrovammo soli al mondo. Quando giungemmo al villaggio in cui per molti anni le ragazze hanno vissuto Sango, Alissa e Kagome erano delle bambinette, mentre Rin ancora traballava nel camminare. Gli abitanti si dimostrarono subito ostili nei nostri confronti, ritenendo che sei ragazzini non avrebbero fatto altro che portare guai. Molti erano convinti che non saremmo riusciti a sopravvivere, ma un’anziana signora ebbe pietà di noi e ci accolse nella sua casa. Era una famiglia povera e numerosa, ed io e Sota ci rimboccammo subito le mani per aiutarli e per contraccambiare la loro gentilezza. Trovare qualcuno disposto ad offrirci un lavoro non fu semplice, ed essendo poco più che bambini non combinare qualche pasticcio risultò impossibile. Ben presto nessuno più si dimostrò disponibile ad aiutarci e fummo costretti ad iniziare a vagabondare nei villaggi e nei terreni vicini in cerca di cibo o legna. Quelli in cui viviamo non sono tempi semplici per noi esseri umani, le guerre e il dominio demoniaco non hanno fatto altro che inasprire il cuore di alcuni esseri umani. Un giorno giungemmo nei pressi di un terreno che noi credevamo incustodito e raccogliemmo alcuni frutti.. tuttavia il proprietario di quell’appezzamento di terreno ci scoprì e ci denunciò ai demoni. Io riuscì a fuggire, ma Sota fu catturato e condannato a morte. Una pena ingiusta ed esagerata per un peccato commesso in nome della fame- disse Kohaku.
-Il fatto che voi oggi siate qui implica che qualcosa sia andato diversamente- suggerì Inuki, senza nessuna particolare inflessione nella voce.
Sapere di aver rischiato di perdere mio fratello quando ero ancora una bambina mi fece tremare. Quando poi Sota continuò il racconto mi persi nei ricordi dei lunghi anni trascorsi lontani da loro.
-Passai la notte in cella temendo di non poter più rivedere mia sorella e gli altri, ma Kohaku riuscì a tirarmi fuori di lì. Capimmo subito che non saremmo più potuti tornare al villaggio, perché così facendo avremmo solo causato danni alle nostre sorelle e alla famiglia che ci aveva accolti. Tornammo solo per spiegare a Kigi, il figlio maggiore dell’anziana donna, la verità. Partimmo di notte senza nemmeno salutare le nostre sorelle. Vagabondammo in lungo e in largo e sempre più spesso ci trovammo ad affrontare demoni per proteggere la nostra vita o quella di altri. Affinammo le nostre tecniche combattive e in poco tempo tra gli umani si sparse la voce delle nostre “opere”. Uomini e ragazzi cominciarono ad aggregarsi a noi e così il nostro numero crebbe rapidamente. Quando poi molti di loro cominciarono a portar anche le loro donne e i loro figli, capimmo che era giunto il momento di stabilirci perennemente da qualche parte e di ricongiungerci con le nostre sorelle. Trovammo il luogo adatto nei pressi del  nostro vecchio villaggio e quando tutto fu finalmente pronto andammo a cercare Kagome e le altre.-
Ricordavo perfettamente anche il giorno in cui mi ero svegliata e non avevo più trovato Sota al mio fianco.. piansi disperata per diversi giorni quando mi raccontarono che né lui, né Kohaku sarebbero tornati presto. Mi sentì abbandonata, privata della persona a cui volevo più bene. Lui era andato via e non mi aveva concesso di dirgli addio o di salutarlo affettuosamente. Con il passare dei giorni e degli anni il tormento si fece più sopportabile e, benché tentassi di evitarlo, il suo ricordo più flebile. Riuscivo a ricordare il suo viso e i suoi capelli scuri, ma non avevo memoria della sua voce, del suo profumo o della consistenza della sua pelle.
Quasi come se fosse un discorso più e più volte riprovato Kohaku continuò a raccontare.
-Erano trascorsi dieci anni dal giorno in cui eravamo stati costretti a fuggire e quando tornammo tutto era cambiato. Il villaggio era deperito e semi-distrutto, probabilmente a causa dei demoni. Il timore di averle lasciate lì per proteggerle e averle invece condannate ad una vita peggiore, o addirittura alla morte, mi dilaniava. Apprendemmo dagli abitanti superstiti che della famiglia che anni prima ci aveva accolti solo il figlio maggiore,Kigi, era sopravvissuto. Mentre eravamo intenti a cercarlo per avere notizie, alcuni uomini tornarono agitati dai campi raccontando di un attacco da parte di alcuni demoni nei pressi del villaggio. Sospendemmo temporaneamente la nostra ricerca e decidemmo di intervenire. Quando giungemmo nel luogo indicatoci, rimanemmo sconvolti nel vedere quattro giovani ragazze combattere abilmente contro i demoni che sconfissero senza problemi. Solo dopo ci accorgemmo della presenza di un uomo che riconoscemmo immediatamente come Kigi..non fu difficile ricongiungere tutti i pezzi di quel dilemma..quelle erano le nostre sorelle. Eravamo preparati ed aperti a molte ipotesi e reazioni, tranne quella che ci attese. Ci raccontarono delle loro abilità combattive e delle loro “spedizioni” ai danni dei demoni che tentavano di attaccare il villaggio. Eravamo stupiti, orgogliosi e furiosi allo stesso tempo. Io e Sota pensammo di portarle con noi al villaggio per poterle tenere d’occhio, ma loro rifiutarono sostenendo di dover restare al villaggio per proteggerlo. Fu anche impossibile convincerle a smettere di lottare, non bastarono né urla, né ricatti, né intimidazioni. Decidemmo allora di allenarle noi stessi con la speranza di ridurre al minimo il rischio per le loro vite. Le cose sono poi continuate in questo modo per qualche anno, finché loro non sono state portate via dal villaggio e condotte qui.- terminò.
 -Capisco. E cosa mi dite degli altri?- domandò Inuki, accennando un movimento del capo verso Zuko.
-Zuko e i suoi uomini sono giunti nel nostro territorio circa una settimana prima che Kagome e le altre venissero condotte qui. Le ragazze erano presenti al momento del loro arrivo.- spiegò Sota.
-Eravate a conoscenza del fatto che fossero ribelli, vero?- domandò Inuyasha.
-Si, fu per questo che tentammo da subito di comprendere le loro intenzioni.  Sebbene da voi demoni veniamo tutti indistintamente considerati ribelli per noi non è così. Loro lottano per sete di potere e ribellione, noi per un senso di giustizia e per proteggere gli indifesi. Zuko ci raccontò di aver partecipato ad un’imboscata nella quale aveva perso molti uomini e riportato innumerevoli feriti.. ci chiese quindi ospitalità. Né io, né Kohaku eravamo felici di accoglierli, ma non potemmo fare altrimenti. Temevamo, infatti, che avrebbero altrimenti attaccato il villaggio provocando numerose vittime pur di trovare un rifugio.- disse Sota.
-Questo, però, non spiega come mai quando i nostri uomini hanno catturato alcuni ribelli con loro ci fosse anche uno dei vostri uomini.. l’umano di nome Kigi.- constatò Inuyasha, probabilmente tentando di far maggiore chiarezza.
-Quando quegli uomini sono stati attaccati dai vostri soldati erano in giro per una perlustrazione, Kigi era con loro per controllarli. Ci organizzavamo sempre così per tenerli d’occhio senza insospettirli.- spiegò semplicemente mio fratello.
-Prima il capo dei ribelli ha accennato ad un patto sigillato. A cosa si stava riferendo?- si intromise Sesshomaru.
Per un momento tutto tacque. Sota e Kohaku si fissarono a vicenda, con aria grave. Una strana ansia mi assalì..che avessero combinato qualche sciocchezza?
Sota sospirò e poi riprese a parlare.
-Qualche giorno dopo l’arrivo di Zuko, io e Kohaku litigammo piuttosto duramente con Kagome e le altre. Per alcuni giorni non avemmo loro notizie e quando infine, preoccupati e adirati, ci recammo al villaggio per cercarle ci dissero che erano state tutte condotte via dalle guardie demoniache per essere vendute come schiave. Fummo colti dal panico e solo dopo vari giorni riuscimmo ad avere informazioni attendibili. Non sapevamo se gioire o disperarci per le cose apprese. Fortunatamente erano riuscire a restare tutte insieme, ma il fatto che fossero state condotte proprio al castello creava non pochi problemi. I segreti che custodivano le avrebbero senza dubbio condotte nei guai, in più il fatto che si dicesse che ogni nuova schiava che giungeva qui fosse destinata a passare nel letto dei principi non ci piaceva, ovviamente, per nulla.- disse fissando con espressione truce ognuno dei cinque principi.
Mi ritrovai stupidamente ad arrossire, immaginandomi quali fossero i pensieri di mio fratello e Kohaku.
-Vi state chiedendo se le vostre sorelle sono diventate le puttane dei principi?- intervenne con tono strafottente ed irato Yura.
Mi irrigidì immediatamente, mentre vidi Sota e Kohaku farsi ancor più attenti.
-Ebbene si. Non c’è notte che queste umane non passino nel letto dei loro padroni.- concluse la demone.
-Taci- le ordinò Inuyasha.
Prima che la situazione degenerasse, ci pensò per fortuna il mio migliore amico a riportare la calma.
-Aspettate- disse rivolto a Sota e Kohaku.
-Il profumo di Kagome, così come quello di Rin e Sango sono ancora perfettamente integri. Non sono state toccate, mentre Alissa..- e lasciò la frase in sospeso.
Mi voltai immediatamente a fissare la mia amica che comprensibilmente era arrossita. Vidi la mano di Inuki scattare subito a cercare quella di Alissa, intrecciandole, come a volerle offrire sostegno.
-Alissa?- ringhiò Kohaku.
-Lei è stata addirittura marchiata- concluse Aki, fissando in modo truce Inuki.
-L’avete violentata e poi addirittura marchiata?- urlò Sota, portando, probabilmente per abitudine, la mano laddove si sarebbe dovuta trovare l’elsa della sua spada.
-Aspettate!- li richiamò Alissa –Inuki non mi ha fatto alcun male, ero consapevole di ciò che stavo facendo- disse con le gote tinte di rosso, ma con voce serena.
-Ma cosa stai dicendo?- le domandò Sota.
-La verità è che io sono innamorata di lui.-
Le reazioni nella sala furono diverse: i demoni contrariati per quell’affermazione cominciarono a bisbigliare tra loro, ma un’occhiata di Inuki bastò a farli tacere; Sota, Kohaku e tutti gli altri erano visibilmente sconvolti.
Per un momento mi chiesi come mio fratello avrebbe reagito non appena avesse saputo che anch’io, proprio come Alissa, Sango e Rin, ero innamorata di un demone. Vidi Kohaku aprire le labbra pronto a ribattere, ma Sesshomaru bloccò il suo intervento sul nascere.
-Non è questo il tempo di parlare di questioni d’amore- proferì, ed ovviamente il suo tono non ammetteva repliche.
-Stavamo discutendo di quest’accordo tra voi e Zuko- ricordò a tutti Miroku.
Beh, decisamente eravamo usciti fuori tema!
-È semplice- disse Sota con tono brusco e scocciato- pur di riavere le nostre sorelle avremmo fatto di tutto, ma sapevamo che da soli non avremmo avuto speranze. La forza della disperazione ci portò allora a chiedere l’aiuto di Zuko e lui acconsentì a patto che noi gli cedessimo il comando del villaggio e accettassimo di combattere al suo servizio quando ce l’avesse chiesto.-
-In pratica avete accettato di diventare dei ribelli a tutti gli effetti- sentenziò, ghignando malignamente, Naraku.
-Per loro avremmo fatto questo ed altro.- affermò convinto Kohaku.
-L’accordo è stato sigillato?- domandò improvvisamente Inuyasha.
-No. La vostra “visita” ci ha interrotti.-
-Bene. Ora voglio che separiate i vostri uomini da quelli di Zuko- ordinò frettoloso.
Sota e Kohaku, nuovamente, si fissarono confusi ma si affrettarono ad obbedire. Una volta che gli uomini di mio fratello si furono separati dagli altri, bastò un cenno del capo di Inuki e le guardie demoniache circondarono l’esercito di Zuko. Senza attendere oltre Inuyasha si diresse verso il capo dei ribelli e con una sola artigliata spazzò via il bavaglio che gli impediva di parlare e le corde che gli bloccavano le mani.
-Adesso dimmi tutto ciò che sai- ordinò con tono cupo.
-Credi davvero che collaborerò con un demone?- ebbe il coraggio di ribattere l’altro.
-Oh si, che mi dirai tutto, perché ciò permetterà a te e ai tuoi uomini di avere una morte meno dolorosa- ghignò.
-Credi di farmi paura, principino? O che io tema la morte? Sei fuori strada.. ti accontenterò però dicendoti che chi trama alle tue spalle ha molti alleati, e che è uno dei presenti.- annunciò, facendo scorrere lo sguardo sui presenti nella sala.
-Parla! Voglio sapere il nome del traditore! Chi è che vi comanda?- ringhiò.
-Da me non saprai nulla..- ghignò.
-Ti farò torturare fin quando non sputerai fuori quel nome- lo minacciò avvicinando pericolosamente gli artigli al suo viso.
-Da me non avrete proprio nulla.- urlò e con un movimento rapido e fluido estrasse un coltello dalla manica del suo kimono, piantandoselo dritto nel cuore.
Pochi istanti dopo il corpo dell’uomo cadde al suolo esanime. Rimanemmo tutti immobili e sconvolti, sia per la repentinità che per la rapidità di quel gesto. Sobbalzai, quando furioso Inuyasha tirò un calcio al cadavere facendolo allontanare di diversi metri e imbrattando la sala di sangue. Tremai per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti: ero, purtroppo, abituata a vedere cadaveri di uomini e demoni, ma quella scena era a dir poco macabra.
-Portatelo via di qui- urlò. – che il suo corpo sia appeso alle mura, così da essere di monito per chi ancora vorrà sfidarci.- ordinò.
Stentavo a riconoscere in quel mezzo demone lo stesso uomo che così teneramente la notte mi teneva tra le braccia, ma in parte capivo la sua reazione. Comprendevo la preoccupazione per la sorte del suo regno e la frustrazione per aver perso l’occasione di scoprire finalmente l’identità del traditore. Non distolsi per un solo istante la mia attenzione da lui, temendo che la rabbia offuscasse il suo buon senso e lo portasse a sfogarsi anche su mio fratello e Kohaku. Come mi sarei comportata in una situazione del genere?
Si voltò poi verso gli uomini di Zuko e con un movimento rapido si avvicinò loro;in un batter d’occhio, con una sola artigliata, ridusse a brandelli il corpo dell’umano più vicino.
Sentì Rin sussultare, ma non mi voltai a guardarla troppo presa a fissare la scena che si stava svolgendo davanti ai miei occhi e intenta a trattenere i conati di vomito.
-Parlate ora se non volete che faccia fare anche a voi la stessa fine- ringhiò mostrando gli artigli ricoperti di sangue.
Nessuno degli uomini di Zuko proferì parola, cosa che fece infuriare ancor di più Inuyasha che ringhiò apertamente.
-Aspettate..- lo richiamò Sota.
-Non immischiarti.- replicò burbero senza nemmeno voltarsi a fissare mio fratello.
-Sono sicuro che loro non sappiano nulla.- continuò.
-Davvero? E cosa ne sai tu?- sibilò.
-Zuko non condivideva le proprie idee e conoscenze con i suoi uomini. Tutti loro sono avanzi di galera, Zuko li reclutava così. Cercava gli umani più feroci o che si erano macchiati dei crimini più efferati e li aiutava ad evadere. Offriva, poi, loro la possibilità di unirsi al suo esercito e se questi rifiutavano li uccideva lui stesso. Loro non hanno le risposte che voi cercate- spiegò.
Vidi Inuyasha respirare profondamente,probabilmente nel tentativo di recuperare un po’ di lucidità.
-Questo non gli salverà la vita- annunciò qualche secondo più tardi -Conduceteli tutti in prigione e sorvegliateli. Non appena mio padre, il re, sarà di ritorno verranno giustiziati.- ordinò.
Le guardie si affrettarono ad eseguire l’ordine, per nulla desiderosi di scatenare oltre l’ira del loro principe. Quando Inuyasha nominò le prigioni, ricordai una cosa a cui scioccamente non avevo ancora pensato.
-Inuyasha- lo richiamai debolmente.
Si voltò a guardarmi senza aprir bocca, con i lineamenti ancora distorti dalla rabbia.
-Kigi- dissi solamente, conscia di starmi muovendo su un campo pericoloso.
Sospirò, senza smettere di fissarmi.
-Lo vuoi qui?- mi domandò atono, ed io mi limitai ad annuire.
-È ancora vivo?- chiese sinceramente stupito Kohaku.
-Non è in perfette condizioni, ma è ancora vivo. Kagome ha guarito le sue ferite, salvandogli la vita.- spiegò, prima di far un cenno ad una delle guardie che annuì e lasciò la sala.
-E voi glie lo avete permesso?- domandò Sota.
-No, ma tua sorella non è incline ad ascoltare i miei ordini- replicò.
-È per questo che l’hai frustata?- intervenne astioso Aki.
-Che cosa?- urlarono in coro Sota e Kohaku.
Disperata, portai una mano a coprirmi il viso.. probabilmente, a causa mia, si sarebbe scatenato un putiferio. Ero stata una sciocca a non tener conto dell’olfatto sensibile del mio miglior amico.
-O forse l’avete frustata per obbligarla a condurla al nostro nascondiglio?- urlò, collerico, Sota.
-Io non ho frustato Kagome- sibilò Inuyasha.
-E allora perché dal suo corpo sento chiaramente provenire odore di sangue e di erbe usate tipicamente per la cicatrizzazione?- si intromise ancora una volta Aki.
Quando vidi Inuyasha stringere i pugni infastidito dalle loro continue accuse, decisi di intervenire.. del resto sapevo quanto lui si ritenesse responsabile e colpevole per ciò che mi era accaduto.
-Sota, Aki, smettetela ora. La colpa di ciò che è accaduto non è di Inuyasha, anzi se non fosse stato per le cure sue e di Koga probabilmente ora non riuscirei ancora nemmeno a stare eretta.- dissi.
Seppur Sota e Aki non smisero di fissarmi, rispettivamente con aria incredula ed accigliata, tacquero.
-In ogni caso, demone, chi credi di essere per rivolgerti così a mio fratello?- domandò infastidito Inuki al mio migliore amico.
-Un suo pari- replicò senza esitazione.
-Che cosa? Ti ho già spiegato che essere un demone non ti pone allo stesso livello di un principe- urlò Inuki.
-Non è infatti ciò che volevo dire-
-Aki..- lo richiamò mio fratello.
-È  giunto il momento, Sota. Prima o poi avrebbero comunque dovuto sapere la verità sulle loro origini e il loro retaggio.- disse con tono serio.
Fu il mio turno, questa volta, di fissarli accigliata. Avevano ricominciato a parlare di quella strana storia della verità e dell’identità, e io non riuscivo a capirci nulla.
-Si può sapere di che state blaterando?- domandò spazientito Inuki.
-Io sono l’erede diretto al trono delle terre del Nord. Sono il principe di quelle terre.- spiegò serio.
-Che cosa?- urlammo contemporaneamente io e Sango, mentre nella sala l’affermazione di Aki aveva fatto calare il silenzio.
Non riuscivo a crederci, non potevo crederci…era impossibile!
Il mio migliore amico era davvero il principe di uno dei regni più vasti e importanti? E come era finito a vivere nel villaggio di mio fratello? Troppe domande esigevano una risposta.
-Hai idea del peso della tua affermazione?- chiese tranquillo Sesshomaru, fissando attentamente Aki.
-Ne sono pienamente consapevole. Tuo padre conosceva i miei genitori e potrà confermare le mie parole-continuò.
-Quelle terre sono state a lungo abbandonate.. se ne sei il principe perché non le hai reclamate prima?- gli domandò ancora.
-Immagino conosciate già una parte della storia. Dopo che Sota vi avrà raccontato ciò che accadde più di dieci anni fa, non ci saranno più dubbi sulla fedeltà dei miei genitori.-
Continuavo a chiedermi che diavolo c’entrasse Sota in tutta quella storia.. se quella conversazione aveva avuto l’obiettivo di fornire risposte e soluzioni, con me aveva avuto l’effetto contrario, ero carica di domande senza risposta.
-Uhm.. scusate credo di essermi persa- bisbigliò confusa Rin.
-Temo che sia naturale, Rin. Stiamo parlando di cose accadute molto tempo prima della vostra nascita- le spiegò dolcemente Aki.
-Circa due secoli fa le terre del nord erano uno dei casati demoniaci più potenti. Il re e la regina di quelle terre erano alleati di mio padre, compagni fedeli su cui poter contare. Quando poi gli umani cominciarono ad essere schiavizzati la famiglia reale delle terre del nord scomparve- spiegò Sesshomaru, fissando costantemente Rin.
-Stiamo dunque parlando dei genitori di Aki?- domandò per conferma.
Sesshomaru annuì.
-E che fine hanno fatto?- domandò, fissando alternativamente Aki e Sesshomaru.
-Girano molte voci al riguardo: c’è chi afferma che la famiglia reale sia morta accidentalmente, e chi li accusa di essere diventati dei traditori. Questi ultimi credono che il re e la regina siano nascosti da qualche parte e tramino nell’ombra.- disse atono fissando Aki.
-Nessuna delle due ipotesi è vera- ringhiò il mio migliore amico – i miei genitori sono morti per difendere ciò in cui credevano..-
-Potresti spiegarti meglio?- gli domandò Miroku.
-Lo farà Sota. La sua storia vi fornirà le risposte che cercate anche sui miei genitori.- affermò.
-Allora parla, Sota- lo invitò Inuyasha.
-Sappiate che dopo ciò che sto per dirvi nulla sarà più come prima- disse fissando me, Sango, Alissa e Rin.
Cos’è che ci avevano nascosto per tutti quegli anni? Cos’è che sarebbe cambiato?
Fissando poi direttamente i principi cominciò a parlare.
-Sono sicuro che sappiate che quando gli esseri umani erano ancora liberi una parte della sfera fu affidata al più potente casato reale umano- iniziò.
Tutti annuimmo a conferma delle sue parole.
-È da quel momento che la sfera è andata perduta..- osservò Koga.
-La sfera non è andata perduta, io so perfettamente dove è custodita.- affermò sicuro.
Le sue parole scatenarono il caos.
Molti demoni scattarono in piedi ordinando a mio fratello di rivelargli il luogo in cui il gioiello era custodito, mentre Sota con cipiglio serio continuava a fissare i principi.
Ero totalmente confusa. Come faceva Sota a sapere il luogo in cui la sfera era custodita? Ma soprattutto mi domandavo come mai non l’avesse “recuperata” prima.. tutti sapevano quanto quel gioiello fosse potente ed importante.
-Tacete tutti- ordinò imperioso Sesshomaru.
-Continua- disse poi rivolto a mio fratello.
-Quando la famiglia reale che custodiva la sfera fu attaccata dai demoni molti perirono, ma alcuni riuscirono a mettersi in salvo- spiegò.
-Avevamo ipotizzato che qualcuno fosse riuscito a fuggire portando con sé il pezzo della sfera- constatò Miroku.
-I genitori di Aki erano fedeli compagni non solo del re di questo regno, ma anche della famiglia reale umana. Nessuno ricorda quale fu il motivo scatenante di questa insulsa guerra tra demoni ed umani, o forse un vero motivo non è mai esistito, in ogni caso la famiglia reale delle terre del nord decise di appoggiare la causa degli umani e combatterono al fianco del casato reale. Salvare l’intera famiglia fu impossibile, ma i genitori di Aki riuscirono a mettere in salvo il figlio primogenito della famiglia reale e la sua sposa. Insieme a loro riuscirono a fuggire anche una dama di compagnia, una cugina del principe stesso e il capo della guardia reale incaricato della loro protezione. I superstiti compresero da subito che da quel momento sarebbe stato necessario nascondere la loro identità. Il principe e la sua sposa continuarono la loro discendenza tentando di mantenere pura la linea di sangue. Erano molti i nobili sopravvissuti e per ogni nuovo erede fu combinato un matrimonio con qualche umano di discendenza nobile. La sfera fu così tramandata di generazione in generazione, fino a circa quindici anni fa.- disse.
-Se ho ben capito ci stai dicendo che conosci l’ultimo discendente di questa dinastia e di conseguenza il custode della sfera?- esclamò eccitato Inuyasha.
-Si, ma lasciate che io continui il mio racconto in modo che vi sia chiaro anche il destino che è toccato ai sovrani delle terre del Nord. I genitori di Aki protessero la linea di sangue discendente dal casato reale fino a circa 15 anni fa. L’ultimo erede aveva una moglie e due figli, con loro vivevano anche i diretti discendenti di coloro che anni prima erano riusciti a sopravvivere. Non si sa come ma alcuni demoni scoprirono l’identità dell’ultimo discendente e, senza alcun preavviso e in numero spropositato, li attaccarono.- disse con tono tetro.
-Vuoi dire che sono tutti morti? E la sfera dunque?- intervenne impaziente Koga.
-No, come se fosse un gioco destinato a ripetersi, i loro figli riuscirono a sopravvivere.- disse serio.
-Dove sono?- domandò ancora più interessato il demone lupo.
-Qui! Io e Kagome siamo gli ultimi discendenti..- disse.
Il mio cervello si bloccò. Non poteva davvero aver detto ciò che avevo sentito.
-M..ma che stai dicendo?- riuscì solo a balbettare.
-La verità-intervenne Aki, mentre nella sala nessuno proferiva parola.
-I miei genitori ancora una volta lottarono al fianco di quelli di Sota e in quell’occasione persero la vita. Ho visto personalmente nascere sia Sota che Kagome, così come Kohaku, Sango, Alissa e Rin.- spiegò Aki.
-Mio padre tentò di mettere in salvo sia noi che nostra madre, ma lei decise di restargli accanto pur sapendo il destino che l’attendeva.-
Le sue parole fecero scattare qualcosa dentro me, facendomi esplodere come mai prima d’ora.
-Cosa vi state inventando? State mentendo! Io sono nata e cresciuta nel villaggio insieme a Sango e le altre. Mi hai sempre raccontato che nostra madre è morta dandomi alla luce e mio padre mesi prima di lei. Perché ora racconti tutte queste menzogne?- urlai fuori di me.
Ansia e dolore mi opprimevano il petto, quasi impedendomi di respirare. Le lacrime sgorgarono intrattenibili dai miei occhi, mentre una forza a me sconosciuta mi urlava di negare e dimenticare. Non volevo credere alle sue parole! Se le braccia di Inuyasha non si fossero serrate intorno al mio corpo per offrirmi sostegno, mi sarei probabilmente scagliata contro il mio stesso sangue.
Perché le sue parole mi provocavano quell’inspiegabile dolore?
-Lascia che continui a raccontare, Kagome- mi sussurrò Inuyasha accarezzandomi i capelli. Privata di ogni forza e volontà mi ritrovai ad annuire.
-Hai delle prove per confutare le tue parole?- domandò Inuki.
-Se la parola mia, quella di Kohaku e di Aki non vi sono sufficienti, ebbene Kagome è la prova vivente.-
-Che significa?- domandò Inuyasha.
-In ogni generazione della nostra discendenza vi è sempre stato qualcuno dotato di forti poteri spirituali, addetto a custodire la sfera.- disse.
-E il potente potere spirituale di tua sorella è innegabile.- constatò Miroku.
-Potrebbe essere semplicemente una coincidenza.- negai.
Sota scosse il capo in segno di diniego.
-L’arco che custodisci appartiene alla nostra famiglia da innumerevoli generazioni. Sopra vi è inciso lo stemma reale del casato al quale apparteniamo.-
-Tentiamo di fare un po’ di chiarezza.- disse Miroku, mentre distrattamente si grattava la mascella ben delineata- chi ha ordinato l’attacco ai danni dei vostri genitori? Perché è chiaro che la nostra famiglia non ne sapeva nulla.. e che fine ha fatto la sfera?-
-Non sappiamo chi sia il mandante dell’attacco. Fummo improvvisamente assaliti da un’orda di demoni. L’unica cosa che ricordo di quel casino colossale sono le urla, il fetore del sangue che impregnava l’aria e copriva qualsiasi altro odore e una risata sadica che rimbombava tra le mura.- disse con tono lugubre Aki.
Quasi come se le sue parole fossero state la formula di un profano incantesimo, spazzarono via tutta la confusione che aveva ottenebrato la mia mente ed il mio cuore. Le urla, il sangue e quella malefica risata le ricordavo perfettamente anche io, le rivivevo ogni notte nei miei incubi. Mi sentì come se una forza misteriosa mi avesse trascinato via dal presente, dalle braccia di Inuyasha, e mi ritrovai a rivivere quelle scene che il mio cervello con tanta fatica aveva cercato di seppellire. Improvvisamente la donna che tutte le notti mi parlava, sussurrandomi frasi che fino a pochi minuti prima mi erano incomprensibili, ebbe un’identità.. mia madre.
Riuscivo a ricordare perfettamente i suoi occhi farsi vitrei e la presa sulle mie mani più debole, così come chiare ed indimenticabili erano adesso le sue parole.
“ Kagome sei tu, il destino sei tu. Nessuno oltre te, bambina mia, ha il potere di fermare tutto questo. Sei tu, il destino sei tu.”
A trasportarmi via da quella strana nebbia di ricordi e dolore fu la voce di Inuyasha, che insistente invocava il mio nome.
-Inuyasha- bisbigliai, quando i suoi bellissimi occhi d’oro tornarono a riflettersi nei miei.
-Accidenti, stupida, mi hai fatto prendere un infarto.- urlò.
-Che cosa è accaduto?- domandai, accorgendomi solo in quel momento di essere circondata dai volti preoccupati delle mie amiche e di mio fratello.
-Mentre il lupacchiotto parlava sei caduta in una specie di trance.- mi disse.
Quando riacquistai completamente la lucidità, riuscì finalmente ad assemblare tutti i pezzi di quel puzzle che era la mia vita.
-Inuyasha, io ricordo tutto. Ciò che Sota ha detto è la verità. La donna che tutte le notti continuo a sognare è mia madre.- dissi parlando senza sosta e piangendo a dirotto.
-Che fine ha fatto la sfera?- intervenne improvvisamente Naraku.
Visto il silenzio nuovamente calato nella sala, capì che tutti non attendevano altro che di conoscere la risposta a quella fondamentale domanda.
-Prima vorrei capire come le strade tue e di Kagome si sono intrecciate a quelle di Sango e gli altri. In più Aki ha prima affermato di aver visto nascere voi tutti.- chiese Miroku.
-Sango e le altre non sono il frutto di un incontro fortuito. Rin è imparentata con la nostra linea di sangue, mentre nelle vene di Alissa, Sango e Kohaku scorre sangue nobile essendo tutti loro diretti discendenti di coloro che anni prima riuscirono a salvarsi insieme al principe. Nel corso dei secoli, come potete vedere, non solo la linea di sangue reale è stata preservata-
Faticavo a credere a tutto ciò che stavo scoprendo.
-Dov’è la sfera?- tuonò ancora la voce di Naraku.
-Quando fuggimmo nostro padre l’affido a me essendo Kagome ancora una bambina, ma sapevo che sarebbe toccato a lei custodirla così come ha sempre fatto.-
Immediatamente tutta l’attenzione tornò a concentrarsi su di me.
-I..io non ho idea di dove sia..- gracchiai.
-Kagome..- cominciò Inuyasha con tono serio.
-Devi credermi, Inuyasha. Io non ho idea di dove sia quel maledetto gioiello.- dissi.
-È vero. Lei non lo sa..- intervenne Kohaku.
-Dannazione! Volete forse prenderci in giro? Sota ha appena detto che è Kagome a custodire il gioiello, ma lei dice di non saperne nulla. Ora tu mi dici che lei davvero non ne sa nulla. Sapete che da quel gioiello dipendono le sorti del mio regno e probabilmente anche di una guerra che potrebbe risultare disastrosa sia per gli esseri umani che per i demoni?-
-Quel che probabilmente stava tentando di dirvi Sota è che Kagome la custodisce ma non è nemmeno consapevole.- continuò pacato Kohaku.
-Come ho già detto quel giorno mio padre affidò a me la sfera, ma Kagome era stranamente attratta da quel gioiello. Quando alla fine riuscì ad averla tra le mani la sfera scomparve.-
-C..cosa significa che scomparve?- domandò Inuki.
-La sfera scomparve nel corpo di Kagome. Senza nemmeno saperlo lei la custodisce dentro di sé.- affermò Sota.
-E questa è l’ennesima prova che lei ne è la legittima custode.- aggiunse Aki.
Quello era decisamente troppo. Tutte le rivelazioni sul mio passato apprese in appena un’ora di conversazione mi avevano prosciugata di ogni energia. Sopraffatta da tutto ciò persi il contatto con la realtà scivolando nell’oblio.
 
 
Quando la sentì lasciarsi totalmente andare tra le mie braccia capì che aveva perso i sensi. Fissai il suo viso pallido e riuscì solo in parte ad immaginare quanto tutte le verità apprese quel giorno l’avessero destabilizzata.
-Che altro aspettiamo?- urlò Naraku attirando la mia attenzione.
-Che vuoi dire?- ringhiai, ero sicuro che le sue parole non mi sarebbero piaciute.
-Quella donna sarebbe già dovuta essere morta. È una sacerdotessa, combatte i demoni, discende da una famiglia reale e inoltre il suo corpo cela l’altra metà della sfera. Facciamola a pezzi e riprendiamoci il gioiello- urlò esaltato.
Le sue parole mi fecero fremere dalla rabbia e sentì prepotente la voglia di scagliarmi verso di lui e ridurre il suo corpo a brandelli, ma la ragazza che in quel momento giaceva inerte e indifesa tra le mie braccia era la mia assoluta priorità.
-Provaci! Troveremo un modo per recuperare la sfera senza far del male a Kagome. Lei non si tocca.- scandì bene, affinché il concetto fosse facilmente comprensibile a tutti.
-Ora basta! È tardi.. Sota, Kohaku c’è ancora molto di cui discutere, ma lo faremo domani quando tornerà mio padre. Intanto voi e i vostri uomini sarete nostri ospiti, ma sappiate che sarete sorvegliati. – dissi con tono autoritario, sollevando Kagome tra le braccia e avviandomi all’uscita.
-Dove la portate?- urlò parando misi di fronte, così come Kohaku ed Aki.
-Tua sorella ha bisogno di riposare- chiarì.
-Lasciatela a me. Me ne prenderò cura io.- mi disse con tono duro.
Non avevo né il desiderio, né la forza di discutere con loro, se probabilmente Sango non fosse intervenuta nulla mi avrebbe impedito di tramortirli a suon di cazzotti.
-Sota, lasciali andare. Kagome con lui sarà al sicuro- disse la ragazza.
Per un momento che a me sembrò eterno si fissarono negli occhi, finchè Sota non sospirò, accarezzò i capelli della sorella e ci lasciò passare.
Portai immediatamente Kagome nella mia camera e la poggiai delicatamente sul letto. Tutto ciò che volevo in quel momento era stringerla per tutta la notte tra le mie braccia senza pensare al domani. Mentre la sistemavo meglio tra le mie braccia, la vidi aprire quei profondissimi occhi scuri che mi avevano stregato.
-Ti ho svegliata? Mi dispiace, non era mia intenzione- le bisbigliai, baciandole la fronte.
Temevo scoppiasse in lacrime da un momento all’altro e invece mi sorprese. Si fiondò sulle mie labbra, facendo perfettamente aderire i nostri corpi. Ricambiai il suo bacio stringendola ancor di più a me, sperando di poterle attraverso quel gesto offrire sostegno. Quando il bacio cominciò a farsi più passionale, seppur a fatica, la allontanai da me. Desideravo Kagome più di ogni altra cosa al mondo, ma sapevo che quella non era decisamente la sera adatta. Nonostante ciò furono la consapevolezza che leggevo nei suoi occhi lucidi e le sue parole a mandarmi in tilt il cervello.
-Fa l’amore con me, Inuyasha-.




Note autrice: uff, non ci credo ce l'ho finalmente fatta a concludere questo capitolo. Come avrete notato ho abbandonato lo stile copione, per uno che ho reputato decisamente meno infantile e schematico. La cosa vi crea per caso difficoltà nella lettura? Perchè se la mia scelta non vi crea problemi ho intenzione di modificare anche i precedenti capitoli. 
P.s. Ho pubblicato il capitolo in tutta fretta quindi mi scuso per l'eventuale presenza di errori, ma domani in ogni caso lo revisiono!
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi facciate conoscere la vostra opinione =)
Baci, Vanilla ^^

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Capitolo 18
*** Vortice di passione. ***


ATTENZIONE: Il capitolo può essere considerato di rating rosso. Sono presenti scene d'intimità fisica.


-Ma cosa stai dicendo, Kagome?- le domandai.

La desideravo da morire. Più di ogni altra cosa al mondo agognavo di sentire il suo corpo morbido stretto al mio, il sapore della sua pelle e la dolcezza del suo lasciarsi andare. Non volevo che a dettare ciò fosse, però, un attimo di angoscia o disperazione. La volevo avere mentre sapevo che anche lei bramava follemente me.
 
Dovevo essere impazzita! Avevo chiesto ad Inuyasha di fare l’amore con me, ma non me ne ero pentita. In un momento in cui tutte le mie certezze erano crollate, forse il mio amore per lui mi avrebbe dato la forza di guardare al domani con ottimismo.
Guardare il suo viso quasi mi provocò una risata; i suoi splendidi occhi mal celavano il desiderio, mentre la smorfia presente sul suo volto ben faceva comprendere quanto si stesse sforzando per far prevalere la ragione alla passione. Quella tenera accortezza verso i miei sentimenti, quella sorta di protezione che tentava di offrirmi da sé stesso, mi convinse ancor di più della mia scelta.
-Non mi vuoi, Inuyasha?- gli domandai con voce tremula per farlo cedere più velocemente.
-Non dire sciocchezze. Ti voglio, ma in questo momento è la disperazione a farti parlare e domani te ne pentiresti.-
Senza dargli tempo di pensare o esitare oltre, mi avvicinai rapidamente a lui e feci incontrare le nostre labbra, permettendo ai nostri corpi di aderire perfettamente. Fu pura estasi la sensazione che attraversò il mio corpo, quel bacio bruciava come il fuoco.
 
 
Staccai per un momento le mie labbra dalle sue per poterla guardare. Era fragile, vulnerabile e innocente. Così virtuosa e pura eccitava la mia passione come mai prima nessuna aveva fatto.
Con lei non potevo più permettermi errori; scrutai, dunque, a lungo le sue vivaci e luminose iridi nocciola. Vi cercai attentamente inquietudine, timore o qualsiasi altra emozione che avrebbe potuto spingermi a fermarmi. Quando però nei suoi occhi non trovai altro che attesa, tenerezza e desiderio capì che da quel momento nulla più sarebbe riuscito a fermarmi.  Le afferrai la nuca, affondando la mia mano tra i suoi setosi capelli scuri e l’attirai a me per risentire il sapore di quelle labbra che tanto anelavo e mai mi saziavano completamente. La sentì docile, arrendevole e partecipe contro di me, ciò mi fece quasi perdere la ragione. Lasciai le sue labbra solo per scendere a baciare e mordicchiare la tenera pelle del suo collo. Ero deciso a gustarmi con calma ogni carezza e a non mettere fretta a Kagome. Era la sua prima esperienza e volevo che per lei fosse speciale. Nonostante ciò la brama e l’impazienza di sentir scorrere sotto le mie mani la serica consistenza della sua pelle mi portarono a sciogliere frettolosamente il nodo dell’obi.
Una volta liberatomi di quel maledetto pezzo di tessuto, continuando a depositare baci tra il suo viso e il collo, cominciai lentamente a far scivolare via il kimono esponendo quella pelle candida e perfetta ai miei occhi. Kagome non si oppose, rendendomi anzi più agevoli i movimenti, e pochi minuti dopo il suo kimono cadde smesso ai piedi del letto. Sollevai il viso a guardarla e quasi mi sentì turbato e disorientato dinnanzi a tanta bellezza e perfezione. Gli occhi languidi, le gote arrossate, le labbra gonfie per i baci ricevuti, il collo flessuoso, i seni sodi e pieni, la vita sottile che sconfinava nella dolce rotondità dei fianchi,il ventre piatto e le gambe lunghe e magre serrate. In quel corpo non v’era traccia d’imperfezione.
-Inuyasha..- mi richiamò forse turbata dal mio attento esame.
-Sei perfetta! Non ho mai visto nulla più bello di te, Kagome.-
I miei complimenti la fecero arrossire ancor di più e tornai a reclamare le sue labbra in un bacio possessivo e passionale.
Sentì le sue mani incerte tentare di spogliarmi e pochi minuti dopo i miei abiti raggiunsero i suoi sul pavimento.
Lasciai la sua bocca per scendere sul suo collo, mentre le mie mani si chiudevano delicatamente a coppa sul suo seno. L’unica cosa che desideravo quella notte era accarezzare ogni centimetro di quel corpo meraviglioso, baciare ogni parte di quella pelle immacolata, perdermi in lei fino ad unire corpo e cuore in un’unica cosa.
 
 
Era possibile sentire caldo e freddo allo stesso momento? Era fuoco e ghiaccio nello stesso istante. La consapevolezza di ciò che stava per accadere mi agghiacciava, ma le carezze dolci e ardite di Inuyasha mi incendiavano. Una cascata infuocata, ardente, bruciante, prese a scorrere attraverso il mio corpo lasciandomi stupita e desiderosa. Desideravo Inuyasha e tutto ciò che solo lui poteva darmi. Sentì le sue mani scivolare lente, caute, sul mio ventre fino a raggiungere il centro della mia femminilità.. fu impossibile trattenermi dal gemere.
Volevo, però, anche io far bruciare lui, così come lui faceva ardere me.
Senza ostacolare le sue carezze mi sollevai su un gomito e ammirai il suo corpo perfetto. Gli occhi d’ambra erano liquidi e d’una tonalità più calda, vivi e impazienti, la bocca bramosa, il respiro corto e pesante. Già quella visione mi tolse il fiato, ma non mi bastava, volevo di più. Scesi a fissare le spalle larghe, il petto compatto e ampio, le gambe muscolose, finché la mia attenzione finì inevitabilmente per concentrarsi sul suo membro eccitato. Impedì alla timidezza di bloccarmi e le mie mani presero a seguire il cammino che precedentemente avevo tracciato con lo sguardo, fino a che non si chiusero intorno alla sua mascolinità. Lo sentì sospirare di piacere e persi ogni freno inibitore mentre le sue carezze si facevano più intime e marcate.
-Inuyasha..- lo pregai, quando una strana sensazione di pesantezza mi si aggrovigliò sullo stomaco.
Era stato lui ad accendere quel fuoco dentro me, ed anche nello stato di nebbia e passione in cui in quel momento si trovava la mia mente sapevo che solo lui avrebbe potuto recarmi il sollievo desiderato.
Non si fece attendere oltre e con le mani mi invitò ad allargare ancor di più le gambe affinché lui potesse sistemarsi nel mezzo.
-Kagome, ne sei sicura? Se tu non vuoi..io mi fermo!- mi sussurrò all’orecchio, strusciando il suo naso contro la mia guancia in un gesto di disarmante tenerezza.
Già solo sentir il suo peso maschile su di me aveva aumentato la mia eccitazione, non avrei permesso alla paura o all’inibizione di privarmi di qualcosa che tanto desideravo.
-Non fermarti, Inuyasha.-
E come se non attendesse altro che quelle parole, cominciò ad affondare delicatamente in me. Cominciai ad avvertire un leggero bruciore e d’istinto mi irrigidì.
-Non vorrei farti male..- mi bisbigliò arrestandosi.
-È inevitabile..- constatai.
Per un istante incatenò i suoi occhi ai miei, scese poi a reclamare le mie labbra e con un movimento deciso superò definitivamente la barriera della mia verginità.
Il dolore fu immediato e potente, strinsi le palpebre e il mio urlo si perse tra le sue labbra, ma le lacrime riuscirono a solcare il mio volto.
-Mi dispiace, ma vedrai che passerà subito..- mi bisbigliò mentre mi accarezzava dolcemente i capelli e baciava le mie lacrime.
Quando il dolore cominciò a scemare, rimase solo un leggero bruciore e uno strano formicolio che partiva dal punto in cui i nostri corpi erano uniti e si diffondeva a spirale lungo il mio corpo. Capì che Inuyasha non si sarebbe mosso fin quando non gli avessi provato di star bene, mossi così lentamente il bacino verso di lui.
 
 
Era maledettamente difficile starmene fermo mentre il mio corpo mi urlava solo di penetrare fin in fondo in quel corpo caldo ed accogliente, ma non avrei permesso alla mia lussuria di prevalere rischiando di ferirla in qualche modo. Quando la sentì muoversi contro di me, cominciai a spingere lentamente aumentando gradualmente il ritmo delle mie spinte. Ancorai la mia mano alla sua, per farle indirettamente capire quanto per me quell’unione andasse oltre il piano fisico, quanto superasse le barriere della pelle. Quando aumentai ancora un po’ il ritmo delle spinte la sentì cominciare a fremere sotto di me e chiamare il mio nome ripetutamente; capì che ormai era al limite quanto me e rendendo il mio ritmo più serrato, sperando di non farle male, raggiungemmo il piacere nello stesso istante.
Mi ci vollero alcuni secondi per riavermi dall’orgasmo più potente provato in vita mia e non appena recuperai la lucidità il mio pensiero andò a lei.
Mi sollevai a fissarla e ne rimasi estasiato: gli occhi chiusi, le ciglia ancora inumidite dalle lacrime, le gote arrossate e il corpo tremante.
-Kagome, stai bene?- le domandai prendendola tra le braccia e attirandola a me.
-Non sono mai stata meglio, Inuyasha.- mi disse spalancando quelle rivelatrici gemme marroni e incantandomi ancora una volta.
-Non ti ho fatto troppo male?- le chiesi ancora preoccupato.
-No. Sono felice che tu sia stato il primo, Inuyasha.- mi sussurrò accoccolandosi meglio contro il mio petto.
-E l’ultimo- ringhiai facendola sobbalzare.
Il solo pensiero che qualsiasi altro avrebbe potuto mettere le mani su di lei mi faceva fremere dalla rabbia e dalla frustrazione.
-Non permetterò a nessun altro di toccarti, Kagome. Sei solo mia..-
Vidi per un istante i suoi occhi accendersi di rabbia, ma poi la tenerezza prese il sopravvento e mi sorrise prima di sbadigliare.
-Sei stanca? Dormi,principessa.- le sussurrai baciandole la fronte.
Non sapevo da dove mi venissero tutte quelle smancerie e quella dolcezza. Con lei ero stato particolarmente tenero, ma generalmente dopo essere stato con qualcuna l’unica voglia che avevo era dormire..l’unica a cui permettevo di rimanere nel mio letto per un po’ di tempo era Kikyo.
Con Kagome anche quello era diverso. Sentivo l’esigenza di tenerla stretta a me e la voglia di trovarla al mio fianco il giorno dopo.
-Buonanotte, Inuyasha.- mi sussurrò debolmente.
-Buonanotte, Kagome.-
 
 
 
Mi svegliai lentamente mentre sentivo le dita di Inuyasha scivolarmi leggere tra i capelli. Aprì gli occhi e mi sentì immediatamente di ottimo umore. Inspirai il profumo delle lenzuola; la sera prima il profumo fresco di muschio mi aveva solleticato le narici, ma in quel momento erano piacevolmente impregnato del nostro odore. Sentì la presa di Inuyasha farsi più salda sulla mia vita, mentre mi sussurrava un allegro “Buongiorno”.
-Buongiorno a te..- feci in tempo a dire prima che le sue labbra si scontrassero con le mie.
-Hai dormito bene?- mi domandò.
-Si. E tu?-
-Meravigliosamente. Come sempre, quando tu sei tra le mie braccia.-
Sorrisi e tornai a baciarlo.
Mi stiracchiai contro di lui e lo sentì gemere. Sorrisi soddisfatta.
-È ora di alzarsi, pelandrona.- mi schernì.
-Di già?- mi lamentai per nulla desiderosa di lasciare quel calore così intimo.
-Se non lo facciamo ora non ti lascerò uscire da questa camera per tutto il giorno, ma purtroppo al momento non possiamo permettercelo.- mi disse baciandomi di nuovo prima di alzarsi.
Osservai il suo corpo perfetto mentre si rivestiva e nonostante l’intimità condivisa la notte precedente, arrossì.
-Vado a svegliare quel pelandrone di Miroku. Tu vestiti e raggiungici nella sala principale..temo ci sia ancora molto di cui parlare.- mi disse.
Annuì, mentre il peso di tutte le scoperte del giorno precedente tornava a crollarmi sulle spalle.
-Kagome- mi richiamò – tu sai che io non permetterò a nessuno di farti del male,vero?-
Annuì e tornai a baciarlo per tranquillizzarlo.
Erano trascorsi diversi minuti quando decisi finalmente di alzarmi anche io. Mi sarebbe piaciuto indugiare nel ricordo della perfezione della notte appena trascorsa, ma questioni più importanti e delicate richiedevano la mia completa attenzione. Mi vestì rapidamente e mentre vagavo per i corridoi intenta a raggiungere la sala principale, non riuscì a far a meno di pensare a tutto ciò che avevo scoperto. Persa nei miei pensieri mi riscossi solo quando urtai contro qualcosa di solido e due mani mi afferrarono in una presa gentile le spalle per impedirmi di crollare a terra.
Sollevai il volto e sprofondai in due iridi d’ambra molto simili a quelle che amavo. Fissai ancor più intensamente l’uomo che avevo travolto. Era un demone, come suggerivano i suoi capelli argentei e le mani artigliate. Il viso, un ovale perfetto, sembrava appartenere ad un uomo di ancor giovane età, ma l’autorità, la gentilezza e la fermezza che caratterizzavano il suo sguardo lasciavano comprendere un vissuto, una conoscenza e un’esperienza che erano ben lungi dall’età che dimostravano i suoi giovani lineamenti. Sembrava l’unificazione dei suoi tre figli. Possedeva l’austerità di Sesshomaru, essendo come egli in grado di ispirare rispetto e soggezione, la fierezza di Inuyasha e l’orgoglio di Inuki. Nei suoi occhi era possibile ritrovare anche tracce dei suoi figli adottivi. Il coraggio e l’audacia dell’impavido Koga e la conoscenza e la compostezza del saggio Miroku. Non avevo dubbi sul fatto che dinnanzi a me vi fosse il re.
-Chi sei, ragazza? Porti l’odore di mio figlio su di te.- mi domandò una voce autoritaria e gentile in egual misura.
 
 
 
 
Tamburellavo, con un movimento ritmico e sostenuto, le unghie affilate contro il bracciolo della poltrona domandandomi dove potesse essere finita quella stupida. Eravamo tutti riuniti nella sala principale e ormai mancava solo lei. Possibile che si fosse addormentata?
-Dov’è finita Kagome?- mi domandò scontroso Sota.
-Dovrebbe arrivare da un momento all’atro.- risposi annoiato.
-E se le fosse accaduto qualcosa?- mi domandò ancora lui.
-Ho visto tua sorella meno di venti minuti fa ed era sana e salva.- precisai, non volendo prendere in ipotesi quella possibilità.
Mi alzai dalla poltrona determinato ad andarla a cercare, quando la porta si spalancò mostrando la figura di due persone. Rimasi sorpreso di vederli insieme. E come me anche tutti i presenti in aula.
 
 
 
 
Sentivo su di noi gli sguardi di tutti i presenti e stupidamente arrossì.
-Padre..- sentì sussurrare all’unisono da Inuki e Inuyasha.
Inu No Taisho fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti e sorrise poi ai suoi figli prima di rivolgersi direttamente a me.
-Sembra che il mio ritorno abbia sconvolto tutti..- scherzò parlando a tono alto per far sì che tutti lo sentissero.
-Eppure, sire, è strano. Erano tutti pronti per il vostro ritorno..- risposi.
-Dimmi, Kagome, non ti sembrano forse tutti paralizzati?- mi chiese ancora.
-Sarà l’emozione di rivedervi..- risposi allegra.
-Bentornato, maestà..- si intromise Naraku avvicinandosi.
Si inchinò velocemente dinnanzi al re e rivolse poi a me un’occhiataccia torva.
-Il vostro rientro capita nel momento più idoneo. Durante la vostra assenza sono accadute molte cose, di cui alcune molto spiacevoli.- cominciò con tono losco il demone.
-So già tutto, Naraku. Non mi perderò adesso in inutili discorsi. Voglio sentire ciò che Sota e Kohaku hanno già ieri raccontato a voi tutti. Solo dopo che sarò venuto a conoscenza di tutto mi pronuncerò.-
Chiarite le sue intenzioni si avviò con me al fianco verso il punto in cui si trovavano i suoi figli. Guardò Kohaku, Sota ed Aki e con tono gentile invitò poi i tre a raccontare di nuovo tutto.
 
 
 
-Credete alle parole di questi umani, maestà?- domandò un demone al re quando Sota e Kohaku terminarono il loro racconto.
-Procediamo per gradi. Conoscevo i genitori di Aki e, sebbene quando l’ho visto l’ultima volta non era altro che un bambino, riconosco perfettamente il suo odore. Non ci sono dubbi dunque sul fatto che lui sia chi afferma di essere.- cominciò fissando Aki.
-Chiarito ciò, ordino che gli siano restituite le terre che sono sue di diritto e che da questo momento venga trattato con il prestigio che gli è dovuto.- sentenziò.
Sorrisi per quella decisione. Aki aveva avuto ciò che gli spettava e in questo modo almeno una delle tante questioni in bilico si era risolta nel migliore dei modi. Ma cosa ne sarebbe stato di Kohaku, Sota e dei loro uomini?
-E per quanto riguarda i ribelli, padre?- domandò Inuki.
-Cosa ne pensi tu delle loro parole, figlio? Credi che le loro fossero menzogne e che in realtà collaborassero con Zuko e i suoi uomini?- gli domandò suo padre.
-Tendo a credere alle loro parole.- rispose sicuro Inuki, voltandosi poi a fissare Alissa seduta al suo fianco.
-Le tue parole non saranno forse condizionate dall’umana che hai marchiato?- intervenne, con tono aspro, Naraku.
Inuki si irrigidì, ma il re prese la parola prima che uno dei due potesse far altro.
-E tu, Sesshomaru, che opinione hai al riguardo?-
-Sono d’accordo con Inuki.- rispose gelidamente il principe primogenito.
Inu No Taisho ripropose la domanda a ciascuno dei suoi cinque figli, ottenendo la medesima risposta.
-Bene! La decisione non è dunque difficile. Ordino che il prigioniero di nome Zuko e i suoi uomini vengano giustiziati all’alba di domani con l’accusa di tradimento.- ordinò.
-E riguardo agli altri umani? Farete uccidere anche loro?- domandò impaziente Naraku.
-No, non si sono macchiati di nessun crimine e di conseguenza io li sollevo da qualsiasi accusa sia stata precedentemente mossa nei loro confronti. Sota, Kohaku e i loro uomini sono liberi. Se vorranno potranno restare ospiti qui a palazzo.- pronunciò con un tono che non consentiva repliche.
Osservai l’espressione chiaramente contrariata e delusa di molti demoni, ma nessuno osò contestare gli ordini del re. Vidi Naraku scuotere il capo e indurire i lineamenti e una strana agitazione mi colse impreparata.
Sarei dovuta essere felice per la liberazione di mio fratello e Kohaku, ma una sensazione di turbamento all’altezza dello stomaco non mi permetteva di rilassarmi.
-E per quanto riguarda la sfera? Sapete che quell’umana la cela nel suo corpo? È necessario ricomporre il gioiello per poter sconfiggere i nostri avversari.- urlò in preda all’isterismo Naraku indicandomi.
-Kagome mi ha informato di ciò. Se la sfera si è celata nel suo corpo, deve esserci anche un modo per tirarla fuori.- disse fissandomi.
-I..io, mi dispiace ma non ne ho idea. Fino a ieri non ero neanche a conoscenza del fatto che la sfera si trovasse nel mio corpo.- ammisi sentendomi colpevole.
-Miroku, Kikyo, conoscete voi qualche modo per aiutare Kagome?-
-No, padre.-
-No, mio signore.- risposero prima uno e poi l’altra.
-Io conosco un ottimo modo. Facciamola a pezzi e non perdiamo altro tempo.- ripropose con sguardo torvo ed espressione pazza Naraku.
-Ti ho già detto che non faremo nulla del genere.- ringhiò Inuyasha.
-Mi sembrava d’esser stato chiaro sul fatto che non permetterò a nessuno di toccarla. So bene quanto voi quanto sia importante ricomporre la sfera, ma non permetterò a nessuno di farlo a spese di Kagome. Troveremo un altro modo.- dichiarò con tono cupo e serio fissando direttamente il padre.
-State dunque dicendo che proteggereste quell’umana anche a costo della salvezza del regno?- gli chiese un demone con tono curioso ma con atteggiamenti cauti.
-Proteggerò Kagome ad ogni costo!- rispose Inuyasha convinto.
Sapere che lui avrebbe rischiato ogni cosa per me, per la mia salvezza, mi riempiva d’amore e calore, ma non gli avrei mai consentito di mettersi contro la sua stessa famiglia e il suo regno solo per me.
-E voi, sire, che cosa fareste in questo caso? Vi schierereste dalla parte di vostro figlio o pensereste al benessere del regno?- domandò Naraku al re.
La sua era una domanda particolarmente insidiosa e pericolosa e generò una certa tensione nella sala. Tuttavia il re rispose con tranquillità e autorevolezza.
-Come re, il mio primo pensiero sarà sempre rivolto al mio popolo. Sono comunque sicuro che sarà possibile evitare qualunque spiacevole situazione trovando un modo diverso per estrarre la sfera dal corpo della ragazza.-
-State dunque dicendo che se non fosse possibile trovare altri modi combattereste contro vostro figlio?- chiese Yura.
-Stolti, le parole di mio padre erano molto più lungimiranti.- intervenne con tono scocciato.
-C..cosa volete dire?- azzardò uno dei demoni.
-Quel che Sesshomaru vuol dire è che bisogna bene interpretare le parole di mio padre.- si intromise Miroku – Inuyasha è stato chiaro sul fatto che non permetterà a nessuno di toccare Kagome, ma non dimenticate che non sarebbe l’unico a difenderla.-
-Chi altri oserebbe sfidare il nostro regno per un’umana?- urlò un demone.
-Hai forse dimenticato chi è suo fratello? È inammissibile pensare che Kohaku, Sota e i loro uomini non si schiererebbero dalla parte di Kagome.- gli fece notare Miroku.
-Non saranno un gruppo d’umani ad impaurirci o fermarci..- disse con tono sicuro Naraku.
-Il gruppo di umani in questione è esperto nel combattere i demoni. Devo forse ricordarti di quanto filo da torcere hanno dato ai nostri uomini? Non dimenticarti poi di Aki. Sono sicuro che le terre del Nord, e di conseguenza tutti i casati con esso alleati, si schiererebbero dalla parte di Sota e Kohaku. In più do per scontato che Sango, Alissa e Rin non esiterebbero a dar battaglia per proteggere la loro amica.- concluse Miroku.
-E a quel punto sono sicuro che anche i miei figli appoggerebbero loro fratello e le umane a cui sembrano molto legati..- osservò il re.
-Come procediamo allora?- chiese il demone, che come tutti, sembrava essere stato convinto dalle parole di Miroku.
-Troveremo un altro modo per ricomporre la sfera.- disse con tono sicuro Inuyasha.
 
 
 
E mentre tutti eravamo presi nella ricerca di un diverso modo per estrarre la sfera dal mio corpo trascorsero diversi giorni. Ogni nuova strada sembrava portare inevitabilmente ad un muro, ma nessuno osò contestare gli ordini del re. Inuyasha era sempre impegnato con altri demoni o con i suoi fratelli in diverse mansioni e quando la noia aveva cominciato ad essere insopportabile per me, la mia soluzione era stata Aki. All’inizio era stato molto complicato; grazie al suo olfatto sviluppato aveva compreso immediatamente ciò che era accaduto tra me ed Inuyasha e non ne era stato affatto contento. Lui ed Inuyasha erano stati quasi sul punto di arrivare a scontrarsi, ma fortunatamente la situazione delicata e l’interferenza del re avevano almeno in parte placato le acque.. ma quei due continuavano a non sopportarsi. Per sopprimere la noia ed impiegare al meglio il tempo avevo preso ad allenarmi con Aki anche in vista della guerra imminente.
 
-Aki, sono esausta.- gli urlai distendendomi al suolo.
Molte volte ci eravamo allenati insieme, ma mai come in quei giorni i nostri combattimenti erano stati estenuanti e serrati.
-Su, in piedi.- mi disse con tono cupo avvicinandosi e tirandomi su.
-Sono ore che ci alleniamo e ho rischiato di ferirti diverse volte.- gli feci notare stizzita.
Non riuscivo a comprendere il perché del suo comportamento assillante e freddo.
-Sei ancora troppo debole. Hai ancora molto da imparare!-
-Debole? Imparare? Devo forse ricordarti che ho già combattuto molte volte contro i demoni?- gli risposi offesa.
-Sei fin’ora stata fortunata, hai affrontato sempre demoni di basso rango. Se così non fosse stato saresti già morta.-
-Si può sapere perché mi tratti così? È forse per quello che c’è stato tra me ed Inuyasha?-
-Non ricordarmelo!- urlò sorprendendomi.- quello non c’entra nulla con i nostri allenamenti.-
-Eppure ti alleni anche con Sango e le altre ma non riduci loro come fai con me.- esclamai esasperata.
-Non capisci che lo faccio solo per proteggerti?- mi ringhiò contro.
-Proteggermi?- esclamai confusa.
-Tu, Sango, Rin ed Alissa siete delle abili combattenti, ma la guerra che affronteremo sarà diversa da tutto ciò a cui siete abituate. I demoni che ci combatteranno saranno mossi dalla cupidigia, dalla brama di potere e dalla voglia di vivere. Sanno che potranno sopravvivere solo vincendo la guerra e per questo non avranno pietà per nessuno.-
-Non è nemmeno detto che questa guerra si scateni..-
-Sai benissimo quanto me che non è così, Kagome. Nonostante tutto ciò che abbiamo scoperto non sappiamo ancora chi sia il traditore e negli ultimi giorni si respira un’aria tesa e infausta. Molto presto si scatenerà una catastrofe.- annunciò serio.
Comprendevo il senso delle sue parole e sapevo che, purtroppo, sarebbe stato davvero difficile impedire una guerra che avrebbe causato solo altra sofferenza e dolore. Non eravamo ancora riusciti a comprendere chi fosse a tramare alle nostre spalle, l’unica cosa certa era che da quella battaglia dipendeva non solo il futuro del regno.
-Hai ragione. Ti chiedo solo di non esasperarmi fino a questo punto.- lo pregai muovendo le braccia e le gambe indolenzite.
-Lo faccio per proteggerti! Non capisci che tu sarai il loro primo obiettivo?-
-Il loro primo obiettivo?- domandai sorpresa.
-Sei tu che custodisci la sfera. Sei tu quella che tenteranno di abbattere per prima. Per quanto io, Sota, Kohaku e tutti gli altri tenteremo di proteggerti, se tu sarai una preda facile sarà tutto perduto. È solo per questo che da te pretendo il meglio. Non me lo perdonerei mai se dovesse capitarti qualcosa. Lo capisci, Kagome?- mi domandò avvicinando il suo viso al mio e guardandomi con un’espressione seria e profonda.
Sorrisi e mi slanciai per abbracciarlo. Aki era il mio migliore amico e sapere quanto la mia sicurezza gli stesse a cuore non poteva che farmi piacere.
 
 
 
Girai per il palazzo tentando di ritrovare Kagome. Da quando mio padre era tornato ero stato così affaccendato in mille questioni da non poter trascorrere più di un minuto con lei. Mi mancava, ed ero deciso a trascorrere le poche ore di luce rimanenti di quella giornata con lei. Presi a seguire la scia del suo odore, che conduceva verso il cortile, e mi accigliai immediatamente quando insieme al suo fiutai anche l’odore del mezzo lupo. Quello che lei considerava il suo migliore amico era diventato il mio tormento. Passava ogni secondo attaccato a Kagome e la cosa non mi piaceva per nulla. Ero dannatamente geloso del modo in cui la guardava, del modo in cui le parlava e del rapporto che li legava. Ero sicuro che quel lupastro provasse per Kagome qualcosa che andava ben oltre l’amicizia, ma non gli avrei mai permesso di ottenere ciò che voleva.
La scena che vidi appena giunto in cortile mi paralizzò. Vedere Kagome tra le braccia di un altro uomo mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
Non ero mai stato geloso di nessuna donna; non sapevo quale incantesimo quella ragazzina mi avesse lanciato, ma non avrei permesso a nessuno di toccarla.
-Che sta succedendo qui?- ringhiai avvicinandomi a loro.
-Inuyasha..-  sorrise lei staccandomi lentamente dall’abbraccio del mezzo demone che al contrario mi fuminò.
Quando mi accorsi che una mano del mezzo lupo tratteneva ancora la vita di Kagome quasi persi il controllo.
-Lasciala andare. Levale subito le mani di dosso.- sibilai.
-Inuyasha, sai bene che Aki è solo un amico.- mi sussurrò Kagome avvicinandosi a me.
-Non mi pare che lui la pensi allo stesso modo. Non mi piace tutta la confidenza che si prende.-
-Aki mi conosce da quand’ero una bambina, Inuyasha, è normale che tra noi ci sia tutta questa complicità. Gli voglio bene come se fosse mio fratello.- ribadì Kagome guardando solo me.
La scintilla di fastidio che vidi passare negli occhi del “suo migliore amico” confermò le mie ipotesi, ma le parole di Kagome mi tranquillizzarono. Il lupo si sarebbe dovuto abituare all’idea che Kagome era mia.
-Come mai sei qui? Mi cercavi?- mi domandò allegra.
-Si, per oggi non ho più nulla da fare. Ti va di andare a fare una bella nuotata?- le sussurrai con tono malizioso all’orecchio.
-Nel nostro posto?- esultò allegra lei ed io annuì.
-D’accordo. Corro a prendere dei teli e un kimono pulito e ti raggiungo.-
 Mi baciò sulle labbra, salutò con la mano il mezzo lupo e corse via.
 
 
 
Corsi via come un fulmine, dimenticando la litigata tra Aki e Inuyasha. Ero sicura che prima o poi quei due sarebbero andati d’accordo e io per quella sera volevo pensare a godermi solo una serata con l’uomo di cui ero innamorata. Quando ebbi quasi raggiunto la camera di Inuyasha, mi sorpresi immediatamente di trovare Saha lì.
-Cosa ci fai qui?- chiesi con tono tetro lasciando emergere nella mia voce tutta l’antipatia e la repulsione che provavo per quella donna.
-Kagome, cercavo proprio te..- mi disse lei sorridendomi e parlando con tono mieloso.
-Non hai risposto alla mia domanda. Cosa ci fai davanti la camera di Inuyasha?- le chiesi ancora.
-Mi era stato detto che condividevi la camera di uno dei principi e così sono venuta a cercarti. In effetti ti capisco, Inuyasha è davvero un bellissimo ragazzo. E dimmi com’è a letto? Fino a che punto vi siete spinti?-
La guardai esterrefatta! L’antipatia tra Saha e me era sempre stata reciproca. A che scopo mi poneva ora tutte quelle domande?
-Non sono affari tuoi quello che accade tra me ed Inuyasha. Te lo ripeto per l’ultima volta. Cosa vuoi, Saha?-
-Kagome, io qui non conosco nessuno. Sota e Kohaku hanno deciso di rimanere qui ed ora che Zuko è morto io non saprei dove altro andare. Perché non proviamo ad andare d’accordo? Del resto tu, Sango, Alissa e Rin siete le uniche che conosco qui. Perché non diventiamo amiche?-
La guardai come fosse impazzita.
-Davvero credi che io potrei andar d’accordo con te?-
-Perché ce l’hai tanto con me?- si lamentò.
Le sue parole fecero scatenare la mia rabbia a stento contenuta.
-Hai anche il coraggio di chiedermelo? Da quando Zuko ti ha condotto al villaggio di mio fratello non hai fatto altro che passare dal letto di mio fratello a quello di Kohaku. Loro due sono sempre andati d’accordo e a causa tua il loro rapporto si stava sgretolando. Sei falsa, bugiarda ed approfittatrice. Non vorrei mai vederti accanto ad uno dei miei fratelli. Avrai anche incantato loro con il tuo bel corpo e il tuo abbagliante sorriso, ma con me non funziona.- le urlai.
Era molta la rabbia che provavo nei confronti di quella donna. Non tolleravo che a causa sua Kohaku e Sota rovinassero la loro amicizia. E soprattutto non tolleravo che lei fosse causa di discordia tra me e mio fratello.
-In quel periodo io ero indecisa, ma adesso è passato. Io credo di aver capito con chi voglio stare.- balbettò.
-Nella tua indecisione hai pensato bene di condividere il letto con Kohaku, Sota e Zuko messi insieme? Credi che io non abbia capito che il tuo unico scopo era quello di estorcere informazioni a quei due per poi riferirle al tuo vero amante,Zuko?- le chiesi infuriata.
Lei aprì le labbra per rispondermi ma io la precedetti.
-Non disturbarti nemmeno a negarlo. Non ti crederei. Ora non ho più tempo da sprecare con te, Saha. Inuyasha mi sta aspettando e di sicuro la sua compagnia è molto più piacevole rispetto alla tua.-
La superai senza prestarle attenzione mentre godevo nel vedere il suo viso furioso e offeso.
Recuperai dalla camera di Inuyasha tutto ciò che mi serviva e mi affrettai a raggiungerlo. Tutto quello che volevo era trascorrere del tempo con lui senza dover pensare a Saha, alla sfera, a Naraku e alla guerra. Solo io e lui.




Note dell'autrice: Ciao a tutti, in tempo record anche il nuovo capitolo di "Come te..nessuno mai!"
Diciamo che succedono un pò di cose: la prima volta di Inu e Kaggy, il ritorno del re che dichiara innocenti Sota e Kohaku, e in più scopriamo qualcosa in più anche su Saha e sul motivo che aveva causato il litigio tra Kagome e Sota. Ci avviciniamo sempre più alla fine (mancano o 5 o 6 capitoli), e nel prossimo cominceranno i guai, ma vedremo anche delle evoluzioni nei rapporti degli altri protagonisti :)
Ringrazio ancora una volta tutti coloro che leggono la mia storia, chi la recensice e chi l'ha aggiunta tra le seguite/preferite/ ricordate! Grazie davvero e se vi fa piacere fatemi sapere anche questa volta cosa ne pensate :)
Baci, Vanilla ^^

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Capitolo 19
*** Il pericolo nasce nel buio! ***


ATTENZIONE: Il capitolo può essere, almeno per la prima parte, considerato di rating rosso. 




La radura, così profondamente celata dall’alta e rigogliosa vegetazione, assumeva un’aria mistica, romantica e da sogno colorata di rosso-arancio dai raggi del tramonto. Quell’aspetto così nuovo e poetico sembrava quasi un dolce richiamo agli amanti nel lasciarsi andare al più dolce, tumultuoso e passionale dei sentimenti. Avevamo percorso il viale teneramente abbracciati, senza mai staccarci, quasi come se dal contatto delle nostre pelli dipendesse la nostra vita. Facevo ancora fatica a credere che una cosa così bella e speciale fosse accaduta proprio a me.
Io, una bambina senza origine, una ragazza costretta a crescere troppo in fretta ero follemente innamorata di un principe, e per di più un principe mezzo demone. Potevo forse avere l’ardire di sperare che lui ricambiasse almeno in piccola parte i miei sentimenti?
Intrappolata nei miei pensieri non mi accorsi del suo arrestarsi improvviso e inevitabilmente mi scontrai con la sua larga schiena. Infastidita mi allontanai e presi a massaggiarmi il naso dolorante.
-Inuyasha, insomma, ma che modi sono?-
-Kagome, temo non potremo andare al lago.-
-Davvero? E perché?- chiesi sorpresa.
Lo vidi rizzare le orecchie e annusare con insistenza l’aria con sguardo serio.
L’ipotesi di un imminente attacco mi fece irrigidire.
-C’è qualcosa che non va? Qualche pericolo in avvicinamento?
-Nulla del genere. Stai tranquilla. Mi sembra solo strano che lei alla fine abbia ceduto.-
-Lei? Ceduto? Di cosa stai parlando? Mi vuoi spiegare?-
Non prestò la minima attenzione alle mie numerose domande, lo vidi anzi portare una mano al mento e assumere uno sguardo pensieroso.
-Cosa le avrà detto per convincerla?- domandò a sé stesso.
-Inuyasha..- lo richiamai, in attesa di una spiegazione.
Quando vidi poi le sue guancie colorarsi di un tenue rosso, la curiosità diventò insopportabile. Visto il suo continuo non considerarmi, decisi che avrei scoperto da sola la causa del suo strano comportamento.
Avanzai senza esitazione, ma quando alle mie orecchie giunsero delle voci che ben conoscevo mi arrestai immediatamente.
-Non potrò mai dimenticare questo momento. Non mi sono mai sentita in questo modo.-
- Per me è lo stesso. Non avrei mai creduto che fare l’amore con una persona speciale suscitasse tali potenti sensazioni.-
-Sei sincero quando mi dici che per te sono speciale?-
-Non mento. Non ho mai conosciuto una come te, Sango. Sei forte, fiera, determinata, sincera e allo stesso tempo dolce e fragile. Sei la donna che ogni uomo vorrebbe al suo fianco.-
-Ti amo, Miroku.-
-Ti amo anch’io.-
Restai immobile, non sapendo come agire. Ero stata, inconsapevolmente e inaspettatamente, testimone di ciò che era appena accaduto tra la mia migliore amica e Miroku. Le loro parole non lasciavano spazio al dubbio e il timore di essere scoperta e rovinare con l’imbarazzo quel momento per loro tanto perfetto mi rendeva nervosa e agitata. Capì solo in quel momento la reazione di Inuyasha e desiderai tanto che il mio principe corresse in mio aiuto in quella situazione terribilmente scomoda. Come se avesse udito il mio richiamo, Inuyasha apparve alle mie spalle invitandomi con i gesti a tacere. Mi sollevò facilmente tra le braccia e grazie ai suoi sensi raffinati riuscimmo ad allontanarci senza emettere il minimo rumore e senza essere scoperti.
 
-Insomma,Kagome, ma come ti è saltato in mente di andare a curiosare?- mi rimproverò quando ci fummo allontanati ormai abbastanza dalla radura.
-Come puoi pensare che fossero quelle le mie intenzioni? Il tuo atteggiamento mi aveva incuriosito e,visto che tu non rispondevi alle mie domande, volevo capire che diavolo stesse succedendo.- mi difesi.
-Va bene, ma non ti arrabbiare, principessina.- mi provocò.
-Non chiamarmi in quel modo..- replicai triste.
-E perché? In fondo è ciò che sei, no?- mi domandò tornando serio, sorpreso, probabilmente, dalla mia reazione.
-No, Inuyasha.- dissi, tentando di chiudere velocemente l’argomento.
-Non credi forse alle parole di tuo fratello?-
-Ovvio che credo alle parole di mio fratello, ma questo non fa di me una principessa.- gli dissi con tono infastidito, cominciando a camminare più veloce.
-Come no? Insomma, Kagome, potresti spiegarmi? Non riesco a starti dietro.-
Feci un respiro profondo e mi voltai a fronteggiarlo. Era ancora difficile per me parlare di ciò che avevo scoperto da così poco tempo e che non avevo ancora avuto occasione, o voglia, di accettare totalmente.
-I retaggi nobili della mia famiglia non contano nulla, Inuyasha. Mi sarebbero, anzi, costati la vita se tu non mi avessi messo sotto la tua protezione. Non importa quali nobili natali possa vantare la famiglia da cui discendo, la verità è una: io sono e rimarrò per sempre una schiava.- dissi espellendo con quella frase anche tutto il mio malumore.
Non era la mia umile condizione sociale ad affliggermi, anzi non me ne importava nulla, ma la paura che quel piccolo dettaglio potesse essere, in futuro, un freno o un’inibizione per il legame che io ed Inuyasha condividevamo mi causava un terrore immenso.
Non mi importava di reclamare titoli nobiliari, possedimenti, ricchezze, prestigio o altro, l’unica cosa che pretendevo e per cui avrei sempre lottato era solo e soltanto Inuyasha.
-Ehi, Kagome, calmati.. non voglio litigare con te!- mi disse con tono serio avvicinandosi e prendendomi tra le braccia.
-Nemmeno io. Scusami, non avrei dovuto sfogare la mia frustrazione su di te.-
-A me non importa di nulla, Kagome. Non mi interessa sapere se per gli altri tu sei una schiava, una ribelle, un pericolo, una principessa, so solo che per me non sei nulla di tutto ciò. Per me sei Kagome e basta! E poi, è da molto tempo ormai che non ti considero più una schiava e credo di avertelo anche dimostrato diverse volte.-
-Lo so, è che faccio ancora un po’ di fatica ad accettare tutto ciò che ha stravolto la mia vita in così breve tempo.- confessai.
-Ho io un’idea per distrarti.- mi sussurrò poggiando le sue labbra fresche contro il mio orecchio e facendomi fremere.
-D..davvero? E quale sarebbe?- chiesi tentando di assumere un tono innocente e di non arrossire.
-Oh, non perderò tempo a spiegartelo. Te lo mostrerò direttamente.- mi disse con tono malizioso mentre mi sollevava tra le braccia e con passo svelto si avviava al castello.
Percorremmo uno ad uno e senza difficoltà quei labirintici corridoi, che ormai mi erano così familiari, senza mai separare le nostre labbra.
Quando finalmente giungemmo nella camera di Inuyasha la voglia che avevo di lui era diventata così pressante e quasi dolorosa che presi a spogliarlo senza esitazione o remora alcuna. Il desiderio di sentire la sua pelle scorrere sotto le mie mani era diventata un’esigenza, il capriccio di sentirlo muoversi dentro me una necessità. In un batter d’occhio i nostri vestiti furono sparsi per tutta la camera senz’ordine e quasi senza accorgercene ci ritrovammo nudi e avvinghiati su quel comodo letto.
Il mio mezzo demone abbandonò le mie labbra, che ormai sentivo gonfie per i suoi baci, e scese bramoso verso il mio collo. Lambì la pelle delle mie spalle, mentre le sue mani si chiudevano delicate sul mio seno strappandomi un gemito e le mie scivolavano tra i suoi lunghi e lisci capelli per poi spostarsi su quegli addominali così perfettamente scolpiti.
-Sei ancora indolenzita?- mi domandò mentre smanioso continuava ad accarezzare il mio corpo.
-Non voglio farti male.-
-Mi faresti male solo se ti allontanassi da me.- confessai nello stesso istante in cui le sue mani si spostavano più in basso e riaccendevano i miei sensi.
-Non c’è nulla che desidererei di meno- mi sussurrò, prima di reclamare le mie labbra per un bacio ancor più passionale degli altri.
Le sue labbra cominciarono poi una bruciante e viziosa scalata passando dal mio collo al mio seno, per poi sostare alcuni istanti sul mio ventre, fino a raggiungere la loro ardita meta. Mi sentì assalire dall’imbarazzo quando compresi le sue intenzioni.
-Inuyasha..- lo richiamai decisa a fermarlo.
-Ti fidi di me?- mi domandò sollevando il viso quanto bastava per incatenare i suoi occhi ai miei.
-S..si, ma..- non mi lasciò terminare.
Con un unico movimento si tuffò sulla parte di me stessa più nascosta e dopo solo pochi istanti i miei se e i miei ma furono messi a tacere dall’immenso piacere che mi stava regalando.
-Inuyasha..- lo chiamai ancora, incapace di sopportare oltre.
Mi depositò un bacio nell’interno coscia prima di tornare a unire le nostre bocche in un bacio rovente.
Senza più freni inibitori e spinta da un fuoco che mi divorava dall’interno strinsi il suo membro tra le mani e lo sentì gemere sulle mie labbra. Quel gesto così semplice e al contempo così eccitante scatenò tutta la mia libidine. I miei movimenti si fecero più serrati, mentre in me cresceva sempre più forte la voglia di lui.
-Basta, piccola strega. Mi stai facendo impazzire..- bisbigliò con voce resa roca dal desiderio e allontanando la mia mano.
Si posizionò meglio tra le mie gambe e con una sola spinta decisa affondò in me. Il piacere fu così incontenibile e incontrollabile che urlai senza ritegno. Cominciò a muoversi in me con movimenti sempre più veloci e quando sentì il piacere diventare quasi violento e doloroso tanto era intenso, le parole mi sfuggirono dalle labbra ancor prima che me ne rendessi conto.
-Ti amo. Ti amo, Inuyasha.-
Lo sentì irrigidirsi e immobilizzarsi. La paura di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato mi colse repentina.
-Cosa hai detto?- mi domandò incredulo.
Capì che mentire non avrebbe risolto nulla.
-I..io ti amo. S..so che per te non è lo stesso, ma io ti amo incondizionatamente.- ammisi mentre sentivo il cuore tremare per la paura e per l’intensità dei miei sentimenti.
Mi sentivo come sull’orlo di un baratro, pronta a precipitare e il timore mi portò a porgergli quella sciocca domanda.
-Perché ti sei fermato?-
-Perché voglio tu sia ben cosciente quando farò quello che sto per fare. Non voglio che i nostri gesti siano dettati unicamente dalla lussuria..-
-D..di che stai parlando?-
-Ridimmelo, Kagome.-
Non persi tempo a chiedere spiegazioni; feci come mi aveva chiesto.
-Ti amo, Inuyasha.-
-Ti amo anch’io, Kagome.- mi disse.
E fu nel sentire quelle parole che il mio cuore precipitò. L’emozione di un salto nel buio, il brivido dell’ignoto e la stupenda e magnifica sensazione di sentirsi amata e ricambiata. Lacrime di pura gioia mi solcarono il viso, mentre cercai le sue labbra per un bacio che questa volta aveva un nuovo sapore e una nuova consapevolezza.
-Kagome, voglio tu sia mia. Mia soltanto.- mi sussurrò all’orecchio mentre riprendeva a muoversi lentamente dentro me.
-Lo sono, Inuyasha.-
-Lo so, amore mio, ma voglio che tu lo sia in un modo ancor più definitivo e profondo. Voglio che tutti sappiano che il nostro legame non potrà mai più essere spezzato!- mi disse serio fissandomi negli occhi.
-In che modo? Temo di non capire, Inuyasha.-
-Ti opporresti al mio marchio, Kagome? Non voglio costringerti, anche perché sai che non potresti più tornare indietro.-
-Lo voglio.-
-Ne sei sicura?-
-Non sono mai stata tanto sicura di qualcosa come in questo momento.-
Mi baciò ancora una volta e riprese a muoversi dentro me. Sentì le fitte al basso ventre farsi più intense, le gambe tremare e la vista annebbiarsi. Proprio nel momento in cui il mio piacere toccò le massime vette e un attimo prima di esplodere sentì Inuyasha sussurrare dolcemente il mio nome e poi i suoi canini incidere il più delicatamente possibile la pelle alla base del mio collo.
Quel piccolo dolore, misto al violento e dolce piacere fu quanto di più intenso e sublime avessi provato in vita mia.
Qualsiasi sogno, aspirazione, fantasia, brama, fame, sete o bisogno aveva per me in quel momento un solo nome e un solo significato..Inuyasha. Lui, il centro di tutto!
Mi occorsero diversi minuti per riavermi da quell’eccelso e voluttuoso misto di sensazioni; mi ritrovai comodamente spiaccicata sul petto di Inuyasha che mi stringeva convulsamente tra le braccia.. e mai luogo mi sembrò più adatto a me.
-Non sei pentita, vero?- mi domandò baciandomi teneramente i capelli.
-Mai! E tu?-
-Mai..-
E non ci fu tempo per dire altro perché le braccia di Morfeo mi attirarono in un sonno profondo e beato.
 
Quando i colori rossastri dell’alba colorarono la camera superando le pesanti coltri alle finestre, mi sentì quasi infastidita per quell’invasione nel nostro paradiso personale. Con la mente ancora non perfettamente lucida, presi a domandarmi se mi suscitasse emozioni più forti l’addormentarmi tra le braccia di Inuyasha o il risvegliarmi al suo fianco. Intuì che anche Inuyasha si era svegliato quando sentì le sue braccia cingermi ancora più forte.
-Buongiorno..- gli dissi perdendomi in quell’oro fuso.
-Buongiorno a te, amore mio.- mi rispose lui baciandomi a fior di labbra.
-Come mai già sveglia? Solitamente ti piace poltrire fino a tardi!- mi schernì.
-Mi sento carica d’energia..-
-Mmm..conosco un ottimo modo per farti arrivare sfiancata a stasera..-
Arrossì, per il chiaro significato delle sue parole, indugiando, contemporaneamente, in pensieri poco casti che la sua frase mi aveva suscitato.
-Sai che non possiamo..- frignai.
-Quando tutta questa storia sarà finita, saremo liberi di fare tutto ciò che vogliamo!- mi rassicurò.
-Siete giunti a qualche conclusione? Avete forse trovato qualche modo per estrarre il pezzo della sfera dal mio corpo?- gli domandai.
-No, purtroppo nessuno. L’unica soluzione a cui sono giunto è che solo tu hai il potere di estrarre il gioiello.-
-Io? Ma non so come fare..-
-Lo so, ma vedrai che troveremo un modo. Io e Kikyo stiamo valutando varie ipotesi. Kikyo è convinta che la sfera si sia incarnata nel tuo corpo essendo tu la prescelta per la sua custodia e ritiene, quindi, che grazie al tuo potere dovresti essere capace di espellerla.-
-Tu e Kikyo?- domandai irrigidendomi.
Non sapevo ancora che genere di legame unisse quei due, ma ero estremamente gelosa della bella e potente sacerdotessa.
-Sì, solo lei che è dotata di un potere forte quasi quanto il tuo può aiutarci con questo mistero.-
-Questo significa che trascorrerai molto tempo con lei..- osservai infastidita.
-Sei forse gelosa?- mi chiese con tono gongolante che mi irritò ancora di più.
-Non dovrei esserlo? È della tua amante che stiamo parlando.-
-Kikyo, non è la mia amante. Non lo è più da quando tu sei qui. Non hai nulla da temere Kagome, né da Kikyo, né da nessun’altra.-
-Cos’è che ti lega tanto a lei?- domandai decisa a far chiarezza in quel mistero.
-Non è l’amore..-
-Allora cosa?-
-Non è una storia allegra la “nostra”. Kikyo è giunta qui all’incirca tre anni fa. Era sola e spaventata. Non appena la vidi rimasi colpito dalla sua bellezza, ma a incuriosirmi ancor di più furono i suoi occhi malinconici e il suo atteggiamento schivo. Non ero tipo da perder tempo dietro alle schiave, ero solito sollazzarmi con loro e poi dimenticarle, ma qualcosa mi attirava verso quella ragazza. Presi a trascorrere molto tempo con lei e conobbi così la sua triste storia. Kikyo era l’unica figlia di un’anziana coppia e la sua famiglia era stata trucidata e lei fatta prigioniera e venduta.-
-Lo stesso destino che condividono centinaia e centinaia di umani.- constatai triste.
-Ma c’era dell’altro. Kikyo mi raccontò di essere stata felice un tempo; era stata promessa in sposa ad un uomo di cui era infatuata e che era stato un suo compagno di giochi, ma questo la rifiutò quando venne a conoscenza di alcune cose.-
-Di cosa?-
-La madre, così come la nonna di Kikyo, avevano avuto gravidanze difficili e perso numerosi bambini. Entrambe erano riuscite a dare alla luce solo femmine e l’uomo a cui Kikyo era destinato era l’ultimo erede della sua famiglia e desiderava quindi disperatamente un figlio maschio. Non appena scoprì che probabilmente Kikyo non sarebbe stata in grado di dargli un bambino, la rifiutò e l’allontanò malamente da sé ferendola irrimediabilmente. Kikyo si sentiva sola e la sua fragilità mi ha portato ad essere sempre più protettivo nei suoi confronti, finendo con l’affezionarmi irrimediabilmente a lei. L’ho fatta mia, ma non sono mai stato in grado di trattarla come facevo con le altre. Tra noi si è così creato uno strano rapporto: andavamo a letto insieme, ma ciò che realmente ci univa e ci unisce è una profonda amicizia-
-Solo questo?-
-Non solo. Kikyo è rimasta due volte in attesa, ma purtroppo entrambe le gravidanze non hanno avuto un buon esito.-
-Vuoi dire che i bambini che Kikyo ha perso erano tuoi?-
-Certo..e di chi altri sennò? Ma temo che il sangue demoniaco che scorre nelle mie vene fosse troppo forte per essere sopportato dal fragile corpo di Kikyo..-
-La ami, Inuyasha?-
-No, Kagome, amo solo te. Ti ho già detto che nutro per lei solo uno sconfinato affetto e sono sicuro che lei in fin dei conti provi ancora dei sentimenti per l’uomo che l’ha respinta.-
-Che storia triste..-
-Già, ma nonostante la sua fragilità, Kikyo è una persona determinata e ha saputo trovare la forza per guardare avanti.-
Mi limitai ad annuire.
-Sai, Aki mi ha detto che molti anni fa le custodi erano sottoposte ad un addestramento per essere in grado di poter sfruttare al meglio il grande potere della sfera dei Quattro Spiriti.-
-Sì, tuo fratello me ne ha parlato. Mi ha anche detto, però, che ricorda che tuo padre gli confidò che nessuna delle tue antenate era dotata di un potere spirituale potente quanto il tuo. Non crucciarti, Kagome. Sono sicuro che riusciremo a trovare un modo per uscire da questa situazione.-
Annuì e poggiai il mento sul suo petto per godere ancora per qualche minuto di quella tranquillità.
Poche ore più tardi di quella serenità non ne era rimasto che un piacevole ricordo.
Gli allenamenti a cui Aki mi sottoponeva mi sfinivano e nel momento in cui il pericolo si era fatto più pressante ed imminente avevano preso ad allenarsi con noi anche Sango, Alissa, Rin, Sota, Kohaku e i loro uomini.  Le lunghe ore di fatica mi estenuavano, ma trascorrere del tempo tutti insieme mi riempiva il cuore di gioia, riportandomi con la mente alle innumerevoli volte in cui avevamo fatto lo stesso nel villaggio. Le guardie reali non prendevano mai parte ai nostri allenamenti perché infastiditi dal riguardo che il re e i principi mostravano continuamente nei nostri confronti, mentre Inuyasha e gli altri erano per lo più sempre impegnati ad elaborare nuove strategie, indagare sul conto del traditore che ancora agiva nell’ombra e alla ricerca di un modo per estrarre la sfera dal mio corpo senza ferirmi. Shippo e Kirara avevano legato molto e passavano molto tempo a supervisionare i nostri scontri.
-Dio, sono sfinita.- mi lamentai, lasciandomi cadere senza grazia a terra dopo aver evitato per pochi centimetri l’Hiraikotsu di Sango.
-Temo che Inuyasha ti costringa a troppo movimento notturno.- mi schernì la mia migliore amica lasciandosi cadere accanto a me.
Sango quella mattina era raggiante, notai. La guardai a lungo in volto, indecisa se rivelarle o meno ciò che la sera prima avevo casualmente ascoltato.
-Temo sia un’abitudine condivisa tra fratelli. Non trovi?- la provocai con sguardo malizioso.
-Tu come lo sai?- mi domandò sbiancando.
La sua faccia allibita per un momento mi fece temere di essere stata troppo avventata o offensiva.
-Oh, non importa. Non ho ancora detto nulla a Rin e Alissa perché volevo tu fossi la prima a saperlo, ma come sempre, Ka-chan, mi rovini le sorprese.- scherzò.
-Sei stata bene, Sango?- mi premurai di chiederle, sebbene non avessi dubbi sul fatto che Miroku l’avesse trattata nel migliore dei modi.
- Sono stata benissimo, Kagome. Miroku è stato molto paziente ed estremamente gentile.-
-Mi avevi detto che ti saresti concessa a lui solo quando saresti stata sicura dei tuoi sentimenti. Lo ami?-
-Da morire e la cosa strabiliante è che lui mi ricambia. Riesci a crederci?-
-Non faccio fatica a crederlo, Sango. Chi potrebbe non innamorarsi di una persona stupenda come te?- le dissi sincera.
-Oh, Ka- chan, sono così felice e ti voglio così bene..- esplose abbracciandomi di colpo.
-Ti voglio bene anche io..-
-Cos’è tutto questo affetto improvviso?- domandò sospettosa Alissa mentre si avvicinava a noi accompagnata da Rin.
-Ehm, ragazze, ho una cosa da confessarvi..- cominciò esitante Sango.
-Di cosa si tratta?- le domandò curiosa Rin.
-Sono innamorata di Miroku e noi, ieri sera…ehm, avete capito, no?-
-Certo, certo.- sogghignò divertita Alissa.
-Anche io ho una confessione da farvi..- ammisi
-Kagome, sappiamo già di te e Inuyasha.- replicò Rin.
-Non si tratta di quello, dopo le urla che sono volate tra me ed Aki quando l’ha scoperto dubito vi sia qualcuno che non è ancora al corrente.-
-Cosa vuoi dirci allora?- chiesero all’unisono curiose.
Non servirono parole; sollevai i capelli scostandoli dal collo e rendendo ben visibile il segno scuro che i canini di Inuyasha avevano lasciato nell’incavo tra la spalla e il collo.
-È proprio ciò che sembra?- mi domandò Alissa con uno strano brillio negli occhi.
Mi limitai ad annuire.
-Inuyasha ti ha marchiata..- urlò esaltata Rin e in un attimo tutta l’attenzione dei presenti fu circondata su di noi.
Non ebbi tempo di fare o dire nulla che mi trovai sovrastata da Sota, Kohaku e Aki.
-Dimmi che non è vero..- mi pregò mio fratello.
-Sota..- tentai di spiegare.
-Purtroppo è verissimo. Ecco perché sentivo ancora più forte l’odore di quel cane su di te.- si intromise Aki
Gli lanciai un’occhiataccia e mi preparai mentalmente al confronto serrato che di lì a poco ci sarebbe stato, ma qualcuno interruppe la nostra discussione.
-Sei tu Kagome?- mi domandò una ragazza che ero sicura di non aver mai visto.
-Si. E tu chi sei?- le chiesi curiosa.
-Non importa. Sono una schiava esattamente come te.- mi disse schiva.
La osservai attentamente, stupendomi del fatto di non averla mai incrociata prima d’ora.
-Perché mi cercavi?-
-Il principe Inuyasha mi ha mandata a cercarti.-
Le sue parole mi sorpresero. Mi sembrò molto strano che Inuyasha mi avesse mandato a chiamare da una persona che non avevo mai visto, ma del resto non avevo motivo per dubitare di lei.
-Devi raggiungerlo nell’ala ovest del palazzo.- mi annunciò sbrigativa.
-L’ala ovest? Sei sicura di non aver capito male?- chiese sorpresa quanto me Sango.
L’ala ovest era quella più abbandonata ed isolata del castello e Inuyasha mi aveva spesso detto che quella parte del  maestoso edificio era praticamente inutilizzata.
Perché voleva che lo raggiungessi lì? Che avesse finalmente scoperto un modo per estrarre il pezzo della sfera dal mio corpo?
-Allora hai capito? Non esegui gli ordini del tuo padrone?- mi richiamò.
-Eh? Si, si vado.-
Rivolsi un’occhiata alle mie amiche e alla ragazza, prima di correre via. Impiegai più tempo del necessario per raggiungere il luogo dell’appuntamento  a causa del terreno sassoso e non tracciato. Scoprì, con mia enorme sorpresa, che l’ala ovest non era altro che un vecchio cumulo di pietre, diviso dal possente maniero che era il castello e probabilmente appartenente ad una più antica costruzione. Mi risultava sempre più impossibile comprendere il motivo per cui Inuyasha avesse deciso di incontrarmi in un posto così fatiscente e una strana sensazione di nervosismo e disagio si attanagliò tra lo stomaco ed il cuore.
Il pesante e arrugginito portone era semiaperto ed alcune fiaccole illuminavano l’ambiente, segnando il percorso che compresi avrei dovuto percorrere.
-Inuyasha..- chiamai mentre i miei sensi erano intenti a captare ogni minimo rumore o spostamento d’aria.
-Inuyasha, dove sei?- tentai ancora.
Quando giunsi nel punto più centrale della costruzione un movimento catturò la mia attenzione facendomi sobbalzare.
-Inuyasha sei tu? Se è uno scherzo, sappi che non è affatto divertente.- gridai mentre il nervosismo si impadroniva della mia persona.
Una risatina stridula mi agghiacciò. Ero certa, ormai, di non essere sola in quel cumulo di macerie e nello stesso modo ero altrettanto sicura del fatto che il mio coinquilino non fosse Inuyasha.  Il fuoco delle fiaccole disegnava sugli spogli e spigolosi muri ombre di figure inquietanti e dalle dimensioni assurde, mentre quella risatina tronfia e provocatrice rimbalzava tra le pareti creando strani suoni e gorgheggi che mi fecero sentire come un animale braccato. Di sicuro il mio aggressore conosceva molto meglio di me il luogo che aveva scelto per il nostro incontro e aveva saputo sfruttare questa conoscenza a suo completo vantaggio. Il buio mi permetteva di vedere solo ciò che lui voleva io vedessi e l’eco non mi permetteva di cogliere i rumori a me più vicini. Fu un attimo: sentì una forte spinta sulla schiena e inciampai in qualcosa che era finito tra le mie gambe.
 Tentai di sollevarmi, ma qualcosa di freddo e liscio ostacolò i miei movimenti. Non sapevo su cosa fossi cascata, ma un brivido mi attraversò tutta. Sentì un cigolio provenire dall’ingresso e quando la porta ferrosa fu spalancata completamente la luce illuminò quel tetro ambiente.
-Fate attenzione!- sentì bisbigliare da una voce che ben conoscevo.
-Inuyasha..- urlai al limite della disperazione.
-Kagome? Dove sei, Kagome?- mi domandò mentre la sua voce si faceva sempre più vicina.
-Sono qui.- urlai ancora, per consentigli di localizzarmi più facilmente.
Ero ancora intrecciata in quello strano qualcosa che mi impediva di rialzarmi e solo quando vidi il viso del mio mezzo demone trovai la forza per sollevarmi e fiondarmi verso di lui.
-Inuyasha.- gridai mentre le sue braccia si richiudevano protettive intorno al mio corpo.
-Kagome cosa è accaduto? Che ci fai qui? Stai bene? Sei ferita?- mi domandò.
Mi scrutò in volto, probabilmente alla ricerca di segni o contusioni.
-No, sto bene- mi affrettai a rassicurarlo.
Lo vidi poi spostare lo sguardo su qualcosa alle mie spalle, mentre io lentamente recuperavo lucidità e mi rendevo conto della presenza di Inuki, Naraku e gran parte dell’esercito.
Il silenzio era assordante e tutti i volti mirati verso uno stesso punto. Mi girai per comprendere cosa avesse attirato tanta attenzione e generato una simile reazione.. quel che vidi mi bloccò! Ciò in cui ero inciampata non era altro che un corpo.
Riconobbi senza particolari difficoltà i corti capelli neri e gli occhi privi di vita spalancati in un’espressione di sorpresa.
- E’ Yura.- constatò Inuyasha.
-Che diavolo è accaduto qui dentro?- urlò Inuki.
-Prendete il suo corpo e portatelo fuori di qui, poi raggiungeteci nella sala principale.- ordinò Inuyasha mentre si faceva spazio tra i suoi uomini e mi conduceva via.
Percorremmo anche noi la strada che ci avrebbe condotti all’interno del castello, mentre la mia mente tentava di dare un senso a ciò che era appena accaduto.
-L’hai visto, Inuyasha?- gli domandai.
-Certo che l’ho visto, Kagome.- mi rispose atono.
-Non mi sto riferendo solo al corpo. Hai visto cosa c’era sul cadavere di Yura?-
-Cosa è accaduto lì dentro?- mi domandò, fermandosi e guardandomi in volto.
-La tua domanda mi lascia intuire che tu abbia compreso..-
-La bruciatura sul corpo di Yura può significare solo una cosa..- disse, lasciando la frase in sospeso.
- E’ stata purificata.- terminai io per lui.
-Cosa è accaduto tra di voi, Kagome?-
-Non sono stata io, Inuyasha.-
-No? Eppure ti trovavi lì dentro, vicino al suo corpo.-
Gli raccontai velocemente della ragazza che mi aveva consegnato il messaggio e di come Sango, Sota e tutti gli altri avrebbero potuto testimoniare le mie parole.
-Mi credi, Inuyasha?-
-Certo che ti credo, amore mio, ma il vero problema sarà convincere tutti gli altri. In questo momento così delicato una cosa del genere non ci voleva proprio.- mi disse stringendomi forte a sé.
-Che cosa accadrà ora?-
-Non lo so, ma nessuno ti farà del male.-
Annuì, fiduciosa delle sue parole.
Quando raggiungemmo la sala principale mi sorpresi di vederla così affollata e compresi subito che la notizia doveva essersi già diffusa.
Ignorai gli sguardi assassini rivolti a me e, affiancata da Inuyasha, mi affrettai a raggiungere il punto in cui si trovavano mio fratello e le mie amiche.
-Inuyasha, Kagome, cosa è accaduto?- ci domandò il re.
-Immagino, padre, che vista la quantità di presenti la notizia vi sia già giunta. Yura è stata uccisa.-
-Sì, gli uomini mi hanno informato di ciò che è accaduto e vorrei vederci chiaro in questa faccenda.-
-Lo vorremmo tutti, sire.- si intromise Naraku.
-Perché non l’accusi esplicitamente? Si legge chiara nei tuoi occhi la brama di urlare al mondo intero la colpevolezza di Kagome.- lo sfidò Aki.
- Potresti forse provare la sua innocenza? La tua amica è stata trovata accanto al corpo di Yura e in più Kikyo ha esaminato il corpo e ha confermato che ad ucciderla è stata una freccia sacra.-
- E’ vero, Kikyo?- domandò Inuyasha.
-Sì, come è vero che la freccia è stata abbastanza potente da ucciderla, ma non da purificare interamente il suo corpo.-
-E questo cosa vuol dire?- domandò uno dei demoni presenti.
- Vuol dire che chi ha ucciso Yura è stato attento a non sbarazzarsi del suo corpo.- spiegò Miroku.
-Vi dirò io com’è andata.- si intromise Naraku. – La sgualdrina ha ancora con sé arco e frecce e tutti sappiamo che tra lei e Yura vi fossero dei dissapori. Kagome l’ha colpita e l’ha uccisa, il nostro arrivo le ha poi impedito di sbarazzarsi del corpo che l’ha inchiodata.- mi accusò.
-Quella freccia non è mia.- mi difesi. –E qualsiasi demone dotato di un buon olfatto potrà provarlo.-
-Su quella freccia non vi è alcun odore.- si intromise la voce gelida di Sesshomaru.
-E perché te ne vai in giro armata?- mi chiese un demone.
-Ho già spiegato al tuo signore com’è andata.- ribattei. –Maestà, mi stavo allenando in cortile con mio fratello e i suoi uomini quando una ragazza ci ha raggiunti e mi ha detto che Inuyasha voleva vedermi nell’ala ovest del palazzo. Le sue parole mi hanno sorpresa, ma non avevo motivi per diffidare. Quando sono giunta lì, non ero sola in quel vecchio edificio e mi sono accorta del corpo di Yura solo nell’istante in cui sono arrivati sul posto Inuyasha ed Inuki.- dissi rivolgendomi direttamente al re.
-Ho fede nelle tue parole, Kagome, e le tue amiche, Aki, Sota, Kohaku e tutti i loro uomini hanno già testimoniato in tuo favore.-
-Ma?- lo esortai a continuare.
-Ma non posso ignorare il fatto che Yura sia stata purificata. Tu, Kikyo e Miroku siete gli unici ad essere dotati di poteri spirituali. Mio figlio si trovava qui con me, mentre Kikyo ha trascorso le scorse ore in compagnia prima di Kaede e poi di Inuyasha. Oltre questo resta il fatto che tu sia stata ritrovata accanto al corpo. Credo nelle tue parole, ma come potrei spiegare la tua innocenza al mio popolo?- mi domandò con aria contrita.
-Capisco il vostro dilemma, maestà, ma non sono stata io ad uccidere Yura. Qualcuno voleva intrappolarmi e ci è riuscito.-
-Sire, vi inviterei a tener conto anche del fatto che se Kagome avesse voluto realmente uccidere Yura, con l’enorme potere di cui è dotata, le sarebbe bastato un solo colpo.- intervenne in mio aiuto Kikyo.
-Queste sono solo scusanti di poco conto di fronte alle prove schiaccianti che la inchiodano.- urlò Naraku.
-Sarei davvero curioso di chiederti come proporresti di agire, Naraku.- gli domandò Inuki.
-Ma è molto semplice: il suo peccato merita la morte. Uccidiamola affinché paghi per le sue colpe e recupereremo in questo modo anche la sfera.- esclamò felice, quasi avesse risolto i problemi del mondo intero.
Vidi Inuyasha irrigidirsi e ringhiare, ma un cenno di suo padre lo quietò.
-Non torceremo un solo capello alla ragazza, signori. Sono molte le prove che potrebbero far pensare alla colpevolezza di Kagome, ma altrettante sono le prove a suo favore e le persone che sono disposte a testimoniare e sostenere la sua innocenza.-
-Lascerete, dunque, che continui ad andarsene in giro in completa libertà, mio signore?- chiese con veemenza uno dei generali.
-Questo non posso farlo. Mi dispiace,Kagome, ma fin quando non avrò a disposizione le prove che convinceranno tutti della tua innocenza sono costretto a rinchiuderti. Né va anche della tua sicurezza..- mi annunciò il re.
-Lo capisco, sire.- risposi con tono moggio.
-E sia, conducetela immediatamente nelle prigioni e badate che non tenti la fuga.- ordinò con aria tronfia Naraku.
Gli leggevo in volto la totale felicità che provava nell’impartire quell’ordine, consapevole di essere finalmente, in qualche modo, riuscito a colpirmi e sottomettermi.
Le guardie si apprestarono ad eseguire gli ordini, ma furono fermate dalle parole di Inuyasha.
-No!-
-Inuyasha, capisco che questo..- si intromise suo padre.
-Capisco il senso e la logica della vostra decisione, padre, ma non permetterò che Kagome venga rinchiusa in un posto squallido e tetro come le prigioni. Kagome è mia e se il solo scopo di questa decisione è quella di tenerla rinchiusa da qualche parte, ebbene lo sarà, ma nelle mie camere.- disse con tono sicuro ed autoritario.
-Non potete permetterlo, mio signore!- gridò Naraku.
-E perché no?- sibilò Inuyasha.
-Conosciamo tutti il malsano attaccamento che voi avete per quella femmina umana.-
-Metti forse in dubbio la lealtà di mio fratello nei confronti di mio padre e del suo regno? Credi forse che non sia in grado di sorvegliarla?- gli domandò Inuki.
Naraku fu costretto a tacere. Affermare infatti una cosa del genere lo avrebbe portato ad essere accusato di tradimento.
-Ebbene, sarà fatto come vuoi tu, figlio mio.- concesse il re – Ma Kagome non dovrà mai e per nessun motivo abbandonare la tua camera.-
-Si, padre.-
Inuyasha non attese oltre e mi condusse via di lì.
 
 
Erano da allora trascorsi dieci giorni; sapevo che tutti si stavano dando un gran da fare per trovare nuove prove che avrebbero sancito la mia innocenza e di conseguenza la mia libertà. Erano dieci giorni che ero a forza rinchiusa nella camera di Inuyasha. Il mio mezzo demone si era assicurato che non mi mancasse nulla, ma il non poter vedere le persone a me care, non poter sentire il vento scompigliarmi i capelli e il sole accarezzarmi la pelle era per me peggiore della mancanza di acqua e cibo.
Ero immensamente grata ad Inuyasha per avermi sottratta al buio, al freddo e allo squallore delle prigioni, ma quello stato di inattività totale, mi rendeva nervosa, inquieta e terribilmente triste. Avrei fatto o dato tutto per poter trascorrere anche un solo minuto all’aria aperta. Sentì dei rumori alla finestra e il timore lasciò completo spazio alla sorpresa quando vidi Aki scavalcare l’alto cornicione ed entrare in camera.
-Aki..- lo chiamai esterrefatta.
-Ciao, Kagome.- mi salutò lui studiandomi. –Sei molto pallida. Non stai bene?- mi domandò.
-Cosa ci fai qui?- gli domandai ancora intontita dalla sorpresa.
-Pensavo ti avesse fatto piacere avere un po’ di compagnia, ma se non è così posso anche andare via.- scherzò.
-Non essere sciocco, è normale che io sia felice di vederti.- dissi riprendendomi e correndo ad abbracciarlo.
-Allora come te la passi?-
-Male, Aki. Sai quanto io odi restare ferma e rinchiusa, mi sento appassire ogni giorno di più.-
-Sota e tutti gli altri si stanno dando un gran da fare per trovare  qualcosa.-
-Lo so, ma il non sapere per quanto tempo sarò rinchiusa qui dentro mi uccide. Insomma potrebbero volerci mesi o anni e cosa farei in quel caso?-
-Di certo non potrebbero tenerti rinchiusa per sempre qui dentro!-
-Tu credi? Inuyasha è riuscito a strapparmi alla profondità dei sotterranei, ma Naraku non aspetta altro che un mio passo falso. Le porte sono sempre controllate e non vi è per me modo di uscire di qui, a meno che non impari a volare.- sbottai con forzato sarcasmo.
-Potresti tentare.- tentò di sdrammatizzare il mio migliore amico.
-Non scherzare con me, Aki. Non sai cosa darei per un solo istante di libertà all’aria aperta. – dissi lasciandomi andare con aria sconsolata sull’ampio letto.
-Faresti proprio di tutto, eh?- mi domando.
-Già.- risposi distratta.
- E allora vieni con me.- mi disse afferrandomi il polso, costringendomi ad alzarmi e trascinandomi verso la finestra.
-Che stai facendo? Dove vorresti andare?-
-Ti porto verso il tuo attimo di libertà.- esclamò felice.
-Ma che stai dicendo? Sei sicuro di sentirti bene, Aki?-
-Oh, avanti Kagome, non ci vuol molto a capirlo. L’hai detto tu stessa tutte le entrate sono sorvegliate, tranne ovviamente la finestra perché non si aspettano tu possa uscire di qui.-
-Ovviamente.- constatai stupidamente.
-Per te che sei un’umana sarebbe impossibile, ma per me che sono per metà demone non è affatto difficile superare l’ostacolo dell’altezza. Allora? Che ne dici di una delle nostre corsette?-
-Stai dicendo sul serio? Mi aiuteresti ad uscire?-
-Certo. Dovremo fare in fretta, ma almeno potrai riprovare l’ebbrezza di sentire il vento tra i capelli. Te la senti di rischiare?-
-Per un po’ di libertà? Certo che sì!-
Solo col senno di poi avrei scoperto quanto mi sarebbe costata quella mia decisione.
Aki mi caricò in spalla e con un solo balzo abbandonammo la camera. La felicità per quella piccola evasione era tanta che né io, né Aki ci accorgemmo di quel lampo di colore rosso che corse via da sotto la mia finestra non appena noi uscimmo.
Aki corse veloce, così come sapeva piacere a me, e saltò di albero in albero compiendo l’intero giro della foresta prima di riprendere la strada che ci avrebbe ricondotto al castello. Quando con un ultimo balzo atterrò in camera di Inuyasha rimasi impalata per lo shock.
Naraku, con altri generali e numerosi soldati, aveva invaso la stanza e aveva in viso dipinta un’espressione di vittoria che mi causò un brivido.
Il mio migliore amico mi fece scudo con il suo corpo, ma sapevo che nulla avrebbe impedito a Naraku di fare ciò che voleva.
-Cosa ci fate nella stanza del principe?- ringhiò.
-Non perdiamoci in inutili sciocchezze. È chiaro a tutti che la tua amica ha tentato la fuga.- mi accusò.
-Questo non è vero!- mi difesi.
-Non importa. Gli ordini del re erano chiari: non avresti dovuto abbandonare la camera del principe. Adesso, senza fare storie, seguici.- si intromise uno dei demoni.
-Dove vorreste portarla?- domandò Aki ringhiando.
-Dove è giusto che stia.. nelle prigioni.-
-Non ve lo permetterò. Non la toccherete.- sibilò preparandosi ad attaccare.
Non volevo che si scatenasse uno scontro e che qualcuno restasse ferito; In più l’inferiorità numerica era schiacciante e io ben sapevo di dover accettare le conseguenze delle mie azioni.
-No, Aki, loro hanno ragione.-
-Ma, Kagome..-
-Aki, gli ordini del re erano chiari e io li ho violati. È giusto quindi che io mi assuma le mie responsabilità.-
Il mio migliore amico mi fissò per alcuni istanti, ma poi annuì arrendendosi alla consapevolezza che non era possibile fare altrimenti.
-E va bene, ma la condurrò io sino alle prigioni. Potete seguirci e assicurarvi che vi giunga, ma nessuno di voi la toccherà.- chiarì.
-Va bene.- concordò un demone prima che Naraku potesse ribattere.
I soldati mi fecero spazio, creando un corridoio che fui costretta ad attraversare e scortarono poi me ed Aki verso i sotterranei.
Le strette e buie scale di pietra che conducevano alle prigioni mi misero, dallo stesso momento in cui presi a percorrerle, una tremenda angoscia addosso. Aki continuò a camminare al mio fianco e quando giungemmo dinnanzi alla fredda e umida cella che mi avrebbe ospitata, mi poggiò la parte superiore del suo abito sulle spalle affinché mi tenesse calda.
-Prometto che troverò il modo per tirarti fuori di qui.-
-Non preoccuparti, starò bene. Aiuta Sota, a trovare le prove, Aki.-
Lui si limitò ad annuire e quando la pesante porta si chiuse, fu costretto a lasciare quello squallido posto insieme agli altri demoni.
Mi lasciai scivolare con la schiena contro la fredda parete e rannicchiai le gambe al petto tentando di riscaldarmi. Rimasi immobile in quella posizione per molto tempo, finché non sentì dei passi concitati percorrere le grigie scalinate.
Presi a guardare con trepidante attesa il punto dove a breve sarebbe comparso qualcuno e il mio cuore fece una capriola quando riconobbi Inuyasha.
-Inuyasha..- lo chiamai scattando in piedi e avvicinandomi alle sbarre.
-Che cazzo ti è saltato in mente? Sei stupida o cosa?- mi assalì.
-I..io..-
-Tu cosa? Il tuo gesto avventato ti ha condotto a questo. Le prigioni sono forse più comode e sicure delle mie stanze?-
-No, mi dispiace. So che il mio è stato un gesto sciocco, ma volevo solo trascorrere qualche minuto all’aria aperta.- tentai di spiegargli.
-E non credi che se fosse stato possibile te lo avrei già concesso io? Naraku non aspettava altro che questo e adesso non posso far nulla per tirarti fuori di qui.-
-Come ha fatto a scoprirlo?- gli domandai.
-Non lo so.-
-Scusami, Inuyasha, ma non essere in collera con me.- lo pregai.
-Non dovrei essere furioso? Sei fuggita con il tuo amico e per cinque minuti di svago adesso ti trovi qui. Sei stata una stupida e un incosciente.- mi accusò.
-Io..-
-Non dire altro. Adesso devo andare.- mi disse atono.
Non volevo andasse via così.
-Aspetta, Inuyasha, io..-
-Non voglio ascoltarti ora, Kagome. Tornerò più tardi.- mi disse allontanandosi da me senza nemmeno voltarsi a guardarmi.
Le sue parole e i suoi modi distaccati mi ferirono, ma non potevo biasimarlo. Quando pochi istanti dopo sentì nuovamente dei passi, sperai che Inuyasha fosse tornato indietro per ascoltarmi.
Non seppi mai come accadde, ma in un istante tutte le fiaccole che illuminavano quel tetro luogo si spensero. Sentì il rumore della porta della cella che si apriva e riconobbi la risatina stridula che avevo già avuto modo di ascoltare il giorno in cui era stato ritrovato il corpo di Yura. Tentai di aguzzare la vita, ma sentì qualcuno afferrarmi per la vita e premermi qualcosa sulla bocca per impedirmi di urlare.
-Finalmente ci rivediamo.- sussurrò una voce al mio orecchio.
E i miei occhi si spalancarono nel riconoscere quella cadenza..Akuma.
 
 

Angolino dell'autrice: Ciao a tutti, direi che in un capitolo di quasi 30 pagine accadono un pò di cose.
-Miroku e Sango vivono la loro intimità, Inuyasha e Kagome si dichiarano, l'assassinio di Yura, la storia di Kikyo e infine il ritorno di Akuma.
Chi pensate abbia riferito a Naraku della "fuga" di Aki e Kagome? E che intenzioni avrà Akuma? E chi avrà ucciso Yura?
Le scommesse sono aperte :D
Che dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci tenevo a comunicarvi che ormai ne mancano solo cinque al termine.

L'arrivo di Akuma, in ogni caso, ha segnato l'effettivo inizio delle ostilità..staremo a vedere cosa accadrà.
Grazie a tutti coloro che spenderanno qualche minuto del loro tempo per leggere la mia storia!! Se vi va, fatemi sapere il vostro parere..ne sarei felicissima ^^
Inoltre, invito chi non l'ha ancora fatto, sempre se ne avete voglia, a dare un'occhiata alla mia ultima storia " All I ever wanted- tutto ciò che ho sempre cercato". Sempre se vi va, sarei felice di conoscere il vostro parere anche riguardo a quella.
Baci, Serena ^^

 

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Capitolo 20
*** Bene contro Male. Chi vincerà? ***


La mia schiena poggiava su qualcosa di duro, scomodo e terribilmente freddo. Sentivo l’antipatica sensazione di gelo pervadermi il corpo, ma quanto meno ciò mi consentiva di mantenere quel briciolo di lucidità di cui disperatamente necessitavo. La mia mente, faticosamente, riuscì ad assembrare le tessere di quel contorto puzzle, permettendomi di far chiarezza tra l’ingarbugliato e confuso scorrere dei miei pensieri.
Sentivo il corpo pesante e lontano, segno che le erbe che avevano usato per stordirmi non avevano ancora esaurito il loro effetto. Restai per diversi istanti immobile; sapevo che nel momento in cui avrei trovato la forza per riaprire gli occhi, sarei stata costretta a posarli sui lineamenti cesellati e spigolosi di Akuma. Se volevo avere qualche speranza, non avrei dovuto mostrare il minimo cenno di debolezza o esitazione. Il tempo di cui necessitavo per riprendermi mi fu però negato dai sensi accorti e sviluppati del demone, che si accorse del mio risveglio.
-Oh, a quanto pare qualcuno si è svegliato.- m’apostrofo.
Mi limitai a riaprire gli occhi, per non perdere nessun suo movimento, ma non ritenni necessario rispondere alla sua affermazione.
Il luogo in cui ci trovavamo non mi era affatto familiare. L’ambiente era piccolo, freddo e buio..doveva probabilmente trattarsi di una capanna abbandonata e in forte degrado.
Tentai di muovermi, ma le corde che mi stringevano i polsi e le caviglie in una morsa crudele, quasi tanto da lacerare la pelle, non mi concedevano una grande libertà di movimento.
Ero costretta in quella scomoda posizione, vulnerabile, ma ero decisa a non lasciarmi vincere così facilmente.
-Akuma, molti al castello si chiedevano che fine avessi fatto. Era un po’ che non ti si vedeva in giro, ma devo ammettere che a me non sei mancato per nulla.-
Notai i suoi lineamenti deformarsi e storcersi per la sorpresa. In passato lo avevo sempre trattato con il rispetto e la sottomissione che la mia posizione mi imponeva, ma dubitavo che in una situazione come quella qualcuno si sarebbe preoccupato per l’etichetta.
Lo stupore sul suo volto fu rapidamente sostituito da un’espressione di fastidio, disgusto e disprezzo.
-Noto che venire a conoscenza dei tuoi retaggi nobili ti ha leggermente confuso le idee. Credi, forse, che la tua discendenza nobiliare ti conferisca il diritto di rivolgerti a me in quel modo?- mi domandò stizzito.
-Noto che tu sei molto ben informato su ciò che accade a palazzo.-
Le sue parole erano ovviamente riferite alle sconvolgenti verità recentemente apprese da mio fratello.
-Per la buona riuscita di un piano è necessario essere sempre un passo avanti al proprio nemico.-
-Chi ti passa le informazioni?- gli chiesi diretta, stanca di quegli inutili giri di parole.
-No, Kagome, non è così..le cose sono molto più complesse. Dunque il re è giunto alla conclusione che qualcuno all’interno del palazzo lasci filtrare le notizie?-
Se volevo scoprire qualcosa, dovevo anche essere pronta a sacrificare qualche informazione. Del resto sapevo bene che quello tra me e Akuma era solo una parvenza di normale tranquillità; Solo uno di noi sarebbe uscito vivo da quella capanna.
-Se ciò che mi stai chiedendo è se siamo giunti a smascherare l’identità del traditore, la risposta è no. Non ancora. Tuttavia, non mi risulta difficile ipotizzare che chiunque sia goda della fiducia del re e sia riuscito, senza apparenti difficoltà, a trascinarti dalla sua parte.-
Colsi il suo disagio e sentì accendersi un barlume di speranza.
-Non sbagli. La persona in questione è riuscita ad organizzare tutto grazie al potere che la sua carica gli conferisce, ma mi sorprende che nessuno sia ancora riuscito a comprendere chi sia. Negli ultimi tempi il suo agire frenetico avrebbe potuto causargli guai, ma tutti erano troppo impegnati a guardare altrove.-
Il mio cervello si mise alla frenetica  ricerca di una risposta.
-È qualcuno che ha saputo sfruttare tutte le falle e le debolezze  del regno a suo vantaggio.- constatai, ribadendo una cosa ormai risaputa.
-Qualcuno che nel corso dei secoli ha elaborato e perfezionato il suo piano per poi metterlo pian piano, nel corso dei decenni, in atto. Qualcuno che brama la sfera e ha visto in te e nelle tue amiche un grave ostacolo da estirpare. Qualcuno che ultimamente, sicuro del potere che continua ad acquisire, ha anche fatto diversi passi falsi.- aggiunse lui.
Non una parola uscì dalle mie labbra.
-Avanti, Kagome- mi esortò, quasi deluso – Sono sicuro che con il tuo istinto e con i tuoi poteri hai già da lungo tempo capito di chi si tratta.-
-Se così fosse non credi che lo avrei già smascherato e denunciato?-
-No, perché non vuoi tu stessa ammettere la verità. Sai che pronunciando quel nome, prendendo realmente consapevolezza di ciò che già sai, tutto cambierà. La situazione che tanto temi, la guerra, diverrà in quel momento non solo più un pensiero, un’attesa, diverrà qualcosa di tangibile, concreto e devastante.-
Chiusi gli occhi e lasciai che le sue parole raggiungessero la mia mente. Quando permisi al mio cuore di vedere ciò che la mia mente voleva occultare, tutto mi sembrò facilmente comprensibile.
I fili ingarbugliati che per giorni avevano logorato le menti di tutti alla ricerca del giusto intreccio, ora combaciavano perfettamente. La figura del mezzo demone dai lunghi capelli neri e i bramosi occhi rossi si disegnò sotto le mie palpebre. Era facile, ora, comprendere la scintilla di ribellione, faticosamente repressa, che più volte aveva attraversato il suo sguardo, così come le frasi sussurrate e smorzate, ma ancor di più le spiacevoli sensazioni che provavo ogni volta che mi stava di fronte.
-Naraku.- sussurrai il suo nome riaprendo gli occhi.
Akuma mi guardò in un misto di divertimento e superiorità.
-Era davvero così difficile da comprendere?-
-No, credo di no. Tuttavia, sebbene scoprire ciò ha risolto molti dei miei dubbi, vi sono ancora troppe cose che mi sono incomprensibili.-
-Ad esempio?-
-Perché coinvolgere degli umani nei suoi piani?-
-A quali umani ti riferisci?-
-Zuko, prima di morire,lasciò intendere che colui da cui prendeva ordini era null’altro che un demone, il traditore. A che scopo Naraku ha coinvolto degli umani nei suoi piani?-
-Per servirsene, ovviamente. Corrompere dei demoni rappresentava un rischio sicuramente maggiore. Naraku, secondo ciò che mi ha raccontato, se ne è servito a lungo per svolgere i compiti più ingrati e soprattutto per raccogliere informazioni.-
-Ma è ovvio. Essendo Zuko e i suoi uomini esseri umani per loro sarebbe stato più semplice raccogliere informazioni sulla sfera che a quei tempi si pensava fosse finita tra le mani di qualche umano.-
-Esattamente.-
-Eppure ha lasciato che i suoi alleati fossero condannati senza muovere un dito.-
-Oltre Zuko, nessuno era a conoscenza del fatto che a muovere i fili fosse Naraku, e Zuko, infondo, sapeva quale sorte gli sarebbe spettata. Erano umani, Kagome. Se non fossero morti in quell’occasione, Naraku si sarebbe sbarazzato di loro in modo diverso.-
-Immagino che per te che sei un demone le cose andranno diversamente.- lo provocai.
-Naraku non è uno stupido, sa che le mie conoscenze, così come le mie doti combattive, potranno tornargli utili.-
-Eppure pensavo che l’amicizia che ti legava ad Inuyasha fosse sincera.- dissi ricordando una vecchia discussione avuta con Akuma stesso.
-Lo era. Io, Inuyasha e Koga siamo stati compagni di giochi. Inuyasha si è sempre fidato del mio giudizio e del mio parere. Avrei fatto carriera nell’esercito se non fosse stato per te.- sibilò, irrigidendo la mascella.
-Che diavolo c’entro io? Sei stato tu a tradirlo!- mi ribellai, indignata.
-Da quando tu sei giunta al castello, Inuyasha non è stato più lo stesso. Per nessuna donna lui aveva fatto ciò che ha fatto per te. E tu come lo ricompensavi? Mentendogli e nascondendogli la tua vera identità. Il tuo modo di parlargli, di tenergli testa, non lo sopportavo. Dovevi essere punita e io ho solo fatto ciò che andava fatto. Ma i tuoi occhi da cerbiatta hanno a tal punto incantato Koga ed Inuyasha, che non mi avrebbero perdonato il fatto di averti ferita.- sibilò, con tono carico di rancore.
-Inuyasha non ti avrebbe ucciso.-
-Seppur non l’avesse fatto, Koga avrebbe trovato il modo di farmela pagare. Mi avrebbero torturato o umiliato fino all’esasperazione.-
-Ti sei crudelmente accanito contro di me senza un reale motivo.-
-Non sopportavo che tu, un’umana, una stupida puttana, avessi tutto quel potere. Tu non sei nessuno, non vali niente, eppure Inuyasha avrebbe ucciso per proteggerti.-
-E tu, allora, da bravo codardo, hai pensato bene di tagliare la corda e voltare le spalle ad un amico. Ti sei alleato con chi ne progetta la caduta. Cosa ti ha promesso Naraku?-
-Se non avessi temuto per la mia vita non sarei mai fuggito. Naraku ha riconosciuto il mio valore e mi ha promesso un’alta carica quando a regnare sarà lui.-
-Una cosa del genere non accadrà mai. Non importa su quanti alleati possa contare Naraku, noi lo sconfiggeremo.-
-Ma davvero? Sai che parole simili sono state pronunciate da Yura prima che morisse?-
-Yura? Che diavolo c’entra lei?-
Le sue parole non lasciavano incertezze sul fatto che Akuma e i suoi alleati fossero responsabili della morte della demone, ma mi domandavo cosa li avesse spinti a compiere un tal gesto.
-Per Naraku è stato molto semplice convincere Yura ad assecondare i suoi piani. Quella sciocca ti odiava, era logorata dalla gelosia. Era da anni innamorata da Inuyasha, ma lui s’accorgeva di lei solo quando se la ritrovava nel suo letto. È stato per tutte così, ma quando poi con te lui ha iniziato a comportarsi diversamente, non è più riuscita a reggere la situazione. Devi ringraziare lei per il tuo incontro con quello stupido demone toro; lei e Naraku intendevano liberarsi di te affinchè tu fossi d’esempio per le tue amiche. A quel tempo non avevano ancora compreso quanto tu potessi essere pericolosa.-
-Il fatto che tu abbia fatto in modo che io ritrovassi il cadavere di Yura, venendo accusata della sua morte, mi lascia pensare che qualcosa sia andata diversamente dal previsto.-
-Yura voleva tirarsi indietro. Nonostante soffrisse ancora per quell’amore non corrisposto, il suo odio si era pian piano placato. Non voleva che il suo amato Inuyasha restasse vittima di questa guerra di potere.-
-Ovviamente Naraku non ha tollerato il suo voltafaccia.-
-Esatto e ha ben pensato di cogliere due piccioni con una fava. Naraku ha colto la brama di potere e la crudeltà che si annidavano nell’anima di una persona ultimamente giunta a corte. Inizialmente ero contrario a quest’alleanza reputando la persona in questione solo un’insulsa umana, ma la sua mente perversa è una vera delizia.-
-Di chi accidenti stai parlando?-
-Su, Kagome, ti facevo più arguta. Chi oltre te, Kikyo e Miroku avrebbe avuto il potere di purificare Yura? Chi potrebbe avere un’anima talmente torbida da schierarsi contro la sua stessa razza?-
Conoscevo una sola persona che per brama di potere si sarebbe potuta macchiare di un tal crimine.
-Saha.- sputai il suo nome.
Ancora una volta mi diedi della stupida per non essere giunta prima a quella facile conclusione. Quella sciacquetta era talmente ambiziosa ed arrivista che avrebbe fatto di tutto per fame di potere. In più il suo debole potere spirituale, sommato alla potenza demoniaca di Akuma e Naraku, aveva sicuramente lasciato poche possibilità di scampo a Yura.
-Esatto. Una volta ricomposta la sfera, Saha diventerà una demone. E tutto ciò che riguarda la sfera ci riconduce a te che ne possiedi una metà.- mi disse, avvicinandosi a quella sorta di altare su cui ero legata e dipingendosi in viso un’espressione tronfia e soddisfatta.
-Dannato! Cosa speri di ottenere? Presto si accorgeranno della mia scomparsa e verranno a cercarmi.- sibilai, mentre inutilmente tentavo di forzare le corde che mi immobilizzavano le braccia e le gambe.
Lui, in risposta, scoppiò in una risata colma di divertimento.
-Finchè la sfera non sarà nelle nostre mani, ricomposta, non saremo in grado di affrontare l’esercito di Inuyasha. Per questo Naraku si è preoccupato di creare un diversivo.-
-Diversivo?- domandai esitante.
-Ricordi Hojo? Esatto, quell’esasperante ragazzino che si proclamava tuo promesso sposo.-
-Naraku ha coinvolto anche lui nei suoi stramaledetti piani?-
-Sì e no. Naraku pensava che in qualche modo quell’insulso umano potesse tornargli utile. L’ha aiutato a fuggire e l’ha poi tenuto buono raccontandogli  che una volta sconfitto Inuyasha potrà finalmente averti.-
-Imbecille com’è non fatico a credere che ci sia cascato.- spiegai risentita.
-Ovviamente noi sappiamo che entrambi sarete morti prima di domani.-
-Dov’è adesso Hojo?-
-Era proprio di lui che parlavo quando ho accennato ad un diversivo. Abbiamo spedito l’umano a passeggiare tranquillamente per il borgo del castello. A quest’ora si saranno sicuramente accorti della tua scomparsa e quando Inuyasha verrà a sapere di Hojo non esiterà dal correre a cercarlo.-
-E quanto tempo credi impiegherà Inuyasha prima di comprendere che quell’idiota  non sa realmente nulla e a farlo fuori?-
-Di sicuro non molto, ma Naraku ha pensato anche a questo. Tutti sanno che tuo fratello e i suoi uomini sono stati condotti al palazzo. Naraku non c’ha messo poi molto a spargere una voce secondo cui i ribelli sarebbero stati traditi e condannati a morte. Un numero cospicuo di umani si è radunato ed ora marcia contro il palazzo per richiedere la liberazione dei loro eroi. Questo espediente creerà caos nel regno e concederà a Naraku il tempo di appropriarsi della sfera e fuggire senza essere scoperto ed ostacolato.-
-Davvero un ottimo piano.- sibilai.
Sapevo di dover fare in fretta. Presto si sarebbe scatenato un inferno e degli innocenti sarebbero morti inutilmente solo per deviare l’attenzione dal malvagio agire di un traditore.
-Ora, Kagome, non ti interessa conoscere il tuo imminente destino?-
-Suppongo tu non mi chiederai di spalleggiare te e Naraku.- lo schernì.
-Farò a pezzi il tuo bel corpo con questi.- disse mostrandomi i suoi affilati artigli –ma prima mi prenderò da te qualcos’altro. Ho visto su di te il marchio di Inuyasha, e so, per sentito dire, che è un amante esperto ed esigente. Sono sicuro che saprai allietarmi con qualche giochetto che hai appreso.-
La sua espressione lasciva e le sue parole mi diedero il voltastomaco.
Strattonai per l’ennesima volta le corde che mi tenevano prigioniera e sentì quelle ai polsi cedere, mentre quelle alle caviglie rimasero salde.
Le successive parole di Akuma, permisero alla mia mente in fermento di elaborare un piano.
-Apri le gambe per me, Kagome.-
-Imbecille, se anche volessi, come credi potrei farlo visto il nodo che mi stringe le caviglie?-
-Hai ragione. Non temere, rimedieremo subito. Le corde che ti serrano i polsi saranno sufficienti a trattenerti fin quando non avrò finito con te.-
Mi mostrò con aria divertita un artiglio, lo fece scorrere per tutta la lunghezza della mia gamba sinistra, lacerando la stoffa del mio kimono e ferendomi superficialmente.
-Adoro l’odore del sangue.- mi disse, mentre osservava con chiara cupidigia il fluire del sangue dalla ferita che lui stesso mi aveva inferto.
Fece poi passare il dito artigliato tra le corde lacerandole senza difficoltà e seppi che quello era il momento più adatto per agire.
Con un movimento rapido unì le gambe, finalmente libere,  e le sollevai fin quando non si scontrarono con la sua mandibola.
Il mio gesto colse di sorpresa Akuma, che impreparato non riuscì ad evitare il colpo e fu sbalzato alcuni metri più in là.
Presi, poi, a tirare le corde che mi imprigionavano i polsi con forza,  ignorando il dolore e dopo l’ennesimo strattone riuscì a liberarmi.
Facendo forza sulle braccia e pregando affinchè le gambe mi sorreggessero, mi rimisi in piedi pronta ad affrontare il demone che rapidamente si stava rialzando.
Non barcollai solo grazie alla mia forza di volontà, ma era difficile restare vigile mentre mi ritrovavo a dover combattere contemporaneamente  contro lo stordimento delle erbe soporifere, l’irrigidimento dei muscoli troppo a lungo rimasti immobili e il dolore di ferite vecchie e nuove che ancora ricoprivano il mio corpo.
-A quanto pare ti ho sottovalutato ancora una volta. Ma cosa credi di poter fare?- mi domandò, mentre, con ara quasi soddisfatta, strofinava ripetutamente il punto dove l’avevo colpito.
-Sei sicuramente in una posizione di vantaggio, ma non per questo mi arrenderò.-
-Non otterrai altro che una morte più dolorosa.-
Akuma non attese oltre; si scagliò con innata agilità contro me tentando una serie di attacchi frontali. Riuscì ad evitare i suoi colpi  con difficoltà e affidandomi più alla fortuna e all’istinto che alle mie doti combattive.
Essendo un demone, Akuma poteva contare su una forza e una velocità fuori dal comune, per abbatterlo sarei dovuta a riuscire a colpirlo con colpi decisi e ben assestati. Evitai un’artigliata che mi avrebbe tranciata a metà piegandomi sulle ginocchia e cogliendo al volo l’opportunità lanciai una sfera d’energia che lo colpì alla gamba sinistra.
-Puttana.- gemette lui.
-Adesso siamo pari.- dissi, indicando la gamba dove mi aveva precedentemente ferita.
-Pari? Insulsa umana, ti mostrerò ora quanto tu non valga niente rispetto ad un demone.-
Si mosse con una tale velocità che faticai a vederlo. Mi ritrovai il collo stretto in una ferrea morsa e sbattuta contro la ruvida parete. L’impatto violento mi soffocò sulle labbra l’urlo di dolore e protesta  che nacque spontaneo ed incontrollato dalla mia gola.
-Allora, dov’è che nascondi la sfera? Forse nel braccio?-
Con un brusco gesto mi artigliò prima il braccio destro e poi quello sinistro costringendomi ad urlare di dolore e frustrazione.
-Mmm, non è qui? Sarà forse nella spalla?-
Non gli diedi l’occasione di scoprirlo perché con un’altra sfera d’energia lo colpì all’altezza del petto mancando di pochi centimetri il suo cuore.
Un’ottima occasione sprecata!
L’impatto lo scagliò lontano da me e lo fece atterrare violentemente sulla schiena. Raccogliendo le esigue forze che mi rimanevano, zoppicando,  mi avvicinai al demone che giaceva supino a terra, pronta a dargli il colpo di grazia. L’osservai per cogliere un qualsiasi movimento e difendermi, ma lui si mostrò più scaltro. Afferrò la mia caviglia e mi trascinò a terra per poi sovrastarmi e bloccarmi con il peso del suo corpo.  Nella caduta colpì violentemente il pavimento con la testa, persi lucidità per alcuni istanti per poi recuperarla rapidamente quando un dolore potente si diffuse partendo dal fianco sinistro. La vista, precedentemente annebbiata, tornò nitida e gli occhi si spalancarono quando dalla ferita volò via un luminoso gioiello rosa…finalmente avevamo trovato ed estratto la sfera!
Il gioiello rimbalzò alcune volte su sé stesso per poi arrestare la sua corsa a pochi metri da noi. Akuma non perse tempo e, dimenticandosi completamente di me, si fiondò verso la sfera.
Sapevo che mai più avrei avuto un’occasione simile, misi a tacere la morale e i principi secondo cui non era in nessun caso giusto colpire un avversario alle spalle e urlando il suo nome lanciai contro il mio nemico un’altra, potente, sfera d’energia.
Una luce violetta avvolse il corpo del demone che qualche istante dopo ricadde con un tonfo in avanti. Avevo vinto, ma non avevo il tempo per bearmi di quella consapevolezza, né per recuperare le forze completamente esaurite.
Gattonando, superai il cadavere del demone e recuperai la sfera che era stata brutalmente spazzata via dal mio corpo. Nell’istante in cui la mia mano si serrò intorno a quello strano e familiare gioiello sentì una parte delle mie forze tornare. Un’ombra sul pavimento e un rumore soffocato mi fecero sobbalzare e istintivamente mi voltai. Ciò che vidi mi agghiacciò: Akuma, ferito e stremato, torreggiava su di me e il suo braccio artigliato era pronto a ferire mortalmente il mio corpo. Chiusi gli occhi e portai le mani al petto consapevole che il momento della mia fine era davvero giunto.
-Addio!- bisbigliò Akuma.
Sentì solo un flebile gemito, che non mi ero resa conto di aver emesso e l’indistinguibile e orribile rumore di carne lacerata.
Ringraziai i Kami, ed anche Akuma, per avermi concesso una morte rapida e quasi indolore. Restai avvolta in quella strana oscurità non sapendo cosa fare o cosa attendere, mentre mi sembrava di poter ancora percepire le mie orecchie fischiare e il mio cuore martellare.
-Hai intenzione di restare in quella posizione per sempre?- mi sussurrò una voce all’orecchio.
I battiti di quel cuore che ormai credevo immobile per sempre, presero ad aumentare a dismisura nel sentire quella voce familiare ed amata.
Costrinsi le palpebre serrate a sollevarsi e lo scenario che mi si presentò mi lasciò basita ed incredula. Il corpo di Akuma giaceva, questa volta realmente senza vita, ai miei piedi mentre Aki torreggiava su di lui fissandolo con disprezzo.
Ero viva e tutto grazie al mio migliore amico.
-Ti sei fatta mettere fuori combattimento da questa mezza calzetta, Kagome?- mi schernì.
-Sai, non ero nel pieno delle mie forze.- replicai, indicandogli il mio corpo affaticato e sanguinante.
-Gli davi le spalle. Eri sicura di averlo finito?- mi domandò.
Annuì.
-Ero riuscita a colpirlo al petto e pensavo tanto bastasse, ma visto ciò che sarebbe accaduto se tu non fossi arrivato, direi che mi sbagliavo.- dissi, cominciando a tremare.
Mi guardò con sguardo severo, sorprendendomi.
-Quante volte durante gli allenamenti ti ho raccomandato di sincerarti della morte del tuo avversario?- urlò.
Le sue grida, la sua rabbia e il suo atteggiamento brusco mi sorpresero, ma contemporaneamente mi infiammarono.
-Hai ragione, ma ti sembra questo il momento più adatto per rimproverarmi?-
Mi sorrise, spiazzandomi di nuovo.
-No, ovvio che no. In realtà tutto ciò che desidero da quando sono entrato in questa fetida capanna e di poterti stringere tra le braccia per sentire che sei davvero qui e che stai bene.-
-Allora fallo.- bisbigliai.
Non desideravo altro che sentirmi stringere e confortare da braccia conosciute. Le braccia di Aki mi avvolsero e finalmente mi sentì a casa e protetta.
-Come hai fatto a trovarmi?- gli domandai, mentre, incontrastabile, nasceva in me il desiderio di trovarmi tra le braccia di un altro mezzo demone.
-Quando ci siamo accorti della tua scomparsa si è scatenato un inferno. Qualcuno ha riferito ad Inuyasha di aver visto passeggiare per la città un essere umano che si proclamava tuo futuro sposo, e quell’imbecille ha perso la testa ed è corso a cercarlo. Nelle prigioni ho fiutato un odore che non avevo mai avvertito prima, mischiato al tuo. Quell’odore forte permetteva a stento di fiutare il tuo, decisamente più delicato, ma sono riuscito a seguirlo e sono giunto qui.- mi spiegò.
-Dobbiamo tornare il prima possibile al castello.- dissi e gli mostrai il pezzo della sfera che risplendeva tra le mie mani.
-Sei riuscita a estrarre la sfera? Come hai fatto?- mi domandò sorpreso.
-Gli artigli di Akuma si sono conficcati nel punto giusto.- risposi, indicandogli la ferita sul mio fianco sinistro.
Vidi i suoi occhi risplendere di rabbia e odio.
-Il traditore è Naraku.- mi affrettai a dire.. il tempo a nostra disposizione era minimo.
-Aki, dobbiamo subito far ritorno al castello. Se i piani di quel folle dovessero andare a buon fine, saremmo tutti nei guai e dovremo dar sepoltura ad una folla di innocenti.-
-D’accordo. Mi spiegherai tutto durante il viaggio.-
Mi sollevò delicatamente tra le braccia e gettando un ultimo sguardo al corpo senza vita di Akuma lasciammo finalmente quella squallida capanna.
Corremmo a lungo e durante il viaggio mi premurai di raccontare al mio migliore amico tutto ciò che avevo scoperto grazie al racconto di Akuma.
Quando finalmente raggiungemmo le alte e solide mura del castello, le cose erano ben peggiori di quanto potessi immaginare.
Una folla inferocita, mista di demoni ed umani, lottava.
Era un caos infinito, l’inizio della fine.
Bene e male si scontravano e solo uno avrebbe prevalso.



Angolino dell'autrice:
Ciao a tutti :D
Come vanno le cose? Immagino che con la riapertura di scuole ed università non tanto bene xD Auguro, comunque, un in bocca al lupo per il nuovo anno scolastico a tutti :)
Passando al capitolo, tadan finalmente scopriamo il nome del traditore. Lo so, lo so nessuno di voi aveva capito chi potesse essere U.U (?) Scherzo, ovviamente molti l'avevano capito da tantissimo tempo, più difficile è stato comprendere chi avesse fatto fuori la simpaticissima Yura. Ora sappiamo che anche Saha è dalla parte del nemico. Un capitolo probabilmente non carico d'azione, ma utile per comprendere molte cose e se avete sentito la mancanza di Inuyasha, nel prossimo recupereremo visto che vedremo proprio cosa è accaduto a bel principe da quando ha scoperto della sparizione di Kagome e come reagirà nel rivederla..ovviamente non potrà mancare lo scontro con il nostro traditore! Ok, ho già detto troppo. Spero di avervi incuriositi un pò e ci tengo a ricordarvi che mancano solo 4 capitoli al termine della storia :)
Ringrazio ancora una volta tutti coloro che leggono la mia storia, chi l'ha inserita tra le seguite/ ricordate/ preferite..Grazie davvero!
Se vi fa piacere, lasciatemi una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate :)
Baci, Serena ^^
P.s. Chiedo perdono per eventuali errori, ma causa fidanzato impaziente, ho avuto il tempo di rileggere il capitolo una sola e frettolosa volta..provvederò comunque a correggere e rimuovere eventuali errori il prima possibile :)

 

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Capitolo 21
*** La forza dei legami! ***


Ciao a tutti :)
Non voglio annoiarvi prima della lettura, volevo solo ricordarvi che il capitolo parte sa un punto precedente rispetto a quello in cui si è interrotto l'ultimo. Precisamente vedremo la reazione di Inuyasha e degli altri quando scopriranno della scomparsa di Kagome e poi...
...leggete e scopritelo xD Buona lettura!!



Erano trascorsi pochi minuti da quando l’avevo lasciata, eppure l’immagine di lei, sola in quella cella umida, non voleva abbandonarmi. All’interno del mio corpo infuriava una lotta pazzesca: ero adirato per il suo agire irragionevole, ero geloso, deluso, ma soprattutto tormentato.
Per quanto il mio orgoglio mi spingesse a negarlo, sapevo d’aver nuovamente sbagliato con lei. I suoi occhi tristi erano stati una preghiera d’aiuto che io avevo crudelmente ignorato e calpestato.
Avevo urlato e scalpitato per compiacere il mio ego e placare il mio malumore, senza curarmi dei suoi sentimenti. Avevo ancora una volta infranto una promessa. Ma quante volte quel cuore gentile sarebbe stato capace di perdonarmi?
Per l’ennesima volta ero stato uno stupido.
Mi voltai, intenzionato a tornare da lei, mentre una strana sensazione mi spingeva a fare in fretta.
Ripercorsi all’inverso i luminosi ed ampi corridoi, quasi correndo. Non appena oltrepassai la parete ad arco, che segnava il punto d’accesso per le tetre prigioni, compresi immediatamente che qualcosa non andava. L’odore fresco e delicato di Kagome era appena percettibile quando avrebbe dovuto impregnare l’aria. Un odore più forte, più mascolino, saturava l’aria, una fragranza che mi suscitava rabbia, delusione ed ansia..l’odore di Akuma.
Percorsi gli scivolosi gradini di pietra in tutta fretta, pregando che si trattasse solo di uno scherzo giocatomi dai miei sensi, ma il mio cuore si fermò quando giunto dinnanzi la cella di Kagome la trovai inesorabilmente e spaventosamente vuota.
Mi guardai intorno sconvolto. Sentivo l’urgenza di fare qualcosa, di cercare un rimedio, ma il mio corpo sembrava paralizzato così come i miei occhi che continuavano a scrutare la cella.
-Kagome.- urlai, stupidamente.
L’odore forte di Akuma continuava a pervadermi le narici, costringendomi sempre più ad accettare la dura verità.
-Maledizione! Non può essere. Kagome!- strillai ancora, prendendo ad esaminare scrupolosamente ogni anfratto di quell’umido sotterraneo alla ricerca della minima traccia.
Mi sentivo morire al pensiero di saperla nelle mani di uno psicopatico che già una volta le aveva fatto del male.
Mi rimproverai, pensando che se solo l’avessi ucciso la prima volta che aveva osato toccarla, Kagome non avrebbe corso quel pericolo.
Sapevo di dovermi calmare, di dover elaborare un piano per ritrovarla, ma l’adrenalina e l’ira scorrevano ancora potenti in me, incendiandomi il sangue e eccitando la mia collera.
Fissai il muro di pietra, inumidito e vischioso, e un istante dopo la profonda crepa che il mio pugno aveva causato.
Il taglio sulla mia mano prese a sanguinare, causandomi un fastidioso bruciore, ma non era nulla se paragonato al dolore sordo che sentivo dentro.
Fui distratto da passi frettolosi provenienti dalle scale e compresi che “il mio sfogo” doveva aver creato un gran fracasso. Riconobbi senza difficoltà gli odori e le voci di Inuki, Alissa, Sota e Aki.
Sorrisi, pensando che il loro correre da me mi avrebbe fatto risparmiare molto tempo.
Al momento il mio unico scopo era ritrovare Kagome e intendevo farlo il prima possibile.
-Inuyasha, che diavolo hai combinato?- ringhiò mio fratello.
Ignorai totalmente i suoi modi scorbutici e la sua domanda.
Aprii la bocca pronto a spiegare la situazione, ma fui preceduto.
-Lei non c’è!- sibilò il mezzo lupo. –Dove diavolo è andata? Il suo odore qui non si sente. Dove l’hanno portata?- ringhiò, mentre perlustrava tutte le celle.
Maledii i suoi sensi sviluppati e il suo odioso attaccamento per Kagome.
-Aki, calmati! Di che stai parlando?- gli domandò stranito Sota.
- È sparita. Kagome è sparita.- ringhiò.
-S..sparita? Che accidenti significa che è sparita?- strillò, sbiancando.
Lo ignorai. I miei sensi mi permettevano di avere un quadro della situazione più ampio e di elaborare un’analisi più rapida.
-Lo senti, vero?- domandai a mio fratello.
-Non ho mai fiutato quest’odore prima. A chi appartiene?- si intromise Aki.
-Inuki, cosa sta accadendo? Chi è stato qui? Dov’è finita Kagome?- chiese trattenendo a stento le lacrime Alissa.
Sospirai, esasperato. Non volevo perdere ulteriore tempo proferendomi in spiegazioni, ma quelle che mi stavano d fronte erano persone che amavano Kagome almeno quanto me e avevano il diritto di sapere.
-Chiamate Sango e tutti gli altri.- sibilai, cominciando a risalire i gradini.
-Che hai intenzione di fare, Inuyasha?-
- È ovvio, Inuki. Ho intenzione di ritrovare Kagome al più presto e per farlo dobbiamo elaborare un piano. Se tra pochi minuti non sarete tutti presenti, agirò da solo.-
Superai l’arrugginito portone e percorsi in fretta i labirintici corridoi, nella speranza di trovare una lieve traccia del profumo di Kagome. L’esito negativo della mia missione non fece altro che infuriarmi ancor di più.
Decisi di aver concesso già troppo tempo a mio fratello e gli altri e raggiunsi la sala principale.
-Bene, vedo che ci siamo tutti.- esclamai sbrigativo, incrociando gli sguardi preoccupati ed angosciati degli amici di Kagome.
- È vero,Inuyasha, che Kagome è scomparsa? Com’è potuto accadere?- mi domandò diretta e con tono risoluto Sango.
-Avrai tutte le risposte presto, Sango. Non sappiamo con precisione da quanto tempo Kagome sia stata portata via, ma sappiamo che a fare tutto è stato Akuma.-
-Com’è possibile che quel dannato sia riuscito a fare tutto senza essere scoperto?- chiese con la sua glaciale compostezza Sesshomaru.
La sua altera indifferenza mi irritava, ma non avevo tempo per le proteste.
-Deve aver sicuramente fatto uso di uno dei passaggi segreti.- spiegò Miroku.
-Già, del resto Akuma, così come noi, è cresciuto tra queste mura. E ricordo molto bene che da bambini ci divertivamo ad attraversare quei passaggi fantasticando su avvincenti avventure.- aggiunse Koga.
Il loro tergiversare, seppur pertinente all’argomento, mi irritava.
Tentavo in tutti modi di impormi la calma, ma la preoccupazione per la sorte di Kagome si faceva di secondo in secondo più pressante.
Era una tortura immaginare gli spiacevoli scenari che il mio subconscio mi presentava. Avevo bisogno d’agire! Avevo l’assoluto bisogno di riavere Kagome al mio fianco.
-Al momento, non mi importa sapere come sia potuto accadere. Quello che voglio è trovare Kagome.- intervenne, irrequieto, il mezzo lupo.
-La cosa più sensata da fare sarebbe quella di seguire l’odore di Akuma, sperando che questo ci conduca da Kagome.- constatò saggiamente Alissa.
-Non so come abbia fatto quel bastardo, ma il suo odore svanisce appena qualche metro dopo la cella di Kagome.- sputò Aki.
Questo lascia intendere che si trattava di un piano premeditato.- bisbigliò Kohaku.
-Trovare Akuma, dunque, significherà non solo ritrovare Kagome, ma anche trovarci faccia a faccia con il nostro traditore.- osservò Sota.
-Non chiedo di meglio. Chiunque sia l’artefice di questo meschino piano subirà le mie ire. Assaggerà la mia sete di vendetta.- proclamai.
-E Akuma?- domandò Rin.
-Lui è mio. Ho con lui un conto in sospeso e pagherà per aver toccato Kagome, per aver toccato ciò che è mio.- ringhiai.
-Sono stufo delle belle parole. Come conti d’agire? Vuoi far qualcosa per salvarla o dovrò fare tutto da solo?- urlò Aki.
Ero pronto a ribattere, ma fui interrotto dalla brusca apertura della porta.
-Che modi sono questi? Come osi interromperci?- ringhiò Inuki.
Un demone dall’aspetto disordinato e allarmato si avvicinò rapidamente.
- Chiedo perdono per la mia insolenza, miei signori, ma porto notizie importanti.- esclamò d’un sol fiato cadendo in ginocchio, probabilmente più per la stanchezza che per una questione di convenevoli.
Non volevo sentire le sue parole. Volevo solo trovare Kagome e non m’importava di sapere cosa stesse accadendo, ma il suo parlare lesto mi bloccò.
-Mio signore, abbiamo diversi problemi. La voce della scomparsa della vostra schiava si è già diffusa e quello strano umano che si proclamava suo promesso sposo è stato avvistato mentre passeggiava per il borgo del castello. In più una delle vedette ci ha segnalato che una folla di umani armata marcia contro il palazzo. Come dobbiamo agire?-
Per un attimo mi sentii sopraffatto.
Erano forse una coincidenza tutti quegli avvenimenti contemporanei?
Sentivo la necessità di correre a salvare la mia Kagome, ma cosa ne sarebbe stato del mio regno? La mia famiglia sarebbe stata in pericolo?
E poi tutta la mia attenzione, la mia ansia e soprattutto la mia ira si focalizzarono su una sola figura..il mio unico obiettivo era quello di torturare  quello stupido umano finché non mi avesse rivelato il luogo dove si trovava Kagome e poi ucciderlo.
Tutto il resto avrebbe dovuto aspettare, la mia priorità assoluta era Kagome.
-Non c’è più tempo da perdere. Occupatevi voi di tutto questo, mentre io andrò a cercare Kagome.-
-Sei davvero un sempliciotto, cagnolino.- sibilò una voce odiosa. –Non capisci che il loro unico obiettivo è quello di depistarci? Credi che Kagome si sarebbe fatta sopraffare da uno stupido umano? Perdi tempo nell’interrogare quell’idiota, ma sappi che non ne ricaverai nulla. Ci penserò io a trovarla.-
Avrei voluto ribattere, ma non me ne lasciò il tempo..scomparve dalla sala con un unico balzo.
Repressi l’irritazione e senza perdere altro tempo lasciai la sala e imboccai, correndo, la strada che mi avrebbe condotto sino al borgo del castello. Non mi curai di ciò che mi circondava, ignorai la corsa all’armamento delle guardie, l’agitazione che si respirava nell’aria e le urla lontane, il mio unico obiettivo era raggiungere l’umano.
Giunto nella parte più popolosa del palazzo, individuai senza difficoltà colui che cercavo, opportunamente circondato da tre guardie demoniache che torreggiavano su lui.
Mi fermai proprio dinnanzi a loro e sorrisi nel vedere quello stolto tremare.
-Mio signore, l’abbi..- tentò di dire uno dei miei sottoposti.
-Lasciateci soli.- ordinai sbrigativo.
I demoni si affrettarono ad eseguire la mia richiesta e mi trovai faccia a faccia con l’unico oggetto della mia ira.
Mi piaceva vederlo tremante ed impaurito, ma non avevo tempo di giocare al gatto e al topo con lui.
-Dov’è Kagome?- gli domandai senza giri di parole.
-Questo devo chiedervelo io. Sono venuto a prendere la mia promessa sposa e voi dovrete consegnarmela.- gracchiò.
Non lo lasciai terminare. Lo afferrai per la gola e lo inchiodai al muro godendo del rumore sordo causato dall’impatto.
-Ti ucciderò, Hojio, o come diavolo ti chiami. Se non vuoi soffrire inutilmente dimmi subito dov’è.-
-Dovresti lasciarla perdere e pensare a salvare ciò che è salvabile del tuo regno. Il mio signore mi ha promesso che quando sarà incoronato re mi conferirà un titolo d’onore e la mano di Kagome.-
Lo guardai allibito e quando compresi il significato delle sue parole scoppiai a ridere.
-Credimi, ne ho conosciuti molti di umani, ma stupidi quanto te nessuno. Brutto imbecille, non capisci che colui che ti ha attirato dalla sua parte si sta solo servendo di te? Non renderti ancor più ridicolo, lei non ti vuole. Avrei dovuto ucciderti la prima volta che hai osato avanzare pretese su Kagome.- ringhiai, colpendolo con un pugno potente all’altezza della mandibola.
Non godevo nell’infliggere dolore, non provavo gusto nello scontrarmi con esseri più deboli, ma lui avrebbe assaggiato tutta la mia ira.
-Dimmi immediatamente dove l’ hanno portata.- gli ordinai, rimettendolo in piedi e osservando soddisfatto il flotto di sangue che scorreva dal suo naso.
-Io non vi dirò nulla.- balbettò.
-Sei un idiota, lo ribadisco. Se anche non ti uccidessi io, lo farebbe colui che tu chiami “il tuo signore”. Non capisci che ti hanno usato come diversivo per rapirla?- ringhiai furioso prima di colpirlo ancora, all’altezza dello stomaco.
Mi sentivo inerme. La mia vendetta nei confronti di quell’umano non aveva un sapore dolce e confortante, a causa della preoccupazione.
Se veramente quell’idiota non sapeva dove si trovava, come avrei fatto a trovarla?
-Io non so dov’è. Non so dove l’hanno portata.- gracchiò, mentre tentava inutilmente di rialzarsi.
Erano stati sufficienti due pugni per atterrarlo.
-Sei sicuro delle tue parole? Non sai dove avrebbero potuto portarla?- sibilai a due centimetri dal suo viso, trattenendolo per il bavero consunto della sua casacca.
-No, mi avevano giurato che l’avrei trovata qui. Non so null’altro.-
-Chi ti ha ordinato di recarti qui? Chi è il traditore? Dove si nasconde?-
-Non lo so, non lo so. Io mi sono limitato ad eseguire gli ordini di Akuma.-
Ancora quel dannato!
-L’unica cosa che volevo era avere Kagome per me.- ammise.
Le sue stesse parole segnarono la sua condanna.
-Beh, sappi che non l’hai mai avuta e mai potrai averla. Kagome è mia. Lei ama me. Hai afferrato il concetto?-
Lo vidi annuire in fretta. Che vile!
-Dunque, ora che hai appreso questo puoi morire in pace.-
Non gli concessi il tempo di replicare e con un gesto deciso affondai gli artigli nel suo corpo, uccidendolo.
Non avrei concesso di vivere ad un essere che aveva tramato contro la mia Kagome.
Tuttavia ero ad un punto morto. L’unica cosa che mi restava era un corpo freddo e privo di vita. Non avevo idea di dove si trovasse Kagome o di come fare per raggiungerla.
Dove sei, Kagome?
 
 
Era uno spettacolo orribile. Il punto alto in cui mi trovavo mi permetteva di assistere alla piena crudezza di quell’orrore. L’aria era intrisa dell’odore acre del sangue, del suono di armi che si scontravano e di gemiti di dolore. Riuscivo quasi a dare un’immagine a quella sensazione di violenza, furia e crudeltà che aleggiava intorno a noi. I miei occhi stavano scrutando in volto la malvagità degli esseri viventi.
 Cosa poteva mai esserci di giusto, buono o utile in centinaia di esseri viventi che si uccidevano tra loro?
Niente, nessun ideale, nessun buon proposito, nessuna motivazione, poteva essere, ai miei occhi, valente o giustificatrice di una tale atrocità.
- È uno scempio, si stanno ammazzando gli uni con gli altri per coprire i loschi piani di un bastardo. Bisogna farli smettere.- constatò Aki.
Anche io volevo che quell’orrore finisse, ma ancor prima sapevo che era necessario fermare Naraku. Se i suoi piani fossero andati a buon fine, la guerra che si stava consumando ai nostri piedi, non sarebbe stata che il preludio di qualcosa di decisamente peggiore.
-Cosa possiamo fare?- chiesi, disperata.
-Dobbiamo trovare Sota e Kohaku. E anche qualcuno tra i principi..-
-Cosa vuoi fare?- gli domandai interessata.
-Gli umani daranno ascolto a tuo fratello, se questo gli ordinerà di fermarsi, e se lui e Kohaku saranno affiancati da Koga e i suoi fratelli anche i demoni arresteranno la loro avanzata.-
-La tua è un’ottima idea, ma come faremo a trovarli in mezzo a tutto quel casino?-
-Ci toccherà scendere laggiù. Una volta lì sarò in grado di fiutare i loro odori.-
Sapevo che il nostro era un piano azzardato, ma dovevamo tentare qualcosa.
Mi aggrappai alle spalle di Aki e con un sol balzo ci ritrovammo risucchiati in quell’inferno vivente. Per effetto dei miei poteri spirituali riuscivo a percepire nitidamente la cattiveria che animava coloro che combattevano intorno a noi, così come il risentimento di coloro che giacevano morenti, e sentivo la sfera reagire a tutti quei sentimenti negativi.
Riuscimmo a muoverci facilmente tra quella matassa di corpi, erano tutti impegnati nell’uccidersi l’un l’altro per prestare attenzione a noi.
-Ho trovato Kohaku.- urlò Aki, prima di lanciarsi in una corsa frenetica.
Evitò con movimenti lesti ed agili cadaveri e colpi rivolti a noi, poi improvvisamente si arrestò.
Riconobbi subito, anche tra quella confusione infernale, i miei fratelli combattere fianco a fianco, proteggendosi l’un l’altro.
-Sota.- urlai, per richiamarlo.
Lo vidi respingere un attacco nemico, guardarsi intorno e poi sgranare gli occhi.
-Kagome.- gridò, correndo verso me. –Kagome, cosa ti è accaduto? Stai bene? Dov’eri finita?-
Capivo la sua preoccupazione, ma non avevamo il tempo per quello.
-Calmati, Sota, e soprattutto ascoltami. Devi fermare questo scempio. Gli umani che hanno attaccato il castello, l’hanno fatto per richiedere la vostra liberazione, sono stati ingannati dal traditore che li sta usando come diversivo. Trova Koga, Inuki o chiunque di loro e insieme fermate questa barberia. Ma fate attenzione, temo che tra questa folla si nascondano anche dei traditori.- spiegai velocemente.
Tentai di allontanarmi, ma la mano di mio fratello si ancorò al mio polso.
-Dove vai? Sei ferita!-
Guardai il mio kimono distrutto e ricoperto di sangue e storsi le labbra in un’espressione schifata.
-Ti assicuro che non è così grave come sembra. Sota, non ho tempo per spiegarti tutto, ora. Devo andare!-
Un lampo di angoscia, misto all’ira, attraversò il suo sguardo, ma, prima che potesse replicare, ci pensò il mio migliore amico a chiudere la questione.
-Lasciala andare, Sota. Penserò io a proteggere Kagome.-
Lessi l’incertezza negli occhi di mio fratello e pregai affinché comprendesse.
-Va bene, ma sta’ attenta.-
Mi limitai a sorridere ed annuire.
-Trova Sango e le altre, loro ti aiuteranno.- gli consigliai.
Guardai Aki e di muto accordo cominciammo a correre verso le porte del castello.
-Io posso contare sul mio olfatto, ma tu come fai a sapere che Naraku si trova da quella parte?- mi domandò, senza arrestare la sua corsa.
- È strano da spiegare, ma è come se la sfera mi stesse conducendo in questa direzione.-
-Cosa credi voglia significare?- mi chiese.
-Conoscendo i piani di quel bastardo, suppongo si stia dirigendo verso il pezzo della sfera custodito a palazzo.-
-Credi sappia dove si trovi?-
-Ricorda che era a capo dell’esercito del re e data la sua carica godeva di una certa fiducia.-
-Mal riposta.- aggiunse sarcastico.
-Anche noi ci stiamo dirigendo lì. Lo sento!-
-Riesci a percepire la presenza della sfera?-
Mi limitai ad annuire, continuando a correre. Era una strana sensazione, uno strano istinto, quello che mi spingeva a correre. Sentivo la presenza della sfera, la percepivo come se si trattasse di una parte dislocata di me stessa.
Percorremmo correndo diversi corridoi, imbattendoci in un’ala del palazzo che mai avevo visitato. Sentivo ad ogni passo che compievo il richiamo della sfera farsi più intenso.
Mi paralizzai quando tra quei bui corridoi rimbalzò l’eco di una perfida risata. Sentii i muscoli bloccarsi, mentre la tensione mi attanagliava lo stomaco ed il cuore, e in un attimo la mia mente tornò a diversi anni prima e io mi ritrovai bambina.
Ero nuovamente circondata da cadaveri, sangue ed urla e quegli occhi così simili ai miei mi guardavano ancora una volta ormai privi di vita. Ed eccola, quella risata che la mia mente aveva tentato di seppellire, quello stridulo suono che aveva popolato i miei incubi, quell’indimenticabile presagio di malvagità e morte.
-Kagome. Kagome, riprenditi!-
Fu la voce del mio migliore amico a farmi riacquistare lucidità, strappandomi a quella gabbia di paura in cui ero ricaduta.
-Aki..- bisbigliai, tentando di riprender lucidità.
-Cosa ti è accaduto? Ti sei fermata all’improvviso come se qualcuno ti avesse colpito e non riprendevi conoscenza.-
-Hai ragione, qualcosa mi ha colpito.-
-Ma di che stai parlando? Non sei ferita. Kagome, riprenditi, dobbiamo fermare Naraku.-
-Sto bene, Aki. È stata la verità a colpirmi, dritta al cuore. Ora lo so, ora ricordo tutto.-
-Cos’è che sai?- mi chiese esasperato, fissandomi come se fossi impazzita.
-È stato lui, è stato quell’essere abietto a sterminare la mia famiglia.-
-S..stai parlando di Naraku?-
Annuii.
-Come fai a saperlo?-
-Hai sentito la sua risata, vero?-
-Sarebbe stato impossibile non udirla.-
- È quel suono ad aver disturbato il mio sonno per così lungo tempo. L’unico ricordo nitido che conservo di quel maledetto giorno è quella stridula risata. Ho passato interi giorni a domandarmi come qualcuno potesse ridere di fronte ad una tale devastazione, e ora so che solo un bastardo come lui potrebbe farlo. Dobbiamo fermarlo, Aki.-
Riprendemmo a correre e superato l’ennesimo corridoio ci ritrovammo in una sala circolare. La stanza era ampia e completamente spoglia, fatta eccezione per una colonna centrale che sorreggeva e custodiva il pezzo della sfera.. e lì, a fissare con occhi bramosi il gioiello, c’era quello che adesso sapevo essere il mio nemico da tutta una vita.
-Naraku..- lo richiamai.
Ci fissò, ma la sua espressione sorpresa fu immediatamente sostituita da un ghigno vittorioso.
-Kagome, dovresti essere morta.- mi disse.
-Immagino che secondo i tuoi piani sarei dovuta morire quando ero ancora una bambina, non è vero?- domandai senza esitazione.
Volevo Naraku morto. Volevo che pagasse per tutto quello che aveva fatto alla mia famiglia, per tutto il male che aveva fatto.
Scoppiò a ridere ancora una volta e risentire quel suono tanto odiato mi motivò ancor di più.
-Non so come tu abbia fatto a capire tutto, ma in effetti sì, saresti dovuta morire già molti anni fa.-
-Perché accanirsi così contro la mia famiglia? Cosa ti avevano fatto?-
-Vuoi conoscere i miei piani? Non moriresti felice rimanendo nell’ignoranza? Ebbene, ti accontenterò.- mi disse in tono tronfio.
-So già che trami alle spalle del re. Akuma mi ha raccontato tutto..-
-Allora salterò questa parte.-
Afferrò la sfera e mosse qualche passo, avvicinandosi a noi.
-La vedi questa?- mi disse indicando il pezzo della sfera –è proprio da questa che parte tutto. Sono secoli  che attendo ciò che a breve sarà mio. Trovavo inutile e insignificante l’alleanza stabilitasi tra demoni ed umani. Voi siete creature deboli, vulnerabili, così patetiche rispetto a noi. Quando uno degli antenati di Inu No Taisho decise poi di dividere la sfera, affinché una parte fosse affidata ai demoni e un’altra agli umani per garantire una stabilità sociale, capii che era arrivato il momento di intervenire. I deboli non avevano il diritto di vivere, solo i più forti dovevano sopravvivere. Raccolsi un numero elevato di demoni che condividevano le mie idee e facemmo in modo che quella scintilla di diffidenza perpetua tra demoni ed umani si trasformasse in un incendio. Non fu difficile far traballare un’alleanza così precaria. Il mio primo obiettivo era quello di recuperare il pezzo della sfera custodito dalla tua famiglia. Fu difficile stanare tuo padre e tua madre, ma nemmeno quello fu sufficiente, perché tu e tuo fratello riusciste a fuggire. Non avevo idea di come fare per trovarvi, così ho fatto in modo di restare vicino alla parte della sfera già in possesso dei demoni, sicuro che prima o poi sarei riuscito a mettere le mani anche sul pezzo mancante. Tutto sarebbe stato molto più semplice, se quell’idiota di Inuyasha non si fosse innamorato di te. Tu e le tue amiche siete state una spina nel fianco, ma adesso tutto questo finirà. Hai idea di quante umiliazioni io abbia dovuto subire a causa vostra? Di quante volte avrei voluto strappare via la carne dalle vostra ossa?-
-In effetti avevo intuito che tu non fossi un nostro grande fan.-
-Ma è giunto il momento di rimediare.- disse con tono tronfio.
-Tu sei solo un pazzo. Progetti uno sterminio di massa.-
-No, voglio solo liberare il mondo da una razza di esseri deboli. Chi si schiererà contro di me, morirà.-
-Come Yura, vero? Credi davvero che ti permetterò una cosa simile?-
-Vorresti forse impedirmelo, Kagome? Tu sarai morta ancor prima che io abbia ricomposto la sfera. Voglio farti una proposta: consegnami senza opporti il pezzo di gioiello che custodisci e io concederò a te e alle tue amiche una morte rapida.- mi propose.
Sorrisi, per l’assurdità delle sue parole.
-Pare proprio che tu, Naraku, non abbia ancora compreso con chi hai a che fare. Io non mi arrenderò mai. Finché avrò un briciolo di forza, lotterò; lo farò per me, per i miei genitori, per Sota, Kohaku, Aki, Sango, Alissa e Rin. Lo farò per Inuyasha, per noi, per il nostro futuro insieme. Lo farò affinché tu non possa far del male ad altri innocenti.-
-Povera illusa. Ho deciso che prima di strapparti il cuore ti mostrerò una parte del mio nuovo potere.-
Si scagliò verso di me, pronto a colpirmi, mentre ancora parlava.
Ero talmente incredula ed impreparata che se Aki non mi avesse fatto da scudo con il suo corpo, respingendo Naraku con un colpo di spada, sarei morta.
-Sorpresi?- ghignò Naraku.
Compresi subito che i suoi poteri erano stati enormemente rafforzati dal pezzo della sfera in suo possesso. La velocità dei suoi movimenti era strepitosa e di sicuro anche la sua forza doveva essere aumentata a dismisura.
-Allora, Kagome, Aki, cosa credete di fare?- ci schernì.
-È semplice, no?  Ti uccideremo!- urlò Aki.
Mi sentivo inutile mentre me ne restavo a guardare il mio migliore amico e il mio peggior nemico combattere. Avevano ingaggiato un terribile corpo a corpo e da diversi minuti si trovavano in un’evidente situazione di stallo.
Gli attacchi di Aki erano mirati, forti e puliti, ma Naraku potendo contare su una velocità assurda era riuscito ad evitarli quasi tutti.
Mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa da poter usare come arma, ma invano. Non avevo con me il mio arco e facendo ricorso ai miei poteri spirituali rischiavo di colpire anche Aki.
Poi, successe tutto in un attimo.
Con un gesto rapido Naraku scansò l’ennesimo affondo di Aki e approfittando della sua posizione sbilanciata lo colpì, facendolo arretrare di vari metri. Si voltò, poi, a fissarmi e con uno scatto agile si fiondò su di me. Mi afferrò e con un brusco gesto ancorò il suo corpo al mio, tenendomi pericolosamente stretta, mentre le sue unghie carezzavano, minacciose, la mia gola.
Ero frastornata, impotente e irrimediabilmente nelle sue mani.
-Allora, Aki, come la mettiamo adesso?-
-Bastardo! Lasciala andare, questo non è combattere lealmente.-
-Lealmente? E chi ha detto che lo avrei fatto? Il mio scopo è il potere e farò di tutto per ottenerlo. Ora, veniamo a noi.. quanto tieni alla vita di Kagome?- domandò, pregustando già la vittoria.
Sussultai ascoltando le sue parole. Cosa stava tramando?
-Non ascoltarlo! Qualsiasi cosa farai, lui non mi lascerà vivere.- lo pregai.
-Cosa vuoi che faccia?- gli domandò il mio migliore amico, incurante della mia supplica.
-In effetti non avevo pensato a questo possibile sviluppo, quindi sarà necessario improvvisare. Ma siete fortunati, ho pensato ad un gioco molto divertente che potremmo fare tutti insieme.-
-Che cosa vuoi che faccia?- domandò ancora Aki, con tono minaccioso.
-Ho intenzione di giocare un po’ con la piccola Kagome e ho pensato di concederti un posto in prima fila. Hai davvero una bella spada, Aki. Che cosa ne diresti di usarla per imprigionarti al muro?-
Compresi subito il suo rivoltante piano e tremai.
-Se ho ben capito tu vuoi che io usi la mia stessa spada per infilzarmi ed imprigionarmi al muro.- constatò atono.
-Esatto. Dimmi ne vale la pena per un’umana?- lo schernì.
-No, non farlo.- lo pregai, ancora, freddata dal solo pensiero.
Evocare l’immagine del mio migliore amico sofferente ed imprigionato, dalla sua stessa arma e per sua stessa mano, solo per proteggere me mi faceva troppo male.
-Tsk. Sei uno stupido, Naraku. Dopo tutto questo tempo non hai ancora capito che a renderci forti non sono le nostri doti combattive, ma la forza dei nostri legami. Quindi sì, per Kagome farò questo ed altro.- replicò, senza esitazione.
Le sue parole si incisero sul mio cuore, rinnovando la forza del nostro legame, ma non volevo che lui si sacrificasse per me.
-Quante belle parole, ma credo sia giunto il momento dei fatti.- lo stuzzicò l’odiato generale.
-Non farlo.- lo pregai dimenandomi.
Il braccio di Naraku circondava con dolorosa forza la mia vita, ma la mia unica preoccupazione era Aki.
-Andrà tutto bene.- mi disse, tentando di rassicurarmi.
Lo vidi puntare la sua stessa spada contro se stesso e serrai gli occhi per non vedere quella scena raccapricciante. Non so per quanto tempo rimasi ad occhi chiusi in attesa di un qualcosa, ma quando non sentii alcun rumore li riaprii lentamente sperando che Aki avesse cambiato idea, ma mai scelta si rivelò più errata.
La scena che si dipinse dinnanzi a me era peggiore di quanto potessi immaginare: Aki era immobilizzato al muro dalla spada che gli attraversava il corpo, mentre la parte superiore del suo abito bianco si andava tingendo di rosso.
-Aki..- la mia voce uscì strozzata e flebile.
-V..va tutto bene- tentò di dire.
E quello fu l’inizio della fine. Il fatto che nelle sue condizioni si preoccupasse ancora di consolare me, mi animò di un’ira che non credevo di poter provare.
Lacrime di frustrazione presero a scorrermi sul viso mentre sentivo il mio potere spirituale risvegliarsi in tutta la sua potenza.
Era ora di mettere fine a quella situazione!
-Tutto questo è più divertente di quanto avessi osato sperare.-
Non gli concessi il tempo di terminare la sua frase derisoria.
Con una gomitata lo colpii all’altezza dello stomaco, riuscendo a divincolarmi dalla sua presa. Non mi importava del dolore alla gola causatomi dalle sue unghie, volevo solo porre fino a tutto.
-Cosa pensi di fare, Kagome? Sei ferita e disarmata, non ci metterò molto a farti fuori.-
-Questo è tutto da vedere.- ribattei.
Dal suo corpo trasformato, grazie al potere del pezzo della sfera, si allungò un tentacolo diretto al mio cuore; non fu difficile evitare quell’attacco ergendo una barriera protettiva.
Nel momento in cui il suo tentacolo sfiorò la mia barriera cominciò a decomporsi per effetto della mia forza purificatrice e io ero decisa a sfruttare sino in fondo quel suo momento di debolezza, perciò raccogliendo le mie esigue forze scagliai contro di lui una sfera d’energia. Sapevo che se il combattimento si sarebbe protratto a lungo, con le forze che mi rimanevano, non avrei avuto speranze di vittoria..ero ancora stremata per la lotta con Akuma. Congiunsi le mani ed invocai una preghiera che lo costrinse all’immobilità. Ero conscia del fatto che il mio incantesimo non avrebbe avuto una lunga durata e così, rapida, mi avventai su di lui, colpendolo con un calcio al petto che lo fece ricadere in posizione supina.
Odiavo la violenza, ma sorrisi nel vedere un filo di sangue scivolare dalle sue labbra. Era a terra, vulnerabile e indifeso..solo io avevo il potere di decidere della sua vita.
-Sei pronto a pagare per tutte le tue malefatte, Naraku?- domandai, risoluta ad ucciderlo.
Non compresi il perché del suo sorriso di vittoria, fin quando una voce odiata non raggiunse le mie orecchie.
-Fossi in te non lo farei.-
Mi voltai e rimasi paralizzata nello scorgere la bassa figura di Saha che puntava un coltello alla gola di Aki, ormai troppo debole per ribellarsi.
-Dannata!- sibilai.
-Allontanati subito da lui.- mi ordinò, avvicinando ulteriormente la lama alla gola di Aki.
Non esitai. Così come il mio migliore amico aveva rischiato tanto per salvarmi la vita, io non avrei fatto nulla per mettere in ulteriore pericolo la sua.
Arretrai di diversi passi, facendo correre lo sguardo alternativamente da Naraku, che si stava rialzando, a Saha.
-Il tuo tempismo è perfetto, mia cara.- la lodò Naraku.
-Questo ed altro per colui che diventerà il mio sposo.- replicò con tono svenevole la rossa.
Le labbra mi si arricciarono per il disgusto.
-Il tuo sposo? Non dirai sul serio.-
-Questa volta ho scelto di stare dalla parte giusta, Kagome.-
-Tu sei una pazza, ecco cosa sei. Ho sempre pensato che tu fossi una poco di buono, ma come hai fatto a raggiungere tali livelli? Ti sei schierata al fianco dell’essere che ha intenzione di sterminare la tua stessa razza.- replicai incredula e schifata.
-La mia razza? Non ti hanno raccontato che appena la sfera sarà ricomposta io diventerò un demone? Ebbene sì, Kagome, per mesi ho dovuto sopportare di vivere nell’ombra a causa tua e delle tue amiche; da tutte venivate considerate delle eroine e nessuno si accorgeva del mio vero valore, ma ora le cose cambieranno..tra un po’ sarò io la più potente. Dimmi, mia cara, come ti senti adesso che ti trovi in una posizione d’inferiorità?- mi schernì.
-Allontana quella lama dalla sua gola. Sei un’illusa, Saha, potrai anche uccidere me, ma non scamperai alle ire di Inuyasha e degli altri.-
-A loro penserò io.- si intromise Naraku. –E ora basta perdere tempo, consegnami il pezzo della sfera.- mi ordinò.
-Mai!- negai.
-Fallo se non vuoi che sgozzi il tuo amichetto.-
Non potevo mettere a rischio la vita di Aki.
-Ti consegnerò la sfera, ma ordina alla tua promessa sposa di allontanarsi da lui.-
-Non sei nella posizione adatta per negoziare.- mi fece notare contrariato. –Voglio la sfera. Ora.-
Esitai.
-Saha, uccidilo.- ordinò alla rossa.
-No!- urlai –D’accordo, hai vinto.- aggiunsi rapidamente.
Mi chinai e a malincuore lasciai scivolare la sfera dalla mia mano, indirizzandola con una lieve pressione verso Naraku.
Potei notare attimo dopo attimo il suo sorriso distendersi e mutare in un’espressione di soddisfazione mentre stringeva la sfera, ormai completa, tra le sue mani.
La sua risata vittoriosa rimbombò tra le pareti e io mi sentii morire.
Sarebbe davvero finita così? Il male avrebbe trionfato? Il mondo sarebbe sprofondato in un caos di perfidia e crudeltà?
Naraku aveva davvero vinto?
-Finalmente tutto il potere è in mano mia e presto il mondo intero cadrà ai miei piedi.- ribadì con tono tronfio.
-Saha, uccidi Aki, io mi occuperò di Kagome.-
-Fossi in te non canterei vittoria così velocemente, dannato!-
Sentire quella voce, quel tono così autoritario e sicuro, mi fece tremare il cuore di speranza, sollievo ed amore.
Inuyasha comparve all’improvviso nella sala, a spada sguainata,  con un’espressione risoluta dipinta in volto.
-Inuyasha! Maledetto, cosa ci fai tu qui?- sibilò infastidito Naraku.
Non riuscivo a distogliere il mio sguardo da quella figura tanto amata.
Mi era bastato vederlo per sentirmi al sicuro, nonostante la critica situazione in cui ci trovassimo.
-Stai bene, Kagome?- mi domandò voltandosi a fissarmi per un solo istante.
-Sì.- mi limitai a rispondere, troppo sopraffatta dai sentimenti che mi suscitava per dire altro.
-Tu occupati del lupacchiotto, a questo bastardo traditore penserò io.- mi disse, prima di lanciarsi contro di lui.
Raccolsi le poche energie che ancora mi animavano e mi avvicinai a Saha.
La vidi esitare e poi cominciare ad arretrare.
-Cosa c’è, Saha? Senza la protezione di Naraku non ti senti più così tranquilla e potente?- la schernii.
Tentai di mostrarmi sicura e decisa, ma in realtà mi risultava difficile avanzare quando le gambe mi tremavano a causa della debolezza.
La prima cosa che feci fu quella di liberare Aki, premurandomi di fargli toccare il suolo il più delicatamente possibile.
La parte superiore del suo kimono era completamente intrisa di sangue e la sua pelle era cerea e fredda a contatto con la mia mano.
-Aki, ti prego, svegliati.- piagnucolai, scuotendolo delicatamente.
-Sei sempre la solita piagnona, Kagome.  Sono un demone e non morirò certo per così poco.- sussurrò.
La sua voce, seppur flebile, mi giunse nitida, rincuorandomi.
A farmi distogliere l’attenzione dal mio migliore amico, fu un urlo di dolore lanciato da Inuyasha.
Impallidii quando vidi il suo corpo, trafitto da uno dei tentacoli di Naraku, venir scagliato lontano, contro una delle pareti.
Ero pronta a rialzarmi e riaffrontare Naraku per difendere la vita di Aki ed Inuyasha, ma la voce flebile del mio migliore amico mi avvisò di un pericolo più imminente.
-Ti ho sempre detto di non distrarti mai durante un combattimento, Kagome.-
Compresi subito il senso reale delle sue parole. Con decisione afferrai la spada di Aki e ruotando su me stessa mi ritrovai faccia a faccia con Saha.
-Sei una vigliacca! Mi attacchi alla schiena. Non hai neanche il coraggio di affrontarmi a viso aperto?- le domandai irata.
-Sappi che non mi pentirò mai di ciò che sto per fare.- le dissi e senza attendere oltre affondai la spada nel suo petto, reclamando la sua vita.
Il corpo della donna che era stata causa si attrito tra me e Sota, cadde ai miei piedi privo di vita. Non gli concessi più di uno sguardo schifato e risoluta mi voltai per fissare Naraku.
-Sei rimasto solo.-
-Anche tu, Kagome. Pensi di potermi battere ridotta come sei?-
-Lei non è sola- negò Inuyasha.
Spostai il mio sguardo poco oltre la figura di Naraku e lo vidi rialzarsi, sostenendosi a Tessaiga. Vidi il volto del nostro avversario perdere un po’ della sua sicurezza.
-Cosa credete di poter fare? Aki è moribondo, voi siete entrambi feriti ed io possiedo la sfera.-
Inuyasha sorrise, ma non compresi la sua reazione.. del resto le parole del nostro nemico erano fondate.
-Ma noi non siamo soli.- ribadì.
-Cos..- tentò di replicare, ma le sue parole si spensero quando anche lui, come me, comprese ciò che stava per avvenire.
Dalle profondità dei corridoi risuonava forte l’eco di passi veloci e voci che invocavano il nome mio e di Inuyasha..i rinforzi stavano arrivando!
-Arrenditi!- gli consigliò il mio mezzo demone.
-Arrendermi? Potrete aver vinto questa battaglia, ma non la guerra. Io ho la sfera e molto presto sentirete ancora parlare di me.- sibilò prima di sparire in una nuvola di miasma.
Stremata, caddi in ginocchio. Sentivo le gambe pesanti e la testa vuota, facevo fatica a tenere gli occhi aperti, ma riconobbi senza difficoltà le braccia che si serrarono, protettive, intorno al mio corpo.
-Inuyasha.- bisbigliai, lasciandomi andare contro il suo petto.
Nonostante fosse ricoperto di sangue, profumava ancora di buono e quella fragranza così virile mi concesse un po’ di serenità.
-Aki..- riuscii a dire, a fatica.
-Tranquilla, la sua vita non è in pericolo. La sua ferita si sta già rimarginando. Quel lupacchiotto ha la pelle più dura di quanto pensassi.-
Sorrisi, non avendo la forza di rispondere.
-Amore mio, lo so che sei esausta e che cadrai addormentata prima ancora che tuo fratello riesca ad arrivare qui, ma ho bisogno di sapere se stai bene. Ti prego, Kagome, dimmi che Akuma non ti ha fatto del male.-
Il tormento e l’insicurezza che trasparivano dalla sua voce, superarono anche la cortina di stanchezza e confusione che avvolgeva la mia mente ed i miei pensieri, facendomi riacquistare un minimo di lucidità.
-Sto bene, Inuyasha. Aki mi ha salvata.
Inuyasha, Naraku è riuscito a fuggire con la sfera.- biascicai.
Tentavo in tutti i modi di restare vigile, ma la stanchezza era troppo pressante.
-Shhh- mi sussurrò, prendendo a cullarmi –L’importante è che tu sia qui, amore mio. A tutto il resto penseremo poi..-
Annuii e cullata dalle sue braccia forti mi lasciai avvolgere dal nero che mi circondava.
 
 
 
I miei sensi erano in allerta; percepivo l’avvicinarsi dei miei amici e il respiro di Aki regolarizzarsi, avvertivo il puzzo di sangue, di macerie e di distruzione, ma tutta la mia attenzione era concentrata sulla ragazza che dormiva stremata tra le mie braccia.
Era così bello risentire il suo corpo morbido stretto al mio, che non mi importava dello scenario di morte che mi circondava.
Naraku era riuscito a fuggire e ormai non c’era più modo di rimandare l’irrimandabile..la guerra ci avrebbe travolti tutti!
Sarebbe stata dura, ma insieme, uniti, avremmo vinto ed il bene avrebbe trionfato sul male!





Angolino dell'autrice:
Parto col chiedervi scusa per la lunga attesa, ma scrivere questo capitolo è stato davvero difficile. L'ispirazione mi veniva a momenti, tanto è che l'ho scritto sparpagliato un pò ovunque: pc, pezzi di carta, quaderni dell'uni e poi mi è toccato riassembrarlo e correggerlo. Ci tengo a dirvi che non sono particolarmente soddisfatta del risultato, ma ho scoperto che descrivere le scene di lotta non è davvero il mio forte.
Tornando al capitolo scopriamo qualcosa in più del piano di Naraku e so che molti di voi avrebbero voluto vedere Inuyasha combattere al fianco di Kagome piuttosto che Aki, ma a mio parere la cosa sarebbe risultata poi troppo scontata.
Che aggiungere? Prima di ringraziarvi, vorrei informarvi della mia ultima pazzia.
No, tranquilli non ho cominciato l'ennesima storia, ho solo creato un gruppo su facebook. Mi piacerebbe poter interagire con voi tutti, fare amicizia, scambiarci pareri idee e ovviamente postare spoiler..se vi fa piacere lo trovate qui.. https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ Se vi fa piacere, vi aspetto numerosi :)
Dopo questo ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia, chi l'ha inserita tra le seguite/ preferite/ ricordate. Grazie mille.
Un grazie enorme anche a chi recensisce facendomi conoscere il proprio parere..siete un enorme stimolo a fare sempre meglio :) Quindi, se vi fa piacere, fatemi sapere il vostro parere.
La smetto di rompervi ricordandovi che mancano solo tre capitoli alla fine della storia :) In che genere di finale sperate?
Grazie ancora ::)
Baci, Serena ^^

 

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Capitolo 22
*** L'inizio della fine o la fine dell'inizio? ***


ATTENZIONE: Il capitolo è frutto di una rapida rilettura a quest'ora notturna, di conseguenza potrebbe contenere errori/ orrori che provvederò a correggere domani!
Lettore avvisato, mezzo salvato :D




-Inuyasha, smettila. Ti ho detto che sto bene.-
-Ti chiedo solo di restare a letto ancora per oggi.- mi pregò.
Sbuffai, rassegnata ed esasperata. Era trascorsa, ormai, quasi una settimana dal nostro scontro con Naraku, ma gli effetti  di quel giorno si erano protratti anche nel presente. Ampie zone del palazzo erano state distrutte, molte vite erano state spezzate e avevamo scoperto che il numero dei traditori, nonché dei nostri avversari, era molto superiore al previsto. Mi ci erano voluti due giorni per riprendermi da tutta la stanchezza accumulata, ma il mio apprensivo mezzo demone mi aveva costretto a tre ulteriori giorni di riposo assoluto e forzato. Apprezzavo il suo preoccuparsi per me, ma non avevo voglia di restarmene inerme a letto quando tutti si stavano preparando per quella che sarebbe stata la lotta che avrebbe deciso del destino del mondo.
-E’ quello che mi hai detto anche ieri, e l’altro ieri ed il giorno prima ancora. Sono guarita, Inuyasha.-
-Tu forse non hai idea delle condizioni in cui eri quando sei giunta qui, ma ti assicuro che io non le dimenticherò più. Mi hai spaventato a morte.-
-Lo so, e mi dispiace.. ma ora sono guarita.- mi lamentai.
-Kagome, se continui con questo ritmo il tuo corpo non reggerà. Hai idea di quante volte tu sia stata ferita nel corso dell’ultimo mese? Prima il combattimento col demone toro, seguite dalle frustate di quel dannato, poi il combattimento con Akuma e nello stesso giorno quello con Naraku. Con tutto quello che hai subito dovresti restare a letto immobile per un mese.-
Alzai agli occhi al cielo per la sua esagerazione.
-Forse dimentichi che prima di giungere qui combattevo contro i demoni quasi ogni giorno. Sono abituata alle ferite ed ho un’ottima sopportazione del dolore. Non sono così fragile, Inuyasha.
Hai chiesto a tre dei medici di corte di visitarmi e tutti ti hanno dato lo stesso responso: il mio corpo è guarito. Non contento hai chiesto anche l’opinione di Kikyo ed hai praticamente costretto Kaede a somministrarmi i suoi unguenti.-
-Mi preoccupo per te.- mi fece notare lui, risentito.
-Lo so e ti ringrazio, ma io voglio rendermi utile..voglio combattere e sconfiggere Naraku. Solo così potremo essere davvero liberi.-
-Non potresti lasciar combattere me? Saperti al sicuro mi renderebbe le cose più facili.-
Le sue parole mi spiazzarono e mi affrettai ad esprimere la mia totale indignazione.
-Non pensarci nemmeno. Non mi escluderai, io combatterò al tuo fianco. Non pensarlo nemmeno, Inuyasha.-
-Potrei ordinartelo..- mi disse, senza però incrociare il mio sguardo.
-Fallo, ma sappi che non ti ubbidirò. Non mi importa se tu sei il padrone ed io la schiava. Non lascerò che tu ed i miei amici affrontiate quel bastardo da soli. Dovrai uccidermi se non mi vuoi al tuo fianco!- replicai risoluta.
Mi guardò sorridendo, mentre io mi sentivo umiliata e infuriata per le sue parole. Dopo tutto quello che avevamo condiviso mi considerava davvero ancora alla stregua di una schiava a cui poter dare ordini?
-Sapevo che avresti detto qualcosa del genere. Non essere arrabbiata con me, era mio dovere chiedertelo, Kagome. Sarei felice di saperti al sicuro, lontano dalla battaglia, ma sono ancor più contento di sapere che sarai al mio fianco anche durante la guerra.-
La sua spiegazione mi rabbonii.
-Nonostante ciò, sono ancora dell’idea che dovresti rimanere a letto per oggi. E magari pure domani.-
Non ritenni necessario concedergli una risposta.
Erano giorni che  l’intero palazzo era in allarme, in subbuglio. Le truppe si allenavano duramente per prepararsi all’attacco. La guerra sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro e il mio mezzo demone pretendeva che io me ne stessi buona a letto. Decisamente no!
-Credevo che l’argomento fosse ormai chiuso. Aki è già in piedi e lui ha riportato ferite molto più gravi delle mie. Sango mi ha detto che ha anche ripreso ad allenarsi con loro.- protestai.
-Aki è un demone. Il suo corpo guarisce molto più rapidamente di quanto non faccia il tuo. E poi del lupacchiotto non mi interessa, mentre per te mi preoccupo.- replicò, sedendosi accanto a me.
-Sono stata ferma anche troppo tempo. In più vorresti forse escludermi dal consiglio che si terrà oggi? Sai che questo riguarda anche me!-
-Come sai del consiglio?- chiese sorpreso.
-Alissa me ne ha parlato. Non posso mancare, Inuyasha. O avevi intenzione di tenermi all’oscuro?-
-Certo che no. Ti avrei raccontato tutto quello che sarebbe stato deciso.- si affrettò a spiegare.
La mia amica mi aveva confidato che il re aveva fissato per quel giorno un incontro con tutte le cariche e le rappresentanze più influenti del regno. Con lo scontro così prossimo era necessario riorganizzare e ridefinire le strategie, le decisioni e le manovre.
Erano stati giorni frenetici quelli trascorsi. Quando la notizia sull’identità del traditore era stata diffusa in molti erano restati basiti ed increduli. Erano stati compiuti controlli a tappeto e persone insospettabili erano state associate al traditore e giustiziate immediatamente. Il clima era irrespirabile. La tensione, la frenesia, il sospetto, erano percepibili ovunque e rendevano l’aria quasi irrespirabile.
Per me che percepivo le emozioni con maggiore chiarezza e sensibilità era ancora più dura resistere a quella carica di emozioni poco positive.
-Mi toccherà fare un discorsetto con le tue amiche. Non dovrebbero riferirti tutto ciò che sentono.-
-Non minacciare le mie amiche.- lo rimproverai.
-Non oserei farlo, anche perché Inuki e Miroku reclamerebbero la mia testa.- scherzò, lasciandosi andare e stendendosi sul letto che ormai condividevamo.
Lo osservai e rimasi ancora una volta incantata da cotanta bellezza. I lunghi capelli d’argento erano sparpagliati disordinatamente e quasi si confondevano con le immacolate lenzuola. Il torace si risollevava ad ogni respiro a ritmo regolare e mi tornarono vividi alla memoria il ricordo delle notti trascorse insieme. Arrossii nel riportare alla mente quella tenera passione, quel dolce lasciarsi andare. Era una situazione del tutto inopportuna eppure un dolce languore mi si accese nel ventre. Gattonai fino a raggiungerlo e sorrisi quando la sua espressione sorpresa si concentrò su di me.
-Che cosa stai facendo?- bisbigliò, racchiudendo il mio viso tra le sue mani a coppa.
-Sto solo per baciarti.- replicai innocentemente, prima di far toccare le nostre labbra.
Lo baciai con trasporto, a lungo, finché non sentii la sua passione risvegliarsi. Mi allontanò gentilmente da sé.
-Credo tu sia consapevole di ciò che stai facendo. Non possiamo, Kagome.-
Il suo rifiuto bruciava.  Era una sensazione di delusione, mista ad una più cruda di inadeguatezza.
-Perché no?- domandai, tentando di restare calma.
-Le tue ferite sono ancora fresche. Non voglio correre il rischio di farti male.-
-Il tuo rifiutarmi mi ferisce molto di più. Inuyasha, che tu lo voglia o no,da oggi riprenderò gli allenamenti. La guerra è ormai imminente e non sappiamo cosa potrebbe accadere. Non sappiamo se io..- non mi lasciò terminare.
-Non dirlo nemmeno.- sibilò. –Una cosa del genere non la permetterò mai.-
-Amami, allora. Ti chiedo solo questo.- sussurrai, prima di tornare a baciarlo.
Sentii le sue riserve sciogliersi come neve al sole. Mi spogliò rapidamente, affamato. I suoi vestiti raggiunsero presto i miei sul pavimento; sentivo troppo pressante la necessità di sentirlo mio per far piano.
Avevo bisogno di sentirmi amata, di sentirmi sua, di sentire noi. Lessi nei suoi movimenti, nelle sue carezze, la stessa smania. Le sue mani erano accorte, ma insaziabili, infrenabili, ingorde.
Accarezzò ogni centimetro del mio corpo, così come io feci con il suo e quando il nostro desiderio ebbe ormai raggiunto cime incontenibili, mi penetrò.
Ci amammo con urgenza ma godendo di ogni gemito, con passione ma senza dimenticare la tenerezza, col bisogno di sentirci ed assaporarci. Ci amammo come se non fossimo certi del domani.
Le sue spinte seguivano un ritmo cadenzato, ma ben definito. Era inspiegabile ciò che provavo in quei momenti..era come cadere, lasciarsi andare da una vertiginosa altezza, ma con la consapevolezza che lui mi avrebbe presa.
Giacemmo abbracciati a lungo, stanchi ma soddisfatti. Stretta da quelle forti braccia, rinchiusa in quel dolce calore, mi lasciai andare ad un piacevole dormiveglia.
 Mi sarebbe piaciuto trascorrere tutti i giorni in quel modo, ma sapevo che la pace sarebbe durata ancora per poco.
Non so con precisione per quanto tempo restai in quello stato di dolce torpore, ma fui risvegliata dalle carezze decise di Inuyasha.
-Lasciami dormire ancora cinque minuti.- mi lamentai.
-Non se vuoi venire con me.-
-E dove dovremmo andare?- chiesi, intontita dal sonno.
-Ad un incontro molto importante.- sussurrò.
Le sue parole oltrepassarono la nebbia di intontimento nella mia testa, svegliandomi di colpo.
-Inuyasha, ma sei impazzito?- urlai, scattando a sedere.
-Da quanto tempo sto dormendo? Siamo in ritardo?- sbraitai, isterica.
-Un po’.- replicò tranquillo, scrollando le spalle in un gesto di noncuranza.
-Sei un irresponsabile.- lo rimproverai, abbandonando il letto e recuperando velocemente i miei abiti.
-Perché ti arrabbi tanto?-
-Perché siamo decisamente in ritardo.-
-E che importa? Senza di noi non possono cominciare- ripeté tranquillo, cominciando finalmente a rivestirsi.
-Questa non è una buona scusante. Inuyasha, in questa riunione non si discuterà della cena di questa sera, ma di una guerra che segnerà le sorti del mondo.- gli feci notare.
Sbuffò, scocciato per i miei rimproveri.
-D’accordo. Hai ragione, avrei dovuto svegliarti, ma dormivi di un sonno così beato che mi è dispiaciuto.-
Sorrisi, rabbonita per le mille premure che mi riservava e per quel lato dolce del suo carattere che giorno dopo giorno scoprivo.
Mi avvicinai a lui, tentando contemporaneamente di sistemare alla meglio la sgualcita fascia che richiudeva il kimono, e lo baciai.
-A cosa devo questo bacio?- mi domandò, stringendomi la vita per trattenermi.
-E’ un modo per ribadirti il mio affetto.- replicai, maliziosa.
Affondò il naso nei miei capelli arruffati e inspirò profondamente.
-Adoro sentire il mio odore su di te.. mi ricorda che sei mia.-
-Io non ho bisogno di sentire nessun odore per ricordarmene.-
Lo baciai ancora una volta.
Mi piaceva indugiare in quei gesti dolci ed affettuosi, ma per quel giorno avevamo trascurato fin troppo i nostri doveri.
Lo obbligai a rivestirsi in fretta e lo trascinai, con la stessa urgenza, per i corridoi finché non raggiungemmo la sala principale.
Inuyasha spalancò con noncuranza la porta e, prendendomi per mano, mi condusse verso i posti che eravamo ormai soliti occupare. Arrossii nel sentire tutti gli occhi puntati su noi, sapendo che molti dei presenti, grazie ad un olfatto sensibile, avrebbero intuito il motivo del nostro ritardo. Non che i capelli arruffati, i vestiti approssimati e il mio viso in fiamme non fossero indizi sufficientemente chiari.
-Inuyasha, Kagome, è confortante sapere che nonostante i tempi difficili molti di noi riescono ancora a trovare il tempo per dilettevoli passatempi.- ci schernì con tono divertito Inuki.
Se possibile, arrossii ancor di più, ma internamente sorrisi per quella situazione bizzarra. Ignorai  di proposito gli sguardi, sicuramente accigliati e colmi di disappunto, del mio migliore amico e dei miei fratelli.
-Maestà, vi chiedo perdono per il ritardo.- dissi, inchinandomi.
-Oh, Kagome, sono sicuro che non mi sarebbe possibile attribuire la colpa esclusivamente a te- ridacchiò. –Ma è giunto il momento di affrontare questioni che richiedono la massima serietà.- aggiunse subito dopo, assumendo un’aria più seria e composta.
-Tutti siete al corrente dei recenti avvenimenti che hanno interessato il nostro regno e nessuno di voi, qui presenti, ignora l’identità del traditore. Il nemico che siamo chiamati ad affrontare conosce bene il nostro esercito, le nostre tattiche, i nostri punti di forza così come quelli deboli. Naraku può contare sul potere della sfera totalmente ricomposta e sull’alleanza di demoni potenti.-
-Avete provato a trattare, Maestà?- chiese uno dei soldati.
Nella sala borbottii di indignazione risuonarono nitidi come protesta per quell’inopportuna domanda.
-Silenzio!- tuonò il re. –Sapete che durante i miei lunghi anni di regno ho evitato guerre e rivalità, ma quella posta da Riuji non è una domanda illecita. Naraku ha posto condizioni decise e chiare per non attaccare.-
-Cosa ha avuto il coraggio di chiedere quel dannato?- ringhiò Koga.
-La mia abdicazione, ovviamente. L’allontanamento dal regno di tutti i miei eredi e sostenitori. Un giuramento di fedeltà a lui rivolto da tutti i componenti dell’esercito e soprattutto lo sterminio totale degli esseri umani e di chiunque li abbia fin’ora sostenuti.-
Non mi stupii per quelle richieste azzardate e senza fondamento, da un essere viscido come Naraku non potevo aspettarmi altro.
-C’è forse qualcuno che intende prendere in considerazione queste assurde proposte?- chiese, sarcastica, la gelida voce di Sesshomaru.
Ero sicura che se anche qualcuno avesse voluto farlo, avrebbe taciuto per quella non velata minaccia.
Il re annuì, soddisfatto per l’accordo comune, e riprese il suo discorso.
-Se è vero che Naraku conosce le nostre tecniche di battaglia, è anche vero che noi potremo contare sul valido aiuto di molti nuovi alleati.-
-Intendete coinvolgere anche gli umani nella lotta, dunque?- domandò un soldato.
-Non è necessario coinvolgerci, lo siamo già. Questa guerra riguarda tanto i demoni quanto gli umani.- chiarì con tono deciso Sango.
-Sango ha ragione- l’avallò Miroku –Da questo momento siamo tutti uniti contro un nemico comune. C’è forse qualcuno che non si sente di accettare quest’alleanza?-
Trattenni il fiato per l’ansia, per poi rilasciarlo lentamente quando nessuno osò opporsi.
-Sarà necessario rivedere le nostre tattiche e sfruttare al meglio l’aiuto che l’esercito capitanato da Sota e Kohaku può darci.- dichiarò, pensieroso, Inuyasha.
-In realtà io credo di aver già trovato la soluzione migliore.- spiegò il re.
-Conosco Naraku da diversi secoli e sono sicuro che concentrerà il suo attacco su diversi fronti. L’esercito reale avrà il compito di occuparsi dei numerosi alleati che attaccheranno il castello.-
Vidi Sota, Kohaku ed Aki scambiarsi un’occhiata complice ed annuire concordi.
-Il nostro esercito affiancherà i vostri uomini. Uniti ci sbarazzeremo dei nemici permettendo agli altri di concentrarsi su Naraku.- dichiarò Sota.
-Molto bene.- acconsentì il re.
-Se per voi va bene, sire, io vorrei combattere al fianco di Sota. I miei poteri spirituali potrebbero servire per tenere a bada molti demoni.-
Sollevai un sopracciglio, leggermente sorpresa.
Inu No Taisho si voltò a fissare Inuyasha per conoscerne il parere.
Nonostante fossi sicura del sentimento che legava me ed Inuyasha, provavo una punta di fastidio ogni volta che Kikyo veniva in qualche modo associata al mio mezzo demone.
-Kikyo agirà come più preferisce.- dichiarò, rivolto a tutti –Mi fido delle tue abilità, ma fa attenzione.- continuò, rivolto direttamente a lei.
-Sarete quindi voi ad occuparvi di Naraku, Vostra grazia?- chiese un demone.
-No, il mio compito come re è quello di pensare innanzitutto al mio popolo. Sono sicuro che Naraku agirà su più punti, inviando eserciti anche in altri territori. Il mio dovere è quello di garantire la salvezza anche di coloro che non abitano tra queste mura. È proprio per questo che partirò subito dopo questa riunione.- dichiarò, con espressione imperscrutabile.
Spalancai la bocca, basita.
La mancata presenza del re era un evento che non avevo minimamente preso in considerazione. Avevo sempre pensato che la sua grande potenza sarebbe stata un decisivo vantaggio.
-Come intendete respingere l’invasore, allora? Se voi sarete lontano da qui e l’esercito impegnato a rallentare gli alleati di Naraku, chi si occuperà del problema principale?-
-I miei figli, ovviamente. Koga e Ayame verranno con me, ma Sesshomaru, Inuyasha, Inuki e Miroku garantiranno la fine di questa guerra.-
-Maestà, con tutto il rispetto, tutti conosciamo l’enorme valore combattivo dei vostri eredi, ma cosa accadrebbe se dovessero fallire? Saremmo perduti a quel punto!- domandò, timoroso, una delle cariche dell’esercito.
-I miei figli non saranno comunque soli. Sango, Alissa, Rin e Kagome li supporteranno e tutti avete ormai avuto modo di conoscere la loro abilità in battaglia. Senza contare che Kagome, in quanto custode della sfera, avrà un ruolo principale nello scontro e sarà l’obiettivo prevalente di Naraku. Ho riflettuto a lungo sulle mie decisioni e non ho trovato una strategia migliore di questa.-
Sentii qualcosa di decisamente pesante posarsi sulle mie spalle. Sapevo che, inevitabilmente, avrei avuto un ruolo importante in quella storia ed ero felice di poter usare i miei poteri spirituali per riportare la pace, ma il compito che il re ci stava affidando era sì gratificante, ma senza dubbio oneroso e complicato.
-C’è qualcuno che non approva la mia scelta? Dubbi? Suggerimenti?- chiese, seriamente disposto ad ascoltare le opinioni altrui.
Tutto tacque.
-Bene, sappiate allora che da questo momento ogni minuto è decisivo. Da ora, la pace è finita.-
Molte volte mi ero ritrovata a pensare che qualche evento aveva segnato il reale inizio delle ostilità, ma in quel momento compresi che in realtà si era sempre trattato solamente di piccole fratture inflitte ad una corda già rotta; ma se a dirlo questa volta era il re, tutto assumeva un aspetto più reale e concreto.
Così come aveva dichiarato, Inu No Taisho partì immediatamente dopo il termine della riunione. Salutò i suoi figli, raccomandando a tutti la massima prudenza e affidando il regno, che per tanti anni aveva sapientemente guidato, nelle nostre mani.
 
 
Quelli che seguirono furono giorni frenetici. L’aria era irrespirabile, intrisa com’era di ansia, preparazione e aspettative. Gli allenamenti erano duri, sfiancanti e occupavano gran parte della giornata.
Demoni ed umani dovevano rapidamente imparare a combattere fianco a fianco, diventando un prolungamento dello stesso corpo, un sostegno per il punto debole dell’altro. Inuyasha e i suoi fratelli diressero con mano esperta il tutto, dimostrando ottime abilità di dominio e controllo.
Le divergenze tra umani e demoni erano state appianate per coalizzare tutti contro un unico grande nemico.
Poi, in un istante, una giornata che era cominciata come tutte le precedenti , una simulazione così simile alle altre, divenne realtà. Bastò l’annuncio di una delle vedette per segnare l’inizio di tutto.
Il cortile del castello era diventato un caos di demoni impazziti, di richiami alle armi, di urla e isterismo. I gradi più alti dell’esercito richiamarono tutti all’ordine, invitando ognuno a prendere la posizione che gli spettava.
Avevo dovuto salutare Aki, Sota e Kohaku senza sapere se mai avrei potuto rivederli. Quella che si sarebbe consumata di lì a poco sarebbe stata la più feroce e sanguinolenta delle battaglie.
Mi guardai intorno, incrociai gli occhi ugualmente carichi di promesse delle mie amiche e sorrisi. Comunque sarebbero andate le cose, eravamo insieme ancora una volta.
Poi non ci fu più tempo per pensare. Gli alleati di Naraku si lanciarono verso l’esercito del regno, dando il via al tutto.
Tutte le nostre speranze, tutti i nostri progetti, il nostro stesso domani dipendevano dall’esito di quella guerra.
-A quanto pare il nostro generale sta arrivando. Togliamocelo dai piedi, così da chiudere in fretta la questione.- ringhiò Inuki.
Tentai di acuire la vista e tra l’alto polverone creato dal combattimento riuscì a vedere delle ombre dirigersi verso di noi.
-Non sforzarti, presto riuscirai a vederli.- mi disse Inuyasha.
Le sue parole mi lasciarono perplessa e mi insospettirono.
-Vederli?-
-Sì, Naraku non è solo.-
-Beh, c’era da aspettarselo che avrebbe portato con sé qualche amico.- ribatté Miroku.
-No, nei demoni che lo accompagnano c’è qualcosa di diverso.- spiegò la voce fredda di Sesshomaru.
-Cosa?- chiese Rin.
-Hanno lo stesso odore di Naraku.-
Spalancai gli occhi nel sentire quelle parole. Avrei voluto chiedere spiegazioni, ma fui costretta a tacere. Ora che erano effettivamente più vicini, l’immagine di Naraku e dei suoi alleati fu visibile anche ai nostri occhi umani. Osservai con disprezzo l’ormai nota figura di Naraku, mostrai più curiosità nell’esaminare quei demoni sconosciuti.
Mi sembrava logico dedurre che per portarli con sé, il generale dovesse contare molto sul loro supporto. Le parole di Sesshomaru mi avevano poi acceso uno strano timore. Quei tre sconosciuti rappresentavano una variabile impazzita nel nostro piano.
-Allora è andata proprio come immaginavo. Il re ha affidato a voi il compito di fermarci. Mi chiedo cosa mai potranno fare tre demoni e cinque esseri umani.- proferì con sarcasmo il nostro nemico.
-Naraku, se non sbaglio l’ultima volta che ci siamo visti stavi scappando come un codardo con la coda tra le gambe.- lo schernì Inuyasha.
Mi sarei aspettata una risposta arrogante, una smentita o altro da Naraku, ma non il sorriso che ci rivolse.
-Sono stato abbastanza saggio da capire che in certi momenti è meglio desistere. Ma questa volta, le cose non andranno così. Lasciate che vi presenti i miei amici. Kagura, la signora del vento.- disse, indicando una demone fasciata in sontuosi kimoni e dall’aspetto feroce –Kanna, demone dell’evanescenza.- presentò, indicando questa volta una bambina estremamente pallida e inespressiva – e infine Hakudoshi.-
-Sono sicuro che vi starete chiedendo come mai i miei alleati portano il mio stesso odore. Ebbene, queste creature sono miei alter-ego. Sono nate da me.-
Spalancai gli occhi, allibita.
-C..che significa che sono nati da te?- chiese sconvolta quanto me Alissa.
-Grazie alla sfera il mio potere è aumentato a dismisura. Posso fare questo e molto altro.-
Ci mostrò orgoglioso la sfera che teneva stretta nel palmo.
I miei occhi si posarono inevitabilmente  sulla gemma e qualcosa dentro me vibrò. Sentivo, nonostante la lontananza dal gioiello, ormai completamente oscurato dalla malvagità, un legame viscerale che ci univa. Percepivo il suo richiamo e anche parte di quell’oscurità che l’avvolgeva pervadermi il corpo.
Scossi la testa, inebriata e stordita da quelle strane sensazioni.
-Kagome, cosa ti succede?- mi domandò Inuyasha.
La sua voce mi riportò alla realtà.
-Cosa ti è preso?-
-I..io..non lo so..la sfera..- tentai di spiegare, indicando il gioiello.
La risata sadica di Naraku, mi fece intuire che lui fosse al corrente di ciò che era appena accaduto.
-Lo sapevo- dichiarò con tono vittorioso. –Kagome, tu e questo gioiello siete legati in modo indissolubile, dopotutto ne sei la custode. Avevo immaginato che in qualche modo l’oscurità che l’avvolgeva avrebbe contaminato anche te.- spiegò soddisfatto.
La paura mi invase. Se il male era dentro me, se mi aveva contagiata, non avrei più potuto usare i miei poteri purificatori. Sarei stata inutile, un peso, il punto debole su cui il nemico avrebbe concentrato tutta la sua attenzione. Rabbrividii.
-Che peccato! Se avessi avuto prima conferma delle mie teorie avrei sfruttato questa cosa a mio vantaggio. Ti avrei portata dalla mia parte e ti avrei costretta ad uccidere con le tue stesse mani tutti i tuoi amici.-
-Mai!- urlai, angosciata e schifata.
-Purtroppo tutti questi buoni sentimenti che ti circondano, l’affetto che condividete, l’amore che provi per Inuyasha e il tuo cuore puro non sono facili da piegare. Tutta questa accozzaglia di affetto e positività ti ha protetto dall’influsso della sfera.- spiegò, con un’espressione disgustata dipinta in volto.
Le sue parole mi ridiedero la sicurezza di cui necessitavo. Quelli che lui definiva “accozzaglia di sentimenti” sarebbero divenuti la strada da percorrere per arrivare alla vittoria.
Sbagliare, perdere, non c’era concesso. Da quello scontro sarebbe dipeso il destino dell’umanità.
-Credo che il tempo delle chiacchiere sia terminato.- annunciò, indurendo lo sguardo.
-Non aspettavamo altro.- replicò Inuyasha.
Sesshomatu, Inuyasha ed Inuki sguainarono le loro portentose spade, assumendo la posizione d’attacco. Miroku, armato del suo fedele bastone, si avvicinò ulteriormente a Sango, celando in parte la propria figura dietro Hiraikotsu che costituiva, così, al contempo un’arma e una difesa.  Alissa e Rin, sguainarono anch’esse le spade, meno appariscenti e voluminose rispetto a quelle demoniache, ma che sapevo potevano essere maneggiate con altrettanta maestria. Strinsi di più il mio arco, facendo tintinnare le frecce contenute nella faretra e sentendo il mio potere spirituale risvegliarsi in tutta la sua potenza.
-Sapete cosa fare.- ordinò Naraku ai suoi sodali.
Quando vidi i suoi alleati disperdersi e scagliarsi verso i miei amici, capii che le cose non sarebbero andate secondo i nostri piani. Avremmo lottato sì, ma avremmo dovuto farlo divisi.
 
Pov’s Alissa.
Quando vidi gli alleati di Naraku disperdersi, capii che le cose non sarebbero andate secondo i nostri piani. Avremmo lottato sì, ma avremmo dovuto farlo divisi.
Quella bambina pallida che Naraku aveva chiamato Kanna, si scagliò verso me ed Inuki. Si fermò a poca distanza e prese a fissarci con sguardo vacuo. Non compresi il suo tentennare, ma sapevo che non era immotivato.
Cosa nascondeva?
-Beh, che hai da guardare? Se non attacchi tu lo farò io.- urlò il mio compagno, lanciandosi verso quella pallida figura.
-Inuki.- lo richiamai, spaventata per il suo solito agire impulsivo.
Tremavo per la paura di perderlo, ma il suo attacco improvvisato mi permise di avere un quadro più chiaro della situazione ed elaborare una strategia. Gli affondi di Inuki non ebbero mai buon esito, poiché la bambina spariva nel nulla sempre un istante prima che la spada riuscisse a fendere il suo corpo.
Ricordai che Naraku l’aveva definita demone dell’evanescenza e compresi subito che gli attacchi diretti e frontali con lei non avrebbero mai dato esito.
Ma quale poteva essere il suo punto debole?
Poi ebbi la risposta alle mie domande. Mentre Inuki tentava l’ennesimo colpo, lo specchio che quella piccola figura stringeva tra le mani si illuminò e dalle sue profondità ne uscì un demone. Colto di sorpresa il mio principe non riuscì ad evitare l’impatto col corpo del demone e fu sbalzato lontano. Scattai, ed evitando le fauci spianate del mio nemico, tranciai con un sol colpo la sua testa.
-Inuki- urlai, per assicurarmi che stesse bene.
-Sto bene. Quella sottospecie di bambina trasparente mi sta facendo infuriare.- ringhiò, tornando al mio fianco.
-Non essere avventato, le cose non sempre si risolvono con la forza bruta.-
-Che vuol dire?-
-Naraku ha definito Kanna demone dell’evanescenza. Visto il modo in cui ha evitato tutti i tuoi attacchi mi viene facile comprendere che non ha né fisicità, né autore.- spiegai.
-E quindi?- mi domandò confuso.
Sospirai.
-Non puoi ucciderla colpendola fisicamente.-
-E come diavolo facciamo allora?-
-Il suo punto debole deve essere quello specchio. Probabilmente frantumando quello, riusciremo a sbarazzarci anche di lei.-
Lo specchio di Kanna si illuminò ancora una volta. Una quantità spropositata di demoni ne uscì, scagliandosi a tutta velocità verso di noi. Spalla contro spalla cominciammo ad eliminarli, supportandoci nei momenti di difficoltà.
-Il numero esagerato di demoni che ha tirato fuori da quel coso, mi lascia pensare che il tuo fosse un discorso sensato.- urlò Inuki, mentre con aria distratta affondava la spada nel corpo di uno strano demone.
-Temo potrebbe cacciare demoni all’infinito da quel dannato specchio e così non finiremmo mai.-
-Credi che il suo obiettivo sia sfiancarci?-
-E’ probabile. Dobbiamo pensare a qualcosa.-
Continuando a scansare gli attacchi dei demoni, tentai di elaborare una strategia. Diverse erano le strade che avremmo potuto percorrere, ma un errore sarebbe anche potuto costarci caro. Non conoscevo quel demone e non sapevo dire quante difficoltà avrebbe potuto crearci.
Sapevo che senza rischiare non saremmo mai giunti da nessuna parte e allora mi affidai all’istinto.
 
-Inuki.- urlai per farmi sentire.
-Cosa?-
-Attacca Kanna direttamente, come hai fatto fino a poco fa.-
-Ma tu..-
-Lascia perdere quello che ho detto e fidati di me.-
-Non se ne parla. Se mi concentrassi su di lei tu resteresti troppo esposta e sono molti i nemici da fronteggiare.-
Maledii quello spirito protettivo.
-Maledizione, Inuki. Ora non abbiamo tempo per pensare a questo. Ho affrontato situazioni peggiori e me la caverò. È l’unica possibilità che abbiamo. Devi fidarti di me.- ribadii con tono deciso.
Si voltò a fissarmi per alcuni secondi e si accigliò. Temevo avrebbe protestato ancora e invece mi stupì.
-Mi sto fidando, quindi non farmene pentire. Alissa, se ti succede qualcosa giuro che me la pagherai.- ringhiò.
Non mi lasciò il tempo di rispondere, perché velocemente si lanciò verso la vitrea figura del demone. L’assalì con colpi decisi e continui. Cercai di tenere gli occhi puntati sul loro combattimento, aspettando il momento più giusto per agire, mentre ancora fronteggiavo i demoni che mi circondavano.
Quando l’ennesimo attacco di Inuki andò a vuoto, vidi Kanna puntare lo specchio contro di lui, pronta a farne uscire altri demoni.
Quello era il momento che avevo atteso.
Tranciai con colpi casuali i demoni che mi circondavano, aprendomi un varco. Presi a correre verso quella figura pallida, ma capii subito di essere troppo lenta e che non avrei mai fatto in tempo.
Optai per una modifica istantanea del mio piano. Lanciai la spada, affidandomi alla fortuna e alla pratica, e non subendo nessuna deviazione questa si andò a conficcare precisamente al centro dello specchio, scheggiandolo.
Il colpo subito dallo specchio si riflettè anche sulla demone, confermando la mia tesi.
-Inuki, devi distruggere lo specchio.-
Mi fissò per un attimo allibito.
-Distruggi quello specchio. È l’unico modo per eliminarla.-
Non se lo fece ripetere due volte. Scattò in piedi e quella volta il suo affondo riuscì finalmente a produrre effetti. La lama della spada andò a cozzare contro la superficie dello specchio, distruggendolo.
Lo specchiò andò in frantumi e insieme a quello anche l’inespressiva figura di Kanna e i demoni che aveva generato.
Sospirai di sollievo, sentendomi liberata di un grande peso. La mia idea aveva funzionato e sia io che Inuki eravamo ancora interi.
Il mio mezzo demone mi raggiunse di corsa, rinfoderando la spada.
-Stai bene?- mi domandò preoccupato.
-Sì, e tu?-
Annuì.
-Ce l’abbiamo fatta.- esclamai, entusiasta.
-Sì, ma non è ancora finita.-
E in quel momento una potente luce viola illuminò lo spazio circostante, accecandoci.
 
Pov’s Rin
Quando vidi gli alleati di Naraku disperdersi, capii che le cose non sarebbero andate secondo i nostri piani. Avremmo lottato sì, ma avremmo dovuto farlo divisi.
Sapevo di essere il punto debole della catena, ma avrei fatto del mio meglio per rendermi utile. Avrei sacrificato anche la mia stessa vita se questo fosse servito a salvare Sesshomaru, le mie amiche e gli altri.
-Resta dietro di me.- mi ingiunse Sesshomaru.
Lo guardai e nonostante non fosse la più adatta delle situazioni mi sentì, come sempre mi accadeva, sopraffare da quella altera bellezza. Tutti descrivevano il principe primogenito come un demone distaccato, freddo e letale, eppure in quell’essere perfetto io vedevo molto altro.
In lui v’era una forza, non solo fisica, un’arguzia e una voglia di fare sempre meglio, che potevano appartenere solo ad una persona dallo spirito vivo e caldo. Con me, poi, era stato sempre gentile e comprensivo, forse più di quanto lo fossero stati i suoi fratelli con le mie amiche.
Era un tipo taciturno, ma che mostrava la sua considerazione per me attraverso i gesti..a mio parere decisamente più importanti.
I miei pensieri furono interrotti quando vidi una yasha dai capelli raccolti avvicinarsi a noi. Era bella, fasciata in numerosi e sontuosi kimoni, e la sicurezza dei suoi gesti lasciava presagire una forte potenza.
Il mio demone non si scompose e continuò a fissarla con aria imperturbabile.
-Non ho tempo da perdere, quindi sbrigatevi a crepare.- proclamò, piegando le labbra scarlatte in un sorriso di scherno.
-A te la prima mossa- concesse Sesshomaru, coprendo completamente la mia figura con il suo corpo.
-Oh, vuoi rendermi il compito ancora più semplice? Beh, se è così apprezzo davvero molto il tuo gesto e sappi che non lascerò quest’occasione sprecata.-
Con un gesto deciso e teatrale aprì il suo ventaglio.
-Lame di vento- urlò e dalla sua arma si diffusero raffiche di vento aventi forme di lame affilate.
Provai l’insopportabile impulso di serrare gli occhi ed urlare, ma lo repressi. Dal momento che non avrei potuto aiutare Sesshomaru nella lotta, l’avrei fatto almeno moralmente.
Il mio demone non si mosse e parò senza difficoltà tutti i colpi, respingendoli con la spada.
Per un momento il sorriso di Kagura si incrinò nel comprendere la forza del suo avversario, ma si ricompose immediatamente.
-Temo di averti sottovalutato un po’, principe, ma riparerò immediatamente. Danza del dragone serpente.-
Profondi e vorticosi turbini d’aria si dirigevano rapidi verso di noi, sollevando polvere e detriti. Spalancai gli occhi, rendendomi conto che  la potenza di quell’attacco era nettamente superiore rispetto al precedente.
Sesshomaru piantò i piedi per terra con più decisione, ma non fece altro.
-Tsk. È tutto qui quello che sai fare?- sibilò.
Con la sua Bakusaiga disegnò nell’aria un angolo acuto, creando uno spostamento d’aria e d’energia che mutò la traiettoria dell’attacco nemico, rendendolo inefficace.
A quel punto la sicurezza di Kagura svanì del tutto.
-Hai altri attacchi da tentare o la tua decantata potenza è tutta qui?- la provocò.
La determinazione era svanita dal volto della demone.
Era stato davvero così semplice?
Portò una mano alla testa e strappò dalla sua acconciatura una piuma. La lanciò verso l’alto, aspettando che prendesse dimensioni maggiori. Compresi subito il suo intento.
-Sta tentando di fuggire.- urlai.
-Non glielo permetterò.- ringhiò.
Mosse la sua potente spada verso la direzione presa dalla demone e un potente raggio verde ne fuoriuscì. La colpì in pieno, non lasciandole nessuna speranza di salvezza.
-M..ma è fantastico.- esultai meravigliata.
Ripose la sua spada nel fodero e si voltò a fissarmi.
-Ciò che viene fatto a brandelli da Bakusaiga non può in nessun modo essere ricomposto, quindi quella sciocca non potrà crearci altri fastidi.- mi spiegò.
Sorrisi, sempre più soggiogata dalla fiera forza di quello splendido demone.
-Sei stato fantastico, Sesshomaru.- mi congratulai.
Mi paralizzai, nel vedere un lieve sorriso disegnarsi su quelle labbra. Se anche eravamo circondati da una guerra brutale, non mi importava. Quello sarebbe rimasto il momento più bello per me.
E in quel momento una potente luce viola illuminò lo spazio circostante, accecandoci.
 
Pov’s Sango.
Quando vidi gli alleati di Naraku disperdersi, capii che le cose non sarebbero andate secondo i nostri piani. Avremmo lottato sì, ma avremmo dovuto farlo divisi.
Così come Miroku, osservai il lento avanzare di quel bambino dallo strano colorito. Stringeva tra le mani un’arma più alta del suo stesso corpo e cavalcava un destriero demoniaco.
-E così a me toccherà battermi contro due umani. Credo che non mi divertirò poi molto.- esclamò, annoiato.
-Questo è tutto da vedere.- replicai, irritata.
Una mano di Miroku si fermò sulla mia spalla, per aiutarmi a restare calma e conservare la lucidità.
-Credo che la soluzione migliore sia quella di dividerci, Sango.- sussurrò il mio alleato.
-Dobbiamo trovare un modo per disarcionarlo.- constatai.
-Sarebbe comunque un problema affrontare quel cavallo demoniaco, vista la sua facoltà di volare.-
-Dimentichi il mio asso nella manica..Kirara!-
La dolce gattina che ormai da molti anni era una fedele compagna, fu circondata da lembi di fiamme, assumendo una forma più minacciosa.
-Ma certo , Kirara grazie alla sua capacità di volare potrà facilmente affrontare quel cavallo demoniaco-
-Credete davvero che con l’aiuto di una nekomata potrete fermare me ed Hentei?-
Spronò il cavallo ad una folle corsa verso di noi.
-Fa attenzione, Sango.- mi raccomandò Miroku.
-Anche tu..- mi affrettai a dire.
Con espressione feroce Hakudoshi avanzò verso di noi, ma la sua arma si scontrò con il mio Hiraikotsu.
Rafforzai la presa sul mio boomerang mentre la potenza del colpo nemico mi fece perdere qualche centimetro.
-Adesso, Miroku.- lo avvisai.
Come se fosse una tattica collaudata da tempo, Miroku si scagliò contro Hakudoshi e avvalendosi del suo bastone lo colpì allo stomaco con un colpo forte e preciso, disarcionandolo.
Il cavallo demoniaco tentò immediatamente di riavvicinarsi al suo padrone, ma io avevo dei piani diversi.
-Kirara, occupatene tu.-
Agile, Kirara scattò, lanciandosi verso la creatura demoniaca e costringendola a spiccare il volo per non subire l’impatto. Ingaggiarono un combattimento in aria, a colpi serrati.
Non riuscivo a distogliere gli occhi da quel combattimento. Kirara ed Hentei sembravano trovarsi in una situazione di stallo.
-Mantieni la lucidità, Sango.- mi urlò Miroku, parando un colpo dell’alabarda di Hakudoshi destinato a me.
-Sì, scusa.-
Rafforzai nuovamente la presa sulla mia arma e mi concentrai totalmente sullo scontro in atto.
Il nostro nemico si allontanò con un balzo e cominciò a muovere piccoli passi prima verso destra poi verso sinistra, probabilmente nel tentativo di trovare la migliore angolazione per affrontarci.
Poi si acquattò, assumendo una posizione offensiva, sorridendo vittorioso.
Possibile che con un solo sguardo avesse trovato un punto debole in me e Miroku?
In un istante mi fu davanti. Non compresi se avesse usato il braccio o la gamba, ma mi colpì al petto, facendomi cadere all’indietro.
L’impatto mi stordì, mozzandomi il fiato. Lasciai andare Hiraikotsu per portare le mani al punto leso e cercare di regolarizzare il respiro.
-Sango- urlò Miroku, con una nota disperata nella voce.
Prese a correre, con l’intenzione di raggiungermi, ma il nostro avversario glielo impedì; Troncò il suo cammino con un colpo deciso, che costrinse Miroku ad arrestarsi bruscamente e deviare la sua traiettoria per non essere colpito. Approfittò di quell’attimo di sbilanciamento del mio compagno per afferrarlo all’altezza del collo e spingerlo nella direzione opposta alla mia.
Quel semplice gesto, mi lasciò comprendere la sua strategia.
Osservandoci aveva probabilmente notato l’alchimia che ci legava e aveva compreso che il punto debole di ognuno era proprio l’altro.
Si girò verso di me, per controllare le mie condizioni, ma comprese le sue intenzioni, mi finsi inerme. Si abbatté nuovamente su Miroku, con una raffica di colpi che il poverino riuscì a mal appena ad evitare.
Sapevo che quello era il momento più adatto per agire. Mi sollevai di scatto e ignorando il dolore al petto mi lanciai in una corsa disperata nel tentativo di recuperare la mia arma. Calcolai il più precisamente possibile le distanze, pregando di non sbagliare.
-Hiraikotsu.- urlai, lanciando il mio enorme boomerang.
Grazie ai suoi riflessi pronti, Miroku comprese ciò che sarebbe accaduto; scartò l’ennesimo colpo e si piegò sulle ginocchia proteggendosi con le mani la testa.
La mia arma colpì in pieno il corpo del nostro nemico tranciandolo di netto.
Nello stesso istante in cui Hiraikotsu tornò tra le mie mani, sentii il profondo ruggito vittorioso di Kirara e il tonfo causato dall’accasciarsi al suolo del corpo senza vita del cavallo demoniaco.
Sorrisi, pronta a correre dall’uomo che amavo per festeggiare il nostro trionfo, ma un movimento mi distrasse.
Spalancai la bocca quando vidi la parte superiore del corpo di Hakudoshi fluttuare a pochi centimetri dal terreno, benché nettamente divisa dalla parte inferiore.
Com’era possibile una tale mostruosità?
-Tu, lurida puttana, come hai osato farmi questo?- urlò.
Metà della sua iniziale figura si scagliò verso me, ma disgustata e sorpresa com’ero mi ritrovai inerme di fronte al suo attacco.
-Non provarci nemmeno.- gridò, una voce amata.
Gli ofuda di Miroku colpirono il corpo del nostro nemico, distruggendolo completamente e prevenendo così il rischio di una ricomposizione.
Tirai un sospiro di sollievo per il pericolo scampato.
-Non ti ha colpita, vero?- mi chiese apprensivo Miroku, lasciandosi cadere in ginocchio dinnanzi a me.
-Sto bene- dichiarai, fiondandomi tra le sue braccia.
Mi abbracciai e sollevai il volto per far incontrare le nostre labbra in un bacio di cui sentivo il disperato bisogno, ma una luce violetta illuminò la radura, accecandoci.
Pov’s Kagome.
Eravamo tutti stremati per quei giorni di intenso allenamento e per tutta l’ansia accumulata, ma adesso era giunto il momento della verità.
-E così, Naraku, il pensiero di affrontarci tutti insieme ti spaventava a tal punto da costringerti a venire accompagnato?- lo schernì Inuyasha.
-Sempre il solito presuntuoso. La tua testa bacata non deve ancora aver compreso che la persona che hai di fronte non è più quella che conoscevi.- spiegò.
Nonostante mi infastidisse da morire doverlo ammettere, sapevo che le sue parole erano vere e fondate.
-Non sottovalutarlo, Inuyasha. Le sue parole sono vere, la sfera ha aumentato enormemente il suo potere.- bisbigliai.
-Lo so, mi è bastato percepire la sua aura demoniaca per accorgermene.- sibilò.
-Ora vi mostrerò di cosa davvero sono capace.-
Strinse in modo convulso la sfera tra le mani, finchè la malvagità che rivestiva il gioiello non ricoprì anche la sua figura. Scoccai rapidamente una freccia per disperdere il miasma e per non consentire a Naraku di agire indisturbato coperto da quel fumo tossico.
La mia freccia ebbe effetto, ma spalancai la bocca nel vedere “il nuovo Naraku”.
Del mezzo demone che avevo conosciuto ed odiato restavano solo i lunghi ed ondulati capelli scuri e i crudeli occhi vermigli. Il suo corpo era diventato un’accozzaglia disordinata e confusa di tentacoli, ossa plasmate e carne deforme.
Le mie labbra si piegarono involontariamente in un’espressione di disgusto.
-Se questa è la tua nuova forma, fa davvero schifo.- urlò Inuyasha.
-Tranquillizzati pure, caro il mio principe, si tratta solo di una forma provvisoria. È un vero peccato che tu non potrai mai vedere quella definitiva, ma potrebbe consolarti il pensiero di farne parte.-
-Eh? Di che accidenti stai parlando?- chiese confuso, poggiando con noncuranza la pesante lama di Tessaiga sulle spalle.
-Ho deciso che ingloberò il tuo corpo Inuyasha, insieme a quello dei tuoi fratelli Sesshomaru ed Inuki. Ciò accrescerà ulteriormente la mia potenza e a quel punto nessuno più potrà tenermi testa.-
Serrai gli occhi di fronte al suo deplorevole piano.
-Kagome.- mi richiamò, con una strana inflessione nella voce.
-Sì? Cosa c’è?- chiesi inspiegabilmente preoccupata.
-Tu devi concentrarti nel recuperare la sfera.-
-Cosa c’entra adesso?-
-Devi promettermi che qualunque cosa accadrà, tu continuerai a lottare e dare il meglio di te.-
Parlò senza distogliere gli occhi dai miei e un groppo mi si formò in gola.
-Cosa significano queste parole? Che hai intenzione di fare?- urlai, preoccupata.
-Solo lottare. Lotterò per te, per noi, per il nostro futuro con tutte le mie forze, ma devi promettermi che farai altrettanto.-
Compresi il senso delle sue parole e nonostante l’insopprimibile terrore di perderlo, annuii.
A fare la differenza non sarebbe stato il numero, nè la forza, nè la volontà. Erano senza dubbio elementi fondamentali, ma noi avremmo vinto perchè non c'erano altre soluzioni. Se Naraku avesse trionfato, il mondo, così come tutti noi lo conoscevamo, non sarebbe più esistito. La guerra, la crudeltà, le bugie, i tradimenti avrebbero popolato questa terra e per i giusti di cuore non ci sarebbe stata possibilità di sopravvivenza.
-Lo faremo insieme, vero?- domandai, spaventata ma speranzosa.
-Saremo insieme per sempre.- mi disse, rassicurandomi.
Mi specchiai ancora una volta in quelle splendide iridi ambra, annuendo.
Inuyasha riprese la posizione d’attacco e emise un grido da far gelare il sangue prima di lanciarsi verso Naraku.
Presi una freccia dalla faretra, tenendomi pronta a scoccarla nel momento più opportuno.
Naraku parò facilmente il primo attacco, ergendo una barriera intorno al proprio corpo.
Sorrisi, pensando che il mio momento era giunto molto prima del previsto.
Prendendo la mira, lasciai scivolare la freccia tra le mie mani, indirizzandola verso la barriera del nostro nemico, che andò distrutta. Esultai internamente per l’esito positivo.
-Dannata!- urlò rivolto a me, ma fu costretto a riconcentrarsi su Inuyasha che non gli concesse tregua.
Il mio mezzo demone inflisse all’odiato generale un numero infinito di brutali colpi, riducendo sempre più a brandelli il suo corpo.
Ero felice per come stavano andando le cose, ma tutto mi sembrava troppo semplice.
Incoccai una nuova freccia e mi concentrai ulteriormente, pronta a scoccarla al minimo segno di stranezza, e quando i brandelli del corpo di Naraku cominciarono a concentrarsi sempre più intorno ad Inuyasha, compresi le sue intenzioni.
-Inuyasha, spostati immediatamente- urlai, preoccupata.
-Ragazzina impicciona.- ringhiò Naraku.
Avvolse un tentacolo intorno Tessaiga per evitare al suo nemico di arretrare, ma Inuyasha si voltò a fissarmi, confuso.
-Va via da lì. Subito.- urlai.
Ringhiò, ma lasciò l’elsa della spada e con un balzo si allontanò.
Lanciai l’ennesima freccia che si conficcò nel tentacolo del generale. La carne prese a dissolversi e la spada cadde a terra con un tonfo sordo, riassumendo la forma di una vecchia katana.
-Tieniti pronta, Kagome.- mi urlò.
Non compresi le sue intenzioni, ma mi fidai delle sue parole.
Incoccai l’ennesima freccia, pronta a scagliarla ad un cenno del mio mezzo demone.
Si lanciò a recuperare l’arma. Con movimenti continui, fluidi, evitò gli attacchi mortali di Naraku e rotolando al suolo riuscì ad afferrare l’elsa. Tessaiga vibrò, trasformandosi immediatamente tra le mani del suo legittimo proprietario.
Inuyasha si girò con un movimento lesto e piantò con energia la spada nel terreno, urlando.
-Cicatrice del vento!-
Lingue di potente energia demoniaca partirono dirette verso Naraku, scavando profondi solchi nella terra.
Tesi ulteriormente l’arco, pronta a scagliare una freccia che avrebbe aggiunto ulteriore forza a quel letale attacco, ma esitai dal momento che non avevo avuto cenni da Inuyasha.
Stavo sprecando un’occasione o rispettando il piano?
Facendo nuovamente ricorso al potere della sfera, Naraku generò blocchi di miasma che esplosero a diretto contatto con l’attacco del principe.
Il risultato fu unicamente il disperdersi nell’aria di quel fumo tossico, poiché la potente esplosione non aveva generato né vinti, né vincitori. Guardai confusa Inuyasha tentando di capire quelle che erano state le sue vere intenzioni, ma il sorriso di vittoria dipinto sul suo volto mi confuse oltremodo.
-Sei finito, bastardo.- ringhiò.
-Di che parli? Non vedi che il tuo attacco non ha sortito nessun effetto?-
-Lo credi davvero? Ora che ho capito che fai affidamento prevalentemente all’aura demoniaca della sfera, sei finito.-
Lo vidi risollevare la spada, impegnarla in un movimento ondulatorio e poi scagliarla con potenza per terra. Il risultato fu un enorme onda di energia demoniaca, avvolta in una spirale, che si diresse ad elevata velocità verso Naraku.
-Bakuriuha.- urlò soddisfatto il mio mezzo demone.
Me ne stavo a bocca spalancata, sorpresa e scioccata da quella prorompente potenza e quasi lasciai cascare l’arco per lo stupore.
-Kagome, ORA!- urlò.
Lo guardai, confusa.
-Non esitare.- aggiunse.
-La mia freccia sarà inutile, verrà risucchiata dal vortice del tuo attacco.-
-Fidati di me. Non esitare oltre e scaglia quella freccia mettendoci tutta l’energia che hai.-
Lo guardai ancora un attimo, intontita, ma mi riscossi.
Cercai di incanalare quanto più potere possibile in quella freccia. Tenni la soffice piuma salda tra le mani, mentre sentii l’arco tendersi seguendo i movimenti impostigli dalle mie braccia.
Tentai di essere il più scrupolosa possibile nel prendere la mira..forse da quel colpo sarebbe dipeso l’esito della battaglia.
-Kagome, ora. Non indugiare!- urlò ancora Inuyasha.
Nutrivo molti timori, ma feci come mi aveva detto. Lasciai andare la freccia e la vidi seguire perfettamente la traiettoria desiderata, risplendendo di potere purificatore. Si unì all’attacco di Inuyasha e invece di venirne distrutta o deviata, ne assecondò la traiettoria sfruttando l’energia demoniaca del colpo per guadagnare maggiore velocità.
Sbarrai gli occhi dinnanzi alla potenza di quel perfetto colpo combinato.
Vidi Naraku tentare più volte uno spostamento, ma rimanere, quasi immobile, nello stesso punto.
-Cosa gli succede? Perché non tenta di fuggire?-
-il Bakuriuha avvolge l’aura del nemico intorno alla cicatrice del vento, non lasciandogli scampo.-
-Dannazione!- urlò il generale.
Nella disperazione tentò di erigere una barriera, ma sapevo che non avrebbe retto.
-Non ha scampo.- sentenziai, pregustando la vittoria.
Il nostro attacco lo colpì in pieno e la sua frugale barriera fu abbattuta senza difficoltà alcuna dalla mia freccia.
Il Bakuriuha ridusse a brandelli quell’accoglienza promiscua di corpi demoniaci. Fu uno spettacolo crudo, ma non provai pena, compassione o rimorso mentre vedevo la vita spegnersi negli occhi di Naraku. Non un attimo in quelle iridi vermiglie balenò un lampo di pentimento.
-Che voi siate dannati.- brontolò, esalando l’ultimo respiro.
Persino le sue ultime parole erano state pronunciate nell’odio..
Ce l’avevamo davvero fatta? Era davvero tutto finito?
Mi voltai a fissare Inuyasha e il suo sorriso di trionfo mi fece gioire internamente. Mi guardai intorno per assicurarmi delle condizioni dei miei amici: Sango e Miroku erano leggermente feriti, Alissa un po’ provata, ma eravamo tutti vivi.
Il clangore del ferro, le urla e i suoni di devastazione provenienti da poco lontano mi ricordarono della battaglia che non si era ancora conclusa.
-Dovremmo andare a dare una mano a Sota e agli altri.- proposi, desiderosa di accertarmi anche delle condizioni di mio fratello, Kohaku e Aki.
-Sì, ma prima c’è un’altra cosa da fare.- dichiarò.
-Cosa?- chiesi confusa.
-La sfera, Kagome. Riesci a percepirla o il nostro attacco l’ha distrutta come è stato per il corpo di Naraku?-
Mi diedi della stupida per essermi dimenticata di quel fattore decisivo. Chiusi gli occhi tentando di risentire quel legame che da sempre mi legava al gioiello.
Era una sensazione strana, viscerale, profonda. Un vibrare di essenze comuni, un battito doppio. Era parte di me e la sentivo ancora viva e in parte contaminata dalla malvagità.
Non sapevo quello che stavo facendo, ma agii lasciandomi guidare dall’istinto.
Sollevai le braccia, richiamando silenziosamente la sfera a me. Il gioiello, ricoperto da ciottoli e detriti, abbandonò il suo rifugio e prese a volteggiare a diversi metri dal terreno.
-Kagome, cosa sta succedendo?- mi domandò Inuyasha, fissando esterrefatto prima me e poi la sfera.
-Faccio solo ciò che va fatto.- dichiarai.
Chiusi gli occhi per concentrarmi meglio e sfruttando i miei poteri cominciai il processo di purificazione della sfera, che dopo pochi minuti risplendeva di luce pura.
Volevo che la guerra finisse, che il bene trionfasse e che la pace non fosse più un’utopia. Il gioiello reagì al mio desiderio e la radura si colorò di una mistica luce violetta che accecò tutti tranne me.
Sapevo che quel potente raggio d’energia avrebbe purificato ogni essere dal cuore nero, tutti coloro che nel loro animo covavano malvagità e avarizia..sapevo che l’esercito nemico sarebbe stato sterminato in un attimo.
-Kagome, cos’è stato?- mi chiese preoccupato Inuyasha.
-Ho solo aiutato il tuo esercito.- risposi, criptica, ma allegra.
Lo vidi aprire le labbra, pronto a porgermi altre domande, ma il trambusto causato dai suoi uomini in rapido avvicinamento lo distrasse.
In pochi istanti fummo circondati da demoni ed umani alleati. Eravamo stati tutti uniti, compatti, schierati contro un nemico comune, senza distinzione di sesso e razza e questo mi faceva ben sperare per il futuro.
Il bagliore si placò pian piano, permettendo allo spazio circostante di riacquistare il proprio naturale colore. La sfera ricadde tra le mie mani e spalancai gli occhi nel vederla penetrarmi la pelle senza ferirmi.
Era nuovamente tornata all’interno del mio corpo..
Tornai a fissare Inuyasha, felice per il lieto fine.
-L..la sfera è tornata in te.- bisbigliò, confuso quanto me.
-Non per mia volontà.- spiegai.
-E’ giusto che sia così..tu ne sei la custode!- intervenne Aki, avvicinandosi a noi.
Sorrisi, felice di vederlo sano e salvo.
-Che cosa? Questa è un’assurdità!- urlò uno dei soldati.
Sobbalzai, per il modo in cui quel grido infranse il silenzio.
Il paesaggio intorno a me mutò senza che io ne comprendessi il motivo. Demoni ed umani brandivano di nuovo le armi, puntandole gli uni verso gli altri.
-Che cosa sta succedendo?- urlò Inuki, probabilmente confuso quanto me.
-Non lo capite, mio signore? Ora che la sfera completa si è reincarnata in quest’umana non esiste essere al mondo più potente di lei.-
Sbarrai gli occhi dinnanzi a quella consapevolezza che non avevo minimamente contemplato.
-E questo cosa c’entra? Non ho forse combattuto schierata accanto al vostro principe? Non ho più volte dichiarato di volere la pace?- sbottai, irritata per quelle accuse senza fondamento.
-Dove dovrebbe condurre il vostro discorso?- chiese, con tono duro Inuyasha.
-Quell’umana è un pericolo troppo grande ora, mio signore. Dal momento che potranno contare sul suo indiscusso appoggio, gli umani cominceranno ad avanzare pretese sempre più ambiziose. Una cosa del genere non possiamo permetterla. Quell’umana deve morire!- urlò ancora lo stesso demone.
Un tremito mi scosse tutta. Non era la paura a farmi tremare, o meglio non la paura di tener testa a quel demone, ma il timore che tutti gli sforzi compiuti per ripristinare la pace sarebbero andati perduti.
Era davvero impossibile per demoni ed umani andare d’accordo? Eravamo destinati ad una lotta eterna? E in quel caso cosa ne sarebbe stato di me e Inuyasha?
-Nessuno la toccherà- ringhiò Aki, sguainando nuovamente la spada, appoggiato dagli umani.
-Lei morirà.- ribattè lo stesso demone.
Mi sentivo al centro di due fuochi, ed io ero la scintilla che avrebbe potuto scatenare un incendio di dimensioni catastrofiche.
Era l’inizio della fine o la fine dell’inizio?



Angolo Autrice: Salve ragazze, vi chiedo innanzitutto scusa se il capitolo contiene errori, ma provvederò a correggerli entro domani. Che dire? Dovrebbe essere un capitolo fondamentale, ma è stato tremendamente ostico da scrivere e non ne sono per nulla, ma davvero per nulla, soddisfatta. Avrei preferito che fosse unitario e invece sono stata costretta a spezzettarlo perchè sono una vera frana nel descrivere le scene di lotta. Che altro possiamo dire? Sono sicura che molti non apprezzeranno il fatto che mentre Kagome, Sango ed Alissa si sono rivelate utili in qualche modo per Rin è stato diverso..Capiamoci, non è che io la odi è solo che in modo non voluto col proseguire della storia non sono stata in grado di sviluppare il suo personaggio come avrei voluto e non sarebbe stato credibile renderla ora un'ottima combattente quando più volte nel corso della storia è emerso che anche per la sua giovane età non era abile come le sue amiche. Che altro?
Naraku è stato sconfitto, ma i guai sembrano non essere finiti per la nostra Kagome. Ve l' aspettavate una svolta del genere? :) Come pensate andrà a finire la cosa?
Al termine manca ormai solo un capitolo più l'epilogo e spero davvero di non avervi deluse troppo con questo capitolo :\
Invito ancora una volta tutte coloro che ne abbiano voglia ad iscriversi al gruppo :https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ <--- questo è il link. Siamo una famiglia un pò pazza, ma insieme ci divertiamo :) Se vi fa piacere cliccando sul link avrebbe l'opportunità di interagire con molte delle vostre autrici preferite, condividere opinioni, leggere spoiler e fare amicizia :D Vi aspetto:D
Colgo l'occasione per ringraziare tutti i lettori silenziosi, chi ha inserito la mia storia tra le seguite/ ricordate/ preferite. Un grazie in particolare a chi recensisce e alle splendide persone che si sono iscritte al gruppo..Grazie davvero!
Alla prossima :D
Baci, Vanilla ^^

 

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Capitolo 23
*** Padroni dei nostri cuori! ***


Il sole si rifletteva sulla superficie di vetro, avvolgendo la mia figura in modo insolito. Continuavo a fissarmi allo specchio e a scorgermi diversa. Da quando la mia vita era cambiata, da quando ero giunta a palazzo, avevo avuto la sensazione di essere cambiata già dieci, o forse cento, se non mille volte.
Non erano i capelli cresciuti di diversi centimetri, la pelle più abbronzata, le curve più morbide o gli occhi che risplendevano di nuova luce a darmi quella sensazione, ma il mare in tempesta che si agitava dentro me.
Avevo osato sperare che la morte di Naraku avrebbe segnato la fine delle ostilità, o quanto meno l’inizio di un periodo di pace, ma così non era stato. Quando la minaccia di una guerra che avrebbe potuto distruggere il mondo era stata scongiurata, i demoni avevano deciso di  dar vita ad una nuova battaglia, in cui il nemico ero proprio io.
Era servita tutta l’autorità di Inuyasha, e il sostegno incondizionato dei suoi fratelli, per far deporre le armi a coloro che desideravano la mia morte immediata.
Erano trascorsi quattro giorni da allora e non erano stati per nulla semplici. Inuyasha mi aveva costretto a restare nelle sue camere per evitare qualsiasi pericolo, ma anche tra noi qualcosa si era incrinata.
Dormivamo nello stesso letto, stretti, tutte le notti, ma tra noi aleggiava, tangibile, la paura del domani. I silenzi erano assordanti e le parole rare e vuote.
Quella in cui ci trovavamo era una situazione fragile e precaria, sarebbe bastato un nonnulla per rompere quel sottile equilibrio.
I demoni continuavano a sostenere che non doveva essermi concesso di vivere, per paura di ritorsioni future. Ero per loro una variabile impazzita da abbattere senza remore. L’unica promessa che era riuscita a placarli era stata quella di sottoporre la vicenda al giudizio del re, al suo ritorno.
Capivo Inuyasha, il peso che avvertiva sulle sue spalle, perché lo percepivo chiaramente anche io.
Le responsabilità di cui ero stata di colpo investita mi gravavano addosso, mozzandomi il respiro.
In due mesi il mio “io”, aveva subito talmente tante metamorfosi da lasciarmi smarrita, faticavo io stessa a ritrovarmi.
Ero stata un’umana, una schiava, un’amante, una traditrice, una principessa, la legittima custode della sfera, un’alleata e infine l’essere che avrebbe potuto sconvolgere a proprio piacimento le sorti del mondo.
Di tutte quelle vestigi,  titoli e personalità, che mi avevano attribuito, io continuavo a voler essere solo Kagome.
La mia vera personalità, urlava e scalpitava prepotente, per l’irruente necessità di uscire, di sfuggire a quelle parole altisonanti che di me non dicevano nulla.
Amavo Inuyasha di un amore irrefrenabile, incontrollabile, intenso e puro, ma sentivo forte il peso delle mie responsabilità.
Gli esseri umani invocavano la libertà dopo anni di schiavismo e soprusi e vedevano in me la loro unica speranza.
Io stessa, desideravo un futuro diverso per la mia stessa razza.
 Era ciò per cui avevano combattuto i miei genitori, mio fratello, le mie amiche ed io stessa. Ora che questo potere era nelle mie mani, non potevo sottrarmi.
Desideravo un mondo libero, fatto di pace, dove non esistessero razze superiori ed inferiori. La libertà era un bene prezioso a cui tutti avevano diritto. Ogni essere vivente doveva avere come unico padrone se stesso, il proprio cuore..solo così, probabilmente, il mondo sarebbe stato un posto migliore.
Ma che prezzo avrebbe avuto difendere i miei ideali?
Quale parte del mio cuore dovevo ascoltare?
Se il re avesse deciso di non concedere la libertà agli umani, come mi sarei comportata? Avrei scatenato una nuova guerra? Avrei lottato contro la persona che amavo?
Il solo pensiero mi uccideva dentro.
Mi sembrava di camminare su un sottilissimo filo, sospeso ad un’altezza vertiginosa. Un solo passo falso, una singola decisione sbagliata, avrebbe fatto crollare non solo me.
-Mia signora, stanno aspettando voi.-
Quella voce sottile mi condusse fuori dal baratro dei miei pensieri. Mi voltai a fissare la donna che mi aveva parlato e sobbalzai nel rendermi conto che mi ero completamente dimenticata della sua presenza, assolta com’ero nelle mie inquietudini.
-Perché ora vi rivolgete a me con tutto questo formalismo? Sono la stessa persona che fino a pochi giorni fa insultavate, quella a cui davate della puttana.- le domandai, con tono privo d’accusa.
La vidi arrossire e stringersi nelle spalle.
La mia domanda non era stata fatta per offenderla, ma evidentemente lei non l’aveva compreso.
-Io vi chiedo perdono, Vostra Grazia. Il mio comportamento verso di voi è stato inqualificabile e tutto a causa della mia assurda gelosia. So che un’altra al posto vostro avrebbe voluto la testa mia e delle altre persone che sono state irrispettose. Voi siete così buona e sono sicura che sarete un’ottima principessa.-
Arrossii per quei complimenti inattesi.
-G..grazie, ma io non sarò mai una principessa. Sono una serva, così come lo sei tu.-
-Oh no, signora. Voi siete una principessa per diritto, siete la custode della sfera e nel momento in cui gli esseri umani saranno liberi, per merito vostro, regnerete incontrastata, assumendo la posizione che vi spetta.-
Mi costrinsi a sorridere, mentre quelle parole aggiungevano altro peso sulle mie spalle. Era l’ennesima conferma di quanto gli esseri umani si aspettassero da me, che non ero altro che una di loro.
Tornai a fissare la mia figura allo specchio. Indossavo il kimono che mi aveva donato Inuyasha e le serve avevano insistito per raccogliere i miei capelli in un’acconciatura che sicuramente non si addiceva alla mia posizione sociale.
 Mi sentivo a disagio, spaventata e sempre pronta a cedere alla tentazione di fuggire via.
Sospirai, cercando il coraggio dentro me, e mi avviai alla porta.
Percorsi i lunghi corridoi che sapevo mi avrebbero condotto alla sala dove tutti erano in mia attesa, ma sobbalzai, sorpresa, quando a metà percorso incontrai Inuyasha.
I battiti del mio cuore aumentarono a dismisura quando i miei occhi si posarono sulla sua figura. La sua fierezza, il suo orgoglio, quei tratti decisi, mascolini e virili mi incendiavano il sangue e quelle gemme  dorate, determinate e sicure, mi scaldavano il cuore.
Il mio corpo in sua presenza si accendeva, rispondeva e reagiva a lui come una calamita.
Sentivo, inspiegabilmente, la voglia di piangere, di farmi stringere da quelle braccia fino a sentire dolore, avvertivo la necessità di essere rassicurata, di sentirmi per l’ennesima volta sua.
-Kagome..- bisbigliò.
Mai, come in quel momento, compresi la profondità dei miei sentimenti. Erano così intensi, viscerali e bramosi di lui, che compresi avrei tradito persino me stessa pur di averlo.
Sorrisi, nel comprendere che era sempre stato lui il padrone..il padrone del mio cuore.
-Inuyasha..- lo chiamai, avvicinandomi.
Prese le mie mani tra le sue, stringendole delicatamente.
-Mi dispiace..- sussurrò.
-Per cosa?-
-In questi giorni avresti avuto bisogno più che mai di me, ma non sono stato capace di starti vicino come avrei voluto, come meriteresti.-
-Inuyasha, io..- tentai di dire.
-No, non dire nulla, ascolta ciò che ho da dire. Kagome, il mio regno per me è stata sempre la cosa più importante. Sono cresciuto sapendo quali sarebbero stati i miei doveri, le mie responsabilità, ma mai avrei immaginato di trovarmi in una situazione del genere. Per niente e per nessuno volterò le spalle al mio regno.-
-Non ti chiederei mai di farlo.- bisbigliai, frettolosa.
Il dolore, e forse anche la delusione, bruciavano intensamente nel mio corpo.
-Lasciami finire. Ho passato queste notti, mentre ti guardavo dormire, a pensare ad una soluzione, a vagliare le possibili ipotesi e le conseguenti alternative, ma sono giunto ad una sola. Kagome, tu sei parte di me, posso rinunciare a tutto, ma non a te. Da questo momento, o forse dalla prima volta che ho incontrato i tuoi occhi, il mio destino è indissolubilmente legato al tuo. La tua decisione, sarà la mia..il mio unico regno sei tu! La mia lealtà va a te.-
Non riuscii più a trattenere le lacrime. Ciò che provavo era troppo forte, per essere contenuto in un solo corpo.
Cercai le sue labbra, in un bacio insieme disperato e colmo di speranza. Volevo baciare quelle labbra dolci, rudi, calde, fino a consumarle e volevo farlo per sempre.
Il mio mezzo demone ricambiò il bacio, mettendoci la mia stessa passione. Ora ne ero più consapevole che mai, nulla ci avrebbe diviso, qualsiasi sarebbe stato il nostro destino, lo avremmo affrontato insieme, uniti. Eravamo padroni dei nostri cuori.
-E’ ora di andare, il futuro ci aspetta.- mi sussurrò, poggiando la sua fronte alla mia.
-Non facciamolo attendere oltre.- scherzai, tentando di stemperare la tensione.
Mano nella mano percorremmo i corridoi, e varcammo la soglia della sala che aveva visto prese le decisioni che giorno dopo giorno avevano cambiato la mia vita, fino ad allora.
Tutti erano presenti. Demoni, mezzo demoni, umani, attendevano, trepidi, di conoscere la decisione del re, il destino dell’umanità.
Percepivo, nitidi e forti, i sentimenti di tutti i presenti: i demoni erano impazienti, irrequieti, trepidanti, ma anche intimoriti e gli esseri umani ottimisti, speranzosi.
Ci fermammo al centro della sala e udii chiaramente i borbottii e le proteste per la scelta di Inuyasha di restare al mio fianco, in una chiara presa di posizione.
Mi inchinai al re e sorrisi felice di rivederlo.
Quella figura saggia, severa, autorevole e benevola mi era in qualche modo cara, forse perché rispecchiava l’ideale di quella figura paterna che non avevo mai avuto.
Venni immediatamente affiancata dalle mie amiche, dai miei fratelli e dal mio migliore amico, così come Inuyasha dal suo stesso sangue.
Sorrisi a tutti, ringraziandoli silenziosamente.
Non avevo chiesto a nessuno di prendere una posizione, speravo che in caso di esito negativo toccasse solo a me dover fronteggiare la situazione ostica, ma la mia famiglia aveva scelto di sostenermi ancora una volta.
-Kagome, sono felice di rivederti sana e salva. So che parte del merito della vittoria è dovuta specialmente a te. Non ti ringrazierò mai abbastanza.-
-Ho fatto solo il mio dovere, Maestà. Naraku era una minaccia che andava debellata.-
-Eppure, i miei uomini, gli stessi che tu hai aiutato, ora sono pronti a puntare le armi contro di te.- proclamò, atono.
Non replicai, non sapendo cosa dire.
-Padre..- cominciò Inuyasha, ma una mano del monarca si levò, invitandolo silenziosamente a tacere.
-Non servono parole, figlio mio, la decisione presa da te e dai tuoi fratelli è chiara.- replicò, sorridendo divertito.
-In ogni caso vi annuncio che è inutile, la mia decisione è stata presa molto tempo fa. Sono deluso, enormemente, dai miei uomini. Kagome si è rivelata un’alleata formidabile, indispensabile, e voi eravate pronti a rivoltarvi contro lei, per codardia. È lei la legittima custode della sfera e tale resterà.- dichiarò, con tono forte, al suo esercito.
-Mio signore, non oseremmo mai contrastare la vostra decisione, ma cosa accadrebbe se l’umana dovesse decidere di ribellarsi? Di dichiarare guerra ai demoni? È già molto forte da sé, inoltre può utilizzare la sfera e ha molti sostenitori.- chiese un demone.
-Siete un branco di stolti.- tuonò la voce del re. –Eravate tutti troppo impegnati a farle la guerra per la paura, per comprendere il desiderio di questa ragazza di veder trionfare unicamente la pace. E poi, come potrei fare la guerra al sangue del mio sangue, al mio stesso nipote?-
Sgranai gli occhi per quelle parole.
Nipote? Cosa significava?
-Padre, ma Kagome non..- bisbigliò Inuyasha, probabilmente scioccato quanto me.
-Non è a lei che mi riferisco, Inuyasha.-
Seguii la direzione del suo sguardo, puntato su Alissa. Vidi la mia amica arrossire terribilmente ed avvicinarsi ad Inuki, che l’accolse, con un sorriso indulgente e divertito, tra le sue braccia.
Un enorme sorriso si dipinse anche sul mio volto, mentre sentivo il cuore scoppiarmi di nuova gioia per quella novella inattesa.
-Sire, accetterete anche questo bambino come vostro erede?- chiese uno dei demoni presenti.
-Perché non dovrei farlo? Ha il mio stesso sangue, lo stesso del mio legittimo figlio.-
-Verrà però allontanato dalla madre, che è solo una schiava.- protestò ancora.
-Una schiava? Quel bambino ha più sangue nobiliare nelle vene di quanto probabilmente non ne abbia tu.- sentenziò.
Si alzò poi in piedi, facendo arrestare il respiro a tutti..era giunto il momento del verdetto finale.
-Demoni, umani, la battaglia contro Naraku ci ha unito tutti, è solo grazie alla nostra alleanza se il traditore è stato abbattuto.
 L’aiuto apportato da ognuno di voi è stato indispensabile, ma se abbiamo vinto lo dobbiamo specialmente alla forza, al coraggio e alla determinazione di queste quattro splendide giovani donne, che da tempo spalleggiano ormai i miei figli.  Non potrei desiderare compagna migliore per ognuna di loro.
Per celebrare questa vittoria, per ringraziare ognuno di voi, io dichiaro la schiavitù umana abolita per sempre.
Kagome, sei per diritto la custode della sfera, sei una principessa e, se tu me ne concederai l’onore, io, Inu No Taisho, mi impegno a sigillare con te, con il regno che di diritto spetta a te e tuo fratello, un patto che manterrà per sempre la pace tra demoni ed umani. Restituisco a te, a tuo fratello e alle tue amiche i territori, i titoli e i privilegi nobiliari che brutalmente, a causa di un traditore, vi sono stati strappati. Il mio regno vi è debitore e spero che questo sia l’inizio di una pacifica convivenza.- dichiarò con tono autoritario.
Le sue parole mi rimbombarono nella testa, così come le grida di gioia che si diffusero nella sala.
Non riuscivo a crederci, era davvero tutto finito.
Mi voltai, in un gesto nervoso e d’incredulità, a fissare prima mio fratello e poi Inuyasha, che mi sorrise solare.
Gli umani erano liberi, la guerra era finita ed io potevo amare Inuyasha alla luce del sole.
Lasciai al mio cuore il tempo necessario per assorbire al meglio la lieta notizia e mi fiondai, poi, tra le braccia del mio mezzo demone.
-Inuyasha..Inuyasha..- invocai il suo nome in una litania ripetuta, ma lui mi allontanò da sé, freddandomi.
-Inuyasha, cosa..-
-Kagome, insomma, un po’ di contegno. Sei una principessa..- mi schernì.
Lacrime di gioia, di divertimento, mi rigarono il volto mentre tornavo a stringermi a lui.
Era finito, era tutto finito.
Abbracciai con gioia Aki, Sota, Kohaku, le mie amiche e tutti coloro che come me, quel giorno avrebbero cominciato una nuova vita.
Non mi importava di essere una principessa, la custode della sfera o altro, potevo e volevo essere, finalmente, semplicemente Kagome. E d’ora in poi a riempire le mie giornate non sarebbero state più l’inquietudine, la paura, il disagio, ma solo la gioia e l’amore che la mia splendida famiglia sapeva donarmi. Con tutti loro al mio fianco potevo essere felice come non mai.
Non avrei potuto desiderare un finale migliore.



Note dell'autrice:
Non ci credo, mi viene da piangere a pensare che ormai questo è l'ultimo capitolo e che una volta pubblicato l'epilogo, "Come te..nessuno mai" sarà defintivamente terminata. Vorrei dire tantissime cose, ma le conservo per l'epilogo che posterò a breve.
Come si dice? Tutto è bene quel che finisce bene. Kagome ed Inuyasha, così come tutti gli altri, sono liberi di stare insieme senza interferenze..che gioia *_*
Ci tenevo particolarmente a questo capitolo e spero di trasmettere anche a voi, mentre lo leggevate, le emozioni che hanno animato me! 
Non mi dilungo molto con i ringraziamenti, perchè intendo farlo per bene nell'epilogo. Ancora una volta però grazie a chi legge e recensisce..*_*
Mi raccomando, ci tengo davvero molto a conoscere il vostro parere su questo finale ^^
Vi lascio, ancora una volta, per chi ha voglia di aggiungersi il link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
Troverete spoiler, molte delle vostre autrici preferite e soprattutto divertimento ed amicizia. Siamo una famiglia pazzerella che con grande allegria cresce ogni giorno di più ^^
Aspetto allora i vostri commenti..
Baci, Vanilla ^^

 

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Capitolo 24
*** Epilogo: Come te..nessuno mai! ***









Fosse stata quella notte sferzata dai venti artici, o scossa dai brividi di un terremoto, non sarebbe potuta essere per me più perfetta. L’erba da poco tagliata e sulla quale sedevo era soffice, il vento più che creare fastidio accarezzava la pelle, giocando a correre tra i miei capelli e le braccia di Inuyasha erano una piacevole protezione serrate intorno al mio corpo.
-Kagome, forse dovremmo rientrare, l’aria comincia a farsi un po’ fresca.- mi sussurrò, posando un bacio leggero sulla mia spalla.
-Mmm..ancora cinque minuti. Ti prego, si sta così bene qui.-
-Sai che non riesco a negarti nulla, ma tra cinque minuti ti riporto dentro..con le buone o con le cattive.-
Sorrisi, per quella finta minaccia, sistemandomi meglio contro il suo petto.
Trovare una posizione comoda con la schiena dolorante e la pancia arrotondata dalla gravidanza inoltrata, era una cosa che mi riusciva ancora molto difficile.
-Non avrei mai creduto che sarebbe finita così..- bisbigliai.
-A cosa ti riferisci?-
-A tutto. Insomma, sono passati solo due anni, ma a me sembrano una vita visto quante cose sono cambiate.-
-Dal primo momento in cui ti ho incontrata, con quell’aria da sapientona, ho capito che mi avresti causato un mare di guai.-
Mi voltai a guardarlo, indispettita.
-Non dovresti parlare così a tua moglie.- protestai.
-Lo faccio solo per sentirti ribadire ogni volta la tua posizione. Adoro quando mi ricordi che sei mia moglie. Mia, solo mia.-
-Sta’ tranquillo, mi troverai pronta a ricordartelo ogni volta che ce ne sarà bisogno.-
Due anni, 730 giorni, e tutto era cambiato: la mia vita, quella delle persone che mi stavano accanto, il mondo persino, ma non il mio amore per il mio mezzo demone dagli occhi color dell’oro.
Gli umani erano ormai liberi dal dominio demoniaco, ma molti, come la dolce e saggia Kaede, avevano deciso di restare a lavorare a palazzo, non conoscendo altro modo di vivere. Altri, avevano fatto ritorno alle loro famiglie, nei villaggi dove erano cresciuti, dando una svolta alla loro vita.
Ad Aki erano stati restituiti i territori che erano suoi di diritto ed il mio migliore amico si stava sforzando al massimo per riportarli al loro antico splendore, non facendomi però pesare la sua assenza.
Lui ed Inuyasha continuavano a battibeccare come bambini sulle questioni più inutili, per il sommo divertimento di noi tutti.
Kohaku era rimasto anche questa volta al fianco di mio fratello, e una volta sepolta definitivamente la “questione Saha”, avevano deciso di governare spalla a spalla le terre che un tempo erano appartenute alla mia famiglia.
Kikyo, con grande sconcerto di tutti, aveva deciso di seguire mio fratello. Erano una coppia improbabile, inaspettata, ma insieme erano felici e tanto mi bastava.
Tra l’altro, l’ex amante di Inuyasha, era ora in attesa del mio primo nipote da parte di mio fratello..la gravidanza procedeva bene, per la felicità di tutti.
Il primo figlio di Alissa ed Inuki, chiamato Inuno in onore di suo nonno, era nato circa otto mesi dopo il nostro scontro con Naraku, ed era diventato il simbolo vivente della pace tra demoni ed umani.
Rin e Sesshomaru avevano preferito fare le cose con maggiore calma. Il principe dei demoni aveva aspettato che la mia amica crescesse ancora un po’ prima di renderla donna e sua definitivamente..e il giorno delle loro nozze era ormai imminente.
Koga aveva mantenuto la sua promessa sposando Ayame, riscoprendosene più innamorato che mai.
 Sango e Miroku erano stati i primi a sposarsi e potevano contare tra le loro file già tre bambini, di cui due gemelli.
Miroku aveva dichiarato la sua intenzione di diventare padre per la quarta volta, ma la mia migliore amica non sembrava pensarla allo stesso modo.
-Cosa ne pensi di Katsuno?-
Sospirai, sollevando gli occhi al cielo.
Mancava ancora un mese al termine della mia gravidanza, ma Inuyasha era ossessionato dalla scelta del nome.
-E se fosse una femmina?-
-Mmm..in quel caso potrebbe essere Yua..-
-Perché tutti nomi così sdolcinati?- chiesi, curiosa.
-Perché che sia un maschietto o una bellissima bambina, tutti dovranno sapere che questo cucciolo è la prova vivente del nostro immenso amore. Il simbolo della vittoria del nostro legame su tutto e tutti. Kagome, non mi stancherò mai di ripeterti quanto ti amo. Tu hai liberato il mondo dal male, hai segnato il destino degli esseri umani, hai insegnato al mio cuore ad amare. Non esiste qualcuno più speciale di te.-
Arrossii per quei complimenti inattesi.
-Ti amo, Kagome.-
-Ti amo anch’io, Inuyasha.-
-Come te non c’è nessuna..o meglio Come te..nessuno mai”
E per l’ennesima volta le nostre labbra si incontrarono.
Solo la luna c’era a fare da spettatrice al nostro amore, ma io sapevo che un legame come il nostro che si era nutrito di gelosia, dolore, ma soprattutto gioia, momenti condivisi, affetto, passione, non sarebbe mai stato spezzato.
Il nostro amore sarebbe riecheggiato nei secoli, come un inno d’amore, come la strofa di una canzone che non si riesce a smettere di cantare, come il ricordo di un sentimento che non tutti riescono a provare.
Solo lui m’inonda il cuore..come nessun’altro mai!



Note dell'autrice:
Allora, per cominciare vi svelo il significato dei nomi^^
Katsuno= figlio della vittoria. Ho pensato che fosse adatto per simboleggiare la loro vittoria non solo contro Naraku, ma anche quella del loro splendido amore.
Yua= legame d'affetto. Credo che in questo caso non ci sia bisogno di spiegazioni?
Che dire, mille volte avevo immaginato il discorso che avrei fatto nell'ultimo capitolo, ma ora mi ritrovo quasi senza parole. "Come te..nessuno mai" è stata la mia prima storia, per cui ci sono particolarmente legata..è come se con lei finisse anche un piccolo pezzo della mia vita.
Io non ho parole per ringraziare tutti coloro che hanno speso anche solo un minuto della loro vita per leggere un pezzettino della mia storia. Un grazie immenso lo devo a tutte le splendide persone che hanno inserito la storia tra le seguite/ preferite/ ricordate. Un ringraziamento ancora più profondo a tutti coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio..per me, ogni volta, leggere le vostre recensioni è stata un'emozione. Mi avete appoggiata, spronata, consigliata e stimolata..perciò GRAZIE DAVVERO!
L'epilogo non è molto lungo, nè particolare, ma spero comprendiate il mio punto di vista..per me le cose semplici sono le più belle e ho sperato che attraverso la banalità di poche e semplici parole potesse giungervi ancora una volta l'emozione che c'ho messo nelle scriverle!
Infine, un ringraziamento speciale lo devo alle ragazze del gruppo. Siete delle persone fantastiche e la piccola famiglia che abbiamo creato e che giorno dopo giorno continua a crescere, mi fa sentire a voi vicine anche se siamo separate da computer e centinaia di chilometri di distanza..Grazie davvero!
Ok, ora la smetto..Grazie ancora una volta a tutti e spero di essere riuscita in questi 24 capitoli un'emozione. Sapere che avete sorriso, versato una lacrima, provato apprensione, anche solo una volta mentre leggevate qualcosa scritto da me, è il mio più grande traguardo! Grazie davvero!
Lascio ancora una volta il link del gruppo, affinchè chi ne abbia voglia può iscriversi:https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ Io e le vostre autrici preferite vi aspettiamo!
Baci, Vanilla ^^

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