The phantom of Storybrooke

di emily silente
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo V ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Sveglia. SvegliaSveglia. SvegliaSvegliaSveglia.Sve..." Danaè Traevox tirò un pugno alla sveglia. Giurò su Dio che prima della fine del mese ne avrebbe comprata un'altra. Guardò l'ora: le sei e mezza. Si alzò in fretta e andò verso il bagno.

" Buongiorno raggio di sole- disse Mel, la coinquilina di Danaè-credo sempre più fermamente che comprare quella sveglia sia stato un grande affare. Almeno non la devo mettere io"

"Sempre simpatica, eh Mel?" Melanie, Mel, Lantin come abbiamo già detto prima era la coinquilina di Danaè, ma non era solo questo: era anche la sua migliore amica, anzi erano quasi due sorelle. La madre di Melanie, Madame Lantin, aveva preso Danaè in affidamento quando lei era rimasta orfana, oltre che di madre, anche di padre. Da allora le ragazza erano sempre insieme

" Dai Mel, muoviti, voglio fare colazione da Granny's"

******

Eric fu svegliato da un rumore improvviso. Qualcosa di pesante, molto pesante, doveva essere caduto. Quell'ubriacone di Bahorel, lo scenografo, doveva aver combinato qualche casino, come al solito.Andò in bagno e si guardò allo specchio: osservò per qualche minuto, come faceva ogni mattina il suo volto, sperando quasi infantilmente, che fosse cambiato. Ma ovviamente le labbra deformate erano ancora là, profonda cicatrice che gli attraversava la guancia era ancora là. Il suo volto era sempre lo stesso mostruoso volto con cui si addormentava la sera prima e si risvegliava il giorno dopo. Strinse i pugni, cercando di ignorare le lacrime che minacciavano di scendergli dal viso. Si lavò e dopo si vestì. Afferrò il cappuccio nero che usava per nascondere il suo volto. Voleva ritrovare al più presto la sua maschera, ma non sapeva dove cercarla. ' A meno che non l'abbia lui ' pensò l'uomo. Si, doveva essere così. In quel negozio c'era di tutto. Smise di pensare alla maschera, e si concentrò su quello che stava per fare. ' Eric Jondrette' disse mentalmente ' si va in scena!'

*******

Danaè e Mel entrarono da Granny's. Erano le sette e mezza e, ovviamente, il locale era mezzo vuoto, tranne che per due o tre persone. Si avvicinarono al bancone

" Buongiorno ragazze- disse Ruby cordialmente-cosa vi porto?"

" Succo d'arancia per me"

" Del caffè per me "

" Niente mangiare? Andiamo, anche le ballerine devono fare colazione e...oh buongiorno Archie!" disse Ruby

" Oh ehm ciao Ruby. Bella giornata eh?" il dottore rispose diventando rosso

" Si, bellissima giornata. Ti porto il solito?"

" Si grazie" detto questo la ragazza sparì in cucina. Archie la osservò, sospirando. Mel si voltò verso Danaè, sussurrandole

" Scommetto dieci dollari che entro la fine del mese le chiede di uscire"

" No, Archie è troppo timido. Non lo farebbe mai" Ruby arriva dopo un po' con l'ordine per le due ragazze e quello per Archie.

" Ecco il caffè e il succo di frutta"poi si voltò verso Archie e gli consegnò il suo sacchetto

" Ruby, hai messo anche un muffin al cioccolato"

" Ehm, quello lo offre la casa!" disse la ragazza imbarazzata

" Bè, grazie. Da bella la mia giornata è diventata perfetta" disse Archie pagando. Fece per andarsene, ma poi si voltò

" Ehi, ehm, Ruby!"

" Si?"
" Ti andrebbe di, ehm, venire a vedere con me la prima dell'Annibale a teatro? Ho un biglietto in più e..."

" Aspetta, mi stai chiedendo di uscire?"

" Bè, se vuoi considerarla in questo modo..."

" Va bene"

" Cosa?" Mel e Danaè osseravano la dicussione come se stessero osservando una partita di ping pong. Danaè, però sapeva già di aver perso dieci dollari

" Ho detto va bene. Lo spettacolo è alle otto, vero?" Archie annuì

" Grandioso, ti passo a prendere alle sette e mezza!" le disse l'uomo. Dopodichè se ne andò

" Mi spiace dirtelo Dan, ma....paga!" Danaè guardò male l'amica. Aprì il portafoglio e le diede i dieci dollari

" Solo fortuna Mel, solo fortuna. Merda, guarda: le otto meno un quarto" Mel la guardò esasperata

" Danaè, rilassati. Il Teatro è qui dietro. Ci metteremo si e no cinque minuti. Capisco che sei emozionata per essere una delle ballerine principali, però" Danaè guardò l'amica, lamentandosi

" Bè, io non sono come te: tu sei fatta per ballare, è per questo che sei la prima ballerina. Guarda me invece: l'unica ragione per cui sono entrata a far parte del corpo di ballo principale è perchè Annie si è rotta la caviglia. Fino a qualche settimana fa, infatti, sarei rimasta una comune ballerina"

" Fossi in te, allora, andrei a ringraziare Emma Swan, visto che il giorno in cui ha deciso di stabilirsi in città il destino ha voluto che Annie si rompesse la caviglia. Da ballerina anonima, lei ti ha fatto diventare la ballerina numero sei!"

" Sei impossibile Mel. Sarà meglio andare ora" pagarono Ruby ed uscirono, andando a sbattere contro Emma ed Henry

" Henry, che piacere vederti. Sceriffo" salutò Danaè. Mel fece lo stesso

" Danaè, Mel! In bocca al lupo per le prove!" disse Henry

" Grazie piccolo! Ti aspettiamo alla prima! Sceriffo arrivederci" Emma fece un rapido gesto del capo. Le due ragazze si avviarono per la loro strada, mentre Henry e Emma si sedevano ad uno dei tavoli

" Ehi ragazzino, chi sono quelle due?" Il volto del bambino si illuminò

" Sono contento che tu inizi a chiedere informazioni per l'operazione Cobra. Le due ragazza sono Danaè Traevox e Melanie Lantin. Sono due ballerine, lavorano al teatro di Storybrooke"

" Storybrooke ha un teatro?" fece scioccata Emma. Il ragazzino annuì

" Si. Anche se Danaè non rimarrà ballerina ancora per molto. Da quando sei arrivata tu il tempo è andato avanti. Ora infatti Danaè è entrata a far parte del corpo di ballo principale. Spero che oggi vada tutto per il meglio."

" Danaè è la bionda ricciolina o la castana tutta boccoli?"

"Secondo te? È la ragazza castana. Ho anche già scoperto chi sono." Emma lo guardò interrogativamente

" Giusto l'operazione cobra-disse poi ricordandosi- chi sarebbero? La bella addormentata e pollicina?" Henry la guardò esasperato

" Certo che no! Hai presente il fantama dell'opera?" Emma sputò quasi il caffè che stava bevendo

" Non hai detto che la gente di qua proveniva dal regno delle fiabe? La loro storia non si svolge a Parigi?" Henry le rispose, quasi annoiato

" La loro Parigi è venuta in contatto con il mondo delle fiabe, in qualche modo. Per questo sono qua. O forse...-Henry si perse nei suoi pensieri. Poi scosse la testa e continuò-comunque, Danaè dovrebbe essere Christine e Melanie Meg"

" Henry, nella storia non c'era anche il fantasma? Chi dovrebbe essere?" Il ragazzino sorrise

" Ho l'impressione che farai presto la sua conoscenza. Ti voglio portare da lui oggi stesso. Intanto però, dovresti leggere la loro storia nel mio libro. Non voglio che ti presenti impreparata da lui"

******

Il teatro di Storybrooke era un grande edificio in stile settecentesco, anche se era stato costruito nei primi anni del novecento. Christine e Mel erano cresciute là: la madre di Mel, Madame Lantin, era stata prima ballerina e poi era diventata la direttrice del corpo di ballo. le due ragazze erano quindi cresciute nel teatro, circondate dalla musica e dall'arte

" Ragazze-disse una voce alle loro spalle-siete in ritardo!" le due i voltarono e si trovarono davanti Mme Lantin in persona

" Ma mam...voglio dire Madame, non sono ancora le otto. Mancano dieci minuti " Melanie era tenuta a chiamare sua madre Mme Lantin, visto che la donna non voleva che le malelingue del teatro insinuassero che lei privilegiava la figlia. Anche se era palese a tutti che Mme Lantin non la privilegiava. Era infatti quella che veniva ripresa sempre, anche quando non c'entrave niente, quella che aiutava la madre a mettere a posto dopo la lezione...insomma, era il caprio espiatorio dell'insegnante. E, in fondo, era per questo che era riuscita a diventare prima ballerina. Essere perennemente corretta, passare ore ed ore alla sbarra per guadagnare grazia, eleganza, fluidità nell'esecuzione l'avevano ripagata. Ed era per questo che era grata a sua madre.

" Melanie,non fare l'impertinente. Vero, sei la prima ballerina, ma quel posto potrebbero darlo ad un'altra ragazza più meritevole se ora smetti all'improvviso di esercitarti come facevi prima" Melanie sbuffò e corse negli spogliatoi a cambiarsi, mentre Danaè scuoteva la testa: Melanie era in assoluto la più brava ballerina di tutta Storybrooke. Monsieur Girnèn si sarebbe sparato un colpo in testa prima di sostituire Mel come prima ballerina

" Miss Traevox-disse la donna continuando- vada a cambiarsi, che tra poco cominciamo" Danaè si voltò, e si incamminò verso gli spogliatoi. Mentre si infilava le scarpette ripassava mentalmente la coreografia. 'Questa qua sarà una lunga prova generale' pensò tra se e se.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Emma,intanto,era torntata in centrale. Non aveva assolutamente niente da fare, così decise di prendere il libro di favole e leggere le pagine che Henry le aveva indicato. Si sentì quasi una stupida a leggere un libro di favole alla veneranda età di ventotto anni, ma la paura di deludere suo figlio si fece più forte. Iniziò a leggere la prima pagina

*****

Madeline Destler era una donna bellissima. I riccioli biondi e gli occhi azzurri contribuivano spesso e volentieri a far girare le teste di molti ragazzi. Ma a lei ne interessava solo uno: Charles Goire, bellissimo giovane, che lavorava come scalpellino nella città di Boscherville. E, di solito, ciò che Madeline voleva, Madeline otteneva. Qualche mese dopo,Charles rimase vittima di un incidente, mentre lei contemporaneamente rimase incinta di un bambino. ' Cosa farò ora?' si chiese ' Se tengo questo bambino diventerò una reietta, un'emarginata....' decise quindi di chiedere aiuto, pregando

" Bè, dearie, fare così non servirà a niente" la donna si voltò, e si trovò davanti un uomo, anche se bè, era davvero strano. Sembrava più un folletto

" Chi siete voi e cosa volete da me? " il folletto fece una risatina

" Giusto, Rumplestiltskin, ai vostri servigi" rispose inchinandosi. La donna lo guardò ancora dubbiosa

" Cosa volete da me?" il folletto sogghignò di nuovo

" Bè, la domanda più corretta sarebbe cosa voi volete da me" la donna si spaventò: il tono di quell'uomo la spaventava

" Vi state sicuramente sbagliando: non mi serve niente io..."

" Scusate, pensavo vi voleste liberare del bambino"

" Voi come....?"

" Ve l'ho detto dearie. Io so sempre cosa vuole la gente. La domanda che mi dovete porre ora è: cosa voglio io in cambio" la donna lo guardò confusa

" Temo di non capire" Il folletto iniziò a spazientirsi. Come erano strani gli abitanti di questo mondo

" Voi vi volete liberare del bambino, io ho un modo per farlo"

" L'unico modo per liberarsi di questo bambino,nato nel peccato, è andare dagli zingari, pagare una fortuna e bere uno di quegli intrugli. Oppure usare la magia"

" Tipo questa?" le chiese il folletto facendo comparire tra le mani una fiammella

" Come avete fatto? Siete una qualche specie di mago?" chiese la donna stupita. Rumplestiltskin le rispose, un po' irritato

" In un certo senso. Dearie,ascoltatemi bene,tra poco dovrei vedermi col re della vostra nazione: a quanto pare un gruppo di come li ha chiamati...ah si...studenti ha costruito delle barricate per far insorgere il popolo contro di lui. Come potrete capire vado un po' difretta"

" Accetto" disse la donna senza pensarci su un'altra volta

" Perfetto-disse Rumplestiltskin facendo comparire una boccetta-però,dearie,come ben sai tutto ha un prezzo"

" Qual è il vostro?" Il folletto sogghignò ancora

" Voglio sapere il nome del bambino" la donna sospirò

" Se fosse stato maschio lo avrei chiamato Erik. Mentre invece se fosse stata una femmina l'avrei chiamata Evangeline" Rumplestiltskin ghignò soddisfatto, facendo comparire una pergamena e una penna d'oca

" Perfetto dearie. Mettete una firma qui-disse indicando col dito lo spazio- e una qui. Devo avvertirvi, però, che prendendo questa pozione ci sono dei rischi: il bambino potrebbe sopravvivere" la donna lo guardò

" Potevate dirmelo prima..."

" Bè, mi pare che vi non abbiate chiesto. Arrivederci,dearie." Detto questo sparì. Madeline gridò per la frustrazione. In che guaio si era cacciata? Fidarsi di un uomo così, ricorrere a metodi pagani per abortire. Si fece forza e bevve la pozione.

Emma dovette smettere un attimo di leggere: il personaggio di Rumplestiltskin le provocave sempre più inquietudine. Riprese a leggere

Passarono circa sei mesi da quel giorno. La rivolta di cui aveva parlato Rumplestiltskin si era risolta: purtroppo male per tutti i rivoluzionari. Madeline ora lavorava, facendo la cucitrice. Fu durante una giornata di lavoro che sentì improvvisamente un dolore insopportabile allo stomaco. Strinse i denti, impugnando l'ago con più forza. La sua vicina,Angelique, se ne accorse

"Medeline, che cos'hai?"

" Ah, niente-disse la donna cercando di mimare un'espressione non sofferente- solo un po' di maldistomaco"

" Da quant'è che senti dolore?" si informò la donna, zittendosi subito quando Monsieur Babette,il capoturno, passò vicino alle donne

" Qualche ora, credo. Ma prima non era così forte" la nuova fitta la costrinse a posare l'ago per tenersi l'addome

" Monsieur Babette-gridò Angelique- mademoiselle Destler non si sente bene.Forse sarebbe il caso di accompagnarl dal dottore"

Monsieur Babette era un uomo sulla quarantina gentile e generoso, due qualità che difficilmente coabitavano nella stessa persona, soprattutto se questa aveva una forma,che fosse anche minima, di potere sulle altre

" Ma certo Madame Fleurot. Andate pure"

Pochi munuti dopo le due donne erano già dottore. Il medico arrivò pochi minuti dopo

"Buongiorno,io sono Monsieur Bayrne. Cosa posso fare per voi?" Angelique parlò

" Buongiorno,monsieur,io sono Mme Fleurot. La mia amica si è sentita male"

"Va bene. Vi dispiacerebbe lasciarci soli per qualche minuto?"La donna scosse la testa e lasciò la stanza. Dopo aver ascoltato i sintomi il dottore iniziò a visitarla quando ad un tratto esclamò scioccato

" Oh mio Dio-poi,continuando,urlò-presto, una levatrice!" Madeline lo guardò spaventata. In che senso una levatrice? Lei non era incinta, dopo aver bevuto la pozione credeva di aver abortito. Possibile che quel folletto l'avesse ingannata? Venti minuti e molto dolore dopo, finalmente Madeline sentì la voce della levatrice

" Eccolo, sta uscendo e sembra...Ah-gridò la levatrice terrorizzata- oh mio Dio, è orribile, orribile. Figlio del demonio" detto questo lasciò la stanza,in lacrime e terrorizzata. Per fortuna ad assisterla c'era una giovinetta, sua apprendista,che prese il bambino, senza ovviamente guardarlo in faccia

" Ecco, tenga-disse la ragazza allungandole il bambino- ma non lo guardi in faccia, Mademoiselle, è davvero...mostruoso" dopo di che i voltò anche lei, allontanandosi più in fretta possibile. Madeline guardò il bambino terrorizzata. La parte sinistra del viso era uguale a quella di qualsiasi altro bambino,persino tenera. Ma quella destra era orribilmente sfreggiata: le sembrava persino di vedere il cervello del neonato. Urlò per la disperazione e il disgusto, mentre le lacrime le inondavano gli occhi e cadevano senza pietà sulle guance

"Oh andiamo, dearie, non c'è bisogno di fare così" Madeline si voltò. Rumplestiltskin era lì davanti a lei,in carne ed ossa

" Voi-disse lei sibilando- come osate farvi vedere dopo ciò che mi avete fatto?" Il folletto ghignò

"Bè,dearie, vi avevo detto che il bambino poteva sopravvivere" La donna gli rispose, quasi ringhiando

" Non mi avevate certo detto che poteva succedere questo!" l'oscuro sorrise ancora

" Non me lo avete mai chiesto e, per essere sincero, non pensavo potesse accadere. Il bambino deve essere molto più forte di quel che sembra, in qualche modo è riuscito a sopravvivere"

"Facciamo un patto allora: voi prendete il bambino e io in cambio vi do tutto quello che volete" Rumplestiltskin scosse la testa

" Oh dearie, come posso fartelo capire...il tuo bimbo è l'equivalente di un animale zoppo o malato. Quante persone conosci vorrebbero avere per figlio un...bè mostro? Cerca di comprendermi, non gioverebbe ai miei affari! Congratulazioni ancora per la lieta nascita" disse ironicamente. Poi sparì, come aveva fatto l'altra volta, lasciando Madeline sola. Il bambino, intanto si era messo a piangere. La donna guardò il figlio, strappò un pezzo della sua veste e glielo legò intorno alla faccia. Almeno così avrebbe evitato di vedere quel volto mostruoso.

Emma chiuse il libro, quasi con rabbia. come poteva una madre volersi liberare così di suo figlio? E poi Rumplestiltskin...forse lui era anche peggio. Trattare dei bambini come se fossero merce. Mise il libro da parte e cominciò a lavorare, decidendo così di terminare la lettura che Henry le aveva ordinato di fare per dopo.

******

Le prove oramai andavano avanti da qualche ora. Tutto il cast era ormai esausto. Tutto per uno stupido capriccio di Francesca Curicelli, la soprano che interpretavav il ruolo femminile principale

" No,no e no! Non canterò condividendo la scena con delle ballerine" disse con tono di sufficenza. Mel iniziò a scaldarsi

" Ehi, bada a come parli piccola insul..."

" Melanie Marguerite Lantin! Modera il linguaggio" ordinò Mme Lantin, picchiando il bastone sul pavimento una volta sola. Tutto il corpo di ballo sapeva cosa voleva dire: tappati la bocca o te la tappo io a forza di Fouettès. Melanie si ricompose subito. Il regista si mise le mani nei capelli

" La Francesca, la prego, cerchi di essere ragionevole: le sei ballerine principali devono stare vicino a lei! Per quanto riguarda la prima ballerina...." fu però bruscamente interrotto dall'entrata di Monsieur Girnen e altri due uomini

" Signore e signori-disse Girnen vi presento i nuovi proprietari dell'opera: Monsieur Bossout e Monsieur de Giorgès. Io, con l'opera e il teatro...ho chiuso. Se avete bisogno di me sarò a Tall Bridge per pescare" disse felice mentre se ne andava. I due nuovi proprietari si guardarono intorno.

" Signori, io sono Francesca Curicelli, la prima donna del teatro" i due le fecero il baciamano

" Sono incantato di conoscerla, prima donna. Le dispiacerebbe farci sentire un'aria dall'opera? Magari "think of me"? " la donna sorrise e cominciò

Think of me...

Think of me fondly

When we've said goodbye

Crash. Un pezzo di scenografia cadde sulla cantante mentre un uomo, dietro le quinte, si sfregava soddisfatto le mani

" È qui, il fantasma del teatro è qui tra noi" disse Mel, fingendosi spaventata. Andò vicino a Francesca e lo gridò più forte, facendo tremare ancora di più la soprano

" Andiamo, signorina, non dica simili sciocchezze!" disse Monsieur Bossout

" In realtà Melanie ha ragione-disse Mme Lantin- questo era il benvenuto del fantasma. Ci tiene a ricordare anche che desidera che il box numero cinque, il suo privato, sia sempre tenuto libero. Inoltre vi ricorda che il suo stipendio è di ventimila dollari al mese."

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Bossout e de Giorgès si guardarono. Girnen non aveva mai menzionato il fantasma. Ma sapevano che Bahorel, lo scenografo, aeva la fama di essere un ubriacone. Forse era stato lui a far cadere la scenografia

"Signor Bahorel-gridò Bossout- è stato lei a fare cadere la scenografia? C'era qualcuno là con lei?" l'uomo si sporse dall'appalto da dove lavorava

" Si signore-disse- mi pare di aver visto un uomo. Aveva una maschera e mi ha minacciato con il suo lazo magico." Poi scoppiò a ridere, mentre veniva rimproverato da i due nuovi proprietari. Francesca, intanto, continuava a singhiozzare tra le braccia di Pancrazio Sospiri, tenore. Tutto il teatro sapeva che tra di loro c'era del tenero:infatti il cantante era l'unico che riuscisse a sopportare la prima donna, o il rospo come la chiamava Mel, per più di cinque secondi

" Prima donna- parlò poi de Giorgès- sono cose che possono capitare. Le dispiacerebbe ricominciare da capo?" La soprano gli rispose con le lacrime agli occhi

" Oh si, queste cose capitano. Ma voi siete arrivati qui solo oggi, giusto? Queste cose....per ormai da tempo immemore capitano solo a me! Da quando abbiamo iniziato a provare per l'Annibale. Quindi si,mi di dispiace ricominciare da capo" detto questo scappò dal palco, singhiozzando, mentre il tenore le correva dietro

" La Francesa, prima donna, aspetti!" gridò Bossout

" Ah, è inutile: la prima è tra poco meno di due settimane, come faremo a trovare una sostituta?" si chiese de Giorgès. Fu allora che a Mel venne un'idea

" Messieurs-gridò Mel- Danaè Traevox potrebbe cantare la parte" prese la mano all'amica e la trascinò in mezzo al palcoscenico. Danaè fulminò con gli occhi Mel. È vero, lei prendeva lezioni di canto, ma non pensava di essere all'altezza. E poi lei era una ballerina, non una cantante

" Mmh...Traevox. Qualche relazione con il musicista, Ramin Traevox?"

" Si, signore. Era mio padre" de Giorgès sorrise

" E questo suo maestro, chi sarebbe?" chise Bossout sospettoso

" Non lo so-ammise la ragazza- mi ha detto solo di chiamarsi Mr Y"

" Bè, cominci pure, miss Traevox" Bossout, nel frattempo, borbottò qualcosa che somigliava ad un ' perché non iniziamo a cercare una vera cantante? '. Danaè, seppur terrorizzata, iniziò a cantare

Think of me...

Think of me fondly

When we've said goodbye

Sull'acuto, la voce le si ruppe leggermente, non era brava nel tenere a bada l'emozione. Cercò di scappare, ma Mme Lantin picchiò il suo bastone per terra. Danaè si fermò, continuando a cantare

Remember me

Every so often

Promise me you'll try

Danaè cominciò a cantare con più sicurezza. Finita l'aria si sentì gli sguardi di tutti addosso. Mel e Mme Lantin furono le prime ad applaudire, seguite rapidamente da tutti gli altri. Dietro le quinte lo stesso uomo che prima aveva fatto cadere la scenografia si sfregò le mani soddisfatto

" Riuscirò a riportarti indietro, Christine. Quanto è vero che ti amo ti farò riavere indietro la tua memoria,la tua fama...e io riavrò il tuo amore"

*******

Henry aveva dato appuntamento ad Emma da Granny's alle quattro e mezza. entrò nella tavola calda e si guardò intorno. Vide Henry seduto ad un tavolo, con davanti una cioccolata calda. Appena vide Emma si sbracciò per salutarla

" Emma!"

" Hey Henry. Come è andata oggi a scuola?"

" Bene,bene-disse lui in tono impaziente- allora, hai letto le pagine del libro? Per l'operazione Cobra?" Emma si cinò verso di lui, sussurrando

" Si signore. Sono arrivata però solo fino alla nascita di Erick. Purtroppo si è aggiunto all'ultimo minuto del lavoro da fare. Un gruppo di liceali ha pensato bene di barricarsi in un'aula della scuola per protestare contro i provvedimenti del preside"

" Oh Emma, lasciali fare!-disse Henry sorridendo- questo vuol dire che la tua presenza sta aiutando gli altri a ricordare,ed il tempo ad andare avanti. Allora, vieni, a vedere L'Annibale?" Emma sospirò, alzando gli occhi al cielo

" Mery Margaret mi ha convinto a venire. Ma ti avviso,ragazzino, non sono una grande fan dell'opera, della musica clasica e copagnia bella. È probabile che alla fine del primo atto scappi per ascoltare Eminem"

" No, non lo faresti mai-le rispose Henry- poi provano da ventotto anni, direi che meritano di essere visti e ascoltati

" In che senso provano da ventotto anni?" Henry le parlò lentamente, come di solito si fa con i bambini piccoli che non capiscono qualcosa

" Il tempo si è fermato, ricordi?"

" Già, giusto- disse Emma assecondandolo- che ne dici se finiamo di leggere la storia vicino al tuo castello, lontano da orecchie indiscrte?" Henry sorrise felice, annuendo

*********

Per arrivare al piccolo rifugio di Henry ci volle poco. Si sedettero, ed Emma iniziò a leggere la storia da dove l'aveva terminata.

Erano passati sei anni da quando il piccolo Erick era nato. Sei anni passati tra abusi, mentali e fisici, della madre. Sei anni passati indossando quella maledetta maschera tutti giorni. Sei anni, passati senza neanche mai essere stato baciato, accarezzato, o persino toccato dalla propria madre. Ma oggi sarabbe stato diverso. Oggi, giorno del suo compleanno, avrebbe chiesto a sua madre un bacio come regalo. Prese coraggio e le si avvicinò, sfiorandola

" Maman?" chiese sapventato. La donna si ritrasse spaventata dal suo tocco

" Cosa vuoi, piccolo mostro?Quante volte ti ho detto che non devi neanche sfiorarmi?" il bambino i fece ancora più piccolo di quello che era

"S-sc-scusa. Oggi è il mio compleanno, e mi chiedevo...se potevo avere...un bacio come regalo, ecco" Madeline lo guardò disgustata

" Come osi? Piccolo mostro! Vieni, ora ti do io un bel regalo di compleanno" Madeline prese il bambino per il polso e lo trascinò davanti ad uno specchio, coperto Erick i era sempre chiesto come mai l'unico specchio in casa fosse coperto, ma quando aveva chiesto la risposta della madre era stata : non fare domande, piccolo mostro.

" Ecco il mio regalo di compleanno, Erick" detto questo strappò la maschera via dalla faccia del figlio, mentre con l'altra mano scopriva lo specchio. L'urlo del bambino squarciò il silenzio di quella mattina

" Hai capito ora Erick perché non ti bacio? Perchè mi fai ribrezzo-disse sprezzante-e fidati se ti dico che un mostro come te non troverà mai qualcuno che vorrà baciarlo o anche solo toccarlo, stargli vicino. Cose come te non dovrebbero esistere Erick" la madre se ne andò, lasciando il bambino solo e singhiozzante davanti al suo riflesso. Quella era la prima volta che Erick si guardava allo specchio

" Bene, direi che per oggi abbiamo finito" disse Emma chiudendo il libro di colpo. Non aveva assolutamnete voglia di continuare quella storia. A scula aveva visto il Fantasma dell'opera, la versione musicale con Michael Crowford o una roba del genere, e sapeva che quella storia non aveva un lietofine. Non voleva che Henry leggesse questo genere di storie.

" Cosa? Ma ci sono ancora una ventina di pagine dal leggere!" disse il bambino contrariato

" Lo so Henry. Se vuoi finisco di leggerle da sola" Henry sospirò

" Preferivo che le leggevi con me! Va bè, io la storia la ho già letta. Promettimi però che entro domani finisci le pagine!" Emma annuì. Prendendo il libro con se

 

********

L'uomo che aveva fatto cadere la sceneggiatura durante le prove ritornò nel suo appartamento. Si tolse in fretta il cappuccio. Quella maledetta stoffa era come sale sulla sua carne martoriata. si grattò delicatamente la guancia

" Bè, ne è passato di tempo, vero Emrick Jondrette?" l'uomo si girò di scatto, ritrovandosi faccia a faccia con il sindaco Mills. La guardò scioccato: come diavolo aveva fatto ad entrare nel suo appartamneto?

" Sindaco, che piacere-disse sibilando-mi voglia scusare, ma non pensavo che avrei ricevuto visite. Spero non le dispiaccia, vedrmi senza niente per coprirmi il volto"

" Non si preoccupi, posso resistere quanto mi serve senza scappare spaventata per parlare con lei-disse melliflua- mi è giunta voce che nel vostro teatro si è verificato un piccolo incidente. A quanto pare Francesca Curicelli è scappata dal palcoscenico in lacrime- sperò di vedere qualche reazione in Emrick, ma l'uomo rimase impassibile- ha saputo chi ha preso il suo posto? Una certa Desirè? no, non si chiamava così...potrebbe essere Cècile?"

" Si chiama Danaè" disse Emrick interrompendola

" Ah, già. Aspetti, non era per caso la sua allieva?" Emrick le ringhiò contro

" E lei, come fa a saperlo?" la donna sorrise ironicamenete

" Diciamo che ho i miei medoti. Certo che, da un uomo intelligente come lei, mi aspettavo qualcosa di diverso?" L'uomo la guardò senza capire

" Cosa volete dire?" la donna sorrise ancora di più

" Bè, mi aspettavo che cercasse di conquistarla in qualche altro modo. Evidentemente, farle credere che lei sia il suo angelo della musica e tentare di farla innamorare del proprio maestro non funziona...poteva provare a...non lo so regalarle una collana, delle rose"

" Continuo a non capire dove vuole arrivare"

" Sa, l'ho vista Danaè. Proprio una bella ragazza, pensi che peccato se le accadesse qualcosa" appena la donna finì di parlare si ritrovò il collo stretto dalle mani di Emrick

" Mettiamo in chiaro una cosa, sindaco Mills: lei osi solo anche sfiorare Danaè e giuro su quanto è vero Iddio che non ci sarà gioia più grande per me di vederla perire per mezzo delle mie mani" dopodichè la lasciò, continuando a guardarla minaccioso

" Lasci che le dica una cosa: in questa città sono io la più potente. Osi fare di nuovo una cosa del genere e la denuncierò alla polizia. Stia attento, Erick Destler" disse uscendo. Eick, il vero nome dell'uomo, la trattenne per il braccio

" Stia lontana da Danaè. Uomo avvisato, mezzo salvato....sua Maestà" la donna sorrise in modo cinico, mentre usciva dicendo ancora poche parole

" Sa, Erick, credo che Christine sia meglio di Danaè" la donna rise uscendo, mentre l'uomo sbatteva la porta.

Era consapevole che, rivelando la sua identità alla donna e dando segno di riconoscerla, aveva passato il punto di non ritorno

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


" Ed ecco a voi, signore e signori, il figlio del diavolo, il cadavere vivente."

La folla si ritrasse spaventata al sentire quelle parole. L'uomo che prima aveva parlato, uno zingaro di nome Javert, aprì la gabbia situata in mezzo al palco proclamando a gran voce:

" Cadevere vivente, demone delle tenebre....esci dalla tua gabbia e mostrati a noi!"

La folla si zittì, mentre aspettavano con ansia di veder uscire il mostro. Biancaneve,ancora bambina, si coprì gli occhi spaventata: aveva paura di cosa potesse uscire dalla gabbia. La sua sorpresa fu però enorme quando dalla gabbia vide uscire un bambino che avevo più o meno la sua età.

" Figlio del diavolo,-disse allora l'uomo-inginocchiati!" il bambino eseguì l'ordine più in fretta che potè mentre l'uomo lo frustava senza pietà.

" Sua madre era una strega,-continuò l'uomo-mentre suo padre Satana in persona." La folla iniziò a rumoreggiare.

" Credete che abbia il diritto di vivere?" I 'no' e i 'a morte il figlio del diavolo' non si fecero attendere. Come ogni sera, Erik si preparò a subire un'infinita tortura.

" Vi prego, andiamo via." Disse una terrorizzata Biancaneve. Cora la guardò sorpresa.

" Ma come, pensavo ti stessi divertendo-disse la donna-non ti piace lo spettacolo?" La bambina scosse la testa.

" Non è così che una persona si dovrebbe divertire. ciò che fanno a quel povero bambino...è semplicemente sbagliato." Cora scosse la testa 'Questa bambina è debole come il padre' si disse mentalmente. Le prese la mano e la trascinò fuori dal tendone.

" Vieni Biancaneve, magari qui fuori troviamo qualcosa di più divertente." La bimba annuì felice, prenedendo la mano della donna. Prima di andarsene, però, si voltò un'ultima volta verso quel bambino. Desiderò per lui che fosse libero, come lo era lei.

***************

" Ehi Emma, sono a casa." Emma alzò lo sguardo dal libro, alzando la mano per salutare Mary Margaret.

" Che leggi?"

" Oh, niente, è per Henry, mi ha ordinato di leggere una storia del suo libro, " Il Fantasma dell'opera", anche se ogni tanto compaiono dei personaggi di cui non conosco nemmeno il nome, o chi siano, cosa abbiano fatto precedentemente, isomma sono talmente tanti..."

" Nel libro di Henry c'è davvero la storia del fantasma?-Gli occhi della maestra di illuminarono come quando un bambino vede i regali la mattina di Natale- È una delle mie storie preferite!" strillò eccitata. Emma la guardò spaventata dalla sua esuberanza.

" Ehm, ok. Hanno fatto anche un film con quello che fa "Questa è Sparta!", vero?" Questa era sicuramente la cosa più sbagliata che potesse dire. Gli occhi di Mary Margaret passarono da illuminati per la gioia a roventi per la rabbia in un nanosecondo.

" Oh no Emma, non dirmi che sei anche tu sei una fan di Butlerface?" La ragazza scosse la testa

" Mary Margaret, chi è Butlerface?"

" Gerard Butler, ovviamente. Davvero, non capisco come qualcuno possa apprezzarlo come fantasma. Innanzitutto la sua deformità sembra più una scottatura di terzo grado. Secondo, ma dai, lo hai sentito cantare?!? Sembra il mio aspirapolvere. Il fantasma dovrebbe avere una voce delicata ma potente allo stesso tempo. E poi non farmi parlare di Christine perché se non non finiremo più. Non che Emy Rossum..."

" Ok, grazie Mary Margaret, credo di aver capito. Non vedrò mai quel film in vita mia se è tanto brutto."

" Brava! Guardati il musical di Andrew Lloyd Webber. Ti consiglio l'originale." Detto questo le sorrise lasciandola alla sua lettura.

'Bene. Ora ho scoperto che Mary Margaret, che in realtà è Biancaneve che in realtà è mia madre, è una fangirl ossesionata.' pensò Emma continuando a leggere il libro.

 

**************

Danaè e Mel si cambiarono velocemente. Per Mel le prove erano state estenuanti: la madre non le aveva lasciato un attimo di respiro, ma alla fine era riuscita ad eseguire tutto il suo pezzo perfettamenete, senza errori e sbavature. Per Danaè invece scoprire che in meno di due settimane avrebbe dovuto debuttare come solista al posto di Francesca le aveva provocato un piccolo shock.

" Danaè?" La voce di Mel la riscosse dai suoi pensieri.

" Si'"

" Ti dispiacerebbe andare da sola dal signor Gold per pagare l'affitto? Ti accompagnerei volentieri ma non riesco quasi a muovermi." Danaè osservò l'amica: i capelli biondi, di solito raccolti ordinatamente in uno chignon, ora le cadevano lungo le spalle. Gli occhi azzurri erano velati dalla stanchezza e combattevano contro le palpebre per restare aperti.

" Stai tranquilla, prima ballerina. Ci vado da sola dal signor Gold. Tu vai a casa a riposarti, oggi Mme Lantin ti ha massacrata." Mel annuì sollevata e si avvicinò all'amica per darle un bacio sulla guancia.

" Danaè, ti adoro!"

***************

Sulle strade di Storybrooke iniziava a calare la sera. Danaè affrettò il passo. Non voleva restare troppo fuori, esposta all'aria della notte. Se la sua voce si fosse danneggiata il uo maestro l'avrebbe sicuramente ripresa, e non sarebbe potuta andare is scena. Svoltò a sinistra e imboccò la strada che portava al negozio del signor Gold. Arrivata davanti prese un sospiro ed entrò. Come al solito l'odore di antico che impregnava quelle mura investì la ragazza. Come al solito si guardò intorno e rabbrividì: molte di quelle cose incutevano timore, come ad esempio le due marionette attaccate sul mobile vicino all'ingresso. Ad un tratto però fu attratta da una cosa che non aveva mai notato prima: era una carrillon a forma di scimmietta, che suonava i piatti. Mossa dalla curiosità si avvicinò all'oggetto, sfiorandolo delicatamente, come si farebbe con una cosa preziosa. Aveva la sensazione di aver già visto quel carillon, ma dove? Toccò con mano leggera la manovella che azionava la musica. Una dolce melodia si disperse per il negozio.

I remember there was mist...
Swirling mist upon a vast glassy lake...

' Danaè, che cosa ti salta in mente? Cantare nel negozio di Gold?!?' Eppure non riusciva a smettere di cantare. Dove aveva sentito quella musica? Perché era tutto così straordinariamente familiare?

There were candles all around, and on the lake there was a boat...

In un sogno? Si, sicuramente era così. Si ricordava di un sogno del genere: si ricordava una barca, delle candele...e anche di un uomo....

And in the boat there was a man...

" Bellissimo pezzo, vero dearie?" Danaè si voltò spaventata, trovandosi faccia a faccia con Gold.

" Sai, questo carrillon deve avere una storia triste alle spalle:-disse l'uomo avvicinandosi all'oggetto- si vede chiaramente che è stato riparato. Qua per esempio si vede la differenza di colore." Danaè non era per niente tranquilla. Il signor Gold la metteva in soggezione.

" Signor Gold, sono venuta qua per pagarle l'affitto. " disse decisa. L'uomo la guardò interrogativamente.

" Signorina Traevox,l'affitto scade tra una settimana."

" Lo so, ma tra due settimane c'è la prima dello spettacolo ed io e la mia coinquilina non saremmo in grado di portarglielo." L'uomo annuì prendendo la busta che la ragazza gli consegnava.

" Sa signorina, ha proprio una bella voce...mai pensato di cantare?" Danaè arrossì e,ringraziando per il complimemto, uscì più in fretta che potè dal negozio. Il signor Gold osservò la ragazza scomparire dalla sua vista.

" Mi sa che qualcuno inizierà a darti problemi Regina..." l'uomo si mise poi a ridere, pensando alla faccia che avrebbe fatto il sindaco sentendo la ragazza cantare quella canzone.

***********

Dall'altra parte della città,intanto, il compositore del teatro aspettava, impazientemente per usare un eufemismo, l'arrivo di una persona. Continuava a camminare avanti e indietro, sperando che questo facesse passare i minuti. Dopo un po' sentì il campanello suonare. 'Finalmente' pensò.

" Farhad, sei tu?" chiese per assicurarsi che non fosse un'altra visita inaspettata come quella del sindaco.

"No,sono tuo nonno vestito da DragQueen...certo che sono io!" Emrick si fiondò subito verso la porta.

" Si può sapere come mai ci hai messo tutto questo tempo?!? " Gli chiese il musicista aggredendolo.

" E tu ti sei mai chiesto perchè io sia il tuo unico amico?" Gli rispose Farhad prendendolo in giro.

" Attento,Persiano,potresti fare una brutta fine."

" Uh, ora si che sono spaventato. Comunque,-dise continuando-, pensavo che volessi questa..."detto questo fece comparire teatralmente qualcosa dalla borsa che portava. Il compositore sbarrò gli occhi, sorpreso.

" Come hai fatto? Voglio dire, quello deve essere uno dei posti più sorvegliati di tutta la città...e poi lui...com'è possibile che non se ne sia accorto?" Farhad si guardò la mano con aria falsamente modesta.

" Sai, quando il signor Gold è distratto da giovani cantanti interessate a strani carrillon, diventa assai facile prenedergli cose sotto il suo naso."

" Vuoi dire che Chris...voglio dire Danaè era lì con lui, da sola? Non doveva andarci con la piccola Lantin?" Emrick ora era furioso. Avrebbe fatto un discorsetto ad Antoinette, per dirle come Mel doveva comportarsi con Danaè.

" Ehi, non prenedertela con Melanie. Se tu avessi oggi avessi visto cosa le ha fatto patire sua madre, non saresti qua a prendertela con lei! Alla fine delle prove riusciva a stento a camminare! Dio Emrick, il mondo non gira tutto intorno a Danaè!" Farhad aveva ragione, e il musicista lo sapeva bene. Non aveva nessun diritto a parlare così di Mel, daltronde era sempre lei che confortava Danaè quando lui non poteva.

" Lo so Farhad. Ma oggi è stata una giornata dura...ma scusa, come facevi tu a sapere cosa faceva o non faceva Melanie Lantin?" Il Persiano si grattò subito la testa imbarazzato.

" Oh ehm, sai che sono io che per la maggior parte delle volte parlo con i proprietari del teatro quando non lo fai tu...e...passavo di li...e mi hanno chiesto se volevo vedere le prove e...." Emrick non ci poteva credere....Farhad, un tempo Nadir e capo della polizia persiana, nel loro vecchio mondo,aveva una cotta per Melanie Lantin.

" Oh mio Dio Farahad, non pensavo che fossi un tale romantico! Sono davvero commosso dalla tua devozione verso la piccola Lantin." disse Emrick prendendolo in giro.

" Fai lo spiritoso. Comunque, lieto di esserti stato d'aiuto, e prego per quella,-disse indicando l'oggetto che aveva dato poco prima al musicista-,non mi è costata nessuna fatica prenderla e sono sicuro che se Gold mi beccasse non mi farebbe perseguire penalmente." Il Persiano fece per avviarsi verso la porta ma Emrick lo fermò.

" Farhad, grazie." L'uomo gli sorrise e si incamminò nell'oscurità.

************

Gold aveva appena finito di rimettere a posto il negozio quando si accorse che qualcosa non andava: si avvicinò al bancone e fremò di rabbia. Prese la busta che era al posto dell'articolo mancante e la aprì

Caro signor Gold, la ringrazio per averla conservata. Dentro la busta troverete i soldi che vi devo per riprendermela.... Sinceramente vostro O.G.

L'uomo prese i soldi da dentro la busta, mentre accartocciava la lettere. Sapeva benissimo chi poteva essere stato, anche se non riusciva a spiegarsi come avesse fatto. Insomma, lui era Rumplestiltskin maledizione, nessuno lo derubava passando impunito. Il problema, però, era che non era stato propriamente derubato: in fondo il ladro gli aveva lasciato i soldi per comprare la maschera e,teoricamente, questo non era rubare.

'Maledetto fantasma!' pensò l'uomo maledicendolo mentalmente

***************

Nel mentre l'uomo oggetto delle maledizioni di Gold era nel bagno di casa sua. Osservò il volto figurato memtre veniva coperto dalla maschera che gli aveva portato Farha

" Finalmente,-disse l'uomo sussurrando,-il mio viso è di nuovo completo. Ora posso incontrarti Christine."

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Capitolo 5
*** capitolo V ***


~La canzone suonò di nuovo. Proveniva sempre dal carillon che aveva visto da Gold. Danaè si guardò intorno: era in quella che sembrava una specie di tana; l'acqua circondova l'isolotto sul quale era ormeggiata la barca. Danaè poi si voltò all'improvviso, notando solo in quel momento che con lei c'era un uomo, difronte ad un organo, e aveva una maschera bianca, che gli copriva metà faccia. La ragazza, spinta dalla curiosità di vedere cosa si nascondesse sotto la maschera, si avvicinò all'uomo, cercando di non farsi notare.
Who was that shape in the shadows?
Whose is the face in the mask?

La ragazza cantò i versi che, stranamente, le sembravano così familiari. L'uomo non si era ancora accorto di lei: preso com'era dalla sua musica non l'aveva sentita arrivare. Danaè allungò la mano, cercando di sfiorare con le dita la candida porcellana. Mancava così poco, riusciva a sentire la freddezza dell'oggetto....

Dolore. Fu questa la sensazione che Danaè provò svegliandosi di soprassalto. Si guardò intorno, e capì come mai si era svegliata: era caduta dal letto. Scosse la testa;possibile che quelle cose capitassero solo a lei? Guardò la sveglia. Le quattro e mezza. Tra più o meno dodici ore ci sarebbe stato il suo grande debutto e lei, invece che riposarsi, passava le notti in bianco a sognare sconosciuti mascherati. Da quando era entrata nel negozio di Gold quella canzone le era entrata in testa e non ne voleva sapere di uscirne. Si avviò verso il bagno, sperando che un po' d'acqua l'avrebbe calmata.
***************
Erik si rannicchiò nell'angolo della sua gabbia cercando, inutilmente, di ripararsi dal freddo che lo circondava. L'ultima tappa del circo era stata questo regno freddissimo, dove vi era l'inverno perenne. Il bambino sentì il suo padrone arrivare e, se possibile, si fece ancora più piccolo.
" Ehi cadavere!-disse Javert, il direttore del circo gitano- stasera mi hai fatto fare un bel po' di soldi! Direi che ti meriti la cena!" gli lanciò un pezzo di pane raffermo, ridendo. Erik allungò subito la mano per prendere la sua cena. Nel mentre arrivò un altro zingaro, Milos, il fratello di Javert.
" Fratello!"
" Che c'è Milos? Non vedi che sono occupato?-gli rispose ringhiando l'altro.
" Mi dispiace disturbarti, ma sarà meglio che tu lo sappia: dobbiamo ripartire subito."
" Perché? Alla regina Jadis e al suo popolo è piaciuto il nostro circo! Sai quant'è stato l'incasso di stasera?" Milos sospirò.
" Lo so fratello, ma dobbiamo ripartire subito, o rimarremo bloccati qui: in queste terre fa troppo freddo per coltivare i fagioli. Dovremmo andarcene subito, i baccelli che abbiamo stanno già morendo a causa del freddo." Javert imprecò. Sapeva che Milos aveva ragione. Senza fagioli magici non avrebbero potuto viaggiare attraverso i mondi, e questo avrebbe significato meno soldi.
" Va bene. Di a tutti di prepararsi a lasciare questo posto. Tra venti minuti tutti nella piazza prinicpale."
" Farò eseguire i tuoi ordini fratello. Per curiosità, dove siamo diretti?" Lo zingaro ghignò.
" È tanto che non visitiamo la Foresta Incantata, vero Milos?"
L'arrivo fu, come al solito, disastroso: carrozzoni rovesciati, animali liberi e ossa fratturate. Spostare un intero circo gitano attraverso un portale non era affatto facile, e questo Javert lo sapeva bene. Ma fortunatamente,avendo molta esperienza alle spalle, lo zingaro riuscì a riorganizzare l'accampamento in poco tempo.
" Milos! Te e altri quattro controllino il perimetro, per trovare un posto dove piantare i fagioli. Kyros e Roskey informatevi sul reame più vicino. Prendete due cavalli e partite." Gli zingari annuirono ed eseguirono velocemente gli ordini. Javert si fregò le mani e andò a controllare la sua attrazione preferita: Erik. Ripensò a quando l'aveva visto per la prima volta. Un mostriciattolo di appena sei anni. La madre ,disperata, glielo aveva venduto per poco più di dieci franchi. Da allora erano passati sei anni e non se ne era mai pentito. Quel piccolo mostro riusciva a far guadagnare una bella somma ogni notte.
Intanto il nostro piccolo Erik cercava di riprendersi dal viaggio. Durante il salto nel portale aveva sbattuto la testa contro le sbarre della gabbia e aveva anche perso il suo pezzo di pane. Il bambino iniziò a singhiozzare.
" Oh Dearie, non piangere." disse una voce alle sue spalle. Il bambino si girò, trovandosi davanti un qualcuno...o meglio, un qualcosa. Si zittì immediatamente, osservando lo sconosciuto.
" Bene bene...quanto tempo che è passato."


******************

Emma fu costretta ad alzare gli occhi dal libro. Qualcuno era appena entrato nella centrale. Si sporse oltre la scrivania e notò il signor Gold, che aspettava pazientemente di essere considerato.
" Signor Gold, qual buon vento la porta qui in centrale per la ventesima volta in due settimane?" Chiese lo sceriffo cercando di non sembrare troppo sarcastica. Gli occhi di Gold si ridussero a due fessure, mentre le rispondeva con voce tirata.
" Se lei facesse il suo dovere, sceriffo Swan, io non sarei qua a lamentarmi! Ha ritrovato la mia merce?"
" Signor Gold, andiamo, non può lasciar perdere? In fondo ha non ha subito nessun danno...quale ladro paga la merce che ruba?" Il signor Gold la osservò ancora per un attimo e poi le rispose.
" Se non interviene lei, sceriffo, interverrò io...e sappiamo come è finita l'ultima volta, giusto?" Emma sostenne lo sguardo, anche se dentro di se era incredula: davvero Gold avrebbe rischiato di nuovo la galera per una misera maschera? Come se le avesse letto nel pensiero aggiunse.
" Oh no Dearie, non è per la maschera. Cosa credi che penserebbe la gente se lascio andare così un ladro? Non gioverebbe alla mia reputazione. Tutti potrebbero tranquillamente pensare che basta entrare nel mio negozio, pagare ad andarsene...no meglio lasciare le cose così come sono, che ne pensa sceriffo?" Dopodichè se ne andò, lasciando Emma da sola. La donna vide poi qualcosa che catturò la ua attenzione: sulla scrivania c'era un pezzetto di carta, con scritto sopra un nome e un indirizzo.

************

Emma bussò alla porta della casa che aveva davanti: una piccola villetta nella periferia della città. Provò a suonare sul campanello, ove c'era scritto con caratteri eleganti Emrick Jondrette. Una voce dall'interno rispose.
" Chi è?"
" Sceriffo Swan, mi faccia entrare." Le porte si aprirono ed Emma fu scioccata quando si ritrovò davanti....
" Henry! Che ci fai tu qui?" Il bambino le sorrise, mentre la voce che aveva parlato prima le rispose.
" Sceriffo, non lo sgridi. Henry viene ogni tanto a trovarmi, e mi da una mano con il mio lavoro. La prego sceriffo, potrebbe chiudere la porta? Troppa luce mi da fastidio agli occhi."
" Non finchè lei-"
" Per favore." Emma sospirò. Prima di chiudere la porta osservò velocemente lo sconosciuto. Camicia nera,pantaloni neri e cravatta nera. Sembrava il compagno d'affari del Signor Gold. Il tutto era abbinato ad un delizioso cappuccio che gli copriva tutta la faccia, ovviamente nero. La porta si chiuse cigolando, mentre Emma iniziò a fare domande all'uomo.
" Lei è Emrick Jondrette, vero?" L'uomo annuì.
" Sono qui perché più o meno due settimane fa è sparita dal negozio del signor Gold una maschera bianca, in porcellana. Lei ne sa qualcosa?" L'uomo scosse la testa. Emma decise che era venuto il momento di usare il suo potere speciale.
" Le dispiacerebbe togliersi il cappuccio? È di fronte ad un agente di polizia-"
" Per favore, non mi chieda di togliermi il cappuccio.-disse Emrick-Si fidi di me, se lo facessi, lei potrebbe anche scordarsi che fino a pochi secondi fa stava parlando in modo totalmente tranquillo con me." Emma si insospettì ancora di più.
" Crede che me la beva? Avanti, si tolga questo cappuccio, prima che glielo faccia togliere io con la forza." A quel punto, si intromise Henry.
" Emma, ti prego, no farglielo togliere. Lo farà quando è pronto! Lascialo stare, sono sicuro che non è stato lui a rubare la maschera a Gold." Emma guardò gli occhi di Henry, e decise di desistere.
" Ve bene, si tenga pure il cappuccio. Piuttosto, mi può dire dove era due sabati fa alle sette e mezza di sera?"
" Qua in casa mia."
" Qualcuno può testimoniarlo?"
" Madame Lantine, direttrice ed insegnante del corpo di ballo, al teatro di Storybrooke." Emma prese appunti, dopodichè si girò verso Emrick.
" Va bene. Per future informazioni mi farò sentire. Henry, vieni con me?" Il bambino annuì. Prese la sua roba e salutò Emrick. Stessa cosa fece Emma, dopodichè se ne andarono.
" Henry, si può sapere chi è lui?" Il bambino la guardò deluso.
" Pensavo fosse ovvio! Ha un cappuccio che gli copre tutta la faccia, è un musicista ed è indagato per il furto di una maschera bianca...chi potrebbe essere se non il fantasma dell'opera?" Emma maledisse per un attimo questa ossessione di Henry per le favole.
" No ragazzino, intendevo dire chi è qui a Storybrooke."
" Si chiama Emrick Jondrette, ma questo lo sai già, ed è il compositore del teatro, Sceglie le produzioni da mettere in scena, e molte volte ne compone lui stesso.-il bambino osservò poi l'ora sull'orologio- Oh Emma, lo spettacolo è tra tre ore. Dobbiamo sbrigarci." Entrarono in macchina, mentre Henry riprese il discorso.
" Comunque,dopo lo spettacolo, parlerò con Emrick...per me lui sa cose che noi non sappiamo."

************

Ruby diede un ultimo ritocco al rossetto, mentre guardava l'ora: le sette e venti. Perfettamente in orario. Sentì qualcuno entrare in camera sua. Si voltò e vide sua nonna stare sull'uscio della porta.
" Ruby, è arrivato il dottor Hopper." Lo stomaco della giovane fece una capriola, mentre si guardava disperatamente allo specchio.
" Oh mio Dio nonna, come sto?" La donna osservò la nipote: l'abito rosso, senza spalline, le arrivava al ginocchio, e per stasera aveva deciso di scendere con l'altezza dei tacchi. Il tutto le dava un'aria...
" Incantevole. E poi Ruby, in tutta onestà, credo che Archie sarebbe contento di uscire con te anche se tu indossassi una felpa sformata e una tuta." Ruby annuì, prendendo la borsetta.
" Va bene, sono pronta. Nonna, lo spettacolo finisce più o meno verso le undici. La cena è nel frigo-"
" Ruby, per l'amor del cielo, so badare a me stessa! Vai, prima che al dottore venga un infarto perché non ti vede arrivare!" La ragazza assentì, schioccò un bacio sulla guancia della nonna e si catapultò fuori. La donna sorrise osservandola: chissà, magari finalmente Ruby aveva trovato il suo vero amore...

************

" Emma, sei pronta?" gridò Mary Margaret dalla ua camera, mentre si infilava l'ultimo orecchino. Sentì Emma entrare nella stanza. Si voltò per guardare come si fosse vestita.
" Jeans?!? Andiamo Emma, stiamo andando a vedere un'opera, non un concerto di Eminem." Emma fece spallucce.
" Già tanto che vengo a vedere un'opera. E poi non ci doveva venire David con te?" Mary Margaret si irrigidì, ed Emma seppe di aver detto la cosa sbagliata.
" Non poteva....oggi era il suo anniversario con Kathryn." La maestra strinse i pugni, mentre Emma le metteva una mano sulla spalla.
" Mary Margaret, non ci pensare! Questa è una serata tra ragazza. Pensa solo a divertirti mentre ti godi lo spettacolo."
" In realtà quella che vedremo è una tragedia, Emma."
" Perfetto." Emma era sempre più convinta che fingere uno svenimento alla fine del primo atto era una buona idea.

*******************

Henry cercò di sistemarsi la camicia che sua madre gli aveva detto di indossare, ma con tutti quei bottoni era un'ardua impresa. Finito di abbottonarsi la giacca, prese la cravatta. Non la doveva mettere davvero, o no? Sua mamma si impegnava proprio per farsi dare della regina cattiva. Sentì bussare alla porta.
" Henry, posso?" Il bambino annuì, senza guardarla in faccia. La donna gli si avvicinò
" Perché non ti sei messo la cravatta?"
" Mi dà fastidio mamma. Posso non metterla?" La donna sospirò.
" Preferirei che la mettessi. Però, se proprio non vuoi, suppongo che se ne possa fare anche a meno." Henry le sorrise.
" Grazie mamma!"
" Henry, muoviti, siamo in ritardo! Non vorrai che inizino lo spettacolo senza di te, vero?"

*****************

La gente aveva iniziato a prendere posto in platea, mentre lo stomaco di Danaè aveva iniziato a torcersi per l'emozione e per la paura.
' Oh mio Dio...guarda quanta gente'. La voce di Melanie la riscosse dai suoi pensieri.
" Terra chiama Danaè, Terra chiama Danaè. C'è nessuno?" La ragazza guardò l'amica, spaventata.
" Oh Mel, guarda quanta gente! Sembra che tutta Storybrooke sia venuta a vedere il mio fallimento."
" Danaè, dovresti provare a calmarti-"
" No che non mi posso calmare! Cosa succede se stono sull'acuto? Se sbaglio tonalità? Oh se peggio ancora mi dimentico le parole?"
" Danaè Traevox, ascoltami bene: tu ora andrai su quel palco e uno, farai sentire a tutti la meravigliosa voce che hai,due la metterai in quel posto a Francesca e tre le insegnerai cosa vuol dire cantare, mi hai capito bene?" Danaè sorrise grata all'amica.
" Un'ultima cosa-disse Melanie mentre iniziava a scaldarsi- Merda, merda, merda!"

***************

Il pubblico rimase piacevolmente sorpreso nel vedere che Francesca era stata finalmente sostituita.
" Ed era ora!-esclamò Ruby mentre si sedeva vicino ad Archie-L'ultima volta che ho visto una sua esibizione mi è passata per sempre la voglia di andare a vedere un'opera. Se non fosse stato per te, non sarei mai venuta." Archie sorrise, arrossendo, e Ruby non potè fare a meno di notare che quando arrossiva diventava ancora più carino.
" Sono...ehm...contento che tu sia venuta."
" Perdona la mia ignoranza, di cosa parla l'opera? Io so poco o niente." In realtà Ruby sapeva già di cosa parlasse l'opera, ma non si sarebbe persa un'occasione per far parlare Archie e sentire il suo adorabile balbettio.
" Ehm....allora....la storia parla di ehm-"

****************

" Mary Margaret, ti prego, dimmi di cosa parla!" chiese Emma implorante.
" Come non lo sai?" Lo sceriffo scosse la testa.
" Ok. Praticamente-" Mary Margaret fu interrotta dalla campanella che invitava i ritardatari a prendere posto in platea. Le luci del teatro si spensero e in sala piombò il silenzio.
" Oh Emma, inizia!" Emma sbuffò. Anche se al buio, cercò di decifrare la trama che era riportata sul libretto.

******************

Era il suo momento. Stava per salire sul palco e iniziare a cantare. Prese un respiro profondo.
'Papà, mamma, spero che da lassù mi stiate ascoltando. E angelo, questa è per te.'
Danaè fece il suo ingresso sul palcoscenico. Dopo che ebbe aperto bocca per la prima volta, rimasero tutti incantati dalla bravura della giovane soprano.
Dall'alto del box numero sei, un uomo guardava interessato la cantante, chiedendosi a bassa voce.
Può essere lei? Può essere Danaè?'


 

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