Amore tra le nuvole

di JapanAddicted
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Destino? ***
Capitolo 2: *** 2. Un abbraccio ***
Capitolo 3: *** 4. La forza delle parole ***
Capitolo 4: *** 3. Messaggi ***
Capitolo 5: *** 5. Dolore ***
Capitolo 6: *** Postfazione ***



Capitolo 1
*** 1. Destino? ***


1. Destino?

Posto F12.
Questo era il numero del mio biglietto di imbarco.
Dopo due settimane in Inghilterra in cui avevo conosciuto molte persone ma mi ero fatta pochi amici, ero contenta di ritornare a casa, anche se il viaggio sarebbe stato abbastanza lungo.
Quel mattino ci eravamo svegliati molto presto per fare il check-in e tutti i controlli necessari in un aeroporto.
L’aeroporto di Birmingham era bellissimo, faceva pensare ad un centro commerciale.
L’aereo sarebbe partito a mezzogiorno per arrivare a Roma un’ora e mezza dopo, e io feci un giro con le due ragazze che erano state sempre con me, una delle quali non mi stava molto simpatica…
Giunto il momento dell’imbarco, raggiungo il mio posto e vedo che sul sedile di fianco a quello che sarà il mio c’è lui, il “ragazzo del destino”.
La prima sera avevamo fatto come attività uno speed-dating per conoscerci meglio, e lui mi era subito piaciuto perché mi aveva fatto ridere e fatto sentire subito in confidenza (cosa per me difficile, essendo molto timida) e perché era l’unico che mi aveva salutato dopo il minuto che avevamo a disposizione per conoscerci.
Quando le ragazze mi chiedevano se mi piacesse qualcuno io rispondevo sempre di no, ma il mio pensiero andava a lui.
Io però cercavo di scacciarlo, non volendo innamorarmi e illudermi.
Avevo notato che ogni volta che andavamo in mensa o in gita da qualche parte lui era spesso nei miei paraggi, ma cercavo di archiviare il tutto come una mia impressione.
Una volta, avendolo visto con la coda dell’occhio, mi sono detta: “Se è destino succederà qualcosa”, e da qui il soprannome “ragazzo del destino”.
Dopo aver controllato due volte il numero del posto per essere sicura di non essermi sbagliata, mi sono seduta di fianco a lui e mi sono allacciata la cintura.
Sono rimasta in silenzio per un po’, poi lui ha cominciato a parlare e mi ha fatta di nuovo sentire subito in confidenza, come se fossimo stati amici da sempre.
Dopo aver parlato, riso e mangiato insieme, mi è venuto sonno e mi sono appoggiata alla sua spalla.
Lui si è appoggiato al finestrino e si è addormentato, io invece sono rimasta nel dormiveglia e sentivo alcune persone intorno a noi che ridacchiavano, ma non riuscivo a capire se ci stessero prendendo in giro o se ridessero per altri motivi…
I due ragazzi dietro di noi ci urlavano nelle orecchie e ci facevano i dispetti per svegliarci, ma lui dormiva come un sasso e io facevo finta di niente, era tutto troppo bello per essere interrotto.
Quando lui si è svegliato, ho fatto finta di svegliarmi anch’io e lui si è appoggiato sulla mia spalla durante gli ultimi momenti di viaggio.
Ho avuto un tuffo al cuore, non riuscivo a crederci! È stato il momento più bello della mia vita, la sua testa sulla mia spalla e il profumo dei suoi capelli nelle narici…
Era tutto perfetto, non avevo più bisogno di niente.
Sorridevo compiaciuta, ma siamo atterrati e lui ha alzato la testa dalla mia spalla.
Non volevo scendere, non volevo che quei bellissimi e brevi momenti finissero… Ma mi sono alzata per prendere il mio zaino dal portabagagli senza degnarlo di uno sguardo, consapevole che non l’avrei mai più rivisto e non volendo dirgli addio perché sarebbe stato dolorosissimo, sebbene avessimo passato pochissimo tempo insieme…
Sentivo le lacrime che spingevano agli angoli degli occhi ma mi sono trattenuta a forza dal farle sgorgare e ho raggiunto le mie amiche sulla navetta.
Lui era seduto poco distante da me, e ogni tanto gli lanciavo occhiate sperando che lui mi perdonasse per non averlo nemmeno salutato e di poter ancora recuperare qualcosa, siccome il nostro viaggio non era ancora finito…
Tutti e due avevamo ancora un aereo da prendere: io per Torino, lui per Treviso.
Era ancora possibile che ci rincontrassimo in giro per l’aeroporto di Roma.

_________________________________________________________________________________________________
 Angolino Autrice:
Questa "ff" è un'esperienza personale, tutto quello che è scritto è successo veramente, ma non farò nomi e se li farò saranno inventati.
Ho cercato di rendere al meglio le mie emozioni ma forse ho esagerato o non le ho rese abbastanza bene... >//<
Comunque avevo bisogno di condividerle con qualcuno!
Scusate per eventuali errori e grazie mille a chi leggerà/recensirà/salverà la storia! C:

JapanAddicted
 

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Capitolo 2
*** 2. Un abbraccio ***


2. Un abbraccio
 
Siamo arrivati a Roma più o meno all’una e mezza del pomeriggio, ma l’aereo per Torino sarebbe partito verso la mezzanotte e quello per Treviso poco prima, quindi c’era ancora la possibilità di rivederlo.
Siccome parlando sull’aereo mi aveva detto che lui non aveva Facebook e non sapendo i nostri rispettivi numeri di telefono, mi ero rassegnata a non vederlo più, e un paio di ore dopo l’atterraggio cercavo di rimuovere ogni ricordo dalla mia mente.
Giorgia, una delle due mie amiche, era di Torino ma si era fermata a Roma perché avrebbe trascorso il resto delle sue vacanze lì, quindi io ero rimasta con Claudia, quella che mi stava antipatica.
Sebbene non riuscissi proprio a vederla e a parlarle insieme, la sera siamo andate a mangiare una fetta di pizza ad un fast-food all’interno dell’aeroporto.
Finito di mangiare ci siamo ricongiunte al gruppo di Torino, che si stava avviando verso il punto di imbarco.
Durante il tragitto, ho visto il ragazzo dell’aereo insieme al suo gruppo che mi guardava e che aveva allungato le braccia chiedendomi un abbraccio.
Avevo l’impressione che avesse occhi solo per me e la cosa mi ha fatta emozionare tanto che mi sono messa a tremare.
In quel momento ho notato quanto fosse alto e mi sono sentita un nano, la mia testa gli arrivava al petto. Ma non mi interessava, a lui andavo bene così com’ero, gli andava bene anche il fatto che fossi bassa.
Ho sentito il cuore scoppiare a quella vista, e mi sono tuffata fra le sue braccia senza badare al fatto che se il mio gruppo non fosse arrivato in tempo avremmo perso l’aereo.
Morivo dalla voglia di buttargli le braccia intorno al collo e baciarlo; sarebbe stato il mio primo bacio e volevo sapere com’era baciare qualcuno, ma ho deciso di non correre troppo.
Gli ho messo le braccia intorno al petto e l’ho stretto più forte che potevo, facendomi cullare dal suo profumo.
Ero fermamente decisa a non mollarlo se non l’avesse fatto prima lui.
Ma visto che nemmeno lui si decideva a staccarsi, l’animatore del mio gruppo ha tossito e mi ha fatto intendere che avrei dovuto sbrigarmi; così mi sono staccata e ho salutato Francesco colma di un miscuglio di sentimenti contrastanti nei quali la felicità era in rilievo e mi sono avviata dietro agli altri.
Seguivo i miei compagni di gruppo come una pecora, senza essere completamente consapevole di cosa stavo facendo e di dove stavo andando, ma con la testa bassa per l’imbarazzo.
In circostanze normali non avrei abbracciato nessuno con tanta naturalezza, la mia timidezza avrebbe preso il sopravvento.
Ma in quel momento l’unica cosa che contava era salvare ogni singolo momento che potevamo passare insieme.
Continuavo a pensare a lui, un ragazzo spuntato dal nulla che in un’ora è riuscito a farmi innamorare, che mi ha fatta sentire amata per la prima volta e che me l’ha dimostrato, che non ha temuto di mostrarsi ridicolo davanti agli altri ragazzi abbracciandomi nel pieno centro di un aeroporto.
Quindi era così l’amore, quel sentimento tanto potente che non avevo mai provato prima.
Mi sembrava la cosa più bella del mondo: sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa, ma finché io avevo lui e lui aveva me tutto andava bene. Nient’altro era importante.
Solo più tardi avrei scoperto anche i suoi aspetti negativi.
A un certo punto vedo i miei compagni che girano dall’altra parte e sento vagamente qualcuno dire che stavamo andando nella direzione sbagliata.
A quel pensiero ho esultato, se fossimo tornati indietro l’avrei di nuovo rivisto… E se invece fosse già partito…?
No, lui e i suoi compagni erano ancora nello stesso punto di prima e la scena si è ripetuta: lui mi ha vista e ha allungato le braccia.
Quella volta però, sapendo che se l’avessi abbracciato non sarei più stata capace di scollarmi e convinta che dopo quello che volevo fare ci sarebbero state altre occasioni di provare quella meravigliosa sensazione di farfalle nello stomaco, ho ignorato il suo invito e, raccogliendo tutto il mio coraggio, gli ho chiesto il suo numero di telefono.
Ho sentito la mia faccia avvampare, devo essere diventata fucsia, ma lui non ci ha fatto caso o ha fatto finta di non notarlo e me l’ha dettato, così come ho fatto io dopo di lui.
In quel momento ho capito che quando vuoi veramente qualcosa riesci a battere anche la più forte delle timidezze.
Il mio animatore mi ha richiamata di nuovo, e io l’ho seguito sol sorriso stampato in faccia.
Stavolta niente abbraccio, ma avevo un metodo per contattarlo, quindi le cose sarebbero potute andare avanti!

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Capitolo 3
*** 4. La forza delle parole ***


4. La forza delle parole
 
Quindi non si era dimenticato!
Questo significava che contavo ancora qualcosa per lui…?
Chiara doveva tornare a casa, ci siamo salutate e io ho continuato a messaggiare per un po’, poi però le sue risposte mi sembravano sempre vuote e disinteressate…
Io ero felicissima di sentirlo, ma lui? Era del mio stesso parere?
Magari dopo un po’ si era stufato…
Io non volevo essere pesante e non volevo nemmeno parlare di cose che non gli interessavano, però non lo conoscevo bene… Non avevo argomenti.
 
***
 
Era possibile che mi fossi innamorata o era solo una mia impressione?
In fondo un’ora e mezza era troppo poco tempo per poter dire che lo amavo, forse.
Dopo un po’ non avevo più soldi sul telefono e lui mi ha salutata con un messaggio con un cuoricino, che però stavolta mi sembrava privo di significato.
Mi sembrava che fosse felice di liberarsi di me…
Mi è venuto da piangere, ma sono riuscita a trattenermi: non aveva senso piangere per una cosa del genere, era solo una mia impressione.
Io non conoscevo bene lui e lui non conosceva bene me, era normale che dopo un po’ non sapessimo più di che parlare…
 
***
 
Quel pomeriggio sono partita con la mia famiglia per andare in vacanza in Liguria, dove i miei nonni hanno un appartamento.
Io continuavo a pensare a lui ininterrottamente, ad immaginarmi il futuro, a chiedermi cosa sarebbe successo quando ci fossimo incontrati di nuovo… e soprattutto SE ci fossimo incontrati di nuovo…
Ma certo che ci saremmo incontrati!
In aeroporto mi aveva chiesto se l’estate seguente fossi di nuovo partita in colonia e per dove, quindi voleva rivedermi!
Ma… era passato del tempo da quel giorno, probabilmente gli era già passata l’infatuazione… O non si ricordava nemmeno più di me…
Per qualche giorno questi sono stati i miei pensieri costanti, finché dopo un po’, parlando con una mia amica, ho trovato il coraggio di mandargli un messaggio.
Abbiamo messaggiato per un po’ di tempo, poi lui non ha più risposto.
“Avrà finito il credito”, ho pensato.
Ma al momento non mi interessava, l’importante era che eravamo riusciti a sentirci, anche se per poco.
Ho avuto la conferma che si ricordava di me, quindi mi sono decisa a godermi le vacanze senza farmele rovinare da niente.
 
***
 
Una sera, mentre stavamo uscendo per andare a mangiare fuori, mi è arrivata una chiamata.
Tutti i miei amici sanno che preferisco i messaggi alle chiamate, quindi mi sembrava strano che qualcuno mi avesse chiamata.
Quando ho trovato il cellulare nel casino della mia borsa e ho letto il nome mi sono bloccata, ho cominciato a sudare freddo e sono diventata pallidissima.
Fissavo il telefono senza trovare il coraggio di mettere giù o di rispondere e i miei fratelli, che si trovavano di fianco a me, mi guardavano preoccupati.
- Cosa succede? Chi è? –
Non riuscivo nemmeno ad aprire la bocca per rispondere.
- Marty?! –
Mi stavano scuotendo per le braccia.
Alla fine ho risposto e ho sentito delle voci che gridavano.
- Pronto? –
Continuavano a gridare, nessuno rispondeva.
Stavo per mettere giù, quando lui e i suoi amici si sono accorti che avevo accettato la chiamata e hanno cominciato a parlarmi; io però ero troppo agitata e non capivo niente, l’unica cosa che ho afferrato è stato qualcuno che ha gridato: - Io ti amo! –
Il mio cuore ha aumentato i battiti in meno di un secondo. Non ci credevo!
Di nuovo, mi sono bloccata e volevo mettere giù.
Era sincero? Mi stava prendendo in giro?
Mi sono concentrata sulle voci che sentivo: erano strane; le parole strascicate.
“Ubriachi?!”
Francesco ha voluto parlare con mio fratello, poi mi ha salutata e ha messo giù.
- Marty, chi era? –
- Chiara… Voleva sapere se possiamo vederci quando torniamo dalle vacanze – ho risposto.
Avevo bisogno di pensare.
 
_______________________________________________________________________________________
 
Angolino Autrice:
 
Eccomi qui! ^_^
Bene, con questo capitolo sono entrata nel casino della mia testa… Spero di essere riuscita a rendere bene i miei pensieri; la mia mente è qualcosa di estremamente complicato e contorto .-.
Beh, tutto quello che volevo dire l’ho già detto, quindi passiamo ai ringraziamenti u.u
 
Grazie a:
AvrilTomlinson97 (che non ho maaaaaai visto in vita mia e che non è assolutamente una mia compagna di scuola, tsk)
Directioner_Neversaynever
lina97
Love me always
Sun_Rise93
e a tutte voi, fantomatiche lettrici! ^_^
E’ bellissimo vedere il numero dei lettori crescere ogni giorno, mi fate venire voglia di scrivere altro! *^*
Il problema è che non ho la minima idea di cosa hahaha
Comunque, è tutto C:
Alla prossima,
JapanAddicted

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Capitolo 4
*** 3. Messaggi ***


3. Messaggi
 
Ero talmente felice che niente, neppure la fine del mondo avrebbe potuto togliermi il sorriso dalla faccia.
Claudia, che aveva conosciuto un ragazzo romano che quindi era rimasto a Roma, piangeva sconsolata perché non l’avrebbe mai più rivisto.
Nonostante io non la sopportassi, la mia gioia mi faceva essere bendisposta verso tutti e tutto; quindi cercavo di confortarla, dicendole che avrebbe potuto prendere un treno e andarlo a trovare tutte le volte che avesse voluto.
Lei però si ostinava e scuoteva la testa, e dopo un po’, non sapendo più cosa dirle, l’ho abbracciata; ma lei non si calmava lo stesso.
Quando l’animatore è venuto a chiamarci per dirci di salire sull’aereo, rispecchiavamo esattamente due opposti: lei disperata che piangeva e cercava di asciugarsi il trucco, io con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.
Ci siamo sedute una di fianco all’altra e in un’oretta siamo arrivate a Torino: vista dall’alto, con le sue luci, era bellissima.
“Quanto vorrei che lui fosse qui con me…” pensavo godendomi il panorama.
Quando siamo atterrate non ci siamo rivolte parola e siamo andate subito dai nostri parenti che ci erano venuti a prendere.
Io per gentilezza mi sono girata a salutarla, ma lei non mi ha degnata di uno sguardo.
Facendo spallucce sono entrata in macchina e, nonostante l’ora, ero frizzante e piena di energie, tutto a causa di quell’abbraccio che sembrava successo anni luce prima.
Mi sono messa a raccontare ai miei familiari tutto quello che avevamo fatto durante quelle due settimane, cosa avevo visto e cosa mi era piaciuto, non nascondendo il mio ultimo incontro; ho fatto vedere le foto che avevo scattato e soprattutto, arrivati a casa, ho consegnato i regali che avevo comprato.
Adoravo fare regali e vedere le persone compiaciute, ma quella sera particolarmente…
Ormai avevo deciso che lui era mio ed ero sicura che lui ricambiasse i miei sentimenti.
 
***
 
Il giorno seguente mi sono svegliata e il mio primo pensiero ovviamente è andato a lui, così gli ho mandato subito un messaggio.
La risposta tardava ad arrivare e io mi angosciavo pensando che magari si era sbagliato a darmi il numero…
Ma le mie paure sono svanite quando lui mi ha risposto qualche ora dopo dicendomi che si era appena svegliato.
Era il primo messaggio che mi mandava, scoppiavo letteralmente di gioia!
Da quel giorno in poi, per un certo periodo di tempo, ero talmente allegra che mi andava bene tutto, non mi arrabbiavo mai e prendevo persino l’iniziativa di fare i lavori di casa, cosa per me rara.
Naturalmente facevo tutto con allegria e canticchiando.
Qualche giorno più avanti, lui mi ha mandato un messaggio dicendomi che partiva per la Francia e che ci saremmo sentiti al suo ritorno, e al fondo ha messo un cuoricino.
Lì sono letteralmente impazzita.
Quindi era vero! Anche lui mi amava!
Ne ero convinta, ma quel piccolo simbolo mi ha dato la conferma che anche lui provava per me quello che provavo io nei suoi confronti.
Ero sdraiata sul divano, a casa dei miei nonni, un giorno che avevamo deciso di pranzare tutti insieme.
Mia nonna ha notato il mio comportamento e con uno sguardo mi ha fatto intendere che aveva capito tutto.
 
***
 
Era tardo agosto, avevo deciso di uscire con la mia migliore amica.
Le ho confidato tutto, ho cercato di descriverle i miei sentimenti, ma tutto quello che dicevo sembrava troppo poco o inadeguato rispetto a quello che stava succedendo dentro di me.
Ero un po’ giù perché pensavo che Francesco si sarebbe dimenticato di farsi sentire quando fosse tornato dalla Francia e non riuscivo a impedirmi di sospirare in continuazione.
Proprio mentre stavo chiedendo consiglio a Chiara, mi è squillato il telefono.
Sono saltata in piedi: “E’ lui! È lui, Chia! Guarda!”
 
_______________________________________________________________________________________
 
Angolino Autrice:
Salve! :D
Innanzitutto grazie a chi ha letto e salvato questa storia, mi fate tanto piacere! *-*
Scusate se questo capitolo è più corto degli altri e se è noioso, ma è solo di passaggio, dal prossimo capitolo riprenderanno le cose interessanti (almeno spero)!
In secondo luogo, visto che nel capitolo precedente mi sono dimenticata di inserire il mio piccolo angolino, scrivo qui quello che avrei voluto mettere prima C:
Alloooora, siccome questa è una cosa che mi è veramente successa, ho cercato di essere il più possibile fedele alla realtà, ma non volendo essere noiosa ho tagliato delle piccole parti che per me erano importanti ma sono inutili per la storia.
Comunque penso che durerà non più di 5-6 capitoli C:
Poi volevo dire che se ci sono errori nella storia non dovete esitare a farmelo sapere, anzi sono contenta se posso migliorare!
Bene, penso che sia tutto! ^-^
Grazie ancora per leggere/recensire/salvare questa storiella!

JapanAddicted
 

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Capitolo 5
*** 5. Dolore ***


5. Dolore
 
Il mattino dopo avevo ancora quel dubbio addosso.
Per fortuna, con un bel bagno e prendendo il sole tutta la mattina, sono riuscita a dimenticarmene, almeno per un po’.
Il pomeriggio, quando siamo ritornati all’appartamento, ho controllato la mail e ho trovato un messaggio: “Scusa per stasera…”
Mi aveva chiesto scusa!!
Ma… Cosa significava…?
 
***
 
Ho parlato con una mia amica e le ho raccontato cos’era successo la sera prima; lei l’ha messa sul ridere ma la frase che ha detto mi è rimasta impressa: - Beh… Gli ubriachi e i bambini dicono sempre la verità! –.
Avevo voglia di sentirlo per chiedergli spiegazioni.
- Quindi se gli mando un messaggio secondo te non gli do fastidio? –
- Non farti tanti problemi, mandaglielo e basta! –
- Ok!! –
Decisissima, gli mando un saluto; ma quando risponde non riesco a trovare la forza di “sgridarlo” e lo perdono.
Credevo che fosse uno scherzo, ma parlando lui mi ha detto che erano veramente ubriachi…
In quel momento mi sono spaventata.
Io non avevo mai nemmeno toccato un bicchiere di birra…
Però la mia mente mi diceva che se lui beveva voleva dire che dovevo farlo anch’io, e da lì ho cominciato a bere alcol tutte le volte che potevo; a casa birra e vino erano le mie bevande quotidiane.
 
***
 
La scuola è ricominciata; le mie amiche sapevano tutto.
I primi giorni non lo pensavo più di tanto; quell’anno ero decisa a impegnarmi a scuola, a dare il massimo di me stessa.
Però tutte le volte che lui non occupava la mia mente mi sembrava di fargli un torto.
“E se poi non pensandolo me lo dimentico? Ma sì… Tanto lui mi avrà già archiviata… Ormai ha ritrovato i suoi amici, non penserà neanche più a me… No, non è vero! Certo che mi pensa. Ho significato qualcosa per lui, no?”
Tutte le volte che aprivo i libri per studiare mi venivano in mente queste cose; il mio unico argomento era lui, collegavo inevitabilmente a lui qualsiasi cosa di cui le mie amiche parlassero.
- Ma almeno è bello ‘sto qua? –
Per me sì, per me c’era solo lui, anche se non era proprio un modello dell’Abercrombie.
 
***
 
A lungo andare, i miei pensieri sono diventati quasi una malattia.
“Forse dovrei dimenticarlo… Tanto non si fa mai sentire, e tutte le volte che prendo l’iniziativa finisce male… ormai non conto più niente per lui…”
Alcune mie amiche erano d’accordo.
- Tanto ormai mi fa più male che bene –.
Da lì è cominciata l’odissea più lunga e stremante della mia vita.
Dovevo dimenticarlo, questo era ovvio.
Le avrei provate tutte perché non rimanesse il minimo ricordo nella mia memoria.
Però è stata più difficile di quanto mi aspettassi: tutte le volte che provavo a seguire una lezione mi perdevo e mi ritrovavo a pensare a lui, quando aprivo un libro per studiare la sua immagine mi compariva davanti, quando leggevo un libro c’era sempre una frase che in qualche modo me lo ricordava, quando ascoltavo musica la stessa solfa, quando mi chiedevano se volevo bere sentivo il cuore che pungeva, letteralmente.
Molte volte, provando a studiare prima di una verifica, ho mandato tutto a fanculo perché non riuscivo a concentrarmi.
Era impossibile.
Dovevo accettare le cose: io lo amavo, lui mi aveva dimenticata.
Avrei continuato ad illudermi piuttosto che continuare a soffrire così.
 
***
 
Laura, una mia compagna di scuola, mi è stata molto vicina in quel periodo, mi ha sempre tenuto compagnia e mi ha aiutata a superare la mia impresa titanica.
Ogni volta che il ricordo di lui si affacciava alla mia mente lo scacciavo con tutta me stessa, e quando lo stavo per nominare lei me lo impediva.
Può sembrare aggressiva come cosa, ma mi ha fatto veramente bene: solo un  mese dopo non mi ricordavo nemmeno più come si chiamava e ho imparato a godermi ogni attimo singolo della mia vita senza che la sua immagine mi opprimesse.
Mi sono stupita di quanto riuscivo ad essere felice con le mie amiche e senza avere la mente invasata di pensieri e ho deciso che finché avevo loro una cosa complicata come l’amore poteva aspettare.
 
_______________________________________________________________________________________
 
Angolino Autrice:
 
Zalve :3
Bene, con questo capitolo concludo tutto C:
Perdonatemi se ci sono dei punti noiosi nella storia ma avevo fretta di finirla e poco tempo per scriverla >_<
 
Ancora grazie a tutte voi!
Spero che se scriverò qualcos’altro lo leggerete :3
 
JapanAddicted

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Capitolo 6
*** Postfazione ***


Postfazione
 
Ok, l’idea di scrivere una postfazione mi sembrava figa u.u
Volevo solo chiarire delle cosette :3
Alloooora, tutto questo è successo nell’estate/autunno del 2012…
E non so perché, qualche giorno fa mi è tornato in mente quel tipo O.O
Probabilmente perché avevo sentito una canzone o qualcosa, boh… Non mi ricordo ^^”
Fatto sta che avevo bisogno di condividere i miei pensieri ed emozioni con qualcuno e avevo già rotto abbastanza le palle alle mie amiche con questa storia, quindi non mi sembrava il caso di continuare ^^”
Qualche giorno fa l’ho di nuovo sentito e mi ha detto che si era appena lasciato con la sua ragazza e che non aveva più il mio numero.
Ho fatto bene a lasciarlo perdere ^o^
Grazie a chi mi è stato tanto tanto tanto vicino in quel periodo :3
Grazie anche a chi ha letto/recensito/salvato la storia per avermi fatto compagnia :3
Infine, mi scuso se i capitoli sono lenti, noiosi o ripetitivi… Quando li ho cominciati ero piena di buone intenzioni, ma il dolore aveva ricominciato a farsi sentire, quindi non vedevo l’ora di finirla ma non avevo mai il tempo ewe
Comunque, scrivendo tutte queste cose mi sono liberata, è veramente come se mi fossi tolta un lastrone di piombo dal cuore ^^
Beh, è tutto C:
Spero che leggerete una mia altra ff, se mai ne scriverò una hahah ^^
E statemi bene ^^ (non sapevo che saluto mettere ewe E’ per questo che odio gli addii e gli arrivederci -.-)
 
JapanAddicted PS: Di solito sono una persona allegra, almeno penso hahah Però mi piace scrivere le cose in tono drammatico .-.

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