Jiyuu no Tsubasa

di Riders98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La Prima Battaglia ***
Capitolo 3: *** Un pò di riposo ***
Capitolo 4: *** Riorganizzazione ***
Capitolo 5: *** Il racconto di Mikasa ***
Capitolo 6: *** Falsa tranquillità ***
Capitolo 7: *** Il ritorno del nemico ***
Capitolo 8: *** Scontro furioso ***
Capitolo 9: *** Ritorno alle mura ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Jiyuu no Tsubasa

 
Prologo


Il sole era appena sorto da dietro le mura, ma la maggior parte dei soldati era già pronta per la nuova missione.
I novellini erano gli unici ad essere ancora in parte impreparati, o forse lo facevano per la paura di uscire dalle mura, ma d’altronde erano stati loro a scegliere la Legione Esplorativa, non gliel’aveva imposto nessuno.
Quando il Generale Erwin aveva parlato, era stato molto chiaro ed esplicito riguardo i pericoli che avrebbero incontrato lungo il cammino, se avessero scelto la Legione in questione. Molti, dopo il suo discorso, preferirono cambiare idea. Altri, spinti da chissà quali ambizioni o coraggio, avevano deciso di restare, nonostante tutto.
 
Vedendo quella scena, Mikasa, Armin e tutti coloro che avevano vissuto la stessa esperienza qualche anno prima, ricordarono di ciò che avevano provato sentendo il discorso del Generale e, inevitabilmente, furono colti da un senso di nostalgia.
Ora ognuno di loro era diventato Capitano. Avevano il compito di occuparsi dei nuovi arrivati, di addestrarli e di prepararli al peggio. Tutto questo li riempiva di gloria, ma dentro di loro sentivano il bisogno e la voglia di voler ritornare ai vecchi tempi, quando la maggior parte di loro aveva temuto quel fatidico discorso.
 
I loro pensieri, comunque, furono bloccati dall’entrata in scena di colui che quel giorno sarebbe diventato Comandante; Eren Jaeger.
Era entrato nella stanza insieme ad Hanji e Rivaille, con il suo solito broncio.
Tutti li accolsero con il loro saluto militare, poi si accomodarono sotto comando di Rivaille, che cercò di spiegare la missione che sarebbe cominciata subito dopo la cerimonia dedicata ad Eren.
Il vecchio squadrone non cambiò minimamente espressione, nonostante il piano del Capitano era paragonabile a un suicidio, mentre le nuove reclute avevano ancora più paura e speravano che la cerimonia continuasse per sempre.
 
Poco dopo, arrivarono Erwin e Pixis che presero Eren con loro e  lo portarono a prepararsi.
Gli amici del ragazzo lo guardavano con il sorriso sulle labbra. Negli ultimi anni era maturato parecchio, non si buttava più a capofitto nei problemi e sapeva mantenere la calma, ragion per cui ora stava aumentando di grado.
Subito dopo l’uscita di scena di Eren, tutti decisero di prendere le rispettive squadre e prepararle per la cerimonia, dando ad ognuna le indicazioni e le regole che dovevano rispettare.
 
Nel frattempo, Eren era nella sua camera, a pensare.
Da qualche tempo, sognava spesso il giorno in cui era scappato da Shiganshina, il giorno in cui sua madre morì. Ripensava a tutto quello che aveva vissuto in quei momenti e ogni volta ricordava il motivo per il quale aveva deciso di diventare un soldato. Più il tempo passava, più era convinto della sua scelta.
Pensava anche a come fosse maturato nel giro di poco tempo, forse grazie anche all’aiuto dei suoi amici, e li ringraziò mentalmente.
Il suo ultimo pensiero fu rivolto a Mikasa. Non l’aveva mai abbandonato durante tutto quel periodo ed era sempre stata la migliore, tanto che, dopo la missione che avrebbero affrontato quel giorno, sarebbe stata promossa a Generale. Proprio così, era arrivata allo stesso livello di bravura del futuro Generale Rivaille in brevissimo tempo.
Nonostante tutto, il suo carattere freddo e distaccato non faceva trasparire la minima emozione e questo infastidiva non poco Eren, che al suo posto avrebbe gioito come non mai.
I pensieri del ragazzo furono interrotti dall’entrata di Sasha che informò Eren dell’inizio della cerimonia.
 
Non appena arrivò fuori, vide le squadre dei suoi amici messe sull’attenti, non appena passava davanti ad ognuna di loro. Si sentiva davvero molto importante, ma in parte imbarazzato. Quest’ultimo sentimento, però, fu subito ritratto non appena si trovò davanti al Generale e al vice.
 
‘’Eren Jaeger, da questo momento in poi la tua carica sarà quella di Comandante. I tuoi doveri aumenteranno insieme alla stima che i nuovi soldati avranno verso di te. Non sprecare tutto il lavoro fatto finora e continua ad avere chiari i tuoi obbiettivi e a guardare avanti!’’ disse a gran voce Erwin, fiero di come quel ragazzo fosse riuscito ad arrivare ad un simile traguardo.
Successivamente, tutti esultarono per la fine della cerimonia e raggiunsero i cavalli.
Ognuno salì nel proprio e, dopo meno di mezz’ora dalla fine della cerimonia, i cancelli si aprirono e la missione ebbe inizio.
 
Secondo quanto calcolato da Rivaille, si sarebbero divisi in tre gruppi e avrebbero fatto un giro intorno alle mura, arrivando a circa 200 km dal portone principale. Poi si sarebbero riuniti e sarebbero ritornati all’interno di Rose. Secondo i calcoli, la missione sarebbe durata un massimo di tre giorni, intoppi compresi.
Si era già fatto un calcolo approssimativo di vittime e di Giganti che avrebbero incontrato lungo la strada ed era un risultato abbastanza positivo.
Erwin, Rivaille e Mikasa sarebbero stati a capo dei gruppi, non appena si sarebbero divisi e avrebbero dovuto dare gli ordini ai soldati, in caso di pericolo.
 
Eren sarebbe stato nella stessa squadra di Erwin, visto il fatto di essere un Gigante per metà e visto che, a distanza di qualche anno, ancora i superiori non avevano piena fiducia in lui.
Alla metà del primo chilometro, i tre capigruppo si scambiarono un cenno d’intesa e si divisero all’istante andando verso dove avevano stabilito e sperando in una riuscita del piano senza troppi intoppi. La maggior parte delle reclute erano state date a Rivaille, mentre le restanti erano con Mikasa. I più forti sarebbero stati sotto il comando di Erwin, visto che la sua squadra era quella che avrebbe incontrato più Giganti, secondo le previsioni.
 
Dopo aver parlato del piano ai suoi sottoposti per l’ennesima volta, per essere sicuro di averglielo fatto capire per bene, Erwin fece aumentare il passo, per raggiungere più velocemente il punto in cui si sarebbero dovuti fermare per prendere delle informazioni.
 
Nel frattempo, la squadra di Rivaille era abbastanza compatta, nonostante la paura, e riuscivano a mascherarla molto bene, forse per paura di subire qualche punizione dal vice-Generale. In ogni caso, Rivaille non dava molto conto alle nuove reclute e si limitava a seguire passo per passo il piano che aveva ideato con il Generale ed Armin, sicuro della sua riuscita.
 
Il gruppo di Mikasa andava a passo spedito, ma non troppo veloce. C’erano poche reclute, mentre la maggior parte erano componenti del suo vecchio squadrone e le sembrava assurdo che sarebbe spettato proprio a lei dare ordini a quelli che, appena qualche anno prima, erano reclute come lei e come quelle che stava guidando verso l’Inferno.
Sapeva cosa c’era dietro le mura, ma non aveva mai avuto molta paura. Nonostante tutto, sapeva che quelle reclute ne avevano e anche molta, così cercava di tranquillizzarli il più possibile per tenere alto il morale del gruppo.
 
Avevano appena passato i primi 30 km, quando i primi Giganti si mostrarono davanti la squadra di Rivaille.





Salve a tutti, ragazzi :) Premetto che è la mia prima fan-fiction con questo genere, sono abituata a scrivere storie romantiche o avventurose, infatti ho scritto storie solo su Fairy Tail e ho in programma di scriverne qualcuna anche su Soul Etaer. In ogni caso, è la prima riguardante Shingeki no Kyojin e questo mi rende abbastanza nervosa..! Ditemi che ne pensate del prologo e sentitevi liberi dicriticare in qualsiasi modo :) Inoltre vi ricordo di mandarmi degli OC, tutti quelli che volete, poi ci penserò io a sceglierli. ecco cosa dovete compilare:


Nome:

Cognome:

Titolo(anche se credo che la maggior parte li metterò come soldati semplici, almeno all'inizio):

Età:

Storia (se volete, ditemi qualcosa riguardo il passato del personaggio):

Comportamento:

Varie (qui potete dirmi tutto quello che volete riguardo il personaggio, incluse informazioni che ho dimenticato di scrivere e che ritenete importanti):

 

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Capitolo 2
*** La Prima Battaglia ***


Capitolo 1


La Prima Battaglia

 

Paura.
Ecco cosa provava in quel preciso istante Lawley, mentre vedeva avanzare verso di sé il titano anomalo, con una velocità incredibile.
Paura e preoccupazione.
Proprio così, era anche preoccupata, ma non solo a causa del Gigante.
Lawley aveva un fratello gemello, anche lui facente parte della Legione Esplorativa, che però, era finito nella squadra capitanata dal vice-Generale Mikasa.
Lei era nella squadra del vice Rivaille e ne era molto contenta, visto il rispetto e la stima che provava verso quell’uomo, ma sapeva anche che il percorso che avrebbe dovuto affrontare con quella squadra sarebbe stato tra i più pericolosi.
La sua mente era occupata dal pensiero di suo fratello, quando sentì la voce di un ragazzo chiamarla e si sentì buttare giù dal suo cavallo.
Quando si voltò, vide la persona che l’aveva salvata e lo riconobbe subito.

‘’Elko!’’ gridò, non appena riuscì a riprendere un po’ di lucidità.

‘’Ma sei scema?! Ti avrò chiamata minimo venti volte! C’è un Gigante davanti a noi, non puoi distrarti adesso! Se non ti avessi afferrata in tempo, ora saresti stata schiacciata da un suo piede!’’

‘’Sì, scusa…’’

Elko e Lawley si conoscevano sin da quando erano diventati dei cadetti. Facevano parte dello stesso gruppo di addestramento, insieme a Lyar, il fratello della ragazza, e avevano da subito stabilito un buon rapporto.
Elko era particolarmente timido, ma in un modo o nell’altro, il buon umore e il sorriso di Lawley l’avevano contagiato, facendolo diventare abbastanza aperto, almeno con lei.
Passavano la maggior parte del loro tempo insieme, soprattutto durante gli allenamenti, e in breve tempo diventarono praticamente inseparabili, nonostante non conoscevano poi molte cose l’uno dell’altra, ma provavano lo stesso una grande stima reciproca. Per questo motivo, quando arrivò il momento di decidere in che corpo entrare, entrambi i ragazzi decisero di entrare nella Legione Esplorativa, anche se Lawley avrebbe preferito entrare nella Polizia Militare, ma per seguire l’amico, decise di affrontare le sue paure.
Oltretutto aveva sentito molte storie poco piacevoli riguardo la Polizia, motivo in più per evitare di entrarvi.
Certo, il discorso del Generale non l’aveva di certo aiutata a prendere il coraggio necessario, ma almeno era stato sincero.
E ora ne aveva la prova.
Aveva davanti a sé, a distanza di pochi metri, un Titano di 10 metri che non faceva altro che correre all’impazzata senza un vero obbiettivo, motivo per il quale tutti lo riconobbero come ‘anomalo’.
In ogni caso, non appena si fu ripresa, richiamò il suo cavallo, che subito le si avvicinò per farla salire in groppa, e dopo entrambi i ragazzi corsero a più non posso per raggiungere il caposquadra e mettere in pratica il piano.

Nello stesso momento, la squadra di Mikasa stava procedendo senza troppi problemi. Avevano già ucciso 12 Titani senza nessuna vittima, né feriti, quindi poteva essere considerato un successo.
Grazie a questo, l’umore delle reclute era abbastanza alto e notò con piacere di aver addestrato degli ottimi ragazzi, coraggiosi, forti e ubbidienti.
Mentre avanzava, voltava spesso lo sguardo verso la sua squadra per essere sicura che tutto andasse per il meglio, ma dopo poco, notò lo sguardo di un ragazzo molto preoccupato, che le fece capire che non stava andando tutto bene. Capì subito che non si trattava di uno sguardo impaurito e pensò che forse qualcuno d’importante per quel ragazzo era in un’altra squadra. Decise di rallentare un po’ per raggiungerlo e parlargli.

‘’C’è qualcosa che non va?’’ chiese con il suo solito tono.

‘’Vice-Generale! No, tutto apposto, signore!’’ disse con sguardo serio, che però non colpì Mikasa, che ripetè subito la domanda, facendo, stavolta, centro.

‘’E’ che… La mia sorellina Lawley è finita in un’altra squadra e sono preoccupato per lei…’’

Mikasa capì subito quel ragazzo, perché lei si sentiva allo stesso modo quando Eren era in una squadra differente dalla sua, così cercò di trovare le parole adatte per rassicurare il ragazzo, dicendogli che poteva fidarsi sia di Erwin che di Rivaille.
Fortunatamente, il ragazzo si fidò, così riprese il suo sguardo fiero, mentre Mikasa si voltava per guardare nuovamente avanti, sperando di raggiungere in fretta il punto d’incontro.

Come previsto, la squadra di Erwin ne stava passando di tutti i colori.
Avevano affrontato già molti Giganti, ma avevano anche perso alcuni soldati e le statistiche non promettevano nulla di buono.
Marge e Lucinda, due ragazze molto forti e agguerrite, con uno spirito combattivo più o meno pari a quello di Rivaille e Mikasa, nonché persone molto fidate per Erwin e i superiori in generale, erano a capo delle due squadre che Erwin aveva formato per cecare di essere più equilibrati, ma non servì a molto.
Nonostante la preparazione dei suoi soldati fosse molto elevata, come la loro concentrazione, i Giganti stavano avendo la meglio e mancava ancora un po’ di strada prima di raggiungere gli altri.

‘’Generale! Abbiamo abbattuto molti Titani, ma di questo passo non riusciremo ad arrivare al punto d’incontro! Dobbiamo fare qualcosa!’’ disse Lucinda, con il suo solito sguardo impietosito, mentre un Gigante aveva preso due soldati tra le mani e stava per divorarli.

Erwin era rimasto a guardare tutta la scena, inconsapevole sul da farsi. Oltretutto, era rimasto ferito ad un braccio durante una spedizione precedente a quella attuale, così non poteva combattere al meglio e aiutare i suoi subordinati. Motivo in più per il quale aveva affidato tutto alle due ragazze.

‘’Dobbiamo sparare un colpo per avere dei soccorsi, signore! Di questo passo moriremo tutti prima di raggiungere anche solo l’entrata della foresta!’’ urlò Marge, facendo ridestare il Generale dai suoi pensieri.

‘’Lucinda, spara il colpo. Marge, prendi Eren, Jean, Conny e Sasha e correte il più velocemente possibile. A causa della mancanza degli alberi o di tetti su cui arrampicarsi, viene difficile uccidere un Titano di 15 metri. Trovate una soluzione al problema, cooperando. Io prenderò tutti gli altri e vedrò cosa fare… Armin! Hai contato le vittime dell’ultimo attacco?’’

‘’Sissignore! Sono morte 6 persone e altre 12 sono rimaste ferite…’’

‘’Cosa?!’’ Erwin non poteva credere alle statistiche, ma dovette ricredersi ricordandosi del fatto che l’ultimo attacco era avvenuto per mano di quattro Giganti di 15 metri, tra cui tre anomali, che li avevano attaccati tutti insieme e senza trattenersi, mentre erano concentrati a raggiungere la meta.

Subito dopo, Lucinda sparò il colpo e tornò vicino ad Armin e al Generale, sperando che qualcuno fosse venuto a soccorrerli il più in fretta possibile.

‘’Lawley, Elko, occupatevi di quello a destra! Voi altri venite con me!’’ ordinò subito Rivaille all’ennesimo attacco da parte dei Giganti.
Non capisco come mai siano così tanti, oggi. Non era mai successo! Riflettè il vice tra sé e sé, mentre uccideva il decimo Titano della giornata.
Poi notò lo sparo e si preoccupò. Aveva notato che quella era la direzione dove si trovava la squadra di Erwin e gli sembrava particolarmente strano che proprio la squadra più forte fosse in pericolo. In effetti era anche quella più vicina al territorio dei Titani, ma in ogni caso, lì erano radunati i migliori soldati!
A causa della preoccupazione, decise di avvicinarsi a quella squadra, nonostante nella sua ci fossero quasi solo reclute, per dare manforte ai loro alleati.
La sua squadra era stata abbastanza fortunata, d’altronde aveva perso solamente 5 persone nonostante fossero stati attaccati da 13 Titani. Le statistiche erano spaventose, purtroppo, tanto da fare pensare al vice che qualcosa non andava, come se ci fosse qualcosa che avesse attirato i Titani, ma non c’era tempo per ragionare sulla questione.
Grazie all’elevata velocità dei cavalli, arrivarono in pochi minuti a destinazione, trovandosi davanti una scena da far rivoltare lo stomaco: tre Giganti di 7 metri stavano divorando alcuni soldati, che cercavano di liberarsi dalla loro presa, inutilmente.
Rivaille fu preso da uno scatto d’ira, così saltò sopra uno dei tre e gli colpì profondamente la collottola, uccidendolo, sotto lo sguardo tanto attento quanto shockato dei nuovi soldati.

‘’E’ uno scherzo, vero?’’ sussurrò Elko più a sé stesso che a qualcuno in particolare, mentre alcuni soldati attorno a lui mettevano la mano davanti alla bocca per evitare di vomitare.
Grazie alle parole non molto gentili pronunciate subito dopo dal vice-Generale, tutti si ripresero e abbatterono i Giganti rimanenti, mentre Erwin ringraziava Rivaille, affiancato da Lucinda.

‘’Che fine hanno fatto Marge, Eren, Jean, Conny e la ragazza patata?’’ chiese Rivaille.

‘’Tralasciando il fatto che la ragazza si chiama Sasha, sono stati incaricati dal Generale di andare più avanti, mentre noi ci occupavamo dei Giganti, aspettando i rinforzi.’’ Disse la ragazza, con un tono abbastanza acido, che rivolgeva solo a Rivaille.
Non fraintendete, Lucinda stimava molto Rivaille, ma odiava quel suo comportamento freddo e distaccato e le sue battute di cattivo gusto, oltretutto quest’odio era reciproco, quindi i due andavano abbastanza d’accordo, oserei dire.
Erwin aveva notato da subito questo comportamento schivo tra i due, così evito di parlarne già dall’inizio, ovvero dal loro primo incontro, avvenuto per caso durante una ricognizione, appena un paio d’anni prima.

‘’In ogni caso, immagino tu abbia notato in che situazione siamo. Abbiamo perso la metà dei nostri soldati e non siamo nemmeno arrivati a destinazione. Siamo costretti ad unire le squadre, Rivaille. Ma, piuttosto, come va con le reclute? La tua squadra ne è piena.’’ Disse Erwin, cercando di rompere il gelo che si era creato dalla precedente conversazione tra il vice-Generale e il Capitano.

‘’Non c’è problema ad unire le squadre, per me. Per quanto riguarda le reclute, se la stanno cavando bene. Con quelli appena uccisi, fanno 16 Titani abbattuti contro solo 5 soldati morti. Ottimo, no? Ho notato che qualcuno è abbastanza agile, rispetto ad altri e poi c’è anche qualcuno molto bravo a preparare i piani all’ultimo secondo.’’

‘’Come Armin, in pratica.’’ Disse il Generale.

‘’Esatto. In ogni caso, avete notizie dall’altra squadra?’’

‘’Nessuna, purtroppo. Il che mi preoccupa, visto che la maggior parte delle reclute era in quella squadra, ma siccome sono capitanati da Mikasa, magari mi sto solo preoccupando inutilmente. Apparte questo, credo sia arrivato il momento di rimetterci in marcia, Generale.’’ Concluse Lucinda.

‘’Hai ragione. Andiamo, Rivaille!’’ disse rivolgendosi al ragazzo, che ricambiò con un cenno della testa e richiamò la sua squadra.

Nel frattempo Marge e gli altri avevano quasi raggiunto il punto d’incontro, quando davanti a loro arrivò un altro Titano, che venne subito ucciso da Sasha e Conny.

‘’Ottimo lavoro, ragazzi! Niente male!’’ disse Marge, dando il cinque a Sasha e facendo l’occhiolino a Conny.
Le due ragazze erano molto unite, nonostante si fossero conosciute per caso in cucina appena un anno prima, avendo in comune la parlantina, l’esuberanza e, soprattutto, la fame.

‘’Siamo arrivati al campo, finalmente! E sembra che siamo i primi… piuttosto, spero che mia sorella e gli altri stiano bene.’’

‘’Sta tranquilla, Marge! Sono sicuro che Lucinda e gli altri stiano bene! Conosci tua sorella, è un osso duro sul campo di battaglia, anche se ha un indole dolce e abbastanza calma!’’ la rassicurò Jean.

‘’Sì, lo so. Approposito di mia sorella…’’ disse sorridendo maliziosamente e cambiando tono. ‘’Ho notato che un certo qualcuno parla sempre di lei e prende molto spesso le sue difese…’’ disse guardando Jean, che arrossì di botto. ‘’Non è che ti piace mia sorella, Jean?’’ concluse avvicinandosi pericolosamente al ragazzo, che cercò di allontanarsi per non mostrare il rossore che gli si era creato sulle guance, facendo ridere di gusto tutti gli altri, Marge compresa.

‘’Dannati!’’ disse soltanto, mentre si voltava dall’altra parte, notando che una squadra si stava avvicinando a loro.

‘’Parli del diavolo…’’ disse Eren, facendo capire che coloro che si stavano avvicinando erano Lucinda, la sua squadra e… Rivaille?! E lui che c’entrava?!

‘’Ragazzi! State bene?’’ chiese Lucinda preoccupata.

‘’Eccola che ora ritorna gentile e dolce, come ogni volta quando non deve combattere!’’ disse Conny a bassa voce, rivolgendosi a Sasha.

‘’Sta tranquilla, sorellina! Ma piuttosto, che ci fa Rivaille con voi?’’

‘’Non si usa più chiamarmi vice?’’ rispose freddo come al solito il ragazzo in questione, facendo girare Lucinda con uno sguardo assassino, che si posò direttamente dentro le pupille di quest’ultimo.

‘’Sembra che voi andiate d’accordo come al solito, eh?’’ disse Erwin, facendo ridere i soldati e facendo arrossire la ragazza.

‘’Comunque, non appena arriverà la squadra di Mikasa, dovremmo metterci d’accordo per decidere cosa fare.’’ Disse il Generale. ‘’Per il momento, potete riposare.’’ E detto questo, si sedette su un tronco lì vicino e si fece controllare il braccio da Lucinda che, oltre ad essere una combattente e stratega invidiabile, era anche un ottimo medico.
Gli altri seguirono il consiglio del generale e cominciarono a sedersi o ad appoggiarsi dove capitava.

Nel frattempo la squadra di Mikasa…












Eccomi qui, gente :)  Scusate l’assenza di ieri, ma ho avuto delle cose da fare a causa della scuola e dell’altra long xD In ogni caso, che ne pensate del capitolo? Spero vi sia piaciuto ^^ Per quanto riguarda i personaggi presentati qui, abbiamo:
Lucinda e Marge, di mia invenzione, che rispecchieranno me e mia sorella (o almeno ci proveranno xD);
Lawley e Lyar, di Alicaryn;
Elko, di emabra.

Continuate pure ad inviarmi i vostri OC, perché ho intenzione di metterli tutti. Proprio così, non c’è un limite di OC xD Non potete capire come mi diverto ad inventare storie con gli OC, benchè questa sia la prima che scrivo xD Divertitevi ad inventare e mandatemi un messaggio con il personaggio :)

 

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Capitolo 3
*** Un pò di riposo ***


Capitolo 2

Un po’ di riposo

Al campo di addestramento tutti i sopravvissuti stavano riprendendo fiato, dopo aver passato tutto il giorno a scappare e ad uccidere Titani.
Gli stratega, insieme ad Armin, stavano controllando le varie statistiche per calcolare se fossero positive o negative e per contare quanti soldati erano rimasti.
Elko osservava attentamente ogni più piccolo movimento e ascoltava ogni parola pronunciata da Armin, per il quale provava una grande stima. In effetti, Elko era entrato nella Legione seguendo l’esempio del Capitano che, seppur non molto forte, aveva il coraggio e il cervello più sviluppato di qualsiasi altro soldato nei paraggi. In pratica, era come lui.
Elko era spesso stato preso in giro per questa sua voglia di conoscere ed imparare, ma a lui non importava più di tanto, anche se a causa di questo la sua timidezza era aumentata.

‘’Tu sei… Elko, giusto?’’ disse infine il biondo rivolgendosi al ragazzo.

‘’S-Sissignore! Sono io! Vuole sapere la statistica della mia squadra?’’

‘’Si, per favore.’’

‘’Certo, eccola.’’ Disse porgendogliela.

Armin scrutava il foglio con sguardo attento e fece velocemente due calcoli, prima di scrivere il totale delle informazioni in un foglio lì vicino che avrebbe portato più tardi al Generale.

Nel frattempo, all’interno del punto di ritrovo, Lucinda stava controllando i feriti insieme a Christa per valutarne l’urgenza e, fortunatamente, si accorsero di avere solo cinque persone ferite gravemente, ma che sarebbe stata dura poterli curare in quel luogo dove c‘erano pochi strumenti per poter lavorare. Tutto quello che potevano fare era fermare l’emorragia e sperare che non subentrassero infezioni di alcun tipo.

‘’Christa, finisci tu? Io vado a dare un’ultima controllata al braccio del Generale.’’ Disse Lucinda.

‘’Va pure!’’ rispose Christa sorridendo, mentre l’altra ragazza ricambiava con un sorriso e spariva dietro alla porta.

Le due ragazza avevano legato molto da circa un paio d’anni. Avevano un carattere molto simile, stesso discorso per le loro passioni, con l’unica differenza che Lucinda aveva appena 15 anni, mentre Christa ne aveva compiuti da poco 17.
Spesso Lucinda si chiedeva come aveva fatto a diventare così rispettata in poco tempo e nonostante la sua giovane età, ma ogni volta che lo chiedeva ad Erwin, le veniva detto che era per la sua elevata maturità, pari a quella di pochi.
La ragazza pensava che tutto questo fosse dovuto al passato che aveva dietro di sé, ma che non aveva mai raccontato a nessuno; voleva sembrare forte davanti agli altri, soprattutto per dimostrare alla sorella che era cresciuta rispetto a quel giorno…
Mentre rifletteva, raggiunse la porta del Generale e bussò.

‘’Generale, sono Lucinda!’’

‘’Entra pure.’’

La ragazza entrò, chiuse la porta e legò i capelli biondo scuro in una coda alta, per evitare di far cadere i capelli sulla ferita del suo superiore. Poi tolse le bende dal braccio del paziente e cominciò a controllare.

‘’Per fortuna, nessuna infezione, Generale. Però… Se il Gigante le avesse strappato un solo centimetro di braccio in più, sarebbe finita piuttosto male, temo.’’

‘’Me l’hai già detto un sacco di volte, ma sta tranquilla, ora è tutto apposto. Non fa nemmeno male! Piuttosto, penso sia meglio se tu vada a controllare tua sorella. Ho visto che era con Sasha poco fa quindi…’’

‘’Vuol dire che ci sono guai in arrivo!’’ disse scoppiando a ridere insieme all’uomo, mentre si alzava e slegava i capelli.
Lucinda non amava molto i suoi capelli, ma preferiva tenerli sciolti, anche perché erano molto lunghi, visto che le arrivavano quasi al sedere, e lei infondo ne andava fiera. Apparte quando doveva operare o controllare delle ferite e quando combatteva, infatti, non legava mai i suoi bellissimi capelli lisci.

Dopo aver salutato il suo superiore, assicurandosi che si riposasse almeno un po’, andò verso la cucina, sicura che vi avrebbe trovato la sorella e l’amica intente a cercare del cibo.
Molto probabilmente, vi avrebbe trovato anche Conny che, solitamente, veniva messo in mezzo, senza volerlo.

‘’Lawley, stai bene?’’ chiese Elko, abbastanza preoccupato, che era andato da lei non appena aveva finito la riunione con gli altri stratega.

‘’Si, tranquillo. Sono solo un po’ stanca…’’

‘’E hai paura che sia successo qualcosa a tuo fratello, vero?’’ chiese senza peli sulla lingua e senza esitazione.

‘’Credimi, in momenti simili ti preferivo quando eri silenzioso e timido!’’ disse scherzando la ragazza per poi ammettere la verità; il fratello era nell’unica squadra che non si era ancora fatta viva, nonostante tutti gli altri fossero arrivati al campo già da un’ora buona.
La strada che dovevano percorrere era abbastanza breve rispetto alle altre, questo per il fatto di avere la gran parte delle reclute riunite, ma anche per una questione di organizzazione, così nessuna riusciva a capire che cosa potesse essere successo.
Vedendo la ragazza così preoccupata, Elko fece di tutto per farla tornare quella di sempre e, grazie al legame che li univa, ci riuscì in poco tempo.

Nel frattempo, in cucina, Marge e Sasha stavano cercando della roba da mangiare, come volevasi dimostrare, sotto lo sguardo attento e shockato di Conny che continuava a chiedersi come facevano quelle due a non perdere l’appetito in nessuna occasione.
Poi arrivò Lucinda, improvvisamente, spaventando tutti e tre i ragazzi che cercarono di nascondersi sotto il tavolo e sbatterono le teste proprio al centro, provocando un rumore e delle urla invidiabili a chiunque.
Lucinda si portò un mano in faccia, come per compatirli, e controllò le teste di tutti, notando che erano riusciti a beccarsi un bel bernoccolo in fronte e, dopo averli fatto la solita ramanzina, li riportò fuori, dove incontrarono Jean e Eren che stavano, come al solito, litigando.

Possibile che non si possa stare un attimo tranquilli?! pensò Lucinda, ormai rassegnata al riposarsi anche solo due minuti, mentre si avvicinava ai due ragazzi, seguita dai tre che aveva sgridato poco prima.

Non appena Jean si accorse di Lucinda, smise di dare retta a Eren e si avvicinò a quest’ultima ricevendo, però, una bella strigliata.

‘’E’ mai possibile che non fate altro che litigare? Ma non vi stancate mai?’’ disse Lucinda rivolta ai due in questione.

‘’Scusaci!’’ risposero in coro.

‘’Va bene, va bene, tanto alla fine vi perdono sempre… Ma cercate di andare d’accordo sul serio, stavolta! Ora vi lascio, devo andare a sbrigare delle cose per il Generale. Evitate di litigare in mia assenza e voi due non entrate in cucina, chiaro?’’ disse rivolgendosi prima ai due ragazzi e poi alle ragazze.

‘’Wow, se ti fanno arrabbiare sei una vera bestia!’’ disse Rivaille sarcasticamente.

Ci mancava solo lui per completare la giornata in bellezza! pensò Lucinda, dopo avergli tirato un’occhiataccia. Dopo prese la strada che l’avrebbe portata alle stalle, dove avrebbe preso un cavallo e sarebbe andata a controllare nei paraggi se la squadra di Mikasa fosse arrivata, evitando di attirare l’attenzione dei titani, abilità che possedeva unicamente lei.

‘’Mi spieghi che ci fai ancora qua?!’’ chiese Marge a Jean, che era rimasto a fissare la sorella di quest’ultima mentre andava via.

‘’E-Ecco… Non posso andare con lei, altrimenti attirerei l’attenzione dei Titani…’’

‘’Sì, ma tanto non saresti andato con lei a prescindere, Capitano!’’ disse Lawley, spuntata da chissà dove, insieme ad Elko.

Ora ho perso anche il rispetto dei miei subordinati… pensò Jean, deprimendosi vicino ad un albero. Poi chiese ai ragazzi come avessero fatto a capire cosa provava nei confronti di Lucinda e la risposta fu molto chiara. ‘’Si vede da un miglio di distanza, in realtà.’’ Molto semplicemente, fu questa la risposta.

‘’Sta tranquilla, andrà tutto bene. Non andremo molto lontano, stavolta, faremo un giro di appena un paio di metri qui attorno, anche per trovare qualche indizio.’’ Lucinda stava cercando di rassicurare il suo cavallo, prima di montarvi e di cominciare la sua ispezione.
Lungo il suo cammino, però, non trovò niente più di un messaggero che fece venire con lei al punto d’incontro per farlo riprendere e raccontare tutto con calma.

‘’Come ti chiami?’’ chiese quando il respiro del ragazzo tornò normale.

‘’Lyar, signore! Ero insieme ad una ragazza di nome Teresa, l’avete vista, per caso?’’

Lucinda fece mente locale, ma non ricordava di aver parlato con qualcuno che portasse un nome simile, così fece no con la testa e poi il ragazzo raccontò ogni cosa; ciò che la ragazza venne a sapere fu sconcertante.

‘’E’ questo che è successo alla squadra di Mikasa?! Ma com’è possibile?!’’ gridò infine, in un impeto di rabbia e preoccupazione, prima di correre verso le stanze di Erwin per avvisarlo dell’accaduto.

Jean aveva notato Lucinda correre da una parte all’altra più velocemente del solito con un viso molto preoccupato, così decise di avvicinarsi alla ragazza per farsi raccontare l’accaduto.

‘’Ehi, Lucinda, che ti prende?’’ chiese semplicemente.

‘’Jean! Ascolta, hai visto per caso una ragazza di nome Teresa o il Generale da queste parti?’’

‘’No, perché?’’

‘’E’ successa una cosa terribile alla squadra di Mikasa e devo avvisarlo!’’

‘’So che Eren è con lui, quindi immagino non siano molto lontani, ma, a seconda dell’importanza del loro discorso, magari si sono nascosti per bene…’’

I due cominciarono a riflettere, poi si ricordarono di un nascondiglio a pochi passi da lì e decisero di andare a controllare.

‘’Che noia…’’ ripeteva da un po’ di tempo Sasha, mentre giocava a carte con Marge e mangiavano insieme un pezzo di pane; alla fine, avevano nuovamente disubbidito.

‘’Mia sorella è sempre molto impegnata, per forza, è brava in tutto…’’ disse Marge.

‘’Sei molto brava anche tu, infatti nei combattimenti sei più agguerrita e forte, rispetto a lei, che tende sempre ad essere un po’ più gentile persino con i nemici, a differenza di te. Senza offesa!’’ ammise la ragazza, dopo aver ingurgitato l’ultimo pezzo di pane che le era rimasto.
Marge sorrise e si accorse di aver vinto, anche grazie all’aiuto di Conny.

Nel frattempo, all’interno della foresta, una ragazza dai capelli lunghi e neri e dagli occhi verdissimi, era distesa sull’erba con molte ferite su tutto il corpo, mentre pronunciava parole completamente sconnesse e senza significato.
Cercava aiuto, ma era da sola. Molto probabilmente faceva parte della squadra di Mikasa, ma nessuno poteva aiutarla visto che nei paraggi non vi era anima viva. Attorno a lei, c’erano molti corpi, appartenenti a qualche soldato, e anche qualche arto sparso quà e là.
Dopo un po’, arrivarono due ragazzi a prenderla per portarla alla base.

Non appena arrivarono, Lucinda e Christa cominciarono ad operarla e a richiudere le ferite. Fortunatamente, nessuna era profonda, ma erano sparse in tutto il corpo. A giudicare dall’altezza e dal viso, doveva avere all’incirca la stessa età di Lucinda, ma per saperlo con precisione avrebbero dovuto aspettare il risveglio della ragazza misteriosa.
Per cercare di fare un po’ di chiarezza, chiamarono Lyar a controllarla, sperando fosse Teresa e, fortunatamente era proprio così.

‘’Il suo nome è Teresa Carliet, signore. Era il messaggero che era stato mandato assieme a me, e che avevo perso di vista dopo un po’. Pensate siano stati i Giganti? Ha qualche speranza di sopravvivere?’’ chiese il ragazzo, preoccupato.

‘’Sta tranquillo, le ferite sono solo superficiali e inoltre non credo siano opera dei Giganti. L’avrebbero presa e divisa in due senza troppi problemi, invece lei ha solo qualche ferita sparsa. Vedremo cosa le sarà accaduto una volta che avrà riaperto gli occhi.’’ Lo rassicurò Christa.

Erwin era rimasto a pensare a tutto quello che gli era stato raccontato quel pomeriggio da Lucinda, incredulo sulla verità di quelle parole, mentre controllava le statistiche che gli erano state date da Armin, che non promettevano nulla di buono.
Persino Eren e Jean erano rimasti a bocca aperta, ma dopo aver ricevuto la notizia, il moro rischiò quasi uno scoppio di rabbia, tanto da fargli venire voglia di andare dalla squadra della ragazza per aiutarla, ma fu fermato da Erwin e Rivaille, che era entrato nella stanza appena in tempo.

Lawley e il fratello sia abbracciarono, non appena ebbero modo d’incontrarsi e si sedettero in un tronco lì vicino. Parlarono delle loro esperienze, fino a quando non videro un cavallo in lontananza.
Sopra il cavallo, c’era un persona.
Quella persona era Mikasa.










Eccomi qui ragazzi :3 lo so, vi ho fatti dannare con la storia sulle avventure di Mikasa e la sua squadra, ma state tranquilli, nel prossimo capitolo racconterò tutto xD Piuttosto, grazie a tutti per gli OC e ricordo a tutti che potete continuare ad inviargli :) ora vi presenterò quellipresenti in questo capitolo, escludendo quelli già presenti nel precedente.

Teresa di emabra.

In effetti, di nuovo c’è solo lei, ma vabbè xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima ^^

 

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Capitolo 4
*** Riorganizzazione ***


Capitolo 3


Riorganizzazione

 

Era tutto molto tranquillo, all’accampamento, prima che Lawley e suo fratello notassero un cavallo a distanza di pochi metri da loro, con in groppa una persona, presumibilmente una ragazza, che si stava dirigendo da loro con le poche forze che le rimanevano.
I due fratelli corsero verso il cavallo e presero la ragazza ferita, che si rivelò essere Mikasa, e la portarono nell’infermeria, sperando di trovare almeno uno delle due infermiere. Spalancarono la porta e trovarono Lucinda, intenta a controllare delle carte che le aveva passato il Generale pochi minuti prima, che, non appena notò le ferite di Mikasa, lasciò ogni cosa sulla scrivania e corse a curare la bruna, facendosi aiutare da Lawley e ordinando a Lyar di chiamare il Generale e Eren per informarli dell’accaduto.
Il ragazzo obbedì e nel giro di dieci minuti, i due interpellati si presentarono in infermeria, dove trovarono Christa e Lucinda intente  a disinfettare le ultime ferite sul corpo della ragazza, mentre Lawley lavava gli attrezzi usati e non più utili.
I ragazzi si sedettero e aspettarono che le due infermiere uscissero dalla sala operatoria, e, non appena Lucinda fece per aprire la porta, Eren chiese subito informazioni riguardo l’amica.

‘’Sta tranquillo, Eren, sta bene. Le ferite erano per la maggior parte dei graffi, il resto, però, erano abbastanza profonde… Nonostante tutto, siamo riuscite a curarle in tempo e ad evitare infezioni. Il vero problema, ora, è capire come mai è da sola. Che fine ha fatto la sua squadra? Sappiamo tutti molto bene che lei non lascerebbe i suoi subordinati da soli in balia dei Titani, quindi, cosa diavolo è successo?!’’ rispose Lucinda, molto preoccupata.

Tutti gli altri la guardarono pensierosi e concordanti con quanto aveva detto, mentre Eren era ancora in parte preoccupato per l’amica.

‘’Lyar, giusto? Quando tu e Teresa siete andati via, in che situazione era la vostra squadra?’’ chiese, poi, Eren.

‘’Era ancora compatta, per la maggior parte. Avevamo affrontato una ventina di Titani, ma avevamo perso solo cinque persone. Non riesco a credere che tutti, nel giro di appena un’ora, siano…’’

Tutti rimasero in silenzio, fin quando non si sentirono dei gemiti provenire dal letto dov’era distesa Teresa. Nel sentirli, Lyar si precipitò dalla compagna di squadra e le strinse la mano, mentre le due infermiere andarono a lavarsi le mani e Erwin portava Eren fuori a prendere un po’ d’aria, per riprendersi.

Non appena Marge ricevette la notizia di Mikasa, si precipitò dalla sorella per chiederle delle informazioni. Marge non andava molto d’accordo con Mikasa, anzi, si può dire che l’odiava, in realtà. Sembrava non esserci un motivo apparente, o forse non voleva dirlo a nessuno, fatto sta che, da quando era entrata come soldato semplice, tre anni prima, non l’aveva mai sopportata. Molti pensavano fosse a causa di gelosia o roba del genere, ma lei smentiva sempre tutto e con il suo carattere acido diceva semplicemente ‘’Fatevi i cazzi vostri!’’, lasciando tutti con la curiosità.
In ogni caos, secondo quanto le aveva riferito Jean, la situazione era piuttosto seria, di conseguenza era abbastanza preoccupata, anche per le reclute che Mikasa aveva sotto responsabilità.

‘’Sorellina, sei qui?’’ disse spalancando la porta dell’infermeria, trovando Lyar e Teresa, mano nella mano, che stavano tranquillamente avendo una conversazione pacifica, dovuta al risveglio della ragazza, che, vedendo Marge entrare con tutta quell’euforia, si bloccarono all’istante.

‘’Scusate!’’ disse Marge, prima di andare verso il letto dove si trovava Mikasa.

Alla fine, non sei riuscita a completare questa missione come si deve, eh? Immagino ci sia un motivo più che valido dietro… pensava Marge, mentre Christa, che nel frattempo era entrata nella stanza, si assicurava dello stato fisico di Teresa.

‘’Tua sorella è fuori. Si sta prendendo una pausa. Sono ore che lavora senza sosta!’’ disse Christa alla ragazza, che andò subito fuori per parlare con la sorella minore.

‘’Come stai? Sembri un po’ pallida…’’ ammise Jean, guardando Lucinda e sedendosi accanto a lei in una panchina.

‘’Bhè, non è facile curare feriti per più ore di fila, dopo aver combattuto contro molti Titani e aver perso molti compagni…’’ rispose la ragazza, con un viso molto cupo.

Jean non sapeva bene cosa fare in un momento come quello, oltretutto si sentiva anche in imbarazzo, quindi alla fine non disse nulla, limitandosi ad alzare la testa e ad osservare il cielo.
Proprio quando stava per parlare…

‘’SOOOOOREEEEELLIIIIIINAAAAA!!!!!!!!!!!!’’

… sentì l’urlo di Marge provenire da qualche metro di distanza, che correva con una furia disumana verso la sorella che, spaventata, si era nascosta dietro al schiena del ragazzo.

‘’Marge-onee-san, mi hai spaventata!’’ disse Lucinda, dopo aver capito di chi fosse quella voce e quella furia.

‘’Scusa, Lucy, ma è un’emergenza. Ho saputo di Mikasa, cosa mi dici al riguardo?’’

‘’Che sta abbastanza bene. Diciamo che se non fosse stato per la sua resistenza fisica sarebbe morta quasi sicuramente, ma è un osso duro, quindi se l’è cavata. Per fortuna…’’ disse Lucinda, tirando un sospiro di sollievo.

‘’Capisco… in ogni caso, Teresa si è svegliata, informo io in Generale o vai tu? Se devi assistere all’interrogatorio, vengo a chiamarti non appena sarà tutto pronto.’’ Disse Marge, rivolgendosi alla sorella.

‘’Tranquilla, lo chiamo io. Tanto ho capito che oggi non posso riposarmi proprio…’’ rispose alla sorella, che si stava già dirigendo verso la stanza dove, in quel momento, si trovavano Rivaille, Armin e il Generale per discutere della riorganizzazione dei gruppi. Poi si rivolse a Jean.

‘’Scusa, devo proprio andare.’’

‘’A-Ah, no, tranquilla, Lucinda. So che sei molto impegnata!’’ affermò il ragazzo impacciatamente, provocando una risatina da parte della bionda.

‘’Comunque…Puoi chiamarmi Lucy, se ti va!’’ concluse con un sorriso, prima di dirigersi all’infermeria per controllare se Teresa fosse realmente pronta per l’interrogatorio o meno.

‘’…Lucy…’’ fu tutto quello a cui pensò Jean per il resto della giornata, provocando le risate di Sasha e Connie, che non avevano niente di meglio da fare, se non prendere in giro l’innamorato e combinare qualche casino, spesso aiutati da Marge, ovviamente.
Quei tre erano diventati un trio in poco tempo e questo non rassicurava affatto né Erwin, né tantomeno Lucinda o Rivaille, ma almeno erano dei buoni soldati ed erano abbastanza seri durante i combattimenti.

‘’Allora, Teresa, giusto? Come ti senti?’’ chiese gentilmente Lucinda, non appena si ritrovò faccia a faccia con la ragazza, ancora un po’ pallida, ma visibilmente migliorata rispetto a quando l’avevano trovata.

Magari è anche grazie a questo ragazzo! Pensò Lucinda, mentre segnava sulla cartella clinica tutte le informazioni riguardo la guarigione della ragazza. Chissà se un giorno anche io troverò qualcuno che si preoccuperà di me così tanto… pensava nel frattempo.

‘’Lucy, sei qui! Tua sorella ha informato il Generale, saranno qui tra poco. È pronta?’’ chiese Christa, non appena entrò nella stanza.

‘’Si, tutto apposto. Il problema è un altro. Sei pronta a rivivere dei brutti ricordi e a raccontare tutto al Generale? Se non te la senti di dire alcune cose, dimmelo pure. Aspetteremo il risveglio del vice-Mikasa per sapere il resto!’’ disse Lucinda con fare preoccupato.

‘’Tranquille, va tutto bene!’’ ammise Teresa, sorridendo.

Pochi minuti dopo, arrivarono Rivaille e Erwin e si sedettero vicino alla ragazza per farsi raccontare alcune cose. Lucinda era rimasta con loro, in caso Teresa avesse avuto bisogno di qualcosa o avesse avuto voglia di riposare, ma l’interrogatorio andò meglio del previsto e nel giro di mezz’ora terminò.

‘’Molto bene, grazie di tutto.’’ Disse infine Erwin, prima di uscire. Rivaille, invece, rimase in quella stanza ancora per un po’ e si sedette vicino al letto dove riposava Mikasa.

‘’Sei preoccupato?’’ chiese Lucinda al moro.

‘’E’ la prima volta che non mi aggredisci, sai?’’ rispose sarcastico.

‘’Se questo è quello che ottengo, preferisco essere sempre acida con te!’’

‘’Dai, scherzo. Piuttosto, il problema è un altro. Che fine hanno fatto tutte quelle persone? E poi…’’ Il ragazzo si bloccò un attimo, come indeciso se parlare o meno, ma, ricordandosi chi aveva di fronte, riprese  a parlare senza problemi.

‘’Alla riunione con Erwin e Armin abbiamo visto che le vittime e i Titani affrontati sono troppi. In tutte queste spedizioni non era mai successo nulla di simile. Personalmente, sono arrivato ad una conclusione: c’è qualcosa che attira i Titani. La maggior parte, inoltre, erano anomali, cosa che mi rende ancora più inquieto. Tu cosa ne pensi?’’

Lucinda riflettè per un po’, ammettendo a sé stessa che il vice aveva ragione, ma non riuscendo comunque a capire dove il ragazzo volesse andare a parare. Fu salvata da Elko, che la informò della situazione dei soldati e del fatto che il Generale voleva entrambi i ragazzi nella stanza delle organizzazioni.

‘’Avete parlato anche delle squadre, vero, Rivaille?’’

‘’Proprio così. Ma perché mi chiami per nome? Non mi pare di averti ami dato questa confidenza.’’

‘’Chi se ne importa? Io chiamo la gente come voglio!’’

Ed eccola che ritorna acida… pensò Rivaille, prima di bussare alla porta.

‘’Bene, ragazzi, queste sono le nuove squadre. Considerando la situazione di Mikasa, dobbiamo per forza cambiare un caposquadra, quindi, Lucinda, tu prenderai il suo posto. Per quanto riguarda le altre squadre, resteranno così. Calcolando la perdita di tutti i soldati di Mikasa, i soldati rimasti sono davvero troppo pochi per completare la missione, di conseguenza, torneremo direttamente dentro el mura e saremo un unico gruppo. Al massimo, ci divideremo se troveremo davanti a noi troppi Titani. I migliori soldati ricopriranno tutto il perimetro, così in casso di attacco fermeranno i Giganti, mentre le reclute saranno all’interno e ricopriranno tutta l’area. Il discorso dei capisquadra varrà solo in caos di separazione, fino ad allora sarete sotto i miei comandi. Tutto chiaro?’’ concluse Erwin, dopo aver finito.

Tutti annuirono, mentre la tensione di Lucinda cresceva; non era mai stata una caposquadra e non si vedeva proprio in quelle vesti, ma se fosse stato il caso, avrebbe dovuto vestire i panni della persona forte che comanda tutte le altre per cercare di salvare più vite possibili. In ogni caso, se tutto fosse andato liscio, eli non avrebbe rischiato di essere la caposquadra e questo la rassicurava.

‘’I feriti saranno messi nei carri, che si troveranno nel mezzo insieme alle reclute. E poi, apparte l’organizzazione strategica, c’è un’altra cosa che devo dirvi…’’ il suo viso divenne scuro, facendo preoccupare tutti nella sala. ‘’Sotto consiglio di Lucinda e di alcuni superiori, dovrò lasciare la Legione Esplorativa ed unirmi alle Truppe Stazionarie. È brutto dovervelo dire, ma non c’è altra soluzione. Il mio braccio non mi permette di fare granchè, di conseguenza, non posso fare altro se non stare zitto ed ubbidire. In ogni caso, ci penseremo non appena saremo tornato a casa. Fino ad allora, state tranquilli e non pensateci.’’ Concluse Erwin, prima di congedare tutti.

La sera, tutti si riunirono attorno ad un falò, mentre Lucinda era rimasta in disparte, seduta a terra a guardare le stelle e a pensare. Jean se ne accorse e si avvicinò a quest’ultima chiedendole che cosa non andasse e lei gli raccontò della questione del caposquadra.

‘’Ma sta tranquilla, sono sicuro che andrà tutto bene. Inoltre, so per certo che saresti davvero un ottimo caposquadra, quindi su con la vita, Lucy!’’ e le sorrise. Grazie a questo, la ragazza riottenne fiducia in sé stessa e si avvicinarono insieme verso dov’erano riuniti tutti gli altri.
Marge, nel frattempo, stata tartassando Connie, chiedendogli per quale motivo non avesse ancora detto a Sasha che cosa provasse nei suoi confronti, ricevendo dei severi rimproveri da parte della ragazza e abbassando semplicemente la testa.
Proprio mentre tutti erano tranquilli, Mikasa si svegliò.








Si, lo so, vi ho trollato. Nel prossimo capitolo racconterò seriamente cosa è successo alla squadra, state tranquilli xD ringrazio tutti per il supposto e continuo a ripetervi di mandarmi tutti gli OC che volete :)  Alla prossimaaaa!
 

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Capitolo 5
*** Il racconto di Mikasa ***


Capitolo 4


Il racconto di Mikasa

 


Non appena aprì gli occhi, Mikasa si accorse di trovarsi dentro una stanza non troppo grande, distesa in un letto e con qualche ferita. Capì di essere nell’infermeria militare, ma non ricordava come fosse finita lì. Quando si voltò, trovò accanto a sé Teresa. Ricordava il suo nome perché gliel’aveva chiesto quando aveva mandato la ragazza e Lyar, l’altro messaggero, ad informare le altre squadre della loro situazione. Già, la sua squadra se l’era vista davvero brutta. Approposito, ma gli altri dov’erano?
Proprio mentre la sua mente era occupata da questi pensieri, entrò nella stanza Lyar, accompagnato da Lucinda, per controllare la situazione di entrambe le ragazze.
Quando Lucinda notò il risveglio di Mikasa, corse a chiederle il suo stato fisico e come risposta ottenne un semplice ‘’Sto bene, tranquilla.’’ seguito da un sorriso appena percettibile.

‘’Mikasa, ti va di raccontare cos’è successo alla tua squadra? Magari anche solo in parte, se non vuoi sforzarti, ma ci serve sapere che fine hanno fatto gli altri soldati.’’ Chiese Lucinda con tono preoccupato.

‘’Tranquilla, posso parlare. Ho riposato abbastanza, quindi ora sono in forma. Tuttavia, vorrei parlarne con il Generale Erwin, se possibile.’’

‘’Certo, vado a chiamarlo!’’ disse prima di correre verso l’uscita, per chiamare il Generale.

‘’Come state voi due?’’ chiese poi la bruna a Lyar.

‘’Stiamo bene, signore! Teresa aveva qualche ferita grave, ma grazie alle cure di Lucinda-san e Christa-san, ora sta molto meglio!’’

‘’Ne sono contenta. Si è già svegliata o dorme da quando l’avete trovata?’’

‘’Si era svegliata qualche ora fa, infatti abbiamo avuto modo di parlare, ma dopo pochi minuti si sentì nuovamente girare la testa e si è addormentata prima di finire la frase…’’

Il viso di Lyar era davvero molto preoccupato e Mikasa non sapeva che cosa dirgli per tirarlo su di morale, ma per fortuna arrivarono Lucinda, Erwin e Rivaille e la salvarono.

‘’Scusa, Lyar, devo chiederti di uscire per qualche minuto. Il tempo di finire l’interrogatorio e potrai rientrare! Vuoi che ti faccia compagnia?’’ chiese Lucinda con gentilezza.

‘’No, Lucinda-san, non si preoccupi. Andrò a parlare con degli amici fuori. Ritornerò più tardi, nessun problema!’’ e si congedò con il saluto militare.

‘’Allora, Mikasa, raccontaci tutto.’’ La incitò Erwin.

‘’Sissignore! Allora, avevamo appena superato i primi 50 km, quando arrivarono i primi Giganti. Eravamo preparati, così siamo riusciti ad ucciderli senza problemi e continuammo così fino ai primi 20. Dopo aver superato i primi 100 km, però, improvvisamente, accadde qualcosa d’inaspettato; un’orda di 8 Titani, tutti anomali e tutti di 7 metri, si misero a correre verso di noi. Grazie al cielo, fino a quel momento, non avevamo avuto nessun ferito né morti, ma quell’attacco fu decisivo. Non riuscivamo ad essere coordinati, così quando uccidemmo tuti i Giganti e contammo le vittime, ci accorgemmo di aver perso 10 persone. Calcolando che avevamo quasi ucciso 30 Giganti, però, la statistica non era troppo preoccupante. Ciò che mi preoccupava sul serio, era il fatto che non avevamo mai affrontato tutti questi Giganti in una sola spedizione, da quello che ricordo, quindi non riesco a capire che cosa possa essere successo… In ogni caso, poco prima di raggiungere questo posto, mandai i messaggeri e subito dopo accadde l’inferno. Qualcosa di enorme, forse un Gigante anomalo come Eren, Annie e gli altri, ci attaccò improvvisamente, con una forza e una velocità furi dal comune, che riuscì ad uccidere più della metà della mia squadra e a ferire tutti gli altri, me compresa. Ordinai a tutti di correre, ma a causa del fumo provocato da quel Titano, non vidi granchè. Sapevo che qualcuno era scappato a cavallo, mentre qualcun altro con la manovra tridimensionale. In poche parole, da quello che so, dovrebbero essere salvi circa 50 soldai, ma non ho la più pallida idea di dove siano. Come ho detto, ci siamo persi di vista a causa del fumo. Questo è il mio rapporto, signore.’’

‘’Come immaginavo, c’è qualcosa che attira i Titani…’’ disse infine Rivaille. ‘’E’ una cosa di cui mi sono accorto da qualche tempo, non appena ho visto i rapporti delle altre squadre. La cosa è troppo preoccupante, Erwin, e non possiamo non fare nulla.’’

‘’Hai ragione, Rivaille. Raduna i capisquadra.’’

Dopo una decina di minuti, Lucinda, Rivaille e Erwin erano radunati in una stanza, insieme a Elko e Armin. Stavano programmando nuovamente le squadre, perché ora che sapevano qualcosa sul loro nemico principale dovevano per forza organizzare il tutto seguendo la preparazione dei soldati e dei capisquadra. Armin aveva pianificato con Elko le squadre con tutti gli spostamenti, che furono poi approvate dai tre superiori e decisero che l’avrebbero messe in pratica.

‘’Per quanto riguarda i feriti, Lucy, credi che qualcuno di loro potrà montare a cavallo, domani? Più il carro sarà leggero, meglio è, altrimenti con quel Gigante alle calcagna sarà difficile correre velocemente.’’

‘’Credo che Mikasa-sama potrà cavalcare, ma con le ferite alle gambe di Teresa, ho dei dubbi che potrà montare.’’ Ammise Lucinda.

‘’Capisco… Meglio di niente.’’

Poi furono tutti mandati nelle proprie stanze a riposare, in modo che il girono seguente avessero potuto affrontare il viaggio al meglio.
Il giorno seguente, le squadre furono organizzate com’era stato deciso e ora la maggior parte delle reclute era con Lucinda. Il piano principale era quello di tornare a casa il più in fretta possibile, ma visto che nella foresta molto probabilmente c’erano alcuni soldati della squadra di Mikasa, avevano deciso che li avrebbero cercati e poi sarebbero tornati.
Le squadre erano molto equilibrate e Erwin era molto fiero sia di Armin che della recluta, che sembrava possedere un cervello sviluppato come quello di Armin, proprio come gli aveva detto Rivaille.

‘’Seguite i capisquadra e correte più veloce che potete. Ci rivedremo dentro le Mura!’’ disse Erwin, prima di far partire tutte le squadre verso dove avevano pianificato.
Alla fine la squadra di Rivaille era separata da quella di Erwin, perché avevano organizzato tutto diversamente. Al ragazzo non cambiava nulla, visto che non importava molto quante persone avesse la sua squadra, ma l’importante era che fossero pronti a combattere se fosse stato necessario e che fossero molto veloci a correre.
Lucinda era molto più tranquilla rispetto alla sera prima, così riuscì a guidare molto bene la squadra, senza problemi. Nel tragitto, incontrarono 7 soldati della squadra di Mikasa, che si unirono alla sua, e poi uscì dalla foresta, senza aver trovato nemmeno un Titano. La cosa, invece di renderla felice, la preoccupava molto.
La squadra di Erwin procedeva a passo spedito e avevano recuperato la maggior parte dei componenti del vice-Generale, prima di uscire dalla foresta, mentre la squadra di Rivaille ne trovò circa 15.
Quando i messaggeri portarono le notizie riguardanti le reclute, Armin calcolò che avevano perso solo 10 soldati e che probabilmente erano stati divorati la notte precedente.
Nonostante la brutta notizia, le statistiche erano abbastanza positive e tutte le squadre raggiunsero il Muro prima di sera.
Gli stratega si occuparono di controllare le varie statistiche, mentre tuti gli altri andavano a riposare. Lucinda si sentì davvero molto bene, nonostante lo stress che aveva subito come caposquadra, e passò la serata in compagnia degli altri attorno ad un falò che avevano preparato per rilassarsi tutti insieme.
Teresa era stata portata all’ospedale, dove Lyar le faceva costantemente compagnia, mentre Mikasa, ormai quasi completamente guarita, decise di tornare a dormire con gli altri, ma prima andò anche lei al falò.
Marge e Sasha parlarono tutto il tempo, sedute su un tronco, mentre Connie fissava la ragazza dai capelli castani con ogni sognanti. Quando Marge se ne accorse, andò dal ragazzo e cominciò a parlargli.

‘’Perché non le dici nulla, diamine?! Si vede da un miglio quello che provi per lei! Sai che quella ragazza dorme all’impiedi, tranne se c’è in giro del cibo, quindi se non le parli non succederà mai niente!’’

Continuò a parlargli fin quando non notò sua sorella parlare con Jean.

‘’Guarda, anche Jean è innamorato di una ragazza, mia sorella, per la cronaca, e, anche se un po’ impacciatamente e indirettamente, cerca di mettersi in mostra. Guarda come parlano! Muoviti e fai lo stesso con Sasha, prima che sia io quella a fare qualcosa!’’

Connie capì che se avesse lasciato fare alla ragazza, sarebbe finita male, così si avvicinò alla sua innamorata e cominciò a parlarle.

E anche oggi ho fatto una buona azione! Pensò Marge, mentre andava a parlare con altri soldati.

La serata trascorse abbastanza bene e poi tutti andarono a dormire. Tutti tranne Erwin, che continuava a pensare al racconto di Mikasa, mentre guardava nuovamente le statistiche e i rapporti.

Il giorno seguente, i soldati si occuparono della pulizia del luogo, tranne Lucinda e Christa che andarono a controllare i feriti e alcuni Capitani che si dovevano occupare di addestrare i novizi.

‘’Mi sento come nuova!’’ affermò Teresa alla domanda di Lucinda.

‘’Sono contenta! In questo caso, potrai lasciare l’ospedale stasera stesso.’’ Poi prese una cartella dove annotò la guarigione della ragazza e le fece firmare alcuni fogli che le avrebbero permesso di uscire la sera.

Christa aveva finito di curare alcuni feriti, poi s’incontrò con Lucinda e decisero di andare a controllare i novizi insieme. Nel guardare quei ragazzi, si ricordarono della loro prima esperienza e cominciarono a ridere ripensando a quei momenti così nostalgici. Dopo andarono dai loro compagni che si stavano occupando della pulizia, guidati ovviamente da Rivaille, per andare ad aiutargli.

‘’Buongiorno ragazzi!’’ dissero in coro.

Tutti salutarono le ragazze e  furono bene felici di avere delle braccia in più ad aiutarli. Non appena finirono di pulire tutto, andarono a cenare, raccontandosi quello che avevano fatto tuto il giorno. Il discorso principale, era incentrato sulle figuracce di Connie, ma ovviamente si era parlato anche di altro.

Erwin guardava quei ragazzi sorridendo, ma poi ripensò al Titano e ricominciò a preoccuparsi. Doveva inventarsi qualcosa, non aveva scelta. Si era ripromesso che avrebbe abbandonato il Corpo di Ricognizione non appena sarebbe tornato da questa spedizione, ma doveva ancora occuparsi di una cosa. Solo allora sarebbe potuto passare alle Truppe Stazionarie.










Salve ragazzi :3 che ne pensate? Dal prossimo dovrei mettere un po’ di azione in più se riesco a descrivere bene i combattimenti, s’intende xD vi ringrazio per il supporto e alla prossima ^^
 

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Capitolo 6
*** Falsa tranquillità ***


Capitolo 5

Falsa tranquillità

 

Lucinda era in camera sua, nonostante la maggior parte dei soldati era ancora riunita fuori e alcune persone avevano bisogno di essere controllate. Era troppo stanca per potersi occupare di altri feriti, visto che in una sola giornata ne aveva dovuti controllare più di quanti ne avesse mai fatti in vita sua. Oltretutto, dentro le mura c’erano molti altri dottori che potevano occuparsene, così poteva stare tranquilla per un po’ in camera sua, a pensare. Non l’aveva mai raccontato a nessuno, ma la verità è che lei, una delle ragazze più dolci e dai sorrisi facili di tutte, insieme a Christa, era anche una delle più depresse e irrequiete. Ogni volta che si rinchiudeva in camera, ripensava a quel maledetto giorno, quando i Titani entrarono nella sua città, portandole via ogni cosa. Quando accadde, aveva 7 anni ed erano passati già 8 anni da quella volta. Nonostante fosse molto piccola, ricordava tutto perfettamente. D’altronde, come si fa a dimenticare un inferno di quel tipo? Soprattutto se accade tutto troppo velocemente, tanto da non farti capire se sei sveglia o stai avendo un incubo dal quale vorresti svegliarti subito, fin quando non stai per essere attaccata da uno di loro e senti del sangue schizzarti addosso. Ma soprattutto, ti accorgi che sei perfettamente sveglia solo quando vedi che sei viva per miracolo e che i tuoi genitori sono stai divorati davanti ai tuoi stessi occhi, per salvare te e tua sorella. Dopo quell’avvenimento, ricordi solo urla, sangue e morte. Qualcosa che ti porterai per il resto della vita, anche perché hai scelto di diventare un soldato. E uno dei motivi per il quale hai fatto questa scelta, è proprio l’aver vissuto dentro quell’inferno. Sai cosa prova un bambino nel vedere la propria felicità andare via nel giro di pochi secondi, sai che cosa vuol dire perdere i propri genitori davanti ai propri occhi quando sei ancora piccola, sai che cosa si prova a dover vivere da soli, con le proprie forze, per molti anni, senza essere aiutati da nessuno, quando sei ancora una bambina. Ma soprattutto, sai cosa si prova nel diventare grandi troppo in fretta. Perché è proprio quello che è successo a lei, è cresciuta troppo in fretta. Nessun bambino, all’età di appena 11 anni, sa usare perfettamente una spada, come se la usasse da sempre, nessun bambino. Ma lei sì, ha dovuto imparare a farlo. Lei ha dovuto imparare a combattere quando era ancora giovanissima, lei ha voluto farlo. Come ha voluto imparare a curare le altre persone, per evitare di vedersele morire davanti, sempre quando era ancora molto piccola. Ma la verità è che prima di volerlo, è stata più una necessità imparare a fare tute queste cose. Ha voluto seguire la sorella, che aveva il suo stesso obiettivo, e voleva dimostrarle di essere forte, quando, in realtà, non era affatto così. E lei lo sapeva, altrimenti non starebbe piangendo per l’ennesima volta in camera sua ripensando a quel giorno, mentre cercava di fermare i singhiozzi e provava a convincersi di essere diventata più forte, rispetto a quella volta.
A fermare i suoi pensieri, ci pensò Christa, che bussò alla porta dell’amica per informarla degli ultimi pazienti. Non appena Lucinda avvertì il suono, si asciugò velocemente gli occhi e fece entrare la bionda. Nonostante il buio, gli occhi attenti di Christa notarono subito quelli arrossati dell’amica e si precipitò ad abbracciarla, ancora prima di aver proferito qualsiasi parola. A quel punto, Lucinda non riuscì a trattenersi e cominciò a piangere con tutta sé stessa e, per la prima volta, raccontò ogni cosa riguardante il suo passato.

‘’Io e mia sorella proveniamo da un villaggio orientale e, insieme a Mikasa-san, siamo le ultime orientali rimaste. Il nostro villaggio fu attaccato dai Giganti 8 anni fa, quando ero ancora piccolissima, ma ricordo tutto come se fosse ieri…’’

Parlava cercando di trattenere i singhiozzi, mentre la bionda la osservava compassionevole e l’ascoltò fino alla fine, senza parlare. Poi le raccontò a sua volta il proprio passato e Lucinda fece lo stesso che aveva fatto Christa con lei.

‘’Sai bene che ognuno di noi ha avuto un brutto passato, altrimenti non saremmo qui. Conosci i volti di tutti perché assomigliano al tuo e li capisci perché sai cosa provano. Nonostante tutto, hai la forza di sorridere e provare ad andare avanti, proprio come me, per questo sei una persona forte e, credimi, lo sanno tutti! Non hai solo uno spirito forte, sei anche una ragazza con una forza invidiabile persino da tua sorella! Andiamo, sei stata messa allo stesso livello di forza di Mikasa e del vice Rivaille!’’

Christa cercava di consolare l’amica che, in poco tempo, fermò il suo pianto e abbracciò l’altra per l’ennesima volta, prima di decidere di uscire nuovamente con lei e andare dagli altri.

Nel frattempo, nello studio di Erwin, erano riuniti i vari capi, tra cui Pixis e Rivaille. Stavano discutendo dell’ultima spedizione e del fatto che i Titani fossero accorsi tutti insieme o che, in alcuni punti, non c’erano nemmeno. Rivaille avevo portato tutti i rapporti e li aveva letti uno per uno, commentandoli, per fare capire ai superiori la loro situazione. Tutti lo ascoltarono fino alla fine, senza commentare, poi, quando ebbe finito, tutti cominciarono a pensare a un possibile piano, ma, soprattutto, ad una causa.
Nonostante fossero passati più di dieci minuti, ancora non si sentiva volare una mosca, poi arrivò Hanji, che fece sussultare tutti e portò delle notizie.

‘’Durante l’ultima esplorazione, avevo trovato dei frammenti di bozzolo, simili a quello dov’è rinchiusa Annie e ho provato ad analizzarli. In effetti, hanno la stessa composizione, ma sembrano essere più forti del bozzolo. Di conseguenza, devono appartenere ad un Titano con delle capacità simili a quelle di Reiner. Vorrei poter andare a parlare con lui, ma mi serve la vostra autorizzazione.’’ Concluse.

Tutti pensarono alla richiesta per qualche secondo, poi acconsentirono, a patto che fosse andato con lei anche Rivaille, in modo che l’avesse fatto stare buono, come aveva fatto con Eren qualche anno prima. Sotto consiglio del moro, decisero di portare anche Eren al colloquio con il biondo, in modo da poter riscontrare qualche informazione in comune. Così, si misero d’accordo per fare avvenire l’incontro il giorno successivo.

Nel dormitorio femminile, poco dopo, Marge stava facendo letteralmente un interrogatorio a tutte le ragazze, reclute comprese, per sapere qualcosa riguardo  loro gusti personali, anche in fatto di ragazzi. Questa è peggio di Hanji… pensavano tra di loro, sentendo le varie domande della ragazza e l’elevata velocità con il quale le chiedeva. Se non fosse stato per l’arrivo di Lucinda, molto probabilmente avrebbe continuato per tutta la notte, ma la sorella la portò velocemente via da quel posto, dando un po’, di pace alle ragazze.

‘’Dai, mi stavo divertendo!’’ protestò la maggiore.

‘’Le stavi spaventando! E poi siamo appena tornati da una spedizione faticosa, specialmente per le reclute, quindi, a maggior ragione, devi lasciarle stare, così che possano riposare.’’ Risposa prontamente la minore.

‘’Marge, devo parlarti.’’ Disse Rivaille dopo essere spuntato dal nulla davanti alle ragazze, a cui si fermò il cuore per qualche secondo.

‘’Uno di questi giorni mi farai prendere un infarto seriamente! Da come sei cupo fai già paura di giorno, quando c’è luce, figuriamoci la notte!’’ disse Lucinda, che fu prontamente snobbata dal moro che rivolse la sua attenzione all’altra ragazza, ancora sotto shock.

‘’Dimmi pure, Rivaille.’’

Il ragazzo le spiegò la situazione, dopo averla portata in un luogo abbastanza distante dalla sorella, in modo che non potesse sentirli, facendo crescere de dubbi nella mente di quest’ultima.
Erwin aveva dato come ordine al ragazzo di dire a Marge ogni cosa riguardante la riunione di quella sera, ma non gli aveva dato ulteriori dettagli. Comunque, non gli importò più di tanto e si limitò ad obbedire.
Quando la ragazza ebbe compreso il messaggio, si congedò e tornò dalla sorella che, intanto, si era fermata a parlare con alcuni soldati di turno per la vigilanza.
Arrivati davanti le loro stanze singole, si diedero la buonanotte ed entrarono.
Marge ripensò alle parole del vice e si preoccupò; perché volevano anche lei a quell’interrogatorio? Non ne sapeva niente di Giganti e oltretutto dovevano fare il tutto di nascosto, perché nessuno sapeva di lei, tra i superiori. Si chiedeva perché non l’avessero detto anche alla sorella, ma alla fine giustificò il tutto pensando che il girono successivo avrebbe avuto tutte le risposte che cercava.

Il giorno successivo, dopo aver fatto colazione, si diresse dalla sua squadra e li fece fare i soliti allenamenti quotidiani, fin quando non fu ora di pranzo. Durante il pomeriggio, sarebbe dovuta andare al colloquio con Reiner insieme agli altri, così avrebbero pensato Lucinda e Jean a sostituirla.

‘’Scusa, Lucy, ma non ho alternative… Ricordi quando il vice era venuto a parlarmi ieri ser? Bene, avevamo discusso proprio del fatto che io, lui, Eren e Hanji dobbiamo aiutarlo a pulire una certa torre d’avvistamento. Lo conosci, no? Sai quanto è puntiglioso su certe cose… Ma tranquilla, mi sono assicurata di lasciarti in buona compagnia!’’ disse l’ultima frase molto eccitata, preoccupando la minore che, appena vide la persona che le avrebbe fatto compagnia durante gli allenamenti pomeridiani, portò una mano sulla fronte e capì tutto.

‘’Marge, quante volte devo dirtelo che tra me e Jean non c’è nulla e non ci sarà mai?!’’ disse la sorella con un tono di rimprovero, ma a voce bassa, per non farlo sentire al diretto interessato.

‘’Si, si, come no. Di pure quello che vuoi, io so la verità! Siete tipo Conni e Sasha, avete solo bisogno di una spinta e l’avrete!’’

‘’Si, si, d’accordo…’’ si arrese la minore, avvicinandosi a Jean per salutarlo, mentre la maggiore andava verso il vice e il resto della squadra.

Elko, Lawley, Lyar e Teresa erano finiti tutti nella stessa squadra di allenamento, quel pomeriggio. Teresa poteva fare solo determinate cose, visto che era ancora convalescente, ma sembrava essersi ripresa abbastanza bene. Durante le pause, stavano sempre insieme, anche per conoscersi meglio e prendere confidenza. I due fratelli erano molto contenti di poter finalmente stare insieme come una volta, dopo tanto tempo. Entrambi avevano notato un feeling particolare con i rispettivi amici, ma nessuno dei due parlò. Il tempo passò molto in fretta, nonostante gli allenamenti fossero abbastanza duri e fosse difficile farli sotto il sole cocente, così si riunirono tutti per la cena. Lawley e Lyar erano rimasti un po’ da soli, ripensando al giorno in cui avevano perso tutto e capendo di essere diventati molto più forti e preparati, rispetto a quel giorno. Lawley era molto schiva nel voler parlare di quella storia, visto che lei era rimasta molto più colpita dagli avvenimenti di quel girono, rispetto al fratello, soprattutto riguardo la morte del padre. In ogni caso, capendo i sentimenti della gemella, Lyar decise di portarla in mezzo agli altri per farla svagare e, fortunatamente, ci riuscì.
Poco prima l’arrivo del due ragazzi al tavolo, Teresa stava ripensando a quello che aveva passato durante la sua prima spedizione e d come fosse stata fortunata a restare in vita. Elko, notando il viso triste della ragazza, evitò di chiederle informazioni, immaginando anche il motivo, e semplicemente si avvicinò a quest’ultima per prendere un discorso a caso ed evitare di farla deprimere inutilmente. Per quel breve periodo, Teresa riuscì a dimenticarsi di quei momenti da incubo e a ritornare a sorridere.

Mentre le reclute e i capitani delle squadre erano a cena e discutevano su ciò che avevano fatto quel giorno e sui miglioramenti dei soldati, Erwin e il suo seguito erano appena tornati dall’interrogatorio. Era durato più del previsto e non aveva dato moltissimi risultati, ma almeno si erano tolti lo sfizio e avevano avuto qualche conferma. Era stato difficile fare stare Eren calmo, ma grazie a Rivaille la pace non mancò. Nonostante tutto quel tempo passato lì dentro Marge non aveva ancora capito a cosa fosse servita la sua presenza, ma preferì evitare di chiedere, visto che c’era un’aura poco piacevole attorno al Generale e a vice. Rimase con i suoi dubbi, prima di dirigersi verso la mensa e trangugiare tutto, accompagnata da Sasha.












Eccomi qui :3 allora, che ne dite? Vi ho dato alcune informazioni riguardante alcuni passati e spero siano di vostro gradimento :) vi ringrazio per le visite e le recensioni e spero che il capitolo, nel suo complesso, vi sia piaciuto :D alla prossima!
 

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Capitolo 7
*** Il ritorno del nemico ***


Capitolo 6

Il ritorno del nemico

La notte era passata molto tranquillamente, nonostante ci fu un abbassamento di temperatura abbastanza evidente. Tutti avevano trascorso la notte dormendo senza preoccupazioni, ma, al contrario, coloro che avevano assistito all’interrogatorio di Reiner, non chiusero occhio per un solo secondo. Erwin, soprattutto, era molto preoccupato riguardo la verità delle parole del ragazzo, ma aveva notato solo sincerità negli occhi di quest’ultimo, così evitò di fargli ulteriori domande e concluse piuttosto velocemente. Ciò che avevano sentito aveva dell’incredibile, ma riunendo tutti i pezzi, effettivamente, le affermazioni di Reiner combaciavano perfettamente con le informazioni in loro possesso e riempivano addirittura molte delle cose che ancora non avevano scoperto. Cercò con tutto sé stesso di non pensarci, ma più tentava di dormire, meno sonno gli veniva. Così decise di uscire e fare una passeggiata per passare il tempo.
Levi, nel frattempo, era molto più schivo nei confronti del mezzo Titano, ma si fidava troppo di Erwin per dirgli ciò che pensava. Oltretutto, conosceva molto bene il Generale e sapeva che anche lui aveva dei dubbi a riguardo, di conseguenza se non aveva detto niente, l’unica cosa plausibile era il fatto che aveva un piano in mente. Tutto ciò che gli dava conforto era appunto il fatto di avere anche solo una persona di cui potersi fidare talmente tanto da affidargli la propria vita senza troppi problemi. Toccava spesso la sua gamba sinistra, speranzoso del fatto che continui a non fargli male, ma non era sempre così. Se non fosse stato per la sua elevata sopportazione del dolore, tutti si sarebbero accorti che, in realtà, il vice non si era ancora completamente ripreso, ma aveva finto per poter tornare a combattere. Oltre a questi due problemi, s aggiungeva il fatto che Berthold fosse ancora in libertà e Annie non si era ancora risvegliata. Aveva giurato a sé stesso che si sarebbe occupato personalmente dell’interrogatorio della ragazza, in modo da poter vendicare i suoi compagni, nel caso la bionda non avesse risposto a qualche domanda. In ogni caso, era un pensiero abbastanza precoce, visto che ancora non si era nemmeno svegliata. Pensando, non si accorse che il sole stava sorgendo da dietro le mura. Così, si alzò dal letto, si vestì e andò a svegliare la sua squadra per fargli cominciare le pulizie.
La nuova squadra speciale, chiamata anche squadra Rivaille, era composta da Eren, Mikasa, Connie, Sasha, Jean, Christa, Armin, Lucinda e Marge. Quest’ultime erano state entrambe promosse a vice capitano, in modo da poter supportare al meglio Rivaille, che era il capitano vero e proprio. Entrambe erano abituate alle stravaganti ‘’usanze’’ del ragazzo, ovvero il fatto di alzarsi all’alba per pulire il quartier generale, e di questo era consapevole anche Eren. Gli altri ci misero un po’ ad abituarsi, in realtà. In ogni caso, dopo qualche lamentela da parte di Jean, fecero colazione e cominciarono la pulizia del luogo. Dopo poco, Marge si avvicinò a Rivaille, cercando di non farsi notare da nessuno, per parlargli dell’interrogatorio e della notte appena passata.

‘’Vice, vorrei parlarle di alcune cose riguardanti ieri sera.’’

‘’Dimmi tutto, Marge.’’

‘’Lei crede pienamente a quello che ha detto Reiner? Perché ho notato il suo sguardo e non si direbbe che si fidi ciecamente di ogni cosa che le è stata detta.’’

‘’Effettivamente è così e sono impressionato dal fatto che tu te ne sia accorta così in fretta. Di solito non si capisce facilmente quello che penso, quindi complimenti.’’

‘’La ringrazio, ma non le volevo parlare di questo per ricevere i suoi complimenti, nonostante non mi dispiacciano affatto. Volevo dirle che penso sia meglio fare qualche ricerca per vedere quali informazioni siano vere e quali siano solo invenzione.’’

‘’A quello ci avevamo già pensato già io ed Erwin, ma non è così semplice, mia cara. Dobbiamo fare tutto di nascosto e non sappiamo da dove partire, tanto per cominciare. Inoltre, non posso abbandonare la mia squadra speciale senza una valida spiegazione e non credo sia il caso di rivelargli tutto quello che è successo ieri sera. Al massimo, possiamo raccontarlo a tua sorella, ma sarà l’unica eccezione. Credo che sia comunque meglio tenerle la maggior parte delle cose nascoste, la conosci meglio di me e sai che è molto sensibile. Raccontandole quelle cose…’’

Marge sembrò risvegliarsi da un sogno, non appena il ragazzo pronunciò quelle parole e gli diede immediatamente ragione. Così smise di parlare e, prima di tornare a lavoro, confessò al vice che avrebbe fatto sempre e comunque tutto ciò che lui ed Erwin le avrebbero ordinato.
Rivaille abbozzò un sorriso verso la ragazza, prima di vederla tornare al suo lavoro. Subito dopo, ricominciò anche lui a pulire la stanza che aveva lasciato in sospeso. Senza sapere il perché, ripensò a quando era con la sua stessa squadra e, più precisamente, ripensò a Petra. Ricordava che ogni volta che pulivano, alla stessa ora preparava del thè per tutti. Dopo si sedevano attorno al tavolo e cominciavano a parlare, spesso perdendo la cognizione del tempo. Rivaille si rese conto che da quando quella ragazza era andata via molte cose erano cambiate, ma non voleva dirlo a nessuno. Preferiva tenere tutto per sé, come sempre, per cercare di sembrare la persona più forte dell’umanità non solo fisicamente, ma anche mentalmente.
E’ inutile che finge, caporale, io so come si sente davvero!
Proprio così, Petra era l’unica che riuscisse a capirlo senza aver bisogno di dirle nulla. Forse per questo era tra le persone più importanti della sua vita. Preferì evitare di continuare a pensare alla ragazza e continuò a pulire, aspirando quasi automaticamente un odore di thè molto famigliare, nonostante fosse consapevole che nessuno stava preparando del thè.

‘’Abbiamo finito, signore!’’ disse Lucinda, varcando la soglia con una teiera e delle tazzine disposte in un vassoio.

‘’Grazie mille, Lucinda, ci voleva proprio.’’ Disse Rivaille, mentre si sedeva sulla prima sedia che gli era capitata a tiro.

‘’Staremo qui per molto tempo, capitano?’’

‘’No, credo solo pochi giorni. Forse partiremo addirittura domani, dipende. Erwin non mi ha ancora inviato niente, di conseguenza non so che dirti.’’

‘’Capisco… In ogni caso, se ha bisogno di qualcosa può sempre chiamarmi.’’

‘’Come mai sei diventata tanto gentile, improvvisamente, Lucy? Di solito non fai altro ce darmi del tu, chiamandomi per nome, e tirarmi occhiate poco piacevoli. Mi rispondi pure male, per questo non capisco questo tuo cambio di comportamento.’’

‘’Ecco… stavo solo cercando di essere più gentile, visto che ho saputo che è stato grazie a lei che mia sorella ha ottenuto l’avanzamento di grado, almeno qui nella squadra speciale.’’

‘’Guarda che l’hai avuto anche tu, l’avanzamento. Perché mi ringrazi solo per lei?’’

‘’Perché… lei si sottovaluta sempre, invece non riesce a capire di essere più forte di me in tutto. Di conseguenza, credo che questo avanzamento le sarà molto utile per farle capire che anche gli altri la pensano come me! Così smetterà di autocompatirsi!’’ disse sorridendo verso il ragazzo.

Quest’ultimo ricambiò il sorriso, per poi alzarsi di botto dalla sedia a causa di un rumore percepito poco distante da dove si trovavano. Entrambi i ragazzi si girarono nello stesso momento verso la finestra, avvicinandosi per vedere meglio, nonostante ciò che attirò la loro attenzione non era poi così piccolo. Il Titano anomalo era proprio davanti ai loro occhi, appena a qualche metro di distanza e si stava dirigendo verso di loro con il uso solito passo lento. Sobbalzarono all’istante e corsero ad avvisare gli altri, che subito indossarono l’attrezzatura tridimensionale e si prepararono alla battaglia. Armin fu mandato insieme a Jean a portare la notizia alle mura, che distavano circa una trentina di metri da dove si trovavano in quel momento, in modo che la squadra di Erwin fosse venuta ad aiutarli. I due ragazzi fecero partire i cavalli al galoppo e cercarono di essere il più veloci possibili, mentre il resto della squadra si avvicinava sempre di più al nemico.
Rivaille era preoccupato per la situazione della sua gamba, ma non poteva tirarsi indietro. Oltretutto, aveva due persone molto affidabili al suo fianco, quindi avrebbero potuto benissimo prendere il controllo della situazione in caso id problemi. Con questa consapevolezza, fu più tranquillo e si avvicinò senza troppi timori al nemico, che ormai era proprio davanti a loro.
Lucinda aveva notato la preoccupazione del caporale solamente guardandolo negli occhi, seguita da sua sorella, ma nessuna delle due disse nulla, limitandosi ad avvicinarsi la nemico davanti a loro, cercando di mantenere il più possibile la calma, anche per il bene dei ragazzi.

Nel frattempo, Armin e Jean, grazie all’elevata velocità dei loro cavalli, erano arrivati al cancello del Muro e, una volta attraversato, raggiunsero Erwin e lo informarono della situazione della squadra speciale. Non appena ricevette la notizia, ordinò ai due ragazzi di prendere le persone che aveva scritto nell’elenco e di portarle tutte  in quel luogo per combattere, mentre avrebbero aspettato che la squadra di Hanji fosse stata pronta.
I ragazzi fecero come gli era stato ordinato e, in meno di dieci minuti, tutti i componenti erano sotto il loro comando. Armin spiegò brevemente la situazione mentre si avvicinavano ai cavalli e le reclute lo ascoltavano in silenzio religioso. Tra i tanti soldati scelti, c’erano anche Teresa, Elko e i gemelli Lyar e Lawley. Tutti si sentivano lusingati del fatto che erano stati scelti, ma a conti fatti era abbastanza scontato che sarebbe successo. Tutti e quattro, infatti erano arrivati tra i primi dieci, avendo la possibilità di unirsi alla Polizia Militare, ma rifiutandosi categoricamente. Forse, grazie a questo, ora erano tra le persone più fidate del Generale, e di questo erano fieri.
Dopo essere saliti a cavallo, corsero il più velocemente possibile verso la direzione dove era stato avvistato il Titano, sperando di trovare ancora tutti sani e salvi.

Dentro la sua cella, Reiner stava ancora ragionando se aveva fatto bene a raccontare ogni cosa ai soldati o se fosse stato meglio tacere, ma poi ripensò a ciò che gli avevano detto e capì di aver fatto la scelta giusta. Avevano toccato il suo punto debole, così non aveva potuto reagire: gli avevano detto che se non avesse parlato, la Polizia avrebbe interrogato e torturato Christa e così non ci pensò due volte a tradire Berthold. Effettivamente, anche Annie sarebbe stata in pericolo, non appena si fosse svegliata, così il biondo si chiedeva che cosa avesse in mente di fare il suo amico da solo lì fuori, sapendo che la ragazza che amava poteva essere torturata da un momento all’altro. In ogni caso, capì di non poter leggere la mente del moro e si rassegnò. Decise che avrebbe protetto la bionda per il suo migliore amico, fin quando lui non fosse tornato con qualche buona notizia riguardo le Coordinate o riguardo la sparizione di Ymir. Mentre pensava, sentì un rumore provenire dal sotterraneo e non riuscì a capire di che cosa si trattasse. Poi vide dei soldati correre verso dove aveva sentito il rumore e delle urla provenienti da una cella posta appena sotto i suoi piedi. Non ci arrivò subito, ma non appena sentì l’ulto di un Titano, collegò ogni cosa.
Annie si era svegliata ed era più arrabbiata e motivata che mai.












Quando si dice che i problemi non vengono mai da soli, ecco a voi il risveglio di Annie e l’apparizione del Titano anomalo, entrambe nello stesso momento! Apparte questo, scusate la mia assenza nei giorni precedenti, ma ero indecisa se continuare o meno questa storia, visto che la gente che la segue è sempre meno, ma alla fine, grazie a mia sorella, ho deciso di continuare. Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti coloro che continuano a leggere questo ‘’scempio’’ e vi saluto! Alla prossima :3
 

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Capitolo 8
*** Scontro furioso ***


Capitolo 7

Scontro furioso

Mentre la squadra di Armin e Jean stava procedendo a passo spedito per cercare di arrivare il prima possibile a destinazione, dall’altra parte, la battaglia era già cominciata. La nuova Squadra Operazioni Speciali stava dando il meglio di sé per fronteggiare il nemico, ma la differenza di potere era a dir poco ovvia. Dire che persino Levi, per la prima volta, sembrava debole era un eufemismo. Proprio quest’ultimo, infatti, non sapeva bene come comportarsi. Erano solo pochi soldati contro un titano anomalo di 17 metri, capace di parlare e con una forza superiore a quella di qualsiasi titano affrontato prima d’ora. Oltretutto, era provvisto d’intelligenza, quindi sarebbe stato molto difficile metterlo alle strette, visto che avrebbe richiamato gli altri titani per salvarsi la pelle e a quel punto sarebbero morti tutti. Nonostante Levi fosse conosciuto per la sua bravura nel combattere e nelle strategie, il fatto di non avere Armin in squadra pesava molto. Infatti il biondo, durante gli anni, era riuscito a migliorare sempre di più i suoi piani e a riuscire a restare calmo anche nelle situazioni più disperate, qualità per il quale era stato premiato con avanzamento di grado ed infine con l’essere arruolato nella squadra dov’erano ammessi solo i più forti. Levi era troppo occupato a combattere, non poteva pensare anche ad un piano, per questo necessitava di Armin. Ma sapeva che il ragazzo non li avrebbe raggiunti prima di qualche minuto, così rinunciò al piano e si gettò nella mischia dove, nel frattempo, Lucinda e Marge erano riuscite a prendere l’attenzione del nemico che ora era concentrato su di loro. Sembrava fossero riuscite a confonderle e se tutto fosse filato liscio, avrebbero potuto aspettare senza troppi problemi l’arrivo dell’altra squadra e poi avrebbero battuto il nemico. o quello era ciò che credeva Rivaille.

Armin e Jean erano arrivati a un buon punto, così il biondo capì che fosse arrivato il momento di preparare un piano di attacco ed uno di difesa. Riuscì a crearne uno nel giro di pochi secondi, tanto da far sorprendere tutti i presenti. Quando ebbe finito di spiegare, tutti, tranne Elko, si chiesero come avesse fatto ad organizzare un piano tanto complesso quanto efficace in un tempo così insufficiente. Elko era l’unico a non esserne stato sorpreso, perché era cresciuto seguendo gli insegnamenti del suo senpai e conoscendone tutte le abilità. Di conseguenza, fu l’unico ad essere chiamato proprio da Armin per dirgli di aiutarlo a finire il piano di difesa. All’inizio fu sorpreso della scelta del biondo, ma poi prese tutto il coraggio che aveva in corpo e aiutò il ragazzo.

‘’C’è qualcosa che non va?’’ chiese ad un certo punto Armin.

‘’Niente, signore. È che è la prima volta che devo organizzare un piano, ma non so se ne sono capace… Ho la vita di molti soldati tra le mani… Ora capisco cosa prova quando deve organizzare i piani d’attacco e di difesa, signore! Non è per niente facile…’’

Armin lo guardò per qualche secondo con sguardo co passionevole, ricordandosi di quando anche lui aveva quelle paure, e trovando le parole adatte da dire alla recluta.

‘’Devi stare tranquillo, anche io ero come te. Poi con il tempo, grazie anche ai miei amici, sono riuscito a diventare più forte e ad acquisire più fiducia in me stesso, arrivando dove sono ora. Sono più che sicuro che anche tu hai degli amici, no?’’ disse Armin, rivolgendosi ai tre ragazzi dietro di loro.

‘’Sissignore, loro sono i miei migliori amici, forse gli unici, almeno da quando sono diventato un soldato…’’

‘’Allora affidati a loro come loro stanno facendo con te e andrà tutto bene! Ora, vuoi ancora organizzare questo piano con me?’’ sorrise Armin, facendo sorridere anche Elko, che fece un cenno con la testa per fare capire di essere pronto.

La battaglia era ripresa piuttosto in fretta, da quando il titano aveva smesso per chissà quale ragione di seguire le due ragazze, attaccando soldati a caso.

‘’Questo bastardo comincia davvero a starmi sui nervi!’’ disse Marge, ormai con i nervi a fior di pelle.

‘’Calma, sorellona! Dobbiamo capire perché ha smesso di seguirci, intanto. Così magari riusciremo a riavere la sua attenzione. Gli altri sono in pericolo, in questo momento. Oltretutto, sembra essersi concentrato improvvisamente su di Eren, quindi dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per farlo focalizzare su ameno una di noi due.’’ Rispose Lucinda, molto più calma rispetto alla sorella.

Eren era piuttosto in difficoltà e non poteva contare nemmeno sull’aiuto di Mikasa, visto che aveva ancora le costole messe male e quello sforzo sovraumano l’avrebbe potuta distruggere da un momento all’altro. Oltretutto, l’ultima cosa che voleva, era il fatto di vedere Mikasa soffrire per causa sua e inoltre non voleva essere protetto per sempre dalla ragazza.
Quest’ultima, nel frattempo, era sopra il ramo di un albero con una mano sulle costole.

‘’Merda!’’ ripeteva continuamente. Si sentiva molto inutile, perché a causa di quelle ferite non poteva dare il meglio di sé. Oltretutto, il loro nemico non era uno dei soliti titani. Era uno di quelli che avrebbero potuto fargli informazioni preziose, così non potevano evitare di prenderlo e portarlo con loro.

Nel frattempo, Lucinda stava pensando a come mai la squadra di soccorso stesse ritardando, quando finalmente apparve.

‘’Lucy, siamo qui! Che cos’è successo?!’’ chiese Jean non appena notò la situazione.

‘’Salì quassù e te lo spiego! Armin, hai pensato a qualche piano? Perché io e Rivaille siamo a corto, mentre mia sorella è tutt’altro che concentrata!’’

‘’Sta tranquilla, Lucy! Ci abbiamo pensato io e Elko!’’ disse facendo l’occhiolino al ragazzo accanto a lui che arrossì un po’, mentre i suoi amici ridevano da dietro.

Lucy sorrise e non appena Jean salì sull’albero, gli raccontò ogni cosa. Gli disse anche del fatto che il titano si era improvvisamente concentrato su Eren, mentre fino a poco prima pensava ad inseguire lei e sua sorella, ma nemmeno Jean riusciva a trovare una risposta.

‘’Io scendo ed informo Armin di tutto questo. Tu vai a far calmare tua sorella?’’

‘’NO, continuo a combattere. C’è qualcuno di più esperto che la farà calmare, fidati!’’ disse Lucy, facendo l’occhiolino a Jean, che arrossì visibilmente per l’imbarazzo.
Non appena arrivò nuovamente sopra il suo cavallo, diede le informazioni ad Armin che si mise in un angolo a pensare ad un possibile piano. Poi diede l’ordine a Elko di andare dai suoi amici e combattere fin quando non avessero cominciato con il piano vero e proprio.

Elko raggiunse velocemente i suoi amici che, nel frattempo, lo stavano prendendo in giro non poco per quello che era successo poco prima. Lawley, invece, lo guardava sorridendo, mentre pensava al fatto che finalmente il sogno dell’amico si era realizzato; era diventato un ottimo stratega ed era sicura che sarebbe diventato proprio come Armin, prima o poi.
Quando Jean diede il segnale, il piano cominciò.

Rivaille non era stato avvertito in tempo del piano, ma quello era l’ultimo dei suoi problemi, in quel momento. Doveva far calmare Marge, prima che le fosse successo qualcosa, così la prese e la portò dietro ad un albero, lontano dalla battaglia quanto bastasse per farla concentrare su quello che doveva dirle.

‘’Marge, così non ci siamo. So che lo sai, quindi cerca di calmarti. Non è la prima battaglia che affronti, quindi perché ti comporti così? Capisco che è un titano anomalo, che è importante per le nostre ricerche e per l’umanità, ma di questo passo ti farai solo ammazzare. Prendi esempio da Lucy. Sta agendo responsabilmente e maturamente, nonostante la sua età.’’

Sentite quelle parole, Marge sembrò come risvegliarsi da un lungo sogno e, dopo essersi scusata, pensò alla maturità e alla freddezza della sorella.
Pensò a come facesse sua sorella a passare dal suo solito lato dolce a quello aggressivo che aveva contro i titani, per tornare a quello timido e pieno di sorrisi.
Riflettè sul fatto che lei non sarebbe mai stata capace di fare una cosa simile. Anche perché non aveva tutta l’autostima che, al contrario, sua sorella aveva. Nonostante tutto, il vice non l’aveva abbandonata nemmeno in quella situazione, così cercò di prendere un po’ di coraggio e di trovare un po’ di autostima nel profondo. Poi alzò il viso, guardando il caporale negli occhi, per poi tornare a buttarsi nella mischia.
Poco prima di tornare a combattere, furono entrambi raggiunti da Lucinda che gli spiegò il piano. Non appena l’ebbero memorizzato, provarono a capire a quale parte erano arrivati, per poi tornare a combattere.

‘’Il piano consiste nel far attaccare i punti deboli dai soldati più esperti, ovvero Marge, Lucinda, Rivaille e Mikasa, in modo da riuscire a farlo cadere, per essere più vicini al suo punto debole. Siccome Eren è il bersaglio principale del nostro nemico, dobbiamo assicurarci che il titano non gli si avvicini troppo e di questo si occuperanno le reclute, guidate dai vari Capitani. Per quanto riguarda i cambi di strategia, dovuti a qualsiasi motivo, ci penserà Armin, insieme a qualcuno di cui si fida, a riscrivere tutto daccapo. Questo succederà pima del vostro arrivo, però, Hanji. Quando arriverete, non so cosa dovrete fare. Chiederete ad Armin, non appena arriverete.’’ Erwin stava spiegando il piano ad Hanji, che aveva preparato la sua squadra la meglio e ora stavano per partire. Erwin aveva saputo il piano grazie ad un messaggio inviatogli da Armin, attraverso uno dei soldati che aveva portato con sé, che, dopo aver adempiuto al suo dovere, ripartì per il campo di battaglia.
Hanji ascoltò tutto senza fiatare, per poi lasciare la stanza del Generale e tornare dai suoi subordinati per spiegargli il piano. La squadra aveva appena finito di preparare gli ultimi cavalli, così montarono in fretta e corsero a tutta velocità verso la loro destinazione, mentre il comandante della squadra dava i vari ordini e spiegava il piano fin nei più piccoli dettagli, dicendogli di non provare a fare di testa loro o sarebbero morti all’istante.

Lo scontro si stava prolungando più del dovuto e Rivaille si stava chiedendo che fine avesse fatto Hanji e se si fosse imbattuta in qualche titano, andando in calore  facendo restare di stucco tutti i suoi subordinati, anche se alcuni erano già abituati ai comportamenti strani della ragazza. Quando si accorse che la loro situazione stava peggiorando e che alcuni soldati erano stati uccisi, tornò serio e si avvicinò a Lucinda.

‘’Non credi sia meglio fare pensare ad Armin qualche nuovo piano? Di questo passo non andremo da nessuna parte. Oltretutto, non riusciamo a colpire i suoi punti deboli, visto che continua ad indurire il suo corpo.’’

‘’Lo so, ma sembra che Armin stia valutando la situazione, quindi credo sia meglio evitare di stressar-‘’ Lucinda s bloccò, non appena notò che il titano era immobile, messo all’impiedi, senza indurire nessuna parte del suo corpo, mentre alcuni soldati continuavano a colpirlo.
Capendo che qualcosa non andava, diede l’ordine di fermarsi a tutti i soldati, che obbedirono all’istante. Rivaille conosceva le capacità della ragazza, così le diede campo libero e provò a capire cosa avesse in mente.

‘’perché si è fermato?’’ disse infine Lucinda, facendo voltare sia Rivaille, sia Marge che era atterrata sul ramo dove si trovavano i primi due, non appena aveva sentito l’ordine della sorella.
Tutti restarono a guardare il titano, che continuò a stare immobile ancora per qualche minuto, prima di cominciare a camminare verso l’interno della foresta degli alberi giganti. Alcuni soldati pensarono di seguirlo, ma Rivaille li fermò. Nessuno riusciva a capire il comportamento anomalo del titano, ma poi pensarono che il fatto che fosse andato via, fosse stato un bene.
Non appena arrivò la squadra di Hanji, spiegarono la situazione, facendo ovviamente disperare Hanji, e poi provarono a ragionare su cosa fosse successo, mentre si preparavano per tornare indietro.

Poco dopo la partenza di Hanji, Erwin sentì un improvviso rumore provenire dalle celle dov’erano rinchiusi solo Annie  e Reiner. Si alzò dalla sedia per andare a controllare e ciò che si trovò davanti lo fece preoccupare; Annie era trasformata in titano e stava combattendo contro dei soldati che stavano provando a fermarla.
Il Generale sapeva di non poter fare nulla nelle sue condizioni, così non potè fare altro che dare ordini alle varie squadre e sperare che gli altri fossero tornati in fretta. Poi corse nella cella di Reiner per chiedergli spiegazioni e lo trovò sporco del sangue dei soldati che Annie aveva ucciso, ancora legato e con lo sguardo sconvolto.

‘’Sai cos’è successo?’’ chiese il Generale, non ottenendo risposta.

‘’Ascoltami attentamente, Reiner. Ho bisogno del tuo aiuto e so che sembra strano che io ti stia chiedendo una cosa simile, ma non ho scelte. I nostri soldati migliori sono in missione, quindi… non m’interessa se ci aiuterai da titano o da umano, ma ti prego, fallo!’’ lo implorò Erwin, facendo risvegliare il ragazzo che annuì e decise di aiutare l’umanità prima di tutto come umano. Decise che si sarebbe trasformato solo se fosse stato necessario.
Erwin era ancora perplesso sul perché Reiner fino a poco prima era sconvolto, ma decise di rimandare tutto a dopo. La sua priorità, in quel momento, era di proteggere la città e gli abitanti.
Mentre Reiner indossava la manovra tridimensionale, continuava a sperare in un ritorno del suo amico Berthold per essere aiutato da lui e per far rinsavire la loro amica d’infanzia.















Ed eccomi qui :) come va? Allora, ringrazio tuti voi per aver letto la storia. Non siete in molti, ma almeno qualcuno legge questo scempio xD detto questo, che ne pensate? :) credo di essere quasi alla fine della storia (si, potete esultare xD), credo manchino un massimo di 2-3 capitoli. Penso di aver finito, quindi, alla prossima ^^
 

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Capitolo 9
*** Ritorno alle mura ***


Capitolo 8

Ritorno alle mura
 

Era passata circa mezz’ora dalla fine dello scontro con il titano anomalo, ma ancora alcune persone dovevano essere curate. Per quanto riguardava i morti, era abbastanza facile riuscire a contarli, visto che erano stati pochi, rispetto alle statistiche pensate in precedenza.
Mentre i soldati erano occupati con le varie cure, Rivaille era da solo, a pensare. Si chiedeva il motivo dell’improvvisa ritirata del titano, ma non riusciva a spiegarselo. Era da molto che ci pensava, e questo aveva fatto preoccupare Hanji, che non l’aveva mai visto così serio, se non dopo aver visto la sua ex Squadra Operazioni Speciali sterminata dal titano femmina. Era troppo occupata con i feriti per potergli parlare, ma decise che l’avrebbe fatto non appena avesse finito.
Le reclute rimaste ancora in vita continuavano a chiedersi come avessero fatto a sopravvivere così a lungo, mentre quelli più temerari, almeno esteriormente, continuavano a comportarsi come sempre.
Elko stava curando la gamba di un ragazzo rimasto vittima della furia del titano, ma era troppo profonda; non era un dottore, ma era sicuro che avrebbero dovuto amputargliela. Oltretutto, era preoccupato perché non aveva ancora visto Lawley dalla fine della battaglia, motivo per il quale era visibilmente nervoso.
Tutto questo non sfuggì all’occhio esperto di Armin, il quale si avvicinò subito ad Elko per dargli il cambio, dicendogli di aspettarlo seduto sul tronco posto dietro di loro, perché aveva bisogno di parlargli.
Mikasa continuava a toccarsi le costole, convinta di aver peggiorato la sua situazione a causa dell’ultima battaglia, ma secondo Hanji e Lucinda non era così. Questo l’aveva sollevata un po’, ma il fatto che le ferite di Eren stavano guarendo più lentamente del solito, l’agitava.
Jean e Connie si stavano occupando di posizionare i feriti nel carro, mentre Sasha e Christa, dopo aver finito di curare i feriti, stavano dando da mangiare ai cavalli, sfiniti a causa della battaglia conclusa meno di un’ora prima.
Nel frattempo, Armin si era seduto vicino a Elko e, dopo aver parlato del più e del meno e di aver raggirato la domanda più volte, gli chiese direttamente cosa lo preoccupasse. Il ragazzo, inizialmente, non sapeva se parlargliene o meno, pensando che l’avrebbe riconosciuto come debole, ma poi ricordò con chi aveva a che fare, così si fidò ciecamente di colui che considerava il suo punto di riferimento.
Armin ascoltò tutto silenziosamente, per poi assumere uno sguardo triste, che rifletteva perfettamente quello che provava in quel momento. Elko si sentiva colpevole dello stato d’animo del superiore, che lo fece ricredere immediatamente e gli raccontò di come si sentisse solo senza Eren e Mikasa e del fatto che anche lui aveva paura di non vederli accano a sé, ma gli disse anche che si fidava ciecamente di loro, per questo motivo disse ad Elko di fare lo stesso e di non pensarci troppo, prima di alzarsi e andare dai due amici.
Dopo aver ascoltato quelle parole, Elko si sentì più sollevato e decise di dare retta ad Armin. Dopo, rimase seduto ancora qualche minuto sul quel tronco, prima di decidere di aiutare Jean e Connie.

Nel frattempo, all’interno delle mura, il caos stava avendo la meglio. A causa della furia di Annie, molte persone avevano già perso la vita, tra civili e soldati, e Erwin non sapeva come gestire la situazione; avevano dalla loro parte il soldato più potente di cui disponevano in quel momento, ma sembrava non bastare. Reiner, infatti, non riusciva a controllare il titano né da soldato né da Gigante, di conseguenza, non sapeva nemmeno organizzare un piano, calcolando anche il fatto che lui è più bravo a combattere che a pensare a delle strategie.
Proprio quando entrambi stavano per perdere le speranza, si sente l’urlo di un titano provenire dall’esterno, che fa fermare all’istante Annie e rapisce anche Reiner. Il Generale non sa cosa sia meglio fare in una situazione simile, così decise di lasciar stare e vedere cosa succede.
Improvvisamente, Annie corre verso il muro, pronta a scalarlo, fermata dal titano corazzato un attimo prima che riesca nell’impresa. Dopo averla schiacciata con il suo peso, Reiner le gira la testa, in modo da poter raggiungere la sua collottola, che, però, è coperta dalle mani della ragazza. Non avendo altra scelta, stacca la mano con tutta la sua forza, per poi aprire la collottola del titano e fare uscire Annie, addormentata.
Erwin corre a soccorrere il titano immediatamente, seguito dalla polizia militare che arresta Annie, mentre alcuni soldati si occupano di portare Reiner in infermeria. Erwin aveva deciso di parlare prima con il ragazzo e poi con la bionda.

Nel frattempo, al campo fuori dalle mura, si era già fatta sera, ma delle persone disperse non c’era traccia. Questo fece aumentare nuovamente il nervosismo di Elko, tenuto a freno scarsamente da Armin, il quale continuava a stare con lui da quando avevano parlato poche ore prima.
Molti dei feriti lievemente, erano già in grado di camminare, mentre coloro che avevano riportato ferite più gravi erano stati riposti a terra ed erano controllati da Lucinda e Christa per tutto il tempo.
Ciò che ora preoccupava Rivaille era il come ritornare dentro le mura. C’erano cavalli a sufficienza per tutti, ma i feriti impossibilitati a camminare non potevano nemmeno montare a cavallo, di conseguenza dovevano per forza stare nel carro. Il posto, però, non bastava per tutti, nemmeno togliendo i cadaveri, e, oltretutto, mancavano ancora delle persone all’appello. Era molto nervoso, perché per la prima volta non aveva il controllo della sua squadra come avrebbe dovuto avere. Decise che sarebbero rimasti in quel luogo ancora per pochi minuti, poi sarebbero partiti, con o senza i dispersi.
Ad Elko questa cosa non andava a genio, ma erano gli ordini del superiore e non ci si poteva fare molto. Armin guardava il ragazzo in modo compassionevole, per poi voltarsi verso i suoi due migliori amici che, in quel momento, erano poggiati uno sulla spalla dell’altro, con gli occhi chiusi e le mani congiunte, uniti dalla sciarpa rossa della ragazza. Quella scena intenerì il biondo, che capì all’istante come il rapporto dei due ragazzi era cambiato con il tempo, per poi alzarsi insieme ad Elko per prepararsi per il viaggio.
Appena prima di montare a cavallo, Elko sentì la voce di Lawley provenire da pochi metri da loro e, appena si girò, capì di aver avuto ragione; la ragazza era proprio davanti a loro, a distanza di pochi metri, sanguinante e con Lyar tra le braccia. Nel vedere quella scena, Elko e Teresa corsero ad aiutare i loro amici, mentre Rivaille tirava un sospiro di sollievo e Lucinda andava a controllare le loro ferite. Da lontano, la loro situazione sembrava più semplice ma, non appena avevano visto da vicino, tutti si erano accorti della realtà dei fatti; Lawley aveva una gamba in meno, mentre a Lyar mancava metà del corpo. La ragazza continuava ad urlare che stavano entrambi bene e che il fratello era vivo, ma la verità era un’altra e lo sapeva anche lei, ma no riusciva ad accettarlo, non poteva. Il suo fratello gemello era tra le sue braccia, con ancora gli occhi spalancati, mentre gli occhi di lei erano rossi e pieni di lacrime. Elko prese la ragazza in braccio e la portò sopra un lettino, dove Christa controllò la ferita e cercò di disinfettarla e di fermare l’emorragia, mentre Lucinda continuava a fissare il corpo del ragazzo diviso a metà, quando delle lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi, solcandole il viso. Marge si avvicinò alla sorella per cercare di darle forza, mentre Connie e Eren portavano via quel corpo e il silenzio veniva infranto dai singhiozzi di Lucinda e Lawley.
Non appena il corpo fu messo al suo posto, Jean prese il posto di Marge e cominciò a cercare di far calmare Lucinda, ancora sotto shock. Dopo qualche minuto, cessarono anche i singhiozzi di Lawley, che era svenuta a causa della perdita troppo elevata di sangue. Fortunatamente l’emorragia si era fermata, ma restava ancora il problema del sangue; in un posto sperduto come quello, non avrebbero potuto darle del sangue neanche avendolo, vista la mancanza degli strumenti adatti. Sperando di vederla ancora viva al loro arrivo all’interno delle mura, la deposero vicino agli altri feriti nel carro, per poi montare tutti a cavallo e correre il più velocemente possibile per cercare di salvare più vite possibili.

All’interno delle mura, Erwin aveva appena raggiunto la stanza dove si trovava Reiner, deciso a chiedergli tutte l informazioni che gli aveva nascosto nell’ultimo interrogatorio. Quando arrivò, però, il ragazzo era ancora incosciente e con alcuni arti in fase di rigenerazione, così decise di sedersi lì ed aspettare il suo risveglio.
Circa un’ora dopo, il biondo cominciò a riprendere i sensi, facendo illuminare gli occhi del Generale e facendo invece spaventare l’altro, che aveva capito tutto.
Non appena riprese completamente coscienza si mise a sedere sul letto, mentre prendeva un gran respiro e cominciava a parlare.

‘’So perché è qui e stavolta non ho motivo di nasconderle nulla. Per farle capire ogni cosa, però, devo prima di tutto partire dal passato mio e di quello di Berth e Annie. Non le dirò di prepararsi, visto che è abituato a sentire e vedere morti e feriti, di conseguenza, la prego solo di ascoltarmi fino alla fine, senza interrompermi. Dopo, potrà farmi tutte le domande che vorrà.’’

Erwin annuì semplicemente, mentre si preparava per ciò che il ragazzo stava per confessargli. Era pronto per scoprire ogni cosa riguardo i titani, per salvare l’umanità ed evitare la morte di altri innocenti, per scoprire come abbattere il nemico e per sapere qualcosa in più sul titano bestia. Non ne aveva la conferma, ma era più che sicuro del fatto che quei tre c’entravano con l’apparizione del titano. Forse, anche Ymir sapeva, ma non poteva parlarle in quel momento. Proprio come non poteva contare sull’aiuto di Berthold. Di conseguenza, poteva contare solo su Reiner e Annie. Il primo era stato disponibile fin da subito a parlare, per non si sa quale ragione, mentre era sicuro del fatto che Annie non avrebbe palato nemmeno sotto tortura. Dopo aver riflettuto su tutto questo, diede il via a Reiner che cominciò il suo racconto.

Erano quasi arrivati all’interno delle mura, quando Lucinda riuscì a calmarsi del tutto. Jean si era preoccupato per tutto il tempo, non sapendo cosa fare e sapendo di essere completamente impotente. Non era l’unico ad essere preoccupato, però. Anche Marge non capiva il perché della reazione della sorella. Era sicura del fatto che è quasi impossibile abituarsi alla morte delle persone, soprattutto in un modo brutale come quello, ma Lucinda non aveva mai reagito così, nonostante combattesse al fianco di Rivaille e Erwin da molti anni, ormai.
I pensieri di tuti si fermarono una volta arrivati davanti al portone. Quando si aprì, nessuno voleva credere a ciò che gli si era presentato davanti; era tutto distrutto come se un’orda di giganti fosse improvvisamente arrivata e si fosse sfogata sul genere umano. Rivaille rimase a bocca aperta, quando venne a sapere che a combinare tutto quello era stata Annie da sola. Preso dalla rabbia, disse alla sua squadra di andare a riposare, mentre lui si dirigeva verso dov’ea stata rinchiusa la bionda, con uno sguardo poco raccomandabile.
Hanji andò ad informare Erwin della decisione di Rivaille e del suo sguardo, trovando il Generale fuori dalla porta della stanza dove si trovava Reiner, con sguardo pensoso. Hanji si chiese a cosa stesse pensando prima di riferire tutto ad Erwin che si allarmò all’istante, pensando alla furia che aveva preso possesso di Rivaille a causa della distruzione della città e dell’ex squadra del moro. Prese Hanji con sé e corsero insieme verso il luogo dove, nel frattempo, Rivaille era arrivato ed era entrato con lo stesso sguardo di poco prima.

‘’Finalmente ci si rivede, Annie. Non credere che ci andrò leggero solo perché sei una ragazza. Credimi, il vero inferno per te comincia adesso!’’ pronunciò il ragazzo, prima di sbattere la porta alle sue spalle e di chiuderla a chiave.













Eccomi qua, dopo molto tempo, a continuare questa storia! Allora, che ne pensate? Come vi ho già preannunciato, questa storia sta volgendo al suo termine, credo che il prossimo sarà l’ultimo capitolo. Come prima long su SnK sono abbastanza fiera di me stessa! Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita fin qui, coloro che hanno recensito e hanno messa la storia tra i preferiti/seguite. Detto questo, al prossimo (forse ultimo) capitolo :)
 

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Epilogo

Era da poco arrivato il tramonto, quando Hanji e Erwin arrivarono nel seminterrato, dove si trovavano le celle, più specificamente quella di Annie. Non appena svoltarono l’angolo e guardarono all’interno della prigione, rimasero a bocca aperta a causa dello spettacolo che avevano di fronte.

Qualche ora prima

Era appena passato mezzogiorno, quando Rivaille fu informato riguardo ogni cosa sull’attacco di quel giorno. Aveva letto il rapporto dei presenti e ascoltato qualche abitante della città e la sua rabbia crebbe nel sentire la disperazione e la paura nella voce di tutte quelle persone. Oltretutto, secondo i rapporti, anche moltissimi bambini avevano perso la vita, e Rivaille non poteva sopportarlo.
Qualche anno prima, aveva già perso la sua squadra a causa del titano femmina e quel giorno molti abitanti della città aveva subito nuovamente tutta quella violenza.
Rivaille aveva promesso a sé stesso e alla sua squadra che si sarebbe occupato lui stesso della ragazza, così ripose i fogli dentro un cassetto, indosso la divisa e la manovra tridimensionale e si diresse nella prigione della ragazza.
Si trovava in una cella molto più piccola, dove non le sarebbe stato impossibile trasformarsi, e le furono tolti tutti gli oggetti appuntiti di cui disponeva. Inoltre, le erano state legate le braccia e le gambe. Il collo era tenuto fermo da un collare, per limitarle anche la visuale, così, in breve, le era a malapena possibile muovere le dita.
Quando sentì dei passi avvicinarsi, non si scompose minimamente, capendo che era arrivato il momento di riempirla di domande, visto il suo risveglio e l’atto che aveva compiuto. Quando però vide che colui che era venuto ad interrogarla era Rivaille, il terrore la pervase, ma fece in modo di non cambiare espressione, per non soddisfare il nemico.

‘’Ricordi quando quella volta, qualche anno fa, ti dissi che ti avrei tagliato le braccia e le gambe? Tieniti pronta, perché sarà proprio quello che ti succederà se non mi dirai tutto quello che voglio sapere!’’ confessò irato, guardando la ragazza in cagnesco che non si scompose minimamente.

Fu portata dal vice in una stanza piena di utensili utili alle torture e le guardie lasciarono la ragazza e il moro da soli. Annie cominciò ad osservare la stanza in cui si trovava, notando la quantità di oggetti presenti, nonostante lo spazio fosse abbastanza ristretto. Nel frattempo Rivaille stava scegliendo con cura gli utensili che gli sarebbero serviti durante l’interrogatorio, mentre poneva delle domande ad Annie, a cui rispondeva a malapena.

‘’Annie, raccontami tutto dall’inizio, visto che non hai intenzione di rispondere alle domande.’’ Sbottò infine il ragazzo, spazientito.

‘’Reiner ti ha già detto tutto, no? A cosa serve fare un interrogatorio a partire dal principio anche a me, se avete già le informazioni che vi servono? In effetti, quando siete riusciti a scoprire che lui era un titano? Penso di aver dormito un po’ troppo, in effetti…’’ disse infine Annie.

‘’Qui le domande le faccio io.’’ Rispose freddamente. ‘’Comunque abbiamo scoperto di lui, perché è stato lui stesso a confessare di essere un titano, insieme a Berthold. Abbiamo provato a catturarli più volte, ma alla fine siamo riusciti a prendere solo Reiner, mentre Berthold scappò insieme a Ymir. Approposito, sapevi che anche lei è come voi?’’ chiese infine.

‘’No.’’ Disse semplicemente, chiedendosi come avessero fatto a prendere il titano corazzato, ma ragionando sui sentimenti del ragazzo verso Christa.

‘’Hai usato i sentimenti di Reiner per catturarlo ed avere le informazioni, vero?’’

‘’Esatto. È bastato dirgli che sarebbe stato un bel problema se non avessimo preso né lui né Berthold, per Christa. Così si arrese dopo poco, permettendo però a Berthold di scappare, insieme ad Ymir.’’

‘’Capisco…’’ disse quasi con tono felice.

‘’Tornando a noi, perché hai attaccato la città, tanto per cominciare?’’

‘’Ho sentito il Suo richiamo.’’

‘’Del titano bestia?’’

‘’Sì.’’

Il silenzio prese il sopravvento, in quel momento, giusto il tempo di far formulare un’altra domanda, più importante al ragazzo, che non ottenne risposta.

‘’Come si chiama il titano bestia e chi è in realtà?’’ niente. ‘’Cosa volete voi titani-umani dall’umanità?’’ ancora silenzio. ‘’Come siete diventati così?’’ ma Annie continuava a non rispondere.

Infine, Rivaille, spazientito, prese una delle sue spade e colpì l’arto superiore sinistro della ragazza, che trattenne a stento un urlo.

‘’Immagino che tu abbia detto già abbastanza senza soffrire nemmeno un po’. E sembra che tu voglia qualcuno che si occupi per bene di te, quindi, cominciamo a giocare!’’ disse con un ghigno sadico.

Si stava avvicinando il tramonto, nonostante l’interrogatorio fosse cominciato appena un paio d’ore dopo il pranzo, ma Annie continuava a non parlare. Rivaille aveva già pensato a tagliarle entrambe le braccia e alcune parti degli arti inferiori, ma la parte superiore del suo corpo si era quasi completamente rigenerata. Nonostante tutto, la ragazza non si era fatta scappare un solo gemito o urlo e non parlò, fin quando non vide il moro riporre le spade nell’attrezzatura.

‘’Sei soddisfatto? Li hai vendicati?’’ chiese tra gli affanni, per aver trattenuto tutte quelle urla.

‘’No. Fin quando la vostra razza non sarà stata sterminata, non potrò vendicarli.’’ Disse, prima di vedere spuntare Hanji e Erwin da dietro l’angolo.


Entrambi erano scioccati per ciò che si erano trovati davanti, così Erwin prese Rivaille con sé per chiedergli spiegazioni e varie informazioni acquisite, mentre Hanji ripuliva il tutto, aiutata dalle guardie e del soldati portavano Annie nuovamente in cella.

Lawley si era appena ripresa, ma la diagnosi non aveva avuto buoni risultati; la sua gamba le era stata amputata per permetterle di sopravvivere, di conseguenza, avrebbe dovuto abbandonare l’esercito, non appena si fosse ripresa. Questo alla ragazza non piacque affatto: voleva avere l’opportunità di vendicare suo fratello, invece stava per essere buttata fuori. Delle lacrime cominciarono a rigarle il volto, quando Elko entrò nella stanza e si fiondò ad abbracciarla.

‘’Non posso fare più nulla né per lui né per l’umanità!’’ singhiozzava la ragazza.

‘’Allora prenderò io il fardello, per te!’’ dichiarò Elko, facendo fermare il pianto della ragazza, che, successivamente, fece unire le loro labbra, poco prima che Lucinda entrasse nella stanza.

‘’Ho interrotto qualcosa..?’’ chiese la ragazza, ancora ferma sullo stipite della porta.

‘’N-no…’’ dissero in coro, a bassa voce.

‘’Ti riprenderai tra qualche settimana, ma poi ci vorrà un periodo di terapia, lungo circa un paio di mesi, di cui ci occupiamo io e Christa. Questa è la tua cartella. Firmando, ci darai il consenso per cominciare la terapia.’’ La ragazza non se lo fece ripetere e firmò senza indugiare.
Poi Lucinda e Elko uscirono dalla stanza, per far riposare un altro po’ la ragazza.

‘’Lucy-sama…’’ chiamò Elko.

‘’Dimmi.’’

‘’Ecco… Riguardo Lawley… Chi si prenderà cura di lei, quando io sarò via?’’

‘’Bhè, la riabilitazione serve a questo. Deve imparare a cavarsela da sola con l’arto che le daremo, anche se sarà difficile. I primi due mesi ce ne occuperemo noi e verificheremo la sua capacità motoria. Se non dovesse riuscire a superare la terapia, sarà difficile trovare una soluzione al problema.’’

Elko annuì preoccupato, ma Lucinda lo fece rassicurare sorridendogli e assicurandogli che sarebbe andato tutto per il meglio. Poi il ragazzo tornò nella stanza dove c’erano i suoi compagni, mentre Lucinda andava a controllare degli altri pazienti.

Rivaille era nella stanza di Erwin da più di mezz’ora e, nonostante avesse finito il suo rapporto, il Generale non voleva lasciarlo andare.

‘’Perché hai agito d’impulso, Rivaille?’’

‘’E’ la millesima volta che me lo chiedi. Non avevo scelta. E poi ti avevo già detto che, non appena si sarebbe svegliata, me en sarei occupato io.’’
Erwin sospirò e poi fece andare via il ragazzo.

Non appena il moro uscì dalla stanza, si scontrò con Marge, che stava portando con sé dei libri, riguardanti i titani, utili ad Hanji.

‘’Vuoi una mano?’’ chiese Rivaille.

‘’Ti ringrazio!’’ disse la ragazza, porgendogli alcuni libri.

Parlarono fino all’arrivo davanti la stanza di Hanji, dove il ragazzo posò i libri e andò via, lasciando Marge stranita.

Poco dopo, la ragazza bussò alla porta dello studio di Rivaille con due tazze fumanti di caffè, che posò sul tavolo, sorridendo verso Rivaille.

‘’Tu e tua sorella siete molto simili, riguardo questo punto di vista.’’ Ammise Rivaille, facendo ridere Marge.
Poi prese la tazza e propose alla ragazza di aiutarlo con le scartoffie, che accettò all’istante e si fiondò su quell’ammasso di carte che si trovava sulla scrivania di Rivaille.

Le reclute si erano radunate al centro della città, per bruciare, come di consueto, i corpi delle persone morte in quella carneficina. La maggior parte delle reclute, erano attorno a Teresa e Lawley, che stavano piangendo la morte di Lyar, vicino ad Elko, che abbracciava entrambe per rassicurarle e farle calmare.
A quel momento, si aggiunse un discorso del Generale che si affacciò a una finestra e cominciò a parlare.

‘’Siamo tutti soldati. Sappiamo benissimo quello che ci aspetta e che aspetterà ai nostri compagni. Non sappiamo quando moriremo, quanto combatteremo prima di soccombere, come moriremo. Sappiamo solo che dobbiamo vivere e combattere fino all’ultimo secondo, per cercare di salvare l’umanità. Questo è tutto quello che sappiamo ed è l’unica cosa che ci serve sapere. Pur essendo consapevoli di tutto questo, però, continuiamo a non accettare la morte dei nostri compagni, perché la verità è che non saremo mai pronti per tutto questo. Nonostante tutto, continuiamo a non arrenderci mai. Non sappiamo nulla sui titani, ma li affrontiamo lo stesso. Non conosciamo i loro obiettivi, ma facciamo di tutto per non permettergli di realizzarli. Andiamo avanti sempre e comunque a testa alta, senza farci sopraffare dalla paura. E tutto questo perché…’’ tutti quanti si voltarono verso  il Generale, dopo aver riflettuto per bene su ogni singola parola. Il discorso del loro superiore aveva centrato in pieno il cuore di tutti coloro che lo stavano ascoltando, dalle reclute ai superiori. Rivaille era ancora dentro il suo studio insieme a Marge, ma avevano finito di controllare le carte non appena avevano notato la voce di Erwin. Persino Rivaille, come la maggior parte delle persone riunite, stava per piangere, perché, grazie a quelle parole, aveva ricordato i suoi amici, la sua vecchi Squadra, quella che aveva perso qualche anno prima, a causa della sua assenza. Capì che non erano morti invano e una scarica di nuova energia lo pervase. Dopo qualche minuto di silenzio, Erwin finì il suo discorso, pronunciando l’ultima frase, che fece urlare a tutti i soldati un consenso all’unanimità.

‘’E tutto questo perché noi abbiamo le nostre Ali della Libertà sulla schiena e non rimpiangeremo mai di averle. Non smetteremo mai di esserne fieri! Questo siamo noi. Siamo i soldati della Legione Esplorativa, ora e per sempre!’’













Eccomi qui con l’ultimo capitolo! :) bhè, che dire, sono consapevole di aver scritto una mezza schifezza, ma non avevo grandi idee riguardo l’’epilogo, sinceramente. Comunque, ringrazio tutti quanti per il supporto, e spero ci risentiremo in un progetto futuro :) detto questo, alla prossima e grazie a tutti! ^^

P.S. spero vi sia piaciuto il discorso di Erwin!

 

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