Mag & Tom

di lee82
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo ***
Capitolo 2: *** secondo ***
Capitolo 3: *** terzo ***
Capitolo 4: *** quarto ***
Capitolo 5: *** quinto ***
Capitolo 6: *** sesto ***
Capitolo 7: *** settimo ***
Capitolo 8: *** nono ***
Capitolo 9: *** decimo ***
Capitolo 10: *** undicesimo ***
Capitolo 11: *** dodicesimo ***



Capitolo 1
*** primo ***


Uscì da quella prigione all'una e un quarto di notte. Lo avevano tenuto in sospeso sino all'ultimo. Quando finalmente quella porta si aprì risentì di nuovo l'aria fresca sulla pelle. Aprì gli occhi e vide la macchina ferma davanti a lui. Appoggiata al cofano ecco la sua Margot. La migliore amica di una vita gli sorrideva felice.

Tommy fece un passo avanti e posò la sacca a terra aprendo le braccia e lei gli saltò addosso stringendosi al suo petto. Era bello averla lì, di nuovo vicino a lui.

Immerse il viso in quei capelli che profumavano di casa e tornò a guardarla:

“ Pensavo non uscissi più da lì! Sono ore che aspetto!”

“ Mi dispiace...”

“ Figurati! Dai sali! Leviamoci di qui!”- ordinò lei sorridendo.

Tommy salì in auto e tornò a guardare quella buffa figura che gli era mancata tanto. Margot era l'unica vera amica che avesse. Non era facile per uno come lui mantenere un amicizia con una donna, ma con lei c'era riuscito. Non perchè non fosse una bella donna, ma perchè era del tutto normale. Una ragazza acqua e sapone, piccola di statura, dal fisico morbido e il viso pulito. I capelli scuri le ricadevano sulla schiena, nessun tatuaggio nessun vezzo.

Si conoscevano dai tempi della scuola. Anche se Tommy era di qualche anno più grande di lei erano diventati inaspettatamente amici.

Margot era sola, niente famiglia, niente amici, niente ragazzo. Tommy aveva anche provato a farla uscire con Nikki ma non c'era stato niente da fare quei due erano troppo simili per andare d'accordo. Diceva sempre che Margot era una Nikki al femminile, testarda, permalosa e dal brutto carattere ma capace sempre di chiamare le cose con il loro nome senza paura.

Molto spesso gli era capitato di litigare con lei, come quando aveva deciso di sposarsi con Pam dopo cinque giorni che si erano conosciuti. A lei non piaceva Pam, la odiava e pensava che gli avrebbe fatto del male. Anche se non lo avrebbe mai ammesso aveva avuto ragione.

Anche Nikki la pensava allo stesso modo. La chiamava Yoko, ma cazzo lui non era certo John Lennon!

“ Oddio...è stata l'esperienza più devastante della mia vita!”- disse tirandosi indietro i capelli

“ Dai ora sei qui...è tutto passato...”

“ No...quest'esperienza mi ha segnato”

“ Senti ora non ci pensare piuttosto qual'è la prima cosa che vuoi fare?”

“ Una sigaretta...darei tutto per una cazzo di sigaretta! E poi voglio andare in spiaggia. Mi manca il mare...”

Lei sorrise aprendo il cassettino porta oggetti. Tommy si illuminò nel vedere un pacchetto di American Spirit. Ne estrasse una, la accese e ne aspirò il sapore. Buttò fuori il fumo cacciando la testa all'indietro.
La decappottabile della ragazza procedeva spedita e mentre il vento gli scuoteva i capelli.

Si trovò a pensare al suo futuro, chissà che sarebbe successo adesso. Quello che di sicuro avrebbe fatto, avrebbe ripreso in mano la sua vita!

Arrivarono in spiaggia alle due e mezza del mattino. Il mare era calmo e la luna piena si rifletteva sull'acqua. Sembrava un grosso lampione che illuminava tutto con la sua luce bianca. Margot spense il motore. Immersi in quel buio salirono sul cofano dell'auto, vi si sdraiarono e si fermarono a guardare le mille stelle che splendevano in cielo. Le onde lambivano la spiaggia, mentre le cicale cantavano intorno a loro

“ Questo è il paradiso...manca solo una bella donna...”

“ No ma grazie!”

Il ragazzo si voltò verso di lei sorridendole furbo:

“ La verità è che mancano i miei bambini....”

“ Coraggio Tom...tieni duro e li rivedrai presto”

“ Mag...”

“ mmm?”

“ E' vero quello che mi ha detto Nikki? Pam esce con quello stronzo?”

Lei tornò a guardare il cielo. Che avrebbe dovuto fare? Negare? No...non era da lei, erano amici, e ai veri amici spetta dire la verità anche quando non piace. Così si fece coraggio tornando a guardarlo negli occhi:

“ Sì...è vero. Quando mi hai chiamato per dirmi che eri dentro sono andata da lei. Avrei voluto picchiarla, urlarle addosso che era stata una stronza a farti questo ma quando sono arrivata ho visto la casa vuota. Le luci erano spente. Ho spiato dalla finestra e ho visto che non c'era più traccia né di lei né dei bambini. L'ho cercata per giorni sino a che l'ho trovata in quel locale. Se ne stava stretta a quel tipo. Mi sono avvicinata e le ho detto che le dovevo parlare. Lei ha sbuffato poi ci siamo trovate in bagno a discutere. Continuava a dirmi che eri un violento, che avevi fatto male a lei e ai bambini. Diceva che eri pazzo!”

“ Io non...non ho mai fatto quello che dice! Mag credimi!”- si giustificò lui tirandosi sui gomiti

“ Io ti credo! So come sei fatto, so che non toccheresti mai i tuoi figli!Thomas ti conosco da così tanto tempo! Come fai a pensare che creda a quella!”

“ L'hai rifatto...”

“ Cosa?!”

“ Mi hai chiamato Thomas. Nemmeno mia madre mi ha mai chiamato con il mio nome”

“ Per me sei lo stesso Thomas che mi tirava le trecce da bambina, lo stesso che mi difendeva da Jhonny Walker quando mi prendeva in giro. Ricordi?”

“ Già...”

“ Tu per me sei e sarai sempre: Thomas Lee il mio migliore amico...e ti voglio bene”- disse lei abbracciandolo- “ senza contare che anche tu mi chiami Mag! Il mio nome è Margot!”

Lui la strinse baciandole il naso:

“ No tu sei Mag la mia bellissima, dolcissima Mag...”- disse stringendola- “Ora basta, tutto questo miele mi fa venire da vomitare!”- disse spezzando quel momento- “ Ora alza il culo Mag! Vieni!”

Lei sbarrò gli occhi nel vederlo spogliarsi completamente e porgerle la mano. Mag si coprì gli occhi con la mano:

“ Thomaaas!! Rivestiti!!!”

“ Guarda che anche lui ha bisogno di prendere aria! Coraggio!”- disse caricandosela sulle spalle. Mag urlò aggrappandosi a lui:

“ Nooooooooo!! Ok ok mi spogliooooooooo!!!! aspetta!!!”

Lui la posò a terra ma proprio in quel momento Mag iniziò a scappare inseguita da Tommy che nudo come un verme le corse dietro. L'afferrò gettandola a terra e girandola verso di lui:

“ che schifo!! Thomaaaaaaaaaaaas!!! Sei nudo!!!! Nudoooooooooooo!!!”

Lui le tirò su la maglia facendole il solletico sulla pancia:

“ Smettilaaaaaaaaaa!”- urlò lei scuotendosi agitata. Mag si tirò su levandosi il vestito e correndo verso l'acqua. Tommy sorrise inseguendola e caricandola in spalla per poi gettarsi in acqua.

Il mare era freddo e scuro. I due riemersero togliendosi i capelli dal viso:

“ Coglione!”

“ Ma dai! Avevo bisogno di togliermi quella puzza di dosso!”

Lei sorrise mentre Tommy la portò vicina troppo vicina a lui.

I due si guardarono negli occhi, per Tommy fu strano averla così vicina. Si immerse ancora spezzando quel momento, quando riemerse nuotò all'indietro staccandosi da lei che lo guardava. Era uno sguardo strano quasi deluso...

“ Dai usciamo. Ora ho davvero voglia di un hamburger che dici?”- disse continuando a nuotare verso la riva. Mag lo seguì senza una parola. Si asciugarono alla meglio poi si rivestirono risalendo in auto.

L'auto sfrecciava veloce, intanto i Guns n Roses alla radio cantavano Patience. Tommy pensò al loro tour con quei cinque matti, pensò che tutto quel casino, i soldi, la droga, le donne, insomma tutto ciò che lui una volta aveva considerato importante ora non fosse che un lontano ricordo senza valore.

“ Sento le rotelline del tuo cervello muoversi veloci! A che pensi?”- chiese Mag curiosa

“ Penso a lei...”

La ragazza si voltò quasi piccata di quella risposta sincera. Ovviamente per lui non era che l'amica di scuola con cui poteva essere se stesso, ruttare, piangere, parlare, ridere e incazzarsi quando ne aveva voglia. Non sarebbe mai cambiato niente tra loro.

Continuò a guidare guardandolo con la coda dell'occhio. Il fast food della superstrada non era che una struttura fatiscente ed isolata. Esattamente quello che serviva loro in quel momento.

I due uscirono dall'auto e Tommy prese istintivamente la mano dell'amica. Entrarono in quel locale che sapeva di fritto e cipolla. Il commesso stava preso nella lettura di un fumetto e li ignorò.

“ Scusa!!! Scusaaaaaaa!!”- lo chiamò Tommy facendolo scattare in piedi. Il ragazzo, che non doveva avere più diciotto anni lo guardò sorpreso:

“ Tu...tu sei...sei...”

“ Sì, senti vorremmo due hamburger al formaggio, e delle patatine. Da bere...una birra”

“ Diet coke, due diet coke”- lo corresse lei

“ Ehi!”

“ Non puoi bere ricordi?”

Sbuffò:

“ E non dimenticare le salse!”

Il commesso che sin ora lo aveva fissato a bocca aperta si affrettò a servirli, non perdendo d'occhio i due. Non si aspettava che uno come Tommy Lee, che aveva avuto una come la Anderson nel letto, se ne andasse in giro per mano ad una ragazza qualsiasi.

“ Senti! Possiamo farci una foto?”- gli propose. Tommy lo fissò dall'alto del suo metro e novanta poi alzò le spalle. Il giovane estrasse il telefono e la foto fu fatta!

“ Quando i miei amici la vedranno!”- disse lui sorridendo felice. Una volta pagato il ragazzo chiamò nuovamente Tommy che iniziava davvero ad averne abbastanza:

“ Come fai?”

“ Come faccio a fare che?!”- chiese spazientito

“ ad uscire con lei? Quella è carina ma Pamela Anderson! Cazzo ma ti rendi conto?! Solo di tette ne fai tre di quella!”

Tommy lo guardò sentendosi sul punto di esplodere. Non poteva toccarlo, non voleva tornare dentro, ma avrebbe desiderato davvero spaccargli la testa.

“ Fottiti stronzetto!”- gli ringhiò tra i denti. Poi raggiunse Mag. Salì in auto ed afferrò il suo panino divorandolo:

“ Calmati! Che succede?”

“ Niepfe!”- bofonchiò a bocca piena

“ Tom che succede?”

“ Niempfe! Laffami fstare! Andiamofene fia di qui!”

Mag lo fissò. C'era qualcosa che non voleva dirle e forse aveva già capito cosa. Sicuramente il commesso aveva fatto qualche battuta su di lei e su la bambolona ossigenata!

Accese l'auto e corse veloce in autostrada.

“ Voglio tornare a casa adesso”- disse lui non smettendo di guardare la strada.

Mag fece esattamente come le aveva chiesto e velocemente si trovarono davanti a casa di Tommy.

“ Bene...allora ci vediamo domani...”- disse lei abbracciandolo.

Tommy uscì dall'auto andando verso casa ma si voltò di nuovo:

“ Mag..Stai con me stanotte...”

Lei gli sorrise scendendo dalla macchina. Gli prese la mano ed entrarono. La casa era buia e desolata, più nulla era rimasto di lei. Andò verso la camera da letto, e mise il piede su qualcosa. L'orsetto di Dylan. Lo raccolse e si gettò sul letto in cui era nato Brandon. Annusò il cuscino e iniziò a piangere.

Margot si sedette accanto a lui accarezzandogli la testa. Lui le si rannicchiò addosso immergendo il viso nella sua pancia.

“ Mi mancano...Mag...aiutami...mi mancano...”

“ Va tutto bene...ci sono io con te adesso...ti aiuterò io...”

I singhiozzi di Tommy continuavano a riempire la stanza mentre la mente di Margot cercava di trovare una soluzione a tutto quel casino.

Era cosciente che non appena le cose si fossero risolte con Pam lui l'avrebbe di nuovo messa da parte, era sempre stato così sin dai tempi della scuola. Ogni volta che la ragazza di turno si faceva avanti ecco che Tom spariva nel nulla!In più la barbie in questione era ricca e decisamente perfetta. I chirurghi avevano fatto un grande lavoro con lei. Al suo confronto Mag si sentiva uno spaventapasseri! L'odio che provava per quella bambolona gonfiata era immenso!

Passarono la notte stretti l'uno all'altra mentre la luna illuminava quella casa...

 

 


 

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Capitolo 2
*** secondo ***


Mag era appena tornata da lavoro, era stanca e affamata. Non appena entrata in casa gettò le scarpe a destra e sinistra e si spogliò gettando a terra i vestiti. Andò in bagno e aprì l'acqua. Aveva un gran bisogno di togliersi di dosso quella giornata. Si buttò in doccia canticchiando un motivetto nuovo che l'aveva ossessionata tutto il giorno e si beò di quel momento tutto suo. Il suono del campanello però interruppe quel momento magico:

“ Fanculo! Chi sarà?”- si chiese mentre il campanello continuava a suonare- “ Ho capito!!! Sto arrivando!!”

Si coprì con l'asciugamano e corse scalza e bagnata verso la porta. Aprì e vide la faccia scura del suo migliore amico fissarla:

“ Dovevo immaginarlo che eri tu...entra...”- disse facendogli spazio. La presenza di Tom voleva dire solo una cosa: aveva litigato di nuovo con quella specie di barbie.

Il ragazzo le tirò una cartellina:

“ Cos'è?”

“ Sono i documenti del divorzio. Non si può dire che Pam abbia perso tempo”

“ E che ti aspettavi? Un comitato di benvenuto? Era ovvio che lo facesse, se non l'hai ancora capito è stata lei a farti finire dentro mi pare!”

“ Sempre delicata tu eh? Non lo so che mi aspettavo! Forse pensavo che sarebbe stato diverso. Magari che ci avrebbe ripensato!”

Mag alzò le sopracciglia sorpresa

“ Non fare quella faccia poteva essere!”

“ Come no!”

“ Ok senti forse ho sbagliato a venire qui! Sei una stronza lo sai?”

La ragazza alzò le spalle:

“ Che vuoi sentirmi dire? Che mi dispiace? No, nemmeno un po', solo per quei bambini. Loro non c'entrano con le vostre cazzate!”

Tommy la guardò per la prima volta. Il fisico avvolto in un telo bianco, le spalle nude e le gambe sottili. Le guance rosse e i capelli bagnati. Non l'aveva mai vista per quello che era. Mag era bella, una bellissima donna, ma era anche fredda e dura come la pietra. Come Nikki anche lei non sapeva perdonare, né ammettere gli sbagli. Ora stava lì a sfidarlo con lo sguardo di chi sa di avere ragione.

Le si avvicinò e la baciò. Era la prima volta in assoluto che lo faceva, dovette curvarsi per farlo, Mag era piccola di statura. Lei rimase ferma incredula di quel contatto inaspettato. Poi si scosse liberandosi:

“ Che stai facendo?!”

Lui la zittì di nuovo baciandola e questa volta Mag rispose. Era un sogno che si realizzava, era sciocca a cadere in quello che sicuramente per lui era solo un gioco. Un momento per dimenticare i suoi guai, ma desiderava Tom da sempre, voleva che lui si accorgesse di lei. Mag lo aiutò a togliersi la maglia e senza smettere di baciarsi andarono in camera.

La sdraiò e si mise sopra di lei. Le piccole mani di Mag lo liberarono dei pantaloni e Tom la penetrò senza esitare. Il suo cervello era totalmente in black out, voleva solo lei in quel momento.

Fecero l'amore per ore, quello che Tommy non si aspettava era che gli piacesse così tanto. La pelle di quella bellissima donna profumava di buono, quello sguardo lo eccitava e soprattutto il fatto che fosse la sua preziosissima Mag lo faceva impazzire.

Quando tutto finì si gettarono sul letto felici e sudati. Si guardarono increduli. Gli occhi del ragazzo non lasciavano quelli di lei. Con il dorso della mano le accarezzò il viso.

“ Non posso credere che sia successo...”- sussurrò lei con un bellissimo sorriso in volto

“ Già...”- sorrise lui di rimando- “ E' stato bellissimo. Non so descrivere come mi sento adesso”

Lei si accoccolò sul suo petto e lui la strinse a sé. Il cuore di Tommy batteva forte mentre la testa di Mag immaginava già il seguito di quel cambiamento. Forse non era così sbagliato sognare dopotutto. Un ti amo...il vestito bianco...dei figli e chissà forse anche un cane! Tutto quello che voleva ora si sarebbe realizzato.

Fantasticando si addormentò.

 

Aprì gli occhi stiracchiandosi con un sorriso stampato in viso, allungò la mano ma trovò solo uno spazio vuoto accanto a lei. Si levò a sedere:

“ Tom...Thomas..”- chiamò ma nessuno rispose. Si alzò e scalza lo cercò per tutta la casa, di lui nemmeno l'ombra.

Si disse che forse era andato a comprare qualcosa da mangiare, infondo il frigo era vuoto magari voleva farle una sorpresa. E se invece fosse scappato?

Tornò a letto e scacciò quel pensiero brutto dalla mente.

Si rannicchiò accendendosi una sigaretta. Buttò fuori il fumo...

Restò in attesa per minuti interminabili...poi afferrò il telefono. Compose il numero e attese: uno, due, dieci squilli ed infine la segreteria.

Il cuore prese a martellarle nel petto, e l'ansia iniziò a salirle

“ No...non può essere...”- si disse chiamandolo ancora...spento.

Gettò il cellulare a terra in un moto di rabbia. Pensò che forse era solo scarico di batteria, sì, ora lui sarebbe tornato da lei e le avrebbe sorriso ancora. Infondo Thomas era il suo migliore amico, l'unico a cui importasse di lei.

Sospirò accendendo la radio: Vince cantava Without you chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, ma più il tempo passava più sentiva quel magone crescere dentro di lei.

Si sentiva sciocca, tradita e ferita. L'aveva usata...come una delle tante puttane che si faceva ogni volta che ne aveva voglia.

Aspettò ancora: per il suo cuore era inaccettabile che potesse averlo fatto davvero, ma più i minuti passavano più la delusione si trasformava in rabbia.

“ Era ovvio! Che mi aspettavo? Che mi dicesse ti amo e vissero tutti felici e contenti? Svegliati! Non c'è anima viva a cui importi di te accettalo e basta!”- si disse, ma presto le lacrime iniziarono a scendere senza sosta...

 

Era scappato. Fuggito come un coniglio. Sapeva benissimo che ora Mag ce l'aveva a morte con lui, l'aveva ferita ne era certo. Lei non era una da una botta e via, e pur sapendolo si era comportato da stronzo. Era per questo che non ci aveva mai provato. A Mag lui piaceva, se ne accorgeva ogni volta che l'aveva vicina, ad ogni tocco lei arrossiva imbarazzata, se n'era accorto dalle scenate che gli faceva ogni volta che usciva con una donna. Anche a lui non era indifferente, avere una come lei vicina e non farci niente gli era costato un bel po' di sacrifici, ma non voleva che le cose cambiassero tra loro. Non poteva darle quello che voleva.

Ora però che aveva fatto quel casino si sentiva in colpa. Sentì il telefono squillare e guardò lo schermo. Lo stava cercando. Mise la funzione silenzioso e non rispose. Quando il cellulare smise di suonare lo spense.

Era un coniglio, una merda, un vero stronzo, si disse sentendosi in colpa.

Si incamminò a testa bassa verso casa, non si era mai sentito tanto solo. 

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Capitolo 3
*** terzo ***


Si era fatta convincere ad andare a quella stupida festa! Era stata organizzata dai nuovi amici di quello che ora lei chiamava semplicemente: il nemico.

Sulle prime si era rifiutata di andarci, Tom l'aveva ferita e cosa peggiore non aveva nemmeno chiesto scusa. Erano giorni che non lo vedeva, si faceva negare al telefono e non rispondeva nemmeno ai suoi messaggi! Era per quello che aveva accettato, voleva parlargli.

Andare a quella festa era l'unico modo.

Entrò da quella porta con la consapevolezza che non si sarebbe affatto divertita. Si guardò intorno, tutte facce sconosciute, fighetti vestiti gucci che fingevano di interessarsi a quello sballato rocker che molto probabilmente trovavano disgustoso!

Poi i suoi occhi misero a fuoco un uomo. Se ne stava dritto in un angolo con un bicchiere in mano e l'aria annoiata. Sorrise del suo buffo aspetto. I capelli neri lucidi, la bandana, la camicia nera leggermente aperta sul davanti, le maniche arrotolate sotto i gomiti, il jeans nero aderente e gli stivali. Era incredibile come fosse combinato. Per la prima volta nella sua vita vederlo le fece piacere. Era ancora parte di quel Tom che lei aveva imparato ad amare e che ora si stava perdendo in mezzo a checche isteriche e barboncini altezzosi.

Gli si avvicinò:

“ Se volevi passare inosservato Sixx non ci sei riuscito”- disse ironica

“ Ciao...”- disse sorpreso - “ Vuoi bere?”- chiese passandole il bicchiere

Lei lo prese sorseggiando una roba strana:

“ Che cos'è?!”

“ Credo che una volta fosse vodka, ma non ci giurerei”

Mag sorrise:

“ Lui dov'è?”

Nikki gli indicò un punto. Tommy stava limonando con Carmen Electra un altra attricetta di quel maledetto Baywatch!

“ Che avete la convenzione con quella serie? Esci con una bagnina bionda e vinci la bambolina d'oro?”- commentò acida- “ Tipico!”

“ Meglio lei della bambola siliconata!”

“ Certo come no...Almeno ora posso parlargli!”

“ Non credo sia un gran momento. E' piuttosto su di giri stasera”- commentò Nikki bevendo ancora “ Correrò il rischio...”- Mag avanzò verso Tommy lasciando solo un Nikki decisamente sorpreso.

“ Posso parlarti?!”- chiese decisa.

Gli occhi dell'uomo si voltarono sorpresi:

“ Tu?”

“ Io...senti posso parlarti?”

“ Ho da fare adesso..”- rispose voltando di nuovo il viso verso la nuova barbie

“ Ci vorrà solo un minuto! Scusa bellezza!”- disse acida tirando per un braccio l'amico e portandolo in un angolo

“ Che vuoi? Mi stavo divertendo!”

“ Sì ho visto! Un'altra attricetta del cazzo! Sono davvero fiera di te!”

“ Ma che vuoi? Sei venuta a rovinarmi la festa?”

“ Sono dovuta venire visto che non rispondi alle mie chiamate! Ti ho lasciato mille messaggi! Voglio solo sapere perchè sei scappato in quel modo!”- urlò lei

Tommy alzò gli occhi al cielo

“ Mag...”- sospirò- “ Non possiamo parlarne un altra volta?”

“ No! Adesso! Una spiegazione me la devi no?”

“ Era solo una scopata cazzo!”- sbottò lui facendo voltare tutti- “ Una cazzo di scopata! Non puoi farmi tutte queste menate!”

“ Una...scopata?”- chiese lei colpita. Tommy vide il viso tingersi di rosso, sapeva di ferirla ma era decisamente ubriaco, e incapace in quel momento, di parlare

“Una scopata! E non è stata nemmeno questo granchè!”- disse facendo ridere tutti. La mano di Mag si schiantò sul viso dell'amico che sbarrò gli occhi. Non si aspettava quella reazione da lei, forse aveva esagerato

“ Vaffanculo! Non ti azzardare mai più ad avvicinarti a me! Ti detesto! Hai chiuso!”- disse voltandosene. Le urla avevano attirato tutti e Mag si trovò tutti gli occhi a fissarla. Incrociò lo sguardo di Nikki poi scappò via.

Tommy la vide andarsene e si sentì colpevole, ma forse era meglio così. Lei era troppo presa da lui che non era disposto a cambiare il loro rapporto. Sarebbe stata dura farsi perdonare, Mag era parecchio orgogliosa ma ci sarebbe riuscito, come sempre.

“ Sei anche più stronzo di quello che credevo!”- lo sorprese la voce di Nikki- “ Ora torna dalla tua barbie, ti sta aspettando. E per la cronaca questa festa fa schifo!”

Il bassista prese una bottiglia di vodka lasciata incustodita e uscì seguendo quella ragazza. La cercò per un po' poi la vide. Era seduta sul muretto vicino alla spiaggia. Si avvicinò e la vite bianca e spettinata, il trucco colato sul viso. Non le disse niente ma le passò la bottiglia:

“ Sono riuscito a salvarla”

“ Non sei costretto a stare con me”

“ Lo so...”

Mag aprì la bottiglia e bevve. Non era abituata a farlo ma ne diede una lunga sorsata. Rimasero in silenzio per un po'.

“ Che serata del cazzo eh? Scommetto che metà di quelle persone nemmeno conoscono i Motley Crue! Che c'entriamo noi con quelli? Soprattutto che c'entra lui!”

Lei non rispose bevendo ancora

“ Ehi vacci piano! Non è acqua sai?”

“ Che mi importa...”- disse lei alzando le spalle- “ Sai la cosa che mi da più sui nervi? E' che io lo dovevo sapere! Conosco Thomas da una vita e ci sono caduta come una stupida!”

Nikki sorrise scuotendo la testa

“ Una scopata capisci?”- disse lei bevendo ancora. La testa le girava ma non aveva intenzione di smettere.

Nikki le afferrò la bottiglia e diede una bella golata

“ La cosa meravigliosa sai qual'è? Che questa era la seconda volta che facevo sesso!”

Lui si voltò sorpreso:

“ Che? Stronzate!”

“ No...è la verità! Che tra l'altro la prima è stata solo una ripicca nei confronti di Tom! Ero al secondo anno penso. Passavo ore a fissarlo. La sua aria stramba mi incuriosiva, così come il suo eterno entusiasmo per ogni novità! A quel tempo non eravamo amici, in realtà non ci conoscevamo neppure! Ricordo che già mi piaceva tantissimo, sognavo che lui si accorgesse di me, ma ovviamente non accadde. Insomma guardami! Non sono certo la più bella ragazza del quartiere, e allora portavo pure l'apparecchio! Inutile dire che lui usciva già con ragazze bellissime, o almeno facili! Avevo già perso le speranze di conoscerlo quando un bel giorno la vita mi stupì! Stavamo facendo ginnastica, o almeno io arrancavo cercando di stare al passo con i miei compagni quando una pallonata mi prese in pieno. Mi tenni la faccia con le mani, ricordo ancora il dolore al naso, ma tutto passò quando due grandi mani mi aiutarono a rialzarmi...

'ehi scusa...non volevo...ti sei fatta tanto male?'- disse quella voce, la sua voce!

Rimasi imbambolata senza sapere che dire

' forse la botta in testa è stata troppo forte?...'

'No...sto bene...'

Ricordo che mi alzai e tutto prese a girare intorno a me. Tom mi afferrò appena in tempo. Beh non so come né perchè ma mi riaccompagnò a casa quel giorno. Parlammo poco, anzi a dire il vero fu lui a parlare io non dissi nulla.

Quando arrivammo sotto casa lui mi disse due parole che non mi dimenticherò:

' Io sono Thomas Lee ma puoi chiamarmi Tommy'

Mag scoppiò a ridere insieme a Nikki:

“ In realtà non l'ho mai fatto! Non l'ho mai chiamato Tommy!”- disse vedendo tutto girare

“ beh non ci crederai ma da quel giorno siamo diventati amici! Non so come, ma ci ritrovavamo spesso a parlare di questo o quello, dei suoi progetti futuri, studiavamo insieme, mangiavamo insieme, insomma tutto ciò che si fa tra amici! Speravo davvero che mi invitasse al ballo di fine anno. Lui era affettuoso con me e io mi immaginavo già il nostro futuro! Il giorno prima del ballo lui si presentò a casa mia e io gli aprì sorridente convinta che mi avrebbe chiesto di accompagnarlo e invece era venuto solo per dirmi che aveva invitato al ballo una delle cheerleaders una certa Becky. Grandi tette, bel sedere, bionda...Ci rimasi malissimo ma non dissi nulla. Quando arrivai al ballo sola come un cane, li vidi insieme. Stavano facendo sesso sul cofano della macchina. Qualcosa scattò in me e corsi a cercare William Wakley, a lui piacevo. Era un secchione brufoloso e bianchiccio, lo odiavo ma mi ritrovai a consumare con lui la mia prima volta. Ricordo che piansi tantissimo una volta tornata a casa. Quando lui seppe di quella bravata mi disse che era contento per me. Pensava davvero mi fosse piaciuto. Stronzo. Allora avrei dovuto chiudere con lui, ma non lo feci! Per me Thomas è sempre stato importante è per quello che ho preferito un'amicizia sincera che niente capisci?”

Nikki che aveva ascoltato tutto il racconto rimase a fissarla incredulo. Non aveva mai avuto nessuno che tenesse così a lui. Tommy era un coglione a non apprezzarlo.

Rimasero lì, in silenzio, seduti su quel muretto a guardare il mare... 

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Capitolo 4
*** quarto ***


La casa era buia e silenziosa. Non aveva mai fatto caso quanto quell'appartamento fosse modesto. Un bilocale squallido e buio. Solo ora se ne rendeva conto. Lo aveva sempre trovato così accogliente e caldo, forse era Mag a farlo sembrare così.

La guardò addormentata e si diede del coglione per essersi comportato in quel modo con lei. Il suo sguardo vagò per quella stanza. C'erano poche cose, per lo più dischi, qualche vestito sparso sul letto e una sola piccola foto appiccicata al muro con del nastro adesivo. Si alzò per guardarla. C'erano ritratti lui e Mag abbracciati. Sorrise pensando a quando quell'istantanea era stata fatta. Erano giovani e spensierati allora, beh almeno lui perchè Mag non era mai stata una ragazza serena. Abitava con la zia in una lurida catapecchia in periferia. La donna non era cattiva, ma povera e depressa. Spesso non le dava da mangiare così, quasi sempre, Mag stava da lui, nel suo vecchio garage, ad ascoltarlo suonare per ore, sino a che non si ritrovavano a parlare del loro futuro e mangiare cibo greco che sua madre era solita preparare.

Era strano come si rendesse conto, solo ora, che era sempre lui a parlare del domani. Lei stava in silenzio, senza una parola.

Prese la foto e la guardò: era proprio uno sfigato allora. Magro e lungo pensava che avere un posto dove suonare la sua batteria fosse il massimo, usciva con qualche ragazza e sognava di formare una band. Si diede dello scemo per quei capelli lunghi e quella maglietta troppo stretta per lui. Sognava già di diventare un rocker ecco perchè passava ore a provarsi degli accessori nuovi e a stressare l'amica coinvolgendola in quella che lui chiamava preparazione al futuro!

Spostò lo sguardo su Mag.

Certo che da piccola era davvero bruttina. Niente forme, un viso del tutto banale e la macchinetta per i denti. Non era certo una per cui fare follie ma chissà perchè a lui piaceva. Lo faceva sentire a suo agio e soprattutto in una casa dove nessuno si parlava mai avere una come lei con cui passare il tempo era meraviglioso.

Lei lo apprezzava. Il loro rapporto non era solo rose e fiori: Mag aveva un carattere pessimo, era scontrosa, scorbutica e permalosa. Non parlava con nessuno a scuola, se ne stava a leggere per conto suo al contrario di lui che era sempre circondato di gente. Beh alcune non erano certo grandi compagnie, era preso per il culo da tutti. Insomma lui, per il suo modo strambo di essere, era il batterista frocio dell'istituto! Per fortuna alle ragazze piacevano i batteristi froci e lui adorava baciare le ragazze. In fondo era un romantico, certo finiva tutto in una scopata, ma una scopata romantica!

Coinvolgeva spesso Mag nelle sue bravate. Lei era la classica secchiona e la prima volta che la costrinse a marinare la scuola rimase in paranoia per tutto il giorno. Andarono al lago, fuggendo da quella pallosa scuola, lui rubò anche un sacchetto di patatine dell'unico mini market in quel posto sperduto.

Ricordava persino il primo bacio che le diede. Era curioso di sapere che si provava a baciare una con l'apparecchio! Tipica cazzata di uno come lui. Era stato strano. Lei era arrossita sino alla punta dei capelli ma non aveva detto nulla.

Ricordava quando la sera del ballo l'aveva vista entrare con quel vestito rosa pesca. Era sola...In quell'istante avrebbe voluto mandare a fanculo Becky e invece se l'era fatta sul cofano della macchina di un coglione della sua scuola.

Quando il giorno dopo aveva saputo che Mag era andata a letto con quel secchione sfigato avrebbe voluto spaccare il culo al mondo e invece le aveva detto che era contento per lei. Si chiedeva spesso cosa non andasse nel suo cervello...Forse un rocker aveva un cervello speciale, con un unico pazzo neurone che spariva per mesi e riappariva ogni tanto solo per dire cazzate!

La guardò mentre dormiva tranquilla. La verità era che non voleva che le cose cambiassero tra loro. Lui era una testa di cazzo, uno che si stancava presto di tutto, persino dell'amore. Se fossero stati insieme forse avrebbero rotto presto e lui non voleva perderla.

Si trovò a pensare a quella sera. Aveva trattato male entrambi i suoi migliori amici. Li aveva sorpresi abbracciati e ubriachi cosa che gli aveva completamente mandato in fumo il cervello! Lei si era voltata di scatto e dopo un capogiro era svenuta. L'aveva portata a casa non prima di aver urlato a Nikki che era uno stronzo per averla fatta bere e approfittarsi di lei. Non aveva voluto sentire una sola parola da lui e se n'era andato. Si diede dello stupido per questo.

I suoi migliori amici... Gli unici che fossero riusciti a reggere la sua personalità contorta per tutto quel tempo.

Nikki e Mag così simili, così duri e schietti. Entrambi finivano sempre per dargli una scossa qualunque essa fosse.

La guardò ancora, i capelli sparsi sul cuscino, la pancia scoperta dalla maglietta e il viso arrossato...Sorrise sdraiandosi accanto a lei e poggiando il viso nell'incavo del suo collo.

Respirò quel profumo che amava e restò lì vicino a lei addormentandosi... 

 

La casa era buia e silenziosa. Non aveva mai fatto caso quanto quell'appartamento fosse modesto. Un bilocale squallido e buio. Solo ora se ne rendeva conto. Lo aveva sempre trovato così accogliente e caldo, forse era Mag a farlo sembrare così.

La guardò addormentata e si diede del coglione per essersi comportato in quel modo con lei. Il suo sguardo vagò per quella stanza. C'erano poche cose, per lo più dischi, qualche vestito sparso sul letto e una sola piccola foto appiccicata al muro con del nastro adesivo. Si alzò per guardarla. C'erano ritratti lui e Mag abbracciati. Sorrise pensando a quando quell'istantanea era stata fatta. Erano giovani e spensierati allora, beh almeno lui perchè Mag non era mai stata una ragazza serena. Abitava con la zia in una lurida catapecchia in periferia. La donna non era cattiva, ma povera e depressa. Spesso non le dava da mangiare così, quasi sempre, Mag stava da lui, nel suo vecchio garage, ad ascoltarlo suonare per ore, sino a che non si ritrovavano a parlare del loro futuro e mangiare cibo greco che sua madre era solita preparare.

Era strano come si rendesse conto, solo ora, che era sempre lui a parlare del domani. Lei stava in silenzio, senza una parola.

Prese la foto e la guardò: era proprio uno sfigato allora. Magro e lungo pensava che avere un posto dove suonare la sua batteria fosse il massimo, usciva con qualche ragazza e sognava di formare una band. Si diede dello scemo per quei capelli lunghi e quella maglietta troppo stretta per lui. Sognava già di diventare un rocker ecco perchè passava ore a provarsi degli accessori nuovi e a stressare l'amica coinvolgendola in quella che lui chiamava preparazione al futuro!

Spostò lo sguardo su Mag.

Certo che da piccola era davvero bruttina. Niente forme, un viso del tutto banale e la macchinetta per i denti. Non era certo una per cui fare follie ma chissà perchè a lui piaceva. Lo faceva sentire a suo agio e soprattutto in una casa dove nessuno si parlava mai avere una come lei con cui passare il tempo era meraviglioso.

Lei lo apprezzava. Il loro rapporto non era solo rose e fiori: Mag aveva un carattere pessimo, era scontrosa, scorbutica e permalosa. Non parlava con nessuno a scuola, se ne stava a leggere per conto suo al contrario di lui che era sempre circondato di gente. Beh alcune non erano certo grandi compagnie, era preso per il culo da tutti. Insomma lui, per il suo modo strambo di essere, era il batterista frocio dell'istituto! Per fortuna alle ragazze piacevano i batteristi froci e lui adorava baciare le ragazze. In fondo era un romantico, certo finiva tutto in una scopata, ma una scopata romantica!

Coinvolgeva spesso Mag nelle sue bravate. Lei era la classica secchiona e la prima volta che la costrinse a marinare la scuola rimase in paranoia per tutto il giorno. Andarono al lago, fuggendo da quella pallosa scuola, lui rubò anche un sacchetto di patatine dell'unico mini market in quel posto sperduto.

Ricordava persino il primo bacio che le diede. Era curioso di sapere che si provava a baciare una con l'apparecchio! Tipica cazzata di uno come lui. Era stato strano. Lei era arrossita sino alla punta dei capelli ma non aveva detto nulla.

Ricordava quando la sera del ballo l'aveva vista entrare con quel vestito rosa pesca. Era sola...In quell'istante avrebbe voluto mandare a fanculo Becky e invece se l'era fatta sul cofano della macchina di un coglione della sua scuola.

Quando il giorno dopo aveva saputo che Mag era andata a letto con quel secchione sfigato avrebbe voluto spaccare il culo al mondo e invece le aveva detto che era contento per lei. Si chiedeva spesso cosa non andasse nel suo cervello...Forse un rocker aveva un cervello speciale, con un unico pazzo neurone che spariva per mesi e riappariva ogni tanto solo per dire cazzate!

La guardò mentre dormiva tranquilla. La verità era che non voleva che le cose cambiassero tra loro. Lui era una testa di cazzo, uno che si stancava presto di tutto, persino dell'amore. Se fossero stati insieme forse avrebbero rotto presto e lui non voleva perderla.

Si trovò a pensare a quella sera. Aveva trattato male entrambi i suoi migliori amici. Li aveva sorpresi abbracciati e ubriachi cosa che gli aveva completamente mandato in fumo il cervello! Lei si era voltata di scatto e dopo un capogiro era svenuta. L'aveva portata a casa non prima di aver urlato a Nikki che era uno stronzo per averla fatta bere e approfittarsi di lei. Non aveva voluto sentire una sola parola da lui e se n'era andato. Si diede dello stupido per questo.

I suoi migliori amici... Gli unici che fossero riusciti a reggere la sua personalità contorta per tutto quel tempo.

Nikki e Mag così simili, così duri e schietti. Entrambi finivano sempre per dargli una scossa qualunque essa fosse.

La guardò ancora, i capelli sparsi sul cuscino, la pancia scoperta dalla maglietta e il viso arrossato...Sorrise sdraiandosi accanto a lei e poggiando il viso nell'incavo del suo collo.

Respirò quel profumo che amava e restò lì vicino a lei addormentandosi... 

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Capitolo 5
*** quinto ***


Aprì la porta e uscì. Aveva appena finito una delle più noiose giornate di lavoro della storia.

Il ristorante pieno, le urla del capo, il rumore dei piatti, le allegre voci dei clienti, i pianti dei bambini capricciosi, ogni suono era stato letale per la sua già dolente testa.

Quando si chiuse la porta del ristorante alle spalle tornò a respirare.

L'aria era fresca e la strada silenziosa. Si beò di quella pace camminando verso la fermata dell'autobus. Deserta. Meglio, si disse.

Attese ripensando a quella mattina quando, aprendo gli occhi, si era trovata Thomas vicino. Non aveva idea di come ci fosse finito. Avrebbe dovuto prenderlo a pugni e invece aveva passato minuti interminabili ad osservarlo imbambolata! Era davvero una scema ad aver bevuto in quel modo. Si chiese che ne fosse stato di Nikki. Era stato gentile a consolarla anche se alla fine per colpa sua era finita sbronza!

Un rumore la fece sobbalzare. Un uomo si era seduto in attesa del bus. Si voltò solo per guardarlo: era ubriaco e non aveva una faccia amica. Iniziò a spaventarsi quando lo vide lanciare con rabbia una bottiglia a terra. Si alzò di scatto allontanandosi da lui che rise guardandola:

“ Ehi principessa, dove te ne vai!?!”

Il cuore le balzò nel petto e si guardò intorno: nessuno. Si bloccò non sapendo che fare.

“ Certo che sei davvero bella..”- disse l'uomo avvicinandosi

Mag si voltò per allontanarsi ma lui l'afferrò facendola voltare verso di lui, si avvicinò così tanto che poté sentire il suo alito caldo e maleodorante colpirle il viso. Spaventata fece la prima cosa che le venne in mente, gli diede una ginocchiata nell'inguine così forte da farlo urlare e scappò. Lui la seguì correndo sino a che non l'afferrò gettandola a terra:

“ Puttana!”- disse gettandosi su di lei e afferrandole il viso con la mano

“ Lasciami!!”

Schiacciata a terra sotto il peso di quella bestia non poté che urlare quando la mano di lui scese a slacciarle i jeans:

“Zitta!”- le ringhiò lui schiaffeggiandola.

Mag era disperata, non sapeva più che fare, sentiva una paura tremenda afferrarla.

Era finita...

 

Era andato a prenderla per farsi perdonare di quel comportamento stronzo della sera prima. Aveva rallentato verso la fermata del bus ma l'aveva trovata deserta. Si era preoccupato quando aveva visto quell'ubriaco correre verso qualcosa. Istintivamente lo aveva seguito.

E aveva avuto ragione...

Quell'animale stava sopra la sua Mag che livida e spaventata piangeva e gridava.

Gli si avventò contro:

“ Alzati animale!!”- gli urlò.

Lo prese per i capelli e lo scaraventò a terra:

“ Lasciami! E' colpa sua! Lei lo voleva!!”- si cercò di giustificare ma il pugno di Tommy si schiantò in quel viso sozzo e lurido. Lo prese a calci facendolo piegare su sé stesso. L'ubriaco strisciò via, stava per seguirlo quando la flebile voce di Mag lo fermò.

La guardò: la guancia gonfia, i lividi sulle braccia, i pantaloni e le mutandine abbassate e la camicia strappata. Piangeva disperata.

Si abbassò verso di lei:

“Cosa ti ha fatto....”- sospirò. Lei lo abbracciò esplodendo in un pianto disperato. Tommy le accarezzò la testa- “ E' tutto finito adesso...ci sono io con te...”

La prese in braccio e la portò in auto. Mag non disse una parola voltando il viso verso il finestrino

“ Dovresti piantarla con quel lavoro di merda!”- protestò lui

“ E cosa dovrei fare? Non siamo tutti fortunati come te nella vita!”- gli urlò con rabbia

Rimasero in silenzio per tutto il viaggio.

Le luci della superstrada correvano veloci mentre le menti dei due amici venivano prese d'assalto dai pensieri.

Ci misero un po' ad arrivare a casa: Tommy si accorse quanto il viaggio in autobus dovesse essere interminabile per lei.

“ Come stai?”- disse una volta entrati in casa

“ Una favola!”- rispose lei acida

“ Senti vedi di darti una calmata! Ti vado a prendere del ghiaccio”- disse alzandosi e lasciandola sola. Si diresse in cucina: quel pensiero gli attanagliò il cervello. Quello stronzo si stava prendendo ciò che era solo suo. Stava toccando una delle poche persone che nella sua vita contassero davvero. Prese il ghiaccio e sbatté la porta del freezer con forza.

Cercò di calmarsi, poi versò i cubetti in un sacchetto di plastica che chiuse. Lo portò a Mag che se ne stava zitta rannicchiata sul divano

“ Tieni...”

Lei alzò il viso triste:

“ Scusa...”- le disse Tommy- “ E' che sono così incazzato! Se non fossi arrivato in tempo quello...avrei dovuto ammazzarlo!”- disse stringendo il pugno

“ Non hai bisogno di altri casini...”- sussurrò lei- “ Non sono lei...Non finirai dentro a causa mia”

Incassò il colpo e la guardò sospirando.

Mag gli si buttò tra le braccia stringendosi a lui come a un appiglio sicuro.

“ Ho avuto così tanta paura Tom...”- disse singhiozzando. Lui la strinse a sé. Mai avrebbe permesso a qualcuno di farle male. Avrebbe ucciso per lei. Mag c'era stata in ogni momento della sua vita, bello o brutto. Era con lui persino quando si metteva nei casini con le donne o con la droga. Lei c'era! Non si poteva dire lo stesso del resto del mondo.

La ragazza gli prese la mano guardandola..era una mano lunga e sottile, le dita erano inspessite dai calli che sfiorò. Era a casa, al sicuro adesso. Thomas l'avrebbe protetta. Stettero tutta la notte abbracciati, sul divano, incapaci di dormire, incapaci di parlare...

La televisione non smetteva di trasmettere i suoi programmi idioti, mentre, in quella stanza c'era un gran silenzio solo le loro menti sembravano aver voglia di urlare...

 

 

 

 


 

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Capitolo 6
*** sesto ***


Tommy era furioso: ancora una volta Pam gli aveva impedito di vedere i bambini. Amava i suoi figli e lei non faceva altro che portarglieli via!

Sbuffò tornando a casa. Entrò e lanciò letteralmente le chiavi a terra.

Fu in quel momento che il telefono squillò. Lo prese: era Mag.

“ Sì”- rispose scocciato

Wow giornata no eh?”

“ Taglia corto che vuoi Mag?”

Sai a volte sei così stronzo da non meritare niente ma poiché sono una persona buona lo farò ugualmente!”

“ poiché? Chi dice più poiché al giorno d'oggi?!”

Ovvio che uno come te non può capire certe finezze! Allora vediamoci davanti alla solita caffetteria diciamo tra...quindici minuti! Vedi di essere puntuale”

“ Non mi va di uscire...”

O sì che ti andrà. Muoviti! Ti aspetto!”

“ No asp...”- ma si bloccò. La ragazza aveva riattaccato.

Sbuffò: non aveva sinceramente voglia di uscire. Una doccia era esattamente quello che ci voleva per schiarirsi le idee. Si gettò sotto l'acqua bollente e si sciacquò la faccia più volte. Era così che doveva finire tra lui e Pam? E pensare che lui l'amava davvero. Insomma non aveva mai amato nessuno così. Nikki gli ripeteva di continuo che la sua ormai ex moglie altro non era che una stronza succhia sangue con la passione per i dollari, ma lui sapeva che non era così. Era una brava donna, magari un po' schizzata, ma una buona madre per i bambini.

Purtroppo erano entrambi caratterialmente forti, come legna e fuoco ardevano facilmente. Erano capaci di amarsi ed odiarsi con la stessa intensità.

Non riusciva davvero a rassegnarsi per la fine della loro storia, ma gli era impossibile arrendersi nella custodia dei bambini!

Si asciugò, frizionandosi i capelli, era stanco e parecchio preoccupato. Le occhiaie spiccavano nel suo viso scarno. Che cazzo gli stava prendendo?

Decise di vestirsi e di raggiungere Mag, magari qualche ora con lei gli avrebbe fatto bene.

Si vestì con cura: sorrise pensando che una volta, quando i soldi erano solo un sogno lontano, si vestiva come capitava. Quasi sempre erano cose usate, o roba glam al solo pensiero ancora rabbrividiva!

Capitava spesso che lui e Nikki si scambiassero i vestiti. Una volta il suo amico era un ragazzone alto e magro, quasi come lui, era ben lontano da essere omone che era ora.

Uscì alla luce del sole e raggiunse l'auto. Vi salì posando entrambe le mani sul volante sospirando, accese lo stereo e partì.

Ci volle poco per arrivare alla caffetteria: quel quartiere era davvero minuscolo. La vide sorridergli e salutarlo con la mano.

Parcheggiò l'auto e scese:

“ Ciao...”

“ Sei arrivato finalmente!”

“ Non rompere il cazzo anche tu oggi per favore!”

Mag dovette trattenersi dal girare i tacchi e tornarsene a casa.

“ Vuoi vedere che ti tiro su il morale in un attimo?”

“ Non credo proprio...”

“ Chiudi gli occhi...”

“ Mag no...senti davvero, non ho voglia di giocare...”

“ Chiudi gli occhi!”- disse mettendo le mani di lui su quel viso triste

“ Ok...”

D'improvviso qualcosa toccò le gambe del ragazzo che istintivamente si guardò intorno. Sbalordì nel vedere i bambini i suoi due bellissimi bambini sorridergli:

“ papàààààààààà!!!”

“ Brandon!!! Dylan!!! Oddio ma come...”- iniziò confuso abbassandosi verso di loro guardando l'amica mentre i due bimbi gli saltarono al collo e Tommy si lasciò cadere a terra tenendo Brandon in aria.

“ Diciamo che conosco la nuova baby sitter che la tua ex moglie sicuramente licenzierà domani, perciò dovevo approfittare dell'occasione...”

Tommy sorrise commosso da quei visi paffuti e sorridenti che tanto gli erano mancati:

“ Non abbiamo molto tempo purtroppo: solo due ore...Mi dispiace...”

“ Va bene...Va benissimo!Grazie!!!! Grazie!!”- disse con il cuore pieno di gioia.

Salirono in auto e Tommy partì alla volta del luna park. Non appena arrivarono il piccolo Brandon sorrise indicando un grosso bruco verde

“ Vuoi andare lì? Ok! Andiamo lassù!”- disse deciso Tommy

“ Che?!? Non ci staremo mai su quel coso!!!”- protestò Mag

“ Fifona!!!”

“ Senti io sto qui con Dylan ok?”

“ Scherzi? E poi anche Dylan vuol andare sul bruco vero? Vieni!”

Salirono su quel buffo bruco. La povera Mag teneva in braccio il piccolo Dylan che non sembrava minimamente temere quella giostra anzi rideva mettendo in mostra due bellissime fossette. Tommy intanto con le sue lunghe gambe faticava non poco ad entrare in quel minimo spazio mentre l'allegra risata di Brandon faceva da sottofondo a quella buffa scena.

Mag immagino cosa dovessero pensare gli altri di quel momento. Un rocker come lui, tatuato e spilungone che cercava di incastrarsi nel bruco mela per far contenti i suoi figli!

Quel tempo alle giostre passò in un lampo. Tra la casa degli specchi, il bruco, le tazze, le navicelle spaziali e persino il piccolo zoo dove Brandon fece anche una foto con la scimmia.

Mag odiava le scimmie ma dovette star ferma mentre quell'animale infernale le saliva in braccio tra le risate di tutti.

Tom l'abbracciò stretta e insieme loro quattro fecero una bellissima foto da cui Mag difficilmente si sarebbe staccata. Infondo le sarebbe piaciuta una famiglia così, con lui, era così che sarebbe dovuta andare.

Quando riaccompagnarono i bambini dalla baby sitter questi non smettevano un attimo di piangere soprattutto brandon che non voleva proprio staccarsi dal suo papà:

“ Sta calmo avanti Brandon...”

“ Non voglio...”

“ Calmo...guardami: prometti che di quello che è successo oggi non dirai una parola con mamma ok? Vedrai, ci rivedremo prestissimo...”

“ Papà...”

“ Sssst...tieni Bonny dai..”- disse passandogli il piccolo pupazzo a orso da cui Brandon non si staccava mai. Gliel'aveva comprato lui quando era nato, e il bambino aveva fatto di quel pupazzo il suo migliore amico.

Tommy prese il figlio tra le braccia e gli diede un forte abbraccio respirando quell'odore di cui non si sarebbe stancato mai. Poi si staccò da lui per andare dal piccolo Dylan che lo guardava con i suoi grandi occhioni tristi:

“ Miraccomando anche a te va bene? Tieni il segreto con mamma...Ci vedremo presto...Ti voglio bene piccolo!”- disse abbracciando Dylan che si strinse al suo papà.

Mag guardò la scena: sapeva quanto quel distacco costasse a Thomas ma avrebbe fatto di tutto per aiutarlo.

Una volta andati via i bambini Tommy si voltò verso l'amica e l'abbracciò:

“ Grazie...”

“ Di nulla...”

La guardò negli occhi e le baciò dolcemente le labbra per poi metterle un braccio intorno al collo:

“ Sei stata brava sai?”- disse iniziando a camminare

“ Scusa?”

“ Con la scimmia! Che ne dici? Ce la portiamo a casa?”

“ Non ti azzardare sai?!”- disse lei spingendolo

Tommy le sorrise: la sua Mag lo aveva aiutato ancora una volta... 

GRAZIE DI CUORE A TUTTE! A CHI LEGGE E A CHI COMMENTA! LO APPREZZO DAVVERO!LEE

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Capitolo 7
*** settimo ***


Athena Lee era il personaggio più assurdo che Mag avesse mai conosciuto.

Si conoscevano da sempre, la sua amicizia con Thomas era cresciuta tra i banchi di scuola e così anche la sua conoscenza di Athena.

Bionda, altissima e molto bella era l'esatta copia al femminile, del fratello. Femminile...era una parola grossa. Guardare Athena era come ammirare il maschio medio americano. Grezza, rozza e piuttosto diretta era passata attraverso una vita sballata e assurda senza esserne fottuta.

Aveva la grazia tipica dei gorilla molte volte, con la sua andatura goffa e curva per via dell'altezza e la sua voce rauca.

Anche lei, come il fratello, suonava la batteria, era una rocker come lui. Erano uguali, davvero troppo simili. Era come guardare Tom con la parrucca e i tacchi!

Erano finiti al barbecue in onore proprio del compleanno di Athena. Era una vita che mag non la vedeva, ma nel trovarsela davanti allegra e sorridente si disse che non era poi così cambiata da allora.

Ricordava benissimo la camera di quella pazza: una stanza del tutto diversa di quella di qualsiasi altra adolescente della sua età. Piena di dischi, soprattutto Sex Pistols, con magliette appese al muro, delle bacchette consumate gettate qui e là, con cui continuamente teneva il ritmo su ogni cosa.

Erano dello stesso anno, in classe insieme addirittura. Avere la protezione di una tipa come lei era una cosa da tenere in gran conto a scuola. Athena non era ben vista, era sopra le righe in tutto, e davvero temuta dai suoi compagni.

In realtà era una ragazza abbastanza tranquilla, con lei mag finiva sempre per parlare dei ragazzi, ma alla fine chissà perchè era finita a stringere un'amicizia più profonda con Thomas.

Athena se ne stava lì a bere birra e a sparare cazzate con i suoi amici come sempre.

“ Non è diversa da allora..”- commentò Mag

“ Meglio no?”- le rispose Tom mettendole il braccio intorno al collo. Non appena si avvicinarono la bionda si gettò sul fratello:

“ Eeeeeeeeeehiiiiiiiii!!! Non pensavo che saresti venuto davvero!! E senza la barbie!! Incredibile!”

“ Piantala scema!”- sorrise lui- “ Ti ricordi di Mag?”

“ Mag? O cazzo Mag! Sei..sei...ancora attaccata al culo di mio fratello! Ma non ce l'hai una vita tua?! Incredibile! Ricordo che da ragazzine non facevi che farmi domande su di lui: Thomas quello, Thomas questo! Non parlavi d'altro!Quindi sei ancora fissata con lui! Ma sei sicura? L'hai visto bene?”- le disse ridendo

Mag arrossì imbarazzata. Come sempre Athena aveva il vizio di parlare troppo...

“ Ok ora basta dai...non vedi che la metti in imbarazzo?”

“ Io? E che ho detto?!”

“ Niente va bene...Bella festa!”- recuperò Mag sorridendo

“ sé beh c'è della gente davvero fuori di testa! Mag...Wow...”- sospirò meravigliata- “ Dovremmo uscire insieme qualche volta! Era l'unica femmina simile ad una amica che ricordi ai tempi del liceo! Ti ricordi che secchiona che era?”- disse Athena- “ Era sempre in mezzo ai libri! Quando la sera del ballo ti ho vista senza Tommy sono quasi caduta dalla sedia! Avrei giurato che con tutta la tua tenacia saresti riuscito davvero a fregarlo e invece...”

“ Ok ora basta. Ma quanto hai bevuto?”

“ Bere? Pochissimooooo”- urlò con una vocetta stridula- “ Dove l'hai lasciata quella stronza?”

“ Ti prego non iniziare...”- sospirò il fratello rassegnato

“ Ma che ho detto!”

“ Zio Tommyyyyyyyyyyyyyyyyy!!!”- strillò una voce sottile. Ecco corrergli incontro una bambina. Era una bambina dai codini biondi e le guance paffute:

“ Tobyyyyyyyyyyyyyy!!”- disse lui prendendola in braccio- “ Dai un bel bacione allo zio!”

La piccola lo strinse forte

“ Zio...lo sai che tra sei giorni è anche il mio compleanno? Faccio sei anni!”

“ Già sei? Sei davvero grandissima! Allora presto ti porterò in tour con me così suoneremo insieme!”

“ Sììììììììììì!! Lo sai che mammina mi ha preso la batteria? Lo sai?”

Tommy guardò la sorella che alzò le spalle:

“ Beh? Era ora no?”

“ ma gliela volevo comprare io!”

“ Tu pensa ai tuoi figli piuttosto!”

“ Lo sapevi che gliela volevo prendere io!”

“ Comprale le bacchette!”

“ Gli sfigati regalano solo le bacchette!”

“ Ma quanto scassi il cazzo!”

“ E non dire cazzo davanti a lei!”

“ cazzo!”

“ Smettila!”

“ Cazzo! Cazzo! Cazzo!”

Mag si mise una mano sul viso sospirando. Quei due non sarebbero cresciuti mai!

“ Bambini basta e tu metti giù Toby e vieni con me su andiamoci a fumare una sigaretta”

“ Ma io...”

“ Andiamo!!”

Tommy posò la bambina a terra poi si voltò verso la sorella e si passò l'indice sotto la gola:

“ sei morta!!”

Lei gli fece il medio sorridendo maligna

Camminarono un po' poi Mag si sedette su un lato della strada:

“ Possibile che non cambiate mai voi due?”

“ Non è colpa mia! Athena sapeva che volevo prendergliela io la batteria!”

“ Piagnucoli come un moccioso! Ma ti senti?!”

“ E' sempre la solita!”

Mag sospirò alzandosi:

“ Andiamoci a fare un giro dai, torneremo dopo...”

Lui annuì e le prese la mano. Era piuttosto teso ultimamente e solo con Mag trovava la tranquillità. Camminarono un po' in silenzio, per mano estraniandosi dal mondo, poi lei aggrottò le sopracciglia:

“ Thomas...guai in vista..”

Il ragazzo alzò lo sguardo e vide un flash, uno e poi due e poi tre...in un attimo furono accerchiati dai giornalisti:

“ Una domanda!!!”

“ lasciatemi in pace!”- protestò Tommy prendendo la mano di Mag voltandosi

“ Come ci si sente ad uscire di prigione?”

“ Tu e la Anderson vi rimetterete insieme?”

“ Chi è questa ragazza?”

“ Non hai paura di lui?”

“ Ho detto basta!! Andiamocene Mag!”

“ E' vero che hai picchiato la tua ex moglie?”

Tommy guardò l'amica e la trascinò con sé. Corsero all'impazzata a casa di Athena. Entrarono cercando di riprendere fiato.

“ Che è successo?”- chiese la voce di Athena guardando i due che affannati se ne stavano davanti alla sua porta:

“ Paparazzi...”

Lei scosse la testa passando una birra al fratello:

“ Che ti aspettavi? Un comitato di benvenuto?”

“ Sono stufo! Cazzo!!!”- disse lui mettendosi le mani in viso.

Mag lo guardò tenendosi in disparte. Sapeva che stava male, sapeva l'esperienza della prigione lo aveva segnato, si era sentito tradito e ferito. Sapeva che stava male per i bambini. Era lontano da loro e questo lo feriva.

Avrebbe voluto abbracciarlo forte, ma il fatto che la sorella fosse con lui la convinse ad aspettare.

“ Non voglio che si dicano di me queste cose! Non sono uno che picchia le donne cazzo! E poi non picchierei mai mia moglie o i miei bambini! Non ce la faccio più!”- disse iniziando a singhiozzare.

La bionda lo guardò colpita. Erano anni che non vedeva suo fratello piangere. Odiava quella stronza, la detestava per avergli fatto del male. L'avrebbe presa a calci! Lo abbracciò. Anche questo era un gesto che non facevano quasi più. Ricordava che da piccola ammirava quel fratello forte a cui spesso si aggrappava. Perchè nonostante tutto il mondo la credesse una ragazza dura e insensibile, lei soffriva dentro. Ogni presa in giro, ogni abbandono, ogni delusione era per lei dolorosa e tremenda. Capace di buttarla a terra. Passava ore, nella stanza di Tommy a piangere sul letto abbracciata a lui.

Ora invece, lui aveva bisogno di lei. Glielo doveva.

Fratelli, che grazie alla loro altezza riuscivano sempre a guardarsi negli occhi ora si trovavano stretti in un abbraccio a sfogare il loro dolore.

Mag li osservò da lontano. Quella era la sua famiglia, lo era sempre stata...

 

PERCHè TIRARE FUORI ATHENA? BEH PERCHè è PAZZA! E LA ADORO! CHE DIRE...MI PIACEVA L'IDEA DI INSIERIRE DUE LEE IN UNA FIC!

PS: GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!


 

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Capitolo 8
*** nono ***


“ Piangersi addosso non serve è chiaro? Ora tu alzi il culo da quella sedia ti fai una doccia e insieme penseremo a come riprenderci i bambini!”- disse Athena battendo un pugno sulla mano

Il fratello la guardò scuotendo la testa:

“ Riprendere i bambini? Sicuro! Non le permetterò mai di allontanarli da me! Solo...al momento non vedo come...”

Calò il silenzio. I fratelli stettero zitti a testa bassa per un po' senza sapere che dire. Avevano passato tutto il resto della serata a parlare di quello che era successo.

Tommy le aveva raccontato della prigione, della solitudine e delle due ore rubate con i bambini al luna park.

“ E' stata Mag ad organizzare tutto”

“ Mag...non ti capisco...”

“ Cosa? Cosa non capisci?”

“ Porca puttana si vede che lei sbava per te. Saranno quanto? Vent'anni? Venticinque? Una vita sprecata a correrti dietro e tu niente! Cazzo o è masochista lei o stronzo tu, e a giudicare dai fatti direi entrambe le cose!”

“ Certo che sai sempre tirare su le persone eh?”

“ Dico la verità. Deciditi fratello: o ti metti con lei o dai un taglio a questa storia”

“ Mettermi con...scherzi?”

“ Perchè no, scusa?”

“ No...io...”

“ Non ti piace?”

“ Sì...però...Cambierebbe tutto, la perderei, sicuro! Non sono mai riuscito a tenermi una donna...Non voglio. Lei no...”

La donna rise guardando il fratello:

“ Fai funzionare quel cervello Lee...Non sarebbe male stare con qualcuno che ti ama davvero no?”

Lui si mise le mani in viso e si frizionò la faccia.

“ vado a bermi una birra...vieni?”- chiese la bionda

“ Non posso bere...”

“ E piantala dai! Chi ti vede? Siamo solo tu ed io...”

“ E quattromila paparazzi appostati ovunque solo per rovinarmi la vita!”

“ Come vuoi...Dormi qui stasera è meglio. Tornerai domani a casa”- disse lei andando a prendersi da bere.

Rimase solo. Si alzò e la cercò. Quando la vide addormentata su quel tavolino in giardino sorrise. Accanto a lei una bottiglia di vodka, andava giù pesante la ragazza, pensò.

La guardò: il braccio allungato sul tavolo e il viso su di esso. I capelli scuri sul volto arrossato. Forse Athena non aveva tutti i torti...Avrebbe anche potuto provare a stare con lei, lo amava e lui l'amava a sua volta. Era innegabile questo. Erano almeno venticinque anni che era innamorato di lei, ma aveva sempre allontanato il pensiero per via di quella fottuta paura di perdere tutto.

Lei, che era ancora il suo legame con il passato, quando era solo Thomas Lee, il ragazzino pieno di sogni.

La prese in braccio e la portò in casa. Salì le scale e raggiunse la camera degli ospiti. La sdraiò sul letto, chiuse a chiave e le levò i sandalini. Aveva dei piedi così piccoli...

Si tolse la maglia e si sdraiò con lei.

Mag aprì gli occhi:

“ Sei qui...”- biascicò

“ ..e tu sei ubriaca...”

“ Ho bevuto pochissimo...”

“ Già..”

Mag lo guardò poi avvicinò le labbra alle sue e lo baciò. Tom la corrispose...Dove avrebbe potuto andare se non tra le sue braccia?

Si trovarono a fare l'amore per la seconda volta e Tom si giurò che questa volta sarebbe stato diverso. Non sarebbe scappato più da lei...Lei che era come creta nelle sue mani, che gemeva al suo tocco, lei che profumava di casa, di buono, di ricordi lontani nel tempo. Lei che gli dava la pace nel cuore e nella mente quando tutti portavano solo guerra. Mag bellissima e graffiante, capace di amare e di odiare con tutte le sue forze. Non si sarebbe mai staccato dalle sue gambe che ora lo stringevano in una morsa decisa.

Sarebbe andato con lei ovunque, sino all'inferno...

“ Ti amo...”- le sussurrò. Lei si voltò smarrita. Forse era l'alcol a farle sentire cose che non c'erano. Eppure era così sicura di averlo lì, con lei...

Magari era un altro sogno da cui si sarebbe svegliata presto...

 

Il mattino dopo quando aprì gli occhi si guardò, era nuda...allora forse non era stato un sogno. Si voltò pronta a trovare un letto vuoto e invece eccolo: addormentato a pancia in giù, il suo Tom. Sorrise emozionata. Forse questa volta la vita aveva deciso di sorriderle! Gli si avvicinò dandogli un bacio sulla guancia liscia.

“ Ehi...”- sorrise lui. Poi guardò il viso felice di Mag- “ Che hai da ridere?”

“ Sei qui...allora non sei scappato...”

Lui si sollevò sui gomiti e la guardò:

“ No...non scapperò più..”- disse avvicinandosi a baciarla.

Mag toccò il cielo con un dito. Era felice tra le sue braccia, quella volta ce l'aveva fatta. Perchè loro due erano due facce della stessa medaglia e ora, finalmente, stavano insieme...


 

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Capitolo 9
*** decimo ***


Da quando avevano fatto l'amore il giorno prima, le cose erano cambiate. Tom si era praticamente trasferito da lei.

Le piaceva vederlo mentre con i pantaloni della tuta gironzolava per casa.

Le piaceva entrare in bagno e sentire il profumo del suo dopobarba che amava.

Le piaceva vivere la normalità con lui.

Quella era la prima mattina che passavano insieme. La prima di una nuova meravigliosa vita!

Quando aprì gli occhi lo trovò nudo e addormentato accanto a lei. Non si sarebbe mai abituata al suo viso, né ad averlo vicino.

L'aveva sognato per così tanto tempo...

Si alzò, cercando di non svegliarlo, e andò in cucina. Prese la padella e iniziò a preparare la colazione canticchiando Dream on degli Aerosmith. Adorava quella canzone.

Canticchiò mentre la pancetta sfrigolava nella padella, il profumo svegliò Tom che aprì gli occhi stiracchiandosi. Si sedette sul letto e si passò una mano tra i capelli.

Inspirò quel profumo e sorrise. Una colazione normale, da quanto tempo non ne faceva una! Pam aveva la fissa della linea e preferiva una colazione essenziale priva di grassi. Di solito melone o pompelmo e latte con i cereali.

Aveva mangiato così tanti cereali che al solo pensiero si sentiva la nausea. Odiava i cereali, e allora perchè lo aveva fatto? Perchè amava la 'strega' come Mag la chiamava, e voleva solo farla felice.

Si alzò andando in bagno e facendo pipì. Si guardò intorno: il bagno era pieno di cose. Spazzole, trucchi, fiocchi, pinze. C'era persino un porta sapone sciocco a forma di cane. Mag non era Pam. Non era ossessionata dall'ordine e dalla pulizia. Che poi, per la cronaca, Pam non alzava un dito in casa, ci pensava la domestica a farlo.

Uscì andando verso la cucina. Sorrise vedendo Mag alle prese con le uova. L'abbracciò da dietro e le poggiò il mento sulla spalla.

“ Buongiorno...”

Mag si voltò baciandolo sulla guancia.

“ Vanno bene così le uova? Mi sono accorta che non so come ti piacciono! Ci conosciamo da sempre e non so come mangi le uova!”

“ Così va benissimo. C'è anche la pancetta!”- disse illuminandosi

“ Sì...perchè? Come fai colazione di solito?”

“ Lascia stare...”- sospirò alzando la radio

Mag versò le uova e la pancetta nel piatto, sistemò i pomodori e l'arrosto di tacchino, il pane tostato e il burro di noccioline.

Tom guardò la tavola:

“ Tu Mag sei la donna della mia vita!”- disse soddisfatto

La ragazza sorrise incredula...La sua vocina interiore le diceva di non illudersi ma era tutto inutile...era già in paradiso..

Iniziarono a mangiare:

“ Ho convinto Paggy ad organizzare un altro incontro”
“ Paggy?”

“ La tata dei tuoi figli”

“ Cazzo! Scherzi?”

“ No! Dico davvero! Oggi pomeriggio ce li lascerà di nuovo. La strega non c'è”

Lui la guardò stranito. Avrebbe voluto dirle di smetterla di parlare così di Pam, ma era troppo felice per farlo.

Le prese la mano guardandola negli occhi:

“ Come farei senza di te me lo dici?”

“ Saresti davvero nei guai signor Lee”- sorrise lei baciandolo.

“ Smettila se si sveglia chi sai tu siamo davvero nei guai”

Lei sbarrò gli occhi:

“ Di chi parli?”

Il ragazzo sorrise tirandosi giù i pantaloni:

“ Oh! Ma guarda si è svegliato!”- disse mostrando il suo membro eretto

Lei scoppiò a ridere alzandosi e scappando via ma Tom l'afferrò gettandola sul divano:

“ Piantala!! Lasciamiiiiiiiiiii!!!”

“ Se Wally si mette in testa una cosa...”

“ Wally?!? Lui ha un nome?”

“ Certo!”

“ Sei pazzo!!”

Tom rise maligno si tolse i pantaloni e si strofinò contro Mag che rideva cercando di scappare:

“ Che schifò Tom!!! Bastaaaaaaaa!”

Lui le abbassò gli sciorts ed entrò in lei lasciandola senza fiato:

“ Quando Wally si sveglia non c'è verso di fermarlo”- le sussurrò nell'orecchio. La sua voce uscì roca e tremendamente sexy.

Mag si lasciò andare a quel dolce risveglio che sperò, durasse all'infinito...

_________________________________________________________________________

 

Il mare calmo e un sole caldo accompagnavano quella giornata.

Le urla dei bambini che giocavano in acqua e i sorrisi del loro padre bastavano, a Mag, ad essere felice.

Era riuscita ancora una volta, di nascosto, a fare incontrare a Thomas i suoi figli. Era stata sua l'idea della gita al mare e non aveva sbagliato. I tre si stavano divertendo come pazzi. Era carino vedere Tom alle prese con dei bambini. Inventava sempre qualcosa di nuovo per farli divertire, ora, ad esempio, si stava facendo sotterrare nella sabbia da Brandon e Dylan che ridevano divertiti!

Quella giornata clandestina passò in allegria. Ovviamente furono costretti a portare a casa i bambini un po' prima. Dovevano essere lavati e puliti prima dell'arrivo di quella che Mag simpaticamente chiamava la strega cattiva.

La cosa bella era che Tom le era stato accanto per tutto il pomeriggio, l'aveva baciata e coccolata.

Ora mentre reggeva in braccio un esausto Dylan, la teneva per mano.

Le braccia di Mag invece, sorreggevano un Brandon addormentato.

Salirono in auto e sistemarono i bambini, poi partirono tornando a casa. Al semaforo rosso Tom si voltò verso di lei sorridendole. La baciò con passione sino a che un colpo di clacson li sorprese. L'autista dietro di loro stava gridando furioso e Tommy sorridendo gli fece il medio ripartendo.

“ Sei molto indisciplinato lo sai?”

“ So fare meglio di così...vedrai quando torniamo a casa amore mio...”

Amore mio...l'aveva chiamata amore mio...non avrebbe potuto essere più felice.

Quando arrivarono davanti a casa scesero dall'auto prendendo in braccio i bambini. Tom mise la chiave nella toppa ed entrò. La casa era silenziosa. Cercò con lo sguardo la tata ma non la vide.

Posò Dylan sul divano e la cercò:

“ Peggy! Peggy siamo tornati!”- la chiamò

Quando la porta della cucina si aprì i due sbiancarono. Pamela era davanti a loro. La sua faccia era allucinata. Si voltò a guardare Mag che teneva in braccio Brandon e si precipitò a strapparglielo dalle mani.

“ Questa me la paghi! Ti puoi scordare i bambini adesso!!”- disse acida

Tom strinse i pugni. Aveva una gran voglia di urlare ma cercò di ragionare: se avesse dato di matto gli avrebbe persi davvero e non poteva permetterselo!

“ E' stata lei vero? Sei stata tu stupida puttanella a fare questo! Pensi che non abbia parlato con quella stronza della tua amica?”- disse tagliente.

Tommy guardò l'amica sostenere lo sguardo della bionda. Mag era una brava persona ma orgogliosa e dura come la pietra, non si sarebbe mai lasciata spaventare da lei.

“ Volevo solo vedere i bambini! Ho diritto a stare con loro!”- disse il ragazzo

“ Tu non hai diritto a niente!”

“ Piantala di dargli addosso strega!”- sbottò Mag. Aveva il viso rosso e gli occhi furiosi

“ Fatti i cazzi tuoi!”- ringhiò Pam

Brandon e Dylan iniziarono a piangere per le urla. Tommy tornò indietro a quella sera, quando i poliziotti lo avevano portato via. Non avrebbe permesso che succedesse ancora

“ Piantala di gridare! Spaventi i bambini!”- l'aggredì Mag

“ Non ce la voglio questa puttanella a casa mia!”- disse la bionda guardandola- “ Ti avverto Tommy falla sparire dalla mia vista o giuro che te ne farò pentire!”

Lui sospirò guardando i suoi bambini che singhiozzavano disperati:

“ Va bene...Mag va a casa. Ci vediamo lì..”- disse evitando il suo sguardo

Lei lo guardò incredula:

“ Ma io...”

“ Vai...sta tranquilla...”

Mag lo guardò poi fissò lei. Quanto avrebbe voluto strapparle tutti i capelli in quel momento, ma si trattenne e uscì. Si incamminò verso casa a piedi. Aveva bisogno di prendere aria. Pensò a quella scena. L'aveva mandata via. Forse era giusto così, dovevano chiarire, parlare da soli. Però era preoccupata. Che sarebbe successo adesso?

Intanto in quella casa...

“ Ma bravo! Ingannarmi è il sistema giusto! Sei stato tu o quel genio della tua amichetta a escogitare questa genialata?”

“ Smettila di parlare male di lei. Mag voleva solo aiutarmi”

“ Sì, certo! Lo ha fatto per il suo buon cuore! Quella tipa mi è sempre stata sullo stomaco! Comunque ora vattene! Non voglio più' parlare con te!”

“ Senti...ascoltami. Io amo i miei figli...li voglio con me...non farei mai del male ai bambini...”

“ Non ti credo”- disse lei andandosene ma lui la fermò per un braccio

“ fermati..”

“ Lasciami o chiamo aiuto!”

“ Fermati ho detto!”- disse lui perdendosi negli occhi di Pam. Quella vicinanza scatenò qualcosa in lui.

La bionda prese fiato:

“ AIUT...”- ma si bloccò perchè la bocca di Tommy si posò sulla sua. La bionda si irrigidì, per poi lasciarsi andare a quel contatto. Quando si staccarono lo guardò stupita, poi fu lei a baciarlo lasciandolo senza fiato...

 

WALLYYYYYYYYYYYYYYY ^_^ 

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Capitolo 10
*** undicesimo ***


Erano ore che lo aspettava. La lancetta dei minuti sembrava scorrere lenta mentre l'ansia la colse. Era ormai sera e di Thomas nessuna traccia. Era preoccupata. Chissà se stava bene, e se era finito di nuovo nei guai per quella donna? Se gli fosse successo qualcosa? Sigaretta dopo sigaretta si era ormai fatta mezzanotte.

Si alzò cercando l'agenda. Una stupida agendina vecchia di secoli che teneva nel cassetto per le emergenze. Quando la trovò in fondo ad un mucchio di scartoffie la aprì. Cercò quel numero come una pazza sino a che non lo trovò. Era scritto con il rossetto nero in modo quasi illeggibile. Il perchè lo avesse non lo ricordava affatto ma non aveva importanza. Il telefono squillò a vuoto per più di dieci volte. Poi riattaccò. Sbuffò cercando di calmarsi. Prese di nuovo la cornetta e compose il numero di Athena.

Uno...due squilli...

“ Pronto...”- disse la voce biascicata della donna

“ Sono Mag...”

“ Mag...che vuoi a quest'ora?”

“ Tom...è lì con te?”

“ Mio fratello? No...Perchè? E' nei guai?”

“ Non lo so...non è ancora arrivato”

“ Si sarà fermato a bere qualcosa per rilassarsi...dai stai tranquilla d'accordo?”

“ Ok..Se lo vedi...”

“ ...gli dirò che hai chiamato sta tranquilla”

Riattaccò sospirando. Pensò a dove potesse essere. La risposta era già nella sua mente ma cercò di scacciare quel pensiero.

Attese ancora...Il tempo sembrava essersi fermato. Alla fine esasperata si vestì sbattendo la porta. Prese l'auto e premette sull'acceleratore.

Quando le luci dei fari illuminarono quella casa si fermò. Scese, il cuore batteva all'impazzata...suonò e attese.

Quando la porta si aprì si trovò davanti Pam.

Cercò di darsi un tono:

“ E tu che diavolo fai qui?”- disse la bionda squadrandola

“ Che hai fatto a Tom?!”

“ Scusa?”- disse lei alzando le sopracciglia

“ Tom!! Lo sto aspettando da ore! Se gli hai fatto qualcosa giuro che ti sgonfio quelle mega tette che ti ritrovi!!”

La bionda la guardò ridendo, poi spalancò la porta. Tom era dietro di lei. Mag rimase a fissare l'amico confusa. Lui teneva lo sguardo basso.

Era arrabbiata e molto delusa. Si disse che ci doveva essere una spiegazione e si impose di respirare...

“ Tom...”

“ Che fai qui?”- le chiese quasi indispettito

“ Ti ho aspettato per ore! Ho visto che non tornavi e mi sono preoccupata!”- disse lei gettandosi su di lui cercando un abbraccio che però non arrivò. Alzò lo sguardo su di lui e rimase di sasso...

“ Non c'è nulla da preoccuparsi carina...”- rispose Pam acida

“ Vieni a casa adesso...”- disse ancora a Tom

Thomas la guardò per la prima volta da quando era arrivata lì. Mag lo osservò confusa...poi sbarrò gli occhi:

“ Vuoi restare qui? E' così, vero?”

“ Senti Mag te l'avrei detto...”- iniziò lui

Le lacrime le punsero gli occhi...si sentiva ferita, tradita per la seconda volta in pochi giorni

“ E' successo tutto così in fretta...”

Lo guardò fredda poi scappò via...

Lui non provò nemmeno a fermarla. Guardò Pamela negli occhi e richiuse la porta.

Mag intanto,corse in auto e la lanciò a folle velocità. Le lacrime le appannavano la vista e i singhiozzi non sembravano fermarsi. La strada buia sembrava non avere fine, mentre il cuore le pesava come un macigno. Come aveva potuto...come poteva la vita ferirla in quel modo? Perchè era così sciocca. Era chiaro...chiaro come il sole che per lei non ci sarebbe stato il lieto fine. Avrebbe voluto spaccare tutto, urlare ma si limitò a piangere come una sciocca. Quando la macchina sbandò non se ne accorse neppure. Finì dritta contro un albero. La botta fu forte e l'airbag le esplose davanti alla faccia. Poi...buio...

 

Si svegliò poco dopo. Non sapeva esattamente quanto fosse rimasta lì. Sentiva un dolore alla testa e si toccò la fronte guardando la macchia di sangue spaventata. Aveva battuto la fronte. Per un attimo si guardò intorno per capire la situazione. Poi uscì dall'auto. Faceva davvero freddo...o forse lo sentiva solo lei...

Aveva le gambe deboli e la testa la faceva davvero impazzire. Camminò sulla superstrada augurandosi di trovare un telefono e come per miracolo questo apparve.

Tremando per il freddo si frugò nelle tasche ed estrasse una monetina. Chi chiamare adesso? Non ricordava nessun numero, se non quello di Tom. Ma non poteva né voleva chiamarlo, questo era certo. Si strinse nel spalle poi le sue mani toccarono qualcosa... L'agendina...

Frugò in cerca di quel numero, quello scritto con il rossetto ed eccolo.

Sperò che questa volta fosse in casa...

Lo compose cercando di tenere ferme le mani ma tremava come una foglia..

Pochi squilli...

“ Pronto”- rispose una voce profonda

“ Pr...pront...pronto...sono Mag...”

Silenzio...

“ Mag? Che vuoi?”- chiese stupito

“ Ho..bi...bisogno...di aiuto...la macchina...ho sbattuto...la macchina...la testa mi...mi fa male...ti pr...prego..”

Attese ancora.

Poi, inaspettatamente quella voce chiese:

“ Ok dove sei?”


 

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Capitolo 11
*** dodicesimo ***


Quando vide l'auto sportiva fermarsi davanti a lei le lacrime ricominciarono a scorrerle dagli occhi senza sosta.

La figura imponente di Nikki scese dall'auto guardandola:

“ Cosa è succ...”- non finì nemmeno la frase che Mag si buttò tra le sue braccia esplodendo in un pianto disperato. Lui rimase un attimo fermo poi la strinse a sé lasciandola sfogare.

“ Ssst...va tutto bene adesso...ci sono io...calmati...”- disse alzandole il viso e osservando la ferita alla testa- “ Vieni, sarà meglio andare in ospedale...”

“ No! No voglio solo tornare a casa..”

“ Non se ne parla. Devi farti vedere da un dottore. Coraggio..”

Mag sospirò e si sedette sul sedile del passeggero. Le faceva male tutto e i singhiozzi non ne volevano sapere di fermarsi.

Nikki intanto guardava la strada. Non capiva il perchè quella ragazza avesse cercato lui. Sicuramente aveva litigato con Tommy, era l'unica spiegazione...

Arrivarono in ospedale in pochissimo tempo, l'auto sportiva del moro aveva fatto il suo dovere.

Visitarono Mag e le medicarono le ferite. Per fortuna non era nulla di grave solo una piccola commozione celebrale guaribile in pochi giorni. Risalirono in auto e si diressero all'appartamento di Mag senza una parola.

“ Come stai?”- le chiese Nikki

“ Così...”

“ Se è tutto a posto io andrei..”

Mag lo fissò un attimo poi annuì. Non le aveva fatto nemmeno una domanda su quanto era successo quella sera. Forse non gli importava di lei, o forse aveva capito che parlarne non era quello che Mag voleva fare.

Lei si alzò andando verso la porta ma un capogiro la costrinse a sostenersi al muro:

“ Ehi...stai bene?”

“ Ho avuto solo un capogiro...”

Lui scosse la testa prendendola in braccio e portandola sul divano: rimase scossa nel vederlo togliersi la giacca

“ Che fai?”

“ Resto qui. Non ti lascio sola in queste condizioni”

“ Non ce n'è bisogno”

“ Beh io lo voglio fare ok?!”- le disse duro

Mag piccata sbuffò

“ Ora mi dici perchè hai cercato me? Perchè non il tuo amichetto?”

Lei non rispose restando in silenzio.

“ Allora?”- chiese lui spazientito

“ Senti aveva da fare ok? Non ti obbliga nessuno a stare qui! Quindi puoi anche andartene!”

Nikki la fissò un attimo, poi le si sedette vicino mettendosi la testa tra le mani: non sarebbe mai andato d'accordo con quella ragazza...

“ Era con lei...”

Lui alzò il viso guardandola

“ Con Pam...”

Annuì tenendo lo sguardo basso mentre sentiva un grande peso nel cuore:

“ Ed è per questo che sei andata a schiantarti in quell'albero?”

“ Non l'ho fatto a posta se è questo che pensi”

Rimasero in silenzio, poi Nikki la guardò: il viso tirato e livido e quegli occhi tristi. Questa volta forse Tommy c'era andato davvero pesante con lei.

“ E' già la seconda volta che corro in tuo aiuto! Non prenderci l'abitudine!”- disse incrociando le braccia

“ La seconda? La prima mi hai fatto ubriacare!”

“ Sei tu che ti sei scolata l'intera bottiglia!”

“ Già...se almeno servisse”

In quell'istante qualcuno bussò alla porta. I due si guardarono sorpresi:

“ Maaaaaaaaaaaaaaaag!! Maggieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! Dai aprimi! Non volevo farti incazzare! Dai apriiiiiiiiii!”

Lei guardò Nikki smarrita intimandogli di tacere:

“ Lo so che sei lì!! Dai apriiiiiiiiii!!! Maaaaaaaaaag!! Scusa ok? Perdonami! Non so che mi è preso...La amo capisci? So che è una merda ma la amo!”

Mag abbassò lo sguardo restando in silenzio. Non poteva nemmeno guardarlo. Non voleva guardarlo.

Nikki intanto ribolliva di rabbia. Non si dava una spiegazione del perchè ci tenesse tanto, ma avrebbe voluto spaccare la testa del suo migliore amico. Vedere quella giovane disperata gli faceva rodere dentro.

Si mosse per andare ad aprire ma la mano di Mag lo fermò facendolo voltare sorpreso.

Rimase in piedi, in silenzio, mentre Tommy continuava a strillare:

“ Stronza! Sto solo cercando di chiederti scusa! Non voglio farti star male, ma forse non è il caso di cambiare le cose tra noi. Non può funzionare capisci? Davvero non ci sei? Merda...”- si sentì una botta e poi rumori di passi che si allontanavano.

All'interno del piccolo appartamento i due stavano ancora zitti. Nikki guardò la ragazza, gli occhi lucidi e il respiro affannato

“ Stai piangendo...”

“ Non sto piangendo!”

“ Sì invece”

Lei si toccò il viso e sorprese nel vedere le sue dita bagnate di lacrime. Improvvisamente i singhiozzi aumentarono e in un attimo si trovò stretta al suo peggior nemico...

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