Rosso Sangue

di sugar2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un biglietto speciale ***
Capitolo 2: *** Quel dannato muretto! ***
Capitolo 3: *** Il momento tanto atteso ***
Capitolo 4: *** New Style ***
Capitolo 5: *** L'attimo svanisce ***



Capitolo 1
*** Un biglietto speciale ***


<< Alex muoviti o faremo tardi a scuola! >> mi disse Laura, era la mia migliore amica e gli volevo bene ma la odiavo quando faceva così, ma non ci posso fare niente se lei è molto e dico MOLTO ordinata e puntuale, ma io non ero come lei… infatti mentre correvo per raggiungerla mi muovevo come un elefante in una gioielleria. Arrivati davanti al cancello della scuola appena suonò la campanella Laura entrò nel panico << oh no! La campanella è suonata entriamo muoviti o faremo tardi! >> lei quando si parlava di ritardo diventava paranoica ma io ancora un po’ stordita dal suono della campanella che avevo praticamente nell’orecchio, con la mia calma la seguii. Appena aprii il mio armadietto cadde per terra un bigliettino rosa a forma di cuore, inizialmente pensai che fosse stato Mirko, un ragazzo della mia classe che non la smette mai di inviarmi bigliettini pieni di smancerie che a me danno sui nervi… ma… in questo bigliettino c’era scritto: “Dolce Alexandra Non ti dirò chi sono, ti dirò soltanto che ti aspetto dietro al muretto nel cortile oggi alla ricreazione, ti devo parlare.” Appena finito di leggere arrossii come un peperone e subito arrivò Noemi << Ma guarda un po’ Alexandra ha ricevuto una lettera dal suo “presunto” ammiratore segreto! >> e dopo sussurrò alle sue “amiche” << secondo me se lo è inventato >> ed in un secondo tutta la scuola credeva alla sciocchezza che lei aveva divulgato, in quel momento mi veniva da strozzarla davanti alle sue due “amiche” che ridacchiavano come due gallinacce stridule, ma, dato che stavo ritardando alla lezione di gastronomia la lasciai stare, posai il biglietto nel mio armadietto e presi il ricettario di cucina e mi avviai verso l’aula di cucina per iniziare il corso. Davanti alla porta dell’aula poco prima di entrare notai un ragazzo che non avevo mai visto in questa scuola allora subito dopo pensai… quel ragazzo è davvero sexy! Lui era alto, occhi verdi uniti al blu con dei contorni castani, devo ammettere che aveva degli occhi bellissimi insieme a dei capelli marrone chiaro con delle ciocche biondo scuro, e mentre sognavo ad occhi aperti io e lui sulla riva di una spiaggia a sorseggiare un buon succo di cocco, Laura mi “svegliò” << Alex! ALEX! >> ed io con la mia solita delicatezza << che cavolo vuoi? >> e lei con una faccia da cucciolo che avrebbe fatto pena pure al professore di matematica mi disse << calma, ti volevo solo dire che dobbiamo entrare in classe >> ed in quel momento oltre a sentirmi in colpa per avergli risposto male mi accorsi che ero rimasta a fissare il ragazzo “sexy” davanti alla porta tutto il tempo, e tanto per cambiare feci pure una cosiddetta “figura di cacca” (per non dire un'altra cosa), allora cercando di far capire che ero una persona normale e non una pazza che appena vede un bel ragazzo inizia a fantasticare restando ferma come un pesce lesso a fissarlo con gli occhi persi nel vuoto, entrai in classe e la professoressa mi guardava con gli occhi storti ma io feci finta di nulla e andai davanti al fornello per iniziare la lezione. Anche se io adoro gastronomia, mentre la professoressa parlava non smettevo di pensare a quel biglietto e a chi me lo avesse scritto, pensai subito che me la avesse scritta il ragazzo “sexy” ma poi notai che mi fissava guardandomi male, come se gli avessi ucciso il cane, ma questo non mi vietava di poter fantasticare su me e lui; ma proprio sul punto di baciarci, la professoressa guardandomi come se già sapesse che non le avrei saputo rispondere mi chiese:<< Alexandra, vuoi dirmi cosa ho appena finito di spiegare e prendi la pagina dove c’è la ricetta che vi ho appena detto di cucinare!>> ed io con gli occhi da cucciolo bastonato le risposi << scusi professoressa… >> presi la pagina con la ricetta. Ho fatto due figure di cacca in meno di un ora… dev’essere un nuovo record

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Capitolo 2
*** Quel dannato muretto! ***


<< Finalmente è arrivata la ricreazione! >> dissi a Laura affondando i denti nel mio tanto atteso panino, << cerca di non ingozzarti troppo >> mi disse Laura dando un piccolo morso, come un uccellino, al suo biscotto ovviamente integrale, lei mi dice sempre “mi devo mantenere in forma” ed io ogni volta le ribatto “MA SE SEI UNO STECCO SECCO!!!!!” , mi da’ sui nervi quando dice che è grassa oppure che non deve mangiare schifezze, comunque, io ero molto eccitata alla idea di vedere chi mi aveva scritto quel biglietto ma cercai di non farlo notare, sennò sembravo una single disperata e bisognosa di un fidanzato, lo ero in realtà ma non mi piaceva che si capisse. Appena finii di mangiare il panino, mi recai in cortile per andare dietro a questo dannato muretto che mi divideva dal mio ammiratore segreto, prendendo tutto il coraggio possibile mi avviai verso il muretto, mentre camminavo come se volessi fare una rapina in banca mi feci una lista mentale di tutti i ragazzi della mia classe ed andavo ad eliminatoria, ma quando dovevo scegliere fra Mirko e il ragazzo “sexy” non ebbi il tempo di fare l’eliminatoria fra loro due che ero già arrivata davanti al muretto e a quel punto lasciai perdere la lista e andai dietro al muretto… << e tu che ci fai qui?!!! >> << Alex calmati >> << no, non mi calmo!!! Perché mi hai scritto quel biglietto cosa vuoi ancora da me ti ho già detto di lasciarmi in pace Mirko! >> << lo so, ma ti devo parlare >> << ma è impossibile che me lo hai scritto tu il biglietto, la tua scrittura è diversa come hai fatto?! >> << facile! Ho chiesto ad un mio amico di scriverla lui per me >> << IO TI ODIO!!! >> e dopo queste semplici parole con le lacrime agli occhi senza sentire altro corsi verso il laboratorio di chimica per la prossima lezione dove li vicino incontrai Laura che appena mi vide con aria preoccupata da buona amica mi chiese << Oddio Alexandra che ti è successo? Non ti è piaciuto vedere il tuo ammiratore segreto? >> ed io asciugandomi le lacrime le dissi << Non era lui! >> << scusa ma “lui” chi? >> << come chi?! LUI>> e poi le sussurrai << il ragazzo “sexy” >> e lei rimase sconvolta, non ebbi neanche il tempo di raccontare che suonò la campanella e allora lei, entrando nuovamente nel panico mi disse << scusa, mi racconti dopo, ora volo al corso di Storia, ciao! >> ed in meno di un secondo scappò via facendomi sentire più sola che mai. Dato che la campanella era suonata entrai nell'aula per iniziare il corso di chimica, mi sentivo sempre sola quando non c’era Laura a fare i corsi con me ma oggi particolarmente, con tristezza ed il muso più lungo di quello di un cavallo presi il libro con le formule ed iniziai a mettere gli ingredienti nel pentolino. Finita finalmente la scuola, dopo i corsi di chimica e di biologia (oggi ci avevano fatto vedere come si seziona una rana) tornai a casa in pulmino, ma la cosa peggiore è che Laura andava a piedi, quando stavo per salire sul pulmino un ragazzo mi diede uno spintone per entrare prima di me, ed io sbraitando gli dissi << no prego passa pure… tanto mi hai semplicemente fatta cadere dalle scale ma tranquillo sto bene!!! >>, il ragazzo si girò e con un sorrisino mi disse in modo dolce << scusa, non ti avevo vista, comunque io mi chiamo William >> in quel momento mi accorsi che quello era il ragazzo “sexy” e che mi stava porgendo la mano per farmi alzare da terra, in quel momento mi sentivo una principessa e lui era il mio principe poi mi accorsi che avevo gli occhi che luccicavano e credo anche di avergli sbavato un po’ sulla mano mentre che lo fissavo intensamente, molto intensamente, troppo intensamente, credo di farlo sentire leggermente a disagio, allora mi risvegliai dal mio “sogno” e dopo essermi alzata, mi andai a sedere nel primo posto libero che trovavo, in quel momento volevo sprofondare per terra.

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Capitolo 3
*** Il momento tanto atteso ***


Mentre ero sul pulmino accanto a me c’era un ragazzo con gli occhiali che non la smetteva di guardarmi con tutto il muco che gli scendeva dal naso, ammetto che non era uno bello spettacolo, così cercavo di ignorarlo e guardavo fuori dal finestrino che purtroppo non si poteva aprire e quindi dovetti sopportare la sua puzza orribile e la cosa peggiore era che tutti i posti erano occupati e quindi o stavo li e sopportavo a questa fabbrica di moccio oppure scendevo dal pulmino e mi facevo circa 40 metri a piedi, la decisione era ovvia, chiamai a Laura ma non mi rispose, ma dato che la conoscevo molto bene la chiamai ad un altro suo numero, (per lei era “segreto” ma in realtà lo sapeva tutta la scuola) a quello rispondeva sempre << Pronto? >> << Pronto Laura sono Alex >> << Oh ciao Alex! Come mai mi chiami a questo numero? >> << Secondo te?! Se non mi rispondi all’altro telefono è ovvio che ti chiamo a questo! >> le dissi con tono di rimprovero << Oh scusa non lo avevo sentito suonare >>mi rispose menefreghista << si certo come no… comunque ti ho telefonato per chiederti un passaggio >> << ok dove sei? >> << aspetta che glielo chiedo a Pippo >> (Pippo era il nome dell’autista), << Pippo dove siamo???? >> e lui con il suo vocione da orco delle foreste mi rispose << Siamo in Via Argentino terzo >> << ok grazie! >> << allora sono in Via… >> non ebbi il tempo di finire che Laura mi disse:<< si ho sentito, comunque ti raggiungo là con mio padre, tu intanto scendi >> << ok grazie, mi hai salvato dalla fabbrica di moccio >> << da che cosa? >> << niente lascia stare >> << ok…Comunque aspettami davanti alla fermata dell’autobus, sto arrivando >> << ok ciao! >> << ciao! >> Feci un sospiro di sollievo e con molta felicità chiesi a Pippo << Puoi farmi scendere qua Pippo, grazie; sta per arrivare la mia amica Laura >> e lui con un grugnito annuì e mi aprì le porte… Mentre passavo per il corridoio si sentii una voce dolce salutarmi:<< Ciao Alexandra >> io mi girai e vidi William che mi salutava ma feci finta di nulla e scesi dal pulmino, rimanendo sola davanti alla fermata dell’autobus. Qualche minuto dopo vidi una punto azzurra fermarsi davanti a me, era Laura con suo padre<< Ciao!!!Grazie ancora per il passaggio >>le dissi felicissima di vederli << Figurati! E comunque ancora non sei nemmeno salita in macchina! >> disse il padre di Laura ridendo per la sua battuta, ma Laura guardandolo male lo bloccò << Papà… non faceva ridere >> << ok… >>mormorò il padre della mia amica, dopodiché Laura con un enorme sorriso mi prese per un braccio << Vieni! Sali in macchina !>> disse tirandomi verso l’auto ma, dato che io ero sul marciapiede e quindi lo sportello era più basso, mi fece sbattere la testa. Lei quando era molto felice diventava molto… come dire… agitata, forse un po’ troppo, comunque, una volta arrivata davanti a casa mia trovai mia madre fuori dalla porta con un cucchiaio di legno in mano che mi guardava come se le avessi rotto il suo vaso preferito, ma Laura con discrezione mi fece scendere e se ne scappò via senza nemmeno salutarmi. << Ciao mamma >> le dissi con molto, ma MOLTO coraggio con la faccia impaurita come se stesse per picchiarmi << Alexandra Margarita Iris, quante volte te lo devo dire di non farti accompagnare da Laura! Spiegami perché questa volta ti sei fatta accompagnare!!! >>mi rimproverò lei urlandomi praticamente nell’orecchio mi disse << Alexandra Margarita Iris, quante volte te lo devo dire di non farti accompagnare da Laura! Spiegami perché questa volta ti sei fatta accompagnare!!! >> io non ebbi neanche il tempo di aprire bocca che subito urlò nuovamente << Ansi non me lo dire che è meglio, sali in camera tua! E che non succeda di nuovo, io pago il pulmino per farti accompagnare e non per lasciarti a metà strada perché c’è l’amichetta che ti riaccompagna a casa soltanto perché magari ti danno fastidio i colori del sedile! >> Decisi di non ribattere dato che sapevo che sarebbe finita male e, a testa bassa, me ne salii in camera dove lì accesi il mio PC portatile rosa e vidi che avevo una nuova e-mail, allora mi affrettai ad aprirla e trovai una stampa di un volantino inviato da una certa Miss Perfect, parlava di un nuovo progetto in cui era coinvolta pure la mia scuola: il progetto di teatro. Mi è sempre piaciuto recitare, così il giorno dopo tutta convinta e piena di me decisi di andare ad iscrivermi. Durante l’intervallo mi accorsi dello stesso volantino attaccato ad una colonna del cortile con sotto uno spazio vuoto per le firme, mi avvicinai e fra le varie firme mi accorsi che c’era pure quella di William e, d’istinto, presi la penna che penzolava attaccata ad un filo e firmai, da quel momento mi vennero dei brividi lungo la spina dorsale, mi sentivo osservata, allora mi girai di scatto e vidi in lontananza Mirko che continuava a studiarmi. Non ero di buon umore data la litigata di mia madre il giorno prima così mi avvicinai facendo quasi dei buchi per terra da quanto sbattevo i piedi e tutta arrabbiata gli andai incontro << Senti tu! Che cavolo vuoi?! Che cosa hai tanto da fissarmi?! Capisco di piacerti ma non c’è bisogno che mi studi ogni volta che mi vedi, mi dà sui nervi! >> lui si scostò i suoi capelli biondi dal viso e sorrise << Ok, calma dolcezza >>se ne uscì facendomi andare su tutte le furie. Credo che se fosse stato possibile, di quanto ero arrabbiata mi sarebbe uscito il fumo dalle orecchie. tutti gli studenti fuori in cortile mi guardavano con gli occhi fuori dalle orbite, come se nessuno avesse mai avuto una giornata NO, ma io li lasciai perdere e tornai al volantino. C’era scritto che ogni sabato, cioè oggi, alle 17:00 dovevamo andare al teatro della scuola per fare i provini e vedere se eravamo “all’altezza” del progetto “TEATRO NELLE SCUOLE”, mi promisi che mi sarei messa subito d’impegno. Mi accorsi che non avevo mangiato niente ed ero stata tutta la pausa pranzo a dare retta a Mirko che faceva il deficiente e a pensare se iscrivermi o no, così presa dalla fretta andai a prendermi la mia beata mela dal mio armadietto e, mentre che la mordevo con gusto, arrivò Laura dicendomi << stai ancora mangiando??? >> << lunga storia, lascia stare >>gli dissi con un pezzo di mela in bocca. Lei fece una faccia come per dire “ ok, se lo dici tu”, dopo mi si avvicinò William e con aria dolce (o almeno così sembrava dato che aveva una faccia così carina che sembrava sempre dolce e gentile… vorrei avere io la sua faccia, almeno sarei semplicemente F-A-N-T-A-S-T-I-C-A) mi disse << Ciao Alexandra, hai sentito parlare di questo nuovo progetto TEATRO NELLE SCUOLE >> << Si, mi sembra una buona trovata >>risposi cercando di mantenere la calma << si pure secondo me, infatti mi sono già iscritto >> << Davvero?! Pure io! >> feci io con la faccia meravigliata (o almeno così doveva sembrare) << ok… allora ci vediamo là >>disse lui con una faccia tipo “esci da questo corpo” e se ne andò. In quel momento volevo sotterrarmi viva ma non trovavo la pala perciò lasciai perdere… Ero molto eccitata all’idea che facessimo tetro insieme e non vedevo l’ora che fossero le 17:00. Appena uscita da scuola salii sul vecchio catorcio che tutti adoravano chiamare pulmino, e mi ritrovai William seduto da solo che guardava fuori dal finestrino, in quel momento pensai , così mi sedetti accanto a lui perché sennò credo che gli sarei caduta tra le braccia come una patata lessa per quanto mi tramavano le gambe per l’emozione, così più impaziente che mai di una sua parola aspettai con estremo imbarazzo per qualche minuto, fino a quando mi stufai e gli dissi << Ehi>> e lui rispose << Ciao… >> io a quelle sue parole mi si illuminarono gli occhi ed io gli chiesi << Scusa la domanda ma come mai prendi questo catorcio, volevo dire pulmino, per tornare a casa? >> e lui con voce come al solito gentile ma che nascondeva tristezza mi disse << Perché mia mamma sta avendo problemi a lavoro perciò sto cercando di risparmiare >> quando lo guardai lui era triste, mi veniva da abbracciarlo, ma cercai di resistere e gli dissi << ma scusa… tuo padre non ha un lavoro? >> e lui con la testa che guardava il pavimento del pulmino mi disse << veramente… mio padre se ne andò via di casa quando avevo tre anni, perciò vivo solo con mia madre… lei è la cosa più importante per me >>, io in quel momento non riuscii a trattenermi e lo abbracciai dicendo << mi dispiace... >> lui senza dire nulla mi abbracciò, io in quel momento stavo morendo, mi sentivo volare. Per tutta la durata del viaggio ci siamo messi a parlare, a scherzare… abbiamo finalmente stretto amicizia, ed io ero la persona più felice del mondo.

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Capitolo 4
*** New Style ***


Appena tornai a casa, salutai mia mamma, e con molta fretta presi il telefono di casa e, chiudendomi in camera mia, chiamai subito Laura… Dopo una paziente attesa, perché ogni volta che chiamavi Laura a casa, rispondevano quando facevi la terza chiamata, perché sennò potrebbe essere uno stolker (secondo loro), anche se questa teoria non aveva senso, comunque, appena risposero al telefono c’era suo padre << Salve signor Conti, cerco Laura è in casa? >> (so che ha un cognome molto strano, ma dicono che sia italiano) e lui con la sua solita voce da troll delle caverne mi disse << si… te la passo subito >> << ok, la ringrazio >> Dopo un sottofondo pieno di urla << Laura!!! >>…<< che c’è?! >>…<< C’è Alexandra al telefono >> dopo queste parole si sentì una corsa, ed al telefono rispose Laura con il fiatone << Eccomi… Ciao come mai mi hai chiamato? >> ed io gli risposi << è successa una cosa incredibile… >> << dai!! Continua non farmi rimanere sulle spine!!! >>mi disse impaziente << ahahah ora soffrirai per un po’,ti dirò tutto dopo… muahahah >> << FAI SCHIFO! >> mi disse spazientita << ok… ti racconto… >>gli dissi sentendomi molto realizzata, e così gli raccontai tutto, anche se questa mia scelta mia ha portato alla perdita di udito dell’orecchio destro di quanto urlava di ogni minima cosa… scherzavo, per fortuna non ho perso nulla. Appena ebbi finito lei mi disse subito << Ok, perfetto… ho deciso… tu avrai un cambio di look! >> ed io con voce molto sarcastica le dissi << come mai questa STUPENDA idea…? >> e lei rispose << No guarda, più che altro ascolta, sto leggendo una rivista >> << Ah ecco perché…già non mi piace>>le dissi interrompendola <> in questo momento la mia migliore amica era diventata uno spot pubblicitario, io cercando di non rispondergli male gli dissi << ascolta… cara, bellissima, stupenda Laura, io non cambierò mai per un ragazzo… >> e lei con voce eloquente mi disse <> << guarda che lui è sempre un ragazzo >> le dissi. <> << Ah… ora sì che cambio idea >> << DAI! >>mi disse lei molto seccata <> << dopo cosa? >>mi chiese << niente… lascia stare >> <> Ok, ora cos’era diventata, una specie di investigatore segreto? Certe volte non la capisco… << secondo me ti vedi troppi film… comunque quando ci incontriamo per ‘’cambiare il mio look’’? >> << che ne dici di domani? Ci facciamo una passeggiata per negozi e scegliamo il novo look adatto a te! Al posto del tuo solito look da maschiaccio >> mi disse lei molto contenta << ok… ma comunque io non ho un look da maschiaccio >> le dissi imbarazzata << si si certo ne parliamo domani a scuola ok? Comunque ora devo andare sta per iniziare il mio show televisivo preferito… CIAO! >> mi disse in modo menefreghista chiudendomi il telefono in faccia, non ebbi nemmeno il tempo di dirle ciao, ma la cosa non mi stupì più di tanto dato che quando si parlava del suo show preferito impazziva, perciò dopo che posai il telefono scesi sotto, apparecchiai e pranzai con mia madre e mio padre, ancora un po’ scosso per il ritorno brusco per colpa della strada piena di buchi, mentre loro parlavano delle solite cose tipo politica, io pensavo a William e a quanto era triste la sua storia… e soprattutto pensavo a quell’abbraccio che mi sembrò durare un eternità. Mentre ero immersa nei miei pensieri, mi ricordai che alle 17:00 avevo il provino, così interruppi la discussione di mia madre con mio padre << Mamma! Mi sono ricordata che oggi alle 17:00 ho il provino del progetto di teatro! >> << Ah ok allora chiama Pippo per chiedergli un passaggio, e digli che se non è gratis di lasciar perdere >> disse mia madre con il solito tono menefreghista che aveva quando si parlava di progetti scolastici <> dopodiché continuarono la loro discussione ed io mi immersi nuovamente nei miei pensieri. Finito il pranzo mi alzai e chiamai Pippo, l’autista del pulmino, al cellulare perché lui non era mai a casa; era grasso, pelato e puzzava, per questo mangiava sempre fuori, i suoi genitori erano tutti e due morti, era figlio unico, non era sposato e non aveva figli, perciò a casa stava solo quando doveva dormire. << Pronto Pippo >> << Che c’è Alexandra? >> mi rispose lui con la sua solita voce da troll delle foreste << Volevo chiederti un passaggio, gratis ovviamente, alle 17:00 >> << Dove? >> mi disse sbuffando << Alla mia scuola >> << Va bene… >> mi disse sbuffando nuovamente, era molto tirchio in fatto di soldi, ma dato che lo conoscevo da tanto qualche volta mi faceva sconti o mi accompagnava da qualche parte gratis << ok, grazie mille! >> gli risposi con voce entusiasta. Andai da mia madre a riferirle la notizia << Mamma stai tranquilla che oggi mi accompagna Pippo a scuola. Ok? >> << Va bene tesoro >> mi rispose con poco interesse << Per te papà va bene? >> mi rivolsi a mio padre << Certo >> mi rispose con altrettanto disinteresse << Ah, se per voi va bene, mi suicido pure; ok? >> << Certo tesoro >> risposero i miei genitori con un coro inquietante Ed io insoddisfatta me ne andai sbuffando in camera mia. Mentre ero sdraiata sul mio letto e continuavo a lanciare la pallina contro il muro guardai l’orologio e mi accorsi che dovevo andare da Laura! Allora mi misi le scarpe e uscii dal portone e chiamai a Pippo << Pronto Pippo dove sei?! >> gli dissi con tono severo << Si, scusami ho avuto un contrattempo… sto arrivando >> disse come se gli stessi puntando una pistola in testa (che poi era impossibile per telefono, ma vabbè…) << ok tranquillo, in fondo mi stai facendo un favore >> gli dissi << ok sto arrivando >> disse con la sua solita voce da orco. Dopo circa 10 minuti arrivò di fronte a casa mia ( tempo record per un fannullone come lui ) ed io strafelice salutai i miei genitori e salii nel pulmino. Durante il viaggio, notai un ragazzo agli ultimi posti, con il cappuccio e le cuffie nelle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto, quasi non si riusciva a vedere nemmeno il viso, era strano , anche un po’ inquietante , l’unica cosa che si riusciva a capire di lui era cha aveva circa la mia età , forse un po’ più grande… Comunque sia non lo avevo mai visto in questo pulmino e neanche a scuola, chissà che faceva tutto solo qui… << Lui è mio nipote, si chiama Caleb >> mi disse Pippo, notando che stavo fissando quel ragazzo con sguardo interrogativo << Piacere di conoscerti, io mi chiamo Alexandra >> dissi rivolgendomi a Caleb con il miglior sorriso che potevo fare… A quanto pare lo dovevo migliorare dato che non aveva mosso un muscolo, neanche un saluto o un “ciao”… Ma decisi di non rifletterci troppo perché ora dovevo concentrarmi su come potevo modificare il mio look, e come fare per poter parlare in modo più normale in presenza di William e soprattutto a imparare a recitare! Mi ero quasi dimenticata che non sapevo recitare e che mi ero iscritta solo perché c’era pure lui… Cavolo… “Sono fregata”. Eravamo arrivati finalmente, questo tizio non lo sopportavo più… non mi aveva rivolto nemmeno una parola per tutto il viaggio! Davanti al cancello della scuola c’era William che mi salutava con la mano, credo di essere diventata tutta rossa… Io scesi dal pulmino e andai in contro a William, ma lui era strano… Sembrava che gli fossi d’intralcio, perché cercava di oltrepassarmi con lo sguardo…

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Capitolo 5
*** L'attimo svanisce ***


Mi avvicinai sempre di più… Ma lui non mi aveva neanche guardata negli occhi, quando gli passai accanto non riuscii a trattenermi dal girami verso di lui, e lo vidi, vidi William andare in contro ad una ragazza, dai capelli rossi, lentiggini e occhi verdi, ed io con i miei capelli neri spenti e gli occhi grigi nel vederla mi sentii una nullità (perché in effetti lo ero, paragonandomi a quella ragazza perfino io sceglierei lei a me), riuscii a trattenere le lacrime guardando William abbracciare alla rossa lentigginosa, allora mi volto e vado verso il portone della scuola e non riesco a smettere di pensare a come mi sento ridicola. Entro a scuola e vado verso la sala teatro dove lì ci sta un signore sulla cinquantina, capelli bianchi che ci attende con un caloroso sorriso, c’era già mezzo teatro pieno, tra i posti a sedere noto Caleb (non sapevo fosse sceso con me… forse ero troppo intenta a guardare William e quella lì) dato che è l’unica faccia più familiare che conosco (e pure lui era solo) decido di sedermi vicino a lui <> gli dissi con il miglior sorriso che riuscii a fare in quel momento, lui si tolse le cuffiette dalle orecchie <> dice togliendosi il cappuccio della felpa grigia mentre mi guarda dritto negli occhi (in quel momento notai la bellezza dei suoi occhi verdi che trasmettevano serenità) <> rispondo <> <> gli dico, spero solo di non infastidirlo <> <> <> disse e fece gesto per mettersi le cuffiette ma io lo interruppi fermandolo con un braccio, lui si girò di scatto <> mi disse quasi urlando, io riavvicinai il braccio <> lui mi interruppe <> disse in tono severo ma più basso rispetto a prima, lui si rimise le cuffie e io rabbrividii, decido di andarmene perché Caleb era troppo inquietante, mi misi due file più avanti accanto ad una ragazza bionda con i capelli corti a maschietto (devo dire che le donavano) magra; mentre la squadravo dalla testa ai piedi lei si girò <> dice confusa <> rispondo e mi giro imbarazzata. Che figura… Alla fine del corso decido di aspettare Pippo fuori. << Ehi scusa per prima, è solo che non sto passando un bel periodo >> dice una voce alle mie spalle, è Caleb << Oh, non fa niente, non preoccuparti. Stai aspettando anche tu Pippo? >> << Si, ti va’ di aspettarlo insieme? >> chiede un po’ impacciato il ragazzo dagli occhi smeraldo << Certo >> rispondo sorridente, mi fa piacere che me lo abbia chiesto, sembra un tipo simpatico Ci sediamo su una panchina << Ehm… Come va’? >> << Bene… A te? >> << Ci sono stati momenti migliori >> risponde un po’ rattristato << Cos’è successo? >> << Una lunga storia… >> << Hm capisco… Speriamo che tutto si risolva >> gli sorrido sperando di farlo sentire meglio << Speriamo >> dice abbozzando un sorriso << Ehi ragazzi scusate il ritardo >> dice Pippo aprendo le porte << Non fa niente, in fondo non mi sono annoiato >> risponde Caleb guardandomi Saliamo sul pulmino, ma lui ritornò alla sua vecchia postazione con le cuffiette alle orecchie. Un po’ mi è dispiaciuto, speravo di scambiarci altre due chiacchiere, però non posso pretendere di essere amica di qualcuno che ho appena conosciuto.

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