Before You Met Me

di ElloDoctor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


ANGOLO DELLA TRADUTTRICE

Eccomi qui con una nuova traduzione! Ho ricevuto il permesso della cara ElloDoctor di tradurre questa long davvero adorabile che ho letto un po’ di tempo fa. L’ho chiesto perché ho pensato di voler fare conoscere anche a voi questa storia adorabile! Sono quindici capitoli epilogo incluso, quindi è già conclusa a differenza di altre traduzioni che sto portando avanti. E’ una traduzione anche più leggera rispetto ad altre quindi non mi porterà via troppo tempo. Vi riporto anche gli angoli dell’autrice di ElloDoctor, ma voi considerate, chiaramente che sono i suoi dell’epoca.
Nel caso in cui doveste lasciare un commento, mi preoccuperò di tradurli e riportarli all’autrice :3
Grazie mille per aver deciso di cominciare a leggere questa storia ed eventualmente se deciderete di seguirla o commentarla!
A presto,
xoxo RenoLover <3
PS: grazie ad Athena14
per aver riletto <3
 

Poster dal PDF di http://dannyseguel.tumblr.com/

 
ElloDoctor

Eheheh sono proprio immersa nel Kurtbastian in questo periodo, quindi dovevo scrivere una fan fiction per soddisfarmi ahah :) Non è molto concentrata solo sul Kurtbastian all’inizio perché ci sarà uno sviluppo progressivo.
I commenti significherebbero tanto!

x

 
CAPITOLO 1
Link al capitolo originale: http://www.fanfiction.net/s/7977293/1/Before-you-met-me

 
Kurt prese un respiro profondo mentre si aggiustava la borsa a tracolla. Le scale ed il corridoio intorno a lui erano pieni zeppi di ragazzi rumorosi che indossavano una giacca scura e che non stavano assolutamente prestando attenzione a lui. Pensò che fosse un’ottima cosa, visto che non voleva assolutamente essere squalificato dalle Provinciali perché aveva fatto la spia e non era neanche certo del fatto che i ragazzi della Dalton non lo avrebbero maltrattato un po’ prima di cacciarlo o farlo squalificare. Kurt deglutì nervoso a quel pensiero, considerando già l’idea di tornare in macchina e guidare fino a Lima prima di riuscire neanche a conoscere un membro degli Usignoli. Ma ha passato così tanto tempo per lavorare alla sua divisa in stile Dalton, e poi, se fosse andato via in quel momento, sicuramente i ragazzi si sarebbero arrabbiati con lui perché non aveva scoperto praticamente nulla.
 
“Fatti coraggio,” sussurrò a se stesso, sperando di non star compiendo un errore fatale, e picchiettò con la mano sulla spalla dello studente più vicino, parlando con una voce appena stridula. “Uhm, scusa.”
 
Il ragazzo si voltò e Kurt fu compiaciuto nel notare che era davvero di bell’aspetto, capelli morbidi e castani, e tratti stupendi che agitarono un po’ Kurt dentro. Questo finché il ragazzo non aprì la bocca.
 
“Posso aiutarti?” Il suo tono di voce era arrogante e seccato mentre analizzava Kurt con lo sguardo.
 
Bene. Kurt contrattaccò subito l’espressione dell’altro ragazzo con uno dei suoi sguardi omicidi. “Sì, potresti in realtà.”
 
Lo studente sollevò un sopracciglio, ma allungò una mano a Kurt. “Sebastian Smythe.”
 
Nonostante si sentisse un po’ timoroso, Kurt la strinse. “Kurt Hummel.”
 
“Come posso esserti d’aiuto, Kurt Hummel?” Gli fece Sebastian, sembrando comunque ancora seccato.
 
“Beh. Sono nuovo qui e non-” cominciò Kurt, guardandosi intorno, verso la scala a chiocciola.
 
“Ferma.”
 
Kurt mosse rapidamente la testa per guardare di nuovo Sebastian direttamente. “Cosa?”
 
“Non sei nuovo, puoi piantarla con questa scenata.”
 
Kurt sentì il sangue affluirgli al volto mentre il ragazzo continuava.
 
“Lo so perché, prima di tutto, anche io sono nuovo e non c’eri all’orientamento-” Kurt maledisse silenziosamente la sua sfortuna. “-e poi perché, nonostante il tuo tentativo di imitare la divisa sia ammirevole, non indossi il blazer e nessuno dimentica il blazer.” Terminò Sebastian, con un ghigno soddisfatto, mentre si poggiava al corrimano delle scale.
 
“Ehm …” Kurt tentò di controllare il proprio respiro, strofinandosi i palmi sudati contro la giacca, tentando di trovare una risposta che non lo mettesse nei guai.
 
L’altro ragazzo doveva star notando perfettamente il modo in cui il volto di Kurt si contraeva rivelando la sua battaglia interiore, perché continuò a parlare. “Uh, sapevo di averci preso, sei … una spia?”
 
Kurt abbassò lo sguardo in direzione dei propri piedi, tentando ancora di trovare una spiegazione credibile da fornirgli.
 
“Interessante,” stava chiaramente interpretando il silenzio di Kurt come un sì.
 
Kurt mosse la testa per guardare Sebastian, che era ancora lì e lo fissava con un misto di interesse ed arroganza.
 
“Quindi? Hai intenzione di prendermi a pugni?” Kurt odiò il tono spaventato con cui quelle parole vennero fuori dalla sua bocca.
 
“Cosa? No!” Fu però sollevato dalla sincerità nitida nella voce dell’altro ragazzo. “Suppongo tu sia qui per ascoltare gli Usignoli, giusto?”
 
Kurt annuì con decisione e rimosse lo sguardo da lui.
 
“Bene, vuoi che ti porti all’aula canto dove gli Usignoli si stanno preparando per una performance?” Suonò nuovamente seccato Sebastian, picchiettando con le dita sul corrimano.
 
Kurt gli dedicò uno sguardo interrogativo. “Sono certo del fatto che sia contro le regole.”
 
“Beh, sei qui, no?” Kurt fece spallucce mentre l’altro ragazzo continuava con un ghigno arrogante in volto. “E non sono un membro degli Usignoli, non prima della mia audizione la prossima settimana.”
 
“Come fai ad essere così sicuro di entrare a farne parte?” L’arroganza di quel ragazzo cominciava ad innervosire Kurt.
 
“Oh fidati, mi prenderanno,” pronunciò Sebastian e cominciò a camminare lungo il corridoio, invitando Kurt a seguirlo.
 
Kurt si affrettò per tenere il passo. “Devi essere bravo allora,” disse, tentando di fare il simpatico con quel Sebastian Smythe che, a sua volta, aveva fatto abbastanza il simpatico con lui da lasciargli sbirciare nella propria scuola.
 
“Oh lo sono, sono felice del fatto che tu l’abbia già notato,” sembrò totalmente serio, sorprendentemente per Kurt.
 
“Wow, talentuoso ed affascinante,” tirò fuori Kurt con sarcasmo, poco interessato a cosa potesse pensare di lui uno studente arrogante come quello che aveva davanti.
 
“Sì, sarei io.”
 
Kurt realizzò che stava davvero diventando difficile trattenersi all’istinto di passarsi una mano sulla fronte mentre veniva condotto in un corridoio pieni di ragazzi della Dalton che stavano posando i libri negli armadietti o si stavano incamminando nella stessa direzione di Kurt e Sebastian.
 
“Stanno andando tutti a guardare gli Usignoli?” Kurt era confuso visto che sembrava che tutti si stessero incamminando nella stessa direzione.
 
“Sì,” Sebastian notò l’espressione quasi scioccata di Kurt e aggiunse scherzoso; “gli Usignoli sono come rock star!”
 
Kurt sollevò le sopracciglia, domandandosi come potesse il glee club di quella scuola essere così popolare se al McKinley erano alla base della piramide sociale.
 
Si risvegliò da quella fantasticheria quando Sebastian voltò a sinistra in una stanza piena di studenti della Dalton e ammobiliata con tavoli in legno e divani in pelle.
 
“Questa è l’aula canto?” Non poté fare a meno di spalancare gli occhi Kurt, mentre la sua testa confrontava quella stanza a quella più piccola e decisamente meno elegante del McKinley.
 
“Sì,” Kurt fu sorpreso di sentire Sebastian emettere un versetto divertito. “Un spreco di soldi, eh?”
 
Kurt annuì d’accordo, osservando il gruppo di ragazzi che mormorava, molti dei quali si poggiavano alla parete, altri al centro della stanza, come se stessero attendendo qualcuno.
 
“Quando cominciano? Cosa stanno aspettando?” Kurt non poté trattenere le domande dallo sfuggire alla suo bocca; l’aria che si respirava era così diversa da quella del McKinley.
 
“Cominceranno quando saranno tutti qui, stanno ancora aspettando il solista,” ghignò Sebastian, mentre i suoi occhi si illuminavano per una ragione che Kurt non riusciva a comprendere.
 
Kurt fece appena una smorfia, immaginando una versione maschile e con il blazer di Rachel Berry. Aprì la bocca per fare un’altra domanda, ma non appena le porte alle loro spalle si aprirono in un’esplosione drammatica, ne venne fuori un ragazzo basso dell’età di Kurt, con i capelli evidentemente ricci nonostante fossero stati modellati con del gel che avrebbe dovuto tenerli. Stava sorridendo sicuro di sé mentre si incamminava verso il centro della stanza.
 
“Chi è quello?” Sussurrò Kurt a Sebastian, anche lui fisso su Blaine, con una smorfia da predatore stampata in volto.
 
“E’ Blaine Anderson, solista principale degli Usignoli,” sorrideva Sebastian, con un tono di voce leggermente più tranquillo.
 
“Ah.” Non era di certo come se lo aspettava Kurt.
 
“Terribilmente sexy,” prese una pausa Sebastian, concedendo a Kurt un ghigno di traverso. “Con una voce da sogno, il migliore in questa scuola a mio parere. Ma non prenderti nessuna cotta per lui, Kurt Hummel, è mio.”
 
Kurt spalancò gli occhi. Sebastian era gay e sapeva che Kurt era gay. Wow, era davvero un bel colpo da subire, tutto insieme.
 
“Oh quindi state … insieme?” Tentò di continuare la conversazione in maniera più normale possibile, tentando di nascondere quanto lo confondesse la situazione.
 
“Io non sono un tipo da stare insieme.” Mormorò Sebastian, incupendosi, tanto che Kurt lo guardò con aria interrogativa.
 
“In che senso?”
 
“Non sono il tipo da relazioni, sono per il rimorchiare, ma non sono il ragazzo di nessuno.” Gli fece un occhiolino Sebastian, sorridendo maliziosamente alla smorfia di Kurt.
 
“E’ una cosa piuttosto triste.” Rispose Kurt, scuotendo la testa.
 
“Non per me, almeno quando Anderson si deciderà a capire che sono degno di una conversazione con lui.”
 
Kurt ridacchiò, tentando di trattenere un sorriso.
 
“Sto ancora tentando di sedurlo, non se ne rende assolutamente conto.” Si difese Sebastian, incrociando le braccia.
 
“Buona fortuna allora,” rispose Kurt ironicamente, meravigliato dalla strana piega che aveva preso quel giorno.
 
Gli sembrò che Sebastian volesse dire qualcosa, ma non appena aprì la bocca, Teenage Dream di Katy Perry cominciò a risuonare e sia Kurt che Sebastian si voltarono per guardare mentre Blaine cominciava a cantare in tonalità melodiose e regolari. La sua voce era stupenda, Kurt doveva ammetterlo, e guardare gli Usignoli esibirsi in perfetta sincronia cominciava a preoccuparlo sul serio riguardo il fatto che le Nuove Direzioni non avessero neanche cominciato a prepararsi. Quei ragazzi avevano talento, si fondevano bene insieme ed il loro leader era brillante e carismatico, mentre le Nuove Direzioni al momento erano divise, impazzite e avevano il professor Schuester come loro coreografo principale. Almeno avrebbe avuto qualcosa da riferire quando sarebbe tornato, cioè che sarebbero stati spacciati se non cominciavano a prepararsi decentemente.
 
Quando la performance fu terminata, Kurt applaudì insieme agli altri studenti della Dalton e quando cominciarono a muoversi per la stanza per congratularsi con i vari Usignoli, Kurt guardò al proprio fianco, pronto a ringraziare Sebastian per non averlo preso a pugni e per avergli permesso di assistere alla performance, ma Sebastian era andato via. Si guardò intorno e lo vide accanto al solista principale, con un sorriso ammaliante in volto, che gli faceva i complimenti mentre il ragazzo più basso sembrava leggermente a disagio. Kurt rise a bassa voce e si fece strada tra la folla, invisibile agli occhi dei tanti ragazzi che si stavano affollando all’ingresso, e scivolò silenziosamente attraverso la porta.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


ANGOLO DELLA TRADUTTRICE

Hello there :D Eccomi qui con l’aggiornamento :3 Ho finito di tradurre anche il capitolo successivo, quindi vedo di metterlo in settimana, così, visto che la storia è completa non ci vorrà molto prima di terminarla e non vi farò aspettare troppo :). Bene, questa storia è un crescendo per quanto riguarda l’interesse, cioè, almeno io quando la rileggo noto che con il passare dei capitoli mi riprende sempre di più :3 Ho cambiato il rating a giallo semplicemente perché ogni tanto spunta qualche battuta e parolina scomposta di Sebastian, quindi ho pensato che fosse il caso.
Anyways, le altre traduzioni a cui sto lavorando, oltre ai lavori di ElloDoctor e cacophonylights, sono Barista Confessions di TheFirstMrsHummel e quelle di ilovethesoundofviolins.
Grazie mille a chiunque segua questa traduzione, l’autrice ha il link all’account, quindi vede come procedono le cose e sono certa del fatto che vi sia grata per tutto!
A presto,
xoxo RenoLover <3
 

ElloDoctor

Scusate se mi ci è voluto così tanto, mi dispiace davvero tanto. :( Grazie tantissime a chiunque abbia deciso di commentare, i commenti rendono le mie giornate migliori. <3
 
Buon capitolo!
 

CAPITOLO 2
Link al capitolo originale: http://www.fanfiction.net/s/7977293/2/Before-you-met-me
 

Kurt fissava scoraggiato fuori dal finestrino dell’autobus in movimento, senza guardare davvero gli alberi e le case che passavano davanti ai suoi occhi, scomparendo. Stava ascoltando il suo iPod, più che altro perché voleva distrarsi piuttosto che pensare un’ultima volta alla loro scaletta, che era quello che invece il resto delle Nuove Direzioni stava facendo mentre viaggiavano verso le Provinciali. Avevano ancora 20 minuti prima di arrivare e l’atmosfera era tesa, il nervosismo cominciava a diffondersi nel gruppo, rendendoli tutti agitati ed ansiosi.
 
I solisti, Sam e Quinn, stavano parlando a bassa voce con le teste poggiate l’una contro l’altra, un gesto d’intimità che ferì Kurt, mentre il suo stomaco si agitava per la gelosia. Non era geloso perché Quinn stava con Sam, aveva superato quella cotta non corrisposta settimane prima. Era più che altro che la solita solitudine che sentiva il più delle volte diventava più intensa quando si trovava con le Nuove Direzioni e tra le varie coppie. Tutti si lasciavano e mettevano insieme continuamente mentre Kurt restava semplicemente com’era, single e in attesa del momento in cui avrebbe potuto lasciare Lima e non essere più il tipo strano e dichiarato.
 
Cominciava a diventare più difficile da reggere e nessuno sembrava rendersi conto di come fosse per Kurt, perfino Mercedes era stata distratta ultimamente ed erano passati secoli dall’ultima volta che lo aveva interrogato su come si sentisse. Ma Kurt non la biasimava, le persone avevano vite impegnative e sapeva che alle volte le cose sfuggivano all’attenzione, e in quel momento, Kurt era una di quelle cose. Ma avevano uno sleepover progettato per quella notte e Kurt era certo del fatto che tutto sarebbe tornato alla normalità dopo che avrebbero passato ore a spettegolare e guardare film.
 
Kurt continuò a guardare fuori dalla finestra per qualche altro minuto, lasciando che la musica dissolvere sparire quelle sensazioni e non prestando attenzione al resto del pullman. Cominciava a sentirsi appena meglio, il silenzioso ronzio del bus faceva da ninna nanna conducendolo quasi in uno stato di trance ed era completamente assorbito da GaGa sul suo iPod quando-
 
“Kurt! Kurt!” La voce alta di Rachel era proprio al suo orecchio e si voltò seccato indietro per guardare la moretta mentre Mercedes, seduta davanti a Kurt, accanto a Tina, rise a bassa voce.
 
“Che c’è Rachel?” Venne fuori più velenoso di quanto non volesse e Rachel ricambiò il suo sguardo.
 
“Volevo chiederti una cosa. Tu sei andato a vedere gli Usignoli, vero?” Kurt fece ruotare li occhi; certo, voleva parlare di quello.
“Sì.” Si voltò di nuovo per guardare avanti, ma Rachel si allungò per inserirsi tra i sediolini e afferrò il suo braccio, facendo scavare le unghia nella sua pelle, facendolo sussultare mentre allontanava la sua mano.
 
“Rachel! Ti ho già detto tutto …”
 
Kurt non poteva credere di star affrontando di nuovo quella discussione. Quando era tornato da Westerville, aveva detto ai ragazzi, e successivamente alle ragazze, tutto quello che aveva visto o sentito sugli Usignoli. Ovviamente aveva omesso le parti che includevano Sebastian Smythe; non pensava che dovessero sapere di quel ragazzo gay, bellissimo ma idiota, che lo aveva aiutato ad infiltrarsi.
 
Non solo lo avrebbero preso in giro senza pietà a riguardo, ma aveva anche la sensazione che le ragazze avrebbero ingigantito la cosa perché non sembravano realizzare che soltanto perché un ragazzo era gay non significava che Kurt ne fosse necessariamente attratto. In verità, Kurt aveva quasi dimenticato del quasi-Usignolo Sebastian e, nonostante fosse davvero attraente, gli era sembrato squallido ed arrogante, due tratti che Kurt non trovava certamente allettanti o affascinanti, per niente. Rachel lo avrebbe trovato attraente; le piacevano i ragazzi arroganti, no?
 
“Ehm, Kurt.” Rachel tirò fuori un colpo di tosse poco convincente e lo guardò accusatoria.
 
“Oh scusa, hai detto qualcosa?” Chiese Kurt, facendo ruotare gli occhi.
 
“Sì! Ti ho chiesto se avessi accidentalmente lasciato qualcosa fuori dalla descrizione della tua missione di spia.”
 
“Uhm no? Perché avrei dovuto farlo? Sono stati fantastici. Non sono erano meravigliosamente piacevoli da ascoltare, ma si muovevano anche alla perfezione e in sincronia-“ si fermò analizzando quel bus. “-A differenza di noi.”
 
“Hmm, sono d’accordo. Siamo troppo disorganizzati,” Rachel scosse il capo drammaticamente. “Se solo il professor Schuester mi avesse dato un assolo.”
 
“Cosa c’entra questo?” Chiese Kurt, ruotando gli occhi.
 
“Abbiamo bisogno di un leader! E non posso essere un leader sullo sfondo.” Face una smorfia indignata e Kurt cominciò a sentirsi frustrato.
 
“Nel caso in cui non l’avessi notato, Berry, molti di noi sono sullo sfondo perennemente.” Sollevò la testa Kurt, ed alzò un sopracciglio.
 
“Preach!*” Si inserì Mercedes, voltandosi per unirsi alla conversazione. Kurt le sorrise e lei ricambiò prima di guardare Rachel ed aggiungere;
 
“Rachel, siamo tutte star e devi arrenderti all’idea, ci sono altre persone in questo club.” Il tono di voce di Mercedes era deciso ma non aggressivo, e Rachel sembrava starla ascoltando per una volta.
 
“Sì. Hai ragione.”
 
Mercedes e Kurt si scambiarono sguardi sorpresi.
 
“L’importante è vincere, non chi abbia un assolo, no? E sono certa del fatto che ne avrò uno alle Regionali …” Rachel sembrò pensierosa, e Kurt vide la propria esasperazione e il proprio divertimento riflessi sul volto di Mercedes.
 
“Non si arrende, vero?” Le sussurrò, facendola ridacchiare a bassa voce.
 
“Comunque Kurt!” Rachel sembrava aver smesso di rimuginare sulle Regionali e stava nuovamente tirando il suo braccio.
 
“Sì?” Kurt si voltò nuovamente verso Rachel che stava mantenendo un block-notes rosa e una penne abbinata.
 
“Hai parlato con qualcuno alla Dalton?” Chiese Rachel pungente e Kurt resistette alla tentazione di sbuffare.
 
“Sì, soltanto per un paio di minuti,” rispose, guardandola prendere appunti.
 
“Non che l’hai detto prima.” Lo accusò Rachel, guardandolo con il disappunto negli occhi.
 
“Beh, l’ho dimenticato, okay? Non era un Usignolo, quindi non credo sia importante …”
 
“Kurt! Certo che importa, sono i nostri avversari!” Rachel suonò offesa e Kurt sospirò pesantemente; cominciava ad esserne stufo.
 
“E’ davvero ipocrita da parte tua. Che mi dici di Jesse-” Kurt fu interrotto a metà frase dal bus che sobbalzò. Sembrava fossero arrivati; il che significava che in poco meno di un’ora avrebbero dovuto esibirsi. Rachel strillò e Kurt sentì lo stomaco stringersi un po’. Dio, quanto voleva vincere.
 
“Kurt, torno tra 10 minuti, okay?” Gli gridò Mercedes, avviandosi già verso il bagno.
 
“Ti conviene non metterci troppo!” Rispose Kurt, sorridendo appena, mentre la guardava sparire dalla sua vista. Si sistemò la cravatta, sentendosi a suo agio con quel gesto familiare. La competizione sarebbe cominciata in meno di mezz’ora e buona parte delle Nuove Direzioni non erano ancora vestite, il che non era insolito, ma Kurt era comunque preoccupato. Non era nel camerino per le Nuove Direzioni, era troppo piccolo per accogliere tutti insieme, quindi una volta che lui e Mercedes si sarebbero vestiti, si sarebbero diretti verso il backstage. Con Mercedes momentaneamente occupata, Kurt si accontentava di guardare la folla nel backstage prepararsi rapidamente per la competizione. Sembravano vestiti come le Nuove Direzioni, e Kurt sorrise nel ricordare il panico totale al quale aveva assistito quando era stato in camerino.
 
“Ehm.” Kurt sentì una mano picchiettare sulla sua spalla e si voltò, non riconoscendo la voce di chiunque avesse parlato. Davanti a lui c’era un adolescente, alto e con il blazer, che Kurt identificò subito come Sebastian Smythe.
 
“Kurt Hummel, la spia peggiore del mondo, che sorpresa.” Fece Sebastian, sollevando un sopracciglio, chiaramente analizzando la cravatta non completamente annodata di Kurt.
 
“Sebastian Smythe lo studente arrogante, che sorpresa.” Kurt imitò il tono dell’altro ragazzo, arrossendo appena mentre si preoccupava di aggiustarsi la cravatta.
 
Sebastian rise un po’ cupo e continuò a valutare Kurt, uno sguardo elegante e di disprezzo. Kurt lo guardò, sorpreso di essere riuscito a prendere in odio Sebastian in così poco tempo. Alla Dalton aveva evitato di giudicarlo troppo perché si sentiva in debito con lui ma qui, cominciava a realizzare quanto seccante trovasse l’arroganza di Sebastian.
 
“Che c’è?” La voce di Kurt era affilata ed il suo sguardo più denso quando Sebastian lo guardò finalmente negli occhi, con un ghigno prepotente in volto.
 
“Frequenti una scuola pubblica.” Osservò Sebastian, capace di sembrare allo stesso tempo annoiato ed interessato.
 
“Non lo sapevi?” Kurt si chiese se tutti i ragazzi alla Dalton fossero così, pieni di disprezzo per chiunque non ne facesse parte.
 
“No, non lo sapevo in realtà; avevo semplicemente dedotto che tu frequentassi una scuola come la Dalton prima di scoprire chi fossero i nostri avversari.” Kurt stava per rispondere, una serie di insulti passavano per la sua testa quando realizzò quello che Sebastian aveva detto, piuttosto.
 
“Oh, quindi sei entrato negli Usignoli allora. Non gli hai detto di me, vero?” Kurt studiò il completo di Sebastian e fu sorpreso nel notare la stessa spilla che tutti gli Usignoli indossavano quando li aveva spiati, sui risvolti di Sebastian. Allontanando gli occhi dal blazer dell’altro ragazzo, Kurt tornò a guardare Sebastian, che stava ruotando gli occhi.
 
“Non gli ho detto niente; non preoccupartene. Ma sì, sono entrato, ovviamente.” Disse Sebastian, facendo spallucce, avendo l’aria di uno che era consapevole della propria eccellenza.
 
“Quindi sei il solista presumo?” Chiese Kurt, domandandosi come diavolo avesse fatto a diventare così pieno di sé.
 
“Purtroppo no,” Kurt gli sorrise trionfante, ma Sebastian continuò, non lasciandosi scoraggiare dall’evidente felicità di Kurt; “sono un novellino e non posso fare un provino per un assolo fino alle Regionali.”
 
“Se arriverete alle Regionali …” Mormorò Kurt a bassa voce.
 
“Oh lo faremo, fidati. Per quello che so io, il McKinley è un disastro e il vostro solista è una nanerottola troppo piena di sé.” Kurt strinse i denti mentre Sebastian parlava, pronto a rispondere a tono.
 
“Primo, almeno non siamo un ammasso di idioti sincronizzati,” Kurt gli dedicò uno sguardo seccato, “E due, anche il vostro solista è basso, se non l’hai notato.”
 
“Oh l’ho notato,” rispose Sebastian, facendo un occhiolino, e Kurt si ricordò del modo in cui aveva dato la caccia al solista degli Usignoli, Blaine Anderson, no?
 
“Ah, vero, gli sbavi ancora dietro?” Kurt sollevò un sopracciglio mentre parlava.
 
“Sì,” Sebastian si passò una mano tra i capelli e, rendendosi conto della domanda silenziosa di Kurt stampata sul suo volto, aggiunse. “E sì, è ancora un lavoro in corso.”
 
“Uh,” sbuffò Kurt, “beh, non tutti ti trovano attraente come tu trovi te stesso.”
 
“Sono sexy e lo sai,” sorrise Sebastian e Kurt, sentendo il tono di presa in giro nella sua voce, ricambiò il sorriso facendo ruotare gli occhi. Aprì la bocca, pronto per fare un’altra battuta su Sebastian quando una voce gridò un paio di metri più in là.
 
“Sebastian!”
 
Kurt guardò oltre la spalla di Sebastian per vedere Blaine camminare verso di loro, tenendo tra le mani quelli che sembrano essere spartiti. Sebastian sorride predatore a Kurt prima di voltarsi.
 
“Blaine. A cosa devo il piacere?” La voce di Sebastian era sciolta con una cadenza suggestiva e Kurt trattenne a stento una risata, attirando su di sé lo sguardo sia di Blaine che di Sebastian. Blaine sembrò confuso, Sebastian un po’ seccato.
 
“Ehm, Wes vuole parlarti delle canzoni.” Rise nervosamente Blaine, ma la sua voce era calma nonostante sembrasse a disagio.
 
“Okay, posso farlo,” Sebastian lanciò uno sguardo valutativo a Kurt. “Resta qui, torno subito.”
 
E con ciò Sebastian si allontanò, lasciando Kurt e Blaine soli. Kurt stava per presentarsi, ma l’altro ragazzo lo anticipò.
 
“Sono Blaine.” Il sorriso di Blaine era affascinante e sicuro, ma mancava dell’arroganza che aveva Sebastian.
 
“Sono Kurt.” Ricambiò il sorriso Kurt. “Sono nelle Nuove Direzioni.”
 
“Davvero? Ho sentito dire che siete davvero bravi.” Rispose Blaine e Kurt fu sorpreso dalla sincerità della sua voce.
 
“Vale lo stesso per voi, siete davvero bravi-” si paralizzò Kurt, ricordando che probabilmente non era un bene che avesse spiato di Usignoli senza che lo sapessero. “-O almeno ho sentito dire così.”
 
Blaine fece spallucce ridendo, disapprovando se stesso, in un modo che lo fece piacere ancora di più a Kurt. “Vedremo, siamo un po’ agitati al momento …”
 
“Non dirlo a me.” Sospirò esageratamente Kurt. “Le Nuove Direzioni sono un disastro totale!”
 
“Sono certo del fatto che sarete fantastici.” Blaine sorrise a Kurt e Kurt fu nuovamente stupito dalla sincerità nella sua voce.
 
“Hmm non saprei … Dovresti aspettare di vedere la nostra esibizione …” Kurt sollevò un sopracciglio all’altro ragazzo, pensando a quanto fossero state mediocri le ultime prove.
 
“Vero,” I due si sorrisero a vicenda e Blaine aggiunse; “Ma almeno voi avete dei completi adatti, immagina dover indossare questo per una competizione.” Indicò la propria uniforme.
 
“Hah vero, il blazer non è proprio un capo d’alta moda …” Kurt osservò l’indumento in questione e fu grato per il fatto che il McKinley non avesse un’uniforme.
 
“Oh lo so!” Fece una smorfia Blaine. “Non solo è scomodo, ma preferirei anche indossare i miei vestiti, sai?”
 
“E’ per questo che mi piace andare al McKinley, posso indossare tutto quello che voglio, beh, non per le competizioni ovviamente,” si prese una pausa Kurt, guardando i propri vestiti e poi di nuovo Blaine. “Ma durante l’orario scolastico posso indossare quello che voglio e lo faccio.”
 
“Tipo?” Blaine chiese curioso e Kurt, non volendo perdersi l’occasione di parlare di moda, fece partire un’intera descrizione di cosa indossava ogni settimana.
 
Entro il ritorno di Sebastian cinque minuti dopo, Kurt e Blaine stavano avidamente discutendo di moda e Kurt aveva scoperto che nonostante fosse costretto ad indossare il blazer per buona parte del tempo, Blaine aveva gusto e riusciva a stare al passo con Kurt quando parlava di marche che Mercedes non aveva mai sentito. Aveva anche scoperto che nonostante il fatto che Blaine fosse teso e più timido intorno a Sebastian, con chiunque altro era davvero a suo agio e sicuro di sé nel chiacchierare, senza essere però odioso.
 
“Hey ragazzi.” Sembrò cauto Sebastian, li stava guardando entrambi, sorridendo e parlando animatamente.
 
“Oh h-hey Sebastian.” Kurt notò che Blaine sta nuovamente balbettando ora che Sebastian era presente.
 
“Vedo che hai conosciuto la nostra spia locale, Kurt Hummel.” Sebastian indicò Kurt che tirò su con il naso immediatamente.
 
“Avevi promesso di non dire nulla!” Sibilò Kurt, lanciando uno sguardo a Blaine che sembrava solo confuso.
 
Sebastian gli sorrise appena ed allungò la mano verso Kurt che lo guardò, battendo le palpebre.
 
“Il tuo telefono, Hummel.” Kurt sollevò le sopracciglia e scosse la testa.
 
“Scordatelo.” Rispose Kurt irremovibile.
 
“Allora Blaine, vuoi sapere come ho conosciuto Kurt?” E’ mooolto interessante-“ Sebastian si voltò verso Blaine con un’espressione fintamente entusiasta.
 
“Okay, okay!” Kurt allungò il proprio cellulare con un sospiro e guardò male Sebastian mentre componeva il proprio numero sogghignando. Kurt ebbe la sensazione che Sebastian fosse abituato ad ottenere quello che voleva e guardò l’altro ragazzo, che sorrise soltanto e gli ridiede il telefono. Kurt lo mise in tasca e allora decise che forse sarebbe dovuto tornare ai camerini per prepararsi per l’imminente performance, e si voltò verso Blaine.
 
“E’ stato un piacere conoscerti Blaine,” fece Kurt, sorridendo al più basso. “Buona fortuna, ti servirà.”
 
“Anche a te,” Sorrise Blaine ma sembrò nervoso. Kurt avrebbe voluto ruotare gli occhi, perché era evidente quanto a disagio lo facesse sentire Sebastian.
 
“Ci vediamo presto, Hummel, non prendere troppo male la sconfitta.” Sebastian gli sorrise. Kurt sollevò le sopracciglia esasperato.
 
“Anche tu, non vorrei che il tuo enorme ego fosse abbattuto dall’aver perso la possibilità di competere alle Regionali.” Si sogghignarono a vicenda prima che Blaine potesse schiarirsi la voce.
 
“Uhm Kurt, credo che i tuoi compagni ti stiano cercando …”
 
Ed infatti, le Nuove Direzioni erano un paio di metri più in là, espressioni di shock ed irritazione sui loro volti. Kurt sospirò e cominciò a camminare verso di loro.
 
“Ci vediamo dopo!” Gli gridò Sebastian arrogante.
 
Neanche per sogno, pensò Kurt, ma quelle parole di Sebastian si scoprirono totalmente false.


*Preach: ho preferito lasciare il termine in inglese perché, un po’ come ‘wanky’ di Santana, tradotto in italiano perde molto. Per chi non dovesse guardare il telefilm in inglese, deriva dal verbo ‘sostenere, esaltare’ ed è un’espressione che si usa a sostegno di una tesi, Mercedes la usa spesso nella serie.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


ElloDoctor

Ancora una volta, grazie a chiunque abbia commentato la storia! E per mettere in chiaro, questa è sempre stata una storia Kurtbastian, mai Klaine :P

 

 

CAPITOLO 3
Link al capitolo originale: http://www.fanfiction.net/s/7977293/2/Before-you-met-me

 
You think I’m pretty without any make up on …
 
Il rigo introduttivo di Teenage Dream risuonò dalle casse dell’iPhone di Kurt, interrompendo la sua routine mattutina. Dopo aver posato la lacca, Kurt cercò nelle proprie tasche e prese il telefono nella confusione più totale.  Siccome aveva assegnato una suoneria personale per ogni numero della sua rubrica, non ricordava di aver assegnato a qualcuno Teenage Dream, quindi non aveva assolutamente idea di chi lo stesse chiamando. Allungò lo sguardo sullo schermo illuminato e, notando il nome della rubrica, fece ruotare gli occhi esasperato.
 
Sebastian Smythe.
 
Era passata soltanto una settimana dalle Provinciali e Kurt non aveva idea del perché lo stesse chiamando. Magari lo chiamava per terrorizzarlo per le Regionali, ma Kurt ne dubitava perché mancavano ancora due mesi alla competizione. Kurt non si sarebbe aspettato che Sebastian lo chiamasse così presto, prima di tutto perché non ricordava di avergli dato il proprio numero. Quindi rispose al cellulare sospettoso.
 
“Sebastian, come hai avuto il mio numero?”
 
“Ciao anche a te,” Sebastian gli sembrò divertito.
 
“Sì, ciao,” rispose Kurt esasperato. “Ora, come hai avuto il mio numero?”
 
“L’ho chiesto alla tua amica, quella nana assillante.” Disse Sebastian compiaciuto.
 
“Rachel.” Kurt l’avrebbe uccisa.
 
“E’ giusto così; tu hai il mio numero dopotutto …”
 
“E’ perché me lo hai dato tu!”
 
“Vero,” accordò Sebastian. “Ti è piaciuta la suoneria?”
 
“Sei consapevole del fatto che non sei davvero così divertente come credi di essere, vero?” Rispose Kurt pungente. Se Sebastian progettava di chiamarlo regolarmente, Kurt avrebbe cambiato la suoneria a lui destinata.
 
“Non sono d’accordo.”
 
“Certo che no,” si prese una pausa Kurt, “Perché mi chiami? Sono certo del fatto che tu abbia degli amici che sappiano apprezzare il tuo umorismo meglio di me …”
 
“Certo che li ho, ma non è questo il punto,” Kurt era certo del fatto che Sebastian stesse sogghignando. “Devi venire con me e Blaine al Lima Bean questo pomeriggio.”
 
“Scusami?” Kurt era scioccato.
 
“Ho detto che voglio che tu venga al Lima Bean per vedere me e Blaine,” ripeté Sebastian, con una pazienza ostentata.
 
“Sì, l’ho capito, ma perché? Pensavo che stessi tentando di corteggiarlo.”
 
“Sedurre, non corteggiare.” Rise Sebastian e poi aggiunse sincero: “Non sono un tipo da sentimenti.”
 
“Certo, certo,” rispose Kurt sarcastico, cominciando a chiedersi se Sebastian non ci tenesse più di quanto desse a vedere.
 
“Comunque.” Sebastian gli fece capire chiaramente che l’argomento riguardante lui ed i sentimenti era finito. “Non so se hai notato ma Blaine si sente un po’ a disagio quando ci sono io-”
 
“Un po’?” ridacchiò Kurt, ma l’altro lo ignorò e continuò.
 
“Ed è più a suo agio quando ci sei tu.”
 
“Forse perché io non tento di affascinarlo per infilarmi nei suoi pantaloni,” finse di suggerire Kurt, “Sì, direi che probabilmente è per questo.”
 
“Hey no!” Sebastian si fermò. “Beh, sì, probabilmente sì.”
 
Risero entrambi a bassa voce.
 
“Il punto è questo, ho bisogno di metterlo più a suo agio quando ci sono io.” Disse Sebastian, sembrando fin troppo serio.
 
“Direi di sì, ma cosa c’entro io, perché dovrei venire a prendere un caffè con voi due?” Sospirò Kurt esasperato.
 
“Perché devi esserci tu, così si sentirà più a suo agio, e poi sarebbe bello avere degli amici al di fuori della scuola.”
 
“Amici? Siamo amici ora?” Era decisamente più che strano.
 
“Sì,” rispose Sebastian. “Ci siamo visti due volte, no? E mi hai dato il tuo numero …”
 
“Non te l’ho dato! Mi hai costretto!” Si lamentò Kurt spontaneo.
 
“Dettagli.” Il compiacimento di Sebastian verso se stesso cominciava ad irritare davvero Kurt. “Quindi verrai?”
 
“Dove? Al Lima Bean?”
 
Almeno era vicino a casa, pensò Kurt.
 
“Esatto, ti va bene alle quattro e mezza?” Sebastian sembrò tenere il suo solito tono arrogante, ma Kurt poté notarvi un pizzico di nervosismo. Forse provava davvero qualcosa per Blaine? Era improbabile, Kurt lo sapeva, ma …
 
“Bene, ci sarò …” Kurt voleva rivedere Blaine comunque, gli era sembrato davvero piacevole durante la loro breve conversazione e, ad essere onesti, voleva davvero conoscere qualcuno che fosse gay e non fosse Sebastian Smythe.
 
“Perfetto, ci vediamo lì allora.” Kurt sentì il beep, segno che Sebastian aveva staccato la telefonata, e scosse la testa irritato; l’altro sembrava ignorare le consuetudini sociali e le buone maniere.
 
Sarebbe stata un giornata molto lunga.
 
Kurt entrò nel Lima Bean timoroso. Aveva passato una pessima giornata al McKinley, Karofsky si stava impegnando di più per rendere la vita di Kurt un inferno e nessuno a scuola sembrava accorgersene. Kurt stava imparando ad ignorarlo ma c’erano ancora giorni in cui gli insulti e le minacce sembravano colpirlo un po’ di più. Se non fosse stato per questo ‘appuntamento’ per un caffè, sarebbe filato dritto a casa a crogiolarsi, quindi era grato per la distrazione. Ovviamente l’uscita aveva il potenziale di trasformarsi in un totale disastro. Kurt non era certo di cosa pensasse Sebastian della sua presenza lì e di cosa gli avrebbe permesso di ottenere, ma stava tentando di non rifletterci troppo. A parte il suo piccolo sospetto che Sebastian potesse cominciare a vedere davvero Blaine come più di una conquista, Kurt non aveva intenzione di farsi coinvolgere attivamente per aiutare Sebastian, non voleva la responsabilità o pressione che avrebbe comportato. Sospettò che sarebbe stata una cosa occasionale comunque, se le sue osservazioni erano corrette, Blaine era già cotto di Sebastian, una cosa che Kurt non capiva davvero. Non capiva neanche come si fosse trovato in quella situazione, chi avrebbe detto che un viaggetto alla Dalton avrebbe significato passare un pomeriggio con il solista principale degli Usignoli ed il ragazzo più egocentrico che aveva mai avuto la sfortuna di conoscere?
 
Analizzò il Lima Bean e vide Blaine Anderson seduto ad un tavolo all’angolo, da solo, che messaggiava con il cellulare tra le mani apparentemente. Sospirando un po’, si fece strada, sperando che Sebastian sarebbe arrivato presto.
 
“Hey …” Kurt si chiese se Sebastian avesse detto a Blaine che sarebbe venuto.
 
“Oh, hey Kurt! Siediti; Bastian farà un po’ tardi.” Blaine sollevò lo sguardo dal cellulare e gli sorrise e Kurt si trattenne al bisogno di far ruotare gli occhi al nomignolo e si sedette.
 
“Oh okay …”
 
“Come stai?” Blaine posò il cellulare in tasca e guardò Kurt.
 
Mi sto chiedendo cosa diavolo ci faccio qui.“Sto bene, tu?”
 
“Me la cavo, sono ancora felice per il fatto che andremo alle Regionali,” Kurt notò con piacere che non c’era alcuna competitività nella voce di Blaine.
 
“Anche io,” si sorrisero a vicenda. “Ma non esserne troppo felice, tireremo fuori il meglio di noi, non hai ancora visto niente.”
 
“Vale lo stesso per voi, devo informarti del fatto che alla Dalton ci hanno insegnato ad avere un livello di disciplina e desiderio di trionfare massimi, in tutto,” disse Blaine con un tono scherzoso e Kurt non trattenne la risata che gli sfuggì.
 
“E’ ridicolo.”
 
“Lo so,” sorrise Blaine. “Proprio come ogni altro detto sulla Dalton.”
 
“Com’è la Dalton?” Domandò Kurt curioso. La sua occhiata veloce alla scuola non gli aveva lasciato molto se non l’incontro con Sebastian Smythe, e la consapevolezza che il Glee club sembrava essere molto popolare.
 
“Beh, sono severi e si lavora duramente, hanno degli standard abbastanza alti …”
 
Kurt non stupì più di tanto. Era una scuola privata dopotutto.
 
“Ma non è male, soprattutto per la politica antibullismo.” Continuò a parlare Blaine.
 
“Cosa?” Kurt era scioccato, voleva davvero dire quello che pensava?
 
“Oh, la Dalton segue una politica anti-violenza, il che vuol dire che chiunque compia atti di bullismo, deve pagarne le conseguenze,” fece Blaine, mettendosi più comodo sulla sedia.
 
Intanto, Kurt poteva appena sentire Blaine oltre i pensieri che vagavano per la sua testa. Aveva passato tutta la vita ad essere preso in giro e tormentato a scuola. Era stato costretto a subire minacce infinite e alle volte violenze fisiche, senza che nessuno facesse nulla a riguardo, né i suoi amici, né i suoi insegnanti. Chiudendo gli occhi, sentì le lacrime picchiettare dietro le palpebre e strinse le mani in pugni, tentando di ignorare il senso di impotenza che lo stava consumando da dentro.
 
“Kurt? Kurt?” Chiese Blaine con un tono di voce pieno di preoccupazione. “Kurt?”
 
Kurt aprì gli occhi e fu sorpreso nel notare la preoccupazione sincera con la quale Blaine lo stava guardando. Eccolo lì, una persona che Kurt aveva incontrato una sola volta, e sembrava che gli importasse davvero per quale motivo fosse scosso. Era quantomeno sorprendente.
 
“Scusa,” lo voce di Kurt si spezzò.
 
“Hey,” Blaine si stava sporgendo verso di lui con le sopracciglia arcuate per la preoccupazione. “Cosa c’è che non va?”
 
“Tranquillo, non voglio annoiarti …” Rispose Kurt, ma sembrò poco convincente perfino a se stesso.
 
“No, no! Sembri davvero turbato, ho detto qualcosa che non va? Sulla Dalton …?”
 
Le parole di Blaine rimasero sospese tra loro stranamente, visto che Kurt non voleva rispondere alla domanda dell’altro ragazzo. Stava già cominciando a sentirsi imbarazzato per essere quasi crollato davanti ad un ragazzo che conosceva appena e non voleva essere un peso per Blaine con i suoi stupidi problemi.
 
“No-non è niente,” Kurt evitò gli occhi dell’altro, guardando piuttosto la parete alle proprie spalle.
 
“Kurt,”
 
Kurt non disse nulla.
 
“Kurt,” disse di nuovo Blaine, più deciso rispetto alla prima volta. “Guardami.”
 
Kurt sollevò finalmente lo sguardo e la preoccupazione negli occhi di Blaine era quasi shockante.
 
“Che c’è?”
 
“Sei vittima di bullismo?” Non c’era nulla nella voce di Blaine se non preoccupazione sincera e Kurt dovette mordersi le labbra per evitare di strillare per la sorpresa. Come diavolo aveva fatto un ragazzo che conosceva appena ad indovinare cosa accadeva a Kurt quando la sua famiglia e i suoi amici non ne erano al corrente o fingevano di non sapere cosa stesse accadendo?
 
Blaine prese il suo silenzio come una conferma e si allungò verso Kurt, prendendo il suo mento in una mano.
 
“Dimmelo, è successo anche a me. So cosa significa.”
 
Per qualche bizzarra ragione, ascoltando le parole di Blaine, Kurt cominciò a sentirsi un po’ meglio e fu sconvolto nel realizzare che stava già cominciando a fidarsi di lui.
 
“Sebastian ti ha detto che-che sono gay?” Kurt era sinceramente curioso.
 
Blaine annuì e Kurt di certo non poteva dirsi sorpreso.
 
“C’è questo uomo di Neanderthal, mi spinge contro gli armadietti, mi da nomignoli come -” Kurt tirò su con il naso ma continuò. “Fatina, principessa, ragazzina, e cose del genere …”
 
“Oh Kurt …”
 
“E tento di reagire ogni giorno, ma diventa difficile sai? Alle volte vorrei solo arrendermi ma so che non posso perché sono diverso, lo so e devo soltanto accettare l’idea.” Kurt era sorpreso di quanto determinato stesse suonando e ancora più sorpreso quando realizzò che era la prima volta che lo diceva a qualcuno.
 
“Sei la persona più forte che io abbia mai conosciuto.” Beh, di certo non era quello che Kurt si aspettava.
 
“Cosa?”
 
“Davvero, lo sei …” Blaine prese un respiro profondo. “Quando ero alla mia vecchia scuola, ero vittima di bullismo … perché sono gay, e sono scappato, Kurt, sono scappato perché non ero capace di affrontare la situazione.”
 
Kurt sentì un po’ di empatia con l’Usignolo. Era qualcuno che aveva passato quello che aveva passato lui, qualcuno che sembrava davvero capirlo e Kurt aveva realizzato che, al contrario di quanto non avesse sempre pensato, non era solo.
 
“Me ne pento, mi pento di essere fuggito perché mi sono sentito un codardo,” continuò Blaine.
 
“E’ ridicolo Blaine! Hai fatto quello che dovevi fare, non c’è niente di sbagliato,” gli disse sinceramente.
 
“Vedi, Kurt, è questo che ti rende forte! Ti sei rifiutato di lasciare che ti distruggessero e io lo ammiro.”
 
“Grazie Blaine, davvero,” Kurt sorrise grato a Blaine, sentendosi più sollevato di quanto non fosse stato per giorni.
 
“Per cosa? Io non ho detto niente, non ti ho neanche dato consigli …” contestò Blaine, come se si sentisse perfino un po’ in colpa per non averlo fatto.
 
“Mi hai fatto già sentire meglio riguardo me stesso, ne avevo davvero bisogno. Domani riuscirò ad andare a scuola e non starò così male,” ed era vero, ne aveva davvero bisogno, perché nonostante sapesse che avrebbe dovuto affrontare Karofsky e Azimio comunque, aveva almeno trovato qualcuno che finalmente capisse come si sentiva. Era piacevole.
 
“Ne sono lieto, so che ci siamo appena conosciuti, ma mi sembri un tipo a posto e nessuno dovrebbe passare quello con cui devi-”
 
“Non è così male,” lo interruppe Kurt e sorrise appena quando Blaine sollevò un sopracciglio, guardandolo incredulo. “Davvero. Ho degli splendidi amici, un padre stupendo e il glee club, dove mi accettano per ciò che sono. Tutto questo rende quasi il resto sopportabile.”
 
“Bene,” Blaine appariva ancora un po’ apprensivo, ma sembrò capire quello che Kurt stava dicendo, “a patto che tu non sia mai solo, okay? Hai me e Sebastian, se mai avessi bisogno di sfogarti un po’-”
 
Kurt rise all’idea di sfogare i propri problemi con Sebastian, tentando di immaginare Sebastian Smythe sensibile e confortante. Blaine sembrò capire cosa lo stava pensando e rise a bassa voce insieme a Kurt.
 
“So cosa pensi, ma Sebastian sa essere piacevole a volte. Sembra che non tenga a nulla, ma non è così. Devi soltanto conoscerlo meglio.” Kurt valutò le parole di Blaine.
 
“Ahhh! Quindi ti piace?” Osservò Blaine arrossire di colpo.
 
“Come … più che un amico?”
 
“Sì, Blaine,” Kurt fece ruotare gli occhi, prima di sorridere rassicurante e aggiunse. “Non glielo dirò, giuro.”
 
“Grazie,” Blaine sorrise grato. “Ma, per rispondere alla tua domanda, no, è solo un buon amico.”
 
Kurt mostrò la propria incredulità e Blaine ridacchio a bassa voce.
 
“No, davvero,” sembrò totalmente sincero. “Non è affatto il mio tipo … E’ solo Sebastian per me.”
 
Solo Sebastian?Beh, era un problema.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


A/T: Sono mancata un po' con questa traduzione, anzi decisamente più che un po'! Ho un casino di cose da fare come storie e traduzioni, ma credo sia meglio chiudere il più possibile ciò che si può terminare. Siccome questa storia in inglese è completa, vorrei terminare rapidamente la traduzione ^^ Detto questo, con questi capitoli cominciano a movimentarsi le cose :3 Grazie mille a chi segue questo lavoro! Farò sapere sempre all'autrice cosa ne pensate ^^ Grazie anche ad Alice per il betaggio! - A presto, xoxo RenoLover <3

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CAPITOLO 4
(
http://www.fanfiction.net/s/7977293/4/Before-you-met-me)

Solo Sebastian?Beh, quello era un problema.
 
“Ma pensavo ti piacesse. Sei sempre così …” Kurt tentò di pensare alla cosa giusta da dire.
 
“Timido? Sì, lo so.”
 
“Allora perché lo fai?” Si domandò Kurt, guardando Blaine che cominciava a sembrare un po’ imbarazzato.
 
“Non so se hai notato ma è un po’ intimidatorio-”
 
Kurt capiva perfettamente cosa volesse dire.
 
“- e non proprio l’ideale come ragazzo sai? Non l’ho mai considerata davvero come ipotesi e so che non lo ha fatto neanche lui.”
 
Kurt sollevò un sopracciglio verso l’altro ragazzo, pensando ai segnali che aveva visto Sebastian inviare a Blaine.
 
“No! Davvero!” Blaine sottolineò a Kurt quello che intendeva rapidamente. “Ci scherza, sì, ma non sembra volerlo davvero. Alcune cose che dice mi mettono davvero a disagio, ma non è davvero interessato a me.”
 
“Ah.” Disse Kurt, sentendosi un po’ strano.
 
“Ma a parte flirtare e tirare fuori battute osé è davvero un tipo piacevole, non fraintendermi,” Blaine vide l’espressione perplessa di Kurt e ridacchiò. “Davvero! E’ sensibile ed intelligente. Ha un’ossessione per i libri antichi, dovresti vedere la sua stanza, ne è piena.”
 
“Davvero?” Non nascose la propria sorpresa Kurt.
 
“E’ una persona in realtà sai!” Blaine non sembrò infastidito, piuttosto divertito. “Gioca anche a lacrosse; gli piacciono molto gli sport e tante altre cose.”
 
“Non posso dire di esserne sorpreso,” sorrise Kurt.
 
Blaine aprì la bocca, apparentemente per dire qualcosa, quando fu interrotto dal beep del suo telefono. Con un sorriso di scuse a Kurt, rivolse la propria attenzione allo schermo illuminato, permettendo a Kurt di osservare Blaine senza essere notato.
 
Blaine doveva essere la persona più ingenua del mondo, pensò Kurt, guardandolo, tentando di capire cosa gli passasse per la testa. Come poteva non accorgersi del fatto che Sebastian ci stava provando con lui? Da quello che aveva visto Kurt, Sebastian non era bravo a nasconderlo …
 
“Vuoi dirmi cosa farete alle Regionali?” Lo prese in giro Blaine, posando il cellulare in tasca, interrompendo le riflessioni di Kurt.
 
“Niente da fare, sei ancora un mio avversario e comunque non abbiamo ancora deciso la scaletta.” Kurt allontanò la conversazione su Sebastian dalla sua mente, grato per il fatto che avessero cambiato argomento.
 
“Oh?” Blaine sembrò intrigato e Kurt si strinse un po’ nelle spalle, realizzando che aveva già dato un’informazione e stava ancora parlando con un suo avversario. Aprì la bocca per parlare, ma Blaine rise tranquillo.
 
“Non preoccuparti, non mi hai spifferato nulla. Non sono qui per spiare.”
 
Kurt resistette alla tentazione di confessare la propria esperienza da spia, ricordandosi che non doveva raccontare nulla a riguardo. Stava davvero cominciando a piacergli Blaine, gentile come era, ed era certo del fatto che non avrebbe preso bene il fatto che Kurt li avesse spiati. Quindi si limitò piuttosto a rispondere scherzoso.
 
“Sì, beh, non importa cosa scopri, vinceremo comunque.”
 
“Non pensarci neanche, Hummel,” una voce pronunciò alle spalle di Kurt.
 
Kurt si voltò per vedere Sebastian sorridergli arrogante.
 
“Sei in ritardo,” lo accusò, inarcando le sopracciglia.
 
“Solo di dieci minuti. Tutto bene, Blaine? Non ti ha spaventato, vero?” Sebastian lo stava ancora prendendo in giro, ma il suo tono di voce era diventato un po’ più affettuoso e Kurt non poté fare a meno di notarlo. Sollevò un sopracciglio in direzione di Sebastian che sorrise appena e si sedette tra Kurt e Blaine..
 
“Hey Bastian,” nonostante Blaine sembrasse molto meno a suo agio di quanto non fosse un minuto prima, sembrava più rilassato rispetto all’ultima volta in cui Kurt lo aveva visto interagire con Sebastian. Kurt vide Sebastian arrossire appena al nomignolo e cominciò a sentirsi un po’ dispiaciuto per lui visto che sapeva come ci si sentiva a vedere i propri sentimenti non corrisposti.
 
“Ciao Blaine, Kurt,” Sebastian lanciò uno sguardo tagliente a Kurt prima di togliersi il blazer.
 
“Allora, come mai hai fatto tardi?” Chiese Blaine. “Vi hanno trattenuti a lezione?”
 
“Sì, la professoressa Fauly ci ha trattenuto.”
 
“Deve essere uno schifo.”
 
“Io non lo sono, potrei mostrartelo …” rispose Sebastian con un occhiolino, facendo arrossire Blaine e comparire una smorfia sul volto di Kurt.
 
“Wow, grazie per questa battuta Sebastian,” rispose Kurt, scuotendo la testa disgustato.
 
“Cosa mi sono perso?” Gli sorrise Sebastian.
 
“Non molto, siamo qui da appena dieci minuti,” rispose Blaine.
 
“Ah, e questo spiega il barista furioso …”
 
Sia Kurt che Blaine guardarono verso il bancone, dove era il barista. Aveva più di trent’anni e, da lì, Kurt poteva vedere che indossava un papillon a nuvole, e stava anche guardando tutti e tre. Arricciando il naso per la pessima scelta stilistica dell’uomo, si voltò verso Sebastian.
 
“A parte il papillon orribile, cos’ha che non va?”
 
“Hey! Non credo sia così male …” Mormorò Blaine difensivo e sia Kurt che Sebastian ridacchiarono.
 
“Sul serio, Blaine?” Kurt scosse il capo, con un disprezzo scherzoso in volto.
 
“I papillon sono una scelta di valore se-”
 
“Signore, signore. Teniamo il dibattito sulla moda per dopo, okay?” Sebastian stava decisamente tentando di apparire scocciato, ma Kurt era certo del fatto che stesse trattenendo un sorriso. “Il motivo per cui ci sta guardando è perché non avete ancora ordinato niente.”
 
Kurt guardò il tavolo e realizzò che Sebastian aveva ragione.
 
“Scusa, l’abbiamo dimenticato credo,” Blaine sorrise. “Vado ad ordinarlo. Sebastian, il solito?”
 
“Certo, certo.”
 
“Kurt, cosa prendi?” Blaine guardò Kurt in attesa di una risposta.
 
“Uhm … moka grande leggermente zuccherato,” sorrise grato a Blaine.
 
“Ovviamentedevi prenderlo leggermente zuccherato,” Kurt sentì Sebastian mormorare mentre Blaine si allontanava.
 
“Prego?”
 
“Nulla …” Rispose Sebastian, sorridendogli e Kurt ricambiò la smorfia. “Allora, come vanno le cose con Blaine? Non ti sei innamorato di lui, vero?”
 
L’espressione arrogante di Sebastian non cambiò ma Kurt poté sentire un po’ di curiosità spontanea nella sua voce. Kurt prese una decisione affrettata, scelse di non dire a Sebastian delle parole di Blaine. Non solo aveva promesso a Blaine che non l’avrebbe fatto, ma non sapeva neanche come dirlo a Sebastian, si sentiva già di troppo in quella situazione e non voleva aggiungere i problemi di Sebastian alla lista dei propri.
 
“Per niente, è tutto tuo,” Avevo visto un pizzico di sollievo sul volto di Sebastian, e Kurt aveva quasi cominciato a dispiacersi per lui finché …
 
“Oh sappiamo entrambi chi avrebbe la meglio con Blaine se ci sfidassimo. Hummel, non hai lo stesso livello di sex appeal che ho io, per non parlare del fatto che sono quasi certo del fatto che tu stia indossando un maglione femminile …” gli occhi di Sebastian esaminarono la figura di Kurt con un’aria di spensierato fascino e Kurt fece ruotare gli occhi.
 
“La moda non ha genere.”
 
“Uh, credo che scoprirai che ce l’ha, principessa …”
 
“Chiudi il tuo muso da mangusta. Sono fantastico e lo so bene.” Mormorò Kurt, ignorando il risolino dell’altro.
 
“Non sembri proprio malaccio,” concesse Sebastian e gli occhi di Kurt si spalancarono. Era un complimento? “Ma una mangusta? Sul serio?” Chiese Sebastian, arricciando il naso.
 
“Non puoi fare nulla per rimediare al viso con il quale sei nato.” Rispose Kurt, sogghignando.
 
“Lo sai benissimo, faccia da checca.”
 
Kurt sentì il sangue affluire fino al suo viso, mentre i ricordi degli ultimi giorni tornavano a galla.
 
“Finocchio!”
 
“Femminuccia!”
 
“Abominio!”
 
Prima che potesse dire qualcosa, sentì Blaine chiamare il nome di Sebastian, scioccato.
 
“Sebastian!” Era alle spalle di Kurt con i loro caffè tra le mani e Kurt non si era neanche accorto della sua presenza.
 
“Cosa? Lo stavo soltanto prendendo in giro … Kurt lo sa.” Sebastian guardò Kurt che annuì.
 
“Sì, va bene così Blaine,” Kurt tentò di sorridere in maniera convincente, ma Blaine stava pensando evidentemente alla loro conversazione precedente e continuò a parlare mentre si sedeva, allungando ad entrambi il caffè.
 
“No, non va bene,” prese un respiro e guardò Kurt con un’espressione di scuse. “Sebastian, Kurt è vittima di bullismo a scuola.”
 
Kurt sospirò pesantemente mentre Sebastian voltava gli occhi su di lui, con un’espressione indecifrabile in viso.
 
“Viene assalito fisicamente e lo chiamano con nomignoli come hai appena fatto tu,” disse Blaine, con il viso serio.
 
“No, Blaine, Sebastian scherza soltanto, va bene,” mormorò Kurt rassicurante, sperando che la conversazione giungesse ad una fine.
 
“Mi dispiace,” Sebastian suonò sorprendentemente sincero e Kurt si voltò verso di lui, tentando di trattenere l’espressione sorpresa sul suo viso. “Non per i nomignoli, sai che non sono davvero serio,” Blaine aprì la bocca per protestare, ma Sebastian sollevò una mano per metterlo a tacere. “Ma per la storia del bullismo, non dovresti averci a che fare, non è giusto.”
 
Sia Kurt che Blaine lo stavano fissando, con le stesse maschere di shock in viso e Sebastian rise spontaneo quando le vide.
 
“Che c’è? Ho un cuore, sapete …”
 
“Uh, certo,” sbuffò Kurt e si scambiarono dei sorrisi.
 
“Non è un gioco, Sebastian! Dobbiamo aiutare Kurt,” disse fermamente Blaine.
 
“Blaine, lo apprezzo davvero, ma non c’è nulla che-”
 
“No,” per sorpresa di Kurt, era stato Sebastian ad interromperlo. “Non puoi semplicemente subire senza fare nulla.”
 
“Ha ragione,” Blaine sembrò sorpreso, come si sentiva Kurt. “Dovresti confrontarti con lui, chiamarlo e-”
 
“No,” intervenne Sebastian.
 
“No?” Blaine suonò un po’ come se si sentisse preso in giro.
 
“No,” disse fermamente Sebastian. “Non dovresti confrontarlo Kurt, lo renderebbe soltanto più arrabbiato e quando le persone si arrabbiano prendono decisioni folli ed affrettate. Ti farai male se si innervosisce.”
 
Kurt piegò la testa a lato, considerando le parole di Sebastian.
 
“Ha senso …”
 
“Certo che ha senso,” Sebastian gli sorrise.
 
“Beh, non può semplicemente stare seduto qui senza fare nulla; renderà soltanto le cose peggiori …” Accusò Blaine, prendendo un sorso lungo dal suo caffè.
 
“Non dico questo, dico soltanto che invece di provare con un approccio così aggressivo, magari dovrebbe provarne uno più difensivo,” parlò autoritario Sebastian e Kurt fu sorpreso per quanto logico fosse il suo consiglio.
 
“Hai ragione,” mormorò Blaine incredulo.
 
“Il tuo stupore mi offende,” si lamentò Sebastian, buttando giù il caffè. Kurt rise un po’ mentre Blaine arrossiva.
 
“Cosa pensi che io debba fare allora?”
 
Sia Sebastian che Blaine si fermarono per un secondo e sorprendentemente fu Sebastian il primo a parlare.
 
“Dovresti farti aiutare da alcuni di quei tizi alti nel tuo glee, non sono tuoi amici?”
 
“Sì, siamo amici ma non lascerò che mi facciano da protettori o qualcosa del genere,” disse fermamente Kurt.
 
“Non è questo che sta dicendo Kurt,” Blaine disse serio. “L’unione fa la forza, se l’idiota a scuola tua sa che hai i ragazzi del glee che ti coprono le spalle, potrebbe smetterla.”
 
“Non lo so …” Mormorò Kurt. Conosceva Sebastian appena da un paio di settimane, e Blaine da meno ancora ed era lì, a confessare tutti i suoi problemi e ascoltare consigli.
 
“Kurt, anche semplicemente avere il supporto dei tuoi amici ti farà sentire meglio.” Blaine suonò particolarmente certo. “Ho ragione se dico che non gli hai detto davvero quanto le cose stiano andando male?”
 
Kurt non disse nulla e Blaine sospirò.
 
“Kurt?”
 
“Hai ragione,” ammise Kurt malvolentieri. “E’ che non voglio annoiarli …”
 
“E’ una cosa stupida, Kurt, e lo sai,” Sebastian rispose pungente. “Diglielo e digli anche di badare a te.”
 
“Fallo, Kurt, se il tizio vede che non sei solo tenterà di meno di farti del male. Fidati, lo so.”
 
Kurt guardò gli occhi imploranti di Blaine e sospirò.
 
“Fallo, Kurt,” disse Sebastian, con la voce insolitamente seria e senza arroganza.
 
“Lo farò,” disse alla fine Kurt e Blaine sospirò di sollievo. “Ma non so se cambierà qualcosa …”
 
“Cambierà tutto,” promise Blaine. “Sapere che non sei solo può fare molta differenza. Hai i tuoi amici e hai noi, non dimenticarlo.”
 
“Grazie,” Kurt sorrise a Blaine che ricambiò subito.
 
“Figurati.”
 
“Anche a te, Sebastian, grazie,” Kurt si sentì un po’ strano nel ringraziarlo. Era ancora un po’ sorpreso da tutti i consigli che gli aveva dato Sebastian e quella giornata rendeva soltanto più difficile per Kurt tentare di capirlo.
 
“Prego,” Sebastian gli sorrise, un vero sorriso e Kurt sentì qualcosa di caldo dentro di sé alla visione. Quando Sebastian era arrogante e sarcastico, Kurt non riusciva davvero ad apprezzare quanto bello fosse, ma in quel momento, poteva chiaramente vedere per quale motivo fosse così sicuro di sé, era così attraente …
 
“E poi, aiutare i meno fortunati aiuta la mia immagine, sai?” Aggiunse Sebastian, tornando a rilassarsi contro la sedia e sogghignando.
 
Kurt fece ruotare gli occhi, grato del fatto che Sebastian fosse tornato ad essere se stesso e il suo momentaneo apprezzamento nei suoi confronti fosse passato, un’altra cotta indesiderata non era quello di cui aveva bisogno al momento, soprattutto se si trattava di Sebastian, il quasi-ma-non-proprio stronzo di turno.
 
“Ci vorrebbe di più che un po’ di carità per salvare la tua immagine, Sebastian,” Kurt lo guardò con un disprezzo scherzoso.
 
“Almeno io ho un’immagine, Hummel,” ribatté Sebastian.
 
Si sorrisero per un momento prima che Blaine interrompesse.
 
“Fate sempre così, ragazzi? Possiamo avere una conversazione normale?” Suonava esasperato e Kurt gli concesse uno sguardo di scuse.
 
“Scusa, certo che possiamo. Hai visto l’ultimo numero di Vogue?” Chiese Kurt, bevendo il proprio caffè.
 
Prima che Blaine potesse rispondere, Sebastian si inserì caustico. “Soltanto perché siamo gay, non vuol dire che-”
 
“Sebastian!” Blaine lo bloccò prima di rispondere a Kurt. “Sì, l’ho visto; non riesco neanche a credere che sia entrata in quel vestito …”
 
“Ho sentito che hanno dovuto cucirgliene un po’ direttamente addosso,” Sussurrò Kurt cospiratorio.
 
“Oh che il cielo mi aiuti,” mormorò drammatico Sebastian, guardando il soffitto. “Qualcuno mi salvi.”
 
***
 
Nonostante le lamentele di Sebastian, riuscirono a passare una buona ora a discutere di moda, glee club e, un punto per gli interessi di Sebastian, sport. Kurt era sorpreso nel notare quanto a suo agio si sentisse con loro, anche quando Sebastian lo prendeva in giro, e mentre guidava al ritorno, considerò i consigli dei due riguardo Karofsky. Sembrava logico che dirlo ai suoi amici ed avere Sam, Puck e Finn a proteggerlo sarebbe stato d’aiuto, lo sapeva. Si era già sentito meglio a riguardo grazie a Blaine e Sebastian e suppose che non gli avrebbe fatto male seguire i loro consigli. Le cose stavano migliorando per una volta e Kurt poteva appena credere alla propria fortuna.
 
Mentre entrava dalla porta principale di casa, sentì il telefono vibrare e, prendendolo dalla tasca, vide il nome Sebastian Smythe illuminare lo schermo. Chiedendosi per cosa diavolo gli stesse mandando un messaggio, sbloccò il telefono.
 
Domani sera, tu, B e io andremo ad un gay bar a Columbus. Assicurati di avere un alibi perché staremo fuori per buona parte della notte. Passo a prenderti al Lima Bean alle 5. Sebastian. P.S. vieni o dirò a B della tua piccola visita alla Dalton.
 
Merda.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Note della traduttrice: L’ho già scritto in altre traduzioni, ma non so se seguite tutte le storie Kurtbastian, quindi mi scuso anche qui per l’attesa. Sono stata lontana dal fandom e ho perso interesse per mesi. Adesso mi rimetto all’opera a lavoro a tutto. Chiedo scusa. - xoxo

Capitolo 5
Link originale: http://www.fanfiction.net/s/7977293/5/Before-you-met-me.
 
Erano le otto passate quando Kurt, Blaine e Sebastian arrivarono allo Scandals, la musica pompava forte attraverso le casse e il locale era pieno soltanto a metà. C’erano appena un paio di ragazzi al bancone del bar, visto che molti di loro erano poggiati alle pareti oppure ballavano. Kurt sentì lo stomaco stringersi, perché non era mai stato in un bar come quello prima, tralasciando il dettaglio che fosse un gay bar e si sentiva un po’ un pesce fuor d’acqua.
 
Mentre aspettava Blaine e Sebastian, Kurt era rimasto fuori al Lima Bean, sentendosi decisamente più che nervoso. Quando aveva ricevuto il messaggio di Sebastian il giorno prima, aveva passato quasi venti minuti a combattere con se stesso per cercare scuse per non andare e declinare l’invito. Non che l’idea di uscire non fosse invitante, non usciva per una serata decente da settimane, forse anche mesi e aveva cominciato a legare davvero con Blaine e, con suo sommo stupore, anche con Sebastian. Perché, a parte la personalità di Sebastian, a volte da spaccone, Kurt aveva capito che se guardava oltre la sua arroganza, era molto più simpatico e divertente di quanto non avesse creduto all’inizio.
 
Tenendolo in mente, aveva deciso di chiedere a Mercedes di coprirlo. Se avesse detto di sì, ci sarebbe andato, e se avesse detto di no, non l’avrebbe fatto. Semplice.
 
Tuttavia, sorprendentemente, la ragazza aveva detto di sì, suggerendogli di divertirsi con Blaine e Sebastian, di chiamarla se le cose si fossero messe male, e di non ubriacarsi. L’ultimo avvertimento non era necessario; Kurt aveva già fermamente deciso di restare pulito da qualsiasi forma di alcol dopo l’incidente con la signorina Pillsbury l’anno precedente. Sarebbe andato soltanto per fare esperienza.
 
Sebastian gli aveva detto che lo Scandals era il locale gay più scadente al quale fosse mai stato. Che era pieno di ragazzi più grandi che non avevano ancora fatto coming out, che avevano paura di farlo e passavano le serate a tentare di rimediare per il tempo perduto. Quando Kurt gli aveva chiesto perché andassero lì se Sebastian pensava che fosse così pessimo, lui aveva risposto, sorridendo lascivo;
 
“Perché, Kurt, soltanto perché metà di loro non sono degni della nostra attenzione, non vuol dire che anche l’altra metà non la meriti.”
 
Tenendo questo in mente, mentre camminavano verso il bar, Kurt si guardò intorno e vide che tra gli uomini più grandi, c’erano tanti ragazzi attraenti che non erano troppo più grandi di loro invece. Si voltò verso Blaine che si stava guardando in giro con uno sguardo curioso, probabilmente simile a quello di Kurt.
 
Avevano scoperto, durante il viaggio in macchina, che Sebastian era l’unico che era stato a un gay bar prima, e Sebastian stesso lo trovava esilarante.
 
“Beh, non è una cosa carina?” Aveva chiesto ridendo, facendo arrossire sia Kurt che Blaine.
 
“Non siamo tutti cresciuti a Parigi, sai.” Kurt aveva risposto; aveva appena scoperto dove viveva Sebastian ed era ancora nella fase d’invidia frenetica.
 
“Ovviamente, altrimenti ti vestiresti meglio.”
 
“Disse il ragazzo che sembra essersi vestito al buio.”
 
Aveva mentito quando lo aveva detto. Mentre continuavano a camminare verso il bar, Kurt osservò la combinazione di jeans e t-shirt di Sebastian, apprezzando lo spettacolo. Senza blazer, Kurt poteva vedere quanti muscoli Sebastian avesse a causa degli allenamenti di lacrosse, il che, combinato con la t-shirt aderente che indossava, faceva capire a Kurt il motivo esatto per il quale Sebastian otteneva sempre ciò che voleva.
 
Soltanto quando raggiunsero il bar e Sebastian si voltò, Kurt realizzò che stava fissando Sebastian. Giudicando dal ghigno sul viso di Sebastian, sapeva chiaramente cosa stava pensando Kurt.
 
“Ti piace quello che vedi?” Dovette gridare un po’ per coprire la musica ma Kurt lo sentì comunque.
 
“Nei tuoi sogni, mangusta.” Disse Kurt, mentre il suo viso si tingeva di rosso.
 
Sebastian aprì la bocca, probabilmente per prenderlo in giro per il rossore sul suo volto ma Blaine tossì ad alta voce e li guardò entrambi con uno sguardo esasperato.
 
“Smettetela ragazzi, ho dovuto già sopportarvi per tutto il viaggio,” disse, “non vi permetterò di punzecchiarvi anche qui.”
 
“Non posso fare promesse,” rispose Sebastian, facendogli l’occhiolino.
 
“Ci proveremo,” promise Kurt, guardando Sebastian direttamente.
 
“Bene.” L’espressione di Blaine si tramutò in un sorriso e Kurt vide Sebastian sorridere un po’ a se stesso mentre si sedevano sugli sgabelli del bar.
 
Kurt era ancora indeciso, non sapeva dire se Sebastian provasse davvero qualcosa per Blaine e se gli piacesse soltanto flirtare. Da ciò che vedeva, avrebbe detto entrambe le cose. Sebastian sembrava molto affettuoso con Blaine, giudicando dalle reazioni a varie cose che Blaine gli diceva o che faceva, ma forse era soltanto un bravo attore, Kurt non avrebbe saputo dirlo.
 
Se Sebastian provava davvero qualcosa per Blaine, allora le cose sarebbero diventate davvero complicate. Blaine sembrava molto sicuro quando aveva detto a Kurt che non gli piaceva Sebastian in quel senso e la sincerità nel suo tono di voce aveva reso difficile a Kurt non credergli. Kurt era sorpreso di quanto male si sentisse per conto di Sebastian, perché Blaine non era interessato. Sapeva cosa si provasse a essere respinti e dover soffrire per sentimenti non corrisposti, e non voleva che Sebastian dovesse passarci, anche se era un idiota.
 
“Kurt?” La voce di Blaine interruppe i pensieri di Kurt e lui sollevò lo sguardo verso di lui, dispiaciuto. Doveva davvero smettere di pensare così tanto a cose che non lo riguardavano.
 
“Scusami, di cosa stavate parlando?”
 
“Perso nelle tue riflessioni, principessa?” Sebastian sollevò un sopracciglio.
 
“Almeno io sono capace di pensare.” Kurt rispose pungente, incapace di trattenere un sorriso.
 
“Non di nuovo!” Blaine si lamentò indignato, e sia Kurt che Sebastian risero.
 
“Niente per me, comunque,” Kurt mantenne un tono frizzante. “Non bevo niente di alcolico.”
 
“Non hai mai bevuto?” Chiese Blaine curioso, ignorando la risata di Sebastian.
 
“Sì, ho bevuto in passato.”
 
“Allora perché no …?”
 
“Io e l’alcol non andiamo d’accordo.” Kurt non aveva intenzione di raccontare cosa era accaduto l’ultima volta, quindi si limitò a quello. Sebastian lo stava guardando divertito.
 
“Certo, tutto quello che vuoi,” il sorriso di Sebastian si allargò. “Ma io ordino comunque per te.”
 
***
 
La musica era un po’ troppo forte e la stanza era piena dell’odore di alcol e sudore, ma mentre bevevano i loro drink (Sebastian aveva ordinato a Kurt uno Shirley Temple alla fine, mettendolo un po’ in imbarazzo), Kurt si stava davvero divertendo. Dopo una mezz’ora, erano ancora seduti al bar, mentre Blaine beveva la sua seconda birra e Sebastian la prima. Ancora una volta, Kurt era sorpreso per quanto semplice fosse parlare con loro.
 
“Quindi è vero, Blaine, hai davvero tutti gli assoli?” Kurt sollevò un sopracciglio verso l’altro e Blaine rise, un po’ brillo, anche se aveva soltanto bevuto due birre.
 
“No,” Sebastian gli lanciò un’occhiata incredula e Blaine sembrò pensarci. “Beh, sì, più o meno, ma io ho fatto un’audizione, non spetta a me decidere.”
 
“Ho proposto di duettare alle provinciali,” Sebastian fece ruotare gli occhi. “Ma siccome sono nuovo, mi hanno detto di no.”
 
“Due ragazzi che duettano insieme … mi chiedo quanto potrebbe funzionare,” Kurt rifletté, prendendo un sorso dal suo drink.
 
“I giudici sclererebbero probabilmente,” rise Sebastian.
 
“Probabilmente.”
 
“Kurt, tu hai assoli?” Chiese Blaine.
 
“Non proprio,” ammise Kurt, “La mia voce è troppo diversa.”
 
“È una cosa orribile! Dovresti avere un sacco di assoli!”
 
“Non mi hai mai sentito cantare, Blaine.” Gli ricordò Kurt.
 
“Sono sicuro del fatto che la tua voce sia bellissima.” Blaine gli assicurò ad alta voce, coprendo i bassi della musica.
 
“Certo,” Sebastian aggiunse sogghignando. “Sempre detto che tu sappia cantare.”
 
“È una sfida?” Kurt inarcò un sopracciglio.
 
“E se lo fosse? Accetteresti?”
 
“Oh lo farei. E poi potrei dire la stessa cosa di te, neanche io ti ho mai sentito cantare.”
 
“Vero …” Sebastian guardò Kurt e lui ricambiò lo sguardo, mentre c’era una strana tensione che riempiva l’aria che li circondava.
 
Kurt fu felice quando il momento strano fu interrotto da un ragazzo alto e biondo che sembrava avere diciannove anni, più o meno; si avvicinò e si fermò davanti a loro con un’aria d’attesa.
 
“Hey.” Parlò direttamente a Sebastian, lanciando uno sguardo veloce a Kurt e Blaine.
 
“Hey a te,” Sebastian disse e gli fece un cenno con la testa.
 
“Ti va di ballare?” La voce bassa del ragazzo faceva chiaramente intuire che stesse flirtando e Kurt si voltò per guardare Sebastian, curioso di vedere cosa avrebbe fatto.
 
“No, grazie, ma apprezzo l’invito.” Sebastian sogghignò, buttando giù gli ultimi sorsi della sua birra.
 
Sollevando le sopracciglia, il ragazzo si voltò e sparì nella folla di corpi che si muovevano insieme sulla pista da ballo.
 
“Sebastian!” Blaine strillò non appena il ragazzo sparì.
 
“Che c’è?”
 
“Perché hai detto di no?” Blaine lo rimproverò. “Era un figo!”
 
“Non mi andava.” Sebastian fece spallucce ma c’era anche un rossore evidente che stava ricoprendo il suo collo.
 
“Perché no?” Blaine sembrava indignato.
 
“Perché no.” Sebastian disse con leggerezza e dopo un istante, Blaine lasciò perdere.
 
“Le Nazionali sono a New York, non è fantastico?”
 
Mentre Blaine e Sebastian parlavano di New York, Kurt pensò al comportamento di Sebastian. Voleva ancora qualcosa da Blaine, era evidente, ma non aveva idea del se provasse sentimenti spontanei per lui o fosse semplicemente una conquista. Conoscendo Sebastian soltanto da poche settimane, Kurt non sapeva se si comportasse normalmente così o no, quindi poteva anche trattarsi del modo in cui seduceva, semplicemente.
 
Prima che Kurt potesse aggiungere altri pensieri riguardanti i messaggi subliminali e contorti di Sebastian, fu distratto da un ragazzo dai capelli scuri che camminava verso di loro. Aveva un bel volto e a differenza del ragazzo che aveva chiesto a Sebastian di ballare, stava sorridendo a tutti e tre.
 
“Hey!” Gridò per coprire la musica, sedendosi accanto a Blaine. “Non ti vedo in giro da un po’, Sebastian.”
 
Ah, quindi conosceva Sebastian, ovviamente.
 
“Ho avuto da fare,” Sebastian fece spallucce, sorridendo all’altro ragazzo.
 
“Oh certo.” Il ragazzo fece ruotare gli occhi e guardò Blaine. “Blaine, giusto? Solista degli Usignoli?”
 
“Sì,” Kurt osservò mentre Blaine arrossiva un po’ alla definizione. “Tu sei Joshua?”
 
“Chiamami Josh,” Josh fece un occhiolino, sorridendo, e Blaine arrossì ancora di più. “E chi è questo?” Guardò Kurt, in attesa di una risposta. “Vai alla Dalton? Credo di non averti mai visto prima …”
 
Quindi frequentava la Dalton, ecco perché Sebastian lo conosceva e Blaine sapeva di lui.
 
“No, vado al McKinley.”
 
“A Lima? Come conosci questi due?” Josh chiese curioso.
 
“Uhm …” Kurt tentò di pensare a una spiegazione plausibile che non avesse a che vedere con lo spiare gli Usignoli.
 
“È nel glee club,” spiegò Sebastian e sorrise allo sguardo grato di Kurt.
 
“Rivali, eh?” Sogghignò Josh. “Wes sa che fate amicizia col nemico?”
 
Kurt impallidì. Chi era Wes?
 
Notando l’espressione di Kurt, Blaine rise. “Non preoccuparti, Kurt! Wes è innocuo e non ci stiamo spiando a vicenda comunque.”
 
Kurt impallidì ancora di più e Sebastian strozzò una risata.
 
“Zitto, mangusta.”
 
“Qualche problema, faccia da checca?”
 
“Anche tu sei gay, nel caso in cui non avessi notato!”
 
Sebastian fu salvato dal dover rispondere perché Joshua guardò Blaine, con gli occhi scintillanti.
 
“Allora Blaine, mentre questi due si sgozzano a vicenda, ti va di ballare?”
 
“Sì, mi piacerebbe,” Blaine saltò giù dallo sgabello. “Divertitevi voi due!”
 
Kurt sorrise e li guardò mentre si allontanavano verso la pista da ballo, parlando e ridendo. Blaine sorrideva e Joshua lo guardava, evidentemente affascinato. Kurt si voltò verso Sebastian, che sembrava teso.
 
“Va bene che Blaine balli con Josh?” Chiese Kurt a bassa voce.
 
“Certo. Josh è un bravo ragazzo, non proverà a fare nulla di troppo.”
 
“Ottimo. Ma non è quello che volevo dire …”
 
“Non so cosa tu voglia dire.” Sebastian disse risoluto e Kurt sollevò un sopracciglio, eloquentemente.
 
“Certo che no …” Fissò Sebastian per qualche secondo e Sebastian ricambiò lo sguardo, impassibile.
 
Kurt pensò di insistere, ma poi lasciò perdere; era evidente che Sebastian non avesse intenzione di confessare.
 
“Balliamo.” Disse improvvisamente, piuttosto, e si alzò.
 
“Non so …” Il pensiero di ballare lì faceva un po’ paura, specialmente davanti a Sebastian.
 
“Non sai ballare, Hummel?”
 
Kurt arrossì. “Certo che so ballare.”
 
“Certo, certo.” Sebastian sorrise e Kurt sogghigno in risposta.
 
“È una sfida?”
 
“Sai che lo è.”
 
“Uhmmm …”
 
“Oh dai! Non bevi e ora non balli neanche?” Sebastian sembrava frustrato.
 
“Okay! La sfida è aperta, Smythe.” Kurt lo guardò e Sebastian sorrise trionfante.
 
Kurt saltò giù dal proprio sgabello e cominciò a camminare verso la piccola pista da ballo. Aveva fatto soltanto un paio di passi quando realizzò che Sebastian era ancora fermo. Si voltò e si mise le mani sui fianchi.
 
“Paura, Smythe?” Provocò, ma Sebastian non stava ascoltando. Stava fissando alle spalle Kurt piuttosto, con un’espressione indecifrabile in volto. Kurt si voltò e vide cosa stava guardando.
 
Blaine e Josh non stavano ballano; piuttosto, si stavano spostando verso le pareti lontane, piegando la testa per cercarsi. Josh stava sussurrando qualcosa e dal modo in cui Blaine stava ridendo, doveva essere divertito. Blaine sembra felice, come Kurt non lo aveva mai visto prima, ed era stato decisamente Josh a cambiargli l’umore. Ricordandosi di Sebastian, Kurt si voltò di nuovo, pronto a tentare di decifrare la sua espressione, ma si ritrovò a fissare il vuoto. Si guardò intorno e vide Sebastian che si faceva rapidamente strada verso l’ingresso.
 
Prendendo velocemente una decisione, Kurt guardò l’ultima volta Blaine e Josh che stavano ancora parlando intimamente, e poi, come una scheggia, seguì Sebastian verso l’esterno.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 
L’aria fuori lo Scandals era fredda, in pesante contrasto con il calore quasi soffocante all’interno del bar. Una volta fuori, Kurt analizzò lo spazio intorno a lui, cercando di intravedere Sebastian. Lo trovò facilmente, visto che la sua t-shirt rossa spiccava nell’oscurità della notte. Era seduto sul cofano della macchina, il respiro che veniva fuori in visibili fili di nebbia. Kurt si avvicinò cautamente, cercando di comprendere il significato dell’espressione sul volto di Sebastian.
 
“Sebastian?” Sebastian si voltò verso di lui quando sentì la voce di Kurt.
 
“Hey Hummel.”
 
“Te ne sei andato all’improvviso …” Disse Kurt. “Stai bene?”
 
“Sto solo prendendo un po’ aria,” rispose Sebastian. “Cominciavo a soffocare lì dentro.”
 
“Ah …” Kurt guardò l’espressione indifferente sul volto dell’altro, alla ricerca di qualche emozione da decifrare. “Posso unirmi a te?”
 
Sebastian si fermò per un secondo. “Certo.”
 
Kurt si mosse per sedersi accanto a Sebastian sul cofano, assicurandosi di essere ad almeno mezzo metro di distanza da lui. Sebastian stava fissando pensieroso la notte, la sua espressione non lasciava intendere nulla. Era come se si fosse pulito il volto da ogni emozione e, se non fosse stato dalla sua mascella stretta, Kurt non avrebbe detto che fosse turbato.
 
Rimasero in silenzio per qualche minuto, Sebastian ancora distante e apparentemente inconscio degli sguardi preoccupati che gli lanciava spesso Kurt.
 
“Posso chiederti una cosa?” Kurt rischiò quando il silenzio tra loro divenne troppo strano.
 
“Certo,” rispose Sebastian, irrigidendosi un po’.
 
“Provi qualcosa per lui? Insomma, Blaine.” Kurt pensò che non avrebbe fatto male chiedere, indipendentemente da se Sebastian rispondesse o meno.
 
Sebastian rimase in silenzio e Kurt non ne era sorpreso in fondo. Era logico che Sebastian non volesse rispondere a domande private da parte di una persona che conosceva soltanto da un mese. Kurt guardò il cielo senza nuvole, grato del fatto che avesse indossato qualche strato in più quella sera.
 
C’erano un bel po’ di stelle sorprendentemente, e Kurt rise internamente per l’ironia dell’essere seduto sotto le stelle con Sebastian Smythe.
 
“Pensavo di sì …” Il suono della voce di Sebastian sorprese Kurt, e Kurt si voltò per guardarlo. Stava ancora guardando nel vuoto davanti a lui, ma sembrava un po’ più rilassato di prima.
 
“Cosa?” Chiese Kurt, un po’ confuso e poi si ricordò della sua domanda precedente. “Oh, Blaine?”
 
“Sì …” Sebastian si schiarì la gola.
 
“Provi qualcosa o pensi di provare qualcosa?” Chiese Kurt.
 
Sebastian era di nuovo silenzioso e Kurt sospirò, chiedendosi se avrebbe ottenuto alter domande o se Sebastian progettasse soltanto di restare lì in silenzio.
 
Ma ancora una volta Sebastian lo sorprese.
 
“Non lo so, okay?” Sebastian non sembrava essere sulla difensiva; piuttosto appariva confuso. “È che … ogni volta che lo vedo provo questa cosa, ma …”
 
Tacque di nuovo.
 
“Ma cosa?”
 
“Ho detto che non lo so!” Sbuffò Sebastian e fu Kurt ad irrigidirsi.
 
“Scusa,” disse dopo qualche secondo. “Non dovrei ficcare il naso così.”
 
“No, va bene.” Rispose Sebastian, sorprendendolo ancora. “Sono io che non dovrei essere così facilmente irritabile.”
 
“Non preoccuparti.” Kurt guardò negli occhi Sebastian e sorrise teneramente.
 
Sebastian ricambiò il sorriso tristemente. Cadde di nuovo il silenzio, meno strano di prima, e dopo un minuto o due, fu Sebastian a spezzarlo.
 
“Io-” si bloccò di nuovo, sembrando frustrato, e Kurt provò un po’ di compassione nei suoi confronti.
 
“Non sai come ti senti?” Suggerì.
 
“Sì, credo,” concesse Sebastian. “Non sono abituato a essere rifiutato, di solito non accade mai …”
 
“Oh, dai!” Kurt lo sbeffeggiò e poi aggiunse, con un tono più premuroso; “Non fingere che fosse soltanto un’altra conquista per te.”
 
“Lo era-” Sebastian cominciò prima di notare lo sguardo incredulo di Kurt. “Non so cosa fosse, okay?”
 
“Non hai mai provato sentimenti per qualcuno prima?” Nonostante i pensieri negativi di Sebastian riguardo l’amore e le relazioni, Kurt non poteva credere che non avesse mai provato nulla per qualcun altro.
 
“Non sono sentimenti!” Sebastian protestò e notando l’espressione di Kurt, sollevò un dito. “No, lasciami finire.”
 
“Scusa.”
 
“Non credo fossero sentimenti,” si fermò. “Diamine, io-”
 
Kurt rimase in silenzio, non volendo interrompere i farnetichii di Sebastian, sorpreso per quanto stesse permettendo a Kurt di leggere dentro di lui.
 
“Era più come se volessi provare qualcosa per lui, sai?” Sebastian si passò una mano tra i capelli. “Non ha senso, vero?”
 
“No, in qualche modo ha senso invece,” Kurt sorrise, tentando di confortarlo. “Continua.”
 
“Cosa vuoi che dica?” Sebastian era di nuovo sulla difensiva.
 
“Nulla, nulla …” Maledizione, Sebastian non era per nulla bravo ad affrontare questi discorsi. “Dì quello che vuoi …”
 
“Come ho già detto, non lo so …” Sebastian prese un respiro. “Quando ho conosciuto Blaine, era come se volessi farmelo piacere; era … dio, Kurt, non lo so …”
 
“Volevi fartelo piacere?” Kurt non poté nascondere il proprio tono sorpreso. “Cos’è successo al ‘non sono il tipo da relazioni’?”
 
Sebastian rise un po’ e poi sorrise verso di lui. “Non sono quel tipo di ragazzo, davvero …”
 
Dio, tutto questo lo confondeva.
 
“E allora …?”
 
“Era come se volessi farmelo piacere, sai? Lui è il tipo di ragazzo da relazione …”
 
“Mmmh.” Quello era decisamente vero.
 
“Più ci pensavo, più …” Sebastian sembrò rifletterci per un momento. “Più l’idea mi tentava.”
 
Sebastian sembrava un po’ innaturale e Kurt immaginò che fosse perché non era abituato a condividere i suoi pensieri con altre persone. Lo fece sentire un po’ onorato.
 
“So cosa vuoi dire, è difficile all’inizio, quando ti accorgi di provare dei sentimenti per qualcuno …”
 
“No, non è questo.” Le sopracciglia di Sebastian erano inarcate, creando una smorfia sul suo volto. “Insomma, non sono molto pratico con i sentimenti …”
 
Kurt ridacchiò e Sebastian gli rivolse uno sguardo svogliato, e poi continuò.
 
“Ma a piacermi, più che Blaine, era …” Sebastian smise di parlare e Kurt notò che le sue mani erano contratte.
 
“L’idea di lui?” Kurt suggerì, pensando alla sua cotta disastrosa per Finn l’anno prima.
 
“Sì,” Sebastian sembrava sospettoso e si voltò per guardare direttamente Kurt. “Come lo sapevi?”
 
“Ci sono passato …” Ammise Kurt, arrossendo.
 
“Davvero?”
 
“Già …” Kurt non voleva assolutamente raccontare a Sebastian di Finn. Lo avrebbe sicuramente preso in giro da morire.
 
“Oh dai, dimmi!” Sebastian strinse gli occhi. “Mi sono appena umiliato e tu non vuoi neanche raccontare? Non è giusto?”
 
“Immagino di no.” Kurt sospirò e fissò Sebastian apertamente. “Non è poi così interessante, okay? Non crearti troppe aspettative …”
 
“Le mie aspettative sono basse, ora parla.” Sebastian picchiettò impazientemente sul cofano della macchina.
 
“C’è questo ragazzo a scuola mia … si chiama Finn ed è un giocatore di football.”
 
“Un giocatore di football?” Sebastian chiese incredulo. “Non hai detto che c’era un giocatore di football che ti tormentava?”
 
“Sì …” Kurt ammise, un po’ a disagio. “Ma Finn era sempre stato gentile con me, più degli altri, era forse una delle ragioni per le quali mi piaceva così tanto … perché non mi lanciava negli armadietti e mi aveva sgranitato soltanto una volta.”
 
“Cosa? Ti piaceva perché era meno cattivo degli altri con te, è una cosa stupida!” Sebastian disse indignato e poi si fermò per un secondo. “Sgranitato? Cosa diavolo significa?”
 
“È quando ti lanciano una granita in faccia …” Kurt rabbrividì, ricordando la sensazione della bibita ghiacciata che colpiva il suo volto, infinite volte.
 
“È disgustoso …” Kurt rise alla smorfia di Sebastian.
 
“Sì, decisamente.” Confermò e poi continuò. “Quindi, Finn si è unito al Glee club e improvvisamente lo vedevo ogni giorno.”
 
“Oh … quale dei tizi del tuo glee club è? Quello con la cresta?”
 
“No, quello alto, ma non biondo …”
 
“Oh,” Sebastian sembrava sorpreso e un po’ disgustato. “Non immaginavo fosse il tuo tipo, onestamente …”
 
“Non lo è,” Kurt fece ruotare gli occhi. “Ma mi piaceva l’idea di avere un ragazzo forte e alto che mi lasciasse indossare la sua giacca e mi proteggesse dagli altri idioti che vanno al McKinley.”
 
“Aspetta, non è gay però, giusto?”
 
“No!” Rise Kurt. “Credo sia innamorato di Rachel, una mia amica, anche se si sono lasciati da un bel po’ …”
 
Immaginò che lui e Rachel fossero amici, nonostante non potesse sopportarla a volte.
 
“E a te va bene?” Sebastian chiese curioso.
 
“Certo! Come ho detto, mi piaceva l’idea di lui, non davvero lui …” Kurt sogghignò un po’. “È un po’ ottuso nei momenti meno opportuni, ma cerca di essere gentile.”
 
Sebastian rise. “Non è molto intelligente?”
 
“Beh, direi che il termine ottuso lo definisca bene,” scherzò Kurt, ridendo insieme a Sebastian.
 
“Siete amici?”
 
“Fratellastri in realtà …” Disse Kurt, sospirando un po’ mentre attendeva la reazione dell’altro ragazzo.
 
“Cosa?” Chiese Sebastian, sconvolto. “Ti sei preso una cotta per tuo fratello?”
 
“Fratellastro!” Ricordò Kurt indignato. “E non era mio fratello allora; i nostri genitori si sono sposati dopo le Provinciali.”
 
“Oh, beh, allora credo sia okay …” Disse Sebastian. “Come si sono conosciuti?”
 
Kurt rimase in silenzio.
 
“Li hai fatti conoscere tu, vero?” Sebastian sembrava star tentando di trattenere una risata. “Vivete insieme? Deve essere una cosa strana …”
 
“Non lo è,” Kurt rispose brevemente.
 
Il silenzio calò per qualche altro istante e poi Kurt si ricordò per quale motivo aveva detto a Sebastian di Finn.
 
“Quello che voglio dire è che,” riprese, tirando una piccola gomitata a Sebastian, così che lo guardasse. “Se pensi che ti piaccia soltanto l’idea di Blaine, allora credo di capire cosa provi.”
 
“So per certo che è quello che sento.” Disse Sebastian con decisione.
 
“Mmmh.” Kurt emise un verso evasivo in risposta. Non sapeva se Sebastian fosse in fase di negazione o nervoso.
 
“Non mi credi.” Era un’osservazione, non una domanda.
 
“Non del tutto …” Kurt rispose onestamente. “Non so se lo stai dicendo perché sei nervoso o perché è la verità …”
 
Kurt temette di star superando un po’ troppi limiti concessi dalla loro amicizia. Non si sarebbe sorpreso se Sebastian fosse tornato sulla difensiva.
 
“È un dubbio legittimo,” Sebastian suonava impassibile. “Ma ti assicuro che non sono innamorato di lui.”
 
La convinzione con la quale Sebastian pronunciò quelle parole era difficile da ignorare e Kurt lo guardò pensieroso.
 
“Allora perché sei scappato?”
 
“Perché fino a quel momento, avevo tentato di spingerlo a uscire con me e il fatto che lui e Josh si stessero praticamente scopando con gli occhi ha messo un po’ in difficoltà il mio piano.”
 
Sebastian notò lo sguardo incredulo di Kurt e aggiunse; “Davvero, Kurt. Non sono geloso, solo …”
 
Kurt osservò Sebastian mentre lui cercava la parola giusta. “Deluso?”
 
“Sì, deluso,” Sebastian gli mostrò un sorriso grato e poi aggiunse fermamente. “Ma non arrabbiato.”
 
Kurt sospirò. Credeva a Sebastian fino ad un certo punto; poteva chiaramente vedere che credeva in ciò che stava dicendo, ma non poteva comunque fare a meno di chiedersi se non provasse inconsciamente qualcosa per Blaine e magari non lo sapesse neanche.
 
“Bene.”
 
“Okay, possiamo smettere di parlarne ora?” Sebastian sorrise. “Tutte queste chiacchiere sui sentimenti mi stanno facendo salire la nausea.”
 
“Certo, tu non hai un cuore, ricordi?” Disse Kurt e si guardarono a vicenda per un momento prima che l’espressione di Sebastian si ammorbidisse. Kurt lo guardò con aria interrogatoria.
 
“Grazie, Kurt …” Sebastian si schiarì la gola.
 
“Per aver detto che non hai un cuore?”
 
“No,” Sebastian disse, un po’ a disagio. “Per essere venuto qui fuori e non avermi preso in giro.”
 
Kurt era sconvolto.
 
“Oh, va bene, non preoccuparti …” Si fermò un istante. “Hai pensato che ti avrei preso in giro?”
 
“Non lo so!” Sebastian disse sulla difensiva e Kurt fece ruotare gli occhi.
 
“Beh, non lo farei; a differenza tua, ho un cuore,” disse sogghignando.
 
Sebastian ridacchiò. “Touché.”
 
Rimasero in silenzio per un bel po’, guardando le macchine che passavano, i fari che scintillavano nell’oscurità, e nonostante fossero nel parcheggio di un gay bar, si sentiva molto più a suo agio di quanto non si fosse sentito ultimamente.
 
“È stata la serata più squallida della storia.” Sebastian disse ma non sembrava troppo deluso. “Siamo rimasti dentro per quanto? Meno di un’ora?”
 
“Mmmh,” Kurt sorrise. “Sono deluso; ed io che mi aspettavo di star finalmente per vivere una serata in stile Smythe.”
 
“Taci,” Sebastian rise e spinse la spalla di Kurt con la propria. “Lo Scandals è misero comunque.”
 
Kurt rise e poi si fermò.
 
“Non dovremmo andare a controllare che Blaine stia bene?” Chiese improvvisamente a Sebastian, ricordandosi che avevano lasciato Blaine dentro con Josh. Cominciò a provare un po’ di panico, ricordando che Mercedes gli aveva detto di non lasciare nessuno da solo. Si voltò verso Sebastian, con gli occhi spalancati e stava per dare voce alle proprie preoccupazioni quando Sebastian fece ruotare gli occhi.
 
“Calmati,” disse. “Sta bene; andiamo a vedere dove sono lui e Josh. Josh è un bravo ragazzo, non tenterà di fare nulla di troppo, te l’ho detto.”
 
“Okay,” Disse Kurt, ancora un po’ insicuro. “Andiamo …”
 
Scivolò giù dall’auto e si voltò verso Sebastian che però non lo stava guardando.
 
“Visto, te l’avevo detto.” La sua voce suonava soddisfatta.
 
Kurt si voltò per controllare cosa stesse guardando. Blaine stava uscendo dallo Scandals e stava camminando verso di loro, con un sorriso enorme e luminoso in volto.
 
“Hey ragazzi, mi chiedevo, dove foste finiti,” gridò. “Cosa c’è di così speciale qui fuori?”
 
“Uhhh …” Sebastian mormorò, per una volta senza parole apparentemente.
 
“Un’ottima ricezione.” Kurt disse rapidamente, mascherando l’indecisione di Sebastian.
 
“Oh,” rispose Blaine e li guardò in modo un po’ strano. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma prima che potesse parlare, Kurt intervenne rapidamente.
 
“Allora, che ci fai qui? Pensavo fossi con Josh,” non voleva parlare di Josh, per il bene di Sebastian, ma era necessario.
 
Sebastian sembrava essersi improvvisamente ripreso dalla propria indecisione e mentre Blaine si spostava accanto a lui, gli fece un occhiolino.
 
“Già, Blaine, che mi dici di Josh?” La voce di Sebastian era impassibile mentre parlava.
 
“Lui, uh,” Blaine arrossì. “Mi ha dato il suo numero …”
 
“Bel colpo!” Starnazzò Sebastian.
 
“È fantastico, Blaine,” Kurt mostrò a Blaine un sorriso e poi guardò Sebastian che non sembrava turbato dalla notizia. Sebastian ricambiò lo sguardo e sospirò per l’esasperazione.
 
“Non mi crederai mai, vero?” Chiese.
 
“Scusa,” Kurt rispose, sorridendo dispiaciuto e riguardarono Blaine, che sembrava confuso.
 
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che Sebastian parlasse.
 
“Non posso credere di star dicendo davvero una cosa del genere,” disse. “Volete andare via?”
 
“Sì … sarebbe fantastico, sono esausto,” disse Blaine, evidentemente stanco.
 
Guardarono entrambi Kurt.
 
“Certo,” disse Kurt, annuendo, e Blaine sospirò di sollievo e si fece strada verso lo sportello dell’auto, inciampando un po’.
 
“Quanto hai bevuto, Blaine?” Chiese Sebastian, ridendo mentre si avvicinava allo sportello per prendere posto alla guida.
 
“Zitto …” Mormorò Blaine. “Non troppo …”
 
“Certo,” Rispose Kurt e si avvicinò alla macchina.
 
“Kurt, tu davanti.” Ordinò Sebastian, aprendo lo sportello.
 
“Oh … perché?” All’andata era stato dietro. Blaine era seduto davanti.
 
“Perché Blaine non vomiterà sui sedili anteriori della mia auto.” Sebastian gesticolò verso Blaine, che era poggiato alla macchina.
 
“Non ho bevuto così tanto!” protestò Blaine.
 
“Certo, tigre,” Sebastian sorrise e poi guardò Kurt. “Vuoi che ti apra lo sportello?”
 
“Divertente, Smythe, davvero divertente,” disse sarcasticamente Kurt, prima di salire in macchina.
 
Allacciandosi la cintura, Kurt poté sentire Blaine entrare dietro di lui.
 
“Ti sei divertito?” Kurt chiese.
 
“Sì, un sacco, Josh è davvero simpatico …” Kurt poté quasi sentire Blaine arrossire mentre lo diceva. Guardò Sebastian che fece ruotare gli occhi verso di lui mentre infilava le chiavi nella fessura.
 
“Vi siete divertiti anche voi?” Chiese Blaine.
 
“Sì,” rispose Sebastian, guardando Kurt e sorridendo mentre metteva in moto. “Ci siamo divertiti.”
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 
Fu Blaine a proporre che prendessero tutti e tre un caffè insieme dopo la scuola, qualche giorno dopo la loro avventura allo Scandals. Aveva accettato sentendosi più a proprio agio rispetto all’appuntamento per andare allo Scandals, non solo perché un caffè era piuttosto innocuo, ma anche perché, dopo aver parlato con Sebastian, era giunto alla conclusione che, a parte il suo sarcasmo e la sua arroganza, Sebastian fosse comunque umano. Chiaramente questo non significava che non fosse comunque Sebastian e Kurt lo realizzò appena entrò nel Lima Bean.
 
“Guarda un po’ chi si vede, faccia da checca …” Strascicò Sebastian e Kurt si sarebbe sentito offeso se non avesse notato la scintilla scherzosa negli occhi del ragazzo.
 
“Ciao anche a te,” Kurt rispose e si sedette. “Dov’è Blaine?”
 
“Sta prendendo il caffè; voleva aspettare te …” Sebastian fece spallucce. “Ma eri in ritardo.”
 
“Non ho fatto così tardi!” Kurt fece ruotare gli occhi a quell’accusa. “Al massimo cinque minuti.”
 
Sebastian rise.
 
“Magari quindici,” rispose e Kurt lo guardò male. “Che cosa stavi facendo comunque? Le lezioni saranno finite, tipo, mezz’ora fa.”
 
“Ho dovuto accompagnare Finn a casa prima, non è colpa mia.” Rispose Kurt.
 
“Ahhh giusto,” Sebastian disse, con gli occhi che brillavano per il divertimento. “Il famoso fratello …”
 
Fratellastro, Sebastian, fratellastro.” Kurt fece ruotare gli occhi.
 
“Dettagli,” Sebastian disse superficialmente e poi sorrise. “Ti piaceva tuo fratello …”
 
“Perché diavolo te l’ho detto?” Si chiese Kurt, lamentoso.
 
“Non posso farci niente se ho una faccia onesta.”
 
Kurt grugnì.
 
“Hai una faccia da mangusta, ne abbiamo già parlato, Sebastian.”
 
“Beh, almeno a me non piaceva mio fratello!”
 
“Ti piaceva tuo fratello?” Blaine era tornato e aveva tra le mani due bicchieri di caffè fumante. Ne allungò uno a Kurt, continuando a guardarlo con un’espressione confusa in volto.
 
“Grazie Blaine,” disse Kurt. “E prima che tu possa fare altre domande, è il mio fratellastro e non mi piace più.”
 
“Oh capisco …” Kurt rise per il sollievo evidente sul volto di Blaine.
 
Blaine si sedette accanto a lui e Kurt era lieto del fatto che lo avesse fatto.  Nonostante le parole di Sebastian riguardo ai suoi sentimenti per Blaine, Kurt non era ancora sicuro su quanto fosse vero. Sebastian era una persona difficile da interpretare, cominciava a scoprire.
 
“Come vanno le cose al McKinley? Stai-” Blaine s’interruppe, impallidendo d’un tratto. “Kurt!”
 
L’esclamazione improvvisa di Blaine quasi fece sputare il caffè a Kurt.
 
“Cosa? Che c’è che non va?” Chiese, tossendo.
 
“Vacci piano, tigre,” Sebastian disse a Kurt, allungandosi per dargli qualche colpetto dietro la schiena,  facendolo farfugliare indignato. “Blaine?”
 
“Mi sento uno schifo!” Blaine disse a Kurt e poi guardò Sebastian. “Non posso credere che lo abbiamo dimenticato!”
 
“Dimenticato cosa?” Kurt chiese, sentendosi ancora più confuso.
 
Sebastian non disse nulla, piuttosto guardò Blaine con la stessa espressione incerta.
 
“Tutta quella situazione!” Blaine disse e poi abbassò la voce, “Tutta la storia del bullismo …”
 
Prima che Kurt potesse dire qualsiasi cosa, Sebastian parlò. “Sì, come va?”
 
Doveva ammettere che suonava completamente sincero e preoccupato, e per un momento Kurt dimenticò di rispondere alla domanda, perché era troppo impegnato a essere sorpreso.
 
“Oh,” riuscì a dire. “Uhm, meglio a dire la verità …”
 
Sia Blaine sia Sebastian lo guardarono in attesa di una spiegazione e Kurt sospirò.
 
“Ho seguito il vostro consiglio e l’ho detto ai miei amici; erano davvero arrabbiati …”
 
Era vero, tutti nelle Nuove Direzioni erano furiosi, e non solo riguardo Karofsky, ma anche perché Kurt non aveva detto nulla. E in effetti, Kurt aveva capito che forse avrebbe dovuto parlarne con loro fin dall’inizio, ora che sapevano, tutto sembrava un po’ meno angosciante, specialmente quando Sam, Puck e Finn gli facevano da scorta a ogni lezione. Si erano assunti come bodyguard di Kurt e non prendevano il loro lavoro con leggerezza. Spesso negli ultimi giorni, aveva dovuto rifiutare che facessero determinate cose, come quando insistevano per portargli i libri o andare a prendere il pranzo per lui. Era seccante e iperprotettivo ma Kurt non poteva fare a meno di trovarlo anche un po’ piacevole. E poi tenevano Karofsky a distanza di sicurezza e, per la prima volta dopo settimane, Kurt non aveva preso neanche una granita in faccia né era stato lanciato contro gli armadietti. Era una sensazione magnifica.
 
Perfino Santana era stata stranamente protettiva nei confronti di Kurt, per ragioni che lui ignorava, e si era offerta di aiutarlo. Lui le aveva detto che non era necessario, ma che lo apprezzava comunque. Lei lo aveva guardato in modo strano, uno sguardo che Kurt non era riuscito a decifrare, era una combinazione di preoccupazione, orgoglio e – con grande sorpresa e confusione di Kurt – dubbio. Stava sicuramente accadendo qualcosa … solo che Kurt non aveva idea di cosa fosse.
 
Kurt tornò al presente grazie alla voce di Blaine, che stava parlando ansioso.
 
“Beh, com’è andata? Ti stanno aiutando?”
 
“Sì,” rispose Kurt, sorridendo. “Visto che Sam, Puck e Finn stanno badando a me, Karofsky non mi si è fatto neanche vedere negli ultimi giorni.”
 
“Finn, hey?” Sebastian sogghignò e Kurt strinse i denti, frustrato.
 
“Sebastian!” Blaine disse nello stesso momento in cui Kurt disse, “Zitto!”
 
“Dovremmo aiutare Kurt,” continuò Blaine, guardando Sebastian con aria di rimprovero.
 
“Scusa,” disse Sebastian, anche se non sembrava davvero dispiaciuto, anzi, il suo ghigno si allargò e Kurt continuò a guardarlo.
 
“Quindi i ragazzi si stanno occupando di te? È fantastico!” Blaine gli sorrise e Kurt ricambiò. Considerato da quanto poco conoscesse Blaine, era sorprendente quanto piacesse genuinamente a Kurt.
 
“Sì, lo è,” Kurt confermò e si sorrisero a vicenda. Kurt piegò un po’ la sedia, così da guardare sia Blaine sia Sebastian.
 
“Grazie mille,” disse, tentando di far riflettere tutta la sua gratitudine nel tono. “Apprezzo davvero quello che voi ragazzi avete fatto.”
 
“Non abbiamo fatto nulla Kurt, hai fatto tutto tu.” Blaine disse sorridendo.
 
“Siete stati voi a dirmi cosa fare,” gli ricordò Kurt.
 
“Non tenerti sempre tutto dentro,” Sebastian disse improvvisamente e Kurt si voltò di guardarlo. “Assicurati di dire tutto a noi la prossima volta.”
 
“Hmm …” Kurt era sconvolto dall’intensità del suo tono di voce. “Certo …”
 
“Bene,” Sebastian gli sogghignò, mentre la sua espressione tornava alla solita arroganza. “Non possiamo sopportare altri momenti deprimenti qui, è una cosa squallida.”
 
Blaine scosse la testa, seccato, ma Kurt sorrise a se stesso. Se Sebastian volva nascondersi dietro una maschera di sarcasmo e arroganza, a lui andava bene; Kurt poteva vedere che nonostante il suo comportamento, era capace di provare emozioni.
 
“Sei una persona orribile,” disse Kurt, sorridendo.
 
“Non ho mai affermato il contrario.” Sebastian ricambiò il sorriso. Kurt aprì la bocca ma prima che potesse parlare fu interrotto da Blaine che stava battendo la testa sul tavolo.
 
“Stai bene, Blaine?” Chiese Kurt e Sebastian ridacchiò.
 
“Non fatelo di nuovo,” la voce di Blaine era smorzata. “Non resterò qui seduto ad ascoltarvi mentre v’insultate a vicenda.”
 
“Non facciamo sul serio!” Protestò Kurt.
 
“Parla per te …” Rispose Sebastian, e Kurt lo guardò.
 
“Oh stai soltanto-”
 
“No! Non di nuovo!” Blaine quasi supplicò. “Possiamo parlare normalmente per una volta per favore?”
 
“Certo,” disse Kurt.
 
“Oh ho capito dove stai andando a parare.” Sogghignò scaltramente a Blaine.
 
Blaine arrossì e Kurt fissò entrambi con sguardo interessato.
 
“Mi sono perso qualcosa?” Chiese.
 
“Vuole chiederci di Josh,” disse Sebastian a Kurt, con la voce decisa. Kurt cercò indizi sul suo viso per capire come si sentisse a riguardo ma Sebastian sembrava completamente a suo agio.
 
“Ah,” disse Kurt e sorrise a Blaine. “Certo, Josh …”
 
Blaine non disse nulla, arrossì ancora di più. Era divertente a parere di Kurt, se confrontava quanto composto fosse solitamente Blaine al modo in cui reagiva quando si parlava di Josh.
 
“Beh, dai!” Sebastian insistette. “Dicci, ti ha già chiamato?”
 
“Sei davvero una vecchia pettegola, sai,” Kurt mormorò a Sebastian, divertito, e Sebastian mise su un broncio quasi comico.
 
“Sì,” Blaine disse, ignaro del loro scambio di sguardi. “Ieri sera …”
 
“È fantastico, Blaine!” Disse Kurt.
 
“Bel colpo, Anderson,” Sebastian sollevò il proprio caffè verso Blaine, sorridendo lascivo.
 
Blaine fece ruotare gli occhi verso entrambi, ma sembrava anche lui contento.
 
“Che cosa ha detto?” Chiese Kurt.
 
“Beh,” Blaine cominciò. “Mi ha chiesto se mi va di vedere un film con lui stasera.”
 
“Ooh che film?” Chiese Kurt, mentre Sebastian rispondeva; “Squallido.”
 
“Non sono tutti romantici come te, Sebastian,” Kurt fece notare e Sebastian rise.
 
“Vero, vero …” Rispose e Kurt tentò di decifrare la sua espressione e la sua postura per capire come si sentisse.
 
Sebastian era completamente rilassato da ciò che Kurt poteva vedere e lui era bravo a capire il linguaggio del corpo. L’altro ragazzo sembrava piuttosto indifferente alla notizia di Blaine e Kurt si era deciso sul fatto che forse stava dicendo la verità su come si sentiva prima riguardo il ragazzo.
 
“Non mi credi ancora, vero?” Sembrava che Sebastian avesse indovinato cosa stesse pensando Kurt.
 
“Ci sto provando, ma non ci riesco ancora …” Ammise Kurt.
 
Sebastian fece ruotare gli occhi e si voltò verso Blaine che li guardava con un’espressione confusa.
 
“Cosa …?”
 
“Lascia stare,” Sebastian disse abilmente. “Torniamo a noi. Hai accettato l’invito?”
 
“Sì,” Blaine disse come se fosse ovvio. “Certo che l’ho fatto.”
 
“Che cosa andrete a vedere?” Chiese Kurt.
 
“Non lo so, ha detto che avrebbe controllato e poi mi avrebbe telefonato …” Blaine abbassò lo sguardo per guardare il cellulare poggiato sul tavolo mentre parlava.
 
“Non ha chiamato ancora?” Chiese Kurt.
 
“Non ancora …” Blaine sembrava un po’ nervoso e Kurt trattenne un sorriso.
 
“Non preoccuparti,” disse Sebastian, un po’ esasperato. “È evidentemente pazzo di te, ha passato tutta la lezione di matematica ieri a parlare di te ed è stato noioso da morire.”
 
Ah, pensò Kurt. Josh doveva avere un anno in più a Blaine, come lui e Sebastian.
 
“Davvero?” Blaine chiese, come se non ci credesse.
 
“Davvero,” confermò Sebastian, sogghignando.
 
Blaine sembrò più tranquillo a quelle parole e lanciò uno sguardo a Sebastian prima di bere un lungo sorso del suo caffè.
 
Guardando Sebastian, Kurt poteva notare che sembrava fiero di sé; c’era un piccolo sorriso sulle sue labbra, come se non potesse trattenersi.
 
“Non sapevo che ti piacesse così tanto fare da Cupido,” Lo prese in giro Kurt.
 
“Oh taci,” Sebastian fece ruotare gli occhi e aggiunse, sogghignando. “Come ho già detto, non sono il tipo da relazioni e ciò include anche quelle delle altre persone.”
 
“Non sei il tipo da relazioni?” Blaine chiese, sconvolto. “È una cosa ridicola.”
 
“Troppo incasinate,” spiegò Sebastian.
 
“Non è una buona ragione,” insistette Blaine. Kurt lanciò uno sguardo esasperato a Sebastian.
 
“Non credo che tu voglia conoscere tutte le motivazioni, Blaine, non vorremmo essere terrorizzati a vita …” Disse.
 
“Ci sto per le cose occasionali,” spiegò Sebastian. “Ma non per le relazioni, grazie mille.”
 
Sebastian sembrava completamente a proprio agio con quello che stava dicendo, ma Kurt non poteva fare a meno di provare un po’ d’indulgenza nei suoi confronti quando diceva cose del genere. Sebastian, notando il modo in cui lo stavano guardando, sollevò un dito verso entrambi.
 
“No, non guardatemi così,” scosse la testa, divertito. “Mi piace, okay? È tutto più semplice.”
 
“Okay …” Blaine sembrava confuso e Kurt non poteva biasimarlo.
 
“E soprattutto, è divertente …” Sebastian aggiunse, sorridendo abbagliante e Kurt rabbrividì.
 
“Sei incredibile …” Mormorò e Sebastian rise.
 
“E tu, Kurt?” Chiese Blaine. “Cosa mi dici in amore?”
 
“Nulla,” Kurt mantenne la sua espressione e il suo tono allegro. “Probabilmente resterò single fino al diploma …”
 
“Cosa ti fa pensare una cosa del genere?”
 
Kurt arrossì. “Beh, sai non ho mai conosciuto nessuno quindi …”
 
“Davvero?” Sorprendentemente fu Sebastian a parlare. “Non ti credo.”
 
“Scusami?” Kurt sollevò un sopracciglio. “Fidati, nessuno è mai stato interessato a me …”
 
“Oh dai, Kurt, è impossibile,” Sebastian sembrava sicuro di sé.
 
“Uh, non che non lo è,” disse Kurt, facendo ruotare gli occhi. “Faccia da checca, ricordi?”
 
Sebastian arrossì. Aprì la bocca ma Kurt non aveva idea di cosa stesse per dire perché Blaine lo anticipò.
 
“Kurt!” Disse con convinzione. “Non dovresti abbatterti così tanto, sei stupendo e troverai qualcuno.”
 
“Lo so, Blaine, grazie.” Kurt sorrise a Blaine, sperando con tutto se stesso che cambiassero argomento.
 
Grazie al cielo, in quel momento, il telefono di Blaine suonò rumorosamente e Blaine si allungò per prenderlo, arrossendo quando vide chi era che stava chiamando.
 
“Josh?” Chiese Kurt, grato per la distrazione.
 
“Uh, sì …” disse Blaine. “Andrò a rispondere lì …”
 
Kurt sogghignò e guardò Sebastian, che stava facendo lo stesso.
 
“Ti va davvero bene?” Kurt gli chiese, soltanto per essere sicuro; aveva visto a sufficienza da capire che Sebastian stava dicendo la verità.
 
“Sì, Kurt! Quante volte devo dirtelo ancora?” Chiese Sebastian indignato.
 
“Scusa! Solo per essere sicuri …” Rispose Kurt. “Sta tranquillo.”
 
Sebastian aprì la bocca ma non disse nulla, l’espressione sul suo viso indecifrabile.
 
“Che c’è?” Chiese Kurt, quando il silenzio durò un po’ troppo.
 
“Ascolta, riguardo quella storia della faccia da checca …” Sebastian riprese dopo un secondo.
 
“Non preoccuparti,” Kurt disse, facendo ruotare gli occhi.
 
“No,” disse Sebastian. “Soltanto perché lo dico io, non vuol dire che tu ce l’abbia davvero, okay?”
 
“Okay, Sebastian,” disse Kurt.
 
“Sono serio, non voglio che pensi che sia vero,” Sebastian sembrava molto a disagio, prima che la sua faccia mutasse in un ghigno. “Davvero, non sei così male …”
 
Gli occhi di Kurt si spalancarono, il suo volto si arrossò. “Cosa? Scusami?”
 
“Oh dai, abbi un po’ di autostima, Hummel!” Rise Sebastian.
 
“Oh, so che sono favoloso, credimi,” si pavoneggiò Kurt, sperando che il rossore sul suo viso non fosse troppo evidente. “Mi riferivo al fatto che hai davvero detto qualcosa di carino …”
 
“Sono una persona, sai, posso essere carino,” Sebastian si rilassò di nuovo contro la sedia, sorridendo. “Ma ero serio, riguardo al fatto che hai un bell’aspetto …”
 
“Grazie, neanche tu sei male,” Kurt concesse, riflettendo il ghigno di Sebastian con il proprio.
 
“Oh lo so,” Sebastian concordò arrogante.
 
“Sai cosa?” Blaine era tornato e stava staccando la telefonata.
 
“Quanto assurdamente bello sia,” Rispose Kurt, cercando disperatamente di non arrossire di nuovo.
 
“Lo hai detto tu, non io,” si vantò Sebastian e gli fece un occhiolino.
 
“Taci.”
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 
Le tre settimane successive alla loro uscita allo Scandals passarono tra caffè quotidiani con Blaine e Sebastian. Più di due volte a settimana, Kurt si ritrovava al Lima Bean, a scambiarsi battute pungenti con Sebastian e ad ascoltare Blaine parlare estasiato di Josh. Kurt non era certo di come fosse diventata un’abitudine uscire con quei due ragazzi della Dalton, soprattutto perché non era sempre Blaine a proporre le uscite.
 
Lima Bean, 4:00? – S
 
Aveva ricevuto quel messaggio qualche giorno dopo la prima uscita ed era certo del fatto che Sebastian volesse qualcosa da lui. Era arrivato al Lima Bean trepidante e ansioso di scoprire di cosa si trattasse, per poi trovarsi scioccato quando, dopo aver chiesto a Sebastian cosa volesse, Sebastian rispose;
 
“Che c’è? Non mi è permesso uscire con voi soltanto per prendere un caffè?”
 
Ed erano andati avanti così.
 
Alle volte facevano i compiti ma spesso finivano per chiacchierare in maniera amichevole (almeno per la maggior parte del tempo) di qualsiasi cosa, dalla musica alle dosi spropositate di compiti che dovevano fare Sebastian e Blaine e i pochissimi che aveva da fare Kurt.
 
“Il modo in cui riesci a parlare un francese quasi decente frequentando quella scuola è ridicolo.” Sebastian aveva detto a Kurt, col suo solito ghigno in volto.
 
Quasi decente?” Lo sguardo che Kurt lanciò a Sebastian fece raggelare perfino il ragazzo. “Tu as le corps d’un chien et le QI d’un gamin de cinq ans.”*
 
“Je t’emmerde!”** Sebastian sorrise mentre lo diceva e anche Kurt lo fece, soprattutto per la faccia confusa di Blaine.
 
Non parlavano spesso in francese, soltanto quando volevano infastidire Blaine, oppure Sebastian decideva che insultare Kurt in inglese non era più sufficiente – o il contrario – perché Kurt ricambiava piuttosto bene.
 
“Puzzi di marchetta,” Disse un pomeriggio, arricciando il naso con fare sprezzante verso l’altro ragazzo.
 
“Marchetta? Davvero, Kurt? Disse quello che profuma di rose.” Sebastian aveva risposto, facendo ruotare gli occhi. “Hai comprato tu quel maglione? O è di tua madre?”
 
Kurt si era sentito impallidire per un secondo, ma aveva tenuto la testa alta, cercando di abbattere l’onda di tristezza che lo attraverso. “Mia madre è morta.”
 
Non aveva progettato di dirlo in maniera così brusca.
 
“Mi dispiace,” Sebastian aveva detto a bassa voce, lasciando Kurt un po’ sorpreso, mentre Blaine poggiava una mano sulla sua per confortarlo. “So quanto deve essere stato difficile per te.”
 
“Davvero?” Il breve momento di tristezza di Kurt era stato rimpiazzato da un misto di curiosità e di brama.
 
“La mia matrigna è morto l’anno scorso,” Sebastian aveva usato la stessa voce bassa. “Ha vissuto con noi da sempre.”
 
“Mi dispiace.”
 
“Grazie,” Sebastian aveva sorriso ed erano rimasti seduti lì per un minuto interminabile, sorridendosi a vicenda, e Kurt notò di aver dimenticato che Blaine fosse lì.
 
“Hai dei capelli orribili,” Kurt aveva detto con leggerezza, spezzando lo strano ma – sorprendentemente - non fastidioso momento che avevano condiviso.
 
“Tu hai una voce orrenda quando parli,” Sebastian aveva sogghignato e Blaine, beh, non aveva detto nulla; aveva semplicemente piantato il proprio volto sul tavolo, mormorando in un sospiro su quanto fosse dura la sua vita.
 
Se da un lato era vero che Sebastian e Kurt amavano provocare Blaine al punto da spingerlo quasi a tirarsi i suoi capelli pieni di gel, dall’altro, Blaine non aveva di certo una vita dura.
 
Blaine e Josh erano già usciti insieme cinque volte, appuntamenti che Blaine descriveva dettagliatamente a Kurt e Sebastian successivamente. Aveva preso l’abitudine di dire a Kurt e Sebastian di incontrarlo al Lima Bean il giorno dopo ogni appuntamento, allo scopo di chiedere a loro di aiutarlo ad analizzare ogni momento del tempo che aveva passato con Josh. Se da un lato Kurt amava il romanticismo e via dicendo, doveva anche ammettere di condividere un po’ del sentimento di esasperazione di Sebastian ogni volta che Blaine chiedeva consigli.
 
“Credete che il fatto che mi abbia aperto la porta significhi che pensa che io sia debole?” Chiese Blaine, una volta che si furono seduti con i loro caffè Martedì pomeriggio, dopo che lui e Josh erano andati a vedere un film la sera precedente.
 
Kurt e Sebastian non dissero nulla, si scambiarono uno sguardo divertito.
 
“Oddio lo pensa, vero?” Blaine cominciò ad andare in panico immediatamente e Kurt, tentando di non ridere, allungò una mano sul suo braccio in un gesto di consolazione.
 
“Certo che no, Blaine, sono certo del fatto che si stia soltanto comportando da gentiluomo.” Disse e Sebastian ridacchiò. “Oh taci, Smythe, soltanto perché tu non sei un gentiluomo, non vuol dire che non esistano in generale.”
 
“So essere un gentiluomo se voglio!” Sebastian protestò e sia Kurt che Blaine lo guardarono con delle espressioni incredule in volto.
 
“Certo che puoi … così come Blaine può stare per più di cinque minuti senza gel.” Disse Kurt sarcasticamente, sollevando un sopracciglio e osservò Blaine divertito mentre l’altro si accarezzava inconsciamente i capelli.
 
“Soltanto perché non lo avete visto con i vostri occhi, non vuol dire che io non possa esserlo,” Sebastian protestò vivamente.
 
“Certo,” Kurt accordò poco convinto e Sebastian ringhiò.
 
“Possiamo continuare a parlare di Josh?” Supplicò Blaine.
 
“Parliamo sempre e solo di quello,” Sebastian disse sogghignando.
 
“Di quello e dei bellissimi occhi di Josh …” aggiunse Kurt, incapace di resistere.
 
“Giusto!” Sebastian rise. “Dimmi, Kurt, sono castani? O cioccolato?”
 
“Tacete!” Blaine era arrossito in maniera evidente, notò Kurt. “Perfino voi due che litigate è meglio di questo.”
 
“Scusa, Blaine,” si scusò Kurt, incapace di trattenere il sorriso che sbocciò sul suo volto.
 
“Sì, scusa, Blaine,” il volto di Sebastian era serio e Kurt non gli credette per un istante. Sorprendentemente però, Sebastian rimase in silenzio e Blaine riprese a raccontare dal suo appuntamento con Josh. Mentre Blaine parlava, Kurt teneva gli occhi puntati su Sebastian, che sembrava star tentando di sopprimere un sorriso.
 
“Perché stai sorridendo come un gatto che ha preso un canarino?” Kurt gli chiese.
 
“Perché,” Sebastian sussurrò, gesticolando verso il parcheggio, “credo che Blaine abbia preso un usignolo.
 
Kurt guardò attraverso le finestre e vide che Josh era appena uscito dalla sua macchina e si stava facendo strada verso le porte del Lima Bean.
 
“ … terribile, era come se gli attori non ci stessero neanche provando,” Blaine stava ancora parlando e Kurt annuiva, come se stesse ascoltando.
 
“Capisco cosa vuoi dire,” disse e Blaine continuò, completamente ignaro del fatto che Josh fosse appena entrato nel Lima Bean, visto che era di spalle rispetto all’ingresso e il bancone.
 
Sia Kurt che Sebastian osservarono mentre Josh li notava e cominciava a farsi strada verso di loro.
 
Kurt tentò di nascondere una risata mentre Josh si avvicinava e Blaine stava ancora parlando.
 
“E penso che quello sia stato il momento in cui ci ho rinunciato, quando Josh ha detto-” Blaine fu interrotto da Josh che finalmente raggiunse il loro tavolo.
 
“Che cosa ho detto?” Chiese, sorridendo, e Blaine sobbalzò in maniera evidente.
 
“Josh?” Blaine voltò la testa, arrossendo gradualmente.
 
Sembrava che Blaine arrossisse ancora più di Kurt.
 
“Hey Blaine,” disse Josh.
 
“Hey,” Si sorrisero a vicenda.
 
“Disgustoso,” disse Sebastian a Kurt e ridacchiarono entrambi.
 
“Ciao Sebastian,” Josh fece ruotare gli occhi. “E ciao anche a te Kurt.”
 
“Hey,” dissero insieme Sebastian e Kurt. Kurt fissò Sebastian e vide che il proprio disgusto era riflesso sul viso del ragazzo.
 
Blaine e Josh risero e ci volle tutta la forza di volontà che Kurt aveva in corpo per non mostrargli il medio. Non dovette farlo comunque, perché ci pensò Sebastian.
 
“Maleducato,” disse Josh.
 
“Sebastian è fatto così …” Kurt sorrise a Sebastian. “Serve a rimediare alla sua stupidità.”
 
“Che cosa rimedia alla tua, Hummel? Che cosa rimedia alla tua mancanza di abilità mentali? E se rispondi un sesto senso per la moda femminile, ti strangolerò con la tua stessa sciarpa.”
 
“Fanno sempre così?” Josh chiese a Blaine, e lui rise.
 
“Più o meno sì,” disse.
 
“Scusa,” Kurt rispose, sorridendo desolato. “Siamo stati maleducati, davvero; vuoi unirti a noi?”
 
“Grazie, con piacere.” Josh tirò via una sedia libera fino a spostarla accanto a Blaine e Kurt mosse la propria per fargli spazio, il che, purtroppo, lo costrinse ad avvicinarsi a Sebastian.
 
“Non sapevo che mi trovassi così irresistibile …” Sebastian sogghignò a Kurt che lo guardò subito.
 
“Ti trovo irresistibile come un rospo, non pavoneggiarti.” Disse Kurt, facendo ruotare gli occhi.
 
“Se mi baci, forse mi trasformerò in un principe?” Provocò Sebastian, cercando di non ridere.
 
“Sta zitto, Smythe.”
 
***
 
Il giorno successivo, Kurt arrivò al Lima Bean con il cuore greve in petto. Il peso degli eventi del giorno lo stava abbattendo nel modo peggiore possibile e stava tentando con tutto se stesso di non scoppiare in lacrime.
 
Kurt entrò negli spogliatoi, maledicendo Finn e la sua pessima memoria. Non era un suo problema, il fatto che Finn avesse lasciato gli appunti di matematica che Kurt gli aveva prestato nel suo armadietto degli spogliatoi, e se non fosse perché gli servivano quella sera, avrebbe detto a Finn di prenderseli da solo.
 
Frugò nell’armadietto di Finn, cercando la sua cartellina gialla tra il cibo in parte mangiato e le felpe da palestra usate. Arricciando il naso, setacciò nel mezzo di quel caos per qualche minuto, sollevato quando riuscì a trovare finalmente gli appunti in fondo, sotto un paio di short. Li infilò nella propria borsa a tracolla, cercando di ricordarsi che avrebbe dovuto pulire la cartella una volta tornato a casa. Si voltò; pronto per andare a prendere il suo caffè con Sebastian e Blaine, quando si ritrovò faccia a faccia con la persona che aveva tentato di evitare.
 
Karofsky.
 
Kurt sentì il sangue affluire dal volto e fece un passo indietro d’istinto, tenendosi stretto alla sua borsa. Il silenzio nello spogliatoio era improvvisamente schiacciante.
 
“Stai lontano da me,” disse Kurt, con la voce spezzata.
 
“Non voglio farti del male.” Nonostante le sue parole, l’espressione di Karofsky era cambiata da indifferente a minacciosa.
 
“Finn è qui fuori,” mentì Kurt, sperando che Karofsky non scoprisse che mentiva.
 
“No, non c’è,” il tono di Karofsky non cambiò. “Voglio solo parlarti.”
 
“No!” Kurt rispose più ad alta voce, incapace di bloccare la paura dal riflettersi nel suo tono. “Lasciami in pace!”
 
“Voglio solo parlarti,” ripeté Karofsky bruscamente.
 
“No, vuoi solo abbattermi,” disse Kurt, mentre la rabbia sostituiva la paura. “Vuoi solo trattarmi da schifo ora che sono solo.”
 
“No!” Karofsky gridò, seccato. “Per Dio, lasciami parlare!”
 
“Perché? Così che tu possa dirmi che sono un abominio e non dovrei esistere?” A ogni parola la voce di Kurt diventava più alta ma all’interno della sua testa poteva sentire le parole di Sebastian.
 
“Non dovresti confrontarlo Kurt, lo renderebbe soltanto più arrabbiato e quando le persone si arrabbiano prendono decisioni folli ed affrettate. Ti farai male se s’innervosisce.”
 
Il viso di Karofsky si scurì. “No! Lasciami finire, Dio!”
 
“No, non ho altro da fare qui.” Kurt disse fermamente, cercando di nascondere il modo in cui le sue mani stavano tremando. Si fece strada verso la porta, ma Karofsky gli bloccò la strada. Kurt deglutì per la paura e fece un passo indietro, tentando di controllare il proprio respiro.
 
“Lasciami. In. Pace.” Disse, cercando di sembrare il più minaccioso possibile.
 
“Voglio solo parlare,” Karofsky disse disperato e Kurt sentì una nuova ondata di rabbia.
 
“Non mi fai paura,” disse, cercando di suonare convincente. “Sei soltanto un ragazzino spaventato, cos’è che ti fa così tanta paura-”
 
Gli occhi di Kurt si spalancarono quando sentì la bocca di Karofsky premersi sulla propria.
 
Karofsky aveva afferrato il suo volto in una presa salda e c’era voluto qualche secondo affinché Kurt realizzasse cosa stava accadendo. La bocca di Karofsky si stava muovendo senza delicatezza sulla sua, in modo disperato, Kurt spintonò il petto dell’altro, con il cuore che gli accelerava in petto.
 
Karofsky lo stava guardando con uno sguardo pieno di paura e lo stomaco di Kurt si strinse in nodi.
 
Senza neanche pensarci, fuggì dalla stanza, con le lacrime che gli rigavano il volto.
 
Mentre Kurt camminava verso il loro solito tavolo, vide che Sebastian era lì da solo.
 
“Hey,” disse, tentando di impedire alla propria voce di tremare. “Scusa se ho fatto tardi.”
 
Sebastian lo fissò per un secondo, gli occhi che scrutavano il volto pallido di Kurt e i suoi occhi arrossati.
 
“Che cosa è successo?” Chiese a bassa voce, guardando Kurt negli occhi.
 
“Nien-” Kurt cominciò, ma Sebastian lo interruppe immediatamente.
 
“Piantala, so che c’è qualcosa che non va e quando Blaine torna con il nostra caffè, ce lo dirai.” La voce di Sebastian era decisa ma stranamente gentile, Kurt si sentì più rilassato mentre si sedeva su di una sedia.
 
“Grazie,” sussurrò e Sebastian annuì.
 
Blaine arrivò qualche minuto dopo, con tre tazze di caffè fumante.
 
“Hey Kurt,” disse sorridendo e poi si fermò. “Cosa c’è che non va, ragazzi, perché siete così silenziosi?”
 
“È successo qualcosa a Kurt,” Sebastian disse, guardando ancora Kurt.
 
“Cosa?” Blaine si sedette rapidamente e guardò Kurt, preoccupato. “Cos’è successo, Kurt?”
 
Kurt rimase in silenzio per un istante ma notando lo sguardo stranamente preoccupato di Sebastian, cominciò a raccontare cosa era accaduto nello spogliatoio.
 
“… sono scappato e sono venuto qui.” Terminò, con la voce graffiata dall’emozione che stava trattenendo dentro, senza guardare i due ragazzi seduti di fronte a lui.
 
“Oh Kurt,” disse Blaine, triste, così evidentemente dispiaciuto per Kurt che fece sentire Kurt incredibilmente fortunato all’idea di avere un amico come lui.
 
Sollevò lo sguardo e fu molto sorpreso quando notò che la sedia di Sebastian era vuota; si voltò per notare che Sebastian era un metro lontano dal tavolo si stava sistemando il blazer mentre camminava rapido verso la porta.
 
“Sebastian?” Blaine lo chiamò, confuso. “Che stai facendo?”
 
Sebastian incrociò lo sguardo di Kurt e disse con assoluta convinzione. “Sto andando a trovare Karofsky e quando lo farò, lo colpirò così forte da tirare fuori tutta quella merda che ha dentro.”

Traduzione (mi scuso nel caso fosse sbagliata)
*“Hai il corpo di un cane e il quoziente intellettivo di un bambino di cinque anni”
**“Fottiti”
 

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