Alla fine di ogni speranza

di Darkness_Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quando ho letto la storia di Dubhe e della nascita di suo figlio nelle Leggende del Mondo Emerso, mi è venuta voglia di sapere cosa fosse accaduto, così ecco qui cosa ha partorito la mia pazza mente :)
Buona Lettura.

Capitolo 1

 
Dubhe era seduta sotto la finestra, e guardava fuori il giardino mentre si stringeva nella coperta che aveva sulla spalle. Era stanca, non aveva nemmeno più la forza di piangere.
Learco entrò nella stanza e chiuse lentamente la porta, la moglie non si voltò continuando a guardare il vuoto. Le si avvicinò e le fece una carezza su una spalla, sorridendole dolcemente, lei girò il capo verso di lui, mantenendo un espressione seria ma che al contempo esprimeva un enorme dolore
-Basta… - gli disse soltanto scuotendo il capo lentamente
-Dubhe… la prossima volta ce la faremo -  la rassicurò accarezzandole la schiena
-Come dovevo farcela questa volta? E la volta prima ancora? -  gli chiese alzando leggermente il tono della voce, era stufa non ce la faceva più
-La bestia ha rotto qualcosa dentro di me che non si può risanare, dobbiamo farcene una ragione - gli disse lapidaria mentre si guardava le mani poggiate sulle gambe.
Learco le si accucciò davanti e gliele prese, stringendogliele forte - io non ci voglio rinunciare, io voglio avere un figlio da te, e non perché siamo i Sovrani della Terra del Sole e dobbiamo avere un erede, ma perché ti amo- le spiegò semplicemente.
Dubhe perse quella poca calma che era riuscita a racimolare
- Pensi che anch’io non lo voglia?! - gli chiese alzandosi di scatto in piedi e spostando indietro la sedia in un impeto di rabbia.
Learco si alzò e guardò la moglie negli occhi colmi di rabbia e lacrime, le mani strette a pugno e addosso ancora il vestito macchiato di sangue
-Non devi scoraggiarti- le ricordò
- è il terzo Learco, non il primo, non il secondo, ma il terzo bambino che perdo!- gli gridò stringendo i pugni per la rabbia, Learco non le rispose, si limitò a stringerla in un abbraccio, mentre la Regina si lasciava stringere e scoppiava a piangere.
Learco la capiva, se non fosse stato che in quel momento lei aveva bisogno del suo sostegno anche lui si sarebbe messo a piangere.
Quando avevano scoperto che Dubhe era di nuovo rimasta incinta, una nuova speranza gli aveva riempito il cuore, qualcosa gli diceva che sta volta ce l’avrebbero fatta, che era la volta buona e che avrebbero avuto il loro tanto agognato bambino, e tutta era andato bene sino a qualche ora prima.
Dubhe era arrivata ai quattro mesi, cosa che non era mai accaduta con i primi bambini, si era sempre fermata ai due mesi e mezzo, poi erano arrivati i dolori che ormai lei sapeva riconoscere.
Learco era stato avvertito che la Regina stava male da un servo, che era corso subito da lui, ma era arrivato tardi, quando era arrivato davanti alla loro camera, aveva visto uscire Theana a capo chino, un espressione triste sul viso, aveva alzato lo sguardo e i loro occhi si erano incrociati, lui si era fermato e il mondo era crollato dopo due semplici parole - Mi dispiace -.
Il Supremo Officiante gli si era avvicinato e gli aveva spiegato cos’era successo, niente di nuovo, Dubhe aveva avuto delle fitte, poi aveva iniziato a perdere sangue, e Theana non era riuscita a fare nulla per salvare il bambino.
Si erano congedati con un sorriso che valeva più di mille parole, lui era entrato e aveva trovato Dubhe seduta vicino alla finestra a fissare il vuoto.
Ora la stringeva e le accarezzava i capelli dolcemente per tranquillizzarla, mentre lei continuava a piangere e a ripetere sottovoce - Non ce la faccio - .
La allontanò leggermente per guardarla in viso - E invece ce la farai, sei forte –
-No basta Learco, sono davvero stanca di tentare e fallire, si vede che non è destino -
Lui sospirò e poi le sorrise mesto -Va bene - le disse infine, aveva capito che Dubhe non avrebbe resistito ad un’altra gravidanza andata male, e lui non voleva perdere la sua Regina
- Finiamola qui - disse sorridendole tristemente, il cuore che gli doleva nel petto.
Dubhe gli sorrise e poi lo baciò dolcemente -grazie- gli sussurrò mentre si abbracciavano di nuovo.


Salve a tutti :)
é la prima Fanfiction che scrivo, spero che sia venuto qualcosa di decente.
Critiche e consigli sono ben accetti, recensite e fatemi sapere.
Grazie per chi leggerà e recensirà.
Darkness_Angel

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Eccomi tornata con un nuovo capitolo :) Spero vi piaccia e vi soddisfi come il primo, grazie a tutti quelli che hanno recensito e letto.
Buon Lettura.

Capitolo 2

 
Dubhe aveva compiuto da poco trent’anni, per non essere fagocitata dalla vita di corte aveva creato un gruppo di spie, i Guerrieri Ombra, che le riferivano tutto ciò che succedeva nel Mondo Emerso. Learco l’aveva l’asciata fare, oltre che essere una distrazione per la Regina, era anche una risorsa militare in più.
Come ogni pomeriggio Dubhe si stava allenando in una parte seminascosta dei giardini del palazzo, non aveva mai abbandonato del tutto l’allenamento da Assassina, le piaceva sentire il suo corpo che scattava ad ogni minimo comando.
Aveva trovato quel posto appartato un pomeriggio che girava per i giardini, le prime volta che vi si era rifugiata, aveva mandato la corte in subbuglio, visto che nessuno riusciva a trovarla, ma poi, col tempo e con un aiuto da parte del Re, la corte era venuta a sapere del rifugio della Regina e avevano avuto l’ordine di disturbarla solo in caso di necessità assoluta.
Dubhe prese un coltello che teneva alla vita e lo lanciò contro un albero, il coltello si conficcò in profondità nella corteccia, a pochi millimetri di distanza dagli altri che erano stati lanciati in precedenza. La Regina sorrise fiera del risultato ottenuto, si avvicinò al tronco per riprendere i coltelli, ma mentre camminava sentì la testa svuotarsi all’improvviso, e le gambe rischiarono di cederle. Si appoggiò al tronco portandosi una mano alla testa, doveva aver avuto un capogiro, ma ora si sentiva meglio, era passato.
Estrasse i coltelli dal tronco senza dare importanza a ciò che le era appena successo, e riprese ad allenarsi con il pugnale, fendendo l’aria davanti a se’.  
Smise di allenarsi soltanto quando iniziò a sentirsi veramente stanca, infondo non era più una ragazzina. Controllò di aver recuperato tutte le armi e poi tornò a palazzo, quel giorno Learco era occupato in un consiglio dal quale lei era stata esentata, e a lei non dava fastidio, ora voleva solo riposarsi, e poi sarebbe andata a chiedere il rapporto a Baol, il suo attendente.
Andò nella sua camera, si levò il completo che usava quando si allenava e si fece un bagno. Tutte le volte che tornava dagli allenamenti, trovava sempre un bagno caldo ad aspettarla, ormai quando le cameriere la vedevano rientrare andavano nella sua stanza da bagno e glielo preparavano, per poi sparire. Dubhe ringraziò in silenzio quelle donne e si immerse nell’acqua lasciando che i pensieri rimanessero fuori da essa.
Circa un’ora dopo era in camera che si sistemava la gonna di un vestito, aveva preso l’abitudine di indossare degli abiti semplici quando girava per il palazzo, non voleva che le persone avessero un motivo per sparlare della Regina. Sospirò guardando la sua immagine riflessa nello specchio, non si sarebbe mai abituata a vedersi così, scosse il capo e poi uscì dalla stanza.
Scese le scale che l’avrebbero portata nella stanza dove si incontrava con i suoi uomini, quando la stessa sensazione di qualche ora prima la colse alla sprovvista ma più forte. La testa si svuotò all’improvviso e il mondo iniziò a vorticare, Dubhe si attaccò al corrimano della scala per sorreggersi, ma l’energia l’abbandonarono e lei cadde per terra perdendo conoscenza.
 
Learco era appena uscito dalla sala delle riunioni, sorrideva e salutava i delegati delle altre Terre che erano venuti, quando gli uomini furono andati via intravide la figura di una serva che lo guardava con sguardo basso, gli si avvicinò e si profuse in un leggero inchino
- Dimmi- la incitò il Re
- La Regina non si è sentita molto bene, lei e il Supremo Officiante la stanno aspettando nelle vostre stanze-  gli disse la ragazza con tono di voce fievole, Learco la ringraziò e poi avanzò a passo spedito verso la loro camera.
Non aveva idea di cosa potesse essere successo a Dubhe, pregava solo che non fosse qualcosa di grave. Quando arrivò alla porta, bussò due volte e poi entrò, sua moglie era seduta a letto, la coperta che le copriva le gambe, Theana era seduta di fronte a lei, quando lo videro entrare si alzò e la Regina gli sorrise - Cosa è successo?- chiese preoccupato chiudendosi la porta alle spalle
- Ha avuto solo un leggero mancamento- lo rassicurò Theana continuando a sorridere, l’uomo lasciò andare il respiro che non si era accorto di trattenere, guardò la moglie che tratteneva a stento una risata, qualcosa non quadrava, le si avvicinò e le accarezzò la testa per poi lasciarle un bacio sulle labbra, lei gli sorrise
- Learco…- gli sussurrò facendolo sedere di fronte a se dove poco prima vi era Theana
- Dimmi, cosa c’è?- le chiese prendendole una mano
- Sono svenuta perché sono incinta- gli disse tutto d’un fiato.
Learco rimase senza parole, non si aspettava una cosa del genere, Dubhe corrugò la fronte alla reazione del marito
- Non sei contento?- gli chiese dispiaciuta
- Certo che lo sono!- le disse riprendendosi dallo stato di intontimento in cui era caduto, la strinse e le diede un bacio sulle labbra.
La notizia non aveva lasciato solo il Re senza parole, anche Dubhe non se lo aspettava. Da quando aveva perso l’ultimo bambino avevano smesso di provare ad averne, avevano perso ogni speranza, ma non avevano smesso di fare l’amore con l’unica differenza che lo scopo delle loro unioni non era quello di concepire un erede, ma quello di manifestare il loro amore.
Dubhe si allontanò dal marito e lo guardò con sguardo serio, sapeva cosa stava pensando, un altro bambino significava che esisteva il rischio di perderlo di nuovo
- Sta volta ce la faremo- le sussurrò stringendole le mani
- Ne ho già parlato con Theana- lo rassicurò indicando la donna con un gesto del capo, lui si girò verso di lei
- Si, e abbiamo deciso di non lasciare niente di intentato - lo informò mentre sistemava alcune fiale in una borsa
- Ragionandoci abbiamo capito che dovrei essere di circa tre mesi, tre mesi e mezzo- gli spiegò Dubhe guardandolo seria in volto
- Abbiamo deciso che per il resto della gravidanza, o almeno sino a quando non raggiungerà i sette mesi, resterà a letto, quindi niente allenamenti, niente riunioni militari, niente servizio di spionaggio, insomma riposo più completo - spiegò la donna guardando entrambi
- certo - la rassicurò Learco mentre Dubhe annuiva.
Theana abbandonò l’espressione seria che le si era creata sul volto mentre parlava
- E congratulazioni- gli disse sorridendo sincera.
Quando rimasero da soli, i due Sovrani non sapevano cosa dire, si guardarono sorridendosi amabilmente - Ce la farai?- le chiese Learco in tono ironico
- Se rimanere immobile per cinque mesi vorrà dire avere finalmente il bambino, si- gli rispose sorridendogli, Learco le si avvicinò e le baciò la fronte dolcemente.


Ed eccolo qui :)
Come al solito non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate quindi recensite in tanti :)
Ho deciso che pubblicherò una volta a settimana, di solito sempre il Martedì.
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Un saluto,
Darkness_Angel

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ed ecco qui un nuovo capitolo :)
Premetto già che questo è un capitolo di passaggio, non accade nulla di eclatante e a dire il vero sono ancora un po' incerta sulla sua buona riuscita, ma in ogni caso sentivo di doverlo scrivere.
Buona lettura :)

Capitolo 3

 
Dubhe iniziò subito la sua convalescenza.
Tutta la corte era stata avvertita che la Regina non doveva essere disturbata per alcun motivo, e che dovevano rivolgersi solo al Re.
Learco e Dubhe avevano discusso molto dopo che Theana se n’era andata, non volevano che la notizia della gravidanza si spargesse già per tutta Makrat, visto che lei era già di tre mesi e di solito le sue gravidanze non duravano molto di più.
Così, a parte poche persone molto fidate che sapevano la verità, tra cui c’erano anche Theana e Lonerin,  la notizia ufficiale che era stata sparsa per giustificare la scomparsa delle Regina dalla vita di corte, era stata quella di una malattia.
Dubhe passava le sue giornate a letto, aveva il permesso di muoversi solo per lavarsi la mattina e quando doveva andare in bagno, il pranzo le veniva servito a letto e poi non le rimaneva altro da fare che leggere e non poteva negare che le pesava.
Nella sua vita non era mai stata ferma più di un giorno e quell’immobilità forzata le uccideva sia il corpo che la mente, quella parte di lei che era ancora una ladra le diceva di alzarsi e riprendere gli allenamenti di non lasciare andare persi anni di addestramento, ma tutte le volte che sentiva la forza di volontà venirle meno, si ripeteva che lo stava facendo per il suo bambino, che sarebbe stato un sacrificio giusto, e allora riusciva a ritrovare la calma e si rimetteva a leggere, resistendo all’impulso di scendere dal letto e riiniziare gli allenamenti.
Da parte sua Learco cercava di raggiungerla ogni qual volta aveva del tempo libero, cercava sempre di pranzare e cenare con lei, ma adesso che doveva occuparsi anche degli incarichi della Regina era sempre più occupato e le ore che Dubhe doveva passare da sola erano sempre di più.
Dubhe poggiò il libro sulle gambe e sospirò lasciandosi andare sul cuscino che aveva dietro la schiena. Erano passati due mesi da quando aveva scoperto di essere incinta, e per ora era andato tutto bene, non aveva avuto dolori e nemmeno perdite, ma non era ancora del tutto tranquilla, era di cinque mesi, ma sapeva che le cose sarebbero potute precipitare e finire, in meno di un ora.
Si sfiorò il ventre leggermente gonfio, e qualcosa le disse che si, forse poteva permettersi di sperare.
Sentì bussare alla porta – Avanti – permise con tono autoritario
Dalla porta entrò un ancella che si inchinò e poi alzò il capo – parla pure- la incitò Dubhe con un gesto della mano – il Supremo Officiante è arrivato, la faccio entrare?- le chiese
-si, puoi farla venire- le rispose cordialmente.
La ragazza sorrise, si inchinò di nuovo e poi uscì dalla porta. Dubhe poggiò il libro sul comodino vicino al letto e lisciò la coperta sulle gambe, poi la porta si riaprì ed entrò la figura slanciata di Theana che le sorrise – come va? ­– le chiese chiudendo la porta dietro di lei
-bene, non è successo niente dall’ultima volta che sei venuta- le rispose sorridendole a sua volta.
La donna le si mise vicino e posò la sacca che si era portata dietro ai piedi del letto, Dubhe si accasciò sul cuscino sospirando, sapeva cosa doveva fare non era la prima volta che la visitava.
Mentre la donna le scopriva il ventre e iniziava a tastarglielo facendo delle leggere pressioni, Dubhe si ritrovò a pregare Thenaar per la prima volta di sua spontanea volontà, chiedendogli che il bambino stesse bene.
La visita continuò ancora per qualche secondo in silenzio, poi Theana la ricoprì e Dubhe si tirò su seduta – è tutto apposto – le disse mentre prendeva una fiala che conteneva un liquido azzurrino dalla sua borsa – continui a prendere le fiale che ti do? – le chiese poggiandone una su di un tavolino lì vicino.
-si, come mi hai detto tu – la rassicurò.
Theana alzò lo sguardo e la fissò seria – non si è ancora mosso?- le chiese all’improvviso, Dubhe scosse il capo tristemente, non aveva mai sentito un bambino muoversi.
Theana dovette accorgersi del cambio d’umore della Regina perché si affrettò a rassicurarla – può succedere, infondo sei solo di cinque mesi, è ancora presto – le disse accarezzandole un braccio
– quindi non preoccuparti - la rassicurò ancora.
Dubhe la guardò e le sorrise – grazie, per tutto - le disse soltanto, la donna le prese una mano
-Non devi ringraziarmi,  sai che lo faccio con piacere- le ricordò.
Di solito Theana rimaneva per un po’ dopo le visite, e parlavano del più  e del meno come due vecchie amiche, sapeva che era difficile dover passare così tanto tempo da soli e cercava nel suo piccolo di aiutarla, ma quel giorno non poteva rimanere, così Dubhe rimase di nuovo da sola con i suoi dubbi e le sue preoccupazioni.
La visita l’aveva sia rassicurata che un po’ rattristata, sapeva che Theana le aveva mentito, che a cinque mesi avrebbe dovuto sentire il bambino che si muoveva e le tirava calci. Portò istintivamente le mani al ventre e lo accarezzò – ma ti farai sentire presto, vero?- gli disse sorridendo.


Cosa ne pensate?
Vi prometto che mi riscatterò nel prossimo :)
Come sempre ringrazio chi ha recensito, e invito anche gli altri che leggono a recensire tanto per sapere l'opinione di più persone.
Spero che in ogni caso vi sia piaciuto almeno un pochino, a Martedì! :)
Darkness_Angel

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Sono tornata! Vi chiedo scusa per non aver più pubblicato, ma tra la scuola e un periodo nero su tutti i fronti l'ispirazione proprio non arrivava!
Il primo capitolo ha superato i 100 lettori, non ci speravo, grazie a tutti!
Secondo me questo capitolo è venuto meglio di quello precedente, ma sarete voi a dirmelo :)
Ed
ora, senza ulteriori indugi, ecco a voi il quarto capitolo :) Buona Lettura!
 
Capitolo 4
 
Dubhe aprì gli occhi, era nella loro camera da letto, il sole filtrava dalle tende socchiuse illuminando solo parzialmente la stanza. Era sdraiata a letto, il capo afflosciato nel cuscino e un immensa stanchezza la pervadeva, si mise seduta, ma anche quel semplice movimento le costava fatica. Si sfiorò il ventre sicura di trovare il gonfiore portato dalla gravidanza, ma invece trovò il ventre piatto, il panico la prese e si guardò intorno in cerca di qualcosa che le desse una spiegazione di ciò che era successo.
Il suo sguardo incrociò la figura esile di una donna, era in piedi vicino al fondo del letto girata di schiena, la luce che filtrava dalla finestra rendeva visibili i suoi capelli biondi e mossi.
Dubhe non riusciva a parlare, non sapeva cosa dire, cosa chiedere, aprì la bocca e riuscì solo a far uscire un suono flebile – Theana… -
La donna si girò, e Dubhe vide con chiarezza che teneva in braccio un neonato che dormiva tranquillo. Le lacrime iniziarono a pungerle gli occhi, quello era il suo bambino, era nato, stava bene, ecco perché non aveva più il ventre gonfio.
Si asciugò due lacrime e poi trovò il coraggio di parlare – puoi darmelo?- le chiese titubante.
Fu in quel momento che la donna tirò su lo sguardo, il sole le illuminò il viso mostrando chiaramente i suoi lineamenti.
I capelli biondi e mossi, gli occhi azzurri ferini, la spruzzata di efelidi sotto di essi che le davano un aria più dolce, quella non era Theana, quella era Rekla.
L’assassina le sorrise e fece una carezza al bambino che continuava a dormire, poi le conficcò il suo sguardo di ghiaccio nei suoi occhi neri – no Dubhe, non puoi averlo- le rispose – ce lo devi, e noi ce lo prenderemo, Thenaar lo avrà- le disse con gli occhi che le luccicavano per la pazzia.
Dubhe non ebbe il tempo di reagire, si slanciò in avanti mentre Rekla estraeva un pugnale che portava al fianco, la lama luccicò per un secondo alla luce del sole e poi la lama affondò nel petto del bambino.
*

-No!!-
Dubhe si svegliò gridando con tutto il fiato che aveva in gola, sedendosi di scatto sul letto.
Si portò una mano al ventre e ne seguì la curva, il bambino si mosse leggermente, non era nato, era ancora al sicuro dentro di lei.
Iniziò a piangere mentre tutta la paura che aveva provato si scioglieva come neve ai primi di Marzo, una mano le si appoggiò su una spalla, lei sussultò presa alla sprovvista e poi si girò singhiozzando.
Learco non le chiese spiegazioni, si limitò a stringerla e ad accarezzarle i capelli, mentre la moglie gli singhiozzava su una spalla e lo stringeva.
 – era solo un sogno- le ricordò scostandola leggermente per poterla guardare in viso.
Le sorrise dolcemente e le asciugò le lacrime che le erano rimaste appese agli angoli degli occhi, poi le lasciò un leggero bacio sulle labbra e le accarezzò una guancia, lei si appoggiò alla mano e riuscì a regalargli un piccolo sorriso che scaldò il cuore a Learco.
-Ho sognato Rekla che uccideva nostro figlio, ha detto che Thenaar lo prenderà - riuscì a dirgli dopo aver ritrovato la calma.
Lui scosse la testa sorridendole - Rekla è morta, la Gilda non esiste più e nessuno riuscirà a portarci via il nostro bambino- le ricordò prendendole il viso tra le mani e guardandola con intensità.
Lei annuì e gli sorrise -  Hai ragione, era solo un sogno –
Learco le lasciò ancora un bacio sulle labbra, poi la fece sdraiare di nuovo, Dubhe si lasciò guidare continuando a guardarlo e sorridendogli dolcemente
 – ora cerca di dormire - le suggerì, le fece una carezza sul ventre per poi darvi un bacio e coricarsi di fianco a lei.
Dubhe si girò su un fianco, dando la schiena al marito, che la strinse a se cingendole con un braccio il ventre e lasciandole ancora un bacio sui capelli prima di riaddormentarsi.
 Era vero, Rekla era morta e la Gilda non esisteva più, ma infondo Thenaar si era già preso i suoi primi tre bambini.
 
 
Come ogni mattina Learco si era alzato prima di lei, e adesso si stava finendo di vestire mentre invece, Dubhe, si era appena svegliata e lo guardava ancora con sguardo assonnato.
Nonostante l’incubo era riuscita a trascinare un dormi veglia agitato sino a quell’ora, ma benché Learco l’avesse rassicurata, e tenuta stretta a lui per tutta la notte, sentiva l’agitazione muoversi ancora infondo al petto. Scacciò dalla mente gli ultimi frammenti dell’incubo e si sedette sul letto per poi alzarsi e andare a sciacquarsi il viso;
Learco le venne vicino e le diede una mano ad alzarsi, anche se era solo di cinque mesi e mezzo il bambino pesava e aveva l’abitudine di muoversi quando sua madre si alzava o faceva un movimento più complesso di quello di mettersi seduta.
Il bambino aveva iniziato a muoversi circa una settimana prima, facendo spaventare a morte la madre che non aveva capito subito cosa stesse succedendo, ora Dubhe accettava con gioia i calci e i movimenti inaspettati, era una sensazione indescrivibile sentire il proprio figlio muoversi avendo la assoluta certezza che fosse vivo, questo le donava una nuova speranza e una nuova forza.
Learco la lasciò ma non prima di averle dato un bacio per augurarle il buon giorno, lei contraccambiò e poi andò nella Stanza da Bagno.
Si avvicinò alla bacinella con di fianco la brocca colma d’acqua fredda, la prese e ve la versò dentro poi la rimise a posto, quella mattina si sentiva particolarmente stordita, il sogno l’aveva scossa e il sonno non l’aveva per niente riposata.
Stava per infilare le mani nell’acqua quando le arrivò una fitta al ventre che la fece piegare in avanti e gemere.
Dubhe si appoggiò al lavabo e aspettò che il dolore scemasse, quando fu diminuito si rimise in posizione eretta riprendendo fiato, ma un’altra fitta la fece piegare di nuovo – cos’hai sta mattina…- chiese al bambino facendosi una carezza sul ventre.
Un’altra fitta si susseguì a quella precedente, e la consapevolezza che quelli non erano calci si fece largo nella mente della Regina, conosceva sin troppo bene quei dolori, a conferma delle sue paure vide due chiazze rosse di sangue che macchiavano il pavimento sotto di lei.
Il terrore le strinse il petto in una morsa, sentì le gambe che iniziavano a tremare, cedere alla paura sarebbe stato facile ma in qualche modo riuscì a ricacciarla da dov’era venuta e tornò lucida, doveva fare qualcosa, non avrebbe perso anche questo bambino.
-Learco!!- gridò con il tono più sicuro che riuscì ad emettere, ma che risultò lo stesso tremulo e carico di paura. Strinse con forza la bacinella e si piegò di nuovo in avanti, gridando sommessamente e portandosi una mano sul ventre, le fitte stavano iniziando a diventare sempre più dolorose, e Dubhe sapeva che era un cattivo segno.
Learco entrò nella stanza pochi secondi dopo e guardò la moglie, in piedi su una piccola pozza di sangue, piegata leggermente in avanti su stessa che si teneva il ventre, sapeva fin troppo bene cosa stava succedendo, le andò vicino e la prese in braccio – tranquilla andrà tutto bene- la rassicurò mentre la riportava a letto e ve la faceva sdraiare dolcemente – resisti, vado a chiamare Theana- le disse, le lasciò un bacio veloce e poi si allontanò, sentì che gli prendeva la mano, si girò e la guardò, sul viso di Dubhe si era formata una maschera di paura, e le lacrime le solcavano il viso
-Non lasciarmi sola- lo supplicò in lacrime e stringendogli la mano
-Dubhe devo andare o perderai il bambino- le ricordò stringendole la mano per rassicurarla, da ciò che si ricordava non l’aveva mai vista ridotta così, nemmeno quando era prigioniera della Bestia, doveva farla tornare in se’- calmati ora, e rifletti- le disse guardandola serio e fissandola negli occhi neri, Dubhe trattenne un singhiozzo, poi il terrore scomparì dal suo viso, e nonostante rimanesse ancora un alone di paura dietro gli occhi scuri, apparve una nuova decisione – fai presto però- gli raccomandò stringendogli la mano – certo, non sarai sola, qualunque cosa succeda- la rassicurò, le lasciò un bacio sulla fronte e poi corse via lasciando Dubhe da sola nella stanza.
Dubhe ebbe un’altra contrazione, quando il dolore più forte fu passato si girò su un fianco e si rannicchiò stringendosi il ventre, come se stesse abbracciando il bambino – ti prego resta con me- gli sussurrò ad occhi chiusi mentre resisteva all’impulso di gridare per colpa delle contrazioni.
 
Learco si era precipitato da Theana, non c’era tempo di avvertire un valletto e di farla mandare a chiamare, il bambino e Dubhe non avevano più molto tempo.
Uscì dal palazzo al galoppo, si era concesso solo il tempo di avvertire delle ancelle di tenersi pronte per aiutare Theana quando sarebbero arrivati e di prendere un cavallo dalle scuderie, così ci avrebbero messo meno a tornare indietro.
Il tempio dei  Fratelli della Folgore non distava molto dal palazzo Reale, ma le strade di Makrat, sempre affollate, non erano fatte per chi aveva fretta.
Learco tirò le redini facendo impennare il cavallo per poi scendere con un balzo e fiondarsi nel tempio, dove lo accolse una sacerdotessa.
-Come posso aiutarla, Sire?- gli chiese in tono pacato e chinando il capo in un rispettoso inchino
-Devo vedere il Supremo Officiante- gli rispose senza riuscire a contenere l’agitazione
-Certo, le vado a dire che siete qui- gli rispose con un sorriso e girandosi per andarsene
-No, devo vederla subito- le disse in tono perentorio afferrandola per un polso.
La ragazza lo guardò sia stupita che un po’ intimorita dal suo comportamento, poi si riscosse e annuì – certamente, allora seguitemi- gli disse facendogli strada
Learco seguì la ragazza con agitazione crescente, gli sembrava che ci stessero mettendo una marea di tempo.
La sacerdotessa bussò alla porta, e aspettò che Theana le rispondesse ma Learco invece no, aprì la porta di slancio ritrovandosi davanti Theana che lo guardava stupita –Learco… cioè, mio Re cosa ci fate qui?- chiese correggendosi all’ultimo e esibendosi in un inchino
-Dubhe sta male, devi venire subito- le disse trafelato e dimenticandosi tutte le regole di etichetta, non era il momento di frasi di rito e convenevoli.
Theana si allontanò dalla scrivania ingombra di fogli prese una borsa e iniziò a riempirla con varie fiale di colori diversi e strumenti  – Avverti Lonerin che sono al palazzo Reale- disse alla sacerdotessa mentre usciva dalla stanza – certo- la rassicurò chinando il capo in segno reverenziale.
Theana seguì Learco fuori dal tempio dove li stava aspettando il cavallo – quando si è sentita male?- gli chiese mentre lui montava a cavallo e poi le porgeva una mano per aiutarla a montare dietro di lui – poco dopo che si è svegliata, è come le altre volte- le spiegò mentre spronava il cavallo e Theana si aggrappava alla sua vita per non cadere.
Nella mente della donna iniziò subito a formarsi il procedimento preciso che avrebbe dovuto seguire, stavolta, forse, non sarebbe arrivata troppo tardi, mentre cavalcavano chiuse gli occhi e recitò in mente una preghiera a Thenaar per infondersi coraggio.
 
Arrivarono alle mura di cinta del palazzo e le guardie aprirono subito le porte, la loro corsa si fermò davanti alla porta del palazzo, Learco smontò per primo e poi aiutò Theana a scendere.
-L’ho lasciata in camera nostra, ho già avvertito delle ancelle che ti verranno ad aiutare- le disse mentre entravano nel palazzo e i loro passi risuonavano nei corridoi ampi e vuoti
-D’accordo, allora vai a dirgli di venire subito, io intanto vado da lei- gli disse
Learco annuì e poi corse via, separando la sua strada da quella del Supremo Officiante.
Theana accelerò il passo e corse per i corridoi per raggiungere la camera dei sovrani, ormai conosceva la strada a memoria, ecco che si trovava davanti la scala, la percorse tutta di corsa, fece ancora qualche metro e poi si ritrovò davanti la porta della camera. Non bussò, entrò cauta nella stanza e poi si avvicinò al letto.
Dubhe era sdraiata su un fianco rannicchiata su stessa, le coperte erano sporche di sangue e lei gemeva sotto voce, resistendo al dolore che ormai si era fatto insopportabile
– Dubhe, sono Theana- la chiamò poggiandole una mano su una spalla.
Dubhe tirò su il capo e la guardò, stava tremando, riuscì a sorriderle anche se con molta fatica ma poi un’altra contrazione trasformò il suo sorriso in una smorfia di dolore – Tranquilla, ora sistemiamo tutto- la rassicurò iniziando a svuotare la borsa e preparandosi a curarla.
Dopo pochi minuti entrarono nella stanza anche le ancelle, seguite da Learco, quando entrò nella stanza e vide Dubhe oppressa dal dolore e le coperte intrise di sangue, il terrore lo attanagliò e si bloccò sulla soglia, mentre Theana e le altre ragazze si affaccendavano intorno a lei.
-Sire, esca per cortesia- gli chiese Theana, ma Learco non la sentì era come perso in un’altra dimensione come se si fosse estraniato da tutto
-Learco esci per favore!- gli gridò di nuovo Theana stavolta con una decisione nella voce che fece riprendere Learco, si girò verso di lei e la guardò – esci- gli ridisse col tono di voce più basso ma comunque deciso, lui diede ancora uno sguardo a Dubhe e poi si costrinse a uscire fuori dalla stanza.   
 
Learco non si allontanò molto, prese una sedia e la mise vicino alla porta, in qualunque modo fosse finita, lui sarebbe stato subito lì, vicino alla sua Regina.
L’attesa durò circa tre ore, ma a lui sembrarono una vita, sentiva vari movimenti dietro la porta, passi affrettati e Theana che dava istruzioni.
Dopo le prime volte in cui aveva cercato di capire cosa accadesse senza, però, riuscirci aveva deciso di limitarsi ad aspettare, poi, finalmente, la porta si aprì.
Learco si alzò subito in piedi, le prime ad uscire furono le ancelle, alcune che portavano via lenzuola e panni sporchi di sangue, Learco si impose di mantenere la calma, non volevano dire niente, poi uscì Theana.
Il Supremo Officiante era visibilmente stravolta, i capelli sempre ordinati erano leggermente scompigliati, il vestito aveva alcune macchie sparse sulla gonna e il corpetto e portava le maniche ripiegate sino ai gomiti, ma sorrideva.
Learco le si mise di fronte e inspirò, pronto a ricevere la sentenza, Theana gli sorrise stancamente e poi gli poggiò una mano su una spalla – ce l’hanno fatta tutti e due-
Learco non si trattenne e in un moto di felicità abbracciò la donna, che rimase sorpresa dalla sua reazione – grazie- le disse lasciandola andare e sorridendole, gli occhi che gli luccicavano per la contentezza – non devi ringraziarmi- lo rassicurò – ora sta dormendo era stravolta, ma presto si sveglierà- gli spiegò.
Learco annuì – posso entrare?- le chiese titubante
-certo, io rimarrò fin quando non si sveglia, così mi assicurerò che sia tutto apposto- gli spiegò
-d’accordo- Learco le sorrise e poi entrò cauto nella stanza.
La luce filtrava dalle finestre illuminando la stanza con la luminosità tipica del primo pomeriggio, Learco si avvicinò a Dubhe che dormiva tranquilla nel letto, con le coperte che la coprivano fin sopra le spalle, le si mise accanto e le diede un leggero bacio sulla fronte e poi sorrise.
Sembrava che stesse ancora dormendo dalla sera precedente, il respiro calmo e regolare, il viso che esprimeva un espressione rilassata, quasi serena, l’unica cosa diversa era il pallore della pelle.
Le si sedette accanto e prese ad accarezzarle dolcemente la testa, ora l’unica cosa che voleva era vedere aperti quei due pozzi di oscurità che tanto amava.
 
-Learco… Learco- il Re si svegliò dal sonno in cui era caduto, non si era nemmeno accorto di essersi assopito, si sentì sfiorare una mano e si girò verso chi l’aveva toccato, Dubhe era sveglia e lo guardava sorridendogli, lui le strinse la mano e poi la baciò con passione sulla bocca mentre lei lo assecondava e non si sottraeva al bacio – non hai idea di quanto sia felice di vederti- le disse scostandosi riluttante dalle sue labbra – lo vedo invece- gli rispose lei ridendo.
Learco si scostò e le si mise di fianco, facendole ancora una carezza sulla testa –come ti senti?-
-un po’ frastornata, ma bene- lo rassicurò
Learco le sorrise e poi le accarezzò  il ventre gonfio sotto le coperte – sta volta ce l’abbiamo fatta- gli disse la Regina sorridendo e non credendo alle sue parole – è la prima volta che riesco a superarla- continuò sempre più incredula
-è un segno, in alcun modo potremmo perderlo adesso- le disse
Dubhe non ne era del tutto sicura, ma voleva crederci, Learco si alzò sorridendole –vado ad avvertire Theana che ti sei svegliata, ha detto che voleva controllarti un ultima volta prima di andare via- le spiegò
-D’accordo- gli rispose annuendo, poi Learco le sorrise ancora una volta ed uscì.
Dubhe si portò le mani al ventre, e mentre ne teneva una ferma con l’altra lo accarezzava –grazie- gli sussurrò dolcemente.
Learco e Theana tornarono qualche minuto dopo, Il Supremo Officiante la visitò, poi si allontanò per prendere una fiala dalla sua borsa – La crisi è stata causata dal panico che ti ha procurato il sogno- le spiegò Theana – se ne dovessi avere un altro, appena ti svegli prendi cinque gocce di questa con un po’ d’acqua- le disse mettendo sul comodino una fiala di un colore violaceo, la Regina annuì – e naturalmente dovrai continuare con l’immobilità- aggiunse sorridendole comprensiva – per il resto va tutto bene, quindi potete stare tranquilli- concluse mettendosi la borsa in spalla – ancora grazie Theana se non fosse stato per te…-  le disse Dubhe
-Lo faccio con piacere, ora però devo andare- le disse sorridendole, si salutarono e poi Theana andò via.
Learco tornò dalla moglie dopo aver accompagnato Theana alle scuderie per prendere un cavallo, Dubhe si era seduta a letto, il viso aveva ripreso colore e sembrava stare molto meglio, le diede un bacio sulla fronte e poi le si sedette vicino sul letto, lei gli appoggiò la testa sul petto e si lasciò abbracciare chiudendo gli occhi e godendo del tepore che emanava il corpo di Learco, lui la strinse più forte a se’ e le diede un bacio sulla testa, lei la alzò e gli sorrise – riposa, ci sono qui io- la rassicurò, lei si riappoggiò a lui chiudendo gli occhi e lasciando che il sonno la avvolgesse.
Quando Learco la sentì dormire tranquilla tra le sue braccia, si rilassò e lasciò che l’ansia accumulata nella giornata si sciogliesse e fece una cosa che non faceva da anni, incominciò a piangere.



Allora, cosa ne pensate?
Premetto che questo è il penultimo capitolo e che il quinto non l'ho ancora iniziato a scrivere, di conseguenza prima di pubblicarlo ci vorrà un po', ma non disperate arriverà :)
Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono e invito quelli che non recensiscono a farlo, fa sempre piacere scoprire qualcun'altro che ha la tua stessa passione, sopratutto quando, o almeno dalle mie parti, è difficile trovare un appassionato del Mondo Emerso, quindi, detto ciò se nella recensione volete "fanghillare" un po' a me fa piacere e vi risponderò sicuramente :D
Colgo l'occasione per farvi gli Auguri di Natale (anche se in ritardo) e di Augurarvi un felice anno nuovo, e se non dovessi pubblicare prima anche di Buona Epifania :)
A presto, un abbraccio,
Darkness_Angel

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ed eccomi tornata con l'ultimo Capitolo! Perdonate l'assenza ma alla fine tra mille impegni e momenti di zero ispirazione, sono riuscita a scrivere il quinto ed ultimo capitolo! ( mi sono messa a piangere quando l'ho realizzato :( )
Vi avverto che è un pochino più lungo rispetto agli altri visto che è l'ultimo e che, finalmente, nascerà Neor :)
Mi sembra sia venuto bene, ma lascerò l'ultima parola a voi!
Non mi resta che augurarvi, Buona Lettura!
Capitolo 5
 
Learco si girò su un fianco e strinse la moglie che dormiva accanto a lui.
L’abbracciò, in modo che il braccio cingesse il ventre ormai gonfio, vi fece una carezza e sentì Dubhe che si accoccolava tra le sue braccia come una bambina.
Alla fine ce l’avevano fatta,  quegli ultimi quattro mesi li avevano messi a dura prova, ma ormai Dubhe era di nove mesi, e il loro bambino, adesso, poteva nascere senza alcun timore.
Per evitare una qualsiasi complicanza, Dubhe aveva deciso di rimanere a letto anche per tutto l’ottavo mese, ma appena entrata nel nono, si era alzata in piedi e aveva iniziato a muoversi per il palazzo, non pranzava più da sola in camera ma con il marito in sala da pranzo, qualche volta passava i pomeriggi in biblioteca o scendeva nei giardini godendosi il tepore del sole sulla pelle che le era mancato moltissimo in quei mesi, faceva tutto sempre seguita da due ancelle, ma era un buon compromesso per avere un po’ più di libertà.
In ogni caso, Learco e Theana le avevano ricordato che, anche se adesso era di nove mesi, non avrebbe dovuto comunque strafare, ma lei aveva replicato:
 – Sono stata nove mesi a letto aspettando il nono mese, non ho intenzione di aspettare le doglie rimanendomene ferma a letto, ormai deve nascere e se il fatto che mi muovo per il palazzo anticiperà il parto meglio, potrò tenerlo prima tra le braccia ed essere sicura che stia bene –
dopo quel discorso nessuno dei due aveva più potuto replicare nulla.
Da quel momento i due Sovrani, la corte e tutta la Terra del Sole, vivevano con l’ansia che quel giorno sarebbe stato il fatidico in cui il bambino sarebbe nato, ma i giorni passavano e il bambino non sembrava aver voglia di venire al mondo, ora che era il momento se ne rimaneva calmo nel ventre materno, facendosi sentire solo ogni tanto con qualche calcio.
Non c’è bisogno di dire che ora i genitori e Theana erano preoccupati per il motivo contrario, il bambino non nasceva, sembrava che quella gravidanza non dovesse finire mai!
Erano giunti al compromesso che, se entro le due settimane successive, il bambino non fosse nato da solo, allora Theana avrebbe indotto il parto a Dubhe, perché se no’ aspettare  si sarebbe rilevato rischioso per la madre, trent’anni non erano molti dal punto di vista di un intera vita, ma per una gravidanza e per un parto erano tanti.
L’umore di Dubhe era altalenante, qualche giorno non le importava se il bambino se la prendeva comoda, altri invece era preoccupatissima e si trasformava in una persona che Learco stentava a riconoscere come la donna che aveva sposato, durante quelle giornate ringraziava quando arrivava la sera e Dubhe si lasciava rassicurare tra le sue braccia smettendo di preoccuparsi e di assillarlo.
La sera prima era stata una di quelle sere precedute da una giornata di pura pazzia, Learco non sapeva come definirla in altro modo, della moglie, quando finalmente si erano coricati lui aveva ringraziato il cielo, aveva stretto sua moglie tra le braccia e si erano addormentati serenamente.
Learco allentò un po’ l’abbraccio in modo che Dubhe si potesse girare verso di lui e appoggiare la testa sul suo petto, poi la cinse di nuovo, ma la sua mano incontrò una chiazza umida sulle coperte.
Pensò di essersi sbagliato, ma quando anche l’altra mano poggiata sotto il ventre il gonfio della moglie percepì la stessa umidità, il suo cervello si svegliò del tutto.
Si sedette sul letto e guardò nella penombra del mattino, il corpo della moglie disteso su un fianco che dormiva tranquilla, anche nella poca luce si poteva vedere chiaramente la chiazza umida sulle coperte vicino al basso ventre della donna.
Learco sentì l’agitazione salirgli dallo stomaco, ma fece forza su se stesso e mantenne la calma
-Dubhe… svegliati- la chiamò scuotendola dolcemente e dandole un bacio sulla fronte.
La donna si mosse leggermente, poi strinse gli occhi e alzò lo sguardo verso il marito che le sorrideva – Cosa succede?- gli chiese con voce assonnata
-Non è che per caso hai dei dolori?- le chiese guardandola
Dubhe lo guardò con sguardo interrogativo – No, sto benissimo…- lo rassicurò continuando a guardarlo senza capire dove volesse arrivare – Sicura? Non è che invece il bambino sta arrivando e tu non te ne sei accorta, vero?- le chiese
Dubhe lo guardò con uno sguardo che diceva “sul serio?” – Credo che me ne accorgerei, non credi?- gli fece notare in fine con un sorriso dolce.
Learco però rimase dubbioso – Dubhe sei bagnata- le disse infine senza tanti giri di parole
-Cosa?- gli chiese stupita sedendosi di fronte a lui sul letto
- Sei bagnata, la tua camicia da notte e le coperte sono umide vicino al tuo inguine- le disse, lei non gli rispose abbassò lo sguardo e si portò una mano sotto al ventre, era vero la camicia da notte era umida, e adesso che si era seduta aveva una fastidiosa sensazione di bagnato in mezzo alle gambe, inspirò cercando di capire la situazione, non che ci volesse molto a capirla, non aveva ancora avuto dolore ma era appena entrata in travaglio.
Learco le fece alzare il capo  e incrociò il suo sguardo spaventato, le sorrise dolcemente e le accarezzò una spalla, non poteva farsi vedere spaventato, o Dubhe si sarebbe allarmata ancora di più di quanto non lo fosse già  – Rimettiti giù, io mando a chiamare Theana- le disse, Dubhe annuì ancora stranita dalla situazione in cui si trovava, com’era possibile che non si fosse accorta di nulla? Si risdraiò a letto, mentre Learco si alzava e accendeva una candela poggiata sul comodino per vederci meglio –Apri pure le tende, non ho intenzione di rimettermi a dormire- gli disse guardandolo con la testa che sbucava da sotto la coperta.
Learco sorrise, lasciò perdere la candela e andò a spalancare le pesanti tende che coprivano le finestre facendo entrare la luce chiara del mattino nella stanza, il sole splendeva già alto, una giornata perfetta per la nascita di suo figlio.
Iniziò a prepararsi, mentre Dubhe rimaneva ferma immobile a letto terrorizzata all’idea che un suo movimento potesse far degenerare la situazione di stallo in cui si trovava, chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e iniziò a sondare il suo corpo come faceva quando ancora era un’ assassina, e cercava di capire se fosse rimasta ferita in qualche modo, ora invece cercava qualcosa che la informasse sulle sue condizioni fisiche, e fu accontentata.
Iniziò a sentire un dolore sordo sotto al ventre, assomigliava vagamente al dolore che aveva nel periodo iniziale del ciclo, ma questo era più forte e fastidioso, durò per una decina di secondi e poi si affievolì sino a scomparire. Riprese a respirare normalmente e si rilassò un poco, era passato, si girò verso Learco che si stava chiudendo la casacca e lo guardò con uno sguardo sereno, quasi beato, lui si accorse che lo stava guardando e le sorrise – Ancora tutto bene?- le chiese
-Credo di aver appena avuto una contrazione- gli rispose tranquillamente come se fosse una cosa di poco conto, Learco scosse il capo pensando di aver capito male, la guardò sorpreso e lei gli rispose con un sorriso tranquillo – E me lo dici così?- le chiese incredulo
- E come dovrei dirtelo?- gli chiese a sua volta, Learco scosse il capo e si affrettò a prepararsi, poi si girò verso la moglie e la fissò poggiandosi alla spalliera del letto – Vado a mandare a chiamare Theana, tu vedi di non partorire nei dieci minuti in cui non ci sono- le disse minacciandola
Dubhe scoppiò a ridere, ma poi la risata le si smorzò sulle labbra quando un’altra contrazione come quella precedente la colse alla sprovvista – Faccio quello che posso- gli rispose mettendosi a sedere sul letto cercando di lenire un po’ il dolore.
Learco fece forza contro la parte di se stesso che voleva rimanere lì con la moglie e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Dubhe si sistemò il cuscino dietro la schiena poggiato sulla spalliera del letto in modo che ci si potesse appoggiare sopra, inspirò profondamente, anche la seconda contrazione era passata, finalmente era arrivato il momento, ma non si sentiva affatto pronta.
 
Learco uscì dalla camera e fermò il primo servo che incrociò la sua strada, l’uomo si inchinò con rispetto e aspettò che il suo sovrano gli impartisse ordini – Manda a chiamare il Supremo Officiante, deve venire con la massima urgenza, la Regina è entrata in travaglio- gli disse.
L’uomo annuì e poi si allontanò a passo spedito, scendendo al piano di sotto alla postazione dei messaggeri mentre invece Learco tornò da sua moglie, sperando che Theana facesse presto.
Il Supremo Officiante era inginocchiata a terra davanti ad una stata di Thenaar, con le mani giunte e gli occhi chiusi mentre sussurrava a mezza voce le sue preghiere mattutine. A quell’ora nel tempio non vi era nessuno, solo lei con i suoi pensieri e il suo Dio.
Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e sussultò, colta alla sprovvista, prima di girarsi verso chi l’aveva interrotta finì la preghiera che stava recitando, poi stette un minuto in silenzio come se fosse in ascolto di qualcosa e alla fine si girò verso la persona che l’aveva chiamata.
Il suo volto assorto si rilassò quando vide quello sorridente e sereno di Lonerin, che le teneva ancora una mano su una spalla – Deve essere importante- gli disse alzandosi in piedi con un sospiro ma continuandogli a sorridere amorevolmente – Lo è- le rispose soltanto, poi la prese per mano e la portò sino nello studio della donna, quando fu certo che la porta fosse chiusa bene e nessun orecchio indiscreto potesse sentirlo, Lonerin soddisfò la curiosità della moglie – è appena arrivato un messo dal palazzo Reale, Dubhe è entrata in travaglio poco fa – le disse sorridendo.
Il viso di Theana si illuminò – Finalmente!- esclamò con un enfasi estranea al suo solito carattere calmo e controllato – Avevo paura che quel bambino non volesse più nascere- scherzò mentre incominciava a radunare velocemente alcune fiale, non le serviva molto, il resto glielo avrebbero fornito al palazzo.
Lonerin rise – Ti accompagno io, così fai prima- le disse prendendole galantemente la borsa dalle mani e facendole cenno di uscire dalla stanza, Theana gli sorrise e arrossì leggermente quando il mago le rubò all’improvviso un bacio
-Ora muoviamoci però, non vorremo far aspettare la Regina- gli ricordò la donna.
Theana incaricò una sacerdotessa di farsi carico della funzione del mattino, le rivelò il motivo della sua visita a palazzo, ma le fece promettere di non andarlo a sbandierare in giro, non erano ancora certi che Dubhe fosse entrata veramente in travaglio, potevano anche essersi sbagliati, infondo era il primo bambino che avevano.
Arrivarono al palazzo reale velocemente, a quell’ora del mattino in giro per Makrat c’erano solo i primi mercanti che allestivano le loro bancarelle e i primi negozianti che aprivano le porte, il caos caratteristico della città sarebbe iniziato da lì a qualche ora.
Lonerin fece smontare la moglie da cavallo e le passò la borsa poi, mentre lei entrava a palazzo quasi correndo, lui seguiva un servo sino alle scuderie.
 
Dubhe gemette e Learco le strinse la mano – Ora arriva, tranquilla- la rassicurò facendole una carezza, anche se, in vero, lo faceva più per rassicurare se stesso.
La regina non gli rispose e si concentrò sulla contrazione che lentamente scemava. Da quando aveva avuto la prima avevano iniziato a susseguirsi altre contrazioni di dolore crescente, ma senza seguire un vero e proprio schema, poteva averne tre di seguito, poi passava qualche minuto e ne aveva un’altra.
Nel poco tempo in cui Learco si era assentato, Dubhe aveva avuto un’altra piccola perdita sta volta accompagnata da un po’ di sangue, ma non aveva ancora avuto nessun impulso di spingere.
Bussarono alla porta, Learco si alzò e diede il permesso di entrare, sulla sagoma della porta apparve la figura di Theana che si precipitò dentro al fianco dell’amica che si stava riprendendo dopo una contrazione mentre il Re richiudeva la porta
-Come va?- le chiese Theana sorridendole mentre posava la borsa sul comodino
-Bene, anche se fa un po’ male, ma pensavo peggio- le confidò sorridendole a sua volta
-Sono felice di sentirtelo dire, adesso vedo a che punto sei- le disse avvicinandosi al letto e iniziandola a scoprire, mentre Dubhe si metteva meglio seduta gemendo leggermente
-Devo uscire?- chiese Learco già in preda all’ansia
-Non per forza, per me puoi rimanere - lo rassicurò Theana, Learco guardò la moglie, lei gli sorrise e annuì leggermente con la testa – Ti faccio chiamare quando sta per nascere- gli promise, lui lasciò andare il respiro, poi salutò le due donne e uscì dalla camera abbastanza in fretta
- Rischiava di svenire se rimaneva- commentò la Regina poggiandosi sui cuscini mentre l’amica le alzava la camicia da notte e le faceva piegare e divaricare leggermente le gambe
-Non sarebbe il primo- la rassicurò Theana mentre la visitava, Dubhe gemette e trattenne il respiro mentre un’altra contrazione le pervadeva il basso ventre.
La donna si allontanò, e lei ridistese le gambe – Allora? Manca poco?- le chiese già stufa di quel dolore – No Dubhe, ho paura che ci vorrà ancora molto- le disse sospirando
-Quanto intendi con molto?- le chiese preoccupata e spaventata
-Le contrazioni che hai sono solo quelle iniziali, sono irregolari e sono solo preparative a quelle vere e proprie, infatti non sei ancora dilatata- le spiegò mettendosi al suo fianco.
Dubhe sospirò cercando di rimanere calma, contrazioni preparative ecco perché non facevano poi tanto male e non aveva l’impulso di spingere – Ma non mi si sono rotte le acque?- le chiese
-No, la perdita più grossa che hai avuto è stata dovuta all’espulsione di un tappo di muco che, si può dire, tiene bloccato tutto, le altre sono solo leggere perdite- le spiegò comprensiva.
La regina si accasciò nei cuscini esasperata, e lei che pensava che sarebbe finito tutto velocemente, che presto avrebbe stretto tra le braccia il suo bambino –Quando incominceranno quelle vere?- le chiese infine, la donna scosse il capo – Tra cinque minuti come tra cinque ore, dipende da te e dal bambino- le rispose infine.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, il carattere volubile dovuto alla gravidanza prese il sopravvento sulla donna calma e riflessiva e Dubhe scoppiò a piangere, Theana le si sedette accanto e le prese le mani – è normale che succeda per una donna al primo parto, non devi preoccuparti, tu e il bambino starete bene, solo che ci vorrà un po’- la rassicurò sorridendole ma mal interpretando le lacrime – Non ho paura, o meglio in effetti un po’ ne ho, ma non ho voglia di aspettare – le spiegò
Theana le sorrise – Vedrai che ce la farai-
Dubhe avrebbe voluto risponderle, ma un’altra contrazione si fece sentire, la donna si irrigidì e trattenne il respiro portandosi una mano al ventre – Continua a respirare anche durante la contrazione, o sentirai più dolore- le consigliò Theana
-Ci proverò- le rispose Dubhe tra i denti, rilassandosi lentamente e respirando normalmente.
Theana arrotolò le coperte infondo ai piedi del letto, poi tornò da Dubhe e le prese le mani facendola tirare su – Forza, ora alzati in piedi- le disse
-No, se sto stesa sto meglio- le rispose Dubhe mentre si stava per risdraiare
-No, ora ti alza in piedi, ti cambi la camicia da notte e fai due passi- insistette facendola sedere sul bordo del letto e aiutandola ad alzarsi.
La regina sbuffò come una bambina che non voleva fare qualcosa, strappando una risata a Theana, che scosse leggermente il capo.
La face cambiare levandole la camicia da notte bagnata e sporca e facendogliene mettere una pulita più leggera e senza maniche, le portò una bacinella d’acqua e le fece sciacquare il viso, infine la fece pettinare e Dubhe si legò i capelli in una stretta treccia, naturalmente ci volle più del previsto per fare quelle semplici cose che la Regina faceva ogni mattina, dato che erano intervallate da momenti di pausa in cui una contrazione prendeva il sopravvento, quando finì si sedette su una sedia con Theana al fianco – Va un po’ meglio?- le chiese dolcemente
Dubhe sospirò – Si, sto un po’ meglio- la rassicurò con un sorriso sincero, si sentiva davvero meglio, la paura era leggermente diminuita, anche se non scomparsa, e camminare la faceva stare meglio dopo una contrazione – Faccio avvertire Learco così viene a tenerti compagnia – le disse Theana alzandosi, Dubhe annuì poi si poggiò allo schienale della sedia e si accarezzò il ventre, ora non rimaneva che aspettare.
 
Learco era uscito sino nel cortile interno, l’idea che suo figlio stesse per nascere lo terrorizzava, non si sentiva pronto, e se fosse diventato come suo padre? E poi non riusciva a vedere Dubhe che soffriva così tanto, in parte, anche per colpa sua, gli faceva male al cuore.
Era dovuto uscire per prendere una boccata d’aria e calmare i nervi tesi, far zittire quella paura che gli attanagliava le viscere e gli faceva tremare le mani, doveva essere forte, per Dubhe e per suo figlio, ma adesso proprio non ce la faceva a rientrare dentro.
-Learco!- il filo dei suoi pensieri fu interrotto da una voce che conosceva, si girò e vide Lonerin che si avvicinava sorridendogli e alzando una mano in segno di saluto, doveva essere venuto insieme a Theana.
Il re lo salutò a sua volta con un cenno della mano e poi gli andò incontro, quando furono vicini si salutarono con un abbraccio veloce – Allora?- gli chiese il mago, non c’era bisogno di dire altro
-Theana è con Dubhe… hanno detto che mi mandano a chiamare quando sta per nascere- gli spiegò
-Preoccupato?- gli chiese mentre iniziavano a camminare dirigendosi verso il giardino
-Meglio spaventato- lo corresse con un sorriso sforzato
-Mi sembra normale che tu lo sia, ma non devi preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene- lo rassicurò dandogli una pacca su una spalla e sorridendogli
-Questo lo so’, ma è il dopo che mi spaventa- gli confidò con un sospiro
-Sono certo che sarete degli ottimi genitori-
Learco si fermò e si girò verso il mago per ringraziarlo, ma poi vide arrivare un servo con passo affrettato e le parole gli morirono in gola – Cosa succede?- gli chiese girandosi dopo averlo visto sbiancare sotto i suoi occhi, quando però vide il servo intuì cosa avesse spaventato il re.
L’uomo si profuse in un leggero inchino e poi parlò – Il Supremo Officiante vi vuole- disse soltanto, Learco annuì e poi seguito da Lonerin rientrarono nel palazzo e andarono al piano di sopra.
Prima di entrare nella stanza, Learco fece un respiro profondo, da dentro non venivano rumori, doveva essere già nato, aprì la porta ma invece di vedere Dubhe con in braccio il bambino, la vide seduta su una sedia, che parlava tranquillamente con Theana, per poi girarsi verso di lui e sorridergli quando lo sentì entrare.
-Era un falso allarme?- chiese confuso
-No, ora ti spiego tutto- lo rassicurò la moglie mentre le si avvicinava e le poggiava le mani sulle spalle.
Theana spiegò in breve cos’era successo, e quando finì la sua piccola spiegazione Learco si lasciò cadere su una sedia sospirando pesantemente e portandosi le mani al volto, suscitando l’ilarità della moglie che però fu smorzata da una contrazione più forte delle precedenti che la fece piegare in avanti  e gemere.  Learco le accarezzò la schiena mentre Dubhe si rimetteva in posizione eretta lentamente, ormai il dolore era costante, le prendeva tutto il basso ventre e la schiena a livello dei reni, rimaneva sordo ma snervante per poi aumentare di intensità quando aveva una contrazione.
Iniziò a passare il tempo, Learco, Theana e Lonerin cercavano di far distrarre Dubhe che col passare delle ore diventava sempre più snervata e riusciva a sopportare meno il dolore costante delle contrazioni.
 
Erano passate circa quattro ore da quando le contrazioni erano iniziate, Theana la controllava ogni ora ma non cambiava nulla, ogni tanto aveva una leggera perdita, ma non vi era ancora dilatazione, in compenso le contrazioni si stavano regolarizzando e si erano iniziate a fare più dolorose. Dubhe si era rimessa a letto, dopo circa due ore di supplizio cercando una posizione che non le facesse sentire troppo dolore, adesso era rannicchiata su un fianco sotto le coperte, le gambe rannicchiate vicino a se e la testa sprofondata nel cuscino.
Il silenzio era calato nella stanza, Theana e Learco che guardavano impotenti Dubhe che soffriva, Lonerin era tornato al tempio per avvertire le sacerdotesse che Theana sarebbe mancata per tutto il giorno.
La regina, se possibile, si rannicchiò ancora di più su se stessa e si cinse con un braccio il ventre, mentre premeva il viso sul cuscino reprimendo un lamento di dolore dovuto all’ennesima contrazione, quando fu passata alzò la testa dal cuscino e guardò i presenti nella stanza con gli occhi pieni di lacrime – Vi prego fatele smettere, non ce la faccio più- si lamentò iniziando a piangere e stringendo il cuscino con le mani nascondendovi la testa, Learco guardo Theana speranzoso, lei sospirò e si rivolse all’amica – Devi resistere ancora poco, quando iniziano le altre starai un po’ meglio- la rassicurò, era la decima volta che glielo diceva, ma per ora non poteva fare nulla
-Non mi importa di dopo, io ho male adesso!- le ricordò irritata alzando leggermente la voce
- Resisti ancora per poco- cercò di rassicurarla Learco sorridendole
- Tu stai zitto!- praticamente  glielo disse ringhiando, poi incominciò un’altra contrazione e lei si rannicchiò di nuovo facendo sparire il viso tra le coltri e il cuscino continuando a lamentarsi a mezza voce e a piangere.
Theana guardò Learco che era rimasto mortificato dalla reazione della moglie, in quel momento doveva stentare a riconoscerla, persino lei aveva delle difficolta a riconoscere in quella donna piagnucolosa la ragazza che aveva affrontato da sola la Gilda e che non si era mai demoralizzata anche nei momenti più difficili della sua vita.
Si alzò in piedi sospirando e fece un cenno a Learco che si alzò a sua volta, poi si avvicinarono a Dubhe, Theana le sorrise e le accarezzò una guancia gelata, ricevendo in risposta un sorriso triste e stanco, poi si rivolse al re – Mettiti dietro di lei e massaggiale la schiena in questo punto- gli disse indicandogli la zona lombare della schiena della moglie – Fai dei movimenti circolari e lenti, dovrebbe aiutarla un po’- gli spiegò, non funzionava sempre con le partorienti, a volte invece che dare sollievo le infastidiva ancora di più, ma tanto valeva provare.
Learco ubbidì subito, e dopo non molto Dubhe si rilassò leggermente, smise di piangere e si godette il calore emanato da l corpo del marito disteso vicino al suo – Scusa- gli sussurrò all’improvviso, si era accorta di aver esagerato, infondo non era colpa sua se stava male. Lui le sorrise e le diede un bacio su una tempia dopo averci fatto una carezza – Non ti preoccupare- la rassicurò dolcemente.
Theana sorrise vedendo i due amici riappacificati e l’amica che, finalmente, aveva trovato un po’ di sollievo – Perché non cerchi di dormire un po’?- le propose
- Non so’ se ci riesco ho ancora male e le contrazioni- le ricordò tristemente, avrebbe pagato oro per riuscire a dormire anche solo dieci minuti
- Chiudi gli occhi e provaci – le consigliò Learco sorridendole dolcemente mentre continuava a massaggiarle la schiena. Dubhe si lasciò scappare un sospiro, poi si sistemò un po’ meglio e chiuse gli occhi come le aveva consigliato di fare il marito, riuscì dopo una decina di minuti a cadere in un dormi veglia agitato ma interrotto ogni tanto da dei gemiti per colpa delle contrazioni.
Quella situazione di stallo durò per circa un ora, poi Dubhe si svegliò del tutto di nuovo con uno sguardo corrucciato, sentiva il dolore aumentare gradualmente, come prima di una contrazione, ma questa volta si fece più forte e le attanagliò tutto il ventre in unica morsa di dolore, si tirò su di scatto piegandosi in avanti e gridando incapace di trattenere il dolore.
Learco si scostò mentre invece Theana le si metteva al fianco prendendole una mano e poggiandole l’altra sulle spalle – Respira- le disse in tono calmo mentre le accarezzava la testa, la contrazione durò molto di più delle precedenti, Theana aveva contato circa venti secondi, quando finalmente fu passata, la regina si rilassò e fece un respiro profondo per poi rivolgere uno sguardo interrogativo verso Theana che le sorrideva – Ora vediamo- le rispose.
Learco sistemò i cuscini dietro la moglie in modo che vi si potesse appoggiare, poi si allontanò velocemente andando a guardare fuori dalla finestra mentre Theana controllava lo stato in cui si trovava il travaglio della regina.
Dopo qualche minuto, le fece stendere le gambe e le sorrise poggiandovi una mano sopra
- Quindi?- le chiese
- Quindi abbiamo fatto un passo avanti, la cervice inizia a dilatarsi- la informò, Dubhe sospirò di sollievo e si lasciò cadere sui cuscini, ora che le contrazioni iniziali erano passate si sentiva meglio, il dolore intramezzo era passato, e riusciva di nuovo a ragionare con la mente lucida e non ottenebrata dalla nebbia del dolore, al contrario, invece, Learco iniziava di nuovo a sentire la paura che gli stringeva le viscere, quello era un passo avanti, quindi il bambino sarebbe potuto nascere a momenti, sbiancò e poi deglutì – Quindi sta per nascere?- le chiese spaventato
- No, siamo solo all’inizio, ci vorrà ancora tempo prima che arrivi il momento di spingere- lo rassicurò girandosi verso di lui, Dubhe si piegò di nuovo e gridò stringendo le coperte sotto di se’, quelle contrazioni facevano davvero male e duravano tanto, l’idea di dover passare altro tempo in quelle condizioni non la eccitava più di tanto, ma quei pochi minuti di pausa tra una contrazione e l’altra l’aiutavano a riprendersi un poco, la dormita che aveva fatto non l’aveva per niente riposata.
Ora le contrazioni erano regolari, ne aveva una circa ogni dieci minuti, e le duravano una trentina di secondi, insieme alle nuove contrazioni era arrivato anche l’impulso di spingere, ma era ancora lieve e Dubhe riusciva a controllarsi.
Stava andando tutto bene, la cervice in due ore si era dilatata di quattro centimetri, se continuava di quel passo in quattro ore sarebbe arrivata alla fase finale e finalmente il bambino sarebbe nato, c’era solo un problema, Dubhe era sfinita, il dolore delle contrazioni e la forza che le serviva per trattenersi dal cominciare a spingere la sfiancava, se andava avanti così non avrebbe avuto abbastanza forza per partorire.
La regina si lasciò andare sui cuscini mentre si riprendeva dalla contrazione, inspirando ad occhi chiusi, Learco si avvicinò a Theana e le toccò un braccio facendola girare verso di lui – dovrebbe riposarsi un po’- le disse sottovoce in modo che la moglie non potesse sentire
- lo so’… - Theana sospirò poi prese una fiala dalla borsa, mentre Learco si sedeva sul letto vicino alla moglie e le accarezzava il viso per rassicurarla
- Dubhe ora ti dò una cosa che ti farà passare un po’ il dolore delle contrazioni, però tu ti sdrai e dormi, senza fare storie- le disse la donna mentre riempiva una siringa di un liquido trasparente, aveva voluto aspettare sino all’ultimo, ma adesso era il momento giusto per somministrarglielo
- Va bene- le rispose con voce stanca.
Learco le diede una mano a sdraiarsi, mentre lei gemeva sommessamente, Theana le si avvicinò, le prese delicatamente il braccio e dopo averle disinfettato il punto sopra il gomito dove spiccava una vena blu scura, fece l’iniezione, Dubhe non si lamentò, Theana levò la siringa e vi mise sopra un pezzo di garza – E ora dormi- le disse sorridendole.
La regina si girò su un fianco sentendo il dolore diminuire e i rumori farsi leggermente ovattati, chiuse gli occhi mentre sentiva il sonno arrivare e alla fine si addormentò, percependo come ultima cosa il marito che le accarezzava la testa dolcemente.
Quando Learco sentì il respiro della moglie farsi calmo e regolare si rilassò e guardò Theana ringraziandola in silenzio – Dovresti riposarti anche tu- gli disse guardandolo seria
- Voglio esserci quando nascerà- le rispose mentre teneva ancora la mano a Dubhe
- Le ho dato un forte anestetico, se va bene dormirà per le prossime due ore, e probabilmente non sarà ancora il momento, quindi puoi andare tranquillo- lo rassicurò sorridendogli e poggiandogli una mano su una spalla – D’accordo- le disse sospirando.
Diede ancora un bacio su una guancia a Dubhe e poi si alzò sospirando – Sono nella stanza accanto- la informò e poi uscì dalla camera.
 
Come aveva predetto Theana, Dubhe dormì tranquilla per le seguenti due ore, quando però l’anestetico iniziò a smettere di agire, iniziò ad agitarsi nel dormiveglia e a gemere, finché non si svegliò del tutto, Theana le si mise vicino e l’aiutò ad alzarsi mentre le stava arrivando un’altra contrazione – Dovremmo quasi esserci- la rassicurò.
Quando la contrazione finì e Dubhe si riuscì a rilassare, Theana la controllò  e finì giusto in tempo prima che una contrazione arrivasse a scuotere la donna.
La contrazione durò a lungo, Theana aspettò prima di riferirle la situazione, mentre le sussurrava parole rassicuranti cercando di farla calmare, Dubhe inspirò e poi riuscì a parlare
- Ti prego dimmi che posso iniziare a spingere- le chiese quasi supplicandola
- Ti mancano solo pochi centimetri, poi le acque si romperanno e allora potrai iniziare a spingere- le spiegò sorridendole, lei annuì e si accarezzò il ventre, neanche un minuto dopo era di nuovo piegata su se stessa che gridava in preda ad una contrazione – Accidenti… - sussurrò appena si fu riuscita a calmare, Theana le si avvicinò – Forza, ora ti alzi in piedi- le disse scoprendola come aveva fatto la volta precedente ormai quasi dieci ore prima
-No Theana, non ce la faccio ad alzarmi, cosa ti passa per la testa?- le chiese stupita
La donna sorrise, poi però le diede una mano ad alzarsi in piedi – Stare in piedi ti aiuterà adesso che sei in travaglio, quindi non ti lamentare e fai due passi –
Dubhe la guardò come se fosse pazza,  però quando la contrazione successiva arrivò dovette ammettere che stare in piedi le leniva un po’ il dolore, camminava per la camera a fatica, appoggiandosi alla spalliera del letto per mantenersi in equilibrio.
Passò un’altra ora, la dilatazione era quasi completa, Dubhe era al limite della sopportazione, le contrazioni erano insopportabili.
Dubhe strinse la spalliera del letto e si accucciò per terra gridando e stringendosi il ventre, Theana le venne al fianco – Respira e non spingere- le disse
- Perché non posso, ti prego fa troppo male- la scongiurò, terminata la contrazione la fece rialzare in piedi – Devono rompersi le acque- le ricordò
Dubhe annuì e si appoggiò con la schiena alla spalliera del letto – Almeno posso chiamare Learco?- le chiese mentre faceva dei respiri profondi cercando di lenire il dolore che ormai era diventato costante  -Certo- la rassicurò.
Theana avvertì un ancella di andare a chiamare il re e nel frattempo di avvertire le altre ancelle che mancava poco al parto e che gli sarebbe servito il loro aiuto.
Learco sentì bussare alla porta, aveva riposato sino a quel momento, riflettendo e finalmente accettando l’idea di diventare padre, ora non vedeva l’ora, aveva ancora un po’ d’ansia, ma il terrore più grande era passato.
Diede il permesso di entrare e vide un ancella fare un leggero inchino
- Mio sire, il Supremo Officiante la vuole, il parto è imminente- gli disse, Learco scattò in piedi, ringraziò la donna e tornò dalla moglie di corsa.
Arrivò davanti alla porta e non bussò nemmeno, entrò spalancandola e ritrovandosi gli sguardi stupiti delle due donne ad accoglierlo, la richiuse e si avvicinò a Dubhe che gli sorrideva.
- Allora ci siamo – le disse stringendola per le spalle, lei annuì, poi si piegò in avanti gridando e lanciando un imprecazione, tutt’altro che sotto voce.
Learco la sostenne e scoppiò a ridere, ora si che riconosceva la sua Dubhe.
Theana la guardò corrucciata – Non dovresti imprecare contro Thenaar tutte le volte che qualcosa ti va storto- la ammonì
- Ti giuro Theana, che se Thenaar mi fa passare il dolore delle contrazioni divento la sua  serva più devota- le promise
La donna scosse il capo e sospirò esasperata, mentre Learco continuava a ridere dopo il dibattito delle due donne.
La Regina stava per replicare, ma un’altra contrazione più forte di quelle precedenti la prese alla sprovvista, gridò stringendosi il ventre mentre Learco la sorreggeva per evitare che cadesse a terra, sta volta l’impulso di spingere era troppo forte, non ce la faceva a resistere. Fece forza su se stessa, ma all’improvviso sentì come se qualcosa si fosse rotto, ed ebbe la stessa sensazione di quella mattina, una fastidiosa sensazione di bagnato in mezzo alle gambe, ma non vi diede retta, ora stava solo cercando di resistere al dolore.
Finalmente la contrazione finì e Dubhe riuscì a rimettersi in piedi, ma si accorse che il dolore non era diminuito di molto, Theana le si mise al fianco – Dubhe, ora ci siamo- le disse
Lei annuì, guardò ai suoi piedi e vide una chiazza che sembrava fosse fatta d’acqua, la paura la colse un attimo alla sprovvista, le si erano appena rotte le acque. Ritrovò subito la calma e con l’aiuto dell’amica si andò a sedere sul letto mentre continuava a gemere e a gridare sommessamente.
Learco le si mise al fianco, mentre nel frattempo nella stanza entrava un gruppo di quattro ancelle con delle coperte, alcuni asciugami e una bacinella piena d’acqua.
Dubhe gridò, ormai non passava nemmeno più un minuto tra una contrazione e l’altra, erano una di seguito all’altra, e non le lasciavano un attimo di respiro.
Learco era seduto dietro di lei, e le passava una mano sulla schiena tranquillizzandola, Theana invece era davanti a lei, si ripiegò le maniche del vestito sino ai gomiti, le fece divaricare le gambe e la guardò seria in viso – Ora devi spingere ad ogni contrazione, mettici tutta la forza che hai – le disse
Dubhe annuì, incapace di rispondere per colpa del dolore, la contrazione arrivò e lei spinse e gridò con tutta la forza che aveva in corpo, sentiva che quello era l’unico modo per far cessare il dolore che provava.
Le contrazioni si susseguivano una dietro l’altra, Dubhe spingeva e gridava stringendo la mano a Learco che le dava forza e l’aiutava a rimanere seduta nonostante col passare del tempo le forze le venissero meno.
Dubhe diede un’altra spinta e poi si lasciò andare appoggiandosi a Learco – Sono stanca…- disse in un sospiro mentre riprendeva fiato – Su Dubhe, non manca ancora molto- la rassicurò Theana sorridendole, la Regina scosse il capo – Non ce la posso fare – non finì la frase che si piegò in avanti e diede un’altra spinta anche se con poca convinzione – Dai, ora che ci sei non puoi arrenderti- le ricordò Learco sorreggendola.
Dubhe annuì, alla contrazione successiva spinse di nuovo con rinnovato vigore, gridando
- Brava così- la incitò Theana – Incomincio a vedere la testa – la rassicurò
La Regina si sentì rinvigorita da quella notizia, riuscì a ritrovare un po’ di forza e continuò a spingere, gridò di nuovo e si appoggiò a Learco – Non ho idea di come abbia fatto mia madre a mettermi al mondo – gli confidò ansante mentre cercava di riprendere fiato ma continuava a gemere per il dolore – E non ho idea di come abbia fatto tua madre a farlo per ben due volte- gli disse ancora per poi gridare e spingere di nuovo mentre due lacrime le solcavano le guance.
Learco la strinse e le diede un bacio sulla fronte madida di sudore, scambiò uno sguardo a Theana che era concentrata sull’andamento del parto e guardava con aria corrucciata le coperte e gli asciugamani sotto la Regina sporchi di sangue.
Era da molto che Dubhe stava spingendo, il bambino iniziava a intravedersi ma non potevano aspettare altro tempo, doveva nascere subito, o c’era il rischio che il piccolo soffocasse, guardò l’amica ansante e stanca tra le braccia del marito – Manca davvero poco – le disse per rassicurarla.
Dubhe si tirò di nuovo su e riprese a spingere, se il bambino non fosse nato di lì a poco non ce l’avrebbe più fatta era troppo stanca.
Diede l’ennesima spinta gridando con tutto il fiato che aveva in gola, mentre lacrime di dolore le disegnavano delle linee trasparenti sulle guance, Learco la sorresse spingendola leggermente in avanti per aiutarla, per poi sentirla rilassarsi e ansimare, era al limite
- è quasi fuori, l’ultima spinta! – la incitò Theana con enfasi, Learco gettò uno sguardo alle mani della donna, e vide che vi teneva l’inizio di un piccolo corpo rosso, si girò verso la moglie e la guardò seria – è davvero l’ultima, si vede il bambino, ormai è nato – la rassicurò.
Dubhe prese coraggio e appena arrivò la contrazione spinse con le ultime forze che aveva in corpo, poi all’improvviso il dolore cessò insieme all’impulso di spingere, si lasciò andare trovando a sorreggerla le braccia di Learco che la lasciarono adagiare tra i cuscini mentre riprendeva fiato.
Un silenzio pesante calò sulla stanza, un ancella si avvicinò a Theana che prese il bambino e si allontanò dopo aver tagliato il cordone ombelicale.
Learco guardava la scena impotente, Dubhe sdraiata vicino a lui che riprendeva fiato ad occhi chiusi mentre il petto le si alzava velocemente in cerca d’aria, un ancella aveva preso il posto di Theana, che invece era circondata dalle altre quattro donne e aveva il bambino con se’.
Dubhe si girò verso di lui e lo guardò speranzosa, poi ebbe un’altra contrazione, si alzò si nuovo spingendo ed emettendo un leggero grido
- Cosa succede?- chiese Learco preoccupato
- è normale mio signore – lo rassicurò l’ancella con un sorriso, poi raccolse gli asciugamani sporchi di sangue e degli annessi fetali e uscì dalla stanza.
Dubhe si riaccasciò sui cuscini sfinita ridistendendo le gambe con un leggero gemito, si girò verso Learco, il silenzio si stava protraendo per troppo tempo, l’unico rumore erano i bisbigli di Theana alle altre ancelle, poi finalmente un pianto liberatorio invase la stanza seguito da numerosi sospiri di sollievo. Dubhe scoppiò a ridere mentre piangeva portandosi le mani al viso, quello era suo figlio e stava annunciando al mondo di essere nato.
Learco era frastornato, intontito dal pianto del bambino e dalle risa, quasi isteriche, della moglie.
Le ancelle si erano allontanate da Theana che adesso stava strofinando il bambino con un panno umido ripulendolo dal liquido amiotico e dal sangue, mentre il piccolo continuava a piangere a pieni polmoni.
Learco guardò la moglie che gli sorrideva con gli occhi pieni di lacrime ma sta volta di gioia, le prese una mano, poi si alzò in piedi, lasciando che le ancelle l’aiutassero a sistemarsi sui cuscini e la coprissero. Theana prese in braccio il bambino avvolgendolo in una coperta e cullandolo dolcemente – Tranquillo, ora vai dalla tua mamma – lo rassicurò
Si avvicinò a Dubhe che la guardava sorridendo, poi allungò le braccia e, finalmente, prese il suo bambino tra le braccia – è un maschietto – le disse Theana.
Dubhe lo strinse a se’ facendolo poggiare sul suo petto e cullandolo dolcemente, gli scostò la copertina dal viso e gli accarezzò una guancia, il viso ancora rosso dallo sforzo per essere venuto al mondo. Gli sembrava di stringere tra le braccia un miracolo, il bambino muoveva le manine passandosele sul viso e strofinandosi gli occhi ancora chiusi, Dubhe gliene prese una e vi diede un bacio mentre lo avvicinava ancora di più a se’. Il piccolo iniziò a calmarsi a contatto con il corpo della madre, cominciò a smettere di piangere e ad emettere soltanto dei mugolii sommessi, continuando a muoversi a scatti tra le braccia della madre.
Learco li guardava incantato, non riusciva a crederci quella piccola creaturina che si agitava tra le braccia della moglie era suo figlio, Dubhe alzò lo sguardo e gli sorrise col cuore traboccante di gioia, e gli occhi traboccanti di lacrime per la felicità, non riusciva a parlare, lui si accucciò accanto al letto per vedere meglio il bambino, che adesso si guardava intorno e scrutava i volti sereni dei due genitori con i suoi occhi chiari ma che tendevano al verde. Il padre gli fece una carezza sulla testolina e poi guardò la moglie che gli sorrise, lui si alzò e le diede un bacio sulla fronte – Visto? Alla fine ce l’abbiamo fatta- le sussurrò vicino ad un orecchio mentre entrambi guardavano il figlio.
Nel frattempo, mentre i due sovrani erano persi in contemplazione del figlio, Theana aveva congedato le ancelle facendogli portare via le coperte e gli stracci sporchi, si fermò e guardò i due amici che parlavano sottovoce tra di loro e Dubhe che stringeva la manina al figlio e ogni tanto vi lasciava un bacio, sorrise, finalmente li vedeva sereni.
La sua attenzione fu  attirata da un vociare concitato che proveniva da fuori, si avvicinò alla finestra incuriosita, e nella luce del pomeriggio vide che, intorno alle mura e nel giardino,  si erano radunate numerose persone, si girò verso i sovrani e si schiarì la voce richiamando la loro attenzione – Credo che la notizia della nascita del bambino sia trapelata- gli disse
Learco si allontanò a malincuore dalla moglie e dal figlio per andare a vedere fuori dalla finestra, quando vide la folla di persone gremite sotto al palazzo si accigliò – Ho paura di si- ammise tristemente – Bisognerà dare la notizia e poi presentare il bambino – disse guardando Dubhe, la regina annuì mentre stringeva ancora il figlio tra le braccia intenzionata a non lasciarlo
- Avverto io che il bambino è nato e presto lo mostrerete – li rassicurò Theana, capendo che l’ultima cosa che voleva fare il re in quel momento era allontanarsi dalla sua famiglia
- Non è compito tuo- le ricordò Learco
La donna gli sorrise e gli poggiò una mano su una spalla – Per una volta posso farlo io – dopo di che uscì dalla stanza senza lasciar tempo al sovrano di replicare.
Learco sospirò poi tornò vicino a Dubhe che stava sistemando la coperta in modo che coprisse bene il bambino, anche se il piccolo continuava a tirare fuori le braccia  e ad allungarle verso il viso della madre – Dobbiamo sceglierli un nome – le ricordò facendo una carezza al figlio – Come lo vuoi chiamare? – le chiese sorridendole dolcemente
- Io?- gli chiese stupita dalla concessione del marito
- Certo, pensa al nome che vorresti dargli – la rassicurò
Dubhe sorrise, poi si mise a guardare il bambino che le sorrideva, subito le vennero in mente due nomi Gorni e Sarnek, suo padre e il suo maestro.
No, non può chiamare suo figlio come loro, attaccati a quei due nomi ci sono dei ricordi troppo tristi e dolorosi, poi le venne in mente Jenna, il suo unico compagno per tanto tempo, chissà che fine aveva fatto, ma nemmeno quel nome andava bene.
Si concentrò sugli occhi chiari del figlio, non era facile. Guardò Learco che osservava il figlio e intanto gli faceva delle dolci carezze sulla testolina, e capì quale nome avrebbe dato a suo figlio, forse era anche grazie a quella persona se adesso erano lì, assieme.
- Ho deciso – gli disse con un sorriso.
 
Theana tornò qualche minuto dopo e trovò Dubhe che stava riprendendo Learco su come doveva tenere in braccio il bambino, non aveva mai visto il re così impacciato – Ho avvertito un paggio che presto avrete presentato il bambino – gli disse spostando lo sguardo prima sulla Regina e poi sul Re.
- D’accordo, allora vado? – chiese Learco alla moglie
- Si, vai – poi si diedero un bacio appassionato a fior di labbra suscitando un mugolio di dissenso da parte del bambino.
Mentre Learco si allontanava stringendo il figlio tra le braccia, Dubhe si lasciò andare sui cuscini con un sospiro, mentre li guardava avvicinarsi alla finestra – Aspetta – lo chiamò  un secondo prima che uscisse sul bancone, Learco la guardò con sguardo interrogativo – Non farlo cadere – gli raccomandò preoccupata, Theana scoppiò a ridere, Learco sorrise e scosse il capo – Tranquilla- la rassicurò, poi uscì sul balcone stringendo il figlio tra le braccia.
Theana si avvicinò alla regina sorridendole, poi le prese un polso e controllò le sue condizioni, nel frattempo dalla folla gremita sotto il bancone si levarono grida di esclamazione, quando le voci si abbassarono Learco parlò – Popolo della Terra del Sole, sono lieto di presentarvi il tanto atteso erede al Trono, ecco il principe Neor! – e mentre lo disse alzò il bambino in modo che tutte le persone riunite potessero vederlo.
Dalla folla si alzarono di nuovo grida di gioia ed esultanza, Theana e Dubhe si guardarono sorridendosi – Come lo zio di Learco? – le chiese
- è anche grazie a quell’uomo se adesso sono qui – le ricordò.
Learco rientrò qualche minuto dopo, il piccolo che si muoveva tra le sue braccia e mugolava, non ebbe nemmeno il tempo di avvicinarsi che Dubhe subito allungò le braccia per riprendere il suo piccolo tra le braccia, lo strinse e gli diede un bacio sulla fronte – Benvenuto al mondo Neor- gli sussurrò in modo che la potesse sentire solo il bambino.
Lo tenne in braccio cullandolo, appoggiata sui cuscini, stanca ma indescrivibilmente felice, in quel momento c’erano solo lei e il suo bambino che le sorrideva felice, avrebbero avuto una vita da passare insieme, e lei non se ne sarebbe persa nemmeno un momento.
Ed ora, mentre stringeva il piccolo Neor tra le braccia, sentiva tutta la sua esistenza prendere senso, si sentì finalmente tranquilla, in pace con il mondo e con se stessa, si era riuscita finalmente a riscattare.
Per la prima volta nella sua vita non aveva strappato un anima al mondo, ma ve ne aveva portato una, ed era una sensazione bellissima.  
 

Fine

Allora cosa ne pensate?
La FanFiction è giunta alla fine, spero che vi sia piaciuta e di non avervi annoiato, da parte mia è stata un bell'esperienza.
Come al solito ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono, non pensavo di essere letta da così tante persone visto che era la mia prima fic :D
Vi ringrazio anche per avermi accompagnato in questa prima "avventura da scrittrice", e vi prometto che vi annoierò con altre Fanfiction in futuro
, non sparirò XD
Non mi resta che salutarvi per l'ultima volta in questa fic, spero di risentirci presto
Baci e un abbraccio forte forte,
Darkness_Angel

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