CARPE DIEM

di picchia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 - Ancora non è finita! ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 - sorpresa! ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 - cilecca ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 - a second chance ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 - mi sei mancata! ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 - io ti amo ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 - la goccia ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 - stronza ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 - due cameriere ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 - metallo!! ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 - e adesso che vuoi? ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 - cambiato ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 - non posso, DEVO ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 - seguimi ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 - dall'alba al risveglio ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 - home, sweet home? ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 - a volte la vita può essere davvero sorprendente ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 - pillow fight ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 - the call ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 - agli sgoccioli della vacanza ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 - ci sono molti modi ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 - è la fine la più importante ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 - Ancora non è finita! ***


CARPE DIEM

(continuo di YOU HAVE A NEW MESSAGE-ROMA BY NIGHT)





Capitolo 1:  ANCORA NON E’ FINITA


Erano passati circa quattro mesi dall’ultima volta che si erano visti.
Quattro mesi da quel bacio improvviso e dal messaggio a cui non aveva risposto. Non per presunzione o riluttanza, ma semplicemente perché non sapeva come esprimere a parole quel che provava. Non sapeva come dirgli che anche lui le sarebbe mancato. Dopotutto provava ancora attrazione, gli voleva ancora bene, ma non poteva rispondere con le solite parole banali facilmente fraintendibili.

Rimase nel dubbio e alla fine, per non sbagliare, non gli rispose proprio.
In quel lasso di tempo si erano scambiati pochi sms molto ironici e amichevoli, ma nulla di che.
Nulla di diretto.
Nulla sul loro ultimo bacio.
Nulla riguardo le loro emozioni.
Nulla di serio. Giusto qualche domanda in generale con allegata una risposta altrettanto vaga.


Sullo stesso livello erano i contatti che aveva mantenuto con gli altri e come del resto avevano fatto pure le sue amiche.
A parte Bill e Serena logicamente!
Loro stavano ancora insieme e, oltre a sentirsi quotidianamente più volte al giorno, erano anche riusciti a vedersi grazie a piccole trasferte. Appena lo studio e il lavoro lo permettevano, si rivedevano a tornavano a essere i soliti piccioncini. Come promesso.


Passarono Natale e Capodanno.
Silvia Lalu e Francesca avevano trascorso la sera di San Silvestro a devastarsi di fumo e alcool in giro per qualche piazza romana ascoltando vari concerti e pazzeggiando con la loro comitiva.
Serena invece aveva raggiunto Bill a Berlino. Lui le aveva pagato ancora una volta il viaggio e l’aveva ospitata nella propria camera d’albergo.
Per l’ultimo dell’anno i Tokio Hotel suonarono in una piazza centrale della capitale tedesca e la mora rimase nel backstage a godersi il concerto e poi andò a folleggiare con il gruppo e i loro amici durante una festa privata a cui erano stati invitati, fino a mattina inoltrata.


Trascorse un altro mesetto e tutte e quattro giunsero in piena sessione d’esame all’università. Pochi giorni pieni di stress, ansia e litri di caffè le attendevano.
Avevano deciso che, finita la tortura, la sera stessa del giorno in cui l’ultima di loro avesse dato l’ultimo esame sarebbero uscite solo loro 4 e avrebbero bevuti tanto da costringere il loro fegato a chiedere asilo politico ai polmoni! Insomma lo scopo della serata era quello di bere, bere e ancora bere, fino a scordarsi il proprio nome e non ricordare nulla la mattina dopo.
Non lo facevano da qualche mese ormai, l’ultima volta era stata quando i crucchi erano partiti. In seguito furono tanto assorbite dalle lezioni e dallo studio da no poterselo più permettere.
Ora una bella pausa ci stava tutta!


Stava smanettando col pc da un’oretta buona e ogni tanto Tom gli sbucava da dietro le spalle per impicciarsi un po’.
Perché doveva avere un gemello così invadente?!!
T: ma come mai oggi stai così tanto al computer?
B: sto cercando di organizzare una sorpresa a Serena e ti sarei grato che tu non mi disturbassi!- rispose seccato
T: mh. Che carino! E che vuoi fare?- stava prendendo un tono canzonatorio
B: se sei venuto a prendere in giro, non ti dico nulla!- sempre più seccato
T: no dai! Faccio il bravo!- incrociando gli indici sulla bocca in segno di giuramento, come facevano sin da piccoli- che stai organizzando?- il rasta incalzò curioso
B: sono 34 giorni che non la vedo perché è sotto esame! Sto cercando di prenotare volo e hotel per farle una sorpresa presentandomi davanti a lei il giorno in cui ha l’ultimo test.
T: 34 eh? Tieni il conto esatto!!!caspita!
B: Stavolta però vorrei rimanerci per almeno una settimana.
T: e dov’è il problema, scusa?
B: è che abbiamo alcune interviste in quei stessi giorni e sto cercando o di spostarle o di farle via telefonica per godermi a pieno la mia vacanzina!
T: ah. Allora perché non fai sistemare tutto a David?
B: perché poi lui inizia a rompere e attaccarmi le solite solfe sul “lavoro prima di tutto”e affini. Quindi faccio da me senza avere altri problemi!
T: e dici che non ti romperà lo stesso se stai via per una settimana intera?
B: se incastro tutto per bene, posso convincerlo a lasciarmi andare solo facendo qualche moina in più!-concluse ostentando un sorriso sgargiante e un’espressione sagace: era convinto che tutto sarebbe andato alla perfezione.

E così fu:
Dieci giorni dopo stava fuori l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino in attesa che il tassista caricasse le valigie sue e di suo  fratello.
 Beh sì, era venuto anche lui perché, una volta sentito il piano, aveva stranamente insistito per accompagnarlo portando come scusa il fatto che serviva anche lui per le interviste telefoniche.

le facciamo sempre insieme e quindi dobbiamo stare almeno nella stessa città se vuoi che il tuo piano non abbia falle!”- fu la frase finale della sua sconclusionata arringa al fine di convincerlo.
Non volendo affrontare altre questioni, aveva acconsentito dato che l’unico scopo era la riuscita della sua sorpresa.









ALLUUUUUUUUUUUURA..SONO  TORNATA!!!!!!!!!! ^_^
Sull'onda del "più lo studio si impone, più io mi distraggo" ho iniziato a scrivere il continuo della mia prima fanfiction..e prima di riempire pagine e pagine ho deciso di pubblicare qualcosa grazie all'arrivo del mio nuovo pc con rete wireless...in questo momento sono svaccata sul mio letto sotto il piumone e smanetto col portatile...UNA PACCHIA!ghghgh
Questo secondo racconto sarà con capitoli più brevi dell'altro e incentrato maggiormente sulla questione Tom-Lalu...
Credo di aggiornare di settimana in settimana perchè a volte mi viene qualche spruzzo di 'genio' e scrivo pagine e pagine, altre volte sono del tutto bloccata, non mi viene neanche una idea da sviluppare per la storia. Aggiungeteci che sono sotto esame e devo lottare con volumoni che in teoria starebbero benissimo come zeppa per un tavolino traballante!
ah..come ultima cosa, ma non meno importante: ringrazio di cuore chi ha letto e commentato la mia prima ff..anche dopo averla conclusa! Sono davvero commossa e felice dalle recensioni lasciate;) non pensavo di provocare tanto interesse!!!! Fa veramente piacere sapere che quel che scrivo, senza nessuna pretesa, non risulti così malaccio come mi immaginavo! GRAZIE
Auguro BUONE FESTE a tutti voi! BUON NATALE( in ritardo) e BUON ANNO ( in anticipo)!!!
ps. io mi sono abbuffata veramente tanto durante i cenoni...ihihhi..però ora i sensi di colpa si stanno facendo largo in me O.o
Beh,anche voi avete mangiato questo e quell'altro mondo?? eheheh XD
Che la groova sia con voi!
kiss



 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 - sorpresa! ***


AUGURIIII!!!!!!!! Happy new year!
vi siete alcolizzate abbastanza a forza di spumante,eh?? avete mangiato chili e chili di lenticchie, che dicono portino soldini??? no??babbè..Anno nuovo, vita nuova.....
seh magari!solo nuovo capitolo..buona lettura!^_^



Capitolo 2: sorpresa!


Facoltà di lettere.
Fuori dell’aula 2.
Era in fila aspettando il proprio turno quando le vibrò la tasca. Prese il cellulare e lesse l’ennesimo sms da parte del suo Amore premuroso che cercava di darle sostegno.
-Piccola, vorrei essere lì con te per darti tutta la mia forza e farti restare calma per il test! Ma a che ora comincia?B-
Risposta:
- sei un angelo! Riesci a tranquillizzarmi anche a km di distanza.. sto in facoltà da stamattina e fra forse 15 minuti dovrebbe toccare a me e nel giro di mezzora potrei finire…ANSIA MODE ON!-


Si era sistemato in hotel e intanto stava massaggiando con Serena per capire a che ora potesse finire con l’esame, senza rivelarle però del suo arrivo.
Ok. Da quanto gli aveva scritto aveva poco, pochissimo tempo per ultimare di prepararsi e andare all’università.
È proprio vero che l’amore ha il potere di far fare ogni cosa: Bill in meno di 5 minuti si era tirato a lucido ed era pronto per uscire. Cosa che, per inciso, normalmente durava quasi 2 ore.
Prese un taxi e in 20 minuti si ritrovò davanti la facoltà di lettere di Roma 3.
Ora doveva solo scoprire l’aula in cui si svolgeva l’esame.
Girandosi attorno si sentì un po’ spaesato: era tutto in italiano e lui, sebbene Serena gli avesse insegnato alcune frasi e termini, non lo capiva ancora pienamente!
DAI! Fra tedesco, inglese e qualche trancio di italiano saprò cavarmela!” si disse fiducioso.
Infatti in breve individuò degli schermi al muro su cui erano elencati gli orari e le rispettive aule degli esami all’ordine del giorno.
fantastico!- esclamò entusiasta quando comprese dove fosse l’esame di Serena, ossia giornalismo. Fortunatamente il termine non differiva molto dall’inglese e riuscì a tradurlo con facilità.
GIORNALISMO- AULA2. Questa era la voce riportata.
Iniziò a cercare e di conseguenza a seguire le indicazioni sparse per l’edificio fino ad arrivare di fronte la porta giusta.


-Alla fine non credo sia andato..- non terminò la frase
Serena, ti sei bloccata? Come è andato?- le chiese la compagna di corso con la quale stava parlando mentre uscivano dall’aula-Serena?- ripeté l’amica cercando di attrarre attenzione, ma la mora rimase immobile con la mano sulla maniglia spalancando la porta e bloccandone il passaggio.
Serena ti muovi?- la ragazza le stava dietro trepidante per uscire, ma non ebbe risposta ma solo un urlo:
-BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIILL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! – scoppiò gioiosa saltando al collo del ragazzo che le si ritrovò davanti la faccia appena aprì la porta.
Stava sorridendo compiaciuto..il piano era riuscito!






“Oi Mimmi, stasera ci vediamo direttamente in piazza. Non c’è bisogno che passi da me!” – “come mai?stai in zona?”-“no, mi accompagna Bill..”-“ah, ti ha fatto una sorpresa?”-“tiii!!”-“uh che tenerello!”: questa fu la telefonata fra Serena e Francesca, avvenuta dopo il 'focoso' [ ci siamo capiti ;) ] ritiro nella camera del cantante.




Un taxi si era accostato ed erano scese tre persone: due camminavano abbracciati stretti stretti e la terza si trascinava rimanendo dietro con fare pesante e lento.





Francesca: amore!!!!!!!!!
Lalu: fansiullaaaaaaaaaa!
F: finalmente siete arrivate!
Silvia: si..
L: non trovavo parcheggio..Sere?non dirmi che ci ha dato buca!
F: no. Non ha dato buca, ma non veniva con me..
L: e con chi?
F: Bill! E’ sceso facendole una improvvisata
S: che dolce! In effetti era già un mese che non si vedevano ..
L: e la nostra serata alcolica?- chiese leggermente preoccupata e rattristata: era tutto il giorno che si sognava il delizioso sapore del suo drink preferito, il daiquiri frozen alla fragola!!!
S: la faremo uguale!- la rassicurò raggiante la riccia contagiando con il suo entusiasmo anche le amiche che scoppiarono in sonore risate e finirono per fare gli usuali discorsi idioti in attesa del resto del gruppo.

Le tre ragazze furono interrotte dall’arrivo dai piccioncini, Bill e Serena ovviamente!
B: ciao bellezze!
L: ciao sparviero! Come mai da queste parti?
B:sono venuto a trovare la mia principessa!
S: dolce! ….forse..anche troppo!- disse intono scherzoso, salutandolo
F: immagino che stasera non dovrò riportare Serena a casa!?- facendo un occhiolino non poco allusivo all’amica, la quale rispose con un unico sorriso, moooooooolto eloquente....
Poi il cantante si intromise fra le due: se proprio vuoi compagnia, ti porti Tom!
F: tom?- sbarrando gli occhi dalla sorpresa
B: si! È sceso con me.
Si: come mai?di solito ci vieni a trovare in solitaria..
B: si, ma stavolta rimango più a lungo del consueto week end!
-Già! Stavolta il signorino ha deciso di farsi una settimana di vacanza, sballando tutto il calendario del gruppo e io sono dovuto scendere con lui per recuperare almeno le interviste insieme!-una voce bassa e decisamente familiare si aggiunse improvvisamente alla conversazione.
Era Tom.

Salutò Serena, Francesca, Silvia e…poi…Lalu…
T:EHI!
L:ehi!
T: niente 'baci e abbracci'?- citando sarcastico il modo in cui lei chiudeva gli sms per abitudine
L: come mai sei sceso?-era un pò acida
T: l’ho appena detto! Per le interviste..- intuì quello che la ragazza intendeva, ma non poteva risponderle. Anzi, non voleva.
L: dici?-provocatoria e per nulla soddisfatta dalla risposta ricevuta.
T:dico!- incalzante. Mutò la faccia in una smorfia che in teoria doveva essere convinta e decisa, ma in pratica era una delle tante pose plastiche da poster. Una di quelle così finte da provocare nient’altro che ilarità negli altri, in particolare in Lalu, la quale infatti si lasciò sfuggire un sorriso involontario.












erika
: ma graaaaaaaaaaaaaazie! sono contenta che tu abbia letto la prima fiction e soprattutto che ti sia piaciuta!!! spero che seguirai anche questa!!!;)  sinceramente non so ancora bene dove andrà a parare, ho solo una vaga idea da seguire...tutto sta nel tempo che riuscirò a ritagliarmi dallo studio(quel mostro)!:P
grazie dei complimenti, ma mi limito a scrivere per rilassarmi e dare un pò di svago al cricetino che loggia nella mia testa...eheheh..non pretendo nulla di più!^_^

 
enlil: oddio quanto entusiasmo!!!mi fa troppo piacere!! Mi trovi concorde sul fatto che sia più interessante  vedere come va a finire la questione fra Tom e Lalu,e anche se fino a qui non sembra, giuro che nei prossimi capitoli darò spazio solo a loro!

eddy: il finale di Roma by night è stato lasciato apposta in sospeso..non ero sicura di voler continuare con un seguito, ma non volevo togliermi la possibilità di scegliere...ho fatto bene che dici?? spero che tu segua anche questa storia e grazie degli apprezzamenti!

guitar: 1)grazie per i complimenti!
2)non so perchè tu lo chieda a me( ti ispiro tanta fiducia????? o.O )..mi sono avvicinata da poco al mondo tokiohotellico e di conseguenza non conosco molte cose. Comunque,tornando alla tua domanda, credo che sia proprio Tomi! Te lo dico perchè oltre a leggerlo in numerose fiction, ho anche visto un video in cui Bill lo chiamava così..era un video di you tube..baci

Volevo anche ringraziare anche chi ha letto e chi mi ha aggiunto fra i preferiti!! Sono contenta che ci sia interesse anche per questa mia nuova opera di fancazzismo :P però,recensite di piùùùùùùùùùùùùùùù..voglio sapere cosa ne pensate, se sono chiari i cambi di scena e quando il narratore esterno(io) descrive i pensieri del soggetto di turno! VERAMENTE fatemi sapere!!!!
bacio

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Capitolo 3
*** capitolo 3 - cilecca ***


3 Cap 3: cilecca


Le ragazze e i due tedeschi si diressero verso un disco pub dove passarono una tranquilla serata all’insegna dei drink superalcolici e delle chiacchiere fra amici per recuperare il tempo perduto.
L’elevato tasso etilico ormai presente nei loro giovini corpi causò scene improbabili e a dir poco esilaranti che, infatti, erano spesso seguite da rumorose risate da parte dell’intera combriccola.
Dopo un paio di ore uscirono dal locale e Francesca salutò il gruppo scusandosi per la ritirata , ma la mattina successiva si sarebbe dovuta svegliare presto per compiere varie commissioni. La bionda si trascinò via anche Silvia, la quale in breve tempo si era scolata 6 cocktail e perciò era alquanto alticcia, per non dire in piena fase delirante. Ovvero la fase in cui cercava di imitare Slash dei Guns’n’roses nell’assolo di chitarra di November rain: meglio riportarla a casa!


Erano rimasti in quattro e decisero di spostarsi ed entrare in un club dall’atmosfera riecheggiate le scenografie di ‘Arancia meccanica’. Particolarità di quel posto infatti era di servire  bevande, alcoliche e non,
solo a base di latte, come quella nel film.

Dopo il primo giro di bicchieri le ragazze erano totalmente andate..
Al secondo anche i ragazzi mostravano alcuni segni di cedimento...

Come è noto, l’alcool libera l’istinto e l’aria si scaldò: Serena e Bill si appropriarono di un divanetto e cominciarono a scambiarsi focose effusioni; Lalu e Tom si misero a ballare nella micro pista al centro del locale a suon di r’n’b e hip hop.



Il ballo è un fenomeno verticale di un desiderio orizzontale (W.Allen)



La tensione sessuale tra i due era effettivamente tangibile.. i loro corpi ballando si avvicinavano sempre più, fino a strusciarsi l’uno contro l’altra.
Allo struscio si aggiunsero presto fluide carezze che percorrevano linee immaginarie sulle loro curve.
Da lì il passo fu breve.
Occhi negli occhi, il calore del contatto fisico, ancora quella particolare sensazione di piacere data dalla loro magnetica vicinanza.
Tutto portava a solo una cosa: un bacio forte, incontrollato, violento e frenetico.
Un intreccio di lingue e mani fu la conseguenza naturale e istintiva che l’alcool e la lontananza avevano comportato.
I due si erano piano piano spostati dalla pista per andarsi ad appoggiare alla parete più vicina..le mani scorrevano sui vestiti e l’ardore cresceva esponenzialmente!
Individuata la porta del bagno, vi si diressero d’istinto e più la foga aumentava più i tocchi voraci si insinuavano.
La situazione era bollente, ma d’un tratto Lalu, come se si fosse riconnessa al suo cervello, si bloccò fermando anche ogni azione di Tom.
L: non qui!- berciò la ragazza sorprendendo il rasta, rimasto allibito per quanto gli sembrassero inaspettate e insensate quelle parole
L: un bagno di un locale è troppo squallido!- facendo cadere una tonnellata di ferro sulla testa del ragazzo, come nei cartoni. Ma come darle torto!!
T: quindi dobbiamo fermarci qui?-chiese sconsolato
L: non ho mica detto questo! Ti ricordi ancora che io abito da sola?- concluse lei maliziosa.
Il volto del biondo si illuminò e prese a baciarla con maggiore vigore. Sembrava felice per quel cambiamento, entusiasta per la risposta data. Ghignò compiaciuto e mentalmente si appuntò una cosa importante: Mai scordarsi di un comodo letto a portata di mano in 'certe' situazioni! Mai!!!

Poco dopo si risistemarono, uscirono dal bagno, salutarono veloci i piccioncini, in altre faccende affaccendati, e si incamminarono verso l’appartamento di Lalu, tenendosi stretti mano nella mano e scambiandosi furtivi e intriganti sguardi.



Neanche il tempo di chiudere la porta che già la distanza fra i due corpi divenne inferiore allo zero.
Si erano avvinghiati voracemente e fra un bacio e l'altro si diressero verso la camera di Lalu, verso la porta rossa..in un attimo Tom si sfilò la maglia e tolse rapidamente anche quella di Lalu.
Senza perder tempo si buttarono al letto...letteralmente: il rasta prese in braccio la ragazza e la posò non poi tanto delicatamente fra le coperte, facendola sobbalzare leggermente. Lei rimase divertita da quell'azione e, vedendo quanto lui fosse eccitato e coinvolto, se lo tirò a sè accogliendolo fra le sue braccia con fare sensuale e lascivo. Tom non pose resistenza a un invito così esplicito ed entrambi si lasciarono ansimanti a baci focosi persi in un vortice irrefrenabile di pura passione, fino a che il ragazzo si bloccò e urlò arrabbiato: "CAZZO!"
L: che è successo?- soffiò alquanto esterefatta dall'esclamazione improvvisa
T: nulla!- rispose secco e incazzato alzandosi dal letto
L: dove vai?-ma in realtà pensò: e adesso che cavolo stai facendo?
T: vado a fumarmi una sigaretta- rispose impassibile mentre si rivestiva
L: Tom, mi dici, per favore, che è successo?sai..eravamo impegnati in qualcosa che hai interrotto senza motivo...o ce n'è uno?
T: no -
era veramente poco convincente!
L:come no???!! - adesso stava facendo il bambino!
Tom non rispose, si stava tenendo gli orli della sua magliettona, stringendo forte i lembi fra le mani in un modo nervoso, quasi rabbioso.
L: ehi, ho fatto qualcosa che non andava? - il tono era pacato e sebbene sapesse che non fosse stata sua la colpa di quello svolta, se ne caricò cercando di capire cosa fosse accaduto in realtà.
T: no...
L: allora..TU hai fatto qualcosa che non andava?-
T: si...- fu un piccolo e timido sussuro
L: mi puoi dire che cosa di preciso?- cercò di essere molto delicata. Forse aveva intuito quale fosse il punto focale della questione..
T: no......- e arrossì abbassando il volto
L:perchè?- fece la domanda benchè fosse certa della risposta
T: mi vergogno!- e stritolò la maglietta fra le mani chiuse a pugno dalla presa ferrea
L: Tom..SUCCEDE!-ormai era sicura della motivazione dello strambo cambiamento del ragazzo
T: NON A ME!!!!!!!!!!- diventò improvvisamente furente- non mi è mai successo!!! e poi... non ora! non con TE!.. CAZZO!!- sulle ultime parole l'inflessione sembrava quella di una persona delusa, ferita nell'orgoglio.
L: Tom..- Lalu voleva dargli sostegno e dire qualcosa di comprensivo, ma fu interrotta..
T: no, niente 'Tom', non voglio essere compatito! Non sono venuto fino a qui per farti pena.......non mi è mai successo! CAZZO!!! MAI!!!... ti pare che dopo tutto questo tempo, appena arriva il momento che ho tanto sognato, LUI arriva prima?????????eh, ti pare?! ti rendi conto che non è accettabile?!?!!- la stava fissando abbastanza alterato e  fuori di sè- e poi tu..- sospirò- tu sei così........................ e LUI si è...........................-lasciò le parole in sospeso, ma il concetto era chiaro.-CAZZO!- esclamò ancora, sconfortato, sedendosi sul bordo del letto.







 Bell_Lua: grazie dei complimenti!!!!sono felice di sapere che ti è piaciuta Roma by night e spero che ti piacerà anche Carpe diem..ghghgh..
Non parlarmi di computer che il mio vecchio portatile sembrava Gesù cristo: ogni tot moriva e poi resuscitava dopo 2 o 3 giorni da solo miracolosamente..alla fine si è bruciato l'hard disk!sigh! invece il nuovo pc va al rilentatore: maledetto windows Vista!!!!


enlil: quanta verve!!!!!!!!!oddio mi rallegra tanto vederti così entusiasta! tutte le "scrittrici" avrebbero bisogno di commenti come i tuoi;)

ilenia91dorough: eh si, finalmente si rivedono...e succede qualcosa: Tom fa cilecca!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! muhaauhahuahuuhauahuah (risata malefica) mi piaceva troppo l'idea di creare una situazione di totale imbarazzo sessuale al fantomatico Sexgott!ihihih che ne dici? piaciuto il cap?

kagome84: ma ciao caVa!!! anche qui! che bello! sono contenta che ti piaccia la storia..Basta che non fai minacce, io continuerò a pubblicare!ok?;P
ti informo che fra Tom e Lalu non finirà poi così presto..intanto piaciuta l'idea finale?eh? eh?XD


th garnet: ma allora mi seguite!!!!!!!!!!I'm happy!!!!!!!!!!!!!!!!.. le altre 2 coppie sono Gustav- Silvia e Georg -Francesca? se intendi loro, ti avverto che le loro storie sono terminate nella prima fiction..ora mi incentrerò su Tom e Lalu. Ovvio che ne parlerò ancora, ma non come coppie..sorry! giuro che non ne sentirai la mancanza!!!!...vabbè non credo di arrivare a questi livelli, ma ci siamo capite!;)

elisuccia22: grazie!!!anche io non sono una fan dei tokio hotel..anzi, spesso sono mira del mio cinismo e sarcasmo..auhauahauhauh.però mi sanno troppo di manga ^_^ e sono adattissimi per essere i protagonisti di storie fantasiose perchè sono veramente dei personaggi estremi!in questo senso mi piacciono! ma in pratica sono sono una FANCAZZISTA!:P mi raccomando continua a seguire!


A proposito di sarcasmo..giravo per ebay quando mi è venuta sotto mano una pagina che mostrava un vero tocco chic..............ad opera del famoso cantantino!O.o..... incredibile!!!!!!!!!!!

http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&Item=320201913135&Category=2328&_trksid=p3907.m29

(io pensavo indossasse quelle normali, quelle basse....ce so rimasta de stucco!missy è missy, ma bill....bah!)

Mi raccomando
commentate in tanti!! Chissà che trovi uno spunto per qualche svolta narrativa...e poi mi piace scambiare opinioni con voi!! siete tutte molto simpatiche e gentilli!!^_^
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo ultimo capitolo....c'ho pure sparato una citazione di Woody Allen! V'ho detto tutto!ehehehe ;P
Che la grOOva sia con voi!
bacio

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Capitolo 4
*** capitolo 4 - a second chance ***


4 CAPITOLO 4: a second chance


Rimasero per un pò così, in silenzio. Lui in piena crisi con la e testa fra le mani e appoggiato alle ginocchia e lei al centro del letto rannicchiata con le gambe al petto.
L:ehi?- cercando di attirare l'attenzione
T: si? - distogliendosi difatti dai suoi torbidi pensieri da uomo afflitto per il suo primo fiasco.
L: hai sognato "quel" momento?- chiese timida, ma al tempo stesso incuriosita
T: si-
monosillabo affermativo e imbarazzato.
Un forte senso di calore colpì Lalu. Era piacevole.
Era felice di sapere che aveva pensato a lei nostante la distanza e il tempo, nonostante fosse sempre in giro per l'Europa e nonostante quel che questo comportasse,ovvero tante, tantissime ragazze ai suoi piedi.
Era felice perchè lui, oltre a pensare a lei, aveva anche sognato su un loro futuro incontro. Vuol dire che aveva fantasticato, magari anche più volte, sul momento in cui si sarebbero visti di nuovo, su quali discorsi avrebbero affrontato e soprattutto come si sarebbero comportati...come d'altronde aveva fatto anche lei!
Sebbene si fosse comportato male nel periodo in cui uscivano insieme e i loro rapporti si erano ridotti a pochi sms, fra di loro regnava una forte attrazione!
Era palpabile e visibile a km di distanza!
Chi diceva che non potevano riprovare a stare insieme o anche solamente viversi attimi di unione fisica?
Per quale motivo doveva farsi sfuggire una possibilità ghiotta come questa??
In fondo la  vita è bella se presa in ogni sua sfaccettatura, senza pensare troppo ma così come viene! Bisogna essere sempre pronti ad allargare le braccia per cogliere ogni occasione e sorpresa che ci dona..Bisogna seguire l'istinto, bisogna cogliere l'attimo!
Sì.
CARPE DIEM!!!
Avrebbe fatto così..

Presa la decisione e interrotto il fiume di pensieri si ritrovò di fronte lunghi rasta color biondo scuro.
Tom le stava di spalle ancora seduto sul bordo del letto, ancora pensieroso e silenzioso, triste come un bambino al quale hanno appena rubato il lecca-lecca. Era di una tenerezza unica! Voleva riempirlo di coccole e consolarlo e istintivamente gli si avvicinò dapprima giocando e accarezzandogli i dread, poi gli buttò le braccia al collo, quasi strozzandolo, ma con il semplice intento di stringerlo a sè, come fosse un dolce peluche da strizzare.
Il ragazzo rimase subito stupito da quel "attacco", ma giusto il tempo di rendersi conto, che le si era appoggiato comodamente in grembo, gongolando di tutte quelle attenzioni che tanto gli erano mancate.
Gli erano mancate non per assenza di altre attenzioni femminili, ma perchè erano le SUE attenzioni, le SUE coccole, le SUE carezze.

Per qualche minuto restarono in quella inconsueta posizione: Lalu avvinghiata tipo koala e Tom felice per l'abbraccio amorevole e con stampato in faccia un sorriso da ebete.


Piano piano si risvegliò da quel terpore, il suo criceto ricominciò a correre nella ruota e quindi il suo cervello rientrò in funzione, dopo la piacevole pausa. Si sentiva bene. Averla così vicino, sentire il suo respiro sul collo, distendersi nelle sue morbide curve, poterla toccare di nuovo......il cuore cominciò a  pompare veloce e il sangue a scorrere rapido nel corpo del ragazzo, il quale in men che non si dica ribaltò la situazione: Tom prese Lalu fra le proprie braccia per baciarla con tanto impeto quanto era il suo desiderio di possederla, ora, lì, in quel preciso istante!
La ragazza, colta alla sprovvista, non potè far altro che godersi la sorprendente esplosione di passione.
"In fondo tutti hanno 'a second chance' !!!!!" ..

T: che ti ridi?-le chiese distanziando lievemente i loro volti. La mora non si era accorta di sorridere, era troppo assorta nei suoi ragionamenti, ma rispose prontamente al rasta: " stavo pensando di concederti una seconda chance!"..stava ancora sorridendo,ma stavolta se ne rendeva conto e lo faceva con aria tra il divertito e il malizioso!


Il tono sensuale e lo sguardo ammiccante fecero ribollire il sangue nelle vene del ragazzo il quale si stava nuovamente eccitando, ma ora era deciso più che mai a controllare le sue pulsioni fisiche per potersi godere finalmente l'agognato riavvicinamento. Si alzò in piedi, tenendo ancora la ragazza stretta fra le braccia, la distese delicatamente sul letto e dopo esserle affiancato, la riempì di soffici baci e
dolci carezze. Voleva assaporare ogni parte di lei. Voleva imprimersi nella memoria il profumo della sua pelle, la morbidezza delle sue labbra, il sapore dei suoi baci, la naturalezza dei suoi movimenti e la luce dei suoi occhi. Ad ogni tocco la sentiva sussultare fra le sue mani e smorzare a fatica vibranti sospiri.
Questo aumentava soltanto il piacere di sentirla viva sotto di lui.
Ormai sconvolto da mille forti sensazioni, riuscì a sussurrare sole poche parole: "Mi farai impazzire!"


Era una sfida?
Sarebbe stato divertente stuzzicarlo fino a vederlo impazzire..
Pazzo per lei?
Non le importava!
L'importante era stare lì, fra le sue braccia forti e gentili allo stesso tempo, davanti colui al quale spesso si indirizzavano le sue fantasie. Era bello sentire ancora una volta il calore del suo corpo sulla pelle, perdersi nella foga dei suoi gesti, vedere quanta felicità potesse trasmetterle incrociare lo sguardo con i suoi profondi occhi marroni. Stava rischiando di impazzire anche lei....però non ne fu preoccupata, anzi!

Gli sfilò lentamente la maglia, buttandola su una sedia vicina. La maglia fu seguita da un reggiseno. Il reggiseno da pantaloni taglia XXL. Al momento della gonna, la mano di Lalu fu bloccata sulla cerniera ancora chiusa.
T: no, quella tienila...mi piace!- lo disse mentre intanto giocava con il piercing al labbro. Così sensuale da convincere chiunque si fosse trovato davanti a quello spettacolo....i suoi occhi, le sue labbra.
L: tu invece questi li levi!!- con tono autoritario, ma troppo divertita per essere credibile.
Gli tolse il solito cappello e fascia. Tom non obbiettò, scosse solo la testa di modo da far ricadere i dread sulle spalle.

Era strano vederlo senza la sua 'armatura' oversize;
era strano verderlo con i capelli sciolti;
era strano quanto fossero lunghi e quanto fosse ancora più intrigante così al naturale;
era strano fissare quegli occhi bramosi di lei tra una ciocca e l'altra....
era strano, ma stupendo!

Lalu ovviamente lasciò la gonna su e ricominciò a baciarlo dando sfogo al suo istinto animalesco....
Erano così vicini da essere inondata dalla fragranza del suo profumo..sempre lo stesso e lei non se lo era scordato!
Non c'era bisogno di tenere il punto perchè l'estate scorsa aveva baciato un'altra..Ora l'unica cosa che il suo corpo le comandava era di spegnere il cervello e seguire il cuore e godere..

Beh, ecco, quest'ultima cosa la fece almeno un paio di volte: Tom era così carico, pieno di passione e di voglia di rifarsi [dalla cilecca] che serrò i loro corpi in una morsa di ardore amoroso per tre ininterrotte ore.
Attimi di pura adrenalina e gelidi brividi lungo la schiena furono conseguenza di un sesso ad alta carica esplosiva. I loro corpi si intrecciarono in posizioni sempre diverse avvolti da candide lenzuola. Sospiri e gridolini aleggiavano nell'aria mentre le mani correvano sulla pelle provocando numerosi sussulti, ad entrambi..Non risparmiarono neanche un briciolo della loro grinta sessuale, tanto fu il coinvolgimento; si elargirono a vicenda focosi e insistenti baci; il loro fu quasi un moto perpetuo e ritmico completato da innumerevoli attenzioni reciproche come quando, in tutta quella lotta, Tom si soffermò sul viso di lei e delicatamente scostò una ciocca che le rimaneva davanti gli occhi  e, sempre nello stesso identico modo gentile, avvicinò piano le labbra per dare un piccolo bacio sulla punta del naso della ragazza: Lalu rimase sorpresa e incantata da un azione così inaspettata, ma soprattutto dolce.

Alla fine, ormai stanchi, si sdraiarono uno di fianco all'altra senza neanche più la forza di respirare, totalmente sfiniti, ma soddisfatti e felici.

T: E adesso che vuoi fare?













e adesso cosa succederà????? voi che pensate? magari sparate qualche idea..non si sa mai che possiate azzeccarci! ^_^


kagome 84 - detto fatto: tom ha avuto la possibilità di riscattarsi! piaciuto?

thgarnet - il povero tom si è rifatto..eheheh...e sappi che io sono la regina dei doppi sensi e della malizia!auhauhauhuah..sono circondata da maschi da tutta la vita,come potrei non esserlo!!;P

Bell_Lua - sono contenta che la scena sia risultata divertente..avevo paura di essere stata troppo poco esplicita..grazie dei complimenti!
il mio computer va a rilento, ma tempo che inquadro Vista e lo sistemo io!!è una sfida!!^^

enlil - povera malatuccia! mi spiace che tu abbia la febbre!curati che passa tutto...a me Active grip fa miracoli! ne vuoi un pò?
se vuoi ti spiego cosa è successo a Tom: è venuto semplicemente prima; era troppo eccitato da non tenersi e dopo si è incazzato proprio per questo. capito ora?

elisuccia22 - grazie dei compliments!!! mi fa piacere vedere che ha fatto ridere quanto ho riso io a pensarlo...ihihih..ti piace il nuovo capitolo?
ps.ma elisuccia 22 è perchè hai 22 anni?

eddy - non ti preoccupare se non hai commentato...beh spero che però tu continui a farlo!! adoro leggere le vostre recensioni!!!!!!!!!!!!!!XD grazie per il 'fantastico'!troppo buona...;)

Dolcenera -  princess!!!!!!!!! stellina, sono contenta che finalmente hai commentato! ora devi solo pubblicare la tua di fiction ;)
sai anche quanto mi renda felice e faccia piacere che tu mi segua nonostante abbia le antemprime dei capitoli..eheheh..un bacione con lo sciocchio, piciola mia!

continuate a recensire e commentare e leggere...siete grandiose!!!!!!!!!!!!
ringrazio a tutte coloro mi hanno messo fra i preferiti e chi legge senza commentare.thanks!


ps.vi rispiattello il mio contatto: saula-.-@hotmail.it
della serie 'facciamoci due chiacchiere in compagnia' XD
kiss















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Capitolo 5
*** capitolo 5 - mi sei mancata! ***


5 CAPITOLO 5: mi sei mancata!


[T: E adesso che vuoi fare?]

L: ti va di fumarci una sigaretta e nel mentre mi racconti un pò ciò che hai fatto in questi mesi?
T: mh..si! ma anche tu mi devi raccontare tutto!!
Si scambiarono un sorriso a 32 denti..felici e molto teneri...stranamente!

Si rivestirono con tutta calma e una volta pronti andarono fuori il piccolo balcone a fumarsi la famigerata sigaretta appoggiati placidamente sul davanzale a chiacchierare come solo due amici di vecchia data sanno fare. Espirato l'ultima nube di nicotina, rientrano in casa e si misero a sedere sul divano, continuando sempre a raccontarsi storie e a ridere sonoramente per ogni battuta fatta.
Tom le raccontò di quanto la sua vita avesse preso una piega troppo frenetica dopo l'uscita del nuovo album, tutte le interviste, tutti i set fotografici con fotografi isterici e il più delle volte pazzi, le alzataccie e i lunghi viaggi in bus, le urla di migliaia di fan deliranti, ma non mancò di aggiungere quanto fosse fiero di sè e del gruppo per quello che stavano facendo, quanto fosse bello suonare i propri pezzi davanti a una folla in estasi, quanto gli piacesse avere una festa a cui partecipare quasi tutte le sere. Ovviamente non tralasciò le varie immancabili litigate da 'prima donna' tra lui e Bill; le poche ma taglienti battute di Gustav che lasciavano tutti a bocca aperta; la scivolata di Georg sopra un peluche che travolse anche un Bill fino ad allora saltellante in giro
sul palco. Le disse anche di quando il gemello si infuriò e si mise a rincorrere Georg lungo i corridoi dei camerini perchè gli aveva finito la lacca per i capelli e di come ovviamente finirono entrambi addosso al rasta, povero malcapitato di turno. Si mise infine ad imitare le urla e le mosse di Gustav quando si chiudeva ad ascoltare il suo METAL , esagerando i particolari per rendere il tutto più comico.

Lalu rise come una matta immaginandosi ogni cosa e riconoscendo i 4
pazzi 'crucchi' dell'estate precedente e, ogni qual volta il ragazzo faceva il verso a uno dei suoi amici, doveva trattenersi la pancia dal troppo sforzo.
L: e quindi mi vorresti convincere che ti sei comportato sempre da bravo angioletto quale sembri?- squadrandolo dalla testa ai piedi- naaaaaaaaaaaaaaaa! a chi la conti?! hai evitato apposta le note piccanti? non fare il timidone..raccontami delle tue conquiste!- non sapeva neanche lei come mai stasse insistendo tanto...la curiosità aveva per una volta prevalso sulla ragione.
T: perchè?- ..cercava di guadagnare tempo..
L: bho..così...non sei il tipo che rimane con le mani in mano! non dirmi che non hai storie divertenti su qualche tua conquista!
T: ehm...no- serio
L: ah.......vabbè! non volevo darti fastidio..se non vuoi dirmele, non fa nulla! - in realtà era un pò amareggiata
T: non è che non voglio dirtele, è che non ci sono state
L: cooosa??
T: hai capito bene..
L: mi stai dicendo che con tutte quelle fan ai tuoi piedi, TU non ne hai approfittato??- stava nuovamente insistendo
T: esatto!
L: e perchè? se posso..
T: te l'ho detto: è diventato tutto così frenetico da non avere neanche il tempo di respirare, pensa rimorchiare o addirittura stare con qualcuna...- stava mentendo: non era quello il vero motivo,ma non aveva il coraggio di rivelare la verità!
L: strano però..
T: e tu? invece che mi dici?finora ho parlato solo io- cercò di cambiare discorso
L: io cosa?
T: ragazzi?- glielo stava domandando per lo stesso motivo per cui prima aveva mentito
L: ehm...ragazzi?no nessuno
T: com'è? sei una bella ragazza!!!
L: grazie!- arrossì - non saprei..sono stata molto impegnata con l'università e diciamo che mi sono concentrata più sullo studio che sui ragazzi....ma com'è ti interessa???- incalzò subito
T: calma calma!!era solo una domanda!- scoppiò in una sonora risata, celando così quanto fosse imbarazzato da quella domanda. Fortunatamente, per il rasta, la ragazza si mise a ridere anche lei.

Stettero per un'altra ora a parlare del più e del meno..poi d'un tratto alla mora tornò in mente una frase..
L: tom, posso chiederti una cosa?
T: certo!- ancora col sorriso sulle labbra per una battuta fatta poco prima
L: cosa intendevi quando hai detto di aver sognato un momento?- chiese facendosi seria
T:che domande fai?!!- preso del tutto alla sprovvista - comunque...sei grande, ce la fai da sola a capire a cosa mi riferissi..- conlcuse sornione come pochi
L: si ok, non sono scema..ma perchè ci hai sognato su?
T: oggi le vuoi sapere proprio tutte eh?.....uffa
....- sbuffò, deciso a calare la maschera -oooook, te lo dico una volta per tutte: MI SEI MANCATA!
Nessuna risposta.
T: beh non dici nulla?non ti metti a ridere?non inizi a prendermi in giro?- se lo sarebbe aspettato da una come lei.
L: no...........anche tu mi sei mancato!- stavolta lo stava fissando dritto in volto e avvolse le proprie braccia intorno al collo per abbracciarlo.
Lui non si scostò e, anzi, si godette quello slancio affettuoso.

Dopo un pò si staccarono e rimasero occhi negli occhi in silenzio.
T: piccola, che vuoi fare?
L: dormire?!
T: intendevo di Noi...
L: ah..non so..fra pochissimo ripartirai, non ne vale la pena di rimetterci insieme!- crudele e sincera alla stesso tempo
T: perchè no???- lui ci aveva sperato
L: perchè soffrirei e non voglio...preferisco rimanere amici e 'giocare' di tanto in tanto..
T: cioè?
L: come abbiamo fatto oggi!
T: e per questa settimana?
L: ..anche..
T: e dopo?
L: dopo vedremo..se passi da Roma o comunque vieni in Italia fra un concerto e l'altro, ci potremmo vedere..
T: minimo!
La ragazza non rispose, ma andò a baciarlo.
Un piccolo e semplice bacio.
Forse una firma per il loro accordo verbale..
Forse solo un bacio fra una ragazza e un ragazzo.










Salve!!!chiedo innanzitutto chiedo venia per questo insulso capitolo! Corto con poco di interessante…lo so fa schifo! In mia discolpa posso dire che l’ho usato per chiarire la situazione di stallo fra Tom e Lalu..almeno da parte di lei!
In più in questo periodo sto scrivendo solo di notte perché sto del tutto sfasata e non mi addormento se non sono le 4 di mattina almeno (stanotte ho fatto le 6 per esempio!oO)…tutto colpa dello stress presame!uff…quindi..abbiate pietà di me!;)
Come ultima cosa i ringraziamenti: a tutte/i coloro che mi hanno messo tra i preferiti e chi ha letto la storia. DANKE!
Infine gli special thanks ^_^:                          

kagome84: sono contenta che mi stai ancora seguendo nonostante il declino della mia menteJ!eheheeh però tu mi batti!!la tua ff è ancora più fuori della mia!!!!!!=D

kit2007: ihihhi..addirittura il remake?!tranquilla che di cose ne succederanno, soprattutto fra Tom e Lalu, ma anche a Bill e Serena( tanto per scordarci di loro)! Grazie della marea di complimenti che hai scritto!!!hai inquadrato per bene il personaggio di Lalu..mi fa piacere che tu abbia letto sia questa che la fiction precedente!mi raccomando continua a commentare!!!
ps.più in là potrai godere di alcuni dettagli su Tom…eheheh…non sei l’unica: a me i rasta hanno fatto sempre sangue!!!!!!!!!!!!!!:P  

enlil: oooooooh finalmente savia! Alleluia!!!auahauauhahu..un hiphipurrà al tuo cervello!;) grazie dei complimenti! Piaciuto Tom tenerone-timidone?poco credibile eh?

Bell_Lua: ho letto un paio delle tue storie….belle!!sorprendenti e briose! Ma..ma..non lasciarle in sospeso!!!!pleeeeeeeease!..io so curiosa peggio di un gatto!^^
Grazie! Il ragionamento sul Carpe Diem non è stato troppo difficile da fare perché è semplicemente quello che penso!!XD
Sono brava?davvero?grazie!!!!!!mi viene naturale seguire certi dettagli..preferisco impegnarmi un po’ di più e trattarli con delicatezza piuttosto che sembrare uno scaricatore di porto… ho letto certe descrizioni ‘erotiche’ che facevano ribrezzo per quanto fossero volgari e superficiali!! Non mi imbarazzo perché sennò non mi troverei neanche qui a scrivere e alla fine un gioco vale l’altro, meglio farlo bene se proprio si deve fare..o no???;)
Ps. Il mio pc deve ringraziare il suo dio( la Grande ‘Scheda Madre’???!oO) perché ancora non mi sono arrivati i driver per togliere Windows Vista! intanto io elaboro la mia vendetta!!!muahhauauhahuuahhua… 

Rubbychubb: ma anvedi chi si vede!!!!!!!!!!!!!!!!!!ihihihihhi viva le bimbominkia!!!!huauhahua
Seriamente..grazie ancora dell’attenta recensione!!mi ha fatto troppo piacere!^^ mi hai confermato quel che pensavo e ti ho motivato tutte le pecche che hai trovato…speriamo di non ricadere nello stile bimbominkia!!:P
Grazie per il complimento..perchè per me è un complimento! Io mi ci diverto a scrivere certe scene…te l’ho sempre detto: se mi va male con l’università, mi metto a scrivere un libro Harmony!!dehihihiho!!!(ok sto bruciata! lo so!)
Continua a recensire fanciulla..sei la mia salvezza dalla perdizione!XD

elisuccia22: speravo di aver trovato una coetanea!:( fa nulla! Io aggiorno periodicamente o almeno il mio intento è quello e stai sicura che quello di prima non sarà l’ultimo capitolo dai toni dolci, vedi questo per esempio!! È corto e poco movimentato lo so, ma mi serviva il finale! Che ne pensi?

eddy: eheheheh…l’idea di Tom che fa cilecca piace un mondo anche a me! Una macchia sul suo curriculum da latin-lover….sono queste le soddisfazioni nel viaggiare con la mente: può accadere di tutto a tutti!^^

 

 

baci
Laura


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Capitolo 6
*** capitolo 6 - io ti amo ***


6

CAPITOLO 6: IO TI AMO










I giorni trascorsero in fretta e la settimana di vacanza di Bill e Tom volò senza che nessuno se ne accorgesse.
Spesso uscivano tutti insieme, ragazzi e ragazze, comprese Silvia e Francesca, e finivano a cazzeggiare in qualche pub davanti a una buona birra o in un ristorante con di fronte una pizza fumante.
Così in gruppo il divertimento era assicurato e in effetti non ne mancò mai, aiutato spesso da fiumi di alcool...tanto per gradire!


Bill e Serena finalmente riuscirono anche a stare un pò da soli…
Durante quella settimana infatti uscirono per una sera solo loro due e passarono una bellissima cena a lume di candela. Per non parlare poi delle giornate intere all'insegna del romanticismo. Il moro, oltre ad aver organizzato l'improvvisata in facoltà, si era programmato alcuni assi nella manica da sfoderare in particolari momenti privati: uno di essi era un regalo molto speciale..

{Appena giunto in hotel, direttamente dall'aeroporto, si era diretto alla reception per richiedere una colazione in camera per due, alle 10 della mattina seguente. In tal modo lui avrebbe dovuto semplicemente svegliarsi in tempo per aprire la porta alla cameriera senza però svegliare la sua dolce e sognante metà, considerando appunto che di sicuro avrebbe passato la notte con lui... e in fondo aveva a disposizione una suite con la camera da letto abbastanza distante dall'entrata da non correre il rischio che lei potesse sentire l'arrivo del carrello.}


Una volta sistemato il vassoio completo di ciambelle, biscotti, cornetti e una brocca di caffè fumante, prese da dentro l'armadio un lungo e grande girasole arancione,il preferito della ragazza, e infilò un anello lungo il gambo robusto del fiore. Era un anello di metallo con decorazioni celtiche e una pietra di onice nero al centro, ma cosa più importante era la frase che aveva fatto incidere appositamente all'interno del gioiello: 'sei la mia fata della notte'. 
La sua attenzione verso la riccia fu attirata proprio dallo stile gotico misto alla sua innata grazia..come una fata della notte, oscura e bellissima! 
Aveva scelto quella frase anche perchè fu una delle prime cose che le disse la sera del loro primo bacio. . .

Abbastanza dolce? Troppo romantico? Molto! Oserei smielato, ma sta di fatto che quando Serena venne svegliata da un soffice sussurro, si ritrovò davanti agli occhi il volto raggiante e sorridente del suo ragazzo con in mano un vassoio pieno di prelibatezze e un girasole fra i denti. 
Rimase sicuramente sorpresa, ma la prima cosa che fece fu scoppiare a ridere: il moro con quel visino tenerone e il fiore in bocca sembrava tanto un cucciolo di cane scodinzolante, di quelli pieni di pelo però, data la criniera antigravità che si ritrovava il fanciullo. Questi rimase un pò esterrefatto dalla reazione non calcolata, ma non si perse d'animo. Aspettò che la mora si fosse calmata per sederle affianco sul letto e porgerle il vassoio posandovi sopra anche il girasole. Solo a quel punto la ragazza notò l'anello. In un nano secondo, come se si fosse teletrasportato, l'oggetto passò dal gambo alle mani di colei che ora lo stava osservando incantata.
S: non dovevi!- furono le uniche parole che le uscirono mentre era ancora intenta a mirare il gioiello sul palmo della sua mano
B: lo so, ma volevo..
S: è perfetto!!!è bellissimo! Grazie cucciolo!
B: prego! Mi piaceva e ho trovato fosse adatto a te...provalo!
S: eh? ah si!-
ancora trasognante prese l'anello e fece per metterselo quando notò la scritta. Sul viso le nacque un dolcissimo sorriso e in testa le riaffiorarono una valanga di ricordi. Alzò gli occhi e li incrociò con quelli nocciola che la stavano scrutando in attesa di una qualche reazione.
La ebbe: sulla guancia della ragazza scese una piccola lacrima. Lui l'accarezzò asciugandogliela con delicatezza, come se stesse sfiorando un fragile vaso di porcellana, candido quanto la pelle di quell'essere da fiaba che aveva di fronte.
A risposta del dolce sorriso di lei ce ne fu un altro identico. Entrambi erano colmi di gioia.
B: ti piace?
S: si!!!!-
gli occhi le brillavano dalla commozione
B: sono contento...però volevo dirti anche una cosa importante!-
prese fiato e coraggio- Tu sei una persona stupenda! Oltre a essere bella e affascinante, sei una creatura ammaliante! Voglio conoscere ogni cosa di te..voglio stare con te..voglio starti vicino e proteggerti perchè sembri così fragile e tenera..in realtà so anche che allo stesso momento sai essere forte e caparbia..mi piace tutto di te e non parlo solo dell'aspetto fisico e dell'attrazione sessuale. Parlo di quanto tu possa essere allegra, simpatica, frizzante e solare! Non ci si annoia mai a stare vicino a te! Insieme ci divertiamo sempre..a volte te ne esci con idee assurde! Come quando, tornati dal party di capodanno, ti sei fregata i vestiti di Tom, te li sei messi e hai iniziato a fargli il verso. Ancora mi metto a ridere pensando a quanto eravate buffi tu e lui vicini, vestiti uguali...sembravi la sua matriosca! Gli arrivavi a malapena alle spalle e la sua felpa ti finiva sotto le ginocchia.. ci nuotavi letteralmente dentro!- un sorriso divertito apparve sul viso di entrambi- Senza contare quanto fossi adorabile con addosso quel cappello troppo grande per te e la tua testolina riccia...- disse iniziando a giocare appunto con i boccoli della ragazza - Sono passati mesi da quando ci siamo conosciuti e tutte le volte che ci siamo visti, nonostante il poco tempo, sono stato sempre bene con te...questo e il fatto che, ogni volta che non stavamo insieme, mi mancavi terribilmente mi hanno portato a una conclusione: - la guardò intensamente negli occhi - Mi sono innamorato di te! Seriamente e come mai mi era successo prima d'ora..!!!.- concluse la sua dichiarazione abbassando timidamente lo sguardo e aspettando una risposta da colei alla quale aveva aperto, con non poca diffilcoltà, il suo cuore!
S: Bill.. - gli prese la mano affusolata fra le sue piccole ditine- non so cosa dirti. Anzi non capisco come mai tu stia dicendo tutto ciò proprio adesso..
B: perchè solo adesso ne sono sicuro! io non sono uno che fa o dice qualcosa d'istinto, prima ci ragiono molto su..E' quello che provo per te e volevo dirtelo. Non mi importa se poi non sarò ricambiato, i miei sentimenti rimarrano identici!
S: No, cucciolo, sono solo un pò confusa dalla notizia, ma non vuole dire che non provi gli stessi sentimenti...IO TI AMO!!!!!!!- il volto della ragazza si fece raggiante e le sue mani aumentarono la presa su quelle di lui.
B: Ti amo anche io!- sporgendosi dal suo posto tanto da poterle dare un piccolo bacio.
Fu la prima volta che se lo confessavano. Si erano sempre limitati a un ti adoro o un ti voglio bene o solamente ti voglio, ma mai nulla di più perché erano ben consapevoli del loro rapporto inusuale e complicato da numerosi ostacoli pratici. 
E finalmente, nonostante tutto, se lo erano detti!
Ah volete sapere dove finì il vassoio?
Diciamo che non fu toccato nulla di ciò che vi era contenuto. Fu semplicemente posato a terra per facilitare 'certi' movimenti.



Quello fu solo uno dei tanti episodi romantici che costellarono la vacanza della coppia, ma i famosi piccioncini non furono gli unici ad averne. 
Anche Tom sfoderò il proprio nascosto, nascostissimo, lato romantico con Lalu con l'intento di ottenere qualcosa di più che un semplice 'gioco' fra di loro. Il ragazzo non voleva arrendersi alla decisione presa dalla ragazza. Non prima di averci provato almeno una volta entro la fine della settimana!

Il rasta aveva programmato tutto nei minimi dettagli: aveva prenotato la piscina privata e riscaldata dell'hotel per tutta la sera; aveva ordinato tutto l'occorrente e predisposto che gli fosse recapitato in stanza; aveva avvertito gli altri del gruppo che quella sera non li avrebbero raggiunti; aveva invitato Lalu in hotel con la scusa di cenare insieme e l'avrebbe sicuramente convinta a rimanere a dormire con lui. 
Tutto calcolato! 
Doveva solo sistemare i particolari a suo piacimento poco prima della cena e prepararsi per la serata.
Infatti tutto gonfio e orgoglioso del suo piano andò prima di tutto a farsi una doccia e a cambiarsi d'abito.



Quando la mora bussò alla porta della suite del rasta lo vide aprire festoso e contento come un bambino la mattina di Natale. Lì per lì le sembrò strano per uno come lui, sempre immerso nel suo personaggio da ' io sono un figo e tu lo sai' , ma appena la tirò a se per baciarla con trasporto, non ci pensò più.
Dopo un saluto così acceso non poteva non esserci un proseguimento dello stesso spessore: i due, con ormai grande intesa, iniziarono a baciarsi, ma mirando a zone che ben sapevano essere erogene per il 'partner'. Come risultato infatti ebbero intensi gemiti di piacere. 
Tom la stuzzicava mordendo il suo punto debole, l'orecchio, e, ogni volta che vi soffiava calde parole all'interno, la sentiva vibrare fra le sue grandi mani. 
Lalu invece si era soffermata sul collo del ragazzo, quel lungo collo muscoloso, ma al contempo fino e teso. Vi poggiava le morbide labbra eseguendo una serie di lievi baci per tutta la lunghezza del lato, interrompendosi solo per disegnare
sapientemente linee immaginarie con la punta della lingua facendo così impazzire il ragazzo, il quale in risposta aumentava la stretta del suo abbraccio per sentirla ancora più vicina.
T: ti adoro quando fai così!- sussurrò mentre era ancora perso nei brividi dati da quel ‘disegno’
L: lo so! – e gli lanciò un sguardo felino e totalmente ammaliante – e io adoro quando mi stringi così a te! – sorrise ammiccando.
Le loro bocche si unirono nuovamente per poi staccarsi solo per mancanza di ossigeno.

L: ohi biondino, non dovevamo cenare noi due?- distanziando i loro corpi.
T: dovevamo…- rise e riavvicinò a sé il corpo sinuoso della ragazza-
L: dai! – riallontanandosi.

T: ma che hai? Avevi detto che questa settimana avremmo “giocato” per tutto il tempo disponibile.. – un po’ spazientito.
L: si..lo faremo. Promesso! È solo che ho fame.
T: ok, scusa! Andiamo subito allora..ti va se rimaniamo qui in albergo? Hanno un bel ristorante con un eccellente cuoco capace di ogni leccornia
!!- era ora di iniziare la fase1 del suo piano…
L: va benissimo! Basta che posso avere la mia razione giornaliera di pasta!- concluse facendo un linguaccia.
Scoppiarono tutti e due in una risata cristallina e con ancora il riso in faccia si avviarono a mangiarsi un prelibato manicaretto di invenzione dello chef seguito ovviamente da un tradizionale piatto di spaghetti alla carbonara. 


L: beh allora ti è piaciuto il piatto che ti ho consigliato?- chiese al rasta intento a leccarsi ogni angolo della propria forchetta
T: veramente tanto!! Se non fossi già pieno, chiederei il bis!!....tu vuoi nient’altro? dolce? frutta?
L: sono piena anche io, però un dolcetto…….no meglio di no...però..............
T: se mi segui, ti faccio assaggiare una specialità!-
così dicendo le prese la mano e l'aiutò ad alzarsi. 
Assieme si diressero verso la hall. 
Lalu guidata da Tom.
L: dove mi porti?- gli chiese titubante proprio quando si stavano aprendo davanti i loro occhi le porte meccaniche dell'ascensore.

 

ok ok capitolo strano e poco scorrevole..insomma, non mi convince! soprattutto l'inizio...però è già tanto che ho pubblicato in tempo!!! Al prossimo turno dovrete aspettare un bel pò perchè devo assolutamente concentrarmi sugli esami e diciamo che le fan fiction non aiutano affatto!;)

Ringrazio chi ha letto (aumentate ogni giorno....e mi gasa troppo sta cosa!XD) e chi ha recensito, anche se siete diminuite..(ehilààààààààààààà..dove siete finite tutte quante?? i need of you for my ff!!!!!!!!!!!)

Concludo con gli special thanks:
elisuccia22: fa piacere che la storia sia di tuo gradimento!=) per quanto riguarda le chiacchiere: ma ci sei mai su msn?????da quanto di ho accettata fra i contatti, ti ho beccato in linea solo una volta.....ihhiihihhi...donna impegnata?;)
Rubychubb: eh si, mi sono trovata costretta a mettere un capitolo di transizione: un pò per necessità della storia, un pò per mancanza di ispirazione....Comunque sei TROPPO buona!!!!!!!ma io mi prendo tutti i tuoi commenti positivi , compresa EROTICA^_^, e me la filo di corsa prima che fai piangere qualche altro scaricatore di porto!!ahuhuauhauhauhauha

Bell_Lua: non è detto che la scelta di rimanere 'amici' non faccia soffrire qualcuno.....potrei infierire su chiunque!XD 
Il tuo 'friends+benefit' mi ricorda il termine che uso io in certe situazioni: amici di letto. Diretto e essenziale..mahuuhauhauahuha...viva la finezza!
Le tue storie mi piacciono perchè non sono artefatte e soprattutto per nulla classiche nel loro stile...aspetto il continuo allora;)
Grazie per i complimenti...spero davvero di non risultare volgare!sappi che mi rincuori molto!!!
eddy: se ti piace il Tom tontolone e timidone presto sarai soddisfatta: darà il meglio di sè e ti farà venire più carie di tutti i dolci della befana che tu abbia mai ricevuto, per quanto divenrrà smielato!=D già qualcosa si può capire dalla fine di questo capitolo, dove però ha vinto la dolcezza estrema di Bill....mi sa che ho esagerato!:P però ci stavano bene tutte quelle moine....ihiihi

baci

Laura

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Capitolo 7
*** capitolo 7 - la goccia ***


7 NOTA DELL'AUTRICE: Avete presente le foto dei gemelli alle Maldive che sono circolate su ogni sito riguardante i tokio hotel poco tempo fa?? Quelle che hanno lasciato tutte quante a bocca aperta e, diciamolo, con un pò di bava da asciugare???...Ora focalizzate la vostra memoria visiva su una foto in particolare: acque cristalline e trasparenti accolgono vivaci un corpo sorprendentemente muscolo e definito....non so voi, ma io sono rimasta senza parole nel constatare quanto ben di dio fosse nascosto sotto le magliettone oversize che tanto ama portare il rasta chitarrista! .... dicevo, presente quella foto in cui si può ammirare Tom col busto fuori dall'acqua? beh, stampatevela nella testa per almeno 10 minuti! Giusto il tempo per leggere il capitolo e associarvi la scena in cui è protagonista la goccia del titolo ^_^  Questo è solo uno mio consiglio per rendere la descrizione più realista e viva, semplicemente perchè io mi sono immaginata quella figura quando scrivevo! BUONA LETTURA!






Capitolo 7: la goccia

 

 

 

Non le rispose. 
Almeno non a parole..
Entrarono nell’ascensore e Tom non le lasciò neanche il tempo di prendere fiato e riattaccare il discorso che la intrappolò in un forte abbraccio iniziando a far scorrere le mani all’impazzata sopra i caldi vestiti di lei.

T: mi piaci in versione invernale!- lasciando cadere il volto verso l’incavo del collo della ragazza, ben coperto da una voluminosa sciarpa rossa- sei tutta morbida!!!!!!!!
Lalu non potè non sorridere a quell’esclamazione così tenera e volle istintivamente abbracciarlo.
Stettero per un po’ stretti uno nel profumo dell’altro.  

Tom portava un felpone largo, pieno di stampe gotiche e dalla stoffa pesante, sotto aveva il solito paio di jeans extralarge e in testa una semplice fascia per capelli,senza però alcun cappello con visiera.
Lalu indossava anche lei un paio di jeans larghi, abbinati a un soffice e attillato maglione di lana nero completo di sciarpa, la stessa in cui il rasta aveva affondato placidamente il viso come fosse un cuscino di piume su cui riposarsi beato.

Non sapeva come fosse successo, ma stare semplicemente in sua presenza lo rendeva tranquillo, sicuro e sereno. Non era quella sicurezza forzata che mostrava in pubblico, si trattava del senso di benessere che sentiva svilupparsi in sé ogni qual volta i loro corpi si sfioravano.
Solo lei riusciva a dargli quella sensazione magnifica, la stessa per cui aveva deciso di smettere di ‘giocare’ e provare a convincerla..per poter condividere qualcosa di più forte e duraturo, seppur molto divertente!

 

Le porte si aprirono e l’abbraccio si sciolse.
Lalu si accorse di non essere arrivati al piano della suite del ragazzo come si sarebbe aspettata e quindi cercò di informarsi, ma in risposta ebbe solo un languido “Vedrai!”

Mentre camminavano lungo un corridoio dalla moquette blu scuro e le pareti stuccate di un celeste troppo pallido da risultare quasi bianco, la ragazza ovviamente si stava guardando attorno per cercare di capire quale fosse la meta prescelta. Tutti quei colori freddi si differenziavano di molto dagli altri che si era abituata a trovare al piano della stanza di Tom. Lì era tutto un rosso porpora e un arancionescolorito, con dettagli in bronzo…colori che saltano decisamente all’occhio!..e lì, non ne vedeva neanche l’ombra!….dovevano trovarsi in un’ala particolare dell’albergo. 
Decise di insistere per chiedere altre delucidazioni al ragazzo quando questi si fermò d'improvviso davanti a una porta con su una placca dorata.

L: …Piscina….- lo scandì con un voce flebile e incerta. Era la scritta incisa sulla placca.
T: si! SIAMO ARRIVATI!!- confermò raggiante il rasta
L: come siamo arrivati???per caso ti sei scordato che siamo in pieno inverno?!
T: per nulla!-
le rivolse uno sguardo da togliere il fiato, aprì deciso la porta davanti a loro ed entrò- tu aspettami un minuto qui fuori…e per favore……NON fuggire!- le fece l’occhiolino e sparì all’interno.

 

Lei rimase lì da sola, a cercare ancora di capire cosa stesse succedendo, iniziando a fare innumerevoli supposizioni, ma tutte veramente improponibili.
Infine la voce profonda di Tom la distolse dai suoi pensieri. Proveniva da dietro la porta socchiusa e di lui si vedeva solo una mano distesa appena fuori, in attesa di qualcosa o qualcuno:

T: Piccola, chiudi gli occhi!- la incitò dal suo nascondiglio
L: Perché?
T: chiudi gli occhi per un attimo e vedrai che poi ti sarà tutto più chiaro!-
il tono pacato che usò convinse la ragazza la quale infatti fece ciò che le era stato richiesto. Subito il biondo le prese la mano e la scortò all’interno del locale.
Un grande senso di calore la colpì e aprì di colpo gli occhi per vedere in quale luogo ameno fossero, ma purtroppo si ritrovò la mano del ragazzo a coprirle la visuale.

T: non ancora, piccola… conta fino a tre e poi aprili!- le disse mentre toglieva la mano dal viso, sfiorandole infine la punta del nasino col dito tanto per sfizio.

 


Sentiva il suono sordo dei suoi passi allontanarsi e udì la voce ovattata dirle di aprire gli occhi.
Così fece e ciò che le si parò davanti la lasciò di stucco. Gli occhi fissi, le palpebre ben aperte, la bocca da cui non usciva un filo di voce manco a pagarla.
Cavolo! Era più che sorpresa..era...era…era…. era ammaliata da uno spettacolo meraviglioso, al tempo stesso incantato e incantatore!

Davanti a lei si apriva uno stanzone pieno di vapore e dalle luci soffuse.
Davanti ai suoi piedi vi era un piccolo sentiero composto di petali di rosa e tante candele a tracciarne i bordi fino ad arrivare alla piscina rotonda che padroneggiava la stanza.
Davanti la piscina vi erano un paio di flute di cristallo, un grande cestello con dentro una bottiglia e altri due vassoi chiusi da argentei coperchi.
Davanti i suoi occhi, però prima di tutto, aveva il rasta fermo, in piedi, vicino al bordo della piscina, con un accenno di sorriso soddisfatto sul volto e un mazzo di rose blu, le sue predilette, fra le braccia nude. 

 ..NUDE..

perché lui addosso aveva solo un costume bianco dai ricami neri intorto i fianchi, calato e lungo fino alle ginocchia.

Lo sguardo di Lalu rimase paralizzato dinnanzi a tale immagine così disarmante, fisso su un'unica goccia seguendola mentre essa si insinuava fra le forme del corpo asciutto del ragazzo.
Probabilmente era dovuta da tutto il vapore presente, ma sta di fatto che ipnotizzò la fanciulla. 


La vide inizialmente nascere dai lunghi dreadlocks sciolti sulle spalle larghe e muscolose......

.....poi curvare sull’incavo fra le clavicole sotto il collo e....

.....scendere dritta fra i pettorali ben definiti e tonici....
La mirava estasiata lungo il tortuoso percorso in mezzo agli addominali ben tesi.....
....fino a raggiungere vittoriosa i diagonali marcati che si potevano intravedere da sopra l’elastico del costume....

..dove appunto finì il suo viaggio morendo tra la stoffa del costume.


Presa da tale inseguimento, la ragazza non notò che quel corpo, appena muscoloso e molto invitante, le si stava avvicinando fino a fermarsi davanti a lei e al suo stupore statico.
T: ciao! -le sussurrò scoccando uno sguardo sornione e inarcando l'angolo destro della bocca in un ghigno magnetico.- hai perso la parola? sono cinque minuti buoni che stai qui ferma...- le sorrise teneramente- tieni queste sono per te!- porgendole il mazzo di rose -..tutto questo è per te!!!- così dicendo si spostò di lato per permetterle la visione di tutto quel romantico lusso- ti piace?
La ragazza accennò un cenno di affermazione, ancora totalmente allibita dalla situazione, da quanto fosse tutto perfettamente perfetto e da come il suo corpo fosse pietrificato dalla sorpresa.

T: mh...non mi convinci molto..sembri un pò terrorizzata! Non sbatti neanche più le palpebre!!
L: ..no.. è che non me l'aspettavo!..
- prendendo nuovamente le redini delle sue facoltà mentali e comunicative-  hai organizzato tutto tu?
T: certo!chi credi l'abbia fatto, scusa?
- rispondendo leggermente offeso
L: sai..è così romantico..è più una cosa da Bill...non ti ci vedo che..
T: che spargo petali di rosa e accendo candele profumate?
- concluse divertito la frase di lei
L: già!-spiazzata...un pò da tutto
T: e invece è tutta opera mia! tutto idea mia! tutto solo per te!- le si era di nuovo messo di fronte e la fissava in attesa di un responso per una domanda che però ancora non era stata posta.

L: sei stato bravissimo! è tutto fantastico...sembra un sogno....










Vi avverto non è tutto oro quel che luccica! Chi ha orecchie per capire, capisca..............................................................................era così il detto??O.o
Comunque ho deciso di aggiornare perchè il mio cervello è andato in tilt e ha chiesto una pausa dallo studio..è domenica anche per lui!!!!;)
Alla fine ho deciso di sistemare la bozza che avevo salvato di questo capitolo e pubblicarlo, trovando il modo perfetto per rilassare i miei pochi neuroni.....picioliiii sono rimasti in pochi dopo le vacanze natalizie trascorse a suon di giochi da tavola e miliardi di sigarettine simpatiche!ehehehhe..
Babbè..ringrazio tutti coloro che hanno letto e coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti......GONGOLO dalla gioia!!!!!!!!!!!!yeah!!Mi rende troppo felice sapere che mi seguite...spero lo faccia anche il cervello ancora per un pò!!-_-
Special thanks a : kit2007, elisuccia22, eddy, Rubychubb e Bell_Lua (i tuoi commenti sono sempre più lunghiXD grandiosa!)....GRAZIE fansiulle!!!continuate a commentare..portate amici e parenti..ehehehhehe!

KISS

ps.resistenza..SIEMPRE!

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Capitolo 8
*** capitolo 8 - stronza ***


8 CAPITOLO 8: stronza
 
 
 
 
Sembrava colpita, ma Tom non aveva capito quanto a fondo nel suo cuore fosse riuscito ad andare con quella romanticheria.
E doveva saperlo!

T: Piccola, ti va di farti un BEL bagno CALDO?- la stava prendendo alla larga per farla prima tranquillizzare - dietro quella parete di vetro c'è uno spogliatoio con due accappatoi e un bikini..- ogni parola divenne un sussurro, ogni parola venne marcata con tono caldo, ogni parola fu seguita da una pausa d’effetto- nel..caso..che..tu.. volessi.. venire.. a.. divertirti.. con.. me,.. stasera……....- non terminò la frase lasciando in sospeso ogni futuribile sviluppo di una situazione già alquanto ambigua e comunque esplicitando i suoi intenti con un chiaro gioco di lingua, la qual, per l'appunto, muoveva con estrema lentezza e sapienza incantatrice il cerchietto d’argento che gli traforava il labro inferiore. Il suo fidato piercing. Il suo asso nella manica.
Senza smettere quel movimento, le sue labbra presero inconsciamente la forma di un sorriso obliquo e magnetico.
Un ghigno sicuro e volutamente sensuale.
In fin dei conti quel giochetto lo divertiva e rassicurava allo stesso tempo: quello che all’inizio nacque come gesto nervoso e istintivo, negli anni, era diventato una mossa assodata, una mossa che sapeva sedurre, una mossa che faceva cadere ai suoi piedi ogni donna.
  La mora non se lo fece ripetere due volte e nell'arco di dieci minuti era già di ritorno avvolta da un accappatoio di spugna nero. Il rasta la prese per mano e si avvicinò al bordo della piscina dove si trovano gli scalini per entrare. 
Cautamente e senza alcuna fretta le slacciò la cintura dell'accappatoio avendo modo così di vedere quel corpo sinuoso che tanto gli piaceva. Fece tutto con estrema cura, senza sembrare frettoloso o altro, gustandosi a pieno quei momenti di suspence, esplodendo di gioia a notare quanto fosse stato mirato l'acquisto di un costume così striminzito da coprire solo pochi centimetri di pelle. 
Compiaciuto della sua opera, trascinò la ragazza in acqua e si posizionò dalla parte del bordo su cui erano disposti il cestello dello champagne con i vassoi.

T: ah come si sta bene!- disse allargando le braccia e poggiandosi sul candido marmo.
L: si...si sta che è una meraviglia in mezzo a questo tepore!..mi hai stupito veramente!
T: e ancora non ho finito!- e alzò i coperchi dei vassoi, mostrando ciò che custodivano: una ciotola piena di grandi e succulente fragole rosse e una vaschetta colma di cioccolato fondente fuso.
L: nooooo..ti adoro!!!- Lalu gli si buttò al collo abbracciandolo con energia. 
Una volta liberato dalla morsa di ringraziamento,Tom riempì i 2 bicchieri di champagne e nel porgergliene uno iniziò il suo fatidico discorso.
T: prendi! Brindiamo a noi?
L: si! A NOI!- e sorridente fece toccare i due calici
T: allora ti piace stare qui?
L: si, sto bene..
T: e con me?- incalzò rapido
L: anche.....perchè?- domanda lecita quando iniziano a non quadrare le cose
T: devi sapere che tutto ciò ha uno scopo..
L: cosa?- chiese innervosita a causa della direzione che stava prendendo la conversazione. Posò il bicchiere sul vassoio, prima che si potesse sgretolare nella sua presa diventata improvvisamente come una morsa d’acciaio.
T: vedi, anche io sono capace di essere romantico, di fare sorprese, di dare attenzioni e riempirti di coccole! Voglio qualcosa di più di un gioco fra di noi! Sento di provare qualcosa di più profondo di una semplice attrazione fisica. Non è più un gioco per me….è qualcosa di più! E vorrei avere la possibilità di assaporarlo con te.. - non continuò oltre intimorito dalla reazione negativa della ragazza. Infatti, non finendo neanche di ascoltarlo, Lalu si era alzata dal gradino su cui si era seduta e uscì frettolosamente dall'acqua.
T: dove vai?
L: Tom, ti avevo già detto come vedevo il nostro rapporto e non è architettando tutto questo piano che mi farai cambiare idea!- ruggì mentre si ricopriva.
T: Ma quale piano???? Ho solo provato a mostrarti una parte di me che ho saputo di avere solo stando vicino a te!- uscendo anche lui dalla piscina, ormai arreso alla cruda realtà
L: Non prendermi in giro! Ne ho già incontrati abbastanza di stronzi!alzando il tono della voce
T: Non sono uno stronzo!!!- ribattendo indignato

L: Si che lo sei!ormai non riusciva a contenersi e stava urlando
T: No!! Altrimenti non avrei fatto tutto questo!!- riabbatté allargando il braccio per indicare la sala
L: Lo sei, fidati! Sennò a quest'ora io non avrei il cuore a pezzi da mesi...- così mise fine a quel battibecco, pentita però dell'ultima rivelazione sfuggita a causa della troppa foga. 
Ancora irritata, la ragazza girò i tacchi dirigendosi verso lo spogliatoio e i suoi vestiti, ma neanche il tempo di fare due passi che fu fermata dalla mano del biondo il quale riuscì a afferrarla per la spalla 
T: Scusa! Non credevo di averti fatto così male..sembrava non fregartene più nulla..hai come fatto finta di niente e allora…… ho pensato che non avesse più importanza. Scusami, ho sbagliato!- lo disse con un soffio di voce mentre ancora le fissava la nuca, non avendo avuto la forza o il coraggio di mettersi davanti alla mora.
L. Ho fatto finta. Hai detto bene! Perché non volevo mostrarmi debole e far vedere a tutti come la mia intera corazza possa sgretolarsi sotto il passaggio del primo che passa!-
era sempre troppo sincera quando si alterava
T: Non sono il primo che passa! Non puoi dirmi così!!-
più che sconsolato, in quel momento era ferito da quella generica definizione che mai e poi avrebbe immaginato potesse riferirsi a lui.

Ferito forse nell’orgoglio o forse nei sentimenti.
L: Ok, non lo sei, ma permettimi di non concederti un'altra occasione per ferirmi- si voltò verso di lui e quasi con ferocia si tolse la mano del rasta di dosso, freddandolo con uno sguardo tagliente, per poi incamminarsi  nuovamente verso i suoi vestiti. 

Il ragazzo rimase per due secondi netti immobile col braccio a penzoloni. Fermo in attesa di connettere e capire il significato di quelle ultime parole.
Gli erano arrivate dritte dritte in testa e ora avevano preso a riecheggiarvi come fossero una mesta cantilena.
Appena si riattivò, corse a bloccarla in un forte abbraccio da dietro.
La strinse a sè in una maniera così avvolgente da mozzarle il fiato.
Un abbraccio tenero, dolce, sincero, pentito, consolatore, protettore, genuino e profondo..tutto in un abbraccio così forte e sentito da sciogliere il cuore, già traballante, della ragazza.


Per un attimo tutto si fermò.
Cullati dal calore della loro vicinanza..


La rabbia sembrò svanire in quella stretta destabilizzante, fino a quando i loro sguardi non si incrociarono di nuovo... per Lalu, quegli occhi nocciola parlavano solo di unica cosa.
In un momento, solo a pensarci, ogni sua cellula venne catturata da un rancore così duro e radicato da sorprendere anche la propria persona.

Come poteva provare un'emozione tanto forte e rendersene conto solo ora? COME? Perché provava ancora rancore nei suoi confronti? Anzi, perché provava del rancore?
..Lei non doveva…

Aveva fatto davvero finta di essere passata oltre la loro storia, ma fu solo un modo per convincere se stessa.  Non era questione di maledettissimo orgoglio: era solamente la più ovvia soluzione da scegliere per sopravvivere.
Nella sua vita aveva avuto la fortuna di conoscere direttamente alcuni dei peggiori esemplari di stronzo. Sì, fortuna perchè così aveva anche imparato a gestirli senza recarsi danni o sofferenze inutili.

Dopo l'infelice mossa di Tom di baciare un'altra, Lalu infatti non iniziò a struggersi addosso, ma prese semplicemente atto del fatto e andò avanti segna fare alcuna piega...fino ad ora!
Ora era sconcertata nel sentirsi fremere piena di rancore, era sconcertata perchè sapeva che era stato lui ad essere stronzo, ma involontariamente era lei che ne soffriva.

                                                                                                                                                                                         
E lei non doveva soffrirne!

Lei era superiore a questi incidenti di percorso. Era lei a fare per prima la stronza in caso di bisogno per riuscire a vivere serena.
Ora però non le riusciva...con lui davanti, con i suoi occhi imploranti e dolci su di lei, con il suo corpo serrato al suo...non riusciva ad essere dura come fino a pochi minuti prima aveva fatto, forte ancora del suo metodo provato contro il macho di turno.  Era stata schietta e diretta, senza giri di parole, ma inconsciamente le era uscita una frase troppo rivelatrice e la situazione ora le era sfuggita di mano.
Non stavano più giocando al gioco da lei deciso, come un'equilibrata soluzione al suo desiderio verso di lui e la salvaguardia dei suoi sentimenti.
Ora il gioco era finito perchè lui voleva altro....
Cazzo, non poteva permetterselo!
                                                                                                                 Doveva reagire!!
DOVEVA!

Una nuova forza le iniziò a brillarle negli occhi. In un lampo aveva deciso come agire: con fermezza si sciolse dall'abbraccio del rasta che la guardava attonito in cerca di spiegazioni e in risposta gli consentì solo un gelido ghigno, il quale demolì qualsiasi rosea speranza a cui potesse anelare il ragazzo.
L: senti, ho capito che sei cambiato, ma non credo basti! Non credo potrai mai cambiare davvero la tua essenza e se anche riuscissi a farlo, a quel punto forse non sono sicura che mi piaceresti ancora....ho provato a darci una chance, ma evidentemente non è stato abbastanza per te.
T: quindi?
- ascoltava impassibile quei discorsi come stesse fuori dal suo corpo, come un semplice spettatore di quello che stava diventando un massacro truculento del suoi sentimenti messi a nudo troppo ingenuamente.
L: beh, quindi direi di finirla qui!- detto, fatto. Aveva tagliato corto. Ora non avrebbe avuto più problemi. Ora aveva dato sfogo al suo rancore non lasciando trapelare neanche un velo delle sue emozioni: gli aveva detto tutto quanto dritto in faccia nel modo più distaccato possibile per risultare al tempo stesso dura e menefreghista. Insomma aveva fatto la stronza ora che lui si era dimostrato così debole nell'essere inverosimilmente troppo sicuro.

Un ultimo scambio di sguardi.
Lei fredda e vuota, lui devastato e impietrito.
Poi la mora si allontanò ancora dal ragazzo per entrare nello spogliatoio a rivestirsi.
Una volta uscita, notò che Tom non si era mosso di un centimetro e ai suoi piedi nudi si era formata una piccola patita di acqua dovuta alle gocce che continuavano a colare dal suo corpo statico.
Un pò le dispiacque a vederlo così, ma rimase comunque ferma della sua scelta.
Con lui si trovava bene, facevano del buon sesso e c'era feeling, ma, per il proprio bene, era giusto chiudere la questione.

Ormai giunta vicino alla porta, con la mano sulla maniglia, una voce roca e amareggiata la bloccò: Sai che domani è l'ultimo giorno che rimango?
Sì, lo sapeva.- Sì. lo so!
Un velo di tristezza le coprì il volto appena sentì la porta chiudersi dietro le sue spalle.







MA CIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAO!
Mi scuso per il ritardo, ma sono impegnata nello studio per gli esami e data la poca voglia e concentrazione, se poi mi metto anche a scrivere ogni 2x3, non mi resta che bruciare i libri! Faccio prima.....-_-'
Comunque… è andata! Come vi sembra?
Ve lo aspettavate il distacco finale? Lo so che bramavate altre scene piccanti favorite dalla location ..eheheh vecchie maialone!..ma questa fiction è davvero una storia in divenire, senza meta, segue solo l'ispirazione che mi passa nel momento libero davanti al computer. Ho già in mente il prossimo capitolo, però non so dirvi di preciso quando riuscirò a postare di nuovo. Mi spiace! Spero che comunque rimarrete in attesa per sapere il continuo, perché OVVIAMENTE non finisce tutto qui!:)



Grazie a tutte coloro che hanno letto e che mi hanno aggiunto tra i preferiti!!
Grazie alle fansiulle che hanno recensito(siiiiiiiiiiii, fatevi sentire!):

Titta483 – ma grazie dei complimenti!! Piano piano la storia giungerà alla fine,m a non saprei dirti né dove né quando….non ne ho la minima idea!XD
candy14 - Tom non sembra lo stronzo che tutte dicono perchè secondo me è un ragazzo insicuro e molto dolce che assume il personaggio da macho sbruffone per farsi forza e rimorchiare.(anche se con quel fisico direi che non ne avrebbe bisogno!...occhio alla bava XD). Grazie per il bellissima e ti giuro che il continuo prima o poi lo scrivo..per ora ce l'ho tutto in testa!
anna9223 - beh, hai visto cosa voleva tom..avevi pensato la stessa cosa??
ps.ho riferito a rubychubb e magicamente ha pubblicato un'altra sua favolosa fiction.....(mi sa che qualcuno deve pagarmi lo spazio pubblicitario;P)
Bell_Lua - ma lo sai che io ti adoro??? Lasci sempre recensioni lunghissime(continua a farlo!) che in più mi gasano davvero tanto...ti dico solo che dopo avere letto l'ultima mi sono messa ad applaudire tutta contenta!!!XD Mi fa felice sapere che sono riuscita rendere bene l'immagine della goccia e che anzi abbia avuto tanto successo!^_^  Grazie dei complimenti!mi inchino..
Yaoi4ever - eccolaaa..yaoi..ovvero Karla versione maggiorenne!ihihihihihh :D Grandiosa! Vedo che abbiamo la stessa opinione riguardo le foto...ahhhh quelle foto..ci manca che me le sogno!babbè.grazie dei complimenti!
Thalessiafurimmer - ciao fanciullina, ma cosa vai a pensare?? Non fantasticare troppo che sei ancora piccola e poi mi ti turbi!!XD..comunque, te l'ho detto, prova a buttare giù qualche idea per una fan fiction..magari alla fine viene bene!;) ps. Prof che vuol dire 'diese'?
elisuccia22 - se mi riempi di tanti complimenti io poi mi sciolgo!!!*-* Grazie!! Mi fa tanto piacere sapere che, nonostante lo sclero galoppante, la storia possa piacere:)
Tormentami quanto vuoi su msn..io cerco di scrivere e aggiornare il prima possibile, ma sto veramente con il tempo contato fino alla fine di febbraio...sorry!
RubyChubb - bavaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa...guglielmoooooooooooooo(will smith)...che fa gli addominaliiiiiiiii.....bavaaaaaaaaaaaa...
Ok, contegno: la signora Goccia ringrazia di cuore per il premio datole e si scusa per non essere stata presente alla consegna, ma purtroppo era impegnata (in verità era ancora fra gli addominali del rasta perchè ci ha preso gusto e allora ogni tanto si fa una scivolata XD)....io mi inchino e ringrazio di cuore per gli apprezzamenti! Poi fatti da te hanno un valore aggiuntivo;)

Ringrazio anche MJ POTTER, Gnappi e LaV93 (nu, non piangete!) che hanno commentato Roma by night, nonostante sia bella che conclusa. DAnke!!!
 
Beh,ora che ho sparlato all’infinito, vi saluto e vi ricordo che vi adoro fansiulle!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
KISS

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Capitolo 9
*** capitolo 9 - due cameriere ***


9 Capitolo 9- due cameriere
 
 
 
 
 
-Lalu!! Porta questi al tavolo 5!!-
Un urlo sovrastò il vociare generale
-Laaaaaaaaaalu-
Un urlo più acuto seguì quello precedente.
Dietro il bancone di un classico irish pub, perso fra le rustiche stradine della periferia romana, una ragazza bionda stava cercando di attirare le attenzioni di un’altra ragazza più lontana, in piedi fra i tavolini della sala.
-Fra, ho capito! Prendo le ordinazioni da questo tavolo e vengo!- La mora rispose strizzando l’occhio di rimando verso l’amica che la chiamava dietro al bancone.
Poco dopo, servito l’ennesimo drink, infatti la raggiunse in postazione bar per mettersi a fare due chiacchiere.
- Oddio! Oggi è un inferno…non ce la faccio più!- Sbottò la bionda
- Non so come fai tu a resistere da anni..io sono neanche due mesi che vengo nei week end e già ne ho sopra i capelli!- confessò la mora
- Lalu, io ormai sono abituata! E poi il pub è di mio padre..ci vengo da quando sono piccola.-
- Non giustifica che tu riesca a sopportare da anni tutto ciò. Non riesco a capire come tu non impazzisca sempre…- si interruppe per prendere un tono più scherzoso- anche se non sei proprio sana di mente – e una leggera risata si liberò nell’aria- qui è un viavai continuo…Ma non ce l’hanno una casa questi qua??!!- sbottò infine indicando un po’ acida e divertita i clienti seduti ai tavoli del locale, i quali inconsciamente era motivo di fastidio per la ragazza, per il frastuono eccessivo prodotta da tutta quella massa di gente assorta da insulsi discorsi tra un sorso di vino o birra e un tiro di sigaretta.
Francesca non riuscì a trattenersi e scoppiò in una genuina e salutare risata, tirandosi dietro anche l’amica.
- Almeno domani viene a suonare Silvia..- continuò poi asciugandosi le lacrime del riso e assumendo sembianze più consone al suo ruolo.
- Già! Finalmente riuscirò a sentire il nuovo gruppo! Da quant’è che stanno insieme?- chiese Lalu, riprendendo un’aria più professionale, nonostante i discorsi poco formali
- bho, pochi mesi! Mi ha detto che prima ha voluto impratichirsi meglio col basso normale e poi ha iniziato ad usare anche quello a cinque corde. Era dai primi anni di liceo che non suonava..ma, sentendosi con Gustav, ha deciso di riprendere e da lì il passo è stato breve a formare un gruppo- chiarì Francesca
- uh, Gustav..lui e i Metallica… ha passato l’ossessione anche a lei! Tanto ha fatto che ora il suo nuovo gruppo suona solo loro cover!!- affermò la mora sghignazzando
-si si. Solo cover Metallica! – confermò l’amica mentre intanto si era messa ad asciugare il piano di lavoro con una pezza strizzata -…Ma tu li senti ancora?- chiese di seguito un po’ in sovrappensiero
- Chi? I crucchi? …I Tokio Hotel?- anche l’altra si era rimessa al lavoro caricando la piccola lavastoviglie posta sotto al lavabo con tutti i bicchieri usati che lo affollavano impilati in pericolanti colonne fatte di vetro e resti di cocktail- bah- proseguì con non curanza – ogni tanto sento o via cellulare o via mail Gustav e Georg. Mi hanno detto che hanno intenzione di formare un gruppo con dei loro vecchi amici dell’accademia, sull’onda delle vecchie passioni musicali che li univano…sinceramente non ci ho capito molto, ma mi hanno incuriosito! Gus è convintissimo e ha detto di avere già pronto una specie di album, un demo, per la casa discografica.-
- Anche Georg mi ha parlato di questo progetto. Dice che spaccheranno di brutto! Avranno un suono mooolto più duro di quello dei Tokio e mi ha accennato anche al fatto che entrambi si vogliono far crescere i capelli…Non riesco ad immaginarmi Gustav con i capelli lunghi!!!- esclamò Francesca divertita al solo pensare l’immagine del famoso batterista con una folta criniera.
- Madò!!!- sorrise anche la mora al pensiero dei due ragazzi- Invece Bill, vabbè, è di casa ormai! Da quanto Serena si è trasferita da me, lo ritrovo steso sul mio divano almeno due volte al mese.
- E’ vero. Non avevo calcolato che Sere sta a casa tua da tre mesi- la bionda si fermò dalle sue faccende per riflettere sulla notizia- Che patati!!- esclamò poi perdendo qualche gridolino euforico- Non capisco come facciano a vedersi più loro due che noi quattro tutte insieme!!- chiese infine dubbiosa
- Ovvio: noi siamo tutte donne impegnate e ricercate!- le rispose Lalu facendo finta di darsi un tono altezzoso e chic sventolando a scatti la manina in aria, come una vera donna di mondo, però senza troppo successo dato che nel giro di due secondi crollò in una risata sguaiata e rumorosa.
- Seh, come no!- quant’è stupida quando fa così, pensò l’altra-  Che scema che sei!- dovette arrendersi all’idiozia che ogni tanto rispuntava nell’amica, la quale in aggiunta le mostrò una bambinesca linguaccia- Maaa…. hai notizie di Tom?- fece quella domanda un po’ restia e titubante, sapendo di toccare un argomento scottante e ancora duro da affrontare per Lalu, ma la curiosità ebbe la maggiore.
Era passato più di un anno dal loro ultimo incontro.
Un anno da quando si erano lasciati e un anno che non si sentivano neanche più.
Spesso in quel periodo si era fatta raccontare la loro ultima serata e ogni volta rimaneva sempre più attonita dalla scelta della sua amica.
A volte le chiedeva notizie sul ragazzo semplicemente perché non voleva arrendersi a vederli distanti sia come amici che come coppia, ma riceveva sempre la solita e gelida risposta
- No, nessuna notizia diretta!- appunto la solita risposta fredda - ogni tanto Bill mi racconta qualcuno dei casini che fanno in tour, mi parla delle comiche che ne vengono fuori e Serena spesso, quando siamo a casa, mi chiama al computer per farmi leggere cosa raccontano i vari siti sulle Sue numerose storielle con le fan – spiegò pacata-…con Lui non ci sentiamo più………….e lo sai benissimo!- finì con tono seccato
- Ma è un anno!- incalzò ancora Francesca.
Non voleva proprio arrendersi a quel crudele destino, per loro che sapeva essere fatti per stare insieme.
Non poteva arrendersi!
Tutte le volte cercava di spronare Lalu a riallacciare i rapporti, ma riceveva sempre risposta negativa, senza spiegazione alcuna, né per quella stessa risposta né per la decisione di averlo lasciato.
Di solito, finito di raccontare la scena di quello che lei ormai chiamava lo Sclero degli scleri, Lalu si interrompeva e, senza avviso, si alzava da dove erano sedute a chiacchierare e andava a fumarsi, o meglio a divorarsi, una innocente sigaretta. Unica vittima di quella palese repressione che le si leggeva negli occhi come un triste velo posto sul volto, a coprire i suoi pensieri più veri e sinceri, nascondendoli così da sguardi e commenti indiscreti
-… io ancora non ho capito perché lo hai lasciato così all’improvviso! Secondo me, da quel che mi hai detto, mancava poco e si sarebbe inginocchiato ai tuoi piedi e ti avrebbe confessato il suo amore come nei migliori film melensi e romantici- la bionda continuò imperterrita nella sua missione spronatrice.
- Si, prendi pure per il culo!!- ma ebbe un’altra risposta acida da aggiungere alla lista
- No, dai, seriamente: che ti è passato per la testa?- stavolta doveva capire come mai la sua amica avesse preso quella decisione e come mai non se ne schiodava per nulla al mondo- Non me lo hai mai detto!- insistette-…lo sai, con me puoi confidarti!- cercò di essere il più possibile convincente.
La mora sbuffò nervosa, ma sentendo sulla mano le carezze amorevoli dell’amica, decise di confessare e spiegarsi, una volta per tutte.
E’ che semplicemente mi sono sentita alle strette. Si stava allargando troppo, per uno che poi il giorno dopo sarebbe partito!- iniziò con impeto
- Che vuol dire!!? Scusa, Bill e Serena saranno quasi due anni che stanno insieme..te e Tom avreste potuto fare come loro!- Francesca continuò ad insistere, felice però di vedere alcuni risultati
- Tom non è come Bill..- altra risposta secca da aggiungere alla lista
- Sicura? Alla fine sono gemelli!- le tirò una pulce nell’orecchio
- Sicurissima! Quante storie e foto hai visto di Bill che si fa una ragazza diversa ogni sera??- non le diede neanche il tempo di rispondere – NESSUNA! È lui quello che si spupazza le fan! Solo lui!- parlò a mitraglia senza prendere fiato, inviperita come non mai-... io ho fatto in modo di non trovarmi di fronte a un’evenienza simile…- rimase in silenzio pensierosa per pochi secondi e poi sentenziò decisa- Ho fatto bene!-
- E non ne sei pentita?- non aveva tutti i torti, ma comunque insistette ancora perchè non le tornavano comunque i conti: Lalu era decisa nelle sue parole, ma traspariva che non ne era convinta!
- Fra, se mi stai chiedendo se, ad avere la possibilità di tornare in dietro, farei la stessa cosa, ti rispondo di sì…- sembrò così indifesa ora che finalmente si stava aprendo- se invece mi stai chiedendo se mi manca…- una lacrima le scese lenta sulla guancia , nata da un paio di occhi ora troppo gonfi e umidi e subito asciugata con una passata veloce del dorso della mano della ragazza- MI MANCA! Cazzo, se mi manca! Mi manca anche solo stare stretta nel suo abbraccio…una sensazione di sicurezza così forte come quella che  riusciva a darmi lui non l’ho più provata! ..Neanche con Massimo o con Stefano…Forse lui non era l’unico a sentire qualcosa oltre la semplice attrazione fisica…Anzi, leva il forse! A posteriori, però, non puoi darmi torto per quello che ho fatto! Era già successo che andasse da qualcun'altra e, conoscendo il tipo, non credo ci avrebbe messo tanto a farmi avere due corna più grandi del padre di Bambi!!- riprese fiato esasperata da quel discorso- Sarò stata stronza ed egoista, ma rimane comunque un immaturo che non sa pensare altro che con l’uccello, nonostante tutto l’amore di questo mondo potesse provare per me!- intanto era diventata rossa in faccia per il troppo coinvolgimento- Lui non se ne rendeva conto. Io sì! …Almeno so di essere stata io il motivo delle mie sofferenze e adesso posso anche mettermi l’anima in pace- chiarì con tono flebile e spezzato-…….Ho fatto bene!- ripeté infine con un filo di voce.
- Sì, hai fatto bene! –Francesca le si avvicinò abbracciandola per consolarla. Finalmente si era sfogata e il suo ragionamento non faceva una piega - e poi comunque, ora non ha alcuna rilevanza dato che anche lui non si è fatto più sentire!- infatti anche questo era vero.
 
Lalu non lo aveva più chiamato.
 
Tom non l’aveva più chiamata.
 
Questi erano i fatti a un anno di distanza dal loro ultimo incontro.
 
Argomento chiuso.
 
 
 
 
 
 
 
Sono le tre di notte e io sono qui a pubblicare questo ennesimo capitolo.
Un capitolo dove semplicemente spiego la fine che tanto vi ha sconcertato nel capitolo precedente.
Spero di aver chiarito i motivi della mia fanciulla.
Spero vi sia piaciuto nonostante non sia successo nulla di che.
Spero di essere riuscita a trasmette un minimo della carica espressiva che mi sono immaginata avesse Lalu quando alla fine di sfoga.

Ho cambiato anche un po’ lo stile di impaginazione. Ho tolto le lettere puntate a inizio frase, fatte a mo’ di copione di recita.
All’inizio avevano un senso, ora posso farne a meno e ditemi voi se ho fatto bene.
Lentamente sto cercando di sistemare anche i capitoli dietro partendo da quelli della prima fiction.                            
Piano piano riuscirò nel mio intento!=)

 
Ringrazio di cuore chi ha  letto. Fa piacere notare che l’interesse per questa storia aumenta di volta in volta. ^_^
Ringrazio tantissimo chi mi ha recensito ( BAAAAAAAAADA quante siete!ò_ò):
Bell_Lua – ti ricordo che Lalu aveva già dato una chance a Tom. C’ho fatto pure un capitolo sopra!-_- Grazie dei bellissimi complimenti! Sono felice di sapere che la storia ti prende così tanto!!!!
anna9223mi ami??? Esagerata!!!!!!!!!!! Così mi fai diventare rossa!!XD
elisuccia22stupita eh? Beh, allora sono riuscita nel mio intento! Grazie dei complimenti!!
RubyChubbhai svalvolato XD!iihihhih…comunque, cercherò di evitare di usare ‘il rasta’! Sarà dura ma ci provo! Grazie della dritta! Da te accetto con gioia qualsiasi consiglio!!!! Grazie!
kit2007ma come hai odiato?? Povera! Con questo capitolo ti è passato l’odio per Lalu?? Grazie grazie di tutti i complimenti!!! ..Faccio riverenza..Grazie!
THalessiafurimmer – eh l’orgoglio fa fare tante cose…ma giuro che finirà bene! Grazie dei complimenti!
Freiheit 489 – toh chi si vede!!!!!!!!mi fa davvero piacere sapere che ancora mi segui!!continua così quando puoi.( ti capisco per il pc. Anche io ci litigo di continuo!).e grazie!
Lav93grazie dei complimenti! …nuuuuuu non sono cattiva! È colpa della mia mente bacata! Io buona!!^_^
eddy – facciamo così: quando aggiorno ti avviso eh?:) grazie dei complimenti! ..spero di aver chiarito le gesta di Lalu che tanto hanno shockato..
_Titta483_ - esatto. È stata sicura di sé! Brava! Ci hai preso!...mi spiace per il tuo cuoricino. Digli che le cose si risistemeranno;)
pamaomi hai riempito di complimenti anche su msn…grazie!!! Io mi sciolgo poi..XD troppo dolce! Sono contenta di aver risollevato le sorti del tuo cuore:D
 
Ringrazio chi continua a commentare anche la mia prima fiction e chi ha recensito la mia prima one shot, su tom ovviamente. Grazie a pamao, Bill4ever ^^, valux91, Nausicaa212 (anche io adoro Bob!!),hEiLig FuR ImMeR, loryherm, bimba tokio, eddy.
Vi lascio il link nel caso vi andasse di leggerla:
PURE IO VOGLIO ESSERE FIGO!
 
 
 
Kiss, Laura

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Capitolo 10
*** capitolo 10 - metallo!! ***


10 Capitolo 10 - METALLO!!





-Ragazzi, oggi suonerete di fronte a una pubblico un po’ diverso dal solito. E' quello del gruppo di Gustav e gli altri, perciò decisamente più numeroso di quelli a cui siete abituati, ma ormai siamo tutti qui e so che possiamo farcela!- pochi attimi di pausa durante il quale nessuno levò lo sguardo dal viso concitato della ragazza- quindi...- riprese poi con un tono che si fece carico di grinta, tanto da poter trasmettere energia e donare un certo conforto a tutti, proprio in quel momento di panico prima della fatidica performance - quando tocca a voi, andate su quel palco e SPACCATE IL CULO A TUTTI!!!!- urlò con veemenza con tutto il fiato in gola verso il gruppo di amici musicisti, forse allarmati da un incitamento tanto sentito, ma senza dubbio divertiti dalla foga e la passione con cui era stato detto.

Euforica.
Agitata.
Felice.
Nervosa.
Felice perché era il fonico di fiducia del gruppo di Silvia, i Wildcats.
Nervosa perché per lei era la prima volta in un palazzetto e per giunta si trattava di quello di Roma: il Palalottomatica. La rogna che ogni fonico odia a causa della sua struttura piena di insenature, magnetiche aperture atte a far sfuggire il suono da ogni controllo.
Tutti quegli spicchi inseriti nella cupola di cemento del palazzetto altro non erano che l’acerrimo nemico per chi, come lei, doveva mantenere un suono compatto e uniforme in ogni punto del luogo del concerto. Il fonico doveva equilibrare le vibrazioni con il ritorno eccessivo in modo da avere un chiaro ascolto e non soltanto baccano e rumore.
Però, ovviamente, se si parlava del Palalottomatica era una lotta persa in partenza!
Bisognava almeno cercare di limitare i danni al minimo..
E in fondo lei sapeva di poterlo e saperlo fare.
Aveva passato gli ultimi due anni dietro centinaia di consolle diverse, sistemando leve e manopole, spingendo pulsanti e cursori, seguendo i concerti di tanti amici, sorbendosi le rappresentazioni teatrali di ogni tipo di compagnia della sua Accademia, sempre attenta a ogni tipo di distorsione o tonalità, con l'orecchio sempre ben teso e le cuffie vicine per sistemare tutti gli effetti e le rientranze.
Tutto era iniziato per gioco durante i live nel pub di Francesca.
Il pub una volta era del padre, ma da più di un anno l'aveva preso in gestione la bionda, lasciando da parte gli studi universitari.
Anche Lalu aveva fatto lo stesso.
Aveva lasciato l'università per fare il corso per fonici, forte della sua passione per ogni tipo di musica, suono o ritmo.

-Alziamo tutti i calici in aria e brindiamo! MEEEEEEERDA!!- tornò ad urlare sempre più entusiasta andando a incrociare e sbattere con forza il suo bicchiere di plastica pieno di spumante contro quello dei pochi tecnici presenti del gruppo e il gruppo stesso, schizzandosi tutti a vicenda senza cura, ma ancora posti in circolo come le migliori tribù indiane insegnano.
Vi fu un unico e possente coro di risposta all’augurio della mora, seguito dal rumore dei bicchieri stritolati fra le mani di tutti, ormai vuoti del liquido e gettati rapidamente alle spalle, a imitare la tradizionale usanza russa.



I Wildcats erano: Silvia, la chitarrista e seconda voce nonché sua cara amica; Davide, il batterista ovvero un fustaccio tutto muscoli dalle tipiche sembianze mediterranee e solo da poco anche ragazzo di Silvia; Alberto detto Bert, il cantante dal fisico prestante e dalla facile parlata utile nei momenti morti dovuti dai numerosi incidenti di percorso che spesso e volentieri interrompevano i concerti del gruppo ; Vir o, come la mamma continuava a chiamarlo, Vincenzo, nei panni della seconda chitarra e infine Ver o, come la mamma continuava a chiamarla ( era la stessa cocciuta signora di prima..Vir e Ver erano fratelli e la madre, giustamente, li chiamava con i loro veri nomi), Veronica come bassista. Entrambi dal fisico esile, con lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e uno sguardo particolare: tutti e due avevano occhi verdi, un verde intenso e profondo, completo di piccole sfumature grigie intorno l’iride, particolare forse irrilevante nella forma, ma che donava ai fratelli lo stesso identico magnetico e quasi perforante sguardo.
Un gruppo di amici conosciuti fra i muri dell'università e appassionati di rock, metal e crossover in particolare.
Gli stessi che avevano iniziato ad esibirsi da ormai più di due anni riproponendo le canzoni più famose dei Metallica e che, grazie a un rapido passaparola nel sottobosco del giro dei concerti e dei locali live, erano riusciti a pubblicare un proprio album con proprie canzoni riscuotendo anche un discreto successo nell’ambiente.
Quella sera infatti si trovavano in procinto ad aprire il concerto di quel nuovo e famoso gruppo tedesco glam metal/ hard rock, non perché erano amici di Gustav e Georg, il batterista e il bassista, ma perché suonavano presso la stessa etichetta, la quale per l'appunto li aveva scelti con l’intento di dargli maggiore visione, sfruttando il pubblico di una loro band internazionale.



- Lalu, hai visto Georg?- Ver remase impaziente dinanzi alla mora in attesa di risposta- Prima del soundcheck non siamo riusciti neanche a scambiarci due parole!- la bassista cercava timidamente di giustificarsi di fronte al nuovo ghigno nato sulla bocca dell'altra.
- Come mai lo vuoi sapere???- chiese di rimando Lalu, divertita per l’evidente imbarazzo dell’amica, la quale infatti aveva perso per un lungo istante la solita corazza da darkettona per prendere le più semplici vesti di ragazza ansiosa e apprensiva.
- E indovina un po'!!....Voglio chiedergli se mi presta il basso dato che il mio presto verrà spaccato in testa a una brutta testa bacata che non si fa gli affari suoi!- rispose acida la ragazza riappropriandosi del suo ruolo da dura, stretta nel suo abitino nero lungo fino a metà coscia e foderato da una sottile rete rossa, quindi già pronta con il “costume di scena”.
- E che modi!!!!!- la mora sfoderò una lunghissima linguaccia come beffarda risposta- Il tuo amato ragazzo l'ho incrociato nel corridoio mentre correva via e mi ha detto di riferirti che sarebbe dovuto scappare per una faccenda importante, ma ha assicurato che sarebbe tornato in tempo per il concerto e quindi per vederti!- spiegò infine in modo da tranquillizzare l’amica
-Una faccenda importante?- Ver ripeté la frase pensierosa- ah, già! Me ne aveva parlato...beh, speriamo faccia davvero in tempo!- e neanche il tempo di finire di parlare che delle braccia muscolose le cinsero la vita sorprendendola da dietro e stringendola con delicatezza.
- Ho detto che sarei tornato per vederti e così ho fatto!- le soffiò amorevole in un orecchio il ragazzo appena entrato nel camerino degli artisti.
Ver si rigirò su sé stessa stretta nell'abbraccio e non fece altro che baciarlo con candida dolcezza, spostandogli prima i lunghi capelli dal volto - Ge, sai che adoro di tuoi capelli! Ho capito che vuoi far vedere a tutti quanto sono belli e lisci. Va bene che fanno scena quando suoni, ma ora, che sei con me, potresti legarteli o preferisci vedermici morire soffocata?!!- era una ragazza senza dubbio sarcastica e non perdeva mai occasione di fare una battuta tagliente, nemmeno al suo Amore- potrebbe anche succedere visto che ti arrivano al sedere!!!- constatò in un riso sghembo toccando il retro della schiena muscolosa del bassista, proprio nel punto dove arrivavano i lunghi capelli castani, poco sopra la cintola.
- Come vuoi sgrinfia che non sei altro!- fece Georg fermandosi la chioma in una piccola coda senza trattenere un riso malizioso e sicuramente divertito da una pretesa imposta senza mezzi termini da quella ragazza così mingherlina e paradossalmente autoritaria- Ora però mi dai un altro bacino...- stretto l’elastico, riafferrò rapido il piccolo corpo per avvicinarselo a portata di labbra e, famelico come un lupo a digiuno, prese a baciarla con impeto e foga, infischiandosi di dare spettacolo ai presenti e soddisfando solamente il suo desiderio di sentirla vicina a sè.



Non si vedevano da quando quella mattina erano usciti insieme dall'albergo diretti entrambi al palazzetto. Una volta giunti, erano stati troppo affaccendati per potersi anche solo scambiare due chiacchiere. Impegnati fra sound check e interviste varie, si erano persi di vista per tutto il pomeriggio e solo ora, poco prima del live, si erano finalmente ritrovati.
Stavano insieme da sette mesi, ovvero dalla stessa sera quando le altre li avevano presentati durante in una di quelle rare volte in cui Georg aveva accompagnato Bill, sceso a sua volta per la solita e fugace visita amorosa a Serena.
Erano usciti tutti in gruppo e Silvia si era portata dietro Ver con l'intento di fare un incontro fra bassisti.
Incontro riuscitissimo.
Infatti per tutta la serata e per tutto il week end successivo i due non si staccarono mai. Si erano trovati, attratti fisicamente e combacianti perfettamente nei loro interessi.
Fra i tanti la passione per il rock e il basso.
Ver suonava da anni, accompagnandosi alla chitarra del fratello, e insieme a lui aveva suonato in vari gruppetti da garage per giungere alla fine ai Wildcats, i quali sorprendentemente avevano riscosso tanto clamore e successo.
Georg era il famoso bassista dei Tokio hotel, band di ormai fama mondiale, e dei Meet, band fondata con il batterista Gustav e altri due vecchi compagni di accademia d’arti, Eric e Sten. Rispettivamente chitarra e cantante del nuovo gruppo.
Tutti e quattro erano una stramba immagine dell'uomo tedesco.
Tutti con un taglio particolare di riconoscimento: lui si era fatto crescere i capelli fino al fondoschiena senza però alterare troppo il suo solito stile maglietta e jeans; anche Gustav si era fatto crescere i capelli, ma solo fino alle spalle, lasciandoli al loro stato naturale, mossi-mezzi ricci e sempre biondissimi; Eric, era un omone dal fisico imponente, tutto tirato e senza un pelo e quindi con la testa rasata, unica distinzione era il lungo pizzetto castano che cresceva vistoso sotto il suo mento; infine Sten aveva un taglio corto e biondo scuro, a spazzola, con qualche ciocca fuori posto e rossa che ben marcava l'aria da ribelle sprigionata dai suoi occhi scuri e dalla corporatura smilza, ma prepotente che lo caratterizzava.
Si erano riuniti in ricordo dei vecchi tempi e presi dall’entusiasmo avevano creato un nuovo gruppo, impostato tutto sui gusti musicali che li accumulavano. Erano un mix devastante del miglior metal anni '80, un miscuglio fra Guns'n' Roses e Megadeath, Metallica e Motley Crue , Motorhead e Poison. Con la grinta e la potenza che una dura linea di basso e batteria potevano dare, associati a poderosi assoli di chitarra elettrica e la malleabilità di una voce che poteva permettersi svariate e differenti involuzioni sonore.



- Ehm..- una voce titubante cercò di attirare vanamente l'attenzione della coppia- ..meglio che vi lascio soli alle vostre smancerie. Faccio un salto a salutare Francesca che sta arrivando e poi vado in postazione che fra dieci minuti si inizia!- fece Lalu dirigendosi verso la porta del camerino -  E comunque...Ciao Geog, eh! – lo salutò con un cenno secco della mano, ma ovviamente non si aspettò una risposta. Era chiaro a tutti quanto fosse troppo preso a divorare di baci la compagna. A lei in primis, visto che era stata un involontaria e forzata spettatrice in poltronissima: prima dell'arrivo del bassista stava conversando con Ver e loro due non si erano spostati di un centimetro per scambiarsi le loro effusioni private.
Potevano almeno cercare di appartarsi un minimo, pensò leggermente infastidita mentre imboccava l’uscita.
La mora salutò il resto del gruppo seduto sul divanetto della sala e con un altro paio di tecnici si allontanò verso il palco.
 

Aveva incontrato Francesca nel corridoio, arrivata di filato nel backstage, e le aveva riferito che gli altri stavano arrivando appena finito di parcheggiare. Poi si erano velocemente salutate per andare in direzioni opposte, lasciandosi col solito saluto idiota che continuavano a scambiarsi tutte le volte da quando si conoscevano: “a doppler!”.
Giunta dietro alla consolle, affiancando Diego, il tecnico delle luci, Lalu iniziò a sistemare gli ultimi dettagli in attesa dell'ora stabilita per l'inizio dello spettacolo, senza riflettere oltre a chi si riferisse di preciso la bionda.
Controllava e ricontrollava le frequenze registrate nel soundcheck con la scaletta delle canzoni da suonare.
Era nervosa e ansiosa.
Anche Diego era dello stesso umore. Lo si poteva dai suoi movimenti scattosi e poco delicati fatti nel piccolo spazio posto fra la folla ad adeguata distanza dal palco. Recinto di transenne oltre le quali potevano passare solo i tecnici e pochi altri intimi amici.
Lalu si mise a scansionare le registrazioni  sullo schermo del computer al centro della consolle, troppo presa a scovare qualche inesistente sbaglio per accorgersi che qualcuno di non autorizzato aveva spostato le transenne ed era entrato con passo felpato nel recinto .
Era un ragazzo incappucciato e bardato bene dal suo spesso giaccone nero. Portava occhiali da sole che coprivano buona parte del candido visino e aveva un sorriso smorfioso sulle labbra, le stesse che continuava a torturare con piccoli morsi nervosi e a bagnare con rapide passate di lingua.
Le si avvicinava silenzioso e lento fino ad arrivargli alle spalle e attirare la sua attenzione con un lieve tocco sulla spalla.
Lalu, presa alla sprovvista dal gesto, saltò sul posto per la sorpresa e decisamente irritata si girò per sapere chi l'avesse interrotta dal suo lavoro di revisione proprio negli ultimi cinque minuti di tempo disponibile.
Appena voltata, rimase scioccata.
Totalmente impietrita.
Senza parole.
-Ciao!-
Era la sua voce...la sua!









Beh, eccomi qua con l’ennesimo capitolo di suspence o di transizione, chiamatelo come più vi pare.
Son passati altri due anni.
Abbiamo due nuovi gruppetti metal, i Wildcats e i Meet.(Se esistono davvero dei gruppi con questi nomi, è solo casualità o pigrizia del mio cervello! Sono i primi decenti che mi sono venuti in mente…quindi come si dice: nessuno scopo di lucro^^)
Altri personaggi e uno smistamento di ruoli e situazioni che saranno solo l’incipit di nuove mirabolanti avventure….. seeeeh! Vi aspettano i soliti filmini da malata mentale quale sono! XD
Ringrazio tutti coloro che hanno letto.
Chi continua a mettermi fra i preferiti.
Grazie a elisuccia22, pamao, kit2007, Zickie e _Titta483_ che hanno recensito. Tutte davvero molto tenere e dolci. Mi fate diventare roscia roscia^_^ DANKE!!
Continuate a recensire in tante!!!

Kiss

Ah. Ultima cosa.

METAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALLOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 11
*** capitolo 11 - e adesso che vuoi? ***


11 Capitolo 11- e adesso che vuoi?




Era la sua voce….la sua!
Era lui, davanti i suoi occhi immobili.
Lui.
Tom.
Lì davanti a lei con il suo solito sorriso sghembo e presuntuoso stampato ben bene in faccia, impreziosito dal piccolo e metallico piercing al lato del labbro.

Quel piercing.
Quel sorriso.
Quella voce.


-Ciao piccola!- la risalutò con un filo di voce, tenero e docile.
E tutta la sua ardente rabbia le scivolò via svelta come fosse olio sulla sua pelle.
Lui di nuovo di fronte a lei, fiero e bello come un dio greco.
Lalu rimase imbambolata per alcuni lunghi attimi a fissarlo negli occhi oltre le lenti scure degli occhiali da sole. Cercava di capire se fosse solo una illusione data dall’agitazione del momento o se realmente fosse colui che teoricamente si sarebbe dovuta esser lasciata alle spalle anni fa, ormai.
Tom si tolse lentamente gli occhiali da sole e in un sol gesto li chiuse e li infilò nella tasca laterale del suo giaccone. Nel farlo non distolse il suo sguardo dal volto della ragazza per neanche un secondo. Scrutava ogni minimo movimento nevrotico delle sue pupille, il diffondersi del lieve rossore sulle sue guance e la bocca leggermente aperta per dar sfogo a un fiume di parole che però tardavano a farsi udire. Rimase per pochi secondi in attesa di una reazione concreta o almeno di una risposta qualsiasi che non fosse stata uno schiaffo dettato dall’ira.
-Ciao Tom!- Lalu lo salutò con voce atona senza smuoversi minimamente dal punto in cui i suoi piedi erano fissati.
Non gli saltò addosso cingendogli le braccia intorno al collo.
Non lo riempì di baci su tutto il volto.
Solo una voce asettica.
Lo salutò semplicemente, senza porgergli nessuna mano, ma incrociando le braccia al petto e chinando la testa su un lato, come a dire ‘e adesso che vuoi?’.
E infatti continuò con aria seccata –Che ci fai qui?-
-Sono appena arrivato con gli altri: Bill, Serena e Francesca. E lei mi ha detto che ti avrei trovata qui dietro.- le rispose gentilmente lui
-Ah… Che cara ragazza Francesca a elargire informazioni a chiunque passi! Mi dovrò ricordare di ringraziarla per questo suo prezioso servizio all’umanità!!- berciò sarcastica
-Sempre uguale te, eh? Non sei cambiata di una virgola…sempre acida!- fece l’altro con tono sprezzante, ma palesemente scherzoso.
Lalu gli lanciò un’occhiataccia di taglio e rispose stizzita – IO sì! Sono sempre la stessa.-
-Io no invece..- incalzò Tom, intuendo l’antifona del discorso e notando l’evidente stato di attacco della ragazza - …in questi anni sono cambiato!-
-Buon per te!- fece la mora cercando di mostrare disinteresse alla notizia - senti, grazie della sorpresa! Io però ora devo lavorare e non ho tempo da perdere…se mi lasci andare, avrei da fare!- continuò decisa e autoritaria
-sì, ti lascio subito al tuo lavoro! Ma sappi che le sorprese non sono finite…ti stupirò ancora, ragazzina!!- la rimbeccò lui con tono allegro, avvicinandosi alle transenne per poi uscire.
Una volta oltrepassato il recinto, si indicò i propri occhi e di seguito quelli di lei  lasciando a intendere ‘ti tengo d’occhio!!’. Le regalò un ultimo sorriso ammaliatore e affascinante, come quelli che elargiva con non chalance e sicurezza nei milioni di foto che lo ritraevano in posa per le fan,  appena prima di rinfilarsi l’occhiale e perdersi nella folla scalpitante e tutta accalcata verso il palco.
Lalu restò ferma a guardarlo andare via, appoggiandosi alla consolle e lasciando che la sua bocca si potesse aprire in un piccolo e spensierato sorriso, a godersi i primi pensieri sconci  e i ricordi altrettanto poco pudichi che le affioravano in mente involontariamente, tutti inerenti il biondo che le aveva fatto da poco visita.
Si sorprese a fissargli la schiena e anche qualcos’altro posizionato una spanna più in basso…Da quando in qua dai sfogo ai pensieri perversi della tua mente distorta con tanta facilità?, si chiese durante uno dei tanti monologhi mentali in cui si intratteneva mentre all’apparenza era in stato comatoso-assente.
Ecco chi erano ‘gli altri’ a cui si riferiva prima Fra, pensò in ultimo, tornando al solito stato mentale, prima di girarsi e rimettersi al lavoro.


Il concerto era andato bene.
Sia per i Wildcats sia per i Meet.
La folla aveva reagito bene al gruppo di apertura creando vari circoli per sfogarsi nel pogo più violento ed era scoppiata letteralmente con l’arrivo sul palco dei Meet.
Ora erano si trovavano tutti, entrambi i gruppi con amici intimi e tecnici annessi, a festeggiare in un privato aftershow nella lussuosa suite dell’albergo in cui alloggiavano i Meet.
Lo stesso in cui stettero per la prima volta i Tokio Hotel a Roma.
Lo stesso in cui si erano svolte le varie vicende amorose che univano molti dei presenti alla festa.
Tutto era avvolto da una placida aria scherzosa accompagnata da una selezione musicale che girava automatica fra le casse dello stereo super tecnologico del quale era provvista la suite.
C’erano vari gruppetti sparsi per la sala intenti a chiacchierare e sorseggiare birra o alcool misto.
Ver e Georg stavano parlando con Eric e Vir, tutti e quattro seduti intorno al pianale bar assieme ad alcuni tecnici tedeschi.
Lalu stava scambiando due parole con Sten, seduti in disparte ad un angolo del gigantesco divano arancio a penisola che occupava gran parte del living. Sembrava che fra loro si fosse instaurata una specie di feeling date le grasse risate a cui si lasciavano andare molto volentieri. Magari solo una semplice simpatia o magari qualcosa di più, stavano appunto cercando di conoscersi meglio sfruttando al meglio l’occasione del party.
Di fronte ai due stavano Bill, Serena, Francesca e Tom appoggiati al muro, intenti a sussurrarsi qualcosa di particolare. Era come se stessero complottando chissà quale strambo e ardito progetto, il quale ovviamente li stava entusiasmando parecchio e donava al loro sguardo un bagliore di soddisfazione così allegra e felice da mettere curiosità anche senza sapere di preciso di cosa stessero parlando.
Seduti sull’altra parte del divano c’erano Silvia con Gustav e Bert che discutevano animatamente su un particolare gruppo americano uscito di recente nelle classiche.
Infine, dietro al piano bar, c’erano Davide e Diego occupati a creare l’ennesimo miscuglio alcolico e dai colori improbabili della serata e, visto gli occhi rossi e la voce impastata dei due, sicuramente l’ultimo di una lunga serie di ‘assaggi’ a cui si erano sottoposti.

Sten le stava raccontando di quanto fosse stato casuale l’incontro con Georg avvenuto per strada all’incirca quattro anni fa e che aveva portato alla successiva nascita della loro band.
Lalu lo stava ascoltando attenta, interessata soprattutto a carpire alcuni divertenti aneddoti sul bassista e batterista in modo da poterli prenderli in giro in futuro, quando furono interrotti dalla voce profonda e stranamente impostata di Tom. Si era avvicinato ai due per riferire a Sten che Bill voleva parlargli e perciò di raggiungerlo a breve.
-Ok, vado a vedere che vuole. Continuiamo dopo semmai!- asserì infatti il ragazzo alzandosi dal divano e accennando a un occhiolino di saluto diretto a Lalu.
Tom, invece di seguirlo, si mise a sedere al suo posto, di fianco alla ragazza, la quale per tanto lo iniziò a scrutare indispettita, se non infastidita da un gesto così inaspettato e decisamente inappropriato per i suoi gusti, visto il loro passato.
-Tom, che vuoi ancora? Hai dato il tuo messaggio, ora puoi andare..-
-Ti dispiace se rimango un po’ qui a fare due chiacchiere?- incalzò lui, ignorando il tono sgarbato della mora
-E di cosa vorresti parlare, di grazia?- rispose acida, tremendamente acida e fredda.
-Beh sai, è un po’ che non ci sentiamo…- sembrava timido e insicuro, cosa che era certo inusuale per uno come il chitarrista in questione.
-Si, solo UN PO’…- sottolineò lei
-Guarda che sei tu che non ti sei fatta sentire da tre anni!- il biondo stava iniziando a infervorarsi, nonostante si fosse preposto di restare il più possibile e a lungo calmo.
-Si ma neanche tu ti sei fatto vivo!-
-Ah, scusami tanto se ho trovato difficile continuare a chiamarti dopo che mi hai lasciato come uno scemo tutto bagnato e impalato a vederti scappare…- vomitò parole senza urlare, ma tenendo fisso il suo sguardo su quello di lei.
-Lo so- un filo di voce uscì dalle labbra della ragazza. Gli occhi di Lalu si coprirono di velo di triste e se solo qualcuno avesse fatto caso a loro, avrebbe visto quanto fossero diventati improvvisamente vuoti, assenti e bloccati dai ricordi.
-Tu sai sempre tutto, no?- fece lui con fare amaramente allusivo alle vicende di anni prima. A una in particolare.
-Tom, che vuoi?- Lalu riprese il discorso dopo pochi attimi di silenzio in cui lei rimase remissiva sotto l’occhio indiscreto del ragazzo, il quale continuava ad osservarla senza scostarsi da lei.
-Cosa pensi che voglia?- indugiò a parlare aspettando di incrociare finalmente gli occhi di lei - Secondo te, perché ora sono qui? Perché, dopo tre anni senza sentirci e vederci, sono tornato qui? Per quale caspita di motivo ho allontanato Sten con una scusa qualsiasi prima che iniziasse a provarci seriamente con te? Dimmi tu, perché sono venuto a cercarti prima del concerto! Dimmi tu, perché ora sono seduto accanto a te in attesa di un tuo sguardo…-  tante parole dette di getto e con l’affanno di avere una risposta  da tempo desiderata, per vedere se davvero ne fosse valsa la fatica di prendere il coraggio in mano, per sapere se fosse stato giusto dare retta ai discorsi fatti nell’ultimo periodo con fratello e appena dieci minuti prima anche con Serena e Francesca,  per chiarirsi se il suo cuore lo stava spingendo verso la direzione giusta, verso chi ora lo stava guardando sperduta e quasi atterrita da tanto furore.
La mora a quelle parole alzò il volto verso il biondo, un po’ frastornata e confusa da quella serie di domande sparate quasi senza prender fiato e che le erano entrate dritte dritte nel cervello, iniziando ad echeggiare come una perpetua cantilena.
Una valanga di pensieri le invasero la testa, idee contrastanti stavano cercando di dare una misera risposta a tutto ciò che le era stato detto.
Che cavolo voleva ancora?
Era tornato di nuovo per giocare?
Però era stata lei che ai tempi voleva giocare, lui voleva altro
E se tuttora le stesse chiedendo “altro”?
Forse il tempo era passato senza mutare i loro sentimenti.
O forse lui stava soltanto cercando di guadagnarsi una ragazza con cui passare la notte, come ormai era abituato a fare.
Sia Bill, sia Serena, sia i giornali le avevano raccontato di quanto fosse diventato famoso per le sue storielle di una notte e basta.
Innervosita da quest’ultimo ragionamento, la mora scoppiò in faccia al chitarrista -Spero vivamente che tu non ti sia scomodato a tanto solo per prendermi per il culo, cercando forse una sorte di vendetta!-
-Vendetta!?!- ripeté interdetto - Lalu, tu credi veramente che l’unico motivo per il quale io possa stare qui accanto a te sia una insulsa vendetta?- le chiese quasi offeso da quella accusa che gli giunse tra capo e collo per quanto fosse così lontana dai suoi pensieri e piani.
-Nonostante la distanza e il tempo che ci ha diviso, sai come sono! Ritieni che io sia una persona vendicativa?- continuò ancora nella sua breve arringa.
-Non lo so.. ma forse lo sei diventato..- l’incertezza risiedeva nelle aspre parole della mora
-No. Sono cambiato, ma non fino a questo punto!- le rispose a bassa voce, sconfortato da quanto superficiale fosse il suo ragionamento e quanto imperterrito fosse il suo accanimento -Senti, mi sa che ho fatto una cavolata a tornare…. Vado a chiamarti Sten! ..Scusa il disturbo!- l’avvisò mentre si stava già tirando su dal divano, sconfitto in partenza nella sua ardua e fatiscente crociata in onore della sua dama.
 






Perdonooooooooooo!!!!!!!!!!!!!
Mi prostro ai vostri piedi! Non aggiorno da un’infinità di tempo…ehm ehm…SCUSATE!!!!!!!!!!!!!!!!!
Purtroppo sono stata presa dal vortice della sessione di esami e mi sono trovata spesso e volentieri con l’acqua alla gola, perché come mio solito faccio i “compiti” l’ultima ora dell’ultimo giorno! Non riuscirò mai a togliermi questo deplorevole e stressante vizio! XD
In più, forse perché troppo presa dallo studio (o dal cazzeggio), mi è passata l’ispirazione e ho perso l’aria demente che volevo almeno in parte dare a questa storia. Piano piano invece sta assumendo le caratteristiche tipiche di una qualsiasi telenovelas brasiliana! Sigh! Mi manca l’amante che viene nascosto in mutande dentro l’armadio 5 secondi prima l’arrivo del marito cornuto…anche se magari torna potrei comunque sfruttarlo!eheheh :P
Vabbè bando alle ciancie! Ho smosso un po’ le acque. Tom e Lalu si sono rivisti, ma non so dirvi quanto ci sia di positivo in questo….

Grazie a chi ha letto e chi mi ha aggiunto tra i preferiti.
Grazie di cuore a chi ha commentato: _Titta483_ , Bell_Lua, elisuccia22, eddy e kit2007.
Grazie dei complimenti!!! Mi riempiono il cuore! Siete davvero gentilissime e molto carine! ^_^
Continuate a RECENSIRE in tanti!!!!! Mica per niente eh?! È che leggere i vostri commenti mi dona sempre molta ispirazione e ora che sono un po’ a secco, beh mi sarebbe di comodo! XD
Ok, ho svalvolato abbastanza. Torno a gongolarmi del mio 30 e lode (figata!)

Ps. C’è qualche ragazza di Roma che va al concerto e sta ahimè al terzo anello come me?
La mia amica mi ha dato buca e io cerco compagnia ç_ç…in caso il mio contatto è sempre lo stesso: saula-.-@hotmail.it


CIAO

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Capitolo 12
*** capitolo 12 - cambiato ***


12 Capitolo 12 -  cambiato
 
 
 
Le dava la schiena.
Neanche uno sguardo.
Vedeva i lunghi dreadlocks, ma non i suoi occhi.
Nessuno spiraglio sul suo volto.
Si era alzato e si stava sistemando i pantaloni, in procinto di allontanarsi.
Non si era più girato a guardarla in faccia.
Se ne stava andando, per davvero.
In testa le riecheggiava quell’ultima frase… “mi sa che ho fatto una cavolata a tornare”… e una morsa incominciò ad attanagliarle la bocca dello stomaco.
Aveva una strana sensazione per tutto il corpo, la stessa che provava quando era consapevole di aver fatto qualcosa di sbagliato, come se un brivido freddo vibrasse espandendosi dalla punta dei piedi fino alla punta dei capelli. Era quasi una specie di dolore. Come un peso.
Le mancò il fiato per un attimo quando lui mosse il primo passo lontano da lei e senza pensarci, reagì d’istinto e si gettò quello stesso peso alle spalle.
Con un gesto rapido afferrò l’orlo della maglia del ragazzo e la tirò.
-Resta!- una richiesta detta senza tentennamenti. Una richiesta che sapeva di resa ai fatti, quasi una supplica, giunta dalla stessa parte del corpo che aveva mosso la sua mano per fermarlo: dal suo cuore.
Già, aveva vinto il cuore sulla sua testa, sul suo orgoglio, sulle sue paure.
Lei poteva soltanto arrendersi al vulcano di sentimenti che le si agitava dentro.
Lei doveva arrendersi al suo cuore e solo ora riuscì a capirlo. Solo ora che aveva riavuto davanti il suo lui, aveva sentito la necessità di non allontanarlo come in passato, ma anzi provare ad avvicinarvisi.
 
Un solo lampo di genio, una sola parola, una sola azione per riprendere in mano una situazione che già da tempo aveva superato l’orlo della decadenza.
 
 
Tom si bloccò nella posizione in cui si trovava, di spalle ad un passo dalla ragazza.
Si arrestò, incredulo di aver sentito la sua voce flebile, ma al contempo netta.
Era immobile, con la maglia tirata dalla mano di Lalu, la quale infatti teneva la stoffa stretta come si vede fare solo ai bambini piccoli con la gonna della mamma quando vanno in giro e cercano riparo nella vicinanza materna.
Girò lentamente e solamente il volto e, da sopra la propria spalla, vide gli occhi grandi e profondi di lei illuminarsi all’istante.
Lo fissava silenziosa, ma per lui quella sola parola era bastata e non ce ne era bisogno di altre. Bastava vederla in trepida attesa, senza nessun segno dell’astio che gli aveva dimostrato fino a poco prima, piuttosto inquieta con un velo di timidezza che le donava un’aria ancora più adorabile.
Il ragazzo, da prima restio e insicuro, non poté far altro che sorriderle dolcemente e arrendersi al candore trasmesso dal viso della ragazza.
Il biondo tornò sui suoi passi e si rimise a sedere.
-Dimmi!- incalzò fingendosi freddo e distaccato.
Lalu rimase in silenzio, iniziando a mordersi senza tregua un lato del labbro inferiore.
-Mi volevi dire qualcosa?- insistette Tom, assumendo il ruolo che meglio gli confaceva di malizioso tentatore, mettendosi a sedere a due centimetri dal posto della ragazza, calibrando ogni sua mossa con particolare maestria da cacciatore e senza mai perdere il contatto visivo. Una volta seduto, o meglio spalmato sul divano, inarcò un sopracciglio in modo da spronarla a rispondergli, trattenendo con difficoltà un ghigno soddisfatto e rallegrato dal rapido mutare della situazione.
La mora prese fiato e cercò di esprimersi senza troppa timidezza -Ok ok, facciamo una cosa: ricominciamo da capo! Sono stata un po’ scorbutica…facciamo finta di niente. Non ci vediamo da tre anni a causa mia, raccontami cosa hai fatto in questo tempo!- concluse con un accenno di sorriso.
Tom sgranò gli occhi nel constatare il voltafaccia repentino della ragazza.
È un santo chi riesce a capire le donne, pensò stupefatto e ovviamente contento da un così favorevole cambiamento.
-Va bene. Avvolgiamo il nastro e torniamo indietro!- asserì risoluto e continuò –Facciamo che vado a prendere due birre e ci facciamo una bella chiacchierata tranquilli tranquilli come se nulla fosse!- concluse alzandosi di nuovo dal divano, ma stavolta fu lui il primo a cercare lo sguardo dell’altra e, dopo averlo trovato, le lanciò un sorriso tenero e raggiante, quasi come se volesse comunicarle quanto fosse felice per quel che si stavano accingendo a fare, come se il tempo si fosse azzerato e la distanza, che per tanto li aveva separati, si fosse annullata.
Era felice perché finalmente era riuscito ad affrontare la situazione e a condurla a suo vantaggio o almeno a fare in modo di riallacciare i rapporti fra di loro.  E non era cosa da poco, poiché, a parte l’aspetto fisico e l’attrazione sessuale che provava nei suoi confronti, Tom aveva sempre considerato la mora una ragazza intelligente e soprattutto molto interessante per le sue mille passioni, per i suoi modi stravaganti e spesso un po’ forti di vivere e di interagire con le persone, per il suo carattere deciso e al tempo stesso dolce e insicuro, per il modo in cui riusciva a scherzare o anche per il modo in cui la sua sensualità e genuinità trapelavano naturalmente in ogni suo gesto.
Era felice e non si sarebbe fatto scappare questa ultima occasione, bruciando le tappe o anche solo insistendo troppo. Avrebbe aspettato il momento giusto per cogliere il momento, il famoso attimo fuggente di un film degli anni ’80 con Robin Williams o il saggio carpe diem dei filosofi greci.
Ai tempi ci era rimasto esterrefatto e negativamente colpito dalla sconcertante “fuga” di Lalu, proprio quando lui stava cercando di avvicinarsi a lei senza più alcuna corazza o maschera da uomo vissuto e sicuro di sé. Era stato ferito proprio quando aveva abbassato la guardia, credendo di avere la situazione sotto controllo e alla fine, invece, era rimasto come uno scemo, solo e gocciolante, fermo a fissare la porta dalla quale lei era sparita dalla sua vita per tre lunghi anni.
 
Da quella fatidica sera aveva deciso di reagire nell’unico modo che sapeva fare, ciò che gli veniva meglio dopo suonare: reagì d’istinto e appena tornato in Germania iniziò ad uscire sera dopo sera con una ragazza diversa dall’altra. Che fosse stato in tour o meno, lui riusciva a portarsi a letto una ragazza al giorno, di media. Lo fece istintivamente, senza pensare troppo ai danni o ai risultati di un comportamento tanto superficiale e distruttivo. Non gli interessava se poi quelle fanciulle passassero l’inferno per avere una notte con lui. Non gli interessava del giudizio degli altri. Non gli interessava essere accusato di essere un dongiovanni senza cuore. Non gli interessava nulla. Voleva solo non pensare più a Lalu e non ricadere in un rapporto anche minimamente simile a quello che aveva vissuto con lei, il quale, seppur corto, era stato molto importante perché gli aveva fatto scoprire quanto fosse bello e terribilmente semplice trovarsi bene con una ragazza e provare la voglia di starle vicino ogni attimo della propria vita.
Aveva passato quasi due anni buoni a passarsi le ragazze di tutta Europa al solo fine di svuotarsi la mente, oltre che le palle.
Evitava il discorso “Lalu” e ogni qualvolta qualcuno si azzardava a chiedergli in che rapporti erano rimasti o se continuavano a sentirsi o domande simili, lui rispondeva furioso e irato tagliando corto.
Stesso procedimento avveniva quando Bill lo criticava per la direzione che la sua vita privata aveva intrapreso una volta di ritorno dall’Italia. Lo accusava spesso nei loro quotidiani bisticci di essere diventato un essere androgino, con due sessi: uno nel bacino, uno in testa. Lo accusava di pensare solo e sempre al sesso, arrivando spesso a sfiorare i limiti del sostenibile. Lo additava di essere diventato un pupazzo che ragionava in sola funzione del suo membro sessuale e in tutta risposta Tom eclissava il discorso con un secco “tutte cazzate!”.
Ma nonostante tutto questo, non resisteva ad allungare l’orecchio quando sentiva Serena raccontare riguardo cosa facessero le altre romane, aggiornando il gruppo durante una delle sue numerose visite. Non riusciva a trattenere l’interesse di sapere le novità su Lalu. Qualsiasi cosa stesse facendo, quando arrivavano su quell’argomento, lui si interrompeva all’istante e la sua attenzione verteva sulla narrazione della riccia cercando di non dare troppo nell’occhio. Inutile dire che tutti quelli a lui vicino si erano accorti ben presto di questi suoi mutamenti d’animo e d’azione, intuendone anche la causa.
Però solo durante una discussione con Bill, più accesa del solito, riuscì a comprendere molto di se stesso e di quanto fosse idiota il suo atteggiamento con le donne …e con una in particolare.
Il gemello gli si era scagliato contro perché la sera precedente lo aveva lasciato solo al locale, dove erano andati insieme a divertirsi in una serata fra fratelli, senza la limosine per tornare e costringendolo quindi ad aspettare per più di due ore l’arrivo provvidente di Saki, essendo il rasta troppo preso a correre in hotel con la preda di turno per avvertirlo del disguido. Il moro gli si era avventato contro urlandogli con voce stridula e decisamente avvelenata, lo stava ricoprendo di insulti e fra i tanti se ne uscì con una frase che colpì la mente del chitarrista, ormai quasi assuefatta da quella sequela di improperi: “Lalu ha fatto bene a lasciarti!”.
Fu un lampo a ciel sereno.
Tom bloccò all’istante la fiumana di parole del gemello per chiedere spiegazioni e in risposta ebbe una serie di velate critiche. Bill gli disse che stava esagerando con quel suo modo da playboy, con il portarsi al letto quasi ogni sera una ragazza diversa fregandosene altamente di chi realmente avesse davanti, ma solo per provare un surrogato di ciò che aveva assaporato con Lalu. Dopo quasi due anni gli spiattellò la verità in faccia, gli svelò ciò che per tutti era palese, tranne che per lui. Gli svelò l’arcano. Senza troppi giri di parole, gli fece capire che se la mora lo aveva lasciato era sicuramente anche a causa di questa sua indole da casanova. Era chiaro che era fuggita da una persona verso cui non ci si poteva fidare. Non era solamente una questione di distanza, come invece aveva ipotizzato lo stesso chitarrista in una di quelle poche volte in cui avevano ragionato insieme sulla questione. Tom era un ragazzo al quale piacevano le donne e non aveva il minimo ritegno e non faceva il minimo sforzo per trattenersi a squadrarle e a provarci. Come faceva una donna a fidarsi di uno come lui?
Il rasta sembrò cascare dalle nuvole a questa rivelazione e, grazie all’aiuto del fratello e degli altri del gruppo, prese una seria decisione: avrebbe fatto in modo di riconquistare Lalu iniziando con modificare questo suo eclatante difetto. Aveva deciso che si sarebbe impegnato a cambiare le sue “abitudini”, ma attraverso un processo naturale. Avrebbe diminuito la frequenza delle sue notte passionali senza forzarsi, ma seguendo i suoi istinti e cercando perciò di cambiare radicalmente questa sua mancanza, senza costrizioni e spinto dal solo desiderio di ribalta e amore.
Ci era voluto del tempo, ma alla fine tutte quelle sciacquette erano scemate. Lui non le cercava più e se loro si avvicinavano per approfondire la conoscenza, le allontanava con garbo e senza alcuna imposizione esterna.
Era cambiato!
Il tempo alla fine gli era stato amico e lo aveva aiutato in questa missione, fino ad arrivare al momento in cui doveva giocarsi il tutto per tutto per far comprendere a Lalu quanto fosse cambiato e soprattutto quanto volesse riaverla.

 
 
 
 
 
Ancora una volta vi devo chiedere scusa per il ritardo! Mi spiace terribilmente!
Ho finito gli esami, ma ho subito ripreso le lezioni e quindi devo un attimo riprendere il ritmo per riavere il tempo per buttare giù le idee per questa storia. In compenso nella mia mente sto un bel pezzo avanti..^_^
Grazie a chi ha letto e chi mi ha inserito nei preferiti!!
Grazie a chi mi lascia dei preziosi e veramente carini commenti:
Bell_Lua: lo so che è stata una lunga tortura quella che ho fatto passare a Tom e Lalu e soprattutto a voi lettrici con questi mille capitoli di transizioni dove aggiungevo solo altra legna alla brace, ma giuro e ripeto GIURO che tutto aveva uno scopo che ben presto sarà chiarito! Questo Tom col cuore in mano avrà un suo tornaconto;) Grazie per i complimenti!!!!!!!!!!!
GEMELLINA89: eccoti! Sono contenta che ti piaccia questa ff! Piano piano mi ci sto impegnando sempre di più e fa piacere avere dei riscontri favorevoli!:)
Frehieit489: ma fammi capire..hai il pc che si rompe spesso o lo puoi usare di rado? Comunque, ti ho accontentata, no?! Lalu si è addolcita e promette bene. Spero che tu non abbia niente più magoni e crisi di pianto ;) ..Grazie per il “fenomenale”! mi metto un attimino a gongolare, eh…
kit2007: spero di aver evitato di farti prendere a schiaffi Lalu..si è svegliata anche lei! Poi ho aggiunto anche le riflessioni di Tom..(infatti ho preso spunto dalla tua richiesta per ampliare l’idea che avevo :D). Grazie dei complimenti!! Ps. Più che secchiona, direi con una buona dose di fattore C – leggi culo – XD!
ilenia91dorough: grazie per i complimenti!! “er kaulitz” è tornato più raggiante che mai XD, ahahahah.! Ps. Che posto hai? Io sono al C3
elisuccia22: quante belle parole!! Grazie! Che ne pensi di questa svolta?
 
Ah, anche se sono le 5 del mattino e l’8 marzo è passato…Auguri a tutte le fanciulle!!!
Un bacione a tutti

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Capitolo 13
*** capitolo 13 - non posso, DEVO ***


Capitolo 13 – non posso, devo

Capitolo 13 – non posso, devo
 
 
 
Le birre da due diventarono sei, 3 a testa. Scolate come se niente fosse durante quelle due ore in cui si erano intrattenuti a vicenda con il racconto di tutte le varie vicende passate negli anni passati. L’alcool e il tempo furono d’aiuto a sciogliere il ghiaccio e l’imbarazzo iniziale. Cominciavano a fare anche qualche battuta e l’atmosfera da tesa diventò presto più amichevole e rassicurante. Si stavano dicendo di tutto e di più, ma ben attenti a non toccare certi argomenti, finchè Tom non bevve un ultimo sorso di quel liquido spumeggiante dal retro gusto amaro quanto le domande che gli premevano in testa. Bevve e risoluto decise di spingere quel tasto dolente.
-Lalu, posso chiederti una cosa? Se poi la riterrai una domanda troppo invadente, potrai benissimo evitare di rispondermi! È che mi sta saltando in testa da un po’…mi hai raccontato un po’ tutto quel che hai fatto in questi anni, ma hai sorvolato sull’argomento ‘ragazzi’. Stai con qualcuno adesso?- le chiese con voce titubante e fremente sulle ultime parole, temendo una risposta affermativa e quindi un muro a tutti i suoi sogni.
-No. Non sto e né frequento nessuno.- rispose atona per poi continuare incalzando il suo interlocutore –e tu? Ragazze?- sottolineò la domanda dandole un tono di sfida mista a retorica, ipotizzando già una ben prevedibile risposta…insomma, la fama di Tom come latinlover lo precedeva di molti passi ovunque andasse. Tutti sapevano che lui era il tipico stereotipo di musicista: sesso e rock’n’roll..(la droga era stata messa da parte.. si limitava a un pacchetto di sigarette al giorno e basta).
-No. Anche io non vedo nessuna.-
La mora si ritrovò spiazzata e esterrefatta da ciò che aveva sentito, ma poi pensò che ovviamente uno come lui non poteva legarsi a una sola ragazza…ingenuamente aveva posto la domanda sbagliata –Ah, già scusa. Tu sei un playboy. Non stai con nessuna per più di una notte..- concluse tornando per un attimo alle sfumature acide che difficilmente riusciva a trattenere anche quando era venuta a sapere delle mille one night stand del biondo.
Lui non si scompose minimamente e invece provvide a spiegarsi – Una volta facevo così, ma te l’ho detto prima: sono cambiato! Sono parecchi mesi che non esco con una ragazza. Diciamo che ho modificato le mie necessità primarie e mi sono calmato in quel campo. Non ho più bisogno di avere mille ragazze…-
Lalu rimase doppiamente spiazzata, anche perché stavolta non c’era possibilità di sbagliarsi o di intendere male. Era stato chiarissimo, però non poté tacere nel chiedergli il perché e lui le rispose senza batter ciglio –beh, vedi, è capitato che Bill mi facesse notare certi dettagli di cui neanche io mi ero reso conto per molto tempo e una volta appreso quanto fossero sbagliati, ho deciso di fare qualcosa e il risultato lo vedi davanti i tuoi occhi!- finì con un piccolo sorriso sincero e soddisfatto che gli stendeva le labbra in una mossa genuina e sentita.
La ragazza rimase per qualche breve secondo incantata su quel particolare per poi risvegliarsi e connettere –Ossia? Chi c’è ora davanti i miei occhi?- chiese con enfatizzando la mimica facciale e dando alla voce un’intonazione bassa e melodica, cercando di rendere esplicito quel desiderio di malizia che iniziava a scorrerle tra le vene.
-Ora non c’è più il ‘Tom stronzo’ che ti ricordi e che ti hanno raccontato..o meglio, non sono certo diventato un micino docile docile che non reagisce più, ma diciamo che ho placato certi istinti, i quali avevano finito solo per distruggere e allontanare alcuni rapporti a causa di comportamenti fin troppo superficiali….ora hai davanti una nuova persona.- poi continuò con aria più scherzosa -Hai davanti un figo della madonna, dai muscoli scolpiti e bello come il sole! Di fronte a te è seduto l’uomo più bello della terra!!! Sappilo!- concluse allegro gonfiandosi il petto e dandosi un contegno impostato, sistemando la visiera del berretto e elargendo ammiccamenti vari.
La mora trattenne a fatica le risate, limitandosi a ghignare sotto i baffi –Giusto! Abbiamo il famoso sexgott!...sarai cambiato, ma la modestia rimane una qualità mancante nella tuo carattere!- detto questo scoppiò in una fragorosa risata trascinandosi dietro anche il rasta.
-Comunque, visto che siamo in fase di confidenze e chiarimenti.. come mai siete scesi tutti e 4? È una vita che non venivate tutti insieme!!- gli chiese una volta che riuscirono a riprendere fiato.
-Siamo venuti per il concerto dei Meet e poi per una faccenda di lavoro…-
-Questione top secret o posso sapere di che si tratta?-
-Sono anni che, da quando è scoppiato il nostro successo, non ci fermiamo un attimo e  lavoriamo a tamburo battente fra tour, promozioni, soundcheck e registrazioni. Così, con la scusa che dobbiamo preparare il nuovo cd, abbiamo chiesto alla casa discografica una specie di vacanza. Ci siamo accordati di prendere più tempo del solito con in cambio la promessa di fargli avere le registrazioni pronte per essere masterizzate e pubblicate nel cd. Non solo i pezzi da sistemare della fase di preproduction, ma proprio il prodotto finito da mandare in stampa!- spiegò Tom attirando sempre più l’attenzione della ragazza.
-Cavolo! Complimenti! È un bel passo impegnativo per voi!! E quanto tempo vi hanno concesso?- chiese lei esternando il suo entusiasmo per i successi dei suoi amici e dando sfogo alla sua curiosità.
-Si è parlato di 6 mesi……- in una sola mossa le si avvicinò ancora di più e con un sussurro calcolato scandì parola per parola -…e staremo qui a Roma!- …BOOM. Bomba lanciata!
Ora era il momento di vedere come lei avrebbe reagito alla notizia..
-Come??Roma?!- Lalu rimase del tutto allibita dalla notizia, incredula e incosciente dall’esprimere altre emozioni.
-Si. Ci hanno dato la possibilità di scegliere il luogo della nostra vacanza lavorativa e Bill e Georg sono stati i primi a proporre Roma per stare vicini a Serena e Ver…beh, poi sia a me che a Gustav non ci dispiaceva tornare qui dove abbiamo avuto modo di divertirci molto in passato!- fece con aria allusiva e ammiccante.
-E dove starete? In hotel per 6 mesi??- senza fare caso al comportamento di Tom.
-No, oggi pomeriggio siamo andati a vedere una villa in cui abiteremo tutti e quattro e dove abbiamo dato direzioni di sistemare un piccolo ma attrezzato studio per poter direttamente registrare le canzoni da noi. E’ a due passi da un grande centro commerciale nato da poco ed immersa nel verde. Quindi potremmo stare tranquilli, sicuri di poter rimediare senza difficoltà a qualsiasi bisogno senza troppa difficoltà!- disse rinunciando al ruolo di cacciatore e tornando a chiacchierare amichevolmente – io e Bill ci trasferiremo domani sera. Georg e Gustav ci raggiungeranno la settimana prossima appena avranno finito questo piccolo tour europeo con i Meet!-
-Ah, già. Georg mi aveva accennato di questo impegno… e quindi vi avremo fra i piedi per ben 6 mesi?- chiese fingendosi scocciata, ma veramente contenta in realtà.
-Eh già.. anche qual cosina in più se sarà necessario! Più stiamo, meglio è… ci vuole una bella vacanza! E preferirei passarla in buona compagnia!!- nel dirlo la fissò dritto negli occhi, senza un velo di incertezza. Era serio e sicuro di ciò che voleva e stava cercando di farlo capire anche alla mora con l’aiuto del suo sguardo profondo e intenso. Alzò piano una mano e la posò sulla guancia della ragazza per accarezzarla e sfiorarla delicatamente, rimanendo incantato dalla semplicità di quel gesto e al tempo stesso colpito da quanto gli fosse mancato anche solo toccarla.
Era tempo di muoversi e cogliere il fatidico attimo..
-Lalu, come fai? Come fai a ridurmi così? Come fai a provocarmi questa valanga di emozioni restando semplicemente seduta qui accanto a me, risplendendo della tua bellezza? Mi hai stregato! Non sai quanto ho desiderato riaverti così vicina! Sentire il tuo dolce profumo, vedere il candore del tuo volto, annegare nei tuoi occhi ed essere illuminato dal tuo sorriso. Ho desiderato le tue labbra come nessuno mai!- la mano scese dalla guancia fino al mento percorrendo le linee del volto e con il pollice passò un tocco leggero sulle morbidezze della bocca, facendo sussultare la ragazza- Ho desiderato avere il tuo corpo fra le mie mani ancora una volta per perdermici dentro e non trovare più via d’uscita! L’ho sognato un’infinità di volte e me lo sono immaginato in ogni situazione…- la mano scese ancora nell’incavo del collo mentre Lalu inconsciamente la seguiva piegando la testa a favore di quel sinuoso movimento - Non ti ho mai dimenticata! Sei sempre stata rinchiusa nel mio cervello e nel mio cuore! Se sono cambiato, è stato grazie a te…io voglio stare con te!- concluse stingendole la mano nella sua, più grande e forte.
-Tom..- sospirò - ..è passato del tempo…non so neanche se sia giusto stare qui a parlare…mi piace stare con te e mi rendi difficile il compito di mantenere le redini delle mie reazioni, se dici tutte queste cose! So di avere sbagliato in passato perché ho dato retta alla paura e non al cuore. Ora non puoi dirmi tutto questo e credere di non sciogliermi l’anima…!- confessò con timidezza la ragazza
-Non posso, DEVO! Io sono venuto qui solo per te!!!- e le loro dita si incrociarono e la presa divenne ancora più stretta come a negare un qualsiasi possibile allontanamento. Occhi negli occhi e in un attimo le loro labbra si congiunsero in un bacio, trovando la parte mancante della loro metà della mela. Completandosi al solo ritrovarsi così uniti e vicini. Un bacio delicato, senza foga o pressione. Un bacio a stampo dove le loro labbra si sfiorarono appena, forse timorose di quel contatto per tanto agognato.
Il resto della sala  e degli amici sembrarono sparire e la mente di entrambi era totalmente presa da quel bacio, confusa dal vortice di sentimenti che esso rievocava. Sembrava di stare sotto una teca insonorizzata dove il ritmo del loro battito cardiaco rimbombava e la sola aria necessaria era data dal respiro dell’altro. Tutti i suoni esterni furono attenuati fino a perdersi nello spazio, tutti i colori andarono a sfumarsi insieme per divenire accesi e pieni di energia. Una bellissima sensazione di benessere e felicità iniziò a farsi strada in loro..
Quando si dovettero staccare per mancanza di fiato, tutti e due erano rossi in volto…difficile da dire se per l’imbarazzo o per l’eccitamento.
Rimasero in silenzio a guardarsi reciprocamente, con uno sguardo perso e incantato. Un sorriso lieve sul volto e un brillio negli occhi.
Fu Lalu a rompere questa scena statica - Ti va di andare fuori in terrazza?- gli chiese gentile, scoprendosi speranzosa e vogliosa
-Perché? Qui non stai bene?- fece un po’ sbalordito dalla proposta ricevuta
-Ho bisogno di un po’ di aria fresca…e magari di una sigaretta! Mi accompagni?-
Tom, anche se ancora interdetto, annuì e si alzò porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei prontamente la prese, accettando l’invito cavalleresco e insieme si accinsero ad uscire sul balcone, ampio ma poco illuminato. Da lì si poteva godere di una magnifica vista panoramica della Capitale e di uno spettacolo naturale dato da una lattea luna piena impreziosita da un’infinità di stelle sparse per tutto il cielo, pronte a risplendere su i due giovani.
 
 
 
 
 
 
Stavolta son stata brava: nessun ritardo!^_^
Anzi, avevo il capitolo pronto già il giorno dopo dell’ultima pubblicazione..miracolo!
Coooooooomunque, finalmente c’è stato questo benedetto bacio di riconciliazione…si, diciamo così va! Rimango sul vago, ma chi mi segue sa come io sia debole e tentata a scrivere certe scene..ihihih..non dico nient’altro sennò mi brucio il continuo XD
 
Grazie a chi legge e a chi commenta!!!!!!!!
elisuccia22, ma quanto sei carina??! Mi riempi sempre di tanti complimenti…sei un tesoro! Grazie!!! Magari l’oscar o una statua sono un tantinello eccessivi …ghghgh…grazie ancora delle tue belle parole, mi fanno davvero piacere!
ilenia91dorough, beh sei al primo anello..in teoria dovresti vedere benissimo! Forse anche meglio di chi sarà al parterre (escluse quelle in transenna)..io li vedrò tipo formiche invece =.=’..sigh! e grazie dei complimenti!
pamao, grazie tantissimo dei complimenti e dell’incoraggiamento..sei dolcissima! Ti posso dire che Lalu avrà modo di apprezzare questo nuovo Tom ;)
GEMELLINA89, mi fa piacere sapere che ti ho addirittura emozionato!! E anche molto direi! Siamo vicini alla meta…l’aria si sta scaldando!eheheh ;D
eddy, eh sì, finalmente Lalu si è addolcita! È stato un processo lungo e doloroso, ma alla fine l’ha capito che doveva ingoiare il rospo e andare avanti…Grazie dei complimenti! Sono felice che il chap non sia risultato pesante anche se riflessivo per il 98%...good!
kit2007, hai preso in pieno il clou del discorso che volevo esprimere con quel capitolo! È ottimo sapere di essere stata così chiara e aver anche un buon responso :D ah, credo ti interesserà molto quello che avverrà dopo la birra XD! E grazie ancora dei complimenti!!
 
Un bacione
CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

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Capitolo 14
*** capitolo 14 - seguimi ***


Capitolo 14 – seguimi

Capitolo 14 – seguimi
 
 
 
Tom aprì la finestra che portava al bancone e da bravo cavaliere, quale quella sera si era dimostrato più volte, aveva lasciato andare avanti Lalu. Appena uscita la mora fu investita da una lieve brezza frizzante che iniziò ad agitarle i capelli, ma che allo stesso tempo la rinfrescò all’istante. Il suo volto si era arrossato e scaldato notevolmente per la situazione creatasi poco prima con il rasta, il quale tuttora le stava vicino, anche lui intento a godersi la sensazione di benessere donata dall’aria primaverile che li circondava.
La ragazza raggiunse la balconata e poggiò i gomiti sul davanzale marmoreo, pieno di colonnette  intarsiate e tondeggianti nella loro atipica forma ‘a pera’, e fece per prendersi una sigaretta dalla tasca del jeans quando sentì afferrarsi i fianchi da dietro. Era Tom che l’aveva seguita e le si era posizionato alle spalle. Il biondo le aveva stretto i fianchi posando le sue mani proprio nel punto in cui poteva sentire appena sporgere l’osso del bacino della ragazza e, senza indugiare, si avvicinò a lei facendo aderire il proprio petto alla schiena di lei. Un gesto grintoso quanto lento, pieno di foga per stringerla a sé e al contempo dolce e tenero per unire i loro corpi in un unico caldo contatto.
-Sei bellissima! Questa poca luce lunare ti illumina il viso e fa vedere quanto siano profondi e brillanti i tuoi occhi. Mi parlano di te senza che tu proferisca parola. Sono la luce che tante volte ho desiderato che mi illuminasse..
Ti ho pensato moltissimo in questi anni e, sebbene tu mi avessi ferito, non sono riuscito a togliermi dalla testa il tuo sguardo denso di emozioni che da sempre mi ha colpito in te. Non ho mai ritrovato tanto ardore in un solo sguardo. Tanta dolcezza e rabbia insieme.- le sussurrò tutto delicatamente mentre le prendeva appena il mento per farla girare verso di lui, tanto da poterla guardare negli occhi -Me lo sono immaginato migliaia di volte, ma averti qui davanti a me ha un altro sapore…ed effetto….- e un sorriso ammiccante e malizioso tornò sul volto del ragazzo.
Anche lui aveva un rossore diffuso, sicuramente però non era dovuto dall’imbarazzo stavolta.
Sentirla così vicina e calda non faceva che incitarlo ad agire..
Sciolse la presa sui fianchi per poi andare a cercare le mani di lei poggiate sul davanzale e, un volta trovate, le afferrò per avvolgere l’intero suo corpicino in un possente e rassicurante abbraccio.
Nella sua altezza e corporatura il biondo sovrastava la ragazza e ora, tenendola rinchiusa fra le sue braccia, era come se la proteggesse dal mondo esterno e la stringesse a sé istintivamente, come per darsi a sua volta sicurezza.
Sentiva il profumo dolciastro emanato dai capelli castani di Lalu, sentiva la fragranza fruttata proveniente dalla sua pelle, ma soprattutto sentiva perfettamente ogni forma del corpo della mora sul suo e in un attimo le sue labbra carnose stavano già assaggiando il sapore del collo della ragazza.
Un brivido di piacere percorse la schiena ad entrambi.
Tom continuò a baciarle il collo e poi l’incavo e poi la spalla, scostando con delicatezza il laccio della canottiera indossata dalla mora.
Lalu fu travolta da una marea di brividi e restava immobile con la testa leggermente chinata a sinistra, godendosi quell’improvviso e gradito ‘trattamento’. Quando il biondo sciolse l’abbraccio per spostarle la bretella, lei ruotò su se stessa per ritrovarsi faccia a faccia con il ragazzo e a neanche 2 cm da quelle labbra che prima stavano parlando con il suo collo e adesso si stavano leggermente gonfiando e arrossando: non esitò un secondo per avvicinare le sue labbra a quella bocca pulsante.
Si baciarono per davvero stavolta, con dolcezza ed intensità, assaporando il gusto dell’altro e dando il via a un lungo moto, lento e agitato al tempo stesso. Un bacio che diede sfogo a tutto il loro intimo istinto di sentirsi.
Assetati da quel tocco come se fossero dei dispersi nel deserto, ora davanti alla loro unica fonte d’acqua, fonte da cui stavano bevendo con foga e insaziabili nel farlo.
Presi da tanto ardore, lasciarono le mani vagare sui loro corpi, tastando e accarezzando ogni tratto raggiungibile, fremendo al solo tocco.
Erano uno di fronte all’altro intenti a baciarsi come due adolescenti presi dai loro ormoni. Tom con la testa chinata verso il basso per raggiungere le labbra di lei e Lalu con il collo disteso verso l’alto per lo stesso fine.
A un certo punto, resasi conto di quella posizione fastidiosa, Lalu si alzò sulla punta dei piedi per riuscire ad arrivare o almeno ad avvicinarsi il più possibile all’altezza naturale del rasta, stringendogli le braccia al collo per darsi un minimo di sostegno. Tale allungamento però durò poco in quanto il ragazzo la prese per le cosce e la alzò da terra facendosi cingere la vita dalle sue gambe, favorendo così quel desiderio di sentirsi sempre più vicini e uniti.
Seguitarono a baciarsi, anche così avvinghiati, per diversi minuti fra un rapido respiro e una carezza vogliosa d’altro.
Si fermarono solo a causa di un rumore di bottiglie rotte proveniente dalla sala in cui si stava svolgendo l’after e dal fracasso successivo capirono fosse stato causato dalla instabile ubriacatura di cui erano vittima Davide e Diego, i quali in effetti erano da ore ciucchi persi dietro il bancone dei drink.


Quei momenti, serviti a capire la situazione interna della festa, li fecero risvegliare e riprendere da quel bacio infinito. Si erano entrambi voltati d’istinto verso la finestra della sala ed erano rimasti così staccati giusto il tempo per riuscire a capire anche in quale situazione fosse loro stessi. Tom fece scendere Lalu dalla sua presa senza però scostarsi da lei. Si fissarono negli occhi con il respiro ancora affaticato. Non dissero nulla, solo una serie di lunghi sguardi indagatori che più volte si incrociarono, sorprendendosi sempre con piacere. Alla fine la mora prese parola e chiese al ragazzo se avesse una stanza nell’albergo.

-Si, certo.. vuoi andare lì?- rispose lui, cercando di capire il vero significato della domanda e velando con fatica la gioia e la voglia data da una possibile risposta affermativa.
-Bene! Sì, seguimi!- lo prese per mano e se lo tirò a presso mentre rientrava con rapide falcate nella sala e ne riusciva altrettanto rapidamente trovandosi tutti e due in corridoio ancora mano nella mano –beh, da che parte dobbiamo andare?- gli chiese, ammiccando deliziosa.
-E’ qui vicino..a destra, vieni!- rispose ancora incredulo da come si stavano evolvendo le cose.
Stavolta fu lui a tirarla sicuro verso una direzione precisa, contento e desideroso di arrivare velocemente alla meta destinata. Pochi passi e un paio di svolte che furono dinanzi a una porta in mogano, liscia e lucida, al cui centro stavano quattro cifre dorate e al cui lato vi era un aggeggio su cui strisciare la chiave-tessera per entrare e su cui erano impresse le stesse quattro cifre: 1257.
Tom cercò in tasca la tessera, la strisciò veloce e, dopo lo scatto della serratura, spalancò la porta lasciando il passo a Lalu –Prego, milady!-.
La ragazza entrò senza titubare mentre dietro di lei il biondo accendeva la luce e le permise di rivedere una stanza sfarzosa e ampia come quelle che ricordava di quello stesso hotel in cui spesso era stata insieme al ragazzo che ora la stava teneramente abbracciando da dietro.
-Adesso che vuoi fare?- le chiese malizioso.
Lalu non rispose, ma, dopo essersi riappropriata del senso di abitudine e benessere che solo quelle quattro mura le potevano dare, si diresse spedita verso l’armadio in stile barocco che prendeva tutta una parete della camera da letto. Aprì le ante e ne trasse fuori una pesante coperta in pile e, con non poca difficoltà, se la mise sottobraccio sotto gli occhi incuriositi del rasta, rimasto per tutto il tempo sulla porta della stanza ad osservarla immobile.
-Seguimi!- lo incitò ancora dopo riaverlo preso per mano.
Il ragazzo non obiettò e prese a seguirla, cercando di capire le intenzioni della ragazza mentre uscivano dalla stanza d’albergo.
-Prima siamo passati davanti a una porta di servizio che portava alla rampa di scale centrale…torniamo lì- gli spiegò rapidamente, tirandoselo costantemente dietro.
-Si, ma lì dove? Dove vuoi andare??- le chiese ancora frastornato dall’iniziativa presa dalla ragazza.
-Su!- gli diede una risposta secca e paradossalmente diretta e semplice, lasciando comunque il ragazzo pieno di dubbi sui progetti preservati per il loro continuo di serata.
-Lalu, su dove? Non è per essere pressante, ma mi devo preoccupare? Non è che ora sbucano un paio di energumeni amici tuoi e iniziano a gonfiarmi di botte??- incalzò chiedendo spiegazioni e scherzando sull’argomento nel tentativo di cercare stemperare lo strano stato di agitazione che aveva iniziato a torturargli la bocca dello stomaco.
La ragazza si bloccò d’improvviso, scontrandosi di conseguenza con il chitarrista, rimasto sempre a un passo dietro di lei. Si bloccò e si girò per scrutarlo attentamente negli occhi per poi scoppiargli a ridere in faccia. Cominciò a ridere di gusto davanti al biondo, il quale da parte sua rimase in silenzio, allibito per l’ennesima inaspettata reazione e ancora decisamente confuso riguardo il da farsi.
-Ma sei scemo!??- si rivolse al rasta una volta smesso di ridere –ti pare che ingaggio degli energumeni, come li chiami tu, per farti menare?? Se voglio picchiarti, posso farlo benissimo da sola….e fidati che non ti dispiacerebbe affatto!- concluse lanciandogli un sorrisino malizioso e ammiccante.
-beh, era per chiarirmi un attimo le idee..- si giustificò lui, rispondendole con un ghigno divertito e provocatorio.
In effetti si stava chiarendo le idee per davvero. Stava iniziando a capire dove volesse arrivare Lalu con tutto quel seguimi!” e non gli dispiaceva affatto assecondare quel piano così inusuale per le sue abitudini notturne.
Lei, di risposta, gli diede solo un piccolo bacio a stampo e, una volta trovata la porta di servizio per le scale, iniziarono a salire velocemente fino ad arrivare davanti l’ultima porta che portava al tetto.
Tom continuava a seguirla silenzioso e divertito dalla sfrontatezza mostrata dalla ragazza nell’attuare la sua particolare idea, pensando quanto fosse irreale e magnifico l’avvicendarsi delle situazioni accadute durante l’arco di quella serata. Era partito con la sola voglia di parlarci e ora era in procinto di dare sfogo ad una voglia molto più intima e animale. Non poteva chiedere nulla di meglio!

Arrivati sul tetto, Lalu prese la coperta che aveva sotto braccio e la stese per terra, vi si sdraiò a pancia in su e si mise ad osservare le stelle appoggiandosi sulle braccia incrociate sotto la propria testa. Il biondo rimase in piedi a fissarla. Sembrava fosse stregata dal cielo stellato e non si accorgesse di quanto in realtà fosse terribilmente sensuale così distesa, in quella posa naturale per lei ed eccitante per lui.

In pochi attimi infatti le andò sopra a cavalcioni, sorprendendola con un’infinità di baci a fior di pelle. La baciava con passione e foga, senza dover più trattenere il proprio desiderio di possederla, senza limitare il fuoco che gli si accendeva dentro al solo pensiero di lei, senza curarsi di sguardi indiscreti o discorsi fastidiosi. Ora la aveva lì, fra le sue mani, e difficilmente l’avrebbe fatta fuggire.
Finalmente stavano giocando al loro gioco preferito e non avrebbero finito se non allo stremo delle loro forze.
Baci dati con forza vorace, pieni di foga e desiderio, ricambiati con la stessa intensità. Carezze lievi che intraprendevano un movimento sconclusionato lungo tutto il corpo dell’altro. Respiri sempre più affannati, rubati fra un bacio e l’altro. Dopo tanto stavano allontanando il tempo che li aveva tenuti distanti e stavano perdendosi l’uno nel soffio dell’altra.
Senza smettere di baciarsi, Tom si distese sulla coperta, mettendo Lalu a cavalcioni sul proprio torace. La aiutò a sfilarsi la canottiera, rimanendo ammaliato dalla scena di cui poterono godere i suoi occhi nocciola: sopra di lui stava questa ragazza rossa in volto per l’eccitazione, con le labbra turgide e gonfie di un rosso acceso, presa da un respiro pesante e lento, rimasta in reggiseno da cui si poteva ben mirare il florido seno e gustare il candore della sua pelle, col viso incorniciato da una piccola e soffice cascata di boccoli castani e da cui un paio di occhi vispi chiedevano maggiore vicinanza.
Le tolse anche il reggiseno e proseguì a baciarla entusiasta e inebriato dal profumo del loro contatto.
Continuarono questa danza in cui si trovavano a vicenda uno sotto e l’altra sopra e viceversa per spogliarsi da tutti i vestiti, finché non rimasero entrambi nudi e si unirono, dopo essersi protetti. Tom troneggiava sul corpo sinuoso e morbido di lei, spingeva ritmicamente e con forza sempre maggiore, afferrando con vigore le cosce della ragazza e lanciando mugolii e urla smorzate di tanto in tanto. Lalu gli rimase sotto, cingendogli la vita con le sue gambe e stringendo la presa quando il piacere diventava maggiore e le spinte si facevano più possenti. Si scambiavano sospiri profondi e sguardi carichi di gioia e ardore, si accarezzavano e sfioravano delicatamente o si aggrappavano l’una all’altro quasi graffiandosi, senza più riuscire a distinguere la minima differenza in quel tocco che non fosse altro piacere e un continuo di brividi adrenalinici. Andarono avanti con questo moto ondulatorio e ripetitivo finché i gemiti aumentarono e si intensificarono, perdendosi nell’aria del cielo stellato sotto cui il loro incontro stava avvenendo. Tom, sentendo la presa in vita farsi più stretta e intuendone il significato, insistette nel suo movimento fino a portare la mora all’apice del piacere, definito da un sospiro più rumoroso e smorzato dei precedenti. Giunto a quel punto, il biondo si lasciò pervadere dai sensi e, stringendosi alla ragazza, raggiunse anche lui l’orgasmo, svelando tutta la sua potenza con un respiro caldo e pesante liberato nell’incavo del collo di lei.
Restarono così abbracciati per pochi secondi e poco dopo il ragazzo si accasciò esausto al fianco della mora, pulendosi e rinfilandosi i jeans lasciati informi a terra poco distanti dalla coperta. Lalu si rimise gli slip e infilò una delle due maglie indossate dal chitarrista, per poi adagiarsi su una sua spalla nuda e muscolosa e godersi l’aria fresca di quella notte e lo splendore della luna. Lui l’abbracciò e coprì i loro corpi con il resto della grande coperta su cui erano stesi, avvolgendosi in un soffice fagotto.
 
 
 
 
 
Oooooooooh, finalmente!
Come dicono dalle mie parti: JE L’HANNO FATTA! Ihihih
E ce l’ho fatta anche io a pubblicare…è che sto male e il cervello non collabora, cioè collabora meno del solito! XD Scusatelo!!!^^
 
Ovviamente grazie a chi ha letto e recensito:
Elisuccia22 – si si, come no, una statua in miniatura da mettere sul comodino..grazie tesoro!
Kit2007 – mi hai fatto morire dal ridere..semmai finisse male, ti do il permesso di entrare nella storia e prenderli a randellate XD.. auaauhuhaua..in questo capitolo sono stati moooolto fisici, come dici te. Piaciuto? Grazie del ‘sensazionale’!
Gemellina89 – grazie mille dei complimenti! Sto ancora leggendo la tua ff per mancanza di tempo, ma sto quasi alla fine…poi ti dico.
Rubychubb – donna, tu capisci sempre i miei intenti!! Non so dirti quanto di positivo e quanto di negativo ci sarà in futuro…ancora devo rifletterci su J grazie del sostegno mafioso e del ‘si stampi’!!
 
Ps. Recensite in taaaanti!! Lasciatemi le vostre preziose opinioni…grazie!

kiss

 

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Capitolo 15
*** capitolo 15 - dall'alba al risveglio ***


Capitolo 15 – dall’alba al risveglio

Capitolo 15 – dall’alba al risveglio
 
 
Erano stretti in un caldo abbraccio, protetti dalla grande coperta in pile che si erano portati dietro, appena spossati per la fatica appena terminata, ma felici e sereni di vivere momenti così densi di pura gioia e piacere.
Lalu teneva la testa candidamente posata sulla spalla di Tom. Si era accoccolata fra le sue braccia protettive, intrecciando e sovrapponendo la sua gamba fra le sue più virili, mentre con la mano gli accarezzava delicatamente il petto, andando a fare dei cerchietti invisibili intorno ai capezzoli, ancora nudi, di lui, seguendo con la mente chissà quali vaghi e vacui pensieri.
Il ragazzo invece la stringeva a sé con premura, in un modo stranamente naturale e spontaneo. Si stava rilassando, rassicurato finalmente da un dolce respiro liberato contro il suo petto. Perlustrava gli astri celesti tranquillo, lasciando fluire via tutto lo stress accumulato nei giorni precedenti, stress provocato dal loro imminente e possibile incontro.

 
 
Ora non poteva solo che ringraziare il fratello per aver tanto insistito sul suo sconclusionato comportamento con le donne. Lo aveva illuminato su i suoi stessi sentimenti, i quali solo adesso era riuscito a esternare, seppur con fatica, a colei che inconsapevolmente lo aveva segnato a vita.
Quella piccola e testarda moretta, lo aveva travolto con tutta la sua verve e stravolto in due secondi netti appena lo aveva lasciato.
Con il gemello avevano discusso molto riguardo all’evolversi della loro storia passata e avevano ipotizzato mille possibili ragioni del loro distacco. Analizzando punto per punto, erano arrivati a dedurre che la ragazza si fosse spaventata di fronte a un rapporto a distanza, e per giunta, con un famoso musicista, considerando tutti i pro e i contro annessi. Da lì il chitarrista ebbe chiara anche la testardaggine ostentata ad oltranza dalla mora nel non tenersi in contatto in quegli anni.
Spiegato questo concetto e cogliendo al volo la possibilità di una vacanza per il nuoco cd, si era attivato a coinvolgere l’intero gruppo nel suo piano di conquista. Convinse i restanti tre a trasferirsi direttamente a Roma per quel periodo di riposo, ovviamente l’inverso di come invece aveva riferito a Lalu, e si era organizzato in modo da sfruttare la prima concreta possibilità per riuscire a spiegarsi e riallacciare i rapporti.
Tutto era filato liscio come l’olio, a parte un inizio un po’ ostile. Sapeva che stemperare gli attriti con un goccio d’alcool in più lo avrebbe aiutato e, infatti, così fu. Inaspettatamente però, dopo la lunga chiacchierata, Lalu si era rivelata estremamente passionale e piena d’invettiva, come se nulla fosse accaduto o cambiato. Tale reazione lo lasciò di stucco, ma indiscutibilmente felice.
Adesso che tutto era tornato nei ranghi, adesso che il suo cuore poteva continuare a battere, adesso che aveva su di sé il suo corpo, adesso che si erano riuniti, solo adesso poteva dirsi completamente contento. Appagato e soddisfatto della propria vita.
 
 
Ecco, in questa condizione di abbandono dei sensi, entrambi ripresero a stuzzicarsi e coccolarsi.
Cominciarono a rotolarsi nella coperta svincolando l’una dalla presa dell’altro, lasciandosi adulare da una carezza o da un bacio, scherzando e amoreggiando come tortore a primavera, saltando fintamente indispettiti per un pizzico inaspettato e una tastata prepotente, sciogliendosi davanti a un sorriso sincero o a uno sguardo troppo audace.

-Ma insomma! Non ne hai ancora abbastanza?- squittì la ragazza mentre il rasta insisteva a farle il solletico, assaggiando al tempo stesso tutte le forme del suo corpo.
-No, mai!- sentenziò convinto, distendendo divertito il viso in un sorriso scaltro e accattivante, senza smettere di far ridere e agitare la mora fra le sue mani.
-Daaai! Fermati! Sto morendo… ti prego, ti prego… farò tutto ciò che vuoi, ma basta con il solletico!- lo implorò riuscendo a trattenere le risa e guardandolo fisso negli occhi, nonostante la stesse “torturando” e bloccando i  movimenti, mettendosi sopra di lei.
-Ah sì? Tutto tutto?- domandò allora, più che interessato alla proposta.
-Sì tutto!-
-L’hai detto!- smise di farle il solletico per imporsi su lei, bloccandole i polsi ai lati della testa -Guarda che posso andare avanti per tutta la notte! Non mi devi dare che il via..- aggiunse il biondo, senza andare a definire quanto ci fosse di minaccioso e quanto di sfida in quella frase. Dopodiché lasciò la presa per osservarla meglio. Rimase sopra di lei sollevandosi con le braccia e dall’alto della sua posizione iniziò a squadrarla in modo provocante e inumidendosi le labbra.
-Esagerato! Non credo potrai resistere così a lungo!- insistette la mora, divertita sia dalla situazione equivoca e sia dalla posa sensuale assunta dal ragazzo.
-Ah no? Sono ben munito e non avrò remore a usarli!- asserì soddisfatto, tirando fuori dalla tasca, posta sul retro del suo jeans, una lunga sfilza di pacchettini argentati. Tutti attaccati fra loro, una decina di preservativi.
-Ah però!! Sei venuto con buone intenzioni!- e un ghigno voglioso apparve sul volto di entrambi.
Il ragazzo non spiegò oltre e si avvicinò per baciarla.
Da un bacio nacque altro, e poi ancora e ancora fino ad aprire parecchi di quei pacchetti, accuratamente preservati nella tasca del pantalone.

Giocarono fino alle prime luci dell’alba, riprendendo fiato e forze di tanto in tanto, ma non perdendo la foga e il vigore nel farlo.
Alla fine si fermarono definitivamente esausti, quando il sole stava per alzarsi e il cielo iniziava a schiarirsi prendendo tutte le sfumature possibili, dal celeste al rosa con venature di arancio e viola.
Si rivestirono e dopo aver ammirato per alcuni minuti lo spettacolo della città illuminata dai primi raggi del giorno, scesero di nuovo nella stanza dell’hotel del chitarrista e crollarono l’uno sull’altra, affondando rumorosamente nel grande e soffice letto della camera.

 
La mattina seguente furono svegliati dal suono insistente del cellulare di Tom, mentre ancora entrambi erano sotterrati da un cumulo di lenzuola attorcigliate fra i loro corpi e sepolti dalla miriade di cuscini decorativi, ovviamente compresi nello stile sfarzoso del letto, e che si erano chiaramente scordati di riporre nell’apposita cassapanca ai piedi del baldacchino, quando erano caduti nelle braccia di Morfeo.
Il chitarrista rispose al telefono graziando il suo interlocutore di una terrificante voce impastata e sbiascicante, annuendo e sillabando a fatica con la vivacità di una pianta grassa morta.
Appena la conversazione fu terminata, riprese l’esatta posizione da cui si era dovuto togliere per rispondere: spalmato a quattro di bastoni sui ¾ del materasso. Nell’angolino rimanente c’era Lalu, la quale continuava imperterrita a dormire con la testa affondata in un soffice cuscino e le gambe tirate al petto in posizione fetale, tenera come una bambina persa nel mondo dei sogni.

Passarono buoni dieci minuti quando il ragazzo provò a parlare, avendo intuito che era il caso di alzarsi.
-Era Bill…dice che sono le tre e mezzo!- esordì con appena un filo di voce voltandosi verso il bozzolo di lenzuola e cuscini in cui era la ragazza.
Un solo mugugno contrariato per risposta.
A quel punto il biondo s’issò lentamente dalla sua classica posizione per andare a crollare di proposito su quel cumulo di roba.
Piccola, è ora di svegliarsi!- lo disse calmo e pacifico.
Un piccolo sorriso sul suo volto mentre lentamente andava a scoprire il corpicino raggomitolato della mora. Una volta ritrovata, la abbracciò con dolcezza racchiudendola interamente nelle proprie braccia.
Altro mugugno.
Fu allora che le scansò i capelli dal viso e dal collo e prese a riempirla di mille soffici baci, partendo dalla spalla fino ad arrivare all’orecchio e inoltrarsi sulla guancia verso la bocca. Si rigirò sapientemente e con cura il corpicino fra le mani, facendo finta di non essersi accorto di aver già ampiamente svegliato la fanciulla, la quale però continuava a fingersi addormentata. Allietato da quella recita e trovandosi di fronte le labbra carnose e sorridenti di lei, iniziò a baciarle e morderle con delicatezza.
Alla fine Lalu si decise di rispondere a quel bacio, diventato piano piano sempre più avvolgente e viscerale, ricambiando con trasporto e calore di pari livello.

-Ah, ma allora sei sveglia?- le chiese, appena si staccarono per riprendere fiato, divertito e fintamente indispettito.
La ragazza annuì ripetutamente, scuotendo allegramente i capelli sconvolti dalla dormita. Gettò le braccia intorno al collo del ragazzo e gli diede un ultimo bacio a stampo prima di augurargli un soave “Buongiorno!”.
Dopo altre effusioni amorose, decisero di lavarsi e scendere nella sala ristorante dell’hotel per mangiare quel che per loro fu una colazione, ma per le persone normali era un pranzo più che abbondante… d'altronde dovevano recuperare le energie consumate durante quella strepitosa notte!!!
 
 
 
 
Lo so che in questo capitolo mi sono lasciata andare in descrizioni smielate e azioni apparentemente inconcludenti ai fini della storia, ma dovevo riportare la fiction sulla retta via…in HARMONY style! ;p
-Chiedo venia per la frase conclusiva: deficiente e…. niente. È solo deficiente! Ma la trovo simpatica.. nooo?!? ;)-
Spero comunque che sia stato gradito questo interludio tenero-focoso..eheheh..piano piano l’ispirazione ha preso piede in me e non sono stata più cosciente di quel che ho scritto. buCia! È che mi sono fomentata sull’argomento XD
 
Ecco, come al solito ho lasciato una traccia della mia demenza…sarà colpa delle vacanze pasquali?! Naaaaaaaaa
 
Beh , grazie a chi ha letto e chi ha commentato:
eddy, elisuccia22 e kit2007 (daaaaaaaaaai! Lalu non è una smorfiosetta! è solo lunatica come miliardi di donne ^^)
vi adoro e vi auguro BUONA PASQUA!!!!
 
bacino

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Capitolo 16
*** capitolo 16 - home, sweet home? ***


Capitolo 16 – home, sweet home

Capitolo 16 – home, sweet home?
 
 
 
Pieni come uova e sazi fino a scoppiare, tornarono in camera e richiamarono Bill accordandosi per il da farsi riguardo al trasloco nella nuova casa.
Decisero di trovarsi nella hall alle sei in punto per salutare i superstiti del party della sera precedente e dirigersi poi, solo con Bill e Serena, verso la nuova villa-studio di registrazione del gruppo.
 
Era una villa a tre piani in stile moderno, circondata da un ampio giardino con piscina-idromassaggio annesso.
Si trovava in una zona della periferia romana, piena di villette dello stesso genere, bianche e con un’architettura minimale. Metri e metri di verde tra una casa e l’altra, quel tanto per isolarsi dal caos urbano. Tutto aveva un’aria molto sobria e semplice, senza troppe pretese. Bellezza esteriore unita a praticità e comodità interna.
La casa era sì divisa in tre piani: il primo era il piano dove si trovavano le cinque camere da letto con bagno interno, quattro per ognuno del gruppo più una per gli ospiti; il pian terreno era quello con cucina, soggiorno, sala hobby piena di giochi e aggeggi elettronici di ogni genere e divertimento, due bagni di servizio, sala da pranzo, lavanderia, ingresso e atrio da cui si dipartivano le rampe di scale; il seminterrato, ovvero l’ultimo piano sotto il piano terra, era adibito a studio musicale, con una grande sala prove, due sale registrazioni, uno studio fonico, una piccola palestra e con un paio di divanetti per lo svago dei ragazzi fra una prova e l’altra.
 
La macchina di Lalu, in cui sedevano i quattro amici, aveva seguito, curva dopo curva, il furgoncino blu della Iveco carico dei bagagli e degli strumenti dei ragazzi.
Arrivati alla villa, due signori in uniforme, anche essa blu, erano scesi dal suddetto furgoncino per iniziare a scaricarlo e, mentre i due si erano adoperati per trasportare chitarre e rullanti vari, i gemelli con le ragazze si erano caricati le valigie ed erano entrati nell’abitazione.
Bill si stava trascinando a fatica due trolley pesantissimi seguito da Serena, la quale reggeva a stento un borsone blu e cercava di avanzare dondolando e muoversi così per forza cinetica. La coppia stava salendo le scale che portavano al primo piano, diretti verso la stanza del cantante.
Anche Tom si era caricato un paio di valigie più una borsa a tracolla e dietro di lui Lalu, la quale si trainava appresso un trolley su cui aveva impilato un beuty-case e uno zaino. Anche loro stavano scalando la rampa di scale verso le camere da letto.
In cima vi era un lungo corridoio con cinque porte: due sulla destra, due sulla sinistra e una in fondo.
-Quale è la tua, Tom?- chiese la mora giunta ansimante all’ultimo gradino, riprendendo fiato e massaggiandosi le braccia leggermente indolenzite.
-E’ la prima a sinistra. Di fronte c’è quella di Bill- disse indicando la porta aperta poco prima dal fratello per entrarvi –accanto a me c’è quella di Georg e di fronte a lui quella di Gustav, poi in fondo c’è quella degli ospiti..ma, secondo i miei calcoli, verrà spesso sfruttata da David o da Andreas, il migliore amico di Bill e mio!- spiegò una volta entrato nella propria camera e depositando le valigie in un angolo accanto alla porta, imitato a sua volta dalla ragazza –Ora, un altro giro e abbiamo finito!- asserì soddisfatto mentre scendeva le scale per andare a prendere altri bagagli.
Rientrati di nuovo nella stanza e abbandonate le ultime borse, il rasta si sedette fiaccato sul letto, buttando la testa all’indietro per distendersi il collo affaticato dal recente sforzo.
-Devo ricordarmi di portarmi meno roba appresso! Tutte le volte finisco stremato!- sbottò esausto mentre dondolava la testa da un lato all’altro.
-Dovresti essere abituato ormai a tutto questo!- gli rispose divertita la mora, la quale ancora stava poggiando uno zaino pieno di cd e dvd.
Una volta posato, si stiracchiò le braccia e piano si avvicinò al bordo del letto su cui era seduto il ragazzo. Gli andò sopra a cavalcioni e gli diede un bacino sulla guancia.
-E questo?- chiese meravigliato il ragazzo, stringendola in un abbraccio e appoggiando debole la testa sul petto di lei.
-Così…- rispose candidamente –sei proprio stanco?- domandò intenerita dalla dolcezza con cui il biondo si stava rilassando sul suo corpo e accarezzandogli con tenerezza la testa.
Un piccolo cenno di assenso.
Qualche attimo di silenzio per crogiolarsi nel riposo.
-Piccola, che vuoi fare?- Tom esitò a porre la domanda per paura di rompere la calma creata in quella stanza, in quel letto, in quell’abbraccio.
-Mh..è ancora presto per mangiare!..non saprei! Posso restare ancora un po’. Domani attacco alle tre di pomeriggio e perciò non ho alzatacce in previsione..- ragionò più con stessa che con il ragazzo, il quale la teneva sulla ginocchia e la osservava silenzioso.
-Buono a sapersi! Però intendevo un’altra cosa…-
-Cosa?-
-Che vuoi fare di…noi?- esitò ancora prima di concludere la frase. Intimidito e impacciato per l’argomento di rilevante interesse per lui e perciò introdotto senza troppi giri di parole.
-Ah.- rimase spiazzata da una domanda tanto diretta –veramente, non ci ho ancora pensato..ieri è successo tutto così veloce e in modo naturale che non mi sono posta interrogativi. Oggi non ho avuto ancora tempo per rifletterci su per bene. A essere sincera, mi trovo bene con te..come è sempre stato! Sei come ti avevo lasciato e forse anche meglio, ma credo converrebbe non correre. Ora sarai qui per un bel po’ di tempo. Non vedo il motivo per affrettare tutto, frequentiamoci semplicemente! Eh? Godiamoci i giorni insieme e se poi  lo vorremo, potremmo riaffrontare la questione..- gli spiegò tutto guardandolo fisso negli occhi, cercando una conferma alle sue parole –in fondo dobbiamo prima abituarci a vederci tutti i giorni. Solo dopo sapremo che fare! Non credi anche tu?-
-ok. Hai ragione! Continuiamo a uscire e poi vediamo dove andiamo a finire.- sancì una specie di accordo tra loro per rimandare tutte le domande a tempo lecito.
-Bene!- si scambiarono un sorriso d’intesa e accantonarono l’argomento.
Per ora.
Un brontolio giunto dallo stomaco del rasta attirò l’attenzione di entrambi e li fece ridere allegramente. Dando una rapida occhiata all’orologio, videro che l’ora della cena si stava avvicinando e, scendendo in cucina, videro che la dispensa e il frigo era vuoti, senza la minima ombra di qualcosa di commestibile.
Corsero rapidi in macchina, diretti alla centro commerciale per fare la spesa, lanciando prima un urlo d’avviso agli altri due piccioncini che si erano chiusi in camera da quando i tecnici avevano finito di scaricare tutto dal furgoncino.
 
-Io direi di farci un bel piatto di pasta che ci sazia ed è veloce da preparare!- Erano tutti e quattro intorno al pianale della cucina in cerca di un idea su cosa preparare per la cena, quando Serena giunse alla più facile delle conclusioni: pasta.
Gli entusiasmi dei gemelli e l’annuire di Lalu confermarono la decisione.
-Magari gli facciamo un bel piatto alla carbonara!- la proposta di quest’ultima era rivolta direttamente all’amica, ben sapendo che gli altri due sarebbero stati di poco aiuto ai fornelli.
-Cos’è?- chiese incuriosito Bill, il quale, sebbene ormai da anni fidanzato con un’italiana, sapeva ancora poco della cultura del Belpaese o almeno faticava a collegare le sue conoscenze con i nomi in italiano.
-E’ un piatto tradizionale di Roma. Pasta, pancetta, uova e una bella grattata di pecorino sopra a tutto! È particolarmente gustoso, fidati!- come al solito Serena era andata a spiegargli tutto, chiara e concisa, senza perdere piega nel suo aspetto aggraziato.
Le due ragazze iniziarono col mettere su l’acqua e, mentre la riccia si era messa a tagliare a dadini la pancetta, Lalu aveva preso a sbattere le uova con pepe e sale quando fu interrotta da un urletto acuto.
Era Tom che, allontanatosi con Bill per apparecchiare, era ritornato in cucina e le aveva trovate affaccendate a preparare il pasto.
-Che cavolo è quella roba viscida?- schifato, stava additando il piatto in cui erano le uova, in attesa di essere riversate quando la pasta fosse stata cotta.
Il biondo era impressionato da quella poltiglia giallognola mai vista prima e aveva la bocca arricciata in una smorfia di disgusto.
-Cosa? Le uova?- chiese con noncuranza la mora
-LE UOVA????? Quella roba lì sono UOVA???- ripeté, sconvolto dalla notizia.
-Già…sai, quelle che fanno le galline…- ironizzò, colpita per la scoperta che il ragazzo, grande e grosso, non sapesse di che alimento basilare si trattasse.
-Si, lo so che vengono dalle galline! Mica sono scemo…- rispose stizzito
-Mh..ho dei dubbi a volte…- ribattè senza pensarci, sarcastica come sempre.
-Simpatica! È che non le ho mai cucinate e non sapevo che fossero così..VISCIDE!- si giustificò poi –Non sono un asso ai fornelli! Tutto qua!- disse spiegando così la sua reazione -…in compenso sono moooooooolto bravo in altro!- concluse ammiccante.
-Fammi capire. Ogni scusa è buona per fare battute allusive?-
-Ancora non lo avevi capito?!- Bill si intromise nel loro battibecco, entrando nella stanza e andando a cingere i fianchi della propria fidanzata che intanto stava controllando le pentole sul fuoco, ascoltando in silenzio la divertente discussione fra i due.
-Si, ma gli avevo lasciato un margine per ricredermi..- iniziando a ridere con gusto seguita dal cantante e dall’amica.
-Oh, la smettete voi due di prendermi in giro!! E tu, Sere, non ridere! Non ti faccio pena? Sono una vittima innocente di questi due cattivacci…- cercando di difendersi e sfoderando i suoi famosi occhioni da cane bastonato, languidi e profondi.
Unica reazione fu l’aumentare delle risate da parte del resto del gruppo.
 
Poco dopo poterono cenare e discutere dell’organizzazione per la produzione del nuovo cd dei tedeschi.
Georg e Gustav li avrebbero raggiunti una settimana dopo e da lì avrebbero iniziato seriamente a creare le nuove canzoni. Per ora i fratelli si sarebbero rilassati e al massimo avrebbero buttato giù qualche idea voce-chitarra. Insomma, pacchia totale!
Alla fine della cena, si spostarono in salotto per vedersi un film in santa pace, troppo stanchi dal trasloco per uscire e bere in qualche locale.
Durante la visione Lalu informò gli amici che si era ricordata che ci sarebbe stato un evento particolare e divertente cui potevano partecipare tutti quanti, anche Georg e Gustav, perché si sarebbe svolto dopo dieci giorni da lì. Rimase molto sul vago. Accennò solo al fatto di trovare o compare molti cuscini.
Al che Serena intuì a cosa si riferisse l’amica e iniziò a sghignazzare al solo pensiero. Tom e Bill rimasero sconcertati dall’aria misteriosa che aveva preso la faccenda, incuriositi dalla reazione della riccia e attirati dalla proposta appena accennata dell’altra. Il discorso cadde poco dopo, distratti da una scena piena di effetti computerizzati.
Finito il film se ne andarono a dormire, ciascun ragazzo nella propria camera seguito dalla rispettiva compagna.
Tutti e quattro si diedero la buona notte e le due porte frontali si chiusero all’unisono.
 
Il biondo giaceva sdraiato sul bordo del letto, a petto nudo, con i rasta sciolti e sparsi su tutto il materasso, con indosso solo un paio di larghi boxer a righe rossi e blu, in attesa che il bagno si liberasse per lavarsi i denti.
Rimase steso e pensieroso per buoni cinque minuti. Il tempo necessario per Lalu di cambiarsi per la notte con una maglia ovviamente larghissima datale dal ragazzo come pigiama provvisorio, lavarsi e uscire dal bagno fresca come una rosa nonostante la stanchezza iniziasse a farsi sentire.
-Si può sapere di che si tratta? Magari inserendo qualche dettaglio in più! Tanto per farmi capire qualcosa anche a me..- il rasta sfrecciò secco la domanda, senza neanche alzarsi dal letto, non appena la ragazza avanzò verso il letto.
-A che ti riferisci?-
-All’evento di cui hai parlato prima-
-Che vuoi sapere?- chiese scocciata dall’atteggiamento da offeso assunto stranamente dal biondo.
-Beh, tanto per cominciare dove è, poi cosa si fa e magari anche altro..- spiegò infastidito.
Lalu chiarì ogni dubbio del ragazzo e spiegò che sarebbero potuti andare tutti insieme: loro, le sue amiche, i Tokio hotel e i Wildcats.
-Ma perché ti eri innervosito?- chiese una volta che si era tranquillizzato e finalmente si erano infilati fra le lenzuola.
-Mi da fastidio che mi tratti come un’idiota!- sbottò dopo poca esitazione, alzando anche la voce.
-Ma quando?- cadeva dalle nuvole a quella uscita.
-Spesso..come prima con le uova o poco fa con la cosa dei cuscini…- decisamente acido e contrariato.
La mora rimase spiazzata e senza parole. Freddata dallo sguardo severo che le era puntato addosso a pochi centimetri di distanza dal suo volto.
-Credo di essermi prostrato abbastanza ieri, credevo che avessi capito che faccio sul serio, credevo fosse evidente quanto sono cambiato. Sono stato chiaro sin da subito con te. Ti ho trattata con rispetto e ho cercato di capire le tue motivazioni, ma pare che sia tutto inutile perché tu mi tratti come nulla fosse accaduto! Come tre anni fa. Come se io in questo tempo non mi fossi sbattuto a maturare e ci non fossi riuscito!- sbuffò estenuato dai suoi tristi pensieri e dalle sue dure parole.
Stavano entrambi nel grande letto, però fra di loro non sparì come era solita fare, anzi. I due rimasero in punti separati del materasso e si fissavano confusi e afflitti. Lei turbata, lui sconfortato. Muti, in cerca delle parole più giuste da dire.
 
 
 
 
 
Pasqua passata, cioccolata arrivata al fondo del mio stomacuccio, prime ribellioni dei brufoni per il troppo cibo…insomma tutto ok. E a voi come è andata? Spero bene, nonostante le brutte notizie che sono arrivate su Bill.
 
Passando alla storia..grazie a chi legge e chi recensisce. Mai come ora, siete materia per la mia ispirazione. Mi inchino a voi! Danke!
In particolare:
Zickie, ma graaaazie! Sei dolcissima!! Addirittura il preferito!^^ ne sono compiaciuta e decisamente sorpresa…non credevo potesse essere un capitolo con troppe potenzialità! Bene bene, mi fai felice!
Gemellina89, grazie dei complimenti! Dici che devono parlare di più? Mhh..che intendi di preciso? Vedi, è che in certi momenti non trovo adatto infilare dialoghi quando è l’azione la regina della scena. Non li faccio chiacchierare troppo esplicitamente, questo sì, ma cerco solo di sintetizzare il tutto al fine della storia…comunque, ho preso appunto. Grazie! che dici in questo capitolo parlano abbastanza?;)
Elisuccia22, ma che carina!!!!!!!!!!!!!!! Sono felice che hai apprezzato il capitolo smielato. Mi rincuori! Anche io, se mi lascio andare, sono moooolto romantica e magari neanche mi regolo XD grazie!
Kit2007, come dicevo prima..se inizio a fare la romanticona, capita che poi neanche mi regolo più! XD mea culpa! Però, dai, ogni tanto ci vuole!
Per quanto riguarda Tom versione DURACELL..eheheheheh..se po’ fa, fidati, che se po’ fa!! Basta che c’è sostanza e si può fare tutto! :P Ehm.ehm. (Tom fa sangue e crea pensieri poco casti anche in me :D)ehm.ehm.
Tornando a noi: dai il tempo al tempo! Le idee mi sono tornate, ma non posso attaccare tutto senza rigor di logica. Più in là ritroverai anche Georg e Gustav e il resto della combriccola, giuro! Per ora ho infilato Bill e Serena, dopo essermi incentrata sulla matassa irrisolta di sentimenti della coppia Tom-Lalu. È stato doveroso e conseguente al periodo che ho passato.
Mi scuso se posso essere stata pesante! Grazie del commento, molto utile!
 
Un bacio a tutti..

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Capitolo 17
*** capitolo 17 - a volte la vita può essere davvero sorprendente ***


Capitolo 17 – A volte la vita può essere davvero sorprendente

Capitolo 17 – A volte la vita può essere davvero sorprendente
 

 
 
Dopo poco, Tom non riuscì più a sostenere lo sguardo indagatore e stupito della mora, non reggeva il peso di due occhi puntati addosso come due fari accecanti, i quali sembrava avessero il solo scopo di agitare il suo stato d’animo, già abbastanza inquieto di suo, preso e sconvolto dai tanti, troppi pensieri contrastanti a sentimenti fin troppo evidenti.
Abbassò la testa come per evitare le domande che implicitamente gli stava ponendo, urlando silenziosa.
Distolse vigliaccamente lo sguardo e cercò di celare ogni tipo di riflessione che si insinuava nella sua mente e che appunto lo portavano a tentennare di fronte a un discorso così forte e dalla conclusione tristemente prevedibile.
Si chiuse per pochi secondi in sé, rifletté sul da farsi e decise di affrontare la situazione senza timore e con forza. Riprese fiato, gonfiò il petto e riportò gli occhi in quelli di lei, assumendo un’espressione seria e dura. Si alienò da ogni emozione interna, andando a indossare convinto e fiero la sua maschera da uomo sicuro di sé e delle proprie idee, come un impavido guerriero pronto allo scontro.
 

Lei provava a scorgere qualche chiarimento nel volto e negli occhi di lui, ma niente! Il viso del ragazzo era coperto da una coltre di gelo così spessa da nascondere anche il solito brillio allegro che da sempre aveva fatto parte della profondità del suo sguardo, ora vuoto e fisso.
Non sapeva cosa fare, come reagire, che dire.
Era sconvolta e turbata dallo sconquassamento derivato dalla imputazione che poco prima le era stata fatta.
Era stata accusata di comportamenti di cui non si era minimamente accorta né tanto meno aveva voluto o cercato e ora si sentiva come se avesse avuto una spada puntata al collo, in attesa di sapere l’esito del suo ingiusto processo: condannata a morte o amici come prima.
Stavolta aveva agito d’istinto, lasciando che le cose seguissero la loro natura e il loro percorso, senza più dare ascolto alla ragione e a tutte le paure e timori connessi. Gli stessi, appunto, che anni fa le avevano tolto un sogno.
E ora?
Ora, anche se aveva fatto l’esatto opposto, stava riaccadendo ancora la stessa devastante fine.
-Tom, devo andarmene?- fu l’unica cosa che riuscì a dire con voce tremante, dopo lunghi minuti di pausa. Senza abbassare lo sguardo. Stritolando, nervosa e ansiosa, la stoffa delle lenzuola ambrate fra le sue mani. In attesa di ricevere almeno un altro misero sguardo, seppur di conferma.
-NO!- solo una sillaba, secca e decisa. Rabbiosa e graffiante. Detta senza guardarla veramente. Una risposta che sembrava non fosse rivolta a lei, ma più un blocco urlato per fermare qualcosa di fastidioso…come può essere l’irrequietezza dell’animo.
-Che devo fare?- disperata perché accidentalmente al centro di un vortice pericoloso, tanto da portarla a impazzire… se solo avesse saputo che fare! E se soprattutto avesse saputo il perché di quell’improvviso astio.
Non ebbe risposta e insistette.
–Dimmi tu che devo fare! Io ti ho detto questo pomeriggio come ho affrontato il tuo arrivo. Non sono stata troppo a pensarci su come reagire. Ho agito e basta! ..anche perchè l’altra volta, invece, avevo pensato tanto, troppo, fino a sbagliare decisione. E adesso, che ne ho di nuovo l’opportunità, voglio godermi il tempo passato insieme e….SCUSAMI, scusami se questo vuol dire scherzare con TE, con tuo fratello e con i nostri amici. Scusami se ti da fastidio il mio reagire in modo istintivo. Posso averti ferito o addirittura offeso, ma, ti giuro, non è stata e non è mia intensione! Io voglio essere tranquilla. Voglio che tu sia tranquillo. E, se sono io il tuo elemento di disturbo, me ne posso andare…basta che tu me lo dica!- aveva detto tutto con voce straziante, fine e flebile, ma restando impostata e, al limite del possibile, sicura di ciò che diceva. Senza sussultare ad ogni parola, come invece le sarebbe venuto da fare. Cercando di trattenersi a supplicare di avere l’attenzione di uno sguardo che, invece, rimaneva imperterrito a fissare il vuoto e le pareti bianche e lisce al di là della sua testa piena di boccoli.
 

 
Certo che a volte la vita può essere davvero sorprendente!
Capita che in uno schiocco di dita una situazione possa ribaltarsi nel suo opposto senza neanche accorgersene, con effetti tragicomici assurdi e impensabili..
Ti trovi improvvisamente di fronte a circostanze in cui avresti solo voglia di piangere, quando un attimo prima eri serena e magari con un bel sorriso stampato in faccia..
Ieri era lui a implorarla mentre lei rimaneva fredda e distante, oggi l’esatto inverso!! E  la cosa più triste era che non aveva idea di come fossero potuti arrivare a tal punto.
Aveva ingenuamente pensato di essersi chiariti appena arrivati nella nuova casa.
Assurdo!
 

 
Infine decise che era ora di smetterla di aspettare e di muoversi.
Quando stava per alzarsi e andarsene, con la coda fra le gambe e terribilmente dispiaciuta, sentì di nuovo sbuffare alle sue spalle e, appena si girò verso il ragazzo, vide che finalmente aveva riportato gli occhi alla sua altezza e ora la guardavano mesti.
-NO aspetta! Tu non te ne devi andare..- Tom le stava stringendo la mano, tirandola verso la sua parte di letto, e la fissava intensamente –Sono venuto qui, PER TE. Ho coinvolto tutto e tutti, PER TE. Sono cambiato, PER TE. Adesso non sarà una semplice incomprensione a far saltare tutto in aria!- asserì deciso per poi distendere il viso in un meraviglioso sorriso, sincero e solare. Uno di quelli che riescono a scaldarti il cuore e donarti la fiducia per andare avanti.
Lalu annuì e ricambiò il sorriso con trasporto e gioia –Giusto!...facciamo che se c’è qualcosa che non va, ce lo diciamo subito. Senza andare a rimuginarci su da soli e finire per creare situazioni assurde!- era l’unico modo, per due teste cocciute come le loro, per trovare un accordo di placida convivenza!
La tensione di prima svanì in un batter di ciglia e fu sostituita da un confortante senso di armonia che riempì l’anima di entrambi.
Difatti il biondo convenne con lei semplicemente con un piccolo cenno di consenso.
-Proviamo così e vediamo quel che combiniamo. Se mai riusciremo a restare uniti nonostante tutto, potremmo essere fieri di noi stessi! Non sarà facile, ma è la sola maniera per andare avanti ed è questo ciò che in questo momento mi interessa!- continuò poi più positiva e fiduciosa, rassicurata dalle carezze che l’altro le stava donando dolcemente, dopo averla presa e stretta fra le sue braccia.
Di tutta risposta Tom le diede solo un bacino sulla fronte e lasciò che gli si addormentasse sul suo petto, cullata dal suo respiro caldo e serena di avere stabilito le basi di un nuovo rapporto, finalmente più stabile e teoricamente più maturo.
 
 


 
 
Chiedo venia per il ritardo, ma dormire 4 ore a notte e poi stare fuori casa tutto il giorno non concilia con il continuo di questa storia!-_-
 
Con questo capitolo sono stata  molto tentata di concludere l’intera storia! Ve lo dico sinceramente, ma poi ho pensato che potrei sviluppare ancora un paio di ideuccie già accennate, prima che il mio cervello si suicidi in vista degli esami estivi…quindi non è finita qui! Ve tocca sopportamme ancora ‘naticchia!XD
 
Ringrazio al volo chi legge e le care fanciulle che hanno commentato…pamao, gemellina89, elisuccia22, kit2007,kip_89 e Rubychubb (nelle vesti del padrino malavitoso^^)…DANKE!
 
Ora svengo o meglio sprofondo nel letto. KISS

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Capitolo 18
*** capitolo 18 - pillow fight ***


Capitolo 18 – pillow fight

Capitolo 18 – pillow fight
 
 
Trascorsero i giorni e le coppie passarono molto tempo insieme.
Bill e Serena a scambiarsi perenni effusioni amorosi, ancora troppo presi e innamorati per smettere, nonostante fossero da anni fidanzati.
Tom e Lalu presero tutto con molta calma e tranquillità, riuscendo addirittura a ridurre al minimo i battibecchi e godersi gli attimi passati vicini, avendo finalmente stabilito i limiti da non oltrepassare per evitare discussioni troppo infervorate.
I quattro trascorsero la settimana un po’ a fare i piccioncini, un po’ a dare gli ultimi ritocchi alla villa, organizzando a volte cene con il resto degli amici romani e uscendo per negozi a fare incetta di uno sfrenato shopping o per pub ad elevare il tasso alcolico nel sangue.
Ben presto, nel fine settimana, furono raggiunti dal resto della band.
Una volta arrivati anche Gustav e Georg, la combriccola fu completa e logicamente le scene demenziali fino a lacrimare dal ridere si sprecarono!
Si stavano divertendo come pazzi. Euforici e energici per la novità di poter stare per un lungo periodo insieme. Felici di passare più tempo del solito a cazzeggiare con gli amici a godersi finalmente una bella vacanza.
 
Fra le tante uscite di gruppo ce ne fu una in particolare.
Era nata come idea di Lalu e accolta con entusiasmo dal resto della comitiva, dopo aver chiarito di cosa si trattasse esattamente.
Due semplici parole: pillow fight!
In sintesi si doveva fare a cuscinate insieme a centinaia di scalmanati…
Come prima reazione, il gruppo di tedeschi rimase interdetto. Tutti e quattro pensarono a uno scherzo. Era troppo irreale l’idea di fare un incontro con gente sconosciuta al solo fine di passare mezzora a darsi cuscinate. Successivamente, notando l’eccitazione iniziare a brillare sul volto degli amici, presero sul serio la proposta e, una volta chiarito il concetto con la visione di foto e video, si infervorarono anche loro, iniziando a scalpitare al solo pensiero di partecipare a un evento di cui non avevano mai sentito nominare, ma che sicuramente non sarebbe stato deludente.
 
La guerra di cuscini era stata indetta alle 14e45 in Piazza Santa Maria in Trastevere e allo scoccare delle lancette della chiesa della piazza sarebbe iniziato il marasma.
Tutti quanti si erano armati a dovere.
I Wildcats, ovvero Silvia+Bert+Davide+Vir+Ver, si erano dati una specie di uniforme: tutti e cinque si erano messi la classica vestaglia azzurrognola della nonna per andare a letto lunga fino al ginoscchio, con pizzi e ricami floreali compresi, più una insolita cuffia per dormire ( di quelle fatte a cappuccio con in fondo il pon-pon peloso) dai molti colori accecanti, ovviamente ben calcata in testa. I cinque si stavano dirigendo verso la piazza con fare minaccioso, seguiti dal resto della comitiva e brandendo in aria la loro arma, ben rifinita di ogni tipo di avviso intimidatorio: un cuscino pronto per lo scontro.
I restanti ragazzi si erano portati appresso soltanto il cuscino, senza un particolare abbigliamento. Giusto i Tokio hotel si erano leggermente camuffati, o meglio normalizzati, per non dare occhio in mezzo alla folla, già di per sé degna di scalpore.
Ognuno aveva un cuscino, di forma e colore diverso, pieno di scritte: chi ironiche (porgi l’altra guancia), chi minacciose (sei nel mio mirino) , chi commemorative , chi con allegre faccine o smile.
Stavano percorrendo una stradina piena di sanpietrini, che li avrebbe portati nel luogo del ritrovo, inneggiando allo scontro, urlando e ridendo senza contegno, troppo euforici dall’evento imminente per limitare le loro esternazioni rumorose e per evitare l’allegro schiamazzo che si era alzato durante la loro ‘marcia’.
Alla fine giunsero nella piazza della chiesa trasteverina e si trovarono davanti centinaia e centinaia di ragazzi uniti ai loro fidi cuscini. Tutti che ridevano e sbraitavano chiassosi, gioiosi come i bambini quando giocano. Intorno alla piazza, poi, e arrampicati sugli scalini della fontana centrale, una massa di curiosi, completi di macchinetta fotografica o videocamera per registrare il devasto prevedibile.
Erano le 14 e 59 quando iniziò il countdown.
Meno 10...
Meno 9…
Migliaia mani verso il cielo vibranti.
Meno 8…
Meno 7…
Cuscini e cuscini svolazzanti su tantissime teste.
Meno 6…
Meno5…
Un coro di “ooooooooooooooooooooh” faceva da sottofondo durante gli ultimi attimi d’attesa.
Meno 4…
Meno3…
Ogni persona si apprestava a mettersi in posizione d’attacco con il cuscino ben in vista e stretto fra le mani, come se si stesse sguainando una spada.
Meno 2…
Meno1…
Al rintocco finale del campanile ebbe inizio la lotta più ardua. Chiunque tirava cuscinate su chiunque.
Mirato il primo che fosse sotto tiro, e SBAM, cuscinata in piena faccia.
Dove ti giravi, vedevi solo una stuolo di cuscini volanti e branditi con vigore, nuvole di piume alzarsi scoppiando sulle teste divertite dei partecipanti, pezzi di lenzuola lanciati in ultima difesa.
Sembrava che di tanto in tanto esplodesse una bomba di piume e lana sopra la folla, per chissà quale motivo, ma facilmente riconducibile alla distruzione totale che si era sviluppata all’istante.
Per terra si era formata una morbida e soffice nuvola di lana mista a gommapiuma, come una moquet per quel campo di guerra.
Sul volto di ogni ragazzo vi era un riso gioioso e naturale quando, impugnato il cuscino per l’angolo della federa, lo si tirava all’improvviso contro all’amico impegnato in un altro scontro all’ultima piuma.
 
In tutto quel effervescente fragore si era tuffato anche il gruppo di amici.
Da una parte c’erano Tom e Georg che cercavano si sopraffare Bill in un 2contro1 poco valoroso, ma terribilmente esilarante visto la comica difesa che aveva preso il cantante, già di per sé coperto da una massa vaporosa di capelli sparati in aria, perfettamente adatti per l’occasione e utilissimi ad attutire i colpi scagliati all’unisono dai due.
Poco distante, Gustav aveva preso sulle spalle Francesca che stava combattendo con Silvia, a sua volta seduta sulle spalle di Bert, in una lotta fra torri umane.
Sparse nella folla Lalu, Serena e Ver, troppo prese dal botta e risposta per rendersi conto dei loro movimenti, ma anche per fermarsi per ogni caduta causata da una cuscinata troppo potente. Via, subito in piedi, scattanti e vendicative, senza mai smettere di ridere.
Infine, un po’ distanziati dal fulcro dello scontro, Davide e Vir avevano cominciato un arduo duello fatto di morbidi, ma precisi colpi tirati come fossero in una gara di scherma. Il tutto sonorizzato da urla del tipo “ah, vile marrano”, “prendi questa e questa”, “iahtà”, "sbrenf", "tiè pija!"…insomma, una sequela di esclamazioni che non fecero altro che aumentare l’ilarità di una situazione troppo allucinante da poterla descriverla a fondo nella folle realtà quale era.
Continuarono per circa venti estenuanti e continui minuti. Ripresi da video e foto senza la minima cognizione e reazione.
 
Piano piano la massa diminuì e i ‘feriti’ giacevano a terra, stesi sul soffice manto di piume, lana, stoffa e gommapiuma.
Dopo mezzora anche gli ultimi gruppi di instancabili guerrieri si placarono e iniziò lo sciamare della gente, stanca e soddisfatta dello scontro appena terminato.
Al termine della guerriglia, pochi furono i volontari che accumularono i resti dei cuscini ridotti a brandelli, stando ben attenti a non calpestare chi si era steso per terra e appisolato col suo morbido cuscino…già che c’era…ormai la pazzia dilagava e a gruppetti la folla diminuì fino a sparire, diramandosi fra le varie viette della zona.
 
 
 
 
 
Ok ok, la continuo.
La continuo perché in qualche modo devo esprimere le idee che mi sono saltate in testa per questa storia.
Quella del PILLOW FIGHT è una. XD io ho ancora un pezzo di federe scritta come ricordo dell’ultimo..ahhahaah..è una figata assurda! Fidatevi!^^
 
Per chi è interessata a questa ‘guerra di cuscini’ vi lascio un link valido per Roma, però so che si organizzano anche in altre città italiane, oltre che nel mondo:
www.romanpillowfight.wordpress.com
 
Allora…grazie sempre e comunque a chi legge!!!!
So che questo capitolo non ha molto senso, però mi era simpatica l’idea e ce l’ho infilata a buffo XD! …anche per tirare un po’ su i morali dopo la batosta del capitolo precedente. Ho fatto male?
 
Infine i ringraziamenti:
GEMELLINA89visto? L’ho continuata! Ti piace? grazie dei complimenti-
francy_hurt_16 - ti sei letta entrambe le fiction in due giorni? Mi commuovi!!!!!!!!!!!!:’) thanks-
RubyChubbbaciàmo le màni!:P Meno male che ci sei tu che mi sproni e mi ricordi i nomi dei giochi…ormai sto proprio a tocchi!-.- grazie!-
Frehieit489certo che la tua lotta contro la tecnologia è infinita!!!O.o…resisti!;) sono contenta che ti sia piaciuto il seguito…danke! Per quanto riguarda i due capoccioni: forse riesco a farli stare finalmente buoni…forse..!-
eddygrazie dei complimenti! Ora tocca aggiornare anche a te!;) ora stai meglio vero? Passata l’insonnia?-
elisuccia22sempre dolcissima….Grazie grazie grazie! Fa piacere che apprezzi!-
kit2007lo so che il capitolo era corto, ma ormai ho il sonno sballato dalla sveglia che suona troppo, veramente troppo presto!sigh!!...dove sei stata di bello in gita? Grazie, soprattutto perché sei stata la mia centesima recensione! *esulto come una cretina*-
 
un bacio ai pupi
Laura

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Capitolo 19
*** capitolo 19 - the call ***


Capitolo 19 – the call

Capitolo 19 – the call

 

 

 

-Allooooooora..mano destra sul giallo!- la voce di Bill squittì nella stanza dove si trovava parte della solita combriccola. Stavano tutti nella sala hobby del piano terra, chi a giocare per terra e chi a chiacchierare rilassandosi sul divano.

Il cantante teneva in mano una piccola ruota di cartone, con al centro una vistosa freccia di plastica rossa per indicare quale arto doveva essere posato sopra il colore più vicino.

Giallo, verde, blu, rosso.

Mano sinistra, mano destra, piede sinistro, piede destro.

Stavano giocando a ‘Twister’ e lui stava dando i comandi a quei poveri incoscienti che si erano intrecciati sopra il tappeto bianco a pois colorati.

Gustav si era abbassato sulle ginocchia con un braccio in avanti e uno dietro, rispettivamente sul blu e sul verde. Addosso al batterista, con le gambe incastrate tra le sue braccia e con le proprie poste una accanto all’altra, c’era Tom nel faticoso e precario tentativo di rimanere in equilibrio. Vicino al rasta stazionava Lalu, piegata come una conchiglia, con mani e piedi in quattro pallini adiacenti, in una posizione che tanto ricordava la torre di Pisa…lì per cadere. Fortunatamente per la mora, era di fronte a Francesca, la quale si era districata fra il suo posteriore e le ginocchia di Gustav in modo da garantirsi e garantire all’amica un sostegno anticaduta.

Appena tutti e quattro i giocatori completarono i loro ardimentosi spostamenti, il cantante rigirò la freccetta per sapere la prossima mossa.

-Eeeeeee..rosso con piede destro!-squittì nuovamente, provocando le risa degli amici spettatori e una serie rumorosa di sbuffi da parte dell’ammasso umano che si era creato sul tappeto da gioco colorato.

Francesca non si scompose eccessivamente spostandosi di poco, come anche fece Gustav chiuso in un complicata postura raccolta. Lalu, invece, si ritrovò a gambe aperte a mo’ di spaccata, appoggiata con sedere sulla coscia di Tom, il quale aveva allungato una gamba proprio dietro la ragazza e sfiorandola arrestandosi in una posa che poteva facilmente essere presa per una figura di yoga.

I quattro stavano cercando di rimanere ben saldi a terra e al tempo stesso restare attenti a non poggiarsi su ginocchia o gomiti per evitare l’eliminazione diretta.

Tutti tesi e tirati mentre tenevano difficilmente l’equilibrio tra uno spostamento e l’altro, tra uno scambio di mani e un incrocio di gambe. Sembravano un quadro di Picasso, così, in quella composizione astratta fatta di corpi umani!

Ormai erano parte di un intricato intreccio di arti. Dall’esterno non si capiva quasi più di chi fosse un determinato braccio o da dove provenisse, si vedeva solo un groviglio terribilmente comico.

 

A interrompere le rumorose risate del gruppo di amici, ora caduti in una fase demenziale di delirio collettivo dopo due ore consecutive di Twister, ci fu un insistente ronzio di una vibrazione che sembrava venire proprio dalla composizione fatta da Francesca, Gustav, Tom e Lalu.

Quest’ultima si era accorta subito della vibrazione, avvertendola a contatto sul suo corpo.

-Mi sa che stanno chiamando qualcuno…- disse garbata, alludendo all’unico ragazzo sul quale si era obbligatoriamente poggiata per continuare il gioco e non cadere rovinosamente a terra.

Non sentendo alcuna risposta dal diretto interessato, riprese provando ad essere più chiara –Sento un cellulare vibrare sotto la mia coscia..per non dire chiappa!- affermò con voce più alta, cercando vanamente di voltarsi verso il suo destinatario, il quale ancora non recepiva affatto il messaggio.

NADA.

Non capiva…gli altri invece avevano intuito la situazione e stavano già iniziando a sghignazzare di gusto!

-Toooom!- berciò -sono tre ore che ti sta vibrando il cellulare in tasca e se non rispondi, presto entrerà a far parte del mio corpo!!!- concluse ironica.

Solo a quel punto, di fronte a quell’ultimatum urlatogli con veemenza nell’orecchio, il ragazzo percepì la notizia e scattò d’istinto in piedi per prendere il telefono, senza però fare caso a ciò che aveva causato: il suo scagliarsi rapido in aria fece cadere gli altri giocatori, i quali, quindi, si sfracellarono a terra non avendo avuto il tempo di districare i loro corpi.

Tutti e tre giù come birilli da bowling presi in pieno e stesi in uno strike spettacolare.

Si alzò subito un coro di disapprovazione e lamentele verso il rasta, ma quest’ultimo non sentì nulla, troppo preso ormai a discutere al telefono. Infatti non si interessò dello sfacelo provocato e, anzi, si allontanò veloce dalla sala per parlare senza elementi di disturbo fastidiosi.

 

-CAZZO! …CAZZO! ….CAZZO!-

Nell’arco di pochi minuti era arrivata alle orecchie dei presenti nella stanza la stessa esclamazione più volte urlata dal rasta che, dato il tono usato, sembrava parecchio infuriato.

Doveva essere successo qualcosa di grave e importante perché il biondo non si era riunito con gli altri, appena chiusa la telefonata, ma aveva raggiunto la propria camera con una falcata pesante e serrata. Dalla sala hobby si potè anche sentire con nettezza lo sbattere duro della porta dal piano superiore.

-Vado io!- asserì subito sicuro Bill, togliendo tutti dalla situazione di imbarazzo creatasi, pronto a risolvere qualsiasi questione che mai avesse potuto scatenare in tal modo l’ira del gemello.

Un’ora più tardi il cantante raggiunse il gruppo di amici, che intanto si era spostato nel salotto e ora era stava tentando di supporre le possibili motivazioni dell’improvvisa reazione del chitarrista.

Appena il moro oltrepassò l’arco d’entrata alla stanza, ebbe gli occhi di ognuno puntati addosso, curiosi e interrogativi. Non indugiò oltre e si avvicinò, facendo in modo di non far trasparire la rabbia e la tristezza che in quel momento gli laceravano la testa provocando un senso intenso di instabilità, tanto che dovette prima sedersi e solo poi prese a parlare, dando le spiegazioni dovute con tutta la calma necessaria.

-Prima al telefono con Tom era David! Ha detto che siamo stati degli stupidi perché non ci siamo accorti della presenza dei giornalisti. Ha trovato vari siti e forum in cui si parlava della nostra uscita al Pillow Fight di ieri….- si bloccò sentendo addosso già il peso delle accuse. Si passò lento una mano sulla faccia per tentare di scacciare la consapevolezza della gravità di quelle parole, ma inutilmente. Così, continuò il suo monologo –Ha detto che siamo stati dei deficienti perché ci siamo fatti scoprire e, per questo, preso atto dell’accaduto, dovrà prendere provvedimenti e cercare di rimediare ai nostri errori..come al solito..deviare e limitare le fan che già stanno scalpitando per trovare la nostra abitazione romana. Molto probabilmente dovremo ridurre il nostro periodo di vacanza e, se non fossimo capaci di eludere sguardi indiscreti e non dare nell’occhio, dovremo addirittura tornare in Germania!- concluse solenne e dal tono pesantemente afflitto e scosso.

Nessuno riuscì a dire una parola.

Fu come se un incudine di due tonnellate di ferro fosse stata gettata sopra la testa di ognuno dei presenti.

Nessuno aprì bocca per lunghi minuti in cui rimasero tutti esterrefatti a guardarsi inebetiti. Amaramente colpiti soprattutto dall’ultima e letale decisione presa dal manager della band.

Alla fine i quattro ragazzi tedeschi vennero lasciati soli nella loro villa dagli amici romani, ragazze comprese, per tentare di chiarire e risolvere al meglio quella situazione così precaria e che aveva spiazzato tutti quanti, candendo come un fulmine a ciel sereno.

 

 

 

 

 

 

Scusate per il ritardo, ma ormai dovreste essere abituate.. :P

Sono di volata perché mi si stanno chiudendo gli occhi. Oh, c’ho ‘n’etààààààà XD

 

Grazie a chi ha recensito, a chi ha solo letto e chi mi ha messo nei preferiti!!!!!!!!!

Un bacio a tutti!^^

LauRA

 

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Capitolo 20
*** capitolo 20 - agli sgoccioli della vacanza ***


 
Capitolo 20 – Agli sgoccioli della vacanza
 
 
Erano le dieci di sera passate e né Lalu né Serena avevano ancora sentito i rispettivi ragazzi. Stavano discutendo sugli eventi accaduti durante la giornata, confidandosi a vicenda l’ansia e il nervosismo che gli attanagliavano lo stomaco per la preoccupazione.
Ogni volta che avevano provato a contattarli, avevano trovato un interminabile TUu TUu TUu TUu.
Sempre occupato!
Da ore e ore oramai.
Insistettero fino all’una di notte e, non riuscendo ad avere notizie, decisero di andare a dormire o almeno a provarci, ma, una volta dentro al proprio letto, nessuna delle due riuscì nell’intento prefissato.
 
Da brava insonne stava fissando da due l’orologio a parete della sua camera ed era rimasta incantata dal ticchettio perenne delle lancette quando, verso le tre di notte, il led del suo cellulare iniziò a pulsare colorato.
Le era arrivato un sms.
Senza pensarci due volte, prese immediatamente in mano il telefono e aspettò trepidante che lo schermo le mostrasse il contenuto del messaggio.
Sblocca – Apri messaggio ricevuto……solo pochi pixel anneriti per una frase concisa e molto chiara:
 

CI HANNO CONCESSO SOLO UN MESE. TOM”

 
Atroce e devastante unione di parole.
Rimase immobile per alcuni vuoti secondi e appena comprese il concetto del messaggio del chitarrista, saltò fuori dal letto, liberandosi dal sottile strato di lenzuola nel quale era avvolta, decisa di andarsi a vestire e raggiungerlo il più presto possibile.
Una volta piombata in bagno, trovò Serena che si stava sciacquando la faccia bagnandosi il viso con un susseguirsi di rapide ondate di acqua gelida atta a rimediare al gonfiore dei propri occhi, palesemente rossi per aver pianto troppo.
Non ebbero bisogno di parlare per capirsi.
Entrambe erano state ovviamente avvisate dai gemelli e, a parte lo sfogo della riccia, avevano reagito allo stesso modo: si erano fiondate a prepararsi per vederli all’istante.
 
 
Il giorno dopo tutta la comitiva venne informata della decisione presa e ottenuta tramite un’ardua lotta dei quattro musicisti contro la riluttanza del loro manager.
Così il gruppo si apprestò ad organizzarsi un programma efficiente per produrre il nuovo cd e seguire un rigido calendario di lavoro sia per testi che per basi musicali. Nel progetto furono coinvolti anche Lalu, come fonico e perciò addetta al mixer e alla consolle audio durante le prove e le registrazioni del gruppo, e Bert insieme a Vir, come tecnici per aiutare i ragazzi a massimizzare i tempi necessari.
In genere, si chiudevano in sala prove per suonare a ripetizioni tutti i pezzi e le idee che riuscivano a sviluppare durante la tarda mattinata e per tutto il pomeriggio. La sera, senza logicamente negarsi quel minimo di divertimento a loro ancora concesso, uscivano con il resto degli amici a vagare alquanto alticci per le vie della città fino a notte fonda. Non di rado Bill passava il seguito della nottata a scrivere pagine e pagine di possibili testi per le loro canzoni e magari, preso da troppa ispirazione, continuava fino alle prime luci dell’alba.
Un paio di volte era talmente fomentato ed entusiasta per le parole che aveva trovato e quindi per i pezzi prodotti da costringere a far alzare i tre colleghi e trascinarli in saletta per impostare subito una melodia affine e adatta all’idea della canzone appena nata nella sua sempre cogitante testa. In quei momenti era così euforico e gioioso che nessuno, tanto meno il suo gemello, riusciva a negargli nulla, nemmeno con un sonno pressante e l’assenza totale delle capacità cognitive e motorie a causa della forzata alzataccia.
Giunti all’ultima settimana di permanenza i Tokio Hotel avevano in mano una rosa di dodici canzoni da sistemare e livellare necessariamente anche nello studio di Amburgo, ma era pur sempre un ottimo frutto dell’egregio lavoro di gruppo che avevano fatto i tedeschi con i nuovi tecnici, a fronte anche al sostegno e ai consigli avuti dal resto degli amici.
Infatti, era capitato che per un paio di venerdì sera la band avesse organizzato un piccolo live set nel giardino nel retro della loro villetta per suonare i nuovi pezzi di fronte a un pubblico di pochi intimi, al solo fine di avere un feedback e un riscontro attivo nella selezione delle tracce scelte come ultima stesura del cd. Un mini concerto finito per entrambe le volte in un party alcoolico a bordo della piscina della casa e sull’onda di una miriade di discorsi più o meno seri, dal confronto impegnato fra le scene musicali tedesca e italiana al miglior modo di allisciarsi i capelli senza rovinarli.
Serate in cui Georg venne nominato Guru della piastra per votazione unanime dopo aver svelato alle ragazze romane mosse tattiche e piccoli accorgimenti da prendere per mantenere l’effetto liscio, in modo così magistrale ed esperto da stupire tutti i presenti, maschi compresi, per la sua abilità e saggezza estetica. Tanto che anche Bill, rinomata DIVA delle dive, rimase di stucco nell’udire tutti quei trucchi da grande coiffeur e dovette farsi da parte sconfitto quando vide tutte le ragazze perdere dalle labbra del bassista capellone con occhi bramanti e incantati. Beh, più avanti lui si sarebbe rifatto delle sue estimatrici in campo della french manicure.. almeno lì non avrebbe avuto avversari!
 
Comunque, una volta preso atto del loro buon risultato da bravi stacanovisti, i Tokio decisero di passare gli sgoccioli della loro vacanza romana, così brutalmente ridotta, in totale rilassamento e alienandosi il più possibile dalle prossime preoccupazioni. 
Insieme con gli amici italiani si diedero allo shopping più sfrenato saltando da un centro commerciale all’altro, riuscendo a sfiancare anche due accanite frequentatrici di boutique come Francesca e Serena; assistettero ad un paio di concerti rock molto interessanti e, grazie alla  confusione generale, non ebbero neanche problemi di riconoscimento –vuoi mettere quanto poco interessante possa essere un tipo con una voluminosa criniera corvina come Bill a confronto con un così poco convenzionale punkettone dalla cresta tricolor affiancato da un bellissimo american bulldog!- ; riuscirono addirittura a farsi una scampagnata fra le campagne dei Castelli romani ed ad assaggiare il sapore rustico e genuino della porchetta d’Ariccia con tutte le rumoreggianti e affollatissime fraschette, andando quasi ad iniettarsi endovena litri e litri di dolce e frizzantina ‘Romanellae sganasciandosi dalle risate per tutti i particolari personaggi incontrati nei vari giri spericolati e deliranti; infine passarono il penultimo giorno di permanenza interamente al mare, lungo le coste laziali in una delle tante spiagge libere e, in quel periodo, quasi deserte a causa dell’aria ancora troppo fresca, concludendo la giornata con un falò improvvisato su due piedi.
 
La band sarebbe dovuta partire fra soli due giorni e per terminare con la famosa ciliegina sulla torta si organizzarono rapidamente  per passare un giorno al mare.
Macchine, ombrelloni, teli da mare, bibite, cibo, drink, snack, frisbee, palloni e chi più ne ha più ne metta. Ognuno portò del suo e riempirono ben tre macchine fra borse e borsoni delle dodici persone quale era formata l’ormai solita truppa.
In breve raggiunsero la meta, una spiaggia isolata e lontana dalla confusione cittadina, e in men che non si dica tutti quanti erano in acqua a schizzarsi allegramente a vicenda, lasciando al proprio destino ogni sacco e ombrellone portato. Una volta rinfrescati e dopo essersi scatenati in una dura lotta subacquea fra donne e uomini, alla quale vinsero le prime perché, a detta del saggio e amareggiato Gustav, “la donna ne sa sempre una più del diavolo!”, si sistemarono per bene e presero a rilassarsi al sole o semplicemente scambiandosi amabili chiacchiere o, per le coppie, doppiamente amabili coccole.
Continuarono così tranquilli fine a sera, quando, col calare del sole, iniziarono a raccogliere la legna necessaria per accendere un bel fuoco e realizzare un falò scoppiettante e fornito di tutte le schifezze di cui si erano provvisti.
 
 
-Io esco! Mi si sono lessate le punta delle dita…e poi sto iniziando ad avere freddo!- l’avviso di Lalu avvertì l’intera comitiva della sua ritirata verso il calore del fuoco, mentre gli altri si trovavano ancora in acqua sotto una splendente luna piena, durante un lungo bagno notturno, lungo tanto da far entrare il tepore marino fin dentro le ossa e scaldarti le viscere in un totale abbandono dei sensi.
La mora uscì lentamente dalle acque e successivamente prese a correre spedita verso il falò, lo stesso che in poco tempo era stato acceso con la collaborazione di tutti, soprattutto da chi aveva una spiccata anima scout come gli insospettabili Georg e Bert. Si avvolse veloce dentro il proprio telo da mare asciugandosi di fronte alle fiamme alte e scintillanti del fuoco e, solo dopo essersi riscaldata abbastanza, si distese sulla sabbia scura e farinosa ad ammirare pensierosa le stelle del cielo, in attesa che gli altri la raggiungessero.
 
Una goccia fredda caduta sulle sue labbra la risvegliò dallo stato catatonico in cui era involontariamente caduta. Quella goccia d’acqua le fece riprendere i sensi e aprire nuovamente gli occhi, chiusi mentre si era persa nei suoi mille ragionamenti a senso unico.
Davanti a lei, o meglio, sopra di lei c’era Tom.
Il biondo la sovrastava dall’alto della sua corporatura snella e slanciata, regalandole un magnifico sorriso, solare e felice come solo lui sapeva essere per lei.  Era in piedi a lato della ragazza, tutto gocciolante, ma con i rasta ancora raccolti in una accurata coda tattica. Le si stava scrollando addosso ogni traccia di bagnato che avesse, per dispetto e divertimento personale, riscuotendola così anche dall’aria assente cui era presa e attirandone l’attenzione.
Una pioggia rinfrescante e delicata venne schizzata sul corpo della ragazza, ancora placidamente distesa a terra e per nulla infastidita dalla mossa del rasta. Quest’ultimo, una volta ben strizzato e asciugato, le si affiancò sullo stesso telo poggiandosi di lato e, puntellandosi prima col gomito, diresse il proprio volto verso la fanciulla, ora fintamente assorta dal manto celeste, e prese a fissarla con intensità audace. Le indirizzò uno sguardo languido e molto loquace iniziando a sfiorarle leggero i capelli umidi e morbidamente mossi sulle spalle nude.
Lalu rimase stesa a guardare il brillio delle stelle, inerme e rassicurata dal tocco fievole del ragazzo.
-Ti eri addormentata?- le chiese curioso.
-No. Stavo solo pensando tra me e me..mi sono solo un po’ distratta dal resto- rispose candida.
-Ti ho disturbato, allora?- comandò teatralmente preoccupato, mettendosi una mano davanti la bocca con fare meravigliato.
La mora rimase sbigottita da quanto potesse essere teneramente cretino un ragazzo di 21 anni e sogghignò divertita –No, scemo!-
Tom prese a tracciarle delicato la pelle con la punta del suo indice, partendo dalla punta del naso, passando per il centro delle morbide labbra e attraversando sinuosamente il collo e il mezzo del seno, lasciando dietro il suo passaggio una lieve scia umida fino ad arrivare soddisfatto all’ombelico e prendendo a girarci convulsamente e lentamente intorno.
-Sai, avevo pensato a una cosa…-
-Cosa?-
-Mi chiedevo: ti è piaciuto lavorare con e per noi?- riprese titubante –Ci è stato un bel feeling con tutti quanti..non solo con me, no?-
La ragazza si alzò sui gomiti per riuscire a incrociare il proprio sguardo con quello dell’altro e prese a fissarlo incuriosita, con un eloquente sopraciglio alzato e perplesso.
-Che intendi?-
-Beh, pensavo che potresti lavorare con noi anche nel prossimo tour! Oramai ci conosci e sai quel che vogliamo e cosa dobbiamo fare per tutti i pezzi. Conosci tutte le misure da prendere per ogni evenienza per ognuno di noi quattro, ti abbiamo messa a conoscenza di tutte le nostre esigenze e adesso penso saprei a memoria tutto le nostre richieste per audio e affini. Insieme abbiamo fatto un buon lavoro col cd e gran parte è anche merito tuo.. e poi.. così potremo stare vicini anche dopo questa vacanza!- concluse speranzoso, mentre continuava compulsivo a tracciare il contorno dell’ombelico.
-Oh Tom..- sussurrò apprensiva guardandolo dispiaciuta, tanto da far gelare all’istante l’imperterrito moto sulla sua pancia.
-Cosa??- berciò alterato –Ho ragione! In questo mese ci siamo trovati tutti molto bene con te e poi sarebbe anche utile per la band. Prima di iniziare ogni tour, il nostro staff manageriale ingaggia sempre un numero sostanzioso di efficienti tecnici e quale miglior fonico di te che ormai ci conosci come il palmo della tua mano? Faresti esperienza in campo internazionale e impareresti in presa diretta molti segreti del mestiere. Converrebbe a te come a noi..non puoi negarlo! E in più il dolcissimo e suadente lato della situazione è che saremo sempre insieme, seguiresti il nostro tour e noi non avremmo problemi a vederci.. chiaramente saremmo entrambi impegnati col lavoro, ma appena possibile potremmo affondarci in magnifici momenti di pieni di piacere. Ti giuro che non te ne pentirai!!- concluse con un sguardo lascivo e evidentemente allusivo. Le sorrise affabile e cercando di darsi un tono convincente. Iniziò a giocare malizioso col proprio piercing sul labbro, sapendo bene quali effetti gradevoli provocassero nella ragazza, e quindi sfoderando il suo asso nella manica: un ghigno sghembo e magneticamente seducente, con le labbra carnose arricciate in avanti e accompagnate da un tagliente e sapientemente profondo sguardo da ammaliatore di folle.
Passò il turno a Lalu
 
 
 
 
 
 
Perdono per il lungo ritardo, ma sono sotto esame che devo dare in pochissimi giorni perché il prof si era scordato di metterlo e quindi mi sono ritrovata da un giorno all’altro a farmi un bel tomone di codici e roba atrusaoh me tapina!sigh!!-_-
Comunque, lo so che mi sono dilungata molto nella prima parte..spero di non essere stata troppo pesante! Era per sintetizzare il racconto in quanto credo che, tempo un paio di capitoli, arriverò alla fine della storia.
Grazie a tutte (ci saranno anche dei ragazzi?? Se sì, o voi discendenti di Adamo, battete un colpo;P)!!
Grazie a chi ha letto, chi mi ha messo nei preferiti e anche chi continua a leggere e commentare i miei scritti passati…
*me sbalordita e gongolante*^^
In particolare grazie a:

pamao: eh beh si..non potevano stare per sempre in Italia (anche se mi piacerebbe fosse per davvero XD). La altre coppiette –Bill+Serena e Georg+Ver – continueranno a fare avanti e indietro per vedersi, come al solito, ma per Tom e Lalu sarà decisamente diverso. Continua a leggere e scoprirai come…ghghgh…un bacione e grazie dei complimenti!
mocci91: benvenuta!!!!!! Mi fa piacere sapere che la mia ff ti abbia interessato! Grazie dei complimenti e mi raccomando continua a leggere e commentare…ormai siamo alla fine! Per quanto riguarda David, è stato monopolizzato a favore della storia anche se credo non avrebbe avuto problemi a farli tornare all’istante all’ovile in casi simili……si vede che non mi sta propriamente simpatico??eheheh. kiss
kit2007: mi sa che la pensiamo alla stessa maniera sul mondo dei 4 crucchi!^^ non so quanto sono stata brava…ora mi riempirai di martellate???noooooooooo ti pregooooo…farò la buona! Prometto!!!!!! Un bacio
Rubychubb: miiiiiiiiiiinchia! Siiii turnaaaaaaaaata! BACIAMO LE MANI! Avevo già preparato i picciotti da inviarti sotto casa come minaccia!:P ihihih…grazie del sostegno e, tranquilla, piano piano sto facendo il callo ai tuoi Mc Fly! Prima o poi assimilerò anche i loro cognomi..ce la posso fa!;) ps. Il cellulare vibrante crea sempre strane situazioni…è approvato. *_* Salutammo!
CIAO CIAO

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Capitolo 21
*** capitolo 21 - ci sono molti modi ***


Capitolo 19

 

Capitolo 21 – ci sono molti modi

 

La mora rimase stesa sul telo, portandosi però sui gomiti per alzare il busto e poter parlare in faccia al suo interlocutore, lo stesso che ora la fissava interessato, attendendo silenzioso una minima risposta degna della proposta appena lanciata.

-La fai troppo facile! Non  è detto che agli altri vada bene la tua decisione..- Lalu provò a controbattere pacata, forse fiaccata dal perenne entusiasmo del rasta, forse troppo in avanti nel suo pessimismo.

-Non credo ci saranno problemi, alla fine faresti il tuo lavoro! E poi sono d’accordo con me. Già lo so- ribatté l’altro istantaneo, pronto come se si fosse aspettato quell’obiezione.

-E David? Sicuramente ti farà problemi perché stiamo insieme..- insistette nei sui dubbi e remore.

-No, lui è il primo che preferisce prendere gente fidata come tecnici per il tour. Così evita di non avere altri problemi oltre quelli in campo lavorativo. E poi non sei un’incapace raccomandata, al contrario! Sei una professionista, come tutti quelli che ci seguono in tour...perfettamente idonea,quindi non potrebbe che acconsentire.-

-Hai calcolato tutto, eh?- si lasciò sfuggire una risata cristallina, intenerita dalla caparbietà del biondo… solo per lei, poi!

Tom annuì fiero.

-Però non posso lasciare tutto così, su due piedi. Non posso abbandonare tutta la mia vita senza avere neanche il tempo di ragionarci su! Hai calcolato tutto, ma non il tempo…- asserì seria.

-Su cosa devi ragionare?! Non venirmi a dire che non vorresti fare il fonico. È o non è quello per cui hai studiato e lavorato tanto? …o..- abbassò lo sguardo, timoroso dell’alternativa -..forse il problema è un altro. Non ti va di stare con me?- chiese sconsolato, portando lo sguardo altrove, fintamente preso dallo scrosciare delle onde infrante sul bagnasciuga.

Rimase perplessa a fissare la testa voltata del ragazzo che svincolava i suoi occhi, troppo insicuro e mesto per sostenerli.

-Ma come ti viene questa?? Tu saresti il mio ultimo problema se mai decidessi di accettare..-

-SE… quindi vuol dire che non lo farai?- sottolineò con voce atona, secca e stridente.

-No, Tom, non posso! Voi partirete praticamente domani e io non posso sbrigare tutte le mie faccende in un solo giorno! È tecnicamente impossibile!! Ho la casa da chiudere, lo stage da concludere, avvertire i miei e litigarci di seguito perché sono sempre stati contrari a tutte le mie idee poco convenzionali…se anche non ci fossero problemi con la band e i vostri manager, e non credo sia così semplice come tu dici, io devo sistemare molte cose qui prima di partire! La proposta è allettante, lo so, ma non posso. Mi dispiace!- distaccata come se stesse declinando la sola proposta di lavoro. Come se quello fosse la conclusione di un colloquio andato male e non vi fosse alcun rapporto fra lei e il suo datore di lavoro. Un datore dai lunghi rasta biondo cenere e dai grandi occhi marroni e terribilmente magnetici.

-Si, come no.. hai elencato una lunga serie di motivazioni per fuggire ancora!- sibillò deluso. Non alzò lo sguardo nel rivolgersi a lei e, anzi, si alzò senza aggiungere altro allontanandosi da solo con passo pesante lungo la spiaggia, lontano dal fuoco, distante da lei. Per pensare.

 

 

Camminò per diversi metri, con i piedi bagnati dal moto continuo delle onde, perdendosi nelle sue riflessioni.

I dreadlocks sciolti sulla schiena e con addosso solo un semplice costume rosso, a coprirgli fino alle ginocchia.

Poteva sentire il vento brioso, accenno dell’arrivo di un’estate prossima, entrargli dentro, giungergli diretto sul petto nudo e inserirsi fino a gelargli le ossa.

Si sentiva vuoto e privo di forze.

Ci aveva sperato, si era impegnato molto, aveva convinto tutti e aveva unito tutti i pezzi del puzzle per farli combaciare affinché lei potesse lavorare con lui. Semplice!

Già, forse anche troppo..

Lalu aveva ragione: non aveva calcolato il tempo, ma soprattutto la cocciutaggine della persona interessata.

Era ovvio che avesse trovato delle scappatoie. Era ovvio che dirglielo solo con un giorno d’azione non si era dimostrata una mossa vincente.

Si era fatto prendere troppo dalla mano. Si era entusiasmato da quel mese in cui ogni cosa era filata per il verso giusto, nonostante il ritmo serrato di prove per il cd e il poco tempo libero. Aveva sentito il cuore riempirsi di gioia quando la sua ragazza lo aveva “perdonato” e, ancor di più, quando aveva cominciato a collaborare con il gruppo per la registrazione dei pezzi.

Da lì gli era nata l’idea: Lalu poteva fare il fonico per i tokio!

Si diede dello stupido a non averci pensato prima, entrò in fermento a fantasticare su un futuro possibile, con una soluzione così evidente quanto perfetta per risolvere ogni paura della ragazza.

La distanza fra loro sarebbe stata nulla. Avrebbe seguito città dopo città il suo tour, per intero!

Il timore di stare con un musicista in giro per il mondo le sarebbe sparito perché gli sarebbe stata vicino e avrebbe visto quanto per davvero lui fosse cambiato e rinsavito per lei.

Non avrebbero più dovuto aspettare mesi e mesi prima di rivedersi e sentirsi uniti...sarebbe bastato che di notte, quando il concerto fosse terminato e il bus parcheggiato davanti l’hotel di turno, uno di loro fosse sgattaiolato nella stanza dell’altra e così, senza nessun ostacolo, avrebbero potuto passare notti su notti nel calore delle lenzuola di un letto ardente di passione.

E ora?

Lei aveva detto di no.

 

E' quello che sai che ti uccide o è quello che non sai
a mentire alle mani, al cuore, ai reni

 

Se era come aveva detto, che lui sarebbe stato il suo ultimo problema, perché ancora rifuggiva da lui?

Lo amava. Glielo aveva detto centinaia di volte da che si erano  messi di nuovo insieme! E non fingeva, era sincera tutte le volte! Lo poteva capire dalla gioia che le si leggeva negli occhi ogni volta che dalla sue labbra uscivano quelle due tenere parole. Ti amo.

Perché ora metteva così tanti e infiniti pali di fronte alla loro felicità?

 

via dal cuore su in testa, sopprimerli

 

Lo allontanava in tutti i modi.

Lo feriva amaramente, con ogni singola parola.

Per incoscienza, ma lo faceva tutte le volte che tentava di fuggire, ancora e ancora.


non sai  che l'amore è una patologia
saprò come estirparla via

 

Si arrestò.

Si voltò per vedere dove era arrivato e si accorse di essere così distante da vedere il falò come una piccola scintilla fiammeggiante e fumante verso il cielo.

Sbuffò rassegnato e, appesantito dai pensieri, si buttò a terra.

Seduto con le gambe al petto, la testa poggiata debole sulle ginocchia e le mani a fondo nella sabbia fredda in superficie e calda all’interno.

Come LEI.

A volte era veramente ingovernabile e dura come il ghiaccio.

Era dura confrontarsi con lei quando faceva così.

 

torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere

 

Ma lui l’avrebbe avuta vinta!

Avrebbe risolto ogni dubbio che lei avesse posto fra di loro, dissolto ogni remora, concluso ogni problema, curato ogni ferita, asciugato ogni lacrima e calmato ogni crisi.

 

perchè quando il dolore è più grande
poi non senti più

 

Qualsiasi cosa fosse la causa di quel comportamento astruso, lui l’avrebbe sconfitta.

Ormai era forte e sicuro abbastanza per affrontare di tutto.

Tutto,         sopra        tutto,                  per lei.


vedrai se il mio amore è una patologia saprò come estirparla via
torneremo a scorrere

 

 

Non permetterò che vada tutto all’aria, pensò risoluto.

 

Guarire un po'
Sognare un po'
Amare un po'
Fallire un po'
Far male un po'
Mentirsi e poi
Tornare a sfamarsi un po'

………………………………………………………………………..

 

 

 

 

 

Tornò dopo quasi un’ora, a detta degli altri che ne frattempo erano usciti dal mare e si erano messi a scherzare intorno al falò tracannando lattine su lattine di birra.

Individuò subito il suo punto focale e non distolse da lei lo sguardo mentre lentamente circumnavigava la fossa del fuoco e la raggiungeva.

Lalu appena lo vide riavvicinarsi, non gli staccò gli occhi di dosso, fissa su di lui anche nel buio e attraverso la luce fiammeggiante che li divideva. Voleva capire come mai si fosse allontanato per così tanto tempo e come mai non avesse insistito oltre, dopo la sua risposta sbrigativa.. cercava di leggergli l’espressioni del volto e, con il suo avvicinarsi, provava a capire le sue sensazioni leggendogli gli occhi.

Si ritrovarono vicini.

Tom l’aveva raggiunta e le si era accovacciato accanto, distogliendo lo sguardo e portando indifferente il volto verso il calore e lo scoppiettio delle fiamme, in attesa di qualcosa.

La mora rimase seduta affianco a lui, con le braccia intorno alle ginocchia e con i piedi nascosti dalla sabbia. Lasciò che i suoi occhi tentassero di catturare i pensieri nascosti in quei tratti così familiari e stranamente imbronciati.

Lui manteneva il suo silenzio da quando era tornato, facendo finta di non sentire il vociare del resto della combriccola. Respirava calmo e quieto, mentre mentalmente riprendeva per inerzia gli stessi ragionamenti che lo avevano spronato a far ritorno dagli altri.

La ragazza, ormai persa ogni speranza di leggere miracolosamente nella mente del biondo, tentennò a far partire un qualsiasi dialogo.

-Tutto ok?- chiese impacciata e vergognosa per aver disturbato il flusso di pensieri del rasta.

-No- secco, senza voltarsi, ma allungando le braccia all’indietro e buttandosi di peso su di esse, sbuffando sonoramente.

La mora rimase un po’ perplessa.

Spaesata da una risposta così fuori dal comune per un logorroico come il fanciullo che le stava vicino.

Questione genetica, aveva sempre pensato ironica, alludendo anche all’altro gemello.

Non seppe come ribattere, cosa dire o aggiungere.

Si zittì semplicemente, pensando che quello fosse il modo migliore per non creare altri danni in una situazione già delicata di suo.

A quel punto il rasta riprese il discorso, stavolta cercando lo sguardo di lei, serio come non mai. –Non credere che sia finita qui!- esordì deciso –Ora che ti ho ritrovata, non ti lascerò scappare via!- sibilando parola per parola a denti stretti, tanto quanto i suoi occhi chiusi a fessure e puntati su di lei minacciosi -….. Non ti lascerò che tu soffra!....e non permetterò che IO soffra!- concluse schietto.

Alla fine si accasciò del tutto sulla sabbia, portandosi le braccia dietro la testa e puntando il naso verso le stelle. Tranquillo e sereno come se ciò che aveva appena detto fosse di poca rilevanza.

 

 

 

Il giorno dopo i Tokio hotel partirono diretti per Amburgo e per la masterizzazione del loro nuovo cd.

Copiosi pianti e stretti abbracci furono la sostanza della loro imminente partenza.

I quattro salutarono i vari amici con pacche e promesse di rivedersi al più presto e di rimanere comunque in contatto.

Il distacco con le ragazze, invece, fu più arduo del solito.

Georg tenne abbracciata Ver per tutto il tragitto in macchina. La stringeva al suo petto e la coccolava premuroso, accarezzandole i capelli e riempiendola di mille piccoli soffici baci sull’intero viso. Alla fine i due si salutarono con un lungo e sentito bacio, davanti al check in dell’aeroporto.

Allo stesso modo di Bill e Serena.

Quest’ultimi si erano accordati di rivedersi la settimana successiva, data la possibilità della ragazza di poter raggiungere il moro per un paio di giorno di stacco di studio. Dopo una serie infinita di teneri baci, la coppia si divise lentamente lasciandosi con un “mi mancherai” sussurrato a fior di labbra da parte di entrambi, come erano soliti dirsi in occasioni del genere.

Infine, un po’ più appartati dal gruppo di amici, c’erano Tom e Lalu.

Lei, in conclusione, aveva deciso che sarebbe rimasta a Roma e che avrebbe provato a seguire l’esempio di Ver e Serena, ovvero di cercare di raggiungerlo appena possibile con il primo volo diretto segnato sul tabellone di Fiumicino. Lui aveva acconsentito impotente e sopraffatto dall’evidenza delle situazioni.

Ora stavano uno di fronte all’altra cercando di trovare le parole più adatte al momento..

-Dai, non fare il broncio!- Lalu ruppe il silenzio fra loro, avvicinandosi al biondo e cingendogli le braccia al collo con l’intenzione di consolarlo fra baci e carezze.

-Non faccio il broncio..- rimbeccò lui, arricciando le labbra con aria offesa.

-E allora fammi un sorriso dei tuoi!- insistette lei nel tentativo di fargli tornare il sorriso. Uno di quelli che tanto facilmente la incantava e ammaliava, uno di quelli che facevano le ribollire il sangue nelle vene.

-Così potrai sognarmi stanotte in scene lussuriose?- disse prendendo la palla al balzo con fare spaccone e pieno di sé.

-Che scemo!!- esclamò divertita la mora. Entrambi si sciolsero in una lieve risata per poi stringersi in un abbraccio da togliere il fiato.

Rimasero per un po’ così, fusi uno nell’altra, fino a che non arrivò l’ultima chiamata per Amburgo.

Lalu alzò la testa dal petto del ragazzo, su cui era poggiata durante il loro abbraccio, e avvicinò le proprie labbra a quelle dell’altro.

Si scambiarono un bacio intenso, dolce e viscerale.

Non volevano separarsi e ogni particella del loro corpo emetteva questo segnale, ma il tempo tiranno li sottrasse al tepore dei loro corpi vicini e li costrinse a un ultimo definitivo saluto.

-Mi dispiace!- un sussurro.

-Anche a me!...Fai il bravo!- un altro sussurro.

Il ragazzo annuì convinto e poi si portò la mano sopra le labbra, e dopo aver schioccato le labbra in un affettuoso bacio, la posò sul petto, all’altezza del cuore con gli occhi ben fissi in quelli di lei.

-Ti amo!-

La mora ripeté le stesse identiche mosse e le stesse parole.

Un ultimo bacio a stampo e i due si separarono.

Lui raggiunse i tre compagni oltre il check e lei il gruppo di amici che non smetteva di salutare calorosamente la band..

 

 

 

 

 

Perdono per l’ennesimo ritardo, ma sono stata parecchio impegnata!!

Questo era il penultimo capitolo. Col prossimo questa storia finirà….

{La canzone citata fra le righe della storia è CI SONO MOLTI MODI degli Afterhours}

 

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto, che mi hanno messo nei preferiti e grazie a kit2007, GEMELLINA89, Frehieit489 (mi sono rotolata dal ridere quando ho letto la tua recensione!^^), tesorinely, RubyChubb, elisuccia22. Grazie per l’appoggio, il sostegno, i complimenti e i pixel anneriti per sprecare poche righe di commento!!!

 

Kisses

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** capitolo 22 - è la fine la più importante ***


Capitolo 22 - È la fine più importante hilde

Capitolo 22 - È la fine la più importante

 

 

 

È da ieri che non la sento ed ormai è più di un mese che non ci vediamo, pensò il rasta guardando rapido lo schermo del suo cellulare mentre percorreva il corridoio del palazzetto, insieme al resto della band e altre due ragazze.

David li aveva convocati nel parterre per presentargli i nuovi tecnici prima della settimana di prove organizzata in vista dell’inizio del tour.

Entrando nello spiazzo lui e Gustav stavano cingendo la vita delle due ragazze che li accompagnavano e proprio in quel momento stavano tutti quanti allegramente ridendo per l’ultimo capitombolo di Georg, inciampato su un groviglio di fili posto lungo il corridoio dei camerini.

Dirigendosi verso la consolle fronte al palco già montato, poteva vedere una decina di omoni dalla stazza di un armadio parlare fra loro e poco più in là riconosceva il loro manager, il quale, data la sua postura, stava sicuramente parlando con qualcuno di alcuni centimetri più basso di lui.

 

Appena Bill squittì unHallo’ salutando tutti i presenti, David si voltò lasciando così vedere il suo interlocutore.

Tom sbiancò all’istante e ritrasse in fretta la mano, finora posata intorno alla vita della ragazza che lo affiancava.

La sua risata si arrestò all’istante, il suo solito passo felpato si bloccò. Fece per aprire bocca e parlare, ma nuovamente si interruppe lasciando un sospiro smorzato al posto delle dovute parole, notando la gelida ed inaspettata espressione in un viso a lui troppo familiare.

Il suo sguardo fu totalmente imprigionato da quel che gli si poneva dinanzi agli occhi.

Lalu.

La ragazza era in fila di seguito al resto dei tecnici e lo guardò dapprima gioiosa ed evidentemente euforica, poi, non appena ebbe allargato la visuale oltre il biondo, rimase pietrificata. Il suo volto, con tutte le fragranti emozioni provocate dall’ansia di rincontrare il proprio ragazzo, si freddò subito al constare la compagnia del rasta e quanta confidenza ci fosse con quella bionda dalle gambe chilometriche.

La mora fu semplicemente interdetta e malamente colpita dalla sorpresa che le si palesò di fronte, ma nonostante tutto non si scompose di una virgola, impalata affianco al manager tedesco, non si mosse di un centimetro per salutare né gli amici né Tom.

I due rimasero a fissarsi sbalorditi mentre David iniziò a fare le dovute presentazioni.

-Ragazzi, anche quest’anno abbiamo preso nuove persone con noi, per il prossimo tour- disse rivolgendosi al gruppo tedesco –una persona già la conoscete: Lalu!- riprese indicando fiero la ragazza –sarà il vostro nuovo fonico del palco.-

La mora salutò la band con un cenno rigido della mano e un sorriso tirato, rimanendo il più formale possibile.

I ragazzi ricambiarono il saluto con maggiore enfasi ed entusiasmo per poi ritornare in ascolto del manager che proseguì presentando il resto dei tecnici. Furono tutti accolti con gentilezza da parte del gruppo e infine David concluse l’incontro rimandando tutti al proprio posto di lavoro.

Lalu non aspettò altro e, con la scusa di dover recuperare del materiale nel furgoncino, glissò i saluti da parte dei quattro amici e scappò non appena Tom accennò un minimo passo verso di lei. Il biondo ne rimase perplesso, fermo immobile a guardarla correre svelta verso l’uscita esterna. Girandosi intorno costatò che nessuno aveva fatto caso alla freddezza della ragazza, ma che, anzi, musicisti e tecnici si erano messi a parlottare serenamente, tanto per approfondire la nuova conoscenza.

Per lui però qualcosa di strano c’era.

Partendo dal fatto che erano due giorni che non si sentivano, continuando poi con la sorpresa di vederla davanti a lui, finendo con quel gelido saluto concesso e condiviso per tutti e quattro, sembrando dimentica che lei fosse la sua ragazza e come tale si sarebbe aspettato almeno un abbraccio affettuoso contornato da una serie di baci appassionati.

Strano sì, ma non riusciva a capirne il motivo..

Il rumoroso sbattere del cancello di uscita lo riportò con i piedi per terra, distogliendolo dai suoi pensieri. Mise da parte le sue congetture e, senza neanche avvertire i presenti e limitandosi a un furtivo sguardo d’intesa col gemello, prese a correre anche lui in quella stessa direzione che poco aveva intrapreso la mora.

Corse a perdi fiato e quasi caracollò quando finalmente aveva raggiunto il cancello ed era riuscito ad aprirlo, dopo averlo spinto con non poca fatica. Si ritrovò nello spiazzo retrostante al palazzetto, pieno di furgoni e camion, tutti ancora abbastanza ingombri dell’attrezzatura necessaria per costruire e far funzionare il loro spettacolo. 

Proprio in mezzo a quel parcheggio, a pochi metri da lui, intravide Lalu salire e mettere in moto un furgone bianco, relativamente piccolo rispetto ai soliti ‘mostri’ che li seguivano on the road.

Al rumore roboante del motore, non ci pensò due secondi e, con quattro falcate nette e ben assestate, raggiunse veloce il veicolo e vi saltò dentro, dopo aver aperto già in corsa la portiera del passeggero, neanche fosse stato uno stuntman di un pericoloso film d’azione nel ruolo del protagonista che rincorre il cattivo di turno.

La mora, accortasi del suo eclatante arrivo, frenò istantaneamente, senza neanche aver percorso un metro di strada dall’accensione dell’auto e causandone il successivo spegnimento, dovuto all’improvvisa e forte frenata. Stringeva con forza il volante fra le dita e teneva le gambe ben rigide e stese sui pedali. I capelli che le coprivano parzialmente il viso e non gli permettevano di far intravedere gli occhi, chiusi a fessura in un’espressione torva e poco benevola.

Il biondo stava ancora cercando di riprendere fiato, seduto alla meno peggio sul sedile di fianco alla ragazza, quando questa iniziò a sbraitargli contro.

-Che cavolo fai??-

-io veramente…- tentò di spiegarsi, ma venne subito sovrastato da altre urla.

-Tu cosa?? Volevi farmi ammazzare saltando dentro così? Sei il solito deficiente!!!- fulmini e saette sembravano essere sparati dagli occhi della mora verso di lui, bruciandolo all’istante.

-ma io..- provò ad aprire bocca, ma venne linciato con uno sguardo tagliente e liquidato in pochi secondi.

-Tu niente! Scendi subito!!- gli ordinò rabbiosa.

-NO- riuscì a sostenere gli occhi iniettati di veleno di Lalu e rimase seduto dov’era, determinato e cocciuto come non mai.

-Che vuoi ancora?- il tono usato era tra lo scocciato e l’irato, ma questo non spaventò il ragazzo che, prendendola dalla stretta al volante, si portò con estrema delicatezza una sua mano sulla guancia, cercando di sentire il suo calore sulla propria pelle.

-Mi sei mancata!- sussurrò abbandonandosi teneramente a quel tocco, ma il tepore, donatogli da esso, venne rapidamente retratto insieme alla mano a causa di un scatto ancora una volta pieno di rabbia.

-Ma smettila!- una risposta così acida e inaspettata da fargli sgranare gli occhi. A quel punto non ce la fece oltre e sbottò anche il chitarrista.

-Mi spieghi che cazzo hai??- si infervorò –Dimmi cosa ti è successo! È da più di un mese che non ci vediamo e, quando succede, a malapena mi rivolgi il saluto! Anzi, mi urli addirittura contro!!- affermò gesticolando velocemente, come era solito fare quando era nervoso.

-Eh già, ora sono io la pazza…. Sì, comunque hai ragione tu! Devo essere stata pazza ad aver creduto in te! …Noi non ci vediamo da esattamente trentacinque giorni… Da quanto dura questa storia?- gli chiese mantenendo un forte astio nella sua voce.

-Ma di che parli?- ribatté sbalordito, cadendo praticamente dalle nuvole.

-E’ inutile che fai l’ingenuo…anche se hai tolto subito la mano, ho visto che ti abbracciavi con quella spilungona!-

-Ma chi? Hilde?- domandò smarrito.

-Non mi interessa come di chiama! …e pensare che ho anche accettato questo cavolo di lavoro per te!- rispose stizzita, abbassando triste gli occhi, distogliendoli così dai suoi che la fissavano imperterriti in cerca di segni utili a capire tutto quel caos.

-Guarda, non è come pensi!- sostenne cercando di convincerla, ma senza successo.

-Si, si, come no! E io sono Babbo Natale!- ribatté bruscamente.

-No, davvero! Lei è solo la nostra truccatrice!- tentò di spiegare i fatti.

-Ecco, allora non avrai problemi a spupazzartela in mia assenza…sarà sempre a disposizione!-

-No!! È la nostra truccatrice da anni, solo questo! Te lo giuro!!- sostenne implorante.

-Anche se fosse, non spiega perché stavate beatamente abbracciati al vostro arrivo in sala!- ribeccò arcigna.

-Semplicemente perché ci conosciamo da anni e c’è confidenza tra tutti noi. Anche Gustav stava abbracciato con Annah! E lei è la nostra hair stylist…Ci conosciamo da troppo per poter aver qualcosa di più oltre il campo lavorativo e l’amicizia. Siamo come una grande famiglia.- Lalu lo guardava di sbieco, messasi a distanza da lui con la schiena poggiata sulla portiera, lasciando sfinita la presa sul manubrio –E poi, mi conosci! Quando si tratta di musica, sono un professionista! Non potrei mai perdermi in questi affari!!- non ebbe altre risposte incattivite. Solo una smorfia di disappunto.

Forse era riuscito a convincerla.. in fondo era tutto un malinteso e lui stava dicendo la sola verità.

Continuò prendendole le mani fra le proprie e avvicinandosi il più possibile al suo volto.

-Ma soprattutto…IO AMO TE! E nessun altra!! ..Sarei uno scemo a giocarmi l’occasione di stare con te dopo aver fatto tanta fatica!- addolcì la sua voce fino a raggiungere toni bassi e sensuali, gli occhi nocciola ben puntati in quelli marroni di lei e un lieve rossore diffuso sulle gote causato forse dalla corsa di prima, ma piuttosto, quasi sicuramente, dalla piccola confessione fatta al fine di dissuadere ogni dubbio e screzio.

-Tu SEI scemo!- sussurrò correggendolo divertita.

Ogni nota di quel astio precedente era sparita, ogni segno di rabbia anche, ogni traccia dello scontro appena concluso era svanita. Al loro posto un delicato sorriso e lieve bagliore negli occhi, non più stretti a fessure, ma nuovamente gioiosi.

Era riuscito a toccare le corde giuste. Era riuscito nel suo intento. Era riuscito a tenerla stretta a sé, quando per l’ennesima volta stava per scappare. Ci era riuscito ancora e lo avrebbe fatto altre decine di volte se questo avrebbe voluto dire vedere lo splendore di quel viso e sentirsi mancare il fiato ogni volta proprio a causa di questo.

-Si, ma per te!!!- la tirò a sé trascinandola dalle mani per poi stringerla in un forte abbraccio –Non potrei mai tradirti! Il mio cuore è tuo! E tu sei mia! Non ho bisogno di altro…solo di te!- e finalmente le loro labbra si congiunsero un dolce tocco, il quale prosegui in un intenso bacio.

Di seguito si scambiarono tenere effusioni, tra carezze e sussurri, facendosi coinvolgere troppo da quel primo bacio, segno della pace ristabilita tra di loro.

Chiusi nell’abitacolo del veicolo, stretti in caldo abbraccio, finalmente riappacificati e vicini.

Non si vedevano da trentacinque giorni, come aveva precisato la mora durante la lite, e adesso, a sentire di nuovo i loro corpi così fibrillanti al solo contatto, entrambi scoppiarono e non riuscirono a tenere a freno i propri istinti.

Le mani iniziarono a correre veloce sulla pelle, i baci divennero infuocati stampi d’amore, gli occhi fissi uno in quelli dell’altra, i vestiti furono sfilati senza troppe pretese e, senza minimamente rendersene conto, stavano facendo l’amore.

Si erano infilati nel retro del furgone, al riparo da occhi indiscreti e immersi in una montagna di teli atti a coprire tutti gli strumenti nei set all’aperto.

Tutto il fervore che aveva caratterizzato il litigio di prima ora si stava ripetendo in quei movimenti sinuosi e al tempo stesso violenti, così passionali e vigorosi da smuovere il furgone, il quale dall’esterno sembrava essere preso da un dondolio continuo e molto loquace.

Il cigolio delle ruote non li fece smettere, anzi.

Erano troppo presi dall’unione dei loro corpi per rendersi conto di ciò che succedeva intorno a loro. Fortunatamente per loro, tutti i tecnici erano all’interno del palazzetto a montare il palco e nel parcheggio non c’era anima viva.

Così, dimentichi di tutto, si lasciavano andare a dolci sorrisi e tenere carezze, mentre ognuno si rimpossessava del corpo dell’altro.

 

La dolcezza che aveva caratterizzato i primi baci del chitarrista era sparita e ora veniva sostituita da una veemenza così possente e inebriante che Lalu non fece altro che lasciarlo fare, abbandonandosi ai propri sensi provocati con maestria dal ragazzo.

Baci sussurrati a fior di pelle, lungo ogni centimetro del corpo, provocando un fremito maggiore se erano seguiti da mani calde e persuasive. Carezze così piacevoli da provocare un sussulto per ogni tocco.

Già il solo sentire il respiro affannato sbattere contro l’incavo del proprio collo, le faceva venire la pelle d’oca e inconsciamente inarcava sempre di più la schiena sotto una serie di brividi che le percorrevano costantemente la colonna.  Ogni qual volta compiva questo gesto o muoveva anche lei ritmicamente il bacino, lui stringeva con maggior forza la presa su i suoi fianchi e la attirava a sé, continuando a provocarle piacere. Insisteva, insisteva con vigore, insisteva tenendo le gambe ben piantate a terra e circondate da quelle di lei, insisteva in una sinfonia di gemiti e sospiri, insisteva imperterrito e sconvolto dalla passione, insisteva partecipe e trascinato dai sentimenti, insisteva a tenerle le cosce in una presa forte e ricambiata da altrettanta foga quando lei riusciva a cingergli i bicipiti tesi e gonfi nell’atto di sorreggerla, insisteva fino a raggiungere entrambi l’amplesso, strillato in un esplosione di sensazioni che per entrambi segnò il culmine del piacere, rinchiuso tra quelle poche pareti metalliche.

Sfiniti, ma soddisfatti, si appoggiarono l’uno all’altra, esausti dal vortice di emozioni in cui erano stati catturati, finalmente felici e rilassati. Riscaldati dalla vicinanza dell’altro e da questa rassicurati, si presero ad accarezzarsi reciprocamente, senza malizia, ma in un gesto naturale e spensierato. Si stavano coccolando con premura di rendere ancora più dolce quella armonia creatasi nel piccolo universo composto solo da loro due, estranei fino all’ultimo dal resto.

 

Rimasero così finché non vennero interrotti da uno squillo del cellulare di Tom.

Quel suono in contrasto con il loro silenzio li riportò bruscamente alla realtà.

Lo squillo era di Bill, complice imperituro del gemello.

Ciò voleva significare che si erano appartati per troppo a lungo e qualcuno si stava accorgendo della loro sparizione.

La coppia si rivestì in fretta e Tom, con agilità di un prestigiatore, fece sparire ogni traccia del loro passaggio nel veicolo, ricordandosi di buttare anche l’angolo di alluminio che aveva strappato frettolosamente coi i denti per aprire la bustina del condom, prima di saltare addosso a Lalu.

I due, perfettamente ricomposti, scesero dal furgone come niente fosse e si ridiressero verso il cancello del palazzetto, uno fianco all’altra, con un sorriso sghembo e compiaciuto ben piazzato sui loro volti.

-Ohi, piccola!- il biondo si fermò poco prima di giungere all’entrata e prese la mano della ragazza per attirare la sua attenzione –Non mentivo prima…mi sei mancata!- soffiò imbarazzato, ma fisso nello sguardo intenerito di lei.

-Sì, anche tu!...però non devi farmi mai più prendere colpi del genere! Ci metterei cinque secondi a sparire!!- concluse fintamente minacciosa alludendo alla sorpresa di trovarlo abbracciato con la truccatrice del gruppo.

-Non ci provare neanche! Ora che ti ho qui tutta per me, non ti lascio andare via!!- se la strinse in un soffice abbraccio, posando il capo su quello ben più basso di lei, come per assaporare la nuova vicinanza e gongolarsi di ciò che negli anni era finito nel migliore dei modi –Hai accettato il lavoro?! Beh, ora ne avrai tutte le conseguenze…- e scoppiò in una risata simpatica e rumorosa, seguito poi da quella della mora, anche lei divertita dalla situazione in cui si era andata volontariamente a cacciare.

-Credo che mi farai impazzire!- affermò convinta con ancora il sorriso stampato in faccia.

-Stanne certa!- le confermò il ragazzo, andando a posare le proprie labbra su quelle di lei per un piccolo bacio affettuoso.

-Ti amo!- glielo soffiò a fior di labbra.

-Allora siamo in due!- rispose ironico, intensificando celere quel morbido contatto fra di loro.

Si lasciarono andare ad un ultimo appassionato bacio e poi raggiunsero gli altri ancora coinvolti in vari discorsi riguardo al prossimo tour.

 

Lo stesso tour dei Tokio Hotel in cui Lalu gli fece da fonico.

 

 

 

 

FINE

 

Ebbene sì! Sono giunta alla fatidica fine.

Vi è piaciuta? Spero con tutto il cuore di sì e spero anche di ricevere parecchi commenti di conferma o saluto, a voi la scelta, basta che lo facciate!!ihihihih ^^

Non farò un continuo perché……perché è bello sapere che, magari, anche solo per un secondo ognuna/o di voi alzerà gli occhi al cielo e continuerà a fantasticare su questo innocente racconto. Magari! Mi farebbe piacere! Vorrebbe dire che, nonostante la mia inesperienza, sono riuscita a catturare la mente di qualcuno col mio mondo… nel mio stralunato mondo… :)

 

Sono commossa nel vedere le letture fatte per queste mie pagine sconclusionate di pixel anneriti. ç_ç ( lo so..sono ripetitiva, ma adoro il connesso dei pixel!!!!! XD)

Grazie a tutte coloro che mi hanno messo tra i preferiti…ben 32! Bada! Per me è un numerone!!! TNX

Grazie chi ha recensito durante i vari capitoli. Grazie per il sostegno!! Mi inginocchio a voi…fantastiche!

Ovviamente grazie anche a chi ha recensito l’ultimo capitolo:

lilylemon – uh ma guarda chi c’è! Sono contenta che sei riuscita a leggere anche la mi a storiella..grazie dei complimenti! Detti da te fanno davvero piacere…spero che riuscirai a completare la lettura e magari a darmi una tua opinione. ;)

Frehieit489nun me sbroccà!!!!!!!!ihihihh Ti giuro che ho adorato il tuo commento!  Veramente spaccacuori! Istiga alle lacrime…no vabbè, forse esagero. Comunque mi hanno fatto piacere le tue parole e il tuo affezionarti alla storia! Tom e Lalu non li ho fatti sposare, come volevi tu..sorry! è che io aborro il matrimonio. Ho preferito lasciare che tutto finisse così placidamente. E di conseguenza non ci sarà un continuo… a dire la verità ho la testa da altre parti! Forse mi ritroverete con altre storie…chissà! Faccio un fischio, in caso eh!;P

Kit2007 – spero non mi punirai per l’estremo ritardo!!! Pietàààààààààà!!! … grazie per i complimenti e spero vivamente che tu abbia apprezzato il finale per nulla calcolato! È venuto tutto da sé, come al solito. Spesso e volentieri hai lasciato un tuo segno e te ne sono grata! Cmq..Ho in mente alcune idee che provvederò a sviluppare al più presto e poi vedrò il risultato. Come sopra: in caso, faccio un fischio! Eheheh

Ps. Un saluto dovuto alla fanciulla che assillo quasi quotidianamente, Rubychubb. Grazie dell’appoggio!

 

 

Babbè…dopo sto temone…vi saluto. ^_^

 

BYE BYE!

 

Laura

 

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