Ed
eccoci al 3° capitolo! L'ho scritto ieri in preda ad un
terribile
raffreddore....Prima di lasciarvi alla lettura vorrei porgervi una
semplice domanda...la storia vi piace? Vorrei capire se vale la pena
continuarla o se sto solo perdendo tempo avendo già un altra
storia
a cui dedicarmi. Se c'è qualcosa che non vi convince
ditemelo! Sono
pronta ad ascoltare qualsiasi critica per migliorare.
Buona
lettura!
Baci,
Miki.
Hermione
distolse la sua attenzione da Draco e andò incontro a Blaise.
Lo
aiutò a togliersi la giacca e prese la sua ventiquattrore,
consegnandola ad una cameriera che l'avrebbe portata nel suo studio.
-Bentornato!
Pensavo arrivassi più tardi- disse la giovane sorridendo
felice.
-Ci
è voluto meno del previsto, dopo aver finito l'operazione
sono
subito salito sulla prima carrozza per tornare qui- disse regalando
alla sua dama un dolce bacio a fior di labbra.
Solo
allora con la coda dell'occhio notò il ragazzo seduto sul
divano,
che non aveva smesso un attimo di fissarli.
-Herm...lui
chi è?-
-Lui?...oh
lui!-
Hermione
si allontanò da Blaise e fece segno a Draco di alzarsi.
Lui
parve per un attimo un po' riluttante ma poi fece come la ragazza gli
aveva chiesto.
-Blaise
lui è Draco, Draco questo è l'uomo con cui
vivo...Blaise-
I
due uomini si strinsero la mano.
-Draco, allora come mai ti trovi
in casa mia?-
Quella
domanda non era stata pronunciata con disprezzo, ma con semplice
curiosità.
Blaise
sapeva che Hermione non aveva l'abitudine di invitare ospiti senza
prima averlo avvertito, quindi doveva essere per un motivo
differente.
-Questo
dovrebbe chiederlo alla sua dama- rispose Draco con una alzata di
spalle.
Hermione
si accomodò sul divano e fece segno ai due uomini di fare
altrettanto.
Draco
prese posto vicino a lei, Blaise sulla sua poltrona alla destra di
Hermione.
Iniziò
cosi a raccontare dell'uscita a cavallo e di come avesse trovato
Draco svenuto e avesse deciso di portarlo a casa.
-E
questo è tutto quel che so di lui, poco prima che tu
entrassi mi
stava per raccontare come mai si trovava nella nostra
proprietà-
L'attenzione
si concentrò sul biondo. Si aspettavano di sapere qualcosa
di più,
ma lui all'improvviso sembrava restio a raccontare la verità.
-Non
devi dirci proprio tutto se non te la senti, ma avendoti ospitato
vorremo sapere almeno qualcosa di te- disse Hermione prendendogli le
mani.
Draco
fissò quelle mani cosi piccole eppure cosi calde stringere
le sue
che al contrario erano gelide.
La
ragazza se ne accorse ed immediatamente chiamò una cameriera
chiedendo di portare dei guanti per il loro ospite.
Qualche
minuto dopo le mani del ragazzo erano avvolte da morbidi guanti di
lana.
-Vorrei...vorrei
parlare in privato con te Blaise- disse il ragazzo fissando il
padrone di casa.
A
quelle parole Hermione perse di colpo la pazienza e si alzò
di
scatto.
-Stai
dicendo che io non posso ascoltare?- la voce alterata, le mani sui
fianchi.
Draco
evitò di guardarla.
-Rispondimi!-
-Non
voglio che ascolti- disse questa volta fissando lei.
Hermione
aprì la bocca per ribattere ma all'ultimo ci
ripensò e si rivolse
invece al compagno.
-Blaise,
tesoro...diglielo che io posso ascoltare vero?- chiese speranzosa.
In
un altra occasione non avrebbe esitato a rispondere
“Si”. Però
vedeva che il ragazzo era a disagio e anche se si trattava di uno
sconosciuto, era pur sempre loro ospite. Non voleva nemmeno
però
offendere la sua donna.
-Draco,
acconsento a parlare con voi in privato, ma domani dopo aver
trascorso la notte a riposare direte quello che avete detto a me ad
Hermione-.
Sapeva
che per la ragazza quella mezza soluzione non era sufficiente e che
si sarebbe comunque sentita messa da parte ma era il meglio che
poteva fare in quel momento.
-Va
bene, me ne vado in camera e vi lascio parlare- la voce leggermente
acida il labbro di sotto tremolante. Salutò i due uomini con
un
mezzo inchino e si allontanò raggiungendo il piano superiore.
Si
udì una porta aprirsi e chiudersi poco dopo.
Blaise
sapeva che Hermione era offesa e avrebbe dovuto pensare a come farsi
perdonare, ma ora la priorità era conoscere qualcosa di
più su quel
ragazzo.
Lo
accompagnò fino al suo studio in una stanza adiacente
all'ampio
salone.
Una
volta dentro Blaise chiuse la porta e si avvicinò al mobile
bar,
colmo di bottiglie di vini e liquori.
-posso
offrirti qualcosa?- chiese mentre si versava per se un liquore alla
ciliegia.
Il
giovane scosse la testa -no grazie- non amava molto l'alcool, anche
se erano poche le occasione che aveva avuto per provarlo.
-D'accordo,
ora che siamo soli, puoi dirmi ciò che non riuscivi a dire
davanti
ad Hermione?- chiese con voce gentile invitando il ragazzo a sedersi
su una delle due poltrone in pelle.
Draco
osservò per un po l'uomo davanti a lui e alla fine
sospirando
raccontò la sua storia.
Al
piano di sopra Hermione continuava a marciare per la stanza avanti e
indietro andando da una parete all'altra. Si era detta che non gli
interessava sapere la storia di quel ragazzo, aveva mentito a se
stessa perché dal momento che si era chiusa la porta alle
spalle
aveva desiderato con tutta se stessa che Blaise la richiamasse al
piano di sotto.
L'orologio
a pendolo segnò le sette. A quell'ora cenavano di solito.
“la
cena...ma certo!”
Hermione
Granger non avrebbe mai origliato ad una porta, ma aveva appena
trovato il modo per carpire qualche informazione e saziare cosi la
sua curiosità.
-Lisa!-
la cameriera si presento subito alla porta
-Desidera?-
-Voglio
che prepari un vassoio con qualche vivanda e lo porti nello studio
del padrone ,poi voglio che tu torni da me a riferirmi quello che hai
sentito, ci siamo capite?-
-Mi
sta chiedendo di spiare?- domandò titubante la cameriera.
-Lisa,
sei la mia cameriera personale?-
-Certo
Madame-
-Allora
non preoccuparti, fai solo quello che ti chiedo- disse sorridendo
Hermione.
Lisa
fece un piccolo inchino poi spari dietro la porta.
Hermione
smise finalmente di camminare e si sedette sul grande letto a
baldacchino.
Nonostante
vivesse li da un anno, non dormiva con Blaise, ma aveva la sua camera
personale. L'aveva pensata lei dal letto a baldacchino fino alla
tinta turchese per le pareti. Ma la parte che preferiva della stanza
era il piccolo divanetto bianco che si trovava sotto la finestra e la
libreria accanto ad essa. Quello era il suo angolo lettura.
La
parete di sinistra era occupata per metà da un grande
armadio a due
ante. Per terra un soffice tappeto ricopriva il pavimento di parquet.
Dopo
circa mezz'ora la cameriera ritornò.
Questa
volta portando un vassoio per lei.
-Allora?
Cosa hai sentito?- domandò impaziente, seduta al centro del
letto.
Nel
frattempo che aspettava il suo ritorno si era cambiata e ora
indossava una morbida camicia da notte lilla lunga fino ai piedi con
le maniche a sbuffo.
-Non
molto purtroppo, ma sono riuscita a capire che il giovane è
fuggito
da un padrone crudele-
Fuggiva
da un padrone? Draco era dunque un servo forse?
-Ho
sentito che raccontava di come spesso lo frustasse o lo obbligasse a
lavori pesanti anche quando era ammalato-
Hermione
portò una mano a coprirsi la bocca. Non avrebbe mai potuto
tollerare
un comportamento simile da parte di Blaise, ma per fortuna lui non
era un padrone crudele e anzi trattava tutta la servitù con
il
massimo rispetto e se uno di loro stava male gli dava tre giorni di
riposo completi e pagati.
-Hai
sentito altro?-
-Solo
che era preoccupato per una certa Daphne, Dice che lui è
riuscito a
fuggire ma che lei è troppo debole e non sarebbe stata in
grado di
affrontare un viaggio e così l'ha dovuta lasciare indietro-
Daphne,
era un nome femminile, dunque Draco aveva una ragazza. Era una cosa
bella, perché allora lei si sentiva...triste?
-Devo
tornare giù ad ascoltare se c'è dell'altro?-
Hermione
scosse la testa
-No
Lisa, va pure è sufficiente cosi- disse prendendo il vassoio
e
adagiandoselo sulle ginocchia.
La
cameriera fece l'inchino di rito e la lasciò sola.
Hermione
non aveva molta fame, ma si sforzò comunque di mangiare
qualcosa. Le
dispiaceva non toccare cibo ed inoltre sapeva quanto il loro cuoco
fosse permaloso e più di una volta aveva minacciato di
andarsene
quando si era visto tornare indietro il piatto quasi pieno.
Alla
fine mangiò mezzo panino al burro, un po di insalata e
qualche fetta
di tacchino. Non riuscì invece quasi a toccare il riso di
cui prese
solo due cucchiaiate.
Ormai
era più di un ora che quei due erano chiusi nello studio di
Blaise.
Chissà
quante cose ancora si erano detti.
Lei
non riusciva a smette di pensare alle parole della cameriera.
Quel
ragazzo era stato davvero frustato? Quanto aveva dovuto camminare per
giungere fino ai confini della loro proprietà?
Fu
con quelle domande e molte altre che verso le 21 si
addormentò.
Il
sonno fu fin da subito agitato e la costrinse a rigirarsi da una
parte all'altra del letto.
Alla
fine verso le 2 di notte si svegliò e si accorse di non
avere più
sonno.
A
quell'ora tutti dormivano nella casa, la servitù non si
sarebbe
svegliata prima delle 6. Sgusciò fuori dal letto e per un
attimo
represse l'impulso di rituffarsi sotto le coperte quando un arietta
gelida, proveniente dalla finestra semi aperta, la investì
facendole
venire la pelle d'oca alle braccia.
Chiuse
la finestra poi uscì dalla stanza.
Non
sapeva bene cosa fare, solo che sentiva il bisogno di scendere al
piano di sotto.
Raggiunse
il salone dove, il camino, sebbene spento emanava ancora un po di
piacevole calore.
Protese
le braccia verso di esso lasciando che quel dolce tepore
l'avvolgesse.
-Sembri
una Dea...-
La
voce alle sue spalle la fece sobbalzare e spaventata si voltò
Draco
era difronte a lei, indossava un pigiama che era di Blaise.
I
capelli leggermente spettinati e un buffo segno rosso sulla guancia
indicava che dormiva fino a poco prima.
Anche
cosi pensò, era di una bellezza disarmante.
-Non
riesci a dormire? Il letto è forse scomodo?-
Blaise
gli aveva sicuramente dato una delle camere per gli ospiti.
-Affatto,
è uno dei letti più comodi dove io abbia dormito-
-Posso
immaginarlo...-
-Come
scusa?-
-No!
Niente, pensavo ad alta voce...ma allora come mai sei in piedi?-
Lui
alzò le spalle. -Non avevo più sonno, troppi
pensieri-
-Già,
anche io-
Senza
che lei se ne accorgesse il ragazzo si era fatto più vicino.
-Perché
non hai voluto che ascoltassi la tua storia?-
-Non
volevo impressionarti- rispose sincero
-Non
sono una ragazzina Draco, sono una donna adulta è difficile
che io
mi impressioni- disse sostenendo il suo sguardo.
Si
fissarono per un po senza che nessuno dei due dicesse niente.
Lui
allungò una mano verso di lei imprigionando una ciocca di
capelli
tra pollice ed indice. Ci giocò un po rigirandola tra le
dita mentre
lei attenta, seguiva ogni movimento.
-Prima
hai detto che sembro una Dea, lo pensi davvero?-
-Si,
ma sono contento che tu non lo sia- disse sorridendo
-Perché
mai?-
Lui
l'attirò a se avvolgendola in un caldo abbraccio, lei smise
di
respirare per un momento quando si ritrovò contro il petto
di lui.
-Perché
altrimenti non potrei abbracciarti-
Suo
malgrado non riuscì a non arrossire. Perché si
comportava cosi? Chi
era quel ragazzo un attimo prima tanto sfuggente e quello dopo dolce
e premuroso?
Si
ritrovò a pensare che era bello stare cosi vicini, ma fu un
pensiero
che scacciò subito, lei aveva Blaise, l'uomo che avrebbe
sposato tra
qualche mese e che amava con tutta se stessa e Draco aveva Daphne.
Con
quelle parole in testa fece pressione sul suo petto allontanandolo.
-Non
credo che la tua ragazza approverebbe-
Lui
sollevo un sopracciglio -Di cosa stai parlando?-
-Della
tua fidanzata ovvio!-
-Hermione,
io non ho nessuna fidanzata- rispose incrociando le braccia.
Lei
si morse il labbro non sapendo cosa dire.
A
quel punto lui comprese tutto e scoppiò a ridere.
-Shhhh!
Piano o sveglierai qualcuno!- disse preoccupata.
Chissà
cosa aveva da ridere.
-Hai
origliato! E hai creduto che Daphne fosse la mia ragazza-
-Io
non ho origliato! Almeno non di persona...ma se non è la tua
compagna chi è allora?-
-Lei
è la mia migliore amica ha un anno più di me-
spiegò Draco.
Per
la seconda volta rimase senza parole.
Quindi
Draco non era fidanzato, era libero, era solo preoccupato per la sua
migliore amica.
-La
cosa che io potessi avere una ragazza ti preoccupava?- chiese con un
piccolo ghigno.
Hermione
scosse la testa con un po troppo impeto.
-Figurati!
Come se potesse importarmene qualcosa-
Si
allontanò da lui di qualche passo. Sentiva che non andava
bene
stargli troppo vicino.
-Non
mentirmi, percepisco l'effetto che ti faccio- disse lui coprendo di
nuovo quella distanza.
Si
chinò verso di lei, le labbra a sfiorare l'esile collo della
giovane. Una mano che delicata si posava sul seno.
Hermione
rabbrividì quando sentì il respiro caldo di lui
contro il collo ma
dubitò che si trattasse di un brivido di freddo.
La
mano strinse la stoffa della camicia da notte e con essa la pelle
morbida del seno.
A
quel toccò Hermione si riscosse -Allontanati!- disse
spingendolo
via.
Rossa
in volto corse su per le scale.
-Dormi
bene- disse Draco alle sue spalle.
Anche
girata era certa che lui avesse quel sorriso più simile ad
un ghigno
stampato in faccia.
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