La paura che ho di perderti.

di HoranIsMySunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La paura che ho di perderti, PARTE 1. ***
Capitolo 2: *** La paura che ho di perderti, PARTE 2. ***



Capitolo 1
*** La paura che ho di perderti, PARTE 1. ***


NATHAN'S POV.
'Stana, io volevo dirti che..no, aspetta. Ricomincio. Ciao Stana, ti andrebbe di..vorrei parlarti di una cosa, io..ma no, no, no!'
Sbuffo, battendo di nuovo i pugni sul tavolo. Di nuovo, perchè non sto facendo altro, ormai da mezz'ora. Ci si può ridurre così, alla mia età? Si può arrivare a quarant'anni, e ritrovarsi a parlare da solo come un'idiota, nell'inutile tentativo di preparare una dichiarazione che abbia un senso compiuto? Evidentemente sì, perchè sono giorni che, oltre al lavoro, fare questo è il mio unico impegno. Ma, chissà perchè, per quanto io possa impegnarmi,-e lo sto facendo sul serio- non mi riesce nulla. Perchè poi, tanto so che arriverà il momento della "pratica", il momento di andare da lei e dirle tutto ciò che mi sono preparato, ma so già che non ce la farò. Mi conosco. E la conosco. Con un sorriso, mi lascerà senza parole, e senza fiato, come sempre. E io sarò, come sempre, fottuto.
'Mah, tanto è inutile.'
Esco dalla stanza, diretto verso il set: è quasi ora di cominciare le riprese. Ho deciso, che anche per oggi lascerò perdere. Mi limiterò semplicemente a guardarla, farla ridere, assicurarmi che si diverta, aiutarla se non si ricorda le battute, baciarla, se c'è scritto nel copione. Eppure vorrei, anche se fosse solo per una volta, poterlo fare sul serio. Senza che qualcuno debba dirmi 'okay, puoi farlo', o senza che sia scritto da qualche parte.
'Ehi, Nath!'
Nath? Solo una persona al mondo può chiamarmi così, dal momento in cui sono cresciuto, e mia madre ha smesso di farlo. E quella persona, ha un nome e un sorriso, che a confronto il paradiso è solo uno stupido ammasso di nuvole.
Una mano- quella mano- mi si appoggia sulla spalla, da dietro, e Stana mi sorride, fermandomi lungo il corridoio dell'hotel.
'Ehi, Katic! Anche tu un pò in ritardo?'
Butta la testa all'indietro, ridendo, mentre una scia del profumo più buono che abbia mai sentito mi invade completamente le narici, e mi fa perdere, come sempre, la testa.  Potrei riconoscerla anche a chilometri di distanza, solo per il profumo;ormai, lo conosco a memoria.
'perchè, tu dici che è tardi?'
'beh, le riprese iniziano tra un quarto d'ora, e noi siamo ancora qui..'
'allora, se è davvero tardi, suppongo che dovremmo..'
'correre'
Pronunciamo l'ultima parola nello stesso istante, insieme, e contemporaneamente iniziamo a correre giù per le scale, verso l'uscita, peggio di due bambini. O di due pazzi appena scappati dal manicomio.
'questa è la volta buona che mi paghi da bere, Katic!'
'saresti davvero così scortese da far pagare da bere a una signora?'
'ah, allora lo ammetti che stai invecchiando! O sei signora solo quando ti fa comodo? Sai, perchè io pensavo fossi una specie di vampiro..'
'ti farò mangiare la polvere, Fillion!'
Non faccio in tempo a replicare che, nemmeno fosse una ferrari, accellera e mi supera, provocando un distacco enorme. Ammetto che forse non sono poi così tanto in forma come speravo. Ma giocherò sempre sul fatto che è una ragazza, e non avrei mai potuto non farla vincere.
'allora, sembra che qualcuno qui abbia qualche chiletto di troppo da smaltire..'
'cosa? guarda, che l'ho fatto apposta!-Si guarda le unghie, con aria di sufficienza, mentre io la incastro tra il mio corpo, poco distante dal suo, e la porta, appoggiandomi con il palmo della mano.-però devi ammettere che è stato emozionante'
'mh. E' stato così emozionante, che ti propongo una rinvincita.'
'una rivincita?'
'certo. Non ho mica paura di perdere..il mio record resterà imbattuto per molto tempo, finchè gareggio contro di te!'
'vieni a cena con me stasera, e magari ne riparliamo'
Ride, mentre mi guarda maliziosamente, e io rimango a fissarla mentre se ne va, camminandomi davanti, dato che le ho lasciato lo spazio per divincolarsi dalla mia 'stretta'. Rimarrei a guardarla per ore, ma Molly e Tamala mi guardano con un mezzo sorriso che sa tanto di presa in giro; non immaginano che io e Stana ci siamo incontrati per caso,e  abbiamo semplicemente fatto una gara di corsa. Per questo abbiamo ancora il fiatone. Ma credo stiano pensando ad altro.
****
Le riprese sono appena terminate: ho giusto il tempo di correre in hotel, fare una bella doccia, prepararmi, e passare a prendere Stana per la cena. Ancora non posso credere che verrà a cena con me. 
La vedo passare proprio in questo momento, sorridente come sempre, mentre scuote i capelli come una diva di Holliwood. E' davvero bellissima, e non oso immaginare come sarà stasera.
La fermo, afferrandole delicatamente un braccio, e le sorrido a mia volta, consapevole, però, che il mio sorriso è nulla, paragonato al suo, e alla galassia luminosa che ha in quegli occhi.
'Ehi, va bene se ti passo a prendere alle otto?'
'Alle otto..per cosa?'
Si arriccia i capelli, passandoseli tra le mani, e ogni suo gesto mi fa letteralmente impazzire. Mi gira la testa, respiro a fatica, e lei non si ricorda nemmeno più della cena. L'amore fa male.
'per..per..la cena che..cioè..però se non  ne hai più voglia possiamo..'
Scoppia a ridere, forse per la mia faccia da cane bastonato, e mi abbraccia, schioccandomi un dolce bacio sulla guancia.
'ci sei cascato! E' ovvio che mi ricordavo della cena, non ho intenzione di rimandare..alle otto va benissimo'
Sorride ancora, per poi scivolare via, verso la sua auto. L'aveva lasciata parcheggiata nel garage qui vicino qualche giorno fa, ma poi le hanno detto che non è un posto molto sicuro, così ora la riporta al parcheggio dell'hotel. Persino la sua targa dell'auto, conosco a memoria.
****
Sono pronto. Ho messo il mio completo migliore, elegante ma semplice, perchè Stana ama le cose naturali, e così ho pensato che sarebbe meglio se riuscissi ad essere me stesso il più possibile. 
Il telefono squilla, distraendo la mia attenzione dallo specchio. Potrebbe essere lei, ma che senso ha chiamarmi se la sua stanza è poco distante dalla mia? 
In effetti, non è lei che mi chiama; è John. Aveva detto che si sarebbe fermato un pò di più sul set, forse ho dimenticato qualcosa lì.
'Ehi, John. Dimmi, cos'ho dimenticato questa volta? Chiavi, portafoglio, carta d'identità..?'
'Nathan, devo dirti una cosa.'
'Guarda che se ho lasciato qualcosa non è così grave, non c'è bisogno di preoccuparsi così tanto..'
'allora non l'hai saputo'
'cosa? Cosa dovrei aver saputo?'
'Riguarda Stana'
'Stana? Cosa è successo?'
'Lei ha preso la sua auto, stava..-John si interrompe, sospirando, come chi ha sullo stomaco un peso enorme da levarsi. E cosa fa ora? Sta davvero piangendo come sembra?-..lei era andata a comprare un vestito nuovo per la vostra cena, e..'
'E..? John ti prego, non sto respirando, dimmi cos'è successo!'
'Ha avuto un incidente.'
'Che cosa?'
'Un frontale con un'altra macchina. La sua auto è distrutta, il conducente era ubriaco, ma è miracolosamente illeso..'
'E lei? Lei come sta? Sta bene, vero?-John non mi risponde, e la mia ansia non fa che aumentare, mentre le lacrime mi invadono ormai completamente gli occhi.-John dimmi come sta!'
'E' in ospedale, Nathan. Non sta affatto bene.'
-FINE PRIMA PARTE :*





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Capitolo 2
*** La paura che ho di perderti, PARTE 2. ***


NATHAN'S POV.
Mi infilo la giacca, dope aver chiuso la chiamata con John, e mi precipito verso la mia macchina, fuori dall'hotel. Stana ha avuto un incidente. Stana è in ospedale. Stana sta male, e io non so nemmeno quanto male possa stare. 
Corro come un pazzo, per le strade, dirigendomi verso l'ospedale dove l'ahho portata. Se trovo il bastardo che ha causato tutto questo, giuro che non arriva a domani.
Vedo immediatamente John, Seamus, Molly e Tamala nel corridoio dell'hotel, e corro verso di loro. Ora mi diranno come sta.
Seamus mi abbraccia, sconvolto quanto me, ma io, per qualche motivo, non riesco a sfogarmi. Devo vederla, prima. Devo sapere come sta, se se la caverà, quanto critiche sono davvero le sue condizioni.
'Mi dispiace, Nathan'
'ragazzi vi prego, ditemi come sta, io..io devo vederla..vi prego.'
Tamala mi stringe, cercando di consolarmi, e piange con me. Anche per lei dev'essere terribile, Stana è la sua migliore amica.
'Nath, al momento nessuno di noi può vederla, la stanno ancora operando..quello che sappiamo è che l'impatto è stato violento, e sembra non si sia rotta nulla, ma aveva diverse ferite, e ha perso molto sangue..però vedrai, faranno il possibile, e lei ce la farà..Stana è forte'
Annuisco, scoppiando in lacrime, mentre i ragazzi si stringono intorno a me, abbracciandomi. Un vero abbraccio di gruppo. Siamo proprio una bella famiglia, non c'è che dire.
Sono in questo ospedale da appena cinque minuti, e già ho la nausea. Ho bisogno di uscire, devo fare qualcosa. Anche se so che ormai Stana è lì, la sua vita dipende dai medici e non da me, io devo torvare chi l'ha ridotta in questo modo, e sfogarmi con lui. Già, con un idiota ubriaco che probabilmente non si rende conto di ciò che ha fatto, e non si ricorda neanche come si chiama, da quanto alcool avrà ingerito. Spero per lui che sia ovuqnue ma non qui, non in questa città, perchè se mi capita sotto mano, non credo che avrà l'occasione di raccontare a qualcuno ciò che ha fatto.
'Ragazzi scusate, devo prendere aria, chiamatemi se ci sono novità'
Me ne vado, sotto i loro sguardi attoniti, ed esco il più velocemente possibile.
Raggiungo una ringhiera, vicino ad un pendio piuttosto ripido, e mi ci appoggio, guardando la città di fronte a me. Sono le otto. La gente torna a casa dla lavoro, le auto corrono per le strade, piene di luci, luminose, mentre il buio inizia a calare. Mettono allegria, fanno venire in mente la gioia della vita. Ma non stasera, non per me. Sono le otto, e a quest'ora sarei già dovuto essere al ristorante con Stana, seduto di fronte a lei, ad ammirare la sua bellezza, a farle i complimenti, a scherzare con lei, e, chissà, magari anche a dichiararmi. Invece no, lei è dentro quell'ospedale, in una stupida sala operatoria. E quest'attesa è straziante. Non penso di poter resistere ancora a lungo.
****
Rientro in ospedale, qua fuori inizia a fare davvero freddo. John e gli altri se ne sono andati, hanno pensato che magari Stana, al suo risveglio, -perchè io lo so, lei si risveglierà- preferirà vedere prima me, di loro. Già, come se lei mi amasse, e io fossi davvero così importante. Ma ora questo non conta; ciò che conta è che è quasi notte fonda, ormai, e i medici dovrebbero quasi aver finito di operarla. Magari ora potrò vederla.
Approfitto del fatto che un dottore sta passando proprio ora, e gli chiedo informazioni. 
Stanza 7, posso vederla. Mi sembra già qualcosa di positivo, significa che è viva. Corro verso la stanza, ma apro la porta piano, con delicatezza, con la paura che Stana possa svegliarsi. Perchè magari ora dorme, semplicemente.
C'è una sedia, vicino al letto; questa stanza è enorme, bianca, sul comodino ci sono già delle lettere, dei fiori, e lei è tutta sola, qui. John ha detto che i suoi genitori non sono potuti venire, perchè a causa di un brutto temporale in Canada, non hanno potuto prendere l'aereo, e probabilmente verranno domani. Perciò tocca a me, farle compagnia.
Mi siedo, osservandola per un pò; com'è possibile che sia così bella, perfetta, anche in una situazione del genere? Ha un pò di piccoli tagli sul collo, e sulle braccia, ma non si notano neanche, scompaiono, nella sua bellezza.
Le accarezzo dolcemente il viso, come non ho mai fatto prima d'ora, e continuo a guardarla. Non accenna a svegliarsi, ma respira, e il movimento calmo del suo torace, un pò mi rassicura. Magari, se inizio a parlarle, si sveglierà.
Passo una mano sul punto del suo braccio in cui delle flebo le entrano nelle vene, e mi faccio forza, pensando che lei non ne sente il dolore.
'Ciao, Stana. E' buffo, eh? Dovevamo vederci al ristorante, invece siamo in ospedale. Posto bizzarro per un appuntamento non credi? Ma tu sei sempre stata una speciale.-sorrido lievemente, pensando a cosa direbbe se potesse sentirmi ora. Vorrei tanto che potesse farlo.-sei bellissima, lo sai? Sei bellissima, e non è giusto che tu sia qui per colpa di un cretino irresponsabile che non ha saputo staccarsi dalla bottiglia. Sai, prima sono uscito, volevo andare a cercarlo. Pensavo che mentre tu eri qui dentro, in sala operatoria, lui era chissà dove, magari libero, magari già a casa, magari se l'è cavata e non si ricorda nulla. Ma ora non mi importa più. Ora voglio solo vederti riaprire gli occhi, e voglio vederti sorridere ancora, sai, come fai sempre tu. Come solo tu sei in grado di fare. Ti andrebbe di farlo per me? Se non vuoi farlo per me, fallo per la tua famiglia, gli amici, i fan. Gli Stanatics. Qui ci sono un sacco di lettere da parte loro, sai? E di fiori..ti amano tutti, quindi ti prego. Io ho bisogno di te, Stana'
Non riesco più a parlare a causa del nodo che mi si stringe in gola, le lacrime mi bloccano. Lascio che possano cadere sul lenzuolo che copre il petto di Stana, sul quale mi appoggio, stringendola forte e sfogandomi del tutto.  
Vorre tanto che qualcuno mi desse un pizzicotto e mi facesse svegliare da questo incubo. E' tutto ciò che desidero. Ma forse posso desiderare anche di meglio.
Una mano delicata mi accarezza i capelli, accompagnata dal suono di una voce un pò debole, ma allo stesso tempo bellissima. E' bellissima, perchè è la sua.
'Nath..'
Stana è sveglia.
'Stana..'
Mi sorride debolmente, senza staccare lo sguardo dal mio, e mi accarezza una guancia, con un amano un pò fredda, cercando di nascondere l'espressione di dolore dovuta alla flebo nel braccio snistro.
Vorrei poter portare via tutto questo dolore da lei. Vorrei poterlo trasferire tutto su di me, lei non lo merita.
'che ci fai ancora qui? E' tardi, dovresti essere a casa a riposarti..'
'vuoi che me ne vada? Se vuoi posso anche..'
Sorride, scuotendo la testa, e mi trattiene, stringendomi di più a sè.
'no, no, resta qui. Ho bisogno di te'
La guardo, e mi accorgo che piange, dispiaciuta, triste per ciò che è successo, neanche fosse stata tutta colpa sua.
'Ehi, non fare così..va tutto bene ora okay? Io sono qui, non me ne vado,e tu stai bene, il peggio è passato..'
Annuisce, mentre lascia che possa asciugarle le lacrime, cercando di trattenere le mie. 
'Mi dispiace che il nostro appuntamento sia saltato'
Sorrido io, stavolta, distaccandomi un pò da lei per poter tirar fuori la sorpresa che ho comprato quando sono stato fuori dall'ospedale. Spero che possa farle tornare il buon umore.
'E' qui che ti sbagli, Katic..tecnicamente, il nostro appuntamento non è affatto saltato. Sapendo che adori la cucina italiana e cinese, ti ho portato questo.-Le porgo il vassoio con la pizza che ho comprato poco fa, direttamente nel suo ristorante preferito, e la aiuto a mettersi seduta sul setto.- ero tentato di portarti il cinese, ma poi ho pensato che magari dopo un'operazione non sarebbe stato proprio il massimo'
Scoppia a ridere, mettendosi i capelli dietro le orecchie, come fa sempre, e arrossisce un pò. Sembra una bimba.
'tranquillo Nath, la piazza va benissimo..la adoro'
La osservo mentre mangia, ma cerco di distrarla parlando di altro, perchè so bene che si sentirebbe in imbarazzo se la fissassi tutto il tempo. Ed è una cosa che amo, ovviamente.
'John mi ha detto che stavi..andando a comprare un vestito nuovo'
'sì, l'ho comprato in effetti..ho pensato che ti sarebbe piaciuto'
'beh..non è tardi per farmelo vedere!-Ride, e sposta il vassoio della pizza, ormai vuoto, appoggiandolo sul comodino alla sua destra, quello senza fiori e bigliettini, quello vicino a me. Vuole alzarsi.-Stana, io scherzavo, forse non è il caso che ti sforzi..'
'No dai, ti prego aiutami ad alzarmi, ce la faccio..ci tengo a fartelo vedere'
'D'accordo, dai'
Le sorrido, intenerito dalla dolcezza con cui me l'ha chiesto, e la aiuto ad andare verso il bagno, dove ha intenzione di mettere il suo vestito nuovo, che qualcuno ha appoggiato ai piedi del letto. 
'Ci metto due secondi, okay?'
'Va bene, io ti aspetto qui davanti alla porta..se hai bisogno chiamami, mi raccomando, e..'
'Nath..solo due secondi'
Annuisco, lasciando che possa entrare in bagno e chiudere la porta, lasciandomi fuori, con un sorriso ebete stampato in faccia. Per me lei è bellissima anche con un semplice pigiama, figuriamoci con un vestito.
La vedo uscire, camminando un pò incerta, con addosso il vestito nuovo. E' viola-il suo colore preferito- corto fino a circa metà coscia, e a fascia, in modo che il collo e le spalle rimangano liberi. Mi sento morire.
Si avvicina a me, lentamente, e mi sorride, con gli occhi un pò lucidi. Sembra felice, però.
'sei.. straordinaria'
'stringimi forte, Nath'
Si butta tra le mie braccia, piangendo sulla mia spalla, e io la stringo più forte che posso, cercando di calmarla. Ha avuto paura, è comprensibile.
'non sai che paura ho avuto di perderti, Stana'
'ho avuto paura anch'io'
Rimane a guardarmi, come se volesse fornirmi l'occasione giusta per fare il primo passo. Quel passo.
'oh, vieni qui.-La attiro a me, baciandola con passione, ma allo stesso tempo dolcemente, perchè a lei piace così, perchè la amo, perchè anche per lei è lo stesso, e ora lo so, perchè è così che si bacia qualcuno a cui si tiene davvero.-posso dormire qui con te, stanotte? Magari come prima notte insieme non sarà particolarmente romantica e l'ambiente non è un granchè, ma ci sei tu, e  a me basta. Dopo la paura che ho avuto oggi, non voglio lasciarti sola'
Mi bacia lei, stavolta, prendendo il mio viso tra le sue mani, ora più calde, sicure, segno che si sta già riprendendo. 
'e io voglio che resti'
-



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