I Sette del Futuro

di SarahEsposito1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Top First ***
Capitolo 2: *** Il Beam Light ***
Capitolo 3: *** Quegli strani numeri ***
Capitolo 4: *** La Vecchia Parigi ***
Capitolo 5: *** La Spensieratezza di Versailles ***



Capitolo 1
*** Il Top First ***


1. Il Top First

25 Febbraio 2009

La General Dynamics progetta un grande, nuovo e potentissimo motore Turbofan in grado di volare alla velocità della luce: si trattava di una grandissima novità per l’ umanità e se la progettazione sarebbe andata a buon fine, l’ uomo avrebbe potuto finalmente avere il controllo di tutti i pianeti (almeno quelli conosciuti della Via Lattea) e viaggiare nella galassia in brevi tempi. Motori così potenti sono molto delicati ed estremamente pericolosi: servono ottimi piloti per evitare di farlo andare in avaria. La General Dynamics si affida così al torinese Ajax Artaya, diciannovenne pilota esperto della squadriglia militare FightFalcon. Mark Evans, uno degli ingegneri che ha progettato il motore (successivamente chiamato Beam Light, raggio di luce), si impegnò a progettare anche un aereo o una navicella che avrebbe potuto contenere questo tipo di motore. Nel 2010 la progettazione della navicella terminò e fu chiamata General Dynamics Lights For Lights B-2: bisognava solo costruirli.
 

10 anni prima, a Napoli.

-Sonan! Sonan, è pronto, si mangia! Non mi far arrabbiare, dai scendi!- urla una signora, Victoria, madre di cinque ragazze e un ragazzo.
-Ora vengo!- risponde una sua figlia -Solo cinque minuti!-
La ragazza scende in cucina, dove le aspetta tutta la famiglia riunita per il pranzo. Manca solo il padre, che è fuori per lavoro.
-Vorrei proprio sapere che fai di così importante nella tua camera da chiudere la porta a chiave! Non hai pensato che poteva servirmi qualcosa?- chiede la seconda sorella, Diana.
-E tu che fai nel bagno, quando ci metti tre ore solo per lavarti i denti?- risponde Sonan.
-Smettetela di litigare, mi sono svegliata con il mal di testa!- esclama Juliet, la sorella maggiore.
-Forza, vediamo cosa danno in TV- dice Benjamin, il terzo fratello.
E in TV: “La General Dynamics ingaggia Mark Evans, ingegnere, per progettare il Tornado 2000, aereo destinato a essere il più veloce della storia. Si dice che Evans e altri ingegneri stiano progettando anche un nuovo potentissimo motore, in grado di volare alla velocità della luce! Una bomba, no?”
Sonan pensa: “Il più veloce del mondo? Vorrei tanto pilotarlo! Mi piacciono gli aerei e vado benino a scuola. Forse posso farcela.” poi sente che Benjamin la chiama e le dice di prepararsi per l’ allenamento di calcio. Sonan infatti è il portiere di una squadra giovanile di buona fama, anche se è l’ unica femmina in tutta la scuola. Ma non è per questo che è conosciuta un po’ da tutti: lei è anche molto brava e il suo mister vede in lei un futuro ricco di carriera sportiva.
 

8 anni dopo, a Roma.

-Allora, siete pronti? Forza, tutti agli aerei!- urla Sonan.
Dopo una grande e velocissima rincorsa decolla maestosamente, seguita dagli altri aerei della squadriglia più famosa dell’ Europa. Un paio di giri su se stessa, volate a testa in giù e moltissime altre acrobazie, che si guadagnano la grande ammirazione delle persone residenti vicino all’ aeroporto.
-Coraggio ragazzi, andiamo a completare anche questa missione! Atterriamo a Baghdad, prendiamo quello che ci serve e torniamo a casa come lampi. Tutto chiaro?-
Proprio così, è diventata capitano comandante della squadriglia UnionItaly. Il suo aereo e’ veramente bellissimo e il suo nome, scelto da Sonan, lo è altrettanto: Valkyrie. Ormai Sonan ha 16 anni ed è una gran bella ragazza, matura, coraggiosa e intelligente. E’ diventata, come Ajax, una valorosissima pilota italiana e il suo sogno si è realizzato: il modello del Valkirie, Rafale Marine, è uno degli aerei più veloci del mondo e, essendo stato costruito in poche unità, lo pilotano solo i piloti della UnionItaly. E’ in grado di sfrecciare fino a 11.000km orari e dentro ci puoi mettere di tutto: valigie pesanti, migliaia di mattoni, grandi scorte di cibo... Una vera bomba, considerando che è piuttosto piccolo. Ma Sonan non sapeva che si stava progettando un aereo in grado di battere il suo legatissimo Valkyrie.

-Comandante, vi vuole il generale.- dice Robert Norris, uno dei piloti della UnionItaly.
-E ora che ho combinato? Non è possibile, ogni volta che decollo e atterro mi becco un richiamo dal generale...- commenta sorridendo Sonan con gli altri compagni-piloti.
Così, accompagnata nell’ ufficio del generale dal pilota Frank Linus (uno dei migliori amici di Sonan), parla con il generale:
-Firehawk, tu sei un grandissimo comandante e pilota, attualmente la migliore in Italia. Ma non prendiamoci per il sedere, hai il curriculum peggiore della marina, mentre potresti fare meglio di qualsiasi altro pilota. Hai rischiato di perdere il tuo posto di comandante due volte; hai rischiato di rimanere a riposo quattro volte; sei passato ad alta velocità radente sulla torre di controllo sette volte. Che ti succede?- dice il Generale Supremo dell’ Aeronautica Militare Italiana.
-Voglio servire la mia patria ed essere il miglior pilota della marina, signore.- risponde Sonan.
-Non fare lo stronzo con me, Sonan. Hai un istinto incredibile come pilota, forse anche troppo. Mi piacerebbe molto silurarti ma non posso. Ho un altro problema adesso: devo mandare qualcuno di questa squadriglia alla base di New York. Io... io sono costretto, io non posso, non voglio crederci: sono costretto a mandare voi due in mezzo ai migliori piloti del mondo. Tu e Frank, ragazzi, andrete al Top First. Per cinque settimane volerete con i migliori piloti da combattimento del mondo e affronterete tantissime prove per la battaglia per pilotare la nuova navicella in grado di volare alla velocità della luce. Ma ricordate una cosa: fate una stronzata anche piccola, e vi farò pilotare un cargo pieno di escrementi di cavallo per il resto della vostra vita!-
 -Sissignore!- dice Sonan.
-E tu, razza di idiota, ringrazia se sei ancora qui!-
-Grazie signore!- risponde Frank.
-E’ tutto. Signori! Buona fortuna, signori.-
-Grazie signore!- dice Sonan.
-Grazie.- dice Frank.

Così la ragazza esce dall’ ufficio del generale e abbraccia i suoi compagni, felicissimi per lei e per Frank, che affronteranno il concorso per scegliere il secondo e ultimo pilota del Lights For Lights.
-Allora siete passato, eh, comandante?- scherza uno dei piloti, Alexander Wollas.
-Il Top First è molto impegnativo. Sono sicuro che se ci andava Alex avrebbe mollato dopo tre giorni di addestramento...- scherza un altro.
-Guardati tu, Malcom. Comandante, io e Malcom abbiamo affrontato insieme prove fisiche a non finire. Eravamo migliori amici, così quando facevamo le flessioni ci mettevamo sempre vicini. E lui mi diceva: -Porcaccia la miseriaccia, ma quando avrò una pistola... si, li faccio fuori tutti.- E io a ridere. Poi il comandante sentiva e ce ne faceva fare altre cinquanta. Per questo gli altri ci odiavano.- risponde Alexander.
-E pensare che dovrei avere i migliori piloti d’ Italia... Malcom, se ero il tuo ex-comandante, ti pigliavo a calci nel sedere!- risponde Sonan, scherzando.
-Io e Malcom siamo stati espulsi dall’ accademia dopo sei mesi.- continua Alexander.
-Ed è per questo che siete diventati piloti? Per non diventare muratori?- chiede, scherzando, Benjamin.
-In verità dopo abbiamo fatto il pensiero di diventare camionisti, dopo aver visto una pubblicità in tv. Poi però abbiamo fatto un viaggio in aereo per Londra, per la partita di Champions Chelsea- Milan. Così abbiamo chiesto al pilota se era impegnativo fare l’ aviatore, ed eccoci qua, a fare un lavoro più impegnativo di quello del poliziotto.-
-Vi ricordo che anche quella testa di cacchio di Frank è stato ammesso.- dice Sonan.
-Ah, Linus, complimenti! Accidenti, mica hai fatto il leccapiedi con il generale? Sai benissimo che ci sono piloti molto più bravi di te in giro per la nazione...- scherza un altro.
-Non fa ‘o stronzo... Sò stato scelto perché il Top First non ha a disposizione aerei monoposto. Sò tutti biposto e dovrò fare da compagno a Sonan.- spiega Frank, con l’ accento romano, infatti è sempre vissuto a Roma.
-A si? E quali aerei ci saranno?- chiede un altro.
-De sicuro ci saranno i Cessna T-37, gli Alenia Aermacchi M- 346 Master e i mejo capoccioni, i Su- 34 Fullback.- risponde Frank.
-Gli M- 346 Master? Accidenti, che ricordi... E’ stato il nostro primo aereo, ti ricordi, Frank?- dice Sonan.
-Si... Abbiamo già pilotato insieme quell’ aereo e credo che il generale mi abbia mandato lì con te per questo motivo.-
-Bè ragazzi... vi auguriamo buona fortuna e vi lasciamo ai vostri allenamenti. Mi raccomando, vincete per noi!- dicono gli altri.

Nel frattempo, nell’ ufficio del generale, si presenta anche il Generale Supremo di tutto l’ Esercito Italiano, che tiene sotto controllo le truppe Militari di base, quelle della Marina e quelle dell’ Aeronautica.
-Non è il suo modo di volare, è il suo carattere.- dice il generale supremo, riferendosi a Sonan.
-Già... ero contrario a metterla comandante. Ma dopo l’ addio di Jonathan Strike tutti i piloti della UnionItaly hanno votato Firehawk.-
-E che cosa ne pensate di lei? Del suo carattere?-
-E’ una gran figlia di niente. Per non dire un’ altra cosa.-
-Ditemi la verità, vi piacerebbe volare con lei?-
-Non lo so. Proprio non lo so.-
-Perché?-
-E’ ottima nei combattimenti, troppo, è imprevedibile, intelligente, vola ad una velocità molto superiore alla media e fa delle manovre straordinarie. Ha talento, certo, ma ogni volta sembra che voli contro un fantasma. E questo potrebbe farla trovare impreparata nel caso di un guasto all’ aereo. Non si fa comandare, questo è certo, e non rispetta le regole. Solo per questo è penalizzata. Se fossi il suo comandante e lei un pilota normale, non mi avrebbe mai obbedito. Non lascio fare quelle cose che fa lei ai miei piloti. E non volevo farle fare nemmeno a quelli della UnionItaly, ma da quando c’è Sonan i piloti si esprimono più liberamente e in volo sono diventati più abili in tutto. Sono molto legati a lei. Le devono tutto, Sonan ha fatto solo del bene a questa squadriglia.-
-Allora non vi pentite di averla promossa a comandante...-
-Come vi ho detto prima, non lo so. Non lo so e non lo so.-

Così Sonan si impegnò più di prima per riuscire a soddisfare il desiderio del Generale Supremo. Fece prove fisiche a non finire, volò più del normale e studiò tutte le caratteristiche di questo grande motore. Era sicura che ce l’ avrebbe fatta ad ogni costo. Non si era mai sentita così bene: il Top First è il traguardo più grande che un pilota possa raggiungere.
 

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Capitolo 2
*** Il Beam Light ***


2. Il Beam Light


30 Maggio 2010, Londra.

Inizia il torneo Top First. Sonan e Frank si trovano contro piloti di fama mondiale: dall’ inglese Bob Williams al francese Francis Bonnes, dal russo Dominic Frankhowski al giapponese Yuijin Kuon. Il torneo comprende moltissime prove fisiche, di volo, di abilità nelle manovre, di altitudine, di mentalità e di tantissime altre cose. Sonan e Frank hanno già superato le prove fisiche, di altitudine e di mentalità. Devono ancora effettuare 50 combattimenti e missioni in volo per superare, appunto, le missioni in volo.
-Con quale aereo voleremo per il primo volo?- chiede Sonan.
-Col capoccione.- risponde Frank.
-Bene.-
-Bene che? Le manovre sò difficili da fà.-
-Tu nun te devi preoccupà, alle manovre ce penso io. Tu devi solo stà dietro a dimme ndò stanno gli aerei.-
-Me stai piglianno per il sedere, Sò?-
-Indovinato.- scherza Sonan. -Aò, dobbiamo vincere. Quell’aereo è mio...-
-Nun ce sperà... hai visto quei piloti?-
-Vinceremo noi. Siamo i mejo piloti, no?-
Frank scuote la testa, ridendo di gusto. Passano i giorni e mancano solo tre voli alla fine del torneo. Sonan e Frank scherzano con altri due piloti italiani, negli spogliatoi, subito dopo essere rientrati dal quartultimo volo.

-Ciao ragazzi! Come siete andati?- chiede Charlie Grey, un pilota.
-Siamo passati!- annuncia Sonan.
-Buon per voi. Noi invece no, ma abbiamo altri tre voli per rifarci.- risponde il compagno di Charlie, Harley Zeen.
-Me dispiace ‘m poco.- dice Frank.
-Era incredibile: siamo decollati e già era lì ad aspettarci; l’ ho visto mentre sfrecciava pochi metri sotto di noi e ho detto a Harley: “Dov’ è andato?” E lui: “Dov’ è andato chi?” E’ stato un incubo...-
I giorni passano e, prima dell’ ultimo volo, Sonan e Frank si trovano da soli in testa alla classifica, ma a pari punti con la coppia francese Francis Bonnes- Andrè Joulie.
-Mi sembra Italia- Francia del 2006...- commenta Sonan.
-Che te pare?- chiede Frank, che non ha capito.
-La finale del mondiale in Germania 2006... Italia- Francia.-
-A... si. Ha vinto l’ Italia.-
-E vinceremo pure mo!-

Infatti a vincere il torneo è la coppia Firehawk- Linus, che si guadagnano il brevetto. Per scegliere chi piloterà il Lights For Lights insieme ad Ajax Artaya, viene fatta una battaglia in volo: Sonan contro Frank. La battaglia è stata molto combattuta, ma viene vinta da Sonan, che diventa il secondo e ultimo pilota del Lights For Lights. Al secondo posto và Frank Linus; al terzo Andrè Joulie; al quarto Francis Bonnes. Così il comandante Firehawk ritorna a Roma e viene accolta da tutti molto bene, conquistandosi le prime pagine di tutti i giornali e facendo migliaia di interviste. La foto principale riprende Sonan e Frank in volo sull’ M- 346 Master, lo stesso modello del primo aereo che ha pilotato Sonan.
 

4 Aprile 2012

Sono passati due anni dal concorso vinto da Sonan ed è giunto il momento di partire per New York e conoscere i creatori del motore e della navicella e il secondo pilota del Lights For Lights.
-Ciao! Tu devi essere Ajax Artaya, pilota della squadriglia FightFalcon. Io mi chiamo Sonan  Firehawk e sono anch’io un pilota. Sembra che avremmo lo stesso aereo.- dice Sonan, scherzando un po’, a un ragazzo biondo con gli occhi azzurri.
Quando Ajax si volta, vede una ragazza per lui bellissima, con capelli castani e meravigliosi occhi dorati, che avrebbero incantato chiunque. La ragazza è molto alta, magra, e indossa la divisa della sua squadriglia militare, tutta antiproiettili, dotata di infinite tasche, cuffie con microfono, guanti, GPS, ricetrasmittente e moltissime altre apparecchiature tecnologiche.
-Si. Tu sei il secondo pilota. Ho sentito molto parlare di te, anche prima che vincessi il torneo. Mi hanno detto che se un ottimo comandante.- Stretta di mano.
-Si, sono il comandante della UnionItaly, un gruppo forte.-
-Come i Take That?- scherza Ajax.
-Ti piacciono? Io li seguo da quando sono nata. Hai sentito l’ ultima canzone, The Flood?-
-Certo! E’ bellissima!- così cantano insieme un pezzo della canzone.
-Da quando sei un pilota?- chiede Sonan.
-Da circa 6 anni. Tu?-
-Sei. Sarei voluta partecipare anch’io alla progettazione, ma non ero ancora un pilota e non potevo permettermelo.-
-Oltre a quella dei grandissimi Take That quale musica ti piace?- chiede Ajax.
-Vediamo... quella di David Guetta, dei Green Day, di Ligabue, di Robbie Williams e di Mark Owen da solisti.-
“La ragazza perfetta...” Pensa Ajax. -Abbiamo gli stessi gusti!- dice.

Sonan vede Ajax un po’ preoccupato, molto pensieroso mentre guarda il motore che dovranno controllare.
-Preoccupato per il motore? Potente, velocissimo ed estremamente pericoloso...- chiede Sonan.
-Un pochino. Ti vedo abbastanza sicura, tu non hai un po’ di paura a sapere che se qualcosa và storto moriremo tutti e due?-
-Io non ho paura di niente, e poi se ce l’ avessi non sarei venuta qui.-
“Che tipa... sicura, pronta a tutto, determinata, temeraria, coraggiosa... Vorrei essere come lei.” Pensa Ajax, mentre Sonan si chiede se uno come Ajax fosse un buon pilota. Ha dei dubbi al riguardo. “Spero che il suo timore non lo costringerà a fare qualcosa di sbagliato... Riprenditi Ajax, altrimenti se io morirò la colpa sarà tua... Bhè, in Paradiso lo ucciderò per la seconda volta.” Pensa Sonan.
Così i due ragazzi chiacchierano e si conoscono un po’, in attesa del giorno in cui sarebbero saliti e avrebbero dovuto pilotare la meraviglia del Lights For Lights.

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Capitolo 3
*** Quegli strani numeri ***


3. Quegli strani numeri



13 Aprile 2012

Ormai ci siamo: tutto è pronto per festeggiare il volo di prova per il motore Beam Light, il “Raggio Di Luce”. Le strade dell’ aeroporto di New York sono affollatissime: tra tutta la folla scorre un lungo tappeto rosso, sul quale passeranno i piloti e lo staff che ha realizzato la navicella. Tra la gente in aeroporto ci sono moltissimi personaggi famosi: Robert Pattinson, Mattew Fox, i Take That al completo, Luciano Ligabue, Alessandro Del Piero e la sua Juventus, altri calciatori di Milan, Napoli, Real Madrid, Barcellona e moltissime altre squadre, Michael Jordan, Usain Bolt, Fernando Alonso, Felipe Massa, Valentino Rossi, Michael Schumacher, Mark Webber, Mark Zuckerberg, Johnny Deep, i Green Day, Greg Grunberg, David Guetta, Carolina Kostner e moltissimi altri. Tutti attendono di vedere i due piloti.
-Ma scusa Ajax, se la partenza è alle 12:00 perché siamo già qui se sono le 10:00?- chiede Sonan.
-Dicono che ci sarà una presentazione prima. Andremo in TV, giornalisti di tutto il mondo verranno a intervistarci, conosceremo personaggi famosi internazionali e, chissà, si farà anche un piccolo concerto per noi.- risponde Ajax.
-Waw! Siamo diventati famosi! Ci saranno anche i Take That?-
-Spero di si... Ma ricorda che questa nostra fama potrebbe durare ben poco...-
-Non succederà niente, vedrai. Noi non moriremo, anzi, riporteremo quella bellezza a terra come se fosse un aereo di linea!- incoraggia Sonan, indicando il Lights For Lights.

Poi si sofferma a osservare il volto di Ajax, che chiede -Ho qualcosa che non và?-
-No, è che assomigli molto a Mark Owen da ragazzo.-
-Allora grazie! Vorrei poterti dire che assomigli a qualche bel personaggio famoso, ma non trovo nessuno che ti assomigli. Specialmente per gli occhi.-
-Non preoccuparti, lo so che sono unica!- risponde Sonan, scherzosamente. -Ti ci vedrei a cantare... hai una bella voce?- aggiunge.
-Mmm... diciamo che cantare non è la mia passione. Casomai ascoltare le canzoni... Forza, prepara gli zaini con le scorte, in caso di emergenza.-
Sonan mette negli zaini grandi scorte di acqua, di cibo, di apparecchiature elettroniche e di gomme da masticare, oltre, ovviamente, a kit di emergenza salutare e di riparazione. Ormai ha preso l’ abitudine di pilotare solo con qualcosa in bocca. Deve sempre masticare, altrimenti non si sente soft. E, ovviamente, il suo stomaco ne risente... Ci ha messo anche la sua valigia e quella di Ajax, che erano in vacanza a New York prima di oggi. E’ giunto il momento di trasferire tutti i bagagli e le attrezzature al Lights For Lights, di controllare per l’ ultima volta se il Beam Light aveva qualcosa di non programmato e di salutare tutti per la partenza. Sonan e Ajax escono dall’ aeroporto insieme a Mark Evans, dove li attendono grandissimi applausi e migliaia di interviste, complimenti, saluti e “buona fortuna”. Come aveva anticipato Ajax, le band cantano un paio di canzoni per la loro partenza: Ligabue canta “Il Meglio Deve Ancora Venire” e “Happy Hour”, i Green Day portano “21 Guns” e “Boulevard Of Broken Dreams”, David Guetta canta “Titanium” con Sia e i Take That cantano molte canzoni, fra cui “Promises”, “Relight My Fire”, “Shine”, “The Flood” e “Love Love” le preferite di Ajax e Sonan. Dopo il concerto si fermano a chiacchierare con i Take That e gli altri, a fare interviste e a ricevere ringraziamenti, complimenti e incoraggiamenti.

-Hallo Take That! Nice to meet you!- saluta Sonan.
-Hallo! You’re Sonan Firehawk, the pilot. Nice to meet you!- le risponde Mark Owen.
-Yes… I am a huge fan and I know all your songs. You’re my favorite rock band!-
-You’re Italian, right? You speak English very well.- le dice Jason Orange.
-Yes, I’m Italian. I speak English very well because I’m a pilot. For pilots the English is very important, because all electronics are in that language. Also Ajax Artaya is Italian, but I’m from Naples and he’s from Turin, in the north of Italy.-
-Why don’t we talk while taking a ride in the airport?- propone Gary Barlow.
-Good idea. I’m going to tell Ajax.- dice Sonan.

Così Sonan, Ajax e i Take That fanno una passeggiata nell’ aeroporto, mentre parlano di musica, di aerei e di calcio, che piace tanto soprattutto a Sonan, a Robbie e a Mark Owen.
-Io parlo un po’ italiano.- dice Mark.
-Davvero? Come mai?- chiede Ajax.
-Sono venuto tante volte in Italy per dei concert e io imparato lingua. Mi piace molto, anche se è difficile, ma capisco di più di quanto posso parlare.- risponde Mark, parlando un italiano non troppo perfetto.
-What are your favorite songs?- chiede Robbie.
-Promises, The Flood, Relight My Fire, Shine, Love Love, Back For Good, Up All Night, SOS,  Passion and Rule The World.- rispondono Sonan e Ajax.
-I like the shuttles. Can we come too on that shuttle? There are seven armchairs.- chiede Gary.
-I don’t know. It is dangerous.- dice Sonan.
-I don’t care, we will come anyway.- le risponde Jason Orange.
-Mark, ma voi siete i Take That! Ti immagini che cosa succederebbe se morreste in volo? E poi non vi faranno mai salire su quell’ aereo.- dice Sonan.
-Ah, eccovi comandante Firehawk! Vi stavamo tutti cercando. Volevo dirvi che ho sentito tutta la conversazione con i Take That e se vogliono possono salire a bordo del Lights For Lights come una specie di passeggeri.- li interrompe Mark Evans, l’ ingegnere che ha progettato la navicella.
-Cosa?-
-Vedete comandante, se il giro di prova per il Lights For Lights andrà a buon fine, verranno costruiti moltissimi aerei di linea che saranno usati per il trasporto passeggeri, non solo per i piloti.-
-E allora?-
-Saprete di certo che i piloti hanno superato moltissime dure prove fisiche, ma i passeggeri no. I Take That serviranno come una specie di prova: se alla fine del viaggio saranno ancora in ottime condizioni fisiche, avremmo l’ ok di costruire tanti aerei di linea. Se durante il viaggio dovessero avere qualche problema, progetteremo un nuovo aereo.-
-Ma non potete mettere a rischio la vita delle persone! Non potremmo usare dei robot o dei topi al loro posto?- propone Ajax.
-Guarda che anche i topi sono esseri viventi! Se noi non dobbiamo morire, significa che nemmeno loro dovranno morire.- ci tiene a precisare Sonan, grandissima animalista.
-Vuoi dire che accetti? Sei davvero disposta a mettere a rischio la vita Di una delle band più famose del mondo quando potremmo benissimo non farlo?- protesta Ajax.
Mark Owen, che è l’ unico della band a saper parlare italiano, ascolta la discussione e traduce tutto ai suoi amici. Parla un po’ con loro e dice ad Ajax: -Non preoccupare tu per noi, vorremmo venire e ne saremo molto felici se accettate.-
-Se ci tengono così tanto, per me va bene.- comunica Sonan.

Dopo un po’ di chiacchierate, anche Ajax si convince. A quel punto Sonan dice sottovoce ad Ajax: -E poi se non volevano mettere a rischio la vita delle persone, noi ora non saremmo qui per pilotare quell’ aereo.-
Così viene comunicato il definitivo equipaggio del Lights For Lights: Sonan Firehawk (pilota comandante), Ajax Artaja (co-pilota), Robbie Williams, Mark Owen, Jason Orange, Gary Barlow e Howard Donald (passeggeri). Dopo tanti saluti da persone famose, ingegneri, compagni di squadriglie e famiglie dei piloti, i sette ragazzi salgono sul Lights For Lights. Osservano subito che ci sono migliaia e migliaia di controlli e apparecchiature tecnologiche di alto livello, modernissime, e anche il radar non è da meno: gli ingegneri infatti si sono concentrati moltissimo sul radar, perché nello spazio sono presenti numerosi meteoriti, satelliti e molte altre apparecchiature, visibili o invisibili ai radar comuni. Nessuno dei Take That riusciva a capirci niente, tranne (ovviamente) Sonan e Ajax.

-Allora, sei pronto?- chiede Sonan ad Ajax.
-Diciamo di si. Tu?-
-Io non vedo l’ ora di decollare! Are you ready, Take That?- chiede Sonan.
-Yes!- rispondono in coro.
-Mark, dì ai tuoi amici di prepararsi e di stare seduti con le cinture allacciate. Faremo un paio di giri intorno la Terra per provare se quest’ aereo è in grado di decollare. Avvisa anche di spegnere i cellulari: abbiamo la ricetrasmittente.- dice Ajax, che bacia il modellino di un aereo.
-Io non sono scaramantica...- dice Sonan.

Ci siamo: le porte si chiudono, tutti sono seduti e il Lights For Lights è pronto per la rincorsa: la pista di decollo è lunga tre chilometri circa, per permettere all’ aereo di avere tutta l’ energia necessaria per volare. Sonan riscalda il motore, mentre Ajax si accerta che tutto sia pronto. Si guardano a vicenda, stringono le mani con i Take That e si dicono che sono pronti. Sonan avvia i motori alla velocità massima; Ajax tiene il freno. Al via di Sonan, Ajax lascia la levetta del freno e all’ improvviso il Lights For Lights scatta ad una velocità tremenda, tanto che Howard Donald, che ha provato in tutti i modi di staccare la schiena dalla poltrona, non c’è riuscito, per la fortissima spinta all’ indietro della velocità. Dopo qualche secondo di rincorsa, il Lights For Lights si ritrova sospeso in aria: ce l’ hanno fatta. Sonan Firehawk e Ajax Artaya sono i migliori piloti del mondo! Dopo giusto cinque minuti non si sa come, si ritrovano tutti a cantare la famosa canzone dei Queen, “We Are The Champions”, e ad applaudire i due piloti, per festeggiare la riuscita del decollo. Ma il volo non è ancora finito: di 50 giri di prova intorno la Terra, sono arrivati solo a 10. Vi spiego: un quarto d’ ora o poco più dopo il decollo i piloti hanno perso i contatti con gli aeroporti e la ricetrasmittente non rivela più alcun segnale. Che cosa sarà successo? La prima ad accorgersene è Sonan, che voleva mandare un messaggio vocale all’ aeroporto per comunicare a tutti che il Lights For Lights è un buonissimo aereo. Ma la ricetrasmittente non rivela più niente. Così accende il cellulare. Niente. Nessuna rete disponibile. Eppure Sonan ha una rete valida in tutto il mondo... Dice ai Take That di non preoccuparsi: in caso dovesse verificarsi qualcosa di imprevisto potrebbero sempre atterrare. Decidono di tornare a terra ma, una volta arrivati a New York, il radar non segnala più nessun aeroporto. Così Sonan decide di abbassare di molto velocità e quota, nella speranza di riuscire a vedere la pista d’ atterraggio con gli occhi. Ancora niente. Dopo un paio di giri, Ajax implora Sonan di atterrare (ha lei il controllo del motore), ma Sonan vuole terminare la sua missione:

-Sonan, dobbiamo atterrare. L’ abbiamo promesso a tutti.- dice Ajax.
-E dove? Non hai visto che la pista è sparita?- risponde Sonan.
-In qualche posto...-
-E quelli che cosa sono?- chiede Sonan.

Su uno degli schermi della cabina di pilotaggio dell’ aereo, infatti, erano apparsi dei numeri: 05121800, 12031790, 24091780. Non è una cosa normale, altrimenti Sonan non si sarebbe chiesta che cosa fossero: è una maga della tecnologia. Arrivati a 07031778 Sonan decide finalmente di atterrare. Modera la velocità e, non rilevando più alcun aeroporto, decide di atterrare in una vasta prateria.

-Dove vuoi atterrare?- chiede Ajax.
-Dove atterrano gli aerei se non hanno a disposizione una pista. Abbiamo due scelte: o il mare o una prateria.- risponde Sonan.
-Il mare mi sembra agitato, faremo meglio ad atterrare in prateria. Ma sei sicura di potercela fare? Gli pneumatici delle ruote potrebbero danneggiarsi molto facilmente e saremmo costretti a decollare di nuovo...-
-Non ti preoccupare, l’ ho già fatto un milione di volte... Tu devi solo tenere il freno, a tutto il resto penso io.-
E così il Lights For Lights, senza complicazioni, atterra. Sonan, Ajax, Mark, Gary, Robbie, Jason e Howard escono dal Lights For Lights per cercare qualcuno nelle vicinanze.

-Firehawk chiama base, Firehawk chiama base, rispondete! C’è stato un problema, rispondete!-
Ma la ricetrasmittente non rivela più niente. Così si arrendono:
-E ora che cosa facciamo?- chiede Mark.
-I saw a little town near the river. It seemed Paris. We are in France.- dice Sonan a tutti.
-Let’s go there!- dice Ajax.
E così si incamminano per andare a chiedere aiuto a qualcuno che abita nella cittadina vicino al fiume.
-Hai visto veramente una città simile a Parigi, Sonan?- chiede Ajax.
-Si. O Parigi o Londra. La cosa strana è che non ho visto macchine.- risponde Sonan.
-Già, e nemmeno palazzi moderni.-
Dopo le parole di Ajax, Sonan comincia a sospettare qualcosa. A circa metà strada incrociano delle persone a cavallo:
-Ehi! Fermatevi, fermatevi!!- urla Sonan.
 

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Capitolo 4
*** La Vecchia Parigi ***


4. La Vecchia Parigi

E così si incamminano per andare a chiedere aiuto a qualcuno che abita nella cittadina vicino al fiume.
-Hai visto veramente una città simile a Parigi, Sonan?- chiede Ajax.
-Si. O Parigi o Londra. La cosa strana è che non ho visto macchine.- risponde Sonan.
-Già, e nemmeno palazzi moderni.-
Dopo le parole di Ajax, Sonan comincia a sospettare qualcosa. A circa metà strada incrociano delle persone a cavallo:
-Ehi! Fermatevi, fermatevi!!- urla Sonan.

I signori a cavallo fanno come vuole Sonan, anche se hanno un’ aria piuttosto confusa e strana, quasi avessero davanti a loro degli alieni. Sono tre: uno ha i capelli ondulati e castani, con una divisa militare azzurra e viola, con il pantalone bianco e dei tratti oro; un altro ha i capelli lunghi e neri legati da un fiocco e gli occhi verde acqua, con un vestito antico elegante marrone; l’ ultimo ha i capelli lunghi e biondi con gli occhi blu, vestito quasi come il primo, anche se il suo abito è rosso con il pantalone bianco.
-Avete bisogno di qualcosa, signori?- chiede quello con i capelli castani.
-Bè, diciamo che vogliamo solo sapere dove siamo e magari anche dove dormire stanotte, dato che ci hanno dato poltrone scomode nella cabina di pilotaggio...- dice Sonan, con un tono di voce un po’ arrabbiato.
-Che cos’è una “cabina di pilotaggio”?- chiede quello biondo.
-E’ dove si pilotano gli aerei. Io per esempio sono un pilota comandante, cioè sono quella che si mette nella cabina di pilotaggio e fa volare gli aerei...-
-Aerei? Che cosa sono?- chiede ancora.
-Ragazzi, ma siete rimasti a cent’ anni fa?- dice Sonan, scocciata.
-Noi? Piuttosto voi, visto i vostri abiti...- dice il castano.
-I nostri abiti? Guardati allo specchio prima tu, che Carnevale è passato da due mesi!-
-Calma, Sonan!- le dice Ajax. -Scusatela, è che ha i nervi un po’ tesi... Volete dirci per favore dove siamo?-
-A Parigi, signore.- dice il ragazzo con i capelli neri.
-Avevo ragione! Sonan colpisce ancora!- esulta la ragazza.
-Volete che vi portiamo in città o avete prenotato un’ udienza con la regina?- chiede il biondo.
-La regina?- si stupisce Sonan.
-Si, la regina Maria Antonietta, non la conoscete?-
-Ha ha ha ha ha!! Mi stai dicendo che qui regna Maria Antonietta? Amico, che ti sei bevuto stamattina?- commenta Sonan, ridendo.
-Che cosa? Non ci credete? Piuttosto come vi chiamate, signore? E ditemi anche il vostro titolo nobiliare, se ce l’ avete.- chiede il castano.
-Io sono Sonan Firehawk e non ho la minima idea di che cosa siano i titoli nobiliari. Se intendi il mio lavoro, sono un pilota militare.-
-Militare? Ditemi immediatamente di quale esercito fate parte o sarò costretto a sfidarvi con la spada!- dice il castano.
-Di quello del Conte di BabbeiLandia, capellone! Ma ti pare che dico a uno qualunque di quale esercito faccio parte?- commenta scocciata Sonan.
Così il castano scende dal suo cavallo grigio e gli punta la spada al petto. Sonan vorrebbe difendersi, così cerca le pistole che ha portato con sé nella cintura del pantalone:
-Cacchio, le ho lasciate in aereo!!-

Così afferra velocemente un ramo da terra e i due si sfidano. E come poteva andare a finire? La lama della spada del castano taglia fino all’ ultimo il ramo secco di Sonan, che rimane quindi a mani vuote. Il ragazzo spinge Sonan fino a farla finire con la schiena appoggiata al tronco di un albero.
-Devo ammetterlo, siete agile, ma senza spada non riuscirete mai a battermi. In quale esercito militate? Siete forse spagnolo, inglese o americano?-
Sonan non apre bocca. Il ragazzo castano così la guarda bene negli occhi.
-Ma voi siete una donna!- esclama.
-Si è svegliato il bell’ addormentato nel bosco... Ce ne hai messo di tempo per arrivarci...-
-Scusate, non volevo farvi del male.-
-Nooo... Come vi chiamate?-
-Io sono Victor Clemente de Girodelle, e loro si chiamano Andrè Grandier e Oscar Francois De Jarjayes. Siamo tutti e tre parigini, ma voi da dove venite?-
-Allora... io, Sonan Firehawk, vengo da Napoli, il mio amico Ajax Artaya è di Torino e gli altri, Mark Owen, Robbie Williams, Jason Orange, Howard Donald e Gary Barlow, sono inglesi.-
-Ma se siete tutti europei perché indossate questi vestiti strani? Senza offesa...- dice Andrè.
Sonan ci pensa un po’ su:
-I vostri vestiti... la tua spada, Girodelle... i cavalli, niente auto, niente palazzi moderni... Guardami bene: in che anno siamo adesso?- chiede Sonan, rivolgendosi a Girodelle.
-Come in che anno siamo?- ride Girodelle.
-Rispondimi, è importante!!-
-Ok, ok. Oggi è il 7 Marzo 1778.-
Sonan e Ajax si guardano, con aria strana e un po’ spaventata. Anche Mark lo è, che ha capito tutto e riferisce ai suoi amici.
-V...veramente fai? Non mi prendi in giro, siamo veramente nel 1778?-
-Non capisco, che cosa avete?- chiede Oscar.
-Vuoi sapere la mia data di nascita?? 28 Gennaio 1991, e ora ho 21 anni. Sai che significa?-
-Che siete ritornati indietro nel tempo...- dice Andrè, meravigliato.
Sonan si mette le mani nei capelli.
-E ora che facciamo? Sonan sei il comandante, sta a te la decisione!! Sonan, Sonan!!- dice Ajax.
Sonan sembra aver fatto finta di non ascoltare le parole di Ajax, per pensare.
-Ecco che cos’ erano!!! I numeri, Ajax! Sembravano coordinate, ma in realtà erano semplicemente delle date! Quando siamo atterrati eravamo a 07031778, ricordi? Prova a riordinare i numeri come una data.-
-07/03/1778! Hai ragione! Ma come abbiamo fatto a tornare nel 1778?- dice Ajax.
-Bè, facendo i giri intorno alla Terra, credo...-
-Ma moltissimi aerei di linea girano intorno alla Terra per viaggi tipo Italia-Nuova Zelanda, no?-
-Si... ma mai nessuno alla velocità della luce!-
-Signorina Sonan, scusate il disturbo ma noi non sappiamo niente di ciò che state dicendo. Vorreste spiegarci tutto ciò mentre vi scortiamo in città con qualche cavallo?- dice Girodelle.
-Io non so andare a cavallo...- dice Ajax.
-E’ facilissimo. Ci andavo a 10 anni, ma ho dovuto smettere perché presi una brutta caduta...- dice Sonan.
-A giudicato, allora.- si convince Ajax.

Così gli amici di 300 anni fa vanno a prendere altri sette cavalli dalle loro stalle, mentre Sonan e gli altri li aspettano nel punto dell’ incontro e discutono.
-Credi che tutto questo c’entri con il Triangolo delle Bermuda?- chiede Ajax a Sonan.
-No... non ho mai creduto al triangolo. Una volta ci volai sopra. Tutto quello che incontrai fu solo una fortissima turbolenza.- risponde lei.
-Chi fa parte della tua squadriglia?-
-Segreto militare.-
-Cosa?-
-Vuoi saperlo?-
-Certo che vorrei saperlo...-
-Potrei dirtelo, ma dopo dovrei ucciderti.-
-Ok... Ma il miglior pilota sei tu, vero?-
-Lasciamo perdere... Non lo sono perché non rispetto le regole...-
-Tipo?-
-Niente di che... volo sotto o sopra la quota stabilita e passo ad alta velocità a volo radente sulla torre di controllo. Una volta sulla figlia del generale...- dice Sonan, ridendo.
-Penny Shepard?-
-Si... mi avrà preso a parole...-
-Ti sarai divertita molto...-
-Certo che si! Una volta sai che ho fatto? Volavo e vidi un MiG- 28, aereo rarissimo. Così mi misi in volo rovesciato sopra di lui e a una distanza di circa un metro e mezzo gli scattai una foto e “mantenni legami di amicizia con paesi nemici attraverso gesti simbolici con le dita”... hai presente le corna?-
-Ha ha ha!!-
-Si, perché non potendo spararlo, pensai: “Ora divertiamoci un po’!”-
-Sei incredibile! Piloti anche molto bene, l’ ho notato oggi in volo.-
-Che facciamo con la navicella?-
-Non lo so, ma non possiamo lasciarla qui. Aspetta... se siamo arrivati a 300 anni fa compiendo dei giri intorno alla Terra alla velocità della luce... non potremmo andare nella direzione opposta sempre alla velocità della luce  per tornare a casa?-
-Non correre, Ajax. Primo: voglio vedere un po’ come si vive, qui. Secondo: devo levarmi lo sfizio di inventare qualcosa, e qui ce ne sono tante da inventare. Terzo: siamo a secco.-
-Che vuoi dire a secco?-
-Che sono atterrata apposta per questo: non abbiamo più energia. Ma non preoccuparti, ho portato il caricatore.- dice Sonan, infatti il motore và a energia elettrica.
-E dove lo carichiamo? Dimentichi che le prese di corrente ancora le deve inventare nessuno?-
-Idiota, i fulmini! Basta solo mettere il caricatore vicino a un parafulmini e il gioco è fatto.-
Ajax la guarda male, e Sonan capisce subito il perché:
-Il parafulmini lo inventiamo noi...- dice.

Nel frattempo i Take That, per passare il tempo, cantano “Shine” e la dedicano a Sonan:
-You, you’re such a big star to me
You’re everything I wanna be,
But you’re stuck in a hole, and I want you to get out
I don’t know what there is to see
But I know it’s time for you to leave
We’re all just pushing along
Trying to figure it out, out, out.
All your anticipation pulls you down
When you can have it all, you can have it all.
So come on, so come on, get it on
Don’t know what you’re waiting for
Your time is coming don’t be late, hey hey
So come on
See the light on your face
Let it shine
Just let in shine
Let it shine!..- cantano, mentre Sonan e Ajax ballano e cantano insieme.
-Thank you very very much!!- ringrazia Sonan, mentre arrivano i loro nuovi amici con i cavalli. Li portano a fare un giro in città, il centro di Parigi:

-Quanta povertà... ma come fanno a vivere così?- dice Ajax.
-Mi sembra Napoli nel dopoguerra... almeno così me lo racconta mia nonna...- dice Sonan.
-Cioè?- chiede Oscar.
-Il dopoguerra è il periodo orribile che segue, appunto, la guerra. Tieni presente che durante la Seconda Guerra Mondiale ci fu un grande utilizzo di aerei bombardieri e una numerosa perdita di civili. Gli aerei bombardieri sono dei mezzi (tipo carrozze) che volano e trasportano bombe, che sganciano sulle città. La nonna dice che quasi nessuno aveva una casa e poteva anche considerarsi fortunato perché era ancora vivo. Non avevano quasi niente da mangiare.-
-E invece voi come state? Nel duemila, intendo.- chiede Andrè.
-Nel 2012 stiamo bene, almeno per quanto riguarda la nostra nazione, l’ Italia. C’è chi sta peggio di noi e chi invece sta meglio.- risponde Sonan.
La città è molto povera, con case piccolissime e sporche, e gli unici “ristoranti” che ci sono, non hanno molta roba da mangiare. Il menù vedeva protagonisti la zuppa di patate e del pane. Solo le famiglie nobili potevano permettersi il lusso di una carne o del pesce.
-In città girano molte pericolose malattie. Forse è meglio che vi portiamo al nostro palazzo, dove nessuno è mai stato malato.- dice Oscar.
-Si, forse è meglio, anche se abbiamo medicine per curarci.- risponde Ajax.
Così, prima di tornare al palazzo della famiglia Jarjayes (dove vive anche Andrè), fanno una tappa al Lights For Lights per prendere tutto ciò che serve per la vita di 300 anni fa e, magari, per essere rintracciati.

-Non faremmo meglio a portare l’ intero Lights For Lights nel giardino del palazzo? Così non dobbiamo tornare qui ogni minuto... e poi con i cavalli non si va molto veloce...- dice Ajax.
-Bho... se il giardino è abbastanza grande si. Sul fatto dei cavalli invece avrei qualcosa da ridire...-
-Cioè?-
-Se ti dicessi che al momento del decollo eravamo giusto giusto al massimo del peso concesso tu come mi risponderesti?-
-Ti chiederei perché eravamo al limite del peso concesso...-
-Ecco: ho portato numerose cose con me.-
-Per esempio?- chiede Ajax.
-Niente di che... La moto, delle pistole, modellini di aerei, cinque palloni da calcio, delle schede del mio aereo, il libro del liceo dove ho imparato a pilotare e cose varie, oltre alle valigie.-
-La moto?? Come fai a portare una moto nella stiva di un aereo?-
-Sai, la porto sempre nella portaerei.-
-E poi non eri scaramantica… Quanto è grande?-
-La portaerei? Moolto grande...-
-No, il tuo aereo.-
-E’ un F-16A, giudica tu. Ma ha anche un i-pod incorporato e un cellulare che chiama anche con la modalità aerea e non interferisce con le apparecchiature di controllo... Si chiama Valkyrie.-
-Bel nome! Il mio l’ ho chiamato Wyvern. E’ un modello Rafale Marine. Me l’ hanno dato quattro anni fa, quando mi sono affermato come pilota, prima pilotavo un elicottero Black Hawk con un pilota della Marina Militare.-
Così Ajax le fa vedere una foto del suo aereo.
 
-Bello. E’ supersonico?- chiede Sonan.
-8.500 chilometri orari. Il tuo?-
-11mila chilometri orari.-
-Accidenti...- si sbalordisce Ajax.
-Già... è il quarto più veloce del mondo, dopo il Lights For Lights, lo Space Shuttle e l’ X-43A.-
-Ne avevo sentito parlare, ma non credevo che fosse il tuo...-
Così Sonan prende la moto dal Lights For Lights e la fa vedere agli amici del ‘700, che restano stupiti. Gli fa un piccolo riassunto dei motori, anche se sa benissimo che nessuno ci ha capito niente. E’ un po’ imbranata nello spiegare le cose. Poi si mettono d’accordo:
-Il giardino del vostro palazzo quanto è grande?- chiede Sonan.
-Più o meno da quell’ albero fino all’ aereo.- le risponde Oscar.
-Abbastanza grande. Atterriamo sulla strada che porta al palazzo e poi lo portiamo dentro, sperando che nessuno lo veda.-
-Ok. Anche se abbiamo già fatto una bella figura in città con questi vestiti, Sonan. E poi ce la facciamo con l’ energia?- dice Ajax.
-Certo. Mi hanno detto che il palazzo è vicino.-

Così Sonan, Ajax, Mark, Jason e Gary salgono sulla navicella, mentre Robbie e Howard vanno in moto e gli altri li seguono a cavallo. Si è fatta sera. In volo Sonan non accende le luci, perché sa che potrebbe suscitare l’ attenzione dell’ intera Parigi, che penserebbe a cose tipo gli alieni o gli abitanti della Luna. Una volta al palazzo è costretta ad accenderle, per riuscire a vedere la strada dove atterrare. Nonostante sia sera e che Sonan abbia spento il Lights For Lights, la città di Parigi è illuminata da lumi tipo come i lampioni di oggi, solo più bassi e alimentati da candele. Si vede bene, infatti Sonan ha notato che da una finestra del palazzo si è affacciato un signore, probabilmente avrà visto le luci della navicella. Così Andrè apre il cancello del palazzo e fa entrare Sonan con l’ aereo, che ha portato alla minima potenza per cercare di non fare rumore. Entrano nel palazzo Jarjayes e notano subito tantissime cameriere, una signora nobile ed elegante, un uomo molto ricco (già si vedeva dai vestiti color oro che portava) e una ragazzina bionda con abiti poveri ma puliti. Tutti guardano Sonan e gli altri con un’ aria strana.
-Ah, ecco... mi pareva strano che ancora dovevamo vedere le parrucche...- dice Sonan, facendo ridere sotto i baffi Ajax.
-Padre, sono delle persone che abbiamo incontrato mentre tornavamo a casa. Non preoccuparvi, sono innocue. Dicono di venire dal futuro.- spiega Oscar.
-Come dal futuro?- dice il generale De Jarjayes, padre di Oscar.
-Non ci credi? Amico, non vedi i nostri vestiti? Hai visto quelle luci là fuori? E hai sentito quegli strani rumori?- dice Sonan.
-Ma come avete fatto? E per favore, non datemi del tu.-
-E’ una lunga storia, ma se c’è qualcosa da mangiare, sediamoci a tavola per parlare che facciamo prima. Ho tanta fame.-
-Ehi! Dimmi perché dovrei cucinare a una scostumata come te! Non hai salutato nemmeno le cameriere! Sei entrata senza fare l’ inchino al signore e quando siete entrati nel palazzo ci siamo tutti impauriti per i rumori del coso là fuori!- dice una cameriera, la più vecchia di tutte (nonché nonna di Andrè).
-Senti, nonna, tu pensa a cucinare qualcosa che è da stamattina che volo.- dice con molta signorilità Sonan.
-Calma, Sonan. Contieniti.- le dice Ajax, vedendo che si stava aprendo un po’ troppo.
Così si siedono a tavola: si mangia della buona carne e, dopo che Oscar, Girodelle e Andrè hanno spiegato a tutti cos’era successo, Sonan e Ajax parlano della loro vita nel 2012.
-Stiamo bene. La tecnologia è avanzatissima, non c’è paragone con voi. Anche la musica è cambiata: da voi c’è quella classica, giusto? Violini, flauti ecc... Da noi invece c’è questa.- dice Sonan, mentre prende il suo cellulare da una delle tasche dell’ uniforme.
-Che cos’è?- chiede la ragazza con gli abiti poveri ma con l’ aria nobile, Rosalie Lamorlière.
-Un cellulare. Non chiedermi com’ è fatto perché con tutto il tempo che c’è voluto per spiegare al biondino com’è fatto un semplice motore di una motocicletta mi ci sono volute tre ore, con il cellulare mi rifiuto proprio di spiegartelo.- risponde Sonan.
Accende il cellulare, clicca su “musica” e ne mette una dei Take That, The Flood. Dopo gli fa sentire anche Passion e Relight My Fire. Sia i Take That che i due piloti cantano in coro l’ ultima. Gli amici del ‘700 apprezzano e si divertono molto. Gli piace la musica del 2000.
-Sono in inglese! Mi piace molto l’ inglese!- dice Rosalie.
-Lo conoscete tutti qui?- chiede Ajax.
-La maggior parte.- risponde Oscar.
-Ma se venite da Napoli come mai parlate la stessa nostra lingua? Nel Regno Di Napoli non si parla francese... o con il tempo è cambiato qualcosa?- chiede Girodelle.
-Si... sono cambiate moltissime cose. Primo: io solo vengo da Napoli, lui è di Torino e gli altri cinque di Londra. Secondo: Napoli non è più un regno, ma insieme ad altri regni ha formato un solo regno, che quest’ anno, cioè... nel 2012 compierà 151 anni: questo regno prese il nome di Italia. Più avanti, dopo il 1940, l’ Italia si convertì in Repubblica, che è un tipo di governo dove non c’è solo uno a comandare, ma comandano i deputati, i senatori e anche i cittadini, attraverso le votazioni. La lingua ufficiale dell’ Italia è l’ italiano, ma sinceramente non so perché ora noi due che siamo italiani parliamo la stessa vostra lingua. Secondo me siete voi che parlate italiano, perché io non ho mai conosciuto il francese.- spiega Sonan.
-No, noi parliamo francese, come sempre.- dice Andrè.
-Strano... nemmeno io so parlare francese.- spiega Ajax.

E’ arrivata la notte: hanno tutti molto sonno e Girodelle torna al suo palazzo per dormire.
-Grazie molte per la buona cena. Noi andiamo a dormire nel nostro Lights For Lights. Buona notte!- dice Sonan, allontanandosi.
-Aspettate! Signorina, abbiamo molte camere per gli ospiti. Se volete potrete dormire in dei letti comodi, come delle persone normali.- dice la nonna di Andrè.
-Grazie mille! Allora prendiamo le valigie e torniamo.- dice Ajax.
Così i ragazzi entrano nelle loro camere: hanno pochissimi mobili, ma sono grandissime, eleganti, e devono essere anche costosissime. I letti sono tutti matrimoniali a baldacchino e le finestre sono molto alte, quasi come il soffitto, che raggiungerà poco più di cinque metri.
-O mamma... la tenessi io una stanza così... Questi devono essere inguacchiati di soldi...- dice Sonan ad Ajax, che è nella camera accanto alla sua. I Take That sono di fronte.
Ajax ride, per l’ espressione usata da Sonan. I sette così, si scambiano la buona notte e chiudono le porte delle stanze. Sonan non dorme subito: si lancia sul letto e accende il suo computer portatile, caricato al massimo. Vuole descrivere tutto quello che è successo su una pagina di Word, per poi raccontarlo nei minimi dettagli agli altri una volta tornati a casa. Ovviamente non ha la connessione a Internet. Dopo circa un’ ora si addormenta, pensando alle probabili risposte delle sue mille domande.
 

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Capitolo 5
*** La Spensieratezza di Versailles ***


5. La Spensieratezza di Versailles


8 Marzo 1778

Sono le 8:00. Rosalie entra in camera di Sonan per mettere un po’ d’acqua ai fiori nel vaso, su un mobiletto in legno scuro sotto lo specchio. Sonan dorme ancora. Rosalie ne approfitta per osservarla un po’ meglio: le si avvicina e la guarda in volto. “E’ una gran bella ragazza, peccato che abbia un brutto carattere. Per fortuna c’è Ajax a farla ragionare. Senza di lui non so come farebbe, probabilmente non sarebbe nemmeno venuta qui. Probabilmente avrebbe combinato un guaio e sarebbe stata messa direttamente in prigione...” pensa Rosalie. Esce dalla stanza e scende le larghissime scale di marmo al centro del palazzo, osserva delle statue in stile greco e va in sala da pranzo. Trova le cameriere che apparecchiano la tavola, per la colazione. Andrè è andato a fare un giro fuori a cavallo; Oscar è al lavoro, infatti è il comandante della Guardia Reale.
-Dobbiamo preparare una buonissima colazione per i nostri ospiti!- dice una cameriera.
-Già. Ci hanno detto che da loro si mangia molto bene! Facciamoli sentire a casa!- risponde un’ altra.
In sala pranzo scende Ajax, che si è svegliato presto per mezzo della sua sveglia, impostata alle 8:30. E’ digitale ed è alimentata da una batteria Duracell. Mezz’ora dopo arrivano anche i Take That.
-Sonan ancora non si è svegliata?- chiede Ajax.
-Ancora no... se vuoi la vado a svegliare io.- risponde Mark.
-No, lasciala dormire ancora un po’. Ho saputo che nella sua squadriglia, la UnionItaly, i piloti si svegliano sempre all’ alba per duri voli di addestramento. Ieri ha avuto una giornata difficile, ci credo che voglia riposare ancora un po’.- risponde il ragazzo.
Mark fa il cenno di si con la testa.
-Buongiorno, signori.- saluta il generale De Jarjayes.
-Buongiorno, signore.- salutano gli altri.

Dopo una lunga chiacchierata, Ajax arriva a chiedere:
-Voi lavorate?-
-Si. Sono il generale di un’ armata. E’ molto forte.- risponde il signore.
-Ah... E suo figlio, Oscar, lavora?-
-Certo. E’ il comandante della Guardia Reale. In realtà Oscar è una donna, ma le ho dato un nome da uomo per lasciare a qualcuno il mio titolo di generale. L’ ho addestrata come tale, ed è riuscita ad arrivare al comando.-
-Oscar è una donna? Ma sapete che l’ avevo sospettato da quando ha incominciato a parlare?- dice Mark.
-In effetti anche a me sembrava...- dice Ajax.
Dopo aver saputo che Oscar lavora nella Reggia di Versailles, Ajax chiede se possono andarci anche loro. Il padre di Oscar accetta e gli dice di svegliare Sonan. Ajax sale le scale e va nella camera accanto la sua: la apre e va vicino al letto:
-Sonan, Sonan... Svegliati, sono le dieci. Non vorrai mica tardare per la regina...- le dice Ajax, scuotendola un po’.
Sonan si sveglia.
-Ajax... quale regina? Dove sono ora?- dice con un tono di voce assonnato, mentre sbadiglia.
-La regina Maria Antonietta... sei nel 1778.- le ricorda Ajax, mentre le fa un sorriso.
-Ah, già...- ricorda Sonan.
-Auguri. Oggi è la festa delle donne, anche se ora non si festeggia perché l’ incendio nella fabbrica non è ancora avvenuto.-
-Grazie, Ajax.- dice Sonan, mentre si baciano sulla guancia; Ajax diventa tutto rosso.
Scendono in cortile e prendono la moto per andare a Versailles, accompagnati dal Generale De Jarjayes, che va a cavallo. Guida Sonan, mentre Ajax le sta dietro: il ragazzo non è molto bravo con le moto. I Take That li seguono a cavallo. Dopo un quarto d’ora da una collina si vede Versailles. Sonan, Ajax e gli altri infatti si fermano per ammirare il panorama:
-Accidenti... E’ enorme... se penso a tutte quelle volte che ho volato sulla Francia e non ho mai visto Versailles...- dice Ajax.
-Si, anch’io non l’ avevo mai vista dal vivo.- risponde la ragazza, mentre fa una foto con la sua fotocamera subacquea.
-Bella! Dove l’ hai comprata?- le chiede Ajax, riferendosi alla fotocamera.
-In Cina. Lì l’ elettronica è di buona qualità e costa molto di meno che in Italia.-
-Io ho comprato cinque elicotteri telecomandati in Cina... strano, ma solo due si sono rotti.-
Sonan pensa sulle parole che ha detto Ajax. Forse avrà in mente un’ idea.
-Conosco quello sguardo... cos’ hai in mente, Sonan?-
-Non è che uno l’ hai portato con te per scaramanzia? Con il telecomandino...-
-Si. Che vuoi fare?-
-Sto pensando che ricaricare il Beam Light con un fulmine non è una buona idea: non sappiamo quanta energia contiene un fulmine... tanto può bruciare il motore  e tanto non caricarlo al massimo... dipende dal fulmine. Ma se prendiamo le batterie dell’ elicottero e le facciamo colpire da un fulmine... e poi mettiamo altre batterie nell’ elicottero e lo facciamo volare alla velocità della luce, torna anche lui nel 2012, vero? Potremmo metterci un messaggio dentro, così da poter farlo leggere a qualcuno del nostro anno.-
-Good idea.- dice Mark, che ha sentito tutto.-Che pensi tu di questo, Ajax?-
-Sai che penso? Che sei un genio, Sonan!- dice Ajax, convinto al cento per cento che quella di Sonan fosse una buona idea.

Decidono di proseguire per Versailles. Le guardie della reggia fanno entrare solo il generale De Jarjayes, perché non si fidano per niente dei sette ragazzi.
-Maestà, quegli uomini al di fuori dei cancelli sono ospiti di mia moglie. Vengono dal futuro, vi saranno di grande aiuto e non sono assolutamente pericolosi. Vi prego, fateli entrare.- dice il generale De Jarjayes.
Il re Luigi XVI accetta. I sette così entrano nella reggia e aspettano nell’ ingresso, sotto gli sguardi di una ventina di persone. Arriva il re, accompagnato dalla sua sposa, Maria Antonietta. Il re è grasso, abbastanza alto e vestito di abiti reali e costosissimi nella Francia di allora, con delle scarpe che Sonan ancora non ha capito come le persone le trovino “comode”. Maria Antonietta invece è una bella ragazza, di altezza media, magra, elegante, con abiti molto larghi dal bacino in giù e strettissimi dal bacino in su’. Evidentemente indosserà un corsetto. Ha i capelli biondi, con un’acconciatura particolare fatta di boccoli, difficile da descrivere.
I Take That fanno l’ inchino, abituati perché anche nell’ Inghilterra del 2012 regna una regina. Anche Ajax accenna un inchino; Sonan invece resta in piedi, fin quando Ajax le tocca il polpaccio indicandole di inchinarsi come lui. Ma Sonan resta in piedi.
-Chi siete voi per ordinarmi di fare qualcosa? Io faccio quello che mi pare!- dice Sonan.
-Sonan! Inchinati ora!- le dice sottovoce Ajax, preoccupato per lei, sapendo il potere che a quel tempo aveva la famiglia reale.
-Te lo scordi!-
-Vi prego di scusarla, Maestà. Come sapete noi arriviamo dal futuro e non siamo abituati ai re e alle regine. Lei è molto testarda e non ubbidisce a chi non conosce bene.-
-Ma smettila, Ajax. Se mi devo difendere, sono capace di farlo benissimo da sola!- le dice Sonan.
-Ma Sonan...-
-Vi prego di smetterla di litigare, signori. Apprezzo molto il vostro modo di parlare ai sovrani, madame. Se volete possiamo fare una passeggiata per i giardini di Versailles, sono molto belli.- dice Maria Antonietta, rivolgendosi a Sonan.
-Accetto volentieri. Tu sei la regina, eh? Scusa ma in storia non andavo molto bene. Preferisco le scienze.- le risponde Sonan.
“Com’ è bello avere una persona che ti parla così apertamente!” pensa Maria Antonietta. Così escono in giardino, insieme al re, agli altri sei del futuro, al Conte De Merci (una specie di protettore e tutor della regina) e un altro uomo, un certo Conte Di Fersen, giovane nobile svedese.

-Buongiorno, maestà. Chi è questa affascinante donna?- chiede il Conte di Fersen.
-Non ti allargare con le parole... mi chiamo Sonan, tu chi sei?-
-Io sono il conte Hans Axel Von Fersen, vengo dalla Svezia.-
-Io sono italiana, di Napoli. Lui è torinese e gli altri cinque di Londra.-
-Posso sapere il vostro titolo nobiliare?-
-Siete proprio fissati con ‘sti titoli... vengo dal 2000, non ce l’ ho un titolo...-
Così Maria Antonietta gli spiega tutto. Sonan osserva il giardino reale e pensa: “Giardino? Proprio -ino? Io direi più giardinone... Alla faccia!”
-Che cosa avete nella borsa?- le chiede Fersen.
-Niente... un computer portatile, una PSP, il mio cellulare, una macchina fotografica, i caricatori e altri apparecchi elettronici, in più dei pacchetti di gomme da masticare, due bottiglie d’ acqua e una pallina di gomma che rimbalza.- dice Sonan, mentre la prende e ci gioca un po’. Poi si avvicina ad Ajax:
-Hai visto “Antoniuccia” come guarda Fersen? Che sospetti?- gli chiede
-Si sono innamorati. L’ ho studiato in storia al liceo: loro due hanno avuto una lunga storia d’ amore.- le risponde Ajax.
-In effetti la regina è stata davvero molto sfortunata... poteva capitargli un bel principino invece di quell’ hamburger di Luigi XVI...-
Ajax, come al solito, ride per l’ espressione di Sonan. Smette subito, infatti si accorge che il re era a un metro di distanza tra i due.
-Che figuraccia, Sonan... Sprofondo nella vergogna…-
-Ma quello mica sa che cos’ è un hamburger? Vedi, la cosa più bella dei viaggi all’ estero è che quando parli italiano nessuno ti capisce, e questo ti dà un senso di libertà: se ti ingazzi puoi dire senza problemi una parolaccia a qualcuno, perché non ti capisce. O puoi pariare (divertirti) in macchina e urlare: “Ciao, frocio!!” a tutti quelli che incontri. La stessa cosa vale per i viaggi dove sono arretrati.-
-Ha ha ha ha ha!! Infondo hai ragione... ma se hai la sfortuna di incrociare proprio uno che parla italiano?-
-Ci sono tre modi diversi per affrontare situazioni del genere: o parli napoletano o anche il dialetto veneto, tanto nessuno lo capisce; o scappi se sei in macchina o in moto; oppure, se sei nelle vicinanze della polizia e ti dà addosso, hai due modi per cavartela: o urli in inglese: “Questo mi vuole uccidere senza motivo!”, ma solo se non sei passato davanti un negozio (perché hanno le telecamere), o ti nascondi dietro le macchine parcheggiate e magari se hanno il finestrino aperto prendi in prestito una cosa come la ricetrasmittente e avvisi tutta la stazione della polizia.-
-Non ho parole... no comment, Sonan...- dice Ajax, sorpreso e divertito dalla risposta di Sonan.
-Che c’è? Guarda che te lo dico per esperienza... Se poi l’ italiano alla polizia testimonia contro di te e dice che gli hai detto parolacce, la polizia non gli crederà.-
-Perché?-
-Perché non ha prove...-
-E se ce l’ ha?-
-E’ meglio che ci pensi prima di andare alla polizia. Se sei passato davanti a delle telecamere e ti hanno ripreso mentre insultavi una persona e poi dopo vai a dire alla polizia che questa persona vuole ucciderti senza motivo e la polizia trova la telecamera e vede tutto, sei fregato.-
-Lezione di vita importante. Grazie, Sonan...- risponde Ajax, ridendo di gusto.

Continuano la passeggiata. Sonan osserva il Petit Trianon e una donna, una donna che a Versailles è molto popolare e la invidiano tutti: la contessa De Polignac. E’ vestita di abiti lussuosissimi e ha un ventaglio nobile in mano. Ha un acconciatura particolare e l’ aria da potente. E lo è. Maria Antonietta infatti si lascia condizionare molto dalla contessa, cosa che le regine non dovrebbero mai fare. Inutile dire che la contessa è anche una leccapiedi. Intanto le dame di compagnia della regina parlano tra loro di fatti di altre persone e della novità di Sonan e dei suoi amici, coprendosi la bocca con i ventagli, per non far capire a nessuno di cosa stanno parlando.
-Guarda come ingiuciano... (parlano di fatti altrui)- dice Sonan.
Si avvicina l’ ora di pranzo. Restano a mangiare alla Reggia, in una grandissima sala con tre lunghissimi tavoli da pranzo. Al centro ci sono il re e la regina.
-Permettetemi di fare gli auguri a tutte le donne della corte! Oggi da noi è la festa delle donne.- dice Ajax, alzandosi in piedi.
-Auguri, auguri.- si scambiano tutti.
-Ditemi, Sonan, da voi qual è il piatto principale a tavola?- chiede Maria Antonietta.
-Ce ne sono tanti... Cambiano a seconda del paese, in Inghilterra per esempio c’è il “fish and chips”, che è un piatto a base di pesce e patatine. In Italia ci sono la pasta e la pizza, che sono i miei piatti preferiti.-
-Cos’è la pizza?- chiede ancora lei.
-Si forma stendendo bene la pasta per le pizze e aggiungendoci sopra vari ingredienti, che cambiano a seconda della pizza. La più famosa è la Pizza Margherita, con pomodoro, mozzarella, olio e basilico. Dopo si cuoce nel forno.-
-Ma scusate, Sonan, i pomodori non sono velenosi?- chiede il conte di Fersen.
-Certo che no... Sono buonissimi!-
-Noi qui la usiamo come pianta ornamentale...- dice il re Luigi XVI.
-Potete farmene vedere una? Ve la faccio assaggiare io. Portatemi anche un po’ di sale. E anche dell’ origano e un po’ di olio, se ce l’ avete.-
Le cameriere della regina eseguono e Sonan prepara tutto a tavola, alzandosi in piedi per far vedere a tutti. Anche le cameriere e le cuoche stanno a guardare.
-E’ semplice, basta tagliare in quattro parti il pomodoro, metterlo in un piatto e condirlo con sale, olio e origano. Poi girate tutto e lo assaggiate. Posso dire che siete stati degli stupidi a pensare che il pomodoro fosse velenoso?- dice Sonan, mentre fa assaggiare il pomodoro a tutti.
-Si... siamo stati degli stupidi...- si convince Maria Antonietta.
-Vedete che dopo rimane tanto sugo. Basta prendere un po’ di pane e metterlo dentro. Lo tirate fuori e lo assaggiate. Oppure un’altra cosa buona da fare è aggiungere il tonno nei pomodori, per poi mangiarli insieme al pane. Vedete che bontà.-
-Però... non sapevo che foste una buongustaia!- commenta la regina.
-Diciamo che mi piace mangiare bene...-
Poi la cameriera mette a tavola un po’ di cose da mangiare.
-Grazie, ma non ho fame. Se poi mi viene mangio qualcosa dopo.- dice Sonan.
-Vi prego madame, mangiate qualcosa con noi, non ve ne pentirete!- incoraggia la contessa di Polignac.
-Magari dopo. Vado a farmi un giro per la reggia. Ci vediamo dopo!- saluta Sonan.

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