una settimana d'inferno

di Atomic Chiken
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***



Capitolo 1
*** I Capitolo ***


La storia non è proprio " Horror "..Ma non sapevo dove racattarla D:
Spero comunque che vi intrattenga..Prego, da questa parte..
 

 
 
Giorno 1
1 Gennaio
 
A Mainhill c'era la fiera nazionale per festeggiare un altro anno passato. Si organizzavano parate, canti e balli, feste per una settimana intera. L'anno era stato duro per la piccola cittadina, avevano dovuto sopportare questioni politiche, un assassino in libertà e l'isteria della signora Bucket. Era una vecchia racchia soprannominata " Vecchia racchia " che sparlava di tutti e trasformava una piccola macchia di petrolio in un'intera chiazza. Quell'anno la sua isteria era toccata al povero Luth. Era un contadino che coltivava un piccolo terreno per vivere. La vecchia Bucket diceva che il suo raccolto era un male, lui era un male, la sua famiglia era un male. Voleva far credere che il suo terreno fosse stato " contaminato " dal Demonio e che vendendo il suo raccolto anche gli altri sarebbero stati contaminati. Luth aveva sopportato tutto questo fino a una settimana fa, quando la Bucket oltrepassò il limite deridendolo in pubblico. Il contadino aveva portato la famiglia a cena in un ristorante di media qualità per festeggiare la promozione di suo figlio Henry e il caso volle che anche la Bucket fosse lì. Vedendolo seduto si era alzata con fare indignato e tutti i suoi settant'anni e gli aveva puntato il dito contro " Tu, tu e la tua famiglia porterete questa città alla distruzione! L'avete dannata e avete contaminato tutti noi! Che Dio ci perdoni, il Diavolo scenderà su questa città e colpirà tutti, e voi ne siete la casua, maledetti! Maledetti! ". Luth uscì furioso dal ristorante e una volta tornato a casa prese il fucile e si preparò ad andare a casa della vecchia. " No Larry..Che stai facendo, metti via quell'affare! Larry...LARRY! Lo sai che quella vecchia è fatta così, metti via il fucile..Larry.. ". Ignorò la moglie e diede gas. " Quella racchia pulciosa me la pagherà ". Era intervenuto lo sceriffo Heizen con la sua spalla, la vecchia aveva continuato ad urlare che il Diavolo sarebbe sceso presto e a Luth partì un colpo. Il proiettile sfiorò la testa della Bucket, che cadde a terra priva di sensi dallo spavento. Luth finì dietro le sbarre per una settimana e la veccchia in un istituto psichiatrico dove morì cinque anni dopo.
 
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" Quale vuoi?...L'elefante?..No..Va bene, mi dia quello a forma di cuore ". Jessica prese il suo palloncino e lo fece svolazzare in aria, suo padre la guardò e sorrise. Era bello passare quella settimana con sua figlia, era l'unico momento dell'anno in cui poteva godersela a pieno, dopo il divorzio con Sara. Camminarono in mezzo alla folla fino ad un furgoncino del gelato. Gliene prese uno al cioccolato e alla fragola e per sè alla nocciola e pistacchio. Jessica gli ridacchiò dietro dicendo che aveva tutta la bocca sporca, lui se lo spalmò ancor di più e risero fino a che un uomo dall'aspetto trascurato si parò davanti a loro. David lo squadrò da capo a piedi e strinse la mano della figlia. L'uomo sembrava interessato proprio a loro due. Quando parlò David fu costretto a fare un passo indietro, l'alito era da farti svenire 
" Bello quel palloncino.." . Jessica lo guardò di sottecchi e si rifugiò dietro il braccio del padre 
" Posso..Posso fare qualcosa per lei? ". L'uomo sfoggiò un sorriso con dei denti ingialliti " No..Non può fare niente, purtroppo nemmeno io ". David cominciava a stufarsi " Si può sapere allora cosa vuole? ". Un' aspra espressione piena di terrore e paura si dipinse sul volto dell'altro " Dovete andare via da questa città. Lei ha una bella figlia signore, perderla sarebbe un vero peccato. Andate via prima che arrivi il momento, prima delle esplosioni.." David lo fermò " Senti amico, non m'interessano le tue prediche sulla fine del mondo e tutte queste caz.." Guardò la figlia " ..Tutte queste stupidaggini, questo è un giorno che aspettavo da tanto e non sarai di certo tu a rovinarmelo, ora se non ti dispiace.. ". L'altro gli bloccò la strada facendo girare un paio di teste verso di loro " Hai sentito parlare della strage di River Falls? " " Cosa... ". Poi gli balenò in testa. River Falls. La città era scomparsa dopo l'improvvisa morte di tutti gli abitanti, la cosa terrificante era che... " Questa città sparirà signore. Sparirà come è sparita River Falls. Chi rimarrà qui morirà...I giorni del Signore sono arrivati, il Diavolo scenderà su Mainhill per portar via tutte le anime dei peccatori, River Falls era solo la punta, noi siamo il resto.. " David gli diede uno scossone e si allontanò dall'uomo, furibondo. Quel bastardo gli aveva rovinato la giornata. Jessica si strinse ancor di più al braccio del padre lasciando volar via il palloncino. Dietro di loro risuonava la voce tetra dell'uomo " Andatevene prima che scada l'ora, pentitevi dei vostri peccati, rifugiatevi nelle braccia del Signore Iddio prima che il Diavolo vi prenda..".
 
 

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Capitolo 2
*** II ***


Giorno 2
2 Gennaio

Brad uscì dal didietro del club e accese una sigaretta. Tirava un forte vento che scompigliò i suoi capelli. Dopo un paio di minuti uscì anche una donna minuta che se ne fece accendere una. I suoi capelli biondi brillarono nell'oscurità della notte. Per un pò nessuno dei due parlò, imbarazzati per ciò che era avvenuto un attimo prima. Brad tirò una boccata e sospirò " Secondo te abbiamo fatto bene ad essere così.." " No " disse lei con un filino di voce. Non fumava, ma preferì non dirlo. " Però..E' stato piacevole no? " domandò di nuovo lui. Lei non rispose, continuando a guardare un punto impreciso. " Devo andare " disse d'un tratto. Brad la guardò confuso " Così presto? " " Sono le due di mattina idiota, dovevo rientrare per le dodici " " Allora ti accompagno " " No..". Lui parve offeso " Ho detto ai miei che sono uscita con Kate..Se mi vedessero con te, non va bene.. " " E come vorresti tornare a casa, volando? ". Brad schiacciò la sigaretta e buttò le mani in tasca " Va bene..Fammi scendere prima, continuerò a piedi ". Gli occhi del ragazzo s'illuminarono " Andiamo ".

Le case si muovevano ad una velocità innaturale, quasi come se loro fossero fermi e si muovesse tutto ciò che gli stava intorno. Leigh continuava a pensare, pensare e pensare. Non doveva farlo, era stata troppo stupida ad accettare..Se fosse rimasta in..No, non poteva essere, avevano usato tutte le precauzioni possibili. Brad le mise un braccio intorno al collo. Lei se lo scrollò subito di dosso " Pensa a guidare, per favore ". Lui tornò al volante con espressione delusa. " Se non volevi farlo bastava che dicessi No " disse all'improvviso. Lei maledì il giorno in cui fecero conoscenza " Ero..Senti Brad, l'abbiamo fatto, non si può negare che sia stata una delle più grandi cazzate che io abbia fatto..Ma ora è passato, non si può tornare indietro " " Quindi vuoi dire che..Cazzo Leigh, non capisco perché parli così, non ti è piaciuto? Dimmi dov'è il problema e lo risolviamo.. " " Fermati " " Cosa... " Ferma la macchina dannazione! ". Brad lanciò il piede sul freno e la macchina si fermò dopo un paio di sbalzi " Che ti prende? ". La ragazza aveva gli occhi puntati fuori dal finestrino. " Leigh.." " Guarda lì ". E lui guardò.

" Nome? ". 
Silenzio.
" Nome? ".
" Brandon Smithback ".
" Età? ".
" Vent'anni ".
" Cosa ci facevi al Brigton alle due di mattina?
" Ero..".
" Sì? "
Larson lo ascoltò scuotendo il capo " I giovani d'oggi " disse quando il ragazzo ebbe finito di parlare " Non sanno più come passare il tempo ". Lo sceriffo Heizen lo richiamò. " Allora? " chiese quando lui lo ebbe raggiunto. Larson distolse lo sguardò da ciò che giaceva ai suoi piedi rimandando indietro un rigurgito" Le solito stronzate da ragazzi ". Un uomo basso e occhialuto dall'aspetto buffo si avvicinò ai due " E' un uomo, a quanto ci risulta ". Heizen si alzò pulendosi i pantaloni " Se questo è un uomo allora io sono Dio " disse e si mise a ridere. L'uomo occhialuto non battè ciglio tanto che a Larson sembrò una statua " Si chiamava Grayson Richmond, trentatrè anni, faceva il muratore ". Lo sceriffo tornò serio " Come...Come diavolo è possibile, a chi verrebbe in mente di fare una cosa simile? ". Larson guardò la ragazza...Come aveva detto di chiamarsi? Leish? Leg? Leigh. Era stata lei ad avvistare il corpo. Non aveva detto niente oltre al suo nome ed era rimasta impassibile anche di fronte alla poltiglia che giaceva sul ciglio della strada. Larson s'impose di dare un'altra occhiata, giusto per sicurezza. Ciò che guardava era indescrivibile. Un ammasso di..Di cosa? Polpette schiacciate? Non ci andavano neanche vicino. Erano i resti di quello che un tempo era stato un uomo. Ora era un liquido rosa sparso per il marciapiede. In mezzo alla poltiglia c'era un occhio..O era quello che sperava Larson, e c'erano anche dei pezzi di ossa. In mezzo aveva visto anche del cibo..Spaghetti, burrito..Cos'era quella, insalata?...Che Dio lo avesse in pietà. Non c'era traccia di gambe, braccia, mani, nemmeno la testa...Come se il corpo fosse esploso da un momento all'altro. " Rson? Larson!? ". Heizen lo stava chiamando ad alta voce, il corpo..O quello che ne era rimasto, era stato aspirato da un macchinone. A Larson venne il voltastomaco al solo pensiero. " Credo che abbiamo per le mani un serial killer ". Larson lo guardò a bocca aperta " In che senso? " " Ho ricevuto una telefonata da Nancy, ci sono state altre quattro vittime tra la West Town e la Rocket, tutti morti nello stesso modo. Anche lì hanno trovato pezzi di palloncini attorno alla vittima ". La spalla di Heizen lo guardava ipnotizzato, non era possibile..Eppure stava accadendo per davvero. " Larson..E' una questione grossa questa, entro domattina la notizia sarà sparsa per tutta Mainhill, parlerò con i giornalisti cercando un accordo nel non divulgare troppi particolari " Larson pensò che per Particolari intendesse quell'ammasso di liquido " Nel frattempo io interrogherò personalmente quei due e tutti gli altri testimoni, se si fa avanti qualcuno, tu parla con le famiglie..Racconta tutto, ma evita di entrare nei dettagli..Poveri uomini, dovranno sopportare un enorme peso ". Larson vide gli occhi del superiore spegnersi e si sentì il cuore in gola " Crede che..Si tratti veramente di un serial killer? ". Passò un minuto intero prima che Heizen rispondesse " Cos'altro potrebbe essere, Larson? ".

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Capitolo 3
*** III ***


Giorno 3
3 Gennaio

Come profetizzò Heizen la notizia si sparse come l'influenza. Uscirono ben cinque servizi di società di quotidiani diversi, in prima pagina era scritto in grande " Un nuovo assassino a piede libero ". Non lo sarebbe stato ancora per molto, aveva detto Heizen incazzato. Non vennero rivelati i dettagli macabri, scrissero addirittura che i corpi erano scomparsi nel nulla. Larson era andato ad avvisare le famiglie, per un attimo gli era balenato in testa di fare marcia indietro e chiedere al superiore di far dare la notizia a qualcun altro, ma in cuor suo era lui a voler raccontare tutto. Voleva liberarsi di un macigno. Quel fatidico giorno, il 3 Gennaio, morirono altre dieci persone. Heizen era impallidito alla vista dei cadaveri, tutti simili a vomito. Larson gli aveva fatto di nuovo notare i palloncini, si trovavano ad ogni scena del delitto..Che fossero la firma dell'assassino? " Un tizio che compra tutti questi palloncini non passerebbe inosservato " aveva borbottato Heizen nel suo ufficio,  ma era stato contraddetto da Larson " Siamo in periodo di festa, mezza città sta facendo scorte di palloncini ". Heizen aveva portato le mani ai capelli, gli occhi rintanati in grosse fossette " Dannazione Larson, non abbiamo uno straccio di indizio a parte il fatto che a questo psicopatico piacciono i palloncini, nemmeno dei fottuti testimoni..Così non può andare..". Aveva continuato a borbottare tra sè, Larson era rimasto seduto a guardarlo. Dopo cinque minuti Heizen si era alzato " Vieni con me Lars, mi è venuta un gran bella idea ".

La grande idea di Heizen era andare a bersi un caffè da Marie. Gli era sempre piaciuta quella donna e lo sapevano tutti tranne Marie. " Il solito " disse Heizen " Subito miei prodi cavalieri ". Nel locale c'erano sì e no una decina di persone, quasi tutte sedute ai banconi. " Come vanno le indagini? " chiese Marie disponendo le tazze sui piattini. A quella domanda tutte le teste si girarono verso i due poliziotti venuti a cercare una tregua dal caso. " Stiamo..Facendo progressi " rispose Larson, Heizen lo raggiunse con una battuta " Se quello che stiamo facendo è " progresso ", amico mio, allora posso fermamente dire che quello che sto bevendo è piscio di babbuino ". Solitamente dopo aver detto una battuta sarcastica si metteva a ridere, ma non quella volta. " Perché non sono arrivati i federali? " domandò un tizio dal fondo del bancone " In questa maledetta città ci sono quattro poliziotti a ricercare un assassino seriale e quei bastardi se ne stanno con le mani in mano! ". Ci furono cenni d'assenso, zittiti da Heizen " Arriveranno, non so quando ma arriveranno, quando c'è in gioco un ballo così che grande i federali sono sempre pronti a ballare "
" Il giorno del giudizio è vicino...". Una voce rauca ma allo stesso tempo esile catturò l'attenzione di tutti nel caos generale. Nessuno lo aveva notato prima, un uomo esageratamente brutto e dall'aspetto marcio sedeva in disparte e ascoltava il loro discorso. " Ecco un altro predicatore del cazzo " disse qualcuno, ma il predicatore continuò come se non avesse sentito " La morte di quelle persone è solo l'inizio di una lunga catena che porterà in cielo tutto il mondo ". Qualcuno stava di nuovo per fare una battuta ma Heizen gliela fece ingoiare " Cosa intendi dire con una lunga catena? " " Moriranno tutti signore, chi prima chi dopo, ma alla fine moriranno tutti. Moriranno come è successo agli abitanti di River Falls.. " Heizen riportò alla mente quella strage " Erano caduti nel peccato, era troppo tardi per rimediare. Sono morti perché lo ha voluto Lui, non ci sono assassini o prede qui, siamo tutti sulla stessa barca e siamo destinati alla stessa fine.." Un uomo sulla cinquantina si alzò dal bancone facendo cadere lo sgabello e si avventò sull'uomo, quest'ultimo rimase impassibile come se se lo aspettasse " Io non finirò come loro brutto stronzo, il tuo Dio te lo tieni per te, non venire a rifilarci queste cazzate! ". Due uomini più Heizen trattennero la belva, Marie pregò il predicatore ad andarsene dal locale. Quest'ultimo si alzò e prima di uscire puntò il dito contro tutti " Ogni città sparirà in modo diverso, cogliete i segni e arriverete alla verità del Signore ". La porta sbattè e l'uomo si allontanò dal locale dettando a voce alta le frasi della Bibbia.
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Jerry rientrò a casa alle cinque di pomeriggio del 3 Gennaio. Legò il filo del palloncino alla maniglia della porta e si tolse il giaccone. Era tutto frivolo e scoppiettante. Non vedeva l'ora che fosse domani, lui, Brandon e Keira sarebbero andati via da quella città per un bel pezzo. Non gliene fregava niente degli omicidi e di quello che i predicatori della città definivano " Il giorno del giudizio ", l'importante era che lui restasse fuori da tutto. Prese una coca cola e si buttò sul divano. Rimase per un pezzo seduto a guardare il palloncino librare in aria. Non gli passò minimamente in mente come facesse un palloncino a volare senza un filo di vento, e anche se ci avesse fatto caso se ne sarebbe altamente fregato. Finì la coca e andò in camera sua. Chiuse la porta. Viveva da solo ma quella era un abitudine che si sarebbe portato fin nella tomba. Tirò fuori il sue quadernetto e cominciò a scrivere gli avvenimenti della giornata. Aveva menato quel bastardo di Randy perché non voleva ridargli i soldi che lui gli aveva prestato, si era scolato cinque boccali di birra in due minuti e ne era uscito più sobrio di un fottuto astemio, se l'era filata con la ragazza del suo amico e aveva comprato un palloncino per Rosy lasciandolo appeso, non valeva la pena di sprecare soldi per quella sguald...Mise giù la penna e rimase all'ascolto. Fuori c'era il silenzio più totale ( i festeggiamenti erano stati sospesi ), ma lui sentiva uno strano rumore.....Come se qualcosa stesse strisciando fuori dalla porta. Non credeva in Demoni o fantasmi e stronzate simili, ma in quel momento gli si gelò il sangue dalla paura. Si alzò facendo cadere il quaderno e la penna e si avvicinò lentamente alla porta. Da vicino sembrava che qualcuno ci stesse grattando sopra. Rimase lì ad ascoltare per due, quattro, sei minuti. Il rumore non cessava. Si allontanò dalla porta e prese la sua mazza da baseball. Qualsiasi cosa ci fosse stata là fuori lui gliel'avrebbe fatta pag...Fù allora che lo sentì. In effetti, fù l'unica cosa che sentì prima di morire. Un urlo acuto, stridulo di bambino. Ma non c'era un bambino dall'altra parte. La porta si aprì cigolando e sulla soglia apparve  il palloncino. Il filo si attorciliava come un serpente mentre il palloncino librava in aria. Jerry lasciò cadere la mazza e comincò a urlare. Inciampò nei suoi stessi lacci e cadde a terra rimanendo immobile. Due occhi rossi come il sangue lo stavano guardando da dentro quella bolla piena di aria. Il palloncino comincò ad avvicinarsi a Jerry con una lentezza esasperante. Il tutto era accompagnato da quell'urlo che non aveva niente di umano. Era la cosa più distrubante che lui avesse mai sentito in tutta la sua vita. " Oddio Oddio Oddio! ". Quando il palloncinò arrivo a meno di trenta centimetri da Jerry quest'ultimo prese la mazza e colpì qualsiasi cosa aveva di fronte con tutte le sue forze. In tutta risposta Jerry sentì alle sue spalle una risata agghiacciante e rauca. L'ultima cosa che videro gli occhi del ragazzo fù il Diavolo in persona, poi esplose come un palloncino.

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Capitolo 4
*** IV ***


Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione del quarto capitolo, spero che non mi uccidiate ^^




Giorno 4
4 Gennaio

Erano le nove meno cinque e Brandon era sull'autobus diretto a Rover Highland. Non si era mai svegliato così presto nemmeno per andare a scuola, ma il fatto che se ne stava per andare dalla città gli fece dimenticare ogni cosa, anche l'uomo puzzolente che lo stava schiacciando da quando era salito. Non aveva avvisato i genitori, nessuno dei tre doveva farlo, gli aveva raccomandato Jerry. Brad era spaventato per quando il padre l'avesse scoperto, ma allora lui sarebbe già stato lontano..Molto lontano da questo postaccio. Si sarebbe lasciato alle spalle la scuola, la famiglia, gli omicidi, Leigh...Tutto. Aveva provato a convicerla, le aveva detto che sarebbero stati felici insieme, lei in tutta risposta lo aveva sbattuto fuori. Pazienza, ne avrebbe trovate a palate di ragazze. Fece un lungo respirò e pensò a ciò che lo aspettava una volta partito..
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Erano le nove e cinque, Keira prese la borsa e la buttò nel didietro dell'auto. Guardò per un ultima volta l'edificio di fronte a lei, quella casa dove aveva passato l'inferno per ventidue anni. Buttò la sigaretta a terra ed entrò in macchina. Non più, si disse. Non più.
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Brad scese dall'autobus e assaporò l'aria pulita. Camminò per cinque minuti per raggiungere la casa di Jerry. Continuò a pensare a Leigh, a quella notte in cui le cose erano sfuggite di mano e si erano ritrovati l'uno nelle braccia dell'altro, al suo profumo, a quei capelli che gli sfioravano il petto, poi...Poi vide Keira correre verso di lui urlando.
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Gli cadde tra le braccia come un peso morto. Brad vide il volto pieno di lacrime ed un espressione di orrore " Lui...Orto...Visto sa..gue..O Dio Brad, non può essere, non può essere vero! ". Brandon la fece sedere su una panchina perplesso. Che diavolo stava dicendo? " Keira...Keira, calmati, guardami, guardami in faccia Santo cielo! " lei lo guardò " Cosa è successo? Dimmelo senza balbettare ". Lei cominciò a parlare tra le lacrime, disse ciò che aveva visto, le cose che aveva sentito, l'odore, ciò che era rimasto di Jerry...Brad non la sentì, continuò a pensare a quella notte passata con Leigh..Quando tutto era sfuggito al loro potere..
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Camminarono a passi pesanti sulle scale. Brad pregò che quella camminata non finisse mai. Keira era appesa al suo braccio come un cadavere, gli occhi puntati sul nulla. Quando furono dentro l'abitazione vennero assaliti da un odore pungente, odore di putrefazione..Odore di morte. Brad si sforzò di resistere mentre Keira corse in bagno e diede di corpo. Brad sentì i conati di vomito salirgli su per la gola..Pregandolo di far uscire tutto, corse come un matto verso il bagno e si lascò andare anche lui. Keira uscì piangendo e rimase fuori dal bagno a guardare la stanza alla sua sinistra. Brad maledì lei e Jerry per aver programmato quel viaggio, maledì se stesso per aver accettato..Adesso poteva essere insieme a Leigh a mangiarsi un buon gelato, a tenerla stretta fra le braccia, a baciarla...Entrò nella stanza e tutti quei pensieri si dissolsero. Rimase solo l'orrore. Si lasciò scappare un gemito e distolse lo guardo. Lì la puzza era insopportabile..Come avevano fatto i vicini a non accorgersene? Keira si coprì la faccia con le mani. " E'..Non.." Le parole gli morirono ancor prima di uscire. Cosa c'era da dire? Cosa cazzo poteva dire? Il pavimento era coperto da pezzi di palloncino, cibo ( Oddio..Quello è il panino che abbiamo mangiato ieri.. ), un liquido nero e tanto sangue. C'erano pezzi di ossa frantumate vicino alla porta e una mazza da baseball  vicino ai resti di Jerry. Ma era davvero Jerry quella cosa lì per terra? C'era anche un quadernetto, il suo diario immerso in quello schifo. Brad lo rimase a guardare a lungo, alla fine decise di non prenderlo..Non avrebbe mai toccato quel viscidume ( Era tuo amico, quella è l'unica cosa intatta rimasta di lui..Prendilo Brad, fallo per il tuo amico morto..Fallo per lui..). Entrò nella stanza con il pomo d'adamo che andava su e giù e si abbassò per prendere il quaderno. Per poco non scivolò in quella merda e si aggrappò alla gamba del letto...Sporca di sangue. Cacciò un urlo e si tirò indietro con il diaro in una mano e l'altra piena di sangue. Le strisciò sui pantaloni e uscì dalla stanza trattenendo le lacrime. " Ke-Keira..Do..Dobbiamo andare, la polizia...Penseranno che siamo... " " Andiamo via per favore " disse lei. Brad non aspetto un secondo in più.
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Mezz'ora dopo erano a casa di Keira, seduti in soggiorno con il diario di Jerry sul tavolo. Appena erano entrati Keira era corsa nella sua stanza e aveva pianto come una matta, Brandon si era rifugiato in bagno buttando via tutti i vestiti e si era lanciato sotto la doccia. L'acqua manda via le impurità, aveva continuato a pensare.
" Dobbiamo leggerlo.." disse Keira. Aveva ancora le lacrime agli occhi, ma non piangeva più. Brad lo prese tra le mani. Era stato pulito con un pezzo di carta ma Brandon indossava lo stesso dei guanti. Il ricordo di quella merda era ancora fresco. Cominciò a leggere. Erano stati trascritti momenti delle giornate di Jerry, quello che faceva, le sue gesta, le sue cazzate, poi arrivò la data del 3 Gennaio. Brad alzò gli occhi verso Keira che lo incitò a continuare. Si era rimessa a piangere. Quando ebbe finito calò il silenzio. " Non c'è nulla che ci possa aiutare.." " Il palloncino " disse d'un tratto Keira 
" Come? " " Hai detto che aveva un palloncino " " Beh..Sì, ma non vedo come questo possa aiutarci ". Lei rimase silenziosa per un pò " I palloncini si trovano su ogni scena del delitto, giusto? ", l'altro annuì " E se non fosse una questione di assassini? ". Brad la guardò curioso " Questo ipotetico assassino ama lasciare dopo l'omicidio pezzetti di palloncini scoppiati, ma questa volta il palloncino era già presente...Vuol dire che o l'assassino era già in casa, cosa improbabile dato che Jerry ha avuto tutto il tempo del mondo prima di morire, o l'assassino non esiste " " Non ti seguo Keira, non c'è un assassino..Che diavolo vuol dire? "
" Brad, puoi dedurre che tutti quelli che sono morti portavano con sè uno o più palloncini, questo vuol dire che l'assassino non li ha mai comprati...Questo vuol dire che c'è qualcosa nei palloncini che uccide le persone ". Il ragazzo guardò il diario e poi Keira " Mi prendi in giro? Non crederai in queste cazzate? " " Jerry aveva lasciato il palloncino appeso alla porta, dopo il diario si interrompe..Vuol dire che qualcosa ha attirato la sua attenzione " " Magari era l'assassino " " Come cavolo vuoi che uno riesca a fare quel macello Brad? Non può essere che i corpi delle persone morte siano così dannatamente simili, nessun uomo ne sarebbe capace! " " E allora cosa credi che sia, un fottuto fantasma? ". Keira portò lo sguardo a terra " Qualcosa del genere ". Brad si mise a ridere " Andiamo, non starai parlando sul serio? Non puoi essere giunta ad una conclusione così assurda! " 
" E' tutto simile a River Falls " disse lei " In quella città erano impazzite le automobili, tutti quelli che erano partiti si sono salvati, il resto degli abitanti è morto sotto il delirio della loro stessa creazione..Come credi che possa essere successo Brad? Prendimi per pazza o ammattita ma io credo che si tratti di possessione ". Lui la rimase a guardare così a lungo che il tempo stesso sembrò fermarsi " Possessione " disse con disprezzo " Palloncini posseduti? Assassini? Sai cosa Keira, non è una questione che mi riguarda ". All'improvviso la ragazza si alzò furiosa e raggiunse Brad saltando oltre il tavolo. I loro sguardi s'incrociarono " Jerry è morto, il tuo amico è morto, e tu dici che non è una questione che ti riguarda?! Come puoi essere così stronzo! ". Lui si liberò dalla presa e si ricompose " Non intendevo dire che non me ne frega un cazzo che Jerry sia morto..Ma...Merda, è tutto così irreale! ". Lei si sedette accanto a lui " Scusami..Non volevo attaccarti così...Dio, hai ragione, sembra tutto un sogno e invece...Dobbiamo fare qualcosa..Sono...Sono sicura che questa è una questione grossa Brandon, più di quindici persone sono morte in meno di quattro giorni..Se nessuno ha ancora trovato nessun uomo da incolpare vuol dire che sta succedendo qualcosa...Li vedi tutti quei predicatori? Dicono che la fine sia vicina, parlano della strage di Falls, della scesa del Diavolo...Parlano di possessione, e credo che abbiano tanta fottutissima ragione ". Si alzò e andò verso la finestra, a Brad ricordò tanto Leigh. Erano quasi come due goccie d'acqua. " Conosco una persona che potrebbe aiutarci, è un tipo razionale ma non esclude cose..Paranormali, dovremmo fare un salto da lui..Se per te va bene ". Brad si alzò dal divano e la raggiunse molto lentamente " Se non ti dispiace vorrei prima telefonare ad una persona ".

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Capitolo 5
*** V ***


Giorno 5
5 Gennaio

Heizen si mise la mascherina ed entrò nell'abitazione. Era una casa piccola, munita solamente di cucina, bagno, salone e camera da letto. Quest'ultima era devastata. Heizen venne raggiunto da Larson, che mise la propria mascherina. La puzza era insopportabile comunque. Nella stanza stavano lavorando due medici e c'era un uomo vestito completamente di nero. L'FBI era arrivata allora. Heizen raggiunse l'uomo e gli porse la mano, l'altro lo guardò dal basso verso l'alto e porse la propria riluttante " Heizen Phillips " disse lo sceriffo. L'altro gli mostrò il proprio distintivo e cominciò a girare intorno ai resti del cadavere. " Deve essere molto sotto pressione " disse l'uomo in nero guardando Heizen " Quante morti ci sono state fino ad ora? ". Heizen si chiese perché glielo stesse domandando quando lo sapeva già " Stiamo per raggiungere la stima di trenta vittime " disse Heizen con un groppo alla gola. Non poteva essere vero. " E quanti abitanti ci sono in totale? ". Lo sceriffo lo guardò pensieroso. Non ne aveva la minima idea
"  Novantatrè " intervenne Larson " Sono la spalla dello sceriffo, Larson Wright. Erano novantatrè, ora siamo calati a sessantatrè ". L'uomo dell'Fbi si abbassò all'altezza della gamba del letto e guardò una macchia di sangue " Signori, qui abbiamo una presunta impronta di qualcuno, esaminate il DNA e avvisateci se scoprite l'identità dell'individuo in questione ". Un tizio ciccione della scentifica si mise subito al lavoro. Morgan Lewis ( l'uomo in nero ) riportò l'attenzione ai due " I miei uomini sono molto abili nel svolgere i loro compiti, quindi tra meno di cinque minuti avremo un nome da dare all'impronta " disse compiaciuto. Ad Heizen venne voglia di prenderlo a calci in culo, si credevano sempre superiori " Nel frattempo vorrei esaminare con voi la scena del delitto ". Heizen e Larson lo seguirono " Credo che avrete dedotto anche voi che quest'uomo lascia la firma con dei palloncini, dalle fotografie che mi avete mostrato degli altri delitti ho visto che la loro posizione è sempre la stessa. Questo particolare ci fa capire che l'assassino è una persona molto meticolosa e precisa. Il corpo, per esattezza ciò che è rimasto, ha tutte le caratteristiche degli omicidi precedenti, non c'è disordine, non ci sono mai state colluttazioni miei signori, e questo indica che l'assassino non era già presente in casa. Sceglie le sue vittime a casaccio, non abbiamo trovato alcun collegamente tra i deceduti. Ma perché proprio loro? E come fa ad essere così preciso nei più piccoli particolari? " " Si vede che prende a cuore il suo lavoro " disse Heizen
" Esattamente! " si congratulò il poliziotto " E' una persona che prende le cose a cuore. Voi fate parte di una cittadina molto piccola signori, e dovreste conoscere ogni persona. Non avete presente nessuno con queste caratteristiche? ". Larson e Heizen misero subito a lavoro i loro cervelli. Intanto il ciccione tornò con un foglio in mano e lo porse all'uomo dell'Fbi. Quest'ultimo rise tra sè compiaciuto "Abbiamo il nostro uomo cari colleghi ". Heizen prese il foglio e per poco non svenne. Allora quel figlio di puttana centrava fin dall'inizio! Lo sapeva che era stato lui, era presente alla prima scena del delitto ed ora questa. " Brandon Smithback " disse Heizen ad alta voce " Brad ".

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Leigh gli prese la mano ed avanzò in un viale stretto e buio. L'altra ragazza li aveva già superati svoltando a destra in un angolo " Muovetevi ". Camminarono tra case distrutte e sentieri intasati da ubriachi e senzatetto. La ragazza che c'era con loro non sembrava affatto spaventata, anzi, si muoveva come se fosse a casa sua. Brad strinse Leigh a sè e continuò a seguire Keira. Era riuscito a convicere Leigh, le aveva raccontato tutto e lei si era messa a piangere. All'inizio aveva riposto con un no tra le lacrime, ma il giorno dopo si era presentata sul luogo dell'appuntamento. Brad era felice di averla lì con lui. Si fermarono d'un tratto davanti ad un vicolo cieco. Keira si girò verso di loro e disse di raggiungere il muro. " Abbiamo sbagliato strada? " le chiese Brad. Lei non rispose continuando a tastare il muro. Si sentì un clic e Keira tirò indietro i due. Una porta spuntò fuori dal nulla. " Andiamo " disse Keira sparendo al suo interno. C'era un odore di vecchio lì dentro. Era tutto illuminato con le luci di alcune candele, c'erano molto scaffali con sopra libri e colonne a sorreggere tutto. Sembrava di essere tornati nell'antico medioevo. Proseguirono lungo uno stretto corridoio con porte che sembravano non servire a nulla fino a raggiungere una lunga scalinata " Dove stiamo andando Keira? ". Lei fece cenno di starle dietro. Più andavano avanti più un l'odore di muffa si faceva forte. Entrarono in una piccola stanza spoglia. C'era una piccola candela che illuminava un volto coperto. Questi si avvicinò ai tre e chiuse la porta dietro di loro " Venite " disse con una voce rassicurante. Brad si chiese come nessuno si fosse ancora accorto dell'esistenza di quel luogo. L'uomo schiacciò un punto non definito nel muro e una porta si aprì. Lo seguirono al suo interno finendo in una stanzone illuminato da un lampadario grandissimo. Sembrava un semplice salone di una semplicissima casa. L'uomo li fece sedere su un divano imitandoli dopo aver preso un libro. " Sono molto felice di averti qui, mia cara " si rivolse a Keira. Lei gli fece un cenno d'assenso presentando gli altri due. " Cosa volete sapere di preciso? ". Ci fù un silenzio assordante, per quanto il silenzio possa esserlo. " Ecco.." cominciò Keira " Credo che avrai saputo degli omicidi in corso all'esterno ". Lui assentì con un lieve movimento della testa " Stanno avvenendo con una tale velocità che per nessun umano esistente sarebbe possibile commetterli, per questo stavo pensando a qualcosa..Un qualcosa che non è di questo mondo ". L'altro la continuò a guardare in silenzio come se aspettasse altro "  Sembra tutto simile a quell'altra strage ". Queste parole sembrarono dissolvere per un attimo la sicurezza nello sguardo dell'uomo, fù una frazione talmente corta che Keira pensò di esserselo immaginata " Quella strage fù opera di qualcosa di malvagio che per noi comuni mortali non è possibile capire. Sopra di noi operano forze potentissime che non possiamo neanche immaginare. Questo mondo è pieno di Demoni, sia sotto forma di uomo sia Demoni nei propri panni. Ma solitamente questi ultimi amano prendere possesso degli oggetti. Nell'anno 1879 avvenne un caso eclatante che richiamò gli esperti in campo da tutte le parti del mondo. Una casa intera aveva preso vita. Non era più possibile mettervi piede dentro che venivi arrostito vivo, le persone che la abitavano erano state carbonizzate, non erano più nemmeno riconoscibili. Gli esperti erano esterrefatti, il calore della casa poteva essere percepito anche a metri di distanza. Venne chiamato un prete esperto di demologia che esercitò uno di quei esorcismi che non possono essere descritti a parole. Il prete bruciò davanti agli occhi dei presenti, le sue urla furono udite fino a sette isolati di distanza, urla piene di dolore. Molti dei presenti svennero, altri rimasero sotto shock per mesi, ma la maggior parte non si è più ripresa. La casa è ancora lì, che aspetta pazientemente la prossima preda ". Tutti avevano trattenuto il fiato. Leigh tremava mentre Brad cercava ancora di immaginare la scena del prete che prende fuoco. La paura era palpabile. " A River Falls i Demoni hanno voluto divertirsi prendendo possesso dei mezzi di trasporto, questo è il loro passatempo. Sono passati dieci anni, ed ora sta avvenendo la stessa cosa qui a Mainhill ". Keira lo guardò spaventata " Vuoi dire che è la fine anche per noi? ". L'uomo mise il libro sul tavolo e li guardò uno ad uno " Cercare di fermare queste entità è come voler giocare con il fuoco. Vi ho fatto l'esempio della casa per dimostrare quanto grande sia il loro potere. Qualsiasi cosa provassimo a fare sarebbe inutile. Andarsene dalla città sarebbe da vigliacchi, ma cercare di convincere gli altri a credere a tutto ciò è un impresa che ritengo impossibile. Anche se provassimo, la maggior parte rimarrebbe qui e morirebbe. " I tre lo guardarono impotenti. Doveva essere tutto un sogno 
" Il mondo è destinato a morire così, tra le fiamme. Tra altri dieci se non venti anni toccherà ad un'altra città. Dio non cercherà di fermarli. Aspetta tutti noi al Suo cospetto, così da poterci punire per i nostri peccati. Certe volte penso che ci provi gusto nel farlo. Noi non possiamo fare altro che guadagnare del tempo in più ". Si alzò e riprese il libro tra le mani " In questo sono scritti alcuni atti da seguire per poter allontanare l'oscurità, non servirà a finirla, ma forse se Dio vuole spariranno per un bel pò di tempo ". Lo diede a Keira, che lo raggiunse molto lentamente. " Grazie per tutto " gli disse. L'uomo si stava già allontanando verso una porta in fondo al salone " Non dovete ringraziarmi. Io non ho fatto niente, siete voi che dovete portare tutti alla salvezza ". Sparì richiudendo la porta. 
I tre si allontanarono da quel vicolo buio continuando a pensare a quelle parole.

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Capitolo 6
*** VI ***


Giorno 6
6 Gennaio


Erano le dodici e venticinque. I tre stavano andando verso la casa di Leigh con l'auto di Keira ( guidava Brad ).Nessuno aveva più aperto la bocca da quando erano usciti da quel luogo inquietante ma che allo stesso tempo infondeva curiosità. Il libro che l'uomo aveva dato loro era nel grembo di Keira, che lo custodiva come se fosse un tesoro. In effetti in quella situazione quel libro era l'unica soluzione. Chissà quante altre persone stavano morendo in quel momento...Il fatto che ci fossero Demoni che stavano giocando con le loro vite aveva fatto rabbrividire Keira, era una cosa troppo folle a cui non poteva continuare a pensare. Portò lo sguardo fuori dalla finestra. Stavano percorrendo una piccola stradina, quasi arrivati a destinazione. Dopo un pò Brad parlò " Cosa...Cosa facciamo ora? ". Keira continuò a guardare fuori, Leigh parve non averlo nemmeno sentito. " Qualcosa dobbiamo fare, andarcene dalla città e lasciare tutti nelle mani del Diavolo a morire..O Dio, perché proprio noi!? Perché non qualcun altro, perché è toccato a noi? ". Il ragazzo aveva impercettibilmente cominciato a piangere ma si trattenne, doveva mostrare forza e coraggio. Quel momento sarebbe passato, nulla durava in eterno. " Leggerò il libro, domattina ci rivediamo a casa mia " disse Keira. Brad parve contrariato " Ogni secondo è prezioso, ci sono in ballo vite umane..I prossimi potremmo essere noi, o i nostri amici, i nostri cari.." Si fermò guardando Keira " Scusa..Non volevo ". Lei mosse la mano " E' acqua passata quella, ormai non ci penso più tanto ". Brad aspettò un istante in silenzio, poi continuò " Dobbiamo finire tutto ora, adesso, senza perdere altro tempo. Apri un attimo il libro ". Lei si voltò verso di lui e vedendo il suo sguardo serio obbedì " Cosa c'è scritto? "
" O Gesù Salvatore, Signore mio e Dio mio, mio Dio e mio tutto, che con il sacrificio della Croce ci hai redenti e hai sconfitto il potere di satana, ti prego di liberarmi da ogni presenza malefica e da ogni influenza del maligno.
Te lo chiedo nel tuo Santo Nome, te lo chiedo per le tue Sante Piaghe, te lo chiedo per la tua Croce, te lo chiedo per l’intercessione di Maria, Immacolata e Addolorata. Il sangue e l’acqua che scaturirono dal tuo costato scendano su di me per purificarmi, liberarmi e guarirmi. Amen! ".
Alzò lo sguardo " Ci sono altre preghiere...E' praticamente pieno di preghiere..." Continuò a sfogliare le pagine " Qui ci sono i passaggi per allontanare il male...Dobbiamo trovarci in un luogo chiuso, bisogna essere da soli e al buio...Da soli ". Quelle parole vennero soppesate da tutti e tre. Chi avrebbe avuto il coraggio di offrirsi? 
" Non si può fare in compagnia..? " chiese Leigh sommessamente. Non si poteva. Qualche volontario? Chi? CHI? Brad fermò la macchina di fronte alla casa della ragazza. Lei rimase seduta, guardando prima l'uno poi l'altro. Una lacrima le scivolò sulla guancia " Non..Non decidete niente senza avvisarmi " disse prima di uscire. Brad saltò fuori dall'auto e corse verso di lei. La chiuse tra le braccia assaporando tutto il suo profuomo. Lei pianse, lasciandosi andare " Finirà..Finirà vero? ". Lui la rassicurò, prossimo alle lacrime. " Finirà Leigh..Prima o poi finirà ".


Erano di nuovo in auto, ora guidava Keira. Si erano scambiati due parole, Brad si era offerto, Keira aveva detto di no, lui aveva insistito, si era offerta lei, lui aveva detto di no, nessuno aveva più proferito parola. L'oscurità della notte metteva in tumulto i loro cuori, li turbava, li spaventava dal futuro. Come sarebbe andata a finire? Chi poteva sapere se anche a River Falls qualcuno avesse scoperto la verità e avesse provato a fermare il tempo? Però...Nessuno ne era uscito vivo. Keira tirò fuori una sigaretta e se la fece accendere. Prese una boccata lasciando volare via il fumo nel vento. Via da tutto quel casino. Rallentò quando arrivarono ad un centinaio di metri dalla casa di Brad. C'erano auto di polizia parcheggiate sul marciapiede e i suoi genitori erano in piedi vicino a..." Heizen! " disse Brad. C'era anche una figura nera e la spalla dello sceriffo, un certo Lazon. Keira rallentò fino a fermarsi in mezzo alla strada. Gli altri li avevano già notati e muovevano la mano verso di loro. " Cosa vorranno? " chiese Keira. Brad ripensò a Jerry..Forse avevano trovato le loro traccie, dopotutto non avevano prestato la minima attenzione a cosa stavano facendo. " Continua a guidare, ci hanno già visti ". Lei premette il piede sull'acceleratore e in meno di trenta secondi l'auto della ragazza accostò vicino alle altre. Appena scesero la madre di Brad gli corse incontro " Brad...Stai bene? Ti è successo qualcosa? Va tutt.. " " Sto bene mamma ". Suo padre era rimasto vicino allo sceriffo e lo guardava con un espressione che Brad non riuscì a decifrare. " Siamo arrivati un paio di minuti fa, vi stavamo aspettando " disse Heizen con un sorrisone. Quest'ultimo invito Keira ad avvicinarsi al gruppetto, lei obbedì controvoglia. Aveva lasciato il libro in macchina. L'uomo con l'abito nero arrivò subito al dunque, facendo avere un tuffo al cuore alla madre di Brad " Abbiamo trovato le sue impronte su una scena del delitto, la vittima era un suo amico..Jerry Jhonson. Lei era presente, quando è morto " " E anche la signorina " aggiunse Heizen indicando Keira. Il vomito, ripensò lei, Dio che schifo, hanno analizzato anche quello. " Vogliamo continuare qui o volete entrare? " chiese l'uomo in nero.
Una volta dentro la signora Smithback mise la testa sulla spalla del marito e pianse. Brad e Keira erano seduti di fronte allo sceriffo e l'uomo nero. La spalla era in piedi dietro di loro. " Cosa ci facevate a casa di Jerry? " chiese Heizen. Nessuna risposta.
" Vogliamo darvi una possibilità ragazzi, cooperate altrimenti.." " Altrimenti non vi daremo una mano " finì Morgan. Non ottennero alcuna risposta nemmeno questa volta. Il padre di Brad si avvicinò al ragazzo e lo guardò negli occhi " Parla " disse quasi senza voce. Brad non aveva nessuna voglia di parlare. Non aveva più voglia di fare niente, era stanco, gli serviva solo un sonnellino..Un piccolo sonnellino..." Dove siete stati oggi? " stava chiedendo di nuovo Heizen. Keira diede la prima risposta che fece contorcere la situazione contro di loro " Non possiamo dirlo "
" Perché no? " " Non possiamo e basta ". Heizen insistette " Se continuate così diventerete prede facili, collaborate dannazione! "
" Cos'è questo libro? " chiese Morgan. Larson aveva perquisito la loro auto trovandolo. " Demoni e Spiriti...Siete interessati all'occulto? " " Più o meno " rispose la ragazza. " Più o meno.." ripetè lui. " Ve lo chiedo un'ultima volta. Cosa ci facevate a casa di Jerry? ". Brad esplose. Parlò 
" Volevamo andare via da questo posto, avevamo organizzato un viaggio insieme, io Jerry e lei, volevamo dimenticare questo fottuto posto di merda e lasciare tutto alle spalle! Ci eravamo dati appuntamento a casa di Jerry per le nove di mattina di due giorni fa. Quando siamo arrivati lì abbiamo trovato il cor..Quella cosa ". Sua madre lo guardava a bocca aperta mentre il padre era a pezzi. Loro figlio...Lui..
" Quindi volevate andare via...E guardacaso Jerry è morto " disse Heizen " Abbiamo raccolto informazioni qua e là..Non era un granché come persona questo Jerry, tutti provavano rancore nei suoi confronti, anche voi due..Ed ora lui è morto ". Keira stava per parlare ma Heizen la fermò " Per uccidere in quel modo una persona non basta, voi siete in due...Abbiamo anche le prove contro di voi, delle impronte ed una testimonianza di una signora, aveva visto la ragazza " indicò Keira " nei paraggi del luogo di uno degli omicidi..Il posto non era neanche molto vicino alla sua abitazione, non vedo il perché potesse essere lì se non per.." Non disse altro. Lasciò che le parole facessero effetto. Keira voleva controbattere ma quel bastardo non glielo avrebbe permesso. Era acceccato dall'oroglio e da quelle che lui chiamava prove. " Non siete ancora stati dichiarati colpevoli " disse l'uomo in nero " Ma siete ufficialmente sospettati ". Keira e Brad lo guardarono. Non potevano perdere tempo in simili stupidaggini " Non potete.." " Invece possiamo eccome " tuonò Heizen, tirando fuori delle manette " Posso eccome " disse mentre li ammanettava.

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Capitolo 7
*** VII ***


Avvenimenti del giorno 6

Keira e Brad vennero portati nella centrale di polizia. La madre del ragazzo era stata costretta a rimanere a casa mentre il padre li aveva seguiti fino a destinazione. Heizen aveva preso il libro e detto che se lo sarebbe portato a casa e non lo avrebbero riavuto fino a che il caso non fosse risolto. Fino al mattino seguente morirono altre venti persone. Keira e Brad non possono aver commesso gli omicidi, aveva detto Larson, sono dietro le sbarre. Ma Heizen non si era smosso. Si sentiva un pò più sollevato con Brad in gattabuia. La ragazza non lo preoccupava, ma lui..Meglio non correre rischi. L'uomo in nero non era rimasto indietro, aveva detto a Heizen di liberare i due o sarebbe incorso a problemi contro la legge, non poteva tenerli chiusi dentro quando fuori le persone continuavano a morire, ma Heizen gli aveva chiesto solo due giorni, solo due. Morgan aveva accettato, ma solo due e non uno in più, lo aveva avvertito.


Giorno 7
7 Gennaio

Erano le sette di mattina. Era passato un giorno da quando i ragazzi erano finiti dietro le sbarre. Keira non aveva chiamato nessuno della famiglia seppure Larson avesse insistito fino a romperle l'anima. " Sono tutti morti " aveva concluso la ragazza. Larson era tornato da Heizen con la coda tra le gambe. Brad continuava ad implorare lo sceriffo per una chiamata, gliene serviva solo una Santo Dio, solo una! 
" Glielo chiedo in ginocchio, non durerà più di due minuti, lo giuro..La prego! ". Heizen bevve un sorso di caffè e tornò a leggere le sue scartoffie. Quel bastardo gli aveva rotto le palle, un'altra parola e gliele avrebbe fatte ingoiare di Santa ragione. Mentre era assorto a leggere la ragazza della cella accanto gli disse qualcosa. Lo sceriffo alzò lo sguardo verso di lei " Che hai detto? " " Deve fargli fare la telefonata ". Lui rise " Ah sì...Mi stai dando un ordine? ". Lei continuò a guardare a terra. A Heizen sembrò una bambola di porcellana..Una bambola davvero graziosa " Siamo solo dei sospettati, dalla cultura che mi sono fatta guardando film polizieschi abbiamo diritto ad una telefonata a testa, è un Nostro diritto ". Heizen continuò a fissarla quando Larson entrò nella centrale. " Larson, fai fare una telefonata al ragazzo, un minuto soltanto, capito? ". Larson annuì e portò fuori Brad. Heizen rimase a fissare la ragazza.


" Pronto? " " Leigh...Sono io, Brad ". L'altro lato si fece silenzioso, poi la voce disse lentamente " Avete deciso chi deve farlo? ". Brad si guardò intorno assicurandosi che il poliziotto fosse a debita distanza " Il libro è a casa di Heizen, quel bastardo ci ha messi in prigione fino a domani..Perderemo troppo tempo Leigh, devi recuperarlo ". Lei non disse niente per un pò " Come..Come faccio a prenderlo? Perché siete in prigione? Cos " " Ascoltami Leigh, non posso spiegarti niente per adesso, ho poco tempo a disposizione.. Oggi Heizen rimane in ufficio per tutto il giorno..Assicurati che a casa sua non ci sia nessuno e trova un modo per entrare e recuperare il libro..So che ti sto chiedendo molto Leigh, ma devi farlo..Ci va di mezzo la città " " Quindi.. " L'altro lato si fece silenzioso. Per troppo tempo " Leigh? " " Quindi devo farlo..Io..". Brad non disse niente. Era vero..Loro due erano dentro, lei era...Doveva.." Leigh...Te la senti? Devi leggerlo e seguire le indicazioni..Solo se lo vuoi "
" Mancano quindici secondi " disse il poliziotto. Brad lo mandò a fanculo con il pensiero " Lei.. " " Sì..Lo farò Brad, lo farò io, non vi dovete preoccupare, m'inventerò qualcosa " " Io..Non voglio che tu lo faccia Leigh, ma non c'è altra scelta..Se solo quel bastardo avesse aspettato un altro giorno! " " Cinque secondi amico " " Non ti preoccupare..." " Ti amo Leigh, stai attenta " " Ti a.." Il poliziotto gli prese la cornetta dalle mani e lo invitò ad alzarsi. Brad trattenne le lacrime. L'aveva cacciata in un grande casino...Avrebbe dovuto farlo lui.." Dio.." disse tra sè " Dio, Ti prego, stalle vicino ".
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Leigh abbassò la cornetta e rimase a guardare il telefono. Stava provando una marea di sensazioni in una volta sola. Paura, rabbia, tristezza, felicità, speranza, terrore...Si sentiva esplodere. Sentì una voce alle sue spalle, si girò e vide sua madre in piedi vicino alle scale. Aveva gli occhi rossi a furia di piangere. Leigh non l'aveva detto a nessuno, nemmeno a Brad. Una delle vittime era suo padre...L'avrebbe fatta pagare al colpevole, che fosse pure il Diavolo. " Chi era? " le chiese " Christine " rispose la ragazza senza guardarla. Sua madre non disse nulla e si avvicinò alla figlia " Guardami negli occhi e dimmelo. Cosa c'è? ". Leigh evitò il suo sguardo, sarebbe scoppiata a piangere " Non..Niente, è solo per colpa..Niente mamma, non è niente d'importante ". Lei continuò a guardarla sperando che Leigh cedesse, ma quest'ultima continuò ad evitarla. " Se hai bisogno di parlare con qualcuno, di qualsiasi cosa, sappi che io ci sono ". L'abbracciò e tornò verso le scale. " Vado fuori a prendermi una boccata d'aria " disse Leigh. Sua mamma mosse la testa e tornò nella sua stanza. E' ora, pensò Leigh.


La ragazza si vestì in fretta e furia e uscì di casa. Si era messa una camicia bianca con un maglione nero e dei pantaloni. Aspettò il pullman continuando a camminare avanti e indietro e quando arrivò lo maledì. Salì lentamente e andò a sedersi. 


Raggiunse la casa dello sceriffo alle otto e sette. Era una piccola villetta in mezzo ad altre villette, bianca come quella giornata. Non c'erano macchine parcheggiate nel vialetto, le tapparelle erano abbassate. In giro c'era solo un bambino con il cane. Leigh si mosse velocemente verso la casa e si mise all'ascolto. Non c'era alcun suono. Girò intornò ad essa e trovò la porta sul retro. Era aperta. Leigh l'aveva sempre trovata una brutta abitudine, quella di lasciare aperte le porte sul retro, e la trovò ancora più brutta in quel momento. Se l'avesse trovata chiusa avrebbe avuto una scusa per fare dietro front..L' aprì e la richiuse senza far rumore. L'interno era silenzioso come un cimitero ed era buio pesto. Si avventurò alla cieca e toccò qualcosa. Trattenne un urlo e continuò a toccare. Era solo una bambola. Cercò l'interrutore e quando lo trovò aspettò un attimo prima di girarlo. La luce tornò come un miracolo, illuminando la stanza in cui si trovava. Era molto piccola, c'era uno scaffale per le scarpe e sopra ad esso si trovava il pupazzo che aveva toccato poco fa. Avanzò velocemente arrivando in cucina. Era ben arredata e molto pulita. Senza guardare troppo raggiunse il soggiorno e accese la luce anche lì. Fu allora che sentì una voce. Veniva dal piano superiore. " Heizen, sei tu? ". Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, il cervello si mise subito alla ricerca di un nascondiglio. I passi si avvicinavano alle scale. Chiuse immediatamente la luce e si nascose nello sgabuzzino, pregando che chiunque fosse non avesse visto niente. I passi si fermarono dove poco fa c'era Leigh. " La mia testa si sta friggendo " sentì una voce femminile. Era sicuramente la moglie. I passi si fecero lontani. Leigh rimase ad ascoltare trattenendo il respiro. Sentiva il rumore dei piatti..Era andata in cucina. Aspettò un secondo e si rese conto che la signora stava preparando qualcosa. Approfittò della situazione e sgattaiolò fuori dallo stanzino, correndo verso il piano superiore alla cieca. Tirò fuori il cellulare e fece luce. Dove poteva aver messo il libro? Cercò la camera da letto, la trovò in fondo al corridoio dopo quella che parve un eternità. La signora aveva cominciato a canticchiare e stava versando qualcosa. Corse verso il cassetto e lo aprì dimenticandosi di non essere sola. Rimase immobile per un paio di secondi, non c'era suono di passi. Chiuse il cassetto e illuminò il resto della stanza. Dov'era il libro? Aprì l'armadio e cercò tra gli abiti. Niente. Cercò anche tra gli altri cassetti dei mobili ma del libro non c'era traccia. La signora stava salendo le scale. Merda! Leigh spense il cellulare e corse in bagno. Dio..Ti prego, non farla entrare qui..Ti prego, Ti prego. Riprese il cellulare e, mentre la signora si stava vestendo nella sua stanza, illuminò il bagno. Sentiva il cuore bombardarle il petto, il respiro accelerato. Notò qualcosa vicino al lavandino, sulla lavatrice. Si avvicinò e trovò ciò che cercava. Stava per prenderlo quando sentì che la signora stava venendo nella sua direzione. Si guardò intorno come una matta, cercando un piccolo spazio dove intrufolarsi. Non c'era niente, era fritta. Fù allora che squillò il telefono. I passi si allontanarono. Leigh ringraziò il vuoto e pianse un pochino. Uscì dal bagno con il libro e corse fuori dalla stanza. La signora era di sotto, Leigh era immersa nel buio. Si mise in un angolo e aspettò dieci minuti col fiato sospeso. Quando sentì la signora entrare nella doccia, si avventò sulla la porta sul retro e corse lontano dalla casa.


Si fermò solo quando la casa divenne una piccola macchia in lontananza. Rimase in piedi a guardare il libro trattenendo il fiato. Ce l'aveva. E ora? Dove doveva andare? Non c'era posti abbandonati a Mainhill. Ripensò all'uomo che aveva dato il libro a Keira. L'avrebbe aiutata? E se avesse fatto un salto alla centrale a chiedere aiuto a Brad? No, c'era Heizen, e lei aveva il libro. Si avviò senza pensarci troppo alla fermata dell'autobus. Quell'uomo era l'unico che potesse dirle qualcosa.


Stava ripercorrendo il viale. Seppure fosse quasi mezzogiorno quel luogo era isolato dalla luce del sole. Questa volta le stradine erano piene di uomini che la fissavano con una bottiglia in mano, sorridendole. Continuò a camminare ripercorrendo mentalmente il percorso dell'ultima volta. Si fermò di fronte ad una biforcazione. Dove avevano girato? Premette le meningi e proseguì verso destra. Non vedeva vicoli ciechi. Aveva sbagliato strada? Stava per tornare indietro quando vide un muro in lontananza. Quando lo raggiunse toccò istintivamente il muro. Non successe niente. Riprovò a tastarlo tutto ma non partì nessun ingranaggio. Rimase a fissarlo. Cosa aveva fatto Keira per far apparire la porta? Ricordò di averla vista parlare...Ma con chi? Si avvicinò al muro fino a toccarlo con la faccia e disse le prime parole che le vennero in mente " Aiutami ti prego ". Rimase in attesa per cinque minuti, ormai senza speranze. La porta apparve come lo era apparsa l'ultima volta. Leigh entrò, volendo essere dovunque ma non lì.





Mi scuso se non ho finito tutto in sette capitoli, ma ahimè ho bisogno solo dell'ottavo capitolo, voglio evitare di allungarne uno di troppo sennò, chiunque sta leggendo, si annoierebbe...Perciò, giuro che nel prossimo capitolo troverete la tanto amata (?) fine delle vostre pene ^^

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Capitolo 8
*** VIII ***


Giorno 7
7 Gennaio

La ragazza si trovava di nuovo seduta sul divano, l'uomo in piedi di fronte ad un quadro con in mano un bicchiere. Aveva ancora il volto coperto. " Questo dipinto è molto importante per me " disse bevendo un sorso della bevanda senza nome. Raffigurava quello che a Leigh parve un Demone, ai piedi del quale si trovava una figura minuta circondata da una luce che sembrava illuminare la stanza stessa in cui si trovavano. Intorno alle due figure ( nel quadro ) c'era soltanto il vuoto nero. " E' in vita da nove generazioni, e guarda ancora in che stato magnifico si trova. Ha portato molta fortuna alla mia famiglia ". L'uomo lo toccò e nei suoi occhi Leigh intravide per un attimo una lacrima . " Però suppongo che tu non sia venuta qui per guardare il quadro ". Rise tra sè sedendosi sul divano di fronte alla ragazza. Leigh si sentì a disagio fissando quei occhi inespressivi. Era curiosa di scoprire chi si celasse dietro quella maschera. " Vedo che hai tra le mani il libro che vi ho dato ". Leigh annuii. " Il tuo venire qui da sola mi lascia pensare che tu sia la prescelta " 
" Come? "
Lo sguardo dell'uomo parve indurirsi " La morte è l'inizio di un'altra vita " recitò. Leigh lo guardò confusa. " Solo le persone che hanno veramente qualcosa dentro arrivano a questo punto, e tu dimostri quel qualcosa " " Continuo a non capire "
" L' inizio di una vita è sempre causato dalla morte di un'altra vita. Nel nostro caso l'inizio della vita indica la liberazione del mondo da questi Demoni, la morte indica un sacrificio per ottenere la liberazione ". Ci fu un silenzio prolungato " Vuoi dire che... " 
" Non voglio dire niente Leigh, voglio soltanto metterti in guardia da ciò a cui stai andando incotro. Se vuoi veramente compiere questo passo, devi tenere a cuore la possibilità di non poter più tornare indietro ". Leigh strinse tra le mani il libro " Vale la pena provare per salvare miliardi di vite " disse quasi senza voce, poi alzò lo sguardo e disse con più convinzione " Non sono venuta fin qui per tornare indietro, andrò fino in fondo, guarderò negli occhi la morte se dovessi trovarmela davanti.....E combatterò ". Calò di nuovo il silenzio, nel quale l'uomo si alzò raggiungendo lo stesso punto dell'ultima volta " Entra pure ". 
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L'interno della centrale di polizia era immerso nel caos più totale. Heizen cercò di farsi sentire nel chiasso " Larson! Dove diavolo sei finito!? ". Come per magia, l'uomo spuntò spintonando di qua e di là i colleghi che correvano dappertutto urlando e imprecando. " Cosa vuole la folla radunata fuori? " " In poche parole ci vogliono prendere a calci nel culo, signore ". Il volto dello sceriffo tradì un attimo di indecisione " Dobbiamo calmarli e prendere tempo..Dannazione, non si può lavorare in questo modo! " " Chiedono giustizia, che il colpevole sia trovato al più presto.." " Chiedono troppo in una volta sola " disse Heizen oltrepassando Larson e raggiungendo la vetrata della centrale. Una folla formata da una ventina di persone con cartelli marciava sulla strada. Heizen portò le mani ai capelli " Cazzo, com'è la situazione con le vittime? ". Larson si portò velocemente al fianco dello sceriffo " Continua a morire gente signore, senza sosta "
" Dov'è il tizio dell'Fbi? ". Larson alzò le spalle " E' sparito all'improvviso ". Grande, pensò Heizen. Non era mai successo nulla di simile a Mainhill prima d'ora, e non riusciva a  capacitarsene nemmeno adesso. Per la prima volta, dopo tanto tempo, Heizen ebbe paura.
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Keira catturò l'attenzione di Brad sbattendo qualcosa di metallico sulle sbarre. " Che c'è? " chiese lui intento a guardare il mare di persone che ondeggiava davanti ai suoi occhi. Era tutto troppo irreale. " E' il momento giusto per andarcene di qui ". Brad si avvicinò alla parete " E come vorresti uscire? " " Questo casino è l'ideale, Heizen e il suo amico sono usciti a calmare la folla, gli idioti qui dentro non ci noteranno ". Prima che Brad potesse parlare la ragazza era già fuori dalla sua cella intenta ad aprire quella del ragazzo. " Come diavolo hai fatto? " chiese Brad mentre sgattaiolavano fuori dalla porta di servizio  " Ci sono tante cose che non sai di me " rispose lei sorridendogli.
Una volta fuori Brad fermò la ragazza tenendola per il braccio " Dove andiamo? " " Leigh ha il libro vero? ". Lui annuii " Allora è da lei che andiamo " " Dove credi che.. " " Ho una vaga idea Brad, non fare troppe domande e seguimi ".
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L'uomo fece entrate Leigh in una stanza buia. C'era un vago odore di erba, lì dentro. La porta che si era materializzata dietro di loro sparì come la felicità. Per la prima volta Leigh indugiò nel proseguire, provando un senso di nausea. L'uomo la spronò gentilmente a portarsi in mezzo allo stanzino. Non c'era nulla al suo interno, e l'unica fonte di luce era la piccola candela che l'uomo teneva in mano. Quando l'aveva tirata fuori? " Metti il libro a terra " le disse. " Apri la seconda pagina ". Leigh fece come le era stato ordinato, dopodichè aspettò che l'uomo continuasse. Invece non sentì niente. Si voltò, vedendo che lui era ancora lì. " Dovrai fare tutto in assenza di compagnia. Tieni a mente lo scopo per cui vuoi invocare il Demonio, impregna nella tua mente il suo aspetto.." " Come faccio a sapere come è fatto? " " Ricordi il dipinto che ti ho mostrato? ". Lei annuii. " Bene. Vedi questa candela blu? Dovrai tenerla vicino ". Dal nulla tirò fuori un pezzo di carta bianco assieme ad una penna " Scrivi qui sopra tutte le richieste che vuoi farGli. ". Le passò il foglio e camminò verso il fondo della stanza. La candela illuminò per la prima volta un piccolo armadio dell'altezza di uno gnomo. Tirò fuori una specie di bicchiere e, posando la candela sull'armadietto, lo riempì con qualcosa. " Questo è il calice " disse una volta raggiuntala " L'ho riempito con del vino. Dovrai berlo alla fine della preghiera. ". Le passò anche il calice e si spogliò dell'abito nero che indossava. " Questo lo dovrai mettere tu, è l'abito adatto al rituale ". Le venne consegnato anche una specie di campanello " Devi suonarlo prima della preghiera e dopo aver bruciato il foglio nella fiamma della candela, lascia che i pezzi che bruciano cadano nel portacandele d'argento ". Leigh annuii cercando di tenere a mente tutto quanto. " Dopo aver bruciato il foglio devi meditare a fondo sulla richiesta, e prima di poterlo " Incontrare " , urla  Hail Satan fino a quando..Credo che capirai da sola quando arriverà il momento " 
" Posso fare un riassunto di quello che.. " " Certamente " disse lui senza lasciarla finire. " Penso alla richiesta, focalizzando la mia attenzione sul suo aspetto, scrivo la richiesta sul foglio, suono il campanello, leggo la preghiera, bevo dal calice, brucio il foglio, dico Hail Satan, e poi..." " E' il momento " le disse poggiando una mano sulla sua spalla " Sarà brutto? " gli chiese Leigh con una nota di paura. Lui rimase in silenzio per troppi minuti e uscì dallo stanzino confortandola soltanto con il suo sguardo cupo.






Come non detto gente u.u
Mi tocca chiedervi ancora un capitolo per poter assaporare la fine di questo benedettissimo racconto, abbiate pietà D:



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Capitolo 9
*** IX ***


Senza la presenza dell'uomo accanto a lei, Leigh si sentè pervadere dal terrore puro. Non aveva mai provato nulla di simile, era impossibile contenere quella paura. Lasciò cadere le lacrime e pianse come un bambino. Il silenzio che c'era all'interno dello stanzino la investì, facendola tremare. Senza smettere di piangere cominciò a pensare alla richiesta " Vai via, per favore, lasciaci in pace e vai via ". Quando fu il momento di immaginare il suo volto, la schiena le venne percorsa da un brivido raggelante. Prese la penna e continuando a pensare al volto del Demonio scrisse le stesse parole che aveva pensato, con la sola aggiunta della frase " Vai via, per favore, lasciaci in pace e vai via. Non tornare mai più ". Con la mano tremante prese il campanello e lo suonò. Il suo suono improvviso dopo tanto silenzio la fece rabbrividire. Si sentiva osservata, e per la prima volta sentì accanto a sè una presenza maligna. Lanciò un urlo nella semi oscurità e per poco non fece cadere il calice. Dopo essersi calmata prese la candela e la portò vicino al libro. Recitò la preghiera per invocare Satana " In Nomine Dei Nostri Satanas, Luciferi Excelsi
Nel Nome di Satana, Dominatore della Terra, Vero Dio, Onnipotente e Ineffabile, Colui che creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza, io invoco le Forze dell’Oscurità perché infondano il loro potere infernale in me.
Aprite i Cancelli dell’Inferno e venite avanti per salutarmi come vostro Fratello e Amico.
Liberami O Possente Satana da tutte le delusioni e tutti gli errori passati, riempimi di verità, saggezza e conoscenza, mantienimi forte nella mia fede e nel mio servizio, che io possa restarTi fedele, Lode ed Onore e Gloria a te sempre e per sempre ". 

Con le mani che le tremavano prese il calice e bevve il vino molto lentamente. Prese il foglio e lasciò che bruciasse. Si sentì pervadere da un'improvvisa sensazione di caldo asfissiante. Era sicuramente colpa del luogo in cui si trovava. Però...
Scacciando i pensieri con un gesto della mano cominciò ad urlare al vuoto " Hail Satan! Hail Satan! ". Il calore aumentò in modo impercettibile, Leigh cambiò posizione mettendosi a gambe incrociate e continuò a pronunciare le parole con terrore crescente. Era circondata dalle tenebre, aldilà delle quali ci sarebbe potuto essere Lui..
Si fermò e rimase all'ascolto trattenendo il respiro. C'era qualcosa che si muoveva ad un metro da lei. Istintivamente  prese la candela e portò la luce in quella direzione. La fiamma illuminò la parete decadente...E un'ombra che sparì appena venne illuminata. Leigh cacciò un urlò e il portacandele le scivolò dalle mani. La fiamma si spense con una lentezza esasperante, lasciando la ragazza al buio. Leigh si mise in piedi tirando pugni al vuoto, urlando, implorando l'uomo a liberarla. Ma sapeva che nessuno sarebbe corso in suo aiuto, era chiusa lì dentro e doveva finire ciò che aveva iniziato. Contro la sua volontà si abbassò e cominciò a cercare la candela. La sua mano venne a contatto con qualcosa di caldo e pungente.  Con una nota di felicità strinse quella che le parve la candela, ma l'espressione speranzosa mutò in una smorfia d'orrore quando si rese conto che la cosa che aveva tra le mani non era ciò che cercava. Indiettreggiò imprecando e finì contro la parete. Rimase seduta con la testa tra le braccia, sentendo i passi della cosa farsi sempre più vicini.
Un allucinante dolore alla testa la costrinse a cadere a terra. Sentì un alito pesante sfiorarle il viso. Il puzzo era insopportabile. Leigh provò a rimettersi in piedi ma la cosa non glielo permise. La testa le scoppiava, sentiva sangue caldo colarle dalle orecchie. Un conato di vomito la costrinse a rigettare, mentre l'odore di zolfo impregnava la stanza. Un ronzio sempre più forte si stava faceva strada nella sua testa, poi la cosa parlò " Perché dovrei andare via? ". Il suono della voce per poco non distrusse i timpani della ragazza. Era rauca, come se un uomo stesse affogando e parlando allo stesso tempo, ma nel contempo seduttiva. Gli occhi di Leigh inquadrarono delle zampe d'animale dall'aspetto viscido, le unghie che si richiudevano a spirale nella carne. La figura possente emanava una luce bluastra che permise a Leigh di tenere gli occhi aperti solo per un paio di secondi. All'improvviso la mano della cosa si strinse attorno al volto della ragazza. Leigh cercò disperatamente di liberarsi dalla morsa mentre sentiva la pelle cuocere 
" Perché dovrei andarmene? ". Il volto di Leigh cominciò a marcire mentre la presa si faceva più decisa. La ragazza combattè con tutta se stessa. Mentre le tenebre la avvolgevano pensò a Brad, a sua madre, a suo padre, a tutti quelli che sarebbero morti se lei non avesse fatto qualcosa. Con uno sfrozo disumano fece scivolare fuori le parole " Vai via, per favore, lasciaci in pace e vai via. Non tornare mai più Vai via, per favore, lasciaci in pace e vai via. Non tornare mai più Vai via, per favore, lasciaci in pace e vai via. Non tornare mai più..". La presa cominciò impercettibilmente a sciogliersi ma non il calore che circondava la ragazza " Cosa mi dai in cambio? ". Finalmente la mano si ritrasse dando alla ragazza la possibilità di respirare. Leigh trattenne l'impulso di vomitare. " Quello che vuoi..." disse senza emettere alcun suono. Si sentiva svuotata da tutto, stava bruciando, non aveva più forze per difendersi. La faccia della cosa si avvicinò con velocità fulminea a quella di Leigh, le assaporò la pelle tirando fuori la lingua biforcuta. " Tutto quello che voglio.. " saggiò le parole con amore come se potessero volare via. " Io voglio te.." disse il Diavolo.
Leigh si ritrasse come un feto, il calore che piano piano la abbandonava lasciando posto ad un freddo ghiacciante. 
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Brad mandò in mille pezzi il finestrino di una macchina e dopo aver aperto le portiere ci saltò dentro assieme a Keira. Sulle strade si stavano radunando altre persone ma nessuno notò i due. Erano troppo occupati a mandare a quel paese Heizen. Keira cominciò a manovrare i fili e dopo un pò il motore prese a rombare. Brad  cercò di non far intravedere il volto sorpreso. C'erano troppe cose che non sapeva di lei. 
" Ho un brutto presentimento " gli disse una volta partiti. Il ragazzo notò il suo sguardo cupo. " Credi che sia in pericolo? ". Keira accellerò girando pericolosamente ad una curva " Fa parte del presentimento ". Brad cercò di trattenersi dal saltare fuori dal finestrino. Avrebbe voluto prendere Heizen a calci in culo, se solo in quel momento fosse stato accanto a Leigh..
 " Fai presto per favore ".
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Il corpo inerte della ragazza librava in aria mentre il Diavolo rideva fragorosamente. Le sue risa si fermarono quando una figura entrò nella stanza. Le sembianze della cosa mutarono in quelle di una persona comune mentre l'uomo lo bagnava ritmicamente con un liquido nerastro "  Gesù Salvatore, Signore mio e Dio mio " recitò mentre il Diavolo indiettreggiava sorpreso " Mio Dio e mio tutto, che con il sacrificio della Croce ci hai redenti e hai sconfitto il potere di satana, ti prego di liberarmi da ogni presenza malefica e da ogni influenza del maligno! ". Il corpo della ragazza cadde a terra mentre l'essere cercava di rintanarsi 
 " Te lo chiedo nel tuo Santo Nome, te lo chiedo per le tue Sante Piaghe, te lo chiedo per la tua Croce, te lo chiedo per l’intercessione di Maria, Immacolata e Addolorata. Il sangue e l’acqua che scaturirono dal tuo costato scendano su di me per purificarmi, liberarmi e guariscimmi. Liberami dal male, liberame dalle tenebre, liberami dal potere del Demonio, te lo chiedo nel tuo Santo nome, LIBERAMI! ". L'uomo lanciò il liquido sulla creatura, che urlò di dolore mentre cadeva a terra sottoforma di polvere. L'uomo continuò a dettare le parole sempre più forte " Liberami dal male, liberame dalle tenebre, liberami dal potere del Demonio, te lo chiedo nel tuo Santo nome, LIBERAMI! ". Corse verso Leigh e la prese in braccio, sperando di essere intervenuto in tempo.
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Brad seguì Keira lungo il sentiero angusto che avevano percorso l'ultima volta. Una volta arrivati di fronte al muro Keira appoggiò di nuovo il viso sulle pietre. Questa volta Brad la udì pronunciare parole incomprensibili. La porta però non apparve. " Che succede? ". La ragazza non rispose sembrando sorpresa quanto lui. Riprovò ancora una volta senza successo. " Cazzo Keira, perché non si apre!? " " Non lo so, Non lo so dannazione! ". Brad assalì la parete calciando e dandole pugni. Ne uscì soltanto con le mani e i piedi doloranti. " C'è qualcosa che non va dall'altra parte " disse Keira " Merda! ". All'improvviso il suo volto s'illuminò lasciando trasparire un pò di speranza " Conosco una strada secondaria che mi aveva mostrato lui, stammi dietro ".
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L'uomo poggiò il corpo morto della ragazza sul divano e si mise al lavoro. Dal suo armadietto prese una boccietta contenente un liquido verdastro e lo spalmò sul volto bruciato di Leigh. I segni cominciarono a sparire mentre parte della pelle si rigenerava. Prese una bevanda con su scritto " Hoxolutel " e ci mise dentro il liquido nerastro che aveva usato contro l'essere. Recitando le parole Sante glielo versò in bocca aprendo gentilmente la bocca. Parte del contenuto colò sulla sua guancia. L'uomo mise a posto la boccietta e attese con pazienza.
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Per poco Brad non cadde tra le braccia di Keira. Corse verso Leigh rischiando di inciampare più volte. Prima che potesse avvicinarsi ulteriormente a lei l'uomo dal volto coperto lo fermò con la mano " Non toccarla per favore ". Keira si avvicinò ai due " E'...Ancora in vita? ". L'uomo mosse la testa per formare un no. " Però può tornare ad esserlo, se non ho agito troppo tardi ". Brad si sedette accanto alla ragazza trattenendosi dal toccarla. Parte del suo viso era bruciato, mentre le orecchie erano nascoste dal sangue. Non poteva essere morta...Dopo tutto quello che avevano passato insieme, dopo tutto l'amore che avevano condiviso, dopo che si erano resi conto di essere perfetti l'uno per l'altra...Non poteva abbandonarlo adesso. 




UNA SETTIMANA DOPO



Keira prese la borsa e cominciò a riempirla velocemente. Prese il pacchetto di sigarette e dopo averlo guardato per un pò lo buttò fuori dalla finestra. Si era promessa di smettere e avrebbe sputato l'anima pur di non toccare più quella merda. Il suono di un clacson la riportò alla realtà. Passò per le stanze, riassaporando i ricordi per un'ultima volta.
Quando uscì venne investita da una fresca ventata d'aria. Rimase ferma per un paio di minuti con le palpebre abbassate, poi cominciò a scendere gli scalini. Si voltò per guardare casa sua. Questa è l'ultima volta che ti vedo, le disse.  
" Questa volta ce ne andiamo per davvero eh? " chiese Keira scherzosa. Brad annuii sorridendo " Già, non vedo l'ora di lasciare questo posto di merda ". I suoi occhi si oscurarono dietro un velo di lacrime. Keira gli prese la mano " Andiamo a salutarla prima di partire, ti va?" . Lui annuii una seconda volta, accendendo il motore " Secondo te manderanno l'esercito per scoprire che fine abbiano fatto tutti quanti? ". Keira si passò una mano sulla fronte " Credo che Mainhill verrà dimenticata come River Falls ". Brad rimase a guardarla, poi mise in moto l'auto lasciandosi dietro quella città ormai deserta.

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