Aspetto che tu apra gli occhi

di _piccolame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Lo guardava mentre piangeva disperata e chiamava il suo nome squarciagola. Era steso a terra privo di sensi con ferite gravi su tutto il corpo, un kunai ancora nella sua carne.

La ragazza si svegliò di soprassalto urlando, solo dopo alcuni istanti si rese conto di essere nel suo letto; si strofinò la mano sul viso bagnato dalle lacrime provocate dall’incubo appena finito. Chiuse gli occhi per calmarsi, sapeva che quell’incubo era reale, il ragazzo sognato era tornato a Konoha dopo molto tempo ed era gravemente ferito, infatti svenì subito dopo essere entrato nel villaggio. Alcune cose in realtà erano diverse dal sogno, era tornato con un vecchio amico, che se pur ferito non così gravemente come il ragazzo, il quale era in coma.
Era passato un anno dall’ultima volta che era stato al villaggio.
Una mattina arrivò nell’ufficio dell’hokage Pakkun, un cane ninja, portava tra i denti una busta, Tsunade la aprì preoccupata, Kakashi evocava raramente i suoi cani. Leggendo il contenuto il suo sguardo diventò da preoccupato a scioccato e furioso contemporaneamente.

Durante un suo turno di guardia in una missione il ragazzo scomparve lasciando un biglietto, lo trovò la compagna di team e lo lesse.

“Mi dispiace ma ho bisogno di capire perché è andato via, ho bisogno di capire quello che prova per farlo tornare a casa, una volta per tutte; spero che tu mi possa comprendere.” 

Ora lui è in ospedale da più di tre settimane ma ancora non ha riaperto gli occhi, era però riuscito a riportarlo a casa, era riuscito nella sua missione, sicuramente era riuscito a capire quell’amico dagli occhi color pece.

La ragazza guardò la sveglia sul comodino, le nove, si alzò dal letto e si preparò per uscire ed avviarsi verso l’ospedale. Quel giorno il ragazzo corvino sarebbe uscito ma non andava lì per lui, lo avrebbe salutato e poi sarebbe andata in un’altra stanza dell’edificio a fare compagnia al ragazzo in coma. Andava da lui ogni giorno ormai e stava lì tre o quattro ore, spesso, se era sola gli teneva una mano. Gli raccontava spesso le sue giornate se andava da lui a sera o i suoi programmi per la giornata iniziata se lo visitava la mattina, le piaceva parlargli ma avrebbe preferito se lui gli rispondesse, anche se era certa che la sentisse... I medici glielo avevano assicurato.
Entrò nella stanza, prese una sedia in un angolo e la mise accanto al letto, gli prese la mano titubante e la strinse, non voleva ammetterlo ma era innamorata e non desiderava altro che vedere i suoi occhi aprirsi. Non chiedeva che l’altro ricambiasse i suoi sentimenti ma che si svegliasse e sorridesse felice, perché se lui era felice, lei lo era altrettanto.
Non aveva voglia di parlare, era troppo malinconica, era esattamente un mese che lui era in coma, non ne poteva più e i medici non avevano assicurato che lui si svegliasse, anzi presumevano il contrario... Iniziò a piangere silenziosamente; l’amica che era venuta a prendere il ragazzo corvino per portarlo a casa era tornata da lei e si sedette al suo  fianco stringendola a se, sapeva dell’amore della ragazza e voleva confortarla, aiutarla a superare quel brutto momento, un mese era tanto tempo, troppo tempo. Pure lei stava male, pure lei soffriva ma il ragazzo che lei amava adesso stava bene ed era uscito da quell’inferno di ospedale, mentre l’amico era ancora là dentro.

Quando il ragazzo era scappato durante la missione, la compagna aveva avvisato subito Kakashi ed erano corsi a cercarlo ma non riuscirono a trovarlo, tornando all’appostamento la ragazza trovò un secondo biglietto lasciato dall’amico, lo lesse ma non le fece vedere al suo maestro...

“Spero che questo biglietto, se mai verrà trovato, non venga trovato dal maestro Kakashi, ma dalla mia migliore amica, se tu che stai leggendo sei lei, allora continua a leggerlo per favore. Non so quando tornerò a Konoha, quindi ti chiedo stare vicino a lei, so che tu sai di chi parlo, voglio che lei sia sempre felice e ho bisogno di avere la certezza che avrà sempre qualcuno con cui confidarsi nei momenti più difficili, so benissimo che ha degli amici che le vogliono molto bene, ma lo chiedo a te, perché sono sicuro al cento per cento che tu non la abbandonerai mai. Grazie mille, mi fido ciecamente di te e so che non mi deluderai.”

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Sasuke si alzò dal divano svogliatamente e andò ad aprire la porta
-Ciao Sakura.- il ragazzo la salutò a tornò a sedersi sul sofà.
-Sas’kè, ho bisogno di parlarti.- disse la rosa preoccupata
-Dimmi pure-
-Sono preoccupata per Hinata
-Quindi?-
-Ok, lo so che non sei molto amico di Hinata, ma sei amico di Naruto!-
-Cosa centra Naruto con Hinata?-
Sakura mise una mano nella borsetta che portava a tracolla cercando qualcosa, il suo viso si illuminò e porse all’amico un biglietto un po’ spiegazzato; il ragazzo lo prese e lo lesse attentamente.
-L’ha scritto Naruto prima di venirti a cercare durante quella missione...-
-Sei sicura stia parlando proprio della Hyuga.-
-Sicurissima- Gli rispose la ragazza sicura di sé.
-Va bene, che cosa vuoi fare?-
-Non ne ho idea-
-Va bene, allora tu informati sulle ore in cui lei va a trovare Naruto di solito e noi saremo lì con lei, almeno uno di noi due dovrà essere lì fidati, piangere da soli è la cosa peggiore.-
-Ok, va bene ti manderò un sms con gli orari, ora vado ho delle cose da fare, grazie dell’aiuto, ciao.-
-Ciao- Sakura diede le spalle al ragazzo, uscì dalla casa e iniziò a camminare, percorse alcune vie e si fermò davanti al ristorante di Teuchi, quel luogo le ricordava troppo l’amico biondo amante del ramen. Aveva voglia di andare da quel ragazzo e stare lì e cercare un modo per svegliarlo con le arti mediche, ma sapeva molto bene che le arti mediche non potevano fare niente con il coma. Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne mentre una lacrima iniziò a rigarle il volto.
Hinata uscì di casa stranamente solare, era molto tempo che non si sentiva così, si sentiva felice, leggera. Con un sorriso sulle labbra si avviò verso l’ospedale e arrivò alla solita stanza, come al solito prese la sedia al lato della stanza e la mise accanto al lettino, il sorriso diventò malinconico, ma non si spense, si sentiva estremamente positiva e iniziò a parlare
-Ciao Naruto, sai potrei anche insultarti in questo momento se volessi, in fondo quando ti sveglierai i medici hanno detto che non ti ricorderai niente probabilmente, ma mi hanno assicurato che adesso mi senti e a me piace parlarti. Sai una cosa? Mi manchi Naruto, mi mancano soprattutto i tuoi occhi color cielo, ogni volta che li guardavo sorridevo felice. Questo una volta, già, ora non più. Adesso quando li guardo in una vecchia foto sorrido ma non di felicità, quando li guardo il mio sorriso è malinconico, un’altro cosa mi manca di te. Il tuo sorriso. Così solare, felice, mi faceva sentire leggera, come se camminassi sulle nuvole. Sai, Sakura è molto più tranquilla da quando Sas’kè è uscito da qui, ma è ancora preoccupata per te e, non so come mai, lo è anche per me, è molto preoccupata per me e chissà come mai, è preoccupata perché sa che sto male e soffro. Da quando è tornata da quella missione dopo che eri scomparso mi ha dedicato molte più attenzioni, credo sia perché si è accorta che provo qualcosa per te... è strano dirlo con tanta sicurezza con te affianco, ma so che non lo ricorderai mai... Non so se esserne felice o no. Credo che tornerò a farti visita questa sera. Ciao... Naruto-kun.-
La ragazza lasciò lentamente la mano dell’amico e rimise al suo posto la sedia, uscì dall’ospedale e iniziò a camminare senza una meta precisa, ripenso al biondo e il sorriso malinconico ricomparve sul suo viso, camminava a testa bassa e si scontrò con l’amica dai capelli di uno strano colore.
-Hinata! Come stai?-
-Bene, Sakura-chan, e tu?-
-Benissimo, senti qualche minuto fa sono andata a comprare dei fiori per mia mamma alla fioreria della famigli di Ino, ho parlato con lei e abbiamo deciso di andare a mangiare qualcosa insieme questa sera, ti va di venire?-
-S-se mi va di v-venire? C-certo che vengo.-
-Fantastico, al ristorante nella via di casa mia. Ora devo scappare, a dopo.-
-Ciao.-
La ragazza uscì dal negozio alle sette in punto e corse come una matta fino a casa per cambiarsi velocemente, poi corse ancora più rapidamente verso il ristorante, dovevano incontrarsi alle sette e mezza ed era uscita di casa alle sette e venticinque, per arrivare alla via del ristorante ci voleva più o meno un quarto d’ora, riuscì ad arrivare alla sette e trentacinque in qualche modo. Dopo aver ripreso fiato davanti al locale, Ino entrò e si rese conto che le due amiche erano in ritardo più di lei, dovette infatti aspettarle per più di dieci minuti. Quando le ragazze arrivarono iniziarono a scusarsi e solo dopo un’altra decina di minuti entrarono nel locale pronte a passare una serata tra risate e pettegolezzi, per una volta, senza pensare a tutti i problemi di quel periodo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Hahahahah, ragazze questa è la migliore serata che abbiamo mai passato insieme!-
-Hai ragione Sakura-chan, e poi era un sacco di tempo che non organizzavamo una cena tra noi tre soltanto.-
-Ragazze, mi è venuta un’idea fantastica!-
-E allora che aspetti! Sputa il rospo Ino!-
-È vero che era un sacco di tempo che non facevamo una serata fra noi ma che ne dite se alla serata aggiungiamo anche una nottata tra amiche? Un pigiama party!!-
-Ino è un’idea fantastica! Cha ne dici Hinata?-
-Dico che è un’ottima idea!-
-Perfetto, a casa di chi?- chiese Ino felice.
-Facciamo a casa mia?- le rispose Sakura con una domanda.
-Ok allora, noi andiamo a recuperare le cose necessarie a casa e veniamo da te.-
-Va bene!-
Le ragazze si alzarono entusiaste dal tavolo, pagarono il conto e iniziarono a incamminarsi a passo svelto ognuna verso le proprie case.
Hinata guardava le stelle mentre camminava verso l’appartamento di Sakura, era stata svelta a preparare la borsa con le poche cose necessarie per una notte dall’amica. In quel anno aveva iniziato ad amare la notte; il cielo non le ricordava gli occhi di lui e la tranquillità che c’era infondeva sicurezza in lei. Si sentiva strana a dirlo ma le faceva più paura il giorno della notte, nella notte, tutto era buio e anche se piangeva, nessuno lo notava e le chiedeva il motivo delle sue lacrime, ogni volta che glielo domandavano, lei scoppiava a piangere ancora più forte, ricordando ancora di più che il ragazzo che amava era steso su un lettino d’ospedale a lottare tra la vita e la morte.
Suonò il campanello e salì rapidamente le scale fino a ritrovarsi davanti Sakura con un sorriso a trentadue denti. Ino era già arrivata e aveva sistemato le sue cose nel salotto e stavano aspettando solo lei per iniziare.
Passarono le ore tra le risate a stavano guardando un film romantico, avevano preferito evitare gli horror; a metà film Hinata si alzò e silenziosamente andò ad affacciarsi alla finestra mentre alcune lacrime scendevano, le amiche se ne accorsero ma all’iniziò non si preoccuparono, in fin dei conti il film era commovente e anche Sakura aveva il volto rigato dalla commozione, mentre Ino aveva gli occhi lucidi. Dopo cinque minuti le sue lacrime continuavano a scendere e le ragazze iniziarono a preoccuparsi, si scambiarono uno sguardo veloce e andarono vicino alla ragazza abbracciandola calorosamente.
-Hinata-sama, va tutto bene?-
La ragazza iniziò a singhiozzare e continuò a guardare le stelle senza rispondere; a quel punto l’amica la strinse a sé ancora di più, cercando di confortarla il più possibile.
Dall’altra parte di Konoha, all’ospedale un ragazzo osservava Naruto, aveva avuto il permesso da un medico per poter restare da lui un’intera notte.
Si stava per addormentare appoggiato allo schienale della sedia quando sentì un tonfo, Naruto era caduto dal letto dell’ospedale ed ora era disteso sulla schiena con gli occhi semiaperti. Sasuke si alzò ma ci mise qualche istante a concretizzare che l’amico non era più nella brandina, solo allora guardò dall’altra parte del letto e rimase scioccato alla vista degli occhi azzurri dell’amico.
-Sasuke...- chiamò debolmente Naruto cercando di alzarsi, ma il suo tentativo fu vano.
-Aspetta, ti aiuto.- disse con voce ferma il corvino, mise l’amico seduto sul letto e si sedette al suo fianco.
-Sasuke io non ricordo nulla se non il nostro scontro.- dichiarò il biondo senza esitazioni, negli occhi si poteva però vedere tutta la confusione che provava.
-Vuoi dire che non ricordi niente della tua vita prima, l’accademia, Konoha, Sakura, la tua infanzia?- domandò preoccupato. Non l’aveva mai visto così, era sempre sicuro di se ma in quel momento aveva un’espressione indecifrabile.
-Ok questo lo diremo al dottore, adesso lo chiamo, credo sia il caso di chiamare quello che è di turno.- affermò il giovane Uchiha seriamente mentre usciva dalla stanza guardandosi intorno cercando un medico. Intravide una donna con un camice aperto, capelli castani, quasi neri e occhi neri, era di turno Shizune.
Sentendo il suo nome, tornò indietro e si accorse di Sasuke, appena fuori dalla porta di una delle stanze.
-Sasuke, dimmi.- disse la donna con tono pacato.
-Naruto si è svegliato.-affermò il ragazzo con un sorriso spostandosi per far vedere alla mora il ragazzo seduto sul letto che guardava il pavimento. -Ma c’è un problema, non ricorda niente se non il nostro scontro.-aggiunge poi con tono cupo.
-Capisco, gli farò immediatamente la prima visita ma per l’amnesia vorrei che lo visitasse Tsunade...- rispose la mora preoccupata entrando nella stanza.
Dopo qualche minuto rassicurò Naruto sulle sue condizioni fisiche spiegandogli che per qualche giorno non sarebbe riuscito ad alzarsi e camminare da solo ma che questo era causato solamente dalla debolezza del suo corpo in quel periodo. Subito dopo la mora lasciò soli i due ragazzi ordinandogli però di salutarsi per poter lasciar riposare il biondo.
La mattina seguente Sasuke si svegliò di ottimo umore pronto a raccontare gli avvenimenti della nottata passata a chiunque conoscesse. Uscì di casa presto e camminò per circa venti minuti senza una meta precisa cercando facce conosciute per le vie del paese, alzò lo sguardo al cielo distrandosi  per qualche secondo ma quei pochi istanti gli bastarono per farlo andare addosso ad una giovane ragazza dai capelli rosa. I due caddero a terra e lei gli urlò conto ancora prima di guardare chi fosse lo sfortunato capitato tra le sue grinfie.
-HEY! GUARDA DOVE METTI I PIEDI! LA STRADA NON È MICA TUA!- Sakura si riscosse e riconobbe il moro iniziò a urlare ancora più di prima cercando in tutti i modi di farsi perdonare per essergli andata contro e per poi avergli urlato.
-Stai tranquilla Sakura... Oggi non sono in vena di litigare, sono fin troppo contento. Devo dirti una cosa molto importante.- il ragazzo parlava con il suo tono fermo e pacato ma si poteva sentire un pizzico di sollievo e di felicità nella sua voce.
-Ok! Dai parla! Qual è questa cosa?- chiese ansiosa la rosa.
-Si tratta di Naruto... è sveglio!- esclamò l’Uchiha mentre guardava la rosa e aspettava la sua reazione...
“Sakura pensiero: Naruto si è svegliato... SI È SVEGLIATO! È fantastico bisogna diffondere la notizia! Devo assolutamente avvisare Hinata, potrebbe svenire dalla felicità!”
La ragazza continuava a pensare e esultare nella sua mente e non si era resa conto che era rimasta immobile con gli occhi sgranati davanti al compagno di squadra; solo dopo cinque minuti circa, Sakura iniziò a saltare dalla felicità intorno a Sasuke che rimase basito alla sua reazione.
-Sakura aspetta... non è tutto...- il ragazzo assunse un’espressione seria e cupa 
-Mi fai preoccupare con quella faccia! Sas’kè, che altro c’è?- domandò la ragazza seriamente preoccupata alla vista del cambio d’umore dell’amico.
Il ragazzo iniziò a spiegare la situazione del biondo e quando la rosa capì le lacrime  iniziarono a spingere per uscire fino a quando lui non l’abbracciò cercando di confortarla, fu proprio in quel momento che le rigarono il volto. Sakura si strinse al petto dell’altro cercando di calmarsi.
-Vuoi andare a trovarlo?- chiese premuroso il moro 
Lei in risposta scosse il capo e dopo qualche istante alzò il capo per parlare:
-Questa sera... devo prima fare una cosa...- disse cercando di mostrarsi forte davanti a lui che annuì e sciolse l’abbraccio per lasciarla andare.
Iniziò a camminare vietandosi di scoppiare ancora una volta a piangere, dopo questa notizia era distrutta ma doveva parlare immediatamente con Ino, voleva raccontarle tutto per poi decidere insieme come dirlo ad Hinata.
Naruto era il migliore amico dell’allieva di Tsunade ma lei non era la persona che avrebbe sofferto di più in tutta questa storia, colei che avrebbe sofferto più di tutti era ancora all’oscuro di tutto.
Naruto si sedette sui gradini del giardino interno dell’ospedale pensieroso, non ricordava nulla della sua vita, il suo unico ricordo era lo scontro, quella battaglia con quel suo amico, il suo migliore amico. si ricordava solo di lui. Chiunque fosse stato importante nella sua vita ora era scomparso e Naruto ora aveva paura, molta paura. Non voleva deludere nessuno e credeva che non ricordando niente avrebbe deluso tutti. Tsunade gli aveva dato però molta speranza, aveva detto che c’era il 70% di possibilità che la memoria tornasse e che tutto tornasse com’era prima.
Sakura e Ino avevano raccontato tutta la storia all’amica e ora si ritrovarono davanti Hinata in lacrime che era scoppiata in uno dei pianti più rumorosi di sempre. Le ragazze cercarono di consolare il più possibile la Hyuga ma più ci provavano più l’altra piangeva... 
-G-grazie ragazze m-ma ho b-bisogno di stare un po’ da s-sola...- dice la giovane con la voce rotta dal pianto.
-Ne sei sicura?- chiede Ino con un tono dolce cercando ancora una volta di confortare l’amica senza alcun risultato. In risposta l’altra annuisce titubante e le due si alzano dal letto su cui si erano sedute e escono dalla stanza guardando un’ultima volta la ragazza in lacrime. Hinata guardò dalla finestra aspettando di vedere le amiche svoltare all’angolo della strada, si alzò, asciugò le lacrime e si preparò per uscire. Aspettò ancora qualche minuto per essere sicura che le ragazze che poco prima erano con lei fossero abbastanza distanti da non incontrarle mentre percorreva la strada per andare all’ospedale. Arrivata a destinazione guardò l’edificio grigio cercando di trattenere le lacrime che di nuovo volevano uscire. Spinse la porta di vetro con le mani tremanti e si avvicinò al banco su cui l’assistente dell’hokage metteva in soqquadro la scrivania la scrivania per cercare chissà quale documento, la giovane mise le mani tremanti sul bancone e chiamò l’altra donna.
-S-shizune, s-scusami p-potrei vedere N-naruto?- chiese Hinata sperando in una risposta positiva.
-Hinata... si puoi ma, devi prima sapere una cosa...- la donna fece una pausa, sapeva dei sentimenti della ragazza per il giovane ricoverato e voleva trovare le parole più adatte per ferirla il meno possibile.
-T-tranquilla... So già c-che ha p-perso la m-memoria...- aggiuinse la Hyuga mentre si lasciava sfuggire una lacrima. 
-È nel giardino interno.- fece Shizune con una più comprensiva che mai.
-G-grazie- disse di rimando la ragazza dirigendosi verso un lungo corridoio.
Naruto vagava con i pensieri, voleva solamente ricordava, cercava di ricordare anche solo un unico particolare della sua vita. Sente la porta del cortile aprirsi e si gira con falsa curiosità. Rimane di stucco nel vedere una fanciulla dai lunghi capelli corvini e gli occhi bianchi con sfumature lilla, la ragazza si avvicina e lui rimaneva immobile a fissarla in tutta la sua bellezza, appena lei se ne accorse le sue gote si tinsero di un rosso acceso. Lui sorrise dolcemente nonostante non sapesse neanche il nome della ragazza.
-C-ciao, Naruto-kun.- iniziò a parlare Hinata cercando di sembrare il meno timida possibile.
-Ciao, ehm...- il ragazzo arrossì, si sentiva in forte imbarazzo cercava di ricordare il nome di lei ma sapeva molto bene che non ci sarebbe riuscito molto facilmente.
-Hinata-aggiunse la ragazza anche lei molto imbarazzata -Sono felice che ti sia svegliato...- aggiunse la Hyuga con un lieve sorriso, si sentiva stranamente sicura e aveva smesso di balbettare.
Naruto sorrise e lei abbassò lo sguardo ancora più rossa in viso, rimasero in silenzio seduti uno affianco all’altra guardando i fili d’erba mossi dal vento.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


-Hinata, ti prego svegliati-
Cos’è stato? Forse me lo sono immaginata, sono talmente agitata che potrei credere anche a un asino che vola. Non so cosa fare, cosa dire e come comportarmi, anche se sinceramente mi sembra che anche Naruto sia in difficoltà. Non lo mai visto così, è strano, è diventato timido e insicuro, nemmeno lui sa cosa fare, posso addirittura notare un lieve rossore sulle sue guance. Solitamente le avrebbe fatto molto piacere ma ora la cosa le faceva male, quel rossore sul suo viso le ricordava continuamente la sua perdita di memoria.
Questa ragazza è davvero bella, i suoi occhi sono come due splendide lune e i suoi capelli sono scuri come il buio della notte con dei bellissimi riflessi blu scuro, il rossore sulle gote faceva risaltare la sua carnagione chiara. Non riesco ancora a credere di essere un suo amico, come aveva detto di chiamarsi? Ah si è vero! Hinata! Anche il suo nome è meraviglioso!
Qualche goccia di pioggia iniziò a bagnare le loro teste chinate, la ragazza alzò al viso per guardare le nuvole che avevano oscurato il cielo, il suo stato d’animo corrispondeva perfettamente a quel cielo nuvoloso. La pioggia iniziò a scendere più velocemente ma i due anche se ormai fradici non si mossero di un centimetro, si girò a guardarlo cercando gli occhi di lui che trovò spenti. Le se strinse il cuore fece per parlare ma lui la precedette. -Perché non entriamo?-
-V-va bene.- rispose Hinata alla domanda del ragazzo mentre si alzava senza preoccuparsi del fatto di essere bagnata fradicia e lo guardò aspettando che anche lui si alzasse. Nel breve tragitto da quel punto del cortile alla porta la ragazza notò che nel camminare Naruto barcollava non riuscendo a restare dritto.
Quando furono all’interno il ragazzo prese di nuovo parola.
-Mi dispiace sai? Non riesco a ricordare niente di te.- affermò sconsolato.
-Tranquillo N-naruto-kun, nessun problema.- cercò lei invano di tranquillizzarlo ma lui era sempre più triste, non ricordarla gli dava troppo fastidio - S-so benissimo che non è colpa tua.
-Si ma mi da fastidio, capisci? Tu facevi parte della mia vita e ora è come se ti vedessi per la prima volta... Cos’eri per me Hinata?- chiese lui con un espressione confusa sul volto.
A quelle parole la ragazza sorrise ancora una volta rossa in volto - Un’amica...- disse con un finto tono felice cercando di nascondere lo sconforto nel suo cuore. Per sua fortuna il ragazzo non se ne accorse ma quando rispose anche la sua voce sembrava delusa...
-Un’amica...- La giovane Hyuga non disse niente e guardò distrattamente l’orologio sulla parete di fronte a lei e rimase stupita di vedere che erano ormai le sette e mezza di sera. Il tempo era passato velocemente con lui affianco, erano rimasti seduti senza parlarsi per un paio di ore, senza che nessuno dei due se ne rendesse conto, salutò l’amico e si incamminò verso l’uscita.
-Ti prego Hinata!-
La ragazza si prese il viso tra le mani e scosse la testa cercando di capire chi le avesse rivolto parola, si girò e guardò se Naruto fosse ancora lì, ma non c’era, eppure quella voce sembrava proprio la sua. Si fermò sull’uscio della porta rendendosi conto della pioggia che aveva continuato a scendere indisturbata, in un primo momento pensò di chiamare qualcuno per portarla a casa ma poi ricordò di essere venuta da sola senza avvisare nessuno perché gli altri non le avrebbero permesso di andare. Si decise ad uscire, in fin dei conti era già bagnata fradicia.
-Hinata!- sentendosi chiamare la giovane si girò a guardare il ragazzo alle sue spalle.
-K-kiba-kun! C-ciao che ci f-fai q-qui?- disse la ragazza agitata mentre si torturava le dita per l’imbarazzo.
-Ero passato al negozio della famiglia di Ino, a mia mamma servivano dei fiori. Sei tutta bagnata! Ma non ce l’hai l’ombrello? Ahahahah- chiese il ragazzo, divertito dal rossore dell’amica.
-Q-quando sono uscita non p-pioveva.- rispose lei ancora più imbarazzata.
-Dai vieni, ti accompagno a casa.- ribatté Kiba avvicinandosi a lei per proteggerla dalla pioggia.
-Svegliati...-
-N-non serve Kiba-kun. T-tanto ormai sono già b-bagnata.-ribatté Hinata imbarazzata
-Non dire sciocchezze!- la rimproverò il ragazzo prendendola sotto braccio, a quel contatto   il suo viso diventò paonazzo e chinò la testa.
Lui rise di nuovo, una risata sincera, quella ragazza lo faceva impazzire. Era la sua migliore amica ma gli faceva male anche solo pensarlo, lui voleva qualcosa in più, desiderava superare il livello di migliore amico. La guardò ancora una volta di nascosto, si vedeva che stava soffrendo e lui non poteva sopportalo, un sorriso amaro gli comparve involontariamente sul viso.
-Naruto- una voce ferma e decisa lo chiamò cercando di avere la sua attenzione. Il biondo si girò e guardò la figura di una ragazza appena entrata nella stanza. Lei guardò il suo sguardo stranito, confuso e capì tutto -Sono Sakura.-
-Ciao- disse il ragazzo ancora un po’ scombussolato distogliendo lo sguardo.
-Sei a disagio?- chiese l’Haruno dolcemente.
-Un po’...- ammise sconfortato lui, poi aggiunse -Ogni tanto, come ora, ricevo visite inaspettate, che mi fanno piacere sia chiaro, ma non so mai come comportarmi! Tutti mi conoscono ed io non conosco nessuno, o meglio non mi ricordo di nessuno! Alcune facce mi sono mi sono famigliari ma non le collego con nessun ricordo! L’unica persona che so di conoscere e riesco a ricordare ogni singola cosa di lui è Sasuke!- il ragazzo si fermò per trattenere le lacrime che premevano per uscire. - Scusami, ti starò annoiando...- si rese conto che con quella ragazza, aprirsi era stato semplice, fin troppo semplice, come se si ricordasse che con lei poteva parlare di tutto e che entrambi avevano sofferto per la fuga del compagno di squadra ormai tornato, ma non l’associava a nessun ricordo, sapeva solo che di lei si poteva fidare ciecamente.
-Non mi annoi Naruto, forse mi confondi, ma di sicuro non mi sto annoiando! Vorrei aiutarti a ricordare, ad esempio potrei raccontarti un po’ di me, della nostra amicizia, del team 7 o dell’accademia...- Sakura cercò di essere il più comprensiva possibile cercando di risollevare l’umore al suo interlocutore.
Stava per rispondere ma una donna sui cinquant’anni li interruppe entrando rumorosamente nella stanza -Sakura! Ti devo parlare immediatamente, vieni qui fuori, sbrigati!- la donna uscì aspettando la ragazza dall’altra parte del muro lasciando i due amici a guardare il punto su cui fino ad un attimo prima c’era il Quinto Hogake. Lei si alzò dalla sedia e si allontanò da Naruto senza dire una parola, mise una mano sulla porta ma prima di aprirla si girò e sorrise.
-Mi dica signorina Tsunade.- iniziò la rosa curiosa di sapere cos’era tanto importante da entrare nella camera in quel modo.
-Questa mattina ho visitato una seconda volta Naruto...- la bionda si fermò cercando di trovare le parole più adatte per descrive la situazione. -Ecco, vedi... è un caso abbastanza complicato, non sono sicura che abbia perso la memoria definitivamente, anzi sto iniziando ad escluderla come possibilità- la giovane a quelle parole iniziò a sorridere ma le notizie non erano finite e l’altra sapeva che quello che ancora doveva dirle sarebbe stato molto difficile da accettare - Ma è comunque un caso molto particolare e non so se le cose possano peggiorare; credo sia meglio, ecco, aspettare a raccontargli il suo passato. Ritengo di dover usare tutte le precauzioni possibili...- lo sguardo di Sakura era stranito, aveva capito solo di non dover parlare a Naruto del suo passato, a quel punto capendola Tsunade le spiegò la motivazione.- In situazioni così particolari, se si racconta al paziente il passato tutto in una volta, questo rischia di svenire per le troppe informazioni o per alcuni fatti della su vita, come potrebbe per esempio per Naruto il fatto di scoprire di essere la forza portante Kyuubi. E a causa di questo svenimento rischierebbe seriamente di perdere la memoria in modo irrimediabile...- Sakura tremava, dopo qualche istante si riscosse e iniziò a camminare dalla parte apposta alla stanza di Naruto. La donna non fece obiezioni e aprì la porta trovandosi davanti un ragazzino biondo che per poco non gli cadde addosso. -Credo che non ci sia bisogno che io ti spieghi perché se n’è andata.- lo rimproverò Tsunade
-Mi scusi, Nonna Tsunade ma ero veramente curioso...- le rispose lui ma invece dell’espressione arrabbiata la donna ebbe un’espressione sorpresa. -Perché mi hai chiamata in quel modo?-
-Mi scusi! Io non volevo! Mi è venuto spontaneo, io non so cosa dire! Davvero! Io...- cercò di scusarsi ma l’Hokage lo interruppe -Stai tranquillo, è un buon segno che tu mi abbia così...-  l’espressione del biondo era indescrivibile. Gli sorrise e uscì dalla stanza.
-G-grazie di avermi a-accompagnata, Kiba-kun.-
-Figurati Hinata! Però volevo chiederti se, ecco... ti va di... di andare a cena fuori un giorno?- chiese imbarazzato il ragazzo. La Hyuga non seppe rispondere alla richiesta di lui, diventò completamente rossa in volto e cadde all’indietro svenuta.
-Hinata...-
La ragazza si risvegliò nel suo letto con affianco la sorella che si era addormentata tenendole la mano. -Hanabi?- la chiamò.
-Dai Hanabi, svegliati.- cercò di destarla con il tono più dolce possibile fino a quando non si mosse. -Mh? H-hinata? Ti sei svegliata!- esclamò la tredicenne buttandosi addosso alla più grande per abbracciarla. -Hanabi! Calmati, sto bene!- disse la ragazza.
-Però...-
-Cosa?- chiese la piccola di casa Hyuga curiosa.
-Be’... Per quanto tempo sono stata priva di sensi?-domandò imbarazzata.
-Qualche ora... Kiba ti ha portata in casa, mi ha chiamato e l’ho aiutato a metterti sul letto. Per fortuna nostro padre non c’era! Ti immagini come avrebbe reagito! Sarebbe esploso! A proposito non sapevo che vi foste messi insieme tu e Kiba! Com’è che non mi avevi detto niente?- esclamò freneticamente Hanabi, la sorella arrossì di colpo, lei fidanzata? Non sapeva di cosa parlasse, lei non stava con nessuno ma adesso che ci pensava Kiba le aveva chiesto di andare a cena e doveva ancora rispondergli.
-Io non sto con nessuno!- ribatté di slancio Hinata senza alcuna esitazione paonazza in viso -m-ma come ti è v-venuta in m-mente un’idea del g-genere?- chiese sempre più imbarazzata. 
-Come non stai con lui?! Ma mi ha detto il contrario!- esclamò la piccola sconvolta. La sorella maggiore a quel punto si alzò di scatto rossa in viso, però questa volta non c’era neanche una briciola d’imbarazzo e si capiva dal suo sguardo che era furiosa, terribilmente arrabbiata. Non si sarebbe dovuto permettere di dire che stavano insieme ed ora si sentiva la rabbia ribollire dentro.
-KIBA!- urlò la ragazza per le strade di Konoha, la gente si girava a guardala e si allontanava impaurita, vicino a lei un’amica pronta ad aiutare l’altra a picchiare il ragazzo.
-HINATA, ECCOLO!- all’esclamazione della rosa, l’amica si voltò di scatto verso la direzione indicata mentre anche il diretto interessato di girò sentendo l’urlo di Sakura. Non riuscì ad aprire bocca che aveva già ricevuto due schiaffi su entrambe le guance che si arrossarono immediatamente. 
-Come ti sei permesso!?-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Come ti sei permesso!?- urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo e Kiba rimase sconvolto, non la aveva mai vista arrabbiata e non avrebbe mai immaginato che la ragazza potesse infuriarsi tanto. 
-Hi-hinata!? D-di c-che p-parli?!- chiese allarmato lui distogliendo gli occhi da lei.
-Di cosa parlo!? Ora fai anche il finto tonto? Hai detto a mia sorella che stiamo insieme!- disse con foga.
-Lo so ma... vedi... è che... io...-cercò una scusa plausibile ma Hinata lo interruppe
-E sentiamo a chi altro lo avresti detto Kiba?!- urlò la Hyuga.
-I-io l’ho d-detto anche a N-na-naruto...- a quel nome la ragazza diventò completamente rossa.
-A LUI! PROPRIO A LUI! COME HAI POTUTO DIRGLIELO!- a quel punto scoppiò a piangere disperata cadendo sulle ginocchia.-I-io e te s-siamo a-amici da s-sempre. Perché i-io n-non riesco a capirti.- disse con un filo di voce. -Io non so cosa dire, è che mi piaci e non so cosa mi sia saltato in mente. Mi dispiace veramente.- il ragazzo si inginocchiò vicino a lei cercando di prenderle la mano ma Sakura si mise fra loro. 
-Vattene.- disse secca, Kiba si alzò.
-Ma io...- iniziò lui ma la rosa lo interruppe -Te lo ripeterò un’ultima volta Kiba. Vattene.- alzò la voce mentre pronunciava quell’ultima parola, non era una richiesta, era un ordine.  -Ma...- riprovò lui bloccandosi.
-Finiscila!- esclamò ancora arrabbiata. -Hai già fatto abbastanza!- Il ragazzo si girò e iniziò a camminare per le vie di konoha.
La corvina si alzò lentamente aiutandosi con la mano, guardò l’amica di fronte a se e si gettò fra le sue braccia, le accarezzò delicatamente la schiena cercando di calmare la ragazza dagli occhi di luna.
-Cos’è successo?- chiese allarmata una ragazza bionda con il fiatone appena arrivata sul posto.
-Eh? Ah, sei tu Ino.- rispose Sakura distratta cercando di consolare l’amica tra le sue braccia. Gli occhi azzurri dell’interlocutrice lasciavano intravedere della preoccupazione per corvina, era molto tempo che non piangeva, soprattutto in quel modo, una volta sola l’aveva vista in quello stato... Solo quando Naruto era tornato al villaggio, in coma con le speranze di sopravvivere praticamente inesistenti. -Hinata...- riuscì a pronunciare solo il suo nome. -È colpa di Kiba.-
-Che ha fatto?- chiese la donna cercando di mantenere la calma nonostante sapesse che non ci sarebbe riuscita. Quando comprese tutta la storia diventò furiosa ma la vista dalla corvina con gli occhi rossi dal pianto le represse la rabbia. L’abbracciò, quando si staccarono la guardò negli occhi e pronunciò solo tre parole in cui però credeva fermamente. -Andrà tutto bene.-

-Hinata svegliati...-

-Naruto, ho una buona notizia per te!- esclamò Shizune entrata nella stanza. 
-Davvero? Dai spara!- rispose il biondo curioso, sperava davvero che si trattasse della sua dimissione. -Puoi uscire!-
-Veramente? Hahahah ma è fantastico Shizune!-urlò lui di slancio abbracciandola.
-Naruto mollami!- boccheggia cercando di respirare mentre si divincola dal caloroso abbraccio.
-Scusa! Sono così eccitato! Non vedo l’ora di uscire, è fantastico!- risponde con un gran sorriso. Felice come non mai si alzò e preparò le valige quando la giovane donna lo interruppe -Hey hey piano! Aspetta devi fare la visita di controllo, tranquillo è solo per formalità, credo che sarà Sakura a fartela. Poi sarai libero!- 
-Ok ok, aspetterò di fare la visita... Quando riacquisterò la memoria?- chiese con tono spento. -Non lo so, ma sono sicura che la riacquisterai.- lo rassicurò lei.

-Maestro Kakashi!- richiamò l’attenzione l’allieva vedendolo leggere per le vie del villaggio.
-Sakura ciao.- rispose atono il sensei senza distaccare lo sguardo dal suo amato libro -Come stai?- chiese infine. -Oh bene, grazie. Lei? Vedo che non si stacca dai suoi libri.- rispose cercando di fare un po’ di conversazione. -Mh...- -Ok, non ha molta voglia di conversare. Vuol dire che andrò da Ino, arrivederci sensei.- disse velocemente lei ma l’uomo la fermò ancora per qualche istante.
-Sakura, sai come sta Naruto?- chiese.
-Non ha ancora recuperato la memoria purtroppo e per di più non possiamo dirgli assolutamente niente perché correrebbe dei rischi.- ribatté lei ma i suoi occhi si illuminarono ripensando alla chiamata ricevuta poco prima da Shizune. -Però gli ho appena fatto l’ultima visita da ricoverato! Ora sta finendo di preparare la borsa per tornare a casa.

-Hey! Devi firmare dei documenti prima di andare!- gli gridò la mora da dietro il bancone della reception dell’ospedale. Il ragazzo si girò verso di lei, appoggiò la borsa per terra e firmò alcune carte. Rivolse un ultimo sorriso di saluto e spalancò la porta. Chiuse gli occhi per la luce troppo forte dei raggi del sole di mezzogiorno. Era una giornata di sole e con un leggero venticello che gli scompigliava i capelli color grano, le vie della città erano relativamente affollate, alcuni negozianti chiudevano le proprie botteghe per la pausa pranzo, altri invece aprivano i ristoranti. Il ragazzo si fermò istintivamente davanti a un piccolo locale alla sua sinistra, non ne sapeva il motivo ma quella piccola baracca lo attraeva. Aspettò ancora qualche istante, poi si decise, scostò le tendine bianche e si sedette in uno sgabellino davanti al bancone appoggiando per terra il borsone. Sbatté piano il palmo della mano sul piano, si guardò attorno e iniziò a fischiettare. Dal retro bottega si sentirono alcuni scatoloni cadere e uscì una ragazza con i capelli castani scompigliati e con un gran sorriso disse -Mi scusi, stavo sistemando alcuni scatoloni dietro, spero non abbia aspettato molto.- solo allora si accorse chi fosse il ragazzo entrato nel piccolo ristorante e il sorriso si illuminò ancora di più -Naruto!- esclamò -Da quanto tempo! Allora la solita scodella di Ramen?-
-Ehm... Si grazie.- guardò stranito la ragazza cucinare la pietanza, sembrava davvero buona provò quindi a concentrarsi su di essa ma invano. Non riusciva a concentrarsi su niente, sentiva il bisogno di andare in giro per le vie di Konoha e riconoscere i ragazzi e le persone che vedeva. Voleva poter rispondere ai saluti senza imbarazzarsi a causa dell’amnesia che gli attanagliava la mente impedendogli di ricordare qualsiasi viso e qualsiasi rapporto avesse con la gente di quel paesino prima di riportare Sasuke al villaggio. Si sentiva in colpa, sentiva di deludere le persone che aveva accanto in quei giorni di sole, per lui spenti e insignificanti. Stava male e ogni volta però finiva per pensare ad un’unica ragazza dagli occhi perlacei che per quanto ne sapesse era venuto a trovarlo una sola volta. Non sapeva se fosse venuta prima che lui si svegliasse, ma sentiva la voglia di scoprire ogni singolo particolare di ciò che lei faceva o che lei avesse fatto nella sua vita; ricordare chi lei fosse davvero era diventata una delle sue priorità senza neanche rendersene conto. -Quanto sei pensieroso oggi! Ecco a te il Ramen.- Gli porse gentilmente la ciotola e lo guardò ancora per qualche istante poi si girò e tornò nel retro. Mentre il ragazzo mangiava, la mano di una ragazza scostò la tendina velocemente e rapidamente si sedette sullo sgabello e mise le mani sul viso coprendolo, cercava di nascondere il rossore. Lui la riconosse immediatamente e gli venne in mente la conversazione avuta con un ragazzo che era andato a trovarlo prima che uscisse dall’ospedale ma in quello stesso giorno.

Flashback

-Ciao Naruto!- il biondo lo guardò confuso ma l’altro lo capì subito e disse rapidamente il suo nome. -Ciao.- rispose allora il ragazzo.
-Come stai?- chiese istintivamente il moro -Oggi esco...- ribadì lui prendendo dall’armadio un borsone per metterci dentro i pochi vestiti che aveva in ospedale.
-Fantastico!- esclamò contento per l’amico poi si ricordò il motivo per cui era andato a fargli visita. -Sai prima eravamo molto amici, quindi visto che voglio mantenere la nostra amicizia, voglio che tu sia il prima a saperlo... Mi sono fidanzato!- disse infine con un sorrise enorme -D-davvero? E con chi? Se posso...- chiese un po’ scosso, iniziava a preoccuparsi. -Non so se te la ricordi, ti è venuta a trovare. È Hinata.- concluse e senza perdere tempo salutò Naruto e uscì. L’altro non ebbe il tempo di replicare, le parole gli morivano in gola. Il motivo non lo sapeva, cercava di pensare ad altro ma ogni volta finiva per pensare a lei, fidanzata con quel ragazzo, simpatico si ma anche molto strano e fissato con i cani.

Fine Flashback

-Hinata... Tutto bene?- a quelle parole lei si girò di scatto sussultando, non lo aveva notato prima, era entrata piangendo e non aveva neanche guardato se c’erano altri clienti, si era semplicemente seduta con lo sguardo basso colmo di lacrime amare aspettando che la giovane Ayame o il signor Teuchi arrivassero a servirla. -N-na-naruto-kun...- pronunciò il nome di lui tra un singhiozzo e l’altro con gli occhi arrossati, le lacrime iniziarono a scendere ancora più velocemente fino al punto di offuscare la figura di lui.
Si avvicinò a lei e l’abbracciò, il suo gesto fu istintivo, dimenticò immediatamente di quello che Kiba gli aveva detto, si dimenticò di tutto e incominciò ad accarezzarle la testa dolcemente.

-Hinata svegliati! Ti prego!-

-C-cos’hai d-de-detto?-chiese tremando alzando il viso -Niente.- rispose lui rivolgendole uno sguardo stranito. -Oh...- Poi notando la lora posizione si scostò bruscamente e si asciugò il viso. A quella reazioni si rese conto veramente delle sue azioni -Scusami, forse non avrei dovuto... Ecco... Ho saputo che... Che stai con Kiba.- Il suo tono era più finto che mai, si sforzava di sembrare almeno felice per lei. Dopo qualche istante in cui si era fermata a fissare il pavimento rispose estremamente seria.
-Lui non è niente per me! Neanche un amico ormai. Ti ha mentito, io non sono la sua fidanzata, mi aveva chiesto solo una volta di uscire e non avevo neanche risposto perché ero svenuta... E-e p-poi i-io n-no-non l’a-amo...- durante le prime parole sentiva la rabbia invaderle di nuovo il corpo ma quando pronunciò l’ultima frase la sua voce si fece dolce e gentile e la lasciò come sospesa, troppo imbarazzata per continuare. -E tu... chi ami?- chiese il biondino con poca sicurezza. Lei diventò un peperone, non sapendo cosa rispondere iniziò a balbettare e Naruto la guardò intenerito -Tranquilla, non serve che tu me lo dica, era una curiosità ma ovviamente solo se tu avessi voluto dirmelo non sei obbligata in nessun modo.- La guardò negli occhi e con un enorme sorriso ed esclamò       -Ora è meglio che vada Hina-chan. Alla prossima, sperando di ricordarmi qualcosa in più sul mio passato!- la salutò con un gesto della mano e uscì rapidamente da Ichiraku. Intanto Ayame era spuntata dietro al bancone e aveva visto tutta la scena, guardò Hinata con un sorrisone, allora disse -Hinata, i tuoi sforzi non sono stati vani in tutti in questi anni! Ce l’hai fatta! Sei riuscita a conquistarlo!-
-M-magari Ayame... S-sarebbe un sogno, ma credo che ormai sarà impossibile. Non ricorda nemmeno la mia dichiarazione quando ha combattuto contro Pain...- sospirò sconsolata la ragazza.
-Hinata non ti credevo così cieca! Eddai! Quando ti ha vista in lacrime si è fiondato ad abbracciarti!- esclamò la castana con voce solare.
-S-se f-fo-fosse s-stata Sakura a p-pian-piangere l’avrebbe b-ba-baciata... Non abbracciata.- concluse alzandosi sul punto di scoppiare in lacrime di nuovo.
-Non dire cavolate! Ormai si vede che non gli piace Sakura! È ovvio che gli vuole molto bene, ma solo come una sorella, anche se so che non è poco.-osservò lei poi continuò -Cosa ti porto?-
-Oh giusto, me ne ero dimenticata. Scusa ma non ho più fame.- affermò la giovane, salutò Ayame ma prima di andarsene notò un borsone incostudito ai piedi di uno sgabello poco lontano allora chiese -Ayame, di chi è quel borsone? Qualcuno lo ha dimenticato.- 
-Non so forse è di Naruto, quando è entrato era appena uscito dall’ospedale. Che testa quadra!- esclamò la figlia del proprietario -Quando torna glielo do, sperando di ricordarmelo- disse infine esasperata. -Oh, non preoccuparti! Glielo porto io a casa sua.- disse la ragazza completamente rossa.

-Hina-chan...-

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Hina-chan...-

Hinata si girò, ultimamente le accadeva spesso di sentirsi chiamare ma ogni volta si voltava non c’era nessuno. La cosa era strana e con quest’ultima volta decise che sarebbe andata a parlarne con qualcuno subito dopo aver ridato il borsone a Naruto. Durante il tragitto pensò molto a lui, al fatto che non ricordasse niente, che non si ricordasse della sua dichiarazione contro Pain... che non si ricordasse proprio di lei. Le faceva male ma non provava neanche a pensare ad altro, sapeva che non ci sarebbe riuscita. Pensava a quell’abbraccio ricevuto, si toccò la testa cercando di riprovare quella sensazione di calore provata mentre lui la accarezzava.
Si mise il viso tra le mani confuso, non riusciva a capire la menzogna di Kiba, non si ricordava di Hinata ma era sicuro che non si meritasse niente di tutto ciò. Gli bastava uno sguardo sul dolce viso di lei per escluderlo. Sentì bussare, si diede una sciacquata alla faccia nel lavandino della cucina ed andò ad aprire. Si ritrovò davanti un ragazzo moro con due strisce rosse sulle guance dopo pochi secondi dovette abbassare gli occhi per poterlo guardare in faccia. Era talmente furioso che non aveva resistito a tirargli un pugno in pieno muso, il naso si era già gonfiato, era un miracolo se non l’aveva rotto. Il primo a muoversi fu il biondo sbattendogli la porta in faccia.
-Kiba!- esclamò la mora vedendo il ragazzo seduto a terra di fronte alla porta di casa di Naruto -Che ci fai qui?-
-Ero venuto a dire la verità.- disse di risposta lui alzandosi rapidamente, si girò e fece per andarsene ma Hinata gli prese un braccio, fermandolo. -Che hai fatto al naso? Non credere che non me ne sia accorta...- la domanda fu istintiva, dimenticandosi tutta la rabbia che in realtà ancora sentiva verso di lui. Allora Kiba rispose con un nome e la ragazza sussultò, sorpresa che l’amico biondo avesse reagito così vedendo il moro. Lo lasciò andare e appena lo vide scomparire tra la gente bussò rumorosamente alla porta riprendendo il borsone da terra. Guardò a terra indecisa se parlare o no di Kiba, se chiedergli il motivo del suo naso rotto ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce proveniente dall’interno del monolocale. -Sono Hinata.- rispose lei, solo allora Naruto le aprì e la lasciò entrare.
-Come mai qui Hina-chan?- Lei lo guardò perplessa per quel nomignolo, poi gli rispose.
-A-avevi di-dimenticato il borsone da T-teuchi...- gli porse la borsa, lui la prese e la mise in camera. Tornò da lei -Grazie mille...-
-C’è una cosa che vorrei chiederti Naruto-kun...- prese una piccola pausa, poi continuò -perché l’hai ridotto in quel modo?-chiese spontaneamente senza neanche precisare il nome dell’Inuzuka. Lui la guardò colpevole, distolse lo sguardo e parlò -Come lo sai?-
-B-beh quando s-sono arrivata da te era a-ancora davanti a-alla tua p-porta...- era imbarazzata a chiedergli di Kiba, sarebbe stato molto più semplice dargli il suo borsone e salutarlo senza chiedergli niente ma si sentiva coinvolta.
-Secondo te Ino perché Hinata è così in ritardo? Non è da lei! Credi che gli sia successo qualcosa?- chiese preoccupata Sakura all’amica bionda, che in risposta alzò gli occhi e rivelò che aveva notato la mora un’oretta prima dirigersi verso l’appartamento di Naruto.     -Da Naruto!? secondo me ti stai confondendo! O non era lei o non stava andando da Naruto! Dai Ino sai quant’è timida!- esclamò la rosa non credendo alle proprie orecchie.
-Lo so che è strano Saku ma è così! Ho notato anche che aveva un borsone con se ma ero di fretta e non ho potuto chiederle niente!- disse ormai esasperata -Andiamo a cercarla, va bene?- aggiunse poi. -Un borsone? Strano direi, ha un appuntamento con noi e porta un borsone con se... Uhm, meglio andare a cercarla.- rispose pensierosa la ragazza. 
-Uffa! Abbiamo cercato in tutta Konoha e non c’è, sono ore che la cerchiamo! Dove cavolo è finita quella Hyuga!- gridò la bionda arrabbiata con la mora, rimase sorpresa quando la ragazza in questione le rispose da dietro tranquillamente -Be’ ero da una persona e avevo lasciato il cellulare a casa...- finì la frase con un sorriso timido e del rossore sul volto. -Oh Hina-chan sei qui... Scusa è che ho perso un po’ la pazienza, insomma non è molto da te fare tardi senza avvisare.- la corvina imbarazzata cercò una scusa plausibile invano riuscendo solamente a balbettare qualche parola confusa. -Allora analizziamo le cose Hinata... Prima di tutto ti ho vista andare verso la casa di un biondino di nostra conoscenza, poi fai tardi e non avvisi. Ultimo ma non meno importante, ora sei qui ma, a differenza di prima, il borsone che avevi prima ora non è con te. Quindi secondo me tu sei stata a casa di Naruto anche se non mi spiego il perché tu avessi un borsone...- raccontò Ino con tono malizioso. -Be’ io in effetti sono andata da N-Naruto-kun e avevo un borsone, e-era di Na-Naruto-kun, lo aveva dimenticato d-da T-teuchi e ho voluto riportarglielo...- 
-Si ma sei in ritardo di ore!- protestò Sakura -Be’ ecco io... vedete... sono stata... ehm... be’...- borbottò lei ma non riuscì a formulare una frase di senso compiuto. -Cosa avete fatto voi due insieme?- sospettò ancora più maliziosa di prima. La corvina la guardò imbarazzata con il viso paonazzo, quando si rese conto di cosa l’amica stesse insinuando sbarrò gli occhi e rispose prontamente -Io e lui non abbiamo fatto niente del genere! Toglitelo dalla testa!-
-Tutto bene ragazze?- la calda voce familiare calmò Hinata all’istante, si girò molto lentamente fino a vedere il suoi lineamenti e i suoi capelli color grano, gli occhi azzurri come il cielo e i suoi tipici segni sulle guance. 
-Na-naruto-kun!- esclamò Hinata sorpresa -Come mai qui?-
-Facevo un giro, sai per schiarirmi le idee. Per cercare di ricordare qualcosa, tutto qua.- rispose lui. La ragazza lo guardò, non riusciva più a staccargli gli occhi di dosso ma lui, per fortuna, non se ne accorse. Ino diede una gomitata alla mica dai capelli rosa e d’istinto disse
-Be’ io e Sakura dobbiamo proprio andare ragazzi, ciao!- strattonò la rosa e insieme corsero via.
-Hey ragazze aspettate! Io devo tornare a casa ed è troppo tardi per andarci da sola!- urlò di rimando la corvina alle amiche che non si girarono neanche a guardarla 
-Ti riaccompagno io Hina-chan se ti fa piacere.-
-Oh... Grazie mille Na-naruto-kun-
Lei rossa in viso e lui con le mani dietro alla nuca iniziarono ad andare verso villa Hyuga.

-Hina-chan...-

-Naruto-kun... ti sei ricordato qualcosa di nuovo?-
-In realtà... be’ si... ultimamente ho come dei flashback, immagini di battaglie e ho incontrato il Kyubi... Domani avviserò Sakura e la signorina Tsunade di questi progressi però, non capisco... Sakura è una mia compagna di team quindi dovrei avere più ricordi con lei che con molte altre persone però... Di lei ho solo qualche ricordo, ho più ricordi con un’altra ragazza, anzi più che averne di più io, ecco, io provo qualcosa di strano quando ci penso. Però c’è un problema, non riesco a capire, in ogni ricordo, in ogni flashback, io non vedo il suo viso è sempre di spalle oppure sento la sua voce e vedo solo nero. Anche se pure la sue voce è diversa, come ovattata.- 
-Davvero? Ma è fantastico! Stai iniziando a ricordare Naruto-kun, hai fatto grandi progressi- esclamò felice per il ragazzo poi chiese:
-Non hai nessuna idea su chi possa essere? La ragazza intendo.-
-No, non ne ho la più pallida idea... Oh, guarda siamo arrivati. Io vado allora ci vediamo Hinata!- detto questo iniziò a correre verso casa sua, dall’altra parte del villaggio.
-Ciao...- mormorò debolmente la ragazza. Aprì il cancello della villa e si avviò verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua, sussultò quando trovò il padre ad aspettarla. 
-Dove sei stata Hinata?- chiese lui severo.
-Ero fuori con Sakura ed Ino padre.-
-Non mentire! Sono tuo padre e mentire è una mancanza di rispetto! Ti ripeterò la domanda. Dove sei stata?-
-Io ero con Sakura ed Ino padre.- ripeté lei più sicura.
-E quel ragazzo che era al cancello prima con te allora?-
-Oh, Naruto-kun... Vedi lui mi ha solo riaccompagnato a casa. Era tardi e non mi fidavo a tornare a casa da sola. Per caso l’avevamo incontrato e, visto che Sakura ed Ino abitano vicine tra loro ma non da questo lato del villaggio, Naruto si è solo proposto di accompagnarmi fino a qui.-
-Per questa volta ti crederò ma sia chiaro non voglio mai più vederti in giro a quest’ora della notte con un ragazzo! È un disonore per la famiglia!- il suo tono non ammetteva repliche o scuse, la corvina annuì e si diresse verso la propria camera, si fermò solo un attimo per dare la buona notte al padre dandogli le spalle. 
Arrivò nella sua stanza e guardò la sveglia sul comodino, mezza notte e venti, in effetti era davvero tardi. Si gettò sul letto e iniziò piangere in silenzio sfinita dalle continue oppressioni del padre. Si addormentò così senza cambiarsi, in posizione fetale continuando a piangere. Il sogno che fece quella sera fu strano, non vedeva niente, sentiva però delle voci che sembravano parlare di lei ma senza rivolgersi direttamente. Come sei lei non potesse sentirle, secondo quelle voci in realtà per niente sconosciute, lei non stava bene, anzi, dicevano che doveva svegliarsi ma che questo non accadeva.

“C’è qualcosa che non va, avrebbe dovuto svegliarsi secondo quello che avevano diagnosticato i medici ma non è successo niente! È lì ferma immobile che non apre gli occhi da un mese circa e io non ce la faccio più! Sono stanco, esausto, disperato e rischio di impazzire!”
“Ora calmati per favore, andrà tutto bene Hinata si sveglerà!”

-Svegliarmi da cosa? Io sto bene.-

“È da un mese che lo dici e non è cambiato niente...”
“Scusa, scusami è che non so cosa dirti... Io non capisco più niente la diagnosi era sbagliata ma non riesco a trovare l’errore, non so dove abbiano sbagliato! Io... Io non ho le competenze e la signorina Tsunade... ci sta lavorando ma nemmeno lei riesce a capire...”  Si senti la qualcuno iniziare a piangere
“Vieni qui” ci fu una breve pausa in sui si sentivano solamente i singhiozzi della ragazza che piangeva “Stai tranquilla, tu ce la farai, ne sono sicuro Sakura, io credo in te”.
Sentì il calore di una mano sulla sua.

Dopo di questo non sentì più niente, solo il calore sulla mano come se venisse stretta da una più grande.
La ragazza fu svegliata dalla suoneria del suo cellulare, sullo schermo c’era la scritta Sakura

-Pronto?-
-Hey Hina sono Sakura-
-Si lo so chi sei Saku, ho il tuo numero in rubrica. Perché mi chiami alle sette e mezza di mattina?-
-Come perché? Hinata sai che giorno è domani?-
-Il 10 ottobre...IL COMPLEANNO DI NARUTO!!! Me lo stavo dimenticando! Ciao Sakura-chan scusa ma devo andare. Ci vediamo in giro.-

Hinata chiuse la telefonata e gettò il telefono sul letto, si cambiò i vestiti del giorno prima che aveva ancora addosso, si lavò il viso e uscì dalla stanza lasciando il letto sfatto. Passò per la cucina e prese una mela in fretta da mangiare per strada come colazione ma prima che uscisse dalla stanza una voce la bloccò.
-Dove vai?-
-Mi sono svegliata presto e volevo fare una passeggiata fino al parco, padre-
A questa risposta il padre si girò e lasciò la figlia andare. 

-Sasuke!-
Vista la ragazza dai capelli rosa, il moro si avvicinò alla panchina su cui si era appena seduta.
-Allora perché mi hai chiamato, detto che era successo qualcosa e fatto venire qui alle sette e quarantacinque della mattina?- disse lui infastidito.
-Semplice. Domani è il compleanno di Naruto e dobbiamo organizzare qualcosa!-
-Tu. Non io...-
-Sas’kè ascoltami, noi siamo amici e lo siamo di Naruto non mi sembra così brutto provare a fargli una sorpresa insieme per una volta. Poi non la facciamo solo noi due ci aiuta anche Hinata.-
-La Hyuga?-
-Si lei ci aiuta, anche se ancora non lo sa visto che sta mattina l’ho chiamata e appena si è resa conto che domani è il 10 mi ha buttato giù. La richiamo dopo.-
-Sakura-chan, Sasuke-kun che ci fate voi qui?-
-Oh sei venuta anche senza che te lo dicessi fantastico!-
-Che?- chiese confusa la mora, a quel punto la rosa le spiegò tutto e la ragazza dai lunghi capelli fece un largo sorriso e annuì energicamente contenta della bella idea avuta dall’amica. I tre si salutarono solo dopo che le due amiche furono riuscite a convincere anche il ragazzo, fissando un’appuntamento per le tre di pomeriggio.

Sakura aveva detto di poter arrivare prima perché aveva da sistemare una faccenda con Ino...

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Apro la porta della fioreria della famiglia Yamanaka sbadigliando, sono le nove del mattino adesso ma l’idea di essermi alzata alle sette mi fa tornare il sonno. Se ci penso  è stata una pessima idea. Ino mi saluta da dietro il bancone con un cenno della mano, noto che pure lei è molto assonnata, probabilmente ha fatto molto tardi l’altra sera dopo essere tornata a casa. Aspetto cinque minuti che arrivi suo padre a darle il cambio per il turno in negozio e appena arriva ci fiondiamo fuori dalla porta. Camminiamo senza dire una parola per circa dieci minuti fino a quando non ci sediamo in un piccolo locale, a rompere per prima il silenzio sono io che le chiedo quali siano i nostri piani.
-Non lo so, però lo facciamo questo pomeriggio. Ora non sono abbastanza sveglia per picchiare qualcuno...-
-Sono pienamente d’accordo.- affermo io.


-Hina-chan, sei forte so che c’e la farai, per favore dammi un segno che mi senti, che mi stai ascoltando.-

-Sai mi manchi Hinata-

-Perché non ti svegli?-

-Tu vincerai, lo batterai-

-Io credo in te-


Mi tengo la testa fra le mani non capisco più niente, Tsunade ha appena finito di visitarmi, ha detto che non c’è niente di strano che sto bene, forse un po’ di stanchezza. Io non ci credo, sto impazzendo, tutte queste voci mi stanno esplodendo in testa, in più sono ovattate e non capisco di chi siano. Non riesco a capire il loro significato, dicono che devo svegliarmi, ma da cosa? Non l’hanno mai detto e sa un lato di me vuole che spariscano l’altro spera in una frase che mi dica da cosa devo svegliarmi. Devono pur significare qualcosa...
Entro in casa ancora stordita da tutte le parole che mi vagano per la mente e lentamente mi dirigo verso la mia stanza ignorando Ko che mi chiede se mi senta bene, è strano da parte mia non rispondergli ma la mia voglia di parlare è sotto zero; appena mi distendo sul letto cado tra le braccia di Morfeo. Mi risveglio che sono le due inoltrate di pomeriggio,  stranamente nessuno è venuto a chiamarmi per il pranzo ma non me ne preoccupo più di tanto; mi avvicino all’antico mobile che c’è sotto la finestra della mia camera e da esso estraggo una scatola di discrete dimensioni. Quando la apro vedo subito la lana rossa comprata a inizio settembre, mentre l’acquistavo sapevo già l’uso che ne avrei fatto, era il mio regalo di compleanno per Naruto, gli avrei fatto una sciarpa. Non è esattamente il regalo più costoso o bello che io possa fare ma è pieno del mio amore poiché sono io a farla; prendo i ferri da maglia e mi metto all’opera.
Quando finì la sciarpa il cielo era già scuro, presi il cellulare per guardare l’ora ma l’unica cosa che vidi furono una ventina di chiamate perse da Sakura, una da Sasuke, strano pensò, e due messaggi da Kiba.

KIBA, ore 14:15
“Hinata davvero mi dispiace per quello che è successo, spero che tu possa perdonarmi.”


KIBA, ore 18:37
“Non che ti interessi molto ma volevo avvisarti che sono ricoverato in ospedale, ringraziamo Ino e Sakura. Scusami ancora.”


Finito di leggere i messaggi la mora chiamò Sakura all’istante.

Bip...

Bip...

Bip...


-Si può sapere perché Kiba è all’ospedale!-esclamò Hinata appena l’amica le rispose.
-Okay Hinata calmati, io ed Ino gli abbiamo solo inferto la pena che meritava- si difese la rosa, poi cambiò discorso. -Posso invece sapere dov’eri oggi pomeriggio alle tre.
-A casa perché?- chiese ingenuamente la corvina, poi sgranò gli occhi e capì -O Kami! Scusatemi tanto me ne ero scordata!-
-Io e Sasuke abbiamo provato a chiamarti! Perché non hai risposto?- 
-Stavo facendo il regalo per Naruto fino a qualche minuto fa e avevo messo il telefono in silenzioso, scusatemi davvero.-
-Okay tranquilla...- la rassicurò l’amica e le spiego il piano per il giorno seguente.

 

10 OTTOBRE. Ore 14:23

-Okay ragazzi Sasuke sta arrivando con Naruto, nascondetevi!- esclamò la rosa accovacciandosi dietro il divano.


-Perché siamo a casa tua dobe?-

-SORPRESA!-


Naruto urlò per lo spavento poi un grande sorriso si fece largo sul suo volto. Ringraziò i presenti per la festa e prese in giro Sasuke.
-Lo sapevo che non te ne eri dimenticato dobe!-
-Taci teme.-
-Alla fine di me ti importa qualcosa! Hahahah.- rise il biondo e in risposta l’Uchiha gli lanciò un’occhiata gelida.
Dopo un paio d’ore l’Uzumaki si accorse di una dolce figura che se n’era stata in disparte per tutta la serata, indossava un vestito lillà con del pizzo a fiori e la scollatura a cuore e i capelli neri e lisci le ricadevano morbidi sulle spalle, nella sua semplicità sembrava una dea. Il ragazzo si avvicino con cautela quasi avesse paura di spaventarla.
-Ciao.-
-Ciao.- rispose lei stranamente senza arrossire


-Hinata...-

 

-Come va?-
-Bene, te?- la conversazione aveva un’atmosfera strana.
-Bene, ma non ricordo niente di nuovo.- disse lui.
-Mi spiace.-
-Hinata... Posso parlarti...-
-Certo.-
-Intendo... Da soli...- disse lui imbarazzato.
-Oh... S-sì.- rispose lei e il rosso incominciò a prendere possesso delle sue guance-


-Hinata... non ce la faccio più... Per favore non mollare, senza di te io non so più che fare...-



Uscirono nel giardino e si allontanarono di qualche metro dalla casa.
-C-che vo-volemi dirmi?- la balbuzie aveva preso di nuovo il controllo delle parole della giovane.
-Ecco, io non so se quello che sto per dirti valesse anche prima che io perdessi la memoria ma... La prima volta che sei venuta a trovarmi, ero rimasto incantato da te...-
Lei strabuzzò gli occhi.
-Da quando sono uscito dall’ospedale ho iniziato a pensarti, la cosa si è fatta sempre più frequente...-

 

-Hinata se mi senti stringi la mia mano.-

 

La ragazza strinse entrambi le mani d’istinto e guardò il ragazzo d’innanzi a lei sempre più arrossata senza riuscire ad aprire bocca.
-Hinata, io non mi ricordo di te e non posso dire di amarti, non ancora, ma sono sicuro di una cosa... Mi piaci, e non nel modo in cui può piacermi un’amica. Voglio provare a stare con te Hina-chan, se tu me lo permetti.- Quello era il discorso più serio che il ragazzo avesse mai fatto nella sua vita, era imbarazzato come non mai e si grattava la nuca con una mano.
Lei era paralizzata, poi all’improvviso svenne cadendo tra le braccia del biondo che prontamente la sostenne.
Molte frasi o parti di esse incominciarono a vagare nella mente della ragazza mente lui chiedeva aiuto.

 

-Sakura-chan! Mi ha stretto la mano!

 

-Che è successo?

 

-Il suo cuore sta accelerando...

 

-...Baka!

 

-Hina-chan ascoltami

 

-Ci sei Hinata? 

 

-...portatemi dell’acqua!

 

-Chiama Tsunade! Ho bisogno...

 

-Mi sono innamorato di te Hinata...

 

Le voci erano ovattate e quando la ragazza si svegliò era distesa su un letto d’ospedale, aveva bende sulle braccia e una gamba ingessata, cercò di alzare la mano destra per portarla al viso e fu allora che si accorse del ragazzo biondo addormentato che le stringeva la mano, arrossì quando lo riconobbe.
-Ti sei svegliata finalmente. È da un mese che ti strige la mano, è uscito da questa stanza solo per lavarsi.- disse una ragazza dai corti capelli rosa entrando.
-Cos’è successo?- chiese Hinata a disagio.
-Sei stata in coma per un mese circa dopo lo scontro con Pain.-
-Pain?- fu allora che capì tutto.


Molti dicono che quando si è in coma non senti niente, sei assente, un sonno senza sogni. Altri sostengono che si possa sentire, che le voci degli altri possano aiutare le persone, e che si sogni, posso essere più d’uno, oppure sempre lo stesso. Hinata ora sapeva che lei aveva sognato, e sorrise amaramente, tutto quello che aveva vissuto era frutto della sua immaginazione, in quel momento non c’ero dolore più grande.
-Ho sognato.- Disse d’un tratto stringendo la mano di Naruto ancora nelle braccia di Morfeo. -Ho sognato che fosse innamorato di me, ho sentito la sua voce dirmelo...- confessò con una fitta al cuore e le lacrime che già le rigavano il volto.
-Non era un sogno Hina-chan, io sono innamorato di te.- Naruto aveva alzato il viso e la guardava.

-Aspettavo solo che tu aprissi gli occhi per dirtelo...

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