Un caso per Agatha Christie

di KillerQueen86
(/viewuser.php?uid=93923)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro a sorpresa ***
Capitolo 2: *** Indagare ***
Capitolo 3: *** Sempre più lontano ***



Capitolo 1
*** Un incontro a sorpresa ***


Note dell'autore: Ecco finalmente il primo capitolo di "Un Caso per Agatha Christie". Ammetto di avere avuto non poche difficoltà nel scriverlo, perché ho già impostato i due episodi successivi con River, ma per questo ho davvero poche idee, e perdonatemi se potete se troverete questo capitolo davvero non soddisfacente.

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

Un caso per Agatha Christie

 

Capitolo 1

Un incontro a sorpresa

 

Rose si sveglio si soprasalto dopo l'ennesimo incubo, stirò il braccio sperando di trovare il Dottore, ma il posto accanto era vuoto e freddo. Si mise a sedere cercando di raccogliere le idee, guardò sul comodino dall'altra parte del letto, e notò che non c'era alcun libro, non si sorprese più di tanto, erano giorni che lei e il Dottore non dormivano più insieme, anzi aveva dei dubbi sul fatto che lui dormisse.

Sbuffò stanca, si sentiva terribilmente triste e sola, dalla morte di Jenny il Dottore si era allontanato da lei, certo davanti a Donna continuavano a divertirsi nel saltellare da un avventura all'altra, ma lui la teneva a distanza, niente più abbracci rubati, strette di mano, baci e sussurri, evitava di stare da solo con lei per troppo tempo, niente di tutto questo e soprattutto la cosa che le faceva più male sembrava che avesse interrotto il loro collegamento mentale.

Cacciò lontano i suoi pensieri, non serviva a nulla starsene seduta a commiserarsi, si alzò e si sistemò. Mise la sua maglietta preferita viola, i suoi immancabili jeans e legò i capelli in una coda disordinata, un tocco di trucco e uscì dalla stanza.

Si chiese, dove erano quei due, non le sembrava di sentire la voce squillante di Donna, né quella del Dottore, decise di andare dritta in sala console. Una volta arrivata si è trovata il Dottore girovagare attorno alla console e Donna che tentava di andargli dietro.

"Allora, quali sono i piani per oggi?" chiese entrando, attirando così l'attenzione su di lei.

"Mi farà pilotare il Tardis, di nuovo" rispose Donna entusiasta.

"Questo non l'ho mai detto" ribatté preoccupato il Dottore fermandosi, riuscendo a fare scappare una piccola risatina a Rose.

Era una gioia vedere quei due punzecchiarsi a vicenda, era davvero grata della presenza di Donna. Si avvicinò al Dottore con tranquillità e naturalezza.

"Hai già in mente qualche meta?"chiese una volta vicino a lui, che la guardò per un attimo sorridendole.

"Oh più o meno" rispose facendole l'occhiolino.

Le piaceva tutto quello, ma sentiva la mancanza delle sue braccia attorno a lei, la sua mano stringere la sua, e anche se sembrava tutto come sempre, lei lo sapeva che in quel momento il Dottore era lontano un miglio da lei.

"Ohi piccioncini, potreste evitarlo davanti a me, grazie" li richiamò Donna, facendo arrossire Rose subito, il Dottore si allontanò per avvicinarsi allo schermo.

"Allora qual è questa meta?" chiese Donna.

"Oh pensavo solamente, che il pianeta Zorg, potrebbe essere divertente" disse riprendendo a gironzolare attorno alla console.

"Credo che potrebbe esser divertente" aggiunse Rose sorridendo facendo spuntare la punta della lingua tra i denti.

"Reggetevi forte" le invitò facendo partire il TARDIS, che come sempre tremava, rumoreggiava, fino a quando con un tonfo si fermò.

Il Dottore fu il primo a correre per uscire, seguito da Donna e Rose emozionate per quello che le aspettava. Una volta fuori dalla cabina, notarono che si trovavano in un giardino, accanto ad una casa enorme.

"Ohh che aria profumata" disse il Dottore mettendosi le mani nelle tasche.

"Non mi sembra tanto un pianeta alieno" aggiunse Rose avvicinandosi.

"Erba, limonata e un po’ di menta, dovrebbero essere gli anni '20" spiegò il Dottore camminando.

"Il Tardis ha cambiato nuovamente le coordinate" scherzò Rose.

"Non ci credo, ti basta annusare l'aria per capire l'anno?" chiese scettica Donna.

"Oh si" rispose soddisfatto ad entrambe.

"Meglio dire, che ha avuto un grosso aiuto da quella macchina che sta percorrendo il viale" aggiunse Rose indicando davanti a loro.

I tre si avvicinarono alla casa, attenti a non farsi vedere, osservando con attenzione ciò che succedeva nel cortile della casa.

"Chi se ne importa del pianeta Zorg, una festa negli anni '20 è decisamente meglio" commentò Donna eccitata all'idea.

"Sì, ma non siamo stati invitati" aggiunse il Dottore con il broncio, poi tirò fuori la carta psichica.

"Uh dimenticavo, certo che lo siamo" aggiunse sventolando il piccolo pezzo di pelle nera lucido.

"Carta psichica" precisò Rose.

"Sarà il caso di cambiarci, almeno non daremo tanto nell'occhio" aggiunse la biondina mentre si avvicinarono al Tardis.

"Io vi aspetto qui" disse il Dottore appoggiandosi al Tardis, mentre le due donne entravano nuovamente nella navicella.

"Ha tutte le fortune, non gli serve cambiarsi come noi" si lamentò Donna sorridendo mentre si addentravano nella sala guardaroba che il Tardis aveva pensato bene di mettere accanto alla sala della console.

"Beh ammettilo, questo è una delle parti più divertenti dei viaggi con il Dottore" aggiunse Rose iniziando a cercare tra i vestiti.

"Come va?" chiese poi la rossa, guardandola.

Rose si voltò guardandola, le avrebbe voluto dire come in realtà si sentiva, ma lasciò correre.

"Sto bene" mentì sforzandosi di sorridere, per poi tornare a cercare vestiti.

Sapeva che Donna non le avrebbe creduto, sapeva che tutto sarebbe tornato alla normalità, o almeno sperava che fosse così, ma per il momento metteva su il suo migliore sorriso e continuava come se nulla fosse cambiato.

 

Mentre Donna e Rose ascoltavano, emozionate Agatha che parlava con gli altri, decise di guardare il giornale per sapere almeno in che periodo erano capitati, voleva evitare di parlare di cose non ancora successe. E poi aveva bisogno di distrarsi, stare accanto a Rose, mentre lei era vestita con quel delizioso vestito rosa antico, era una tortura.

In quegli ultimi giorni tra loro le cose non andavano, e ovviamene era colpa sua, non riusciva a stare con lei, sapeva che Rose voleva sapere molte cose sul suo passato, aveva bisogno di parlare di Jenny ma ogni volta che provava anche solo a pensarci rivedeva la ragazza morire tra le sue braccia e si trovava a tormentarsi su quanto sarebbe stato bello poter stare con Rose e Jenny sul Tardis.

Per questo adesso aveva solo bisogno di distrarsi e dedicarsi ad altro. Fece segno a Donna di avvicinarsi con Rose, non appena vide la data sul giornale.

"Qualcosa non va?" chiese Rose avvicinandosi.

"E' un po’ strana, la data su questo giornale" fece mostrando il giornale alle due, mentre lui si concentrò su Agatha evitando di pensare alla vicinanza di Rose, e al suo dolce profumo di frutta che lo aveva sempre fatto impazzire.

"Cosa c'è di strano?" chiese Donna.

"E' il giorno in cui Agatha Christie scomparve" spiegò con calma.

"Come scomparve?" chiese chiarimenti Rose, tornando a guardare la donna sorridente e cordiale che avevano davanti.

"Credo di aver letto qualcosa a scuola, ma non lo ricordo molto" disse Donna.

"Ha appena scoperto che suo marito ha una relazione" spiegò il Dottore.

"Guardandola non si direbbe" aggiunse Donna.

"E' anglosassone, e molto ricca, è il loro modo di essere, pensano ad andare avanti" spiegò il Dottore senza mai distogliere lo sguardo da Agatha.

"Questa volta, non sarà così, svanirà semplicemente nel nulla" continuò a spiegare.

"La sua macchina verrà ritrovata in riva ad un lago, fra dieci giorni, Agatha Christie apparirà in un hotel di Harrogate, disse che aveva perso la memoria non parlò più della sua scomparsa, fino al giorno in cui morì" continuò a spiegare.

"Quindi qualunque cosa sia stata, succederà oggi" aggiunse Rose sorpresa, guardando anche lei Agatha Christie.

"Proprio qui e proprio adesso" disse ancora il Dottore, era preoccupato per quello che poteva succedere, ma era anche molto eccitato dall'idea di stare accanto a un mito della letteratura inglese come Agatha Christie e poter finalmente soddisfate la sua curiosità sul mistero della sua scomparsa.

 

Fine

Capitolo I

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Indagare ***


Note dell'autore: Allora premetto che idee per questo episodio sono solo due, infatti questo capitolo è breve, rispetto agli altri. Più cercavo di trovare idee per questa storia, più mi tornava in mente l'incontro con River … non ci posso fare nulla quella scena è impressa nella mia mente da quando ho iniziato a scrivere la quarta stagione.

In sintesi perdonatemi per la pochezza di questa storia, e resistete nella speranza che la prossima sia migliore.

 

Capitolo 2

Indagare

 

Dopo essere usciti dalla biblioteca, i tre si avvicinarono alle scale che portavano al piano superiore, Donna era ancora sorpresa per la situazione assurda che si era creata, un assassino in biblioteca, con Agatha Christie.

"Tra poco mi direte che è come "Assassinio sull'Orient Exspress" e sono tutti colpevoli" disse mentre si avvicinavano alle scale, da una delle porte giunse Agatha.

"Assassinio sull'Oriente Express?" chiese Agatha sorprendendoli.

"Oh uno dei vostri libri" continuò Donna.

"Non ancora" sussurrò il Dottore, Rose non riuscì a trattenere un piccolo sorriso divertita

"Però è un idea meravigliosa" aggiunse la scrittrice.

"Dovreste appuntarla da qualche parte" consigliò Rose divertita da quella situazione.

"Il copriryght è di Donna Noble" suggerì invece la rossa sullo scalino.

"Ad ogni modo, io Agatha e Rose interrogheremo i sospetti, e tu perquisirai le stanze da letto" disse il Dottore cambiando discorso, nel mentre cercava qualcosa nella tasca interna della giacca.

"Cerca altri residui" sussurrò tirando fuori un enorme lente d'ingrandimento.

"Dici davvero?" chiese la rossa guardandolo seriamente.

"Vai pure aiutante super" la invogliò il Dottore sorridendole.

"Perché non posso andare anche io con lei" aggiunse Rose, preferendo per la prima volta stare con Donna che con il Dottore.

"Pensavo che ti sarebbe piaciuto partecipare" aggiunse il Dottore sorpreso dalla sua compagna.

"Vero, ma non mi sembra giusto lasciare Donna da sola" disse e prese in mano la lente di ingrandimento.
"Su Donna andiamo" disse incamminandosi con la rossa.

"Fate attenzione" gli suggerì.

"Non lo faccio sempre?" chiese con ironia facendo spuntare la punta della lingua tra i denti.

"Oh cosa vuoi che succeda Spaceboy" intervenne Donna.

Le due ragazze si guardarono divertite e salirono ai piani superiori, Rose dava un occhiata in giro stringendo la lente d'ingrandimento. Aveva bisogno di una distrazione, doveva concentrarsi su qualcos'altro, e stando accanto al Dottore non poteva. Avrebbe tanto voluto che lui le permettesse ancora una volta di avvicinarsi un po’, quel giusto che sarebbe servito a lui a sopportare il vuoto lasciato dalla morte di Jenny.

"Allora, dimmi perché sei qui?" chiese Donna.

"Non mi sembrava giusto che restassi da sola" le rispose, mentendo in parte, iniziò a sentire la mente solleticata da qualcosa, solo leggermente, ma quel tanto per incuriosirla.

"Oh non dire sciocchezze, no sarebbe certo la prima volta, che sta succedendo tra te e il Dottore" chiese Donna sempre più curiosa

"Nulla" rispose, ed era la verità, tra lei il Dottore non era più successo nulla, lui si drasticamente allontanato la lei, era come se fossero tornati indietro di anni.

"Rose" la chiamò dolcemente Donna, mentre camminavano in quei corridoi.
"Davvero Donna, non è successo nulla, da quando …" ironizzò per poi fermarsi un attimo a sospirare.

"Da quando è morta Jenny" continuò per lei Donna.

"Già, si è allontanato e io non riesco più ad avvicinarmi, sembra quasi che scappi da me"ammise per la prima volta a voce alta.

"Hai provato a parlare con lui" suggerì Donna.

"Non riesco, vedi non è facile parlare con lui di tutto questo" ammise frustrata. Scosse la testa concentrandosi nuovamente su quello che dovevano fare.

"Credevo che fossi più testarda, mi ricordo che eri così" disse la rossa preoccupata per il cambiamento di Rose.

"Cerchiamo indizi Donna, credo sia meglio" disse cambiando discorso e accelerando in passo,era diventata troppo brava a cambiare discorso, proprio come il Dottore. Il ronzio nella sua testa di fece più presente, sembrava quasi che ci fosse un ape o qualche altro insetto, forse non era nella sua mente.

"Senti nulla?" chiese la biondina guardandosi attorno confusa

"Cosa dovrei sentire?" Chiese Donna.

"Nulla mi sarò sbagliata" rispose cercando di non dargli peso.

 

Stava lì davanti alla finestra Donna era andata a consolare Agatha in giardino, era incredibile quanto una donna intelligente come lei potesse pensare di non esserlo, e di non aver creato dei libri leggendari.

"Tutto bene?" chiese il Dottore alle sue spalle, riportandola alla realtà. Si voltò e lo vide proprio vicino a lei con il viso preoccupato, gli sorrise per tranquillizzarlo.

"Si, stavo solo pensando" disse con calma tornando a guardare le altre due dalla finestra.

"Deve essere davvero difficile per lei affrontare la separazione dal marito, soprattutto in questo periodo, dove tutti te lo ricordano" continuò senza perdere di vista Agatha.

"Perdere qualcuno ti fa dubitare di tutto" sospirò il Dottore guardando nella sua direzione. rose si voltò a guardarlo rendendosi conto che forse, in quel momento poteva approfittare della situazione e cercare di farlo parlare.

"Fare finta di nulla, però può solo logorarla dall'interno" disse cercando il suo sguardo.

"A volte parlare con qualcuno aiuta ad alleggerire il peso che uno si porta dentro" continuò, il Dottore abbassò lo sguardo, e Rose iniziò a dubitare di aver sbagliato ad aver insistito sull'argomento.

"A che punto sei con quegli esami?" chiese cambiando discorso e voltandosi nuovamente verso Donna e Aghata.

Oh nulla di particolare, si tratta senza dubbio di un pungiglione di vespiforme, che hanno gli alveari nella galassia Silfrax" spiegò prendendo entusiasmo nel discorso.

"In effetti è un bel posto, ti ci potrei portare qualche volta" disse sorridendole, ma Rose era concentrato su altro.

"Può essere che sia legato a qualche campo telepatico?" chiese lei tornando a guardarlo.

"Può esser, perché?" chiese aggrottando la fronte confuso.

"Credo di aver percepito il ronzio prima di vederlo" spiegò lei, e il Dottore la guardò.

"Credo che sia per il collegamento" spiegò con calma.

"Se, vuoi posso ..." chiese indicando le tempie.

"No" si affrettò a rispondere allarmata solo per il fatto che lui gliela proposto.

"Non è doloroso o altro" spiegò sorridendogli.

"E' confortante quando sono sola, o la notte quando non riesco a dormire" ammise abbassando lo sguardo.

"Hai ancora incubi?" chiese preoccupato.

"nulla che non posso gestire" mentì distogliendo lo sguardo.

"Rose ..." iniziò avvicinandosi, ma Donna e Agatha entrarono in quel momento interopendolo.

 

Fine

2° Capitolo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sempre più lontano ***


Note dell'autore: Settimana piuttosto producente per me, eccovi il terzo e ultimo capitolo. Come detto in precedenza scrivere questo episodio non è stato facile, perché le idee scarseggiavano, ma sono soddisfatta del finale, ora m'imbarco nell'episodio che attendevo di più scrivere, quello con River.

Cmq tornando a questo, spero che vi piaccia anche questo capitolo, buona lettura e alla prossima.

 

Capitolo 3

Sempre più lontano

 

Donna versò l'acqua calda nella sua tazza preferita, soffiò un po’ e andò verso il tavolo, dove si mise a leggere una rivista, il TARDIS la coccolava sempre di più ed era una cosa che apprezzava, ma non l'avrebbe dato a vedere, sarebbe stato un apprezzamento rimasto tra lei e la TARDIS.

Il Dottore entrò in cucina con le mani in tasca e in cerca di qualcosa, meglio dire di qualcuno.

"Una tazza di te?" chiese la rossa senza alzare gli occhi dalla rivista.

"No, grazie" rispose con un tono calmo.

"Lei non c'è, credo che dorma, non la vedo da quando abbiamo lascito la console" disse anticipando la sua domanda, lo sentì sbuffare e mettersi seduto davanti a lei.

"Non dovevi sistemare qualcosa alla console?" chiese chiudendo il giornale e mettendolo da parte.

"Sì, ma prima volevo assicurarmi che fosse tutto a posto" disse guardando un punto indeterminato della stanza, Donna lasciò la presa sulla tazza, e guardandolo.

"Vai da lei, avete bisogno di parlare" disse dolcemente, il Dottore alzò gli occhi su di lei, sembrava così confuso, e nello stesso tempo, esprimeva attraverso quello sguardo il bisogno di parlarle, di averla accanto.

"Permettigli di avvicinarti, ne avete bisogno entrambi" continuò con dolcezza.

"Si è avvicinata più di chiunque altro" disse con la voce tremante.

"E ora tu la stai allontanando" continuò risoluta, ma sempre mantenendo un tono dolce.

"Non so … " iniziò per poi fermarsi di colpo, distolse lo sguardo e is alzò per andarsene.

"Aspetta" lo fermò Donna alzandosi.

"Non so cosa farei se la dovessi perdere, come ho perso Jenny" disse sinceramente dandole le spalle.

"Quindi credi sia meglio allontanarla?" chiese avvicinandosi a lui.

"Per il bene di entrambi" disse abbassando la testa sconfitto.

"Dottore, Rose ha bisogno di te ora, e tu hai bisogno di lei, smettila con questi giochetti" disse con un tono più deciso.

"Stanne fuori" le disse con freddezza, si voltò verso di lei infastidito, Donna incrociò le braccia al petto.

"Scusami non volevo", si scusò abbassando lo sguardo, Donna lasciò correre rendendosi conto di quanto il Dottore non riuscisse a esprimere i suoi sentimenti, anche se erano chiari per tutti.

"Vado a vedere come sta" disse voltandosi nuovamente verso il corridoio e sospirando.

"Credo sia meglio", suggerì Donna rimettendosi a leggere la sua rivista.

Il Dottore scomparve tra i corridoi lasciando nuovamente Donna da sola, sperava che i suoi due amici riuscissero a risolvere i loro problemi e tornare a essere Rose e il Dottore.

 

Era sdraiata sul suo letto a pancia in giù, mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli, sfogliava distrattamente le pagine di quel diario, i sogni di John Smith che raccontavano la vita del Dottore, erano mesi che non prendeva in mano quel diario, lo aveva tenuto gelosamente nel cassetto del suo comodino, dopo il Maestro non era riuscita a leggerlo, forse per paura di risvegliare brutti ricordi, o forse semplicemente non era pronta ad affrontare certi argomenti con lui, e dopo quello che era successo dalla morte di Jenny, neanche lui era proprio pronto ad affrontarli.

“Ci sono così tante cose che non sai di lui.”

La voce del Maestro tuono nella sua mente di nuovo facendola tremare. Scosse la testa cacciandolo via, non voleva ricordarlo, voleva solo cancellare quei momenti dalla sua memoria.

Sentì un leggero bussare alla porta, e invitò a entrare sapendo bene che si trattava del Dottore.

"Tutto bene?", chiese entrando con le mani in tasca e guardandosi attorno.

"Sì, stavo solo leggendo un po’" gli rispose chiudendo il libro e mettendosi seduta.

"Dovresti riposare, è stata una giornata pesante" le ricordò dolcemente.

"Già, ma non ci riesco, troppi pensieri per la testa" gli rispose con calma abbassando lo sguardo. Da quando era diventato così complesso per loro comunicare? Con lui si era sempre trovata bene, perché sapeva che poteva raccontargli tutto, ma adesso pesava attentamente le sue parole ed era una cosa che detestava.

"Cosa leggi di bello?" chiese guardando ciò che teneva tra le mani, sedendosi sul bordo del letto.

"Oh" disse grattandosi nervosamente la nuca.

"Era da un po’ che non lo vedevo" continuò senza nascondere un po’ di disagio.

"Si, non lo leggo da un po’, volevo riprenderlo stasera" rispose accarezzando con al punta delle dita la copertina.

"Come va la testa?" chiese preoccupato, cambiando argomento, cosa che innervosì Rose tremendamente.

"Stai tranquillo sto bene" disse alzandosi di colpo, mise il diario sul comodino.

"La nostra amica si prende cura di me" disse togliendosi la vestaglia e mettendosi sotto le coperte infastidita dal fatto che lui continuava a tenerla fuori nonostante tutto.

"Rose …" tentò di parlare, ma lei lo fermò con un gesto della mano.

"Ho bisogno di dormire, come hai detto tu è stata una giornata pesante" disse senza nascondere il suo fastidio, lo vide abbassare un po’ la testa.

"Hai ragione, scusa" disse alzandosi e voltandosi verso la porta. Rose chiuse gli occhi dannandosi di essere stata così brusca con lui.

"Dottore" lo chiamò con calma, lui si voltò prima di raggiungere la soglia.

"Vorrei che fossi tu a raccontarmi di te, e non un diario" disse piano, quasi sotto voce, lo sentì sospirare pesantemente come se stesse cercando le parole.

"Un altro volta, Rose, ora riposati" disse per poi uscire, Rose si prese il viso tra le mai sospirando, per poi sdraiarsi sotto le coperte, in cerca di qualche conforto, aggrappandosi al cuscino.

Detestava tutta quella situazione, voleva così tanto che lui si aprisse con lei, che le permettesse di stargli accanto anche quando stava male, invece continuava a tenerla lontano. Era una situazione che non poteva cambiare nonostante tutto, nonostante quello che c'era tra loro, doveva accettare quello che lui era pronto a darle, e magari un giorno sarebbe andato tutto bene, sarebbero tornati gli stessi di un tempo.

 

Fine

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2210946