Escape

di ryuga hideki
(/viewuser.php?uid=83987)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Winter ***
Capitolo 2: *** Santa is coming ***
Capitolo 3: *** Now I Know What Fool I've been ***
Capitolo 4: *** Fatto il Misfatto ***
Capitolo 5: *** Back to Future ***



Capitolo 1
*** Winter ***



Winter
 

 

Era notte fonda ad Asgard, una di quelle fredde e gelide nottate che anticipano la bufera di neve. Nei sotterranei non c'era anima viva, se non le uniche due guardie impegnate a dormire l'uno abbracciato all'altro per riscaldarsi. Fu in quel momento che Loki pensò di mettere in atto il suo piano. Era il momento perfetto, nessuno si sarebbe accorto di nulla fino alla mattina seguente quindi si sarebbe fatto coraggio e sarebbe scappato da quella prigione e si sarebbe messo in salvo. Doveva farlo, non aveva molto tempo. Aveva programmato tutto nei minimi dettagli, studiando ogni singola mossa alla perfezione. Si mise la coperta addosso, prese il sacco con dentro i libri portatogli dalla Madre degli Dei e scappò. Rapido e svelto come un felino, uscì dalla cella con l'uso del suo abracadabra e corse verso il suo passaggio segreto che l'avrebbe portato al sicuro da quel posto.

Quando lo raggiunse, oltrepassò il portale e si trovò sulla terra. Sperava di sbucare da qualche altro pianeta, ma dopotutto è impossibile giocare con i portali.

Era notte anche sul pianeta terreste e il cielo era tinto di un rosso chiaro per via della neve che stava cadendo leggera sulla strada. S'incamminò senza meta e senza sapere dove si trovasse. Stava pensando di aver fatto un'enorme cazzata a lasciare la prigione, ma era l'unico modo per salvarsi la vita. Si guardò intorno iniziando a ricordarsi del posto in cui si trovava. Era a New York, come poteva dimenticarsi di quella città, in fin dei conti l'aveva quasi distrutta! Si fece aiutare dall'istinto e si ritrovò in una zona famigliare. Non era una di quelle che aveva preso d'assalto vicino alla Stark Tower, era una vietta isolata dal caos del centro della città. La via che l'aveva condotto presso la casa del dottor Erik.

Era stanco e sentiva freddo. Non riusciva a proseguire, doveva fare una pausa e riposarsi. Senza nemmeno pensarci troppo, si sedette per terra appoggiando la testa contro il muro e, in men che non si dica, si addormentò.

 

Dei gemiti si propagavano per tutta la stanza. Delle voci appena udibili venivano portate via dal vento che entrava dal balcone. Due corpi si stavano unendo avvolti da un'ardente passione. I loro visi tutti sudati ed arrossati. Ansimavano e si baciavano giocando con le loro lingue. Dei riccioli d'oro gli sfioravano il viso, mentre delle mani possenti gli accarezzavano ogni centimetro della sua pelle.

-Loki...- sussurrò tra gli ansiti.

 

Si svegliò di colpo per via dell'abbagliare di un cane. Ringraziò il cielo per averlo fatto tornare dal mondo dei sogni, se avesse continuato a dormire sarebbe morto assiderato. Si alzò e si scrollò di dosso la neve che era caduta. Continuò a camminare fino a che non riconobbe la casa. Non l'avrebbe mai pensato che sarebbe andato a chiedere aiuto da coloro che sicuramente lo odiavano, ma non sapeva dove altro andare. Non poteva morire. Non ora. Non oggi.

Aprì il portone usando la magia e poi salì fino alla porta d'ingresso del dottore. Suonò il campanello ed aspettò, appoggiandosi al muro. Era stanco e non si sentiva per niente bene. Poco dopo la porta si aprì e si trovò di fronte una persona che avrebbe preferito non incontrare mai.

-Cosa ci fai tu qui?- gli chiese la donna con tono acido.

-So che sono l'ultima persona che tu voglia vedere...-

-Infatti, non ti voglio vedere!-

-Ho bisogno del...- non riuscì a concludere, gli girava troppo la testa. D'un tratto perse ogni forza che aveva in corpo e cadde a terra svenuto.

-Oddio!- cercò di tirarlo su. -ERIK! AIUTO!- il dottore corse a vedere cosa stesse succedendo.

-Jane, ma cosa... Loki?-

-Aiutami! Non possiamo lasciarlo fuori! Anche se lo vorrei!-

Il dottore l'aiutò e lo misero sul divano. Gli tolsero i vestiti tutti bagnati e rimasero a fissarlo.

-Stai vedendo quello che vedo anche io?- chiese allo scienziato.

-Sì...-

-Ma come...?-

-Copriamolo! Lo scopriremo col da farsi!- presero dei vestiti e lo vestirono per poi lasciarlo riposare un po'.

Un oretta dopo, Loki si svegliò e si ritrovò i due seduti davanti al divano che lo stavano fissando. Si mise seduto guardandoli un po' imbarazzato, senza capire cosa stesse succedendo.

-Cos'è successo?- i due non risposero, limitandosi solo a guardarlo interrogativi ed increduli. -Cos..?- si guardò e notò di avere dei capi diversi. -Oddio...- e in quel momento capì del perchè lo stessero guardando in quel modo.

-Allora?- chiese Jane un po' spazientita.

-E' successo e basta. Sono fatto così! Ho questo dono e non posso farci niente... Sono un degenero umano! E i vostri sguardi mi mettono a disagio!- abbassò lo sguardo stringendosi con le braccia.

-Scusa...-

-Come mai sei qui?-

-Sono dovuto scappare. Se qualcuno lo scopre potrebbe fare una brutta fine... devo proteggerlo... è ciò che faresti tu se fosse tuo, no?- la guardò con sguardo rabbioso e impaurito.

-Perchè lo ucciderebbero? Chi?-

-Chiunque! Perchè penserebbero che si tratti di un pericolo per il regno... ma loro non sanno...- posò lo sguardo altrove, per evitare di incrociare quello di lei.

-Non sanno cosa?-

-L'altra parte del sangue che scorre nelle sue vene...-

-E di chi è?- chiese sempre più incuriosita.

-Jane, basta!- s'intromise in dottore. -Lasciamolo riposare! Non vedi che faccia ha?-

-Sì, scusami... riposa pure- si alzò. -Buona notte!- i due se ne andarono lasciandolo da solo.

Loki si sdraiò e guardò il soffitto, mettendo una mano sulla pancia. Si rattristò un po' pensando di dover restare via da casa, via da colui che ama per colpa dei pregiudizi della gente. Avrebbe voluto che lui fosse qui, ma sapeva che non poteva. Non faceva che pensare a quella notte che aveva passato con lui prima che Odino lo condannasse. Non faceva che pensare alle parole che gli aveva detto e per questo era confuso. Non capiva se fossero i suoi veri sentimenti o era contagiato dall'atmosfera del momento. L'unica cosa che sapeva era che suo figlio era dentro di lui e che i sentimenti che provava per quel principe erano veri e sinceri. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla sua figura.

-Thor...- sussurrò il suo nome e si addormentò.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Santa is coming ***



Santa is coming
 

 

 

Era passato quasi un mese da quando Loki era scappato da Asgard e tutto il regno era in subbuglio. Non appena Odino seppe del reato, fece muovere tutte le truppe che aveva per cercarlo. Aveva affidato a Thor il compito di ritrovarlo e se avesse compiuto la missione, Loki non l'avrebbe passata liscia. Il Dio del Tuono si mise a cercarlo ovunque, in tutti i posti che credeva di poterlo trovare, ma senza alcun successo. Erano giorni, settimane, che continuava a cercarlo senza avvistare minimamente un qualsiasi segno lasciato dal fratello. Si stava arrendendo, ma non poteva farlo. Doveva continuare a cercarlo per salvarlo dalla furia di loro padre.

 

Era dicembre inoltrato, sulla Terra, e già si sentiva l'aria di festa per le strade, cosa che Loki non capiva. Non capiva perchè gli umani dovessero festeggiare una cosa così ridicola, non capiva il vero senso dalla festività di Natale, ma poco gli importava perchè era troppo impegnato a pensare al suo futuro, se ne avrebbe avuto uno e cosa sarebbe successo. Viveva costantemente nell'ansia di essere trovato ed ucciso. Aveva paura per la sorte del nascituro, ma doveva restare il più calmo possibile o avrebbe fatto del male al bambino con le troppe emozioni negative.

Stava guardando fuori dalla finestra, ammirando la neve che scendeva leggera dal cielo, posandosi sui tetti delle case. Bevve un sorso di cioccolata calda nel mentre contemplava il panorama fuori, grigio e umido proprio come si sentiva in quel momento. Provava un'enorme tristezza e solitudine; sarebbe voluto tornare a casa. Avrebbe voluto vedere madre e parlare con lei perchè solo lei riusciva a capire cosa davvero sentiva in cuor suo. Avrebbe voluto risentire le carezze di Thor sul suo corpo e dirgli uno scherzoso: “Ehi! Stai diventando padre!”. Avrebbe desiderato chiedere perdono a Odino e farsi cancellare ogni ricordo della scoperta sull'essere adottato. Ma non poteva, era in esilio, si era esiliato da solo per il bene suo e del bambino.

Sospirò e si mise a sedere sul divano. Appoggiò la tazza sul comodino lì affianco e prese un libro che la premurosa Madre degli Dei gli diede. Parlava di magia e dei suoi mille usi; delle leggende di Asgard e dei suoi stregoni. Mentre leggeva, sorrideva, Frigga sapeva sempre come prendere Loki, sapeva ogni suoi gusti come una vera e propria madre. Anche se aveva sostenuto che lei non lo fosse, l'ha sempre considerata come la donna che l'ha messo al mondo. Non gli importava se fosse una bugia o no, per lui Frigga era sua madre e nulla avrebbe cambiato la sua convinzione.

Continuò a sfogliare il libro fino a che una fitta al ventre lo costrinse a posarlo e ad accarezzarsi la pancia. Il piccolo esserino che stava crescendo dentro di lui non faceva altro che scalciare e rigirarsi. Gli sembrava di avere un piccolo Thor impazzito dentro di sé che stava lottando contro qualche nemico. Fece piccoli respiri profondi cercando di calmarsi, mentre coccolava la pancia per cercare di far addormentare il piccolo.

-Non ne vuoi sapere di rilassarti un po', neh?- sorrise malinconico, ricordandosi del carattere di Thor quando era un bambino. -Sei tale e quale a tuo padre... Iniziamo bene! Passerò le pene dell'inferno...- trattenne a stento una risata per poi tornare a parlare. -Cos'hai? Vorresti che tuo padre fosse qui?- come segno di risposta, il piccolo gli diede due pugnetti. Sospirò malinconico, facendosi sempre più cupo. -Manca anche a me... Vorrei anche io che fosse qui con noi, ma...è per il tuo bene...- qualche lacrima gli scese dagli occhi, rigandogli il pallido viso. -Se qualcuno mi vedesse in questo stato, perderei la mia reputazione da crudele...- ed infatti non sapeva che dietro le sue spalle c'era Jane che lo stava ascoltando, con in mano un piatto e di pancakes.

-Ehm...Loki...- lo chiamò Jane un po' imbarazzata. Loki si voltò leggermente spaventato, facendosi più pallido in volto. Sperava tanto che la ragazza non lo avesse ascoltato, ma sapeva che non era così.

-Sì?-

-Ti ho portato dei pancakes...pensavo che avessi fame...-

-Grazie...- le prese dalle mani il piatto, accennando un sorriso. Era una situazione alquanto strana essere ospite della ragazza, se così si può dire, del proprio fratello e di colui che ami. Ancora più strano era pensare che la sua così detta “ragazza” non sapesse nulla sul fatto che tu stessi aspettando un bambino dal suo presunto “ragazzo”. Una situazione imbarazzante e allo stesso tempo divertente, ma che solo al pensarci capivi che si trattava di un vero e proprio casino totale.

Jane guardò Loki, che stava annusando il dolce con un sorriso sulle labbra, mise le braccia sui fianchi e parlò.

-Chi è...il padre del bambino?- a quella domanda Loki spalancò gli occhi. Deglutì terrorizzato e aprì la bocca facendo uscire un semplice “Ahm...”

-Ecco...ehm...- aggiunse in seguito. -il padre del bambino è....- nel mentre stava per rivelarglielo, qualcuno suonò alla porta. Jane assunse un'espressione combattuta, come per dire “merda! Proprio ora?”, si voltò verso la porta e poi di nuovo verso Loki.

-Scusami!- andò ad aprire. -THOR!- esclamò su due piedi venendo presa alla sprovvista e facendo il modo di farsi sentire dall'ospite che era nella stanza affianco, per dargli tempo di nascondersi. Loki si sentì morire. Perse un battito cardiaco, il respiro gli si fece sempre più corto ed iniziò a sudare freddo dalla paura. Si guardò intorno, cercando un posto dove nascondersi. -Vieni! Entra!- lo fece accomodare; in tanto il semidio non trovò alcun nascondiglio, così improvvisò qualcosa ed assunse le sembianze di Darcy. Jane guardò la stanza per controllare com'era messo Loki, non lo vide e tornò con gli occhi su Thor, ma qualcosa non le quadrava. Cosa ci faceva Darcy in quella casa? Cosa ci faceva Darcy con la pancia di una donna da cinque mesi di gravidanza? Poi capì e si rivoltò verso la copia di Darcy guardandola con uno sguardo stupito e allo stesso tempo spiazzato.

-Hai visto Loki?- chiese Thor con il suo solito tono preoccupato.

-Cosa?- tornò a guardarlo.

-Hai visto Loki?-

-Oh! No! No, no! Non l'ho visto...- abbassò lo sguardo, tipico segno di chi stava raccontando una balla in piena regola.

-Ok, nel caso tu...- si voltò verso la stanza in cui prima stava sbirciando Jane e vide Darcy. -Ciao, Darcy!!!-

-Ciao...-

-Da quanto tempo! Hai messo su qualche chilo o sbaglio?- chiese facendo lo spiritoso, mentre le si avvicinava. La fasulla Darcy rimase immobile, non riusciva a muoversi.

-Non ti avvicinare! Ti prego!- pensò tra sé e sé.

Quando Thor le fu molto vicino, le appoggiò una mano sulla spalla con un sorriso solare sul viso. Proprio in quel momento la piccola creatura prese a scalciare e a muoversi come un cavallo pazzo per la presenza del padre, facendo stancare Loki e costringerlo ad assumere la sua vera forma. Si piegò in due dal dolore, ansimando e cercando di calmarsi, ma senza riuscirci; la presenza di Thor eccitava troppo il bambino.

-Loki?- disse sbalordito il Dio del Tuono. Il moro si tirò su e lo guardò con uno sguardo indecifrabile. Era spaventato, triste, ma allo stesso tempo felice.

-Thor...- rispose con aria da superiore.

Nella stanza cadde il silenzio più totale. Thor non sapeva che dire, era totalmente spiazzato. Non pensava di trovarlo lì e Loki aspettava, fermo e immobile, che il fratello gli dicesse qualcosa. Sapeva che l'attesa l'avrebbe ucciso, ma non poteva fare altro che aspettare.

Aspettare che quei lunghissimi minuti e secondi passassero, i più lunghi della sua vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Now I Know What Fool I've been ***



Now I Know What a Fool I've Been
 

 

 

C'era fin troppo silenzio nella stanza. Loki stava guardando Thor, che lo fissava con uno sguardo sorpreso e allo stesso tempo accusatore, negli occhi. Non riusciva più a sopportare tutta quella calma apparente che sarebbe sfociata, di lì a poco, in un litigio con tanto di tuoni e saette. Allo stesso tempo, Jane li stava osservando rimanendo sulla soglia della porta. Era un po' preoccupata di quello che sarebbe potuto accadere, ma sapeva che Thor non avrebbe ucciso suo fratello, non era così crudele da compiere un atto del genere. La giovane non ne poté più di tutto quel silenzio, le facevano male le orecchie e non riusciva più a sopportare tutta quella tensione, così iniziò a parlare.

-Ok...io credo che me ne andrò a fare un giro con Erik, tanto per lasciarvi un po' di spazio...quando torno vorrei ritrovare la mia casa intatta!- chiamò il dottore e uscirono dall'appartamento. Non appena furono rimasti soli, il Dio dei Tuoni si decidette a parlare.

-Si può sapere che cavolo ti è passato per la testa?- gli chiese con tono ironico alzando un po' la voce. -Madre è preoccupata! E padre è furioso e in ansia per te!- concluse, puntandogli un dito sul petto.

-E tu?- gli chiese Loki tenendo lo sguardo basso. Voleva saperlo, voleva sapere cosa avesse passato Thor in sua assenza; era un suo diritto dopotutto!

-Sono stato in ansia e in pensiero fino adesso! Che domande fai? Ti ho cercato in lungo e in largo! Ovunque! Ma niente!- si passò le mani nei capelli per il nervosismo.

-Strano, pensavo fossi qui per la tua ragazza...- confessò con un sorrisetto malinconico sul viso. Thor lo guardò incredulo, non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere da lui. Loki geloso di una ragazza? Cosa alquanto strana e quasi ridicola.

-Loki, piantala!- gli ringhiò contro. Stava perdendo letteralmente la pazienza, sapeva che suo fratello aveva la testa dura, ma non pensava fino a questo punto.

-Mi spiace, ok??? Scusa se mi faccio un sacco di paranoie! Scusa se mi vedo imperfetto ai tuoi occhi!- ribatté, alzando il tono di voce, non riuscendo più a controllare i propri sentimenti. -Non immagini quanto mi faccia stare male!- concluse cambiando completamente il timbro, facendosi sempre più rotto. Abbassò la testa mordendosi il labbro per cercare di trattenere le lacrime che non resistevano più dal voler uscire. Passò qualche attimo di silenzio dopo la confessione, quasi shoccante per Thor, prima che il maggiore gli rispondesse.

-Mi spiace, mi spiace tanto! Non pensavo che provassi tutto ciò. Avrei dovuto accorgermene...- gli disse, sentendosi tremendamente in colpa. Si sentiva una vera e propria merda, non pensava di star facendo così tanto male al suo amato fratello; avrebbe potuto fare qualcosa per farlo stare meglio se solo se ne fosse reso conto prima, ma era stato così cieco da non vedere il dolore di chi dovrebbe conoscere molto bene. Tutto gli fu più chiaro, adesso; aveva capito il perchè si fosse concesso così tanto facilmente a lui e del motivo per cui scoppiò a piangere una volta che ebbero finito di amarsi e lo strinse a sé. Trovò spiegazione a tutti quei comportamenti strani, e anche a quelli malvagi, che commetteva. Non avrebbe mai pensato che Loki fosse un libro aperto e che non se ne fosse mai accorto. Loki stette in silenzio, evitando lo sguardo di Thor. -Ti prego di perdonarmi...- lo strinse al suo petto, tenendo la presa ben salda come se volesse trasmettergli tutto l'affetto che non gli aveva donato gli anni prima. Il semidio arrossì, venendo colto di sorpresa. Il cuore iniziò a battergli forte, ma non voleva cedere. Non poteva lasciarsi imbambolare così facilmente. All'improvviso, però, il bambino scalciò, facendosi sentire anche dal padre, che si staccò un po' confuso. -Cosa...?- spostò lo sguardo sulla pancia di Loki e poi sul suo viso.

-Sono incinta... Aspetto un bambino...- gli rivelò tenendo lo sguardo basso. Con tutto quello che era successo, il biondo si era dimenticato che, il suo interlocutore, aveva qualcosa di divero.

-Di ch...? Mio?- gli chiese, ancora sotto shock.

Loki annuì, venendo abbracciato dal fratello con molta grinta.

-Oddio! Sono felicissimo!- esclamò entusiasta, anche se non aveva del tutto connesso. Il moro, però, lo spinse via in malo modo cercando di non guardarlo mai dritto negli occhi. Strinse i pugni e iniziò a mordersi, nevroticamente, il labbro inferiore.

-Vattene...-

-Perchè? Devi tornare! Non puoi stare qui!!!- non capiva cosa gli fosse preso. Era confuso, aveva la testa letteralmente incasinata e non capiva assolutamente niente di niente.

-Ho detto di andartene!- alzò il tono di voce, prendendo il coraggio di alzare gli occhi su di lui, guardalo in cagnesco.

-Non posso! Non me ne vado senza di te! Padre ti punirà, se non torni entro questo mese!-

-Non fingere che t'importi! Non voglio tornare!- gli urlò addosso, puntandogli il dito contro. -Lo ucciderebbero perchè verrebbe visto come una creatura malefica! Non lo capisci?-

-Non succederà, se glielo spiegheremo!-

-NON CI CREDERANNO! NON LO FANNO MAI! NON MI CREDONO MAI!- a quel punto, esplose. Non riusciva a controllarsi. Sentiva la rabbia repressa ribollirgli in corpo. Non era solo la questione del bambino, ma anche di tutto ciò che aveva passato, di tutto ciò che non era riuscito a dire o a fare. Un insieme di cose che trovarono via d'uscita proprio in quel momento grazie all'aiuto dei suoi ormoni.

-Ma è diverso!- anche Thor non sapeva cosa fare. Si sentiva sommerso da una valanga di confusione e testardaggine, di suo fratello ovviamente, da cui non riusciva a trovare spiegazione e soluzione.

-Ho detto di sparire!- lo spinse via più e più volte. -Vai via! Non t'importa nulla di me! Nemmeno di lui! Sono stato una semplice pezza per un tuo stupido gioco erotico!- tutto ciò che pensava, veniva rivelato senza alcun freno mentre lo spingeva sempre più lontano con forza crescente; fino a che Thor non gli afferrò i polsi per tenerlo fermo. Il moro si dimenò come un pazzo, perdendo sempre di più le forze. Sentiva la testa farsi pesante e stringergli il cervello come se non gli arrivasse più l'ossigeno; le mani gli stavano diventando fredde e gli occhi sempre più pesanti. -Viaa! Via...- disse senza più energie fino a che non gli svenne tra le braccia.

-Loki!- lo prese in braccio e lo portò sul letto. Lo coprì per bene ed aspettò che si risvegliasse, rimanendo inginocchiato per terra, stringendogli la mano. Approfittò di quel momento per riflettere su quanto era accaduto. Aveva capito che Loki provava qualcosa per lui e che qualsiasi cosa avesse fatto era solo per ottenere la sua attenzione o per mostrarsi più forte e degno della sua grandezza. Sapeva che si sentiva usato e allo stesso tempo rifiutato per via della presenza di Jane. Era confuso, non per quanto riguardasse la situazione, ma per i suoi sentimenti. Voleva bene sia a Jane che a Loki e fino a quel momento non si era mai domandato cosa si aspettasse in futuro; non aveva mai immaginato come sarebbe stata la sua vita col passare degli anni e come avrebbe voluto che fosse. Viveva solo il presente come se non dovesse esserci un domani e questa concezione l'aveva portato in questo casino interiore. Doveva darsi una regolata. Non era più un ragazzino in preda agli ormoni! Era un uomo, un soldato e futuro re di Asgard! Non poteva concedersi più lo stile di vita che era solito fare. Continuava a guardarlo con uno sguardo dispiaciuto, mentre gli accarezzava la fronte. Era bellissimo mentre dormiva. I suoi lineamenti aggraziati e delicati risaltavano di più. Avrebbe passato ore ed ore a contemplarlo ed in seguito a baciarlo su quelle morbide e rosse labbra. Quando aveva scoperto che era scappato da Asgard si era sentito smarrito e vuoto, come se una parte della sua anima fosse stata strappata via con violenza, ma adesso era più sereno e completo, come se avesse ritrovato l'altra metà di se stesso. Prese a guardarlo da capo a piedi per poi soffermarsi sulla pancia che si alzava ed abbassava lentamente. Vi appoggiò la mano, accarezzandogliela con estrema dolcezza. Non poté fare a meno di sorridere nel realizzare che proprio lì dentro stava crescendo suo figlio. Si avvicinò lentamente al ventre e vi appoggiò un orecchio sopra cercando di sentire qualcosa. Tutto ciò che avvertì fu il continuo muoversi del bambino che, di tanto in tanto, toccava il suo viso. Era emozionato e felicissimo di diventare padre, anche se sotto sotto aveva un po' paura. D'un tratto s'incupì e capì di avere molte più responsabilità di quanto pensasse. Doveva trovare una sistemazione ai suoi sentimenti, fare pulizia e trovare la pace interiore, per il suo bene e per quello del bambino.

Dopo un po' Loki aprì gli occhi, mugugnando e voltandosi verso Thor che tirò su la testa.

-Ehi...- gli spostò i capelli dalla fronte, sorridendogli dolcemente.

-Che ci fai ancora qui?- gli sussurrò appena.

-Non potevo lasciarti solo dopo essere svenuto... e poi non ho intenzione di andarmene senza di te...-

-Thor...- il maggiore lo fermò prima che potesse continuare, poggiandogli un dito sulle labbra.

-Ssh... basta discutere. Ho preso la mia decisione, se non ti avrò convinto a tornare vedrò cosa fare, ma per adesso basta...-

Loki annuì e poco dopo si mise seduto per stare più comodo. Lo guardò negli occhi per qualche istante per poi abbassare lo sguardo.

-Senti...per quello che ho detto prima...io...-

-Lo so. Ho capito... Non devi chiedere scusa; sono io che dovrei scusarmi per essere stato cieco...- gli guardò la pancia ed appoggiò una mano. -Tu sei...- non fece in tempo a finire di parlare perchè vennero interrotti da Jane. Senza nemmeno rendersene conto sia lei che il dottor Erik erano rientrati a casa. I due fratelli voltarono lo sguardo verso di lei che li stava guardando un po' imbarazzata e come se fosse sul punto di dire qualcosa.

-Scusate il disturbo! Ehm... volevo chiedervi se volevate qualcosa da mangiare...-

-Sì, grazie! Arriviamo subito!- rispose Thor, sorridendole.

-Ok, la roba è in cucina... iooo... vado...- corse via evitando di stare ancora di più in quel momento pieno di imbarazzo.

I due si alzarono e andarono in cucina a prendersi una tazza di cioccolata calda e ciambella. Parlarono un po', del più e del meno, in tanto che facevano lo spuntino pomeridiano. Quando conclusero, Loki si alzò ed andò fuori dal balcone ad ammirare la città innevata.

Era pomeriggio tardi e il sole era già tramontato da qualche minuto. Tutta New York era un'esplosione di luci e colori, resa ancora più magica dalla neve che delicata e silenziosa scendeva dal cielo. Adorava l'inverno, c'era qualcosa di magico in quella stagione che non si spiegava. Sospirò un po', stringendosi le spalle mentre guardava il cielo. Gli mancava casa, si stava chiedendo come stesse Frigga. Avrebbe voluto fare ritorno su Asgard per un solo minuto e dirle che stava bene e che sarebbe stato al sicuro, ma non poteva tornare indietro. Poco dopo arrivò Thor che gli poggiò sulle spalle una coperta.

-Non è salutare, stare fuori con solo la maglietta. Prenderai freddo...- gli disse, avvolgendolo con un braccio.

-Ti rammento che sono uno Jötunn, non sento freddo, sono nato nel gelo...- gli rispose con aria saccente.

-Devi pensare anche a nostro figlio e proteggerlo dal freddo...- sorrise teneramente.

Passò qualche minuto prima che uno dei due tornasse a parlare.

-Dici che madre è ancora preoccupata?- gli chiese con aria malinconica.

-Un po'...ma sono sicuro che sarà andata a chiedere a Heimdall di cercarti e sicuramente le avrà detto che sei sano e salvo...- lo rassicurò, accarezzandogli la spalla.

-Mi manca...- volse lo sguardo verso l'orizzonte. -Ma non posso tornare...mi odiano tutti, ormai... Se tornassi metterei in pericolo la vita del bambino...- qualche lacrima gli rigò il viso.

-Andrà tutto bene, troveremo una soluzione...- lo strinse di più a sé, appoggiando una mano sulla pancia. Il bambino avvertì il tocco del padre su di sé e gli rispose, posando la manina sulla sua per farsi sentire.

Nel frattempo Jane passò davanti al balcone, per raggiungere la sua camera, e non poté fare a meno di vederli. Rimase ad osservarli per un po', capendo che era giunto il momento di parlare con Thor.

 
Eccomi con un nuovo capitolo!!! Stiamo per arrivare verso la fine! Il prossimo capitolo lo posterò venerdì! e l'ultimo durante le vacanze di natale! Spero che vi sia piaciuto!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Fatto il Misfatto ***



Fatto il Misfatto
 
 

 

 

Erano trascorsi quattro mesi da quando Thor aveva trovato Loki a casa di Jane, non era riuscito a convincerlo a tornare. Sapeva, l'aveva sempre saputo, che non lo avrebbe seguito fino ad Asgard, perciò decise di restare al suo fianco fino a che il bambino non sarebbe nato, magari Loki avrebbe cambiato idea e magari, una volta a casa, padre non l'avrebbe ucciso sapendo di essere diventato nonno. In profondo, però, sapeva che si trattava di una pura utopia e che niente di tutto ciò sarebbe mai successo. Nel frattempo era riuscito a riordinare i suoi sentimenti e a trovare la pace interiore, o per lo meno una buona parte. Era emozionato, oramai mancavano poche settimane alla nascita del bambino e lui non vedeva l'ora di poterlo vedere e stringere tra le braccia.

Jane, in tanto, aveva cercato più e più volte di parlare a Thor senza trovare mai il momento giusto. Il bambino sarebbe nato e lei non era ancora stata in grado di chiarire le cose con Thor. Non provava più odio verso colui che, un anno prima, aveva raso quasi al suolo New York. Non ce l'aveva con lui per il fatto che amasse Thor, dopotutto non era colpa sua dato che non si sceglie chi amare. “L'amore è un sentimento incondizionato” le ripeteva sempre Erik e lei lo sapeva bene. S'innamorava sempre della persona sbagliata come se avesse una calamita con scritto “donna in cerca di ragazzi sbagliati”, ormai era abituata all'idea. Col passare dei mesi si era pure avvicinata di più al semidio. Erano diventati quasi amici, non migliori amici del cuore, però erano molto in confidenza. Avevano fatto passi avanti e questo non era altro che un segno positivo. L'unica cosa che mancava, per farle trovare un po' di pace, era mettere in chiaro le cose con il Dio del Tuono, così andò da lui e lo chiamò fuori dal balcone.

-Dobbiamo parlare...- gli disse così su due piedi lasciandolo spiazzato.

-Oh... Ok! Ti ascolto...- sapeva di che si trattava, non c'era bisogno di chiederlo, ma si sentiva lo stesso a disagio provando enorme imbarazzo.

-Lo so che è tuo figlio... Non voglio sapere come sia impossibile perchè in tanto non capirei, ma...voglio sapere come...il perchè tu l'abbia fatto...- gli chiese un po' abbattuta.

-Non lo so come sia successo. Cioè...boh...- sospirò e fece ordine in testa. -Sapevo che era rinchiuso in prigione da qualche tempo e mi sentivo vuoto a non vederlo ogni giorno come facevo solitamente. Ero andato a fargli una visita e poi successe...accadde come se non fosse mai successo niente come se fossimo tornati indietro nel tempo... Non volevo tradirti...- le rispose con tono sincero.

-Ok, ho capito...- disse con aria leggermente abbattuta.

-Mi spiace tanto, Jane. Sei una cara ragazza, non volevo ferirti...ero confuso fino a qualche mese fa, poi ho iniziato a vedere tutto più chiaramente- sorrise teneramente.

-Cosa provi per lui...?- ha sempre saputo che una relazione a distanza non era molto fattibile, soprattutto se si trattava di un Dio.

Thor aspettò qualche secondo prima di rispondere, stava cercando di riordinare le idee e i pensieri.

In tanto Loki, che stava leggendo seduto sulla poltrona, sentì delle fitte al ventre. Si mise una mano sulla pancia, iniziando a massaggiare delicatamente e qualche minuto dopo capì che doveva chiamare l'aiuto di qualcuno.

-ERIK!!!ERIIIIK!!!- urlò a pieni polmoni ansimando e facendosi scappare qualche gemito. Il dottore corse subito da lui, trovandolo in difficoltà. Lo aiutò ad alzarsi e lo portò in camera.

-Ti senti male?-

-Sta per nascereeee!!! aiutooo!!!!!!- disse tra un mugugno e l'altro.

-Oddio!- lo aiutò a sdraiarsi. -Corro a chiamare gli altri!-

-SBRIGATI!- gemeva e ansimava per il dolore lacerante all'addome.

Erik corse in balcone intromettendosi nella discussione dei due. Impacciatamente si schiarì la voce per ottenere l'attenzione.

-Scusate il disturbo, ma Loki sta per partorire!- rivelò ansimando per l'ansia.

-Cosa?-dissero all'unisono i due con tono preoccupato. Corsero in camera dal semidio che, in preda al dolore, non faceva altro che a dimenarsi.

-Loki!- gli si avvicinò il biondo, prendendogli la mano. -Fai respiri profondi!-

-VOGLIO FRIGGA!!!- urlò, piangendo non riuscendo a sopportare più il dolore.

-Calmati!- gli accarezzò la testa.

-VOGLIO MIA MADRE!-

-Dobbiamo portarlo in ospedale!- intervenne Jane in preda ad una crisi di panico.

-Non possiamo! È un uomo! Come pensi che reagirebbero gli umani?- le disse Thor. -Non possiamo sapere cosa può succedere!-

-E allora cosa facciamo?- chiese con tono isterico senza sapere cosa diamine fare.

-Qualcuno deve farlo nascere!- esclamò il dottore, vedendo un Loki sofferente.

-FA CALDO! DATEMI DEL GHIACCIO!- il dolore si faceva sempre più insistente e forte, la pelle iniziò a tingersi di blu, per la troppa sofferenza, mentre gli occhi erano diventati rossi.

-Loki, respira... Andrà tutto bene...- cercava di rassicurarlo Thor. Poi si voltò verso Jane -Devi farlo tu! Sei una donna, le sai queste cose!-

-Cosa?- sgranò gli occhi sotto shock.

-Ti prego! Non sarà difficile, mia madre mi ha detto che il corpo di uno Jötunn si adegua per certe cose! Quindi sarà facile!-

-Ok!- allargò le gambe di Loki con un po' di timore, alzò la veste quanto bastava per poter vedere bene ed esaminò la situazione. -E' vero! Avevi ragione!- esclamò elettrizzata. -Loki! Vedo un ciuffetto vero! Spingi più che puoi!-

-Su, Loki!- lo incitò, respirando insieme a lui.

Il moro faceva tutto ciò che il suo corpo gli suggeriva di fare. Stava soffrendo, non riusciva più a controllarsi, voleva solo che tutto ciò finisse il prima possibile. Avrebbe voluto che sua madre fosse lì insieme a lui, ma sapeva che stava assistendo tramite Heimdall. Però era sollevato di avere vicino almeno Thor per dargli forza.

Qualche ora dopo un vagito echeggiò nella stanza, lasciando di sorpresa i due neogenitori.

-E' una femmina!- esclamò Jane, pulendo la piccola e coprendola con un lenzuolo per poi porla a Loki. Era una bambina bellissima, con dei ciuffetti neri e dei vispi occhi chiari. Non appena si trovò tra le braccia del padre, smise di piangere.

-Oddio, è bellissima...- disse Thor, accarezzandole la testolina.

-Già...- la strinse di più a sé, sorridendo dolcemente. -Voglio che abbia un nome che ricordi Asgard...- disse senza toglierle gli occhi di dosso.

-Dici sul serio?- gli chiese guardandolo.

-Sì...-

-Magari potremmo chiamarla Thrud, madre ha sempre adorato questo nome...- sorrise soddisfatto, menandosela un po'. Loki si voltò verso di lui, guardandolo con aria un po' stanca ma serena.

-Madre...?-

-Sì! Mi ha sempre detto che se fossi nato femmina mi avrebbe chiamato Thrud!-

-E allora Thrud sia!- sorrise e tornò a vedere la piccola che stava già dormendo.

-Jane...- disse Erik, guardando la bimba. -Hai fatto nascere un Dio...- si voltò verso di lei che lo stava osservando con uno sguardo sorpreso, spiazzato e contento.

-E' vero...- si girò verso Loki con aria incredula. -Ho fatto nascere un Dio...-

I due Asgardiani scoppiarono a ridere nel vedere l'espressione della donna che sembrava in trance.

-Grazie, Jane...- disse il moro, sorridendole.

-Oh, beh... figurati!-

Passò qualche minuto di silenzio prima che qualcuno riprese a parlare, erano tutti impegnati ad ammirare Thrud che dormiva. Poco dopo Thor ruppe la quiete e guardò Loki.

-Torni ad Asgard?- gli chiese gentilmente per l'ultima volta. Il minore si voltò verso di lui guardandolo con aria un po' confusa. Avrebbe voluto rispondergli un secco “sì”, ma ormai il misfatto era stato fatto e se sarebbe tornato lo avrebbero punito severamente e, molto probabilmente, anche a Thor.

-No...- rispose a malincuore, abbassando lo sguardo. Il biondo sospirò, aspettandosi una risposta del genere.

-Ok, allora avviso Padre che non tornerò più su Asgard e starò qui sulla terra!- rivelò con un enorme sorriso sulle labbra e con aria soddisfatta per la decisione presa.

-Cosa?- alzò lo sguardo su di lui, chiedendoglielo con tono da rimprovero. -No! Non puoi! Devi diventare re!!!-

-Oddio, fratello! Sempre a lamentarti!- rise, scompigliandogli i capelli. -Ho preso la mia decisione, punto e basta. Io non sono riuscito a cambiare le tue idee e tu non riuscirai a cambiare le mie!-

-Ma...-

-Niente ma!- si alzò e si allontanò un po' dal letto. -Jane, Erik...- i due si voltarono verso il Dio. -Prendetevi cura di loro due in mia assenza, tornerò il prima possibile!-

-Ok!- disse Erik, salutandolo col gesto da marinaio.

-No, Thor! Non...- lo guardò terrorizzato, Loki, che aveva una brutta sensazione.

-Ci vediamo presto...- gli sorrise. Chiamò Heimdall e scomparve nel giro di qualche secondo.

-Thor...- sussurrò il moro, sentendosi vuoto e solo. Jane gli si avvicinò e gli prese una mano.

-Tornerà presto, anche se la sua concezione di presto è un po' strana!- cercò di farlo stare meglio e rubargli un sorriso, senza riuscirci.

Loki guardò malinconico Thrud, aveva la sensazione che non avrebbe più rivisto l'amato fratello. Non riusciva a pensare positivo, era più forte di lui. L'unica cosa che poteva e doveva fare era aspettare, sapendo che sarebbe impazzito dall'ansia.

 
Eccomi di nuovo!!! Spero che il penultimo capitolo vi sia piaciuto! Probabilmente l'ultimo capitolo sarà pubblicato questo week end! Grazie a tutti!

A presto

Ryuga
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Back to Future ***


 
Back to Future
 

 

Thor era appena tornato su Asgard quando si precipitò al Palazzo di Odino per parlare con suo padre. Non aspettò nemmeno di essere annunciato che entrò nella sala del trono, ritrovando il padre sorpreso che si era alzato dalla poltrona d'orata. S'inchinò dinanzi al suo Re e si alzò subito dopo aver sentito Odino pronunciare il suo nome.

-Felice di vedervi, Padre!-

-Sono mesi che non ti fai vedere!!! Sono mesi che sei fuori a cercare tuo fratello!!! So che l'hai trovato! So tutto! E nonostante tutto lui non è qui con te!- lo rimproverò alzando la voce con un tono un po' preoccupato.

-Sono qui per parlarvi di questo, per l'appunto!-

-Che hai da dirmi?-

-Ho intenzione di rimanere con lui. Ho deciso di rimanere a fianco di Loki per prendermi le mie responsabilità-

-Cosa???- gli chiese allibito, pensando che il figlio fosse uscito di senno.

-Sono diventato padre...Non posso lasciare Loki e mia figlia da soli... Non posso!- rivelò con la speranza di poter cambiare qualcosa.

-Padre??? Loki ti ha dato un figlio???-

-Sì! E come vi ho detto, ho intenzione di non tornare su Asgard, dato che la sua condanna sarebbe la morte se tornasse-

-Stai tradendo il tuo regno! Loki è, ormai, un traditore! Non posso lasciarti andare!-

-Ma, Padre!- cercò di imporsi, Thor, alzando un po' il tono di voce. -Siamo tuoi figli! Ci dev'essere qualcosa che voi possiate fare! Siete il Re!-

-Un buon Re deve essere lucido e condannare anche i suoi figli se è per il bene del suo popolo!- lo rimproverò come era solito fare, quando tornava da una lotta decisa per il solo piacere di prendere a botte qualcuno. Thor rimase in silenzio, aveva ragione. Non poteva fare nulla per cancellare la pena di Loki e nemmeno la sua. -Devo farti arrestare...-

-Cosa???-

-Guardie! Ammanettate Thor!-

-Noo!!! Non posso! No!!!- le guardie lo presero da dietro, ammanettandolo e cercando di tenerlo fermo.

-Portatelo nei sotterranei, dove passerà la sua condanna per il resto dei suoi giorni...-

-Noo!!! Padre! No!! Vi prego! Non posso non tornare!!! Gliel'ho promesso!- delle lacrime gli scesero dagli occhi. -Vi prego!-

-Portatelo via...- ordinò a malincuore. Le guardie, a fatica, lo portarono in cella lasciandolo solo in preda alla sua disperazione.

Urlò a pieni polmoni, mettendo sottosopra la piccola stanza in cui era rinchiuso. Si sentiva perso, non sapeva come fare per tornare da lui e sua figlia. Si sentiva uno stupido ingenuo per aver creduto che sarebbe andato tutto per il meglio, quando avrebbe dovuto pensare alle possibili conseguenze negative. Sbatté la schiena contro la parete e si fece cadere per terra, mettendosi una mano tra i capelli. Qualche minuto dopo arrivò Frigga a fargli visita usando una sua progliezione.

-Thor!- esclamò preoccupata, avvicinandosi ed inginocchiandosi.

-Madre! Sono uno stupido!-

-Cos'è successo?-

Il biondo le spiegò la situazione, facendosi sempre più cupo e disperato. Quando finì si asciugò gli occhi e fece respiri profondi.

-Penserà che me ne sarò scappato a gambe levate! Non vedrò più Thrud!!!-

-Stai calmo, Thor... Ti tirerò fuori!-

 

 

 

Sulla Terra i giorni trascorsero abbastanza velocemente ed erano già passare tre settimane da quando Thor aveva lasciato Loki e Thrud da Jane. Ormai la bambina era cresciuta abbastanza da poter concedere al semidio di lasciare la dimora dell'umana, così, senza pensarci troppo, preparò una borsa con il minimo indispensabile per partire. Jane entrò in camera rimanendo un po' spiazzata.

-Che stai facendo?-

-Me ne vado, grazie per l'ospitalità, Jane, ma non posso più restare...- le disse continuando a fare la valigia.

-Loki...- cercò di attirare la sua attenzione, senza riuscirci. Così decise di prendergli la mano e fermarlo. -Loki, smettila!-

-No, Jane! Non riesco!- scoppiò a piangere.

-Tornerà!-

-Sono passate tre settimane! Tre! Se n'è andato! Avrei dovuto immaginarmelo! Lo fa sempre! L'ha sempre fatto! Mi ha sempre abbandonato come un cane quando avevo bisogno di lui! Mi cercava solo quando gli facevo comodo! Solo quando cercava la mia approvazione per ammazzare qualche popolo!- si sfogò tra i singhiozzi. -E adesso che sono io ad avere bisogno di lui... che sua figlia ha bisogno di lui... Cosa fa? Scompare!!!-

-Devi avere fede!-

-Non ho mai avuto fede e mai ne avrò...- si asciugò gli occhi.

-Dove pensi di andare?-

-Non lo so, troverò un posto dove potrò stare tranquillo con Thrud, senza essere un peso per nessuno...-

-Ma non siete un peso per nessuno! Non date fastidio!-

-Grazie di tutto, Jane, ma non possiamo- non era solo la questione di dover dipendere da qualcuno, doveva anche fare i conti con i ricordi. Quella casa gli ricordava troppo Thor e la cosa lo faceva stare male. Doveva andare avanti. Se Thor aveva deciso di non tornare, lui doveva voltare pagina.

-Ok, va bene, non insisterò più. Tanto so che con te non funziona!-

-Ecco brava!-

-Però ti do una mano nel prepararti!-

Finirono di preparare tutto l'occorrente in poco tempo, poi portarono le cose in sala e chiamarono Erik per un saluto di addio\arrivederci.

-Mi spiace, un po', che te ne vai...- disse Erik, dandogli una pacca sulla spalla.

-Grazie di non avermi ucciso!- rispose, ridendo.

-Fai attenzione!- gli disse Jane, abbracciandolo.

-Non vi preoccupate...- si staccò dall'abbraccio, si mise la fascia porta bebè sul petto e con l'aiuto della ragazza sistemò la bimba. -Saluta i gentili padroni di casa, Thrud!- la piccola li guardò e sorrise, facendo sciogliere i presenti.

-Oh, aspetta! Ho una cosa da darti!- rivelò Erik, voltandosi e allontanandosi un po', tirando fuori da una scatola una piccola cosa che Loki non identificò. Il dottore si voltò verso di lui e gli porse sulla mano una chiave. -Ecco!-

-Cos'è?-

-La chiave di un mio vecchio posto dove facevo le mie ricerche!-

-Oh... Non è che dentro c'è qualche veleno, vero?-

-No!- rise il vecchio. -Puoi stare lì! Tanto dovevo venderlo!-

-Grazie!- gli sorrise.

-E tieni un po' di soldi!- aggiunse Jane, dandogli qualche pezzo da cento.

-Ok, adesso esagerate...-

-Non vogliamo farvi morire!- dissero i due mortali all'unisono.

-Grazie, ancora! Ora meglio che vada...- prese la roba e si avviò verso la porta.

 

Nel frattempo, su Asgard, Frigga studiò un ottimo piano per far scappare Thor sulla Terra. Lo liberò, ingannando con un semplice trucchetto le guardie e disattivando l'allarme, e lo accompagnò da Heimdall che era pronto a servire la sua Regina.

-Eccoci! Heimdall ti teletrasporterà sulla Terra davanti a Loki!-

-Madre...-

-Zitto! E vai!-

Strinse forte per l'ultima volta madre, sapeva che non l'avrebbe mai più rivista. Sapeva che era un addio e voleva salutarla per il meglio.

-Ti prego... di a Loki che gli voglio tanto bene. Che lo penso sempre e dagli questo!- gli diede nella mano un ciondolo. -Da un bacio alla piccola...- si asciugò un occhio e gli sorrise.

-Certo!-

-Ora va!-

Thor si preparò e poco dopo Heimdall lo fece arrivare sulla Terra. Proprio in quel momento Loki era uscito fuori dal palazzo, assieme a Jane e Erik, ritrovandosi davanti il Dio del Tuono.

-T...thor...- sussurrò appena, con gli occhi sgranati.

-Loki!!!- gli corse in contro e lo abbracciò, facendo attenzione a non fare del male alla bambina.

-Non toccarmi!-

-Loki, posso spiegarti!-

-Dov'eri?- gli domandò alzando la voce.

-Padre mi ha fatto arrestare perchè sono diventato un traditore, dato che sto con te. Madre mi ha fatto scappare...-

-Madre...?-

-Mi ha detto di dirti che ti vuole tanto bene e che ti pensa sempre e in più...mi ha detto di darti questo- gli diede la collanina. -Penso servi per uno dei vostri abracadabra- Loki lo guardò e sorrise.

-E' un amuleto per proteggerci... amplia gli incantesimi di protezione!- posò gli occhi su quelli blu del fratello. -Scusami...-

-Non ti preoccupare...- lo baciò teneramente sulle labbra, accarezzandogli la guancia. Thrud scoppiò a ridere sonoramente e a sgambettare per la felicità di vedere il padre. Poco dopo si staccò da lui ed accarezzò la testolina alla bimba, dandole, dopo, un bacino. Alzò, in fine, gli occhi verso Erik e Jane. -Grazie di tutto, ragazzi! Vi faremo visita!-

-Ciao! Buona fortuna!- rispose Erik.

-Chiamateci, di tanto in tanto! E Auguri!- aggiunse Jane.

-Lo faremo! E grazie!- rispose Loki. Thor prese le borse di Loki, lo avvolse sotto un braccio e se ne andarono dritti verso il loro nuovo futuro. Erano in esilio sulla Terra, sapevano che non sarebbero più potuti tornare a casa. Sapevano che Odino, grazie a Madre, non li avrebbe cercati. Era una situazione alquanto triste e malinconica, ma fino a che sarebbero stati insieme erano sicuri di poter vivere un futuro felice.



Ecco il capitolo finale! Spero vi sia piaciuto! Scusate gli eventuali errori! domani provvederò a correggerli!

A Presto

Ryuga
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2311486