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di Alone_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New trip ***
Capitolo 2: *** She's my whole life ***
Capitolo 3: *** Everything's going to be okay ***
Capitolo 4: *** Manchester ***
Capitolo 5: *** Go away ***
Capitolo 6: *** School ***
Capitolo 7: *** His necklace ***
Capitolo 8: *** Invitation to a party ***
Capitolo 9: *** We're all beautiful ***
Capitolo 10: *** A terrible night ***
Capitolo 11: *** Forgive me, Winter ***
Capitolo 12: *** That heavenly look ***
Capitolo 13: *** Coincidences ***
Capitolo 14: *** Catastrophes in the pub. ***
Capitolo 15: *** Scream ***
Capitolo 16: *** Searches ***
Capitolo 17: *** Forest ***
Capitolo 18: *** Truth ***
Capitolo 19: *** Revelations ***
Capitolo 20: *** Escape ***
Capitolo 21: *** Protect her ***
Capitolo 22: *** Back home ***
Capitolo 23: *** New year ***
Capitolo 24: *** Another world ***
Capitolo 25: *** He saved my life, like you ***
Capitolo 26: *** Pendant ***
Capitolo 27: *** We're too different ***



Capitolo 1
*** New trip ***


Questa è la storia di Winter Starr, una normalissima adolescente di 16 anni.
E' nata a Berlino, Germania, vive con sua nonna Marianne e con lei si è trasferita a Londra.
E' sempre cresciuta con sua nonna, una sessantenne piena di energia, e insieme viaggiano tanto, è come il loro hobby preferito,
ha girato con lei tutto il Regno Unito.
E' figlia unica e non ha mai conosciuto i suoi genitori, l’unico ricordo che ha di loro è un ciondolo di vetro, lo porta sempre al collo, non l’ha mai tolto.
Ha sempre vissuto con sua nonna, lei è la sua vita, non sa cosa farebbe senza di lei, è la sua roccia, colei che le ha insegnato a non arrendersi mai,
a tener sempre duro, a trovare sempre la strada più difficile, così da avere migliori risultati.

 


Sono le dieci di mattina, ma il sonno sta evaporando lentamente. Nella mia solita colazione i cereali zuppi cominciano ad affondare nel latte della tazza.
Ormai è ridotta in poltiglia. Non ho molta fame.
Ecco come iniziare male una giornata! Siamo verso agosto e fa un caldo soffocante. Lavo la tazza della colazione, dopo averla messa a posto mi preparo per un'altra monotona giornata.
Vado di sopra mi metto un maglione molto vecchio e largo con dei pantaloncini che di bello hanno solo la comodità, mi stendo sul letto e inizio a leggere il mio libro preferito, saranno così tante volte che lo leggo, ma è troppo bello.
Così mi immergo nella lettura fino a pomeriggio.
Sento dei passi venire verso camera mia, la porta si apre piano fino a far spuntare il viso paffuto di mia nonna.

“Ehi tesoro, non esci oggi?” chiede sedendosi sul letto di fronte a me.

“Non lo so, non mi sento il gran forma,più che altro è la noia..” sbuffo.

“Esci un po’, vai al centro commerciale, fai qualcosa. Dobbiamo festeggiare!” esulta.

“Cosa dobbiamo festeggiare nonna?” chiedo confusa.

“Oh, niente, niente” cerca di fare l’indifferente.
Si alza e si avvia verso la porta, ma io la fermo.

“No nonna adesso mi dici tutto” dico sorridente.
Cosa abbastanza rara che il mio sorriso sia vero, sincero.

“Eh va bene, tanto saresti comunque venuta a saperlo. Ho in servo per noi un altro viaggio” sorride.

“Davvero? E quando partiamo?”

“Domani!”

“Domani? Così presto? E dove andiamo?” dico un po’ stupita.

“Sisi domani, la meta la saprai solo domani mattina. Quindi ti consiglio di passare un po’ di tempo con Selena, staremo via per un po’ ” esce dalla porta.

Cosa? Un altro viaggio? Wow è bellissimo!
Non me lo sarei mai aspettato, ma la cosa mi elettrizza molto.
Chiamo Selena dalla finestra che la casa è praticamente quasi appiccicata a quella mia.
Si Selena è la mia migliore amica, la conosco dal primo giorno in cui mi sono trasferita qui a Londra, posso sempre contare su di lei e viceversa.

“Selena. Tendimi la scala che arrivo!” urlo per farmi sentire da lei.

Vedo che apre la finestra sorridente e appoggia la scala che collega la sua finestra alla mia, come se fosse un ponte.
Con cautela a modi cagnolino cammino sulla scala fino ad entrare in camera usa.

“A cosa devo questa tua visita?” dice sedendosi sul letto.

“Domani facciamo un altro viaggio io e nonna” sorrido.

“Wow è fantastico! E dove andrete?” chiede.

“E’ stata molto vaga sulla meta, quindi non me l’ha detta”

“Secondo te dove ti porterà?” risponde pensierosa.

“A dir la verità non ne ho la più pallida idea. Spero che rimaniamo comunque nel Regno Unito, sai non voglio allontanarmi tanto” faccio spallucce.

“Per quanto starete via?” domanda.

“Per un po’, se tutto va bene”

“Che vogliamo fare?” domanda con sorriso beffardo.

“Ti prego, non dirmi quello che stai pensando!” mugugno coprendomi la faccia con le braccia.

“Si.. SHOPPING!” urla tutta euforica.
Ma come ha fatto ad incastrarmi di nuovo?

Lei è decisamente l’unica che riesce a trascinarmi in giro per negozi QUASI volentieri nonostante il caldo d’agosto.
Lei e suo fratello Ian sono una parte allargata della famiglia.
Adoro Ian, è simpatico e dolce, ti aiuta sempre nel momento del bisogno. Insieme a Selena è il mio migliore amico.


MARIANNE'S POV

Mi avvio verso il supermercato in fondo alla strada, per svolgere le ultime commissioni prima di partire.
Girovago per un po’ lasciandomi attrarre dalle vetrine, poi entro per fare la spesa.
Il caldo per tutto il giorno sembra levarmi le energie, ed è una cosa molto difficile che succeda a me.
Penso che sia solo il nervoso perché questa mattina ho avuto a che fare con gli assistenti sociali.
Li odio, non mi piace parlare con loro di Winter, mi mettono a disagio e mi fanno venire letteralmente il voltastomaco.
Menomale che dalla mia parte ho l’avvocatessa Sandra, lei ci ha sempre aiutate.
Continuo a vagare tra gli scaffali soffermandomi a valutare ogni acquisto, la qualità è molto importante per me.

“Buongiorno signora Marianne” saluta Penny, la proprietaria del negozio.
Mi ha colta di sorpresa, mannaggia che paura.

“Buongiorno Penny” dico mettendo qualche barattolo dentro il cestino portato appositamente da casa.

Mi avvio verso le confetture, cercando la marmellata di ciliegie, ma non c’è. Vabbè non mi serviva più di tanto.
Ad un certo punto non riesco più a leggere la data di scadenza di un pacco di biscotto. Deve essere il caldo.
Non riesco più a concentrarmi e mi mancano sempre di più le forze.
All’improvviso sembra che gli scaffali facciano avanti e indietro come se mi stessero per cadere addosso.
Non riesco a muovermi, i muscoli non rispondono. No, io devo riuscire a guidare per la partenza!

“Dicevo che mi hanno detto che farà un altro viaggio, dove andrete?” ripete Penny.
Cerco di riprendere le forze.

“Sarà solo per poco tempo..” riesco a dire.

La stanza inizia ad ondeggiare. Mi viene da domandarmi se riuscirò a partire davvero.
Le vertigini aumentano improvvisamente, mi lascio scivolare in ginocchio, non sono cosciente di quello che faccio.
Ormai sono certa che cadrò a terra.

“Marianne si sente bene?” mi si avvicina preoccupata Penny.

“Venga, la aiuto ad alzarsi!” mi cinge la vita e incomincia a tirarmi su.
Ma tutto ciò non riesce a schiarirmi la mente.

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Salve a tutti.
Questa è la prima fan fiction che pubblico qui su questo sito. Questa storia è tratta da un libro che ho letto poco tempo fa.
L'idea essenzialmente non è mia, ma mi è piaciuta l'dea di rielaborare la trama cambiano i personaggi. 
Spero che la seguirete, scrivetemi cosa ne pensate, anche cose negative lol
Buona giornata! :)
Maura

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Capitolo 2
*** She's my whole life ***


Torno a casa con mille buste dopo il pomeriggio di shopping con Selena, e mi avvio verso casa intorno alle sette passate.
Suono il campanello ma la nonna non mi apre.
A quanto pare anche lei si diverte più di me a fare spese.
Prendo le chiavi, apro la porta ed entro. Vado in cucina per bere un tè caldo. Adoro il tè, ne bevo sempre una tazza al giorno.
Vado di sopra e mi appoggio sul letto, fino ad addormentarmi per una mezzora.
Quando il telefono di casa squilla fino a farmi sobbalzare.

“Pronto?” rispondo con tono svogliato. Il mio viso perde subito espressione, e i miei occhi diventarono subito preoccupati.

“La signorina Starr?”

“Si, sono io”

“Sono il dottor John Loren, la chiamo dall’ospedale. Si tratta di sua nonna..”
Deglutisco a vuoto per poi ricacciare indietro le lacrime, la nonna è tutta la mia famiglia, la mia vita.

L’avvocatessa Sandra mi porta fino all’ospedale. Ferma la macchina nel parcheggio e entriamo. Ho gli occhi lucidi e con me anche Selena e Ian. Ho tanta paura.

La nonna è in rianimazione da qualche ora.

“Mi dispiace tanto” dice Sandra abbracciandomi.

Io rimango impassibile, non riesco minimamente a pensarci.
La sola idea mi toglie il fiato. Stringo forte con la mano il ciondolo dei miei che ho intorno al collo.
Sul viso di Sandra appare un’espressione addolorata.
Sto sopportando tutto in silenzio, a fissare le lancette dell’orologio in sala che fanno tic tac. Sembra che riesca solo a sentire quello, nonostante il brusio dei visitatori.

“Tieni Win” esclama Ian porgendomi una tazza di caffè, proveniente dal distributore automatico.

Accenno un lieve sorriso per poi bere il caffè. E’ mezzanotte passata.

“Dove dormirai?” chiede Sandra.

“Qui, non me ne vado fino ad avere notizie della nonna.” esclamo non levando lo sguardo dalla parete bianca di fronte a me.
Sandra sospira, infondo si è sempre presa cura di noi, quindi credo che abbia una soluzione.

Esce fuori per fare qualche telefonata.
Fortunatamente riesco ad addormentarmi verso le quattro sulla sedia scomoda della sala d’attesa, appoggiata alla spalla di Ian.

“Winter” mi sveglia Sandra. Sono sicuro notizie dai medici.

“Il peggio è passato ma devi essere forte cara. I dottori non temono più per la sua vita, però Marianne è in coma.”  spiega e mi avvolge in un caloroso abbraccio.

“Il motivo credono che sia solo la caduta, però devono fare altri esami” dice. Contrago le labbra, mordendomele nervosamente.

I miei occhi piano, piano si addensarono di lacrime.
Selena mi strinse forte a sé, mentre continuo a piangere bagnandole tutta la maglietta comprata nel recente pomeriggio.


“Che procedura è?” chiede Selena.

“I medici dicono che il ricovero della nonna durino un paio di settimane” replico con tono neutro, cercando almeno di renderlo così.

“Sandra mi ha dovuto trovare un’altra sistemazione finché nonna non si riprenderà” mi agito molto nervosamente.
Non sono affatto entusiasta di lasciare Londra, non voglio trasferirmi da degli sconosciuti.
Ma non ho scelta.
E’ tutta colpa del documento d’ordinanza, ne ho visti talmente tanti in vita mia che ho smesso di ribellarmi.
E’ abbastanza deprimente lasciarci ancora una volta nella stessa situazione.

“Sel..” sussurro. Abbasso lo sguardo, cercando di essere il più chiara possibile.

“Quando i servizi sociali ritengono che dobbiamo cambiare aria ci trasferiamo, e se dobbiamo prendere delle decisioni, sono loro a suggerircele.
Quindi finché la nonna rimane in ospedale, io me ne vado in quella stupida città di Manchester, e devo farmelo piacere” dico seria.

Sel mi guarda con aria perplessa, cerco di ignorarlo.
A volte sembrava che viviamo in due mondi diversi. Lei non riesce a capirmi, per quanto io lo voglia.

“Ma è una sistema che fa schifo!” insiste Selena scuotendo la testa.

Sel è così semplice e piena di vita che a volta mi fa tenerezza.

“Sarà solo per un paio di settimane” cerco di confortarla.

“Mi telefonerai tutti i giorni e vedi di tornare presto sennò me la vedrò io con questa famiglia di Manchester, ok?” mi punta un dito contro.

Mi viene da ridere.
E’ da un po’ di giorni che non rido ormai.
Prende un DVD e lo spinge nel lettore. The Twilight Saga, il primo.
Adoriamo quel film, adoriamo tutta la saga,  per noi è un classico.
Ci stendiamo sul letto di camera sua, ci impegniamo a fingere che tutto vada bene.
Lo abbiamo visto così tante volte, ma non importa.  Rimaniamo così tutto il pomeriggio, con le mani intrecciate.

La luce inizia a calare e così torno a casa, come mio solito attraverso la scala che mette in comunicazione le nostre due finestre.
Preparo le valigie, infondo ho capito che starò via per un bel po’ di tempo, ma non volevo far preoccupare Sel.
Mi porto tutte le cose che abbiamo comprato oggi pomeriggio, una foto mia e di mia nonna, una foto mia e di Sel, e poi una tutti insieme, anche con Ian.
Metto in una sacca tutti i miei libri, che saranno una cinquantina.
Finita di preparare la valigia, mi metto il pigiama e mi addormento pregando che vada tutto bene con l’immagine di nonna in mente.

Mi sveglio con la tristezza al culmine, vedo tutto grigio, non voglio partire, ma devo farlo. Vado sotto la doccia, dove ci resto per venti minuti abbondanti.
Esco, mi vesto e mi asciugo i capelli, al naturale.
Scendo sotto la valigia e la lascio alla porta. Torno in cucina e mi faccio un buonissimo tè caldo.
Come mio solito lavo il bicchiere, mi stiracchio per bene e prendo un gran respiro.
Testa alta e petto avanti anche tra mille pianti, questo mi ripeteva sempre nonna.
Sandra arriva e così entro in macchina con tutte le valige.

Mentre fuori dal finestrino dell’auto scorrono veloci le immagini della campagna tinta d’ogni sfumatura di verde e giallo e intristita dalla pioggia, 
non smetto un secondo di mordermi il labbro.
Provo solo rabbia, perché devo fare tutto ciò?
E’ da più di un ora che non smetto di tamburellare le dita sul bracciolo del sedile.
Non riesco a levarmi dalla testa l’ultima visita alla nonna, l’ho sempre vista forte e sicura, e ormai sono giorni che giace incosciente sul lettino di quel maledetto ospedale.
I medici non hanno ancora capito la causa dell’accaduto, del suo stato.
La nonna è tutta la mia vita.


________________________________

Eccomi qui, di nuovo.
So di essere in ritardo, anche perchè a dire la verità volevo pubblicarlo ieri, ma a casa sono venuti i muratori e mi è stata tolta la connessione.
Comunque spero che vi piaccia e ringrazio con tutto il cuore le 4 recensioni per il primo capitolo e ringrazio anche chi ha messo
la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Se potete, lasciate una recensione, così da darmi autostima a continuare questa storia..

Un bacio,
-Ma

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Capitolo 3
*** Everything's going to be okay ***


“Vedrai che ti troverai bene in questa famiglia” esclama Sandra dopo avermi sentito sospirare dopo l’ennesima volta.

Non ci siamo parlate per niente dall’inizio del viaggio. Non voglio parlare con nessuno, voglio solo stare in santa pace, tra me e i miei pensieri.
Io sono immersa nei miei pensieri e lei nella guida.
Sai com’è, Sandra non è molto brava a consolare le sedicenni in crisi, o forse non ha semplicemente gli argomenti per farlo.
Vedo un cartello che indica che manca un miglio a Manchester, il mio umore si angoscia ancora di più, e Sandra se ne accorge.

“Sono una famiglia eccezionale” ritenta di nuovo. Annuisco semplicemente.

“Tanto sarà solo per poche settimane” replico secca, raddrizzandomi sul sedile.

“I signori Styles si chiamano Des e Anne. Hanno una figlia di quindici anni, Gemma, poi un altro figlio che ha un anno in più di te, si chiama Harry,
e poi il loro cuginetto piccolo di nove anni Dany. Potreste andare d’accordo” sorride

“E’ solo un trasferimento, tutto qui. E appena la nonna starà meglio potrai tornare a casa” continuo a ripetermi in mente.

“Manchester, in confronto a Londra, ti sembrerà un buco.. però c’è una grandissima biblioteca ben fornita, visto che a te piace leggere. E casa Styles si trova al centro, in una posizione abbastanza comoda. Ah e avrai una stanza tutta tua.” esclama Sandra.
Visto che questa famiglia è talmente perfetta mi sta venendo la tentazione di chiedere come si chiama il cane di casa, ma mi trattengo.
Però Sandra non è responsabile di tutto ciò che m sta succedendo, anzi sta cercando di aiutarmi, quindi in un certo senso dovrei ringraziarla.

“Ottimo” mi limito a rispondere.

L’auto si inoltra tra le vie della cittadina, il cuore inizia a battermi fortissimo e inizio a sudare come un animale.
Passerà in fretta, andiamo!
Do una lieve stretta al mio ciondolo ripetendomi che andrà tutto bene.
Siamo arrivati, Sandra parcheggia nell’enorme giardino di casa Styles.

“Cara lascia la borsa a Harry” dice Anne con gentile fermezza dopo le strette di mano.

“Ti facciamo vedere la tua stanza” replica di nuovo.

Ha da poco superato la quarantina ed è la tipica madre di famiglia: viso delicato, sorriso dolce e gli si legge in faccia che sia abituata a farsi ubbidire.
Ha i capelli neri e gli occhi verdeazzurro.
Fino ad ora l’incontro si è svolto nel vialetto d’ingresso, non ho nessuna fretta di spostarmi ed entrare dentro, mi continuo ad illudere che rimanere vicino all’auto di Sandra mi potrebbe dare un’altra opportunità, una via di fuga. Ma sfortunatamente non è così.
Mi fingo interessata all’aspetto esteriore della casa. Rispetto all’appartamento che avevo a Londra, questa casa sembra un castello.
Il giardino è ben tenuto, una grande fontana al centro  e con il vialetto perfettamente pulito.

“Forza ragazzi” ci incita Anne ad entrare.  Harry mi sorride e mi prende le borse. Sandra e Anne vanno a parlare in cucina.

“Vieni” mi invita Gemma.

“C’è un po’ di scale da fare ma ne vale la pena” mi accenna un sorriso. La mia stanza sembra un locale spazioso ricavato nella soffitta.

“Si lo so che è un po’ spoglio. Ma abbiamo pensato che volessi personalizzarla tu a tuo gusto..” mi spiega la ragazza.

C’è un piccolo armadio a mia disposizione, una scrivania, una libreria capiente per tutti i miei libri, questa è l’unica cosa bella, e infine un letto a una piazza e mezza,
molto più grande di quello che avevo a Londra. Ci sono due finestre sul tetto per poi mostrare il cielo stellato. E’ una stanza appartata ma confortevole.
Mi sembra strano dirlo ma apprezzo molto il loro gusto più di quanto immaginassi.
Gemma si siede sulla scrivania, come se niente fosse, mentre Harry rimane appoggiato allo stipite della porta, con disinvoltura, ma rimanendo in disparte.
E’ abbastanza imbarazzante date le circostanze. E’ appoggiato sulla porta con le braccia incrociate.
Harry è molto alto per i suoi diciassette anni, e il suo fisico molto fine non ha un aspetto bambinesco.
Al contrario è asciutto e forte, e la maglietta bianca che indossa lascia intravedere la corporatura muscolosa e atletica.
Solo il viso lascia un po’ una traccia della morbidezza infantile, che però definisce bene i suoi tratti delicati, soprattutto le sue fossette e i suoi occhi sul verde,
che sembrano due smeraldi, seminascosti da dei folti capelli castani e ricci, ogni ricciolo sembra avere una sua forma e una sua perfezione.
La sua espressione è invece difficile da decifrare, sicuramente si sta annoiando. Il borsone che ha portato giace ai suoi piedi.

“Grazie per la borsa” dico un po’ intimidita.

“Figurati. E’ leggera” replica con un sorrisetto obliquo. Ricambio il sorriso.

“Vorrei lasciare a mamma il compito di farti fare il giro della casa” annuncia d’un tratto Gemma. E’ ancora seduta sulla scrivania, e non sembra intenzionata ad andarsene tanto presto.

“Però non fare tanto caso ai vasi” interviene il riccio.

"Ne ha rotto uno Dany giocando a palla in salotto e lo abbiamo rincollato. La mamma non se n’è ancora accorta.. “ ridacchia Harry.

“Sei tu che l’hai lanciato male” protesta Dany lanciando occhiatacce letali al cugino.

“Se non sai parare non è colpa mia” replica suo cugino.

Osservare i famigliari mi mette in leggera difficoltà. Mi scappa una leggera risata, molto silenziosa.
I bisticci famigliari mi hanno sempre fatto sentire un’ intrusa, anche quelli tra Selena e Ian, mi sento come invadente e capitata dove non avrei dovuto essere.
Continuo a fissarmi le punte dei piedi, senza rendermene conto.
Che stupida che sono.
Un po’ rigidamente decido di sistemarmi sul letto, sperando che gli altri due se ne vadano.

“A fare il giro della città ti ci portiamo noi. Non c’è un cappero da vedere, però potresti pure trovarlo divertente.” propone Gemma.

“Grazie” rispondo semplicemente.

“Non farti illusioni però, questo posto è un mortorio” mi avvisa la ragazza.

Benvenuta a Manchester Winter.


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Scusatemi infinitamente per il ritardo, m i sento una cogliona, davvero.
In ogni modo questo capitolo non mi soddisfa molto, diciamo che è un capitolo 'ponte'.
Comunque ringrazio con tutto il cuore le 4 recensioni dello scorso capitolo,
ringrazio anche chi legge 'silenziosamente' (?)
e ringrazio ancora chi ha messo la mia storia tre le preferite/seguite/ricordate.
Spero che in ogni modo vi soddisfi. S
e potete, lasciate una recensione, così da darmi autostima a continuare questa storia..
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 4
*** Manchester ***


Ieri non aveva affatto scherzato dicendo che a Manchester non ci sono molte possibilità di divertimento.
Sono passati cinque giorni dal mio arrivo in questa topaia, si, per me non è una città questa. Li ho praticamente passati tutti chiusa nella mia camera in soffitta, incontrando gli altri famigliari solo nei momenti dei pasti.
Non ho voglia di socializzare con i Styles, ma mi hanno concesso del tempo, e questo lo apprezzo.
Il risultato è che ho dato più tempo alla lettura che a tutte le altre occupazioni, finendo di leggere tutti i miei libri.
Ho bisogno di rinforzi.
Mi avvio verso la biblioteca di Manchester, è l’unico posto aperto al pubblico, dove puoi uscire senza pagare.
Inizio a passare in rassegna gli scaffali. Ci sono libri di ogni tipo, ma la cosa strana è che il luogo è completamente deserto.
Secondo i ragazzi di Manchester, non amano avvicinarsi alla scuola quando non vi sono costretti. Comunque un po’ di solitudine è quello che mi serve.
Scelgo un dei tanti romanzi che mi hanno incuriosita e vado a sedermi al banco più vicino alla finestra.
La luce comincia a diminuire.
Deve essere molto vicino l’orario di chiusura visto che il signor Paul Jones inizierà presto a lamentarsi della mia presenza.
 
Il bibliotecario fa avvicinare un altro ragazzo che stava leggendo fino a pochi secondi fa.

“Tomlinson” lo richiama. “Metti a posto i tuoi libri e esci, e fai uscire anche quella li.” urla Paul.

“Certo signor Jones non si preoccupi” risponde.

Sollevo lentamente gli occhi, riscossa dalle voci.
Fino a poco prima la biblioteca era così silenziosa che il rumore delle pagine sembrava rimbombare. Cerco la fonte di questo baccano che mi ha fatto distrarre e incrocio casualmente lo sguardo di un ragazzo dai capelli castani che viene verso di me.

“Temo che il signor Paul abbia fretta di chiudere” mi spiega.
E’ altro, sottile, ma non troppo, e i capelli castani ricadono perfettamente sul suo viso.

“Oh” sussurro.
E’ l’unica cosa che riesco a dire. Che stupida! Distolgo velocemente il mio sguardo dal suo, chiudo il libro e mi infilo velocemente la felpa, cercando di passare inosservata.
Io e il ragazzo sconosciuto ci avviamo verso il carrello e lasciamo li i nostri libri.

“Prego, dopo di te” sorride cedendomi il posto con cortesia.

“Grazie” dico imbarazzata. Quando mi rendo conto che lui mi sta tenendo la mano.

“Louis Tomlinson” si presenta.

“Winter Starr” replico stringendogli con molta fretta la mano.

Non potendo fare altrimenti, mi rassegno al fatto di dover incrociare nuovamente il suo sguardo, sperando di esprimere disinteresse. Non sono dell’umore per conversare e non mi dispiace che lui lo capisca.
I miei occhi si alzano fino a incontrare quelli suoi.
Le iridi di Louis sono color ghiaccio. Un bianco mischiato ad un celeste molto chiaro. Un brivido mi percorre lungo la schiena. Non ho mai visto un simile colore.

“Ti sei trasferita da poco?” chiede garbato, strappandomi un altro brivido. Ma che pensa? Io, trasferita?! Ma come gli viene in mente?

“Ovviamente no!” mi affretto a rispondere. “Voglio dire.. è una cosa temporanea” dico imbarazzata.

“Potete conversare fuori” esclama secco Paul, spegnendo le luci. Louis alza le spalle come segno di scusa.

“Ha come una fissa per gli orari” mi spiega. Annuisco. Sorrido e lui ricambia.

Sembra incuriosito, almeno quanto me, è come se in qualche modo riuscisse a attirare la mia attenzione. Sono alla ricerca di dettagli, sfumature..
Cerco di studiare la sua interlocutrice per tutto il tempo che ho a disposizione, e so per certezza che lui sta facendo lo stesso, in modo stranamente simile.

SANDRA’S POV
Il giudice Moore non mi sta ascoltando, è come se la mia presenza fosse solo un dettaglio dimenticato, è più impegnato a pulire attentamente i suoi occhiali da lettura.

“Carl sei proprio sicuro della tua decisione?” gli chiedo dopo una lunga attesa.
L’uomo aggrotta la fronte risalendo gli occhiali che gli cadono a causa della gobba sul suo grande naso. Carl sa essere esasperante quando ci si mette.

“Si” si limita a dire in tono autoritario. “Ho valutato bene la situazione, santo cielo Sandra!” dice con tono al quanto scocciato.
Cerca di restare irremovibile, ma io non mi faccio ingannare. Il giudice in fondo non è poi così duro.

“Ma allontanare Winter da Londra, a quest’età..” replico.

“Per l’appunto! Winter e ha bisogno di qualcuno che si occupi di lei, e i Styles mi sono stati raccomandati proprio per questo, sono i tipi giusti, deve vivere in un ambiente sicuro. E loro hanno già dato piena disponibilità” ribatte il giudice.
Infondo è sensato, gente affidabile e un po’ di stabilità.

“Posso almeno prometterle che la nonna verrà a trovarla appena si rimetterà?” azzardo. Carl annuisce lentamente.

“Certo, se sarà il caso. Ma avere a che fare con una persona come Marianne non può far bene ad un adolescente. I medici ancora non escludono il danno neurologico!
Allontanarsi dalla nonna per il momento è la cosa migliore da fare. Vuoi far vivere Winter con una malata che sembra una specie di vegetale?” domanda serio.
Subito mi innervosisco.

“I medici non hanno capito ancora un cavolo e non hanno il diritto di basarsi su semplici supposizioni, Carl!”
Il giudice comprende e mi trafigge con uno sguardo così penetrante da farmi quasi arrossire.

“Sei il loro avvocato Sandra. Vengono molte cose prima dell’amicizia” scandisce piano. Lo faccio tacere con un cenno.

Prendo il telefono e chiamo uno dei numeri che il giudice mi ha dato.
Squilla quando risponde la segreteria. Poi sento una voce umana.

“Sono l’avvocata Sandra Brey. Vorrei avviare le pratiche di trasferimento di Winter Starr nella vostra scuola.” rispondo con la voce che mi trema.


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Here I am.
Penso di essere in orario.. oggi volevo pubblicarlo e oggi l'ho pubblicato.
Ottimo, mi stupisco di me.
Anyway, RINGRAZIO CON TUTTO IL CUORE tutte le recensioni che mi avete lasciato
e ringrazio anche chi ha messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Vi amo, punto.
Spero che possiate lasciare una recensione, così da farmi capire se vale la pena continuare o no..
Continuerò al più presto, spero che vi piaccia come gli altri.
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 5
*** Go away ***


Le sere a casa Styles sono sempre troppo caotiche
Sono troppo abituata alla mia vita con mia nonna per potermi adattare velocemente a questo cambiamento, e non ho neanche la voglia di farlo.
Ma è solo questione di altre due settimane, credo.
Siamo tutti in salotto, in attesa che il DVD che stiamo vedendo riesca a coinvolgermi, almeno un minimo.
Esco di fretta fuori dalla porta della cucina, nel giardino sul retro. E’ buio, visto la notte e il fatto che si sono scordati di accendere le luci, ma non fa niente.
A dire il vero sento come un sollievo nel sentirmi avvolgere nell’oscurità. Il cielo scopre semplicemente le brillanti stelle immerse nel blu.
Mi allontano di qualche passo dalla luce delle finestre. Gli unici rumori udibili sono quelli del vento e un scalpiccio troppo silenzioso.
Mi concentro su quei passi, non riuscendo a identificare quella figura, è sicuramente uno scoiattolo, Dany mi ha detto che ce ne sono parecchi in queste zone.
Si è sicuramente uno scoiattolo, visto che è troppo tardi perché i pony siano ancora in giro a pascolare.
Sorrido pensando a quello che mi ha raccontato qualche giorno fa Dany, se c’è una persona a cui mi sono legata di più in questa famiglia è lui.

“Il film non ti divertiva?” chiede Harry dietro di me, facendomi leggermente sobbalzare. Mi giro e riesco a individuarlo nel buio.

“Non molto” replico con tono vago. Cerco almeno di essere cortese con lui, anche se c’è qualcosa che mi attrae verso di lui, ma non so cosa, sarà quella luce nei suoi occhi?

“Immaginavo” dice avvicinandosi mostrandomi i suoi tratti del viso. Riesco leggermente ad intravedere le sue fossette.

Una piccola fiamma di un accendono illumina il suo viso, mentre si accende una sigaretta.
Altro che immagine di ragazzo modello, rimango stupita a quella scena. Gli lascio il tempo di soffiare fuori una boccata di fumo.

“In che senso?” chiedo confusa.

Mi fa il suo solito sorriso obliquo, che io sono abituata ad associare ai suoi lineamenti.
Però finisce per scoprire i suoi denti. Mostrandomi un vero sorriso, uno davvero bello, che si riesce ad intravedere anche nel buio, è come se fosse una luce di riferimento,
come la luna.

“Nel senso che sei qui quasi da due settimane e non ti ho ancora visto ridere. Solo con Dany ci vai quasi vicina” mi guarda dritta negli occhi, con la luce fioca,
ma riesco a intravedere la brillantezza nei suoi occhi. Poi scrolla le spalle.

“Scusami, non credo siano affari miei” dice infine.
Annuisco semplicemente. Dietro a quell’aria da ragazzo modello, e devo dire stupido, Harry sembra molto sveglio e intelligente. Soffia un altra boccata di fumo.

“Non è un gran momento, a causa della nonna, sai..” gli spiego.

“E Manchester” ironizza. Sorrido, come per coprire una piccola risata.

“Sono stato un paio di volte a Londra, dovevi essere abituata a  un’altra vita..” replica lui guardandomi. Vero, ma non ho voglia di parlarne.

“In effetti è un po’ diverso” ammetto.

“Se hai bisogno, puoi sfogarti” propone Harry d’impulso.

“No grazie, non c’è molto da dire” mento.
Invece c’è fin troppo da dire, ma non ho davvero tanta voglia di fare amicizia con Harry. Lui fa il suo solito sorriso obliquo.
Sbadiglio e do un ultima occhiata alla vista dei pascoli bui, prima di essere seguita in casa da Harry.
 
Il mio grido mi sveglia di colpo. Barcollo fino al bagno per sciacquarmi la faccia, cercando di allentare la tensione.
Ho fatto un brutto sogno: ero in ospedale e la nonna era immobile, con i macchinari che continuavano a far rumore, dopo avevo lasciato la stanza e continuavo a correre lungo il corridoio, ma non aveva fine, non riuscivo a respirare, dopo c’erano tante porte davanti a me, e non ricordavo qual’era quella dell’uscita, varcai una a caso e mi ritrovai le scale scendevo e scendevo, ma non riuscivo mai a uscire, così cominciai a urlare.
Controllo la sveglia. Sono le sei e mezzo. E’inutile rimettermi a letto adesso.
Mi dirigo verso la cucina  e mi preparo un caffè solubile. Il suo aroma è così famigliare da farmi sorridere.
Non vedo l’ora di risentire Selena e Ian, è da tanto che non ci parlo. Voglio raccontare loro tutto.
Sospiro, sarà una telefonata piuttosto lunga e poetica.
Adesso che ricordo, devo passare dal bibliotecario per procurarmi quel libro che stavo leggendo l’altro giorno.
Sto per tornare in soffitta quando sento dei rumori provenienti dal piano di sotto. Gli ospiti sono mattinieri devo dire.
Prendo un foglio dal blocchetto appeso al frigo e ci scrivo un appunto:

“Faccio un giro qui intorno, torno dopo. Winter”

Trascorro tutta la mattina esplorando le boscaglie lungo il fiume.
Torno a casa quando Anne mi chiama dicendomi che c’è qualcuno al telefono per me. Mi da il telefono per poi uscire di casa insieme a Des.
Al telefono è Sandra.
Rimaniamo a discutere per parecchio tempo.

“Tanto qui quello che voglio io non conta, vero?” alzo il tono della voce.

Sono furiosa, non mi interessa che Dany mi sta guardando da mezz’ora con la faccia terrorizzata. Sandra in tutti questi anni non poteva considerare minimamente che il mio fosse un caso qualsiasi. Continuo ad urlarle contro, avrà sicuramente scostato la cornetta dalle orecchie, altrimenti diventerebbe sorda.
Mi lascia sfogare.
Quando ho esaurito il fiato riprende a parlare.

“Winny, so che sei spaventata e mi dispiace tanto. Ma i supervisori ritengono sia la soluzione migliore, ma sinceramente, non credo che sbaglino”

Inizio a sentirmi affiorare le lacrime, ma lotto per trattenerle. Sono sconvolta, arrabbiata e mi sento come tradita.
Mi dispiace di aver aggredito così Sandra, ma questi giorni sono stati un inferno.
Mi sono sempre fidata di lei, ci ha sempre aiutate e non ho mai ostacolato le sue decisioni.

“Non sono un pacco postale, Sandra. Non potete semplicemente prendermi e portarmi dove vi pare e piace. Credevo fossi amica mia e della nonna..” sussurro in modo rabbioso. Sento dall’altra parte del telefono che sospira rumorosamente.

“L’accetterai sia tu che la nonna. E ricordati che oltre a essere vostra amica sono anche il vostro avvocato, ti sto solo riferendo la cosa più opportuna da fare” risponde.

“D’accordo avvocato! Grazie” sibilo secca.
Riattacco.
Mi lascio scivolare a terra priva di forze, mi stringo le ginocchia al petto e inizio a piangere. Il pianto si trasforma in rumorosi singhiozzi.
Voglio la mia vecchia vita.


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Sono in tempo? Si, sono in orario.
Spero che questo capitolo sia abbastanza chiaro sul destino di Winter.
Se c'è qualche incomprensione basta chiedere.
Ringrazio tutte le recensioni per gli altri capitoli e ringrazio anche chi ha messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Alla prossima. :)
Un bacio,
-Ma



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Capitolo 6
*** School ***


Dany cerca di avvicinarsi, dopo molto tempo.
Il rumore dei suoi piedi sul pavimento mi fa alzare di scatto la testa. Il pianto mi avrà lasciato un viso pieno di lacrime e colato di mascara.
Dany facendosi forza si viene a sedere a terra vicino a me.

“Piangi per tua nonna? Mamma e papà mi hanno detto che non sta bene” chiede con tono dolce.

“Anche. Ma adesso è passato.”
Dany mi risponde accennando un sorriso. Mi fa male vederlo star male per colpa mia.

“Vuoi la merenda?” chiedo rialzandomi.
Dany salta in piedi tutto sorridente, come se non fosse successo niente. La cosa mi fa sorridere.

“La mamma l’altro giorno ha fatto la torta, deve essercene ancora un pezzo” dice afferrando la manica della mia maglia e mi conduce in cucina.
Non capisco come mai si sia affezionato ad una persona come me, non riesco a spiegarmelo.

“Mi sa che rimarrò più tempo del previsto, qui” dico imboccando un pezzetto di torta.
Dany ridacchia, dopo aver deglutito il pezzo di torta.

“Vedrai che ti piacerà” mi garantisce. Anche se sono ancora convinta del contrario, ma gli rispondo con un semplice sorriso.
 

Mi incammino verso la scuola per affrontare il primo giorno, mi perdo nei miei pensieri, dimenticandomi persino che con me ci sono Gemma e Harry.

“Scienze alla prima ora?” domanda Gemma.
Annuisco, non levando lo sguardo dalle pozzanghere che calpesto lungo la strada.

“Allora hai la Flower. Sei fortunata, io all’inizio avevo una insopportabile.” scuote la testa.

“Che crudeltà!” commenta Harry. Gemma lo ignora camminando a testa alta.

“Ti piace lo sport? Alla prossima ora abbiamo educazione fisica” mi chiede il ragazzo.

“Non esattamente” rispondo.
Non mi entusiasma, non mi piace sudare e mi annoio molto facilmente. Ho una personalità molto difficile da comprendere.

“Ho fatto un po’ di corsa atletica” gli spiego, affatto entusiasta.

“Sai, senza offesa, ma credevo che ti piacesse solo leggere” replica Gemma.

“No, davvero. Correre mi piace tanto”

“A scuola abbiamo un club di atletica, precisamente proprio sulla corsa” mi riferisce Harry.

“Sai, in realtà preferisco farlo da sola.. per conto mio” dico stringendomi le spalle.

Arriviamo davanti alla St’Accademy. Mi sento cedere le gambe. Nuova scuola, nuova vita, nuovi compagni sconosciuti.
Cerco di allontanarmi lentamente e andare verso la biblioteca ma Gemma mi è completamente attaccata al mio braccio. Il mio destino è segnato.
Mi mostra un piccolo sguardo al parco e dell’edificio.
Mi porta in mezzo a una folla enorme e tutti si girano per guardarci meglio. Poi c’è tutto un susseguirsi di saluti e strette di mano.

“Liam Payne” un ragazzo alto, sottile, ha un viso molto dolce, mi stringe la mano.

“Winter” ricambio il saluto.

“Rose Carter” una ragazza dai capelli rossicci e gli occhi azzurri.

“Niall Horan” il ragazzo di Gemma. Normale, alto magro, biondo tinto, occhi azzurri.

E poi altri ragazzi con una serie di nomi incomprensibili. Comincio ad averne abbastanza.
Mi sono ormai rassegnata al fatto che dovrò conoscere tutta la scuola prima di metterci piede, la campanella suona.
Finita la giornata torno a casa, scalpitando per tenere il passo di Harry e Gemma. Vado a vedere nella casella postale se c’è qualcosa per me. Niente. Il vuoto assoluto.

“Ciao Winter” mi accoglie Anne sorridendo.

“Allora, com’è andato il primo giorno di scuola?” chiede. Faccio spallucce.

“Bene” replico in fretta. Raccontare il mio primo giorno a Anne è l’ultima cosa che voglio fare.

“Non è arrivata posta per me?” chiedo infine. Riesco a leggere la risposta sul suo viso prima che riesca ad aprire bocca.

“Purtroppo no, ma l’avvocatessa Sandra ha chiamato stamattina” dice scuotendo il capo. Subito mi irrigidisco.

“Purtroppo non ci sono miglioramenti” annuncia con la tristezza sul volto. Il mio viso cambia subito espressione e il labbro inizia a tremarmi.

“Andrà tutto bene mia cara. Sandra ha detto di richiamarla comunque” dice.

“Grazie” mormoro, certa che non lo farò.

Sento gli occhi bruciarmi fortissimo. Anne se ne accorge e cerca di avvicinarsi per abbracciarmi.
Ma io non ci riesco, è come se avessi un guscio intorno a me.

“Vado in camera. Grazie lo stesso” mi allontano salendo in camera mia, dove ci rimango tutto il pomeriggio.

Quando scendo per la cena, la cucina di casa Styles è come sempre troppo affollata per i miei gusti, c’è tutta la famiglia al completo.
Gemma sembra molto impegnata a discutere con Harry, Dany legge un fumetto, Des legge il giornale con la sua pipa in bocca e Anne cucina ai fornelli.
Continuo a restare per un po’ sulla porta, come potrò mai sopportare questa situazione?
Harry si gira, lasciandomi uno sguardo fugace, per poi continuare la conversazione. Il disagio, però, continua a non andarsene.
Vedere questa scena così famigliare, della tipica famiglia modello, è talmente sdolcinata che ho paura che mi possa venire il diabete.
Però se ci penso bene non c’è nulla di sdolcinato: Anne e Des non si chiamano ‘cara’, ‘tesoro’ o altri nomignoli stupidi; Dany gioca tranquillamente e Harry e Gemma bisticciano come normali fratelli.
C’è molta autenticità, tutto questo mi ricorda le cene con la nonna.

“Buonasera” esclamo cercando di farmi notare. Tutti quanti mi salutano e  mangiamo tranquillamente.


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Mi stupisco di me, si direi proprio di si. Ho pubblicato il capitolo in grande anticipo.
Non me lo sarei mai aspettta, di solito sono più pigra ma questa volta ho voluto fare un eccezzione
Comunque se devo dire la verità il cpaitolo non mi soddisfa tanto, ma volevo provare il brivido di fare la 'trasgressiva'
pubblicandolo il prima possibile. Si, il pollo riscaldato di mamma non mi aiuta molto. I know.
Anyway ringrazio inifinitamente:
-le 6 recensioni per lo scorso capitolo;
-chi legge 'silenziosamente' (?)
-e chi ha messo la mi storia tra le preferite/seguiericordate.
Spero che vi piaccia lo stesso. Magari lasciatemi una recensioni, così da darmi l'autostima di continuare questa storia.
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 7
*** His necklace ***


Mi rifugio in sala subito dopo cena.
Dal momento che è rincominciata la scuola, Dany mi saluta con un grosso bacio sulla guancie e corre in camera a dormire,
mentre Gemma è al computer che vede tutte le sue notifiche e le e-mail.
Quindi niente film in famiglia.
E questo forse potrebbe essere un miglioramento, il film dell’altra sera non era poi tutto questo divertimento, e se ne era accorto anche Harry.
Visto che sono da sola , mi metto a esplorare il salotto. Infondo questa casa mi incuriosisce.
Il caminetto è bellissimo, adoro sentire lo scoppiettio del  fuoco. Sembra molto antico, è di pietra e in alcuni punti è annerito dal fumo.
Sopra ci sono delle enormi corna di cervo.
Sono davvero bellissime, anche se ho sempre detestato la caccia. Sui muri, sempre in pietra, i padroni hanno esposto una balera in legno e metallo,
forse della stessa età del camino.
Rimango a studiarlo per qualche istante, queste cose mi hanno sempre affascinata.

“Ti piacciono le armi?” mi prende di sorpresa Harry, facendomi sussultare.

Deve essersi avvicinato quando ero impegnata ad ammirare la balestra, e ora mi parla ad un passo di distanza.
Sento il suo profumo penetrarmi nelle narici, fino ad arrivare al cervello. E’ un profumo, stranamente buonissimo, fin troppo buono.
Mi guarda così intensamente, avrò fatto qualcosa di sbagliato?

“Non ne avevo mai vista una da così vicino” dico. Lui annuisce, decidendosi finalmente di distogliere il suo sguardo dal mio viso.

“E’ molto vecchia. Appartiene alla nostra famiglia da generazioni” spiega con tono serio. Sembra più che sta parlando con se stesso che con me, e la cosa mi incuriosisce.

“Ha una storia?” chiedo.

“Come ogni cosa, immagino..” risponde distratto. Volta le spalle e si va a sedere sul bracciolo del divano.

“Sono passato a vedere come andava” dice cambiando argomento. Come vuoi che vada? A meraviglia! Si, si, sicuro!

“Tutto bene” mento.

“Alla fine stare qui non è tanto male..” dico. Ma perché l’ho detto?

Ci scambiamo un’ occhiata.
Harry ha sempre il suo sorriso obliquo e l’aria sicura di se.
Avvicino la mia mano al suo petto, lui alza un sopracciglio. Prendo tra le mani una catenina che ha appesa al collo, sulla sua maglietta nera aderente.

“Posso vederlo?” chiedo riferendomi al ciondolo.

“Oh.. si certo” risponde levandosi la catenina dal collo e porgendomela nella mano.

“E’ davvero stupenda!” sorrido ammirandola in tutto il suo splendore. Ci sono due torri Eiffel, una piccola e una grande, tutte e due in argento.

“Si è vero, me l’ha riportata mia zia dalla Francia, ho sempre amato quella città! Però non ci sono mai stato” esclama, un po’ dispiaciuto.

“Io ci sono stata con la nonna. Sai  noi viaggiamo tanto” spiego restituendogli la collana. Lui se la rimette al collo. Cala il silenzio, molto imbarazzante.

“Sai, pensavo di fare una passeggiata” propongo. Harry mi guarda perplesso.

“Emh.. volevo dire.. non piove. Bisogna approfittarne” butto giù.

“Lascia perdere, Win. Non sta sera. I primi giorni di scuola ai miei non va che usciamo troppo.”

Mi ha chiamata ‘Win’ e non Winny come la nonna o Sandra, ma come mi chiamavano Selena e Ian. Stiamo forse diventando amici?
 
La mattina mi sveglio più stanca di quando sono andata a dormire.
Porto la mano al collo, per cercare la catenina d’argento. Quando sono agitata lo faccio sempre, è un gesto automatico.
Non la trovo. Panico!
Accendo la lampada e vedo il ciondolo sul comodino, esattamente dove l’avevo lasciato la sera prima, dopo la doccia.
Quel ciondolo è l’eredità dei miei genitori, la prova che un tempo sono realmente esistiti.

Entro in aula a testa bassa, come ogni mattina d’altronde. La notte non faccio altro che fare incubi sulla nonna, e infatti passo le notti in bianco e la mattina dopo ho le occhiaie,
gli occhi lucidi e arrossati. Non è il massimo, il secondo giorno di scuola.
Spero di passare inosservata, lasciando che i capelli mi coprano il viso.
Finisco per sedermi vicino all’unica ragazza di cui mi ricordo il nome, Rose.

“Buongiorno” esclama poco dopo una signora quasi anziana, alta e snella. Indossa un vestito color grigio severo, sembra fatto a posta per l’espressione del suo viso.

“La preside Wace” mormora Rose. “Non è così cattiva come sembra”
La ringrazio con un sorriso.

“Rose” sussurra una voce maschile.

“Ehi Ro..” replica ancora. Viene dal banco dietro il nostro.

“Non voltarti, è Zayn Malik” mi suggerisce.
Lo dice in tono come se il suo nome dicesse tutto. Ma io non ho capito un bel niente. Rose con quel sorriso così allegro, non sembra tipa da agitarsi per così poco.

“Eddai Ro!”. C’è qualcosa in quella voce, una sfumatura. Ipotizzo che sia un ex ragazzo un po’ troppo insistente. Rose non sorride più, è come nervosa.

“Non sopporto quando fa così!” dice d’un tratto. Si passa una ciocca dietro l’orecchio con un movimento goffo, sbuffa e riprende a guardare la Wace che fa non so cosa.

“Voglio dire, mi piace.. ma tratta gli altri come cani. Sono tutti così, quei ragazzi” sbuffa.

“Di chi parli scusa?” chiedo confusa. In quel momento Zayn Malik ha come l’impressione di aver aspettato troppo.

“I Nox ovviamente”

“Ro, ho letteratura alla prossima ora..”.

Smetto di seguire il consiglio di Rose e, voltandomi lo squadro. E’ un duro colpo.
Ero sempre stava convinta che i tipi come lui non avessero il diritto di essere così belli.
Cerco di togliere lo sguardo per non arrossire, anche perché all’inizio mi è sembrato perfetto.
Occhi brillanti color caramello, capelli color cioccolato, bocca piccola, carnosa e ben disegnata, e un espressione affascinante ma anche da vanitoso e capriccioso.

“Tu sei la nuova studentessa, vero?” mi domanda angelico.

“Si. E tu sei quello con cui Rose non ha voglia di parlare” dico secca. Non vale la pena di lasciarsi maltrattare solo per ottenere un suo sguardo.

“Però!” replica lui per tutta risposta.

Sembra quasi stupito.. Rose è decisamente divertita dalla situazione. La guardo, e poi torno a guardare di fronte a me.
Fuori è davvero una bellissima giornata e Gemma e Kate, che a quanto pare ha il privilegio di essere amica di Harry, decidono di mangiare un panino sul prato in compagnia.
Mi sembra quasi di stare all’Hyde Park con Selena e i vecchi amici.
Impulsivamente sorriso.


___________________________________________________
I'm back.
Spero che vi piaccia come gli altri. Finalmente è entrato anche Malik. Come credete che andrà a finire tra Winter e Harry?
Lo scoprirete presto se continuerete a seguire la mia storia!
Comunque ringrazio chi recensisce, chi mette la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e anche chi legge solamente.
Se potete lasciatemi una recensione, così da darmi l'autostima giusta per continuare questa storia.
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 8
*** Invitation to a party ***


“Allora hai conosciuto i Nox” se ne esce Kate.

“Rose mi ha raccontato quello che hai detto a Zayn!” esclama Niall entusiasta.

“Ragazzi, ma vi rendete conto che non capisco di cosa parliate?” mormoro.

“Già. E’ evidente” borbotta Harry.
Fino ad un attimo fa sonnecchiava al sole ignorando completamente la conversazione e ora, appoggiato su un fianco, non sembra molto felice.

“Avrei voluto vederla. Sei un mito sorella!” sospira Liam.
Ho capito che sono un mito, ma nessuno ha risposto alla mia domanda.

“Chi sono i Nox?” chiedo vagamente, senza rivolgermi a qualcuno in particolare.

“Sono i migliori, i perfetti, gli eletti.. che non lo sai?” risponde Liam.

Niall si volta verso Harry e Gemma puntandoli con il dito.

“Styles, ragazzacci, non avete parlato alla nostra povera amica dei più fighi della scuola? Vergognatevi!” scuote la testa.

“Rimedio subito. Tutto quello che devi sapere su di loro è che è meglio lasciarli perdere, meglio starne alla larga! Sono come un club, una confraternita.” spiega Harry.

Voglio seguire il consiglio, visto l’incontro di stamattina con Zayn Malik, non credo che ne valga la pena.

“Già. E gli Styles sono gli unici che non abbiano mai sognato di farne parte,Winter ” dice Liam.

“Solo i pezzi grossi ne fanno parte. Il Club Nox è un istituzione nella nostra scuola” spiega Kate.

“E il padre di Malik è uno degli uomini più ricchi dell’Inghilterra. I membri dei Nox sono figli di papà con la puzza sotto il naso” esclama Kate.
Gemma scuote il capo.

“Non esagerare Kate!”

“Perché? Sono ricchi, belli, intelligenti e riescono sempre a fare quello che vogliono! Non è orribile?” chiede schifata.

L’ultima cosa mi pare tutto, tranne che orribile.
 

Sono sopravvissuta alla mia prima settimana alla St Accademy’s.
Devo ammettere che non è stata una passeggiata: tra tutte le presentazioni che Gemma mi costringeva nelle pause pranzo.
Non ne sono certa, ma forse sono addirittura riuscita a trovare delle amiche, visto che Rose ha iniziato a sedersi al mio fianco molto spesso.
Questo pomeriggio stiamo di nuovo insieme, nel cortile della scuola a fare una ricerca per la Flower, ho preso un paio di libri dalla biblioteca.
Ci siamo perse per diversi minuti in chiacchiere. Rose mi ricorda Selena, sempre allegra, semplice e stravagante.
Ha un qualche cosa di contagioso che riesce a farmi sentire un po’ più leggera.
Vedo arrivare Britney Parry e delle sue amiche, il sorriso mio e di Rose svanisce in una frazione di secondo.

“Ciao ragazze!” ci saluta nel suo tono un po’ più dolce.
Se devo dire la verità sembra una barbie, non che sia cattiva ma sembra appena uscita da Geordie Shore.

“Sabato sera ho la casa libera. Quindi festa!” annuncia con soddisfazione.

“Ci saranno tutti quelli del nostro anno e anche gli studenti più grandi” aggiunge Annie, una delle due amiche, eccitata.

“Forse verrà persino uno dei Nox e verrà anche il tuo amico Styles, Starr. Anche se, detto tra noi, con quel carattere che si ritrova avere una faccia e un fisico da urlo non gli serve a molto!” quasi ridacchia.

Una grande rabbia mi sale su, ho finito per scoprire che non mi piace affatto sentir parlare male di Harry.

“Faccio finta di non aver sentito” sussurro a denti stretti.

“Che bello!” mormora Rose, evidentemente mentendo.
E’ inutile dire che non ho nessuna intenzione di andarci.

“Non tollero rifiuti!” ci avvisa Britney.
Quando poi rimaniamo sole Rose ribadisce il concetto.

“Sarà meglio che vieni! Non stava scherzando. Farla arrabbiare è pericoloso!” strizza gli occhi.

Sbuffo. Ohh quanto mi manca Londra!
 

“Hai appena cominciato la scuola e già ti hanno invitato a una festa” esclama Gemma all’improvviso.
Rischio di strozzarmi con l’acqua che sto bevendo.

“Quando sei nuova ti invitano sempre alle feste. E poi conosci Britney.. Non devi mica venirci se non vuoi!” continua con tono chiaro che non avrebbe mai approvato.

Il mio destino è segnato!
E’ la prima volta che vengo invitata ad una festa.
Dedico tutta la mia attenzione a chiudere la bottiglia, fissando il tappo come se in questo momento sia la cosa più interessante del mondo.

“Tutti pensano che sia un suicidio sociale starsene a casa” affermo. Gemma sorride.

“Che dire? Così vanno le cose nella sperduta Manchester! Ci vai con qualche ragazzo? Sai potresti andarci con Harry, io e Niall abbiamo fatto una scommessa..” dice facendosi scappare una risata.

“Piantala!” ordino secca. “E poi che cavolo c’è da scommettere?” dico allo stesso modo.

“Credimi: meglio la sorpresa..”

Andare d’accordo con Gemma è facile, ma ultimamente insiste un po’ troppo nel prendersi gioco della mia ‘fobia sociale’ se così si può chiamare.
Siamo sdraiate sul mio letto a chiacchierare prima di andare a dormire, non è la prima volta che capita.

“Non sarà così terribile, vedrai! Piuttosto sai già che ti metti? Se non lo metti, mi presti il gilè di velluto?” chiede mettendosi in posizione di preghiera.
Annuisco ridacchiando silenziosamente.

“Penso che metterò i jeans” taglio corto.


E’ già venerdì e cerco di evitare l’argomento abbigliamento per la festa.

“Comunque non possiamo lasciare casa Parry da sole. E purtroppo per me, papà mi passa a prendere alle undici e mezza. Tu e Harry invece avrete un’ora in più” mi informa.

Provo un leggero imbarazzo, insomma io, da sola con Harry..

“Che succede se torno da sola? Mica mi perdo, non siamo a Londra!” rispondo secca.

“Ordini superiori, Win. Se non ti va di stare con mio fratello, devi trovare qualcun altro che ti riporti a casa o vieni via prima con me. Cioè abbastanza presto da fare una bella figuraccia..” fa spallucce.

Come dire che non ho alternative, tanto per cambiare.
Non che stare con Harry sia un problema, ma non ho bisogno di un baby-sitter!


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Ecco il nuovo capitolo, spero che vi piacca come gli altri.
Faccio i soliti ma 'importanti' ringrziamenti:
-chi recensisce;
-che mette la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate;
-che legge anche silenziosamente (?)
Continuo se trovo 4 o 5 recensioni. Chiedo troppo? Spero di no!
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 9
*** We're all beautiful ***


Sabato sera, nel salotto di casa, Des continua a fumare la sua pipa e a chiedersi se lasciarci andare alla festa sia una buona idea, glielo si legge negli occhi.

“Mi raccomando Harry!” ripete di nuovo. Ormai saranno seicento volte!

“Tranquillo papà. Andiamo alla festa insieme e torniamo a casa insieme. Ricevuto.” risponde, quasi sbuffando
Evidentemente avere una terza adolescente in casa mette i suoi genitori sotto pressione.

“E vedete si non sgarrare troppo con gli orari” interviene Anne sollevando gli occhi dalla scacchiera per la prima volta.

Alla fine come mi sono vestita? Ho messo un po’ di matita nera sotto agli occhi, indosso i miei jeans e una maglietta nera con scritto ‘We’re all beautiful’,
uno stile che si attende ad una londinese.

“Andiamo?” chiede scocciata Gemma.

Arriviamo alla meta circa venti minuti dopo.
Il salone ampio di casa Parry è stracolmo di gente, ovviamente sconosciuta.
Provo subito il desiderio e la tentazione di fare dietrofront e darmela a gambe. L’avrei fatto se Gemma non controllasse ogni mia singola mossa.
Annie e Britney si scatenano al centro della pista da ballo, in mini gonna e tacchi alti, circondati da buona parte degli studenti della St Accademy’s.
Dalla porta spalancata la corrente gelida della notte mi raggiunge strappandomi un brivido.
Rinunciando al mio piano di fuga, mi addentro nella casa con gli altri.

“Ciao, Styles” dice quello che mi sembra il ‘leader’ del gruppo, rivolgendosi a Harry.
Secondo me tra i due, non scorre buon sangue. Harry aggrotta la fronte. Come si chiama? Aspetta.. Alfred, Andrew, qualcosa del genere..

“Anthony Lloyd. Ricordi?” mi mostra con una mano Harry.

Ecco, appunto: Anthony.
Lloyd sfodera il suo sorriso più accattivante, gli occhi pungenti che mi squadrano da capo a piedi con una certa approvazione.
Li detesto, i ragazzi, quando fanno così.

“Non sono fisionomista” replico con freddezza.

Harry cerca di fare del suo meglio per reprimere una risata.
Anthony non mi si leva un secondo di dosso. Assomiglia ad una medusa. Evidentemente ha deciso di fare colpo su di me, che sciocchezza!

“E come ci si diverte a Londra? Sarà pieno di locali, eventi..” chiede con fare suadente.

“Immagino di si” rispondo.

Tanto per migliorare le cose, sta iniziando a farmi male la testa.
Mi stringo le spalle, chiedendomi quanto tempo ancora sia prematuro allontanarsi con la scusa di sistemare il trucco. Kate e Gemma mi fanno cenno di seguirle.

“Noi andiamo fuori a fumare” butta giù Gemma.

“Che peccato interrompere questa bella conversazione, ma sai come siamo noi fumatori. Fortuna per te che sei salutista, Lloyd!” lo saluto uscendo fuori con le altre.
In verità io non fumo, ma accetto il diversivo per levarmi quello dalle scatole.

“Grazie ragazze, quel tipo è uno sfinimento!” sospiro sedendomi sui gradini d’ingresso, insieme alle altre due, godendomi un po’ di tranquillità.

“Chi? Il capitano della squadra di football? Molte non ti perdonerebbero per questo tuo commento. Tra lui e il fratello di Gemma, scommetto che sei piuttosto invidiata stasera!” ride Kate.

Quando la porta alle nostre spalle si apre, ci voltiamo in perfetta sincronia sperando che sia  Niall o Liam.
O chiunque, ma non Anthony.

“Che casino infernale” borbotta il nuovo arrivato.

“Puoi dirlo forte Harry” esclama Gemma annuendo.

Visto com’è iniziata la serata non mi stupisco molto di vederlo avvicinarsi.
Lui si siede affianco a me e si passa una mano tra i capelli, scompigliando i suoi bellissimi ricci, come sempre.

“Hai davvero l’intenzione di seguirmi tutta la sera?” chiedo. Differente.

“Volevo solo vedere se andasse tutto bene..” risponde con il suo solito sorrisetto obliquo.

“A meraviglia” dico sarcastica.

“Adesso viene la parte migliore” bisbiglia al mio orecchio con voce rauca, strappandomi un brivido. Ma perché?

Ci scambiamo un’occhiata fino ad incrociare i suoi occhi che brillano anche alla luce scura della notte.
La strana confidenza che si è creata tra noi mi mette un po’ in agitazione. Gemma non si perde ogni singola parola della conversazione, e questo di certo non mi tranquillizza.
Il ragazzo si stringe le spalle.

“Dentro stanno iniziando il giro dei vodka” ci informa Harry senza interesse. Gemma ridacchia.

“Allora io e Kate andiamo a vedere” dice andando dentro e lasciando me e Harry da soli.

“Avvisami quando è ora di recuperare Niall” commenta sarcastico Harry.

La tasca del jeans mi vibra, estraggo il telefono dalla tasca. E’ sicuro Sel, solo lei può chiamarmi a quest’ora.
Tocco il braccio di Harry mostrandogli il cellulare e corro all’esterno.
Devo allontanarmi un paio di metri dalla casa prima affinchè le parole di Sel smettano di sembrare coreano antico.

“Alla fine hai deciso di andarci alla festa” afferma lei dall’altro lato del telefono.

“Beh, c’è praticamente tutta la città!”
Continuo a camminare avanti e indietro sull’asfalto del marciapiede, sperando che l’aria fresca della notte mi faccia sentire meglio.

“Cavolo sembra che ti stia divertendo parecchio!” commenta ironica, facendomi sorridere.

“Dimmi qualcosa. News?”

“In realtà si, ma non sui ragazzi.. Non so come dirtelo, ti ho chiamato apposta per questo..”

“Sel mi stai facendo preoccupare sul serio!” il mio tono cambia radicalmente.

“Scusa, sono stata all’ospedale oggi. Volevo andare da Marianne ma, ecco non c’era. L’unica cosa che sono riuscita a sapere è che l’anno trasferita in un altro reparto.
E non è stato facile scoprirlo..” cambia il tono di voce, esattamente come il mio.

“Cosa?” chiedo spalancando gli occhi.

“Te lo giuro, Win: tutto quello che so è che adesso sta in una stanza singola!” sbuffa. Conoscendola, deve essersi data piuttosto da fare.

“Ma per la privacy non mi hanno voluto dire dove. E siccome non sono un parente non mi hanno voluto dire un cappero! Da non crederci!” spiega scocciata.

Deglutisco a vuoto.
Eh certo la nonna è stata trasferita e a nessuno viene in mente di avvisare Winter, certo che no!

“Comunque domani provo a rivedere. Tua nonna ha il diritto di ricevere visite!”.
Ho un irrefrenabile tentazione di salire sul primo treno per Londra.

“Grazie Sel. Mantienimi informata” recplico col tono forse più triste che Selena abbia mai sentito.

“Contaci!” risponde. Rimetto il cellulare in tasca.

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SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!
SONO IN UN TREMENDO RITARDO, LO SO, MA HO UNA SPIEGAZIONE:
SONO PARTITA CON LA MIA FAMIGLIA E IN QUELLA MERDA DI POSTO (SI, PERCHE' ERA LETTERALMENTE UNA MERDA) NON C'ERA UNO STRACCIO DI RETE.
IL DESERTO, ECCO COS' ERA.
So perfettamente che questo capitolo fa cagare, ma l'ho scritto tutto di fretta.
Spero che mi farò perdonare col prossimo, che è abbastanza "fondamentale" per tutta la storia.
Spero anche che vi possa piacere lo stesso, come gli altri. Faccio i soliti, ma importanti ringraziamenti:
-chi recensisce;
-chi mette la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate;
-chi legge solamente
Aggiornerò al più presto, se mi fate trovare 5 recensioni.
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 10
*** A terrible night ***


Siccome non ho nessuna voglia di ritornare dentro in mezzo a quel baccano mi appoggio a un tronco d’albero ai bordi della stradina ad ammirare la luna.
Automaticamente rinizio a giocare con il mio ciondolo di cristallo che ho appeso al collo.
La musica non si sente più e l’unica cosa che udisco sono i rumori del bosco.
A rompere i miei pensieri è la voce di Anthony Lloyd che sembra venire verso di me. Scivolo e mi nascondo nel bosco. Questo mi sta proprio su.
Ci rimango per qualche minuto, dopo con la certezza di non essere sola.
C’è un uomo giovane, ma non troppo per frequentare la mia scuola. Inizio a studiarlo molto silenziosamente, non l’ho mai visto prima d’ora.
Ha i capelli rossicci e tutti spettinati, uno sguardo dolce e con una sigaretta spenta in bocca. Per qualche strano motivo, la sua presenza mi mette a disagio.

“Scusami. Per caso hai da accendere?” chiede con tono cortese.

“Mi spiace, non fumo” mi limito.

“Ah. Sai prima mi era parso di averti vista in veranda, quindi credevo..” dice con aria un po’ delusa.

Strano, non ricordo di averlo visto alla festa, e io un tipo del genere l’avrei notato di sicuro.. è bizzarro, ha qualcosa che attira la mia attenzione, forse sono i suoi occhi azzurri come il mare. Aspetta! Mi sono appena ricordata di aver raccolto l’accendino che Kate aveva dimenticato.

“Aspetta.. lasciami controllare..” rovisto nella borsa.
Infondo non mi costa niente essere gentile, prendo l’accendino e mi avvicino in fretta.

“Grazie davvero, sei gentilissima” mi ringrazia.

Accendo la fiamma dell’accendino e una piccola luce si illumina.
Mentre lui aspira per accendere, i nostri occhi si incrociano e un brivido mi passa.
Lui sorride maligno.
Scatto all’indietro e incomincio a correre, seguita dallo sconosciuto.
Sto andando nella direzione sbagliata. L’unica cosa che riesco a pensare è che mi sto allontanando parecchio da casa Parry e da ogni possibilità di soccorso.
Il ragazzo mi sta appresso e così corro ancora più veloce. Forza Winter! Non ho mai corso così tanto in vita mia, il cuore sembra esplodermi nel petto.
Ho bisogno di riprendere fiato. Senza fermarmi cerco di guardarmi indietro, sperando che il mio inseguitore abbia finalmente desistito.

“Non puoi scappare per sempre!” mi grida.

E’ vero, ma con ogni probabilità nemmeno lui sarà in grado di inseguirmi ancora a lungo.
Ignoro le suppliche dei miei polmoni e accelero con un ultimo sforzo.
L’ho seminato, non riesco a crederci! Ce l’ho fatta!
Mentre rincomincio a respirare tutto il mio corpo inizia a tremare. Ogni singolo muscolo del mio corpo mi fa male.
Mi porto il cellulare all’orecchio, devo chiamare Harry.

“Rispondi” supplico mentre i suoni di linea riempiono il silenzio.

“Risponde la segreteria telefonica..” riattacco. Maledizione!

Attorno a me non c’è altro che una distesa di alberi, e c’è anche della nebbia che si sta alzando.
Mi guardo attorno, devo nascondermi prima che l’uomo mi raggiunga.
Il telefono mi sfugge di mano. Scivola sul terreno in pendenza e mi getto a terra cercando di inseguire la luce fioca del display.
Quando anche quella luce si spegne sento andare nel panico. Non sono abituata ad avere paura, ma questa volta ne ho, e pure tanta.
Perquisisco il suolo, tentando di trovare il mio cellulare, con le mani tremanti. Poi, una risata mi fa urlare.

“Cercavi questo, tesoro?”

A pochi passi di distanza, l’uomo sogghigna compiaciuto, mostrandomi il cellulare.
La nebbia si abbassa lentamente, e la sua espressione cambia: non è più febbrile come mi era parsa prima. C’è divertimento nei suoi occhi e, sono concentrati, stranamente.

“Non è saggio per una ragazza così carina andarsene a spasso nei boschi da sola di notte” mi dice carezzevole. “Da sola poi.. nessuno ti ha detto che si rischiano i brutti incontri?” continua, con aria compiaciuta. Mi rialzo lentamente.

“Cosa vuoi?” mormoro, cercando di prendere tempo.
Ma lui non risponde, continua a fissarmi come se l’intera notte mi appartenesse.

“Ti avverto, ho chiamato la polizia” cerco un diversivo. Lui comincia ad avvicinarsi, muovendosi fluido.

“Bel tentativo, ma ho un buon udito” replica.

E’ la mia ultima possibilità.
Rincomincio a correre. E’ come se tutto intorno a me si trasformasse in un vortice di fronde.
Questa è la corsa più disperata della mia vita.

“Presa!” esulta l’uomo guardandomi beffardo e sollevandomi tra le braccia.

Inizio a scalciare velocemente nel tentativo disperato di liberarmi.
Riesco solo a sfiorarlo in modo da farlo balzare all’indietro mandandomi a sbattere contro un tronco.

“Mossa sbagliata, amore. Mossa sbagliata” ride guardandomi crollare al suolo.

“Che cosa vuoi?” ripeto terrorizzata nel tentativo di rialzarmi.

Sento un rivolo caldo sulla tempia e comprendo con orrore e paura che deve essere sangue.
Lui mi afferra nuovamente, immobilizzandomi in una forte stretta, sorride amaro. Tento un ultimo scatto, poi perdo le forze, afflosciandomi completamente tra le braccia del mio probabile assassino.
Mentre rimaniamo stretti l’una all’altro il tempo pare fermarsi, lo sento ansimare contro la mia guancia, respirando il mio odore.
Le sue dita scivolarono sul mio collo in una lenta carezza.


HARRY’S POV

Sorrido nell’osservarmi coinvolto in una situazione che detesto.
L’ora del rientro si avvicina così decido di andare a controllare dov’è Winter. Mi alzo e mi avvio verso la porta d’ingresso, ma qualcuno mi blocca il braccio.

“Te ne vai già?” chiede Annie con un sorriso provocante. Gallina.

“Direi di si” mollo la presa.
La ragazza mi gira attorno, poi mi si ferma di fronte, sbarrandomi la strada.

“Mi ha fatto piacere che tu sia venuto. Sai, non ti si vede spesso alle feste..” si avvicina.
Annuisco, ma il mio sguardo non smette un istante di guardare la sala. Winter non è ancora rientrata.

“Allora ti fai vedere qualche altra volta? Britney organizza feste di continuo.. Dovresti esserci a quella di fine anno!” annuncia.


WINTER’S POV

Il tempo passa e l’uomo non smette di studiarmi senza fretta, sembra attentissimo ad ogni mio singolo particolare, come se la realtà in cui è non sia la stessa in cui vivo io.
Sorride sornione, come un predatore ormai certo di avere la sua preda in pugno. I miei respiri sono velocissimi e ansanti.
E’ peggio di un incubo, ogni cosa è come confusa ai miei occhi.

“Che cosa credi di fare?” qualcuno grida all’improvviso.

Un braccio avvolge il collo del mio aggressore strattonandolo violentemente all’indietro.
L’uomo viene catapultato a terra emettendo un gemito di dolore. Con le palpebre che quasi si chiudono per lo sfinimento, non vedo altro che due corpi avventarsi l’uno contro l’altro in una lotta feroce.
Il mio assalitore è forte e massiccio, scatta in avanti con un urlo e si getta all’attacco. L’altro conta solo sulla propria velocità per sfuggirgli.
Li osservo trattenendo il respiro, qualcuno è giunto a soccorrermi. Ma sono troppo confusa per identificare.
Eppure i suoi movimenti, la sua voce..
Mi sento ancora troppo debole persino per potermi preoccupare e continuo a oscillare tra sogno e realtà, ma continuo a tenere i pugni serrati per cercare di non abbandonarmi del tutto.
Mi sembra sia trascorsa un’eternità quando mi sento scuotere delicatamente, e un suono scivola dentro il turbine della mia confusione.

_______________________________________________________________________________________
Volevo assolutamente farmi perdonare per il ritardo dell'altra volta, quindi ho aggiornato abbastanza in fretta.
Vi consiglio di ricordarvi di questo capitolo e di questa orribile notte passata da Winter, perchè ne riparlerò in futuro.
Spero che vi piaccia.
Comunque io avevo chiesto 5 recensioni e voi quante me ne date? 20!
Mio dio, GRAZIE, GRAZIE DI CUORE! DAVVERO!
Grazie a chi legge, chi recensisce e chi mette la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate
Cerco di aggiornare al più presto!
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 11
*** Forgive me, Winter ***


“Winter?! Winter, mi senti?”
Harry mi scuote piano. E’ inginocchiato al mio fianco che ascolta ansiosamente il mio respiro.


HARRY’S POV

Qualcosa mi dice che lei riesce a sentirmi perciò continuo a parlare, studiandola con attenzione alla ricerca di qualche indizio.
Mi accorgo che del sangue le cola sulla guancia.

“Sveglia!” ripeto.

Costringo Winter a voltare il suo viso con la massima delicatezza possibile e le esamino il taglio sulla tempia. Il mio volto si fa duro.
Provo rabbia nell’immaginare cose sarebbe accaduto se l’avessi trovata solo qualche minuto dopo.
E’ tutta colpa mia.
Tutto questo non sarebbe successo se io avessi fatto davvero il mio dovere. E ora devo trovare in fretta una soluzione.
Trascorrono instanti interminabili e il suo stato si fa più simile al sonno, calmo.
Respira regolarmente, emettendo nuvolette bianche di condensa nel freddo della notte.

“Winter” la richiamo di nuovo. I suoi occhi si aprono lentamente.

“Harry” mi riconosce. Si raddrizza piano, ancora un po’confusa. “L’uomo.. dov’è?” chiede spaventata. Sorrido lievemente, scuotendo la testa.

“E’ scomparso, non devi più preoccuparti”

“Era così strano.. io non l’ho sentito arrivare, però qualcosa in me mi diceva che voleva farmi del male e.. era così silenzioso.. e velocissimo” inizia ad agitarsi, solo al ripensare all’orribile accaduto di prima.

Annuisco comprensivo. Sta per abbracciarmi, ma subito si mantiene. Perché non l’ha fatto?

“Come ti senti?” domando dopo qualche istante, avvicinandole un fazzoletto alla tempia per tamponare la ferita.
La stoffa bianca si macchia immediatamente di rosso.

“Fa male” risponde, molto sinceramente.  “Ma immagino potrei stare molto peggio se tu..” una lacrima le sfugge e brucia scivolando sulla guancia escoriata.

Subito asciugo quella innocente lacrima con il pollice, molto delicatamente.
Cerco di confortarla, mostrandole il mio sorriso più dolce.

“Va tutto bene, Win. Siamo stati fortunati” la rassicuro.

Raggiungere la soffitta è la parte più difficile, e mentre porgo a Winter un batuffolo di cotone imbevuto nel disinfettante, capisco di essere esausto.
Mi siedo ai piedi del letto e attendo in silenzio che lei si tamponi la ferita sulla tempia. Ha smesso di sanguinare, i danni maggiori li ha riportati sulla giacca.

“Grazie” mormora sincera, rompendo il silenzio.

Mi sento improvvisamente a disagio, non ho voglia di parlarne.
Mi limito ad un cenno svogliato e lei si volta a studiarmi per qualche istante.

“Non è colpa tua” mi dice sorprendendomi.

Rimango in silenzio. Devo interrompere quel discorso.
Mi alzo con un certo sforzo, ma mi innervosisco quando lei mi trattiene. Questa sera, decisamente, le cose non stanno andando come dovrebbero.

“Cosa facciamo adesso?”
E’ strano, è come se tutto quello che credevo di sapere su di lei, in questo momento mi pare sbagliato.

“Intendo dire, riguardo a quello che è successo..”

“Forse è meglio se ne discutiamo domani mattina con i miei” replico con uno sbadiglio.
Winter scuote il capo con decisione.

“Saresti disposto a tenerlo segreto?” domanda con una strana urgenza.
Non capisco, la scruto con sguardo perplesso.

“Non ti seguo” ammetto confuso. Mi risponde con un sorriso triste.

“I tuoi genitori dovrebbero comunicarlo alla Family Division, Harry. Sandra Bray darebbe i numeri se lo sapesse” mi spiega.
E’ vero, fino a quel momento non ci avevo pensato, e questo complica notevolmente le cose.

“Potrebbero trasferirmi di nuovo, e francamente non ne posso più di essere trasferita da un posto all’altro. Nessuno mi ha mai chiesto se volevo venire qua lasciando casa mia.
Però adesso ci sono, ho iniziato la scuola, sto facendo delle amicizie.. Non voglio rincominciare tutto da capo. Non ce la farei” abbassa il capo.

Riesco a leggerle in viso che gli occhi le brillano di lacrime represse.
Mi siedo sul suo letto, al suo fianco, e il silenzio pare meno teso.

“Non ti spaventa l’idea di rimanere a Manchester dopo stanotte?” chiedo cambiando discorso.

“Si. Da matti..” risponde.

Non sta mentendo, ne esagera meno, non osa quasi muoversi. E’ soprattutto stanca, sfinita di tutti quei cambiamenti.
Non riesce ad accettarne altri.

“Ma sarebbe potuto capitare ovunque. E voglio cominciare a riprendere il controllo della mia vita, riesci a capirlo?”

“Oh si” penso iniziando ad intravedere le conseguenze di ciò che mi sta chiedendo.
Certo, su alcune cose non c’era davvero possibilità si scelta, ma..

“Per favore, Harry!” mi implora.

“D’accordo,Win”

Prima di andarmene, attendo che Winter si addormenti. Scendo le scale e percorro il corridoio, sperando solo di raggiungere il mio letto.
Resta solo una cosa da fare.

“Perdonami Winter” sussurro, bussando alla stanza dei miei genitori.
 

WINTER’S POV

Mi sveglio singhiozzando, in un mare di sudore, ho avuto un altro incubo: correvo e lo stesso aggressore di ieri sera mi inseguiva, mi sentivo i vestiti pesanti e allora capii che era sangue, ero cosparsa su tutto il corpo di sangue, ma non provavo dolore, poi l’uomo mi prese e così non seppi più trattenere le lacrime.
E’ tutto talmente confuso..
Probabilmente oggi chiamerò la dottoressa Johnson, non ricordo di aver mai avuto tanti incubi come in queste ultime settimane.
E’ solo un incubo, nient’altro, adesso calmati Win!
Guardo le mie mani bianche, pulite prive di sangue. Il taglio alla tempia mi brucia ancora e sento il mio corpo tutto indolenzito.
Mi sarebbe piaciuto che anche la scena dell’aggressione fosse stata solo frutto della mia immaginazione, ma sfortunatamente non è così.
E’ tutto vero, ero stata assalita e Harry mi ha salvata.
Aveva promesso che non ne avrebbe parlato con nessuno.

“L’ha promesso” mi ripeto stringendomi nelle coperte.
All’improvviso, avvolta dall’oscurità della mia camera, mi sento stranamente meno sola.
 

“La lezione di oggi è finita ragazzi. Ci sarà un nuovo professore che vi illustrerà la parte del programma che farete con lui” annuncia il professore.

E quest’ultimo non sembra troppo contento.
Non smetto di scarabocchiare disegnini sul mio foglio d’appunti.
In qusto periodo neanche a me piacciono troppo le sorprese. Invece Rose, al contrario di me, è super attenta.

“Ma dico, l’hai visto?” domanda eccitata.

Dal giorno prima Kate e altri avevano avuto la fortuna di incontrare il nuovo insegnante e non facevano altro che parlarne. Per loro è un tipo affascinante.
Decido finalmente di sollevare lo sguardo su di lui, rimango stupita e non posso dare torto agli alti.

“Buongiorno a tutti, come forse saprete sono Andrew Vaughan.” annuncia.

Ha degli occhi chiarissimi, il suo viso è indecifrabile, quasi senza espressione.
Il suo sguardo mi mette in leggera soggezione. Inizia a parlare del programma e la sua voce si fa meno fredda e il suo sguardo più dolce di quanto mi aspettavo.
Tra i banchi iniziarono a girare le fotocopie del programma.

“I moduli di iscrizione potete venirli a ritirare direttamente nel mio ufficio” riferisce ancora Vaughan.

“Mi scusi professore..” la voce di Zayn Malik sembra quasi rimbombare nel silenzio.
Come al solito Rose si irrigidisce. L’insegnante si rigira verso Malik con la curiosità negli occhi.

“Prego, dica”

“Volevo chiederle quando inizieranno i seminari..” domanda.

“Circa tra una decina di giorni. Le date precise verranno esposte in bacheca. Qualcuno ha altre domande?” chiede. Nessuno alza la mano.

La mattina trascorre lenta e nel primo pomeriggio io, Gemma, Harry e Kate ci dirigiamo al campo di football per assistere alle selezioni dei nuovi membri della squadra.
Le gradinate riservate al pubblico sono semivuote.
Niall non ha grandissime probabilità di essere ammesso, non è molto bravo e soprattutto il capitano della squadra non ha nessuna simpatia per lui, pensa che sia ‘uno stupido mangione’ e poi si sta impegnando parecchio per mettergli i bastoni tra le ruote.

“Llyod è un cretino!” bofonchia Kate fissando la schiena nuda in mezzo al campo con aria bellicosa.
Con i suoi occhiali alla Harry Potter non sembra esattamente un amante dello sport.

“Sapevamo tutti che sarebbe andata così” replica Gemma tenendo i palmi davanti a se.
Sta cominciando a piovere, tanto per cambiare.

“Condizioni climatiche sfavorevoli” commenta Gemma verso il fratello.

Harry se ne sta in disparte a braccia conserte. Che gli passa per la testa?
Non l’ho mai visto in quello stato, ma neanche io sono esattamente allegra in questo periodo, quindi..

“Tu perché non partecipi alle selezioni?” chiede Gemma al fratello.

A differenza mia, Gemma non sopporta il suo malumore.
Harry sposta il viso nella sua direzione.

“Le ragazze adorano i rudi sportivi quasi quanto i Nox, lo sapevi? E poi se entrassi in squadra potresti presentarmi i tuoi compagni” rispose lei ironica.
Harry inarcò le sopracciglia.

“Io non corro dietro alle palle. E’ da idioti!” replica.
Mi scappa una risata. Per sua sorella è troppo, si allontanano da me e gli pugnala una spalla.


GEMMA’S POV

“Si può sapere che ti prende oggi?” domando in un sussurro. “E’ dall’ora di pranzo che non ti si può parlare!”

“Lascia perdere Ge, ho solo bisogno di pensare” abbassa il capo. Ma mi sta prendendo in giro? Poi qualcosa nella sua espressione mi insospetta.

“Harry, quello che è successo non è colpa tua!” lo conforto.
Lui mi risponde con uno sguardo rabbioso.

“Oh fantastico! Lo sai pure tu.. Fortuna che Winter mi ha chiesto di non parlarne. Quando se ne accorgerà sarà felicissima!”dice sarcastico.
Scuoto la testa con decisione.

“Non sarò certo io a dirglielo. E lo sai. Quindi puoi stare tranquillo” lo rassicuro
Continuiamo a fissarci per qualche istante, poi Harry fa il suo solito sorrisetto obliquo.

“Ok. A proposito, hai già avuto il piacere di conoscere il nuovo professore?” domanda.

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In tutte le recensioni vi chiedevate chi fosse il 'salvatore' di Winter, ebbene si, è Harry.
Altre credevano che fosse Louis, ma non vi preoccupate per lui, tornerà prestissimo e in futuro sarà presente in ogni capitolo, circa.
L'ho fatto più lungo degli altri, spero vi piaccia così.
Molte ragazze nelle recensioni mi chiedono quando arrivano i dettagli 'romantici' della storia.
Vi spiego: io non sono una tipa molto romantica, anzi, affatto. Perciò dovrete aspettare un po', però ci saranno, promesso.
Poi, come l'altra volta, vi consiglio di ricordare la notte terribile di Winter, e anche di ricordarvi del professor Vaughan,
avrà un ruolo abbastanza importante nella storia.
Chissà perchè Harry non voleva parlare con Winter della sua notte tempestosa?
Cosa ci sarà sotto?
Ok, la smetto.
Spero vi piaccia come gli altri.
Se potete, lasciatemi una recensione, così da farmi capire se vale la pena continuare questa storia.
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 12
*** That heavenly look ***


SANDRA’S POV

Cerco di sbirciare attraverso la porta del reparto dell’ospedale.
Per mia fortuna, Marianne è ancora in stato d’incoscienza. Non mi piace incontrare i suoi occhi azzurri appannati dai medicinali e dal delirio.
Mi siedo sulla sedia accanto al comodino. Mi metto a leggere il fascicolo d’udienza che non ho avuto modo di leggere in ufficio.

“Come va signora Marianne?” domanda una giovane infermiera indiana, affacciandosi alla porta.
Poi si accorge di me e sorride un po’ imbarazzata.

“Buongiorno avvocato. Non l’avevo vista..” dice con voce vaga.

“Buongiorno” ricambio interrompendo la lettura. “Qualche novità?”

“No signora, ogni tanto apre gli occhi e fa qualche movimento.. I risultati degli esami migliorano e da qualche giorno i medici non parlano più di coma,
ma non possono ritengono nemmeno lucida” spiega.
Annuisco, non sapendo che espressione adottare.

“Non sono riusciti a capire la causa delle anomalie?” chiedo. L’infermiera scuote il capo tristemente.

“Non con certezza, ma c’è stata un’intossicazione, magari solo un’intolleranza o qualche cibo andato a male. Capita più spesso di quanto creda!” spiega.
Mi massaggio lentamente la fronte.

“Già, un’intossicazione.. certo” osservo senza inflessione.
Marianne, per chi non la conosce, è uno spettacolo penoso, era forte e piena di energie, e penso che per Winter vedere in quello stato la nonna sarà un brutto colpo.

“Non chiede mai della nipote?” chiedo indagando. L’infermiera sorride comprensiva.

“Il suo nome è l’unica cosa che riesco a capire tra tutti i suoi mugugni quando è sveglia.”

Ringrazio l’infermiera e rimango in silenzio mentre lei sostituisce la flebo con gesti rapidi.
Quando esce, riabbasso lo sguardo.
E’ tutto così tranquillo e silenzioso.

“Sandra” mi chiama Marianne rivolgendomi per la prima volta uno sguardo e una parola dopo tanto tempo.
Balzo in piedi, mi capita molto raramente di rimanere senza parole.

“Mi ha riconosciuta?” chiedo.

“Dov’è mia nipote? Dove l’avete portata?” si agita.
Meno di cinque minuti dopo una folla di medici e dottori si affolla intorno a lei.
 

WINTER’S POV

Nell’auto di Sandra non ho smesso un secondo di mordermi le unghie.
Da circa un ora, però, non ho fatto altro che tamburellare le dita sul finestrino. Succede quando sono nervosa.
Stiamo entrando a Londra, o quanto mi mancava! Inizio a tamburellare le dita ancora più forte, facendo leggermente seccare Sandra.

“Ti spiacerebbe..?” chiede con tono un po’ scocciato.
I miei pensieri vengono interrotti e sbatto le palpebre.

“Scusa” mormoro scrollando le spalle.
Il viaggio è stato addirittura più teso del trasferimento a Manchester.

“Perché non mi hai fatto venire prima? E’ più di un mese che aspetto” chiedo mentre l’avvocatessa si ferma nel parcheggio dell’ospedale.

Sandra sfila le chiavi dal cruscotto e mi fissa. A questo non può proprio replicare.
Io ho una voglia matta di vedere la nonna, mi hanno detto più volte che non era sempre molto in sé, ma ho lo stesso bisogno di incontrarla di persona.
Una paura immensa mi sale improvvisamente, tanto da aver cominciato a mordermi le viscere.
Scendo dall’auto stringendo tra le dita il ciondolino di cristallo e seguo Sandra nell’ospedale.
All’interno dell’edificio fa un caldo quasi insopportabile. Percorriamo fianco a fianco i corridoi, una svolta dopo l’altra sento prendermi il panico.
I sogni!
E’ tutto orribilmente simile ai miei incubi delle notti precedenti.
Mi sembra di essere intrappolata in un labirinto, senza via di fuga. Rallento il passo e Sandra se ne accorge.

“Sicura che te la senti?” chiede .

Respira, Win. Respira, va tutto bene..
Si lo so, è una pietosa bugia, non va affatto bene, ma può andare bene se mi fa continuare.
Annuisco, non riesco a parlare.

“Stanza 508 Winny” dice infine, per poi rimanere sola.

Quando corro ad abbracciarla, la nonna sembra quasi normale.

“Sono così felice di vederti tesoro” la nonna mi stringe tra le sue braccia fini.

“Mi dispiace per il nostro viaggio.. e mi sei mancata tanto tutto questo tempo!” dice sorridente.
La stringo ancora più forte e Sandra si accorge che ho gli occhi lucidi, che poi si riempiono di lacrime.

“Non importa il viaggio nonna, mi importa averti qui con me. Anche tu mi sei mancata!” le premo il viso contro il collo.

“Il viaggio lo faremo quando starai bene, promesso” le sorrido.

La nonna sembra perfettamente padrona di sé, eppure lei continua a sentirsi inquieta, glielo leggo negli occhi.
Adesso che ci penso, venire qui è stato un azzardo, c’è la possibilità che lei attacchi con uno dei suoi deliri, delle sue storie incredibili.
Ma sono forte.
Riuscirei ad accettare persino che mia nonna stia impazzendo rapidamente.

“Raccontami..” esclama.

Non so da cosa incominciare: gli Styles, la scuola, i Nox, la stupida festa di Britney, Il prof  Vaughan e gli sbalzi d’umore di Harry. O Rose, persa per quello scemo di Malik!
Ho già deciso che non parlerò, neppure in assenza di Sandra, dell’aggressione.
Non ha senso preoccupare la nonna.

“Ci sono così tante cose” comincio.

Vedo il suo labbro iniziare a tremare, e gli occhi pieni di timore.
Deglutisce un paio di volte, e la sua espressione si riempie d’angoscia.

“Non ho mai voluto che ti portassero via, Winny” esclama. Sento un brivido gelido che mi striscia lungo la spina dorsale.

“Non è la fine del mondo, nonna. Mi trovo bene a Manchester.” mormoro con decisione.

Devo resistere, non voglio piangere davanti a lei, non un’altra volta.
Forse questo è eccessivo, ma voglio togliere l’espressione d’angoscia dal viso di nonna.

“Avrei tanto voluto parlarti prima, tesoro!”

“Lo so nonna, anch’io..” mormoro. Inizia a ridacchiare a lungo, poi quando rincomincia a parlare sembra aver perso il filo del discorso.

“E vai a una nuova scuola, vero?” chiede.

La tristezza sale molto velocemente.
Non ho mai creduto davvero che fosse in simili condizioni fino a questo momento.
Getto uno sguardo di supplica a Sandra e lei mi ricambia con un’ombra di malinconia.

“Si, si chiama St Accademy’s..” rispondo.

“E la signora che è con te? Come si chiama? E’ davvero gentile a venirci a trovare!” sorride.
Capire che sta parlando di Sandra è scioccante.

“E’ Sandra.. il nostro avvocato” dico con la voce strozzata. Lei scuote il capo.

“Non ci serve un avvocato, bambina mia! Loro vogliono solo controllare le cose, ma noi sappiamo che non sono giuste.. Dovevo portarti via prima” esclama.

E’ orribile.
Desidero disperatamente di scappare lontano e Sandra capisce di dover prendere in mano la situazione.
Non ce la faccio, è troppo.

“Marianne, sono la tua amica Sandra. Sandra Bray, ti ricordi di me?” chiede avvicinandosi.
La nonna inclina il capo di lato.

“Mi pare. Ma ho tanta confusione in testa..” lo dice quasi cantilenando, in un modo infantile.
Dio è peggio di un incubo!

“Allora dobbiamo lasciarti riposare” taglia corto Sandra.

“Forse. Sono tanto stanca, mi dispiace, bambina..” ci saluta. Lascio la stanza tremando.
 

L’autunno avanza, e fa sempre più freddo. Ma a me non importa.
Ho bisogno di stare da sola, ho bisogno di muovermi. Sono, come sempre, avvolta nell’oscurità del giardino di casa Styles.
E’ incredibile, è passato così poco tempo dall’aggressione nel bosco.. eppure è come se la notte mi chiamasse.
Era giorno la prima volta in cui la nonna mi ha parlato della morte dei miei genitori, forse ecco perché preferisco la notte, con essa mi sento stranamente più al sicuro.
E’ diverso, è come se il buio inghiottisse tutto e che si può immaginare che il mondo è sereno, privo di pericoli e angosce.
Nella macchina di Sandra, tornando verso Manchester, ho deciso che non piangerò più, e nonostante la paura e la confusione non voglio versare più lacrime.
La mia vita si è trasformata subito in un inferno, forse la nonna non si riprenderà più, e io non le potrò mai raccontare dei miei studi, delle mie difficoltà ma anche dei miei successi. Mi manca terribilmente.
E sento anche la mancanza di Selena e Ian.
Un giorno m’innamorerò, ma anche se glielo racconterò, Selena forse non lo comprenderà.
Non riesco minimamente a pensare di poter essere triste, o sola, ma devo afferrare i brandelli di ciò che mi rimane e rimetterlo insieme.

“Non posso piangere!” mi continuo a ripetere decisa.
Stringo il mio ciondolo tra le dita, ce la farò, costi quel che costi!
 

HARRY’S POV

A luci spente, in cucina, non riesco a far a meno di guardarla.
E’ più forte di me, ed è la prima volta che mi succede una cosa del genere.
In quella manciata di settimane, Winter è entrata nella mia vita. Con i suoi occhi argentati, i suoi capelli neri e la sua tonnellata di problemi
Essere suo amico non è facile, è chiaro.
Uno strano sorriso, irremovibile, affiora sul mio viso. Sembro un ebete, mentre attraverso il corridoio.
Dany mi fissa e scuote il capo.
Ma che ne può sapere lui. I grandi, a volte, non li capisce proprio, me lo ha detto chiaro e tondo.
 

WINTER’S POV

Il sole splende in cielo. Dopo una lunga corsa solitaria di prima mattina, mi infilo sotto la doccia.
Impregnare il mio corpo mi aiuta, quasi sempre, concedendomi interi minuti di silenzio mentale. Ho corso più che potevo, ma mai quanto la sera nel bosco.
Mi concentro sul battito del mio cuore e sul respiro sempre più profondo e affannato.
Mi sento viva.
Però ho la sensazione che qualcosa non va, e questo l’acqua non riesce a cancellarla. Cos’è?
Mi sciacquo le mani dal doccia schiuma e rimango a fissare i pali, il ricordo dell’incubo, che si porta dietro le immagini di sangue e scariche di adrenalina.

“Sei troppo stressata. Calmati, calmati!” mi ripeto.

Mi risciacquo velocemente e mi avvolgo nell’asciugamano.
A ogni passo i miei piedi lasciano umide impronte sulle mattonelle gelide del pavimento mentre raggiungo l’armadietto, rabbrividendo per il freddo.
Mi rivesto alla meglio e lascio gli spogliatoi raccattando in fretta tutta la mia roba. Mi trovo nello spogliatoio della palestra, quasi certa di essere sola.
Imprigiono in fretta i capelli in un fermaglio, sono ancora umidi da farmi rabbrividire.
Cammino un po’ fino a trovarmi nel seminterrato e poi all’aria aperta.
Sono andata così di fretta che ho dimenticato di infilarmi il maglione della divisa.
Sembro una schizzata, chiunque mi vedrebbe in questo momento la penserebbe come me.
Avanzo con furia con i capelli bagnati e tutti i vestiti stretti al petto. Rallento e infilo le scarpe e la tuta nel borsone da palestra.
Tengo ancora il ciondolo stretto nel pugno. Sospiro rumorosamente e rincomincio a camminare.
Una sagoma conosciuta svolta l’angolo in quell’istante.
Troppo tardi per evitare l’impatto.
Gli finisco addosso con un grido di sorpresa e il ragazzo non può fare altro che serrarmi le braccia intorno al corpo per non farmi cadere.
Riconoscerlo non è difficile, come potrei dimenticarmi dei suoi occhi?
Eppure non l’ho mai visto a scuola, sarà anche perché io non faccio caso alle persone che mi circondano nei luoghi pubblici. Rimaniamo a guardarci negli occhi, e ancora stretta tra le sue braccia, e dentro di me non faccio altro che sorridere.
Mi immobilizzo contro il petto del ragazzo. Respiro profondamente per riuscire a guardarlo. C’è una strana atmosfera.
I miei occhi incontrano quelli ghiaccio di Louis, non mi sono sfuggiti. Lui mi rivolge un’espressione stupita, quasi indifferente.

“Scusami” rilascia cadere le braccia con cui mi teneva stretta.
La sua voce ha un tono così carezzevole. Rose mi ha parlato di lui, mi ha detto che è il presidente dei Nox.

“No, è colpa mia” dico sentendomi arrossare.

E’ da così tanto tempo che non lo vedo, e  sto provando le stesse sensazioni di quando l’ho incontrato poco più di un mese fa.
E’ come se la nebbia avesse risucchiato ogni cosa o avesse perso consistenza, quello sguardo celeste invade completamente il mio campo visivo, non vedo altro che lui,
ci scivolo dentro catturandomi senza scampo.
Sono sensazioni indefinibili.

“Non guardavo dove andavo” mormoro poco dopo.
Sento il mio corpo gelarsi solo a guardarlo e ho paura che le gocce d’acqua che scivolano ancora sul mio collo, diventino pezzetti di ghiaccio.

“Neanche io ero attento” sussurra chinandosi a raccogliere la borsa che mi era caduta prima.

Me la porge e le nostre dita si sfiorano, il contatto di un istante.
Accade così rapidamente da strapparmi un brivido, da congelarmi la mente.
E’ come se stessi in un’altra dimensione, in cui tutto ciò che voglio vedere è il suo sguardo, che mi avvolge e culla. Mi batte forte il cuore, la pulsazione è così violenta che sembra uscirmi da petto, è molto peggio di quando si ha appena finito una lunga corsa, batte molto più forte.
Ho, stranamente, come la sensazione che anche lui provi la stessa cosa.

“No, non può essere vero.. sono solo sciocchezze” penso tra me e me.

E’ spaventoso, troppo forte per essere reale, troppo rapido per essere compreso.
Per qualche istante nessuno dei due riusciamo a interrompere quel contatto, è come se il mondo si fermasse.
E’ troppo.
Abbasso risolutamente il viso, accorgendomi solo adesso di avere ancora il ciondolo in pugno.
Me lo rimetto al collo, e respiro profondamente. Louis fa un passo indietro. Si mette al mi fianco, fingendo che nulla sia accaduto.
Cerco di costringere il mio fiso a una calma in espressione.
Raggiungiamo il cortile. L’aria gelata è come migliaia di coltellate al corpo.

“E così ti sei trasferita davvero” osserva lui dopo un po’.

E’ rassicurante sentire il suo tono naturale dopo quegli attimi sconvolgenti.
E io che credevo che si fosse dimenticato di me.
Annuisco fissandomi le punte delle scarpe.

“Si, è stata una sorpresa anche per me..” mormoro.

“E ti trovi bene?” chiede cortese.

“E’ un po’ presto per dirlo. Vedremo” faccio spallucce. Lui sorride, ma non mi guarda.

“Vero” dice infine.
Continuiamo a passeggiare nel parco, e a ogni passo mi sento sempre più tranquilla.

“Tu, invece, sei sempre stato qui?” domando, rompendo il ghiaccio.

“Si e no. I miei sono di Doncaster.. ma praticamente io ormai vivo al dormitorio del club”

“E poi?” chiedo.

Perché ho fatto questa domanda? E’ inopportuna. Che disastro!
Lui mi guarda, sembra quasi divertito.

“Chissà.. ho così tanto tempo per pensarci” sorride guardando il cielo.

Un brivido spaventoso e dolce allo stesso tempo mi passa lungo la schiena, senza sapere il perché.
Sono ancora turbata, mi guardo attorno nel parco affollato della scuola, finalmente ogni cosa sembra normale.
Intravedo Rose verso il nostro gruppo di amici. Louis guarda nella mia stessa direzione.

“Scusami, ti sto trattenendo..” sorride un po’ imbarazzato.

“A presto” mormoro allontanandomi in fretta.

Finita la scuola torno a casa, ma questa volta da sola con Harry, visto che Gemma ha la febbre e perciò non viene a scuola.

“Allora.. com’è andata oggi?” chiede lui, dopo parecchio tempo di silenzio.

“Normale. A te?” continuo a guardare i miei piedi dirigersi verso casa.

“Idem” fa il suo solito sorriso.

Arrivati a casa  mangiamo, aiuto Anne a lavare i piatti e me ne scappo in camera mia.
Mi squilla il telefono, è Sandra.




_________________________________________________________________
Ehy guys, ecco un altro capitolo troppo lungo, ma devo sapere cose ne pensate.
La lunghezza va bene o lo devo fare più corto?
In ogni modo, spero vi sia piaciuto, come gli altri.
E' tronato Louis, visto che alcune stanno impazzendo per questo personaggio e lo rivolevano a tutti i costi.
Adesso sarà presente, circa, in ogni capitolo, quindi don't worry (?)
Ringrazio tutte per le recensioni e anche per chi mi sostiene nel continuare questa storia.
Continuo a 10 recensioni dai, penso che ce la facciamo!
Un baico a tutte,
-Ma

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Capitolo 13
*** Coincidences ***


Rispondo e parliamo per un po’.
Negli ultimi tempi la nonna comincia a fare progressi, l’unica cosa che mi preoccupa sono i suoi problemi mentali, l’altra volta mi ha davvero spaventata,
è come se continuasse a scivolare in una confusione totale.

“A presto Sandra” riposo il cellulare sul comodino e mi lascio cadere sul letto affranta.

I momenti con Louis continuano a tormentarmi.
Sbuffo rumorosamente, è una sensazione talmente strana. Che Louis Tomlinson sia bello è fuori discussione, ma ciò che sento va molto oltre l’attrazione fisica.
Ma se non lo conosci nemmeno, non puoi già esserti innamorata!
Con un gesto nervoso afferro l’album di foto di fianco al comodino e osservo tutte le vecchie foto, c’è ne una con il nostro gruppo di amici.
Ricordo benissimo il momento in cui ho scattato quella foto. Era giugno, era appena finito l’anno scolastico, sembra trascorso un secolo, e invece solo pochi mesi.
Selena era appollaiata sulla schiena di Kyle, un nostro amico, e Ian che rideva allungando verso la macchina fotografica una bottiglia di birra, gli altri attorno con le loro facce da metallari. Ian in teoria non può bere, e infatti non aveva bevuto quella bottiglia, l’ha mostrata nella foto perché si sentiva figo, o almeno così mi aveva detto.
Rido ricordando la scena.
“I momenti più belli della vita non li senti mentre li vivi... ma li ricordi mentre li rimpiangi” questa frase me la ripeteva sempre la nonna, e devo dire che ha sempre avuto ragione.
Per la prima volta, mi dispiace di non essermi portata dietro una foto in cui fossi presente anch’io.
Forse mi sento semplicemente sola.. non ho nessuno con cui parlare. Prendo di nuovo il telefono e compongo il numero di Sel.
 
“Winter!” l’urlo che fa mi assordisce le orecchie. Adoro quando fa così.

“Sel!”

“Allora?! Cosa succede in mezzo alla città più noiosa al mondo?” sorrido alla sua affermazione.

“Ovviamente niente”

“Ma fammi il piacere! Sei un’esotica bellezza londinese.. farai furore a Manch-come si chiama!”

“Manchester. E per la cronaca, non sto affatto facendo furore” rido.
Noi non abbiamo mai avuto segreti prima che mi trasferissi, ma non me la sento di raccontarle dell’aggressione, è solo una preoccupazione che posso risparmiarle.

“Sul serio, l’unica festa ha cui ho partecipato è stata quella quando mi hai chiamato tu, è stata un disastro: musica bruttissima, non conoscevo quasi nessuno e mi è venuto un mal di testa allucinante!”

“Okay. Va da schifo, quindi.” il suo tono è un po’ deluso.

“Sto cercando di ambientarmi, Sel. Però è tutto così diverso! C’è..” mi blocco. Si, c’è un maniaco che va in giro ad aggredire la gente la notte, niente di che, giusto?

“Non c’è niente, Sel, sono solo nervosa, per la nonna e tutto il resto..”

“Lo so tesoro, vorrei essere li con te” il suo tono si fa più dolce. Anche io lo verrei tanto. Mi viene da piangere, ma devo resistere.

“E’ che a volte mi sento santo sola, Selena” rispondo amareggiata.
Quando usiamo il nome al completo è un pessimo presentimento.

“Ehi Win, che è successo? Sei sempre stata forte, una roccia, non ti ho mai vista così!” intuisce facendosi improvvisamente seria.
La sua voce, stranamente, mi ricorda quella di Harry, calda e rassicurante.

“Vorrei tornare a casa. Mi mancano le nostre chiacchierare, la mia casa, le nostre uscite di shopping, che io detesto, persino Ian!” dico piano.

“Wow! Allora è crisi nera” esclama con un po’ più di tenerezza. Rido.

“Scusami, sono proprio in un brutto momento.”

“Colpo di fulmine?”

“Non lo so nemmeno io, è..” cerco le parole adatte.
Come un amore eterno che dura pochi istanti, come osservare qualcuno che hai amato per tutta la vita, come un amore irraggiungibile, ma come dirglielo?

“E’ complicato” termino. “Probabilmente non sono ancora pronta, mi stanno succedendo troppe cose insieme” dico infine.

“Prima o poi le cose si sistemeranno, vedrai..” ci salutiamo e rimango a osservare dalla finestra le nuvole che coprono leggermente il sole.

E’ possibile essere sconvolte dal ricordo di un amore che non è mai esistito?
Che si è consumato in un battito di ciglia?
Forse i problemi non finiranno mai, è questo quello che sembra dire la foto di Emma Jones.
La sua foto è fissata ad ogni muro del paese, mi ricordo di lei, perché abbiamo frequentato lo stesso corso di tecnologia fino alla sua scomparsa.
C’è persino una ricompensa per chi darà sue notizie.
Il suo è solo il caso più tragico: un anziano signore  che abita poco lontano da casa Styles era a stento quasi riuscito a seminare due inseguitori e a Holmes Chapel,
città natale di Harry, due ragazze erano state aggredite e derubate.
Proprio per questo, il Manaros ha anticipato l’orario di chiusura e i docenti del St Accademy’s, questo lunedì, hanno organizzato nell’aula magna un’ assemblea con tema ‘sicurezza’. Divertimento assicurato.
 
“Perché in una settimana non c’è stata alcuna evoluzione nelle indagini?” chiede Charles Kumbes sovrastando il brusio degli studenti di tutta la scuola.
Ivan Evans, capo della polizia locale, sospira, come se si fosse aspettato questa domanda.

“Il caso di Emma non centra niente con gli altri casi. La vostra compagna è scomparsa, ma niente prova che sia stata aggredita o sia successo qualcosa di grave.
Le ricerche seguono altre piste..” spiega.

“Sono delle belle coincidenze, però..”  insiste Charles.
Ho scoperto solo oggi che lui lavora per il giornalino della scuola.

“Orribili purtroppo, ma restano, appunto, solo coincidenze!” replica Ivan.

“Emma è scomparsa nell’orario di chiusura della biblioteca. Era il tramonto! L’aveva già fatto altre volte, e lo facciamo anche in tanti.
Abbiamo bisogno di sapere se è pericoloso! L’ultima a vederla è stato il signor John al momento di chiusura della biblioteca.” dice ancora il ragazzo.

E’ scomparsa nel nulla, senza lasciare traccia.

“Sono qui proprio per ribadire che non c’è nessun pericolo. Il fatto che alcuni di questi episodi siamo accaduti qui non è nient’altro che una brutta coincidenza!” insiste Evans.

Continuano a discutere, e io ,dall’ultima fila, divento improvvisamente cupa. Mi sembra solo una ipocrisia.
L’istituto sospende le lezioni per dar modo alla polizia di spiegare a tutti che non c’è niente di cui preoccuparsi.
Mi irrigidisco sulla sedia e Harry, seduto al mio fianco, si gira e mi guarda.

“Tutto bene?” sussurra curvandosi verso di me.

Non riesco a togliermi dalla testa l’impressione che non può essere una semplice casualità.
E’ troppo strano.
Rispondo a Harry con un sorriso rassicurante. Continuo a pensare che da quelle parti stia succedendo qualcosa.
Al termine della riunione, lasciamo insieme l’aula affollata.

“Sabato sera vanno tutti al Pub.. Cosa ne dici? Ci andiamo anche noi?” propone Harry.

“Perché no?” rispondo. Ormai Harry è abituato che questa è la risposta migliore che si può aspettare.



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Non è granchè come capitolo, lo ammetto. Non mi piace, è scarso, quasi un capitolo 'ponte'.
Anyway Spero che vi piaccia. Emma Jones è una ragazza scomparsa... stanno accadendo cose strane a Manchester, ma non vi svelo niente.
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione, così da darmi l'autostima per continuare questa storia.
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 14
*** Catastrophes in the pub. ***


Arriva sabato sera. Non so perché ho accettato quell’invito.
Certo, al pub è venuta anche Gemma, mentre Niall e Liam ci raggiungeranno più tardi, ma, stando seduta vicino a Harry, non mi sento del tutto a mio agio.
Il suo sguardo è cambiato negli ultimi giorni, è più pressante e allo stesso tempo sfuggente. Sembra come se sia sul punto di dirmi qualcosa, ma non riesco a capire cosa.
Voglio godermi la serata per una volta e distrarmi.
Afferro il bicchiere che ho davanti e lo bevo senza riflettere. Quando lo riabbasso, vedo che Harry seduto al mio fianco sorride sornione.

“Ehi, era la mia Coca..” esclama guardandomi, fingendosi offeso.

“Scusami! Te ne vado a prendere un’altra..” replico imbarazzata. Harry però si è già alzato.

“No. Sta sera offro io!” sorride. Lo osservo raggiungere il bancone e tornare da me sorridendo.

“Tieni!” mi porge il bicchiere. Solleva il suo e mi guarda.

“A cosa brindiamo?” chiede sorridendo a trentadue denti, uno dei suoi più bei sorrisi.

E’ bello averlo accanto. Ricambio il sorriso.
Non ho voglia di essere triste e cupa questa sera.

“Ai cambiamenti” dico senza rifletterci troppo. I nostri occhi si incontrano.

“Ai cambiamenti” ripete Harry.

Mi sembra di essere sulle montagne russe, in una corsa velocissima: non mi posso aggrappare a niente; Harry mi sembra l’unica cosa stabile in quella girandola,
e non mi importa che Gemma ci sta osservando in qualche punto del locale.
Infondo non c’è nulla di sbagliato..


HARRY’S POV

Parliamo. Parliamo a lungo, di niente in particolare.
Mi piace stare con Winter, è come se quando sto con lei, tutto si trasforma, tutto diventi più facile. Sembra una serata così normale.. mi accorgo che Winter non è sempre presente, che talvolta si smarrisce in se stessa. Ma non importa. Solo, devo provare a trattenerla, ad afferrarla prima che scivoli troppo lontano da me.
Mi piace, pur con tutti i suoi problemi. Non riesco a starle lontano.


WINTER’S POV

Poco distante, Rose, seduta su un tavolino, cerca di attirare la mia attenzione.
Fissa di continuo il cellulare. Lei lo sa che continuare a frequentare Malik è sbagliato, ma lei non riesce ad evitarlo, è più forte di lei.
Sarebbe stato meraviglioso poter dire che lo ama alla follia, ma anche falso: dalla prima volta che l’ha visto ha capito subito che di un tipo come lui non ci si innamora.
La verità è che per quel ragazzo prova un’attrazione irrefrenabile, glielo si legge negli occhi. Zayn Malik è troppo bello per potergli resistere e per dirgli di no, tutto qui.
La prende e la lascia con la disinvoltura di un egoista perché lui sa che non è capace di resistergli. Per esempio, questa sera Rose sa che non è possibile non si presenta nemmeno. Dieci minuti soli. Altri dieci minuti e se ne andrà. Solo il tempo di una sigaretta davanti al pub.


HARRY’S POV

Sospiro dopo l’ennesimo silenzio.

“Non è stata una buona idea questa serata, vero?” chiedo.  Distoglie lo sguardo fissando il bicchiere.

“Non lo so, Harry.. stanno succedendo tante cose tutte insieme. A volte mi sento semplicemente triste” sospira.

“Troppo spesso” dico con dolcezza. “E non mi piace vederti così” replico.
Lei sospira. Mi chino verso di lei, per la prima volta, un po’ timido.

“Non pretendo di capre fino infondo come ti senti, ma la vita deve andare avanti” sussurro sul suo viso.

Un istante dopo sento le sue braccia stringermi nella penombra rumorosa del locale, sento la sensazione di un sogno che mi abbraccia.
Il nostro primo abbraccio.


WINTER’S POV

Lascio che quell’abbraccio soffochi la mia solitudine, mentre lui ricambia la stretta, passandomi delle carezze sulla schiena.

“Non sei sola, Win..” mi rassicura.

Gli abbandono la testa sulla spalla. Mi batte forte il cuore. Il suo profumo mi inonda le narici facendomi provare una sensazione piacevole.
Per una volta, tra le braccia di Harry, mi sento al sicuro e sono felice di poter mostrare quello che provo veramente.

“Grazie” mormoro. Sorrido, sentendomi un po’ più leggera.


HARRY’S POV

Mentre lei allenta la stretta intorno alla mia schiena, vorrei trattenerla, dirle centinaia di cose, farle capire ciò che spero che possa succedere..
E se la bacio?
Fisso le sue labbra e decido che lo farò.

“Puoi contare su di me, Win” mi ritrovo invece a assicurarla.
Improvvisamente qualcuno entra nel pub gridando.


WINTER’S POV

Appena fuori, Harry si guarda attorno cercando di decidere  il da farsi. Rimango immobile davanti alla porta del pub. I miei occhi sono fissi su di lui, non riesco a distogliere lo sguardo, e il mio corpo rifiuta di muoversi. Da dietro l’angolo provengono urla e i rumori di una rissa.

“Che cosa sta succedendo?” il tono di Harry si fa improvvisamente preoccupato.

“Torna dentro” mi urla.
Altra gente sta cominciando ad uscire dal pub. Devo decidere in fretta.

“Per favore Win. Vado a dare un’occhiata, ma tu resta li!” insiste.

Un tonfo e  un grido. Un brivido mi percorre la schiena.

“Una ragazza è stata aggredita!” esclama qualcuno correndomi accanto.

Fuori dal locale inizia ad accumularsi una piccola folla.
Parlano tutti insieme, spaventati, confusi.

“Il barista ha chiamato la polizia..” annuncia un ragazzo.

“Torna dentro Winter!” ripete ancora Harry un istante prima di mettersi a correre.

Svolto l’angolo dietro di lui e mi appiattisco contro il muro col cuore che batte all’impazzata.
Gocce gelide di sudore scendono lungo la mia schiena, mentre il ricordo dell’aggressore mi esplode in testa. Vorrei urlare, ma non ci riesco.
Vedo Harry lanciarsi nella mischia, ma ogni cosa mi sembra come quella di un film.
Solo i lamenti della mia amica riescono a riscuotermi.
ROSE!
Comprendo all’improvviso. Corro verso di lei. Harry e Zayn, a pochi passi di distanza, sono impegnati ad affrontare una figura agile e fortissima.
Rose è raggomitolata a terra che stringe la gamba appena sopra il ginocchio, piangendo di dolore. Il sangue le macchia i vestiti.
Mi si stringe il cuore. Le passo un braccio intorno al busto.

“Coraggio Ro!” la incito cominciando a trascinarla lontano, verso la luce dei lampioni.

Poco dopo mi accorgo che Zayn ha immobilizzato l’aggressore. Rose continua a sanguinare.
La sua giacca è strappata, le calze ridotte a brandelli e il sangue che cola copioso da un taglio circolare nell’incavo del ginocchio.
Le alzo goffamente la gamba, devo arrestare l’emorragia. Mi sfilo la sciarpa di cotone e la uso per tamponare la ferita, mentre la rissa prosegue.
L’aggressore lotta con una forza impressionante, e solo adesso mi accorgo che si tratta di una ragazza pelle e ossa, dall’espressione folle.


ZAYN’S POV

Non sono affatto intenerito da questo fatto, e la tengo schiacciata a terra sotto le mie ginocchia e la guardo come se sto per ucciderla, fa paura.
Le sto facendo male, dato i suoi strilli.

“Hai combinato l’ultimo errore della tua vita, dolcezza!” le sibilo con un sorriso malevolo. “Non si toccano le cose di chi è più forte di te!” replico ancora.

Lei tenta ancora una volta di liberarsi, infine si arrende e giace a terra, gemendo dolore.

“E’ il potere. Non l’hai sentito anche tu? Aveva quell’odore addosso!” dice lei con un filo di voce.

Povera pazza! Provo quasi pietà. Quelle come lei non hanno controllo.
Ho talmente tanta rabbia che metto troppa forza nelle mani. Harry mi richiama appena in tempo.
Sento la sirena che annuncia l’arrivo della polizia. Distendendo i muscoli uno per uno, sferro alla mia prigioniera un ultimo pugno che le fa perdere i sensi,
e rinuncio ad interferire su di lei. Almeno per il momento.
 

WINTER’S POV

Ivan Evans scende dall’auto della polizia.
Si guarda attorno e vede me e Rose ferita tra le mie braccia, poi vede anche Harry e Zayn.

“Buonasera giovanotti!” ci saluta con tono duro. Harry gli è simpatico, il Nox un po’ meno.

“C’è stato del movimento vedo..” replica.

“Porti via questa spazzatura” dice schifato Zayn mentre lui caccia fuori le manette.

Le serra attorno ai polsi della donna. E’ magrissima e respira appena.
L’emorragia si è fermata, ma Rose continua a piangere. E’ sotto shock e io non posso fare altro che tenderla stretta e carezzarle il volto.
Le parlo in continuazione, tentando di farla reagire.

“Come ti senti, Ro?” chiedo.
Lei tira su il naso, si passa una mano sul viso e sbuffa scoprendola sporca di mascara colato.

“Devo essere orribile!” esclama estraendo dalla borsetta un fazzoletto di carta.

“La ferita ti fa tanto male?” chiedo.
Lei sfiora delicatamente la pelle arrossata attorno il taglio e scosse il capo.

“No, ora no. Win, mi ha morso! Quella è tutta fuori!” dice. Credo di non aver capito bene, ha detto ‘morsa’?

“Voglio dire.. non voleva i soldi o il cellulare..” continua con rabbia. “Mi ha buttato a terra e mi ha morso!” ripete.

Mi sento rabbrividire. No è impossibile, come può essere?
Vedo Zayn venire verso di noi.

“Ro, è tutto finito” dice con tono rassicurante.

Forse, in fondo, anche in lui c’è qualcosa di buono.
Però l’occhiata che mi rivolge, non è del tutto amichevole.

“A lei ci penso io, Starr!” ringhia.

Ma come osa?
Intanto Rose si è già rifugiata tra le sue braccia, facendomi capire che non sarei stata più di nessun aiuto.
Zayn solleva delicatamente il viso della ragazza e la bacia sugli occhi. Mi allontano in fretta.

“Tu sai chi era? Cosa voleva da me?” chiede la ragazza.

“Ti ha rubato il portafogli, Ro.. Evans gliel’ha trovato in tasca” spiega il moro.

Mi vado a sedere sul gradino d’ingresso del pub e rimango a fissare un punto impreciso per terra, ancora con gli occhi lucidi.
Sono l’unica rimasta, e Evans mi raggiunge dopo poco.

“Come ti chiami?” mi domanda con tono gentile accucciandosi di fronte a me.
Mi passo le mani tra i capelli prima di rispondere, tirandomeli dietro le orecchie.

“Winter, Winter Starr..” rispondo.

“Conosce Rose, o chi l’ha attaccata?” chiede.

E’ incredibile, sembra di essere in un film giallo, e io odio quel genere di film.
Evans ha la tipica faccia da sbirro.

“Solo Rose” rispondo scuotendo il capo.

“Hai assistito a tutta la scena?” chiede. Scuoto il capo.

“No, quando io e Harry siamo arrivati, Malik era già intervenuto” spiego. Ivan si rialza.

“D’accordo. Fatti una dormita, Winter Starr, i signori Styles sono venuti a prendervi.” dice. Lo fisso stupita.

“Non devo testimoniare?” domando come se fosse ovvio.

“L’hai appena fatto” spiega tendendomi una mano e mi aiuta a rialzarmi.
 

La notizia si è sparsa in fretta.
Così, persino le pareti della scuola sono al corrente dell’accaduto. La versione che tutti conoscono è che qualcuno ha cercato di derubarla, salvata da Harry e Zayn.
Peccato che però questo non sia quello che ho visto, né ciò che mi ha detto Rose stessa ieri.
Non ne abbiamo parlato per tutto il giorno, ma mentre la scorto verso la sede dei Nox.


______________________________________________________________________
Scusate se ho messo tutti questi POV'S, lo so, sono un disastro, ma l'ho fatto per spiegarvi i diversi pubnti di vista dei personaggi.
Mi vergogno di me.
Anyway, spero in ogni modo che vi sia piaciuto, ocme gli altri.
Ah, l'ho fatto più lungo! Ve l'avevo promesso! Un'altra notte tempestosa, per Winter.
Le cose si stanno mettendo maluccio.. Ok, la smetto.
Comuuunque vi ringrazio di cuore per le recensioni e per chi mette la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Un bacio,
-Ma

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Capitolo 15
*** Scream ***


 “La gamba ti fa ancora tanto male?” chiedo con tono dolce. Piove a dirotto e noi siamo sotto l’ombrello.

“No, è strano.. eppure dovrebbe, vero?”
Qualche passo ancora e siamo arrivate. Qualcosa mi dice che Zayn stia li ad aspettarci.

“Non saprei, non mi è mai capitato di essere morsa..” esclamo con una risata.

“Morsa? Chi ti ha detto un’assurdità del genere?” ride anche lei come se stessi dicendo una sciocchezza.
Beh sei stata ‘tu’ a dirmelo, sono certa di non sbagliarmi.

“Ieri mi era parso di aver capito così..” azzardo. Rose scuote il capo tanto forte da far ondeggiare l’ombrello.

“Ma dai! Ti pare possibile?” sorride. Siamo quasi arrivate, devo sbrigarmi.

“Senti, Ro, cos’è successo ieri di preciso? E’ vero che quella ragazza ha cercato di derubarti?” chiedo.

“Si, Cos’altro poteva volere? All’inizio ero solo troppo spaventata per capire..” replica lei.
Qualcuno sta uscendo dal club. Io voglio risposte.

“Quindi non ti ha morso?” ripeto.

“Santo cielo, no!” insiste alzando il tono della voce.
Malik è ormai a pochi metri.

“Ro, allora come ti sei fatta quel taglio?” chiedo ancora.

“Ma cosa vuoi, Win? Non me lo ricordo!” grida scocciata.

L’ho persa.
Zayn la cinge in un abbraccio dove lei si stinge.

“Qualche problema ragazze?” chiede squadrandomi senza simpatia.

“Nessuno” rispondo acida. Se non faccio qualcosa, sento che la mia amicizia con Rose terminerà in quel momento.

“Domani andiamo a fare acquisti, ti va Ro?” dico la prima cosa che mi passa per la testa.
Zayn mi lancia un sorriso di sfida.

“Magari potrei accompagnarti io, tesoro” propone carezzevole al suo ‘tesoro’. E’ disgustoso.

“Non se ne parla!” insisto sforzandomi di ridere. “Lo shopping è una cosa da ragazze! Per favore, Ro, voglio farmi perdonare..” la supplico.

“Ok. Però devi offrirmi un gelato” sorride.
Esulto per il sollievo.

“Contaci, Ro!” le dico con un sorriso.
 

*AL CLUB NOX*

Il professor Vaughan scruta tutti i componenti del club. Malik, per esempio lo preoccupa.

“Che tipo di rapporto c’è tra Zayn e quelle due ragazze?” chiede.

“Intende Rose Carter?” chiese un componente del club. “Lo vorremmo sapere tutti. Spero solo che lo sappia almeno Zà..”

“Ed è una cosa di cui dovrei preoccuparmi?” chiede il prof. “Conoscete le regole, intendo..” replica.

“Tecnicamente.. Rose Carter è il tipo ideale per Zayn. Flirtare con lei lo diverte, tutto qui. Lui però ha sempre rispettato i limiti” spiega un altro ragazzo schiarendosi la voce.

“Zayn centra qualcosa con l’aggressione, Tomlinson?” domanda il professore.
Louis scuote il capo.

“E’ sotto controllo prof.” garantisce. Resta un’ultima domanda.

“E l’altra ragazza? Winter Starr?” domanda ancora Vaughan.

Louis sperava che non glielo chiedesse. Lascia che sia Chylia a rispondere per lui.

“E’ amica della Carter” risponde lei. “Diciamo che pure la sua mancanza di simpatia nei confronti di Zayn è pienamente ricambiata” continua.
Il professore scuote il capo e sorride.

“Sta dagli Styles..” osserva.

“Immagino non sia un caso” replica Chylia facendo spallucce.
 

 “Guardate questo!” esclama Rose trionfante mostrandoci un vestitino nero, probabilmente il capo migliore che potremmo trovare in tutta Manchester.
E di fatto è l’abito più bello che abbiamo adocchiato in due ore. Mi concentro sul tubino nero.

“Sembra carino..” dico poco convinta.
Rose invece ne è entusiasta.

“Ragazze, lo provo!” annuncia scappando nel camerino.
Sfila il cappotto e me lo tende con un sorriso sfacciato.

“Mi aiuti con la zip?” chiede da oltre la tenda del camerino.

L’idea è improvvisa, può funzionare.. Mi infilo nel camerino dietro di lei.

“Allora? Come sto?” chiede civettuola.

Fa una smorfia provocante, guardandosi nello specchio soddisfatta.
Mi scappa da ridere. La guardo a lungo.

“Benissimo. Devi prenderlo!” ammicco sorridendo.

In effetti fa un figurone. L’abito le sta a pennello, mette in risalto il suo fisico. Le gambe, in particolare.
E non recano più nessuna traccia del profondo taglio che le avevo medicato non più di due giorni fa.
 

Rientro nella mia soffitta davanti al portatile, faccio una ricerca.
Graffi, tagli, lacerazioni. Consulto Wikipedia e diverse enciclopedie mediche. La ricerca per le immagini mi da addirittura il voltastomaco, tutto questo sangue, bleah.
Ma non trovo da nessuna parte una guarigione così miracolosa. Una ferita c’era, e Rose questo non me l’aveva negato, e adesso sembra come se non si fosse fatta niente,
la gamba è integra e perfetta, quindi ha dell’incredibile. Credo si può escludere che Rose sia una specie di super eroe con dei poteri curativi stupefacenti.
Non mi è mai parsa particolarmente forte. Piuttosto, lo era la sua assalitrice se davvero per atterrarla due ragazzi hanno dovuto unire le forze.
Potente, rapida e incontrollabile, come l’uomo che mi ha aggredita nel bosco.
Mi precipito di sotto e busso alla camera di Harry.

“Posso parlarti?” domando senza quasi lasciargli di aprirla.
Harry si fa di lato e mi lascia entrare nella sua stanza.
 

HARRY’S POV

“Qualche problema?” chiedo sedendomi al bordo del letto, mentre lei si siede sulla sedia della scrivania.

“No. Cioè, forse..”
Inarco le sopracciglia, restando in silenzio. Lei mi si siede di fronte a gambe incrociate.

“Immagino che quello che è successo alla Carter ti abbia turbato molto..” dico con tono gentile.

“A dire il vero sì” risponde lei.

“Sei sempre convinta di non voler denunciare quello che è capitato a te?” domando.
Lei fa di no con la testa, decisa.

“Sempre di più in realtà. Gli assistenti sociali credono di avermi portato in un posto tranquillo..” spiega guardandosi la punta delle dita.

Ne approfitto per studiare il suo viso. A volte non riesco a fare a meno di chiedermi se prima o poi capirà.
No, impossibile.. lei non sa niente!

“Manchester è un posto tranquillo!” commento. Vorrei crederci anch’io. Lei sospira.

“Vogliono crederlo tutti.. ma possiamo farlo anche noi? Tu, io, Rose..”

“Mi rendo conto che è difficile, con tutto quello che hai passato. Però avevi ragione tu, sarebbe potuto capitare ovunque.”
Lei annuisce, anche se la sua espressione è tutt’altro che convinta.

“Non riesco a togliermi dalla testa che sotto c’è qualcosa di strano.. e forse sto solo impazzendo anch’io” ammette.

Alza lo sguardo argenteo verso il mio.
Vorrei tanto toglierle qualsiasi angoscia di dosso.

“Credo sia normale, Win” la conforto.

Ormai starle accanto sta diventando sempre più normale, quasi una cosa automatica, è come se io fossi il suo angelo custode che la protegge.
Le poggio una mano sulla spalla.

“Stai sopportando fin troppi problemi, sei sotto stress..” sorrido lievemente.

La spalla le si abbassa, interrompendo quel contatto.
I suoi occhi argentei mi trafiggono.
 

WINTER’S POV

“Rose ha detto di essere stata morsa” mormoro. A Harry sembra mancargli il respiro.

“Ieri però sembrava averlo dimenticato” continuo.
Sembra una mossa subdola, ma la verità è troppo vicina per lasciarmela scappare.

“Anche tu l’hai vista sanguinare, vero?” domando ancora. Harry sembra a disagio.

“Un taglio, Win” replica teso.

“E se ti dicessi che oggi non aveva più alcun segno? Hai appena ammesso di aver visto il sangue anche tu! Che cosa sta succedendo, Harry?” insisto.
Lui si schiarisce la voce, guardando altrove.

“Forse era poco profondo.. Capita che ferite superficiali perdano molto sangue. Devi calmarti, o finirai per immaginare chissà cosa!” spiega.

Mi sta salendo la tentazione di mandarlo al diavolo, ma resisto.
Sta mentendo, non riesco a capire il motivo, ma sono certa che Harry non mi stia dicendo la verità.
Perché mentire? Che scopo ha farmi credere che Manchester sia un’oasi di pace?

“Io non ti sto giudicando Winter. E’ normale che tutto ti sembri maledettamente strano, lo penserebbe chiunque al tuo posto. Però devi essere ragionevole..” aggiunge.

Mi sta dando della pazza? Ma che razza di risposta è ‘devi essere ragionevole’?
 

HARRY’S POV

“NO! Non iniziare anche tu a dirmi cosa devo pensare! So quello che ho visto, e non era uno stupido graffio! Anche ammettendo che Rose all’inizio fosse troppo confusa,
beh, accidenti, l’ho medicata io!” urla alquanto incazzata.

Sospiro. Devo mentire. Anche se con lei mi riesce difficile, devo solo impegnarmi di più.
E’ inaccettabile il modo in cui perde il controllo in mia presenza, non ci sono scuse, ma per quanto mi possa piacere, per quanto mi fosse diventata ormai intollerabile
l’idea di perderla.

“E Malik? Voglio dire, Rose è una ragazza intelligente, allegra, ma quando si parla di lui non capisce più niente. Si fa trattare come uno straccio, se le dicesse che la luna è una lampadina al neon, lei gli crederebbe! E perché lui non vuole che parliamo dell’aggressione?” insiste.

‘Per un sacco di buoni motivi’ sono tentato di risponderle.

“Non sono un medico e non ho idea del perché Rose sia già guarita. Lasciali perdere, Win” dico con un pizzico di asprezza.
Lei mi lancia uno sguardo duro, quasi di odio, questo mi fa sentire un po’ in colpa.

“Che cosa vorresti dire?” chiede.

“Nulla forse: non ho niente contro Rose Carter, ma stare con lei si ha un po’ troppo a che fare con Malik e i suoi amichetti.. e non è una buona idea!” sospiro.

“Perché? Zayn è una carogna, non ci piove. Ma perché evitare i Nox? Lo ripetete sempre tutti quanti, ma nessuno si è mai degnato di dirmi il perché!” insiste ad alta voce.
Mi irrigidisco all’istante, come un atto involontario.

“Perché non hanno niente in comune con noi.” spiego cercando di farle capire che non ho nient’altro da aggiungere a riguardo.
Lei espira rumorosamente.

“Lasciamo stare. Fai come se non ci fossimo detti niente” mormora rialzandosi

Si avvicina alla porta e io continuo a restare zitto.
Non riesco a resistere.
Lei ha già la mano sulla maniglia quando la richiamo.

“Dimmi perché vuoi restare qui. Non sarebbe più facile andartene?” chiedo fissandola dritto in volto.
Lei contrae le labbra, come se ci stesse pensando.

“Non lo so. Forse è proprio quello che devo capire” rispond
e infine, andandosene definitivamente dalla stanza.


_____________________________________________________________________________________
Hi guys.
Nuovo capitolo postato, scusate se ci ho messo tempo.
La storia si farà sempre più complicata e vi avevo avvisate che non sarebbe stata una storia come le altre.
Spero che la lunghezza vi vada bene.
Winter ha dei sospetti e Harry cerca di cancellarglieli, mentendo. Perchè mai dovrebbe?
No, non posso dirvelo, non ora hahaha
Coomunque, RINGRAZIO INFINITAMENTE LE 25 RECENSIONI DELLO SCORSO CAPITOLO!
Non so come ringraziavi, sul serio.
Anyway ringrazio:
-chi recensisce;
-chi legge 'silenziosamente' (?);
-chi mette la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Aggiornerò al più presto se mi fate trovare un paio di recensioni.
Un bacio,
-Ma xx

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Capitolo 16
*** Searches ***


Il suono pesante della campanella interrompe la lezione con il professor Vaughan.
Abbiamo trattato di un argomento molto vago, del’istinto e dell’intuizione. Gli ho fatto un paio di domande come per esempio quando dobbiamo seguire l’intuito e se in tutti i casi.
La sua risposta è stata ‘a volte non esiste alternativa’.
Prendo lo zaino e mi affretto a raggiungere la biblioteca. Perderò la pausa pranzo, ma non sarà un grande sacrificio se riuscirò a trovare qualcosa.
E, in fondo, sono ancora troppo arrabbiata con Harry per volerlo vedere.

“Mi scusi signor John. Sto cercando la sezione dei giornali locali, le edizioni più recenti in particolare” lo richiamo.
Lui mi fissa.

“Da quella parte” indica la sua destra.

Con molta pazienza, inizio a guardare gli scaffali. Ho una tale confusione in testa che non so nemmeno da dove partire.
Riesaminare gli articoli su Emma e su Rose mi sembra un buon inizio. Bene, al lavoro!
 

LOUIS’S POV

Appena metto piede nella biblioteca noto Winter, non mi perdo nemmeno una sua mossa.
Ammetto a me stesso che ne sono attratto in modo anomalo. Non riesco a spiegarmelo del tutto e non mi interessa nemmeno saperlo.
Ma come dimenticare il nostro ultimo incontro?
Nell’osservarla da lontano mi sento quasi a disagio. E’ così incredibile.. I suoi movimenti è come se precedono il mio pensiero, o Dio.
 

WINTER’S POV

L’unico collegamento tra la sparizione di Emma e l’episodio di Rose è che entrambi in casi non sembrano esserci moventi definiti. Pura fatalità.
Emma non aveva molti amici, ma è difficile immaginare che qualcuno voleva farle del male. Rose invece è disinvolta, spigliata, vivace e tutti la conoscono.
Neppure lei, però, sembra avere lati oscuri o segreti, persino il suo rapporto strano con un Nox è una cosa risaputa.
Il terzo caso, quello in cui io sono stata protagonista in prima persona, naturalmente non compare sui giornali. I brividi aumentano.
Istintivamente mi passo una mano sulla nuca, come per proteggermi da uno sguardo indiscreto.
 

LOUIS’S POV

Ma che sto facendo? Mi sto comportando in modo irrazionale, ma non riesco a far a meno di guardare oltre le spalle di quella ragazza.
Noto da quello che sta leggendo che sta facendo indagini su Manchester. Cerco di leggere sperando che lei non si giri.
Ma sfortunatamente non è così. Si gira proprio in quel momento e sussulta in una frazione di secondo che ci mette per identificarmi.

“Accidenti! Mi hai fatto morire di paura!” quasi grida.

“Scusami..” dico imbarazzato.

“Lascia stare.. E’ che sono un po’ nervosa in questi giorni” fissa la mia giacca.

Lo credo bene! Sento i battiti rallentare e mi accorgo che il mio stesso cuore sta pulsando alla stessa cadenza. Paura e attrazione sorgono insieme.
Winter è un mistero per me.. un mistero che voglio scoprire.

“Credo lo siano un po’ tutti. Soprattutto se si ritrovano uno sconosciuto alle spalle” aggiunge.

Sorrido, ma non un sorriso autentico, sono ancora troppo turbato, solo un freddo incurvarsi delle labbra.
La luce fioca che filtra dai finestroni impolverati rende ancora più chiara la sua pelle. Riesco ad avvertire il profumo dei suoi capelli. Ad un tratto provo l’impulso irrefrenabile di sfiorarli per sentirne la consistenza cotto le dita. Mi immobilizzo, serrando le dita.
 

WINTER’S POV

Sento un nuovo brivido risalire la schiena, e sento il mio cuore tornare a correre.

“Ma io ti conosco” sussurro senza riflettere.
Sono ancora turbata dal nostro ultimo incontro, e lui non può sapere che ne sono ancora scossa. E lui.. lui sembra sconvolto.

“Lo pensi davvero?” domanda con un’espressione neutra.

Un brivido mi scuote di nuovo. Una scintilla di paura. In genere quello sguardo è un avvertimento sufficiente.
Il ragazzo gentile scompare e rimane il Nox. Continuo a guardarlo, come per cercare certezza nei suoi occhi color ghiaccio.

“Si. Non è così anche per te?” chiedo semplicemente.

Che sto facendo? Mi manca il respiro.
Il ragazzo si volta lentamente e si allontana senza un cenno di capo, fino ad oltrepassare la porta. Mi porto una mano sul cuore.
Batte fortissimo. Dio, che sensazione incredibile.. E’ assurdo, però non posso definirla ‘nostalgia’. Non è possibile. La mano mi ricade sul fianco e le spalle cedono, più stanche.
Mi concentro e mi metto davanti a un computer. Che stupida che sono! Perché non ci ho pensato prima?
Quando il computer finisce di elaborare i dati scopro che Manchester non è sempre stata il piccolo paradiso che mi è stato riferito.


La sera non riesco a dormire, così riprendo il pc e faccio qualche altra ricerca. Ripenso a quello che mi ha detto il professor Vaughan . Però non ha senso..
Vent’anni prima, questi luoghi erano stati piuttosto turbolenti. Un buon numero di aggressioni, qualche abitante scomparso, un incendio che aveva distrutto una vecchissima dimora isolata. Okay, non mi addormenterò molto presto.
Continuo a scarabocchiare sul quaderno di appunti. Com’è possibile che gli anni si siano calmati così all’improvviso, se i suoi nuovi cittadini erano stati fin troppo felici fino a poco tempo fa? Certo saranno solo coincidenze, nient’altro.
Ripasso gli elementi che posseggo: misteriose aggressioni all’improvviso per poi riprendere dopo quindici anni, un incendio e i suoi morti, Harry che mente..
D’accordo sono supposizioni, nient’altro però.. c’è qualcosa sotto, me lo sento! Continuo la ricerca e trovo una foto dell’incendio sulla dimora.
E’ strano, ma sul frontale dell’ingresso pare che ci siano i simboli di un sole e di una stella. Sembra quasi importante, ma non so cosa pensare..
E’ meglio se vado a dormire, così spengo la luce e sprofondo in un lungo sonno.


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Scusate il ritardo, ma ho avuto dei problemi.
So che non è un granchè, e che vi sto facendo scoppiare la testa per la confusione ahaha
Mi scuso anche per questo ma fa parte del 'gioco', se così si può definire.
Tutti hanno parlato di 'vampiri', okay, non sono vampiri, ma non posso dirvi niente. Mi spiace.
Sono crudele, lo so.
Tenetevi pronte, dal prossimo capitolo si svelerà tutto... tutti i vostri dubbi svaniranno, anche grazie al mio futuro spazio autrice (?)
Che altro dovevo dire? Mmm....
Ah, ringrazio tutti quianti che leggono e recensiscono questa storia, è davvero molto importante per me.
Aggiornerò al più presto, forse dopo domani per farmi perdonare di questo ritardo.
Un bacio a tutti,
-Ma xx

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Capitolo 17
*** Forest ***


 “Porca miseria!” impreco irritata.

La pioggia ha provocato delle piccole pozzanghere e io con le mie converse le ho pestate, bagnandomi tutto il piede.
Sono in ritardo. Anne non mi aveva mai chiesto di andare a prendere Dany e ora, l’unica volta che lo fa, rischio di arrivare ben oltre l’orario.
Per raggiungere la scuola devo attraversare tutto il paese. Non farò mai in tempo a riportarlo dopo il coprifuoco.
Comincio a correre verso il bosco, sperando di accorciare il tragitto. Passo in fretta il tappeto di foglie cadute. Non mi sono spinta spesso da queste parti.
Poi il mio percorso si interrompe su una brusca discesa, mi blocco per decidere quale direzione prendere. Riprendo a camminare lentamente, fino a trovarmi una strada sbarrata dal fiume. E’ impossibile oltrepassare senza bagnarsi.
Mentre avanzo verso il greto del  fiume, riesco finalmente a vedere un piccolo ponte di legno. Vi corro di corsa.
Appena ci metto il piede sopra, la sensazione di non essere sola non se ne va.
Un brivido mi passa lungo la schiena. Cammino sul ponticello, lentamente, continuando a guardarmi intorno.
Poi, mi pare di vedere una sagoma tra i tronchi degli alberi, un solo istante prima di scomparire tra la nebbia. Rimango paralizzata.
Suggestione, solo suggestione.
Stringo le mani sul parapetto di legno e avanzo. Quando mi trovo al centro del ponticello, la presenza torna visibile.
Procede nella mia direzione a passi lenti e faticosi. Un nuovo brivido mi scossa.  Mi chiedo se sia il caso di scappare, ma i miei muscoli non vogliono obbedire.

“Non spaventarti, cara” una voce femminile, sicuramente non più giovane di me.
Socchiudo gli occhi per vederla meglio: è una donna dagli abiti scuri e i capelli grigi.

“Chi è?” chiedo con la voce strozzata.

“Mi chiamo Susan. E forse tu sei colei che stavo aspettando..” esclama.

Questa cosa si fa sempre più inquietante. Rimaniamo immobili a studiarci una di fronte all’altra.
I suoi occhi sono profondi e pieni di una misteriosa malinconia.

“Sei tu vero? La giovane Starr?” domanda ancora. Come fa a conoscermi? Le rivolgo un occhiata piena di diffidenza.

“Perché?” chiedo. C’è qualcosa in quella donna che mi attrae e allo stesso tempo mi inquieta, mi guarda come se mi conoscesse.

“Seguimi, c’è una favola che vorrei raccontarti..” insiste.
Raccontare le favole? Non ho assolutamente tempo da perdere e sono in ritardo, non ho di certo tempo da perdere..

“No. Sono in ritardo” scuoto il capo con decisione. Siamo una di fronte all’altra ad un passo di distanza.

“La gente di qui dice che sono pazza. E forse è anche vero, da tanto tempo aspettavo di poter raccontare ciò che so..” dice penetrandomi con lo sguardo.

Le sue parole sembrano folli, ma il suo sguardo no. Sento dentro una curiosità bruciante.
I minuti scorrono e Dany mi aspetta. Devo riportarlo a casa prima del tramonto.

“Ora devo andare” ripeto.

Tiro un sospiro.
Okay forse non è una buona idea, ma non riesco a trattenermi.

“Tornerò” sussurro. Ma che mi salta in mente? Sul viso dell’anziana affiora un sorriso.

“Lo so, bambina. E quando lo farai ti parlerò del ‘sugnwr gwaed’..” mormora guardandomi mentre si allontana.

Che cos’è quella parola? Io detesto avere paura, ma in questo momento ne ho.
Raggiungo Dany e ci incamminiamo verso casa. Con i suoi stivaletti di gomma, il bambino entra in tutte le pozzanghere schizzando spruzzi che ormai non evito più, è da mezz’ora che va avanti così. La pioggia inizia a scendere e io sono completamente bagnata, è come se mi avessero buttato in una vasca piena d’acqua. Sono senza l’ombrello, come sempre, ma Dany sembra cavarsela meglio con la sua mantellina impermeabile.

“Hai paura che la mamma ci sgridi perché siamo in ritardo??” domanda pestando l’ennesima pozzanghera.
Evidentemente quel gioco lo diverte e a me la sua allegria non dispiace affatto, anzi, mi allontana dai pensieri.

“Non lo siamo troppo se camminiamo in fretta..” gli sorrido tenendogli la mano.

Ormai per me e lui è come se fosse il fratellino più piccolo che non ho mai avuto. Ripenso a prima.
Non ho idea di chi sia Susan, ma le sue parole continuano a rimbombarmi in testa.

“Dany.. ho incontrato una strana donna prima” dico incapace di trattenermi.

Lui fa una smorfia che ricorda molto in modo bizzarro Harry.
Al solo pensiero sorrido.

“Lo sai che mamma e papà non vogliono che passiamo per il bosco!" mi rimprovera. Sbuffo.


“E tu non dirglielo!” gli faccio segno col dito di fare silenzio.

“E’ di sicuro Susan. Vive in una casa vicino al bosco. Sta sempre per fatti suoi e le manca qualche rotella” spiega. Forse è davvero così, eppure..

“Dany, cosa vuol dire ‘sugnwr gwaed’?” chiedo fermandomi  di camminare e guardandolo negli occhi.
Lui ride.

“Sai noi qui mischiamo l’inglese tradizionale con il gallese. Significa ‘succhiasangue’, ‘vampiro’!” dice sorridendo lievemente.

Mi paralizzo, e lo trafiggo con lo sguardo.





SCUSATEMI!
Okay, sono pronta ad essere odiata. Si, come avrete capito, è una storia di vampiri, e non ve l'ho detto perchè altrimenti vi avrei rovinato tutta la storia. So che vi ho fatto scoppiare la testa con tutto questo mistero. Molte c'erano arrivate e a dira tutta era un po' evidente, ma non ve l'ho detto perchè, come ho detto, vi avrei rovinato tutta la storia.
Mi avete anche un po' divertita con le vostre supposizioni, ve lo dico sinceramente ahahaha
Adesso il problema è.. Chi è il vampiro? Oppure.. quali sono? Se avete qualche ipotesi scrivetemele nelle recensioni.
So che non è ancora tutto chiaro, ma il prossmo capitolo sarà IL PIU' IMPORTANTE di tutta la storia, quindi, adesso si che dovete tenervi pronte. Ci saranno le rivelazioni, colpi di scena e penso che gran parte dei vostri 'problemi' verranno risolti.
Ovviamente quel poco di mistero deve esserci sempre, giusto?
Comuunque, so che è un po' cortino, ma fidatevi di me! Spero di riscattarmi con il prossimo.
Ultimo appelli, la storia d'ora in poi si farà sempre più complicata, quindi se dovete farmi qualche domanda nei prossimi capitoli, non esitate.
Okay, ho parlato abbastanza ahaha
Aggiornerò al più presto.
Un bacio a tutte,
Maura

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Capitolo 18
*** Truth ***


Mi avvio verso l’ufficio del professor Vaughan con un discorso pronto da fargli.
Busso alla porta e lui mi invita ad entrare.

“Mi scusi professore, ho appena cambiato istituto e mi sto ancora ambientando. Ormai è tardi, credo, ma sarei intenzionata in futuro a frequentare qualcuno dei suoi corsi..” esclamo decisa.
Credo che l’abbia capito che me lo sono imparata a memoria.

“Bene” risponde in tono neutro. Lo guardo perplessa.

“Sono venuta a ritirare i moduli” mi radrizzo.
Lui annuisce, nascondendo un sorriso dietro la mano.

“Si certo.. accomodati” mi accoglie mentre io mi siedo sulla sedia.

Apre il cassetto e tira fuori un pacco  di fogli pinzati. Si alza e gira attorno alla scrivania fermandosi al mio fianco. Posa i moduli sul ripiano di fronte a me.
Sento un brivido sulla nuca a quell’inaspettata vicinanza.
Mi sento vulnerabile.

“Grazie” mormoro concentrandomi sui fogli.
Comincio a leggerli giocherellando con la catenina d’argento che porto al collo, come sempre.

“Dunque sei interessata alla storia” considera.

“Si. Le sue lezioni sul metodo d’indagine mi sono piaciute molto” dico sinceramente.

“Ma non ti sono state sufficienti, non è così?” domanda mentre si appoggia sulla scrivania incrociando le braccia.
Il suo sguardo addosso mi pressa.

“Non preoccuparti, ho solo tirato a indovinare. Le tue domande erano un po’ troppo specifiche per non avere un motivo preciso”

Arrossisco, senza un motivo preciso.
Si ricordo l’altro giorno di aver fatto alcune domande a riguardo, ma ho sempre tenuto l’argomento in modo generale.

“Qual è l’argomento della tua ricerca?” insiste cortesemente.
E va bene, allora scopriamo le carte.

“Anche lei è appena arrivato, professore. Non si è mai chiesto cosa sta succedendo?” chiedo con tono serio.

“Qualcuno ti ha dato delle risposte, ma non sei ancora soddisfatta” obietta.

Mi sembra di camminare su un trampolino di una nave pirata. Scuoto il capo, scuotendo a loro volta i capelli.
Il prof si incupisce.

“Posso conoscerne il motivo?” domanda.
Mi guardo attorno, cercando di capire se mi posso fidare.

“In questa parte dell’Inghilterra sono già successe cose del genere, lo sapeva?” spiego infine.
“Molte. E a lungo: sparizioni, aggressioni misteriose, strani incidenti. Meno di vent’anni fa Manchester era tutt’altro che un paesino paradisiaco. Poi all’improvviso più nulla!” replico.

“Tu come lo spieghi?” mi chiede. Sbuffo sconfortata.

 “Il punto è proprio questo, non ci riesco!” ammetto frustrata.

Il professore fa il giro della scrivania e si affaccia al grande finestrone di spalle alla scrivania.

“Due cose sole, Winter Starr. Gli studiosi dimenticano spesso la tradizione.. e la sorte” aggiunge poi senza voltarsi.

“Significa che crede nel destino?” chiedo curiosa. Lui ride.

“Non è la domanda giusta” risponde sarcastico.
 

E’ quasi sera, ma continuo a stare nel cortile della scuola. Ormai è praticamente deserta.
Mi sento come il cielo grigio: anche nella mia tesa sta per scatenarsi un temporale. Ho i nervi a fior di pelle.
No! Non posso prendere in considerazione quel pensiero, non sul serio, però spiegherebbe molte cose.. No, nemmeno per idea! E’ roba da pazzi!
Mi rialzo dalla panca dove mi ero seduta prima e mi incammino senza meta, oltre il cortile. Anthony Lloyd mi rivolge un cenno di saluto,
ma faccio finta di non averlo visto. Supero le gradinate, la palestra e proseguo.
Poi sorrido trovandomi di  fronte al vecchio edificio.
La sede dei Nox.

“Crede nel destino?” ho chiesto a Vaughan.
Ora inizio a capire perché non fosse la domanda giusta.

Trovo la porta aperta, esito per qualche istante, chiedendomi se sia quello il destino.. Sgattaiolo all’interno col cuore che mi batte fortissimo.
Il corridoio è buio e deserto. Dai, solo un’occhiata veloce!
Brividi improvvisi cominciano a scuotermi mentre percorro il corridoio.
 

ZAYN’S POV

Come sempre ho trascorso un pomeriggio pigro, alla sede dei Nox.
La luce dei lampadari ha un’illuminazione rilassante, e non c’è nulla che più amo dell’ozio sui divanetti di velluto del Club mentre gli altri membri studiano. Diversamente dagli altri, non mi piace sprecare il tempo sui libri di scuola. Ho altre ambizioni, come Rose, che mi detesta ma non può resistere alla passione.
Un vero peccato non poterla accontentare. Le regole sono regole.. E’ molto più rilassante stare da solo in questa stanza.
Mi alzo, sento la gola seccarsi rapidamente. Poi sento la porta aprirsi di colpo.

“Che diavolo ci fai qui?” urlo freddo vedendo Winter entrare dalla porta.

Me ne vado dall’altra parte della stanza, vicino al caminetto di pietra.
Winter vedendomi fa un piccolo urlo, poi smette. Fa un passo indietro e si trova appoggiata allo stipite di legno scuro.
La guardo in modo indifferente.

“Rose.. cercavo Rose..” dice quasi balbettando.

“Qui non c’è” sibilo a voce rauca.

Vattene! Devi andartene prima che sia troppo tardi!
La mia gola è serrata dai crampi. Non avrebbe potuto scegliere momento peggiore per quell’improvvisata.
Faccio finta che non sia qui, devo solo svuotare quel maledetto bicchiere..

“Vattene!” le urlo con la mente.

Resistere non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.
Rigido, nello sforzo di controllarmi, mi avvicino al tavolino d’un passo.

“Resisti Zayn!” mi ordino serrando i denti.

“Qualcosa non va Zayn?” mi domanda.
E’ come se potesse avvertire la mia angoscia.
 

WINTER’S POV

Senza distogliere gli occhi dal suo viso, riesco a ricostruire la traiettoria del suo sguardo.
Il bicchiere.
E’ colmo di un vino rosso cupo. Muovendomi in fretta, lo prendo in mano. Ha un odore strano, in qualche modo famigliare.
E’ in questo momento che ho capito.
Poi Zayn mi salta addosso, intrappolandomi contro il muro. Il contenuto del calice si rovesci intorno in un’onda sanguigna.
‘Sugnwr gwaed’ continua a ripetere Susan nella mia mente.
Vampiro.
Urlo, travolta dal terrore e da un turbinio di sensazioni.
Il professor Vaughan si getta contro Zayn con una rapidità inumana. Me lo strappa letteralmente di dosso scaraventandolo lontano.
Lui ricade contro la parete e io riprendo ad urlare. E’ inumano, è impossibile. Zayn rincomincia a correre e la paura mi divora.
Zayn ricade a terra , raccogliendo le ginocchia sotto di sé. Solleva su di noi lo sguardo, mostrando il colore degli occhi di un rosso,
esattamente come il liquido del calice. Ci guarda e salta di nuovo con la grazia possente di un grosso predatore. Louis mi si para davanti un istante prima che riuscisse ad afferrarmi.
Lo spinge indietro come se non pesasse nulla. Le mie ginocchia cedono e mi lascio scivolare in basso premendomi il più possibile contro la parete.
Sugnwr gwaed..
Sono travolta da una tempesta di sensazioni inspiegabili, le vertigini sono così forti da immobilizzarmi. Scossa da brividi continui, cado a terra a terra senza accorgermi che le lacrime scorrono sulle mie guance.
Vaughan si para al centro della stanza.

“Controllati, Zayn!” ruggisce fissandolo con una luce di minaccia nel suo sguardo.

Louis è fermo davanti a me, ogni muscolo teso e pronto allo scatto. Non è possibile, non è possibile!
Tremo dalla paura, e anche Zayn trema. Sta lottando per calmarsi, ma è una battaglia che non può vincere. Il professore balza su di lui e lo inchioda a terra, piantandogli un ginocchio nella pancia.

“Tomlinson!” lo chiama.

Louis si gira lentamente a guardarmi e io mi sento naufragare.
I suoi occhi da color ghiaccio diventano rossi esattamente come quelli di Zayn e la bella bocca increspata lascia intravedere i canini.
Il terrore prende il sopravvento. Mi metto la testa tra le mani e continuo a scuoterla sperando che sia solo un brutto sogno.
Il palmo della mano mi fa male, scopro il ciondolo di cristallo, mentre Louis e il professore tengono fermo Zayn. Lo rimetto al collo.
Mi rialzo in piedi barcollando e muovo qualche passo incerto.

“Aspetta Winter” mi richiama la voce gentile del professore.



______________________________________________________________________________________
Scusate se vi faccio aspettare tanto, ma non è un buon periodo per me. Ma tralasciamo.
Come avrete capito, Louis, Zayn e il professor Vaughan sono vampiri. Ma saranno gli unici?
Come vi aveo accennato, questo e il prossimo capitolo sono e saranno i più importanti.
Tutti si svelerà, finalmente, e spero che tutto sarà più facile per voi, anche se andando avanti ogni capitolo sarà più complesso.
Spero vi piaccia :)
Un bacione a tutte,
Maura

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Capitolo 19
*** Revelations ***


Mi siedo sul divanetto e continuo a rifiutarmi di guardarli.
Qualcuno mi ha portato una maglietta pulita, ma sento ancora sulla pelle il liquido schizzato fuori dal bicchiere.
Sangue.
Mi stringo le braccia mentre i brividi continuano a scuotermi. I signori Styles e Harry ci hanno subito raggiunti, e ora mi siedono accanto sul divanetto di pelle rossa con espressione tormentata. Anne mi posa una mano sul ginocchio con un sorriso.
Poggio lo sguardo sulla sua mano e mi si spalancano gli occhi. Un alone rosso mi macchia la gamba, là dov’era schizzato il liquido dal bicchiere.
Le palpitazioni aumentano. Vaughan vede la mia espressione.

“Quello non è sangue umano Winter.” mormora a voce bassa, come per non spaventarmi di più.
Il mio sguardo guizza su di lui, per poi ritirasi velocemente.

“Nessuno di noi attacca gli umani, te lo giuro. Esiste un surrogato sintetico che ci permette di sopravvivere senza danneggiarvi. Il Patto ce lo vieta” aggiunge il professore.
Vedo Harry incupirsi. Vedo stringere i pantaloni tra le sue mani.

“Se non fosse che Zayn l’ha aggredita!” ringhia, incapace di trattenersi.
Zayn si agita di nuovo, fissando il tappeto ai suoi piedi.

“E’ il Potere!” aggiunge poi improvvisamente il vampiro.
Ha gli occhi lucidi e sussulta sotto lo sguardo di Vaughan.

“Credi di aver diritto di giustificarti, Zayn? Per quello che hai fatto non esiste nessuna scusa!” lo richiama il professore.
Zayn continua a tremare e io lo fisso, poi si gira e mi guarda.

“Lo so” mormora.
Improvvisamente mi ritrovo a pensare al morso sulla gamba di Rose.

“Hai fatto male anche a Rose?” domando con un filo di voce.

“No! Lei è attratta da noi. E a modo mio anch’io ne sono affezionato.” esclama con sguardo pieno di orrore.

“Solo perché il Patto ti vieta di morderla. Altrimenti non ti faresti alcuno scrupolo a bere il suo sangue!” lo accusa Harry con rabbia.
Zayn alza le spalle.

“Solo se fosse consentito, e se lei me lo offrisse, Styles” ammette con semplicità.

Mi mordo le labbra, faccio sempre così quando sono nervosa.
In mezzo alla confusione ripenso alle sensazioni che Louis ha scatenato in me.
E’ questo quello che prova per me? Desidera il mio sangue?
E’ come se avessi la certezza che anche lui, forse anche in modo diverso, provi comunque i miei stessi sentimenti. Lacrime di orrore riempiono i miei occhi.

“Non è neppure la prima volta che Winter viene attaccata!” dice Harry.

Tutti sapevano dell’accaduto, tranne Zayn e Louis che sembrano abbastanza sorpresi.
Nascondo il viso tra le mani e la tensione si alza, mentre Anne solleva le braccia.

“Volete proprio spaventarla a morte? Questa ragazza non sa ancora niente. Non è abbastanza che abbia scoperto le cose in questo modo?!” urla mentre guarda il marito.
Poi Des si gira a guardarmi.

“Quindici anni fa l’Ordine della Notte, ossia la suprema autorità tra i vampiri, strinse con gli umani un trattato di pace che li impegnava a non danneggiarli e a sottomettersi al Consiglio delle Due Stirpi. A capo del Consiglio sono posti il Gran Maestro dell’Ordine e il Pater, la guida di ciò che chiamiamo Famiglie.
Le Famiglie riuniscono gli umani che, come noi, si tramandano il segreto dell’esistenza dei vampiri” spiega Des con un sospiro.

Mi limito a guardarlo.
L’immagine della balestra con il sole inciso mi ritorna in mente. Sento la mente annebbiata, mi sento troppo confusa per pormi delle domande.
Desidero solo poter fuggire, scappare lontano da questi incubi spaventosi.

“E l’impegno di tutti, Famiglie e Ordine della Notte, è quello di poter permettere una pacifica convivenza tra le nostre due razze. A questo serve il Patto.
Ci è costato un prezzo durissimo, molti ci hanno rimesso la vita, però ha segnato l’inizio di una nuova era..” continua Des.

“Credo sia la risposta a buona parte dei tuoi dubbi, Winter. Il conflitto che lo precedette fu così turbolento che, da queste parti, fummo costretti a dare alle fiamme la vecchia sede del Consiglio per poterlo coprire. Poi il Patto ha messo fine alle aggressioni.. almeno fin ora” spiega il professore.

“Proprio la vigilia del rinnovo” osserva Des.
Riprendono a parlare tra loro, le voci si sovrappongono, e io non riesco più a sopportarlo.

“Perché mi avete raccontato tutto questo? Non esisteva alternativa o..” mi interrompo.

Sento mancarmi il fiato.
Anne cerca di abbracciarmi, ma si ritira e prende la mia mano tra le sue.

“Questa è anche la tua storia Winter. Sandra Bray non poteva prevedere quello che  capitato, ma anche lei appartiene alle Famiglie e sapeva quello che faceva quando ti ha affidato a noi.. Le Famiglie si sono sempre prese cura di te perché tua nonna è una di noi” sussurra la donna.

“No! No, non può essere vero!” mi copro le orecchie.

Non voglio più ascoltarla, non voglio neanche pensarci.
Non posso davvero credere che la nonna.. E allora i miei genitori? Mi sento mancare, mi sento svenire.
Mi hanno sempre mentito. Mi hanno portato via tutta la mia vita.
Un singhiozzo mi contrae la gola, la tristezza esplode come un uragano. Poi mi pervade una calma gelida come il ghiaccio.
Lasciando la sede dei Nox, lancio un’ultima occhiata al professore.

“No, non credo nel destino” dico seria. Lui ricambia lo sguardo, incuriosito.

“Non era questa la domanda giusta?” il vampiro sorride fuggevolmente.




_______________________________________________________________
Intanto volevo assolutamente scusarmi per il ritardo, so che non sto aggiornando molto spesso in questo periodo ma ho i miei problemi.
Scusate, on che voglia essere cattiva o egoista, per l'amor di Dio, è che ho problemi ben più grandi che pensare ad aggiornare.
Anyway, so che il capitolo è cortissimo, ma vi spiega la situazione. So che siete un po' confuse e se avete qualche domanda, QUALSIASI, nonesitate qui. I'm here for you.
Come dicevo, è corto, ma non voglio farvi scoppiare la testa: poche ma importanti informazioni alla volta.
Credo sia meglio così per tutti ahahah
Comuunque adesso cercherò di aggiornare il più presto possibile, se mi fate ritrovare qualche recensione.
Ringrazio con tutto il cuore chi legge soltanto, chi mette la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e soprattutto quelle che recensiscono.
Siete dolcissime <3
Alla prossima.
Un bacione,
Maura.

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Capitolo 20
*** Escape ***


“Che diavolo ci fai qui?” chiede Selena aprendomi incredula.

Non rispondo nemmeno.
Affondo tra le sue braccia e la stringo forte. Sel odora di casa, di sicuro, di pace.
Ha il profumo della mia vecchia vita.

“Non chiedermi niente, Sel!” la supplico aspirano l’aroma della sua maglietta punk impregnata di tabacco.

E’ la solita Selena, con une codini rossi disordinati, i residui di una ciocca verde e i jeans strappati.
Tiro un sospiro di sollievo. Poi lei mette le mai sulle mie spalle scuotendomi appena e poi smette, vedendo la mia espressione sconvolta.

“Hai ragione, non è il caso. Dai usciamo!” dichiara chiudendo la porta alle sue spalle.
 

*ALLA STAZIONE DI POLIZIA*
Il signor Evans sente squillare il telefono della centralina.

“Parla Evans. Ah, è lei, Anne..” dice allontanandosi di qualche passo per precauzione.

“Mi dica” incita.

Il suo viso diventa bianco, mentre Anne Styles parla.
Al termine della conversazione lascia la stazione di polizia senza una parola. Anne ha trascorso ore in attesa, gironzolando accanto al telefono della sala.
Ha per Winter una grande simpatia che nessuno ignora.
Non è stupida, quindi crede che la scomparsa di Winter sia più che altro una fuga, che una sparizione.


ANNE’S POV

“Non possiamo più aspettare Anne” ripete ancora Des mentre il pomeriggio volge al termine.
Mi siedo al suo fianco e l’abbraccio forte.

“D’accordo” annuisco.
So che Des ha atteso fino a quel momento solo per amor suo.

“E’ meglio anche per lei, tesoro. Winter ha bisogno di qualcuno che la protegga..” dice cercando di confortarmi.
Gli lancio un occhiata insofferente.

“Intendi Fennah? Le Famiglie continueranno a proteggerla come hanno fatto fin ora? Tenendola all’oscuro di tutto fino a quando non sarà troppo tardi?” domando con freddezza.
Lui sospira pensieroso.

“Non conosciamo tutte le ragioni dietro le scelte del Consiglio. Il Pater ha i mezzi per prendere la decisioni migliori.. Avremmo dovuto chiamarlo ore fa!” il suo tono mi irrita.

“Abbiamo atteso che venisse aggredita due volta prima di dirle la verità, che ci si scontrasse da sola.. Prova a pensare che al suo posto potrebbe esserci uno dei tuoi figli Des! Zayn poteva ucciderla, e anche quel vampiro nel bosco!” insisto.

Lui mi guarda a lungo. Bisogna tenere la testa sulle spalle. Non voglio che succeda niente a Winter, lei per me è come un’altra figlia.
Gemma sa tutto da ormai anni, ma questo non significa che lei è in meno pericolo di Winter se un vampiro l’avrebbe aggredita.
Des serra le labbra e annuisce.
Infondo che senso c’è riportare Winter in seno alle Famiglie?
 

SANDRA’S POV

Apro gli occhi e sbuffo allungando la mano verso il telefono che squilla.

“Chi è?” domando con la finezza di chi viene svegliato alle due di notte.
Chiamate a quest’ora in genere significa guai, perciò non mi sorprendo di riconoscere la voce del buon giudice Moore.

“Cristo Bray! Ma non lo guardi mai il cellulare?”

“Non quando dormo, Richard!”

“Beh fatti un caffè e svegliati!” il suo tono suggerisce di protestare, così mi alzo dal letto e vado in cucina a farmi il caffè.

Fa davvero freddo.
Sta arrivando l’inverno.

“Allora, che nuovo problema abbiamo?” lui mi ride nelle orecchie.

“Credo il peggiore” ironizza mentre mi accendo una sigaretta. “La ragazza è scomparsa” l’accendino quasi mi cade dalle mani.

“Scomparsa?”

“Già. L’ufficio di Fennah mi sta sul collo. Come puoi immaginare..”

“Addirittura il Consiglio!”

“Per ora cerchiamo di giocarcela in casa. Ma Lochinvar e l’Ordine dovranno saperlo prima di sera. Chiama le Noton, gli Styles, anche il Padreterno se ti riesce, ma ritrovala subito!”
Aspiro così nervosamente da farmi venire le palpitazioni.

“Se pensi che sappia dove trovare Winter si un illuso, Richard!”

“Abbiamo sedici stramaledette ore prima che si prendano la nostra testa!” esclama.

“Tieni le linee libere. Non allontanarti dalla scrivania, neanche per andare in bagno. Ho bisogno che raccogli ogni informazione possibile e me la passi.
A me tocca perlustrare Londra pollice per pollice!”
 

WINTER’S POV

Sono seduta sulle gambe di Selena, in mezzo al nostro gruppo di amici. Mi gira la testa ma cerco disperatamente di divertirmi.

“Allora come ti va a Manchester?” strilla Ian. Lo fisso con sguardo truce.

“Al diavolo Manchester! Il prossimo che ne parla..” li minaccio.
Tutti ridono.

“Il carattere è peggiorato!” borbotta.

Tento di rifilargli il pungo sul braccio, ma lui si scansa, perdo l’equilibrio e mi ritrovo sdraiata sulle sue gambe.
Senza preoccuparmi di fargli male, mi sposto sulla schiena e scoppio a ridere.

“Mi siete mancati!” annuncio.
Lui mi guarda scuotendo la testa.

“Ma quanto cavolo hai bevuto?” chiede sorridendo.

“Pochissimo!” mento. “Adesso non posso neanche dire che mi mancavano i miei amici senza essere ubriaca?”chiedo.

Mi rendo conto che Selena mi sta guardando preoccupata.
Non mi hanno mai vista in queste condizioni. Ma non m’importa, voglio solo assaporare questa serata, sentirmi a casa.
Quella era tutta la mia vita e ho tutte le intenzioni di riprendermela, lasciando agli altri gli incubi.


“Allora?” mi chiede Sel sulla porta di casa mia al termine di quella assurda serata.

“Ti decidi a dirmi cosa ti sta succedendo?” insiste.
Faccio una smorfia sofferente.

“Niente” mento.

“Cazzate Win! Sei ubriaca fradicia e ancora non ti sei rilassata. Perché?” ringhia.
Sento le lacrime salirmi agli occhi.

“Avevo bisogno di cambiare aria” mi limito a rispondere.

“Sei scappata? E’ così, Winter?” domanda incredula.
Ho la risposta dipinta sul viso.

“Si impazzita? Te ne sei semplicemente andata senza una parola? Ma come accidenti ti è venuto in mente?” mi assale.
Il mio sguardo rimane fisso sulla punta non più bianca delle mie converse mentre la pazienza di Sel si esaurisce del tutto.

“Win saranno tutti terribilmente preoccupati! Non puoi sparire di punto in bianco.. e non se tipa da farlo!” mi ricorda.

Infilo la chiave nella toppa con le mani che tremano.
Faccio scattare la serratura.

“Non rompere Sel!” ringhio quando finalmente la porta si apre.
Il volto sempre sorridente di Selena si oscura.
Mi posa una mano sul braccio.

“Solo questa notte, Sel. Lasciami solo questa notte per capire cosa fare. Domani ti spiegherò quello che posso, ma per il momento non dire niente a nessuno. Per favore!” la prego.

Lei sbuffa. Quando se ne va, mi sento avvolgere da una tremenda solitudine.
Rigiro la chiave fino a bloccare la serratura e mi lascio scivolare a terra. Deserta e buia, la mia vecchia casa non mi è mai parsa così triste.
Mentre le lacrime rincominciano a scorrere, mi passo una mano tra i capelli.

“E adesso?” domando alle pareti silenziose.

Ripiego la testa all’indietro e rimango a fissare l’unico raggio di luce che filtra dalle persiane.
Riapro gli occhi e mi accorgo di essermi addormentata  sul pavimento d’ingresso.
Mi rialzo piano, tutta indolenzita. La mia mente si riempie nuovamente di incubi e ricordi: i vampiri, i Nox, il sangue nel calice..
Il cuore accelera i battiti.
Mi trovo nell’appartamento dove ho trascorso gli ultimi cinque anni della mia inutile vita, e sono triste perché non è più casa.
E’ inspiegabilmente diverso, io sono diversa. Mi dirigo verso la cucina solo per un riflesso automatico, come facevo tutte le mattine.
Sto per aprire il frigorifere quando mi fermo, ricordandomi tristemente che nessuno vive più qui.
Sospirando, torno nell’ingresso, poi proseguisco verso il piccolo corridoio. La casa è esattamente come l’avevo lasciata.
Per un istante spero anche di sentire la voce della nonna che canta mentre stende i panni.
Scuoto la testa. Non voglio pensare a lei..
Spalanco la porta di camera mia e un pesante odore di chiuso mi inonda le narici. Accendo la luce.
Ogni cosa parla di me: il poster dei Green Day che avevo vinto scommettendo con Ian, i libri sullo scaffale, la mensola con qualche bambola di quando ero piccola. Ma mi sembra tutto lontano. E falso.
Raggiungo la stanza della nonna. Osservo il comò, sopra c’è una cornice, e dentro una foto di noi due. Ci tenevi così tanto nonna..
La nonna non è mai stata troppo sentimentale, ma aveva i suoi ricordi e le piaceva circondarsene.  All’improvviso mi viene in mente che da qualche parte deve esserci la foto dei miei genitori.
Istintivamente, comincio ad aprire i cassetti.
 

SELENA’S POV

“Questa è la segreteria telefonica..” richiudo l’aletta del cellulare e sospiro.

Winter mi ha chiesto una notte e una notte è passata. Solo che al risveglio io mi sono trovata davanti una preoccupatissima Sandra Bray.
Okay, sono nervosa.
Risollevo l’aletta e armeggio per togliere il volume della suoneria, in caso Winter richiamasse.
L’unica cosa certa che non posso rivelare all’avvocatessa è che Winter è stata qui.

“Ecco il caffè..” mormoro decidendomi finalmente di riemergere dalla cucina con il vassoio in mano.

Per poco l’agitazione non mi fa inciampare nel tappeto.
Sandra alza su di me uno sguardo ‘indagatore’.

“So quanto siete amiche Selena” ripete a parlare senza staccarmi gi occhi di dosso mentre poso il mio carico sul tavolo.

Si vede che non si fida di me e non posso darle torto.
Io e Winter ci siamo coperte a vicenda fin dal primo giorno in cui ci siamo incontrate.

“Quanto zucchero?” domando cercando di stare tranquilla.

“Amaro, grazie” dice.

Oh cavoli.
Cerco di pensare più in fretta possibile e mi decido per una versione della verità leggermente corretta.

“A dire il vero non è che ci sentiamo più molto.. Suppongo si stia inserendo nel nuovo ambiente, sa com’è” suppongo sorseggiando un sorso del caffè.

Per maggiore realismo, do alla mia voce una sfumatura dispiaciuta.
Sandra solleva la tazzina.

“Ti ha mai raccontato di qualcosa in particolare?” chiede.
Fingo lo stesso di pensarci, anche se in verità non mi ha raccontato veramente niente in particolare.

“Nulla di importante.. le solite cose, direi” prima di parlare avevo contato fino a dieci.

Ho sempre fatto così fin da piccola, mi sembra una strategia abbastanza efficace e ha sempre funzionato.
In realtà nessuna delle nostre conversazioni telefoniche mi ha più convinta da quando Win si è trasferita.

“Selena, mi prometteresti di chiamarmi in caso si facesse viva? O anche se ti dovesse venire in ente qualcosa di interessante?” chiede insistendo.

Rimango a fissare la goccia di caffè percorrere tutta la parete esterna della tazzina, fino a toccare il fondo.
Sospiro e dopo un po’ annuisco.

“Come le ho detto, sa quanto siamo amiche” affermo augurandomi che l’avvocatessa lo crede un assenso.
L’accompagno alla porta e poi mi digito in fretta un sms a Win.

“Stata qui Bray. Chiama!” digito invio, sperando che Winter mi richiami al più presto.
 

WINTER’S POV

“Gentilissima signora Starr. A nome del Consiglio, desidero innanzitutto e nuovamente ringraziarla per il suo ottimo operato”

Ad attirare la mia attenzione è il sole radioso stampato sulla busta della lettera.
Lo stemma delle Famiglie.
Che la nonna sapesse, non è più un segreto. Un pacco di lettere indirizzate a lei, nascoste sul fondo del cassetto, però il ‘suo ottimo operato’ non credo si tratti di una semplice formula di cortesia. I miei occhi scorsero rapidamente le righe.
Tutte scritte a mano.
Afferro la busta successiva. Stessa effigie, stessa grafia. La leggo.
Mi sudano i palmi, indagare nel passato della nonna mi mette a disagio, per quanto mi sforzi di ripetermi che ne ho tutto il diritto.
La lettera seguente esordisce come le altre, sono tentata di rinunciare a leggere. Gli affari delle Famiglie non mi riguardano. Però è anche la mia storia!
Così rinizio a leggere.

“Le ribadisco che la bambina non deve sapere fino a che questo Consiglio non lo riterrà opportuno. Confidando nella sua assoluta collaborazione, la saluto.          -Aeron Fennah.”

Il cuore accelera i battiti. La carta ingiallita mi ha ingannata.
Controllo le date, scoprendo che sono molto più recenti di quanto credevo. Settembre 1999, aprile 1998, dicembre 2004.
La ‘bambina’ dunque, non posso che essere io. Comincio a passare in rassegna ogni foglio alla ricerca della prima missiva.
Novembre 1994.
Allora avevo solo un anno. Meno i due mesi dopo, ma morte dei miei genitori.

“Gentilissima signora Starr, per delibera del Consiglio, abbiamo il privilegio di informarla che la sua richiesta è stata accolta . L’avvocatessa Bray sbrigherà a nome suo, e con la nostra supervisione, le pratiche necessarie per ufficializzare l’adozione. La sola condizione che il nostro Consiglio pone è che entrambe vi allontaniate dalle Famiglie e dall’ordine.
Richiediamo, per la vostra sicurezza, che la bambina cresca ignorando le proprie origini, in modo da evitare qualsiasi rischio presente e futuro.
Le inviamo i nostri saluti e mi migliori auguri”

Questa volta le firme sono due, Aeron Fennah e Alaric Lochinvar, ma quasi non riesco a leggerle.
Una grossa lacrima mi rotola sulla guancia, poi cade sul foglio scolorendo l’inchiostro. Fa un male dannato, eppure devo sapere.
Ritrovo sulle pagine le date di ogni mio trasferimento, commenti sui miei risultati, sul comportamento della nonna, su decine di piccoli fatti insignificanti. Frugando nel cassetto con gesti nervosi, trovo un pesante faldone dalla copertina scura.
Lo apro senza esitazione e scopro che contiene una raccolta di articoli di giornale. Comincio a sfogliarli.

“L’ombra del vampiro sull’aggressione di Walton Street” con un brivido, ricordo di averlo già visto il 20 agosto 2009, proprio il giorno in cui la nonna è stata ricoverata, l’ultimo giorno della mia vecchia vita..

Se solo me ne fossi ricordata prima.. Proseguo a mani tremanti.
Continuo a leggere tutte cose scioccanti che il mio cuore perde un battito. Io e la nonna non abbiamo mai lasciato veramente le Famiglie.
Siamo state pedine di qualche gioco impossibile da capire. Ci hanno osservate, vegliate dirette in ogni nostro passo. Non siamo mai state libere.
Perché?
Tiro fuori il cassetto successivo. Sfuggendo ai cardini, finisco a terra in un mare di fogli.




____________________________________________________________________________
Vorrei dire un paio di cosucce: prima di tutto mi dipiace davvero con tutto il cuore per i miei ritardi, ma la scuola mi prende tanto,
e per tanto intendo vermanete TANTO.
L'ho fatto meeega lungo, ve piasa? lol
Visto che gli altri erano più corti ho pensato di farmi perdonare sia per quello e sia per il ritardo.
Winter è scappata e ha trovato delle vecchie lettere.. mmm...
Voi mi chiederete chi sono quei tizi che si firmano ma non posso dirvelo, almeno non per ora.
Lo so che mi odiate, appena una cosa viene compresa ecco un'altra che complica tutto.
Odiatemi pure, benvenuti nel club ahahah
Spero tanto che vi piaccia, ci ho messo tanto a scriverlo.
Vi avviso che pubblicherò un capitolo alla settimana, non più frequentemente come prima.
Sorry ma la scuola mi prende tanto.
Se mi fate trovare 16 recensioni continuo questa settimana, verso sabato o domanica.
Fatemi contenta:)
Un bacio a tutte,
Maura
.

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Capitolo 21
*** Protect her ***


ZAYN’S POV

Continuo a camminare nervosamente lungo il perimetro della stanza e Louis sta zitto, pensando a chissà che.
Il professor Vaughan ha consigliato di non lasciare la sede dei Nox per qualche tempo e so di essere agli arresti domiciliari almeno finché l’Ordine non si pronuncerà.

“Non credo che la punizione sia troppo severa, Zayn” cerca di confortarmi Louis.
Io rido, rimanendo a fissarlo con sguardo spento.

“Lo meriterei!” replico in tono duro.

E’ evidente che sono deluso di me stesso.
Sono sempre stato una testa calda, il più indisciplinato di tutti loro, e non avrei mai creduto di perdere il controllo a tal punto.

“Sei tornato in te Malik?” chiede il professore mentre entra nella stanza, lanciando un’occhiata impietosa.

Non rispondo neanche, perché dal mio punto di vista ne esiste solo una adeguata.
Va dritto verso il bar e comincia a sciogliere il Siro in un calice di cristallo.

“Confido che lo aiuterai a riflettere sulle possibili conseguenze del suo gesto, Tomlinson. I Nox qui alla St Accademy’s sono un esperimento di cui il Gran Maestro potrebbe stancarsi da un momento all’altro” completa infine.

“Ne siamo consapevoli, professore” garantisce, senza timore di mentire.

“Meglio così, perché abbiamo un problema piuttosto serio” fa girare lentamente il bicchiere. Io e Louis ci guardiamo senza capire.

“Winter Starr se n’è andata” informa continuando a far ondeggiare il liquido nel bicchiere, divertito dalla nostra totale confusione.
Lo detesto quando fa così.

“Le Famiglie stanno ribaltando il Regno alla sua ricerca” sogghigna dopo qualche istante.
Il volto di Louis è impenetrabile, io invece sono scivolato nella più completa immobilità.

“Posso provare a indagare con Rose, sono amiche” azzardo dopo qualche istante di silenzio.

“Voglio che Tomlinson sia la sua ombra . Ci vorrà un bel po’ prima che rincominci a fidarmi delle tue capacità di controllo, Malik. E mi aspetto che siate molto riservati” mette in chiaro il professore.
Prima che Louis mi segua all’esterno, si volta per un ripensamento.

“Una sola domanda signor Vaughan.” dice mentre l’uomo alza un sopracciglio.

“Perché tanto fermento per una ragazza? Le Famiglie non se ne sono mai occupati prima.. Cos’è cambiato?” chiede.
Il prof poggia il mento su una mano e socchiude appena le palpebre, in atteggiamento riflessivo.

“Sarei curioso anch’io di saperlo” risponde
 

WINTER’S POV

Continuo a leggere una lettera del 19 luglio 2009, sempre firmato da Aeron Fennah che riferiva alla nonna che non spettava a lei dirmi la verità e che era certa di non dimenticare la giustizia del Consiglio. Noto alcuni aloni tondi sull’elegante carta color avorio e comprendo che la nonna doveva aver pianto. Io invece non ho più lacrime da versare, solo una rabbia cieca che mi divora il petto.
Dopo quindici anni di silenzio la nonna ha finalmente deciso di parlare, ma ha commesso l’errore di rivelarlo proprio a chi aveva l’ordine di impedirglielo.
Forse è quello il motivo per cui alla fine ho deciso di partire.. Tutto quello che so di Aeron Fennah è che deve occupare un vertice talmente altro delle Famiglie da aver diritto a parlare a nome del Consiglio delle Due Stirpi, eppure, per la prima volta, sono certa di odiarlo.
Si lo odio per aver gestito la nostra vita come un esperimento, per avermi costretta all’ignoranza, per aver spaventato la nonna con quella frase odiosa:
“Rivelare la verità a sua nipote non è decisione che spetta a lei”.

Sento un’angoscia dilaniante premermi i polmoni. Mi hanno portato via persino il fantasma dei miei genitori perché ora so che tutto quanto che credevo di conoscere di loro è falso.

Basta! Smettila!

Non devo pensarci sennò perderei del tutto il controllo. Un sudore freddo mi bagna la fronte.
Non esiste nessuna lettera successiva a quella, solo un foglietto vergato dalla stessa mano, in fretta e rabbia.

“Iago Rhoser. Ufficio di Moore. h. 10.00-  20 agosto. 
A.F”

Vengo scossa dalle vertigini.
Questo stesso pomeriggio, la nonna è ricoverata.
 

“So che avresti voluto dirmi tutto nonna” dico a voce bassa e dolce per non farla sentire in colpa.

La nonna mi fissa con occhi verdi dal proprio letto dell’ospedale.
I suoi occhi mi ricordano quelli di Harry, davvero stupendi, mentre io mi devo accontentare dei miei occhi davvero strani, di un color argentato.
La sua mano ha una contrazione sotto quella mia.

“C’è sangue dappertutto” mormora senza alcuna logica.

“Già” replico.

“Sono tanti anni che scorre..” continua.
Non riesco nemmeno a sorriderle.

“Sapevo che ce l’avresti fatta, cara” dice incurvando le labbra.  “Mi dispiace averti lasciato da sola così a lungo..” la voce le si incrina.

“Non potevi fare diversamente, nessuna di noi poteva farlo. Non sono riuscita a portarti via quel giorno.”

Per un attimo sul volto spento della nonna si riaccende la luce fiera che ricordo.
Gli occhi verdi si rianimano.

“Adesso ci sono i con te, nonna. Non devi più combattere da sola” dico.

Ride roca. Ogni cosa di lei mi ricorda Harry, i suoi occhi, la sua risata roca, la sua voce calda e avvolgente.
Un brivido mi passa lungo la schiena.

“Io ho già perso piccola mia. La mia testa non è più quella di una volta..” dice in un sussurro.

“Passerà!” urlo cercando di convincere anche me che non sia una menzogna.

“Non interrompermi. Non sappiamo quanto tempo abbiamo a disposizione.. Dovrei ancora dirti così tante cose!” prosegue svelata.
Sospiro e le stringo forte le dita.

“Hai sempre il tuo ciondolo, vero?”chiede.
Controlla con lo sguardo che la catenina d’argento mi cinge ancora il collo e annuisce di nuovo.

“Non separartene mai!” aggiunge. “Né tra i nemici né tra gli amici. E’ la tua unica possibilità di salvezza, tesoro” replica.

Sbatto le palpebre.
Che cosa centra adesso quel gioiello?

“Voglio che lo giuri adesso, mentre sono abbastanza lucida da sapere che hai capito. Tuo padre non mi piaceva e non ho mai capito perché Eleri abbia scelto proprio lui, però quel ciondolo è il dono migliore che lui potesse farti” spiega stringendomi la mano.
Sento gli occhi bruciarmi, ma non voglio piangere davanti a lei.

“Te lo prometto nonna” rispondo solennemente. La osservo addensarsi pian piano.

“Perché? Da cosa mi protegge?” chiedo.
Lei abbassa le palpebre e i muscoli le si distendono poco alla volta.

“Da te stessa” dice semplicemente.
Comprendo che il sonno ha vinto su di lei.

“Adesso combatterò io per te” ripeto ancora.
Le poso un lieve bacio sulla fronte e me ne vado.
 

SANDRA’S POV

Piove a dirotto quando comincio a ripercorre i miei passi, quando fermo un taxi e ci salgo sopra.
La mancanza di sonno comincia a farsi sentire, il nostro tempo sta per scadere e Winter non si è ancora fatta trovare. Arriviamo alla meta.
Sgancio i soldi al taxista e esco sotto la pioggia. Non mi soffermo neanche a aprire l’ombrello che già mi trovo nel lussuoso ingresso al centro della City.
Sono così tesa che lo squillo del mio cellulare mi fa sobbalzare.

“Dove diavolo sei?” esplodo.
Winter sospira.

“Avevo bisogno di vedere la nonna  adesso sto tornando a Manchester.” dice con voce atona.

Per il sollievo mi abbandono contro il muro, con una mano stretta al petto.
Mi viene quasi d ridere.

“Non credere che d’ora in poi non ti terremo d’occhio, Winter!"

“So che potete farlo” replica con asprezza.

Gli Styles mi hanno raccontato come lei ha scoperto le cose. Mi chiedo quali cambiamenti porterebbe questa novità.
Ho visto Winter crescere, eppure ultimamente mi pare di non conoscerla affatto, di non saper prevedere alcuna delle sue reazioni.

“Era per il tuo bene. Mi dispiace che tu abbia scoperto le cose in questo modo. Tua nonna voleva solo tenerti al sicuro. Voleva darti la possibilità di una vita normale” replico con tono dolce.

Winter non risponde. Le cose non stanno affatto così, e forse lo so anche meglio di lei.
E’ il Consiglio a imporre il silenzio a Marianne. Forse è addirittura coinvolto con la morte dei suoi genitori.
 

WINTER’S POV

“Avrai così tante domande..” dice  Sandra con gentilezza, dall’altro capo del telefono.

Per la prima volta, ho la lucida certezza di non potermi più fidare di lei.
Si, è l’unica scelta possibile..

“Credimi ti sbagli. Per quanto mi riguarda ho già scoperto fin troppo. Non voglio averci niente a che fare, Sandra.”

Rimetto il telefono in tasca  della giacca con le lacrime agli occhi, mentre il treno avanza veloce in mezzo alla campagna.




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Bellissima gente, sono un disastro lo so.
Sparatemi, percè sono in depressione per aver agigornato così tardi:)
I capitoli sto cercando di farli il più lungo possibile, anche se ci metto più tempo, come avrete SICURAMENTE notato.
Passando al capitolo, alla nostra Winter manca Harold, aw.
Io voglio davvero sapere cosa ne pensate della storia, quindi vi chiedo solo quale coppia preferite: Winter-Harry o Winter-Louis?
Se volete, ditemelo nelle recensioni.
A proposito di Tomlinson, deve proteggerla... ma la vera domanda è: da cosa deve proteggerla?
Vabè mi state odiando perchè vi lascio in sospeso e ogni volta con tremila domande.
Ho notato che le recensioni sono diminuite, ma non sono assolutamente arrabbiata, ci sono rimasta un po' male, ma non sono arrabbiata.
Penso che ci siano due motivi:
-per la scuola: vi capisco, anche io sono indietro con due materie e devo assolutamente recuperare, quindi siete anche libere di amarmi perchè ho trovato un misero buco per postarvi il capitolo. Poi non è più estate, e non avete tutto il tempo di prima;
-per la storia: forse la storia non è più intrigante come lo era in estate, quando ho iniziato a postarla, quindi se ci sono cose che secondo voi dovrei cambiare o migliorare, vi supplico DITEMELE.
Come vi ho avvisate, i capitoli li posterò uno a settimana, se non più tardi. Se varcherò il limite della settimana, cercherò di farmi perdonare.
Vorrei ringraziare tutti quelli che continuano a seguire la storia, anche con i problemi della scuola. Grazie anche a:
-chi recensisce;
-chi legge 'silenziosamente';
-chi mette la mia storia tra i preferiti/seguite/ricordate.
Penso di aver detto tutto, quindi corro a finire geostoria!
Un bacione a tutti,
Maura.

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Capitolo 22
*** Back home ***


LOUIS’S POV

Le notizie a Manchester corrono veloci e ultimamente ciò che riguarda Winter mi interessa persino più del dovuto.
Mi ritrovo nei pressi della stazione.
Non l’ho deciso in modo consapevole. Forse è semplicemente inevitabile.
Percepisco la vibrazione del terreno molto prima che il treno svolta oltre la collina, rendendosi visibile.
Sorrido a me stesso: sono arrivato in perfetto orario.
Mi riparo rapidamente da una macchina d’alberi. Rimango in attesa di vederla comparire, non voglio che lei se ne accorga.
Il treno si arresta  facendo scendere i passeggeri. Non sono poi molti e la riconoscerei anche in mezzo a una folla.
Affondando nell’ombra, la vedo sollevare i capelli perché non si impiglino nello zaino, in un gesto candidamente affascinante.
Osservo ogni centimetro del suo viso, il disegno morbido delle labbra, la forma allungata degli occhi. Ha un’espressione diversa da quella che ricordo, il suo sguardo troppo spesso triste è pieno di determinazione.
Se sia un bene o un male, non l’ho capito. In tre giorni la vita può cambiarti..
Non capisco cosa sia ad attirarmi, se lei stessa o solo il Potere che striscia nella mia ombra. Quando sono certo che non può più vedermi, seguo la traccia del suo profumo.
 

WINTER’S POV

Suono al campanello di casa Styles tenendo lo sguardo basso.

“Bentornata” è tutto quello che dice Anne.

Apre la porta per lasciarmi entrare. Sollevo lo sguardo solo quando mi ritrovo all’interno.
Non ci diciamo nulla ma Anne mi stringe forte tra le braccia.

“Siamo stati così in pensiero per te!” dice.
Ricambio l’abbraccio poco dopo.

“Mi dispiace, Anne. Avevo bisogno di stare da sola, credo” mormoro.
La sento annuire contro la mia spalla.

“D’accordo. Almeno adesso sai” replica.

“Si” dico semplicemente.

Ho quasi la sensazione di ridere. Sono tornata a Manchester inghiottendo il dolore e la rabbia, fingendo che vada tutto bene.
Voglio solo che lo pensino tutti. Anne mi prende il viso tra le mani, guardandomi con un misto di severità e affetto.

“Volevamo proteggerti” spiega.
Annuisco.

“Lo so. Per questo sono tornata” sorrido lievemente.

Mi hanno sconvolto la vita, ma sono pronta ad accettalo.
Tutti devono crederlo, perché la mia battaglia è appena iniziata.


“Se ci fai di nuovo uno scherzo simile ti strozzo!” esclama Gemma stringendomi tra le braccia per l’ennesima volta.

Ha insistito per accompagnarmi in soffitta insieme al fratello e ha trascorso una buona mezz’ora a raccontarmi ogni singolo avvenimento negli ultimi giorni a Manchester. Ripenso alla serata al Rainbow, a Selena e Ian, e comprendo difficilmente che non faranno più parte della mia vita.
Niente sarà più lo stesso, ma posso accettare anche questo, se è il prezzo.

“Mi dispiace averti fatto preoccupare” dico sincera.
Lei scrolla le spalle.

“Lascia perdere. Piuttosto riposati perché domani ti tocca venire a scuola!” mi rivolge un ultimo saluto dalla cornice della porta e esce dalla soffitta.

Harry si alza, pronto a fare altrettanto.
I suoi occhi non mi abbandonano ancora.

“Come stai, Win?” domanda. “Intendo come stai davvero. Ti ho sentito prima con la mamma, ma io ti conosco..” replica.
Non riesco a trattenere un sorriso, lui mi fa questo effetto.

“Gli ultimi tre giorni sono stati piuttosto lunghi” commento.

“Hai visto tua nonna?” chiede.

“Tra le altre cose..” ammetto.

Ci guardiamo in silenzio.
Harry mi ha nascosto la verità, proprio come tutti gli altri, eppure è l’ultimo mio amico.
Ho bisogno di fidarmi di lui.
I nostri occhi si incontrano mentre si siede accanto a me come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non mi offre amicizia; è come se non ce ne sia bisogno. Improvvisamente non riesco neanche a essere più arrabbiata con lui.
Mi ha mentito, è vero, ha lasciato che mi distruggessi nei miei dubbi e nella confusione, ma ora so che anche io avrei dovuto fare lo stesso se i ruoli si invertissero. Gli occhi di Harry sono di un colore indefinibile, verde e azzurro. E sono sinceri.

“E così adesso sai tutto..” sospira serio.
Inaspettatamente scuoto il capo.

“No. Ho solo nuove domande” rispondo.
Lui mi sorride.

“Be allora troveremo risposta anche a quelle. Insieme” commenta.

Sorrido, come faccio sempre quando sono con lui, lui mi rallegra.
Si curva su di me per spostarmi una ciocca di capelli dal viso.

“Sono tuo amico, Win. Mi dispiace non avertene parlato prima” aggiunge con tono seriamente dispiaciuto.

“Non potevi farlo” replico accarezzandogli una guancia.

“E non potrei nemmeno ora, credo.. Ma non sono stupido: ci sono troppi misteri e non posso accettare che tutti cerchino solo di tenerci buoni, ripetendo che la situazione migliore è il controllo. Stanno succedendo cose strane e anch’io voglio scoprire la verità!” replica serio facendo percorrere la sua mano sul mio collo ed è scivolata lungo il mio braccio, facendomi venire la pelle d’oca.
Cerco di nuovo i suoi occhi.

“Se ci scoprono, dovrai dire che ti estorco informazioni con l’inganno” decido.

La sua mano si scosta lentamente per posarsi sulla coperta, abbastanza vicino, però da sfiorarmi la punta delle dita.
Le mani grandi di Harry mi hanno sempre dato un senso di protezione, di forza, quando sono con lui mi sento protetta, forse perché lui mi aveva salvata.

“Era anche la mia versione” concorda il ragazzo sorridendo e mostrando le sue dolcissime fossette.
Istintivamente mi viene di sorridere e abbasso il capo, coprendomelo con i capelli, evitando di far vedere che sto arrossendo.

“Sei così incosciente che sembri stupida a volte. Ti fai aggredire dai vampiri più inoffensivi dell’universo e sparisci senza una parola. Come si fa a sopportare un tipo del genere?” ironizza sorridendo.

Si alza lentamente , con riluttanza. Sembra quasi sul punto di dirmi qualcosa, poi rinuncia scollando la testa.
Sembrerà una pazzia, ma in questo momento desidero di potermi innamorare di lui.




Buon pomeriggio a tutti, I'm back.
Questo capitolo so che non è un granchè, infatti è più un capitolo 'ponte', parla più che altro del ritorno di Winter a casa e dei sentimenti che 'prova' per il nostro Harold, volevo fare qualcosa di dolce, una sottospecie di riappacificamento. Ma anche Tommo non scherza! ahahah
Inoltre adesso la storia avrà più rapporti con i personaggi visto che Winter è tornata a casa.
Noo è il massimo, come ho detto prima, ma sto cercando di fare del mio meglio, anche perchè questo è il periodo delle interrogazioni e dei compiti e devo recurerare latino e fisica, sono un disastro! :(
Spero che comunque sia di vostro gradimento, ringrazio ancora chi segue e legge la mia storia, è davvero importante per me!
Un bacio,
Maura

 

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Capitolo 23
*** New year ***


“Sei pronta?”

Non è un vero e proprio appuntamento, certo che no, ma la comparsa di Harry sulla soglia della mia stanza mi fa comunque arrossire.
Prima di voltarmi verso di lui, non riesco a resistere alla tentazione di un’ultima sbirciata allo specchio. Ho raccolto parte della mia chioma in una mezza cosa morbida. Il resto ricade su un maglioncino verde appena più lezioso del solito.
Harry sorride notando che per una volta indosso una corta gonnellina tartan e i leggins, e stranamente Gemma non mi ha aiutata.
Secondo me devo amare le feste persino meno di lui, visto la sua faccia.

“Ci sono!” aggiungo infine.

Guardo il mio cappotto con disappunto, prevedendo che oltre ad annoiarmi avrei preso anche freddo.
Harry si scosta per farmi passare e mi segue, combattuto tra il divertimento e l’esasperazione. Cerco di trattenere le risate, perché la sua faccia è davvero buffa. Fuori nevica a piccoli fiocchi e la luce dei lampioni li illumina facendoli sembrare uno sciame di lucciole fuori stagione. E’ bello, rilassante, anche se probabilmente ci bagneremo un bel po’ prima di arrivare a scuola.
Visto che la festa di Natale è saltata, c’è da aspettarsi che a quella di Capodanno saranno in pochi a mancare.

“Carl e gli altri suonano bene”

Naturalmente è sempre Gemma a rompere il silenzio, mentre io e Harry ci impegniamo a decidere quanto può continuare a ripetersi il contatto casuale delle nostre mani che si sfiorano camminando. Grata per l’interruzione, mi giro verso di lei.

“Bene! Almeno nessuno litigherà per i CD da mettere” osservo.

Non proseguiamo a lungo, infatti, per riuscire a sentire nell’aria un fragoroso assolo di batteria.
Non c’è nessuno in giro, però, visto che non ho un orologio, non so se siamo in anticipo o in ritardo. A cento metri dai cancelli della scuola, sento afferrarmi il braccio.

“Giura che sta volta non uscirai mai da sola!” ordina Harry curvandosi fino a parlarmi nell’orecchio, con voce roca.
Provo l’impulso di liberarmi per puro spirito di contraddizione.

“Harry, calmati.. ci sarà persino la polizia!” lo rassicuro fermandomi di camminare e fissandolo dritto nelle iridi verdi.
Intanto Gemma è già entrata a scuola, lasciandoci da soli.

“Sono pronto a sequestrarti il cellulare e a legarti a una sedia, se necessario!” esclama con uno dei suoi soliti sorrisi.

“Sei più apprensivo della nonna!” ironizzo sorridendogli e stringendogli la mano.

Raggiungiamo la professoressa Flower in modo che ci individui nella lista, poi riusciamo finalmente a accedere a una palestra insolitamente colorata e piena di festoni. Lungo la parete d’ingresso sono disposti i tavoli del buffet e per la band è stato allestito un piccolo palco. Il resto del locale, invece, è completamente vuoto e offre parecchio spazio per ballare. Non si tratta proprio di un posto principesco, ma non è male. Mi guardo attorno, è presto.
La maggior parte degli studenti non è ancora arrivata e il complesso accorda gli strumenti.

“Win!” mi chiama Rose con un grande sorriso.

E’ insieme a Kate, Niall e Liam. Ha avuto un po’ di tempo per superare lo stress e sul suo viso a cuore non c’è più traccia della smorfia capricciosa che c’era prima. Corro ad abbracciarla. Dopo l’incidente nella sede dei Nox, Zayn ha smesso di cercarla e ora le rivolge persino di rado la parola. Ma lei si è ripresa alla grande.
Il Club Nox invece si è rinchiuso quasi del tutto in se stesso, riducendo i rapporti con gli altri studenti.
E di fatti è una sorpresa quando tutti i suoi membri al completo si presentano alla porta tra la folla degli invitati.

“Che cosa ci fanno qui?” domanda quasi arrabbiata Gemma.

Invece io tengo lo sguardo fisso sulla coca che ho in mano. Non ho previsto di incontrare Louis.
Come se fosse inevitabile, incrocio il suo sguardo, mentre gli altri parlano.

“I miei sono in viaggio a Roma. Ho la casa ibera per tutta la settimana!” dare quella notizia riempie Kate di eccitazione.

“Grande!” Niall si illumina istantaneamente.

“Allora? Proposte per le vacanze?” domanda Kate.

“Non guardatemi. Io devo assolutamente finire una ricerca” rivela Liam.

“Secchione!” ride Kate. “Winter, dimmi che almeno tu non hai intenzione di sprecare il tuo tempo sui libri..” commenta ancora.

Ma io non la sto ascoltando, nemmeno quando lo sguardo di Louis intrappola il mio. I brividi incominciano a corrermi lungo la schiena.
Dovrei distogliere gli occhi, è la cosa migliore da fare, e invece è come se avessi l’impressione che il mondo si congelasse in quell’istante. Il cuore batte più forte e una vampata di calore mi sale sulle guance. Abbassando il viso, dopo quello che mi pare un tempo infinito, penso che mi manchi come l’aria.

“Pianeta chiama Winter Starr. Mi ricevi, Win?” ride Niall scuotendomi una spalla senza troppa delicatezza e torno a mettere a fuoco il mondo intorno a me.

“Si, Niall.. piantala!” mi agito seccata.
Il mio umore è già peggiorato e non voglio assolutamente sapere qual è la causa.

“Vado a prendermi qualcosa da mangiare” avviso voltando loro le spalle e dirigendomi a grandi passi verso i rinfreschi.
Quando li raggiungo, però, realizzo che solo il tavolo mi separa da Louis.

“Non pensavo che sareste venuti..” mi pento subito di quella frase non appena esce dalla bocca.

Louis mi rivolge uno sguardo intendo.
Indossa una semplice felpa aperta color borgogna con sotto una maglietta a righe, che risalta la sua carnagione bianchissima.

“Winter..” dal modo in cui lo dice, stranamente, è come se mi stesse aspettando.
Mi avvicino lentamente. Ho la tachicardia, non oso aprire bocca nel timore che mi tremi la voce.

“Già. Ora sai chi sono..” osserva lui in tono monocorde. Mi imbroncio appena.

“No.. si..” balbetto scrollando le spalle e Louis sorride.

“Conosci la mia vera natura” precisa.

“Immagino dovrei esserne terrorizzata” ribatto mesta.

“Sarebbe molto più sicuro” diventa serio.

Nessuno dei due azzarda superare l’invisibile confine che si separa, eppure io non riesco a rinunciaci.
Il vampiro getta uno sguardo inquieto alla folla.

“Mi dispiace” mormora.
Scruto la sua espressione quasi con diffidenza.

“Non fa niente, va bene così” dico in un soffio.
Cerco di allontanarmi, ma il mio corpo si rifiuta di ubbidire. Incredibilmente, la verità comincia a sfuggirmi dalle labbra.

“Non c’è niente da aggiungere. Hai ragione tu: so cosa sei e tu sai cosa sono io. Avrei preferito scoprirlo diversamente, ma non cambierebbe le cose”

“Winter.. avrei voluto dirtelo.” mi interrompe.
Scivolo avanti d’un passo. Ormai siamo vicinissimi.

“Sapevo che l’avresti scoperto. Ma non avevo fretta che succedesse” aggiunge mentre io arrossisco leggermente per il suo sguardo celestiale in quello mio argenteo.

“Poi non ci saremmo più potuti incontrare nei corridoi” sussurro pianissimo.

Mi sento soffocare. Nella confusione della festa, mi sembra che non vi sia altro suono tranne la sua voce.
Abbasso il viso, lasciando che i capelli vi piovano attorno, e desidero disperatamente poter varcare il confine che continua a dividerci.

“So cosa sei tu e cosa sono io” mi costringo a ripetere muovendo un passo indietro

Urto contro qualcuno alle mie spalle e mi giro in quella direzione.
Quando torno a voltarmi scopro che Louis si è già allontanato.


__________________________________________________________
Hi guys.
Mi sento un po' delusa perchè questo, come il capitolo precedente, non è un granchè.
Ma dovete scusarmi, ho appena trovato un minuscolo buco di tempo per postarvelo.
Ripeto, non è un granchè ma sto cercando di fare del mio meglio e almeno ci sono più interazione tra i personaggi, soprattuto tra Winter e Louis.
Ho voluto mettere quei momenti per le ragazze che shippano la coppia Wouis (?), ma state tranquille, nel prossimo capitolo ci saranno anche scene per quelle che shippano la coppia Warry/Wirry (?)
Okay, si è capito che non sono un mito a mischiare i nomi.
Spero che comunque vi piaccia e ricordo che aggiorenerò una volta a settimana, quindi ci rivedremo domenica.
Un bacio,
Maura

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Capitolo 24
*** Another world ***


Il suono della sveglia mi strappa un gemito. La scuola è rincominciata ed è ora di alzarsi.
Scivolo fuori dalle coperte senza piacere, sperando di fare in tempo ad entrare nella doccia prima di Gemma.

Seduta al mio solito porto della biblioteca, continuo a consultare grossi tomi polverosi e gli archivi del giornale dell’ultimo quarto di secolo.
Leggo senza perdere un minuto e prendo appunti su appunti. Sono alla ricerca di ogni informazione possibile sulle Famiglie e il Consiglio.
Ma il nome che più di tutti desidero rintracciare è Iago Rhoser.
Non mi accorgo nemmeno che l’ora di chiusura è già passata. Ho l’abitudine di mordicchiare le matite e di arrotolarmi piccole ciocche di capelli attorno alle dita quando leggo. Sembra che non mi rilassi mai, sempre impegnata come sono a tener a bada qualcosa che mi si agita dentro.

“Si placherà mai il tuo desiderio di conoscenza?” la voce del professor Vaughan mi distrae dai miei studi.

“Solo quando avrò trovato quello che cerco” gli rispondo aggrottando la fronte.
Si appoggia al ripiano del tavolo, attento a non invadere i miei spazi.

“Non ti basta quello che sai già?” chiede.
Rifletto. Quanto posso fidarmi di Andrew Vaughan?

“Ho trascorso tutta la mia vita lontano dalle Famiglie, non è così strano che voglia sapere..” gli ricordo.

“Probabilmente no” ammette il vampiro.
Senza curarsi di essere discreto, studia i libri che sto consultando.

“La vita non si impara sui libri di testo” mi avverte.

“Ne sono consapevole” replico cominciando a mordicchiare la matita.
Non ho idea del ruolo svolto dall’Ordine, Iago Rhoser può essere benissimo un vampiro.

“Chi è Iago Rhoser?” domando d’impulso.
Vaughan si porta una mano al mento e mi guarda.

“Chi ti ha fatto questo nome?” domanda.

“Non sono sicura di poterglielo dire..”ammetto.

“Allora non sono sicuro di poterti rispondere” replica lui ridendo.

“Mia nonna” ammetto infine in un soffio. “Ogni tanto non.. non è molto in sé..”
Il professore allarga le braccia.

“Non c’è molto da dire su di lui, è l’Esecutore del Consiglio e il suo portavoce ufficiale nelle situazioni più delicate. Non ti nascondo che mi sorprende sentirne parlare da te” mormora.
Cerco di nascondere il brivido scuotendo la teta.

“Quali ‘situazioni delicate’?” domando senza più trattenermi.

“Quelle di cui è meglio sapere il meno possibile, Winter. Se vuoi un buon consiglio, non cercare di risalire a lui.” consiglia.

Annuisco piano.
Questa può essere la prova che cerco.
 

Il vento porta a Manchester nuova neve, una coltre bianca e soffice in cui i piedi affondano per tutto il tragitto verso casa Styles.
A Londra, non ho mai sperimentato un gelo simile, capace di penetrare le ossa fino a farmi credere che non mi scalderò mai più.
E’ stata una nuova giornata improduttiva. Le Famiglie sono molto attente a nascondere il loro segreto.
Esattamente come nel caso di Rose e di Emma Jones, gli avvenimenti in cui sono coinvolte sono calati così abilmente da eludere i controlli. Aggressioni da parte di animali, furti, incidenti dei più banali. Continuo a tentare di districarmi tra quelle formule con poco successo.
Sospiro, e una palla di neve mi si abbatte sulla giacca.
Mi volto stupita e faccio appena in tempo a sorprendere Harry, chino a raccogliere nuove munizioni, ridendo sotto i baffi.
Velocissima, mi armo a mia volta e il mio lancio riesce a colpire l’obiettivo di sorpresa.
Harry lancia di nuovo e io mi abbasso per evitare di essere colpita.

“Comincia a correre” gli suggerisco ridendo.
Harry si lancia giù per il prati in discesa che fiancheggia la strada e io lo inseguo.

“Non ce la fai!” lo sento gridare.

Evito un’altra palla di neve e accelero ancora. Le mie gambe si abituano subito a quella coltre bianca e spessa, rendendomi velocissima.
Lo raggiungo in pochi secondi, ma l’impatto fa cadere entrambi a terra.

“Preso” dichiaro schiacciandolo al suolo, con le mie gambe che cingono la sua vita.

Lui mi afferra per la vita con un sorriso malizioso e gli crollo addosso. Rotoliamo di lato e faccio appena in tempo a strisciare più lontano.
Affondo le mani nude nella neve lanciandogliene contro una manciata. La mia risata fa eco e sembra quasi ad entrambi un bel suono.
Rimaniamo a guardarci l’uno accanto all’altro, fradici e senza fiato con le dite intrecciate, per cercare un po’ di calore.
I miei capelli sono incollati su guance insolitamente rosee, accaldate dalla corsa e dalla battaglia, mentre abbasso e alzo velocemente il mio petto.
Per una volta il mio sguardo è sereno e anche i riccioli di Harry sono incollati alle sue guance.

“I’ll lift you up,
I’ll never stop
You know I’d take you to another world”

E’ Harry che canta. Ha una voce angelica, che quasi mi culla. Rimango a fissarlo con il sorriso stampato in volto.
Bianchi fiocchi freddi scendono su di noi e io spalanco la bocca per catturarne qualcuno mentre Harry mi osserva.

“Winter” sussurra.
Mi sollevo su un gomito per guardarlo a mia volta.

“Che c’è?” chiedo divertita.
Harry emette uno sbuffo bianco.

“Niente. Solo che ti chiami Winter, come l’inverno..” osserva lanciando in aria un mucchio di neve.
Sul mio viso passa il vago rossore che ho cercato di nascondere fino ad ora e non riesco a trattenere nuove risa.

“Suppongo sia un nome come un altro, forse un po’ più strano..” replico.
Harry attende che qualche fiocco gli si posi su un palmo.

“Però ti sta bene” aggiunge sorridendo.

“Grazie” rispondo ricambiando il sorriso.

Si rimette in piede porgendomi una mano per aiutarmi.
Lo fa senza traccia di scherno, in modo dolce e affettuoso. E io accetto l’aiuto.

“Win” mi chiama dopo che abbiamo ripreso il cammino senza che le nostre mani si siano separate.
Annuisco, aspettando che continui.

“Riguardo alle Famiglie.. beh, sei ancora convinta di voler andare fino in fondo?” chiede. Sospiro.

“Dovresti saperlo. Voglio dire.. c’è scelta davvero?” rispondo provocatoria.
Harry sorride, mostrando le fossette.

“Bene. Bentornata a casa, allora. Tanto nei guai ti ci cacceresti comunque, questo è chiaro ormai” mi sorride.
Io rido di nuovo, felice di riuscirci ancora, e mi appoggio alla sua spalla.

“Ci sai proprio fare con le ragazze, eh?” domando guardando nelle sue iridi verdi smeraldo.
Lui scuote il capo esasperato.

“Guarda che tu non fai proprio testo!” spiega stampandomi un bacio sulla guancia e rimettendosi in cammino, senza lasciare la mia mano.



__________________________________________________________________________________
Sono riuscita ad aggiornare in tempo, sono sorpresa di me.
Spero che vi piacca questo capitolo, ho cercato di fare del mio meglio, come sempre. Anche se lo trovo abbastanza 'dolce'.
L'altra volta l'ho dedicato alle fan di Wouis(?) e questa volta per quelle di Warry(?)
Okay, ci rinuncio con questi nomi.
Mi farebbe piacere se lasciaste una recensione, così da darmi autostima e spronarmi a continuare questa storia.
E' molto importante per me. Alla prossima settimana!
Un bacio,
Maura

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Capitolo 25
*** He saved my life, like you ***


L’ultima passione di Liam è l’organizzazione delle attività scolastiche facoltative.
Ha seguito con entusiasmo le elezioni dei rappresentanti degli studenti e ora collabora alla stesura del calendario eventi.

“In realtà è un piano che fa paura. Per riuscire a fare tutto dovremmo cominciare immediatamente a metterci in moto” diciamo io e Niall in modo enfatico.

“Vogliamo dare più spazio allo sportello psicologico a finalmente organizzare qualche incontro di educazione all’affettività” propone Liam.

“Se è come dire educazione sessuale, avrete un gran successo” osserva Niall in tono pratico “Ma non vorrai mica proporti come insegnante, vero?” mi chiede.

“Quanto sei scemo!” esclamo.
Intanto Liam appoggia il vassoio su un tavolo e si volta verso di me.

“Andiamo, è interessante!” sbuffa.

“Certo sono tutte idee carine..” mormoro.

Personalmente avrei preferito investire altri fondi in software che renderebbero più veloci le mie ricerche in biblioteca, ma al momento le mie esigenze non
sono le stesse di loro. L’arrivo di Harry e Gemma diventa un piacevole diversivo per cambiare argomento.

“Ragazzi, se mio fratello si mette con Annie gli tolgo il saluto!” annuncia Gemma sistemandosi sull’unica sedia rimasta vuota.

La discussione sembra essere più divertente del piano di studio di Liam. Io e Niall ci guardiamo, in segno di approvazione.
Non dobbiamo farci scappare questa occasione.

“Pensavo che dopo la festa di Britney si fosse arresa..” commenta Harry.

“E’ quello che pensavo anch’io. Ma allora perché continua a sculettarti davanti alla faccia? Forse mio fratello è troppo tordo per accorgersene, ma gli fa un filo
indecente” insiste la sorella.
Per sedersi, Harry ruba una sedia da uno degli altri tavoli.

“Secondo te se la uccidessi mamma e papà se la prederebbero molto?” chiede accostandola a quella mia.
Gli batto una pacca sulla schiena.

“Coraggio eroe!” ironizzo.

“Comunque sono più sveglia di qualcuno che conosco!” ribatte Gemma scambiando col fratello un’occhiata eloquente.
Harry distoglie lo sguardo per primo e si stringe nelle spalle con un sorriso malizioso.

“Non è colpa mia se sono così terribilmente sexy!” si vanta, mantenendo sempre il sorrisetto.
Scoppio a ridere.

“Pallone gonfiato!” lo insulta Gemma.

Mentre i due continuano a provocarsi e discutere, mi sembra quasi di essere tornata indietro nel tempo, ai battibecchi di Selena e Ian..
Harry ha ragione, in fondo: la vita continua, che lo vogliamo o no.

“Davvero c’è qualcuna che ha il coraggio di farti il filo?” intervengo fissandolo con un sorriso stampato in faccia.

“Saresti stupita di sapere quante, tesoro” ribatte con un sorriso beffardo. “E’ quasi un delitto che io sprechi tanto tempo con te” aggiunge.

“Abbassa la cresta, gallo!” esclamo. Lui ride.

“Forse è per questo tuo caratterino adorabile.. Non se ne può fare a meno di starti accanto!” annuncia mettendo un braccio intorno alla mia spalla.
Improvvisamente mi sento arrossire e un sorriso irremovibile affiora sulle mie labbra.

“Vado a prendermi da bere” annuncio allontanandomi dopo un po’.

Appoggio i gomiti al banco, perdendomi nell’attesa. Quando il barista mi mette davanti la lattina e un bicchiere, quasi non me ne accorgo.
Poi una voce mi fa trasalire.

“Credo che sia tua” annuncia Louis dopo essersi inutilmente schiarito la voce per farsi sentire.

“Grazie” mi limito.
Lui abbassa lo sguardo sul bicchiere.

“Figurati” risponde.
Mordendomi il labbro per trattenere un sorriso, mi accorgo che la scena sembra esattamente quella di Capodanno.

“Stiamo davvero parlano?” chiedo provocatoria.
Lui scuote la testa.

“Certo che no” risponde mentre un sorriso gli increspa le labbra.

“E anche questa volta sparirai appena mi volterò un attimo?” chiedo un po’ scocciata.

“A Capodanno sono stato scortese, perdonami” mi guarda finalmente in viso.
Il mio cuore batte più veloce.

“Va bene. Quindi ci scontreremo di nuovo nei corridoi?” domando cercando di mostrarmi indifferente.

“Devo tornare degli altri..” se ne va, senza aggiungere altro.

Il calore nello sguardo di Louis comincia ad evaporare.
Stiamo sbagliando, e il rischio è davvero grosso.
 

HARRY’S POV

Li ho osservati per tutto il tempo con una strana apprensione.
Andiamo, hai paura che la aggredisca in mezzo a tutta questa gente?  No, impossibile.
Il problema è che quando si tratta di Winter non riesco più a ragionare. Di sicuro non più dopo quello che è successo con Zayn in questa stessa scuola.
Mentre lei torna a sedersi al mio fianco, scuoto il capo.
Non renderti ridicolo!
Non appena siamo soli però non riesco più a evitarlo.

“Perché hai salutato Tomlinson?” chiedo tutto d’un fiato.

Sembra quasi infastidita dalla domanda.
Si volta a fronteggiarmi.

“Come?” chiede.
Cerco le parole per spiegarglielo.

“Loro sono diversi da noi, Win..” dico scostandole distrattamente una ciocca scura dal viso mentre lei segue il mio gesto con sguardo freddo.

“Louis Tomlinson mi ha salvato la vita” sibila infine.
I nostri occhi si incontrano.

“Esattamente come te”




Amori miei, quanto tempo!
Sono in ritardo, I know. Dovevo aggiornare domenica ma, credetemi, prima di adesso non ho potuto.
Spero che comunque sia di vostro gradimento, anche se non succede granchè.
Ringrazio tutti quelli che recensiscono, e che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
A domenica (promesso). Love you all.
Un bacio,
Maura.

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Capitolo 26
*** Pendant ***


Sono sotto la doccia di casa Styles da una piccola, meravigliosa eternità.
L’acqua calda sembra lavar via i problemi ed è una bello lasciarsela scorrere addosso così, senza pensieri. Il vapore è profumato di cannella.
Attendo che il getto mi tolga il sapone dalla pelle e mi sciacquo gli occhi per riuscire ad identificare il flacone dello shampoo. Ne riempio le mani per poi riprendere a cantare una canzone, quella che l’altro giorno Harry mi ha cantato sulla neve, coperta dallo scrosciare dell’acqua.
Affondo le mani tra le ciocche, massaggiandomi la testa, e la schiuma comincia a scivolare verso il basso.
Districare i ciuffi al primo risciacquo mi strappa una smorfia contrariata. Come prevedibile, i capelli si sono incastrati nella catenina d’argento.
Spazientita, cerco il gancio e lotto per aprirlo.
Mi vesto velocemente e sto finendo di asciugarmi i capelli quando la porta si spalanca all’improvviso.
Des si fionda alla finestra senza perdere tempo a scusarsi. Non l’ho mai visto così agitato.
Dietro di lui, Harry si immobilizza per un istante sulla porta. Mi rendo conto che non è meno stupefatto di me.

“Fuori di qui!” mi ordina sorpassandomi oltre la porta senza delicatezza.

Rimango a guardarli nel corridoio.
Quando Des spalanca il vetro vengo investita da una ventata gelida.

“E’ la, poco oltre il recinto” lo sento dire.

Faccio appena in tempo ad appiattirmi contro il muro per evitare Harry che corre nuovamente verso il piano inferiore.
Cosa sta succedendo? La finestra si richiude in un tonfo e Des si precipita a spegnere la luce.
Il buio per un attimo disorienta entrambi.

“Torniamo giù. Sta succedendo qualcosa..” sussurra l’uomo.
Lo seguo senza fiatare fino in sala.

Tutta la famiglia Styles è riunita nell’angolo più lontano dalle finestre. L’oscurità è rotta solo dalla luce che filtra del corridoio d’ingresso, l’aria è tesa.
Mi siedo tra Gemma e Dany mentre Des si sofferma nei pressi della porta, prendendo a lucidare la balestra.
Lo spazio vuoto lanciato dall’arma è una macchina pallida sul caminetto, dall’aria spettrale.

“Cosa sta succedendo mamma?” domanda Gemma al mio posto.

Anne sposta il viso verso quello del marito non sapendo cosa rispondere.
E’ Harry a rompere il silenzio.

“C’è un vampiro che sta cercando di introdursi in casa” dice mentre si alza e raggiunge il padre accanto alla porta.

Dany lo guarda con ammirazione e una sorta di invidia.
E’ spaventato, si vede, ma contemporaneamente la situazione lo eccita.

“Combatterete, papà?” domanda mentre Anne gli mette una mano sulla spalla.

“Non dirlo nemmeno Dany. Questo non è un gioco!” lo rimpovera in modo autoritario.

Per quanto stiano mostrandosi rimanere calmi, gli Styles sono molto spaventati. Non è mai accaduta una cosa del genere..
Un rumore improvviso fa sobbalzare tutti. Proviene dal giardino. Mi porto una mano alla gola e solo in quell’istante mi accorgo di non aver rimesso il ciondolo.

“Non toglierlo mai!”
 
La voce di mia nonna riempie i miei pensieri. Mi alzo senza una parola e Harry mi insegue mentre corro su per le scale.
Avanti, su! Dov’è finito?

“Si può sapere cosa stai facendo?” domanda Harry nel bagno.

“Era qui, da qualche parte” ansimo senza smettere di cercare.

Avanti, Win devi ricordartelo.. dove l’hai lasciato?
Dall’esterno proviene un suono metallico, attutito. Harry corre alla finestra.

“Sta salendo la grondaia!” esclama.

I miei respiri accelerano. Mi infilo oltre la tenda della doccia. Il vampiro deve aver raggiunto la tettoria.
Riusciamo a sentirlo scivolare sulle tegole.

“Vieni via da lì, Win!” urla Harry.

La sua voce è pressante. Poi finalmente uno scintillo attira  la mia attenzione, afferro il ciondolo appeso al rubinetto.
Mi tremano le mani mentre cerco di rimettermelo al collo. Harry mi trascina fuori dalla doccia senza troppi complimenti.

“Torniamo giù. E’ pericoloso!” ordina.
Lo trafiggo con lo sguardo.

“Lo so, ma aiutami a rimettere il ciondolo!” gli blocco il polso.
Il suono strascicato lo interrompe un attimo.

“Dopo” mormora.

“Non togliertelo mai.. non togliertelo mai..”

I miei occhi sono enormi, ma pieni di determinazione.

“No, Harry. Adesso!” dico sicura mentre il vampiro rincomincia a muoversi.

Provo le stesse sensazioni che ho provato poco prima che Zayn perdesse il controllo.
In qualche modo, comprendo che sento la sua Sete, il desiderio irresistibile che lo spinge.. Con un ringhio Harry prende la catenina e me la rimette al collo.
Il fermaglio d’argento si richiude.
La Sete del vampiro si spenge nella mia mente, poi anche l’eco delle mie sensazioni comincia a svanire. Con assoluta certezza so che è tutto finito.

“Torniamo giù” ripete Harry sospirando guardandomi attraverso lo specchio.

Io annuisco, seguendolo senza più ribellarmi. Il vampiro si sta allontanando nella notte.
Ora non può farmi del male. Stringo tra le dita la piccola sfera di cristallo, il dono di mio padre.

“Da cosa volevi proteggermi papà?” mi chiedo.
Giuro a me stessa che presto lo capirò.


Sono un disastro, mi faccio pena. Dovevo aggiornare domenica e oggi che giorno è? Martedì.
Sono due ritardi e non so come farmi perdonare.. Non so come, ma cercherò di aggiustare tutto.
Passando al capitolo.. Vampiro in casa Styles! Colpo di scena!
Che dire? Spero che non vi siate spaventate ahaha
Come avrete capitolo nella storia il ciondolo di Winter avrà un ruolo molto importante.
Per questo capitolo nessun accenno di Louis, vedremo in futuro..
A domenica, PROMESSISSIMO. Adesso potete fidarvi.
Un bacio a tutte che continuate  aseguire la mia storia,
Maura.

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Capitolo 27
*** We're too different ***


“Come stai?”

Louis mi raggiunge sulle gradinate deserte davanti al campo da football, anch’esso vuoto. Rimango a fissare il campo senza preoccuparmi della pioggerella sottile che continua a inzupparmi. Non ho smesso un attimo di pensarci, ma ciò che è capitato la sera prima continua a non avere senso.
Non rispondo neppure.

“Farti venire la febbre non credo ti sarà d’aiuto..” dice accostando l’ombrello per ripararmi dalla pioggia.

“Sei fradicia” mi sussurra accovacciandosi di fronte a me e guardandomi in volto con un sorriso lieve. “E sei turbata” aggiunge.

Evito il suo sguardo, a labbra serrate. Louis è un vampiro.
Rimaniamo immobili per qualche tempo, mentre la pioggia gocciola rumorosamente sulla cerata nera dell’ombrello. Io continuo a mordermi le labbra.

“Ho saputo cos’è successo ieri notte” annuncia.
Faccio una risata piena di sarcasmo.

“Davvero? Benissimo, perché sarei curiosa di saperlo anch’io.. Finora tutto quello che ho visto sono state aggressioni che nemmeno le Famiglie sanno spiegarsi. Sono stata attaccata due volte, Rose lo è stata, la Jones è scomparsa e ieri notte hanno tentato di entrare in casa Styles.. ma tutti fingono che ogni cosa sia sotto controllo.” quasi urlo.

La scuola è ormai deserta ed essere soli fa sembrare inutile la consueta prudenza.
Louis si siede accanto a me con un sospiro.

“Mi dispiace, non so nemmeno io cosa stia succedendo”. I nostri occhi si incontrano. “L’unica cosa che so è che non ti farei mai del male. Volevo solo dirti questo” mormora.

“Come faccio ad esserne certa? Tu sei..” un nodo alla gola mi viene.

“Un vampiro. E a questo punto posso solo offrirti la mia parola. Non voglio convincerti” sorride lievemente. Sento le lacrime premere sulle mi ciglia.

“Vorrei crederti, Louis..” singhiozzo leggermente.

“Non è a me che devi credere, ma a te stessa. Puoi fidarti solo di ciò che senti” replica.

Abbasso il viso, nascondendolo tra le mani. C’è così tanta confusione dentro di me.. Sono spaventata, piena di rabbia, e turbata.
Assaporo i battiti del mio cuore, scandagliando il fondo delle mie emozioni.
Conosco la risposta.

“Mi fido di te” mormoro pianissimo “anche se mi spaventa” aggiungo con un sorriso stanco.

“A volte semplicemente rivoglio la mia vita. Alzarmi dal letto e trovare la nonna in cucina davanti alla colazione, chiacchierare con la mia migliore amica.. In certi momenti vorrei poter tornare indietro nel tempo, darei qualsiasi cosa per non essere mai venuta qui e continuare come prima, senza misteri, senza pericoli. Era tutto così semplice..” sbuffo mentre una innocente lacrima riga la mia guancia.

So che la mia voce ha un suono lamentoso ma non riesco a controllarla. E forse è esattamente ciò che voglio: lamentarmi.
Ho bisogno di qualcuno che mi consoli, che si prenda la responsabilità di promettermi che tutto finirà per il meglio.
Louis però tace, lo sguardo fisso sulla pioggia che continua a cadere.

“E invece tu devi affrontare tutto questo..” conclude poi.
Io annuisco.

“La verità è sempre stata questa, solo che non lo sapevo. E adesso mi manca il coraggio di affrontarla” mormoro con voce carica di amarezza.
Lui si volta a guardarmi, facendo ondeggiare l’ombrello.

“Non è vero, Winter. Sei la ragazza più coraggiosa che conosca!” dice d’impulso. “Sei forte e determinata. E non ti arrendi mai. E’ normale che tu sia spaventata dopo tutto quello che hai scoperto. Con tutto quello che sta succedendo..” aggiunge infine, con tono quasi nervoso.

Infondo lo capisco, starmi accanto non è semplice, come stare accanto a qualsiasi persona, per il richiamo continuo e sottile del mio sangue, o almeno credo che sia solo per questo. Affondo lo sguardo nel suo.

“C’è molto altro, Louis” dico piano, calibrando le parole.

Ma sono stanca di tutta questa prudenza e fidarmi di lui è una sensazione troppo seducente.
Mi fa sentire più forte.

“Mia nonna ha avuto a che fare con l’Esecutore. E’ stata ricoverata perché ha perso i sensi ed è caduta.. Beh, per me quello le ha salvato la vita” rivelo con occhi fiammeggianti di rabbia. “Hanno trovato non so che sostanza tossica nel so corpo, i medici non sanno spiegarlo ma io penso.. penso che il Consiglio l’abbia avvelenata. Oddio! Non so nemmeno io perché ti sto raccontando queste cose!” esclamo pentendomi di quello che ho detto.

Però questa è la prima volta che formulo i miei sospetti con tanta chiarezza.
Una lacrima mi sfugge dalle ciglia e Louis è come se stesse guardando quella lacrime, vedendola scivolare trattenendo il fiato.

“Perché l’avrebbe fatto?” domanda.
I miei occhi si riempiono di disperazione.

“Per impedirle di raccontarmi la verità! Non so perché ma è così..” abbasso lo sguardo.

Ecco qual è il mio segreto: il peso dell’inquietudine non mi lascia mai.
Louis mi stringe tra le braccia e il mio cuore manca di un battito.

“Vattene” lo prego con convinzione.

Poi, piano piano, la sensazione di essere al sicuro comincia a scaldarmi e smetto di lottare.
Mi abbandono tra quelle braccia e, finalmente, mi sento davvero a casa. La nostalgia di ciò che provo per lui esplode insopportabile.

“Perché non riusciamo a stare lontani?” mormoro contro il suo petto.

“Forse non abbiamo scelta..” mormora anche lui.
Le labbra di Louis sfiorano la mia pelle come il battito d’ali di una farfalla, piano, per caso, ma entrambi tratteniamo il battito.

“E’ stato così fin dal primo momento, Winter, come se fosse inevitabile”

Io lo stringo forte e annuisco. Per un istante mi sembra che il calore che provo per lui possa ripagarmi di ogni cosa.
Poi il vampiro sospira.

“Il Patto” mi ricorda sciogliendo l’abbraccio prima che sia inevitabile. “questo è sbagliato, Winter. E lo sappiamo entrambi. Voi e noi siamo diversi.”

Ricaccio indietro le lacrime.
Scivolo fuori dal riparo dell’ombrello e mi allontano di corsa.

 
SANDRA’S POV

Nell’ufficio del giudice Moore non faccio altro che guardare l’orologio sulla scrivania.
Richard dovrebbe arrivare tra pochi minuti, ma la nostra conversazione credo cha sarà diversa da come mi attendo.
Richard spalanca la porta, puntuale come al solito, e marcia verso di me.

“Che cosa hai in mente, Sandra?” chiede senza neppure salutarmi.
Gli rivolgo un sorriso di sfida.

“Siediti Richard, e stai tranquillo. Non è di me che devi aver paura, ricordi?” sorrido beffarda.

Il giudice di versa da bere prima di raggiungermi alla scrivania. Stringe forte il bicchiere e lo osserva come se morisse dalla voglia di svuotarlo d’un sorso.
Nei periodi di tensione finisce fin troppo spesso di alzare il gomito.

“Non siamo costretti a immischiarci” dice allentando il nodo alla cravatta.
Annuisco.

“Quello che sto cercando di capire è appunto quanto è tardi per tirarci fuori, e se ne esiste il modo” dichiaro lentamente.
Scandire bene le parole mi ha sempre aiutata a non farmi cedere i nervi.

“Bevi, mi servi calmo” esorto.
Lui apre la bocca alla ricerca di una risposta appropriata, poi deglutisce il liquore.

“Ora parla, Bray. Non so quanto sono ben predisposto nei tuoi confronti” ordina sbrigativo.
Lo fisso senza sbattere le palpebre.

“Prima voglio farti una premessa. Credo che abbiamo svolto un gran bel lavoro fin ora: tu ed io. Un ottimo, prezioso lavoro. In quindici anni abbiamo controllato ogni cosa, dalle più inutili cosucce ai dettagli più microscopici. Siamo stati davvero bravi, non ci siamo fatti domande e abbiamo tenuto la bocca chiusa.” mi complimento lasciandogli un’occhiata attraverso la mezzaluna degli occhiali e sorrido freddamente.

“Era solo un lavoro di routine in fondo, no?” concorda non cambiando espressione, ma si agita sulla sedia. “Se hai cambiato opinione, è solo perché sei troppo coinvolta..” mi provoca con un sorrisetto.

“Lasciami finire. Stavo dicendo che abbiamo volto un compito insostituibile. Il Consiglio non può che riconoscerlo”

“Dove vuoi arrivare?”
Sono perfettamente consapevole che il livello di scortesia è buon indice dell’umore di Moore.

“Perché ti agiti giudice? E’ solo l’epilogo della storia a lasciarmi perplessa. Marianne Starr è sempre stata fedele al Consiglio, e comunque sua nipote era il suo punto debole. All’inizio credevo davvero alla sua malattia, poi ho scoperto che il giorno stesso in cui è stata ricoverata d’urgenza era venuta nel tuo ufficio.
E tu non c’eri. Piuttosto, credo che ci fosse l’esecutore.”

Richard si impallidisce. “Dove diavolo vuoi arrivare Sandra?” scatta in piedi.

“Non intendo accusarti di niente. Quel giorno tu, io e gli altri eravamo impegnati in una riunione in tribunale, guarda caso. C’era la tua segretaria con noi e c’era anche il dottor Spencer. Loro delle Famiglie non sanno un accidente. E c’era Clarke, un vampiro. Dico solo che anche tu hai fatto i tuoi calcoli e che ti sei trovato un alibi di ferro” esclamo con tutta calma.
Moore va a versarsi nuovamente da bere.

“L’ho trovato anche a voi” mi fa osservare torvo.

“Altrimenti non sarei qui con te. Avrei semplicemente saltato questo passaggio e cercato di stare a galla per conto mio. Sono troppi anni che lavoriamo insieme: tu sapevi cosa sarebbe successo a Marianne e hai cercato di coinvolgere un adepto dell’Ordine in modo che il Consiglio non dubitasse della nostra innocenza”.
Ci scambiamo uno sguardo ostile.

“Lo apprezzo, Richard. Però non sono proprio stupida. Se hai bisogno di giustificarti davanti a Lochinvar e ai vampiri, significa che Fennah non si sta più muovendo a nome del Consiglio. Ha preso solo l’iniziativa a mandare l’Esecutore e sta proseguendo la partita per conto suo. In segreto” aggiungo.

E’ un dannatissimo bluff.
Non ho uno straccio di prova se non l’espressione smarrita di Moore.

“Non fingere che non sia una novità. Da quanto tempo lo sapevi?” lo accuso.

“Le nostre sono solo supposizioni Bray!” dice mentre io picchio un pugno sulla scrivania.

“Noi sappiamo troppe cose!” grido. “Non voglio ritrovarmi sul letto di fianco a quello di Marianne!” la mia espressione si fa più triste.

“Almeno sai per cosa rischiamo la vita? So che è meglio non chiederselo” replica l’uomo.
Ci scambiamo un ultimo sguardo e mi dirigo verso la porta con un sospiro.
 

MOORE’S POV

Non appena la richiude alle sue spalle, prendo il cellulare.

“Mi dica, Moore”

“Sandra Bray sà, Fennah” gli rispondo con un sospiro scontento.

“Allora riconsidererò la sua posizione” dice il Consigliere Maggiore.

Interrompo la conversazione senza aggiungere altro.
Il cellulare torna nella tasca e mi verso di nuovo da bere. Un tempo io e Sandra siamo stati piuttosto intimi. E’ successo molti, molti anni fa.
Poi la vita è andata avanti e ha indurito la nostra corazza. Un vago sentimento è ormai l’unica traccia di lei che mi rammenta talvolta nel passato.

“Alle vecchie amicizie” mormoro dando fondo alla bottiglia.
Dopo aver tradito i compagni di una vita, mi rimane solo quello.


Sono in orario, cosa molto strana, ma ve lo avevo promesso, giusto?
E' un capitolo abbastanza complesso, lo ammetto, soprattutto la parte finale. Bel casino, non trovate?
Più che altro è un capitolo da leggere più di una volta se volete capirci di più. Avrete sicuramente un pallone in testa ora, ma credetemi, io non sono da meno.
Uh, vabè. Vado abbastanza di fretta, quindi non vi trattengo. Ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia e che receniscono. A domenica.
Un bacio,
Maura.

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