I segreti del mare

di gloria horan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un estate iniziata male... ***
Capitolo 2: *** Tradita e sciocca. ***
Capitolo 3: *** Il punto debole ***
Capitolo 4: *** I muri crollano ***



Capitolo 1
*** Un estate iniziata male... ***



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Era il 10 Agosto 2013, il sole era alto in cielo e creava varie ombre sul prato brullo, pieno di asciugamani stesi disordinatamente e persone che erano intente ad abbronzarsi. Il lontananza la striscia di mare azzurro limpido era chiaramente visibile e, più vicino, il cartello “Camping Dei Gabbiani Azzurri” era a scritte cubitali gigantesche.
Mai in tutta la sua vita Lesly aveva odiato un paesaggio come quello che le si presentava davanti. Non avrebbe mai voluto essere lì, in quel campeggio sicuramente pieno di ragazzi e ragazze stupide, con i loro gruppi in cui lei non sarebbe mai riuscita ad entrare, con quel caldo cocente e la totale mancanza di pace e silenzio. Non avrebbe voluto essere lontana dalla sua migliore amica Jakie  proprio nei mesi più belli dell’anno e non avrebbe voluto essere attorniata dalla sua famiglia.
Purtroppo l’avevano costretta a venire con loro e perciò a  rinunciare alla gita in montagna nel bungalow del nonno di Jakie.
Si asciugò la fronte sudata con il palmo della mano e arrancò fino a raggiungere la loro casa presa in affitto. Era più bella di quello che aveva immaginato, aveva un terrazzino abbastanza ampio in cui poter mangiare e la vista di parecchie camere che dava sul mare.
‘Guarda che figa la nostra casa!’ Esclamò Harry, suo fratello gemello.
Harry e Lesly non avevano un rapporto definibile “pacifico”, piuttosto litigavano spesso, l’uno geloso dell’altra. Già, la gelosia era al centro dei loro problemi, ma questo l’avrebbero capito solo con il tempo. Invece di aspetto si assomigliavano molto: 16 anni, slanciati e magri, capelli marroni ricci e occhi chiari. Pelle leggermente brufolosa e sorriso ammiccante.
I due avevano caratteri molto diversi, lui estremamente estroverso, carismatico e  coraggioso.  Lei  timida, impacciata, insicura ed eterna sognatrice.
‘Ci sono anche dei ragazzi che giocano a pallone laggiù!’ Aggiunse Harry indicando un punto distante del prato. ‘Dopo andrò da loro.’ Anche Lesly si voltò a guardarli e potè distinguere quattro figure maschili che si muovevano agili dietro uno stupido pallone. Patetici e carini, ma pur sempre patetici.
 
 
‘Mamma io scendo a giocare a calcio!’ Urlò Harry senza preoccuparsi di ricevere il permesso e sbattendo forte la porta. Lesly prese il suo amato libro “Ricordati di guardare la luna” che aveva portato da leggere durante la vacanza per superare meglio quel supplizio. Odiava il caldo e soprattutto odiava la prospettiva di passare le due settimane seguenti da sola, circondata da persone sconosciute. D’un tratto comparve sua madre con in mano una scopa e una paletta   che la guardò compassionevole.
‘Perché non sei andata con Harry? Non vuoi farti dei nuovi amici?’
‘Non ne ho bisogno, sto bene così!’ Rispose Lesly comodamente sdraiata sul divano e con le cuffiette nelle orecchie. La madre la guardò strano e lei capì esattamente cosa stava pensando. Sicuramente si stava chiedendo perché sua figlia fosse una forever alone che stava a casa la maggior parte dei sabati sera. Allora, per farla felice, si alzò, prese sottobraccio il libro e si diresse verso la porta di malavoglia.
‘Vado se proprio mi vuoi cacciare.’ Le urlò dalle scale sbuffando. Scesa sul giardino, si sedette con la schiena appoggiata alla corteccia di un albero e restò ad osservare suo fratello calciare la palla ad un biondino: sembravano divertirsi molto anche se sudavano come maiali. Fissò per un bel pezzo di tempo il ragazzo con i capelli corti marroni e i muscoli ben definiti sul petto. Si muoveva come una gazzella, era scattante e quando rideva, buttava la testa all’indietro come un dolce bambino. Non poteva vedere i suoi occhi da quella distanza, ma scommise che anch’essi erano dolci e profondi.
Quando si accorse che lo stava fissando da tanto tempo, abbassò immediatamente la testa sulle pagine del libro e ricominciò a leggere, sentendosi come colta in fragrante.
Il vento iniziò a tirare, così  i suoi capelli finirono tutti davanti alla sua faccia, fatto che odiava perché le impediva di vedere le parole. Era intenta a spostare continuamente le ciocche per poter leggere, quando una palla la colpì in piena faccia.
‘Ahia!’ Urlò istintivamente dal dolore. Si massaggiò delicatamente il naso arrossato e quando alzò lo sguardo per capire chi fosse stato il deficiente che le aveva tirato il pallone, vide il ragazzo muscoloso dai capelli castani  venirle incontro correndo.
‘Scusa!’ Le chiese guardandola negli occhi e raccogliendo la palla. Lelsy potè confermare che  erano dolci come la sua risata. Rimase meravigliata dal suo tono della voce così caldo e sexy.
Quel ragazzo le fece ricordare l’innocenza dei bambini mista al fascino dell’uomo adulto con un solo sguardo.
‘Di niente.’ Rispose con un po’ di esitazione. Era imbarazzata e le sue guance s’erano dipinte di rosso. Il ragazzo s’allontanò velocemente e raggiunti gli altri, lo vide chiedere ad Harry qualcosa, ma non capì cosa. Fu però evidente la reazione del fratello: una maxi risata fragorosa, di quelle che lei odiava. Probabilmente aveva fatto la figura della scema ammutolita e asociale.
Comunque scacciò subito quel pensiero dalla testa perché non voleva rovinarsi la vacanza e riprese la sua lettura.
 
 
Quando il sole iniziò a tramontare sul mare, creando uno spettacolo magnifico, la mamma di Lesly e Harry li chiamò per la cena. Tutti e due si diressero affamati verso la loro casa, ma ad un tratto Lesly sentì qualcuno afferrarle il braccio e fermarla. Si girò di scatto e fu molto sorpresa di vedere il ragazzo muscolo dai capelli corti e la risata dolce.
‘Ciao.’ Le disse guardandola dritta negli occhi, come se si conoscessero da una vita. In effetti Lesly aveva quasi la sensazione di conoscerlo da sempre,  come se tutti i suoi movimenti e gesti fossero già stati visti e amati.
‘Ciao.’
‘Sono Liam, e tu?’
‘Lesly.’
‘Sei la sorella di Harry, esatto?’
‘Esatto.’
‘Stasera ho invitato alcuni miei amici a casa mia, quelli con cui giocavo prima a calcio. Mangeremo una pizza e ci sarà anche Harry, perciò se anche tu vuoi venire…’
L’ultima frase la spiazzò, come mai uno come Liam aveva invitato una come lei? La prospettiva di stare la sera in una casa sola con quattro ragazzi sconosciuti e suo fratello rompiscatole non la entusiasmava.
‘No grazie.’ Gli rispose secca e preparandosi per uscire da quella conversazione ed andare a mangiare.
‘Aspetta!’ Liam  la prese nuovamente per il braccio, cosa che la fece innervosire. Come si permetteva? ‘ Eddai, non faremo nulla di pericoloso, saremo calmi e ci divertiremo, ci sarà pure tuo fratello che ti proteggerà!’
Come se a lui importasse di me, pensó Lesly guardando l’erba sotto i suoi piedi. Non sapeva che scusa usare per liquidare la proposta di quel ragazzo maledettamente insistente.
‘Non  per quello, è perché…’
‘E’ perché sono troppo occupata a leggere il mio stupido libro!’ Le fece eco suo fratello imitandola e facendo delle smorfie. Liam rise, cosa che la fece innervosire ancora di più. Non era di certo lì per essere presa in giro e trattata come un cane al guinzaglio! Si voltò, decisa a tornare a casa e maledicendo quella volta in cui era uscita per far contenta sua madre.
‘Aspetta aspetta!’ Le urlò Liam da dietro. ‘Allora oggi vieni?’
‘Forse.’ Gli rispose tanto per farla finita.
 
 
Lesly non credeva di averlo fatto. Ora si trovava di fronte alla casa di Liam, tutto per colpa si suo fratello. Era andata così: appena varcata la porta di casa aveva urlato alla mamma che sarebbe andato a cena da una amico e che anche Lesly era stata invitata, ma alla fine aveva rifiutato perchè aveva paura. Lei aveva provato a spiegare che il termine paura non centrava nulla e che le parevano antipatici, ma non era servito a  molto. La lagna che le aveva fatto sua madre successivamente l’aveva portata ad accettare l’invito. Però era riuscita a vestirsi normalmente, con jeans e camicetta azzurra, al contrario di sua madre che le voleva far indossare un abito rosso degno di un Red Carpet. In realtà non l’aveva neppure messo lei in valigia, era stata sempre sua madre che aveva insistito caso mai ci fossero stati eventi importanti. Eventi importanti in un villaggio vicino al mare nel Sud, come no…
Ora si ritrovava davanti a casa di Liam, con due bottiglie di Coca e un sorriso un po’ forzato. Harry aveva raggiunto il suo scopo, era riuscito a farla venire e Lesly era quasi sicura al cento per cento che l’avrebbe messa in imbarazzo nel corso della serata. Faceva sempre così d’altronde: lui era quello con molti amici, molte serate in discoteca …mentre lei la solitaria che si accontentava di uscire con la sua amica del cuore Jakie nei giardinetti dietro casa.
‘Ehi!’ Esclamò Liam subito dopo aver aperto la porta e averli fatti entrare. ‘Non pensavo saresti venuta anche tu, vedrai che non te ne pentirai!’ Disse poi rivolto a lei, che arrossì. Già vederlo con quella t-shirt aderente che evidenziava le forme dei pettorali era abbastanza imbarazzante, se poi la salutava anche così amichevolmente…
‘Lo spero pure io!’ Rispose sorridendo. Liam li condusse in salotto dove, sul divano, erano seduti quattro ragazzi intenti a giocare  alla play- station.
C’era un biondino, un moro dalla pelle ambrata e uno dai capelli castani che faceva continuamente battutine divertenti e che quando vinse esultò quasi avesse vinto la Coppa del Mondo.  Si presentarono uno ad uno dopo aver finito la partita.
‘Ciao, sono Niall!’ Le disse il biondino con un accento marcato di cui però Lesly non riuscì a capire la provenienza. Niall era il più timido tra tutti, ma con degli occhi color giacchio e una risata contagiosa.
‘Ciao, sono Louis, ma tu puoi chiamarmi Lu, amo le carote, i video games, le carote, l’estate, le carote, i piccioni, le carote e….le carote!’ Esclamò tutto d’un fiato.
‘Ok, piacere Lu.’ Gli rispose sconcertata Lesly: l’unica cosa che aveva capito in tutto quel discorso era che adorava le carote e che era un po’ schizzato.
‘Ciao, sono Zayn.’
‘Come scusa?’
‘Zayn. Z-a-y-n. Mio padre viene dal Pakistan.’ Spiegò il ragazzo dalla pelle ambrata e dal sorriso magnetico.
‘Oh, ciao Zayn!’
Dopo le presentazioni mangiarono subito la pizza e Lesly dovette ammettere che quei ragazzi erano molto meglio di come se li era immaginati: non erano selvaggi, piuttosto gentili e simpatici. Non avrebbe mai pensato che al mondo esistessero ancora dei maschi così.
Niall faceva ridere perché era un pozzo senza fondo, eppure era magro. Mangiava di tutto e ogni volta che si liberava al water, tornava più agguerrito che mai! Louis faceva battutine in continuazione ed era come un libro infinito di barzellette idiote. Zayn era abbastanza taciturno ma era bravissimo a disegnare e infatti fece le caricature di tutti, lei compresa. Diciamo che non se la prese troppo quando fece la faccia piena di brufoli e il naso sproporzionato perché quando le consegnò il foglio fu molto dolce nel dire “è solo una caricatura, non rende giustizia.”
Dopo aver cenato giocarono un altro po’ alla play-station e Lesly  restò a guardare. Siccome era parecchio noioso, dopo un po’ disse che doveva andare al bagno e così salì al piano superiore. Iniziò a curiosare per il corridoio osservando le foto appese, in molte c’erano Liam e due femmine, che dovevano essere le sue sorelle. Verso la fine del corridoio si trovò davanti ad una porta con appeso un cartello: NON ENTRARE SENZA PERMESSO! Ecco, quella scritta la riempì di curiosità e non potè fare a meno di infilare dentro la testa: vide un letto con qualche vestito scaraventato sopra distrattamente, una scrivania, un computer e una chitarra. Entrò completamente e vide anche dei quadri appesi alle pareti che raffiguravano Liam con un cane, dunque quella doveva essere la sua camera. Presa da sempre più curiosità, si avvicin ò alla chitarra, sfiorandone le cinque corde, poi andò verso la scrivania e presi un foglio: iscrizione per l’università.
Quindi Liam voleva andare all’università, che scoperta inaspettata!
‘Allora un po’ d’istinto d’avventura ce l’hai!’ Lesly sobbalzò a sentire quella voce alla mie spalle, si voltò e vide Liam appoggiato allo stipite della porta. 

ECCOMI QUI! 
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto perchè ho grandi aspettative da questa ff. 
La precedente mi ha fatto capire come scrivere e come reagire alle critiche, è stata un po' una prova, mentre questa è ua vera e propria ff. 
Grazie davvero tanto a chi recensirà questo capitolo e mi darà più coraggio per continuare. Personalmente amo il personaggio di Lesly. Il fratello della protagonista  è come sempre Harry, non so perchè ma lo vedo bene come fratello maggiore, anche se qui è un po' cattivo. 
E che ne pensate di Liam? Che tipo vi pare? Vi prego scrivete quello che pensate di questo primo capitolo. 
Ringrazio tanto tanto tanto MissCappuccino per il banner stupendo e per aver sempre sorbito le mie lagne ahahaha.
Con questa ff sarò più regolare con l'aggiornamento, promesso, perciò a presto, ciaooooooo 

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Capitolo 2
*** Tradita e sciocca. ***


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‘Allora un po’ d’istinto d’avventura ce l’hai!’ Lesly sobbalzò sentendo quella voce alle sue spalle, si voltò e vide Liam appoggiato allo stipite della porta.
‘Scusa.’ Sussurrò imbarazzata portando una ciocca dei capelli dietro l’orecchio. ‘Sono entrata per sbaglio, ora scendo.’
‘No!’ La fermò lui. ‘Perché vuoi scappare? Resta, non aver paura, non ti mangio mica! Siediti accanto a me.’ Si spostò sul letto e dette una pacca sul materasso per incitarla. Lelsy si sedette accanto a lui, mantenendo una distanza discreta ma non eccessiva. ‘Allora…bella la mia camera vero?’
‘Certo, questo disordine da un’aria quasi…speciale, unica!’ Rispose imitando il suo tono di voce scherzoso.
‘Sono contento che ti piaccia!’ Risero in coro, poi lui si alzò e prese la chitarra.
‘Da quanto tempo suoni?’
‘Credo da sempre. Io, Lu, Niall e Zayn andiamo ogni sera sulla spiaggia, ci mettiamo in cerchio e cantiamo in coro le nostre canzoni preferite. Non per vantarmi, ma sono parecchio bravo!’ Lesly rise  di nuovo con il desiderio incontenibile di poterlo sentire subito. Lo immaginò come un cantante professionista e pensò pure che avrebbe pagato per andare ai suoi concerti.
Il canto per Liam era una liberazione, era difficile da spiegare ma aveva capito che nessuna cosa lo faceva sentire più in pace con se stesso. Magari i suoi genitori lo consideravano stupido e forse anche tutti gli altri, ma per lui era davvero importante.  ‘E qual è la tua passione invece?’
‘Recitare. Mi piace essere un’altra persona per un po’ di tempo e penso sempre molto su come poter interpretare al meglio il personaggio, le sue paure nascoste, i pensieri che fa tra le righe e i suoi desideri più intimi. Quest’ anno punterò alla parte principale nello show che farà il mio corso, ma non so se ci riuscirò.’
‘Certo che ce la farai, scommetto la testa che sei bravissima!’
‘Non così tanto, dopotutto seguo il corso da solo un anno.’
Restarono in un silenzio leggermente imbarazzante, interrotto ogni tanto dai suoni delle corde.
Lesly si grattò i capelli, osservando ancora di più la camera in cui si trovava. Avrebbe voluto chiedere a Liam quale facoltà avesse scelto per l’università, ma lui la precedette con altre domande, che in futuro le fecero capire quanto fosse speciale.
‘Ehy Lesly..posso chiederti una cosa?’ Annuì. ‘Perché ti crei una barriera intorno e non fai passare le emozioni? Perché lasci che gli eventi ti passino accanto, sfiorandoti, senza essere vissuti?’
A quelle parole, lei rimase spiazzata e senza fiato. Non riusciva a razionare cosa era successo: davvero Liam le aveva detto tutto quello? Davvero l’aveva inquadrata così bene seppur conoscendola da sole poche ore? Davvero aveva avuto il coraggio di affrontarla, unito a quella dolcezza e comprensione nei suoi occhi?
‘Io…io… ’ Si bloccò perché non sapeva cosa dire. ‘Non è vero!’
‘Dai, non metterti sulla linea difensiva! Lo sai che non te l’ho detto per cattiveria e poi sono tuo amico, no? Si vede lontano un miglio che in un certo senso hai paura delle persone, che non fai fuoriuscire le tue emozioni o le ignori. Si capisce dai tuoi atteggiamenti, dal tuo sguardo e dalla tue parole.’
Lesly sbarrò gli occhi: non avrebbe mai potuto pensare che Liam fosse così perspicace. Sembrava un po’ stupido ed immaturo, invece era intelligente e sorprendente.
‘E’ solo che se si fanno uscire le proprie emozioni la gente può iniziare a guardarti strano.’ Iniziò a spiegare lasciano scorrere le parole senza restrizioni. ‘ Se una persona è naturale e non si atteggia al modello di ragazza figa, anzi si comporta come davvero è, gli altri la considerano antipatica o insulsa. Tutti preferiscono i burattini e io ne ho piene le scatole perché anche mia mamma cerca di cambiarmi per farmi avere più amici e mio fratello Harry fa di tutto per mettermi ancora più in imbarazzo perché lui è uno di loro, di quei burattini. A me non interessa un fico secco le sue serate in discoteca e le sue avventure notturne! Se leggi sei una secchiona, se non hai mille ‘mi piace’ su Facebook sei un’asociale, se vai in chiesa e non fumi sei una sfigata, se non ti vesti alla moda sei  strana. Ci si preoccupa troppo dei giudizi altrui, perché oggi sono tutti pronti a giudicare. Le etichette fanno schifo, dovrebbero essere messe sugli oggetti, non sulle persone.’
Finito di parlare, Lesy tirò un sospiro di sollievo e si sentì incredibilmente libera. S’ era sfogata e lo sguardo di Liam su di sè mentre parlava, che l’incitava a proseguire, non le aveva dato fastidio.
Però era da quando aveva chiuso bocca che s’era ammutolito, forse l’aveva spaventato ed offeso. In quel momento ci sarebbe stato bene un abbraccio visto il suo discorso confessionale un po’ tragico, ma restarono entrambi immobili, muovendo solo gli occhi. Liam restò distante e Lelsy non avrebbe mai osato. Gli aveva fatto una confessione molto personale, gli aveva detto tutta la sua vita e i pensieri nascosti, eppure sembravano distanti. Ma no, non lo erano: Liam la voleva ascoltare e capire e subito la paura di Lesly di aver detto troppo scomparve completamente.
Però ora le premeva un pensiero importante: cosa pensava di lei? L’aveva presa per una pazza?
‘Ora scendiamo?’ Interruppe il silenzio proprio lui, con un tono di voce calmo e rilassato, senza fare altri commenti. Lesly annuì e si alzò dal letto. Scesero le scale e tornarono da Niall, Louis, Zayn  e Harry.
‘Ah eccovi!’ Esclamò Harry appena li vide. ‘ Iniziavo a pensare male!’ Ridacchiò e lei si aspettò che anche Liam ridesse, ma al contrario restò impassibile. Suo fratello aveva proprio l’obbiettivo di metterla in imbarazzo tutte le volte! ‘Come mai Lesly non reagisci e non urli con la tua vocetta isterica “Harry stai zitto!”?’
‘Perché mi hai sfiancato con tutte le tue cavolate.’
‘Liam che hai fatto a mia sorella? E’strana, più del solito intendo.’ Tutti si misero a ridere, compreso lui, così che rimase profondamente ferita. Quel suono dolce poteva essere incredibilmente doloroso. Suo fratello poteva anche trascinare tutti gli altri, ma lui no, non Liam. Metterla in ridicolo davanti alla gente non lo faceva sembrare divertente, anzi faceva solo la figura di uno che utilizza sua sorella come barzelletta e non sapeva difenderla.
Lesly si sedette sul divano, accanto al pakistano e al biondino, decisa a non degnare più quello stupido per il resto della serata.
‘Ehi, perché ora non giochiamo ad obbligo e verità?’ Urlò Lu agitando in aria le mani per attirare l’attenzione. Lei sapeva benissimo come andava a finire sempre quel gioco: non sceglieva mai obbligo perché aveva paura delle cose che le potevano capitare e siccome non era per niente brava  a mentire, finiva sempre per rivelare di sé cose imbarazzanti.
‘Io non partecipo.’ Disse prontamente.  
‘No, tutti devono giocare, altrimenti non c’è gusto!’ Urlarono tutti in coro facendo un gran casino. Furono così insistenti che alla fine non le restò molto da fare, tranne che buttarsi.
Si sedettero in cerchio sul pavimento e presero una bottiglia di Coca dal frigo. Lu la girò:  puntò prima su Niall e poi su di lui.
‘Obbligo.’
‘Mhm…vediamo cosa ti posso far fare…’ Niall fece una faccia dubbiosa e ci pensò. ‘ Ah sì! Domani pomeriggio dovrai metterti sulla riva della spiaggia, attirare l’attenzione dei passanti e ballare davanti a loro “I’m sexy and I know it”.’
Si misero tutti a ridere e Lu fece finta di piangere. Poi rigirò la bottiglia, che puntò prima su Liam e poi su Lesly.
‘Verità.’
Subito Harry non perse l’occasione di metterla in difficoltà.
‘Liam dille di raccontarci quando a 14 anni in campeggio con la scuola ha…’
‘No. Deve dirmi cosa pensa davvero della sua famiglia.’
Lesly restò spiazzata da quella richiesta, soprattutto perché s’era già confidata pochi minuti fa. Quel ragazzo voleva solo fare come suo fratello, era perfido.
‘Non ne sono entusiasta. Su andiamo avanti!’
‘Ti ho chiesto di dire quello che pensi davvero.’
Ma perché? si chiese lei restando a bocca aperta. Si alzò di scatto, afferrò la sua borsa e si diresse verso l’uscita.
‘Non sono venuta qui per essere messa in ridicolo, sia chiaro. Tu non mi inganni con il tuo faccino, sono bastati pochi minuti per farmi confidare tutto, vero? Mi hai manipolato una volta ma non lo farai ancora e se osi spargere in giro solo due parole di quelle che ti ho detto sappi che la pagherai!’ Urlò arrabbiata a sbattendo la porta. In quel momento Lesly voleva solo andare a casa sua, a Perugia, buttarsi sul letto e sentire la voce consolante di Jakie. Si sentiva tradita e sciocca.
 
Intanto, dentro casa, tutti erano rimasti a fissare a bocca aperta Liam, chiedendosi cosa avesse combinato. Era inspiegabile la fuga improvvisa della ragazza.
‘Ehy perché è scappata?’ Gli chiese finalmente Niall. Liam non rispose e fece l’indifferente, come se nulla fosse successo. Prese la bottiglia, la girò e si riprese il gioco, così che tutti dimenticarono piano piano l’accaduto. Ad interrompere l’obbligo che stava facendo Harry (una poltiglia con tonno, ketchup, carote e aranciata, che in seguito avrebbe dovuto bere) fu lo squillo del cellulare di Niall. Guardò distrattamente lo schermo e quando lesse il nome di sua madre, sbuffò innervosito. Ancora una volta lo chiamava nel bel mezzo del divertimento per dirgli di tornare a casa. Premette il pulsante verde, seppur desideroso del contrario: quella donna non poteva continuare a perseguitarlo e a rovinare le sue serate. Le mamme di Zayn e Louis li chiamavano forse per avvisargli che era troppo tardi? No, solo la sua lo faceva!
Ormai aveva diciassette anni, era abbastanza maturo e coscienzioso, doveva avere più libertà. Non s’era mai ubriacato e non aveva mai sgarrato o fumato ( a parte ad una festa quando gli era stata offerta una sigaretta e lui per non fare la figura del perfettino l’aveva accettata, ma quella era stata solo un’eccezione.)
‘Pronto ma’?’
‘Tesoro, quando torni a casa? Non pensi sia troppo tardi?’
‘No. Sono nella casa affianco alla nostra, sto con i ragazzi e qui è tutto calmo, ti prego ma’!’
‘No, te l’ho già detto, sei ancora troppo piccolo!’
La solita esagerata, tra un anno avrebbe preso la patente e ancora lo assaliva.
‘Perché mi tratti sempre come un bambino?’
‘Tesoro, tu credi di essere grande e di poter far tutto, ma in realtà non lo sei. Ora torna a casa.’
Niall riattaccò arrabbiato: era sempre lui il primo ad andare via alle feste, quello che riceveva la chiamata della sua mammina puntualmente, quello che non poteva far niente ed era pieno di restrizioni. S’era stancato di quel trattamento, non era più un poppante. Sua madre doveva capirlo, doveva accettarlo e lasciargli vivere la sua età! Era nato senza chiederlo, sarebbe morto senza volerlo, perciò voleva almeno vivere  come gli pareva.
‘Ragazzi, devo andare.’ Disse di malavoglia. Anche se Liam, Lu e Zayn non lo avrebbero mai preso in giro per questo fatto perché erano amici, in qualche modo si sentiva ugualmente umiliato.
‘Ok. Ma ricordati di venire al party che do questo sabato, ci conto!’ Esclamò Lu.
‘Certo, non mancherò per nessun motivo al mondo!’ Rispose Niall abbassando la testa una volta finita la frase: in realtà un motivo c’era, ed era sua madre. Riuscire ad ottenere il permesso non sarebbe stato facile, di questo ne era sicuro, se poi avesse anche scoperto che non sarebbero stati presenti genitori…
Mentre saliva le scale che portavano al suo appartamento, Niall decise che per quella sera non doveva lamentarsi con sua mamma di essere tornato troppo presto: ora il suo obbiettivo era convincerla per la festa di Lu e quindi doveva mostrarsi maturo. Appena entrato si diresse in cucina, dove lei stava guardando un programma di balli latini.
‘Ehi ma’!’
‘Ciao tesoro, com’ è andata?’
‘Benissimo, abbiamo giocato, mangiato la pizza e ci siamo divertiti. Poi ho scoperto che questo sabato i Tomlinson danno una festa e sono stato invitato.’
‘Con Tomlinson intendi Louis o i suoi genitori? Loro saranno presenti?’ Niall socchiuse gli occhi con il grande desiderio di cancellare quella domanda dalla conversazione.
‘Beh non lo so…ma dai ma’, ci saranno solo quelli del campeggio! Verranno tutti e anche io ci voglio andare perché sarà fighissimo!’
‘E’ inutile che tenti di convincermi, sai che non voglio. Nessuna discussione, se vuoi il prossimo sabato dai una festa tu e io sarò presente, così potrai divertirti con tutti i tuoi amici e sarà super fighissimo!’
‘No ma’, tu non capisci proprio nulla. Io voglio andare alla festa di Lu!’
‘Nessuna discussione, ho già detto di no!’ Urlò sua madre stabilendo chiaramente la parola fine al loro discorso. Niall sbuffò e se ne andò in camera sua, molto arrabbiato. Con lo sguardo rivolto alle stelle fuori dalla sua finestra e la testa appoggiata al cuscino, si chiese quando sarebbe davvero diventato un uomo. Sin da piccolo ammirava quei grandi che riuscivano a risolvere tutti i problemi con la loro intelligenza e astuzia, che avevano nel garage le macchine sportive e che erano completamente liberi. Aveva sempre voluto essere uno di quelli e arrivato a diciassette anni ancora non lo era minimamente. Era solo un ragazzo come tanti, non un uomo. Non era coraggioso come Lu, né bello come Zayn, né intelligente come Liam, né astuto come Harry. Non era niente.



Eccomi qui! 
Stavolta ho tardato ad aggiornare perchè ancora molte persone doveva leggere il capitolo e sinceramente non mi andava di continuare con poche persone. Che ne dite di questo capitolo? E' il continuo dell'altro, dove Lesly e Liam si fanno una BELLA chiaccherata. 
Che ne pensate della reazione arrabbiata di Liam quando le chiede quella cosa? E' esagerata?
Spero che il punto di vista di Niall vi sia piaciuto, d'ora in avanti inizierò ad ampliare ogni singolo personaggio, questo è il primo. 
Che dire....fatemi sapere il vostro parere in una recensione e grazie mille per le 22 al capitolo precedente, siete sempre molto disponibili. Grazie anche per le seguite, preferite e ricordate!
Infine, ma non meno importante, grazie a MissCappuccino per il banner stupendo.

Ps. Vi lascio con qualche bella immagine del mare, tanto per far tornare la nostalgia dell'estate! :( 



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Capitolo 3
*** Il punto debole ***


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Il pomeriggio seguente, Lesly si stava dirigendo verso la spiaggia con a tracolla una grande borsa arancione piena di crema solare e asciugamani. S’era svegliata con l’improvvisa voglia sfrenata di fare un bagno rinfrescante e siccome la temperatura arrivava a 35 gradi, era proprio l’ideale. L’ultima cosa che voleva fare però, anche peggio di patire quel caldo insopportabile, era incontrare Liam il Voltagabbana. Tutti finiscono per deludermi, non faceva altro che ripetersi per la testa arrabbiata, ho forse un cartello sulla fronte con scritto “prendetemi in giro?” No, sono stufa di tutti quanti, quando finirà questo periodo schifoso? Perché sono tutti così bastardi?
Mentre stava camminando per la spiaggia, evitando gli asciugamani piazzati qua e là, sentì una voce chiamarla da dietro e quando si voltò, vide proprio lui, il Voltagabbana. Roteò gli occhi scocciata.
‘Lesly, Lesly! Mi stai evitando?’ Le chiese con il respiro affannato una volta raggiunta.
‘A te che importa?’
‘Come cosa mi importa? Mi importa perché sei mia amica. Non capisco perché ti sei arrabbiata improvvisamente con me senza motivo!’
‘Io ho un motivo!’ Gli urlò puntando il dito contro. ‘Ho capito che tipo di persona sei. Ieri mi hai invitato solo per trovare qualcosa d’ imbarazzante sulla mia vita che facesse ridere i tuoi stupidi amichetti! Eppure per un po’ ho creduto fossi buono, in realtà sei peggio di Harry!’
‘No, hai frainteso tutto! Ti ho invitato per conoscerti meglio e per aiutarti a fare nuovi amici qui al campeggio. Ti ho vista sola con il tuo libro e mi hai fatto subito tenerezza. Mi stai simpatica anche se è strano perché questa è la terza volta che ci parliamo e solo una non eri arrabbiata con me!’
‘Ho un motivo per essere arrabbiata, non mi alzo mica la mattina con questo grillo per la testa!’ Commentò Lesly con un tono di voce più dolce.
‘Credimi, anche se non lo sembravo, ero felice che fossi venuta a casa mia, non ci speravo proprio. Ed è per questo che ti invito anche alla festa di Lu sabato sera, da lui. Ci saranno tutti i ragazzi e le ragazze del campeggio, almeno conoscerai ancora più persone. Sarà bellissimo, te lo garantisco!’
‘Davvero, grazie.’ Disse con la rabbia che le volava via improvvisamente, smaterializzandosi nell’aria. ‘Ma non ci tengo. Forse però verrò…’
‘Forse, forse, forse. Sai dire solo questo!’
‘Ok ok verrò.’ Accettò lei sapendo bene che sarebbe andata a finire come la volta precedente inevitabilmente: Harry l’avrebbe detto a mamma che l’avrebbe sfinita con le sue lamentele e perciò ci sarebbe andata in ogni caso, volendolo oppure no.
‘Fantastico!’
‘Bene, ora posso cercare un posto dove appoggiarmi? Qui sotto il sole mi sto bruciando la testa.’
‘Oh sì, scusa.’ Sussurrò Liam spostandosi di lato ed osservandola allontanarsi verso la riva. Era davvero bella. Pensando a come era volubile, gli venne da sorridere: in due secondi s’era arrabbiata con lui e in due secondi l’ aveva perdonato. Le erano bastate quattro parole per cambiare completamente il suo stato d’animo.
Mentre la guardava fissare l’ombrellone a terra, i suoi amici da dietro lo chiamarono.
‘Ehi, oggi Lu deve ballare davanti a tutti!’  Ricordò Niall,  agitando in aria lo stereo che s’era portato.
‘Oh no!’ Si disperò Lu che chiaramente sperava se ne fossero dimenticati. Ma Niall ignorò la sua espressione supplicante ed accese le stereo. Louis si mise  a ballare di fronte a tutti le persone, che lo guardarono per metà inorriditi e per metà divertiti. Qualche bambino si mise a ridere e i più anziani si lamentarono che i giovani d’oggi non avevano più nessun pudore. Alla fine della sua esibizione, scapparono tutti verso il giardino. Corsero a gambe levate, leggermente imbarazzati. Arrivati sotto un albero, si fermarono a prendere fiato e ad asciugarsi il sudore dalla fronte. Ormai ogni persona li conoscevano come dei ragazzi pazzi, andavano lì ogni estate ed erano i più rumorosi. Tra di loro s’era creato uno splendido rapporto e anche Harry piano piano si stava integrando. Erano naturali, sinceri, semplici e amichevoli e forse erano proprio quelle qualità che avevano colpito Lesly.
 
 
Fu in quel momento, mentre Zayn stava bevendo dalla bottiglia di Harry, che vide quello che non avrebbe voluto mai vedere: sua madre. Era dall’altra parte del cortile, con un bastone per raccogliere i rifiuti, che poi buttava in un sacco sulla schiena. No, non quest’estate, non ora, pensò disperandosi. Sua madre, Trisha, era una patita del riciclaggio, era sempre stata attenta a separare la plastica dal vetro, ma negli ultimi anni era peggiorata. Aveva iniziato a creare tabelle per capire quanta energia consumava la sua famiglia mensilmente e quando s’era resa conto di tutti quegli sprechi, s’era data da fare per rimediare. Fin lì andava bene, ma tutto si complicava quando cercava di convincere anche altre persone a seguire il suo stile di vita e diventava ossessionata. Andava a proteste contro il disboscamento e a volte le organizzava lei, scriveva lettere al sindaco per spiegargli come rendere più verde il paese e ogni giovedì sera si riuniva con il suo gruppo per decidere la successiva mossa.  Zayn era imbarazzato da quella donna che con il megafono urlava a squarciagola mentre nessuno la degnava. Eppure lei non s’arrendeva, continuava anche se non l’ascoltavano: ci credeva veramente. Voleva davvero creare un mondo più pulito, ma non si accorgeva che cercando di fare questo, metteva in ridicolo suo figlio. Già, perché era inevitabile qualche battutina da parte dei suoi compagni di classe o qualche disegnino stupido da appiccicargli sulla schiena. Zayn faceva finta di fregarsene, dopotutto aveva i suoi amici e quello era l’importante, però dentro di sé si sentiva ribollire di rabbia e d’umiliazione. Aveva iniziato a incitare suo padre per spegnere l’entusiasmo di mamma, ma lui sosteneva che non gli desse fastidio e che se lei voleva farlo, poteva continuare.
S’era sempre limitata alla sua città però e questo lasciava a Zayn una speranza, almeno al campeggio sarebbe potuto essere libero, almeno lì. Niall, Lu e Liam non ne sapevano nulla, non gliel’aveva mai detto perché anche se erano molto amici, un po’ si vergognava. Si vergognava perché quelle stupide battutine gli rimanevano impresse nella mente e poi Trisha era pur sempre sua madre.
Corse immediatamente da lei, ignara della presenza dei ragazzi.
‘Mamma che fai?’ Le chiese con un tono di voce irritato.
‘Non vedi quante cartucce gettano per terra i turisti invece di camminare per cinquanta metri e buttarle nel cestino? Non potevo mica lasciarle qui mentre inquinano il prato in cui veniamo!’
‘Non puoi riposarti in vacanza? Laggiù ci sono anche i miei amici!’
‘Bene.’ Esclamò Trisha facendo segno ai ragazzi di venire, che però non la videro perché erano girati di spalle. ‘Possono aiutare pure loro, dai chiamali!’
‘Cosa dici? Ora me ne vado e tu non farti vedere!’
Zayn s’allontanò cercando di sorridere, per mostrare che era tutto apposto, mentre in realtà era solo nervoso. Ormai erano tanti anni che tentava di farla demordere, ma non  c’era mai riuscito.
‘Ehi.’ Disse ai ragazzi quando si trovò vicino a loro. ‘ Andiamo in spiaggia dai!’
‘Perché? Siamo appena corsi via da lì, e poi qui si sta al fresco…’ Protestò Lu.
‘Dai, io ho voglia di farmi un bagno!’ Continuò Zayn, che tentava a tutti i costi di allontanarli da quel cortile.
‘Ok, ok.’ Si arrese Louis, così che s’incamminarono verso il mare. Mentre stavano attenti a non bruciarsi i piedi, Zayn tirò un sospiro di sollievo: per quella volta l’aveva scampata, ma doveva assolutamente fermare sua madre, il campeggio era l’unico posto che gli era rimasto.
 
 
Quella sera, i ragazzi si incontrarono come al solito sulla spiaggia e si misero in cerchio. Avevano scavalcato con abilità il cancelletto che avrebbe dovuto fermarli e quatti quatti s’erano introfulati. In realtà il guardiano che passava ogni sera a chiudere gli ombrelloni era consapevole della loro presenza, ma faceva finta di niente e passava oltre come se non li avesse visti. Li conosceva ormai da anni e sapeva che non avrebbero rovinato niente perché andavano lì solo per cantare un po’. I ricordi di quando da giovane faceva la stessa cosa, gli impedivano di cacciarli.
Così Louis, Zayn, Liam, Niall, Harry e Lesly, si ritrovavano tutte le sere in spiaggia.
La canzone cha cantarono la prima volta con i due nuovi arrivati fu un classico, quella che forse li rispecchiava di più: Forever Young di Alphaville. Già, perchè loro non volevano diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: volevano ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non essere subito così sicuri, non subito senza sogni. Già, perché a loro non interessava nulla della rivoluzione francese, delle reazioni chimiche o della Divina Commedia, volevano solo sapere come fare a vivere. Erano dei giovani.
 
“Balliamo con stile, balliamo ancora un po ‘
Il paradiso può attendere, stiamo solo guardando il cielo.
Speriamo il meglio ma ci aspettiamo il peggio.
Hai intenzione di sganciare la bomba o no ?
Moriamo giovani o viviamo per sempre
Non ne abbiamo il potere ma mai dire mai
Seduto nel recinto, la vita è un breve viaggio, la musica serve agli uomini tristi.
Per sempre giovane, voglio essere per sempre giovane.
Vuoi davvero vivere per sempre, nei secoli dei secoli? 
Viviamo la vita come se fossimo in un video,
dove il sole splende sempre e non si invecchia mai,
nemmeno una preoccupazione perchè non esiste domani,
solo un giorno perfetto che dura una vita intera
e non finisce mai
Perché tutto quello che dobbiamo fare è premere repaly,
allora viviamoci il momento, beviamo un po’ di vino
e parliamo dei vecchi tempi, così rimarremo sempre giovani.
Lasciamo un segno che non si possa cancellare, né con lo spazio né con il tempo
Così, quando il regista urlerà taglia , io mi sentirò bene.
La vita deve essere vissuta, non vivere in tensione.
Giovane per sempre, io voglio essere giovane per sempre
Vuoi davvero vivere per sempre, nei secoli dei secoli?
Giovane per sempre.”
 
Dopo la loro esibizione, Lesly si portò le mani alla bocca, era stupefatta.
‘Voi…voi siete incredibili! Sembrate dei professionisti, sembra che cantate insieme da quando siete nati! Siete perfetti, è incredibile!’ Esclamò.
‘Adesso non esagerare!’ Frenò il suo entusiasmo Niall.
‘Io non esagero, questa è la verità. Voi siete perfetti insieme.’
‘Se lo credi tu…’
Ci fu un momento di silenzio e Zayn si sentì morire dentro. Doveva dire ai suoi amici la verità, doveva confidarsi perché altrimenti non si sarebbe mai sentito libero. Però c’era sempre quella paura di apparire strano che lo bloccava. Quando era lì lì per aprire bocca e vuotare tutto, le labbra iniziavano a tremargli e subito cambiava dea. Ma in quel momento lo doveva proprio fare, se lo sentiva, era l’attimo giusto.
‘Ehy  ragazzi, vi devo dire una cosa.’ Incominciò a parlare e subito cinque paia di occhi puntarono su lui. ‘ E’ da parecchi anni che succede e un po’ me ne vergogno. Oggi quando eravamo in cortile e volevo andare in spiaggia, non era perché volevo fare una bagno, ma perché lì c’era mia mamma che…raccoglieva rifiuti.’ Tutti restarono a guardarlo impassibili, mentre dentro di sè si faceva sempre più piccolo fino a diventare un granello di sabbia. Finalmente dopo un po’ il silenzio fu rotto da Lesly.
‘Tutto qui?’
‘Oh, voi non potete immaginare dove può arrivare mia mamma! E’ un’ambientalista sfegatata e si crede SuperWoman  che deve salvare il pianeta! Nella mia città alcuni mi prendono in giro a causa sua e mi sono rotto le scatole di questa sua mania. Perchè non può avere un hobby normale come tutte le altre, tipo il giardinaggio?’
‘Anch’ io mi dovrei lamentare allora!’ Esclamò Niall sbuffando. ‘ Mia mamma è super protettiva e mi tratta perennemente con le sue cure. Non accetta il fatto che stia crescendo e così io mi sento bloccato sotto le sue ali.’
‘Magari mia mamma mi trattasse un po’ più da piccola! Si fa sempre problemi sul perché non vado in discoteca ogni sabato sera, sul perché non abbia un fidanzato o sia così timida. Lei mi vede già come una donna fatta che dovrebbe entrare in questo mondo, vuole che mi faccia mille amici anche se non saprò se mi potrò fidare di loro, che vivi completamente la mia età e che indossi abiti eleganti. Io e lei siamo due opposti!’ Commentò Lesly.
‘Magari smettesse di prestare attenzioni solo a te, così si interesserebbe di me!’ Sussurrò Harry quasi impercettibilmente, anche se tutti riuscirono a sentirlo. Lesly si voltò di scatto verso suo fratello appena capite quelle parole.  Aveva sentito bene? Non riusciva a credere a se stessa…davvero Harry era in piccola parte geloso di lei? Davvero quel ragazzo figo, attorniato da ragazze e amici, poteva invidiare qualche aspetto della sua vita considerata da tutti noiosa? Aveva scoperto il suo punto debole…
 
 
Harry non avrebbe mai voluto dire quell’ultima frase, ma purtroppo non si poteva tornare indietro. Era quella la verità: a volte si sentiva trascurato dai suoi genitori che riversavano domande a sua sorella mentre non degnavano minimamente lui. Credevano che la sua vita fosse uno sballo continuo, che fosse completamente felice e realizzato e che la loro presenza l’avrebbe infastidito. In realtà voleva solo essere considerato un figlio normale, non aveva mai pensato che anche a casa si seguissero le gerarchie sociali scolastiche, del tipo “Tu  sei figo e popolare, non oso parlarti, la tua vita dev’essere tutta rosa e fiori.”
Eh no, le gerarchie sociali reggevano solo fino ad un certo punto, poi entrava in gioco la vita, e nella vita i problemi c’erano anche per quelli fighi e popolari. E anche un ragazzo come lui poteva desiderare una conversazione amichevole con suo padre, per quanto poi potesse sfociare in argomenti noiosi del tipo “il lavoro extra scolastico”. E anche un ragazzo come lui poteva non essere la crudeltà fatta in persona. Certo, doveva ammetterlo, era sempre un po’ cattivo con sua sorella, ma non capiva perché, sapeva solo che gli veniva naturale.
Non si ricordava un bel momento passato insieme tra loro che risalisse a più di tre anni fa. Da quando era iniziata la scuola superiore s’erano divisi. Anche se erano nella stessa classe, perché gemelli, lui e Lesly non s’erano più parlati amichevolmente. Lei stava solo ed esclusivamente con Jakie, mentre lui con chiunque gli capitasse a tiro. Non si faceva problemi perché riusciva a far ridere e a piacere ad ogni persona. 



Spero davvero che questo  capitolo vi piaccia e che sopratutto non ci siano errori, perchè l'ho ricontrollato più volte e spero che questa sia la volta buona! Davvero mi devo ringraziare per la vostra gentilezza e le 20 recensioni al capitolo precedente, spero che tutte voi rimaniate fino alla fine! 
In questo capitolo si vede che Liam e Lesly fanno pace, poi si scopre il punto debole di Harry...Che dite, sono stata brava?
Poi, come dimenticarlo, oggi è uscito l'album nuovooooooo! Io amo tutte le canzoni, ma in particolare You and I e Don't forget where you belong. E voi? 
Ok, lasciatemi una vostra recensione.
Per ultima ma non ultima, ringrazio tantissimo Miss Cappuccino per il fantastico banner. 

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Capitolo 4
*** I muri crollano ***


                                      Image                                                                                and video hosting by TinyPic


Ok, tutti hanno fatto la propria confessione tranne me, pensò Louis iniziando ad agitarsi. Gli era venuto un improvviso prurito fastidioso dietro al collo. La realtà era che quell’inverno erano successe tante cose che avevano sconvolto completamente la sua vita, però non riusciva a parlarne se non con i suoi nonni. Era un tipo allegro, sempre pronto a ridere e non era portato per le cose tristi, le rigettava d’impulso. Cercava di evitarle e continuare a ridere come sempre.
Ma quell’inverno era stato indimenticabile e ancora non l’aveva superato. I ricordi erano vivi nella sua memoria, a volte troppo vivi per essere sopportati. Ricordava perfettamente quelle mattine di pioggia in cui lo svegliava la nonna per dirgli d’ andare a scuola e ricordava perfettamente i pomeriggi passati con suo nonno che cercava d’aiutarlo con i compiti. Odiava quei giorni così diversi da quelli dei suoi compagni di classe, odiava il silenzio che regnava dentro casa quando loro due uscivano per fare le loro commissioni. Ma la cosa che più ricordava intensamente, era quella sera di Dicembre, quando sua nonna l’aveva chiamato. Louis era comodamente sdraiato sul divano a guardare un film e mai, mai, si sarebbe aspettato una simile notizia. All’inizio gli era parso tutto inverosimile, poi aveva capito che non era uno scherzo e che ridere cercando di sdrammatizzare non sarebbe servito a nulla. Era scoppiato in lacrime, lì in mezzo al salotto, con il telefono poggiato sull’orecchio mentre singhiozzava tremolante e indifeso. Ricordava di essersi rifugiato sotto le coperte e di non aver avuto pace. La mattina dopo erano arrivati i suoi nonni a prenderlo con sé.
Lu scosse la testa, meglio non rivangare il passato ancora una volta. I muri crollano, figuriamoci lui che era una persona.
 
 
Quando tornarono a casa, lungo tutto il tragitto dalla spiaggia all’abitazione di Lesly e Harry, quest’ultimo non aprì bocca, cosa molto insolita per lui. Lesly moriva dalla voglia di chiedergli perché avesse detto quella frase e dopo un po’ si decise a parlare.
‘Ma Harry…davvero vorresti più attenzioni dai nostri genitori?’ Domandò con una leggera punta d’ironia nella voce e tanta paura di come avrebbe potuto reagire.
‘Ma dai!’ Esclamò lui allargano le braccia in modo teatrale. ‘Non hai neanche capito che stavo scherzando? Allora sei proprio scema!’ E fece una piccola risata. Eppure lei era convinta che non fosse realmente come diceva suo fratello, anzi: aveva paura perché aveva scoperto il suo punto debole e c’aveva rimesso la faccia. Sì, era così!
‘Allora, domani ci sarai alla festa di Louis, oppure farai la solita talpa solitaria?’ Chiese Harry cambiando argomento.
‘Ci sarò.’ Rispose Lesly con uno sguardo deciso e beffardo, poi aggiunse ‘ E mi metterò anche un bel vestito, voglio fare una buona impressione con i suoi genitori.’
‘Tu credi che ci saranno degli adulti?! Ah, ecco la mia solita sorella, quella mezza fuori di testa.’ Disse Harry a gran voce. A quelle parole, Lesly spalancò gli occhi, era sempre stata convinta del contrario. Solo allora si rese conto di quanto la sua idea di festa tranquilla tra un piccolo gruppetto d’amici intimi fosse irrealizzabile nella casa di uno come Louis. Era stata una sciocca a pensarlo, lo ammise lei stessa, e ancora più sciocca ad accettare di venire. La competizione con suo fratello la stava portando in alto mare. Eppure non poteva mollare a quel punto, quando stava quasi diventando come suo fratello. Di certo non voleva imitare il suo comportamento schifoso, desiderava solo essere per una volta come gli altri. Una di quelle che vanno alle feste, ballano come se fossero ubriache e si prendono a braccetto cantando “It’s a beautiful day.”
Si immaginò per qualche istante in quella situazione e subito la realtà le piombò ghiacciata in faccia: lei non era così, non lo sarebbe mai stata e sotto sotto non avrebbe mai desiderato esserlo.
Era così confusa: da una parte s’era lasciata influenzare da dei ragazzi appena conosciuti al campeggio e dall’altra voleva ancora tenere testa ai principi che l’accompagnavano da una vita.
‘Forse…’Tentennò. ‘Forse…’
‘Ecco, mi pareva. Già vuoi ritirarti, come al solito.’ Esclamò Harry con la solita aria di sfida.
‘Certo che no!’ Rispose allora d’impulso, pentendosene solo dopo. ‘Verrò, mi divertirò da matti e tu farai finta di non conoscermi, ok? Anzi, se inizi a non parlarmi da ora è ancora meglio.’ Sbottò Lesly velocizzando il passo e separandosi da suo fratello.
 
 
Tornati a casa, Lesly fu sepolta dalla marea di domande che le fece sua madre e suo padre, su come fosse andata la giornata, se avesse conosciuto gente nuova, se si trovasse bene in quel posto, se avesse scoperto dei bei luoghi in cui stare con gli amici…
Una tortura per quella povera ragazza che in cuor suo voleva solo chiudersi in camera, schiaffarsi alle orecchie due paia di cuffie ed entrare in un mondo parallelo con la musica.
Si sentiva letteralmente schiacciata dalle insistenze dei suoi genitori, sempre così persistenti e invadenti…
Ad Harry, al contrario, non fu rivolta nessuna domanda in particolare e questo lo fece imbestialire. Non ce la faceva più a vivere in quella famiglia schifosa, a volte l’odiava e invidiava tutti quei ragazzi i cui padri erano amorevoli e sempre presenti quando avevano dei problemi. Con lui non era così da un bel pezzo, da circa l’inizio delle superiori, quando aveva iniziato ad andare in giro con lo scooter e ad uscire con le ragazze.  Forse i suoi genitori non avevano accettato il cambiamento, ma che senso aveva smettere di pensare a lui? Viveva ancora dentro quella casa.
E la casa non dovrebbe essere un bel luogo, in cui tornare dopo una giornata schifosa, dopo una interrogazione finita male, una litigata con il tuo migliore amico o una pioggia improvvisa che ti ha sorpreso? Ecco, non era nulla di tutto questo per lui. Era solo un edificio anonimo con persone che conosceva da una vita, la sua famiglia appunto.
 
 
Per la festa, Lesly decise di mettersi un vestito rosso lungo fino alle ginocchia, una cintura marrone alla vita e comodi sandali color nocciola. Trucco leggero, giusto un filo di eyeliner e mascara.
Si guardò allo specchio e un attimo dopo scosse la testa, altro che bellezza! Era uno schifo, letteralmente. Corpo, pelle, capelli, occhi…tutto tremendamente sbagliato. Sono nata sbagliata, pensò socchiudendo le palpabre, non sopravviverò mai in questo mondo: sono destinata a perdere a restar sola, io non sono come loro, non mi sento parte del gruppo dell’umanità. Loro ridono, si piacciono, sanno sempre cosa dire e cosa fare, io invece non sono niente di tutto questo e sono sempre sola, arrabbiata, insicura. È come essere nati gazzelle nel territorio dei leoni, destinata a morire.
‘Ti muovi?’ Le urlò Harry dall’altra parte della porta. ‘Sto crepando mentre ti aspetto!’
‘Un attimo.’
‘Cosa? Ancora un attimo?’ Bussò ininterrottamente finchè non uscì dal bagno. I maschi proprio non avevano pazienza, pensò lei sbuffando. Schiavò la serratura ed uscì scocciata.
Lesly e Harry camminarono fianco a fianco fino alla casa di Louis, ma non potevano essere più distanti dentro. I loro passi erano felpati e lasciavano leggere impronte quando c’erano dei tratti con la sabbia. I capelli tagliavano l’aria come dei coltelli appuntiti. Le bocche leggermente serrate, come in uno sforzo. Alle 21:00 suonarono al campanello, si sentiva da lontano la musica alta, le persone che muovevano i bicchieri di vetro e che ridevano rumorosamente. Appena entrata, Lesly si trovò davanti una distesa di persone ammassate, con in mano almeno una bottiglia di birra e i sorrisi ammaglianti. L’aria sapeva di chiuso, evidentemente molto consumata, e galleggiavano delle bolle vicino al soffitto. I tavolini erano stati riempiti con bibite, snack e coriandoli. Tutto pareva eccessivo ai suoi occhi e subito la invalse un’ ondata di nausea: non sapeva come si sarebbe divertita in quel posto. Tutti erano accompagnati da degli amici, tutti avevano una persona con cui ridere di cose stupide e insensate, tranne lei. Lei non aveva nessuno lì. Si sentiva diversa, esclusa e osservata da mille occhi, anche se in realtà nessuno si stava preoccupando di guardarla. Si voltò e s’accorse che Harry se n’era già andato. Rifflettè un attimo sul da farsi, poi s’incamminò per le stanze, cercando di vedere se c’erano Louis, Liam, Zayn o Niall. Erano le uniche persone con cui aveva parlato e benché non le piacesse l’idea di parlare con loro per tutta la serata, doveva accontentasi. Girò per un po’, finchè non vide Zayn seduto su un divano che messaggiava.
‘Hey, ciao’ Lo salutò andando verso di lui.
‘Hey!’
‘Sai dove sono gli altri?’
‘In giro…io stavo parlando con Niall. Sai, sua mamma non l’ ha lasciato venire e perciò…volevo un po’ tirarlo su di morale. Ho provato a dirgli che non ci stavamo divertendo, ma tutte queste urla mi hanno smentito!’ Annuì. ‘Ora vado da Liam, mi accompagni?’ Si alzarono e Lesly sbuffò leggermente chiedendosi perché tra tutti aveva scelto proprio Liam. Sì, ora avevano fatto pace e lui era uno come tanti, eppure il solo pensiero di dovergli parlare la innervosiva. Non voleva farsi vedere in quello stato pietoso mentre era circondata da ragazze degne delle copertine di Vogue.
Raggiunsero Liam con facilità perché era in piedi in uno spazio poco circolato.
‘Lesly!’ La salutò appena la vide. ‘Sei venuta!’ Lei annuì senza pronunciare parola. ‘Come va?’
‘Bene.’
‘Vuoi ballare?’
A quella domanda trasalì: era una tremenda ballerina, per nulla aggraziata e senza uno straccio di coreografia in testa. Avrebbe fatto una figuraccia e non voleva di certo buttarsi.
‘No no. Sto bene così.’
‘Ok, se lo credi tu. Però ti avviso, io sono molto bravo e nasconderei i tuoi errori.’
‘La tua modestia mi commuove Liam.’ Risero e Lesly si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
‘Allora ci sediamo da qualche parte? Decidiamo cosa fare!’
‘Possiamo sederci.’ Confermò lei, sorpresa del fatto che volesse passare del tempo insieme. Intanto Zayn se n’era andato a salutare un altro ragazzo. C’era un divano infondo alla sala, era vuoto perché distante dal resto della festa. Si fermarono lì, con i bicchieri di coca in mano e tanta tensione da parte di Lesly. Non era mai stata da sola con un ragazzo, o almeno non seriamente. Aveva sempre cercato d’evitare momenti d’intimità con loro, così poteva essere sicura che non avrebbe fatto figuracce o che non sarebbe sembrata una sfigata.
‘Sembri tesa.’ Commentò all’istante Liam, leggendola nel pensiero. Ma come faceva quel ragazzo a capirla così bene, come se fosse l’altra metà del suo cervello? si chiese la ragazza.
‘Ho solo un po’ di mal di testa. Tutta questa musica e questo vociare mi fa confusione. Ma non è niente, tranquillo.’ Lo rassicurò stringendosi dentro di sé.
Restarono a parlare per molto tempo della famiglia, degli amici, dei cantanti…piano piano Lesly iniziò ad abituarsi e a prenderci pure gusto. Liam la guardava in un modo particolare, come se volesse assicurare che si trovava lì solo per lei e questo le provocò una reazione inaspettata: aveva i brividi alla schiena, soprattutto quando si avvicinava alla sua bocca. Il suo cuore si ribellava all’improvviso e iniziava a battere forte e inarrestabile.  In quei momenti si sentì in pace con se stessa, felice,  realizzata e allo stesso tempo stanca e senza forze. Non s’era mai sentita così e non riuscì a capire il perché di tutto quello.
‘Ti posso rivelare una cosa?’ Le chiese ad un certo punto lui, abbassando il tono della voce. Lesly annuì, non sapendo cosa aspettarsi. ‘ Non ne ho parlato molto con i ragazzi perché con loro è difficile discutere di queste cose serie, sai…noi scherziamo per la maggior parte e non ci facciamo grandi problemi. Comunque, ho bisogno di un consiglio e penso tu sia la persona adatta.’
‘Di cosa si tratta?’
‘Ecco, mio padre vuole iscrivermi all’università. Ma io non voglio continuare a studiare, non ne ho il tempo e la voglia. Preferirei cercare un lavoro e iniziare a mettere da parte dei soldi per comprare le cose che mi piacciono, per viaggiare, per auto sostenermi…Il punto è che non ho avuto il coraggio di dirglielo e deluderlo, così quando sono andato a fare il test d’ammissione, ho sbagliato la maggior parte delle risposte volontariamente per non essere preso. Pensavo che lui avrebbe cambiato idea, invece ora vuole che sostenga di nuovo quel test. Come posso fare?’
‘Puoi solo digli la verità.’
‘Ma non è per nulla semplice! Non sai quanto ci tenga mio padre, sono due anni che ripete che il destino ha in mente un grande futuro per me e che è molto orgoglioso. Vuole che  vada all’università perché lui non ha potuto studiare dopo i 16 anni, ai suoi tempi l’istruzione superiore era solo per i ricchi.’
‘Quindi desidera realizzare il suo sogno tramite te.’
‘Esatto, ma io ho sogni diversi!’
‘Per esempio?’ Chiese la ragazza curiosa di sapere se la pensavano allo stesso modo.
‘E’ una lunga storia, meglio non iniziare.’ Sussurrò lui abbassando la testa, così che Lesly restò molto delusa: evidentemente non si sentiva ancora pronto per aprirsi con lei.
Passarono i successivi minuti insieme, mentre sempre più gente arrivava e veniva a salutare Liam. Era molto conosciuto e popolare lì, questo era chiaro, però era strano il fatto che non lo desse a vedere. Non aveva un atteggiamento stupido, altezzoso o da “so tutto io”. Era impossibile, eppure le cose stavano così.
Lesly si sentì un po’ in imbarazzo perché pareva che tutti conoscessero tutti, tranne lei che era come un lupo solitario. Ma finchè Liam sarebbe restato al suo fianco, sarebbe andato tutto ok.
Purtroppo ad un certo punto alzarono ancora di più il volume della musica e siccome i  ragazzi erano sempre più stretti tra loro, le prese un gran mal di testa e fu costretta ad uscire. Le fece piacere il fatto che Liam si fosse offerto d’accompagnarla a casa, ma aveva rifiutato perché aveva un piccolo piano. Di certo quella festa non faceva per lei, ma non poteva tornare neppure a casa se voleva evitare le lamentele di sua mamma, così aveva deciso d’andare a trovare Niall, visto che non era potuto venire alla festa, lo voleva consolare. 


Eccomi qui bellezze.
Ho aggiornato dopo esattamente una settimana, piano piano sto migliorando...
All'inizio questo capitolo mi piaceva molto, ma oggi, quando l'ho riletto, ho scoperto di non esserne completamente soddisfatta.
Spero che invece a voi sia piaciuto, grazie per essere arrivate fino qui! 
In questo capitolo s' inizia a intravedere il problema di Lu, ho già dato parecchi indizzi perciò alcune potrebbero averlo capito.
Poi c'è la festa, Lesly che parla con Liam....che ve ne pare? Scrivetemi, vi prego, per me è importante. Vedo che piano piano le recensioni stanno calando e sinceramente mi dispiace molto, ma ringrazio di cuore le 17 che sono passate la volta precedente.  
Ringrazio anche un mondo per il banner 
MissCappuccino 


 

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