Dark and Light - Versione Corretta di Gaki (/viewuser.php?uid=20363)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Piuma e Un Litigio ***
Capitolo 2: *** Orgoglio e Pregiudizi ***
Capitolo 3: *** Ospiti Indesiderati ***
Capitolo 4: *** Battute e Risse ***
Capitolo 5: *** Operazioni, Scuse e Nuovi Arrivi ***
Capitolo 6: *** Confessioni (Parte 1) ***
Capitolo 7: *** Confessioni (Parte 2) ***
Capitolo 8: *** Frittelle in Piscina ***
Capitolo 9: *** Cupido Spia ***
Capitolo 10: *** Ultima Guarigione ***
Capitolo 11: *** La Promessa (Parte 1) ***
Capitolo 1 *** Una Piuma e Un Litigio ***
Nota di inizio Fic:
Allora, come già scritto nella descrizione, ho cancellato la
vecchia versione di questa storia e ho deciso di cambiarla, di togliere
eventi e fatti e di migliorarla sia dal punto di vista della trama che
dal punto di vista sintattito e grammaticale.
I primi capitoli sono più o meno simili (dal POV della trama
e dei titoli), mentre poco dopo prenderà completamente
un'altra svolta.
Mi dispiace aver fatto aspettare tanto a lungo chi prima mi commentava
sempre e spero di poterli ritrovare anche adesso. Mi raccomando,
mandatemi qualunque tipo di commento, critiche incluse, asta che siano
costruttive.! ^^
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO I
Una Piuma e un Litigio
(P.O.V. Esterno)
Silente camminava a passo serio e veloce lungo i corridoi cupi ed umidi
della prigione di Azkaban. Un Dissennatore gli faceva da guida, e al
suo passaggio tutti i criminali agonizzavano. Sembrava accorciare loro
la vita, anzi, gliela succhiava via.
La figura incappucciata lo guidò lungo la sezione dei
criminali pericolosi, fino a fermarsi davanti una cella vuota. Silente
scosse la testa, irritato.
"Ho chiesto di vedere Sean Tom Riddle" sibilò il Preside "So
perfettamente che la cella di Sirius Black è vuota" la
figura del Dissennatore si voltò verso di lui. Il mantello
celava il volto di quella ignobile creatura, tanto che Silente non potè vederne il viso.
Dopo interminabili secondi, il Dissennatore si voltò e andò avanti, verso la fine del corridoi.
A terra Silente potè intravedere il
ragazzo che vedeva come un figlio. Da ragazzo era dovuto diventare un uomo dentro una cella di Azkaban.
Aveva lunghi capelli neri, una maglietta stracciata e un pantalone, anch’esso stracciato. Ai
piedi, invece, non portava nulla. Appena il Dissennatore si
avvicinò, il corpo di Sean Riddle ebbe uno spasimo.
Quest’ultimo però continuò a dormire.
Dopo un cenno veloce il Dissennatore lasciò Silente
completamente da solo immerso nei lamenti dei carcerati e nei suoi stessi pensieri. Quando l’uomo si mosse nel sonno e si girò verso di lui, il cuore di Silente sobbalzò
nel suo petto.
Una smorfia di dolore appariva sul volto di Sean, chiaro come lo ricordava. Se pensava che aveva permesso tutto quello, stava male.
Mentre pensava gli occhi neri di Riddle si aprirono molto lentamente, fino a fissare quelli di Silente
"Preside…" mormorò solo l’uomo. Il vecchio mago si avvicinò, sfiorando con le lunghe dita le sbarre, gelide.
"Come mai è ancora qua?" domandò a bruciapelo
Silente. Sean non avrebbe dovuto pagare per gli errori commessi da altri.
"Mi dà del “lei”, preside?"
Sean gli diede la schiena, senza nemmeno degnarsi di rispondere
"Con me non funzionano questi trucchetti. Mi risponda signor Sean" pretese poi iniziando ad irritarsi. L’uomo non si mosse dalla sua posizione e si chiuse in un ostinato silenzio "Signor Sean, ha intenzione di farsi pregare come a scuola?" domando poi.
"Quello è un periodo morto, non me lo ricordi" mormorò piano il giovane prigioniero
"Uno dei suoi momenti più sfolgoranti, in effetti"
continuò Silente "Ma lei è sempre stato molto viziato signor Sean. Ora, dato che mi sembra sia maturato molto da allora, mi può dire perché non è evaso quando ne ha avuto la possibilità?"
Sean Riddle si sdraiò di schiena, fissando il soffitto buio,
umido e cupo, fatto di pietre che rendevano ancora più
angusta la temibile prigione di Azkaban. Poi, sulle sue labbra rosse e sottili, si dipinse un debole sorriso triste. Alzò le braccia al cielo e si fissò i palmi delle mani con sguardo vacuo
"Queste mani hanno ucciso e torturato…" iniziò a
bassa voce senza staccare lo sguardo dalle sue mani diafane "Mi merito questa prigione più di chiunque altro" concluse bruscamente dandogli la schiena
"Sa bene che fu obbligato" cercò di giustificarlo Silente
"No… non è vero…" sibilò voltandosi rabbiosamente verso il vecchio Preside "Io ho distrutto intere famiglie solo per una bugia"
"Vuole morire per caso?" la voce del Preside era seccata
Sean lo guardò. Mai in quattro anni di scuola aveva sentito
Silente parlare in toni così schietti e sbrigativi. Mai lo
aveva visto in apprensione e desideroso che qualcosa avvenisse come aveva programmato, come ora
"Voglio solo espiare" fu la semplice risposta che ricevette il preside, il quale rimase notevolmente stupito. Sapeva, aveva sempre saputo che sotto quella scorza dura, c’era una persona viva che provava sensazioni e sentimenti come tutti gli altri. Per questo, solo per questo importantissimo motivo, Silente aveva deciso di cambiare il corso degli eventi e il destino stesso. Ma non aveva contato
l’influenza del padre, il potere che aveva su quella giovane
mente desiderosa solo di sentire un complimento dall’unico
genitore che aveva. E come riceverli? Facendo qualunque cosa gli fosse stata ordinata. Voldemort aveva mentito al suo unico figlio, e questo non glielo avrebbe mai perdonato.
"Mi dia retta, la prego signor Sean. Ho un lavoro importantissimo per lei"
"Quando avrò voglia di venire verrò" fu la
sbrigativa risposta che ricevette dal detenuto mentre si alzava in piedi
"Cos…" l’uomo si voltò di scatto, fissandolo con un sorriso furbo
"Non pretenderà mica che io fugga da questa prigione in
silenzio vero?"
Sean non ricevette risposta. Silente se ne stava già
andando, sorridente. Si era dimenticato della cattiva influenza che i Malandrini avevano avuto su di lui.
5 giorni dopo…
Silente era pensieroso nel suo ufficio. Era stremato da tutto ciò che era successo nelle ultime ore nell’Ufficio
Misteri. Sapeva perfettamente che da lì a pochissimo tempo,
una bomba ad orologeria di nome Harry Potter non avrebbe più
retto tutto il dolore che la perdita di Sirius Black gli
aveva causato.
Il mago sapeva che era solo questione di tempo. Sarebbe stato più presente di un padre in quel momento, ma la sua mente era presa anche da altri pensieri. Il nome del suo secondo flusso di pensieri, era Sean Tom Riddle.
Era seduto accanto al Pensatoio, dove ben cinque giorni prima aveva riposto il suo incontro con il giovane carcerato. Come spesso succedeva negli ultimi anni fissava oltre la finestra, dove gli ultimi raggi del tramonto illuminavano debolmente il grande lago, facendolo risplendere, come specchi illuminati dalla luce.
Stava pensando ad Sean Kyosuke, quel geniale ragazzo che a solo 15 anni e mezzo aveva preso il diploma ad Hogwarts.
“Buon sangue non mente” fu il pensiero che
attraversò la mente del vecchio mago “Figlio delle
due menti più geniali dell’epoca!” un lampo di tristezza attraversò i suoi occhi , mentre ripensava alla piccola Liko Hitomi. All’epoca era una splendida ragazza, alta e slanciata, con una chioma rosso fuoco, i cui boccoli ricadevano sulle spalle minute di Cercatrice. Gli occhi azzurri della ragazza erano capaci dello sguardo più dolce, ma anche di quello più ghiacciato. Mai mettersi contro la sua furia, molti lo avevano scoperto a sue spese. E quei molti, dopo non avevano più voluto mettersi contro di lei. Era un bocciolo, esattamente come diceva il nome.
Difatti Liko in hawaiano, stava a significare proprio
“bocciolo”. Purtroppo per lei, non aveva mai avuto
la possibilità di fiorire appieno e di sfiorire dolcemente e
serenamente. Era scomparsa misteriosamente subito dopo la nascita di Sean.
Aveva dato alla luce Sean al San Mungo, un parto normale e un normale ricovero post – parto. Liko aveva subito abbracciato il fagotto che era suo figlio e si era addormentata con lui.
Almeno questo era quello che riferirono le infermiere quando il giorno dopo scoprirono il bimbo nella culla, una lettera aperta solo da Silente e il letto della paziente vuoto e rifatto.
Ripensò anche ad Sean Kyosuke, cognome fittizio che Silente
aveva deciso di dare al piccolo, appena arrivato a scuola, per non metterlo a disagio, farlo deridere e umiliare, isolare e tagliar fuori dalla vita di scuola.
Ma se qualcuno avesse saputo del loro incontro, anzi, se qualcuno fosse venuto a conoscenza del dialogo che si era svolto, di ciò che aveva istigato, e del suo perché, qualcuno gli avrebbe creduto?
Indifferentemente, avrebbero creduto sia a Silente che a Sean?
No, probabilmente a nessuno dei due. Anzi, Sean sarebbe stato condannato al Bacio dei Dissennatore e Silente non avrebbe potuto più fare nulla per fermare Voldemort.
Nessuno
E tutto sarebbe ricominciato da capo, Voldemort avrebbe ripreso potere, avrebbe seminato ancora il panico e il terrore.
Fra maghi e babbani. Avrebbe ripreso ad uccidere e a far del male solo per il puro gusto di farlo.
Poi sospirò. Lo sapeva quando aveva varcato la soglia di
Azkaban, lo sapeva quando aveva detto al Dissennatore che aveva sbagliato cella e lo sapeva meglio di sé stesso quando si era fermato davanti alla figura stracciata che un tempo era Sean Riddle.
Oh si!
Ma certamente che ne era a conoscenza. Però era andato
avanti, dritto lungo la sua strada, aveva sfrontatamente evitato consigli più saggi, ma nessuno era stato abbastanza
convincente da impedirgli di proseguire lungo la via.
Ostinatamente.
Perché?
Per il semplice motivo che quella era l’unica cosa che
Silente e l’Ordine della Fenice potessero fare per
contrastare quella macchina di morte e orrore chiamata
“Voldemort”
Ed erano in molti a saperlo, ma erano tanti anche quelli che chiudevano gli occhi, solo per il semplice fatto che era decisamente più comodo dare del “pazzo squilibrato con le
visioni” ad un ragazzo, piuttosto che alzare il fondoschiena
e mettersi a fare qualcosa di utile per qualcuno, anche solo per dimostrare che quelle erano davvero le visioni di un pazzo!
Silente era tutto perso nei suoi pensieri, quando la porta del suo ufficio si aprì rumorosamente, facendo entrare nella stanza una nuvola di fumo. Il preside riconobbe la voce di Minerva McGranitt che urlava a qualcuno di fermarsi
"Ma che scortesia" esclamò melliflua una voce roca che
Silente riconobbe subito "Io mi presento qui davanti ai vostri sublimi occhi professoressa McGranitt e voi mi lanciate uno Stupeficium?" la voce era quasi divertita, non c’era nessuna traccia di rabbia. Quello era solo un divertente passatempo prima di passare al lavoro. "Sono davvero molto offeso, mi creda"
A rincarare la dose, fu poi la presenza di Piton. Il fumo si era diramato e Silente osservò le tre persone che si trovavano sulla soglia del suo ufficio. Quella centrale, era di sicuro Sean Riddle, riconoscibile soprattutto per i suoi stracci logori che qualcuno avrebbe avuto difficoltà a definire “vestiti”, ma che lui portava con una classe e uno
stile indescrivibile.
Minerva non aveva nessuna ferita o segno di combattimento sul corpo, al contrario di Severus, al quale colava
sangue da una guancia e che si teneva con la mano libera un braccio, probabilmente ferito e sanguinante. Il preside aveva accuratamente valutato l’ipotesi di far rincontrare Severus con Sean, sapeva che i due potevano scoppiare come una bomba nucleare e fare più danni di Voldemort, ma dovevano rischiare e provare a collaborare, nonostante tutto l’odio che i due, anzi, nonostante l’immenso odio che Sean Tom Riddle, provava nei confronti di Severus Piton
"…incosciente" stava urlando nel frattempo la professoressa.
Era sollevata, la cosa era molto visibile, ma stava rimproverando Sean come quando aveva 14 anni e lo trattava molto di più alla stregua di un figlio che un pericoloso fuggitivo da Azkaban.
Piton dal canto suo era rimasto in silenzio e fissava in giro con sguardo perso l’ufficio del Preside. Con Sean adulto davanti a lui, tutto gli sembrava molto più sfocato e… soffuso. Anche la sua stessa percezione della realtà gli
sembrava molto più lontana, come se uno spinoso senso di
inadeguatezza e d’inquietudine gli avesse attanagliato il
cervello.
Con una voce che uscì in maniera quasi automatica
dalla gola, fissò con uno sguardo vuoto il suo ex allievo.
"La scuola non è ancora finita, potevi ferire qualche
studente, potevi fare del male a qualcuno che non c’entrava
niente. Per i corridoi c’è sempre qualche ragazzo.
Manca ancora un’ora alla di cena ma ti rendi conto? Sei
sempre il solito incosciente" Minerva aveva il fiato corto per la sfuriata di prima e fissava il suo collega con uno sguardo un po’ stupito.
Sean invece aveva assunto la tipica posa che assumeva davanti agli insegnanti quando veniva acchiappato. Aveva le braccia dietro la testa, con i lunghi e sporchi capelli neri che gli scivolavano davanti agli occhi neri come la pece. Le precedenti parole della professoressa gli scivolavano addosso come gocce d’acqua, mentre si era completamente irrigidito quando aveva sentito di nuovo la voce di
Piton.
Ma non fece nulla. Esattamente come 14 anni prima, Sean non si voltò indietro e rimase a fissare la donna avanti a lui. E rispose, come se Piton non avesse mai aperto bocca.
"Però non è successo niente, vero professoressa?"
"UN DUELLO CON UN INSEGNANTE PER TE E’ NIENTE?" esplose
furibonda la donna riferendosi sicuramente a Piton, il quale non sembrava particolarmente stupito dall’atteggiamento di Sean.
"Quello là non si è fatto nulla" sputò velenoso Sean lanciando un incenerante sguardo a Piton, che si limitava
a fissare ostinatamente altrove
"Non è quello il punto. Silente, si può sapere perché non lo hai avvisato che la scuola non è ancora finita?" domandò poi fissando il preside, come una moglie che fissa il marito, per farsi aiutare nello sgridare il figlio.
"Sono sicuro che il signor Riddle era perfettamente a conoscenza della data di chiusura di Hogwarts" mormorò Silente spostando lentamente lo sguardo su Sean "Mi sbaglio?" il giovane sorrise, lieto di sapere che quasi nulla era cambiato.
Come a scuola, tanti e tanti anni prima, la McGranitt che lo portava dal Preside, seguita da Piton, il responsabile della sua casa. Piton che, come sempre, faceva scena muta,
la prof. che si arrabbiava ogni volta e il preside che in pratica lo rimandava in camera senza alcuna punizione. L’aveva sempre scampata. Sempre.
"Silente…" la McGranitt sospirava in quel modo ogni volta.
Un sorriso triste solcò le labbra di Sean. Poi socchiuse gli
occhi.
“Uno stupido litigio” pensò poi l’uomo “Un’insignificante litigio mi ha fatto fare la cosa più ignobile del mondo”
A riportarlo nel mondo reale però fu un bussare alla porta.
Fu come una frustata sulla schiena di Sean e fece quello che aveva sempre fatto quando a scuola rischiava di essere sorpreso da Gazza.
Si trasfigurò in un oggetto. Nulla era più
semplice per lui. E lì dentro, chi si sarebbe stupito nel
trovare una semplice piuma d’oca?
"Avanti" disse Silente mentre la McGranitt si affrettava a raccogliere da terra la piuma d’oca.
Completamente nera e con leggere striature bianche al centro. Il preside fissava la penna fra le mani della professoressa mentre invitava Harry James Potter a sedersi sulla sedia. Fissò il volto del ragazzo, stranamente gli appariva fin troppo sereno. Come il sereno che preannuncia una tempesta.
"Allora noi andiamo Silente. Sistemeremo la nostra questione
più tardi" mormorò Minerva, incamminandosi verso
l’uscita.
"Si, d’accordo. Ah, Minerva…" chiamò
Silente mentre i due insegnanti se ne andavano. La donna si
voltò "La piuma d’oca… vorrei tenerla
qua sulla scrivania, dopo penso di doverla usare"
"Silente, io non credo che sia la cosa più saggia da
fare…"
Piton però non sembrava della sua stessa idea e
afferrò la piuma con una delicatezza che Harry non gli aveva
mai visto. Le dita del professore di Pozioni si strinsero lungo un bordo bianco e la sfilarono da quelle della McGranitt. Poi, la appoggiò sulla scrivania di Silente e lasciò la stanza.
E le spiegazioni a lungo rimandate di Silente.
Sean Tom Riddle rimase in silenzio per tutto il tempo. Solo alla fine della spiegazione di Silente, si permise di riacquistare la sua forma originale. Non gl’importava se Silente non voleva, non gl’importava se doveva spiegare tutto a quel ragazzino, ma non riusciva più a stare fermo ed immobile.
Harry sussultò sulla sedia, fissando la schiena di quel
ragazzo che stava sgarbatamente seduto a gambe incrociate sulla scrivania in mogano del Preside. Harry vide gli occhi di Silente chiudersi per un secondo, per poi riaprirsi. Il volto del mago gli sembrava che invecchiasse sempre di più ogni minuto che passava.
"…finalmente hai deciso di uscire allo scoperto" mormorò il Preside.
"Cosa…?" Harry non sapeva più che cosa dire o
pensare. Vedere quell’uomo all’improvviso gli aveva
confuso ancora di più le idee.
L’unica cosa che in
quel momento pensava, era che quello là aveva sentito tutto
quello che aveva rivelato, aveva sentito i suoi sentimenti e le sue emozioni, il suo dolore per la mancanza di Sirius. Gli sembrava che il suo dolore fosse stato completamente ignorato.
"Harry, lui è Sean" il Gryffindor non aveva staccato gli
occhi dalla schiena dell’uomo che non si prese la briga di
voltarsi "Sean, lui è Harry"
Sean si morse un labbro a sangue e si sforzava di nascondere le lacrime che scivolavano copiose lungo le sue guance
"Sirius…" mormorò Sean "Cosa significa che Sirius
Black è morto?" sibilò, fissando il Preside "Non
me lo ha detto che Sirius era morto, perchè?" la voce gli
usciva roca da una gola che non usava da molti anni. Poi
fissò il tappeto e si strofinò gli occhi.
Si alzò in piedi e iniziò a vagare per la stanza
Harry vide in quegli occhi neri come le tenebre più profonde
la disperazione più totale e l’angoscia di un uomo che aveva perso qualcuno a cui teneva molto.
“Perché?” si chiese. Sirius non gli
aveva mai parlato di lui e nemmeno Remus… se era una persona
così vicina a loro, come mai non aveva mai saputo nulla?
"Sean, non ne ho avuto il modo… per questo ho detto a
Minerva di lasciarti qua"
"RIMANE IL FATTO CHE SIRIUS BLACK E’ MORTO" urlò
Sean sbattendo a terra il primo oggetto che trovò su un
comodino al suo fianco.
"Sean…" ripetè con pazienza il mago "Ascoltami…"
"No" lo interruppe alzando un braccio "Io… sono passato da
casa di Sirius… e c’era solo l’elfo… insomma… era tutto in
ordine… ho pensato che fosse andato da qualche altra
parte…" smise di parlare, aveva il fiato corto e gli
bruciava la gola "Sirius…lui non…lui…non è…"
Sean si accasciò a terra a gambe incrociate, mentre il
Preside pensava. Era un uomo abbastanza maturo e intelligente per capire da solo la situazione e per analizzare gli eventi con la sua
testa.
L’uomo si coprì gli occhi nuovamente con le mani e
serrò le dita intorno alla sua testa e prese un profondo
respiro, alzandosi lentamente in piedi. Il preside posò una
mano sul suo braccio
"Tutto ok?" Sean riuscì solo ad annuire molto debolmente.
"C’è altro che devo sapere?" mormorò con un filo di voce
"No. Quello che dovevi sapere sull’Ufficio Misteri lo hai
saputo ora, mentre lo spiegavo ad Harry" e indicò nuovamente
il ragazzo, che sentì immediatamente lo sguardo
dell’uomo su di lui
"Harry Potter" mormorò poi mentre ricollegava le precedenti
presentazioni "Il figlio di Lily?" domandò alla fine, quasi
brusco
"Si, il figlio di Lily e di James" aggiunse Silente
Sean annuì, senza dire nulla. Aveva ancora gli occhi rossi e
le guance bagnate dalle lacrime, ma stava tornando lentamente sempre più serio, così come era abituato a vederlo Silente durante le lezioni. Anzi, più che serio, lo sguardo naturale di Sean era un misto tra sfrontatezza, superbia e divertimento.
"Posso sapere chi sei? Perché conosci Sirius e i miei
genitori?" il tono di Harry invece, li riscosse entrambi dal loro torpore e si faceva ogni parola sempre più tagliente
"Chi sono io e chi conosco non deve importarti, marmocchio" lo rimbeccò aspramente Sean poco incline a rinvagare il suo
passato.
"Non mi chiamare marmocchio" esplose Harry alzandosi in piedi come una
saetta. Sean lo fissò e Silente sospirò,
rassegnato. Conosceva quello sguardo, sguardo che preannunciava duelli, risse o peggio
"Io-ti-chiamo-come-mi-pare-e-piace-pidocchietto" sibilò Sean
andandogli avanti e spingendolo per la fronte.
Harry tirò fuori con prepotenza la sua bacchetta e
ciò fece alzare un sopracciglio a Sean, mentre apriva
lentamente la sua mano.
Un diabolico sorriso si distese lungo le labbra del fuggitivo
"Ok, fammi vedere quanto vali, moccioso"
Sean si risvegliò che era in infermeria. La riconobbe quasi
subito e si alzò lentamente a sedere. Sentì un
acuto dolore nell’incavo del gomito, quando cercò
di piegarlo per alzarsi a sedere. Si fissò il braccio e vide
una flebo. Sospirò, lasciandosi ricadere all’indietro, mentre un doloroso bernoccolo si stava formando
poco sopra la tempia destra. Dedusse che aveva perso i sensi
nell’ufficio di Silente (per la fame o per il duello?) e
cercò di ricordare che cosa diamine era successo.
Serrò gli occhi e sforzò le meningi. Si ricordava
di aver sfidato a duello Potter, subito dopo aver saputo della morte di Sirius. Si ricordava anche di quanti incantesimi il marmocchio conoscesse e si ricordava anche di aver pensato che la rabbia e la disperazione portano a fare cose inaspettate.
E inaspettato era stato infatti un pesante libro di Incantesimi & ControIncantesimi che era dolcemente piombato sulla sua testa. Si guardò intorno nuovamente. Era mattina e il sole non era poi così tanto basso nel cielo. Oltre a lui c’era altra gente sui lettini: vide dall’altro lato una vecchia che non conosceva in un letto, lontana dagli altri (avrebbe poi scoperto che quella vecchia era
la Umbridge), mentre sul suo lato si trovavano Harry, un ragazzino con i capelli rossi e un sacco di lentiggini con il comodino accanto pieno di cioccolatini e infine una ragazza con folti e crespi capelli color grano, con due o tre libri sul suo comodino.
Sebbene si sentisse ancora debole per reggersi in piedi (le forze gli erano tutte scivolate via dal corpo mentre era svenuto e non gli erano bastate 5 ore di sonno per riprendersi) decise che forse un piccolo giretto nella mente di Harry, non lo avrebbe di certo guastato.
Decisamente, Sean adorava l’Occlumanzia. Ghignando,
mormorò le parole dell’incantesimo e socchiuse gli
occhi.
Fine Capitolo I
Allora che ne dite? Aspetto tanti commenti! XDDD
Kiss Gaki
Ci vediamo al prossimo capitolo: Orgoglio e Pregiudizi
|
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Capitolo 2 *** Orgoglio e Pregiudizi ***
Ecco qua il secondo capitolo di questa matta storia! ^^
Non avete commentato però! T___T Vabè, sopravviverò anche a questo! (LOL) Spero però che le cose possano cambiare!
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO II
Imbrogli e Pregiudizi
Ad interrompere l’Occlumanzia, fu un urlo assordante che
molti studenti riconoscono immediatamente. I tre Gryffindor al fianco
di Sean, si svegliarono quasi di scatto e Sean si tappò
energicamente le orecchie, pregando che almeno questa volta la
professoressa McGranitt non c’è l’avesse
con lui. Le sue preghiere furono vane e si ritrovò con la
strega di fronte, veramente furiosa (più furiosa di quando,
al quinto anno, aveva trasformato una sua compagna di corso in
un’aragosta e stava per buttarla nel lago), decise che era
meglio riaffilare il suo cervello per cercare una scusa convincente.
Per qualunque cosa avesse combinato.
"KYOSUKE SEAN" esplose la donna "Posso sapere che cosa diamine ti
è passato per la testa nell’ufficio del Preside?"
"Prof. se mi dà tempo, posso spiegarle con parole molto
semplici ciò che è successo…"
"Non usare la tua maledetta dialettica perché con me con
attacca" lo interruppe furiosa la donna
"Io…t-temo di aver perso la testa" ammise fissando altro e
accantonando tutto il suo orgoglio di Slytherin.
"TEMI?" lo riprese la donna. Questa prese il braccio di Harry al suo
fianco e lo strattonò "Potevi ucciderlo!" e gli fece notare
le due costole incrinate, la spalla slogata, il taglio sulla guancia e
un profondo graffio sul fianco sinistro
"Ma se non si è fatto niente questo mocciosetto! Ha la
stessa tempra del padre" sperò che con quelle parole
riuscisse a placare l’ira della sua ex insegnante e
improvvisamente sembrò riuscirci. Sean tirò un
sospiro di sollievo. Sollievo che si tramutò in odio puro
quando in infermeria entrò Piton.
Con calma l’uomo si mise al fianco della professoressa. Sean
notò con un sadico piacere che Piton aveva il braccio destro
era tenuto da una fascia legata dietro al collo
"Vi lascio da soli. Silente vuole che parliate" la donna
fissò prima Piton e poi l’uomo "Parliate"
ripetè ancora una volta "Non che facciate rissa di strada
come due ragazzini delle elementari"
"Va bene" mormorò Sean, con un atteggiamento piuttosto vago.
Da Severus la McGranitt ottenne solo un mugolio di assenso.
Ciò parve bastargli e lasciò
l’infermeria, lanciando però un incantesimo di
sonno sui tre ragazzi che stavano osservando la scena
"Siamo da soli" iniziò Piton dopo un silenzio lungo quasi 5
minuti fissando la cartella medica di Sean, posata alla base del letto
"Potrei ucciderti" ringhiò aspro Sean scostando le coperte
con un calcio "Non mi ci vorrebbe molto, così come non mi ci
vorrebbe molto a nascondere il tuo corpo in mezzo alla Foresta, a pezzi
così piccoli che non ti ritroverebbe nemmeno Dio in persona!"
Piton non spostò il suo sguardo dalla cartella medica di
Sean. Sapeva che ne aveva il coraggio, il fegato. Sapeva anche che se
era veramente arrabbiato, lo avrebbe fatto senza un solo rimorso,
perché sapeva che aveva la crudeltà e la
spietatezza di uno Slytherin nei momenti che serviva.
"Lo so" ammise solo Piton
"E allora perché non sparisci da davanti i miei occhi e
torni nel tuo maledetto laboratorio, eh?" esclamò infine
alzandosi in piedi "Non hai fatto altro che tormentarmi, anche quando
ero ad Azkaban! Eri sempre là! Che cosa vuoi da me?"
"Silente vuole che parliamo"
"Non voglio parlarti" ringhiò Sean "Non voglio
più parlarti in vita mia"
"Sono qua per dirti…" come un bambino, Sean si
tappò le orecchie e serrò gli occhi. Si sedette a
gambe incrociate e gli diede la schiena. Piton lo fissò,
interrompendosi. Si comportava come a scuola. Come a scuola era
testardo, cocciuto e orgoglioso.
Intelligente, troppo forse per un ragazzino di 14 anni. Forse capiva
troppo per un ragazzo della sua età. Era diverso dagli altri
Slytherin, lui aveva un cuore e provava fiducia. Già,
provava fiducia in lui, nel suo insegnante di Difesa contro le Arti
Oscure e nel responsabile della sua casa di appartenenza. Ma sentitosi
tirato in causa, alla fine, dopo tutto ciò che avevano
condiviso, dopo tutto quello che c’era stato, Severus Piton
aveva deciso di levarsi quell’impiccio.
No…non è che considerava Sean Tom Riddle un
impiccio. Ha avuto solo paura. Si, ha avuto una maledetta paura di quel
nome che aleggiava dietro il sorriso di Sean, ha avuto paura di
ciò che sarebbe successo se non avesse obbedito a quello che
allora era il suo Signore Oscuro.
Sapeva di avere la responsabilità del futuro di Sean fra le
mani. Sapeva che con una sola parola o gesto poteva condannarlo. Oh si
che lo sapeva.
Sean era sempre stato chiaro sulla loro relazione. Lui era consapevole
che Piton era stato marchiato con il Marchio dei Mangiamorte e sapeva
anche che faceva il doppio – gioco per Silente. Per questo
aveva sempre espresso con la maggior chiarezza che possedeva quello in
cui erano implicati. E mai, proprio per quello, Sean si sarebbe
aspettato quel tradimento da parte di Piton.
Il professore fissò il ragazzo, perso nel suo ostinato
mutismo. Sospirò e lasciò stare. Ci avrebbe
pensato Silente, quando si sarebbe rimesso in forze a dirgli quello che
doveva. Diede le spalle all’uomo e lasciò
l’infermeria. Solo una lacrima scivolò lungo le
guance di Sean mentre l’incantesimo della McGranitt svaniva
sui ragazzi.
Ancora una volta, aveva deciso di non girarsi indietro, nonostante gli
errori commessi. Ancora una volta, preferiva dare retta al suo orgoglio
e non al suo cervello.
Ancora una volta, sbagliava.
Verso l’ora di pranzo, Madama Chips gli cambiò le
varie flebo e gli chiese come stava e se si sentisse già
meglio rispetto a quando era arrivato. Sean fu cordiale, come sempre e
rispose che ad Hogwarts si sentiva già meglio.
Quando gli portò il vassoio del pranzo Sean se lo
poggiò sulle ginocchia e fece apparire delle bacchette e
sentì il suo stomaco brontolare rumorosamente, ma nonostante
tutto, mangiò piuttosto svogliatamente. Aveva fame, ma non
riusciva a mangiare
Sean sentì il cibo scendergli forzatamente nella gola e dopo
qualche bacchettata sentì una fortissima nausea. Scese
velocemente dal letto per piegarsi poi sul lavandino del bagno,
rigettando quel poco riso che aveva mangiato
"Signor Sean, si sente bene?" domandò preoccupata Madama
Chips. Sean, bianco quanto un morto (più pallido di come lo
sia già normalmente), riuscì ad annuire, mentre
un secondo conato gl’impediva di parlare. "Se questo per lei
è sentirsi bene signor Sean, allora io sono un cadavere
ambulante" l’infermiera lo prese per le spalle e se lo fece
scivolare fra le braccia. Poi con un colpo di bacchetta lo fece
levitare e trasportare fino al letto, dove Sean continuò a
gemere dal dolore. Con una mano l’uomo si tolse dalla fronte
sudata i capelli sudici e tossì.
"Da domani signor Sean, ci penserò meglio prima di portargli
ciò che mi chiede" lo rimproverò la donna "Domani
solo un thè"
Sean provò a ribattere, ma la donna orma era già
andata via. Ignorò lo sguardo incuriosito dei ragazzi
ricoverati insieme a lui e, con un sospiro roco, gli diede le spalle,
si tirò la coperta fin sulle spalle, e si
addormentò.
Il giorno della fine di Hogwarts Sean si riprese, dopo ben 4 giorni di
sonno profondo e ristoratore. Mangiò molto più
del solito a colazione e a pranzo riuscì a fare perfino un
pasto completo.
Sean era intento a legarsi un paio di scarpe da ginnastica, seduto sul
lettino, quando un ragazzo lo raggiunse a grandi passi. Sean
alzò lo sguardo su di lui e lo fissò in volto.
Era piuttosto alto e aveva lunghi capelli biondi, quasi bianchi e due
occhi di un magnetico color grigio perla. Aveva la pelle molto bianca e
dei lineamenti forti.
"Sto cercando Harry Potter" domandò bruciapelo il giovane
"Sai dov’è finito?"
"E’ uscito 20 minuti fa" rispose a voce bassa Sean, tossendo
e finendo di legarsi la seconda scarpa
"Accidenti a quel Gryffindor" sibilò il biondo, scocciato
"Quando lo si cerca, non c’è mai" si
voltò per andarsene, quando sulla soglia
dell’infermeria comparve Harry
"Malfoy!" ringhiò questo di rimando, immediatamente sulla
difensiva "Che diamine ci fai qua?"
"Ora non posso nemmeno andare in infermeria in santa pace?"
replicò irritato il diretto interessato "E poi potrei
rivolgerti la stessa domanda. Che ci fai te qua?" continuò
fissandolo negli occhi verdi
"Sono qua perché Silente vuole parlare a Sean. Mi ha mandato
a chiamarlo" Draco alzò un sopracciglio e poi
fissò Sean che era sempre interessato alle sue scarpe, poco
voglioso di unirsi alla conversazione fra i due ragazzi. Infatti, senza
dire niente Sean si alzò in piedi e si sistemò i
vestiti che Silente gli aveva fatto mandare, (abiti babbani, ma
sicuramente più comodi degli stracci che indossava quando
stava ad Azkaban) e lasciò la stanza, ma senza farsi notare,
stava sorridendo
Nell’ufficio di Silente, Sean trovò la McGranitt,
Piton e Lupin. Quando riconobbe quest’ultimo,
l’unico dei suoi migliori amici rimasto in vita, Sean rimase
immobile sulla soglia dell’ufficio, vicino allo sgabello del
Cappello Parlante. Serrò una mano a pugno, mordendosi un
labbro
"Remus…" si avvicinò piano e riuscì
solo a stendere il braccio per una stretta di mano "Allora è
vero che i lupi mannari hanno una vita più lunga degli umani"
"Già… ma non credo che la dovrei considerare una
fortuna" sorrise, ma era un sorriso triste, come gli ultimi che aveva
visto sul viso di Sirius ad Azkaban "Ma comunque sono contento di
vedere che stai bene"
"Si, io…" Sean si sentì improvvisamente la gola
secca e fissò altrove "Anche io sono contento di vedere che
tu stai bene"
Silente si alzò in piedi e Sean fissò
immediatamente il Preside, ancora un po’ incredulo per la
vista di Remus. Non sapeva come spiegarselo, ma vederlo gli faceva
piacere. Nessuno lo avrebbe mai detto, ma Sirius i primi anni di
carcere continuava a parlare di tutto quello che i Malandrini avevano
combinato. Forse erano stati proprio quei ricordi a dargli la forza di
trasformarsi e di scappare via. Sean si chiese cosa sarebbe cambiato se
lui l’avesse seguito. Forse ora sarebbe vivo, forse no.
L’uomo si disse di non fare inutili congetture mentali. Ormai
era inutile.
"Signor Riddle" iniziò Silente. Un brivido percorse la sala
"Sa perché, una settimana fa, le ho chiesto di evadere da
Azkaban?"
"Sinceramente no!" rispose l’interpellato "Ma…ho
l’ardire di intuirlo…"
"Senza giri di parole per favore signor Riddle!" lo riprese la
McGranitt sbrigativa. Sean sospirò e con un gesto elegante
della mano si tirò indietro la frangia che gli copriva gli
occhi neri.
"Riguarda Potter se non sbaglio. E…ovviamente riguarda anche
Voldemort" fissò Silente "Sbaglio?"
"Come al solito, no signor Riddle. Lei dovrà diventare la
guardia del corpo di Harry Potter. Proteggerlo dall’ira
omicida di Voldemort, evitando…"
"…una morte prematura, dolorosa e lenta del piccolo, caro,
innocente ed ingenuo Potter?" domandò poi ironico fissando
negli occhi il Preside. Questo accennò un debole sorriso di
difficile interpretazione e annuì
"Io lo avrei spiegato con termini meno coloriti, però il
significato è quello, si!"
"Ah!" rise Lupin cercando di smorzare la tensione "Pur di dir qualcosa
di male su un Gryffindor, venderesti l’anima al diavolo!"
"E’ probabile…" commentò serio
"Comunque, io non ho nessuna voglia di fare da balia ad un moccioso
arrogante, testardo, sfacciato e orgoglioso"
"Credo fermamente che lei sia una delle poche persone che possa
difenderlo dagli altri Mangiamorte. Lei ha una conoscenza molto vasta
di incantesimi e…"
"C’è Remus… Lui è di sicuro
più adatto di me a fare da balia ad un marmocchio"
"Io sono già occupato con gli altri lupi" nonostante tutto,
Remus sorrideva sollevato "Mi dispiace" concluse
"Ti dispiace un corno" sibilò pianissimo Sean
"La prego signor Riddle. L’ho chiamata perché mi
fido ciecamente di lei"
Sean sospirò e incrociò senza volerlo lo sguardo
di Piton
"… va bene… se proprio devo…"
mormorò fissando il tappeto "Non ne ho molta voglia, ma se
proprio devo farò il possibile" sospirò
"La ringrazio signor Riddle. Ora può andare" Sean non
rispose ma brontolando come una pentola a vapore, lasciò la
stanza.
Sean sempre brontolando e borbottando, si era ritrovato davanti alla
Stanza delle Necessità, quella stessa stanza dove, da
bambino, si rifugiava per pensare. Ora questa aveva le sembianze di un
grande salotto, molto accogliente e caldo. In un lato c’era
un camino acceso che mandava un piacevole calore che
riscaldò le ossa fredde del prigioniero. Davanti a questo,
un divano con accanto un tavolino con del whisky e del sakè
di prima scelta. Tutte e tre le pareti erano tappezzate di libri,
così tanti libri da far invidia alla biblioteca di Hogwarts.
Su uno dei tre lati c’era una scrivania in mogano scuro, con
sopra una piuma, inchiostro, quaderni e una luce da scrivania. Sean
sapeva perfettamente che dentro uno dei cassetti, avrebbe trovato della
vodka.
L’uomo si chiuse la porta alle spalle e si sdraiò
a fissare il soffitto. Afferrò con una mano la bottiglia di
sakè e iniziò a bere dalla bottiglia. Erano anni
che il suo stomaco vuoto non beveva altro che acqua e il liquore gli
bruciò violentemente la gola e lo stomaco stesso. Subito
l’alcolico gli andò alla testa, facendogli vedere
tutto sfocato, ma non smise di bere. Sospirò pesantemente,
bevve altri due lunghi sorsi di sakè e si
addormentò sul colpo, arrabbiato perché ormai
aveva dato la sua parola di proteggere il marmocchio.
Che era un Gryffindor.
Che era il figlio di Lily e di James.
Che era l’obiettivo di suo padre.
Fine Cap. II
Allora, che ne dite? Vi piace? Non vi piace? Ammettetelo, odiate a morte Blaise (Lake, questo è per te!^^) e non volete dirmelo!!
Qualunque cosa vi passi per la testa, ditemelo!!!!!!!
Ci vediamo al prossimo capitolo: Ospiti Indesiderati |
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Capitolo 3 *** Ospiti Indesiderati ***
Allora ecco qua il terzo capitolo! Spero che i primi due vi siano
piaciuti. Già da qua si vedono dei cambiamenti, forse non
troppo evidenti, ma ci sono!!! XDDDD
Volevo ringraziare tantissimo Antote che ha commentato il capitolo
precedente!!
Antote = Anche io ho iniziato lentamente ad odiare il 7°
libro... boh, mi ha appassionato meno degli altri! Ma tanto per questa
storia non serve saperlo, quindi è ininfluente! ^^ Per
rispondere alla tua domanda (che comunque si sarebbe letto qualche
capitolo più avanti, ma spoilerizzo un pò!)
nessuno degli studenti è a conoscenza della vera
identità di Sean, tant'è che tutti gli adulti se
lo chiamano per cognome, lo chiamano Kyosuke! Però
perchè Sean odia Piton, non posso dirtelo, mi dispiace! ^^
Se Harry muore non lo so... XD XD XD Dipende da come è il
mio umore al momento! Dai, spero che continuerai a commentare questa
pazzia e a leggerlo! Spero di coinvolgerti abbastanza! -.^ Al prossimo
chap!
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO III
Ospiti Indesiderati
Sean si risvegliò dopo un periodo di tempo che non
riuscì a decifrare. Sentiva solo un’altra presenza
oltre a lui nella stanza. La testa gli girava pericolosamente, ma
riuscì a mettersi a sedere. Solo in quel momento Sean vide
una poltrona accanto al divano e sopra di questa vide Piton che leggeva
un libro di Pozioni
"TU!" esclamò furioso Sean alzandosi di scatto in piedi,
mentre il giramento di testa spariva così come era arrivato
"Che ci fai qua dentro?" domandò indietreggiando di qualche
passo.
"Sono venuto a cercarti per ordine di Silente" ripetè
Severus "Vuole parlarti della tua missione di proteggere Potter"
"Ne ho discusso abbastanza" ringhiò Sean
"Oh si" lo schernì il professore alzandosi in piedi e
fissandolo con gli occhi scuri gelidi "Lui te lo ha ordinato e tu hai
obbedito. Ma c’è dell’altro!"
"Che cosa mi devi dire?" sibilò ancora Sean
"La verità riguardo il tuo incarico di proteggere
è un’altra" incominciò Severus "Per
quello che può importarti, può essere molto
più difficile" un sorriso s’increspò
sulle sue labbra "Dato il tuo caratteraccio, mi sembra ovvio"
Sean non replicò e ascoltò silenziosamente tutto
quello che Severus Piton aveva da dirgli e mentre l’altro
parlava, sgranò gli occhi e maledisse Voldemort, Harry
Potter e tutti i Mangiamorte.
Harry, Ron ed Hermione scesero alla stazione di King’s Cross
a Londra. Al contrario delle altre volte il viaggio era stato
demoralizzante e avvilente. L’unica cosa positiva, era data
dal fatto che Malfoy non si era fatto vivo per tutta la durata del
viaggio. Era stata una fortuna, perché nessuno del trio era
dell’umore adatto per sopportarlo. Quando scesero
però lo scenario era sempre lo stesso o, meglio, quasi.
Questa volta non erano presenti i fratelli maggiori di Ron (Bill e
Charlie) e nemmeno i gemelli, che avevano dato forfait con la Umbridge
e avevano trovato un negozio per avviare le loro attività.
Dei Wesley erano presenti solo Molly e Arthur. Invece i genitori di
Hermione erano presenti entrambi e, ovviamente, non erano stati messi
al corrente di nessun fatto riguardante l’Ordine della Fenice
o simili.
Erano babbani e come tali dovevano rimanere all’oscuro di
tutto quanto. Erano più soggetti alle torture dei
Mangiamorte, dato che non avevano nulla di magico per difendersi. I
quattro adulti erano raggruppati vicino ad una colonna di ferro e
discutevano come sempre di tutti gli oggetti babbani che attiravano
spesso l’attenzione del signor Wesley.
Lontano dai quattro adulti invece, stavano i Dursley. Petunia, Vernon e
in mezzo a loro due si trovava Dudley, che sembrava sempre
più grasso e irritante. Harry socchiuse gli occhi e
sospirò profondamente, cercando di convincersi che Silente
sarebbe arrivato presto a portarlo via da là.
Ma nonostante tutto anche il passare pochi giorni di nuovo rinchiuso
dentro quella gabbia, lo nauseava. Il non avere più Sirius
lo rendeva ancora più avvilito. Scosse la testa cercando di
scacciare quei pensi dalla sua testa, ma non ci riuscì,
così come non ci era riuscito durante tutto quanto il
viaggio. Alzò nuovamente la testa, salutò i due
amici promettendogli che si sarebbero visti presto e poi, raggiunse i
Dursley.
Due settimane dopo il suo arrivo a Privet Drive n. 4 Harry era
abbastanza allegro. Già, quel giorno Silente sarebbe venuto
a prenderlo e a portarlo via da là. Si alzò di
scatto dal letto quando sentì suonare il campanello.
Scese di corsa le scale, senza nemmeno sistemarsi gli abiti
stropicciati e disordinati che aveva addosso. Tanto Silente mica badava
a queste cose. Fu il primo ad arrivare alla porta (Dudley fu
stranamente il secondo) e l’aprì senza nemmeno
guardare chi fosse. Proprio per questo, quando si ritrovò
davanti Sean Kyosuke, Harry si sentì cascare le braccia a
terra.
"Sean?" mormorò incerto Harry.
"Esatto marmocchio" rispose l’altro togliendosi gli occhiali
e mettendoseli in tasca
"Non chiamarmi “marmocchio”" ringhiò lui
mentre zio Vernon arrivava urlando
"Si si, come vuoi marmocchio" e lo scansò con una spinta.
Poi chiuse la porta alle sue spalle e si frappose fra Harry e Vernon
"Sono venuto a prendere Harry per portarlo via" spiegò senza
troppe cerimonie
"E dove lo vorresti portare?" domandò Petunia
intromettendosi nella situazione
"Nella mia villa. Vi passerà il resto dell’estate,
con i suoi amici. Da lì poi partirà per il sesto
anno di Hogwarts" rispose "In fondo dovresti essere contenta di questa
situazione, no Petunia?"
Vernon sussultò, improvvisamente paonazzo in volto
"Chi sei?" ringhiò l’uomo prendendolo per il
colletto della maglia, furioso "Come fai a conoscere il nome di mia
moglie?" Sean emise un verso facilmente scambiabile per una risatina
"Io e Petunia ci conosciamo da anni" rispose liberandosi "Ero molto
amico di Lily, la sua adorabile sorellina minore. Ma non mi ha mai
visto di buon’occhio, forse perché sono un mago
anche io…" alzò le spalle
"Mi avevano detto che eri morto" sibilò con noncuranza la
donna fissandolo in volto
"Ti hanno detto male" fu la gelida risposta che l’uomo gli
diede "Non sono stato reperibile per anni, ma non sono morto" poi
fissò Harry "Fatto il tuo baule, marmocchio?"
Harry non perse tempo a replicare. Tornò velocemente nella
sua stanza. Per quanto quello gli risultasse antipatico, non poteva
farsi scappare un’occasione simile. Voltargli le spalle
significava dover rimanere dai Dursley tutta l’estate.
In camera afferrò tutte le cose che vedeva a colpo
d’occhio, prese i libri e li gettò nel baule, cosa
che accadde anche agli indumenti per Hogwarts. Aprì la
finestra della sua camera e fece volare via Edwidge, dicendogli di
raggiungerlo dove erano i Wesley. Chiuse con un lucchetto il suo baule
e iniziò a trascinarselo giù per le scale. Ma a
metà scalinata, Harry si fermò, vedendo Sean e
sua zia che sibilavano a voce bassissima. Sembravano piuttosto furiosi
l’uno con l’altro.
"…io ho le mie colpe Petunia, ma tu ne hai molte di
più nei confronti di quel moccioso" ringhiò Sean
"Io non ho colpa"
"Si invece. Si… hai avuto la faccia tosta di…"
improvvisamente Petunia spostò il suo sguardo e
fissò Harry, spaventata. Sean sospirò
profondamente e la imitò, irritato. Poi, tornò a
guardare Petunia "Questa cosa non finisce qua Petunia"
Sean prese Harry per un braccio e lo strattonò fuori casa.
Lo spinse in una semplice macchina nera e nel bagagliaio apparve il
baule di Harry. Senza dire una parola il fuggitivo accese la radio e
partì via, sgommando
Al contrario di quello che si era aspettato, Sean guidava veramente la
macchina e non aveva la più remota idea di sparire e di
apparire a destinazione.
Lasciò Privet Drive con andatura normale e prese la statale
che lo avrebbe portata all’autostrada. La casa di Sean Tom
Riddle era persa nella campagna, a circa 55 Km da Londra.
Per tutto il tempo non si rivolsero parola. Solo quando la voce
automatica del GPS satellitare avvertì Sean che mancavano
ancora 2.5 Km a destinazione, Harry fissò Sean
"Dov’è Silente?" domandò con voce piatta
"Via" rispose senza specificare l’uomo
"“Via” dove?" insistette il moro
"Non sono affari che possono riguardarti!" replicò
indifferente Sean
"Silente mi aveva promesso che mi avrebbe portato via da lì"
esclamò a voce alta fissandolo
"Io che cosa ho fatto?" domandò tagliente Sean "Non mi
sembra ti averti lasciato in quella prigione per tutto il resto
dell’estate"
"Dov’è Silente?" domandò ancora,
irritato
"Via" fu la schietta risposta che ricevette "Queste non sono cose che
possono interessare la tua giovane testolina!" concluse mentre Harry
apriva bocca
"Voldemort sta…" esplose Harry furioso
"So bene che cosa vuole fare Voldemort!" lo sovrastò il
più grande "Non ho bisogno delle tue lezioni sulla vita"
"Io stavo solo…"
"Voldemort non è un argomento di tua competenza, hai
capito?" lo scatto d’ira spaventò Harry, ma
testardamente continuò a fissarlo negli occhi.
"Voldemort ha ucciso i miei genitori!" urlò Harry "Ho tutto
il diritto di
occuparmi della faccenda"
L’uomo si fermò davanti al vialetto, spegnendo la
macchina.
"Silente ha deciso così!" sibilò Sean
afferrandolo per il colletto "E tu, non farai nulla che lo possa
mettere ancora di più nei guai. Hai capito? Lo è
già abbastanza grazie alle tue bravate" la replica di Harry
fu interrotta dalle grida di Hermione e di Ron che correvano sul
selciato verso di lui. Sean non aggiunse altro e lasciò la
macchina.
Irritato, ma deciso a non rovinarsi le vacanze, Harry gettò
finalmente uno sguardo alla casa dove lo aveva portato.
L’immensa villa in stile vittoriano si stagliava davanti a
lui. Mai in vita sua Harry aveva visto una casa così grande.
Dimenticandosi di Sean, Harry fu trascinato all’interno della
casa, mentre i due gli facevano fare un giro turistico
dell’immensa abitazione.
Sean non pranzò e non cenò mai con loro. Spariva
all’inizio dei pasti con un vassoio, affermando di voler
mangiare in camera da solo e riappariva alla fine di questi, riportando
a Molly Wesley un vassoio con i piatti completamente vuoti,
completamente spazzolati
"Tutto ok?" gli chiedeva lei ogni volta
"Si" era la sua sistematicamente risposta.
Molly annuiva, prendeva i piatti sporchi e li metteva a lavare insieme
agli altri. Una sera Harry era rimasto in camera sua a studiare,
decidendo di ritardare di qualche minuto la sua cena per arrivare alla
fine della frase del tema che stava scrivendo.
Quando uscì dalla stanza, Harry sentì i passi di
qualcuno lungo le scale. Si nascose dietro la porta della sua camera e
dal buco della serratura, intravide la figura di Sean.
Harry si acquattò ancora di più
nell’ombra dietro la sua porta domandandosi che diamine ci
facesse là Sean, dato che la sua stanza era dalla parte
opposta della villa. Il giovane lo vide aprire la porta di fronte a
lui, quella che era sempre chiusa a chiave. Curioso di sapere che cosa
ci fosse là dietro, aspettò che Sean si chiudesse
la porta alle spalle per uscire dalla sua stanza. Sicuro che non
potesse sentirlo, Harry decide di usare le Orecchie Oblunghe dei
gemelli Wesley.
"Tutto ok?" domandò la voce adulta di Sean. Gli rispose un
mugolio e poi uno sbadiglio, quello di chi si era fatto una dormita
pomeridiana "Non vorrei che ti prendesse una ricaduta come quella della
settimana scorsa" continuò Sean, mentre il rumore del
vassoio posato sul tavolo assordava Harry "Dovresti cercare di dormire
di meno, lo sai che è pericoloso" concluse
"Sto bene…" mugolò una voce che Harry non
riconobbe
"Si, certo. Ma comunque dovresti anche prendere le pasticche che ti
hanno prescritto…" mormorò l’uomo "Se
non le prendi sarà un disastro"
"Più disastro di quello che sono già?" una
risatina, seguita da un colpo di tosse
"Certamente, idiota…" la voce secca di Sean quasi si
addolcì "Vuoi morire per caso?"
All’improvviso altri passi veloci salirono le scale. Harry si
affrettò e buttare le Orecchie dei gemelli dentro il baule e
a sedersi alla scrivania. Ron aprì la porta
"Ehi amico… muoviti! A mia madre gli viene
l’attacco d’ansia se non ti vede, lo sai"
"Si" ancora agitato per la scoperta, lasciò la piuma
d’oca sul tema e lasciò la stanza, non senza
gettare un’ultima occhiata alla porta chiusa.
Con sua grande sorpresa vi trovò Piton
"P-Professore!" esclamò senza fiato
"Ci onori della tua presenza, Potter?" ad Harry sembrava più
irritato del solito
"Io…mi dispiace per il ritardo, stavo finendo un tema" e si
sedette fra Ron ed Hermione. A spizzichi e bocconi gli
spiegò tutto quello che aveva visto e udito, beandosi del
frastuono che c’era in cucina.
La porta della cucina si aprì proprio mentre Hermione faceva
congetture sulla persona misteriosa. Sean entrò nella sala,
come al solito per posare il vassoio vuoto e fissò stupito
il professore seduto al tavolo. Con un gesto sgraziato posò
il vassoio vuoto sul tavolo, bevendo un bicchiere di vino, ma fra i due
non ci fu nessuno scambio di battute
"Tutto ok?" domandò Molly Wesley cercando di spezzare la
tensione che si era creata nella stanza
"Si"
"Se ha…hai bisogno di qualcosa, lo sai che mi puoi chiedere
tutto?"
Sean annuì, diventando quasi cupo
"Si. Ma posso cavarmela anche da solo. Grazie" e sparì
nuovamente
Mancavano ancora due mesi esatti al rientro ad Hogwarts ed i compiti
per le vacanze del sesto anno arrivavano fin sopra i capelli dei
Gryffindor. Perfino Hermione riponeva i libri sempre più
presto, senza passarci più le nottate sopra. Ron si stava
accorgendo di lei. Era diventata una ragazza abbastanza alta per la sua
età, aveva preso l’abitudine di lisciarsi ogni
sera i suoi capelli ricci e si truccava con mano leggera ogni mattina.
Aveva molta più cura del suo corpo, (difatti andava
abitualmente in palestra) e anche del proprio guardaroba. Quasi ogni
giorno indossava delle gonne a pieghe, somiglianti a quelle della
divisa, ma ognuna era di un colore sgargiante e diverso.
I top estivi che indossava faceva voltare verso di lei quasi ogni
ragazzo che passava per la strada, quando andavano in giro per la
piccola cittadina vicino alla villa. Hermione era molto lusingata del
fatto che piaceva a molti ragazzi, ma era anche molto triste.
L’unica persona che avrebbe voluto che gli tirasse un fischio
quando passava in short e top per le strade, non la degnava nemmeno di
uno sguardo.
Dal canto suo, perfino Ron si stava dimostrando un bel ragazzo. Aveva i
capelli sempre corti, le lentiggini che gli coprivano il volto con
l’estate si andavano schiarendo, mentre era diventato
piuttosto muscoloso.
Seguiva Harry ed Hermione in palestra, sotto la costante guardia di
Sean. Ron non sapeva se quella che attanagliava il suo stomaco ogni
volta che un ragazzo fischiava al passaggio di Hermione, fosse gelosia,
rabbia oppure disgusto. Era un misto che non riusciva a decifrare e
aveva paura che, parlandone a qualcuno, qualcuno come Harry, venisse
deriso.
Erano dopotutto cinque anni e mezzo che conosceva Hermione ed era da
stupidi accorgersi della sua bellezza solo ora. Sapeva bene come
avrebbe reagito Harry. O gli avrebbe riso in faccia, oppure lo avrebbe
esortato a buttarsi per vedere che cosa provava realmente. Ronald
Wesley non aveva voglia di fare nessuna delle due cose.
Harry invece era diventato l’idolo di tutte le ragazzine
babbane che vivevano nella cittadina vicina. Non per la sua cicatrice,
non per il fatto di essere sopravvissuto all’ira di Voldemort
per più di una volta, ma per il semplice fatto che era
diventato, fisicamente, quasi un uomo.
I capelli corti e disordinati, erano diventati lunghi fino alle spalle
e un po’ meno ribelli del normale. La pelle nerissima, resa
scura dalle molte ore passate sul bordo della piscina di Sean a
studiare, risaltava gli smeraldi verdi che aveva al posto degli occhi.
La palestra gli rassodava i muscoli guadagnati negli allenamenti di
Quidditch e con i soldi che aveva in banca aveva riformato
l’intero guardaroba, buttando tutti gli indumenti smessi di
Dudley.
In quel momento i tre Gryffindor erano sdraiati sopra una sdraio in
cortile a prendere il sole. Erano appena usciti dalla piscina e
volevano scurirsi ancora un po’ prima di rinchiudersi nel
sotterraneo a fare le pozioni di Piton.
Fine Capitolo III
Ecco qua il terzo capitolo! Ringrazio chi commenterà e chi
legge soltanto!!!
Ci vediamo al prossimo capitolo: Battute e Risse
Kiss Gaki!
|
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Capitolo 4 *** Battute e Risse ***
Allora, eccoci qua con il quarto capitolo (e voi direte, chissenefrega
XD). Che succede? Non me lo ricordo perfettamente nemmeno io se la cosa
può farvi sollevare di almeno un pò il morale!!!
Ok, adesso basta e passo a ringraziare le persone che leggono senza
commentare e, specialmente, Antote, che anche nel cap precedente mi ha
lasciato un commento.
Antote =
LOOL mi dispiace, ma l'omino misterioso rimarrà off limits
fino alla sua scoperta... cioè fra poco!
X°°D Temo che tu abbia ragione, se non avessi
già scritto il loro arrivo ad Hogwarts, penserei anche io
che si salterebbero alla gola fra nemmeno un secondo! Guarda, sono
pronta a scommetere che se Harry scopre il -piccolo segreto-,
andrà fuori di matto, come è solito fare lui!
Povero Harry! Come lo maltratto al poverino!!! La Umbridge si nomina
appena nei capitoli vecchi, ma poi non se ne sa più
nulla!!!!! Meno male, fuori una!!!!
Spero che ti piaccia anche questo capitolo! Fammi sapere tutto quello
che ti passa per la mente! Attendo con ansia e con piacere!
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO IV
Battute e Risse
Sean Riddle, invece, si trovava di nuovo nella stanza del misterioso
ospite, il cui nome era conosciuto solo dagli adulti. Era molto
preoccupato, perché da tre giorni il giovane aveva la febbre
alta. Non poteva portarlo in nessun ospedale (magico o babbano che
fosse), sia perché il giovane era ancora ricercato, sia
perché, in fondo, non avrebbero potuto fare nulla per
aiutarlo. Quindi si sarebbero dovuti accontentare di quello che era
nelle sue capacità.
L’uomo cambiò ancora una volta la pezza di acqua
gelida sulla fronte del ragazzo e da sotto la maglietta gli tolse il
termometro. Sean sospirò pesantemente. La situazione
rimaneva invariata: 39.5°C
Si appoggiò allo schienale della sedia e fissò,
senza realmente vederlo, il quadro sopra il letto del giovane. Era da
escludere una maledizione che lui e Piton non avessero già
guarito ed era anche da escludere che qualche Mangiamorte si fosse
Materializzato là dentro, maledire ancora il ragazzo e poi
andarsene senza che nessuno di loro se ne accorgesse.
Sospirando pesantemente Sean si alzò e lasciò la
stanza, dirigendosi in biblioteca, deciso a frugare in tutti i libri
che aveva pur di riuscire a capire che cosa stava uccidendo il giovane
sotto i suoi occhi. Nel salotto incontrò i gemelli Wesley,
che progettavano la sistemazione dei mobili del loro negozio di
scherzi. Gli si avvicinò e gli ordinò di fare la
guardia al ragazzo ammalato. Loro sorrisero un po’
preoccupati e si diressero nella stanza. Sean si fidava dei due
gemelli. Erano dei Gryffindor, ma del tutto particolari. Non era pieni
di pregiudizi ed erano ben contento di aiutare il ragazzo che proprio
loro avevano trovato mezzo morto nella Londra babbana.
Quando i gemelli entrarono nella stanza, il giovane delirava, in ogni
senso. Si contorceva sotto le coperte, madido di sudore, con una
smorfia dolorosa dipinta sul volto. Gli occhi erano serrati e le labbra
strette e a volte morse. Le mani stringevano quasi convulsamente il
lenzuolo e la coperta che lo coprivano e lo tenevano al caldo.
Fred prese si affrettò a cambiare la pezza bagnata e, appena
la mise sulla fronte bollente, il giovane si calmò
visibilmente, smettendo di delirare.
"Accidenti ai Mangiamorte, Fred" si lamentò George "Ma come
si può ridurre così una persona?"
brontolò poi sistemando le coperte del letto
"Non lo so George, ma speriamo che vada tutto bene" le labbra di Fred
si contorsero in una smorfia strana "Anche lui si merita di meglio, no?"
"Si, ma… Lucius, si, suo padre… ci è
andato pesante…" all’improvviso, il polso di
George fu afferrato con violenza. Gli occhi del giovane si aprirono,
rivelando delle iridi color grigie
"Lui… non è… mio padre" gemette il
ragazzo stringendo ancora di più la presa sul polso del
Wesley. Fred, un po’ preoccupato, cercò di fare
qualcosa, ma George alzò l’altra mano, fermandolo
e facendogli segno di stare tranquillo. Il biondo serrò gli
occhi "Lucius Malfoy non è mio padre, capito poveraccio di
un Wesley?"
George rise, seguito a ruota da Fred
"Certo, lo abbiamo capito Draco" Fred
"E non preoccuparti, ti vogliamo bene anche noi"
Draco chiuse gli occhi, tirandosi indietro i lunghi capelli che gli
ricadevano sul volto innaturalmente latteo
"Stupidi gemelli…" tossì e George lo
aiutò ad alzarsi a sedere, aiutato da Fred che lo teneva su
"Mi domando che diamine ho fatto di male per avere voi come infermieri"
I due alzarono le spalle ridacchiando
"Sean è andato in biblioteca a cercare qualche soluzione per
i tuo problemi, serpentaccio" gli rispose George rimettendolo sdraiato
"Sei sempre servito e riverito, anche quando sei malato. Sei proprio
viziato Draco"
"Ognuno ha le sue croci" brontolò Draco
"Già e tu adesso sei la nostra" esclamarono insieme i
gemelli "Per ciò adesso stai buono e rendici il lavoro
più facile, ok?" conclusero
Borbottando qualcosa che loro non capirono, Draco si
riaddormentò, un po’ più serenamente di
quando si era svegliato.
A sera Sean si trovava ancora dentro il suo laboratorio di Pozioni,
posizionato nel sotterraneo della villa. Era già
là da un pezzo, intento a distillare una pozione che forse
poteva far guarire Draco. Finalmente l’ampolla che aveva
lasciato sul fuoco, sbuffò come una pentola al vapore e,
prendendola con le pinze, fece scivolare il liquido nel piccolo
pentolone. Dentro di questo Sean aveva già creato la prima
parte della pozione che diventò di un acceso rosso fuoco.
Mentre riposava l’ampolla nel lavandino dove lo avrebbe
pulito, Sean avvertì la presenza di una persona che entrava
nella stanza. Socchiuse gli occhi, riconoscendo Piton, ma non fece
nulla per fargli vedere che si era accorto della sua presenza. Ma Piton
stesso in fondo sapeva bene che quando Sean avrebbe voluto rivolgergli
la parola, lo avrebbe fatto. Non dovette nemmeno aspettare molto in
fondo, circa 10 minuti.
"Passami il barattolo di polvere di Bezoar" gli ordinò senza
nemmeno voltarsi. Il professore alzò un sopracciglio, ma si
voltò e fece scorrere il dito lungo il quarto scaffale della
quinta libreria partendo da destra e porse a Sean ciò che
gli era stato chiesto.
Il fuggitivo lo prese e notò che ne era rimasta veramente
poca. Avrebbe presto dovuto fare un giro a Diagon Alley e poi a
Nocturne Alley per prendere gl’ingredienti che gli mancavano.
"La polvere di Bezoar è usata solo per le pozioni
più pericolose. Che altro ci hai aggiunto?" chiese dopo un
po’ Piton "Spero niente d’illegale"
"Scaglie di unghie di drago, polvere di scarabeo, radici di mandragora,
bile di armadillo e sangue di unicorno"
"Sangue di unicorno?" quasi urlò Piton quando
sentì quell’ingrediente "Lo sai che è
illegale uccidere un unicorno?"
"Infatti io non l’ho ucciso. Hagrid mi ha portato nella
Foresta Proibita tre giorni fa, dove aveva trovato un unicorno ferito.
Ho cercato di guarirlo, ma è morto ugualmente. Allora ho
presto il suo sangue, i peli della coda e ho preso anche la polvere del
suo corno. Non ho fatto nulla d’illegale"
"Spero per te che sia la verità" ringhiò Piton
serrando le mani a pugni
"Certo che è la verità" poi prese un taglia carte
che era accanto al calderone e se lo poggiò sul polso
sinistro
"Che fai?" sibilò Piton afferrandogli il polso destro
"Serve sangue umano per completare la pozione. Non devo mica svenarmi,
solo qualche goccia" riluttante il professore lasciò il
polso del suo ex allievo e, a passo svelto, lasciò la stanza.
Sean non gli prestò molta attenzione e procedette come aveva
pensato. Con sguardo incolore, fissò il suo sangue scivolare
nel calderone. Dopo qualche secondo fece passare un dito sul taglio e
questo si rimarginò completamente. Soddisfatto della buona
riuscita della sua pozione, ne distillò una buona
metà e poi, lasciò finalmente il suo laboratorio.
La mattina dopo, Sean entrò nella stanza
dell’ospite. Draco avevo lo sguardo vitreo rivolto verso il
soffitto. Guardava, ma non vedeva. Oltre che alla dignità,
lo avevano privato anche della vista. Era necessario un intervento
chirurgico magico, in quanto la retina e il bulbo oculare erano
perfettamente sani. La vista infatti, era stata tolta tramite un
incantesimo oscuro.
Sean si sedette accanto alle gambe di Draco, fissando
quest’ultimo che serrava gli occhi.
"Ti bruciano?" gli chiese prendendo dal comò un barattolo di
crema
"Un po’"
"Perché sei stato troppo con gli occhi aperti e non hai
tenuto la benda" svitò il tappo "Ora ti metto la crema" e,
senza dire altro, spalmò delicatamente la crema sopra le
palpebre distese dello Slytherin
"Che crema è? E’ diversa da quella di due giorni
fa"
"Questa è una che il professor Piton ha creato appositamente
per ridurre le contrazioni dolorose della cornea" gli spiegò
"Io invece ieri ho distillato la pozione che eliminerà
qualunque barriera che quei bastardi abbiano eretto intorno a te. La
berrai dopo pranzo"
"Ho delle barriere?" mormorò Draco. In effetti, in quei
giorni gli sembrava che le sue condizioni stessero peggiorando,
anziché migliorare
"Si. Hanno impedito che le nostre cure funzionassero" poi Sean
abbozzò un sorriso "Ma stai tranquillo. In un paio di
giorni, tutto dovrebbe sistemarsi" dopodiché sia Sean che
Draco rimasero in silenzio. Il primo finì il suo lavoro
sugli occhi di Draco, mentre il secondo gli doveva parlare, ma cercava
ancora le parole adatte per parlargli
"Quando ho l’operazione?" chiese Draco con noncuranza
"Fra 5 giorni. Come mai?"
"Non si potrebbe rimandare di un altro paio di giorni?"
Lo sguardo di Sean s’indurì
"Scusa? Temo… di non aver capito bene quello che hai detto"
sibilò. Draco prese respiro
"Vorrei pensare un altro po’ sui vantaggi che mi
comporterebbe l’operazione agli occhi" Sean, per una delle
rare volte che accadeva, era incredulo
"Non credo di aver mai sentito così tante idiozie in una
sola frase" esclamò cercando di mantenere la calma
"Non voglio… più vedere Lucius Malfoy"
mormorò Draco a bassa voce "E non voglio più
nemmeno vedere Voldemort"
"Riguardo entrambi basta che non vai in giro da solo. Non vedo
perché tu devi rinunciare agli occhi per questo"
"Perché potrebbe ricapitare in qualunque momento. Trovo
stupido tornare a vedere se dopo me la devono togliere ancora una volta"
"Tu dai per scontato che i Mangiamorte ti rapiscono ancora, vero?"
Draco ammutolì
"Potrebbe accadere" rispose alla fine
"Così come non potrebbe più accadere. Ho ricevuto
il compito di proteggere anche te. Credi che possano essere
così forti da sopraffare anche me?" poi sospirò
"Te ed Harry mi date sempre problemi" mormorò
Draco portò il suo sguardo su di lui
"Io mi opero ad una sola condizione"
"Non sono io che devo scendere a compromessi" ringhiò Sean.
Draco alzò le spalle. Il biondo sapeva che Sean teneva molto
alla sua vista "Dimmi quello che vuoi" si arrese alla fine
"Prometti che accetterai questa condizione e dopo
l’operazione te lo dirò"
"Questo è un ricatto" sibilò Sean
"Chiamalo come ti pare. Sono le mie condizioni, che ti piacciono o
meno" esclamò Draco allungando la sua mano
"Sei proprio una serpe irritante" ringhiò Sean stringendogli
la mano. Draco però sorrise allegramente
"Bene. Allora è tutto pronto per l’operazione?"
commentò
La mattina dell’operazione, un irritato Sean Riddle stava
scrivendo un’altrettanto irritata lettera a Silente, dove lo
pregava di Smaterializzarsi nella sua stanza in quanto erano sorte
complicazioni durante la notte. La sua civetta volò talmente
veloce, che l’uomo si stupì quando il Preside
apparve dopo meno di due ore nella stanza
"E’ successo qualcosa di grave?" gli domandò,
ancora prima di salutarlo
Sean non rispose, ma nella sua mente potè solo supporre che
Silente non aveva guardato la testata di un giornale babbano. Per
questo, da sotto due libri sulla scrivania, tirò fuori la
rivista e la porse al vecchio mago. Silente la prese e
iniziò a leggere
"Un…misterioso omicidio nel quartiere più
lussuoso di Londra" Silente sospirò pesantemente "Ma credo
che il dottore del signor Malfoy non sia stato vittima di un ingenuo
rapinatore, vero Sean?" l’interpellato scosse la testa
"Leggendo i dati che il giornale fornisce, ho notato molti punti che
per la polizia babbana non potranno mai essere compresi. Ci sono segni
evidenti di un duello fra due o più maghi. Il dottore di
Draco, chiaramente un mago, si è difeso fino alla fine, ma i
Mangiamorte alla fine hanno avuto la meglio"
"Il signor Malfoy ne è venuto a conoscenza?"
domandò Silente a voce bassa.
"No, ma ho intenzione di dirglielo quest’oggi" il Preside lo
fissò
"Forse è già troppo tardi" replicò lui
sospirando "Ma vorrei parlarti Sean. Puoi sederti?"
Sean lo fissò con uno strano sguardo, ma obbedì e
si sedette sul letto
"Sean, io credo che tu ti stia affezionando troppo al signor Malfoy"
alzò una mano, interrompendo le proteste di Sean "Non dico
che fai male. Ciò che è successo a Draco
assomiglia drammaticamente a ciò che è successo a
te quando hai deciso di andare da tuo padre. E’ questo che a
mi preoccupa maggiormente. Io non vorrei scoprire che tu stai cercando
vendetta tramite Draco. Non credo che se lo meriti"
"Sto solo cercando di aiutarlo!" replicò Sean "So
perfettamente che Draco si merita di meglio. E poi non saprei nemmeno
come vendicarmi di altre persone tramite lui"
"Tu potresti invece. Ma ti avviso di non pensarci nemmeno se davvero
tieni alla salute del signor Malfoy. Altrimenti rischieresti di fare
del male lui a e te stesso"
"Davvero non avrei idea di come fare" si difese Sean "Io voglio
soltanto aiutarlo" ripetè Sean
"Lo so" affermò Silente "Ma ti dico solo di non farti
prendere la mano. Se esageri rischi di allontanare Draco da te"
Sean rimase in silenzio e Silente gli posò una mano sulla
spalla
"Non fare errori con lui" e senza dargli tempo di rispondere, si
Smaterializzò
Pochi minuti dopo Sean era già dentro la stanza di Draco e
gli aveva già dato la notizia.
"Vuoi dirmi che rimarrò cieco per sempre?" urlò
lo Slytherin alzandosi in piedi
"Per favore Draco calmati"
"“Per favore?”" esclamò il biondo
tempestando di pugni il petto e le spalle di Sean "Rischio di rimanere
cieco per sempre e l’unica cosa che mi sai dire, è
“Per favore?”"
Sean gl’immobilizzò i polsi e, inaspettatamente
anche per lui, lo abbracciò, impedendogli di muoversi
ancora.
"Mi dispiace" mormorò il più grande "Mi dispiace"
ripetè cercando di calmare i singhiozzi di Draco
"Mi avevi promesso che tutto sarebbe andato bene… me lo
avevi promesso… Sei un bugiardo, come tutti gli altri"
"Lo so. E mi dispiace molto" gli alzò la testa "Ti giuro che
lui pagherà per tutto quello che ti ha fatto" rimase un
secondo in silenzio "Te lo giuro" promise
Sean scese per la cena, irritato. Appena entrò, Molly gli
porse un vassoio imbandito a nozze e gli abbozzò un sorriso.
In cucina era presente solo lei e i gemelli che erano impegnati in una
partita a scacchi magici
"Fred, George. Andate su da Draco" gli ordinò posando il
vassoio sul tavolo
"Sa del dottore?" chiesero entrambi. Sean li fissò, stupito
"Leggete giornali babbani?" i gemelli alzarono le spalle
"Ci piace tenerci informati" ridacchiarono prendono la cena di Draco
"Comunque si, ne è a conoscenza. Giocate a scacchi, parlate,
qualunque cosa, ma distraetelo!" si mise in mezzo a loro, facendogli
passare le braccia sulle spalle e li strinse a sé,
abbassando la voce e allontanandosi dalla madre "Se ci riuscite, vi
aiuterò con un paio dei vostri scherzi, ok?"
mormorò "E vi assicuro che saranno favolosi"
ghignò
Gli occhi dei gemelli s’illuminarono, presero il vassoio e
corsero su. Sean invece si gettò su una sedia a
fissò il soffitto
"Come l’ha presa Draco?" domandò Molly posando un
piatto di zuppa davanti a Sean, che mangiò quasi
meccanicamente
"Diciamo bene. Gli ho promesso che…" sospirò
"Lasciamo stare. Silente mi aveva avvisato"
"Tu non sei un tipo da promesse" Molly sorrise tristemente
"Già" Sean fissò la sua zuppa "Lo so"
spazzolò il resto della zuppa e andò via.
Mentre si dirigeva verso il suo studio, Sean si trovò
davanti Piton
"Non dovresti promettere cose che non puoi mantenere" iniziò
"Hai parlato a sproposito, come al solito"
"Questo lo dici te"
"Invece è la verità. Tu non ti rendi conto di
quello che fai" continuò Piton
"Non so come mai tu continui ad intrometterti nei miei affari, ma ti
avviso che sto iniziando a stancarmi" sibilò
"Stancati quanto ti pare. Mi preoccupo perché temo che tu
possa commettere qualche sciocchezza"
"Non sono un bambino" troncò la discussione Sean "Smettila
di comportarti come se fossi mio padre"
Più volte durante la nottata Piton tentò di
parlare con Sean, si materializzò nella sua camera, ma
ottenne solo di parlare con un muro. Più volte fu tentato di
sbatterlo sulla sua scrivania e di dirgli ciò che pensava,
ma l’orgoglio di uno Slytherin prevalse. Perciò,
anche per quella sera, si accontentò di uno sguardo misto
tra rabbia e tristezza. Piton fissò anche per quella sera le
ciocche di capelli neri che coprivano il volto di Sean, le mani strette
a pugni sulle sue gambe, quest’ultime incrociate a terra,
tipicamente giapponese. Parlare mentre la rabbia annebbiava la sua
mente, era uno sforzo inutile e Severus lo sapeva, ma dopotutto, non
avrebbe rinunciato. Era pur sempre uno Slytherin, no?
Quando riuscì finalmente a rimanere solo, Sean decise di
concentrarsi su un problema più urgente: trovare un dottore
per Draco. Fece qualche telefonata a gente che aveva conosciuto. Gente
fidata o che era talmente terrorizzata da lui che non avrebbe mai
rivelato a nessuno dove si trovava.
Rimase comunque il fatto che tre giorni dopo, Sean aveva già
organizzato il viaggio in Irlanda, dove si trovava il dottore che aveva
scelto. Era un compagno di corso di quello precedente e si
operò affinchè l’Ordine della Fenice lo
proteggesse, almeno fino all’intervento.
Ma evidentemente la tranquillità di Draco doveva essere
disturbata. Era stranamente rilassato mentre camminava la mattina dopo
verso la stanza di Draco, con in mente la notizia di un dottore nuovo.
Cercava d’immaginarsi come avrebbe reagito Draco quando gli
avrebbe detto del dottore, ma iniziò ad allarmarsi quando
sentì delle urla che provenivano proprio dalla stanza del
giovane paziente. Arrivò in pochi secondi e davanti a
sé vide la porta sfondata e nella stanza Hermione e Ron che
trattenevano a terra Harry, furioso. Semi accovacciato sul letto
macchiato di sangue ci stava Draco Malfoy, riverso con il capo chino,
che tossiva sangue e sanguinava dal naso
"MA CHE SUCCEDE?" esplose.
Draco si alzò faticosamente in piedi appoggiandosi al
comodino, gli occhi ciechi serrati dal dolore, mentre Harry era
trattenuto dai gemelli.
"Quel…pazzo!" esplose indicando uno specchio "E’
entrato come una belva e…" si fermò per prendere
fiato e portarsi una mano al naso "Porca puttana!" esclamò
asciugandosi il naso che colava sul suo pigiama bianco. Riprese a
tossire violentemente e scivolò tra le braccia di Sean,
accorso ad aiutarlo.
"Draco?" chiamò Sean preoccupato "Draco, ehi dimmi
qualcosa!" lo scosse leggermente, ma il ragazzo gli era svenuto tra le
braccia "Harry, che gli hai fatto?" ringhiò preoccupato. Il
moro non gli rispose "Con te faccio i conti più tardi, ma ti
avviso di non farti trovare quando tornerò" strinse a
sé Draco e si Smaterializzò al S. Mungo.
Fine Cap. IV
Ed ecco a voi il malcapitato Draco Lucius Malfoy curato dalle sue
amorevoli infermiere, i gemelli Wesley! Ok, con questo ho firmato lamia
condanna a morte, appena Lake lo leggerà mi
truciuderà tramite MSN!!!!
Lake! *smack* TVTTTTTTTB
A parte questo, spero che vi sia piaciuto e che commentiate in tanti!
Lol, se avete qualche critica (costruttiva ovvio) non abbiate remore,
le accetto tutte volentieri e farò di tutto per migliorare
questa mia fic!
Al prossimo capitolo: Operazioni, Scuse e Nuovi Arrivi
Kiss Gaki
|
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Capitolo 5 *** Operazioni, Scuse e Nuovi Arrivi ***
Eccoci di nuovo qua con il capitolo V. Già dal titolo, si
può capire qualcosa e non aggiungo altro altrimenti finisco
nello spoiler più atroce (e atroce sarebbe la vendetta di
chi odia gli spoiler XDD)
LOL nelle recensioni ho letto che Harry non è piaciuto ed
è giusto che sia così! Anche lui va fuori di
testa ultimamente, non è sempre perfetto ^.^
Ma ora vado a commentare le recensioni!
Antote =
Harry alle prese con Draco diventa uno scemo, che ci vuoi fare? ^^ Ma
in questo capitolo un pò si redimerà (anche se
poco, non è piaciuto nemmeno a me come si è
comportato ><) su Lucius nemmeno apro bocca,
perchè lo odio a morte e lui Mangiamorte & Co! Argh!
Non credo di averli mai odiati così tanto come in questa
fic! Mi raccomando, tra un piano di morte e l'altro, fammi sapere che
ne pensi di questo capitolo! E... perchè non me ne mandi uno
di quei piani? Potrei sfruttarli! ^__^
III =
Ahahahah *risata malvagia mal riuscita* una nuova adepta! Scherzo, sono
contenta che comunque, Harry a parte, la storia e Sean ti stiano
piacendo. Nonostante abbia già scritto fino al cap. XVII non
riesco ad aggiornare spesso come vorrei! *sigh* Aspetto altri
commenti!!!!!!
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO V
Operazioni, Scuse e Nuovi
Arrivi
Sean cercava di sbirciare all’interno della sala operatoria,
quando arrivarono Molly Wesley, la McGranitt, Silente, Piton e il trio
dei Gryffindor. Appena Sean vide Harry gli andò davanti, lo
prese per il colletto e lo sbattè al muro
"Tu…tu…se tu non fossi il miserabile Harry Potter
che dovrei proteggere, ti ucciderei con le mie mani" sibilò
lasciandolo cadere a terra "Ora tu devi darmi una valida spiegazione
per il tuo comportamento"
"…io…ho perso la testa" ammise
Remus posò una mano sulla spalla di Sean e lo
tirò leggermente indietro. Sean sembrò capire
senza che l’altro gli disse nulla e con un leggero
–POP- scomparve dall’ospedale.
Quando ritornò nel corridoio c’era solo Piton che
era seduto su una panca e fissava il neon ancora rosso che segnalava
che l’operazione era ancora in corso.
Piton si voltò e lo fissò
"Ho saputo che hai chiamato il dottore per l’operazione agli
occhi"
"Già che era sotto i ferri…" brontolò
Sean seccato "…ho pensato che 4 o 5 ore in più di
operazione non influenzassero più di tanto"
Piton abbozzò un impercettibile sorriso e fissò
il neo,n che finalmente si spense. Proprio in quel momento, il dottore
uscì dalla sala, togliendosi i guanti e il camice e li
buttò nel cestone.
"Com’è andata l’operazione?"
domandò con voce incolore Piton
"Va tutto bene, non si preoccupi. Il ragazzino ha una tempra
più dura di quanto non sembri. E’ fuori pericolo.
Gli abbiamo applicato una forte barriera magica, ma devo essere
sincero…"
"Si lo so" lo interruppe Sean "Sappiamo già come curarlo. La
ringraziamo del suo aiuto"
"Allora il mio lavoro qui è finito. Arrivederci" fece un
cenno con il capo ai due uomini e andò via.
Due giorni dopo, Draco potè ricevere visite e la prima
persona che entrò nella stanza, fu Sean
"Come ti senti?" gli domandò sedendosi su una sedia accanto
al letto.
"La boxe non fa per me. L’ho scoperto a mie spese"
Sean accennò una risata e fece apparire una scacchiera
"Una partita a scacchi per scaricare la tensione?" chiese
"L’idea di tornare a vedere mi manda i nervi in subbuglio"
ammise il giovane. E così, fra i due cadde il silenzio che
caratterizzava le loro partite da sempre. Draco si sentiva a suo agio
con Sean. Era strano perché aveva sempre percepito una
strana aurea intorno a lui. Stranamente, gli ricordava Voldemort. Ebbe
un brivido prima di muovere la sua pedina,ma dopo aver già
capito che si trovava in difficoltà, scordò tutto.
Era passato un mese e per ora, solo Sean e Blaise avevano avuto il
permesso di fargli visita. Nonostante le continue proteste, i gemelli
non potevano entrare dentro la stanza del ragazzo. I progressi di Draco
riguardo la sua vista erano eccezionali.
Quel giorno, la porta si aprì e Draco si volse, aspettandosi
la figura di Sean.
"Sean, oggi ti va di andare…" la sua voce e il suo sorriso
si spensero nel vedere Harry Potter, con dei cerotti sulla guancia e
una benda sulla testa. Alzò un sopracciglio di fronte a
quella singolare visione
I due si fissarono per qualche secondo. Draco chiuse gli occhi che gli
bruciavano per via dello sforzo eccessivo di quel giorno e si
alzò, andando alla finestra e dandogli la schiena. Harry
serrò i suoi occhi verde smeraldo, più per
l’imbarazzo di trovarsi di fronte alla persona che aveva
pestato per niente che per altro. Credeva che Draco fosse là
per spiarli e invece aveva sbagliato tutto quanto. Non aveva dato a
retta né a Draco stesso e nemmeno ai gemelli. Anzi, con il
cervello offuscato dalla rabbia, non aveva più ragionato e
aveva continuato ad avventarsi su Malfoy inutilmente.
"Che vuoi?" la voce di Draco Malfoy lo prese alla sprovvista e lui
sussultò
"Io…" Potter prese un profondo respiro e fissò la
bellissima scacchiera di marmo, con i pezzi ornati di oro giallo e oro
bianco "Volevo scusarmi con te. Ho perso la calma e mi sono sfogato su
di te. Non volevo. Silente mi ha raccontato la tua…
emh…"
"Vicenda personale?" lo interruppe amaro Malfoy voltandosi e fissandolo
con gli occhi della mente, così come gli aveva insegnato
Sean. Harry arrossì
"Non lo avrei mai immaginato" mormorò
"Eh già. Ci vorrebbe davvero molta immaginazione" lo prese
in giro Draco "Un figlio di Mangiamorte che non vuole essere un
Mangiamorte. Assurdo vero?"
"Tu…lo hai sempre saputo?" domandò Harry a bassa
voce, continuando ad evitare di fissarlo.
"Cosa?" esclamò l’altro voltandosi verso di lui
"Che mi padre era un fottuto Mangiamorte? Un assassino? Un criminale
che meritava la morte?" Harry divenne ancora più rosso
dall’imbarazzo "Oh si che l’ho sempre saputo. Lo so
fin da quando ho 6 anni"
"E allora perché non hai mai detto niente a nessuno"
"Le persone che mi vogliono bene lo hanno sempre saputo"
Harry rimase spiazzato di fronte a quella affermazione e rimase in
silenzio. Draco sospirò e si portò una mano alla
fronte mentre il mal di testa iniziava a far strada. Aprì di
nuovo gli occhi e l’altro all’improvviso si perse a
guardarli. Con l’intervento magico, Draco aveva ancora gli
stessi occhi grigi che aveva quando si erano conosciuti. La stessa
sfumata più chiara sul lato sinistro e lo stesso sguardo
intenso di quando gli aveva chiesto di mollare Ron ed Hermione per lui.
"… allora le vedi?" la voce irritata di Draco lo fece
destare dal suo sogno ad occhi aperti.
"Che dici scusa?" Draco lo fissò, cercando di capire se il
Gryffindor fosse veramente idiota o se stesse solo facendo finta
"Le aspirine" ripetè poi "Vedi delle aspirine lì
intorno a te? Mi servono" il ragazzo si guardò intorno e
infine le vide sopra la lampada del comodino. Si chiese che diamine ci
facevano delle aspirine sopra una lampada, ma non aveva voglia di fare
domande strane
"Eccole" mormorò porgendogliele
"Dove erano?" domandò Draco sospettoso
"Sopra la lampada"
"Sopra la lampada?" ripetè quell’altro prendendole
e facendone cadere una in acqua "Come diamine ci sono finite
là?" brontolò fra sé
Improvvisamente, Harry fu spinto a terra. Davanti a lui si era
materializzato Blaise Zabini, furioso. Il suo migliore amico, che gli
era stato accanto tutto quel tempo, aveva veramente perso tutta la sua
proverbiale pazienza quando aveva saputo che Harry aveva pestato Draco.
"Tò… San Potter è venuto a farci
visita" lo prese in giro Blaise avvicinandosi di un passo "Che ci fai
qua?" sibilò afferrandolo per il colletto e tirandolo vicino
al suo viso
"Blaise lascia stare" intervenne Draco
"No" ringhiò Blaise "Voglio sapere che cosa ci fa lui qui"
"Ero venuto per scusarmi" sibilò a sua volta Harry
liberandosi dalla stretta dello Slytherin "Ma ho finito"
"Dopo tutto quello che gli hai fatto non dovresti nemmeno metterci
piede qua dentro"
"Mi dispiace. Ho sbagliato"
"Esci da questa stanza" sibilò Blaise "Potrebbe succederti
ben altro Potter, attento"
Senza dire niente Harry diede le spalle ad entrambi e si
sbattè la porta alle spalle.
La struttura dove era ricoverato Draco, era un organismo privato e
finanziato da fondi altrettanti privati di persone ricche che dovevano
darsi una bell’immagine con il pubblico. Era composto da sei
edifici e si trovava immerso nel verde. I giardini erano immensi e
bellissimi. Draco amava passeggiare da solo in quel paradiso, ma a
volte aveva fatto lunghe passeggiate con Sean e Blaise. Oppure, quando
il tempo non lo permetteva si chiudeva dentro la biblioteca e passava
ore e ore a passare fra gli enormi scaffali che arrivavano fino al
soffitto. L’unica cosa diversa da Hogwarts era che
là i libri non volavano, e non avevano volontà
propria.
A volte invece Sean gli proponeva di cenare in giardino, proprio in
quell’immenso giardino che Draco non aveva ancora esplorato
tutto quanto. Prendeva lui e Blaise e li guidava nei dedali di quel
labirinto.
Quella sera Sean aveva scelto di cenare in riva al lago, di fronte alla
statua posta al centro e raffigurante una coppia d’innamorati
che si stringevano.
Quella sera a preparare il tavolo non era la magia evocata da Sean,
bensì quella di una donna. Era alta (di sicuro
più alta della signora Wesley) ed era molto giovane. Draco
strizzò gli occhi per via della sera che calava, e
giudicò che non doveva avere più di 28 anni.
Aveva lunghi capelli arancione (sicuramente erano tinti) ed erano
legati in tantissime trecce, fermate da altrettante palline di tutti i
colori. Gli occhi erano in un color viola, talmente strano che Draco
non li aveva mai visti. La sua carnagione era scurissima, probabilmente
andava molto spesso in vacanza al mare, al contrario di gente come lui
e Sean che invece erano bianchissimi.
La donna si voltò appena li sentì arrivare e
sorrise dolcemente. Blaise arrossì furiosamente, mentre
Draco si limitò a pensare che era molto bella, ma che non
l’attirava più di tanto.
Dal punto di vista fisico, purtroppo non provava niente.
"Ciao" esclamò allegra andandogli incontro. Si
fermò davanti a loro e il vestito lungo e rosso smise di
frusciare in mezzo all’erba. Solo ora Draco notò i
ricami neri che abbellivano lo spacco mozzafiato che portava quella
donna. Rappresentavano rose nere "Come state ragazzi?"
domandò poi
"Bene…" mormorò Blaise
"Si, anche io" commentò Draco abbozzando un sorriso
"Sopravvivo" fu il vago commento che ricevette da Sean. Lei lo
fissò e rise. Scoppiò a ridere di vero gusto e
ora anche Sean sorrise. Era raro che Sean ridesse e Draco aveva visto
il sorriso solo due volte da quando lo conosceva. I due si
abbracciarono e fu lei alla fine a lasciarlo.
"Grazie per essere venuta Natsuki" disse Sean guardandola in volto
"Come stai tu, invece?"
"Io tiro avanti come posso!" rispose l’altra "Ma adesso
venite, ho preparato io stessa la cena e dovete dirmi che cosa ne
pensate"
"Speriamo che non sia avvelenato" scherzò Sean.
Due giorni dopo la cena, Draco fu dimesso dall’istituto dove
era ricoverato. Qualche mattinata dopo Draco e Blaise chiacchierarono a
lungo di Natsuki. Avevano scoperto che aveva origini giapponesi e che
aveva appena lasciato il corpo degli Auror per problemi insostenibili.
Sapevano che in realtà aveva 32 anni e che era una grande
amica di Sean dai tempi di Hogwarts. Era stata allieva di Piton e anche
lei sembrava piuttosto astiosa nei confronti del suo ex insegnante di
Difesa contro le Arti Oscure.
Quel pomeriggio, dopo che Natsuki aveva obbligato Sean a mangiare con
tutti gli insegnanti, con i ragazzi di Gryffindor e di Slytherin tutti
insieme, Harry ed Hermione origliarono una conversazione fra la donna e
il loro professore, all’interno della stanza di Natsuki, che
aveva ingenuamente lasciato la porta socchiusa
"…tu lo hai mandato incontro al suicidio" sibilava cattiva
la donna
"Io non sapevo che cosa fare" replicò l’altro "Ho
avuto paura che potesse succedere qualcosa di ben più grave.
Cose che tu non sai"
"Sean era molto più in pericolo! Infine è stato
lui a subirne tutte le conseguenze!"
"Io non avrei immaginato che sarebbe andata in questo modo. Lui non
avrebbe dovuto reagire in quel modo"
"Tu non lo volevi più, questo bastava e avanzava per
sconvolgerlo!" Piton chinò gli occhi e serrò le
mani a pugno
"Ho sbagliato, ma io adesso vorrei dolo che Sean cambiasse" Severus
prese respiro "Non sapevo che cosa sarebbe successo. Ma poi solo Dio sa
quanto me ne sono pentito"
"Scommetto che non te ne è mai fregato niente!"
esclamò furiosa la donna.
"Non è vero" sbottò Piton "Per 16 anni sono
andato a parlare con Sean. Ma i miei sforzi non hanno mai portato a
nulla!"
"Mi pare il minimo!" esclamò allibita la donna
La loro conversazione fu interrotta dall’entrata di Sean da
una porta nascosta.
"Allora?" fu la gelida domanda che echeggiò nella stanza.
Poi portò il suo sguardo ghiacciato su Piton "Che stavi
facendo a Natsuki?"
"Proprio nulla. Senti Sean io…"
"Natsuki, Draco ti vuole parlare" lo interruppe lui "Voleva sapere se
ti andava di giocare con lui a scacchi"
"Certamente. Digli che arrivo subito"
"Ok" e scomparve dalla porta nascosta con cui era entrato. Piton
rivolse a Natsuki un’occhiata eloquente, come a dire
“Visto? Non sono io quello che se ne frega!” e la
donna sospirò, fissando la porta chiusa
"Proverò a fare qualcosa. Ma non ti assicuro proprio niente.
Ricordati che ti odio tanto quanto Sean"
"Natsuki…" mormorò Severus Piton poco prima che
la donna scomparisse dietro Sean. Lei si voltò e lo
fissò "No, lascia perdere"
"Ok Severus" sorrise leggermente "Non c’è bisogno
di ringraziarmi" e se ne andò via
Quando Natsuki entrò dentro la stanza di Draco, si
ritrovò in un misto di urla e di piume che volavano ovunque.
Il biondo prendeva a cuscinate in faccia Blaise Zabini, il quale si
stava letteralmente rotolando a terra dalle risate
"Dannato bastardo" urlava Draco "Giuro che ti ammazzo, capito?"
"Eddai Draco" rideva nel frattempo il malcapitato parandosi la faccia
con le braccia "Sei troppo suscettibile!"
"Suscettibile un corno" strepitava quell’altro sopra di lui
"Vorrei vedere te al mio posto Blaise!"
"Ma che cosa succede?" domandò Natsuki spostando di peso
Draco e ributtandolo sul letto "Draco che hai?"
"Lui…!" esclamò furioso puntando un
dito contro Blaise
"Ho fatto uno scherzo a Potter!" rise Blaise alzandosi in piedi "E
Draco non ha gradito molto devo dire"
"Che cosa hai combinato Zabini?" domandò lei, fingendosi
severa
"Diciamo che…ho fatto il languido con Harry Potter!"
"Ohh" ridacchiò lei "Davvero perfido Zabini!"
"NATSUKI TI CI METTI ANCHE TE?" esplose furioso il ragazzino
"Sei tanto geloso Dracuccio?" lo prese in giro Blaise. Draco non ci
vide più dalla rabbia e prima di fare cose di cui si sarebbe
sicuramente pentito, lasciò la stanza.
Fine Cap. V
Ecco la fine di questo mirabolamente capitolo.
Accidenti, trovare un motivo per cui Harry picchia Draco è
stata un pò complicata da trovare. Nella vecchia edizione il
motivo era spuntato fuori quasi da solo, ma alla fine (come il sommo
Garamond mi fece notare) Harry veniva fuori come "una povera checca
isterica" (il tatto del Gara è sempre ai massimi livelli
*smack*) e perciò... perciò ho faticato
parecchio. Spero che possa essere un motivo piuttosto valido, anche se
non giustificante!
Ditemi che ne pensate!
E poi, prima che il club "A morte Blaise Zabini" (capeggiato dalla mia
migliore amica Lake) apra i battenti, vorrei chiedervi di non giudicarlo troppo
male. Ha i suoi modi e i suoi perchè per comportarsi da
stronzo...
Anche se in realtà lui è un personaggio indolente
e pigro, viziato e capriccioso come Sean... Mmm... forse fate bene ad
odiarlo! ^____^
Beh, fatemi sapere ciò che ne pensate!
Al prossimo capitolo: Confessioni (Parte 1)
Kiss Gaki
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Capitolo 6 *** Confessioni (Parte 1) ***
Eccoci qua con un nuovo affascinante capitolo^^. Allora qui scopriamo
qualcosa di più sul rapporto fra Blaise e Draco e finalmente
quest'ultimo si rende conto che tenere tutto non è la cosa
migliore da fare... Speriamo bene! ^_^
Ora, un milione di -grazie- a chi legge senza commentare (crudeli che
siete... *sigh*), ma un miliardo di ringraziamenti vanno a chi mi ha
lasciato un commento:
Antote =
Tranquilla, per il club -A morte di Mangiamorte- (ah,che gioco di
parole brutto =.=) sto decidendo se partecipare anche io, anche se sono
impagnata a salvaguardare Blaise dalle ire della mia amica ^^. No,
nessuno degli studenti è a conoscenza della vera
identità di Sean e, forse si, passeranno tutti 10 minuti un
pò spiacevoli quando lo scopriranno. Ancora non so dirtelo,
perchè non l'ho scritto!!! Fammi sapere che ne pensi di
questo capitolo!
III = Piton
si è comportato male, ma Sean è troppo testardo
per dargli retta e quindi, anche se sa che è nel torto, non
vuole assolutamente sentire ragioni. Che ragazzo problematico, mi
dà sempre un sacco di problemi! ><
Selene_90 =
CIAAAAAOOOOOO Si, finalmente sono resuscitata dal mio antro malefico
dove meditavo che cosa fargli capitare e sono riuscita a postare questa
dannata versione corretta (finalmente!) Speriamo che tu riesca a
seguire questa storia e che ti piaccia di più della vecchia!
Lake = A te
ti ho lasciata per ultima, non mi hai lasciato un commento, ma un
poema! LOL TVB matta! Comunque sia il fatto che tu voglia far fuori
Blaise... *sigh* mi riempie di tristezza. Ok, la smetto, altrimenti
trovi il modo di farmi fuori anche tramite MSN...
Come ti ho già detto (quante volte? un milione e mezzo? O
forse più!^^) spero che tu riesca a dare una chance almeno a
Sean (chiederti di capire Blaise sarebbe come mandarti al mare,
cioè impossibile) che è il mio personaggio
preferito in assoluto. Si si, forse ho fatto male a far tenere tutto
nascosto, ma sono più soddisfatt, e lo sai bene! ^^ E poi
tranquilla, lo so che quando pensi all'INNOMINATO perdi ogni ragione!
Attento altri poem... emh, commento tesoro! -.^ Alla prossima
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO VI
Confessioni (Parte 1)
Il biondo si ritrovò in piscina. Ansimava, aveva il fiato
corto e gli occhi bruciavano. Il sole era alto nel cielo, erano solo le
tre del pomeriggio e sudava, nonostante fosse nel giardino da solo
pochi minuti. Si tolse le scarpe, i calzini e si alzò i
pantaloni fino al ginocchio. Immerse le gambe piene di cicatrici
nell’acqua fredda. Chinò leggermente la testa e le
ciocche di capelli biondi gli coprirono gli occhi grigio chiaro. Mosse
leggermene le gambe e l’acqua gli bagnò anche le
ginocchia, scorticate a sangue. Nonostante tutte le protezioni magiche
di Sean, alcune ferite e alcune cicatrici non erano scomparse, e forse
non sarebbero mai guarite. Draco sospirò pesantemente e
serrò le mani a pugno, imponendosi di non piangere. Era
felice per aver riacquistato la vista, era contento perché
stava con Blaise e Natsuki, ma era anche depresso perché
dopo che Harry si era presentato all’ospedale, lui non si era
fatto più vivo. Cioè, lo vedeva ai pasti, ma la
cosa finiva là. Non lo salutava, non lo guardava e di certo
non gli parlava come quella volta all’ospedale. Al suo
rientro a casa aveva bofonchiato un misero
“Bentornato” e poi era sparito.
Sentì dei passi sull’erba e anche un piccolo
rametto che si spezzava. Un respiro trattenuto e poi un sospiro. Infine
dei passi decisi che si fermarono al suo fianco.
"Scusami Draco" mormorò la voce di Blaise Zabini.
"Siediti qui al mio fianco Blaise"
Lo Slytherin si tolse a sua volte le scarpe, i calzini e si
tirò su i pantaloni, sedendosi accanto al suo amico
"Te lo giuro, mi dispiace veramente. Ci sono andato giù
pesante prima con Potter"
"Già" assentì lui
"Senti, se io ti dicessi che sono geloso di Potter che mi diresti?"
"Blaise, ne abbiamo già parlato, io…"
"Lo so Draco, lo so perfettamente!" rise Blaise "Lo so che ne abbiamo
già parlato e lo so anche da solo che ormai posso
considerarmi…“etero”?"
azzardò lui imbarazzato
"Non ha funzionato e non sai quanto me ne dispiace" esclamò
Draco fissandolo con gli occhi chiusi e rossi per lo sforzo di quella
mattina
"Si, litigavamo spesso. E’ strano però che da
quando ci siamo lasciati non lo abbiamo più fatto. Per lo
meno, non con quella cattiveria"
"Forse avevamo solo bisogno di tempo" disse Draco buttando indietro la
testa
"Comunque, ti prometto che da oggi la smetterò. Ho fatto
quel che ho fatto solo per vedere la tua lealtà" e
scoppiò a ridere "Ok, come scusa è pessima lo so"
"Deficiente" rise Draco buttandolo in acqua
"Questa me la paghi, te lo giuro" esclamò Blaise prendendo
un profondo respiro e tirando a sua volta Draco in acqua "E da qua non
scappi" entrambi risero e rimasero in acqua fino a che non arrivarono i
Gryffindor.
I due che ridevano, che litigavano e che s’insultavano
amichevolmente, furono beccati dai tre Gryffindor che arrivavano per
fasi un bagno o per prendere il sole. Blaise e Draco smisero di ridere
e di scherzare e tornarono seri
"Dai, usciamo Draco" esclamò Blaise. Lui annuì,
buttò la testa sotto l’acqua e si tirò
i capelli biondi indietro, nuotando fino al bordo. Afferrò
la mano che Blaise gli porgeva e si tirò in fretta
giù i risvolti i pantaloni, nascondendo le sue gambe ferite.
"Che ti è successo?" domandò Hermione
"Ah, io…" lui si passò una mano dietro il collo,
non sapeva che cosa rispondere.
"Non penso che questi possano essere affari vostri" ringhiò
Blaise parandosi davanti a Draco "Forza, andiamo ad asciugarci Draco"
"Si…certo" Blaise lo afferrò per il polso e lo
trascinò in casa "N-Non credi che
quest’atteggiamento sia esagerato?" mormorò Draco
mentre veniva trascinato in camera, entrambi gocciolanti
"Uno che ti tratta come pezza da piedi, merita solo questo"
ringhiò l’altro furioso "Voglio solo farti vedere
come ti sta trattando in questi giorni" continuò abbassando
il tono di voce
"Lo so come mi sta ignorando, non ho bisogno che tu me lo ricordi"
sibilò il biondino, piccato. Blaise lo fissò e
chiuse la porta della stanza di Draco alle sue spalle
"Già. Scusami. Eppure non capisco come tu possa ancora
dargli una possibilità" esclamò Blaise "Ti tratta
come se non esistessi! Io al tuo posto l’avrei già
mandato a quel paese, e di corsa!"
Draco sospirò pesantemente e si avvicinò alla
finestra. Aprì gli occhi e lo vide lì, sulla
sdraio, a prendere il sole. Gli occhiali da sole a coprire gli occhi
verdi e i capelli neri che erano tirati indietro dal vento. Un costume
arancione era l’unica cosa che indossava in quel momento.
"Draco, per favore non struggerti per uno che non ti merita"
mormorò Blaise posandogli una mano sulla spalla "Tu meriti
qualcuno che 1000 volte meglio di lui"
"Vorrei rimanere da solo Blaise" sussurrò Draco abbassando
gli occhi "Ti prego, lasciami per un po’ da solo"
ripetè
"Ok. Ci vediamo a cena" e Blaise, triste e preoccupato per la
situazione del suo migliore amico, lasciò la stanza.
Draco per quella sera non ne volle saperne di scendere a cena. Blaise
cercò più volte di aprire la sua porta e Sean non
fece un lavoro migliore di quello del primo. La Materializzazione
dentro la sua stanza non riuscì a buttarlo fuori dalla
stanza. Infine, una decina di minuti prima della cena, fu Natsuki a
provare a farlo scendere. Bussò delicatamente alla porta e
chiese di entrare, ma si scontrò con un brusco
“No”, secco e deciso che non lasciava spazio a
ribattute. La donna sospirò pesantemente
"Forza Draco non fare il bimbo. Scendi giù per la cena"
"NO" urlò l’altro "Non ho fame, non voglio venire
giù con voi"
Blaise, rosso dalla rabbia, piantò un forte pugno alla
porta, ferendosi le nocche
"Fai come ti pare testardo di uno Slytherin. Soffri pure per un pezzo
d’imbecille che non ti merita. Tanto tu ne hai passate poche
ultimamente, vero?" dall’altra parte della porta,
arrivò il silenzio più assoluto, cosa che
imbestialì Blaise "QUANDO AVRAI BISOGNO DI AIUTO, NON VENIRE
A PIAGNUCOLARE DA ME, MALEDETTO TESTARDO"
"Non urlare con me!" esplose la voce di Malfoy, aprendo di scatto la
porta "Non ti permetto di rivolgerti a me con quel tono, va bene
Blaise?" urlò con tutta la voce che aveva in corpo
"Urlo perchè tu non capisci niente!" sbottò
Blaise, furioso.
"La vita è mia e tu non devi impicciarti, intesi?"
"Io m’impiccio perché ti voglio bene!"
"Io non voglio la pietà di nessuno" urlò Draco. I
due si zittirono e si fissarono malissimo, ansimando e recuperando la
voce. Poi, Blaise sorrise, seguito a ruota da una risata cristallina
dell’ex - Malfoy.
"Maledetto" rise asciugandosi gli occhi "Solo tu riesci a farmi urlare
in questo modo" si portò una mano alla gola "Non ho
più voce"
"Andiamo finalmente a mangiare Draco?" domandò Blaise
scompigliandogli i capelli. A quel gesto Draco pensò che
forse fra di loro tutto poteva ricominciare. Forse ora potevano
riuscire ad avere una relazione, a non litigare più, ad
amarsi veramente. In fondo non erano maturati in quegli anni? Non erano
cresciuti?
Non avevano basato le loro relazioni, proprio evitando gli errori
commessi? La loro prima esperienza gli aveva fatto luce su quei
particolari da evitare, su quelle piccole malignità che
minano un rapporto, su tutti i gesti da eludere. Forse ora, tutto
poteva essere riparato. Sicuramente Blaise l’avrebbe amato e
fra le sue braccia, Draco forse avrebbe dimenticato Harry. Sorrise
sinceramente e Blaise amò quel sorriso come la prima volta
che lo aveva visto su quelle labbra che amava baciare.
Le sue dita scivolarono lungo la base del collo, accarezzandolo
dolcemente, fino a tirare il volto dell’amico a pochi
millimetri dal suo. Infine, con lentezza, i due si baciarono. Ma appena
Draco toccò le labbra dell’amico, ritrasse di
scatto, come se fosse stato morso da una vipera velenosa. Si
portò una mano candida sulle labbra e
indietreggiò, fino a sbattere violentemente contro il muro
del corridoio.
"C-Che hai?" gli domandò Natsuki, allibita.
"Draco che ti succede?" continuò Blaise, vedendo il biondo
sull’orlo del pianto
"S-Scusami…io…non ci riesco" si
giustificò tremando
"E’ per Potter?" domandò triste Blaise lasciando
cadere il braccio lungo il fianco. Draco scosse energicamente la testa,
iniziando a singhiozzare
"E’ colpa di Voldemort" bisbigliò piangendo
"Draco…" mormorò Blaise.
S’inginocchiò accanto a lui e lo
abbracciò di scatto, stringendolo a sé "Che cosa
ti hanno fatto…?"
Il biondino cercò di trattenere i singhiozzi e di darsi un
certo contegno, ma alla fine ricambiò l’abbraccio
e affogò tutte le sue lacrime nella spalla
dell’amico, mormorando sconnesse frasi di scusa.
In quel mentre, arrivò trafelato Harry Potter, mandato su da
un Silente preoccupato. Si fermò di scatto quando
osservò la scena che si prospettava davanti ai suoi occhi.
Draco era disperato, le guance rigate dalle lacrime, gli occhi rossi
dal pianto, i capelli biondi che, scompigliati e appiccicosi, gli
nascondevano la fronte e parte degli occhi, e infine, lo sguardo.
Uno sguardo che Harry non aveva mai visto in vita sua, disperato,
quello di chi è senza via di fuga. Draco sembrava braccato.
Quando il biondino si accorse di lui, sussultò e
chinò ancora di più la testa, nascondendo la
faccia con i lunghi capelli biondi. Si alzò di scatto e
sbattè contro la maniglia della porta. Poi, con gesti
nevrotici, si barricò dentro.
"Potter!" sibilò Blaise, furioso "Che cosa ci fai qua?"
"Silente mi ha detto di venire su per controllare la situazione. Era
preoccupato per le urla"
"Sparisci da davanti ai miei occhi, Potter"
"Che cosa hai contro di me, lo posso sapere?" esplose Harry
"Perché mi accusi sempre?"
"Perché" iniziò Zabini con gli occhi che
mandavano scintille "Tu sei la causa di tutti i nostri problemi" ed
entrò nella stanza del suo migliore amico
Blaise osservò la figura di Draco abbattuta in un angolo del
letto matrimoniale. Si sedette al suo fianco, per poi sdraiarsi dietro
di lui e cingerlo fra le sue braccia. Draco si girò e lo
abbracciò ancora una vola, questa volta senza piangere e
senza disperarsi
"Draco calmati" gli sussurrò lui piano "Andrà
tutto bene" il biondo annuì, lentamente "Draco,
perché non me lo hai detto? Perché lo hai tenuto
nascosto a tutti quanti?"
Il silenzio calò opprimente nella stanza e Draco si strinse
ancora di più all’ex fidanzato e questo lo
accontentò, stringendolo a sé, deciso a
rassicurarlo con tutto sé stesso. Sapeva che il suo amico
aveva bisogno di tempo e che quello sarebbe stato un lungo racconto,
doloroso e raccapricciante. Aspettò quindi che Draco facesse
la prima mossa, iniziando a raccontare. I minuti passarono lentissimi,
dentro quella stanza. Dopo quella che sembrò
l’eternità, Draco iniziò a parlare.
Fine cap. VI
Eccoci ora alla fine. Allora? Se pensate che sonos tata troppo crudele,
aspettate di vedere la seconda parte! Desidererete ancora di
più la morte di Lucius & Co (Antote, quando posso
unirmi al club?)
Speriamo che vi piaccia e che nel prossimo capitolo l'Innominato
(cioè Blaise ^^) possa redimersi ai vostri occhi! ^__^
Al prossimo capitolo: Confessioni (Parte 2)
Kiss Gaki
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Capitolo 7 *** Confessioni (Parte 2) ***
Olè, gioia e tripudio, eccoci qua con il settimo capitolo di
questa matta matta storia che commentano in pochi *me triste*
Ma ciò non mi abbatterà *risata maligna* io
andrò avanti.
Ringrazio mille volte di chi legge senza commentare.
Ora rispondo a chi mi ha recensito al capitolo scorso!
Antote = Mi
dispiace che tu non abbia voglia di leggere questo capitolo, ma capisco
le tue motivazioni! Se ti fa piacere, secondo me non è da
far piangere fiumi di lacrime, ma più che altro ti mette
solo un pò di tristezza. Ma poi tutto passa! -.*. Spero
comunque di leggere una tua recensione al capitolo successivo!
Lake = Voldy
caro la pagherà tranquilla. Nulla rimarrà senza
spiegazione e senza giusta giustizia (ah, che giorno di parole LOL) E'
inutile che tu cerchi di capire la psicologia dell'INNOMINATO (ossia
Blaise Zabini ^^) tanto non ti piace, basta! LOL Ma arriverà
un momento in cui ti dovrai ricredere! Cioè al cap 17!
Attenderò quel momento. Intanto leggi qua e fai crescere la
tua voglia di torturare Voldemort & Co.
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO VII
Confessioni (Parte 2)
"Mio padre mi ha rapito la sera del 7 di giugno, appena finita la
scuola. Io ero rientrato in casa da meno di dieci minuti e lui
è entrato nella mia stanza, urlandomi contro che non dovevo
nemmeno presentarmi a casa. Dopo una lunga discussione, lui mi ha
lanciato un incantesimo di stordimento e sono svenuto a terra. Quando
mi sono risvegliato era l’8 di giugno e mi trovavo in una
cella di pietra. Rimasi nella stessa posizione supina per ore intere,
mentre vedevo dalle grate che la mattina finiva, che iniziava il
pomeriggio e infine la sera. Per giorni interi non ho messo niente
nello stomaco e nessuno si è fatto vivo. Ho pensato che
forse sarebbe stata una buona morte, che in fondo non mi stava
capitando nulla di quello che avevo pensato quando avevo deciso di
collaborare con Silente. Li ho contati uno per uno. Quando si fece vivo
una persona, erano passati 10 giorni. 10 giorni in cui io ho solo
bevuto"
"Bevevi Draco?" domandò Blaise stupito
"Ogni volta che mi risvegliavo, c’era sempre una ciotola di
acqua accanto ai miei piedi. Non sapevo come appariva o chi la portava"
poi tacque
"Ho capito" mormorò Blaise "Ti prego, continua. Chi vedesti
per la prima volta?"
"Avery, ed era da solo ma poi notai che dietro di lui c’era
un elfo con un vassoio pieno di cibo. Il solo profumo bastava per farmi
brontolare sonoramente lo stomaco e quando Avery se ne accorse, rise.
Poi parlò. Sinceramente non lo ascoltai molto, ero troppo
stanco. Però capì che diceva qualcosa riguardo
l’onore della famiglia e l’orgoglio di uno
Slytherin. Continuò per molto tempo, dicendo che io dovevo
tutta la mia vita a Voldemort e al suo genio, perché era lui
che aveva creato i Mangiamorte ed era sempre a lui che loro dovevano la
loro lealtà, perché LUI era l’unica
persona che li avrebbe condotti in un mondo libero da babbani e
mezzosangue. Diceva che lui era lì perché gli
unici che dovevano restare in vita, erano solo quelli che discendevano
dalla stirpe di Salazar Slytherin e tutti coloro che accettavano il suo
culto" si fermò ancora
"Culto?" domandò Blaise cercando di incoraggiarlo
"Si, Avery parlava di Voldemort come se fosse un dio, mentre i
Mangiamorte erano i sacerdoti che operavano per volontà
divina. Lo considerai pazzo, senza più alcuna rotella nella
testa. Infine mi guardò con disprezzo, come se la sola idea
di parlare con uno come me, che aveva rifiutato il Marchio, gli facesse
ribrezzo. Prese bruscamente il vassoio dalle mani dell’elfo e
lo fece scivolare lungo il pavimento, fino a farlo arrivare ai miei
piedi"
"Che cosa ti disse? Se ne andò via?" chiese Blaise.
"Si, ma prima di farlo mi disse una cosa che mi ricorderò
sempre, ma che allora non capì: “Mangia tutto e
poi riposati. Si occuperà il Signore Oscuro della tua
educazione”"
Draco tremò e si zittì
"Draco, se non vuoi continuare, non fa niente. Se vuoi, me lo dirai
un’altra volta. Non voglio costringerti"
Il biondino scosse la testa
"No, voglio dirti tutto quanto. Blaise, di te mi fido ciecamente. Tu
sarai l’unico a sapere tutto quanto quello che mi
è successo in quei giorni" si alzò a sedere e si
sistemò meglio. Anche Blaise lo lasciò libero di
respirare e si sdraiarono l’uno accanto all’altro.
Gli prese lentamente la mano e la strinse fra la sua
"Dimmi tutto. Io sono qua che ti ascolto. Non
t’interromperò mai"
E così Draco parlò.
In quei miseri 30 giorni in cui Draco Lucius Malfoy aveva perso tutto
quanto, il suo orgoglio, la sua dignità, la sua
umanità, il suo onore e la stima che provava verso
sé stesso. Non gli era rimasto più niente.
Quando fu portato al cospetto di Lord Voldemort, Draco si reggeva a
malapena in piedi, ma quella poca forza che aveva bastò per
mancargli il dovuto rispetto. Fu torturato a morte per 8 giorni di
fila, con incantesimi proibiti. La seconda volta che Voldemort gli
propose di marchiarsi il braccio, Draco rifiutò,
imperterrito e deciso più che mai nella strada che aveva
intrapreso. Allora fu rinchiuso in una stanza, grondante di sangue e
senza forze, senza il minimo barlume di speranza che lo aveva aiutato
fino a quel momento. In fondo alla stanza Draco intravide un letto a
baldacchino, con le tende, le fodere e i cuscini, di velluto rosso
sangue. Sembrava una chiazza di sangue su un pavimento bianco,
immacolato. In quel momento fece la sua comparsa il Signore Oscuro.
Blaise fu stupito dalla descrizione dettagliata che Draco fece di lui:
"Stranamente aveva le fattezze di un uomo quando mi raggiunse nella
stanza. Era diverso da quando lo avevo visto le prime volte. Non era il
Voldemort che anche Harry ha combattuto. Aveva le sembianze di un uomo
di circa 40 anni. Aveva lunghi capelli neri e occhi altrettanti neri,
come la pece. L’ho guardato per un secondo negli occhi e mi
è sembrato come se tutto quello che ancora possedevo, mi
fosse stato strappato via con un solo colpo. Ero terrorizzato dalla sua
pelle cadaverica e indossava la tunica dei Mangiamorte, nera" poi
scoppiò a piangere, di nuovo "Lo odio Blaise. Lo odio con
tutto me stesso"
Infine aveva raccontato la parte più dolorosa. Gli aveva
raccontato di quando, quel maledetto 17 giugno, Voldemort lo aveva
brutalmente violentato e seviziato per strappargli un
“SI” e per vederlo umiliarsi al suo cospetto. Ma
Draco amava così tanto Harry James Potter che non riusciva a
pensare ad altro. Pensava a lui quando il Signore Oscuro gli aveva
strappato i vestiti.
Aveva pensato a Blaise quando aveva iniziato a toccarlo. Aveva pensato
a Silente quando lo aveva picchiato a mani nude, ferendolo come solo le
torture erano riuscite a fare su quel bellissimo corpo. Infine aveva
pensato di nuovo a Blaise e ad Harry quando lo aveva violentato.
Loro due erano diventato il barlume di speranza. La sua speranza che
gl’impediva di morire fra le braccia di
quell’odiosissima cosa che non sapeva se si poteva definire
“uomo”. Era stato così che Draco era
riuscito a sopravvivere. Ed era stato così che Draco non si
era fatto piegare.
Ne quella volta, né tutte le altre successive. Quando
finì il suo racconto, Draco stava ancora piangendo
silenziose lacrime, che gli spezzavano più volte la voce.
Fu così che si addormentò, rassicurato. Fra le
braccia di Blaise Zabini, invocando sommessamente il nome del ragazzo
che amava.
Era notte fonda quando Blaise lasciò la stanza di Draco.
Aveva bisogno di aria fresca per schiarirsi le idee e sicuramente Sean
e Natsuki erano preoccupati per Draco. Si fermò in giardino,
davanti alla piscina ferma, senza un movimento, era una notte senza
vento. All’improvviso, nell’oscurità,
una voce lo raggelò sul posto
"Allora?" si voltò e vide Sean "Draco come va?"
"Mi hai spaventato" soffiò Blaise irritato come una serpe
velenosa a cui avevano disturbato il rifugio.
"Draco?" ripetè Sean
"Ora sta bene"
"Che diceva di Voldemort?"
"Lui…lo ha picchiato, torturato, violentato"
bisbigliò. Sean non mosse un muscolo
"Sean… Draco mi ha dato una descrizione particolarmente
dettagliata di Voldemort" il più grande annuì,
cauto
"Si, lo immagino"
"Tu sei il figlio di Voldemort?" Sean rimase in silenzio. Poi, un lungo
sospiro ruppe l’aria
"Come lo hai scoperto?"
"Pelle cadaverica, occhi e capelli neri, vestito completamente nero.
Assomigli moltissimo a quella descrizione" lo fissò "Mi
stupisco che Draco non abbia ancora collegato il fatto"
"Silente lo sa. Sa che sono il figlio di Voldemort" iniziò
Sean
"Silente non è stupido" ammise Blaise "Ero convinto che lo
sapesse. A Draco quando hai intenzione di dirglielo?"
"Solo quando starà meglio. Ti sarei grato se tenessi per te
il segreto" rispose il più vecchio.
"Va bene, ma solo se mi prometti di non tradire mai Draco"
"Non accadrà mai" e senza dire altro, Blaise
tornò nuovamente da solo, nel buio e nel silenzio della
piscina di Sean. Infine, dopo essersi schiarito le idee,
tornò da Draco.
Quando rientrò in stanza il biondino stava ancora dormendo
profondamente, ma tremava per il freddo. Lentamente, senza svegliarlo,
tirò giù le coperte su cui si erano sdraiati e lo
coprì. Poi anche lui si mise al suo fianco e, stringendolo
dolcemente a sé, si tirò la coperta fino al
mento. Sotto le coperte e fra le sue braccia, Draco sembrò
calmarsi
Fine Cap. VII
Ecco qua, Draco finalmente si è calmato e dal Cap successivo
lui deciderà di tornare finalmente a vivere.
Spero di ricevere dei commenti, anche le critiche vanno bene, aiutano a
crescere, purchè siano costruttive!
Ci vediamo al prossimo capitolo: Frittelle in Piscina (un titolo un programma LOL)
Kiss Gaki
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Capitolo 8 *** Frittelle in Piscina ***
Ecco l'ottavo capitolo. Che succede? In sintesi Harry non si dimostra
così scemo come pensavo e Blaise si dimostra un
pò...boh, non saprei nemmeno io come definirlo. Direi che si
comporta più o meno come al solito.
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO VIII
Frittelle in Piscina
La mattina dopo, Draco sembrava diverso, come cambiato. Aver parlato a
qualcuno di quanto gli era accaduto, lo aveva aiutato a riprendersi.
Forse non del tutto, forse ci sarebbe voluto altro tempo, ma Blaise
constatò che aveva una cera migliore dei giorni precedenti.
Si avvicinò a Draco che già sveglio, ma deciso a
vegetare nel letto e a riposarsi ancora un po’. Blaise si
alzò su un braccio, sorridendo
"Dormito bene, Draco?"
"Si, ho dormito benissimo Blaise" lo Slytherin biondo lo
fissò, e gli sorrise a sua volta. "Grazie per tutto quello
che hai fatto per me" si avvicinò e lo baciò
sulle labbra. Questa volta non si ritrasse, questa volta i fantasmi di
quei giorni non riuscirono ad impedirgli di ringraziare la persona che
più gli stava vicino. Draco sapeva che non poteva ritornar
con Blaise. Ma lo baciò ancora, profondamente, e si
abbandonò tra le braccia del suo amico.
Blaise amava ancora Draco come la prima volta che glielo aveva detto.
Quell’estate, quella loro vicinanza, il fallimento con
Potter, la sua cecità, la sua debolezza, tutto insomma di
quell’estate gli aveva fatto riscoprire quanto ancora lo
amasse. Ma per quanto Draco stesse cercando d’ingannare
sé stesso e i suoi sentimenti, lui, Blaise Zabini, la serpe
per eccellenza, si fermò appena in tempo. Gli porse
nuovamente la maglietta blu che Draco indossava e che gli aveva tolto.
"Blaise, cosa…" interdetto Draco non sapeva che cosa dire
"Tu ami Potter"
"Ma Blaise, tu…"
"E’ inutile che lo neghi Draco" sibilò
l’interpellato, senza fissarlo. Il biondo si fece ricadere
sul letto, depresso. Sapeva che Blaise aveva ragione e sapeva che non
avrebbe mai potuto avere la persona che amava
"Lui non lo avrò mai, Blaise"
"Forse non ti merita Draco" affermò Blaise alzandosi e
stiracchiandosi, con lo stomaco che brontolava "Ma è la
perdona che ami. Dovresti cercare di essere più sincero con
te stesso"
"Ma tu Blaise?" mormorò Draco fissandolo. Poi si
portò le mani alla testa "Io… non so
più che cosa pensare. Sto diventando troppo simile ai quegli
smidollati di Gryffindor"
"Devi fargli capire chi è che comanda Draco" si
esaltò Blaise ridacchiando
"Esatto" rise Draco "Ma prima di tutto, andiamo a mangiare. Ho talmente
fame che divorerei l’intera dispensa"
"Concordo Draco. Forza andiamo a mangiare"
A tavola c’erano Sean, Molly, Arthur, i gemelli Wesley, il
trio giallo-oro, Silente, la McGranitt e Piton.
"Buongiorno" li salutò allegramente la signora Wesley "Avete
fame? Vi siete svegliati tardi stamani"
"Abbiamo dormito talmente bene questa notte che ci è rimasto
difficile alzarci" replicò sorridendo Draco. La signora
rimase interdetta di fronte a quella risposta cordiale, ma poi
ricambiò
"Mi fa piacere Draco. Questa mattina ho preparato le frittelle, vi
piacciono?"
"Vado matto per le frittelle" esclamò Blaise "Quando ero
piccolo mio padre me le cucinava ogni domenica, durante
l’estate"
"Tuo padre?" domandò scettico Ron
"Si, mio padre" ripeté glaciale lo Slytherin "Sembra strano
ma anche io ho una famiglia" lo prese in giro, ironico
"E tua madre, Zabini?" domandò la Granger incuriosita "Tua
madre cucinava?"
"Quell’estate era molto malata" e con quella frase si mise a
sedere, facendo capire in modo esplicito che il discorso era chiuso.
Silente decise di riportare l’argomento sulle frittelle
"Suo padre usava lo sciroppo d’acero o altro?"
"Con tutto quanto" rispose mentre Draco era talmente affamato che ci
metteva montagne di sciroppo "Nutella, marmellata, sciroppi di ogni
tipo. Era molto gentile"
"Capisco. Le era molto affezionato" continuò il preside
mentre Blaise studiava con stupore le 5 frittelle impilate da Draco,
grondanti di sciroppo da ogni parte
"Si, molto" ripose distrattamente "Ma ormai è storia
vecchia. Non mangio le frittelle da allora"
"Mpf. Ti è troppo difficile fartele da solo?"
La forchetta di Draco si fermò a cinque millimetri dalla
torre di frittelle e fissò Blaise, il quale aveva un
glaciale sorriso sulle labbra
"Blaise, io non credo che tu debba dargli troppa attenzione"
mormorò Draco posando la forchetta. Blaise lo
fissò, con un sopracciglio alzato, senza dire una parola
"Si, insomma, è un Gryffindor, apre bocca giusto per dargli
fiato" Blaise ridacchiò freddamente e poi tornò a
fissare il rosso
"Wesley, visto che ti preme tanto saperlo, mio padre è morto
quando io avevo 6 anni" l’altro impallidì.
Draco, contento che il suo amico l‘avesse presa
così bene (l’ultima volta che qualcuno gli aveva
chiesto di suo padre, Blaise aveva perso totalmente il controllo)
tornò ad attaccare la torre, tutto intenzionato a volersi
sentire male subito dopo la colazione
"Draco, forse non dovresti esagerare così"
commentò la signora Wesley
"Lo so!" gli occhi gli brillavano "Ma la ringrazio signora Wesley" e
gli sorrise ancora una volta. Questa volta Harry, chiuso il discorso
che lo teneva occupato con Hermione, ebbe modo di fissarlo. Il
cucchiaio gli cadde di mano e nella furia di acchiapparlo al volo fece
cadere la sua ciotola di latte addosso e per terra. Harry
imprecò sommessamente contro il suo latte e con gesti
impacciati si affrettò a ripulire tutto, ma Molly
sistemò tutto quanto con un colpo di bacchetta
"Grazie signora Wesley" brontolò Harry
Draco non gli diede molta importanza, ma continuò ad
attaccare da ogni fronte le sue frittelle, fino a quando, nemmeno
cinque minuti dopo aveva il piatto del tutto vuoto
"Draco…" ridacchiò Blaise osservando il piatto
lindo "Sei quasi disgustoso"
"Mi piacciono le frittelle" fu la sola risposta che ricevette
riempiendosi il bicchiere di succo d’arancia
"Lo vedo, ma se continui così ti sentirai di nuovo male" e
così, tornò il silenzio nella stanza. Sean e
Piton, seduti l’uno di fronte all’altro, non
avevano nemmeno alzato sguardo dalle loro tazze piene. Il primo leggeva
un libro che pareva interessantissimo, l’altro leggeva il
giornale, imitato da Arthur. Molly conversava con gli altri due
insegnanti e i gemelli erano troppo assonnati per combinare guai e
rimanevano in silenzio. Dopo una seconda pila di frittelle, Draco
potè ritenersi soddisfatto e si alzò, mentre
Blaise lo stava aspettando
"Forza, andiamo!"
"Dove andate?" chiese Ron. Blaise si voltò con uno sguardo
maligno negli occhi
"A spararci due…" Draco mise violentemente una mano sulla
bocca di Blaise
"…in piscina" e senza dire altro, trascinò via il
suo amico che ancora bisbigliava inquietanti maledizioni contro i
Gryffindor
In camera Blaise prese un costume a pantaloncino, mentre Draco era
sdraiato a pancia sotto sul letto e ridacchiava.
"Chi hai intenzione di sedurre oggi Blaise?" domandò
sorridente. Il moro lo fissò, senza capire
"Scusa?"
"Stai veramente bene. Sono davvero curioso di sapere su chi vuoi fare
colpo"
"Ho scoperto che Lenticchia prova qualcosa per la Granger" lo sguardo
grigio perla di Draco si accese "Ho voglia di rovinare le vacanze a
Lenticchia"
"Ah si?" domandò l’altro mezzo interessato "E da
chi lo hai saputo?"
"Pettegolezzi di Natsuki" rispose Blaise con una scrollata di spalle,
fissandosi allo specchio. Poi guardò Draco sul letto "Ma che
fai non ti cambi?" gli domandò stupefatto. Draco
fissò i ricami in seta sulle coperte, imbarazzato
"Ecco… alcune ferite non si sono ancora cicatrizzate, forse
non devo bagnarmi, sai il cloro…"
"Ma smettila, Sean ha detto che vuoi" lo interruppe brusco Blaise
frugando nel suo cassetto. Poi tirò fuori un costume che
arrivava poco sopra al ginocchio, nero con delle decorazioni astratte
celesti. Coordinate Draco aveva comprato anche le ciabatte dello stesso
colore, ma poi non aveva mai avuto occasione di poterle indossare.
"Blaise, forse non è la cosa migliore" mormorò
Draco mentre Blaise lo stava spogliando con lentezza e delicatezza. Non
voleva spaventarlo facendogli ripensare a Voldemort.
"Mettiti il costume" gli ordinò Blaise
"Non voglio che gli altri vedano le mie ferite"
"Potrebbe farti avvicinare a Potter" insinuò Blaise
"Non voglio la sua pietà"
"C’è qualcosa che vuoi allora?" esclamò
Blaise irritato dalla testardaggine del suo ex ragazzo.
"Voglio che Potter m’ami" gli disse Draco un po’
infastidito da quel 3° grado "Ti pare tanto complicato?"
"Innanzitutto non devi avere il muso lungo" iniziò Blaise
senza rispondere "Ma devi dimostrargli che tu sei diverso"
"E secondo te mettermi un costume che farà vedere tutte le
mie cicatrici e le mie ferite mi fare sembrare diverso?" chiese
l’altro disperato
"Perché, continuare a restare chiuso in casa a fare presenza
maligna come un demone giapponese invece ti aiuterà?"
Draco socchiuse gli occhi, irritato. Odiava quando Blaise gli
rispondeva con un'altra domanda. Lo aveva sempre odiato e avrebbe
continuato ad odiarlo per sempre. Prese un respiro e cercò
di passarci sopra.
"Posso mettermi la tuta e una maglietta a maniche corte e venire in
piscina" propose Draco "Potrei perfino prendere il sole"
"NO" replicò il suo amico "Tu ti metterai il costume, e
verrai in piscina con me e ignorerai completamente i commentacci di
quei tre deficienti!" esclamò risoluto Blaise "E se provano
a dire qualcosa, gli rispondo per le rime e così non avranno
più il coraggio di dirti nulla"
Draco abbozzò un sorriso incerto
"Ok, ti credo" si alzò in piedi, prese il costume dalle mani
di Blaise e si chiuse in bagno.
Quando i due ragazzi arrivarono in piscina, non c’era nessuno
eccezion fatta per Sean che stava nuotando, e Draco ne
approfittò per farsi una dormita su una sdraio.
Blaise si avvicinò alla piscina, bagnandosi la punta dei
piedi. Ad un certo punto incominciò a levitare per aria e
Blaise fissò immediatamente Sean
"Non azzardarti" ringhiò mentre era proprio al centro della
piscina "L’acqua è gelida, guai a te" Draco,
divertito dalla situazione, si alzò dalla sdraio e
andò al fianco di Sean "Draco, digli qualcosa"
intimò arrabbiato
"E che cosa?" ridacchiò il biondo "Non potrei dirgli niente
per farti mettere giù"
"Non ci stai nemmeno provando!" protestò il ragazzo in aria.
Draco si limitò ad alzare le spalle
"Ops" commentò maligno Sean. Schioccò le dita e
Blaise cadde in acqua, toccando lievemente il fondo, per poi risalire a
galla. Draco era piegato in due su sé stesso, riuscendo a
malapena a respirare. Blaise, furioso iniziò ad inveire
contro i due, ma quando notò lo sguardo furbo di Draco, si
preoccupò. Difatti dopo nemmeno dieci secondi anche Sean era
nuovamente in acqua, poco lontano da Blaise. Draco continuò
a ridere di vero gusto e in fondo Blaise e Sean non ebbero cuore di
fermarlo. Erano mesi che Blaise non lo sentiva ridere in quel modo e in
quel momento si sentiva veramente bene. La sua allegria però
scomparve così com’era venuta nel vedere i tre
Gryffindor arrivare dal fondo della via. Draco smise immediatamente di
ridere e si voltò di scatto, con la rapidità di
un fulmine. Gli si gelò il sangue nelle vene e
sbiancò ancora di più, diventando completamente
marmoreo.
"Malfoy!" sibilò Ron andandogli davanti Draco che assunse la
tipica posizione da ragazzo strafottente, incrociando le braccia al
petto e fissandolo negli occhi "Cerchi guai per caso? Puoi anche
sparire"
"Che cosa vuoi oggi Lenticchia?" sbuffò Draco indifferente
"Sapere che cosa ci fai qua"
Draco si guardò intorno e Blaise sorrise
"Mi pare logico. Faccio un bagno" sbuffò amaramente. Potter
lo fissò
"E come mai? Non ti sei fatto vivo per tutta quanta l’estate"
"Chissà, forse ho avuto un piccolo problema agli occhi" lo
prese in giro Draco. Harry arrossì furiosamente e
spostò lo sguardo altrove, ma senza demordere
"Ma ora… cioè, che intenzioni hai?"
domandò ancora un po’ meno sospettoso
"Che cosa vuoi che faccia, Sfregiato?" continuò Blaise
appoggiandosi con i gomiti al bordo "Che ti prenda in collo e ti
scop…" il piede di Draco lo spinse sott’acqua
"Zippati quella boccaccia che ti ritrovi stupido deficiente" lo
rimbeccò aspro il biondo. Blaise ritornò in
superficie, imitato lentamente da Sean
"Ma dai Draco" lo prese in giro l’altro, alzandosi e
sedendosi sul bordo "Secondo me davvero lo Sfregiato desidera
avere… come dirlo…" scoppiò a ridere
"Un rapporto completo e profondo con te"
"TACI, DANNATO CHE NON SEI ALTRO" furioso Draco lo spinse nuovamente in
acqua, rosso in volto e Blaise si beò di quel rossore "Se
non tappi quella tua bocca giuro che io ti…"
"…che cosa mi fai, eh serpentello?" lo prese in giro Blaise
"Giuro che ti faccio passare un inferno in terra se non la smetti"
sibilò a pochi millimetri dalle sue labbra
"Ohh…davvero?" mormorò in un soffio
all’orecchio di Draco "Non vedo l’ora" e senza dire
si gettò in acqua, iniziando a nuotare
"Si può sapere che avete voi due?" commentò
seccato Harry
Blaise uscì dalla piscina e andò accanto a Draco,
con uno sguardo principalmente seccato, come se quella domanda lo
avesse disturbato "Io e lui abbiamo molta intimità Potter"
gli rispose Blaise mettendo un braccio intorno ai fianchi di Draco e
stringendolo a sé. Poi fissò Harry negli occhi,
con sguardo di sfida "Non penso che questi siano affari che ti possano
riguardare" infine assunse lo sguardo di chi ha avuto
un’illuminazione divina "A te non interessa la cinesina?"
Harry sussultò
"C-Che cosa…? M-Ma io…"
Blaise passò poi una mano fra i capelli biondi di Draco e
sorrise
"Andiamo a farci un bagno? Siamo venuti qua per questo, no?"
Draco lo fissò, mentre Blaise aveva notato che Harry aveva
stretto i pugni. Il biondo prese per mano il suo ex ragazzo e fatto
ciò iniziò a correre, saltando a bomba nella
piscina.
Quando i due risalirono, qualche cosa dentro Harry, si
spezzò. Ron era stato trascinato da Hermione in casa e
avevano lasciato momentaneamente Harry da solo. Era rimasto in piedi a
fissarli e vide anche il bacio che i due si stavano scambiando.
Sembravano particolarmente affiatati e indietreggiò di un
paio di passi e incappò nella sdraio, scivolandoci sopra:
era veramente allibito e non riusciva a respirare. Sean, intento ad
asciugarsi i capelli, lo guardò. Gli fu accanto e
iniziò a scuoterlo, un po’ preoccupato
"Harry" chiamò "Harry, che hai?" gli diede un piccolo
schiaffo sulla guancia ed Harry si liberò dalla presa
dell’uomo. Sean fissò a sua volta i due ragazzi e
accennò un sorriso un po’ perfido
"Harry smettila di guardarli" gli diede uno scossone un po’
più forte e il ragazzo tornò alla
realtà, alzando il suo sguardo smeraldo sul figlio di
Voldemort.
"L-Loro…"
"Si baciano" commentò con naturalezza Sean "Non vedo che
cosa ci sia di tanto sconvolgente"
"M-Ma… Malfoy, lui…"
"Pensavi che Draco rimanesse libero aspettando te?"
"I-Io non aspetto lui… a me piace Cho Chang" e, infuriato
più di prima, andò via, in casa
FINE CAP. VIII
Eccoci qua. Harry finalmente capisce qualcosa? Non si sa, vedremo
più avanti.
Spero di ricevere dei commenti. Mi servonooooo! LOL
Al prossimo capitolo: Cupido Spia
Kiss Gaki
|
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Capitolo 9 *** Cupido Spia ***
Questo è un capitoletto di transizione e per questo
è piccolo piccolo! Solo due paginette di Word. Ma dato che
il capitolo X è già pronto ed è molto
più lungo, credo che aggiornerò prestissimo.
Giusto per ricordarvelo (^^) grazie infinite per le visite che fate a
questa fic (anche solo per sbaglio LOL) e spero che prima o poi
qualcuno di voi prenderà il coraggio a due mani e mi dica
che questa cosa fa schifo!!! ^_^
Attendo con ansia eventuali commenti o critiche!
Ora ringrazio Antote (e sono sicura che se non commenta questo capitolo
disconosco Lake a vita)
Antote =
Spero che ti piaccia anche questo capitolo. Prometto a tutti che dopo
questo capitolo Draco terminerà (finalmente) di soffrire, ma
dovete arrivato al capitolo X prima! Spero che tu possa commentare
anche questo e dirmi che ne pensi! Aspetto con ansia!! Kiss Kiss
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO IX
Cupido Spia
Mancava poco meno di un mese all’inizio della scuola, ma per
Draco non era di certo la cosa migliore. Ormai portava gli occhiali da
un paio di settimane, e Blaise si era abituato a vedere quella delicata
montatura trasparente che coprivano gli occhi grigi e bellissimi del
suo ex ragazzo. Gli piaceva, da un certo punto di vista, vedere le
ciocche di capelli biondo chiarissimo che coprivano gli occhiali. E
ormai lo divertiva anche vedere le dita lattee di Draco muoversi in
gesti seccati per vedere meglio mentre studiava. E Blaise fingeva di
studiare mentre Draco era impegnato in tutti quei temi che lui aveva
già fatto mentre era cieco.
E mentre “studiava” si guardava intorno e vedeva
Harry che fissava di soppiatto Draco. Vedeva Ron che da sotto il tavolo
allungava le mani, e sfiorava le cosce di Hermione e da uno spiraglio
che aveva fatto nel muro vedeva anche Piton e Sean sibilare fra di
loro, furiosi come non mai. Perché quei due litigassero
tanto, nessuno lo aveva ancora capito e da Natsuki non era riuscita a
carpire nemmeno mezza parola riguardo quella questione spinosa.
Intanto per ora si divertiva a far passare le sue mattinate a spiare
gli altri. Ma l’oggetto preferito della sua osservazione
rimaneva sempre quel Gryffindor di un Potter.
Adorava vedere come risicava quando lui, ovviamente per caso,
accarezzava i capelli di Draco, una guancia o un braccio. Adorava
vedere come si mordicchiava la matita quando li guardava.
Adorava anche vedere gli occhi verdi che s’assottigliavano
furibondi e irritati, lanciavano saette verso Blaise.
Ormai quella mattina aveva passato già due ore a fingere di
studiare. Iniziava ad annoiarsi.
Un silenzio da cimitero aleggiava nel salotto e perfidamente decise di
movimentare la giornata. Con la sedia si accostò a quella di
Draco e si preoccupò di fare il giusto rumore per attirare
l’attenzione di Potter. Draco spostò lo sguardo
dalla sua pergamena e fissò Blaise, con un sorriso sincero
"Ti serve una mano?"
"Si" rispose l’altro deciso "Ho bisogno di capire
perché hai capelli così morbidi" e gli
passò una mano fra i capelli. Draco era deciso a ignorare
tutti quanti i pregiudizi, i commenti e le malignità, e di
tornare a quel rapporto che la sua stessa cecità aveva
bruscamente interrotto.
Il biondino si abbandonò alla mano di Blaise che gli
accarezzò i capelli, lambì la base della nuca e
poi sfiorò con morbide carezze la sua schiena, alzando
leggermente la maglietta bianca che Draco indossava. Harry ogni tanto
gli lanciava sguardi di rabbia pura, era furibondo per quel che stava
facendo, ma nemmeno lui sapeva perché. Odiava Malfoy, ma poi
si era ricreduto perché gli aveva fatto pena, poi ancora lo
odiava per quel suo essere schivo e solitario e poi ancora dopo avrebbe
voluto essere al posto di Blaise e di poter capire che cosa provava il
moro nell’accarezzare la pelle lattea del Malfoy.
Mentre lo guadava Blaise dentro di sé gioiva di una gioia
maligna. Era contento di vedere che infine tutte le attenzioni che
rivolgeva a Draco servivano a qualcosa. Non che gli dispiaceva, anzi,
ma gli piaceva pensare che alla fin fine il suo migliore amico sarebbe
stato felice con colui che amava per davvero.
Ovviamente quel pensiero era stato frutto di molte notti insonni. In
fondo non sarebbe stato molto difficile
“convincere” Draco a tornare con lui e a fargli
credere che tutto sarebbe stato diverso. Ma sarebbe stata solo una
mesta bugia e Draco sarebbe tornato triste e infelice. Scosse la testa,
molto lentamente. Ad un certo punto Blaise mordicchiò
dolcemente un orecchio di Draco.
"Blaise" esclamò Draco tornando a fissare il suo tema, con
una penna biro fra i denti
"Dimmi Draco"
"Secondo te se io mischio polvere di drago, con scaglie di serpente
essiccate e poi le faccio bollire per 35 secondi, che cosa ottengo?"
sospirò "Detesto Piton quando dà questi quiz su
pozioni che non abbiamo studiato!"
Blaise parve annoiato da quella domanda
"Mi pare ovvio Draco" si alzò in piedi e si
stiracchiò "Otteniamo una soluzione di colore verde, che
dopo 15 secondi dovrà tendere all’arancione.
E’ detta anche “Pozione del tramonto” e
ha il potere di far cambiare il carattere di una persona per circa due
ore se ben fatta, ovviamente. Infine se tu ci aggiungi anche un
po’ di polvere di quercia, un pizzico di polvere di pelle di
rospo e un capello della persona che ami (o dici di amare), allora
avrai una perfetta pozione d’amore!" e ridacchiò.
Draco lo guardò
"Davvero? Non ne avevo idea!" e tornò a fissare il foglio,
iniziando a rispondere alle domande
"Potter, mai fatta una pozione d’amore?" Harry
alzò immediatamente la testa dalla sua pergamena
"Scusa?"
"Dai, fare tanto l’innocentino. Hai anche te dei sentimenti,
no?" lo prese in giro Blaise "Hai mai pensato di fare una pozione
d’amore?"
"No" rispose al suo posto Ron, alzandosi di scatto in piedi. Draco lo
fissò divertito
"Sfregiato ha la segretaria!" commentò ironico il biondino.
Poi fissò Blaise "Mi faresti da segretaria?"
Blaise, fulmineo, fu al suo fianco, mentre gli accarezzava sensualmente
una guancia
"Solo se posso adempiere a TUTTI i lavori di una segretaria,
Draco…"
"ORA BASTA" esplose Harry. I due Slytherin lo fissarono, senza capire
il motivo di quella rabbia
"Che hai?" domandò innocente Blaise "Non è lecita
una domanda del genere?"
"No che non lo è!" sibilò Ron, mentre Hermione
ridacchiava silenziosamente
"Ma và?" replicò Draco divertito "E i cosiddetti
“diversi” li mettiamo in mezzo alla strada?"
"Tò!" commentò Blaise "La segretaria dello
Sfregiato è razzista!"
"IO NON SONO RAZZISTA!" ruggì furioso il rosso "Pretendo
solo che voi la smettiate di… di…"
"“Amoreggiare”" gli suggerì divertita
Hermione
"Esatto, di amoreggiare davanti a noi!" concluse Ron tutto compiaciuto,
poi si voltò verso Hermione, che cercava di nascondere le
risate dietro il suo libro di Aritmanzia.
"Hermione… come mai ridi?" gli chiese perplesso Harry
"Rido perché sono divertita" rispose lei fissando Blaise, il
quale spostò lo sguardo
"E perché lo sei?" interrogò Ron sospettoso
"Dio Santo quanto sei oppressivo Lenticchia!" sbuffò Blaise
ricadendo sulla sua sedia e prendendo un fumetto da dentro la cartella,
poi fissò Hermione "Non capisco come tu faccia a stare con
uno come lui! Se anche Draco fosse stato anche solo la metà
di quanto lui è oppressivo con te, lo avrei lasciato dopo
due secondi netti"
"Avete avuto una relazione?" esclamò Harry alzandosi in
piedi allibito
"Oh si" rispose ironico Blaise "Quando tu ancora non sapevi nemmeno che
esistesse una cosa chiamata “sesso”" si
alzò in piedi, mentre Draco ridacchiava come uno scemo.
Blaise lo guardò, incuriosito "Draco, tutto ok?"
"Si…" rise ancora "Sesso… divertente Blaise,
davvero" si alzò in piedi, barcollando come un ubriaco.
"Emh… si, siamo stati particolarmente precoci…
ma…" gli andò accanto "Ti senti veramente bene?"
"Si… mi gira solo un po’ la testa…" e
si afflosciò a terra
"DRACO" esclamò a voce alta Blaise. Lo girò di
schiena e gli schiaffeggiò la guancia "Sean, vieni!"
chiamò ancora "Draco sta male!"
Fine Cap. IX
Rieccoci qua. Ve lo avevo detto che era un capitoletto di transizione!
In effetti è un pò piccolo, ma da qua in avanti
si comincerà a delineare di più il rapporto fra
Blaise e Draco, mentre Harry (forse) riuscira a far scongelare il
criceto che si trova (ancora) immobile nella ruota!
Vi aspetto al prossimo capitolo: Ultima Guarigione (un titolo, un
perchè LOL)
Ciao!
|
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Capitolo 10 *** Ultima Guarigione ***
Eccoci qua con il capitolo
X. Voglio ringraziare sentitamente tutte le persone che leggono questa
storia.
Allora, questo è un capitolo
lunghetto, spero abbiate la pazienza di leggerlo fino alla fine. Qua
finalmente le peripezie di Draco hanno fine (credo), ma purtroppo ad
Harry non gli viene trapiantato un pò di senno e un
pò di buon senso...
E
poi... Blaise farà qualcosa di cui nemmeno lui è
conscio... spero che
questa sua azione vi convinca a commentare! LOL Fatemi sapere qualcosa,
a me fa sempre piacere!
Antote =
Grazie per continuare ancora a commentare. *kiss & smack* Spero
di vedere il tuo nome anche per questo capitolo, mi tieni veramente su
di morale!
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO X - Ultima Guarigione
L'interpellato
smise di litigare con Piton e si affacciò alla porta.
Impallidì quando
vide la scena che gli si presentava sotto gli occhi e gli fu subito al
fianco.
"Che è successo?"
"E' svenuto, ma non so perché" Sean
prese il polso di Draco e sentì le pulsazioni. Poi,
improvvisamente gli
strappò la camicia che aveva addosso e vide delle leggere
strisce di
sangue, fasciate malamente. Lo girò su un fianco
"Controllagli la schiena, svelto. E dato che ci sei, fagli un
incantesimo guaritore, muoviti. Io mi occuperò del petto"
Senza
perdere il suo sangue freddo, Blaise appoggiò lievemente la
punta della
bacchetta magica sulle ferite di Draco e mormorò
sommessamente poche
parole, mentre Harry, Hermione e Ron gli erano corsi intorno. Blaise
non smise di parlottare, ad occhi socchiusi, fino a quando la debole
luce che scaturiva dal palmo del ragazzo non fece rimarginare tutte le
ferite. Poi, visti i risultati, sorrise e si lasciò cadere
ansimante,
seduto a terra.
"Sei migliorato" disse solo Sean, senza fissare il
suo lavoro. Blaise aveva la fronte sudata e fissava il soffitto con
sguardo vuoto e vitreo "Ti senti bene?" domandò ancora
fissando il
petto nudo e senza ferite di Draco
"Mi manca solo un po' il fiato, ma per il resto va tutto bene... credo"
aggiunse mentre cercava di stabilizzare il suo respiro
"Hai
fatto un ottimo lavoro" commentò piano Sean mentre Natsuki
accorreva in
salotto "Riporto Draco in camera" gli disse "Blaise, quando ti sei
ripreso vieni in camera sua"
L'interpellato annuì lentamente, senza
dire nulla. La donna si sedette accanto allo studente e
poggiò una mano
sulla fronte madida del ragazzo. Socchiuse gli occhi e dal suo palmo
scaturì una flebile luce bianca
"Come ti senti ora Blaise?"
"Stranamente pieno d'energie" esclamò allibito lo Slytherin
fissandosi le mani e stringendole a pugno.
"Che cosa hai fatto?" domandò a bassa voce Harry "E che cosa
aveva Malfoy pochi secondi fa?"
Blaise si rialzò in piedi, spolverandosi le ginocchia
impolverate. Lo guardò in faccia
-Potter sei un idiota. Se tu non fossi così cieco...- si
morse un labbro
"Un incantesimo guaritore" rispose piano "Era un incantesimo che mi ha
imparato da un libro"
"Da un libro?" replicò la Granger
"Si...
quando Draco era cieco ho letto molti libri per aiutare Sean e Piton a
trovare una soluzione. E mentre leggevo ho imparato molti incantesimi
guaritori" Blaise abbozzò un sorriso e la ragazza distolse
lo sguardo
"Ora...vado"
Poi, senza aspettare oltre, corse via. Il ragazzo si
fece i gradini delle due rampe di scale tre a tre e finalmente (con il
fiatone), arrivò di fronte alla porta chiusa del suo ex
ragazzo.
Bussò
leggermente e aprì la porta. Draco era disteso nel letto,
sotto le
coperte, con una pezza d'acqua sulla fronte. Aveva la bocca semi aperta
e il volto contratto in una smorfia di dolore, come se stesse
soffrendo. Al suo fianco, Sean era seduto sulla famosa sedia a dondolo,
con l'altrettanta famosa penna che scribacchiava all'altezza del suo
orecchio. Il figlio di Voldemort era talmente concentrato sui suoi
appunti che non si era minimamente accorto della presenza del giovane
Slytherin. La penna d'oca emetteva dei leggeri scricchiolii ogni volta
che scriveva qualcosa. Finalmente Sean si accorse della sua presenza e
lo fissò
"Natsuki ti ha guarito?"
"Si, mi ha ridato la forza. Potrei prendere a pugni il mondo e avrei
ancora un miliardo di energie"
Sean accennò un debolissimo sorriso
"Si, immagino"
"Sean, che cosa è successo a Draco?" domandò a
bassa voce Blaise, sfiorando il viso ansimante del suo amico.
"Non
lo so. Ero convinto che la barriera magica fatta da me e da Piton fosse
sufficiente se ripetuta ogni mese" si alzò dalla sedia a
dondolo e si
mise accanto a Blaise
"Ma sai di preciso che cosa ha?" insistette testardo Blaise
"Ti ho detto che non lo so" rispose irritato lo Slytherin
più grande
"Ho capito non c'è bisogno di essere scontrosi"
soffiò seccato il moretto
"Sei tu che continui ad essere irritante" replicò l'altro
"Non continuare se vedi che non so risponderti!"
"Senti tu..." la minaccia di Blaise Zabini fu interrotta dall'entrata
di Natsuki
"Allora?" mormorò andando al fianco di Sean e stringendogli
una spalla "Che cosa è successo?"
"Non ne ho idea" ripetè piano l'interpellato, fissando il
corpo ansimante di Draco
"Temi una ripercussione?" continuò la donna
"Forse. Ma può anche darsi che il suo fisico non regga
più"
"Che vuoi dire?" ringhiò lo Slytherin più giovane
"Voglio dire che non sono molte le persone che sopravvivono alle
torture di Voldemort e ritornano a casa senza un graffio"
"Infatti
Draco ha rischiato di rimanere cieco per sempre!" esclamò il
giovane,
con un tono di voce un po' più alto del normale "Ti sembra
poco?"
"Blaise, Sean non intendeva..." la mediazione di Natsuki fu interrotta
"Intendeva
dire che Draco forse può morire!" gli disse a voce alta
trattenendo le
lacrime "Ma ti giuro che io troverò un modo per salvarlo" e
scappò via,
con le lacrime che gli rigavano le guance.
Il ragazzo fu sordo ai richiami dei due giovani e scese velocemente le
scale
Blaise
Zabini stava correndo senza una meta precisa lungo la villa di Sean.
Aprì il portone della biblioteca e vi entrò,
lasciandosi ricadere
seduto fra due scaffali in fondo alla sala. Fissandosi intorno e
trattenendo lacrime di rabbia, Blaise si domandò come
potesse vivere
Sean sapendo chi e che cosa era suo padre. Si chiese come riuscisse a
sopravvivere in quella villa, completamente da solo, senza nessuno che
gli desse la buonanotte la sera o il buongiorno al mattino. Lui aveva
Draco e sua sorella maggiore. Ma Sean chi aveva quando frequentava
Hogwarts? Chi aveva quando la lasciava per le vacanze estive?
Poi il
pensiero della probabile morte di Draco riaffiorò
prepotentemente nella
sua testa. Si morse un labbro, fino a che non sentì il
sangue che gli
scendeva lungo la gola e strinse le mani fino a quando le nocche non
gli diventarono completamente bianche.
"Zabini!" esclamò una voce
femminile. Blaise si volse di scatto verso la voce e
incrociò lo
sguardo della Granger. Abbozzò un sorriso amaro e
tornò a fissare la
moquet sotto i suoi piedi, asciugandosi in fretta gli occhi.
"Che vuoi?" gli domandò "Non dovresti stare con Lenticchia?"
la ragazza ridacchiò
"Lui è troppo preso dal Quidditch. Sta giocando con Harry"
la ragazza vide chiaramente un lampo brillare negli occhi di Blaise
"Sicura
che non sia preso da Potter, piuttosto che dal Quidditch?" gli
domandò
malefico. Un rossore improvviso imporporò le guance di
Hermione, la
quale distolse lo sguardo dallo Slytherin
"Spero di no" ammise a bassa voce "Come sta Malfoy?"
Improvvisamente
Blaise piantò un pugno a terra e serrò gli occhi,
scuotendo lentamente
la testa. La ragazza si mise al suo fianco, preoccupata
"Come sta Malfoy?" gli ripetè piano. Un labbro di Blaise
tremò leggermente
"...forse
potrebbe morire" ammise a voce talmente bassa che Hermione
faticò a
sentirlo. Poi sussultò e si portò una mano alla
bocca, spalancando gli
occhi
"Scherzi?" gli domandò. Blaise scosse la testa, cercando di
trattenere le lacrime.
"No...
Sean ha detto che prima può aver avuto una ricaduta,
perché il suo
fisico non c'è la fa più..." il giovane si morse
un dito. Hermione, di
slancio, lo abbracciò Blaise rimase impietrito come una
statua per un
po' di secondi, ma poi (un po' titubante) ricambiò
l'abbraccio e pianse
nella spalla della Gryffindor.
"Io penso che può farcela" gli
mormorò la giovane ragazza. Si allontanò
leggermente dal giovane,
sentendo il fiato caldo del ragazzo vicinissimo alle sue labbra
"Dopotutto lui è uno Slytherin, no?"
Hermione aveva la forte
tentazione di baciarlo. Da quando aveva accettato di mettersi con Ron,
era solo infelice, si sentiva meno libera di quando era single. Prima
poteva fare tutto quello che voleva, quando gli pareva, adesso poco ci
mancava che dovesse chiedere il permesso a Ron anche solo per
respirare! Blaise, invece, lo aveva sempre attirato, fin dal primo
anno, quando stava sempre appiccicato a Malfoy, come se fosse la sua
ombra (e adesso aveva scoperto il perché). Era sempre stato
molto
intelligente, ma i suoi voti non brillavano, per il semplice fatto che
non voleva farli brillare. Hermione aveva sempre saputo che Blaise
trasudava una sensualità a cui era impossibile resistere e
le voci di
ragazze/i usati per una notte, Hermione le conosceva a memoria. Ma non
le importava nulla. La ragazza sapeva che comunque quelle persone se lo
erano goduto alla grande e di certo non si sognava di biasimarle. Da
quando aveva visto Blaise Zabini in costume anzi, aveva incominciato ad
invidiarle a morte. Fu Blaise a fare quello che lei non aveva il
coraggio di fare. La spinse con la schiena contro uno scaffale e gli
catturò le labbra in un lungo e interminabile bacio, pieno
di passione,
mentre i polsi della ragazza erano imprigionati con delicatezza fra le
mani del giovane. Il bacio che legava le lingue dei due giovani
continuò a lungo, fino a quando i ragazzi non sentirono il
bisogno di
lasciarsi per respirare. Blaise aveva ancora le guance increspate dalle
lacrime, ma si era lasciato coinvolgere perché provava
qualcosa per la
ragazza, mentre Hermione aveva il fiato corto e il petto le si alzava e
gli si abbassava continuamente. Lo Slytherin squadrò
Hermione:
indossava dei sandali alla schiava, un paio di pantaloncini aderenti
neri e una maglietta altrettanto aderente, molto scollata e che
lasciava poco spazio all'immaginazione. Poi si ricordò di
Draco e si
chiese come potesse essere stato così stupido da farsi
prendere da una
ragazza proprio in quel momento. Si alzò in piedi, senza
dire nulla.
Stava uscendo dalla biblioteca quando Hermione lo fermò,
prendendolo
per mano.
"Poi mi dirai di Malfoy, vero?" gli domandò piano
"Se pensi di poter utilizzare Draco solo per... sedurmi... ti avviso
che non te lo permetterò" gli ringhiò, furibondo.
"Ma... io non voglio sfruttare proprio nessuno" protestò
l'altra "Io ho solo..."
"Sei fidanzata!" le ricordò "Dovrei credere alla parola di
una che va in giro a baciare la gente?"
"Ho solo cercato di consolarti!" esplose lei, furibonda
"E da quando baciare vuol dire consolare la gente? Sei fuori per caso?"
"I-Io non ti ho baciato..."
"E il rossetto che mi ritrovo sulla bocca c'è l'ho messo io?"
"Tu ci sei stato!"
"Mi hai baciato a tradimento!"
"Voi uomini fate veramente schifo" esclamò Hermione
andandosene via.
Blaise
era ancora furibondo con sé stesso. In fondo, era lui che
era
-casualmente- scivolato sopra la ragazza, baciandola. Poi, ricordandosi
che si trovava ancora nella gigantesca biblioteca di Sean,
iniziò a
cercare qualunque libro che potesse essergli di aiuto.
Solo a
tarda sera, uscì da quel labirinto e decise di andare a
controllare le
condizioni di Draco. Aveva trovato un libro sulle maledizioni mortali e
non che erano usate frequentemente dai Mangiamorte. Era un libretto
pubblicato durante il periodo dell'ascesa di Voldemort, quando libri di
quel tipo venivano messi al rogo. All'epoca Sean era solo un ragazzo,
che aveva pressappoco la sua età. Mentre saliva le scale,
Natsuki gli
venne incontro.
"Stai bene?" gli chiese dolcemente. Lui, un po' titubante,
annuì
"Si..." il suo stomaco brontolò prima che lui potesse dire
altro. Natsuki sorrise e gli poggiò una mano sulla spalla
"Andiamo. Molly sta servendo la cena proprio ora" Blaise
fissò la porta della cucina, perso nei suoi pensieri
"Preferirei mangiare con Draco" disse "Posso, vero?" gli chiese poi
vedendo lo sguardo titubante della donna
"C-Certo... non vedo perché non dovresti..."
"Natsuki, Draco è così grave?" gli chiese
all'improvviso stringendo a sé il libro che aveva preso alla
biblioteca di Sean.
La donna gli circondò le spalle con un braccio
"Quel tanto che basta per suscitare l'interesse di Sean" i due sorrisero
"Allora mi devo ritenere fortunato..." commentò ironico
entrando nella cucina
A sera Blaise si buttò sul letto accanto ad un
Draco febbricitante e aprì il libro delle maledizioni.
All'improvviso
Blaise si mise a fissare il soffitto. Mancavano ancora dieci giorni
prima dell'inizio della scuola, prima dell'inizio di un nuovo inferno
che avrebbe portato a Draco nuove sofferenze. Quasi senza vederlo
Blaise fissò la costola del libro al suo fianco. Aveva
scoperto alcune
cose e non vedeva l'ora di riferirle a Sean, ma appena socchiuse gli
occhi per pensare, si addormentò profondamente.
Quando, in tarda
mattinata, Harry fu mandato a chiamare Sean nella stanza di Draco,
rimase stupito nel vedere il biondo che la sera prima versava in
pericolo di vita (ma che ora sembrava sano come un pesce) aggrappato a
Blaise come se stesse annegando. Aveva una mano stretta a pugno sulla
maglietta del moretto e l'altra mano era stretta in quella di Blaise.
Insomma, si sarebbe aspettato di tutto, meno che quella scena.
Si
pietrificò là, fino a quando la voce di Sean non
lo riscosse. Il più
grande sospirò, ma poi sorrise, vedendo che quello che la
sera prima
Blaise aveva scoperto era stato molto utile.
"Ragazzi" esclamò
l'uomo a voce alta. Blaise si limitò a serrare gli occhi,
mentre Draco
non fece niente, ancora del tutto addormentato "Ragazzi, la colazione
è
pronta!"
Come se fosse una parola magica, Draco si alzò di scatto a
sedere, con i capelli scompigliati e gli occhi ancora pieni di sonno.
L'idea di Blaise invece era quella di continuare a dormire girandosi su
un fianco, ma purtroppo si trovava già sul ciglio del letto
e cadde a
terra.
Draco lo fissò, con lo sguardo annebbiato, ma poi
scoppiò
improvvisamente a ridere, togliendosi i lunghi capelli biondi da
davanti gli occhi. Si distese sul letto dando la schiena a Sean e ad
Harry, affacciandosi oltre il ciglio e fissando Blaise che si
massaggiava distrattamente un ginocchio.
"Maledetto..." ringhiò Blaise "Che diamine ridi?" si
alzò in piedi e gli rifilò uno schiaffo. Draco
rimase pietrificato
"Ma che hai?" mormorò piano
"IERI
MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO, RAZZA D'IMBECILLE" gli urlò
afferrandolo per il pigiama "Ti sembrano cose da fare? Ho rischiato
seriamente di rimanerci secco"
"Mi dispiace, ma io non volevo farti preoccupare oltre" urlò
a sua volta Draco, sempre con la mano sulla guancia rossa.
"Certo, idiota" continuò Blaise "Non avvisarci che ogni
tanto ti spuntano ferite dal nulla è normale"
"Le curavo da sole le ferite che Voldemort mi procurava"
protestò Draco
"Talmente
bene che sei quasi morto" sibilò fuori di sé
Blaise "Ma guarda, la tua
laurea in medicina non ha sortito effetti, che strano"
"Non prendermi in giro" ringhiò il biondo
"Io
vorrei solo capire come mai aspiri tanto ad un mondo ultraterreno"
esclamò a voce alta Blaise "Accidenti. Mi sono preoccupato
talmente
tanto che adesso passo io dalla parte del torto!"
Blaise si alzò in piedi, seccato e notò i due
sulla porta
"Beh?
Avete ancora molto da guardare? Non siamo mica al cinema, sapete?" e
senza dire altro, si fece spazio fra i due e se ne andò via.
Sean
sospirò e mandò via Harry. Rimasti da soli, Sean
si sedette sul letto
accanto a Draco
"Era solo preoccupato" esordì il più grande
"Blaise...
non mi ha mai picchiato" rispose Draco serrando gli occhi "Nemmeno
quando stavamo insieme ha mai osato alzare le mani su di me"
"Beh, ti ha dato solo uno schiaffo... non ti ha mica picchiato nel vero
senso della parola"
"E' il concetto che conta" soffiò furioso lo Slytherin "Lui
non mi ha mai dato nemmeno uno schiaffo"
"Non sai quante ne ha passate ieri. Era davvero preoccupato per la tua
salute"
il ragazzino non rispose "A proposito, perché non ci hai
detto nulla? Voldemort ha rotto la protezione che ti avevamo creato"
"Mi
dispiace, ma è come ho detto a Blaise. Non volevo causarvi
altri
fastidi. Avete fatto anche troppo per me. Anche Blaise... lo so che per
tutto il tempo in cui ero cieco, non ha fatto altro che badare a me. Lo
sentivo, di notte, quando mi credeva addormentato, che piangeva
silenziosamente per non farmi preoccupare" Draco lo fissò
negli occhi
"Mi sono ripromesso di non farlo preoccupare più in quel
modo"
"C'è situazione e situazione, lo sai. Ormai dovresti saper
riconoscere e distinguere i vari contesti, no?"
"Rimane il fatto che ho fatto una promessa e non voglio infrangerla"
"Non
fare il testardo. In fondo Blaise era solo terrorizzato dall'idea di
perderti" gli prese il mento fra le mani e lo costrinse a fissarlo
negli occhi "Lo sai che se adesso tu sei qua a parlare è
merito suo? Ha
passato l'intero pomeriggio in biblioteca a cercare dei libri contro le
maledizioni"
"...davvero?"
"E' ovvio. Blaise è un tipo strano. Vuole far lasciare Ron
ed Hermione, eppure non può fare a meno di preoccuparsi per
te"
"Blaise prova qualcosa per la Granger. Non sopporta di vederla insieme
a un tipo squallido come Lenticchia"
"Io scommetto che anche tu avresti piantato uno schiaffo a Blaise se si
fosse trovato lui al posto tuo" insinuò Sean mellifluo
"Ma cosa..."
Sean lo interruppe
"Anche
tu ami Potter eppure non puoi fare a meno di preoccuparti per lui, no?"
lo Slytherin arrossì improvvisamente e si alzò in
piedi, irritato
"Non
sono affari tuoi" sibilò "Non importa come avrei reagito io,
importa
come ha reagito lui" e senza dire altro lasciò la stanza.
Alla
fine del corridoio, Blaise era seduto sui scalini della grande
scalinata che lo avrebbe portato nell'atrio. Il pavimento di marmo era
talmente lucido che la sua immagine ne era riflessa.
E l'unica cosa
che riusciva a vederci era la figura di un ragazzo abbietto che aveva
dato uno schiaffo a Draco. Una cosa che mai poteva credere possibile.
Certo, i litigi, gl'insulti verbali e le stupidaggini abbondavano, ma
mai, nessuno dei due aveva mai alzato le mani uno sull'altro.
Dio,
ma come poteva spiegare ad un tipo come Draco quello che aveva provato
quando lo aveva visto crollare svenuto nel salotto di Sean?
Come poteva esprimere il blocco alla gola che lo aveva attanagliato,
quando Sean gli aveva ordinato di guarirlo?
Non
poteva cerco confessargli che aveva sentito le sue mani tremare mentre
prendeva la bacchetta e mentre frugava nei cassetti della sua memoria
per trovare la formula giusta.
Non voleva mostrarsi così debole
davanti a lui, non lo avrebbe fatto per niente al mondo. Davanti al suo
Draco aveva ancora una certa immagine da mantenere.
Il terrore che
aveva provato non poteva essere espresso. Non era poi nemmeno
lontanamente paragonabile a tutto quello che aveva provato Draco
durante la breve, ma terribile prigionia di Voldemort. Quindi che senso
aveva andare a lamentarsi e a scusarsi con Draco?
Tanto un tipo come
lui non avrebbe mai nemmeno tentato di capire le motivazioni del suo
gesto. Lo avrebbe presto per uno stupido che aveva tradito le sue
speranza di avere una vita normale senza violenza.
Come poteva
dirgli che si sentiva un completo fallimento perché non
aveva mantenuto
la promessa che gli fece al primo anno? Blaise ridacchiò
istericamente,
sentendosi sul punto di scoppiare a piangere come un cretino. Di sicuro
Draco non si ricordava nemmeno quello che aveva mangiato il giorno
prima a cena, certamente non si sarebbe ricordato quello che lui gli
aveva detto al primo anno.
Blaise sospirò e fissò il soffitto
riccamente intarsiato e dipinto. A suo avviso, gli sembrava di guardare
la volta della Cappella Sistina. I dipinti erano simili e non lo
avrebbe meravigliato sapere che Sean avesse fatto chiamare qualche
pittore importante italiano e lo avesse costretto ad imitare quella
volta.
Dopotutto da Sean, c'era veramente da aspettarsi di tutto.
Si
chiedeva sempre, quando lo guardava chiacchierare con Lupin (che
spariva e appariva di continuo senza una tappa fissa) come potesse
sopportare anche la loro semplice vista. Quella dei Gryffindor,
ovviamente.
La sola idea di avere una conversazione civile con Lenticchia lo
disgustava profondamente. Idem per Sfregiato e per...
Il giovane scosse la testa.
Che
cosa provava per la Granger? E chi lo sapeva ancora? L'unica cosa che
sapeva era che quello che pensava di provare non era nemmeno
lontanamente paragonabile rispetto a quello che provava, forse ancora,
per Draco.
Quando vedeva Draco a volte sentiva ancora un leggero tuffo al cuore,
come se fosse solo lui a movimentargli la giornata.
Come se solo con lui potesse cercare di continuare a vivere quella vita
grama e deprimente.
Solo
con lui poteva cercare di andare contro al suo destino, quello stesso
destino che gli stava rubando Draco e che lo voleva svendere ad un
Potter che nemmeno lo meritava appieno. Che aveva quel Gryffindor
schifoso che lui non aveva? Era bello, intelligente, muscoloso e
sportivo.
Aveva buon gusto ed era particolarmente raffinato, con
quella sensualità che riusciva ad esprimere al punto giusto,
senza mai
essere troppo volgare o troppo arido nell'esprimere i suoi sentimenti.
Invece
quando vedeva la Granger con quel Lenticchia, l'unica cosa che sentiva
era il suo istinto di Slytherin che lo istigava a rompergli le scatole,
a fare di tutto pur di non vederli insieme che -amoreggiavano-
Accidenti,
Lenticchia era talmente incapace perfino a dare un bacio che si
chiedeva come quella ragazza riuscisse a resistere oltre due minuti
davanti a quei tentativi patetici.
Blaise iniziava ad irritarsi:
amare una donna voleva dire soddisfarla appieno, voleva dire lasciarla
con quell'ebbrezza e quel piacere che un rapporto poteva dare. Voleva
dire farla sentire apprezzata come donna, non come se fosse un semplice
oggetto sessuale da utilizzare una notte e via.
Cioè, questo non era
propriamente vero: in realtà era vero che non le considerava
molto dopo
una notte, ma era anche vero che molte ragazze sibilavano
(già, perché
alcune sibilano, non sanno parlare normalmente) di amore eterno e di
matrimoni con figli, possibilmente gemelli se rientravano.
Ogni
volta che sentiva quei discorsi, a Blaise gli cadevano letteralmente le
braccia: il suo pensiero fisso era: -Mi conosci da circa 80 - 90 minuti
contando il tempo che hai impiegato per farti corteggiare, spogliare e,
successivamente, rivestirti. E già mi vieni a parlare di
fidanzamenti a
lungo termine? Che sono, un lavoro?-
Con Draco invece era diverso.
La loro relazione era venuta fuori da sola, senza forzature. Un giorno
si erano dichiarati, così, con naturalezza, così
come sperava di fare
con un'altra persona, che questa fosse uomo o donna
Blaise Zaini si appoggiò con i gomiti allo scalino
precedente e fissò ancora una volta il soffitto
-Ma perché le cose peggiori devono capitare sempre a me?-
pensò
Fine Cap. X
Ecco qua la fine di questo lunghissimo capitolo.
I
prossimi due, parlano del passato di Draco e di Blaise, di come si sono
conosciuti e di come si sono poi messi insieme e lasciati.
Il prossimo capitolo s'intitola: La Promessa (Parte 1)
Kiss Gaki
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Capitolo 11 *** La Promessa (Parte 1) ***
Questo capitolo è tutto in prima persona, dal punto di vista
di Draco. Il tempo dei verbi si cambia, ed è tutto al
presente. Si ambienta qualche anno prima di tutti gli eventi che ho
narrato fino ad adesso.
Il capitolo XI e il capitolo XII un tempo dovevano essere un capitolo
unico, ma era veramente troppo lungo e pieno di colpi di scena (LOL)
In questa storia Lucius Malfoy fa la parte del cattivissimo,
più cattivo di tutti i Mangiamore e di Voldemort messi
insieme.
Spero che vi piaccia ugualmente e che v'induca a commentare XD.
Alla prossimaaaa!!!
Legenda:
"Testo" = Parlato
-Testo- = Pensato
CAPITOLO XI
La Promessa (Parte 1)
Draco era rimasta impietrito nel vedere Blaise seduto sulle scale. I
capelli gli coprivano parte del volto e in quel momento si
fermò ad osservarlo meglio di quanto avesse fatto in quegli
ultimi giorni. Ancora una volta non riusciva a vedere lo sguardo di
Blaise. Ancora una volta lo sentiva distante. Ancora una volta, gli
parve che il suo migliore amico, fosse irraggiungibile.
Lo guardava quasi ammaliato, come se lo guardasse per la prima volta.
Gli occhi grigio si socchiusero lentamente, mentre ripensava ad un
passato, che poi non era nemmeno così lontano.
*Inizio Flash - Back Draco*
(P.O.V. Draco)
Estate che corre fra la 5° elementare e il 1° anno di
Hogwarts / Villa Malfoy / Salone centrale
Mio padre mi rifila uno schiaffo. Il quarto nel giro di un'ora, se non
di meno. Mi sgrida come non faceva da quando avevo due anni quando, per
sbaglio, avevo bruciato una gonna di mia madre con la magia e aveva
dovuto farsi in quattro per evitare una presenza davanti alla
Commissione.
E gridava anche allora. Una prerogativa di Lucius Malfoy era urlare
quando si trovava fra le mura domestiche e di fare la parte della
bontà incarnata in terra quando si trovava fuori da questa
villa
"Sei malato" mi urla. Non lo guardo negli occhi, mi fisso i piedi.
Indosso ancora i mocassini della divisa della scuola, la stessa scuola
da cui mio padre mi ha praticamente strappato.
"Sei disgustoso" quando è entrato nella mia vecchia aula
sembrava isterico e ho il collo rosso per via del segno della cravatta.
La stessa cravatta con cui mi ha afferrato e trascinato in macchina
rischiando quasi di strangolarmi. Chissà, forse era proprio
quello che voleva fare.
Mia madre piange. Come al solito d'altronde. Quando mio padre alza la
voce, non fa altro che piangere, come una stupida donnicciola senza
spina dorsale...
A volte vorrei dirgli quello che penso, in fondo è colpa sua
che mi ha partorito, no? Se sono un deviato bastardo (cosa che mi sta
urlando in questo momento mio padre) è anche colpa sua che
mi ha sempre lasciato con ragazzi come baby - sitter.
Tutti, dico tutti, hanno una badante donna. Solitamente anziana e rompi
scatole, no? Di quelle che ti fanno andare a letto alle nove quando i
tuoi non ci stanno, di quelle che ti obbligano a mangiare disgustose
merendine senza zuccheri e grassi invece di un panino al cioccolato e
anche di quelle che ti costringono ad ascoltare i loro noiosi racconti
di gioventù bruciata.
No, io ho sempre avuto attraenti ragazzi che non sapevano che cosa fare
durante l'estate!
E' ovvio che divento una schifezza della natura (altra perla di
saggezza di mio padre), mi sembra una cosa scontata, prettamente
scontata.
Il ragazzo che era con me in classe però non era un
-badante- se vogliamo definirlo così. Bensì,
attenzione, un cameriere di casa mia!
Eh già... è stato uno smacco orribile per mio
padre. Vedere suo figlio di undici anni che amoreggia con un ragazzino
di 16 anni per di più babbano.
Mio padre mi butta a terra e inizia a picchiarmi. Selvaggiamente.
Come sempre. E' tipico da lui, no?
-E' solo un momento- mi ripeto serrando gli occhi -E' solo un momento e
poi tutto passerà-
Come sempre.
Due giorni dopo il ragazzo è stato spedito da qualche altra
parte e io sono invece stato trasferito in un'altra scuola,
più vicina a casa e con delle regole più ferree.
Mi domando che senso abbia cambiare scuola a sei mesi dalla fine della
scuola.
-Ma tanto, discutere con mio padre è prettamente inutile.
Lui è il capo. Lui decide- penso a questo mentre scendo
dalla macchina e m'incammino verso l'entrata della scuola. Ci sono
bambine e bambini che passeggiano allegri lungo il viale principale e
che discutono dei compiti non fatti o sbagliati.
La classe che mi è stata assegnata è la 5 A, si
trova in fondo al corridoio ad est dell'ingresso.
Davanti a me ho l'intera classe che mi guarda. Ad occhio e croce vedo
che in tutto sono 10, al massimo 11 bambini. I banchi sono doppi:
cioè, i bambini si trovano in coppia. Un unico banco lungo
che possa contenere due mocciosi di quinta elementare. Solo un ragazzo
ha il banco singolo. E' un ragazzino che spicca tra il mucchio. Ha
corti capelli neri e la pelle piuttosto scura, al contrario della mia,
perennemente lattea e chiara.
Del viso non posso vedere altro, perché ha la testa girata e
fissa fuori dalla finestra. Indossa la camicia bianca e la cravatta un
po' larga, senza la giacca, ordinatamente posata sull'appendiabiti. Il
suo banco invece è molto disordinato: due quaderni e un
libro sono accavallati uno sopra l'altro davanti a lui, mentre delle
penne sono sparse intorno a questi. Sotto al banco invece
c'è l'astuccio e il diario.
Solo per fortuna riuscii a capire che cosa mi stava dicendo la maestra,
cioè che devo andare a sedermi al banco libero. Quasi un po'
mi dispiace dovermi frapporre fra il suo sguardo (ha gli occhi neri,
adesso li vedo) e la finestra. A lui però la cosa non sembra
pesare tanto anche perché gira la testa verso il banco e
inizia a scrivere ciò che la maestra ci detta.
A ricreazione la situazione non migliora molto. Gli altri bambini mi
evitano, ma la cosa non mi dà particolarmente fastidio.
Se devo reprimermi per far contenti mia madre e mio padre allora non
voglio più fare amicizia con nessuno.
Sarò solo. Io e me stesso. Riceverò amore,
affetto, aiuto e amicizia solo da me stesso.
Sono passate tre settimane. E' quasi un mese che sono il compagno di
banco di Zabini e la cosa un po' mi diverte. Non ci siamo mai rivolti
la parola, né sguardo e nemmeno una matita o una penna,
però è divertente guardarlo. Mi sembra un po'
impacciato nel suo disordine dove, comunque sia, lui riesce a trovare
tutto quello che gli serve. Se la maestra ci chiede di prendere il
libro di lettura, lui lo tira fuori da sotto una pila di quaderni. Se
vuole che scriviamo un tema, da dentro un quaderno (tenuto
chissà dove), tira fuori due fogli protocollo. Io invece se
non ho tutto sotto controllo, finisco veramente nel panico.
L'unica cosa che un po' mi dispiace è non essere ancora
riuscito a sapere il suo nome, dato che io conosco solo il cognome.
Nessuno mi rivolge parola e non ho voglia di chiederlo a nessuno.
Zabini B.
-Bill? Bell? Batch?- penso mentre la maestra spiega -Ma che cavolo di
nome potrebbe avere un tipo come Zabini?-
Ad un tratto la voce della maestra mi fa sobbalzare sulla sedia.
Accanto a lei, una bidella mi fissa, quasi preoccupata.
"Signorino Malfoy" mi chiama. Detesto essere chiamato così
"C'è una chiamata familiare per lei"
Miss Anniegael, così si fa chiamare la maestra di inglese,
mi guarda, un po' infastidita dalla mia stupidità
provvisoria. Quando sono riportato sulla terra sono sempre...
particolarmente rincoglionito.
Mi alzo in piedi e, nello scatto, faccio cadere a terra un quaderno e
una penna. Mi maledico per la mia goffaggine mentre mi sento addosso lo
sguardo inquisitore di Zabini che sicuramente starà pensando
a quanto sono idiota. Socchiudo gli occhi e mi costringo a calmarmi,
altrimenti chissà quali altri stupidaggini potrei causare.
Esco un po' di fretta dall'aula, un po' per togliermi la
curiosità di sapere chi è al telefono, un po' per
non sentirmi più addosso gli occhi di Zabini.
Percorro però con calma il corridoio e mezzo che mi separa
dalla mia aula alla segreteria principale che si trova vicino
all'ingresso. La segretaria mi porge un telefono sorridendomi. Ricambio
il sorriso con uno di quei falsissimi sorrisi di circostanza che mi ha
insegnato mia madre quando ero piccolo.
--Pronto?--mormoro piano
--Draco-- la voce imperiosa di mio padre mi risulta irritante perfino
via telefono, il che potrebbe essere particolarmente strano-Stasera a
cena ci sarà il Ministro della Magia e anche un mio collega
di lavoro che si porta la famiglia-
-Lavoro?- cerco di soffocare una risata amara -Se possiamo considerare
il killer come lavoro allora si, sei pieno di colleghi-
--...non fare tardi. Altrimenti ne va della tua salute-intreccio un
dito intorno al filo del telefono, ascoltando solo parte del discorso.
--Ho capito. Ora torno in classe, ho un compito di inglese-lui non
risponde, ma chiude direttamente il telefono in faccia, senza dirmi
altro. Riconsegno il telefono alla segretaria e torno in aula.
Mi siedo al banco, ma continuo a sentire il suo sguardo che brucia su
di me, come se mi stesse analizzando. Socchiudo gli occhi, tornando nel
mio mondo particolare. Il suo sguardo è lo stesso che aveva
il giardiniere quando mi toccava e mi spogliava. Ardente e pieno di
passione, come se non riuscisse a fare a meno di mangiarmi con gli
occhi, come se solo con quel semplice gesto, potesse possedermi e farmi
suo.
Zabini mi affascina, non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal
punto di vista caratteriale. Come me, anche lui passa tutta la
ricreazione da solo, senza parlare con nessuno e non fa altro che
leggere e non mangiare il pranzo o la merenda. Sono tre settimane che
lo guardo e da allora ha cambiato ben 5 libri. Le cose allora sono due:
o Zabini è perennemente indeciso su cosa leggere, oppure
è un vero alieno
Dato che io sono più propenso per la seconda, è
stato assoldato che Zabini si sta trasformando in un alieno.
Finito il rientro pomeridiano torno subito a casa, evitando la mia
sosta quasi obbligatoria al negozio di videogiochi, dove il giovane
commesso non fa altro che fissarmi. Non penso che siano tutti pedofili
(anche perché ho ancora 11 anni), ma tutti si fanno
confondere dal mio aspetto un po' adulto. Sono più alto dei
miei coetanei, (anche più alto di Zabini) di quei 5 - 6 cm
che bastano per trarre in inganno la gente. Ho i capelli biondi, di un
biondo quasi bianco e gli occhi hanno un taglio più maturo
che rende il mio volto simile a quello di un comune adolescente.
Tornato a casa, trovo un completo in camera mia e mentre mi sistemo,
mia madre mi fissa con gli occhi prossimi al pianto, e mi fa promettere
che non mi comporterò come un animale assatanato ma come un
normale ragazzino di 11 anni.
Rispondergli per le rime, tipo: -Mi comporto solo come papà,
solo che lui si scopa le ragazzine di 14 anni- mi procurerebbe solo
altri problemi, perciò annuisco e la faccio contenta.
Aspetto gli ospiti seduto a leggere sul divano. Quando suonano alla
porta una cameriera va ad aprire e sulla soglia trovo il Ministro della
Magia e il -collega- di mio padre. Rimango impietrito. Dietro i tre
adulti, vi scorgo Zabini.
Fine Cap. XI
Allora, che ne dite? Vi è piaciuto? Provate un pò
di compassione per Dracuccio e per Blaisuccio? Spero di si!
Coraggioooo, voglio vedere tanti commentiiiiiiiiii!
Kiss Gaki
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