Di leoni forbicemuniti e chihuahua terrorizzati

di Ofeliet
(/viewuser.php?uid=114644)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Part One {A~G} ***
Capitolo 2: *** Part Two {H~P} ***
Capitolo 3: *** Part Three {Q~Z} ***



Capitolo 1
*** Part One {A~G} ***


Part One {A~G}

Di leoni forbicemuniti e chihuahua terrorizzati.

{Part One: A~G}



~ Apnea

Per Kouki il loro primo bacio fu come andare in apnea; aveva trattenuto il fiato prima, dopo e durante tutto il tempo.
Insomma, non se l'aspettava. O, almeno, se lo aspettava dopo ciò che aveva appreso ma non così in fretta, non così aspettatamente inaspettato, non da un Seijuro Akashi piuttosto spazientito. Il ragazzo era rimasto quasi a bocca aperta a reclamare aria, dopo, e non gli era di certo sfuggita l'aria di Akashi. Un'aria a metà tra l'offeso e metà tentennante verso il "non ti parlo mai più".
Allora Kouki si ritrova ad agitare le braccia, ad arrossire violentemente e ad agitarsi non sapendo bene per cosa. Sa solo che non vuole vedere Akashi infastidito - o meglio, non vuole che questi sia dispiaciuto o irritato da lui. E per quanto cerca di convincersene, sa che non è l'Emperor Eye a portarlo a fare tutto ciò, né la soggezione che il ragazzo incute. E non capisce ancora bene il perché Akashi sia stato così ostinato - a lui piacevano le ragazze, diamine! E Akashi-kun lo sapeva bene - ma nonostante ciò le sue guance continuano ancora ad andare a fuoco.

~ Bernoccolo

Seijuro non sa più che fare con Kouki.
Ogni sacrosanta volta che si incontrano - quando lui porta la sua regale persona a Tokyo - Kouki lo accoglie con una qualche ferita. Niente di grave, o i responsabili sarebbero già morti, ma quelle piccole ferite lo turbano più del dovuto.
E ogni volta che gli chiede spiegazioni Kouki sorride, dicendogli che durante l'allenamento si è fatto questo o quello, mostrandogli gli ematomi come importantissime ferite di guerra. Akashi vorrebbe tanto che il ragazzo la smettesse di farsi così male, ma Furihata sorride tranquillo dicendo che è quello il prezzo da pagare per gli allenamenti di un playmaker - titolo da acquisire all'inizio del prossimo anno dopo che Izuki Shun si sarebbe diplomato. Se la palla rimbalza o ti finisce contro non puoi non pagarne le conseguenze.
E allora Akashi rimane ad osservare l'ennesimo bernoccolo, scuotendo la testa con rassegnazione. Il suo ragazzo era davvero ostinato a migliorare sempre più.

C ~ Calore

L'inverno giapponese non era così freddo, questo Furihata l'aveva constatato dopo anni.
Non capiva, però, perché Akashi pretendesse - con sfacciata ostinazione - che dormissero nello stesso futon perché aveva freddo.
Non era passato molto da quando avevano iniziato - senza qualche esitazione - a vivere insieme. Già ammettere le proprie inclinazioni per Kouki non era stato facile - proprio lui che aveva iniziato a giocare a basket per amore di una ragazza era finito con un ragazzo, curiosa ironia della sorte - perciò da diplomando e studente universitario sentiva il dovere di non abitare con i suoi genitori.
Ovviamente Seijuro aveva colto la palla al balzo costringendolo offrendogli di affittare un appartamento a Tokyo e dividere le spese. Inutile dire che Kouki, dopo ormai un anno, non aveva ancora pagato niente.
Stava di fatto che da quando le temperature erano scese nuovamente, Furihata si era trovato nuovamente sotto gli ordini dell'Imperatore e non aveva avuto un minimo scampo.
Nel buio della notte Kouki sorrise, spostandosi leggermente e vedendo Seijuro seguirlo nel sonno.
D'altronde anche uno come Akashi aveva bisogno del calore umano.

~ Determinazione (ATTENZIONE: SPOILER Q239/240)

Riko l'aveva mandato in campo determinata a fargli marcare Akashi.
Furihata sapeva bene che non poteva vincere contro uno come il capitano della Generazione dei Miracoli. Sentiva chiaramente i commenti dei componenti del Rakuzan, degli spettatori sugli spalti e persino lui stesso non poteva credere a ciò che stava per succedere.
Ridevano. "Il leone e il chihuahua", dicevano. E scommettevano sul tempo in cui Akashi l'avrebbe divorato. Neppure il suo avversario sembrava tenerlo tanto in considerazione - ma forse era anche lui a sembrare leggermente patetico ai suoi occhi.
In realtà doveva fare poco, si disse. Poteva capitargli peggio.
Sapeva che per Akashi non era più che uno scricciolo da sorpassare facilmente. Che ai suoi occhi non aveva valore - come la prima volta che si erano incontrati.
Lui, però, era ben determinato a dimostrargli di essere in grado di contrastarlo.

E ~ Evasione

Un gemito gli uscì a tradimento, così che Kouki fu costretto a coprirsi la bocca con l'altra mano.
Che la situazione fosse degenerata così in fretta non se l'aspettava, davvero. Mosse la mano, provocando con soddisfazione la risposta del suo amante. Akashi si tese, regalandogli un lieve rossore che ben presto si accinse a nascondere.
In quell'aula deserta potevano sentire solo l'eco dei loro gemiti trattenuti - male o bene, non importava. Non erano tanti i giorni da quando Furihata aveva ceduto, un crollo imprevisto anche per Seijuro, ma da quel momento Akashi aveva deciso di non perdere tempo. In nessun senso.
Ben presto i lievi tocchi divennero più audaci, i baci più profondi, l'eccitazione sempre più difficile da mascherare. Dannati ormoni.
Seijuro, ben ostinato a non perdere, giocava anche sporco - con grande disappunto di Furihata, che ben presto ricambiava i gesti con una passione incontrollabile per entrambi.
Era evasione da tutto ciò che sapevano e conoscevano, perché non era bene, perché erano due ragazzi, perché dovevano pensare a cose diverse. E Kouki si lasciava sempre lasciare a questi dubbi, prima che Akashi gli regalasse espressioni uniche e gli sussurrasse parole irripetibili.
E allora il ragazzo lasciava in un angolo tutte le sue preoccupazioni, diventate tutte insignificanti, per stringere maggiormente la presa.

F ~ Fidanzata

- Kouki. - Furihata alza leggermente lo sguardo, cercando di voltare la testa verso il compagno.
Era uno dei loro pomeriggi tranquilli in cui Seijuro non doveva badare ai affari di famiglia e lui non doveva lavorare. Uno di quei rari pomeriggi tutto relax.
- Sì? - visto che erano rimasti in silenzio per tutto quel tempo, con Kouki che poggiava la testa sul grembo di Akashi appisolandosi di tanto in tanto.
- Tu perché hai cominciato a giocare a basket? - la sua domanda è così fuori luogo che Furi quasi scoppia a ridere, ma vedendo che Akashi è serio cerca di trattenersi. Rimugina per qualche istante, prima di dare la sua risposta.
- Oh, il motivo è molto semplice. Volevo fare colpo su una ragazza perché diventasse la mia fidanzata e... - ancora non ha finito di parlare che se ne rende conto, di aver fatto un gran danno. Certo, quale imbecille andrebbe a dire al proprio ragazzo di aver iniziato a praticare uno sport che li aveva uniti per amore di una ragazza?
Rise leggermente per sdrammatizzare, in attesa della reazione del compagno.
Questi, dopo una pausa iniziale, sorrise.
- Oh, capisco. - disse soltanto, sorridendo e riprendendo la sua lettura. Furi urlò internamente - quella notte Seijuro gliel'avrebbe fatta pagare!

G ~ Ghiacciolo

Una delle cose più divertenti della loro relazione alle superiori che Furihata ricorda era quando uscivano per un appuntamento.
Né lui né Akashi desideravano dare troppo nell'occhio - come se un ragazzo di un metro e settanta, con capelli cremisi e occhi eterocromatici non attirasse affatto l'attenzione.
Così avevano deciso - o meglio, l'Imperatore aveva ordinato - di trovarsi di tanto in tanto a prendere un ghiacciolo insieme, vista la stagione calda, e fare un tratto di strada, sempre insieme. Ignorando che Akashi abitasse ben lontano da lui.
Nemmeno lui l'avrebbe mai detto che Seijuro Akashi fosse così imbranato a camminare e mangiare insieme. E, di tanto in tanto, credeva proprio che Seijuro avrebbe bandito tutti i ghiaccioli dal paese del Sol Levante - fregandosene altamente della disapprovazione di Kuroko.
Stava di fatto che il malefico coso di ghiaccio colorato si ostinava a sciogliersi alla velocità della luce, scivolando agli estremi del bastoncino e finendo prontamente sul terreno.
E allora Furi sghignazzava senza farsi troppo vedere - anche se Akashi non l'avrebbe notato, perso com'era nel suo dramma personale - e gli porgeva il suo.  Akashi allora soppesava la sua proposta, dando un morso e bofonchiando che "quella era l'ultima volta".


Il Giardino Parecchio Shippeggiante:

Né!
...Oh, diciamo che quando sono giù di morale pubblico cose simil!fluff e comiche. =_=
No, sul serio, picchiatemi. Davvero il mio pessimo umore e il mio essere giù di morale mi fa produrre ciò? Su una delle mie crack!nontantocrack!pair preferite?
=_= Uhm... Parliamo della produzione, piuttosto.
Prima di tutto, se la coppia non vi piace, amen. So che è crack! o simile, ma credo che ognuno abbia i suoi gusti quindi, per favore, lasciatemeli shippare in pace.
Ovviamente non è finita qui, perché ci sono altri due terzi dell'alfabeto da propinarvi - pensavate di esservela cavata così facilmente? - che sono quasi pronti, hanno solo bisogno di essere scritte (alcune) e di una revisione. Quindi spero di riuscire a postare la settimana prossima la seconda parte:
H~P!
Le flash sono in ordine cronologico sparso, ma credo che lascino intuire un po'. Nel caso la risposta sia negativa, posso spiegarveli io! ^^
Già la dinamica del loro rapporto sarebbe curiosa, Akashi è... beh, Akashi, mentre Furihata è piuttosto comune. Perciò credo che Akashi svilupperebbe, inizialmente, un vago interesse per Furi - è ordinario, eppure era pronto a fronteggiarlo nonostante la grande paura. Poi, sfidandolo, credo che Akashi si interesserebbe a Furihata in una maniera che lo spingerebbe a stare in sua compagnia e a saperne di più. Sì, secondo me la normalità di Furihata colpirebbe tantissimo Seijuro, abituato a essere circondato da gente straordinaria, che vorrebbe provare qualcosa di nuovo e vedere Kouki capitolare. Si, per me la GdM non è etero nemmeno un po' - tranne Aomine, che tende a due poli a causa di Satsuki. (avrò tempo di parlare anche di ciò)
Purtroppo dovrà cozzare contro il muro dell'eterosessualità di Furi - non dimentichiamoci del suo motivo per iniziare a giocare a basket. Quindi, inizialmente Kouki non capirà le intenzioni di Akashi, per poi rifiutarlo quando l'avrà compreso (ci vedrei bene Kuroko che gli fa un discorso tipo padre/figlio *^*). E Akashi ci rimarrà di sasso - abituato a vincere. Così si ostina con le sue intenzioni, rendendosi poi conto che Furihata non lo guarderà "in quella maniera".
...Adesso come adesso sono arrivata a questo punto all'evoluzione della loro storia, mi manca ancora qualche anello mancante ma non è una relazione facile da immaginare. ^^' Scusate certi tratti nonsense, mi sono fatta trasportare.
Comunque, nel loro quotidiano come coppia li vedo bene con un Akashi che domina, ma che di tanto in tanto viene sbaragliato dalla semplicità di Furihata. E mi piace pensare che anche lui abbia un lato umano/fluffoso.
...Uhm, mi sono fatta trasportare anche nelle note, chiedo scusa. Sono tante, e la grafomania colpisce ancora immagino che faccia spavento solo a vederlo.
Ringrazio in anticipo chi passerà a leggere, e soprattutto chi vorrà darmi il suo parere.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Part Two {H~P} ***


Part Two {H~P}
Di leoni forbicemuniti e chihuahua terrorizzati.

{Part Two: H~P}



H ~ Habitat

Ogni volta che Furi andava a guardare una partita del Rakuzan  ringraziava che ci fosse la Seirin al completo, o sarebbe stato imbarazzante. O forse no, si diceva guardando i suoi compagni di squadra. Dopo aver parlato con Kuroko, però, Furihata non riusciva a smettere di arrossire per ciò che aveva appreso.
Kouki amava vedere le partite di basket di quel-ragazzo-che-sembrava-interessato-a-lui. 
Comunque, gli piacevano le partite del Rakuzan in particolare. Non che disprezzasse altre squadre, affatto, ma la presenza di Akashi rendeva il tutto più interessante, non riusciva a trovare una parola che rendesse un significato migliore.
L'Imperatore sembrava proprio un animale maestoso nel suo habitat naturale, lo capiva da come si muoveva e comandava.
Sì, il campo da basket era il posto che più si addiceva ad Akashi a parere suo.

I Insieme

Non importava il luogo o il tempo.
Aveva smesso di importagli il come, il quando e il perché.
Kouki smetteva di riflettere quando aveva Seijuro accanto a sè, che semplicemente lo stringeva a sé come se fosse fragile, o era lui ad affondare tra le sue braccia. In quei momenti non aveva nessun pensiero, nessuna preoccupazione.
L'unico desiderio era il voler stare insieme, senza problemi, continuare a essere così per l'eternità. Dimenticarsi di tutte le cattiverie, tutti i tentativi di separarli, dimenticarsi che - in realtà - la loro era una relazione che agli occhi pubblici non era accettabile.
Gli bastava stare insieme, per ora. Avrebbero resistito, anche se sarebbe significato scappare da tutto ciò che li perseguitava.

L ~ Lezione

Di lezioni nella sua vita Kouki ne aveva avute.
A quelle dai suoi maestri, passando a quelle supplementari che era costretto a seguire durante le medie, e terminando a quelle ricevute nel basket. Furi aveva fatto tesoro di ognuna di queste, trattandole con cura perché convinto che un giorno gli sarebbero state utili.
Ma niente si paragonava alle lezioni che gli dava Seijuro. Sia che si trattasse di scuola, o di basket, Akashi-kun gliele aveva sempre suonate sonoramente.
D'altronde Kouki sapeva bene che contro Seijuro non aveva la misera speranza, ma dentro di sé continuava a coltivare il pensiero che almeno in qualcosa sarebbe riuscito a superarlo.
Senza sapere che Seijuro desiderava dargli tutto un altro tipo di lezione.
Ignorando che, tempo dopo, quel genere di lezioni le avrebbe decisamente apprezzate.

M ~ Mediocrità (spoiler Q240)

Seijuro era sempre abituato ad avere l'eccellenza e a richiederla da tutto ciò che gli stava intorno.
Già il suo aspetto contribuiva al pensiero che sì, lui era una persona che di ordinario non aveva niente - ma, dal loro primo incontro, Kagami aveva ben presto iniziato a sbottare un "niente di normale".
Per questo la sua curiosità accesa per quel playmaker era strana. Furihata Kouki - se non ricordava male - era una delle matricole dei Seirin. Nessuna abilità speciale, nessuna forza particolare, niente di niente.
Era crollato solo dopo due minuti dopo aver giocato contro di lui. Niente di particolarmente emozionante da affrontare, insomma. Seijuro direbbe volentieri che si è annoiato, se solo Furihata non avesse segnato. Anche quello dava prova dell'ordinarietà di Furihata.
Akashi gli diede un'ultima rapida occhiata, prima di concentrarsi nuovamente sulla partita.
Beh, forse un po' di compagnia mediocre non gli avrebbe fatto male.

N ~ Nome

Lo scoglio iniziale più difficile da superare era quello del nome.
Non tanto per Akashi, abituato a chiamare le persone che lo circondavano con il loro nome proprio, bensì per Kouki, a cui proprio non usciva di bocca il nome dell'amante.
Spesso, per educazione - così si giustificava Furi - il ragazzo continuava a rivolgersi a lui usando il cognome. Sempre, e ciò gli faceva poco piacere soprattutto nei momenti di intimità - e fino a quel momento non intendeva nessuna implicazione maliziosa.
Comportandosi così gli ricordava tanto Tetsuya, anche il sesto giocatore fantasma era un dispensatore di cortesia e suffissi onorifici.
Per quel motivo aveva quasi sequestrato Kagami, ignorando completamente le sue proteste e l'astio che il ragazzo ancora provava nei suoi confronti dall'incidente delle forbici.
- Come hai fatto a farti chiamare per nome da Tetsuya. - disse, senza nemmeno domandare. Aveva previsto che Kagami arrossisse fino alle orecchie e che cominciasse ad agitarsi. Non si aspettava, però, che il semi americano se la desse a gambe senza dargli una risposta soddisfacente.
Con ciò concluse che Tetsuya aveva cominciato ben presto a chiamarlo per nome senza farsi troppi problemi e che il problema di quei due era inverso.
Seijuro sospirò, ben deciso a cavare il suo nome dalla bella bocca di Kouki. Sì, non gli ci sarebbe voluto molto.

O ~ Occhi

A Seijuro i suoi occhi non piacevano.
Per carità, non si detestava per questo, ma svegliarsi ogni mattina e vedere quella differenza cromatica così evidente non mancava di farlo sentire ...inadatto. Solo per un momento.
- Sai, secondo me hai dei occhi bellissimi. - Seijuro si trova a guardare il compagno con aria sorpresa. Kouki lo guarda di rimando, quasi preoccupato.
- H-ho detto qualcosa di sbagliato? - il rosso scuote la testa, sorridendo e appoggiandosi a lui. Furihata non avrebbe mai smesso di stupirlo.
- No. Anzi. - si meraviglia anche lui di quanto poco bastasse per sciogliersi e sorridere. Sorridere davvero, non come al solito.
- Hai detto qualcosa di così meraviglioso che devi essere ricompensato a dovere. - gli dice, passandogli un braccio intorno alle spalle, avvicinandolo a sé e sorridendo - in maniera inquietante, a parere di Furi. 

P ~ Problema

Finite le superiori Kouki sapeva che si sarebbe presentato un grosso problema.
- Allora? - e se Akashi voleva una cosa, la pretendeva e la otteneva. - Quando mi fai conoscere i tuoi genitori?
Furi non capiva affatto perché Akashi-kun fosse così ostinato a voler conoscere la sua famiglia - tra l'altro ordinaria come lui. Soprattutto perché era ancora convinto che la loro relazione non sarebbe durata - la chiacchierata con Akashi-sama continuava a ripresentarsi nella sua mente.
- B-beh, non saprei... Mi hanno fatto sostenere l'esame di ammissione nell'università qui vicino, perciò devo rimanere qui a Tokyo ancora per parecchio. - disse, con un sorriso che comprese era troppo tirato. Infatti Akashi era tutto tranne che soddisfatto dalla sua risposta.
- Dì la verità, semplicemente non vuoi che i tuoi parenti mi conoscano. - la sua voce gli sembrava offesa, ma Kouki aveva imparato che Akashi era un gran attore. - Cos'è ti vergogni delle tue inclinazioni? O di me? - chiese dopo una pausa ad effetto.
Furi sbottò, arrossendo.
- D'accordo, la settimana prossima vado a trovarli e verrai con me! - esclamò, il volto rosso per l'imbarazzo. - A patto che anche tu mi presenterai ai tuoi!
Anche se tuo padre lo conosco già, aggiunse mentalmente. Akashi sorrise, prendendogli la mano e stringendola leggermente.
- Va bene. - disse con un sorriso, facendo disperare Kouki. Ora sì che era un problema!


Il Giardino di Tartine:

Né!
Oh, non sono particolarmente in ritardo. *^* Non sapete la gioia, visto che sono stata a riposo per ben quattro - e dico quattro - pomeriggi di seguito!
Ho avuto occasione di mettere le mani qui e a postarvela!
...La mia curiosità è per il fatto che non sono stata condannata al rogo per questa raccolta, anzi, è stata tranquillamente accettata. *^* Viva lo shippaggio libero (e prometto che arrivata al Teiko art capirò la AkaKuro e mi metterò a shipparli allegramente)!
Non trovo nient'altro di interessante da dire - tranne la mia impressione che queste flash siano un po' corte.
Ringrazio mughetto nella neve e Hanacchi per aver recensito lo scorso capitolo, mi ha fatto un gran piacere ricevere le vostre opinioni.
E... alla prossima! - salvo altre imprese cantieristiche qui sul PC

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Part Three {Q~Z} ***


Part Three {Q~Z}
Di leoni forbicemuniti e chihuahua terrorizzati.

{Part Three: Q~Z}



Q ~ Quadro

La casa di Akashi era tradizionale fino in fondo. Ogni volta che Kouki ci passava sentiva l'aria antica che ogni singola fibra della residenza emanava.
Per questo fu sorpreso nel vedere la stanza di Akashi. O meglio, ciò che conteneva.
Era un quadro irregolare, con colori contrastanti. Se al primo acchito sembravano addirittura picchiarsi, guardando meglio i colori sembravano andare quasi d'accordo. E poi cosa rappresentava? Non lo capiva.
Con rassegnazione Kouki scosse la testa. I gusti di Akashi erano davvero troppo diversi dai suoi, un giapponese che amava le opere tradizionali.
E disse così solo perché non sapeva che Seijuro l'aveva messo nella sua stanza proprio per sbarazzarsene.

R ~ Rosso

Solitamente, il colore rosso aveva diversi significati. Era l'energia vitale, era lo stesso colore del sangue.
In genere Furi non era poi così romantico - cercare di sapere i significati dei colori era per lui una cosa da ragazze - ma per lui quel colore aveva assunto diversi significati durante la sua vita.
Per primo, il rosso delle sue ginocchia quando cadeva da bambino. Poi seguitava il rosso delle sue guance quando si era dichiarato alla sua prima ragazza - quello lo aveva etichettato il colore più imbarazzante della sua prima adolescenza.
Al liceo il rosso dei capelli di Kagami non lo turbò più di tanto - se inizialmente era insolito, con il tempo si era abituato al suo compagno di squadra, perché aveva stranezze che superavano i suoi capelli (le sopracciglia erano un esempio).
E poi era arrivato Akashi Seijuro e le sue forbici.
Da quell'incontro Kouki non la smetteva di trattenere il respiro ogni volta che vedeva una testa di capelli rosso cremisi - salvo per poi imporsi  la calma perché Akashi era a Kyoto, almeno a due ore di treno da lì, e se si fosse presentato a Tokyo non sarebbe di certo venuto a cercare lui.
Salvo ricredersi quando un certo ragazzo si era presentato al Seirin per chiedere di lui.
Da allora il rosso diventò così parte della sua quotidianità che quasi non se ne rese conto.

S ~ Shoji

Nonostante ormai la generazione dei Miracoli fosse un periodo lontano della sua vita, Seijuro non avrebbe mai rinunciato a una partita a shoji con Shintaro - il quale non riusciva mai ad evadere le sue richieste. E che continuava a non vincere.
Seijuro ammetteva che era piacevole intrattenersi con l'ex vice capitano della Teiko, anche se continuava a digerire male la sua relazione con un certo Kazunari Takao.
Era rilassante, e dopo una partita Akashi si sentiva sempre di buon umore. Al contrario di Kouki, che sembrava sempre sprofondare in un umore nero come la pece. E Seijuro sapeva bene quale era il motivo, ma continuava a non dire niente per il puro piacere di vedere l'amante sprofondare nella gelosia. E non lo faceva nemmeno apposta.
Così, un giorno, dopo l'ennesima partita vinta, Seijuro incontrò Kouki - ben deciso a mettergli il broncio - e non poté trattenersi.
- Non ti offendere, Kouki, ma gioco con Shintaro perché tu a shoji fai schifo. Se migliorassi, stai pure certo che la mia attenzione sarebbe rivolta unicamente verso di te. <3 - gli disse, facendolo arrossire e lasciandolo imbambolato in mezzo al corridoio. Kouki aveva sentito chiaramente il cuoricino in fondo alla frase.

~ Temporale

L'estate era una stagione imprevedibile.
Il caldo umido, sommato alle piogge, la rendeva insopportabile. I loro piani sembravano essere stati rovinati, a parere di Kouki.
Il diciottenne osservò il cielo, seduto sulla veranda tradizionale della casa di Akashi. Trovandosi a Kyoto, gli sembrava uno spreco rimanere dentro la magione e non fare niente.
Il compagno era rimasto dentro, sussurrando qualcosa a proposito di affari da sbrigare, e lui si stava annoiando a morte. All'improvviso si sentì abbracciare per la vita, e la testa di Seijuro si appoggiò sulla sua spalla. Furihata non ebbe nemmeno il bisogno di voltarsi.
- Mi sono trattenuto più di quanto dovevo, Kouki. - disse Akashi, sussurrandogli nell'orecchio.
- Posso proporti un'attività interessante da fare proprio quando si è a casa. - sommato alla voce nel suo orecchio e all'espressione che Kouki sapeva bene quale fosse, il suo rossore peggiorò.
- C-cioè? - balbettò, temendo - no, anzi, sperando - di raggiungere un certo tipo di finale.
- Giocare a shoji, per esempio. - la risposta di Seijuro fu come una secchiata di acqua ghiacciata.
- Ah. - fu il suo unico commento, tutta la tensione precedente che scompariva. Akashi sorrise, i polpastrelli delle dita che si intrufolavano sotto la maglietta.
- O avevi in mente un'attività migliore? - rise contro il suo collo. Furi sorrise, voltandosi e dandogli un bacio.
- In effetti, avrei in mente qualche idea. - disse, con una malizia che con il tempo aveva acquistato. Oh sì, quella giornata non sarebbe andata sprecata.

U ~ Università

Si incontravano alla mattina alla stazione - Akashi continuava a vivere a Kyoto in pianta stabile, facevano colazione e andavano insieme all'università. I loro corsi erano quasi all'opposto: Seijuro aveva scelto economie aziendali e politiche, Kouki si era orientato su un qualcosa come ingegneria civile. Non avevano neanche un corso in comune, il che rendeva il loro tempo esiguo.
Poi se si mettevano in mezzo i compagni di corso - soprattutto intorno ad Akashi, che si dimostrava per l'ennesima volta un genio - stare insieme un po' di tempo era impossibile.
La sua frustrazione era così palpabile che anche dall'altro capo del telefono Fukuda gli chiese se c'era qualcosa che non andava.
- Niente. - ringhiò Kouki a denti stretti. L'amico non sembrò tanto convinto, riprendendo a parlare.
- Kouki? Perché non sei venuto in mensa? - Kouki, non accortosi che Seijuro era arrivato a pochi passi da lui, quasi saltò sul posto.
- Non avevo fame. - sussurrò, spostando il cellulare a qualche centimetro da se con Fukuda che ancora parlava. Akashi alzò un sopracciglio.
- La realtà è che sei invidioso. E geloso, tanto. - la sua affermazione fece avvampare Kouki, che deglutì pesantemente prima di prendere il coraggio a due mani.
- Sì, lo sono. - disse, la voce che fingeva malamente di essere dura. - E tu non migliori la situazione circondandoti di ragazze adoranti.
Akashi sorrise, la gelosia di Furihata era adorabile. Non fece in tempo a rispondere che delle ragazze poco lontano lo chiamarono per attirare la sua attenzione. Lo sguardo di Kouki fu rapido, quasi per indicargli di andare.

V ~ Vischio

- I-insomma, Akashi! - esclamò Kouki. - Siamo in Giappone, e poi non è che tu sia questo... ammiratore delle usanze occidentali! - dannazione. Perché a lui?
Insomma, già essere a Kyoto a casa di Akashi - trascinato lì con la pura forza persuasiva dell'Imperatore - e proprio durante una delle festività che in Giappone venivano considerate per coppiette.
Dopo la cena, imbastita soltanto per loro due, pensava che Akashi non avrebbe più tirato fuori niente dalle maniche - che fossero immaginarie o quelle del kimono non importava.
Invece Sua Maestà aveva pianificato tutto, e quel vischio sopra la porta che dava sul corridoio gli sembrava una presa in giro.
- Le tradizioni vanno rispettate. - gli disse Seijuro di rimando, facendo avvampare Kouki. - E poi sei tu che ci sei passato sotto per primo. - sottolineò con divertimento.
Kouki avvampò - per lui fare cose simili era ancora imbarazzante - mentre si avvicinava a grandi falcate verso Akashi, prendendolo per il volto e dandogli un bacio.

Z ~ Zanzibar

Un occhio riuscì finalmente ad avere un tic.
Kouki sapeva bene che Akashi - il suo compagno, suo novello marito - non aveva le mezze misure. Con tutta probabilità manco sapeva cosa fossero queste!
Il giovane uomo si passò una mano tra i capelli, sospirando e cercando di sembrare per lo meno sconcertato. Peccato che la confusione del fusorario e gli avvenimenti delle ultime ventiquattrore rendessero impossibile un qualsiasi tipo di protesta da parte sua.
- Seijuro. - sibilò soltanto all'indirizzo di Akashi, che gli rivolse molta più attenzione di quanta Kouki attendesse. I suoi occhi sembravano quasi dirgli di sbrigarsi, cosa che non fece che aumentare la stizza di Kouki.
- Spiegami. Cosa. Ci. Facciamo. Qui. - per carità, il buon Furihata aveva una pazienza lunga abbastanza, ma era una persona piuttosto ordinaria e non poteva reggere ulteriormente. Non dopo che Akashi l'aveva praticamente portato di peso in America per sposarlo legalmente. Ancora gli sfuggiva il perché di tutta quella faccenda - comunque in Giappone quel pezzo di carta non valeva un accidenti - e perché avevano sorvolato ulteriormente l'altro oceano per andarsene in Africa.
- Adesso siamo sposati. - fu la semplice risposta del re del mondo dell'ex capitano del Rakuzan. - La luna di miele è d'obbligo. - lo disse con una tale semplicità che per qualche istante a Kouki sembrò avere tutte le risposte dell'universo. Vedendo che era riuscito a calmare il compagno per un po', Akashi tornò a rivolgersi alla receptionist.
Kouki sospirò, ormai rinunciando ad averla vinta contro Seijuro. La vera domanda era: come avrebbe fatto a spiegare ai suoi amici che era andato in luna di miele in un posto di cui non riusciva a pronunciare nemmeno il nome?!


Il Giardino Champagnesco:

Né!
...Ehm, sì. So bene che sono davvero in ritardo. Ma 1. dopo il Teiko arc avrei volentieri spezzato il collo ad Akashi e 2. il tempo ultimamente per me è molto esiguo se devo scrivere. Ovviamente non sono riuscita ad evitare di inserire un po' di TakaMido. Poi, in genere, queste flash sono tutte simil comiche senza troppe pretese.
Nonostante ciò, ringrazio chi ha letto fino a qui e mi ha sopportato per questa crack!pair. E' stato un onore e un piacere "arrivare" qui e... shippare una cosa così!
Ovviamente non me ne vado (ci speravate, eh?) ma tornerò con altre storie. Con tutta probabilità molto più demenziali di questa - sono poco portata per le cose serie. E non dimentico di ringraziare chi ha letto silenziosamente, per me sono lettori preziosi.
Piego la testa per ringraziare mughetto nella neve e Hanacchi per aver recensito, perché mi hanno dato un gran sostegno con le loro parole. Ringrazio inoltre Hanacchi, Appuru e TESTIYA_D96 per aver inserito questa storia tra le preferite/ricordate/seguite. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2316554