Continuerò a combattere... per rivederti

di Homu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. La Legge della Ruota ***
Capitolo 2: *** 2.Il Nostro Desiderio ***
Capitolo 3: *** 3. Per Sempre Insieme ***



Capitolo 1
*** 1. La Legge della Ruota ***


CONTINUERÒ A COMBATTERE...PER RIVEDERTI

1. La Legge della Ruota

Ero lì, ero ferma. Aprii gli occhi e li vidi: due nastrini rossi si aggrappavano alle mie mani per non cadere sul pavimento della stazione. Io ricordo. Ricordo tutto. Strinsi i nastrini al mio cuore e sussurrai il suo nome. Le altre due Puellae Magi si girarono e mi guardarono.
-Akemi-san...- disse Tomoe Mami.
-Chi è...- disse Sakura Kyouko
-Madoka?- concluse Miki Sayaka.
Nell'udire la sua voce ci voltammo, lei non poteva essere lì, dovrebbe essere stata appena portata via dalla Legge della Ruota.
Sakura si mise a correre verso di lei, per guardarla da vicino. Lei era la più legata a Miki, anche se non so cosa abbiano fatto insieme, oltre a scontrarsi e a bisticciare... però sapevo che avevano molto in comune.
Mami con le lacrime agli occhi andò ad abbracciare la sempre più confusa Miki, che non sapeva cosa fosse successo.
In quel momento una risata mi distolse dai miei pensieri, mi girai e rigirai, ma accanto a me non c'era nessuno, oltre al gruppo che piangeva al mio fianco. Nessuno aveva sentito, solo io. In quel momento un'unica lacrima mi rigò il viso, sussurrai ancora il suo nome, per sentirla più vicino a me.
“Madoka”

“Homura-chan”
Pronunciare il suo nome faceva male. Le lacrime mi punzecchiavano gli occhi, senza scendere. Decisi di andare a trovarla, lì dove Sayaka-chan avrebbe dovuto morire. Ma ero o non ero una divinità? Potevo scegliere se l'ora era arrivata oppure se purificare la sua Soul Gem. Mi trovai a ripensare a Kyouko, non la conoscevo molto quando ero in vita, ma adesso comprendo i sentimenti di tutte le persone e l'amore è quello che comprendo di più dato che ci sono ancora in mezzo.
Eccole là, tutte insieme che combattevano la nuova forma delle streghe: le bestie magiche. Ed ecco il momento per agire, con una freccia colpii il mostro che stava per infliggere il corpo mortale a Sayaka-chan e purificai la sua Soul Gem. Non era ancora il momento per averla con me. Le accarezzai i capelli mentre pronunciai il suo nome e le sussurrai nell'orecchio delle parole da dire a Homura, lei sorrise. In un lampo bianco tutto finì. Fuori dalla battaglia Homura-chan riprese lucidità e guardò i nastrini che le avevo dato in mano, come a rendersi conto di quello che era accaduto li strinse al cuore. Mi avvicinai a loro, che quando videro sana e salva Sayaka, le corsero in contro sorridendo con le lacrime agli occhi. Solo Homura-chan rimase lì, come se tutto non le importasse, allora le andai in contro, conscia che non avrebbe potuto vedermi e le appoggiai le mani sulle spalle e annusai i suoi capelli neri. Ridacchiai fra me al pensiero di quanto avessi desiderato farlo quando si era appena trasferita, ma solo ora ho potuto farlo. Mi accorsi che mi aveva sentito ridacchiare, allora tornai nel limbo che ora era la mia casa.

Stavamo andando a casa di Tomoe per la solita torta di fine caccia. Le mie tre compagne erano davanti a me, ignare del mio stato d'animo. L'unica cosa che importava loro era sapere come Miki fosse ancora in vita, quando la sua Soul Gem era al limite.
-Non so come ho fatto, l'unica cosa che ricordo è un lampo rosa davanti a me e poi delle parole... qualcosa come...”Ci rivedremo ancora... Fino ad allora bisogna solo aspettare un pochino”... ma non era riferito a me, anche se la voce mi era familiare..-disse mandano giù un sorso di té caldo.
Mi andò di traverso il te a sentire quelle parole. Ero stata zitta fino ad ora, ma risentire le sue parole faceva troppo male.
-Akemi cosa c'è?- mi chiese Tomoe
-Allora eri viva, è da un pezzo che te ne stai zitta!- esclamo Sakura Kyouko
-Niente, tutto a posto.- dissi io asciugandomi le labbra.
Ringraziai Tomoe per l'ospitalità e tornai a casa, per stare nella mia solitudine. Non avevo considerato però quel fastidioso gatto. Infatti lo trovai a casa mia, davanti alla porta d'ingresso.
-Per caso quelle parole ti ricordavano qualcosa, Akemi?- chiese Kyubey muovendo la coda a destra e a manca.
Non gli risposi. Non c'era niente di logico in quella storia, non avrebbe mai potuto capire. A stento ci capivo qualcosa io.
Però sapevo che lei era qui con me. Sussurrai ancora il suo nome.
“Madoka”

“Homura -chan”
Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo potute parlare? In questo limbo il tempo non scorre mai... ma mi manca. Ho applicato la “Legge della Ruota” molte volte ormai, ma una parte di me è sempre lì, che la guarda, che la osserva.
Quante volte l'ho vista piangere da quassù? Quante volte ho pianto insieme a lei? Innumerevoli. Così tante che mi si spezza il cuore.
Lei è sempre la stessa, la solitaria Homura-chan, anche se un po' più gentile. Quella che solo io posso conoscere.
La sera afferra con la sua mano prepotente, l'ultimo squarcio di cielo libero dal buio.
Tra poco la vedrò salire sul grattacielo più alto della città a confabulare insieme a Kyubey, come al solito.
Mi fa uno strano effetto vederla parlare insieme, lei che lo uccideva ogni volta che le spuntava davanti! Quante cose sono cambiate, anzi ho fatto cambiare. Però il mio cuore si domanda ancora se ho fatto la scelta giusta. Quella di lasciarla sola, dopo che finalmente avevo scoperto chi era.
D'altronde non potevo portarla con me. Sarebbe stato un atto troppo egoistico.
Eccola. La luna si riflette nei suoi occhi mentre la guarda, i suoi raggi rischiarano i suoi magnifici capelli facendomi notare i nastri rossi che le ho regalato, ce li ha sempre davanti quando piange. Con l'arco nero in mano sembra una cacciatrice. La mia bellissima cacciatrice. Scendo sulla Terra per poterla vedere meglio, mi avvicino sempre di più, annego nei suoi profondi occhi viola, senza via di salvezza, come al solito. Come se potessi salvarmi da una qualunque parte di lei. È diventata la mia follia... non posso più vivere senza di lei. Allungo gentilmente la mano e la poso sulla sua guancia. Si appoggia ancora di più, senza saperlo. Rido e la mia risata si perde nel vento che le alza i capelli. Le si illuminano gli occhi, posso forse sperare che mi ha sentito? Sì, lo leggo nei suoi occhi. Così come sono venuta ritorno al di la delle nubi, ma un giorno molto presto, ci rivedremo ne sono sicura.
A presto. Perdonami.

Sono passati mesi da quando Miki è uscita incolume dalla stazione, il pochino è un po' più lungo di quello che avessi immaginato. Ma io continuo a combattere, anche se questo mi fa male. L'unico modo per sentirla più vicina a me è stare nei luoghi alti, chissà perché.Nella nostra classe si è trasferita Sakura. Credo per stare più vicino a Miki. Ormai riconosco i segni dell'amore non ricambiato. Chissà quando se ne accorgeranno entrambe. O forse la rossa lo sa già, forse anche Miki se n'è accorta. La vedo arrossire quando guarda negli occhi Sakura. È un bene, così almeno la disperazione per quel ragazzo non si farà vedere più. Spero che loro due riescano dove io e lei non siamo riuscite, almeno per ora. Il tempo farà il suo corso.
-Sei migliorata molto, sai?- disse Tomoe a Miki.
-D-Davvero?! - esclamò Miki
-Mh dai, neanche tanto . Ancora non puoi competere con me, ti annienterei all'istante!- esclamò Sakura, incrociando le braccia dietro alla testa.
-Adesso non litigate- richiamò Tomoe prima che Miki rispondesse.
È sempre la solita storia. Le due bambine che vengono riprese dalla mamma. Sorrido, sapendo che anche lei si sarebbe comportata come una bambina di fronte a Tomoe.
-Akemi? Akemi ci sei?- la voce di tutte e tre mi riverberò nella mente, distogliendomi dal suo ricordo.
Vidi che si erano fermate e che mi guardavano.
-Scusate, cosa dicevate?- dissi io, passandomi una mano tra i capelli.
-Sei un po' fuori fase da un po' di tempo, eh? Ci stai nascondendo qualcosa?- disse Sakura.
Che ragazza perspicace. Forse lei potrebbe capire. No, mi prenderebbe per pazza, come tutte le altre. Come Kyubey quando gliel'ho detto. Questo è un segreto che Madoka ha condiviso solo con me ed il suo fratellino. L'ho incontrato ieri al parco giochi mentre disegnava la sua figura. L'avevo già incontrata, la sua famiglia, in una delle innumerevoli volte che ho ripetuto quel lasso di tempo.
Avevo ancora le loro tre paia di occhi che mi fissavano, mi ero persa ancora nei miei pensieri.
-Sto bene, state tranquille – dissi sedendomi al mio banco.
Ad un tratto l'aria si fece gelida. Non a causa delle bestie che combattiamo. A causa di due persone. Il ragazzo del desiderio di Miki, Kamijo mi sembra che si chiami, e la sua ragazza, Shizuki, entrarono in classe. Lei abbassò lo sguardo quando vide una senpai in classe e si sedette al suo banco, senza salutare nessuno, come fece il suo ragazzo.
Tomoe se ne andò subito, evitando di vedere gli sguardi di fuoco che Sakura lanciava all'altra ragazza.
Miki dal canto suo tremava leggermente, ancora il trauma non era passato.
Mi alzai e andai vicino al suo banco, inginocchiandomi davanti ai suoi occhi e la guardai. Lei mi sorrise leggermente, ma era un sorriso finto. La rossa le era accanto e ,quando si accorse del tremore della sua amica, le passò una mano sulla schiena.
Il tempo passa, tutto finisce... prima o poi anche la mia attesa. Tornai al mio banco e sussurrai il suo nome, ormai non facevo altro.
“Madoka”

 

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Capitolo 2
*** 2.Il Nostro Desiderio ***


2. Il Nostro Desiderio

I mesi si sommavano, il tempo trascorreva lento. Ma una anno era ormai passato senza che lei si fosse mostrata. Certo sentivo la sua presenza, ogni tanto sentivo la sua risata, la sentivo dietro di me, ma quando mi giravo lei non c'era.
Tutto questo faceva dannatamente male. Ho raccontato la sua storia a Kyubey, ma come mi ero aspettata non mi aveva creduto.
-Non puoi credere che possa capirti Homura! Questa storia ti sta portando alla pazzia!- mi disse un giorno, sul cornicione del grattacielo, dove di lì a poco sarebbero arrivate le bestie magiche.
Aveva ragione, lo sapevo, ma non potevo abbandonare la speranza di rivederla. Mi aveva fatto una promessa...sono sicura che la manterrà.
Le cose tra Shizuki e il suo ragazzo andavano più che bene, li si poteva vedere spesso insieme che si tenevano per mano... Miki si stava abituando alla cosa, tutto grazie a Sakura. Erano sempre insieme che si rincorrevano, penso che ormai abbiano capito che la loro non è semplice amicizia.
Ebbi la conferma della loro storia dalle direttamente interessate. Eravamo tutte a casa di Tomoe, per uno spuntino prima della caccia, quando all'improvviso Sakura si alzò in piedi e tirò su anche Miki, rossa come un peperone.
-Ecco...- incominciò Sakura -noi abbiamo qualcosa da dirvi...- continuò sempre più rossa anche lei.
-Ohhh, finalmente! Vado a preparare un'altra tazza di te- disse Mami alzandosi e sparendo in cucina.
-C-Come finalmente?!- esclamò Miki sempre più i imbarazzo
-Ce ne eravamo accorte da un bel po' di tempo- dissi sorseggiando il te rimasto nella prima tazza di te.
Tomoe tornò con la teiera piena e un altro piatto di torta. Si sedette e subito incominciò a fare domande. Decisi di lasciare a lei le domande e di andarmene prima per incominciare a cacciare le bestie, ma una domanda di Tomoe mi fece gelare il sangue nelle vene.
-Andrete per strada mano nella mano? Non provate imbarazzo?-
Mi alzai sbattendo violentemente le mani sul tavolino. Tomoe si girò spaventata e la nuova coppietta mi guardò sbigottita.
-Perché dovrebbero preoccuparsi di queste cose? Cosa c'è di male?- urlai quasi piangendo, dopodiché mi scaraventai verso la porta e la sbattei violentemente quando uscii.
Le lacrime incominciarono a scendere, quando sussurrai il suo nome.
"Madoka”

“Homura-chan”
Il momento ormai è giunto. Finalmente la potrò rivedere e lei potrà vedere me. Quanto tempo abbiamo passato a sussurrare i nostri nomi? Deve solo continuare a combattere, credere in me e combattere. Anche se tutti credono che sia pazza, anche se la feriranno deve combattere.
Ed eccola ancora lì, ancora sul cornicione, le lacrime le scendevano copiose mentre guardava la luna. Si è arrabbiata ancora per me, quante volte lo ha fatto nelle sue vitte passate? Immagino che vorrebbe tornare indietro e rifare tutto dall'inizio, ancora una volta...
-Non piangere Homura-chan, le nostre sofferenze svaniranno, tra poco saremo finalmente insieme, dopo tutto quello che hai passato per salvarmi, avrai la tua ricompensa. Non demordere, ti prego.- sussurrai queste parole, avvicinandomi sempre di più a lei e alla sua sofferenza.
Ah se potessi asciugarle le lacrime! Ma non ho forma al momento, il massimo che questo stato mi permette è di accarezzarla, sensazione che sento solo io. Le sue lacrime non accennavano a diminuire, mentre le mie incominciavano a scendere. Mi avvicinai sempre di più, ero così vicina da sentire il suo respiro sulle tempie, chiusi gli occhi e posai le mie labbra, gentilmente, sulle sue.
Desiderai che questo momento non finisse mai, come poter smettere quando stai facendo una cosa meravigliosa? Ma ovviamente lei non ha sentito il bacio che le ho dato e bruscamente si voltò, quando arrivarono le altre ragazze che con il fiatone chiedevano spiegazioni.
Mi allontanai da lei per vedere le altre: Sayaka-chan era molto felice, glielo si leggeva nello sguardo, come si leggeva nello sguardo di Kyouko, ma in tutti si leggeva una grande preoccupazione per Homura.
Improvvisamente arrivò Kyubey che le avvertì di una grande concentrazione di bestie magiche nella zona. I discorsi erano rimandati a più tardi, quando io ormai non avrei potuto più assistervi, a causa dei miei doveri divini, anche se il mio cuore rimaneva sempre con lei, dato che le avevo rubato il suo primo bacio senza che lo sapesse. Quando lei si mise a correre dietro alle altre ridacchiai e mi ritirai sopra alle nuvole, non senza lanciare un rivolo di vento verso di lei. A presto Homura-chan, la tua pazienza sarà ricompensata. Fai del tuo meglio.

L'area infetta era davvero grande questa sera. Saremmo tornate tutte indietro da questo scontro? Non ne ero sicura. Mi toccai i nastrini rossi che avevo tra i capelli, era diventato un rituale di buon auspicio, ora ne avevamo veramente bisogno. Vidi Sakura stringere più forte la mano di Miki, che la strinse a sua volta. Anche loro pensavano di non farcela, sapevamo solo di dover dare il nostro meglio per la salvezza di questa città, quello che lei avrebbe voluto. Incominciò Tomoe a prepararsi, tirò fuori il suo arsenale di fucili, la imitammo tutte e corremmo verso il nostro futuro.
Scoccai la ventesima freccia, che colpì una di quelle bestie in mezzo alla faccia, alle mie spalle risuonò un colpo di fucile e di fianco a me vidi i pezzi delle bestie tagliati a metà dalle spade e dalla lancia. Eravamo tutte ricoperte di graffi e di contusioni, ma le bestie stavano per essere sconfitte, ne mancavano una decina. Tutte e quattro ci scambiammo degli sguardi solidali, di incoraggiamento, poi riprendemmo a combattere. Accadde tutto in quel momento. Delle frecce color rosa colpirono in piena fronte tutte le bestie rimanenti, che scomparvero in un bagliore bianco. Alzai lo sguardo nella direzione di provenienza delle frecce e vidi dei capelli dello stesso color delle frecce che si libravano in aria per poi sparire. Era lei, lo sapevo. Corsi a perdifiato verso il grattacielo mentre le altre mi chiamavano preoccupate, salii velocemente fino all'ultimo piano, dove con mia grande delusione non c'era nessuno. Guardai il campo di battaglia e lo vidi, era un messaggio. Le frecce, conficcate nel terreno, formavano le parole “una settimana”. Sorrisi e saltai giù dal palazzo. Dovevo farmi forza per una settimana soltanto, poi ci saremmo riviste, vero?
-Non vedo l'ora- bisbigliai, con il sorriso sulle labbra, un vero sorriso. Sussurrai il suo nome ancora una volta.
“Madoka”

“Homura-chan”
È più felice adesso. Sa che presto ci potremo rivedere, finalmente anche lei potrà guardarmi negli occhi. I suoi occhi sognanti me lo dicono, mi dicono tutto di lei. Adesso devo solo pensare a come presentarmi, la porterò come o staremo per un lasso di tempo insieme sulla Terra? Opto per la seconda scelta, dopotutto la Grande Divinità mi deve un favore... potrei approfittarne ora. Il desiderio che abbiamo in comune presto si avvererà, anche io non vedo l'ora. Sorrisi e mi diressi dalla Grande Divinità, per chiedere quello che trattenevo da molto, troppo tempo.

Eravamo a casa di Tomoe e tutti, compreso Kyubey mi guardavano in attesa di risposte.
Ormai mi ero abituata alla presenza del gatto bianco, che mi seguiva ovunque, salendo sulla mia spalla.
Mi fissavano e io non potei fare a meno di sospirare. Era arrivato il momento di raccontare quello che mi perseguitava da una anno a questa parte, o per meglio dire da una vita.
Incominciai tutto dall'inizio, cercando di trattenere le lacrime nei ricordi più dolorosi, come in quelli più felici. Finii il racconto e incominciai a piangere, tutte le lacrime che cercavo di nascondere ogni giorno sgorgarono. Ero distrutta. Le altre, non sapendo cosa fare, si avvicinarono e cercarono di consolarmi abbracciandomi, mentre delle lacrime scendevano anche a loro.
-È stata lei ad attaccare le besti, quel giorno?- mi chiese Tomoe asciugandosi le lacrime.
Annuii e un sorriso mi si stampò in faccia.
-Tra poco la potrò rivedere- dissi asciugandomi anche io le ultime lacrime che cadevano.
-Come lo sai?- mi chiese Miki
Sorrisi al ricordo della scritta fatta con le frecce.
-Me lo ha detto lei... quando ci ha aiutate- dissi alzandomi.
-Quindi morirai?- chiese Sakura, con un espressione di dispiacere dipinta sul volto.
-Non lo so- ammisi.
Mi diressi verso la finestra per guardare il cielo tingersi di rosa con l'avvicinarsi del tramonto.
-Mancano due giorni, lo scopriremo presto- continuai.
Sussurrai il suo nome, dolce veleno che mi aveva corrotto l'anima.
“Madoka”

“Homura-chan”
Il giorno è ormai giunto. Lei è li che combatte, pensando cosa sarebbe successo più tardi, quando mi sarei mostrata davanti a lei.
Anche io me lo chiedo in continuazione, mi faccio domande su domande, ma il mio cuore ha la risposta per tutto.
Scesi dal mio limbo e atterrai sul grattacielo, sentivo il battito del mio cuore come se mi battesse in testa, una dea che si emoziona all'idea che qualcuno la possa vedere. Ma Homura-chan non è solamente qualcuno, lei è il mi tutto.
Feci comparire il mio arco e posizionai la prima freccia, che scoccai subito dopo vedendo una bestia che stava per colpirla.

Un tonfo alle mie spalle mi fece pietrificare. MI girai lentamente e vidi una bestia caduta che stava scomparendo in un bagliore bianco. Alzai lo sguardo e la vidi, in tutta la sua bellezza.
I suoi capelli rosa le arrivavano alla vita e il vestito bianco sembrava fatto di nuvole. Saltò giù dal grattacielo e le spuntarono un paio di ali, per rallentare la caduta. Toccò terra come fosse la cosa più naturale del mondo. I suoi occhi dorati stavano guardando nei miei, si trasmettevano informazione, come un dialogo muto. Le altre tre Puellae si avvicinarono a me e titubante mi chiesero se stavo bene.
Io non risposi, ero troppo presa dal guardare quella visione che mi lasciava a bocca aperta. Le ragazze si voltarono verso di lei e sussultarono, anche loro potevano vederla.
Con passi volutamente corti, come per evitare di correre verso di me, la mia Dea si avvicinò, sempre guardandomi negli occhi.
Era a pochi passi da me e le altre ragazze si erano allontanate per darci un senso maggiore di intimità.
La vidi sorridere e questo bastò per farmi correre da lei che fece appena in tempo ad aprire le braccia.
Mi tuffai tra le sue braccia calde e per la prima volta nella mia vita piansi per la gioia.
Non ho più bisogno di sussurrare il suo nome, posso dirlo ad alta voce ora, dato che il nostro desiderio è stato esaudito.
“Madoka”

 

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Capitolo 3
*** 3. Per Sempre Insieme ***


Erano passate due settimane da quando, era saltata giù dal grattacielo ed io, correndo, ero andata ad abbracciarla. Sapevo che tutto questo non sarebbe durato per sempre, anzi il suo tempo era al limite, me lo aveva confessato. Quando arrivò in classe si dimostrò gentile con tutti da subito, cosa che mi fece ripensare alla prima volta che la vidi... uno dei ricordi più belli della mia vita. Tutto questo, però, non era comparabile alla felicità che provavo ogni mattina. Infatti, dato che la sua famiglia non ricordava chi fosse, era venuta ad abitare nel mio appartamento, cosa che scatenò la fantasia delle altre ragazze magiche. Ogni volta che entravamo in aula, Sakura e Miki, le chiedevano sempre cosa avevamo fatto durante la notte e lei rispondeva sempre “Queste sono cose tra noi due!” e ciò procurava delle risatine alle altre, ma in realtà non facciamo niente. Ci basta vedere il viso sorridente dell'altra quando ci addormentiamo e quando ci svegliamo, non vogliamo altro.
Adesso, finalmente, il suo nome non è più un dolce veleno, è il suono più armonioso dell'intero universo.
“Madoka”

“Homura-chan”
Tra poco dovrò tornarmene nel mio limbo, ma non sarò sola, sarai sempre insieme a me ed io sarò sempre insieme a te. Ci sono un paio di cose che vorrei fare prima di ritenermi soddisfatta di questa mia seconda occasione. La prima è riuscire ad aggiustare un rapporto incrinato da tempo, ci sarà da rimboccarsi le maniche, non sarà una cosa facile, però ho dalla mia parte il tempo: il passato e il futuro mi passano accanto ogni secondo, quindi so con certezza quando sarà il tempo di intervenire. Quel giorno è oggi. Hitomi entrò, seguita dallo sguardo amorevole di Kamijo e da quello astioso di Kyouko, che si trasformò in uno sguardo incuriosito quando mi avvicinai alla mia vecchia amica.
- Hitomi-san, posso parlarti, fuori dalla classe?-
-Certo.- disse mentre si alzava.
Insieme ci dirigemmo verso il cortile , senza guardarci ne parlarci al momento. Sapeva perché l'avevo chiamata fuori, chiunque l'avrebbe capito.
-Sai, sono una vecchia amica di Sayaka... -
-Non ci posso fare niente, ci siamo innamorati cosa c'è di male? Non ho potuto controllarlo!- sbottò lei non facendomi finire la frase.
I suoi occhi erano lucidi, stava per scoppiare in un pianto che sarebbe durato un bel po', d'altronde anche lei aveva sofferto, ha perso la sua migliore amica per un ragazzo che poi...
-Non volevo criticarti, ne incolparti. Conosco quanto sia ingiusto l'amore, delle volte.- dissi cercando di rincuorarla.
Mi guardò incuriosita , ma non disse niente, dandomi la possibilità di continuare il discorso.
-Dicevo, sono una vecchia amica di Sayaka e a quanto pare lo eri anche tu, giusto?- ad un suo cenno di assenso proseguii – volevo solo chiederti, cosa pensi di lei?-
-Sayaka è la persona più forte che abbia mai conosciuto...anche la più gentile-
-Ti sbagli sai? Sayaka non è forte come credi. È tutta una copertura per coprire i sentimenti che non vuole ammettere, che secondo lei, non fanno parte del suo personaggio.
-Davvero?- chiese Hitomi incominciando a piangere.
-Già, è molto più sensibile di quanto tu possa immaginare. Quando tu le hai parlato di Kamijo in quel modo, si è sentita distruggere. Pensare che, una persona perfetta come te fosse innamorata dello stesso ragazzo di cui lo era lei, è stato il colpo di grazia in un periodo veramente buio per lei.- dissi guardando il cielo.
Hitomi scoppiò a piangere, rendendosi conto di quante cose le fossero sfuggite del comportamento dell'amica, dopotutto era semplicemente naturale, così umano.
-Fortunatamente ha trovato Kyouko che le sta molto vicino, dato che anche lei ha avuto un momento buio. Si sono trovate a vicenda, quasi per caso ed è stata la fortuna di entrambe.- dissi io alzandomi
-Io vorrei... tornare ad essere una sua amica, come prima che tutto questo ci dividesse- disse asciugandosi le lacrime
-Chiedile scusa per averla sopravvalutata. Mi pare la scelta più giusta- le dissi sorridendo
-Ti ringrazio Kaname-san!- disse sorridendomi a sua volta, prima di schizzare in classe.
Quando entrai vidi che stava parlando con Sayaka ed entrambe stavano piangendo.
Homura-chan mi guardò sorridendo e scuotendo dolcemente il capo, facendo ondeggiare i suoi magnifici capelli neri.
Come ha fatto a tornare indietro così tante volte vedendomi sempre morire? Sarà una delle domande che le farò, prima o poi.

Ci era riuscita allora, caparbia come al solito, ma proprio per questo ho sempre avuto un debole per lei, così forte ma così gentile.
Dopo la straordinaria impresa di riuscire a sistemare le cose con Shizuki e Miki, ma ancor più faticoso è stato farla andare d'accordo con Sakura.
La giornata passò così in fretta, tra le risate generali, che neanche me ne accorsi. Anche la caccia è stata piatta oggi, come se fosse il preannuncio ad una tempesta, ma non ci ho dato molta importanza, ho preferito godermi la giornata pacifica insieme a lei.
Non potevo certo immaginare cosa sarebbe successo a casa. Tornate a casa era ormai ora di cena, quindi ci preparammo da mangiare e lo consumammo in fretta. Ci sedemmo sul divano per guardare un po' di televisione, ma dopo un po' di minuti mi accorsi che c'era qualcosa che non andava: mi sfiorava in continuazione e stava in silenzio. Non capii cosa fosse finché non mi guardò negli occhi, era molto preoccupata. Non chiesi niente, non dissi niente, la abbracciai semplicemente. Lei si staccò dal mio abbraccio e mi baciò. Era la prima volta che mi baciava così, che mi baciava in generale, però mi sembrò che non avessimo fatto altro in vita nostra.
Ricambiai e lei aumentò la passione e mi buttò sul divano, continuandomi a baciare.
Quando alzò la testa vidi che stava piangendo, anche questa volta la abbracciai senza dire niente e la lascia sfogare sulla mia spalla. Restammo così per tutta la serata e alla fine, quando ebbe finito di piangere pronunciò una sola parola: “Scusami”.
La abbracciai ancora di più, poi ci alzammo e andammo a letto. Per la prima volta dormimmo abbracciate. Prima di addormentarmi sussurrai il suo nome.
“Madoka”

“Homura-chan”
Quando mi svegliai lei stava ancora dormendo. Come le avrei spiegato quello che era successo la sera precedente? Arrossivo al solo pensiero di quanto ero stata impulsiva.
Sapevo però che non sarebbe stato necessario, oggi sarebbe stato il nostro ultimo giorno. Il nostro tempo era passato così in fretta... volevo che durasse per sempre, ma sapevo che era impossibile.
Preparai la colazione e la portai a letto, così che si svegliasse con l'odore del caffè, d'altronde oggi era domenica e non si andava a scuola. Accarezzai gentilmente i suoi capelli, quello squarcio nero in un letto bianco e ritrassi la mano quando iniziò a muoversi.
Mi sorrise gentilmente e si tirò un po' su, sedendosi per mangiare la colazione. Quanto amavo il suo sorriso! Era la cosa più bella che avessi mai visto.
Uscimmo di casa e girammo per i vari negozi, mano nella mano, ma nessuno sembrava farci caso, sembravamo due normali amiche che escono per fare shopping.
Avevo deciso che mi sarei goduta fino alla fine quest'ultima giornata insieme, in questo modo e così feci.
Gli imprevisti capitano però, molto più spesso di quanto pensavo. Infatti la voce di Incubator risuonò nella mia testa, come in quella di Homura.
-Ragazze dovete venire, subito! Sayaka, Kyoko e Mami sono in difficoltà! Venite al parco, in fretta!-
Lei mi guardò e insieme corremmo in direzione del parco, trasformandoci quando vedemmo la situazione disperata: Sayaka era a terra, Mami e Kyouko ancora combattevano, ma erano ferite in modo grave.
Mi sincerai delle condizioni di Sayaka, non volevo strapparla adesso a Kyouko, avevano così tanto da fare, però le sue condizioni non erano gravi come pensavo, aveva solo perso i sensi.
Grazie alla nostra raffica di frecce, di proiettili e di fendenti, le bestie magiche indietreggiarono. Quando Sayaka ci riprese e andò ad aiutare Kyouko, era troppo preoccupata per non fare così. Guardai Homura che spalancò gli occhi, quando vide un bambino che stava girando per entrare nel parco, ma il peggio doveva ancora arrivare, una bestia magica si stacco dalla battaglia per andare ad aggredire il bambino. Quel bambino era Tatsuya, il mio fratellino.
Buttò l'arco per terra e corse quando vede che la bestia aveva alzato uno dei suoi artigli e stava per ucciderlo, si lanciò su di lui buttandolo per terra e beccandosi gli artiglii della bestia sulla mano dove aveva la Soul Gem e in pieno petto.
Scoccai un paio di frecce che colpirono la bestia, facendola scomparire. Mi precipitai da lei, mentre le altre sconfiggevano le ultime due.
-Suppongo che tu devi fare il tuo dovere adesso, così non ci rivedremo mai più.- disse lei, sputando sangue.
-Hai una scelta- le dissi guardandola nei suoi occhi viola
-Che scelta?- chiese con molto sforzo, mentre la Soul Gem si crepava e la macchia di sangue si a allargava a vista d'occhio.
-Vieni con me oppure vuoi semplicemente morire?- le chiesi cercando di trattenere le lacrime.
-Sai benissimo la mia risposta- disse sputando altro sangue
Le altre, che intanto si erano avvicinate a noi incominciarono a inginocchiarsi al suolo.
-Suppongo di sì... vieni con me-
-Ci siamo già separate una volta...-sputò altro sangue- non voglio perderti ancora-
-Ok- dissi sfiorando la Soul Gem crepata, che si illuminò rispondendo al mio tocco.
Guardai le altre, che cercavano di non piangere, senza riuscirsi e le salutai con un cenno della mano.
-Andiamo allora.- presi la sua Soul Gem tra le mani e la disintegrai, facendo uscire prima una sfera viola, che prese le smbianze di Homura.
-Ragazze, ci vedremo, prima o poi- dissi sentendo che il mio corpo stava scomparendo.
-Abbi cura di lei!- gridarono tutte in coro, quando solo la testa era rimasta visibile. Sorrisi a tutte loro e scomparii dalla loro vista, anche se ero ancora lì.
Presi per mano Homura, con la certezza che questa volta nessuno ci avrebbe separato. Questa volta saremmo rimaste per sempre insieme.

***

Ero insieme a Madoka, nel suo limbo da molto tempo ormai. Eppure mi sembrava di essere scomparsa solo ieri. È una stranissima sensazione. La cosa che più desideravo però è ancora qui al mio fianco, che mi sorride mentre la guardo nei suoi caldi occhi dorati. Solo questo conta ora e conterà per sempre: il suo dolce sorriso, che si rispecchiava negli occhi. L'unica cosa che dovevamo fare ora era tenerci per mano per l'eternità e sussurrare i nostri nomi.
“Madoka”
“Homura-chan”

 

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Finalmente sono riuscita a finire questa mia prima fanfiction! Il risultato è un po' diverso da come me lo sono immaginato all'inizio, ma devo dire che mi sono divertita molto a scrivere un racconto doppio.
Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e che recensiranno sia positivamente che negativamente.

 

 

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