Loving Him Was Red

di Marti Lestrange
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holding Hands ***
Capitolo 2: *** Cuddling Somewhere ***
Capitolo 3: *** Watching A Movie ***
Capitolo 4: *** On A Date ***
Capitolo 5: *** Kissing ***
Capitolo 6: *** Wearing Eachothers' Clothes ***
Capitolo 7: *** Cosplaying ***
Capitolo 8: *** Shopping ***
Capitolo 9: *** Hanging Out With Friends ***
Capitolo 10: *** With Animal Ears ***
Capitolo 11: *** Wearing Kigurumis ***
Capitolo 12: *** Making Out ***
Capitolo 13: *** Eating Ice-Cream ***
Capitolo 14: *** Genderswapped ***
Capitolo 15: *** In A Different Clothing Style ***
Capitolo 16: *** During Their Morning Rituals ***
Capitolo 17: *** Spooning ***
Capitolo 18: *** Doing Something Together ***
Capitolo 19: *** In Formal Wear ***
Capitolo 20: *** Dancing ***
Capitolo 21: *** Cooking ***
Capitolo 22: *** In Battle, Side By Side ***
Capitolo 23: *** Arguing ***
Capitolo 24: *** Making Up Afterwards ***
Capitolo 25: *** Gazing Into Eachothers' Eyes ***



Capitolo 1
*** Holding Hands ***


Piccola premessa. 
Questa raccolta di flash nasce come spin-off della mia long CaptainSwan, una New York!AU, “Haunted” [qui il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1964381], quindi ovviamente riprende l’Alternate Universe della storia principale, anche se non è necessario leggere Haunted per seguire questa raccolta. Inoltre, raccoglie la sfida lanciata da Erin00 sul gruppo Facebook “OUAT”, cioè la 30 days of OTP, che consiste nello scrivere ogni giorno una fic su una nostra OTP a scelta, con 30 diversi prompts. Ho sempre desiderato scrivere di Ruby e Graham, ed eccomi qui con questa avventura. Buona lettura a tutti <3


 
Ad Alice, perchè questo è anche il tuo OTP.
 
 
 
LOVING HIM WAS RED
1.
Holding Hands
 
 
 
Era da tempo che qualcuno non la prendeva per mano. Era dai tempi del liceo, durante l’ultimo ballo di fine anno. Peter Hutch l’aveva presa per mano e l’aveva trascinata dietro le scalinate della palestra della Saint Margaret High School e ben presto le sue dita avevano lasciato la mano di Ruby per spostarsi sul suo seno e i suoi fianchi, impacciate ma frettolose. Ruby non ricordava più il suo tocco e nemmeno la sua voce. Non ricordava più nemmeno il calore della sua pelle. 
 
§
 
 
Lei e Graham erano a Central Park, sdraiati su un plaid a quadretti rosso e blu. Osservavano le stelle che punteggiavano lo scuro cielo estivo, limpido e ammantato di magia. Se ne stavano in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri - o forse cercando di indovinare quelli dell’altro. 
 
Ad un certo punto, Graham le prese la mano, intrecciando le dita con le sue, lentamente, esitando. Ruby ricambiò la stretta, cancellando così ogni incertezza. Lo guardò, il suo bel profilo accanto a lei, la luce della luna che gli colpiva uno zigomo. Graham si girò e ricambiò il suo sguardo, sorridendole. Poi lanciò un’occhiata alle loro mani intrecciate.
- Ti dispiace? - le chiese.
Ruby scosse la testa. - No, affatto.
 
§
 
 
- Grazie - aggiunse lei dopo qualche minuto, continuando a fissare il cielo.
- Grazie per cosa?
Sentiva gli occhi di Graham addosso, che la studiavano. Le piaceva quando lui la guardava. La faceva sentire speciale. Diversa ma di una diversità bella e nuova. Diversa da tutte le altre.
- Grazie per essere qui. Con me. Adesso.
Era difficile dare voce ai sentimenti, ma con Graham sentiva di potersi spingere là dove non si era mai avventurata prima.
Graham sollevò le loro mani unite e baciò quella di lei.
- Non ti permetterò di scappare via. Capito?
Ruby annuì. 
Sorrise.
 
 
 
 
 
 
NOTE
 
  • Peter è il primo fidanzato di Ruby in OUAT, ve lo ricordate? Hutch è semplicemente il cognome dell’attore che lo ha interpretato nella serie, cioè Jesse Hutch. Che fantasia XD
  • Il nome della scuola di Ruby, “Saint Margaret High School”, è totalmente inventato.
  • Il titolo della raccolta è tratto dalla splendida "Red" di Taylor Swift, la colonna sonora per la mia RedHunter.
 
 
Che dire… spero che il primo appuntamento con questa raccolta vi sia piaciuto :) Ringrazio infinitamente Alice per lo splendido banner *^*
Appuntamento a domani con il secondo prompt: cuddling somewhere.
Vi lascio il link al mio gruppo Facebook, se vi va di passare per spoiler, foto e altro: 
https://www.facebook.com/groups/159506810913907/
 
 
Marti
 
 
Ps le altre raccolte partecipanti al 30 days of OTP sono queste, vi consiglio di farci un salto:
 
 
 

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Capitolo 2
*** Cuddling Somewhere ***


LOVING HIM WAS RED
2. 
Cuddling Somewhere



- Pensi che dovremmo dirlo agli altri? - chiese Graham.
- Uhm…? - rispose Ruby disegnando arabeschi sul petto di lui.
- Ruby… mi hai sentito?
- “Pensi che dovremmo dirlo agli altri?” - ripeté lei scimmiottandolo e imitando la sua voce.
Graham le assestò un pizzicotto sul fianco, borbottando. - Molto divertente, brava!
Ruby intanto era scoppiata a ridere, piegandosi su un fianco.
I due erano rannicchiati sul vecchio divano di Graham, nel suo piccolo appartamento a Brooklyn. Fuori pioveva, una classica domenica piovosa di fine marzo a New York. L’acqua gocciolava sui vetri e il traffico scorreva fuori dalle finestre appannate. 
- La mia era una domanda seria - continuò lui riprendendo il discorso.
- Lo so - rispose Ruby accoccolandoglisi addosso e continuando a disegnare forme immaginarie sulla sua pelle nuda. - E comunque mi hai fatto male, prima. Anche io sono seria - aggiunse mettendo il broncio.
Graham rise. - E se provassi a rimediare con un bacio, signorina?
Ruby alzò gli occhi al cielo e fece finta di rifletterci su, mentre lui chinava la testa verso il suo fianco, carezzandole la pelle con la punta delle dita. Ruby chiuse gli occhi, mentre Graham le depositava un bacio leggero proprio nel punto in cui prima l’aveva pizzicata. Un bacio, due baci, tre, quattro, Ruby perse il conto. Sentiva solo le labbra calde di Graham sulla sua pelle. Dal fianco, il bacio si spostò sulla sua bocca. Ruby ricambiò, premendo il suo corpo contro quello di lui.
- Penso… - cominciò lei riprendendo fiato e tornando a sdraiarsi sul petto di Graham, che prese ad accarezzarle la pelle sotto il seno. - Penso che dovremmo tenerlo ancora un po’ per noi. Tu che ne pensi?
- Se fosse per me, urlerei al mondo che sei mia, ma capisco cosa intendi - rispose lui dolcemente.
Ruby lo guardò. Gli prese la mano libera e ne baciò il palmo, lentamente. Lo sentì trattenere il respiro.
- E così sarei tua, eh? - sussurrò lei.
- Non si era capito, forse?
- Dovresti impegnarti per rendere la cosa più chiara, Humbert - replicò lei, ironica, guardandolo furbescamente.
- Ah, sì? È così? Bene! - esclamò Graham. 
Così dicendo, affondò le mani sui fianchi di Ruby, facendole il solletico e imprigionando poi la sua dolce e alta risata con un bacio intenso.

Sì, Ruby era profondamente e irrimediabilmente sua.





Buongiorno!
Eccomi qui con il secondo prompt per questa challenge giornaliera, cioè cuddling somewhere. Fatemi sapere cosa ne pensate, ovviamente. 

Purtroppo domani non sarò in grado di pubblicare il terzo prompt, watching a movie, perché sarò tutto il giorno fuori casa, ma vi prometto che arriverà sabato. Scusate ancora.
Ringrazio di cuore Pikky, Giulia ed Erin, che hanno recensito la fic di ieri, e Lady Deeks, che l'ha inserita nelle seguite. Siete adorabili <3


Mi trovate sempre qui:

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Alla prossima, Marti

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Capitolo 3
*** Watching A Movie ***


LOVING HIM WAS RED
3.
Watching A Movie
 
 
 

- Ruby?
- Cosa c’è?
Silenzio.
- Graham!
- Ruby?
- Cosa c’è? Cosa volevi dirmi?
- Ah, sì. La cosa.
Ruby entrò nel piccolo salottino e poggiò il vassoio sul tavolino posizionato di fronte al divano. Graham era in piedi accanto alla televisione e le dava le spalle. La ragazza aveva preparato la cioccolata preferita di Graham, fondente con un pizzico di cannella, accompagnata da alcuni biscotti alle gocce di cioccolato presi da Granny’s. Una volta a settimana, i due erano soliti passare la serata a casa di lei, a guardare un film in tranquillità, accoccolati sul divano, sotto la coperta, le luci spente e qualche candela disseminata qua e là.
Ruby adorava quei momenti, durante i quali stavano in silenzio, seguivano il film e Graham la teneva stretta a sé, al caldo, e ogni tanto le carezzava i capelli dolcemente. Di solito mangiavano biscotti o qualche torta di Granny e bevevano cioccolata o tisane profumate. Era una parentesi diversa nella loro storia, fatta di baci appassionati e notti tempestose.
- Allora? - chiese ancora Ruby, le mani sui fianchi, in attesa di una risposta.
Graham si girò lentamente verso di lei. Teneva tra le mani la custodia di un film in Dvd e il suo volto era all’improvviso impallidito.
- Hai davvero intenzione di farmi guardare questo film? - esclamò lui con voce strozzata.
Ruby lanciò un’occhiata alla copertina e poi spostò nuovamente gli occhi su Graham. Alzò le spalle, noncurante.
- Sì, certo. E allora? - rispose, tranquilla, avviandosi verso il divano e cominciando ad aprire il plaid.
- Ruby! - esclamò Graham con voce stridula. - Non puoi! Si tratta di “Via Col Vento”, potrei semplicemente morire e tu te ne accorgeresti solo alla fine del film. Cioè tra dieci anni, più o meno.
Ruby non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Si girò a guardarlo dolcemente.
- Non fare lo sciocco, Humbert - replicò. - Dura soltanto 238 minuti.
Graham si lasciò cadere sulla poltrona più vicina, afflitto.
 
 
238 minuti dopo…
 
Ruby premette il tasto stop e i titoli di coda si fermarono. Spense la televisione e si alzò in piedi lentamente. Prese le gambe di Graham e le sistemò con cura sulla superficie soffice del divano. Dopo di che, tirò su il plaid e lo coprì per bene. Lo osservò per un momento, riavviandogli gli scompigliati capelli castani. Sembrava proprio un bimbo. Ruby sorrise e si avviò verso la sua camera.




Eccomi qui! Scusate se ieri non sono riuscita a pubblicare questo terzo prompt, ma ieri sera alla fine sono tornata tardi e non ce l'ho proprio fatta.
Oggi però ci sono riuscita *^* che ve ne pare? Un piccolo siparietto sulla nostra coppia alle prese con il film preferito di Ruby. Almeno secondo me... Ce la vedo a seguire le vicende di Rossella O'Hara XD

Appuntamento a domani con il quarto prompt, on a date.

Baci, Marti

ps mi trovate qui: 
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Capitolo 4
*** On A Date ***


LOVING HIM WAS RED
4.
On A Date
 
 
 
Ruby cominciò a guardare l’orologio appena Graham mise piede fuori da Granny’s. La lancetta segnava le 8:00. Le 8:00. Mancavano esattamente dodici ore all’appuntamento con Graham di quella sera. Dodici ore
“Ce la puoi fare, Ruby,” pensò lei. E se lo ripeté come un mantra.
Non ce l’avrebbe mai fatta.
 
 
§
 
 
- Esci con me - esclamò tutto d’un fiato.
Per lo stupore, per poco la ragazza non fece cadere tutto il vassoio a terra. Alzò gli occhi su di lui, guardandolo attraverso quelle due pozze scure e profonde, sondandolo. Inclinò la testa di lato, pensierosa.
- Va bene - rispose. - Oggi stacco alle otto. 
- Le otto è perfetto.
Si sorrisero e poi Graham uscì in fretta e furia dal locale, il sorriso di poco prima ancora impresso sul volto*.
 
 
§
 
 
Le 18:00.
Solo più due ore.
Le 18:30.
Le 19:00.
Solo più un’ora.
Le 19:30.
Mezzora.
Le 19:45.
Un quarto d’ora.
Le 20:00.
Le 20:00.
 
Ruby si tolse il grembiulino nero e si fiondò nel retro di Granny’s. Si sistemò i lunghi capelli scuri, si spruzzò del profumo e si mise del rossetto rosso, il suo preferito. Si guardò un’ultima volta allo specchio e sorrise al suo riflesso. Se un appuntamento aveva quel potere su di lei voleva dire che si stava proprio rammollendo. 
“È Graham, non si tratta di un semplice appuntamento,” pensò.
Afferrò la borsa e sentì la voce di Granny che, dalla cucina, esclamava: - Dove corri, bambina?
- Non ho tempo, nonna. A domani! - gridò Ruby.
Ed eccolo lì. Graham attendeva accanto alla porta, le mani in tasca. Con un piede batteva ritmicamente sul pavimento in linoleum. Lanciava occhiate all’esterno, visibilmente nervoso. Poi, forse captando la sua presenza, si voltò e intercettò il suo sguardo. Ruby gli sorrise e lo raggiunse.
- Ciao - sussurrò quando gli fu accanto.
- Ciao, Ruby - rispose lui ricambiando il sorriso.
- Sei stato puntuale.
Graham annuì. - Certo che sì. Vogliamo andare?
- Certo che sì - ripeté Ruby.
 
 
§
 
 
Graham l’aveva portata in un ristorante molto carino a Little Italy e avevano mangiato la pizza, bevuto Coca-Cola e riso come matti. Era da tanto che Ruby non si sentiva così bene e così positiva. Dopo tutta una sfilza di stronzi e ragazzi belli-e-dannati - la categoria che la ragazza sembrava attirare come una calamita -, Graham era come una sana ventata di ossigeno. Era dolce, quasi timido a volte, gentile e simpatico. E bello. 
A fine serata, presero un taxi e scesero poco lontano da casa di Ruby, nel Village. Fecero una passeggiata al chiaro di luna - c’era luna piena, quella sera, e Ruby aveva sempre adorato guardarla, poggiata al davanzale della sua finestra, incantata. La luna piena sembrava aver contraddistinto tutti i momento salienti e importanti della sua vita, sia in positivo sia in negativo. Era un segnale che quella sera fosse alta, bella e luminosa nel cielo scuro.
Si fermarono di fronte a casa della ragazza.
- Grazie per la bella serata - disse lei.
- Grazie a te.
Gli depositò un leggero bacio sulla guancia.
- Sei davvero adorabile, Humbert.
Graham la guardò, trattenendo il fiato. Ruby gli sorrise e poi corse verso casa.



NOTE
  • l'asterisco rimanda alla mia long New York!AU, "Haunted", dalla quale ho incollato quel piccolo pezzo scritto in corsivo, direttamente dal capitolo 4. Qui il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2222142
  • Il Village --- > il Greenwich Village, a New York.


Eccomi qui anche oggi! Ok, non mi odiate per il bacio sulla guancia, vero? Prima cosa, ce la vedo Ruby a fare un po' la preziosa... niente bacio vero e proprio, non al primo appuntamento, almeno. E seconda cosa, il bacio arriverà con il prossimo prompt, kissing

A domani! Attendo come sempre i vostri pareri su questa coppia, che amo alla follia <3

Vi ricordo il mio gruppo FB: 
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Buona domenica! Marti
 

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Capitolo 5
*** Kissing ***


LOVING HIM WAS RED
5.
Kissing
 
 
 
- Ricordami perché lo stai facendo? - chiese Graham a Ruby mentre l’aiutava a stendere il loro amato plaid a quadretti sull’erba di Central Park.
Erano soliti sistemarsi sempre nel solito posto, accanto ad una grande quercia, vicino alle aiuole di primule. 
- Lo faccio per me, Graham - rispose lei lasciandosi cadere sulla coperta. Graham si sedette, poggiando la schiena al grande tronco dietro di lui.
- Non ho mai iniziato il college, e sento di volerlo fare, sento di avere bisogno di studiare per me, capisci? - continuò Ruby tirando fuori alcuni libri dalla borsa. 
- Ti capisco, certo. Ovvio. 
- E letteratura mi è sembrata la scelta più ovvia - concluse la ragazza.
Graham osservò i pesanti libroni che la sua ragazza si era portata dietro. Gli sembrava strano, pensare a Ruby come “la sua ragazza”, quando fino a qualche settimana prima era sempre stata soltanto “la ragazza che lavorava da Granny’s, amica di Emma”, la quale, pensandoci, nemmeno poteva considerare come “ex ragazza”, ma soltanto come una specie di friend-with-benefit, come si diceva, o qualcosa del genere. Lasciò perdere quei pensieri intricati e tornò a concentrarsi su Ruby. Afferrò un libro e lo aprì.
- Grazie per esserti offerto di aiutarmi per il test di ammissione - disse lei dolcemente, carezzandogli la guancia.
Graham le sorrise. - Questo è altro, per te. Iniziamo con la data dello scoppio della Rivoluzione Francese?
- 14 luglio 1789 - rispose prontamente Ruby.
- Anno di pubblicazione de “Per chi suona la campana”?
- 1940.
- Il titolo dell’ultimo romanzo di Fitzgerald?
- “Gli ultimi fuochi”.
-  Il titolo della più famosa raccolta di poesie di Whitman?
- “Foglie d’erba”.
- È molto preparata, miss Lucas - commentò Graham ironicamente.
Ruby si mise meglio a sedere sulla coperta e gli sorrise. - La ringrazio, professor Humbert.
- Be’ - continuò Graham con un tono di voce burbero e basso - se desidera davvero essere ammessa al mio corso, miss Lucas, ho bisogno di ricevere da lei una prova del suo impegno e del suo interesse… Magari ci vediamo nel mio ufficio per le 21:00? Ho un divano bello morbido, le piacerà…
- Graham! - esclamò Ruby assestandogli una bella sberla tonante sulla spalla. Graham scoppiò a ridere di gusto di fronte alla sua espressione indignata.
- Hey, guarda, guarda, un lupo, proprio dietro di te! - esclamò lui.
Ruby si girò di scatto, ma quando comprese che Graham in realtà la stava prendendo in giro, tornò a guardarlo, pronta a rimproverarlo, ma lui le chiuse la bocca con un bacio, che lei non perse tempo a ricambiare.
Graham si era sporto verso di lei, il libro abbandonato sul plaid. Ruby gli prese il volto tra le mani, facendoglisi più vicina. Fu un bacio diverso da tutti gli altri che si erano scambiati. Dolce, lento, gentile. Ruby assaporò le labbra di Graham lentamente e lui fece lo stesso, immergendo una mano fra i suoi lunghi capelli scuri. 
- Non farlo mai più - sussurrò lei sulle sue labbra.
- Che cosa? - chiese Graham baciandole la mandibola.
- Quello che hai appena fatto. Mi hai preso alla sprovvista… - replicò Ruby carezzandogli i capelli.
- Te la sei cavata alla grande anche in questo caso, però. Miss Lucas.
- Smettila, Humbert! - esclamò lei tirandogli i capelli.
- Ahia! - gridò lui divincolandosi.
- Ben ti sta!
- Lo sai che sei sexy quando fai così, Lucas?
Il volto di Ruby si addolcì in un sorriso.
- E tu sei uno scemo. Lo sai?



NOTE
  • Non ho mai specificato che questa raccolta non segue un ordine cronologico, quindi magari può capitare che una fic svoltasi prima sia inserita solo successivamente, ecco. Tanto per chiarire.
  • Ho preferito non tradurre l'espressione "friend-with-benefit", anche perchè l'espressione italiana fa pena -_-"
  • Le informazioni sulle quali Graham "interroga" Ruby sono tutte verificate, grazie a Santa Wikipedia. Alcune sono ovviamente farina del mio sacco ;-)
  • La scena del bacio è liberamente ispirata all'ultima puntata di The Vampire Diaries, la 5x04. Per non spoilerare - magari ci sono fans di TVD - non menzionerò i protagonisti di suddetta scena u.u


Buonasera!
Sono riuscita ad aggiornare in tempo questa raccolta. Le giornate dovrebbero avere 48 ore, per riuscire a fare tutto. Uffa! Va be', alla fine ce l'ho fatta, è questo l'importante.
Spero che il tanto atteso bacio tra Ruby e Graham vi sia piaciuto. Ovviamente non si tratta del loro primissimo bacio, non volevo rischiare di essere banale, per cui ho pensato di scrivere una scenetta carina tra loro, in un giorno qualsiasi. 

A domani con wearing eachothers' clothes.

Marti <3

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Capitolo 6
*** Wearing Eachothers' Clothes ***


LOVING HIM WAS RED
6.
Wearing Eachothers’ Clothes
 
 
 
Ruby alzò gli occhi dalle pagine di “Tenera è la notte” - romanzo che stava leggendo per il corso di letteratura - e osservò Graham avanzare barcollando nel piccolo salotto, dove la ragazza era comodamente sprofondata nella morbida poltrona accanto alla finestra. Era raggomitolata, le gambe nude incrociate. Indossava la camicia azzurra della divisa di Graham, che ancora sapeva di lui. Era un rito mattutino, ormai. Ogni volta che Graham dormiva da lei - o viceversa - Ruby era sempre la prima ad alzarsi la mattina. Indossava la camicia di Graham e si recava in cucina, a preparare il caffé e leggere.
Quella mattina, Graham si era alzato relativamente presto, per i suoi standard. Di solito era costretto a fare tutto di fretta, alzandosi proprio mentre Ruby usciva per andare da Granny’s. La ragazza lo rivedeva sempre più tardi, alla tavola calda, per la colazione. 
- Buongiorno, bell’addormentato nel bosco - disse lei sorridendo. 
Graham fece una smorfia, barcollando ancora un po’, quasi spalmandosi contro la parete. Ruby trattenne una risata, coprendosi la bocca con una mano.
- È troppo presto - borbottò lui lanciando un’occhiata al cielo che si intravedeva fuori dalla finestra.
- È troppo presto per te, Graham - replicò lei chiudendo il libro. Aggrottò la fronte: Graham stringeva in mano la sua camicia, quella rossa, che le aveva strappato di dosso soltanto otto ore prima.
- Graham, cosa… ? - gli chiese lanciandogli un’occhiata eloquente.
Lui sembrò notare solo in quel momento la camicia, che si era trascinato dietro dalla camera da letto.
- Pensavo fosse la mia - si scusò avvicinandosi.
Ruby si alzò in piedi e gli sfilò di mano la camicia, buttandola sul divano.
- L’importante è che tu non te la sia infilata - gli sussurrò cingendogli il collo con le braccia. - Non so se sarei riuscita a non ridere, di fronte a te con addosso abiti da donna.
Graham sembrò svegliarsi all’improvviso: le cinse i fianchi, poggiandole una mano alla base della schiena e infilando l’altra sotto la camicia, a cercare la pelle nuda della ragazza.
- Vedo che ci stiamo svegliando… - commentò lei ridacchiando.
Graham le baciò il collo. - Penso che invece di provare la tua camicia per dimostrarti che non temo il ridicolo, farò che toglierti la mia…
Ruby lo baciò e si lasciò sfilare la camicia dalla testa. Poi trascinò Graham verso il divano. 
La camicia rossa cadde a terra, proprio accanto a quella azzurra. E le due rimasero lì un bel po’ di tempo ancora.




Buonasera!
Non ho note particolari su questa flash, oggi. Penso solo che siano molto teneri, e voi?
Colgo l'occasione per ringraziare chi, come sempre, legge/segue/preferisce/ricorda/recensisce questa raccolta: siete adorabili <3

Vi ricordo il mio gruppo FB: 
https://www.facebook.com/groups/159506810913907/

A domani con cosplaying. O mamma!
Marti

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Capitolo 7
*** Cosplaying ***


LOVING HIM WAS RED
7.
Cosplaying
 
 
 
Graham si fissò i piedi, celati sotto una folta pelliccia marrone. La stessa pelliccia che gli ricopriva il resto del corpo. Era imprigionato dentro uno stupido costume e teneva la testa mobile sottobraccio, rimandando il momento in cui se la sarebbe calata sul viso.
- Ancora non ho capito perché dobbiamo farlo - disse rivolgendosi a Ruby, che si stava ritoccando il trucco di fronte allo specchio, seduta al tavolino da toilette in camera da letto.
- Io lo faccio perché adoro i raduni a tema con tanto di costumi e tu lo fai perché mi serviva un lupo e perché faresti qualsiasi cosa per me, no? - replicò lei, girandosi a guardarlo e regalandogli un sorriso.
Graham alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
- Sai sempre come comprarmi, Cappuccetto Rosso.
Ruby indossava un corto vestitino blu e un mantello rosso legato sotto il collo con un nastro di raso. Era bellissima e adorabile.
Graham si era fatto coinvolgere in quella pazza idea che erano i raduni a tema, ai quali Ruby partecipava piuttosto spesso. Quella volta, il tema era “personaggi delle fiabe” e Ruby aveva scelto proprio il suo preferito in assoluto, cioè “Cappuccetto Rosso”. E chi avrebbe vestito i panni del lupo, se non Graham? Quando aveva accettato, non aveva minimamente immaginato che avrebbe dovuto indossare un pesante costume peloso ingombrante e per giunta ridicolo. Stava facendo la sauna, là dentro. Per fortuna, nessuno lo avrebbe riconosciuto, una volta indossata anche la testa.
- Sei adorabile anche per questo, Humbert. E sei un lupo perfetto e dolcissimo, sai? - sussurrò Ruby alzandosi e avvicinandoglisi. Gli sorrise e gli carezzò una guancia. Graham le afferrò il polso, abbassandole la mano e spingendola contro il muro, dove la imprigionò tra il suo corpo e la parete. 
- Come siamo rudi - commentò lei con voce roca.
- Mi sto calando nella parte. I lupi mangiano le loro vittime, non lo sai?
Abbassò la bocca sul collo caldo di lei, mordendole la pelle. Ruby si lasciò sfuggire un lamento.
- La cosa che preferisco di questa pagliacciata è la prospettiva di quando torneremo a casa e potrò toglierti di dosso questo vestito - sussurrò Graham baciandole la pelle dietro l’orecchio.
- Be’, si possono fare comunque tante cose, con un vestito addosso - concluse Ruby cercando le sue labbra. Graham ricambiò il bacio. 
La testa del lupo li attendeva poco lontano, la bocca inclinata in un buffo sorriso.




Buongiorno!
Okay, non so cosa ne sia uscito fuori, lo ammetto. Questo è il primo dei prompt ostici che odierò a morte perchè mi metteranno in difficoltà e non saprò cosa scriverci sopra. In ogni caso, il collegamento ad un possibile costume per Ruby è arrivato subito, neanche a pensarci: Cappuccetto Rosso, ovviamente. E Graham è perfetto per interpretare il lupo, anche se è troppo adorabile per incutere timore XD
Niente, spero che anche questa flash vi sia piaciuta e magari vi abbia strappato un sorriso. Graham è troppo buffo <3

A domani con shopping. Insomma, cosa c'è di più facile che scrivere di una coppia che fa shopping nella Grande Mela? Ecco, come sono banale. 

Vostra, Marti

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Capitolo 8
*** Shopping ***


LOVING HIM WAS RED
8.
Shopping
 
 
 
- Graham?
La voce di Ruby riecheggiò lungo il corridoio e lo raggiunse in cucina, dove stava preparando il caffé.
- Cosa c’è? - gridò in risposta.
Silenzio.
Graham aveva sempre odiato essere chiamato e non ricevere poi nessuna risposta. Gli dava sui nervi.
Poggiò il barattolo del caffé - rigorosamente italiano - e si pulì le mani in uno strofinaccio a quadretti posato lì accanto. Lasciò la cucina e raggiunse Ruby in camera da letto. La trovò davanti all’armadio, la testa immersa tra i suoi vestiti.
- Ruby! - esclamò Graham.
La ragazza riemerse da strati e strati di indumenti e lo guardò, gli occhi sbarrati.
- Che stai facendo? - le chiese.
Ruby mise le mani sui fianchi - nella sua tipica “posizione da battaglia” - e lo guardò severamente.
- Mi avevi chiesto di aiutarti a riordinare l’armadio - cominciò lei.
Graham annuì, non capendo dove volesse arrivare.
- Ebbene, hai solo cambi per il lavoro e camicie a quadretti! - esclamò. - Come è possibile?
Graham la guardò, incredulo. Si grattò la testa, pensieroso, e poi si lasciò cadere sul letto, osservando Ruby con un sorrisetto ironico.
- Be’, mi piacciono le camicie a quadretti.
- Va bene, anche a me, ma voglio dire, il tuo armadio è decisamente monotematico!
- Il mio sarà anche monotematico, come dici tu, ma il tuo è monocromatico, tesoro mio - replicò lui.
- Monocromatico?
- Monocromatico, sì. È quello che ho detto. Ci sono altri colori, oltre al rosso e il nero, lo sai?
Ruby incrociò le braccia al petto.
- Usciamo a fare shopping - esclamò dopo qualche minuto di silenzio.
Allungò una mano e agguantò quella di Graham, facendolo alzare dal letto e trascinandolo fuori dalla stanza.
- Non ho intenzione di uscire, oggi - borbottò lui. - Non con il caos pre-natalizio. 
- Sei un ufficiale di polizia, Graham Humbert - continuò Ruby guardandolo severamente. - Non sarai mica spaventato da un po’ di gente che fa acquisti, no?
Graham la guardò. Sbuffò, alzò gli occhi al cielo e poi annuì, sconfitto.
- D’accordo, mi arrendo.
Ruby gli sorrise, entusiasta.
Lasciarono il piccolo appartamento di Graham a Brooklyn, infagottati nei loro cappotti pesanti, Ruby con un simpatico cappellino rosso di lana. La ragazza lanciò un’occhiata in tralice a Graham.
- Non dire niente - esclamò. - È rosso, lo so.
Graham alzò le mani e scrollò le spalle. - Muto come una tomba - replicò.
Riuscì comunque a rubarle un mezzo sorriso, anche se nascosto nella sciarpa. Presero la metropolitana e sbucarono nel bel mezzo della Fifth Avenue. 
- Ci siamo - cominciò Ruby. - Sei pronto?
- Sono pronto a perdere ogni speranza, quello sì - rispose Graham.
- Smettila, Humbert, non fare il noioso - e Ruby gli assestò una pacca sulla spalla.
- Iniziamo da Macy’s?


 
Ok, ok, sono in ritardo mostruoso, lo so. E so anche di aver bellamente pseudo aggirato il prompt di oggi, ma non ce la facevo a scrivere semplicemente di questi due a fare spese a New York. Sapete che banalità -.-"
Ed ecco quindi questa specie di flash, dove Ruby critica il guardaroba di Graham e Graham passa al contrattacco. Mica può stare zitto, il ragazzo, no? u.u
Nel finale, si capisce che i due si dedicheranno ad un - bel - pomeriggio di shopping sfrenato. Beati loro *___*

Niente, spero che anche questa flash vi sia piaciuta. Attendo come al solito i vostri pareri ^^ E ringrazio con il cuore chi continua a seguire e leggere questa raccolta.

Alla prossima!


Marti
 

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Capitolo 9
*** Hanging Out With Friends ***


LOVING HIM WAS RED
9.
Hanging Out With Friends
 
 
 
Ruby lanciò un’occhiata a Graham, seduto ad uno dei tavoli di Granny’s in compagnia di Emma, Lacey e Matt - il loro collega biondo e carino. Stavano bevendo un caffé - tranne Lacey, troppo fedele al suo tè alla rosa - e mangiando della torta al limone. 
Ruby li osservava da dietro il bancone, mentre serviva i vari clienti. Avevano deciso di ritrovarsi tutti da Granny’s per dare inizio ad un’uscita serale tra amici, come non facevano da troppo tempo. Si sarebbero fermati fino alla chiusura, per aspettare che Ruby finisse di lavorare. La ragazza sorrise tra sé e sé: erano dei tesori, dei veri amici. Avrebbe dato qualsiasi cosa per unirsi a loro, in quel momento.
Lacey scoppiò a ridere per qualcosa che aveva appena detto Graham, che rise con lei e poi alzò gli occhi a cercare quelli di Ruby. Si guardarono a lungo, in silenzio, mentre gli altri al tavolo ancora ridevano e mentre un folto gruppo di clienti lasciava il locale, facendo tintinnare allegramente il sonaglio appeso alla porta.
Nessuno dei loro amici sapeva della loro relazione. E nessuno sembrava sospettare alcunché, nemmeno Emma, che lavorava a stretto contatto con Graham. Avevano deciso di aspettare ancora un po’ per rivelarlo al mondo. Faceva tutto parte del fascino esercitato dal mistero e dal segreto condiviso con un’altra persona. 
- Tesoro, prendi un caffé con i tuoi amici - le sussurrò Granny, ridestandola dai suoi pensieri. Ruby distolse lo sguardo da Graham e lo posò sulla nonnina.
- Il locale è tranquillo, per ora. Posso cavarmela da sola. Prenditi una pausa.
- Grazie, nonna - rispose Ruby sorridendole. Si versò un’abbondante tazza di caffé e raggiunse i suoi amici al tavolo. 
- Hey! - esclamò Emma, sorridendole.
- Ti unisci a noi, tesoro? - le chiese Lacey mentre Ruby prendeva posto accanto a Graham. 
- La nonna mi ha concesso una pausa, sì - rispose lei regalando un ampio sorriso a tutti i presenti.
- Allora? Vi stavate annoiando senza di me? - chiese sorseggiando il suo caffé.
Sentì la mano di Graham carezzarle la gamba sotto il tavolo e per poco non le andò tutto di traverso. Tossì e lui ne approfittò per darle dei colpetti sulla schiena.
- Tutto okay? - le chiese, mentre gli altri la guardavano preoccupati.
Ruby annuì. - Sì, sì, grazie.
- Lacey non ci vuole svelare l’identità del misterioso uomo che stasera ha invitato - spiegò Matt rivolgendo alla ragazza un’occhiata maliziosa.
Tutti sapevano che Matt aveva un debole per Lacey, ma lei non era mai caduta nella sua rete. Matt era noto per le sue storielle di una sola notte e nemmeno conosceva il significato dell’aggettivo “serio”.
- Non so nemmeno se alla fine verrà - rispose Lacey poggiando la sua tazza di tè. - È stato piuttosto criptico a riguardo.
- Be’, immagino che lo scopriremo solo quando il misterioso cavaliere si presenterà. Se si presenterà - intervenne Emma.
- Conoscendo Lacey, come potrebbe fare altrimenti? - commentò Ruby guardando la sua amica dolcemente. Quest’ultima ricambiò il sorriso, lanciandole un bacio.
Ruby intanto stringeva la mano di Graham sotto il tavolo, di nascosto da tutti gli altri. Nemmeno si accorse dello sguardo attento della nonna, che osservava la scena da dietro il bancone. Da lì poteva vedere benissimo le loro mani intrecciate. La donna sorrise tra sé e sé e poi corse a servire il tavolo nove.
 
 
 
NOTE
  • Matt: lo avete riconosciuto, lettori di “Haunted”? Per chi segue la mia long, è uno dei colleghi di Emma alla stazione di polizia.
  • “Avevano deciso di aspettare ancora un po’ per rivelarlo al mondo” fa riferimento ad un’altra flash della raccolta, la seconda, Cuddling Somewhere.
  • Tutta la flash è un piccolo spoiler ad uno dei prossimi capitoli di “Haunted”, prossimamente su questi schermi (?).
 
 
Buongiorno!
Ruby e Graham ancora non sono usciti allo scoperto, e devo dire che questa situazione si sta rivelando parecchio intrigante, lo ammetto. E le loro mani intrecciate mi hanno fatto fangirlare *^* Ovviamente, la nonnina, dall’altro della sua saggezza, vede tutto e sa tutto, e sorride, quindi sembra decisamente approvare la cosa. E chi non approverebbe un tipo come Graham per la propria nipote?
 
Detto ciò, vi do appuntamento a domani con il prossimo episodio, with animal ears. Oddio O.O
 
Peace&love, Marti

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Capitolo 10
*** With Animal Ears ***


LOVING HIM WAS RED
10.
With Animal Ears
 
 
 
- Cosa stai facendo?
Ruby si voltò. Graham era appena entrato nel piccolo salotto di casa sua, ancora stretto nel giubbino dell’uniforme e infreddolito. Poggiò le chiavi sul piccolo tavolino accanto alla porta d’ingresso e la guardò, incuriosito.
Ruby sedeva sul morbido tappeto ai piedi del divano e stava finendo di riordinare alcune cose in varie scatole sparse sul pavimento. Graham notò subito le gambe nude di lei e una fitta allo stomaco lo costrinse a fare qualche passo avanti e a sedersi su una poltrona. Le calze pesanti le arrivavano al ginocchio e portava la sua vecchia camicia azzurra come fosse un vestito. Era bellissima e tremendamente sexy. 
- Ho trovato queste cose – rispose lei indicando le scatole. – Nei meandri dello sgabuzzino.
Graham lanciò un’occhiata svanita, troppo distratto dalla pelle di Ruby per prestare attenzione a delle stupide cianfrusaglie. 
- Comunque invierò un protesto formale, miss Lucas – esordì lui chinandosi e mettendosi a sedere accanto a lei. – Protesterò contro le mises provocanti delle fidanzate che attendono i loro uomini a casa…
Si sporse e le depositò alcuni piccoli baci sul collo.
- Hey, hey, hey – esclamò lei allontanandolo. Graham la guardò, incredulo. – Non divagare. Voglio sapere a cosa ti servivano queste! – e tirò fuori da una busta un paio di buffe orecchie da coniglio. Bianche. E soffici. Pelose. Assolutamente fuori luogo.
Graham lanciò un’occhiata distratta alle orecchie e tornò a guardare Ruby. Poi, come se non avesse visto bene, tornò di scatto a guardare le orecchie. Sbarrò gli occhi e, dopo qualche secondo di sbigottimento, scoppiò fragorosamente a ridere. Ruby si limitò a guardarlo, con la tentazione di unirsi alle sue risate, ma decisa a restare seria.
- Allora? Vuoi rendere partecipe anche me? – protestò alla fine, le braccia incrociate.
- Scusa, è che pensavo di averle perse… - rispose lui asciugandosi le lacrime. – A dire il vero, pensavo fossero andate buttate, dopo quella festa.
- Festa? Quale festa?
- Smettila di fare la gelosa ficcanaso, signorina Lucas – esclamò Graham afferrandola per la vita e trascinandosela addosso, depositandole poi un impetuoso bacio sulle labbra. Ruby all’inizio oppose una – seppur tenue – resistenza, ma alla fine si lasciò andare e rispose al bacio.
- Non sono gelosa. E non sono una ficcanaso – aggiunse lei assestandogli un piccolo pugno sul petto.
- No, figurati. Tu, gelosa? Naaaa – rise Graham. – Ficcanaso? Neanche per sogno!
- Smettila, Humbert! Piuttosto, torna serio e raccontami della festa.
- Sei proprio curiosa, non c’è che dire… - rispose lui. – Be’, c’era questa festa super esclusiva. A Soho. Il mio collega Matt insisteva per andarci. Alla fine ho ceduto e ho deciso di accompagnarlo. Le orecchie le abbiamo rimediate sul posto. Si è rivelata essere una specie di reunion di conigliette, o qualcosa del genere. Scabroso in modo osceno.
- Un ritrovo di conigliette? – ripeté Ruby, guardando Graham con occhi sbarrati. 
- Andiamo, Ruby, è successo tempo fa. Un anno e mezzo, mi sembra. Se non due. Una vita fa. Non c’eri tu.
- Io c’ero, ma eri troppo impegnato con le conigliette per notarmi.
- Io, impegnato con le conigliette? Piuttosto, eri tu quella sempre impegnata. Con chissà che conigli, magari – protestò lui.
- Hey, mi fai passare per una poco di buono! – esclamò Ruby dandogli un altro pugno.
- Guardami bene, Ruby Lucas – cominciò Graham afferrandole i polsi e immobilizzandola. – Ti conosco da quanto? Cinque? Sei anni? Non lo so, non ha importanza. Una volta sono stato stupido anche io. E talvolta lo sono ancora adesso, okay – ammise dopo che Ruby ebbe sollevato le sopracciglia, ironica. – Da quando hai accettato di uscire con me, quella mattina da Granny’s, ricordi? Ecco, da quella mattina non faccio altro che pensare a te. Ci sei solo tu, ormai. Capito? 
Ruby lo guardò negli occhi, seria. Poi gli carezzò una guancia e gli depositò un bacio lento sulla bocca. Assaporò le sue labbra senza fretta e sentì la mano di Graham risalire piano la sua coscia.
- E sai cosa facciamo? – continuò lui interrompendo il bacio. – Le orecchie, le buttiamo via. Che ne dici?
- Dico che non me importa niente, Humbert – rispose Ruby sorridendogli. – Puoi tenere tutte le orecchie che vuoi. Dopo quello che hai appena detto, nessuna coniglietta riuscirà a portarti via da me. Altrimenti me la mangio.
Graham si avventò sulle sue labbra e ripresero da dove si erano interrotti.





Buon pomeriggio a tutti!
Eccomi qui con un altro piccolo episodio della raccolta. Oggi il tema riguardava le orecchie da animale e non so nemmeno io come sia uscita questa flash XD Spero tanto vi piaccia, però! 
Appuntamento a domani con uno dei prompt più ostici al mondo: wearing Kigurumis ://


Love love, Marti.

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Capitolo 11
*** Wearing Kigurumis ***


LOVING HIM WAS RED
11.
Wearing Kigurumis
 
 
 
Ruby si osservò per bene nello specchio del suo tavolino da toilette. Aveva steso un velo di rossetto rosso, per vivacizzare le labbra nascoste sotto la maschera di resina. Gli occhi erano bistrati e cerchiati di trucco nero sfumato, per enfatizzarne il magnetismo. Dietro la maschera, tutto doveva essere perfetto.
Lisciò alcune pieghe formatisi sul lungo abito bianco che indossava, che le ricopriva il corpo dal collo ai piedi. Si sentiva leggermente ridicola e le sembrava di soffocare, lì sotto, ma avrebbe tenuto duro e sopportato tutto stoicamente.
- Ruby!
Sentì la voce di Graham chiamarla dal bagno, così lo raggiunse. Era seduto sul bordo del basso muretto che circondava la vasca da bagno, la maschera tra le mani e il vestito bianco ancora ripiegato nella sua busta trasparente.
- Non sei ancora pronto? – esclamò lei.
Graham alzò gli occhi sul suo volto e scosse la testa. – Non ce la faccio, Ruby. Insomma, ho già fatto il lupo, per te. Ho anche indossato le tue scarpe dopo quella scommessa andata male. Non puoi chiedermi anche questo. Non puoi.
- Graham – cominciò lei sedendoglisi accanto. – Pensa che non lo stai facendo per me. Mulan ha tanto insistito, non possiamo deluderla.
Mulan era una cara amica di Ruby dai tempi del liceo, che si era da poco trasferita nella Grande Mela per vivere con il suo fidanzato, Shang, figlio di un qualche straricco direttore di banca o simile, Ruby non ricordava con esattezza. L’aveva invitata alla sua prima festa a New York, non avrebbe potuto darle buca così, su due piedi.
Graham sbuffò. – E va bene, ma è l’ultima volta che mi maschero, intesi?
Ruby gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia e si alzò in piedi.
- Hai dieci minuti, o faremo tardi.
 
*
 
La festa si svolgeva a Tribeca, nel grande e spazioso loft occupato da Mulan e Shang. Ruby presentò l’invito, rilegato su cartoncino rosso e vergato in sinuose lettere dorate, l’inglese affiancato da ideogrammi cinesi. Il buttafuori, che indossava un tipico abito della tradizione cinese, li guardò di sottecchi, sospettoso, ma li lasciò passare senza dire niente. Ruby sentì Graham, accanto a sé, che si sistemava il costume. Molto probabilmente era l’immagine del disagio.
Il loft era bellissimo, moderno, con qualche antico pezzo d’arredamento cinese, laccato e costoso, disseminato qua e là. Luci calde e soffuse rendevano l’ambiente accogliente ed esotico, così come i fumi d’incenso, sparsi in punti strategici dell’appartamento, che avevano il potere di catapultarti direttamente nell’Estremo Oriente, tra sete, rasi e origami.
Ruby si guardò intorno. Tutti gli invitati indossavano abiti tipicamente cinesi, colorati ed eleganti, proprio come il dress code sull’invito imponeva. Le donne portavano i capelli raccolti e del rossetto rosso, oltre che a dosi generose di cerone bianco sul viso, che le faceva assomigliare a vecchie bambole inquietanti.
- Ruby – cominciò Graham con voce incerta. – Sei sicura di aver scelto l’abito giusto?
Anche lui stava osservando gli altri invitati. Alcuni si erano già voltati a guardarli e li osservavano perplessi. Un paio di ragazzi ridacchiava sommessamente.
- Ho come l’impressione di essere osservato – aggiunse lui. – Come hai detto che si chiamano, questi costumi?
- Kigurami, kigurumi, una cosa simile – rispose Ruby, svanita. – Quella del noleggio abiti ha detto che sarebbero andati benissimo, per una festa a tema orientale. Ah – aggiunse poi – potrebbe anche aver detto che sono abiti giapponesi. Non ricordo bene, però…
- Giapponesi? – esclamò Graham sconcertato. – Giapponesi, Ruby? Questa è una festa a tema cinese!
Ruby scrollò le spalle. – Cinese, giapponese, cosa cambia, scusa? Sono tutti uguali, per me.
Graham, nonostante tutto, non riuscì a trattenere le risate e scoppiò a ridere. Poi si tolse la pesante maschera di resina bianca e la poggiò su un mobile Ming.
- Cosa devo fare con te, eh? – chiese avvicinandosi alla ragazza e sfilando anche a lei la maschera. Ruby gli sorrise sorniona.
- Be’, ormai che siamo qui, divertiamoci, no? – aggiunse scrollando le spalle e sorridendogli. – Io propongo di finire le scorte del bar. Ci stai?
Graham rise e se la trascinò dietro, in mezzo a fumi e lampade di carta.
 
 
 
NOTE
  • L’abito bianco che indossano Ruby e Graham è proprio il kigurumi, abito tipico giapponese utilizzato nel gioco delle bambole viventi.
  • Mulan e Shang sono proprio i nostri Mulan e Shang, sì. Presto arriveranno anche in “Haunted”, che vi ricordo essere long principale dalla quale ho tratto questa raccolta/spin-off.
  • Tribeca è uno dei quartieri di New York.
 
 
 
Eccomi qui con uno dei prompt più ostici della storia dei prompt XD
A parte di scherzi, ringrazio tantissimo Alice per avermi dato l’idea di fondo dalla quale è nata questa flash, nella quale credo di aver ampiamente sforato con il limite parole, ma capitemi, non avrei potuto fare altrimenti.
Spero che questa mezza idiozia vi sia piaciuta o quanto meno vi abbia fatti sorridere. Ringrazio vivamente chi continua a recensire questa raccolta, e scusate se non riesco a rispondervi con regolarità. Sappiate che apprezzo moltissimo e vi adoro <3
Un grazie anche a chi legge silenziosamente, ovvio ^^
 
Alla prossima con making out :333
 
Marti

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Capitolo 12
*** Making Out ***


Flash ideale continuazione della numero 9, "Hanging Out With Friends".


LOVING HIM WAS RED
12.
Making out
 
 
 
- Be’, temo che sia ora che torni a lavoro e finisca il turno - disse Ruby lasciando la mano di Graham e alzandosi in piedi. I suoi amici la guardarono, dispiaciuti. - Così poi sarò tutta vostra.
Fece loro l’occhiolino e Lacey le rivolse un ampio sorriso solare. - Certo, tesoro. Noi saremo qui ad aspettarti.
- Credo mi tocchi andare a recuperare del latte nel magazzino sul retro - aggiunse lanciando un’occhiata al bancone e a Granny. - Ci vediamo dopo.
Diede un calcetto a Graham senza che nessuno se ne accorgesse e si diresse verso la porta con sopra scritto “Privato. Vietato l’accesso”. L’aprì e, prima di chiudersela dietro, lanciò un’altra occhiata al tavolo, dove avvistò Graham che si alzava e si scusava, ma “doveva proprio usare il bagno”. Nessuno avrebbe sospettato nulla. Inoltre, la porta di accesso al retro era leggermente nascosta, e i suoi amici non si sarebbero nemmeno accorti di lei che trascinava il suo ragazzo dentro la stanza con lei. Infatti.
Ruby richiuse la porta silenziosamente e trascinò Graham dietro una fila di scaffali di metallo. Lo inchiodò alla parete e si avventò sulle sue labbra. Lui ricambiò il bacio, con foga sempre crescente. Ruby gli cinse il collo con le braccia e Graham finì per prenderla in braccio e farla sedere sul basso freezer che conteneva le provviste di Granny. Le carezzò le gambe, fasciate in un paio di stretti jeans neri, e lei infilò le mani sotto la sua t-shirt, soffermandosi sui suoi muscoli scolpiti da ore di allenamento nella palestra della centrale. Adorava la schiena di Graham, le piaceva baciarla e le piaceva sentire la sua pelle morbida sotto le labbra. Lui faceva lo stesso con lei, scherzando sempre sul suo pallido colorito da ragazza di città.
Graham le sciolse i capelli, che teneva raccolti in una coda alta, e vi immerse le mani. Ruby cercò la sua lingua e si perse in quel bacio tremendamente eccitante e segreto.
- E così adesso facciamo gli agguati ai clienti, eh? - sussurrò poi Graham percorrendo il suo collo con le labbra.
Ruby si lasciò sfuggire un sospiro. - Non ce la facevo più. Avevo voglia di baciarti dal primo momento in cui hai messo piede qui dentro.
- E io ho voglia di farti altro, invece - aggiunse lui depositandole alcuni baci proprio sopra il seno sinistro, che si intravedeva leggermente sotto la leggera canotta grigia. 
- Temo che per quello dovrai aspettare stanotte, Humbert - rispose lei ridacchiando e afferrandolo per i capelli, per poterlo guardare in viso.
Gli diede un altro bacio mozzafiato e poi saltò già dal freezer, sistemandosi i jeans e legandosi nuovamente i capelli.
- Ce ne andiamo? Così presto? - si lamentò lui, mettendo il broncio.
- Quanto credi ci vada per andare in bagno? Qualcuno potrebbe venire a cercarti - rispose lei, pratica, alzando le sopracciglia.
Graham sbuffò e annuì. - E va bene. Vado prima io.
- Controlla che nessuno stia guardando da questa parte - gli suggerì.
- Starò attento. L’ho già fatto quante volte, miss Lucas?
Le fece l’occhiolino e poi, piano, sbirciò all’esterno. Uscì in fretta dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle in silenzio. Ruby si diede un’occhiata allo specchio appeso accanto agli armadietti e sospirò. Afferrò quattro cartoni di latte e poi tornò al lavoro.




Eccomi qui. In tremendo ritardo ma eccomi.
Spero che questa flash vi sia piuaciuta. Sono tornati i nostri sexy!RedHunter :333

Appuntamento alla prossima con eating icecream.

Marti

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Capitolo 13
*** Eating Ice-Cream ***


Flash ideale continuazione della numero 6, “Wearing Eachothers’ Clothes”.
 
 
LOVING HIM WAS RED
13. 
Eating Ice-Cream
 
 
 
Graham si alzò dal divano, sbuffando. Era soddisfatto, certo. Il sesso di prima mattina lo lasciava sempre energico e pronto ad affrontare qualsiasi cosa, ma il piccolo divano di casa di Ruby non era propriamente il massimo della comodità, ecco. Ruby lo osservava, ancora sdraiata, un sorriso bellissimo a incresparle le labbra rosse. Se le morse e continuò a guardarlo, divertita.
- Mal di schiena, Humbert? - gli chiese.
- Un giorno o l’altro mi dovranno ricoverare, Lucas - rispose lui. - E sarà tutta colpa tua, sappilo.
Graham si stiracchiò e recuperò la sua camicia da terra. Lanciò quella rossa a Ruby, che si limitò ad indossarla senza fretta, mettendosi a sedere.
- Ho voglia di una sigaretta - borbottò lui cercando il suo pacchetto in giro per il piccolo salotto ingombro. 
- E io ho voglia di un gelato - replicò Ruby.
Graham alzò gli occhi dalla pila di riviste che stava esaminando, alla ricerca delle sue sigarette, e la guardò, stupito.
- Un gelato? Dici sul serio?
Ruby annuì. - Certo. Non capisco perché voi uomini sentiate sempre il bisogno di fumare, dopo
- E io non capisco la tua improvvisa voglia di gelato, invece.
Graham trovò finalmente le sigarette, ne sfilò una dal pacchetto e l’accese, traendone una copiosa boccata. Si lasciò cadere sulla poltrona accanto alla finestra.
- Ne ho voglia, non c’è un perché - spiegò Ruby. Si alzò dal divano e raggiunse a piedi nudi il frigo rosso accanto alla cucina. Aprì il freezer e tirò fuori un barattolo di Ben&Jerry’s al gusto “torta di mele“. Prese un cucchiaio e tornò a sedersi sul divano. Graham l’aveva osservata con attenzione e continuava a guardarla sorridendo leggermente.
- Sei proprio strana, a volte.
Ruby scrollò le spalle. - Lo so. Ne vuoi un po’? È buono.
Lui annuì e così Ruby si alzò e gli si avvicinò. Gli tese il cucchiaio pieno di gelato e Graham si fece molto amorevolmente imboccare, per poi agguantare la ragazza e posarsela sulle ginocchia. 
- Che fai? - protestò lei ridendo.
- Mangio il gelato - rispose Graham raggiungendo le sue labbra, che sapevano di mela. Le sondò leggermente con la lingua, gustandone il sapore. Ruby chiuse gli occhi, ricambiando poi il bacio.
- Molto molto buono - disse lui. - Credo che ne vorrò ancora.
Ruby rise. - Sei insaziabile, Humbert. E sei tremendo.
 
 
 
 
 
NOTE
  • Mi sono presa una piccola licenza poetica, chiamiamola così, riguardo Graham e le sigarette. Non mi risulta che Graham abbia mai fumato, per cui prendetela con le pinze.
  • Non so nemmeno se esista effettivamente un gusto di gelato chiamato “torta di mele”. Mi ispirava, ecco. Però il gelato Ben&Jerry’s esiste davvero.
 
 
 
Eccomi qui con un nuovo aggiornamento. Vi dico subito che questa flash non mi convince per niente, ma siccome i prompt più semplici sono quelli che mi mettono maggiormente in difficoltà, non so cosa ne sia uscito, eh. Insomma, non fateci caso.
Siccome mi sono accorta che il prossimo prompt è proprio genderswapped e non ho ancora trovato i “corrispettivi” di Ruby e Graham, corro a “ravanare” nelle mie cartelle prestavolto e su Google.
 
Alla prossima!
 
Marti

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Capitolo 14
*** Genderswapped ***


Titolo: "If you could only see the beast you made of me."
Rating: arancione.
Avvertimenti: AU; gender bender.
Personaggi: Ruby Lucas [Roy]; Graham Humbert [Grace].
Pairing: Ruby/Graham [Roy/Grace].
One shot.
 
 
 

LOVING HIM WAS RED

14.
Genderswapped
o
If you could only see the beast you made of me
 
 
 
Roy finì di asciugare un paio di bicchieri e posò lo strofinaccio umido accanto al lavandino. Lanciò un'occhiata alla folla che occupava i vari tavoli, accaldata ed eccitata. Era sabato e il Rabbit Hole era pieno, come sempre durante il weekend. La musica dei The Kills riecheggiava tra le pareti dipinte di rosso, mentre parecchi avventori ballavano sulla piccola pista al centro del locale, le luci soffuse che donavano all'ambiente un'atmosfera decisamente surreale. Alcuni ragazzi sedevano al bancone, poco lontano da lui, e sorseggiavano delle birre, ridendo tra loro.
La porta si aprì, lasciando entrare altri clienti, stretti nei loro cappotti pesanti. Roy sbuffò. Detestava lavorare al Rabbit Hole. E detestava lavorarci il sabato sera. I clienti erano tutti poco più che adulti e di solito passavano la serata bevendo e cercando di rimorchiare, per concludere con una bella ubriacatura o, peggio, un'imbarazzante sbornia lacrimosa. Tipico degli snob "figli di papà" che bazzicavano per il Village, alla ricerca di locali alternativi ai loro tipici ritrovi nell'Upper East Side - champagne, cocaina e ricatti.
Roy osservò i nuovi arrivati con sguardo annoiato. Non entrava mai nessuno degno di essere guardato per più di pochi minuti. Persino le ragazze. Erano tutte uguali, strizzate nei loro abitini stretch, barcollanti sui tacchi, già mezze ubriache e fin troppo "disponibili". Quella sera, invece, entrò lei. Era diversa da tutte le altre. Indossava un giubbino di pelle marrone che molto probabilmente aveva visto tempi migliori e un buffo cappellino di lana rosso. Sotto il cappotto portava una semplice camicia a quadri sui toni del rosso, una felpa blu di una qualche squadra di baseball e un paio di jeans stretti che esaltavano le sue curve perfette. I capelli erano leggermente arruffati e spettinati, di un colore imprecisato tra il biondo scuro e il castano. Roy non riusciva a vederle gli occhi, che però erano circondati da un magnetico trucco nero. Le labbra erano quasi imbronciate, piene e invitanti. 
Si guardò intorno e poi, quasi richiamata dal suo sguardo, si girò verso di lui. Si guardarono per un lungo istante e poi un ragazzo alto e biondo richiamò la sua attenzione e la ragazza misteriosa distolse lo sguardo. Insieme a loro c’era anche un’altra ragazza, bionda e piuttosto sexy, stretta nel suo mini-abito nero.Si sedettero ad un piccolo tavolo poco lontano dal bancone. La ragazza prese posto sul divanetto rosso di fronte. Parlottarono fra loro per un momento e poi lei si alzò e si avvicinò al bancone, molto probabilmente per ordinare. Roy osservò il suo lento e ondeggiante incedere attraverso lo specchio che ricopriva tutta la parete dietro il bar. I loro sguardi si incontrarono nel riflesso. 
- Non sei troppo giovane per il Rabbit Hole? - esordì Roy girandosi e poggiando i palmi delle mani sul bancone. Lei vi poggiava i gomiti, invece, lo sguardo attento. Due occhi verdi con pagliuzze dorate lo fissavano, magnetici. Quasi lampeggiavano, alle luci del locale.
- Dillo al vostro buttafuori - replicò lei. - È lui che mi ha fatta entrare.
Scrollò le spalle, limitandosi a guardarlo, attenta.
Roy si lasciò sfuggire un sorrisetto e scosse la testa. - Cosa ti preparo?
- Tre birre bionde, direi.
Roy annuì. - Arrivano.
Dopo pochi minuti, durante i quali sentì il suo sguardo magnetico addosso - posato sulle spalle, sul collo, sulle mani - le poggiò i tre boccali davanti, sorridendole. Lei portò due bicchieri ai suoi amici e poi tornò indietro a prendere il suo. Invece di fare ritorno al tavolo si sedette su un alto sgabello al bancone. Roy la guardò, stupito.
- I tuoi amici ti hanno sfrattata? - le chiese, curioso.
Lei sorseggiò un po’ della sua birra e poi poggiò il bicchiere.
- Temo che stasera il mio amico Emmett voglia portarsi a letto Megga, l’altra mia amica - rispose lei senza peli sulla lingua.
Roy alzò le sopracciglia, a metà tra l’ironico e lo stupito.
- Così li lascio da soli. Non ti pare ragionevole? - concluse. 
Roy alzò le mani, scrollando le spalle. - È ragionevole, sì. Solo che questa ragionevolezza finirà per rovinarti la serata, non ti pare ridicolo?
Lei sorrise, con un sorriso mezzo sghembo ma bellissimo e tremendamente intrigante che a Roy provocò un buco all’altezza dello stomaco e la spiazzante tentazione di baciarla fino a toglierle il respiro.
- Be’, sempre meglio che fare il terzo incomodo mentre quei due flirtano senza ritegno. E poi, chi lo dice che la mia serata è rovinata?
Alzò il bicchiere verso di lui e poi ne bevve un lungo sorso. Roy intercettò il suo sguardo, per poi notare quel ragazzo, Emmett, che prima lo guardava, ombroso, per poi osservare la figura dell’amica seduta al bancone, che non sembrò però accorgersi di nulla.
- Sembra che il tuo amico Emmett sia più interessato alla tua schiena che al vestito di Megga - le sussurrò chinandosi verso di lei. Poté sentire il suo buon profumo, un misto di rose e gelsomino e qualche aroma esotico e speziato non meglio definito. Lei lanciò un’occhiata dietro la sua spalla e intercettò lo sguardo di Emmett. Megga parlava incessantemente, ignara di tutto. Lei si rigirò e osservò Roy da sotto le ciglia.
- È meglio che vada a salvare Emmett da morte prematura per sfondamento del timpano, allora - sussurrò, ironica. 
Roy rise.  - Sei una vera amica, per arrivare a sacrificare la tua serata così.
Lei afferrò il bicchiere e si alzò. - Grazie per la comprensione, … - lasciò la frase in sospeso, in attesa, lo sguardo esplicito. 
- Roy - rispose lui. - È stato un piacere. 
Lei annuì, gli sorrise e cominciò ad allontanarsi, diretta al suo tavolo. Poi tornò sui suoi passi e lo guardò con furbizia. 
- Grace - gli disse. - Mi chiamo Grace.
- È stato un piacere, Grace.
 
 
*
 
 
Roy uscì fuori nell’aria fredda di febbraio. Si strinse nel suo cappotto grigio e tirò fuori il pacchetto di Lucky Strike. Se ne accese una e osservò il fumo uscire in spesse volute e perdersi nel cielo scuro. Quella notte non c’era nemmeno una stella. C’era solo la luna, piena e alta, bellissima. 
Il vicolo dietro il Rabbit Hole era deserto e stretto, popolato solo di alcuni cassonetti per la pattumiera, stracolmi e puzzolenti. Da un tombino si alzava del fumo e in lontananza si vedevano le luci del corso principale. New York era ancora sveglissima. 
La porta dietro di lui si aprì lentamente, cigolando appena. Si voltò appena in tempo per vedere la figura di Grace, sinuosa e silenziosa, che usciva nel buio e gli si avvicinava. Che diavolo ci faceva nel retro riservato al personale?
- Che ci fai qui? - le chiese. 
- Non dovrei essere qui, lo so - rispose lei alzando le mani. Non indossava il suo giubbino di pelle, ma non sembrava avere nemmeno freddo, lì fuori, in pieno inverno.
Gli si avvicinò e Roy non poté fare a meno di guardarla, osservarla, spogliarla con gli occhi, baciarle quelle labbra, anche se solo con il pensiero.
- Non mi offri una sigaretta? - gli chiese.
Roy ne tirò fuori una e gliela porse. Grace si sporse verso di lui perché gliela accendesse. Poi sputò fuori il fumo lentamente, assaporandolo. Roy continuava a guardarla, come si guarda un animale esotico in gabbia, affascinante ma pericoloso. Grace si girò e ricambiò il suo sguardo.
- Non mi chiedi come ho fatto ad infilarmi nel retro?
Roy scrollò le spalle, gettando a terra la sua sigaretta e schiacciandola con la punta della scarpa. - No - rispose. - Non me ne importa.
Le prese la sigaretta dalla bocca, diede un’ultima boccata e poi la gettò a terra, accanto alla sua. Afferrò Grace per la vita sottile e la spinse contro il muro di mattoni del Rabbit Hole.
La baciò con ardore, come se ne andasse della sua stessa vita, come non aveva mai baciato nessun altra, prima. Grace ricambiò il bacio con lo stesso desiderio spietato, premendo il corpo contro il suo, stringendosi a lui spasmodicamente e quasi con violenza. Gli mise una mano dietro la nuca, per trattenere le labbra di Roy sulle sue ancora un po’. L’altra mano corse sul suo petto, sotto la sua t-shirt grigia, sulla sua pelle. La pelle di lei era fredda contro la sua, e Roy rabbrividì. Con una mano la tratteneva contro di sé e con l’altra le sondò la pelle calda della schiena, liscia e vellutata, fino a che non incontrò il bordo dei jeans. Le baciò il collo, le morse la pelle e Grace si lasciò sfuggire un gemito. Si aggrappò alle sue spalle e Roy trovò la via del suo reggiseno, carezzando la pelle calda del suo seno. 
- Roy - cominciò lei ansimando, cercandogli il bottone dei jeans. - Non credi sia meglio andare dentro? 
Roy alzò il viso dal suo collo, guardandola. Poi la prese in braccio, le gambe di lei allacciate alla sua vita, e aprì con impeto la porta dell’uscita posteriore. Sempre baciandola, la fece sedere sul lavandino del bagno sul retro. 
Roy le sfilò la camicia e la gettò a terra. Grace fece lo stesso con il cappotto di lui e con la sua t-shirt. Anche i jeans di Grace finirono a terra e Roy le carezzò la pelle morbida delle gambe e dell’interno coscia.
- Hai deciso di abbandonare Emmett e Megga, alla fine? - le chiese lui infilando le dita oltre l’orlo delle sue mutandine di pizzo nero. - Come mai? Emmett ne sarà dispiaciuto…
- Emmett ha già avuto la sua occasione, con me - rispose lei allacciando meglio le gambe alla vita di Roy e afferrandolo per le spalle. - L’ha sprecata.
- E io, invece? Avrò solo questa occasione? - continuò Roy spingendo le dita più a fondo. Grace gemette.
- Questa e altre cento, tesoro - replicò lei. - Quante volte vorrai. Ci stai?
- Ci sto.
 
 
 
NOTE
  • Il Rabbit Hole ha preso virtualmente il posto del Granny’s Diner. Non ce lo vedevo Roy a lavorare alla tavola calda, e voi? XD
  • Emmett, cioè Emma Swan, interpretata da Liam Hemsworth, e Megga, alias Matt, il collega di Graham ed Emma in “Haunted”, interpretato da Claire Holt. Qui il collage con i loro volti:
​         Vi ricordo il link alla mia long, alla quale questo spin-off è ispirato: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1964381
  • Roy|Ruby: Noah Mills. Grace|Graham: Phoebe Tonkin.
  • Il sottotitolo della shot è tratto dal testo di "Howl" dei Florence and the Machine. 
 
Be’, Grace e Roy ringraziano vivamente il pubblico e i lettori. Sanno di essere magnifici, e non possono farci niente. 
Scherzi a parte XD buongiorno! Dopo tutti gli spoiler e i banner e i collage, ecco qui la shot dedicata al genderswapped. Contavo di scriverne una e così ho pensato di prendere due piccioni con una fava e inserirla nella raccolta al posto di una normale flash. Che ne dite? Spero vi sia piaciuta. Temo di essere andata un pochino OOC con questo esperimento, ma questi due sono troppo sexy, mi hanno fatto perdere concentrazione u.u chiedo perdono!
 
Appuntamento - spero presto - con l’episodio 15, in a different clothing style.
 
Baci, Marti

ps vi ricordo il mio gruppo FB: 
https://www.facebook.com/groups/159506810913907/

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Capitolo 15
*** In A Different Clothing Style ***


Titolo: “Run like the wolf”.
Rating: verde.
Avvertimenti: AU.
Personaggi: Ruby Lucas/Red Riding Hood, Graham Humbert/The Huntsman.
Pairing: Ruby/Graham.
 
 
 

LOVING HIM WAS RED

15.
In A Different Clothing Style
o
Run like the wolf
 
 
 
*Enchanted Forest - l’Equinozio d’Autunno

Graham corre. La foresta si spiega davanti a lui come un fiume verde. Gli alberi lo circondano. Tutto tace. In quel momento, sente la bestia dentro di lui. La sente dentro e tutto intorno. Lo circonda come un’aura. 
 
Il sole filtra tra i rami. 
Le foglie verdi riflettono la luce, scomposta in tanti riflessi di cristallino bagliore. Gli alti alberi svettano verso il cielo, di un arancione sfumato, il colore del tramonto. La foresta sussurra, si muove, nonostante sia sempre immobile.
Graham la sente, la vita che ci respira attraverso. Sente i movimenti impercettibili di un coniglio nella tana, il suo tremare di fronte al predatore, al lupo. Sente qualche piccolo scoiattolo vagare in alto, là dove nessuno può toccarlo. Uno sbattere di ali e il richiamo di un gufo.
Il lupo lo attende.
 
Si libera della pesante pelliccia, lascia cadere l’arco e la faretra a terra, sul terriccio umido. Il sole è basso e arancione dietro l’orizzonte, una palla infuocata che colora il cielo. È quasi notte e i sogni sono pronti ad uscire dalle ombre, lenti e mortali. Sa che lei lo sta aspettando. Sente il suo profumo, come il cacciatore fiuta un animale braccato. Sa che lo aspetta nascosta nel fogliame, dietro qualche cespuglio o proprio accanto ai rovi con le rose selvatiche. Lo aspetta e intanto diventa il bosco. 
All’improvviso, un bagliore rosso. Una risata. Ed è scomparsa.
 
 
*
 
 
Ruby corre. La foresta è quasi buia, mentre il sole piano piano tramonta dietro le colline. Tutto tace. In quel momento, la corsa si fa più veloce. I piedi - le zampe - aderiscono al manto verde e marrone del bosco, fanno presa sulle foglie e la polvere. Il cuore batte più forte, pulsa, pompa, si spinge al limite. Quasi esplode quando il lupo spicca un balzo e attraversa il ruscello, forte, aggraziato, potente. Feroce
 
È coraggioso, Graham. È coraggioso come un lupo. Lo è, a stare con lei, parlare con lei. Fare l’amore con lei, parlarle, baciarla. Cercarla.
È coraggioso, e forse nemmeno lo sa.
Ruby gli si avvicina, lentamente e, senza sapere perché, allunga una mano ad accarezzargli una spalla nuda che spunta dal lenzuolo. La sua pelle è bollente, calda e perfetta. Graham se ne accorge, apre piano gli occhi. Li richiude, per poi riaprirli nuovamente e guardarla. Le sorride. Ha un sorriso bellissimo. Un sorriso che ti fa dimenticare i guai. 
- Sei sveglia - le sussurra, una mano che corre ai suoi capelli scuri.
Ruby chiude gli occhi. Il respiro si fa corto.
Ascolta il suo cuore. Batte.
 
Batte, sì. A Ruby sembra ancora di sentirlo pulsarle nelle orecchie, proprio lì, attraverso gli strati di epidermide, proprio lì, al centro, leggermente spostato a sinistra. E all’improvviso il lupo è scomparso. È soltanto Ruby, ormai. 
Indossa nuovamente la mantella rossa, cela il proprio corpo sotto la stoffa, la luna che piano sale in cielo. E il Cacciatore è di nuovo con lei. Sente la sua pelle, sente il suo odore, come il predatore fiuta la sua preda. Lo cerca e lo trova. È suo, adesso.



NOTE

Le parti scritte in corsivo sono tratte da due delle mie drabble del *MondayDrabble*. La prima parte riguarda una drabble dedicata a Graham Il Cacciatore, la seconda parte riguarda una double drabble dedicata alla coppia Ruby/Graham. Vi lascio i link.
"He ran down the forest slope": 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1767268&i=1
"Listen to your heart. It's beating": http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1819226&i=1




Spero che questo aggiornamento folle e dell'ultimo minuto vi sia piaciuto. Non sapevo cosa inventarmi su questo prompt, per cui ho pensato di calare i nostri eroi nella Foresta Incantata, ed eccoli qui: il Lupo e il Cacciatore, insieme. Sono perfetti <3

Alla prossima con during their morning rituals.

Marti
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** During Their Morning Rituals ***



LOVING HIM WAS RED

16.
During Their Morning Rituals
 
 
 
Ruby non credeva che sarebbe riuscita a sopportare ancora a lungo l’insopportabile mania di Graham di schizzare acqua ovunque. 
Ogni mattina, si alzava in ritardo, quando lei era già quasi pronta e attiva per uscire e affrontare una nuova giornata. Barcollava per casa per un po’ con gli occhi ancora socchiusi, rischiando seriamente di rompere mobili e spaccarsi qualche arto, e poi approdava in bagno, dove dava fondo a tutta la fornitura di acqua del quartiere. E, irrimediabilmente, Ruby trovava bagnato ovunque: il tappeto, i vetri della doccia - e non all’interno, quello lo avrebbe capito e sopportato, ma all’esterno -, le tendine appese alla piccola finestra, addirittura l’asciugamano poggiato accanto al lavandino. 
- Non potresti stare più attento, Humbert? - si lamentava lei quasi ogni giorno. Per meglio dire, i giorni in cui passavano la notte a casa sua. Quando erano da Graham non aveva molta importanza che lui allagasse il bagno o meno. - Sembri un cane che ficca la testa in un fiume!
Lui rideva e basta. Rideva. E la trascinava con sé nella doccia, dove lei irrimediabilmente finiva per cedere e abbandonarsi a ben altri pensieri. Una volta fuori, Graham non perdeva occasione per spargere acqua ovunque - di nuovo. Il corpo gocciolante, i capelli fradici, non si preoccupava nemmeno di coprirsi con un asciugamano. Era tutto fin troppo naturale, per lui. Ruby lo guardava scuotendo la testa. Era incorreggibile.
- Fa parte dei miei rituali mattutini, Lucas - rispondeva lui con puntualità ogni volta che lei gli muoveva dei rimproveri. 
Ruby scuoteva la testa e lasciava la stanza, arrendendosi.
 
*
 
Graham non credeva che sarebbe riuscito a sopportare ancora a lungo l’insopportabile mania di Ruby di alzarsi presto. Prestissimo. Anzi, all’alba, quasi. 
Ogni mattina, tirava la coperta e lui era costretto a tenersela ben stretta addosso, per non finire infreddolito. Si alzava, facendo scricchiolare in modo fastidioso il parquet della camera, e sgattaiolava fuori. Poi “spadellava” in cucina, preparando chissà che cosa, ma molto probabilmente del semplice caffé e qualche toast. Infine, si sedeva in poltrona a leggere. E il rumore delle pagine era fin troppo fastidioso. 
- Devi per forza alzarti così presto, Lucas? - si era lamentato lui una volta, entrando in cucina con passo barcollante e lasciandosi cadere su una sedia.
Ruby aveva alzato gli occhi dal libro e nemmeno gli aveva risposto.
- Okay, ho capito, me ne vado.
E Graham si era alzato e aveva lasciato la stanza, diretto in bagno. Ruby lo aveva poi raggiunto qualche minuto dopo, proprio mentre lui si apprestava a fare la doccia.
- Non mi trascini dentro con te? - gli aveva sussurrato, poggiata allo stipite della porta, lo sguardo malizioso. Lui l’aveva guardata, sorridendole sornione, e non se l’era fatto ripetere due volte. 
La mattina dopo, la scena della doccia si era puntualmente ripetuta. E così tutte le altre mattine della loro storia insieme.
- Fa parte dei miei rituali mattutini, Humbert - gli disse lei una mattina, usciti dalla doccia, una piccola pozza d’acqua ai loro piedi, i corpi scivolosi e profumati di sapone. Ancora caldi sotto il tocco delle loro dita. 




In mortale ritardo come al solito, ecco qui l'aggiornamento :D
Anche con questi prompt in apparenza innocui e normali finisco per scrivere di questi due che "fanno cosacce" :3
Che ci posso fare? Voglio proprio vedere cosa farò arrivata al prompt 30... non ci voglio pensare, anche perché, lenta come sono, lo vedo ancora piuttosto lontano... :/

Detto ciò, sparisco. 

Marti

ps a proposito, il prossimo prompt sarà spooning, manco a farlo apposta :3

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Capitolo 17
*** Spooning ***


Flash ideale continuazione della numero 1, "Holding Hands".



LOVING HIM WAS RED

17.
Spooning
 
 
 
Ruby raccolse il plaid e seguì Graham fino alla sua macchina, un vecchio pick up rosso mezzo scassato e con il parafango tutto bollato, parcheggiato in una via cieca poco distante da Central Park. Caricarono i resti del loro pic-nic sul retro, agganciandoli lateralmente perché non si perdessero durante il tragitto. Poi salirono sulla vettura.
Graham infilò la chiave nel quadro, ma Ruby lo fermò, mettendogli una mano sulla sua. Lui la guardò, interrogativo.
- Aspetta - gli disse, prendendogli la mano e mettendosela sul petto, all'altezza del cuore. Batteva furiosamente. Quasi impazzito. Si guardarono per un lungo istante, e poi Ruby gli si avvicinò e premette le labbra su quelle di lui. Graham rispose immediatamente al bacio, spostando le mani sulle guance di lei, scendendo poi lentamente sui suoi capelli, sul collo bianco e sui seni. Ruby scavalcò il cambio e si sedette sopra le sue gambe, continuando a baciarlo, senza fretta alcuna. Graham fece scivolare le mani sui fianchi caldi di lei, carezzandola dolcemente. Lei, sinuosa, gli passò una mano sul petto, infilandosi poi sotto la camicia e trovando la sua pelle bollente. Graham le tolse la maglietta grigia che aveva indossato per il pic-nic estivo al chiaro di luna e si perse a baciarle la pelle morbida appena sopra il seno, mentre Ruby si lasciava lentamente andare, sospirando. 
- Non credi che qualcuno potrebbe vederci? - sussurrò lei baciandogli il collo. Graham l'allontanò bruscamente da sè e Ruby lo guardò, stupita.
- Siamo ben nascosti, qui - replicò guardandola furbescamente. - Ma se preferisci andare a casa mia...
Ruby ricambiò il sorriso. - Qui è più eccitante, non trovi? Humbert, l'impeccabile ufficiale di polizia, che amoreggia in una via deserta con una ragazza, mezza nuda, seduta sopra di lui... decisamente sexy.
- Troppo - concluse Graham passandole un dito sull'addome, fino all'orlo dei jeans stretti. - Decisamente troppo.



Buongiorno!
Questa fic è piuttosto corta, lo ammetto, è solo che è stato meglio concluderla così, altrimenti avrei finito per scrivere subito il prompt 30, il temutissimo "doing something hot" XD
Scherzi a parte. Questi due sono affascinanti, sexy e bellissimi e ispirano sempre brutti pensieri :3

Alla prossima con doing something together. E che diamine mi invento? O.o XD

Marti

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Capitolo 18
*** Doing Something Together ***


Titolo: "The sound of fear".
Rating: giallo.
Avvertimenti: AU.
Personaggi: Ruby Lucas/Red Riding Hood, Graham Humbert/The Huntsman.
Pairing: Ruby/Graham.



Flash ideale continuazione della numero 15, "in a different clothing style".


LOVING HIM WAS RED

18.
Doing Something Together
o
The sound of fear
 
 
 
*Enchanted Forest - l’Equinozio d’Autunno
 
- Perché ci hai messo tanto?
- Sono stato trattenuto. Scusa.
Ruby gli allaccia le braccia al collo, i suoi occhi si perdono per un attimo in quelli di lui, e poi lo bacia. Graham ricambia, stringendola a sé, trattenendola per i fianchi, bellissima e fatale.
Il bacio si fa ardito, rapido, violento. Graham sente i denti di Ruby perforargli il labbro inferiore e si lascia scappare un gemito. La corteccia dietro la sua schiena è ruvida e fa male. Ruby lo guarda, lo sguardo acceso di quella luce malsana, feroce, selvaggia. Sono gli occhi del lupo. 
- Ti ho fatto male? - gli chiede. Dal suo tono, Graham capisce che non è per nulla dispiaciuta, trova soltanto che sia tutto divertente, come un gioco.
- No, non potresti mai farmi male - le sussurra sulla bocca, e lei succhia il suo sangue, quelle piccole gocce rosse che gli imperlano le labbra. 
Infila una mano sotto la sua camicia, si insinua fino al cuore. Preme le unghie contro il suo petto, e Graham geme nuovamente, per poi afferrarla per le spalle e spingerla contro l’albero di fronte, i polsi imprigionati nelle sue mani forti, un nuovo bacio violento sulle labbra.
- Sei pronta per la caccia? - le chiede baciandole il collo.
- Io sono pronta. E tu? - risponde.
Non oppone più resistenza, Ruby. Si è semplicemente lasciata andare, arrendendosi con trasporto ai baci di Graham.
Lui si allontana da lei, liberandola. Si guardano e poi Graham raccoglie il suo arco, porgendone un secondo a Ruby. 
- Non esitare - le ricorda. - Quando sei davanti alla preda, non respirare. Pensa solo a tirare. E a fare centro.
- So come si caccia - replica.
- Sai come caccia il lupo. E adesso il lupo non c’è.
Ruby annuisce. - Sono pronta.
- Si comincia.
 
*
 
L’arco è rigido, legnoso ma leggero. Le frecce sibilano in mezzo ai rami, penetrano nel fogliame, tagliando in due la foresta. L’udito di Ruby sente tutto. Carpisce ogni più piccolo movimento, da quello del coniglio nascosto nella sua tana, al riparo dalla morte, a quello degli uccelli appartati tra le foglie, nei loro secchi nidi. Sente Graham accanto a sé, ne percepisce la presenza, pur senza che lui produca il ben che minimo rumore, né uno scricchiolare di foglie, né un frusciare della pelliccia. Tutto tace. Tutto è immobile. 
 
{tum tum}
 
Ruby sente soltanto il rumore dei cuori. Tanti cuori che battono all’unisono, e hanno tutti un suono differente. Il suono della paura.
Tende l’arco, incocca la freccia, mira al cuore del bersaglio. Tira. Centro. Un corpo cade a terra. Un cuore cessa di battere.
 
{tum tum}



 
Eccomi qui, finalmente, con un altro aggiornamento. Questa raccolta minaccia seriamente di non arrivare mai ad una fine, soprattutto se l'ispirazione riesce ad abbandonarmi con prompt all'apparenza semplici come questo. Infatti, ringrazio sentitamente la carissima Giulia/Yoan che mi ha suggerito quest'idea della caccia, altrimenti sarei ancora lì a struggermi sul prompt 18, maledetto. Grazie <3

Appuntamento prossimamente - spero - con in formal wear, per il quale ho già una mezza idea. Si torna a New York ;-)


Marti.

ps grazie come sempre a tutti coloro che leggono/recensiscono/seguono questa raccolta <3
 

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Capitolo 19
*** In Formal Wear ***



LOVING HIM WAS RED
19.
In Formal Wear
 
 
 
- Graham, sei pronto? - gridò Ruby dalla camera da letto.
- Arrivo tra un minuto - replicò lui.
- Non vorremo arrivare in ritardo al matrimonio di Bryce, no? Sai che ci ucciderà… - continuò Ruby entrando in bagno, dove un Graham piuttosto rosso in faccia e affannato cercava di sistemarsi la cravatta sul suo nuovo completo di Hugo Boss. Ruby sorrise.
- Lascia, faccio io - gli disse prendendo in mano la situazione.
Graham non replicò, limitandosi ad osservarla. Indossava un semplice abito nero, piuttosto attillato sui fianchi, che lasciava scoperte le sue bellissime gambe, rese ancora più slanciate da un paio di altissime scarpe col tacco nere. Graham l’aveva già vista vestita elegante, ma quel giorno sembrava diversa. Sembrava - se possibile - ancora più bella. 
- Graham - lo chiamò lei, riscuotendolo. - Ci sei?
Gli sorrise, ironica, e lui si riscosse. - Sì, sì, certo. Ci sono. Vogliamo andare? Sei pronta?
- Metto la pelliccia e possiamo andare - replicò lei uscendo dal bagno.
Indossò la sua inseparabile pelliccia grigia, afferrò una pochette nera e gli sorrise. Graham le allungò il braccio e Ruby vi si appollaiò, sorridente.
Fuori faceva ancora freddino, nonostante fossero già a maggio. Ruby però non sembrava farci caso, pur con tutta quella pelle scoperta.
Raggiunsero la Trinity Grace Church in taxi. Una piccola folla occupava già l’area antistante la vecchia chiesa e Ruby riconobbe Matt, il collega di Graham, accompagnato ad una ragazza mora, e Lacey, che chiacchierava con i genitori di Bryce. Erano tutti vestiti elegantemente e formavano un’allegra compagnia, unita alle decorazioni bianche allestite apposta per il matrimonio e che decoravano la piccola piazza. Mancava Emma, come ebbe modo di notare Ruby scandagliando i presenti. Probabilmente era in ritardo, come al solito.
Non appena Lacey li vide venne loro incontro, i tacchi che risuonavano sul selciato. Anche Matt fece lo stesso, mollando la sua accompagnatrice, che lo osservò contrariata. Tipico comportamento alla Matt, pensò Ruby.
- Siete arrivati! - esclamò Lacey abbracciando la sua amica. - Siete bellissimi, voi due!
- Anche tu - replicò Ruby sorridendole. Anche Matt sembrava pensarlo: non aveva ancora staccato gli occhi da Lacey - e dal suo corto vestito blu pervinca - da che li aveva raggiunti. Un caso irrecuperabile, il povero Matt.
- Non ho ancora visto Emma - osservò Lacey, stupita.
- Arriverà - replicò Graham. - Conosciamo i suoi tempi.
Tutti risero, allegri. 
- Verrà con… - iniziò Ruby. - Con chi - sappiamo - noi?
Lacey annuì. - A quanto pare sì. Non ne sono sicura, però.
Ruby annuì, proprio mentre una macchina d’epoca si fermava di fronte alla chiesa. Dalle decorazioni, si trattava evidentemente degli sposi. 
- Le terremo un posto in chiesa - concluse Graham.
- Due posti - lo corresse Ruby, che aveva avvistato la sua amica Emma dirigersi correndo verso la chiesa, in evidente difficoltà sui tacchi alti. 
- Due posti - ripeté Lacey sorridendo.
 
 
 
NOTE
  • Bryce: uno dei colleghi di Graham - ed Emma - in “Haunted”, la mia long dalla quale è tratta questa raccolta|spin-off. 
  • Trinity Grace Church: Google dice che ce n’è una proprio a Tribeca, dove si trova la centrale di polizia di Ericsson Place, nella quale Graham, Emma e Bryce lavorano, e quartiere nel quale immagino abiti Bryce.
  • Matt: vi ricordate anche di lui, vero? È già comparso come guest star in questa raccolta.
 
 
 
Eccomi qui, stranamente puntualissima, con un nuovo aggiornamento. Spero che questa flash risulti quanto meno decente, a me non piace per niente :/ 
Dimenticavo! Chi sarà il misterioso accompagnatore di Emma? Chi legge la mia long sarà decisamente indeciso (?): Killian Jones alias William Jones oppure Neal Cassidy, l’ex fidanzato di Emma appena tornato in città? Mistero… 
 
Appuntamento a presto con dancing.
 
Marti

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Capitolo 20
*** Dancing ***


Flash ideale continuazione della numero 19, "in formal wear".


LOVING HIM WAS RED
20.
Dancing
 
 
 
- Vuole accordarmi l’onore di ballare con lei? 
- Mr Humbert - aggiunse Ruby tendendo una mano verso Graham e sorridendogli furbescamente.
Graham alzò gli occhi dal suo bicchiere e la guardò. Non si era accorto che la sua ragazza gli si era avvicinato. La osservò per un momento e poi scoppiò a ridere.
- Lo sai che non so ballare, Ruby - replicò lui.
Ruby alzò gli occhi al cielo e poggiò le mani sui fianchi. - Dai, ci divertiremo. Possiamo improvvisare
Gli fece l’occhiolino e poi gli tolse di mano il bicchiere, poggiandolo sul tavolo lì accanto, e trascinandosi dietro il suo ragazzo. In pista si stava ballando un lento piuttosto romantico, ma bastò un’occhiata di Ruby al dj che si occupava della musica per far cambiare il ritmo. 
Le note di apertura di “Let’s twist again” inondarono la sala e tutti i presenti sorrisero. Graham alzò gli occhi al cielo, mentre Ruby lo trascinava in mezzo alla pista, ridendo, decisa a fare in modo che si divertisse. Accanto a loro, Matt era evidentemente riuscito ad invitare Lacey a ballare. Le teneva entrambe le mani e la ragazza rideva di gusto. Era da tanto che non vedeva Lacey ridere così, soprattutto perché il suo fidanzato era dovuto partire in tutta fretta per l’Europa giusto due giorni prima, lasciandola sola ad affrontare il matrimonio di Bryce. La sua amica si stava divertendo, però, e solo quello contava.
- Allora, Humbert? - rise Ruby cingendogli il collo con le braccia e regalandogli un bellissimo sorriso. - Era da tanto che non ballavi così, eh? Ammettilo.
Graham rise. - Lo ammetto, va bene. Probabilmente non ho mai avuto una compagna che fosse all’altezza. E mi sono sempre preso troppo sul serio.
Ruby annuì. - Sei fin troppo serio, a volte, sì. 
- Non quando sono con te, però - replicò Graham alzando un sopracciglio con fare saccente. - Riesci a tirare fuori tutta la mia parte stupida.
- Hey, cosa vorresti insinuare? - esclamò lei assestandogli una sonora pacca sulla spalla. Graham continuava a tenerla stretta per la vita, facendo scivolare la sua mano in zone decisamente pericolose.
- Dico solo che mi fai sempre sorridere, ecco tutto - spiegò lui. - Non ne sei contenta?
Ruby soppesò il suo viso e poi sorrise. Annuì. - Ebbene sì, Humbert. Molto contenta.
Graham sorrise e la trascinò via con sé, improvvisando una piroetta. 
Al diavolo la serietà!, pensò. Ruby rise.




Sono STUPITA, perché sto aggiornando con regolarità e NON è decisamente da me. Mi sto ammattendo XD
In questi giorni, Ruby e Graham mi stanno ispirando, e quindi colgo la palla al balzo e ne approfitto per scrivere.
Spero che questa flash vi sia piaciuta. Siamo sempre al matrimonio di Bryce e, come avete letto in alto, è il proseguimento della numero 19 pubblicata ieri. 
A domani - spero! - con cooking/baking, che è già praticamente scritta ;-)

Marti

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Capitolo 21
*** Cooking ***



LOVING HIM WAS RED

21.
Cooking
 
 
 
- Due piatti di pancakes al tavolo cinque - gridò Ruby sporgendosi in cucina. - E tre piatti di uova strapazzate, uno per il tre e due per il sei.
Graham alzò gli occhi dai fornelli della cucina del Granny’s Diner, i capelli sconvolti, il grembiule bianco mezzo storto e il respiro corto. 
Da quella mattina, si era maledetto almeno cento volte per aver acconsentito ad aiutare Ruby al Diner, visto che la povera Granny era malata. Un piccolo raffreddore, che però l’aveva bloccata a letto con qualche linea di febbre. Ripensandoci, non aveva propriamente acconsentito. Lo aveva proposto lui stesso. Si era offerto come cuoco, in sostituzione della nonna di Ruby. In fondo, aveva pensato, non sarà mica poi così ostico, cuocere qualche omelette e scaldare i donuts surgelati nel microonde. Esattamente l‘opposto.
Erano le nove, ma il traffico delle colazioni non accennava a diminuire. Abituato com’era a fare colazione alle sette e trenta, per poi correre in stazione, oppure a casa, di ritorno dal turno di notte, non aveva mai immaginato che un sacco di clienti affollasse così il locale anche dopo quell’orario. Be’, si era dovuto ricredere. 
Ruby era efficientissima e non capiva perché riuscisse a litigare con la nonna un giorno sì e l’altro pure. Era rapida, veloce, seria, professionale. Molto probabilmente, si sentiva molto più sicura di sé, senza gli occhi di Granny che la controllavano e che mettevano sotto esame ogni sua mossa. Riusciva ad essere bellissima persino in quel momento.
Tornò dopo circa un minuto, insieme ad una pila di piatti sporchi. Li depositò nel lavello e sospirò. Graham si sentì osservato per alcuni secondi, e poi si girò a guardarla. Lei gli sorrise.
- Grazie per avermi offerto il tuo aiuto - disse. - Non ce l’avrei mai fatta, senza di te.
Gli si avvicinò, rapida, e gli depositò un semplice bacio veloce sulle labbra. Lui la trattenne per un braccio, approfondendo il bacio, fino a che un fastidioso odore di bruciato non lo risvegliò dal suo torpore. 
- Sta bruciando, Graham! - esclamò Ruby togliendo la padella dal fuoco appena in tempo. 
- Hai salvato i pancakes - disse Graham esalando un sospiro di sollievo.
Si guardarono e poi scoppiarono a ridere. - È meglio che vada a portarli al tavolo sei, allora, prima che suoni l’allarme anti-fumo. 
Graham si lasciò andare, appoggiandosi al bancone della cucina, in attesa che le uova si scaldassero. 
- Graham, abbiamo da scaldare cinque donuts per il tavolo dieci, due con la glassa di fragole, uno al cioccolato e due semplici - esclamò Ruby spuntando in cucina e sparendo poi nuovamente oltre la porta.
Graham sospirò. Sarebbe stata una lunga giornata.




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Ed eccomi qui con il prompt 21. Sono contenta, perché questa raccolta sembra avere una fine... Non fraintendetemi: adoro scrivere di Ruby e Graham, ma questa raccolta è davvero troppo lunga, non finisce mai XD
Oggi abbiamo letto di un Graham inedito: dietro i fornelli, nella veste di sostituto di Granny. Mi ha fatto parecchia tenerezza, povero. Però se la cava bene, eh.

A domani con "in battle, side by side". Già scritto, attende solo di essere revisionato. Si torna nell'Enchanted Forest.

Marti

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Capitolo 22
*** In Battle, Side By Side ***


Titolo: “Run devil run”.
Rating: giallo.
Avvertimenti: AU.
Personaggi: Ruby Lucas/Red Riding Hood, Graham Humbert/The Huntsman.
Pairing: Ruby/Graham.
 
 
 
Flash ideale continuazione della numero 18, "doing something together".


LOVING HIM WAS RED

22.
In Battle, Side By Side
o
Run Devil Run
 
 
 
*Enchanted Forest, l’Equinozio d’Autunno
 
Stanno correndo. La foresta vibra nella loro corsa, il terreno trema sotto i loro piedi e l’aria è tagliata dalle frecce - sibili nella sera immobile.
 
Corre, Graham. Quasi non sente il rumore impalpabile delle foglie sotto di lui, c’è solo il cielo, l’odore della caccia e lei. Ruby. Il lupo.
Corre, Ruby. Percepisce la solida presenza di Graham dietro di sé, sente la sua corsa, i suoi passi, la foresta che sussurra cose. E segreti. Tende le orecchie. L’udito del lupo è più forte.
 
Ruby si ferma, si volta, ed è di nuovo umana, il mantello nuovamente sulle sue spalle. Guarda Graham e gli fa segno di fermarsi, di tacere. Immobile come acqua stagnante. Li sente. I passi. I rumori di foglie schiacciate e rami scostati. Il suono di cuori che pulsano tutti insieme. Una cacofonia di battiti e vite. Si porta un dito alla bocca e guarda Graham espressivamente. Intensamente. Lui capisce di non parlare, di stare in silenzio, in attesa.
 
E poi, eccoli lì. Torce, uomini armati, voci tonanti. Li vede arrivare in lontananza, perché la vista del lupo è ancora con lei. 
- Chi sono? - chiede Graham a bassa voce, gli occhi sbarrati, teso.
- Stanno cercando il lupo - risponde lei, continuando a fissare il gruppo di uomini.
Graham si volta e il lupo è nuovamente accanto a lui, potente e feroce. Il mantello rosso è a terra, abbandonato, una macchia di colore nel buio del bosco. Si guardano. Il lupo e il Cacciatore. Occhi negli occhi. Graham annuisce, proprio mentre i primi uomini li raggiungono, le spade sguainate, pronti all’attacco. Tende l’arco, incocca una freccia. È pronto alla battaglia. Il lupo ringhia.
- State cercando il lupo - grida Graham all’indirizzo dei cacciatori. - E il lupo avrete. Venite a prenderci!
 
 
 
NOTE
  • “Immobile come acqua stagnante”: da “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di GRR Martin.


Eccomi qui, puntuale con un nuovo episodio di questa raccolta. Devo dire che ho amato in modo particolare scrivere di Ruby e Graham nella Foresta Incantata. Facendo due calcoli, temo che questo possa essere l'ultimo prompt ambientato lì, e mi dispiace, lo ammetto. Chissà, magari riuscirò ancora ad utilizzare questa "AU nell'AU" negli ultimissimi prompt, tanto su quelli per adesso ho zero idee.
Detto ciò, mi rimetto come sempre ai vostri giudizi e colgo l'occasione per ringraziare tutti i lettori, ma in modo particolare Giulia|Yoan e Nat_and_Steph, che recensiscono sempre, ogni giorno, e con entusiasmo <3


A domani con "arguing". Prevedo il ritorno di Roy e Grace :3

Marti

 

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Capitolo 23
*** Arguing ***


Titolo: “Something That We’re Not”.
Rating: giallo.
Avvertimenti: AU; gender bender.
Personaggi: Ruby Lucas [Roy]; Graham Humbert [Grace].
Pairing: Ruby/Graham [Roy/Grace].
One shot.
 
 

LOVING HIM WAS RED

23.
Arguing
o
Something That We’re Not
 
 
 
Grace fece il suo ingresso al Rabbit Hole che la serata era iniziata da un pezzo. Era stata trattenuta all’accademia e aveva anche finito di aiutare Emmett con un paio di rapporti da terminare per il giorno successivo. Era scappata prima che Megga cominciasse a pensare male sulle troppe ore che lei trascorreva con il suo quasi-fidanzato. La verità era che Grace non era così interessata ad Emmett. O comunque non più. Non da quando c’era Roy.
Pensare a lui le faceva perdere la bussola e finiva per rivangare nei giorni trascorsi, e a dimenticare di fare qualsiasi altra cosa stesse per fare prima di pensare a Roy. La sua mente era un casino, ultimamente. E non solo quella.
Il Rabbit Hole era come sempre affollato e il concerto-cover dedicato ai Rolling Stones aveva ulteriormente aumentato i clienti, quella sera. Allungò il collo per osservare il bancone sopra le teste dei presenti, e individuare così Roy. Lo vide. Era dietro il banco, ovviamente, e stava preparando un paio di cocktail. Peccato che, nello stesso momento, fosse vivamente impegnato in una conversazione con un’aitante biondina, magra, con due lunghe gambe abbronzate e un cortissimo vestito rosso che lasciava poco all’immaginazione. Grace maledì la sua poca previdenza quando aveva deciso di recarsi al Rabbit Hole direttamente dall’accademia, quindi con un semplice paio di jeans, una t-shirt bianca e la camicia di jeans. Roy le diceva sempre che sarebbe stata la più bella ragazza presente anche con addosso un sacco nero della spazzatura, ma in quel momento, guardandolo flirtare apertamente con quella attira-uomini, decise che era soltanto un patetico bugiardo. Lo diceva solo per farla stare meglio? Per consolarla? Oppure per farle credere di adorarla quando invece, alla prima occasione, si dedicava a spogliare con gli occhi altre donne? Si maledì una seconda volta: perché era stata così stupida da credergli? 
Stupida stupida stupida, ecco cosa sei, pensò. 
In quel momento, incrociò gli occhi di Roy. Si guardarono, e Grace non gli lasciò nemmeno il tempo di pensare a qualcosa di almeno sensato, perché girò sui tacchi - anzi, sulle sue vecchie Converse rosse - e si diresse a passo marziale verso l’uscita. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla arrabbiata, anche se gliene stava dando una bella idea. Non considerò la rapidità di Roy e il suo “status” di barista, che gli permetteva di svicolare in mezzo alla folla agilmente. La raggiunse all’esterno del locale. Grace si sentì afferrare per il polso e seppe istintivamente che era lui. La sua pelle rispondeva a quella di Roy, scatenando quasi una reazione chimica, e facendole esplodere le farfalle nello stomaco. Accidenti.
- Grace, ehi! - esclamò lui fermandola.
Lei si girò a guardarlo, alzando gli occhi al cielo. Roy la teneva ancora per il polso, stringendo leggermente.
- Cosa c’è? - gli chiese svogliatamente.
- Come, cosa c’è? Sei scappata via, nemmeno avessi visto un fantasma…
- Avrei preferito, Roy - rispose Grace cominciando a scaldarsi. - Scusa se ho interrotto il tuo simpatico siparietto, eh.
Roy la guardò, interdetto. - Che dici?
- Che dico? - esclamò lei, sbarrando gli occhi. - Sono arrivata in ritardo, d’accordo. Scusa, mi sono dovuta trattenere in accademia, ma questo non giustifica il tuo flirtare con quella… quella… quella.
- Oh, Dio, Grace, parli di Johanna? - rise Roy.
- Ah, quindi la conosci anche per nome, eh? Complimenti, Roy Lucas! Davvero. Almeno abbi la decenza di negare.
Così dicendo, Grace diede uno strattone e si liberò dalla sua stretta, prendendo la via per il centro, quasi correndo sul marciapiede innevato. Roy le corse dietro.
- Johanna è una cliente abituale del Rabbit Hole, Grace, andiamo - le spiegò. - Non sarai mica gelosa?
Grace si fermò di botto e Roy per poco non le andò a sbattere contro. Si girò a guardarlo. 
- Gelosa? No, cosa te lo fa pensare? - disse. - Entro e vedo il mio ragazzo, anche se non sono così sicura di poterti definire tale, vista l’esperienza, che fa il cascamorto con un’altra, ride, scherza, lancia sguardi… No, figurati, non sono gelosa, torna pure a lavoro e riprendi da dove ti ho interrotto. Ma intanto fottiti, Lucas. 
Si voltò e riprese a camminare.
- Starai scherzando, spero - le gridò dietro Roy, il cui tono di voce appariva ora visibilmente alterato. - Cosa dovrei dire io, allora? Te ne stai sempre a studiare con quell’Emmett dei miei stivali. Anche fino a tardi. Cosa dovrei pensare, eh? Maledizione, Grace!
Grace si fermò, evitando però di voltarsi nuovamente. Sentiva che presto sarebbe esplosa veramente e non voleva - davvero, non voleva - dare spettacolo nel bel mezzo della strada. 
- Cosa c’entra Emmett, adesso? Lo sai che è una storia finita - rispose.
- Lo so? Ah, lo so. E invece non lo so, Grace. Non so niente di te. Niente. Non mi parli mai di ciò che ti preoccupa. E io non so niente.
Grace sentì le lacrime premerle agli angoli degli occhi, insistenti. Ma non avrebbe pianto. Non davanti a Roy.
- Non me lo hai mai chiesto - disse solo.
Lo sentì avvicinarsi, piano, i passi attutiti dalla neve che ricopriva l’asfalto. Chiuse gli occhi, ricacciando indietro le lacrime. Cercò di deglutire, ma sentì soltanto un nodo in gola che non voleva andare giù.
- Grace… - cominciò Roy, ma lei scosse la testa. Si voltò a guardarlo, risoluta.
- Lasciami stare, Roy - rispose a bassa voce. - Per favore. Adesso non posso parlarne. Proprio non posso. 
Così dicendo, Grace gli girò ancora una volta le spalle e corse via, perdendosi nella nebbia. 
 
 
 
NOTE
  • Roy/Ruby e Grace/Graham sono sempre interpretati rispettivamente da Noah Mills e Phoebe Tonkin.
  • Il sottotitolo della shot è l’omonimo titolo della canzone di Demi Lovato.


Ok, non sono stata puntuale. Ieri non sono riuscita a pubblicare, scusate, è che ho pubblicato un'altra shot - quella su John Darling ed Alice - e non ce l'ho proprio fatta. Inoltre, non avevo pronto il collage|banner.
Roy e Grace sono tornati. Che ne dite? Ve lo avevo detto che avrei scritto ancora su di loro dopo il prompt 14. Li adoro!

A domani con la seconda parte di questa shot, "making up afterwards".

Marti

 

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Capitolo 24
*** Making Up Afterwards ***


Titolo: “Fix A Heart”.
Rating: giallo.
Avvertimenti: AU; gender bender.
Personaggi: Ruby Lucas [Roy]; Graham Humbert [Grace].
Pairing: Ruby/Graham [Roy/Grace].
One shot.
 
 
 

LOVING HIM WAS RED
24. 
Making Up Afterwards
o
Fix A Heart
 
 
 
Quella settimana il cielo aveva deciso di riversare su New York tutta l’acqua che l’intero sistema di nubi sulla costa occidentale aveva immagazzinato per giorni e giorni. E pioveva da giorni. E giorni
Quella settimana Grace Humbert aveva capito di essere ufficialmente infelice. Non sentiva e non vedeva Roy da sette giorni e qualche ora. Un tempo decisamente troppo lungo per non far soffrire anche il più tenace. E Grace lo era, tenace. Il fatto era che non aveva mai sentito niente, prima. Per nessuno. Prima di Roy
La settima mattina senza Roy si alzò dal letto e, dopo essersi vestita - per altro senza prestare troppa attenzione a ciò che indossava - uscì sotto la pioggia, senza ombrello perché non ne aveva uno. Quello che aveva si era rotto e non poteva fermarsi ad acquistarne un altro. Prima di uscire afferrò il telefono. Un’altra chiamata da Roy. E da Emmett e Megga. Era una settimana che non andava all’accademia, fingendo un improvviso raffreddore altamente contagioso. Così aveva tenuto lontani i suoi amici. Così come teneva lontane tutte le persone importanti della sua vita. 
Presto fu bagnata fradicia, ma non le importava. L’acqua le bagnò i vestiti, penetrandole anche nell’anima, annegandola, ma sapeva che sarebbe rimasta a galla, come sempre da quando era nata. 
Il Greenwich Village era tranquillo, e la casa di Roy l’attendeva in fondo alla strada, l’albero spoglio in giardino e Lupo, il suo cane, che sonnecchiava placido sotto il piccolo portico. Osservò le finestre, immaginando per un secondo di intravedere una sagoma femminile, dei capelli biondi, ma non vide nulla, tranne delle tende bianche. Roy viveva con il nonno paterno, che occupava il piano terra, mentre lui si era costruito la sua tana al piano superiore. Il nonno di Roy era una delle persone più dolci che Grace avesse mai conosciuto e l’aveva accolta nella loro vita con un affetto e un calore inauditi. 
Come se l’uomo avesse percepito la sua presenza, la porta d’ingresso si aprì lentamente. Una testa di capelli bianchi spuntò fuori, lasciando poi posto all’intera persona di Geremiah Lucas. 
- Gracie? - la chiamò, con quel dolce vezzeggiativo che lei gli aveva permesso di usare da subito, nonostante non avesse mai sopportato i vezzeggiativi. Almeno non su di lei e il suo nome. - Cosa fai là fuori, ragazzina? Sei fradicia.
Geremiah le aprì il cancello e poi, quando vide che Grace non accennava ad entrare, inforcò l’ombrello, uno di quegli ombrelli neri, grandi e spaziosi, e l’andò a prendere, praticamente trascinandola all’interno. Chiuse la porta - e l’ombrello - e la guardò. 
- Aspetta qui, bambina - le disse. Sparì, per poi tornare con alcuni asciugami puliti che sapevano di sapone e una coperta. Le avvolse le spalle, asciugandola, e frizionandole poi i capelli con un asciugamano. Grace lo lasciava fare, non aveva la forza per opporsi o fare da sola. Geremiah l’avvolse poi nella coperta calda, sorridendole.
- Mio nipote è di sopra, probabilmente dorme ancora - le disse. - Non va a lavoro da una settimana. Non so cosa sia successo, bambina, ma qualcosa è successo. Va’ da lui.
Indirizzò Grace su per le scale e lei le salì, lentamente, la coperta ancora sulle spalle. Trovò Roy che dormiva sul piccolo divano in salotto. Sul tavolino c’erano i patetici resti di una cena frugale, insieme a quelli di tutta la settimana. La stanza era un caos. Roy però dormiva, una guancia sul cuscino del divano, l’altra arrossata per il freddo. Non aveva nemmeno una coperta.
Grace prese una coperta dalla camera da letto e gliela posò addosso, coprendogli le spalle. Poi gli si sedette accanto, in silenzio. Lo osservò e poi, quasi inconsapevolmente, la sua mano andò ad accarezzargli i corti capelli scuri. Sembrava un bambino, mentre dormiva. Un bambino spaventato.
Lentamente, Roy aprì gli occhi. Si voltò a guardarla, forse stupito di trovarla lì accanto a lui. 
- Grace? - le chiese.
Lei annuì, incapace di parlare.
- Come…? - continuò lui. - Cosa…?
Lei scosse la testa, abbassando lo sguardo sulle sue mani posate in grembo, che torturavano un lembo della coperta. E le lacrime ripresero a minacciarla, ma questa volta non le trattenne. Lasciò che le scorressero sul volto, libere di ferirla, di bagnarla, di solcarle la pelle fino a bruciarla.
- Grace… - disse ancora Roy, dolcemente, e il suo nome sulle sue labbra era come un fuoco ardente che brucia nella notte più buia e più fredda del cuore.
Si alzò e la prese tra le braccia, cullandola. Piano. Come solo lui sapeva. Le carezzò i capelli umidi.
- Sei fradicia, Grace - constatò. - Cosa è successo? Non sarai venuta fin qui a piedi, sotto la pioggia…
Lei annuì, ancora incapace di parlare. Il nodo alla gola minacciava di soffocarla. Si limitò a sprofondare tra le braccia forti e calde di Roy. Rimasero lì, abbracciati, per un tempo incalcolabile. Grace non avrebbe voluto lasciare quelle braccia mai più. 
- Mi dispiace - riuscì a dire infine, ritrovando la voce. - Mi dispiace, Roy.
Quest’ultimo le alzò il viso, la guardò negli occhi. - Dispiace anche a me, Grace. Mi dispiace di averti ferita, davvero. Avrei dovuto tentare di capirti meglio. O quanto meno avrei dovuto almeno provarci. Ho fallito.
- Sono io quella che deve scusarsi. Stavi facendo il tuo lavoro, adesso lo capisco. Sei sempre gentile con tutti e capisco che lo fai anche quando non ne hai voglia. Scusami se ho reagito così. Scusami se ti ho detto quelle cose. Scusami se non ho mai risposto.
- Va tutto bene, Grace - sussurrò lui sulle sue labbra. - Va tutto bene, dico sul serio.
Lei annuì, chiudendo gli occhi. - Hai detto che non sai niente di me. Hai detto che non ti ho mai raccontato nulla. Il fatto è che non sentivo niente, Roy. 
Lui la guardò, curioso. - Non ho mai sentito nulla, prima di te - concluse.
Roy le carezzò una guancia, lentamente, asciugandole poi le lacrime rimaste sulle guance con un bacio. 
- Non so niente di te, ma nonostante questo ti amo, Grace - le disse. - Hai capito? E non è vero che non senti niente. 
Le prese una mano e gliela mise sul petto. Grace sentì il battito del suo cuore impazzito sotto la pelle. Potente e vivo.
Lo guardò. - Ti amo - gli sussurrò. 
Roy le prese il volto tra le mani e la baciò. Grace rispose al bacio, circondandogli il collo con le braccia. 
- È tutto okay - le disse poi. - È tutto okay.
 
 
 
NOTE
  • Anche la dolce Granny ha subito gli effetti del gender bender ed è diventata uomo ;-)
  • Il sottotitolo è l’omonimo titolo di una canzone di Demi Lovato.


Okay, okay, chiedo umilmente perdono. Sono pessima. L'ultimo aggiornamento risale al lontano 12 dicembre. E' che il periodo natalizio coincide con il caos completo, lavorando in un negozio. Quindi eccomi qui soltanto adesso. Scusate ancora. Roy e Grace hanno fatto pace. Che ne dite? Io direi che si amano :3

A presto - spero.

Marti

 

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Capitolo 25
*** Gazing Into Eachothers' Eyes ***


LOVING HIM WAS RED
25.
Gazing Into Eachothers’ Eyes
 
 
 
Qualcosa le solleticava lievemente la fronte, scostandole i capelli, quasi come un venticello leggero proveniente da nord durante le calde giornate estive. Era piacevole. Le conciliava il sonno in modo ovattato, e quel tocco leggero la spediva verso oscure profondità rivestite di morbidi cuscini e calde coperte, dove avrebbe dormito per cento anni, per poi svegliarsi e scoprire che il mondo non era cambiato affatto, aveva soltanto smesso di invecchiare, come nelle favole.
Invece, un tocco caldo sulle labbra la ridestò dai suoi sogni e gli occhi si spalancarono, vigili e attenti. Graham la guardava, una strana luce nello sguardo, la mano ancora tra i suoi capelli. Allora erano le sue labbra quelle che l’avevano appena baciata…
- Hey - sussurrò piano sorridendo.
- Buongiorno, bell’addormentata nel bosco - rispose lui.
Ruby gli si avvicinò e premette le labbra sulle sue, catturandole con un bacio dolce ma deciso. Immerse le mani tra i capelli corti di Graham, aderendo con il corpo al suo. Poi lo guardò negli occhi, incantata. Lui ricambiò lo sguardo e rimasero così, per un lungo tempo, ognuno perso negli occhi dell’altro. Molto probabilmente avrebbe fatto tardi al lavoro, e anche Graham, ma in quel momento non le importava minimamente. C’erano soltanto i suoi occhi, e nulla più.
 
 
 
 

Okay, okay, questa flash è cortissima, lo so, perdonatemi. È che questo prompt mi ha ispirata in modo piuttosto inaspettato, ecco. Potrebbe benissimo essere collocata in qualsiasi punto della raccolta, per quanto mi riguarda. Non ci sono riferimenti ad altre flash o eventi, quindi fate voi, vi lascio campo libero.
 
Alla prossima, con getting married (?).
 
Marti


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