zanne ossa lame e perle di inuziku_rukiaXP (/viewuser.php?uid=34040)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** piccoli....... ***
Capitolo 2: *** un nuovo sensei? ***
Capitolo 3: *** piccolo trastullo mentale: il cosplay ***
Capitolo 4: *** Il paese della neve parte 1 ***
Capitolo 5: *** cubo di rubik (il paese della neve parte 2) ***
Capitolo 6: *** Quarto giorno ***
Capitolo 1 *** piccoli....... ***
.~Zanne,
ossa, lame e viole ~.
Quella ke stava per
cominciare era una settimana importante; in quel periodo si sarebbe
tenuta una festa per celebrare l'alleanza fra Konoha e Suna. il
villaggio della foglia, per l'occasione era stato riempito di addobbi e
la via principale era piena di bancarelle che vendevano le piu svariate
cose e intrettenevano la gente con tiri al bersaglio e pesca di pesci
rossi. Il lunedì sera il Quarto kazekage arrivò
accompagnato, oltre ke da svariati jonin, dai suoi due figli, Temari,
la maggiore ke aveva 10 anni, e da Kanuro di 9 anni. Del terzogenito,
Gaara, n se ne vedeva traccia, il kazekage si comportava come se lui
avesse solo 2 figli.
Martedì
sera si tenne un banchetto collettivo per celebrare gli ospiti e per
dare il via alla festa ke si sarebbe protratta fino a domenica. Le
strade erano piene di bambini ke si rincorreveno e...litigavano.
"Rukia
smettila!!!Ti ho detto ke non potete giocare co noi!!!!"
urlò un bambino di circa otto anni alla sorellina ke aveva
di fronte a se: sul volto, incorniciato da una massa di capelli
castani, erano tatuati dei triangoli rossi simila a zanne.
"Perchè
NO, Kiba?" ulrò di rimando la bambina, che aveva all'incirca
sette anni: come il fratello possedeva dei tatutaggi a forma di zanne
sulle guance, i suoi capelli erano, però più
scuri di quelli de fratello, più lunghi tenuti in una coda e
i suoi occhi erano azzurri.
Dietro di lei
c'erano due bambine ke avevano la sua età: una aveva i
capelli castani tenuti insieme in tantissime treccine e gli occhi color
del ghiaccio tipici del Clan Hyuga; l'atra aveva capelli neri e lucidi
come il petrolio e occhi dello stesso colore.
"Perchè
siete solo delle mocciose ke devono ancora iniziare il primo anno
all'accademia, mentre noi siamo già al secondo........e poi
voi siete in 3 e noi in 4!!!!" gli rispose per le rime un bambino
dietro il fratello: i suoi occhi erano come quelli di Rukia, i capelli
biondi e aveva come dei disegni a mo' di baffi sulle guance;
vicino a lui stavano un bambino cicciottello e un altro con i capelli
legati in una coda e l'aria estremamente annoiata.
"ma sta zitto
Naruto-chan!!!!! tu non vali niente riesco a batterti persino io con
facilità!!!!" gli gridò addosso Rukia.
"COME TI
PERMETTI MOCCIOSA!!! ORA TI...."
"Naruto, Rukia
non ha utti i torti..." provò a dire il bambino con la coda
"Insomma
Shikamaru le dai anche retta??" gli chiese il biondo Naruto.
".......si"
rispose il codato Shikamaru.
"Ok ora basta.
dividiamoci: Shikamaru tu vai con Chouji; Naruto.. tu starai in coppia
con me.... vedi di non intralciarmi." disse Kba "In quanto a voi tre,
quando troverete una quarta persona potrete giocare con noi."
continuò rivolto a sua sorellina.
"Perchè
mi trattate tutti così male? Io diventerò il 5
Hokage non dimenticatelo!! E allora......" disse sconsolato il biondino.
"Ci farai
pagare tutte le volte che ti abbiamo trattato male e bla bla bla che
paura di spavento....... non sai dire niente di meglio? Dai andiamo a
giocare da qualche altra parte." propose la bambina dai capelli neri.
"Dai andiamo
ci sarà senz'altro qualcosa di meglio da fare"
concordò la ragazzina dagli occhi bianchi.
"Va bene
andiamo a fare un giro"
I gruppi si
divisero: i maschi andarono verso il parco, mentre le bambine si
diressero verso le bancarelle.
Girarono per
un pò quando notarono un piccolo treatrino delle marionette:
intorno al piccolo palcoscenico si era radunata una folla di bambini
piccoli ke seguivano la vicenda affascinati. In un angolino leggermente
in disparte stava un ragazzino coi capelli corti e castani ke fissava i
burattini come se volesse farli muovere contro la volontà
dei burattinai ke le reggevano; ad un certo punto una delle marionette
schizzo verso il pubblico come se volesse afferrare con le sue manine
il collo di qualche bimbo, terrorizzandoli. Il ragazzino, invece,
scopiò a ridere malevolmente.
Era
incredibile: quel ragazzino era riuscito a muovere le marionette con la
fozra del pensiero........no gli era bastato muovere leggermente le
dita della mano sinistra per provocare quel parapiglia, ke tecnica
affascinate, pensò Rukia.
"Come si
è permesso di fare una cosa del genere?" sbottò
la bambina dai capelli neri abbastanza forte in modo ke il ragazzino la
sentisse. Si capiva lontano un miglio ke aveva voglia di suonargliene
di santa ragione.
"Cosa vuoi
fare? Mi vorresti malmenare!! Tu non puoi sfiorarmi neanche con un
dito...." disse maligno il ragazzino.
"E
perchè?" chiese lei alterandosi sempre di più.
Rukia aveva
capito il perchè: la pelle di lui sapeva di sole, sabbia,
vento...........di deserto; era del villaggio di Suna e l'unico
ragazzino che si trovava a Konoha e ke proveniva da lì
era.........
"Perchè
sono Kankuro, il secondogenito del Quarto Kazekage. Se provi a torcermi
un capello te la vedrai con lui"
Rukia e la
piccola Hyuga decisero di allontanarsi trascinandosi dietro la loro
amica.
" Dai andiamo
da un'altra parte"
"grrr...ok."
Alla fine,
vista l'ora tarda, le sue amiche tornarono a casa mentre Rukia decise
di finire il giro delle bancarelle; magari avrebbe trovato qualcosa di
interessante come................"Pesci rossi!!!!!!" disse fra se e se
mentre si dirigeva verso una bancarella dove se vincevi potevi portarti
a casa un bellissimo pesce rosso: Rukia pagò e il tipo della
bancarella le diede 10 retini di carta con i quali doveva riuscire a
pescare il pescolino; ci provò per un bel pò, ma
i retini continuavano a rompersi.
Aveva il
morale proprio a terra: quella sera sembrava non voler smettere di
andare male; non era neanche riuscita a pescare un solo pescolino!!! Il
ragazzino vicino a lui, invece, era riuscito a pescarne ben due!!!! Il
bambino a quel punto alzò gli occhi e incrociò il
suo sguardo: dietro degli occhiali da vista spiccavano due occhi
nocciola e il volto era incorniciato da dei riccioli castani. Il
ragazzino sorise e le porse uno dei sacchetti con i pesciolini: dentro
c'era il pesce rosso che Rukia aveva tentato inutilmente di catturare.
"Questo
è il pesciolino ke tentavi di catturare vero? se vuoi te lo
regalo...."
Rukia
mormorò un grazie mentre, abbassando gli occhi prese il
sacchetto; poi guardando in faccia disse "il mio è Rukia e
il tuo?"
"Io sono
Konoha no Ristukarudo, piacere di conoscerti Rukia-chan."
I due poi
trascorsero il resto della serata andando in giro insieme per
bancarellle, fin quando, notando l'ora notevolmente tarda, decisero di
tornare a casa con la promessa di ritrovarsi l'indomani. Rukia corse a
casa e, dopo essersi sorbita la ramanzina della sorella sul fatto di
essere arrivata in ritardo, mise il pesce rosso in una boccia che
posizionò sul proprio comodino nella stanza ke divideva col
fratello notando ke lui non era ancora rientrato; sorridendo al
pensiero del cazziatone ke lui avrebbe ricevuto si
coricò. Forse non tutto, quella sera era andato male.
♠[~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~
♥†♥
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*]♠
La mattina
dopo Rukia, alzandosi, notò ke il letto del fratello era
vuoto e intatto dalla sera prima. Con un ghigno stampato sulla faccia,
la bambina scese in cucina dove trovò il fratello in piedi
ke cercava con tutte le forze di rimanere sveglio controllato a vista
dal feroce Kuromaru, il cane della loro madre: ciò
significava ke Kiba era arrivato talmente in ritardo ke ad attenderlo
non c'era più Hana, la sorella maggiore, ma la loro madre,
Tsume, donna alquanto severa, ke puniva i ritardi dei figli non
facendoli andare a dormire per tutto il resto della notte, fino alla
sera dopo.
"Buongiorno
nii-san hai dormito bene?"
Kiba
mugugnò qualcosa riguardo al fatto ke doveva stare zitta, ma
Rukia non gli dava già più retta,
perchè le sue amiche la stavano chiamando da fuori.
Uscì in cortile dove le trovò.
"Era ora!!!!
Ti sembra il modo di trattarci, cane?" chiese la bambina dai capelli
neri.
"Neko-chan ti
ha mai detto nessuno ke sei simpatica quanto un virus intestinale?"
"Mi sembri in
ottima forma; sei tornata a casa prima di Tsume-san allora?" chiese la
piccola Hyuga.
"Io si, Nami,
ma Kiba no!!!!" Rispose ridendo Rika "Adesso è cucina curato
a vista da Kuromaru, quel baka!"
Ridendo
spensieratamente, le tre si diressero verso uno dei tanti parchi del
villaggio, per la precisione quello che comprendeva tra le varie cose
una grande piscina con scivoli e trampolino; sebbene fossero
solo le undici di mattina il parco era pieno gente; tra le varie
persone Rukia riconobbe un viso famigliare e si diresse verso di esso.
"Ristukarudo-kun!"
"Rukia-chan!
Che bello rivederti come va?"
"Bene grazie!"
poi indicando le sue amiche: "Loro sono le mie amiche: Nami"
Nami agitò una mano in segno di saluto "e lei..........
è un gatto!"
"Rukia......"
La avverti Neko-chan
" Si insomma
lei si chiama Neko-chan!"
"Piacere di
conoscervi!".
Note dell'autrice:
Konnitiwa!!!
Spero ke questo capitolo non vi abbia annoiato più di
tanto!!! Questa raccolta ce l'avevo in mente da un
bordello di tempo, ma temo di non averla messa giù tanto
bene ç_ç...... inoltre la prima volta
ke lo messa sul sito era uscita una mezza schifezza xk non sapevo come
usare l'html mannaggia!! Adesso sembra leggermente migliore........
sperem^_^
Saionara!!!!
Rukia
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** un nuovo sensei? ***
nuovo sensei
"Ouuffa ma quando
arriva?" chiese Neko-chan ai suoi compagni.
Tra i banchi
di scuola sedevano Nami, Ritstukarudo e Rukia assieme al
suo cane Gasorin, ovvero i suoi compagni di team; per la precisione
erano il team 17; il giorno prima avevano superato brillantemente
l'esame per diventare ninja e ora stavano aspettando da una trentina di
minuti il loro nuovo sensei.
"Calmati un
pò Neko-chan.." disse il ragazzino ke indossava uno strano
kimono scuro.
"Io non mi
calmo per niente! guarda te se quello lì ci deve far
aspettare così tanto, insomma!" ribeccò lei
sistemandosi per l'ennesima volta il vestito nero ke
indossava;
per completare l'opera portava ai fianchi due spade e stariati kunai le
pendevano dalle cintura.
Rukia si
avvicinò alla sua compagna: vestiva con una felpa con
cappuccio a cui aveva arrolato le maniche fino al gomito e dei
pantaloni fino al ginocchio, ma invce dei soliti sandali portava delle
infradito; in testa aveva una stranissima bandana nera con delle
orecchie. Con un tono falsamente romantico disse:
"Le tue gote
rosse.. i tuoi capelli lucidi..... i tuoi occhi... sei proprio
più brutta quando ti arrabbi!!"
Succesee tutto
in un lampo: Neko-chan estrasse un kunai e cercò
di colpire Rukia, che aveva fatto appena in tempo ad allontanarsi
ridendo come una pazza per la reazione dell'amica; le due iniziarono ad
insegiursi senza sosta per tutta l'aula oramai vuota visto ke tutti gli
altri ragazzini erano andati avanti con i loro professori.
Ristukarudo si
avvicinò a Nami che stava accarezzando
distrattemente Gasorin e cercando di schivare gli svariati kunai ke
Neko-chan lanciava in aria nel tentativo di beccare Rukia.
"Secondo te
dovremmo cercare di fermarle?" Chiese alla kunoichi ke indossava un
vestitino blu cangiante.
"Mmm.... 10
ryo che non riesce a prenderla prima dell'arrivo del sensei!" Rispose
"Ci sto!"
Rukia era in
una situazione seccante: era stata messa con le spalle
alla porta e non aveva modo di scappare; di fronte a lei Neko-chan le
lanciò un kunai e....
"Che Mocciosi
noiosi: non faccio in tempo ad arrivare all'aula che
già cercae di farvi del male.. prima vi faccio suparare
l'esame
per diventare chunin meglio è......" borbottava il Jonin che
aveva aperto la porta sulla quale era appoggiata Rukia che gli cadde
rovinosamente addosso mentre Neko-chan lanciava un pugnale che si
conficcò nel muro del corridio.
Il ninja si
rialzò e fissò i suoi allievi: aveva la
faccia di uno che non dorme mai abbastanza e, a partire dalla
barba sfatta, dai capelli impastati fino alla divisa tutta sporca,
emanava un senso di sudiciume e menefreghismo assoluto.
"Perchè
proprio a me sono toccati quattro mocciosi.... e poi
quel ragazzino... devo stare teento a lui.." Pensò il Jonin
guardando Ristukarudo.
"Bene,
seguitemi." disse rivolto ai ragazzi
"Nami-chan mi
devi 10 ryo!"
"D'oh!!"
Arrivarono in
uno dei campi di addesramento vicino alla foresta; il sensei si
grò verso di loro e disse:
"Ok ragazzi il
sono Nara Kuroishika il vostro maestro, vi
guiderò attraverso le varie missioni fino a quando non
diventerete chunin dunque vedete di non deludermi, tra tre mesi
c'è un esame vedete di passarlo ke non voglio continuare
questa
seccatura a lungo".
Al sentirsi
chiamare così provarono un forte moto di
irritazione, ma durò poco.... forse on era così
malaccio.......forse..........
"tu,
ragazzino, chi sei?"
"mi chiamo
Konoha no Ritsukarudo, s........."
"Ok basta
così, non voglio sapere la storia della tua vita e i
tuoi sogni, mi basta solo sapere come ti chiami, non posso mica correre
per la foresta urlando "quattrocchi ricciuluto" nel caso seccante che
tu ti perda!"
Il moto di
irritazione del "quattrocchi ricciuluto" aumentò di
livello... gliela avrebbe fatta vedere a quello lì chi
era......
"Tu sei una
Hyuga giusto?"
"Esatto il mio
nome è Hyuga Nami."
"Ok.. tu?"
"Inukuka Rukia
e...."
"Il botolo?"
"....ci stavo
arrivando!"
"Si si va
bene....."
"Il mioCANE si
chiama Gasorin."
"M... e per
finire tu sei?"
"Akakatana no
Neko-chan."
"E quello?"
Neko-chan
guardò in basso: tra le gambe era seduto in modo
regale un bellissimo gatto dal pelo lungo grigio e bianco e gli occhi
erano un meraglioso color ambra, che fissavano con alto disprezzo
Kuroishika.
"Lui
è Tommy!" Rispose Neko-chan con tono fiero come se fosse la
cosa più quotidiana del mondo.
"Ah.... capito
tutto..." rispose il sensei che non considerava la cosa
più naturale del mondo portarsi appresso un animale ovunque
si
andasse.... a lui gli avevano appena sbolognato cinque.. no SEI
bestioline.........
Kuroishika si
allontanò di qualche passo dai soui allievi e disse:
"Naturalmente ora c'è un esame per testare le vostre
capacità e decidere se tenervi o meno. Dovrete tentare di
colpirmi in un determinato punto (che adesso non vi dirò ih
ih
ih) e se uno di voi ce la farà sarete tutti promossi. Se
nessuno
di voi ce la farà io non vi riterrò alla mia
altezza.
Cominciamo dalla ragazza coi coltelli: vediamo che sai fare!Sappiate
che non vi attaccherò mi limiterò a difendermi."
Neko-chan si
avvicinò ed estrasse le due spade, attaccandolo con
furia. Kurishika riusciva a scansare le sue lame,
fino a quando Neko-chan non fece una finta, come se volesse colpirlo al
collo, mentre in realtà la seconda lama lo colpì
di
striscio alle gambe.
"Ferma!" disse
il sensei.
Lei si
fermò trattenendo a stento.
"Mi dispiace
per voi, ma hai sbagliato, no è questo il punto. Ora chi
vuole provare?"
Neko-chan
aprì la bocca come per dire qualcosa, ma poi la
richiuse, e continuò così due o tre volte poi si
riprese
e sbottò "Allora dovè sto maledetto punto?"
"Se te le
dicessi dovè starebbe il difficile? Forza ora prova tu cane."
"Mi chiamo
Rukia."
"Ma quanto
siete permalosi..."
"La vedremo...
Gasorin! Juujuin Bunshin!"
IL cane si
trasformò in una copia di Rukia e insieme si diressero verso
il folto degli alberi.
'Bé?' Pensò Kuroishika vedendo la sua allieva
allontanarsi, ma non fece in tempo a rilassarsi che sentì
delle
mani ke lo prendevano per le caviglie e lo trascinavano sotto terra!
"Doton Shinjuu Zanshu no Jutsu!" "Gatsuga!"
L'uomo sprofondò fino all'addome dove venne colpito da
violentemente da un vortice di zanne e artigli.... Solo alla fine della
mossa Rukia si rese onto che in realtà quello era...
"Un ciocco di legno?" disse la ragazza uscendo dal sottosuolo
scrollando i lunghi capelli per liberarli dalla terra.
"Già quello era una sostituto altrimenti a quest'ora non
riuscivo neanche a respirare visto la forza del tuo attacco. Comunque
hai sbagiato non si trova sul busto."
'Ma allora... ho capito!' Pensò Rukia rialzandosi mentre
Gasorin riprendeva la sua forma originale.
"Ora tocca a quello che pare di più un ragazzo. Forza fatti
sotto!"
In men che non si dica Ritsukarudo iniziò ad attaccarlo con
pugni e calci che Kuroishika riusciva a parare non senza
dificoltà.
'Così questo ragazzo è un esperto del taijustu..'
Pensò sorridendo e scansando un pugno che stava per colpirlo
sotto il mento, ma mentre lo scansava notò che il pugno si
apriva e dal palmo sbucava....
'Un osso?'
Purtroppo non riuscì a tirare indietro la testa in tempo e
l'osso gli tagliò il mento.
Riuscì però a scostarsi in tempo prima
dell'arrivo di altri attacchi...
"Allora è vero... sei l'orfano della Nebbia."
"Non chiamarmi in questo modo... sensei. Il mio nome lo sapete
utilizzate, quello." Disse ristkarudo facendo rientrare l'osso.
Nami lo fissò pensando ai quattro anni che erano passati da
quando si erano conosciuti: sapeva che "Konoha no" era il cognome ke
veniva dato agli orfani di guerra provenienti da altri villaggi ninja,
che rimanevano in una specie di "casa famiglia" dove crescevao tutti
insieme... Ma non aveva mai sospettato che Rtsukarudo venisse da
lì.
"Va bene, ma hai sbagliato anche tu. Ora la vostra ultima
possibilità è... Nami giusto?"
"Sì"
"Bene allora cominciamo."
Nami si avvicinò lentamente attivando il Byakugan e
studiando l'aversario, dopodichè lo attaccò con
il Juken colpendolo con forza alle braccia visto che quello era l'unico
punto rimasto.....
"Mi dispiace ma hai sbagliato anche tu!" Disse il maestro ridendo.
"Ma come! Era l'ultima parte rimasta!"
"No..." disse avvicinandosi ai suoi allievi "C'è ancora una
parte ed è...."
"QUESTA!" urlò Rukia assestandogli un forte calcio nelle
palle; il maestro si accasciò a terra tenendosi gli
attributi malridotti.
"......si...era.....questa.. ma ormai non vale più... tu hai
gia avuto la tua possibilità" Disse ansimando.
"Si sbaglia." Intervenne Neko-chan "Il colpo prima lo ha assestato
Gasorin. Dunque adesso siamo suoi allievi!"
Kuroishika si rialzò dolorante; "Vedremo. Domani fatevi
trovare qui alle sette in punto altrimenti non se ne fa niente chiaro?"
♠[~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~
♥†♥
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*]♠
"Allora
sono o non sono un genio?" disse Rukia trionfante mentre si
dirigeva verso l'ospedale con Nami. Questa alzò gli occhi
sorridendo e rispose: "Per la quarta volta: Sì!"
Il sorriso
dell'Inuzuka si allargò ancora di più:
"Chissà cosa dirà Kiba! A proposito... come sta
tuo fratello?"
Il sorriso di
Nami si spense: "Non ha ancora ripreso conoscenza." rispose; l'amica le
cinse le spalle e disse "Vedrai che migliorerà"
All'interno
dell'ospedale si divisero: Nami andò verso il reparto del
fratello e lo stesso fece Rukia.
"NII-CHAN ce
l'ho fatta!" disse, quasi urlando entrando nella stanza; Dopo un
secondo notò che non era solo: su una sedia sedeva
un ragazzo alto tuttovestito di nero e il volto dipinto di viola.
"Kankurou-san."
disse a mo' di saluto inchinandosi leggermente; provava un grande
rispetto per il ragazzo, da quando aveva slvato il fratello e
soprattutto era rimasta affascinata da quello che trasportava sulla
schiena avvolti nelle bende, appoggiati i quel momento per terra.
"Cosa sono?"
Chiese incuriosita annusandoli con circospezione e percependo
un forte odore di legno, sangue e veleno.
"Sono dei cadaveri! BUUUUUU!" Disse con falso tono pauroso Kiba
agitando un solo braccio imitando con esso il movimento del fantasma,
mentre l'altro era immobilizzato dalla flebo.
"Dopo di questa ti sei giocato i biscotti che avevo portato.. ma
è anche vero che tu non li puoi mangiare ancora dunque li
dividerò con Kankuro-san!"
"A-aspette.. non saranno mica quellidi pastafrolla..."
"E la granella di nocciole. si son proprio quelli."
"Nu..." Disse un Kiba disperato.
"Non li avevo mai asaggiati." Disse Kankuro prendendone uno
"Cos'è che sei riuscita a fare?"
"Mgiufto!" rispose con la bocca piena "Nii-san tu non puoi immaginare
quanto son stata geniale!"
'come no..........'
Bene sembra che sia
riuscita finalmente a completare un nuovo capitoloe sembra anche ke a
nessuno sia importato molto del capitlo precedente... è vero
era scritto un pò coi piedi, ma io no sono brava a scrivere!
va be spero che questo venga considerato meglio.... Alla prossima!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** piccolo trastullo mentale: il cosplay ***
Salve a tutti
bella gente!!!!
Visto
ke il nuovo cap. non è ancora pronto (Non è vero!
Sei solo tu ke sei tropo pigra da trasciverlo su Nvu!! nd: Nami)
(auw... Nami-neechan sei cattiva!ç_ç nd: me) (HA
ragione! nd:Neko) (To' micia va a giocare col gomitolo!nd:me) (O.O
gomitolo..... nd:Neko) (Perfida... nd: Nami) (Modestamente^^ nd:me) ho
scritto un piccolo stacco. Have fun!
Vi lascio al
cap:
LE
FIACCHE SUL PALATO DANNO PARTICOLAMENTE FASTIDIO, LO SAPETE?
"NO! mi
rifiuto!"
"Eddai
Ristu-kun! Solo per un giorno!"
"Ma.. no! Mi
devo tingere i capelli!"
"E va be! Col
rosso starai bene!"
"E che mi dici
degli occhiali Rukia? E poi i miei occhi sono NOCCIOLA! Non azzurri
NOCCIOLA!"
"Sono
acquamarina, non azzurri.."
"Resta il
fatto che i miei sono N-O-C-C-I-O-L-A, Nami! E le sopracciglie?"
"A quello ci
penso io ihihih..."
"Eh.... c-cosa
fai Neko-chan? Non vorrai mica rasarmele?"
"Nooooooo...
basta solo un pò di aquaossigenata."
"NUUOOOOOOOOOOOOO
QUESTO NOOOO! ACCORUOMO! AIUTO! HESSENDAN!!"
"Tenetelo
fermo!"
"Sì,
Nami-sempai!"
"UUUUUAAAAAARGH!!!!!"
Qual'è
il personaggio che verrà impersonificato "volontariamente"
Da Ritsukarudo? Lo scoprirete nel prossimo episodio (se siete
così sturni da non averlo capito)!!!!
Nami:
Ma questo ke c'entra con la fan?O.o
Rukia:
Niente, perchè?
Nami/Neko:
E tu perdi tempo dietro a ste cose, invece di studiare? STUDIA!!!!
è_é
Rukia:
T.T
Ristukarudo:
P-posso torgliemi il costume, ora?^^'
N/N/R:
NO!!!!! è_é
Ristukarudo:
TT.TT
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Il paese della neve parte 1 ***
Buongiorno
a tutti! Prima di tutto stringo calorosamente la mano a tutti quelli ke
sn riusciti ad arrivare fin qui! In secondo luogo, voglio annunciarvi
ke questo capitolo è stato scritto grazie all'aiuto di Nami,
dunque sarà leggermente... meglio rispetto ai capitoli
precedenti. Vi lascio alla lettura del cap!
I diari del
team 17
Dal diario di Nara
Kuroishika 1
Che seccatura. Che
immane seccatura. Me lo dicevano che non dovevo mettermi sul groppone
dei mocciosi, e invece mi son fatto fregare dalla prospettiva di avere
dei soldi in più. Dannazione. Sono diventati dei genin due
mesi fa e fino ad adesso abbiamo fatto delle semplici missioni nel
paese del fuoco. In due giorni riuscivi a fare tutto senza problemi.
Ma adesso i mocciosi
si sono messi a fare i capricci davanti all'Hokage all'assegnazione
della nuova missione. Volevano "missioni serie".... Come se quelle che
facciamo non lo siano! Nel mentre della discussione è
arrivato un vecchio chiedendo una scorta per tornare a casa e senza
tanti giri di parole quella "donna" ha deciso che la scorta saremmo
stati noi. Noi!
Come può
affidare la vita di un povero vecchietto a questi quattro mocciosi e al
sottoscritto? Bisogna essere proprio sadici e avari.
Ma il bello deve
ancora arrivare. Una volta raggiunto le porte del villaggio, finalmente
il nonno si è deciso a dirci qual'era la sua destinazione...
"Il paese della
neve."Il paese della neve. Un'enorme ammasso di ghiaccio, neve e vento
che le persone hanno il coraggio di chiamare stato. Come può
pensare che noi lo scorteremo fin lì?
Ah già. Il
denaro. Quell'ingente somma che aveva lasciato a Tsunade-sama per un
motivo che mi era allora sconosciuto.
Ora è
passato un giorno da quando abbiamo lasciato il villaggio e ci siamo
diretti verso il porto più vicino. Il vecchiaccio non ha
fatto altro che parlare con il quattrocchi riccioluto tutto il tempo.
Non lo sopportavo più. Speriamo che vada meglio in seguito.
Il
paese della neve.
Dal
diario di Konoha no Ristukarudo 1
Prima
giornata di una missione fuori dal paese del Fuoco. Il nostro "cliente"
è un vecchietto simpatico diretto verso il paese della neve.
L'abbiamo saputo solo all'ultimo che era quella la destinazione; mi ha
detto che non l'aveva detto di fronte all'Hokage perchè
vedendo le nostre facce felici per l'idea di una missione "seria" non
ha voluto darci una delusione dicendo subito la destinazione; in questo
modo Tsunade-sama non avrebbe potuto dire niente; inoltre aveva
"acquistato" il suo consenso con una bella sommetta di denaro. Furbo il
vecchio.
dal diario di Inuzuka
Rukia 1
Finalmente una
missione seria come guardie del corpo!Dovremo scortare u simpatico
signore fino al suo villaggio nel paese della Neve!Non capisco
perchè i miei compagni alla notizia della destinazione
abbiano fatto una faccia scioccata... insomma capisco Kuroishika-sensei
a cui non va mai bene niente ma loro che erano così felici
alla prospettiva di una missione seria…. E poi tutte quelle
idee sul freddo... e chi lo sente? Soprattutto Neko-chan, era piuttosto
discordante col fatto di accompagnare quel vecchietto fino a casa sua,
come al solito non le va mai bene niente! Per fortuna è
intervenuta Nami-sempai …però il pugno in testa
poteva evitarlo!
Che bello! Io
e Gasorin siamo elettrizzati all'idea di andare fuori dal Paese del
Fuoco!Ora ci siamo fermati per la notte in una locanda dove servono un
tempura da leccarsi i baffi! Che bello che bello che bello! Sono troppo
elettrizzata non riuscirò a prendere
sonn........................(zzz)
Dal
diario di Akakatana no Neko 1
Grrr,
che palle!! Alla ricerca di una missione un pochino più
stimolante mi sono ingabolata in una missione disgustosa...
scortare
un vecchio in un paese odiosamente ghiacciato... per l'amor di dio mi
piace il ghiaccio, poi pattinare.... ma non mi piace stare tutto il
tempo al freddo glaciale! e se non bastasse quella cagna di Rukia
è tutta felice di andare in un posto tanto desolato quanto
schifido... e per di più non ho Tommy al mio
fianco. Infatti lui, che non è stupido,
ha preferito stare a casa con un letto caldo e cibo e CALDO! Che palle,
che palle, che palle!!!!! e come ciliegina sulla torta quel dannato di
un vecchio non ci ha detto dove andavamo.... lo sapevo che il mio
istinto non sbagliava.... io non mi fidavo e non mi fido di quel
vecchietto...
e
non ho potuto andare a cambiare le armi e a prendermi vestiti pesanti!
grr... perchè non ci danno mai una missione decente e degna
di essere chiamata tale? prima a cercare gatti... ma caspita in un
giorno li trovi .... e dog sitter....non è che odio i cani
ma non trovo affatto gratificante una roba del genere che si chiama
missione... insomma guardare cani non è una missione! non
è adatto ai ninja.... e ora anche questo! hiuppy che salti
di gioia.... ... è meglio che vado ad allenarmi lontano
dalla locanda... così mi sfogo un pò e mi
scaldo...
Dal
diario di Hyuga Nami 1
Bene, Tsunade ci ha messo due mesi, ma alla fine ha capito che la
nostra squadra non serve solo a ritrovare gatti sperduti e a fare i dog
sitter!!!Finalmente una missione degna di noi! Certo, il vecchio che
dobbiamo accompagnare è stato decisamente astuto a
nasconderci la meta del viaggio, credo che se non fosse per la sua
scaltrezza, staremmo ancora rincorrendo stupidi gatti. Come al solito
mi tocca sedare le risse delle mie compagne, non che migliori amiche,
Neko e Rukia.
È bastata la notizia del vecchio a far scatenare una rissa
in piena regola. Sono proprio irrequiete. Se non le conoscessi da tutta
la vita, non capirei come fanno a considerarsi amiche!Rukia non sente
per niente il freddo e adora tutto quello che riguarda inverno e neve,
quindi per lei questa missione è un invito a nozze!
Al contrario Neko adora il caldo, e per lei questo viaggetto in
Antartide è un calcio sui denti, e lei è abituata
a darli, non a riceverli. Rukia, presa dall'eccitazione ha fatto un
pò troppi commenti entusiastici e ha scatenato l'ira funesta
di Neko. Come se non sapesse della sua scarsissima pazienza!
Comunque stavolta mi è bastato uno scappellotto a testa per
farle smettere, e uno dei miei soliti commenti. Hanno avuto effetto
quasi subito, grazie al cielo. Devo dire che nonostante tutto, mi sono
abituata a metter pace tra le due, anche perchè in
realtà si vogliono bene, e sono rare le volte che litigano
seriamente. Si divertono a punzecchiarsi,e io a guardarle bisticciare.
È la prassi. L'importante è impedire
loro di venire alle mani, sono capaci di devastare l'intero villaggio
se le lasci fare. Ehhh, come farebbe Konoha senza di me?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** cubo di rubik (il paese della neve parte 2) ***
Woooooow! siete
riusciti ad arrivare fin qui! Bene questo è il 3
giorno! Non è piu scritto a diario, ma c'è
comunque lo zampino di Nami!
Rubik's
cube
“Accidenti
a quel vecchiaccio! Toglietemelo dalle mani o lo faccio a polpette e
poi lo faccio mangiare a Tommy!!”. Erano in viaggio da due
soli giorni, e Neko era già sul piede di guerra. “
Eddai Neko, calmati! Non è niente di grave! È
solo un viaggetto nel paese della neve! Dobbiamo solo accompagnarlo! E
poi c’è sempre la speranza che qualche banda di
idioti attacchi briga. Non hai voglia di una bella scazzottata a regola
d’arte?” Questa era Nami che cercava di impedire a
Neko di uccidere l’oggetto della loro missione. Ma Neko-chan
non era proprio il tipo che si arrendeva facilmente, e le sue ragioni
doveva sbattergliele in faccia a tutti i costi, così
rispose: “Solo un viaggetto dici? Solo un viaggetto? Ci
stanno portando in una desolata landa di ghiaccio e gelo, senza nemmeno
farci tornare a casa a prendere i vestiti pesanti o farmi cambiare le
armi!!!! Non sono pronta per fare visita a Babbo Natale!!! Io soffro il
freddo accidenti!!!Lo sapete tutti, tutti quanti!!Passi per Rukia che
il freddo non lo sente nemmeno se la rinchiudi nuda in una ghiacciaia,
ma anche tu e Ritsukarudo vi ridurrete a due ghiaccioli
giganti!!!”. Ok, ora la pazienza di Nami andava dileguandosi.
Stava per esplodere e si vedeva: “ Appunto Neko! Anche io e
Ritsu siamo nella stessa condizione, ma non sbraitiamo tutto il giorno
dietro a quel povero tizio, che tra l’altro ci ha
già pagato, e se lo uccidi falliremo la prima
missione decente della nostra vita!!!! È questo che vuoi
Neko??”. Mamma mia che sfuriata! Neko stava per saltarle
addosso, quando Ritsukarudo e Rukia pensarono bene di intervenire.
Rukia tratteneva Nami e Ritsukarudo fermava Neko. “Avanti
Nami, non puoi perdere la tua proverbiale pazienza gia al secondo
giorno… Come faremo senza di voi se vi uccidete
ora?” “ Già Ritsu ha ragione! E tu Neko,
piantala di lamentarti. Troveremo una soluzione anche per i tuoi
vestiti, e per le armi, non capisco dove sta il problema! Tu sei
bravissima anche con quelle che tieni ora! O no?”.Le
ragazze non fecero in tempo a rispondere ai due membri
dell’Onu, che il loro sensei si intromise: “Basta
ragazzi! Siamo arrivati ad una cittadina. Faremo una sosta: andiamo a
mangiare e poi potrete avere un’ora per comprare il
necessario al viaggio. Forza andiamo!” ‘
Avrò un’ intera ora per bere un po’ di
sakè senza quei ragazzini tra i piedi! Che
goduria!!’. Questo era quello che la testa bacata di
Kuroishika riusciva a formulare in quel momento. Penoso, eh?
Va beh torniamo ai nostri ragazzi. Ormai si erano decisamente
calmati, e seguirono il sensei verso un ristorante di ramen che stava
nei paraggi. Appena entrati non poterono fare a meno di notare una voce
conosciuta che urlava: “ Un’altra scodella per
favore!” al cameriere di passaggio. I nuovi arrivati non ci
misero molto a capire che il fanatico del ramen, Naruto Uzumaki in
persona, stava mangiando li. Così si avvicinarono per
salutarlo, e lo trovarono in compagnia
di…”Neji!!” esclamò Nami
“Nami!” rispose il
fratello,“Kiba!”, questa era Rukia
“Rukia!” disse Kiba, e ci fu un coro di
“Che ci fate qui?” . Ok, per capirci: al tavolo di
Naruto c’erano anche Neji Hyuga, fratello maggiore di Nami, e
Kiba Inuzuka, fratello maggiore di Rukia. I tre erano stati
mandati in missione da Tsunade per recuperare dei documenti che erano
stati trafugati di recente dal suo ufficio. Naruto , Neji e Kiba non
erano esattamente una squadra affiatata, ma i membri delle
loro relative squadre erano occupate in altre missioni, e loro erano
gli ultimi shinobi rimasi al villaggio… “Neji si
può sapere che ci fai qui? Mamma mi aveva detto che dopo il
tuo risveglio dal coma saresti rimasto per un po’ a riposo!
Dovresti essere a casa!”.Nami era un po’
sconcertata dalla presenza del fratello. Dopo la missione di recupero
di Sasuke, durante la quale Neji era rimasto gravemente
ferito, era rimasto in coma per quasi due settimane, facendo
preoccupare oltre ogni limite madre e sorella. Al suo risveglio, come
era prevedibile, era stato messo a riposo dai ninja medici, ma a quanto
pare il ragazzo non aveva molta voglia di oziare.
“Senti Nami, non fare la sorella apprensiva! Mi ci ha mandato
Tsunade in persona in missione,e se lo dice lei che posso
farlo,tu non puoi certo impedirmelo!” “Ok ok fai
come ti pare!” e con un’ alzata di spalle Nami
chiuse la faccenda. “Allora ragazzi, che fate ancora in
piedi, sedetevi !” disse Kiba. Così unirono due
tavoli e presero posto: Nami di fronte a Neji,Rukia di fronte al
fratello e di fianco a Naruto, che tutto preso dal ramen li
aveva a malapena salutati. Quando anche Kuroishika e il
vecchio si sedettero, il cameriere prese le loro ordinazioni.
Rukia prese una porzione doppia di ramen, che avrebbe fatto spavento a
chiunque, ma chi la conosceva sapeva bene che l’unico che
forse poteva farle concorrenza in questo campo era proprio
Naruto. Dopo qualche minuto i piatti furono serviti, ma prima che i
ragazzi riuscissero a prendere in mano le bacchette, Rukia e Naruto
urlarono: “Un'altra ciotola, per favore!”, in
totale sincronia. All’improvviso un soffio di vento gelido
calò sul ristorante, mentre Rukia e Naruto si
scoccavano sguardi assassini.”La porti prima a me!
C’ero prima io!” disse Naruto, “Che vuol
dire che c’eri prima tu!! Io ho più fame di
te!” rispose Rukia. “Ah si eh? Allora facciamo una
gara! Chi mangia più ciotole di ramen vince!”
lanciò la bomba il biondino, “E va bene! Ci sto!
Cameriere, un’altra porzione per me!” rispose la
ragazza, raccogliendo la sfida. “Avanti ragazzi non vi
sentite ridicoli?” disse Neji, con la sua solita faccia che
sembrava dire al mondo “è destino che io non mi
diverta mai!”.Allora Nami disse: “Sapete,
è strano che sia proprio io a dirlo, ma Neji ha ragione!
Quanti anni avete oggi, sei?”.Con uno strano ghigno,
Ritsukarudo disse:”Via Nami, non fare la guasta feste!
Lasciali fare! Sai anche tu com’è fatta Rukia e
quant’è competitiva! È solo una gara a
suon di ramen, che vuoi che succeda?”. Nami, con uno sguardo
eloquente, gli rispose: “Dì la verità,
Ritsu! Tu vuoi solo divertirti a vedere come andrà a
finire!Sbaglio forse?” .La risposta del ragazzo non si fece
attendere: “ Perspicace come sempre, eh Nami?”.
Mentre Nami si arrendeva alla “momentanea” idiozia
dei suoi amici,Neko, che si era limitata a scuotere la testa
e sbuffare disse: “Ragazzi, è inutile che
discutiate se darle il permesso o no, perché nel frattempo
lei e il biondo hanno gia iniziato a ingozzarsi!! Che roba!”
Così Nami e Ritsukarudo si voltarono verso i due sfidanti, e
poterono notare che avevano già consumato una
decina di scodelle a testa… e non accennavano ad
arrendersi!”Hai ragione!” dissero in coro Nami e
Ritsukarudo.
Ormai erano passati venti minuti buoni dall’inizio della
sfida. Tutti avevano gia finito di mangiare il primo e il secondo
piatto e stavano gustandosi il dolce… tutti meno i due
maniaci del ramen. Vicino a loro si ergeva un’imponente torre
di scodelle vuote, erano alla pari con l’incredibile cifra di
ventisei ciotole a testa. Ne rimaneva solo una. Una soltanto e uno dei
due sarebbe stato il vincitore. I due concorrenti erano allo stremo:
Naruto ormai era praticamente già caduto nel coma
post-scorpacciata e giaceva con la faccia premuta sul tavolo, mentre
Rukia si teneva lo stomaco, gonfio e colmo di ramen che sembrava dover
scoppiare da un momento all’altro. Si guardarono come a
dirsi: “Pur di sconfiggerti, morirei di indigestione senza
problemi!” alzarono lo sguardo per prendere
l’ultima porzione….”Ma come?
Dov’è finita la nostra ultima
ciotola?”…fu allora che tutti si accorsero che
Gasorin, l’amato cagnolino di Rukia, era impegnato
a divorare la loro famosa ultima scodella. E così
l’odissea del ramen si concluse in parità, e
quindi gli sfidanti furono dichiarati idioti a pari merito. Vedendoli
svenuti sul tavolo, in versione
“pennichella-del-dopo-pranzo”, Neji chiese:
“Accidenti Nami, io sto con Naruto da poco più di
due giorni e già lo voglio uccidere…Tu come fai a
sopportarla tutti i giorni? Sono identici! Non ti invidio per
niente!” e Nami, con aria di rassegnazione rispose:
“Sai Neji, me lo chiedo da anni, ma ancora non ho trovato
risposta. Sarà che ormai ci ho fatto
l’abitudine!”.
Dopo che Neko e Kiba furono riusciti a far rinvenire Rukia e
Naruto, i due gruppi si salutarono e presero strade diverse. Appena
fuori dal ristorante , Kuroishika disse: “Bene ragazzi. Ora
ci separiamo. Io andrò in quel locale laggiù e ci
rimarrò per la prossima ora. Voi fate quello che vi pare. Ci
rivediamo fra un’ora e dieci minuti all’entrata del
villaggio. Tutto chiaro?”. I ragazzi annuirono e il gruppo si
divisero.
Mentre camminavano distrattamente per la strada principale del
villaggio,la giovane Hyuga disse: “Alza gli occhi rabbiosi da
terra e gioisci Neko!!! Negozio d’abbigliamento a ore
tre!” Fu così che per la prima volta dopo due
lunghi giorni, Neko-la pentola di fagioli-chan fece un gran sorriso e
trascinò le sue amiche nel negozio di vestiti che Nami aveva
prontamente avvistato.
Per Rukia gli acquisti si limitarono ad un mantello nero e un
paio di anfibi, con cui, secondo lei, avrebbe”preso
meglio a calci eventuali aggressori”. Nami
comprò un giubbotto di un blu molto scuro, lungo fino alle
ginocchia, piuttosto largo e comodo per potersi muovere liberamente in
caso di necessità, una felpa pesante con cappuccio
e un paio di stivali impermeabili, perché “se
c’è una cosa che mi da fastidio è
bagnarmi i piedi con la neve!” era la sua giustificazione.
Anche Ritsukarudo comprò un lungo mantello nero
e degli anfibi, ma acquistò anche una spessa
maglia nera con un passamontagna incorporato, per non doversi portare
dietro anche sciarpa e accessori di questo tipo…in caso di
attacco avrebbe fatto tutto a fette in meno di un secondo comunque!
Quanto a Neko, la sua mania di vestire a strati colpì ancora
una volta: oltre allo scamiciato che già portava, prese
anche una dolcevita nera, che pesante è dire poco e una
maglia a scalda cuore. Il tutto accompagnato da un paio di stivali con
un leggero tacco. Avevano comprato indumenti invernali in piena estate,
suscitando la curiosità di tutto il negozio. Ma quello che
sorprendeva più che altro era l’espressione
giuliva che Neko portava in giro, soddisfatta del fatto che, anche se
aveva dovuto rinunciare alle sue adorate armi, che non aveva potuto
cambiare, almeno non poteva più lamentarsi di dover morire
di freddo per colpa del vecchio, con somma gioia di Nami e Ritsukarudo.
Ma zittita una, ecco che cominciava un'altra.
“Che diamine ci facciamo ancora qui? Muoviamoci! Non serve a
nulla perdere tempo qui!Dai, dai,dai, voglio arrivare il prima
possibile!” disse Rukia, in preda a una crisi da
sovraeccitazione. Come un lampo, Nami le tirò uno
scappellotto che, se non avesse avuto la testa più dura del
cemento armato, gliel’avrebbe fracassata, e le disse:
“Adesso basta Rukia! Ci siamo fermati per l’ovvia
ragione che noi siamo umani e soffriamo il freddo, e quindi ci
servivano i vestiti pesanti. Piantala di fare la bimba
petulante!” , e Neko, che godeva delle sgridate che Nami
distribuiva quotidianamente a Rukia, le fece la linguaccia e le disse:
“Via Nami-chan, non dire assurdità!Rukia non
può fare a meno di fare così! È solo
un cucciolo di cane! Che pretendi da lei!”. Senza che Nami
facesse in tempo ad agguantarla, la piccola Inuzuka si
lanciò addosso a Neko-chan, e presero a lanciarsi shuriken a
tutto spiano. La Hyuga, che quel giorno sembrava proprio a corto di
spirito di sopportazione, lanciò uno sguardo
d’intesa a Ritsukarudo, che l’aiutò a
dare uno scappellotto a testa alle due kunoichi assassine che avevano
di fronte. “Mi correggo ragazze! Le bambine qui
sono due! Ma guarda te! Oggi mi tocca fare la baby-sitter!!
Mi sembra di stare all’asilo!” prese fiato e
continuò, apostrofando Ristukarudo, che se la rideva alla
grande: “E tu Ritsu, non sei affatto di aiuto! Che hai da
ridere, si può sapere?” e il ragazzo, ancora
ghignando rispose: “Nulla Nami-chan, pensavo solo
che è destino che tu ti comporti così!”
. Fu così che anche Ritsukarudo ricevette
l’ennesimo colpo in testa della giornata, da
un’alterata Nami, che urlava: “Non ti ci mettere
anche tu ora con la storia del destino! Che c’è,
mangiando con Neji hai preso il suo morbo del “il destino
è gia scritto! Era destino che fosse
così”?
Una volta pagati i vestiti acquistati (e tutti i danni provocati dalle
due kunoichi assassine), i ragazzi uscirono dal negozio e ripresero a
camminare per la via principale, guardando le varie bancarelle del
mercato. Ad un tratto lo sguardo di Nami fu attirato da una bancarella
di giocattoli, dove ne aveva scorto uno che le pareva familiare,
così disse “Ehi ragazzi venite qui! Questo gioco
lo conosco! Si chiama cubo di Rubik, è un rompicapo! Voglio
comprarlo!” Neko guardò Rukia e le
sussurrò: “Meno male che siamo noi le
bambine!”. Purtroppo per Neko, Nami aveva un buon udito, e le
urlò:”Ti ho sentitaaaaaa!!!!”,
“Beccate in pieno!” fu il commento divertito di
Ritsukarudo. Quando Nami li raggiunse con il pacchetto in mano, era ora
di raggiungere il sensei e il vecchio alle porte del villaggio. Dopo
averli ritrovati, ripresero il cammino verso il villaggio della neve.
Dopo una mezz’oretta, Neko chiese a Nami:
“Allora Nami, vuoi spiegarci cos’è che
hai comprato?”. Nami le rispose:”Certo
Neko. Si chiama cubo di rubik. Vedi, le facce sono composte da piccoli
quadratini colorati. Dopo che viene scomposto, bisogna muoverli in modo
da ricomporre le facciate tutte con lo stesso colore. Hai
capito?”, “Certo, fammi provare!”,
rispose prontamente Neko, facendosi passare il cubo colorato. La
ragazza ci provò per un quarto d’ora buono, ma
già dopo due minuti la si poteva sentire mentre imprecava e
minacciava di morte il povero cubo. Alla fine disse. “Oh
basta, è impossibile! Ci rinuncio!Tieni” e lo
passò a Nami. Allora fu il turno di Rukia: “Me lo
passi per favore, voglio provare anch’io!”
così il rompicapo passò nelle mani della ragazza,
che dopo dieci minuti chiese, brandendo un kunai con aria minacciosa:
“Senti Nami, perché non lo distruggiamo e poi lo
ricostruiamo nell’ordine giusto?”, allora Nami
glielo tolse di mano e disse: “Ma no Rukia, proviamo
ancora!”. Allora fu il turno della kunoichi dagli occhi
bianchi, ma senza successo. Dopo una mezz’oretta di
tentativi, Ritsukarudo si avvicinò alla ragazza e le chiese:
“Posso provare anch’io Nami-chan?”, lo
prese in mano e, sotto lo sguardo stupefatto e incredulo di Nami, Rukia
e Neko, in poche mosse risolse il gioco, dicendo:”Ma
è semplicissimo!Uh? Ragazze perché mi guardate
così?” Rukia e Nami gli
stavano lanciando sguardi omicida, e Nami disse: “Rukia,
passami il kunai”, e Ritsukarudo allora
domandò:”A che ti serve il kunai? Ormai
l’ho risolto il cubo!” e Nami con sguardo
assatanato disse: “Oh ma non è affatto per il
cubo!”. Colto il messaggio di morte, Ritsukarudo
abbandonò il famoso cubo di rubik e si dileguò
urlando: “Oh com’è tardi!Ho un impegno
urgente! Ci vediamo!”.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Quarto giorno ***
Quarto giorno
In
un prato verde, vedevo tantissimi puntini rossi. Camminavamo tutti e
quattro in fila cercando di non pestarli, quando una papera ci
disse:”Non pestateli sono degli esplosivi!!”
…allora ho detto a RItsukarudo: “Ma non vedi che
è un coniglio!!Ha persino la
proboscide!!!”…ad un certo punto Nami mi
fece:” Oddio, il prato sta diventando
viola!”… ci guardammo tutti in faccia
e…..
“SVEEEGLIAAA!!”.Da un agglomerato di coperte
apparse la testa arruffata di Rukia, che osservava Nami con
quell’attenta espressione che si ha appena svegli.
“Svegliati, è ora! Dobbiamo andare e manchi solo
tu!” disse scazzata Nami, già pronta per andare a
fare colazione.
“E’ mattina.”
“Sì!”
“E’ ora di alzarsi.”
“Sì!”
“E’ già sorto il sole.”
“Sì! E muoviti altrimenti per colazione non
troverai più un…”, ma Nami non aveva
fatto in tempo a terminare la frase che Rukia era gia scesa, si era
lavata, vestita, aveva ritirato il futon ed era gia seduta al tavolo
dove sarebbe stata servita la colazione. ‘Questo metodo
funziona sempre … dovrei registrare io il messaggio della
sua sveglia..sua madre non dovrebbe nemmeno più chiamarla
…’ pensò Nami, abituata a fungere da
sveglia-smuovi-ritardatari. Nami seguì Rukia in sala da
pranzo, raggiunta poco dopo da Neko e Ritsukarudo, di ritorno dai loro
allenamenti mattutini. Si sederono a tavola e poterono osservare una
scenetta destinata a ripetersi ancora, e ancora, e
ancora…infatti, all’altro capo del tavolo, il
vecchio stava animatamente discutendo con…no, aspettate, non
era una discussione, era un monologo, perché il vecchio
parlava con un Kuroishika in trance, che annuiva nel sonno, quasi come
fosse un tic nervoso. A Neko uscì quasi il latte dal naso,
quando Rukia e Nami glielo fecero notare. Ritsukarudo invece fissava
come ipnotizzato il centrotavola, che era un invitante composizione di
vari tipi di frutta secca, tra cui spiccavano delle enormi noccioline.
Era un po’ preoccupante, a dire il vero. Così
Rukia, che neanche a dirlo, era una fan appassionata della frutta
secca, con la bocca stracolma di noccioline giganti
chiese:”Ritsu-kun, non ne vuoi un po’? Sono davvero
ottime!”, Ritsukarudo sembrò svegliarsi in quel
momento, perché prese a scuotere convulsamente la testa e a
balbettare frasi sconnesse tipo: “ Noooo no no no!!! Sono
tremendamente allergico!” oppure “Solo se volessi
suicidarmi!Sono estremamente
allergico!”…purtroppo, nessuna delle amiche seppe
dire quale delle due frasi aveva pronunciato, per via
dell’incredibile velocità che aveva preso la sua
testa, che a furia di scuotere così, secondo Rukia,prima o
poi si sarebbe svitata e rotolata sul tavolo, vicino alle odiate
noccioline.’Sarebbe stato uno spettacolo
interessante’ pensarono in coro le tre compagneros. Proprio
quando Ritsukarudo sembrava essersi calmato, e riprendere a mangiare
come i comuni mortali, lo videro afferrare con decisione una fetta
biscottata dal piatto in mezzo al tavolo, portarsela alla bocca e
farfugliare, con la bocca piena: “Buonissima questa
cioccolata!È molto diversa da quella che mangio di
solito!”.
Successe tutto in un attimo: Ritsukarudo cadde all’indietro
dalla sedia, in preda ad uno shock anafilattico, senza riuscire a
respirare, mentre gli altri accorrevano per capire cosa fosse successo,
e trovare il modo di farlo rinsavire.
60: i minuti che furono necessari per farlo riprendere a respirare
normalmente.
60: i minuti che furono necessari per fargli passare lo spavento, e
fargli riacquistare il dono della parola.
30: i minuti che furono necessari per spiegargli che sì, la
NUTELLA contiene le nocciole.
All’alba delle dieci, finalmente decisero di lasciare la
locanda e dirigersi verso la cittadina in cui si trovava il porto, che
distava da lì una decina di chilometri. Starete sicuramente
pensando: “Ma con un vecchio a seguito faranno notte di
nuovo, prima di arrivare a vedere il molo!”. E invece no,
perché si da il caso che i nostri amici (in particolare
Neko, che sembrava avere una gran fretta di arrivare a destinazione),
non avevano certo voglia di farsi rallentare così,senza
nemmeno tentare di ovviare al problema.
FLASHBACK
“Mamma mia ma che due maroni!!!!Ragazzi, a questa
velocità siamo stati sorpassati persino da quella lucertola
di poco fa!!!” urlò Neko a pieni polmoni, mentre
per l’ennesima volta si lamentava della lentezza
d’andatura. Guardò Rukia, che trotterellava felice
con al fianco Gasorin, fischiettando allegra come una pasqua
“Jingle Bell” in piena estate, e non
poté più contenersi: “Se almeno la
cagna qui presente la smettesse di cantare assurde canzoncine natalizie
in pieno agosto, potreste ascoltare meglio le mie osservazioni sulla
nostra esasperante,indecente, quasi paradossale lentezza!! A quel punto
magari potreste darmi ragione e farmi capire che ALMENO mi stavate
ascoltando! Invece no, continuate imperterriti a camminare al passo di
una balena spiaggiata!!! E tutto per seguire il ritmo della tartaruga
più lenta dell’ovest!!!”
strillò Neko, indicando con l’indice il povero
vecchio. Rukia posò gli occhi su di lei, e con fare non
molto interessato, ma decisamente frizzante disse: “Oh
insomma Neko! Non ti va mai bene niente, eh? Non sei felice di andare
in un paese affascinante come quello della neve? Ghiaccio, neve,slitte,
vento gelido, e poi stalattiti pericolanti in grotte assassine che non
aspettano altro che uno starnuto per crollarti
addosso…”…”Assolutamente no,
razza di rimbambita! Io odio quel paese con tutta me stessa, ma la cosa
è resa ancora più insopportabile dal ritmo di
marcia che abbiamo assunto! Ci manca solo il carro nero, e poi possono
tranquillamente scambiarci per la processione di un
funerale!”, ma Rukia già non l’ascoltava
più, perché aveva preso a canticchiare sottovoce
“We wish you a merry Christmas”. Nami, che si era
divertita ad osservare la scenetta, decise di dire la sua: “
Neko, non è carino continuare a rimarcare la lentezza del
gruppo, e ad imputarla al vecchio! Se fosse abbastanza svelto da
accelerare il passo, lo sarebbe anche per potersi difendere da solo!
È proprio grazie a questo che finalmente ci hanno
fatto uscire dal Paese del Fuoco!Non puoi sempre rinfacciarglielo,
poverino, o finirai per offenderlo, lui si lamenterà con
l’Hokage, e dopo, Tsunade, chi la sopporta
più????”.
“Ragazze, ma perché vi scaldate tanto? Se
è solo la velocità del passo che vi preoccupa, io
avrei avuto un’idea!”… Calò
improvvisamente il silenzio, momento più che raro per quel
gruppo. Istante in cui Nami e Neko si guardarono, poi si voltarono
verso Ritsukarudo, e con tutto il fiato possibile gli
urlarono:”E ce lo dici soltanto adesso????”.
Ritsukarudo parve un po’ scosso a Rukia, quando lo vide
avviarsi verso la foresta per recuperare un po’ di rami che
servissero alla loro causa. Infatti Ritsukarudo aveva avuto la
brillante idea di costruire una specie di portantina a spalla, che,
posizionata sulla schiena, avrebbe permesso il trasporto del vecchio
con un andatura adeguata alle loro esigenze. Rimaneva solo un problema
ora…chi avrebbe portato il vecchio in groppa?
Per decidere chi avrebbe detto a Kuroishika la favolosa
novità, ovvero che sarebbe stato lui la “colonna
portante” della missione, giocarono alla morra cinese. Come
al solito, quello sfigato di Ritsukarudo cannò il turno, e
quindi le amiche si godettero la scena da dietro le sue spalle. Eh
sì, la faccia di Kuroishika alla scoperta della sorpresona,
non aveva prezzo!
FINE FLASHBACK
Erano quindi riusciti a partire alla volta del porto, e
l’andatura era molto sostenuta, così riuscirono a
zittire Neko. Ma la ragazza non fu l’unica ad essere zittita
quel giorno. Infatti regnava uno strano silenzio, una voce familiare
era muta quel giorno…il vecchio dormiva. Non era un sonno
naturale, certo, però dormiva. Sulle spalle di Kuroishika,
il nonnetto biascicava qualcosa nel sonno, incessantemente, per non far
perdere al sensei l’abitudine alle chiacchiere. Non crediate
che dorma per via dell’età, a quello ci aveva
pensato Rukia, l’addetta ai veleni… e ai sonniferi.
FLASHBACK
“Rukiaaaaa!”, urlò il sensei a pieni
polmoni. Rukia comparve sulla veranda della locanda dove stavano
soggiornando. Erano più o meno le undici di sera, e
Kuroishika l’aveva chiamata così forte che lo
avrebbero sentito anche in Patagonia, cosa insolita per mister
“Seccature, non ho voglia di urlare!Costa troppa
fatica!”. “Rukia, mi è stato detto,
quando mi hanno fatto vedere le vostre schede, che tu sei
l’esperta di sostanze nocive, dei veleni insomma.
È vero?”. Rukia lo guardò con aria
dubbiosa e curiosa, e rispose:”Sì, sì
è vero. Ma chi vuole avvelenare?”, “Il
vecchio”…Rukia sgranò gli occhi e
urlò :”Il vecchio??? Lei vuole uccidere il
vecchio??? Ma si è rincretinito tutto d’un
botto???”, “No no che hai capito! Non devi
ucciderlo, devi solo somministrargli un sonnifero che lo faccia dormire
durante il viaggio, tutto qui!”. Rukia era perplessa:
“Scusi ma perché vuole addormentarlo?”,
“Non dire così, sembra di dover sopprimere un
animale! E comunque è colpa sua! Parla tanto, tantissimo,
troppo!Lui e il quattrocchi mi fanno impazzire, ce li ho attaccati alle
orecchie! Non lo sopporto più! Aiutami, ti
prego!”.Rukia rimase un po’ interdetta, lo
fissò per dieci secondi, e poi scoppiò a ridere
come una pazza. Poi gli disse: “Va bene, non
c’è problema, ne ho gia alcuni pronti. Non credevo
che fosse così disperato, sensei! E quando glielo devo
dare?”, “Domani, dopo colazione, prima di partire
per il porto.”, e Rukia :”Va bene, sarà
fatto!”.
IL GIORNO DOPO
“Salve signore, tutto bene?” chiese Rukia al
vecchio della neve, che riposava in giardino, dopo aver fatto
colazione. “Tutto bene, tutto bene, ragazza. Grazie per
l’interessamento!” “Le ho portato una
tazza di tè. Ho pensato che potesse farle
piacere!” “Oh, grazie figliola,lo berrò
volentieri un po’ di tè!”.
Così il vecchio prese la tazza e assaggiò la
bevanda. Ne bevve due sorsi,poi disse:” Questo tè
è molto buono, particolare, ha un sapore strano, ma
piacevole. Però mi
sta…venendo…sonno…”. Il
vecchio era crollato in un sonno profondo e rilassato. Rukia
lo sollevò senza fatica e lo portò
all’interno della locanda, dove lo sistemò sulla
portantina di Kuroishika, per riprendere il viaggio.
FINE FLASHBACK
Dopo un’oretta di corsa, in quel perfetto silenzio che
caratterizza i viaggi ninja, arrivarono nella cittadina che dava sul
mare. Non era molto grande, l’intonaco delle case era
scrostato dall’aria salmastra,i tetti, poco spioventi, erano
arancioni, e coperti da reti da pesca. Nella via principale, il mercato
era in piena attività,e , ovviamente, il pesce era il
prodotto dominante, fresco e di ottima qualità. Quando il
gruppo arrivò al villaggio, i pescatori stavano tornando
dalla battuta di pesca del primo mattino, per vendere il pesce al
mercato. Così , non avendo bisogno di comprare nulla, si
diressero direttamente al molo, per acquistare una barca. Kuroishika
disse:”Voi ragazzi aspettatemi qui, col vecchio, io vado a
contrattare per una barca decente. Non interferite, state qui buoni
buoni e non seccatemi come vostro solito!Sono stato chiaro?”
chiese guardando Rukia.”Cristallino!” rispose lei.
Il sensei partì spedito verso una baracca piuttosto animata,
che sembrava avere delle imbarcazioni adatte alla missione da vendere.
Quando fu ben distante dal poter udire i ragazzi, questi si guardarono,
e Nami disse: “Stavolta vado io. Prevedo guai per questo
acquisto. Ci è capitato il sensei più taccagno
del paese!”, fece l’occhiolino ai suoi amici, e
sparì dietro al loro maestro. Si nascose dietro alla baracca
e osservò il sensei all’opera.
All’interno, dei pescatori giocavano d’azzardo:
alcuni ai dadi, alcuni alla morra per soldi, ma Kuroishika era intento
a discutere animatamente con un omone che giocava alle tre carte. Da
quello che Nami era riuscita a sentire, quel tizio voleva una cifra
spropositata per una bagnarola, e Kuroishika non voleva cedere, anzi
tentava di trattare un prezzo accettabile. La ragazza si
guardò intorno, e vide una barca perfetta per loro, ma che
valeva ben più di quello che avevano, però le
venne in mente un’idea. Uscì allo scoperto e si
avvicinò a Kuroishika. “Mi scusi sensei. Ho
bisogno urgentissimo di parlarle!” e la risposta fu:
“Cosa ci fai qui? Avevo detto di non venire a
seccare! Sto contrattando!” “Sì, e con
scarso risultato!”, disse la Hyuga, poi si rivolse al
pescatore e disse:” Giochiamo alle tre carte. Se vinco io,
lei ci darà quella barca laggiù, quella con l
‘albero maestro più alto. Se invece perdo le
daremo tutti i nostri soldi. Ci sta?”.il pescatore
scoppiò a riderle in faccia e poi le disse:”
Dì un po’ ragazzina, quanti anni hai? Lo sai che
questo è gioco d’azzardo? Ci tieni proprio a
rimanere al verde?”, e lei rispose: “E lei ha paura
di perdere contro una ragazzina? Complimenti, cuor di
leone!”. Gli occhi dell’uomo si ridussero a due
fessure, e ringhiò: “Va bene mocciosa! Trova il re
di cuori, e ti darò l’atto di proprietà
della barca!” . Il pescatore prese le tre carte, le
mostrò il k di cuori, poi inizio a rimescolarle velocemente,
sempre più veloce, tanto che nemmeno lui sapeva
più dove fosse il re. Sicuro di vincere il gruzzolo,
disse:” Avanti, dov’è il re?”,
e Nami senza battere ciglio indicò quella a destra:
“È questa”; la girò e
rivelò effettivamente il K di cuori. Tutti i presenti ci
rimasero di stucco, ma più di tutti l’uomo e
Kuroishika. Il perdente fu così costretto a cedere
l’atto di proprietà, e Nami, con un sorrisone
sornione, tornò col sensei dai suoi amici. “Alla
buon’ora eh? Vi eravate persi? Che hai da sorridere
così tu?” chiese Neko a Nami. Kuroishika rispose
per lei: “Sorride perché ci ha rimediato la barca
migliore del porto giocando d’azzardo, ecco che
ha!”, poi guardò Nami e le chiese:” Si
può sapere come hai fatto? Hai usato il
Byahkugan?” e lei rispose:”No, ho tirato a
caso!” si mise a ridere allo sguardo incredulo del maestro,
poi disse:”Scherzo dai! Non avrei mai rischiato
così tutti i nostri soldi! Ho seguito i movimenti della
carta e ho visto tutti gli spostamenti.” “Evvai
Nami sei grande!” disse Rukia battendole il cinque.
Così si incamminarono verso la loro nuova nave. Andarono
subito sotto coperta a prendere possesso delle cuccette. Viste le
cabine, Ritsukarudo disse:” Beh ragazze, direi che la
più grande spetta a Nami, che dite? Se la merita
no?”. Neko e Rukia annuirono insieme, Nami
ringraziò, e poi i quattro tornarono sul ponte, e
raggiunsero Kuroishika al timone. Una volta lì Rukia
chiese:”E ora che si fa?” e il maestro
disse:” Salpiamo è ovvio.
Tu…mmm…Ritsukarudo, giusto? Leva
l’ancora. Tu cane, recupera le cime. Voi due
ragazze invece spiegate le vele. Ah, tu Nami rimani lassù di
vedetta. Di tanto in tanto ispeziona i dintorni col Byahkugan.Ok?
Forza, andate!”. In men che non si dica, i ragazzi
scattarono a eseguire gli ordini. Gestire una nave non era poi quella
gran fatica per dei ninja, ma il bello doveva ancora arrivare.
QUELLA SERA…
La situazione era molto promettente: erano salpati ormai da qualche
ora, era tardo pomeriggio, il sole tramontava dietro
l’orizzonte, il mare placido e piatto dondolava dolcemente la
nave, e tutti i membri del gruppo si godevano il tranquillo viaggetto
in mare aperto… tutti tranne Ritsukarudo. Infatti, se Nami
stava di vedetta, Neko era addetta alle vele e stava abbarbicata su
un’albero a poppa, Rukia seduta in posa plastica sulla prua,
lui era aggrappato alla balaustra del ponte, era verde in viso, e non
prometteva nulla di buono. Ritsukarudo si avvicinò
barcollando a Rukia, come se il legno del pavimento fosse in
realtà gelatina (in una perfetta imitazione di Adelina e
Guendalina Bla Bla, vedi “Aristogatti”), si sedette
vicino a lei e prese a guardare nella stessa direzione. Poi lei si
voltò, e gli chiese,con un sorrisone sognante: “
Non è bellissimo?”… purtroppo, per
quanto Ritsukarudo avesse in realtà un’ animo
poetico e sensibile, in quel momento la sua massima preoccupazione era
impedire al suo stomaco di fuoriuscire dalla bocca, insieme al suo
contenuto. Quindi rispose, con aria sofferente, e spirando le parole
come se fossero le ultime: “
Sì…bel-bellissimo…”, Rukia
lo guardò con occhi innocenti e gli chiese: “Non
stai bene Ritsu? Hai uno strano colorito…” e lui:
“Mah, sarà colpa di quella diabolica sostanza che
mi avete fatto ingerire con l’inganno
…”, “Ah, la Nutella!”
,“Sì, proprio lei …la mia acerrima
nemica…”. Poi l’espressione di
Rukia si trasformò in una preoccupata e dispiaciuta, e gli
chiese: “Via, un bacino e passa tutto! ”
schioccandogli un bel bacio sulla guancia!…Ritsukarudo
diventò prima rosso porpora, poi viola, poi tornò
al solito verde, preso da un nuovo attacco di stomaco. Povero,piccolo
Ritsukarudo! La Nutella l’aveva proprio distrutto! Intanto
Nami urlò, dalla cima dell’albero maestro:
“Arriva gente! Pirati,sono pirati!” e Kuroishika:
“Sei proprio sicura? Sarebbe davvero una
scocciatura!”, “Guardi,brutte facce sdentate,
omaccioni tempestati di tatuaggi, una bandiera nera munita di teschio
in cima, direi di sì, sono sicura, sono pirati!!!!”
Kuroishika organizzò subito l’equipaggio e i suoi
allievi: “Ritsukarudo vai a poppa con Neko; Nami stai qua con
me e il vecchio; i due cani a prua e mi raccomando, non distruggete la
nave – guardando male Rukia- se volete disintegrare tutto
andate sulla nave dei pirati!”. La nave dei pirati
impiegò circa dieci minuti per arrivare. I nostri eroi,
appena il veliero si fu avvicinato e iniziarono a salire i primi
corsari, non tardarono a contrattaccare: Nami, utilizzando la rotazione
suprema e il Junken riusciva ad attaccare, e contemporaneamente
proteggere il vecchio. Neko combatteva sia con le spade che a
mani nude, lasciando dietro di sé una scia di feriti e
semicadaveri , poichè lei non si preoccupava di tramortire
il nemico, ma faceva in modo che non si alzasse
più. Ritsukarudo se la cavava egregiamente grazie alla sua
tecnica delle ossa, finché il suo colorito non
passò dal verde pisello a un colore che avrebbe fatto
invidia alle vittime di CSI New York,e non fece in tempo a sporgersi
dalla balaustra, che vomitò l’intero pranzo, e
forse anche parte della colazione. Il pirata che stava combattendo con
lui prese a ridere convulsamente, e Ritsukarudo, tra un conato e
l’altro, ne approfittò per stenderlo come un
tappeto a primavera, e gli disse:”Bada, che ho uno stomaco
in subbuglio, e non ho paura di usarlo!!!”, da quel
momento, i pirati presero a evitarlo. ‘Chissà
perché ora non mi attaccano
più..mmm…no…ancora…’.
Ritsukarudo stava pensando ciò, quando i suo problemi
gastrici gli impedirono di fare persino quello. Intanto,
dall’altra parte del ponte, Kuroishika aveva notato il grande
affluire di pirati che attaccavano Neko, come se li ci fosse solo lei.
Così andò a controllare, e trovò un
Ritsukarudo semisvenuto a terra, pallido come un cencio, che
borbottava:”Guarda te sti sciagurati! Codardi! Se ne sono
andati mentre combattevano….questa è proprio
una…una…Bluoahh…oh mamma, basta,
fermate il mondo, voglio scendereeeeee!!!”. Kuroishika
allora, guardò verso prua, e non trovando Rukia nei paraggi
si allarmò:” Ritsukornuto…no
Ritsukanuto…ohhh, tu col mal di mare! Che fine hanno fatto i
due cani?”, e Ritsukarudo, lo sguardo vacuo e perso:
“ Chi? Ah parla di Rukia! Ha detto che lei le aveva ordinato
di devastare la nave del nemico, così si è
defilata quasi subito….e ha fatto un arrembaggio ai
pirati…mmm”. Ora che ci faceva caso, il sensei si
rese conto che, in effetti, le urla di dolore e disperazione,
l’odore di bruciato, e i continui tuffi in mare, venivano
dalla nave avversaria, dove sul ponte spiccava la sadica figura di
Rukia, che con Gasorin, abbatteva un nemico dietro l’altro
con il Gatzuuga e tempestandoli di kunai e carte bomba. Aveva
l’espressione del bambino a Natale: sollazzo e divertimento a
tutto spiano, questo esprimeva la sua faccia. Quella dei pirati invece
esprimeva il tormento dell’inferno dantesco, e imploravano i
suoi compagni di venirsela a riprendere, urlando che
sarebbero tornati da mamma, che avrebbero fatto i bravi
ragazzi…uno aveva perfino promesso a Nami i loro
bottini in cambio, se se la fosse ripresa …tutto per
togliersela dai piedi. Ormai, dopo solo mezz’ora, i pirati si
erano buttati tutti a mare, disperati per aver preso un sacco di
botte e non aver guadagnato un tubo. Rukia, dopo aver
sgominato gli ultimi poveri diavoli, che erano stati sconfitti in casa,
senza neanche andare in trasferta, tornò tutta pimpante
sulla loro nave, dicendo che si era divertita come poche volte nella
vita. Neko prese a contare le sue vittime, pressoché
svenute, e a gettarle in mare, dove venivano raccolti dai loro compagni
galleggianti. Nami, dopo aver fatto fuggire gli ultimi poveri tapini,
che non erano riusciti nemmeno a sfiorarla, si guardò
intorno, ed esclamò:” Ragazzi, ma
dov’è Ritsu??”. Fu allora che videro
Kuroishika sbattersi una mano in fronte e correre spedito a poppa,per
vedere se il quattrocchi era sopravvissuto al mal di mare,
che, feroce, l’aveva colpito nel mezzo del combattimento. Fu
così che Ritsukarudo fu soccorso, gli furono somministrate
le medicine contro la nausea da Rukia e fu messo a letto. Per lui
sarebbe stato un viaggio molto, moolto lungo.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=181052
|