Casa Payne

di _xheystyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 ***
Capitolo 2: *** #2 ***
Capitolo 3: *** #3 ***
Capitolo 4: *** #4 ***
Capitolo 5: *** #5 ***
Capitolo 6: *** #6 ***
Capitolo 7: *** #7 ***



Capitolo 1
*** #1 ***


CASA PAYNE








#1 





Dalla stanza si sentivano sfuocati i bassi della canzone in play, di tanto in tanto qualche urlo e la risata di una gallina rimbecillita. 
Si sentì squillare un iphone, la ragazza si avvicinò al comodino e il centro notifiche la informò dell'arrivo di un nuovo messaggio. 
“Non ti presenti alla tua festa? Harry x” sorrise leggendo il suo nome. 
Si voltò verso lo specchio, che si trovava proprio sulla porta che dava all'armadio. 
Era decisamente pronta, nel suo bel vestito azzurro, stretto e corto all'altezza giusta, più o meno a metà coscia, forse un po' meno che più. I lunghi capelli biondo naturale si coricavano dolcemente sulle spalle, fino a raggiungere il seno. La pelle chiare delle gambe e delle braccia era in mostra. Il viso corretto con del fondo tinta e mascara. Sorrise al suo riflesso. 
“Direi che sono pronta” annunciò al ragazzo seduto sul mio letto. 
Lo sentì sbuffare, “direi che era ora”. 
Sorrise alla sua reazione scocciata, si voltò verso di lui, divertita. 
“Lo so che mi ami”.
“Sappi che ti salvi oggi solo perché è la festa dei tuoi diciassette anni" disse, alzandosi dal letto e abbracciando la festeggiata. 
“Sei bellissima, come sempre”.
Sorrise dolcemente alle sue parole, “tu lo sei, Lou”. 
Louis Tomlinson è sempre stata quella persona che comunemente si definisce ‘migliore amico’, ma non amava nominarlo così perché per lei, quel ragazzo, era molto di più. Un compagno, un amico, un confidente, un diario segreto, un giornale di gossip. Louis era proprio la persona che tutti desideravano, la persona che veniva spesso creata nelle serie televisive e nei film, ma che solo lei aveva la fortuna di potergli stare accanto. 
Si allontanò dal suo abbraccio, guardandosi le scarpe. 
“Cos'hai, Tiff?” domandò. Lo guardò con un'espressione sofferente, per poi trasformarla in un sorriso storto. “Conosco quel sorriso, Tiff.”
Il suo ghigno si fece largo sul viso chiaro, e gli occhi s'illuminarono.
Si avvicinò al suo orecchio, “andiamo a fare casino e bere, Lou” gli disse, quasi sussurrando. 
Si allontanò e lo vide sorridere, un sorriso che tutti avrebbero chiamato ‘il sorriso di un angelo’ ma che lei, ben sapeva, significava solo ‘ubriachiamoci e scoppiamoci tutto il mondo’. 
Le diede un bacio sulla guancia e, insieme, uscirono dalla sua stanza. Si diresse verso le scale, dove la musica assordante iniziò a tapparle completamente i timpani. Scese le scale e tutte le persone della sala spensero la musica e urlarono qualcosa che assomigliava a un “sorpresa”. 
Sorrise sinceramente, non riuscendo a trattenersi dal ridere. Aveva la fortuna di avere accanto a lei le persone più speciali dell'intero universo, e non parlava solo di Louis. 
“Siete stupendi” disse ridendo, “ma non è una sorpresa se la festa si fa a casa mia e sapevo anche della sua esistenza.” Tutti risero.
“Stai zitta, è stata un bel inizio per la festa” le disse qualcuno alle sue spalle. Si girò e trovò suo fratello, con un sorriso più grande del suo pene - che sfortunatamente le era capitato di vedere - sulla faccia. 
“E scommetto che l'hai pensato proprio tu, fratellone” gli disse, scompigliandogli i capelli biondi, leggermente più scuri dei suoi splendenti. Stava per dire qualcosa quando venne interrotto. 
“Tiff, non riconosci più il mio tocco di classe?” la rimproverò un riccio. Sorrise col suo solito sorriso a metà tra un ghigno e una sfida, e gli diede due baci sulle guance.
“Sei bellissima.” le sussurrò all'orecchio, appoggiando la mano sul suo fianco. 
“Lo so.” e si girò verso la parte opposta della sala. 
Fece un giro della stanza, guardando le facce di persone che sapeva erano a scuola con lei, ma di cui non aveva idea del nome. Salutò alcune sue compagne, con dei baci. 
“È stupenda la festa, Tiff.” la informò Cara. 
“Concordo pienamente.” le rispose, convinta. 
Casa Payne è sempre stata famosa per le feste che i due fratelli Payne vi organizzavano. Le feste, considerate le persone, l'alcol e la musica, erano sempre perfette e duravano tutta la notte, e questo anche perché la casa era paragonabile a una reggia, un castello o a una villa di lusso. Questo perché, effettivamente, la famiglia Payne era una famiglia di lusso. Karen e Christopher Payne erano due importanti imprenditori che, a causa del loro impegnativo lavoro, alloggiavano a casa un giorno ogni due mesi, esagerando. Per questo molti pensavano che Tiffany e Liam fossimo dei poveri ragazzi ricchi abbandonati, ma molti altri, giustamente, pensavano solamente al fatto che avevano la fortuna che tutti i ragazzi desideravano: casa libera, sempre; fare quello che volevano, sempre. Ed era esattamente così che la pensavano lei e Liam. 
Dopo aver salutato il dj, che abitualmente veniva a casa loro, si diresse verso la cucina, dove sapeva che avrebbe trovato il suo gruppo. 
Aprì la porta e trovò la stanza esattamente com'era a tutte le feste, e tutte le altre sere: il lavabo e tutto il suo ripiano coperto completamente da bicchieri di plastica vuoti, con giusto qualche goccia di alcol sul fondo; il tavolo centrale impegnato a sorreggere bottiglie di varie grandezze, vari colori e vari nomi; l'altra metà della cucina, invece, era occupata da due divani, rivolti verso la porta finestra che rendevano tutto il muro nord della cucina fatto di vetro, con vista sul giardino. 
Il giardino, e la cucina, erano considerati ‘posti sacri’, in cui non facevano entrare nessuno se non quelli del loro gruppo, e raramente qualche ragazza. 
“Hey Tiff.” la richiamò un Harry impegnato a tenere in mano tre bicchieri. Si avvicinò al divano e si buttò di peso affianco a lui. Gli schioccò un bacio sulla guancia. 
“Sempre gradevole la vista, qua.” osservò la ragazza, guardando la finestra davanti a se. 
Louis non riuscì a trattenersi dal ridere per il suo parlare da finta raffinata. Rubò un bicchiere dalla mano di Harry, e si beccai un colpo al braccio. Lo bevve tutto subito, com'era abituata a fare. 
Appoggiandolo per terra si osservò attorno e notò suo fratello Liam seduto sull'altra poltrona, stava parlando con Louis muovendo animatamente le mani. Niall, al suo fianco, teneva in braccio la ragazza con cui stava uscendo da qualche settimana, Kate si chiamava, tenera, dolce e carina, molto simile a Niall, non le piaceva bere e per questo spesso teneva a bada Niall, anche se quella sera sembrava che non ci fosse riuscita al 100%, dal colorito rosso-porpora del ragazzo. Dall'altro lato c'era Harry, intento a bere due bicchieri di vodka liscia. Ne era innamorato, era sicuramente l'unica persona che riusciva a bere così tanta vodka liscia. Tiffany, nonostante fosse esperta in quasi tutti i tipi di alcol, non riusciva a berla. 
Osservò il ragazzo riccio per qualche istante, osservando i suoi occhi verdi, sprizzavano una certa luce, come sempre, e sorrise quando li vide guardare nella sua direzione. 
“Vacci piano amico” disse a Niall, impegnato a stringere il culo della ragazza. Gli rispose con una smorfia e continuò. 
La ragazza si avvicinò di più ad Harry, “dopo lo facciamo anche noi?” sussurrò al suo orecchio. 
Gli angoli della sua bocca si aprirono in un sorriso, guardò verso Liam per controllare se li stava guardando e si volse verso di lei. 
“Non hai trovato nessun altro da scoparti oggi, Tiff?” la provocò. 
“Neanche tu a quanto vedo” gli fece notare. 
“Touchè” si abbasso per terra per prendere due bottiglie di vodka lemon e gliene diede una. 
Fecero il cin cin guardandosi negli occhi e sorridendo. Avevano spesso lo stesso sorriso, il ghigno divertito e convinto, quello che ha una persona sicura di possedere il mondo intero, di poter fare qualsiasi cosa. Quello che ha una persona che sta per fare sesso. 
Infatti, dopo mezz'ora e tre bottiglie di vodka lemon, Liam era in camera sua con una ragazza, Louis in piscina con una rossa, Niall e Kate chissà dove e lei, con Harry, ovviamente ubriachi, nel suo letto, nudi. 
Una serata come un'altra.





Angolo autrice:

Vorrei ringraziare in anticipo chiunque abbia deciso di entrare e leggere questa fanfiction completamente nuova! Forse alcune di voi mi conosceranno già per aver scritto Only Girl In The World, ma ormai è passato un anno da quando l'ho finita e da allora non ho più scritto, proprio per questo ora mi sento come una novellina, di nuovo :( Ci terrei che mi faceste tutte le critiche necessarie che vi vengono in mente, non ditemi solo i punti positivi, quelli sono facili da dire, ma anche quelli negativi, in questo modo continuerò a migliorare ad ogni capitolo! Grazie❤️

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Capitolo 2
*** #2 ***


#2





I raggi del sole, quella mattina, riuscirono ad entrare fugaci nella stanza nonostante le tende appoggiate sulla finestra. Percorsero tutta la camera da letto fino a posarsi sugli occhi della ragazza, che rimasero chiusi per poco. 
La prima cosa che fece la ragazza, dopo aver aperto gli occhi, fu controllare il telefono posato sul comodino. 
Uno stato di depressione le cadde addosso quando realizzò che quel giorno era una domenica, e questo significava solamente una cosa: l'indomani sarebbe iniziata la scuola. E la cosa peggiore era doversi abituare alla vita scolastica dopo aver passato tre tranquilli mesi estivi in piscina. 
Rassegnata, Tiffany spostò lo sguardo sul ragazzo coricato affianco a lei. Aveva un'espressione angelica, quando dormiva, e questo Tiffany lo sapeva bene. 
Lei e Harry avevano dormito insieme molte volte, nella loro vita. Inizialmente, quand'erano bambini, e nelle notti trascorse insieme non c'era niente che facesse qualche riferimento al sesso. Crescendo, nonostante fossero come fratelli, iniziò per loro un rapporto più intenso, legato dal sesso che facevano di tanto in tanto, alle feste, quando erano troppo ubriachi o quando non trovavano nessun altro di interessante. Anche se nessuno lo diceva, tutti sapevano della loro ‘storia’, tutti tranne Liam.
Tiffany non aveva paura di dirgli che scopava abitualmente con il suo migliore amico, non aveva certo paura di affrontare suo fratello, quello spaventato in realtà era Harry. Si sentiva come se avesse ‘tradito’ l'amico. 
La ragazza non rimase molto ad osservare il riccio, soprattutto perché la sua parte preferita di lui - gli occhi - non erano visibili. 
Si alzò dal letto, si avvicinò alla porta finestra della camera e la aprì, entrò nel balcone e si appoggiò alla ringhiera. Non aspettò molto prima di prendere il pacchetto di Camel blu e tirare fuori una sigaretta. La accese e osservò il panorama. 
Casa Payne si trovava in una tranquilla cittadina in cui tutti conoscevano tutti, in cui vi era solo una scuola superiore, un centro commerciale con il numero limitato di negozi, poche caffetterie e un solo tabacchino. Una ragazza forte ed indipendente come Tiffany si sarebbe probabilmente suicidata molti anni prima se la città fosse stata lontana dal mondo, ma per sua fortuna distava poco più di dieci minuti da Londra, e questa era, come dire, la sua salvezza. È da precisare che nella cittadina non vi era neanche nessuna discoteca o night club, e per questo, le rare volte in cui i fratelli non organizzavano feste a casa, andavano tutti insieme a Londra a divertirsi. 
Inspirò per la prima volta quel giorno dal filtro sigaretta, e sentì il fumo ruvido passarle nella gola, provocandole un brivido di freddo che le percorse l'intera schiena. 
Sputò fuori il fumo, soddisfatta di quella sensazione piacevole. Fumava sempre e unicamente da sola, quello era un momento per lei. Non le sarebbe dispiaciuto farlo con i suoi amici ma Louis avrebbe parlato troppo, e Harry odiava il fumo. Per lei quello era un momento rilassante. Anche a scuola chiunque sapeva che non doveva interrompere Tiffany Payne quando fumava, che se l'avesse fatto avrebbe potuto dire addio alle feste e a una vita sociale attiva. 
Guardando giù dal balcone la ragazza notò qualcuno camminare. Lo fece a causa del rumore continuo che provocava la valigia di uno di loro. Li osservò attentamente. 
L'adulto, che riconobbe come il signor Mike Malik, era un rispettabile uomo della sanità, lavorava nell'ospedale della città, viveva proprio nella casa di fronte la loro, e non si era mai lamentato del chiasso o della troppa gente nella via durante le loro feste. Era gentile ed educato, e spesso invitava i fratelli Payne a pranzo a casa sua, sapendo che erano praticamente sempre soli.
Quando il signor Malik alzò lo sguardo, probabilmente sentendosi osservato, incontrò gli occhi di Tiffany. 
La salutò con la mano, “non hai ancora smesso di fumare, tu?” disse, con tono di rimprovero. 
“Mai detto che lo farò!” rispose Tiff, ridendo.
Il signore mosse la testa in segno di assenso, “venite a pranzo tu e Liam?”.
La ragazza ci pensò su, cercando di osservare il ragazzo al suo fianco.
Mostrò il suo ghigno e annuì “ci farebbe piacere, a dopo!” buttò la cicca nella strada e rientrò in camera. 
Il riccio nel suo letto stava iniziando ad alzarsi, si capiva dai movimenti che compieva con le braccia, stiracchiandosi.
“Cazzo Harry, è tardi” urlò la ragazza, dopo aver controllato l'orario, “Liam potrebbe entrare quando cazzo vuole, porca troia Harry”.
Quest'ultimo deve aver sentito le sue imprecazioni perché, dopo pochi secondi si alzò di scatto dal letto.
“Liam, giusto” disse più a se stesso. Si guardò intorno e dopo essersi rivestito si avvicinò alla ragazza. 
“Sei sempre più brava, Tiff” le sussurrò all'orecchio con quella voce sensuale che faceva svenire tutta la fauna femminile della città.
“Lo so Harry, vattene ora” rispose, in qualsiasi modo tranne che dolce. 
Harry uscì velocemente dalla stanza e Tiff lo vide tornare a casa sua dalla finestra. 
Sorrise, pensando alla notte di sesso con il riccio. Ci sapeva fare, su questo non si poteva discutere, era eccitante stringere i suoi ricci. In più, aveva buona parte del torace e delle braccia ricoperte di tatuaggi, e chiunque nella città sapeva quanto Tiffany Payne fosse fissata con i ragazzi con i tuoi tatuaggi. Non a caso, Harry era sempre stato il suo preferito tra gli altri. 
Dopo essersi lavata, vestita e pettinata scese in salone, notando che non era per niente sporco, e questo era strano, dopo una festa. Sospettosa, la ragazza andò in cucina e vi trovò Niall e Kate impegnati a pulire ogni ripiano del lavabo e a buttare tutti i bicchieri in un sacco. 
“Siete pazzi?” chiese sconvolta, guardandosi intorno. Il pavimento splendeva, e questo non era mai successo.
“Buongiorno Tiffany” disse Kate.
La ragazza la guardò interrogativa.
“Ho pensato, e convinto Niall, di pulire un po' la casa, in fondo era la tua festa ieri e sarebbe stato brutto se poi avessi dovuto pulire tu” disse sorridente. 
Come volevasi dimostrare, Kate Hummel era nient'altro che una ragazza dolce, timida al punto giusto e graziosa. Tiffany le sorrise, ringraziando lei e il biondo. 
“Scommetto che tu non vedevi l'ora di pulire, eh?”
“Ci puoi contare” sussurrò Niall, facendo ridere le due ragazze. 
Quando Tiffany finì di fare colazione, Liam scese giù dalle scale ed entrò in cucina.
“Buongiorno mondo!” urlò sedendosi affianco alla sorella.
“Non è una bellissima giornata? ci voleva una sbronza, esattamente, si, lo confermo” continuo così per qualche minuto finché la sorella minore non gli diede un colpo alle spalle. 
“Cazzo Liam, vestiti, dobbiamo andare a pranzo da Mike!” lo avvisò.
Liam parve stranito per qualche secondo, si illuminò dopo, probabilmente avendo afferrato il concetto e si diresse in camera sua per prepararsi.
“Louis dov'è?” chiesi a Niall.
“È andato via presto, per tornare a casa prima dei genitori.” 
Annuì. “Harry?” Chiese.
Tiffany guardò verso le scale da cui Liam era appena sparito, “se n'è andato presto” disse soltanto.
Niall sorrise e annuì in modo consapevole, perché, in effetti, era consapevole che se Harry andava via presto era per non farsi vedere uscendo dalla stanza di Tiffany. 
Quando ebbero finito di mangiare, anche Kate e Niall lasciarono casa Payne per tornare dalle rispettive famiglie. 
Proprio per questo, quella casa era considerata il rifugio, il nascondiglio di tutti, era il posto in cui passavano la maggior parte del loro tempo. Molti primi baci, primi appuntamenti e prime volte accadevano proprio tra quelle mura. Molte sigarette, canne, bottiglie di alcol venivano consumate tra quelle mura. 


“Liam, sto andando al tabacchino, ci vediamo da Mike” urlò verso le scale, mettendosi le scarpe. 
Ricevette un “cazzo me ne frega” divertito, sorrise e uscì fuori di casa. 
Nonostante fosse fine agosto, il fresco iniziava a farsi sentire, e questo non faceva altro che accrescere il senso di tristezza e nostalgia che si creava nel cuore di tutti i ragazzi prima del rientro a scuola. 
Tiffany, vestita nei suoi jeans chiari e stretti e in una felpa rosa si avviò verso il tabacchino. Con le mani in tasca e lo sguardo rivolto verso niente in particolare si mise in coda.
Le vibrò il telefono, “sei già in ritardo cogliona. Liam”. 
Non fece in tempo a rispondere che qualcuno duro quanto un armadio le venne addosso.
“Ma che cazzo fai?” disse subito, d'istinto la ragazza. 
Si massaggiò il braccio in cui aveva preso la botta e guardò il suo ‘terrorista’, notando solo degli occhi strani. Occhi che lei non sapeva descrivere, che non aveva mai visto. Qualcosa di simile al miele mischiato con qualcosa di bello, qualcosa come il cielo dopo un temporale, le nuvole al tramonto, i cori nelle canzoni, i colori, le farfalle la primavera. Tutte cose che a lei piacevano. 
Non sapendo cosa dire rimase zitta, aspettandosi delle scuse in ginocchio dal ragazzo.
“Stai attenta, baby” disse invece, ammiccando. 
Tiffany, leggermente sorpresa dalle sue parole, lo guardò storto come era solita a fare. Lui le rivolse uno sguardo di sfida e la oltrepassò, andando verso l'uscita del tabacchino. 
La ragazza, con il suo sorriso falso, pieno di malizia, furbizia e divertimento, si girò verso il ragazzo, lo raggiunse e si mise davanti a lui. Gli si avvicinò con fare seducente, appoggiandogli delicatamente una mano al suo collo e una alla tasca posteriore dei suoi blue-jeans. 
Il ragazzo, all'inizio sorpreso e poi felice, le appoggiò le mani sui fianchi, avvicinandosi lentamente al fondoschiena. Poco prima che le sue mani raggiungessero il suo bersaglio, la ragazza gli prese le mani e le tolse dal suo corpo. Si avvicinò alle sue labbra e le sfiorò solamente con le sue labbra rosee, lasciandolo di stucco.
Sorrise falsamente, e in modo sexy, secondo il ragazzo. 
“Queste le prenderò come delle scuse, baby” disse la ragazza, alzando il pacchetto di sigarette prese dalla tasca del ragazzo. 
Il ragazzo aprì e richiuse la bocca, sconvolto, senza riuscire a dire una parola. 
Tiffany, orgogliosa dei suoi giochetti, mostrò il sorriso trionfante e allo stesso tempo malizioso e si girò sui tacchi, dirigendosi verso casa Malik, con il pacchetto di Camel blu in mano. Si trovò ad essere felice, fumava la sua stessa marca. 
Soddisfatta, si accesse una sigaretta camminando velocemente, perdendo poi di vista il ragazzo. 


“Ciao Mike, scusami il ritardo!” disse dolcemente Tiff, salutando il signore con due baci. 
“Tranquilla Tiff, non è ancora arrivato neanche Zayn tanto” disse, con la testa un po' fra le nuvole. Probabilmente aveva tanto lavoro a cui pensare. Faceva sorridere, in un certo senso. 
“Chi è Zayn?” chiese Liam, e Tiff annuì, volendo rivolgere la sua stessa domanda. 
Mike sorrise, sbadato. “Giusto ragazzi, non ve l'ho detto” disse, mentre apparecchiava il tavolo in salotto, “Zayn Malik è mio nipote, viene a vivere qua con me, si è trasferito proprio sta mattina”.
La ragazza e Liam si guardarono per un secondo. “Ma tu l'hai visto Tiff, era affianco a me quando ci siamo salutati” le ricordò Mike. 
La bionda ci pensò su giusto un po'. 
“Non l'ho visto bene, Mike” rispose ridendo, e fece sorridere anche lui. 
“Come mai è venuto da te?” chiese Liam. 
Era il tipo di ragazzo che interveniva sempre nei modi giusti, con frasi intelligenti e appropriate - ovviamente questo da sobrio -, era l'esatto contrario della sorella, sotto questo punto di vista. 
Mike si fermò e si volto verso i due fratelli. Erano ogni giorno più simili, ma allo stesso tempo diversi. Entrambi di una bellezza e un carattere unico. 
“La sua famiglia sta passando un brutto momento” disse soltanto, e i ragazzi annuirono, capendo che non era il caso di porgere ulteriori domande, “a proposito di questo, ragazzi, volevo chiedervi se potreste stargli un po' vicino, nel senso di essergli amici, tutto qua, giusto per farlo sentire meglio”.
La ragazza vide Liam annuire, e sorrise a sua volta. 
Sentirono suonare il campanello, Mike corse alla porta e quando tornò in soggiorno alle sue spalle vi era un ragazzo. 
Quando si mostrò ai due ragazzi, Liam si avvicinò normalmente e gli porse la mano, che il ragazzo afferrò come un cinque. 
“Io sono Liam Payne, e questa è mia sorella Tiffany”.
Si avvicinò e gli sorrise furba. Quegli occhi non li avrebbe di certo dimenticati in così poco tempo, quel sorriso furbo, simile al suo, era inconfondibile. 
“Tiffany Payne” disse soltanto, avvicinandosi con un sorriso malizioso. 
Il ragazzo sembrò ricambiare, “Zayn Malik”.









Angolo autrice: 
Come ogni volta, vi chiedo di darmi delle critiche vere e sincere, anche con dei consigli o facendomi notare degli errori e imperfezioni - che sono sicura ci sono! 
Vorrei ringraziare in particolar modo due persone:
@cheek_s e @laylana, le quali mi hanno dato entrambe delle ottime indicazioni e critiche, che essendo costruttive non possono far altro che aiutarmi a migliorare di volta in volta!

Se vi piace, recensite ❤️

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Capitolo 3
*** #3 ***


#3 






Il primo settembre, indipendentemente da che giorno della settimane fosse, era conosciuto da tutti i ragazzi come ‘giorno della depressione’, e dagli adulti come ‘primo giorno di scuola’. 
Ovviamente, vi erano alcune eccezioni, come per esempio i ragazzi nerd, che durante l'estate contavano i giorni che mancavano all'inizio dell'anno scolastico, ma una ragazza come Tiffany non era certo da considerarsi di quella categoria. 
Lo stesso valeva per il fratello Liam e gli amici. E per il 98% della popolazione sotto i diciannove anni.
Se per la maggior parte delle persone fosse traumatizzante la ripresa delle lezioni, per Tiff lo era soprattutto lo svegliarsi alle sette del mattino. E sapere di doverlo fare per nove mesi consecutivi. 

“Tiff, la colazione!” si sentì chiamare. 
Aprì lentamente gli occhi, rimanendo sconvolta nello scoprire che fuori dalla finestra non si intravedeva ancora nessun raggio di luce. 
Sorpresa, controllò la sveglia: le sette e dieci. 
In quella giornata, Tiffany pensò seriamente di porre fine alla sua sofferenza con una morte veloce e indolore, pur di non dover affrontare quel preludio di inferno ogni giorno, ma il fratello la riportò alla normalità. 
“Svegliati, sorellina” le disse entrando in camera sua.
La sorella mugugnò qualcosa di incomprensibile in segno di protesta, ma Liam non parve gradire. 
In men di un secondo si trovo sul letto di Tiff, saltandole sopra ed obbligandola a svegliarsi definitivamente. 
La dolce Tiffany, dopo aver buttato il fratello dal letto con un colpo nei gioielli di famiglia, si alzò di malavoglia e si diresse verso il bagno. 
“Non provare a suicidarti, ti sto controllando” le disse ironico Liam, da dietro la porta del bagno.
“Fanculo” sussurrò Tiff, con la voce ancora impastata dal sonno. 

Dopo circa un'ora, passata più che altro a lamentarsi dell'imminente inizio scolastico, i fratelli Payne uscirono fuori di casa, diretti verso la scuola. Sentirono un clacson suonare, si girarono alle loro spalle e trovarono la Mercedes nera del riccio. Contenti e sorridenti Liam e Tiffany vi entrarono all'interno.
La ragazza diede un bacio sulla guancia all'amico, “giorno”.
“Ti vedo molto allegra oggi.”
“Particolarmente allegra, ovvio” ironizzò.
In men di cinque minuti si trovarono a scuola, scesero dalla macchina ed incontrarono Louis e Niall che scendevano dalla macchina dell'ultimo. 
Tiffany si avvicinò e diede un cinque al migliore amico, dandogli poi due baci sulle guance. 
Lo prese a braccetto e si allontanò dagli altri.
“Ho nuove notizie, Tomlinson.”
Lui sorrise di rimando.
“Un nuovo arrivato” disse soltanto.
Louis la guardò con indifferenza. 
“Quindi?”.
“Quindi è il nipote del signor Malik, e Liam gli hai promesso di essergli amico” aggiunse.
Il ragazzo continuò a non seguire le parole della migliore amica.  
“Significa che se è una testa di cazzo, non potrete farci una minchia”.
Louis sbuffò, “Liam e il suo animo gentile di merda” disse, facendo ridere Tiff e sorridendo. 
Sembrava che non potesse farne a meno, come se fosse d'importanza vitale. Quando sorrideva trasformava il mondo in qualcosa di più semplice, e finché rimanevi a contemplare quel paradiso, niente era importante.
Nonostante ciò, Tiffany non poté non continuare a soffrire per le ore di sonno mancate. 
Allo suonare della campanella la ragazza salutò gli altri - che avevano già preso il loro orario - ed andò a richiedere il suo. 
La bassa, grassa e brutta signora alla segreteria le consegnò il foglio senza degnarle di uno sguardo o un principio di un sorriso. 
Tiffany mandò mentalmente a fanculo tutto il mondo dopo aver letto le prime due ore della giornata: chimica.
Fece per andare verso l'aula, ma a pochi metri di distanza dalla classe decise di protestare, rifiutarsi di ascoltare due ore consecutive del signor Denver, di cui avrebbe tranquillamente fatto a meno per tutti gli anni di studio. 
Cambiò la sua rotta, dirigendosi verso l'esterno. Andò verso il suo muretto ‘del fumo’, che anche dopo un estate intera era rimasto lo stesso, si sedette e si accese la sua amata camel. 

Dopo aver passato un ora fuori, decise di essere abbastanza pronta per affrontare un ora di chimica, e si diresse verso la classe. 
Diede due colpi alla porta con il pugno e ricevette come risposta un freddo “avanti”.
La prima cosa che vide entrando in classe, fu il viso adirato del professore.
“È solo il primo giorno, Payne, e lei è già in ritardo?” domandò ironico.
Tiffany si limitò ad un alzata di spalle. 
“Spero lei abbia una motivazione” continuò.
“Volevo fumare una sigaretta.”
“E ci ha messo un'ora?”
Annuì semplicemente, ed andò a sedersi nell'unico posto vuoto, all'ultimo banco a fianco alla finestra. 
Perfetto, almeno poteva osservare quant'era gradevole il mondo fuori, tutto il contrario della lezione. 
Si sedette senza neanche guardare chi c'era seduto al suo fianco, e si coricò appoggiando la testa sul banco.
“Chi si rivede” disse il suo compagno di banco.
Si girò verso il ragazzo e scoprì essere il nipote di Mike.
“Ciao” disse soltanto, troppo stanca per accennare un sorriso.
Lui rise, senza alcun motivo. La ragazza lo guardò interrogativo.
“Scommetto che non ti ricordi il mio nome”.
Tiffany ci pensò su. Non era facile dimenticare un nome come Zayn, insomma, che cazzo di nome era? Di certo, però, non gli avrebbe dato la soddisfazione di aver occupato una parte della sua memoria.
“Non è impostante”.
Sorrise, mostrando dei denti perfetti, che risultavano ancora più bianchi in contrasto con la sua pelle scura. 
Il signor Denver aveva iniziato a spiegare il nuovo argomento da qualche minuto, ma Tiff non si impegnò nemmeno di far finta di seguire. 
“Lo stai davvero ascoltando?” chiese sorpresa a Zayn, vedendolo concentrato mentre osservava il professore. 
Zayn sbuffò, “non mi interessa la chimica”.
“Siamo in due allora” disse, sistemando più comodamente la testa sul banco.
Tiffany non era una ragazza antipatica, e neanche snob, ma a scuola era vista come una stronza, bella e famosa - tutte qualità abbastanza vere -, e per questo chi non la conosceva direttamente, non andava di certo da lei a presentarsi.
Zayn, invece, non pensava lo stesso, probabilmente. 
“Ho sentito dei ragazzi parlare di voi, all'entrata” le disse Zayn, dopo qualche minuto.
“Noi?”
“Te e Liam” precisò.
“E che dicevano di interessante?” era sicura fossero i soliti pettegoli.
“Parlavano di una festa che avete fatto sabato” disse, “l'hanno definita grandiosa”.
Tiff sorrise per niente sorpresa, “ovviamente”.
Zayn sbuffò, “modesta”.
“No, realista.”
Alzò il sopracciglio, e rise di gusto, facendo ridere anche lei. 
Aveva una risata contagiosa, una qualità che Tiffany apprezzava, era bello ridere con qualcuno in quel modo.
“Vorrai verificare personalmente se si possono definire ‘grandiose’?”
“Mi stai invitando?” sorrise.
Tiffany sorrise maliziosamente.
“No.”

Allo suonare della quarta campanella, Tiff uscì velocemente della classe, sfinita dopo una noiosa ora di letteratura, vedendo Niall appoggiato di schiena al suo armadietto. Si avvicinò e imitò la sua posizione.
“Sfinito” disse.
“Concordo”.
“E sai qual'è la cosa peggiore? Le due ore di educazione fisica dopo pranzo”.
Tiffany rise, appoggiando una mano sulla spalla dell'amico come per fargli le condoglianze. 
Si spostò dall'armadietto, “andiamo a mangiare, biondo”.
“Cibo!” sembrò illuminarsi al solo pensiero di poter mangiare. 
Si diressero insieme verso le sala pranzo, e dopo aver preso i vassoi con il cibo appoggiatoci sopra, si sedettero al loro tavolo.
“Non è strano che il primo giorno di scuola, con tutti i nuovi arrivati, il nostro tavolo sia comunque ‘riservato’?” sentì Liam chiedere.
La sorella si sedette davanti a lui, “no Liam, è giusto” precisò, appoggiando il vassoio. 
Il biondo la seguì a ruota, sedendosi al suo fianco.
Harry diede un bacio sulla guancia all'amica. 
“Sei di buon umore?” chiese, sorridendogli. 
“No, ma ho voglia di sesso” rispose, con un espressione triste. 
“Cercati una ragazza del primo, allora”.
Harry sembrò pensarci su, “ma nessuna sarà brava quanto te”.
Tiffany sorrise, “touchè”. 
“La cosa più bella della giornata è stata la supplica della Berry” disse Louis, e il riccio cominciò a ridere. 
“È andata dal nostro Louis, con le tette in bella vista, supplicandolo di invitarla alla vostra prossima festa” le raccontò l'amico.
“E tu che hai detto?” chiese Tiffany a Louis, immaginando l'amico disperato, in cerca di una scusa.
“Che non avete ancora organizzato niente” disse, riferendosi ai due fratelli Payne, “ma potrebbe andarmi comodo una troietta da farmi” ci pensò su. 
Tiffany rise, vedendo un Louis pensieroso. La sua attenzione fu poi attirata dal fratello che si stava sbracciando per attirare l'attenzione di qualcuno.
“Zayn, vieni!” urlò. 
La bionda seguì il suo sguardo e vide il moro sorridergli ed avvicinarsi al loro tavolo, per poi sedersi tra Liam e Louis.
“Ragazzi, questo è Zayn” lo presentò agli altri. 
A turno lo salutarono e iniziarono subito a parlare del più e del meno, come se fossero amici da secoli. 
Tiffany osservò il ragazzo nuovo e notò che ad intermittenza le regalava degli sguardi fugaci, con il suo solito ghigno convinto che la ragazza incominciava ad odiare. 
“Ma voi due siete in classe insieme?” chiese Louis, richiamando l'attenzione della migliore amica.
“Per mia sfortuna” precisò lei.
Zayn rise per la sua risposta.
“Però ti sei seduta nel mio banco”.
“Era l'unico posto libero, idiota” lo riprese la ragazza, per poi ridere per la sua faccia scocciata. 
Niall iniziò a fargli delle domande sul come si trovasse nella scuola, o se avesse già conosciuto qualcuno. 
“Tiff” attirò Harry la sua attenzione, “Zayn ti guarda da troppo” le sussurrò all'orecchio.
“E quindi?” chiese, guardando storto il riccio.
“Gli faccio capire che sei mia” e le diede un grande bacio sulla guancia. 
La ragazza alzò un sopracciglio e rimase un po' stupita per la stupidità del riccio.
“Io non sono tua, Styles” si affrettò a chiarire. 
Harry le fece un occhiolino e continuò a mangiare. 
La conversazione non dev'essere passata inosservata al nuovo arrivato, che continuò ad osservare la bionda. 
Non sapeva neanche lui perché lo stesse facendo, ma in mezzo a quelle persone gli sembrava di vedere solo lei. Forse perché la sua risata lo distraeva, e si trovò ad essere geloso del ragazzo riccio di cui non ricordava ancora il nome, a cui Tiff regalava dei sorrisi.
“Hazza, lascia mia sorella in pace” lo richiamò Liam divertito, con un velo di irritazione nella voce. 
Liam era sempre stato protettivo nei confronti della sorella. Nonostante fosse solo un anno più piccola di lui, sentiva di avere la responsabilità, da quando i loro genitori avevano iniziato a viaggiare continuamente, di controllarla affinché i ragazzi non si approfittassero di lei. Anche lui, che era suo fratello, capiva perfettamente quando fosse bella e piacesse al genere maschile. 
Nonostante il migliore amico lo negasse sempre, lui sapeva che il riccio provava qualcosa nei suoi confronti.
“Le ho solo dato un bacio” gli rispose ridendo, alzando le mani in segno di arresa. 
Osservò la sorella, e vide i suoi occhi osservare Zayn di tanto in tanto. Si voltò verso di lui e notò che faceva lo stesso. Continuò ad osservarli riflessivo, finché l'amico non lo distrasse. 
“Ragazzi, dobbiamo organizzare la prossima festa!” disse Louis. 
Tutti annuirono.
“Facciamo una festa a tema” propose Tiffany, entusiasta come una bambina. 
Harry sorrise dolcemente vedendola saltellare sulla sedia.
“Festa in maschera” propose Niall.
Tutti annuirono per la seconda volta. Zayn, di canto suo, non sapeva se poteva considerarsi invitato automaticamente alla festa o no, quindi rimase zitto.
Fu Liam a ricordarsi della sua presenza, “amico, ovviamente sei invitato”.
Il moro fece per ringraziare, ma Tiffany gli parlò sopra. 
“Cosa, Liam?” chiese stupita, “non dovremo fare prima la lista degli invitati? E decidere se invitarlo o no insieme?”.
Liam sbuffò, “ma smettila Tiff, Zayn è ok”.
“È ok da picchiare” disse lei.
Era sempre stata una ragazza schietta e senza peli sulla lingua. Liam era sicuro che Zayn non le stesse sul cazzo, era semplicemente riluttante, come sempre, nel far entrare qualcuno nel gruppo. 
La pausa pranzo finì troppo velocemente, i ragazzi salutarono Zayn e Tiff e ovviamente Louis e Harry schioccarono un bacio sulla guancia di quest'ultima. 
Quando rimasero soli, Tiffany parlò.
“Andiamo in classe?”.
“Ok, Tiff”.
La ragazza si fermò. 
“Solo gli amici mi chiamano Tiff” dettò le regole. 
Zayn sbuffò, come era solito a fare, ed alzò il sopracciglio.
“E io cosa sono?” chiese, guardandola negli occhi.
Rimase in silenzio per un po', contemplando quegli occhi in cui le faceva sempre piacere immergersi. Amava il miele. 
“Sei Zayn” disse, facendo ridere il moro. 
Erano a pochi metri dalla porta della loro classe quando Zayn la prese per il polso e la bloccò. 
“Andiamo a fumare”.
“Io fumo solo da sola, non l'hai sentito questo?” chiese, alzando gli occhi al cielo.
Il ragazzo le si avvicinò all'orecchio. 
“Anch'io” sussurrò, “possiamo fumare da soli, insieme” le disse, con una voce che alle orecchie della ragazza risultò fin troppo eccitante e maliziosa. Così tanto, che istintivamente immaginò Zayn a petto nudo, per poi scuotere la testa. 
“Facciamo così” le disse, a pochi centimetri dalle sue labbra, osservandolo negli occhi, “se non mi cadranno le palle in terra fumando con te, potrai essere mio amico”.
Un sorriso storto si formò sulle sue labbra carnose, “ci sto”.
Quando uscirono in cortile, Zayn andò verso una panchina ma la bionda lo fermò.
“Sbagliato, il mio posto è quello” disse indicando il suo muretto verniciato vintage. 
“Che gangsta, il tuo muretto” ironizzò.
Lei gli diede un colpo nel braccio, scoprendolo duro e muscoloso. 
Si sedettero e Zayn le offrì una sigaretta. 
“Buon inizio” disse.
La accesero con il suo accendino e sputarono il fumo del primo tiro nello steso momento, creando un alone di fumo che sparì in pochi secondi salendo in cielo. 
“Tu dovresti ancora rendermi il pacchetto di ieri” le ricordò. 
Tiffany sorrise, “continua a sperarlo”.
Vide il ragazzo scuotere la testa divertito. Nonostante fosse nuovo, ed era risaputo che Tiffany non riuscisse a far amicizia al primo incontro, con lui si trovava bene, non era poi così tanto rompipalle. 
“Quindi, festa in maschera?”.
“Mi piace l'idea, pensa a tutta la gente che si scoperà qualcuno senza sapere minimamente chi sia” gli disse Tiffany, divertita. 
“E da cosa ti vestirai, tu?”.
Ci pensò un po' su, “sorpresa”.
Zayn sorrise maliziosamente, avvicinandosi per la seconda volta in quella giornata al suo orecchio. 
“Ti riconoscerei ovunque” le sussurrò, provocandole dei piacevoli brividi che nascose velocemente. 
“Allora cercherò di travestirmi il meglio possibile” gli rispose, spostando la sua faccia dal suo orecchio arrossato.
Zayn non era sicuro se fosse per il freddo, per il fumo caldo della sigaretta o per le sue parole, ma giurò di aver visto un rossore sulle guance della bionda. 
La osservò attentamente mentre aspirava dal filtrino. I suoi occhi azzurri erano rivolti verso la scuola che si trovava davanti a lei. 
Non era un semplice azzurro, comunque. Aveva avuto la fortuna di osservarlo il giorno prima. 
I suoi occhi splendevano di malizia, ma era sicuro di aver visto anche una luce di dolcezza all'interno di quelle iridi ipnotizzanti. 
Quando la sigaretta si consumò, Zayn scese dal muretto e diede la mano alla ragazza. Lei la guardò per qualche secondo, e con riluttanza la prese e scese anche lei dal suo posto.
Per la prima volta, rivolse un sorriso sincero al moro, senza nessuna malizia o sfida. Il ragazzo si affrettò a ricambiarlo.
“Allora, è stato così brutto?” chiese, riferendosi al fatto che avesse appena fumato in sua compagnia. 
“Non è stata la fine del mondo” ammise, senza sbilanciarsi troppo. 
Zayn mostrò il suo ghigno, “andiamo in classe, Tiff” contento di poter chiamare in quel modo la ragazza. 
Lei alzò la testa in cielo, scocciata, e rise seguendolo verso l'entrata della scuola.






Angolo autrice:
Prima di tutto, vorrei ringraziare tutte quelle che hanno recensito/letto il primo e il secondo capitolo, non avete idea di quanto mi faccia piacere leggere le vostre opinioni! 
Ci terrei, anche per questo capitolo, ricevere le vostre critiche o consigli per migliorare!
Ho avuto qualche problema per questo capitolo, perché ero molto indecisa su come far "conoscere meglio" Tiff e Zayn, soprattutto non avevo le idee molto chiare su quando esattamente mettere la scena della sigaretta, ma in complesso sono abbastanza soddisfatta! 
Fatemi sapere che ne pensare ❤️

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Capitolo 4
*** #4 ***


#4






Louis, quella mattina, si svegliò con un forte mal di testa, la scogliosi e decisamente scomodo. 
Si guardò intorno. Era coricato sul divano letto rosso, nel soggiorno. Sotto di lui vi erano una trentina di bicchieri e due bottiglie vetrate vuote.
Si voltò alla sua sinistra e scoprì che Tiffany era là, bellissima, mentre dormiva. La osservò un po', sentendosi quasi onorato di avere una migliore amica come lei. 
Dopo qualche minuto anche la bionda aprì lentamente gli occhi. Vide Louis e gli dedicò un sorriso. Un sorriso che, Louis aveva notato, non regalava a molti, se non al suo migliore amico. Dolce. 
“Buongiorno, scoiattolo” gli disse. 
Louis rise per il nomignolo che gli aveva affidato quel giorno.
“Anche a te scoppia la testa, Tiff?”.
Tiffany si toccò la testa con una mano, come per verificare se le facesse male o meno.
“Si, mi sa proprio di si” disse, dando ragione all'amico, “e sai di chi è la colpa?”.
“Tua che hai scommesso che riuscivamo a finire due bottiglie di vodka alla fragola insieme”.
“No, tua che hai accettato” precisò Tiff.
Louis rise, poi le diede la mano per alzarsi. 
“Andiamo a scuola dai” le disse dolcemente. 
“Che vita di merda” si lamentò la ragazza, facendo ridere il migliore amico, “devo andare a scuola sbronza”.
“Vado a prendere il latte” disse Louis, andando verso la porta e uscendo. Tiffany non fece neanche in tempo a chiudere gli occhi che l'amico era già tornato, con dietro un altra persona. 
“Esci a prendere il latte e torni con un ragazzo, tu si che fai conquiste” ironizzò Tiff, strofinandosi gli occhi con la mano, per svegliarsi prima. 
Louis fece finta di ridere. 
“Come sei bella di mattina” la prese in giro il nuovo arrivato. 
La ragazza sbuffò, e si alzò in piedi. 
Non riuscì a tenere l'equilibrio per più di cinque secondi che cadde a terra. Incominciò a ridere senza nessun vero motivo, sotto lo sguardo stupito di Louis e Zayn.
“Mi sa che ho bevuto troppo, topolino” disse, indicando Louis con il dito. 
Lui rise, “ti porto in bagno”. 
La prese in braccio e salì lei scale, mentre lei continuava a ridere. 
Zayn li guardò stupiti: tra tutte le persone che aveva conosciuto nella sua vita, nessuno era come loro. Così diversi dal resto, ma simili a lui. 
Si guardò intorno, notando dei ripiani, intorno alla televisione, dove vi erano appoggiate delle cornici. Fece qualche passo per vedere meglio, e sorrise quando riconobbe Tiffany e Liam da piccoli, nelle foto. 
Si abbracciavano, Liam le dava baci sulle guancia, un signore prendeva in braccio i fratelli. 
“Belle foto, vero?” lo spaventò una voce alle sue spalle.
Non aveva neanche notato l'arrivo dell'amico, per quant'era concentrato sulle fotografie. 
“Sono i genitori di Liam e Tiffany?” chiese, indicando due adulti in alcune foto.
Louis annuì. 
“Non ci sono?” si guardò intorno.
“No, mai”.
Zayn annuì. Probabilmente era per questo che nei corridoi scolastici sentiva parlare solo della casa dei fratelli Payne, delle loro feste.
Erano le otto, ma la scuola non distava molto dalla casa, quindi i ragazzi si sedettero in cucina e si versarono un bicchiere di latte. 
“Come mai tu non sei sbronzo?” intervenne Zayn.
Louis rise, “non sarei mai riuscito a bere una bottiglia di vodka da solo, e Tiffany ne ha bevuto metà della mia” scosse il capo, continuando a ridere, “non me ne sono neanche accorto”.
Zayn annuì convinto, lui sarebbe stato capace di superare la ragazza, in una sfida come quella. 
“Liam dov'è?”.
“Dev'essere uscito prima per andare da Harry” rispose Louis, guardando l'orologio e chiamando poi Tiff, senza ricevere nessuna risposta. 
“Vai tu a dirle di muoversi?” gli chiese l'amico, “io sistemo un po' il casino di ieri”.
Zayn, nonostante non avesse nessuna voglia di alzarsi e camminare, annuì e si diresse verso le scale. 
Si avvicinò a una porta, bussò e nessuno risposte. 
Andò avanti fino a raggiungere una porta diversa, rosa e semi aperta, da dove intravide la ragazza. 
Aveva solo un asciugamano stretto sopra il seno, le arrivava a metà coscia, e si stava truccando gli occhi chiari. 
Zayn rimase immobile, osservando il corpo della bionda. Le gambe toniche, ma magre, chiare come tutta la sua pelle. La vita, coperta inutilmente dall'accappatoio bianco, fece venire voglia al moro di prenderla e tenerla stretta, proprio in quel punto.
“Se vuoi osservarmi meglio, puoi entrare” disse ad un certo punto la ragazza, spaventandolo.
Non sapeva come avesse fatto a vederlo, ma entrò dentro.
“Sembravi una spia pervertita, lo sai?” gli disse, ridendo.
Zayn si scusò alzando le mani in alto, “mi manda Louis, dice di muoverti”.
La ragazza annuì, appoggio il mascara sul ripiano e guardò Zayn, con il sopracciglio alzato. 
Per un secondo, nella mente del ragazzo si creò il desiderio di toglierle davvero quell'inutile copertura. Probabilmente per più di un secondo.
“Hai intenzione di guardarmi mentre mi vesto?” chiese retorica. 
Il ragazzo annuì sorridendo, ma lei alzò di più il sopracciglio, scettica, e gli fece il segno di girarsi con il dito.
“Non sbirciare, Malik”.
Il ragazzo sorrise storto, si girò e osservò la camera della ragazza. 
Aveva le pareti di un rosa molto chiaro, quasi vintage, uguale al colore della porta,dei mobili semplici e moderni, un computer sulla scrivania e un balcone. Nel pavimento di quest'ultimo, si vedeva qualche posacenere con delle sigarette buttate. Sui muri vi erano poche foto appese, e tutte ritraevano la ragazza con il fratello e gli amici. 
“Ho finito” annunciò la ragazza. 
Zayn, sollevato, si girò verso di lei. 
Una canottiera bianca le si appoggiava sul petto e sul ventre, accentuando le curve perfette. Dei jeans chiari e stretti, invece, le avvolgevano le gambe.
La ragazza fece un giro su se stessa come per mostrare se andasse bene il suo outfit. Il ragazzo non poté far a meno di osservarle il fondoschiena quando si girò, sorridendo malizioso.
“Look fresco e spontaneo, perfetto per una giornata di scuola” le disse Zayn, ammiccando e imitando la voce di uno stilista gay.
Tiffany lo guardò storto e rise di gusto.
Prese la sua borsa dal letto, per niente disfatto, dato che non aveva passato la notte li, e uscì dalla stanza, con il moro dietro di lei.
“La principessa è pronta!” annunciò, sorridente saltando sulla schiena del migliore amico.
Louis rise, facendola scendere e dandole un colpo al sedere sodo per farla camminare. Zayn osservò la reazione della ragazza, che diede un pugno nel braccio dell'amico. Pensò che se l'avesse fatto lui, probabilmente, la ragazza l'avrebbe ucciso. 
Uscirono insieme e si diressero verso la scuola, pronti a una giornata di pura noia. 

Alla terza ora, Tiffany fu la prima ad uscire dalla classe. Zayn uscì poco dopo e la vide appoggiata di schiena al suo armadietto. 
Gli fece l'occhiolino, e il ragazzo ricambiò con uno sguardo malizioso. Poco dopo, la ragazza distolse i suoi occhi da quelli del moro, per osservare un punto davanti a se. 
Zayn seguì il suo sguardo e vide Harry avvicinarsi verso di lei. Appoggiò una mano sull'armadietto, a fianco alla sua testa, e le disse qualcosa all'orecchio. Notò che la ragazza sorrise, per poi cambiare velocemente espressione.
Gli mise le mani sui pettorali e lo spinse lontano da lei. Harry rise per poi scusarsi, e si avvicinò di nuovo a lei, che se ne stava andando. 
Quando sparirono dalla visuale di Zayn, lui fece per seguirli ma qualcuno lo distrasse appoggiandogli una mano sulla spalla. 
Si girò e trovò il viso chiaro di Niall, che gli sorrideva. 
“Che succede, amico?” gli chiese.
Zayn guardò di nuovo il punto dove poco prima si trovavano il riccio e la ragazza, poi si rivolse verso il biondo.
“Niente”.
“Niente..” ripeté Niall, “quindi non stavi assolutamente spiando Harry e Tiffany”.
“Non li spiavo” lo corresse subito.
“Pardon” rise. 
Zayn si girò verso l'amico.
“Stavano litigando” disse soltanto. 
Osservò il viso del biondo, che rimase impassibile sentendo le sue parole. 
“Succede spesso” rispose, guardandolo.
Zayn annuì, come se non gli importasse. Diede un cinque all'amico, che gli sorrise dolcemente, e si diresse verso la sua prossima lezione. 

Erano passati solo venti minuti dall'inizio dell'ora di matematica, che qualcuno bussò alla porta interrompendo la spiegazione della signora Huston.
“Avanti” disse schietta, osservando la porta. 
Si presentò Tiffany, con uno sguardo vuoto, ma con un sorriso falso dipinto sulle labbra. 
“Mi scusi professoressa, ma Zayn Malik è richiesto fuori” disse, con il fiato corto.
“Per quale motivo?”.
“Pratiche per i documenti di ammissione” disse velocemente la bionda, come se avesse ripetuto la frase mille volte prima di allora. 
La professoressa guardò Zayn e gli fece cenno di alzarsi. 
In pochi secondi si trovò fuori dalla classe, con Tiffany che lo teneva per la mano e lo portava fuori. 
Zayn osservò la mano della ragazza che teneva la sua, e sorrise istintivamente. 
Aveva avuto molte ragazze, per scopate occasionali, ma nessuna gli aveva mai tenuto la mano. E nessuna aveva una pelle morbida e chiara come la sua. 
Il ragazzo scosse la testa, per scacciare lontano da lui quei pensieri completamente sbagliati. Andò a sbattere contro l'amica quando quest'ultima si fermò di scatto.
“Sediamoci” disse soltanto. 
L'aveva portato al suo muretto. Il ragazzo obbedì. Capì di non dover fare niente per farla arrabbiare, o provocarla in qualsiasi modo.
La ragazza prese un grande respiro, come per scacciare qualunque cosa le desse fastidio in quel momento. 
“Zayn” disse, “fumiamo”.
Il ragazzo annuì, non sapendo che altro fare per calmare la ragazza. Era arrabbiata, si vedeva. Fece per prendere il pacchetto dalla tasca, ma la ragazza gli mise una mano sulla sua, per fermarlo.
“Tieni” gliela diede dal suo pacchetto. 
La accesero e osservò la bionda guardare davanti a se, con gli occhi sfuocati. 
“Sai cosa mi da fastidio, Zayn?” disse all'improvviso, continuando a guardare il nulla davanti a lei.
“Cosa?”.
Tiffany fumò. Sembrò pronta a dire qualcosa in particolare, per poi cambiare espressione, diventando confusa. 
“Tante cose, in verità” disse, pensandoci, “mi da fastidio il clacson delle macchine”.
Zayn, non sapendo che dire, continuò ad ascoltarla.
“Oppure le bambole di porcellana” continuò, senza guardarlo. 
“Ma soprattutto, sai cosa non sopporto?” gli chiese.
Zayn scosse la testa, e nonostante la bionda non lo stesse guardando, lo percepì e continuò.
“La gelosia”. 
Zayn la guardò interrogativo. Si era sicuramente perso un pezzo del discorso, perché non aveva più un senso per le sue orecchie. 
“Di chi?” chiese, ma lei non lo calcolò.
“Soprattutto se chi è geloso non ti appartiene affatto, e tu non appartieni a lui” continuò il suo pensiero. 
Zayn sapeva che voleva solo sfogarsi, così le cinse la spalla con il braccio.
“Ci sono tante cose che non sai di me, Zayn” lui annuì alla sua affermazione.
“Mostramele tutte, allora” disse. 
Era strano, parlare con lei senza dover sbuffare e sogghignare in continuazione. Era sicuro che quello fosse un momento di stand-by, che non sarebbe più capitato.
“Non saprei da dove iniziare, in verità” rispose, confusa. 
“Stai con Harry?” chiese Zayn, e solo dopo aver formulato la domanda si accorse dell'errore che aveva commesso. 
La ragazza si girò lentamente verso di lui, e sul suo viso chiaro si formò l'espressione che spesso gli dedicava: il sopracciglio alzato e un ghigno sulle labbra che presto si trasformò in una risata. 
“Sei geloso, Malik?” chiese, maliziosa. 
Zayn scese dal muretto, e si mise davanti a lei. La ragazza, seduta sul muretto alto, arrivava esattamente all'altezza del viso del moro. 
La guardò negli occhi per qualche secondo, per poi posarle la mano sul collo. Si fece spazio tra le gambe della ragazza che si aprirono leggermente, eccitandolo non poco. Avvicinatosi al suo collo, le lasciò qualche umido bacio.
Quando giunse al suo orecchio, abbellito con degli orecchini di perla, le leccò il lobo.
“Ti piacerebbe” le sussurrò, provocandole un brivido che la ragazza cercò di fermare. 
Si allontanò dal suo collo e le dedicò uno sguardo profondo. La ragazza ricambiò. 
Appoggiò le sue mani sui pettorali del ragazzo, che anche da sopra la maglietta riuscì a percepire come duri e muscolosi, passò delicatamente le dita intorno ai capezzoli, facendolo sorridere maliziosamente. Fece per salire sul collo ma lo spinse, sorprendendolo.
Scese dal muretto, mettendosi davanti a lui. 
Con un sorriso storto si avvicinò al suo orecchio lasciandogli qualche bacio. Zayn sentì il suo respiro sulla pelle, e questo gesto gli bastò per svegliare il suo membro.
Era assurdo cosa gli succedeva con le provocazioni della bionda. 
Tiff sentì l'erezione del ragazzo premerle contro, si allontanò dal collo del ragazzo e, sorridendo, gli fece l'occhiolino. 
Si allontanò e tornò verso la scuola, entrandoci dentro, lasciando Zayn, per la prima volta, realmente sorpreso. 
Rise tra se e se, e seguì la ragazza. 

Quando Harry entrò dentro la sala pranzo, seguito da Liam, la prima persona che cercò con lo sguardo fu Tiffany. 
La trovò seduta al loro tavolo, con la testa appoggiata a una sua mano, mentre guardava Zayn e Louis parlare insieme. Di tanto in tanto annuiva, e Harry non poté far a meno di notare gli sguardi che dedicava al moro.
Sentì una sensazione strana formarsi nella pancia, fino a salire su fino al petto, ma la scacciò velocemente. 
Dopo aver incontrato Niall e preso i rispettivi vassoi, andarono a sedersi, unendosi ai tre amici. 
Harry non si sedette al fianco della bionda, quel giorno, ma cedette il suo posto a Niall, che le diede un bacio sulla guancia per salutarla. 
Inutile dire che il ragazzo passò il pranzo ad osservare l'amica, non trovando le parole per dirle qualcosa. 
Un calore irritante si formò nel suo petto quando vide che Tiffany incrociava spesso lo sguardo di Zayn, e che quest'ultimo la osservava aspettando di poter immergersi nel blu dei suoi occhi. 
Harry sapeva che lui non era l'unico con cui la bionda aveva fatto sesso, e lo stesso valeva per lui, ma non riusciva a sopportare il rapporto che si stava creando tra lei e il nuovo arrivato. 
Spostò lo sguardo sul moro, cercando di capire cosa avesse di più interessante rispetto a lui.
Harry aveva le fossette, lui no. Aveva i tatuaggi, Tiffany li amava, sicuramente Zayn, invece, no. Aveva dei capelli morbidi da toccare e tirare, lui no. Continuò a guardarlo interrogativo, chiedendosi perché una ragazza come Tiffany gli desse delle attenzioni, finché il moro non si voltò verso di lui. 
“Hai qualcosa, Harry?” gli chiese Zayn, con una voce che risultava sicuramente tranquilla alle orecchie degli altri, ma che per Harry era piena di minaccia e convinzione. 
Non le avrebbe rubato la ragazza, non glielo avrebbe permesso. 
“Nulla, amico” gli disse, ammiccando, e poi guardando Tiffany. 
La ragazza sbuffò, si alzò e lasciò la mensa. Louis fece per alzarsi, ma Harry lo fermò.
“Vado io” disse soltanto, sotto lo sguardo di tutti.
“Perché ha litigato con Tiff?” chiese Liam, dopo qualche secondo.
Niall divenne rosso, come ogni volta che stava per mentire, “solite discussioni, sai com'è”.

Corse nel corridoio, fino ad arrivare all'armadietto di Tiffany. La vide esattamente li, appoggiata e seduta per terra.
Le si avvicinò lentamente e imitò la sua posizione, affiancandola. 
“Cosa vuoi, Harry?” chiese, senza guardarlo.
“Chiederti scusa” disse soltanto.
Sapeva che con Tiffany non servivano molte parole, era in grado di capire concetti complicati in modo semplice. 
Tiffany sbuffò, voltandosi verso il riccio, “perché ti è venuto quell'attacco di gelosia?”.
Harry ci pensò su, non essendo sicuro di come gestire la situazione. 
Non voleva farle credere di essere follemente innamorato di lei, ma neanche di odiarla. La verità, è che neanche lui sapeva cosa provava.
“Non lo so”. 
Tiffany continuò a guardarlo, non accontentandosi della risposta del riccio.
“Probabilmente per il modo in cui ti guarda” disse, tutto d'un fiato. 
Tiffany scosse la testa, “chiunque può guardarmi in qualsiasi modo, ma non puoi dire che sono tua solo perché siamo andati a letto insieme qualche volta” aggiunse poi, “l'avevi detto anche tu, ricordi?”.
Harry annuì, ricordando esattamente le sue parole. ‘Solo sesso’.
“Allora la smetterai?” chiese, alzandosi.
Harry la seguì, annuendo.
“Parlerai bene a Zayn?”.
Harry la guardò storto, “t'importa di lui, ora?”.
Tiffany gli diede un colpo alla spalla, ridendo, “ho promesso al signor Malik di essergli amica”.
La campanella suonò e avvisò gli studenti dell'inizio della seconda parte delle lezioni. 
Harry diede un dolce bacio sulla guancia della bionda. Terribilmente vicino alle labbra, pensò Tiff. 
“Buona lezione” le sussurrò, e se ne andò. Si guardò intorno, per controllare se ci fosse Liam o no.
Gli scoppiava la testa, per le mille emozioni che sentiva. Non riusciva più a capire se poteva chiamarla gelosia o era ben altro. 
Quello che sapeva, però, era che non riusciva a sopportare l'immagine della sua Tiffany e Zayn in banco insieme per ore e ore. 
In quel momento, Harry Styles, avrebbe fatto qualsiasi cosa per poter essere al suo posto.
Era geloso. 







Angolo autrice:
Vorrei, come sempre ringraziarvi per tutte le recensioni, per chi mette la storia nelle preferite e chi continua a seguirla! Vi amo.
Spero questo capitolo vi sia piaciuto, davvero. Se trovate qualcosa che non vi convince fatemelo sapere, accetto tutte le critiche, sia negative che positive! 
Grazie ❤️

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Capitolo 5
*** #5 ***


#5







La prima settimana scolastica, per quanto traumatizzante potesse essere, passò velocemente. 
I fratelli Payne avevano organizzato la festa in maschera nei minimi dettagli, come sempre, invitando le persone giuste - circa duecento - il solito dj e due ‘ballerine’ da mettere sui cubi. 
Quel sabato mattina, Tiffany si svegliò alle dieci, rilassata e felice. 
Scese in cucina, dove trovò il fratello intento a parlare con qualcuno al telefono. Sembrava scocciato.
Quando ebbe finito, posò un bacio sulla guancia della sorella e le diede il buongiorno.
“Hai brutte notizie, vero?” chiese la sorella, “te lo leggo in faccia”.
Liam sorrise amorevolmente alla sorella, “no, solamente il barman non riuscirà a comprare tutte le bottiglie che volevamo in tempo”.
La sorella, vedendo il biondo così preoccupato e triste decise di rendersi utile, aiutandolo.
“Vado io a prenderle” annunciò, raggiante. 
Liam parve illuminarsi, “ce la farai da sola?”.
La sorella alzò il sopracciglio.
“Sai con chi hai a che fare?” chiese retorica.
Dopo aver mangiato qualche biscotto, la ragazza corse verso il bagno per lavarsi e vestirsi.
Si pettinò e prese i soldi che Liam le porse.
“Fai tu il pranzo, fratellino” gli disse, uscendo e chiudendo la porta senza dargli il tempo di rispondere e lamentarsi.
Aveva già preso la direzione del supermercato, non molto distante dalla casa, quando si accorse che, da sola, non sarebbe mai riuscita a portare tutte quelle bottiglie di vetro.
Pensò di andare a piedi a casa di uno dei ragazzi, ma ci rinunciò non appena ebbe calcolato che ci avrebbe messo un minimo di venti minuti, e che sicuramente stavano tutti ancora dormendo. 
Allora optò per l'ultima possibilità rimasta. 
Si diresse verso il numero sessantadue della sua via. Suonò tre volte, finché qualcuno non le aprì.
“Salve signor Malik, bellissima giornata, non è vero?” disse la ragazza, mostrandosi euforica ed entrando dentro la casa senza aspettare un invito. Con gli adulti, la ragazza riusciva sempre a mostrarsi particolarmente intraprendente e studiosa, la copia del fratello maggiore. 
“Cerchi Zayn, Tiffany?” chiese cordiale. 
“In effetti, si” rispose, guardandosi intorno, vedendo che non c'era. 
“Sta ancora dormendo, vai tu a svegliarlo” disse, indicando le scale. 
La ragazza lo ringraziò e fece come disse. Salì le scale fino ad arrivare alla prima porta. 
La aprì lentamente, trovando la stanza quasi del tutto buia, se non per dei piccoli raggi di luce che riuscirono ad entrare all'interno della camera da letto. 
Entrò e si guardò intorno. Trovò subito il letto a una piazza e mezzo, su cui era coricato il moro. 
Tiffany si avvicinò lentamente, sedendovici sopra. 
D'istinto, alzò la mano e accarezzò il viso del ragazzo, osservandolo.
Le lunghe ciglia accarezzavano le guance dal colorito scuro, come il resto del suo corpo. Le labbra, semi aperte, emettevano un caldo respiro, che faceva da sottofondo musicale in quella stanza dominata dal silenzio. 
La ragazza si coricò al fianco dell'amico, continuando ad osservare ogni minimo particolare, come se dovesse memorizzare tutto per creare un ritratto. Magari con dei colori ad olio, anche se sapeva che con nessuna tecnica sarebbe riuscita a trovare la tonalità dei suoi occhi.
Nonostante ci fosse freddo, dormiva senza la coperta, riparandosi dalla notte solo con dei boxer e una maglietta a maniche corte bianca. Notò dei tatuaggi sulle braccia che sparivano sotto la maglietta, e le venne voglia di scoprirli tutti e baciarli.
Pensò a come svegliarlo, trovando dopo poco un'idea che le piacque. 
Si mise lentamente a cavalcioni su di lui, piegandosi in avanti per avere il viso davanti a quello del moro. 
“Zayn” sussurrò.
Il ragazzo ci mise un po' di tempo prima di trovare la forza per aprire gli occhi. 
Si svegliò confuso, sentendo un peso sul ventre. Guardò giù, sbattendo spesso gli occhi, vedendo il corpo di una ragazza sul suo.
Alzò lo sguardo incontrando quello di Tiffany Payne, la sorella di Liam.
“Sto sognando?”.
Tiffany rise, “sono il tuo sogno, Malik?”.
Si avvicinò al suo orecchio, incominciando a baciarlo lentamente, e sospirando per provocargli dei brividi. 
Mosse il bacino, strofinandosi contro di lui.
Lo sentì sospirare, probabilmente per l'attrito che stava creando tra le loro intimità.
Il moro la guardò negli occhi e le posò le mani sui fianchi, stringendoli.
Quel gesto eccitò la ragazza, che si avvicinò al volto del ragazzo.
Sentiva il suo respiro sulle sue labbra. 
“A volte” disse il moro, come risposta alla domanda di Tiffany.
La ragazza mostrò un ghigno convinto, sapendo già la risposta.
Continuò a fissare le sue labbra per qualche secondo, per poi alzarsi.
“Peccato, mi piaceva” si lamentò Zayn.
Tiffany alzò un sopracciglio e rise, “muoviti, Malik, mi devi accompagnare al supermercato”.
“E questo quando l'abbiamo deciso?” chiese, sedendosi sul letto.
“Adesso. Ti do cinque minuti per prepararti e scendere” disse seria, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta alle sue spalle. 

Nonostante Zayn avesse impiegato più tempo del necessario per prepararsi - usando “dovevo sistemarmi i capelli” come scusa - dopo circa un ora Tiffany uscì dal supermercato mettendo il resto nel portafoglio che teneva in mano, mentre Zayn le portava le tre buste. 
“Era necessario comprare così tante bottiglie?” si lamentò Zayn, non per la prima volta.
Tiffany lo guardò male, “se a una festa non sono tutti ubriachi, non è una festa”.
Zayn la guardò storto e rise, facendo arrabbiare la ragazza. 
“A proposito della festa” disse, aspettando una sua reazione, che non arrivò, “hai deciso da cosa ti vestirai, Tiff?”.
Adorava chiamarla Tiff, e vedere il suo viso assumere un espressione scocciata. 
La bionda non rispose subito. Si fermò di scatto dopo qualche secondo, fermando l'amico. 
Si mise davanti a lui, facendo combaciare i loro petti, avvicinandosi al suo viso. 
“Perché, ti interessa?” chiese, respirando sulla pelle del moro. 
Lui la guardò negli occhi, vedendo la malizia, la sfida e la forza, e, se non si sbagliava, anche della curiosità. 
Accorgendosi che stava osservando le sue labbra in attesa di una risposta, decise di sorridere semplicemente. 
La sorpassò e continuò a camminare, senza rispondere. 
Sentì Tiffany camminargli dietro per poi raggiungere il suo passo.
“Comunque ho pensato che potresti vestirti da cazzo, così ti sentiresti a tuo agio con quello che sei” disse, con un tono dolce. 
Zayn fece il finto offeso, per poi cominciare a ridere insieme alla ragazza. 

“Ho le bottiglie!” annunciò Tiff, non appena entrò dentro casa, seguita dal moro. 
“C'è l'hai davvero fatta da sola?” chiese Liam stupito, scendendo le scale saltellando ogni due gradini. Un bambino.
“Ho cercato rinforzi” disse, indicando il ragazzo dietro di lei. 
Andò verso l'amico e lo salutò con un cinque, dirigendosi poi verso la cucina per sistemare l'alcol nel frigorifero. 
Quando Liam e Zayn cominciarono a parlare dell'ultima partita di calcio trasmessa, Tiffany si congedò in camera sua, salutando i due ragazzi velocemente. 
Si coricò sul letto e prese il cellulare.
“Non vedo l'ora di vederti sta sera. Harry” recitava il primo messaggio. 
La ragazza sorrise e passò alla notifica successiva. 
“Chiamami. Non so come vestirmi. L” vi era scritto. 
Chiamò subito il migliore amico, e passò il pomeriggio parlandogli al telefono. 

Quando Louis giunse a casa della ragazza, alle otto di quella sera d'autunno, la aspettò seduto sulla tavoletta del water mentre si faceva la doccia, ascoltandola cantare sopra il rumore del getto dell'acqua. 
Le suggerì, per la quattordicesima volta, di mettere il vestito nero, quello attillato, incredibilmente sexy, con il quale probabilmente avrebbe attirato l'attenzione di tutta la componente maschile della festa. 
Quando uscì, si prese cura di lei, aiutandola ad asciugare completamente i capelli per non rovinarseli con la piastra. Odiava quando lo faceva. Aveva dei capelli così belli e naturali, che il suo uso ossessivo della piastra non avrebbe fatto altro che rovinarli. 
Gli raccontò di come aveva trascorso quella mattina, al supermercato con Zayn, che continuava a chiamare per nome e cognome. 
“Devo iniziare a preoccuparmi, Tiff?” chiede Louis, facendo il finto scioccato. 
Tiffany assunse un espressione interrogativa, aggrottando le sopracciglia. 
“Sbaglio o ti sta simpatica una persona che conosci da pochissimo?” chiese, ridendo. 
Per quanto potesse sembrare stupida, la frase, Tiffany non faceva mai amicizia con qualcuno in quel modo, tantomeno con un ragazzo. ‘Con i ragazzi non si fa amicizia, li si usa e basta’ era solita a dire. 
Tiffany rise, e Louis poté giurare di aver visto nel riflesso dello specchio del bagno le sue guance passare dal colorito chiaro ad un rosa tenue. Stava forse arrossendo? impossibile, pensò.
“Non esagerare, orsetto” gli risposte dolcemente l'amica, passandogli un dito sulla punta del naso, facendolo sorridere. 
Si chiuse, poi, in camera per truccarsi e vestirsi, e Louis andò nell'altra camera del corridoio al secondo piano.
Sulla porta in legno scuro vi era inciso ‘Liam’ in oro, proprio come nella porta dell'amica, la aprì senza bussare. 
“Porca troia” lo sentì imprecare, intento a chiudere correttamente i bottoni della camicia. 
Quando vide Louis entrare in camera sua, andò a dargli un cinque, per poi tornare davanti allo specchio.
“Oggi mi faccio Danielle” annunciò, felice. 
“Ci starà?”.
“Si, è da settimane che sbava per me durante l'ora di fisica, sarà più che felice”.
Louis sorrise. 
“Tu?” gli chiese l'amico.
Louis ci pensò, “Jenna, del secondo anno”.
Liam annuì, contento per la scelta del ragazzo. Quando finì di vestirsi, si voltò verso l'amico, notando solo in quel momento che era truccato da zombie, con degli aloni rossi sotto gli occhi.
“Uno zombie in cerca di ragazze?” scherzò.
“Esatto” rise. 
Louis pensò per qualche minuto, prima di dire ad alta voce i suoi pensieri.
“Sai, Liam, secondo me a Zayn interessa Tiff”.
Liam si sedette sul letto, e l'altro fece lo stesso.
“Lo penso anch'io, Lou” disse, sospirando, “ma cosa posso farci? non posso tagliare gli occhi a tutti i ragazzi, anche se vorrei”.
Louis rise, annuendo. Liam non aveva tutti i torti: chiunque guardava Tiff. Era la ragazza più famosa della città, desiderata da tutti i maschi ed invidiata da tutte le femmine. Spesso si sentivano storie assurde, a scuola, di come qualche ragazzo avesse lasciato la propria fidanzata, convinto di poter avere un opportunità con Tiffany. 
Perché a Tiffany piaceva comportarsi in quel modo, illudere i ragazzi e renderli completamente dipendenti da lei. Le piaceva sapere di essere nei pensieri di molti.
Soprattutto, le piaceva tenere in pugno Harry. 
“Sai cos'altro ho notato?” gli chiese Liam.
Louis scosse la testa.
“Harry” disse soltanto. 
Louis dovette trattenersi dal fare un salto, di paura probabilmente, paura che se avesse scoperto cosa ci fosse tra il riccio e la sorella, avrebbe odiato tutti gli amici per non averglielo detto.
“Cosa ha fatto?” chiese, cercando di tenere un tono calmo, curioso e sorpreso. 
“Gli piace Tiffany, ne sono sicuro quasi al cento per cento” affermò. 
Louis si fermò per pensare, e si accorse di essere veramente stupido per non essersene accorto anche lui, prima.
Harry usava le ragazze, non veniva usato da loro. Ma con Tiffany, era diverso. Anche se affermava il contrario, era lei a comandare, a decidere, a persuaderlo.
Si sentì stupido, Louis, per non aver pensato prima che la causa della gelosia per Zayn, della discussione con Tiffany qualche giorno prima, fosse l'amore. 
“Proverò a parlargli” disse, poi.
Louis sospirò, scuotendo la testa, pensando a Tiffany, che si cacciava in guai che nemmeno lei era in grado di gestire. Si chiese anche come avesse fatto, una ragazza astuta come la migliore amica a non essersene accorta, in tutto quel tempo.
“Tiffany non lo sa però” continuò Liam, dopo una breve pausa, “gliel'ho chiesto qualche giorno fa”.
Louis poggiò una mano sulla spalla dell'amico, assicurandogli che non c'era motivo di preoccuparsi, che Tiffany era forte, sapeva cosa fare e che lui avrebbe dovuto pensare solo a divertirsi, quella sera. 
L'amico lo ringraziò, come faceva sempre. Perché, nonostante Louis fosse il migliore amico della sorella, per lui c'era sempre, così come per gli altri. 
Si promise che ci sarebbe dovuto essere anche lui, per Louis, quando ne avrebbe avuto bisogno. 







Angolo autrice: 
Buona sera! So che il capitolo è un po' corto rispetto ai precedenti, ma è fondamentale per la storia - essendo il preludio della festa in maschera tanto attesa - e spero vi sia piaciuto! 
Fatemi sapere le vostre opinioni ❤️
Grazie, di cuore. 

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Capitolo 6
*** #6 ***


#6








Alle nove e quarantasei, Tiffany andò in cucina, chiudendosi la porta dietro le spalle e sedendosi nell'angolo dei divani riservati a lei e ai suoi amici.
Si sedette proprio davanti alla finestra, osservò la piscina e desiderò di poter fare una festa li, proprio come quell'estate, ma sapeva che il tempo non glielo avrebbe permesso, in quei mesi. 
Non si preoccupò di sbirciare nel salotto, per osservare gli invitati e il loro abbigliamento, Tiffany non si interessava mai particolarmente degli altri, o del loro parere. 
Non le interessava guardare le altre ragazze dalla testa ai piedi, come spesso facevano loro con lei, perché sapeva che, per quanto potessero essere belle, non sarebbero mai state come lei. Per quella festa, per esempio, seguì il consiglio di Louis e mise un semplice vestito nero, aderente e corto. Le scarpe con il tacco le mettevano in risalto le lunghe gambe toniche, i fianchi perfetti erano fasciati dalla stoffa morbida del vestito, e i capelli erano raccolti sinuosamente in una crocchia altra. Aveva solo un trucco da vampira, non troppo pesante. Nonostante ciò, era comunque la più bella agli occhi di tutti.
Casa Payne straripava di gente da almeno mezz'ora, all'entrata e al suo interno. La musica sbatteva contro le pareti e i tacchi a spillo calpestavano il suo pavimento. Gli alcolici erano appoggiati sui tavoli, mentre Tiffany raccoglieva un posacenere lasciato dallo scorso sabato sul pavimento, accendendosi una sigaretta. 
Il fratello, gentile ed educato com'era, all'inizio di ogni festa si posizionava davanti all'entrata, dando il benvenuto a tutti gli ospiti, di cui probabilmente non ricordava i nomi della metà. 
Tiffany invece, non l'avrebbe mai fatto. Pensava che tutta quella gente doveva sentirsi già abbastanza onorata di poter far parte della festa, e non aveva bisogno anche di un gentile saluto.
Sentì qualcuno aprire la porta, non preoccupandosi di controllare chi fosse, sapendo che chi non faceva parte della sua cerchia ristretta non si sarebbe permesso di entrare in cucina. 
“Non vieni, Tiff?” le chiese la voce di un biondo dagli occhi azzurri. 
Si girò, vedendo che era vestito tutto di bianco. 
“Cosa dovresti essere, Niall?” chiese, ridendo. 
“L'uomo bianco, non è ovvio?” chiese retorico, ridendo con la ragazza. 
Prese una bottiglia di gin lemon dal frigorifero, che Tiffany si era preoccupata personalmente di non lasciare agli invitati, ma di tenere per se, e ne versò il contenuto in un bicchiere. 
Lo porse alla bionda. 
“Bevi, e vieni a ballare” disse soltanto.
Sapeva che non si scatenava mai, senza sentire almeno una goccia di alcool sulle labbra. 
Dopo neanche cinque minuti, finirono nel soggiorno, che assomigliava più a una pista da discoteca, e raggiunse gli amici.
“Bellissima” le sussurrò Harry all'orecchio, quando lo salutò con due baci. Era truccato da cantante dei kiss.
Sorrise e cominciò a ballare, muovendo i fianchi sontuosamente contro il corpo del riccio. 

La festa era cominciata da più di mezz'ora quando Zayn varcò la porta della casa, incontrando subito Liam che gli diede il cinque. 
“Un vampiro davvero sexy” lo prese in giro, vedendo il suo trucco sul viso, “vieni dentro” lo invitò.
Zayn sorrise, guardando la folla che lo avvolgeva velocemente. 
Era già entrato a casa Payne, ma poteva giurare che quella sera sembrava completamente diversa, così piena di ragazzi che si strusciavano l'un l'altro.
Si guardò intorno, vedendo subito un'alta crocchia bionda ballare al centro. La vide lì, bellissima nel suo aderente vestito nero, con la mano alzata verso l'altro, al tempo della musica. Si era truccata, come lui, da vampiro. Ma era una vampira decisamente più sexy.
La vide da lontano, ballare con Louis e poi con Harry. 
Quest'ultimo le poggiò le mani sui fianchi, facendo combaciare i loro bacini. Non si preoccupò tanto del riccio, era convinto che sarebbe riuscito a conquistare la bionda, con il suo fascino. 
Quando Tiffany lo vide, probabilmente sentendosi osservata, gli fece l'occhiolino, sorridendo, e continuò a ballare, muovendo il sedere contro il ventre di Harry.
Delle idee poco caste presero forma nel cervello del moro, e probabilmente anche in quello di Harry. 
“Zayn!” lo chiamò qualcuno, che scoprì essere Louis. 
Si avvicinò al ragazzo, salutandolo. 
“Tieni, prendi” gli ordinò, dandogli un bicchiere. 
Zayn ne bevve il contenuto, riconoscendolo subito come un Green Jamaica. 
“Hai mai visto una festa del genere?” gli chiese Tiffany, avvicinandosi a lui.
Zayn scosse la testa sorridendo, sentendo la gola bruciare per l'effetto del drink, non troppo forte. 
Harry si avvicinò a lei, abbracciandola da dietro, come per mostrare al moro che era di sua proprietà. 
La bionda invece, per niente d'accordo con lui, tolse quelle braccia dalla sua vita e si allontanò dal gruppo, ballando e ridendo. 
I ragazzi la videro rubare i drink dalle mani degli invitati, bevendoli in un sorso. 
Louis scosse la testa ridendo, “la solita”.
Sogghignò. La vide andare verso un cubo, sul quale stava ballando una ragazza. Le prese la mano e la fece scendere da li, posizionandosi sopra al posto suo. Cominciò a ballare, sotto lo sguardo eccitato di tutti i presenti. 
Zayn sentì una strana sensazione ribollirgli all'interno dello stomaco, ma non le diede corda. 
La osservò, mentre felice muoveva il bacino insieme ai bassi della musica. Salutò il dj con la mano, probabilmente lo conosceva bene per via di tutte quelle feste, continuando a ballare. 
Portò una mano ai suoi capelli, togliendo l'elastico che teneva la crocchia, lasciando che si muovessero anche loro a ritmo, svolazzando.
Zayn si girò, notando che gli amici non si trovavano  più dietro di lui, ma sparsi su tutta la pista, ballando con delle ragazze. 
Vide Harry baciare una rossa che non aveva mai visto. Notò anche che, mentre la baciava, aveva gli occhi rivolti verso la bionda. 
Non se ne curò più di tanto, e decise di avvicinarsi alla sua preda. 
Finì sotto il cubo, a osservarla da vicino. 
“Sei incantato, Malik?” lo stuzzicò, ridendo. 
Prese il bicchiere che teneva in mano e lo bevve al posto suo, buttandolo poi per terra. 
Probabilmente in quel momento non pensò che, il giorno successivo, avrebbe dovuto pulire anche lei. 
“Ti stanno guardando tutti” le disse Zayn.
L'amica sbuffò, “lo so”. 
Continuò a ballare finché il moro non si scocciò degli sguardi insistenti che le dedicavano i presenti, così la prese in braccio e la fece scendere da li. 
“Lasciami” gli disse, dandogli dei pugni sul petto, che sembravano più delle carezze.
Quando furono abbastanza lontani dal cubo, al centro della folla, la rimise in piedi. 
Lo guardò serio, e poi scoppio a ridere. Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, sorpreso. Lei si avvicinò, appoggiando la testa tra le sue spalle e il collo, continuando a ridere sulla sua pelle.
“Cos'hai?” chiese, allora. 
“Sei geloso” constatò lei, senza guardarlo. 
Lui le prese il viso fra le mani, osservandola. 
Era bellissima, col suo trucco perfetto, leggermente sbavato e con i capelli sciolti, spettinati. 
“Che guardi?” gli domandò, vedendo che la osservava così intensamente. 
“Sei bellissima, Tiff” disse, semplicemente. 
Tiffany rise, “ed è un problema?”.
Si avvicinò a lui sensualmente, avendo voglia di ballare con qualcuno, e cominciò a strusciarsi contro di lui. Gli appoggio le mani sul collo, facendo scontrare i loro bacini più volte. 
All'inizio Zayn rimase immobile, non sapendo come comportarsi, preoccupato che qualcuno potesse fraintendere, qualcuno come il fratello della ragazza. 
“Lasciati andare, Malik” gli sussurrò all'orecchio. 
La voce sensuale lo sciolse all'istante, facendolo tornare in sé. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, anche ‘cacca’, che con quel tono e quello sguardo sarebbe riuscita ad eccitarlo ugualmente. 
Prese parte al ballo, muovendosi a ritmo, proprio come la ragazza. 
Si avvicinò al suo orecchio, respirandole sopra la pelle. Sentì dei brividi passarle sulla schiena, e sorrise. 
Le sue mani passavano dal toccarle i fianchi, ad accarezzarle i lunghi capelli biondi. Si accorse di desiderare un contatto più profondo. Desiderò di toccarle la pelle, che in quel momento era coperta dal vestito sino alla coscia. 
Tiffany rise, senza alcun motivo, allontanandosi dal ragazzo. 
“Che c'è?” chiese, stupito per la seconda volta. 
La ragazza continuò a ridere, poi si avvicinò velocemente al suo orecchio. Gli lasciò qualche bacio sul collo, che scoprì essere un punto particolarmente sensibile per lui, e gli sussurrò all'orecchio. 
“Ti ho fatto arrettare”.
Zayn guardò giù, notando che la ragazza aveva ragione. Anche con i jeans, si vedeva una gonfiezza nel suo ventre. 
“Vieni e coprimi, allora” le disse, facendole l'occhiolino e prendendola per i fianchi.
La ragazza non aspettò altro e riprese a strusciarsi contro di lui, facendogli sentire ancora meglio il suo corpo magro a contatto con il suo, la sua intimità così vicina a quella del ragazzo. 
Zayn capì subito che non era una buona idea continuare, data l'eccitazione che non aveva intenzione di abbandonarlo. 
Le baciò il collo, leccandolo delicatamente e soffiandoci sopra, facendole sentire dei brividi di piacere. Appoggiò le mani sulla sua schiena, poco prima del sedere, avvicinandola ancora di più al suo corpo tonico, non lasciandole via di scampo. 
Avvicinò le mani scure al fondoschiena della ragazza, quando quest'ultima gliele prese e le spostò dal suo corpo. 
Era una tentatrice. Una provocatrice. Incitava a fare qualcosa, che poi non dava il permesso di fare. 
Gli mostrò un ghigno convinto, che Zayn ricambiò. Afferrò la sua mano, notando che combaciava perfettamente con la sua, e la riscaldava. Intrecciò le sue dita con quelle del ragazzo. Le stava bene, proprio come le stava bene quel vestito o le sue mutandine in pizzo.
Il ragazzo sorrise, guardando la sua mano che copriva completamente quella della ragazza, piccola e chiara, come lo era lei.
“Vieni” gli sussurrò, tirandolo verso la parte opposta della grande stanza. 
Passarono in mezzo alla gente, senza lasciare il contatto caldo.
Si trovarono poco dopo davanti a una porta, che la ragazza aprì. 
“La festa è qui” urlò la ragazza, lasciando la mano del moro e portando le braccia in alto. 
Come risposta, dei ragazzi urlarono. 
Zayn si girò verso quelle voci, vedendo Louis, Niall ed Harry seduti su un divano in pelle. 
“Già ubriaca, Tiff?” le chiese Louis, ridendo. 
La ragazza rise di gusto, cantando la canzone che il dj aveva appena messo. 
Prese il moro dal colletto della sua maglietta e lo tirò verso il divano, facendolo sedere. 
“Benvenuto nel nostro angolo, Zayn” gli disse il biondo, passandogli un bicchiere in cui aveva appena versato un liquido chiaro.
Tiffany gli prese velocemente il bicchiere dalle mani, facendo cadere parte del contenuto in terra. 
“Ti devo picchiare, Niall?” urlò la ragazza, “il gin lemon è mio” disse, aumento la voce sul ‘mio’.
Niall sbuffò, divertito. 
“Non fare l'egoista e dividilo con Zayn” la rimproverò. 
Lei assunse un espressione arrabbiata e triste, e dopo averne bevuto metà lo passò al moro. 
“Sei più brava tu delle ballerine che avete ingaggiato, Tiff” le disse Louis, facendo ridere la migliore amica.
“Ma loro sono più sexy” obiettò Harry, freddo, che fino a quel momento era rimasto zitto con lo sguardo fisso sul volto di Zayn. 
Tiffany rise ancora di più a quell'affermazione.
“Bugiardo” gli disse, avvicinandosi a lui per mettergli l'indice davanti alle labbra.
Harry sbuffò scocciato, si alzò e uscì dalla stanza, sbattendo la porta. 
“Ma che ha?” chiese la ragazza, sorpresa, senza riuscire però a smettere di ridere. 
“Geloso” dissero Niall e Louis nello stesso momento, guardandosi ed iniziando a ridere.
Zayn sorrise, contento.
Tiffany, invece, si alzò.
“Che palle” disse, uscendo dalla stanza.
Fu travolta all'istante dalla folla, sudata ed eccitata. 
Vide il fratello impegnato a strusciarsi contro una ragazza dai capelli ricci, che riconobbe subito come la gallina che gli sbavava dietro da qualche mese. Sorrise, pensando a quanto dovesse essere felice la ragazza in quel momento.
Non ci mise molto, poi, a riconoscere una massa di capelli ricci in mezzo alla folla, cercò di raggiungerlo, vedendo che stava baciando una ragazza mora. 
Gli prese la spalla e lo staccò da lei.
“Che cazzo vuoi?” le urlò Harry, scocciato. 
La ragazza mandò via la mora con un gesto della mano. 
“Non rompere e dimmi che problemi hai” disse, alzando la voce per farsi sentire sopra la musica alta. 
“Sei tu il mio problema” le rispose, continuando ad urlare, arrabbiato. 
“Tu ti fai altre ragazze, e io ho sempre fatto lo stesso, Harry” cercò di calmarsi. 
Harry sbuffò, “è diverso”.
“Cosa è diverso?”.
“A te piace Zayn” affermò. 
Tiffany sbuffò per le insinuazioni del riccio, cominciando ad arrabbiarsi. 
Non erano mai stati fidanzati, non avevano nessun tipo di rapporto che poteva definirsi d'amore, erano amici, che a volte finivano a letto insieme, ma nulla di più. 
Fece per voltarsi, ma il ragazzo le prese il polso e la fece voltare verso di lui.
“Che c'è?” urlò la ragazza con tutta l'aria che aveva nei polmoni. 
“C'è che mi piaci, cazzo” le urlò in faccia Harry, molto più forte. 
Avrebbe anche potuto sussurrarle, quelle parole, che sarebbero comunque arrivate velocemente al cuore della ragazza, e gliel'avrebbero colpito, fino a provocarle dolore. 
Tiffany rimase in silenzio, non riuscendo ad assimilarne il significato, non riuscendo a capirlo, ad accettarlo. 
Harry non aspettò una sua risposta, le si avvicinò e le posò le labbra sulle sue. 
Morbide, rosee e calde. 
Sapevano di limone ed alcol. Cercò di approfondire il bacio, posando le mani sui suoi fianchi, ma Tiffany rimase immobile. 
Non voleva continuare. Per quanto sembrasse strano, in tutte le volte che avevano fatto sesso non si erano mai baciati, non avevano mai mostrato nessun interesse che andasse al di là del sesso. 
Per quanto quel bacio potesse essere disperato ed urgente, forse anche bello, Tiffany non lo aveva chiesto. 
Lo rifiutò, posandogli le mani sul petto e spingendolo via. 
Si pulisse le labbra, odiando il fatto di non avere solo il suo sapore sulla pelle, ma anche quello delle ragazze che lo avevano baciato quella sera. 
“No” gli disse quasi senza voce, senza pensare e andandosene.
Aveva le lacrime agli occhi, non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscita a tenerle imprigionate.
Entrò velocemente in cucina. 
“Cos'è successo?” chiese Louis preoccupato. 
Gli bastò vedere il viso della migliore amica per meno di un secondo che capì che non andava qualcosa. 
Lei non lo calcolò, la domanda le entrò da un orecchio e le uscì dall'altro. Aprì il frigorifero, prese una bottiglia di vodka liscia e lo richiuse con forza, facendo sbattere diverse bottiglie in vetro, e prese un pacchetto di sigarette lasciato sul tavolo.
Passò davanti ai divani, non ascoltando quello che le dicevano gli amici. 
Posò per un secondo lo sguardo negli occhi di Zayn, che la osservavano attentamente, cercando di leggerci all'interno le sue emozioni, i suoi sentimenti. 
Aprì la porta finestra e la richiuse dopo essere uscita in giardino. 
Non si preoccupò neanche di accendere le luci esterne. 
Si tolse le scarpe con il tacco, si sedette sul bordo della piscina e immerse i piedi nell'acqua. 
Era distrutta. Non riuscì più a trattenere le lacrime, dopo aver acceso la sua sigaretta. 
Quando la finì, ne accese un'altra. 
“Vattene” disse fredda, quando sentì dei passi strisciare lentamente sull'erba secca, a causa del freddo di quel periodo. 
La persona non la ascoltò, sedendosi sul bordo della piscina, imitando la ragazza e immergendoci i piedi. 
Tiffany alzò gli occhi per verificare chi fosse, e sospirò sollevata notando che non era Harry, bensì Zayn. 
“Non hai freddo?” le chiese.
“Tu?”.
Nonostante la freddezza della sua voce, Zayn vide le sue labbra assumere un colorito violaceo, per la bassa temperatura di quella notte. Si tolse la maglietta a maniche lunghe che portava, rimanendo a petto nudo, e facendola indossare alla bionda. 
Tiffany sorrise. Nessuno le aveva regalato un gesto così dolce. 
Per ringraziarlo silenziosamente, la bionda gli passò il suo pacchetto di camel blu. Il ragazzo ne prese una e la accese. 
“Cosa non ti piace di Harry?” chiese improvvisamente la ragazza, continuando a guardare l'acqua della piscina. 
Zayn la guardò stupito, senza però ricevere un suo sguardo.
“In che senso?”.
Aspirò qualche tiro dalla sigaretta, prima di rispondere.
“Hai capito” disse. 
Non dovette pensarci troppo, sapeva esattamente la risposta. 
“Il modo in cui ti guarda”. 
Tiffany assunse uno sguardo stupito, aggrottando le sopracciglia, continuando a fissare il vuoto. 
“Come mi guarda?”.
“Bene” disse soltanto.
Tiffany arricciò leggermente le labbra, e il ragazzo fu felice di averla fatta sorridere almeno per un secondo.
“Mi ha baciato” disse seria, dopo qualche minuto di silenzio generale. 
Zayn alzò le sopracciglia, sentendo quella strana sensazione, che provava solo quand'era con lei, crescergli al centro dello stomaco. 
“E cosa c'è di strano?” chiese.
Il migliore amico della ragazza, qualche minuto prima, gli aveva confidato la ‘storia’ che vi era tra i due. 
Tiffany assunse un'espressione stranita, continuando ad osservare l'acqua della piscina. 
“Louis mi ha detto” disse. 
La bionda sbuffò, rassegnata per il suo migliore amico che non riusciva a non essere sincero con gli altri.
“Non l'aveva mai fatto” disse, assumendo un tono arrabbiato, “ha detto che gli piaccio”.
Zayn sospirò. Iniziava a pensare di non avere molte possibilità con la ragazza. Si sentì obbligato ad ammettere a se stesso che lei era troppo per lui. Troppo bella, troppo astuta, troppo desiderata. 
Rimase così, in silenzio, immersi nei loro pensieri. 
“A me non piace” disse poi Tiffany, stupendo il moro. 
Zayn alzò gli occhi dall'acqua, osservando la bionda. La trovò con lo sguardo rivolto verso di lui, gli occhi che gli penetravano le pupille, ipnotizzandolo. 
“Sicura?”.
“Credo” disse sorridendo, e appoggiò la testa sulla sua spalla. 
“Ho paura di perderlo”.
“Se è un vero amico, non se ne andrà” rispose, accarezzandole i capelli.
Tiffany non era abituata a quella dolcezza. Nessun ragazzo gliel'aveva mai mostrata prima, e si stupì, trovandola magnifica. Come se avesse aspettato quei gesti per tutta la vita. 
“Grazie per essere venuto” gli disse infine. 
Il ragazzo la spostò dalla sua spalla, prendendole il viso tra le mani, come aveva fatto qualche ora prima.
Si avvicinò lentamente al suo volto, aspettando che lo respingesse, con uno schiaffo o con una spinta.
Invece, non ricevette nessuna delle due, anzi, rimase immobile, accennando un sorriso. 
Le si avvicinò alla guancia e le diede un bacio, poi un altro ed un altro ancora, fino a quando non si avvicinò all'angolo della sua bocca. 
Il moro non aspettò di più e si avvicinò ulteriormente. Le leccò lentamente le labbra, come per cancellarle il gusto del bacio di Harry, per sostituirlo con il suo. 
Le accarezzò la guancia con le dita, sentendo il dovere di protezione nei suoi confronti. Asciugò le sue lacrime salate, catturandole tutte nelle mani. 
La trovò incredibilmente debole, così diversa da come si mostrava solitamente. La sentì dolce, bisognosa di quel contatto che lui le stava regalando. 
Le appoggiò le labbra sulle sue. Erano fredde, e sapevano di limone e tabacco. Probabilmente era lo stesso gusto delle labbra del ragazzo. La sentì sorridere leggermente sotto il suo contatto.
Non approfondì il bacio, staccandosi dalle sue labbra. Non voleva approfittare di un suo momento di debolezza, avendo paura che si sarebbe potuta pentire, il giorno dopo, se fossero andati oltre. 
Tiffany sorrise, “grazie anche per questo”.
Le ricambiò il sorriso, spostandole una ciocca di capelli che, ostinata come lei, non voleva spostarsi dai suoi occhi. 
“Ne vuoi? A me fa schifo” gli disse poi, passandogli la bottiglia di vodka. 
Zayn scosse la testa, “perché l'hai presa, allora?”.
“Piace a Harry, così non avrebbe potuto berla” disse, sorridendo. 
Zayn non poté far a meno di ridere.
“Che grande vendetta” la prese in giro.
Lei gli diede un colpo sul petto, notando solo allora quanto fosse abbronzata la sua pelle. Notò, finalmente, i tatuaggi su cui tanto aveva fantasticato. Quei disegni, ai suoi occhi, parvero i più belli che avesse mai visto. Gli mettevano in risalto gli addominali scuri.
Sexy, fu l'unica cosa che riuscì a pensare. Dovette trattenersi dal non saltargli addosso, sapendo che non era il momento adatto. 
Sospirò, appoggiando di nuovo la testa sulla sua spalla. 
Rimasero così tutta la notte, finchè Tiffany non si addormentò, avvolta nel corpo caldo e nudo del moro. 









Angolo autrice:
Buongiorno ragazze! 
Spero che questo capitolo sia stato all'altezza delle vostre aspettative! Come avete visto Tiffany non è poi così tanto sicura dei suoi sentimenti! Fatemi sapere che ne pensate, grazie mille!
Oggi vi chiedo una cosa in particolare che ci terrei mi diceste: per chi tiffate? Harry o Zayn?
❤️

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Capitolo 7
*** #7 ***


#7










Quando Tiffany si svegliò, non era arrabbiata o stanca, come ogni mattina. Quella domenica di settembre, si sentiva insolitamente strana. Ciò che stava sotto la sua testa era convinta non fosse il suo cuscino. Spaventata, si svegliò di scatto.
Aprì gli occhi, vedendo la parete del muro, illuminata dai deboli raggi di luce che riuscirono ad entrare nella stanza buia.
Guardò verso quel corpo, del quale sentiva il calore, e fu sorpresa nel vedere il viso di Zayn Malik, il suo vicino di casa. 
Tiffany non poté trattenersi dallo spalancare la bocca. Chiunque si poteva aspettare, qualsiasi persona, nel suo letto, ma non il nipote del signor Malik. 
Ripensandoci, però, se lo immaginava abbastanza bene, lì. Magari nudo. 
Si sedette davanti al suo corpo, osservandolo. Era senza maglietta, la bionda non fece in tempo a chiedersi il perché, che notò che lei stessa indossava la maglietta di un ragazzo. Doveva essere per forza la sua. 
Però indossava i jeans, notò, e anche la ragazza era completamente ‘coperta’ nel suo vestito nero, e la maglietta profumata. 
Profumo che ricordava di aver sentito tutta la notte. 
Se erano completamente vestiti, pensò, non avevano fatto sesso. Se lo sarebbe ricordato se fosse successo. 
Guardò per terra, notando una bottiglia svuotata completamente di vodka, proprio sul pavimento. Improvvisamente la bionda si ricordò della sera precedente, sentendo rabbia e tristezza nei confronti del riccio, ma non riuscendo a nascondere un sorriso per Malik. Si toccò, senza neanche accorgersene, le labbra. Poteva giurare di riuscire a sentire a distanza di ore il gusto di tabacco del moro. 
Alzandosi dal letto, Tiffany Payne si pettinò i lunghi capelli biondi, e si avviò verso la porta. Si girò, pronta a svegliare il ragazzo, ma cambiò idea quando si accorse dell'espressione felice e rilassata che portava sul volto. Troppo dolce, per essere svegliato e disturbato. 
Quando giunse al piano di sotto, il pavimento del salotto era completamente coperto da bicchieri, bottiglie e qualche scarpa. Era quasi impossibile riconoscere il colore delle piastrelle. 
Aprì la porta della cucina, trovando subito un pacchetto di sigarette appoggiato sul tavolo da pranzo. Aprì la porta finestra e la accese, rimanendo dentro la cucina, convinta che, in questo modo, al 100% il fumo non sarebbe rimasto dentro casa. 
Fece per sedersi sulla poltrona, per stare più comoda, ma si accorse di una persona coricata proprio li. Urlò dallo spavento, per poi ridere da sola.
Il suo migliore amico era li, bello come sempre. Tiffany aveva avuto l'occasione di osservare la bellezza di Louis molte volte, in quegli anni. Le piaceva guardarlo di primo mattino, o quando era stressato per un compito, o triste per qualche stupido motivo. 
Non che provasse felicità nel vederlo triste, ovviamente, le piaceva semplicemente annotarsi mentalmente che, in tutti i modi e momenti, lui era sempre bello. 
Gli sistemò i capelli, che gli ricadevano dolcemente sulla fronte, e andò a versarsi una tazza di latte.
“Sei impazzita?” urlò una voce alle sue spalle. 
La bionda fece un salto, spaventandosi e rischiando di buttare il latte per terra. 
Non sarebbe cambiato molto, comunque, dato il casino che vi era nella casa. 
“Tu sei impazzito?” richiese la bionda, mettendosi una mano sul petto, come per calmarsi.
I grandi occhi azzurri la osservarono riprendere fiato. 
“C'è Zayn in camera tua, Tiff” disse Niall, indicando le scale. 
Tiffany annuì, non seguendolo. 
Era già abbastanza difficile fare qualcosa di mattina, figurarsi parlare o, addirittura, pensare! 
“Tra un po' si sveglierà Liam, cogliona” le disse.
Tiffany sbuffò. 
“Giusto, vado a svegliare Malik” disse, andando verso la porta. “Aspetta, ma dove cazzo hai dormito?” 
“Con Liam, gli ho rubato tutta la coperta” le risposte, regalandole una risata malefica che faceva sempre sorridere la bionda. 
Quando la ragazza giunse alla sua camera, al piano di sopra, non riuscì a non fissare per qualche secondo il volto del moro.
Zayn giaceva comodamente sul suo letto. Vedendo la cintura che portava in vita, la bionda pensò che probabilmente non doveva stare poi così comodo. 
Nonostante i jeans attillati e decisamente troppo duri per dormire, il viso del ragazzo sembrava rilassato, calmo e bello. 
E sì, Tiffany dovette ammettere a se stessa che Zayn era davvero bello. 
Le ciglia nere, più lunghe di quelle della ragazza, gli accarezzavano dolcemente le guance, mentre il naso e la bocca erano impegnati in un tranquillo respiro, assumendo espressioni pacifiche. 
Tiffany ripensò alla notte precedente, chiedendosi perché fosse andato proprio lui fuori, quando lei stava male. Sarebbe potuto andare Louis, sarebbe stato più giusto, probabilmente.
Pensò che, forse, il ragazzo provava qualche interesse nei suoi confronti. Sapeva che poteva essere una ragione più che valida, ma si accorse  di sentire per la prima volta una strana sensazione al petto, salire fino alla gola, provocandole prurito e fastidio. 
Nonostante sapesse di essere una bella ragazza, non era sicura di essere al livello di Zayn Malik. I suoi occhi blu oceano erano un tappo di coca cola rispetto alla profondità di quelli miele del ragazzo. Le labbra, segnate dall'uso dei rossetti, che lei amava, non avrebbero mai reso giustizia davanti alle sue, morbide. Tiffany si trovò a desiderare che il ragazzo la volesse. Scosse la testa, scacciando quei pensieri fin troppo assurdi, stupita di poter pensare cose del genere. 
Si avvicinò lentamente, “svegliati, Zayn” sussurrò.
Non si mosse di un centimetro. Si stufò dopo il primo tentativo. Prese un altro cuscino e iniziò a sbatterglielo sulla faccia e nel resto del corpo, facendolo urlare.
“Malata” le disse strillando, prendendola dai polsi per fermarla. 
Tiffany rise, gettandosi affianco al suo corpo, sul materasso morbido. 
Le loro risate si unirono, fino a trasformarsi in un respiro finale. 
“Almeno ti sei svegliato, coglione”.
Zayn alzò il sopracciglio, decidendo di provocare la ragazza. 
Si spostò velocemente dalla sua posizione principale, mettendosi sopra la ragazza. Si appoggiò ai gomiti per non pesarle e una gamba si ritrovò essere in mezzo alle sue. La osservò sorridere storta. Iniziava a conoscere a memoria quel ghigno. 
“Sarebbe questo il tuo buongiorno, Tiff?” sussurrò sulla sua pelle, distando poco da quelle labbra. 
Un velo di irritazione si creò inizialmente sul volto della ragazza, scocciata del soprannome che continuava ad usare. 
Poi sogghignò, accettando la provocazione del moro. Lo osservò attentamente. Il volto divertito gli donava perfettamente, avrebbe voluto vederlo sempre con quel sorriso, così simile a quello di un bambino. 
“Tu come lo vorresti?” gli risposte, avvicinandosi al suo orecchio e leccandogli lentamente il lobo. 
Si spostò poi sul collo, all'attaccatura dei capelli - un punto particolarmente sensibile del ragazzo, aveva scoperto - e poi nuovamente sul collo. Sentì dei piccoli e silenziosi gemiti uscire dalla bocca di Zayn, facendo sorridere Tiffany.
“Così” risposte, riprendendo fiato. Si avvicinò lentamente alle labbra rosee della bionda, osservandole. 
Ai suoi occhi, risultavano stupende. Formate da un infinità di linee, con tonalità di rosa e rosso che non aveva mai visto, ma che sapeva essere il colore più bello che potesse esistere. 
Fece in tempo a sfiorarle leggermente con le sue, che venne spinto giù dal letto.
Avrebbe voluto sentire il gusto della ragazza per la seconda volta, ma sentì solo la sua risata invadere la stanza. 
“Proprio così?” chiese ironica, scendendo dal letto e avanzando verso la porta. 
Zayn si alzò, ridendo. Stronza, pensò, ma ancora più bella. 
Seguì la ragazza uscire dalla camera e si diresse verso il piano inferiore.
Il primo ad accettare il moro nella cucina fu Louis, sorridente ed iperattivo anche di primo mattino. 
“Buongiorno Zayn, e anche a te Tiff!” le disse il miglior amico. Corse la lei e la abbracciò. 
“Hai dormito con Zayn?” il moro sentì Louis chiederle, e lei gli fece un gesto con la mano come per dirgli di lasciar perdere, di non insistere. 
“Liam?” chiese il ragazzo, guardandosi intorno.
“Sta ancora dormendo” risposte Niall, che aveva saggiamente deciso di rimanere seduto a mangiare i suoi cereali. 
Quando Zayn e Louis si sedettero a tavola, e incominciarono a parlare, non si accorsero della sparizione di Tiffany - o almeno, non ne fecero parola. Dopo qualche minuto, però, la ragazza si presentò al piano inferiore coperta dai dei leggins semplici e da una maglietta dei rolling stones, che Zayn intuì essere di Liam, essendo decisamente grande per una ragazza magra come lei.
“Dove vai, tesoro?” le chiese dolcemente Louis. 
“Da Harry” disse soltanto. Immerse gli occhi nelle pupille stupite di Zayn per qualche secondo, interrompendo poi il contatto per ascoltare Niall.
“Ottima mossa andare far pace indossando la sua maglietta” le disse, prendendola in giro. 
Rise, prese il pacchetto di sigarette lasciato sul banco e uscì senza neanche fare colazione. 
“Vuoi un passaggio, baby?” le chiese Louis, urlando, per farsi sentire attraverso le mura. 
Ricevette come risposta un lontano “no, dopo ti chiamo” e un tonfo, che capì essere la porta che si chiuse. 
Mille domande, intanto, iniziarono a formarsi nella mente di Zayn; voleva semplicemente fare pace, o dichiararsi, magari chiedergli di stare insieme come una coppia? Scosse velocemente la testa, scacciando quei pensieri che non aveva mai fatto riguardo un altra ragazza. 
“Zayn, tutto ok?” lo interruppe Niall, guardandolo curioso. Percepì Louis assumere la stessa espressione preoccupata. 
Il moro, invece, si limitò a un'alzata di spalle. 
“Liam non sa che hai dormito con Tiffany, se è a quello che stai pensando” annunciò il biondo, continuando a mangiare i corn flakes. Zayn sorrise e scosse la testa.
“Non ci stavo pensando” disse, facendo ridere i due amici. 

“Buongiorno Anne” disse la bionda con la voce squillante, estremamente educata che era solita ad usare con i genitori dei suoi amici. 
“Ciao Tiffany, entra”.
La donna le sorrise gentilmente. Tiffany non andava spesso a casa Styles, specialmente perché Harry era quasi sempre a casa sua. Qualche volta ci andava Liam, ma mai lei. 
“Harry è in camera, si è svegliato pochi minuti fa” continuò, sorridente. 
Anne, bella donna, giovane e con un sorriso da togliere il fiato, le indicò le scale. Tiffany annuì, fingendosi timida, e salì le scale. Sapeva esattamente il motivo del sorriso così bello di Anne: le fossette. Ma lei preferiva quelle di Harry, morbide al tatto, dolci e allo stesso tempo sexy da osservare. 
Quando giunse davanti alla porta che ricordava essere del riccio, non si preoccupò di bussare ed entrò. 
Lo trovò vestito nei suoi boxer - che, sapeva bene, usava come pigiama -, appoggiato al davanzale della finestra con le mani. 
La bionda, da quella visuale, poteva contemplare le spalle grosse e la schiena muscolosa. Sorrise, al ricordo delle sue unghie scavate in quella pelle. Forse, se avesse osservato da più vicino, sarebbe riuscita a trovare qualche graffio o segno rosso qua e la, sparso in quella pelle chiara che Tiffany amava accarezzare e graffiare.
“Harry” disse, cerando di non lasciar scappare dalla gola nessuna emozione. 
Il riccio si voltò di scatto, leggermente sorpreso. Doveva essere travolto da suoi pensieri, per non aver sentito il rumore della porta. 
“Hey” disse semplicemente. 
Tiffany sospirò, non sopportava quella situazione, non avrebbe neanche continuato a stare a quel gioco, comportandosi come una bambina alle prime armi. 
Si sedette sul letto dell'amico, cercando di non distrarsi dal petto muscoloso e tatuato. 
“Spiegami” disse soltanto. 
Harry la guardò, così intensamente che Tiffany iniziò ad aver paura di andare in fiamme, o di sparire per quanto la stava consumando. 
“Ho sbagliato, lo so” disse, lentamente. 
Sembrava avesse la testa così piena di pensieri che non riuscisse ad individuarne nitidamente uno.
“Si” gli diede ragione la bionda, “hai sbagliato. Se ti piacessi, Harry, non continueresti ad andare con le altre”.
La ragazza capì di aver stupito Harry, ma sapeva di aver detto solo il vero.
Harry aprì la bocca, come per obbiettare, per aggiungere qualcosa, ma la richiuse poco dopo, senza proferir parola. 
Tiffany si alzò per stare alla stessa altezza del moro, anche se lui la superava, e non di poco. Gli sorrise. Harry pensò di poter volare, o cadere. Qualsiasi cosa, ma era sicuro di non riuscire a sentire il pavimento, per la felicità. Perché quel sorriso, l'aveva visto dedicarlo a poche persone. 
Ricordava perfettamente la prima volta che Tiffany gli aveva sorriso in quel modo, due anni prima, quando l'aveva portata al concerto di Eminem. Era riuscito a trovare dei biglietti tra le prime file, aveva fatto di tutto per portarla fuori, solo loro due, ed aveva ricevuto come premio quel sorriso. Da quel giorno, lo teneva ben custodito, in uno spazio importante del suo cuore, e aveva sempre avuto la certezza che, se fosse stato male, quel sorriso l'avrebbe aiutato.
Sorrise di rimando. “Scusa, ero ubriaco” mentì. 
“Lo so” disse, alzando le spalle. 
Gli si avvicinò di più e lo abbracciò, sorprendendo il riccio, che ricambiò la stretta poco dopo, stringendola forte, come per non lasciarla andare. Non sapeva però, che la ragazza non se ne sarebbe andata in nessun caso.
“Ho davvero avuto paura di perderti” gli disse Tiffany. 
Harry sentì dei brividi passargli sulla schiena. Si chiedeva come avrebbe fatto a nascondere quei sentimenti così forti. 
Le diede un baciò tra i capelli, odorandoli. Emanavano un dolce odore di camomilla, come sempre.
“Non mi perderai mai, Tiff” sussurrò. 

“Pronto?”.
“Sono Louis, tesoro” sentì la sua dolce e acuta voce uscire dal viva voce del suo iPhone. 
“Non dirmi che non puoi più accompagnarmi” disse soltanto, aspettandosi già la risposta. 
Sentiva, già da quella stessa mattina, che qualcosa sarebbe andato storto. 
“Non è colpa mia, lo sai” disse, velocemente, “devo fare il baby sitter alle figlie dei miei vicino”. 
Tiffany sbuffò, “perfetto, non ti dirò se ho fatto pace con Harry o no”. 
In verità, dopo aver parlato e guardato la televisione con il riccio per qualche ora, tornò a casa, nonostante i vari inviti della madre di restare a pranzo. Non voleva lasciare Liam solo, e, sinceramente, non le piaceva granché casa Styles. 
Louis rise, “è ovvio che ci hai fatto pace” disse, senza smettere di ridere, “mi avresti chiamato prima se non fosse stato così”.
Tiffany aprì leggermente la bocca, stupita, e annuì. Quel ragazzo la conosceva davvero, in tutto. 
“Non gli piaccio, ha detto” continuò a parlare la bionda, mentre passava del mascara sulle ciglia troppo corte, a suo parere. 
Il migliore amico rimase in silenzio.
“Sei morto?” chiese Tiff. 
“Ha detto così?”.
“Già, che era ubriaco” continuò, “me l'ero aspettata, infondo”.
Sentì l'amico sospirare, ma non si soffermo sul chiederle altro. Era in ritardo, e sarebbe andata al centro commerciale con o senza Louis Tomlinson. 
“Ci sentiamo dopo, criceto” gli disse Tiff, chiudendo subito il telefono. 
Corse in bagno per lavarsi i denti e in men che non si dica si trovò davanti alla porta d'uscita. 
“Dove vai, Tiff?” sentì richiamarsi.
“Centro commerciale” disse, prendendo il piumino dall'armadio dei giubbotti, e indossandolo. 
“E mi lasci da solo a casa?” chiese Liam, tristemente falso. 
“Chiama qualcuno”.
“Ma se ne sono tutti andati meno di tre ore fa!” si lamentò. 
“Vai da Harry, allora” gli suggerì.
Liam parve illuminarsi per l'idea della sorella. Le diede un bacio sulla guancia, ricordandole di stare attenta e la lasciò uscire. 
Non che avesse bisogno del suo permesso, ma Liam amava sentirsi importante, fondamentale nella vita della sorella. Era la sua Tiffany. 
Avrebbe voluto proteggerla da tutto, specialmente dai ragazzi. Non erano tutti dei maiali, ovviamente, ma la bionda riceveva un gran numero di attenzioni da parte dei maschi, e Liam, essendo un ragazzo, sapeva cosa pensavano. Gli dava semplicemente fastidio pensare alla sorella come una ragazza usata, solo per il loro piacere. Non l'avrebbe mai permesso e, infondo, sapeva che la sorella era abbastanza forte per capire tutto. 
La prima cosa che fece Tiffany, quando uscì di casa, fu accendere una sigaretta. Non le dispiaceva dover andare al centro commerciale da sola, a volte non le dispiaceva passare del tempo con se stessa. Inoltre, non avrebbe mai rinunciato all'apertura del suo negozio preferito in quella piccola cittadina. 
A piedi, ci mise meno di quindici minuti. Infreddolita e con tutto il naso rosso, decise di sedersi prima in un caffè. 
Fece in tempo solo a mettere un piede dentro la caffetteria, che in lontananza, nell'ultimo tavolino di legno illuminato dalla luce fioca, riconobbe quei capelli, quelle mani che tenevano un giornale, quel viso concentrato nella lettura che aveva visto solamente poche ore prima. Si avvicinò e senza chiedergli nulla si sedette. 
“Sei diventato uno stalker?” chiese.
Il ragazzo fece un salto sulla sedia dallo spavento e quando, abbassato il giornale, incontrò gli occhi blu della ragazza iniziò a ridere. 
Era la stessa risata che pochi giorni prima aveva contagiato Tiff, e fece lo stesso, quella volta. 
“Potrei dirti lo stesso, Tiff” rise. 
Quando il cameriere prese le ordinazioni, Zayn chiese una cioccolata, e la bionda optò per un tè alle fragole. 
“Perché sei sola, Tiff?”.
“Louis mi ha paccato” disse, tristemente, “tu?”
“Niall si è addormentato, probabilmente lo sta ancora facendo”.
Tiff scosse la testa, divertita all'idea delle due cose che l'amico sapeva fare meglio: mangiare e dormire. 
Come poterlo fraintendere? Erano entrambe attività meravigliose da svolgere. 
“E con Harry?” chiese Zayn, indifferente, girando la cioccolata con il cucchiaino. 
“Bene, bene” disse, imitandolo, “ha detto che era solo ubriaco”. 
Zayn alzò gli occhi verso il viso della bionda, stupito. 
“Davvero?”.
Tiffany annuì, e bevve il primo sorso del tè. Era il suo preferito. 
“Devi assaggiarlo” disse soltanto, porgendogli il bicchiere. 
Zayn guardò storto prima l'amica, e poi la tazza fumante che continuava a tenere davanti al suo viso. 
Alzò gli occhi in cielo e prese un sorso dalla tazza. 
“Fa schifo”.
La ragazza assunse un espressione oltraggiata, quasi scioccata dalle sue parole. Aprì la bocca e la coprì con un mano, teatralmente. 
“Stai scherzando, vero?” gli disse poi, seria, guardandolo male. 
“No, troppo dolce” affermò. 
Tiffany si mostrò sconvolta e poi, rassegnata, scosse la testa verso il basso. 
“Sei fuori dal mio gruppo”. 
Zayn rise, “che gruppo sarebbe?”.
“Persone a cui Tiffany Payne vuole bene” affermò, seriamente convinta. Zayn la osservò, sorridente com'era. Ai suoi occhi sembrava avvolta da una luce propria, emetteva la sua bellezza e irradiava indipendenza, forza. Perché era proprio così che la vedeva chiunque. 
“Cosa posso fare per farne parte, eccetto bere questo schifo?” disse, alludendo al te. 
Tiffany dovette trattenersi dal non sbattergli la testa sul tavolo per aver insultato il suo tè preferito. 
“Accompagnarmi da h&m”.
Il moro annuì e Tiff applaudì felicemente, sorridendo. 

“Vaffanculo, Tiffany Payne” disse, dolcemente. 
“Perché? Non ci ho messo molto!” ripeté per la centesima volta, litigando. 
“Un ora in un solo negozio non è molto, secondo te?” le chiese, guardandola stupito. 
Era stanco, si capiva, ma non poteva non smettere di ridere vedendolo così adirato; e la vera felicità era sapere che era stata lei a farlo innervosire così tanto. Era davvero orgogliosa di se stessa. 
Ci fu qualche attimo di silenzio, in cui entrambi si accesero una sigaretta, che Zayn le offrì. 
“Zayn” disse, dopo qualche tiro.
Il moro annuì, aspettando ciò le sue parole. 
“Perché sei rimasto a dormire con me, stanotte?” disse, sembrando tranquilla. 
Nel frattempo, nonostante stessero camminando, immaginò di vedere lei con il ragazzo da dietro, o da davanti. Probabilmente sembravano carini, visti dall'esterno. Sorrise, senza neanche accorgersene. 
“Me l'hai chiesto tu, Tiff” disse, dopo averci pensato su. 
“No, non lo ricordo” era confusa. 
“Probabilmente eri ubriaca, o troppo stanca” disse sorridendo, ripensando alla notte precedente, “ti ho portata in camera tua, e quando ti ho appoggiata sul letto ti sei lamentata chiedendomi di restare”.
Tiffany sorrise. Non le sembrava di essersi mai comportata così con nessuno.
Anzi, tutti sapevano che di notte le piaceva dormire da sola, che stando troppo vicino a qualcun altro avrebbe avuto caldo, o si sarebbe sentita schiacciata. 
Eppure, si era comportata, quella notte, in un modo completamente nuovo, e non ne sapeva neanche il motivo.
Spostò lo sguardo sul moro e lo vide sorridere, come stava facendo lei. 
“Almeno hai dormito bene?” gli chiese, fermandosi. 
Erano ormai arrivati davanti alle rispettive case. 
Zayn la osservò attentamente, soffermandosi non solo sulle labbra o sugli occhi, che aveva già avuto tempo di studiare quella notte, mentre dormiva. Si concentrò, invece, sulla pelle, sui nei che la abbellivano, sui capelli lisci appoggiati delicatamente sulle spalle. 
“Si, tu?”.
“Ovvio, avevo un cuscino comodissimo” rise. 
Si avvicinò al moro, avendo intenzione di dargli un bacio sulla guancia, per salutarlo. 
Zayn, però, la superò. Si avvicinò alla sua guancia e le respirò sulla pelle. 
"Dovremo rifarlo, allora” propose, e Tiffany, sentendo dei brividi passarle nel collo, si trovò ad essere d'accordo con l'idea. 
Fece per darle un bacio sulla guancia, ma si avvicinò alle labbra rosee, coperte da un leggero strato di burro cacao. 
Le osservò a lungo, le vide assumere pieghe diverse, fino ad assomigliare a un leggero sorriso, uno di quelli che non noti se non lo studi attentamente.
Infine, le diede un bacio nell'angolo della bocca, sfiorandole appena le labbra. Dovette sforzarsi per non toccarle completamente le labbra. 
Era sicuro che Tiffany ricordasse il bacio della sera precedente, ma sapeva che probabilmente era presto. Fu sorpreso nel vedere la bionda comportarsi in quel modo. 
Aveva sentito, sia nei corridoi della scuola che alla festa a casa Payne, che fosse una ragazza a cui non interessavano seriamente i ragazzi, e che addirittura non aveva mai avuto delle vere e proprie relazioni.
Zayn si chiese, allora, perché con lui si comportasse così, come se le interessasse non rovinare il momento. Con un'altra persona, probabilmente, non avrebbe sprecato tempo in quel modo, l'avrebbe portato in camera sua molte sere prima. 
Vide Tiffany sorridere, e tutti i suoi dubbi sparirono. Smise di pensare al fatto che forse la bionda non lo voleva, che si stava semplicemente illudendo da solo.
La vide felice e dimenticò di dover inspirare prima di espirare. 
Ricambiò il sorriso. 
“A domani, Zayn” gli disse. 
“Buonanotte, Tiff”. 








Angolo autrice: 
Sinceramente, non so più che dirvi, so solo che amo ognuna di voi, siete stupende! Grazie perché state seguendo la storia! 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere tutti i vostri pensieri! 
Ah, ultima cosa: vi consiglio di aggiungere la storia o tra i preferiti o tra le seguite, dato che non riesco ad avvisare sempre tutte quando aggiorno! 

Ne approfitto per fare pubblicità a una vecchia one shot che ho scritto, circa uno o due anni fa, riguardante Louis: Violet Hill. Se passaste e mi faceste sapere che ne pensate mi farebbe davvero piacere!
Grazie in anticipo a tutte ❤️

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