Lo dico alla Cinderella Story

di Fiery
(/viewuser.php?uid=16016)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - C'era una volta... ***
Capitolo 2: *** La fontana ***
Capitolo 3: *** Favole ***
Capitolo 4: *** Sms ***
Capitolo 5: *** Come lasciare Sharpay ***
Capitolo 6: *** Vuoi ballare? ***
Capitolo 7: *** Cinque domande ***
Capitolo 8: *** Cerchiamo Cenerentola ***
Capitolo 9: *** I Volantini ***
Capitolo 10: *** Sono io... ***
Capitolo 11: *** Il raduno ***
Capitolo 12: *** Scusa se ho aspettato la pioggia ***



Capitolo 1
*** Prologo - C'era una volta... ***


Lo dico alla Cinderella Story

Lo dico alla Cinderella Story

 

Prologo – C’era una volta…

Se questa fosse una favola inizierei con le parole C’era una volta…

Ma quelle parole non le userò. Perché questa non è una favola. È la realtà. È la vita di una ragazza dai capelli neri lunghi, gli occhi nocciola dolci, quasi da cerbiatta. La pelle leggermente latina, la mente sveglia e con tanti sogni.

Gabriella Montez aveva diciassette anni.

Viveva in una bella casa con la matrigna e le due sorellastre. La madre era morta mentre nasceva, mentre il padre aveva avuto un infarto quando aveva solo quattro anni. O almeno era questa la versione di Ester, la sua matrigna. L’aveva presa in custodia dato che era diventata la seconda moglie del padre e le figlie erano state concepite da un precedente matrimonio finito male con il divorzio.

Ester era una donna di circa quarantacinque anni, ma non si sarebbe mai detto per via dei numerosi lifting che aveva fatto nel corso degli anni. I capelli erano sempre di un colore diverso. Gabriella si stupiva ogni giorno di più di come non avesse ancora pensato al verde, così da finire il giro delle tinte.

Le sue sorellastre, nonché le figlie di Ester, si chiamavano rispettivamente Paris e Sienna. Avevano la sua stessa età, ed erano gemelle. Solo che per farsi riconoscere (in particolar modo per via della crudeltà, pensava Gabriella) si erano distinte. Rispettivamente la prima aveva lunghi capelli biondi naturali, con alcune ciocche rosse che le partivano dalle extension, mentre la seconda aveva corti capelli rossi, che la davano un colorito troppo acceso al viso pallido. Avevano entrambe gli occhi verde scuro.

Gabriella era una specie di schiavetta per la matrigna e le sorellastre. In casa si occupava di tutto lei. Dalle pulizie, al cucinare. Oltretutto lavorava nel bar che una volta era stato del padre, ma dove ora era costretta a lavorare sotto ordine della matrigna.

Gabriella continuava a sperare di riuscire a costruirsi un futuro. Le piaceva studiare, infatti ciò che sognava di più era Princeton, la nota università. Era il suo più grande sogno e neanche la sua sottospecie di famiglia avrebbe potuto impedirglielo.

Quando aveva quindici anni aveva visto per caso in televisione A Cinderella Story, il film con Hilary Duff. Si era ritrovata subito nei panni di Sam, vivevano nella stessa situazione. Per questo quel film era il suo preferito e lo riguardava quando aveva bisogno di trovare coraggio. Lei e Sam erano identiche e sognava un giorno di riuscire a realizzare il proprio sogno come faceva lei.

Ma quello era un film. Lei invece viveva nella realtà.

E la realtà non si poteva cacciare. L’avrebbe sempre perseguitata.

Volete davvero le parole delle favole?

Ok. Allora io inizio a raccontare la favola di Gabriella Montez. Voi mettetevi comodi, leggete tranquillamente.

 

C’era una volta…

 

 

 

***********

Lo so, lo so. Ho in ballo, se non faccio male i conti, ben sei fanfiction long. Ma l’idea è venuta mentre riguardavo il film e non ho resistito XD E poi con le vacanze voglio approfittarne per pubblicare quanto posso, visto che poi quando inizierà la scuola so già che dovrò studiare molto ^^

Intanto mi lasciate dei commentini? ^^

Baci

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La fontana ***


Capitolo 1: La fontana

Capitolo 1: La fontana

Gabriella spense la sveglia azzurra, per poi sotterrare la propria testa scura sotto al cuscino bianco.

-GABRIELLA!-

Rizzò in piedi, con gli occhi sbarrati. Sbatté le ciglia qualche volta, poi con un altro sbadiglio si mise a sedere a letto.

-GABRIELLA!- Ester urlò ancora una volta dal piano di sotto, -TI VUOI SBRIGARE?-

-Cavolo, quanto non la sopporto…- mormorò Gabriella mettendosi le pantofole, -Che c’è?- domandò affacciandosi dalle scale.

-Che c’è?- ripeté Ester, -Devi sbrigarti! Qui fuori c’è il tuo amichetto e io non vedo l’ora che tu lasci casa libera.-

-Quando andrò al college sarà tutta tua questa casa.- disse Gabriella incrociando le braccia al petto.

-Prova a ripetere.- la minacciò Ester.

-Sì, va bene. Mi sbrigo.- sbuffò Gabriella entrando in camera e chiudendosi dentro.

Si lavò velocemente e si infilò un paio di jeans bianchi con una maglia a motivi floreali arancione senza maniche. Si mise una felpa col cappuccio bianca e raccolse sbadatamente i capelli neri in una coda. Prese la borsa con i libri e scese in fretta le scale.

-Io vado, Ester.- disse mettendosi le Lacoste bianche.

-Vedi di non fare tardi a lavoro!- esclamò Ester intenta a mangiare la sua abbondante colazione.

Gabriella sospirò ed uscì di casa. Sorrise nel notare una delle poche persone su cui poteva contare.

Ryan Evans era il migliore amico che potesse desiderare. Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri. Di solito vestiva sempre sportivo e aveva cappelli di tutti i tipi e colori. Gabriella aveva visto l’armadio del ragazzo. Era rimasta scioccata nel vedere tutti quei cappelli.

-Ciao, Ryan.- lo salutò baciandogli una guancia, -Grazie per essermi passato a prendermi. Non sopportavo l’idea di farmi accompagnare dalle due sorellastre di Cenerentola.- indicò le due ragazze che stavano litigando. Anzi strillando.

-Tranquilla. Se vuoi ti passo a prendere sempre.- si offrì Ryan salendo con lei sulla sua capottabile nera.

-Non è un problema?- domandò Gabriella mentre lui metteva in moto e partiva alla volta della East High.

-Scherzi?- domandò Ryan, -Sei la mia migliore amica. È ovvio che non è un problema!-

-Grazie. Sei unico!- si rifece la coda nera, -Non le sopporto più. Tutte e tre.-

-Dai. Ancora pochi mesi e andrai a Princeton.- la incoraggiò Ryan guardando la strada. Non c’era un singolo filo d’erba fresca. Non pioveva da cinque mesi. Ormai era stata dichiarata la siccità ad Albuquerque.

-Se mi accettano.- mormorò Gabriella guardando la scuola che si affacciava davanti a loro.

-Certo che ti accetteranno!- Ryan parcheggiò e scese dalla macchina, -Come potrebbero non accettarti? Sei la più intelligente di tutta la East High.- prese lo zaino nero.

-Dopo di me, è ovvio.-

I due si voltarono verso colei che aveva parlato. Aveva lunghi capelli castani, la carnagione scura e gli occhi castano scuro. Tra i capelli portava una fascia a righe blu e azzurra ed era vestita con un paio di jeans azzurri e una maglia azzurrino chiaro. Ai piedi delle tennis normali bianche.

Taylor McKessie. La migliore amica di Gabriella. E la migliore amica di Ryan.

-A pari merito?- propose Gabriella scendendo dalla macchina dell’amico.

-Concesso.- si strinsero la mano e poi scoppiarono a ridere.

Ryan alzò gli occhi al cielo, -Donne…- borbottò superandole.

Le due risero ancora di più. Insieme andarono verso l’ingresso della scuola, attraversando il vasto cortile e la fontana della East High.

-Guarda un po’ chi c’è.- disse Taylor indicando con un gesto del viso chi sedeva alla fontana.

Gabriella si voltò e vide immediatamente chi c’era seduto.

C’erano ovviamente le cheer leader, capitanate da Sharpay Evans. Era la sorella gemella di Ryan. Aveva lunghi capelli biondi e gli occhi color caramello, nonché un fisico che avrebbe fatto invidia a tutte le ragazze.

-Non posso credere che sia sorella di Ryan.- disse Taylor procedendo avanti.

Gabriella osservò anche la seconda parte delle persone che sedeva alla fontana. Erano i giocatori di basket, i Wildcats. C’era ovviamente Chad Danforth, il vice-capitano. Aveva i capelli ricci ribelli e gli occhi castani, la carnagione scura come quella di Taylor. Poteva anche essere definito un tipo simpatico. Peccato che con le persone come lei e Taylor offendeva e basta.

Chiacchierava con due altri giocatori. Zeke Baylor e Jason Cross. Il primo di carnagione scura con i capelli corti neri, il secondo con i capelli neri e lo sguardo troppo stupido.

Poi il suo sguardo cadette su quello di un quarto ragazzo, abbracciato a Sharpay. Si trattava di Troy Bolton, il capitano della squadra. Un po’ tutti coloro che non facevano parte del capo sportivo pensavano fosse diventato capitano per via del padre, che era il coach della squadra. Ma lei sosteneva che invece si era meritato quel ruolo.

Troy aveva gli occhi azzurri e i capelli castano biondo, nonché il fisico giusto per essere un giocatore di basket di quinta superiore. Era ovviamente fidanzato ufficialmente con Sharpay da circa due anni. Troy baciò Sharpay, per poi passare lo sguardo altrove. Incontrò quello di Gabriella.

Gabriella spalancò la bocca inebetita. Non aveva mai incontrato direttamente gli occhi azzurri di Troy Bolton.

Troy aggrottò le sopraciglia confuso, ma la campanella della scuola lo riscosse e a Gabriella fu data l’occasione di scappare dentro la scuola. Prese i libri dall’armadietto e poi corse nella classe di Teatro, dove la signora Darbus era già seduta.

Si sedette all’ultimo banco come al solito.

-Ma dov’eri finita?- le domandò Taylor.

Ryan la guardò, -Tutto bene?- domandò notando che c’era qualcosa che non andava.

-Tutto bene. Ho incontrato una persona. Tutto qui.- li tranquillizzò aprendo il libro e controllando che i propri compiti fossero giusti.

Nell’aula si creò subito un brusio, segno che gli sportivi di quinta erano entrati. La Darbus li zittì subito, cominciando la lezione.

-Danforth! Ha fatto la relazione su Shakespeare che avevo chiesto ieri?-

Chad sorrise, dal suo posto davanti a Taylor, -Vede, ho avuto da fare con il basket. Non è che può…-

-Dargli un giorno in più di tempo?- domandò raccogliendo le varie relazioni.

-Esatto!-

-Detenzione, Danforth!- strillò la Darbus, -E lei, Bolton? Ha finito la relazione?-

-Come lui.- disse indicando Chad che era seduto dietro di lui.

-Detenzione anche per lei, Bolton.- la Darbus andò al trono e ritirò le relazioni dentro la sua cartelletta.

-Non è che mi fai copiare, McKessie?- propose Chad girandosi verso Taylor.

-Puoi anche scordartelo!- esclamò Taylor forse un po’ troppo ad alta voce.

-Signorina McKessie, vedo che anche lei vuole passare un paio d’ore in detenzione.- notò la signora Darbus sarcasticamente.

Gabriella stava osservando la scena ammutolita. Taylor che veniva messa in detenzione? Un spettacolo senza eguali!

Ad un certo punto una suoneria si librò tranquilla tra le pareti dell’aula. La Darbus si drizzò dritta, guardando Gabriella che tirava fuori il cercapersone agitata.

-Cavolo!- guardò chi le aveva mandato il messaggio, -Paris?- guardò la sorellastra che sedeva nell’altra fila dietro di Ryan.

-Montez! Non pensavo che l’avrei mai messa in detenzione.- le mostrò un secchiello, -Ma le regole sono regole.-

Gabriella mise nel secchiello il cercapersone guardando furente Paris, che sghignazzava tranquilla. Per colpa sua sarebbe arrivata tardi a lavoro e Ester l’avrebbe sgridata togliendole anche la giornata dal pagamento mensile.

-Ti odio…- sibilò a denti stretti.

La lezione passò velocemente, così come le successive. In poco tempo arrivò anche il pomeriggio.

I quattro fortunati si sarebbero trattenuti dalle tre alle cinque in detenzione, nel teatro della scuola, a dipingere le scenografie dello spettacolo di Primavera.

Gabriella stava dipingendo tranquilla un cespuglio, pensando a quanto Ester si sarebbe potuta arrabbiare, quando ad un certo punto vide l’opera scurirsi all’improvviso. Si voltò e vide nientemeno che Troy alle sue spalle che la guardava con un barattolo di vernice verde in mano.

-Tieni.- disse posando la vernice a terra.

-Grazie.- Gabriella intinse il pennello e ricominciò a dipingere.

-Perché mi fissavi stamattina?-

Gabriella deglutì, posando il pennello e togliendosi la felpa, -Non ti fissavo.- mentì posando la felpa su una sedia, -Devi essertelo immaginato.-

-Non mi immagino le cose, Montez.- Troy incrociò le braccia al petto, -Volevi parlarmi? O semplicemente ti è caduto lo sguardo su di me?-

Gabriella sorrise enigmatica, -Nessuna delle due. Osservavo le specie in estinzione, Wildcat.- lo prese in giro ricominciando a dipingere.

-Spiritosa.-

-Ah! Stammi lontano, Danforth!- esclamò ad alta voce Taylor.

-Dai, McKessie. Solo questa volta! Ti pago!- la implorò Chad rincorrendola sul palco.

Gabriella e Troy li osservarono divertiti.

-E’ messo male il tuo amico.- notò Gabriella ridendo.

-Già. Lo credo anche io.- Troy sorrise, -Torno a lavorare.-

Gabriella annuì, poi guardò l’orologio appeso al muro, -IL LAVORO!- gridò battendosi una mano sulla fronte, -Accidenti! Sono già le cinque! Ester mi ucciderà!-

Taylor le si avvicinò, -Dai, ti accompagno io. Sbrighiamoci.- si offrì notando la sua agitazione.

-Grazie, Tay.- agguantò la sua roba e senza salutare nessuno uscirono dal teatro.

Troy e Chad si guardarono.

-Donne. Valle a capire.- disse Chad prendendo la propria roba.

 

§§§§§§§§§§§§

 

Quella stessa sera…

Gabriella si sedette stancamente, alle dieci di sera, alla scrivania. Accese il computer portatile e aprì la casella della chat.

Da una parte c’era Ryan, che però uscì subito dalla chat augurandole la buona notte. Poi si aprì un’altra casella.

Nomade

Ciao. Ho trovato il tuo contatto per caso. Chi sei?

Gabriella alzò le sopraciglia. Non credeva molto nelle amicizie nate su internet, ma nonostante questo qualcosa le diceva di andare avanti e di conoscere il Nomade.

Princeton818

Ciao. Che ne dici se non ti dico come mi chiamo?

Nomade

Mi prendi in giro?

Princeton818

Forse.

Nomade

Divertente. Però ci sto!

Princeton818

Perfetto! Di dove sei?

Nomade

Albuquerque, New Mexico.

Princeton818

Quando si dice il fato…

Nomade

Anche tu abiti qui?

Princeton818

Già. Vado alla East High.

Nomade

Anche io!

 

Gabriella sorrise, cominciando a parlare con il Nomade.

Troy sorrise, cominciando a parlare con Princeton818.

 

************

Ecco qua il chappy! XD Sono brava, eh? XD

Comunque passo direttamente ai ringraziamenti:

Alexia83 (Non ti preoccupare ^^), LizDream (Mah… chissà chi è… è Troy per la tua felicità XD Sto tornando alle Troy/Gabriella XD), romanticgirl (A quanto pare lo adorano tutti ^^), Herm90 (Sì, lo so. La tua prima Ron/Hermione *-*), ciokina14 (Ah, con Più che puoi sono in un piccolo momento di blocco XD), Fabulous92 (Ah, hai già deciso che impazzirai per questa storia? XD Mi fa piacere ^^), _Aqua Princess_ (Ecco, brava. Non spoilerare XD), kikka93 (Ehi, ma tu quando scrivi? XD), armony_93 (Nooo, guarda il film *-* E’ spettacolare *-*)

 

Ok, vado a scrivere Amiche… quasi sorelle altrimenti Herm mi strozza XD

 

Baci, baci

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Favole ***


Chappy dedicato a LizDream visto che ieri era il suo compleanno

Chappy dedicato a LizDream visto che ieri era il suo compleanno! ^^ Auguri! ^^

 

Capitolo 2: Favole

Troy si era appena alzato, quando il padre bussò alla porta della sua camera.

-Troy…-

-Coach.- salutò facendo il saluto militare, così da far scoppiare a ridere la madre che passava dietro al padre con il cesto della biancheria sporca.

-Smettila di fare il buffone, militare.- lo prese in giro il signor Bolton sorridendo, -Vuoi un passaggio a scuola?-

-No, vado con Chad.- lo rassicurò.

-Troy, hai qualcosa da lavare?- gli chiese la madre.

-Se trovi qualcosa.- rise indicando il disordine in cui regnava la sua camera.

-A voi uomini vi fabbricano su misura. Soprattutto quelli di casa Bolton.- disse la signora Bolton scoccando un’occhiata significativa al marito, che in risposta si dileguò in fretta.

-Flatellone disoldinato…- nella stanza fece capolino un bambino di appena due anni, che gattonava in direzione di Troy. Troy scoppiò a ridere quando il bambino cadde in mezzo a un groviglio di camice.

-Ehi, ometto. Attento!- lo prese in braccio e gli diede un bacio sulla guancia, -Quando viene a prendere Nathan, la nonna?- domandò alla madre.

La signora Bolton sorrise, -Fra mezz’ora. Preparati, altrimenti ci costringi a dare la tua colazione al cane.-

-Agli ordini, capo.- andò verso l’armadio per tirare fuori qualcosa di pulito, ma il computer suonò.

Si sedette alla scrivania con in braccio Nathan. Aprì la sezione di Posta in Arrivo e subito una nuova e-mail evidenziata in azzurro (segno che non era ancora stata letta) fece la sua comparsa. Si ritrovò a sorridere mentre l’apriva.

 

Da Princeton818

Ben svegliato, Nomade.

Spero che il tuo risveglio sia stato meglio del mio, questa mattina. Le mie sorellastre sono orribili, mi hanno svegliata alle cinque e mezza e quindi sono già sveglia e pimpante, pronta per un altro giorno alla East High.

Devo però finire la relazione per quella pazza della Darbus… Uff, che fatica lo studio se si vuole andare a Princeton. E tu? Finita la relazione? Spero di sì, altrimenti chi la sente quell’arpia.

Ci sentiamo stasera?

 

Troy scrisse una nuova e-mail, sotto lo sguardo incuriosito del piccolo Bolton.

 

Da Il Nomade

Ben svegliata, Princeton.

Sì, il mio risveglio è stato abbastanza buono. Come al solito mio padre e mia madre subentrano nella mia camera e come al solito mio fratello è qui in braccio a me.

No, a dire il vero non ho finito la relazione. Spero che la Darbus non si arrabbi troppo, altrimenti sono guai. La farò a colazione, sicuramente mio padre mi sgriderà. Ma a questo punto chi se ne frega di quello che pensa. Compresi i suoi buoni propositi di mandarmi al college solo per la borsa di studio del basket. Quando capirà che voglio andare a Princeton sarà troppo tardi.

Ovvio che ci sentiamo questa sera. Non vedo l’ora!

 

Spense il computer e guardò Nathan, che lo fissava ancora molto incuriosito.

-Cos’è quel faccino?- gli domandò sorridendo.

-Con Pay non sollidi così…- allungò le manine e gli accarezzò le guance, -Pelchè sollidi così ola?- domandò ancora con la sua piccola vocina.

Troy sorrise alzandosi in piedi con sempre in braccio il fratellino, -Perché Sharpay non è Princeton.- rise alla sua faccetta corrucciata, -Dai, andiamo. Fra poco la nonna verrà a prenderti.- disse dirigendosi verso la sua cameretta per cambiarlo.

-Ti vuoi sbrigare, Bolton?-

-Arrivo!- Troy diede un bacio sulla guancia alla madre e uscì di casa, -Quanto sei noioso, Danforth! La vuoi smettere di suonare quel cavolo di clacson?-

-No, siamo in ritardo.- disse Chad mentre l’amico saliva in macchina.

-E dove sta la novità?- domandò Troy finendo di sistemare la relazione nel libro di Teatro.

-Spiritoso, capitano. Se non arriviamo in orario la Darbus ci mette in detenzione.- girò il volante per svoltare una curva, -E te non vuoi che tuo padre ci ammazzi perché saltiamo l’allenamento, vero?-

-No.- ammise Troy. Chad parcheggiò l’auto e insieme scesero, -Accidenti, siamo in ritardo. Ah, comunque mio padre si arrabbierà solo con te.-

-Perché?- domandò Chad correndo con lui verso la scuola.

-Hai fatto la relazione della Darbus?-

-No. E allora?-

Troy sorrise, -Io sì. Tu detenzione, io allenamento.- arrivarono davanti all’aula della Darbus.

-No!- si batté una mano sulla fronte Chad, -E mo’ che faccio?-

-Adesso passi un paio d’orette in detenzione.- Troy entrò nell’aula, sospirando di sollievo quando vide che la professoressa non era ancora arrivata.

-McKessie…- iniziò Chad sedendosi.

-Scordatelo, Danforth.- Taylor lo guardò, -Impara a fare le relazioni invece di perdere tempo dietro alle gonne delle cheer leader al pomeriggio.-

Troy alzò gli occhi al cielo, fino a quando non sentì le proprie labbra incontrare quelle di un’altra ragazza. Quando si staccò sorrise lievemente.

-Ciao, Sharpay.- la salutò mentre lei si sedeva sul suo banco.

-Fatta la relazione, Wildcat?- chiese Sharpay sorridendo.

-Sì. Stamattina a colazione.- rivelò tirando fuori la propria relazione macchiata di caffé, -Ma almeno l’ho fatta.-

-Oggi andiamo tutti al Play Together. Tu ci vieni?-

-Certo.- rispose senza pensarci Troy.

 

§§§§§§§§§§§§

 

Gabriella staccò lo scontrino e lo consegnò ad una cliente.

-Torni presto.- sorrise nel notare che la donna sorrideva, segno che sarebbe tornata.

-Gabriella, prenditi una pausa.- la pregò Olivia, la migliore amica del padre quando era ancora vivo, -Non è giusto che a diciassette anni tu debba stare qui a lavorare invece di divertirti.-

-Devo lavorare, Olivia.- le ricordò Gabriella.

Olivia sbuffò, portandosi dietro all’orecchio una ciocca di capelli neri, -Come vuoi.- disse andando in cucina.

Gabriella superò il bancone, con il grembiule rosa legato in vita e i capelli neri raccolti in un ordinato chignon. La porta del locale si aprì ed entrò un folto gruppo di adolescenti, tra i quali riconobbe la sorella del suo migliore amico. Il gruppetto si sedette ad un tavolo libero, chiacchierando allegramente.

-Gabriella, prendi le ordinazioni!- ordinò Paolo, il cuoco italiano.

La mora avrebbe voluto non andare a prendere le ordinazioni proprio a quel tavolo, ma dopo un profondo sospiro si diresse verso il tavolo con il suo bloc-notes.

-Cosa vi porto?- domandò cercando di sorridere.

Sharpay aprì il menù, -Un milkshake alla fragola.- ordinò, -Per quattro.- disse contando le ragazze.

-Invece a me porta un hamburger e un frappé al cioccolato.- disse Jason, -Anche per voi?-

Chad e Zeke annuirono.

-A me porta soltanto un caffé.- disse Troy con accanto Sharpay.

-Un caffé?- domandò stupita la bionda, -Bolton, hai diciassette anni. Sei ancora troppo giovane per bere caffé al pomeriggio.-

-Torno subito.- Gabriella se ne andò, ma tanto nessuno l’aveva ascoltata, troppo intenti a parlare tra di loro.

Andò verso la cucina e diede il foglietto con le ordinazioni a Paolo, poi tornò al bancone per preparare i milkshake, i frappé e il caffé.

-Scusa…- alzò lo sguardo, incontrando quello di Jason, -Ho fatto una scommessa con Sharpay.- rivelò sorridendole, -Non è che puoi darmi il tuo numero di cellulare?-

Gabriella alzò lo sguardo sul tavolo e incontrò quello del gruppo che rideva. Tutti tranne Troy. Sembrava impassibile alla scena e consultava svogliatamente il menù del locale. Guardò Jason dritto negli occhi.

-Uno qualunque?- domandò prendendo un foglietto e una penna.

-Sì. Sei mitica, grazie!- le fece l’occhiolino e tornò al suo posto con il foglietto, -Signore e signori, oggi pagate voi!- mostrò il foglietto con aria vincente.

-Sì, sì. Fa vedere.- Zeke prese il foglietto e scoppiò a ridere. Chad lo prese anche lui e lesse ad alta voce trattenendo le risate.

- -0,000000000001 di mentalità. Proprio come i tuoi amichetti.-

Le cheer leader si voltarono stupite verso Gabriella, che in risposta gli portò le ordinazioni.

-Credi di essere più intelligente di noi?- le domandò Sharpay velenosa.

-Più di te sicuramente.- le sorrise affabile Gabriella, -Buon appetito.- lasciò il conto e si tolse il grembiule, -Olivia, io vado a casa. Devo finire di studiare per il compito di domani.-

-Ok. Ci vediamo domani pomeriggio.- la salutò Olivia, come la salutarono anche gli altri camerieri e il cuoco.

Quella sera Gabriella accese il computer.

Subito venne contattata da Il Nomade.

 

Il Nomade

Finalmente… pensavo non arrivassi più…

Princeton818

Ho dovuto studiare per il compito di Storia. Ma ora eccomi qui! Com’è andata la giornata?

Il Nomade

Bene. Sono uscito con la mia ragazza e i miei amici, ma niente di sconvolgente. Anzi… avevo voglia di starmene a casa oggi.

Princeton818

Io invece ho lavorato per metà pomeriggio, per far contenta quell’arpia della mia matrigna.

Il Nomade

Vedrai che quando prenderai il diploma la tua matrigna sarà l’ultimo dei tuoi problemi.

Princeton818

Già… E tu? L’hai detto a tuo padre?

Il Nomade

Che voglio andare a Princeton? Naaaa. Non capirebbe.

Princeton818

Non continuare a nasconderti, Nomade. Tuo padre deve sapere qual è davvero il tuo sogno.

Il Nomade

Tu ti nascondi.

Princeton818

Non per mia scelta. È come se vivessi in una favola. Tipo Cenerentola.

Il Nomade

Le favole non riguardano solo castelli e principesse: rappresentano tutti i desideri che vuoi appagare e il coraggio di lottare per le cose in cui credi.

 

Gabriella lesse stupita il display del proprio computer. Batté velocemente le dita sulla tastiera.

 

Princeton818

Cinderella Story. Chi l’avrebbe mai detto?

Il Nomade

Colpa di mia cugina. Mi ha costretto a guardarlo e questa è una delle poche frasi che mi sono rimaste in mente.

Princeton818

Dovrò congratularmi con tua cugina. Guadagni punti, Nomade. È il mio film preferito.

Il Nomade

Forse perché è così simile alla nostra storia. Ci stiamo comportando esattamente come loro. Perché credi che abbia scelto come nick il Nomade?

Princeton818

Perché?

Il Nomade

Se lo vuoi scoprire vieni con me alla festa di Halloween di sabato sera.

 

 

 

 

************

Capitolo velocissimo, scritto alle otto del mattino XD

Grazie a tutti coloro che recensiscono ** Siete fantastiche! **

Bacioni

By Titty90 ^^

Ps: Buona pasquetta ^^

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sms ***


Capitolo 3: Sms

Capitolo 3: Sms

Kelsi Nielsen salì nei posti dietro dell’auto di Ryan. Aveva i capelli castano-rossiccio e gli occhi verdi, inoltre era la compositrice ufficiale del Drama Club della East High. Gabriella la considerava come una sorella. Era stata lei ad aiutarla a confessare il suo amore verso Ryan. Infatti i due stavano insieme da circa un anno.

-Possiamo andare.- sorrise Ryan.

Taylor salutò Kelsi, anche lei era infatti seduta nei posti dietro. Ryan fece partire la macchina e uscirono da Albuquerque.

Era Giovedì mattina e siccome c’era lo sciopero dei professori avevano deciso di andare a fare una sorta di pic-nic al parco naturale fuori Albuquerque. Arrivarono in mezz’ora nell’unico luogo ancora verde di tutti i dintorni. Stesero la tovaglia e cominciarono a fare un pic-nic. Vennero raggiunti poco dopo anche dagli altri amici, invitati al pic-nic. Alcuni membri del Drama Club insieme a Kelsi e Ryan.

Risero per l’intera mattinata, anche se Gabriella continuava a controllare il cellulare ogni due secondi. Cosa che fece insospettire Kelsi, quando ovviamente non era impegnata a baciarsi con Ryan. Ad un certo punto il cellulare in questione suonò e le vide la mano tremare mentre lo prendeva.

Si separò un attimo da Ryan e si sedette accanto a lei, -Ehi. Tutto bene?- le domandò dolcemente.

Gabriella si voltò verso di lei ricambiando il sorriso, -Sì, tranquilla. Tutto bene.- aveva ancora il cellulare in mano, ma non accennava a leggere il messaggio appena ricevuto.

-Non lo leggi?- le chiese ancora Kelsi.

Gabriella si morse il labbro inferiore, -Kelsi… possiamo parlare un attimo?- le chiese a bassa voce.

Kelsi annuì confusa. Le due si alzarono e dissero che andavano a fare una passeggiata. Si allontanarono dal gruppo e Gabriella le passò il cellulare.

-Leggi.- le ordinò con tono gentile.

Kelsi afferrò il cellulare e aprì il messaggio titubante.

 

Perché non mi rispondi? Non vuoi venire alla festa?

 

-Spasimante?- si informò ridacchiando e ripassandole il cellulare.

-E’ fidanzato.- rivelò Gabriella fermandosi e sedendosi su una panchina.

-Come si chiama?- Kelsi si sedette accanto a lei accavallando le gambe.

-Nomade.-

Kelsi sbatté le palpebre qualche secondo, -Mi prendi in giro?-

-No. Non so il suo vero nome.- cominciò a raccontare, -Ci siamo conosciuti in chat. Però viene alla East High. Io non conosco lui, lui non conosce me. O non di persona, almeno. Non sa chi sono in realtà.-

L’amica la studiò un attimo, dagli occhi lucidi alle gote leggermente arrossate. Sospirò. Ormai la conosceva fin troppo bene, -Ti sei innamorata.- le disse tranquillamente.

Gabriella sbarrò gli occhi sorpresa, -Non sono innamorata!- ribatté concisa, -Come si fa ad innamorarsi di una persona che non si conosce nemmeno?-

Il cellulare vibrò di nuovo. Gabriella aprì il messaggio e lo lesse ad alta voce.

 

È perché sono fidanzato? Ma con lei non va più bene… e poi voglio vederti finalmente. Sentirti così non mi va, voglio parlarti di persona. Vedere se i tuoi occhi sono gli stessi che sogno ogni notte, se sei tu la ragazza che occupa i miei sogni costantemente… Non dirmi di no, per favore.

 

-Beh, se la persona in questione è una sorta di Shakespeare giovanile, allora sì. È possibile.- la informò Kelsi, -E poi te lo dico alla Cinderella Story, visto che ami tanto quel film: se un uomo si prende la briga di scrivere quello che prova per te è un messaggio d'amore!-

Gabriella rimase indecisa un attimo. Poi alzò il viso e lo rivolse al paesaggio verde del parco.

-Tu credi che sia impossibile, vero?- domandò guardando avanti.

Kelsi le posò una mano sul braccio, -Niente è impossibile. Credo solo che sarà difficile.- la fece voltare verso di lei con quelle parole, -Ma se lo vuoi veramente e se lui non ti sta prendendo in giro… allora magari potrebbe funzionare.-

-E se non mi volesse più quando scoprirà che sono una secchiona?- deglutì nervosa, -Non voglio che succeda. Non riuscirei a sopportarlo.-

Kelsi le fece l’occhialino, -Procuriamoci un abito per il ballo di Halloween.- le due scoppiarono a ridere.

 

§§§§§§§§§§§§

 

Stesso momento. Stesso discorso.

Un campetto da basket dietro a una villetta. Due ragazzi che giocano.

-Tu sei tutto matto.-

Chad fece canestro e poi passò il pallone al suo migliore amico.

-Perché?- domandò Troy tirando a canestro anche lui.

-Perché?- ripeté Chad, -Stiamo parlando di una ragazza che non conosci nemmeno. Per quello che ne sappiamo potrebbe essere uno scorfano e tu ne parli come se fosse la più bella del mondo.- lo fece ragionare.

Troy scosse la testa, -No… come parla, come si pone… lei deve essere la più bella delle creature esistenti nell’universo…-

Chad lo guardò stupito e orripilato allo stesso momento, -Amico, smettila! Mi farai venire la carie ai denti in questo modo!- lo sgridò ridendo, -E poi non puoi dire certe cose. Non la conosci!-

-Chad… cosa devo fare?-

L’amico sospirò, -Se sei così convinto… beh, devi dirlo a Sharpay.-

-Dici?-

-Ti ricordo che è la tua ragazza. State insieme da una vita, ormai.- scrollò le spalle, -Magari anche lei ne ha abbastanza del rapporto.

-Glielo dirò domani a scuola.- disse Troy.

-In bocca al lupo. Ma non dirle che ti ho consigliato io di lasciarla.- lo avvertì Chad, -Mi fucilerebbe.-

-Tranquillo.- rise Troy.

Il cellulare nella tasca della tuta rossa vibrò. Lo prese in mano e lesse il messaggio. Chad, intuendo dal suo sorriso che era Princeton818, chiese per conferma.

-E’ lei?-

-Già.- Troy sorrise felice, -Prometti di non togliermi la maschera?

-Ha accettato.- considerò Chad.

-Già.-

-Ma sai dire solo Già?- Chad gli lanciò il pallone arancione, -Adios, Sharpay. Il tuo principe è stato catturato dalla principessa misteriosa.- alzò gli occhi al cielo vedendolo evitare la palla, -Adesso nemmeno il basket gli interessa più.-

-Eddai… sto cercando un modo per dire a Sharpay che la voglio lasciare, senza apparire troppo sgarbato.-

-Hai paura che ti faccia un agguato durante la notte, vero?-

-Già!- concordò Troy terrorizzato dalla ipotetica reazione di Sharpay Evans.

 

 

 

 

 

*************

Piuttosto cortino, ma è quello che è venuto fuori XD

Grazie a tutte coloro che hanno recensito e a coloro che recensiranno ancora ^^

 

Bacione

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Come lasciare Sharpay ***


Capitolo 4: Come lasciare Sharpay

Capitolo 4: Come lasciare Sharpay

Troy il giorno dopo arrivò a scuola in netto ritardo. Era rimasto tutta notte sveglio a pensare al modo di dire a Sharpay che tra loro era finita. Si vedeva continuamente davanti agli occhi la sua faccia furibonda e lui giù da un burrone. Terrificante.

Corse su per gli scalini della East High ed entrò trafelato nella scuola, sotto gli occhi severi del bidello che stava per chiudere le porte della scuola. Andò dritto verso il suo armadietto e lo aprì, mettendo i libri dentro. Chiuse l’armadietto e si voltò, andando a sbattere contro qualcosa.

Infatti sentì soltanto il rumore di almeno cinque libri cadere a terra e una persona cadere con loro.

-Cavolo…- imprecò inginocchiandosi davanti alla persona e tendendole una mano, -Scusa, sono in dannato ritardo! Io…- si bloccò guardando chi aveva fatto cadere a terra, -Oh, Montez.- salutò.

-Bolton.- salutò lei di rimando.

-Vieni, ti aiuto.- Gabriella afferrò la mano e si issò in piedi. Troy poi si chinò e raccolse i libri della ragazza porgendoglieli, -Ma dove andavi con tutti questi libri?-

-Li stavo portando in biblioteca.- rispose Gabriella accettando i libri, -E tu come mai in ritardo? Non hai la Darbus?-

-Sì, ma la sveglia non è suonata e…- si bloccò confuso, -Ma anche tu dovresti avere la Darbus ora.-

-Permesso speciale.- rispose sorridendo, -In bocca al lupo.- gli disse superandolo.

Troy scosse la testa e raggiunse la classe. Aprì la porta, ma la Darbus lo guardò male e dagli sguardi dei presenti capì che non era di buon umore quel giorno. Lo spinse letteralmente fuori dalla classe e gli chiuse la porta in faccia.

-DETENZIONE, BOLTON!- urlò da dentro all’aula.

Troy sospirò scocciato e si preparò mentalmente a passare le due ore che sarebbero seguite da solo. Cominciò a vagare per i corridoi deserti della East High. Passò davanti alla biblioteca e mosso da qualcosa che non sapeva come descrivere entrò, sotto lo sguardo stupito della bibliotecaria. Non era il suo ambiente quello. Cominciò a girare per gli scaffali annoiato, fino a quando non sentì un rumore dietro di sé. Si voltò e la vide.

Gabriella lo fissò sorpresa, -Bolton… che diavolo ci fai in biblioteca?-

Troy si grattò la testa pensieroso, -Non lo so… non ho niente da fare, la Darbus ha due ore e io non sono stato accettato in classe. Non sapevo che fare.- si giustificò.

Gabriella scosse la testa preoccupata per la sua sanità mentale, -Troy Bolton in una biblioteca. Siamo messi male.- mormorò andando verso un tavolo della biblioteca con alcuni libri in mano.

Troy la seguì con lo sguardo, poi finalmente pensò alla soluzione del suo problema. Chi meglio di una ragazza poteva dargli consigli in fatto di amore? La raggiunse e le si sedette di fronte.

-Cosa vuoi?- domandò Gabriella.

-Ecco… avrei bisogno di un consiglio.-

-Da me?-

-Sì… da te…-

La ragazza lo guardò male, ma poi riconobbe nei suoi occhi una luce diversa da quella del capitano dei Wildcats che prendeva in giro tutti solo per apparire migliore degli altri. Non ci poteva credere. Stava per dare un consiglio a Troy Bolton.

-Dimmi.- acconsentì chiudendo il libro.

Troy prese un grosso respiro, -C’è questo mio amico che…-

-Bolton.- lo fissò con sguardo omicida.

-Ok. Scusa.- si stava scusando?, -Voglio lasciare Sharpay.-

Gabriella sbarrò gli occhi ammutolita, -Sei pazzo?- gli chiese in un sussurro, -Non dovresti neanche pensarlo! Potrebbe buttare giù la scuola solo perché hai pensato una cosa del genere.-

-Ma se non la amo! Amo un’altra!- ribatté Troy.

-Ok, con calma. Chi è quest’altra? Una sua amica?-

-Non lo so… non credo…- Troy sorrise teneramente, -Ma è stupenda.-

-Va bene. Ragioniamo un attimo.- Gabriella sospirò pesantemente, -Sei sicuro di quello che fai? Vuoi veramente lasciarla?-

-Sì.- dichiarò sicuro.

-Allora diglielo al più presto e non dirle che ti ho consigliato, altrimenti mi fucilerebbe.-

Troy alzò un sopraciglio, -Hai paura di Sharpay Evans?-

-Chi non ne ha? Mi stupisco che tu ci sia stato insieme tutto questo tempo.- dichiarò ridendo.

Troy rise a sua volta, -Come glielo dico?-

-Non davanti a tutti. Sarebbe un’umiliazione troppo grossa.- ci pensò un attimo, -Magari diglielo durante la pausa-pranzo. In questo modo avresti comunque la detenzione della Darbus a proteggerti questo pomeriggio.-

-Giusto.- Troy la guardò negli occhi, -Grazie, Montez.-

-Di nulla, Bolton.- riaprì il libro e lo sentì uscire dalla biblioteca, -Speriamo che Sharpay oggi sia di buon umore…- sospirò a bassa voce.

 

§§§§§§§§§§§§

 

Durante la pausa pranzo Gabriella era seduta a mensa con Kelsi, Taylor, Ryan e Mark, un loro amico appartenente al Drama Club. Stavano mangiando tranquillamente, quando sentirono un strillo provenire dal tetto.

Tutti si voltarono allarmati e preoccupati. Dall’ingresso della mensa entrò come una furia Sharpay Evans, che aveva le mani tra i capelli biondi lisci quel giorno. Troy la seguiva con lo sguardo dispiaciuto.

-Sharpay, calmati!- la implorò.

-CALMARMI? TU SEI PAZZO, TROY!- si voltò verso di lui e lo spinse sul petto con le mani, -SEI SOLO UN’IDIOTA! NON CAPISCI NIENTE!-

-Sharpay, non qui.- le disse Troy prendendole le mani, -Non è il caso.-

-Invece questo è il luogo adatto, Troy.- lo guardò male e sibilò velenosa, -Chi è?-

-Chi è… chi?-

-La ragazza che ti piace. Chi cavolo è?- strillò.

-Sharpay… non la conosci…-

Gabriella sbarrò gli occhi, -Oh, oh.- sbatté un pugno sul tavolo rosso, -Quello non ci sa fare proprio con le ragazze!- sbottò a bassa voce.

-Non la conosco? Io conosco tutti!- Sharpay gli diede un sonoro schiaffo, che riecheggiò per tutta la sala mensa silenziosa, -Sei uno schifoso, Troy! Non troverai nessuno meglio di me!-

-Non è detto, Sharpay.- Troy alzò il viso, mantenendo una mano sulla guancia dolorante, -Ce ne sono a milioni di ragazze migliori di te.- le diede le spalle, -E’ finita. Fattene una ragione.- disse prima di uscire dalla sala mensa.

Sharpay alzò il mento, chiaro segno che era superiore a tutto ciò, e andò verso il proprio tavolo. Chad sospirò, a quanto pare era veramente deciso. Gabriella invece si portò le mani tra i capelli, appoggiando i gomiti sul tavolo della sala mensa.

-Senza speranza…- disse mentre i suoi amici la guardavano confusi.

-Come?- domandò infatti Ryan.

-No, niente.- Gabriella scosse la testa, -Tranquillo.- sorrise prima di ricominciare a mangiare.

Chad invece si alzò e sotto lo sguardo dei compagni di squadra uscì dalla sala mensa. Camminò spedito per i corridoi e lo vide. Appoggiato al muro, con le mani nelle tasche dei jeans.

-Ehi, capitano.- gli si avvicinò somministrandogli una pacca sulla spalla in segno di saluto, -Come va la guancia?-

-Bene. Non brucia più.- rispose Troy, -Ho fatto la cosa giusta.-

-E perché lo dici a me?- gli domandò Chad ridendo.

-Perché so cosa mi stai per dire.- Troy lo guardò, -E’ impossibile. Sharpay non ti vorrà più quando ti sarai stancato. Ma non è così, fratello. Non mi stancherò mai di Princeton818. Lei è tutto per me.- Zeke e Jason li raggiunsero e sentirono l’ultima parte del discorso.

-Chi è Princeton818?- domandò Jason.

-La ragazza che gli piace.- rispose Chad, -E per la quale ha lasciato Sharpay.-

-E chi potrebbe avere un nome tanto stupido?- chiese Zeke confuso.

-E’ un nickname. L’ho conosciuta in chat.- rispose Troy voltandosi a guardare anche loro, -E se lo dite in giro giuro che vi strozzo. Nessuno lo deve sapere, è un patto che abbiamo fatto io e lei.-

Jason sospirò, -Quando la incontrerai? Perché la incontrerai, vero?-

-Alla festa di Halloween di domani sera.-

-Bene, allora troviamo un costume adatto al principe.- rise Zeke.

 

 

 

**************

Capitolo velocissimo!! Grazie a tutte, siete mitiche!

Kiss

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Vuoi ballare? ***


Capitolo 5: Vuoi ballare

Capitolo 5: Vuoi ballare?

Gabriella, con le cuffie dell’i-pod alle orecchie, fece scorrere leggera la penna blu sul foglio da compilare per la domanda a Princeton. Ci stava lavorando da settimane e con tutto il suo cuore sperava che l’accettassero, così da sparire per sempre da quella casa e non rivedere in questo modo la matrigna e le sorellastre.

Il portatile, accesso sulla scrivania, emise un BIP. Gabriella lasciò da parte i fogli ed aprì la conversazione in chat.

 

Il Nomade

Come ti vestirai, stasera?

Princeton818

Non te lo dico. Lo scoprirai da solo. Ricorda: hai promesso di non togliermi la maschera.

Il Nomade

Dai, dimmelo. Altrimenti come ti riconosco?

Princeton818

Ci incontriamo in teatro verso le dieci, no? Quante altre persone potranno esserci in teatro, visto che la festa è in palestra?

Il Nomade

Ok, mi arrendo. Però sono sicuro che sarai bellissima.

Princeton818

Scusa, ora devo andare. Sto continuando la domanda per Princeton. A te come sta andando?

Il Nomade

Lasciamo stare… è nascosta, altrimenti mio padre romperebbe.

Princeton818

Devi dirglielo! Non puoi nasconderti per sempre, te l’ho già detto!

Il Nomade

Sei troppo dolce quando ti preoccupi per me.

 

Gabriella arrossì, mentre Troy fissava lo schermo compiaciuto e felice nello stesso tempo.

-GABRIELLA!-

-ARRIVO!- urlò Gabriella a Ester.

 

Princeton818

Devo andare. La matrigna chiama. Ci vediamo alle dieci. Puntuale!

Il Nomade

Ok, a più tardi.

 

Gabriella chiuse il portatile e scese in fretta le scale di casa. Entrò in salotto e vide Ester intenta a guardare la televisione, con le due sorellastre vestite da gatti siamesi. Doveva essere il loro costume per la festa di Halloween.

-Che c’è?- domandò Gabriella alla matrigna.

Ester sospirò, -Dovrai rinunciare al ballo, cara. Devi lavorare stasera.-

-Cosa? Ma mi avevi dato il permesso!- ribatté Gabriella stupita, -Per me quel ballo è importante, Ester!-

-Più di guadagnarti i soldi per il college?- agitò una mano ingioiellata, -E poi il tuo costume si è rotto. O almeno… lo ha scucito Sienna per sbaglio.-

Gabriella strinse i pugni lungo i fianchi, -Sono in camera mia. Se mi chiami non ti sento, ho l’i-pod.- disse prima di salire le scale sotto gli schiamazzi soddisfatti e divertiti di Paris e Sienna.

Gabriella entrò nella sua stanza, chiuse la porta a chiave ed afferrò il cellulare.

“Pronto?”

“Tay! Ho un enorme problema. Ester non vuole lasciarmi andare al ballo!”

Cosa? Non può!” ribatté Taylor.

“Sienna ha anche rotto il mio vestito. Vogliono che lavori stasera. Che faccio?”

“Ci tieni davvero a questo ragazzo?”

Gabriella aveva rilevato tutto anche a Taylor e Ryan, che si erano dimostrati da subito disponibili ad aiutarla con il Nomade.

“Sì.” rispose Gabriella.

“Allora scappa dalla finestra, Cenerentola. Ti aspetto a casa di Kelsi.” Disse Taylor.

“Ma come faccio con il vestito?”

“Ho un’idea. Ne devo solo parlare con Ryan! Tranquilla, ci penso io!”

Gabriella chiuse la chiamata. Prese il necessario e se lo infilò nelle tasche della felpa azzurra. Accese l’i-pod e lo mise al massimo volume. Aprì la finestra e sospirando si calò giù lungo l’edera rampicante. Arrivata con i piedi per terra cominciò a correre il più silenziosamente possibile, alla volta di casa di Kelsi.

 

§§§§§§§§§§§§

 

Troy arrivò in perfetto orario in palestra. Essendo il capitano dei Wildcats, lui e la squadra dovevano arrivare puntuali. Subito individuò Chad, vestito da pirata. Poi Jason e Zeke, vestiti rispettivamente da mummia e da Zorro. Li raggiunse e sorrise.

-Buonasera, ragazzi.-

Gli amici si voltarono verso di lui e sorrisero a loro volta, -Vedo che abbiamo trovato un buon costume, principino.- disse Chad.

Troy infatti indossava un vestito da principe. Aveva i pantaloni e la giacca blu scuro della notte, ornati di ricami dorati. Inoltre aveva sotto la giacca una camicia bianca sbottonata nei primi bottoni. Infine indossava una maschera blu notte che li copriva gli occhi. Gli amici l’avevano aiutato a cercare un vestito che assomigliasse più o meno a quello del Nomade in Cinderella Story. All’inizio Chad era contrario, ma poi Zeke e Jason l’avevano convinto.

-Verrà?- domandò Jason, -Si accettano scommesse!-

-Io mi chiedo cosa penserà quando scoprirà chi sei.- disse invece Zeke, -Insomma… lei non vuole togliersi la maschera. Ma tu credo che la voglia togliere la tua, giusto?-

-Esatto.- confermò Troy, -Deve sapere chi sono. E in qualche modo riuscirò a convincerla a togliersi anche lei la maschera.-

-Ma quella chi è?- sbarrò gli occhi stupito Chad.

Tutti si voltarono verso l’ingresso della palestra, dalla quale stava entrando una ragazza, seguita da due ragazze e un ragazzo. Indossava un abito bianco, tipo da sposa, ornato di perline e col bustino senza maniche. Ai piedi delle magnifiche decoltè bianche e gli occhi nocciola erano coperti da una maschera bianca. Inoltre i capelli mori erano lasciati sulle spalle in dolci boccoli.

-Io vado via.- sussurrò Gabriella facendo un passo indietro.

-Eh, no, mia cara!- la fermò Ryan vestito da Frankestein, -Non ho rubato un vestito dall’armadio di mia sorella, per altro modificandolo in modo che lei non lo riconoscesse!-

-E io non ho contribuito a tagliare tutti i tulle rosa che c’erano appiccicati.- ribatté Kelsi vestita invece da Pocahontas.

-E io non mi sono fatta venire un’idea per niente, nonché una perfetta copertura per il lavoro.- disse anche Taylor, che invece era vestita da scienziata pazzoide.

-Mi stanno fissando tutti!- implorò Gabriella, -Vi prego!- unì le mani a mo’ di preghiera.

-Senti… sono le dieci meno venti. Fra venti minuti incontrerai il Nomade. Vuoi davvero rinunciare?- le chiese sbigottito Ryan, -Complimenti, allora. Tutto l’impegno che ci abbiamo messo allora non sarà servito a niente.- le batté le mani sarcastico.

-Ryan, fatti un nodo alla lingua.- scherzò Gabriella, -E se lui non è come me lo aspetto?-

-Lo saprai soltanto quando lo vedrai.- disse Kelsi, -Però se vuoi puoi anticiparlo in teatro.-

-Giusto.- Gabriella sorrise, -Mi coprite? Potrebbero insospettirsi.-

Taylor guardò in giro, -Vai! Ricorda, fino alle undici!-

Gabriella annuì e dall’uscita secondaria entrò dentro la scuola. I corridoi erano ovviamente deserti, fatta eccezione per quelle coppiette che desideravano un po’ di intimità. Entrò in teatro e con sua grande sorpresa trovò un ragazzo in piedi sul palco.

-Sei tu?- domandò Troy.

Gabriella rimase nell’oscurità, -Hai avuto la mia stessa idea.-

-Già. Fatti vedere… non mordo mica.- Troy venne alla luce del palco.

Gabriella fece lo stesso e salì sul palco, sotto il suo sguardo estasiato. Era lei. La principessa entrata in palestra pochi minuti prima.

-Sei meravigliosa.- le confessò Troy prendendole una mano, -E’ bello incontrarti finalmente.-

-Sì, anche per me.-

-La tua voce… mi ricorda qualcuno.- disse Troy aggrottando le sopraciglia confuso, -Ci siamo già incontrati?-

-Non lo so. Magari nei nostri sogni.-

Troy sorrise, -Ti va se mi tolgo la maschera io?-

-Certo.-

Il ragazzo sospirò. Si tolse lentamente la maschera blu, gettandola sul palco. I ciuffetti biondo cenere caddero ad incorniciargli il viso.

-Troy Bolton?- Gabriella scansò la mano, -Oddio! Ti ho fatto lasciare Sharpay!- portò le mani alle guance.

-No, aspetta.- le prese la mano, -Tu eri in sala mensa quando ci siamo lasciati?-

La mora deglutì, -Ero più vicina di quanto pensassi.- disse enigmatica.

Troy le strinse la mano, -Vuoi andare in un posto tranquillo?-

Gabriella annuì, seguendolo fuori da teatro. Andarono su, percorrendo i vari piani. Fino ad arrivare alla Serra.

-E’ il mio posto segreto.- rivelò Troy.

La musica si sentiva in sottofondo. Troy sorrise nel vedere Gabriella così serena, persa in quel turbinio di stelle che illuminavano la notte sopra di loro.

-Vuoi ballare?-

Gabriella annuì ancora e cominciò a ballare insieme a Troy.

 

 

 

 

************

Eccomi qui finalmente! XD Se faccio in tempo posto domani il prossimo chappy, visto che è già scritto. Intanto ne approfitto per ringraziare chi ha commentato lo scorso chappy. Grazie, davvero ^^

Un bacione

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cinque domande ***


Capitolo 6:

Capitolo 6: Cinque domande

Troy e Gabriella stavano ballando da un po’, accompagnati dalla musica lontana.

-Se non posso sapere il tuo nome, posso farti qualche domanda?-

Gabriella si strinse nelle spalle, -Te ne do a disposizione cinque.- non sapeva nemmeno lei perché stesse acconsentendo tutto ciò. Troy aveva davvero lasciato Sharpay per lei? Non se l’era sognato? E se avesse scoperto che in realtà era Gabriella Montez, la ragazza a cui aveva chiesto consigli solo il pomeriggio prima? No, non doveva saperlo. E doveva soffocare quel sentimento improvviso nato per caso su una chat e che ora si andava a intensificare.

-Cinque? Ci sto.- Troy ci pensò su, -A che tavolo eri seduta quando ho lasciato Sharpay?-

Gabriella gli diede un pizzicotto sul braccio, facendogli lasciare la presa sulla sua vita, -Certo che sei cretino. Che domande mi fai?- rise.

Troy rise a sua volta e si sedettero su una panchina della serra, -Eddai. Rifaccio la domanda, va bene?-

-Spara.- commentò allegramente Gabriella.

-Hai un ragazzo?-

Gabriella sorrise maliziosamente, -Single.-

-Bene.- Troy pensò un attimo, -Ci siamo già incontrati?-

La ragazza incrociò le braccia al petto, appoggiando la schiena alla panchina, -Più di una volta. L’ultima è stata ieri.- disse intuendo la prossima domanda.

-Ah, sì?-

-Sì. È per questo che conosci la mia voce.-

-Ehi, non sei amica di Sharpay, vero?- domandò sbarrando gli occhi.

-No, tranquillo.- lo tranquillizzò, -Però sono amica di una persona molto vicina a lei.-

-Ma lei ti odia o ti vuole bene?-

-Mi odia.-

-Ah, bene. Mi sono scelto una principessa particolare, allora.- rise Troy.

-L’ultima domanda, Wildcat.-

-Ehi! Quelli erano degli approfondimenti.- ribatté fintamente indignato lui.

Gabriella rise, -Le regole sono regole.-

-Ok.- Troy la guardò dritto negli occhi, -Perché non vuoi che io sappia chi sei?- disse allungando una mano per toglierle la maschera.

Gabriella si ritrasse, -Hai promesso.-

-Voglio sapere chi sei.-

-Non lo scoprirai mai, Troy.- rispose dolcemente Gabriella accarezzandogli una guancia con una mano, -E’ giusto così.-

-Perché?-

-Veniamo da due mondi diversi.- Gabriella ritrasse la mano, -Ti complicherei la vita.-

-Non potresti, mai.- la guardò intensamente, -Come facevo a non notarti? Tu sei unica.-

Gabriella sorrise, -Forse guardavi, ma in realtà non vedevi.-

Troy fece per toglierle di nuovo la maschera. Questa volta Gabriella non si ritrasse, catturata dai suoi occhi. Poi il cellulare che aveva legato alla caviglia suonò. Segno che erano ormai le undici.

-Oh, proprio adesso…- mormorò Gabriella prendendo il cellulare e spegnendo la suoneria.

-Che c’è?-

-Io devo andare.- disse Gabriella alzandosi e rimettendo il cellulare alla caviglia.

-C’è il coprifuoco a casa tua?-

-Eh, qualcosa del genere…- commentò sarcastica, -Scusami e… grazie. È stata una splendida serata.-

-Aspetta! Dove vai?-

-Sono in ritardo.- disse prima di lasciare la panchina ed andare verso le scale.

-Per cosa?- domandò Troy confuso.

-Per la realtà.- sorrise Gabriella facendo per scendere.

-Aspetta! Ti rendi conto che abbiamo fatto lo stesso dialogo di Cinderella Story?- domandò scioccato, ma divertito al contempo, -Ti rivedrò?-

-L’importante è che tu d’ora in poi mi veda veramente a scuola. Guardati in giro. Io sono accanto a te tutti i giorni.- Gabriella fece un cenno con la mano in segno di saluto e corse giù per le scale. Il cellulare cadde dal laccio nero e Troy lo raccolse, sorridendo.

-Ma dove diavolo eri finita?- domandò Ryan vedendola correre verso la macchina.

-Scusate, è complicato da spiegare.- Gabriella salì in macchina dove c’era già Kelsi, -Ma Taylor dov’è?-

Taylor salì di corsa sull’auto, -Parti!- esclamò a Ryan che salì trafelato partendo e lasciando la East High.

Gabriella si tolse la maschera, -Ma che è successo, Taylor?- notò vedendola agitata.

Taylor si accasciò lungo il sedile, chiudendo gli occhi, -Ho baciato Danforth. Anzi… lui ha baciato me.-

-Cosa?- domandò scioccata Kelsi ridendo, -Ma stai scherzando?-

-No. E quando ho scoperto che era lui sono scappata, anche perché lui mi ha tolto la maschera improvvisamente e quando mi ha visto è rimasto impalato in mezzo alla palestra.-

-E tu, Gabry? Chi era il Nomade?-

-L’amichetto di Chad.- rispose Gabriella, -Ryan, sbrigati! Fra poco Ester verrà a prendere Paris e Sienna al ballo.-

-Lo so, anche perché sono dietro di noi.-

-Gabriella, cosa intendi con l’amichetto di Chad?- domandò Kelsi mentre Ryan accelerava.

-Che il Nomade è Troy Bolton!- esclamò Gabriella ancora scossa, -Mi sono innamorata del capitano dei Wildcats. E il bello è che è colpa mia se si è lasciato con Sharpay. Con quale coraggio lo guarderò ancora?-

-Lui ti ha riconosciuta?- domandò Ryan girando un angolo per fare più in fretta.

-No. Il cellulare è suonato appena mi stava per togliere la maschera.- allungò una mano verso la caviglia, ma non vi trovò niente, -Oh, no! Ho perso il cellulare!-

-Io non me ne preoccuperei ora! Scendi, subito!- disse Taylor.

Gabriella scese e corse dentro al locale, mentre l’auto di Ryan ripartiva a razzo. Entrò in cucina e si mise velocemente una maglietta nera e il grembiule rosa.

-Dov’è Gabriella?- sentì la voce di Ester dal bancone.

Olivia tentennò, -Ehm… lei…- Gabriella si sporcò le guance di farina ed uscì per metà dal bancone della cucina.

-Le frittelle per il tavolo 3 sono pronte!- esclamò facendo tintinnare il campanello.

Ester sorrise compiaciuta, per poi uscire dal locale insieme a Paris e Sienna che però la squadravano attente. Gabriella sorrise in segno di saluto, per poi sospirare di sollievo in direzione del cuoco e di Olivia. Si lisciò la gonna del vestito e ringraziò il cielo che l’aveva salvata dall’essere scoperta.

Olivia le si avvicinò, -Tutto bene, principessa?- le domandò gentilmente.

-Non tanto…- mormorò accasciandosi contro il bancone, -Il ragazzo di cui mi sono innamorata è il più popolare della scuola. Come farò?-

-Semplice: gli dirai chi sei veramente.- Olivia le spostò un boccolo nero dietro all’orecchio, dopo essersi inginocchiata davanti a lei, -Non puoi continuare questa vita, Gabriella. Questo non è il tuo mondo, non è il tuo futuro.-

-Credi che non lo sappia, Olivia?-

-Tuo padre diceva sempre che eri una bambina speciale.- le accarezzò una guancia sorridendo, -Quanto vorrei che ti vedesse ora.- sospirò triste.

Gabriella la scrutò, -Ma perché non mi ha lasciato in affidamento a te?- domandò stupita, -Sei sicuramente migliore di Ester.-

-Non lo so. Tuo padre voleva divorziare quando eri ancora piccola, prima dell’incidente disse che l’avrebbe lasciata.-

-Quanto vorrei che fosse accanto a me.-

-Lui è accanto a te.- gli posò una mano sul cuore, -E’ qui. E ci sarà sempre.-

Gabriella sorrise tristemente, abbracciando Olivia. L’unica che la capisse veramente. Quanto avrebbe voluto che il padre fosse ancora vivo o che l’avesse lasciata ad Olivia. In questo modo forse avrebbe vissuto una vita felice e non scandita dagli ordini di una matrigna psicolabile e da due sorellastre terribili.

Quella sera Gabriella tornò a casa tardi, per via del lavoro. Entrò in camera e si chiuse dentro. Notò l’i-pod, ormai scarico, sul letto. Lo prese e lo appoggiò sulla scrivania. Il computer era spento e sinceramente non aveva voglia di accenderlo. Sicuramente Troy l’aveva contattata. Doveva scordarsi di lei. Non potevano stare insieme.

 

 

 

 

 

 

***************

Capitolo velocissimo, come avevo promesso ieri ^^

Vado, che devo finire di ripassare alcune cose per domani. Grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso chappy.

Baci

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cerchiamo Cenerentola ***


Capitolo 7: Cerchiamo Cenerentola

Capitolo 7: Cerchiamo Cenerentola

Lunedì.

Ore 12:54.

East High, laboratorio di Chimica.

Taylor stava facendo una distillazione frazionata. Gabriella l’aiutava.

-Tay…- la chiamò poggiando la penna sul bancone e perdendo lo sguardo nel vuoto.

-Mmh?- Taylor era troppo intenta con il lavoro assegnatole. Un mugugno era abbastanza per dimostrare che la stava ascoltando.

-Secondo te…- prese un grosso respiro, -Come si capisce quando si è innamorati?-

-Non lo so.- Taylor si segnò una temperatura, -Perché me lo chiedi?-

-No, niente.- mentì Gabriella ricominciando a scrivere appunti sulla distillazione, -E’ solo che…-

-Gabriella… non sai mentire. Parla.- le intimò Taylor.

-MiSonoInnamorataDelNomade!- disse in fretta e a bassa voce.

Taylor fece cadere il bunsen che stava utilizzando, il quale si ruppe a terra richiamando l’attenzione di tutti. Aveva gli occhi spalancati, la bocca semiaperta e le mani rigide davanti a lei. Si voltò piano verso Gabriella.

-Dimmi che scherzi.- le disse in preghiera.

Gabriella scosse la testa, -Mi dispiace…-

-Gabriella, è scientificamente impossibile!- entrambe si accorsero dello strano silenzio in cui era calata l’aula. Si voltarono e Taylor chiuse gli occhi per calmarsi, -Vieni con me.- le disse prendendole la mano e abbandonando il lavoro, -Professoressa, Gabriella non sta molto bene. Possiamo uscire un momento?-

La professoressa di chimica annuì, -Sì, certo. Ma cos’hai, cara?- domandò alla moretta.

Gabriella scosse la testa, -Un po’ di mal di testa.- mentì. Le due amiche uscirono dall’aula e andarono in bagno per parlare tranquille.

-Dicevo… è scientificamente impossibile!- esclamò Taylor mentre Gabriella si appoggiava ad un lavandino davanti alle porte chiuse dei bagni, sbuffando sonoramente, -Stiamo parlando di un Wildcat. Il Wildcat per eccezione! E tu sei una secchiona!-

-Cercherò di prenderlo come un complimento.- commentò ironica Gabriella, -Lo so che è strano, ma è possibile. Io mi sono innamorata di lui.-

-Per favore, tesoro. Pensaci un attimo bene.- Taylor le si parò davanti, -Sei proprio sicura di provare Amore? Quello con la A maiuscola.-

Gabriella rimase in silenzio una decina di secondi, poi un sorriso dolce e sognante si dipinse sul suo volto, rendendola raggiante agli occhi della sua migliore amica, -Sì.- rispose con voce ferma e sicura.

Taylor si ritrovò a ricambiare il sorriso, -Se lo scopre una certa ragazza pon pon di nostra conoscenza sei nei casini.- le due scoppiarono a ridere.

-Grazie, Tay. Mi sei sempre accanto, anche nelle scelte che a te sembrano stupide.- disse abbracciandola.

Taylor ricambiò l’abbraccio ridendo, -Beh, io, Kelsi e Ryan siamo abituati alle tue sciocchezze!- disse facendola ridere ancora una volta.

 

*°*°*°*°*

 

Troy entrò al Play Together con Chad, Jason e Zeke al suo fianco. Si sedettero ad un tavolo libero e Troy continuò il racconto della serata passata il Sabato con la sua Cenerentola. Un po’ particolare però.

Olivia lanciò un panno a Gabriella, indicandole con lo sguardo i quattro ragazzi seduti sui divanetti rosa intorno al tavolo del locale. Gabriella scosse la testa repentina, ma Olivia le scoccò un’occhiataccia.

-Ti prego…- sillabò unendo le mani in preghiera.

-Muoviti!- sillabò di rimando Olivia.

Gabriella prese coraggio, afferrò un paio di menù e glieli portò al tavolo, -Cosa vi porto?- domandò cercando di stamparsi in faccia un espressione tranquilla.

I quattro iniziarono ad aprire i menù, ordinando ciascuno ciò che desiderava. Mentre Gabriella si allontanava sentì dire una frase da Chad, -Dai, sbrigati. È l’unica che può aiutarti, secondo me.- poi non appena andò dietro al bancone Troy la raggiunse sorridendo.

-Ehi.- la salutò.

-Ehi.- ricambiò Gabriella, -Avete cambiato idea sulle ordinazioni?-

-No… ho bisogno di un consiglio.-

Gabriella lo guardò dritto negli occhi. Troy si perse un momento in quelli di lei. Le sembravano tanto simili a… No, che sciocchezza, pensò subito evitando quel pensiero.

-Un altro? L’ultima volta Sharpay ha rigirato la scuola per sapere la ragazza che ti piace.-

-E’ che… è complicato.- Troy si sedette ad uno sgabello del bancone, -Non mi sono pentito di aver lasciato Sharpay, anzi. È solo che questa ragazza non vuole… non vuole stare con me. Dice che è impossibile, che siamo troppo diversi.-

Gabriella ricordò le parole dette due sere prima e si ritrovò a sorridere, stringendo in una mano la penna blu con cui prendeva solitamente le ordinazioni, -Forse ha solo paura di mettersi con il capitano dei Wildcats.- disse preparando dei caffé, -Magari è una ragazza diversa da quello che ti aspetti, che non è proprio nel campo sociale in cui sguazzi tutto il giorno.-

-Beh… ci siamo ispirati entrambi a Cinderella Story. Secondo il tuo ragionamento dovrebbe essere una secchiona.- Gabriella annuì, dandogli le spalle per finire i caffé, -Ma non c’è niente di cui avere paura! Io sono una persona qualunque, lascerei il basket per lei.-

Gabriella si immobilizzò, -Davvero?- domandò stupita, -E’ così importante?-

-Sì, lo è.-

La ragazza si voltò, legandosi i capelli neri mossi in una coda alta, -Prova a parlarle allora.-

-Le ho mandato decine di e-mail. Non risponde.- si appoggiò con entrambi i gomiti al bancone.

-Parlarle a quattrocchi?- finse di non sapere la storia lei.

-Storia lunga.-

-Beh… allora metti i volantini per la scuola. Chi ritrova Cenerentola, riceverà un bacio da Troy Bolton.- scherzò Gabriella.

Troy si illuminò, -Mi hai fatto venire un’idea. Grazie, Montez.- sorrise lasciando il bancone e andando verso il tavolo.

-Prego… Troy.- sussurrò confusa e preoccupata al contempo. Cosa stava architettando?

Mentre i ragazzi uscivano, entrarono Kelsi e Taylor che stavano chiacchierando tranquillamente. Gli sguardi di Chad e Taylor si incatenarono e tutti si fermarono. Chad disse qualcosa ai compagni di squadra, poi prese per mano Taylor e la portò in un tavolo libero un po’ lontano dalla folla.

Di certo dovevano chiarire.

Troy, Zeke e Jason, che sapevano la storia quanto Gabriella, Kelsi e Ryan, si scambiarono un’occhiata esasperata.

-Fratello, sbrigati! Ho trovato una soluzione!- gli gridò dietro Troy prima di uscire con gli altri.

Kelsi raggiunse Gabriella al bancone, allargando le pupille verdi dei suoi occhi.

-Allora? Gli hai detto chi sei?-

-No, ma a quanto pare l’ho ispirato.- Gabriella osservò Chad e Taylor che stavano discutendo animatamente, -Che carini.- sussurrò visibilmente sarcastica.

Kelsi scoppiò a ridere a sua volta, -Certo che se si mettessero insieme sarebbe uno scandalo alla East High. Lana va dietro a Chad da mesi.- disse ricordando la cheer leader tutta tette, ossia vice-capitano delle ragazze pon pon, -Dicevamo? Ah, sì. In che senso ispirato?- domandò accigliata.

-Che ne so… ho parlato di volantini, lui mi ha ringraziato e se n’è andato.- Gabriella si strinse nelle spalle.

Solo il giorno seguente scoprirono cosa aveva architettato Troy.

Infatti Gabriella scese dalla macchina di Ryan e subito Kelsi le mise in mani un foglio giallo, con su disegnata una caricatura di lei come era vestita alla festa di Halloween.

-Aiuto.- mormorò calandosi in testa il cappellino bianco ed entrando nella scuola, tappezzata di volantini gialli con la stessa caricatura e la stessa affermazione in caratteri maiuscoli neri: CERCHIAMO CENERENTOLA!

 

 

 

***********

Grazie, grazie, grazie a tutti XD Pubblico in fretta!!

Bacio <3

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** I Volantini ***


Capitolo 8: I Volantini

Capitolo 8: I Volantini

-Ma com’è possibile?- domandò Gabriella andando verso il suo armadietto, togliendo tutti i volantini che vi erano appiccicati, -Mi deve aver preso proprio alla lettera!-

-Dai, quante probabilità ci sono che ti riconosca?- chiese Kelsi appoggiandosi ad un armadietto lì accanto, -Anzi… che ti riconoscano.- aggiunse indicando gli studenti intorno a loro che osservavano i volantini incuriositi e divertiti al contempo da quella novità inaspettata.

-E’ vero. Nessuno sa chi sei veramente, solo noi.- intervenne Ryan, -E se tu non vuoi dire niente a Troy, noi non apriremo bocca.- si grattò la testa bionda pensieroso, -Anche se Sharpay ha scoperto che non c’è più il suo vestito.-

Gabriella chiuse l’armadietto con un botto secco, facendo scattare Kelsi in avanti, -Cosa?- domandò allibita, -Ora sì che mi riconoscerà Troy.-

-Lo vuoi un consiglio?- chiese Kelsi mentre si avviavano lungo i corridoi della East High, -Dovresti dirglielo. Troy non è stupido, ce l’hai dimostrato raccontandoci di quello che ti scrive. Capirebbe.-

-No, non capirebbe.- Gabriella si fermò di botto, battendo una mano sulla spalla di Ryan, -Ragazzi… ditemi che ho bisogno degli occhiali. Ditemi che quei due non sono Taylor e Chad che si stanno baciando!-

Ryan e Kelsi si voltarono in contemporanea verso un punto affollato, in cui Taylor, appoggiata al suo armadietto, e Chad, di fronte a lei, si baciavano.

-Mi piacerebbe dirtelo… ma non è così…- deglutì Kelsi a disagio, -Forza, andiamo.- disse prendendo per un braccio Ryan, -Abbiamo storia. Ci vediamo a pranzo, Gabriella.-

Gabriella salutò con una mano, poi ancora scioccata si avviò verso l’amica. Taylor, vedendola venirle incontro si irrigidì, ma sorrise lo stesso. Gabriella avrebbe capito.

-Ciao, Gabry.- salutò Taylor.

-Ciao, Tay.- Gabriella si voltò anche verso Chad, -Ciao, Chad.-

-Cameriera.-

Gabriella gli scoccò un’occhiataccia, ma bastò Taylor che infatti gli rifilò uno schiaffo sul collo, -Imbecille.- lo accusò Taylor, mentre Chad si massaggiava il collo, -Scusalo, Gabriella. Da fiato alla bocca senza pensarci.-

-Però ho notato che non ti interessa.- ribatté Gabriella sorridendo maliziosamente, -Bene, bene, bene.- scherzò ridendo, -A quanto pare qualcuno è rimasto affascinato da un Wildcat.-

-E’ bastato un drink ad Halloween ed è ceduta.- rispose Chad, avvolgendo le spalle di Taylor con un braccio, -E tu? Non c’eri alla festa, mi sembra.-

-Sì, c’ero. Ma… diciamo che non mi sono fatta vedere, ecco.- cercò di dissimulare la verità Gabriella.

-Chad, ti vuoi sbrigare?- domandò Jason passandogli accanto, -Troy mi sta facendo uscire pazzo per attaccare tutti questi volantini!- esclamò tenendo in mano una pila di fogli gialli, -Dammi una mano!-

-E’ troppo impegnato con la sua nuova metà.- disse Zeke raggiungendo Jason con le tessere della fotocopiatrice in mano, -Non è che voi avete altre tessere?- chiese alle due ragazze. (Questo è ciò che accade ogni giorno nella mia classe XD Ogni volta è una caccia alle tessere per la fotocopiatrice della scuola XD NdTitty90)

-Io.- rispose Gabriella pescando nella borsa una tessera bianca e rossa, -Tenetela pure, tanto ha solo cinquanta fotocopie ancora.-

-Grazie mille.- disse Zeke prendendo la tessera, -Ehi… dove ti ho già vista?-

-Cameriera al Play Together.- rispose Gabriella.

-Ah, giusto!- ricordò Zeke, -Gabriella giusto?-

-Esatto.-

-Dai, andiamo.- Chad guardò le due ragazze, -Volete venire con noi?-

Gabriella guardò dritto negli occhi Taylor, sperando che capisse quanto era poca la voglia di incontrare Troy. Taylor arricciò le labbra, sorridendo furba, -Certo.- rispose infatti prendendo per mano Gabriella e trascinandola dietro ai ragazzi.

-No, Taylor! Non posso!- cercò di reagire Gabriella.

-Non fare storie.- sibilò Taylor, -Ti sta cercando per l’intera scuola. C’è il tuo volto su tutte le pareti.- cercò di convincerla, -Non si arrenderà. Lo sai.-

-Ehi, abbiamo due new entry.- le due si voltarono, incontrando lo sguardo azzurro di Troy e il suo sorriso, -Ciao.-

-Troy… lei ora è la mia ragazza.- disse Chad prendendo per una mano Taylor.

-Oh…- Troy inarcò un sopraciglio, -Auguri. È un’idiota.- disse rivolto a Taylor, che scoppiò a ridere insieme agli altri, mentre Chad tentava invano di ribattere, -Gabriella!- esclamò riconoscendola, -Come va?-

-Bene. A quanto pare mi hai presa alla lettera.- disse cercando di non ascoltare il cuore che batteva forte.

-Ti devo ringraziare. Sei un genio.- Troy sorrise, guardandola dritto negli occhi. Una seconda volta ci si perse, ma scosse la testa non appena Jason lo richiamò all’attenzione di tutti.

-Stai bene?- gli domandò infatti posandogli una mano sulla spalla.

-Sì, tranquillo.-

-Beh… io vado. Ho economia domestica, adesso.- intervenne Gabriella facendo un piccolo sorriso in direzione di quelli che non erano i suoi amici, ma per qualche strano motivo con cui stava parlando.

-Anche io.- si batté una mano sulla fronte Troy, -Andiamo insieme?-

-Certo.- i due si misero a fianco e andarono verso l’aula di economia domestica, non prima che Taylor facesse l’occhiolino a Gabriella, che in risposta le fece segno che si sarebbero incontrate a pranzo, -Vuoi fare gruppo insieme?- gli domandò andando verso un bancone, -Non credo che Sharpay abbia molta voglia di vederti.- disse indicando con un cenno della testa una Sharpay che lo guardava con occhi assassini, meditando una probabile vendetta.

-Buona idea.- rispose Troy posizionandosi dietro allo stesso bancone della ragazza. La professoressa entrò, spiegò alcune cose e poi gli diede il compito di cucinare dei pasticcini, -Tu li sai fare, vero? Perché io non so da dove si inizia.-

Gabriella rise, legandosi i capelli neri quel giorno scossi da dei boccoli ribelli. Passarono un paio d’ore, per poi tirare fuori dal loro piccolo forno un vassoio di pasticcini di ogni tipo. Troy ne prese uno e l’assaggiò.

-Fantastico.- sorrise alla ragazza, -Sei bravissima, complimenti.-

-Grazie.- Gabriella arrossì nello stesso momento in cui la campanella suonò, facendo svuotare velocemente l’aula.

-Montez, Bolton! Mettete a posto l’aula!- ordinò l’insegnante lasciando la stanza.

I due sbuffarono e cominciarono a pulire tutto. Ad un certo punto Gabriella si girò di scatto, perché aveva sentito un rumore fuori dalla finestra. Urtò un pacco di farina e cadde a terra, trascinandosi dietro anche la farina. Troy la guardò e scoppiò a ridere, inginocchiandosi di fronte a lei.

-Tutto bene?- le chiese tra le risate, -Oddio, sei tutta sporca di farina.- disse indicando i suoi capelli e i suoi vestiti.

-Perfetto.- sospirò Gabriella distendendosi del tutto sul pavimento.

-Dai, ti aiuto.- le prese le mani e la fece alzare in piedi. Solo che la farina li fece scivolare e si ritrovarono stretti in un abbraccio, con ancora le mani incatenate. Si guardarono, giusto il tempo di perdersi l’uno negli occhi dell’altra. Con grande sorpresa di Troy, il suo cuore cominciò a battere forte e il suo sguardo cadde sulle labbra rosse delle ragazza, così simili a quelle della sua Cenerentola misteriosa, -Le somigli, sai?- domandò con il fiato corto.

-A chi?-

-Alla ragazza che sto cercando. Hai i suoi stessi occhi, i suoi stessi capelli, la sua stessa bocca.-

Gabriella piegò le labbra in un sorriso dolce, -Secondo te… sono lei?-

-Non credo. Tu non mi mentiresti, giusto?-

Gabriella abbassò lo sguardo, -A volte una bugia vale più di mille verità.-

-Di che cosa stai parlando?- le domandò Troy.

-Niente.- disse lasciandogli le mani, -Devo andare.-

-Gabriella, secondo te ho fatto bene?-

-A mettere quei volantini?-

-Sì.-

Gabriella si scrollò i jeans pieni di farina, -Credo che tu la stia mettendo in imbarazzo.- rispose senza guardarlo in faccia, -Cavolo, sono un orrore con tutta questa farina. Vado a darmi una pulita. Ciao.- disse prima di prendere la propria roba e uscire dalla classe.

Troy rimase un attimo impalato in mezzo all’aula, con ancora la mano alzata in segno di saluto. Prese il cellulare dalla tasca dei jeans e scrisse un veloce messaggio.

Gabriella, che era chiusa in bagno a pulirsi, ricevette subito il messaggio.

Ti ho messa in imbarazzo? Un bacio, Troy

La risposta arrivò quasi subito, facendo sorridere Troy che stava pulendo il pavimento coperto di farina.

Sì. Ma adoro il fatto che ti impegni così tanto per cercarmi. Non mi resta che augurarti In bocca al lupo! Un bacio, Princeton818

 

 

 

 

***********

Nuovo capitolo ^^ Sono tornata su EFP!!! Scusate l’assenza, ma come le Disneyane e altri sanno, mi hanno bloccato l’account per una settimana. Ma ora sono tornata ^^

Ringrazio… tutti! XD Devo andare a studiare, scusate ^^ Martedì ho gli ultimi due esami dell’ECDL. Paura io? Nooooooooooooo *nota sarcastica*

Ah, probabilmente ora la storia prenderà una piega diversa da quella del film, giusto per farvi soffrire un po’ XD

Ok, vado XD Fatemi sapere.

Bacioni

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sono io... ***


Capitolo 9: Sono io…

Capitolo 9: Sono io…

 E l’hai lasciato lì da solo?”

Gabriella sbuffò, aprendo il frigorifero, “Sì, Kelsi. L’ho lasciato lì da solo.”

“Gabry! Era l’occasione perfetta per dirgli chi eri!”

“Kelsi… tanto lui non saprà mai chi sono. prese un piatto con una torta di cioccolato sopra e richiuse lo sportello del frigorifero, “Siamo troppo diversi.”

“Troy non mollerà tanto facilmente. Gli piaci… e tanto!” aggiunse Kelsi dall’altra parte della città, nella stanza di Ryan, “Secondo me stai cercando una scusa. È un ragazzo fantastico e sta facendo di tutto per stare insieme a te. E poi l’episodio di oggi in aula…”

“Kelsi, non continuare per favore. Stasera gli manderò un’e-mail, con scritto che non mi interessa. Almeno si metterà l’anima in pace.” il campanello suonò, “Scusa, è arrivata Taylor. Dobbiamo lavorare al progetto di musica.”

“Pensa a quello che ho detto, Gabriella. Per favore!” la scongiurò Kelsi mentre Ryan entrava nella stanza pronto per uscire.

“Lo farò, tesoro. Ci vediamo a scuola.” detto questo le due riattaccarono in contemporanea.

Gabriella poggiò il cordless alla base e si diresse verso l’ingresso. Aprì la porta, ma il suo sorrise scomparve quando vide due ragazzi con Taylor.

-Ti posso spiegare.- disse Taylor entrando in casa.

-Lo spero.- Gabriella fece entrare anche i due ragazzi, poi chiuse la porta di casa, -Che ci fanno loro due qui?-

-Pensavamo potessimo fare uno scambio di coppia.- intervenne Chad, -Insomma… io non ci capisco niente di musica e nemmeno Troy.-

Troy sbuffò scocciato, -Scusali, Gabriella. Il vero motivo per cui vogliono fare coppia è che così possono stare insieme tutto il pomeriggio.- spiegò guadagnandosi un’occhiataccia dall’amico.

Gabriella agitò le mani, -Ragazzi, non è possibile cambiare le coppie. La Darbus ci uccide se lo scopre.-

-La Darbus non scoprirà niente. In fondo i lavori vanno al preside Matsui, non a lei.- cercò di convincerla Taylor, -Ti preeeego.-

La mora ci ragionò un attimo. Guardò Troy, che in risposta scrollò le spalle indifferente alla situazione. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era passare del tempo da sola con lui. Nonostante questo non poté impedirsi di annuire, provocando in Taylor un sorriso stupendo. Le faceva piacere che l’amica fosse contenta, anche se questo voleva dire passare del tempo con il ragazzo che la stava cercando per l’intera East High.

-Si sono dimenticati un piccolo dettaglio però.- disse Troy.

Gabriella sbiancò, -Che succede?-

-Lavoreremo a casa mia.-

-Perché?-

-Perché devo fare da baby-sitter a mio fratello oggi.-

-Ok.- annuì stranita, -Sarà un pomeriggio interessante.- disse mettendosi le sue Lacoste nere e sistemandosi i capelli in una coda laterale, -Prendo le mie cose e arrivo.- disse salendo di corsa le scale di casa, diretta verso la propria camera.

Cominciò a radunare i libri di testo, per riporli nella borsa. Quando ad un tratto sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Si voltò immediatamente, trovandosi Chad davanti, che la guardava serio.

-Che ci fai in camera mia?-

-Ho detto a Troy che andavo in bagno.- Chad mise le mani nelle tasche della felpa nera, -Potresti farmi il favore di dirgli che sei Cenerentola?-

Gabriella boccheggiò un attimo, stupita, -Cosa?- fu l’unica cosa che uscì dalla sua bocca, in un sussurro.

-Taylor.- spiegò brevemente Chad, -Conosco Troy. Non si arrenderà.-

La ragazza scosse la testa, -Non capisci. Lui vuole una ragazza da favola e io non lo sono. Vivo in una villa gigantesca, dove la mia matrigna mi costringe ad occuparmi di tutto e lavorare nel locale che era di mio padre. Ho due sorellastre terribili e in più la mia domanda per Princeton è stata rifiutata!-

Chad la guardò sbalordito, -Hanno rifiutato la tua domanda per Princeton?-

Gabriella si asciugò una lacrima, -La mia matrigna mi ha dato la lettera stamattina. Non mi hanno accettata.-

-Mi dispiace.-

-Non dispiacerti. Non mi conosci nemmeno.- Gabriella si ricompose e afferrò la borsa, per poi superarlo e uscire dalla piccola camera in cui dormiva, -Andiamo.- disse a Troy scoccando un’occhiataccia a Taylor, -Grazie, Tay.- sibilò arrabbiata.

Taylor non capì immediatamente. Solo quando Chad scese dalle scale capì che avevano parlato. Rimase seria. Le dispiaceva aver detto tutto a Chad, ma in fondo Gabriella si stava nascondendo. Se avesse detto la verità a Troy a quest’ora sarebbe stata felice.

Gabriella e Troy arrivarono a casa di quest’ultimo una decina di minuti dopo, a piedi. Era stato Chad ad accompagnarlo fino a casa di Gabriella. Entrarono in casa.

-Permesso?-

-Venite!- sentirono una voce maschile dalla parte occidentale della casa.

Troy fece cenno alla ragazza di seguirlo e i due si diressero verso la cucina di casa Bolton.

-Salve, coach. Ciao, mamma.- salutò con un bacio sulla guancia la madre, -Dov’è Nathan?-

-Su in camera, sta dormendo.- la signora Bolton si voltò verso Gabriella, che per tutto il tempo era rimasta in disparte ad osservare la scenetta familiare della famiglia Bolton, -Ciao, cara. Tu sei…?-

-Gabriella.- rispose la ragazza allungando una mano e stringendo quella dei genitori di Troy, -Lavoro al progetto di musica con vostro figlio. Bella casa.- si congratulò.

-Ah, sì. Montez.- ricordò il signor Bolton, -Miglior tempo alla corsa campestre.-

-Esatto, coach Bolton.- confermò Gabriella, lieta che l’uomo ricordasse quel piccolo dettaglio che l’aveva resa felice anche solo per un attimo.

-Beh… noi torneremo per le otto. Se vuoi rimanere a mangiare qui non c’è problema.- disse la signora Montez togliendosi il grembiule, -E se volete qualcosa per merenda ho preparato una crostata di marmellata. È sopra al bancone.-

-Mamma…- la richiamò Troy in imbarazzo.

Gabriella mascherò un sorriso divertito. I due genitori salutarono, lasciando i due ragazzi da soli in casa. Troy sospirò, portandosi una mano tra i capelli castano biondo.

-Scusali, pensano che sia ancora un bambino.- spiegò brevemente, -Possiamo lavorare in salotto, vado a vedere se Nathan si è svegliato.-

Gabriella annuì. Seguì le indicazioni di Troy ed entrò in salotto, molto più modesto del suo. Poggiò la borsa su una poltrona e cominciò ad osservare le foto incorniciate, con le mani nelle tasche posteriori dei jeans. Ne prese una in mano. Ritraeva Troy alle elementari, nel suo grembiulino azzurro celeste, proprio come i suoi occhi. Sorrise guardandolo così innocente e così piccolo.

-Quella foto dovrei nasconderla.-

Riappoggiò la foto e si voltò di scatto, -Questo deve essere il piccolo Nathan.- disse deviando il discorso e andando verso Troy, con in braccio il fratellino, che in risposta la guardò sbattendo gli occhietti azzurro come quelli del fratello maggiore, -Come sei bello.- Nathan allungò le braccia e si fece prendere in braccio da Gabriella.

-Ecco, diventerà un Don Giovanni da grande. Gli basta un complimento e si monta la testa.- scherzò Troy.

-Come il fratello.- ribatté Gabriella sarcastica, andando verso il divano, -Da dove iniziamo?-

-Io voglio vedele Helcules!- brontolò Nathan non appena i due grandi si furono seduti.

-Dobbiamo studiare, ometto.-

-HELCULES!- strillò Nathan iniziando a piangere.

-Dai, Troy! Facciamogli vedere questo cartone, così si tranquillizza e noi lavoriamo in pace.-

Troy acconsentì e mise Hercules in cassetta. Ad un certo punto del cartone, proprio mentre Gabriella e Troy stavano cercando delle idee per il progetto, Nathan tirò la maglietta al fratello, -Tu cantale.-

-No, Nathan. Io non canto.-

-Troy… tu canti?- alzò le sopraciglia Gabriella sorpresa, -Dai, voglio sentire.-

Troy sbuffò. Aspettò che iniziò la canzone, poi intonò le parole sopra a quelle del cartone.

 

Ho sognato che

Non so dove c’è

Una nuova terra

Sta aspettando me

Dalla gente mia

Quando passerò

Mi saluterà, dicendo questa è casa tua

È una meta che ce la posso fare

Io raggiungerò, io ce la farò

E ogni ostacolo

Che supererò

Sarà come un colpo d’ali e là io volerò

 

Gabriella sorrise teneramente, nel vederlo tanto imbarazzato a cantare. Troy non la guardò in faccia, durante il periodo di musica. Poi quando doveva iniziare a cantare la seconda parte, sentì una voce dolce e melodiosa cantare al suo posto.

 

E ora tocca me

Ce la devo fare

Non mi importa se

È impossibile

Ma io scoprirò la mia verità

Finalmente io saprò volare e volerò

 

Il cartone proseguì, ma gli sguardi di Troy e Gabriella rimasero incatenati. Ad un certo punto il telefono di casa squillò, destandoli dai loro pensieri.

-Puoi portare Nathan in camera? È l’ora della nanna.-

-Certo. Dove sta la camera?-

-Prima porta a destra.- disse Troy alzandosi dal divano in contemporanea a Gabriella.

Gabriella salì le scale ed entrò nella stanza, mettendo Nathan nella culla. Questo però, prima di chiudere gli occhietti assonnati, la guardò.

-Tu sei Plinceton…-

Gabriella lo guardò un po’ stupita. Un sorriso comparve sul suo volto, -Buona nanna, piccolo.- sussurrò baciandogli la guancia rosea. Uscì dalla stanza e scese in salotto, ma di Troy non c’era traccia.

-Troy?- chiamò a grande voce.

Una mano le afferrò il braccio, girandola. Gabriella fece per cacciare un urlo, quando due labbra si posarono sulle sue in un bacio breve, ma dolce. Si staccarono subito, Troy la guardò dritto negli occhi. Gabriella si portò una mano sulla bocca, con le lacrime agli occhi.

-Ho appena tradito Cenerentola…- disse Troy poggiando la propria fronte contro quella di Gabriella e sfregando le sue mani sulle sue braccia distese lungo il corpo.

Gabriella aveva gli occhi sbarrati sul pavimento. Aveva appena baciato Troy Bolton, il ragazzo di cui si era innamorata. E ora lui si sentiva in colpa, perché aveva appena tradito Cenerentola. Quando in realtà non era così.

-Scusa, devo andare…- mormorò staccandosi e prendendo la borsa con i libri.

-Gabriella, aspetta! Perché devi andare?-

-Tu non capisci.- scosse la testa Gabriella facendo per aprire la porta di casa.

Troy la chiuse con una mano, -Cosa non capisco?-

-Non hai tradito Cenerentola.-

Troy la fece voltare verso di sé, -Ma di che diavolo stai parlando?-

-Troy, apri gli occhi!- Gabriella lo guardò dritto negli occhi, -Sono io Cenerentola! Sono Princeton818!-

 

 

 

***********

Eccomi qui ^^ Scioccati? Ve l’avevo detto che avrei preso una piega diversa da quella del film XD

La canzone è “Ce la posso fare” di Hercules, appunto XD Il capitolo è dedicato a Mommika **

Ringraziamenti:

ciokina14 (E qui si scopre che è lei XD)

hEiLig FuR ImMeR (Spero di averlo scritto giusto XD Eh, certo! La Chaylor non deve MAI mancare XD)

romanticgirl (uuuuhh grazie **)

Sinfony (Vi smonto a tutte in questo capitolo XD E Gabriella trovò il coraggio di rivelarsi XD)

Herm90 (Ancora con questa storia? XD Io devo essere crudele, altrimenti chi vi fa aggiornare a voi Disneyane? XD)

_Aqua Princess_ (Dai, ho aggiornato l’altra sera XD La prossima volta cercherò di essere un pochino più rapida XD)

Mommika (Beh… tanto Tonno in questo capitolo non lo è, darling XD)

 

Grazie a tutte! Fatemi sapere ^^

Baci

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il raduno ***


Capitolo 10: Il raduno

Capitolo 10: Il raduno

-Di che cosa stai parlando?- domandò Troy guardandola dritto negli occhi castani.

Gabriella deviò lo sguardo, -Sono Princeton818.- ripeté singhiozzando.

-E’ impossibile. La ragazza che ho conosciuto al ballo ha perso una cosa, dimmi cos’è!- rincarò Troy.

-Il cellulare.- rispose subito Gabriella alzando lo sguardo di scatto, -Il cellulare, Troy.-

-Vattene…- mormorò Troy scioccato.

-Troy, io…-

-VATTENE!-

 

Gabriella si alzò di scatto dal letto. Si portò una mano sulla fronte, cercando di frenare il mal di testa. Guardò la sveglia, che segnava le sei del mattino. Sbuffando si alzò dal letto, andando verso il proprio computer. Aprì la casella della posta elettronica.

Nessuna nuova e-mail.

Sbuffò nuovamente, alzandosi e andando a preparare la colazione per la matrigna e le sue sorellastre.

Dall’altra parte della città Troy era davanti al monitor. L’e-mail bianca davanti a lui, con l’eccezione di due parole: Cara Gabriella. Le cancellò subito, spegnendo anche il computer. Gli aveva mentito. Gli aveva fatto credere di essere un’altra ragazza. L’aveva deluso.

Si buttò sul letto, chiudendo gli occhi. Pensando a lei.

 

-Gabriella…-

 

VATTENE

 

-Gabriella!-

Gabriella scosse la testa, voltandosi verso Ryan che la fissava preoccupata, -Scusa, Ryan. Non ti ascoltavo.-

-Ho notato.- Ryan chiuse l’armadietto, -Ci vieni al raduno?-

-No, sinceramente… non ne ho voglia…- rispose Gabriella appoggiandosi al muro bianco vicino agli armadietti, -Non ho voglia di vedere Troy.-

-Mi dispiace per come è andata finire.- le disse Ryan abbracciandola nel mezzo del corridoio affollato.

-Mai quanto a me.- ribatté Gabriella inondando di lacrime la maglietta dell’amico, -E’ solo che… adesso che ha scoperto chi sono…-

Sharpay fece per oltrepassare l’angolo, quando venne catturata dalla voce di Gabriella e del fratello. Fece un cenno alle sue amiche e si mise in ascolto.

-Ehi, non fare così. Troy capirà.- Ryan si separò e le prese il volto tra le mani, -Ha scoperto che sei Cenerentola. E allora? Se non capisce quanto sei fantastica è solo colpa sua.-

Gabriella annuì, tirando su con il naso, -Grazie, Ryan.-

-Su, vieni qui scricciolo.- disse abbracciandola ancora una volta.

Sharpay spalancò la botta stupita. Con una mossa arrabbiata si voltò verso le sue amiche, -Cercatemi Paris e Sienna!- le due ragazze dietro di lei sobbalzarono su posto, ma annuirono cominciando a setacciare i corridoi e le aule del liceo.

 

Quello stesso pomeriggio…

Paris e Sienna passarono accanto a Gabriella, -Ciao, imbranata.- la salutarono in coro.

Gabriella fece loro il verso, -Ciao, sorellastre.- le guardò meglio, trattenendo le risate, -Ma come vi siete conciate?- chiese accennando ai loro mantelli neri.

-E’ per il raduno di oggi. È una sorpresa. Tu ci sarai, vero?- chiese Paris con un sorrisetto.

-No, devo andare a lavoro.- rispose Gabriella insospettita dal comportamento delle due sorellastre, -Ma andate a divertirvi voi.-

-Credimi. Sarà più che divertente!- esclamò Sienna, poi sparirono lungo il corridoio che si stava svuotando man mano, per radunarsi nel cortile della scuola.

Gabriella scosse la testa, poi aspettò i suoi amici. Taylor, Kelsi e Ryan la affiancarono dopo qualche minuto, dirigendosi con lei verso l’uscita della scuola. Appena passarono di fianco ai compagni accerchiati intorno alla squadra di basket e a un minuscolo palchetto su cui stava Sharpay Evans, udirono una frase.

-E ora un piccolo spettacolo organizzato dalle cheer leader, come incoraggiamento per la finale di domani sera.- annunciò il coach Bolton scendendo dal palco.

Sharpay prese il microfono in mano, nella sua divisa rossa e bianca, -C’era una volta un rospo ambizioso, forte e atletico.- apparve Sienna, vestita con la divisa dei Wildcats, che faceva finta di saltellare sul palco proprio come i rospi, -Aveva una bellissima fidanzata e suo padre possedeva lo stagno più grande di tutta quella terra. Ma ancora non gli bastava. Se solo avesse trovato una certa principessa lei l’avrebbe baciato, trasformato in un bel principe e sarebbero fuggiti insieme.- Sharpay guardò Troy negli occhi, mentre Paris saliva sul palco goffamente, vestita da Cenerentola.

Gabriella, Kelsi, Taylor e Ryan arrivarono in prima fila tra i tifosi, spalanco gli occhi ammutoliti.

-Una sera il viscido ranocchio lasciò la sua fidanzata sexy, sofisticata, bella, brava e intelligente e incontrò la principessa.-

-Vostra altezza.- Sienna si inchinò imitando un accento maschile.

-Ahimè…- continuò Sharpay, -Venne fuori che il ranocchio non solo aveva un’identità segreta, ma intraprendeva anche un rapporto epistolare in rete con una ragazza, tale Princeton818.-

-Cara Princeton818, attendo con ansia il momento di incontrarti.- recitò Sienna digitando a casa i tasti di un cellulare. Tu sei l’unica che capisce la mia vera natura. Quella che non vuole giocare a basket, quella che vuole andare a Princeton. Con te!-

Paris imitò un accenno comico, -Caro Nomade, vorrei rivelarti chi sono. Ma ho tanta paura! Ho paura che non mi accetterai. E poi…- aggiunse rivolta al pubblico, -Non ho mai baciato un ragazzo!-

Ormai tutti stavano ridendo, tranne i quattro amici, Chad, Troy, Jason e Zeke. Gabriella aveva le lacrime agli occhi. Stavano leggendo le e-mail e i messaggi che si erano scambiati lei e Troy.

-Ma anche la principessa aveva un segreto. Non vantava certo sangue reale. Era una bugiarda, una popolana. Anzi… una sguattera!- Paris rientrò in scena vestita con la divisa del locale, la stessa che indossava tutti i giorni Gabriella, -E chi è, vi chiederete quest’imbrogliona? Un applauso per la diciassettenne principessa, la cameriera Gabriella Montez!-

Tutti si voltarono verso di lei, cominciando a ridere e a prenderla in giro. Gabriella cominciò a piangere, cercando lo sguardo di Troy in mezzo a quello della squadra di basket. Lo trovò, ma lui in risposta si voltò verso il palco, dandole le spalle. Gabriella non fece niente per fermare le lacrime, le lasciò libere di scorrere.

-Gabriella, andiamo via!- esclamò Ryan prendendola per una mano.

-Gabriella…- tentò di chiamarla ancora Kelsi.

Chad si alzò e lasciò la squadra, stupendo tutti. Si avvicinò a Taylor e le prese una mano, per poi passare un braccio intorno alle spalle di Gabriella e condurla lontano dalla folla.

-Questa volta hai esagerato, Sharpay.- intervenne Zeke alzandosi anche lui, -E anche tu Troy.- aggiunse Jason allontanandosi per raggiungere gli altri.

Troy abbassò lo sguardo a terra, sentendo una mano posarsi sulla sua spalla con vigore.

-Si può sapere che succede?- domandò il padre.

-Niente, papà. Assolutamente niente.-

 

 

 

 

 

************

Eccomi qui! Se tutto va bene il prossimo dovrebbe essere l’ultimo capitolo, massimo penultimo ^^

La storia che racconta Sharpay è uguale identica a quella che raccontano in A Cinderella Story. Quindi non è di mia invenzione ^^

Ringrazio:

Mommika, Tay_, romanticgirl, viky4forever, Sinfony, Hypnotic Poison, Herm90, ciokina14.

Scusate se non faccio I ringraziamenti lunghi, ma devo tornare a studiare diritto ^^

Bacione

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Scusa se ho aspettato la pioggia ***


Capitolo 11: Scusa se ho aspettato la pioggia

Capitolo 11: Scusa se ho aspettato la pioggia

Gabriella arrivò al lavoro prima del solito, trovando ad aspettarla Olivia, le cameriere e il cuoco. Quel giorno non sarebbe andata a scuola. Solo il giorno prima aveva perso un probabile fidanzato, un probabile amico e una probabile dignità. Chiunque la vedeva in giro la indicava e rideva di lei.

Olivia la osservò triste mentre puliva il bancone, come d’altronde stavano facendo gli altri. Persino i clienti la osservavano preoccupati. Gabriella di solito sorrideva sempre, anche di fronte alle avversità.

In quel momento alla radio passò una canzone di Hilary Duff. Gabriella la riconobbe subito e spinta da qualcosa che non conosceva incominciò a intonarla, sopra alla voce della cantante/attrice che aveva interpretato quel personaggio così simile a lei in A Cinderella Story.

 

In these eyes

More than words

More than anything that I've spoken

As the skies turned to grey

My heart's is just about to crack open

So the story goes

There’s something you should know

Before I walk away

And I blow the ending

And I never wanna be with out you

 

Olivia la osservò stupita, mentre intonava quelle parole fatte per lei.

Gabriella che in tutto quel tempo aveva capito che negli occhi di Troy c’erano tante parole, troppe. Ma mai pronunciate. Eppure ne era sicura. Lui la amava, come lei amava lui. Peccato che l’orgoglio fosse troppo e la portava di nuovo verso il grigio della sua vita.

 

Oh no, hear I go

Now you know

What I feel about you

There’s no ending

I must have been wrong with out chu (You)

Oh no, there I go

No control, and I’m fallen

So now you know

 

Ma ora lui sapeva. Ora lei non si era arresa. Pensò alla finale di basket, che sarebbe stata disputata quella sera nel campo dietro la scuola. Un’idea pazza la sua, ma in qualche modo giusta. Senza controllo. Ma lei un minimo di auto-controllo ce l’aveva eccome, quindi scartò l’ipotesi di chiarire una volta per tutte.

Stava per iniziare a cantare la seconda parte della canzone, quando entrarono Paris e Sienna, sbattendo la porta. Una chitarra attaccata alla carta da pareti rosa cadde, portandosi dietro una parte della carta.

Ester entrò con il cellulare in mano. Paris colse la palla al balzo, -Gabriella ti ha rotto la parete.- disse pronta, sostenuta subito dalla sorella. Ester guardò la parete e fece un sorrisetto, -Vorrà dire che lo detrarremo dalla sua busta paga. Ricordati che devi lavorare fino a tardi stasera.- le disse prima di prendere i soldi dalla cassa e fare per uscire.

La parete scoperta lasciava intravedere una frase. Una frase che suo padre gli ripeteva ogni sera, -Non lasciare che la paura di perdere di impedisca di partecipare…-, Gabriella guardò Ester dritto negli occhi, -No.- disse sicura, facendo voltare tutti stupiti.

-Come hai detto?- le chiese Ester.

-Ho detto di no.- Gabriella incrociò le braccia al petto, -Sono stanca di essere trattata come una schiava. Lascio questo lavoro, lascio la tua famiglia… e lascio la tua casa!- finì con un sorriso, ricordando a memoria le parole che usava Sam nel film.

-Andrai a vivere sotto i ponti?-

-No, verrà da me.- Olivia abbracciò Gabriella, -E visto che lei si è licenziata, ora posso licenziarmi anche io.- a loro due seguirono tutte le cameriere e il cuoco. Anche i clienti a poco a poco se ne andarono.

Gabriella stava facendo le valige a casa sua, quando ad un tratto sentì un clacson. Si affacciò alla finestra e trovò Ryan in macchina con Kelsi, Jason e Zeke. In un’altra macchina stavano Chad e Taylor.

-Forza, scendi!- le urlò dietro Zeke alzando le mani in aria, -Dai, che ci aspettano alla partita.-

-No, non scendo.-

-Non fare Giulietta. Anche perché Romeo non è qui.- le ricordò Kelsi ridendo.

Gabriella rise a sua volta, -D’accordo. Un attimo.- prese il cellulare e se lo mise nella tasca dei jeans scuri. Si mise la felpa azzurra sopra alla maglietta bianca e sciolse i boccoli neri dalla morsa della coda. Indossò un paio di scarpe da ginnastica e scese di sotto, raggiungendo le macchine e salendo su quella di Taylor e Chad.

Poco dopo arrivarono a destinazione. Zeke, Jason e Chad li lasciarono per andare negli spogliatoi a cambiarsi. Gabriella li guardò allontanarsi, poi la sua idea di parlare con Troy si fece di nuovo in strada in lei.

-Ragazzi, torno subito.- disse scendendo dalle tribune su cui avevano preso posto.

-Dove vai?- le chiese Taylor accigliata.

-A parlare con Troy.- scese definitivamente le scale ed entrò negli spogliatoi maschili dei Wildcats.

Percorse gli spogliatoi, guadagnandosi occhiate strane e maliziose dai membri della squadra, che erano ancora tutti senza la tuta, ma vestiti solo con asciugamani o un jeans semplice. Trovò Troy, che stava discutendo con Chad a proposito di qualcosa. Zeke e Jason la notarono.

-Gabriella!- esclamò Jason sorpreso.

Troy si voltò e scattò in piedi dalla panca, -Che ci fai qui?- domandò stupito.

-Dovevo parlarti.- Gabriella inspirò a fondo.

-Ok, lo so cosa pensi. Ora mi consideri…-

-Un codardo?- lo interruppe lei portandosi dietro all’orecchio un boccolo nero, -Un falso?-

-No, ascolta.- cercò di fermarla Troy.

-No, ascolta tu!- Gabriella si bloccò, notando ancora una volta come la loro situazione fosse simile a quella di Sam e Austin. Poi pensò però che il lieto fine non ci sarebbe stato quella volta, -Userò il discorso che Sam fa in A Cinderella Story, visto che lo conosci, ok?- Troy cercò di opporsi, ma lei riprese a parlare, -Ti sei rivelato esattamente per come mi immaginavo. E io non ho mai finto di essere qualcun altro, sono sempre stata me stessa! Ed è me che hanno umiliato davanti a tutti!- fece una pausa, -Senti… non sono venuta qui per litigare con te, ok? Ma solo per dirti che cosa si prova quando hai paura di mostrare quello che sei veramente. Anch’io ero così, ma sono cambiata! E adesso me ne infischio di quello che la gente pensa di me, perché ora credo in me stessa. E so che i problemi si risolveranno…-

-A questo punto fermati perché tu non hai lasciato la tua casa e sei stata accettata a Princeton.- la fermò Troy.

Gabriella sorrise tristemente, -Come ti sbagli…- mormorò prima di continuare, -Ma anche se non ho più una famiglia, né un lavoro e neppure i soldi per l’università… sei tu quello che sta peggio!-

-Ragazzi… il coach ci vuole fuori…- intervenne Chad.

-Un secondo!- lo interruppe Troy. Voleva che Gabriella arrivasse fino in fondo al discorso.

-Io so che il ragazzo che mi ha mandato quelle e-mail è da qualche parte dentro di te. Ma non posso stare ad aspettarlo.- una lacrima le rigò la guancia, -Perché aspettare te è come aspettare la pioggia durante la siccità. Inutile e deludente.- si voltò ed uscì dallo spogliatoi, lasciandoli muti e sbalorditi da quella decisione che non le apparteneva di diritto.

Subito dopo era sulle tribune, accanto ai suoi amici. Non gli aveva raccontato cos’era successo, non ce n’era bisogno. La partita iniziò subito, in quella afosa notte di Novembre. I Wildcats furono subito in vantaggio. Mancavano cinque minuti alla fine e un solo punto per vincere.

Gabriella guardò Troy che radunava i compagni di squadra, poi una strana ansia si impossessò di lei.

-Io vado… non ce la faccio…- disse agli amici, che annuirono comprendenti.

Cominciò a dirigersi verso le scale, pronta a scendere. Troy la vide. Guardò i compagni di squadra, sorridendo. Sì, ora aveva capito. Ora aveva capito che essere stessi era la cosa migliore. Era innamorato. E il basket in quel momento era l’ultimo dei suoi pensieri. Consegnò la palla a Chad.

-Sei tu il capitano. Fatti valere.- per Chad la pallacanestro era più importante rispetto a Troy. Entrò in campo, dandogli una pacca sulla spalla, -Fatti valere.- gli disse indicando con un cenno della testa Gabriella che stava per andare via.

Troy corse fuori dal campo. Suo padre lo fermò.

-Che cosa stai facendo? Distruggerai il tuo sogno in questo modo!-

Troy scosse la testa, -No, papà. Così distruggo il tuo!- esclamò correndo verso gli scalini delle tribune.

-Troy, che stai facendo?- Gabriella sentì il cuore mancarle un battito.

Troy sorrise, -Quello che avrei dovuto fare al ballo.- si chinò sulle sue labbra e la baciò.

Gabriella, dapprima sorpresa, chiuse gli occhi e lo baciò piano, con dolcezza. Non volevano più separarsi, poi sentirono una goccia sulle loro labbra. Si staccarono e alzarono gli occhi al cielo.

Un’altra goccia cadde, seguita da un’altra e un’altra ancora. Stava piovendo.

Troy abbassò lo sguardo nuovamente su di lei, -Scusa se ho aspettato la pioggia.-

Gabriella gli sorrise, scotendo la testa, -Non fa niente.- lo rassicurò baciandolo un’altra volta.

Tutti applaudirono, nello stesso istante in cui Chad segnò il punto della vittoria. I Wildcats avevano vinto. E anche loro.

 

Epilogo

C’era una volta una ragazza di nome Gabriella Montez.

Beh, quella ragazza è cresciuta. Ora frequenta Princeton. Con il suo fidanzato: Troy.

Piano, piano tutto andò a posto. Scoprì che il padre aveva lasciato un testamento, nascosto nelle carte di Ester in cui si era messa a sbirciare mentre faceva le valige. Lasciava tutto a lei e a Olivia. Era ricca. E Ester e le sue figlie avrebbero lavorato nel suo locale fino a quando avrebbe voluto Gabriella.

C’era una volta… una ragazza che era in un mare di guai. Che aveva paura di respirare, di nuotare nell’oceano dei sentimenti.

C’era… c’è ancora…

Ma questa è un’altra storia.

 

<< Ma non dire mai, perché le regole non sono oracoli su fieri. Dai, dietro a quel vicolo. C’è un oceano. Respira e vedrai. In acqua non si cade mai. Respira e vedrai. Le cose che ancora non hai. >>

Matteo Branciamore – Un mare di guai

 

 

The End

 

 

 

***********

Ok, ok. L’epilogo fa abbastanza schifo XD Però almeno una l’ho finita XD

Grazie a tutti coloro che hanno recensito! E il capitolo è dedicato ad Herm, Barby e Aqua XD Che mi sopportano sempre quando fischietto, non dicendogli quando aggiorno una certa ficcy di nostra conoscenza XD

Bacioni

By Titty90 ^^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=216451