I Don't Want The Attention

di gtsx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scappa da questa vita dopo la morte. ***
Capitolo 2: *** Un lontano grido dall'innocenza. ***



Capitolo 1
*** Scappa da questa vita dopo la morte. ***


“Ogni volta che dico che questo in fondo è un carcere comodo, che non è più il carcere di una volta eccetera, gli astanti mi guardano dubbiosamente; poi qualcuno si avvicina e dice piano: «La galera ègalera», «Sempre galera è». Non dimenticarlo: le tue finestre hanno le grate, le tue porte sono di ferro e fanno un fragore di ferro; dinotte, a ogni ora, passa con passo greve un ceffo di guardia, accende la luce e guarda dentro; non dimenticarti che tutti urlano; (...) che sei prigioniero.” 
- (Adriano Sofri)






Sentivo le bestemmie dei carcerati, chi urlava: - Ma guarda che bella femminuccia abbiamo qua Uh Uh, chi non perdeva tempo a prendere di mira i "nuovi arrivati";
Mi fecero camminare per tutto il corridoio a piedi nudi, tra bestioni che mi sputavano addosso e altri che mi lanciavano delle sigarette ancora accese; Ero immobile, bloccato in una cazzo di tunica bianca troppo stretta da far notare i miei muscoli ben scolpiti (e devo ammettere di averci lavorato davvero sodo). Mi cacciarono dentro una cella umida e sporca, odorava di muffa e in lontananza si intravedevano dei ragni grossi più di un cervello, chiuso a chiave, senza nessun foro per respirare, al buio più totale.
Solo dopo mi resi conto che ero in cella di isolamento.
 
 
 

So Far Away…

Il mio nome è Brian, Brian Haner, soprannominato Synyster Gates, i miei 30 anni li ho passati tra puttane, sigarette, birre e omicidi.
Forse in cerca di me stesso, o in cerca di divertimento.
L'unica cosa che ricordo prima di finire in questo buco abbandonato dal resto del mondo è il mio amico, Matthew, anche lui soprannominato con un nome idiota: Shadows.
Ricordo il suo volto di poche ore fa, ricordo ancora le ultime parole che mi rivolse prima di cadere a terra: - Porca puttana Syn, corri, cazzo!! Corri figlio di puttana! Avevo fallito, come sempre, mi avevano beccato, forse per un crimine mai commesso, forse perchè avevo innocentemente "stuprato", così si è difesa lei, una cazzo di ragazzina di 14 anni che mi convinse di aver raggiunto la maggior età già da un anno, facendomi andare nei casini, perché sì, sono quel bastardo che suona negli Avenged Sevenfold.
A fine di ogni concerto ci ritroviamo sempre a festeggiare con gli altri membri, nonchè miei migliori amici: Jimmy, Matt, Zacky e Johnny; ma come ogni fottuta volta, la goccia che fa traboccare il vaso sono io e la mia cazzo di ubriacatura da birra e whisky.
Trovo sempre il modo di chiamare tre o quattro fan che si eccitano soltanto a sentirmi suonare; così me le scopo senza pensarci su due volte e riesco a farle urlare più di quanto possa fare con la mia chitarra. Devo dire che quelle che tornano a casa poco soddisfatte sono la minoranza, la maggioranza? Mi denuncia per stupro, quindi, non sono nuovo alla polizia.
Ma in questo momento le uniche parole che fanno da titolo a tutto sono: - Non si torna indietro Haner, sei un uomo finito, le stesse parole del mio avvocato, che di "avvocato" non ha proprio un cazzo, se non la ventiquattrore. Per quanto lo pagassi più di quanto paghi le prostitute che mi ritrovo l'indomani nel mio letto, o per farle uccidere se fossero andate a sputtanare in giro i cazzi miei.
 
 
 
 
E ora? Ora mi ritrovo chiuso in una cella, in compagnia delle tarantole, potrei davvero farci amicizia rischiando di diventare un pazzo.
Avevo una voglia micidiale di suonare la mia chitarra senza che nessuno mi venisse ad infastidire, avevo voglia di comporre qualcosa di nuovo, forse una canzone per descrive il mio stato d'animo attuale,  ma dimenticavo, ero bloccato dalla bocca fino alle dita dei piedi.
Ad un tratto un rumore assordante si catapultò nella mia testa, era il rumore del portone della cella che si stava lentamente aprendo.
- Ecco la tua cena Haner, buon appetito. Una voce roca interruppe i miei pensieri e portò i miei occhi a guardare sul pavimento e a fissare quella poca luce che filtrava e che mi stava accecando.
- Oh, perfetto! In questo posto servono anche la cena? Mi avvicinai per fissare il vassoio, cercando di intravedere le ombre di ciò che mi avevano portato quegli sciagurati, ma non riuscivo ad intravedere nulla.
Così chinai la testa in avanti, verso la ciotola nella quale era contenuta la "mia cena". Alzai di colpo la testa e un odore nauseante mi fece arricciare il naso dal troppo disgusto. Calciai il vassoio il più distante da me per evitare altri conati di vomito.
Decisi di rannicchiarmi e provare a chiudere gli occhi in attesa che il sonno prendesse il sopravvento. Niente da fare, quella dolce tarantola che era attaccata al muro dietro di me, decise di salirmi sui capelli.
- Porca puttana, vai via! Non potevo sopportare che qualcuno toccasse i miei capelli, nemmeno una misera mosca. Impiegavo troppo tempo per renderli perfetti, come d’altronde, lo ero io.
Per la prima volta in vita mia mi sentivo tremendamente solo, in questo momento avrei avuto sul mio letto tante di quelle ragazze da avere l’imbarazzo della scelta, ma invece dovevo accettare la realtà. Ero intrappolato nella mia vita, nei miei rimpianti e dovevo accettarne le conseguenze.
 
 
I don’t belong here 
We gotta move on dear…
Escape from this afterlife…

 
 







 
 
 
 
 LE FANTOMATICHE NOTE DELL'AUTRICE:
Oddio buonasera a quelle poche persone che staranno perdendo tempo a leggere questa inutile "Fan fiction" se così posso definirla, premetto che è il mio primo capitolo della mia prima FF, e sono quasi le 23.00 di sera, per tanto se davvero vi piace e vorreste un capitolo successivo, vi prego di farmelo sapere. Chiedo perdono se non vi aggrada molto, ma ripeto, è la mia prima fan fiction e sto cercando di impegnarmi ogni giorno di più per renderla perfetta çwç
Mi sento impedita in tutti i modi AHHHAHHA, ma devo assolutamente rigraziare: Strong Haze, cioè la Charlie, per avermi aiutata, perchè senza di lei questa FF su questo sito stasera non sarebbe esistita, ma soprattutto grazie per la santissima pazienza ahahahah.
xx, Sam.

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Capitolo 2
*** Un lontano grido dall'innocenza. ***


 "Dovevo uscire da quello che lei era stata e da quello che gli aveva fatto.
Non si meritava la sua sofferenza e meno che meno la sua pazzia, se pazzo fosse diventato, se già non lo era." 
(Giorgio Faletti) 






Haner, alza quel cazzo di culo floscio.
Ed eccola lì la solita voce roca che ogni giorno interrompeva i miei arroganti pensieri da criminale, perché si, ero diventato un criminale ormai. Erano passate due settimane, per l'esattezza, e in due settimane ero riuscito a perdere 10 chili. I miei capelli stavano perdendo la loro brillantezza, non vedevo una sigaretta da troppo tempo, e come se non bastasse le docce in questo posto non potevano essere definite tali. Avevo perso la coordinazione dei miei arti, non riuscivo ancora a muovermi e così ogni mattina dovevano liberarmi dalla tunica bianca che mi è solita indossare, rimanendo totalmente nudo o forse no, coperto dai miei tatuaggi, ma non nelle parti basse. Ogni giorno percorrevo il solito corridoio che sembrava essere diventato un luogo di pazzia, dove gli psicopatici o peggio ancora, le bambine, giocavano con le bambole.
Lasciandomi abbordare da tutti questi pensieri, mi ritrovai magicamente in una stanza buia e profonda, illuminata da una sola lampadina appesa al soffitto, girandomi intravidi un tubo arrugginito attaccato al muro, con una goccia che perdeva.
Mi fecero avvicinare e scoprì che la mia testa, o meglio, i miei capelli, toccavano perfettamente il bordo, a causa della mia esagerata altezza. Senza pensare a nulla, nel silenzio più totale aprirono il rubinetto e una scarica di acqua gelida mi colpì facendomi saltare dal troppo brivido che mi avvolse in quel momento.
Un uomo alto più di me, pelato, con degli occhiali da sole (somigliava a Matt e in quel momento speravo con tutto me stesso fosse veramente lui) muscoloso, con indosso una canotta bianca e una medaglietta appesa al collo, Mark quello era il suo nome, si avvicinò a me e con voce molto profonda iniziò a parlarmi. Mi irrigidì.
Allora Haner, così pensi di essere finito in prigione, vero? Ti è andata troppo di lusso se pensi che questa sia una prigione. Immediatamente la stanza si riempì di risate e il tizio pelato, che stranamente mi metteva inquietudine, continuò il suo discorso: - Sei qua da due settimane, e ancora non hai realmente capito dove ti trovi, il che è strano viste le tante persone pazze che popolano questo edificio… Cosa diamine stava dicendo?
…Caro Synyster Gates, tante persone ti hanno dato del fuori di testadel malatodel maniaco, quindi perché non hai ancora capito nulla? Povero illuso.
La stanza cominciò ad affollarsi sempre più di risate, la mia testa continuava a girare e vedevo doppio, triplo e così via. In un batti baleno mi ritrovai a terra.
 
 
 
 
 
Synyster Gates, svegliati!
Ero stordito, sotto una sorta di shock, è come se fossi stato in botta, il che mi faceva pensare in un certo momento, di esserlo davvero, ma non avevo preso nessuna sostanza stupefacente. Ma allora che cazzo era?
Ma cosa cazzo. Riuscì a balbettare a mal appena e ad aprire velocemente gli occhi che mi ritrovai in mezzo al famoso corridoio, NUDO. Come ci ero finito lì se un attimo prima mi ritrovavo sotto una doccia ghiacciata?
La figura di una donna mi oscurò per un attimo la vista, mi porse la mano e mi aiutò ad alzarmi con estrema fatica, passandomi una coperta per potermi coprire dalla vista di tutti quei malati. Aspetta… “Tante persone ti hanno dato del fuori di testa, del MALATO, del MANIACO…”, quindi ero malato anche io?...  
- Oh andiamo Brian Haner Jr., piantala di riempirti la testa di stronzate! Mi tirai un pugno in testa in modo da scacciar via tutte quelle assurde paranoie che mi stavano facendo diventare sul serio un pazzo e guardai quella figura così esile e triste affianco a me, che senza rendermene conto, mi stava fissando già da prima.
E così, tu mi hai ritrovato sul pavimento nudo… Cercai di dire qualcosa per distruggere l’aria di imbarazzo che si era creata attorno a noi, ma non riuscivo a dire nient’altro. Chi diavolo era quella donna?
Eh già. Mi sorrise schiettamente, ma sapevo che quella misera risposta non mi bastava, dovevo saperne di più, perché dai cazzo, ero Synyster Gates e avrei saputo tutto a tutti i costi, anche a furia di scoparmi un animale.
Per quale motivo mi sono ritrovato lì? Le domandai con un’aria di sfida.
La donna mi prese il braccio e mi portò in un piccolo angolo dell’edificio e iniziò ad aprire bocca.
Così tu sei il famoso Synyster Gates? Il chitarrista degli Avenged Sevenfold? Visto da vicino sei ancora più viziato e sfacciato. La mia mascella iniziò a contrarsi dalla troppa rabbia e i miei occhi si socchiusero leggermente, le vene del mio collo si fecero sentire e il battito del mio cuore pulsava al ritmo delle mie dita che schioccavano. Ero pronto a tirarle un pugno anche se era una donna, ero pronto ad ucciderla come avevo fatto in passato con le altre mie vittime. Insomma, che cazzo voleva da me?
Oh dimenticavo, il mio nome è Alice! Mi porse la mano e mi sorrise a trentadue denti, non riuscivo a capire qual’erano le sue intenzioni, così non le porsi la mia mano.
Oh capisco, un signorotto come te, abituato alle case di lusso, le moto e soprattutto le donne, non può perdere tempo con una paesana come me. Rise maliziosamente, tanto maliziosamente da farmi venire i brividi.
Piantala, se sei solo una stronza che ha intenzione di scoparmi dimmelo subito e la finiamo qua con questi scherzetti da bambina. La minacciai con gli occhi inarcando un sopracciglio, infondo non mi sarebbe dispiaciuto scoparla, aveva un’altezza media, un corpo altrettanto medio, capelli neri ricci, occhi grigi con alcune tendenze al viola, ma soprattutto, indossava una vecchia camicia che le calzava enormemente e le arrivava fino alle ginocchia dove sotto indossava dei pantaloni da militare, che le faceva intravedere il suo seno ben prosperoso. Deglutì rimanendo fisso su quel punto.
A quanto pare sei un fanatico delle tette, non è vero signor Haner? Scoppiò a ridere e mi guardò come se fossi uno stupido rimbambito.
- Bene, direi che forse è arrivato il momento di essere seri, non trovi? Ho molte cose da spiegarti. Rise ancora una volta maliziosamente.
Non aspettavo altro. Risposi, per poi lasciarle nuovamente la parola.
Se ti ho ritrovato lì è solo perché ci sei finito, Gates. La guardai fissa, ma stavolta negli occhi.
- Pensi che questo sia un semplice carcere, un qualcosa nel quale ti hanno ficcato a forza perché hai commesso dei crimini non accettati dalla legge.
Il mio sguardo iniziò a farsi più tetro.
In realtà Gates, questo è un posto ben diverso da un carcere, qua ci finisce chi davvero ha dei problemi inerenti al mondo, o al proprio essere. Qua ci sono finita io e ci sei finito anche tu.
La guardai e iniziai a ridere – Frena, frena, frena, quindi mi stai dicendo che sono in una sorta di “manicomio"? Continuai a ridere sottolineando la parola manicomio, ma smisi subito dopo, quando mi accorsi che Alice non era affatto divertita.
- Brian, ascoltami, tu non sai a cosa vai in contro, è più forte di te stesso.
Andiamo baby, sono Synyster Gates, pensi che ci sia nulla che non sappia fare o meglio, risolvere? Andiamo! Le sorrisi anch’io a trentadue tenti, in cerca di un suo misero segno di vita.
Quando ad un tratto sentimmo delle voci provenire dal fondo del corridoio.
Chi è là?! Allora?!!
Io e Alice iniziammo a correre per tutto il corridoio fino ad arrivare alle nostre celle, mi sentivo molto Adamo in quel momento, visto che ero totalmente nudo. Ma ero comunque sexy, ora capisco perché anche Alice aveva abboccato. Risi fra me e me e mi accorsi che Alice era ferma a fissare il pavimento.
Andiamo Alice! Lo abbiamo seminato! Le tirai una pacca sulla spalla, rendendomi conto di essere stato troppo violento nel dargliela, vista la sua espressione da funerale.
- …Tu proprio non vuoi capire Gates, vero? Spero lo scoprirai da solo. Alla prossima! Mi fece un cenno con la mano accompagnato da un occhiolino.
Che diamine di problemi aveva quella tipa? Continuai a ripetermi fra me e me tornando nella mia cella. Che davvero mi stava mettendo contro qualcosa di più grande di me? Ma cosa cazzo avevo fatto di male? Guardai fisso il buio in cerca di spiegazioni, ma nulla, infondo io questa Alice volevo soltanto trombarmela.
 
 

She’s a dwelling place for demons,
She’s a cage for every unclean spirit,
every filthy burden,
makes us drink the poisoned wine
to fornicating with our kings,
Fallen now is Babylon the Great…











LE FANTOMATICHE NOTE DELL'AUTRICE:

Ma buonasera a tutti/e! A quanto pare il primo capitolo è piaciuto a parecchia gente, così tanta da volerne immediatamente il seguito, beh, eccovi accontentati! So che l'ho pubblicato prestissimo, ma avevo già in mente come sarebbe andato il secondo capitolo. Beh, cosa ne pensate di questo Brian così fiero di se stesso tanto da non rendersi conto che è finito in mezzo ai guai? E soprattutto, cosa ne pensate della "new entry" Alice? Fatemi sapere recensendo anche questo. E davvero, ho bisogno di ringraziarvi per avermi spinta a iniziare questa nuova strada delle FF, senza Charlie e Saya, e tante altre persone stupende, non avrei  mai cominciato e non le ringrazierò mai abbastanza ç_ç
Al prossimo capitolo c:
xx, Sam.

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