Darkness

di SamanthaCBlack18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Furor ***
Capitolo 2: *** Request ***



Capitolo 1
*** Furor ***


NdA:  
Salve a tutti!
Prima di tutto, questa raccolta in origine doveva essere composta da tre storie per partecipare al contest “3x3 Tre Prompt x Tre Storie” indetto da Lui_LucyHP sul forum di EFP. Purtroppo le storie sono solo due, poiché (uno) la mia ispirazione è salita su un treno per Molto Molto Lontano, (due) il terzo prompt alla storia non mi piaceva per nulla e mi stava dando grossi problemi di interpretazione e (tre) la vita reale ha deciso che non dovevo più avere tempo per pensare a qualcosa da scrivere. Quindi non sono una partecipante ufficiale del contest, ma una ritirata che fino che ha potuto ci ha messo il suo impegno e che ha deciso di pubblicare comunque quello che ha scritto.
Vi spiego un po’ come funzionava il contest: Lui_LucyHP ha fornito dei pacchetti che contenevano un tema (un luogo oppure un giorno dell’anno particolare) e tre prompt. I partecipanti dovevano scrivere tre storie ambientate secondo il tema inserenso i tre prompt.
Detto questo, non ho altro da dire e vi lascio alla lettura!
See you soon!
Sam.
 

Autore: SamanthaCBlack18
Pacchetto: 6
Tema: Grimmauld Place n. 12
Prompt: Follia
 

Furor

Sirius era solo in quella casa enorme, la casa della sua infanzia. Nessun rumore dalle altre stanze.
Dei passetti veloci e leggeri riecheggiarono nel corridoio. Una voce di bambino risuonò improvvisa fra le pareti della casa. Una donna richiamò quel piccolo grido.
Di nuovo il silenzio.
Sirius si alzò dalla poltroncina su cui era seduto. Controllò il corridoio. Nessuno.
Era sicuro di aver sentito un bambino.
Si voltò e di fronte a sé, vide suo fratello.
“Regulus…”
Sussurrò il suo nome, ma dopo appena un battito di ciglia il suo fratellino era scomparso.
La testa girò da un lato all’altro scattando alla ricerca di quella figura ormai scomparsa.
Altri suoni. Un battere continuo, come di qualcuno che bussava. Quel suono convulso si ripeté, seguito da uno stridore, simile al verso di un’aquila.
Un sospiro uscì dai suoi polmoni. Non stava impazzando chiuso in quella casa da solo. Era solo Fierobecco che faceva rumore. Sì, solo Fierobecco.
 
Conteggio parole: 156

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Capitolo 2
*** Request ***


Autore: SamanthaCBlack18
Pacchetto: 6
Tema: Grimmauld Place n. 12
Prompt: Sera
 
Request
 
Il cielo era tempestoso.
Londra era colpita da una delle più violenti bufere degli ultimi anni. Il cielo era stato scuro tutta la giornata, ma, man mano che il tempo passava, diveniva sempre più buio.
Poche persone si aggiravano per quella città sotto attacco del cielo, le strade erano monotone e grigie, come se volessero cercare di rispecchiare le nuvole che le sovrastavano.
Il sudiciume di Grimmauld Place sembrava sciogliersi sotto quella pioggia torrenziale. L’unica chiazza di verde, al centro della piazzetta, era diventata più simile ad uno stagno, che non a quel misero tentativo di portare un po’ di colore in una zona della città decadente. Piccoli fiumiciattoli di acqua, fanghiglia e sostanze appiccicose scorrevano al bordo del marciapiede.
Un fulmine improvviso illuminò la piazzetta. Per pochi secondi non si udì altro che lo scrosciare incessante della pioggia, poi il tuono arrivò fragoroso facendo tremare quei pochi vetri che resistevano ancora intatti.
Una figura ammantata, non presente prima, iniziò a camminare a capo chino verso il numero 11. Si fermò un momento, guardando prima a destra poi a sinistra. Poi, alzò leggermente il capo, osservando qualcosa di visibile solo a lei. Avanzò di alcuni passi e sparì alla vista.
Un porta, anzi, un’intera casa, era, infatti, comparsa davanti a lei. Era una porta piccola e malconcia, a un primo sguardo, ma osservandola bene si notava che qualcuno aveva provato a ristrutturarla.
Una mano diafana ed elegante uscì da sotto il mantello e bussò vigorosa.
Passò forse un minuto, quando finalmente qualcuno aprì la porta. Era un uomo di media altezza, dai capelli scuri e disordinati, con due lenti rotonde a velargli lo sguardo.
La persona sotto al mantello portò le mani affusolate a scoprire il capo, liberando una folta chioma di capelli biondi.
L’uomo sussultò leggermente, inalando una boccata d’aria fredda.
“Narcissa.” Mormorò leggermente sorpreso.
La donna annuì e ricambiò il saluto. “Signor Potter.”
Harry si fece da parte, invitandola ad entrare. Narcissa attraversò la soglia, lanciando sbrigativa un incantesimo per asciugarsi il mantello.
“Perdonate l’improvvisata, avevo bisogno di parlarvi.” La donna iniziò a torcersi le mani, un piccolo segno di nervosismo, che da tempo non riusciva più a nascondere.
Ancora nell’atrio della casa, Harry le fece segno di rimanere in silenzio, poi le fece strada verso il piano superiore. La fece accomodare in uno dei salottini del primo piano, offrendole da perfetto padrone di casa un tè.
“Di cosa volevate parlarmi, Narcissa?”
La donna lo osservò incerta per un momento. Sembrava aver perso quel coraggio che le aveva permesso di andare contro il Signore Oscuro, stando davanti a Harry Potter.
“Non so se sia un mio diritto, venire qui per farvi una richiesta così esplicita.” Fece una pausa, bevendo un piccolo sorso di tè.
Studiò ancora per un attimo l’uomo di fronte a sé, sospirò e riprese a parlare.
“Voglio riscattare il debito che avete con me.”
Il silenzio calò pesante in quell’atmosfera cupa e buia, fiocamente illuminata dalle candele.
Harry rimase sorpreso da quella richiesta, gli occhi spalancati e la tazza di te a metà strada fra il piattino e la bocca. Era stata molto diretta e soprattutto inaspettata.
“Perché proprio ora?” Chiese confuso.
La donna sospirò nuovamente. “La casata dei Malfoy è in decadenza. Mio figlio deve trovare una moglie e ciò non potrà avvenire se non riacquisteremo prestigio.” Gli occhi chiari di Narcissa si fissarono in quelli verdi del giovane uomo di fronte a lei.
Harry ragionò su quella richiesta. Era più che valida, eppure qualcosa gli diceva che non era abbastanza. La sua mente pareva vorticare, immersa in mille possibili sviluppi. Tutto poteva succedere, tutto poteva cambiare, tutto dipendeva dalla decisione che avrebbe preso in quella sera tempestosa. Così, preso un respiro profondo, diede la sua risposta.
 
Conteggio parole: 623

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