...I will always love you...

di Bella_Swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Angel ***
Capitolo 2: *** Logan ***
Capitolo 3: *** Valery ***
Capitolo 4: *** Incontri ravvicinati ***



Capitolo 1
*** Angel ***


Angelo

 

Mi lasciai cadere a peso morto sul letto, esausto.

Quel giorno era stato peggio degli altri, Elizabeth e le sue amiche avevano trovato il modo di seguirmi persino in bagno: pazzesco!

Chiusi gli occhi e cercai di non pensare, cosa molto difficile se al piano di sotto tuo fratello di neanche un anni piangeva come un forsennato.

E fu a quel punto, quando sentivo che la testa stava per scoppiarmi, che la sentii.

Era una voce stupenda proveniente dall’esterno, mi alzai lentamente, per non peggiorare il mio mal di testa, e mi avvicinai alla vetrata che sostituiva metà del muro della mia camera.

Aprii le grandi porte di vetro e mi affacciai respirando l’aria fresca che mi colpì in pieno viso.

Mi guardai attorno, curioso, cercando di individuare la proprietaria di quella voce cristallina.

La vidi, era seduta sul davanzale della casa di fianco alla mia che era da sempre stata disabitata.

I capelli lunghi erano mossi dalla leggera brezza che spirava quella notte e la sua pelle rosea era illuminata dal leggero chiarore lunare.

 

…If I should stay
I would only be in your way
So I'll go, but I know
I'll think of you ev’ry step of the way…

 

Rimasi a fissarla rapito, ma più la stavo ad ascoltare, più mi accorgevo del tormento che pian piano si impossessava della sua voce.     

Una lacrima solitaria le rigò una guancia perfetta...

 

…I will always love you
I will always love you
You my darling you.
Hmm...

 

Cantava, cantava e piangeva.

Se non fossi stato cosciente dell’ora avrei certamente creduto di sognare e di star osservando un angelo.

…Bitter sweet memories
that is all I'm taking with me
So goodbye, please don't cry
We both know I'm not what you, you need
And I will always love you
I will always love you
I hope life treats you kind
And I hope you have all you've dreamed of
And I wish to you, joy and happiness
But above all this, I wish you love
And I will always love you

A quella frase la sua voce tramutò in un tono duro e crudele non essendo a conoscenza del motivo ne rimasi stupefatto. Non avrei mai creduto che una persona dall’aria tanto innocente potesse provare tali emozioni.

I will always love you
I will always love you
I will always love you
I will always love you
I, I will always love you
You darling I love you
Ooh, I'll always I'll always love you
Ooh, I'll always I'll always love you…

Terminò di cantare che ancora piangeva. Si strofinò gli occhi con la manica bianca nel suo vestito e scese dal cornicione per tornare in casa.   

Rimasi a guardarla senza distogliere lo sguardo da suo che ben presto catturò i miei occhi.

Resomi conto della gaf arrossii cosa che accadeva di rado e accennai un movimento della testa nella sua direzione. Non lo avessi mai fatto, i suoi occhi si rimpicciolirono a due fessure e mi fulminò sprezzante prima di scomparire dietro la porta trasparente che si richiuse alle spalle tirando in un secondo tempo le tenda, accuratamente.

Spazio dell'autrice:

Ecco qui la mia nuova ff spero che come inizio possa piacere!! Aspetto tanti commenti!!!

Baci da          Vale

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Capitolo 2
*** Logan ***


Logan

 

Aprii gli occhi e saltai a sadere sul letto, disorientato. Ricordi vaghi della notte precedente mi riempirono la mente intrattenendola per tutto il viaggio in pullman per arrivare a scuola.

Entrai in classe che ancora pensavo a lei e alla sua tristezza, ma come tutte le mattine la voce gracchiante della mia vicina di banco distrusse a martellate, ma che dico, a cannonate la mia bolla privata di pensieri.

-Buongiorno Logan- Mi salutò Elizabeth con il tono  più sensuale che potesse assumere, ma questo aiutò solamente ad alimentare ulteriormente il mio disprezzo nei suoi confronti, che ogni giorno si faceva sempre più evidente. Le uniche ad non essersene accorte erano lei e la sua banda di servette o forse lo ignoravano solamente. Di certo non bastava a dissuaderla dal darmi noia...

-Passata una bella serata ieri?- Va bene Logan calmati, non lasciare che la tua repulsione nei suoi confronti prenda il sopravvento, mantieni la calma e rispondi in modo cortese come fai di solito.

-Si- Risposi vago. Non mi andava di darle troppi particolari. Le concessi perciò il beneficio del dubbio.

-Ah...- Lasciò cadere il discorso. Forse, almeno quel giorno, mi avrebbe lasciato in pace rendendosi conto del mio stato d’animo che certamente, quella mattina, non era dei migliori.

Il professore di letteratura entrò in classe sbattendo la porta e richiamando la classe all’ordine.

Le prime tre ore di lezione passarono molto velocemente e non appena la campanella segnalò l’inizio dell’intervallo, uscii, senza farmi notare, dall’aula, dirigendomi velocemente verso il mio armadietto.

Dopo aver appoggiato i libri al suo interno e averlo richiuso con la chiave, feci un passo nella direzione opposta alla presenza femminile (e te pareva) che era comparsa magicamente al mio fianco.

Ma malgrado tutta la mia buona volontà non potei impedile di attaccare bottone ancora prima che potessi darmela a gambe.

-Ciao Lo, non mi saluti neanche?- Mi domandò la biondina mettendo il finto broncio.

-Ah scusa non ti avevo notata- Come no... Mi scusai falsamente.

-Non ti preoccupare ho già in mente un modo per farti perdonare...- Rispose mordendosi un labbro e spostando una ciocca di capelli chiari dietro l’orecchio.

-A davvero?- Oddio e adesso questa che vuole. Mi finsi disinteressato e mi incamminai verso la porta che dava sul cortile affollato di studenti.

-Certo! Ehy così mi offendi ancora di più, dovresti saperlo che sono una ragazza piena di risorse- Mi sussurrò all’orecchio con fare ammiccante. Avrei voluto risponderle per le rime ma riuscii solamente ad emettere un risolino isterico. Quella ragazza riusciva ad intimorire perfino me...

-Hai da fare stasera?-

-Si- L’istinto di sopravvivenza aveva già risposto per me, senza nemmeno un consulto generale. Ma in fin dei conti se non lo avessi posseduto, ogni sera, sarei stato impegnato con una ragazza diversa.

Perciò l’unica cosa che potevo fare era ringraziarlo e lasciargli fare il suo lavoro.

-Oh bhè allora sarà per un’altra sera...- Non aveva insistito chissa come mai... Mi voltai per seguire il suo sguardo e incrociai un paio di occhi che avrei riconosciuto fra mille ma che nello stesso tempo mi parevano nuovi: gli occhi dell’angelo della sera prima dalla carnagione rosea e dai capelli color mogano.

Solo in quel momento mi accorsi del silenzio che si era formato tutt’intorno alla ragazza che rigida mi continuava a fissare in cerca di un’appiglio per uscire da quella situazione più che imbarazzante.

Purtroppo non potei elaborare nulla dato che il mio cervello aveva completamente perduto la facoltà di ragionare e rimasi come il resto degli studenti a fissarla a bocca aperta.

Piano piano il silenzio si sciolse dando il via ad un fastidioso mormorio dato dallo spettegolare sulla nuova alunna.

La vidi pian piano rilassarsi e incamminarsi nella mia direzione. O mamma sta venendo verso di me, ragiona Logan, ragiona torna in possesso delle tue facoltà mentali e formula una frase di senso compiuto che non ti faccia sembrare un malato mentale, già la tua bella figura l’hai fatta ieri sera facendoti beccare a osservarla, cerca di non peggiorare la tua posizione.

E così dicendo, quando fu a pochi metri da me, aprii la bocca per parlare ma le parole mi morirono in gola quando lei, velocemente, mi scansò ed entrò all’interno dell’edificio.

Non la rividi più per tutto il resto della giornata.

Spazio dell'autrice:

Grazie mille a becky cullen!!! Mi fa piacere che questa ff ti piaccia! Mi sn accorta che hai letto anche le mie altre storie bhè che dire... Continua a seguirmi!!!

Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!

Alla prossima!

Baci   da   Vale

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Capitolo 3
*** Valery ***


Valery

 

 

Aprii gli occhi, al suono metallico e molesto della sveglia, sentendoli appesantiti e gonfi.

Erano ormai due mesi che mi svegliavo nello stesso modo: Il viso segnato dalle lacrime e gli occhi arrossati.

Non ci feci caso e mi vestii velocemente con gli abiti che avevo appoggiato sulla cassettiera ai piedi del letto la sera prima: Un semplicissimo paio di jeans e una maglia dorata abbastanza lunga. Come inizio poteva andare.

Afferrai il beauty dalla scrivania e mi diressi a passo svelto nel bagno adiacente alla mia stanza. Non era dei più grandi ma ci avrei fatto l’abitudine.

Mi lavai la faccia con il sapone e la tamponai con l’asciugamano attenta a non sfregarla più di tanto.

Non avevo certamente voglia di presentarmi a quelli che sarebbero stati i miei futuri compagni di classe conciata da far schifo...

Mi osservai allo specchio e cominciai a prendermi in giro da sola.

Gli occhi già grandi di loro, a questo punto, erano diventati due palloni da calcio e le guance che di solito erano rosee come il resto del viso erano arrossare da star male.

Mi misi a ridere e il mio sguardo cadde su un paio di orecchini appoggiati alla mensola sotto alle specchio.

Sentii gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime che non riuscii a trattenere nonostante tutta la mia buona volontà.

La mia mente ripercorse quei momenti dolorosi e io mi ritrovai stesa a terra tremante, con le braccia avvolte attorno alle gambe.

Era quella la mia fine: soffrire, soffrire e morire con il senso di colpa di aver provocato l’incidente.

Era sicuramente una morte degna per una persona come me, capace di uccidere la persona che amava.

E la colpa era tutta mia, lo sapevo anche se tutti insistevano ad affermare il contrario, mia e di nessun altro.

-Vale? Tesoro, scendi o farai tardi..- Mia madre, la persona che mi era stata più vicina dopo la tragedia, l’unica a cui dovevo tutto, l’unica per la quale valesse ancora continuare a vivere.

Mi asciugai i lacrimoni e cercai di dare un po di contegno alla mia voce prima di risponderle.

-Arrivo subito mamma- Ero diventata così brava a fingere, sembrava ormai la cosa in cui riuscissi meglio.

Mi alzai da terra facendo presa al lavandino e pettinai i capelli, come al solito, scompigliati.

Afferrai lo zaino nero dell’eastpak e mi precipitai giù dalle scale stando attenta a non cadere.

Entrai in cucina di corsa e baciai frettolosamente mia madre su di una guancia.

-Vale, per l’amor del cielo siediti e fai colazione come si deve!- Mi rimproverò lei con il suo famoso tono autoritario che, per dirla tutta, non le veniva granchè bene, ma che mi faceva sempre sorridere.

-Mi spiace ma sono in un ritardo pazzesco non vorrai mica farmi fare tardi il primo giorno?- La apostrofai con il fantasma di un sorriso sulle labbra.

Sbuffò e con un gesto stizzito della mano mi diede il via libera.

Non me lo feci ripetere due volte e mi lanciai alla guida della mia MG grigia metallizzata.

Guidare mi era sempre piaciuto: il vento fra i capelli quando i finestrini erano abbassati, o solamente l’impressione di volare sulla strada.

Già volare... Quella parola l’avevo sentita un sacco di volte durante i rimproveri di mia madre sulla mia guida scellerata e ora, dopo quello che era successo, non potevo più darle torto.

Rallentai inconsciamente e proseguii il tragitto fino alla scuola al minimo consentito.

Parcheggia nell’unico posto libro davanti alla scuola e rimasi in macchina anche dopo  il trillo della campanella.

Era chiaro che stessi prendendo tempo ma cercai di non darlo a vedere nemmeno a me stessa e mi soffermai ad osservare i più insignificanti dettagli della scuola.

Ad una prima occhiata dovevo dire che non era del tutto da buttare via e anche stando a cercare il pelo nell’uovo non trovai nulla di così tanto brutto di cui lamentermi: peccato...

Fui costretta perciò a recuperero lo zaino dal sedile posteriore dell’automobile ed entrare nella tana del mostro.

Già vedevo le finestre della costruzione mutare e trasformarsi in due spaventosi occhi rossi dall’aria piuttosto minacciosa.

Feci un respiro profondo e buttai fuori tutta l’aria che avevo trattenuto nei polmoni prima che la mia pella cominciasse ad assumere un intenso color violaceo.

Le porte di metallo fecero una leggera resistenza ma alla fine riuscii a spalancarle.

Il corridoio era inquietantemente vuoto, ma non mi feci intimorire e proseguii decisa fino alla porta rossa con la scritta “Segreteria”.

-Buongiorno- Mormorai a bassa voce sperando che mi avesse sentite e che non avessi perciò il dovere di ripetere il saluto.

La donna che stava seduta comodamente dietro la scrivania alzò svogliatamente lo sguardo fino ad incontrare il mio.

-Oh, buongiorno- Dire che mi squadrò da capo a piedi è essere riduttivi, ma lasciai correre e le porsi la mia domanda di iscrizione.

Durante la nostra conversazione mi fece qualche domanda di rimprovero riguardo al mio ritardo e io con la massima gentilezza le risposi che avevo aiutato mia madre a sistemare la casa che, avendo noi appena traslocato, era immersa nel caos.

Le prime ore di lezione se ne andarono senza lasciare traccia e ben presto arrivò l’ora cruciale... L’intervallo.

O adesso o mai più mi ripetei per tranquillizzarmi, l’impressione che avrei dato da li a cinque secondi sarebbe stata quella decisiva, non potevo permettermi il minimo errore.

Scesi le scale fino ad arrivare al centro del cortile affollato di studenti.

Il tempo di sbattere le ciglia e tutti erano intenti ad osservarmi curiosi.

Ok calmati Vale, continua a camminare con disinvultura e in men che non si dica sarai all’interno dell’edificio, al sicuro da sguardi indiscreti.

Ma non potei fare nemmeno un passo perchè sentii il corpo irrigidirsi di botto trovandomi di fronte lui: il ragazzo della sera precedente, quello che era rimasto a fissarmi per tutto il tempo senza il minimo contegno.

Mi guardai attorno ancora troppo scossa per fare altro e mi ritrovai a chiedergli aiuto con gli occhi.

Va bene, che era una persona stupida già lo avevo appurato, ma ora non solo non mi stava fornendo il minimo aiuto, anzi era rimasto come tutti gli altri idioti ad osservarmi; mi sentivo un animale in gabbia.

Nel giro di pochi secondi ripresi possesso delle mie gambe e avanzai imperterrita verso di lui, ma all’ultimo istante il mio cervello elaborò che andare da lui non era la corsa migliore che potessi fare e perciò entrai senza il minimo indugio dalla porta alle sue spalle.

Per quel giorno poteva bastare non credevo che i miei nervi avrebbere retto altro, perciò, puntai dritta nel parcheggio, travolgendo durante la mia corsa duo o tre studenti che ancora erano rimasti nel corridoio, e montando sulla mia auto tornai a casa in pochi minuti a differenza dell’andata.

Spazio dell'autrice: Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento^^

Alla prossima!

Baci              Vale

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Capitolo 4
*** Incontri ravvicinati ***


Abbandonai lo zaino all’entrata e mi diressi con passo pesante al piano superiore, stampandomi bene in testa le tre regole fondamentali per evitare di creare sospetti fastidiosi in mia madre:

a. Non toccare e soprattutto non spostare nulla,meglio evitare di lasciare prove che affermino la mia innegabile negligenza…

b. Non farmi vedere o sentire da vicini pettegoli.

c. La regola più importante: uscire di casa con lo zaino almeno un quarto d’ora prima del ritorno di mia madre.

Rimasi a fissare il cortile dalla finestra sul retro; aveva incominciato a piovere e un leggero venticello aveva ricreato nell’aria l’odore dell’erba bagnata.

Ad un certo punto il rumore della segreteria mi fece sobbalzare, mi avvicinai all’apparecchio e attivai il messaggio.

Era di mia madre, come si suol dire: parli, o meglio pensi al diavolo e spuntano le corna..

Bip * Tesoro oggi non ce la faccio ad essere a casa per pranzo, in ufficio è un casino, ti arrangi tu? Ti voglio bene * Bip

Premetti il tasto per la cancellazione automatica e tirai fuori dal frigorifero una porzione di lasagne che avvolsi nella carta stagnola e infilai nel microonde.

-Ti arrangi tu?- La imitai stizzita. No guarda siccome ti voglio bene ho deciso di aspettarti così nel frattempo mi lascio morire di fame, pensai laconica.

Mangiai il tutto molto lentamente assaporando la pasta boccone per boccone e finito di pranzare mi diressi in camera mia per fare i compiti.

Mentre ero tutta presa a finire filosofia il rumore di una macchina che parcheggiava mi insospettì e senza farmi vedere mi affacciai al balcone.

Rimasi visibilmente impressionata del bolide che si era fermato proprio sotto la villa dei miei vicini e ne rimasi ancora più scioccata quando dall’ automobile scese il ragazzo che avevo beccato osservarmi la sera precedente.

Lo vidi sparire dietro la porta di casa e lo vidi ricomparire poco dopo in camera sua.

Restai ad osservarlo, incuriosita: lo vidi appoggiare lo zaino ai piedi della spaziosa scrivania e lasciarsi cadere a peso morto sul grande letto a due piazze.

I capelli biondi tutti scompigliati e gli occhi chiusi gli fornivano un’aria semplicemente divina.

Non so per quanto tempo rimasi a spiarlo, ma ad un certo punto vidi i suoi occhi aprirsi di scatto e guardarmi in modo truce.

Porca miseria, mi ha vista! Pensai nascondendomi automaticamente dietro lo stipite nella porta a finestra.

 

 

Faceva freddo, molto freddo e lui era steso a terra con lo sguardo fisso nel mio.

Avrei voluto sognare, avrei tanto voluto che tutto quello fosse un’illusione, ma non era così.

Stava morendo e io ero consapevole di non poter fare più nulla a parte ricambiare il suo sguardo che ogni secondo si faceva sempre più spento e vitreo.

Sentii qualcosa di caldo e umido bagnarmi le guance nel momento in cui le palpebre, ormai troppo deboli, si abbassarono sui suoi stupendo occhi blu mare, per non rialzarsi mai più.

 

Mi svegliai di soprassalto con il tintinnio fastidioso della sveglia ancora nelle orecchie.

Prima di uscire mi accertai di aver fatto tutto e mi incamminai verso la vettura parcheggiata davanti a casa.

Nello stesso istante dalla casa a fianco uscì un ragazzo molto famigliare, oh merda quel ragazzo.

Con indifferenza ma con evidente fretta mi chiusi dentro alla macchina e misi in moto.

Un leggero ticchettio mi fece voltare dalla parte del finestrino e rimasi interdetta nel trovarmi di fronte a quel tipo bizzarro.

Abbassai il finestrino e attesi che dicesse qualche cosa.

-Ciao! Tu devi essere la ragazza nuova..- Lasciò la frase in sospeso aspettandosi evidentemente una mia qualche reazione.

-Io sono Logan- E così dicendo mi porse la mano.

Rimasi a fissarla titubante, ma poi l’afferrai senza pensarci troppo.

-Tu sei?- Mi incalzò lui.

-Ah, scusa, io sono Valéry-

-Bene, molto piacere- Gli sorrisi un’ultima volta prima di tornare a fissare il volante davanti a me. Con la coda dell’occhio lo vidi voltarsi e fare un passo verso la sua auto.

-Ah, un’ultima cosa…-  e questo che cavolo vuole ancora?

-La prossima volta invece di restare a spiarmi tutto il pomeriggio chiedimi direttamente una foto, fai prima..- E così dicendo si voltò, ma non prima di essersi stampato in faccia un irritante sorrisetto del tipo “sono-il-ragazzo-più-figo-del-mondo”

-Come scusa? Sbaglio o eri tu l’altra sera che mi fissavi come un ebete??- Chiesi irritata come pochi.

-Bhè ci credo stavo cercando di dormire e tu invece ti sei messa a sbraitare come una psicopatica, avrai svegliato tutto il vicinato-

-Sveglia! Il tuo famoso vicinato consiste in te e la tua famiglia e una catapecchia abitata da due vecchietti rincoglioniti..- Dissi riducendo gli occhi a due fessure.

Solitamente era una mossa intimidatoria che funzionava benissimo ma che in quell’occasione sembrava non avere alcun effetto su Logan.

-Già, ma la cosa strana è che prima del tuo arrivo non erano così ritardati è stato un effetto collaterale- Abbassò lo sguardo, sembrava sulla via di una crisi di pianto -Poveri dolci, adorabili vecchietti..- Ok, va bene, magari da piccolo ha avuto un incidente traumatico che gli ha causato gravi lesioni alla scatola cranica che nel corso del tempo cedendo alla forza di gravità gli ha perforato il cervello e perciò non è proprio colpa sua..

-Ah bhè vedo che ci stai rimuginando su, è già qualche cosa per.. Bhè per.. te- Mi provocò lui. Si, a questo punto era diventata solo ed esclusivamente colpa sua.

Ma come diavolo si permette quel mostriciattolo impertinente?

Emisi un ringhio sommesso prima di ingranare la retro e premere con tutta la mia forza sul pedale dell’ acceleratore.

To be continued...

 

Nota dell'autrice:

Grazie di cuore di tutti coloro che hanno commentato la mia ff e scusate moltissimo per il prolungato ritardo..

Vale

  

 

 

 

 

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