Hel's Story

di HIMsteRoxy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le Visioni ***
Capitolo 2: *** La cicatrice ***
Capitolo 3: *** Elogio alla follia ***
Capitolo 4: *** Verso Asgard ***
Capitolo 5: *** Morte di Odino ***
Capitolo 6: *** Post Mortem ***
Capitolo 7: *** Il Valhalla ***
Capitolo 8: *** L'inganno ***
Capitolo 9: *** Padre e figlia ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Le Visioni ***


- Allora che ne pensi Hel?
Mi chiese Anne, l’unica amica che mi ritrovavo ad avere in quel periodo della mia vita.
Non feci in tempo a rispondere, che un’Interferenza come le chiamavo io, o una Visione come le chiamavano gli altri, mi investì tenendomi in bilico tra la realtà e il mondo parallelo in cui venivo catapultata senza il mio consenso.
Era l’ennesima volta che una Visione disturbava la mia quiete, così all’improvviso. Ormai da mesi mi capitava spesso di averle, ma ogni volta che si ripresentavano mi prendevano alla sprovvista e sentivo salirmi addosso i brividi ed ecco che un secondo dopo entravo in estasi.
Questa volta la Visione fu più chiara delle altre: la nebbia che fino allora aveva avvolto il mondo parallelo, adesso non c’era più. Al suo posto vidi l’imponente figura di Loki, il dio norreno e fratellastro di Thor.
Loki mi sorrise e un brivido salì rapidamente sulla mia schiena. Era terribilmente affascinante e perfetto, sebbene non fosse Thor in persona.
Una folata di vento passò tra i suoi capelli corvini. Sorrise di nuovo, dolcemente.
- Loki.
Bisbigliai.
Mi tese la mano e l’accettai. Era così calda, come se fosse reale. Mi condusse su di un monte e di lì vidi il grande panorama sospeso tra il Midgard e l’Asgard, collegati da quel ponte maestoso.
Mi guardò e fece per parlare, ma mi destai quando sentii la voce di Anne chiamarmi.
- Hel? Allora?
Ritornai alla realtà. Mi guardai attorno frastornata. Ero di nuovo in camera mia. Rimasi per qualche secondo a rievocare la Visione e lo sguardo di Loki, ma non ci riuscii.
- Ti sei persa tra le nuvole? O dovrei dire forse: nell’Asgard?
Chiese Anne, ridendo.
Anne era l’unica che aveva accettato la mia passione per la mitologia norrena. A casa avevo centinaia di libri su Thor, Loki e Odino; e questo aveva creato qualche problema a scuola. Tutti mi credevano pazza!
Anne però non sapeva delle mie Visioni e nessuno avrebbe dovuto saperlo. Non sapevo nemmeno io perché mi accadessero e temevo anche che si trattasse di qualcosa di molto pericoloso.
- Dai, finiscila!
Sbottai, fingendo di fare l’offesa. In fin dei conti sapevo che mi voleva bene.
- Sei tu quella fissata con queste cose. Come se fossero reali…
- Oh, guarda piove! Che brutto tempo!
Esclamai, guardando fuori dalla finestra.
- Oh no! Devo tornare a casa, Hel.
- Te ne vai di già? Almeno aspetta che Thor si sia sfogato abbastanza. Ti bagnerai tutta.
- Oh, lascia perdere i tuoi dei norreni, per una volta! Ci vediamo domani a scuola, ciao!
- Okay, ciao! A domani, Anne!
 
Appena Anne se ne fu andata, mi stesi sul letto a fissare il soffitto. La Visione mi aveva turbato così tanto. Era la prima volta che avevo ammirato il maestoso ponte dell’Asgard. Non esisteva un aggettivo perfetto per descrivere l’atmosfera e le meraviglie in cui era circondato.
E perché mi trovavo in compagnia di Loki?
Pensai che la mia mente mi facesse brutti scherzi e che fosse solo mia immaginazione. E più ci pensavo più mi tormentavo, senza arrivare ad una spiegazione plausibile.
Decisi di accantonare il discorso, ne avrei riparlato quando si fosse ripresentata la prossima Visione. Anche se dentro di me, speravo di non averne più.
 
Il giorno seguente arrivai a scuola con qualche minuto di anticipo e vagai per i corridoi senza una meta precisa. Girai l’angolo, in direzione della mensa, e mi ritrovai davanti Freki.
Era così bello, quanto lo fosse Thor in persona. A differenza però del dio norreno, lui aveva i capelli rossi e due occhi dorati.
Da qualche mese si era trasferito nella mia città e frequentavamo la stessa scuola. Dal primo giorno che lo vidi me ne innamorai subito, a sua insaputa.
 
Freki mi sorrise ed io sentii cedermi le gambe.
- Hel, come stai?
Mi chiese. La sua voce era dolce come il miele.
- Ehm, bene. E tu?
Risposi, balbettando.
- Potrebbe andare meglio. Ieri c’è stato un tempaccio e sono tornato a casa tutto bagnato dalla testa fino ai piedi.
- Già…
Una sola parola uscì dalle mie labbra, mentre pensavo a un Freki bagnato sotto la pioggia. Sentii le farfalle allo stomaco.
- Thor ha avuto da fare…
Disse, alzando le spalle. Rimasi sbalordita. Lui se ne accorse e cominciò a ridere.
- Cosa c’è?
Mi chiese allora.
- Niente… non pensavo che conoscessi Thor.
Risposi, arrossendo.
- Non di persona. Ma è opera sua, almeno così dicono.
Sorrisi come un’ebete, quando la sagoma di Freki venne offuscata da una specie di nuvola e mi sentii cadere pesantemente sul pavimento.
 
Non mi accorsi subito di aver perso i sensi e di essere svenuta, cadendo così a terra. La mia mente era stata già rapita da un’altra Visione.
- Hel, benvenuta a Asgard.
Disse Loki. Ebbi l’impressione che si trattasse della continuazione della Visione del giorno precedente.
- Perché mi trovo qua?
Dalla mia bocca uscirono queste parole, senza che io le avessi pronunciate.
- Noi tutti abbiamo bisogno di te.
Rispose. E al mio fianco apparve anche Freki.
- Ma io…
Cercai di protestare, ma Loki mi fece segno di tacere. Poi ritornai alla realtà e mi accorsi di essere tra le braccia di Freki, mentre insegnanti e alunni accorrevano per vedere cosa fosse successo.
Vidi Freki gesticolare nervosamente, poi svenni di nuovo. Stavolta fui avvolta dal buio e non capii molto.
 
*Angolo dell’autrice:
 
Mi presento: sono Roxy e questa è la mia prima FF su Loki. Spero vi piaccia! Commentate e ditemi cosa ne pensate!
 

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Capitolo 2
*** La cicatrice ***


- Hel tutto apposto?
Misi a fuoco la sagoma al mio fianco e riconobbi Freki. Dall’espressione turbata del suo viso capii che fosse davvero preoccupato per me.
- Sì, credo di sì.
Risposi, mettendomi a sedere. Freki mi tese la mano per aiutarmi.
- Sei svenuta.
Disse pacato.
- Già…
- Ti succede spesso?
- No, è la prima volta.
Mi guardai attorno e mi accorsi di essere seduta su un lettino dell’infermeria della scuola. Mi girai verso Freki e lo fissai intensamente. Era la prima volta che stavamo così vicini.
- Mi hai fatto preoccupare.
Disse imbarazzato.
- Devo ringraziarti Freki.
- Che ti è successo? Stavamo parlando e…
Mi chiese, cambiando tono di voce. Lo guardai senza capire. Non gli avrei detto il mio piccolo segreto. Feci una smorfia e lui mi fissò seriamente. Stava aspettando che gli rispondessi.
- Cosa intendi?
Domandai allora.
Mi prese il braccio destro e indicò il polso, dove avevo una piccola cicatrice.
- Oh,           questa! Ce l’ho da quando sono piccola!
Risposi sospirando. Per un secondo pensai che mi avesse scoperto. La guardò ancora e passò delicatamente le sue dita su di essa. Rabbrividii e mi scostai da lui.
- Hel, puoi contare su di me per qualsiasi problema.
Disse allora scostandosi. Sorrisi debolmente e sparì.
 
Per tutta la mattinata mi sentii meglio, ma tutto quello che era successo mi sconvolse ancora di più. Avevo avuto un’altra Visione e per di più ero svenuta tra le braccia di Freki, provocando la curiosità di tutta la scuola.
Non ero certo il tipo di ragazza che amava essere al centro dell’attenzione, ma in quel modo aveva attirato su di me l’interesse anche di professori e persino di uno strizzacervelli, come li chiamava Freki.
 
A casa nonna era stata avvisata dalla scuola del mio improvviso malore.
- Hel, tesoro! Come ti senti?
Mi chiese appena mi vide rincasare.
- Tutto apposto.
Risposi, fingendo un sorriso.
- Sicura? Mi hanno detto che sei svenuta… che ti è successo?
Lo vorrei sapere anch’io. Pensai.
- Adesso sto bene, è tutto passato.
Conclusi, chiudendomi in camera mia. Non volevo farla preoccupare inutilmente.
 
Mi sistemai sul letto a ripensare alla giornata e alla piccola chiacchierata con Freki.
Cosa aveva voluto dire con l’ultima frase: Hel, puoi contare su di me per qualsiasi problema
Come se sapesse che avessi un problema. Sì, ce l’avevo. Ma non l’avrei raccontato a lui! E poi perché si era tanto interessato alla mia cicatrice, cosa c’entrava con il malore improvviso?
Spostai la mia attenzione sul mio braccio e in particolare sulla cicatrice. Ciò mi riportò quindi a pensare ai vecchi tempi.
 
I vecchi tempi. Erano passati così tanti anni e a me sembrava fosse passata un’eternità dall’ultima volta che vidi mia madre.
Mia madre era una donna bellissima, che mi amava molto. Quell’ultimo giorno era così felice, mentre canticchiava la sua canzone preferita.
Aveva deciso di fare una specie di gita e così alle prime ore del mattino io e lei c’eravamo messe in viaggio. La meta sarebbe stata una sorpresa, mi disse.
Ma nel tragitto un camion le tagliò la strada, lei perse il controllo dell’auto e finimmo fuori strada, scontrandoci contro un albero.
Da quel momento in poi i miei ricordi furono annebbiati e io e la mamma fummo trasportate in ospedale. Lei in condizioni gravi ed io con alcune ferite al braccio destro e alla testa. Lei non si risvegliò più ed io finii in come per alcune settimane. I medici dissero che grazie a un miracolo mi risvegliai, ma mamma non c’era più e l’unico ricordo di quel giorno adesso era quella cicatrice che mi era rimasta. Così mia nonna fino ad ora si prese cura di me.
Mio padre? Non ho conosciuto mai mio padre. Mia mamma non me ne parlò mai, come se fosse uno sconosciuto o peggio un uomo che doveva essere cancellato dalla memoria. E mia nonna non seppe nulla da lei, così vissi nella totale indifferenza.
 
Riguardai la cicatrice e aggrottai la fronte. Avvicinai la lampada al mio polso e la fissai meglio. Non era una semplice cicatrice, ma somigliava molto a una runa vichinga.
Presi uno dei miei libri sulla mitologia norrena e lo sfogliai in cerca dell’alfabeto runico.
Un dubbio mi assalì: la mia cicatrice somigliava alla runa che corrispondeva nell’alfabeto odierno alla nostra lettera L.
L come Loki.
Si trattava di un caso o solo di una coincidenza?
E cosa c’entrava Loki in tutta questa storia? Sì, avevo una certa fissazione con il dio norreno, più di Thor. Ma se veramente avessi pensato che tutto ciò fosse reale, allora sì che sarei diventata pazza!

*Angolo dell’autrice:
 
Devo ringraziare le 42 persone che hanno visitato la mia FF. Non mi aspettavo di ricevere così tante visite in meno di un giorno.
Questo è il 2 capitolo e spero vi piaccia!! Commentate e ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 3
*** Elogio alla follia ***


Nel pomeriggio venne a trovarmi, come ogni giorno, Anne.
- Hel come ti senti?
Mi chiese abbracciandomi.
- Bene.
Sorrisi, nascondendo il nervoso. Non volevo essere compatita.
- Stamattina ci hai fatto spaventare. Dicevi anche cose senza senso.
- Cose senza senso?
Domandai perplessa. Non ricordavo di aver proferito parola, durante il mio malore.
- Per gli altri saranno state cose senza senso, per fortuna io ti conosco.
- Che ho detto?
Spalancai gli occhi.
- Continuavi a ripetere: Loki…Asgard… e anche Freki.
- Oh mio Dio! E lui?
- Sembrava tranquillo. E’ stato lui a portarti in infermeria. Che carino, vero?
- Oh sì. Ma non mi ha detto nulla di tutto ciò.
- E cosa ti aspettavi? Stiamo parlando di Freki, l’enigmatico ragazzo della scuola.
- Oh, che figura!
- Finiscila! Non è successo nulla. Adesso mettiamoci al lavoro. Domani abbiamo compito di biologia!
Così accantonai il discorso e cominciammo a studiare. Anne si sistemò sopra il mio letto ed io seduta su una sedia, accanto alla scrivania.
 
Quando all’improvviso sulla vecchia poltrona, dinanzi a me, comparve Loki vestito di una strana armatura. Spalancai gli occhi nel vederlo e fissai incerta Anne, la quale non si era accorta di nulla.
 
No. Non è reale. Hai le allucinazioni, Hel. Mi dissi.
 
Ripresi a concentrarmi sul libro, ma lui continuava a fissarmi con quel suo sorriso beffardo.
Se ne stava seduto a gambe incrociate sulla poltrona, mentre nella mano destra teneva il suo famoso scettro cosmico. Lo fissai meravigliata, poi mi destai. Mi diedi un pizzicotto nel braccio e riaprii gli occhi: era ancora davanti ai miei occhi.
Cominciai a tremare e lui iniziò a ridere. La sua risata mi fece salire il nervoso.
- Anne, vedi anche tu quello che vedo io?
- Che intendi?
Mi chiese incerta.
- Lì sulla poltrona.
- Non capisco. Non c’è nulla.
- Nulla? Sì hai ragione.
- Hai le allucinazioni?
- No.
Sorrisi, riprendendo a leggere. Ma vidi Loki alzarsi dalla poltrona e scostai di nuovo lo sguardo dal libro.
- Tu non esisti.
Sussurrai.
- Cosa hai detto?
Domandò Anne.
- Niente, sto ripassando.
- Invece io sono reale.
Rispose Loki con quella sua voce così suadente.
- Non è vero. Sei solo frutto della mia immaginazione.
Loki fece qualche passo in avanti e ammirò le centinaia di libri sulla mitologia norrena, sistemati ordinatamente nella libreria.
- Hel, con chi parli? Stai bene?
Ribadì di nuovo Anne.
- Dimmi che lo vedi anche tu. Guarda ha in mano un libro!
- Chi?
- Loki!
- Hel, sei impazzita?
- Non può vedermi.
Rispose Loki pacato.
- E perché io sì?
Domandai tremando.
- Hel, vado a chiamare tua nonna.
Aggiunse Anne, alzandosi.
Rimasi a fissare Loki. Forse mia nonna l’avrebbe visto. Non era una mia allucinazione. Ma che dicevo?
- No.
Sussurrò Loki, spalancando gli occhi.
- No, Anne. Sto bene, ora passa tutto.
Risposi, fermandola. In qualche modo, a me sconosciuto, Loki era riuscito a farmi pronunciare quel no istintivamente. Come se riuscisse a controllare le mie azioni.
 
Anne mi fissò preoccupata, le sorrisi per poi spostare terrorizzata lo sguardo su Loki. Fece segno di non fiatare e cominciò a parlare:
- Il tuo posto non è qui nel Midgard, ma ad Asgard. Per i comuni mortali sei invisibile, nessuno si preoccupa di te… e se rimarrai qua per troppo tempo, cominceranno a prenderti per matta. Verresti con me ad Asgard?
Feci per rispondere, ma lui mi interruppe.
- Non rispondermi ora. Pensaci. Verrò a trovarti e allora mi darai la tua risposta.
Detto ciò svanì nel nulla, lasciandomi in compagnia di Anne.
Avevo appena parlato con Loki e lui mi aveva proposto di trasferirmi ad Asgard? Dovevo essere proprio pazza.
 
Quando Anne decise di tornare a casa, la vidi bisbigliare qualcosa a mia nonna per poi sorridere, nascondendo l’imbarazzo. Sperai che non le avesse parlato della mia allucinazione. Mia nonna ritornò alle sue faccende e per tutta la sera non tirò fuori l’argomento. Forse era stata solo una mia impressione.
Prima di andare a dormire,  mi rinchiusi in camera a fissare la causa di tutti i miei problemi: i libri!
Erano stati loro a farmi scoprire le leggende e i miti su Asgard ed erano quindi la causa della mia fissazione.
Adesso se vedevo cose che non esistevano era solo ed esclusivamente colpa loro.
Presi quindi un accendino e svuotai l’intera libreria, posando i libri ai miei piedi. Era arrivato il tempo di dare basta a queste assurde storie. Li avrei bruciati!
Ma alla fine non ebbi la forza e la volontà di farlo. Avevo amato quei libri, era tutto ciò che rimaneva di quella che io chiamavo vita. Questo voleva solo dire rinnegare la mia passione e ciò che ero veramente.
Avrei potuto essere un’altra, uscire ogni sera, ubriacarmi e fare tante altre cose che invece odiavo. Io non ero quel tipo di persona, io ero me stessa con i miei pregi e i miei difetti. Amavo la mitologia norrena e non potevo farci nulla. Non mi interessava se nessuno avesse capito questa mia passione, potevo anche rimanere sola. Ormai c’ero anche abituata... al diavolo tutti! Mi avrebbe preso per pazza, non faceva nessuna differenza ormai!
 
*Angolo dell’autrice:
 
Ringrazio quanti di voi continuano a leggere la mia FF e chi mi ha lasciato una recensione.
So che la storia potrebbe sembrarvi un po’ complicata, ma è piena di mistero e di colpi di scena. Quindi a poco a poco svelerò ogni cosa.
Questo è il 3 capitolo e spero vi piaccia!! Commentate e ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 4
*** Verso Asgard ***


L’indomani mattina arrivai in ritardo a scuola. Per tutta la notte non avevo fatto altro che ripensare a quello che mi stava accadendo. Così non ero riuscita a dormire e nelle prime ore del mattino presi sonno per poi svegliarmi mezz’ora dopo il suono della sveglia. Mi alzai, feci colazione, mi vestii e uscii di corsa.
Arrivai in classe sotto l’occhiata severa del professore, mi sedetti al mio posto e mi consegnò il foglio per svolgere il compito di biologia.
Non avevo studiato così tanto a causa di qualche distrazione chiamata Loki! Se fosse esistito veramente me la sarei presa con lui, era riuscito a distrarmi...
Per tutto il tempo provai e ritentai a rispondere al quiz, ma senza successo. In quel momento avrei avuto bisogno del suo aiuto! Lui era il dio delle malefatte e degli inganni! Perché non ricorrere a una specie di inganno per rispondere alle domande?
 
Loki, dove sei? Pensai guardandomi attorno. Ma non apparve nessuno e mi sentii assalita dall’ansia.
 
Loki mi serve il tuo aiuto. Riprovai, ma fu tutto inutile. Aveva detto che sarebbe tornato, dov’era allora? Forse questa era la prova che avevo cercato fino a quel momento: mi ero solo immaginata di vederlo al mio fianco, perché lui non esisteva.
 
Rimasi a fissare le lancette dell’orologio contare secondo per secondo, fino a quando il professore ritirò i compiti, compreso il mio lasciato per la maggior parte in bianco.
Potevo considerarmi finita. Non avevo svolto tutto il compito e questo avrebbe danneggiato i miei voti.
 
Prima che il professore lasciasse l’aula, apparve al mio fianco Loki. Sgranai gli occhi.
- Eccoti!
Dissi arrabbiata.
- Come è andato il compito?
Mi chiese con quel suo sorriso beffardo.
- Male! Avevo bisogno del tuo aiuto…
Risposi nervosamente. Lui alzò le spalle indifferente.
- Hel, tutto apposto?
Mi chiese il professore, vedendomi parlare da sola. Annuii imbarazzata.
Loki prese dal mio banco una penna e prima che potessi fermarlo la lanciò contro il professore, girato di spalle. Sussultai, mentre cercavo di nascondermi.
- Chi è stato?
Domandò furioso il professore. Uno dei miei compagni mi indicò.
- Hel! Vai subito dal preside!
Mi urlò contro.
 
Uscii dall’aula sbuffando. Non avevo fatto nulla. Era stato Loki!
Il professore mi seguì e si accertò personalmente che mi recassi immediatamente dal preside. Entrò e spifferò ogni cosa, poi uscì e mi lanciò uno sguardo contrariato. Entrai quindi anch’io e mi sedetti dinanzi al preside. Accanto a quest’ultimo vi era anche un uomo alto, dai capelli neri.
- Hel, mi hanno riferito che hai importunato il professore.
Cominciò il preside.
- Non è stata colpa mia.
Risposi alzando le spalle. Era la verità, ma evidentemente nessuno mi avrebbe creduto.
- E di chi allora? E’ da mesi che non riesci a seguire le lezioni, sei distratta… Forse c’è qualche problema che ti turba? Qua c’è il nostro psicologo... Sarà a tua disposizione.
Disse indicando l’uomo accanto a sé. Poi si alzò lasciando la stanza. Lo psicologo si sedette e mi squadrò dalla testa ai piedi.
- Bene, Hel. Mi hanno detto che sei stata male.
- Sì solo un piccolo malore.
Risposi sospirando.
- Tua nonna è molto preoccupata per te e… la tua amica mi ha detto che è da giorni che ti comporti in modo strano.
Anne aveva parlato con quest’uomo dei miei fatti privati? Come aveva potuto farlo? In quel momento la odiai! Aveva anche convinto mia nonna e adesso si erano coalizzate per farmi credere pazza!
- Cosa intende per comportamenti strani?
Chiesi.
- Ha una fissazione per…
- La mitologia norrena.
Risposi sorridendo. In quel momento apparve al mio fianco Loki.
- Me ne vuoi parlare?
- Oh bè… Thor, Loki e Odino…
Nel pronunciare i nomi di Thor e Odino, vidi Loki irrigidirsi.
- Chi sono?
- Odino è il Signore di Asgard, Thor è suo figlio e Loki il suo figliastro…
Sentii di nuovo Loki irrigidirsi.
- Asgard?
- Sì, dove dimoravano gli dei. Noi invece abitiamo nel Midgard, ovvero la Terra.
- E che ruoli ricoprono i figli di questo…
- Odino? Thor è il dio più amato, Loki invece personifica il…
Mi fermai improvvisamente. Loki era al mio fianco, non potevo parlare male di lui come se non fosse presente.
- Loki... continua.
- Bè è il cattivo.
Risposi sospirando. Fissai Loki, il quale non si mosse e sorrise.
- Tra questi tre chi è il tuo preferito?
- Loki!
Risposi senza pensare. Avevo dato la risposta sbagliata, da cui avrebbe tratto la spiegazione sbagliata.
- Ebbene il cattivo. Ti senti cattiva Hel?
Non seppi che rispondere e cominciai ad innervosirmi.
 
Ogni cattivo è un eroe nella propria mente. Sussurrò Loki sorridendo.
 
- Ogni cattivo è un eroe nella propria mente.
Risposi. Lo psicologo mi guardò perplesso.
- Hai questa passione perché non riesci a trovare il tuo posto nella società?
- Non saprei.
- E per questo credi nell’esistenza di dei pagani?
Dove voleva arrivare? Non risposi.
 
Gli uomini sono nati per essere governati. E alla fine si inginocchieranno sempre. Disse Loki, tenendo gli occhi fissi su di me.
 
Lo fissai incredula. Non era vero! Dov’era finita la libertà dell’uomo?
- Zitto!
Dissi rivolta a Loki. Mi accorsi troppo tardi di averlo pronunciato ad alta voce.
- Come?
Domandò lo psicologo.
- Non era per lei. Mi scusi.
- Diglielo!
Gridò Loki.
- No!
- Hel con chi stai parlando?
- Con Loki…cioè, con nessuno.
Balbettai.
- Loki? Sei posseduta da lui, Hel? Io potrei aiutarti…
Rispose, alzandosi.
 
Posseduta? Ma cosa aveva in mente? Prima che potesse fare un passo in avanti, scappai via.
Ripresi le mie cose e uscii fuori da quella scuola. Avevano tutti superato il limite, non bastava credermi pazza… Adesso dovevo essere pure posseduta!
Nessuno aveva creduto in me fino a quel momento e anche Loki sembrava essere uscito di senno! Mi aveva messo nei guai ed era colpa sua se mi trovavo in quella situazione.
 
Qualcuno mi fermò, afferrando il mio braccio. Mi avevano scoperta! Sperai che non fosse Loki o qualcun altro. Mi girai terrorizzata e vidi davanti a me Freki.
- Hel, che ti succede?
Mi domandò perplesso.
- Lasciami! Prima che si accorgano di me… devo scappare!
- Scappare? E perché?
- Credono che sia pazza…
Risposi, scoppiando a piangere. Freki mi abbracciò e uscimmo dal cancello della scuola.
- Non ti preoccupare... Passerà tutto… Andiamo in un bar, così potrai raccontarmi tutto.
Disse, prendendomi per mano.
 
- Non sei l’unica ad aver visto Loki.
Disse Freki, dopo aver ascoltato tutta la mia storia.
- Come?
Domandai sconvolta.
- Sì, sono stato parecchie volte ad Asgard. E quel giorno quando ti ho detto di poter contare su di me, non stavo scherzando. Avevo intuito che qualcosa ti turbava… perché io ero già passato in una situazione simile. Perché non mi hai detto nulla?
- Mi avresti preso per pazza… Non sapevo che anche tu amassi queste cose.
- Adesso lo sai.
Rispose sorridendo.
In quel momento apparve di nuovo Loki. Sussultai per lo spavento.
- Quindi tu sei reale?
Gli domandai, scandendo ogni singola parola.
- Sì, Hel.
- Bene. E cosa vuoi da me allora?
- Hel sei un’Asgardiana. Questo posto non ti appartiene, nessuno ti considera come dovrebbe. Cosa hai deciso allora? Preferisci rimanere qui o venire con me e Freki ad Asgard?
 
Asgard. I miei libri lo descrivevano come un posto bellissimo. Avevo sempre sognato di mettervi piede e adesso mi si presentava l’opportunità.
Aveva ragione Loki! Adesso nessuno mi avrebbe considerato per quella che ero… e avevo perso anche la fiducia di tutti, compresa quella di Anne e di mia nonna.
Asgard. Era la mia opportunità per cambiare vita!
 
- Verrò con voi ad Asgard!
Decisi alla fine sorridendo.
 
 
*Angolo dell’autrice:
 
Ringrazio quanti di voi continuano a leggere la mia FF e chi mi ha lasciato una recensione.
Per il 4 capitolo ho usato due citazioni di Tom Hiddleston, scritte in corsivo, tra cui una presa dal film The Avengers.
Questo è il 4 capitolo e spero vi piaccia!! Commentate e ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 5
*** Morte di Odino ***


- Hel, benvenuta a Asgard.
Disse Loki indicando l’immenso ponte fatto di arcobaleno. Da quella vista Asgard appariva come una città in miniatura con i suoi palazzi e i suoi abitanti.
Mi sentii eccitata. Finalmente avrei visitato la dimora degli dei. Seguii Loki e Freki mentre si dirigevano verso il Bifröst, il ponte che collegava Midgard ad Asgard.
Lì ad attenderci vi era il dio Heimdallr, guardiano del ponte. Ci salutò e ci inoltrammo verso la rocca di Asgard.
 
Rimasi a bocca aperta dinanzi la perfezione e la maestosità del palazzo di Odino. Freki si allontanò da noi dicendo di avere delle faccende da sbrigare e così rimasi in compagnia di Loki.
- Vogliamo entrare?
Mi chiese Loki vedendomi spaesata.
- Possiamo?
Domandai incerta. Ero solo una mortale, che forse non aveva il permesso di mettere piede in una dimora immortale. Loki rise e mi scombinò i capelli.
- Certo! E’ anche casa mia.
Rispose, accennando un passo in avanti. Lo seguii meravigliata.
Mi meravigliai ancora di più quando misi piede dentro e quando vidi la stanza del trono. Era vuota e Loki mi condusse nelle altre sale e mi presentò a sua madre e consorte di Odino, Frigga.
- Madre… Lei è Hel. Viene da Midgard.
Disse Loki.
Mi inchinai, mentre Frigga mi tendeva la mano. Ma prima che potessi stringergliela fui assalita da una Visione.
 
Vidi il corpo di Odino riverso a terra in una pozzanghera di sangue. Un grido squarciò il silenzio in cui era avvolta la sala del trono. Poi vidi il viso dell’assassino e rimasi sconvolta: era il viso perfetto ed etereo di Thor! I suoi occhi erano iniettati di sangue e ansimava per l’azione compiuta. Aveva ucciso Odino e godeva…
Infine vide Frigga cadere a terra sul corpo inerme del consorte e versare lacrime amare.
 
Ritornai dalla realtà e mi scostai bruscamente da Frigga, sussultando.
- Tutto bene, mia cara?
Mi domandò lei. La fissai turbata. Loki mi venne accanto e mi fece sedere.
- E’ successo qualcosa?
Domandò Loki. Capii cosa intendesse con quella domanda. Dovevo raccontargli delle mie Visioni? Fino a quel momento non gliene avevo parlato, non sapevo nemmeno se c’entrassero con Asgard… E dovevo dirgli di aver visto Thor assassinare suo padre? Non sapevo nemmeno se la mia Visione fosse una premonizione…
- No, tutto bene.
Risposi sorridendo.
Meglio non fargli preoccupare. Pensai.
Frigga allora andò a cercare Odino e Loki mi accompagnò di nuovo nella sala del trono. Avremmo aspettato lì il Signore di Asgard.
 
Poi tutto successe all’improvviso: Odino entrò nella sala del trono, seguito da Thor che lo richiamò a sé.
Fissai Thor con tanto stupore. Era così imponente e i suoi capelli biondi ricadevano sui suoi occhi azzurri.
- Thor, non ora! Frigga mi ha avvisato dell’arrivo di tuo fratello e…
Disse Odino, ma non riuscì a finire la frase poiché Thor lo colpì a tradimento.
Odino cadde a terra stramazzato e Thor scappò via tremando. Gridai mentre fissavo terrorizzata il corpo esanime di Odino. Loki si apprestò a soccorrere il padre.
- Madre! Guardie! Accorrete!
Urlò, mentre i suoi occhi erano pieni di dolore e terrore.
Frigga si gettò sul corpo di Odino e Loki dette disposizioni di cercare Thor. Poi si avvicinò e mi abbracciò. Non riuscivo a smettere di tremare.
 
Poco dopo Thor fu condotto nella sala del trono davanti ai nostri occhi. Il suo viso esprimeva rabbia e dolore.
- Come hai potuto fratello?
Domandò Loki sconvolto.
- Non sono stato io.
Rispose Thor, giustificandosi. Rimasi sbalordita dalla sua risposta. Perché non ammetteva la sua colpa?
- Non sei stato tu? Hai pugnalato nostro… il Signore di Asgard!
- Ti ripeto: non sono stato io!
- Chi allora?
- Io ero in compagnia di Freki! Diglielo anche tu!
Rispose Thor, rivolgendosi a Freki. Quest’ultimo apparve sulla soglia e si fece avanti.
- Mio signore abbiamo terminato la nostra conversazione e dopodiché siete andato a parlare con vostro padre… Eravate piuttosto furioso e avete perso il senno.
Disse Freki.
- No! Non può essere! Madre vi prego…
- Figlio mio… io non c’ero.
Rispose addolorata Frigga.
- Loki devi credermi! Io non ricordo di aver…
- Come posso crederti? Vi è anche una testimone e io stesso ti ho visto commettere tale azione.
- Una testimone?
Loki mi fece segno di venire avanti. Annuii dispiaciuta. Thor socchiuse gli occhi e si arrese.
- Thor, non sai quanto mi dispiace… ma sono costretto a farlo… hai perso il senno e hai commesso un omicidio. Portatelo via!
Disse Loki, scostando lo sguardo dal fratello.
Fissammo inermi portare via Thor nelle prigioni sotterranee.
 
 
*Angolo dell’autrice:
 
Ringrazio quanti di voi continuano a leggere la mia FF e chi mi ha lasciato una recensione.
Questo è il 5 capitolo e spero vi piaccia!! Commentate e ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 6
*** Post Mortem ***


I giorni seguenti passarono lenti e tristi. Asgard si trasformò in un corteo silenzioso e cupo per dare l’ultimo saluto a colui che era stato il Signore di Asgard.
Era stato benvoluto da tutti, come lo era Thor. Ma adesso il successore di Odino avrebbe marcito in una fredda cella e al suo posto regnava già suo fratello Loki.
L’atmosfera cupa e triste si fuse, per quei giorni, a un cielo scuro chiudendo le proprie porte alla luce vitale del sole. Avevo amato fin da piccola il sole e adesso che mi trovavo su Asgard ne sentivo la mancanza.
Sentivo anche la mancanza della mia casa, la mia stanza, i miei libri, di mia nonna e anche di Anne. L’odio che avevo provato nei suoi confronti era scomparso successivamente quando vidi il dolore sui visi degli Asgardiani. Sebbene Odino fosse morto a causa di Thor nessuno l’odiava.
Non riuscii a reprimere le lacrime nel vedere il viso straziato di Frigga e quello tormentato di Thor. Era sinceramente provato e dilaniato dai rimorsi e dai sensi di colpa.
Intravidi un paio di volte Loki. A dispetto di sua madre e di suo fratello, il suo viso era indecifrabile. Era contratto, come se cercasse in tutti i modi di reprimere le proprie emozioni. Fissò dispiaciuto per alcune volte Thor, ma subito dopo un sorriso sghembo appariva tra le sue labbra, come se godesse nel vedere il proprio fratello in quella misera condizione. Ma era solo questione di attimi, appena si sentiva osservato da qualcuno cambiava espressione ridiventando triste e cupo.
Era come se dentro di sé provasse un odio profondo verso Thor. Come si poteva odiare un dio così perfetto? Frigga non lo odiava. Era pur sempre suo figlio! Andava a fargli visita ogni giorno al contrario di Loki, che passò quei giorni rinchiudendosi nelle sue stanze.
 
- Avrei dovuto evitare che Thor commettesse questo sbaglio.
Dissi rompendo il silenzio che regnava ormai tra me e Freki.
- Come? Non sapevi nemmeno cosa stesse accadendo.
Rispose Freki alzando le spalle. Lo fissai turbata, era rimasto impassibile a ciò che era successo.
- Invece sì. Ho avuto una Visione poco prima e ho fatto finta di nulla.
- Non è colpa tua se Odino è morto. Era destino.
- Destino? Si poteva benissimo evitare... Avrei dovuto parlare... L’avrei fatto anche per il bene di Asgard!
- Cosa ne sai del bene di Asgard?
- La gente è triste… E non solo perché Odino è morto, ma anche perché Thor non c’è… Thor non può governare su Asgard…
- Vorresti dire che Loki non è all’altezza di governare?
- Thor è benvoluto dalla gente, come lo era Odino… Ma Loki…
Mi interruppi nel vedere Loki davanti a me. Abbassai lo sguardo per la vergogna. Lui entrò facendo finta di non aver sentito e si affacciò dalla balconata che dava sull’intera Asgard.
Nessuno dei tre si mosse e questo mi dette sui nervi. Ero consapevole di aver detto qualcosa di sbagliato, ma questa sua totale indifferenza mi terrorizzava. Non conoscevo bene Loki, ma i suoi comportamenti erano ambigui quanto lo fosse il suo carattere.
- Mi dispiace per quello che è successo, Loki.
Dissi, rompendo il silenzio. Lui si girò e mi fissò senza capire.
- Quel giorno ho avuto una Visione e... non ho detto nulla.
Mi spiegai, mentre tremavo.
- Ormai ciò che è stato fatto riguarda solo il passato.
Rispose pacato.
- Ma se avessi detto che…
- Non ha nessuna importanza. Non potevi sapere che Thor avrebbe perso il senno della ragione… Ed ora ha avuto la punizione che merita.
Rispose freddamente.
 
La punizione che merita. Escluderlo dal trono e rinnegarlo come fratello. Era davvero la punizione giusta? O era la punizione da affibbiare a Thor per permettere a Loki di regnare su Asgard?
 
Ero forse l’unica che si era accorta del cambiamento di umore di Loki. Freki era perso tra i suoi pensieri e Frigga piangeva ancora la morte del suo compagno e la reclusione di suo figlio.
E poi infine c’era Loki. Non aveva versato nemmeno una lacrima sul corpo del padre ed era rimasto lucido per tutti quei giorni. Aveva rispettato i giorni di lutto, ma il suo pensiero andava già oltre… verso il fatidico momento della sua incoronazione.
E da quel momento aveva cambiato atteggiamento, cominciando a comportarsi come un vero regnante prendendo decisioni di ogni tipo dimenticando che quella era stata solo una conseguenza alla tragica morte di Odino. Come se ne fosse compiaciuto.
 
Lasciai Freki e Loki e mi diressi verso i sotterranei. Non parlai con Thor nei giorni che seguirono, mi ero limitata a fissarlo per carpire i suoi pensieri ma alla fine mi ero sentita meschina ed ero fuggita via.
Adesso che strane idee affollavano la mia mente, mi decisi di fare questo passo in avanti e ascoltare la sua versione.
Thor era sdraiato sul pavimento freddo della sua cella. Era stato privato del suo martello di ferro, il Mjolnir, che adesso giaceva in una delle sale del palazzo custodito da un paio di guardie. Tutta la sua forza era racchiusa in quel martello e privato di esso era preda facile dei tormenti e della rabbia. In quelle condizioni misere era quasi paragonabile a un comune mortale e non al dio dei tuoni.
Mi avvicinai lentamente a lui. Thor si accorse della mia presenza e si scostò dai suoi pensieri, spostando lo sguardo fisso su di me. Nonostante il suo aspetto, i suoi capelli dorati lo rendevano anche in quel modo l’uomo più affascinante. Anche se era recluso in una cella, impotente.
- Ti ha mandata Loki?
Domandò nervoso. Negai, scuotendo la testa.
 - Cosa vuoi? Non sei un’Asgardiana, vero?
- No, vengo da Midgard.
- Una mortale ad Asgard.
Disse ridendo. Capii che quella sua reazione era per smorzare la rabbia che sentiva dentro.
- Asgard è cupa e rivuole il suo re.
Risposi malinconica.
- Ha già un re. Loki.
Non risposi.
- Sai, non riesco ancora a capire il perché della tua visita. Da che parte stai?
- Io…
Feci per rispondere, ma mi bloccai improvvisamente.
 
Da che parte stavo?
Fino a quel momento non mi ero posta quella domanda. Thor e Loki erano fratelli ed entrambi vivevano pacificamente ad Asgard.
Avrei dovuto scegliere da che parte stare? Per quale motivo? Thor aveva sbagliato e Loki aveva semplicemente preso il comando della situazione. Cosa c’era di sbagliato in tutto questo?
 
- Dovrei schierarmi? Loki è tuo fratello.
Risposi.
- Non ho nulla contro di lui, voglio molto bene a Loki. Ma la questione è un’altra: io non ho ucciso mio padre.
- Loki dice…
- Loki può dire ciò che vuole. Tu cosa credi sia successo?
- Io ho visto te uccidere Odino. E non mento.
- Ed io rimango della mia posizione. Nemmeno io mento. Amavo mio padre più di ogni altra cosa.
- Cosa vorresti dire?
- Qualcuno ci sta manipolando… E da ciò che ho capito: tu conosci la storia di Asgard, non è così?
- Sì, mi affascina molto.
- Hel?
Nell’oscurità qualcuno mi chiamò, interrompendo la mia conversazione con Thor. Intravidi la sagoma di Freki e fissai dispiaciuta Thor.
- Pensa a ciò che ti ho detto. E non commettere l’errore di schierarti dalla parte sbagliata.
Concluse Thor.
- Loki deve parlarti.
Aggiunse Freki, fissando di sbieco Thor.
 
Lasciai i sotterranei brontolando. Da quando avevo messo piede ad Asgard, Freki si era quasi dimenticato della mia presenza e mi trattava in modo freddo. Dov’era finito il Freki che avevo conosciuto? Era stato premuroso con me e adesso invece…
Entrai nella sala del trono e vidi Loki seduto su un maestoso trono intagliato, mentre era intento a giocherellare distrattamente con il suo scettro cosmico. Dal modo in cui lo teneva capii che lo riteneva così prezioso.
- Mi hai fatto chiamare?
Domandai. La sua sfrontata superiorità, che aveva cominciato ad esercitare da pochissimo tempo, stava cominciando a darmi sui nervi.
- Hai parlato con Thor.
Rispose, continuando a fissare il suo scettro.
- Mi è forse vietato?
- No. Puoi fare quello che vuoi qui ad Asgard. Ti ho salvata dalla paranoia di Midgard.
Rispose sorridendo.
 
Midgard. Quella parola detta da lui mi riportò ai vecchi tempi, ai giorni in cui venivo perennemente evitata dalla gente. Trascorrevo le mie giornate vivendo nell’oscurità. Nessuno si accorgeva di me e dopo una mattinata infernale passata nell’oblio, l’unica cosa che riusciva a consolarmi erano i miei libri.
Dovevo ringraziare Loki per avermi salvato, per avermi portato su Asgard e per avermi fatto capire di valere qualcosa e di essere voluta bene da qualcuno.
 
- Grazie Loki.
Risposi ricambiando il suo sorriso. Con una sola frase era riuscito a far cambiare il mio umore e a far sparire i dubbi che indirettamente Thor aveva insidiato dentro di me.
Come si poteva odiare Loki? Adesso capivo la sua scelta: aveva accettato di prendere, al posto di Thor, il controllo di Asgard per il bene del popolo.
- Pensavo che Asgard fosse diversa.
Aggiunsi, ripensando a ciò che aveva letto sui miei libri.
- Cosa dicevano i tuoi libri a proposito?
Mi chiese curioso.
- Descrivevano Asgard come un posto meraviglioso. Lo è, ma credo si sia sbagliato sul conto degli Asgardiani. Qui non esiste il male.
- Sarei io colui che incarna il male?
Domandò ridendo.
- Tu non odi Thor.
- Infatti, non lo odio. Ho solo fatto il mio dovere. E ti ho fatta chiamare per evitare che sia Thor a insidiare il male dentro di te.
- Ma Thor non è mai stato cattivo.
- Forse i tuoi libri si sono sbagliati anche sul suo conto. Hanno sbagliato sul mio e l’errore è una consuetudine dei mortali. Ma ritornando al nostro discorso… Ti sarai chiesta perché ti ho portata qui ad Asgard…
Annuii curiosa.
- Asgard ha bisogno di te e delle tue potenzialità.
- Le mie potenzialità?
Domandai senza capire.
- Tu stessa mi hai detto di avere delle Visioni… E’ il tuo dono, Hel.
- Non l’ho mai visto come un dono, ma come una maledizione.
- Qua non potrai nuocere a nessuno. Asgard è la tua casa, qui nessuno ti giudicherà per ciò che farai in futuro. Ed è per questo che ho pensato di assegnarti alle Valchirie, che dimorano nel Valhalla.
- Il Valhalla?
Domandai stupita. Avevo delle reminiscenze sul Valhalla; nei miei libri era descritto come una specie di Olimpo nordico dove dimoravano gli eroi caduti in battaglia e le famose Valchirie, divinità femminili che servivano Odino.
- Se riuscirai nell’intento, sarai la mia personale Valchiria.
Concluse, decidendo del mio futuro.
 
 
*Angolo dell’autrice:
 
Eccomi di nuovo qua!! Ho preso una pausa di qualche giorno e finalmente sono riuscita a scrivere anche il 6 capitolo!
Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere la mia FF e chi mi lascia anche delle recensioni. Questo è il 6 capitolo! Commentate e ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 7
*** Il Valhalla ***


Il Valhalla era uno dei dodici palazzi di Asgard, preceduto dalle rive del fiume Thund e da altissimi cancelli sorvegliati costantemente da un lupo e un’aquila.
Il palazzo era costituito da 540 sale, i cui muri erano fatti dalle lance dei guerrieri più valorosi, il tetto era costituito da scudi d’oro e gli arredi interni composti da vesti dei combattenti.
Da quando Loki era salito al potere aveva trasformato il Valhalla in un accampamento militare, in cui i guerrieri si esercitavano combattendo nelle pianure di Asgard e organizzando giostre cavalleresche.
La sera, al ritorno dalle esercitazioni, si ritornava ai propri alloggi e si banchettava allegramente tra vino e pietanze.
Passai un mese intero nel Valhalla tra tornei e giochi, ritornando la sera sfinita e piena di lividi.
Fino a quel momento non avevo capito la gravità della situazione: Loki aveva deciso del mio futuro, omettendo quali fossero i miei compiti. E così in poco tempo ero diventata una delle guerriere di Asgard.
Non avevo avuto nemmeno la possibilità di tirarmi indietro, Loki mi riteneva di sua proprietà.
 
Puoi fare quello che vuoi qui ad Asgard. Aveva detto sorridendo.
 
Ma la cosa più grave era essere trattata diversamente dagli altri. In antichità le Valchirie servivano Odino, occupandosi degli eroi caduti in battaglia. Adesso Odino era morto ed io servivo suo figlio Loki, direttamente. Ero diventata una specie di guardia del corpo, come se il dio dell’inganno ne avesse avuto mai bisogno.
Non tornavo la sera al mio alloggio e non banchettavo insieme agli altri, ma passavo le mie notti nel palazzo reale, in compagnia di Loki.
 
- Hai avuto altre Visioni, Hel?
Mi chiese Loki, vedendomi arrivare. Era la prima domanda che mi porgeva ogni sera al mio arrivo, come se volesse controllare il futuro o forse me.
- No.
Risposi fredda. Il suo diretto interesse mi dava sui nervi, non nascondeva il fatto che fosse più interessato a quelle stupide Visioni che a me.
- Hai avuto una cattiva giornata?
Domandò allora accorgendosi del mio malumore. Si avvicinò di qualche passo.
- Sì, sono troppo stanca.
Risposi lasciandomi andare al suo abbraccio. Mi sfiorò la guancia e mi baciò la fronte affettuosamente. Poi scoprì le mie braccia e vide i lividi, che anche quella sera mi ero procurata. Le sfiorò con le sue dita delicatamente e i lividi svanirono all’improvviso. Poi si soffermò sull’unica cicatrice che rimaneva impassibile al suo potere, quella che portava la sua runa. La sfiorò e rabbrividii al contatto.
La cicatrice si evidenziò come se dentro vi scorresse inchiostro e subito dopo vidi Loki sorridere.
- Adesso ti sentirai meglio.
Disse Loki, scostandosi da me. Lo guardai afflitta. In quel mese mi ero affezionata a lui, come se ci fosse un legame forte tra me e lui.
In quel momento intravidi Freki ed ebbi un sussulto. Mi ero anche affezionata a Freki e c’eravamo avvicinati di più in quel periodo. E qualcosa di più dell’amicizia stava crescendo intorno a noi.
- Freki!
Dissi mentre lo rincorsi. Lui si girò e mi sorrise. Mi cinse con un abbraccio e mi baciò teneramente.
- Hel, tutto apposto?
Mi domandò. Annuii, sorridendo.
- E tu?
- Sono appena tornato da un sontuoso banchetto al Valhalla.
Rispose ridendo.
Anche lui era stato reclutato tra i guerrieri del Valhalla e avevamo diviso insieme vari tornei.
- Vuoi che ti faccia compagnia?
Mi chiese, mentre passavamo davanti ai sotterranei.
Intravidi Frigga salire le scale e tornare nelle sue stanze dopo aver fatto visita a Thor. Il suo viso era così triste.
Non ero più ritornata lì, da quando ero entrata nel Valhalla e adesso sentivo anche la mancanza di Thor.
- No Freki. Sono stanca e… devo fare una cosa.
Risposi guardando la scala che portava ai sotterranei.
- Posso accompagnarti?
Domandò abbracciandomi. Feci segno di no, lui mi baciò e tornò alle sue stanze. Aspettai qualche minuto e scesi nei sotterranei.
 
Thor non era cambiato affatto in quell’arco di tempo. Il suo viso era quello di sempre, ma era evidente come fosse dimagrito.
Mi sentivo ancora in colpa; se avessi parlato Thor non avrebbe commesso quel delitto e non sarebbe stato rinchiuso in una cella.
- Madre?
Domandò Thor sentendo i miei passi. La sua voce suonava così debole e cupa.
- No, sono Hel.
Risposi mettendomi accanto alla luce di una torcia.
- E’ passato molto tempo dalla tua visita.
- Un mese.
- Dove sei stata? A Midgard?
 
Midgard. Avevo quasi dimenticato da dove venissi.
Il mio paese e la mia famiglia. Ormai appartenevo ad Asgard e a… Loki.
 
- Nel Valhalla.
Risposi cupa.
- Sei diventata una guerriera?
Mi chiese Thor, vedendo la mia armatura. Annuii.
- Perché?
Thor si allarmò. Lo fissai incerta.
- Cosa sta combinando Loki?
Aggiunse assumendo un tono greve.
 
Cosa sta combinando Loki? La voce di Thor si ripeté nella mia mente e in quel momento ebbi la Visione: vidi Loki tra una folla di gente, migliaia di persone inginocchiate. I loro visi erano colmi di terrore e su di essi gravava lo scettro cosmico di Loki.
Sono Loki di Asgard e dominerò la Terra! Queste furono le parole che uscirono dalla bocca di Loki e un brivido mi scosse tornando alla realtà.
 
- Hel? Che succede?
Mi chiese turbato Thor.
- Ho visto… Loki…
Dissi confusa.
- Cosa?
- Vuole dominare Midgard.
Risposi tremando.
- Perché sei stata mandata nel Valhalla?
- Lo ha trasformato in un accampamento militare. Vuole servirsi di noi per… attaccare la Terra!
Risposi arrivando alla conclusione. Era questo il piano di Loki!
Odino non avrebbe mai permesso di soggiogare Midgard… e adesso Loki, unico Signore di Asgard, aveva campo libero. Ma perché servirsi di me?
Ebbi l’impulso di andare subito a parlare con Loki, ma sarebbe stato troppo rischioso.
- Hel, dobbiamo fermare Loki! Devi fermarlo!
Disse Thor, supplicandomi.
- Come? Io sono solo…
- Devi riuscirci! Asgard è nelle tue mani.
 
Asgard è nelle mie mani. Cosa potevo fare? Dinanzi alla potenza di Loki non potevo far nulla. Thor era rinchiuso in una cella e Loki riusciva a dominare anche la mia coscienza… l’unico a cui potevo chiedere aiuto era Freki!
 
 
*Angolo dell’autrice:
 
Eccomi!! Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere la mia FF e chi mi lascia anche delle recensioni. Questo è il 7 capitolo! Commentate e ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 8
*** L'inganno ***


Presa dal panico decisi allora di andare a cercare Freki, prima che fosse troppo tardi. Mi recai nella sua stanza ma non lo trovai. Eppure l’ultima volta che avevo parlato con lui l’avevo visto dirigersi verso quella direzione. Dove poteva essere allora?
Prima che potessi girare invano tutto il palazzo, con il rischio di essere scoperta, sentii delle voci sommesse provenire dalla sala del trono.
Una fioca luce illuminava la sala e dentro i due interlocutori cominciarono a discutere animatamente. 
Mi affiancai accanto alla porta e intravidi Freki parlare con Loki.
- Adesso che Thor non potrà più darmi fastidio, potrò conquistare Midgard!
Disse Loki, ridendo.
- Sire, gli Asgardiani potrebbero ribellarsi e… vostro padre non avrebbe acconsentito, il popolo non vuole soggiogare Midgard…
Rispose Freki.
- Non è mio padre!
Gridò Loki, perdendo la sua calma apparente. Freki fece un passo indietro per la paura.
- Quello sciocco ha sempre preferito Thor a me! E adesso che l’ho ucciso, non potrà ostacolarmi…Thor marcirà per sempre in quella cella ed io conquisterò Midgard!
Aggiunse Loki, sorridendo. Un sorriso malvagio.
 
Sussultai nel buio. Loki aveva ucciso Odino e aveva addossato la colpa a Thor… Ma come era riuscito a fare tutto ciò? Io avevo visto Thor compiere tale delitto e non Loki! E Freki era al corrente di tutto, era un suo complice! Come aveva potuto farsi ingannare in quel modo?
 
- Sì, mio Signore.
Disse Freki inchinandosi.
- Freki, non proferire parola con Hel. Non deve sapere del nostro piano. Ho ancora bisogno di lei…
Aggiunse Loki.
 
Le mie speranze di essere aiutata da Freki erano svanite. Lui era coinvolto nei piani meschini di Loki ed io ero sola. Come avrei salvato Thor, Asgard e Midgard dalla pazzia di Loki?
Non feci in tempo a nascondermi, che Freki mi vide sulla soglia. Sgranò gli occhi e Loki si accorse della mia presenza. Ormai era troppo tardi per scappare.
- Hel? Cosa fai lì?
Mi domandò Loki. Non seppi che rispondere. Il cuore mi batteva veloce e la paura prese il sopravvento.
- Freki, vai via.
Aggiunse. Poi mi fece cenno di venire avanti.
- Dove sei stata?
Mi chiese. Sapeva che avevo ascoltato la loro conversazione, ma amava torturare la gente con le sue domande inutili. E se avessi mentito, non avrebbe fatto alcuna differenza. Sapeva fin dall’inizio dove ero stata.
- Hai ucciso tu Odino?
Chiesi sconvolta. Loki non rispose.
- Perché l’hai fatto? E perché hai addossato la colpa a Thor?
Domandai.
- Odino non mi ha mai voluto bene come un figlio! Thor, e sempre Thor… lui era il prescelto al trono di Asgard e non io! Io sono il legittimo re!
Rispose Loki, fissandomi.
- Thor ti ha sempre voluto bene come un fratello…
- Lui non è mio fratello. E Odino non era mio padre. Non farò lo stesso sbaglio con te…
Si fermò all’improvviso, come se avesse detto qualcosa di sbagliato. Sussultò istintivamente e aspettò una mia reazione.
 
Non farò lo stesso sbaglio con te.
 
Sgranai gli occhi. Lo fissai turbata. La verità era a un passo da me ed era difficile da comprendere.
- Cosa vuol dire?
Domandai con le lacrime agli occhi. Loki sospirò amaramente.
- Hel, sei mia figlia.
Rispose scandendo ogni singola parola. Rimasi a fissarlo sconvolta, senza proferire alcuna parola. Poi ebbi come un flash:
 
Loki, dio dell’inganno e figlio adottivo di Odino, ebbe tre figli:
  • Il serpente del Midgard
  • Il lupo Fenrir
  • Hel, Dea degli Inferi
 
Hel.
 
Quante volte avevo letto quei libri e quelle parole. La Dea degli Inferi portava il mio stesso nome, ma fino a quel momento non vi diedi importanza. Non ne avevo avuto il motivo ma adesso la mia mente andava cercando un appiglio per confutare tale teoria.
 
- Sono solo leggende. Tu stesso mi hai detto che Asgard è diversa…
Mi fermai.
 
Asgard è diversa da come viene descritta nei miei libri. Ad Asgard non esisteva il male…
Loki mi aveva semplicemente ingannato! Lui era il male!
 
- Io ti sembro una leggenda?
Gridò avvicinandosi.
- No…
Sussurrai debolmente. Sentii cedere le gambe.
 
Loki era mio padre. Il padre che non avevo mai conosciuto. Il dio che mi aveva salvato. Il dio che odiavo in quel momento.
 
- Avrei preferito essere figlia di Thor!
Sbottai nervosamente. Non mi resi conto della gravità della frase e della situazione. Loki sgranò gli occhi, rise e un attimo dopo mi ritrovai lo scettro cosmico puntato addosso. Indietreggiai per la paura.
- Che cosa vuoi fare?
- Non ho altra scelta.
- No, non puoi. Io sono… tua figlia e…
Loki rise.
- Hai ragione… Tu sei mia figlia, e farai tutto ciò che ti ordinerò.
Concluse Loki, facendomi segno di camminare.
Il mio piano era miseramente fallito, adesso mi trovavo in balia di Loki e non avevo via di scampo.
 
*Angolo dell’autrice:
 
Eccoci al momento importante di questa FF!! Una rivelazione sconcertante, no? Sono troppo curiosa di leggere le vostre reazioni!
Ringrazio come sempre chi continua a leggere questa storia e chi mi scrive. Questo è l’8 capitolo, commentate e ditemi cosa ne pensate!
 

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Capitolo 9
*** Padre e figlia ***


Mi sentivo confusa, arrabbiata, nervosa, sconfitta e umiliata. Tutte queste emozioni continuavano a girare indisturbate nella mia testa. Tutto era andato storto e la colpa era solo mia!
Non ebbi la forza di ribellarmi, di urlare, di scappare via e mi lasciai trascinare nel baratro da Loki. Diventai inerme e accondiscendente a tutto ciò che uscì dalla sua bocca.
E fu così che mi ritrovai rinchiusa in una cella e in quel momento capii il senso di impotenza che aveva provato Thor.
Mi accasciai a terra e cercai di frenare le mie emozioni. Loki non doveva godere nel vedermi piangere… e sfogai la mia rabbia scaraventando qualsiasi cosa sul vetro della cella.
Loki si soffermò a fissarmi per qualche attimo e, vista la mia reazione, un sorriso maligno spuntò sul suo viso.
 
Come poteva godere anche in quel momento?
 
Ansimai per la sconfitta, gli urlai contro ma lui non si destò. Era come se fosse fatto di pietra!
- Stai calma.
Disse, con quel suo tono pacato.
- Ne riparleremo quando avrai cambiato idea.
Aggiunse, scomparendo.
 
Rimasi a fissare il vuoto davanti a me, mi lasciai andare e finalmente sgorgarono dal mio viso lacrime amare.
La confusione era ciò che non riuscivo a sopportare in quel momento: tutto quello che era successo in quei mesi era solo la conseguenza di un piano architettato nei minimi particolari da Loki. Ero stata solo una pedina nelle sue mani e inconsapevolmente mi ero lasciata sopraffare e mi ero dannatamente affezionata a lui.
 
Il mattino seguente, dopo aver passato tutta la notte a torturarmi con mille pensieri, Loki venne a farmi visita.
In un primo momento rimase fuori a fissarmi. Evitai il suo sguardo e dopodiché oltrepassò il vetro e si chinò dinanzi a me.
- Perché mi hai abbandonata?
Gli domandai prima che lui potesse proferire parola.
- Io non ti ho abbandonata. Sono stato costretto.
Rispose addolcendosi. Lo fissai e sembrò essere sincero.
- Perché?
- Odino, quando seppe della tua nascita ti bandì da Asgard e… ti affidai a tua madre.
- Perché non l’hai seguita fino a Midgard?
- Non potevo.
Rispose, evitando di guardarmi.
- Per tutti questi anni, ho vissuto senza sapere chi fosse mio padre! Non hai provato vergogna… E dov’eri quando mia madre morì?
Mi lasciai andare, mentre singhiozzavo.
- Sono stato sempre al tuo fianco! E quel maledetto giorno io ti salvai da morte sicura…
Rispose prendendo il mio polso. Lo strinse con forza e mi indicò la cicatrice. Ansimai e non riuscii a continuare.
- Hel, in questi anni, sono stato al tuo fianco…se fossi apparso ti avrei creato solo problemi. E a quei tempi ne avevi già molti.
Aggiunse.
 
La mia mente allora mi riportò ai primi mesi dopo la morte di mia madre. Per me fu un duro colpo e tutto cominciò ad andare male quando iniziai la scuola. Ero vittima degli scherzi e delle angherie dei miei compagni, mi vedevano come una ragazzina timida e schiva e quindi ero il loro bersaglio preferito.
Poi cambiai atteggiamento, come se qualcuno mi avesse dato la forza giusta per difendermi e solo ora riuscivo a capire che quel qualcuno in realtà era Loki.
Diventai più aggressiva e per questo motivo fui espulsa da scuola molte volte.
Non riuscivo a trovare il mio posto nella società, ero quella strana, quella che non sapeva adattarsi e con il passare del tempo accettai la solitudine e mi chiusi di nuovo in me stessa. Ma stavolta avevo le mie passioni ed erano l’unica compagnia che avevo.
 
- Avrei voluto dirti tutto prima, ma… avevo paura di perderti.
Aggiunse malinconico. Lo guardai rassegnata e afflitta. Lui mi accarezzò il viso e mi sorrise.
In fin dei conti entrambi non avevamo avuto vita facile. Lui aveva dovuto sopportare l’abbandono da parte di un padre che l’aveva rinnegato per il suo aspetto e l’inganno dell’altro. Forse Odino aveva amato entrambi, ma non abbastanza.
Adesso riuscivo a capire Loki: si sentiva abbandonato, solo, messo da parte e l’unica cosa che lo avrebbe fatto cambiare era un po’ di considerazione in più.
- Mi sei mancato…
Dissi abbracciandolo. Mi lasciai andare e cominciai a piangere. Loki mi abbracciò e mi cullò dolcemente.
- Anche tu.
Sussurrò.
Poi come scosso da un pensiero, mi lasciò andare.
- Sarai al mio fianco, qualunque decisione io prenda?
Domandò cambiando tono di voce. Lo guardai senza capire.
- Di cosa stai parlando?
Chiesi, ma prima che potesse rispondere compresi tutto. Era ritornato ad essere il Loki di sempre.
- Mi stai usando solo per i tuoi scopi, non è così?
Non rispose.
- Sai che non condivido ciò che hai fatto! E non devo essere dalla tua parte solo perché il tuo stesso sangue scorre nelle mie vene!
Aveva tutta la ragione di questo mondo, ma non lo avrei mai perdonato per il suo gesto.
- Bene! Schierati dalla parte sbagliata e… non avrò pietà di te!
Concluse Loki, scomparendo nel nulla.
 
Era riuscito a rovinare quel bel momento. Lui e la sua brama di potere! Per lui contava solo il dominio su Asgard e su Midgard, nient’altro.
Avevo creduto che avesse cambiato idea, che adesso avesse pensato solo al tempo perduto, che si fosse preso cura di me ma mi ero sbagliata ancora una volta.
 
Schierati dalla parte sbagliata e non avrò pietà di te! Eravamo arrivati alle minacce e quella frase mi spiazzò completamente. Come poteva un padre odiare la propria figlia? E come potevo schierarmi contro di lui?
Cosa avrei dovuto fare? Se avessi aiutato Thor, avrei forse salvato Asgard… ma avrei perso per sempre mio padre.
E se invece mi fossi schierata dalla parte di Loki sarei passata per una traditrice.
 
- Alla fine ti sei rivelata come una traditrice.
Una voce mi riportò alla realtà. Vidi davanti a me Freki.
- Cosa stai dicendo?
Sgranai gli occhi. Non mi aspettavo di ricevere la sua visita.
- Non ti sei forse schierata dalla parte di Thor?
- E per questo dovrei passare per una traditrice?
- Thor deve pagare per tutto il male che ha fatto!
- Thor non ha ucciso Odino!
- Sì, hai ragione. Non è stato lui, ma Loki.
- Non provi ripugno verso colui che tu chiami signore? Non vedi che ha ingannato tutti noi ?
- Ingannato? Forse tu e il tuo Thor. Io ho sempre desiderato vedere Thor dietro le sbarre!
- Come scusa?
Sussultai.
- Non lo sapevi?
Rispose Freki ridendo.
- Mi sono fidata di te…
Sussurrai con un fil di voce.
 
Adesso mi rendevo conto di tutta la situazione. Loki non era l’unico ad aver manovrato la mia vita, ma anche Freki aveva un ruolo in tutto ciò. Avevo sperato che non fosse coinvolto direttamente, ma avevo perso.
Ero davvero sola. E mi trovavo nella tana del lupo. Nessuno era dalla mia parte.
 
- Come ha fatto Loki? Io non ricordo di aver visto lui uccidere Odino…
Pensai ad alta voce. Ancora non riuscivo a spiegarmi ciò che era veramente accaduto il giorno della morte di Odino.
- Forse sottovaluti tuo padre. E’ molto potente.
- Spiegati meglio.
- Sei sicura di voler sapere la verità?
- Ormai non mi stupisco di nulla.
- Mesi fa Loki mi mandò su Midgard per cercarti. Disse che era arrivato il tempo di mettere in atto il suo piano. Così ti trovai e cercai di avvicinarti. Bè quel giorno ad Asgard, mentre tu e Loki vi intrattenevate con la Regina, io andai a parlare con Thor e così ritardai il suo arrivo. Loki ebbe tutto il tempo per prendere le sembianze di suo fratello e di uccidere Odino davanti ai tuoi occhi.
- Perché proprio io?
- Se Loki fosse stato l’unico testimone nessuno gli avrebbe creduto. Ma se invece ci fosse stata un’estranea ai fatti, tutto sarebbe andato come previsto.
 
Scostai lo sguardo da Freki e fissai in lontananza la sagoma di Thor, rinchiuso nella cella.
Per tutto quel tempo Thor aveva detto la verità, ma io non gli avevo creduto. Ero stata una stupida!
Ero furiosa con Loki per la sua brama di potere, ma adesso che conoscevo tutta la verità era tutto diverso.
Il dubbio della sua colpevolezza adesso era comprovato e il modo in cui aveva usato me e Thor per i suoi scopi… No, Loki non era nelle sue condizioni normali, era diventato pazzo!
Dovevo fare qualcosa subito, Loki doveva rinsavire e fare marcia indietro. Se avesse portato a termine i suoi piani ci avrebbe portati alla morte!
 
Aspettai che Freki se ne andasse e appoggiai il mio viso al vetro freddo. Thor era disteso a terra, come se avesse perso le speranze.
- Thor!
Gridai, lui si girò e mi guardò in modo malinconico.
- Avevi ragione. Non hai ucciso tu Odino, ma Loki. Mi dispiace non averti creduto…
- E’ colpa di Loki. Ha illuso anche te…
Rispose.
- Sì, ma adesso è tutto così complicato. Ho paura di prendere la decisione sbagliata. Loki è pur sempre mio padre e…
- In tutti questi anni ho sempre perdonato mio fratello, qualsiasi cosa abbia combinato.
- Vorrei sistemare tutto senza fare danni né a te né a lui… Non voglio rinunciare a entrambi.
- Vedrai che ce la faremo.
- Forse possiamo farcela, ma ho bisogno del tuo aiuto Thor…
- Cosa vorresti fare?
- Dobbiamo uscire da qui il prima possibile e… credo di avere avuto un’idea!
Risposi, mentre sentivo salire dentro di me la speranza.
 
 
*Angolo dell’autrice:
 
Grazie per i commenti!! Grazie davvero a chi continua a seguirmi.
Questo è il 9 capitolo. C’ho messo un po’ a scriverlo, credo che sia il capitolo più difficile. Ho dovuto fare mente locale sulle singole emozioni provate da ognuno dei miei personaggi, in particolare quelle di Hel e di Loki.
Il capitolo finisce a metà. Lo so, sono crudele… Ma spero che vi piaccia e che vi faccia incuriosire tanto.
Bè, commentate e ditemi che ne pensate!
Un bacio, Roxy. 

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Un silenzio eterno fluttuava da alcune ore nei sotterranei. Nessuno si lamentava più ed io combattevo per non lasciarmi andare alla disperazione. Erano arrivate voci che Loki aveva già deciso di riunire la sua armata e di recarsi a Midgard quel giorno stesso. 
Un rumore mi fece voltare e vidi il corpo di Thor scivolare sul pavimento. Rimase immobile e cominciai a preoccuparmi. Capii allora che era stato colto da un malore.  
- Thor! 
Gridai il più forte possibile, ma lui non si mosse. 
- Guardie!! Il principe di Asgard sta male! 
Urlai allora, mentre cominciai a sbattere i pugni contro il vetro. Due guardie accorsero e gli indicai il corpo di Thor, steso a terra. Frigga si riversò su di lui preoccupata e fece cenno alle guardie di portarlo via di lì. 
Frigga fece per seguire suo figlio, ma si arrestò quando si accorse di me o meglio della mia copia, riversa anch’essa a terra, mentre era scossa da tremiti e sussultava piangendo. Scostai lo sguardo tormentato verso di lei e i suoi occhi si riempirono di lacrime. 
- Guardie, aspettate! Portate via anche lei… 
Disse andando via. 
Altre due guardie mi caricarono su e mi portarono insieme a Thor in una delle stanze reali dove la Regina ci avrebbe assistito. 

Mi ci volle un sacco di tempo per poter portare a termine il piano che avevo ideato.
L’unico modo per uscire di lì era impietosire Frigga con qualche stratagemma. E se dentro di me scorreva lo stesso sangue di Loki avrei usato l’inganno per fare ciò. 
Se Loki riusciva a usare le proprie illusioni, ci sarei riuscita pure io! E fu così che riprovai per tutto il tempo fino a quando riuscii a riprodurre una mia copia perfetta. 
Thor si sorprese delle mie capacità e accettò di aiutarmi, dopo qualche tentennamento. Dovevo pur sempre ingannare in un modo così subdolo sua madre. 
Così Thor finse un malore ed io riprodussi la mia illusione tormentata agli occhi tristi della regina. 

- Tutto bene? 
Mi chiese Thor appena le guardie ci lasciarono in una delle stanze. 
- Sì, ho rimediato anche questi. 
Risposi, indicandogli i due pugnali che avevo sfilato alle cinture delle due guardie. Thor ne preso uno e lo nascose. 
- Andiamo, prima che sia troppo tardi. 
Dissi, ma in quel momento entrò Frigga. 
- Thor! Ti sei già ripreso? 
Esclamò lei stupita. Un sorriso spuntò sul suo viso.
- Madre, sto bene… e adesso scusaci, ma… 
- E tu? Vedo che stai benissimo… cos’è? Volevi scappare? 
Domandò indicandomi. 
- Madre, lasciaci passare. Asgard è in pericolo, dobbiamo fermare Loki prima che sia troppo tardi. 
Rispose Thor. 
- Tardi per cosa? Hai dimenticato che sei prigioniero… 
- Madre, non sono stato io ad uccidere mio padre… ma Loki. 
- No, stai mentendo! 
Esclamò turbata Frigga. In realtà la verità le era così difficile da accettare. Aveva creduto alle menzogne di Loki, si era convinta che suo figlio Thor avesse commesso un tale peccato… e che Loki fosse cambiato veramente. Ma tutti noi c’eravamo sbagliati sul suo conto.  
- Madre, è così… 
- No! Ti ha convinto lei a scappare? 
Domandò fissandomi torva e puntandomi contro il dito. Thor si fece spazio e ignorò sua madre. Lo seguii evitando di guardare in viso Frigga.
- Aspetta Hel! 
Disse Frigga, afferrando il mio braccio. Mi girai verso di lei e mi diede un ceffone. Indietreggiai per la sorpresa. 
- Sei tale e quale a tuo padre… Brava, ingannare la tua regina… 
- Non mi avreste ascoltato se vi avessi detto la verità. Rimango sempre la figlia di Loki e… non sono degna di stare qui ad Asgard, non è vero? 
- Che cosa intendi dire? 
- Decidere di bandire qualcuno dal regno, solo perché vi faceva comodo. E trattare in modo diverso uno dei due figli… Loki non si sarà comportato bene in questi anni, ma negargli il trono… vivere nella menzogna, come siete abituati voi Asgardiani… non vi vergognate? 
Risposi, sfogandomi. Tutta quella situazione era insostenibile: Loki aveva sbagliato, ma aveva avuto i suoi motivi per farlo… Ma Odino e Frigga l’avevano allevato nella menzogna, cosa si aspettavano da lui? Loki aveva preso esempio dai loro genitori, se era diventato il dio dell’inganno. 

Frigga mi tirò un altro ceffone e Thor intervenne portandomi via. Mi massaggiai la parte lesa e seguii Thor in silenzio per i corridoi del palazzo. 
- Thor? 
Lo fermai. 
- Cosa c’è? 
Mi chiese nervoso. La conversazione con sua madre aveva rovinato il clima di speranza. 
- Prima di ritrovare Loki, promettimi una cosa. 
- Cosa? 
- Se Loki dovesse arrendersi, ti prego, non rinchiuderlo in una cella. 
- Non posso Hel. Ciò che mi stai chiedendo va contro i miei valori. 
- Non è questa la soluzione, Thor! Soffrirebbe ancora di più! 
- Non pensi a me, a Frigga? Noi non abbiamo sofferto?! 
Mi gridò contro Thor. Abbassai lo sguardo. 
- Prova a metterti nei suoi panni… 
- L’ho già fatto un sacco di volte… e ogni volta ha combinato sempre guai! 
- Non voglio perderlo… Promettimelo! 
Thor mi guardò esasperato. Poi sospirò e annuì. 
- Te lo prometto. Ma adesso sbrighiamoci! Devo recuperare il mio martello!
Concluse, dandomi le spalle.

Attraversammo l’intero palazzo e sostammo davanti la sala dove era custodito il Mjolnir, che era però controllato da due guardie. 
- Fateci passare! 
Disse Thor, con fare altezzoso. 
- Il Signore di Asgard ci ha proibito di far passare chiunque. 
Rispose una delle due. 
- D’ora in poi sarò io a comandare su Asgard e non Loki! 
Rispose Thor, avvicinandosi. 
- Non possiamo, mi dispiace. Andate via! 
Le due guardie sfoderarono le spade ed io e Thor i nostri pugnali. Una delle due si avventò su di me e lo ferii al fianco, mentre Thor scaraventò a terra l’altra guardia che fuggì. 
Thor entrò nella stanza e si riappropriò del suo martello, alzandolo al cielo. Il rumore di un tuono rimbombò nell’atmosfera e vidi Asgard sotto la pioggia. 

Attraversammo tutta Asgard e in lontananza vidi la sagoma agile di Loki percorrere il Bifröst. 
- Sta oltrepassando il ponte! 
Esclamai. 
- Dobbiamo fermarlo… non deve raggiungere Midgard! 
Aggiunse Thor correndo. 
Ma prima che potessimo raggiungere il ponte, Freki si stagliò contro di noi, impedendoci di passare. 
- Siete fuggiti? 
Esclamò sorpreso, puntandomi contro la spada.
- Freki, lasciaci passare… Loki sta commettendo un grosso errore! 
Risposi supplicandolo. 
- Fammi passare! 
Aggiunse Thor, scandendo ogni singola parola. Freki lo guardò torvo e Thor perse la pazienza. Lo scostò bruscamente e si fece largo. 
- Loki!! 
Lo chiamò Thor. Loki si girò e sorrise. 
- Fratello, sei arrivato troppo tardi. 
Rispose Loki continuando ad avanzare. 
- Fermati! 
Ma Loki non obbedì. Allora Thor alzò il Mjolnir e lo sbatté con forza contro il Bifröst, che si spaccò in due: da una parte io e Freki e dall’altra Loki e Thor. 
Guardammo sconcertati Thor: aveva appena distrutto l’unico ponte che collegava i due mondi! 
- Che cosa hai fatto?!
Loki si avventò su Thor e iniziarono a litigare. 

Mi fermai a fissare l’enorme spaccatura e mi decisi a superarla. Ma Freki mi afferrò per il braccio e mi gettò a terra furiosamente. 
- Dove credi di andare? 
Mi domandò puntandomi di nuovo la spada. 
- Lasciami! 
Gli sputai in faccia e mi alzai, sfoderando il pugnale. Perse qualche secondo, ma fu più agile di me e affondò la spada. Evitai il colpo e indietreggiai. 
- Perché ti sei messo contro di me? 
Gli chiesi disperata. 
- Tu hai scelto di schierarti dalla parte di Thor… 
- Loki sta sbagliando! 
- Questo è quello che credi tu! 
- Freki, ragiona! Tu non hai niente a che fare con questa faccenda. Appena Loki avrà vinto, tu non gli servirai più e verrai abbandonato al tuo destino. 
- No, non lo farà. 
- E’ la sua natura. Lui è abituato ad usare la gente per i suoi scopi. Lo ha fatto anche con me, sua figlia! 
Freki si fermò improvvisamente. Aveva capito tutto e mi guardò incerto. 
- Allora, ha usato anche me… 
Sussurrò malinconico. Annuii tristemente e vidi cambiare la sua espressione. Adesso i suoi occhi ardevano di odio e ansimava per la rabbia. 
- Per Asgard! 
Urlò, alzando la spada al cielo. Mi prese per mano e mi fissò ardentemente. 
- Pensi di potercela fare? Dobbiamo saltare quella spaccatura…
Mi disse, stringendo la mia mano. 
- Credo di si… 
Risposi, tremando. 

Prendemmo la rincorsa e saltammo. Trattenni l’aria e chiusi gli occhi, evitando di guardare in basso. Sperai con tutta me stessa di non finire nel vuoto e solo quando sentii il terreno sotto ai miei piedi sospirai. 
Mi guardai indietro: avevamo superato lo strapiombo! 
Girai lo sguardo verso Thor e Loki. Avevano entrambi un paio di ferite e continuavano a combattere, affondando ed evitando colpi. 
Prima che potessi fermarli, Loki riuscii a levare di mano il Mjolnir a Thor, il quale cadde a terra. Loki alzò il suo scettro per colpirlo, ma Thor fu più veloce e glielo strappò dalle mani e colpì Loki, il quale scivolò per tutto il Bifröst fino a una delle sporgenze, a causa della pioggia incessante. Loki si aggrappò al bordo del ponte, mentre le sue gambe penzolavano nel vuoto. Gridai terrorizzata, mentre accorrevo verso di lui. 
- Eccoti, finalmente. Sei riuscita a scappare… 
Disse Loki, deridendomi. 
- Per farti rinsavire. 
Risposi. 
- Non ho bisogno del tuo aiuto. 
Rise, fissandomi malignamente.
- Sì, invece. Non voglio che commetta un altro errore. 
- Mi hanno privato di essere re di Asgard! 
- Adesso lo sei… 
- Anche Midgard dovrà riconoscermi come tale. 
- Non voglio! 
- Non vuoi?! Midgard ti ha trattata in modo indegno, deve pagare per questo! 
- Non voglio la vendetta… A me basti tu… 
Risposi con le lacrime agli occhi. Loki mi fissò per un attimo e accettò la mia mano. Lo aiutai a tirarsi su, ma alcuni secondi dopo sentii un colpo alla testa e sprofondai giù. Persi l’equilibrio e mi ritrovai sospesa nel vuoto. Davanti a me stava Loki con in mano lo scettro. Era davvero la fine… 
- Loki, no! 
Urlò Thor, afferrandogli il braccio. Ma Loki lo rimandò giù. 
- Freki, ci pensi tu o lo faccio io? 
Domandò alternando gli sguardi tra me e Freki. Freki non rispose e Loki annuì ridendo. 
- Lo sapevo. Non c’era da fidarsi di te, Freki. 
Disse. 
- Ti avevo avvertita, Hel. Schierati dalla parte di Thor e te ne pentirai… 
Aggiunse fissandomi. 
- Io non ti ho tradito!
Gli urlai contro, mentre la vista si annebbiava a causa delle lacrime. 
- Potremo ricominciare tutto daccapo… 
Aggiunsi, cercando un appiglio. Lo dovevo convincere! 
- Ah si? Ho perso la tua fiducia, ormai. 
- Io no, invece. Io so, che in fondo, non mi ucciderai. Rimarrai solo e questa volta sarà per sempre. Nessuno ti aiuterà, Thor ti rinchiuderà in una cella e allora avrai perso tutto. Sono pronta a perdonarti, capisci! Qualsiasi cosa hai fatto, hai avuto le tue ragioni… ma adesso sono io a chiederti di smettere, di cambiare… se non vuoi farlo per te stesso, fallo per me! 
Risposi singhiozzando. Loki si arrestò e i suoi occhi diventarono lucidi. 
- Papà, ti prego… 
Aggiunsi. Gettò a terra lo scettro e mi tirò su. 
- Scusami, Hel…
Sussurrò, abbracciandomi. Mi accarezzò i capelli e una lacrima solcò il suo viso. Thor e Freki si avvicinarono a noi e ci sorrisero. 
- Mi dispiace per tutto il male che vi ho creato… Vi prometto di cambiare.
Aggiunse Loki dispiaciuto. 
- L’importante è che hai capito di aver sbagliato, Loki. 
Disse Thor abbracciandolo. 
- Verresti con me a Midgard? Ci sono tante di quelle cose che ho lasciato in sospeso… 
Mi rivolsi a Loki, sorridendogli. C’erano molte cose da sistemare a Midgard: dovevo innanzitutto spiegare la mia scomparsa a mia nonna, ad Anne e a tutti gli altri. Ma adesso mi sentivo più forte di prima e avrei risolto anche quei piccoli problemi. 
Loki si girò verso Thor, il quale annuì. Gli sorrisi per aver mantenuto la promessa. 
- Se è questo che vuoi, piccola mia… Sì, verrò con te a Midgard! 
Concluse Loki, abbracciandomi. 
- Hel, ricorda che sarai la benvenuta qui ad Asgard. 
Aggiunse Thor. 
- Guardate! 
Esclamò Freki, indicando il cielo. Aveva smesso di piovere e al posto delle nuvole grigie si stagliava davanti a noi un arcobaleno, mentre il sole irradiava con il suo splendore tutta Asgard. 
Rimanemmo a fissare il panorama e istintivamente abbracciai Loki. Ero felice, tutto si era sistemato e adesso avrei cominciato una nuova vita insieme a lui. 

 
‘’  Loki just needs a hug and a big sleep and a therapy ‘’

Tom Hiddleston




*Angolo dell’autrice: 

Eccoci arrivati alla fine!!! Non so se essere contenta o no… mi viene da piangere, mi mancheranno così tanto Hel e Loki… 
Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa FF! Ringrazio chi mi ha lasciato una recensione, avete allietato le mie giornate con le vostre parole!!! 
Spero vi piaccia anche questo ultimo capitolo!!! E continuate a scrivermi *___* 
Un bacio, Roxy. 

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