Le ombre assassine

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La donna misteriosa ***
Capitolo 2: *** Chi sei? ***
Capitolo 3: *** In fuga ***



Capitolo 1
*** La donna misteriosa ***


Note dell'autore: Ecco in tempi record, il primo capitolo dell'episodio che state aspettando di più "Le ombre assassine" ho molti progetti per questi due episodi, e spero di concretizzarli nel migliore dei modi, non fate caso al titolo, ama per quello non ho mai molta fantasia.

Bando alle ciance buona lettura.

 

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

Le ombre assassine

 

 

Capitolo 1

La donna misteriosa

 

Si voltò verso il Dottore, era terrorizzato e lei sapeva cosa significava, non poteva aiutarla, doveva cavarsela da sola questa volta. Le dita iniziarono a farle terribilmente male, ma non voleva cedere, non voleva mollare, se lo avrebbe fatto avrebbe detto addio a lui, lo avrebbe lasciato solo, e questo la terrorizzava troppo. Strinse di più la presa sul magnete, mentre i Dalek e i Cyberman continuavano a passare tra loro due, le urla di lui le stavano spezzando il cuore, perché sapeva che non avrebbe resistito ancora per molto. Era ingiusto tutto stava andando bene tra loro, si erano avvicinati tanto in quell'ultimo anno, e adesso tutto sarebbe svanito, per sempre.

Lo guardò per l'ultima volta, sperando che capisse che aveva fatto di tutto per resistere, per restare con lui per sempre, ma non ce la faceva più, la sua mano perse la presa del magnete e lei si sentì tirare verso l'inferno, il vuoto era lì pronto a divorarla, pronto a dividerla dall'uomo della sua vita che urlava disperato il suo nome. Quando pensava che non c'era altra speranza per lei, sentì qualcuno prenderla con decisione, il profumo le fece subito capire che si trattava di Pete, la versione alternativa di suo padre, questo poteva significare solo una cosa, si voltò nuovamente verso il suo Dottore per poi scomparire.

Era strano, ricordava quel momento, era ben impreso nella sua mente, ma ricordava anche che era finita diversamente, poco prima che lasciasse la presa dal magnete, la breccia si chiuse, e lei aveva trovato il conforto tra le sue braccia.

 

Si ritrovò su una spiaggia, fredda e isolata, a parte i suoi e Mickey ad attenderla poco distante, davanti a lei però c'era il Dottore, con lo sguardo triste e sconsolato, cosa avrebbe dato per poter vedere un ultima volta il suo sorriso.

"Questa è l'ultima occasione per dirlo" disse con la voce rotta dalle lacrime, e Rose capì cosa stava succedendo, e non poteva crederci, faceva male un male tremendo, una parte di sé era consapevole che questo era solo un sogno, solo uno stupido ma inteso e realissimo incubo.

"Rose Tyler …" iniziò solenne ma poi scomparve, e lei non poté fare altro che piegarsi su di sé è piangere, piangere tutto quel dolore che non doveva provare, ma lo sentiva nel profondo, dentro di lei.

 

Si svegliò di colpo, nel suo letto, della sua camera sul TARDIS, tremante e affaticata come se avesse appena fatto una corsa, si mise seduta passandosi le dita tra i capelli e sospirò ripentendosi che era solo un sogno, uno stupido sogno. Certo era almeno la decima notte che sognava sempre la stessa cosa, ma non voleva dargli tanto peso, non voleva pensarci più di tanto.

Si alzò dal letto, tanto era inutile tornare a dormire, avrebbe ricominciato e sinceramente una volta era più che sufficiente, corse in bagno si fece una doccia veloce e si cambiò, una truccata veloce e via, fuori da quel posto, una buona tazza di te l'avrebbe senza dubbio aiutata a dimenticare e affrontare una nuova giornata di avventure.

Andò dritta in cucina, il Dottore tanto era nella sala della console a trafficare con il TARDIS, e voleva evitare volentieri un altro momento di tensione con lui. Arrivata in cucina, si rese conto che la TARDIS aveva pensato a lei, infatti sul tavolo c'era una tazza fumante di te, la confezione dei suoi biscotti preferiti e un giornale, sorrise ed accarezzò le pareti della navicella ringraziandola mentalmente, la sentì rispondere gioiosamente nella sua mente e sorrise.

Si mise seduta a sfogliare il giornale e mangiucchiare qualche biscotto, aveva proprio bisogno di una piccola pausa, non erano stati giorni tanto semplici, il fatto di dormire poco e il rapporto con il Dottore che peggiorava sempre di più rendeva le solite avventure faticose sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista mentale. Aveva cercato un qualche tipo di consolazione con il collegamento mentale che aveva con il Dottore, ma aveva trovato davanti a sé un muro impenetrabile, sembrava che solo il ronzio del TARDIS riusciva a calmarla.

Le rivenne in mente quel maledetto sogno, che continuava ad avere, notte dopo notte, aveva smesso da un pezzo a pensare a quel giorno e non aveva avuto più questi incubi, quindi perché adesso, e perché era così diverso dagli altri, era come se si trattava di un ricordo, uno assopito nei meandri della sua testa.

"Rose" la voce del Dottore la riportò al presente, sussultò nel trovarselo davanti, non si era minimamente accorta di lui.

"Tutto bene?" chiese preoccupato.

"Cosa?" chiese un attimo confusa, cacciando via i ricordi di quel sogno.

"Si, certo sto bene, scusa ero soprapensiero" rispose sforzando un sorriso.

"Sei sicura che vada tutto bene?" chiese ancora preoccupato.

"Sì, si tranquillo, è tutto a posto" rispose senza togliersi quel sorriso finto dal viso.

"Come mai già sveglia?" chiese poi guardandola attentamente.

Aveva imparato a ingannare Donna e sua madre, ma lui, a lui non lo riusciva ingannare, mai, nonostante tutto.

"Solo un po’ di strani sogni" gli rispose con calma guardando il liquido caldo nella sua tazza.

"Vuoi parlarne?" chiese con calma.

"Non serve, davvero, scompariranno presto, lo sai" gli mentì ancora, non sapendo come spiegare quel sogno, la guardò poco convinto, ma non disse altro.

"Che ne dici se porto te e Donna in qualche bel posto?" chiese avvicinandosi a lei sorridendo.

"Dico che sembra interessante" rispose entusiasta all'idea di una piccola vacanza dal correre per salvarsi la vita.

"Solo, spiaggia, acqua cristallina, tu e Donna comodamente sedute all'ombra con dei drink, che ne pensi?" chiese ancora, e Rose non riuscì a non sorridere, forse sarebbe stato anche un'ottima scusa per loro per sistemare le cose e ricominciare a essere Rose e il Dottore.

"Credo sia perfetto", rispose sorridendo sinceramente come non faceva da settimane.

"Ottimo, avverti Donna, preparo le coordinate del TARDIS, vi aspetto in sala console" disse alzandosi velocemente e correndo fuori come se fosse inseguito da qualcuno.

 

 

Rimanere troppo a lungo in quella biblioteca era stata davvero una pessima idea, rispondere a un messaggio di chissà chi solo per soddisfare la sua curiosità, poteva essere una trappola, e lui aveva messo in pericolo Donna e Rose, nuovamente. Guardò in alto cercando la fonte dell'ombra, guardò in giro ma nulla.

"Ho sempre odiato questo silenzio" disse sottovoce Rose, riusciva a sentire la sua tensione, poteva anche aver interrotto il collegamento tra loro, ma conosceva bene la biondina. Poi improvvisamente la sua mente ebbe un'illuminazione, si rese conto con cosa avevano a che fare.

"Oh" urlò scattando all'indietro, facendo sussultare le sue compagne.

"Sono un idiota, troppi pensieri per la testa, me ne serva una più grande" urlò contro stesso, arrabbiato che non avesse capito prima cosa stava succedendo.

"Dammi un paio di minuti e ti faccio ingrandire la faccia se mi fai saltare dalla paura di nuovo" si lamentò Donna, ma il Dottore non la sentì andò avanti, si affacciò verso un corridoio, osservando che una delle lampade si stava spegnendo.

"La corrente si sta esaurendo" disse Donna.

"Questo posto usa celle di fusione, durano più del sole" spiegò il Dottore.

"Allora perché è buio?" chiese Donna infastidita.

"Dottore" Rose lo chiamò toccandogli il braccio, si voltò di scatto riconoscendo il tono preoccupato.

"L'ombra è scomparsa" disse lei senza smettere di guardare a terra.

"Dobbiamo tornare al TARDIS" disse in tono grave.

"Perché?" chiese Donna spaventata.

"Perché l'ombra non è scomparsa, si è mossa" spiegò camminando lentamente osservando attorno a se.

"Come fa un'ombra a muoversi? Dottore che sta succedendo?" chiese preoccupata Rose, in altre occasioni le avrebbe stretto la mano e tranquillizzata, ma le cose erano nettamente cambiate per loro.

"Andiamo al TARDIS, li saremo al sicuro" disse con urgenza.

"Promemoria, c'è una breccia nella biblioteca, gli altri stanno arrivando" annunciò uno dei nodi di cortesia, vicino a loro.

I tre si guardarono attorno preoccupati di quello che sarebbe successo, muovendosi attentamente, verso dove erano arrivati. Una luce improvvisa lì fece arretrare, una porta si aprì e delle persone in delle tute bianche entrarono tranquillamente nella sala, il Dottore per istinto si mise davanti Rose e Donna. Chiunque guidasse quel gruppo era diretto nella loro direzione. Con un bottone tolse l'oscuramente del casco mostrandosi, era una donna, occhi chiari e rossetto rosse evidente, un sorriso dolce sul viso, mentre lo guardava soddisfatta per qualcosa.

"Ciao Dolcezza" lo salutò.

"Bei capelli" disse rivolta verso Rose che si irrigidì accanto a lui.

"Fuori" disse minimamente interessato a quelle persone e cosa potevano rappresentare.

"Dottore" tentò di chiamarlo Donna con voce sommessa, il Dottore non ci badò superò la prima donna e si rivolse anche agli altri.

"Dico sul serio, tornate tutti al vostro razzo e andatevene via, racconterete ai vostri nipoti che siete tornati vivi dalla Biblioteca, non vi crederanno" continuò con urgenza e seriamente.

"Togliamoci i caschi, loro respirano" ordinò la donna che lo aveva salutato, Donna e Rose lo raggiunsero.

"Come sa che non sono androidi?" chiese una donna accanto a lui.

"Perché conosco gli androidi, sono spazzatura" disse l'altra togliendosi il casco liberando i pochi ciuffi ricci lasciati liberi dalla coda che aveva.

"Chi sono queste persone?" chiese Donna guardandosi attorno.

"Non ne ho idea" rispose il Dottore senza smettere di guardare la donna che lo aveva salutato.

"Beh lei sembra conoscerti bene, sono sicura che sia stata lei a mandarti il messaggio" disse Rose senza nascondere il suo fastidio. Sorrise internamente, perché era la sua gelosia a parlare, anche se, in effetti, non aveva poi così torto.

"Beh è giusto, chi è lei?" chiese Donna incalzando l'amica, il Dottore guardò confuso tra le due.

"Non ne ho idea, perché pensate che la conosco?" chiese sorpreso che in quella situazione potessero pensare a cosa del genere.

"Beh io non saluto in quel modo chiunque mi capiti a tiro" continuò Rose sorridendo con sfida. Prima che potesse rispondere, la riccia si avvicinò a loro.

"Siete arrivati dalla porta nord vero? C'erano molti danni?" chiese.

"Vi prego andatevene, ve lo chiedo molto gentilmente" disse il Dottore mettendo le mani sui fianchi.

"Aspetta ha detto spedizione?" chiese improvvisamente mettendo in ordine quello che era successo.

"La mia spedizione, lo finanziata io" disse irritato il piccoletto.

"Oh, non lo siete, vero? Ditemi che non siete archeologi" disse infastidito guardandosi attorno.

"Hai un problema con gli archeologi?" chiese l'altra senza perdere il suo sorriso, c'era qualcosa in lei che lo confondeva e irritava allo stesso tempo.

"Io viaggio nel tempo, me li mangio a colazione gli archeologi" gli rispose a tono.

"Ahhh, professoressa River Song, archeologa" si presentò allungando la mano per stringerla.

"River Song nome delizioso" disse prendendola per le spalle conducendola verso la breccia creata.

"Quando ve ne andate, cioè adesso attivate ala quarantena, isolate l'intero pianeta, nessuno deve venire qui, mai più capite, nessun essere vivente dovrà metterci piede" spiegò per l'ultima volta. Questa era la cosa migliore da fare, ignorare perfettamente, la curiosità verso quella River e portare le sue compagne al sicuro sul TARDIS.

 

Fine

Capitolo I

 

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Capitolo 2
*** Chi sei? ***


Note Dell'autore: Eccovi il secondo capitolo di "Le ombre assassine", avevo tante idee e ho avuto non poche difficoltà a metterle insieme in modo sensato, comunque spero che vi piaccia e non deluda le aspettative, alla prossima e buona lettura.

 

 

Capitolo II

Chi sei?

 

Prima di tornare sul TARDIS doveva assicurarsi che quelle persone fossero al sicuro, e potessero tornare alla loro navicella senza problemi, si avvicinò a River capendo che lei, forse era l'unica di quel grippo con un po’ di sale in zucca … anche se c'era qualcosa in lei che non capiva.

"Luce, ecco che ci serve, avete delle torce?" chiese il Dottore avvicinandosi nuovamente al gruppo.

"A che ti servono?" chiese invece River.

"Formate un cerchio, più grande possibile, puntate le torce verso l'esterno" ordinò il Dottore togliendosi il cappotto e buttandolo su uno scaffale.

"Ehi, fate come dice" aggiunse River rivolta al suo gruppo.

"Non vorrà dare ascolto a quest'uomo" rispose acido il signor Lux.

"Se vuole, salva la vita, allora le conviene ascoltarlo" aggiunse Rose, la sentì avvicinarsi mentre si sistemava a terra con l'orecchio appoggiato al pavimento.

"Cosa possiamo fare?" chiese inginocchiandosi anche lei.

"Dai una mano a River, io tento di vedere se c'è qualche sciame qui intorno" disse senza neanche alzare lo sguardo, la sentì borbottare infastidita e poi allontanarsi, si sarebbe occupato di questo in un altro momento.

Mentre gli altri si davano da fare, lui si alzò e si avvicinò all' Altro Dave cercando di aiutarlo con il terminale.

"Bocconcino, tu vieni con me, andiamo nel mio ufficio" disse River prendendo le sue cose, ma non le diede molta importanza.

"Bocconcino, con me ho detto" risuonò ancora la voce di River più decisa di prima, e il Dottore si voltò verso le sue compagne, Rose era imbronciata e aveva le braccia incrociate al petto, questo non era per niente positivo.

"Oh, sarei io Bocconcino?" chiese non capendo il riferimento.

"Santo cielo, non posso crederci" sbuffò Rose.

"Certo che sei tu, spaceman" rispose Donna sarcastica.

"Ho risposto troppo in fretta?" chiese alla biondina.

"Un po’ si" rispose Rose.

"Io?Bocconcino?" chiese ancora il Dottore.

"Santo cielo Dottore, vai a vedere che diavolo vuole" sbottò Rose infastidita, facendo arretrare per un attimo, non era la prima volta che Rose reagiva così, ma non ne vedeva il motivo, infondo neanche aveva idea di chi era questa River, forse era il caso di parlarle, ma la vide voltarsi dandogli le spalle e decise di seguire River, almeno avrebbe scoperto qualcosa in più su questa donna.

 

Li guardava da lontano, lui confuso, ma affascinato, lei invece sorridendo con dolcezza fissandolo negli occhi, chiunque fosse River era importante per il Dottore, o lo sarebbe stata. Faceva male stare lì a guardare, perché conosceva fin troppo bene quello sguardo, lo aveva visto negli occhi di tante altre prima di River, donne come Reinette, Joan che avevano incontrato il Dottore ed erano rimaste affascinate da quest'uomo misterioso e intelligente. Sospirò quasi abbattuta nel vedere River accarezzare il viso del Dottore, aveva smesso di illudersi di essere speciale per lui, River le stava solo confermando il tutto.

"Tutto bene?" la voce dolce di Donna le arrivò alle spalle, distolse lo sguardo da loro due e deglutì cacciando via le lacrime

"Certo, vediamo di aiutarli a sistemare queste luci" disse spostandosi e avvicinandosi ad Anita che sistemava i cavi.

 

Il Dottore prese Donna per il braccio e la portò all'interno del negozio, intimando a Rose di rimanere dov'era, ma decise di avvicinarsi a River, attenta che il Dottore fosse abbastanza lontano.

"Tu chi sei?" chiese senza mezzi termini, River le dava le spalle, ma capì che era una domanda scomoda, la vide irrigidirsi.

"Spoiler" le disse quasi sottovoce, ma a lei non bastava, le prese con calma il braccio mettendosi davanti a lei.

"Ho capito che sei del suo futuro, del suo prossimo futuro" continuò la biondina cercando il suo sguardo che continuava a sfuggirle.

"Viaggi da molto con lui, vero?" chiese con calma.

"Si" rispose semplicemente.

"Allora sai bene quanto sia pericoloso conoscere gli eventi futuri che ci riguardano personalmente" cercò di spiegare, per poi tornare a concentrarsi su quello che stava facendo prima.

"River, ti prego, chi sei tu per lui?" chiese ancora con un nodo in gola.

"Una persona di cui si fida" disse con calma senza alzare lo sguardo.

Non le bastava come risposta, voleva saperne di più, voleva sapere cosa doveva aspettarsi del suo futuro con il Dottore e questa River.

"Rose" il Dottore la chiamò prima che potesse continuare a parlare con River, la prese per mano e la tirò con sé, aveva il viso teso, forse aveva capito che aveva chiesto qualcosa a River e ora le toccava la solita ramanzina sul non interferire sugli eventi futuri. La trascinò nella stessa stanza, dove aveva portato prima Donna, la biondina si guardò attorno non trovandola.

"Dov'è Donna?" chiese mentre lui la faceva salire su una pedana, per poi sistemarsi dietro un panello di comandi, un orrendo sospetto si fece largo in lei.

"Dottore" lo chiamò con decisione.

"E' sul TARDIS, la raggiungerai anche tu adesso" disse senza alzare lo sguardo.

"Cosa?No, scordatelo" disse scendendo dalla pedana per raggiungerlo, il Dottore alzò lo sguardo su di lei, lo stesso sguardo che aveva sul Titanic  dopo la morte di Astrid.

"Non è il momento di discutere" le disse con fermezza, lei lo guardò con sfida, stavolta non si faceva spaventare così facilmente.

"Infatti, non c'è niente da discutere, io rimango con te, punto" disse, il Dottore scattò verso di lei prendendola stringendole le braccia.

"Rose, stavolta devi fare come ti dico, è troppo pericoloso rimanere qui, non posso proteggerti" disse con la voce grave tradendo la sua preoccupazione.

"E' sempre stato pericoloso, quindi se tu rimani, rimango anch'io, e non ho intenzione di discutere" disse guardandolo negli occhi.

Il Dottore allentò la presa sulle sue braccia sembrava quasi sconfitto, ma sapeva che non si sarebbe fermato così facilmente.

"Dottore" la voce di River dall'altra parte della sala lo fece desistere a continuare.

"Cerca di non allontanarti da me, intesi?" l'avvertì con decisione, Rose annuì, lo vide correre da River, sospirò preparando a tutte le volte future in cui sarebbe successo, per poi seguirlo.

 

Fine

Capitolo II

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Capitolo 3
*** In fuga ***


 

Note dell'autore: Eccovi il terzo e ultimo capitolo di questa storia, scusate per il ritardo, ma ho avuto poco tempo da dedicargli, ma tranquilli riprendo presto con il giusto ritmo.

Cmq spero vivamente che questo finale vi piaccia e spero di non aver deluso le aspettative, alla prossima e buona lettura.

Grazie mille alle mie due beta che hanno corretto il testo in tempi record.

 

Beta: Paolettazza e Feyilin

 

Capitolo III

In fuga

 

Tornarono correndo nella sala centrale. Dave fermo immobile come lo avevano lasciato, ma la seconda ombra sembrava essere scomparsa del tutto; il Dottore si passò la mano tra i capelli disordinandoli, non capendo cosa era successo, con la mano intimò a Rose di rimanere dietro cosa che lei fece.

"Dov'è l'ombra?" chiese guardando l'uomo attraverso il casco.

"Se n'è andata. Ho guardato in giro, un'ombra sola, vede?" chiese quasi con la voce tremante ed eccitata allo stesso momento.

"Allora possiamo andarcene? Non voglio stare ancora qui" intervenne River.

"Dottore?" chiese Rose cercando di avvicinarsi, ma lui la fermò con un segno della mano, non del tutto tranquillo.

"Non hai sentito niente, nessun trasferimento di energia?" chiese il Dottore ignorando il signor Lux che gentilmente suggeriva di lasciare Dave al suo destino, da solo.

"No, ma guardi se n'è andato" disse, iniziando a girare su se stesso.

"Resta così, fermo, fermo, non muoverti" continuò il Dottore facendo fermare l'uomo con le spalle verso di loro.

"Loro non se ne vanno, non si arrendono mai" disse chinandosi a terra con il suo cacciavite sonico. Rose ne approfittò e si avvicinò a lui.

"Se, come hai detto, non si arrendono mai, perché l'hanno lasciato andare?" chiese Rose sottovoce.

"Non lo so, ma la cosa non mi piace affatto, preferirei che tu stessi indietro con gli altri" le disse con calma senza però alzare lo sguardo su di lei.

"Ok, questa è benigna" disse analizzando un'ombra.

"Ehi chi ha spento le luci?" disse improvvisamente Dave.

"Nessuno, sono accese" rispose Rose non capendo la domanda.

"Dico sul serio, riaccendetele " continuò spaventato.

"Sono accese" ripeté ancora una volta River.

"Rose allontanati", suggerì il Dottore sottovoce preoccupato. La biondina non si oppose, si alzò e si mise nuovamente accanto a River.

"Non riesco a vedere niente" disse ancora Dave. Il Dottore si alzò senza staccare lo sguardo da lui.

"Dave, voltati", lo invitò.

"Che succede? Perché non vedo, è andata via la corrente? Siamo ancora al sicuro qui?" chiese terrorizzato mentre si voltava lentamente mostrando la sua visiera oscurata.

"Dave, voglio che stai fermo, assolutamente fermo" disse il Dottore, ma Dave si irrigidì improvvisamente, per poi iniziare a tremare a scatti; dalla tuta arrivava un orribile suono, mentre il Dottore tentava ancora di parlare con lui.

"Sto bene, è tutto a posto" disse improvvisamente fermandosi.

"Adesso sta fermo, devi rimanere immobile" disse il Dottore.

Rose si torturava le mani, attorno a loro silenzio, tutti molto tesi e attenti a quello che stava succedendo.

"Sto bene, è tutto a posto" ripeté ancora Dave con un tono basso.

"Non riesco, perché non riesco? Non riesco, perché non riesco?" chiedeva lentamente a ripetizione.

Rose guardò il Dottore rendendosi conto che Dave non c'era più.

"E' morto" sospirò lei con le lacrime che premevano per uscire.

"Sta sfumando" aggiunse River accanto a lei.

"Allora come fa a stare in piedi?" chiese il Signor Lux alle loro spalle.

Il Dottore si avvicinò alla visiera lentamente.

"Ehi chi ha spento le luci?" iniziò a chiedere a ripetizione.

"Dottore non farlo" disse Rose preoccupata cercando di avvicinarsi, ma il Dottore con una mano, senza perdere il contatto visivo con Dave, le intimò di stare indietro.

"Dave, puoi sentirmi?" chiese avvicinandosi ancora un po’.

"Ehi chi ha spento le luci?" chiese ancora Dave, per poi afferrare il Dottore per le spalle e costringerlo a inginocchiarsi. Tutti fecero un passo indietro, mentre Rose tentò nuovamente di avvicinarsi, ma stavolta fu afferrata per il braccio da River.

"E' troppo pericoloso" le disse guardandola per la prima volta negli occhi.

Il Dottore tentava di liberarsi dalla presa che lo costringeva a stare giù, dalla visiera si vide lo scheletro del povero Dave.

"Dobbiamo aiutarlo" disse con apprensione la biondina. Vide River guardare tra il Dottore e Dave, stringere il suo cacciavite e avvicinarsi di colpo.

"Perdonami" disse per poi avvicinarlo alla tuta causando un corto che permise al Dottore di liberarsi.

"State indietro, allontanatevi" disse il Dottore mettendosi in piedi, prese per mano Rose e la tirò con sé ponendosi davanti a lei.

La tuta iniziò a muoversi lentamente, con il teschio molto più visibile di prima.

"Non si muove molto velocemente" aggiunse River.

"E' uno sciame in una tuta, ma stanno imparando" spiegò il Dottore, vedendo che le ombre si stavano diffondendo a terra verso di loro. Rose per istinto strinse la mano del Dottore per cercare una sicurezza.

"Dottore, che facciamo? Dove andiamo?" chiese la ragazza preoccupata.

"Vedi il muro dietro?" chiese River prendendo qualcosa dalla tasca della sua tuta, per poi puntarla contro la parete.

"Abbassatevi" li invitò sparando e aprendo così una via di fuga per tutti.

A Rose venne subito in mente Jack e il loro primo incontro.

"Dove l'hai presa quella?" chiese sorpresa.

"E' come quella che aveva Jack" disse rivolta al Dottore che sembrava sorpreso quanto lei.

"Poche chiacchiere, tutti fuori, via" urlò facendo strada.

Il Dottore la spinse in avanti facendola passare per prima e uscendo per ultimo.

"Avevi detto non tutte" disse River guardandosi attorno.

"Quasi tutte"rispose il Dottore.

"Adesso dove diavolo andiamo?" chiese il signor Lux visibilmente spaventato.

"Correte" urlò River, prendendo per mano il Dottore e facendo strada.

Rose la guardò solo per un attimo e per poi inseguirli piuttosto infastidita dalla situazione, il Dottore si voltò un attimo a controllare che lei fosse dietro e continuò a correre con River.

 

Fine

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