Awkward di Feith_ (/viewuser.php?uid=577101)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New City ***
Capitolo 2: *** New People ***
Capitolo 3: *** Hi Fet! ***
Capitolo 4: *** We Are Frozen ***
Capitolo 5: *** 'I can give you a lift' ***
Capitolo 1 *** New City ***
New City
Dio solo sa quanto io ce l’abbia con i
miei genitori per avermi portato in questo posto.
Amavo New York, stavamo nella
grande mela, una delle città più belle del mondo, non capisco la necessità di
trasferirsi a Londra.
Beh si, un motivo c’è, mio padre ha ottenuto il ruolo di
presentatore in un nuovo show televisivo che verrà girato qui a Londra e ha
voluto la famiglia vicino.
Non si sono resi conto, però, che loro e la mia
sorellina Chloe erano gli unici a volersi trasferire.
Io e mio fratello Niall
avremmo mille volte preferito restare.
I nostri genitori sono ‘stupiti’ dal
nostro rapporto, pensano che sia quasi impossibile che due fratelli vadano cosi
d’accordo.
In realtà, Niall è la mia ancora di salvezza e gliene sono molto
grata.
Io ho 17 anni, lui ne compirà 18 fra qualche settimana, mentre Chloe ha
da poco compiuto 10 anni.
Il problema che
attualmente mi affligge è trovare degli amici che non stiano con me per i miei
soldi.
Con questo ruolo nello show papà ha cominciato a togliersi qualche sfizio.
Uno di questi, è quello di vivere a Richmond, la zona ‘dei ricchi’.
Quando ce l’ha
comunicato l’idea non mi andava a genio.
Insomma, non sono mai stata quel tipo
di persona alla quale piace atteggiarsi.
Poi ha avuto l’idea migliore che
potesse venirgli: dato che io e Niall siamo abbastanza grandi da autogestirci,
ha pensato di comprare un cottage in Warwick Road dove poter stare con gli
amici senza che ‘gli distruggessimo casa’.
Inizialmente, nonostante l’eccitazione,
abbiamo ribattuto dicendo che, a quanto riporta la cartina, le due zone sono
distanti fra loro, ma lui ha immediatamente risolto il problema consegnandoci
le chiavi delle nostre nuove macchine, piccole ma eleganti.
In seguito è sorto
il problema principale: gli amici.
Per noi non è mai stato un problema farci
nuovi amici, ma, come già detto, non voglio che delle persone si avvicinino a
noi solo per passaggi in auto e feste nel cottage.
Comunque andrà, so che Niall
ci sarà sempre per me, e viceversa.
Mentre la
riproduzione casuale del mio IPhone riproduce ‘Same Love’ di Macklemore, guardo
il territorio britannico sfrecciarmi sotto agli occhi.
Sento una lacrima calda
scendermi sulla guancia, ma subito l’asciugo.
Non voglio che qualcuno mi chieda
cosa c’è che non va –nonostante sia più che evidente-, mi troverei in
difficoltà spiegandolo.
Mi mancano i miei amici. Erano la mia vita, e adesso
che la mia vita non c’è più io che cosa faccio?
Su quale spalla piangerò, oltre
che su quella fraterna di Niall?
Con chi passerò i pomeriggi di noia?
Con chi
condividerò i ricordi più belli della mia adolescenza?
Trovo tutto questo
ingiusto.
“la
vita è uno schifo, e poi muori.”
Per quanto diretto
possa sembrare, ha esattamente centrato il punto.
L'unica cosa che
mi rallegra al pensiero di questa nuova ‘vita’ è che a Londra avrò la
possibilità di incontrare alcune delle celebrità che preferisco, probabilmente.
Eccoci finalmente.
Siamo arrivati. Non è male come pensavo.
Le vie sono carine e, almeno qui, sono
alberate.
Prima di raggiungere il portone della grande casa si passa all’interno
di un giardino grande e rigoglioso, ma ben curato.
Quando stavo a New York
gestivo un blog d’abbigliamento.
Con l’aiuto di un’amica facevo degli scatti
agli abbinamenti che trovavo più interessanti e li postavo.
Avevo anche
ottenuto la fama di fashion blogger più all’avanguardia.
Mi sarebbe comunque
piaciuto fare delle foto nel bel mezzo del verde, cosa quasi impossibile a NY,
con tutti i grattaceli che la compongono.
Adesso, potrò continuare a gestirlo e
fare anche quegli scatti che desideravo.
La casa è bianca,
piena di pilastri che le attribuiscono un’aria da ‘reggia’.
Entrando si nota
immediatamente una lunga scala in vetro che conduce al piano superiore.
Vado
subito a scegliere la mia stanza.
Sono tutte molto spaziose e fornite di letto
a due piazze, bagno privato e camera guardaroba.
La prima cosa che noto è la
saletta-armadio. La adoro! E’ perfetta, considerata la mia passione per i
vestiti.
La luce si accende con un battito di mani ed è piena di specchi.
Un
punto a favore della mia nuova vita a Londra.
Il bagno è molto elegante.
Ci
sono una vasca, uno specchio enorme e una toeletta spaziosa.
Per quanto
riguarda la camera, è morta.
Ci vuole un tocco di colore. Non me ne sto con le
mani in mano, domani comincio a pitturarla. Penso che sceglierò una tonalità di
blu più chiara, quasi tendente al viola. E poi l’adornerò con delle luci
attorno alle due grandi finestre che danno su un bellissimo parco dall’altra
parte della strada.
Forse, dopotutto, non sarà cosi male vivere qui.
Siamo arrivati
intorno all’ora di pranzo, quindi, posate le mie cose, mi catapulto in camera
di Niall e cominciamo a mangiare dei panini appositamente preparati per l’arrivo.
La sua camera è come la mia, ma le due finestre danno sulla piscina del vicino.
Ora che ci penso, chissà se anche noi ne abbiamo una! Controllerò più tardi.
‘Cosa ne pensi?’
mi chiede Niall mentre scarta il secondo panino.
‘Meglio di quello
che mi aspettavo’ rispondo cercando, invano, di sorridere senza sembrare un
opossum. Infatti cominciamo a ridere come stupidi.
Dopo pranzo prende
la sua chitarra e comincia a suonare una canzone composta da lui. Credo che le
sue mani siano magiche, scrive come un poeta.
Passiamo la
giornata cosi, ridendo, cantando e abbracciandoci, promettendo l’uno all’altra
che ce la faremo a creare una nuova vita.
Forse non sarà così male.
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Capitolo 2 *** New People ***
New People
Sono le otto del
mattino e, non so perché, sono in camera di Niall. Probabilmente mi sarò
addormentata dopo aver parlato con lui per ore ed ore.
A quest’ora papà sarà
già andato in studio e mamma in ufficio per il suo primo giorno di lavoro.
Prima che ci trasferissimo ha cercato lavoro qui e ha avuto la possibilità di
continuare a fare l’avvocato per una compagnia di legge.
Ciò vuol dire che io,
Niall e Chloe staremo soli per circa 16 ore su 24, se ci va bene.
Tolgo il braccio
di mio fratello dal collo e scendo al piano di sotto per preparare la
colazione.
Prima però passo dalla camera di Chloe per controllarla.
Dorme come
un angioletto e in quel letto enorme pieno di peluche sembra una bambolina. Le
stampo un bacio sulla fronte e la lascio dormire.
Credo che i ragazzi
dormiranno per un altro paio d’ore, cosi approfitto della tranquillità in casa
per preparare dei pancakes.
Mentre lascio che l’impasto riposi, preparo una
cioccolata e la sorseggio dando un’occhiata alla casa.
Ci sono una marea di
porte-finestre che danno sul bellissimo giardino.
Mi affaccio ad una di queste.
Il portico è bagnato, deve aver piovuto stanotte, ma non fa niente, mi piace la
sensazione del pavimento bagnato sotto ai piedi nudi, e amo l’odore della
pioggia.
Dall’altra parte della strada ci sono un sacco di ragazzi che
camminano in gruppo con le loro tracolle in spalla. Ma certo, vanno a scuola!
L’idea di cominciare una nuova scuola mi mette un po’ d’ansia.
Nonostante
stiano per arrivare le vacanze di Natale papà vuole iscrivermi pomeriggio, cosi
non mi troverò indietro con il programma di gennaio, dice lui.
Quindi, quello
di domani sarà il mio primo giorno di scuola.
Finisco la mia
cioccolata, lavo la tazza e comincio a preparare i pancake.
Mentre sto per
versare nel padellino l’ultima porzione di impasto vedo Niall scendere le scale
con un’aria assonnata.
‘Buon giorno
principessa.’ dice lui, con un’aria evidentemente addormentata, ma comunque
tenera.
‘Giorno. Dormito
bene?’
‘Faith, non ti sei
accorta che stanotte mi hai praticamente dormito addosso?’ chiede come se la
cosa fosse ovvia.
Mi viene istintivamente da ridere, coinvolgendo anche lui
nella mia risata che sveglia anche Chloe.
Cosi ci ritroviamo a fare colazione
tutti insieme.
Metto in tavola i pancakes, del succo d’arancia e cominciamo a
scherzare, come quando eravamo tutti più piccoli.
Finita la
colazione, con l’aiuto di Niall do una pulita ai piatti e corro a provare la
nuova vasca. Mi serviva un bel bagno caldo rilassante.
Papà è tornato,
quindi andiamo a fare l’iscrizione a scuola.
Nonostante sia pomeriggio, nella
scuola ci sono ancora dei ragazzi.
Alcuni studiano in biblioteca, altri sono in
sala prove con il loro gruppo. Mi piace l’atmosfera che c’è qui.
‘Faith vado a
parlare al preside. Perché non fai un giro?’ dice papà, e senza aspettare una
risposta entra nell’ufficio del dirigente chiudendosi la porta alle spalle.
‘Avrei altra
scelta?’ dico tra me e me.
Alzo gli occhi al
cielo, aspettandomi il ‘menefreghismo’ di mio padre, e continuo a camminare per
il corridoio in direzione della caffetteria, indicata da un cartello sulla
porta.
Mentre giro l’angolo, non mi accorgo della ragazza che sta per venirmi
contro, facendo cadere tutti i fogli che tiene tra le mani.
Lei mi scivola addosso,
e di conseguenza cado giù anch’io.
‘Oddio scusa, ti
sei fatta male?’ chiede premurosamente lei alzandosi. Noto subito i suoi occhi,
di un nero intenso e profondo, truccati con una linea leggera di eyeliner e un po’
di mascara, e i capelli, lunghi e ricci, tendenti al rosso.
‘Si, sto bene.’ le
rispondo accennando un sorriso.
‘Mi dispiace
tantissimo..’ dice sistemando una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
‘Non preoccuparti,
davvero.’ dico io, sfoderando un sorriso più rassicurante, rispetto a quello
precedente.
‘Piacere, Mari
Thirlwall.’ dice porgendomi la mano.
‘Faith Horan,
piacere mio.’
‘Non sei inglese,
vero?’
‘No, sono
americana. Mi sono trasferita ieri.’
‘E frequenterai
questa scuola?’
‘Si, farò il
quarto anno.’
‘Anche io.
Potresti seguire i miei corsi.’
‘Sarebbe
fantastico.’ le rispondo, dirigendomi verso la caffetteria.
Prendiamo un frappuccino
e continuiamo a parlare, conoscendoci meglio.
Alla fine della
giornata, so che Mari vive in una strada non molto lontana da Richmond, ama i
libri, la musica e il canto, è molto riservata e sempre disponibile.
Sembra una
mia copia, credo che con lei mi troverei bene.
Ci scambiamo i numeri di
telefono e poi le do un passaggio a casa.
*giorno seguente*
Stamattina ho
sentito Mari. Dato che questo è il mio primo giorno, lei mi farà da guida.
Passo a prenderla sotto casa. Comincio a canticchiare una canzone sentita alla
radio, quando la vedo uscire di casa, intenta a pulire gli occhiali da sole e
litigando con la tracolla della sacca che non ne voleva sapere di star ferma
sulla sua spalla.
Mi scappa una risata, mentre sale in macchina e ci salutiamo
come se ci conoscessimo da tempo.
Credo che le mie previsioni fossero errate, ho trovato un'amica, e lei sembra proprio quella giusta.
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Capitolo 3 *** Hi Fet! ***
Hi Fet!
Siamo appena
arrivate a scuola, parcheggio e scendo dalla macchina, tutta gasata, con la mia
tracolla in spalla.
Mi piace il mio look oggi. Ho indossato un paio di jeans
attillati, un maglione di lana di quelli enormi, sui toni del rosso, e delle
dr.martens nere. Ho legato i capelli in uno chignon con qualche ciuffo che
scende ai lati. Gli occhiali ci sono, il sorriso anche.. Ottimo! Non sto più
nella pelle!
Non ho preso bene il trasferimento a Londra, è vero, ma sto per
cominciare una nuova vita, e voglio cominciarla al meglio.
‘Andiamo a
prendere un caffè, cosi ti presento gli altri.’ dice Mari aprendomi il portone.
Ad un tratto mi
blocco. ‘Altri? Ci sono degli ‘altri’?’
‘Beh, ma certo. Ti
presento i miei amici.’ dice lei, tutta sorridente, mentre io mi lascio
prendere dal panico.
Come già detto in precedenza, fare amicizia per me non è
mai stato un problema, ma adesso sono agitata. Io sono quella nuova che dovrà
adattarsi, e mi preoccupa.
Con l’ansia fino al collo, ci dirigiamo verso la
caffetteria, dove vedo un gruppo di ragazzi e ragazze che si gira nella nostra
direzione e prende a sbracciare per farsi vedere. E, come da copione,
cominciano tutti a fissarmi e a parlare fra di loro.
‘Buon giorno
gente. Vi presento Faith, viene da New York e frequenterà la nostra scuola.’ dice
Mari presentandomi.
‘Ciao ragazzi’ saluto,
sfoderando un sorriso a trentadue denti, con tanto di fossette.
‘Ciao Faith,
piacere di conoscerti, io sono Liam.’ dice un ragazzo porgendomi la mano.
‘Loro sono Danielle,
Louis, Eleanor, Zayn, Perrie..’ continua, presentandomi gli altri ragazzi.
Tutto sommato, non sono poi cosi male, mi fanno sentire a mio agio.
‘..e quell’asociale
li è Harry.’ finisce, scherzando sul ragazzo che sta in disparte, attaccato al
suo iPhone.
Ha l’aria cupa, misteriosa. E’ abbastanza alto, almeno venti
centimetri in più di me. Ha dei bellissimi capelli ricci e svariati tatuaggi
sul corpo, alcuni coperti dalla camicia.
Stiamo tutti a fissarlo finchè non
capisce di essere osservato.
‘Hai detto
qualcosa, Liam?’ chiede al ragazzo di prima, completamente sovrappensiero.
‘Grazie per la
considerazione. Ti stavo presentando Faith, la nostra nuova amica.’ Questo ragazzo
mi piace! Mi ha già fatto integrare.
‘Ah. Si, ciao Fet.’
dice lui, curandosi poco della mia presenza.
‘Io mi chiamo
Faith.’ rispondo, con un tono quasi di sfida.
‘Come ti pare Fet.’
ribatte lui, senza degnarmi di uno sguardo.
Mi giro un attimo verso Mari, che
ha chiaramente intuito quanto possa avermi dato fastidio quella sua risposta, e
mi fa segno di non farci caso.
Ma io ci faccio caso, eccome..
‘Ti dispiacerebbe
staccare gli occhi da quello stupido cellulare e degnarti di pronunciare bene
il mio nome?’ la mia reazione è del tutto spontanea. Non avrei voluto reagire
cosi, ma il tizio qui non mi ispira per niente simpatia.
Comunque, devo avergli
dato una scossa, dal momento che si decide ad alzare lo sguardo e a fissarmi
con la bocca semichiusa, come se non si aspettasse una tale risposta.
Evidentemente deve essere stato abituato con gente che se ne fregava del suo
comportamento.
La prima cosa che noto, guardandolo in viso, sono quei
bellissimi pozzi verdi che ha al posto degli occhi.
Credo di non aver mai visto
occhi più belli.
Dopo l’espressione
stupita, le sue labbra si inarcano in un leggero sorriso e gli si formano delle
carinissime fossette ai lati della bocca.
E’ antipatico,
menefreghista e viziato, a primo impatto, ma non è nemmeno tanto male, è un bel
ragazzo, in fondo.
Comincia a
guardarmi con la faccia da pesce lesso, come se non avesse mai visto una
ragazza in vita sua.
‘Hai ragione,
scusami. Piacere di conoscerti, Faith. Sono Harry.’ dice scandendo bene il mio
nome e porgendomi la mano, che esito un po’ a stringere.
‘Ora va meglio.’ rispondo
ricambiando il saluto e accennando un sorriso, giusto per non sembrare
scorbutica già dall’inizio.
‘Però. Ti ha dato
del filo da torcere, eh?’ dice Zayn rivolto ad Harry, che risponde con una
pacca sulla spalla, riprendendo a spolliciare sul suo iPhone.
Tutti scoppiano a
ridere, mentre il riccio arrossisce e abbassa lo sguardo, ma è comunque
sorridente.
‘Che corsi
seguirai, Faith?’ chiede Louis, per cambiare discorso.
‘Credo che seguirò
i corsi di scrittura creativa, chimica e marketing.’ rispondo, sicura delle mie
scelte.
‘Oh, anche io
seguo il corso di chimica.’ dice Harry, sorridendomi.
‘Non sai che
piacere che mi fa.’ rispondo ironicamente, suscitando una gran risata nel
gruppo.
Mentre tutti
ridono, il riccio prende a fissarmi dritto negli occhi e comincia a mordersi le
labbra.
Ora, non so esattamente come funzioni qui a Londra, ma a New York, i
ragazzi che si mordevano le labbra non avevano mai buone intenzioni. Erano
quasi tutti pervertiti con scarsa autostima.
Anche se non mi sembra il caso di
Harry, un ragazzo all’apparenza sofisticato ed elegante, sul mio viso compare
un’espressione disgustata e distolgo il mio sguardo dal suo, che sorride e
affonda un mano nella folta chioma, scuotendola un po’.
In cerca di una
scusa per allontanarmi da quell’energumeno estremamente carino, chiedo a Louis
di mostrarmi le aule, dato che il primo corso della giornata, marketing, lo
seguiamo insieme.
Saluto Mari e i ragazzi dandoci appuntamento per pranzo nel
giardino della scuola.
‘Allora? Che te ne
pare? Ti stiamo simpatici?’ scherza Louis.
‘Si, eccome. A
proposito, grazie per avermi fatto sentire a mio agio fin da subito.’
‘Figurati piccola,
ora sei una di noi.’ dice lui, con quel suo sorriso tenerissimo, mettendomi un
braccio intorno al collo.
Credo che amerò questa scuola, e queste amicizie, soprattutto.
Camminando per il
corridoio vedo mio fratello Niall, e non posso evitare di saltargli al collo e
abbracciarlo, come se non lo vedessi da mesi.
‘Ehi piccola. Già
fatto nuove amicizie?’ chiede lui, gettando un occhiata al ragazzo dietro di
me.
‘Niall, ti
presento Louis..’ neanche finisco di parlare che i due si salutano con una
stretta di mano.
‘..oppure no.’ continuo
io, sicura di essermi persa qualcosa.
‘Principessa, io ho
già dei nuovi amici.’ dice mio fratello pizzicandomi la guancia.
Cominciano a
parlare del più e del meno. Dopo una lunga conversazione, trascino Louis in
classe e saluto mio fratello.
‘Piccola, non ti
ho chiesto una cosa. Sinceramente, cosa ne pensi di Harry?’ chiede lui,
fissandomi.
‘Sinceramente?’
‘Si, certo.’
‘Beh.. Louis, mi
sta sul cazzo.’ rispondo, in tutta sincerità. Scoppiamo a ridere ed entriamo
nell’aula chiudendoci la porta alle spalle.
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Capitolo 4 *** We Are Frozen ***
We Are Frozen
La prime tre ore
di lezione sono andate alle grande.
I prof sono simpaticissimi e i compagni
fantastici, mi hanno accolto senza problemi.
E’ quasi ora di pranzo. Io e Louis
usciamo dall’aula, lui annoiato, io gasatissima per la mia giornata.
‘Che facciamo
adesso?’ chiedo elettrizzata.
‘Andiamo a
pranzare. Prima, però, passiamo dal laboratorio di chimica.’ risponde Louis.
‘Perché?’
‘Passiamo a
prendere Harry.’ risponde lui, quasi temendo la mia reazione.
‘Non può venire da
solo?’ chiedo, alquanto irritata.
Non ricevo nessuna risposta, solo una
risatina.
Harry è davvero un bel ragazzo, curato ed elegante, ma c’è qualcosa
in lui che mi spinge a non farmelo piacere del tutto.
Sarà il suo modo di fare.
La prima impressione che mi ha dato è quella di un ragazzo abituato ad avere
tutto in un momento e con la puzza sotto il naso.
E’ vero, non bisogna
giudicare un libro dalla copertina, ma io ho già una opinione sulla sua
persona.
Poi chi lo sa, potrei anche cambiare idea.
‘Faith, perché non
chiedi a tuo fratello se ha voglia di pranzare con noi?’ chiede Louis
distraendomi dai miei pensieri.
‘Ma certo. Gli
invio un messaggio.’ rispondo, prendendo il cellulare dalla tasca e cominciando
a scrivere il testo.
Nel frattempo il riccio esce dal laboratorio cominciando a
scherzare con Louis su un esperimento di chimica andato male.
Io evito di
partecipare alla conversazione, cosi me ne sto in disparte fingendo di scrivere
ancora a Niall.
‘Ciao, Faith.’
dice dopo un po’ Harry, calcando il tono sul mio nome e facendo in modo che mi
rendessi conto che l’aveva pronunciato bene.
Alzo lo sguardo, lo fisso per un
attimo e ritorno a prestare attenzione al mio cellulare.
Con la coda
dell’occhio posso notare il suo sorriso, un sorriso con un pizzico di imbarazzo
per quel saluto non ricambiato.
‘Lou, andiamo a
prendere un tavolo?’ dico, prendendo il ragazzo a braccetto e snobbando del
tutto il riccio.
‘Si Faith, andiamo
a prendere un tavolo.’ risponde Harry al posto di Louis, prendendo a sua volta
me a braccetto.
Forse dovrei smetterla di essere acida con lui.
Magari
diventiamo amici.
Ridiamo tutti insieme e, sempre a braccetto, ci dirigiamo
verso la mensa, dove troviamo Liam e Mari intenti a discutere su una relazione
di chimica.
‘Mari, fidati, quella
è una reazione, non puoi metterla fra le trasformazioni fisiche!’ dice Liam
cercando in tutti modi di dimostrare alla ragazza la sua teoria.
‘Dio quanto sei
irritante! Va bene, faremo a modo tuo.’ dice Mari alzando gli occhi al cielo e
lasciando perdere il discorso.
‘Buon giorno a voi.’ dico io con l’intento di
riportare la tranquillità di poco prima.
‘No. Aspetta. Sei a braccetto con Harry e non è ancora
scoppiata una guerra?’ scherza Liam ridendo.
Senza rendermene conto, io e il
riccio siamo stati più di un quarto d’ora estremamente vicini.
Lascio subito la
presa sul suo braccio e mi fingo infastidita, anche se a dir la verità, non mi
è dispiaciuto per niente stargli cosi vicina.
Il riccio, dal canto suo, si limita ad assumere un’aria
compiaciuta, come se avesse raggiunto il suo scopo, facendo nuovamente
comparire sul suo volto quelle adorabili fossette.
A distogliermi dai miei pensieri su di lui ci pensa
Niall stringendomi alla vita e dandomi un bacio sulla guancia. Ricambio l’abbraccio
e poi passo alle presentazioni.
‘Ragazzi, per chi non lo conoscesse, lui è mio
fratello, Niall.’
‘Piacere di conoscervi.’ Dice lui, posando il suo
sguardo sulla ragazza al mio fianco.
Comincia a guardarla come se fosse la
creatura più bella che avesse mai visto, ma lei, senza rendersene conto,
continua a fissare il suo iPhone scorrendo la timeline di twitter.
Le do una
gomitata per riportarla nel mondo reale, ma evidentemente non ha afferrato il
senso del gesto, perché comincia ad imprecarmi contro lamentandosi per il
dolore.
Con gli occhi le indico il biondo che la guarda sempre più assorto,
divertito dalla sua reazione.
Quando finalmente si rende conto di quei
bellissimi occhi blu puntati su di lei, arrossisce come una pesca e inizia a
ridere per la pessima figura.
All’improvviso si sente del feeling fra i due,
cosi decido di lasciarli da soli a scherzare dirigendomi verso il gruppo,
intento ad organizzare una festa per i 18 anni di Louis, che compirà proprio
alla vigilia di Natale.
‘Gente, dobbiamo fare le cose in grande.’ comincia
Harry.
‘E’ facile per te dirlo dato che non devi pensare alla
location!’ ribatte Eleanor, la fidanzata di Lou.
Harry risponde semplicemente
facendo spallucce e continuando ad ascoltare le proposte.
‘E se la organizzassimo a casa sua?’ propone Zayn.
‘Ma ovvio Zayn. Il ragazzo esce dal bagno e gli
urliamo ‘sorpresa!’ mentre è in accappatoio. Dai!’ risponde Perrie, suscitando
una fragorosa risata.
Dalla sua risposta, capisco che si tratta di una festa a
sorpresa, infatti Louis al momento è con Danielle a fare la fila al self
service.
‘Possiamo affittare un locale per una sera, tipo
starbucks.’ dice Liam, riscuotendo l’approvazione della maggior parte dei
presenti.
Ad un tratto mi viene un’idea.
‘E se la facessimo da me?’ propongo io.
‘Credi che i tuoi te la lascerebbero fare?’ chiede
Eleanor.
‘Mio padre ha comprato un appartamento per me e Niall,
proprio per stare con gli amici.
Si trova nella zona di Earls Court.
Ha due
piani, una cucina, due bagni e qualche camera da letto.
Sarebbe perfetta per
una festa.
Tra l’altro, non ci sarebbe nessun genitore ad urlarci contro per la
musica troppo forte.'
‘Dici sul serio?’ chiede Zayn, abbastanza incredulo.
‘Beh, ovvio.’
‘Dio Faith ma io ti amo!’ dice Perrie venendomi
incontro e abbracciandomi.
‘Si beh, anche io.’ dice Harry unendosi all’abbraccio.
‘Tu sparisci, energumeno.’ dico al riccio, scherzando.
‘Perché? Tu non mi ami?’ chiede lui, facendo gli occhi
dolci.
La mia risposta si consuma in uno ‘ptff’ che lo lascia, ancora una volta,
sena parole.
Da una parte però mi fa davvero tenerezza.
E’ strano il modo in
cui cerca di avvicinarsi a me.
Forse non dovrei respingerlo cosi, ancora prima
di averlo conosciuto davvero.
Anyway, Lou è tornato.
Fingiamo di non aver mai
parlato della sua festa.
I nostri atteggiamenti sono comuni e normali.
Mari e
Niall stanno ancora parlando, credo si stiano scambiando i numeri di telefono.
Liam e Danielle parlano di un nuovo taglio di capelli per lei.
Zayn e Perrie si
scambiano teneri baci. Boh, li amo.
Louis ed Eleanor si fanno foto come due
truzzi.
E poi ci siamo io ed Harry. Più freddi del ghiaccio in Groenlandia.
Sigh.
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Capitolo 5 *** 'I can give you a lift' ***
I can give you a lift
E’ finito il primo giorno di scuola. No. E’ finita la
scuola.
Praticamente mio padre ha iscritto me e mio fratello a scuola per
frequentarla un solo giorno.
Quindi, prima di ricominciare, abbiamo due
settimane di vacanze natalizie.
Buono, da una parte, cosi avrò modo di
trascorrere più tempo con Mari e gli altri ragazzi, sempre che lei non sia
troppo impegnata con mio fratello.
L’ultima campanella è suonata da almeno dieci minuti,
ma noi siamo ancora in caffetteria ad aspettare che la folla diminuisca in modo
da uscire senza problemi.
‘Faith, mi presteresti la tua auto?’ chiede Niall.
‘E la tua?’ chiedo io, di conseguenza.
‘E’ dal carrozziere, voglio darle una sistemata. Dai,
per favore.’ dice ancora lui facendo una specie di faccia da cucciolo.
'Niall, io come torno? Devo anche dare un passaggio a
Mari.’
‘Non preoccuparti, per lei ci penso io.’ risponde lui,
prendendo la mano della ragazza che sta al suo fianco.
Quindi, quella che attualmente è la mia migliore amica
e mio fratello.. adesso escono insieme?
Alzo gli occhi al cielo come per rassegnazione.
‘Grazie Faith.’ dice stampandomi un bacio sulla
guancia. Lo stesso fa Mari.
‘Si ma io come torno?’ ripeto, senza ricevere
risposta.
‘Posso darti un passaggio.’ una voce roca si
materializza alle mie spalle, facendomi sussultare. Come immaginavo, è Harry.
‘No. Grazie lo stesso.’ rispondo, evitando di
incrociare il suo sguardo.
‘Smettila Faith. Sali.’ dice, aprendo lo sportello
della sua macchina.
Non ho altra scelta. Faccio spallucce e prendo posto
sul sedile accanto al suo.
Per un po’ domina il silenzio fra di noi.
Sono come incantata
dal suo modo attento di guidare.
Mi piacciono le sue mani. Sono davvero
attraenti.
Sulla mano sinistra ha una croce tatuata fra il pollice e l’indice.
Porta anche un anello nel dito medio.
‘Prima o poi dovrai parlare con me.’ Dice lui,
rompendo il silenzio.
‘Non è necessario farlo.’ Rispondo io.
Sorride.
‘Cosa c’è?’ chiedo.
‘Lo hai appena fatto.’ Dice ridendo.
Coinvolge anche me, e per un po’ sembriamo quasi
amici.
‘Perché non ti piaccio Faith?’ chiede lui, con un’aria
seria.
‘Scusami?’
‘Non ti sto simpatico, lo so. Perché?’
‘Beh, Harry, è ancora presto per dirlo. Magari non mi
hai fatto una buona impressione, ma..’
‘Ma non ti sto simpatico.’ ripete, facendo un sorriso
abbastanza forzato.
Ha un’aria tenera, mi sento quasi in colpa. Prima che
possa rispondere continua.
‘Dove abiti?’ chiede.
‘Richmond’ rispondo.
Cade di nuovo il silenzio.
Sto valutando l’idea di riavvolgere il filo e
ricominciare. Insomma, non potrò vederlo come un ragazzino snob per sempre.
‘Hey Harry.’
‘Si?’
‘Perché non ricominciamo?’ propongo io.
‘Ricominciamo?’ chiede confuso.
‘Si. Potremmo ‘ricominciare’ e potrei provare ad
essere carina con te.’
‘Beh mi sembra una buona idea.’
‘Bene allora.’ sistemo i capelli e mi metto dritta sul
sedile guardandolo.
‘Ciao, sono Faith.’ dico ridendo e porgendogli la
mano.
Mi guarda, sorridendo con la lingua fra i denti. E’
adorabile.
‘Ciao, sono Harry.’ dice, anche lui ridendo e
porgendomi la mano.
Scoppiamo a ridere.
Parliamo per tutto il tragitto. Non sembra cosi male,
ma comunque non voglio dare l’idea di essere una ragazza che lega facilmente
con tutti.
Arriviamo nella zona di Richmond e gli indico la mia
villa.
‘Eccoci qua.’ dice lui.
‘Grazie per il passaggio.’ dico, accennando un
sorriso.
‘Figurati.’ risponde.
Sto per chiudere lo sportello quando mi fermo un
attimo e rimetto la testa dentro la macchina.
‘E comunque, ci vorrà di più per conquistare la mia
simpatia.’ dico, lasciandolo con un’aria sorpresa.
Richiudo lo sportello della macchina ed entro in casa
chiudendomi il cancello alle spalle.
Sento la sua auto ripartire nel momento in cui chiudo
il grande portone di casa.
Salgo velocemente le scale, dimenticando del tutto di
controllare se Niall, con la mia macchina, è già rientrato.
Entro in camera e
mi butto sul letto, restando a fissare il soffitto.
In fondo, mi sono divertita
con lui, anche se per poco.
Ma, come già detto in precedenza, non voglio
dargliela per vinta, ci vorrà di più di una semplice conversazione perché si
abbatta il ‘muro’ creato fra di noi.
Oddio, e adesso perché sento le farfalle nello
stomaco?
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