Madly

di AryDirectioner4Ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heart Attack ***
Capitolo 2: *** Summer Love ***
Capitolo 3: *** Everything About You ***
Capitolo 4: *** Torn ***
Capitolo 5: *** Total Eclipse Of The Heart ***
Capitolo 6: *** Something About The Way You Look Tonight ***
Capitolo 7: *** Chasing Cars ***
Capitolo 8: *** I Wish ***
Capitolo 9: *** Moments ***
Capitolo 10: *** Change My Mind ***
Capitolo 11: *** Kiss You ***
Capitolo 12: *** More Than This ***
Capitolo 13: *** Teenage Dirtbag ***
Capitolo 14: *** Tell Me A Lie ***
Capitolo 15: *** The Ice, The Cold, Do Only Part Of A Feeling Called Fear ***
Capitolo 16: *** The End Of... ***
Capitolo 17: *** Best Song Ever ***
Capitolo 18: *** Happy B-Day Lou! ***



Capitolo 1
*** Heart Attack ***


Spazio autrice: okay, non voglio annoiarvi più di tanto, perciò la farò breve xD mi chiamo Arianna e questa sarà una FF in cui personaggi vi sono i 1D...La storia è raccontata in prima persona da una ragazza e beh... poi se avrete voglia leggete... All'inzio di ogni capitolo ci sarà una piccola introduzione, cioè una pagina di diario che riprenderà il titolo del capitolo... Beh non voglio dirvi altro... Ci vediamo alla fine... Buona lettura!! :D ;)

 

 

 

 

 

'Caro Diario,

finalmente a casa!! Primo giorno di inferno nella stessa scuola di mio fratello... Primo non ho voglia di andare a scuola, secondo... che palle!! Sarò quella nuova e non adoro ricevere troppe attenzioni... Credo proprio che sarà una giornata da... HEART ATTACK!

Baci, la tua Sam'

 

 

Per chi non mi conoscesse ancora sono Samantha, ma preferisco essere chiamata Sam, ed ho 17 anni... Abito con i miei genitori e mio fratello gemello (anche se non ci assomigliamo per nulla) Harry, a cui sono molto legata. La mia vita fino ad ora è stata veramente stupenda perchè ho studiato per 2 anni a New York grazie ad una borsa di studio vinta, è stata un'esperienza davvero unica, l'unica cosa è che mio fratello mi mancava veramente molto ed è stato difficile non parlare con lui e litigarci per così tanto tempo!! Ma ora sono tornata a Londra, a casa mia e per mia sfortuna mi ritrovo a ritornare nella stessa scuola di mio fratello... Quella di NY era decisamente migliore!! Beh almeno per un conto conoscere gente nuova sarà più semplice, ma io sono una persona chiusa e con un carattere spacciato e un po' troppo diretto, ma non solo, sono anche molto ma molto maldestra!! Infatti sono sicura già delle figuracce che farò oggi, visto che per me le figure di merda sono all'ordine del giorno!! Ma non mi conoscete abbastanza bene, imparerete a capirmi man mano che vi racconterò la mia storia, vi accorgerete che sono alquanto stramba...

 

 

Eccomi per i corridoi della scuola camminando affianco a Harry che saluta praticamente ogni persona che passa... Ma come cazzo fa a conoscerle tutte?? Per me fa finta di conoscerle...

Ma ecco che mio fratello va al suo armadietto ed io rimango sola non sapendo dove diamine andare. Così continuo a camminare come una stupida fino a quando vidi un ragazzo avvicinarsi a me... Ma cosa vuole?? Non voglio parlare con nessuno!!

“Ehi ciao!!” esclamò il ragazzo estraneo.

Non risposi e rimasi ferma immobili ad osservarlo... Già dovete sapere che ho il brutto vizio di osservare un po' troppo le persone, soprattuto i capelli e gli occhi... Era biondo, ma aveva qualche riflesso molto chiaro che appariva sotto la luce del neon dei corridoi; i suoi occhi erano molto belli, azzurro mare e più andava verso la pupilla più diventavano chiari...Insomma era il classico ragazzo biondo con gli occhi azzuri, ma ero certo che nascondeva altro...

“Ehi, capisco che la scuola sia un posto che terrorizzi gli studenti, ma non per questo non si saluta e si rimane imbambolati!! Ti ripeto: ehi ciao!!” disse il ragazzo interrompendo i miei pensieri.

“Ehm ciao...”

“Finalmente hai parlato!! Devi essere quella nuova vero??”

“.....Si....”

“Mmmmm non sei di molte parole vero??”

“No...” aveva ragione, non sono una chiacchierona, o per lo meno non con gli sconosciuti, sono più che altro una che pensa.

“Beh si vede!! Beh io sono Niall Horan piacere!!” disse con un sorriso ed un accento strano

“Piacere...”

“Beh te ti chiami? Ma ti devo togliere le parole di bocca con la pinza??”

“No... Sono Samantha Styles... Ma preferisco il nome Sam”

“Beh piacere di conoscerti Sam!! Sei percaso la sorella di Harry??” più lo sentivo parlare più percepivo che venisse da qualche parte fuori Londra...

“Ehm si, per precisione sono la sorella gemella...”

“Davvero?? Wow!! Figoooo!!! Anche se non vi assomigliate per nulla!!”

“Lo so... E per fortuna!! Ahaha”

“Ahahah finalmente spiccichi più di una parola come “si” o “no”!!”

“Beh se devo fare battute su mio fratello allora sono un mito”

“Ahahahah! Beh ti starai chiedendo dalla tua espressione il perchè del mio accento vero?”

“Beh a dir la verità si...”

“Sono irlandese” ecco il perchè suo strano accento!! Un accento irlandese!! Sapevo che c'era qualcosa di diverso da un ragazzo capelli biondi e occhi azzurri.

“Oh wow!”

“Già, un po' mi manca l'Irlanda, ma qui si sta bene devo dire... Invece perchè non mi parli un po' di te?”

“Come hai detto non sono una di tante parole, e poi ora devo andare a lezione... Magari un'altra volta eh... Più che altro mi diresti dove sta il mio armadietto??”

“Beh io non posso saperlo, se vuoi vai in segreteria, te lo diranno”

“Okay, grazie...”

“Di nulla!! E' un piacere!!”

“Che gentile... Beh ora se non ti dispiace vado in segreteria cercando di non perdermi... Ciao!”

“Ahahaha okay ciao, ci vediamo!!”

E così me ne andai dritta dritta alla mia metà, per mia fortuna non era così lontana!!

In segreteria mi indicarono il mio armadietto e corsi a cercarlo. Una parola per trovarlo!! Non ho mai avuto il senso dell'orientamento.

Mentre correvo ecco che, con la mia solita maldestria, inciampai su un laccio della scarpa, che come al solito avevo allacciato male per la fretta, e caddi a terra. Prima figura di merda del giorno.

Tutti ovviamente si misero a ridere, sicuramente mi ero fatta conoscere!! Oddio no, un altro ragazzo che si avvicina... Ma quante volte devo dire che non voglio comunicare con nessuno?? NESSUNO.

Tanto meno dopo figure di questo genere!! Perchè mi si avvicinava? Per sfottermi forse? Che ci provasse che si ritrova una sberla nel viso!!

“Ehi, vuoi una mano a rialzarti?”

Già pronta a tirargli uno schiaffo mi resi conto di due cose: primo ero ancora stesa a terra come una mela marcia, secondo non mi aveva presa in giro ma voleva aiutarmi.

“Oh si grazie”

Mi prese la mano e mi aiutò a rimettermi in piedi.

“Bella caduta eh??”

“Si direi, avrei giurato che eri venuto per sfottermi”

“No, non sono di quel tipo di persone”

“Per fortuna!!”

“Beh io sono Liam Payne, come ti chiami??”

Ecco che mi bloccai e inzia ad osservarlo: era molto alto; i suoi capelli erano corti con una “mini cresta” che formava un piccolo ciuffo. Aveva degli occhi color nocciola ed aveva uno sguardo così dolce, beh rispecchiavano proprio la sua personalità...

“Tutto bene?? Ti ho chiesto come ti chiami... Non vuoi dirmi il tuo nome? Beh scusami se sono stato troppo impertinente...” disse con aria di scuse

“Ehm... Oddio, no no!! Scusa è che mi ero un attimo imambolata, scusa... Io sono Sam”

“Beh ciao Sam”

“Cioè sono Samantha Styles, ma mi piace più Sam.”

“Oh e quindi sei...”

“Si, la sorella gemella di Harry” dissi interrompendolo

“Già avevi inteso eh??”

“Beh dopo essermi presentata già una volta... Si. Non amo presentarmi o parlare molto”

“Oh... Beh a me non sembra... Credo che tu abbia solo bisogno di qualcuno con cui parlare”

“Ehi ora ti metti a fare il filosofo?? E comunque io comunico con mio fratello”

“Dico al di fuori dei familiari”

“Beh vedremo...”
Mi saltò all'occhio un grande orologio appeso ad una parete, o mio dio mi si stava facendo tardi e dovevo trovare ancora l'armadietto!!

“Oh mio dio Liam, scusami ma devo andare mi si sta facendo davvero tardi!! Ciao!” esclamai di fretta

“Va bene Sam... Ciao!!”
Corsi via e finalmente arrivai al mio armadietto. Beh credevo fosse messo un po' meglio, ma devo ricordarmi che non sono più a New York.

Presi di fretta e furia i libri e corsi, rischiando di inciampare e cadere più e più volte, fino all'aula.

Ovviamente quando entrai era tardi e tutti erano già seduti ai propri posti.

“Buongiorno, scusate per il ritardo, ma non riuscivo ad orientarmi. Si, sono Sam quella nuova, ciao a tutti, dove posso sedermi??” dissi tutto d'un fiato, tutti mi guardarono male, già capivano che ero una tipa stramba.

“Buongiorno signorina Samantha, intanto non si parla a macchinetta, ma si faccia intendere da chi ascolta. Comunque si sieda lì accanto a lui, è l'unico posto libero.” mi disse il professore

“Okay...”

Così mi andai a sedere al mio posto. Già mi immaginavo che il ragazzo accanto a cui mi sarei seduta avrebbe incominciato a fare domande o a parlarmi, invece no, silenzio, non mi salutò nemmeno. Wow, o avevo trovato qualcuno come me, oppure era maleducato. Beh, visto che non volevo essere io quella che appariva maleducata provai a rivolgergli la parola.

“Ehi... Ehm...Ciao”

Ma lui mi ignorò completamente, non ricambiò il saluto, non fiatò, non aprì bocca, non si girò verso di me, nulla di nulla. Ero invisibile o che altro?? Non so eh.

Visto che non rispondeva incominciai ad osservare anche lui. Non parlava, ma notai che era molto, ma molto carino... Più che altro figo!! I suoi capelli erano molto scuri, pettinati con una specie di cresta che formava un grande ciuffo davanti. Stava benissimo!! Vedere i suoi occhi era un po' difficile, ma potevo vedere che erano nocciola chiaro e il suo sguardo era così misterioso, così profondo e penetrante. Credo che se qualcuno riuscisse a decifrare quegli occhi allora si potrebbero scoprire molti segreti su di lui.

La lezione finalmente iniziò, ma mi accorsi che avevo portato solo una penna, ma era quella finita.

Così fui costretta a chiederla imprestito al ragazzo misterioso.

“Scusami, avresti una penna da prestarmi?” gli sussurrai

Senza dire nulla mi diede la penna che teneva in mano, ma non lo vidi a prenderne un'altra.

“Ehm, scusa ma a te non serve la penna??” gli chiesi incuriosita

“No. Meglio. Almeno non prendo appunti” mi rispose secco, monotono.

“Ah...Okay...Beh grazie...”

Ma quanto diamine era scortese quel ragazzo!! Sarà stato anche figo, ma era insopportabile!! Gli avevo chiesto solo una penna!!

Durante la lezione non ci parlammo, ma un simpatico ragazzo sul banco davanti, ogni tanto si girava verso di me guardandomi e facendo facce buffe, e così per una volta riuscì ad osservarlo ma senza dare nell'occhio: notai che aveva degli occhi verdi smeraldo, molto belli proprio come quelli di Harry. I suoi capelli sono difficili da definire, forse si può dire che aveva un aspetto un po' spettinato ed aveva come una frangia verso destra. Era piuttosto carino.

Continua ad osservarlo, finchè non mi parlò.

“Ehi, mi chiamo Louis Tomlinson, ciao Sam” mi sussurrò

“Ciao Louis”

Per favore non un'altro che vuole conoscermi!! Beh almeno avevo la soddisfazione che quello accanto a me non ne aveva le intenzioni.

“Cosa mi dici di te??” mi chiese curioso

“Sono Samantha Styles, ma preferisco il nome Sam, ho 17 anni, sono la sorella gemella di Harry, ma non gli assomiglio per niente, sono piuttosto strana e particolare, non amo parlare, e sono stufa di presentarmi” risposi tutto d'un fiato

“Wow... Ma che sei un robot, una macchinetta o che altro??” domandò ironico

“Mmmm...Non so...”

“I veri robot sono i professori, sono tutti colnati, ed ognuno di loro è geneticamente modificato per assumere caratteristiche diverse”

“Ahahaahah ciò che hai detto con ha molto senso ma... Credo che tu abbia ragione!!”

“Eheheh lo so!!” disse incominciandò ad imitare i prof facendo il robot e usando voci strane: quanto faceva ridere!!

“Tomlinson, la smetta di fare il robot!!” esclamò di rimprovero il prof vedendolo.

Tutti si misero a ridere e tempo 2 minuti si rigirò verso di me.

“Louis, posso farti una domanda?” gli chiesi gentilmente

“Certo, dimmi pure”

“Il tipo qui accanto... Beh... Cosa ha? Perchè è così scontroso?”

“Lui è Zayn Malik, ha delle origini pakistane ed ultimamente non è molto felice... Poi è molto timido e chiuso, ma quando lo conosci si rivela una persona davveroro simpatica e dolce. Lui è un mio amico”

“Beh, sarà pure timidio, ma per questo non bisogna essere maleducati... Comunque perchè non sarebbe felice?”

“Preferirei non parlarne... Sai non vuole che si sappia ed io lo rispetto”

“Oh okay... Lo capisco, ma prima o poi lo voglio sapere”

E così continuammo a chiacchierare per tutta la lezione.

 

Finalmente il primo giorno di scuola era finito, e mi ritrovavo nel piazzale della scuola bagnato dalla pioggia a pensare. Quante persone avevo conosciuto: Niall, il biondino con gli occhi azzurri e l'accento irlandese; Liam, quel ragazzo dagli occhi dolci; Louis, carino e super simpatico; Zayn... quel ragazzo fighissimo, ma scontroso a cui non riesco a smettere di pensare. Mi chiedevo sempre il perchè del suo comportamento, oppure penso a qualcos'altro, perchè lui aveva un qualcos'altro, un qualcosa di familiare...

Ma ecco che mi ritrovai con il sedere per terra e i miei pensieri vennero interroti. Ma che sfiga, ero scivolata!! Figura di merda 2 attuata. Ovviamente tutti se la stavano ridendo. Loro si divertivano ed io pativo il dolore della culata.

Direi che è stata una giornata superata con difficoltà.

 

 

Spazio autrice: eccoci alla fine di questo capitolo!! Intanto ringrazio tutte le persone che sono arrivate fino alla fine e che non si sono stufate di leggere xD grazie mille. Che ne pensate? So che questo primo capitolo possa essere sembrato noioso, ma spero vi sia piaciuto! Se volete commentare fate pure, accetto sia commenti negativi che positivi. Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà un flashback. Beh che dire... alla prossima!! :D  

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Capitolo 2
*** Summer Love ***


 

 

'Caro Diario,

 

il mio primo giorno di scuola è stato molto strambo, e altrettanto lo sono le persone che ho conosciuto. C'è un piccolo problema, nella mia testa c'è solo posto per qualcosa, o meglio qualcuno: Zayn. Non che mi piaccia eh!! Non potrei mai innamorarmi e soprattutto non voglio innamorarmi!! Una tipa come me innamorata? MAI!! E di un tipo in quel modo? Ma stiamo scherzando? E' soltanto che il suo nome, i suoi lineamenti, mi ricordano qualcuno già visto, ma dove?! Forse non è così, ma io sono certa di averlo visto almeno una volta!! Merda, ma è possibile che io sia così scarsa in memoria?!

Baci, la tua Sam'

 

 

La giornata scolastica era stata così stressante ed avevo bisogno di rilassarmi. L'unico modo era farmi una bella doccia fredda, magari mi tornava in mente qualcosa, anche se ne dubito...

“Harry!! Io mi faccio una doccia!! Vedi di non far venire nessuno dei tuoi amici!!” gli gridai dal bagno

“Tranquilla sorellina!! Se mai chiamo un'amica!!” mi rispose ridendo

“Ah ah ah... simpaticone”

Così mi misi sotto la doccia, facendo uscire un getto d'acqua fredda. Ecco che lo stesso pensiero mi perseguitava... Cazzo, ma come faccio a concentrarmi sui ricordi se penso ad altro? Ed io che credevo che una doccia fredda mi calmasse...Anzi fa peggio!!
Terminata la mia doccia mi misi l'accappatoio e tornai in camera dove c'era Harry che stava giocando alla Playstation.

“Allora, ti sei goduta la doccia?” mi chiese

“Mica tanto”

“Perchè? Più ti guardo più mi sembri turbata”

“In effetti...”

“Come mai?”

“Non sono affari tuoi!! Non impicciarti!”

“Sempre con il tuo solito caratteraccio eh?”

“Uff... Non ho voglia di parlarne”

“Solitamente mi dici sempre tutto!!”

“Ti ho detto che NON ho voglia”

“Okay, okay, va bene... Sappi che se vuoi parlare puoi farlo con me”

Fortuna che c'è sempre lui che sa sempre come prendere il mio carattere e il mio modo di fare.

“Lo so, lo so... Ma ora levati caro fratellino, vai via. Devo mettermi il piagiama e poi voglio stare un po' sola”

“Ma ci stai sempre sola!!”

“Uffa!! Ma farò quello che mi pare!!”

“Si si... Beh fammi finire questa partita e poi me ne vado”

“No, te ne vai ora! Non ho intenzione di stare un'altra mezz'ora in accappatoio!”

“Dai, ti prometto che faccio subito!”

Senza rispondere mi avvicinai alla presa della Playstation e la staccai.

“Okay, ora caro fratello la partita è finita” dissi sorridendo divertita

“Certo Sam che sei una rottura!! Che stronza!! Preferivo quando eri a New York!”

“Lo so, lo so, grazie... E non dire così perchè so che ti mancavo! Beh ora però sparisci”

Sconsolato e rassegnato si alzò e uscì dalla stanza. Finalmente sola, mi misi il pigiama, mi stesi sul letto, presi il mio Mp3, mi misi le cuffiette e scelsi una canzone a caso, una certa Summer Love.
Ero proprio stanca e dopo pochi secondi sentì le palpebre calare piano piano, fino ad addormentarmi. Improvvisamente mi ritrovai in un sogno, in un'altro posto ma comunque conosciuto... Più che un sogno sembrava... Un flashback.

 

Era l'ultimo giorno di permanenza a New York e decisi di andare in una spiaggia che distava qualche chilometro da lì.
Era una giornata soleggiata e afosa, e mi ritrovavo a camminare in costume sul lungo mare. L'acqua era bellissima e avevo molta voglia di fare un bagno e sguazzare nell'acqua, non nuotare perchè non ne sono capace.
Così entrai in acqua e “nuotai”, per modo di dire, sempre più a largo. Avevo voglia di arrivare nel punto in cui non toccavo più, non sapevo nuotare, ma almeno galleggiare speriamo di si!! Così mi addentrai sempre di più in largo, finchè non mi accorsi che non toccavo. Merda. Andai nel panico più totale, perchè mi resi conto di non saper galleggiare!! Okay, io e l'acqua non andiamo d'accordo.
Mi sentì affondare ed incominciai a dimenarmi come se fossi posseduta, e ad urlare il più possibile, anche se mi era un po' difficile visto che mi entrava l'acqua nella bocca. Chissà se qualcuno sarebbe venuto a salvarmi. Chissà se quell'imbranato del bagnino si sarebbe accorto, ma non credo visto che non faceva altro che parlare con le ragazze che gli andavano dietro. Okay. Ero spacciata. Continuavo a dimenarmi, ma mi sentivo sempre più debole... Mi sentì svenire.

 

Lentamente riaprì gli occhi e mi trovai davanti un ragazzo, un bel ragazzo, molto figo.

Mmmmm... Sono percaso in Paradiso?” chiesi stordita

Ahahahah no sei su una spiaggia, stesa su una sdraia” mi rispose il bel ragazzo

Ma non ero in acqua prima?”

“Stavi affogando ed io sono il bagnino, perciò ti ho salvata”

Ah... Grazie, ma credevo che te fossi solo un imbranato”

E perchè scusa?”

Stai tutto il tempo a parlare con le ragazze, credevo facessi questo lavoro solo per fare il fighetto”

Beh, in effetti è vero in parte... Beh se te la senti alzati così camminiamo un po'”

Okay...”

Mi alzai ed incominciammo a camminare sul lungo mare...

Bene, dimmi un po' perchè faresti il bagnino, dai sono curiosa”

Beh, io abito a Londra e sono venuto qui in vacanza, ma avevo bisogno di un lavoretto per mantenere le spese del viaggio. Ho trovato questo e quindi lo faccio, anche se non amo particolarmente l'acqua”

Allora sei deficiente, cioè non ami l'acqua e fai un lavoro in cui c'entra l'acqua”

Ma c'è anche da dire che succede raramente che qualcuno affoghi, ma poi arrivi tu e sono costretto a doverti salvare” disse ironico

Ahahaha beh non mi conosci, ma sono imbranata e anche tanto”

Si è visto... Comunque scusami, non mi sono presentato: sono Zayn Malik”

Piacere, sono Samantha Styles, ma sono per tutti Sam”

Non rispose e fece un risolino.

Ehi, ma fa tanto ridere la cosa??” chiesi infastidita

No no!! E' che a scuola c'è un mio amico che ha il tuo stesso cognome, ma è impossibile che voi siate parenti”

Non è impossibile, guarda che io abito a Londra, infatti oggi è l'ultimo giorno che sto qui”

Davvero? Beh il mio amico si chiama Harry Styles”

Dio, dimmi che non è vero”

Perchè??”

E' mio fratello gemello!!”

Ahahaha non è possibile!! Non gli assomigli per niente!!”

Eh già lo so!!”

La nostra conversazione venne interrotta, qualcuno di indesiderato arrivò.

Ciao amore!!” esclamò una ragazza

Zayn ci rimase, non se lo aspettava.

Perrie... Cosa ci fai qui?!” chiese lui

Sono venuta a trovarti, volevo farti una sorpresa per poi passare il resto della vacanza insieme!!” rispose entusiasta

Wow, davvero? Che dolce che sei, non me lo sarei mai aspettato... Ah Sam, lei è Perrie, la mia ragazza”

Oh... Ciao Perrie”

 

 

Improvvisamente, di colpo, mi svegliai.
Rimasi allibita, sorpresa, senza fiato. Un flashback della mia vita in un sogno. Sapevo che quello Zayn aveva qualcosa di familiare!!
Oh signore non potevo crederci!! Quel ragazzo che mi aveva salvata durante l'estate era il mio vicino di banco, il tipo scontroso e maleducato che avevo “conosciuto” a scuola? NO, non era possibile, mi sbagliavo, eppure era così. Ora si che ero sempre più curiosa di sapere del suo comportamento. Avevo deciso: avrei provato a parlargli. Mi sembrava così strano che lui si comportasse così con me. Cosa gli era successo? E mi chiedo, non mi ha riconosciuta, non gli sembro familiare? Dopotutto non si è nemmeno girato a guardarmi!! Mi girai e vidi la sveglia sul mio comodino: erano le 3 di notte e rischiavo di svegliare Harry... Meglio riposare un po', il giorno successivo sarebbe stato piuttosto pesante. 
Richiusi gli occhi e mi addormentai, pensando.

 

 

Spazio autrice: ciao a tutti!! Eccoci qua alla fine del secondo capitolo... Come vi è sembrato? Spero vivamente che vi sia piaciuto! Ringrazio ancora tutte le persone che leggono i miei capitoli, davvero grazie. Un ringraziamento speciale anche a chi recensisce!! :) Beh ci vediamo al prossimo capitolo, vi posso solo dire che introdurrò un nuovo personaggio. Baci!! ;)

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Capitolo 3
*** Everything About You ***


 

 

'Caro Diario,
che nottata!! Mio dio, mi sembra ancora tutto così strano!! Ho avuto un flashback, proprio quello che ha posto fine al pensieri: “ma dove l'ho visto?”.
Ora la mia domanda è: “perché si comporta così?”. Voglio scoprirlo, voglio conoscerlo per chi è veramente, voglio sapere ogni cosa.
La prima cosa che gli direi sarebbe: “voglio sapere EVERYTHING ABOUT YOU”.

 

 

Baci, la tua Sam'

 


Ed ecco un'altra giornata infernale nella gabbia (scuola) dei matti robot (come li chiama Louis), ed oggi sarebbe stato ancora più difficile. 
Certo che a volte la mia curiosità mi porta sempre nei guai e ad impicciarmi ogni volta, ma sono anche molto testarda, perciò lo scoprirò. Forse quando avrò risposto alla mia domanda non mi importerà più nulla di lui, o forse no... Basta, sono stanca di pensare.
Mi diressi in classe e questa volta non arrivai in ritardo. Nessuno ancora si era seduto al proprio posto e il professore non era ancora arrivato. Poi vidi Louis sempre raggiante, che faceva lo stupido come al suo solito.

“Ehi Lou!!” esclamai

“Sam!! Ciao!!” rispose entusiasta, e con mia sorpresa mi abbracciò. Non sapendo cosa fare rimasi immobile, non ero abituata agli abbracci, al di fuori di quelli di mio fratello.

“Come va Louis?” chiesi allontanandomi dall'abbraccio

“Oh bene, non vedevo l'ora di rivederti e parlare con te!!”

“Wow, solitamente non mi sopporta nessuno”

“Non è vero, credo che i tuoi difetti ti rendano adorabile”

“.....Grazie” dissi arrossendo. Cazzo, è la prima persona che mi fa dei complimenti!! Oh mio dio.

Fortunatamente la campanella suonò il professore entrò e ci sedemmo ai nostri posto, interrompendo quel momento terribilmente imbarazzante.
La lezione cominciò, ed eccomi di nuovo vicino a Zayn, che ovviamente né mi salutò né si girò verso di me. Dovevo mantenere la calma e provare a comunicare con lui, cercando di nascondere il mio caratteraccio.

“Ciao...” dissi sussurrando

“Ehm...Ciao” non si girò, ma almeno rispose anche se un po' insicuro. Mmmm stiamo facendo progressi!!

“Ho ancora la tua penna che mi hai prestato...”

“Ah si... Tienila pure”

“Grazie...”

Oddio, non ricordavo avesse una voce così bella e profonda. Cazzo, ma perchè vado a pensare queste cose?

“Ehi ascolta, ti ricordi che quest'estate...”

“NO. E non voglio ricordare” disse subito interrompendomi. Come non voleva ricordare? Avevo fatto qualcosa di sbagliato io quel giorno? Mi sembrava così felice e allegro...

“E perchè no??” chiesi a questo punto curiosa

“Ti ho detto che non voglio parlarne!! Lasciami in pace!!” disse piuttosto incazzato e alzando leggermente la voce.

Non mi trattenei, ed ecco che lasciai uscire il mio caratteraccio, non riuscì a farne a meno.

“Okay, scusa!! Ma stai calmo!! Ti ho solo fatto una domanda!! Non ti incazzare!! Quanto sei scontroso e maleducato!!”

“Ascoltami ragazzina, te non sai nulla di me!! E si mi ricordo di quest'estate e mi ricordo in qualche modo di te, ma non voglio ricordare!! Hai capito?!?! Te non conosci i miei problemi, i miei pensieri, non sai nulla! Non giudicare senza sapere!” disse alzando la voce. Che figura di merda, tutti avevano sentito.
Non risposi, Zayn non disse altro e si alzò dal suo posto, andandosene dalla classe sbattendo con forza la porta.

“Malik!! Torni subito qui!!” Urlò il professore richiamandolo.
C'era troppa tensione, ed io mi stavo autocommiserando per quello che era appena successo. Non ce la facevo. Mi alzai ed uscì anche io dalla classe.

“Samantha!! Venga qua!! Anche lei no!! E voi vedete di far si che nessun altro esca da quella porta!!” sentì urlare dall'aula, ma non gli feci troppo caso e mi allontanai il più possibile dalla classe.
Cazzo sono stata così deficiente?!?! Come al solito finisco sempre per fare casini!! Tutta colpa del mio caratteraccio!! Ma che ne potevo sapere che ricordare l'estate era così orribile per lui?? Dopotutto lui stesso ha detto che non lo conosco! Che scema che sono stata.
Non solo ero arrabbiatissima e innervosita, ma mi veniva da piangere. Oddio anche questo no! Perché avrei dovuto piangere? Non potevo essermela presa così! Mi sembravo stupida, o forse lo ero.
Non potevo vagare per il corridoio come uno zombie, così corsi in bagno e mi rinchiusi a piangere e a scaricare tutta la rabbia, finché non sarebbe suonata la campanella della fine dell'ora. Per una volta che avevo intenzione di scoprire, fare un qualcosa ecco che riesco a mandare tutto all'aria, non sono proprio portata per queste cose eh! Cazzo, ma sono davvero così imbranata e piena di difetti? Più giorni passano più ne scopro uno.

La campanella suonò ed io cercai di ricompormi, mi asciugai le lacrime provando a calmarmi. Ero ancora piuttosto agitata ed avrei potuto buttare giù un palazzo.
Andai al mio armadietto. Anche qui qualcosa andò storto, tanto ormai non era una novità: aprì l'anta dell'armadietto con rabbia e forza, e questa sbatté contro qualcosa, o meglio qualcuno...
Mi girai e vidi per terra una ragazza che sembrava piuttosto alta, con i capelli di un biondo cenere e gli occhi verdi, e che si teneva una mano sul naso e faceva versi di dolore.

“Ma che ti prendesse un colpo!!” mi urlò la ragazza, sicuramente mi stava mandando non solo colpi, ma anche maledizioni.

“Oddio mio!! Scusa, scusa, scusami!! Non l'ho fatto apposta!! Scusa!!” risposi allarmata

“Scusa un cazzo! Mi sanguina il naso! Ma un po' più delicata e attenta nell'aprire l'armadietto no eh?!”

“Ti ho detto che mi dispiace!!”

“Okay okay, ma almeno aiutami!!”

“Si subito” le tesi una mano e l'aiutai a rialzarsi, accompagnandola fino in bagno.

“Spera per te che non sia rotto!!” mi disse minacciosa

“Oh lo spero...”

Le andai a prendere il ghiaccio e l'aiutai a fermare il flusso di sangue che usciva abbondante.

“Nulla di rotto vero?” chiesi speranzosa

“No, per fortuna. Sennò te la passavi brutta cara mia”

“Okay scusami ancora, è che sono un po' maldestra. Davvero mi dispiace. Comunque io sono Samantha Styles, la sorella gemella di Harry”

“Ah si, quella nuova. Io sono Chloe Payne, la sorella maggiore di Liam”

“Ah si!! Liam!! L'ho conosciuto!! E' un ragazzo così dolce!!”

“Si, è vero. E' anche molto ingenuo, infatti io riesco a fargli sempre i dispetti”

“Ma poverino!! Di quanto sei più grande di lui?”

“Di un anno, infatti io ne ho 18, lui 17”

“Ah capito... Beh piacere di averti conosciuta, anche se avrei preferito in un altro modo.”

“Pensa io!! Non sei tu quella che si è sfigurata!”

“Lo so, e ti ripeto mi dispiace... Beh per farmi scusare ti voglio fare un invito” dissi gentilmente

“Che tipo di invito??”

“Perché oggi pomeriggio non vieni a casa mia?? Così ci possiamo conoscere un po' meglio”

“A casa tua?” chiese confusa. Mamma mia era così strana la cosa?

“Si esatto”

“Mmmm... Okay ci sto, ma voglio un trattamento speciale, voglio essere trattata come se quella che entra in casa tua sia una persona di grande importanza”

“Wow... Okay, va bene, ma non credo che sia possibile con una tipa come me”

Così le diedi il mio indirizzo e il mio numero di cellulare, in caso non ritrovasse la casa, e la salutai. Ora avevo bisogno assolutamente di parlare con qualcuno, con Liam. Corsi a cercarlo e fortunatamente lo trovai quasi subito.

“Liam, Liam!!” dissi correndo da lui

“Sam?!”

“Si, eccoti ti ho trovato!! Ho bisogno di te!! Ho avuto una giornataccia! Prima ho discusso con Zayn Malik, poi incazzata sono uscita dalla classe ed ho vagato per un po', ma poi aprendo l'armadietto ho colpito in viso tua sorella Chloe!! Ma non è questo il punto! Ho bisogno di un consiglio e tu sei quello adatto perché già dalla prima volta che mi hai parlato hai fatto il saggio!” dissi con il fiatone della corsa, e tutto d'un fiato, a macchinetta, come ogni volta che devo raccontare qualcosa.

“Ehm... Ciao eh... Okay, hai detto tanto, ma ho capito poco... E fortuna che eri una di poche parole!! E poi hai colpito in faccia mia sorella??” disse piuttosto confuso

“Si, ma per sbaglio e poi l'ha colpita l'anta dell'armadietto non io!! Ma sta bene e non è questo il punto. E comunque non te lo ripeto se non hai capito. Ho solo bisogno di un consiglio”

“Okay, dimmi”

“Ed ho anche bisogno che tu mi dica una cosa” aggiunsi

“Va bene, tutto quello che vuoi”

“Allora, ho conosciuto per modo di dire Zayn Malik, ho provato a parlargli, ma si è incazzato con me”

“Cosa gli hai detto??”

“Gli ho chiesto se si ricordava dell'estate. Sai lo avevo già incontrato”

“Hai toccato il suo punto debole”

“Ah... Quindi te lo conosci bene”

“Si, lui è il mio migliore amico”

“Ma senti un po' cosa vengo a scoprire”

“Eh già... Ultimamente gli sono molto accanto. Sta passando un brutto periodo”

“Me lo ha detto anche Louis”

“Hai conosciuto anche lui?”

“Si, è seduto sul banco davanti al mio. Gli ho chiesto cosa ha Zayn, ma non me lo ha voluto dire”

“Okay ed ha fatto bene... Comunque quale consiglio volevi?”

“Come posso comunicare con lui senza che faccia lo scontroso? Anche se credo che ormai io abbia rovinato ogni cosa”

“Devi solo provare a conoscerlo, parlagli di tutto tranne che dell'estate e dei parenti. Anche se credo che in questo periodo non abbia molto voglia di conoscere e di aprirsi a persone nuove. Lui è piuttosto timido e questo non lo aiuta... Lui dice che io sono l'unico che riesce a capirlo”

“Liam... Mi dici cosa diamine gli è successo?”

“No, non posso”

“E dai!!!” esclamai insistendo

“No, no, no, no e no. Rispetto un amico”

“Lo so, ma dai!!” Ricordai le parole di sua sorella: è ingenuo. “Per favore Liam, se non me lo dici non mi rispetteresti perché si dice tutto agli amici” dissi per ingannarlo

“Uff... Certo che sei insistente!!”

“Si rispettano le persone, Liam” continuai a dire

“Okay, okay” Evviva!! Piano riuscito.

“Grazie! Su dai, dimmi” dissi super curiosa

“Per favore, non dirlo a nessuno”

“Tranquillo, tanto sono più le volte che non parlo”

“Bene. Ci sono due motivi. Entrambe le cose sono successe durante la fine dell'estate. La sua ragazza lo ha lasciato perché si era accorta di amare un altro, e il giorno dopo viene a sapere che a sua sorella minore è stata diagnosticata la leucemia”

Non risposi, non fiatai, credo che smisi anche di respirare, il mio sguardo era allibito. Mi sentì male, non poteva essere possibile, incominciai a sentirmi in colpa che avevo detto a Zayn, per il mio comportamento nei suoi confronti: sarò passata per un'insensibile, è vero che sono maldestra, maleducata, importuna, spacciata e tutto quello che vi pare, ma non insensibile, tutto tranne che quello.

“La cosa della ragazza non è gravissima, ma lui teneva molto a lei e avere quella brutta notizia della sorella il giorno dopo è stato un brutto colpo per lui” continuò a dire “Sam? Tutto bene?” vedendo che non rispondevo

“Scusa Liam, non ce la faccio, scusami” dissi con voce strozzata, trattenendomi dal piangere. Incominciai a correre via, il più lontano possibile.

“Sam!! Aspetta!! Dove vai!!” gridò Liam, ma non gli diedi peso e continuai a correre. Oggi non ho fatto altro che andarmene da un posto all'altro. Questa volta, non riuscivo nemmeno a rimanere nelle mure dell'edificio. Sentivo il bisogno di uscire, di scappare, di scomparire.
Uscì dalla scuola e sedei a terra sul piazzale. Improvvisamente cominciò a piovere, come al solito. Cazzo. Oggi non me ne va dritta una!! Incominciai di nuovo a piangere. Mi sentivo una merda, una persona orribile.
Zayn aveva ragione: io non lo conoscevo, non sapevo nulla su di lui, non potevo giudicarlo, ed io lo avevo aggredito. Solitamente me ne sarei fregata altamente, ma non questa volta, non ce la facevo, non dopo essermi chiesta una miriade di volte cosa gli era successo. Ora lo sapevo, avevo la risposta alla mia domanda, ma ora che so la verità non credo che sia poi così vero che io voglia sapere qualsiasi cosa su di lui. Fin dall'inizio avevo notato che i suoi occhi nascondevano tante cose, ed avevo ragione.
Lo potevo capire, so cosa vuol dire un fratello ed io al posto suo non riuscirei a sopportare se Harry fosse malato, anzi forse la sta superando meglio di quanto lo farei io.
Credo che ora Zayn mi odi, mi ritenga una maleducata, una senza un cuore. Devo scusarmi con lui, ma quanto è difficile dire la parola “scusa”. Come ho avuto il coraggio di impicciarmi di lui, devo trovarlo per scusarmi. Ma come? Ora non riuscivo a pensarci, ero capace solo di piangere e autocommiserarmi. Sinceramente incominciavo anche a sentire freddo, ero completamente bagnata dalla pioggia.
Improvvisamente sentì una voce: “Sam!! Che fai qui!!” urlò. Era la voce di mio fratello che corse subito verso di me e mi mise sotto l'ombrello con lui. Io continuai a piangere e lo abbracciai. Lui mi strinse forte.

“Fratellino, mi sento uno schifo!!”

“Sam, perché dici questo?!” chiese sconvolto

Tra un singhiozzo e l'altro del mio pianto gli raccontai ogni cosa.

“Sam, io lo sapevo. Zayn è mio amico e gli sono vicino, perché non me ne hai parlato prima?”

“Sai come sono fatta, mi si devono levare le parole a forza”

“Si, lo so... Devi capire però che la vita non è sempre rosa e fiori, non sempre è bella e non sempre va come vorresti”

“Lo so... Ma non ci avevo mai pensato”

“Te sei una ragazza fortunata, hai studiato a New York per ben due anni, ma ci sono anche questi casi, devi rendertene conto”

“So anche questo. Te non ti ammalerai mai vero?”

“E non portare sfiga! Dai vieni qui” disse aprendo le braccia per volermi abbracciare.

Io mi buttai tra le sue braccia e mi strinsi forte a lui che a sua volta fece lo stesso. Ora si che mi sentivo protetta e al sicuro.

 

 

Spazio autrice: bene!! Eccoci qua anche questa volta alla fine del terzo capitolo!!! :D mi sono resa conto che è venuto un po' più lungo degli altri due... Mamma mia quanto ho faticato per scriverlo però!! Inizialmente non sapevo cosa scriverci e cosa metterci, alla fine però per fortuna mi è venuta l'ispirazione!! Spero che sia stato di vostro gradimento!! ;) Grazie ancora a tutte le persone che leggono!! Ciao alla prossima!! Baci!!  

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Capitolo 4
*** Torn ***


 

 

'Caro Diario,

la mattinata non è andata per le migliori. Per fortuna che ho mio fratello, sennò sarei persa. Mi chiedo: “come cazzo ho fatto a sopravvivere a New York?” Forse la risposta è che era più il tempo che passavo al telefono con Harry che altro. Lui è completamente diverso da me, e forse è per questo che riesce sempre a portarmi sulla strada giusta.
Comunque, ora ho la risposta alla domanda che mi perseguitava... Ma mi sono comportata malissimo con Zayn. Cercherò di scusarmi.

 

Baci, la tua Sam'

 

 

Mi ritrovavo stesa sul mio caro letto, come al solito, con le cuffiette del mio Mp3, e Harry stava facendo i compiti, o meglio si stava trastullando in qualsiasi modo possibile pur di non farli. In realtà avrei dovuto farli anche io, ma non ce la facevo, avevo bisogno di risposarmi e rilassarmi un po'. Ora non avevo più nessuna domanda che mi assillasse, ma qualcos'altro si: come fare a scusarmi con Zayn.
Quando: il più presto possibile.
Dove: di certo non a scuola. Basta figure di merda.
Cosa dirgli: non ne ho idea. Questo è il problema.
Non potevo andare lì, dirgli tutto dritta e sparata come faccio al mio solito, dovevo trovare il tempo e il luogo giusto dove parlargli e soprattutto parlargli con il cuore, mostrandogli che ne ho uno e che non sono un'insensibile. Forse parlando in questo modo avrei potuto nascondere il mio caratteraccio e parlare veramente, non sparando tutto ciò che mi dice la testa. Si, forse era questo il modo, ma una tipa come me ce l'avrebbe fatta? Non lo so, mi ci sarei dovuta impegnare veramente molto. Cazzo, ma perché mi devo sempre complicare la vita? Sembra che io sia diventata l'ufficio complicazioni.
Improvvisamente ecco che il mio telefono vibrò, mi arrivò un messaggio:

- Ciao Sam, oggi pomeriggio non posso venire da te. Scusa ma mi si è verificato un piccolo imprevisto. Facciamo per un'altra volta, magari domani. Scusa ancora. Chloe. -

Ecco, perfetto. Ero molto felice di passare il pomeriggio con qualcuno, in modo da togliermi dalla testa tutti i miei problemi, ed invece no, non sarebbe stato così.
Così risposi al messaggio:

- Ciao, no okay tranquilla, non importa. Se puoi vieni domani. Ci vediamo. Sam. -

Inviato il messaggio me ne tornai a rilassarmi e a pensare. Ecco che mi venne un'idea geniale, si sono un fottuto genio, dopotutto. Avevo solo bisogno che Harry lasciasse perdere il suo cellulare e lo lasciasse incustodito in modo che io potessi trovare ciò che stavo cercando. Sarà una grande impresa visto che non se ne separa mai. Dovevo trovare un modo. La mia intelligenza anche questa volta superò i suoi limiti. Sapevo bene che le due cose a cui teneva di più mio fratello erano il cellulare e la Playstation. Se questo piano non avrebbe funzionato allora non ci sarebbe stato alcun modo di farlo separare dal telefonino.
Aspettai che Harry fosse impegnato a rispondere a qualche messaggio e senza dare troppo nell'occhio mi avvicinai alla presa scart della Playstation e la staccai, sapendo che lui non se ne sarebbe accorto visto che non ci capisce niente con le prese.
Mi rimisi sul letto e accesi la Playstation che ovviamente non funzionava.

“Harry!! Volevo giocare con la Playstation, ma guarda, l'ho accesa e non funziona!!”

“Sam, cosa sei andata a combinare? I tuoi soliti casini!! Cosa cazzo hai toccato?” disse allarmato, appoggiando il cellulare sulla scrivania e alzandosi verso la televisione.

“Niente!! Cioè, solo il pulsante di accensione”

“Perché la prossima volta non chiedi a me di accenderla? Così eviti di fare casini!” disse piuttosto incazzato. Bene il piano stava riuscendo.

“Okay, la prossima volta te lo chiedo. Ma come la risolviamo questa?”

“Non lo so, aspetta, vado di sotto a vedere sul contatore se è per via di qualche cosa che è saltato, e cerco il manuale di istruzioni, magari trovo qualcosa. Tu non toccare niente”

“Tranquillo, ti aspetto”

Così se ne andò al piano di sotto. Quanto è deficiente mio fratello, sul contatore non vede mica di certo se è saltata la Playstation!! Se mai può vedere se è saltata la corrente, ma la televisione si accende. Mamma mia che scemo, quando si fa prendere dal panico non riesce proprio a pensare!
Il mio piano era funzionato alla grande (ho sempre pensato che fossi molto intelligente) ed Harry aveva lasciato il suo telefonino solo soletto. Quello che volevo. Ne approfittai e corsi a prendere il suo telefono, tanto ero tranquilla avrebbe avuto da fare per un bel po'.
Appena sbloccai lo schermo vidi che gli erano arrivati moltissimi messaggi, e ci credo che poi stava sempre attaccato a questo attrezzino!! Capisco anche perché non se ne separa mai, sono tutti messaggi da parte di ragazze dell'ultimo anno di superiori. Avevo bisogno del suo cellulare per un altro scopo, ma già che c'ero volevo divertirmi un po'.
Aprì alcuni dei messaggi e mi misi a rispondere al posto suo.
Uno da parte di una certa Mary:

- Eh già piccolino dai capelli ricci anche io adoro messaggiare con te!! E poi sei una persona adorabile! -

Come si permetteva questa cazzo di Mary di chiamare mio fratello “piccolino”?? Ma siamo impazziti?!? Ora si risponde:

- Oh Mary!! Ma non hai ancora capito che tipo di persona sono io?? Non sono vere tutte le cose che ti ho detto!! Ti ho mentito solo per divertirmi un po'!! Addio Mary spero non te la sia presa! -

In realtà Harry non l' avrebbe mai fatto, ma in questo modo cercavo solo di aiutarlo!! Almeno meno se ne metteva tra i piedi meglio era per lui, evitava di fare figure di merda.
Passai al messaggio successivo. Questo si che mi fece incazzare, era da parte di una certa Katy:

- Caro, bello e hot ricciolino, sei così attraente. Che ne dici se faccio un salto a casa tua uno di questi giorni? Credo che ci divertiremmo moltissimo insieme. -

Questo era veramente troppo!! Mio fratello non era certo il tipo che invitava una puttanella a casa!! E poi mi chiedo, ma cosa ha mio fratello per avere tutte le ragazze ai suoi piedi? Forse i ricci? Beh che c'entra anche io ho i capelli un po' ricci ma non ho tutti i ragazzi ai miei piedi! Forse per il carattere opposto al mio. O forse non lo riesco a capire perché sono sua sorella.
Beh ora era il momento di rispondere a quell'orrido messaggio:

- Katy, sei proprio una puttana, ed io non sono affatto questo tipo di persona che si porta a casa la prima ragazza che mi dice che sono attraente e hot. NON sono quel tipo, vatti a cercare qualcun altro ti è chiaro? Sparisci e non farti più sentire!! MAI più -

Credo che anche mio fratello gli avrebbe risposto la stessa cosa, ma forse avrebbe esagerato un po' di meno. Il tempo stava passando e sentì che Harry mi urlò qualcosa: “Sam!! Ho guardato il contatore ed è tutto a posto!! Allora ora cerco il manuale d' istruzione!! Mi raccomando spero che tu non abbia toccato nulla!!”

“Ehm... No, no tranquillo!!!” gli gridai di risposta.

Non facevo in tempo a rispondere a tutti i messaggi, così decisi di guardarne solo un altro. Questo era da parte di una certa Alexandra:

-Harry, ti amo -

Questo mi lasciò senza parole. Potevo aspettarmi che una ragazza gli scrivesse di tutto, ma non questo. NON questo. Forse perché non riuscivo ad immaginarmi mio fratello innamorato veramente e non con una delle ragazze che riteneva carine e con cui usciva. Non riuscivo ad immaginarmelo fidanzato con una persona che ama. Non riuscivo a pensarlo sposato e con dei figli... Ehi ehi ora meglio non fantasticare troppo.
Aveva una storia con questa Alexandra? Non lo so, e non erano fatti miei dopotutto, ma se era così doveva dirmelo. Se uscisse con una persona che ama sul serio sarei felicissima per lui anche se avrei un po' paura che dopo lui possa soffrire ed io non lo vorrei mai vedere in quel modo.
Decisi che la cosa migliore da fare era non intromettermi e lasciare rispondere a lui e di utilizzare il cellulare di mio fratello per il mio scopo iniziale. Andai sulla sua rubrica e cercai il numero che mi interessava sperando che ci fosse. Colpo di fortuna. Lo trovai. Pensai che però era meglio che utilizzassi il mio cellulare per lo scopo a cui mi serviva quel numero. Presi il mio telefono e vi memorizzai il numero rimettendo quello di Harry dove l'aveva lasciato. Aprì la modalità “NUOVO MESSAGGIO” ed inserì il destinatario, poi scrissi il testo:

- Ciao, so che non sai chi è che ti scrive, ma ho un bisogno urgente di parlarti. Ti aspetto al Bushy Park alle 17. Mi raccomando presentati. -

E cliccai sul tasto “INVIO”. Avevo appena trovato il numero di Zayn Malik e inviatogli un messaggio in cui non sa nemmeno chi sono, per chiedergli di vederci per parlare. Ecco, sono fottuta. L'idea è perfetta, il problema rimane quello che dirgli e soprattutto trovarne il coraggio.
Ecco che poco dopo arrivò il messaggio di risposta:

- Io vengo, ma basta che non sia tutta una presa in giro o te la vedrai male chiunque tu sia. -

Non risposi al suo messaggio, ma ora sapevo che sarebbe venuto ed io avrei dovuto dire la fatidica parola “scusa”. Ero agitatissima e non vedevo l'ora che fossero le 17. Volevo anche rivederlo, non so perché ero così impaziente, so solo che aspettavo con ansia che i minuti passassero.
Nel frattempo non avevo pensato a mio fratello che ancora non era tornato in camera. Il mio fratellino scemo, ma quanto lo adoravo quando faceva così?
Ecco che finalmente tornò in camera.

“Sam!! Ho trovato la soluzione! Forse qualche presa si è allentata ed è per questo che non funziona!!” esclamò fiero di se stesso. Wow, ci era arrivato solo ora?

“Ehm, non lo so. Può darsi, guardaci tu”

Così con fare altezzoso si avvicinò alle prese e vide la scart staccata.

“Ecco!! Guarda sorellina, non funzionava perché questa presa qui era staccata!!”

“Oh è vero hai ragione!!” dissi facendo finta di nulla, anche se mi veniva da ridere.

Mi accorsi che erano le 16.30 e dovevo prepararmi per andare al Bushy Park ed incontrarlo.

“Ora cara puoi giocare alla Playstation, ma è la prima ed ultima volta che ti ci faccio giocare”

“No no, non mi serve più. Devo andare”

“Cosa?? Mi hai fatto controllare il contatore e girare mezza casa e poi non vuoi giocarci? Potevi risparmiarti di farmi fare questa fatica!! E poi dove andresti?”

“Cavoli miei caro fratellino”

“Dimmi dove vai” insistette

“Vado a fare due passi okay?”

“Mmmm sicura??”

“Si, Harry. Fidati di me e impara a farti un po' di più i fatti tuoi”

“Scusa se mi preoccupo per te eh!!”

“Credi che non sia la stessa cosa per me?”

“Non lo so”

“Beh lo è... Io ti voglio bene, ma ho bisogno che tu non ti impicci troppo”

“Io lo faccio perché so che che combini sempre e solo casini o ti cacci nei guai”

“Eh va beh!! Che ci posso fare se sono così? Ora scusami, ma vado ciao fratellino!!” dissi abbracciandolo e correndo via.

Credo proprio che avrei dovuto prendere un taxi o un autobus. Forse in questo caso mi stava più comodo il secondo. Così camminai fino alla fermata dell'autobus e aspettai che ne passasse uno, sperando che ce ne fosse stato uno che sarebbe riuscito a portarmi in tempo a destinazione. Passavano i minuti, ma passava di tutto tranne che un autobus, perciò guardai il cartello degli orari delle fermate e quello con l'orario più vicino era quello delle 17. No, merda non potevo, avrei fatto tardi!! Cazzo, no, come potevo fare? Aspettare l'autobus non era stata una buona idea. L'unica soluzione era chiamare un taxi, e così feci.
Finalmente il mio taxi arrivò e salì nell'auto, ma era già tardi, mancavano circa 5 minuti!! Speravo con tutto il cuore che anche Zayn sarebbe arrivato in ritardo.

“Dove la porto signorina?” mi chiese l'autista

“Al Bushy Park, ma potrebbe fare presto e accelerare il più possibile?? O rischio di fare tardi!!” risposi allarmata

“Oh ha un appuntamento con il suo ragazzo?” chiese curioso

“No no!! Mi devo vedere con qualcuno, ma non è il mio ragazzo!!” dissi arrossendo. Oddio no!! Zayn il mio fidanzato proprio no!! Ma non perché è Zayn Malik, ma perché non voglio prendere un impegno con qualcuno minimo finché non avrò 30 anni!!

“Va bene signorina, cercherò di fare il più presto possibile”

“Grazie tante”

A me non sembrava che stesse andando poi così veloce, ma forse aveva dei limiti da rispettare, oppure ero io che dall'ansia sembrava che tutto andasse più lentamente tranne che il tempo, infatti mi accorsi che erano le 17.10 e mi arrivò un messaggio, era da parte di Zayn:

- Chiunque tu sia vedo che non sei arrivato. Era tutta una presa per il culo? -

Questo voleva dire che lui era già lì e mi stava aspettando. Risposi al messaggio:

- No, sto arrivando sul serio. Mi si è fatto tardi. -

Pochi secondi dopo mi arrivò la sua risposta:

- Spero sia così. Allora ti aspetto alla fontana. -

Alla fontana? Perché proprio lì? Se lo facevo arrabbiare avrebbe potuto comodamente buttarmici dentro!! Oddio, speriamo di no! Mi è bastata l'acqua che ho preso stamattina!
Ecco come risposi:

- Okay, ci vediamo lì. -

Questa volta non ricevetti nessun sms di risposta.

“Mi scusi, quanto manca?”

“Guardi è quello laggiù” disse indicandomi un cancello non molto lontano

“Oh perfetto”

Ecco che arrivammo all'entrata del Bushy Park, pagai il tassista e scesi dall'auto iniziando a correre dappertutto. Oddio, dove era la fontana? Posto peggiore non poteva scegliere!!
Finalmente trovai un cartello con la mappa del parco, ora si che sapevo dove dover andare. Più tranquilla smisi di correre e continuai la strada, in questo modo potevo vedere quanto fosse meraviglioso questo spazio verde. Ad un certo punto vidi un fontana in lontananza, eccola, la mia meta. Non c'era nessuno, ma solo una persona con una giacca nera e sui capelli un ciuffo scuro. Era sicuramente lui.
Mi avvicinai sempre di più, finché non arrivai vicino a lui che stava fissando l'acqua della fontana.

“Ehm... Eccomi... Ciao” dissi imbarazzata. Senza dire niente si girò e appena mi vide credo che prese un colpo.

“Tu?!?! Cosa ci fai qui!!!” chiese sorpreso e quasi scontento di vedermi

“Sono io quella che che ti ha scritto di venire qui”

“Oh mio dio, e perché lo avresti fatto? Per darmi ancora dello scontroso o qualche altro dispregiativo?”

“No, in realtà sono venuta qui perché ho bisogno di parlarti”

“Allora cerca di contenere un po' le parole perché so che sei piuttosto antipatica quando parli, visto che ti lasci sfuggire ogni cosa che ti passa per la testa”

Dovevo mantenere la calma, non potevo farla finire come la conversazione di stamattina.

“No, non lo farò. Ascoltami, so che non vuoi parlare dell'estate, ma in questo argomento ho bisogno di parlarne, anche se per poco”

“Allora non voglio starti a sentire”

“Per favore, Zayn” insistetti

“Okay, ma se è troppo giuro che me ne vado”

“Va bene. Ascolta, il primo giorno di scuola, quando ti ho visto, mi sei subito risultato familiare, ma non riuscivo a ricordare dove ti avessi visto. L'altra sera quando mi sono addormentata ho avuto un flashback di quest'estate, di quando mi hai salvata evitando che affogassi...”

“Forse era meglio se ti lasciavo lì” disse ironico ed interrompendomi

“Smettila e non interrompermi. A scuola mi eri sembrato così chiuso, e nel flashback ti trovavo così simpatico e gentile, così ho incominciato a domandarmi il perché del tuo comportamento. Ed ora lo so.”

“Lo sai?? E cosa sapresti? Su sentiamo cosa ti vai ad inventare”

“Io non mi invento niente. Mi sono andata ad informare e so perché non vuoi ricordare l'estate, so che è dura per te, capisco che lo è. Non so bene cosa dirti perché non ci so fare molto con le parole, ma appena ho saputo la verità, il perché mi sono sentita uno schifo, si per il modo in cui ti avevo trattato...”

“Mi dici cosa cazzo sai?” disse interrompendomi di nuovo

“Zayn, mi dispiace molto che la tua ex ragazza ti abbia lasciato, so che tenevi molto a lei e che avevate dei progetti insieme, ma sono cose che nella vita succedono. Non avrei voluto dirtelo così, ma non trovavo altro modo. Inoltre capisco che tu stia soffrendo tanto per via di... si... beh... di tua sorella. Okay, lo dico. So che è difficile accettare che tua sorella abbia la leucemia...”

Non riuscì a finire di parlare che, preso dalla rabbia scaraventò un pugno contro il tronco di un albero vicino. Io sobbalzai dalla paura. La sua mano ora era tutta graffiata, gli usciva un po' di sangue.

“Oh mio dio... Zayn, calmati per favore!! Capisco che il dolore che stai provando è immenso, insopportabile, lo comprendo. Se mio fratello fosse malato reagire molto peggio di te, non riuscirei a sopportarlo, ad accettarlo e credo sia la stessa cosa che ti sta succedendo ora. Quando sono venuta a sapere questa storia ci sono rimasta malissimo, ci ho pianto tanto, ma mi ha fatto anche riflettere.
Noi crediamo che la vita sia sempre bella, rosa e fiori, ma non è così, anche se noi lo vorremmo. Ma bisogna capire anche che si sono anche quei momenti in cui non tutto è dalla nostra parte, non sempre tutto va per il verso giusto, e così incominciamo a credere che tutto e tutti siano contro di noi, ma non è vero, è soltanto il nostro modo di vedere le cose in quei momenti. Anche se è difficile, si va avanti, perché la vita va vissuta e non ci si può soffermare in situazioni che ci fanno male, vanno superate. Tutti abbiamo o abbiamo avuto dei periodi no, ma la mattina ci si alza comunque da quel fottuto letto, ci si veste, facciamo colazione e poi si va avanti a fare il nostro dovere. E' quello che dovresti imparare a fare anche tu Zayn, sono sicura che lo fai già, ma non con l'entusiasmo giusto. Non è facile trovarlo, ma se la viviamo in questo modo può sembrare peggio di quanto sia. Ti sto dicendo queste parole che non so come mi siano venute fuori, non per farti soffrire più di quanto tu non lo stia già facendo, ma per scusarmi del mio comportamento nei tuoi confronti, mi sono sentita veramente una merda, mi dispiace, scusa. Però le sto dicendo anche per dimostrarti che anche io ho un cuore, e che nonostante il mio carattere io ti sono accanto e ti capisco. Io ti sono riconoscente per avermi salvato la vita quest'estate, ma non ho mai avuto il modo di ringraziarti o di ricambiare abbastanza. Bene, questo è il mio modo per contraccambiare”

Lui non disse niente, teneva lo sguardo rivolto verso terra, era rigido, sembrava pietrificato.

“Ehm... Zayn, per favore dì qualcosa...” lo pregai, ma lui non disse assolutamente nulla. Poi alzò lo sguardo: aveva gli occhi lucidi e una lacrima gli rigava il volto.

“Zayn... Stai piangendo?” chiesi incredula, ma anche questa volta non rispose “Se ti ho fatto piangere io, mi dispiace” continuai a dire. Nulla, non diceva nulla.

Improvvisamente lo vidi camminare verso di me, sempre più vicino e non so perché ma avevo paura. Inaspettatamente mi ritrovai tra le sue braccia, stretta in un forte abbraccio ed immersa nelle sue lacrime. Non sapevo cosa fare e rimasi immobile come ogni volta che qualcuno, a parte mio fratello, mi abbraccia.

“Oh Zayn...” dissi senza parole.

Stranamente decisi di alzare le mie braccia e di ricambiare l'abbraccio, così lo strinsi forte a me per confortarlo. Non avrei mai creduto che sarei finita tra le sue braccia, mai.

“Grazie...” mi disse improvvisamente ancora stretto nell'abbraccio.

“Di cosa? Non ho fatto nulla”

“Si invece, mi hai fatto riflettere. Non credevo che proprio te, con questo carattere che ti ritrovi avresti potuto tirare fuori queste parole”

“Sinceramente non so nemmeno io come abbia fatto. E comunque scusa ancora per tutto”

“Accetto le scuse, ma scusami anche tu per il mio comportamento”

“Tranquillo, capisco perfettamente il perché...”

Credo che questo sia stato l'abbraccio più lungo in vita mia al di fuori di quelli con Harry.
Era sicuro che ormai il cuore di Zayn era lacerato in mille pezzi, ma non solo, in questo momento si era appena strappata la sua maschera, quella da cattivo ragazzo, quella da scontroso e maleducato. Ora era solo se stesso, preso dalle sue paure e dai suoi dolori.

 


Angolo autrice: oh mio non ci credo!!! sono finalmente riuscita a finire questo santissimo capitolo!! Vi giuro è stata un'impresa finirlo!! Un po' era che non avevo il tempo, un po' che non sapevo cosa scrivere e non mi venivano le parole. Ma finalmente ce l'ho fatta!! Mi sento realizzata xD
Comunque, come vi è sembrato questo capitolo? So che è il più lungo che abbia scritto fin'ora e ringrazio molto le persone che lo hanno letto tutto. Mi piacerebbe anche che chi potesse recensisse, ma non per avere recensioni, ma perché ho bisogno di sapere cosa ne pensate!! >.<
Grazie ancora, alla prossima!! Baci!! :D

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Capitolo 5
*** Total Eclipse Of The Heart ***


 

 

'Caro Diario,

non credo ancora a ciò che è successo ieri pomeriggio con Zayn, mi sembra ancora così strano ed impossibile. Era così chiuso e scontroso, ma ieri con ME è crollato, si è buttato tra le MIE braccia a piangere. Chissà, forse ora si fida di me, forse incomincerà a comunicare con me... Sarebbe bello conoscerlo veramente...

Baci, la tua Sam'

 

 

Ecco un altro giorno infernale di scuola, oddio è incominciata nemmeno da un mese ed io già ne sono stufa?? Andiamo bene!!
Questa mattinata però sarebbe stato tutto diverso, perché non avevo più il problema di affrontarlo: ero riuscita a parlargli con il cuore, e questo lo aveva colpito veramente molto. Devo dire di essere fiera di me stessa, finalmente ero riuscita a dire delle belle parole, qualcosa di sensato, e non cose fuori luogo come al mio solito. Bene, facciamo progressi!!
Ecco che, immersa nei miei pensieri come al solito, per i corridoi incrocio Liam, ma era così strano, solitamente mi saluta sempre e questa volta non mi degna nemmeno di uno sguardo... 
Oddio mi ero totalmente dimenticata che l'ultima volta che ho parlato con lui sono scappata via come una cretina, ci sarà rimasto di merda. Ed ora ecco che mi ritrovo di nuovo nel girone delle scuse.

“Liam!! Ciao!!” esclami, sperando in una risposta, ma non fu così e lui continuò a camminare, mi dava tanto l'idea che fosse arrabbiato.

“Liam!! Ti ho detto CIAO!” continuai, ma niente, non disse nulla “Eh dai!! Fermati un attimo!! Per favore!! Non fare l'ignorante!!” A queste parole smise di camminare e mi guardò.

“Ciao Sam” disse secco e con tono deluso

“Finalmente mi rispondi!!” esclamai soddisfatta

“Hai proprio un bel modo di congedare le persone”

“Ehm... Liam, lo so... Scusa...”

“Scusa?? Io sono calmo e comprensivo, ma che cazzo!! Ti ho vista sconvolta, sei corsa via senza dire nulla, ti ho cercata dappertutto ma non riuscivo a trovarti!! Cavolo mi sono preoccupato!! Potevi almeno farmi sapere che stavi bene!! Ma no!! Eri troppo impegnata a sapere cosa aveva Zayn!!” disse furioso, io non sapevo che cosa dire

“Hai ragione.. Non sarei dovuta scappare in quel modo, me ne rendo conto...” dissi mortificata, anche perché lo ero veramente

“Lo capisci solo ora? Credi che anche io non ci sia rimasto male quando sono venuto a sapere della storia di Zayn? Però io a differenza di qualcun altro non sono scappato via!!”

“Mi dispiace!! E' solo che non riuscivo a dire nulla, ci ero rimasta troppo male!! Liam, io ci ho pianto!! Sono scappata perché mi stavano per scendere le lacrime, e a me non piace che la gente mi veda in quel modo”

“Wow, bella scusa!!”

“Ma non è una scusa!! E' la verità!! Ascolta te l'ho detto fin dall'inizio che sono una ragazza complicata okay? Bene, ora ne hai la dimostrazione!!”

“Tu Sam non sei complicata, hai soltanto una personalità difficile da capire!! Smettila di dire che sei “strana” da come la intendi tu!”

“Oh mio dio, ma ora ti metti a dire anche questo? Non ti bastava la predica sull'altro giorno??”

“Non vuoi capire che io cerco solo di aiutarti?? E che se me la sono presa così tanto è perché tengo a te ed ero preoccupato per te?? Lo vuoi capire?!?!” Ero sorpresa dalle sue parole, non avevo mai conosciuto nessuno che mi dicesse che tenesse a me, a parte mio fratello e i miei genitori.

“Liam... Per me è difficile capirlo, perché nessuno mi ha mai detto queste parole... Io ti giuro che non l'ho fatto a posta!! Ero così sconvolta che ci sono stata male tutto il pomeriggio, finché non ho parlato con Zayn...”

“Ehi aspetta, cosa hai fatto tu?? Hai parlato con lui??” chiese sorpreso

“Si, gli ho detto che sapevo tutto ed altre cose...”

“Oddio!! Non voglio immaginare che casino che hai combinato!!”

“Ehi, ma per chi mi hai presa?? Sai invece caro mio cosa è successo?? Gli ho parlato con il cuore e lui è scoppiato a piangere abbracciandomi”

“Dici sul serio?”

“Si, sai bene che io non sono una che mente”

“Non posso crederci...”

“Beh fallo perché è la verità... Comunque, Liam, scusami davvero per l'altro giorno...”

“Okay, ma ti perdono solo perché ti adoro come amica... Quindi scuse accettate...”

“Evviva grazie!!” esclamai abbracciandolo, lui diventò tutto rosso.

“Basta che è l'ultima volta che ti comporti in quel modo... La prossima volta prometti che se dovrai piangere lo farai davanti a me senza scappare”

“Sarà un po' difficile per me, ma ci proverò... Sono fortunata ad avere un amico come te che mi perdona”

“Si, ma non farci l'abitudine!!” disse ironico

“Ahahah va bene!!” risposi divertita

Ecco che però la campanella di inizio lezione suonò, così ero in ritardo un'altra volta. Rischio più una bocciatura per i ritardi che per i voti!! Salutai Liam e corsi come una pazza in classe, ovviamente quando arrivai la lezione era già iniziata.

“Eccomi!!! Mi scusi professore!!” esclamai con il fiatone per la corsa

“Signorina Samantha Styles, non è la prima volta che arriva in ritardo o sbaglio? Non crede che è l'ora di iniziare a guardare un orologio? E se non ne ha uno, allora se lo compri, credo che sia abbastanza grande per pensare a queste cose.” disse di rimprovero. La classe incominciò a sghignazzare. Bene, incominciamo una bella mattinata con un altrettanto bella figura di merda.

Mi sedetti al mio solito posto, ma questa volta non fu più la stessa cosa, Zayn mi guardò, ma non solo.

“Ehi ciao Sam, mi raccomando sempre puntuale” disse scherzando. Oddio, ed ora come mai tutta questa confidenza? Lo avevo fatto piangere, si, ma non credevo che potesse davvero aprirsi. Forse era solo una mia impressione.

“Ciao Zayn! Certo io sono come un orologio svizzero!” risposi altrettanto ironica

“Sai, ti sono ancora grato per ieri”

“Davvero? Sapevo di aver fatto un bel lavoro, ma non credevo fino a questo punto”

“Invece si. Sei maldestra e tutto quello che ti pare, ma lasci il segno nelle persone”

“Lo devo prendere come un complimento o una cosa non positiva?”

“Stai scherzando? E' una cosa molto positiva!!”

“Oh per fortuna...” Alla mia risposta si mise a ridere.

“Styles e Malik, smettetela di chiacchierare, oppure vi mando comodamente fuori a prendere un cappuccino, un tè... ditemi voi” disse il professore interrompendo la conversazione.
Ma dico io, devono sempre rovinare tutto i prof? Per una volta che ero riuscita a conversare con lui, vengo interrotta, ma certo che è una cosa incredibile!!
Così fummo costretti a smettere di parlare, oppure una bella nota per uno nel registro era assicurata.
La lezione era noiosa da morire, fino a quando sentì il mio cellulare vibrare. Oddio. Mi ero scordata di spegnerlo. Fortuna era in silenzioso!!
Lentamente, cercando di non farmi vedere, presi il mio cellulare e guardai la notifica che mi era arrivata. Era un messaggio, ma il numero non era registrato nella mia rubrica e non riuscivo a capire che potesse essere stato ad inviarmi un sms a quest'ora. Curiosa lo aprì:
- Ciao Sam!!! Prova ad indovinare chi sono?? -

Chi me lo aveva scritto mi voleva proprio rendere il gioco difficile!! Come potevo sapere chi era?
- Proprio non lo so... Dammi un indizio -

Poco dopo mi arrivò il messaggio di risposta:
- Sono carino (o almeno credo), abbastanza alto, capelli castani, occhi verdi/azzurri, sono molto simpatico e sono seduto sul banco davanti al tuo. -

Okay, così mi aveva reso il gioco più che facile!!
- Louis!!!!!!!! Ma come fai ad avere il mio numero? -

- Fonti segrete!! :P -

- Ahahah e dai!! -

- Okay, confesso. Da tuo fratello -

- Ma guarda te che furbo che sei!! -

- Per chi mi aveva presi cara mia? -

- Per Louis Tomlinson -

- Ah ah ah... simpatica questa -

- Lo so!! Comunque, non è rischioso messaggiare così, in classe? -

- No... Io ci faccio spesso!! -

- Okay, va bene se lo dici tu... -

- Lo sai che oggi stai proprio bene? Ti vedo in forma!! :D -

- Oh beh... Grazie... Sono riuscita a parlare con Zayn, perché so la sua storia... -

- Ah... Triste la cosa vero? :( -

- Si, molto... Ora credo che sarà più facile comunicare con lui... -

- Si, lo credo anche io... Comunque, volevo chiederti una cosa -

- Se è di farti copiare i compiti, sappi che la risposta è no!! -

- Ahahaha no, tranquilla non c'entra niente -

- Okay, dimmi. O meglio, scrivimi -

- Sai, ti voglio veramente molto bene come amica perché credo che tu sia una persona veramente fantastica... Cosa fai domani sera? Se stai sola e soletta a casa perché non usciamo insieme? Chiariamoci, come amici eh... -

Cazzo. Mi aveva presa alla sprovvista!! Credo che ero diventata tutta rossa nel leggere quel messaggio. Un ragazzo, che chiede di uscire, a ME?? Oddio, cosa mi sono persa?? Devo calmarmi, bisogna uscire SOLO come AMICI... Ed ora cosa rispondo?

- Oddio... Non lo so... Comunque no, non faccio niente... -

- Appunto!! Dai!! Per favore!! Te lo chiedo in ginocchio!! -

Così mi metteva in difficoltà!!

- Eh va bene... -

- Evviva!! Allora ti passo a prendere io alle 19 a casa tua!! -

- Contento tu... -

- Si, molto contento!! Oddio, il professore ci guarda male... Meglio smettere di messaggiare -

- Già, lo credo anche io... Ciao Lou!! -

- Ciao Sam!! -

E così rimisi in tasca il mio cellulare. Credo che con tutti gli sms inviati avevo speso minimo 5 euro della mia ricarica!! Tanto ero sempre la solita.
Mi accorsi che però il professore non era l'unico che ci guardava male, lo stava facendo anche Zayn. Forse mi aveva vista messaggiare con Louis e ci era rimasto male perché voleva che invece parlassi con lui... Anche se non credo, non poteva aver preso così tanta confidenza con me!! Ad un certo punto vidi che prese una matita e su un pezzo di un foglio mi scrisse qualcosa, ma era difficile decifrarlo, aveva una scrittura non troppo comprensibile:

Sai che non si usa il cellulare in classe, vero?

A questo punto presi una matita anche io e risposi alla sua domanda:

Si che lo so caro, ma sono sicura che ci hai fatto pure tu qualche volta.

A sua volta scrisse:

Forse... Comunque sai che i tuoi capelli e i tuoi occhi sono molto simili a quelli di Harry? Le uniche cose in cui vi assomigliate... Ma sono due cose molto affascinanti...

Al leggere quelle parole diventai tutta rossa, un'altra volta. Il mio cuore batteva all'impazzata. Due persone che mi fanno i complimenti? Okay, credo che morirò!! Non sapevo proprio cosa poter rispondere. Fortunatamente suonò la campanella di fine lezione, che interruppe ogni cosa. Credo che quel suono sia uno dei più belli che io possa sentire durante la mattina.

 


Ero riuscita a superare anche questa mattinata, ma avevo ragione che sarebbe stata diversa, eccome se lo era stata!! Purtroppo però non era stata affatto normale, non per me. Mi chiedo che riuscirò mai ad averne una.
I nostri genitori non erano a casa, così io ed Harry fummo costretti a prepararci il pranzo da soli. Fortuna che mio fratello più o meno se la cava in cucina, io sono praticamente negata.
Cucinò un piatto di pasta condita con olio e peperoncino, e poi una bistecca.
Mentre mangiavamo Harry chiacchierava con me, ma io non riuscivo a starlo a sentire e non dicevo una parola. Ero troppo assorta nei miei pensieri, non riuscivo a smettere di pensare a Zayn, Louis e anche a Liam... Due che mi fanno dei complimenti e uno che dice di tenere a me... Il mio cuore andava a mille, non sapevo bene il perché. Il mio cervello era in fumo, non riusciva a fare un ragionamento completo.

“Sam!! Ma mi stai ascoltando? Stai fissando il piatto da quanto ti ho cominciato a parlare!!” disse interrompendomi

“Ehm... Si scusa, dicevi?”

“Non te lo ripeto!! O mi ascolti o mi ascolti!! Non hai scelta! Si può sapere cosa hai?”

“Ho soltanto troppe cose in testa...” dissi piuttosto confusa

“Che sarebbero?”

“Non posso dirtelo, sinceramente non sembrano cose che possano essere vere nemmeno per me, forse me le sono solamente sognate”

“Dimmi tutto comunque... Dai, ti prego!!”

“Smettila Harry!!”

“Scusa, è che se sei così assorta vuol dire che è qualcosa che ti preme molto...”

“Infatti, e a te non deve importare cosa è okay?”

“E non fare sempre la scontrosa!!”

“E tu non fare sempre l' impiccione!!” esclamai, alzandomi da tavola e lasciando un po' di bistecca sul piatto, e salì al piano di sopra rinchiudendomi in camera mia.

Volevo bene a mio fratello e tutto il resto, ma non lo sopportavo quando voleva impicciarsi sempre degli affari altrui!! Non mi sembra affatto bello!! E' anche vero che io mi impiccio sempre dei suoi, ma... non è la stessa cosa!! No, perché lo faccio io!!
Infischiandomene di Harry, tutto ciò che avevo nella testa in quella giornata riaffiorò e il cuore ricominciò a battere. Oddio, ma è possibile avere queste reazioni? Non è che ero malata in qualche modo? Il mio cervello non ci capiva più niente, il cuore di conseguenza non rispondeva più al cervello... Era come se... il mio cuore avesse avuto un eclissi totale, proprio come quella di una luna...
Improvvisamente il mio cellulare vibrò, un messaggio, oggi non avevo proprio pace:

- Ciao Sam! Ti ricordi che devo venire a casa tua? Il tuo invito è ancora valido vero? Chloe -

Giusto, mi ero proprio scordata di lei. In realtà con la testa che mi ritrovavo oggi a momenti non ricordavo il mio nome! Non sapevo che risponderle, forse se fosse venuta avrei potuto avere un suo parere, un consiglio da una ragazza, e non da un ragazzo alias mio fratello:

-Ciao! Certo che puoi venire!! Ti aspetto, vieni quando puoi!! Sam -

Finalmente avrei potuto parlare dei miei problemi con qualcuno, volevo avere i pareri di qualcuno di nuovo e non sempre di Harry. Così corsi in bagno per farmi un bella doccia prima dell'arrivo di Chloe.

 


Erano ormai le 17 e non sapevo che cosa fare, Chloe ancora non si vedeva, forse aveva deciso di non venire più? Come non detto, il campanello suonò, forse era lei, era arrivata.

“Harry!! Non scomodarti ad andare ad aprire!! Vado io!!” urlai precipitandomi giù dalle scale

“Okay sorellina, ma calmati!!” mi rispose lui

Corsi ad aprire e come pensavo era proprio lei, si vedeva che aveva un anno in più di me, e si vedeva anche che era la sorella di Liam,si somigliavano parecchio, sopratutto il colore dei capelli che era molto simile, forse il suo leggermente più chiaro di quello del fratello.

“Chloe!! Benvenuta a casa mia! Entra pure!”

“Ciao Sam” disse entrando in casa e appoggiando il giacchetto all'appendi abiti vicino alla porta

“E lei chi è??” chiese Harry incuriosito, che stava passando per lì

“Lei è una mia “amica”, è quella a cui ho dato l'armadietto in faccia, ti ricordi?”

“Oh si, me ne avevi parlato” disse cercando di ricordare, si sa che lui ha una memoria piuttosto corta

“Bene, comunque te Harry fai quello che ti pare, basta che non vieni a rompere”

“Sempre gentile te mi raccomando” disse ironico “Comunque tranquilla, non ti disturberò perché ho invitato qualche amico, e noi stiamo di sotto nel seminterrato”

“Okay perfetto, dai Chloe saliamo di sopra”

“Va bene, ciao Harry” disse salutandolo

“Ciao ragazze”

Salimmo le scale ed andammo in camera mia, mi resi conto che era da tantissimo tempo che non invitavo qualcuno in casa mia.

“Wow che bella camera!!” esclamò

“Oh beh grazie, diciamo che passo la maggior parte del mio tempo qui... Siediti dove vuoi” le dissi gentilmente. Nel frattempo mi ero messa seduta sul mio letto, lei si sedette sulla sedia della scrivania.

“Ti posso parlare di una cosa?” le chiesi un po' imbarazzata

“Okay, dimmi...” disse confusa

“Devi sapere che non sono abituata a ricevere complimenti, ma soltanto offensive per via del mio caratteraccio... Oggi però, senza fare nomi di nessuno, un ragazzo mi ha detto che tiene a me, un altro che oggi stavo veramente molto bene e un altro che i miei occhi e i miei capelli sono affascinati... Non so come comportarmi!! Mi sento così in imbarazzo...”

“Se qualcuno ti dice così è una cosa positiva no?? Forse vuol dire che non sei poi così male come dicono tutti, o come ti credi tu... Dovresti solo comportarti come te stessa”

“Si, ma se mi comporto come me stessa allora scappano”

“Ma perché ti valuti in questo modo?”

“Perché ormai mi conosco...”

“Forse credi di conoscerti... Comunque dai per favore, dimmi chi sono questi ragazzi!!”

“Beh preferirei di no...”

“Daiii!! Prometto che sto zitta!!”

“Okay... Il primo è tuo fratello Liam, il secondo è Louis Tomlinson, il terzo è Zayn Malik...”

“Cosa?? Oh mio dio!! Cavolo non ci posso credere!! Okay di mio fratello posso capire perché a casa non fa altro che parlare di te, ma... gli altri due!! Come hai fatto??”

“Io ne so meno di te guarda... Ma perché tutto questo stupore?”

“Sono due dei ragazzi più rinomati della scuola!!”

“E allora? Magari fanno i complimenti a tutte quelle che vedono!!”

“Forse, ma non sai quante darebbero di tutto per essere al tuo posto”

“Oh beh allora glielo cedo volentieri, per me è difficile gestire la situazione”

“Tu sei una pazza!!”

Il discorso fu bruscamente interrotto quando sentimmo della musica un po' troppo forte provenire dal seminterrato.

“Oddio mio fratello e i suoi amici che stanno ascoltando la musica a volume troppo alto!! Ora vado a dirgli di abbassare un po', vieni con me?”

“Si, ma prima potrei andare in bagno?”

“Si, certo” le dissi indicandole dove fosse

“Grazie, te intanto vai, io ti raggiungo” mi incoraggiò

“Okay, ci vediamo di sotto”

Lei si incamminò verso il bagno ed io verso il seminterrato. Più scendevo più la musica si faceva alta, più sembrava di conoscere quelle voci e quella canzone... Forse l'avevo già sentita. Ma si certo, era “Total Eclipse Of The Heart” di Bonnie Tyler, ma non era proprio identica, la voce, anzi le voci erano diverse da quelle originali... Era forse una cover di qualche artista?
Entrai nella stanza e rimasi stupita.

“Harry!! Abbassa il volume della musica............ Ehi aspetta......”

“Sorellina cosa vuoi??” mi chiese un po' scocciato della mia presenza. Vidi che era con i suoi amici, c'erano Niall, Liam, Louis e anche Zayn.

“Ciao Sam!!” esclamarono tutti e quanti entusiasti di vedermi

“Ragazzi... Voi stavate ascoltando la musica alla radio vero??” chiesi cercando di affermare la cosa

“Mi dispiace deluderti cara Sam, ma la risposta è sbagliata” rispose Niall

“Non può essere... Cioè non può essere possibile che...” continuai a dire incredula

“Sam, si eravamo noi a cantare... So che eravamo piuttosto fastidiosi, ma non sapevamo che fare...” disse mio fratello

“Cosa?? Non eravate affatto fastidiosi!! Dal piano di sopra credevo che fosse la radio!! Cioè, siete bravissimi!! Cavolo, non vi rendete conto quanto siete spettacolari, quanto le vostre voci sono così perfette messe insieme!!” ero davvero sorpresa da tutto questo. Poi entrò nella stanza anche Chloe.

“Eccomi qui!!” esclamò

“Chloe?? Cosa diamine ci fai qui??” chiese stupito Liam

“Liam, ragiona, mi ha invitata Sam, non fare sempre queste domande cretine!!” lo aggredì la sorella

“Vengo qui per avere un attimo di pace con i miei amici e ritrovo anche a te!! E' una cosa incredibile!!” disse scocciato Liam

“Okay ragazzi non vi mettete a litigare eh... Comunque Chloe non ci crederai mai!! Non era la musica alla radio quella che sentivamo, ma erano proprio loro che cantavano!!” esclamai ancora stupita

“Cosa?? Mi stai prendendo in giro vero?? Non potevano essere loro!!”

“Mi raccomando Chloe sempre gentile tu!!” esclamò ironico Niall

“Ragazze per favore ci lasciate in pace? Okay grazie per averci detto che cantiamo bene, ma ora ritornate a fare quello che stavate facendo” disse Harry stufo. Mamma mia quanto era scontroso oggi, per me aveva la luna storta perché aveva litigato con una ragazza.

“Fratellino, vuoi capire che avevamo scambiato le vostre voci con una canzone alla radio?? Non è una cosa che capita tutti i giorni!! Questo vuol dire essere bravi!! Avere talento!! Le vostre voci sono fatte, sono nate per stare insieme!!”

Alle mie parole tutti rimasero in silenzio, perplessi ed in effetti sorpresi, non quanto lo ero io ovviamente. I ragazzi si scambiarono uno sguardo d'intesa tra di loro.

 

 


Angolo autrice: per prima cosa mi scuso per aver pubblicato questo capitolo in ritardo, ma tra la scuola e tutto il resto non riuscivo davvero a trovare tempo!!! Inoltre è stata una vera impresa scriverlo, mi bloccavo, non riuscivo a scrivere... Ed invece alla fine credo che sia venuto il capitolo più lungo!! xD Quindi ringrazio tutte quelle persone che hanno avuto la pazienza di leggerlo... Comunque come vi è sembrato?? Fatemi sapere, anche con una recensione... Ciao, baciiiii!! <3

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Capitolo 6
*** Something About The Way You Look Tonight ***


 

 

'Caro Diario,

ed abbiamo scoperto un nuovo talento in famiglia!! Il mio caro fratellino!! Sinceramente non me lo sarei mai aspettata, cioè lui che canta? Come può essere possibile? Mi sono persa qualcosa? Non so perché, ma non riesco ad immaginarmelo sul palcoscenico, a fare il cantante come lavoro... come non riesco a vederlo con una famiglia... insomma cresciuto... Basta pensarci, il problema di oggi è un altro: questa sera dovrò uscire con Louis... Si, come amici ma... ho paura!! Non sono mai uscita con nessuno!! AIUTO!!

Baci, la tua Sam'

 

 

Non avevo proprio voglia di andare a scuola, in effetti è quello che feci. Non è che non andai solo per non voglia, ma mi ero svegliata con un forte mal di testa, forse era il troppo stress, il troppo pensare...

“Sam!! Che fai ancora a letto? Vestiti o farai tardi!!” disse Harry allarmato

“Mmmmm no... Ho mal di testa... Preferisco rimanere a casa, solo per questa mattina...”

“Okay, anche se non ti credo...” disse dubbioso

“Credi quello che vuoi, ma io dico sul serio!! Comunque, perché ieri eri così scontroso?”

“Tu lo sei sempre con me”

“Lo so, ma sai che è il mio carattere!! E sai che ti voglio bene!!”

“Anche io te ne voglio sorellina”

“So anche questo, ma solitamente sei sempre così dolce...”

“Avevo una giornata storta, okay?”

“Per via di una ragazza vero??”

“Io non posso impicciarmi degli affari tuoi e pretendi di farlo tu??”

“Beh... Si!!”

“Sei una cosa impossibile!! Ora vado che sennò faccio tardi!! Ciao sorellina!!” disse correndo fuori dalla camera.

Mi risistemai sotto le coperte e l'occhio mi cadde sul comodino di Harry... Aveva dimenticato a casa il suo bellissimo e carissimo cellulare. Non avevo voglia di alzarmi dal letto, ma se dovevo farlo per prendere il suo telefonino e curiosare... Allora okay!! Mi tolsi le coperte, mi alzai, presi il suo cellulare e mi rinfilai sotto le lenzuola. Incominciai a curiosare tra gli ultimi messaggi, finché non trovai la conversazione che aveva avuto con quel' Alexandra dell'altra volta. Negli ultimi SMS avevano litigato e lui cercava di scusarsi... Poi vidi l'ultimo, che era stato inviato alle 7 di stamattina da Harry:

- Alex... Mi dispiace davvero tanto... So che non avrei dovuto! Sono stato costretto! Per favore credimi... Sai che sono innamorato di TE, ed ho occhi solo per TE... -

 Oh mio dio... Era per caso la sua ragazza? L'amava veramente? Se era così perché non me ne aveva parlato? Mi diceva ogni storia con ogni ragazza, e adesso? Forse si vergognava di dirmi che era veramente innamorato... La risposta al messaggio diceva:

- Harry... Sei sempre così dolce... Ne parliamo a scuola... Ciao -

 E così la conversazione finiva. Non riuscivo proprio a capirlo... Comunque immaginavo che si comportasse così per via di una ragazza. Sarei andata in fondo alla faccenda, avrei scoperto ogni sfaccettatura della verità, come al mio solito dopotutto. Ecco che il mio cellulare vibrò, per ben due volte. Chi poteva avermi scritto a quest'ora di mattina?? Posai il telefonino di mio fratello e presi in mano il mio, vi erano due messaggi, uno di Louis, certo e chi altro poteva essere?

- Come mai non sei a scuola? Hai fatto salina? Furba eh?! -

 E poi ce ne era uno di Zayn. Pure lui si metteva a scrivermi??

- Il tuo posto è vuoto... perché? -

 Ma non era possibile!! Questi due non solo mi facevano i complimenti!! Si preoccupavano anche per me!! Non era affatto abituata a ricevere tutte queste attenzioni. Prima risposi a Louis:

- No caro, mi dispiace deluderti, ma sono a casa perché ho mal di testa... ma tranquillo stasera ci sarò -

Anche se avrei preferito aggiungere: preferirei non esserci, ho paura. Louis subito rispose:

- Oh mi dispiace... Sicura che verrai? :( -

 No, non ne ero affatto sicura, ma ormai non potevo ritirarmi! Non ero quel tipo di persona!! Avrei dovuto dirgli di no fin dall'inizio. Perché non l'ho fatto?

 - Si, tranquillo... Dai torna ad ascoltare la lezione, non voglio metterti nei guai. Ciao Lou... A stasera... -

 - Okay... Anche se non credo che lo farò... Ciao! :) -

 Poi risposi anche a Zayn:

- Ho solo un po' di mal di testa... Ma domani credo di esserci... -

 - Okay, perfetto... Intanto il mio zaino e i miei libri stanno occupando il tuo posto -

 - Che scemo che sei!! Torna a prendere appunti o a fare qualsiasi altra cosa, che è meglio... Ci sentiamo! Ciao! -

 -Va bene... Che buon senso che hai, il mal di testa ti fa proprio uno strano effetto! Ciao Sam! -

 Stavo veramente impazzendo, fino ad ora non avevo mai avuto così tante persone attorno, fino ad ora la mia unica amica era la musica, lei c'era sempre. Ero contenta di questa nuova cosa, per carità, stavo bene in compagnia, ma, non essendoci abituata, per me era difficile gestire la situazione. Avevo anche paura di una cosa, mi terrorizzava a dir la verità: poter innamorarmi di uno dei miei amici, come Zayn, Louis oppure Liam. Tutti pensano che sarebbe una cosa bellissima, ma per me proprio no! Non voglio affidare il mio cuore a qualcuno, è solo il mio! So come vanno a finire quasi tutte le storie d'amore, e non voglio soffrire, ho paura di soffrire. So che prima o poi accadrà, ne sono più che certa, ma spero il più tardi possibile. Non voglio che il mio cuore si spezzi, o peggio, si disintegri per colpa di un ragazzo, mi sembra sciocco star male solo per una persona che evidentemente non ti merita. Il futuro mi spaventa, ecco perché preferisco pensare al presente, ma il problema è che sono terrorizzata anche da lui.

 

 

Era l'ora di pranzo e finalmente Harry tornò da scuola. Ovviamente la prima cosa che fece fu salire in camera e cercare il suo prezioso cellulare. Nemmeno mi salutò.

“Ciao fratellino, mi raccomando saluta sempre”

“Oh ciao Sam... Parla una!!”

“Io sarò pure scontrosa, ma almeno io saluto. Ultimamente sembra che dai più attenzioni a quel cazzo di cellulare che a tua sorella” dissi arrabbiata ed offesa. Si, lo ero. Non potevo sopportare che per via di quel' Alexandra lui passasse più tempo attaccato a quel' attrezzo tecnologico, che a parlare con sua sorella!! E per lo più se quando lo faceva era scontroso!

“Oh scusa...” disse in tono mortificato, ma sapevo che non era sincero, e continuò a dire: “Oggi sono stato proprio sbadato!! Avevo lasciato il cellulare a casa! Non sai che colpo che mi è preso quando a scuola non l'ho trovato! Credevo di averlo perso!!”

“Harry... Sei uno stronzo!! Egoista!! Lasciatelo dire!!”

“Ma... Cosa ho fatto? Ah, e comunque spero che tu non abbia fatto la furba e curiosato nel mio cellulare!”

“Basta!! Harry!! Ti importa solo di quel cazzo di telefonino!!”

“Non è vero!! Comunque, stavo dicendo... A scuola non ho fatto altro che sperare che fosse qui a casa! Pensa se lo avevo perso!”

“Smettila!! Non ne posso più!!”

“Calmati! Ti sto solo raccontando la mia mattinata di scuola!”

“No! Te mi stai raccontando la tua paura per il tuo cellulare, che è diverso!”

“Beh, fa parte della mia mattinata...”

“Harry!! Ti ricordi di avere una sorella?! Una sorella gemella?! Ti ricordi che esisto?!”

“Si... Perché dici questo?”

“Ultimamente non fai altro che stare attaccato a quel' aggeggio!! Sei diventato asociale! Non mi hai nemmeno salutata o chiesto come stavo! Ti ricordi che non sono andata a scuola perché non mi sentivo bene? Ma a te sembra che questo non importi!!”

“Sam... Scusami...”

“No Harry! No! Mi sono stufata! Sono sicura che le tue scuse non sono sincere! Non te ne importa nulla!! Ti frega soltanto di stare a messaggiare con quel' Alexandra!” dissi fuori di me, e lo ero sul serio.

“Ma non è vero! Ehi aspetta... come fai a sapere di Alex?”

Non risposi, ero infuriata. Avrei potuto rompere qualsiasi cosa avessi avuto in mano. Non ce la facevo, non riuscivo a rimanere in quella stanza. Mi alzai di scatto dal letto, uscì dalla camera sbattendo la porta, scesi velocemente le scale fino ad arrivare nel seminterrato, in cui mi rinchiusi. Non so se Harry fosse rimasto in camera fregandosene, oppure mi avesse seguita, sapevo soltanto che volevo starmene da sola. Non sopportavo litigare con lui, ma questa volta mi aveva fatta infuriare tantissimo. Cazzo, sono sua sorella! Credo di essere più importante di uno stupido apparecchio tecnologico! No, per lui no! Improvvisamente sentì la voce di Harry:

“Sam!! Esci da questa stanza!! Per favore!!”

“No!! Vattene voglia stare sola! Torna a stare con il tuo telefonino!!” dissi contro-battendo, le lacrime iniziarono a scendermi sul viso.

“Per favore! Voglio parlarti!”

“No! No! No! E no! Vai via! Lasciami in pace! Vai a messaggiare con Alexandra! Vai!” dissi insistendo, quando mi impuntavo in una cosa non c'era nulla da fare. Mio fratello non disse niente e sentì i suoi passi risalire le scale, aveva capito che doveva lasciarmi stare. Ero così triste e arrabbiata che avrei voluto prendere il cellulare e scrivere a Louis che stasera non sarei potuta venire... Giusto!! L'uscita con Louis! Mi ero completamente dimenticata di questo dettaglio... Avevo bisogno di calmarmi, di aiuto. Presi il mio telefonino e inviai un messaggio:

- Ciao Chloe, ho bisogno che tu venga da me, ho bisogno di te. Poi ti spiegherò... Per favore! Sam -

 Dopo qualche minuto mi arrivò la sua risposta:

- Certo che vengo. Sono curiosa. Appena posso sono lì da te! Chloe -

 Devo ammettere che in questo modo mi sentivo più tranquilla. Avrei potuto sfogarmi con qualcuno e ricevere qualche consiglio di look, visto che non sapevo proprio come vestirmi o truccarmi. Nel frattempo rimasi rinchiusa nel seminterrato sfogandomi un po' per conto mio e a pensare. Credo che se ci fosse stato un terremoto non me ne sarei accorta...

 

 

Erano le 15.30 e speravo che Chloe arrivasse al più presto. Certo Louis sarebbe venuto a prendermi alle 19.00, ma prima arrivava meglio era. Poi sentì bussare alla porta del seminterrato. Se era di nuovo mio fratello mi incazzavo, non mi era ancora passata, non volevo ancora parlargli. Continuarono a bussare, inseguito però sentì una voce, non era quella di Harry:

“Sam?! Ci sei?! Tuo fratello mi ha detto che sei qui!” Era Chloe, era arrivata. Com'è che non avevo sentito il campanello? Avevo ragione che non mi sarei accorta di nulla.

“Si! Si! Sono qui! Ora ti apro!” dissi andandole ad aprire la porta.

“Eccomi qui!” Esclamò raggiante. Quanto invidiavo quella ragazza, era sempre così a posto, sempre così allegra, sempre così perfetta. Perché non potevo essere come lei? Almeno un po'...

“Bene dai entra!” esclamai risiedendomi sul divano, lei si sedette accanto a me.

“Mi spieghi perché hai detto di aver bisogno di me? Sono curiosa!”

“Intanto devo sfogarmi...”

“Di che cosa?”

“Credo che tu mi possa capire visto che hai un fratello...”

“Vai dimmi”

“Ho litigato con Harry, mi sono arrabbiata con lui perché mi risponde male e non mi considera più, sta tutto il tempo al cellulare...”

“Ma lascialo stare! Che ti frega! Sono tutti così i ragazzi! Soprattutto i fratelli!!”

“Ma lui non era così... Lui era dolce e comprensivo e si preoccupava sempre per me...”

“Sam, lo vuoi capire che state crescendo e che molto probabilmente lui abbia voglia di fare la sua vita?”

“Si... Ma... Io rimango sempre e comunque sua sorella gemella!! Sono comunque parte della sua vita!!”

“Forse è vero, ma non puoi prendertela così per un fratello, cioè vivete insieme, domani già avete fatto pace. Io con mio fratello ci litigo tutti i giorni, il giorno dopo ci perdoniamo a vicenda e poi litighiamo di nuovo... Diciamo che è un ciclo continuo. Però questo non vuol dire che non ci vogliamo bene.”

“Lo so, lo immagino... Ma qui è una questione diversa, lui non mi considera!! Cioè mi dà così fastidio quando lo vedo nella mia stessa stanza sempre con gli occhi fissi sullo schermo del cellulare e che messaggia fino a farsi venire una tendinite...”

“Allora faglielo capire!”

“Ma io gliel'ho detto!!”

“Se per averglielo detto intendi dire che lo hai aggredito urlandogli contro, allora stai sicura che non ti ha capita più di tanto...”

“Okay, forse hai ragione... Inoltre c'è un'altra cosa che mi fa piuttosto rabbia. Visto che ero curiosa di sapere perché stesse tanto al telefono ho letto di nascosto alcuni dei suoi SMS, e sembra che stia con una certa Alexandra, se ho capito bene. Però lui non me ne ha parlato!!”

“Secondo te Liam mi dice con qualsiasi ragazza si mette?”

“Non lo so... Però Harry me lo dice sempre!! Questa volta no!! Non capisco il perché!!”

“Forse perché lui ama veramente questa ragazza, ed ha proprio paura della tua reazione che è quella che stai avendo ora.”

“Scusa, quale reazione avrei?”

“Sentirti più trascurata da lui.”

“Non lo so...” dissi titubante

“Vedrai che è così, ne parlerete e chiarirete... Comunque cos'altro hai da dirmi?”

“In realtà ho bisogno di te perché devi aiutarmi a scegliere trucco e vestiti”

“Perché proprio a me?”

“Cioè ti sei vista?? Sei sempre così alla moda, così fantastica!!”

“Oh grazie!! Dimmi un po', è per via di un appuntamento, vero??”

“Ehm... Non proprio... Un amico mi ha invitata a uscire...” dissi arrossendo

“E chi è quest'amico?? Lo conosco?”

“Credo proprio di si...”

“Dimmi chi è!!”

“Louis Tomlinson, ecco chi...”

“Wow!! La nostra Sam fa conquiste!!”

“Chloe!! Usciamo solo come amici!! Smettila!!”

“Si, si... Te non me la dai a bere!! So io come rendere stupendo il tuo aspetto di stasera! Lascia fare a me!! So come truccarti per farti sembrare irresistibile agli occhi di Louis, e se mi fai vedere i tuoi vestiti ti dico cosa metterti!!”

“Okay... Calma... Vedo che sei piuttosto entusiasta di aiutarmi...”

“Eccome se lo sono! Hai chiesto aiuto alla persona giusta!!”

“Questo già lo sapevo... Beh credo che nel seminterrato combineremo ben poco, quindi vieni, andiamo in camera”

Così dicendo uscimmo dal seminterrato, salimmo le scale e andammo davanti alla porta della camera mia e di mio fratello. Poi aprimmo la porta, rimasi un po' interdetta. Avrei tanto voluto tornare indietro di qualche secondo, richiudere quella porta e non averla mai aperta. Questa proprio non la volevo vedere.

“Ehm... Mi raccomando piccioncini, continuate pure a pomiciare” disse con fare un po' arrogante.

Si, avevo appena scoperto mio fratello mentre si stava baciando appassionatamente con un ragazza, che fosse stata lei la famosa Alexandra? La ragazza sembrava avere più o meno la nostra stessa età, aveva i capelli lunghi, castani e molto ricci, poteva sembrare più lei la sorella di Harry. Mio fratello smise di baciarla e si girò verso di me e Chloe, imbrazzato.

“Sorellina... che... ci fai qui?” chiese diventando tutto rosso

“Sai, un concetto che non ti è mai stato chiaro, che non ti è chiaro e che non ti sarà mai chiaro, è che io abito qua e condivido la camera con te.”

“Lo so... Ma non ti eri rinchiusa nel seminterrato?”

“Chissà perché!! Comunque chi è lei? Non posso saperlo? Se è così scusa, ma sai entro in camera e vedo baciarvi, quindi sono curiosa.”

“Sam, non incominciare...”

“Harry!! Dimmi chi cazzo è!! Dimmelo!!”

“Ehi non parlargli così!!” esclamò la ragazza riccia. Chi si credeva di essere?

“Ascoltami ragazzina, lui è mio fratello gemello e mi rivolgo a lui come voglio!! Hai capito?? Non mi importa se sei la sua ragazza, l'amante o chiunque!! Tu non mi dici come parlargli!!” le risposi infuriata. Bene, il nervosismo stava risalendo.

“Ragazze... Ora però non mettetevi a litigare!! Sam, sembri piuttosto nervosa... Forse non è meglio che...”

“Harry!! Non ti è bastata la scenata che ho fatto oggi per farti capire che sono incazzata con te per via del tuo comportamento?? Voglio sapere solo chi è!!” urlai, interrompendolo

“Okay!! Lei è Alexandra Jones, e lei beh... è la mia ragazza...”

“Lo sapevo io!! Lo sapevo!! Immaginavo che era lei!! Avrei dovuto capirlo senza chiedertelo!!”

“Io non ti avevo parlato di lei...”

“No!! Ma io sono più furba di te!! E questo sappi che è una delle tante cose per cui sono incazzata con te! Ora fatemi il piacere di andare a pomiciare con lei da un'altra parte!! Io ho bisogno della camera, dell'armadio e del bagno!”

“E perché??”

“Tu non mi racconti le tue cose ed io faccio lo stesso!! Chloe mi fai il piacere di buttarli fuori dalla stanza??”

“Subito!!” rispose spingendoli fuori e chiudendo la porta a chiave.

Mi buttai sul letto, per poco non mi mettevo a piangere.

“Dai Sam... Non fare così... Quando tutto si sarà calmato sistemerete ogni cosa. Ora ti ricordo che bisogna concentrarci su qualcos'altro...”

“Si lo so...”

“Bene, allora corri a farti una doccia, nel frattempo guardo tra i tuoi vestiti, e penso ad ogni cosa io.”

“Okay, grazie...” dissi andando in bagno. Mi spogliai e andai sotto la doccia, aprendo un getto d'acqua tiepida.

Dopo circa un quarto d'ora ebbi finito, mi misi l'accappatoio e tornai in camera.

“Sam, i tuoi vestiti sono una cosa disperata. Se me lo permetti ho bisogno di forbici, ago e filo e ti trasformo alcuni dei tuoi capi in un vestito da sogno!”

“Va bene... Sei tu l'esperta dopotutto”

“Appunto!! Vedrai che non te ne pentirai!! Comunque a quello ci penso dopo!! Ora devo pensare a sistemare te... Stenditi sul letto e fai finta di essere ad un centro estetico...”

Feci come disse, il problema era che ero stata pochissime volte in centri benessere ecc...... Chloe mi fece un vero e proprio trattamento di bellezza. Iniziò con il farmi una ceretta alle gambe, alle braccia e alle ascelle. Non potete immaginare il dolore, anche perché non ero abituata a fare una ceretta quasi completa. Inseguito mi sistemò le sopracciglia con delle pinzette e mi disse si spalmare una crema, e così feci. Mi passò il phon ed io mi asciugai i capelli, nel frattempo lei aveva attaccato la piastra per farla riscaldare. Dopo essermi asciugata i capelli mi misi la biancheria intima, Chloe smanettava con i miei capi d'abbigliamento cercando di ricavarne un vestito. Quando la piastra divenne calda, Chloe mi lisciò i capelli. Non mi ero ancora vista allo specchio, ma speravo veramente tanto che in quel modo mi stessero bene.

“Ecco qua, con i capelli abbiamo finito. Ora ti faccio vedere il mio capolavoro, spero che ti piacerà.”

Prese il vestito e me lo mostrò. Era davvero bellissimo, Chloe era una vera maga della moda. Era riuscita a creare un abito con una maglietta e una gonna che non mettevo mai. Era lungo fino alle ginocchia, il sopra era un top senza maniche ed era tutto sulle tonalità del blu, il sotto era una gonna bianca che cadeva già morbida. Me lo fece indossare e vi abbinai sopra un copri-spalle a righe bianche e blu.

“Wow Chloe... E' stupendo questo vestito!! Posso guardarmi allo specchio?”

“No! Non ancora! Mancano il trucco e le scarpe!”

Detto fatto mi passò un paio di scarpe blu con il tacco, ma non erano le mie.

“Dove le hai trovate?” le chiesi

“Oh nella scarpiera di tua madre...” rispose tranquilla

“Cosa?!?! Tu sei matta!! Se mi scopre mi uccide!!”

“Dai... Tua madre ora non c'è... Usale solo per stasera!! Non puoi mettere le tue solite converse! Non ci stanno bene!”

“Lo so... Ma se... Okay, va bene... Sono un po' impedita con i tacchi, ma va bene.”

“Evviva!!”

Mi misi le scarpe e per fortuna mi stavano bene, ed erano anche piuttosto comode.

“Ora passiamo al trucco! Non ti dispiace se ho preso la trousse di tua madre, vero?”

“Oddio!! Sei pazza!! Usala, ma se la rovini giuro che ti ammazzo!”

“Tranquilla!! Per chi mi hai presa? Fidati di me”

Mi sedetti sulla sedia della scrivania e Chloe cominciò a truccarmi. Non vedevo l'ora di guardarmi allo specchio. Incominciavo però a pensare che forse era un po' troppo eccessivo tutto questo per uscire con un amico, Louis non era il mio ragazzo!!

“Ecco qua, finito!! Vatti a guardare!!” esclamò fiera di se stessa.

Mi alzai dalla sedia, aprì l'anta dell'armadio in cui vi era lo specchio e mi guardai. Ero senza parole, aveva fatto un lavoro magnifico!! Quella ragazza non sembravo io, non potevo essere io!! Osservai il trucco, ed era davvero bellissimo: mi aveva messo un fondotinta, un po' di matita nera, un ombretto oro glitterato, del rimmel che rendeva le mie ciglia più lunghe e folte, ed infine un lucidalabbra molto chiaro.

“Chloe... Sono senza parole!!” esclamai correndo ad abbracciarla “Grazie, grazie!! Ti sarò riconoscente a vita!!”

“Di nulla, mi sono divertita a farti da estetista e parrucchiera!! E' stato un piacere per me!! Ora che il mio lavoro qui è finito me ne torno a casa... Buona fortuna con Louis e poi mi dirai com'è andata!!”

“Si... Aspetta...Un'ultima cosa...”

“Okay, dimmi”

“Come devo comportarmi?”

“Sam, sii te stessa e basta, vedrai che te la caverai... Beh scusa, ma devo veramente andare... Ci vediamo!! Ciao!!” disse salutandomi

“Ciao Chloe, grazie ancora!”

Uscì dalla stanza e se ne andò. Adoravo quella ragazza, era riuscita a trasformare il mio aspetto non troppo curato a quello di una diciassettenne fresca e frivola. Non mi sentivo molto a mio agio con quel vestito, ma devo dire che stavo veramente bene, chissà cosa ne avrebbe pensato Louis...

Erano le 18.50, mancavano dieci minuti e sarebbe arrivato... Decisi di scendere al piano di sotto e di aspettare il suo arrivo in salotto. Mi sedetti sul divano e vidi Harry passare... Improvvisamente si fermò a guardarmi.

“Sam?! Ma... perché ti sei conciata in questo modo?” chiese curioso e sorpreso

“Non sono fatti tuoi” risposi ancora arrabbiata

“Non ti è ancora passata eh?”

“No, e non credo che mi passerà presto... Comunque... La tua ragazza è andata via?”

“Si... Infatti ti stavo cercando per parlarti...”

“Scusa, ma non voglio e non posso parlare”

“Perché?”

“Tra qualche minuto mi passa a prendere per uscire”

“Chi?!”

“Louis...”

“Louis Tomlinson?!”

“Si esatto”

“E' il tuo ragazzo? Se è così dimmelo”

“Tu non mi dici di avere una ragazza, ed io faccio la stessa cosa... Comunque no, siamo solo amici...”

“Okay... Beh stai attenta con lui, è un bravo ragazzo, dolce e simpatico, ma io che lo conosco posso dirti che dove c'è lui ci sono guai... In senso buono eh!!”

“So badare a me stessa”

“Se lo dici tu... Comunque sei davvero bellissima... Credi a tuo fratello?”

“Credo di si... Beh grazie”

Harry non disse altro, salì le scale e andò in camera. Ecco che sentì il campanello suonare. Louis era arrivato, ma era arrivato anche il momento di superare la paura che avevo avuto tutto il tempo. Come mi aveva detto Chloe dovevo essere semplicemente me stessa. Andai ad aprire la porta e mi ritrovai davanti un sorridente Louis. Indossava un paio di pantaloni neri, una maglietta a righe e sopra un giacchetto. Vidi la sua espressione passare da un sorriso a una faccia stupita, era a bocca aperta.

“S-s-sam... Wow...”

“Cosa c'è?? Sono così orribile?”

“Cosa?? No, no, no!! Oddio... Sei davvero stupenda, non ti si riconosce!!”

“Prima ero così inguardabile?”

“No, non stavo dicendo questo, scema!! Volevo dire che in questo modo lasci senza parole, sul serio...”

“G-g-grazie...” dissi arrossendo. Si, gli ero piaciuta, ma io mi sentivo così in imbarazzo.

“Non riesco a spiegarlo, ma c'è qualcosa nel tuo aspetto di stasera che mi toglie il fiato, non riesco nemmeno a descriverlo...”

A quelle parole diventai ancora più rossa di quanto non lo ero già e abbassai lo sguardo verso il basso, non dissi niente. Mi fece cenno di seguirlo e ci dirigemmo verso la sua auto, la serata cominciava.

 

 

 

Angolo autrice: ciao a tuttiiiii!!!!! come va?? finalmente alla fine di questo capitolo!! Mi dispiace di avervi dato l'impressione che non finisse mai, sono consapevole che sia il più lungo di tutti... Ed io che inizialmente pensavo che non sarebbe venuto un granché lungo xD Come vi è sembrato?? Vi è piaciuto? Più che altro come vi sembra la storia? Se volete fatemi sapere attraverso una recensione! Voglio intanto avvertire che il prossimo capitolo sarà un po' diverso dagli altri, infatti non incomincerà con la solita pagina di diario, e sarà concentrato tutto su l'uscita di Sam e Louis... Inoltre, come al solito, ringrazio davvero tanto tutte le persone che leggono e recensiscono, e che quindi arrivano sempre a leggere questo spazio... GRAZIE!! Ciao, baciiii!!!! <3

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Capitolo 7
*** Chasing Cars ***


 

 

Eravamo in macchina ormai da circa un quarto d'ora e ancora non eravamo arrivati. Dove aveva intenzione di portarmi?
Io non parlavo, non dicevo nulla, Louis invece non la smetteva di chiacchierare e non faceva altro che parlare di quanto era stronza la professoressa di storia che questa mattina gli aveva messo una nota... Non ce la facevo a starlo a sentire, così accesi la radio della macchina: un po' di musica finalmente...

“Perché hai messo la musica??”

“Avevo voglia di ascoltarla...”

“Ah okay... Comunque, altri cinque minuti e siamo arrivati... Spero che il posto ti piaccia!”

“Okay... Sono curiosa di vedere dove mi hai portata...”

Louis continuò a guidare, finché non arrivammo a destinazione e parcheggiò la macchina in malo modo. Da gentiluomo scese dall'auto e mi venne ad aprire lo sportello facendomi uscire.

“Ma che gentili che siamo, grazie!!” di ringraziandolo ironicamente

“Di nulla, questo ed altro per te”

Era proprio un ragazzo dolcissimo... NO. Perché pensavo queste cose?? Lui era solo un mio caro amico, speravo soltanto che lui non fraintendesse e pensasse che tra noi due ci sarebbe potuto essere un qualcosa di più, perché se era così si sbagliava di grosso.
Mi mise un braccio attorno alle spalle ed incominciammo a camminare fino al ristorante che stava a pochi passi da lì. Questa situazione mi faceva sentire in imbarazzo, non potevamo camminare semplicemente uno accanto all'altro?
Dopo qualche minuto arrivammo davanti alla porta d'ingresso e un cameriere gentilmente ci aprì e ci fece entrare. Era un locale bellissimo, che aveva un qualcosa di particolare, aveva un arredamento moderno, mentre l'edificio era antico e questo gli conferiva un che di speciale.

“Dai Sam, il nostro tavolo è da un'altra parte... Vieni” mi disse Louis.

Lo seguì fino ad arrivare in un'altra sala ancora più bella della precedente, piena di tavoli elegantemente imbanditi.

“Questo è il vostro tavolo” ci disse il cameriere indicandolo. Credo che fosse il più magnifico di tutti, ma non perché era apparecchiato in modo diverso o che altro, ma semplicemente per un motivo: era l'unico che si trovava davanti ad un grande finestrone con una vista sul lago. Era un posto davvero stupendo e magico, lo adoravo, ma non era un po' esagerato portarmi in un ristorante del genere?? Sinceramente avrei creduto che mi avrebbe portata ad una sagra o qualcosa del genere, ma mai in un ristorante, che diciamocelo, era di lusso.
Louis prese la mia sedia da sotto il tavolo e mi fece sedere, poi lui si sedette sul posto davanti al mio ed incominciò a guardarmi.

“Allora ti piace questo posto?” mi chiese sperando che la mia risposta fosse un si.

“Stai scherzando?? E' stupendo!! Non avrei mai creduto che tu mi avresti portata qui!!”

“Se non l'avevi ancora capito io ho la capacità di sorprendere le persone!! Comunque se avessi saputo che ti saresti vestita così bene ti avrei portato in un posto ancora più bello!”

“Ehi ora non esagerare!!” dissi arrossendo un'altra volta. Se continuavo così sarei finita per fare una grande figura di merda. Vedendo che ero imbarazzata dalle sue parole Louis sorrise, forse un po' divertito.

“Inoltre voglio avvertirti che dopo la cena la serata non è finita, ci aspetta un'altra avventura!!”

“Cosa?? Oddio, ho paura!”

“Ahahahah non devi averne!! Credo che ti divertirai!”

“Se non è come dici tu, giuro che ti uccido!!”

“Vedrai che ho ragione!! Comunque... Hai fame??”

“In realtà no...” Era la verità. Ero troppo in imbarazzo, non riuscivo a pensare al cibo, avevo lo stomaco chiuso.

“Okay... Beh vedi di mangiare!! Non ci sarà nemmeno il bisogno di ordinare perché ho fatto scegliere il menù a Niall... Lui si che se ne intende di cibo!!”

“Ahahah speriamo che abbia fatto la scelta giusta! Sennò me la prendo con lui!”

“Vedrai che ti piacerà tutto!! Lui è un intenditore!!”

“Va bene, se lo dici tu...”

“CAMERIERE!!” gridò con voce buffa. Io lo guardai male ed incominciai a ridere cercando di non farmi notare.

“Louis!! Abbassa la voce! Sembri matto!” gli sussurrai ridendo.

Ovviamente il cameriere arrivò, anche se sembrava un po' sconvolto dal modo in cui era stato chiamato.

“Mi stavate cercando??” chiese gentilmente. Ma era scemo?? Davvero lo aveva chiesto, dopo il tono di voce di Louis?

“Si, esatto! Allora, quando avete intenzione di portarci l'antipasto? Abbiamo fame!!” esclamò Louis, facendo finta di essere spazientito.

“Scusateci, cercheremo di servirvi al più presto possibile...” rispose il cameriere cercando di mantenere la calma.

“Bene! Se non vi muovete con questo servizio non ci torno più!” continuò a dire Louis. Cosa gli era preso? Era forse impazzito?

“Okay... Si tranquillizzi signore, ora le portiamo tutto...” disse il cameriere andandosene e tornando in cucina.

“Louis!! Ma sei fuori di testa? Ti ho detto che non ho fame! Si può aspettare! Poverino lo hai trattato malissimo! Era scandalizzato!”

“Ahahah, primo io ho fame, secondo è un metodo inventato da me per farci servire più velocemente, terzo stavo recitando. Sono bravo vero?”

“Oh... Direi di si!”

La sua idea di funzionò alla grande, infatti dopo pochi minuti ecco che ci fu servito un buonissimo e bellissimo piatto di antipasti freddi e caldi, di cui alcune cose non le avevo mai mangiate.

“Potrei sapere che tipo di cucina è?”

“Oh, questo è uno dei pochi ristoranti italiani qui a Londra. Credo che il cibo italiano sia il migliore, anche Niall lo crede.”

“Sembrano appetitosi...”

“Lo sono!! Assaggiali!!”

Presi un crostino di carne e lo mangiai, era davvero squisito.

“Hai ragione!! E' buonissimo!!”

Un antipasto tirava l'altro, era tutto veramente delizioso, ed io divorai tutto quanto in poco tempo.

“Fortuna che non avevi fame!!” disse sorpreso Louis

“Beh non ho mangiato per fame, ma per gola. Adoro questo cibo!!”

“Sono felice che la pensi così!”

“Posso farti una domanda?”

“Certo, vai spara”

“Quanto diamine si spende in questo posto? No, perché sai mi sono portata dietro solo un tot. di soldi...”

“Primo, non pagherei tanto perché se devo uscire a mangiare vengo sempre qui e mi conoscono, e perciò mi fanno uno sconto. Secondo i prezzi non sono altissimi. Terzo avresti intenzione di pagare tu?”

“Solo la mia parte, ovvio...”

“No!!”

“Vuoi che io paghi anche per te??”

“No!! Sei fuori strada!! Non hai capito che offro tutto io?”

“Tu sei pazzo! Non ci pensare nemmeno!!”

“Oh si cara!! Tu non farai uscire nemmeno un centesimo da quel portafoglio!”

“Louis William Tomlinson, non ti permetterò di farti spendere tutti questi soldi!”

“Cara Samantha Styles, sappi che i soldi sono i miei quindi ci faccio e ci pago quello che mi pare!”

“Uffa!! Okay, ma la prossima volta offro io, non è giusto sennò!”

“Zitta, e mangia”

“Ma se ho finito...”

“Allora aspetta che arrivi il primo”

Sembrava che in questo modo lo aveva chiamato, infatti eccolo bello e fumante davanti ai nostri occhi. Metteva l'acquolina solo a guardarlo. Era un bel piatto di tagliatelle condite con una salsa nera, non sapevo bene cosa fosse. Il cameriere ci posò il piatto sul tavolo e andò a servire ad un altro tavolo.

“Louis... Sembra buonissima, ma... Cosa è questa cosa nera? Non credo di averla mai mangiata, o per lo meno non sulla pasta...”

“Oh, nemmeno io l'ho mai mangiato così, ma Niall dice che è buonissimo, è tartufo, o meglio salsa tartufata...”

“Ne ho sentito parlare!! Sono curiosa di sentire com'è!” dissi prendendo in mano la forchetta e tirando su qualche tagliatella mettendomela in bocca. Inizialmente non mi sapevano di nulla, ma poi un sapore forte e strano si sprigionò nella mia bocca. Era una delle cose più buone che avessi mai mangiato, altro che i soliti pranzetti sciatti di mio fratello!!

“Allora Sam, che ne pensi??”

“Che Niall ha davvero molto gusto per queste cose”

“Ahahah buona anche questa vero?”

“Non c'era nemmeno bisogno di chiedermelo!!”

Una volta terminato il primo ecco che ci arrivò il secondo: era un grande piatto con un involtino di tacchino in cui all'interno vi era prosciutto, spinaci e formaggio. Aveva un aspetto molto appetitoso, avevo una voglia matta di assaggiarlo.

“Ti giuro che se anche questo è buono vado lì in cucina e chiedo la ricetta di tutti i piatti, così dico ad Harry d' imparare a cucinarli”

“Ahahahah avrei preferito che tu dicessi che saresti venuta qui con me più spesso, ma va bene uguale...”

Abbassai lo sguardo e non dissi nulla.

Presi la forchetta e il coltello e iniziai a tagliare l'involtino. Ne assaggiai un pezzettino ed era la squisitezza.

“Aggiudicato, la cucina italiana è davvero la migliore!”

“Te lo dicevo io!!”

In poco tempo divorammo anche questo. E' vero che non avevo fame, ma quando si trattava di dover mangiare cose così buone allora valeva la pena riempirsi la pancia!

“Mentre aspettiamo che arrivi il dolce posso chiederti due cose??” mi domandò gentilmente

“Dipende da cosa devi chiedermi, ma va bene”

“Primo, non hai detto a Harry che stasera uscivi con me, vero?”

“Ehm... In realtà l'ho fatto...”

“No!! Oddio, ora quello lì mi uccide!!”

“Stai tranquillo, non si è arrabbiato, mi ha detto soltanto di stare attenta...”

“Davvero?? Sapendo com'è protettivo nei tuoi confronti credevo che mi avrebbe tagliato la testa appena mi avrebbe visto!”

“Una volta forse lo avrebbe fatto... In questo periodo no di certo...” disse un po' triste, tutto ciò che era successo oggi mi stava riaffiorando alla mente.

“Perché dici questo?”

“Preferirei non parlarne, non in questo momento... Dai, passa alla prossima domanda.”

“Okay... Potrei sapere se ti piace qualche ragazzo? Sempre se lo posso sapere...”

Strabuzzai gli occhi, rimasi un po' interdetta da quella domanda, oddio che figura. Perché mi avrebbe chiesto questo? Cosa cazzo gliene importava? Perché lo voleva sapere? Preferivo non pensare al motivo che forse avevo compreso, speravo solo di sbagliarmi.
Ecco che il dolce arrivò, sperai che in questo modo Louis si scordasse di avermi fatto la domanda, ed io sarei stata salva dal rispondergli.
Anche il dolce aveva un aspetto magnifico, era uno squisito tortino al cioccolato in cui all'interno vi era un cuore di cioccolato fondente di una consistenza cremosa e accanto vi era un po' di panna. Incominciammo a mangiarlo e il sapore era qualcosa che ti toglieva il fiato.

“Louis è magnifico questo tortino!! Ne mangerei a quintali!!”

“Hai ragione... Comunque rispondi alla mia domanda?” mi continuò a chiedere. No, non si era dimenticato, per mia sfortuna.

“Quale domanda?” chiesi facendo finta di non ricordarmene.

“Non fare la finta tonta, sai bene quale domanda.”

“Okay... A me non piace nessuno, sul serio. Per lo meno credo non mi piaccia nessuno. Lo spero!”

“Hai espresso un pensiero un po' contorto, ma ho capito cosa intendi.”

“Meglio così, anche perché non riuscirei a dirtelo in maniera diversa.”

Louis si alzò dalla sedia e andò a pagare la cena, poi tornò al tavolo e mi tese la mano.

“Ho pagato, ora vieni ti porto da un'altra parte.”

Mi alzai dalla sedia, la misi a posto e cercai di ignorare il fatto che voleva prendere la mia mano. Lui fece di testa sua e me l'afferrò. Non riuscivo ancora a capire il perché non potevamo camminare solamente vicini, eravamo SOLO amici, non c'era bisogno di stringersi la mano. Incominciò a strattonarmi, a camminare velocemente, ma non riuscivo a stargli dietro.

“Louis! Vai più piano, per favore! Già che sono impedita con i tacchi, non puoi pretendere che io ci corra!”

“Se non sei capace di camminarci perché li hai messi?”

“Secondo te potevo mettere le scarpe da ginnastica?”

“No, ma a me piacciono anche le ragazze con le scarpe da ginnastica...”

“Ma io non devo piacerti”

“Questo lo dici tu...”

Feci di nuovo un momento di silenzio, perché Louis diceva queste parole? Non volevo saperlo, forse mi era chiaro, ma non volevo illudermi, anzi preferivo pensare che non fosse come credevo, ma semplicemente una mia impressione.
Fortunatamente rallentò il passo e dopo qualche minuto arrivammo in una stanza sul retro del ristorante. All'interno non c'era nessuno. Rimasi interdetta, perché mi aveva portata qui?

“Eccoci qua!! Sorpresa vero?” mi chiese entusiasta

“Si... Perché siamo in una sala da bowling?”

“Secondo te?? Facciamo una partita a bowling!! Mi sembra ovvio!!”

“Tu sei un pazzo. Primo, come faccio a giocare con i tacchi? Tu mi vuoi male! Secondo, non ci so giocare. Terzo, cosa ci fa un bowling in un ristorante?”

“Primo, ti togli le scarpe. Secondo, non importa se non sai giocare, è solo per divertirsi. Terzo, devi sapere che questo è una specie di agriturismo, c'è anche la piscina, un campo da tennis, uno da calcio e uno da golf”

“Wow!! Questo posto sembra fantastico!!”

“E lo è!! Inoltre mi sono scordato di dirti che c'è pure un sentiero lungo il lago, se abbiamo tempo dopo ci andiamo!!”

“Davvero? Ma quante ne hai organizzate in così poco tempo?”

“Devi sapere che sono un ragazzo pieno di risorse! Ora che ne dici se giochiamo?”

Accese il tabellone della nostra corsia e inserì i nomi dei giocatori. Prese la palla da 10kg e la lanciò riuscendo a colpire ben sette birilli. Al secondo tiro fece SPARE buttando giù quelli rimasti. Era molto bravo, avrebbe vinto sicuramente!!
Ora era il mio turno, mi tolsi le scarpe e presi la palla più leggera. Con poca grazia, come sapevo fare solo io, la lancia ed ovviamente non colpì nemmeno un birillo. Al secondo tiro Louis decise di aiutarmi. Io presi un'altra palla, lui si mise dietro di me e mi prese la mano guidandomi nel tiro. Feci STRIKE. Incominciai ad esultare dalla gioia e lo abbraccia ringraziandolo.
Continuammo a giocare e Louis faceva SPARE quasi in ogni turno, ma non riuscì mai a fare STRIKE. Io cominciai a prendere manualità con la palla e il gioco, e incominciavo a cavarmela piuttosto bene, per una principiante come me era tanto. Inoltre, al contrario di Louis, riuscì a fare almeno un altro STRIKE. Eravamo all'ultimo turno e lui era in vantaggio di un solo punto. Lanciò la palla, ma questa volta riuscì a buttare giù solo due birilli. Se fossi riuscita a colpirne almeno quattro avrei vinto, potevo farcela. Presi la palla e la lancia con determinazione. Rotolava, rotolava, rotolava, finché non andò a colpire i birilli e... STRIKE!! Avevo vinto!! Louis era rimasto a bocca aperta, non si aspettava di perdere, era sicuro della sua vittoria.

“Ho vinto! Ho vinto!” esclamai saltellando

“Brava... Mi chiedo: perché ti ho insegnato?”

“Ahahah e dai!! Hai solamente capito che puoi essere comodamente battuto anche da una principiante come me!!”

“Ah ah ah... spiritosa!! Voglio la rivincita!!”

“No!! Te la scordi caro mio!!”

“Sei cattiva!! Comunque non andrò mai in giro a dire che sono stato battuto da te!! Questo scordatelo!!”

“Perché? Hai paura di essere scambiato per un perdente??” dissi ironica

“Sei davvero molto simpatica Sam!!” rispose altrettanto ironico.

Mi rimisi le scarpe, mi sentivo molto stanca, avevo voglia di andare a dormire.

“Sam, hai un orario preciso in cui dover tornare a casa?”

“In realtà no... Però preferisco non far più tardi di mezzanotte”

“Okay, allora abbiamo ancora un'oretta e mezzo”

“Ah... Io sono un po' stanca...”

“Vuoi tornare a casa??”

“A dir la verità, lo preferirei...”

“Peccato, volevo farti vedere il bel sentiero sulla riva del lago, il bel panorama che c'è...” disse un po' dispiaciuto, sembrava che ci tenesse molto a farmi vedere quel posto.

“Va bene”

“Va bene cosa??” chiese mentre vidi il suo sguardo illuminarsi

“Andiamo, portami al lago”

Sul suo viso si stampò un grande sorriso ed ovviamente mi prese la mano. Questo modo di fare non lo sopportavo più. Mi lasciai trascinare fino a destinazione, poi lasciai la sua presa, ma non solo perché non volevo tenergliela, ma anche perché ero davvero stupita da quel paesaggio. Il lago era una grandissima distesa d'acqua limpida che brillava sotto la luce della luna e del cielo che, stranamente, non aveva una nuvola.

“Louis... E' indescrivibile tutto ciò, non ho mai visto nulla di simile, uno spettacolo così... E' tutto stranamente perfetto...”

“Che ti dicevo io che ne valeva la pena? Ora che ne dici di fare due passi in riva al lago?”

Non gli risposi, ma il mio gesto di togliermi le scarpe e incominciare a camminare gli fece intuire la risposta. Era tutto così rilassante...
Louis cercò di prendermi, la mano in cui non tenevo le scarpe, ma la scansai, lui ci rimase un po' male.

“Sam, posso sapere una cosa?”

“Certo, dimmi”

“Mi vuoi bene??”

“Ma che sciocchino che sei!! Che domande mi fai? Certo che te ne voglio!! Sei un mio amico!! Come posso non volertene?”

“Bene a sapersi... Anche io ti voglio bene”

“E' bello sentirtelo dire” dissi, ma avrei voluto aggiungere volentieri anche l'aggettivo 'imbarazzante'.

“Prima a cena mi hai detto che a tuo fratello non importa di te e che non ne vuoi parlare... Perché?”

“Oggi ho litigato con lui”

“Tra fratelli capita!!”

“Si, lo so, ma il motivo del litigio è stata una mia lamentela sul suo comportamento”

“Cosa ha fatto?”

“Hai presente quando una persona diventa asociale e passa più il tempo con gli occhi su un cellulare che a parlarti?”

“Beh... Credo di si”

“Lui fa questo, inoltre ogni volta che mi rivolge la parola è di uno scontroso da far paura!! Lui non è così! E sai da cosa è dovuto il suo comportamento? Dalla sua ragazza riccia di cui non mi aveva parlato!”

“Ah si!! Alexandra!!”

“La conosci?!”

“Si, cioè l'ho vista solo un paio di volte”

“Io li ho scoperti mentre si baciavano appassionatamente”

“Ahahaha oddio!! Comunque il comportamento di tuo fratello non sta a significare che se ne frega di te!! Inoltre non puoi pretendere che lui ti dica tutto, forse ha bisogno della sua privacy!”

“Prima mi diceva ogni cosa!!”

“Non per questo puoi passare a conclusioni affrettate!! Forse te ne avrebbe parlato prima o poi, anche se non subito, nel momento che lui riteneva giusto.”

“Non lo so Louis, non so cosa poter pensare... Tutto ciò mi dà così fastidio...” dissi interrompendomi appena vidi una panchina, ero stanca di camminare. Mi ci sedetti e Louis fece lo stesso.

“Dai Sam, non te ce la prendere così!! Tuo fratello è il mio migliore amico e so per certo che lui è la dolcezza in persona e tiene tantissimo a te...”

Mi veniva da piangere, così per non farmi vedere lo abbracciai, le lacrime incominciarono a scendere... Louis rimase un po' stupito dal mio gesto, ma lo ricambiò e mi strinse forte a lui. Non so perché, ma per un attimo mi sentì confortata. So benissimo che era stupido prendersela così tanto per un motivo del genere, ma tenevo davvero troppo al mio rapporto con Harry, tenevo troppo a lui. Forse spesso non riuscivo a dimostrarlo per via del mio carattere, ma il legame che ci univa era veramente forte, dopotutto era mio fratello gemello. Non riuscivo a sopportare il pensiero che stavamo crescendo e che ormai ci stavamo facendo una vita nostra, era questo il vero problema. Non potevo immaginare che forse un giorno, quando ognuno avrà preso la sua strada, forse ci parleremo si e no due volte al mese. Non potevo accettare di non avere più accanto l'unica persona che riusciva a capirmi davvero, l'unica che riusciva a tranquillizzarmi in ogni momento. Forse era ancora presto per farla così tragica, ma ero sicura che prima o poi sarebbe successo, già da adesso sentivo che si stava allontanando da me. Capisco perfettamente che l'amore per una persona fa scomparire qualsiasi cosa hai attorno e che per lui ora era importante stare con la sua ragazza, io ero solo sua sorella...
Dopo un po' Louis sciolse l'abbraccio e mi guardò. Asciugandomi le lacrime incominciai a guardarlo anche io e vidi il suo viso avvicinarsi al mio. Non stava mica sul serio pensando di baciarmi! Io mi scansai e girai la testa da un'altra parte.

“No... Louis... No” gli dissi in imbarazzo, ma un po' dispiaciuta per lui.

“Lo so... Scusami... Giuro che non ci faccio più... Scusa”

“Okay... Mi dispiace, ma no...”

“Tranquilla lo capisco...”

Per qualche minuto non dicemmo niente e rimanemmo in silenzio aspettando che uno dei due dicesse o facesse qualcosa. Alla fine fu lui a parlare.

“Che ne dici se ti riaccompagno a casa??”

“Si, sono molto stanca, è meglio...”

Senza dire altro ci incamminammo verso il parcheggio e dopo circa dieci minuti arrivammo all'auto. Che serata strana, non ce la facevo più, volevo solamente tornare a casa, mettermi sotto le coperte e sprofondare nel sonno in modo da non pensare più a nulla.
Salimmo in macchina e ci allacciammo le cinture. Louis incominciò a guidare e accese un po' di radio per farmi contenta.

“Grazie Lou...” gli dissi sorridendo, lui ricambiò.

Dopo qualche chilometro di strada, anche se non sapevo il perché, Louis accelerò sempre di più. Era impazzito? Cosa gli era preso? Era vero che volevo tornare a casa il più presto possibile, ma non per questo doveva andare così veloce.

“Cosa hai intenzione di fare? Non abbiamo fretta... Puoi anche rallentare!!”

“Perché?? Hai paura?? Visto che per via dell'ora in giro non c'è quasi nessuno, volevo approfittarne per farti vedere come so guidare veloce”

“Sei sicuro di saperlo fare? E poi ci sono dei limiti da rispettare! Ed è anche buio!”

“Fidati di me e goditi la velocità!!” disse accelerando sempre di più. Speravo non andasse più veloce di così. Sinceramente avevo paura, speravo solamente che non mi prendesse anche il mal d'auto.

La fortuna non era affatto dalla nostra parte, in quel momento una macchina della polizia passò e vede Louis guidare oltre i limiti di velocità, ovviamente cominciarono a seguirlo.

“Louis!! Oddio, la polizia!! Cazzo!! Ci sta inseguendo!!” esclamai allarmata

“Tranquilla!! So io come seminarla!!” rispose accelerando ancora di più. Come un matto cominciò a fare lo slalom tra una corsia e l'altra della strada, la polizia ci era sempre di più alle calcagna. Mio fratello aveva ragione riguardo a Louis, era un bravo ragazzo, ma portava guai.

“Per favore Louis!! Rallenta!! Non mi importa se la polizia ti toglie la patente!! Ma fermati! Non mi sento nemmeno bene!!” gli urlai preoccupata

“Tieniti forse al sedile, ora non posso fermarmi oppure andrò fuori strada!!”

Feci come disse e mi tenevo salda alla ricopertura in pelle del sedile. Ero terrorizzata, poteva succedere qualsiasi cosa in quel momento. Mi girai verso Louis, sembrava preoccupato, come se c'era qualcosa che non andava. Poi però vidi qualcosa che avrei preferito non vedere: lui che perse il controllo del volante.
Non so dove andammo a finire, so solo che la macchina impazzita andò fuori strada da qualche parte. Le uniche cose che riuscì a vedere furono la paura, la velocità, Louis terrorizzato, un albero e poi il buio più totale.

 


Angolo autrice: ciao a tutti!! Oggi non voglio trattenervi più di tanto perché so di essere noiosa xD Comunque, in questo capitolo abbiamo assistito alla famosa uscita tra Louis e Sam, ma alla fine cosa sarà successo, e cosa succederà?? Vi avverto che nel prossimo la prima parte è un po' “forte”...
Spero che via sia piaciuto!! Grazie a tutti quelli che leggono!! Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e della storia!
Xoxo

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Capitolo 8
*** I Wish ***


 

 

Odore di fumo.
Sentivo molto caldo, come se la mia pelle stesse ardendo.
Lentamente aprì i miei occhi. Stavo sanguinando anche se non capivo bene da dove. L'auto stava andando a fuoco. Cazzo. Dovevo uscire da lì o sarei morta bruciata. Poi ripensai a Louis. Mi girai verso di lui. Era svenuto, immobile, aveva perso i sensi. Avrei dovuto tirare fuori anche lui, non potevo lasciarlo lì dentro. Dovevo sbrigarmi o entrambi avremmo fatto una brutta fine.
Improvvisamente ripensai che, prima di tutto questo, la polizia ci stava inseguendo... ed ora? Ora che avevamo bisogno d'aiuto perché non era qui? Mi chiedevo dove eravamo potuti finire.
Cercai di uscire dalla macchina, aprì lo sportello e provai a trascinarmi fuori, ma qualcosa mi bloccava, avevo una caviglia incastrata da qualche parte. Questa non ci voleva. Presi coraggio, afferrai la gamba e incominciai a tirarla per liberarmi. Faceva male, e anche tanto, avrei voluto volentieri piangere e urlare, ma non potevo fare diversamente. Il dolore era lacerante e il fuoco mi riscaldava un po' troppo la pelle, sudavo. L'odore del fumo e il fumo stesso era insopportabile, fastidioso ai miei polmoni, mi faceva tossire, mi mancava l'aria, l'ossigeno. Non potevo farcela.
Continuai a tirarmi la gamba, ma poco stavo risolvendo, la caviglia faceva troppo male. Non potevo comunque rimanere lì dentro e perdere le speranze. Mi decisi e con uno strattone forte, secco, riuscì a liberarmi. Cacciai un urlo di dolore, ma almeno ci ero riuscita. Ora il problema era uscire e tirare fuori Louis, non potevo perdere tempo.
L'uscita era sempre più ostruita dalle fiamme, c'era sempre meno via di scampo, era quasi impossibile uscire, per lo meno non senza una bella ustione.
Davvero finiva tutto qui? In una macchina in fiamme, a diciassette anni? La mia vita era destinata a bruciarsi e sbriciolarsi, trasformandosi in cenere, nel nulla, proprio adesso, in questo momento? Tutti i miei sogni, i miei pensieri, la mia anima, me stessa, tutto si stava disintegrando davanti ai miei occhi. Avevo angoscia, timore, paura, terrore, ma tutto questo sembrava così irreale. Non pensavo che sarebbe andata a finire in questo modo. Desideravo ancora ascoltare la musica, parlare, ridere, vedere mio fratello con il quale dovevo ancora chiarire, stare con la mia famiglia e i miei nuovi amici, risentire cantare Harry e gli altri ragazzi. Desideravo ancora VIVERE.
C'era però una particolarità: se finivo io, Louis finiva con me. Sapevo che tutto ciò era in parte colpa sua, ma non per questo potevo lasciarlo morire, ma soprattutto IO non dovevo lasciarmi morire, abbandonare tutte le speranze, anche se ormai erano poche.
Non sapevo nemmeno dove eravamo, ma questo sarebbe venuto dopo. Una cosa alla volta.
Feci un sospiro e raccogliendo le poche forze che mi erano rimaste mi scaraventai con un balzo fuori dalla macchina, rotolando a terra.
Bruciore.
Gridai dal dolore.
Il mio urlo squarciò il silenzio che c'era. L'unico rumore che si poteva sentire era lo scoppiettio del fuoco che ardeva.
Il mio strillo fu dovuto semplicemente dal fatto che uscendo dall'auto l'intera gamba, in cui avevo la caviglia dolorante, aveva toccato il fuoco. Non volevo nemmeno immaginare l'ustione che mi aveva provocato.
Bruciava.
Pizzicava.
Faceva male.
Usciva sangue.
Non facevo altro che urlare.
Non potevo nemmeno toccarmi la gamba per vedere la situazione. Era peggio. Il terreno in cui ero stesa non favoriva le cose. Non era asfaltato, era grezzo e terroso. Tenere la gamba a terra era davvero terribile per me.
Purtroppo non era finita. Dovevo tirare fuori Louis, oppure lo avrei trovato in cenere, o forse non avrei trovato più nemmeno quella.
Provai ad alzarmi, ma la caviglia e la gamba me lo impedivano. Non riuscivo a stare in piedi. Incominciai a trascinarmi per terra con gli arti sani, era l'unica cosa che potevo fare. Anche se con un po' di fatica, riuscì ad arrivare fino alla portiera opposta dell'auto, quella da cui avrei dovuto tirare fuori Louis. Cercai di aprirla il più velocemente possibile. Ovviamente vi erano moltissime fiamme, ma non potevo fare diversamente. Questo era uno dei quei momenti in cui ti sarebbe piaciuto essere un pompiere e avere l'attrezzatura per spegnere il fuoco.
Rischiavo di bruciarmi ulteriormente, ma dovevo tentare, dopotutto cos'altro mi rimaneva da fare? Tanto ormai la situazione era già brutta di suo, non poteva andare peggio di così.
Presi la gamba di Louis e con tutte le mie forze cercai di tirarlo fuori, ma non ce la facevo, era troppo pesante. Mi sforzai un po' di più e continuai a tentare, fino a che riuscì nel mio intento. Lo stesi a terra e lo guardai, era ridotto malissimo, sanguinava alla testa, aveva un sacco di ustioni. Che io lo avessi tirato fuori troppo tardi? NO. Non era così, non doveva essere così.
Lo scuotevo, gli picchiettavo il viso cercando di svegliarlo, ma niente. Non reagiva. Non faceva un frizzo. Gli misi una mano sul cuore, batteva, era un palpito debole, ma almeno voleva dire che era ancora vivo, poteva farcela. Anche il suo respiro era lieve, ma questo non voleva dire nulla, anche il mio non era la massimo vigore, sicuramente tutto quel fumo non aveva fatto bene.
Provai più volte a farlo svegliare, ma senza successo. Sembrava davvero grave.
Era buio. Non sapevo che ore fossero. Non c'era nessuno nei dintorni. Dovevo trovare aiuto.
Cercai il mio cellulare, ma non lo trovai. Certo, lo avevo lasciato a casa. Avevo bisogno di chiamare qualcuno. Mi misi a cercare quello di Louis sperando che non fosse rimasto in macchina. Questa volta la fortuna fu dalla nostra parte. Il suo telefonino incominciò a squillare facilitandomi nella ricerca. Il suono proveniva dalla tasca. Lo tirai fuori da lì e vidi il numero: era mio fratello. Cosa voleva? Forse era preoccupato per me, visto che non ero ancora tornata a casa. Accettai subito la sua chiamata e gli risposi.

Pronto, Louis? Dove siete finiti te e mia sorella?” chiese preoccupato

Harry!!” cercai di dire, ma mi uscì solo uno stridulo soffocato. Ma cosa cazzo mi era preso?

Pronto? Louis? Sam?”

Sono Sam!” continuai, ma nulla, la voce mi usciva a malapena

Sam?! Sei tu?! Cosa succede?!”

Abbiamo fatto un incidente!!” cercai di spiegargli, ma non credo che mi avesse capito

Cosa hai detto? Non riesco a comprendere ciò che dici!!”

Louis è uscito fuori strada!” provai a gridare, ma tutto ciò che mi era venuto fuori era stato una specie di mugolio.

Sam!! Cosa hai!!”

Non risposi e mi buttai a terra piangendo. Eravamo spacciati. Non riuscivo a parlare, e questo equivaleva dire non poter chiedere aiuto. Davvero era questo il nostro destino?
Non sapevo se mio fratello fosse ancora in linea, ma tanto non cambiava nulla. Come potevo spiegargli quello che era successo e che avevo bisogno di lui, se tutto ciò che usciva dalla mia bocca erano delle sillabe strozzate?

Sam!! Sam!!” Sentì urlare Harry dal microfono del cellulare. Riavvicinai il telefonino all'orecchio e gli feci sentire che stavo piangendo, per quanto sarebbe riuscito a percepire.

Sam, stai piangendo? Okay, mi provi a scandire lentamente le parole e dirmi cosa succede? Mi sto preoccupando!” disse incoraggiandomi

Abbiamo... fatto... un... incidente...” dissi molto lentamente, ma questa volta mi uscì un qualcosa di meglio e un poco più comprensibile.

Cosa?!?!” urlò allarmato

Si... Louis... è... senza... sensi... io... non... sono... ridotta... bene...”

Merda, ma come cazzo avete fatto!!”

Ti... racconterò... ora... non... è... il... caso...” Certo che non lo era, non potevo stare a dirgli ogni cosa quando avevamo bisogno di essere salvati.

Okay, dove siete?”

Non... lo... so...”

Come no?! Un'indicazione? Un cartello stradale?”

Non... posso... muovermi... è... anche... buio... siamo... usciti... fuori... strada....”

Sai almeno dirmi quale strada avete preso? O per lo meno il posto dove ti ha portata?”

Non... so... il... nome... Era... un... agriturismo... italiano...”

Forse ho capito, è quello dove va sempre Louis?”

Si...”

Okay, allora so che strada prendere e fare... Vi vengo a cercare!! Non muovetevi!! Provo a fare il più presto possibile!! Voi resistete!!”

Si... comunque... l'auto... è... in... fiamme... Ora... non... sto... a... dirti... altro... vieni... e … basta...” dissi e poi chiusi la chiamata. Ora non mi restava altro che aspettare che Harry arrivasse. Avevo solo una paura: Se non ci avesse trovati? Se fosse arrivato troppo tardi? Cosa ne sarebbe stato di me e di Louis? L'unica vera via d'uscita sarebbe stata lasciarsi morire su quel terreno. Forse per un conto era la cosa migliore.
Mi stesi a terra accanto a Louis, chiusi gli occhi da cui uscivano lacrime che, al tocco con le labbra, sapevano di amaro. Erano lacrime di tristezza, paura e desiderio, si, il voler che tutto ciò finisse e fosse solo un sogno, un incubo, ma ovviamente non lo era: il dolore alla caviglia e alle ustioni, il respiro troppo debole di Louis, le fiamme che bruciavano ancora, il terreno freddo sotto il mio corpo, il buio che ci circondava, erano troppo reali, non potevano essere solo frutto della mia immaginazione.
In parte avrei desiderato che finisse tutto. Stavo troppo male. Sentivo troppo dolore. Non volevo più soffrire.
Riaprì per un attimo gli occhi, nella speranza di vedere mio fratello arrivare, ma purtroppo non vidi lui, ma un lampo. Mi prese un colpo, un attacco di cuore. Subito dopo seguì il boato del tuono, che rese l'atmosfera più inquietante di quello che già era. Ovviamente non bastava: un forte vento si alzò. Merda. Non solo era in arrivo una tempesta, ma finché avrebbe soffiato il vento il fuoco si sarebbe potuto espandere e noi saremmo stati praticamente fottuti. Se invece avrebbe cominciato a piovere, il fuoco si sarebbe spento, noi ci saremmo bagnati e per Harry sarebbe stato praticamente impossibile trovare nostre tracce. Insomma, non ne andava bene una, qualsiasi cosa sarebbe successa eravamo comunque spacciati.
Sapere che mio fratello veniva a cercarci aveva fatto riaccendere in me una scintilla, quella della speranza. Ora, però, non ne ero poi più così tanto sicura.
Il cielo continuava ad essere squarciato dai lampi, il silenzio veniva interrotto dal rumore frastornante dei tuoni, il fuoco veniva spinto dal vento espandendosi, il terreno di conseguenza incominciava a bruciare...
Cazzo, dovevamo allontanarci, almeno un po'.
Il fuoco si stava avvicinando sempre di più. Se Louis fosse stato sveglio sarebbe stato tutto molto più facile. Con una mano presi la sua gamba, con l'altra e il resto del corpo incominciai a trascinarmi. Sicuramente quel movimento non faceva affatto bene alla mia caviglia e all'ustione, che urtavano il terreno sotto di me e continuavano a farmi sempre più male. Molto probabilmente stavo facendo male anche a Louis, ma le fiamme avrebbero fatto peggio.
Sopportando il dolore e la fatica riuscimmo ad allontanarci di almeno un metro, anche se forse non era sufficiente. Non ce la facevo più. Ero debole. Le forze mi stavano abbandonando. Non riuscivo più a muovermi. Per un conto avrei voluto essere nelle condizioni di Louis, almeno non avrei sentito il dolore che mi stava letteralmente lacerando e consumando.
Perché Harry non arrivava? Si era perso? Non riusciva a trovarci? Non ero neanche più in grado di piangere, non sapevo più quali emozioni provare. Chiusi di nuovo gli occhi e basta. Se il fuoco ci avesse raggiunti poso importava, tanto non sarei riuscita a scappare.
Non so né come né perché, ma mi sentì mancare, svenire. Non sentivo più il dolore, il freddo terreno sotto di me. Non percepivo più nulla... Per un conto era una bella sensazione, non pensavo né soffrivo più...

 

Una voce chiamava il mio nome.
Non so quanti secondi, minuti o ore fossero passati, ma incominciai a riprendermi e tutti i dolori ritornarono in superficie. Ero bagnata. Avevo freddo. Stava piovendo. Mi trovavo ancora nello stesso posto.
A fatica riaprì i miei occhi e vidi la sagoma sfocata di una persona davanti a me.

Sam!! Sam!!” le sentivo urlare, eppure il mio udito la percepiva così lontana...

Ero ancora stordita, non ci capivo niente.

Sam!! Riprenditi!! Sam!!” continuava a dire la sagoma. Non riuscivo a mettere a fuoco l'immagine, non capivo chi fosse. Non avevo la capacità di riprendermi del tutto.

Sam!! Dì qualcosa!!” lo sentì dire tra le lacrime, ma io non riuscì a spicciare parola, non riuscivo nemmeno a far uscire una vocale o una sillaba.

Sentivo la sua voce che continuava a dirmi qualcosa. Sentivo la pioggia battere sul mio viso. Tremavo tutta. Continuavo a sentire dolore, ma non ero in grado di urlare. Dentro di me gridavo, come un acuto stridulo assordante. Solo io ovviamente riuscivo a sentirlo, ma questo era inquietante. In quel momento desideravo che tutto finisse, non riuscivo più a sopportare tutte queste strane sensazioni.
Vidi la sagoma alzarsi in piedi, prendere il cellulare e chiamare qualcuno. Parlava, dava indicazioni, sbraitava disperandosi, piangeva. Dopo qualche minuto chiuse la conversazione e lo vidi avvicinarsi a Louis, che molto probabilmente era ridotto peggio di me. Incominciò a dirgli qualcosa, ma riuscì a comprendere solo le parole “sei un coglione”, “vi salverò”, “non so cosa dirti in questo momento”, “eri il mio migliore amico”... Messe insieme così non avevano assolutamente senso, ma la mia mente offuscata non era stata in grado di percepire altro.
La pioggia continuava a cadere, sempre più forte e scrosciante. Perché quella persona non ci portava via? Non capiva che volevo andarmene, che stavo male?
Dopo forse un quarto d'ora vidi in lontananza la luce dei fari colorati di un'autovettura. La sagoma gli corse vicino e la fece fermare. Da lì scesero altre persone con una specie di due lettini, e vennero guidati verso di noi. Cosa ci facevano quegli individui qui? Cosa volevano?
Correvano sempre di più nella nostra direzione, finché non me li trovai accanto.

Lasciatemi...... Chi siete.... Andatevene....” riuscì a mormorare, ma non credo mi avessero capita, né tanto che mi avrebbero ascoltata.

Mi sollevarono e mi misero in uno di quei lettini, lo stesso fecero con Louis. Abituata a starmene stesa sul terreno grezzo quell'appoggio appariva molto più comodo e confortevole, ma purtroppo non risolse il problema del dolore. Sentivo la sagoma, la nostra salvatrice, mentre mormorava qualcosa con le altre persone, ma loro sapevano solo rispondere: “non lo sappiamo”, “dobbiamo vedere”, “si tranquillizzi, non sappiamo ancora nulla”...
Perché non riuscivo a comprendere una conversazione intera? Per quale cazzo di motivo non riuscivo a riprendermi del tutto? Non volevo essere una via di mezzo: viva o morta. Non riuscivo a sopportare che stessi lottando tra queste due scelte, perché diciamocelo, sotto sotto era così. Sicuramente, senza rendersene conto lo stava facendo anche Louis.
Il più veloce possibile ci portarono dentro l'autovettura e ci stesero accanto a dei macchinari strani, che non riuscivo ad identificare, dopotutto come ogni cosa che mi circondava. Mi guardavo intorno e tutto ciò che vedevo erano le pareti bianche della vettura.
Improvvisamente pensai ad Harry. Che fine aveva fatto? Non doveva venirci a salvare? Non era riuscito a trovarci? O forse era proprio lui la sagoma che non era riuscita e che tutt'ora non riuscivo a mettere a fuoco?
Vidi una delle persone avvicinarsi a me e a mettermi una strana mascherina in faccia, collegata attraverso un tubo a uno dei macchinari. Cosa diamine era? A cosa serviva?
Dentro di me volevo ribellarmi, ma ero troppo debole ed ero in grado di fare soltanto dei lamenti.
Non sapevo perché mi avevano messo quell'affare, ma sentì che incominciò a inalarmi aria, ossigeno, sentivo i miei polmoni rinascere. Però mi fece uno strano effetto: mi rilassai, forse un po' troppo, forse mi addormentai, forse svenni.

 

Mi girava la testa, ma mi sentivo già meglio. La luce del sole intiepidiva le mie guance. Non ero più bagnata. Non tremavo. Avevo addosso vestiti asciutti. Mi toccai e sentì che ero sotto delle dolci coperte che mi riscaldavano. La schiena e il resto del mio corpo non poggiava più su un terreno scomodo e grezzo, ma su un comodo trespolo, che sembrava un materasso.
Sentivo i miei polmoni, il mio cervello, più ossigenati, e questo mi faceva stare bene, o per lo meno rilassata.
L'ustione bruciava ancora un po'. La caviglia faceva ancora malissimo, soprattutto al minimo movimento della gamba.
Non sapevo quanto tempo fosse passato, ma ripensare alla serata con Louis, alla cena all'italiana, al bowling e la partita vinta, alla passeggiata lungo il lago, al suo tentativo di baciarmi... Mi sembrava tutto così lontano. Le uniche memorie che avevo nitide e che erano rimaste impresse nella mia mente erano la polizia, la paura nell'auto, l'albero su cui ci siamo schiantati, la macchina in fiamme, tutto il mio dolore e i miei urli. Sembravano soltanto il ricordo di un bruttissimo incubo, ma non lo erano, ogni cosa era successa realmente. Quella serata perfetta e magica era finita in questo modo, non mi sembrava possibile. Perché non poteva essere terminata con me che tornavo a casa e che andavo a dormire?
Avevamo rischiato di morire e metter fine alla nostra vita. Un incidente. Un fottuto incidente di merda aveva rovinato tutto. Avevo lottato pur di salvarci. Mi ero fatta in due. Se tutto questo non era servito per far continuare la nostra esistenza, allora avrei preferito rimanere in quella macchina a bruciare. Avevo solo la soddisfazione di averci provato.
Lentamente riaprì i miei occhi e vidi il bianco, un soffitto bianco. Non riuscivo ancora a capire dove ero, di sicuro non a casa. Mi guardai e avevo una flebo attaccata ad una vena del mio polso, la stessa mascherina che mi dava ossigeno nell'autovettura, e altri tubicini che non capivo a quale parte del corpo erano collegati. Dietro di me c'erano i soliti e strani macchinari, in cui erano collegati gli altri capi dei tubi. La mia gamba, per via dell'ustione, era stata fasciata; la caviglia era ancora libera. Perché non le facevano niente se a me faceva un male cane??
Inoltre sentivo sotto la mia schiena un qualcosa di fastidioso. Mi toccai e sentì che era fasciata anche quella, anche se non ne capivo il motivo.
Mi girai verso destra e vidi Louis, era su un lettino proprio come quello su cui ero stesa io. Mi faceva pena. Era ridotto molto peggio di me. Aveva molti più tubi che lo collegavano ai macchinari, ma non solo, era fasciato alla testa e in tante altre parti del corpo. Mi ci sentivo male, non potevo vederlo così.
Poi mi girai alla mia sinistra e vidi mio fratello, seduto su una sedia, mentre stava dormendo. Quanto era dolce quando riposava. In quel momento capì che la sagoma sfocata che vedevo e sentivo era lui. Harry ci aveva trovati, lui aveva chiamato l'ambulanza, lui ci aveva salvati.
Improvvisamente sentì la porta aprirsi lentamente ed io mi girai di scatto. Mio zio. No. Cosa ci faceva qui? Cosa cazzo voleva? Non lui. Per favore. Avrei voluto vedere tutti, ma non lui.

 

 

 

Angolo autrice: ciao a tuttiiiii!!! eccomi di nuovo qui ad annoiarvi!! :P allora intanto mi scuso per il ritardo della pubblicazione, ma purtroppo o non ho avuto tempo, o non sapevo cosa scrivere xD allora in questo capitolo ho descritto la scena dopo l'incidente e i ragazzi all'ospedale. Credo sia stato un capitolo un po' “forte” alquanto mentre lo scrivevo mi batteva forte il cuore. Allora cosa ne pensate?? Io ci ho messo l'anima nello scriverlo...
Grazie a chi legge e che arriva fino in fondo!! :3 se volete lasciate una recensione!! :3 Alla prossima!! Baciii!!! <3

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Capitolo 9
*** Moments ***


 

 

Lui era davvero l'unica persona che non avrei voluto vedere in questo momento, soprattutto all'ospedale. Perché era nella mia stanza, e più che altro perché era tornato?
E perché era vestito come un dottore? Giusto, lui lavorava in questo edifico, ma... ricordavo che fosse stato licenziato per motivi di salute che io conoscevo davvero troppo bene. Nemmeno Harry lo sapeva, solo io ne ero a conoscenza.
Era praticamente da quando avevo tredici che non lo vedevo, perché ora era venuto da me?
Quando lo vidi feci una faccia sorpresa, i miei occhi si riempirono di paura e il mio corpo si irrigidì. Il terrore mi pervase dalla testa ai piedi. La sua presenza mi inquietava e rendeva le pareti bianche della stanza nere. Tutto diventava oscuro per me. Il ricordo più nitido che avevo di lui mi riaffiorò alla mente. Quelle memorie terribili che non ero riuscita a togliermi dalla testa fino ai quindici anni. Tutte le notti mi svegliavo urlando, ripensando alla stessa scena ogni volta. Harry veniva sempre disturbato dalle mie grida, ma io non gli sono mai riuscita a raccontargli quello che era realmente successo, non l'ho mai detto a nessuno, e credo che mai lo farò. Non ne ho il coraggio. Tutto ciò durò per ben due anni, tanto che mio fratello non ci faceva nemmeno più caso.
Quell'incubo era proprio una delle mie ultime volte che vidi mio zio, ed era stato terribile. Ero riuscita più o meno a dimenticarmene, ma nel rivederlo non potei fare altro che ripensarci. Ecco perché avevo così tanta paura. Temevo che potesse rifarmi ciò che mi aveva fatto nell'agosto del 2009.
Ricordo che fu un estate alquanto strana, forse la peggiore. I miei genitori erano andati in vacanza per due settimane, per festeggiare il loro 15° anniversario di matrimonio, perciò avevano mandato Harry a stare da un suo amico, e a me, non sapendo dove lasciarmi, mi portarono da mio zio Harold, il fratello di nostro padre.
A quei tempo non era sposato, era single, o meglio era stato lasciato, per dei motivi non chiari, dalla sua compagna Jennifer, una donna bellissima e gentile a cui volevo molto bene, ma ora non abitava più lì ed io ero costretta a stare nella gigantesca villa di mio zio, da sola con lui.
Le giornate erano noiosissime. Mi svegliavo tutte le mattine alle 7.30 e dovevo preparare colazione per me e zio Harold. Poi lo vedevo scendere dalle scale con la sua solita faccia depressa. Era uno spettacolo orribile. Ogni giorno mi dicevo di stare tranquilla perché due settimane passavano alla svelta, ma per me non era così: i secondi, i minuti, le ore, i giorni, non passavano mai, sembrava che il tempo si fosse rallentato. Il brutto è che nemmeno mio fratello era con me, ed io non sapevo cosa fare, mi mancava non stare e parlare con lui. Le mio giornate erano tutte uguali, facevo sempre le stesse cose: dopo la colazione facevo i compiti delle vacanze, poi facevo una passeggiata attorno alla villa, pranzavo, andavo in camera mia a leggere un libro, ascoltavo la musica, cenavo e poi mi mettevo sotto le coperte cercando di dormire, ma passai la maggior parte delle mie notti sveglia. Quella casa, anche se bellissima, mi dava un senso di abbandonato e questo mi inquietava. Tutti i santi giorni erano così. Posso esser certa che su queste quindici giornate, soltanto quattro ne furono diverse. Il primo fu quando mio zio mi portò con lui a fare spesa. So che non era un granché, ma almeno era qualcosa di differente dal solito.
Riuscivo a capire bene che ero un peso per lui, lo si vedeva dal suo sguardo. Bene. Io non volevo stare da lui, e lui non voleva avermi tra i piedi. La cosa era evidentemente reciproca.
Compresi veramente questa cosa nel primo giorno degli ultimi tre che trascorsi lì con lui. Il giorno fatidico, quello che forse non scorderò mai, quello da cui ero terrorizzata e che provocava quella paura immensa in me nei suoi confronti.
Ricordo che era una giornata serena, ma si sentiva un che di umido nell'aria, e questo rendeva tutto più afoso. Ero felicissima, si, perché sapevo che tra pochi giorni sarei potuto andarmene da lì e tornarmene alla mia vita normale, a casa.
Tutto iniziò quando, stesa a rilassarmi su un'amaca del giardino vidi lo zio uscire di casa senza dirmi nulla, e andandosene via loscamente con la sua auto. Quel comportamento mi era parso così strano. Dopotutto sapevo che lo era, lo si vedeva. E' vero che era depresso, ma questo non spiegava il suo atteggiamento di quel giorno. In effetti era da un po' che lo vedevo più strano del solito, e questo mi preoccupava. Perché dovevo stare con un pazzo??
Cercai di non pensarci più di tanto, anche perché capirlo era davvero un'impresa troppo ardua, nemmeno il più bravo psicologo al mondo avrebbe veramente compreso cosa gli passava per la testa. Così, decisi di non farci caso più di tanto e continuai a starmene sull'amaca.
Dopo circa un'ora e mezzo lo vidi tornare. Parcheggiò la macchina e quando scese aveva un'espressione preoccupata, come se avesse fatto qualcosa che non doveva sapere nessuno. Si passava le mani tra i capelli, si guardava attorno, avanti e dietro, troppo spesso, come se qualcuno lo avrebbe potuto scoprire o vedere. Beh io lo avevo visto. Di certo non aveva pensato a me. Sicuramente non pensava che fossi lì, forse credeva che me ne ero andata a passeggiare. Tanto a lui cosa gliene importava di quello che facevo io?
Ero troppo incuriosita da quello che stava succedendo. Volevo sapere il perché del suo comportamento, perché non era affatto normale. Ma non sapevo che, come al mio solito, la mia curiosità mi avrebbe procurato guai, e questa volta molto seri.
Lui si comportava in modo troppo losco. Aveva sicuramente fatto qualcosa. Si, ma cosa?? Purtroppo, mi lasciai convincere dalla mia curiosità e decisi di volerlo scoprire, ma ripensandoci, adesso, credo che sia stato lo sbaglio più grande della mia vita.
Rientrò in casa cercando di non farsi vedere, ed io lo seguì all'interno. A quei tempi ero troppo minuta e magra per far si che lui sentisse i miei passi leggeri, e questo giocava a mio vantaggio. Corse in cucina, chiuse la porta e lo sentì prendere il telefono e comporre un numero. Non sapevo se rimanere lì e ascoltare la conversazione oppure andarmene in camera mia facendo finta di nulla. No, ormai avevo deciso: dovevo scoprire tutto.
Per mia sfortuna non potevo sentire ciò che diceva l'altro interlocutore, ma ciò che sentì dire da mio zio mi fu sufficiente per capire ogni cosa:

“Ho fatto ogni cosa............... Si................ Ovvio, tutto è andato come speravamo............... Ora ho avuto la mia vendetta............ Come non capisci di cosa ti sto parlando??......................... Mi chiedi perché l'ho fatto?? Sai bene il perché!!.......................... Ecco, visto che te ne ricordi??......................... Cosa ho usato per ucciderla?? Allora stai a sentire: prima l'ho picchiata, poi l'ho accoltellata. Però non era ancora morta e perciò, visto che non avevo più tempo, ho deciso di darle fuoco. Ecco come ho ucciso Jennifer.”

 

Continuò ancora per qualche minuto a parlare, ma non riuscì a capire quello che dicesse, la paura mi aveva pietrificata. Rimasi lì, immobile davanti alla porta presa dal terrore. Stavo vivendo con un killer, un pazzo!! Avevo appena sentito con le mie orecchie che aveva appena messo fine alla vita della sua ex compagna, solo per vendetta, solo perché era troppo depresso per colpa sua. Forse capivo perché lo aveva lasciato: aveva capito che era solo un folle e che era meglio stargli alla larga. Beh aveva ragione. Ora però lei ne aveva pagato le conseguenze.
Sapevo che ci fosse qualcosa che non andava in lui, ma era proprio partito di testa.
Come gli era saltato in mente di uccidere una persona? Ora si che si spiegava il suo comportamento. Chiunque si sarebbe atteggiato come lui, ma non chiunque si sarebbe messo a compiere un omicidio del genere, non per queste motivazioni. In realtà non si dovrebbe mai uccidere, qualsiasi siano le ragioni per cui lo fai.
Volevo scappare, ma il mio cervello si era bloccato e non inviava più comandi al resto del corpo. Avevo solo tredici anni, una cosa del genere a questa età può sconvolgerti, soprattutto se sono coinvolte persone che conosci, o che credevi di conoscere.
Poi sentì mio zio dire: “Ora ti saluto, sai con me c'è mia nipote e non vorrei che scoprisse tutto... Ciao” Troppo tardi, già sapevo tutto, o per lo meno quasi, le cose essenziali di sicuro.
Harold chiuse la chiamata e aprì la porta della cucina. Ovviamente mi ci trovò davanti, ferma e immobile con una faccia scioccata. Non sapevo cosa fare, forse sarei dovuta scappare, ma feci di testa mia, come al mio solito, ma quella volta feci male.

“C-cosa... hai f-fatto?!” dissi balbettando e tremando

“Piccola Sam, di cosa stai parlando?” mi rispose avvicinandosi a me. Io mi allontanai un po'.

“N-non m-mi t-toccare!!” gli gridai

“Perché ? Cosa ho fatto?”

“L-lo s-sai b-bene!! T-tu s-sei u-un k-killer!!”

“Hai sentito tutto, vero?”

“S-si!! C-come hai potuto!! L-lei non ti aveva fatto niente!!” esclamai smettendo gradualmente di balbettare. In quel momento incominciò a salirmi la rabbia.

“Non impicciarti ragazzina!!” mi urlò contro

“Perché lo hai fatto?! Non sei nessuno per permetterti di fare queste cose!! Sai che ci si finisce in galera, vero?”

“Si, ma non ci finirò, perché nessuno saprà che sono stato io!!”

“Questo lo dici tu!!”

“Tu non dirai nulla piccola smorfiosa!! Ti è chiaro?!”

“Io non ne sarei così sicura al posto tuo!! Tu meriteresti non solo di finire in galera, ma di morire bruciato!! Proprio come hai ammazzato Jennifer!! Perché ciò che hai fatto non ha scuse!! Capisco perché lei ti abbia lasciato! Aveva capito fin da subito che razza di uomo sei!! Un pazzo psicopatico!!”

Quelle parole furono la mia condanna, non fecero altro che peggiorare le cose. Il mio caratteraccio non era affatto cambiato, sempre quello era, sempre quello è, e sempre quello rimarrà, e come al solito mi portò nei guai. Mio zio mi diede un schiaffo e disse: “Non ti azzardare più rivolgerti così!! Hai capito?!?! O te la vedrai brutta!!”

“Sei uno stronzo!! Un bastardo!!” gli urlai mettendomi una mano sulla guancia dolorante e arrossata per via della sberla. Faceva davvero male.
Il mio termine nei suoi confronti lo fece alterare ancora di più. Ora cominciava il brutto.
Incominciai a correre, a scappare, ma ero troppo presa dal panico. Poco dopo mi raggiunse e mi fermò prendendomi una gamba e facendomi cadere a terra, sbattendo la testa. Stordita non potei fare altro che rimanere stesa sul pavimento. Incominciò ad insultarmi dicendomi di stare zitta e di far finta di non sapere nulla.
Quando provai a rialzarmi, lui con un calcio mi ristese a terra ed io urlai. Iniziò a schiaffeggiarmi, a prendermi a pugni e a calci.... Mi faceva male. Io ero esile e la sua forza scaraventata sul mio corpo mi provocava un dolore lacerante. Io cercavo di liberarmi, di scappare, ma era solo peggio. Per tenermi ferma, mi bloccava le gambe con un piede o con una mano, ma in entrambi i casi la presa era troppo forte e mi faceva soffrire e gridare.
Quella bellissima, tranquilla e isolata villa era stata appena disturbata dalle mie urla acute e agonizzanti, dalla violenza di mio zio su di me, una ragazzina di soli tredici anni.
Purtroppo non finì qui, perché in seguito mi prese, mi portò nel seminterrato e mi ci rinchiuse all'interno. Almeno era sicuro che non sarei corsa da nessuno a chiedere aiuto o a raccontare ciò che era successo.
Lì dentro non feci altro che piangere e disperarmi, nella speranza che qualcuno mi sentisse e mi portasse via. Però, ovviamente, non arrivò nessuno.
Non riuscivo a smettere di pensare a quello che mi aveva fatto, mi aveva picchiata. Ora ero piena di lividi, e forse da qualche parte sanguinavo anche.
Rimasi lì fino alla sera del giorno successivo, finché Harold mi fece uscire per farmi fare le valigie per il giorno a venire. Fortunatamente il soggiorno nella villa era finito e i miei genitori e Harry mi sarebbero venuti a riprendere. Non riuscivo a stare un minuto in più in quella casa con lui, non dopo quello che era successo.
Quando finalmente me ne andai mi tranquillizzai un po'. Con la presenza della mia famiglia mi sentivo confortata e al sicuro, ma purtroppo i lividi e le ferite continuavano a far male, e quello che era successo non riuscivo a dimenticarlo, non si poteva cambiare. Però per fortuna non ce lo avevo più tra i piedi.
Quando i miei genitori e mio fratello mi videro in quelle condizioni ovviamente mi chiesero il perché, ma io non fui in grado di dire loro la verità. Dissi soltanto che, a causa della mia sbadataggine, ero caduta o andata a sbattere più volte. Non ne erano convinti, ma alla fine cedettero e mi credettero.
Quel giorno fu il frutto di due anni di incubi, ed in questo momento sintomo di paura e terrore nel rivederlo. Mi aveva causato un trauma. Non puoi picchiare una ragazzina di tredici anni, tanto meno se questa è tua nipote! Era chiaro che mio zio avesse problemi psicologici. Non a caso ricordo che pochi giorni dopo, si venne a sapere che era stato mandato in una specie di manicomio, dove vi erano tutti malati mentali. Dicevano che il motivo di ciò fu causato da alcuni attacchi di pazzia mentre era fuori in città. Io piuttosto ce lo avrei mandato per quello che mi aveva fatto. Si meritava la galera per omicidio e violenza su minori, ma nessuno tranne me era a conoscenza di questi fatti. Inoltre, in seguito al suo ricovero fu licenziato al lavoro.
Ritrovarmelo lì davanti alla porta fu troppo per me. Ma se lo avevano mandato via dal posto di lavoro, perché ora era nella mia stanza, che camminava verso di me, vestito da dottore?? Lo avevano riaccettato?? Se era così, i veri disagiati mentali erano i dottori e il resto del personale. E soprattutto, era scappato dal manicomio??
Si avvicinava sempre di più a me. Poi si sedette su una sedia accanto al mio letto.

“Ciao, Samantha” disse con un tono di voce che a me risuonò inquietante, risentire la sua voce per me lo era. Io non dissi nulla e rimasi immobile a fissare un punto a caso, cercando di non guardarlo. Poi mi mise una mano sulla stessa gamba che mi afferrò quell'estate per bloccarmi e farmi cadere. Questo mi provocò un fremito e d'impulso cercai di scansare la gamba dalla sua presa.

“S-stammi l-lontano!! N-non t-toccarmi!!” gli urlai balbettando e togliendomi la mascherina che mi dava ossigeno

“Ehi, tranquilla... Non ti faccio niente!!” rispose senza lasciare la presa

“C-che ci fai qui?!”

“Sai, sono tornato al lavoro e sono venuto a sapere che mia nipote ha avuto un incidente, così ho pensato di passarla a trovare”

“Non ho bisogno che tu ti preoccupa per me” gli dissi acida. Lui non prese bene il mio tono di voce e incominciò a stringermi forte la gamba. Io feci un urlo soffocato. Cazzo, stavo facendo gli stessi errori di quattro anni fa.
Lui mi mise una mano sulla bocca e incominciò a sussurrarmi qualcosa: “Non ti conviene urlare, non vorrai mica svegliare il tuo caro fratellino, vero? E poi siamo in un ospedale e qui accanto c'è il morto vivente, è più morto che vivo. Se urli disturberai tutti”

“Lui non è un morto vivente, è Louis” cercai di dirgli. Mi tolse la mano dalla bocca e continuò a stringere forte il mio arto. Trattenei un urlo.

“Brava... Se stai tranquilla, non ti accadrà niente...”

Stringeva sempre più forte e con violenza, a momenti non mi ci passava il sangue. Per fortuna non era la gamba con l'ustione e la caviglia dolorante, oppure sarei morta.
Non potei fare altro che incominciare a piangere, e le lacrime iniziarono a scendere e a rigarmi gli zigomi.

“Non piangere, fai peggio...” mi sussurrò

Avrei voluto scappare, ma la mia condizione di salute e la paura me lo impedivano.
Lui non doveva essere qui, lui doveva essere in manicomio, in galera, da qualsiasi parte, ma non qui. Sembrava che ogni cosa fosse a mio svantaggio, il destino non voleva aiutarmi.
Non mi importava se mio zio non volesse che io gridassi. Non volevo che succedesse la stessa cosa di quella volta.

“Harry!! Harry!! Svegliati!!” gridai. Zio Harold mi rimise la mano sulla bocca e strinse più forte la gamba. Io cacciai un urlo. Mio fratello, disturbato dalle mie grida e dal mio pianto, si svegliò. Lo zio, allarmato, mi lasciò e si allontanò un po' da me.

“Sam... Ti sei ripresa...” disse un po' assonnato. Ovviamente non avevo visto lo zio. Poi si guardò in torno, e quando lo vide rimase molto sorpreso, a bocca aperta.

“Zio?? Che ci fai qui?? Non eri in manicomio??” chiese confuso

“Nipote mio! No, mi hanno rilasciato! Ora sono tornato al lavoro!” gli rispose allegro. Sapevo che stava recitando.

“Mandalo via!!” gridai tra le lacrime, a mio fratello

“Perché? Non sei felice di rivedere lo zio?” chiese sempre più confuso Harry

“No!! Fallo andare via!! Non farlo entrare mai più qui!!” continuai a urlare

“Lasciala stare, è solo nervosa per via dei farmaci... Ora, perché non abbracci tuo zio?” disse aprendo le braccia

“No!! Harry non lo fare!!” lo avvertì, ma ovviamente non mi diede ascoltò e si buttò tra le braccia dello zio.

Fu solo questione di un secondo, un fottuto millesimo di secondo, che Harry si ritrovò a terra cacciando un urlo di dolore. Io rimasi sconvolta, senza parole. Mi mancava il respiro. Lo zio si stava riavvicinando verso di me. Non sapevo le sue intenzioni, ma sicuramente non erano nulla di buono. Era riuscito a stendere a terra, con un solo pugno sulla schiena, un ragazzo di diciassette anni. Non volevo immaginare cosa avrebbe fatto a me. Iniziare ad urlare chiamando i dottori, ora era inutile. Avrei solo peggiorato le cose, e sarei esattamente finita come l'ultima volta, se non peggio, soprattutto se ora mi trovavo in un letto di ospedale dopo un brutto incidente.

“Non farmi niente, ti prego... Lasciaci stare!!” lo imprecai tra i singhiozzi del pianto. Ovviamente non mi diede ascolto, non lo aveva mai fatto. Poi, gli vidi tirare fuori lentamente qualcosa dalla tasca. Un qualcosa che molto probabilmente avrebbe aumentato la sua pazzia, che avrebbe peggiorato la situazione. Aveva in mano una lama affilata e lucente. Un coltello, ecco cosa era. Cosa cazzo avrebbe voluto fare con quell'affare? Ne avevo un'idea, ma speravo che non fosse come pensassi.
Tenendo avanti il coltello avanzava verso di me, fino ad arrivarmi il più possibile vicino e puntandomi tra il collo e il mento quella lama affilata. Io deglutì e continuai a piangere.

“Sai, forse ti faccio un piacere cara Samantha. Mi sembra che tu non stia nelle migliori condizioni, tanto vale finirla qui, no??”

Non gli risposi. Non ne avevo il coraggio.
Mentre Harold continuava a puntarmi addosso quel pugnale, vidi Harry dietro di lui, che di nascosto era riuscito a riassestarsi e rialzarsi. Mi fece segno di stare zitta.
Quando lo zio stette per infilzarmi il coltello, mio fratello lo bloccò e gli tolse il coltello dalle mani. Lui ci rimase di stucco. Era infuriato. Si scaraventò contro di lui. Avevo paura che succedesse il finimondo, che accadesse il peggio. Rimasi stupita, Harry riuscì a fermarlo infilzandogli un coltello nella parte superiore della spalla. Harold cadde a terra facendo un urlo strozzato. Cercò di rialzarsi per fargliela pagare, ma lui fu più veloce e lo ritirò su lui buttandolo con violenza fuori dalla porta, che successivamente chiuse a chiave. Poi corse da me e mi abbracciò. Io avrei voluto tanto ricambiare, ma i tubi che mi collegavano ai macchinari e il terrore non me lo permisero.

“Stai bene??” mi chiese preoccupato

“S-si... Più che altro, tu??”

“Non ti preoccupare... Ho giusto un po' male alla schiena ma va tutto bene” rispose asciugandomi le lacrime sul viso. “Ora è tutto finito... O per lo meno per ora. Diremo questa storia ai dottori e alla polizia e lo rimanderanno in manicomio! Vedrai che tutto si risolverà!” disse positivo, cercando di tranquillizzarmi

“Harry... Non lo so... Non so più cosa pensare... Non è la prima volta che si comporta così...”

“Cosa intendi??”

“Per favore, lascia perdere...”

“No, no!! Ora mi dici cosa volevi dirmi...”

“Forse avrei dovuto dirtelo quattro anni fa...”

“Meglio tardi che mai!!”

“Ricordi l'agosto del 2009? Quando sono stata due settimane con lui? Bene, ero venuta a scoprire che aveva ucciso la sua ex compagna Jennifer, e lui per farmi stare zitta... No, scusa non ce la faccio. Non riesco a dirtelo...”

“Continua.. Forza!”

“Beh... Mi ha picchiata e rinchiusa per un giorno intero nel seminterrato...”

“Stai scherzando vero!?! Non può essere!! Perché cazzo non me lo hai detto subito!! Ecco perché eri piena di lividi!! Avrei dovuto capirlo!! Ecco il perché dei tuoi incubi!! Avresti dovuto dircelo!!”

“Lo so, Harry, lo so!! Ma capisci che per me è stato un trauma?! Avevo solo tredici anni!! Ho provato più volte a dirtelo, ma non ci riuscivo, la voce mi si bloccava e non usciva!”

“Okay, okay... Ma che non si ripeta mai più!! Noi diremo ogni cosa ai dottori e alla polizia, e avremo la nostra vendetta”

“Non è tutto cosi facile, fratellino”

“Forse, ma bisogna provarci... Ora non pensiamoci più, è il passato... Cazzo, però, perché non sono voluto venire con te dallo zio quell'estate?”

“Smettila... Non importa... Basta... Ora è il 2013, sono passati quattro anni, quindi STOP.”

“Lo so... Però, questa cosa non mi va giù... mi turba”

“Pensa per me quanto sia stato difficile... Comunque, ti ricordo che io e te avevamo litigato”

“Davvero sei ancora arrabbiata con me dopo averti salvata per ben due volte?”

“Mmmmm, in realtà no... e ti chiedo scusa del mio comportamento, non avrei dovuto aggredirti in quel modo...”

“No, scusa a me. Io ho sbagliato ad atteggiarmi in quel modo. So di esser passato per asociale e scontroso... Scusa... E mi dispiace anche di non averti detto nulla di Alex, ma devi capire che io la amo veramente e che non sapevo come dirtelo. Immaginavo la tua reazione, volevo trovare il modo giusto e il momento giusto, ma te mi anticipi sempre... E poi non è vero che non ti penso mai, io tengo troppo a te, sei mia sorella gemella!!”

“Okay, ti perdono... Ti voglio troppo bene per essere arrabbiata con te. Beh, voglio solo dirti di essere felice con la tua ragazza... Vedi di non farla soffrire!!”

“No!! Ma per chi mi hai preso?? Stai tranquilla... E grazie”

“Di nulla fratellino...”

“Ora posso sapere come avete fatto l'incidente?”

“Louis... Beh, stava andando un po' troppo forte, la polizia lo ha visto e ha incominciato a seguirci, lui ha perso il controllo della macchina e siamo andati fuori strada. In breve è successo questo”

“E' un coglione!! Quando si sveglia gli faccio un bel discorsetto!!”

“Harry, dai no... Lui è ridotto peggio di me... A proposito sai come sta?”

“Si, so anche le tue condizioni...”

“Dimmi ogni cosa!”

“Louis ha subito un brutto trauma celebrale, potrebbe guarire alla svelta, o lentamente, oppure non guarire per nulla...”

“Si risveglierà??”

“Forse, è troppo presto per dirlo... Inoltre ha un braccio rotto e moltissime ustioni, ma a confronto con il trauma è il minimo. Poi potrebbe avere dell'altro, ma finché si trova in queste condizioni non si può sapere”

“O mio dio... No!!”

“Sam, calmati... Vedrai che si riprenderà. Sappiamo bene che Louis è un ragazzo forte e pieno di risorse... Comunque per quanto riguarda te, hai la schiena piena di graffi, un ustione di secondo grado alla gamba, la caviglia rotta che ti ingesseranno al più presto, e hai bisogno di molto ossigeno. Sai tutto il fumo che hai inalato non ti ha fatto bene e questo potrebbe averti creato una sorta di tumore ai polmoni, ma... i dottori hanno detto di non preoccuparci, dicono che se assumerai una grande dose di ossigeno potrebbe anche essere che non si formi nulla del genere...” mi disse, ma si vedeva che era un po' preoccupato. Quelle notizie mi avevano letteralmente sconvolta, così cercai di non pensarci e di sdrammatizzare il tutto, rimettendomi subito come una stupida, la mascherina di ossigeno. Harry fece un risolino.

“Beh sorellina, ora mentre te ne stai qui ad “ossigenare”, io vado a parlare con i dottori dello zio e chiedo informazioni in più sulla vostra situazione” disse dandomi un bacino sulla guancia e uscendo dalla stanza. Si, mio fratello rimaneva la persona più dolce al mondo. Adoravo il fatto che ero riuscita a far pace con lui.
Chiusi gli occhi godendomi l'ossigeno che arrivava dritto dritto ai miei polmoni, facendomi sentire ogni volta rinata. Il pensiero di mio zio mi perseguitava, ma ero più tranquilla ora che sapevo che Harry ne avrebbe parlato con qualcuno.
All'improvviso, mentre ripensavo agli strani momenti passati in questa giornata, sentì una ventata d'aria ed io riaprì gli occhi. Mio fratello aveva dimenticato la porta aperta, o per lo meno non l'aveva chiusa bene. Come se non bastasse in quel preciso istante, qualcuno passò davanti alla mia porta e si fermò a guardarmi. Non riuscivo a capire bene chi fosse.

“Sam?!? Cosa ci fai qui?!?” mi chiese l'estraneo. Mi accorsi che però non era poi così sconosciuto, la sua voce mi suonò familiare, la sua voce così bella e profonda.

 



Angolo autrice: beneeee!! eccomi qui un'altra volta!! Questo è stato il nono capitolo!! Abbiamo “conosciuto” lo zio di Sam e Harry... Sinceramente non so come mi sia venuta in mente questa cosa dello zio, so soltanto che l'ho pensata qualche mattina fa e l'ho chiamata “illuminazione delle 7.30” xD sinceramente, inizialmente non ero molto sicura di scrivere ciò che ho scritto, ma alla fine mi sono convinta ed ecco qui quello che è venuto fuori...
Ovviamente ringrazio come al solito tutte le persone che leggono, recensiscono, seguono la storia ecc... GRAZIE!!! <3 Inoltre un ringraziamento speciale va alle mie amiche ClaDirectionerVasHappenin e AleHazzaDirectioner che mi hanno aiutata a scegliere i nomi per lo zio e per la ex compagna...
Beh alla prossima!! Baciiii!!! <3

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Capitolo 10
*** Change My Mind ***


 

 

Rimasi piuttosto sorpresa dalla sua presenza. Per fortuna la sua mi rendeva felice, non mi inquietava come quella di mio zio.
Mi chiese cosa ci facessi, ma la mia domanda per lui era esattamente la stessa. Però, sentire la sua voce in questo momento mi riempiva di gioia. Non sapevo perché, ma nonostante questa fosse non troppo acuta e così sexy, le sue parole mi risuonavano dolci, come a voler comporre una melodia. Provocavano un fremito strano dentro di me. Era la prima volta che mi davano questo effetto, o forse non me ne ero accorta fino ad ora.

“Oddio!! Zayn!!” esclamai sorpresa, togliendomi come al solito la mascherina d'ossigeno

“Cosa diamine mi hai combinato?”

“Se invece di stare a fare il palo allo stipite della porta tu entrassi, te lo direi volentieri”

“Sempre la solita simpaticona!” rispose entrando nella stanza. Prima di raggiungere il mio letto si fermò in mezzo alla camera, sbalordito dalla presenza di Louis conciato in quel modo.

“Siediti... Ora, se vuoi ti dico cosa è successo...”

Lui fece come dissi, prese una sedia, si sedette accanto a me si mise in posizione di ascolto.

“L'altra sera io e Louis siamo usciti insieme... come amici, intendiamoci, ma nel viaggio di ritorno ha perso il controllo dell'auto, andando a sbattere contro un albero... Lui non ha mai ripreso i sensi, io invece sono riuscita a tirarci fuori dalla macchina in fiamme e a chiedere aiuto a mio fratello... A quest'ora sennò saremmo morti...”

“Oddio... Beh, ce lo si poteva aspettare da Louis... Diciamo che è poco serio e immaturo, ecco”

“Ma è normale!! Nessuno lo è a quest'età!”

“Con me non sarebbe successo...” disse come se sarebbe stato meglio che fossi uscita con lui

“Mmmm... Io non ne sarei poi così sicura...” risposi facendogli la linguaccia

“Non sono mica una sprovveduto!!” esclamò facendomi l'occhiolino. Cazzo, non sapevo il perché, ma quel gesto mi fece letteralmente impazzire.

“Comunque, come stai? Cioè in quali condizioni sei?” mi chiese preoccupato per me

“Allora io sono molto indolenzita... Ahahah no dai va beh, ho la schiena piena di graffi, devono ingessarmi la caviglia, ho un ustione di secondo grado e...” dissi poi interrompendomi. Non ero sicura di volergli dire del mio possibile tumore, perché ancora non è che ce lo avevo, c'era solo la possibilità che venisse, e questo mi preoccupava, ma preferivo pensare in positivo. Inoltre lui aveva già una sorella malata di leucemia, non volevo causargli uno stress ulteriore a causa mia.

“E... cosa??” disse incitandomi a continuare

“E niente! E basta! Ma Louis... lui si che è grave...”

Ripensandoci mi ci veniva da piangere. Solo ora mi stavo rendendo conto della gravità della cosa. Quando me lo aveva detto mio fratello, ero rimasta fin troppo tranquilla, ma lui era così calmo e positivo...

“Oddio, perché?!” mi chiese un po' allarmato. Ecco che scese una lacrima sul mio volto.

“Ha un brutto trauma celebrare, è pieno di ustioni, ha un braccio rotto e come se non bastasse, potrebbe anche non risvegliarsi...”

Alle mie parole Zayn rimase di stucco, forse ci rimase anche male, dopotutto Louis era un suo amico, ma lo era anche per me. Se veramente non sarebbe riuscito a...... No, no, no, non potevo pensarci. Harry aveva ragione, bisognava essere positivi, ma non era facile, soprattutto quando la persone in questione è qualcuno che pensa in modo pessimista come me.

“Sam... Non mi stai dicendo la verità, ho ragione?” mi chiese sperando che ciò che gli avevo appena detto fosse solo una bugia.

“No, Zayn... E' tutto vero... Forse è anche colpa mia, avrei dovuto tirarlo fuori prima...”

“Non è colpa di nessuno!! E' stato solo un incidente!!”

“Lo so... Ma forse...”

“No, non dire altro..” disse interrompendomi “Che cosa dovrei dire io che sto rischiando di perdere alcune delle persone a cui tengo? E' una cosa assurda...” continuò a dire amareggiato.
Aveva ragione, prima sua sorella, ed ora Louis. Doveva essere davvero terribile. Avevo fatto bene a non dirgli tutto sulle mie condizioni.

“Invece, potrei sapere perché tu sei qui?” gli chiesi ancora ignota del motivo, ma lo feci anche per deviare il discorso precedente.

“Per mia sorella... La sua malattia sta peggiorando e deve fare la chemioterapia...” rispose cercando di farsi sentire tranquillo, ma non lo era, lo si capiva, si sentiva benissimo che la sua voce al pronunciare quelle parole era spezzata.

“Oddio... Mi dispiace, sul serio... Questo le servirà solo per guarire... Vedrai che presto ritornerà sana come un pesce, ne sono sicura!” dissi cercando di confortarlo, ma questo è tutto ciò che riuscì a pronunciare, non ero mai stata un asso nel consolare le persone. Lui non rispose, ma mi rivolse solo lo sguardo. Io inizia a guardarlo. La mia vista si posò sui suoi occhi color Nutella, così profondi, ma che sembravano così caldi e pieni di emozioni; non so come ma, per un solo secondo, riuscì a decifrarli. Fu una sensazione stranissima. Erano appena riusciti a trasmettermi tutto ciò che stava provando in quel periodo: tristezza, l'odio per la vita, il sentirsi morire dentro. Riuscì a provare queste emozioni tutte insieme. Fu qualcosa di terribile perché erano dei sentimenti pieni di malinconia, che messi insieme ti mettevano veramente la voglia di ucciderti. Mi chiedevo come Zayn riuscisse a sopportarli senza tentare un suicidio. Nel frattempo, però, fu un qualcosa di magico, perché mi sentì legata in qualche modo a lui, come se ci fosse stato un filo trasparente che ci unisse. Sembrava come se fosse stata sua intenzione trasmettermi quelle emozioni, sembrava che avesse aperto i suoi occhi a me, forse perché a parole non sarebbe riuscito a farmi capire veramente quanto stesse soffrendo, ed aveva ragione. Voleva farmi capire come si sentiva, ed era riuscito nel suo scopo alla perfezione.

“Abbracciami” riuscì solo a dirgli. Lui rimase interdetto, come se lo stessi dicendo per scherzo. In effetti non era da me dire quella parola.

“Ti ho detto di abbracciarmi. Sai, se non fossi bloccata su questo letto d'ospedale lo avrei fatto io stessa”

Fece un sorrisino divertito e subito si avvicinò a me stringendomi forte. Non so come mai, ma quella presa mi sembrò così dolce e piena di affetto, una cosa adorabile. Sembrava che incominciassi ad avere una visione diversa di Zayn.
Ecco che però quel momento così fottutamente perfetto, fu interrotto dai dottori che entrarono nella mia stanza con una barella.

“Scusate l'interruzione, ma dobbiamo ingessarle la caviglia, signorina” mi disse uno dei medici

“Non possiamo fare più tardi?” gli chiesi

“No, ora è il suo turno”

“Passate a quello dopo!! Poi tornate da me!” esclami insistendo

“Prendetela e operatela” disse loro Zayn. Io lo guardai male. Volevo rimanere ancora un po' lì con lui, e a dir la verità avevo paura di entrare in sala operatoria.

Ovviamente i dottori, spinti dal consenso di Zayn, mi staccarono i vari tubi e tubicini e mi misero sulla barella. Prima che mi portassero via lui si avvicinò a me e mi diede un dolce bacio sulla guancia, ma molto vicino alla mia bocca. Io riuscì a sentire anche il suo respiro così caldo e piacevole. Mi vennero i brividi. Poi mi sussurrò qualcosa: “Stai tranquilla, so che hai paura...” In seguito, a passi lenti, se ne andò da qualche altra parte a me ignota.
Viaggiando, per modo di dire, per i corridoi dalle parte bianche e vuote, vedevo dalle porte aperte delle stanze, moltissime persone gravemente malate, non solo anziani, ma anche tanti bambini e adulti piuttosto giovani. Per fortuna, non ero stata spesso in ospedale durante l'arco dei miei diciassette anni, ma ora vedere tutta questa vita nascosta in questo edificio, era uno strazio per me. Mi rendevo conto che vi erano molte più persone malate di quanto potessi immaginare. Il destino è solamente un qualcosa di crudele e meschino, a volte ti aiuta, altre no, a volte è dalla tua parte, altre volte no. La vita è solamente un fottuto arco di tempo in cui puoi star male o star bene, soffrire o gioire, può andare tutto a tuo sfavore, o tutto a tuo favore; è solamente un qualcosa che va vissuto qualsiasi sia il tuo passato, il presente, il tuo futuro, l'importante è andare sempre avanti. In alcuni momenti può essere difficile, ma si fa ugualmente.
Stare lì dentro mi faceva cambiare la prospettiva che avevo verso la vita: è tutto rosa e fiori, e quando hai un problema è perché lo vuole il destino. Ora però non la pensavo più così, la maggior parte della vita va tutta male, ma sei TU per primo a scegliere come affrontarla e far in modo di migliorarla o distruggerla definitivamente.
Finalmente, per modo di dire, il corridoio terminò, arrivammo in sala operatoria e mi sistemarono su un lettino mettendomi una specie di camice per coprirmi, rimase scoperta solo la caviglia da operare. Intorno a me c'erano circa quattro dottori, più qualche infermiere. Mamma mia, dovevano mettermi il gesso, non trapiantarmi qualcosa!
In seguito mi fecero una puntura iniettandomi un liquido, forse l'anestetico. Nel giro di qualche minuto incominciai a vedere sfuocato e a chiudere gli occhi.

 


Non so quanto tempo passò, ma sentì un improvviso dolore acuto alla caviglia. Molto probabilmente uno dei dottori la stava muovendo in modo da metterla a posto e poi fermarla con il gesso. Perché sentivo quasi ogni cosa? Non ero sotto anestesia? Cioè, ero ancora mezza addormentata... Insomma ero una via di mezzo tra il rincoglionimento e lo sveglio. Forse l'anestetico non aveva fatto del tutto effetto. Così fui costretta a “godermi” da mezza sveglia il resto dell'operazione. Avrei preferito mille volte non sentire nulla, ma ero obbligata a sentire ogni cosa e non era affatto piacevole. Già che avevo paura a stare nella sala operatoria, figuriamoci a resistere in diretta all'ingessatura.
Non mi resi conto di quanti minuti passarono, ma ad un certo punto sentì smetterli di smanettare e sentì anche meno dolore alla caviglia che ormai era stata fermata con il gesso. Questo però voleva dire che appena mi sarei un po' ripresa avrei dovuto usare le stampelle. Che palle.
Poi mi accorsi che mi rimisero sulla barella e mi fecero uscire dalla sala operatoria. Mentre eravamo per i corridoi l'anestetico smise di farmi effetto ed io riuscì a riaprire gli occhi. Cazzo. Ero stordita. Mi girava la testa. Davvero aveva queste conseguenze? Era una cosa orribile. Mi veniva anche da vomitare. Beh a me era andata bene dopotutto, c'è anche chi non si risveglia dopo aver preso un anestetico...
Mi guardai attorno e vidi due dottori sorridenti che stavano guidando la mia barella e mi riportavano in camera. Evviva. Per fortuna. Finalmente.
Quando arrivammo mi rimisero sul mio caro letto d'ospedale e mi ricollegarono tutti i vari tubi. Che due coglioni, erano proprio necessari?? Quei cosi mi facevano sentire oppressa, legata.

“Come si sente, signorina?” mi chiesero gentilmente

“Un po' stordita, ma va bene...” risposi io

“Okay, tranquilla è normale se si sente così... Vedrà che tra qualche minuto le passerà tutto”

“Lo spero...”

“Comunque qualsiasi cosa lei abbia bisogno non esiti a chiamarci...” E detto questo se ne andarono lasciando la porta mezza aperta. Ma dico io: cosa cazzo vi ci vuole a chiudere quella fottuta porta? Non vi costa mica una fatica chissà quanto grande!! Neanche a star dire che serviva per far cambiare l'aria, perché c'era già la finestra aperta.
Meditando ancora sulla stupidità delle persone, incominciai a fissare Louis... Già, anche lui era uno stupido, il mio amico immaturo, quello che per fare lo spavaldo aveva aumentato la velocità per farmi vedere le sue abilità, e quella decisione fu l'inizio di quella serie di eventi che ci ha portati qui in ospedale. Non sapevo se essere arrabbiata con lui o no, perché dopotutto era colpa sua... Però non potevo incolparlo in quel modo, non aveva senso. Non era mica ubriaco, e non sapeva nemmeno quello che sarebbe potuto succedere, non lo poteva prevedere, non aveva la sfera di cristallo. Era stato frutto soltanto della sua stupidità, della sua ingenuità, ma dopotutto non si è giovani se non si fanno delle cazzate. Certo, questo non vuol dire che però ci si deve rischiare di morire. Ora, però non mi importava di quello che fosse successo, volevo solamente che lui si riprendesse e stesse bene. Vedere quel suo faccino da angelo così adorabile, in mezzo a quelle fasciature e quei tubi non mi piaceva affatto. Ma perché non poteva essere uscito dall'incidente nelle mie stesse condizioni? Vederlo in quello stato era straziante per me. Tenevo troppo a lui, oramai mi ci ero affezionata...
All'improvviso venni spaventata da qualcuno che entrò in camera urlandomi: “Ciaooooooo!!!!”
Mi fece anche sobbalzare. Era di nuovo Zayn, quello che si riteneva maturo. E fortuna!

“Zayn!! Sei un deficiente, lo sai?!” esclamai io, comunque felice di vederlo di nuovo

“Ahahah e lo sai che te sei una cretinetta? Però sei la mia cretinetta...”

Cosa cazzo stava dicendo?? Io la SUA? Credo che in qualche momento si fosse fumato qualcosa, oppure bevuto una bevanda molto alcolica.

“Comunque, come è andata l'operazione??” mi chiese curioso

“Bene, a parte che l'anestesia non aveva fatto molto effetto ed ho sentito metà operazione in diretta... Bella cosa no?”

“Ah oddio... Ora però non mi sembri così sconvolta da questo fatto”

“No, sono semplicemente un po' stordita, ma ora sto abbastanza bene...”

“Meglio così... Aspetta un attimo, vado a prendere una cosa!” mi disse lui uscendo dalla stanza e andando non so dove

“Tranquillo!! Tanto da qui non mi muovo di sicuro!!” gli gridai ironica per farmi sentire. Ed ora cosa diamine voleva fare? Cosa era andato a prendere? Ero troppo curiosa. Non so perché, ma iniziavo ad adorare sempre di più quel ragazzo che si dimostrava sempre più dolce e simpatico... Mi era totalmente sbagliata su di lui all'inizio dell'anno scolastico, che a dir la verità non mi era sembrato solo scontroso, ma anche il solito cattivo ragazzo, ma non era affatto così, non avrebbe potuto far male ad una mosca.
Poco dopo tornò sorridente nella stanza con uno strano aggeggio, sembrava una sedia a rotelle.

“Ehm... scusa, cosa vorresti farci con quella??” gli chiesi io confusa

“Sai te non puoi camminare, quindi ho pensato di metterti qui e portarti a farti vedere una cosa...”

“Oh Zayn, grazie... Ma credo che devo rimanere ancora a letto, ancora non mi sono ripresa del tutto, e poi ho bisogno di prendere l'ossigeno!”

“E perché? Mi sembra che tu non ne abbia bisogno...”

“Oh.... Ehm... No, è che i dottori hanno detto che ancora ho bisogno di ripulire i miei polmoni da tutto il fumo che ho inalato...” gli dissi mentendo

“Ah... Ma dai!! Per favore!! Il posto in cui ti porto si trova nell'ospedale e ti giuro che ti farà molto meglio che di un po' di ossigeno!” continuò a dirmi insistendo

“Uffa... Non lo so... E poi ho tutti questi tubi attaccati...” dissi lamentandomi

“Ti prego!! Giuro che non te ne pentirai... Se non ti sentirai bene oppure non ti piacerà giuro che ti riporterò in camera...”

“Va bene... ma è la prima ed ultima volta che ti accontento! Sappilo!”

Lui mi fece un sorriso a mille denti e incominciò a staccarmi tutto ciò che mi faceva rimanere attaccata ai quei macchinari strani. Poi mi prese su in braccio ed io mi aggrappai a lui mettendogli le braccia attorno al suo collo. Non so perché, ma stare in quel modo mi piaceva. Inseguito mi portò fino alla sedia a rotelle che mi aveva preso e mi ci mise seduta, lui si mise dietro per guidarla. Incominciò a comportarsi come se fosse un taxi. Che deficiente che era, ma era anche così adorabile...

“Dove la porto, signorina??” mi disse come un tassista di buone maniere

“Ma che domande fai? Non dire queste cose solo per fare lo scemo! Sei tu quello che sa la destinazione, non io!”

“Ahahah lo so, volevo soltanto fare quello divertente...”

“Ma hai fatto la figura dello stupido...” continuai io facendogli la linguaccia. Non rispose, ma mi diede solo un bacino sulla guancia. Oddio, come ma tutti questo affetto nei miei confronti? Io non feci altro che fare un sorrisino ebete. Che figura di merda.
Incominciò a spingere la carrozzella e senza scambiare nemmeno una parola viaggiammo per i corridoi, la strada non finiva mai, ormai avevo perso il senso dell'orientamento all'interno di quell'edificio. Il mio cuore batteva forte, forse perché ormai ero ansiosa di vedere il posto in cui Zayn voleva tanto portarmi, ma ero sicura che purtroppo non era solo per questo motivo, forse la vera ragione è che mi stavo innamorando di lui... No, no, no, no, no, no!! Io non posso!! Più che altro non voglio! Me lo sono detta tante volte, e mi sono promessa di non affidare il mio cuore a nessuno prima dei 25 anni, se non dopo. Non voglio rovinarmi l'adolescenza soffrendo per un ragazzo, perché diciamocelo, l'ho visto fin troppo con mio fratello, le storie durano un mesetto e via. Io se voglio mettermi con qualcuno lo voglio fare seriamente, e questo non è possibile fino a che non sei abbastanza maturo da provare cosa sia veramente l'amore.
Arrivammo all'ascensore, e questo ci portò quasi a destinazione. Ci trovavamo anche piuttosto in alto, forse all'ultimo piano. Insomma, posto più lontano non poteva scegliere. Dopo aver attraversato qualche altro corridoio giungemmo davanti a una porta gigantesca chiusa.

“Ehm... Sarebbe questo il bel posto?” chiesi io confusa

“In realtà no, dietro questa porta c'è quello che voglio mostrarti”

“Ma questa sembra chiusa...”

“Infatti sembra, ci sono stato più volte e fidati, si apre...”

Mandò un po' indietro la sedia a rotelle, venne davanti a me e facendo forza sulla porta. Questa dopo un po' si aprì facendo un rumore assordante. Zayn ritornò dietro la carrozzella e riprese a guidarla oltrepassano quella porta. Incominciai a guardarmi attorno, non credevo ai miei occhi. Era un posto incantevole, aveva un qualcosa di magico, un qualcosa di speciale, proprio come il lago che avevo visto con Louis, ma questo era diverso ed era diversa anche la persona con cui lo stavo vedendo. Il cielo era sereno, c'era solo qualche nuvola qua e la. Da lì riuscivo a vedere praticamente tutte le strade e la città di Londra, sembrava di essere su una ruota panoramica che si era fermata nel punto più alto. Ciò che rendeva il tutto ancora più incantevole era il bellissimo tramonto dalleP sfumature gialle, arancioni, rosee e violacee che si alternavano tra di loro, ed illuminavano la città brulicante di macchine e le nuvole grigie. Era uno spettacolo mozzafiato, non avevo mai assistito così bene ad un tramonto, tanto meno da un posto del genere. Sembrava che dopotutto anche un ospedale potesse essere magico. Inoltre, il poco sole che era rimasto, batteva sulla mia pelle riscaldandola... Questo mi rilassava. Zayn aveva ragione, l'aria che si respirava era aria pura, pulita e piacevole per i miei polmoni, forse perché ci trovavamo in alto. Altro che ossigeno della mascherina!! Questo era respirare!! Ed in più anche la vista che potevi avere ti aiutava, forse non in salute, ma emotivamente si.

“Allora, perché non dici niente?? Forse non ti piace?” mi chiese lui

“No, non dico nulla perché sono rimasta senza parole Zayn... E' uno spettacolo stupendo!! Cioè forse non è poi così splendido come dico, ma io la vedo così...”

“Non solo tu, anche io penso che sia qualcosa mozzafiato...”

“Esatto... Comunque tu sei un pazzo a portarmi sul “tetto” dell'ospedale!!”

“Forse, ma quanto è meglio stare qui invece che starsene rinchiusi in una camera attaccati a dei macchinari?”

“E' molto, ma molto, meglio... Soprattutto che di quell'ossigeno di merda!! Questa si che è aria!! Era da tempo che non respiravo qualcosa del genere...”

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto, o per lo meno ci speravo...”

“Come e quando hai trovato questo posto??”

“Il mese scorso, quando siamo venuti qui per far fare un controllo a mia sorella... I dottori la stavano visitando ed io non sapevo cosa fare, così mi sono messo un po' a girare per i corridoi e i vari piani dell'ospedale fino a trovare questa porta...”

“A te la curiosità ti porta a scoprire cose nuove e fortunatamente sempre belle... A me invece mi porta sempre nei guai! Non è giusto!”

“Ahahah non tutti siamo uguali...”

“Lo so, hai ragione... Quante volte ci sei venuto qui?”

“Quando l'ho scoperto, qualche altra volta da solo, con te e una volta anche con mia sorella...”

“Davvero?? E lei?? Cioè, le è piaciuto?”

“Si... Non mi potrò mai dimenticare quel giorno... Era molto triste e continuava a dire che secondo lei sarebbe morta presto e cose del genere... Ha solo undici anni, ma capisce perfettamente la gravità della malattia... Quella volta non riuscivo a vederla in quello stato, così ho fatto la stessa cosa che ho fatto con te e l'ho portata qui... Non potrò mai scordare il sorriso che le si stampò sul viso, il suo sguardo che a questa vista stupenda si illuminò, i suoi occhi che divennero lucidi per la commozione e le uniche parole che mi disse: Zayn, ti voglio bene, non ti lascerò mai....”

Nel raccontarmi quell'episodio una lacrima gli scese sul viso, a me venne un nodo in gola e a momenti non mi veniva da piangere. Gli feci cenno di avvicinarsi un po' a me e poi con un dito gli asciugai la lacrima, e poi lo abbracciai.

“Zayn, non lasciarti sconfortare così per favore, non puoi cedere in questo modo. Quello che mi hai detto è una cosa che mi ha toccata molto, ma te lo chiedo in ginocchio, non mollare. Se tua sorella ti ha detto quelle parole allora vuol dire che sono vere, che lei rimarrà sempre e comunque con te... Soprattutto nel cuore...”

Mi accorsi che dicendo quelle parole feci anche peggio, lo feci scoppiare in lacrime proprio come quel pomeriggio al Bushy Park. Incominciò a piangere a singhiozzi e a stringermi forte.

“Zayn!! Per favore non fare così!! Scusami se ti ho fatto scoppiare...” gli dissi mortificata e ricambiando la sua stretta

“No, no... Non è colpa tua! Sam, è soltanto che non ce la faccio più, soprattutto dopo questa storia della chemioterapia... Forse ritornerà sana come un pesce, o forse no... Nulla è certo!! Ma per quanto si riveli in questo momento la situazione non si promette nulla di buono... E che cazzo!! Lei è solo una bambina!! Ha solo undici anni!! Le si sta rovinando la vita! Ancora non ha provato il vero senso della parola “vivere”!! A volte mi chiedo, perché lei e non me??”

“Zayn, quello che dici è vero, ma non per questo puoi chiederti perché non ti sei ammalato tu, perché non sono comunque cose da dire!! Insomma, nessuno a questo mondo dovrebbe avere questa malattia!! Quindi ora smettila!!” lo rimproverai sciogliendo l'abbraccio

“Forse hai ragione, ma non riesco ad accettare il fatto che ogni giorno, ora, minuto, secondo che passa la malattia la consuma e la porta sempre più lontano da me!”

“Capisco che è difficile da accettare, ma tu non puoi farci niente, le uniche cose che puoi fare per lei sono starle vicino, essere positivo, e pregare per lei... E sai che ti dico? Io ti aiuterò, perché lo farò anche io...”

“Sam... Io... Cazzo, non so cosa dirti... A volte quando apri bocca solo per darle fiato mi sembri la persona più acida al mondo, ma poi incominci a parlare con il cuore e tutto si sconvolge, diventi la dolcezza in persona, sprigioni gentilezza e positività da tutti i pori... Io sono certo che quella è la vera Samantha Styles, non quella che dice ogni cazzata che le viene in mente...”

“Sai il tuo discorso in parte mi ha offesa, ma forse hai detto solamente la verità...” dissi arrossendo un po' imbarazzata “Ascolta ho un'idea... Perché non mi porti da tua sorella? La voglio conoscere...” gli proposi

“Se non è stanca che dorme... si, perché no... Più che altro te ne sei sicura?” mi chiese titubante

“Certo, mai stata più sicura...”

Così Zayn riprese la guida della sedia a rotelle, lasciammo il bellissimo tetto dell'ospedale, rincominciammo il viaggio per i corridoi e riprendemmo di nuovo l'ascensore per scendere al piano inferiore. Dopo qualche minuto ci ritrovammo nel reparto di ematologia. Era tutto così silenzioso e passando per il corridoio riuscivo a vedere molti più bambini malati di quanti avessi potuto immaginare. Era tutto così triste e deprimente, capivi quanto la vita è davvero così cattiva verso il genere umano. Quel posto era così opprimente, mi faceva sentire come in un vicolo cieco da cui non c'è via di scampo. Riuscivo a capire quanto la mia vita, nell'aspetto della salute, fosse stata fortunata rispetto a tutte quelle persone. Si, certo, potevo avere un tumore ai polmoni, ma siccome non era certo, ero molto ma molto fortunata, anche perché l'incidente si sarebbe potuto concludere in modo molto peggiore. Credo che morire per via di una malattia sia uno dei modi più terribili in cui tu possa metter fine alla tua esistenza, muori lentamente, la malattia ti consuma piano piano e soffri, non riesci a trovar pace. Almeno, se fossi morta all'impatto della macchina con l'albero, non avrei sofferto, sarebbe stata una morte veloce e immediata. Invece, tutte le persone costrette a stare in questo reparto, soffrivano e più passava il tempo più venivano distrutte da quella malattia orribile. Forse qualcuno se ne salvava, ma sappiamo bene tutti che sono casi molto rari.
Incominciavo a capire quanto Zayn potesse starci male, soprattutto per il modo in cui vi era coinvolto. Mi chiedevo come riuscisse a sopportare tutto questo sapendo di non poter fare niente. Doveva essere terribile, e dopotutto lui riusciva ancora a trovare la forza di sorridermi, di provare a scherzare con me e con tutti gli altri suoi amici. Era un ragazzo tenace.
Dopo un po' arrivammo davanti ad una porta grigiastra semi-aperta. Doveva essere la stanza di sua sorella. Zayn aprì la porta ed entrammo. Era una camera molto grande e piuttosto diversa dalla mia. C'erano molti più macchinari e accessori che nella mia, e soprattutto vi era solo un letto. Ciò che vidi mi riempì di malinconia, ma più che altro mi toccò il cuore: su quel materasso ricoperto da coperte e federe bianche, vi era una bambina minuta e molto magra, tutta raggomitolata su se stessa, era carinissima, ma la cosa che mi colpì di più fu non solo la grande somiglianza con il fratello, ma la sua testolina completamente pelata, non vi era nemmeno un capello.
Quella scena mi colpì davvero molto, è come se in quel momento l'avessi fotografata nella mente, non l'avrei mai dimenticata. Questi erano i veri problemi della vita, non le solite cazzate a cui i ragazzi della nostra età pensano. QUESTO è ciò a cui si dovrebbe pensare, perché i problemi sono ben altri.
Nonostante la malattia, la bambina mi pareva così graziosa e piena di dolcezza, proprio come il fratello, però mi faceva molta pena...
Zayn si avvicinò a lei per svegliarla e incominciò a toccarle il braccio delicatamente.

“No, no!! Se è stanca non importa, lasciala stare... Faremo un'altra volta...” gli dissi io a voce non troppo alta

“Non preoccuparti... E non credo che si potrebbe fare un'altra volta perché se la malattia peggiorasse le visite sarebbero più limitate...” mi rispose lui continuando a picchiettare piano piano il braccio della sorella, incominciando a sussurrarle qualcosa, forse il suo nome. Dopo un po' la bambina aprì lentamente gli occhi e appena vide il fratello fece un grande sorriso, che lui ricambiò. Dio, erano la dolcezza. Poi Zayn le indicò di guardarmi. Lei si girò verso di me e mi fece ciao con la mano.

“Ehi piccola, io sono Sam, un'amica di Zayn... Te come ti chiami?” le chiesi in modo gentile e come se stessi parlando ad una bambina molto più piccola di lei. Oddio che figura, ero passata per una stupida. Lei fece un risolino divertita.

“Mi chiamo Sarah... Quindi tu sei la famosa Sam!” esclamò entusiasta, ma con voce debole

“Che bel nome!! Si esatto, sono io... Perché famosa?” chiesi curiosa

“Sai, mio fratello mi ha parlato tantissimo di te, anzi non fa altro che parlarmi di te! Ero curiosissima di conoscerti!”

Rimasi stupita e guardai male Zayn che subito diventò tutto rosso.
Non riuscivo a credere alle parole di Sarah, che mi lasciarono un po' perplessa. Come era possibile che fossero la verità? Insomma, ci sono molti argomenti più interessanti di me...

“Oh... Comunque anche per me è un vero piacere conoscerti.... Come stai?” le chiesi non sapendo cosa dire. Perfetto, ero la solita imbranata, mi ero messa a chiedere della sua salute quando sapevo perfettamente le sue condizioni e la sua malattia. Ero una deficiente, infatti Zayn mi guardò come per chiedermi cosa avessi intenzione di fare.

“Ehi tranquilla, non fare quella faccia, non hai chiesto niente di male... Comunque sto bene, o per lo meno mi sento meglio...” mi rispose lei senza problemi.
Aspetta ma che faccia avevo fatto? Ah si, quella da ebete che faccio ogni volta che sono coinvolta in una figura di merda.

“Oh bene... Ne sono molto felice!!”

Non sapevo se mi avesse mentito solo per non farmi sentire in colpa o per non far preoccupare il fratello, ma non poteva essere vero. Forse aveva anche detto la verità, ma il suo aspetto fisico non dimostrava la stessa cosa. Mi faceva una tenerezza infinita. Sembrava che riuscisse ad essere positiva su di tutto, o per lo meno davanti ad altre persone. Pareva che la stesse prendendo molto meglio di lui, anche se non ne avevo la certezza. Forse lei era riuscita ad accettarlo, mentre Zayn no... Ma non credo che fosse così, era solo un'apparenza, io al posto suo avrei odiato la mia vita.
Io e Zayn per un attimo ci guardammo, ci scambiammo uno sguardo. Mi stava fissando.

“Sam, come mai sei su una sedia a rotelle?” mi chiese dispiaciuta Sarah

“Tranquilla, è una cosa momentanea... E' che ho avuto un incidente d'auto e mi sono rotta una caviglia, perciò me l'hanno dovuta ingessare” le risposi sorridendo per sdrammatizzare l'accaduto

“Mi dispiace!! Ti potresti avvicinare un attimo a me?”

Annuì e mi accostai a lei il più vicino possibile.

“Sai, per me piaci a mio fratello... Guarda come ti fissa!!” mi sussurrò. Zayn però sentì e le diede un occhiataccia e le fece segno di stare zitta. Io incominciai a sghignazzare.

“Inoltre credo che voi stareste benissimo insieme!!” disse rivolgendosi a tutti e due. Noi ci guardammo reciprocamente in modo strano e diventammo tutti rossi. Lei si mise a ridere, ma poi incominciò a tossire, così Zayn si avvicinò a lei e la coprì meglio con le coperte.
Continuammo a chiacchierare per circa una mezz'oretta. Parlai quasi sempre io. Sarah voleva davvero conoscermi e sapere molte cose su di me, nemmeno fosse un detective. Le raccontai molti fatti della mia vita, ovviamente solo quelli più buffi, e alcune delle mie caratteristiche. Si divertì tantissimo ad ascoltarmi e anche Zayn sembrava piuttosto interessato.

“Ehi ragazzi, sono un po' stanca... Perché non mi cantate qualcosa?” ci chiese Sarah

“Cosa?! Ma io non so cantare!! La musica non la canto, l'ascolto!” esclamai allarmata

“Sai, so che che a Zayn piace moltissimo cantare con tuo fratello Harry e altri amici... Quindi scommetto che anche tu te la cavi!!” mi disse incoraggiandomi

“Si, lo so... però....”

“Eh dai! Non mi importa se non ne sei capace. Per favore, fallo per me!” continuò a dire interrompendomi. Non resistetti e cedetti. Quella bambina aveva un potere incredibile nel convincere le persone.

“Va bene... Maestro Zayn è lei l'esperto, cosa cantiamo?” gli chiesi ironicamente. Non mi rispose e incominciò a canticchiare una melodia a me inizialmente sconosciuta, poi la riconobbi: 'Wake Me Up When September Ends' dei Green Day.
Incominciai a cantare e più andavamo avanti con la canzone, più sembrava che le nostre voci si combinassero molto bene insieme. Me la stavo cavando molto meglio di quanto avessi mai potuto pensare. Forse era la sua voce angelica a rendere ogni cosa migliore.
Mentre Sarah ci ascoltava, i suoi bellissimi occhi color nocciola si illuminarono. Questi però, piano piano si chiusero dalla stanchezza, fino a che lei non si addormentò. Io e Zayn smettemmo di cantare e rimanemmo per un po' in silenzio.
Sarah era adorabile, era una persona squisita. Pensare che quella malattia la stesse portando via era una cosa terribile. Quel pensiero mi divorava. Non riuscì più a trattenermi e senza nemmeno rendermene conto le lacrime incominciarono a scendere giù dai miei occhi verdi. Zayn stava per dire qualcosa, ma non lo fece, anzi mi tirò su dalla sedia a rotelle, si sedette e mi mise accoccolata a lui sopra le sue ginocchia. Continuando a piangere, le mie braccia si fiondarono attorno al suo collo e appoggiai la mia testa sulla sua spalla. Non mi importava se non ero abituata a stare in quel modo con qualcuno o se lui era solo un mio amico, stavo bene e mi sentivo protetta, era questo l'importante.
Non so il perché della mia reazione, so solo che era impossibile non voler bene a quella bambina. Questa esperienza mi fece capire tantissime cose sul senso della vita. Forse ero riuscita a cambiare in parte il mio modo di pensare, le mie idee. Avevo probabilmente un'altra prospettiva, o forse tutto ciò mi aveva soltanto confusa ulteriormente.

 

 

 

Angolo autrice: ciaoooo!!! oddio mio è da un sacco che non aggiorno! Mi è mancato ç___ç Mi dispiace di aver aggiornato così tardi, ma come alcuni sanno, sono stata una settimana in vacanza e quindi non ho potuto pubblicare niente... Però finalmente sono riuscita a mettere questo capitolo che, a mio parere, è triste ma allo stesso tempo dolcioso :3
Inoltre ho una sorpresa per tutti i miei cari lettori, a cui sono grata perché perdono il loro tempo per leggere questa FF... Allora per fare questa cosa ci ho passato praticamente un intero sabato sera xD quindi spero davvero che lo apprezzerete... * rullo di tamburi * Il trailer di questa Fan Fiction!!! :D Per vederlo CLICCATE QUI
Ed infine, per chi non la conoscesse, questo è il link della canzone che cantano Sam e Zayn: http://www.youtube.com/watch?v=jVO8sUrs-Pw
Okay, non vi rompo più... Spero soltanto che il capito e il trailer vi siano piaciuti... E inoltre per farmi perdonare cercherò di aggiornare il più presto!!

P.s.: se vi va lasciate una recensione, a me fa piacere sapere la vostra opinione qualsiasi essa sia!

Baci e grazieeee!!! <3

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Capitolo 11
*** Kiss You ***


 

 

ATTENZIONE: Questo è il trailer di questa FF, per vederlo CLICCATE QUI

 

 


La giornata precedente era stata così strana, ed ora ritrovarmi di nuovo sul letto della mia stanza d'ospedale con addosso quell'odiosa mascherina d'ossigeno era alquanto strambo. Avrei voluto così tanto passare dell'altro tempo con Zayn. Mi piaceva parlare con lui. Era un ragazzo d'oro. E pensare che all'inizio dell'anno scolastico non potevo sopportarlo.
Non so come, ma tutte le persone che stavo frequentando in questo periodo mi stavano cambiando la vita. Qualche anno fa non sarei mai uscita con qualcuno. Quando ero a New York non ho mai fatto grandi amicizie, giusto con una ragazza che aveva vinto una borsa di studio come me. Forse è stata colpa della grande città piena di traffico che mi inquietava e mi faceva sentire infima, ma non credo considerando che nemmeno a Londra avevo tanti amici. Credo che fosse più per via del mio caratteraccio, una volta ero molto più chiusa e scontrosa. Penso che le nuove persone conosciute mi stiano aiutando anche a migliorare in questo aspetto della mia vita. Mi chiedo ancora come questi 4 ragazzi, Chloe, mio fratello riescano a sopportarmi, a starmi accanto se nemmeno io a volte mi sopporto. Sono tutte delle persone fantastiche e forse non merito neanche di averle accanto a me, di avere il loro sostegno. Ero davvero molto fortunata ad averle conosciute: mio fratello che continua a volermi bene nonostante il modo in cui a volte lo tratto; Liam sempre pronto a perdonarmi e a darmi consigli; Niall l'irlandese super curioso e intenditore per quanto riguarda la cucina; Chloe sempre perfetta e piena di risorse; Zayn così dolce che è riuscito a farmi cambiare in parte la prospettiva del vedere le cose; infine... Louis, che con la sua simpatia e immaturità riesce sempre a farmi sorridere, e a cui, nonostante l'incidente che ci ha procurato, voglio ancora bene. A proposito di lui, non si avevano ancora molte notizie sulla sua condizione, si sapeva solamente che stava migliorando, e questo era già un un buon segno.
Lentamente vidi aprirsi la porta e qualcuno dai capelli ricci entrò in camera mia silenzioso, pensando che stessi dormendo.

Ciao fratellino!! Che bello rivederti!!” esclamai felice, togliendomi come al solito la mascherina

Sorellina!! Vedo che sei sveglia!!” disse sedendosi sulla solita sedia “Come stai?” mi chiese sorridente

Un po' meglio... Ieri mi hanno ingessato la caviglia...”

Meglio così, tanto sapevi che avrebbero dovuto... Sai qualcosa di Louis?”

No, a parte che sta migliorando...”

Bene... Cioè, bene per come era prima... Comunque, come te la spassi qui? Te ne stai tutto il tempo ad “ossigenare”? ” mi chiese ironico

Veramente no... Ho incontrato Zayn che era venuto qui per sua sorella, e mi ha portata a conoscerla...”

Hai conosciuto Sarah?!” domandò sorpreso

Si... E' una bambina così adorabile... Lei stessa ha voluto sapere tutto su di me!”

Wow... Comunque si, hai ragione è molto dolce... Sembra che abbia una specie di attrazione verso gli Styles, adora anche me!!”

Ahahah davvero? Allora vorrà dire che abbiamo qualcosa di speciale” risposi in tono scherzoso

Sai sorellina, non vedo l'ora che ti dimettano”

Pensa un po' io!! Però vorrei che insieme a me venga dimesso anche Louis...”

Sam... Sai che lui ancora non ne è in condizione, non si è nemmeno risvegliato!”

Pensi che non lo veda? Me lo ritrovo in camera ventiquattro ore su ventiquattro!! Non ce la faccio più a vederlo così...”

Lo so... Comunque mamma e papà ti mandano i loro più grandi auguri di guarigione e si scusano per non esser potuti venire qui, ma dicono che fino a sabato prossimo o oltre sono all'estero per lavoro, come al solito, e hanno molto da fare...”

Okay. Non importa. Ormai ci sono abituata.” risposi secca e disgustata

Dai Sam, non la prendere così, sai come sono fatti... Loro lavorano per noi, per mantenerci... Non è che non ci vogliono bene...”

Harry smettila di dire cazzate e di difenderli! Loro lavorano solo per soldi, che è diverso!! Che io mi ricorda non sono mai stati molto presenti nella nostra vita, e questo succede fin da quando eravamo piccoli!! Ti ricordi? Stavamo sempre con la nonna!! Per me il viso dei nostri genitori è solo un'immagine vaga!” dissi con un groppo in gola

Sam... Si, lo so... Per me è la stessa cosa, ma ormai ho imparato a conviverci”

Anche io! Ma ci sto comunque male! Sai quanto significherebbe per me anche solo una loro chiamata per sentire come sto? Cazzo, hanno una figlia in ospedale! Io non ci credo che non hanno tempo di chiamarmi, non possono mica lavorare no stop! E poi il tempo per un figlio lo trovi sempre e comunque!”

Harry non fece in tempo a rispondermi che la nostra conversazione fu interrotta prima da una voce e poi dalla presenza di qualcuno che si fermò allo stipite della porta...

Zayn!! Che bello vederti di nuovo qui!!” esclamai super entusiasta

Ciao principessa!” mi salutò non accorgendosi della presenza di mio fratello, che infatti lo fulminò con lo sguardo.

Posso entrare?” mi chiese gentilmente

Certo che puoi!” lo invitai io. I suoi piedi attraversarono la porta e poi entrò.

Ciao Zayn” lo salutò mio fratello

Ah ciao Harry! Scusa, non ti avevo visto!” disse ricambiando il saluto

Come mai tutto questo affiatamento tra voi due?” chiese Harry sospettoso

No! No! Fratellino! Non è come pensi! È che ultimamente abbiamo legato molto e quindi siamo molto amici! Ma cosa vai a pensare?” risposi subito allarmata. Zayn si mise a ridere. Ero così divertente?

Spero che tu stia dicendo la verità...” disse mio fratello insicuro

Stai tranquillo! Non mi metterò con qualcuno fino a che non sarò pronta per sposarmi, cioè molto tardi!” lo rassicurai io. A quest'affermazione lui sorrise, mentre sembrò che Zayn ci rimase un po' male.

Okay, va bene... Beh ora ragazzi mi lascio, devo andare... Sorellina, torno stasera per sentire se i dottori ti dimettono. Ciao!!” ci congedò Harry dandomi poi un bacio sulla guancia e uscendo dalla stanza.

Allora, come sta la mia finta malata?” mi chiese in tono ironico. Ancora non riuscivo a comprendere il fatto della parola 'MIA' nelle sue frasi, io non ero la sua, non ero di nessuno! Prima o poi me lo avrebbe dovuto spiegare.

Direi benone...”

Da quanto ho sentito da tuo fratello forse ti dimettono!”

Si!! Per fortuna!! Spero che sia così!!”

Anche io, mi manca non averti come compagna di banco... E Louis?”

Lui ancora niente, sta solo un po' meglio...” risposi io triste

Nonostante tutto mi manca non sentire le sue cavolate”

Si, anche a me... Su, non pensiamoci... Zayn, mi potresti mettere sulla sedia a rotelle? Ho voglia di stare seduta”

Subito, ai suoi ordini!” esclamò ironico e facendo un cenno con la mano come se fossi il capitano. Che stupido.

Delicatamente mi prese su e mi poggiò sulla carrozzella, che a sua volta la mise accanto alla sedia su cui lui si sedette.

Grazie... Comunque, come sta tua sorella?” gli chiesi

Meglio” rispose solo

Davvero?! Allora la chemio le sta facendo bene!!” esclamai felice

No, non è la chemio... sei tu”

Io?!?!” domandai sorpresa, ma allo stesso tempo confusa

Si, da quando ti ha vista ed ha passato del tempo con te, affronta tutto con più entusiasmo”

Mi prendi in giro...”

Ti sembro uno che scherza?” rispose serio

Ehm... no...”

Dice che tu sei il suo punto di riferimento e che da grande vuole essere come te”

“Ah... Io non glielo consiglierei!!”

“Sam, tu lei hai illuminato la vita, questo terribile periodo che sta passando. Anche ieri quando le parlavi di te o cantavi, vedevo i suoi occhi brillare, erano pieni di ammirazione e stima. Non l'avevo mai vista in quel modo, o per lo meno non in questi ultimi mesi. Forse non potrai curarla in salute, ma moralmente si. Se lei è positiva può affrontare sicuramente tutto in modo migliore. Se guarirà, te sarai in parte fonte della sua guarigione, una parte della sua salvezza.”

Le sue parole quasi mi fecero commuovere. Non mi ero mai sentita dire cose del genere, ed inoltre il modo di parlare di Zayn era incantevole: riusciva a dare anche solo a quattro parole un senso, il verso senso della frase. Ecco perché forse ciò che mi aveva detto mi aveva fatto questo effetto.
Non potevo essere sul serio il punto di riferimento di una bambina malata, insomma non una come me!! Forse, perché non conosceva tutto sulla mia vita, sapeva soltanto la parte positiva, ma se fosse venuta a conoscenza di quella negativa, avrebbe cambiato subito idea. Chi vorrebbe come esempio una ragazza con tutti i possibili difetti del mondo? Di certo non io.

Zayn, ma io non sono la persona giusta da prendere come esempio...” cercai di spiegargli

Per lei lo sei... Anche io credo che tu sia speciale, sei diversa ecco perché sei il suo idolo”

Ma a me la diversità mi spaventa...” dissi volgendo lo sguardo a terra

Non dovrebbe, è la cosa più bella che potesse esistere. Ti immagini un mondo tutto uguale e monotono? Non avrebbe senso”

Mi limitai ad annuire. Cazzo, le sue parole erano così giuste e piene di senso. Questo dimostrava che fosse un ragazzo con la testa a posto, che aveva ancora tanto da imparare, ma aveva già appreso moltissimo dalla vita. Ecco un altro motivo per cui non merito di avere accanto un amico come lui. E' un ragazzo perfetto e mi domando come la sua ex lo abbia potuto lasciare, io non lo avrei fatto al posto suo...

Zayn, posso farti una domanda?” gli chiesi un po' imbarazzata

Certo, chiedimi quello che vuoi”

Non centra niente, ma... perché la tua ex ti ha lasciato?”

Alle mie parole il suo viso si rabbuiò e divenne serio, assunse un espressione neutra.

Ha detto che mi amava, ma ultimamente non le piaceva il mio comportamento perché ero troppo assente. E' anche vero, però, che lei era diventata iperprotettiva, non la sopportavo più. Poi, per circa una settimana, non si è fatta più viva: non rispondeva alle chiamate, ignorava i miei SMS... In seguito, quando è tornata, mi ha detto di aver conosciuto un altro e che lui era quello giusto per lei...” rispose senza dare un minimo di espressione alla voce.

Oh beh, scusa per il termine, ma che stronza!!”

Posso dirti una cosa che mi turba?”

Certo...”

Ieri, poco dopo che sono andato via dall'ospedale, mi è arrivata una sua chiamata e ha incominciato a scusarsi del suo comportamento dicendo di voler tornare con me...”

Non risposi, ma non perché rimasi sorpresa o che altro, ma per il semplice motivo che ci ero rimasta male. Da una parte ero molto felice che lui fosse single, forse perché almeno poteva dedicare il suo tempo ad un'amica, mentre se avesse avuto una ragazza non avrebbe potuto. Ora però, se si fosse rimesso con la sua ex, molto probabilmente non avrebbe potuto darmi tutte queste attenzioni, e soprattutto tutto questo affetto.

Ah... Questo vuol dire che state di nuovo insieme? Sono felice per voi...” dissi facendogli intuire che non ero sul serio contenta

No! No! Le ho detto che devo pensarci... Non so cosa risponderle...”

L'unica cosa che posso dirti è che devi fare quello che ti senti”

Il mio cuore non vuole appartenere a lei, ma ad un'altra ragazza che mi piace molto, anzi mi fa fa letteralmente impazzire!! Però so che lei non ricambia, perciò non so cosa fare”

Cosa?! Gli piaceva una ragazza?! Oh cazzo... Non so se sia peggio la ex o questa qui, insomma se si mettesse con una delle due lui non sarebbe più “MIO”. Ecco, come al solito quando mi affeziono a una persona divento gelosa e insopportabile, il modo in cui spesso riesco ad allontanare tutti. Ora si che si spiega il perché riesco sempre a ritrovarmi sola anche dopo aver conosciuto qualcuno che mi accetta nonostante i miei difetti. Con Zayn, doveva essere diverso, non volevo perderlo per nessuna ragione al mondo, in un certo senso lui era molto importante per me. Così, cercai di ricompormi e di mostrarmi il più seria possibile. Prima di parlare feci un respiro profondo e poi deglutì.

E... chi sarebbe questa ragazza? Se posso saperlo...” dissi cercando di sembrare tranquilla. In realtà avevo paura della sua risposta, ma non spiccicò parola e lentamente si girò verso di me guardandomi negli occhi. Di getto il suo viso si avvicinò al mio. Non feci in tempo a scansarmi che la sua bocca sfiorò la mia, o forse ero proprio io che non volevo allontanarmi. I suoi occhi si chiusero, i miei fecero lo stesso. Inizialmente fu come un bacio a stampo, ma poi Zayn cominciò a muovere le sue labbra sulle mie, a baciarmi appassionatamente. Io rimasi ferma come una statua, tanto che sarei potuta sembrare una di quelle del museo delle cere di Londra. Ero titubante, ma poi cedetti e anche io cominciai a ricambiare il bacio allo stesso modo, anche se all'inizio con un po' di insicurezza, ma pian piano mi sciolsi del tutto. Quelle labbra erano così irresistibili, così dolci e delicate, avevano anche un sapore delicato come quello delle fragole, mischiato a quello sublime del cioccolato fondente. Insomma, qualcosa di incredibile.
D'impulso la mia mando andò a stringere il suo collo e a premere ancora di più il suo viso sul mio, come se avessi paura che scappasse via da me. Anche lui fece lo stesso con la sua mano.
Era tutto così magico e perfetto, era come se tutto attorno non esistesse più nulla, e noi eravamo l'unica cosa che contasse in quel momento. “NOI” che grande parola...
In poche parole non ero molto coerente, dicevo sempre di non voler baciare qualcuno fino all'età adulta ed ora mi ritrovavo qui a baciare appassionatamente Zayn che, tra l'altro, non era nemmeno il mio ragazzo. Lo dicevo io che mi stava cambiando. Nonostante questo avrei voluto che tutto questo non finisse mai, mi sembrava di essere in paradiso, il mio cuore batteva a mille...
Anche se mi stava baciando con foga i suoi baci erano delicati e pieni di dolcezza, sarei potuta morire.
Non mi sarei mai immaginata il mio primo bacio in questo modo, non in un ospedale e tanto meno con lui, ma non mi importava era perfetto così come era.
Era tutto talmente piacevole che avrei voluto stoppare il tempo e continuare all'infinito, ma sapevo che non era giusto, così tolsi la mano dal suo collo e mi girai da un'altra parte. Non riuscivo più a guardarlo negli occhi, e tanto meno a parlargli. Purtroppo, però, era necessario che lo facessi, non potevamo continuare: primo, eravamo in un ospedale; secondo, non era il mio ragazzo e questo era piuttosto imbarazzante; terzo, a lui piaceva un'altra.
Non riuscivo proprio a capire il perché di questo bacio: per quale motivo non era andato a baciare la ragazza che lo faceva tanto impazzire? Perché proprio a me? Per me si era bevuto qualcosa, insomma, nessuno vorrebbe baciare una come me. Ora che ci ripenso anche Louis, la sera dell'incidente, aveva provato a fare la stessa cosa, ma avevo fatto in tempo ad evitarlo. Era per caso diventata una moda?
Nessuno dei due diceva niente, ogni minuto che passava sentivo irradiarsi sempre di più il calore sulle mie guance. Ero molto imbarazzata, anche perché era stato il mio primo bacio, forse a diciassette anni è un po' tardi, ma io non la penso così, dopotutto non mi sembra di esser mai stata circondata da tante persone...

Fu Zayn a rompere quello scomodo silenzio, giuro di non essermi mai sentita in quel modo.

Sam... posso chiederti una cosa?” mi domandò girandosi verso di me. Non feci in tempo a rispondere che qualcuno interruppe ogni cosa.

Forse vuole chiederti di metterti con lui!!” disse con impertinenza l'intruso, che nel frattempo era entrato in camera. Zayn ci rimase malissimo.

Insomma, sempre pronta a interrompere i momenti migliori... Eh Chloe?” disse lui cercando di mantenere la calma. Io mi misi a ridere senza farmi sentire troppo.

Certo Zayn, io sono sempre nel posto giusto al momento giusto!!” esclamò lei ironica

Chloe, ma che ci fai qui?” le chiesi comunque sorpresa nel vederla, insomma non sapevo che fosse venuta a conoscenza del mio incidente.

Harry ha raccontato a Liam ciò che ti è successo e lui, che inizialmente non voleva rivelarmi niente, poi mi ha detto ogni cosa e, appena ho trovato un po' di tempo, sono venuta qua, ma da quanto ho visto ho interrotto qualcosa...” rispose Chloe

In effetti si!!” esclamò Zayn spazientito

Perché, cosa hai visto??” domandai invece io preoccupata

Troppe cose, tra cui che ti piaceva molto baciare il nostro Zayn...” disse con una di quelle voci da presa in giro. Io diventai di nuovo tutta rossa, però aveva ragione, mi piaceva avere le sue labbra sulle mie, strano da parte mia, ma vero.

Chloe, mi faresti il piacere di andartene?! Sai stavo parlando con lei!!” l'aggredì lui

Zayn, tanto abbiamo capito cosa vuoi chiedere alla nostra Sam!! Dai, chiediglielo, sono curiosa della risposta!!” disse entusiasta di questa cosa. Lui non si trattenne e perse tutta la pazienza che aveva.

Chloe!! E' una cosa privata!! Sai cosa è la privacy?!?! Ora fammi, anzi facci, il favore di andartene!! Adesso!! Subito!! Non tra qualche minuto!!” le urlò contro.

Okay, okay... Ma calmati!! Sei piuttosto nervoso, dovresti prendere un qualche calmante!! Io tornerò più tardi... Ciao Sam!!! Buona fortuna!” mi disse lei facendomi l'occhiolino e andandosene da qualche parte.

Chloe, no aspetta!!” la richiamai io, ma non insistetti visto che Zayn incominciò a guardarmi male.

Perché l'hai trattata così? Poverina!” gli chiesi un po' divertita dal suo comportamento

Perché stavo per dirti una cosa molto importante per me, poi arriva lei e rovina tutto!!” mi rispose arrabbiato, ma anche dispiaciuto

Oh... Se vuoi, possiamo far finta che lei non sia mai venuta... Ora, però, voglio sapere cosa vuoi dirmi, ma prima voglio farti una domanda: perché mi hai baciata?”

La risposta è collegata a quello che devo dirti...”

Okay, allora dimmi tutto ciò che devi dirmi” dissi cercando di mostrarmi seria, ma non solo ero curiosissima, avevo anche paura.

La mia domanda è solo una: ti piacerebbe essere la mia ragazza? Si, insomma, metterti con me?”

Silenzio. Quelle parole mi spiazzarono. Forse avevo capito male, forse avevo i tappi alle orecchie, ma non poteva essere davvero quella la sua domanda, mi stava prendendo in giro.

Non mi hai detto il perché mi hai baciata” risposi cercando di deviare la sua richiesta.

Com'è possibile che tu non l'abbia capito? E comunque rispondi alla mia domanda! Se io lo farò con la tua, tu lo farai con la mia?” mi chiese scendendo a patti

Va bene...” risposi, ma non ne ero del tutto convinta, anzi non lo ero affatto

Sam, la ragazza che mi piace sei tu, se tu quella che mi fa impazzire!! So bene che all'inzio non siamo andati molto d'accordo, ma poi mi hai parlato con il cuore e tutto è cambiato. Ho capito che la vera Samantha non è quella piena di difetti, ma quella che riesce a toccare il cuore delle persone. Credo che il tuo atteggiamento sia solo frutto di una vita difficile che hai avuto fin da quando eri piccola. Okay, non sono a conoscenza del tuo passato, ma sono certo che sia così. Forse non mi crederai perché sono io a dirtelo, ma tu sei la persona più speciale e allo stesso tempo stramba che io abbia mai conosciuto. Ormai sono stato ipnotizzato da te”

Quelle frasi mi lasciarono a bocca aperta, mandarono il mio cervello in fumo. Mi aveva detto troppe cose insieme, troppe cose giuste tutte insieme. Non potevo davvero essere io la ragazza che gli piaceva se quasi tutti mi evitano! Però era anche vero che era riuscito a farmi riflettere su una prospettiva del mio carattere, il perché del mio atteggiamento. Dopotutto ogni cosa che fai ha un perché.

“Non volevi rimetterti con la tua ex?” riuscì solo a dirgli. Non avevo nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia.

No!! Si, l'amavo, ma ora non provo più questi sentimenti per lei!! Ora voglio SOLO te!!”

Zayn, io non sono quella giusta... Sono insopportabile, gelosa... Non mi conosci!!”

Ascolta, in questi giorni ho capito tantissime cose su di te e... sei una persona irresistibile! E poi Sarah ti adora, la mia ex nemmeno la sopportava! La trovava odiosa! Mia sorella sarebbe felicissima se io e te stessimo insieme, ti sentirebbe più vicina e affrontare questo periodo sarebbe più facile per lei!!” mi disse cercando di convincermi

Io dovrei diventare la tua ragazza solo per Sarah? Se è solo questo il vero motivo, allora mi dispiace, ma no!!” esclamai un po' offesa

No, no!! Sarebbe solo un motivo in più, ma non voglio costringerti... Scusa...” rispose mortificato

Zayn non lo so, okay? In questo momento sono MOLTO confusa. Ora, non riesco a pensare. Sia che ti dicessi 'si' o che ti dicessi 'no', sarei comunque insicura e potrei pentirmi della risposta”

Lo sapevo io che mi avresti risposto di no...”

Ma io ti ho detto che devo pensarci!! E che cazzo!! Non saltare subito alle conclusioni!! Ti darò una risposta appena avrò le idee chiare!!” esclamai rimproverandolo, forse ero stata anche un po' troppo dura nei suoi confronti.

Va bene... Scusa per la mia insistenza...” disse alzandosi dalla sedia

Che cosa fai??! domandai confusa

Ora devo andare, sai ci sono degli orari in ospedale... E così ti lascio anche un po' pensare”

Okay... Comunque se mi dimettono, giuro che sarai il primo a saperlo...”

Non mi rispose, si avvicinò a me e prima di andarsene le sue labbra sfiorarono delicatamente le mie, ma lui non andò oltre. Dei brividi percorsero tutto il mio corpo. Il mio cuore ebbe un fremito. Cazzo, che sensazioni strane.
Poi spostò il suo viso tra il lobo dell'orecchio e l'incavatura del mio collo. Il suo respiro sulla mia pelle mi faceva impazzire, caldo ma al contatto con questa fresco e piacevole. Questo provocò in me altri brividi. Me lo faceva apposta? 
Inseguto mi sussurrò qualcosa continuando a respirare sul mio collo: “So che ti faccio impazzire... Lo sento...”

Come faceva a capire tutte queste cose su di me? Era forse un mago, un indovino o che altro?
Poi disse sotto voce altre due consonanti e tre vocali, che mescolate insieme andavano a formare due parole che non mi sarei mai aspettata di sentirmi dire: “Ti amo”

Io feci un sorrisino. Lui si allontanò lentamente da me fino ad arrivare alla porta e andandosene chiudendola con delicatezza.
Quel ragazzo non solo era dolcissimo, ma quando voleva riusciva ad essere eccitante, malizioso e adorabile allo stesso tempo. Era davvero la prima volta che provavo queste sensazioni e emozioni, non sapevo se fosse amore, attrazione o altro, ma era sicuramente qualcosa di nuovo.
Con Zayn, ogni giornata diventava sempre più strana, e questo mi faceva un po' paura, non mi piacciono i cambiamenti. Ora avevo la possibilità di mettermi con un bravo ragazzo ed io non sapevo cosa fare: seguire la mia testa e quindi rispettare i miei principi, oppure seguire il cuore. Il problema, però, era che non sapevo cosa quest'ultimo mi diceva, batteva troppo forte per poterlo capire ed io ero nel pallone più totale. Non sapevo nemmeno cose mi sarei dovuta comportare se fossi diventata la sua ragazza. Non avevo mai avuto una relazione, cioè giusto una volta alla scuola materna con un ragazzino che dopo due giorni neanche ho preso a schiaffi, quello non conta, ero piccola, ora si parlava di una relazione tra due diciassettenni, era molto diverso.
Avevo paura che il nostro rapporto si sarebbe potuto rovinare qualsiasi cosa gli avrei detto: se NO, lui ci sarebbe rimasto male e non so con quali occhi avrebbe cominciato a guardarmi; se SI e poi litigassimo e ci lasciassimo anche anche il minimo sentimento d'amicizia sarebbe andato in fumo. Insomma, qualsiasi cosa che avrei fatto sarebbe potuta diventare una “tragedia”.
Inoltre, se volevo realmente mettermi con qualcuno, allora volevo farlo con una persona che amavo veramente, non con uno qualunque, infatti ora il problema diventava: cosa provavo per lui?
Non lo sapevo, non ci ho mai capito nulla di amore e mai ci riuscirò, non l'ho mai provato e non so come sia provarlo. Mi rendevo solo conto che quando ero accanto a lui avevo delle sensazioni strane, ma non sapevo cosa stessero a significare. Avevo una tale confusione in testa che non riuscivo nemmeno a ragionare sulle cose semplici. Avevo bisogno di aiuto, di qualcuno con cui parlare.

Posso entrare?” sentì domandare da qualcuno che mi fece sobbalzare

Ehm... si!! Si Chloe!! Entra pure!!” la invitai io

Come ti dicevo, sono tornata!! In realtà non me ne sono mai andata, sono sempre rimasta dietro la porta” disse fiera di sé

Ah... e quindi hai sentito tutto??” le chiesi arrossendo

Si, ogni cosa!! Perché non gli hai detto di si? Che cogliona!!”

Tu la fai facile!! Però per me non lo è!!”

E' bello, intelligente, sexy e bravo!! Cosa vuoi di più?”

Non posso mettermi con qualcuno per questo!!” esclamai insistendo

Perché con chi dovresti metterti?” chiese qualcuno presentandosi sullo stipite della porta

Liam!! Oddio da quanto tempo!! Sono felicissima di rivederti!!” gridai piena di stupore ed entusiasmo

Fratellino, sempre a rompere i coglioni!!” lo aggredì subito, come al solito, Chloe

Statti zitta!! Sam, sono contento di vedere che stai bene!! Scusa se non mi sono fatto vedere prima, ma ho avuto un po' da fare... Anche Niall ti manda i suoi più grandi saluti!! E Louis come sta?”

Oh grazie!! Lui sta meglio, ma ancora non si è ripreso” risposi triste

Cazzo... Mi fa una pena!! Comunque di cosa stavate parlando prima che arrivassi?”

Liam, non sono cazzi tuoi!!” gli ringhiò sua sorella

Oh no, niente...” risposi imbarazzata

Dai, ormai sono curioso!!” insistette Liam

Zayn Malik le ha chiesto se vuole mettersi con lui” ribatté Chloe in tono di sfida

Ah... Davvero?” chiese lui mentre la sua faccia si oscurò. Ci era chiaramente rimasto male.

Si... Ed io non so cosa fare!!” esclamai mettendomi le mani tra i capelli

Devi mettertici!” “Non devi mettertici!” mi risposero all'unisono rispettivamente Chloe e Liam. Sia io che Chloe ci girammo verso suo fratello non capendo il perché della sua affermazione.

Perché non dovrebbe mettersi con lui? Sei forse geloso?” gli chiese sua sorella

No, no!! E' che tengo molto a Sam e voglio il meglio per lei... E credo che una tipa come lei non riuscirebbe a mantenere una relazione con un ragazzo, ora come ora, pieno di problemi come Zayn...” rispose cercando di spiegarsi

E quindi secondo te saresti tu il meglio per lei? Credi che non ti abbia capito fratellino?” gli disse Chloe piena di sicurezza

No! Sei una deficiente! Ho detto solo il mio parere! Non che sono io quello giusto per lei!! Smettila!!” si giustificò Liam

Ehm... ragazzi... ci sarei anche io!!” esclamai facendo un cenno con la mano per farmi notare. Entrambi si girarono verso di me.

Scusa Sam, ma non è colpa mia se Liam fa tanto il presuntuoso!” lo prese in giro Chloe

E' lei che fa la saputella!” ribatté Liam

Basta!! Smettetela di litigare! Grazie di avermi detto il vostro parere su cosa fare con Zayn, ma credo di essere ancora confusa, quindi ci penserò quando sarò un po' più tranquilla”

Entrambi annuirono dispiaciuti per il loro comportamento. Ovviamente le persone che dovevano arrivare non erano finite. Ecco che entrò mio fratello tutto sorridente.

Vedo che hai visite sorellina!!” esclamò Harry

Fratellino!!” lo chiamai aprendo le braccia in segno di un abbraccio. Lui si avvicinò e mi strinse forte.

Ciao Harry!!” lo salutarono in coro i fratelli Payne

Ciao ragazzi!! Sam, ho buone notizie!!” mi avvertì mio fratello

Davvero?? Vai, spara!!” lo incoraggiai io

Allora, la prima è che Louis sta guarendo e che è solo questione di tempo prima che si svegli. Secondo, i dottori hanno detto che ti dimettono, ma dovrai mettere una crema sull'ustione due volte al giorno e disinfettare i graffi sulla schiena ogni sera fino a che non guariranno. Inoltre dovrai utilizzare le stampelle per circa un mese. Però, la più bella notizia è che il possibile tumore ai polmoni non c'è!!” disse pieno di entusiasmo. Cazzo, era da tanto che non sentivo qualcosa di così positivo.

Davvero?! Oddio sono felicissima!!”

C'è dell'altro! Ho parlato con il responsabile dell'ospedale e con la polizia di nostro zio e hanno detto che è scappato, ma lo stanno cercando, quindi appena lo avranno in pugno lo sbatteranno non in manicomio, ma direttamente in galera!!” disse Harry in tono di vendetta

Ed ora cosa è questa storia dello zio?” domandò confuso Liam

Harry, ciò che hai detto mi solleva molto... Ehm, Liam è una lunga storia... Diciamo che è un matto, nel vero senso della parola” risposi vaga

Ah oddio... Scusate, non lo sapevo”

Liam, andiamo, tanto Sam per fortuna è stata dimessa... Allora ci vediamo a scuola, eh Sam?” disse Chloe rivolgendosi prima a suo fratello e poi a me

Si, certo!! Ciao ragazzi e grazie della visita!!” li salutai poi abbracciandoli uno per volta. In seguito se ne andarono lasciandomi con mio fratello che aveva l'incarico di riportarmi a casa.

Tieni sorellina, queste sono le stampelle” disse Harry porgendomele. Le afferrai e con il suo aiuto e quello del piede sano, cercai di alzarmi. Dopo un po' riuscì a prendere un po' di equilibrio con i trespoli: già d'impatto non mi piacevano affatto.
Zoppicando con mio fratello, che nel frattempo mi teneva e cercava di non farmi cadere, incominciai ad avanzare verso la porta. Sembravo un' impedita, peggio di una vecchietta con il bastone, anzi lei avrebbe camminato meglio. Ad un certo punto mi fermai.

Sam, tutto bene? Ti senti già stanca?” mi chiese preoccupato Harry

No, no... Tranquillo è che mi sono dimenticata una cosa... Tu vai a chiamare il taxi e fallo venire davanti all'entrata dell'edificio, poi io ti raggiungo”

Va bene, ma fai veloce!!” si raccomandò lui, io mi limitai ad annuire e zampettai verso la parte opposta del corridoio che portava all'uscita. Dopo qualche minuto arrivai con fatica all'ascensore e la gamba sana non ne poteva più. Pigiai il tasto per chiamarlo e quando fui dentro premetti il pulsante per portarmi al penultimo piano, quello che ora mi interessava. Giunta al piano desiderato fui costretta a percorrere un altro lungo corridoio. Dio, quanto era più comoda la sedia a rotelle. Cercai di aumentare la velocità, ma rischiai di cadere più volte, tanto per me fare capitomboli non era una novità.
Finalmente arrivai nel reparto che stavo cercando, quello che mi metteva tanta tristezza, il reparto di ematologia. Attraversai di nuovo quel corridoio che il giorno precedente mi aveva fatto tanto pensare, e arrivai alla camera di Sarah, che era sveglia guardando la TV. Non so perché, ma appena la vidi mi fece più tenerezza del giorno prima, forse per via del suo aspetto fisico sempre più debole e gracile.

Sarah... disturbo??” le chiesi affacciandomi alla porta

Sam! Che bello vederti!” esclamò con la sua voce rauca

Sono venuta a farti un saluto veloce... Sai, mi hanno dimessa dall'ospedale”

Davvero? Che fortuna! Sono contenta! Perché non entri?” disse rivolgendomi un sorriso

Sono un po' di fretta, c'è Harry che mi aspetta... Però prima devo dirti una cosa”

Dai, sono curiosa!”

Zayn, tuo fratello, mi ha chiesto di mettermi con lui... Non so cosa rispondere, e forse è strano venire da te a chiedere cosa ne pensi, ma ho bisogno di sapere il tuo parere” dissi portando lo sguardo verso il basso

Davvero? Si è deciso a chiedertelo! Me lo immaginavo che gli piacessi! Si vede dal mondo in cui ti guarda!” esclamò mentre i suoi occhi si illuminarono di gioia

Allora sei una buona osservatrice! Allora, cosa faccio?”

Quello che ti senti. Ti posso solo dire che sarei felicissima di averti come cognata!”

Ahahah adesso non esageriamo!” dissi diventando tutta rossa

Va beh, a parte gli scherzi, a mio fratello, quando piace veramente una persona, è un ragazzo serio, e tu gli piaci davvero”

Tu dici??”

Si, ne sono sicura. Sareste bellissimi insieme! Ma la scelta è la tua”

Lo so... Grazie Sarah, ci vediamo presto. Scusa, ma mi si sta facendo tardi! Ciao!” la salutai facendole il gesto con la mano e poi mandandole un bacio con la stessa.
Il più velocemente possibile ripercorsi tutta la strada all'indietro, cercando di arrivare al più presto all'entrata per non far preoccupare più di tanto Harry.
Quando finalmente arrivai, mio fratello tirò un sospiro di sollievo: si, si stava già preoccupando.

Eccoti!! Ma dove diamine sei stata?”

Ehm... No è che sono andata in bagno, ma poi mi sono persa...” risposi mentendogli

Non ti credo, ma fai come vuoi” disse accompagnandomi verso il nostro taxi: era una macchina bianca con sopra la solita insegna luminosa, e come al solito ci sarebbe venuto a cosatre l'ira di dio, tanto qui a Londra costa tutto tanto.
Mi aprì la porta dell'autovettura e poi sistemò me e le stampelle sui posti posteriori, lui si andò a sedere vicino all'autista a cui iniziò a dare varie indicazioni. Il tassista mise in moto la macchina e finalmente eravamo diretti a casa. Guardai fuori dal finestrino ed ovviamente il cielo era nuvoloso come sempre. Vedevo le varie auto passare per le corsie accanto e mi chiedevo se tutte quelle persone si facevano tutti questi problemi come facevo io, ma non credo, dopotutto sono io quella strana. Ripensavo a tutto ciò che era successo in questi giorni, alle parole di Zayn, Chloe, Liam e Sarah. Tutti quei discorsi messi insieme mi creavano una confusione tremenda, più di quanta già non ne avessi. Non riuscivo a connettere, ero come un computer senza Wi-Fi. L'unica cosa che mi veniva facile pensare era il fatto che me ne stavo tornando a dormire sotto il tetto di casa mia e che tutto era finito, cioè forse non proprio tutto, perché la mia avventura in ospedale non era terminata, sarei dovuta tornare lì per Louis, non lo avrei di certo abbandonato.

Devo ammettere, però, che alcuni dei momenti passati lì dentro mi sarebbero mancati, di certo non quelli con mio zio, ma quelli con Zayn si. La cosa più sorprendente è che in quel momento la cosa che mi mancava di più era l'averlo accanto a me, il suo sorriso, il suo respiro sulla mia pelle, la sensazione delle sue labbra sulle mie...

 

 

 

Angolo autrice: Macciao a tutti!!! c: per farmi perdonare per la mia lunga assenza, ho provato ad aggiornare il più presto possibile, infatti eccomi qui!! Sono riuscita a finirlo presto perché lo avevo scritto in brutta copia su un' agenda mentre ero al mare, e quindi mi è toccato di ricopiarlo e basta al computer... :3 Allora intanto premetto che ho deciso di dare una scrittura più grande al testo (sotto consiglio di itsloueh e di beahjawaad :) ) per facilitarvi la lettura... ;)
In questo capitolo abbiamo visto un qualcosa di nuovo tra Zayn e Sam... Secondo voi cosa succederà?? A voi le ipotesi!!!
Per il resto come vi è sembrato?? Come vi sembra che proceda questa storia??
Vi avverto che dal prossimo capitolo vedremo tornare come apertura la pagina di diario di Sam che è stata interrotta per via della sua permanenza in ospedale... 

Inoltre, ringrazio tutte le persone che hanno avuto la pazienza di leggere i miei capitoli chilometrici (compreso questo) e anche a chi recensisce!!
Beh, che dire... ci vediamo alla prossima!! ;)
P.s.: mi farebbe piacere un vostro parere con una recensione... grazieee!! <3
Ora mi dileguooooo!!!
Baciiiii :-*

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Capitolo 12
*** More Than This ***


 

 

 ATTENZIONE: Ho creato il trailer di questa FF, per vederlo CLICCATE QUI

 

 

 

'Caro Diario,

scusa se per un po' non ti ho scritto, ma l'uscita con Louis è finita con un incidente d'auto e siamo finiti in ospedale... Io sono tornata a casa nonostante le varie “ammaccature”, mentre lui non si è ancora ripreso... Speriamo bene, l'ansia per lui mi distrugge...
Sono successe davvero tantissime altre cose, soprattutto con Zayn...

 

Baci, la tua Sam'

 

 

Dopo aver trascorso qualche giorno in ospedale, finalmente ero tornata al sicuro, sotto l'accogliente tetto di casa mia. Qui si che mi sentivo più protetta. Queste mura erano meno inquietanti, erano piene di colori e quadri e non erano completamente bianche come quelle dell'ospedale, in cui avevi una sensazione di vuoto e vertigini nel guardarle. Quelle quattro mura non avevano solo questo, racchiudevano in loro praticamente tutti i miei 17 anni di vita, tutti i miei momenti brutti e belli, tutte le mie parole, tutte le mie emozioni. Questo era il perché tutto questo riusciva a farmi sentire bene, perché sentivo che era qualcosa che apparteneva a me. Ora, però, l'unica differenza era che, finché avrei portato le stampelle, avrei dovuto dormire a piano terra sul divano. La nostra camera si trovava di sopra e perciò non avrei potuto salire le scale. Era un po' scomodo riposare lì, ma ci avrei fatto sicuramente l'abitudine. Uno dei pochi vantaggi era che avrei potuto guardare la TV, qualsiasi canale, senza dover litigare con Harry, visto che con la televisione in camera succedeva sempre così.
Sullo stesso piano c'era anche un bagno e la cucina: cosa vuoi di più dalla vita?
Credo che alla fin fine sarebbe stato un soggiorno in salotto piuttosto piacevole.
Ancora non ero ovviamente tornata a scuola, ma molto probabilmente tra qualche giorno mi sarebbe toccato. Per ora, mi godevo il tempo che avevo rimasto per rimanere a casa: dormivo fino all'ora di pranzo senza che nessuno mi rompesse le scatole, non facevo un cazzo dalla mattina alla sera, insomma facevo la bella vita. Però, a tutto questo, mancava comunque qualcosa, che mi era venuto a mancare fin da piccola: l'affetto e la cura da parte dei propri genitori. Ancora non riuscivo ad accettare il fatto che, mentre ero all'ospedale, non si erano affatto degnati di chiamarmi o di mandarmi un messaggio. Avrei voluto mia madre qui accanto a me che mi aiutasse a spalmare la crema per l'ustione, che mi disinfettasse la schiena dai graffi, che mi aiutasse a camminare con le stampelle... Ma no, lei non c'era, non c'era mai stata, doveva pensarci sempre mio fratello che, nonostante avesse la mia stessa età e fosse nato il mio stesso giorno, è sempre stato lui a pensare a me, a proteggermi, a sprecare il suo tempo per me; ecco perché, a volte, lo considerò un po' come un fratello maggiore, e tengo anche così tanto a lui ed ho paura di perderlo. È anche vero che ormai abbiamo imparato a cavarcela senza di loro, ma ogni tanto ti viene sempre quel pensiero e ti chiedi: perché non posso avere i miei genitori accanto come tutti gli altri? Come sarebbe stata la mia vita se loro ne avessero fatto veramente parte?
Nonostante questo, abbiamo fatto lo stesso una bella vita, non ci è mancato mai niente, a parte la loro presenza.
In questo momento mi sarebbe anche piaciuto parlare con mia madre di Zayn, lei forse avrebbe potuto darmi un consiglio, avrebbe potuto guidarmi e dirmi come mi sarei dovuta comportare... ma purtroppo non era così, e non sarebbe mai stato in questo modo.
Visto che loro non si erano fatti praticamente vivi, decisi di provare io a chiamarli, magari avrebbe fatto loro piacere. Tirai fuori dalla tasca il cellulare e composi il numero di mio padre. Il telefono incominciò a suonare. Nessuno rispondeva. Lo lasciai squillare per un minuto intero, finché una voce mi fece riprendere le speranze, ma.... peccato: era solo la segreteria telefonica. Probabilmente era impegnato e non poteva rispondere...
Successivamente feci lo stesso tentativo con mia madre: composi il suo numero sulla tastiera di quel dannato telefonino, poi premetti sul tasto verde e attesi. Dopo qualche secondo sentì rispondermi una voce diversa da quella odiosa della donnina della segreteria: la voce di mia madre.

Pronto, Marion Dark in Styles, chi parla??”

Mamma... Sono io, Sam...” le dissi un po' sconvolta dal suo modo di parlare così veloce

Oh... Ciao Samantha, cosa vuoi?” chiese un po' scocciata. Ma che diamine di modo è di rispondere a una figlia?! Cosa voglio? Voglio mia madre qui, ma tanto lei questo non lo capiva.
Cercai di mantenere la calma e di non risponderle in malo modo, come sono solita fare quando non mi sento rispettata.

Volevo sentirti... E' da tanto... E poi volevo dirti che mi hanno dimessa dall'ospedale...”

Oh bene, sono felice per te. Se non devi dirmi altro ti saluto perché qui sono davvero troppo presa dal lavoro per stare a parlare con te: se non ti chiamo ci sarà un motivo! Ciao e salutami tuo fratello!” disse continuando a parlare tutta frenetica. Non feci nemmeno in tempo a salutarla che subito mi chiuse in faccia.
Stavo sognando o lei mi aveva davvero appena detto le parole che avevo sentito, e che sottintendevano 'non rompere i coglioni' ? Sul serio erano state dette da una madre alla propria figlia? Non ha senso dire di non avere tempo per lei, che il lavoro è più importante di lei, non è affatto bello, ferisce, una lama ti trafigge il petto e arriva dritta al cuore sentendoti morire, sentendoti solo uno schifoso errore. Se sapevi di non poter stare con dei figli, allora perché li ha messi al mondo? Fai loro solo del male. È come voler dire di far nascere qualcuno per poi farlo solamente soffrire.
Avevo voglia di piangere, la ma rabbia prevaleva, la sentivo bruciare dentro di me. Il cellulare, per sua sfortuna, si trovava ancora tra le mie mani perché, accecata dall'ira, lo lancia scaraventandolo con forza a terra. All'impatto con il pavimento questo fece un rumore piuttosto assordante e gli si tolse perfino la batteria. Molto probabilmente lo avevo fatto fuori, ma non mi importava, non in questo momento. È anche vero che aveva fatto tanti di quei voli che ormai era abituato a fare questo tipo di cadute.
Cacciai un urlo di rabbia e mi raggomitolai su me stessa e incominciai a piangere. Tra i singhiozzi ogni tanto mi scappava qualche grido, non ero in me, come se pensassi che questo atteggiamento avrebbe potuto risolvere qualcosa. Ovviamente non serviva assolutamente a niente, ma cos'altro potevo fare? Non ero una strega e non potevo cambiare le cose.
Continuai con il mio sfogo per circa una mezz'oretta, non riuscivo a calmarmi, ma dovevo ricompormi, non potevo andare avanti in quel modo. Forse era stata una reazione esagerata per una ragazza di diciassette anni, ma questo era una cosa mi faceva davvero male, mi bruciava dentro, non riuscivo a reagire in nessun altro modo.
Per fortuna mio fratello non era in casa, o sennò, mi avrebbe presa per matta e si sarebbe incominciato a preoccupare.
Afferrai il telecomando e accesi la TV, magari mi avrebbe aiutata a calmarmi. Non facevo altro che cambiare canale, non c'era niente di bello e che mi interessasse: sport, calcio, film noiosi o da diabete, documentari, pubblicità...
Non trovare qualcosa che mi piaceva mi innervosiva parecchio, così lasciai il tentativo perso di distrarmi guardando qualcosa. Accanto a me c'erano gli odiosi trespoli che dovevo utilizzare per camminare, li presi e con un po' di fatica e con la grazia di un elefante mi misi in piedi e andai a raccogliere la povera vittima della mia rabbia. In un modo o nell'altro riuscì a nella mia impresa e tornai a stendermi sui soffici cuscini bianchi del divano. Mi ritrovavo con in mano la batteria del cellulare e il cellulare stesso ed ero piuttosto confusa nel come si reinserisse la prima all'interno del secondo, non ero mai riuscita a capire in quale verso si dovesse mettere. Per cercare di riuscire nel mio intento incominciai a fare svariate manovre, prima girando un pezzo e poi l'altro. Rischiai più volte di rompere del tutto quel telefono che odiavo tanto, ma poi riuscì a farlo tornare a funzionare. Mamma mia che sudata. E tutto questo solo perché c'era un motivo valido per averlo raccolto, sennò per me poteva pure rimanere lì in terra: avevo voglia di parlare con Zayn, di sentire la sua voce rasserenante, di sentire ancora la sua presenza vicino a me, insomma avevo bisogno di LUI, non riuscivo a farne a meno. È vero che dovevo dargli ancora una risposta, ma non sapevo ancora cosa dirgli, ma forse sarebbe stato paziente e avrebbe aspettato che io mi chiarissi le idee...
Non resistevo alla tentazione di chiamarlo o di mandargli un messaggio, però di fargli una telefonata non se ne parlava ero ancora troppo imbarazzata da ciò che era successo il giorno prima e non sarei riuscita a spiccicare parola. Alla fine optai per la seconda opzione:

- Ciao Zayn! Ti volevo dire che mi hanno dimessa dall'ospedale. Come promesso ti ho avvertito! -

Aspettai qualche minuto, ma la sua risposta non arrivava. Forse non aveva il cellulare con se, oppure mi stava ignorando e non voleva semplicemente rispondere... Okay, mi stavo facendo troppe paranoie.
Attesi altri cinque minuti e finalmente sentì la bellissima vibrazione del cellulare:

- Ciao principessa! Davvero? Non potevi darmi una notizia più bella! :) E Louis? -

- Lui sta guarendo... :) -

- Allora oggi sembra la giornata delle belle notizie! -

- Sembra di si! So che non centra niente, ma... ti va di venire a casa mia? -

Cosa cazzo mi era venuto in mente? Ecco uno di quei momenti in cui le dita delle mie mani scivolavano sulla tastiera del telefono senza rendermene conto, quando seguivano semplicemente un impulso dal cervello senza che io lo volessi.
Ovviamente lui rispose subito a quel messaggio:

-Certo che si dolcezza! A che ora vengo? -

Cazzo, ed ora cosa gli dicevo? Ormai non potevo ritirare l'invito...

-Considera che sono le 15... Vieni quando vuoi, io sono qui!! -

-Mi sembra perfetto!! ;) A dopo!! xx. -

Già me lo stavo immaginando sorridere come un bambino con le sue caramelle. Cosa si aspettava? Che lo avessi invitato per dargli una risposta? Se la pensava veramente così si sbagliava di grosso. Certo, però io non potevo negare che quel bacio mi avesse fatta impazzire... Forse era questo il motivo per cui non riuscivo a ragionare, dopotutto i pazzi non ragionano.
Se tutto ciò fosse successo qualche anno fa già avrei dato la mia risposta senza pensarci, cioè un NO secco, ma questa volta non potevo avere una reazione affrettata, molto probabilmente me ne sarei pentita. Questo semplicemente perché ero consapevole di provare qualcosa per Zayn, non sapevo di preciso cosa, ma sicuramente un qualcosa che andava ben oltre l'amicizia. Il cuore che batteva forte quasi da esplodere, i brividi, il sentirmi bene e al sicuro, il cervello in fumo, non potevano di certo essere delle sensazioni provocate dal sentimento di amicizia... non poteva nemmeno essere amore... non volevo provare amore, non in questo momento, non a questa età. Potrebbe sembrare stupido, ma la mia ribellione verso questo sentimento era semplicemente perché sapevo benissimo che inseguito alle farfalle nello stomaco e tutto il resto rimaneva solamente la sofferenza, l'odio, il vuoto, il nulla... ed io avevo già sofferto abbastanza nella mia vita e non volevo star male ulteriormente. Questo però come avrei potuto spiegarlo a Zayn? Come avrebbe potuto capire?

Però, una parte di me, incominciava a riflettere davvero sul fatto che tra me e Zayn avrebbe potuto funzionare, dopotutto provavo qualcosa di più per lui, lui era perfetto e da quanto sembrasse voleva veramente una deficiente come me! Quando mai mi sarebbe ricapitata un'occasione del genere??................ Oddio, ma cosa stavo andando a pensare? Lui non era un'occasione, non era un oggetto, voleva solamente stare con me ed io la stavo prendendo come se fosse la mia unica possibilità in tutta la mia vita di trovare qualcuno che mi accettasse, e quindi mettermi con lui solo per disperazione... NO non potevo ragionare in questo modo. Magari la mia risposta sarebbe venuta fuori da sola e spontaneamente, sarebbe stato meglio per me e per tutti, non ce la faceva più a starmi a scervellare, senza ricavarne fuori un fico secco.
Per un attimo, un millesimo di secondo, chiusi gli occhi e mi passò davanti una scena alquanto stana, un po' come quei montaggi che fanno nei film: prima il tentativo sfacciato di Louis di baciarmi, subito dopo il bacio strabiliante di Zayn; l'unica differenza fu che i due ricordi erano stati uniti in una sequenza sola e sembrava un bacio completo, in cui però cambiava la persona.
Ora cosa centrava Louis con Zayn e il nostro bacio? E questa non si può definire confusione? Ogni volta che sbattevo gli occhi mi ritrovavo davanti quel flash stranissimo, e mi innervosiva da morire. Gli ingranaggi della mia testa andavano sempre più arrugginendo, più pensavo più era peggio, per me di questo passo sarei diventata da manicomio. La sensazione di confusione che provavo era indescrivibile, a volte mi sentivo come se mi trovassi in un vicolo cieco, altre come se le parete di qualsiasi edificio in cui mi trovavo mi schiacciassero o opprimessero con la loro consistenza fredda e dura. Ogni volta che pensavo e cercavo di ricavare qualcosa, mi prendeva solamente un gran mal di testa e a quel punto era davvero inutile continuare a scervellarsi.
Improvvisamente ripensai che Zayn, a causa del mio stupido invito irrazionale, sarebbe potuto venire a casa mia in qualsiasi fottuto momento ed io non solo ero ridotta nelle peggiori condizioni, la casa era in disordine, il cervello era nella situazione della casa, e come se non bastasse io non sapevo cosa avrei potuto dirgli. Magari la conversazione sarebbe venuta fuori spontaneamente come le altre volte... oppure no, perché forse si era creata fin troppa tensione.
Non riuscivo a concentrarmi su tutti questi piccoli particolari, e la mia mente sfinita si spense facendomi addormentare stesa su quel divano, a dir la verità scomodo, e con davanti agli occhi la stessa e identica scena che precedentemente mi aveva coperto la vista.

 

 

Un suono allungato, stridulo e fastidioso mi fece sobbalzare e a momenti cadere a terra. In seguito sentì anche bussare con forza alla porta, come se non fossi riuscita a sentirlo. Non poteva essere di certo mio fratello che era tornato da non so dove, a meno che quel deficiente non si era dimenticato, come fa spesso, le chiavi. Se non fosse stato così, poteva essere solamente una persona, quel qualcuno che tanto volevo rivedere, che mi faceva provare sensazioni strane e nuove, che in fondo mi provocava una strana paura, quella di innamorarmi.
Tra i pugni e i bussi sulla porta mi sentì urlare qualcosa. Calma non ero ancora diventata sorda.

Sam!! Sono Zayn!! Ci sei?? Ti decidi ad aprirmi?!?!”

Si, era decisamente lui. Perché era così impaziente? Da quanto tempo era fuori dalla porta di casa mia ad aspettare di entrare?
Smisi di farmi tutte quelle domande e decisi di alzarmi e andare ad aprirgli, non lo potevo lasciare lì fuori, anche se ancora non ero del tutto certa dell'invito che gli avevo fatto. Che stupida che ero, non avrei mai smesso di darmi della rincoglionita perché mi rendevo conto da sola di esserlo.

Eccomi!! Scusa!! Arrivo!!” gli replicai io urlando e cercando di farmi sentire nonostante fossi un po' distante. Il più velocemente possibile afferrai le stampelle e mi sollevai dal divano mettendomi in piedi. Zoppicando raggiunsi goffamente l'entrata di casa mia e finalmente riuscì ad aprire quella maledettissima porta.

Ce l'hai fatta!! Finalmente!!”

Non feci nemmeno caso alle sue parole, ritrovarmelo lì davanti bello ed ipnotizzante come al solito mi imbambolò e la mia faccia assunse un espressione ebete. Per qualche minuto non parlai, i suoi occhi color Nutella mi avevano rapita e non fissarlo era diventato praticamente impossibile. Il cuore incominciò a battere, non solo per via della sua presenza, ma anche perché mi rendevo conto che stavo facendo una figura di merda. Insomma, incominciavamo proprio bene.

Sam? Tutto bene?” mi chiese lui ridacchiando un po' e scansandomi con le sue mani delicate alcuni capelli dagli occhi. Perfetto, ero anche tutta spettinata per via della dormita, peggio di così non poteva andare.

Oddio, si scusa... E' che mi ero addormentata e non ho sentito il campanello... Mi dispiace di averti fatto aspettare fuori...” dissi finalmente anche se diventai tutta rossa.

Ora si che si spiega la tua capigliatura selvaggia!” esclamò lui scherzoso e facendomi l'occhiolino.

Ehm... Si... Beh, su dai ora che ti ho aperto entra!” lo invitai io scansandomi un po' dall'entrata per farlo passare.

Appendi pure il giacchetto qui” gli dissi appena fu dentro, indicandogli l'appendiabiti accanto alla porta. Lui se lo tolse e anche in quel caso, in cui tutte le persone appaiono goffe e disordinate, lui era dannatamente sexy.
Ormai l'inverno era piuttosto vicino e Zayn, appena sentì il calduccio che c'era dentro le quattro mura di casa mia, si sfregò le mani come per potersi godere un po' di calore.

Allora principessa, ti vedo bene a parte le stampelle!” mi disse sorridendo

Si... Devo prenderci ancora un po' la mano, ma presto mi ci abituerò...”

Cosa ci facevamo ancora in piedi davanti all'ingresso? Dio, quanto ero maleducata, prima non solo a momenti non lo lasciavo fuori, ora lo stavo lasciando in piedi a ciondolarsi. Ero troppo agitata per fare qualcosa di razionale.

Se vuoi puoi sederti lì sul divano, non ci sono problemi” mi decisi finalmente a dirgli. Lui mi guardò annuendo e buttandosi subito tra i cuscini del mio caro divano imbandito dalle mie coperte per dormire. Io lentamente lo seguì e mi sedetti accanto a lui che, da quanto diceva la sua faccia, non capiva molto bene il perché delle condizioni del sofà.

Finché userò le stampelle io dormo qua, sai non posso salire le scale” gli spiegai io un po' ironica.

Okay, ora si spiega tutto”

Vorrei offrirti qualcosa, anche solo da bere, ma non so come potertelo andare a prendere visto che entrambe le mie mani sono occupate dalle stampelle” mi scusai io

Tranquilla, non ti preoccupare, non è necessario che tu mi offra qualcosa, sto bene così, grazie” disse lui rivolgendomi un grande sorriso. In fondo non c'era poi così tanta tensione come avevo precedentemente immaginato, per un conto ne ero molto sollevata, o sennò non sarei riuscita a gestire la situazione. Ora però sorgeva il mio più grande problema: cosa ci saremmo detti? Cosa avremmo fatto? Non era come in ospedale che poteva portarmi in giro nei corridoi, qui era diverso. Fortunatamente fu lui a cominciare una conversazione con un po' di senso.

Dove è tuo fratello??”

Sinceramente non lo so... Oggi mi sono svegliata tardi e quando ho riaperto gli occhi non l'ho trovato, e tutt'ora non è tornato. A volte quel ragazzo non me la racconta giusta...”

Ahahahah cosa ci vuoi fare? Sai come è fatto Harry! Molto probabilmente sarà con la sua ragazza...”

Con Alexandra? E cosa avrebbero dovuto fare tutto questo tempo insieme?” chiesi io facendo una faccia strana

Se stanno insieme avranno voluto passare un po' di tempo insieme, è normale!”

Se lo dici tu...”

Non starti a preoccupare per tuo fratello! Mi sembra abbastanza responsabile e quindi sa ciò che fa”

Questa si che è un'affermazione idiota!! Cioè non puoi dire che mio fratello è maturo! Ahahahah”

Che scema... Se è per questo nemmeno tu lo sei!” esclamò ironicamente e con una mano scompigliandomi un po' i capelli, più di quanto già non lo fossero. Io lo guardai male, non mi piaceva quando le persone mi toccavano i capelli. Lui mi fece la linguaccia ed io non resistetti nel fare una risata. Nonostante il brutto periodo che stesse passando, a volte la sua positività e allegria era contagiosa.

Zayn...” lo chiamai io timida

Cosa c'è? Hai deciso di portarmi da bere?” rispose lui scherzando e mostrando un sorriso sghembo

Ahahah no... Volevo dirti che ho pensato su ciò che mi hai detto ieri, a ciò che è successo...”

Non dire niente... Capisco che tu ci debba pensare e non voglio metterti fretta, okay?” mi interruppe poggiando il suo indice sulle mie labbra nel segno di dover fare silenzio.
Ed io che mi preoccupavo tanto di fargli capire che avevo bisogno di riflettere... Lo aveva capito da solo, senza che io gli dicessi nulla. Come si faceva a non amarlo? Era l'unica persona, dopo mio fratello, che comprendesse davvero ciò che sentivo, che capiva le mie necessità e il mio modo contorto di pensare. Questo gli procurava un punto in vantaggio.
Sicuramente era molto ansioso e voleva al più presto una risposta, ma era stato talmente comprensivo che pure di avermi al suo fianco aveva cercato di capire che avevo bisogno di riflettere.
Abbassai lo sguardo verso il suo dito ancora posato sulle mie labbra, poi lentamente lo rialzai percorrendo il suo viso dai lineamenti perfetti: passai dalla sua bocca carnosa e rosea che mi veniva voglia di mordicchiare; poi arrivai al naso anch'esso impeccabile come pochi nasi lo sono; infine arrivai ai suoi occhi misteriosi, ma non riuscì ad andare oltre, il suo sguardo mi aveva nuovamente ipnotizzata e immobilizzata, mi ci perdevo dentro, mi smarrivo in quella cascata di cioccolata piena di dolcezza e affetto, ma anche vogliosi, si, si vedeva che mi volevano accanto a lui, come la sua ragazza, che volevano che io fossi SUA e di nessun altro.

Nuotavo nei suoi occhi, ma mi sembrava di non arrivare mai alla fine. Mi attraeva sempre di più. Lo trovavo ogni secondo più sexy. Incominciavo ad essere nervosa e a mordermi il labbro inferiore. Vidi nel suo sguardo che quel mio gesto lo fece letteralmente impazzire, anche io stavo sprofondando nello stato della pazzia.
Con insistenza continuai a mordermi il mio povero labbro, se avessi continuato in questo modo lo avrei fatto sanguinare.
Alla fine non ce la feci, non resistetti più e la mia mano sinistra andò ad afferrare il suo collo e la parte inferiore della nuca, per poi portare il suo viso vicino al mio. Inizialmente vidi la sua espressione un po' sorpresa, non se lo aspettava di certo da me, ma poi chiusi gli occhi e me ne fregai di tutto e di tutti, lui fece lo stesso. Lasciai che le nostre labbra si sfiorassero e tutte le sensazioni che avevo avuto la volta precedente riaffiorarono, scatenando in me uno strano e piacere e anche della soddisfazione. Mi sentivo finalmente completa, il vuoto che spesso sentivo in me scompariva e mi sentivo in pace con me stessa, ogni problema nella mia vita scompariva.
Non passarono molti secondi quando incominciai a muovere le mie labbra sulle sue, a baciarlo con foga, non riuscivo più a resistergli. Lui ricambiava con altrettanto piacere e portò anche lui una mano sul mio collo per trattenermi verso di se. Aveva il bisogno di sentirmi vicina, lo capivo, ma soprattutto lo percepivo, e sinceramente lo sentivo pure io: entrambi volevamo sentire i nostri corpi uno accanto all'altro, ascoltare il battito cardiaco accelerato dei nostri cuori, anche se, per quanto battevano forte, era percettibile anche nel modo in cui ci trovavamo ora. Purtroppo la mia caviglia mi impediva di fare movimenti bruschi, ma giuro che sennò, pur di sentirlo vicino, gli sarei saltata addosso.
Mentre continuavamo a baciarci, la mano di Zayn impegnata a stringere il mio collo, scivolò giù fino ad afferrare la parte inferiore della gamba non ustionata. Ebbi un fremito. Ma cosa cazzo stava facendo? Quali erano le sue intenzioni?
Con delicatezza, ma con una certa forza, portò la mia gamba sopra le sue, ed io, per stare più comoda, con l'altra mi appoggiai sul ginocchio. Questo mi fece capire che non voleva fare nulla di male, voleva solamente realizzare il suo desiderio di avere i nostri corpi uno contro l'altro. Lui mi tirò verso di se, ed ecco che ci ritrovammo finalmente uno davanti all'altro, finalmente in grado di stringerci come si deve, e tra l'altro io a cavalcioni su di lui. Tutto ciò mi imbarazzava da morire, ma la voglia di continuare a sentire quei baci così piacevoli sulla mia bocca era davvero troppa, così continuai a baciarlo appassionatamente, ma con un po' più di dolcezza di prima. Le mie braccia andarono a cingere il suo collo, e le mie mani ad accarezzare i capelli scuri e setosi di Zayn. Lui portò le mani, che in quel momento cingevano i miei fianchi, in mezzo ai miei lunghi capelli ed incominciò a giocherellare con i miei riccioli, arrotolandoseli tra le dita: per la prima volta volta ringraziavo i miei capelli di esistere e di essere mossi/ricci. È vero, non sopportavo quando la gente me li toccava, ma questa volta non mi importava, anzi mi piaceva.
Non so per quanto tempo rimanemmo in quel modo a baciarci, ma a me sembrò un'eternità, un tempo lunghissimo ed infinito, finché Zayn non interruppe ogni cosa: prese il mio viso tra le sue mani e delicatamente mi allontanò un po'. Entrambi avevamo il fiatone, non avevamo respirato quasi per niente, era come se fossimo stati in apnea. Riaprimmo gli occhi e ci guardammo intensamente, ma nessuno dei due riuscì a mantenere lo sguardo fisso per più di qualche secondo, poi fu lui a parlare e rompere quel silenzio un po' gelido.

Sapevo di farti impazzire, ma... non così tanto...” disse tra qualche sorrisetto. I nostri nasi si sfiorarono. Non sapevo cosa rispondergli, qualsiasi cosa gli avessi detto sarebbe potuta sembrare stupida e non volevo fare una figuraccia, non ora.

Questo bellissimo bacio a cosa lo devo? Cosa è significato? Ricordo che è stata tua l'iniziat...”

Lo interruppi e gli lasciai un altro bacio dolce e delicato sulle sue labbra irresistibili, impedendogli di parlare, non doveva dire altro, basta parole.

Tutto questo lo devo prendere come un SI?” mi chiese ancora un po' confuso.

Ora sono TUA, e tu sei MIO, da adesso in poi ci apparteniamo...” gli risposi io soltanto. Non so da quale parte estranea uscirono quelle parole, ma a ripensarci mi erano sembrate alquanto sdolcinate ed esagerate: ecco cosa mi succede quando lascio fiatare la mia bocca senza ragionare, quando tutto mi viene spontaneo.
Lui accolse con entusiasmo la mia affermazione e mi rivolse un bellissimo sorriso sghembo, che mi fece letteralmente sciogliere. Poi, con non troppa forza, mi riprese su e mi rimise seduta accanto a lui.

Sai, se dovesse entrare qualcuno potrebbe pensare male” mi disse facendo un risolino. Io non potei fare a meno di diventare tutta rossa. Lui portò un braccio dietro la mia schiena e con questo mi cinse le spalle. Io lo abbracciai, lo strinsi a me e appoggiai la testa sul suo petto. Zayn si chinò su di me e mi diede un bacio sulla fronte. Cazzo quanto era dolce...
Ripensai a ciò che era successo, ciò che avevo fatto e detto. Quel bacio e le mie parole erano state la sua risposta alla sua domanda e la cosa peggiore è che questa volta era stata una mia iniziativa... Cosa diavolo mi era preso? Ah giusto, i suoi occhi mi avevano rapita, tutta colpa di quegli occhi stramaledettamente irresistibili e profondi. Per un conto ero felice che la risposta fosse venuta spontaneamente, mi aveva evitato delle figuracce, ma ora mi chiedevo: era davvero la cosa giusta?
Non lo sapevo, speravo soltanto che questa “nuova” vita fosse migliore, almeno con lui non sarei rimasta sicuramente sola. Ormai ci eravamo scambiati come delle promesse e non potevo di certo tirarmi indietro, dovevo affrontare il presente che stavo vivendo e non rinchiudermi in me stessa come al mio solito.
È vero che dicevo di non voler mettermi con qualcuno solo per paura, ma forse dopotutto non era poi così male, e le paure in un modo o nell'altro fanno affrontate, non si può sempre scappare, la vita è fatta per essere vissuta.
Forse questa nuova esperienza, questo nuovo rapporto mi avrebbe solamente aiutata a rendere ogni cosa nella mia vita più luminosa, meno triste, oppure mi avrebbe soltanto distrutta più di quanto non lo ero...
Zayn afferrò il telecomando e accese la TV, era la prima volta che guardavo la televisione con il mio ragazzo... Mi piaceva, mi sembrava rilassante...
Rimanemmo nella stessa posizione per tutto il tempo in cui guardammo quella scatola dotata di digitale terrestre, finché questo momento magico non venne interrotto. La porta d'ingresso si aprì e noi fummo costretti ad allontanarci slacciandoci dalla posizione in cui eravamo. Ancora ci vergognavamo di farci vedere insieme, di dire della nostra relazione, sembrava ancora troppo assurdo per tutti e due, e poi non sapevamo come gli altri l'avrebbero presa, se sarebbero stati felici per noi, oppure erano contrariati... e mio fratello? Come avrebbe reagito? Per ora preferivo tenergli ogni cosa nascosta, anche se odiavo avere segreti con lui.
Parlando del diavolo spuntano le corna, era proprio lui, era finalmente tornato a casa. Dove diamine era stato tutto questo tempo?

Sorellina! Eccomi, sono tornato!” esclamò appendendo il giacchetto all'appendiabiti vedendovi appeso anche un altro giacchetto, che ovviamente non era il suo e non poteva essere nemmeno il mio. Così si voltò verso il divano e vide Zayn seduto accanto a me, fece un espressione confusa. “Zayn, ma cosa ci fai qui??”

Ciao Harry, si anche io sono felice di vederti” rispose ironico Zayn

Fratellino, lui è qui perché gli ho detto che sono stata dimessa dall'ospedale, e allora è voluto passare da me per vedere come stavo...” gli spiegai io mentendo “E tu invece dove sei stato fino ad adesso??” gli chiesi sospettosa

Ehm... In giro...” rispose vago

E con chi? Forza dimmi la verità!”

Ehehehe Harry, eri con la tua ragazza, Alexandra?” disse Zayn come se avesse capito ogni cosa

Ehm... In realtà... No... Ero con qualcun altro...” disse volgendo lo sguardo da più parti

Chi sarebbe questo qualcun altro?” gli chiesi io sempre più confusa

Ero con Liam e Niall...”

Si, certo... E dove sareste stati?”

Ma fatti un po' i cazzi tuoi sorellina! Sei peggio di una stalker!”

Va bene, va bene... ma calmati, ero solamente curiosa... Ti credo, okay?” gli dissi cercando di non farlo alterare ulteriormente, ma in realtà non gli credevo neanche un po', era troppo nervoso e insicuro mentre parlava. Ormai lo conoscevo troppo bene, quando faceva così era per via di una ragazza... Ed ora cos'altro era andato a combinare? E fortuna che era un ragazzo affidabile!
A Zayn poi vibrò il cellulare e vidi che lo tirò fuori dalla tasca e che incominciò a leggere probabilmente il messaggio che gli era appena arrivato. La sua espressione passò dall'incomprensione, alla paura, al sollievo.

Zayn? Tutto bene? Chi ti ha scritto?” chiedi poggiandogli una mano sulla spalla e avvicinandomi un po' a lui, dimenticando che ci fosse anche mio fratello.

E' mia madre... Ha detto che devo andare all'ospedale. Sarah ha bisogno di fare alcuni controlli e visite e mi ha detto di andare là, dice che la mia presenza sia fondamentale per lei... Quindi scusatemi, davvero, ma ora devo andare”

Vengo con te!” esclamai io

Sam, no... Cioè, mi piacerebbe e anche a mia sorella farebbe piacere, ma nel tipo di visita che deve fare non è consentita la presenza di nessuno, ma io devo essere lì per starle accanto dopo. Te già sei sulle stampelle, non voglio stressarti ulteriormente facendoti stare in ospedale inutilmente.”

Io vengo ugualmente! Tu vai da tua sorella, io andrò a vedere come sta Louis... Per favore!”

Va bene, okay... Anche se non mi fido di lasciarti da sola” disse facendomi l'occhiolino.

Evviva!!” esclamai stringendolo forte. Mi venne l'impulso di baciarlo, ma poi mi ricordai che non eravamo più soli, c'era Harry a scassare le palle, e quindi non lo potei fare.

Beh, voi ragazzi decidete cosa fare, io vado a farmi una doccia” ci disse mio fratello salendo le scale e dirigendosi verso il bagno. Appena fui sicura che se ne fosse andato, diedi un veloce bacio a Zayn che ricambiò contento. Si alzò dal divano e mi porse le stampelle poggiate non troppo lontane da lui. Io le afferrai e mi misi in piedi, mente lui mi cinse i fianchi. Brividi. Poi, mi aiutò a “camminare”, per modo di dire, fino alla sua Volkswagen nera, in cui mi fece entrare e accomodare sui sedili posteriori per farmi stare più comoda.

Ti ho messa dietro, ma questo non significa che non muoia dalla voglia che venga seduta accanto al mio sedile” disse girandosi verso di me, prima di partire

Invece di starmi a guardare, girati verso la strada e metti in moto questa macchina, che è meglio” risposi io ironica e facendogli il gesto di voltarsi

Ma quanto siamo spiritose oggi!!” affermò lui ridendo e accendendo il potente motore di quell'auto.

Puoi stare tranquillo con me, non sono una bambina piccola che può aprire lo sportello in qualsiasi momento. Sono talmente brava che non ho nemmeno bisogno della sicura!” dissi ridendomela tra i baffi

Io sono tranquillo, ma mi fido poco di te, dopotutto tu se la MIA bambina”

Io feci un sorrisetto e i miei zigomi si arrossarono dall'imbarazzo provocato dalle sue parole. Poi partimmo e Zayn incominciò a concentrarsi sulla strada. Nel giro di pochi minuti arrivammo a destinazione. Parcheggiò nel posto più vicino possibile per evitare che mi stancassi troppo con le stampelle, poi mi aiutò a scendere e insieme ci dirigemmo prima verso l'ingresso dell'ospedale, poi, una volta dentro,verso l'ascensore che avremmo preso. All'interno lui mi tenne abbracciata a se tutto il tempo e il mio cuore non fece altro che battere all'impazzata. Mi sarei mai abituata a quella situazione?
Quando l'ascensore arrivò al terzo piano, quello su cui dovevo fermarmi per andare da Louis, Zayn lasciò la stretta e mi afferrò per i fianchi, lasciandomi poi sulle labbra uno dei suoi irresistibili e umidi baci. In seguito portò la sua bocca sul mio orecchio e mi sussurrò: “Mi mancherai”
Io alzai il viso verso di lui e gli risposi anche se ancora un po' timidamente: “Anche tu...”
Lui sorrise, io uscì dall'ascensore di cui porte si chiusero, e lui riprese la sua salita per il penultimo piano.
Incominciai ad attraversare quei corridoi che ormai conoscevo fin troppo bene e subito riconobbi la porta della stanza in cui ero stata fino alla sera prima. Le mura bianche di quella camera fecero riaffiorare in me tantissimi ricordi, belli e brutti: la crudeltà e la pazzia di mio zio, Louis nelle peggiore condizioni, il primo bacio con Zayn che ora era il mio ragazzo... Ancora quanto mi suonavano male le parole 'MIO' e 'RAGAZZO' insieme, non erano usualmente nei miei vocaboli più usati. Quella stanza sarebbe rimasta per sempre un posto, nonostante triste, magico e indimenticabile perché lì avevamo incominciato a muovere i primi passi da diciassettenni innamorati, Zayn si era dichiarato a me e per la prima volta avevo provato delle sensazioni nuove e fresche.
Mentre mi guardavo attorno, con una faccia da ebete, e ripensavo a quei momenti, il mio sguardo cadde su Louis ancora sullo stesso letto, che mi guardava un po' divertito. Ehi, aspetta... mi guardava?

Ciao Samantha Fra Le Nuvole Styles” disse lui con il suo solito tono ironico. Mio dio era veramente la sua voce quella che avevo appena udito? Si era veramente risvegliato da quel sonno che sembrasse non finisse più? O era tutto frutto di un sogno e della mia voglia sfrenata di vederlo star bene?

Louis!!!!” urlai io zoppicando il più velocemente possibile verso di lui

Ahahahah calmati, non mi sembra che tu sia nelle condizioni di correre” rispose mentre cercavo una sedia su cui sedermi

Non posso stare calma!! E' dal giorno dell'incidente che non ti vedevo con gli occhi aperti e tu mi dici di calmarmi?? Non posso!! Oddio, come stai??” dissi tutta frenetica ed entusiasta della situazione

Sono stato meglio... Mi fa tremendamente male la testa, mi sento ancora bruciare la pelle per via delle ustioni e il gesso sul braccio rotto mi dà prurito. Nonostante questo... direi bene! Tu invece?”

Mi hanno dimessa ieri sera, ma come vedi ho una caviglia rotta, poi ho anche io una bella ustione alla gamba ed infine un po' di graffi sulla schiena. Nonostante questo, bene” risposi io riprendendo il finale della sua frase

Potresti dirmi cosa è successo dopo che siamo andati a sfracellarci su quell'albero? Sai, non ricordo niente, era come se fossi morto...”

Io mi sono risvegliata dopo un po', la macchina era in fiamme, tu eri senza sensi, dopo essere riuscita ad uscirne ho portato fuori anche te, poi si è alzato il vento e il fuoco è andato espandendosi, così ho dovuto trascinarci un po' più in là, infine sono riuscita a chiamare mio fratello che è venuto a salvarci... Detta così sembra sia stato tutto così semplice, ma fidati non lo è stato affatto. Mi sentivo morire, sentivo le forze abbandonarmi e non credevo più sul fatto che ce l'avremmo fatta...” gli raccontai mentre vidi il suo viso oscurarsi e piano piano farsi sempre più triste

Sam, mi dispiace...” riuscì solo a dire mortificato

Di cosa?”

Per quello che è successo. So che è colpa mia. Sono stato uno stupido! Un cretino! Era una serata perfetta ed io sono riuscito a rovinare ogni cosa! Ho messo a repentaglio la nostra vita! Se mi avessi lasciato morire lì lo avrei capito...”

Louis! Cosa cazzo dici? Si, è vero, è stata colpa tua, ma non per questo ce l'ho con te. La prima cosa a cui ho pensato quando ti ho visto nelle fiamme era che appena fossi riuscita a liberarmi ti avrei dovuto tirar fuori. Non potevo abbandonarti! Non dopo la bellissima serata che avevamo passato insieme! Sei un mio amico e tengo a te! Non potevo lasciarti morire!”

Sei fin troppo comprensiva nei miei confronti, non mi merito tutto questo. Scommetto che tuo fratello ce l'ha a morte con me!”

No, cioè forse un pochino, ma era molto preoccupato per te...”

Merda!! Dannazione!! Perché non sono riuscito a riportarti a casa?! Perché sono stato così deficiente e ho aumentato la velocità?”

Louis basta piangere sul latte versato, quello che è stato è stato, ormai il passato appartiene a se stesso e non puoi cambiarlo! Smettila, okay? Stiamo bene, è questo l'importante. Certo, siamo un po' ammaccati, ma per lo meno siamo vivi”

Lo so, ma il pensiero di aver rovinato ogni cosa mi distrugge, mi consuma!! Sai, se fossi riuscito a riportarti sana e salva a casa ti avrei accompagnata fino all'ingresso, poi quando mi avresti salutato io avrei fatto finta di allontanarmi e poi sarei tornato indietro sbattendoti al muro e baciandoti”

L'unica cosa che riuscì a fare all'udire quelle parole fu strabuzzare gli occhi. Avevo sentito bene? Ma cosa cazzo gli era passato per quella testa bacata? Okay, rivedere di nuovo i suoi occhi aperti, il mare che racchiudevano, era davvero una sensazione bellissima, ma perché aveva dato fiato alla bocca? Se fosse stato zitto sarebbe stato meglio. Lui non voleva fare veramente ciò che mi aveva appena detto, non era possibile, forse se il destino non lo aveva permesso era stato un segno, il segno che il mio primo bacio doveva essere dato a Zayn.

L-louis... C-cosa stai dicendo?” dissi io balbettando ancora piuttosto sconvolta da quella stupidissima affermazione

Ti ho appena detto ciò che avrei fatto se ne avessi avuto l'opportunità”

E perché lo avresti voluto fare?” gli chiesi io, anche se non ero del tutto sicura di voler la risposta

La risposta è semplice, perché io ti voglio, voglio che tu sia MIA. Sam, tu mi hai colpito fin dal primo giorno di scuola, fin dalla prima volta in cui ci siamo parlati: la tua sfacciataggine, i tuoi discorsi senza senso, tutti i tuoi difetti, ma soprattutto TU, mi avevate stregato. Ecco perché ti ho invitata fuori a cena, ecco perché volevo baciarti”

Ciò che disse mi lasciò di nuovo senza parole. Ora ci si metteva pure lui a farmi la corte, a dirmi che mi voleva? Non mi bastava Zayn? Non era sufficiente il fatto che avessi già un ragazzo? Ecco, appunto, lui era arrivato un po' tardi, ormai ero di Zayn.

Louis... Io...” feci uscire dalla mia bocca cercando di dire qualcosa, ma non riuscivo a tirare fuori nulla, non sapevo davvero cosa potergli dire

Sam, non dire niente, okay? So che a te tutto questo non importa perché ormai ho capito come sei fatta, ma voglio fare un tentativo e chiederti un'altra cosa, anche se so già la risposta”

No. Louis, per favore, se è quello che penso io, se ho capito cosa vuoi dirmi... Non farlo. Non complicarmi la vita. 

“Sam, sei una mia amica ma... ti andrebbe di essere più di questo? Di essere la mia ragazza?”

Ecco, lo sapevo io. Me lo immaginavo. Avevo intuito quale fosse la sua domanda, ed infatti era stata proprio quella.
Non so perché, ma tutto ciò mi fece immobilizzare dalla paura, dal terrore di fare qualcosa di sbagliato. Questa volta non ero nemmeno diventata tutta rossa, non respiravo nemmeno. Ero bloccata. Riuscivo solamente a ripetere a me stessa: Sam, sai cosa dirgli, TU stai con Zayn e non puoi metterti anche con lui. Ma non uscì nulla dalla mia maledettissima bocca. Certo che non potevo starci, non volevo nemmeno, non avevo il dubbio di cosa rispondergli, con lui non era altro che una semplice amicizia frivola e fresca, non provavo le stesse emozioni che avevo ogni volta che mi avvicinavo al mio attuale ragazzo. A lui volevo solamente un gran bene, niente di più, però, non riuscivo a dirgli nemmeno questo. Avevo timore di rovinare il nostro rapporto, di rattristarlo troppo e non volevo causargli un altro trauma dopo quello celebrale che aveva avuto. Si, mi faceva pena.

Sam?? Ehm... Sicura di star bene?” disse lui richiamandomi. Io alzai lo sguardo verso di lui e lo guardai.

Si” gli dissi solo. Cazzo. Merda. Maledettissimo il momento in cui pronunciai quelle due dannate consonanti.

Si cosa?” chiese lui ancora incredulo

Si, la mia risposta è un semplice si” continuai a dirgli. Maledizione. Ancora più fottuto il momento in cui pronunciai questo. Dovevo smettere di parlare, di far uscire quelle parole, di dar retta al mio apparato nervoso che diceva al mio cervello pronunciare quelle frasi.
Il suo viso si illuminò e venne contornato da un lucente sorriso a mille denti, che andava da orecchia a orecchia. Poi, mi fece cenno di avvicinarmi a lui, ma cercai di scampargli.

Scusa Louis, ma ora devo davvero scappare, mi si sta facendo tardi! Ci sentiamo presto eh! Ciao!” dissi io alzandomi goffamente dalla sedia e mettendomi in piedi sulle stampelle.

Okay... Va bene... Ciao!” mi salutò Louis un po' confuso dal mio comportamento, ma non mi importava, non riuscivo a stare un minuto di più in quella stanza dopo quello che avevo appena fatto:

-avevo messo il piede in due staffe:

-avevo mentito a Louis

-stavo nemmeno un giorno con Zayn e già lo stavo “tradendo”

Cazzo. Merda. Porca miseria. Erano le uniche tre parole che in quel momento frullavano nella mia testa. Ero la persona meno coerente al mondo: prima non volevo nemmeno un ragazzo ed ora eccomi qui con bene due ragazzi che se fossero venuti a sapere ogni cosa si sarebbero sentiti presi in giro, avrebbero sentito il loro cuore a pezzi; stavo giocando con il loro sentimenti. Facevo proprio schifo. In questo momento mi sarei potuta chiamare Samantha Coerenza Styles, oppure Samantha Sei Una Demente Styles.
Presa dalla confusione più totale “corsi” via il più veloce possibile da quell'edificio e chiamai un taxi che mi avrebbe rispedita dritta dritta a casa. Forse avrei dovuto avvertire Zayn, ma non ce la facevo, non ero in grado di controllare nessuna delle mie azioni, di grazia se continuavo a camminare.

 

 

Ritornai nelle mura di casa, ma questa volta non mi fecero sentire per niente bene o a mio agio, anzi mi sembrava che si facessero sempre più opprimenti, che venissero verso di me per schiacciarmi. Ancora sulla porta d'ingresso, non potei fare a meno che buttarmi a terra e mettermi le mani tra i capelli e a incominciare a piangere come una cretina. Ed io che credevo che la mia nuova relazione con Zayn mi avrebbe migliorato la vita... Forse sarebbe stato così, ma ovviamente riuscivo a rovinare sempre ogni cosa.
Alzai lo sguardo e vidi il mio divano che subito mi fece ricordare l'accaduto di oggi pomeriggio con Zayn, io sopra di lui a baciarlo e poi il guardare la TV abbracciati. Quello mi fece solamente più male, avrei voluto sorridere a quel pensiero, ma riuscivo solo a pensare a quello che gli avevo appena fatto. MI ODIAVO.
Non riuscivo più a stare in quel salotto, in realtà non riuscivo a stare da nessuna parte, sarei voluta scomparire. Avevo bisogno di calmarmi, ma avevo bisogna di qualcosa per farlo. Con l'aiuto delle stampelle corsi in cucina continuando a piangere. Come una matta mi piazzai davanti alla credenza piena di sportelli. Dovevo aprire quelle ante, ma avevo bisogno delle mani per farlo, e queste erano occupate da quei trespoli, così fregandomene le lanciai con violenza a terra e con una delle due mani mi appoggia alla lastra in marmo sotto di me su cui vi erano i fornelli e il lavandino. Con l'altra incominciai a frugare senza sosta buttando sul pavimento ogni cosa che non mi serviva o che non credevo utile.
Non so per quanto andai avanti in questo modo, ma era una di quelle persone che potevi definire pazze. Forse non era la reazione giusta per questa cosa, ma quando mai avevo una reazione adatta a ciò che stava succedendo? MAI.
Tutto si placò, tutto tornò normale, soltanto quando finalmente riuscì a trovare qualcosa. Non era il modo giusto di affrontare le cose ma... perché non provare?
Ecco che nella mia mano scivolò il pacchetto di sigarette che mio padre cercava sempre di nasconderci...

 

 

 

Angolo autrice: Salve a tutti gente!! :3 Allora intanto mi scuso per il ritardo, ma in questi giorni è stato difficile trovare del tempo per scrivere questo capitolo ed inoltre più scrivevo più non arrivavo alla fine, mi sembrava di essere in un labirinto! Sinceramente mi sorprendo sempre di più con me stessa quando più vado avanti con i capitoli, più questi diventano sempre più lunghi lol xD infatti per questo devo ringraziare tutte le persone che leggono e che recensiscono! Siete dei tesori, sappiatelo!! ;) <3
Allora so che forse per voi è stata dura leggere questo poema, ma già che ci siamo... come vi è sembrato? Qui vediamo che le cose per Sam prendono una svolta diversa e qualcosa la sta portando fuori strada... vi lascio rispondere ad alcune domande:
cosa farà con quelle sigarette?
Ne parlerà con qualcuno?
Sarà in grado di gestire la situazione?
Voi intanto rispondete per il resto lo scoprirete solo leggendo! Lol 
Nel frattempo mi lasciate un recensioncina per farmi sapere cosa ne pensate? Please ne ho davvero bisogno psicologicamente!! >.<
P.s.: non centra niente, ma questi sono due video che io e una mia amica abbiamo fatto per i 1D, se vi fa piacere vederli :) http://www.youtube.com/watch?v=0JxJtvPlxoo e http://www.youtube.com/watch?v=KGoLSUhe4VI&feature=c4-overview&list=UUu0Ny3wySsSRf86QEAjNctw
Non so quando potrò aggiornare... Okay con questo mi dileguo! :3
Baciiiii <3
xoxo

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Capitolo 13
*** Teenage Dirtbag ***


 

 

ATTENZIONE: Ho creato il trailer di questa FF, per vederlo CLICCATE QUI

 

 

'Caro Diario,

sono una stupida. Odio me stessa. Sono solo una teenager di merda che non sa come gestire la propria vita e le proprie azioni. L'unica cosa in cui ora riesco a trovare conforto è il fumo, è l'unica cosa che in questo momento riesce a darmi sollievo...

 

Baci, la tua Sam'

 

 

Era ormai passata circa una settimana da quando feci le cazzate più grandi della mia vita: mettermi con due ragazzi e incominciare a fumare. Nessuno era a conoscenza di tutto questo, come al mio solito non ne avevo parlato, o meglio, non ero riuscita a parlarne. Questa volta vi sentivo davvero uno schifo, una persona falsa e doppiogiochista... Dopotutto lo ero e per un conto era un bene se me ne rendevo conto, almeno avrei potuto riparare ai miei errori, ma non penso che in questo caso mi sarebbe servito a qualcosa.
Quel giorno tutto era successo troppo velocemente, troppe cose tutte insieme in meno di ventiquattro fottute ore. Ora capivo perché il destino mi aveva fatta rimanere da sola fino a questo momento, sapevo che tipo di persona ero e che ero in grado di combinare solo casini e creare scompiglio nelle vite degli altri, ed era proprio quello che stavo facendo. Certo, per ora stava andando tutto più o meno bene, ma era passata solo una settimana... e quando sarebbero diventate 2,3,4... sarei riuscita a gestire la situazione?
Per ora era anche stato tutto piuttosto semplice: Louis era ancora all'ospedale per dei controlli, ed io ero riuscita ad equilibrare i miei “appuntamenti”, andandolo trovarlo un paio di volte (in cui avevo perfino provato a baciarmi ma ero riuscita ad evitarlo) e passando molti dei miei pomeriggi con Zayn, con il quale mi trovavo sempre più bene, sempre più in affiatamento, e adoravo i suoi baci che mi mancavano ogni fottuto secondo, minuto od ora, che passava. Mentre passavo il mio tempo con lui, inizialmente mi era difficile sorridergli e spesso mi chiedeva 'tutto bene, dolcezza?' ed io ovviamente rispondevo sempre che andava ogni cosa alla grande, ma non era affatto così, il pensiero che stavo anche con un altro mi torturava, ma era ancora più grande la sofferenza nel momento in cui pensavo che, senza che lui lo sapesse, gli stavo facendo del male. Poi però, arrivava lui a coccolarmi e nulla esisteva più, rimanevamo solo NOI e il nostro amore, se così lo vogliamo chiamare. Infatti, la cosa che mi faceva stare più male di tutte è che mi stavo veramente innamorando di Zayn, e a Louis mi ci stavo affezionando sempre di più, e di conseguenza lasciarlo diventava sempre più difficile, come lo era stato dirgli di NO quando me lo aveva chiesto.
Forse ero l'unica che si poneva tutti questi problemi, tutte queste ansie, ma si sa che io non sono mai stata normale e che appena mi capita qualcosa di nuovo in cui non c'è nessuno a guidarmi io vado nel panico, e quando vado nel pallone mi si può dare per persa, non ragiono più e perdo il controllo: questa volta decisi di sfogarmi con il fumo.
Un'altra cosa che mi faceva impazzire era il fatto che sapevo di voler stare sul serio con uno dei due, ma con la situazione che avevo creato mi era praticamente impossibile lasciarne uno, o per fino entrambi. Per un conto sarebbe stato meglio se fossero stati loro a farlo, certo non sarebbe stato un granché bello per me, ma non dovevo preoccuparmi, non mi sembravano che avessero questa intenzione. In realtà c'era un motivo per cui stavo reagendo così male alle mie azioni: ora avevo paura di perderli. Finalmente ero riuscita a trovare qualcuno che mi apprezzasse e mi stupisce la mia abilità di mandare all'aria ogni cosa. Sapevo bene di aver messo in ballo i sentimenti di due persone, il loro cuore... Bene, se siamo in ballo, allora non ci resta altro da fare che ballare.
Fino ad ora ero riuscita a non far scoprire niente ai due ai quali, per paura che si raccontassero qualcosa, avevo detto che era meglio non dire niente a nessuno della nostra relazione, con la scusa che se mio fratello lo fosse venuto a sapere non gli avrebbe fatto piacere perché è iperprotettivo nei miei confronti, e loro ci erano cascati in pieno: non si vedeva, ma loro avevano paura di Harry, sapevano come era quando si arrabbiava e non era un bello spettacolo da vedere o ascoltare.
A proposito di mio fratello, nonostante il mio colorito un po' smunto dal fumo, lui non sospettava di niente, né delle mie relazioni né del fatto che io fumassi. Mi sembrava ovvio, dopotutto in questi ultimi giorni non era quasi mai a casa, era normale che non capisse quello che mi stava succedendo. L'unica cosa che aveva notato alcune volte era il mio alito pesante che non aveva dei migliori odori, e a quel punto mi chiedeva 'Perché hai questo alito??' ma io gli rispondevo mentendo, anche se era un po' imbarazzante, che era perché non lavavo i denti da un po', lui si accontentava della risposta che logicamente capiva che non fosse vera e non insisteva, tanto sapeva benissimo che non gli avrei detto la verità. Se avesse saputo tutte le cose che gli stavo nascondendo mi avrebbe uccisa, non sopportava quando gli mentivo e non gli parlavo dei miei problemi, a lui piaceva aiutarmi, o per lo meno provarci. In realtà anche io non sopportavo quando faceva le cose di soppiatto, forse non ero la persona giusta che lo poteva aiutare, ma era pur sempre mio fratello e volevo sapere cosa gli succedeva, proprio come in questo caso. Non era da lui stare via interi pomeriggi da casa o essere sempre nervoso quando parlava, come se quello che stava facendo non si doveva venire a sapere. Cosa stava combinando? In quali guai si stava cacciando? Magari non era come stavo pensando, forse era solo una mia impressione... ma più giorni passavano più ero certa che c'era sotto qualcosa, che stava nascondendo qualcosa a tutti. Probabilmente centrava qualcosa Alexandra, o per quanto lo conoscevo bene, in questa storia poteva entrarci senza problemi anche qualche altra ragazza, come se non avessi mai assistito ad una delle sue storie d'amore. Insomma, era chiaro che né io né Harry eravamo le persone adatte a sostenere una relazione, almeno in qualcosa ci somigliavamo! Soltanto che lui, a differenza mia, non si lasciava prendere dal panico, era proprio questo che mi rovinava, mi faceva compiere gesti irrazionali e stupidi. La cosa peggiore in assoluto era che ogni volta che sentivo un po' di nervosismo addosso, “correvo” sul terrazzo o in qualsiasi altro posto all'aperto e incominciavo a fumare una, due, tre o quante altre sigarette mi sentivo di dover consumare. Non volevo che diventasse una dipendenza, un circolo vizioso, una di quelle cose che più vai avanti più non riesci a farne a meno e non la smetti finché non ci batti i denti, oppure... non la smetti per niente. Non volevo assolutamente arrivare a quei livelli, ma appena sentivo l'ansia, lo stress strusciarmi addosso come un viscido serpente, non potevo far altro che tirare fuori l'accendino (trovato per puro caso su un posa cenere di mio padre) e accendere quella dannata cicca e poi portarmela alla bocca, ispirando ed espirando il fumo, fino a sentirmi meglio, a rilassarmi. No, non mi facevo delle canne, ma anche solo sentire l'anidride carbonica nella mia bocca, mi infondeva tranquillità.
Avrei di certo potuto affrontare tutto questo in modo diverso, ma nei momenti in cui non riesci a pensare e ti senti perso è proprio quando sei più debole e fragile moralmente, e senti il bisogno sfrenato di volerti risollevare, di sentirti bene, tanto da voler arrivare a fare cose che non ti saresti mai sognato di fare, portandoti fuori strada. Ecco cosa succede quando troppe cose accumulate alla fine scoppiano, come una bomba atomica e ti distruggono, distruggono te stesso, il tuo essere e le persone che ti stanno attorno, creano una grosse nube di fume sotto la quale si nascone il vuoto, il nulla...
Quel silenzio gelido ed inquietante del salotto nel quale ero ancora costretta a stare, du interrotto dalla vibrazione, ormai divenutami odiosa, del mio cellulare.

- Principessa!! <3 Mi manchi, amore! Quando possiamo vederci?? xx -

Ovviamente era il mio adorabile Zayn, che mi inviava sempre messaggini dolcissimi che mi stampavano sempre un sorriso sul viso. Rendendomi conto che lui riusciva in un modo o nell'altro a farmi felice, era anche più difficile reggere la situazione scomoda che avevo creato. Mi sarebbe piaciuto rispondergli di voler passare il weekend con lui, ma purtroppo non mi sentivo in vena di stare con qualcuno, preferivo stare a rimuginare sui miei errori, a soffrire un po' di solitudine, quella che nonostante tutto ti abitui sempre a sopportare.

- Ciao amore! <3 Anche tu mi manchi! Ci vedremo presto, te lo prometto, ma oggi e domani proprio no... Non sto nelle migliori condizioni. Scusa. Xx -

Per messaggio era facile parlare, mentire e tutto il resto, non avevi nessun occhio puntato su di te in attesa di una risposta, non eri messo in soggezione. In un SMS potevi scrivere tutto quello che ti passava per la testa, ecco perché era semplice rispondergli con il cellulare, se ce lo avessi avuto davanti alla faccia non so se sarei stata in grado di dirgli una bugia, non con quegli occhi irresistibili che si trovava e che ti fissavano.

- Oh piccola, mi dispiace :( Allora sai che faccio? Domani pomeriggio, se stai un po' meglio, passo da te, ci rilassiamo un po' sotto le coperte guardando un film, e se ti va anche mangiando pop corn! c: -

Cazzo. Merda. Lui si che è la dolcezza. Come potevo riuscire a resistergli? A resistere alle sue proposte così invitati e altrettanto squisite? Peccato che domani non starò affatto meglio. Anche se è un altro giorno, rimango lo stesso una traditrice.
Cosa potevo dirgli? Ero davvero tentata di accettare e di dirgli quanto lo adoravo, anzi quanto lo amavo.

- Oh amore!! c: Su dai, non ti preoccupare! Vediamo come sto domani, okay? -

Alla fine optai per rimanere un po' sul vago, senza accettare o meno. Forse era stato meglio così. Dirgli di no sarebbe stato piuttosto brutto, sarebbe sembrato che lo volessi evitare; mentre dirgli di si non era delle scelte migliori, non con l'umore oscuro che mi ritrovavo addosso.

- Va bene dolcezza!! <3 Stammi bene! Xx -

Facile da dirsi, difficile da farsi. A quel messaggio decisi di non rispondere, sinceramente non sapevo nemmeno cosa gli avrei potuto dire. Lui mi diceva di stare bene, ma come potevo riuscirci? Forse per lui valeva la pena di ricomporsi, di cercare di riprendere la buona strada... Ma poi pensavo a Louis, che non aveva avuto nient'altro di meglio da fare chi dichiararsi, e lì tutti i miei buoni propositi venivano demoliti e buttati giù come una costruzione fatta di Lego.
All'improvviso sentì il cellulare vibrare nuovamente. Ed ora chi era? Forse Zayn che continuava a scrivermi? In realtà speravo che fosse il gestore telefonico, almeno evitavo problemi. Così andai a leggere sul display, accecante dalla luminosità troppo alta, il nuovo SMS.

- Ciao patatina!! c: Finalmente sono fuori dall'ospedale! Non vedo l'ora di passare un po' di tempo con te! :) Lou. xx -

E poi c'erano questi momenti, quelli in cui ti rendevi conto del vero casino che avevi combinato. Come facevo ad incastrare le varie giornate con i due senza fargli scoprire niente? Era peggio che un puzzle da 1000 pezzi. Forse mi sarei dovuta procurare una bell'agenda.
Più andavo avanti con questa storia, più queste situazioni si ripetevano, più il mio stress e la mia ansia si facevano sentire, più sigarette sentivo il bisogno di fumare. Cercavo di mantenere l'autocontrollo e resistere alla tentazione. Era molto dura come impresa: si sa, sono sempre stata una persona impulsiva.

- Ciao Lou!! :) Certo, anche io non vedo l'ora! :3 xx -

Dopo aver inviato quel messaggio patetico e arricchito di faccine per non dare troppo nel sospetto, incominciai a sentire verificarsi una di quelle situazioni in cui l'ansia mi consumava.
Respiro.
Uno.
Respiro profondo.
Due.
Un respiro dopo l'altro, cercando di utilizzare il diaframma.
Tre.
Era tutto talmente inutile. Mi mancava l'aria. Non ne avevo a sufficienza. Avevo bisogno di sentire altra aria dentro di me. Nuova aria. Aria piena di anidride carbonica. L'aria del fumo.
Dovevo cercare di resistere a questa mania, che ormai stava diventando un vizio, non potevo essere così debole, non potevo reagire ogni santissima volta così, ma purtroppo era più forte di me: sentivo le mani nel fremito di tirar fuori dalle tasche dei mie jeans, un pacchetto di sigarette, di accenderle e poi fumarmele una ad una... Dovevo scacciare dalla mia testa quel pensiero, ma purtroppo era impossibile, o per lo meno non ci riuscivo. Mi rendevo conto perfettamente che se fossi andata avanti in questo modo mi sarei rovinata, sarebbe diventata una dipendenza, ma in questo momento era più forte di me e sfuggire dalla tentazione di calmarmi non mi era fattibile. Questo succede quando una persona si mostra forte all'esterno, ma in realtà è fragile moralmente e alla prima difficoltà crolla a terra, diventa debole, il suo corpo rimane seduto sulle proprie ginocchia, senza riuscire mai ad alzarsi, ed è proprio in quel momento in cui avrebbe bisogno di aiuto, ma spesso l'aiuto non arriva e, senza forze, non è in grado di riprendersi, distruggendosi del tutto. A me stava succedendo più o meno tutto questo.
Fregandomene di questa fottuta vita di merda, lasciai sui cuscini del divano il mio cellulare, senza dare troppo conto se Louis mi avesse risposto. Avevo bisogno di pace e la vibrazione del telefonino non era affatto d'aiuto. Così, con le solite stampelle, mi avviai verso la finestra della cucina che dava sul retro della casa, su cui poi con un braccio mi appoggiai per tenermi. Finalmente il momento tanto atteso, quello in cui mi sarei potuta rilassare. Con impazienza tirai fuori da una tasca il pacchetto da dieci sigarette, di cui me ne erano rimaste sette. Dall'altra tasca feci uscire il caro accendino che mi avrebbe permesso di accendere la fiamma delle cicche, di farle bruciare e sprigionare il fumo che tanto volevo. Ne presi una, la portai tra le due estremità delle labbra e con un solo e semplice gesto l'accesi. L'anidride carbonica si sprigionò nella mia bocca, sul palato, fino a sentirla ardere nella gola, e l'ansia stava facendo la stessa e identica cosa. I miei muscoli si irrigidirono, ma non appena allontanai dalle labbra la sigarette ed espirai l'ossigeno, ispirato in precedenza con il naso, mischiato al fumo, mi rilassai come mai ero riuscita a fare. Era una vera a propria bomba del relax. Quando avevo la sigaretta in bocca, e mi faceva stare bene, poco mi importava delle conseguenze, in quel momento l'importante era solamente che mi sentissi in pace con me stessa, e questo me lo permetteva.
Ripetei la stessa azione più e più volte, ispiravo ossigeno e anidride carbonica, ed espiravo mentre la calma mi pervadeva, fino a che la cicca non finì. A quel punto non potei fare a meno di tirarne fuori un'altra dal pacchetto e accenderla. Alla fine arrivai a fumarne ben altre due, per un totale di quattro. Qualche giorno prima ero arrivata perfino a consumare un pacchetto intero da dieci, ma quello era stato un caso extra in cui mi ero vista con entrambi nello stesso giorno e tutti e due erano stati dolcissimi con me facendomi anche un piccolo regalo: non riuscivo a sopportare il fatto che due persone si dedicassero tanto a me ed io, senza che loro lo sapessero, le stavo deludendo. Quello era stato uno sfogo eccessivo, ma non volevo mai più arrivare a quei livelli, anche perché poi non sono stata un granché bene. Inoltre, ora ne avevo rimaste solo tre e non avevo intenzioni di finire anche quelle e non avevo nemmeno voglia di andarle a ricomprare.
Sinceramente non riuscivo bene a descrivere come realmente il fumare mi facesse sentire, posso solamente dire che appena ne sentivo il bisogno, capivo che era una cosa sbagliata e mi sentivo una vera merda. Poi, la voglia prendeva il sopravvento e ogni cosa perdeva importanza, me ne fregavo altamente delle cose da poter fare o meno. Sapevo soltanto che mentre percepivo il fumo dentro di me, era come se i miei polmoni si seccassero, ma allo stesso tempo mi dicessero: grazie, so che ci fai del male, ma se fa stare bene a te... So che potrebbe sembrare strano, ma io la interpretavo in questo modo. Il mio cervello in quei momenti smetteva di pensare, per una buona volta si interrompeva e mi impediva di fare le solite paranoie o scenette mentali che aumentavano solo il mio stress. Quando fumavo e chiudevo gli occhi ogni cosa attorno a me non esisteva più, tutti i miei problemi scomparivano, ma non perché era droga, ma per il semplice motivo che riuscivo a concentrarmi solo sull'ispirare ed espirare quel fumo, ed era dannatamente rilassante.
Il telefono di casa, posto in cucina, incominciò a squillare. Ed ora chi cazzo era? Non avevo assolutamente alcuna voglia di rispondere, così lo lasciai perdere. Questo continuò a produrre la sua suoneria, a me odiosa, dandomi un gran urto. Continuava ad insistere. Avrei voluto staccare la prese e farlo smettere, ma era un po' impossibile alquanto questa si trovasse dietro il mobile su cui il telefono era poggiato. A quel punto decisi di andare a rispondere: se fosse stato uno di quei call center di merda, giuro che gli avrei sbattuto il telefono in faccia. Afferrai le stampelle e andai verso l'apparecchio squillante, tirai su la cornetta e per una buona volta risposi.

Pronto? Chi cazzo è?” dissi acida. Forse avrei dovuto moderare i termini, ma pensare che quella chiamata mi aveva interrotta mi faceva saltare i nervi

Piccola Sam, sai che non si fuma, vero?” rispose l'interlocutore. Non riuscivo ad identificare bene la voce, ma mi era familiare. Chiunque esso fosse come diamine faceva ad avere quell'informazione?
Avevo già la battuta pronta per rispondergli per le rime, ma poi continuò a parlare: “Sai che fa male? Cosa succederebbe se tuo fratello, o i tuoi ragazzi lo venissero a scoprire? Ah, e a proposito dei tuoi fidanzatini, sei proprio una furbetta, eh? Non li puoi far soffrire così. Cosa succederebbe se i due venissero a sapere che li tradisci? Ti ritroveresti sola, ma tanto sei abituata alla solitudine, no?”

Rimasi pietrificata. Mi sentì sbiancare, il sangue raggelare. Riconobbi la sua voce, la sua sporca e putrida voce. Ancora lui no. Ora si metteva pure a fare lo stalker? Come cazzo faceva a sapere tutto? Io non lo avevo detto a nessuno, tanto meno a lui!! E se avesse raccontato ogni cosa a Harry, Zayn e Louis? Io sarei stata fottuta.

Non dici niente? Forse perché sai che ho perfettamente ragione. Comunque sappi che ti sto guardando e che ti osservo sempre. Sei peggio di una tempesta, Samantha”

Riattaccai. Non riuscivo a sopportare una parola di più di quel che diceva. Aveva ragione su quel che aveva detto, ma cosa significava che mi osservava sempre? Per caso mi spiava? Che in quel preciso momento era chissà dove vicino a me e mi stava guardando?
Paura. Il terrore mi pervase dalla testa ai piedi. Non era quel tipo di paura che si ha quando sei ansioso per qualcosa di importante o comunque cose del genere, era quel tipo in cui il sangue diventa freddo, la temperatura corporea cala e dei brividi ti percorrono la schiena. Speravo fosse uno scherzo telefonico, ma purtroppo non era così, ero sicura al cento per cento che quella fosse la sua voce, ormai la riconoscevo ovunque, non ti puoi dimenticare di una cosa che alla prima sillaba pronunciata di fa tremare dal terrore, o peggio, ti paralizza.
Con tutti i problemi e pensieri che aveva in questo periodo, non potevo di certo stare a permettermi di poter pensare a lui e alle sue schifose minacce, a questo incubo che nonostante tutto continuava a perseguitarmi. Sarebbe mai finito tutto questo? Avrei mai avuto un po' di pace? Forse no, dopotutto la parola 'pace' non è mai stata usuale nel mio vocabolario.
Con quello che era appena successo, l'aver fumato quattro sigarette non era servito a niente, tutto questo aveva fatto dissolvere nel nulla qualsiasi traccia di relax che il fumo era riuscito a procurarmi. Ero più rigida di un palo. I miei muscoli erano tesissimi. Sapevo bene di non poter affrontare qualsiasi cosa che non andasse bene con un accendino e qualche cicca, ma era più forte di me... e pensare che tutto era iniziato solamente come una prova per calmari, per non pensare al casino che avevo appena combinato... ora era diventata come una specie di dipendenza: qualsiasi cosa che mi provocasse un malessere non riusciva ad essere annientata se non con il fumo.
Cercai di sbloccare dalla paura, almeno per un attimo, il mio cervello e zoppicando tornai ad affacciarmi alla finestra. Le mie mani erano tentate di ritirar fuori il pacchetto e di consumare le ultime tre sigarette rimaste. Contro la mi volontà, per un raggio indefinito di tempo, riuscì a controllarmi, ma poi l'istinto prese il sopravvento e non potei fare a meno che fumarle tutte e tre, finendo il pacchetto. So che mi ero promessa di non farlo e di non fumarne così tante, ma ormai era una cosa talmente istintiva che non era più possibile mantenere il controllo. Appena fossi riuscita ad uscire di casa senza mio fratello, sarei andata a fare una bella scorta di pacchetti di sigarette: il pensiero che all'evenienza non ne avessi neanche uno mi faceva sentire persa... in quel caso come sarei riuscita ad affrontare il dolore?
Ormai piuttosto rilassata, cercai di non pensare ad altro che potesse innervosirmi, e raccogliendo la poca voglia che avevo di fare le cose, spensi l'ultima sigaretta fumata e poi eliminai qualsiasi traccia di cenere o di cicche che avrebbero potuto far sospettare qualcosa a mio fratello. Rimasi qualche altro minuto lì, affacciata alla finestra, a godermi un po', nonostante l'inverno non fosse lontano, il venticello freddo che soffiava. In seguito la chiusi e me ne ritornai in salotto a stendermi sul mio caro divano, fregandomene di tutto ciò che ci fosse sopra, e raggomitolandomi sotto le calde coperte: era una bella sensazione quella che si provava nel sentire il calore sulla pelle sopo che i brividi di freddo avevano scosso il tuo corpo; era un po' come la mia situazione, tutta la mia vita ora era il gelo, ma quando sarebbe arrivata la percezione del caldo che mi avrebbe fatta sentire bene?

Sam, sono tornato!!” gridò una voce, probabilmente quella di mio fratello, aprendo la porta di casa e facendomi leggermente spaventare. Io feci finta di dormire, sinceramente non avevo alcuna voglia di parlare con lui, anche perché il mio alito fresco fresco di fumata non glie l'avrebbe raccontata giusta, ed io a quel punto cosa gli sarei andata a raccontare?
Sentì i suoi passi avvinarsi a me: non è che aveva capito che stavo solo facendo finta e che in realtà ero sveglia?
Però, non era affatto come pensassi. L'unica cosa che fece fu quella di spostarmi qualche ciocca di capelli dal viso, coprirmi meglio con la coperta e poi darmi un lieve bacio sulla fronte andandosene. Quei gesti confermarono per l'ennesima volta che Harry, nonostante tutto, era una delle persone più dolci del mondo e che continuava a dedicarsi a me, anche se forse a volte cercava di farmela cavare da sola perché dopotutto non potevo rivolgermi sempre a lui per qualsiasi cosa. Di questo aveva ragione, ma lui non aveva capito che spesso non ero in grado di sopportare la pressione. Sapevo che forse raccontandogli ogni cosa avrebbe potuto aiutarmi, e ci avevo anche provato, ma come ogni volta che dovevo dirgli i miei problemi, la voce non usciva. Forse il vero problema era che non riuscivo ad ammettere davvero di avere un problema.
Rimanendo ad occhi chiusi ben presto il mio cervello si spense, smisi di sentire i rumori della Playstation proveniente dalla camera al piano di sopra e mi addormentai.

 

 

 

Una, due, tre, vibrazioni dopo l'altra. Lentamente e ancora rincoglionita aprì gli occhi. La luce del sole proveniente dalla veranda aperta mi accecò. Il telefono continuò a vibrare, si trovava proprio sotto il mio sedere. E ci credo che mi aveva svegliata. Con una mano lo afferrai e guardai il display, che con la sua luminosità mi accecò ancora di più. Erano precisamente le 12:01. Cazzo avevo dormito così tanto? Inoltre, avevo ben quindici notifiche datate tra ieri sera e stamattina: tre chiamate perse da Louis e due da Zayn, nove nuovi messaggi da Louis e uno da Zayn. In questo modo avevo appena constato che il primo era molto più insistente del secondo. La maggior parte degli SMS di Louis erano tutti della sera precedente in cui mi continuava a chiedere perché non rispondevo. No, ma sai, ero a fumare e poi ho ricevuto una chiamata piuttosto inquietante. Questo gli avrei dovuto rispondere, ma ovviamente non potevo. Poi ce ne era uno, finalmente diverso, di questa mattina alle 10:45.

- Ciao tesoro!! Scusa se ieri sera ti ho tartassata, ma non mi rispondevi!! :( Comunque, buona domenica!! Lou. xx -

Era stato davvero dolcissimo a scrivermi quel messaggio, ma speravo davvero con tutto il cuore di non ricominciare con la storia dei messaggini da diabete come quelli del giorno precedente, e rifar la stessa fine. Questa volta sarebbe stato davvero un vero problema, perché non avevo nessuna sigaretta con la quale sfogarmi.
Risposi al messaggio ovviamente mentendo.

-Ciao Lou! No tranquillo, è che mi si era scaricato il cellulare... Comunque, grazie!! Anche a te!! c: -

Ora speravo soltanto che non continuasse a scrivermi come faceva di solito. Facendo così potevo sembrare asociale, ma volevo evitare di tornare in preda all'ansia, almeno per un giorno, anche se ormai era quasi scientificamente provato che era impossibile.

- Grazie piccola!! :) Oggi che fai? Se non fai niente puoi chiedere a tuo fratello se ti accompagna a casa mia ;) -

No per favore Louis, non incominciare. Perché devi sempre complicarmi ogni cosa?
Improvvisamente incominciai a tossire, ma non perché ero sorpresa dalla sua proposta, ma perché mi sentivo di dover tossire, forse mi ero presa una di quelle influenze virali. E ci credo te ne stai sempre affacciata a quella dannata finestra.
Sinceramente ero indecisa se non rispondergli per niente, ma dopo davvero sembrava che lo facessi a posta, oppure se dirgli una bugia, tanto ormai tutta questa storia era fondata su falsità. Di certo non avrei accettato quell'invito, ormai avevo deciso di passare il weekend da sola e senza complicazioni.

-Mi piacerebbe, davvero Lou!! Ma scusa, non mi sento un granché... Ho la tosse, forse mi sta prendendo l'influenza :( -

Gli avevo anche mentito, ma non del tutto, dopotutto una parte di ciò che gli avevo detto era vera. L'unica cosa su cui avevo mentito era sul motivo per cui non potevo. È anche vero che la metà di una bugia non fa la verità...

- Oddio, mi dispiace :( Okay, fa niente... Riposati amore!! xx -

Mi piacerebbe risposare, lo farei meglio se non avessi combinato questo casino. A quell'ultimo messaggio non risposi, speravo che Louis non avesse incominciato a tartassarmi anche per non aver risposto a questo, sennò era davvero una palla al piede.
Chiusi la conversazione con lui e andai ad aprire il messaggio di Zayn.... ecco proprio quello che non volevo: i loro SMS nello stesso fratto di tempo.

- Buongiorno e buona domenica principessa mia!! <3 xx -

E poi c'era come al solito lui, che ogni volta che mi salutava dicendomi 'principessa'. La ritenevo una cosa davvero dolcissima, ma peccato che ero tutto tranne che una principessa, ero più che altro una strega del male.

- Grazie amore!! <3 Buona domenica anche a te!!
  P.s.: mi sono svegliata tardi :P -

- Ahahahahah dormigliona!! Comunque, come stai oggi? -

- Un po' meglio, grazie... Ma ho la tosse -

In realtà non stavo affatto meglio, ogni giorno era peggio, ma non potevo dirglielo, lui credeva fosse un problema di salute, non quello che intendevo io.

- Mi dispiace piccola :c -

- Non preoccuparti tesoro... Ora scusami, ma devo salutarti... Ciaooo!! xx -

Senza far caso se mi rispondesse o no lanciai il cellulare su uno dei cuscini del divano, anche se per un pelo non cadde. Non riuscivo più a stare a messaggiare con lui, ecco perché avevo interrotto la conversazione quasi subito. Tutti quei soprannomi dolci e carini mi facevano davvero scogliere, ma allo stesso tempo innervosire, questo perché erano detti da due persone ignare di quello che avevo fatto, se solo lo avessero saputo altro che 'piccola' o 'tesoro' mi darebbero della 'stronza' o della 'puttana', che è ben diverso.
Anche in questo momento sentivo nuovamente il bisogno dover fumare. Come previsto, ero fottuta, non potevo farlo: no sigarette, no fumo. Dopotutto forse era uno dei modi in cui potevo riuscire a smettere, ma in questo modo mi sentivo peggio, i miei polmoni incominciavano ad urlare e dire che volevano più anidride carbonica ed io venivo consumata da quel circolo vizioso in cui ero nemmeno da una settimana, e da cui non riuscivo ad uscire. Visto che non sapevo come poter fare, mi alzai da quel dannato divano e me ne andai alla solita finestra, ormai compagna di quasi interi pomeriggi passati a fumare. L'aprì e mi ci affacciai incominciando a respirare un po' di frescura dell'aria. Non avevo problemi se qualcuno mi avesse vista, la sera precedente mi ero addormentata vestita, ero giusto un po' spettinata, ma tanto si sa che i miei capelli sono piuttosto ribelli. Stare lì già mi faceva stare leggermente meglio, ma certo non era assolutamente la stessa cosa. Incominciai a scrutare il cielo grigio: nuvole a pecorelle, acqua a catinelle. Molto probabilmente si prevedeva una giornata di pioggia e perché no, anche un bel temporale ci stava. Poi il mio sguardo cadde sull'unico e grande albero posto nel nostro giardino: mio fratello vi era seduto sotto. Cosa ci faceva lì in giardino? Sinceramente appena mi ero svegliata non mi ero nemmeno posta la domanda di dove fosse, dopotutto in questi giorni, quando mi alzavo, ero abituata a sapere che non c'era perché era a scuola, ma oggi era domenica e giustamente non poteva essere lì. Ormai ero talmente abituata alla sua non presenza in casa di quest'ultima settimana che non ci facevo nemmeno più caso.
Continuai a guardarlo e notai che non stava semplicemente seduto, stava parlando e nel frattempo gesticolando con qualcuno, ma non riuscivo a vedere chi fosse il suo interlocutore. Dopo qualche minuto Harry si alzò e corse chissà dove, ed io riuscì a vedere la persona con cui era tanto intento a parlare: capelli lunghi e biondo cenere, occhi verdi e piuttosto alta... Chloe. Cosa ci faceva lei nel mio giardino? E soprattutto, che ci faceva lei con mio fratello? Incominciavo seriamente a pensare che tutto il tempo che Harry passava fuori di casa lo passava con lei. Oppure mi sbagliavo, stava parlando con lui solo perché era venuta a trovarmi, ma io dormivo...
Mio fratello tornò da lei e aveva qualcosa in mano, ma lo teneva dietro la schiena: gambo verde e corto, una corolla di petali bianchi... un bucaneve, uno di quelli che fiorivano nel nostro giardino. Cosa aveva intenzione di fare con quello? Come non detto, fece proprio quello che avevo intuito: lo portò davanti al suo petto e lo porse a Chloe che rimase sorpresa e fece un sorriso ebete. Quei due non mi convincevano affatto, insomma non ti metti a regalare a un'amica un fiore. Come se non bastasse, Harry riprese il bucaneve e lo mise tra i capelli biondi di lei. Ecco appunto, le mie teorie erano giuste. Tutto questo mi incuriosiva sempre di più e avevo intenzione di scoprire meglio questa faccenda, volevo sentire ciò che si dicevano, ma dalla finestra ero troppo lontana per sentirlo. Così, ripresi la camminata con lei stampelle e mi diressi fuori nel giardino, dove mi nascosi in un punto in cui non potessi dare nell'occhio, ma da dove potessi sentire tutto quello che si dicevano.

Harry, sei davvero dolcissimo! Sai che ti adoro, vero?” sentì dire da Chloe. Da quanto erano così amici?

Oh beh grazie, questo e altro per te!” risposi lusingato mio fratello. Ma smettila idiota, sei patetico.

Sai, a dir la verità ho sempre avuto un debole per i più piccoli, soprattutto quelli ricci” disse Chloe facendo un sorriso piuttosto malizioso e mettendogli una mano tra i suoi capelli, incominciando a giocare con i suoi boccoli. Chloe cosa cazzo stai facendo? Sono per caso tuoi quei ricci? Se non sbaglio lui sta con Alexandra!

Mmmmm bene a sapersi” rispose altrettanto malizioso

Sai, ti trovo molto sexy” gli disse lei alzando un sopracciglio. Chloe, modera le parole, non sai che è fidanzato?

In molte me lo hanno detto, ma sentirlo dire da te è un onore!” Fratellino, dici così solo perché lei è più grande di te di un anno.

Devi anche sapere che più ti guardo più ti trovo attraente, più mi viene voglia di baciarti e di saltarti addosso” disse lei guardandolo intensamente negli occhi e continuando a giocare con i suoi capelli. Harry ricambiò quello sguardo. Ora erano entrambi tuffati negli occhi dell'altro. No fratellino, non farlo, te ne pentirai, non fare il mio stesso fottuto errore, per favore, non anche tu. Ormai sapevo come andavano a finire queste situazioni, mi era successa la stessa cosa con Zayn: un bel bacio appassionante da cui non vorresti mai allontanarti. I loro visi si stavano avvicinando. No, non ve lo permetterò. Mi dispiace, ma è sbagliato, soprattutto nei confronti di Alexandra. Goffamente zoppicai il più velocemente lì da loro e appena in tempo riuscì a fermarli.

Harry!! Eccoti!! Ti ho cercato dappertutto!! Sai, è quasi ora di pranzo ed io ho fame!” esclamai mentre loro inizialmente si bloccarono e poi si allontanarono un po'. Mio fratello diventò tutto rosso, ma cercava di non farsi vedere, mentre Chloe mi lanciò un occhiata come per dire: Sam levati dai coglioni, sai stavo per baciare tuo fratello.

Oh sorellina!! Ciao!! Come, è già ora di pranzo?” chiese incredulo

Eh si!! Ma... ho interrotto per caso qualcosa?” domandai io con un sorrisetto soddisfatto nell'averli fermati

In realtà...” cercò di dire Chloe

No no!! Cosa stai dicendo!! Non hai interrotto assolutamente nulla!!” esclamò subito Harry un po' nervoso e senza lasciarla finire di parlare

Okay, meglio così. E tu Chloe, perché sei qui?” chiesi facendo finta di essere curiosa

Sai, sorellina, prima sono uscito a comprare il pane, l'ho incontrata e ci siamo messi a parlare, così alla fine le ho detto di venire qui per continuare a parlare...” disse lui spiegando ed ovviamente mentendo. Che scusa squallida, non avevi nient'altro di originale fratellino?

Oh okay...” dissi io facendo finta di credergli

Ragazzi, scusatemi, ma qui è davvero tardi e devo tornare a casa per pranzo...” ci disse Chloe alzandosi da terra

Se vuoi puoi rimanere qui a mangiare!” la invitò Harry

No, fratellino!” intervenni io

Perché?” mi chiese lui

Ehm... perché il frigo è vuoto e non saprei cosa offrirle, e poi non le consiglio di assaggiare la tua cucina sciatta a cui ormai sono abituata”

Ah ah ah, molto spiritosa”

Dai, non importa... Alla prossima ragazzi! Ciao!” disse abbracciando prima Harry e dopo me, per poi andarsene.
Appena non ci fu più traccia di lei lanciai un'occhiataccia a mio fratello, lui volse lo sguardo da un'altra parte.

Cosa succede con Chloe?” chiesi io minacciosa

Niente Sam, siamo solamente diventati molto amici...”

Come se io ti credessi... Ascolta, qualsiasi cosa tu abbia in testa non mi interessa, che sia chiaro, ma non ti far venire in mente idee strane”

Cosa intendi?”

Sai bene cosa voglio dire. Tu stai con Alexandra, non puoi tenere il piede in due staffe. Ricordati solo questo”

Lui non mi rispose e annuì solamente

Ora andiamo a mangiare, sai ho fame” dissi andando verso la porta d'ingresso e successivamente verso la cucina.
Mentre lui cucinava o mentre mangiavano non scambiammo una parola: se io gli dicevo qualcosa lui si limitava a rispondermi si o no. Sembrava avesse perso il senso della parola. Per me incominciava a riflettere su ciò che stava facendo e si sentiva in colpa, speravo fosse così. Solitamente non mi è mai interessato cosa gli passasse per la testa, ma questa volta mi sarebbe piaciuto saperlo.

 

 

 

Erano ormai erano le nove di sera e avevo ancora la cena sullo stomaco. Io me ne stavo, come al solito, stesa sul divano a guardare la TV, ma come ogni sera non c'era nulla che mi piacesse o soddisfacesse, ma cercavo di accontentarmi.
Harry, come sempre dopotutto, se ne stava in camera a giocare con quella dannata Playstation che per me a forza di usarla si sarebbe rotta, o avrebbe preso fuoco. La mia dipendenza era il fumo, la sua era una console. Insomma, eravamo proprio messi bene. Forse questo è un po' quello che succede quando non hai i genitori in casa e che ti controllano mettendoti dei limiti, anzi e questo non era il peggio, c'è gente che si andrebbe ad ubriacare o a drogare, ma fortunatamente noi non eravamo i tipi che facevano questo genere di cose.
Una breve suoneria si sovrappose al rumore della TV: era ovviamente il mio cellulare, per una volta non in silenzioso, si vede che senza accorgermene lo avevo tolto. Come immaginavo era un messaggio, insomma non avevo mai pace.

-Dolcezza, apri la porta, c'è una sorpresa c:-

Una sorpresa? Era per caso impazzito? Cosa voleva dire? Quel messaggio mi lasciò piuttosto perplessa, ma allo stesso tempo mi stampò un sorriso sul volto. Incuriosita mi alzai , andai alla porta d'ingresso e l'aprì. Quello che vidi, o meglio chi, mi riempì di gioia, i miei occhi si illuminarono ed io mi tuffai tra le sue braccia.

Zayn!! Amore!!” esclamai mentre mi strinse forte a lui. Anche io avrei voluto fare lo stesso ma le stampelle me lo impedivano.

Ti è piaciuta la sorpresa?” mi disse lui sorridendo

Si!! Ehi aspetta, quale sarebbe?”

Ahahah ancora non hai capito? Scemotta, sono venuto qui per stare un po' con te!”

Giusto, che deficiente che sono...”

Nonostante non avessi voglia di vedere nessuno, rivederlo mi fece felice, il mio cuore ricominciò a battere davvero. Forse non era poi così vero che preferivo starmene sola, io amavo passare del tempo con lui. L'unica cosa che mi impediva la felicità assoluta erano i sensi di colpa.

Ho portato due coperte calde, un film di quelli che piacciono a te e anche i popcorn! Proprio come ti avevo promesso ieri!” mi disse entrando in casa e sedendosi sul divano. Io lo raggiunsi e mi sedetti accanto a lui. Ormai non potevo mandarlo via, in realtà neanche volevo. Lui si che capiva come trattare il mio carattere, mi capiva e riusciva a farmi stare bene.
Mi diede un bacio sulla fronte e poi si alzò per andare a mettere il DVD nel lettore. Tornò seduto vicino a me e mi strinse tra le sue braccia, aspettando che il film iniziasse.

Mi sei mancata, principessa” mi disse con un tono di voce che mi fece scogliere. Io non risposi e mi limitai a sorridere, ma mi sarebbe piaciuto dirgli 'anche a me', ma non ne ebbi il coraggio.

Quando pensi di tornare a scuola?” mi chiese sperando come risposta un 'presto'

Domani non credo, ma entro questa settimana di sicuro”

Bene, perché non vedo l'ora che quel posto vuoto ormai da troppo tempo venga rioccupato dalla mia ragazza”

Il film incominciò ed io ne approfittai per non rispondere. In realtà gli avrei voluto dire tantissime cose, ma non ero una persona che riesce facilmente ad esprimere i suoi sentimenti.
Lui prese le coperte in plaid che aveva portato e le mise sopra di noi. Subito iniziarono a scaldarci, ma il mio cuore non era scaldato da quel tessuto in lana ma dalla presenza di Zayn vicino a me, dal suo respiro che sentivo così vicino. Per la prima volta nella mia vita pronunciai istintivamente delle parole che mai avrei pensato di dire.

Zayn, ti amo”

 

 

 

 

Angolo autrice: ciao a tutti!! allora scusate per il ritardo, ma ho avuto da fare... allora non posso trattenermi tanto, quindi mi dileguo subito LOL Allora cosa ne avete pensato di quest'altro capitolo chilometrico? Lascio a voi le ipotesi di quello che succederà :)
Non ho avuto tanto tempo di rileggere, quindi scusatemi per eventuali errori :(

Mi lasciate un recensione? Ne ho un bisogno psicologico, please! Anche solo per insultarmi!
Grazie di aver letto e grazie a tutti quelli che recensiranno!!
Baciiii <3
xoxo

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Capitolo 14
*** Tell Me A Lie ***


 

 

ATTENZIONE: Per vedere il trailer di questa FF CLICCATE QUI

 

 

'Caro Diario,

devo ammetterlo: il mio fumare è diventata una dipendenza, un impulso irrefrenabile che nemmeno io riesco più a controllare. Non volevo arrivare a questo punto, ma alla fine è stato inevitabile. Non so per quanto ancora reggerò questa situazione, per quanto ancora riuscirò a resistere prima di scoppiare e di autodistruggermi...

 

Baci, la tua Sam'

 

 

 

I corridoi di quell'edifico chiamato scuola mi ricordavano un po' quelli dell'ospedale, ma solo per via dello stesso colore d'intonaco delle pareti: il bianco. Questi però erano ben diverse, piene di armadietti e di ragazzi e ragazze, alcuni in preda al panico che credevano di far tardi in classe, mentre altri che se ne fregavano di questo particolare e si mettevano a pomiciare fra di loro come se non si vedessero da una vita, e magari non si vedevano neanche da cinque minuti. Ecco, perché non potevo essere nella situazione di quelle coppie? Certo, magari non a quell'esagerazione, ma perché non una, e ripeto una, relazione in cui puoi dire liberamente che TU sei solo SUA e che LUI è solo TUO? In parte per colpa mia e della mia deficienza.
Continuavo a pensare come sarebbe stata ora la mia vita SE avessi detto la cosa giusta da dire a Louis, ma purtroppo la storia non è fatta da 'se', da 'ma' o da 'però', è fatta da decisioni, ed io ormai, anche se sbagliate, le avevo prese.
Tutti non facevano altro che fissarmi, dopotutto ero riapparsa “magicamente” a scuola dopo quasi un mese. Vari tipi di sguardi erano puntati su di me: c'era chi sembrava divertito, chi rimaneva indifferente e chi sembrava dispiaciuto e provava compassione. Non mi piacevano affatto tutte quelle attenzioni, ero abituata a passare sempre inosservata e farmi notare solo nei momenti in cui facevo una figura di merda. Tutti quegli occhi che mi guardavano mi mettevano soggezione, e a dir la verità mi facevano sentire oppressa. Smettetela di guardarmi. Perché mi fissate? Pensate ad andare in classe invece che stare a puntare lo sguardo verso una con le stampelle. Speravo che tutto questo non mi provocasse ansia, non volevo mettermi a fumare pure a scuola, e poi dovrei avrei potuto farlo? Nel bagno? No, perché era quasi sempre “affollato” da qualcuno che stava scopando, oppure se solo l'odore di fumo fosse arrivato da lì a uno dei professori sarebbe scattata la caccia a “chi ha l'alito più sgradevole”. Allora potevo andare nel cortile? No, nemmeno lì, era un luogo troppo pubblico ed io avevo bisogno che non mi vedesse nessuno, insomma di essere da sola. In classe non avrei potuto di certo fumare e tanto meno per i corridoi, in cui c'era anche il problema dell'allarme antincendio; quindi era davvero impossibile poterlo fare a scuola, anche se ci vedevo molte persone, ma io avevo delle esigenze diverse dalle loro. L'unica cosa che forse mi impediva di creare delle ansie era mio fratello che camminava accanto a me aiutandomi ad oltrepassare la mandria di studenti, e questo mi faceva sentire decisamente meno persa. Mi sembrava di essere tornata al primo giorno di scuola, quello in cui avevo Harry vicino a me che salutava tutti ed io che non spiccicavo parola. Questa volta, però, era diverso non era lì per aiutarmi ad orientarmi nell'edificio (cosa che alla fine nemmeno aveva fatto), ma per aiutarmi a portare i libri in classe: finché avrei portato le stampelle ero costretta ad entrare nella mia aula un po' prima in modo che poi lui si dirigesse in tempo nella sua. Era veramente una gran rottura di coglioni, alquanto dovevo per forza svegliarmi piuttosto presto e sorbirmi le lamentele di Harry che mi diceva di sbrigarmi. Speravo che questo periodo finisse presto, oppure mi sarei esaurita anche per questo. Per fortuna il tempo passava in fretta, e un'altra cosa positiva era che avrei tolto il gesso prima di Natale e quindi non lo avrei dovuto passare con le stampelle, e questo mi sollevava da morire.
Oggi iniziava la tiritera e io e mio fratello arrivammo finalmente all'armadietto. Gli dissi di quali libri avevo bisogno e lui li prese in mano sbuffando.

Harry se non hai voglia di aiutarmi dimmelo, lo chiedo a qualcun altro più disponibile di te!” lo aggredì io

No, Sam, scusa è che ho altri pensieri per la testa, okay?”

Per me hai qualcuno in testa, che è ben diverso”

Smettila!”

Guarda che ho capito che c'entra Chloe!”

Basta, ancora con questa storia di domenica? Dimenticatene!”

Io lo dico solo per il tuo bene. Su dai, possiamo andare, per tua fortuna non mi servono altri libri”

Harry mi guardò sollevato e si incamminò verso la mia aula, io a ruota lo seguì. Ogni tanto lui velocizzava il passo ed io dovevo ricordargli che ancora non mi avevano messo il turbo sulle stampelle, anche se sarebbe stato piuttosto utile. A quel punto, lui doveva fermarsi e aspettare che lo raggiungessi. Si vedeva che era piuttosto scocciato da questa situazione, ma anche per me non era affatto divertente, ma non potevamo fare diversamente.
Dopo vari sbuffi di mio fratello e lamentele da parte mia, finalmente arrivammo al porta della mia aula, quella che poco mi era mancata. Sinceramente non avevo alcuna voglia di rivedere tutti i miei compagni di classe con i quali non avevo legato per niente, e soprattutto non volevo vedere i professori e il loro registro.
Quando entrai nella stanza non c'era praticamente nessuno, giusto qualche ragazzo secchione seduto al banco che ripassava la lezione della prima ora. Si, ero arrivata in anticipo, ma non per questo mi sarei messa ad aprire il libro, già mi bastavano quelle cinque ore terrificanti di mattina e quelle del pomeriggio passate a fare i compiti o a studiare. Mi sistemai al mio posto rimasto vuoto tutto questo tempo e mi girai verso la mia sinistra abituata a trovarci Zayn, ma ovviamente non era ancora arrivato. Poi ripensai che davanti a me in teoria vi era seduto Louis. Insomma, la fortuna era sempre dalla mia parte, avevo i miei ragazzi seduti uno accanto e uno davanti, andava di male in peggio. Per fortuna ancora Louis non sarebbe tornato per un po', dopotutto era ridotto molto peggio di me, quindi era più che comprensibile. Per ora quindi il problema non si poneva, ma quando si sarebbe fatto di nuovo vivo a scuola, come avrei fatto a sopportare di averli entrambi accanto? Come sarei riuscita a non fargli scoprire nulla se entrambi mi avrebbero parlato? Cazzo e se uno di loro mi avrebbe dato uno dei soprannomi dolci con il quale mi chiamavano e l'altro avrebbe sentito? Non volevo immaginare cosa sarebbe successo. Forse era meglio se mi fossi concentrata sulla lezione, senza parlare né con l'uno né con l'altro, era la cosa migliore, dopotutto ero a scuola per studiare e non per chiacchierare durante le lezioni, anche se erano piuttosto noiose. Ora dovevo smettere di farmi tutte queste paranoie e filmini mentali, erano inutili, avrei agito quando mi si sarebbe presentata davanti la situazione.
Salutai Harry che se ne andò per i corridoi in ricerca della sua aula, ed io mi misi ad aspettare che la classe si riempisse.
Sembrava che il tempo non passasse mai, ma dopo circa dieci minuti arrivò finalmente Zayn che aveva una faccia un po' assonnata. Il mio cuore riprese a battere all'impazzata, ogni volta che lo vedevo mi succedeva. Vedere la persona che mi faceva stare meglio al mondo mi riempiva di gioia, peccato che io ero incapace di ricambiare nel modo dovuto.
Senza accorgersi della mia presenza, si sedette al suo posto accanto a me, posò i libri sul banco e poi ci si buttò sopra come a volerli usare da cuscino: era chiaro che avesse sonno. Io mi avvicinai al suo orecchio e incominciai a sussurrargli qualcosa ridacchiando.

Buongiorno amore... Sai esiste il letto per dormire”

Al sentire la mia voce sobbalzò e alzò la testa verso di me. Quando vide che ero veramente lì vicino a lui e non era solo la sua immaginazione ad averlo colpito, inizialmente sgranò gli occhi e poi esplose dalla felicità stringendomi forte a lui.

Principessa!! Finalmente sei tornata!! Mi mancava non averti seduta su questa sedia!!”

A dir la verità, per quanto poco mi sia mancata la scuola, anche a me”

Finalmente le lezioni non saranno più noiose con te accanto!” mi disse facendo l'occhiolino

Mi dispiace deluderti, ma non starò a chiacchierare tutto il tempo... Devo recuperare il programma di quasi un mese! Forse è meglio che io stia attenta, non credi?” risposi io mentendogli sul motivo per cui avrei dovuto ascoltare la lezione, ma non potevo di certo dirgli 'No mi dispiace, ma devo evitare che, quando Louis tornerà, venga a sapere di noi due e viceversa.' No, non potevo di certo dirgli così.

Si, credo che tu abbia ragione... Sai, mi piace quando fai la saggia, ti rende... sexy” disse con tono un po' malizioso. Io arrossì leggermente. Stava scherzando vero? Io, sexy, ma quando mai?

Grazie...” riuscì solamente a dire voltando lo sguardo da un'altra parte. Poi decisi di cambiare discorso “Mi sembri parecchio assonnato, come mai?” chiesi incominciando a pensare male, a farmi tutte le più possibili ipotesi, ma quella che più mi rimbombava in testa era 'E se avesse passato la notte in bianco con un'altra?' Speravo seriamente che non fosse così, che non avesse fatto quello che pensavo. Si, ero gelosa, perché lui era MIO. Diceva quella che poi sta anche con un altro.

Io e mia madre siamo stati tutta la notte all'ospedale da mia sorella, che non si sentiva molto bene, quindi siamo stati lì a controllarla. Ho sonno perché ho dormito pochissimo, facevamo a turni per chi dormisse e chi rimanesse sveglio, ma con l'agitazione che avevo addosso non riuscivo a dormire nemmeno quando potevo. Insomma, è stata una nottataccia” disse appoggiando il gomito sul banco e mettendosi una mano tra i capelli, come per dire 'tutto questo non è possibile'. Io tirai un sospiro di sollievo, avevo pensato al peggio e invece non era come avevo supposto. Sembrava sincero, e sapevo che non avrebbe mai usato sua sorella come scusa o come copertura, si rendeva conto che la sua situazione era grave e che non andava sfruttata.

Oddio, mi dispiace, soprattutto ora che l'ho conosciuta... Ma non stava meglio?” chiesi confusa e un po' preoccupata per Sarah

Così sembrava, ma questo tipo di malattia è imprevedibile, può migliorare all'improvviso come peggiorare”

Oh mamma mia... Beh, se eri stanco per questo motivo, un motivo valido, perché non sei rimasto a casa a riposare? Per un giorno, capirai...”

Lo so, ma sono venuto ugualmente, voglio cercare di fare meno assenze possibili, già ne ho fatte molte quando c'eri anche te all'ospedale... Poi pensa che se non fossi venuto, tu saresti venuta qua e non mi avresti trovato”

Già hai ragione. Beh, vedi di non russare mentre il professore spiega” lo presi io in giro. Lui mi fece una smorfia, e nello stesso momento il prof entrò in classe, interrompendo la nostra conversazione. L'insegnante avanzò verso la cattedra, appoggiò il suo borsone e si sedette sulla sua sedia.

Buongiorno ragazzi” ci salutò lui

Buongiorno” ricambiammo tutti in coro. Lui si incominciò a guardare intorno e quando mi vide fece una faccia piuttosto sorpresa, ma anche contenta, come per dire 'finalmente posso spulciarti qualche interrogazione, è da quasi un mese che devo sentirti' e questo mi terrorizzava da morire, non sapevo nulla di quello che avessero fatto in questo periodo.

Signorina Styles, finalmente è tornata tra noi! Come sta?” mi chiese il professore rivolgendosi ovviamente a me

Grazie professore, a parte le stampelle ora sto bene” gli dissi vaga, non avevo alcuna voglia di parlare di me, tanto meno a lui

Meglio così, ne sono contento. E Tomlinson?”

Lui sta molto meglio, è stato dimesso da pochi giorni dall'ospedale, quindi non so quando tornerà.”

Oh capisco, mandagli i miei saluti quando lo vedi”

Certamente” risposi io annuendo. Già mi immaginavo la faccia di Louis quando gli avrei detto che il prof lo salutava, infatti mi scappò un piccolo risolino.
La lezione iniziò e noi fummo costretti ad aprire il libro e incominciare ad ascoltare. Già dopo mezz'ora mi sembrava tutto così noioso, e Zayn si stava perfino per addormentare. Io gli diedi una leggera gomitata sul braccio in modo da non farlo collassare dal sonno.

Zayn, non dormire, se il prof ti scopre sono guai” gli sussurrai io, ma mi accorsi che il mio tono era leggermente alto, infatti il professore si girò immediatamente verso di me e mi guardò male. A Zayn scappò una risatina, poi strappò un pezzetto di carta da un foglio del quaderno e incominciò a scrivere qualcosa. Mi sembrava tanto di essere tornata indietro nel tempo, quando comunicò per la prima volta con me in classe, durante una lezione. Poi, senza farsi vedere, mi mise il bigliettino sotto gli occhi.

Ehi amore, attenta a non rimanere fulminata dallo sguardo del professore, sai è pericoloso :P Comunque grazie di aver impedito che mi addormentassi.
P.s.: ti amo <3

Quel pezzetto di carta mi stampò un bellissimo sorriso sul viso. Adoravo la dolcezza di Zayn nei miei confronti. Sapevo che forse era meglio se avessi lasciato perdere questa storia del bigliettino, che non dovevo affezionarmi troppo a nessuno dei due, ma come potevo? Loro erano sempre pieni di attenzioni nei miei confronti, non riuscivo a resistergli. Sapevo che in questo modo mi facevo solamente del male, ma mi rendevo conto che era inevitabile che prima o poi tutto questo sarebbe uscito fuori, e a quel punto sarebbero arrivati i momenti bui e tristi, quindi in parte preferivo approfittare dell'amore nei miei confronti, quello che poi sarebbe diventato odio profondo. E poi per oggi con i bigliettini non rischiavo nemmeno, Louis non c'era e non c'era nemmeno i pericolo che si accorgesse di qualcosa...

Ahahahah oh tesoro <3 comunque non ringraziarmi, l'ho fatto per il tuo bene LOL
Uffa, la lezione è noiosissima :(

Altro motivo per mandarci bigliettini ;) Comunque di cosa stiamo parlando? Non ci sto capendo una mazza!!

Sinceramente nemmeno io, però so che stiamo parlando del codice civile... Che palle!

Ahahah a chi lo dici! Siamo ai primi di dicembre e già non sopporto più la scuola!

Pensa, io non la sopportavo già dal primo giorno di scuola :)

Insomma, siamo proprio messi bene. ;) Comunque piccola, quando sei libera ti porto a fare un giro <3

Afferrai il suo bigliettino, ma non feci in tempo a poggiare la penna sul pezzo di carta, che una figura imponente incominciò a farmi ombra sul banco. Io alzai la testa verso destra e mi ritrovai il professore a braccia incrociate, che sbatteva ripetutamente il piede a terra e che mi rivolgeva un'occhiataccia.

Signorina Styles, ora ci mettiamo anche a scrivere bigliettini? Siamo per caso alle elementari? Si ascolta la lezione, non si giocherella” disse in tono di rimprovero, ma ironico, l'insegnante. Non risposi e voltai lo sguardo da un'altra parte, non mi andava di guardarlo in faccia. Anche Zayn si girò e cercava di fare l'indifferente.

Da quanto vedo dall'espressione di Malik, è coinvolto in qualche modo anche lui, dico bene?” continuò a dire il professore. Entrambi non dicevamo niente, anche perché qualsiasi parola fosse uscita dalla mia bocca in quel momento sarebbe stata fuori luogo, e non avevo intenzione di farlo alterare ulteriormente.

Ora datemi tutti i bigliettini che avete, oppure vi mando in presidenza” ci minacciò lui. Mi girai verso Zayn che mi passò tutti i pezzetti di carta, e io a mia volta li diedi al professore. Interessato ne lesse qualcuno e fece una faccia divertita, ma allo stesso come per dire 'voglio vedere adesso se sono noioso', e questo non mi piaceva affatto.

Non vi mando dalla preside, ma sappiate che questo non vi risparmierà di certo una nota.” disse mentre si avvicinò al cestino “...I ragazzi di oggi...” biascicò tra i denti mentre buttò tutti i nostri bigliettini. Poi si avvicinò alla cattedra, aprì il registro e incominciò a scrivere la nota dicendola per fino a voce alta: “Styles e Malik durante la lezione si divertono a fare i bambini delle elementari, scambiandosi sorrisini e fogliettini di carta con i quali comunicano”

Io e Zayn diventammo tutti rossi dall'imbarazzo e l'intera classe scoppiò in risolini fastidiosi. Ovviamente torno a scuola e cosa mi aspettano? Le figure di merda, ovvio, quelle non mancano mai.
Per tutto il resto della lezione decidemmo di non tentare più la sorte, e di stare attenti, per quanto fosse possibile, alla lezione. L'unica cosa che facevamo era scambiarci qualche sguardo, ma a momenti il professore non si lamentava anche per quello, ormai ci aveva praticamente presi di mira.

 

 

 

Le prime tre ore di lezione era finalmente terminate, e la campanella della ricreazione suonò per la felicità di tutti noi. Chiesi subito a Zayn se mi passasse le stampelle. Avevo voglia di andare un po' per i corridoi, non mi andava affatto di passare l'intervallo chiusa in aula con il professore che sfogliava il registro, solo per via dei miei dannati trampoli. Zayn acconsentì e me le passò aiutandomi a mettermi in piedi. Poi mi diede un dolce bacio sulla fronte e mi disse che, se non mi dispiaceva, sarebbe andato a parlare un po' con alcuni amici per i corridoi. Io gli risposi che non c'era alcun problema e subito dopo ci dirigemmo verso la porta della classe, quella che ci avrebbe permesso la “libertà” per circa quindici minuti. Sinceramente non sapevo bene cosa fare, dopotutto mi ritrovavo sola a vagare per quei corridoi affollati. Mentre camminavo un sacco di persone che correvano, non vedendomi, mi vennero addosso e rischiai di cadere. Si, fatemi spiaccicare per terra, tanto ho solo una caviglia rotta, facciamoci anche la giunta.
Incominciai a cercare Chloe, giusto per non rimanere sola e parlare un po' qualcuno e magari avrebbe anche sputato fuori il rospo su quello che succedeva con mio fratello, ma la scuola era gigantesca e trovarla era una vera e propria impresa. Dopo averla cercata per qualche corridoio mi arresi, non valeva la pena scervellarsi in questo modo. Poi, però, quello che fare mi venne in mente appena vidi una persona. Alexandra. Era da moltissimo tempo che non la vedevo, a dir la verità l'avevo vista solo un paio di volte, una quando ho sorpreso lei e mio fratello a pomiciare, e poi qualche altra volta in giardino con Harry, ma non avevo mai comunicato più di tanto con lei. Forse mi sarei dovuta scusare per il mio comportamento un po' asociale e arrogante nei suoi confronti, visto che le uniche volte che le avevo parlato erano state per aggredirla, e altre giusto per salutarla e non fare la maleducata. Di mio parere, sembrava una brava ragazza, con la testa a posto, e a dirla tutta ora non mi dispiaceva affatto che stesse con Harry, perché lui mi diceva di amarla e pareva che lei ricambiasse il sentimento. Speravo solo che mio fratello non avesse fatto lo stupido, che, dopo l'episodio e le mie parole di domenica scorsa, avesse capito cosa dover fare, che avesse preso la decisione giusta. Dopotutto si vedeva che lui era innamorato pazzo di lei, da come la guardava e da come ne parlava, ma come me era un po' incoerente, perché se era così non c'era alcun motivo di comportarsi in quel modo con Chloe.
Questo era il momento giusto per scusarmi con Alexandra, per dirle che ero felice che Harry avesse trovato una ragazza come lei. Così mi avvicinai a lei che, rispetto a me, era girata di spalle e, nonostante la sua folta chioma di capelli ricci, vidi che si teneva il viso tra le mani.

Alexandra... Sono Samantha, la sorella di Harry... Ti posso parlare?” le chiesi un po' timida. Lei subito si girò verso di me e si tolse le mani dal viso per guardarmi. I suoi zigomi erano completamente bagnati, i suoi occhi affogavano nelle sue stesse lacrime, dalla sua bocca usciva un singhiozzare insistente.

S-si... D-dimmi...” mi rispose lei tra un singhiozzo e l'altro, a momenti non riusciva a parlare.

Io ero venuta a scusarmi per il mio comportamento nei tuoi confronti, ma... cosa ti è successo??” chiesi un po' sbalordita, ma anche preoccupata per via del suo aspetto e del suo pianto insistente. Lei aprì la bocca per far uscire una risposta, ma uscì solamente un altro singhiozzo di dolore. Non capivo cosa le stesse succedendo, non la conoscevo molto bene, ma vederla in quel modo mi faceva stare dannatamente male.

Ehi, ehi... Calmati e poi mi racconti tutto, okay?” le dissi per tranquillizzarla “So che sono stata arrogante nei tuoi confronti, e mi dispiace, ma dopotutto sono la sorella del tuo ragazzo, puoi fidarti di me”
Le mie parole non fecero altro che aumentare il suo pianto, e di mia sorpresa mi abbracciò. Insomma, non ci eravamo mai cagate, ed ora piangeva sulla mia spalla. Non so perché, ma avevo il sospetto che in tutto questo c'entrasse Harry, anzi ne ero quasi sicura. Se si trattava di un qualcosa in cui mio fratello non c'entrava niente, allora perché non era andata da lui a farsi consolare?

Alexandra... Se fai così non credo che tu risolva nulla, qualsiasi sia il tuo problema. Ora mi fai il piacere di calmarti e di dirmi cosa è successo. Se invece non vorrai raccontarmi niente, non importa, basta che tu ti tranquillizzi.” le dissi io, mentre lei sciolse l'abbraccio e poi mi guardò annuendo e continuando ad affogare nelle lacrime.
L'accompagnai fino ad uno di quelle macchinette automatiche con le bevande che si trovavano nei corridoi, le feci prendere un bel tè caldo, e poi entrambe ci sedemmo su delle sedie non troppo lontane da lì. Lei incominciò a bere un po' di quella bevanda bollente e, tirando su con il naso, inziò a calmarsi e a smettere di piangere, anche se le lacrime le continuavano a scendere.

Bene, ora che ti sei finalmente un po' tranquillizzata, mi diresti con calma quello che è successo? Scusa, ma ora sono davvero curiosa, una persona non può piangere in questo modo se non è per qualcosa che la fa stare davvero male” dissi io incoraggiandola a raccontarmi ogni cosa.

Samantha...”

Chiamami pure Sam, lo preferisco” la interruppi io

Sam... non ce la faccio, io lo amo più di ogni altra cosa. Amo i suoi ricci, i suoi occhi color smeraldo, il suo sorriso, la sua simpatia, insomma io amo ogni singola cosa di lui, per fino i suoi difetti. Pensavo che mi amasse, e forse una volta era così, ma ora non credo che per lui sia più la stessa cosa. Non ho mai amato un persona quanto lui, ma forse lui non riuscirà mai ad amarmi quanto io amo lui. Questo non gli è bastato per rimanere con me, non gli è bastato che io gli affidassi il mio cuore, non gli sono bastata io.” incominciò a dirmi mentre le sue guance continuavano a bagnarsi. Io la guardavo e l'ascoltavo attentamente.

E con questo, cosa vorresti dire? Lui ti ha lasciata?” gli domandai ancora un po' confusa dell'accaduto.

No, sono stata io a lasciarlo” rispose mentre stava per scoppiare nuovamente, ma cercò di trattenersi. “L'ho lasciato libero, libero di stare con chi vuole, di stare con quella barbie dai capelli biondo cenere, con quella tua amica.”

Chloe? Scusa, ma non capisco...” le dissi io facendo finta di non sapere nulla di quello che avevo visto la domenica precedente.

Quando è suonata la ricreazione sono semplicemente andata da Harry per salutarlo, per abbracciarlo, per baciarlo, per stare un po' con lui, ma era già in compagnia, in buona compagnia per quanto sembrasse”

Era con Chloe, vero?”

Baciava Chloe, che è diverso. Io ho incominciato a piangere, lui mi ha visto e ha cercato di giustificarsi, ma io gli ho detto chiaramente queste parole: 'credevo che tu mi amassi, ma da quanto ho visto non è così. Beh, sii felice con lei, non parlarmi più, non cercarmi più, e soprattutto non pensarmi più. Mi fidavo di te, ma dopo quello che ho visto, mi dispiace, è finita' Poi sono scappata via piangendo”

E lui come ha reagito?”

Mi ha solamente detto 'No Alex, aspetta', Chloe lo ha preso per un braccio fermandolo, e poi non l'ho più visto, ma a me poco importava di cosa avrebbe fatto in quel momento, ormai mi aveva spezzato il cuore...”

Non sapevo cosa dirle, ma non potevo sopportare che mio fratello avesse fatto soffrire in quel modo una persona. Di tutte le ragazze che aveva avuto, Alexandra era stata l'unica a reagire in quel modo, ad amare in quel modo Harry, ma evidentemente lui non lo aveva capito, era troppo ottuso per capirlo, e si era comportato come con tutte le altre ragazze che aveva avuto.
Si capiva che ci stava veramente male, le sue lacrime erano di dolore, e non semplici lacrime di coccodrillo. Si sentiva distrutta, si sentiva morire dentro, molto probabilmente ora per lei niente aveva più importanza, ogni sentimento era stato frantumato in mille pezzi, qualsiasi progetto avesse fatto con mio fratello era crollato, tutto si era trasformato in macerie.
Provavo compassione per lei, non riuscivo a vederla in quel modo, soprattutto se era per colpa di Harry. Poi, un pensiero mi attraversò la mente, una specie di flashforward: io nel suo stesso stato d'animo, affogata nel suo stesso dolore. E se quando ogni cosa verrà a galla io mi sentissi, reagissi nello stesso modo?

Si sapeva che non ero molto brava con le parole, non in questo genere di situazioni. L'unica cosa che feci per confortarla fu darle un grande abbraccio, cercando di farla sentire meglio.

Sam... Grazie... Okay, non abbiamo legato mai moltissimo, non ci siamo mai andate molto a genio, e apprezzo che nonostante questo tu mi abbia aiutata” disse riconoscente e ricambiando l'abbraccio

L'ho fatto perché ho capito che tu ami veramente Harry, gli stavi facendo capire cosa fosse veramente l'amore. Quando ero a casa, lo vedevo tra le nuvole, lo vedevo innamorato, però io, che abito con lui da diciassette anni, posso assicurarti che è un donnaiolo, non si è mai impegnato seriamente con una ragazza, lui è fatto così. Anche se stavolta avrei giurato che sarebbe rimasto con te fino alla morte, ma come al solito non è riuscito a trattenersi dall'attrazione di un'altra.” le spiegai io sciogliendo la stretta.

L'ho visto, insomma la baciava con la lingua e nel frattempo le accarezzava l'interno coscia...” mi raccontò mentre, ripensando all'accaduto, strinse le mani in pugni.

Cosa?!?! Non credevo arrivasse anche a questo punto!!” dissi sorpresa, ma anche con una vena di rabbia, afferrando le stampelle appoggiate accanto alla mia sedia e alzandomi in piedi.

Sam, ma dove vai?!” chiese lei confusa

Scusa, ma Harry si merita una bella strigliata dalla sottoscritta, e soprattutto prima che la dannata campanella di fine intervallo suoni!” gridai io mentre mi allontanai

No, Sam! Aspetta! Lascialo stare!” mi richiamò Alex, ma ovviamente feci come al solito di testa mia, e mi catapultai immediatamente da mio fratello. Non era difficile trovarlo, tutte le ricreazioni si accampava nello stesso corridoio, nello stesso e identico punto, anche se non con sempre gli stessi e identici amici. Oggi con lui c'erano Niall, Liam e altri ragazzi, alcuni mai visti in vita mia. Con furia mi avvicinai al gruppetto e mi rivolsi a Harry che in quel momento mi dava le spalle.

Harry” lo chiamai io con tono minaccioso e di disprezzo. Tutti i suoi amici guardarono prima me un po' confusi, poi mio fratello divertiti dalla sua espressione, e infine tra di loro come per dirsi 'Oh sono curioso di quello vuole sua sorella, magari ci scappa una rissa tra fratelli.' Okay, una rissa non ci sarebbe di certo stata, ma una bella sfuriata si. Harry lì per lì rimase immobile, poi sembrava indeciso sul girarsi o meno verso di me. Alla fine scelse la seconda opzione, anche perché sapeva che quando pronunciavo il suo nome con così tanta rabbia per lui non c'era via di scampo.

S-sorellina? C-cosa vuoi?” mi rispose lui titubante

Voglio che tu capisca le cose, visto che mi sembri piuttosto ottuso!” incominciai io sfottendolo

Ehm... Non capisco di cosa tu stia parlando...”

Primo, invece sai benissimo di cosa parlo. Secondo, ecco appunto non capisci mai niente. Terzo, è il fatto che tu sia diventato solo un puttaniere di prima categoria!” lo aggredì io con fare sapiente. I suoi amici incominciavano a godersi la scena divertiti, tanto che sentì Niall sussurrare a Liam: “Ooooh le cose si fanno interessanti, ci vorrebbero dei popcorn!”

Sam, ma cosa cazzo stai dicendo? Ti sei forse bevuta il cervello?” disse Harry scattando in difesa, ma questa volta quella che aveva ragione ero io, per una volta era lui quello ad avere torto.

No mio caro! Dico solo la verità! Domenica ti avevo avvertito di non fare passi falsi, di non tenere il piede in due staffe! Per una volta che ti ho dato un consiglio decente tu non mi hai ascoltata!”

Come fai a sapere che...”

Sai mi ritrovo la tua cara Alexandra che amavi tanto e per cui avevamo anche litigato, piangere come una forsennata e a quel punto mi è venuto domandato: cosa è successo?” lo interruppi io

Io beh... Non l'ho fatto a posta...”

No, manco poco! Cazzo, Harry le ci è voluto un sacco per calmarsi, piangeva e singhiozzava, mentre mi raccontava cosa aveva visto le continuavano a scendere le lacrime! Non l'hai capito che lei ti amava e ti ama sul serio? Non è una di quelle puttanelle con cui sei stato precedentemente, lei ti voleva veramente! Però tu, sissignore, hai voluto fare il doppio gioco con Chloe!”

Alle mie parole Liam strabuzzò gli occhi, ovviamente ignaro di tutta quella storia.

Ed ora cosa c'entra mia sorella con tutto questo?” chiese poi un po' minaccioso nei confronti di mio fratello

Liam c'entra che Harry ha tradito la sua ragazza con Chloe, tua sorella. E anche tu, fratellino, neanche a dire che fossi furbo! Ti metti a baciarla e ad accarezzarle l'interno coscia durante l'intervallo, quando sai benissimo che nella stessa scuola c'è anche Alex?” continuai io rivolgendomi prima a Liam e poi a mio fratello

Cosa cazzo hai fatto tu, amico?!” incominciò ad aggredirlo Liam avvicinandosi verso Harry

Io... io... ho fatto solo quello che mi sentivo! Smettetela di aggredirmi tra tutti! Si lo ammetto, ho tradito Alex con Chloe, ma sono cazzi miei quello che faccio e a voi non deve interessare nulla! È la mia vita e faccio quel che voglio!” si difese lui

Io lo dico solo per il tuo bene! Con questa situazione non hai fatto altro che spezzare il cuore di una persona, una persona che teneva a te! Fratellino sarai dolce, gentile, bello e tutto quello che ti pare, ma lasciatelo dire, sei anche un bastardo. E non mi importa se lo sto urlando ai quattro venti! Che lo sentano tutti! Che tutti si rendano conto di questo! Non si gioca così con i sentimenti delle persone, con il cuore di qualcuno” risposi io con disprezzo. Alcuni incominciarono a guardarlo con dispregio, altri iniziarono a ridacchiare. Lui si guardò intorno, abbassò lo sguardo schifato da come lo stavano trattando le persone inclusa io. In quel preciso istante la campanella suonò, e tutti fummo costretti a rientrare nelle nostre rispettive classi.
Vedere come aveva reagito agli sguardi di tutti mi fece sentire un po' in colpa, forse avevo esagerato, ma lui se l'era cercata, io lo avevo avvertito. Certo, non ero di certo la persona adatta per fargli quel discorso, perché io stavo facendo più o meno il suo stesso errore, facevo il doppio gioco, e mi ero anche arrabbiata perché non volevo che lui dovesse reggere la mia stessa situazione. Forse quello che era successo aveva fatto capire molte più cose a me che a lui: quando tutto si sarebbe venuto a sapere, qualcuno avrebbe sofferto, qualcuno si sarebbe arrabbiato, ed io avrei avuto tutti contro di me e mi sarei ritrovata da sola.
Quel pensiero mi perseguitò praticamente per tutto il resto della mattinata. Avevo capito quanto un piccolo gesto può trasformarsi in una bomba che può esplodere da un momento all'altro.

 

 

 

Tornati a casa io e mio fratello non ci parlammo per niente. Mentre pranzavamo mi guardava offeso e pieno di disprezzo per come lo avevo sfottuto davanti a tutti, facendomi sentire sempre di più i sensi di colpa.
A un certo punto, durante il pranzo, disse di non avere più fame e se ne salì al piano di sopra, rinchiudendosi ovviamente in camera a giocare alla Playstation. Io finì di mangiare e poi mi sedetti sul divano accendendo la TV e controllando il cellulare: avevo un messaggio.

- Ciao patatina! :3 So che oggi sei tornata a scuola! Come è andata? Che ne dici se passi da me e mi dici un po' quello che avete fatto oggi? :) Lou xx -

Pensavo di poter avere un po' di tranquillità finché lui non tornasse a scuola, ma a quanto sembrava no, me lo dovevo sorbire durante il pomeriggio. Se fosse stato semplicemente un mio amico gli avrei detto volentieri di si, ma purtroppo non era così e non sapevo che fare, non era giusto nei confronti di Zayn, però quando stavo con Zayn non era giusto nei confronti di Louis. Era peggio di uno sciogli-lingua, o peggio ancora di un indovinello.

-Ciao Lou! Diciamo che è andata abbastanza bene, a parte che ho litigato con mio fratello, ma non importa. Comunque per me va bene, faccio un salto a comprare una cosa e poi arrivo ;) xx -

Alla fine decisi per accettare, non potevo sempre evitarlo, forse questa volta ne avrei potuto approfittare per lasciarlo e porre finalmente fine a questa situazione dannatamente scomoda, dovevo solamente trovare coraggio e dirgli come stavano le cose. Forse gli avrei spezzato il cuore, e questa era la mia paura più grande, ma se lo fosse venuto a sapere da qualcun altro sarebbe stato anche peggio.
Con le stampelle mi alzai dal divano, mi misi il cappotto per ripararmi dal freddo, chiamai un taxi e aspettai che venisse a prendermi. Avrei dovuto avvertire mio fratello che stavo uscendo, ma non ne avevo voglia, tanto non se ne sarebbe nemmeno accorto; conoscendolo, quando era di questo umore, non sarebbe uscito neanche a forza dalla camera.

Quando il taxi arrivò mi ci catapultai dentro e questo mi portò dove gli avevo chiesto: la tabaccheria che, per mia fortuna, si trovava a dieci minuti da casa di Louis. Scesi dall'auto ed entrai nel negozio. Avevo bisogno di comprare altre sigarette; a dir la verità, il giorno dopo che le avevo finite, ero andata a comprarne altri cinque pacchetti da dieci, ma nonostante fosse giovedì li avevo già consumati tutti. Si, avevo decisamente esagerato. Probabilmente era piuttosto pericoloso comprarli adesso e portarli dentro casa di Louis: se li avesse trovati e mi avrebbe scoperta? Cosa gli avrei detto? Quali sarebbero state le mie spiegazioni? Però ultimamente non mi capitava spesso di uscire di nascosto, e perciò non potei fare diversamente.
Mi avvicinai al bancone e il proprietario della tabaccheria si avvicinò.

Buonasera, mi potrebbe dare due pacchetti di sigarette da dieci della Marlboro?” gli chiesi io gentilmente. Questa volta decisi di contenermi sul numero di pacchetti, dopotutto non avrei saputo dove nasconderli.
Il tabaccaio annuì, li prese e me li mise sul bancone facendomi il conto. Poi pagai, lui mi diede il resto e presi i pacchetti ringraziando, ed infine mi girai verso l'uscita. Mentre camminavo verso la porta ero intenta a guardare il mio acquisto che sembrava mi parlasse e dicesse: 'sappiamo che vuoi, fumaci, fumaci, sappiamo che è più forte di te...' Boh, forse ero diventata pazza, ma era vero, ne avevo una voglia matta, ma dovevo cercare di resistere. All'improvviso, proprio sulla soglia della porta, andai a sbattere contro qualcuno che stava entrando. Alzai lo sguardo per guardare in faccia la persona che avevo urtato e inizialmente non realizzai chi fosse, ma notai che mi guardava con sguardo perplesso.

Oh, mi scusi, non l'avevo vis... Ehi, aspetta un attimo... Niall?? Che ci fai tu qui?” domandai sorpresa riconoscendolo. Oh merda, mi ritrovavo Niall davanti ed io avevo due pacchetti di sigarette in tasca. Cazzo, speriamo non se ne accorga.

Ciao Sam, io sono qui perché volevo un “gratta e vinci”. E tu che ci fai qui? E soprattutto che ci fai con due pacchetti di sigarette che sbucano dalla tasca del tuo giacchetto?” mi chiese confuso. Ora capivo perché prima mi guardava in quel modo.

Oh... Ehm... No... Cioè è che non sono i miei! Si, li ho comprati io, ma non sono per me!” cercai di dire sperando di trovare una scusa

Ah no? E per chi sono? Non mi dire per tuo fratello, perché lui non fuma”

No, infatti... Sono per mio padre!”

So anche che vostro padre ora è all'estero per lavoro. Sam, dì la verità, tu fumi, vero?” mi chiese come per dire che aveva capito tutto

Niall, no. Io non fumo.” riuscì io a rispondergli in modo secco e diretto, ma soprattutto serio.

Okay, okay, come vuoi tu. Comunque, sappi che non lo dirò a nessuno, ma se vuoi un consiglio smettila, ti rovini e basta. Non capisco perché tu lo faccia, ma la vita è la tua, io ti dico solo il mio parere.”

Niall, guarda che lo so che fa male, ma come ti devo dire che queste sigarette non sono le mie? Credi quel che ti pare! Ora scusami, ma devo andare” continuai io mentendo e con un fare un po' acido. Forse ero risultata antipatica, ma mi sentivo tremendamente a disagio.

Va bene, va bene. Ciao, ma ricorda le mie parole”

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, per poi uscire dalla tabaccheria. Dovevo incontrare proprio Niall? E proprio quando ero andata a comprare le sigarette? E questa poi non si può chiamare sfiga? Speravo solamente che se ne fregasse di questa storia, che mi credesse, ma non doveva andare a dire niente di tutto questo a Harry, o mi avrebbe uccisa.
Sistemai meglio i pacchetti nella tasca facendo in modo che non si vedessero, e ripresi, come sempre zoppicando, la strada per la casa di Louis.
Dopo circa cinque minuti ero quasi arrivata, quando da lontano vidi qualcuno di familiare, qualcuno che mi fece salire in la rabbia, qualcuno con cui avevo bisogno di parlare.

Chloe!!” la chiamai io. Lei mi vide e tutta sorridente corse da me. Peccato che io non ero affatto del suo stesso umore, quel sorriso le si sarebbe spento appena avrebbe sentito ciò che le dovevo dire.

Ciao Sam! Come va?” mi salutò entusiasta di vedermi

Diciamo bene. E a te invece come va con mio fratello?” le domandai io con fare arrogante. Lei spalancò gli occhi, si immobilizzò e incominciò a guardarmi come per dire 'Come cavolo fai a saperlo?' E se lo chiede pure? Io in un modo o nell'altro so sempre tutto.

Ehm... Scusa, ma che cosa intendi? Io e lui siamo solo amici...” mentì lei cercando di darmela a bere, ma non era così, non dopo aver avuto la conferma che lui tradiva Alex con lei.

Ma per favore! Non fare la finta tonta, Chloe! Credi che io non sappia niente?! È da domenica scorsa che ho capito che te e mio fratello uscite insieme! Ed oggi ne ho avuto la conferma da quella che in teoria era la sua vera ragazza!” incominciai io aggredendola

E allora? Si può sapere cosa vuoi da me?”

Ascolta, noi due in teoria eravamo amiche, giusto? Bene, allora ti do un consiglio d'amica: lascia stare mio fratello, hai capito?”

Senti Sam, questa è la vita di Harry non la tua, di conseguenza lui fa e sta con chi gli pare e piace!”

Ma non per questo ha il diritto di giocare con i sentimenti di una persona! Alexandra ci sta malissimo!”

E da quando ti interessa di lei? Mi è sembrato che non ti è mai andata a genio”

Sai, incominci a non andarmi a genio nemmeno tu! Almeno so che lei lo ama!”

Primo, con quale faccia vieni a dirmi che non ti sto a genio dopo tutte le volte che ti ho aiutata? Secondo, che ne sai di quello che provo io nei confronti di Harry? Terzo, se devi stare qui a insultarmi allora sparisci che è meglio!”

Tu non ami Harry! Lo trovi solo attraente, o sennò non ti saresti fatta accarezzare l'interno coscia da lui!” dissi rinfacciandole quello che sapevo

E con questo cosa vorresti dire? Che sono una puttana?” ribatté lei un po' come in segno di sfida

No, non voglio assolutamente dire questo! Okay? Io credo semplicemente che tu non sia la ragazza giusta per lui, Alexandra lo faceva sentire amato e per una volta lo vedevo sul serio innamorato. Poi però sei arrivata tu facendo non so che cosa e lui è stato attratto da te, spezzando in mille pezzi il cuore di Alex. Ma sai che ti dico? Tu e mio fratello fate quel che cazzo vi pare! Dopotutto io non sono nessuno! Tu azzardati solamente a fare un passo falso, un qualcosa che lo faccia soffrire, a rovinargli la vita che te la dovrai vedere con me. Questo ti è chiaro?!” la minacciai io. Tutte le persone che erano per strada si erano girate a guardarci, non ci eravamo rese nemmeno conto che avevamo alzato un po' troppo la voce. Ecco, bene un'altra figuraccia, ma non mi importava, volevo solamente il meglio per Harry.

Si, mi è chiaro, ma tu non mi dici di certo cosa fare!”

Non ti sto dicendo cosa fare, ti sto semplicemente avvertendo! Perché sai, quello che lui ha fatto nei confronti di Alex per colpa tua non è affatto carino! Ha fatto un doppio gioco, ha messo il piede un due staffe, e questo ha causato solo dolore per lei!” continuai io spiegandole la situazione in cui aveva mandato Harry “E questa sarà la stessa cosa che succederà quando si verrà a sapere che io sto facendo il suo stesso e fottutissimo errore!”

Chloe mi guardò prima confusa, poi sorpresa dalla mia affermazione. Porca puttana. Senza ragionare, avevo appena detto il pensiero che mi era passato per la testa, avevo rivelato che anche io facevo in un qualche modo la stessa cosa che aveva fatto mio fratello.

Aspetta, aspetta... Tu stai con due ragazzi?” chiese ormai curiosissima Chloe

No!! Cosa cazzo dici!!” andai subito io cercando di smentire ogni cosa

Prima non hai detto la stessa cosa. Hai capito un po' furba la nostra Sam. E poi vieni da me a dirmi che ho fatto fare il doppio gioco a Harry?! Ma statti un po' zitta! Prima pensa a te stessa e poi alla vita degli altri! Non puoi giudicare se prima non guardi un po' come sei tu!” disse lei rinfacciandomi tutto ciò che le avevo detto
Mi sentivo scoppiare, sotto pressione da quello sguardo puntato su di me e che sapeva parte della mia situazione. Si aspettava che le rispondessi, ma non ci riuscivo e, senza dire nulla, ripresi a zoppicare: prima la urtai in segno di disprezzo e poi continuai per la mia strada. Sentì che lei mi disse qualcosa, ma non riuscì a capire cosa e così lasciai perdere senza dargli troppa importanza.
Incazzata, impaurita, nervosa, ansiosa, e in preda a tante altre emozioni tutte insieme arrivai davanti al portone di casa di Louis, feci un respiro profondo cercando di calmarmi e suonai il campanello.

 

 

 

 

Angolo autrice: ehilà gente!! Allora, premesso che credevo di riuscire ad aggiornare più tardi per via di vari impegni tra amiche, cugina e cuginetto, ed invece ci sono riuscita ad una settimana esatta dall'altro capitolo!! c:
Prima di parlare del capitolo, vorrei far notare che ho creato il banner di questa FF! Io lo adorooo!! E voi che ne pensate? Lasciatemi un parere :3
Per quanto riguarda il capitolo... Che ne pensate? È chilometrico come al solito lo so lol ma come vi è sembrato? Vi lascio rispondere a delle domande:
Cosa succederà a casa di Louis?
Cosa ne pensate della reazione di Alexandra? E di quella di Harry? E di quella di Chloe?
Inoltre, finalmente in questo capitolo ha avuto uno spazio abbastanza importante Niall. So che non ne ha avuto molto durante la storia, ma più avanti ne avrà di più ;)
Cercherò di aggiornare al più presto!

Intanto mi la lasciate una recensioncina? Please, ho davvero bisogno dei vostri pareri!! ç__ç
Grazie a chi ha letto e a chi recensirà!
Detto questo mi dileguo c:
Baciiii <3

xoxo

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Capitolo 15
*** The Ice, The Cold, Do Only Part Of A Feeling Called Fear ***


 

 

ATTENZIONE: Per vedere il trailer di questa FF CLICCATE QUI

P.s: Alla fine leggete l'angolo autrice, è importante!!
 

 

 

Aspettai davanti al portone per qualche minuto, ma nessuno mi era venuto ad aprire. Forse Louis non era in casa, ma come era possibile se stava aspettando che arrivassi? Incominciavo anche a credere che avessi sbagliato abitazione, ma poi controllai i nomi sulla targhetta sotto il campanello e c'era chiaramente scritto il cognome 'Tomlinson'. Suonai nuovamente, ma la portà non si aprì. Era inutile rimanere lì imbambolata, a morire dal freddo, e soprattutto con tutte le emozioni negative che mi attraversavano. Così feci per andarmene, ma poi sentì la porta aprirsi e poi afferrarmi i fianchi, bloccandomi. Si era finalmente deciso ad aprirmi! Di colpo mi irrigidì. Non ero abituata alla sensazione delle sue mani che mi cingevano la vita, o per lo meno non quelle di Louis. Non c'era mai stato molto contatto fisico tra di noi, nemmeno un bacio, ero sempre riuscita ad evitarlo. Pensare di baciare un altro al di fuori di Zayn mi sembrava piuttosto strano, non riuscivo ad immaginare le mie labbra su quelle di qualcun altro, insomma non mi sarebbe sembrato normale, ed inoltre lo tradirei "ufficialmente" e per me sarebbe stato ancora più difficile gestire tutto questo.

"Ehi, dove credi di andare? Sei appena arrivata e già vuoi andartene?" mi sussurrò avvicinando il suo viso tra l'incavo del mio collo e il lobo dell'orecchio. Il suo respiro raggiunse la mia pelle. D'impulso cercai di scansarlo alzando una spalla e contraendo il collo, e nel frattempo dei brividi mi percorsero il corpo, ma non erano gli stessi che mi provocava Zayn, quelli erano ben diversi. Subito dopo aumentò la presa su di me e mi strinse ancora più a lui, finché i nostri corpi non erano praticamente in contatto tra di loro. Come se non bastasse incominciò a stuzzicarmi e a lasciarmi umidi baci sul collo. Non potei fare altro che incominciare a pensare male, chiunque fosse stato nella mia situazione avrebbe ragionato nel mio stesso modo. Non volevo assolutamente che finisse come nei filmini mentali che mi stavo facendo, perciò aiutandomi con le stampelle cercai di allontanarmi leggermente e lui, intendendo che volessi essere lasciata, sciolse la presa dai miei fianchi, ed io potei finalmente girarmi verso di lui e guardarlo in faccia. In realtà avevo paura anche di essere faccia a faccia con lui, sapevo che la sua intenzione fosse quella di baciarmi, ma la mia non era affatto la stessa. Quando ero con lui avevo sempre questo timore addosso, dovevo stare sempre attenta, anche se ero siscura che prima o poi sarebbe successo, era inevitabile, non potevo sfuggirgli sempre, a meno che non fossi stata più la sua ragazza. Ed ora chi cazzo aveva il coraggio di lasciarlo?
Cercando di non guardarlo troppo negli occhi, quegli occhi quasi azzurro mare che in certi momenti riuscivano a congelarti, finalmente feci uscire qualcosa dalla mia bocca: "Hai forse intenzione di lasciarmi qui fuori a gelare ancora per molto?" cercai di essere il più ironica possibile, ma era vero, stavo morendo di freddo. La sua risposta fu solo un sorrisino divertito e poi mi fece cenno di entrare e di accomodarmi.
Andai a sedermi sul divano poco più lontano dall'entrata, appoggiai le stampelle accanto a me e poi mi tolsi il cappotto che porsi a Louis e che a sua volta lo appese sull'appendi abiti. Proprio davanti a me c'era un bel caminetto in cui ardeva un fuocherello che emanava calore e riscaldava la casa rendendola più accogliente. Quel calduccio era proprio ciò che mi serviva, soprattutto dopo essere stata parecchio tempo fuori. Il calore aiutò a rilassarmi, e i miei muscoli pian piano si distesero ed io non apparivo più tesa come il ramo di un albero. Louis prese della legna riposta in una cassapanca non lontana, la mise sul caminetto alimentando ancora di più il fuoco. Il legname bruciava, le fiamme ardevano emettendo scoppiettii fragorosi. Poi si sedette accanto a me e mise un braccio attorno alle mie spalle. Quel gesto mi ricordò tanto quando fece la stessa cosa nel parcheggio dell'agriturismo, quando camminavamo verso l'entrata, insomma mi ricordava quella serata da sogno finita in tragedia. Dopo neanche due secondi incominciò a fissarmi e in un certo senso a contemplarmi. Mi sentivo in soggezione, così mi guardavo intorno cercando di non incontrare il suo sguardo, ma alla fine fu inevitabile: il ghiaccio dei suoi occhi era una specie di calamita. Le mie pupille si inchiodarono sul suo sguardo, io mi immobilizzai, non muovevo più un muscolo.
Gli occhi di Zayn mi facevano nuotare nella cioccolata.
Gli occhi di Louis mi congelavano, mi toglievano la forza di muovermi.

Il mio respiro andava ad intermittenza, non era regolare, come se anch'esso si fosse gelato. Quello sguardo aveva fermato anche il tempo, ecco perché mi sembrava che i secondi non passassero mai. Volevo sfuggire da quelle pupille ghiacciate, ma i miei muscoli non me lo permettevano. Nemmeno le fiamme che bruciavano nel camino riuscivano a scogliere il ghiaccio nei suoi occhi, a farlo diventare acqua.
Percepivo ancora la voglia di voler fumare, o forse saliva sempre di più. Volevo sentire il fumo nella mia gola, magari mi avrebbe aiutata a scappare da quel freddo che percepivo, si, perché non può esistere nulla di peggiore che passare dalla sensazione di calore a quella di gelo. Avevo voglia di uscire allo scoperto, di metter fine a tutta questa storia, ma non ne ero in grado, e soprattutto sapevo quali sarebbero state le conseguenze, ma ancora non riuscivo ad immaginare realmente come avrei reagito.
Solitudine.
Malinconia.
Tristezza.
Sensazione di vuoto.
Sentirsi inutile, uno schifo.

Questo sarebbe stato l'inizio della fine di tutta questa storia. Non ero ancora decisamente pronta ad affrontare tutto questo, ed il bello è che avevo creato ogni cosa da sola. Già non riuscivo a sopportare emozioni come l'ansia o lo stress cercando di eliminarle con il fumo, come avrei potuto sopportare anche questo? Non potevo farcela. Per ora doveva rimanere tutto così come era, certo non ne ero contenta ma preferivo così, o sennò avrei rischiato di distruggermi completamente.
Avrei voluto dire qualcosa, aprire bocca, per cercare di metter fine a questo momento così, a dir la verità, inquietante, ma non ne ero capace, schiudevo le labbra ma dalle mie corde vocali non usciva nemmeno una vocale. A questo punto speravo fosse lui quello che iniziasse una coversazione, ma niente, non faceva uscire nemmeno una fottuta parola dalla sua bocca, continuava a fissarmi e a inchiodarmi con lo sguardo, ma io non riuscivo più a sostenerlo e questo mi provocava ancora più inquietudine. Poi il suo viso, il suo corpo, si avvicinarono sempre di più a me, fino a che non fummo fronte contro fronte e la punta dei nostri nasi si sfiorava. Finalmente riuscì ad abbassare lo sguardo. Non volevo che succedesse quello ormai era chiaro che stesse per succedere, ero sempre riuscita ad evitarlo, ma ormai i miei movimenti erano stati destabilizzati ed io non riuscivo a ritirarmi. Mentre continuavo a guardare verso il basso, lui prese con la mano destra il mio mento e lo alzò leggermente, spostando poi il mio viso ancora più vicino al suo. Ora le nostre labbra erano lontane solo qualche millimetro; percepivo il suo respiro vicinissimo; il mio cuore batteva all'impazzata, si, ma dalla paura. Era assurdo avere paura di baciarlo, ma avevo il timore di come mi sarei potuta sentire dopo, molto probabilmente ancora più confusa.
Ecco che quando le nostre labbra si toccarono, io ebbi come una scossa, un fremito. Cercai di spostarmi, mi era bastato quel fottuto secondo, non volevo assolutamente andare oltre allo sfiorarci. Lui mi impedì di "sfuggirgli" e mi afferrò il collo premendo ancora di più le sue labbra sulle mie. Io appoggiai la mia mano sinistra sulla spalla cercando di allontanarlo, ma lui aumentò ancora di più la presa e insistette. Come se non bastasse cominciò a muovere la sua bocca sulla mia, e nel frattempo cercava la mia lingua con la sua. No. Anche questo no. Per favore Louis, basta crearmi complicazioni. Stop. Ma ovviamente era inutile che pensassi, dopotutto lui non poteva leggermi nel pensiero, e se anche avesse potuto non credo che mi avrebbe ascoltata. Quando le nostre lingue si trovarono incominciarono ad intrecciarsi. Lui mi baciava con foga, io contro la mia volontà incominciai ad addolcirmi e lentamente a ricambiare muovendo le mie labbra. Era la cosa più sbagliata che avessi mai fatto nei confronti di Zayn, ma dopotutto era più o meno la stessa cosa che facevo nei confronti di Louis quando ero con Zayn.
Dopo qualche minuto in cui ci ritrovavamo praticamente a pomiciare, io riuscì a trovare la forza di staccarmi dalle sue labbra. Incominciai a rivolgergli uno sguardo supplicante, e lui confuso mi accarezzò la guancia. Tolsi la sua mano dal mio viso e poi rivolgendo lo sguardo da un'altra parte gli dissi: "Non mi avevi chiesto di venire per dirti cosa avevamo fatto oggi a scuola?"

"Considerala una scusa per passare un po' di tempo con la mia ragazza..." rispose lui un po' divertito, però lui non sapevo che io non ero solo la SUA, ma anche di un altro; se solo lo avesse saputo non avrebbe detto quella frase con lo stesso tono di voce, o ancora meglio, non l'avrebbe detta per niente.

"E poi tu una volta non avevi il braccio ingessato?" gli chiesi poi io notando questo particolare, e cercando di deviare il discorso precedente.

"Si, ma ho tolto il gesso l'altro ieri... Sai, non era una rottura troppo grave. Comunque, finalmente ce l'ho fatta a baciarti" rispose con tono malizioso

"S-si..." dissi io titubante. Era meglio se non lo avessi fatto, ora sono più confusa di prima, ora mi sento in colpa, i sensi di colpa mi divorano, e tutto questo a causa di questo fottuto bacio.

"E dimmi... ti è piaciuto?" chiese aspettandosi come risposta un 'si', ma sicuramente la mia risposta non sarebbe stata quella oppure non avrei risposto per niente; difatti rimasi in silezio, aspettando che il tempo passasse e che magari lasciasse perdere la sua domanda. Però dovevo ammettere che Louis con i baci ci sapeva fare, e non era stato poi così male.

"Okay, non mi rispondi, quindi vuol dire che ti è piaciuto..." continuò lui spavaldo. Non potevo lasciargli pensare questo, dopotutto io non gli avevo risposto!

"Non rispondo perché voi uomini siete tutti uguali!" mi affrettai a dire io buttando una frase a caso.

"Si, ti è piaciuto" insistette lui. Spazientita sbuffai a mi misi una mano sulla fronte come per dire 'tanto con te non c'è rimedio'.
All'improvviso, di mia sorpresa lui si alzò dal divano. Inizialmente pensai che volesse andare da qualche parte, invece si abbassò verso di me e mi prese in collo proprio come fa uno sposo con la propria sposa.

"Louis, mettimi giù! Cosa cazzo fai?!" esclamai io sorpresa e leggermente spaventata dal suo gesto. Mi dimenai un po' con le mani per fargli capire di mettermi giù, ma dopo neanche due secondi smisi visto che in quel modo rischiavo di cadere. Louis si riaccomodò sul divano e mi mise sopra di lui a cavalcioni. Dio, ma non gli bastava avermi accanto? Mi voleva per forza sopra di lui? Se solo non avessi avuto la caviglia ingessata già mi sarei tolta, già mi sarei ribellata dalla sua decisione, ma non solo la caviglia me lo impediva, anche la sua presa un po' troppo forte per i miei gusti.

"Louis, mi spieghi cosa diamine hai intenzione di fare?" gli chiesi io allarmata e un po' aggressiva, ma la verità è che avevo paura della sua risposta. Ovviamente lui non diede ascolto alla mia domanda e continuò a fare di testa sua, a fare quello che stava facendo.Tenendo ancora salda la presa su di me, attraversando tutta la colonna vertebrale, portò le sue mani fino al mio sedere. Io sobbalzai dalla sorpresa e lui incominciò a baciarmi nuovamente. Inizialmente ricambiai i suoi baci, ma poi leggermente scioccata da tutta quella situazione scostai il mio viso dal suo.

"Louis!! Smettila!! E toglimi le mani dal culo!" lo richiamai e sgridandolo.

"Va bene... Sarai accontentata..." rispose lui facendo un sorrisetto malizioso, e portando le mani da un'altra parte. Andavamo di male in peggio. Con la punta fredda delle sue dita riattraversò tutta la mia schiena, ma questa volta in modo differente: sotto la maglietta. Quando poi arrivò al mio reggiseno, il mio cuore quasi non esplose. Louis ma cosa cazzo ti prende? Cosa cazzo hai in mente? Io incominciai a guardarlo prima da ebete, poi da cretina ed infine da disperata, ma lui sembrava solamente divertito. Ovviamente la sua prossima mossa era prevedibile: cercare di slacciarmi il reggiseno. Quando fece il suo tentantivo, subito gli tirai via le mani da sotto la maglietta e, nonostante fossi ancora terrorizzata dal ghiaccio che ricopriva i suoi occhi, lo guardai intensamente e gli presi il viso tra le mani.

"Louis... Io... Io non posso... Non voglio e... non sono pronta" gli dissi io titubante. Il suo viso si cosparse di delusione, ma dopo qualche secondo un sorrisetto tornò ad illuminargli il volto.

"Lo immaginavo... Io almeno ci ho provato" ammise lui cercando di non perdere il suo bel sorriso

"Già, ma... io non sono una di quelle ragazze facili, e ancora non ho intenzione di andare a letto con nessuno. Non volevo fidanzarmi fino all'età di trenta anni e tu pensi che io abbia intenzione di concedermi così facilmente?" risposi cercando di mostrarmi ironica, ma non so quanto fossi riuscita nel mio tentativo.

"Lo so, hai ragione... Scusami, davvero. È soltanto che io... io ti voglio, ecco."

"Louis... Basta, okay?" dissi io cercando di porre fine a quell'argomento tremendamente imbarazzante, che ormai aveva tinto di rosso le mie guance.

"Ti aspetterò" rispose lui facendomi un occhiolino. Non ti conviene aspettare. Non succederà. Non finché tutta questa situazione di merda non si risolverà.

"Ora che ne diresti di mettermi giù?" gli chiesi ridacchiando e deviando la sua affermazione. Lui arricciò il naso divertito e con delicatezza mi rimise seduta vicino a lui che in seguito mi abbracciò. Io non potei fare altro che accoccolarmi a lui con il pensiero di quello che sarebbe successo se Zayn fosse venuto a sapere di questo pomeriggio, oppure se Louis fosse riuscito nel suo tentativo e Zayn lo fosse venuto a sapere... molto probabilmente sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale.

"Louis, tu non hai detto niente della nostra relazione, vero?" gli chiesi improvvisamente in preda al panico

"Certo che no, piccola. Tu mi hai chiesto di stare zitto ed io ci sono rimasto"

"Okay bravo, e continua a non dire niente, come già ti avevo detto non voglio che mio fratello lo venga a sapere. Sai che è ancora incazzato con te a causa dell'incidente che ci hai fatto fare, no?" mi giusitificai io mentendo

"Lo so, lo so. Non lo posso dire nemmeno a Zayn? Oppure ad un altro dei miei amici?" Ma sei impazzito? Tu lo vorresti dire a Zayn? No, caro, credo che non ti conviene.

"No!! Non devi dirlo a nessuno!! Tanto meno ai tuoi amici che sicuramente lo andranno a dire a Harry!" mi affrettai a rispondere, anche se ero sicuramente parsa per una schizzofrenica.

Passammo un altro po' di tempo a chiacchierare e scherzare davanti a quel camino, quando il mio cellulare interruppe tutto. Lo tirai fuori dalla tasca e guardai chi era: Harry.

- Ciao sorellina. Ho parlato con i dottori e hanno detto che tra una settimana ti tolgono il gesso. -

Un ampio sorriso causato dalla mia felicità si stampò sul volto. D'altra parte, però quel messaggio mi era parso così freddo e distaccato, forse era ancora arrabbiato con me per come lo avevo sputtanato davanti a tutti, e un po' mi dispiaceva. Ora però non riuscivo a concentrarmi su questo, la notizia che mi aveva dato era davvero stupenda: tra una settimana non sarei più stata costretta a muovermi con le stampelle, sarei tornata a dormire nel mio letto, sarei tornata praticamente libera.

"Ehi, cosa è quel sorriso?" chiese curioso Louis

"Mi ha scritto mio fratello. Bella notizia: ha detto che tra una settimana i dottori mi toglieranno il gesso!!" risposi io super entusiasta. Solo una settimana, una fottutissima settimana e la tortura dei trespoli sarebbe finita.

"Bene! Ed io tra una settimana, se non meno, me ne torno a scuola! Non vedo l'ora di scherzare con te durante le lezioni!" Anche tu?! No! Louis, basta di complicarmi le cose! Fuori finsi un sorriso raggiante contenta della notizia, ma dentro di me mi rabbuiai: se lui fosse tornato sarebbe stato tutto più difficile.

"Certo, anche io... Ma ti conviene anche stare attento alla lezione se non vuoi essere bocciato" gli dissi in tono ironico e fancedo un occhiolino, lui rispose facendomi una smorfia.
Con Louis, nonostante il suo tentantivo di fare sesso con me, mi trovavo bene, mi divertivo un mondo con lui e le sue battute, ma non provavo le stesse emozioni di quando stavo con Zayn, erano due cose completamente diverse.
Il battito cardiaco accelerato con Zayn.
Affetto e sorrisi con Louis.

 

* * *

 

'Caro Diario,

so che è da una settimana quasi che non ti scrivo, ma tra Zayn, Louis, la scuola e le sigarette non ci sono riuscita. Come al solito sono successe una miriade di cose, insomma non ho proprio pace. Una settimana fa Louis ha provato a portarmi a letto, ma fortunatamente non è successo. Stranamente, anche se in bilico su una corda, sono riuscita a gestire la situazione sebbene facendomi del male. Più penso che tutto questo è stato causato per colpa mia, per una semplice decisione non ragionata, più mi sento uno schifo. Tutto questo è solamente simbolo della mia DEBOLEZZA interiore...

 

Baci, la tua Sam'

 

 

Un'altra giornata straziante di scuola mi aspettava. Le ultime erano state davvero irreggibili, rischiavo veramente di impazzire e di finire in un manicomio. Louis era tornato a scuola ormai da due o tre giorni e questo non aveva provocato altro che un "corri e fuggi" da una parte all'altra durante la ricreazione: prima da Zayn e subito dopo da Louis, o viceversa. Per non parlare poi di quello che succedeva durante la lezione quando entrambi si annoiavano e incominciavano a chiamarmi, a inviarmi messaggi o bigliettini. La cosa peggiore era che se non gli rispondevo quasi subito loro insistevano e continuavano ad assallirmi. Giuro che a volte mi sarei messa ad urlare davanti a tutti, ma per una volta dovevo trovare un po' di autocontrollo. Ormai questa situazione andava avanti fin da troppo tempo e giorno dopo giorno diveniva sempre più straziante e insopportabile, ma ormai la paura di perdere delle persone come loro era troppo grande. L'unica cosa positiva della giornata era l'essermi finalmente liberata di un peso: delle stampelle e del gesso che avevo tolto il giorno precedente. Finalmente potevo camminare normalmente per i corridoi, senza tutti quegli sguardi puntati addosso, senza mio fratello che doveva farmi il servizio portandomi i libri in classe, essere finalmente indipendente camminando solo con le mie gambe. Certo, ancora zoppicavo un po' perché la caviglia doveva riprendere vigore, ma questo non era di certo un problema, tempo qualche giorno e mi sarei rimessa completamente.
Quando arrivai in classe molti dei miei compagni, nel vedermi senza stampelle, mi sorrisero e mi salutarono. Sembrava che incominciassi a stargli simpatica. E ci credo, dopo tutte quelle figure di merda con il professore che li aveva fatti tanto ridere...
Senza tener troppo conto dei miei compagni mi avviai verso il mio posto. Louis era arrivato. Zayn era arrivato. Louis e Zayn stavano parlando tra di loro. Come ogni volta che li vedevo conversare il panico si impossessava di me. Avevo una paura assurda che a uno dei due fosse potuta uscire anche una sola parola di troppo, e che avrebbe portato ad un vero e proprio putiferio. Si, avevo decisamente innescato una bomba, e anche grossa, una bomba che avrebbe potuto rovinare un'amicizia come la loro, che avrebbe portato a odio e litigi.
Di getto, ormai non più bloccata dalle stampelle, mi precipitai al banco, mi sedetti al mio posto e interruppi la conversazione tra i due.

"Ragazzi!! Buongiorno!!" esclamai evidentemente un po' nervosa. Entrambi mi guardarono con uno sguardo dolcissimo ed era ovvio che mi volessero rubare un bacio, ma per mia fortuna sapevano bene che non doveva succedere in pubblico, anche se era normale che questo li infastidiva un po'. Venire a sapere la verità vi infastidirebbe ancora di più, fidatevi.

"Ciao principessa" mi salutò Zayn d' abitudine, ma Louis ovviamente non apprezzò e dopo avergli lanciato un'occhiataccia fece lo stesso: "Ciao dolcezza" Questa volta però fu Zayn a guardarlo male. Per cercare di spezzare la tensione che evidentemente si stava creando, mi affrettai a cambiare discorso: "Allora, di cosa stavate parlando?"

"Di niente in particolare... Più che altro stavo cercando di fargli imparare in cinque minuti la lezione che dovevamo studiare per oggi, ma è ovviamente un'impresa impossibile" rispose ironico Zayn. Louis in risposta fece una smorfia e poi parlò: "Zayn, hai ragione, se mi interrogherà mi prenderò un bel quattro, non importa, grazie di avermi provato ad aiutare"

"Di nulla, amico" Amico... Lo avrebbe ancora chiamato così quando avrebbe saputo la verità?

"Louis, sei sempre il solito!!" lo sgridai io scherzosamente

"Lo so, per favore pregate per me, ora solo il signore mi potrà rispiarmiare un'interrogazione!"

"Ahahah hai ragione. Beh tranquilli ragazzi, un'altra settimana e poi le vacanze di Natale!" risposi io evidentemente felice delle vacanze in prossimità

"E la vigilia di Natale è il mio compleanno!!" esclamò battendo le mani come uno stupido.

Continuammo a chiacchierare per qualche altro minuto, finché il professore non entrò in classe e fummo costretti a prendere il libro ed iniziare la lezione. Per un conto non vedevo l'ora, dopotutto il cambiare argomento ogni volta che la situazione si faceva pesante mi faceva sudare sette camicie. Però, non potevo nemmeno negare che chiacchierare con loro mi faceva stare bene e mi piaceva, ma dovevo prestare il minimo dell'attenzione perché anche un solo passo falso poteva far esplodere ogni cosa.
Il professore incominciò subito la lezione interrogando, non poteva fare cosa peggiore. Per mia fortuna il mio cognome iniziava per 'S' e la probabilità che mi chiamasse tra le prime era minore, o per lo meno se quelli prima di me sull'appello avevano bisogno di essere interrogati. Ovviamente non passarono molti minuti da quando Zayn e Louis incominciarono a tartassarmi con bigliettini e non solo, anche con dei messaggi che facevano vibrare con insistenza il mio cellulare.
E che cazzo, mi volete davvero mettere nei guai con il prof!!
Erano davvero un assillo incredibile, e il bello era che se non mi sbrigavo a rispondergli incominciavano a chiamarmi ripetutivamente, finché non riuscì più a trattenere uno sbuffo che il professore intese come un disinteresse alla lezione.

"Signorina Styles, se trova così noiosa la lezione perché non viene lei all'interrogazione? Dopotutto deve anche essere interrogata. Sennò se vuole le metto direttamente un quattro, mi dica lei" mi riprese il prof. Zayn e Louis mi guardarono mortificati, io risposi mandando loro uno sguardo malefico e poi alzai gli occhi al cielo alzandomi dal mio posto come per dire 'Ho capito che questa volta mi tocca'. Andai lì alla cattedra e mi accomodai alla sedia riservata per gli studenti costretti alla tortura. Per mia fortuna avevo studicchiato abbastanza e l'interrogazione non fu difficilissima. Alla fine riuscì a ricavare un sette e mezzo.
Quando tornai a posto mi trovai subito sul banco due nuovi bigliettini: non mi davano proprio pace!
Il bigliettino di Zayn era adorabile:

Ohi tesoro, sei stata grandiosa all'interrogazione!! ;) Per me ti meritavi anche un voto più alto!! <3 Ti amo

Ma anche Louis non scherzava. Per me si erano messi d'accordo per farmi impazzire.

Ehi ma lo sai che sei stata davvero fantastica su quella sedia?? Hai fatto vedere a quel coglione del professore chi è chi comanda!! Ahahahah, no dai a parte gli scherzi, bravissima! :)

Ero ovviamente contentissima dei loro complimenti sulla mia interrogazione, che a dir la verità non era stata affatto spettacolare come dicevano loro, ma non li reggevo davvero più. Ed io avrei dovuto sopportarli fino alla fine dell'anno scolastico? Certo, erano davvero dolcissimi, ma speravo di no, anche perché era sicuro che questa storia non sarebbe andata avanti all'infinito, e questo mi spaventava da morire, perché quando quel momento sarebbe arrivato io mi sarei sentita la merda più totale, sarei voluta scomparire dalla faccia della terra.
Io risposi ad entrambi i bigliettini ringraziandoli e loro continuarono a tartassarmi con frasi dolci e complimenti di vario tipo. Mi sentivo impazzire. Un pezzo di carta che mi arrivava da davanti, uno dalla mia sinistra, un'altro da davanti e un'altro ancora dalla mia sinistra e così via...
"Sam... Sam" sentivo pronuniciare da davanti. "Sam... Rispondi... Sam..." sentivo dire alla mia sinistra. E così andava avanti per più e più volte, fino a che non mi trattenei più dal mettermi le mani sulle orecchie e dal buttarmi sul banco sfinita. Mi stavano veramente esaurendo. Reggerli era davvero una cosa impossibile.
Ma perché non si mettevano a rileggere cosa dovevamo studiare per oggi, invece di stare a scassare a me?
Poi, come se non bastasse, uno dei due ritornò a scrivermi anche sul cellulare. Giuro che la volta successiva lo avrei tenuto spento, o ancora meglio non lo avrei portato per nulla a scuola.

"Tomlinson!" chiamò all'improvviso il professore. Nel sentire il suo cognome Louis sobbalzò dalla sedia e il cuore gli saltò in gola, ma incominciò anche a battere molto velocemente, non solo me lo immaginavo riuscivo a sentirlo.

"S-si, professore?" domandò Louis cercando di apparire calmo

"So che non stai attento, ma per lo meno degnati di alzarti quando ti chiamo per interrogarti!" rispose palese l'insegnante. Okay, Louis era davvero fottuto, sia io che Zayn sapevamo bene che non aveva studiato una mazza. Lui titubante si alzò dal suo posto e andò alla cattedra maledetta, poi incominciò a guardarmi con sguardo perso come stesse cercando aiuto. Come potevo aiutarlo? Doveva torturarmi anche quando era interrogato? Dentro di me ero tesa come una corda, e la voglia di fumare e calmarmi incominciava a farsi sentire.

"Professore?" lo chiamai io alzandomi dal posto. Gli occhi di Louis si illuminarono, forse pensava che lo avrei salvato da quell'inferno.

"Styles, ed ora cosa vuole? Sa che non si interrompe un'interrogazione, vero?" rispose lui un po' scocciato

"Si, lo so, ma devo andare in bagno, è urgente"

Alla mia affermazione la classe scoppiò in fastidiosi risolini, mentre Louis mi guardò deluso. Non mi importava di quello che stava succedendo attorno a me, questo era il momento giusto per "scappare" senza dare troppi sospetti, non ce la facevo più a star chiusa nelle mura di quell'aula, non con entrambi i loro sguardi dannatamente diversi puntanti su di me.

"E ti pareva cosa dovevi chiedermi. Okay, vai, ma poi non interrompere più la lezione, chiaro?" acconsentì lui comunque rimproverandomi. Così mi diressi verso la porta e una volta uscita me ne andai per i corridoi. Era così bello passeggiare per quei varchi quando non c'era nemmeno un'anima in giro, quando tutto era pace e tranquillità, ma quando suonava la ricreazione tutto diventava un immenso zoo. Non potevo rimanere a vagare nel nulla, anche perché se qualcuno mi avesse vista sarei finita nei guai. Così alla fine pensai che l'idea di andare veramente al bagno non era poi così male, e senza ragionarci un'altro attimo mi ci catapultai in un secondo.
Quando entrai vidi che, per mia fortuna, non c'era nessuno, ma poi degli strani versi mi fecero pensare subito il contrario. Era chiaro che, come succedeva quasi tutti i giorni, c'era qualcuno che marinava le lezioni passandole in bagno a scopare. Sinceramente quei versi erano piuttosto fastidiosi e mi facevano un po' paura, mi sembrava come se fossero posseduti da Satana. Io avevo bisogno di stare in bagno, così alla fine me ne fregai di quei due che erano ovviamente troppo occupati per accorgersi che c'era un'altra presenza, e finalmente "quasi" del tutto sola potei soddisfare la voglia che tanto si era scaturita in me. Ultimamente stavo cercando di smettere, di porre fine a questo vizio ma era come al solito più forte di me, era diventato praticamente la mia salvezza, la risoluzione al mio tutto, quello che mi impediva di distruggermi totalmente ma che in realtà mi distruggeva lo stesso. Loscamente tirai fuori il pacchetto di sigarette che portavo sempre con me, estrassi la cicca e l'accendino per poi accendere la prima con il secondo. Incominciai a fumare ed ecco che la solita anidride carbonica mi invase la bocca e incominciò a farmi sentire meglio, più rilassata, a farmi dimenticare tutti i miei problemi, i miei fottuti problemi. Avevo paura che qualcuno mi potesse scoprire e che di conseguenza sarei finita nei guai, ma alla fine quale sarebbe stata la differenza?
Non riuscivo più a fermarmi, una sigaretta tirava l'altra, tanto che arrivai a fumarne altre quattro per un bel totale di cinque. Le pareti, l'aria, e tutto il resto del bagno si erano impregnati di un odore sgradevole, l'odore al quale mi ero ormai abituata. Afferrai una sesta cicca e nel frattempo successero due cose: mi prese un forte attacco di tosse insistente e il telefono cominciò a vibrare più e più volte, era sicuramente una chiamata. Tirai fuori il cellulare e vidi che c'era scritto 'SCONOSCIUTO'. Con un po' di timore e paura accettai la chiamata e risposi lasciando parlare per primo il mio interlocutore.

"Samantha vedo che ancora questo brutto vizio non ti è affatto passato..."

La sua voce rimbombò nella mia testa. Il gelo immobilizzò il mio corpo rendendolo immobile come ogni volta che lo risentivo parlare.

"C-cosa c-cazzo v-vuoi ancora?!" risposi balbettando dalla paura e continuando a tossire. Perché non la smetteva di perseguitarmi? Già la mia vita era complicata in questo modo, perché ci si metteva di mezzo anche lui? Sinceramente non avevo fatto più di tanto caso alla sua ultima chiamata, dopotutto era solo un pazzo ricercato dalla polizia, avevo in testa ben altre cose, di certo non le sue minacce.

"Oh piccola, non mi dire che hai paura! Io ti avevo detto che ti osservavo, che ti osservo e che ti avrei continuata ad osservare... ed è quello che ho fatto. Sai, cosa ho visto? Che dietro la ragazzina sfacciata, dolce e piena di difetti si nasconde un uragano, uno di quelli che porta distruzione. Sotto la tua debolezza si cela il gelo, perché tu senza renderne conto saresti in grado di gelare l'anima di qualcuno e farla a pezzetti. Sai bene a cosa mi riferisco, quindi pensa bene alle mie parole..."

Le sue parole mi lasciarono interdetta, e come ogni fottuta volta la paura si impossessava di me. Aveva ragione, forse sapevo cosa intendeva, ma tutto quello che aveva detto non aveva alcun senso. Era peggio di un indovinello, di uno stupido rompicapo come quello del cubo di Rubik. Avrei voluto rispondergli per le rime, aggredirlo, urlargli contro di lasciarmi stare, ma non ci riuscivo. Le mie vene e il sangue che vi scorreva si erano ghiacciate. La sensazione che provavo in quel momento era una delle peggiori che avessi mai provato. La mia bocca si apriva per parlare, ma non uscivano altro che delle sillabe strozzate.

"Insomma, non dici niente? Allora parlo io. Visto che ormai hai marinato queste ore di lezione, vieni fuori nel cortile. Lì ci sarò io ad aspettarti, così potrai affrontarmi faccia a faccia, potrai dimostrarmi che non sei una codarda o una fifona. Vieni a dimostrarmi che sei veramente il freddo, l'uragano, che nascondi. Vieni e facciamola finita una volta per tutte. Vieni o te la vedrai molto brutta."

I miei muscoli si tesero ancora di più. La paura aumentava ad ogni millesimo di secondo. Il mio cuore batteva e per poco non sarebbe esploso, ma il mio respiro era irregolare e avevo difficoltà nel respirare. L'unico muscolo che riuscì a muovere fu quello del pollice della mano con cui tenevo il cellulare che chiuse la chiamata. Tutto ciò mi sembrava così irreale, non poteva far parte della realtà. Afflita mi portai verso il muro, mi ci appoggiai con la schiena e scivolai a terra. Mi misi le mani tra i capelli e infilai la tresta tra le ginocchia. Dentro di me sentivo una voce urlare, ma fuori potevi vedere solo una tipa spaventata e scioccata. Non sapevo cosa fare, se andare nel cortile come aveva detto lui o rimanre chiusa qui. Avevo paura, il terrore che questa volta sarebbe potuta finire veramente male, dopotutto a quest'ora fuori non c'era nessuno e di conseguenza nessuno mi avrebbe potuto aiutare. Nel frattempo però mi sentivo offesa nell'orgoglio, come poteva darmi della fifona e della codarda? Chiunque avrebbe paura con uno psicopatico come lui. Non potevo mostrarmi debole, sarei stata un bersaglio fin troppo facile, dovevo mostrargli chi è veramente Samantha Styles. In seguito alla paura la rabbia prese il sopravvento, lui aveva ragione: dovevo affrontarlo. Raccogliendo un po' di coraggio e di sfacciataggine mi rialzai da quel pavimento sporco e andai verso il cortile della scuola.

 

* * *

 

Il cielo era completamente grigio. Dei lampi si vedevano in lontanza. I lampi erano seguiti dal rumore ancora non troppo vicino dei tuoni. Un temporale era sicuramene in arrivo.
Morivo di freddo, ma ormai non potevo più tirarmi indietro, non ora. Mi guardavo attorno ma non c'era un'anima viva. L'unico rumore che si percepiva era quello del vento, ma più di tutti quello del mio respiro affannoso. Dal naso uscivano delle nuvolette di aria condensata dal freddo. Battevo i denti. Tremavo tutta, ma non solo dalla temperatura evidentemente troppo bassa, ma anche dalla paura. Non sapevo quello che sarebbe successo, avrei voluto prevedere il futuro e capire se valeva veramente la pena rimanere lì fuori a congelarsi o andarmene. Le macchine dai vetri appannati dalla brina e i numerosi motorini mi coprivano la vista: lui poteva benissimo nascondersi da qualche parte dietro ad una di quelle vetture. Incominciai a camminare per il cortile desertico scrutando tra le auto cercando sue tracce, ma niente, non si vedeva da nessuna parte. Ora l'unico rumore che si sentiva era lo scricchiolio delle mie scarpe al contatto con l'asfalto anch'esso gelato. Andai avanti per qualche metro, poi ci rinunciai e di colpo mi fermai.

"Bene, io sono qui! Ma tu dove cazzo sei? E poi sarei io la codarda? Vaffanculo!" urlai io senza ritegno e alzando le braccia per poi riabbassarle in un attimo come per dire 'Lo sapevo io'. In seguito alzai la testa verso l'alto come se in qualche modo lo potessi trovare nascosto dietro le nuvole grigie. Direttamente dal cielo una goccia d'acqua cadde sulla mia guancia. Cazzo. Avrebbe incominciato a piovere da un momento all'altro. Detto fatto gradulamente altre gocce incominciarono a cadere e a bagliarmi i capelli, il viso e gli indumenti. Ora non solo rischiavo di prendermi una febbre per via della bassa temperatura, rischiavo di prendermi la polmonite per via della pioggia. Tutta colpa di quello stronzo.

"E che cazzo vieni fuori se ne hai il coraggio! Hai forse paura di me?! Brutto stronzo se non ti presenti adesso o tra qualche secondo me ne vado!" continuai ad urlare sperando in parte che lui mi sentisse, anche se avevo paura di scatenare ancora di più la sua ira.
Improvvisamente sentì due grandi mani afferrarmi le braccia con una certa forza. Dallo sgomento sobbalzai, chiusi gli occhi e mi morsi il labbro inferiore talmente forte che quasi non incominciò a sanguinare. Inizialmente cercai di liberarmi dalla presa, ma fu tutto inutile: lui aumentò ancora di più la forza esercitata sulle mie braccia ed io fui costretta ad immobilizzarmi a smettere anche di respirare. La pioggia incominciò a scendere con insistenza e furia, mentre i tuoni e i lampi si facevano sempre più vicini squarciando il silenzio e il cielo.
Con il suo respiro gelido che arrivava dritto dritto sul mio collo, sibilò qualcosa: "Sai una cosa, Samantha?
Il ghiaccio, il freddo, fanno solamente parte di un sentimento chiamato paura."


 

 

 

Spazio pubblicità: Ehi, che ne dite di passare da questa stupenda FF?? ^-^ I can't love you. You can't love me. di xzainvoice (per leggerla cliccate sul nome della storia)
Grazieeeee


 

Angolo autrice: Ehilà dolcezzeeee!!! c: Allora come procedono le vacanze? :) So che molte di voi ora sono al mare, quindi buone vacanzeeee!! LOL Devo dire che dopo una crisi per esaurimento di idee e poca ispirazione sono piuttosto soddisfatta e fiera di quello che è venuto fuori. Boh a me piace un sacco, non so a voi... Per questo me la lasciate una recensione per farmi avere il vostro parere? Please è importantissimo per me! ç__ç
Beh possiamo dire che in questo capitolo (leggermente meno lungo lol) abbiamo visto una parte piuttosto maliziosa di Louis; come sono assillanti Zayn e Louis e alla fine un qualcosa di più "freddo" come dico io.
NON POTRO' AGGIORNARE PER PIU' DI DUE SETTIMANE PERCHE' IL 21 VADO UNA SETTIMANA IN MONTAGNA CON LA PARROCCHIA E DURANTE LA PROSSIMA SETTIMANA NON RIUSCIRO' A SCRIVERE PIU' DI TANTO. QUINDI FATEMI FELICE E FATEMI TROVARE TANTE RECENSIONI AL MIO RITORNO ^-^ LOL
THANKSSSSS!!!

Baciiii <3
xoxo

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Capitolo 16
*** The End Of... ***


 

 

ATTENZIONE: Per vedere il trailer di questa FF CLICCATE QUI

 

 

La pioggia continuava a bagnare l'asfalto, il mio corpo e quello sudicio di mio zio. Nel cielo venivano a risuonare i tuoni e i lampi ad illuminarsi. La sua voce, quella frase, mi rimbombava in testa, non voleva uscire dalla mie orecchie. La cosa peggiore era che sapevo che, nonostante il modo e il tono in cui pronunciava quelle parole, ciò che diceva era tutto dannatamente vero. Sembrava che dietro tutte quelle affermazioni inquietanti si celasse un qualcosa di orribile e minaccioso, avevo paura che vi si celasse quella che viene chiamata 'FINE'.
La fine di un secondo.
La fine di un minuto.
La fine di un'ora.
La fine di una giornata.
La fine di una settimana.
La fine di un mese.
La fine di un anno.
La fine di un secolo.
La fine di un'era.
La fine di una vita.

Ero certa che questa situazione non sarebbe giunta al termine facilmente, di certo non sarebbe finita con un semplice 'Lasciami in pace' e la sua consegna alla polizia, sarebbe andata a finire in modo decisamente peggiore. Avevo il terrore che potesse concludersi perfino con del sangue, del dolore: con lui ogni cosa inimmaginabile sarebbe potuta accadere, qualsiasi cosa si sarebbe potuta verificare, ecco perché il mio cuore si stava per fermare.
Il suo respiro gelato ancora sul mio collo mi faceva rabbrividire. I suoi occhi, anche se non mi erano visibili, li sentivo puntati su di me, che mi scrutavano, mi stavano addosso come se io fossi la sua unica preda. Le sue labbra distavano pochi centimetri dal mio collo, ad ogni suo fottuto respiro delle nuvolette d'aria condensata dal freddo uscivano dalla sua bocca e raggiungevano i lembi della mia pelle. I miei occhi non potevano fare altro che rimanere chiusi, la paura non mi permetteva di aprire le palpebre. Avevo il terrore di guardarmi attorno, di affrontarlo, di guardarlo in faccia e reagire. Tutto il coraggio e l'orgoglio che avevo raccolto e portato fin qui scompariva man mano che i secondi passavano, ed io mi abbandonavo a me stessa, alla presa di quelle mani sulle mie braccia. Non potevo lasciarmi andare in quel modo, non potevo dargliela subito vinta, non potevo mostrarmi debole: per me sarebbe finita.

L-lasciami, t-ti p-prego...” sibilai io mentre i miei denti battevano a causa del freddo. La sua risposta fu semplice, ma dolorosa: aumentò la presa sul braccio destro, lasciò quello sinistro e con violenza mi tirò verso di se avvicinando un po' troppo il suo viscido corpo al mio. Provai a cacciare un urlo, ma fu tutto inutile perché anche le mie corde vocali si erano paralizzate. Tenevo gli occhi puntati verso il basso per non incrociare il suo sguardo, ma lui con la mano libera mi afferrò il collo portandomi la testa in alto in modo da poterlo guardare, da poter adocchiare le sue pupille nere come l'oscurità. Questo fu ciò che mise fine all'audacia che mi aveva trascinata fino a qui. Le mi gambe incominciavano ad indebolirsi e se lui non mi avesse tenuto il braccio e il collo sarei caduta a terra. Tremavo tutta e mi era inevitabile ripensare a quell'estate, quell'estate da dimenticare.
Purtroppo non era terminata qui, ma avrei voluto tanto che ogni cosa finisse, tornare indietro nel tempo e lasciare perdere la chiamata di mio zio, non addentrarmi nel cortile in cerca di chissà cosa. Sapevo che era un pazzo, ma lo ero stata ancora di più io a volerlo affrontare. Ero stata fin troppo sfrontata nei suoi confronti e questo non aveva fatto altro che peggiorare la situazione: come dice il detto 'non stuzzicar il can che dorme', io invece avevo fatto il contrario, in un certo senso lo avevo provocato e questo non aveva portato altro che a qualcosa di peggio.
Senza esitare un altro attimo lasciò la presa da sotto il mio collo e incominciò a strattonarmi con violenza dal braccio che teneva ancora con forza. Inizialmente cercai di opporre resistenza cercando di tenere i piedi ancorati all'asfalto bagnato. Tutto però fu inutile, la sua forza era ovviamente maggiore, ad ogni strattone rischiava di farmi cadere a terra e alla fine non potei fare altro che stare al suo volere lasciandomi trascinare. Mi portò fino ad un albero, per precisione una grande quercia dal tronco imponente e dai rami di foglie fitti, che si trovava all'entrata del cortile. Sotto quel fogliame intenso la pioggia non riusciva a penetrare, poche gocce riuscivano a raggiungerci e a bagnarci. In quel momento mi sentivo leggermente più protetta, forse perché sapevo che l'acqua non poteva cadere su di noi e quindi evitavo di infradiciarmi ulteriormente; nonostante questo non ero affatto al sicuro, non con lui che ancora faceva presa sul mio braccio e che sembrava non volermi lasciare nemmeno a pagarlo. Senza esitare riprese a strattonarmi, ma questa volta fu tutto molto più doloroso, più accecante e soprattutto più violento. In un millesimo di secondo mi ritrovai a sbattere, con brutalità, la schiena contro il tronco dell'albero. Questa volta non potei fare a meno di lanciare un grido di sofferenza. In men che non si dica, senza forze, mi ritrovai ad accasciarmi a terra sotto lo sguardo divertito di mio zio e il suo ghigno malefico, ma anche pieno di ironia. È così divertente vedermi soffrire, eh zio? Anzi, non meriti nemmeno di essere chiamato tale! Ma davvero è un così bello spettacolo vedere una ragazza di diciassette anni provare dolore? Evidentemente per te si... Molte frasi, tra cui questa, attraversavano la mia mente, ma nessuno di queste riusciva a venire fuori: la paura era letteralmente più grande.
Con il busto ancora appoggiato al tronco freddo dell'albero e il resto del corpo disteso per terra, mio zio mi prese alla sprovvista e qualche millesimo di secondo dopo sferrò dal suo piede un calcio pieno di potenza, di rabbia, di odio, dritto dritto sul mio torace.
Sbattei la testa contro la dura corteccia.
Tossii, ma non i germi dell'influenza, tossii sangue che uscì a sputi dalla mia bocca e che andò a posarsi in terra e sulla mia maglietta sporcandola.
Improvvisamente incominciai a vedere ogni cosa sfocata, sembrava che le cose che mi circondavano girassero in tondo e non stessero ferme. Tutto ciò che mi era possibile vedere erano le gocce d'acqua che grondavano giù dalle foglie più esterne dell'albero, il resto della pioggia che scrosciava insistentemente sull'asfalto ed in mezzo a quest'immagine la figura orripilante di mio zio che godeva nel vedermi in quello stato, ma anche questa visione mi appariva comunque poco nitida.
Questo sembrava uno dei peggiori incubi che avessi mai potuto fare, ma purtroppo non era solo frutto della mia immaginazione, era tutto dannatamente reale e molto probabilmente se avesse continuato in questo modo avrei presto perso i sensi.
Ad un tratto lo vidi accucciarsi innanzi a me e a portare la mano sinistra sulla tasca dei miei jeans, tirando poi fuori qualcosa. Il mio pacchetto di sigarette. Estrasse una cicca e in seguito lanciò per terra, con menefreghismo e dispregio, il pacchetto che incominciò a pestare fino a ridurlo in una schifezza di cartone bagnato dall'acqua sporca dell'asfalto. Come se non bastasse portò la sua mano, questa volta nella tasca dei suoi pantaloni, e tirò fuori qualcos'altro: ovviamente un accendino. Quei gesti non mi piacevano affatto. Cosa voleva fare? Voleva anche lui per caso iniziare a fumare? Tutto questo non aveva senso, ogni cosa che diceva o faceva, al di fuori del picchiarmi, era piena di significati nascosti e loschi che molto probabilmente solo uno psicologo avrebbe potuto comprendere; a me, che già mi girava la testa, era praticamente impossibile ragionare sui suoi movimenti, sulle sue azioni.
Si portò la sigaretta alla bocca e con l'accendino, che tirò fuori dalla sua tasca, l'accese incominciando a disperdere fumo ovunque in quell'atmosfera piena di zolfo. Fece qualche tiro a caso e poi si riavvicinò a me portando il suo corpo, soprattutto il suo viso, molto vicino. Io provai a dirgli di andarsene, ma per quanto fossi stordita le uniche cose che uscirono dalla mia bocca furono dei miseri mugolii. Lui non si trattenne dal fare un risolino, ma poi tornò subito serio e fece ciò che era nel suo intento: inspirò l'anidride carbonica della cicca e quando l'espirò una folata di fumo arrivò dritta dritta sul mio viso. Io d'impulso sbarrai gli occhi che furono infastiditi e irritati da ciò che mi era arrivato in faccia; nonostante fossi abituata a quella puzza, il mio naso si arricciò e io percepii per la prima volta quanto fosse veramente sgradevole quell'odore per le persone che mi circondavano. Quando poi fui in grado di riaprire le palpebre, vidi mio zio scansare dalla bocca la sigaretta avvicinando quest'ultima sempre di più al mio zigomo, finché non la poggio su di esso e vi incominciò a sfregarcela sopra come per volerla spegnere, come si fa su un posacenere: quello però non lo era, quella era la mia pelle. Nel punto in cui aveva poggiato la cicca un bruciore acuto invase il mio corpo e non ci vidi più dal dolore. Quando poi tolse la sigaretta dal mio zigomo ebbi un po' di sollievo, ma in quel punto continuava a dar fastidio. Una piccola ustione? Di sicuro.
Poi avvicinò il suo viso al mio orecchio sussurrandomi un qualcosa: “Vedi Samantha, quest'odore e il bruciore che provi sulla tua pelle, è semplicemente la metafora per farti capire il male che fai a te stessa e agli altri, quanto sei fastidiosa e inutile in questo mondo...”

Quella frase arrivò alle mie orecchie ovattata e confusa, ma fui comunque in grado di comprenderla. I miei muscoli si irrigidirono nuovamente. Non sapevo se questa volta per l'effetto della sua voce o delle sue parole, sapevo solamente che avevano aumentato la tensione, il terrore che c'era in me. Si, aveva ragione che ero inutile, ma non per questo lui aveva il diritto di farmi soffrire in questo modo, di picchiarmi. Questa volta però riuscii a dire qualcosa, a far uscire un qualcosa di più dalle mie labbra, anche se molto debole: “S-se s-sono così f-fastidiosa allora n-non dare più peso a me e v-vattene, almeno vedrai che tanti p-problemi non te li c-creo più”

Lui, al sentire le mie parole, mi inchiodò con lo sguardo, uno sguardo gelido e raccapricciante e che sprigionava tutto l'odio che aveva nei miei confronti. Subito mi pentii di ciò che avevo detto, sapevo fin dai tredici anni che non dovevo rispondergli e provocarlo, ma l'istinto di difesa era sempre più forte di me. Ovviamente anche questa volta non avevo fatto altro che peggiorare le cose. Di colpo vidi la sua faccia che assumeva un'espressione vendicativa e piuttosto infuriata. Improvvisamente mi sentii riafferrare per il braccio e ad essere nuovamente strattonata con violenza, ma questa volta non ero in piedi e tutto il mio corpo rotolò sull'asfalto. Non potei trattenermi dal fare un urlo soffocato. Subito sentii dei graffi bruciarmi e molto probabilmente questi stavano incominciando a sanguinare. Una lacrima di tristezza, di dolore, di paura, rigò il mio viso e rimasi in quella posizione incapace di muovermi. Ero tutta rannicchiata su me stessa e i capelli, che mi erano finiti davanti agli occhi, mi impedivano di vedere cosa accadeva attorno a me, cosa faceva mio zio. Speravo che dopo questo mi avrebbe lasciata in pace, ma era ovvio che non sarebbe stato così.
Un calcio arrivò direttamente al mio stomaco e un urlo e del sangue uscirono fugaci dalla mia bocca.

"Non" incominciò a gridare con rabbia e strafottenza.
Calcio. Un urlo. Sangue. Una lacrima
"Devi"
Un secondo calcio. Un secondo urlo. Sangue. Una seconda lacrima.

"Più"
Un terzo calcio. Un terzo urlo. Sangue. Una terza lacrima.
"Metterti"
Pugno. Un quarto urlo. Sangue. Una quarta lacrima.
"Contro"
Un secondo pugno. Un quinto urlo. Sangue. Una quinta lacrima.
"Di"
Un terzo pugno. Un sesto urlo. Sangue. Una sesta lacrima.
"Me"
Un ultimo pugno. Un ultimo urlo. Sangue. Un'ultima lacrima.

Ero tutta dolorante, sanguinavo e piangevo, le lacrime uscivano senza che io nemmeno me ne rendessi conto. Perché a me? Perché ogni cosa deve capitare sempre a me, solo e fottutamente a ME?
Questa volta speravo veramente che mi avrebbe lasciata in quel modo, non mi avrebbe toccata ulteriormente, e forse fu quello che che fece vedendomi mezza morta, ma non seppi nient'altro di quello che successe dopo. La testa mi girava assai; il rumore della pioggia e dei tuoni che ancora risuonavano nel cielo li percepivo lontani e ovattati; pian piano le mie palpebre calarono giù, di colpo tutto fu nero.

 

* * *

 

Sentivo ancora la pioggia sul mio viso. Delle mani morbide e delicate tenevano il mio corpo dolorante pieno di lividi e ferite. La mia testa poggiava sul petto caldo, probabilmente coperto da un k-way, di qualcuno. Riuscivo a sentire il suo battito cardiaco regolare e non sapevo perché, ma mi faceva sentire protetta e al sicuro. Non riuscivo a capre molto bene quello che stava accadendo, avrei voluto aprire gli occhi e guardare chi mi stava tenendo in quel modo, a chi apparteneva quel cuore così caldo, ma ero ancora troppo debole, non riuscivo a trovare nemmeno la forza per fare quello. La testa mi pulsava tremendamente, forse per via di quest'ulteriore shock provocatomi da mio zio, o per via della botta che aveva dato contro l'albero, ma qualsiasi fosse stato il motivo vi rientrava comunque mio zio.
Mi chiedevo a cosa stesse pensando quella persona che mi stava portando, ciò che gli era passato per la testa appena mi aveva vista in quelle condizioni. Poi, un particolare che forse avevo sorvolato apparve nella mia testa: chi mi stava tenendo in braccio poteva essere benissimo mio zio che mi stava portando chissà dove, dopotutto non ero riuscita a vedere se se ne fosse andato. Il battito di questo cuore non può essere il suo: questo è caldo, accogliente, ti infonde sicurezza; il suo è freddo e pieno di odio, è un cuore di pietra, non batte per vivere, batte per portare sofferenza. Ecco, non poteva decisamente essere lui, lo avrei avvertito, avrei sentito la tensione che ormai c'era sempre tra noi. Inoltre le mani dello sconosciuto mi tenevano con delicatezza e attenzione, non di certo con forza e violenza come faceva mio zio ogni volta che mi toccava. Ora non potevo fare altro che domandarmi chi fosse quell'uomo: lo conoscevo? Lo avevo mai visto? Veniva in classe con me? Era un amico di mio fratello? Non ero a conoscenza di tutto questo, non lo sarei stata finché non lo avrei visto in faccia, ma ora a momenti nemmeno riuscivo a trovare la forza di pensare. L'unica cosa che sapevo era che tra quelle braccia mi sentivo tranquilla e questo mi fece trovare abbastanza la sicurezza di fidarmi e di lasciarmi andare rilassandomi un altro po'...

 

* * *

 

Mi sentivo tutta indolenzita, ma la mia schiena poggiava finalmente su qualcosa di morbido e abbastanza comodo, non più sull'asfalto duro e bagnato del cortile. I miei vestiti e i capelli erano ormai asciutti, e sopra di me c'era un qualcosa di caldo che mi faceva sentire meno freddo e mi riscaldava facendomi capire che probabilmente ora mi trovavo al sicuro: quel ragazzo mi aveva salvata e aveva evitato che mi lasciassi andare tra le grinfie della morte. Ora che ci pensavo in praticamente circa quattro mesi avevo rischiato di perdere la vita ben due volte: una volta in un incidente immersa nelle fiamme, una volta picchiata e troppo debole per resistere. Però, chissà come mai, c'era sempre qualcuno che mi portava in salvo, che mi aiutava a uscire dal cerchio della morte e mi ritrovavo sempre a vivere nella merda di vita che mi ritrovavo. Sembrava che il destino in qualche modo volesse che continuassi ad andare avanti e cercare di superare i miei ostacoli, i miei limiti, il muro di insicurezze e paure che mi ero creata, ma come potevo riuscirci se ultimamente il mio hobby era creare solamente casini? Era praticamente impossibile, ma ogni volta mi veniva data un'ulteriore possibilità di rimediare ai miei guai, ma purtroppo fallivo e combinavo sempre peggio. A volte il destino era proprio strano, dava più possibilità a delle persone come me che non se la meritavano e non a quelle che ne avevano più bisogno: forse in quelle alle quali dava altre chance vi ci trovava un qualche potenziale, ma in me quale ci aveva trovato?
Lentamente riuscì a riaprire le mie pesanti palpebre e tutto mi apparve ancora sfuocato e confuso. Sbattei più volte gli occhi e piano piano misi ogni cosa fuoco, anche se ancora non era del tutto “ad alta qualità”. Guardai il soffitto. Bianco. Guardai le due pareti ai miei lati. Bianche. Abbassai lo sguardo verso di me e vidi qualche lenzuolo che mi copriva. Ovviamente bianchi. Improvvisamente mi prese la paura di essere di nuovo in ospedale, ma poi pensai che non poteva essere possibile o sennò ai miei lati ci sarebbero stati tutti quei macchinari strani e sarei stata attaccata a tubi e tubicini. E allora dove diamine ero?
D'impulso andai a toccarmi con la mano gli angoli della bocca, ma era tutto a posto, non ero più sporca del sangue che avevo sputato. Dalla bocca passai allo zigomo su cui aveva sfregato la sigaretta accesa: sotto le mie dita potevo sentire della pelle leggermente in rilievo e che bruciava al tocco. In seguito andai ad alzarmi le maniche. Lividi e fasciature un po' sporche di sangue. Sconvolta, alzai la maglietta per scoprirmi la pancia e un grosso livido con qualche graffio qua e là apparve sotto ai miei occhi stupiti. Anche se non sapevo quanto tempo fosse passato da tutto quello che era successo, i ricordi e immagini incominciarono a riaffiorarmi a raffica nella mente. Tutto questo faceva dannatamente male e una lacrima uscì dall'angolo del mio occhio.

"Invece di stare a contemplarti, perché non ringrazi il tuo salvatore?" disse una voce familiare proveniente dallo stipite della porta e che interruppe i miei pensieri. Io dalla sorpresa ebbi un fremito e mi abbassai subito la maglietta voltandomi verso la provenienza della voce.

"Niall! Ma cosa ci fai tu qui? Ehi, aspetta cosa hai detto? Il mio salvatore?" domandai sorpresa della sua presenza e dalle sue parole. Quindi era a lui che apparteneva quel battito cardiaco? Quelle mani delicate? Ebbene sembrava proprio di si. Mi sembrava così strano, mi sarei immaginata che fosse chiunque ma di certo non lui. In tutti questi mesi avevo legato molto poco con lui. Ero stata piuttosto egoista perché dopotutto era stata la prima persona che mi aveva rivolto la parola il primo giorno di scuola, e che probabilmente voleva avvicinarsi a me. Mi ero comportata non benissimo nei suoi confronti, ma lui mi aveva ugualmente salvata.

"Si, hai capito bene, io ti ho portata qui in infermeria. Un 'grazie' da parte tua no eh?" rispose cercando di essere ironico, ma si vedeva che se l'era presa un po' per la mia poca gratitudine nei suoi confronti. In effetti aveva ragione.

"Si, Niall... Scusami, sono ancora scossa da tutto quello che è successo, ma tu non sai quanto io ti sia grata, quanto non potrò mai ringraziarti per non avermi lasciata lì a morire." lo ringraziai finalmente, ma non dissi questo solo perché mi sembrava offeso, pensavo veramente queste cose.

"Non potevo mica lasciarti lì! Infatti, ora mi spieghi cosa è successo, chi cazzo ti ha ridotto in questo stato e perché hai quell'ustione sullo zigomo." rispose mostrandosi curioso ma anche pieno di rabbia

"Niall... è una storia lunga, non puoi capire, meglio che tu lasci perdere, fidati." cercai io di sorvolare l'argomento

"Non mi importa! Quando ti ho vista piena di lividi e cosparsa di sangue mi è preso un colpo, ora pretendo che tu mi dica ogni cosa, anche a costo di starti ad ascoltare per ore." insistette lui. Sembrava veramente interessato a sapere tutto quello che era successo, dopotutto aveva ragione, chiunque mi avesse trovata in quel modo avrebbe voluto delle spiegazioni.

"Tutta questa storia è iniziata quattro anni fa..." incominciai a dire prendendo un bel respiro e iniziando a raccontargli la mia orribile storia, dall'estate in cui mio zio mi aveva picchiata, agli incubi che mi avevano perseguitata per due anni, ad oggi con le sue minacce e la persecuzione nei miei confronti. Mentre parlavo qualche lacrima bagnò il mio volto, la mia voce spesso appariva spezzata e ogni tanto dei colpì di tosse interrompevano il racconto. Certo, non gli dissi del doppio gioco che stavo facendo con Zayn e Louis, ma ammisi che, come sospettava lui quando ci eravamo incontrati dal tabaccaio, fumavo. Non mi soffermai nemmeno troppo sui particolari, dopotutto non era piacevole per me ricordare quei momenti, l'unica cosa che volevo era dimenticarli, cancellarli per sempre. Lui ascoltò ogni cosa in silenzio, senza mai interrompermi; vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, probabilmente la mia storia lo aveva toccato parecchio. Teneva lo sguardo basso, e quando ebbi finito non disse niente e continuò a rimanere in silenzio a contemplare non so cosa.

"Vorrei dirti 'mi dispiace', ma lo trovo banale, è quello che qualsiasi persona direbbe in questi momenti; perciò quello che ti dico io è: se solo tu non fossi stesa su questo lettino dell'infermeria, ti abbraccerei stringendoti forte per farti capire che non sei sola." disse spezzando il silenzio, rivolgendomi un sorrisetto e uno sguardo consolatorio. Rimasi esterrefatta dalle sue parole, non potevo credere che fossero rivolte proprio a me. Forse era proprio lui una delle persone che avrebbe potuto aiutarmi, ero perfino tentata di raccontargli anche del doppio gioco, ma poi cambiai idea e decisi che ancora era meglio che rimanesse ancora solo un segreto.

"Grazie Niall, grazie mille ancora..." riuscì solo a dire. Okay, ero stata piuttosto banale, ma furono le uniche cose che uscirono dalla mia bocca.

"Sam, ora però ti supplico, smettila di fumare, lo dico per il tuo bene non per altro" disse cambiando argomento. Ti sembrasse facile, Niall. Ti sembrasse facile. “Per favore, non devi farlo per nessuno se non per te stessa!” continuò supplicandomi. Quello che diceva era giusto, ma lui non sapeva che io avevo bisogno di quelle sigarette, che ormai erano l'unica cosa che mi faceva sentire al sicuro nonostante mi rovinasse. Aveva ragione, dovevo smettere, ma non sapevo se ce l'avrei fatta, dopotutto ci avevo provato più volte ma la voglia di sentire il fumo in gola prevaleva sempre.

"Io... Io Niall, non lo so... Ci proverò, ma nel frattempo mi prometti che non lo dirai a mio fratello?" risposi alla fine io sperando che mi ascoltasse.

"Cosa non dovrebbe dirmi, sorellina?" interruppe una voce proveniente dallo stipite della porta. Mio fratello. Entrambi ci voltammo verso Harry che senza dire altro entrò nella stanza, prese una sedia e si mise vicino al lettino su cui ero stesa.

"Okay, visto che nessuno dei due mi dice niente parlo io" continuò poi a dire poggiando i gomiti sulle ginocchia e unendo le mani. Teneva lo sguardo puntato verso il basso. Io e Niall lo guardavamo confusi. “Sam, so che mi hai sputtanato praticamente davanti a tutta la scuola, ma non posso negare che rimani comunque mia sorella gemella e che io mi preoccupo per te, quindi per favore ora dimmi immediatamente chi è stato quel bastardo che ti ha ridotta così. Giuro che lo picchio a sangue.” disse Harry con disprezzo nei confronti di chi mi aveva picchiata. Wow, nonostante il modo in cui lo avevo trattato non mi odiava: adoravo mio fratello. Alzò lievemente lo sguardo verso di me e potei notare che i suoi occhi verdi come i miei erano pieni di odio, ma anche di compassione nel vedermi in quello stato.

"Harry... Lo zio, non lo hanno ancora preso, era da un po' che mi minacciava ed oggi come una cogliona l'ho raggiunto in cortile..." gli risposi io mentre altre lacrime incominciarono a scendere.

"La polizia è una merda! Ora continuo a inviare denunce finché non sbattono quel pazzoide del cazzo in cella!" ringhiò mio fratello in modo aggressivo. Sembrava veramente incazzato.

"Harry, per favore ora calmati..." cercai di tranquillizzarlo io

"Calmarmi? Cazzo, mio zio stava per uccidere mia sorella ed io dovrei stare calmo?" esclamò alzandosi dalla sedia.

"Ascolta, tu mi hai sempre detto che si risolverà tutto, adesso sono io a dirtelo!" dissi a voce forse un po' troppo alta, vedere Harry nervoso faceva diventare nervosa anche a me. Alle mie parole lui tirò un respiro profondo e si rimise a sedere.

"Va bene, va bene... Comunque, grazie mille Niall per averla salvata e per avermi chiamato" disse mio fratello con tono di gratitudine rivolgendosi al biondino a cui dovevo praticamente la vita.

"Di nulla, amico è stato il minimo che potessi fare" rispose lui con un sorriso a mille denti.

"Grazie ancora... Bene, sorellina ora ti riporto a casa" disse infine Harry rivolgendomi un sorriso affettuoso e mostrando le sue graziose fossette.

 

* * *

 

'Caro Diario,

ormai è passata ben una settimana da quando mio zio mi ha di nuovo picchiata, da quando Harry ha nuovamente sporto denuncia contro di lui. I lividi sono quasi del tutto scomparsi, sono poco visibili. L'ustione sullo zigomo era anch'essa poco evidente, molto probabilmente grazie ai miei grossi sforzi per curarla: non era molto bella da vedere. Lui non si è ancora fatto né rivedere né sentire, per fortuna, ma è ancora libero e ho paura, paura che possa prendersela non solo con me, ma anche con mio fratello che manda la polizia a cercarlo. Avrò mai un po' di pace in questa vita di merda?

Baci, la tua Sam'

 

 

Una settimana. Era passata proprio una settimana da quella giornata da incubo, ma a me sembrava come se fosse ieri. I ricordi erano piuttosto nitidi e il sorriso malefico che mio zio aveva stampato sul volto mentre mi picchiava, appariva davanti ai miei occhi ogni volta che chiudevo le palpebre: era peggio di un incubo. Volevo cancellare ciò che era successo, o per lo meno dimenticarlo, ma le cicatrici, i lividi, le ferite spesso erano ancora troppo dolorose per me. Speravo che dopo avermi lasciata in quelle condizioni mi credesse morta e non sarebbe più venuto a darmi fastidio, ma sapevamo bene tutti che lui mi pedinava ed era al corrente di ogni cosa che accadeva, era peggio di uno stalker.
Ovviamente, non erano mancate le attenzioni di Zayn e Louis nei miei confronti, dopotutto mi avevano vista uscire dalla classe e non avevano avuto più notizie su di me, e soltanto il pomeriggio stesso ero riuscita a risentirli...

 

-Inizio Flashback-

 

Finalmente mi trovavo a casa mia, al sicuro. Sapevo che lì dentro nessuno mi avrebbe potuto fare del male, non se ci fosse stato mio fratello, mi fidavo di lui. In questo momento la mia camera mi sembrava più confortante del solito, forse per via del mio comodo letto su cui posava il mio corpo dolorante e le coperte che lo avvolgevano e lo tenevano al caldo. Mentre io cercavo di rilassarmi, di riposarmi e di superare un po' lo shock, le immagini di ciò che era successo mi riaffioravano alla mente e molte lacrime bagnavano il mio viso. Avrei voluto mio fratello lì accanto a me che mi confortasse e abbracciasse, ma era andato a fare cose altrettanto importanti come a sporgere un'ulteriore denuncia alla polizia, e andare in farmacia a comprare qualcosa per i miei lividi. Non sapendo che fare e per cercare di non pensare a ciò che era successo, presi il mio cellulare e subito vidi una marea di chiamate perse e di messaggi, ovviamente di chi erano? Tutte di Louis o di Zayn: e di chi altro sennò? Inizialmente non capii il motivo per tutta quella furia nel cercarmi, ma poi ripensai al fatto che dopo esser uscita da quella maledetta classe non mi ero fatta più rivedere, ovvio che erano preoccupati per me. Così digitai prima il numero di Zayn e lo chiamai, anche se non sapevo cosa poter raccontargli.

"Samantha Styles! Tu mi hai fatto morire di crepacuore! Ti sembra questo il modo di scomparire?" urlò subito Zayn dall'altra parte del telefono, sembrava piuttosto arrabbiato, ma si sentiva che nelle sue parole c'era comunque una vena di dolcezza.

"Zayn... Lo so, scusa è che non avevo più voglia di stare in classe e sono tornata a casa marinando il resto delle ore." mentii io spudoratamente.

"Per me mi stai nascondendo qualcosa... Lo sento nella tua voce" Si, tante cose gli stavo nascondendo ed ora che ci pensavo dovevo inventarmi qualcosa e parlargli dei lividi.

"Okay, è vero: mentre ero nel cortile della scuola ha incominciato a piovere, sono scivolata e mi sono fatta qualche livido, ma niente di che..." continuai io mentendo. Sapevo che non era giusto, ma non me la sentivo di raccontare di nuovo la mia storia. Ok, con Niall mi ero aperta, ma ero in debito con lui, aveva il diritto di saperlo, ed inoltre per me non era stato affatto facile. Inoltre Zayn aveva già tanti problemi per se e non volevo metterlo in mezzo in altre faccende, che forse lo potevano mettere anche in pericolo.

"Oh mio dio! Tu principessa una volta o l'altra mi farai prendere un infarto! E comunque sappi che ero in pensiero per te e non riuscivo a stare tranquillo" disse lui rimproverandomi, ma nella sua voce non potevo sentire altro che amore.

"Scusa se ti ho fatto penare così" risposi io mortificata

"Non ti preoccupare, l'importante è che ora so che stai bene. Okay, ora che mi sono messo l'anima in pace ti devo salutare che devo andare in ospedale da mia sorella. Ti amo" mi salutò lui. La sua dolcezza non si smentiva mai.

"Oh, salutamela tanto! Ti amo anche io" lo salutai io a mia volta. Era vero, le ultime quattro parole che avevo pronunciato erano sempre di più vere e sincere, ma gli stavo dando tutto tranne che amore.
Quello non era di certo il momento per pensare a queste cose o probabilmente l'ansia sarebbe salita nuovamente e sarei ricaduta nel mio vizio: sapevo che a breve sarebbe successo di nuovo, ma adesso ero troppo stanca e non mi sembrava né il caso né il momento di mettermi a fumare.
Senza starmi a soffermare un altro po' su questi pensieri chiamai Louis che ovviamente ebbe più o meno la stessa reazione di Zayn.

"Piccola! Oh mio dio mi hai fatto stare in pensiero! Dove eri finita? Ah e grazie per avermi aiutato all'interrogazione eh!" esclamò subito lui al telefono passando da un tono preoccupato ad uno più ironico. Io gli risposi raccontandogli la stessa menzogna che avevo detto a Zayn e per fortuna anche lui se la bevve. Poi più o meno la conversazione andò avanti allo stesso modo della precedente, con la differenza che lui mi trattenne molto di più al telefono e mi fece ridere un sacco, almeno mi aveva un po' risollevata il morale dopo quell'orribile giornata.

 

-Fine Flashback-

 

Senza soffermarmi un attimo di più sui miei pensieri, decisi di affrontare la giornata così mi alzai dal letto e mi incominciai a preparare per un'altra stressante giornata scolastica. Andai in bagno a darmi una veloce lavata; mi vestii con i primi vestiti che mi capitarono dentro all'armadio; cercai di coprire al meglio possibile con il fondotinta ciò che rimaneva dell'ustione sul viso ed infine scesi di sotto in cucina a fare colazione dove vidi una delle cose più oscene e allo stesso tempo divertenti di sempre: mio fratello davanti ai fornelli che canticchiava una qualche canzone e per lo più con addosso solo le mutande. Non resistei al fare una faccia strana e poi all'incominciare a ridere. Forse se una qualsiasi ragazza fosse entrata in questo momento in casa nostra e avesse visto Harry sarebbe svenuta, ma non io sua sorella, a me faceva semplicemente morir dalle risate. Lui si accorse di non essere più solo e si girò verso di me. Non appena mi vide le sue guance si tinsero di rosso e smise di fare quello che stava facendo. Io non potei trattenere un'altra risata.

"Ahahahah fratellino, che stavi facendo? Ti ricordo che vivi con tua sorella, non puoi stare così in casa!" esclamai io continuando a ridere come una matta. Lui mi fulminò con lo sguardo.

"Lo so, ma è anche casa mia e perciò faccio quel che voglio!" rispose lui cercando di giustificarsi.

"Pensa soltanto che se ci fosse stata Chloe, o Alexandra al mio posto saresti stato responsabile del loro infarto." lo stuzzicai io sapendo che non gli piaceva parlare delle sue ragazze o ex.

"Smettila di metterle in ogni discorso che fai, parlo soprattutto di Alex. Ora io sto con Chloe punto e basta." rispose lui cercando di chiudere l'argomento e così gliela diedi vinta, non mi andava di discutere con lui.

"Uff, va bene... Comunque vedi di sbrigarti a preparare la colazione e a vestirti, non vorrei arrivare un'altra volta in ritardo!" lo raccomandai io anche se in senso un po' ironico.

"Oh e dai sorellina, che ti frega, tanto oggi è l'ultimo giorno, da domani vacanze di Natale!"

Giusto. Non avevo per niente ripensato a questo particolare, dal giorno successivo sarebbero incominciate le vacanze e per due settimane la scuola sarebbe stata chiusa, non avrei dovuto sopportare tutti i giorni Zayn e Louis che mi assillavano e mi sarei rilassata alla grande.
Un enorme sorriso si stampò sul mio volto e mi sedei a tavola aspettando che Harry finisse di preparare quella santissima colazione.

 

* * *

 

Il cortile della scuola era ancora piuttosto affollato, questo voleva dire che alla fin fine non avevamo fatto poi così tardi, oppure la maggior parte se l'era presa comoda proprio come noi per il nostro stesso motivo.
Harry guidò tra quella mandria di ragazzi, anche se rischiando di investirne qualcuno, fino a parcheggiare su uno dei posti liberi che trovò. Scendemmo dalla macchina e la prima cosa che feci fu guardare il cielo: era nuvoloso, ma non sembrava in procinto di piovere, più che altro erano nuvole che premettevano neve.
Io e mio fratello ci avviammo verso l'ingresso della scuola, ma appena vidi da lontano qualcuno di familiare che mi fece cenno di avvicinarmi, mi bloccai e lasciai andare avanti Harry senza dirgli niente. Inizialmente mi guardai attorno, poi mi avviai verso la persona che mi aveva chiamata notando che era appoggiata ad un automobile, probabilmente la sua. Chi era? E soprattutto cosa voleva da me? Visto che era tutta incappottata, probabilmente per via del freddo, era perfino difficile riconoscere chi fosse. Forse non mi sarei dovuta nemmeno fidare, ma qualcosa mi diceva di non avere paura e andare da lui, non so cosa, ma mi sentivo che questa volta non mi sarebbe successo niente di male. Più mi avvicinavo più incominciavo a riconoscere quei lineamenti, quegli occhi che fin dal primo giorno di scuola mi aveva trasmesso dolcezza. Quando fui a pochi passi da lui mi resi conto di chi fosse e velocizzai il passo fino a correre da lui ad abbracciarlo. Lui, un po' sorpreso, inizialmente esitò, ma poi mi strinse forte a sé. Non so perché, ma i suoi abbracci mi facevano uno strano effetto: mi trasmettevano non solo dolcezza e sicurezza, ma anche calore... Insomma, mi facevano stare bene.

"Liam!" esclamai entusiasta nel vederlo. Ultimamente, con tutto quello che stava succedendo nella mia vita, non lo avevo visto molto spesso, giusto qualche volta di sfuggita durante la ricreazione. Lui era uno dei miei pochi amici e a dirla tutta ora mi rendevo conto quanto mi fosse veramente mancato.

"Ciao Sam! Come va? Tuo fratello mi ha raccontato ciò che è successo con tuo zio... Mi dispiace, giuro che ammazzerei quell'uomo!" incominciò a dire sciogliendo l'abbraccio. Quindi lui sapeva ogni cosa? Ma perché Harry gli aveva detto tutto? Non aveva pensato forse che a volte le persone vogliono un po' di privacy? Certo, forse più gente era al corrente di questa cosa più ero al sicuro perché potevo chiedere aiuto, ma non mi piaceva fare pena alle persone, non le volevo accanto solo perché provavano compassione per me.

"Ora sto bene, cioè ancora qualche livido ma in confronto non è nulla. Fidati, la paura è molto più grande" risposi io cercando di rimanere un po' sul vago

"Immagino... Beh, sappi che per qualsiasi cosa tu abbia bisogno io sono al tuo fianco... Dopotutto è anche a questo che servono gli amici, giusto?" mi rassicurò lui con una vena di dolcezza nelle sue parole. Ero fortunata ad averlo come amico. “Comunque stasera alcuni ragazzi della scuola hanno organizzato una festa in discoteca per “festeggiare” l'inizio delle vacanze di Natale. Tu ci vieni?” mi chiese mostrando un sorriso da orecchio a orecchio e mimando le virgolette sulla parola 'festeggiare'. Ma per chi mi aveva presa? Era ovvio che NON ci sarei andata! Non ero la tipa da feste, anche se dovevo ammettere che per le poche volte in cui ero andata in discoteca mi ero piuttosto divertita. Questa volta, però, non ne avevo la minima intenzione, già avevo abbastanza problemi e non volevo andare a crearmene altri in posti come questi.

"Non penso, Liam... Si, l'idea della discoteca mi piace, ma non mi piace il fatto che sarà una grande festa con tutta la scuola. So come vanno a finire queste serate, l'ho visto una volta quando studiavo a New York e mi è bastato e avanzato, fidati." risposi facendogli intendere che avevo escluso subito l'idea di andarci.

"Dai, che ti costa? Se stiamo in gruppo non accadrà nulla di male... Per favore!" continuò a supplicarmi Liam facendomi gli occhi da cucciolo. Non poteva farmi questo, non potevo resistere a quello sguardo.

"Eh va bene, verrò! Ma sappi che è l'ultima volta che ti do retta!" mi arresi io alla fine. Sul suo viso apparve un tenero sorriso e mi strinse nuovamente a sé. Era un amico adorabile. In seguito ci salutammo, ci promettemmo di vederci lì in discoteca ed entrambi ci avviammo vero l'interno della scuola.
Chissà se Zayn e Louis ci fossero venuti. Se fosse stato così non so quanto sarebbe potuta andare bene, avevo una terribile paura di cacciarmi nei guai per una buona volta. Non sapevo cosa mi avrebbe riservato questa serata, ma se mai sarebbe successo qualcosa ero certa che non sarebbe stato nulla di buono. Il destino non è mai nelle tue mani, va per i fatti suoi: non puoi scegliere cosa far accadere, devi stare al gioco del tuo futuro qualsiasi cosa accada.

 

 

 

Spazio pubblicità: eccomi nuovamente qui con un nuovo capitolo! Ma prima vorrei dirvi alcune FF sui One Direction dalle quali vale la pena passare:
Fear Is Only A Relative Thing di AleHazzaDirectioner

Amore fra fratelli ... possibile? di directioner for ever_

Ed infine una OS Larry:
Il Cammino Dell'Età-Larry Stylinson di ImInLoveWithMyBestFriend

 

Angolo autrice: Okay, eccomi qui! Allora, dopo quasi un mese (OMG ç__ç) sono riuscita ad aggiornare! Scusatemi veramente tanto per il ritardo, ma una settimana sono stata al campo-scuola in montagna e in seguito ho sempre avuto poco tempo per scrivere... Perdonatemi! :c
Allora, a parte questo... *domanda fatale* come vi è sembrato questo capitolo? Sinceramente a me non è che piaccia più di tanto, e considerato che inizialmente non sapevo cosa scrivere spero che sia stato di vostro gradimento.
Vorrei ringraziare infinitamente chiunque legge, recensisce e mette tra preferite/ricordate/seguite la mia storia! GRAZIEEEE! :D
Questa FF ha quasi 200 recensioni e voi volete farmi morire perché non avrei mai pensato di ricevere tutte queste recensioni! *-* * morta * lol

FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE CON UNA RECENSIONE! THANKS VI AMO! <3
Baci alla prossima!
Xoxo

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Capitolo 17
*** Best Song Ever ***


 

 

ATTENZIONE: Per vedere il trailer di questa FF CLICCATE QUI 

 

'Caro Diario,

sono ufficialmente iniziate le vacanze di Natale, ma purtroppo i guai non sono finiti qui. Qualsiasi ragazzo della mia età sarebbe contento di andare in discoteca ad una festa come quella di stasera, ma non io. So bene come sono fatta e quello che posso combinare in circostanze del genere e non voglio rischiare di peggiorare la situazione di merda in cui mi sono cacciata. Ormai, però, ho promesso di andarci. Forse dovrei smetterla di sfidare la sorte.

Baci, la tua Sam'

 

Finalmente anche l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale era giunto al termine. Aspettavo da settimane questo giorno e già mi ero immaginata che avrei passato l'intera giornata a rilassarmi, a non fare nulla e già sapevo che la mattina successiva avrei dormito fino a tardi. Purtroppo molte di queste non sarebbero andate come programmato. La festa in discoteca organizzata da qualche senza cervello della scuola era ovviamente il fuori programma della giornata. Avevo promesso a Liam che ci sarei stata, ma ora non ne ero poi più così tanto sicura. Probabilmente avevo accettato solo perché non ero riuscita a resistere a quello sguardo supplicante e dolcissimo che mi chiedeva di accettare. Certo, se non mi fossi presentata lui se la sarebbe un po' presa, dopotutto una promessa è una promessa, ma ero ancora in tempo per ritirarmi, magari con una scusa del tipo 'mi dispiace, ma ho mal di pancia e non me la sento di venire', ma probabilmente non sarei stata credibile.
Nel frattempo un'altra parte di me, quella che mi cacciava sempre nei guai, mi diceva di andare, di non fare sempre quella asociale e mi continuava a ripetere 'tanto non hai nulla da perdere'. Oh eccome se ho qualcosa da perdere: la mia dignità, forse?
Poi, però, l'altra parte di me continuava a dirmi di non andarci, mi ricordava in continuazione le parole che Zayn e Louis mi aveva detto a riguardo della festa durante la lezione.

-Inizio Flashback-

Il professore, anche essendo il 23 dicembre, continuava a spiegare alcuni argomenti, ovviamente noiosi, e pure con una certa lemma.
Ultimamente Zayn e Louis non erano assillanti come una settimana fa, si erano un po' placati, ma come al solito non si smentivano mai.

Principessa, sapevi della festa di stasera?” mi sussurrò Zayn cercando di non farsi né vedere né sentire dal prof. Perfetto – anche se niente in questo momento lo era – questa era la conferma che lui ci sarebbe stato.

Ehm... Si, lo sapevo. Credo di esserci” risposi io un po' insicura. Sul suo volto apparve un sorrisino, e lentamente si avvicinò al mio orecchio: “Bene, vedrai che ci divertiremo molto insieme...”

Alle sue parole mi irrigidii di colpo e finsi un sorriso portando lo sguardo verso il basso, sul libro. In quella frase avevo inteso mille doppi sensi ed era stato proprio questo che aveva fatto incominciare a battere il mio cuore dall'agitazione. Forse non intendeva affatto quello che la mia mente pervertita andava ad elaborare, ma nella sua voce si era chiaramente sentita una vena di malizia. Speravo solamente che intendesse solo di ballare e scatenarci, ma non altro. Ovviamente i miei problemi non erano solo questi: Louis. Lui era un'altra delle mie complicazioni: se fosse venuto anche lui? Se avesse visto me e Zayn insieme o viceversa? Cosa sarebbe successo? Il finimondo.
Ad un certo punto i miei filmini mentali furono interrotti da un pezzetto di carta posto proprio sotto i miei occhi.

Ehi piccola, spero che ci sarai stasera in discoteca non vedo l'ora di ballare ;)
Lou. xx

Ok, questo bigliettino non solo aveva fatto rivivere nella mia testa tutte le paranoie che mi stavo facendo, ma era riuscito a farmi vedere anche quelle parole con dei doppi sensi. Forse stavo veramente diventando esagerata, o probabilmente mi si erano bruciati tutti i miei neuroni ed ero diventata completamente pazza.

-Fine Flashback-

Ora era la paura che mi ostacolava sempre di più ad andarci. La paura: quella brutta bestia che mi impedisce di fare ogni cosa, di scappare quando ce n'è bisogno, di affrontare le situazioni più difficili. Ognuno ha i suoi limiti, il suo muro da dover abbattere, e il mio era proprio questo, era ciò che mi impediva di pensare o ragionare razionalmente.
Come se non bastasse, nella mia testa continuava una specie di tira e molla tra le due decisioni che potevo prendere, e questo mi provocava un forte mal di testa e ancora più confusione. Poi il mio cellulare vibrò e la notifica di un nuovo messaggio apparse sullo schermo. Non so perché, ma una sensazione di speranza si accese in me, come se da quel SMS dipendessero gli avvenimenti di quella serata infernale e che mi stava praticamente mettendo in crisi.

- Patatina, ho avuto un imprevisto e questa sera non potrò esserci :( Mi dispiace, piccola. Comunque ti ricordo che domani è il compleanno di qualcuno, e quel qualcuno lo festeggerà solo con la sua ragazza ;) Buona serata, divertiti.
P.s.: mi fido di te.
Lou :) xx -

Al leggere quelle frasi incoscientemente un sorriso apparve sul mio volto. Avevo ragione: quel messaggio aveva veramente ambiato il futuro di quella serata. Certo, vi era anche scritto che avrei dovuto passare il giorno successivo con lui perché era il suo compleanno, ma questo non era ciò che mi interessava in quel momento, avevo ben altro per la testa e ci avrei pensato quando sarebbe stato il momento.
Mi dispiaceva dire che ora che lui non ci sarebbe stato in discoteca era meglio perché tenevo veramente a lui, ma in questo modo ci sarebbe stato un problema in meno. Mi sembrava piuttosto brutto chiamarlo in quel modo – un problema – anche perché ero stata io a creare questo casino, ma dopotutto senza di lui avevo meno cose di cui preoccuparmi, era la pura e semplice verità. Poi, però, un senso di colpa mi assalii: aveva detto che si fidava di me, quindi intendeva che non dovevo tradirlo, peccato che era ciò che già stavo facendo, ed era in questi momenti che sarei voluta scomparire e avrei fumato volentieri qualche sigaretta per sentirmi meglio.
Tenevo veramente moltissimo a Louis, il pensiero di poterlo far soffrire mi distruggeva. Inoltre al pensare al male che stavo facendo alle due persone che mi amavano, mi ci piangeva il cuore e mi sentivo un vero schifo, e forse era quello ero. Uno schifo. Non servivo a nulla se non per portare guai e incominciavo seriamente a riflettere sulle parole di mio zio: non erano poi così sbagliate, dopotutto aveva ragione. 'sei fastidiosa e inutile a questo mondo' questa era una delle ultime cose che mi aveva detto e nonostante l'inquietudine che quella frase portava in me, continuava a rimbombarmi nella testa facendomi impazzire. Si, che tanto ho poche cose a cui pensare.
Dopo aver racimolato un po' di forza di volontà lasciai da parte ogni singola preoccupazione e, per un attimo, mi auto-convinsi che la vita è una sola e va vissuta e che forse era meglio se mi fossi goduta quella serata: sarebbe successo quello che doveva succedere. Di conseguenza, con ancora in mano il cellulare, senza rispondere al messaggio di Louis, andai sull'opzione 'Nuovo messaggio' e incominciai a digitare il testo:

- Ehi Alexandra, scusa se ti disturbo, volevo solamente chiederti se ti andava di prepararti per andare alla festa in discoteca con me, ovviamente per poi andarci insieme.
Sam :) -

E dopo aver inserito il destinatario inviai l'SMS. Non so per quale motivo mi era venuta in mente di chiedere una cosa del genere proprio a lei, ma devo dire che per una volta forse avevo fatto la scelta giusta. Lei mi sembrava una ragazza a posto e in qualche modo mi sentivo meglio al fatto che stando con lei probabilmente avrei combinato meno guai del previsto. Vi chiederete anche perché io non abbia scelto di inviare questo messaggio a Chloe che era una delle poche amiche che ero riuscita a farmi dall'inizio della scuola: semplice, da quando avevamo discusso per strada e gli avevo quasi rivelato del doppio gioco non ci eravamo più né salutate né parlate. Dovevo ammettere che un po' mi mancava parlare con lei che dopotutto mi aveva aiutata molte volte, ma dopo quella litigata piuttosto pesante non eravamo riuscite a chiarire, c'era troppa tensione. Ecco perché non avevo chiesto a lei di andare alla festa con me, anche perché non ne avevo nemmeno il coraggio e sarei stata piuttosto incoerente. In più, lei sarebbe sicuramente andata con Harry, ne ero sicura, dopotutto ora aveva ottenuto ciò che desiderava: essere la sua ragazza.
La risposta non esitò ad arrivare e dopo qualche minuto il mio cellulare vibrò. Tutta presa dalla situazione andai ad aprire subito il messaggio sperando in un 'si' o un 'va bene'.

- Ehi Sam! Certo che si, mi farebbe molto piacere :) Tra dieci minuti sono da te.
Alex c: -

Perfetto. Speravo in una risposta del genere. Ora che avevo la certezza di avercela accanto durante la festa mi sentivo più sicura. Il testo del mio messaggio dalla mia mente venne subito trascritto sullo schermo del cellulare.

- Perfetto! ;) C'è un piccolo problema... non so cosa mettermi, aiutami! D:
Sam :) -

Esatto. Ora la mia preoccupazione era questa: non avevo nulla da mettermi per andare in discoteca, insomma le volte in cui uscivo di sera erano più uniche che rare – preferivo starmene in camera ad ascoltare la musica – e non potevo pretendere di avere un qualcosa di decente da poter indossare per una serata come questa. Per una volta mi sentii una ragazza normale, una di quelle che vive una vita normale e le sue uniche paranoie sono 'oddio cosa mi metto?' , 'come mi posso truccare?' o 'starò bene in questo modo?'.

-Tranquilla, bella, penso a tutto io ;) Non ti preoccupare.
Alex c: -

Solitamente non ero la tipa che si fidava subito delle persone, ma questa volta scelsi di fidarmi di lei, anche perché aveva sicuramente un gusto migliore del mio nel vestire e qualche abito adatto alla situazione.
Lanciai il cellulare sul letto e in seguito fui io quella a buttarmici. Tirai un sospiro, improvvisamente mi incominciai a sentire sollevata, forse perché sapere di avere qualcuno accanto è una bella sensazione. Era ridicolo sentirsi meglio nel sapere di avere Alex alla festa, ma per me non lo era affatto: potevo sembrare una ragazza forte e decisa, ma in realtà ero debole e insicura e penso che molte delle mie azioni lo provino.
Mentre aspettavo con ansia l'arrivo di Alex, rimasi stesa sul letto e le mie orecchie percepirono qualcosa: mio fratello che cantava a squarciagola sotto la doccia. Dio mio che voce stupenda, perché non io?

* * *

Ormai Alexandra era arrivata da qualche minuto e già aveva attaccato con una parlantina incredibile. Sembrava una ragazza tanto calma e tranquilla, ma in realtà quando le prendeva la chiacchiera era quasi del tutto impossibile farla smettere di parlare. A quanto pareva lei, al contrario mio, sembrava molto entusiasta di uscire e di andare a questa fatidica festa.
Ancora non la conoscevo molto bene, ma sembrava molto simpatica e i discorsi contorti e spesso ingenui che faceva mi facevano morir dal ridere. Si, stavo bene con lei, potevamo diventare grandi amiche.
Mentre Alex continuava a parlare, il suo discorso fu interrotto dalla persona che aprì la porta della camera. Entrambe ci girammo verso di lui, rimanemmo un po' scioccate e sui nostri visi si stampò un'espressione d'imbarazzo. Fratellino, sempre in mezzo, eh? 
Non solo si era creata una certa tensione tra Alex e Harry a causa della loro litigata, ma era diventata anche una situazione piuttosto imbarazzante perché quello lì davanti a noi due era mio fratello, si, ma non era un semplice Harry, era un Harry con addosso solo l'asciugamano che gli fasciava i fianchi e con i ricci tutti bagnati che gli cadevano sul volto quasi da farlo sembrare Tarzan. Si, era appena uscito dalla doccia. Alex, nonostante tutto, se lo mangiava con gli occhi e a momenti non sveniva sul pavimento. Sinceramente, anche se non potevo negare che avesse un bel fisico, non mi faceva assolutamente nessun effetto vederlo in quel modo, anzi mi veniva da ridere proprio come quando lo avevo visto stamattina in mutande.
Mentre dai suoi capelli gocciolava un po' d'acqua che andava a bagnare il parquet, ci guardava piuttosto confuso come per dire 'che avete da guardare? E più che altro, che ci fate qui?' anche se quella che forse lo doveva dire ero io. In effetti questa era una delle tante volte in cui odiavo la mia camera perché condivisa con mio fratello. La casa era piuttosto grande, ma per mia sfortuna una delle cose che le mancavano era un'altra stanza in modo d'avere ognuna la sua. Ok, stare in stanza con Harry dopotutto mi piaceva perché potevamo parlare prima di dormire o farci ognuno i cazzi dell'altro, ma quando si trattava di queste situazioni non potevo dire la stessa cosa.

Ehm... Harry, invece di starti guardare attorno perché non la smetti di sgocciolare sul pavimento non prendi quello che devi prendere e esci dalla stanza?” lo richiamai io facendogli il gesto di andarsene.

Cara Sam, questa è anche camera mia!” ribatté lui. Si, aveva ragione, ma non poteva stare sempre a scassare le palle! In più, in questo momento, non poteva pretendere di cambiarsi davanti a noi in camera, dopotutto c'eravamo prima io e Alex.

Lo so, ma caro mio per oggi ti vai a vestire al bagno, in salotto, in giardino o dove altro ti pare, ma non qui perché qui dobbiamo cambiarci noi!” gli dissi ironicamente cercando di cacciarlo via. Lo so, non ero molto carina nei suoi confronti, ma tanto sapevo che con le buone non avrei risolto niente.

Certo sorellina che a volte sei proprio una palla al piede! A volte mi chiedo perché devo avere una gemella... Comunque per questa volta te la do' vinta, ma solo per non sembrare maleducato nei confronti di Alex.” rispose mio fratello evidentemente rassegnato. Come al solito ero sempre io quella ad averla vinta, dopotutto lui sapeva bene come ero fatta e che quando volevo avere ragione a tutti i costi non c'era rimedio.
Quando Harry pronunciò il suo nome, Alex diventò praticamente tutta rossa: era evidentemente ancora cotta a puntino di lui, era chiaro che non lo aveva ancora dimenticato o rimosso dalla sua mente e dal suo cuore. Guarda fratellino che effetto le fai: perché la fai soffrire? Perché ti sei messo con Chloe?
Spesso Harry non ci capiva nulla perché forse era fin troppo cieco per vedere la realtà, ma non potevo di certo essere io a fare le scelte per lui: non solo non ero la persona adatta, ma se non riuscivo a fare le scelte migliori per me stessa come potevo farle io per lui?

Grazie fratellino” lo ringrazia rivolgendogli un sorriso divertito e avvicinandomi a lui per poi lasciargli un bel bacio sulla guancia bagnata “Ah, dimenticavo: asciugati mi raccomando” continuai a dire mentre mi veniva da ridere. Lui mi guardò come per dire 'non c'è medicina per quella pazza di mia sorella' e sbuffando andò ad aprire l'armadio e i cassetti per prendere l'intimo e i vestiti che avrebbe messo. Dopo le mie continue lamentele nel dirgli di sbrigarsi lui finalmente uscì chiudendosi la porta alle spalle, lasciando me e Alex in santa pace. Secondo me mio fratello spesso si faceva sottomettere dalla sottoscritta troppo facilmente.
Soddisfatta ritornai con lo sguardo verso Alexandra – che probabilmente avrebbe continuato volentieri a guardare mio fratello in quel modo – e la vidi un po' affranta, forse perché Harry non l'aveva nemmeno salutata, praticamente non l'aveva cagata di striscio se non per dire che non voleva essere maleducato nei suoi confronti: le persone si salutano e per maleducato era passato uguale.

Insomma, di molte parole tu ed Harry” le dissi in modo ironico cercando di sdrammatizzare la situazione. Non potevo vederla triste, non per quel cretino di mio fratello.

Lo so... Ok, visto che non voglio starmi qui a deprimere e che siamo in prossimità di una festa credo che sia meglio non pensare a queste cose, ma a vestirci!” rispose lei cercando di sviare l'argomento di cui ovviamente non era intenzionata a parlare: era ovvio che ci stesse comunque ancora male. Penso che sia difficile cancellare completamente dalla propria vita la persona che sai di amare veramente e che forse per te fa parte del tuo “tutto”.
Non volendole rovinare la giornata, l'assecondai e cambiai totalmente argomento e al quale comunque ci sarai comunque arrivare perché non mi era affatto chiaro.

Bene, allora incominciamo a prepararci. C'è solo un problema: tu mi hai detto che al vestito ci avresti pensato tu, ma cosa intendevi?” le chiesi curiosa. Lei mi guardò sorridendo e senza dire nulla mi fece cenno con la mano di fare silenzio e ad aspettare. Andò verso il mio letto sul quale aveva poggiato un borsone, aprì quest'ultimo e tirò fuori due grandi pezzi di stoffa colorati. Io la guardai piuttosto confusa, lei vedendo la mia faccia non si trattenne dal fare una risatina e così prese i due pezzi di stoffa in mano, uno in una e l'altro nell'altra mostrandomeli: tutto mi divenne chiaro e non potei far altro che rimanere meravigliata e a bocca aperta. Alex mi guardava soddisfatta e con un sorriso splendente. Cazzo, non poteva essere che davanti ai miei occhi si trovavano proprio due vestiti letteralmente stupendi e che sarebbero stati proprio quelli che avremmo messo per quella sera, ma la cosa più sorprendente era che uno dei due era per me. Sinceramente non mi sarei mai aspettata che Alexandra avrebbe portato questi vestiti magnifici, avevo proprio fatto bene a fidarmi. Non solo la trovavo una ragazza gentilissima, ma ora era anche la mia salvatrice perché se fosse stato per me sarei andata in discoteca vestita con la prima cosa che mi fosse capitata sulle mani.

Tieni – mi lanciò uno dei due abiti – questo è per te, spero che ti piaccia” disse aspettando la mia reazione che sperava fosse positiva.

Mio dio Alex, è fantastico! Grazie per avermelo prestato, ti adoro!” risposi più entusiasta che mai, amavo veramente quel vestito.

A dir la verità te lo regalo”

Stai scherzando vero?” le chiesi più che sbalordita. Mi aveva colto alla sprovvista, potevo capire che me lo prestasse ma non che me lo regalasse, questo proprio no. Quella ragazza non faceva altro che sorprendermi. Lei rispose facendo cenno di no con la testa sorridendo e inseguito mi disse di incominciare a cambiarmi. Io seguì il suo consiglio e lei iniziò a fare la mia stessa cosa.
Mi tolsi di dosso i vestiti che aveva prima e poi mi infilai, con più delicatezza possibile, il mio abito. Appena lo sistemai meglio sul mio corpo, andai verso l'armadio e aprì l'anta contenente uno specchio. Incominciai a guardarmi dalla testa ai piedi con una faccia sbalordita: non solo l'abito era stupendo, ma dovevo anche ammettere che mi stava a pennello. Era lungo fino circa metà coscia e incominciava in un corpetto senza maniche che mi fasciava il seno; subito sotto vi era una fascia su cui lato sinistro vi erano delle paillette argento che formavano una specie di fiore. Dalla fascia scendeva giù una morbida gonna a campana fatta di quattro o cinque strati di stoffa leggera che la rendevano un po' più voluminosa. Infine il colore era forse la parte migliore di tutto il vestito: era il colore fucsia dell'intero abito che metteva in qualche modo in risalto i miei occhi verdi.
Ancora stupita, mi girai verso Alex e vidi che anche lei aveva finito di mettersi il suo vestito. La verità era che anche il suo abito le stava praticamente d'incanto. Il suo, nonostante un po' simile al mio, era altrettanto stupendo: lungo fino metà coscia; sopra un top azzurro con dei ricami dello stesso colore, e ricoperto di una specie di piccoli diamanti qua e là. Sotto il seno vi era una fascia blu elettrico che le copriva metà busto; da quest'ultima partiva una gonna, dello stesso colore del top, piuttosto voluminosa e, come la mia, fatta da più strati di stoffa leggera. Insomma, anche il suo era praticamente perfetto. Quando vide che la stavo osservando, lei mi guardò e mi fece un occhiolino d'approvazione come per dire 'si, stai benissimo'. Poi tornò dal suo borsone e tirò fuori qualcos'altro: due paia di scarpe con il tacco veramente fantastiche. Alex si avvicinò a me e mi porse le scarpe di colore bianco e guardandola un po' titubante le afferrai e me li misi ai piedi: mi facevano minimo dieci centimetri più alta. Lei fece lo stesso con le sue che però erano nere.
In seguito la vidi sistemarsi i capelli e raccogliere i lunghi boccoli, che le cadevano morbidi sulla schiena, in un'alta coda di cavallo. I capelli legati le mettevano in risalto l'intero viso e le donavano veramente molto. Chloe sarà stata pure una ragazza che ci capiva in queste cose, ma anche Alex non scherzava perché anche lei ci sapeva piuttosto fare.

Ora tocca a te sistemare i capelli!” esclamò la riccia tutta entusiasta. Mi fece cenno di sedermi sul letto e così io feci. Lei prese alcune forcine che aveva dentro il borsone e incominciò a smanettare con i miei capelli facendo varie prove a portandoli prima a destra, poi a sinistra, prima verso l'altro, poi verso il basso. Alla fine scelse un'acconciatura che non avevo mai provato in vita mia: mi portò tutti i capelli verso la spalla sinistra fissandoli con lacca e forcine a destra. Quell'enorme ammasso di capelli ricadeva già a boccoli, che tra l'altro erano naturali, sul mio seno. Non per dire nulla, ma trovavo quell'acconciatura tremendamente figa e soprattutto dovevo ammettere che mi stava piuttosto bene. Adoravo sempre di più quella ragazza.

Ed ora passiamo al trucco!” annunciò sempre con più entusiasmo. Si, la invidiavo e anche tanto. Detto fatto tirò fuori una trousse piena di trucchi e che conteneva tutto e di più. Lei si truccò da sola applicando un eyeliner nero, un ombretto blu scuro e del rimmel; sulle labbra un rossetto rosso scuro; infine non poteva di certo mancare del fondotinta per coprire le imperfezioni. Poi passò a truccare me: sugli occhi un po' di matita nera, un ombretto argento e il rimmel; sulla bocca un rossetto rosa pastello molto chiaro ed infine ovviamente un po' di fondotinta.
Ormai avevamo completato la “trasformazione” per andare alla festa e, prima di partire, ci guardammo un'ultima volta allo specchio: modestia a parte, eravamo fantastiche e per una volta mi ci sentivo davvero.
Uscimmo di casa e prendendo la macchina di Alex ci avviammo in discoteca.

* * *

La musica rimbombava forte nelle mie orecchie. Una marea di corpi si muovevano più o meno a ritmo di musica e si strusciavano fra di loro. La pista da ballo era illuminata da varie luci che rendevano l'atmosfera più intrigante. Forse una delle cose peggiori di quel posto era che c'erano pochissime finestre e l'odore di sudore non poteva non sentirsi. Fortunatamente io e Alex stavamo in un punto della discoteca nel quale tutto questo era minore e c'era un po' più di calma: il bar. Si, ancora non avevamo poi tutta questa voglia di ballare e per ora avevamo preferito rimanere lì a bere qualcosa, magari evitando di ubriacarci anche perché sennò mio fratello mi avrebbe uccisa.
Da lì osservavo la gente che ballava e cercavo tra la folla se vedevo qualcuno che conoscevo: Louis sapevo che non c'era, ma Zayn? Strano, non si era ancora fatto vedere. Nel frattempo, per passare un po' il tempo, io e Alex chiacchieravamo un po' e un argomento tirava l'altro, passavamo dal dire una cosa a un'altra completamente diversa, era incredibile. Ovviamente non era mancato l'argomento “ragazzi” che in un certo senso era critico per entrambe.

Sam, ormai tu sai com'è la mia situazione sentimentale e che ancora mi piace tuo fratello, ma io non so nulla di te su quest'aspetto!” disse lei incuriosita da questa parte della mia vita e della quale generalmente non parlavo mai con nessuno. Fidati, è meglio se non sai.

Allora, ti piace qualcuno in particolare?” mi chiese lei continuando a parlare.

Oh... Ehm... Io non lo so, forse...” risposi il più vaga possibile, ed in effetti lo ero stata anche troppo. Non ero stata affatto convincente con quella risposta, ma a dir la verità non sapevo nemmeno io chi mi piaceva. Forse Zayn? Forse Louis? Nessuno dei due? Stavo andando nella confusione più totale, anche perché io sapevo bene di provare qualcosa per uno dei due. Cazzo, perché l'amore è così complicato?

Insomma, così mi hai detto tutto! Dai, ci deve pur essere qualcuno...” insistette lei. Improvvisamente nella mia testa balenò un pensiero assurdo, un pensiero che non avrei mai pensato che sfiorasse nemmeno un mio neurone: raccontare la storia del doppio gioco ad Alex. Poteva essere per una volta una cosa giusta, magari lei non mi avrebbe giudicata e mi avrebbe potuto dare una mano e aiutarmi ad uscire da questa situazione.

Alex, io... dovrei dirti una cosa, ma devi promettere di non dirla a ness...” Non feci in tempo a terminare la frase che qualcuno venne a interromperci. Merda, per una volta che ero riuscita a prendere una decisione, che mi ero fatta coraggio nel raccontare i miei problemi, puntualmente qualcosa me lo impediva. Questa volta erano i cari Liam e Niall che con un braccio si tenevano tra di loro – come per non cadere a terra – e con l'altro tenevano una bottiglia di birra ciascuno. Probabilmente erano un po' brilli. Non potevo negare che fossi felice della loro presenza perché comunque volevo loro bene e vedere altre facce conosciute non mi dispiaceva, ma purtroppo non erano arrivati al momento opportuno.

Ehi ragazze! Forza venite a scatenarvi! Qui ci si diverte!” esclamò Niall a voce più alta del dovuto e che probabilmente era più ubriaco di Liam.

Già Niall ha ragione! Comunque sono contento che tu, Sam, sia venuta!” disse poi Liam facendomi un occhiolino. Io feci una risatina isterica e cercai di trovare qualcosa da dire.

Ciao ragazzi! Felice di vedervi! Tra un po' veniamo a ballare! Comunque, Alex, questi sono Niall Horan e Liam Payne!” dissi rivolgendomi prima ai ragazzi e poi alla mia amica.

Oh si si, li avevo già conosciuto visto che sono degli amici di tuo fratello...” rispose lei rattristandosi un po' nella parte finale della frase. Capivo che in quel momento sicuramente dei ricordi di quando stava con Harry le stavano riaffiorando nella mente.

Va bene ragazze, noi torniamo a ballare! Sayonara!” ci salutarono i due ubriachi che se ne andarono poi saltando e urlando come matti e tornando probabilmente sulla pista da ballo. Vederli in quello stato mi faceva un po' pena perché sapevo che poi il giorno dopo non si sarebbero sentiti al massimo - sinceramente non mi sembrava il miglior modo per passare la vigilia di Natale – ma nonostante questo quella scena non poté portare altro che delle risate tra me e Alex.

Allora, Sam cosa mi stavi dicendo prima?” disse la riccia rimettendo in ballo il discorso precedente. Se prima ero certa di dirle tutto, ora non lo ero più, ero nuovamente insicura sul da farsi e questo non era affatto piacevole perché mi ritrovavo nella confusione più totale.

No, niente non preoccuparti...” le risposi cercando di deviare una volta per tutte quell'argomento. Ormai la mia chance di dirle tutto ce l'avevo avuta, ma non era andata a buon termine. Soltanto cercare di formulare un discorso, almeno una frase su quello che mi stava succedendo mi era praticamente impossibile: purtroppo la mia auto-convinzione di fare qualcosa durava sempre ben poco.

E dai Sam! Se il tuo problema è che non ti fidi di me allora ti sbagli di grosso cara. Non puoi iniziare un discorso per poi non finirlo: o dici tutto oppure fai prima a non iniziare nemmeno la frase” continuò lei insistendo, sembrava anche piuttosto alterata dal mio comportamento, dopotutto chiunque lo sarebbe con una tipa lunatica come la sottoscritta. “Invece di starti muta inizia a parlare, io ti ascolto” disse cercando di tirarmi fuori le parole con la pinza, ma purtroppo per lei non avrei ceduto poi così facilmente, o per lo meno lo speravo: sarò stata anche insicura e lunatica, ma nessuno mi superava in testardaggine.

Per favore, non insistere. Non era niente di così importante, ok?” le risposi nonostante il mio tono di voce che non era affatto convincente: si sentiva benissimo che in realtà la mia era una bugia e che mi mancava solamente il coraggio di esternare ogni cosa.

Ok, ascolta, se tu devi startene qui a fare tanto la misteriosa o peggio ancora la muta preferisco tornare a casa o tutt'al più andare sulla pista da ballo” disse lei piuttosto nervosa e infastidita. Alle sue parole un'espressione scura invase il mio viso: stavo facendo i miei soliti errori, per colpa del mio carattere la stavo facendo allontanare da me come dopotutto facevo quasi con tutti senza volerlo. Non riuscivo più a sopportare il fatto che in un modo o nell'altro mi ritrovavo sempre sola, non volevo che succedesse anche questa volta.

No, Alex, aspetta. Per favore, non lasciarmi sola. Scusa, se mi sto comportando un po' male, ma sono una tipa particolare, scusami.” la richiamai io quando lei già si era alzata dallo sgabello del bar per andarsene. All'udire le mie parole lei si girò verso di me e lentamente si risiedette al suo posto inchiodandomi con lo sguardo. Inizialmente ci guardammo negli occhi e in un certo senso mi parlò perché i suoi occhi sembrava che dicessero 'va bene, non me ne vado, tranquilla'; poi però, come al mio solito, non riuscì più a reggere il suo sguardo e portai il mio verso il pavimento che in quel momento era probabilmente molto più interessante.
Continuandomi a guardare mi rivolse un lieve sorriso e disse: “Ok. Se non vuoi dirmi nulla va bene, ma se vuoi raccontarmelo fallo ora perché non sempre potrebbe essere l'occasione giusta...”

Raccontarle cosa? Per caso del doppio gioco che stai facendo non so con chi, Sam?” disse una voce piuttosto familiare proveniente da dietro di me che interruppe la nostra conversazione. Improvvisamente mi irrigidii e a dir la verità non mi preoccupai nemmeno di sapere da chi provenisse quella voce, avevo solamente quella frase appena pronunciata che mi rimbombava nella testa. Chiunque fosse come faceva a sapere di quella verità? Il solo pensiero che questa storia potesse essere sventolata ai quattro venti mi faceva venire i brividi. Poi vidi Alexandra sgranare gli occhi e guardare prima me con uno sguardo interrogativo, poi verso il nostro terzo interlocutore.

Oh guarda un po' chi si vede: la biondina del cazzo ruba ragazzi!” esclamò Alex appena vide la persona che ci aveva interrotte. Dalle sue parole mi resi subito conto che quella lì presente era evidentemente la cara Chloe. Chi altro sennò? D'istinto mi voltai verso di lei e davanti ai miei occhi apparse una figura snella dai capelli biondi con addosso un vestito piuttosto appariscente: corpetto blu ricamato sulla parte superiore, ricoperto da paillette dello stesso colore; gonna blu elettrico molto corta e molto ma molto voluminosa; insomma non era difficile notarla.

Ascoltami riccia, non ti azzardare più a chiamarmi così! Poverina, sei solo invidiosa perché Harry ha scelto me e non te” ribatté con sfrontatezza la bionda. La faccia di Alex assunse un espressione prima di tristezza, poi di rabbia. In quel momento speravo soltanto che non avrebbero incominciato ad insultarsi a vicenda e sinceramente non avevo alcuna voglia di star ad assistere ad un litigio, ma a parte questo sarebbe stato peggio anche per loro perché si sarebbero letteralmente rovinate la serata.

Io sarò pure invidiosa, ma tu cara mi sembra che te ne vanti un po' troppo, non credi?” rispose Alex a tono. Vi prego ragazze, non incominciate.

Io non mi vanto affatto e ti conviene non metterti contro di me” disse Chloe mentre avanzava sempre di più verso la riccia. “Comunque cara non sono di certo venuta qui per litigare, tanto meno con te, a dir la verità non ne ho affatto voglia. Ora mi dite di cosa stavate parlando?” continuò cambiando totalmente argomento. Per un conto tirai un sospiro di sollievo perché speravo che Alex la lasciasse perdere, ma allo stesso tempo non ero molto tranquilla per ciò che Chloe voleva sapere.

Ma di cosa ti vuoi impicciare tu, eh? Era una conversazione tra noi due e basta! Lei lo voleva raccontare a me, non a te, quindi vedi un po' di smetterla, ok?!” l'aggredii subito Alex. Si vedeva perfettamente che l'arrivo di Chloe le aveva fatto girare un po' le scatole. Per favore Alex, smettila, lasciala perdere.

Ehi ragazzina, vedi di moderare un po' i toni con me. Va bene, se non mi volete qui torno volentieri da Harry, per me non c'è problema! Anzi, anche meglio, non vedo l'ora di tornare a stare tra le sue braccia e baciare quelle labbra così gustose, cosa che tu ormai mia cara non puoi più fare.” rispose a tono Chloe. E che cazzo smettetela di litigare per quel coglione di mio fratello! La faccia di Alex assunse un'espressione piuttosto dura e dire che le veniva da piangere era poco. Vidi le sue mani stringersi in due pugni, e dopo essersi alzata dallo sgabello si avvicinò a Chloe e le due erano in un inevitabile faccia a faccia. La bionda guardò in modo di sfida la riccia.

Potrai anche essere la puttanella di Harry, ma lui non ti amerà mai quanto amava me, ricordalo.” disse a quel punto Alex piuttosto spazientita. Io alle sue parole strabuzzai gli occhi sbalordita, e quale fu la reazione di Chloe? Un sorrisetto divertito.

Ragazze per favore smettetela. Davvero, non ne vale la pena” dissi io cercando di rompere quell'orribile tensione. Entrambe mi guardarono senza dire nulla e poi tornarono a guardarsi tra di loro. Si inchiodavano con lo sguardo e si lanciavano occhiatacce tra di loro. Distavano pochi centimetri e avevo paura che tra qualche istante sarebbe potuta scoppiare una specie di rissa. In quel momento l'unica cosa che pregavo e che le acque si calmassero, ma era evidentemente impossibile.

Ma smettila! E poi guardati, sembra che hai provato a copiarmi il vestito, ma mi pare che il tuo tentativo sia uscito piuttosto male” continuò Chloe provocando sempre di più Alex, sembrava che ci provasse gusto a vederla arrabbiarsi in quel modo.

Io ti avrei copiato il vestito solo perché è dello stesso colore? Ma vaffanculo, stronza! Cazzo, non ti sopporto!” esclamò al limite dell'esasperazione Alex a voce un po' più alta, ma fortunatamente nessuno se ne accorse a causa della musica altissima che superava di gran lunga le loro voci.

Oh guarda la cosa è reciproca, nemmeno io ti sopporto! Penso solo che tu sia una piccola insolente! La stronza se mai la dai a tua sorella non a me! Non azzardarti più a rivolgerti in questo modo.” ringhiò Chloe piuttosto alterata. Prima che Alex potesse ribattere lei le diede uno spintone che la fece quasi cadere. Io le guardai scioccata e di scatto mi alzai dallo sgabello avvicinandomi a loro come se avessi potuto fare qualcosa. Alex la guardò stupita e poi con sguardo minaccioso e arrabbiato si scaraventò verso di lei dandole una spinta ancora più forte. Questo non provocò altro che una serie di spintoni tra le due fino a che non iniziarono anche a tirarsi i capelli. Stranamente per una volta non ero io quella coinvolta in qualcosa, ma non potevo lasciarle fare, così provai a mettermi tra le due per farle smettere ma dire che era inutile era poco.

Ragazze smettetela! Basta! Fermatevi!” urlavo io in continuazione mentre cercando di separarle e sperando di risolvere qualcosa, ma ero praticamente quasi come invisibile per loro e continuavano a “picchiarsi” senza far caso che ci fossi io di mezzo. Mentre continuavano la “lotta” si lanciavano insulti a più non posso e mentre cercavo di scansarmi per evitare di prendere altre botte che logicamente arrivavano anche a me, sentì delle mani poggiarsi con un po' troppa forza sulle mie spalle e che con un colpo secco mi fecero cadere a terra. Un forte dolore all'osso sacro, che avevo appena battuto, mi assalii e incominciai a fare versi di sofferenza. Appena le due si accorsero di me si fermarono di colpo e mi guardarono intendendo cosa fosse successo. Così, vedendomi in quello stato, lasciarono perdere il loro litigio e preoccupate si accostarono a me.

Oh mio dio Sam, tutto bene?!” chiesero all'unisono. Ma che razza di domanda è? Me ne sto a terra dolorante e dovrei stare bene?
Subito dopo si guardarono in cagnesco e non mi sembra necessario dire quello che successe dopo: ricominciarono a “scannarsi”.

Porca puttana, Alex! Guarda cosa cazzo hai fatto!” esclamò Chloe dando tutta la colpa ad Alex. Anche questa no! Per favore!

Ah io?! Ma cosa cazzo dici se sei stata tu quella che l'ha spinta!” ribatté lei a sua volta discolpandosi di tutto. A dir la verità nemmeno io sapevo chi delle due fosse stata, ma non mi importava più di tanto, mi chiedevo più che altro perché invece che stare a litigare non mi davano una mano a rialzarmi visto che per il dolore da sola non ci riuscivo. Mentre cercavo di nuovo di richiamare la loro attenzione a placare le acque, loro continuavano a darsi la colpa a vicenda, finché qualcuno – forse la mia salvezza – arrivò interrompendo finalmente ogni cosa con la voce che tanto mi faceva impazzire.

Ehi ehi, cosa diamine sta succedendo qui?” domandò quel qualcuno mettendosi in mezzo a Alex e Chloe placando le acque tra le due. Dopo averle guardate in attesa di una risposta, il suo sguardo andò a finire su di me a momenti non gli prese un colpo.

Oh porca puttana! Principessa che ti è successo?” esclamò allarmato e preoccupato accucciandosi vicino a me e accarezzandomi la testa. Zayn, il mio dolce Zayn. Loro lo guardarono prima confuse per il suo comportamento così protettivo nei miei confronti, poi mortificate per quello che era appena successo.

Zayn, non preoccuparti, tranquillo non è successo nulla di grave. Soltanto è che Alex e Chloe stavano litigando e per sbaglio una delle due mi ha spinta facendomi cadere.”

Alle mie parole Zayn le guardò in cagnesco e senza dar loro un'ulteriore importanza, con la sua solita delicatezza, mi aiutò lentamente a rialzarmi, dandomi poi un dolce bacio sulla fronte.

Sicura di star bene, dolcezza?” mi chiese nuovamente Zayn non ancora convinto e un po' preoccupato.

Si, ho battuto l'osso sacro ma piano piano il dolore sta passando...” risposi cercando di farlo tranquillizzare, e per una santa volta non gli avevo mentito su quello che era successo, tutto quello che in questi minuti gli avevo detto era dannatamente vero. Facciamo progressi, insomma. Zayn aveva una mano posata sul mio fianco e mi teneva vicinissima a lui come se fosse un gesto per proteggermi e dire 'con me nessuno ti farà del male'. Forse mi sarei dovuta già dovuta abituare a questa situazione, ma mi sentivo in un tremendo imbarazzo e il cuore mi batteva all'impazzata: probabilmente non ci avrei fatto mai e poi mai l'abitudine. Forse un po' di quell'imbarazzo era anche dovuto al fatto che era la prima volta che Zayn mi teneva in quel modo in un posto pubblico, anche se il fatto del segreto era ancora valido.

Oh bene... In quanto a voi due, sarete anche più grandi di noi di un anno, ma avete avuto il comportamento di due bambine piccole! Con il litigare non so per quale motivo avete messo in mezzo anche qualcuno che non c'entrava niente! Dai, siete ridicole!” disse Zayn rimproverandole. Io lo guardai sconcertata da quello che aveva appena detto loro. Mi era sembrato peggio di uno di quei padri severi e iperprotettivi. Mentre Alex e Chloe, nonostante confuse da quella situazione, se ne stavano in silenzio e mostravano una faccia mortificata.

Dai Zayn, smettila... Lascia perdere, ora sto abbastanza bene, è tutto passato ok?” dissi io per evitare che uscisse fuori un altro litigio, ne avevo decisamente avuto abbastanza per questa sera. Lui mi guardò e lessi nel suo sguardo un 'si' come risposta a ciò che avevo appena detto.

Bene ragazze, ora se non vi dispiace vi rubo la mia principessa e la porto a ballare...” disse poi lui rivolgendosi ad Alex e Chloe, e portando il mio corpo davanti al suo avvolgendo i miei fianchi con le sue morbidi mani e tenendomi salda a lui. Le mie guance diventavano sempre più rosse dall'imbarazzo e il mio cuore batteva sempre più forte, Alex e Chloe erano sempre più confuse. “Ah, dimenticavo: mi raccomando vedete di non ricominciare a scannarvi” continuò a dire con un tono leggermente ironico.

Zayn, non saprei... Non posso lasciarle qui da sole, sta brutto!” esclamai io non so per quale motivo, forse per l'agitazione che mi stava salendo. Pensare solo al fatto che quelle due avrebbero potuto andare in giro a spargere la voce dicendo che avevano visto me e Zayn in quel modo “vicini”, e che quella voce poteva arrivare a Louis, era terribile. Come se non bastasse Zayn, come per dirmi di non contraddirlo e per convincermi, avvicinò le sue labbra alle mie e mi diede un bacio dolce e casto. Solo in quel momento mi resi conto di quanto mi era mancata quella bocca, quelle labbra, quei baci, i suoi occhi, insomma quanto mi era mancato averlo in quel modo vicino a me. Poi ripensai che avevamo due spettatrici, così puntai lo sguardo verso di loro e, anche se ancora confuse, mi annuivano come per dire 'forza, che stai aspettando? Vai a ballare con lui!'. Anche Zayn vide il consenso di Alex e Chloe e prendendomi per mano mi trascinò in mezzo alla pista da ballo, nella quale c'era un sacco di gente che si scatenava a ritmo della musica pop che rimbombava a palla nelle mie orecchie. Io e Zayn ci sistemammo tra quella folla e, mettendoci uno davanti all'altro, incominciammo a ballettare guardandoci negli occhi. Come al solito mi persi in essi, in quelle pupille che tanto mi ricordavano la cioccolata e che in qualche modo mi infondevano sicurezza, ma dopo un po' per me era come al solito tenere gli occhi fissi in quelli di qualcun altro, mi sentivo in soggezione. Dopo circa cinque minuti la melodia cambiò e sentimmo il DJ annunciare un lento. Sul viso di Zayn apparve un dolce sorriso e mettendo le mani sui miei fianchi si accostò di più a me. Quella situazione si fece in un qualche modo romantica e, appoggiando le mie mani sulle sue spalle, incominciai a ballare a ritmo con lui. Inizialmente ero un po' insicura, ma dopo un po' mi lasciai andare e appoggiai la testa sul suo petto sentendo il suo battito cardiaco: dolce, delicato, pieno d'amore, emozionato, ma soprattutto innamorato. Chiusi gli occhi e mi rilassai, mentre nelle mie orecchie entrava solamente il suono del suo cuore e quello della musica romantica. In quel momento mi sentivo bene con me stessa, mi sembrava che in quella pista gli unici presenti eravamo noi, tutte le paure e preoccupazioni svanivano, mi dimenticai del mio sfogarmi con il fumare, tutti i casini che avevo combinato...era un momento magico, tra me e lui, niente poteva interferire.

Sei bellissima...” mi sussurrò lui nell'orecchio mentre quel respiro che mi faceva venire i brividi arrivava sulla mia pelle “E non solo questa sera lo sei, tu lo sei in ogni fottuto secondo di questa vita”

Quelle parole arrivarono dritte al mio cuore e nel mio stomaco delle farfalle incominciarono a svolazzare. Sam, no, non puoi innamorarti sul serio, controllati e fai in modo che rimanga una semplice cotta. Non metterti in altri casini. La mia testa parlava, ma il mio cuore agiva in tutt'altro modo: ormai cuore e cervello erano diventati due cose completamente separate. Durante questi istanti stavo bene, e per una volta che mi ci sentivo perché non potevo farli durare al più lungo possibile, magari all'infinito?
Di colpo sentì le braccia di Zayn allontanarsi dal mio corpo e in quel preciso istante tutta la magia finì. Non capivo il perché lo avesse fatto. Avevo forse sbagliato qualcosa? Avevo fatto qualcosa che non andava? Mi sembrava di no, e allora perché?
Poi lo vidi tirar fuori il cellulare dalla tasca e lo sentì dirmi: “Aspetta un attimo, scusa”
Io annuii senza mostrare alcuna emozione, ma la verità e che ci ero rimasta un po' male. Mentre la musica continuava lui era intento ad esaminare bene ciò che era scritto sullo schermo del suo cellulare, e vidi la sua faccia assumere un espressione sconvolta e allarmata, se non anche spaventata.

Zayn, cosa succede? Tutto bene?” gli domandai piuttosto preoccupata dalla sua espressione, ma lui non mi rispose e ancora sotto shock lo vidi girarsi e incominciare a spintonare la gente che ballava per poi correre via non so dove.

Zayn! Aspetta! Dove stai andando!” gli urlai cercando di seguirlo, ma era stato impossibile stargli dietro e lo persi completamente di vista. La mia faccia era sconvolta, ma il mio cervello era in fumo, ma il mio cuore era quello messo peggio: quando Zayn se ne andava solitamente mi mancava, ma questa volta era diverso perché per la prima volta sentivo più che una mancanza, una sensazione di vuoto mi divorava. Senza saperne nemmeno il perché le lacrime iniziarono inevitabilmente a scendere senza alcuna tregua. Mi sentivo in un certo senso offesa, tradita. Stavamo passando un momento stupendo insieme e se ne era andato senza dare nessuna spiegazione: non era una cosa da lui. Triste e rammaricata mi diressi verso il balcone del bar nella speranza di trovarci ancora Alex, ma tra tutta la gente che c'era lei non era lì. In quel momento mi sentii ancora più persa e il barista, vedendomi in quello stato si avvicinò a me chiedendomi se mi andava di bere qualcosa. Inizialmente risposi di no, ma poi ci ripensai e: “No, anzi mi dia un alcolico qualunque” ovviamente lui così fece e mi portò un bicchiere di non so cosa. Dopo averlo bevuto fino all'ultima goccia incominciai a chiederne un altro, e un altro ancora, insomma uno tirava l'altro. Dopo non so quanti bicchieri incominciai a sentire la testa girarmi, la musica nelle mie orecchie arrivava ovattata e le immagini davanti a me apparivano sfocate, ma la cosa peggiore è che non riuscivo a ragionare su nulla. Poi vidi avvicinarsi qualcuno a me, ma non riuscivo a riconoscere chi fosse, tanto meno capire se era qualcuno che conoscevo o meno. Quel qualcuno mi fece alzare dalla sedia e con insistenza mi portò di nuovo verso la pista da ballo. Avrei voluto ribellarmi, ma il mio cervello mi diceva tutt'altro, anzi non funzionava proprio. Mi prese per i fianchi avvicinò il suo corpo il più vicino possibile al mio. La musica era una di quelle con cui potevi scatenarti quanto ti pare, ma a me non importava più di tanto, sarebbe potuta essere pure la miglior canzone di sempre, ma probabilmente il giorno dopo non mi sarei ricordata più niente. Io e il ragazzo ballavamo e lui sembrava intento a non lasciarmi per nessuna ragione al mondo. Guardandolo negli occhi mi sembrava che avesse un qualcosa di familiare, ma la mia testa non elaborava un bel niente e così lasciai perdere l'identificare chi fosse. Dopo un po' entrambi ci inchiodavamo con lo sguardo e una tensione simile ad elettricità si stava formando. Poi successe l'ultima cosa di cui mi resi conto prima che l'alcool mi facesse del tutto effetto facendomi perdere completamente la testa: le sue morbide labbra, nuove per me, sulle mie intente in un appassionante bacio.

 

 

Spazio pubblicità: prima di salutarvi e dirvi altre cose vi dico di passare da alcune ff :) lol
Fear Is Only A Relative Thing di AleHazzaDirectioner
Side Effects di CamyLouisDirectioner
nothing is impossible di ElisaBellimonella

 

Angolo autrice: Salve a tutti! Non so nemmeno se vi ricordiate di me (spero di si lol), ma ecco qui – finalmente – il capitolo 17! Avrei voluto tantissimo aggiornare prima, ma purtroppo in questo ultimo periodo non sono quasi mai a casa, ho pochissimo tempo per scrivere e ho avuto da finire gli ultimi compiti per le vacanze, quindi ho fatto quello che ho potuto... mi dispiace moltissimo, please scusatemi! :c
A parte questo spero di essermi fatta perdonare anche perché vi ho fatto un capitolo bello lungo (come al solito lol)...
Ora vi voglio mostrare i vestiti che Sam, Alex e Chloe hanno indossato in discoteca:

Sam

Alex

Chloe

 

Tra qualche giorno ricomincerà la scuola e quest'anno dovrò fare la terza media, ma non preoccupatevi in qualche modo troverò comunque del tempo per scrivere i prossimi capitoli... Niente, spero che vi sia piaciuto e scusatemi tanto ancora... Che ne dite di lasciarmi qualche recensione? c: grazie, a presto!
Baciiiii <3
xoxo

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Capitolo 18
*** Happy B-Day Lou! ***



 

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Dei raggi di sole, probabilmente provenienti dalla finestra, mi colpivano in pieno viso e mi davano un tremendo fastidio, così mi rigiravo insistentemente nelle coperte cercando una posizione comoda e che soprattutto impedisse al sole di colpirmi. Dopo qualche minuto di questa tiritera fu inevitabile svegliarmi. Lentamente aprii gli occhi un po' stordita e avvertii immediatamente un lieve mal di testa. Dire che in quel momento ero confusa era poco, diciamo che non ci stavo praticamente capendo un'emerita mazza, a momenti non riuscivo nemmeno a capire dove ero. Cercai di concentrarmi meglio sui miei pensieri, sui miei ricordi e tutto il resto, ma inizialmente mi era praticamente impossibile e un nervosismo pazzesco mi stava assalendo. Fortunatamente dopo un po' riuscii a mettere un po' a posto le idee, e appena realizzai che l'ultima cosa che ricordavo era che mi trovavo in discoteca al bar a bere qualcosa ed in quel momento mi trovavo in camera mia senza ricordare come ci fosse tornata, non potei far altro che mettermi le mani tra i capelli e chiedermi: 'cosa cazzo ho combinato?' 
Incominciai ad andare nel panico più totale e tutti i miei sforzi di cercare di ricordarmi qualcosa di più di quella serata erano praticamente inutili. Avevo un vuoto mentale. Era terribile. Poi, delle cose riaffiorarono nella mia mente, ma erano tutti ricordi di ciò che era successo prima che mi ubriacassi: Liam e Niall ubriachi, il litigio di Alex e Chloe, quella stupenda sensazione mentre ballavo con Zayn ed infine lui che se ne andava senza dare alcuna spiegazione. Perché diamine non ero rimasta a casa a farmi i cazzi miei? Perché come al solito dovevo andarmi a cacciare in qualche guaio? Sembrava diventato quasi una specie di vizio. Certo, anche io ero stata una cogliona di primo grado ad ubriacarmi ed ovviamente ora ne pagavo le conseguenze. Forse non avevo fatto nulla di male, non avevo combinato niente, ma ne dubitavo. Se solo Zayn non se ne fosse andato in quel modo facendomi rimanere male... No, non potevo dare tutta la colpa a lui, dopotutto era stata mia la scelta di come reagire a quella situazione e come mio solito avevo ovviamente reagito male.
Era inutile starmi a crogiolare nei miei pensieri, in tutti questi dubbi quando ero sicura che non avrei risolto niente, così presi il mio cellulare e ansiosa provai a chiamare una delle persone che forse poteva dirmi ciò che era successo quella sera: non potevo far finta di niente.

Pronto?” rispose una voce un po' assonnata dall'altra parte del telefono

Alex, sono io, Sam” dissi io mentre speravo che lei avrebbe potuto dirmi qualcosa che avrebbe potuto aiutarmi

Ciao, Sam... Cosa succede? Ti sento agitata” chiese confusa e curiosa

Ho seriamente bisogno d'aiuto” le dissi seria come per farle capire che ciò che mi serviva non era uno scherzo, ma che per me era una cosa importante

Non so come io possa esserti d'aiuto ma... dimmi” mi incoraggiò lei nel continuare

Ok, tu ora devi dirmi cosa è successo ieri sera dopo che ho ballato con Zayn – che se ne è andato senza dire niente – e dopo che sono andata al bar dove mi sono ubriacata...” incominciai a chiederle con il cuore in gola

Cosa hai fatt...!!” mi interruppe lei

Zitta, fammi finire di parlare! Per favore, dimmi che sai qualcosa, che hai visto qualcosa: io non ricordo niente!” conclusi mentre tutta la disperazione e preoccupazione possibile attraversava il mio povero cervello che doveva subire ogni volta tutte le mie paranoie

Io Sam... Non saprei...” rispose vaga, ma dal suo tono di voce si capiva benissimo che aveva visto qualcosa, che sapeva qualcosa ma non era interessata a dirmelo

Per favore, Alex! Ti scongiuro, io ho bisogno di sapere. Ti prego” continuai cercando di convincerla a sputare il rospo. Se mi avesse dato anche solo una qualche informazione le sarei stata grata a vita.

Ok, ok... Diciamo che non ho visto molto”

Non importa, dimmi ogni cosa” la spronai nel continuare. L'ansia mi assaliva ogni secondo di più.

Mentre tornavo dal bagno ti ho vista mentre ti alzavi dallo sgabello del bar, ma non eri sola: un ragazzo, che non sono riuscita ad identificare chi fosse, ti trascinava verso la pista da ballo e l'ultima cosa che ho visto è che vi siete baciati”

Strabuzzai gli occhi e fu come se ricevetti un forte pugno allo stomaco: cosa cazzo avevo fatto? Il solo pensiero che dopo quello che Alex mi aveva raccontato fosse successo qualcos'altro, un qualcosa di più mi terrorizzava come non mai.

C-cosaaa?! Oddio mio... E n-on hai v-visto altro?” chiesi spaventata e insicura. Dalle mie parole forse non si poteva capire, ma stavo letteralmente tremando dalla paura, la paura di sapere le azioni che avevo fatto incoscientemente.

Calmati... E comunque no, dopodiché siete scomparsi tra la folla e non sono riuscita a vedere più niente, mi dispiace” rispose lei desolata nel non potermi aiutare ulteriormente. Io rimasi in silenzio, non sapevo cosa dire “Ma... Non preoccuparti, non penso sia successo altro, quindi stai tranquilla, ok?” continuo Alex sentendo che non fiatavo, forse per calmarmi, ma ormai non era poi così facile.

Ok, grazie e scusa del disturbo” feci uscire dalla mia bocca in un sussurro e terminando la chiamata.
Mentre tremavo ancora lasciai cadere il cellulare sul letto e mi portai nuovamente le mani tra i capelli come per voler fermare tutti i pensieri che mi attraversavano in quel momento: quello che più mi tormentava era quello di voler sapere chi fosse il ragazzo che avevo baciato, forse era uno sconosciuto o forse lo conoscevo, ma non era tanto questo il problema. Cosa mi è passato per la testa in quel momento? Quel ragazzo era cosciente di ciò che faceva? Era ubriaco anche lui? Troppe domande mi affliggevano in quella frazione di tempo. Avrei voluto piangere, sfogarmi in qualche modo, ma cosa avrei risolto facendo in quel modo? Niente, non avrei di certo cambiato quello che era successo. Ormai era accaduto quello che era accaduto e non potevo cambiare il mio passato, anche se perché lo avessi potuto fare avrei cambiato moltissime cose, praticamente quasi tutto se non ogni cosa. Se fosse realmente esistita una macchina del tempo avrei tanto voluto tornare indietro nel tempo e sistemare tutti i miei errori, sbagli che avevo fatto nel corso di questi diciassette anni, a partire da quando ero piccolissima e cambiare il mio modo di comportarmi con gli altri allontanandoli, fino ad arrivare ad oggi: probabilmente avrei passato più di cento anni a modificare i miei errori ma ne sarebbe valsa la pena. Invece no, una macchina del genere non esisteva e per mia sfortuna non potevo fare niente di tutto questo ed ero costretta a lasciare le cose così com'erano convivendo con la vita che mi ero creata, si perché sei tu che ti crei la tua vita e questa si costruisce accumulando le azioni che fai giorno per giorno, e se oggi ti ritrovi in una certa situazione è solamente la conseguenza di ciò che hai fatto durante tutta la tua esistenza.
Il mio cellulare vibrò nuovamente e mi scosse da quella miriade di pensieri riportandomi alla realtà. Mentre continuava a vibrare, lo afferrai e guardai la schermata: una chiamata dalla persona che mi faceva stare meglio di tutte, ma che in quel momento era l'ultima con la quale avrei voluto parlare. Insisteva, sembrava che volesse a tutti i costi che rispondessi, ma sinceramente non ne avevo alcuna intenzione, e presa dalla rabbia a vedere il suo nome scritto sul display chiusi la chiamata senza degnargli di rispondergli. Dire che ero innervosita era poco. Probabilmente se qualcuno in quel momento mi avesse rivolto la parola avrei incominciato a ringhiare come un cane, o forse semplicemente sarei scoppiata a piangere.
Il mio telefono sembrava non aver pace proprio come me, infatti dopo neanche un minuto vibrò un'altra volta e la notifica di un messaggio illuminò lo schermo. Sbuffando lo ripresi in mano, e con svogliatezza guardai l' SMS. Forse per via del testo di quel fottuto messaggio, forse per via del mittente che era esattamente quello di prima, la mia rabbia salì alle stelle.

- Sam, per favore, rispondimi. So che probabilmente sei arrabbiata con me, ma ti scongiuro ho bisogno di parlarti. Scusami per ieri sera, posso spiegarti. Ti supplico.
Zayn. xx -

Cosa cazzo mi devi spiegare? Non voglio spiegazioni inutili, ormai hai fatto quel che hai fatto, e questo mi ha ferita.
A questo punto non sapevo più se essere arrabbiata per quello che era successo o per quel messaggio. Non volevo spiegazioni, anche se me le meritavo. Per me poteva pure rimanere un mistero il perché se ne fosse andato, tanto ero certa che non mi avrebbe mai detto la verità, avrebbe inventato solo scuse su scuse e quelle non mi andava di certo di sentirle. Cercai di mantenere la calma, di ignorare quel' SMS e di pensare a qualcos'altro, ma un altro messaggio arrivò sul mio cellulare.

-Sam, so che mi stai ignorando solo perché sei arrabbiata con me, ma ti prego, voglio solo parlare...

Zayn. xx -

Leggere quelle parole fu proprio la goccia che fece traboccare il vaso. Non mi importava un cazzo se voleva parlare, io avevo tutto il diritto di ignorarlo e sicuramente non sarebbero stati due stupidi SMS a farmi cambiare idea e magari perdonarlo. Mi aveva lasciata in mezzo a tutta quella gente come una scema, mi ero sentita veramente ferita e lui pretendeva che lo scusassi? Vaffanculo Zayn, vaffanculo.
Sinceramente ero tutt'altro che in vena di rispondergli, ma avendo perso la pazienza composi con rabbia e velocemente il suo numero aspettando che rispondesse per dirgliene quattro. Ero infuriata, ero stufa di essere sempre trattata come una marionetta, di quella che te ne puoi approfittare e poi trattare come un cane. Mi avrebbe sentita, eccome se lo avrebbe fatto. Non lo avrei lasciato nemmeno spiegare, doveva capire come cazzo ci ero rimasta.
Poco dopo che il telefono continuava a suonare, finalmente rispose.

Pronto?” rispose lui dall'altro capo del cellulare

Cazzo, Zayn la smetti di assillarmi? Si, sono arrabbiata, e anche tanto!” gli urlai io subito contro

Sam... io...” cercò di dire in tono di scuse

Tu un cazzo, Zayn! Vuoi capire che ci sono rimasta di merda?” continuai io aggredendolo

Lo so, Sam! Ma vedi di darti una calmata...” rispose probabilmente infastidito dal modo nel quale mi stavo rivolgendo a lui

Non mi dici quello che devo fare, ok? Se sono incazzata non puoi pretendere che io stia calma, chiaro? Mi dispiace, ma non sento ragioni!” continuai sbraitando. Probabilmente stavo facendo un figura di merda, stavo passando per antipatica ma in quel momento non me ne fregava una mazza

Dio santo, oggi sei intrattabile... Ascolta, fammi parlare. Ti posso spiegare tutto, ma tu non mi lasci dire niente!” insistette lui ostinato a volersi giustificare, ma una cosa che proprio non sopportavano erano le giustificazioni. Se uno sbaglia lo ammette, non si giustifica.

Eh va bene. Sentiamo un po' quello che hai da dire, sono curiosa. Voglio proprio sapere quello che t'inventi! Tanto che ti frega a te che sono rimasta lì da sola in mezzo a tutta quella gente, senza sapere dove te ne fossi andato... Dopotutto servo solo all'evenienza! A te non te ne frega un cazzo di me! Sarai andato sicuramente da qualche altra ragazza meglio di me oppure...”

No, Sam, cazzo, no! Sono andato da Sarah, da mia sorella! Non sono andato di certo a puttane! Sono andato da mia sorella che in quel momento aveva avuto una ricaduta e lei e mia madre avevano bisogno di me! Cazzo, ascoltami prima di accusarmi! Pensavo che ormai mi conoscessi e sapessi come fossi fatto!” mi interruppe lui e spiegandomi dove era realmente andato. Dalla sua voce era deluso da come lo avevo trattato. Io a quelle parole rimasi pietrificata. Poteva avermi mentito, ma non avrebbe di certo scherzato sulla salute di sua sorella, non lui. Come al solito ero stata la solita cretina a prendere conclusioni affrettate, di dire le prime cazzate che mi passavano in testa. Avevo fatto esattamente lo stesso errore di quando non lo conoscevo e dicevo che era solamente un tipo scontroso e maleducato, quando invece avevo scoperto che non era affatto così.

Zayn... Io... Io... Scusa...” Ma cosa diamine ti metti a chiedere scusa, hai fatto una cazzata a rispondergli in quel modo. Sei una cogliona.

Sam, quando mi hai visto leggere quel messaggio sul telefono era mia madre che mi diceva che Sarah era da qualche ora che stava peggio del solito, ma non mi aveva voluto scrivere prima per farmi divertire un po' in discoteca... Sai quanto tengo a mia sorella, sono stato preso dal panico e non ho potuto far altro che correre via da lei. So di non essermi comportato bene, ma tu t'incazzi così facilmente. Io avrò pure sbagliato, ma appena ho risposto mi hai aggredito: pensi che io non ci sia rimasto male? Sam, io ti amo, ma non puoi affrontare così le cose.” disse lui con più calma possibile in quel momento. La tensione che si era creata era da brividi.

Lo, so... Scusami... Sai come sono fatta... Non lo sapevo... Io... Ah, ma lasciamo perdere, sono solo una cretina” e dicendo questo riattaccai la chiamata lasciando la conversazione in sospeso. Non ce la facevo a dire nient'altro. Ero sicura che mi avrebbe richiamata subito, ma non lo fece, forse perché aveva capito che non era il caso. Dopo neanche due secondi scoppiai in un pianto irrefrenabile. Ero distrutta. Sensi di colpa mi affliggevano da tutte le parti. Alla fine si rivelava sempre che quella che aveva torto, che faceva le cose più a cazzo ero io. Zayn era andato ad assistere la sorella ed io mi ero andata ad ubriacare. Mi facevo schifo da sola. Ma come se non bastasse, Zayn non solo aveva una persona del genere al suo accanto, aveva anche una doppiogiochista. Stavo facendo solo del male alle persone che mi circondavano. Le lacrime uscivano senza sosta, dopotutto si dice che ogni volta che si piange, piangi per tutte le cose che hai sbagliato e che vanno male nella tua vita: probabilmente con tutte le mie lacrime potevamo farci una piscina.
Mi rifugia sotto le coperte del mio letto, e mentre continuavo a piangere sentii qualcuno entrare in camera. Probabilmente era mio fratello, così cercai di smetterla di singhiozzare in quel modo, ma mi fu quasi del tutto impossibile. I suoi passi si avvicinavano al mio letto, era ovvio e m'immaginavo già che avrebbe incominciato ad assillarmi per sapere cosa avevo fatto e perché stavo piangendo in quel modo, ma feci finta di niente e ignorai la sua presenza. Harry si sedette sul letto e mi tirò giù la coperta scoprendo il mio viso pieno di lacrime. Incominciò ad accarezzarmi la testa e: “Dio, sorellina... ma che hai? Cosa è successo?”
Va tutto male. Sono una cogliona. Mi faccio schifo. Nulla potrebbe andare peggio. Ecco cosa è successo.
Come immaginato mio fratello aveva subito incominciato a preoccuparsi, e molto probabilmente avrebbe iniziato a farmi il terzo grado. Peccato che l'ultima cosa di cui avevo voglia in quel momento era raccontare quello che era successo, perché tanto sapevo che una predica da parte sua non sarebbe mancata. Tra l'altro non sapeva nemmeno che io stessi con Zayn e questo procurava ancora più difficoltà.

Niente, Harry, niente. Lasciami in pace” gli risposi tra le lacrime facendogli intendere che non avevo alcuna intenzione di parlare

Immaginavo la tua risposta...”

Appunto, allora vattene!” lo interruppi io cercando di cacciarlo via. In questi momenti volevo solo starmene sola a piangere. Forse parlare con qualcuno mi avrebbe fatta stare meglio, ma solo al pensare di dover raccontare tutto mi prendeva una specie di magone in gola.

Sei sempre la solita. Io cerco di parlare con mia sorella e provare a capirla e aiutarla, cerco di fare solo questo, ma tu mi mandi sempre via e ti tieni tutto dentro. Fai quello che ti pare.” rispose lui rassegnato. Mi dispiaceva sentirlo parlare in quel modo, anche perché mi rendevo benissimo conto che era tutto vero, ma non potevo farci nulla: ero testarda e non avrei di certo cambiato idea.

Harry, lo so, ma scusa io... sto troppo male e non ce la faccio. Magari quando mi sarò un po' tranquillizzata ne parleremo, ok? Scusa...” gli dissi io cercando di non passare da ignorante, e per questa volta dicevo sul serio, quando me la sarei sentita mi sarei sfogata con lui.

Va bene, va bene... Sai che io comunque sia ci sono e ci sarò sempre, dopotutto sei mia sorella non potrei mai abbandonarti” concluse lui con una calma incredibile. Lui era diverso da me, era paziente, comprensivo, era una persona fantastica. Mi ero sempre chiesta come cazzo faceva a sopportarmi e voler bene a una come me, e l'unica risposta che riuscivo sempre a darmi era quella che probabilmente il destino aveva voluto che in un qualche modo come fratello e sorella ci completassimo.
Inizialmente non gli risposi e così lui si alzò dal letto e si diresse verso la porta per uscire.

Fratellino...” dissi poi nell'intento di fermarlo

Si?” chiese confuso e girandosi verso di me

Ti voglio bene” Alle mie parole un sorriso apparve sul suo viso.

Anche io sorellina, anche io” e detto questo andò alla porta aprendola “Ah, dimenticavo: ti ricordo che oggi è il compleanno di Louis” e se ne andò al piano di sotto lasciandomi finalmente sola. Le sue ultime parole mi fecero scattare subito una specie di allarme in testa. Oh cazzo, è vero. E' il compleanno di Lou ed io ero troppo presa a piangere per ricordarmene. Che stupida che sono. Aveva detto che oggi voleva stare un po' con me e festeggiare il compleanno con me. Merda.
Improvvisamente ricordai chiaramente il messaggio che ieri Louis mi aveva mandato, e andai come in panico. Già che ero di cattivo umore avrei dovuto pure passare una giornata o serata quel che sarebbe stato con lui? Non ci pensavo proprio. Avrei potuto dirgli che non mi sentivo bene o inventarmi qualche cosa, ma sapevo che ci sarebbe rimasto malissimo e non mi andava proprio di farlo sentire in quel modo nel giorno del suo compleanno. L'ultima cosa che volevo era quello di far stare male qualcuno, quindi avrei dovuto semplicemente raccogliere un po' di forza e buon umore e cercar di far passare a Lou una bella giornata. Forse era la cosa migliore da fare.

- Ehi Lou! Oggi è il compleanno di qualcuno o sbaglio? Ahah tanti auguri vecchio mioooo! ;)

Sam. xx -

Dopo avergli scritto questo messaggio mi sentii decisamente più in pace con me stessa, forse perché per una volta avevo fatto qualcosa di giusto con la sicurezza di non aver fatto niente a nessuno.
Nell'attesa che rispondesse, misi alle orecchie le cuffiette e inizia ad ascoltare un po' di musica che mi avrebbe sicuramente rilassata un po'.
Circa mezz'ora dopo la canzone che stavo ascoltando venne interrotta dalla vibrazione del cellulare: era sicuramente Louis che aveva risposto.
- Buongiorno splendore! A chi avresti dato del vecchio? Ahah grazie mille, amore! Mi sono svegliato ora... e mi sono accorto che è già l'ora di pranzo! Ahah
p.s.: ti amo <3
Lou. xx -

Louis Tomlinson. Quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio e un po' sfacciato, ma pieno di senso dell'umorismo e sotto sotto anche dolcissimo. Non potevo negare che con quel messaggio non aveva stampato un bel sorriso sul mio volto nonostante la giornataccia che stavo passando. I suoi messaggi, la sua voce, avevano degli effetti completamente diversi su di me da quelli di Zayn, e la cosa peggiore era che entrambe le sensazioni mi facevano stare al settimo cielo. Quel giorno, però, c'era qualcosa di diverso, ovvero che avevo litigato con Zayn e ci stavo veramente malissimo, e nonostante ciò Louis era riuscito a farmi sorridere per almeno un secondo.
Non feci in tempo a rispondere che la notifica di un nuovo messaggio apparve sullo schermo del cellulare.

- Comunque... Ricordi che oggi avrei voluto passare il mio compleanno con te? Ecco, non accetto un “no” come risposta, quindi ci vediamo direttamente a Leicester Square alle 19... A dopo, amore!
Lou. xx -

I suoi modi di fare erano veramente unici e irripetibili. Non tutti avrebbero scritto un messaggio del genere. Ovviamente non potevo rifiutarmi e decidere di non andare, sembrava così felice, e pensandoci magari mi avrebbe fatta distrarre anche un po' da quella che era stata una mattinata di merda. Avevo un po' paura delle intenzioni di Louis, ma non credevo che avesse delle brutte intenzioni alquanto ci aveva detto di vederci in piazza. Quell'invito mi fece tanto ripensare alla nostra prima uscita, quella finita in tragedia, e a quei ricordi dei brividi di terrore attraversarono il mio corpo. Speravo che questa volta non accadesse nulla, ma dopotutto la sfortuna non può essere sempre tutta dalla nostra parte.

 

* * *

 

Erano quasi le 19 e per una buona volta erano in perfetto orario, ma di Louis ancora nessuna traccia, questa volta ero certa che sarebbe stato lui quello in ritardo. Quella si che era una di quelle serate fredde, e anche se non nevicava, Leicester Square era completamente tinta di bianco dalla neve che era caduta durante tutta la mattinata. Proprio per via delle basse temperature, avevo deciso di mettermi un paio pantaloni neri attillati (anche se mi tenevano abbastanza caldo), una maglietta monocolore bianca sopra la quale misi un maglione di lana nero. Sopra a questo avevo ovviamente un giaccone grigio pesante lungo più o meno fino alle ginocchia; come tocco finale non potevano mancare una bella sciarpa color panna e dei guanti color terra. Nonostante fossi coperta dalla testa ai piedi stavo letteralmente congelando e non vedevo l'ora che Louis si facesse vivo. Nel frattempo mi guardavo attorno e osservavo il bellissimo spettacolo che mi si presentava davanti agli occhi: quella piazza completamente illuminata da luci natalizie le conferivano un qualcosa di magico e unico nel suo genere; tutta la gente che vi ci camminava serena mi conferiva lo spirito natalizio che in tutta la mia vita mi era venuto a mancare. Avevo sempre odiato il Natale, fin da piccola, non avevo mai amato quella festività e forse mai l'avrei amata. Le persone dicono che “A Natale si è tutti più buoni”, ma io non ci avevo mai trovato nulla di vero in quell'affermazione. Forse perché dovrebbe essere una festa che riunisce la famiglia, ma per me non era mai stato in quel modo. Mio fratello diceva che quest'anno i nostri genitori ci sarebbero stati e che lo avrebbero festeggiato con noi, anche se ero piuttosto scettica nel crederci.

Ehi, bellissima, sei qui da sola?” mi rivolse la parola un ragazzo. Inizialmente pensai che fosse Louis, ma la sua voce era completamente diversa. Appena realizzai che quello che mi stava parlando era uno sconosciuto mi girai impaurita verso di lui e la sua aria era tutto tranne che rassicurante.

Chi cazzo sei? Non ti conosco, vattene” ebbi io la sfrontatezza di rispondergli. Probabilmente queste parole non gli avevano fatto di certo piacere, ma non doveva azzardarsi a darmi fastidio. Dal suo aspetto fisico possente sembrava avere circa una ventina d'anni.
Facile prendersela con persone più piccole, soprattutto se sono donne.

Oh, ribelle la ragazzina...” disse con tono malizioso il ragazzo avvicinando il suo schifoso corpo al mio.

“S-stammi lontano, stronzo!” gli urlai io dandogli una spinta per allontanarlo da me. Avevo come al solito reagito d'impulso senza pensare alle conseguenze, ma dovevo farmi rispettare.
Purtroppo, la sua reazione fu qualcosa che mi sarei dovuta aspettare. La sua faccia assunse un'espressione arrabbiata ma allo stesso tempo divertita. La paura incominciava a impossessarsi di me. Senza pensarci un attimo il ragazzo afferrò con forza il mio braccio e mi avvicinò a lui per poi stringermi sui fianchi.

“Modera i termini, ragazzina... Non scherzare con il fuoco” mi sussurrò lui all'orecchio mentre aumentava la presa e la vicinanza tra noi due. Io non riuscivo più a muovere un muscolo e mi chiedevo perché cazzo Louis non arrivava. Alcune lacrime incominciavano a scendere sul mio viso, ma non potevo farmi vedere così impaurita, era quello che lui voleva.

Tranquilla, non voglio farti del male... Se vieni con me ci possiamo divertire un po'...” diceva ovviamente intendendo troppi doppi sensi. Perché proprio io dovevo ritrovarmi con uno stupratore? La mia perenne sfiga mi perseguitava, era ovvio. Io continuavo a piangere e lo pregavo di lasciarmi stare, ma era ovviamente tutto inutile.

M-mi hai per caso presa per una troia?” gli dissi tra le lacrime e stufa di quella situazione che sembrava più che altro un incubo. Non avrei dovuto fargli quella domanda, ma dovevo in qualche modo difendermi.

Ahah sei sexy quando ti arrabbi.. E comunque, si, sei la mia puttanella” rispose lui senza veramente alcun pudore. Io alla sua risposta strabuzzai gli occhi. Non poteva aver veramente detto quello. Io non ero la puttana di nessuno.
Incazzata gli diedi uno schiaffo il più forte possibile. Per un secondo lui lasciò la presa per mettersi la mano sul viso, dandomi modo di provare a scappare, ma lui fu più veloce e mi riprese tra le sue grinfie. Cercai di dimenarmi per fargli capire che doveva smetterla e doveva lasciarmi in pace, ma non ottenei altro che la sua impassibile resistenza.

Non azzardarti più a darmi uno schiaffo, perché se mi ci metto io a schiaffeggiarti ti potresti ritrovare morta...” disse con tono perfido ma comunque con una vena di malizia, e portando una delle sue mani sul mio sedere. Sobbalzai cercando di scansargli le mani. Le sue parole mi fecero tornare in mente un po' quelle di mio zio quando aveva cercato di uccidermi. Questo mi fece paralizzare dalla paura ancora di più e non riuscivo a smettere di tremare. Improvvisamente sentii le mani del ragazzo spostarsi dal sedere verso la coscia e il mio pianto supplicante era sempre più forte. Lo imploravo di smetterla e di andarsene , ovviamente senza risultati. Fino a che una voce, la mia salvezza in quel momento, interruppe finalmente ogni cosa.

“Brutto bastardo! Lascia in pace la MIA ragazza!” questa frase fu subito accompagnata da un pugno al viso del ragazzo che si allontanò da me cadendo a terra. Io mi girai di scatto verso il mio salvatore e non potei fare a meno che buttargli le braccia attorno collo e stringerlo forte. Louis era finalmente arrivato.
Il ragazzo si rialzò e con un sorrisino disse: “Scusa caro, ma io e la tua ragazza ci stavamo divertendo un po'...”

Quella frase non fece altro che far incazzare ancora di più Louis che invece che abbracciarmi si dimenava come a volerlo picchiare. Io continuavo a tenermi stretta a lui non solo perché mi sentivo più protetta, ma anche per evitare che scoppiasse una rissa.

Non ti azzardare più a toccarla! Le persone come te fanno solo schifo! Vai a fare questi giochetti con le puttane di strada, non con lei, chiaro?!” gli rispose Louis sull'orlo di picchiarlo a sangue.

Lou... lascialo stare. Andiamocene via, per favore...” lo implorai io che non ne potevo più di quell'orribile situazione. Asciugandomi le lacrime lo afferrai per un braccio e iniziai a trascinarlo via prima che uno dei due potesse dire qualcos'altro. A passo svelto ci allontanammo il più possibile da quel ragazzo e Louis, come a fare protettivo, mi prese per un fianco e rallentando un po' il passo continuammo a camminare in quel modo. Finalmente, con lui accanto, mi sentivo protetta. La sensazione che provavo a stare con quel ragazzo era veramente orribile.

Sam, sicura di star bene? Dio, giuro che lo avrei ammazzato. Se solo ti avesse...” sputò con rabbia.

Louis, non dirlo nemmeno per sogno. Sapevo che saresti arrivato. Ora, però, basta pensarci. E' stato orrendo, voglio solo dimenticarmene, ok? Invece godiamoci questa serata, dopotutto è il tuo compleanno.” gli dissi volendo che dimenticasse quello che era successo prima. Non volevo che il giorno in cui compiva gli anni fosse rovinato solo a causa di quello. Lui inizialmente rimase un po' scettico, ma poi mi rivolse un sorriso e mi lasciò un lieve bacio sulle labbra. Rimasi un po' spiazzata da quel gesto ma lo ricambia con un timido sorriso. Senza dire nulla continuammo a camminare sotto le luci natalizie che conferivano al tutto un'aria un po' romantica. Mentre ero tutta presa ad ammirare quello che mi circondava sentì la mano di Louis afferrare la mia. Inizialmente ebbi l'istinto di tirarla via, ma subito decisi di ricambiare il gesto.

Ti amo, tanto, troppo.” mi sussurrò all'orecchio. Le mie guance si tinsero di rosa e non potei fare a meno che sorridere alle sue parole. Non feci in tempo a rispondere che qualche fiocco di neve incominciò a scendere sulle nostre teste. Entrambi alzammo gli occhi al cielo e in pochissimi secondi la neve cominciò a scendere più che abbondante. Louis prese la mano che mi stava stringendo e la voltò verso il palmo come a volermi far prendere un fiocco di neve. Quando uno di questi vi si poggiò sopra lui la chiuse in un pugno e vi ci mise sopra la sua.

Non credi che nella neve ci sia qualcosa di magico?” mi chiese rimanendo in quella posizione. Ero imbarazzata da morire e non stavo capendo praticamente nulla di quello che stava succedendo, ma i suoi gesti e le sue parole erano adorabili.

Non so... Ho sempre odiato la neve, forse perché mi fa pensare alle feste natalizie...” risposi più che sincera. Si, la trovavo una cosa affascinante, ma non l'adoravo. Consideravo la neve una cosa inutile. Probabilmente perché quando ero bambina nessuno mi aveva mai portata a giocarci: non avevo mai fatto in vita mia un pupazzo di neve o semplicemente a pallate. Questo perché, quando i miei genitori non c'erano, io e mio fratello stavamo con nostra nonna che ci faceva sempre stare rinchiusi in casa a studiare o ad aiutarla mentre tutti gli altri bambini andavano fuori a giocare.
Louis rimase un po' spiazzato dalle mie parole, ma continuò il suo discorso: “Io invece la trovo un qualcosa di particolare e fascinoso... Forse perché nei momenti come questi ti fa sentire come in un film. O forse perché trovo semplicemente romantico baciarsi sotto la neve” e dopo aver fatto un risolino mi fece girare verso di lui e mi strinse al suo petto. Fui costretta dal suo sguardo e i suoi occhi mi ghiacciarono come già precedentemente era successo. I miei occhi verdi erano completamente fissi su quelli ghiaccio di Louis e quello era uno degli sguardi più intensi che avessi mai visto. In quel momento mi dimenticai di ogni singola cosa, perfino di come si facesse a parlare. Quando ad un tratto le sue labbra premettero sulle mie. Quello fu il bacio più pieno d'amore che Louis mi avesse mai dato. Mille brividi percossero il mio corpo e una sensazione tipo elettricità attraversò ogni singola mia cellula. Fu uno di quei baci che blocca il tempo e che sembra durare all'infinito.
Quando le sue labbra si allontanarono il suo respiro raffreddato dalla bassa temperatura arrivava a sbuffi sul mio viso. Era la situazione più romantica che avessi mai vissuto con lui. Nessuno dei due diceva nulla. Lui puntava il suo sguardo verso di me. Io invece lo tenevo verso terra. Presa dall'imbarazzo mi mordevo il labbro inferiore. Lui mi osservava divertito. La neve continuava a scendere sopra le nostre teste. Il mio cuore batteva all'impazzata, o si era semplicemente fermato, non riuscivo a rendermene conto. Con un sorriso a mille denti Lou intrecciò la sua mano con la mia e riprendemmo la nostra passeggiata. Sinceramente non avevo la più pallida idea di dove stessimo andando, ma ero certa che Louis non ci stava facendo girare a vuoto.

 

* * *

 

Eccoci, dopo questa lunga camminata siamo arrivati!” esclamò dopo circa venti minuti di camminata sotto la neve.

Stai scherzando, vero?” gli chiesi io sbalordita da dove mi aveva portata. Non so perché ma era veramente l'unico posto dove non mi sarei mai aspettata di andare. M'immaginavo un ristorante o qualche pub, e invece no.

Dai, non mi dire che non trovi fantastica questa pista di pattinaggio!” ribattè lui più entusisasta che mai.
Una pista di pattinaggio. Faceva sul serio? In tutta la mia vita avevo pattinato solo una volta e il risultato fu cadere e battere le ginocchia. Insomma, in queste cose ero praticamente impedita. Solo un tipo come lui avrebbe potuto pensare ad un'uscita del genere. Non potevo negare che il posto era incantevole, ma il pattinaggio non m'ispirava granché,
Louis mi spiegò che ci trovavamo alla pista più famosa di questa parte di Londra, chiamata Strand, la Somerset House Ice Rink. Come l'intera città anche questa era copletamente ricoperta da luci e addobbi natalizi bianchi, blu e argento. Al centro di tutto vi era la fatidica pista di ghiaccio, sulla quale bambini, ragazzi, adulti e anziani pattinavano sereni godendosi l'atmosfera della vigilia di Natale.

Louis, è veramente tutto bellissimo ma... Io non so pattinare!” risposi “Non preoccuparti per me: vai pure a pattinare, io ti aspetto qui...” continuai invitandolo ad andare a mettersi i pattini ai piedi. Io non avrei pattinato per nessuna ragione al mondo, ma non per questo potevo impedire a Louis di divertirsi, volevo solo che passasse un bella vigilia e un bel compleanno.

No, io da solo non vado a pattinare. Tu ora senza fare storie ti metterai ai piedi quei pattini ed entrerai in quella pista. Dai, vedrai che ti divertirai. Non ti farai male, ci sono io.” si oppose lui mettendosi in fronte a me e rivolgendomi un dolce sorriso. Mi guardava con sguardo supplicante, io tenevo il mio verso il basso. Non avrei ceduto così facilmente.

Dai, ti scongiuro...” continuò supplicandomi e afferandomi per i fianchi avvicinandomi a lui “Giuro che non ti chiederò mai più di pattinare, ma fallo almeno per oggi che è il mio compleanno...”

Cercavo di non ascoltarlo e d'ignorare le sue parole, ma quando le persone cercavano di persuadermi con una vena di dolcezza nella voce per me era quasi impossibile opporre resistenza. Probabilmente mi sarei pentita subito della mia risposta, ma evidentemente non avevo alcuna via di scampo.

Eh va bene... Ma se provi solo a lasciarmi ed io vado a finire per terra, giuro che non ti parlo più!” acconsentii io ancora titubante ma anche un po' con tono di sfida. Lui fece un'espressione divertita, mi prese per mano e incominciò a trascinarmi verso il bancone dove ti davano i pattini. Lì una signora ci chiese il nostro numero di scarpe e ce ne diede un paio che potevano andar bene con la misura dei nostri piedi. Dopo averla ringraziata ci andammo a sedere su una delle panchine a bordo pista al fine di mettere quegli scomodi trespoli. Louis fece praticamente subito, io non sapevo dove mettere le mani. Idea peggiore non poteva avere. Non so mettermi un paio di pattini, figuriamoci a starci sopra.
Lui, vedendomi in difficoltà, non potè far altro che farsi scappare una risatina.

Invece di ridere, aiutami un po'!” lo rimproverai io ironicamente e fulimandolo con lo sguardo. Continuando a ridersela sotto i baffi si alzò in piedi e si accovacciò davanti a me sorridendomi. Incominciavo ad amare quel fottutissimo sorriso.
Con fare delicato Louis mi mise quelle trappole ai piedi e subito dopo si rialzò porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi e farmi abituare a stare sui pattini. Subito mi chiesi come facesse lui a stare così in equilibrio. Probabilmente era frutto di molti anni di pattinaggio, magari era fin da quando era piccolo che era abituato a pattinare.
Titubante gli afferrai la mano e lui, aiutandomi tirandomi verso di lui, mi fece ritrovare finalmente in piedi. Era una sensazione stranissima, ma dovevo ammettere che era una cosa veramente fighissima. Ora che ero riuscita ad alzarmi mi sentivo realizzata e senza che me ne resi conto un sorriso apparve sul mio viso. Peccato che molto probabilmente appena avrei mosso un piede sarei sicuramente scivolata giù come una pera cotta, ma intanto già avevo fatto un bel passo avanti.
Non facevo altro che osservare i miei piedi sopra quella pista di ghiaccio mentre un sorriso ebete contornava imperterrito la mia faccia. Sembravo una bambina con dello zucchero filato.

Sei bellissima quando sorridi” se ne uscì poi Louis con una voce dolce. Quelle parole mi fecero letteralmente sciogliere e le mie guance si tinsero per la millesima volta di rosa; allo stesso tempo mi resi conto che quella era l'affermazione meno veritiera che io avessi mai sentito. Non ero bella, tanto meno quando sorridevo.
Come la maggior parte della volte il mio sguardo era puntato verso il basso e non avevo alcuna intenzione di alzarlo; così Louis mi prese con le sue dita affusolate il mento alzandomi poi la testa. I miei occhi verdi si incontrarono con i suoi per la millesima volta, e anche in quel momento furono scariche elettriche.

Devi credere alle mie parole, sei bellissima sempre e comunque” riafffermò lui inchiodandomi con lo sguardo. Io diventai ancora più rossa di prima. Lui se ne accorse, così mi accarezzò con il dorso della mano la guancia e sfoggiò un altro dei suoi sorrisi divertiti.

Dai, ci buttiamo in pista?” disse poi lui interrompendo quel momento terribilmente imbarazzante. Io feci cenno di si con la testa e, senza sapere come muovermi su quei trampoli, provai a fare un passo. Questo mi fece perdere inevitabilmente l'equilibrio. Scivolando andai addosso a Louis che però, avendo i riflessi pronti, mi riprese evitando che entrambi cadessimo sulla pista. Mi ritrovai praticamente appoggiata al suo petto, stretta tra le sue braccia in una specie d'abbraccio. Un'altra onda d'imbarazzo invase il mio viso. Era possibile che fossi così tanto imbranata? A Louis non era di certo dispiaciuto ritrovarsi in quel modo. Lo sentivo ridacchiare mentre il suo respiro freddo arrivava sopra la mia testa.

Ti faccio così tanto ridere?” gli chiedi in tono ironico. Lui scosse la testa in risposta e mi diede un dolce bacio sulla fronte.

No, sei solo buffa. Che ne dici se proviamo a muoverci sulla pista senza cadere?” rispose lui altrettanto ironico mentre se la rideva ancora. Almeno si stava divertendo, per una volta la mia goffaggine serviva a qualcosa.
Non potei trattenermi da una risatina e annuendo con la testa mi allontanai un po' da lui, anche se continuo ad aggrapparmi al suo giacchetto per evitare di cadere. Piano piano Louis mi afferrò per un fianco e si mise accanto a me, ma nonostante questo ancora non avevo lasciato la presa dal suo indumento, fino a che lui non mi assicurò che non mi avrebbe lasciata e che con lui vicino non sarei caduta. Con cautela ci avvicinammo al bordo della pista e, dopo aver rischiato di scivolare più volte, mi ci aggrappai con una mano. Ora mi trovavo con Louis da una parte e il bordo da un'altra. Si sperava che in questo modo fossi al sicuro dal cadere. Pattinare in questo modo era decisamente meglio, alquanto lo trovavo decisamente molto più semplice. Dopo circa dieci minuti incominciai a prendere confindenza con i pattini e mi sentivo come realizzata.

Lou, scusa se non ti stai divertendo... Magari preferivi pattinare nel mezzo della pista e non star qui a farmi da maestro...” gli dissi mortificata nonostante i miseri progressi che piano piano stavo facendo.

Stai scherzando? Tu non mi annoi mai... E poi non potrei desiderare altro che stare affianco a te. Tra l'altro è piuttosto divertente fare da maestro alla mia piccola imbranata” rispose lui con dolcezza ma anche con ironicità. Io alla sua ultima affermazione feci una faccia sbalordita e allo stesso tempo divertita, per poi dargli una giocosa pacca sulla spalla. Lui, in risposta al mio gesto, mi fulminò con lo sguardo come per dirmi di aspettarmi una vendetta. Io non facevo altro che ridacchiare, mentre lui continuava a guardarmi come se mi dovesse mettere in guardia. Gli feci la linguaccia e in meno di un secondo ritrovai Louis che mi tirava per un braccio. Cacciai un urlo di sorpresa e la mia risata si faceva sempre più forte. Subito cercai di opporre resistenza alla sua presa continuando ad aggrapparmi al bordo della pista. Lui non rinunciò e, ridendo, continuò a tirarmi per il braccio. Dopo qualche secondo la mia mano scivolò via dal mio appoggio e fui invetabilmente tirata via da Louis che, non aspettandosi un cedimento della mia presa, perse l'equilibrio cadendo sulla pista di ghiaccio. Di conseguenza, dopo pochissimi secondi, anche io fui costretta dalla sua presa a cadere accanto a lui. Entrambi fortunatamente non ci facemmo troppo male e incominciammo a ridere come due cretini mentre la neve cadeva sopra di noi.
Lo sapevo che in un modo o nell'altro sarei caduta.

 

* * *

 

Non potevo negare che quella era stata una delle serate e vigilie di Natale più belle di tutta la mia vita. Nonostante fosse stata una giornata incominciata male litigando con Zayn – fatto per il quale ancora comunque soffrivo – e continuanata con uno che aveva cercato quasi di stuprarmi, ero comunque riuscita a divertirmi, a ridere e a regalare a Louis un compleanno piacevole. Ero rilassata, ero riuscita a togliermi per qualche ora dalla testa tutti i casini e i problemi che mi ero andata a creare in quell'ultimo periodo. Ogni santa volta che mi trovavo con Zayn o Louis mi sembrava di essere in paradiso, di non riuscire a pensare ad altro, ma quando mi ritrovavo da sola non potevo far altro che pensare allo stupido errore che avevo fatto. Quella sera era però diverso, forse perché avevo litigato con Zayn e non sapevo come si sarebbero svolte le cose tra noi, se avremmo fatto pace o meno.

“Grazie, Sam” disse improvvisamente Louis quando fummo alla fermata del taxi interrompendo i miei pensieri. Quelle parole mi lasciarono leggermente interdetta. Non capivo il perché l'avessse pronunciate, non doveva ringrazirmi assolutamente di nulla.

Ehm... Non capisco” risposi io tituabante e confusa.

Grazie di questa serata, grazie di aver reso il mio compleanno e la mia vigilia di Natale fantastica, grazie di esistere, grazie di tutto” si pronunciò lui mentre guardava verso il cielo nuvoloso che aveva smesso da poco di far cadere la neve.
Non mi meritavo tutti quei grazie perché non ero speciale, non ero una bella persona, tutti i miei errori mi rendevano una persona a mio parere inutile e senza senso. Non mi meritavo tutte le persone che mi stavano accanto.

I-io... Louis, non sono la così bella persona che credi...” gli dissi balbettando e quasi in un sussurro. Non avevo il coraggio di dirgli ogni cosa, non nel giorno del suo compleanno. ,a doveva rendersi conto che non ero perfetta, non doveva illudersi, lo dicevo per il suo bene.

Oh, non dire cazzate! Tu sei molto di più di una bella persona. Proprio perché non sei perfetta sei speciale” ribattè lui sicuro di ciò che diceva. Quelle parole mi fecero sentire tremendamente male e una specie di sbuffo uscì dalla mia bocca: non doveva pensare questo di me, le persone possono deludere. Lui non volle sentire ragione e in una frazione di secondo mi ritrovai faccia a faccia con lui. Ovviamente non passarono molti secondi prima che incominciasse a baciarmi, ma questa volta fu un bacio diverso da tutti quelli mi aveva dato. Questo era un bacio pieno di passione e di desiderio. Riuscivo a sentire il sapore dolce delle sue labbra che assomigliava tanto a quello della menta. Le sensazioni che in quel momento mi attraversavano erano più che strane, non riuscivo nemmeno io a capire come mi sentissi, probabilmente tutte le sinapsi dei miei neuroni non connettevano più di tanto. Dopo non so nemmeno io quanto tempo, il suono di un clacson ci fece sobbalzare e interrompere quello “strano” bacio. Il taxi era arrivato e mi stava aspettando. Entrambi fummo presi da un'onda d'imbarazzo e scoppiamo a ridere istericamente. Con gli occhi e la bocca gli mimai un “ciao” e corsi dentro il taxi pronta per tornare a casa da mio fratello.

 

* * *

 

Erano esattamente le undici e mezzo di sera e la vigilia di Natale stava per giungere al suo termine. Con molta cautela entrai in casa che era completamente buia. Accesi la luce dell'ingesso e, per non fare troppo rumore, mi tolsi le scarpe e con passo felpato mi diressi in camera mia. Una volta nella stanza accesi la luce della lampadina e vidi mio fratello che dormiva beato nel suo letto, assomigliava tanto a un panda coccoloso. Cercando di fare il più piano possibile mi lavai e mi misi il pigiama per prepararmi ad andare a dormire dopo quella strana giornata. Quando ebbi finito mi misi sotto il caldo piumone del mio letto e spensi la luce per provare ad addormentarmi. Non passò nemmeno un minuto che il mio cellulare emise una vibrazione facendo illuminare il suo schermo. Mi chiesi veramente chi rompeva le palle a quell'ora, quando realizzai che molto probabilmente il mittente di quel messaggio fosse Louis.

- 00.00 25/12/2013.
Ehi piccola, so che abbiamo avuto una discussione e in questa entrambi avevamo le nostri ragioni e i nostri torti. Non ce la faccio ad essere arrabbiato con te. Ti amo. Buon Natale.
Zayn. xx -


Non era Louis il mittente, ma Zayn. Non mi sarei mai aspettata un suo SMS di questo genere, ma questo confermava il fatto che la sua dolcezza non si smentiva mai. A dir la verità nemmeno io riuscivo ad essere arrabbiata con lui, dopotutto è normale che a volte si discuta.

-Buon Natale anche a te. Ti amo.
Sam. xx -

 

 

Angolo autrice: *resuscita dopo 184738924 anni* lol ahahah ciao a tuttiiii! Ok, non mi sembra ancora il vero di essere finalmente riuscita a finire questo capitolo e aggiornare... Immagino che ormai non la seguirete più perché è da tanto che non aggiornavo, ma ho avuto veramente tantissimo da fare con la scuola e il tempo è sempre molto poco. Quindi vi devo chiedere un enorme SCUSA! Scusate, sul serio... comunque spero che questo capitolo che si addice molto a questo periodo di feste natalizie vi sia piaciuto... Mi impegnerò cercando di aggiornare al più presto con il prossimo capitolo e visto che non ho appunto molto tempo, i prossimi saranno un po' più corti degli altri per cercare di mettere i capitoli al più presto possibile.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno :)
Baciiiii <3

xoxo

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