Ricordami

di voxes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Per ricordare.
(Leggere le note d’autore)
"C'erano cose che volevo dirgli. Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero male a me perché delle persone non ci si deve semplicemente innamorare, bisogna avere anche la pazienza di prendersene cura."


 

 
Anni, o meglio dire giorni prima sarei messa a ridere se qualcuno mi avesse detto quello che probabilmente sarebbe successo il 7 dicembre del 1941: la notte dell’8 si rideva e scherzava tra un bicchiere di alcool e l’altro, senza prendere sul serio la guerra che si combatteva in Europa. Si usciva per andare a ballare o anche solo per stare in compagnia.
All’epoca ero solo una ragazzina di appena diciotto anni, un’infermiera inesperta che avrebbe dovuto far esperienza a Pearl Harbor per un breve periodo insieme alle sue amiche d’infanzia. Siamo partite dal Texas, giovani e con le valige piene di sogni e aspettative positive. Alcune di noi le sento ancora, altre invece si sono fermate a metà percorso. Mi mancano così tanto.
Ricordo che durante e dopo l’attacco a sorpresa ho sognato e voluto tornare bambina. Perché ai bambini si perdona tutto, perché sono piccoli e innocenti. Io sono dovuta maturare e assumermi le mie responsabilità nel giro di pochi minuti, selezionando tra le centinaia e centinaia di feriti solo quelli che effettivamente si sarebbero salvati, scegliendo tra la vita e la morte. Un enorme senso di colpa perseguita la mia anima ancora oggi.
Questo sarà il mio diario riguardo la mia vita a partire dall 1941, anno di peregrinazioni e infamia, che ha cambiato sia la mia vita che quella di moltissime altre persone.
Ancora adesso vorrei tornare ad essere bambina, non perché non voglio invecchiare ma perché continuo a pensare che l’innocenza sia sinonimo di libertà mentre maturo di prigionia. Guardo Dan, che oggi ha sette anni e mi accorgo che vorrei riassaporare quella sensazione fantastica che poche persone provano veramente durante la loro vita. L’essere liberi, come lui.
Quando penso al passato, a quei giorni e a tutti i sogni che abbiamo dovuto dimenticare divento angosciosa perché avevo sofferto per averlo nella mia vita, per vedere il suo viso davanti al mio. Parlo dell’uomo della mia vita, di cui nonostante tutto mi ricorderò ogni volta che guarderò un tramonto, la cui anima vaga nel cielo e nel vento perché è quello che ha sempre voluto. Volare e stare tra le nuvole. Mi ricorderò di tutta la forza e l’amore che mi dava solo a guardarlo negli occhi. Mi ricorderò di ogni singolo momento insieme, di quel giorno al mese in cui ricevevo una sua lettera, di quando mi baciava sulle guance, sulle labbra e sulla fronte. Di quanto mi amava.
Gli sono debitrice di così tanto, è sempre stato lì davanti. Lo ringrazio ogni giorno per tutto quello che ha fatto per me, per noi. Per essere la mia luce nei momenti bui e per essere la forza che mi sprona ad andare avanti.
Ci sarà sempre un posto per lui nella mia vita, ovunque io sarò ci sarà anche lo stesso ragazzo di cui mi sono innamorata anni fa.
 


 
 
 
Note d’autore.
Dopo mesi d’assenza, come al solito, sono tornata.
Dopo avervi spiegato la faccenda in cui mi sono trovata in mezzo quest’estate vi spiegherò di questa nuova fanfiction:
Prima di tutto, vorrei sottolineare il fatto che ho provato in tutti i modi a scrivere, persino con carta e penna ma poi il problema avveniva con il computer, occupato 12 ore su 24 da mio fratello. Il motivo per cui non ho potuto aggiornare è stato lui. Quel ragazzo rincoglionito che non ha una cazzo di vita sociale.
Anyway, mi è venuta l’illuminazione di Ricordami guardando il film Pearl Harbor con Ben Affleck e Josh Harnett
 , che trovo un gran pezzo di figo e filf (maschile di milf che ho appena inventato), comunque guardatelo perché è uno dei miei preferiti. Ho deciso di scrivere questa storia, basata sul film -ovviamente molte scene saranno cambiate-, perché trovo molto importate il fatto di NON DIMENTICARE quello che è successo. Dal momento che tutte le fanfiction che ho trovato sulla Shoah sono state cancellate, ho pensato di scrivere qualcosa di originale che spero vivamente vi piaccia.
Continuo a minimo 3 recensioni o forse meno, dipende dalle persone a cui attira la storia.
Baci, #nondrogatevi #peaceandlove #staystrong
Linda.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Per ricordare.
(Leggere le note d’autore)
"C'erano cose che volevo dirgli. Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero male a me perché delle persone non ci si deve semplicemente innamorare, bisogna avere anche la pazienza di prendersene cura."
 
 

01 gennaio, 1941
 

Mi sveglio tardissimo dopo aver passato una festa di capodanno con i fiocchi a San Antonio: risate tra abiti lussuosi e bollicine. Io e Céline, mia amica di vecchia data, avevamo preso l’autobus verso il tardo pomeriggio da San Marcos, cittadina del Texas, e solo dopo un’ora siamo arrivate in centro a San Antonio. Abbiamo incontrato le nostre compagne di infermieristica e abbiamo passato assieme la serata. Ballammo e ridemmo per tutto il tempo, specialmente delle proposte impacciate per ballare che ci rivolgevano i ragazzi.
Céline prima della metà della serata si era già trovata un accompagnatore, come la maggior parte di noi. Ero rimasta in disparte nel nostro tavolino a parlare con Hanna, la più giovane e intraprendente di tutte. Parlavamo del nostro imminente viaggio per le Hawaii quando due ragazzi, poco più grandi di noi ci interruppero.
“Hai sentito Harry? Avremo compagnia in paradiso.” Disse quello più robusto e con i capelli neri, l’altro sorride lievemente. Si sedettero sulle sedie libere che accerchiavano il nostro tavolino riservato sotto i nostri occhi sbigottiti.
“Perché due angeli come voi vogliono attraversare l’oceano? Non è meglio starsene a casa al sicuro?ˮ continuò il ragazzo.
“Siamo grandi e vaccinate. Tu piuttosto, non ti sei ancora presentato.ˮ gli dissi io con tono di sfida. Hanna mi sorrise, facendomi intendere che mi avrebbe dato una mano quando ne avrebbe avuto l’occasione. Il ragazzo alla mia risposta si mise a ridere e dopo poco rispose. “Io sono Dan, lui è Harry.ˮ disse indicando il ragazzo con i capelli ricci. “Hanna e Meg.ˮ rispose la bionda, con un sorriso furbo.
Dopo il lieve imbarazzo da parte di noi due ragazze, iniziammo a chiacchierare piacevolmente: Harry ci spiegò che loro si trovavano in Texas per far visita ad un loro amico, aviatore come loro. Abitavano nelle Hawaii già da piccoli e già all’epoca la loro passione erano gli aerei, ne avevano rubato anche uno. Parlammo del fatto che qualche mese dopo saremmo dovute partire per la loro isola, per frequentare un corso pratico di infermieristica e che avremmo dovuto visitare tutti i nuovi membri. Al che, i ragazzi fecero battute su battute senza però essere troppo invadenti. Insieme decidemmo di creare un nuovo gruppo che sarebbe uscito insieme anche a Pearl Harbor: noi ragazze e tutti gli amici di Harry e Dan.
Ci divertimmo davvero tanto quella sera, eravamo pieni di energie. Ballammo tanto quanto bevemmo. Ridemmo tanto chiacchierammo.
Non esagero dicendo che quello fu il capodanno migliore di tutta la mia vita.
 
Dopo essermi sciacquata il viso, scendo in cucina lentamente, cercando di non cadere dalle scale. Lì mi aspettavano Céline, Hanna e le altre ragazze che la notte prima invitai a casa mia.
“Finalmente, dormigliona! Sono quasi le tre!ˮ esclamò Evelynn, con i capelli rossi come le sue labbra.
“Davvero?ˮ faccio io meravigliata, controllando l’orologio. “Vi siete divertite ieri sera?ˮ chiedo.
Le ragazze annuirono, accennando ai nostri amici hawaiani.
“Secondo voi li rincontreremo?ˮ chiese Céline. Io annuii, avevano dato a me e a Hanna il loro indirizzo, pregandoci di far loro visita in prima possibile.
“Li vedremo anche durante le visite.ˮ rispose Hanna. “Sono nuovi anche loro, questo è il primo anno.ˮ
Ci furono schiamazzi dalla maggior parte delle persone all’interno della stanza, compresa me.
“Non è detto che tutte noi li vedranno anche perché saranno lì ma solo ad alcuni settori, non a tutti.ˮ disse Dana. La più “anziana” di tutte, di 23 anni. Occhiali e capelli marroni, l’infermiera perfetta.
Céline la guarda accigliata: “Sei la solita rompi palle, Dana. E poi loro sono due, vuoi mettere con tutti i ragazzi che incontreremo là?ˮ
L’affermazione di Céline diede il via a milioni di filmini mentali da parte nostra. Continuiamo a chiacchierare fino a sera, quando quasi tutte andarono via.
A cena si fermano sono Céline, Hanna e Dana che inizia un nuovo discorso.
“Vi rendete conto che manca veramente poco alla nostra partenza?ˮ
Hanna sorride. “Io non vedo l’ora. E’ quello che abbiamo sempre sognato!ˮ
Céline annuisce. “Sarà il nostro anno.ˮ dice mentre tutte la guardiamo.
E io penso: come fa ad esserne così sicura?
 
 

 
 
Note d’autore.
Non è passato tanto tempo, una settimana? In realtà, ve lo dico, avrei voluto aggiornare prima per allungare il testo ma poi ho pensato di scrivere della loro
 partenza già dal prossimo capitolo. (Dan è lo splendido ragazzo accanto, che conoscete tutte lol)
Sarà più lungo, lo prometto. Anche perché non mi piace scrivere capitoli corti, mi da fastidio e mi rende assai 
mediocre. Dunque, spero di aggiornare ogni settimana –scuola permettendo-., due volte se proprio sono nel massimo della mia creatività. (devo essere promossa con un bel voto se no i miei mi vendono i biglietti per il concerto dato che mi fanno andare sia a quello che in Irlanda.)
La scorsa settimana avrei dovuto rivedere il film, ma non ho potuto dunque lo faccio in questa, magari mi vengono delle cose geniali da scrivere haha!
Con il computer ho risolto, mio fratello si è messo a dire che non lo usa più lol voglio vedere quanto dura.
Continuo a minimo 3 recensioni o forse meno, dipende dalle persone a cui attira la storia.
Baci, #nondrogatevi #peaceandlove #staystrong
Linda.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Per ricordare.
(Leggere le note d’autore)
“E quando tutto questo sarà solo un ricordo, quando sedici anni saranno diventati trenta, quando la sveglia delle sette non darà più così fastidio, quando saremo grandi, quando il futuro che stiamo temendo oggi sarà presente, cosa penseremo di questi anni buttati a insicurezze e paure?”
 
 
 
 
10 febbraio, 1945
 
 
Mi dirigo in camera mia seguita da Céline ed Hanna. Tra qualche ora saremmo dovute partite per l’isola e mamma é peggio di una fontana.
Céline si siede sul mio letto. “Finalmente siamo salite, non riuscivo più vederla piangere.” Mi trovai a ridacchiare, solitamente era la biondina a non amare quelle situazioni, ma mia madre questa volta era stata proprio insopportabile. Hanna annuì, sistemandosi il vestito azzurro buono.
Mi appoggio al balcone e mi faccio passare la Hanna una sigaretta che tira fuori dalla sua borsa rossa.
Mi giro e apro la finestra. “Sono proprio le ultime ore.”, dico con malinconia.
Hanna mi raggiunge e fa uscire del fumo dalla bocca. “Non vedo l’ora di andarmene.”
Annuisco e guardo l’orizzonte. Sono appena passate le undici e la fine della giornata mi sembra talmente lontana.
Pizzico la sigaretta con l’unghia per far cadere la cenere e prendo un’ultima boccata di fumo. Spengo la sigaretta sul posacenere e faccio uscire tutto il fumo che ho nei polmoni.
Prendo le mie valigie a mano, spronando le ragazze a fare lo stesso. “Dobbiamo sbrigarci, tra un’ora e mezza abbiamo l’aereo ad Austin.” .La castana sbuffa buttandosi all’indietro sul mio letto.
“Alza quelle chiappe!” dice Hanna, tirandole un braccio dopo aver buttato la sua sigaretta. L’altra si tirò su svogliatamente dopo un paio di strattoni e prese l’ultima sua valigia dicendo: “Spero solo che non si metta a piangere un’altra volta.”. Inutile dire che ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.
Joel e Dana ci sono venuti a prendere come previsto. Carichiamo le valigie nel furgoncino bianco che deve portarci fino alla capitale.
Mi volto e guardo mia madre abbracciata a mio padre, alla loro spalle la nostra casa rossa. L’omone con la barba bianca allarga un braccio, invitandomi ad andare da loro. Vedo mia madre, a cui cadono alcune lacrime e la tentazione anche per me è grande.
 
 
Scendiamo immediatamente dall’auto del ragazzo di Dana non appena arrivate all’aeroporto.
“Non vedo l’ora di arrivare lì, ma ve lo immaginate? Noi insieme a fare quello che più ci piace!” dice Hanna con un paio di occhi sognanti che mai le avevo visto indossare. Sorrido anch’io nel vederla così contenta.
Céline si guarda attorno, cercando l’entrata dell’edificio mentre Dana riabbraccia per l’ultima volta Joel.
Io e la bionda prendiamo più valige che possiamo, per poi incamminarci seguendo le indicazioni della castana.
Cosa ci faranno fare quando saremo lì?, penso mentre supero l’ingresso.
Sarà più semplice vivere lì?, mi chiedo mentre vedo le ragazze sorridere mentre facevamo la fila.
La mia mente si riempie sempre più di domande mentre mi siedo sul mio posto prenotato. Appoggio la testa sul piccolo finestrino e guardo il Texas per l’ultima volta.
L’eccitazione è alle stelle quando l’aereo si alza in volo. L’ultima frase che sento è di Dana: “Credevo rimanesse per sempre solo un sogno.”
 
 
La voce di Céline mi sveglia, apro gli occhi e capisco che subito dopo saremmo atterrati. La ringrazio per avermi svegliata e lei risponde con un sorriso mentre si appoggia a me. “L’avresti mai detto?” chiedo. Lei alza la testa guardandomi, capisco che non mi ha capita quando incontro il suo sguardo. “Intendo, nemmeno Dana credeva che l’avremmo fatto sul serio.”, le dico. Lei si riappoggia a me, dicendomi soltanto che aveva sempre immaginato la sua vita in mezzo al deserto.
 
 

Note d’autore.
Chi non muore si rivede, no?
Allora, dal momento che le tre recensioni sono state raggiunte, ma poi una è stata cancellata, ho pensato comunque di postare un capitolo di passaggio. A me non piace molto ma non importa, dai ;)
Dal prossimo inizierà la storia vera e propria. Per ora cosa ne pensate? Vi piace il mio intento? Quello che scrivo? Avete dei consigli da darmi? BEN VENGA, SCRIVETEMELO NELLA RECENSIONE!
Comunque so che in questo periodo sono stata assente e che potevo scrivere prima, ma quest’anno ho il trimestre, dunque mi hanno messo tantissime verifiche e non sapevo più dove sbattere la testa. :c
Comunque ora sono qua, e aggiorno superate le tre recensioni come sempre.
Baci, #nondrogatevi #peaceandlove #staystrong
Linda.

 

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