Worstland

di Rena_Ryuugu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Prigione ***
Capitolo 3: *** Segreti ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Worstland

Worstland

Prologo

Sousuke stringe la mano della sorella, tremante come una foglia in una fredda giornata d’inverno. Il caldo tepore della sua mano non serviva a rassicurare Hayame, che fissava inerme il pericolo imminente di quella donna. Il suo sesto senso nel capire il pericolo che incombeva non aveva funzionato quella volta. Yoruichi incrocia le braccia e guarda maliziosa e divertita i due gemelli. Chiude gli occhi e li riapre e i suoi occhi erano divenuti rossi fuoco, scarlatti come quelli della giovane ragazzina dinanzi a lei. Sousuke deglutisce ma non si smuove e, anzi, rivolge lo sguardo verso Hayame. Lei lo guarda e le lacrime che colano dal suo viso mostrano tutta la sua paura. Cosa di peggio del capire apertamente che stai per morire e capire che di non poter fare nulla per contrastare quel destino. Sousuke invece sorride gentile, privo di qualunque timore e paura. Da quando si erano svegliati e ritrovati in quella foresta, lui aveva sempre creduto che sarebbe bastato morire per tornare alla vita normale. Hayame sorride anch’ella e si rassicura. Ora erano pronti per cambiare il destino che negli ultimi 16 anni aveva tormentato la loro vita.

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Capitolo 2
*** Prigione ***


Capitolo I: Occhi

Capitolo I: Prigione

 

Sousuke, seduto su una piccola sedia in vimini, osservava il panorama dalla finestra. Impassibile. I capelli neri corti coprivano parzialmente l’occhio destro, mentre il sinistro, verde smeraldo, osservava,  con una patina di dolore, il vetro rinforzato della finestra. Legato con una camicia di forza, rimaneva immobile, imprigionato nel suo silenzio e nel suo dolore.

Dalla finestra colavano gocce di pioggia, che battevano sul tetto dell’edificio e sul vetro. In cielo solo nuvole oscure e sinistre che coprono la luce e il bene.

– Già, che panorama deprimente… – una voce femminile alle sue spalle sentenziò cinica. Sousuke non si voltò: chiuse gli occhi fortemente, sperando con tutto il cuore che quella donna se ne andasse. è il Momento Sousuke… Puoi farlo…”. Un’altra voce, maschile, parlò in quel momento nei suoi pensieri. Sousuke scosse la testa, cercando di attenuare quella voce insidiosa e malefica.

– Qualcosa non va, mio caro ? – chiese la donna, avvicinandosi al ragazzo. Una signora alta, di circa quarant’anni o forse meno, un lungo abito nero pesante e i capelli neri raccolti in uno chiffon. Pose la mano sulla spalla di Sousuke, che tremava inerme, tenendo gli occhi sigillati e lo sguardo reciso dalla paura e dal timore. La donna sorrise diabolica e strinse la mano sulla spalla del ragazzo.

 Sousuke emise un rantolo di dolore e cercò invano di scostarsi – La… prego… - chiese il ragazzo con un filo di voce. Ansimava e il sudore colava lentamente sulla fronte. La donna sorrise ancora più diabolica, lasciando la presa ferrea. La sua mano si spostò, andando ad accarezzare il petto e risalendo fino al collo e al volto. Qui scostò maliziosa i capelli del ragazzo, cercando di vedere gli occhi – Apri gli occhi, forza – disse lei impaziente. Sousuke aprì lentamente gli occhi, mostrando qualcosa di a dir poco incredibile: erano bicromi. L’occhio sinistro era verde smeraldo, di un verde quasi liquido e brillante, mentre il destro era rosso, un rosso opaco e spento rispetto al colore brillante dell’altro occhio.

  La donna rise di cuore e lasciò andare la presa del ragazzo, che sbatté contro lo schienale della sedia di vimini.

– Davvero fantastici i tuoi occhi. Il processo sta funzionando… Vedi di non deluderci come ha fatto “lei”, chiaro ? – il cuore di Sousuke sobbalzò alla parola “Lei”. Si voltò con lo sguardo disperato verso la donna, che ora lo fissava minacciosa e crudele – Tu sai dov’è, vero ? – chiese lei, incuriosita dalla reazione del ragazzo. Sousuke abbassò lo sguardo e lo riportò di nuovo alla finestra. La donna sbuffò irritata, girò i tacchi e si allontanò con passo felpato.

  Sousuke sospirò, riprendendo fiato dopo l’eccessiva tensione accumulata e si rilassò sullo schienale. “Sei davvero stupido”  disse una voce maschile nella testa del ragazzo. Lui sbuffò e si alzò dalla sedia – Non ti ci mettere pure tu… – rispose di rimando il ragazzo, sdraiandosi sul letto. Le braccia erano completamente bloccate dalla camicia di forza e indossava solo un paio di vecchi jeans stropicciati. Chiuse gli occhi e respirò lentamente, cercando di tranquillizzarsi “La prossima volta che torna quella vecchia megera ci penserò io…” – Tu non farai nulla !! – tuonò il ragazzo, ora stufo di quella discussione. Se qualcuno sarebbe entrato in quel momento avrebbe di sicuro pensato che Sousuke fosse un pazzo che parla da solo. Dopotutto perché era legato con una camicia di forza ?

  – Cosa non dovrei fare ? – chiese una voce femminile, dolce e quasi cristallina. Sousuke si alzò immediatamente ed ecco che la vide. In piedi sullo stipite della finestra aperta vi era una ragazza di circa 16 anni, capelli lunghi neri, di corporatura abbastanza gracile e di carnagione molto pallida, incredibilmente somigliante a Sousuke, con indosso un finissimo abitino nero gothic con ricami in pizzo bianco. Solo una cosa poteva sicuramente differenziarla da Sousuke. I suoi occhi erano di un rosso scarlatto sangue vivissimo, che dava alla ragazza un aspetto di inquietante grazia e bellezza.

 – Hayame !!! – disse lui colto dalla sorpresa. La ragazza sorrise delicata e con un balzo scese sul pavimento, avvicinandosi al capezzale del ragazzo. Lui la osservava quasi estasiato di rivedere la sorella gemella dopo tanto tempo e si abbracciarono, o almeno lo fece lei – Tranquillo onii-chan, ora sono qui – disse lei dolce e lo strinse forte – Mi sei mancata tantissimo… Temevo ti avessero catturato o che… ti fossi… scordata di me – pronunciò l’ultima frase sospirando tristemente. La ragazza lo guardò torva e indispettita dal pensiero; gli spettinò i capelli neri e poi lo riabbracciò più forte – Davvero avevi pensato che la tua amata Nee-chan si fosse dimenticata di te ? – chiese lei dolce. Lui non rispose e spostò lo sguardo altrove, cercando di evitare quello dolce e premuroso della gemella. La ragazza sorrise e si andò a sedere sulla sedia in vimini, rilassandosi tranquilla. Sousuke seguì con lo sguardo le mosse della gemella, così tanto cambiata: erano trascorsi ormai 5 anni da quando lei era riuscita a fuggire dalla “prigione” in cui erano rinchiusi fin quasi dalla nascita e di certo lui non avrebbe mai dimenticato quell’incredibile giorno.

 

 – Ti prometto che fuggiremo, sono convintissima che riusciremo a fuggire, fidati della tua Nee-chan – disse Hayame allegra e pimpante. Aveva i capelli legati da due codine con dei fiocchetti neri, gli occhi erano rossicci ma molto meno vivi. Sousuke la osservava incuriosito e quasi con poca fiducia – Ne sei davvero sicura, Hayame ? Non ci cacceremo invece in qualche pasticcio ? – chiese lui guardando la sorella con i suoi incredibili occhi bicromi. Era un bambino molto tranquillo, abbastanza timido, che veniva continuamente protetto dalla sorella gemella ed era, tra i due, quello che soffriva di più per la prigionia: la fuga era l’unica soluzione per salvarlo.

  Hayame osservò il fratello sbuffando – Dopo tutti questi anni ancora non ti fidi di tua sorella !! – disse lei battendo il piede destro. Hayame era molto diversa dal fratello: era agile, determinata e coraggiosa. Quando qualcuno dei “Piani Superiori” si avvicinava al fratello, era lei che si metteva in mezzo ai due, proteggendolo.

Sousuke abbassò lo sguardo intimorito, dispiaciuto di una possibile offesa nei confronti della sorella. Lei sorrise e lo abbracciò, stringendolo forte – Tu vedi di stare tranquillo e in silenzio, ci penso io !! – sentenziò decisa. Si alzò quindi da terra avvicinandosi alla porta chiusa, controllata all’esterno da una guardia. Si voltò ed osservò ancora un volta la stanza. Un piccola e stretta cella con due letti e una minuscola finestrella in alto, sbarrata e chiusa. Chissà se dimenticherà o meno questo posto angustio, di certo la terribile aria viziata e chiusa a cui erano costretti ogni giorno a convivere sarà l’unica cosa che non dimenticherà. Hayame rimase in silenzio, con l’orecchio poggiato sulla porta, ascoltando l’esterno. Sousuke osservava la sorella, seduto a gambe incrociate sul pavimento freddo della cella, aspettando impaziente una sua mossa. Hayame si morse nervosa un labbro, cercando di sentire qualcosa, ma solo il silenzio sembrava invadere l’esterno. Quand’ecco…

Un paio di passi si avvicinavano lentamente, fino a raggiungere la porta della cella. Sentì il rumore di un paio di chiavi e infine la serratura che partiva. Hayame si allontanò velocemente dalla porta e si mise a sedere accanto al fratello, aspettando curiosa di vedere chi potesse essere. La porta si aprì finalmente e subito dall’ombra si fece avanti la figura minacciosa e severa di “Milady”, colei che provvedeva al cibo, ai controlli e alle visite mediche dei due bambini.

 – Buongiorno Milady, siamo Lieti di riceverVi nella nostra camera – dissero all’unisono i due bambini, educati a parlare e a comportarsi con la massima educazione e rispetto nei confronti di chiunque, specialmente di Milady. La donna osservò con diffidenza i due bambini, incrociando le braccia. Iniziò a camminare su e giù per la cella, osservando i due ragazzini.

 – La prego di perdonare la mia insolenza, ma per quale motivo Milady è venuta nella nostra umile dimora ? – chiese Hayame con il massimo del rispetto a cui lei era abituata. La donna si fermò ed incenerì con lo sguardo la bambina, per nulla intimorita dalla presenza della donna. Milady rimase impassibile all’insolenza della bambina anzi, un cenno di sorriso si dipinse sul volto, un sorriso malizioso e infido. Si avvicinò a passi lenti e tranquilli verso i due, in direzione soprattutto di Hayame. La bambina deglutì la paura e l’ansia e rimase composta, stringendo le mani ai lembi della gonnellina nera.

A pochi centimetri dai due la donna si fermò, scrutando l’intenso sguardo scarlatto di Hayame. Milady sorrise di nuovo maliziosa mentre tutto avvenne in un lampo. Alzò velocemente la mano destra e andò a colpire la guancia sinistra di Sousuke, che venne scaraventato a terra. Hayame vide la scena incredula e il suo cuore partì a mille dall’emozione. Si lanciò verso il fratello, abbracciandolo e controllando qualche possibile graffio.

Milady osservò la scena, scoppiando a ridere di cuore come non mai – Che coppia stupida di fratelli… Davvero inutili – sentenziò con la sua voce rude e crudele. Si alzò da terra e guardò i due fratelli con infida diffidenza, facendo quasi di girarsi e andarsene…

 – è davvero questo ciò che pensa di noi ? – chiese Hayame, bloccando ogni possibile tentativo di uscita della donna. Quest’ultima voltò quindi lo sguardo stupito verso la bambina che ora la fissava con uno sguardo che non aveva mai visto prima: Hayame era in piedi davanti a lei, mentre il piccolo Sousuke era seduto a terra, poggiato con la schiena sul bordo del letto e si massaggiava la guancia dolorante con le lacrime agli occhi. La bambina aveva gli occhi rossi che ardevano, luminosi e incandescenti come lava bollente. Milady arretrò un passo, visibilmente spaventata – Cosa hai intenzione di fare ? Credi davvero di potermi spaventare con questo trucchetto ??

 – No, non ho intenzione di spaventarla… – rispose garbatamente Hayame – Solo di ucciderla… – detto questo saltò addosso a Milady, facendola sbattere contro lo stipite della porta. Hayame strinse le mani sul collo della donna, nel tentativo vano di strangolarla; fortunatamente giunse Sousuke che fermò Hayame dalla sua follia – Hayame basta !! Non devi fare così !! – la sgridò lui spaventato. Hayame si mise a sedere a terra, prendendo la testa tra le mani e iniziando a piangere dalla paura. Sousuke strinse la sorella, piangendo insieme a lei. Hayame alzò lo sguardo, incrociando quello del fratello; i suoi occhi erano tornati rossicci ed ora erano colmi di lacrime, che colavano caldi sulle guance arrossate della bambina.

– Mi… Dispiace… – fu l’unica cosa che riuscì a dire Hayame. Sousuke sorrise e asciugò con il palmo della mano le lacrime. Prese per mano la sorella e uscirono dalla porta, lasciando Milady priva di sensi per terra. Percorsero il corridoio lievemente illuminato con cautela, accertandosi di non essere inseguiti o di non fare qualche spiacevole incontro. Attraversarono diverse celle chiuse, insieme ai lamenti e alle grida strazianti di coloro che erano intrappolati.

– Ma chi può esserci dentro queste celle ?? – chiese Sousuke lievemente spaventato. Hayame non ci fece caso e proseguì di buon passo, tenendo la mano del fratello. – Lo scopriremo presto – disse Hayame – dentro questa porta !! – indicò una porta chiusa, in fondo al corridoio, con un cartello di divieto d’accesso ai non autorizzati. Hayame strinse la maniglia, cercando di sbloccare la serratura ed entrare ma la serratura era forzata. Con la spalla destra iniziò a dare colpi alla porta; Sousuke intanto faceva la sentinella e controllava la presenza di qualche guardia. Dopo vari sforzi la porta si spalancò, mostrando a loro una stanza particolarmente inquietante.

 – Ma… Che razza di stanza… è ?? – chiese Sousuke spaventato. La stanza era illuminata a malapena da una piccola lampada che pendeva dal soffitto; le pareti erano coperte da archivi sigillati e ordinati con varie disposizioni. La stanza non aveva finestre e manteneva l’ossigeno tramite un condizionatore apposito. Dall’altra parte della stanza lo scenario più raccapricciante che possa esistere.

 – Oh… Mio… Dio… – dissero all’unisono i due ragazzini. Un segreto più grande di loro stava per venire a galla.

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Capitolo 3
*** Segreti ***


Capitolo II – Segreti

 

Sousuke e Hayame rimasero immobili davanti a quello spettacolo agghiacciante. Sulla parete opposta, nella sinistra, scaffali di metallo contenevano organi in sottovuoto in barattoli, accuratamente catalogati. Cuori, polmoni, reni e organi di vario genere e tanti, tanti, tantissimi occhi. Occhi di varie forme e colori, appartenuti a tantissime specie animali ed esseri umani. Dal centro della parete fino all’angolo destro, invece, 5 enormi cabine d’incubazione riempite d’acqua con persone rinchiuse in stato vegetativo. Tubi e sistemi di controllo esaminavano continuamente lo stato di salute delle 5 persone imprigionate. 3 bambini e 2 bambine in tutto. Il primo bambino, partendo dalla sinistra, aveva 8 anni all’incirca, capelli castani e completamente nudo all’interno della vasca. Il secondo, una bambina, aveva invece 12 anni circa, come Sousuke e Hayame, dagli splendidi capelli biondi che nuotavano sinuosi nell’acqua. Il terzo, un altro bambino, aveva circa 10 anni, o forse più, capelli corvinei. Il quarto, un altro bambino ancora, era forse il più piccolo e gracile degli altri, probabilmente di 5-6 anni, in posizione fetale nell’acqua. L’ultima invece era una ragazza, la più grande e più intubata, di circa 15 anni e dai lunghissimi capelli rosso fuoco. Tutti erano addormentati e respiravano tramite dei tubi di respirazione posizionati sulla bocca, mentre il resto del corpo – braccia, gambe e dorso – erano controllati da piccole prese, collegate ad un'unica centrale di controllo, sulla parete destra.

Hayame sfilò davanti alle vasche d’incubazione, accarezzando il vetro freddo e osservando il candore dei bambini imprigionati. Si fermò all’ultima cabina, quella della ragazza rossa e la osservò ammirata da una bellezza tanto candida. Le lacrime scesero calde sulle guance della bambina, appoggiando la fronte sul freddo vetro. Intanto Sousuke, alle sue spalle, cominciò a guardarsi attorno, raggiungendo alcuni archivi. Osservava le etichette esterne e leggeva alcuni documenti. Aprì uno scaffale e scorreva le varie cartelle, cercando qualcosa di interessante fino a quando…

 – Hayame, vieni qui !! – disse Sousuke, con voce preoccupata – Ho trovato qualcosa di strano –. Hayame si risvegliò dalle sue turbe interiori e raggiunse il gemello – Cosa hai trovato ? – chiese, prendendo alcuni documenti che Sousuke le porse. I documenti erano riposti in ordine alfabetico negli archivi, secondo precisi schemi di catalogazione. Tra questi, la maggior parte dei documenti riguardavano informazioni e verbali “top secret” su sperimentazioni ignote:

 

 

Hitomi Syndrome – Caso n° 291: Takami Sousuke e Takami Hayame.

 

Le cavie n° 97A-97B, nati da un parto gemellare eterozigote dalla cavia n°63, sono state denominate Sousuke e Hayame Takami. Requisite alla madre il giorno dopo lo svezzamento, sono entrati a far parte della ricerca “Hitomi Syndrome”. Il ricercatore a cui sono affidati i gemelli è la dottoressa Hidachi Yuumi, laureata all’università Taiyo in Medicina Genetica e membro del Centro di Ricerca sullo Sviluppo di Nuove Chimere, bandito dall’ONU ma che tuttora agisce clandestinamente in tutto il Giappone e nel resto dei Paesi Industrializzati.

I due bambini sono di buona salute e il loro fisico è predisposto alle sperimentazioni genetiche sul mutamento fisico-oculare. Il Consiglio Generale ha predisposto le seguenti istruzioni:

 

Takami Sousuke:

-Sesso Maschile

-Peso: 7,0 kg

Procedura di Sperimentazione: Alterazione Psichica della Personalità attraverso scariche di impulsi elettromagnetici esterni al sistema nervoso centrale e impianto di microchip per il controllo delle fasi di alterazione e mutamento nelle cornee degli occhi.

Fine Ultimo: Creazione di Duplici Personalità Controllate  al fine di raggiungere nuovi traguardi scientifici nel campo di malattie mentali e utilizzo secondario come armi da guerra.

Fisionomia Oculare: Bicromia

 

Takami Hayame:

-Sesso Femminile

-Peso: 7,2 kg

Procedura di Sperimentazione: Attraverso l’impianto di ormoni geneticamente modificati e impulsi elettromagnetici di ampia frequenza, si ricerca uno Sviluppo e Potenziamento delle Capacità Fisiche, Sensoriali, Psichiche e Cerebrali oltre i Limiti delle Capacità Umane.

Fine Ultimo: Raggiungimento di Un Essere Umano con Proprietà Psico-Fisiche Superiori alla Sfera Concepita dall’Uomo per l’utilizzo come macchine da guerra per i Paesi Interessati alle sperimentazioni

Fisionomia Oculare: Occhi Rossi

 

 

Sousuke rimase immobile, tenendo a malapena i fogli di carta in mano. Gli occhi fissi ed inespressivi e la bocca semiaperta, nel tentativo di dire qualcosa, fare un urlo, sfogarsi il più possibile il suo dolore represso. Hayame abbassò lo sguardo, trattenendo il più possibile le lacrime agli occhi – Hayame… Com’è possibile… ?? Noi… – Un filo di voce uscì dalle labbra del gemello, colmo di disperazione. La ragazza strinse i pugni e con un attacco improvviso fece cadere a terra i fogli che aveva in mane Sousuke – Adesso basta !!! Non voglio più vedere queste assurdità !! Andiamocene prima che possa fare qualche pazzia… – Prese la mano del fratello e corsero fuori dal laboratorio, che si face trasportare senza minima resistenza. La loro vite erano cambiate di punto in bianco, con la scoperta di un mistero più di grande di loro stessi. Un segreto che custodivano e che non sapevano nemmeno l’esistenza. Chi erano ? Cos’era l’Hitomi Syndrome ? E soprattutto… Loro erano umani ?

 

Usciti dal laboratorio, l’allarme della sicurezza iniziò a trillare assordante, segno che qualcuno aveva notato il disordine causato prima. I due scapparono veloci, nella direzione opposta; i corridoi iniziarono ad animarsi delle guardie e la via della fuga si fece sempre più lontana. Scesi lungo le scale, giunsero in un’ala dell’edificio completamente deserta, quasi abbandonata. Un cartello impolverato illustrava la via verso l’uscita e indicava il piano: Centro di Ricerca Biologica. Mano nella mano, proseguirono lungo il corridoio. Un macabro silenzio aleggiava nel corridoio deserto e abbandonato; alcune porte erano chiuse, altre semi aperte, mentre le lampade erano spente e alcune in procinto di fulminarsi da un momento all’altro.

 – Hayame, ho paura… – disse Sousuke spaventato. La sorelle strinse la sua mano e proseguì silenziosa nel tragitto. Ancora pochi minuti e sarebbero stati salvi.

Il lungo corridoio deserto concludeva con una porta chiusa con un cartello appeso: Exit. Uscita. Sousuke, alla vista quasi miracolosa della fine del loro travaglio, lasciò la ferrea presa della sorella e si lanciò verso la porta ricolmo di gioia. Dietro di lui Hayame sorrise alla gioia crescente del fratellino ma qualcosa turbò la sua speranza. Un presentimento fulmineo si insinuò nei suoi pensieri, bloccandola del tutto. – Sousuke !!!!!!!! NON FARLO !!!!!!!!!! – urlò lei, ma fu troppo tardi. Il fratello prese la maniglia fredda e aprì la porta della loro luce… O della loro rovina. Una forza immensa fece scaraventare la porta dall’altra parte, schiantandosi contro Sousuke, che cadde a terra ferito e privo di sensi. – Oh mio Dio !!!! – Hayame si gettò a soccorrere il fratello steso a terra, scoppiando a piangere. Alla porta Milady accompagnata da un numero indefinito di guardie e soldati aspettavano impazienti i due bambini. La donna alla tenera vista sorrise diabolica e si avvicinò cauta. – Catturate la ragazzina. Il bambino è innocuo – ordinò severa la donna a braccia conserte. Le guardi presero lesti Hayame, bloccandola completamente; la ragazza cercò invano di liberarsi e tornare dal fratello ferito. La donna si avvicinò a passi lenti e tranquilli, le braccia conserte e la voglia insana di vendetta dipinta sul volto.

 – Allora Principessina dei miei stivali, hai finito di giocare ?? – cominciò la donna con voce cantilenante – Principessina, Principessina… Come potevi sperare tu, misera bambina, di poter sfuggire al potere di noi adulti ?? Noi siamo coloro che ti abbiamo creato, cresciuto e permesso di vivere in salute e nella gioia. Così ci ripaghi ? Fuggendo insieme al tuo amatissimo fratello verso l’ignoto ? Non si fa così Principessina, non si fa ! – uno schiaffo sul volto della bambina concluse la patetica cantilena. Hayame non rispose: continuava solo a piangere e osservare il fratello privo di sensi a terra. Milady guardò con uno squallido sorriso il bambino a terra e iniziò ad accarezzare i capelli e il volto candido.

 – Non toccarlo !! – tuonò furiosa Hayame, mentre gli occhi ardevano infuocati. Milady osservò di nuovo incredula il misterioso cambiamento delle iridi della ragazza. Gli occhi prima di un rosso opaco e spento si erano illuminati e pareva ardessero di un fuoco interiore. Il liquido scarlatto del sangue caldo sembrava fluisse rapido nelle iridi. Questo accompagnato da un repentino cambiamento di umore e ira che scorreva nelle sue vene.

  Chimaira… –  sussurrò Milady sconvolta.

 

“Mmhm… Sembra che Hayame si sia fatta viva per davvero. È ora quindi della mia apparizione geniale !”

 

La porta caduta che ora copriva in parte le gambe di Sousuke fu scaraventata sul soffitto e si frantumò in mille pezzi. Con uno scatto rapido il ragazzo si alzò in piedi e si scostò la fuliggine e la segatura della porta dai pantaloni. Milady e le guardie con Hayame compresa guardarono la scena atterriti. Sousuke si stiracchiò gli arti e distese i muscoli fischiettando allegramente, di spalle agli altri. Con una mano si scostò un poco i capelli e finalmente si voltò ai presenti, destando in loro lo stupore più incredulo. Come se avessero cambiato di parte, l’occhio smeraldo del ragazzo divenne opaco mentre l’occhio vermiglio si accese di nuova vita. Hayame rimase sconvolta davanti alla vista del fratello che stentava a riconoscere – Sou…Suke… ? – sibilò balbettando e insicura. Il ragazzo sorrise sensuale, con un espressione mai vista sul volto del ragazzo. Avevo uno sguardo serio e determinato, ma anche visibilmente malizioso e sensuale. Schiuse le labbra e, con la sua stessa voce ma ora più sensuale e intensa, disse:

 – Buonasera, madamigelle… Il vostro cavaliere è qui ! –

Tutto sembrava, tranne un timido e insicuro undicenne.

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