Resta viva, ti prego...

di Roitare
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti! Questa è la prima fan fiction  a più capitoli che scrivo quindi vi chiedo scusa in anticipo se la mia tecnica non è delle migliori. Sarei più che felice se mi lasciaste qualche critica, spero più positive, ma è da quelle meno piacevoli che si impara maggiormente XD Comunque mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensate di questa mia creazione.
Spero vi piaccia leggerla come a me è piaciuto scriverla.
Grazie mille, S.


CAPITOLO 1



- I nostri stilisti sono degli idioti!- dico guardandomi allo specchio. Il mio compagno di distretto prova a sorridere, ma una lacrima gli scende lungo la guancia.
-No Lukas, non piangere. Andrà tutto bene, ci sono io con te- gli parlo dolcemente. Si asciuga quella lacrimuccia e mi da la mano. Saliamo sul carro. Almeno questo e i cavalli che lo trainano sono decenti, anzi, i due animali sono magnifici.
Iniziamo a muoverci, piano. Il distretto 1 fa il suo ingresso in pista. Seguono il 2, il 3 e così via.
L’11, davanti a noi, è partito. Ancora pochi secondi e…
Sugli spalti la gente di Capitol City è in estasi. Sono una massa di colori sgargianti che urla e si sbraccia emozionata.
Ci guardo nel megaschermo .
Siamo ridicoli: indossiamo una tutina nera aderente e un casco da minatore. Immancabile il carbone attaccato a collo e faccia.
Volgo l’attenzione al mio vicino.
È terrorizzato.
Povera creatura, ha solo 12 anni…
Gli metto una mano sulla spalla con fare protettivo, come una sorella maggiore.
Io ho 18 anni.
 Quella di quest’anno era stata la mia ultima mietitura. Se non fosse uscito il mio nome sarei stata libera… non avrei più vissuto quel giorno con terrore ma solo con orrore e puro odio… E invece…
Ci fermiamo davanti ad un imponente edificio. Lukas si stringe a me e io non lo allontano.
Parte l’inno della capitale. Il volume è talmente alto da assordarmi per qualche secondo, ma non faccio nessuna smorfia.
Sul balcone compare una figura che popola gli incubi di tutti i ragazzi dal distretto 3 in poi…
Il presidente Snow.
Quell’uomo di mezza età è a dir poco inquietante.
Non posso fare a meno di chiedermi come sarà da anziano, ancora più terrificante?
Poi penso che molto probabilmente io non lo scoprirò mai…
Termina il discorso, a cui non ho prestato la minima attenzione. Torniamo al punto di partenza e il nostro mentore ci raggiunge.
Si chiama Haymitch Abernathy, è un ragazzo giovanissimo, avrà al massimo un paio di anni più di me, ed è anche molto bello. Ma i suoi occhi…
i suoi occhi raccontano tutto l’orrore che ha visto nell’arena da cui è uscito vincitore solo tre anni fa…  
-Andiamo dolcezza- mi dice.
Lo seguiamo, prendiamo l’ascensore ed arriviamo al nostro piano, l’ultimo.
 Haymitch ci abbandona subito.
 Io accompagno Lukas davanti alla sua camera.
-Grazie- sussurra abbracciandomi.
Gli do un buffetto  prima di chiudermi anch’io nella mia stanza.
Abbiamo il resto della giornata libera, domani inizieremo l’addestramento.
Mi svesto e mi butto sotto la doccia.
Quasi mi scortico la pelle da quanto sfrego per togliermi tutta la robaccia che mi hanno messo addosso.
Esco dopo una buona ventina di minuti;infilo una canottiera nera e dei pantaloni larghi; intreccio i capelli senza asciugarli.
 Mi lancio su letto e rimango lì, immobile, a fissare il soffitto.
Dopo non so quanto tempo sento un lieve bussare alla porta.
Non è difficile indovinare chi sia.
-Entra pure Lukas-.
Lo fa e si avvicina timidamente. Io mi siedo a gambe incrociate e gli faccio segno di raggiungermi. Lui si posiziona accanto a me.
Stiamo in silenzio per un po’.
-Ebony, io ho paura… per domani…- mi dice.
-Anche io- mento. È vero,non ho paura dell’addestramento.
Silenzio di nuovo.
Una senza voce bussa alla porta. È ora di cena intuiamo.
A tavola troviamo già gli stilisti e la nostra “cercatrice-di-sponsor” Tea.
Haymitch arriva poco dopo di noi.
Guardo preoccupata Lukas, non tocca cibo. – Devi mangiare- lo rimprovero – Anche se non vuoi, devi mangiare. Hai bisogno di tenerti in forze e non lo fai vivendo di aria-.
Finito di cenare torno nella mia camera. Mi sento veramente a pezzi. Mi sdraio sul letto e inizio a piangere silenziosamente.
Dopo poco cado in un sonno profondo e , per fortuna, senza sogni.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
È un po’corto, lo so, ma è necessario lasciare un po’ di mistero, per invogliarvi ad andare avanti XD
Se avete critiche e suggerimenti scrivetemi pure, è sempre utile sentire il parere di altre persone.                           
Grazie a tutti. S.



CAPITOLO 2

Mi sveglio di soprassalto. Qualcuno bussa pesantemente alla porta. Apro.
 È Haymitch.                 
-Buongiorno dolcezza- dice lanciandomi una sacca di tela. –Tra cinque minuti davanti all’ascensore- e chiude.
Guardo nella borsa. Ci trovo una mela e una tuta nera e grigia. Tre minuti dopo sono pronta. Mangio il frutto mentre aspetto. È veramente dolce.
 A proposito di dolcezza, arriva anche Lukas. Dietro di lui il nostro mentore.
Scendiamo molto, molto in basso. O almeno questa è l’impressione che ho.
 Entriamo nella palestra. Gli altri tributi sono già allineati con ordine. Li imitiamo.
Gli istruttori si presentano e fanno un breve discorso.
Non presto la minima attenzione a quello che dicono, non so nemmeno i loro nomi.
Sono troppo occupata a guardare affascinata tutte le armi presenti nella sala…
Inizia la sessione.
Lukas si fionda verso la parte dedicata alle tecniche di sopravvivenza. Mi trascina con se…
Non per vantarmi, ma so come sopravvivere in territori ostili e inoltre ho un ottimo spirito di adattamento.
Però c’è sempre qualcosa da imparare, soprattutto se si parla di arene…
Trascorro lì tutto il primo giorno.
Quelli successivi li dedico all’allenamento fisico e alle armi (lancia, spada, tridente, ascia, arco, reti…). Però mi tengo ben lontana dai coltelli.
So già di saperli lanciare con precisione magistrale, non ho bisogno di mostrare agli altri ragazzi di cosa sono capace.
Purtroppo per loro lo vedranno  quando sarà ormai troppo tardi…
È l’ultimo giorno, oggi abbiamo le “valutazioni”.
Siamo tutti in un’unica sala e ad uno ad uno ci chiamano, in ordine di distretto.
 Io ovviamente sono l’ultima.
Mentre aspetto il mio turno ripenso a mio padre…
Lui mi aveva insegnato ad utilizzare le armi… lui mi aveva iniziato alla nobile arte del lancio dei coltelli…
-Prendilo, con delicatezza, dalla lama. Così, brava! Ora concentrati sul bersaglio. Visualizza il punto che vuoi colpire e… lancia!
Guarda Ebony! Sei stata bravissima tesoro, hai fatto centro-
 -Grazie papà-
-Il prossimo!-.
 Mi guardo attorno. Tocca a me.
 Entro a passo deciso nella palestra e mi fermi davanti agli strateghi.
 –Ebony Claervy, distretto 12- dico con voce chiara.
Dopo di che prendo posizione davanti alle sagome immobili.
 I coltelli sono di fianco a me.
Ne afferro uno e mi passo la lama, di piatto, sulle labbra. Un gesto rituale.
Faccio un respiro profondo.
La presa sull’arma è salda.
-Visualizza  il punto che vuoi colpire, Ebony-
Lancio.
Colpito dalla testa, in pieno.
Tempo dieci secondi e nemmeno un manichino è rimasto incolume.
Esco senza degnare gli osservato di uno sguardo.
Vedo mio padre sorridermi orgoglioso.
–Hai visto papà, ho fatto centro…-
Una lacrima scende lungo la mia guancia.
Non dico una parola mentre torniamo al nostro piano. Anche la cena si consuma in silenzio.
Attendiamo ansiosi i risultati.
Tea accende la tv.
Si sente l’inno della capitale.
Finalmente...
-Dal distretto 1…-


 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti! Terza sera, terzo capitolo, appena sfornato XD L’arena si fa sempre più vicina per la nostra protagonista. Spero vi piaccia . Come al solito vi invito a lasciarmi un commento se vi va. Grazie mille , S.

CAPITOLO 3

-E infine, dal distretto 12, Ebony Claervy con un punteggio di 10!-
.Bene, 10 è un buon risultato, ottimo direi.
 Sorrido a Lukas –Sei stato bravissimo, 7 è un bellissimo punteggio. Ora ,se non vi dispiace, io andrei a letto. Buonanotte a tutti-.
 – Notte dolcezza- mi dice Haymitch.
Non posso fare a meno di notare quanto il suo aspetto peggiori man mano che ci avviciniamo al giorno dei giochi…
 Arrivata in camera mia mi spoglio, indosso una camicia da notte e mi butto sul letto. I miei pensieri vanno tutti verso mio padre…
 Era un bell’uomo ( cosa rara nel nostro distretto), gentile, intelligente…e con una figlia di tre anni da crescere da solo. Non avrebbe faticato a trovare una nuova moglie, ma lui era rimasto fedele a mia madre, scomparsa troppo presto, e mi aveva allevato nel miglior modo possibile…
13 anni dopo i miei genitori si erano ricongiunti nella nuda terra…
Immaginandoli insieme e felici mi addormento.
La mattina mi lasciano dormire fino a tardi. Quando mi alzo non trovo nessuno in sala da pranzo.
Faccio colazione con un po’ di latte, pane, cioccolato e frutta. Prendo anche una mela in più e mi incammino.
Ho tutta l’intenzione di tornarmene in camera mia quando Haymitch e il mio stilista mi fermano .
-Ben svegliata dolcezza- dice il primo.
-Sei un disastro tesoro!-.
Quello del secondo assomiglia ad un urletto isterico.
 Mi trascina via con una forza che non immaginavo quell’uomo minutino potesse avere. Il mio mentore mi fa l’occhiolino divertito.
Alle ore 11.01 ha inizio la tortura.
Uno sciame di estetiste isteriche mi ronzano intorno come impazzite. Uno stappo di qua ( che male!), un taglio di là e così via, per tutto il giorno.
Arriva la sera.
 Mi mettono della roba sul viso, parecchia, troppa roba. Qualcuno armeggia con i miei capelli per fare chissà quale orribile acconciatura. In due mi infilano in un aderentissimo e cortissimo tubino verde smeraldo. Quando chiudono la lampo sulla schiena mi manca il respiro. Tocco finale, mi infilano un trilione di braccialetti d’argento e un paio di scarpe color carne da tacco vertiginoso.
Quasi mi scaraventano nell’ascensore.
Sono costretta ad aggrapparmi ad Haymitch per non cadere da quei trampoli.
Lukas se la ride proprio come farebbe un fratellino minore nel vedere la sorella in difficoltà…
- Allora?  Come mi hanno conciata? Non ho avuto il coraggio di guardarmi allo specchio…- .
 I due si scambiano uno sguardo di intesa che proprio non mi piace…
-Beh…-
 -Hai una cosa testa… Come…come si chiama , Lukas?- .
- Mi sembra si chiami chignon o una cosa così…-
- Hai un chignon pieno di brillantini e…-
 - E sei sporca di rosso su tutte le labbra!-
-E sembra tu abbia preso due pugni sugli occhi…-
- Avete finito!?- chiedo imbarazzata ed esasperata.
–Si, abbiamo finito dolcezza- dice il mentore scoppiando a ridere.
Io metto giù un broncio da finta offesa e lo tengo finché non arriviamo allo studio televisivo.
Haymitch ci augura buona fortuna e ci lascia dietro le quinte, insieme agli altri tributi.
 Ecco Caesar Flickerman che fa il suo ingresso fra gli applausi.
-Signori e signore, ecco a vuoi i tributi dei 53esimi Hunger Games! Non so voi, ma io sono eccitatissimo all’idea di conoscerli! Allora avanti, facciamo entrare il primo! Dal distretto uno, vi presento Coryn…-.
Osservo con attenzione gli altri: C’è chi è sicuro di se, c’è ci si finge indifeso, chi lo è veramente, chi fa l’oca…
-Accogliamo, dal distretto 12, Ebony Claervy!-.
 Applauso lunghissimo.
 Salgo sul palco.
 Per poco non finisco per terra con le caviglie slogate.
Mi siedo sul divanetto giallo canarino che si abbina perfettamente con i capelli arancioni del conduttore.
Caspita, quell’uomo fa impressione! Nonostante abbia meno di 45 anni porta già parecchi segni della chirurgia plastica…
-Allora Ebony, dicci, quanti anni hai?- .
- Diciotto-.
- E possiamo sapere se hai qualcuno di speciale da cui tornare a casa?-.
 – No, non c’è nessuno di speciale, in realtà, non c’è proprio nessuno ad aspettarmi…-.
 –Non ti credo! Guardati, guardatela! Non è splendida!?- .
 Arrossisco sotto il cerone .
 –Mi dispiace deludervi, ma non c’è nessuno…-.
 Mi chiede ancora qualcosa, poi finalmente esco  da sotto i riflettori.
Haymitch mi prende al volo mentre cado dai gradini. Mi levo subito le scarpe e le scaglio via.
 Aspettiamo che anche Lukas termini la tua intervista e poi torniamo ai nostri alloggi. Il mentore si dilegua subito.
–Riposati- dico al  mio compagno dandogli un bacio sulla testa. Non c’è bisogno di dire altro.
 Entro nella mia stanza. Mi tolgo i vestiti con foga e mi getto sotto l’acqua bollente.
Lì, nel privato del mio bagno, mi abbandono ad un pianto isterico.
Quando mi sono calmata esco.
Mi guardo allo specchio.
Il corpo snello e atletico, ben proporzionato, la pelle olivastra. Non ho più peli, fatta eccezione per le sopracciglia che incorniciano occhi verde scuro e i capelli… Una cascata castano ramato che ora è appiccicata al mio collo e alla mia schiena.
Prendo la forbice che ho nascosto nell’armadietto sopra il lavandino e inizio a tagliare.
Quando finisco le mie onde brune sono tutte sul pavimento, quel poco che ho ancora in testa mi fa assomigliare ad un ragazzo.
Mi vesto ed esco dalla camera.
Ho fame.
 Arrivo in cucina  e trovo …
 Haymitch. Ubriaco con in mano una bottiglia di non so quale alcolico. Sta piangendo e fatica a reggersi in piedi…
Mi avvicino a lui.
 – Haymitch…- gli dico dolcemente prendendolo per un braccio.
 Lui mi guarda.
 -Che hai fatto ai capelli dolcezza!?- mi dice con una risata che subito si trasforma di nuovo in pianto.
Mi abbraccia, e io lo tengo stretto
. –Su, andiamo…-.
 Lo accompagno in camera sua e lo faccio stendere a letto.
 Canticchio per lui una vecchia ninnananna.
Sembra essersi calmato un po’.
 Prendo un bicchiere d’acqua, lo riempio e lo appoggio sul comodino.
Mentre lascio la presa lui mi afferra il polso e mi tira verso di se.
Le nostre labbra si incontrano in un bacio che ha il sapore delle lacrime di entrambi.
–Rimani con me, per favore…- mi chiede.
 Io mi metto al suo fianco, la testa sul suo petto.
 Lui mi stringe forte e ci addormentiamo così.
Fuori la gente di Capitol City festeggia.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Eccomi qui! Ciao a tutti !
 Allora, siamo  arrivati al 4 capitolo! Ormai è il giorno dei giochi, l’arena è vicinissima… Spero vi piaccia XD
Ringrazio  di cuore quelli che mi seguono, mi fate sentire realizzata *.*
Come al solito vi invito a lasciare qualche commento.
Buona lettura! Tanto love, S.

CAPITOLO 4

Mi sveglio presto, è ancora buio.
Haymitch mi accarezza i capelli. Faccio finta di star ancora dormendo, per godermi il momento.
-Ciao dolcezza- mi dice lui dopo un po’ .
 -Ciao Haymitch-.
Lo guardo.
 Sembra essersi ripreso.
- Si può sapere che hai combinato ai tuoi capelli!?- mi chiede, stavolta da sobrio.
–Gli ho tagliati- rispondo semplicemente.
 Lui sorride e mi bacia.
Appassionatamente.
Più e più volte.
Con le mani nelle sue mi lascio travolgere dalla sua stessa passione.
Mi lascio guardare e lo guardo.
Mi lascio toccare e lo tocco.
 Lo accolgo dentro di me.
Il sole, sorgendo, ci trova così.
Uniti.

Rimaniamo abbracciati ancora un po’, ma entrambi sappiamo che ormai non c’è più tempo.
Gli do un bacio sulla fronte ed esco per tornare nella mia camera.
Appena arrivo mi getto sotto la doccia.
Non vorrei mai togliermi di dosso l’odore dell’uomo che capito di amare, ne cancellare la sensazione del suo tocco, ma inizio ad essere nervosa e l’acqua bollente è l’unica cosa in grado di calmarmi. Mi asciugo in fretta i capelli ed apro la porta.
Il mio stilista mi sta aspettando.
Nascondendomi con l’asciugamano indosso l’intimo. Lui intanto tira fuori ,da un borsa che non avevo notato, una tuta verde chiaro. Si avvicina a me.
Mi aiuta ad indossarla.
Con estrema lentezza.
 Sembra quasi un rituale.
Mi chiude la lampo e io metto gli stivali.
Lui si inginocchia e me li allaccia stetti stretti. Mi sento quasi in imbarazzo.
Lui si tira su e mi porge una giacca verde scuro e dei guanti dello stesso colore. Mi sistema i capelli, ma non dice niente sul “nuovo taglio”. Mi accarezza la guancia. Ha le lacrime agli occhi… forse si è affezionato a me…
-Ora sei pronta per andare…-.
 -Grazie…- gli rispondo uscendo.
Si, sono pronta.
Entrerò nell’arena e lotterò. Ora ho qualcuno da cui tornare a casa.

Stanno tutti aspettando me .
 Prendiamo l’ascensore . Scendiamo. Scendiamo ancora.
Quando le porte finalmente si aprono troviamo 2 pacificatori ad attenderci. Ci scortano fino all’ Hovercraft.
Mi siedo affianco a Lukas. Haymitch e Tea sono di fronte a noi.
Arriva un uomo, vestito con un camice, che ad uno ad uno ci ignetta qualcosa nel braccio. Tocca a me.
Fa male.
–è un localizzatore- dice il mentore vedendomi preoccupata.
 
Atterriamo.
 Altri pacificatori ci conducono all’interno di una struttura presumo sotterranea. Haymitch prende Lukas per le spalle e lo guarda dritto negli occhi.
–Ricordati quello che ti ho detto, è la tua unica possibilità. E allontanati subito dalla cornucopia-.
Lui annuisce serio. Improvvisamente non sembra più un bambino… Mi fa un cenno e si allontana con Tea, verso la sua piattaforma di partenza.
Io seguo il mio mentore.
Entriamo in una stanza tutta rossa… Non molto incoraggiante…  Devo essermi bloccata perché lui mi incoraggia, con una leggera pressione alla base della schiena ad andare avanti.
Mi prende dalle braccia la giacca verde scuro, mi infila i guanti e poi quella.
Devo dire che sembra quasi di non avere niente sulle mani, ho tutta la sensibilità di prima… Sovrappensiero incontro gli occhi si Haymitch…
-Io…- dico –io ti amo …-.
- ti amo anche io dolcezza- e mi bacia.
Trattengo a stento le lacrime.
Una voce registrata mi informa che ho 15 secondi per salire sulla “piattaforma di lancio”.
Faccio per andare quando lui mi prende il viso tra le mani.
-Resta viva, ti prego…- .
-Te lo prometto-.

 I suoi occhi tormentati sono l’unica cosa che vedo prima di salire nell’arena.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ciao a tutti e tantissimi auguri di buon Natale e felice anno nuovo !
 Allora, eccoci qui.
 Finalmente! direte voi, ma dovete scusarmi, ho avuto un piccolissimo blocco della scrittrice, non mi andava bene niente di quello che scrivevo e, se non piace a me, non può certo  piacere a voi.
Comunque dopo pagine e pagine buttate nel cestino e i leggerissimi pranzi delle feste (tanto leggere che ho rotolato fino al pc) sono riuscita a scrivere un quinto capitolo che mi soddisfa. Spero vi piaccia.
Come al solito vi invito ( vi supplico…) a lasciarmi un commento.
Mi sembra giusto ringraziare coloro che mi seguono, grazie ,grazie ,grazie  (Un bacione tutto per voi).
Baci, S.
P.S. quanto ho scritto?!! Scusatemi ^^


CAPITOLO 5

Bianco.
Vedo tutto bianco per qualche secondo. Poi i miei occhi si abituano. Mi guardo intorno.
Per terra, sabbia. Sabbia bianca e sassi dello stesso colore.
Divertente.. Così il rosso del sangue si vedrà meglio, eh?!
 Scuoto la testa.
In fondo, tutto attorno all’area centrale, ci sono tantissimi alberi davvero strani. Alcuni bassi, altri alti, simili ad un incrocio fra quelli tipici del dodici e quelli marini del distretto quattro. Le varie tonalità di verde delle loro chiome si scontra con il piatto azzurro ceruleo del cielo.
Sembra… Finto.
Si, finto. Come se qualcuno avesse steso uniformemente della vernice su tutto l’orizzonte…
Dritto davanti a me, la cornucopia.
È una cosa a dir poco abnorme, tutta oro e piena di decori dal sapore molto, molto antico. Mi fa ribrezzo. Una “bella” cornice per le armi con cui ci massacreremo. Veramente di ottimo gusto.
Sputo per terra.
 Il conto alla rovescia è già partito, e da un po’ anche…
venti
 diciannove
 diciotto
 diciassette
Guardo gli altri tributi.
sedici
 quindici
quattordici
tredici
 Il ragazzo del due ha un sorriso feroce stampato della faccia.
dodici
 undici
dieci
nove
Quella del tre…è completamente alienata dalla paura.
Otto
sette
 Sembra un’animale in trappola.
Sei
 cinque
 I suoi muscoli fremono.
Quattro
 Salta giù come una  molla dal piedistallo, in cerca di una via di fuga… Ovviamente non la trova, anzi…
La bomba esplode.
Chi le è vicino, compresa io, viene investito da sabbia, polvere metallica, brandelli di carne e sangue…
Reprimo i conati di vomito. Qualcuno non ci riesce. Tolgo i guanti e mi levo ciò che rimane del tributo dalla faccia.
Tre
 Guardo nella sua direzione. Scorgo dei pezzi di metallo che potrei usare come coltelli da lancio.
Perfetto.
Due
 Ho trovato le mie armi.
Uno
 Mi fiondo sul luogo dell’esplosione e raccolgo i frammenti.
Sono bollenti.
Perdo la presa, ma li riprendo subito. Li pulisco dal sangue passandoli sulle maniche della giacca. Alzo lo sguardo.
Lukas mi sta guardando, immobile, dalla sua postazione. No, non mi guarda… i suoi occhi sono quasi rovesciati dal terrore. Il colorito del suo viso tende al verdastro.
–Corri!- gli urlo. Lui non si muove.
 –Lukas, cazzo, corri!-.
Niente.
Disperata scatto nella sua direzione. –Corri! Lukas corr…-.
Le ginocchia di lui cedono.
Colpo di cannone.
Mi blocco.
 Ha una… ha una… una spada… piantata … piantata dritta nel cuore… 
Il … Il ragazzo dell’u…dell’uno…
Lukas ha una spada piantata nel cuore ed è stato il ragazzo dell’uno.
 Lukas ha una spada piantata nel cuore ed è stato il ragazzo dell’uno!
Lukas ha... I
l bastardo sta estraendo l’arma. Guarda orgoglioso il sangue che cola sulla lama. 
Parto alla carica.Gli occhi pizzicano ma non voglio, NON POSSO piangere. Devo prendere la mira.
Visualizza il bersaglio Ebony.
Il figlio di puttana cade a terra con un pezzo di lamiera conficcato in mezzo ai suoi begli occhi blu.
È morto ma non mi importa. Mi accanisco sul suo cadavere, incurante di ciò che mi sta succedendo attorno, con tutte le armi possibili. Frammenti li metallo, sassi, i miei pugni, l’elsa della spada…
Quando ho finito mi passo, di piatto le lame sugli zigomi. Il sangue caldo cola fino alla bocca. Il sapore metallico mi fa tornare lucida. 
La mia vittima è ormai irriconoscibile, attorno ancora qualche combattimento, ma la maggior parte dei tributi è riversa a terra o è fuggita via, non lo so.
 La sabbia bianca si è ormai tinta di cremisi, il cielo stesso riflette lo stesso colore. Afferro le armi e lo zaino che il ragazzo aveva con se e scappo via, veloce come il vento, nella foresta.
Corro, corro, corro…
I rumori della battaglia si affievoliscono.
Corro, corro…
Ma i cannoni… i cannoni si sentono bene, non mi danno tregua…
Corro ancora…
Come il volto di Lukas, che mi perseguita ...
Dopo quella che sembra un’eternità mi fermo. Trattengo il respiro per sentire eventuali passi… Niente.
Nessuno mi sta seguendo ,ammesso che ci sia ancora qualcuno in grado di farlo…
Ne sono morti talmente tanti… E avrei potuto esserlo anche io… Che deficiente a rimanere lì, inutilmente, allo scoperto, rischiando di venir colpita alle spalle…ero totalmente indifesa… Haymitch sarà morto di paura…
Haymitch…
Chissà che avrà pensato di me vedendomi massacrare così quel ragazzo…
-Mi dispiace Haymitch… Mi dispiace Lukas… Mi dispiace tanto…- sussurro prendendomi la testa fra le mani appiccicose di sangue ormai gelido.
 Vomito scossa dai singhiozzi. Vomito anche l’anima.
No …
Sono un’assassina  e gli assassini non hanno un’anima.
L’avevo, ma ora non più. 
–Sono un mostro Haymitch…?- dico disperata, aspettando una risposta rassicurante che però non arriva.
Solo l’eco dei miei singhiozzi nel silenzio più totale.
Qualcosa nel mio petto si incrina dolorosamente.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ciao a tutti!
 Allora, visto il momento creativo, perché non approfittarne?! Quindi eccovi un sesto capitolo  appena ‘’sfornato’’.
Le cose prenderanno una svolta interessante ( o almeno, secondo la mia modesta opinione è così), indi spero vi piaccia ^^ 
Come di consueto ringrazio di cuore chi mi segue e recensisce, e vi invito … mmm…troppo formale  vero? meglio un bel vi preeeeeeeeeeeego di lasciarmi un commentino, anche piccino piccino, perché mi renderebbe davvero tanto tanto felice  ^^ 
Baci, S.


CAPITOLO 6

Sento un peso sul petto.
 Apro gli occhi di colpo.
 –Buongiorno dodici!-
Un brillante e perfetto sorriso a trentadue denti entra nella mia visuale. È la ragazza dell’uno, Coryn!
Allungo la mano per prendere uno di quelli che ormai sono diventati i miei coltelli.
 Non c’è.
 -Cercavi questo?- chiede con voce melliflua sfoderando la mia arma. Con supremo sforzo di volontà tiro su la testa di scatto e la ragazza, a cavalcioni sopra di me, si becca una testata dritta sul bel nasino probabilmente rifatto. Si mette a ridere e si fa più vicina a me.
Una mano stretta alla mia gola, l’altra sul coltello. Con la punta incide la mia pelle, dalla tempia sinistra al mento. Un rivolo caldo scorre per tutta la guancia.
–Non è così che si trattano gli amici, dodici- dice avvicinandosi e schiudendo, sensuale, le labbra.
La sua faccia, la sua bocca in particolare, è sempre più vicina alla mia.
Con un ghigno inquietante tira fuori la lingua e con essa raccoglie il liquido rosso che cola dalla mia ferita.
Rimango impietrita, gli occhi sbarrati in uno modo che con molta probabilità starà facendo schiattare dalle risate tutta la gente di Capitol City.
Sono disgustata e non so se esserlo di più per il fatto che abbia leccato il mio sangue o per l’avere la sua saliva sulla mia faccia.
Bleah.
 La seconda, senza dubbio! 
-Vedi dodici, da buona amica, io ti ho persino pulito la ferita, non voglio che si infetti-
 –Si certo, una ferita che mi hai inferto tu -
-Dettagli-
 – E poi noi non siamo amiche, Coryn-
 –Invece si, mi chiami anche per nome, che carina!- dice gongolando – Noi siamo amiche e alleate-
–No, mai-
 Sprizzo odio da tutti i pori, deve essersi implasticata anche il cervello per non accorgersene e sfidarmi così. La supero in altezza e in muscolatura, sono più che certa di batterla anche in forza e lei lo sa.
–Il fatto è , dodici, che tu VUOI essere mia alleata...-
 -E se non lo volessi?!-
-Se non sbaglio ora hai qualcuno ad aspettarti a casa, o no? Beh, diciamo che se non ti allei con me…- allunga la mano dietro di se ed una ragazza che non avevo notato prima le porge un coltello dalla lama enorme che lei avvicina pericolosamente alla mia gola.
 –Diciamo che se non ti allei con me non avrai ALCUNA possibilità di tornare da suddetto qualcuno. Mi sono spiegata?- sibila come un serpente.
Haymitch…
-Si… Sarò tua alleata…- sussurro.
 –Ma che brava dodici, ottima scelta!-. Si alza da me e io provo ad alzarmi ma lei con un calcio mi ributta a terra e lancia i miei due coltelli che si vanno a conficcare nela terreno ai lati della mia testa.
 – Niente scherzi dodici se vuoi provare ad uscire viva da qui-
Annuisco ancora a terra.
– Lei è la mia amica dell’undici , se anche solo tenti qualche tiro mancino lei ti spezza l’osso del collo-. Velata minaccia.
–Toglimi una curiosità, AMICA, come mai mi vuoi tanto come alleata? Lei non ti è già abbastanza utile?- chiedo indicando quella che potrebbe diventare la mia assassina.
–Vedi, nella cornucopia purtroppo non ci sono provviste e io e la qui presente abbiamo qualche piccola difficoltà nel procurarci cibo e acqua, mentre tu te la cavi bene… Volevo ucciderti e rubarti tutto, ma a che sarebbe servito? Ci saremmo ritrovate allo stesso punto di prima, quindi perché non concederti l’onore di unirti a me?-
 Che idiota.
Calmatami dalla crisi di ieri avevo dedicato il mio tempo alla ricerca dell’acqua e alla caccia, con ottimi risultati, ma dopo aver cenato avevo cercato di salire su un albero, senza successo, e sfinita mi ero addormenta totalmente indifesa…
Seconda cazzata in meno di ventiquattro ore…
Complimenti Ebony!!
–Vi ringrazio, vostra altezza, per il privilegio che mi avete concesso con cotanta generosità- dico mimando un inchino.
–Di niente- risponde lei. Non ha colto la “lieve” sfumatura ironica della mia frase, si, deve proprio essersi implasticata anche il cervello.
–Avanti dodici, ti vuoi muovere?!! Ci sono altri 10…-
 Doppio colpo di cannone.
 -8 tributi, tutti pronti a farci fuori-
 Mi carico in spalla lo zaino e mi chino per infilate i coltelli negli stivali. Coryn si avvicina al mio orecchio.
–Ah dodici, grazie per aver eliminato il tipo del mio distretto, io non sarei mai riuscita a batterlo, mi hai fatto proprio un gran favore-.
L’immagine della mia vittima mi invade la mente.
–Prego…- sussurro senza pensarci.
 – Peccato solo per quel suo bel faccino, lo hai ridotto proprio male… va beh, pazienza!- dice allontanandosi saltellando allegramente.
Io la seguo camminando, dietro di me la ragazza dell’undici.
La guardo. Avrà sui diciassette anni, è alta , muscolosa, le membra allungate. La pelle color dell’ebano e i capelli neri e lunghissimi, raccolti in una treccia kilometrica, fanno risaltare ancora di più gli occhi chiarissimi.
A vederla fa veramente paura, ma da come trema penso sia innocua ,anzi , sembra parecchio spaventata da quella riccioli d’oro psicopatica del distretto uno e ha tutta l’aria di voler scappare via.
Bene, forse un’alleata l’ho trovata davvero.
–Io sono Ebony- le sussurro.
 Silenzio...
...
...
...
–Dionne-

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ciao a tutti. Volevo scusarmi per il mio immenso ritardo nel pubblicare. Imploro venia! Purtroppo ho avuto parecchia roba da studiare e una tavola piuttosto impegnativa da finire per scuola e , come dicono tutti i genitori, ‘’ la scuola prima di tutto’’ (mia mamma dice anche io ti ho fatto e io ti distruggo, ma quello è un altro discorso).Inoltre  mi sono appassionata ad un paio di serie  tv e sono caduta in dipendenza e… sapete tutti quanto è difficile smettere quando una cosa ti prende davvero davvero davvero tanto…Ecco spiegato il motivo della mia luuuunga assenza. Spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo.
Baci, S.


CAPITOLO 7
Camminiamo per qualche ora, finché il sole non diventa talmente caldo da renderci difficile anche solo respirare. La pelle mi brucia da morire e faccio fatica a tenere gli occhi aperti per la troppa luce. Coryn non fa altro che lamentarsi come un bimbetta viziata. –Finiscila!- Biascico. In realtà doveva essere un urlo... -È colpa tua se siamo finite qui!-. Si, è stata lei a trascinarci nell’unica parte della foresta dove non ci sono alberi. Foresta, senz’alberi! Che cosa divertente! Il sole mi sta seriamente dando alla testa; nemmeno  la giacca arrotolata come turbante sembra aiutarmi. Mi fermo di colpo. Aria fresca mi accarezza il viso. Inspiro a pieni polmoni e mi riempio il naso. Odore di… terra umida!? Mi metto in ascolto, Dionne fa lo stesso. –Vuoi stare zitta!?- grida alla ragazza dell’uno che si zittisce e si gira a guardarla sbigottita. – Di là!- esclamo. Senza pensarci mi fiondo nella direzione che ho indicato poco prima, le altre mi seguono a ruota. Coryn mi supera persino. Quando non si lagna e non si tratta di cercare cibo ed orientarsi si vedono tutti i suoi anni di addestramento per diventare tributo. L’ombra degli alberi ci abbraccia portando un pò di sollievo. Non ci fermiamo, ma ci facciamo più silenziose. Un fiume! Avevo ragione, un fiume! Mi ci getto dentro, completamente vestita; non sono l’unica ad avere quella stessa idea. La pelle, scottata e sensibile, brucia da impazzire nell’acqua, ma è un dolore che sopporto volentieri. Però qualcosa che non va. Mi accorgo che c’è troppo silenzio;è attorno ai corsi d’acqua che c’è più vita eppure sembra che qui nemmeno le foglie degli alberi si muovano. È tutto troppo immobile. Do una gomitata a Dionne e lei sembra capirmi, probabilmente era già in allerta, la ragazza è sveglia. Usciamo trascinandoci dietro Coryn. Il silenzio surreale viene rotto dal richiamo di una ghiandaia imitatrice ed è allora che accade. Quattro tributi spuntano fuori da massi e cespugli, tutti armati meglio di noi. Riconosco la coppia del due  e i maschi del 5 e del 3. Questo scocca una freccia, dritta alla mia testa; Dionne l’afferra fulminea prima che mi raggiunga. Non ho il tempo di stupirmi, scaglio uno dei coltelli (datomi dalla mia bionda pseudo alleata) dritto nel cuore del tipo prima che possa attaccare di nuovo. Cannone. Corro a prendere il suo arco e la faretra, poi mi giro per cercare Coryn. Sta lottando con quello del due, è brava, ma anche lui non scherza. Non posso distrarmi, la sua compagna mi vieni incontro a gran velocità, la spada sfoderata e un ghigno assassino sulla faccia. Per un ragazzo probabilmente sarebbe una gran bella visione : capelli lunghi e color rame sciolti sulle spalle e in parte appiccicati a collo e faccia, gote rossissime come le labbra, la tuta aderente mezza strappata… Si, proprio una bella visione, ma per me è solo un ostacolo. Incocco una freccia ,tendo la corda, le dita sfiorano le mie labbra  spaccate dal caldo…prendo bene la mira… ancora un secondo e… lascio la presa, la corda si allenta… la freccia risplende letale sotto i raggi del sole . La ragazza cade a terra, trafitta alla giugulare. Gorgoglia qualcosa, forse è un urlo , ma il sangue che sgorga a fiotti la soffoca. Il cannone suona, ma non è mia la vittima. Mi guardo attorno. Coryn è intrappolata in una rete, quello del cinque deve averla presa alle spalle. Corro in suo soccorso e mi avvento sul suo aggressore mentre lei tenta di liberarsi. Il corpo inerte di Dionne giace poco distante… Lo guardo per un istante, gli occhi mi si riempiono di lacrime, ma non posso distrarmi, il mio avversario è forte, troppo per me. Mi serra il collo in una morsa mortale, sto soffocando e la vista comincia ad appannarsi… Cannone. La ragazza del due ha terminato la sua agonia. Con un enorme sforzo gli  graffio la faccia, conficcando le unghie a fondo nella carne. Lui urla e io gli mordo la mano che ha portato pericolosamente vicino alla mia bocca. Stringo i denti sempre di più, finchè non sento sulla lingua il sapore metallico del sangue. –Cagna!- esclama lui con voce di un’ottava più alta del normale allontanando la mano. Approfitto della sua distrazione ed afferro una delle frecce che, nella colluttazione , sono finite a terra. Chiudo gli occhi e lo colpisco, senza sapere bene dove. Sento resistenza. Insisto. Cannone. Guardo il corpo senza vita del mio avversario e quasi non vomito. Ha gli occhi sbarrati, girati all’indietro… ma non è questo a farmi impressione…è la freccia… la mia freccia… conficcata nel suo palato… Il sangue cola sulla mia mano, lungo il braccio… Inizio ad ansimare, probabilmente è una crisi isterica. Cerco di pulirmi, ma mi sento comunque sporca… Sto per urlare disperata quando il suono del cannone mi riporta più o meno in uno stato di lucidità. Sento dei passi non lontani…  Recupero l’arco e , senza alcuna sicurezza, incocco la freccia. Tendo tremante la corda e mi volto. È Coryn ed conciata piuttosto male. Fa per cadere e io, lasciando cadere l’arma, corro a sorreggerla. Non senza sforzo la prendo in braccio e mi dirigo vicino ad un grosso masso sulla riva. La adagio delicatamente e poi inizio ad ispezionarle le ferite. Alcune sono parecchio gravi, probabilmente inferte con una spada. Il sangue rosso e caldo scende copioso. Qui dentro non c’è modo di curarla. Lei deve averlo capito della mia espressione perché , trattenendo a stento un singhiozzo, porta indietro la testa, quasi a supplicare. Sto per dirle qualcosa quando il colpo di cannone risuona nell’arena; da poco distante arrivano grida e rumori di battaglia. Stanno arrivando e io sono troppo stanca per combattere. Guardo Coryn. Lei mi sta fissando in modo strano, deve aver capito… - Non ti azzardare dodici, non puoi lasciarmi qui. Non…-. –Mi dispiace Coryn, ma devo sopravvivere, ho fatto una promessa…- dico mentre corro via, più veloce che posso. Mi giro solo una volta, per guardarla un’ultima volta, poi sguardo sempre avanti. Un urlo di una voce familiare …poi quel suono che annuncia la morte di un tributo… Nemmeno per questo mi volto indietro. Corro, corro e basta, sempre dritto. Quando ormai sono lontana decido di fermarmi. Sta facendo buio prima del solito;gli strateghi avranno fretta di chiudere. Mi arrampico su un albero, le lacrime mi impediscono di vedere bene e rischio di cadere un paio di volte, ma alla fine riesco a raggiungere un ramo robusto e abbastanza alto. Mi ci sistemo il meglio che posso. Dopo poco riecheggia  nell’arena l’inno di Capitol City, nel cielo compare lo stemma e a seguito, su quelle tanto odiate note, sfilano le immagini dei tributi caduti in giornata. La prima foto ad apparire è quella di Coryn. L’ultima immagine che ho di lei mi riempie la mente. È lì, appoggiata al masso. Il coltello sfoderato e la testa alta, il volto fiero rigato da una singola lacrima che risplende alla luce del sole ormai quasi al tramonto,ha gli abiti stappati ,tinti di sangue e i capelli biondi, sporchi e scompigliati le ricadono sulle spalle. Sembra un guerriera dei racconti che mio padre mi leggeva da bambina… Mentre ci ripenso piango, piango tutte le lacrime che mi sono rimaste ed esausta mi abbandono ad un sonno pieno di incubi e di volti…




PS se vi è piaciuto, se avete critiche o consigli ( o se volete insultarmi per avervi abbandonato) lasciate  un commentino :3 mi fareste davvero mooolto felice ^^

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