Irresistible

di chocolateeyes96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to my life ***
Capitolo 2: *** Change ***
Capitolo 3: *** Gives you hell ***
Capitolo 4: *** Cry me a river ***
Capitolo 5: *** Stereo hearts ***
Capitolo 6: *** I Wish ***
Capitolo 7: *** That's What Friends Are For ***
Capitolo 8: *** Don't stop me now ***
Capitolo 9: *** Blurred Lines ***
Capitolo 10: *** Lo strano percorso ***



Capitolo 1
*** Welcome to my life ***


 

WelcomTMLife 

 

You don't know what it's like to be like me

to be hurt

to feel lost

to be left out in the dark

to be kicked

to feel like you've been pushed around

to be on the edge of breaking down

when no one's there to save you

no you don't know what it's like

 

Welcome to my life – Simple plan 

  

*You hand fits in mine like it's made just for me, but bear this in mind...* 

Alzai svogliatamente il braccio e afferrai il cellulare schiacciando qualche tasto alla rinfusa nel tentativo di spegnere la sveglia che quella mattina era suonata decisamente troppo presto.
Osservai distrattamente lo schermo del mio telefono: 7.00. "Ma perché diavolo... 7.00?!?! Oddio, il primo giorno di scuola!!" Subito mi alzai facendo cadere a terra le lenzuola e mi precipitai in bagno per lavarmi e prepararmi.
Mentre ero intenta a indossare i vestiti che avevo accuratamente preparato la sera prima, pensai all'anno scolastico che avrei dovuto affrontare, un anno diverso da quelli che avevo sempre vissuto fino ad allora nella mia vita.
grechina
Mi presento: Il mio nome è Emma Tomlinson, ho 16 anni (quasi 17) e ho alle mie spalle un passato "mediocre". 
Ecco, questa parola, "mediocre", basta da sola a definire la mia persona, la mia storia, la mia intera vita.
Ho un fisico "mediocre": sono bassa 1 metro e 65, non sono né grassa né magra e senza un minimo di muscoli (in educazione fisica sono una vera frana, dovrei praticare qualche sport ma sono troppo pigra) e ho dei capelli "mediocri" che sono di un mosso indefinito, non stanno mai a posto, tanto che talvolta vorrei solo prendere un paio di forbici e tagliarli cortissimi!
Probabilmente l'unica cosa che in me non si possa definire "mediocre" sono gli occhi: non so da chi li abbia ereditati, nessuno in famiglia li ha come i miei, sta di fatto che mi ritrovo ad avere una paio di enormi occhi verdi, di quel verde scuro che ti ricorda una foresta, e che ti fa venire voglia di stenderti su un immenso prato d'erba tagliato all'inglese.
Ecco, quegli occhi erano una cosa di cui andavo veramente fiera; peccato che nessuno si fermasse a notare un paio di occhi spettacolari, quando questi si trovano sul viso di una ragazza "mediocre".
grechina
Una volta aver finito di vestirmi, osservai la mia immagine riflessa nello specchio, e decisi che se volevo veramente stravolgere tutto quanto era ora che iniziassi a curare maggiormente il mio aspetto.
Il perché tutti questi cambiamenti? 
Fino all'anno scorso avevo frequentato un istituto privato dove c'erano soltanto ragazzini snob che non perdevano l'occasione per ricordarti l'ammontare del patrimonio del padre, l'isola tropicale dove avevano di trascorso le vacanze, e soprattutto quanto loro fossero superiori a te. O meglio dire a ME.
I miei genitori avevano scelto di mandarmi in quella scuola perché pensavano che mi sarei trovata meglio lontano dalle compagnie 'poco raccomandabili' che si potevano trovare alla scuola pubblica, e perché probabilmente avrei avuto un' istruzione migliore.
Ma, dopo tre lunghi e strazianti anni, perfino loro si erano accorti di quanto ciò non fosse vero, ed ero finalmente riuscita a farmi iscrivere alla scuola pubblica che si trovava a soli 3 isolati dal mio quartiere, la 'John Kennedy High School', tra l'altro frequentata dal mio migliore amico Niall.
Finalmente avevo un'occasione per ricominciare da capo, farmi nuove amicizie, vere amicizie e provare a dare una svolta alla mia vita "mediocre".
In quella scuola non conoscevo nessuno a parte Niall e un suo amico che avevo visto un paio di volte a casa sua, un certo Harry; un gran bel ragazzo che, come mi aveva assicurato il mio migliore amico, era il casanova della John Kennedy, oltre ad avermi raccomandato di non lasciarmi incantare da nessuno della sua cerchia di amichetti un po' montati.
Figuriamoci se io, Emma Tomlinson, la sfigatella della situazione sarei riuscita anche solo a fraternizzare con il gruppo di ragazzi più amati e ricercati della scuola... certe cose non succedono nemmeno nei film!!!
Quando scesi le scale ed entrai in cucina trovai mio fratello tutto intento a litigare con il tostapane, cosa che potrebbe anche essere normale se non fosse che  mio fratello Louis ha 21 anni, ed è un perfetto idiota.
Non pensate male, io voglio un’infinità di bene al mio fratellone e lui ne vuole un mondo a me, ma non ce lo diciamo apertamente, amiamo troppo punzecchiarci in continuazione.
“Ehi mente suprema! Come è possibile che alla tua età tu non sia ancora in grado di prepararti un misero toast?” Gli dissi, e con fare di superiorità girai la manopola del timer per poi premere il pulsante di avvio.
 “Se prima non imposti il tempo come credi che possa funzionare? Babbuino!” esclamai, lasciandomi sfuggire un sorriso.
Lui per tutta risposta mi disse “Cara la mia acidella, ancora un attimo e ci sarei arrivato, ognuno ha i suoi tempi!”
“Non ho dubbi.” risposi ironica.
Non era mia abitudine fare colazione, ma per il primo giorno di scuola avrei fatto un’eccezione e mi preparai un paio di fette biscottate con burro e marmellata di fragole, la mia preferita.
Quando finii di mangiare avevo ancora  5 minuti prima che Niall mi venisse a prendere in motorino, così corsi in bagno a lavarmi i denti e a spazzolarmi i capelli un’ultima volta.
Proprio mentre mi infilavo il mio giacchetto di pelle nero arrivò lo squillo del mio amico; scesi velocemente le scale urlando un rapido “Ciao crosticina, a dopo!”
Non feci in tempo a sentire la risposta di Louis che ero certa sarebbe stata almeno tanto “carina” quanto il mio saluto, che mi sbattei la porta di casa alle spalle correndo verso il mio migliore amico che mi aspettava sorridente in sella al suo motorino rosso fiammante.
Quando mi avvicinai mi salutò con un affettuoso bacio sulla guancia e mi porse il mio casco. “Ciao Ni, grazie per essermi venuta a prendere!” Gli dissi prendendo posto dietro di lui.
 “Figurati Em, che razza di migliore amico sarei se ti lasciassi andare sola a scuola?” E detto ciò partimmo alla volta della John Kennedy, alla volta della mia nuova vita.
Il tragitto fu decisamente troppo breve, mi ero appena abituata alla piacevole sensazione del vento contro il mio corpo che già Niall stava parcheggiando fuori dal cancello. Mi sfilai il casco e lo seguii mentre lui mi prendeva per mano guidandomi verso un gruppetto di tre ragazzi che non appena videro il biondino lo salutarono con un cenno della mano.
Ancora non riuscivo a vederli bene, potevo solo osservare che uno di loro aveva i capelli castani con una leggera cresta, c’era un riccio (che immaginai dovesse essere Harry) e infine un moro girato di spalle con un notevole ciuffo perfettamente ordinato.
Con un bel respiro diedi il via alla mia nuova avventura alla John Kenney High School.

 

 

*You hand fits in mine like it's made just for me, but bear this in mind...* 



Alzai automaticamente il braccio e afferrai il cellulare schiacciando qualche tasto alla rinfusa nel tentativo di spegnere la sveglia che quella mattina era suonata decisamente troppo presto seppur con una dolce melodia, mi stava trapanando i tipmani.

 Osservai distrattamente lo schermo del mio telefono: 7.00. 'Ma perché diavolo... 7.00?!?! Oddio, il primo giorno di scuola!' Subito mi alzai facendo cadere a terra le lenzuola e mi precipitai in bagno per lavarmi e prepararmi.


Mentre ero intenta a indossare i vestiti che avevo accuratamente preparato la sera prima, pensai all'anno scolastico che avrei dovuto affrontare, un anno diverso da quelli che avevo sempre vissuto fino ad allora nella mia vita.


 

Mi presento: Il mio nome è Emma Tomlinson, ho 16 anni (quasi 17) e ho alle mie spalle un passato 'mediocre'.

 
Ecco, la parola 'mediocre', basta da sola a definire la mia persona, la mia storia, la mia intera vita.


Ho un fisico 'mediocre': sono bassa 1 metro e 65, non sono né grassa né magra e senza un minimo di muscoli (sono una franan totale in educazione fisica) e ho dei capelli 'mediocri' che sono di un mosso indefinito, non stanno mai a posto, tanto che talvolta vorrei solo prendere un paio di forbici e tagliarli cortissimi!

Probabilmente l'unica cosa che in me non si possa definire 'mediocre' sono gli occhi: non so da chi li abbia ereditati, nessuno in famiglia li ha come i miei, sta di fatto che mi ritrovo ad avere una paio di enormi occhi verdi, di quel verde scuro che ti ricorda una foresta, e che ti fa venire voglia di stenderti su un immenso prato d'erba tagliato all'inglese.

Ecco, quegli occhi sono una cosa di cui vado veramente fiera; peccato che nessuno si fermi a notare un paio di occhi spettacolari, quando si trovano sul viso di una ragazza 'mediocre'.



Una volta aver finito di vestirmi, osservai la mia immagine riflessa nello specchio, e decisi che se volevo veramente stravolgere tutto quanto era ora che iniziassi a curare maggiormente il mio aspetto.

Il perché tutti questi cambiamenti?

Fino all'anno scorso avevo frequentato un istituto privato dove c'erano soltanto ragazzini snob che non perdevano l'occasione per ricordarti l'ammontare del patrimonio del padre, l'isola tropicale dove avevano di trascorso le vacanze, e soprattutto quanto loro fossero superiori a te. O meglio dire a ME.

I miei genitori avevano scelto di mandarmi in quella scuola perché pensavano che mi sarei trovata meglio lontano dalle compagnie 'poco raccomandabili' che si potevano trovare alla scuola pubblica, e perché probabilmente avrei avuto un' istruzione migliore.

Finalmente dopo tre lunghi e strazianti anni, perfino loro si erano accorti di quanto ciò non fosse vero, ed ero finalmente riuscita a farmi iscrivere alla scuola pubblica che si trovava a soli 3 isolati dal mio quartiere, la 'John Kennedy High School', tra l'altro frequentata dal mio migliore amico Niall.

Finalmente avevo un'occasione per ricominciare da capo, farmi nuove amicizie, vere amicizie e provare a dare una svolta alla mia vita 'mediocre'.

In quella scuola non conoscevo nessuno a parte Niall e un suo amico che avevo visto forse un paio di volte a casa sua, un certo Harry; un gran bel ragazzo che, come mi aveva assicurato il mio migliore amico, era il casanova della John Kennedy, oltre ad avermi raccomandato di non lasciarmi incantare da nessuno della sua cerchia di amichetti un po' montati.

Figuriamoci se io, Emma Tomlinson, la sfigatella della situazione sarei riuscita anche solo a fraternizzare con il gruppo di ragazzi più amati e ricercati della scuola... certe cose non succedono nemmeno nei film!


Quando scesi le scale ed entrai in cucina trovai mio fratello tutto intento a litigare con il tostapane, cosa che potrebbe anche essere normale se non fosse che  mio fratello Louis ha 21 anni, ed è un perfetto idiota.

Non pensate male, io voglio un’infinità di bene al mio fratellone e lui ne vuole un mondo a me, ma non ce lo diciamo apertamente, amiamo troppo punzecchiarci in continuazione.

Ehi mente suprema! Come è possibile che alla tua età tu non sia ancora in grado di prepararti un misero toast?” Gli dissi, e con fare di superiorità girai la manopola del timer per poi premere il pulsante di avvio.

Se prima non imposti il tempo come credi che possa funzionare? Babbuino!” esclamai, lasciandomi sfuggire un sorriso.

Lui per tutta risposta mi disse “Cara la mia acidella, ancora un attimo e ci sarei arrivato, ognuno ha i suoi tempi!

Non ho dubbi.” risposi ironica.


Non era mia abitudine fare colazione, ma per il primo giorno di scuola avrei fatto un’eccezione e mi preparai un paio di fette biscottate con burro e marmellata di fragole, la mia preferita.

Quando finii di mangiare avevo ancora  5 minuti prima che Niall mi venisse a prendere in motorino, così corsi in bagno a lavarmi i denti e a spazzolarmi i capelli un’ultima volta.

Proprio mentre mi infilavo il mio giacchetto di pelle nero arrivò lo squillo del mio amico; scesi velocemente le scale urlando un rapido “Ciao crosticina, a dopo!

Non feci in tempo a sentire la risposta di Louis che ero certa sarebbe stata almeno tanto 'carina' quanto il mio saluto, che mi sbattei la porta di casa alle spalle correndo verso il mio migliore amico che mi aspettava sorridente in sella al suo motorino rosso fiammante.


Quando mi avvicinai mi salutò con un affettuoso bacio sulla guancia e mi porse il mio casco.

Ciao Ni, grazie per essermi venuta a prendere!” Gli dissi prendendo posto dietro di lui.

Figurati Em, che razza di migliore amico sarei se ti lasciassi andare sola a scuola?” E detto ciò partimmo alla volta della John Kennedy, alla volta della mia nuova vita.


Il tragitto fu decisamente troppo breve, mi ero appena abituata alla piacevole sensazione del vento contro il mio corpo che già Niall stava parcheggiando fuori dal cancello.

Mi sfilai il casco e lo seguii mentre lui mi prendeva per mano guidandomi verso un gruppetto di tre ragazzi che non appena videro il biondino lo salutarono con un cenno della mano.

Ancora non riuscivo a vederli bene, potevo solo osservare che uno di loro aveva i capelli castani con una leggera cresta, c’era un riccio (che immaginai dovesse essere Harry) e infine un moro girato di spalle con un notevole ciuffo perfettamente ordinato.


Con un bel respiro diedi il via alla mia nuova avventura alla John Kennedy High School.

 


 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

Vorrei iniziare ringraziandovi per aver letto questo capitolo e per essere arrivati fino a qui.
Questa è la prima fanfiction che scrivo, spero che andando avanti io riesca ad acquisire una certa "manualità" se così si può dire.

Essendo appunto la mia prima storia, ho pensato di introdurre e accennare ad aspetti della mia vita e del mio carattere, così da riuscire ad immedesimarmi meglio e anche far conoscere a voi, anche se in minima parte chi sono.

Detto questo vi pregherei davvero di recensire questo capitolo perché ho davvero bisogno di sapere cosa ne pensiate e se questa ff può avere un minimo di esito.

-Anna-

 

Personaggi 

 

Emma

Niall

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Capitolo 2
*** Change ***


 

Change 

 

Change, change your life, take it all

we gonna stick together know we get through it all

change, change your life, take it all

you're gonna use it to become what you've always known

 

Change your life – Little Mix

  

 

Ero titubante.

Cosa avrei dovuto fare? Cosa avrei dovuto dire? Non ero abituata a parlare con certe persone, non avevamo niente da condividere, nessun interesse in comune; inoltre, come Niall, avevano un anno più di me e questo servì a mettermi ulteriormente soggezione di loroin agitazione.

Ero talmente immersa nelle mie preoccupazioni che neanche mi accorsi che ormai li avevamo praticamente raggiunti; i miei sospetti avevano trovati conferma: avevo davanti tre dei più bei ragazzi che avessi mai visto.

I primi due, il riccio Harry dagli occhi verde chiaro e il ragazzo dalla piccola cresta e dagli occhi color nocciola sembravano cordiali, mentre l'altro, il moro con il ciuffo perfetto e gli occhi color cioccolato mi squadrava con aria di sufficienza e superiorità.

"Ciao ragazzi! Lei è Emma, la mia migliore amica che da quest'anno studierà qui. Emma, loro sono i miei migliori amici Harry, Liam e Zayn" mi presentò il biondino, con stampato sul volto un sorriso a 32 denti.

"Ciao tesoro. Io sono Styles, Harry Styles." disse il riccio con un'imitazine di James Bond che lasciava piuttosto a desederare; per tutto quel tempo non aveva smesso di guardarmi con uno occhi furbi e non aveva smesso di rivolgermi quel sorriso che evidentemente era l'esca che utilizzava per far cadere le ragazze nella sua tela.

"Sì mi ricordo di te a casa di Niall, sei quello che si era incollato i capelli con la colla a caldo. È bello rivederti dopo tanto tempo." Sfortunatamente per lui, io non ero una vera propria amante dei 'ragni' e cercai di mettere le cose in chiaro fin da subito.

"Io sono Liam, è un vero piacere conoscerti finalmente Emma, Niall ci ha tanto parlato di te." Disse il ragazzo dagli occhi color nocciola; lui sì che era veramente carino, non solo nell'aspetto ma anche nei modi di fare, nemmeno lo conoscevo ma era facile notare che si trattasse di un bravo ragazzo.

"Grazie Liam... è un piacere anche per me." risposi arrossendo leggermente.

Infine gli occhi di tutti caddero sul moro che era rimasto silenzioso fino ad allora, e non accennava ancora a voler aprire bocca, quindi Niall si accinse a presentarmelo.

"Ecco Emma, lui è..."

"Zayn." terminò il diretto interessato. "Nonché in ritardo per colpa di questo stupido teatrino, quindi muoviamoci ad entrare!" aggiunse scocciato e, raccolto il suo Eastpak nero da terra, si diresse verso l'ingresso dell'edificio senza nemmeno aspettare che i suoi amici l'avessero raggiunto.

Io rimasi spiazzata e veramente stupita da un simile comportamento.

"Che tipo di problemi ha il vostro amico?" chiesi rivolta agli altri.

"Eh, Zayn è veramente irrecuperabile." aggiunse semplicemente Harry, per poi seguire il suo amico dentro la scuola.

"Devi scusarlo, è una persona estremamente lunatica, stamattina deve essersi svegliato con il piede sbagliato, non è colpa tua." aggiunse Liam, rivolgendomi poi un sorriso rassicurante che riuscì subito a farmi stare un po' meglio.

"Vieni" disse Niall "andiamo dentro a vedere quali sono le tue lezioni di oggi." e mi prese per mano per infondermi coraggio nell'inizio di questa nuova avventura che era subito iniziata col botto.


Dopo essere venuto con me in segreteria per prendere il mio orario, Niall mi accompagnò all' armadietto che mi era stato assegnato a prendere i libri e il materiale di cui avevo bisogno per la prima lezione del giorno: matematica.

Fantastico, io ero veramente negata per le materie scientifiche e non volevo iniziare da subito a dare una brutta impressione di me, d’altronde ero venuta qui per migliorare, no? E anche i miei voti ne avevano notevolmente bisogno.

Allora Em, l’aula di matematica si trova al piano superiore, secondo corridoio a sinistra e quarta porta a destra, accanto all’aula di scienze.” mi spiegò Niall, ma dovette accorgersi della mia espressione poco convinta perché subito aggiunse sorridendo “Forza, prendi la borsa che ti ccompagno.


Arrivammo davanti all’aula di mate anche prima del suono della campanella, così salutai il mio amico ed entrai prendendo posto in terza fila in modo da non farmi notare troppo dall’insegnante che non volevo mi prendesse di mira da subito; quando finalmente la stanza si riempì, il banco accanto al mio continuò a rimanere vuoto, almeno fino a quando alzando lo sguardo incontrai un paio di inconfondibili occhi verde chiaro.

Harry mi sorrise e prese posto accanto a me e io gli dissi un po’ stupita e al contempo imbarazzata “Oh… Niall non mi aveva detto che avessi perso un anno!”, provocando in lui una risata della quale non capii subito la motivazione. “Non sono io ad essere stato bocciato, dolcezza, semplicemente ho un anno in meno di loro!”, disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Oh beh, diciamo che non dimostri la mia età, sembri più grande.” dissi leggermente rossa in viso; lui lo notò e sorrise ancora, evidentemente mi trovava davvero buffa e impacciata. Stavo per chiedergli a chi alludesse con ‘Non sono io ad essere stato bocciato’, ma in quel momento la professoressa entrò in classe e su di noi calò il silenzio; fu una lezione abbastanza noiosa, tutti raccontammo cosa ci fosse successo durante l’estate e io fui invitata a presentarmi ai miei nuovi compagni.


Terminata matematica avevo due ora di fila di letteratura, mentre poi avrei avuto scienze, quindi mi armai di pazienza e dopo aver sistemato il libri già usati e presi quelli nuovi dal mio armadietto mi misi a cercare l’aula del professor Ford; la trovai soltanto 10 minuti più tardi, quando la lezione era ormai iniziata e fui costretta a scusarmi per il ritardo davanti a tutta la classe ma il professore, un uomo sulla quarantina, si dimostrò comprensivo nei miei confronti e non mi sgridò, dicendomi di accomodarmi pure all’unico posto rimasto, in prima fila vicino ad una ragazza dai capelli biondi e l'aria simpatica.

Le sorrisi amichevolmente “Ciao, io sono Emma Tomlinson. Sono nuova qui.

Io sono Abigail Benson, è un piacere conoscerti” sussurrò per non farsi sentire dall'insegnante.

Fortunatamente Abigail frequentava anche il mio stesso corso di scienze quindi ci sedemmo vicine anche lì.

Durante il tragitto da un'aula all'altra parlammo del più e del meno per iniziare a conoscerci, e dovetti ammettere che quella ragazza era simpatica, condividevamo anche alcuni interessi in ambito musicale.

"Paradise è sicuramente la canzone che preferisco dei Coldplay, è magica!" disse lei con aria sognante.

"Sì è veramente una canzone stupenda, anche se la mia preferita rimarrà sempre Viva la Vida, è molto carica ma allo stesso momento capace di rilassarmi..." la nostra conversazione fu interrotta dall'arrivo del professore di scienze, un omino basso e tarchiato, calvo e con un folto paio di baffi che mi ricordava tremendamente il professor Vitious, l'insegnante di levitazione di Harry Potter.

Come prima lezione dell'anno non fu per niente impegnativa, ci disse che ci avrebbe lasciato il primo giorno di pausa poiché ci aspettava un anno difficile, infatti la volta successiva avremmo iniziato sezionando una rana. A queste parole tutte delle ragazze del corso assunsero un'aria schifata, mentre sul volto dei ragazzi si erano dipinti degli enormi sorrisi, sembravano dei bambini a cui si regala un maxi leccalecca. 

Arrivata l'ora di pranzo la mia compagna si separò da me dicendomi che quel giorno aveva promesso alle sue amiche di mangiare con loro, ma che il giorno successivo si sarebbe volentieri unita alla mia compagnia, e io ne fui ben entusiasta.


Una volta entrata in mensa, mi misi in coda per ricevere il mio pranzo e quando arrivai al tavolo dove sedevano Niall e gli altri avevo una fetta di pizza dall'aria davvero poco invitante sul mio vassoio.

"Ciao ragazzi!" mi rivolsi a loro con un gran sorriso che questi ricambiarono (tutti tranne Zayn, ovviamente).

"Ciao Emma, tutto bene?" mi chiese il mio migliore amico, mentre Liam mi faceva spazio sulla panca accanto a lui, proprio di fronte al moro che mi squadrò con lo stesso sguardo che si rivolge a uno scarafaggio, ma che decisi di ignorare.

Non appena addentai la pizza mi resi conto di quanto fosse effettivamente immangiabile, ma appena la posai nel piatto con l'intenzione di non toccarla più, il biondino con uno scatto felino la prese e iniziò a mangiarla avidamente; 'esiste forse qualcosa al mondo che questo ragazzo non è in grado di mangiare?!'

 Io mi limitai a mangiare una barretta energetica comprata ai distributori automatici, stare indietro con il cibo per un giorno non avrebbe potuto far altro che giovarmi! Mentre gli altri pranzavano, ci raccontammo gli avvenimenti di quella mattina, e poi decidemmo di trascorrere il tempo restante a nostra disposizione nel cortile, per prendere un po' d'aria.


Una volta usciti, estrassi dalla tasca le mie Marlboro White e me ne accesi una, aspirando avidamente il fumo facendolo arrivare in gola per poi rilasciarlo lentamente dalla bocca; non ero una fumatrice accanita, però avevo una sorta di 'rito' giornaliero e necessitavo della mia sacrosanta sigaretta che aveva un potere estremamente calmante su di me.

Per godermi al massimo quel momento, decisi di sedermi nel prato e i ragazzi, dopo avermi guardato un po' perplessi, si limitano ad alzare le spalle per poi seguirmi e sedersi accanto a me, mentre Zayn li guardò scuotendo la testa con grande disapprovazione e si allontanò dirigendosi verso l'angolo del cortile dove stava un grande albero che con le sue fronde ritagliava un piccolo spazio d'ombra, per accendersi a sua volta una sigaretta.


In quel momento stavo veramente bene, c'era pure un bel sole che mi riscaldava la pelle fin troppo chiara e pallida con i suoi raggi, ma quella bella sensazione non era destinata a durare a lungo, visto che Niall pensò bene di iniziare a farmi il solletico sapendo bene che fosse il mio punto debole, così da farmi rotolare nel prato come una matta con i lacrimoni agli occhi.

Purtroppo o per fortuna, la campanella suonò, segno che stavano per iniziare le ultime due ore di quella prima giornata di scuola e, una volta arrivati ai nostri rispettivi armadietti e controllato cosa ci aspettasse ora, ci dirigemmo tutti in aule diverse. A me toccavano 2 ore di spagnolo: finalmente qualcosa che mi riuscisse veramente bene!

Appena arrivai in classe notai con disappunto che praticamente tutti i posti erano occupati, tranne un paio in fondo alla classe, vicino alla finestra, così mi ci avvicinai, mentre i miei compagni mi guardavano male... avevo per caso qualcosa in faccia? O magari i jeans sporchi di terra? Bah!

Mentre prendevo posto e iniziavo a sistemare il mio materiale mi sentii particolarmente osservata e alzando lo sguardo mi ritrovai davanti la persona che meno desiderassi vedere in quel momento.

Perché era qui? 

 In un attimo le parole pronunciate da Harry quella mattina mi risuonarono nella mente: "Non sono io ad essere stato bocciato."

 


 

Angolo autrice

Ciao a tutti :)

Vorrei iniziare ringraziandovi tutti quanti per aver letto questo capitolo ed essere arrivati fino a qui.

Non so in quanti stiate seguendo questa storia, mi farebbe davvero piacere sapere le vostre impressioni e anche le vostre critiche, sono necessarie soprattutto quelle per crescere e migliorare; quindi per favoreee fatevi sentire :D

-Anna-


Personaggi


Emma

Abigail

Niall

Harry

Liam

Zayn

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Capitolo 3
*** Gives you hell ***


 

GiveYou Hell 

 

When you see my face

hope it gives you hell

hope it gives you hell

when you walk my way

hope it gives you hell

hope it gives you hell

if you find a man that's worth a damn an treats you well

then he's a fool you're just as well

hope it gives you hell

 

Gives you hell – All American Rejects

  

 

Non sono io ad essere stato bocciato.’

Non poteva essere vero! In una scuola di 1500 perchè proprio lui?


Zayn Malik mi guardò con estremo disprezzo e sputò fuori poche ma taglienti parole. “Questo è il mio posto!

Io rimasi inizialmente spiazzata ma, non trovando niente di meglio da dire, risposi “Era l’unico posto libero.” e tenendo lo sguardo fisso sul mio quaderno ancora chiuso mi strinsi nelle spalle aspettando la sua sfuriata.

Praticamente non lo conoscevo, ma da quel poco che avevo potuto notare quel ragazzo non mi poteva soffrire, e mi chiedevo il motivo, cercando di dare un senso a questo suo comportamento.

Gli avevo per caso fatto qualche torto? Come era possibile se non ci eravamo nemmeno mai parlati prima di adesso? Avrei scoperto la risposta, prima o poi, a costo di trovare il coraggio di chiederglielo di persona. Perché era questo il vero problema: quel ragazzo mi metteva una paura terribile.


Stranamente non ricevetti alcuna replica, ma lo sentii appoggiare il suo libro sul banco accanto al mio con ben poca delicatezza e lo vidi accasciarsi sulla sedia; fino all’arrivo del professore di spagnolo regnò tra di noi un silenzio che per me fu imbarazzantissimo, mentre il moro vicino a me aveva tirato fuori un blocco da disegno, aveva iniziato a tracciare dei segni a matita e sembrava perso nel suo mondo, e per un attimo soltanto mi trovai a desiderare di voler sapere dove stesse vagando la sua mente, ma subito mi scrollai di dosso quello strano pensiero.


Lo osservai con più attenzione cercando di non essere colta in flagrante mentre lo studiavo: aveva la pelle color cappuccino, la mandibola era pronunciata e perfettamente squadrata e, sulle guance, si poteva scorgere un principio di barba; il naso incredibilmente dritto, gli occhi grandi di un caldo color cioccolato incorniciati da lunghe ciglia scure e i capelli con quel ciuffo perfettamente ordinato, quasi fosse appena uscito dal negozio dal barbiere. Era talmente bello che mi soffermai a pensare che nemmeno Leonardo o Michelangelo in persona avrebbero potuto ricreare tanta perfezione in una delle loro opere, sembrava un angelo caduto dal cielo. 

Un angelo oscuro.

Diedi una sbirciatina al suo disegno ma non fui abbastanza discreta perché non se ne accorgesse, infatti si stese sul banco per impedirmi di spiralo ulteriormente.

Il signor Wesley si dimostrò da subito un uomo molto esigente infatti, dopo averci chiesto come avessimo passato le vacanze e come stesse procedendo il primo giorno di scuola, iniziò a chiamare qualcuno della classe affinché esponesse il contenuto del libro delle vacanze.


Quando mancavano soltanto 10 minuti alla fine della seconda ed ultima ora di lezione, chiamò un nome a voce alta ed i brusii e il chiacchiericcio sommessi cessarono all’istante.

Zayn Malik! Quasi mi dimenticavo di lei. A quanto pare dovremo passare un altro anno insieme, mi auguro che voglia essere più piacevole di quello passato e con un maggior impegno da parte sua.”


Il ragazzo accanto a me alzò la testa dal disegno a cui stava lavorando dall’inizio della lezione e, dopo essersi guardato intorno ed essersi assicurato di trovarsi al centro dell’attenzione, puntò i suoi occhi marroni in quelli azzurri del signor Wesley e rispose pacatamente “A quanto pare è così, non potevo lasciarmi scappare l’occasione di passare altri nove mesi in sua compagnia e renderle le ore passate qui dentro un inferno.” e detto questo sfoderò il sorriso più falso del suo repertorio che rivolse anche a me quando, giratosi dal mio lato, vide l’espressione scandalizzata dipinta sul mio viso.

Il professore invece di replicare alla sua provocazione si limitò ad assumere un’espressione delusa e ci diede il permesso di prepararci; io mi ricomposi meglio che potei mentre sistemavo la borsa, anche se ero ancora un po’ scossa per la scena alla quale avevo appena assistito, nella scuola che avevo frequentato prima non si vedevano spesso certe cose!

Sai, penso che non dovresti porti in modo così scontroso con i professori, altrimenti finirai nei casini!

Non seppi da dove mi fossero uscite queste parole, d’altronde non era affar mio, e me ne pentii ulteriormente quando lui voltò lentamente il suo viso verso di me e mi guardò inizialmente allibito, con un sopracciglio alzato, quasi si stesse chiedendo se fossi stata davvero io a dire quelle cose.


Stavo per tirare un sospiro di sollievo pensando che avesse ancora lasciato correre sulla mia improvvisa sfacciataggine, quando mi si avvicinò con una falcata riducendo -troppo- le distanze tra di noi; mi afferrò il braccio con veemenza facendomi male, potevo sentire i battiti del mio cuore che rimbombavano prepotenti nel mio polso a contatto con le sue mani forti facendomi provare una scossa di brividi che mi raggiunse la nuca.

Sai, penso che dovresti veramente farti i cazzi tuoi!” sibilò dopo aver ridotto i suoi occhi a una fessura, e detto questo mi lasciò di scatto il polso, raccolse il suo zaino da terra e si precipitò fuori dall’aula sotto lo sguardo incredulo di tutti quanti, noncurante del fatto che la campanella non fosse ancora suonata.

Rimasi lì immobile mentre gli altri ragazzi mi fissavano, ma io non li potevo vedere, ero come assente e avevo il cuore in gola per lo spavento, per un momento avevo temuto che quel ragazzo avesse alzato le mani su di me facendomi seriamente del male, mentre me l’ero cavata ‘soltanto’ con dei lividi sul polso che sperai se ne sarebbero andati presto.

 

Quando uscii dall’edificio trovai Niall che mi aspettava poggiato al cancello e gli rivolsi un sorriso forzato; non avevo la minima intenzione di raccontargli dell’accaduto, d’altronde me l’ero cercata, no? “Tutto bene Em?” mi chiese lui venendomi incontro. Non ero evidentemente capace a fingere. “Certo Ni, sono solo stanca, devo ancora abituarmi al ritmo della scuola, tutto qui.” dissi e per sviare il discorso lo presi per mano e lo condussi verso il suo motorino che mise subito in moto.


Appena arrivata davanti a casa lo salutai e gli diedi un bacio sulla guancia prima di scendere e, una volta entrata, trovai mia madre ad aspettarmi seduta al tavolo della cucina mentre versava del the in due tazze.
Andai a sedermi di fronte a lei per raccontarle come fosse andato quel primo giorno, stando bene attenta a tralasciare i dettagli della mia ‘conversazione’ con Zayn; le dissi che avevo davvero bisogno di andare a stendermi di sopra e così mi diresti in camera mia.

Abbandonai la borsa accanto alla scrivania e mi lanciai letteralmente sul mio letto stendendomi a pancia in su osservando una piccola crepa sul soffitto bianco. Ero stata io, 8 anni prima, a richiedere espressamente una camera con le pareti color magenta e il soffitto bianco, come quella di una principessa e, nonostante fossi cresciuta e non credessi più alle favole da un pezzo, quella camera non mi aveva ancora stufato, probabilmente lì potevo ritrovare il lato di me che era rimasto ‘bambina’ e che non avrebbe mai voluto crescere, restando sempre nell'innocenza e nella purezza.


Mi persi a pensare a storie di principesse rinchiuse in una torre che venivano poi salvate dal bel cavaliere che pareva un angelo tanto era bello e che era in grado di regalare loro una vita perfetta, ‘per sempre felici e contenti’.

 C'era un motivo per cui le favole sono state scritte per intrattenere le bambine, ogni donna sa che l'uomo perfetto non esiste, e così nemmeno gli angeli.

Angeli.

A quella parola mi si figurò nella mente il volto perfetto di Zayn Malik, l'angelo oscuro.

 

Ad un tratto mi fermai a riflettere sul perché mi ostinassi a definirlo un ‘angelo’; lui non era questo, era più semplicemente ragazzo con dei problemi relazionali che mi odiava inspiegabilmente. E io non volevo avere niente a che fare con lui e ne avevo già abbastanza dei miei di problemi, avevo cambiato scuola per iniziare una nuova vita, una vita migliore e l'ultima cosa di cui avevo bisogno erano nuove preoccupazioni.

In quel momento presi una decisione: avrei ignorato quel ragazzo, le sue provocazioni, il suo sguardo accattivante, tutto quanto, e se lui aveva deciso di odiarmi affari suoi, io non avrei più avuto niente a che fare con lui, mi sarei limitata a una pacifica convivenza durante il corso di spagnolo e quando stavamo con i ragazzi; durante il resto del tempo, per conto mio Zayn Malik poteva andare al diavolo.

Decisi che avrei attuato la mia nuova ‘filosofia di vita’ dal giorno seguente e poi non pensai ad altro visto che mi addormentai, ricordo solo che l'ultima immagine che mi apparve nella testa furono un paio di minacciosi occhi color cioccolato.


La mattina seguente, una volta alzata, lavata e vestita, scesi a fare colazione e con mia grande sorpresa trovai tutta la famiglia riunita: mio padre seduto a tavola a leggere il giornale, mia madre ai fornelli e mio fratello che mangiava dei french toast di aspetto decisamente troppo bello per essere stati preparati da lui.

"Buongiorno tesoro, siediti che ti sto preparando la colazione" disse mia madre che non approvava assolutamente la mia abitudine di non mangiare nulla prima di andare a scuola.

"Ciao a tutti. Grazie mamma." dissi sedendomi al tavolo per mangiare uova strapazzate con bacon, i miei preferiti!


Quando tornai in camera mia per prendere le ultime cose notai che il display del mio cellulare era acceso, lo presi in mano e trovai un nuovo messaggio inviato da un numero sconosciuto; lo aprii e lessi il testo:

Ciao Emma, sono Liam. Volevo avvisarti che Niall mi ha chiesto di passarti a prendere stamattina dato che al suo corso di storia non hanno ancora assegnato un professore e deve entrare alle 9 e ieri si era completamente dimenticato di dirtelo. Ti aspetto fuori da casa tua tra 20 minuti; A dopo! xx.

Apprezzai molto questo gesto da parte di Liam, era molto carino da parte sua, nonostante non mi conoscesse nemmeno sarebbe venuto a prendermi. Risposi digitando velocemente sui tast

Certo Liam, grazie mille, a tra poco ;) x’.

Controllai l’ora e mi accorsi di avere ancora 5 minuti di tempo per finire di mettere gli ultimi libri in borsa, dopodiché scesi in cucina dando un bacio sulla guancia ai miei genitori e scompigliando i capelli di Louis che si stava preparando per andare a lavoro, diedi un’ultima controllata al mio aspetto nello specchio appeso in soggiorno e aprii la porta di casa.


Parcheggiato dall’altro lato della strada stava un grande e bellissimo SUV nero dai vetri oscurati; quando mi avvicinai maggiormente potei riconoscere la figura di Liam al volante che mi sorrideva cortese, così aprii la portiera dal lato del passeggiero e mi sedetti sul comodo sedile in pelle.

Ciao Liam, grazie per essere passato, sei stato carinissimo.” gli dissi mentre lui metteva in moto l’auto.

Non ringraziarmi, non serve, d’avvero.” rispose lui senza però guardarmi, concentrato sulla manovra che stava facendo. Il breve viaggio fu piuttosto silenzioso, tranne per il fatto che la radio tenuta a volume basso aveva proposto una canzone che non avevo mai sentito prima mentre il mio amico evidentemente sì perché aveva canticchiato le parole, lasciando trasparire di avere davvero una bella voce.

Non conoscevo il titolo e non avevo intenzione di chiederlo a Liam interrompendolo così dal suo canto.

Oh I will carry you over
Fire and water for your love
And I will hold you closer
Hope your heart is strong enough
When the night is coming down on you
We will find a way through the dark.

 

Ero troppo dispiaciuta quando parcheggiammo fuori dal cancello della scuola, avrei potuto ascoltarlo cantare per ore e ore; prima di aprire la portiera per scendere mi girai verso il ragazzo accanto a me “Canti davvero molto bene”.

Lui si girò e per la prima volta mi guardò negli occhi, così che potei osservare bene il colore che avevano i suoi, e ne rimasi ammaliata, tanto che mi resi conto che mi stavo mordendo il labbro inferiore solo quando vidi comparire un sorrisetto sul suo viso. Abbassai la testa imbarazzatissima sentendo le mie guance andare a fuoco, quando sentii due dita sotto il mento che mi fecero alzare lo sguardo per incontrare nuovamente il suo, di quel morbido color caramello che poco prima mi aveva fatto perdere per un secondo il controllo di me, e parlò piano, quasi sussurrando “Grazie per il bel complimento”.

Si allontanò lentamente e all’improvviso mi accorsi di quanto fossimo stati vicini; il mio cervello doveva aver avuto una specie di blackout, non avevo mai provato questa sensazione.

Quando ormai entrambi avevamo aperto le rispettive portiere, lo sentii chiamare il mio nome.


Oh, Emma.” mi voltai di scatto.

Adoro quando le ragazze sono ancora capaci di arrossire.” disse e io, inconsapevolmente, avvampai nuovamente, tanto che lui si lasciò scappare un risolino prima di chiudere a chiave la macchina e avviarsi dentro la scuola.

 


 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

Per quelli di voi che lo conoscessero, il professore di Spagnolo è ispirato a Paul Wesley. Non so nemmeno io il perchè, però mi ispirava molto l'idea di "intelligentone".

Detto questo, mi piacerebbe come sempre sapere cosa ne pensate tutti voi della storia, del modo in cui è scritta, dei personaggi (anche per chi tifate voi ahahah) e ricordo che le critiche costruttive sono ben accette. Un grande bacione

-Anna-

 

Personaggi 


 

Emma

Zayn

 

Liam

 

Louis

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Capitolo 4
*** Cry me a river ***


 

CrMRiver  

 

You told me you loved me

why did you leave me all alone?

now you tell me you need me

when you call me on the phone

boy I refuse, you must have me confused

with some other girl

your bridges were burned, and now it's your turn

to cry, cry me a river

 

Cry me a river – Justin Timberlake

 

  

 

Quella mattina a scuola ero particolarmente distratta, a malapena mi accorsi che il signor Ford aveva fissato la data per la prova d’ingresso di letteratura che sarebbe servita come ripasso sull’ultimo argomento svolto l’anno precedente, cioè la vita di Shakespeare, i suoi sonetti e alcune delle sue opere più importanti come Otello, Romeo e Giulietta, L’Amleto…


In realtà conoscevo bene il motivo per il quale avevo la testa tra le nuvole, e mi sentivo tanto sciocca ad ammetterlo. Il fatto è che le parole di Liam, così come i suoi occhi, mi avevano stregato; me li sentivo ancora addosso, quasi quello sguardo mi fosse rimasto appiccicato alla pelle e non riuscissi a scrollarmelo di dosso… ci pensò Abbie, seduta accanto a me, a riportarmi con i piedi per terra.

Emma, hai sentito? Il test è fissato per venerdì della settimana prossima!

Abbie, io non ero arrivata a Shakespeare lo scorso anno, non ne so niente!” dissi sgranando gli occhi disperata.

Forse mi è venuta un’idea.” disse lei con aria pensierosa “so che l’anno c'era un progetto dove a uno studente a cui servisse aiuto veniva affiancato uno studente più grande, se provi a chiedere al professor Ford magari lui ti sa dire qualcosa in più.” mi consigliò.


Alla fine dell’ora, mentre gli altri si accingevano ad uscire dalla classe, io mi avvicinai alla cattedra.

Scusi professore.” dissi e lui alzò lo sguardo dai fogli che stava leggendo.

Sono Emma Tomlinson, questo è il mio primo anno in questa scuola e dato che la verifica che lei ha fissato per venerdì prossimo sarà su Shakespeare, argomento che io non ho mai affrontato, mi chiedevo se lei potesse darmi qualche informazione sul progetto di studio con i ragazzi di classi superiori, così da potermi mettere in pari con il programma.” dissi tutto d’un fiato, probabilmente diventando rossa come un peperone per l’imbarazzo.

Lui non si scompose e mi rispose pacatamente “Molto bene. Parlerò con il docente responsabile di questo progetto, lei mi raggiunga in quest’aula prima della pausa pranzo e le comunicherò lo studente che le avremo assegnato; lo contatti e entro domani mi faccia sapere se è in grado di aiutarla con il suo problema, in caso contrario le consegnerò le specifiche di un altro ragazzo. Siamo d’accordo?” e mi fissò da sopra gli occhiali rotondi, per accertarsi che avessi compreso alla perfezione le sue indicazioni.

Certo professore, la ringrazio. Allora verrò qui subito dopo il suono della campana della pausa pranzo. Arrivederci.” dissi cercando di darmi contegno e sembrare più matura di quanto in realtà non fossi.


Arrivata l'ora che avevamo concordato, mi recai nell'aula del professor Ford e lo trovai intento a scartabellare tra fogli e quaderni.

E’ permesso?” chiesi titubante.

Entri, prego.” rispose lui senza degnarmi di uno sguardo, così presi posto sulla sedia difronte alla sua cattedra e attesi che fosse lui a parlare. “Allora signorina Tomlinson, ho parlato con la professoressa Watson e mi ha consigliato per lei questa ragazza.” e detto questo mi porse un fascicolo che aprii: dentro questo trovai i dati di una ragazza di nome Alice Grey, del quinto anno.

Ringraziai il professor Ford per la sua disponibilità e mi diressi verso la mensa dove individuai subito con lo sguardo il tavolo dove stavano seduti i ragazzi in compagnia di Abbie che sembrava vagamente spaesata. Dopo aver preso il mio pranzo mi sedetti accanto a Niall difronte a Liam che mi rivolse uno dei suoi soliti e caldi sorrisi come se quella mattina non fosse accaduto nulla. Spiegai loro dove fossi stata fino a quel momento e perché fossi in ritardo ma liquidai in fretta l'argomento per mangiare quel che apparentemente doveva essere cibo e solo Niall sembrava poter mangiare.

Mi sforzai di svuotare il mio piatto e quando alzai lo sguardo notai che il biondino e la mia amica stavano ridendo tra di loro spensieratamente; li osservai per qualche istante ma loro non accennavano a smettere, 'chissà qual è la causa di tutta questa allegria', mi domandai con un sorriso.

Istintivamente mi guardai intorno e vidi davanti a me Liam e Harry che sembravano molto presi da una conversazione sulla partita di Premier League Chelsea-Manchester City della sera prima; continuai a guardarmi attorno per vedere se stesse succedendo qualcosa di interessante e incrociai lo sguardo pensieroso di Zayn. Infastidita subito interruppi quel breve contatto con lui, d'altronde avevo scelto di ignorarlo e non avrei ceduto tanto facilmente.


Controllai l'ora e, dato che mancavano ancora 20 minuti prima del suono della campana, provai a richiamare l'attenzione di Abbie che però sembrava non sentirmi, tanto era intenta a ridere a crepapelle per chissà quale battuta di Niall. Mi trovai ad alzare un po' troppo la voce “ABIGAIL! Saresti così gentile da accompagnarmi un attimo?” lei si girò verso di me e, evidentemente imbarazzata, salutò il mio migliore amico e si alzò, mentre io diedi un tenero bacio sulle guance di Liam e Harry, dando a quest'ultimo l'arrivederci all'ultima ora nella quale avremmo avuto matematica insieme.

Ehm... dove stiamo andando, esattamente?” chiese Abbie confusa.

A chiedere a questa Alice Grey quando ci possiamo incontrare per studiare quel benedetto Shakespeare” dissi io sull'orlo dell'esasperazione, era evidentemente troppo presa a ridere e scherzare con Niall per ascoltare il discorso che avevo fatto poco prima a pranzo; con un enorme colpo di fortuna la trovammo davanti al suo armadietto: si trattava di una bellissima ragazza alta e slanciata con lunghi capelli castani e ondulati che le arrivavano all'altezza del bacino; era vestita in modo impeccabile, con dei jeans aderenti ed una camicetta blu.

Mi avvicinai titubante.

S-scusa, ehm... tu sei Alice Grey, non è vero?” lei si girò verso me con sguardo di sufficienza.

Sì, sono io, e tu sei...?

Oh certo scusa. Io sono Emma Tomlinson, mentre lei è la mia amica Abigail” dissi indicando la ragazza accanto a me.

Sono venuta da te per il progetto di studio, il professor Ford mi ha detto che mi avresti potuto aiutare con Shakespeare, ecco.” le spiegai timidamente e lei improvvisamente cambiò del tutto atteggiamento mostrandomi un bellissimo sorriso.

Certamente! Oggi pomeriggio hai da fare? Se ti va di passare da me possiamo iniziare da subito.

Certo, sarebbe davvero fantastico, ti ringrazio molto! Il tuo indirizzo già ce l’ho, a che ora ti può andar bene?” replicai entusiasta.

Mmm per le 3.30 può andare? Più tardi aspetto visite, così almeno abbiamo un po’ di tempo” disse molto gentilmente e io, dopo averle dato la conferma e averla salutata, mi allontanai con Abbie al mio fianco che non aveva ancora aperto bocca.

E’ stata carina, non è vero?” le chiesi, probabilmente risvegliandola dal mondo dei sogni.

Oh sì certo, molto carina; forse un po’ piena di sé, però carina, dai” replicò lei, e io non potei fare a meno di darle ragione.

Le ultime due ore di lezione della giornata passarono abbastanza lentamente, e quando finalmente la campanella suonò segnando la fine di quel secondo giorno scolastico, mi sembrò di rinascere.

Mia madre mi aveva avvisato che quella mattina sarebbe stata nei paraggi a fare spese e che quindi al ritorno mi avrebbe accompagnato a casa lei, senza che ci fosse bisogno di disturbare Niall o Liam.

Una volta finito di pranzare e aver aiutato a sistemare la cucina, andai in camera mia ed accesi il portatile per fare un veloce giro su Facebook e ne approfittai per inviare la richiesta di amicizia a Alice, dopodiché ripresi la mia borsa e mi preparai ad uscire per andare a casa sua, dato che erano già le 3.10.

Non abitava esattamente nella mia zona, e per raggiungere la sua casa dovetti prendere il bus che impiegò dieci minuti esatti per arrivare alla fermata situata esattamente difronte a casa sua, così che non dovetti nemmeno sforzarmi troppo per individuarla.


Ero in anticipo di cinque minuti, ma decisi di suonare lo stesso, magari le avrei dato l’impressione di una che ci tiene veramente alla scuola e al suo dovere, oppure di una sfigata che non ha davvero niente da fare nella vita, però cercai di accantonare quest’ultima idea; non appena suonai al citofono, il cancellino si aprì immediatamente e questo mi fece ben sperare.

Sulla soglia apparve la figura di Alice che mi invitò a entrare.

Ciao Alice.” la salutai cercando di comportarmi con disinvoltura.

Ciao Emma! Vieni pure, ecco per di qua si va in cucina, staremo lì per oggi.” spiegò lei mentre io la seguivo lungo un corridoio le cui pareti erano tappezzate di foto che raffiguravano principalmente due bambine, una che doveva essere Alice da piccola e l’altra ipotizzai fosse sua sorella.

Ci sedemmo al tavolo e, una volta tirati fuori libri e quaderni, le spiegai di cosa avessi bisogno e lei andò di sopra in camera sua per prendere il materiale che ci sarebbe potuto servire, dopodiché ci mettemmo all’opera: dopo due ore potevo dire di sapere alla perfezione la vita di Shakespeare ed eravamo riuscite anche a riassumere il contenuto dell’Amleto e a ripeterlo un paio di volte.

Wow, andando avanti di questo passo ci incontreremo ancora una volta e poi potrai prendere A+ al test di letteratura!” Esclamò Alice decisamente sorpresa.

Non so davvero come ringraziarti Alice, apprezzo infinitamente quello che stai facendo per me.” le dissi sincera, mi sentivo davvero in debito con lei per l’aiuto che mi stava dando.

Ehy Emma, se non hai da fare ti andrebbe di fermarti qui da me? A momenti dovrebbe esserci qui il mio ragazzo, così te lo faccio conoscere e guardiamo un film insieme, poi ci ordiniamo una pizza.” propose lei improvvisamente; io rimasi sorpresa dal suo invito e, evidentemente imbarazzata, risposi E' gentilissimo da parte tua, ma non vorrei crearti ulteriore disturbo”.

Per tutta risposta lei mi si avvicinò, mi prese per mano e mi guidò nel salotto dicendo con fare entusiasta “Ma smettila, quale disturbo e disturbo? Sarei davvero contenta se ti fermassi con noi, dai!” e io per tutta risposta la ringraziai per la centesima volta quel giorno e accettai.

Mentre preparavamo i pop corn, il campanello suonò, segno che il ragazzo di Alice fosse arrivato, quindi io mi offrii di salarli e versarli nella ciotola così da permettere a lei di andare ad aprire.

Sentii la porta aprirsi e due voci parlare, ma non riuscii a distinguere le parole a causa della musica ad alto volume diffusa dallo stereo nella stanza accanto; quando la porta alle mie spalle si aprì all’improvviso sobbalzai, ma si trattava soltanto di Alice che mi invitava a prendere i pop corn ed andare ad accomodarmi sul divano.

Non appena misi piede nel salotto mi bloccai: un odore che già conoscevo mi invase le narici causandomi una ormai familiare sensazione di blackout. Quando ormai ero a due passi dal divano, i miei sospetti trovarono conferma: seduto difronte a me avevo Liam Payne che mi guardava con aria sorpresa.

Quando avevo 7 anni, una bambina di nome Stacy Bennett mi aveva tempestato di pugni lo stomaco perché mi ero rifiutata di prestarle la nuova bambola che mi avevano regalato i miei genitori per il ompleanno; allora non avrei mai pensato che avrei potuto rivivere la stessa sensazione ancora una volta, invece eccomi lì, pietrificata dopo aver appena scoperto che la mia tutor scolastica se la faceva con il ragazzo che solo quella mattina mi aveva fatta sentire così strana, diversa. Migliore.

Ehy Emma!” disse lui aprendosi in uno dei suoi meravigliosi sorrisi, di quelli che ti fanno sciogliere l’anima.

Non sapevo che conoscessi la mia Alice”.

La mia Alice.

Sarei potuta morire lì, di colpo.

Cercai di rispondere con disinvoltura, ignorando il turbinio di emozioni che si stava scatenando dentro di me “Ciao Liam! Come sono contenta di vederti. Sì, Alice mi ha aiutato a mettermi in pari con il programma che non avevo affrontato lo scorso anno.

E’ davvero una bravissima alunna.” intervenne lei sorridendo felice, per poi avvicinarsi alla televisione e inserire un disco nel lettore DVD.

Guardiamo Titanic e... no! Niente repliche Leeyum.” disse Alice ancora prima che il ragazzo fosse riuscito ad aprire bocca per contestare la sua scelta.

Fantastico, mi toccava guardare il film più romantico di sempre accanto a una coppietta… sperai solo che non si sarebbero scambiati effusioni per tutta la durata del film.

 

Quando arrivammo alla famosa scena sul ponte, quando Jack insegna a Rose a ‘volare’, ero sull’orlo di scoppiare a piangere, un po’ per il film, ma soprattutto perché non ne potevo davvero più di vedere quei due avvinghiati come due polipi accanto a me.

Arrivata all’estremo della sopportazione, con gli occhi già lucidi, mi alzai in piedi esclamando “Alice, mi sono ricordata solo ora che mia madre mi aspettava a casa per aiutarla a preparare la cena, ti chiedo scusa ma devo scappare.” e, senza nemmeno aspettare una risposta, mi fiondai in cucina per prendere le mie cose; quando tornai nell’altra stanza trovai Alice accanto alla porta pronta a salutarmi e Liam che, ancora seduto sul divano, mi guardava come se stesse implorando il mio perdono per qualcosa che sapeva di aver sbagliato a fare.

Ciao Emma, ci sentiamo per messaggio per accordarci su quando trovarci per finire Shakespeare” disse lei; Shakespeare!

Da quando Liam era arrivato mi ero completamente dimenticata di quale fosse il motivo per cui mi trovassi lì, avevo perso la cognizione del tempo e mi sentivo spaesata. Dovevo decisamente sbrigarmi ad uscire da quella casa.

Ciao Alice, grazie ancora. Ci sentiamo domani” le dissi sfoderando un sorriso forzato, che rivolsi anche al ragazzo sul divano, per poi uscire frettolosamente.

Non appena arrivai a casa mia, che fortunatamente era ancora vuota, mi precipitai di corsa in camera e mi buttai sul letto con ancora la borsa a tracolla, e piansi. Piansi un fiume di lacrime.

Tutto a causa di un ragazzo che con un solo sguardo mi aveva illuso di provare qualcosa per me, mi aveva messo lo stomaco in subbuglio solo sfiorando una piccola parte del mio corpo, per poi venire a sapere che era felicemente fidanzato e la sua relazione andava a gonfie vele.

Mi sentivo una sciocca e inutile ragazzina che si fa troppi film mentali e si inventa cose che in realtà non esistono; perché probabilmente Liam non aveva fatto nulla di sbagliato, ero stata soltanto io a credere che lui provasse anche solo interesse nei miei confronti fraintendendo i suoi gesti che probabilmente mi aveva rivolto solo per farmi sentire meglio, senza secondi fini.

 

E per la seconda volta in due giorni mi soffermai a guardare quella crepa nel muro che era un po' come la crepa nel mio cuore da bambina che doveva ancora imparare a crescere.

 


 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

Avete passato tutte quante delle buone feste? Io sì e a momenti rotolo da quanto sono piena! :3

Detto questo, mi piacerebbe come sempre sapere sempre cosa ne pensate tutti voi della storia, se vi piacciono questi personaggi, gli inciuci tra di loro e così... per coloro che si aspettavano qualcosa di più tra Emma e Zayn chiedo scusa, ma questo capitolo l'ho voluto incentrare soprattutto sul suo strano rapporto con Liam. Che poi cosa avrà in mente quel ragazzo? Bah, è strano forte :/

Per coloro che avessero voglia di parlarmi e non volessero farlo qui su EFP, potete contattarmi su Twitter (@zaynsmisosoup). Un mega abbraccio a tutte quante e un bacione

-Anna-

 

 

Personaggi 


 

Emma

Liam (chiedo perdono, ma se non pubblicavo questa foto avevo un girone all'inferno che aspettava solo me)

Alice

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Capitolo 5
*** Stereo hearts ***


 

StereHearts 

 

My heart's a stereo

it beats for you so listen close

hear my thoughs in every note.

Make me your radio

and turn me up when you feel low

this melody was meant for you

to sing along to my stereo

 

Stereo heart – Maroon 5

  

 

Quel giorno mi sentivo un vero schifo, vagavo sola per i corridoi della scuola avendo appena salutato Abbie che era corsa in palestra per non far tardi a educazione fisica.

Il mio umore era a terra per diversi motivi, primo tra tutti il fatto che mi stessi facendo prendere dall’ansia di dover affrontare la terza ora in compagnia di Malik durante spagnolo, non mi sentivo davvero pronta a sostenere il suo sguardo accusatorio e le sue parole poco carine nei miei confronti.

Dopodiché avrei dovuto passare l’ora del pranzo in mensa seduta accanto a Liam che, dopo la figuraccia che avevo fatto il giorno precedente quando me n’ero andata dalla casa della sua ragazza praticamente senza salutarlo, non avevo per niente voglia di vedere.

Cercai di allontanare questi pensieri dalla mia mente ma senza successo, infatti trascorsi le ore di biologia e religione pensando a come mi sarei dovuta comportare per affrontare il moro l’ora successiva.


Quando la campanella suonò segnando la fine della seconda ora, presi le mie cose e mi diressi con tutta la calma possibile e immaginabile verso l’aula di spagnolo; ero pronta a scommettere che chiunque mi vedesse camminare in quello stato pensasse che sembravo un condannato a morte che si avvia al patibolo.

Entrai silenziosamente nella classe ormai quasi al completo, e notai con orrore che il mio compagno di banco era già seduto al suo posto, naturalmente tutto impegnato in attività che con lo spagnolo c’entravano ben poco, e provai un’improvvisa morsa allo stomaco.

Mi avvicinai con cautela e lui non si scompose minimamente, probabilmente neanche si era accorto della mia presenza; solo quando mormorai un flebile “Ciao” si degnò di alzare lo sguardo dal suo disegno e ‘salutarmi’ con un quasi impercettibile cenno del capo.

Wow, quella mattina almeno lui sembrava essere di buon umore!


Quando il signor Wesley fece il suo ingresso nell’aula calò un religioso silenzio su tutti quanti, che venne interrotto soltanto dalla sua voce che introduceva l’argomento del giorno.

Allora ragazzi” cominciò raggiante.

Ho pensato che oggi avremmo potuto fare un lavoro un po’ diverso da ciò a cui siamo abituati. Mi piacerebbe che ognuno di voi lavorasse con il proprio compagno, e che vi esercitiaste con gli esercizi di rinforzo grammaticale che trovate all’inizio del libro.

A quelle parole praticamente tutti nella classe gioirono, perché al lavoro a coppie corrispondeva spesso e volentieri il cazzeggio più totale, e questo sfortunatamente il signor Wesley lo sapeva bene.

"Siccome so che questo tipo di lavoro viene spesso ‘sottovalutato’ da parte degli studenti, ho deciso che alla fine dell’ora ritirerò dei compiti a campione ai quali assegnerò una valutazione, quindi vi prego di svolgerli su fogli intestati con nome e cognome. Buon lavoro ragazzi.” e detto questo di sedette alla cattedra con aria soddisfatta.


Il moro accanto a me sibilò “Figuriamoci se ‘sto stronzo non doveva fotterci in qualche modo.” e detto questo si girò svogliatamente verso di me, ancora sconvolta per la notizia che avrei dovuto lavorare con lui per un’ora.

Guarda il lato positivo, Emma, quantomeno in spagnolo te la cavi e non farai una pessima figura!’ mi dissi, ed era vero. In realtà più che cavarmela, in spagnolo ero una vera e propria secchiona, non avevo mai preso meno di A se non nella prima verifica durante il primo anno di liceo.

Risvegliatami dai miei pensieri, mi accorsi che Zayn  mi fissava con aria spazientita, ma non feci in tempo ad aprir bocca che lui mi precedette.

Senti Tomlinson, è ormai palese che tu non piaci a me e che io non piaccio a te, ma ho davvero bisogno di prendere un bel voto, altrimenti quello stronzo mi boccia un’altra volta, quindi diamoci una mossa.

Avrei tanto voluto aggiungere che non era che lui non ‘mi piacesse’, ma visto come si comportava con me era ovvio che non potesse starmi simpatico, però non riuscii a spiccicare parola dato che durante questo breve monologo non lui aveva sottratto per un istante il suo profondo sguardo dal mio, e osservando i suoi grandi occhi color cioccolato, mi si figurarono nella mente quelli color nocciola di Liam.
Ma perché pensavo a Liam in un momento come quello?

Annuii decisa senza aggiungere altro e aprii il libro alle prime pagine, imitata subito da lui, trovando gli esercizi che ci erano stati assegnati dal professore. Lessi rapidamente la prima consegna: ‘Completare le frasi inserendo ser/estar’; si trattava di uno scherzo?

Quello era un argomento che solitamente si affronta forse forse il secondo mese del primo anno, anche un microcefalo come Louis sarebbe stato in grado di fare quell’esercizio!
Non appena guardai Zayn e osservai la sua espressione a dir poco sconvolta, però, dovetti ricredermi.

Cinquanta minuti dopo, il moro finiva di copiare l’ultima frase che io avevo finito ormai da quasi mezz’ora; posò la sua penna sul banco e, mentre io ero concentrata a strappare una fastidiosa doppia punta dai miei capelli, sentii il suo sguardo fisso su di me.

Vuoi una fotografia?” gli chiesi sarcastica; mi faceva sentire strana essere osservata così, perlopiù da lui!

Perché l’hai fatto?” mi chiese semplicemente lui. Io alzai un sopracciglio, non capendo evidentemente a cosa si riferisse.

Sì sì, lo so che non bisognerebbe strapparle ma andrebbero tagliate, però mi dava troppo fast-”  tenta di rispondere io, ma lui mi interruppe.

Non mi riferivo ai tuoi capelli” disse alzando gli occhi al cielo “Perché mi hai permesso di copiare i tuoi compiti?” terminò la frase appoggiando pigramente la testa di lato sulla mano per poi riprendere a fissarmi come poco prima.


Beh… mi hai detto che avevi bisogno di prendere un bel voto, non era questo che volevi?” gli risposi timidamente senza riuscire a sostenere il suo sguardo.

Sì, suppongo di sì” replicò lui sovrappensiero.

Certo che quel ragazzo era seriamente strano, fino ieri mi diceva di farmi gli affaracci miei e il giorno dopo mi chiede aiuto per non prendere un brutto voto nel compito di spagnolo.

Strano o più semplicemente opportunista. Decisi comunque di non proseguire la discussione perché avrei fatto volentieri una ‘tregua’ con lui, non mi era mai piaciuto portare rancore nei confronti di qualcuno, anche se quel qualcuno si chiamava Zayn Malik e mi ero ripromessa di lasciarlo perdere.

 

Giusto cinque minuti prima del suono della campana, il professore si alzò dalla sua sedia passando per i banchi a raccogliere i compiti di qualche coppia. Come era in effetti prevedibile, si fermò anche davanti a me e Zayn prendendo i nostri fogli, per poi rivolgersi al moro accanto a me “Spero sinceramente che abbia collaborato con la signorina Tomlinson per consegnare un compito quantomeno sufficiente,  Malik.” gli disse squadrandolo dall’altto, e per tutta risposta lui gli rivolse un sorrisetto beffardo, prese il suo zaino e uscì dalla classe.

Dopo quella sua affermazione mi parve di capire che il signor Wesley non aveva avuto occasione di sfogliare il mio fascicolo dell’anno precedente, altrimenti non avrebbe potuto fare a meno di notare che accanto alla voce 'Spagnolo' nella mia pagella troneggiava una splendida A+.
Meglio per lui’ mi dissi ‘Avrà una bella sorpresa quando correggerà i nostri compiti.’ e detto questo non potei impedire a un sorrisetto di farsi largo sul mio volto.

Appena ebbi messo piede fuori dall’aula mi sentii afferrare il polso da qualcuno e mi girai allarmata, trovandomi difronte agli occhi il bel viso di Zayn.

Ehi, mi hai fatto spaventare.” gli dissi guardandolo torva.

“Sì ecco io... grazie, per prima." nel vederlo impacciato per la prima volta, mi lasciai scappare un risolino e gli risposi premurosa Figurati, l’ho fatto volentieri.

Bene.” borbottò lui sempre evidentemente imbarazzato “Ora devo andare.” e detto questo sparì velocemente tra la folla di studenti che si dirigevano ai propri armadietti.

Non avrei mai smesso di chiedermi quanto potesse essere strano quel ragazzo, ormai ne ero certa.

Quando arrivai in mensa, dopo un’estenuante ora di chimica trovai soltanto Abbie ad aspettarmi.

Come mai non ci sono Niall e gli altri?” mi chiese ancora prima che avessi avuto il tempo di appoggiare il vassoio sul tavolo. “Non so, com’è che ti interessa tanto?” le chiesi guardandola di sottecchi con aria maliziosa.

Lei si limitò a sorridere imbarazzata e cambiò velocemente argomento.

Allora, come è andata spagnolo con il bel tenebroso?

Stranamente bene, abbiamo perfino fatto un compito insieme, o meglio io l’ho fatto e lui l’ha copiato, però è già qualcosa!” le dissi mentre cercavo di inforcare un maccherone che sembrava fatto di gomma.

Quando alzai lo sguardo davanti a me, notai che i miei amici stavano arrivando, così li salutai da lontano e loro mi sorrisero di rimando. Avevo proprio voglia di sentirli parlare delle loro solite cavolate, mi mettevano tanta allegria. I miei occhi caddero immediatamente su Liam, che non appena raggiunse il tavolo, si sedette proprio davanti a me come suo solito.

Cavolo, come avevo potuto poche ore prima dire di non aver voglia di vederlo?

Ora che era difronte a me, ora che potevo ammirare il suo splendido sorriso, mi diedi per la stupida per aver pensato una cosa del genere.

Ciao Emma, tutto bene?” mi chiese lui cortese come sempre, come se l’episodio del pomeriggio precedente non si fosse mai verificato; stavo per rispondergli quando la voce di Harry irruppe sulle altre “Ragazzi, questa sera si va alla festa della Miller!”, provocando un mormorio eccitato da parte di tutti noi seduti al tavolo.

Niall mi aveva sempre raccontato delle famose e strepitose feste organizzate da Stephanie Miller, che aveva spesso casa libera dato che i suoi genitori dovevano viaggiare per lavoro. Praticamente a scuola era conosciuta solo per i suoi party esagerati, nei quali la famiglia Miller non badava minimamente a spese, ingaggiando rinomati Dj, addobbando la casa a dovere e soprattutto munendosi di un’ingente quantità di alcolici assortiti.

Io non ero mai stata quel tipo di ragazza che ama ubriacarsi per poter fare l’idiota alle feste o in discoteca, anzi, non amavo particolarmente quei posti così affollati dove tre quarti delle persone non sanno nemmeno quello che stanno facendo, però mi era sempre piaciuto divertirmi con gli amici e ballare, pur non essendone capace.

Le ultime due ore di quella mattinata passarono velocemente, dopo la lezione di educazione fisica avevo matematica, ma quantomeno potevo far affidamento sulla compagnia di Harry, che si offrì di riaccompagnarmi a casa. Dovetti ammettere che quel ragazzo mi stava molto più simpatico, aveva apparentemente finito di fare il cascamorto con me (anche se continuava a chiamarmi con dei soprannomi imbarazzanti, soprattutto se detti in pubblico) ed ero certe che avrei potuto trovare in lui un buon amico con cui poter parlare del più e del meno con una certa leggerezza e spensieratezza.


Una volta tornata a casa, mi prefissai di fare velocemente i compiti per il giorno successivo, in modo da avere tempo a sufficienza per prepararmi per la festa di quella sera.

Andai in camera e come prima cosa inserii nello stereo il cd che conteneva la playlist che mi aveva accompagnato per tutta l’estate; le prime note che risuonarono furono quelle di Radioactive degli Imagine Dragons. Con quella base carichissima come sottofondo, spalancai le ante del mio guardaroba alla disperata ricerca dell’outfit perfetto per quella serata.

Fu un’impresa abbasta ardua trovare qualcosa di appropriato, ma alla fine mi ritenni soddisfatta della mia scelta: un vestitino bianco con un solo spallino al quale erano stati applicati dei fiori di stoffa neri che scendevano lungo il lato posteriore.

Il tempo volava velocemente e da un momento all'altro sarebbe arrivato Niall che si era gentilmente offerto di accompagnarmi alla festa.

Mi sentivo davvero agitata, la scusa ufficiale era che mi sentivo nervosa perché ci sarebbe stata un sacco di gente della scuola che io ovviamente non conoscevo, mentre in cuor mio sapevo che la realtà era ben altra: l'unica cosa che aspettavo con ansia era di poter incontrare di nuovo quel caldo sguardo color nocciola, per potermici perdere ancora e ancora.


Quando il biondino arrivò non mi feci attendere e mi precipitai fuori di casa per salire sulla Peugeot blu di sua madre, dalla cui radio proveniva una musica soffusa. 

Per l'occasione lui aveva indossato un paio di jeans blu scuri e una polo azzurra che metteva in risalto i suoi occhi color del cielo. Quell'abbigliamento gli donava davvero molto, e non potei fare a meno di pensare a quanto fosse bello il mio migliore amico.


Quando arrivammo fuori da casa Miller io ero seriamente agitata, tanto che anche Niall se ne accorse e mi prese per mano per tranquillizzarmi.

Già dalla strada si poteva sentire la musica a tutto volume che proveniva dall'interno dell'abitazione, fuori dalla quale erano state appese decorazioni, stelle filanti e quant'altro.

La porta era aperta, e quando entrammo ci trovammo immersi in un bagno di folla.

Nonostante fossimo arrivati da circa cinque minuti il mio amico sentiva già una gran fame, quindi ci dirigemmo verso un tavolo pieno di deliziose schifezze.

"Uuuh Emma, là ci sono le pizzette!" esclamò Niall con gli occhi lucidi per l'emozione, e si avventò precipitosamente dall'altra parte del tavolo lasciandomi sola.

Mi guardai intorno cercando qualche viso familiare senza però trovare nessuno. Abbassai lo sguardo sul tavolo e decisi di versarmi da bere; optai per della Coca Cola con un goccio di Rum, d'altronde bisognava pur festeggiare, no?

Quando alzai il bicchiere per portarlo alla bocca, improvvisamente lo vidi. 

 


Era a pochi metri da me e stava mettendo qualche patatina nel suo piatto di carta; quando stavo per abbassare lo sguardo, lui alzò la testa e quando mi vide io venni nuovamente incatenata dal suo sguardo penetrante.

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

Non ho niente di particolare da dire, come sempre mi piacerebbe davvero tanto tanto tanto sentire il vostro parere e le vostre critiche sulla storia, sui personaggi o sullo stile di scrittura perchè fino ad ora ho ricevuto davvero degli ottimi consigli, quindi... recensite ;)

Un bacione a tutte quante

-Anna-

Personaggi 


Emma

Zayn

Liam

Niall

 

Harry

Professor Wesley

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Capitolo 6
*** I Wish ***


 

Wish 

 

But I see you with her

slow dancing

tearing me apart 'cause you don't see

whenever you kiss her

I'm breaking

oh how I wish that was me

 

I wish – One Direction

  

 

Mi sorrise come sempre e mi si avvicinò.

Dio, come poteva essere così bello?

Camicia a quadrettoni blu e bianchi, jeans non troppo stretti e le sue inseparabili Air Force alte ai piedi. 

Quando ormai stava difronte a me si avvicinò ulteriormente per lasciare un tenero bacio sulla mia guancia che mi fece arrossire come un peperone, per poi parlare al mio orecchio perchè potessi sentirlo, dato il frastuono nella stanza.

"Sono così felice che tu sia venuta. Quel vestito ti sta d'incanto." disse con quel suo fare gentile, mai malizioso; averlo così vicino mi stava mettendo seriamente in agitazione, con i ragazzi non ci sapevo davvero fare.

Titubante mi alzai in punta di piedi e mi appoggiai leggermente alla sua spalla per poter arrivare alla sua altezza.

"Anche io sono molto contenta di vederti." gli risposi per poi allontanarmi e rivolgergli a mia volta un sorriso. Ed era vero, nessuno sapeva quanto!

In quel momento alle spalle di Liam comparve la figura di Alice con in mano un bicchiere contenente del liquido scuro.

"Ciao bellissimaaa!" strillò, tanto che riuscii a sentirla sebbene non fosse ancora accanto a me. Mi serrò in un abbraccio stretto e, dato che non eravamo ancora così in confidenza, dedussi che quello non doveva essere il primo drink della serata. 

"Forza, vieni con me a ballare!" più che una domanda la sua era un'imposizione bella e buona, tanto che non mi lasciò il tempo di rispondere che già mi stava trascinando al centro della stanza, dopo aver lasciato un veloce bacio sulle labbra al suo ragazzo, gesto che mi provocò una fastidiosa morsa allo stomaco.


Una volta raggiunta la "pista", Alice iniziò a scatenarsi, prendendo mi per le mani e invitandomi a fare come lei. 
L'ho già detto che non so ballare? 

Mi sentivo una vera idiota, ma guardando Alice che era il ritratto della spensieratezza, decisi di infischiarmene alla grande e cominciai a muovermi sul serio.

Ad un tratto, quando stavo iniziando a divertirmi, sentii da dietro due mani posarsi sulla mia vita e delle labbra sfiorare il mio orecchio sinistro.

Ehy tesoro, ci sai fare con questi fianchi”.

Mi immobilizzai di colpo terrorizzata, mentre potevo avvertire la barba del ragazzo pungermi leggermente la pelle.

Quando lo sentii iniziare a lasciare degli umidi baci sul mio collo, la vergogna ebbe la meglio sulla paura, così mi girai, e lo spettacolo che mi si presentò davanti agli occhi fu mozzafiato e agghiacciante al tempo stesso:

Camicia bianca in parte sbottonata, jeans neri stretti e occhi color cioccolato che mi fissavano a dir poco increduli.

Ora tra i due quello più paralizzato era lui, sicuramente ero l’ultima persona sulla faccia della terra che si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti, così fui io a mettere fine a quel momento imbarazzante oltre a ogni immaginazione.

Z-Zayn, che cazzo fai?” urlai con gli occhi sbarrati.

Lui sembrava completamente incapace di proferire parola, e dopo essere rimasto immobile per qualche secondo mi diede le spalle e iniziò a farsi largo tra la folla. In quel momento non seppi cosa mi prese, seppi solo che per qualche stupida e ignota ragione non esitai a seguirlo.


Parecchie gomitate e spinte dopo, intravidi la figura del moro che usciva dalla porta della cucina che dava sul giardino; riuscii ad individuarlo facilmente, stava seduto su una sdraio posta a un lato della grande piscina interrata e si stava nervosamente accendendo una sigaretta.

Zayn!” lo chiamai, ma lui non si voltò, così mi avvicinai e andai a sedermi accanto a lui.

Inaspettatamente si girò verso di me e, dopo aver fatto un tiro dalla sua sigaretta, iniziò a parlare con fare concitato.

Senti Tomlinson, sono ubriaco, non avevo idea che fossi tu o non l’avrei mai fatto. Voglio dire, che schifo!

Che schifo’.

Quelle due parole risuonarono nella mia testa mille e più volte: gli facevo schifo.

Non avevo mai avuto una buona autostima di me stessa, erano stati pochi i ragazzi che si erano interessati a me, sapevo di non avere l’aspetto di una modella, ma almeno mi ritenevo una ragazza nella media; ora invece la spudorata sincerità del moro accanto a me mi aveva dato un’amara conferma: facevo schifo.


Non potevo farmi vedere da lui a piangere e, incapace di trattenere le lacrime, mi alzai barcollando e mi diressi verso la cucina; lì fortunatamente trovai i miei amici: Abbie stava lanciando delle patatine a Niall che cercava di prenderle al volo con la bocca, mentre Harry e Liam stavano ridendo a crepapelle per chissà quale battuta.

Appena mi videro con gli occhi e il viso così arrossati, tutti si fermarono a mi guardarono preoccupati.

Abbie fece per correre verso di me, ma Liam fu più veloce e mi strinse tra le sue braccia, e solo con questo gesto riuscì a farmi sentire incredibilmente meglio.

Shhh, non piangere, va tutto bene.” mi sussurrò lasciando un dolce bacio tra i miei capelli.

Ehy Em, ti va di parlarne?” sentii Niall chiedere, ma senza spostarmi dalla mia posizione scossi la testa.

Non mi andava davvero di raccontargli dell’accaduto, non volevo che sapessero lo sciocco motivo per cui mi ritrovavo a piangere; inoltre in quel momento stavo nell’unico posto al mondo in cui mi sarei voluta trovare, tra le braccia forti di Liam che mi stringevano senza accennare a volermi lasciare.

Vuoi che ti accompagni a casa?” mi chiese il biondino appoggiando delicatamente una mano sulla mia spalla.

Grazie Ni.” risposi semplicemente, ma prima che lui potesse replicare intervenne la voce profonda di Harry.

Niall tu devi accompagnare Abbie più tardi. Lascia che porti a casa io Emma, non ti preoccupare, mi prenderò cura di lei.”; di malavoglia mi allontanai da Liam e gli rivolsi un timido “Grazie” che lui ricambiò con uno dei suoi sorrisi mozzafiato, per poi salutare i miei amici e prendere la mano che Harry mi stava porgendo.

Stavamo attraversando il salotto ancora gremito di gente, quando incontrai lo sguardo di Alice e le feci segno con le mani che dovevo andare a casa, lei per tutta risposta alzò il pollice e mi salutò sorridendo.


Quando salimmo in macchina, il riccio si voltò verso di me e prima di partire posò una delle sue grandi mani sulla mia; apprezzavo infinitamente che non avesse fatto domande su cosa fosse successo ma che si fosse limitato a farmi capire che, in caso di necessità, lui era lì per me.


Arrivammo velocemente a casa mia, una volta accese le luci all’interno constatai che mio fratello non era ancora tornato e l’abitazione era deserta, dato che i miei genitori erano partiti quel pomeriggio per andare a trovare la zia di mio padre che non stava bene a Oxford.

Che ne dici di bere una tisana? Mia mamma me ne prepara sempre una quando non riesco a dormire.” disse Harry, e in quel momento mi sembò tanto un bambino indifeso e, nonostante il suo fisico da ragazzo vissuto, era davvero tenerissimo.

Grazie, volentieri.” risposi io timidamente, per poi andare in cucina, seguita a ruota da lui.

Che fai? Sto io ai fornelli, baby non lo sai ma le mie qualità come chef sono pressoché strabilianti!” Era evidente che stesse facendo tutto ciò per risollevare il mio morale e gliene fui infinitamente grata, così decisi di stare al gioco.

Mmm, una sera allora dovrai cucinare per me! Qual è il tuo piatto forte?” chiesi mentre lui armeggiava con un pentolino, litigando con il gas che faticava ad accendere.

Qualità pressoché strabilianti’, sicuramente!

Si può dire che nessuno cucini gli spaghetti con il sugo in scatola come me, quelli sono una mia esclusiva.” disse lui con fare da intenditore, riuscendo a strapparmi una risata.

Devo definitivamente assaggiarli allora!” replicai.

Ovviamente, tieniti libera uno di questi giorni tesoro, chef Hazza al suo servizio!”; stavo davvero iniziando ad adorare quel ragazzo, era tutto ciò che in un amico si potesse desiderare, ora capivo come mai lui e Niall fossero così inseparabili!


Dopo aver bevuto la tisana ed aver scherzato ancora un po’, tralasciando accuratamente gli eventi della serata, lui fece per prendere la sua felpa ed andarsene.

Harry!” lo chiamai “Non è che, ehm… staresti a dormire qui stanotte? I miei non ci sono, mio fratello chissà a che ora rincaserà, e io non ce la faccio a stare sola” dissi, e lui dovette avvertire la mia voce leggermente incrinata dalle lacrime che minacciavano di uscire nuovamente, perché mi abbracciò stretta sussurrando “Certo piccola, quello che vuoi”.


Non ricordo per quanto tempo rimanemmo abbracciati, fatto sta che ad un tratto lui mi prese per mano invitandomi ad andare al piano di sopra.

Gli dissi di andare per primo in bagno mentre io mi intrufolai in camera di Lou per prendere una maglietta e un paio di calzoncini puliti da fargli indossare per la notte.

Tornai in camera mia e mi misi il pigiama, per poi appoggiare un cuscino accanto all’altro: il mio letto era ad una piazza e mezza, quindi ci saremmo stati, forse un po’ stretti ma non sarebbe stato un grave problema, avevo bisogno di sentirlo vicino per potermi rilassare.


Quando anche io uscii dal bagno dopo essermi struccata e lavata, trovai Harry sdraiato nel letto che armeggiava con il suo cellulare; “Avviso i miei che stasera non torno a casa, così non stanno in pensiero.” mi spiegò e io annuii prendendo posto accanto a lui.

Grazie per quello che stai facendo per me Harry, non sai quanto questo sia importante.” gli confessai e lui per tutta risposta mi strinse in un abbraccio per poi spegnere la luce senza lasciarmi andare.

Dalla finestra filtrava uno spiraglio di luce, la luna quella sera era piena e molto luminosa, e io riuscii a intravedere il profilo del mio amico accanto a me.

Non so cosa o chi sia stato a farti piangere stasera Emma, so solo che tu non meriti questo. So il motivo per il quale quest’anno sei venuta alla nostra scuola, so che vuoi cambiare la tua vita, ma ricorda che ci sarà sempre qualcuno pronto a metterti i bastoni tra le ruote; questo non ti deve comunque impedire di raggiungere il tuo obiettivo, se è quello che davvero vuoi, devi lottare per perseguirlo, senza lasciarti intimidire da nessuno.”

Durante il suo discorso prestai attenzione ad ogni singola parola che pronunciò, e rimasi stupita da come Harry avesse capito tutto quanto senza che io gli avessi detto nulla.

Harry, pensi che potrò mai piacere ad un ragazzo per quella che sono?” gli chiesi così di getto; non so perché lo feci, cosa mi spinse a farlo, forse pensavo di aver finalmente trovato qualcuno con cui poter parlare liberamente di questo, dei miei sentimenti.

La sua risposta non tardò ad arrivare “Oh piccola, quel ragazzo dovrebbe essere davvero uno stupido per non andar pazzo per una come te”.

Di nuovo, senza aver bisogno che io glielo dicessi, Harry aveva perfettamente capito la situazione, e io mi trovai nuovamente a pensare che il riccio che mi teneva tra le sue braccia avesse qualcosa di speciale, quasi fosse arrivato apposta per me, per sostenermi e rendermi felice.


Appoggiai sulla testa contro il suo petto e lui, dopo avermi accarezzato i capelli, intonò una canzone che non avevo mai sentito prima con la sua voce profonda e graffiata, così che io potei addormentarmi stretta a lui tra le note di questa dolce melodia:

So your friend’s been telling me
You’ve been sleeping with my sweater
And that you can’t stop missing me
Bet my friend’s been telling you
I’m not doing much better
‘Cause I’m missing half of me

And being here without you
Is like I’m waking up to
Only half a blue sky
Kinda there- but not quite
I’m walking ’round with just one shoe
I’m half a heart without you
I’m half a man- at best
With half an arrow in my chest
I miss everything we do
I’m half a heart without you.

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

Che puntualità vero? Essì mi ci sono impegnata... Questo capitolo non è estremamente lungo però è abbastanza ricco di avvenimenti, quindi spero che me la possiate perdonare ;)

Ho notato che a molte è piaciuto il professor Wesley, non è vero?? You little crazy mofos!!!

Detto questo, mi piacerebbe come sempre sapere cosa ne pensate tutti voi della storia, del modo in cui è scritta, dei personaggi (anche per chi tifate voi ahahah) e ricordo che le critiche costruttive sono ben accette. Un grande bacione 

-Anna-

 

Personaggi 

 

Emma

Alice

Liam

Abbie

Niall

Zayn

Harry

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Capitolo 7
*** That's What Friends Are For ***


 

That'WhaFriendArFor

 

Keep smiling, keep sining

knowing you can always count on me for sure

that's what friends are for

for good times and bed times

I'll be on your side forever more

tha's what friends are for

  

That's friends are for – Dionne Warwick

 

 

Dopo un tempo che mi era parso infinito, la campanella della quarta ora suonò facendo tirare un sospiro di sollievo all’intera classe risvegliandoci dal torpore. La professoressa Pierce aveva il potere di far addormentare chiunque non appena iniziasse a parlare.

Radunai svogliatamente i miei libri sparsi sul banco e li cacciai in borsa, per poi dirigermi verso la mensa.

Quella mattina non avevo avuto nessuna lezione in comune con Abbie o Harry; lui se n’era andato da casa mia dopo aver mangiato un paio di biscotti ed era corso a prepararsi per la scuola, non prima però che io potessi ringraziarlo con tutto il cuore per ciò che aveva fatto per me.

In quel momento non avevo molta voglia di vedere gli altri dopo quello che era successo la sera prima.

Ero anche imbarazzata all’idea di essere scoppiata a piangere davanti a tutti quanti.

 

Una volta arrivata e preso il mio pranzo, mi avvicinai al nostro solito tavolo, e quando appoggiai il vassoio tutti smisero improvvisamente di parlare per sorridermi e salutarmi.

Potei leggere una certa preoccupazione ed apprensione sui loro volti ma cercai di non darci peso e mi sforzai di far conversazione come se niente fosse mai accaduto; tutti loro evitarono scrupolosamente di toccare l’argomento ‘festa’ e per questo gliene fui davvero grata.


Ad un tratto mi sentii chiamare da Abbie che si trovava dalla parte opposta del tavolo rispetto a me e alzai di scatto la testa incontrando per un breve istante gli occhi di Zayn che non aveva proferito parola per tutto il tempo limitandosi a tenere lo sguardo fisso nel suo piatto. Evidentemente aveva trovato quella molliccia cotoletta di maiale particolarmente attraente.

Per quel breve momento in cui ci ritrovammo a fissarci a vicenda notai che aveva gli occhi stanchi, privi di qualsiasi espressione, persino dell’odio che si impegnava premurosamente a trasmettermi ogni qualvolta avesse a che fare con me.

Tuttavia io non mi feci intenerire dal suo sguardo smarrito, ormai avevo capito che l’ultimo aggettivo attribuibile a Zayn Malik fosse ‘innocente’, e lo incenerii con l’occhiata più torba che mi riuscì di fare, per poi rivolgere l’attenzione alla mia amica.

Non è che mi accompagneresti in bagno?” mi chiese lei e io acconsentii di buon grado, non ce la facevo più a stare seduta.


Quando arrivammo Abbie mi strattonò per il polso e, dopo aver controllato che nessuno stesse ascoltando, bisbigliò “Senti Em, lo so che magari non ne hai voglia, però io credo che tu debba sfogarti con qualcuno, e se ti va io sono qui per te. Non sai quanto mi faccia star male vederti così…” non la lasciai continuare perché la strinsi in un abbraccio fortissimo.

Avevo sempre desiderato avere un’amica del cuore a cui poter raccontare i miei segreti e i miei problemi, con la quale divertirmi senza dover pensare alle conseguenze, e finalmente l’avevo trovata.

In quel momento mi sentii felice nonostante tutto, e avvertii io stesso la necessità di raccontare l'accaduto a qualcuno, e quel qualcuno non poteva che essere la ragazza bionda difronte a me che mi guardava affettuosamente con quei suoi occhioni scuri.


Senza ulteriore esitazione le raccontai tutto ciò che mi ero tenuta dentro fino a quel momento senza tralasciare alcun dettaglio, compresa la mia imbarazzante cotta per un ragazzo già impegnato.

Mi ero accorta dei tuoi continui sguardi nella sua direzione e se devo essere onesta sospettavo che ci fosse sotto qualcosa, ma visto che tu non mi avevi detto nulla non ci ho dato troppo peso.” disse lei con gli occhi che le brillavano per l’emozione.

Beh…io…non so cosa ci posso fare, so che non è giusto e inoltre Alice è mia amica, ma non posso decidere io di fermare questa cosa…” balbettai imbarazzata.

Non riuscivo a trovare le parole adatte per descrivere il turbinio di emozioni che si susseguivano nella mia testa quando incontravo i caldi occhi di Liam, per non parlare di quando mi abbracciava.

Al cuor non si comanda cara Emma, ti capisco bene.” aggiunse Abbie son aria sognante, evidentemente il bel biondino la stava prendendo veramente molto.

Allora, come vanno le cose tra te e Niall?” le chiesi, non mi andava di stressarla soltanto con i miei problemi, volevo anche essere in grado di ascoltarla per poterle essere d’aiuto.

Non so Em, a me lui piace, insieme poi ci divertiamo e ridiamo molto, però credo che lui mi veda solo come una buona amica.” rispose lei leggermente sconsolata.

Non ti preoccupare Abbie, scoprirò qualcosa, te lo prometto.” le dissi per rassicurarla e l’abbracciai nuovamente.

 

Finita la nostra chiacchierata tornammo ognuna al proprio armadietto per prendere il materiale delle lezioni che ormai stavano per ricominciare.

Guardai il mio orario: educazione fisica e spagnolo, perfetto.

Un attimo, cosa? Spagnolo??? E chi se lo ricordava più?
Quello era sicuramente il giorno meno adatto nella storia per passare un’ora intera a fianco di Zayn!

L’ora di educazione fisica passò inesorabilmente nonostante il tempo scorresse lentamente, quasi a voler infierire ulteriormente su di me, mentre la mia ansia non faceva che crescere.


Una volta uscita dallo spogliatoio mi diressi a passo insicuro verso la classe del signor Wesley, che trovai quasi deserta; di malavoglia mi accomodai al mio solito posto mentre il banco accanto a me rimaneva vuoto, anche quando il professore entrando, si chiuse la porta alle spalle.

Quel giorno sembrava davvero di buon umore e quando iniziò a parlare tutti in classe si zittirono ansiosi di scoprirne il motivo.

Buongiorno ragazzi. Quest’oggi ho due buone notizie pe-” non finì in tempo la frase che la porta si spalancò senza preavviso per far entrare uno Zayn Malik particolarmente svogliato che, senza proferire parola, si diresse al suo posto sotto lo sguardo attento di tutta la classe, per poi lanciarmi un’altra occhiata con lo stesso guardo indecifrabile che mi aveva rivolto prima durante il pranzo.

Come stavo dicendo poco prima che il signor Malik ci onorasse della sua presenza, oggi ho due buone notizie per voi: la prima è che ho corretto i compiti svolti a coppie che avevo ritirato.” riprese il signor Wesley scatenando le lamentele di molti ragazzi.

La seconda” continuò lui con voce più alta per contrastare il chiacchiericcio diffuso “È che un mio collega mi ha proposto di accompagnarlo durante un breve viaggio di istruzione a Manchester fra due settimane, prendendo con me una mia classe, e io ho pensato a voi.

A quelle parole il vociare nella classe aumentò ulteriormente, persino il moro accanto a me sembrava interessato e un sorriso appena accennato era comparso sul suo volto.

Ragazzi silenzio!” il professore richiamò l’attenzione della classe su di sé.

Mi sembra di capire che siate interessati a partecipare. Purtroppo non abbiamo molto tempo poiché si tratta di una notizia dell’ultimo minuto, quindi devo chiedervi di portare le autorizzazioni firmate dai genitori per coloro che ancora sono minorenni entro l’inizio della settimana prossima, mentre per il pagamento vi verrà lasciato più tempo; è necessario prenotare l’hotel per due notti e quindi è importante sapere al più presto il numero effettivo dei partecipanti.

Io ero entusiasta di quella proposta, era da tempo che desideravo visitare Manchester ma non ne avevo ancora avuto l'occasione; l'unico fatto che mi preoccupava era che non conoscevo nessuno in quella classe a parte Zayn e, a meno che nel giro di due settimane non succedesse un miracolo, sarei rimasta sola tutta la gita se non fossi riuscita a stringere qualche amicizia nel frattempo.

Quando le chiacchiere smisero, il professore iniziò a consegnare i compiti corretti; io stavo ancora fantasticando sulla gita quando sentii il mio nome seguito da quello del moro al mio fianco. Ci guardammo per un attimo e ci alzammo per dirigerci verso la cattedra.


"Allora, eccovi qui." iniziò il signor Wesley senza staccare gli occhi dai nostri fogli, il che non faceva presagire niente di buono.

Finalmente alzò lo sguardo e ci scrutò attentamente "Devo dire che sono rimasto sorpreso dal vostro lavoro, era impeccabile. In particolar modo sono rimasto spiazzato dal suo compito, signor Malik, non me lo sarei mai aspettato da lei, dato che per tutto l'anno scorso lei ha viaggiato sulla media della D-. Per quanto riguarda lei, signorina Tomlinson, ho avuto modo di prendere visione delle sue precedenti valutazioni e posso solo dire che sono molto contento che una studentessa con il suo livello di capacità abbia deciso di unirsi al mio corso; purtroppo però ho una cattiva notizia da dare a entrambi: visto che non me la sento di dare una A+ a uno studente che non è mai andato particolarmente bene e a una studentessa che non ho mai avuto modo di valutare personalmente, vi comunico che ho intenzione di somministrarvi una verifica orale alla fine della settimana prossima. Se questa andrà bene, il vostro voto verrà ufficializzato, altrimenti vi assegnerò quello che vi meriterete." recitò lui senza batter ciglio.

Beh, quello per me non sarebbe stato affatto un problema, l'argomento era talmente elementare che avrei potuto essere interrogata anche al momento senza alcuna difficoltà.

Poco dopo il professore riprese a parlare, ma stavolta rivolgendosi solo a Zayn "Visto che in precedenza questi avvertimenti non sono bastati a farla studiare, signor Malik, ho pensato di motivarla ulteriormente: se in questa interrogazione non prenderà almeno una B, lei non verrà a Manchester con la classe. Detto questo potete tornare a posto." concluse molto pacatamente.

"COSA? Lei non può fare ques-" urlò il ragazzo accanto a me, ma l'altro lo interruppe sovrastando la sua voce.

"Ho detto: potete tornare a posto!" e dicendo questo si alzò, per ricordare a Zayn che teneva lui il coltello dalla parte del manico e sottolineare che non erano ammesse ulteriori discussioni.


Proprio in quel momento la campanella suonò e tutti si precipitarono fuori dall’aula ancora discutendo eccitati della gita.

Al cancello ad aspettarmi trovai Abbie, Niall, Harry e Liam; quando li raggiunsi notai che anche loro stavano parlando animatamente e sembravano particolarmente allegri.

Ehy ragazzi, mi sono persa qualcosa?” chiesi incuriosita, e il biondino fu il più veloce a rispondere.

Emma! Non sai che bello, tra qualche settimana andiamo in gita per tre giorni, siamo al settimo cielo” esclamò lui contentissimo.

Oddio! Ditemi che siete voi la classe che viene a Manchester con la mia, vi prego!” chiesi con gli occhi lucidi per l’emozione.

Sì, siamo noi! Tu sei nel corso con Zayn, che stupidi, potevamo arrivarci prima! Sono felicissimo Em” urlò ancora più felice di prima, mentre Liam aggiunse “Come sono contento Emma, così ci terremo compagnia e ci divertiremo un sacco!” per poi abbracciarmi cogliendomi totalmente alla sprovvista; quel contatto inaspettato mi tolse il respiro per qualche secondo, ma ricambiai la sua stretta ben volentieri.

È bello vedervi tutti felici e beati, però vi ricordo che noi non ci saremo con voi e la vostra gita non potrà essere perfetta senza il Harry Il Magnifico Styles” disse Harry dandosi delle arie.

Cavolo, lui e Abbie non frequentavano spagnolo e quindi non sarebbero potuti venire con noi, ci sarebbero sicuramente mancati molto “Perlomeno abbiamo appena scoperto di esserci appena iscritti allo stesso corso di recitazione, quindi quando voi sarete via noi potremo comunque farci compagnia.” aggiunse lei rivolgendo un timido sorriso al riccio.


Quando le nostre strade si separarono per andare ognuno verso la propria casa io mi ritrovai sola con Niall al mio fianco che ancora era eccitato all’idea del viaggio.

Vedrai Ni, ci divertiremo un sacco, però mi mancherà Harry, e naturalmente anche Abbie. Mancheranno anche a te vero?” chiesi io volutamente, con l’intenzione di indagare discretamente sui sentimenti del mio migliore amico.

Oh sì, sicuramente, Harry è il mio migliore amico e Abigail si è rivelata davvero una ragazza simpatica, stiamo legando molto. Però sarà comunque un viaggio strepitoso: con la mia Emma e due dei miei più cari amici, sarà fantastico!

Già, due dei suoi migliori amici… come avrei fatto a ignorare Zayn se dovevo averlo intorno 24 ore al giorno per tutta la durata della gita? Cercai di non dare molta importanza a questo fatto, ma anche quando arrivai a casa e mi stesi sul letto, riuscii solo a pensare allo sguardo strano che aveva avuto per tutto il giorno, uno sguardo stanco che sembrava però essere in grado di abbassare le difese che io mi ostinavo ad erigere quando mi trovavo con lui.

Chissà se tra di noi le cose sarebbero mai potute cambiare, se saremmo potuti diventare amici. Per qualche motivo lui mi vedeva come una sua rivale, ma dal momento che frequentavamo la stessa compagnia a me sarebbe piaciuto poter avere un buon rapporto con lui, che quando parlava con i ragazzi sembrava una persona simpatica.


Chissà se avrei mai avuto l’occasione di conoscere quello Zayn Malik che sotto sotto, nonostante mi ostinassi a non ammetterlo, forse un po’ mi affascinava.

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

No, non sono morta... chiedo davvero scusa per il ritardo, ma con l'inizio della scuola purtroppo mi sono resa conto che è davvero impossibile pubblicare ogni due/tre giorni come facevo prima, quindi d'ora in poi gli aggiornamenti avverranno, in linea di massima, durante il weekend :)

Detto questo, mi piacerebbe come sempre sapere cosa ne pensate tutti voi della storia, del modo in cui è scritta, dei personaggi e ricordo che le critiche costruttive sono ben accette. Un grande bacione 

-Anna-

 

Personaggi 


Emma

Abbie

Zayn

Liam

Harry

Niall

 

P.S. Auguri al nostro bellissimo Zayn che oggi compie 21 anni ♥



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Capitolo 8
*** Don't stop me now ***


 

Don'stomnow 

 

Don't stop me now

I'm having such a good time

I'm having a ball

Don't stop me now

if you wanna have a good time just give me a call

Don't stop me now ('cause I'm having a good time)

Don't stop me now (Yes I'm having a good time)

I don't wanna stop at all

 

Don't stop me now – Queen

 

 

Quando mi svegliai quel sabato mattina mi sentivo estremamente riposata e rilassata.

Finalmente quella settimana giungeva al termine, io avevo concluso i miei incontri pomeridiani con Alice, i miei genitori non erano ancora tornati e il reciproco silenzio tra me e Zayn proseguiva a gonfie vele. 

Accesi il telefono per controllare quanto tempo mancasse prima che la sveglia iniziasse a suonare dandomi il buon giorno. 

Appena lessi le cifre che erano appena comparse sul display feci un salto nel letto: 10.05! Perché il telefono non aveva suonato? Perché Louis non si era degnato di venirmi a chiamare non vedendomi arrivare? 

 

Mi precipitai alla porta, ma quando stavo per aprirla mi ricordai improvvisamente che alla nuova scuola non si andava il sabato dato che facevano più ore nel corso della settimana: mi diedi immediatamente dell'idiota per non esserci arrivata prima e appoggiai la testa contro il muro, avrei potuto comodamente evitare un infarto mattutino.

Mi diressi in bagno ma mentre mi stavo insaponando le mani sentii suonare il mio cellulare, così mi sciacquai velocemente e corsi a rispondere prima che potessero attaccare; lessi il nome di Niall sullo schermo e mi scappò un sorriso quando guardai la stupida foto che lui stesso aveva impostato per il suo contatto e risposi, incuriosita di sapere cosa l’avesse spinto a chiamarmi di sabato mattina.

Ciao raggio di sole! Dormito bene? Ho provato a chiamarti già due volte ma evidentemente stavi bene nel mondo dei sogni…almeno pensavi a me?” chiese lui facendo la voce sexy, facendomi scoppiare a ridere.

Ovviamente, a chi altri sennò?” risposi divertita.

Certo... nel pomeriggio andiamo da Harry a vedere un film insieme e poi mangiamo una pizza, sei dei nostri, non è vero?

E me lo chiedi anche?” contestai fingendomi offesa e lui rispose prontamente.

Fantastico! Ehm... prova a chiedere anche a Abbie se vuole venire, credo che le farà piacere.” allora io risposi “Certo Niall, le farà sicuramente piacere che ci saranno tutti quanti, ora ti lascio, così la chiamo”.

Certo, certo.” farfugliò lui “Comunque ti aspetto alle 3 a casa mia, così possiamo andare insieme da Harry”.

Ok, perfetto, a dopo.” feci io, ma prima che riuscissi a staccare la chiamata sentii nuovamente la voce di Niall che mi chiamava.

Dimmi.

Em, mandami un sms quando sai se Abbie viene o meno.”; il mio amico non era davvero capace a nascondere le sue emozioni, e la sua disarmante innocenza mi fece scoppiare in un risolino che cercai invano di trattenere, perché lui si affrettò ad aggiungere imbarazzato “Beh sì sai, serve a Harry, per sapere quante persone si fermeranno a cena.

Certo Ni…allora ci sentiamo tra poco, ti voglio bene.” gli dissi io e quando anche lui mi salutò, mi diressi in cucina dove trovai Louis con uno sguardo più che assonnato e i capelli scompigliati.

 

Buondì fratello! Fatto tardi stanotte?” gli chiesi eccitata.

Shh, non urlare! Ho la testa che mi scoppia! Promemoria per il tuo futuro: non andare al Luna Park dopo aver bevuto più del necessario.” esclamò lui poggiando la testa sulle braccia incrociate sul tavolo con fare teatrale.

Ma andiamo Lou, chi potrebbe essere così idiota da fare una cosa del genere? Magari direttamente sul calcinculo mentre tracanno una birra congelata.” osservai io scandalizzata, ma quando lo vidi sollevare lo sguardo serio alzando un sopracciglio, gli scoppiai a ridere in faccia.

Non ci posso credere! Sono più piccola di te eppure quando te ne esci con certe stronzate da bambino di 10 anni mi lasci senza parole!”.

Lui continuò a guardarmi inespressivo, quindi mi avvicinai e gli arruffai ulteriormente i capelli.

Dai, lo sai che sei il mio babbuino preferito, non ce la farei mai senza di te.” e gli lasciai un tenero bacio sulla guancia leggermente ispida per via della barba, gesto che gli concedevo assai raramente.

Anche io ti voglio bene, acidella.” rispose lui e uno splendido sorriso apparve sul suo volt.

Fantastico, ora sta iniziando a salirmi il diabete, quindi piantiamola… senti Lou, oggi pomeriggio mi trovo con i miei amici, ora vado a studiare e tra un po’ preparo una pasta per me e un brodino per te, non credo tu sia in grado di prendere altro, d’accordo?” gli chiesi mentre svuotavo la lavastoviglie per fare un po’ d’ordine in quella cucina.

D’accordo, grazie Em” rispose lui sorridendomi per poi tornarsene in camera sua con passo strascicato come quello di uno zombie.

 

*tuuu-tu-tuuu*

Hola guapaaaa!” urlò Abbie nella cornetta sfondandomi completamente un timpano.

Buongiorno Abigail. Sai, mio fratello dall'altra parte della parete non è riuscito a sentirti bene, avresti potuto alzare un po’ la voce.” le risposi ironica prima di rotolarmi sul letto e ritrovarmi a pancia in su.

Lei naturalmente per tutta risposta scoppiò a ridere, seguita a ruota da me, quella ragazza era una forza della natura!

A cosa devo questa chiamata?” mi chiese con fare lusingato.

Dopo averle spiegato ciò che mi aveva detto Niall e averle dato appuntamento a più tardi, ci salutammo, e non appena chiusi la comunicazione mi affrettai a mandare un messaggio a Niall: “Ni, puoi dire ad Harry che Abbie è dei nostri, GLI farà sicuramente piacere! ;) xx” e nemmeno un minuto dopo lessi la sua risposta, se così si poteva definire “:p xx” e sorrisi, evidentemente aveva colto la mia provocazione.

Il mio buon proposito di studiare andò definitivamente a quel paese quando accesi il portatile per controllare Facebook, per poi passare due ore su Tumblr.

 

Allora, dove vai di preciso oggi?” domandò Louis inclinando il piatto per raccogliere meglio le ultime cucchiaiate di brodo; “A casa di Harry, il migliore amico di Niall.” feci io alzandomi e iniziando a sparecchiare la tavola.

È bello che tu abbia fatto nuove amicizie, sono davvero contento... era questo ciò a cui puntavi, no?

Già” presi il grembiule di mia madre e me lo legai in vita.

Sono dei ragazzi davvero simpatici, ci andresti d’accordo; sicuramente te li farò conoscere.” aggiunsi girandomi verso di lui e facendogli l’occhiolino.

Certo.” annuì alzandosi e, quando io feci per prendere le sue stoviglie, lui mise la sua mano sulla mia fermandomi.

Lascia stare qui, ci penso io, tu vai a prepararti.” disse sorridendo e slegandomi il grembiule per poi indossarlo a sua volta; scoppiai a ridere per quando fosse buffo e, dopo averlo ringraziato, corsi in camera mia a cercare un paio di  jeans e una maglietta che non facessero a pugni tra di loro.


Cavolo, Louis doveva ubriacarsi più spesso, diventava estremamente premuroso!

 

Dopo mezz’ora passata a studiare nel dettaglio il mio guardaroba avevo quasi perso la speranza, quando per chissà quale miracolo riuscii a trovare una t-shirt bianca e azzurra che si sarebbe potuta abbinare bene con i miei jeans e le mie scarpe basse, così corsi in bagno ad  indossarla per poi truccarmi leggermente.

Proprio mentre ero concentrata al massimo per tracciare una linea simmetrica con l’eyeliner, il campanello suonò e io chiesi -urlai- a Louis di andare ad aprire ad Abbie che dopo essersi presentata a mio fratello, sfrecciò su per le scale e in men che non si dica la trovai appoggiata allo stipite della porta che picchiettava con fare teatrale il proprio indice sul polso, in modo da farmi capire che ero in ritardo come mio solito.

 

Mi diedi un’ultima sistemata ai capelli che ero stata costretta a piastrare per non sembrare un porcospino che si è appena risvegliato dal suo letargo e mi diressi al piano di sotto con Abbie al seguito che non la smetteva più di parlare.

Trovammo Louis beatamente stravaccato sul divano mentre stava guardando un episodio di Big Bang Theory ridendo come un disperato.

“Ciao Lou, noi andiamo!” gli comunicai mentre controllai di aver messo in borsa il cellulare.

D’accordo, divertitevi!” ci augurò lui staccando per un secondo gli occhi dallo schermo, per tornare ad incollarceli due secondi dopo.

 

Appena fuori di casa Abbie mi prese a braccetto ed esclamò tutta allegra “Stronzetta che non sei altro, non mi avevi detto di avere un fratello così figo!”.

Io mi fermai di colpo in mezzo al marciapiede squadrandola con occhi sbarrati “Ti prego di non dire certe cose su mio fratello o potrei vomitare”.

Lei mi provocò ulteriormente iniziando a saltellare ed esclamando “Oh sì, è terribilmente sexy!” così che io aumentai il passo tappandomi le orecchie con le mani, anche se lei non ci impiegò molto a raggiungermi.

E quegli occhi color del mare, mmm… mi ci potrei perdere!” continuò lei per poi piegarsi in due tenendosi la pancia dopo aver visto la mia faccia schifata.

A quella vista io cercai di trattenere le risate “Siamo quasi arrivate da Niall, se vuoi farti sentire da lui a sbavare ai piedi di Louis, fai pure”.

Lei smise di colpo di scherzare e mi guardò assottigliando gli occhi e parlando con voce paurosamente bassa “Emma Jane Tomlinson, non ci provare nemmeno!” e al vederla così fu il mio turno di scoppiare a ridere.

 

Quando suonammo il campanello di casa Horan avevamo ancora le lacrime agli occhi, tanto che perfino Niall vedendoci in quello stato assunse un’aria decisamente perplessa; arrivammo velocemente a casa di Harry che abitava praticamente nella via successiva e, una volta varcata la soglia del salotto notai che i ragazzi avevano già preso posto sui divani, mentre sul tavolo posto tra i due si trovavano diversi pacchetti di patatine e bottiglie di Coca Cola e Fanta.

"Eccovi finalmente! Forza ragazzi fate spazio anche per loro sui divani." ci accolse il padrone di casa per poi rivolgersi a Liam e Zayn.

Una volta accomodati, Harry prese nuovamente la parola "Vi abbiamo aspettati per decidere cosa fare nel pomeriggio e che film guardare dopo cena."

A queste parole il biondino accanto a me si sistemò meglio portando i gomiti sulle ginocchia e osservando il riccio con aria attenta "Spara le opzioni Styles!"

"Bene bene... Abbiamo Twister, Karaoke, giochi in scatola di tutti i tipi, Poker, o ci possiamo lanciare su obbligo o verità..." elencò lui con aria concentrata cercando di non tralasciare niente.

"Hai ancora quel gioco a cui avevamo giocato lo scorso capodanno, quando non eravamo 'esattamente' sobri...?" iniziò Liam con un sorrisetto divertito.

"Taboo? Certo che sì! Corro a prendere tutto l'occorrente, un attimo e sono da voi" esclamò Harry prima di precipitarsi giù per le scale.

"Come si gioca?" chiesi io che non avevo mai sentito nominare quel gioco prima d'ora.

Abbie stava per aprire bocca per spiegarmi le regole ma un prontissimo Liam la precedette.

"È molto semplice, ci si divide in due squadre e ad ogni turno un componente della squadra deve cercare di far indovinare una parola ai suoi compagni, senza però poter usare delle determinate parole. Diciamo che noi abbiamo trovato un modo per renderlo più... interessante." spiegò senza levarsi quel sorrisetto impertinente dalla faccia.

 

Quell' 'interessante' mi preoccupava non poco, e i miei cattivi presentimenti vennero confermati quando Harry fece il suo ingresso nel salotto portando in una mano la scatola del gioco e nell'altra una confezione di lattine di birra. 

Questa volta non ci fu bisogno di fare domande perché Niall ci spiegò subito molto candidamente che, chi non riuscisse a far indovinare alla propria squadra la parola assegnata, doveva bere un bicchiere di birra per punizione.

Dopo le mie inutili proteste Harry prese la parola e con la scusa di essere il padrone di casa si elesse capo della prima squadra nominando Liam capitano della seconda, ma lasciando a quest'ultimo la possibilità di scegliere per primo.

"Ok... Ci sono due ragazze, quindi io direi una per squadra, che ne pensi Hazza?" propose il castano, e dopo aver ottenuto il consenso di Harry, riprese "Io scelgo Emma".

Io cercando di non mostrarmi troppo euforica per essere stata la prima scelta di Liam gli rivolsi soltanto un sorriso aperto e mi posizionai accanto a lui.

"Perfetto, quindi Abbie vieni nella mia squadra." cominciò il riccio battendole il cinque.

"E poi scelgo Niall." proseguì dando il cinque anche al suo migliore amico.

"Ottimo, quindi Zayn con noi." concluse Liam pienamente soddisfatto.

'OTTIMO'... Ma almeno ero in squadra con Liam, me lo sarei fatta bastare, eccome!

 

La prima parola fu indovinata molto velocemente da Abbie e tutti quanti scoppiammo a ridere quando Niall la guardò stralunato senza riuscire a capacitarsi di come avesse fatto a rispondere senza esitazione.

Forza Emma, tocca a te” mi sorrise Harry facendomi pescare un cartellino, mentre potevo intravedere alla mia destra che Zayn bisbigliava qualcosa nell’orecchio di Liam e questo rispondere “ci sto”.

Cercai di non dargli troppa importanza e iniziai la mia descrizione.

Alloooora, è una cosa che si mangia… è spesso puzzolente, può avere i buchi…” notai le espressioni pensierose dei miei compagni di squadra e li incoraggiai.

Dai, è molto facile… è un prodotto di derivazione animale, i topolini ne sono golosi.

Mmm, non saprei…” cominciò Liam “forse…bistecca?” a quelle parole i componenti dell’altra squadra non riuscirono più a trattenersi ed esplosero in una sonora risata.

 

Ma stai scherzando Liam? I topolini mangiano la bistecca?? ‘Cosa gradiscono i Signori, filetto in crosta o alla griglia?’???” sbottai io in preda ad una crisi di nervi.

I miei due ‘compagni’ non sembravano particolarmente agitati, il primo ad arrendersi fu Zayn che si lasciò scivolare con la braccia all’indietro liquidando il gioco con uno svogliato “non la so”, seguito a ruota da Liam che per giustificarsi aggiunse “c’ho provato!”.

Harry mi prese rapidamente il cartellino dalle mani ed esclamò tutto contento “La parola era FORMAGGIO. Mi dispiace Emma ma i tuoi compagni di squadra non sono riusciti ad indovinare la parola dalla tua spiegazione, quindi la prima birra spetta a te.

Disgustata presi in mano il bicchiere di plastica che era stato riempito per metà con quella terribile bevanda e ne ingurgitai il contenuto in due sorsi; quando poggiai il bicchiere lì accanto non potei non notare il ghigno divertito che si scambiarono Liam e Zayn e tutto si fece più chiaro (chissà, magari la birra aveva il potere di schiarirmi le idee piuttosto che confondermele).

VOI!” additai sconcertata i due traditori.

Voi l’avete fatto apposta!” e nel dire ciò ci fu un’altra risata generale, durante la quale Harry si alzò per complimentarsi con i suoi avversari “siete dei bastardi” e detto questo diede il cinque ad entrambi.

 

Il gioco continuò senza troppi intoppi ma non riuscimmo comunque a superare l’altra squadra che aveva trovato in Abbie il suo punto forte.

Mentre stavamo ancora ridendo, il campanello suonò e Harry si alzò per ritirare le pizze e pagare il ragazzo addetto alla consegna, dopodiché depositò i due maxi-cartoni sul tappeto e tutti quanti iniziammo ad abbuffarci senza smettere di ridacchiare neanche per un momento.

 

Finita la pizza, i ragazzi prepararono il salotto per la visione del film e io ne approfittai per prendere una boccata d’aria.

Passando per la cucina, uscii sul balcone che dava allo scivolo del garage di casa Styles e mi accesi una sigaretta; era un quartiere molto calmo, se avessi abitato lì avrei passato interi pomeriggi stesa al sole semplicemente a rilassarmi e pensare un po’ in pace.

Ad un tratto uno scricchiolio dietro di me mi fece sussultare e quando mi voltai vidi Zayn che usciva dalla porta impugnando anche lui una sigaretta; vedendolo in difficoltà con il suo accendino gli porsi gentilmente il mio, lui lo accettò rivolgendomi uno sguardo quasi stupito.

Spensi il mio mozzicone nel posacenere posto sul tavolino lì accanto e feci per rientrare in casa quando sentii un flebile “Aspetta!”.

Stupita mi girai e trovai Zayn che forse per la prima volta da quando lo conoscevo mi stava guardando negli occhi senza un’espressione rabbiosa.

Feci un respiro profondo e avanzai verso di lui appoggiandomi al balcone in modo da averlo di fronte a me.

Io… io devo chiederti una cosa” iniziò lui quasi titubante.

Prese il mio silenzio come un invito ad andare avanti.

Ecco, beh, sai no,  per l’interrogazione di spagnolo… voglio dire, sappiamo tutti quanti che da solo non riuscirò mai a passarla. Ho parlato con Niall e lui mi ha detto che avrei potuto chiedere a te, tu te la cavi… cioè sei brava.” si affrettò a rimediare, per poi fare un lungo tiro dalla sigaretta, quasi come premio per essere riuscito a pronunciare quelle parole sicuramente per lui molto difficili.

Nonostante quello che mi aveva fatto passare, non potei non pensare che in quella situazione sembrasse terribilmente tenero e d’altronde cosa mi costava dargli una mano? Il nostro rapporto non avrebbe potuto far altro che migliorare e magari sanarsi, nonostante fossi ancora parecchio turbata per quello che mi aveva detto alla festa della Miller.

Va bene Zayn, ti aiuterò.” gli dissi con un leggero sorriso.

Probabilmente lui non si aspettava una risposta affermativa da parte mia e non riuscì a trattenere la gioia facendosi scappare un “GRAZIE!” più sentito del dovuto, che mi provocò un risolino divertito.

Prima che potessi andarmene, lui mi trattenne ancora una volta “Ehi Tomlinson.” disse questa volta avvicinandosi lui a me “Per quello che ti ho detto l’altra sera… beh mi dispiace, non lo pensavo veramente.” e senza aspettare una risposta, tornò in casa.

 

Quando raggiunsi gli altri nel salotto avevo ancora un’aria parecchio sorpresa dipinta in volto ma mi sentivo tuttavia soddisfatta, sembrava che le cose stessero lentamente andando al loro posto.

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

Ebbene... no! Non sono morta, contrariamente a quanto pensavate tutte quante probabilmente.

Che dire, mi sento uno schifo a non avere aggiornato questa storia per tre millenni, ma non posso neanche mentire dicendo che tra una settimana posterò il prossimo capitolo.

L'unica cosa che posso dire con assoluta sicurezza è che sono super affezionata a questa storia e che non la abbandonerò, amo scriverla e quindi non preoccupatevi di questo.

Un grande bacione 

-Anna-

 

Personaggi 

 

Emma

Louis

Abbie

Niall

Harry

Liam

Zayn

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Capitolo 9
*** Blurred Lines ***


 

BlurreLines

 

Ok now he was close

tried to domesticate ya

but you're an animal

Baby it's in your nature

Just let me liberate you

You don't need no takers

 

Blurred Lines – Robin Thicke

 

 

"Coooosa?" strillò Abigail dall'altra parte della cornetta "Ti prego dimmi che non hai accettato!".

Ero riuscita a raccontarle del mio breve incontro con Zayn solo quella domenica sera, dato che il giorno precedente non avevamo avuto occasione di stare sole senza che uno dei ragazzi fosse nei paraggi, mentre avevo passato il pomeriggio seguente ad aiutare mio fratello con le pulizie di casa prima del ritorno dei miei genitori, previsto per la sera stessa.

 

"Ehm... Senti Abs, non ti scaldare, io sono la prima a dire che con me si è comportato da vero stronzo, però mi ha chiesto scusa e ha davvero bisogno di prendere un buon voto... Non ho potuto dirgli di no." le spiegai sommessamente, pronta a subire la sua sfuriata


"Oh Emma, sei sempre troppo buona. Comunque, se te la senti davvero, credo che sia una buona occasione per cercare di costruire un rapporto di amicizia, magari." rispose invece lei sorprendendomi completamente, non mi sarei mai aspettata una reazione così comprensiva ma non potei che esserne felice, anche lei aveva capito che ci tenevo veramente a far qualcosa di carino per quel ragazzo in modo che la smettesse di comportarsi in modo così strano nei miei confronti.

 

"Grazie Abs, sei la migliore! Ora devo scappare, i miei genitori arriveranno a momenti e devo andare di sotto a controllare se Louis ha finito di 'sistemare' la cucina come solo lui sa fare. Ci vediamo domani, ti voglio bene." la salutai per poi precipitarmi giù per le scale e trovare mio fratello chino sul tavolo tutto concentrato a cercare di far andare via una macchia di ketchup ormai secca.

 Mi rimboccai le maniche e corsi ad aiutarlo, finendo giusto qualche minuto prima che la serratura della porta che dava sulle scale del seminterrato scattasse per fare entrare i miei genitori carichi di valigie e borsoni e dalle facce esauste.

 

'Monday sucks'

 

Così recitava la maglietta di Alice quella mattina; stava entrando mano nella mano con Liam dall'ingresso principale e io pensai che non potevo che trovarmi d'accordo con quell'affermazione, l'inventore del lunedì sarebbe dovuto morire fulminato, e a giudicare dall'espressione di Alice sembrava che anche per lei quella giornata fosse una condanna.

Sembrava particolarmente triste e abbattuta, ma probabilmente si trattava solo di stanchezza, anche se era strano vederla in quello stato, lei che era sempre frizzante e allegrissima.

 

Mi diressi con passo trascinato verso il mio armadietto per recuperare il libro di matematica che avevo volontariamente lasciato lì per tutto il week end, chiusi lo sportello per poco non presi un infarto quando mi ritrovai a cinque centimetri dalla faccia una sorriso a 32 denti e una testa riccioluta.

Harry ma sei pazzo? È lunedì mattina cavolo, abbi pietà di me!” gli dissi ridendo e trascinandolo con me verso l'aula di matematica.

 

 

Ormai mi ero rassegnata e ancora prima di entrare in mensa mi diressi verso i distributori automatici dove cercai qualcosa che potesse sostituire la pizza gommosa che costituiva il piatto unico del lunedì.

Avevo detto ad Abbie di aspettarmi direttamente al nostro tavolo, così presi il mio tramezzino confezionato e mi incamminai verso la mensa; Svoltato l'angolo prima del corridoio che dava alla mensa, mi ritrovai davanti Liam e Zayn che si dirigevano senza fretta nella stanza adiacente.

 

Ehy!” cercai di richiamare la loro attenzione. I due si girarono, un sorriso apparve sul volto di Liam quando si accorse che ero stata io a chiamarli mentre l'espressione del moro non sembrava altrettanto entusiasta. Un vero peccato, considerando che dovevo parlare proprio con lui.

 Ciao ragazzi. Zayn ti posso parlare un attimo?” gli chiesi guardandolo dritto negli occhi cercando di dimostrarmi sicura e decisa.

Lui ricambiò il mio sguardo come a dire 'proprio adesso, è necessario?', per poi proferire un rassegnato “certo” una volta vista la mia espressione irremovibile.

 

Senti, lo so che non spetta a me deciderlo, ma non ti sei più fatto sentire e l'interrogazione di spagnolo è venerdì. Non pensi che sia ora di cominciare a studiare?” gli domandai con una punta di autorevolezza.

 Lui mi guardò e sussurrò quasi dispiaciuto “Già, hai ragione.” lasciandomi quasi stupita.

Cambiai tono cercando di risultare meno aggressiva nei suoi confronti.

Che ne dici di iniziare oggi pomeriggio? Così vediamo a che punto sei.” feci un respirò un po' più profondo “...da me?” chiesi un po' titubante.

Lui mi guardò per un breve istante negli occhi prima di rispondere un “ok” accompagnato da un leggero cenno del capo.
 

 


*driiiin*

'Ok Emma, calmati e andrà tutto bene.'

 D'accordo, probabilmente mi stavo facendo troppe paranoie per uno stupido pomeriggio di studio, ma era più forte di me, quel ragazzo mi metteva un'agitazione incredibile.

 

Mi alzai dal divano dove ero stata sdraiata quasi mezz'ora ad aspettare Zayn che non si era dimostrato particolarmente puntuale, diedi quasi involontariamente una sbirciatina allo specchio posto accanto alla porta d'entrata e la aprii.

Quasi non mi fossi ancora abituata alla presenza di quel ragazzo accanto a me, mi ritrovai con il fiato sospeso quando me lo ritrovai a meno di un metro di distanza con quei suoi occhi marroni puntati nei miei verdi; la mia tensione si sciolse più velocemente del previsto quando lui mi rivolse un inaspettato sorriso.

 

Ciao, accomodati.” gli dissi flebilmente per poi chiudere la porta alle sue spalle.

Sistemati pure, io vado a prendere libro e quaderno. Torno subito.” gli dissi indicando il tavolo dietro al divano e incamminandomi su per le scale alla ricerca del mio zaino.

 

Quando scesi lo trovai intento ad osservare alcune delle fotografie poste sulle mensole del mobile accanto al tavolo, fotografie che ritraevano me e Louis durante le vacanze degli anni passati; mia madre aveva pensato che potesse essere un'idea carina sistemarle tutte insieme così che si potesse osservare la nostra crescita nel corso del tempo.

 

Sei pronto?” gli chiesi sedendomi e aspettando che lui facesse altrettanto mentre sembrava non essersi nemmeno accorto che io fossi entrata nella stanza.

 

Dopo quasi due ore avevamo fatto una buona panoramica di tutti i tempi verbali e avevo chiarito i dubbi di Zayn sulle costruzioni più complicate.

 

Sai Zayn, tu non sei affatto sciocco, oggi hai praticamente capito gli argomenti del compito dell'altro giorno. Secondo me semplicemente non hai mai avuto voglia di aprire il libro.” gli dissi cercando di non sembrare saccente, al contrario cercavo di incoraggiarlo, se si fosse impegnato sarebbe sicuramente riuscito bene.

 

Per tutta risposta lui scrollò le spalle e si stiracchiò un po' la schiena; “Mmm... probabile. Ora facciamo una pausa?” chiese con aria distrutta.

Certo.” risposi e quasi contemporaneamente estraemmo entrambi una sigaretta dal pacchetto, alzammo gli occhi l'uno verso l'altra e sorridemmo per quel buffo gesto simultaneo.

 

Vieni, in camera mia c'è un balcone.” e detto questo gli feci strada per le scale verso la mia stanza.

Quando entrò vidi che sorrise osservando i poster e le foto appesi alle pareti fucsia.

 

Probabilmente pensava di trovarsi nella stanza di una sottospecie di bambina troppo cresciuta, invece, prima che potessi iniziare a sentirmi un po' in imbarazzo, mi sorprese ancora una volta.

Ti piace il calcio?” chiese quasi stupefatto avvicinandosi ai poster posizionati sopra alla scrivania.

 

Sì, mio fratello è un vero patito e mi porta spesso allo stadio con lui.” dissi con un velo di imbarazzo, probabilmente quella non era una passione comune al genere di ragazze che era abituato a frequentare Zayn.

Forte. Anche io tifo lo United.” aggiunse il moro per poi rivolgermi un altro leggero sorriso, il terzo di quella giornata.

'Emma perché cavolo stai tenendo contati i sorrisi di Malik??'

 

Cercai di ignorare il mio subconscio e condussi Zayn fuori per poi accendere la mia sigaretta.

Carina la camera comunque.” disse lui prima di prendere una boccata di fumo; “Grazie.” risposi arrossendo leggermente.

 

Secondo te ce la posso fare a prendere almeno B?” mi chiese aggrottando un po' la fronte e assumendo un'espressione leggermente preoccupata.

Certo che ce la farai Zayn, e io sono qui apposta per aiutarti.” lo rassicurai subito, credevo fermamente che ci sarebbe riuscito.

 

Grazie Tomlinson, per tutto.” replicò lui sollevato.

Pensi che potrai mai chiamarmi con il mio nome?” domandai per alleggerire la situazione che si stava facendo leggermente imbarazzante.

Prima o poi, forse.” ribatté lui facendomi un occhiolino che mi fece avvampare immediatamente per poi rientrare in camera e sedersi sul letto.

 

Ehy, ma cosa pensi di fare? E spagnolo?” finsi di essere autoritaria ma in realtà stavo ridendo, era buffo vederlo su quel letto rosa.

Sono stanco, oggi abbiamo già fatto molto.” si giustificò lasciandosi cadere all'indietro e poggiando schiena e testa sul materasso.

 

Allora, facciamo una cosa: andiamo di sotto, facciamo alcune traduzioni su ciò che abbiamo visto oggi e poi basta, d'accordo?” gli proposi cercando un buon compromesso per entrambi.

Ok dai.” acconsentì lui e io gli porsi soddisfatta le mani per aiutarlo ad alzarsi.

 

 

El verano pasado fue...anzi no fui a Barcelona con mi familia y... y visitamos la Sagrada Familia juntos.” disse lui con gli occhi chiusi e un'espressione leggermente corrucciata sul viso, segno di un'evidente concentrazione.

Giusta! Questa era l'ultima, direi che per oggi può proprio bastare, non credi?” chiesi chiudendo il libro che avevo davanti, già sicura di quale sarebbe stata la sua risposta.

 

Puoi dirlo forte!” disse sfinito. “Senti io... io volevo ancora scusarmi per l'altra sera, lo so che ti ho già detto che mi dispiace, ma ci tengo che tu sappia che parlo sul serio.” aggiunse cambiando completamente argomento e fissandomi con un'espressione seria.

 

Ti ringrazio Zayn. Non posso nasconderti che ci sono rimasta molto male, però ora va davvero meglio. Grazie.” gli risposi con un lieve sorriso e arrossendo leggermente.

Io non so cosa mi sia preso, davvero, è che dopo quello che era successo ero scosso. Davvero eri l'ultima persona che mi sarei aspettato di trovare in pista a ballare in quel modo.” disse lui accompagnando l'ultima frase con un sorrisetto tra il divertito e l'imbarazzato.

 

Beh non mi conosci, ci sono molte cose che non sai di me.” conclusi io lanciandogli un'occhiata divertita e alzandomi dal tavolo dopo avergli rivolto un sorrisetto furbo.

Andai in cucina per prendere due bicchieri e versarci della Coca Cola; ripensai per un istante alla mia ultima battuta, da dove se n'era uscita?

 Un rumore di passi alle mie spalle mi interruppe bruscamente dai miei pensieri.

Sai Tomlinson... ...EMMA, non sei proprio come ti avevo immaginato. Sei forte.” lo sentii calare leggermente il tono sull'ultima affermazione, quasi gli fosse costato dello sforzo ammetterlo.

 

Mi girai verso di lui e, senza preoccuparmi di nascondere un sorriso soddisfatto, gli porsi il suo bicchiere. “Anche tu non sei così male.

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

ecco qui il nuovo capitolo. Spero tanto che vi possa piacere e spero di ricevere i vostri pareri nell'angolo delle recensioni ♥

Un grande bacione 

-Anna-

PS. ho inserito un nuovo elemento che sono queste grechine che segnalano gli stacchi temporali, mi sembrava che potessero essere utili per non perdersi durante la lettura, che ne pensate?

 

Personaggi 

 

Emma

Zayn

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Capitolo 10
*** Lo strano percorso ***


 

Lo Strano Percorso 

 

 

C'è un tempo per i baci sperati, desiderati

tra i banchi della prima B

occhiali grandi, sempre gli stessi, un po' troppo spessi

per piacere ad una così

nell'ora di lettere

guardandola riflettere

sulle domande tranello della prof

non cascarci amore no

 

Lo strano percorso – 883

 

 

Proprio nel bel mezzo dell'appassionata spiegazione della Pierce su come Napoleone avesse espanso il suo impero in lungo e in largo, la campanella suonò tra i vari sospiri di sollievo degli alunni che stavano solo aspettando che anche quel venerdì di ottobre giungesse al termine.

 

Io fui tra i primi a lasciare la classe, dopo aver raccattato le mie cose e averle cacciate alla rinfusa nella borsa, mi precipitai in mensa.

Di lì a due ore ci sarebbe stata la fatidica interrogazione di spagnolo e volevo assicurarmi che Zayn fosse tranquillo.

 

Dopo il pomeriggio a casa mia, il nostro rapporto era migliorato a dir poco e così anche il suo spagnolo, infatti era stato necessario soltanto un breve ripasso giovedì al termine delle lezioni, durante il quale buona parte del tempo era trascorso con Zayn che imitava il professor Wesley e con me che ridevo per la sua bravura.

 

"Ciao a tutti!" dissi sorridente sedendomi al tavolo tra Abbie e Liam; di fronte a me sedeva il moro con un'espressione assente e lo sguardo perso nel nulla.

"Siete pronti per fare il culo a Wesley?" chiese Harry prima di dare un morso al panino con la cotoletta che aveva tra le mani.

"Prontissimi, vero Zayn?" risposi al ricciolo e cercai conferma di ciò anche nel ragazzo seduto avanti a me che continuava a non dare segno della sua presenza tra di noi.

 

"Zayn?" lo scosse lievemente Niall che stava accanto a lui e quello finalmente si riprese e mi guardò sbattendo un paio di volte gli occhi. "S-scusate, sono un po' teso. Non ho fame." disse infine e si alzò dal tavolo tra gli sguardi dubbiosi di tutti.

"Vado a vedere che gli prende." disse Liam un po' preoccupato e fece per alzarsi, ma io fui più svelta e gli poggiai una mano sul braccio per fermarlo.

 

"È soltanto agitato per l'interrogazione, lascia che ci parli io." gli dissi con un sorriso per rassicurarlo e fargli capire che sapevo cosa stessi dicendo, per poi incamminarmi alla ricerca del moro, anche se ero quasi certa di sapere dove si trovasse. Prima che potessi sparire dalla vista dei miei amici, riuscii a distinguere la voce profonda di Harry commentare "Non vi sembra strano? Quei due fino a una settimana fa non si potevano vedere!"

 

La mia teoria trovò conferma quando vidi Zayn appostato al muretto posto all'ombra del grande albero al lato del cortile della scuola; stava lì appoggiato, la sigaretta che si consumava lentamente tra le dita e sul suo volto ancora una volta quell'espressione assente.

Mi avvicinai a lui e gli appoggiai una mano sulla spalla.

 

"Ehy" sussurrai e lui si girò verso di me rivolgendomi un sorriso insicuro.

"Mi sento un'idiota." ammise, fingendo di osservare il mozzicone tra le sue dita.

"È normale essere in tensione, c'è in ballo la gita, il voto del compito e tutto. Nessuno crede che tu sia un'idiota." gli assicurai, e lui mi rivolse uno dei suoi sorrisi più belli.

Non uno di quelli per cui era conosciuto, quei sorrisi spavaldi e irriverenti che avevano conquistato decine di ragazze, ma uno di quelli veri che mostravano la sua celata fragilità e che erano in grado di scioglierti il cuore.

 

 

Entrai come al solito in anticipo nell'aula di spagnolo e andai a sedermi al mio posto in fondo alla classe; quel giorno aleggiava un'aria di spensieratezza dato che si sarebbe passata l'ora a non far niente mentre il professore avrebbe interrogato, ma ovviamente per me e per Zayn non sarebbe stata una passeggiata del genere.

 

A proposito, dove si era cacciato quel ragazzo? Sulla soglia apparve la figura del signor Wesley, e prima che questo potesse chiudersi la porta alle spalle, un'altra figura, più slanciata e dotata di un folto ciuffo di capelli scurissimi, sgusciò all'interno dell'aula.

 

Zayn prese posto al mio fianco e mano a mano che il momento dell'interrogazione si avvicinava, un'espressione preoccupata si faceva largo sul suo viso.

"Siete tutti pregati di fare silenzio e non disturbare, mentre la signorina Tomlinson può avvicinare la sua sedia alla cattedra e accomodarsi." disse il professore senza alzare lo sguardo dal registro che stava compilando.

 

"Vai Emma, stendilo." udii flebilmente alle mie spalle una volta che mi fui alzata e stavo per trascinare la sedia dall'altra parte dell'aula.

Mi girai e incontrai lo sguardo del moro e ricambiai il suo augurio con un "contaci Zeta" e un occhiolino.

 

'Zeta? Ma che razza di nomignolo di cattivo gusto sarebbe?' la mia mente ebbe il tempo di formulare soltanto questo perché un istante dopo era totalmente concentrata sul signor Wesley e sulla promessa che avevo appena fatto a Zayn.

 

Venticinque minuti e una serie di domande estremamente semplici più tardi, me ne stavo tornando al mio banco con una bella A+ rossa che spiccava sull'angolo destro del mio compito.

"Se il signor Malik ci vuole fare la cortesia..." disse Wesley con quel tono saccente che solo il giorno prima Zayn era riuscito a riprodurre in modo impeccabile.

 

"Ehy guardami." gli dissi prima che potesse alzarsi, lui incatenò il suo sguardo color cioccolato al mio.

"Tranquillo, le cose le sai e andrà tutto bene. Qualunque cosa succeda non farti prendere dalla rabbia e non dire o fare niente di cui ti potresti pentire, ok?" sussurrai senza mai distogliere i miei occhi dai suoi.

"Ok" rispose semplicemente lui; posai delicatamente la mia mano sulla sua e con un ultimo sorriso gli augurai buona fortuna.

 

Ero troppo lontano dalla cattedra per riuscire a seguire l'interrogazione, ma per tutto il tempo rimasi con le dita incrociate; il suono della campanella mi colse di sorpresa e mentre la classe andava svuotandosi io cercavo di interpretare le battute che si stavano scambiando Zayn e il proferssore a interrogazione conclusa.

 

Vidi il signor Wesley uscire dall'aula prima che il moro potesse tornare a posto così fui io a precipitarmi da lui per conoscere l'esito.

"Allora?" domandai semplicemente con il cuore a mille.

Lui si girò con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta. 'Come può essere bello anche con l'espressione di un pesce lesso? ...Emma riprenditi cavolo!'

 

"A-. Ho preso A-" rispose lui dopo qualche istante risvegliandomi dai miei pensieri.

"Lo sapevo che ci saresti riuscito. Zayn andremo a Manchester!" quasi urlai per la felicità, e in men che non si dica mi ritrovai stretta tra le sue braccia.

Fu questione di secondi, ma appoggiando la mia testa sulla sua spalla sentii il profumo dei suoi capelli mischiato alla fragranza di One Million.

 

Dopo poco sciolse l'abbraccio e mi guardò con aria imbarazzata grattandosi la testa "Ehm scusa, è stata la foga del momento." e per tutta risposta io scoppiai a ridere e lo trascinai fuori dalla stanza.

"Dobbiamo festeggiare. Andiamo con gli altri a bere qualcosa?" proposi mentre varcavamo la porta della scuola diretti verso il gruppetto che ci aspettava accanto al cancello.

 

"Vamosss!" disse lui per poi correre -letteralmente- a dare la buona notizia agli altri e dopo cinque minuti mi ritrovavo in sella al motorino dietro a Niall mentre i ragazzi e Abbie erano saliti in macchina con Liam tutti diretti nel bar dove loro si ritrovavano spesso.

 

Il posto non era niente male, l'arredamento moderno lo rendeva un ambiente adatto a una clientela particolarmente giovane infatti oltre a noi quel pomeriggio si trovavano altri gruppi di ragazzi poco più grandi della nostra età.

Quasi tutti finimmo per ordinare un gelato, soltanto Zayn si concesse una sottospecie di cocktail perché secondo lui "Non puoi festeggiare senza un po' d'alcool".

 

"Allora, al nostro viaggio al Manchester!" disse Liam alzando la sua coppa di gelato come per proporre un brindisi e tutti noi lo imitammo sorridenti, 'brindarono' anche Harry ed Abbie nonostante non sarebbero venuti con noi.

Dopo una quasi due ore passate a chiacchierare, fu ora per tutti di tornare a casa, così ci separammo dandoci appuntamento alla sera seguente per organizzare qualcosa.

 

 

"Allora tesoro, come è andata l'interrogazione?" chiese mio padre prima di portarsi alla bocca una forchettata degli spaghetti al ragù che mia madre aveva preparato quella sera.

"Bene papà, mi ha confermato il voto del compito." risposi con una punta di orgoglio.

 

"E il ragazzo che hai aiutato? A lui come è andata?" domandò stavolta mia madre una volta finito di servire gli altri e accomodandosi finalmente a sedere.

"A-, era felicissimo, mi avrà ringraziato un centinaio di volte nel corso della giornata." dissi sorridendo pensando al comportamento di Zayn durante quel pomeriggio.

 

"Quando pensi di presentarcelo?" ancora mia madre.

"Mamma non siamo mica fidanzati, perché dovrei?" esclamai io con un'espressione stupita che si trasformò in sconcertata nel vedere che sul suo viso era spuntato una specie di sorriso furbetto.

 

Prima che potessi riuscire a chiederle se si fosse bevuta il cervello o da dove avesse tirato fuori quest'idea, Louis mi precedette.

"Mamma ma che dici, a Emma non piace Zayn, fino a qualche giorno fa facevano fatica a parlarsi insieme, dico bene Em?" e io gli feci un cenno di assenso con il capo.

"Ecco... quello che le piace si chiama Liam!" affermò inaspettatamente prima che potessi fermarlo.

"Louis! Ma che cazz..." "Chi è Liam? Non te l'avevo mai sentito nominare." fantastico, ora era il turno di mio padre di fare la parte del genitore iper protettivo.

"Un amico papà, niente più." cercai di tagliare corto io, ma a quel che sembrava, mio fratello non aveva ancora finito di divertirsi.

 "Che è fidanzato." biascicò ancora Louis con la bocca piena di pasta.

"Posso sapere come cavolo fai tu a sapere tutte queste cose?" sbraitai con gli occhi che minacciavano di uscirmi dalle orbite e con le guance in fiamme.

"Le pareti della tua camera non sono poi così spesse." si giustificò lui facendo spallucce e riprendendo a mangiare come se niente fosse dopo avermi messo in imbarazzo davanti ai nostri genitori.

 "Questa me la paghi." gli sussurrai cercando di non farmi sentire dai miei e cercando di assumere un tono minaccioso, mentre lui mi rivolse una linguaccia come risposta.

 

 

Mi sdraiai sul mio letto cercando di far sbollire la rabbia anche se, conoscendo i miei genitori, sarebbe potuta andare molto peggio.

Mi stupii del fatto che non avessero fatto commenti dopo l'ultimo intervento di Loui, avevo forse colpa io di essermi persa in un paio di occhi color caramello? 'al cuor non si comanda', così aveva detto Abbie e io non potevo far altro se non darle ragione.

Probabilmente avrei dovuto smettere di pensare a lui, ma anche solo nel formulare quel pensiero mi rendevo conto di quanto ciò non sarebbe stato possibile.

Cosa ci puoi fare quando una persona ti entra in profondità, sotto pelle? Prima di allora non avevo mai creduto nel colpo di fulmine, ma quel ragazzo mi aveva praticamente conquistata soltanto con uno sguardo e un sorriso dolcissimi, e quella era la prova tangibile che l'amore a prima vista esiste davvero.

 

 

 

Mi svegliai di soprassalto nella stanza buia; mi guardai intorno e capii di essermi addormentata mentre ero ancora stesa sul letto a pensare.

Mi stavo sfilando i jeans per indossare il pigiama quando mi bloccai di colpo con un'immagine stampata nella mia mente. Mi ero addormentata per circa mezz'ora e stavo iniziando a ricordare quello che avevo appena sognato.

 

Mi trovavo nel mio salotto, stavo guardando la televisione quando ad un tratto vidi una figura ferma sulla soglia della porta d'ingresso; mano a mano che si avvicinava riuscivo a distinguere sempre più dettagli e quando mi fu di fronte potei essere certa di chi mi stesse fissando incessantemente.

Liam mi porse una mano per farmi alzare e quando mi trovai a pochi centimetri da lui, spostò il suo sguardo insolitamente duro e quali minaccioso sulle mie labbra e inaspettatamente posò le sue sulle mie. Non si trattava di un bacio delicato, bensì irruento, come se fosse stato a lungo desiderato e dopo tanto tempo fosse finalmente arrivato.

 

Dopo quello che parve un solo attimo, lui si staccò da me e ci ritrovammo nel buio più totale; lo sentii accarezzarmi una guancia dolcemente, per poi sussurrare con tono supplichevole “Perchè mi fai questo? 

Dopo quelle poche parole lo sentii allontanarsi, cercai di rincorrerlo ma non riuscii a raggiungerlo, così accesi l'interruttore che trovai accanto a me; la sua figura era lontana e sfocata e l'unica cosa che riuscii a distinguere prima che mi desse la schiena, fu un paio di occhi dall'inconfondibile color cioccolato che sapevo per certo non appartenere a Liam Payne.

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :)

Here I am again! Che ve ne pare di questo nuovo capitolo, della relazione di Emma e Zayn e del sogno?

Su su, fatevi sentire che muoio dalla voglia di sapere cosa ne pensate

Un grande bacione 

-Anna-

Attenzione

Il prossimo capitolo verrà caricato quando questo raggiungerà le 15 recensioni.

 

Personaggi 

 

Emma

Zayn

Liam

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