Stand by me

di bic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli scampoli della battaglia ***
Capitolo 2: *** Da dove ricominciare ***
Capitolo 3: *** Progetti ***
Capitolo 4: *** Consigli ***
Capitolo 5: *** Le strade si dividono ***
Capitolo 6: *** Una notte di mezza estate ***
Capitolo 7: *** All you need is love ***
Capitolo 8: *** Stand By me ***
Capitolo 9: *** Buon Compleanno ***
Capitolo 10: *** Ritorno alla Tana ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Come trovare le parole ***
Capitolo 13: *** Una nuova compagna ***
Capitolo 14: *** Festa con sorpresa ***
Capitolo 15: *** Incontro con Minerva ***
Capitolo 16: *** Casa Granger ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Gli scampoli della battaglia ***


Capitolo 1

 

Gli scampoli della battaglia

 

Aveva bisogno di riposare, ma nella sua mente si affollavano troppi pensieri.

Scese nei sotterranei dove una volta aveva preso lezioni di Occlumanzia da Piton. Entrò nell’ufficio del professore di pozioni. Lumacorno lo aveva reso più confortevole, tuttavia gli appariva ancora freddo ed umido. Si recò alla vetrinetta in fondo alla stanza e prelevò un boccettino. Si voltò di scatto quasi percependo lo sguardo indagatore di Piton alle sue spalle, per un istante desiderò incontrarlo per poterlo ringraziare.

Bevve poche gocce di quel liquido non appena giunto nel suo dormitorio, sul suo vecchio letto, lo stesso in cui aveva dormito per sei anni. Cadde in un sonno ristoratore e senza sogni che già una volta quella pozione gli aveva garantito.

Si svegliò nel tardo pomeriggio, aveva dormito più di quanto avesse voluto, sarebbe passato a salutare gli altri  e poi si sarebbe recato dalla madre di Tonks. Aveva deciso di cominciare da lì per costruire il proprio futuro.

Scese nella sala comune e vi trovò alcuni membri dell’Ordine che stavano discutendo del lavoro da svolgere al ministero. In un angolo, solo, sedeva Gorge, lo sguardo vuoto, pietrificato, gli occhi privi di lacrime, si avvicinò e gli toccò una spalla, nessuna reazione.

Si sedette accanto a lui e si rese conto di non avere nulla da dire. Stettero lì, in silenzio per un tempo interminabile poi Harry gli disse:- Ora basta, è inutile che ti incolpi per essere sopravvissuto, Fred ti prenderebbe a calci nei denti se ti vedesse ridotto in questo stato.

Gorge sollevò lo sguardo, sentire il nome del fratello lo aveva scosso, come percorso da un brivido: -Sta zitto, tu non puoi capire- sibilò

- Hai ragione, io non posso capire, non ho più i miei genitori, non ho più un padrino, non ho nessuno a parte me stesso ed i miei amici – Rispose in tono asciutto.

Gorge si riscosse:- Scusami, non volevo…

- Non mi servono le tue scuse, volevo bene a tuo fratello quanto ne voglio a te e sai anche tu che se ti vedesse così ti strangolerebbe con le sue mani. Ora ho bisogno che qualcuno mi accompagni in un posto e penso che tu sia l’unico che possa farlo.

Gorge lo guardò attentamente.

- Credo che tu sappia che io sono il padrino di Teddy Lupin- riprese Harry – ed intendo occuparmi di lui il meglio possibile, ma non posso piombare a casa di una povera vedova che ha appena perso la sua unica figlia da solo e di punto in bianco.

George annuì. – Se sei d’accordo partiamo fra una mezz’ora, il tempo di avvertire Ron ed Hermione, nel frattempo tu va da tua madre, dille dove andiamo e di non preoccuparsi per noi.

George si alzò come un automa e si recò verso la cripta dove avevano deposto il corpo del suo gemello insieme a quelli di tutti coloro che erano caduti nella battaglia finale. Sua madre era lì , era stata lì tutto il giorno a vegliare sul suo ragazzo, a dirgli addio, sperando di sentirgli fare una battuta da un momento all’altro, come se quello non fosse altro che un macabro scherzo.  

 

Harry uscì dall’edificio, non ne aveva la certezza, ma intuiva che Ron ed Hermione erano insieme, da qualche parte, nel parco. Li trovò seduti sotto un grande albero lo stesso sotto al quale negli anni passati si erano trovati spesso cercando di tenere il passo di Hermione durante i massacranti ripassi pre-esame.

Per una volta non battibeccavano, anzi a qualche passo di distanza sembravano il ritratto della pace: Hermione con la schiena appoggiata al tronco dell’albero accarezzava distrattamente i capelli di Ron che aveva la testa appoggiata sulle sue gambe.

Avvicinandosi vide che avevano entrambi gli occhi chiusi e notò che le guance di Ron erano ancora rigate di lacrime. Poggiò una mano sulla spalla di Hermione che aprì gli occhi. – Non svegliarlo, per favore, è distrutto, si è appena addormentato e credo che abbia pianto tutte le sue lacrime.

Harry lo guardò, così abbandonato e fu attraversato da un moto di tenerezza. Sembrava così sereno, fra le braccia della sua Hermione.

- Devo fare una cosa, ci rivediamo più tardi, prima che sia notte, comunque.

Hermione sussultò e Ron si mosse appena nel sonno cercando la sua mano.

- I Mangiamorte ed i suoi sostenitori ancora in libertà sono tantissimi, ci vorranno settimane prima che le strade tornino ad essere sicure, non andartene in giro da solo, potrebbe essere pericoloso. Gli sussurrò Hermione cercando di non svegliare Ron.

-   Non sono solo – rispose Harry – George verrà con me, ho paura che se non lo porto via di qui ora diventi un catatonico cronico.

-   D’ accordo, vai, ma siate prudenti, mi raccomando.

-   Non mi hai nemmeno chiesto dove sto andando.

-   Stai andando dall’unica persona che oggi ha perso più di tutti noi: Teddy.

Harry sorrise, sapeva che ci avrebbe pensato lei ad avvertire Ron e Ginny.

 

Tornò alla sala grande, George stava in piedi appoggiato ad una piglia con lo sguardo assorto, ma non più assente.

- Dobbiamo andare ad Hogsmade per smaterializzarci. Disse a Harry. Silenziosamente si diressero verso la statua della strega orba, percorsero il cunicolo fino ad arrivare a Mielandia, si smaterializzarono direttamente nella cantina poiché avrebbe destato qualche sospetto veder uscire due individui da un negozio chiuso.

Si trovarono nel giardino della casa della signora Tonks.

 

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Capitolo 2
*** Da dove ricominciare ***


Prima di cominciare con il capitolo vero e proprio un paio di informazioni: non amando particolarmente i pairing ooc le due storie d’amore che si svilupperanno in questa storia sono Harry/Ginny e Ron/Hermione la seconda coppia ha un briciolo più di attenzione della prima, ma non vi preoccupate anche Harry e Ginny avranno i loro momenti. Ci sarà un accenno ad un’altra coppia totalmente OOc, ma non ha grande importanza per la trama.

 

Ora, fatte le premesse i dovuti ringraziamenti:

ariel_potter 

spero di non deludere le tue aspettative (come ho detto prima ci sarà tempo anche per Harry e Ginny, ma ci vuole ancora qualche capitolo di pazienza)

marco121184

Hai ragione, George aveva bisogno di cambiare aria e questa uscita gli servirà parecchio a riprendere contatto con la realtà

Lyan

Dato che la storia è già stata tutta scritta la aggiornerò abbastanza velocemente, grazie per averla messa fra i preferiti.

ale90

Questo capitolo e il prossimo sono ancora un po’ tristi, ma vedrai che poi le cose saranno meno deprimenti anche se più complicate…

lily_94

Non ti preoccupare, Harry e Ginny avranno il loro momento, ma non ancora adesso, prima bisogna accogliere e comprendere il dolore…

 

E a tutti coloro che vorranno continuare, buona lettura.

 

Capitolo 2

 

Da dove ricominciare

 

Andromeda aprì la porta, il volto pallido, austero, così simile a quello della sorella era contratto dal dolore, guardò Harry negli occhi e lui non seppe cosa dire, era giunto lì senza sapere bene quali fossero ora i suoi doveri nei confronti di Teddy e di Andromeda visto che Lupin e Tonks erano morti.

Abbassò lo sguardo e prima che se ne rendesse conto Andromeda lo aveva stretto in un abbraccio molto simile a quelli della signora Weasley, sentì che le sue lacrime gli bagnavano la maglietta e ricambiò l’abbraccio di quella donna sola e triste.

- Grazie di essere venuto, ragazzo, vieni.

Asciugandosi le lacrime fece accomodare i due in salotto. Harry vide sulla destra una culla di vimini, ma si trattenne dal muoversi in quella direzione temendo di essere invadente.

- Avvicinati – disse Andromeda – è il tuo figlioccio, prendilo pure…

Harry non aveva mai visto un bambino così piccolo e non aveva idea di come si prendesse senza fargli male, Andromeda capì immediatamente, si avvicinò alla culla, prese il bambino e poi quando Harry si fu seduto glielo mise in braccio.

Era avvolto in una morbida copertina azzurra da cui spuntava solo un faccino a forma di cuore, lo stesso di Tonks, sormontato da un ciuffetto di capelli  che variavano dal blu elettrico al viola. Gli occhi, però erano gli stessi del suo vecchio professore, dolci e tristi allo stesso tempo. Harry era talmente assorto dal bambino che non si accorse che George ed Andromeda lo stavano guardando perplessi. Poi sentì una sonora risata e si voltò di scatto, Gorge aveva la pancia in mano e stava ridendo a crepapelle: - Harry, tu non hai mai visto un bambino, vero? Ed immagino che tu non lo abbia mai nemmeno tenuto in braccio, sei duro come un manichino, guarda che se si accorge che hai paura si mette a piangere!

Harry, terrorizzato dall’ipotesi e vedendo che Teddy iniziava a fare delle strane smorfie lo porse velocemente ad Andromeda scatenando di nuovo l’ilarità di Gorge, che questa volta contagiò anche la donna la quale riuscì ad accennare un breve sorriso.

Appena Teddy fu di nuovo al sicuro fra le braccia della nonna Harry guardò George e gli chiese:- Com’è che sei così esperto di bambini?

Il ragazzo diventò rosso fino alla punta dei capelli poi disse:- Ti ricordi quella ragazza Babbanba del villaggio vicino alla tana? – Quella che trovava i tuoi giochi di carte davvero magici? – chiese ironicamente Harry – – rispose George – anche lei ha un sacco di fratelli ed abbiamo badato spesso insieme al più piccolo, l’inverno scorso, così mi sono fatto una certa cultura…

Il ragazzo aveva terminato la frase con un lieve sorriso ripensando a quella ragazza.

Andromeda rimise Teddy nella culla visto che si era riaddormentato, poi rivolse uno sguardo penetrante ad Harry. Il ragazzo cominciò: - Io sono il suo padrino- disse rivolgendo lo sguardo verso la culla - e mi chiedo cosa devo fare per occuparmi di lui al meglio.

Andromeda lo guardò penetrante, poi gli disse: - Sei un bravo ragazzo, Harry Potter e so che sarai un ottimo padrino, ma ora questo bambino ha bisogno di qualcuno che si occupi di lui costantemente, giorno e notte, ti garantisco che non ci si può improvvisare genitori da un giorno all’altro, so che è merito tuo se Remus non ha abbandonato Dora quando è rimasta incinta, so che anche tu hai perso i tuoi genitori quando eri molto piccolo, ma ora Teddy ha bisogno di me ed io di lui.

Concluse la donna con un sospiro.

Harry sorrise:- Sono sicuro che lei si occuperà di lui meglio di chiunque altro e sicuramente meglio di quanto potrei fare io, desidero comunque far parte della sua vita ed aiutarlo nelle difficoltà, vorrei essere per lui un punto di riferimento, un amico…- proprio come Sirius è stato per me pensò senza terminare la frase.   

Notando che gli occhi di Harry si erano velati di tristezza Andromeda posò una mano sopra la sua e disse dolcemente: - Perché non cominci venendo a trovarci ogni tanto, tu ed i tuoi amici sarete sempre i benvenuti in questa casa … sai, è molto silenzioso, qui senza Ted e Dora e senza i loro continui battibecchi con Remus… - trasse un profondo sospiro poi, quasi a bruciapelo chiese – Hanno sofferto?

-No! – rispose risoluto Harry sapendo di non mentire. George lo guardò con interesse ed Harry riprese: - Nessuno di loro ha sofferto.

Il suo amico si afflosciò sulla poltrona con la testa fra le mani, ma prima che potesse farsi di nuovo cogliere dallo sconforto Harry prese in mano la situazione e disse: - Credo che sia ora di andare. Suppongo che anche lei verrà con noi e credo che per Teddy sia meglio che utilizziamo la Metropolvere.

Andromeda prese il bambino dalla culla, lo avvolse accuratamente nella sua copertina azzurra e gli coprì il viso con il suo mantello, poi prese una manciata di polvere volante ed entrando nel camino pronunciò con voce sicura :- Hagwarts!

I due ragazzi la seguirono.    

 

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Capitolo 3
*** Progetti ***


Capitolo 3

 

Ringrazio tutti coloro che hanno letto fin qui e che hanno scelto di proseguire con i prossimi capitoli,

Messaggio per

 

Lily_94:

è possibile che tu abbia già letto questa storia perché l’ho già pubblicata su un altro sito di FF per scoprire cosa accade a Harry e Ginny dovrai ancora attendere quattro capitoli, ma nel frattempo ci sarà l’interludio fra Ron e Hermione.

 

 

 

Progetti …

 

Arrivarono nel camino della sala grande che era già stata allestita per la cena. Dalle grandi vetrate filtravano gli ultimi raggi di sole, stava finalmente tramontando quella lunga giornata.

Arthur Weasley si avvicinò al camino mentre Harry, George ed Andromeda ne uscivano tossicchiando. Teddy sembrava non aver risentito affatto del viaggio, visto che stava ancora beatamente ronfando fra le braccia della nonna.

Il parde di Ron si avvicinò ad Harry :- Permetti una parola?

Il ragazzo lo osservò, i capelli radi erano spettinati, le spalle ingobbite, gli occhi rossi sembrava improvvisamente molto invecchiato, appariva come se dal suo volto tirato fosse stata cancellata tutta la giovialità di un tempo.

-Harry, ho bisogno che tu vada nella cripta, cerca di staccare Molly dalla salma di Fred, ho paura che impazzisca, se continua così, abbiamo provato tutti a parlarle, ma non ha dato retta a nessuno, puoi provarci tu per favore?

Gli occhi supplichevoli del signor Weasley toccarono profondamente Harry che gli strinse il braccio e si avviò verso la cripta seguito da Andromeda.

Harry si avvicinò a Molly che era seduta come impietrita accanto al feretro di Fred. La cripta era stata magicamente ampliata e tutte le salme che vi erano state ricoverate erano attorniate da parenti ed amici che mostravano un profondo, ma composto dolore.

-Signora Weasly – cominciò Harry, ma non ottenne risposta

- Molly…- provò di nuovo sentendosi un po’ a disagio.

Ancora nessuna risposta.

Harry giocò la sua ultima carta, senza neppure sapere perché o come dalle labbra gli sfuggì una parola che non aveva mai pronunciato ad anima viva: - Mamma..-

Molly si scosse e vedendoselo di fronte in ginocchio, che tentava di catturare il suo sguardo lo abbracciò. Harry ricordò un abbraccio simile, una notte di tre anni prima e come allora tutta la definitività della morte lo colse e cominciò a piangere fra le braccia della donna. Quando si sciolse dall’abbraccio aveva ormai gli occhi asciutti e le disse: - Credo che Teddy starebbe meglio in sala grande, potrebbe, per favore portarlo di sopra?

Andromeda infatti si era avvicinata alla salma della figlia e, come se avesse percepito la presenza della sua mamma e del suo papà il piccolo Teddy aveva cominciato ad agitarsi, Andromeda lo avvicinò a Tonks e lui la sfiorò con la manina, poi fece la stessa cosa con Remus, poi si afflosciò su una sedia con il bambino in braccio che muoveva le manine in direzione dei genitori.

A quel punto Molly si riscosse, diede un rapido bacio sulla fronte di Harry, fece un ultima carezza a Fred e poi andò a prendere Teddy per condurlo nella Sala Grande.

Harry, vedendo Teddy in buone mani si allontanò, senza sapere perché si diresse nell’ufficio del preside. Pensò che Silente sarebbe stato l’unico in grado di dargli un buon consiglio, ma chissà se sarebbe riuscito a svegliarlo.

Disse la parola d’ordine:- Silente. -  Ed il gargoile di pietra si spostò.

Salì la stretta scala a chiocciola che conduceva nello studio e vi trovò la professoressa Mc Grannit che aveva momentaneamente assunto la carica di Preside di Hagwarts.

Per nulla stupito si lasciò cadere nella sedia che aveva occupato la notte in cui aveva visto morire Cedric, ma allora accanto a lui c’era Sirius. Anche durante le lezioni sulla vita di Tom Ridde si era seduto su quella sedia, ma era con il Professor Silente, ora, invece, era solo.

La professoressa Mc Grannit lo guardò con i suoi soliti occhi penetranti, i presidi nei ritratti sembravano profondamente addormentati, Harry fissò il suo sguardo in quello della professoressa, poi fu lei la prima ad abbassare gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime.

Harry per pudore si voltò verso la finestra da cui si vedevano il parco, la casa di Hagrid, il lago e la foresta.

La Professoressa, riacquistando il suo proverbiale aplomb si schiarì la voce e disse: - Allora, signor Potter, cosa ti porta quassù?-

Harry la fissò poi sospirando chiese: - Cosa devo fare? - Si sentiva un bambino eppure quella domanda gli rimbalzava nella mente da quando si era svegliato, aveva cercato di risolvere la situazione dandosi dei piccoli obiettivi a breve scadenza, ma ora aveva bisogno di un consiglio. Per un anno intero si era distaccato dal mondo convinto che difficilmente avrebbe potuto fare ritorno ad una vita normale, aveva vissuto tutto sommato alla giornata senza fare progetti a lungo termine ed ora che aveva tutta una vita davanti non aveva idea di cosa fare, da quale punto cominciare.

La McGrannit sorrise e disse: - Prendi un biscotto Harry.

Harry rimase un attimo interdetto, poi accettò.

La professoressa continuò: - Il professor Silente era solito dire “quando non si sa da dove cominciare è una buona idea tornare sui propri passi…”

Harry rimase interdetto: - Sì, ma ancora non capisco…

- Lasciami finire, Potter – aggiunse la McGrannit con il suo solito tono che non ammetteva repliche.

- Ricordi quando al quinto anno hai scelto le materie per il MAGO? Ricordi cosa ti dissi di fronte a quella … Umbridge?

- Sì, mi diceste che mi avreste aiutato a diventare un Auror anche se fosse stata l’ultima cosa che avreste fatto.- Rispose Harry sorridendo ed arrossendo leggermente ripensando a quel colloquio.

- , sono ancora dello stesso avviso, saresti un ottimo Auror.

- Ma come faccio, ho perso un anno, l’anno dei MAGO, se non si conclude la propria istruzione di base non si può accedere all’accademia  degli Auror.

- A tutto c’è rimedio – sorrise la McGrannit – credo che nessuno avrà da ridire se ci saranno degli studenti un po’ più grandi il prossimi anno e, benché non possiate più vivere ad Hogwarts, suppongo che non avrete problemi a trovare una sistemazione ad Hogsmade. Frequenterete le lezioni, potrete usufruire della biblioteca e se lo vorrete mangiare nella Sala Grande con gli altri appartenenti alla vostra casa. Come vede, Signor Potter ho già previsto tutto.

- Lo vedo, c’è solo una cosa che non capisco, perché parla al plurale?

- Credi davvero che la Signorina Granger avrebbe accettato così serenamente di interrompere gli studi? L’estate scorsa, vista la piega che stava prendendo la situazione avevamo avuto un colloquio informale e mi aveva chiesto se c’era la possibilità di recuperare un anno scolastico perduto.

Durante quest’anno ho fatto pressioni su Lumacorno anche in modo subdolo, se devo essere sincera, affinché utilizzasse i suoi contatti al ministero per far approvare una piccola norma che consente agli studenti che abbiano scelto di prendersi un diciamo “anno sabbatico” di riprendere gli studi l’anno seguente.

- Hermione… lo dovevo immaginare. - Sorrise Harry 

Harry guardò la sua professoressa con affetto e per la prima volta non la vide severa ed austera, bensì stanca e fragile. Senza neppure sapere come le si avvicinò e la abbracciò. La McGrannit dapprima si irrigidì, poi si sciolse e gli restituì un caldo abbraccio. Dopo un attimo si scostò e, ancora tenendogli le mani appoggiate sulle braccia lo osservò dicendo: - Ma dove è finito il ragazzino che alla sua prima lezione di volo ha fatto una picchiata ed una virata sensazionali per recuperare la ricordella di un amico?

Senza sapere cosa rispondere Harry disse semplicemente:- Sono qui, sono sempre io…

- No, ragazzo, non sei più quel bambino, ora sei cresciuto e sono fiera dell’uomo che sei diventato: certo, dovremo lavorare ancora un po’ sul rispetto delle regole, ma essendo un Potter credo che sia tempo sprecato. Comunque penso di aver fatto un buon lavoro con te.

-    Grazie di tutto professoressa !

La Mc Grannit gli diede una pacca sulla spalla poi aggiunse: - E’ ora che scendiamo, saranno già tutti a cena.

Harry annuì. Sapeva che era venuto il momento di affrontare tutti gli altri ed accompagnò la Professoressa discutendo delle materie e degli orari per il successivo anno scolastico.

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Capitolo 4
*** Consigli ***


Prima di tutto un grazie a tutti coloro che hanno letto e ancora di più a coloro che hanno anche recensito.

 

In questo capitolo c’è ancora molta tristezza, ma anche un barlume di speranza, spero che vi piaccia.

A presto.

 

Ora. Come sempre rispondiamo alle recensioni…

 

Mione1194: Non ti preoccupare, il tuo personaggio preferito riuscirà ancora a sorridere ed anche abbastanza presto.

Per quanto riguarda la scelta di chiamare Molly “mamma” Harry difficilmente lo farà nuovamente, ma in quel momento avevano entrambi bisogno di quella parola: Harry di poter chiamare qualcuno con quel nome, qualcuno che lo potesse accogliere come avrebbe fatto una mamma, e Molly aveva bisogno di sentirsi dire che c’era qualcuno che aveva bisogno di lei.

 

ale90: Concordo con te in merito a zia Jo, poteva dare un briciolo più di risalto alla dipartita dell’ultimo dei malandrini e di Tonks (ha lascato più spazio a Codaliscia…)

 

potterina_88_: Se per Harry Molly è come una mamma la McGranitt è un po’ una zia arcigna e severa, ma che ti vuole un bene immenso e che te lo fa capire quando ne hai veramente bisogno.

 

lily_94: riesco ad aggiornare velocemente solo perché la storia è già scritta e conclusa, e quindi mi basta postare i vari capitoli. Quanto ai consigli se riesco volentieri, diciamo che (se sei del ‘94) ho anche parecchi anni in più di te e forse scrivo così perché con l’imperversare della vecchiaia dovrei anche raggiungere una maggiore abilità di scrittura (sarà vero?).

 

potterfanlalla17: mamma mia, no il mio obiettivo non è farti squagliare, normalmente riesco di più a far ridere che a far piangere, ci saranno un paio di altri capitoli più tristi, poi la storia prenderà una piega decisamente diversa.

 

Lally_the best: non ti preoccupare, Teddy avrà accanto un mucchio di persone che gli vogliono bene, quindi pur sentendo la mancanza dei genitori crescerà talmente ricolmo di affetto che riuscirà ad avere una vita normale.

 

 

Consigli

 

Quando entrò nella Sala Grande Harry percepì un silenzio innaturale, poi li vide tutti lì, al tavolo di Grifondoro, tutti coloro che amava, tutte le persone che gli volevano bene: Ron, Hermione, e soprattutto Ginny. Lo accolsero con un sorriso, avevano tutti gli occhi rossi, ma la rassegnazione aveva preso il posto della disperazione.

Harry prese posto fra Hermione e Ginny, guardò la rossa negli occhi ed in quel preciso istante capì che nella sua vita avrebbe amato soltanto lei, il suo cuore si alleggerì all’istante, la abbracciò per respirare il suo profumo, le baciò la fronte, le guance di nuovo bagnate di lacrime e poi le labbra calde e morbide, fu un bacio lieve, dolce.

Poi si sciolse dall’abbraccio e le cinse le spalle con un braccio. Ad un cenno della McGrannit i piatti si riempirono. Harry non si era reso conto di avere tanta fame e si avventò sul cibo senza fare troppi complimenti lasciando tutti un po’ attoniti.

George intervenne ironicamente affermando: - Dopo tutto quello che ha fatto vi stupite se ha un po’ di appetito?

Era la prima battuta che faceva di fronte ad altri dalla morte di Fred, in quel momento Harry e gli altri capirono che forse, anche se con difficoltà la vita sarebbe continuata.

Finito di mangiare i ragazzi salirono in Sala Comune, nessuno aveva molta voglia di parlare, ma si sedettero accanto al fuoco finché Ron non cominciò a ridacchiare sommessamente, lo guardarono tutti in modo interrogativo, poi disse: - Vi ricordate quando Colin è arrivato qua al primo anno?

Harry, ti rincorreva con la sua macchina fotografica come se fossi una rock star.

Harry sorrise e rispose: - Sai qual è la foto più bella che ha scattato? Quella in cui ci sei tu con un secchiello pieno di lumache appena vomitate!

Tutti scoppiarono a ridere Ron compreso, l’atmosfera si sciolse e riuscirono a parlare degli amici caduti come loro avrebbero voluto: con il sorriso sulle labbra.

Era ormai notte fonda quando tutti si ritirarono nei loro dormitori.

Harry era coricato nel suo letto già da un bel po’, ma giaceva supino ad occhi aperti, Ron, di fianco a lui, si agitava fra le coperte, prese gli occhiali dal comodino, scostò le tende e buttò le gambe fuori dal letto, poi andò a sedersi sul letto dell’amico.

- Cosa diavolo ci fai qui? – domandò il rosso.

- Volevo sapere cosa devo fare…

- Ti riferisci a mia sorella?

- Bè …

- Pensi di amarla?

- Non amerò mai nessuna donna quanto amo lei – rispose l’amico con slancio.

Sentire associare la parola “donna” alla sua sorellina lo fece trasalire.

- Ma lei non è proprio una donna, è una ragazzina…

Harry capì che non era il caso, in quel momento, di puntualizzare, ma aggiunse: - Come vuoi, però è la più bella e forte che abbia mai conosciuto.

Ron emise un sospiro e poi disse: - Allora penso che dovresti chiedere a mio padre il permesso di frequentarla, non credo che te lo negherà, anche perché starai da noi quest’estate, mamma ha bisogno di avere molta gente intorno per … bè, la perdita di Fred l’ha distrutta, e più siamo a tenerla occupata e meglio è.

Harry sorrise, gli si prospettava un’intera estate da trascorrere con Ginny ed un altro anno a Hogwarts con lei, e poi un’intera vita da dividere con quella splendida ragazza, quella donna favolosa… la cosa lungi dal preoccuparlo lo elettrizzava. Aveva lo sguardo perso e notò che Ron sogghignava, allora, allontanandosi a malincuore dai suoi pensieri gli chiese: - E tu? Cosa pensi di fare?

- Con lei sono sicuro solo di una cosa, passeremo tutta la vita a litigare, ma non posso fare a meno di averla vicina, vorrei solo che sapesse quanto ho bisogno di lei…- Sospirò.

- Ma sei scemo? Hermione è innamorata di te da almeno quattro anni (per quanto ne so) l’unico che non se ne accorgeva eri tu!

Ron apparve stupito: - E nel periodo in cui non c’ero?

Harry capì che le visioni avute la notte in cui aveva distrutto il medaglione ancora lo tormentavano.

- l’Horcrux mentiva, e tu lo sai, stava solo cercando di non farsi distruggere e ricordati che conteneva un pezzo di Voldemort dentro di sé, Hermione ha pianto molto quando tu non c’eri, non pronunciavo neppure il tuo nome per evitare di farla scoppiare in lacrime… Ora è tuo dovere renderla felice e… sai che è una testona, ogni tanto cedi, ingoia un po’ di orgoglio e dalle ragione, vedrai che fra voi andrà meglio.

Con un grosso sbadiglio Ron annuì: - Ok!

Harry capì che era ora di ritirarsi e si sdraiò nel suo letto. Non si accorse neppure di essersi addormentato ed il mattino arrivò a tradimento mentre vedeva Ginny raggiungere l’altare come aveva fatto Fleur e, al posto di Bill, c’era lui.

Si stiracchiò e capì che non ci sarebbero più stati brutti sogni, niente più incubi, niente più Voldemort. Si alzò con il cuore leggero, ma poi ripensò a cosa lo attendeva e si sedette di nuovo sul letto.

Scostò le cortine del baldacchino e vide che Ron indossava la sua uniforme, domandandosi dove l’avesse recuperata notò che sulla sedia accanto al suo letto, lavata e profumata si trovava anche la sua divisa. Doveva essere stato Kreacher ad occuparsene, riconoscente Harry lo chiamò e l’elfo si materializzò accanto a lui.

- Il padrone desidera qualcosa?- domandò con tono servile l’elfo domestico rigirando fra le mani il falso medaglione di Serpeverde.

- No, Kreacher, volevo solo ringraziarti e chiederti cosa vuoi fare ora della tua vita.

L’elfo parve non capire. Allora il ragazzo riprese: - Pensavo che magari ti piacerebbe ricevere degli abiti nuovi… - azzardò Harry.

L’elfo iniziò a stropicciarsi le mani e a piagnucolare: - Il padrone non è contento di Kreacher, il padrone preferirebbe che Dobby fosse vivo, il padrone non vuole più Kreacher…

Harry si piegò su un ginocchio per trovarsi alla stessa altezza del suo elfo, gli appoggiò delicatamente le mani sulle fragili spalle poi disse: - Kreacher, ascoltami, è importante, io sarei contentissimo se tu volessi rimanere con me, ma devi essere libero di scegliere dove preferisci vivere, se non vuoi che ti regali dei vestiti d’accordo, ma non voglio obbligarti a stare sempre con me o a trascorrere i giorni che ti restano da solo a Grimmauld Place.

Vedendo l’elfo in difficoltà Ron intervenne dicendo: - Grazie Kreacher, ma come hai fatto?

L’elfo sorrise per essere riuscito a togliersi dalla spinosa situazione in cui lo aveva messo Harry e disse: - Quando quel giorno i signori non sono tornati a casa ho pensato che fosse successo qualcosa, ma la gente diceva che il Signor Harry Potter era vivo e allora non mi sono preoccupato. Poi ho ricordato che la signorina Bellatrix aveva detto che Hogwarts per il Signore Oscuro era una casa, così ho pensato che se fosse venuto lui forse sareste venuto anche voi, allora ho preso le cose del Padrone e dei suoi amici e le ho portate qui.

Harry gli diede un’affettuosa pacca sulla spalla e disse: - Ho avuto un’idea, cosa ne pensi di rimanere qui? Almeno non sarai solo, potrai lavorare con gli altri elfi e poi io tornerò qui a settembre, quindi avrai ancora molto tempo per pensare a cosa ti ho detto.

- Padron Potter, voi vi preoccupate che io non resti solo, Dobby aveva ragione, voi siete davvero un grande mago, va bene, rimarrò qui così potrò servirvi ancora.

Harry infilò la sua divisa e scese nella Sala Grande con Ron. La sala era listata a lutto e, dopo la colazione che quasi nessuno toccò, uscirono tutti nel parco, fecero il giro dietro al castello e si ritrovarono di fronte alla tomba bianca di Silente, accanto ad essa le salme di tutti coloro che erano periti in quella tragica notte. L’omino del ministero, quello che officiava tutte le cerimonie, era già arrivato e la folla di persone riempiva totalmente il parco. Harry prese posto accanto a Hermione a cui Ron, pallido come un cencio, stava stringendo convulsamente la mano. Ginny arrivò poco dopo e si sedette vicino a Harry. Non piangeva più anche se i suoi occhi erano rossi, si rannicchiò sulla sedia e a Harry parve più giovane ed indifesa, la attirò a sé, lei alzò gli occhi ed in quel momento, lui capì che ciò che aveva detto a Ron la sera prima era la verità, accanto a lui si trovava una donna, una splendida, giovane donna.

Al termine della cerimonia tutti accompagnarono Ginny alla stazione di Hogsmade, poi i Signori Weasley, Bill, Fleur, George e Percy si smaterializzarono per tornare alla Tana.

Neville e Luna si diressero verso Ron, Harry, Ginny ed Hermione, di tutto l’E.S. erano stai i più coraggiosi soldati.

Neville allungò a tutti gli amici un biglietto, poi sorridendo disse: - Non ci farete mica fare il viaggio di ritorno da soli? Forza, in nome dei vecchi tempi!

I tre accettarono commossi i biglietti e salirono in carrozza.

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Capitolo 5
*** Le strade si dividono ***


Questo è un capitolo di passaggio, in realtà non succede nulla di nuovo o di particolare, semplicemente i nostri eroi tornano ad essere dei comuni ragazzi che tornano a casa per trascorrere le vacanze.

 

Come sempre ora, un piccolo pensiero a quanti hanno avuto la pazienza di recensire:

 

lily_94: i signori Weasley la prenderanno molto meglio dei fratelli, te lo garantisco.

 

Mione1194: ti garantisco che nel corso di questa storia i nostri amici avranno ancora modo di maturare e molto anche…

 

potterina_88: grazie per i complimenti, il problema per loro non sarà dimenticare la morte, ma accoglierla come una parte della loro vita, è questo il difficile.

 

Ninny: in realtà di coppie OOC ce ne sono ben tre una in effetti è quella da te citata, mentre la prossima si comincerà a delineare in questo capitolo e la terza ci interessa relativamente poco, ma ve ne sarà fatto un accenno.

 

ale90: stiamo risalendo la china fra poco i nostri eroi ricominceranno a vivere e oserei dire anche con un certo stile…

 

potterfanlalla17: Harry deve essere determinato o non diventerà mai un buon Auror, diciamo che dopo i dubbi che lo hanno tenuto legato nella sua vita ora ha deciso di prendere finalmente in mano le redini del proprio futuro e di viverlo (Anche perché ora sa di averlo, un futuro…)

 

Le strade si dividono

 

Scelsero una cabina tranquilla, sul fondo del treno, Harry si rese conto che era la stessa in cui uno smunto professore di Difesa contro le Arti Oscure aveva allontanato un dissennatore. Un’ombra gli passò sul viso, ma Ginny gli strinse la mano e quel lieve contatto gli permise di tornare a sorridere.

Si sedettero e cominciarono a parlare di sciocchezze, poi Hermione domandò a Neville: - Cosa farai ora che hai concluso gli studi?

- La professoressa Sprite mi ha preparato una lettera di raccomandazione, tra due settimane andrò a lavorare in Cornovaglia in una serra molto rinomata, sapete bene che l’unica materia in cui a scuola ero davvero bravo era Erbologia e poi mia nonna è fiera del MAGO che ho ottenuto, quindi prima di cominciare a lavorare ha deciso di regalarmi un viaggio per l’Europa, mi hanno assicurato che l’Italia in estate è bellissima.

- Sì, ma io voglio visitare anche Parigi, mi hanno detto che lungo la Senna ci sono dei punti in cui crescono Spillifizzi Volanti e vorrei osservarne qualcuno. – disse Luna.

- Andate in vacanza insieme?- Domandò stupito Ron.

Neville arrossì annuendo e Luna disse: - Ma pensi proprio che sarei rimasta ad aspettare che ti decidessi a chiedermi di uscire? Quando ho saputo che eri partito con Hermione ho intuito che non avevo speranze. Poi Neville l’altra sera mi ha chiesto di andare con lui in vacanza ed ho pensato che poteva essere interessante…

Per i canoni di Luna quello era un discorso molto sensato e ne furono tutti estremamente stupiti.

La ragazza, senza accorgersi di aver lasciato gli amici a bocca aperta si infilò la bacchetta dietro l’orecchio e prese l’ultima copia del Cavillo, ma prima di sprofondare nella lettura domandò: - E tu Ronald cosa pensi di fare il prossimo anno?

Il ragazzo impallidì, tutti i discorsi che avevano fatto la sera prima Harry ed Hermione a cena lo avevano colpito, certo sarebbe stato bello trascorrere ancora un anno a Hogwarts, ma sapeva bene che i suoi genitori non potevano permettersi di farlo studiare per una altro anno, così emise un sospiro e sputò fuori ciò che gli pesava sullo stomaco: - George mi ha chiesto di dargli una mano con il nuovo negozio che vuole aprire a Hogsmade. Lui non ce la fa a gestire due negozi diversi, quindi rimarrà a Diagon Alley, mentre io mi occuperò di questo. Lui e Fred avevano già acquistato la Stamberga Strillante hanno sempre detto che per loro era un posto molto divertente, l’ideale per un negozio di scherzi, quindi penso che me ne dovrò occupare io.

Trasse un profondo sospiro.

Hermione lo osservò e, capendo cosa stava provando si intenerì accarezzandogli la testa. Poi riprendendo un’espressione seria disse: - Darai una mano a George e nel frattempo continuerai a studiare e poi non poteva andarti meglio, ti ricordi come è collegata la Stamberga Strillante con Hogwarts? Riuscirai ad arrivare puntuale tutte le mattine e potremo darci il cambio alle lezioni per aprire il negozio. Non ti permetterò di gettare al vento i tuoi sogni e le tue capacità, diventerai un Auror, e io ti aiuterò, fosse l’ultima cosa che faccio.

Il cipiglio di Hermione era identico a quello della McGrannit pensò Harry e scoppiò in una sonora risata.

Ron, non sapendo più cosa dire guardò la sua ragazza poi scuotendo la testa e sorridendo disse: - Tu e la McGrannit avete pensato a tutto, proprio non ce la fate a lasciarci in pace vero?

Hermione, un po’ offesa gli rispose di rimando: - Che vuoi che ti dica? Sono una donna dalle mille risorse…

Poi scoppiò a ridere, Ron le prese il viso fra le mani e la baciò d’istinto, senza nemmeno pensare a cosa faceva, senza nemmeno ricordarsi che nello scompartimento c’erano altre persone. Luna alzò il viso dal cavillo, Neville spalancò la bocca, Harry sorrise e Ginny esclamò: - Oh! Finalmente!

Quando si staccarono Ron era diventato dello stesso colore dei suoi capelli ed anche le guance di Hermione avevano mutato colore.

Harry disse: - Dopotutto sarà bello trascorrere ancora un altro po’ di tempo a Hogwarts!

 

Erano arrivati alla stazione di King's Cross nel tardo pomeriggio. Scendendo dal treno Harry ebbe un’incredibile sensazione di de ja vù, si voltò in direzione della panchina, ma si accorse che la stazione non era deserta e sulla panchina non era seduto Silente, sospirò. Ad attenderlo non c’erano i Dursley e nemmeno i membri dell’Ordine che lo avevano accolto quando era sceso dal treno due estati prima. Di quelle persone solo due erano ancora vive ed un’ombra fugace velò gli occhi verdi del ragazzo. Mentre Luna salutava Ginny ed Hermione e la nonna di Neville lo stritolava in un abbraccio prima che partissero per le meritate vacanze, Ron si accostò a Harry dicendo: - Hermione vuole andare a recuperare i suoi genitori, così ho deciso di accompagnarla a casa sua. Non credo che però riuscirò a raggiungere la Tana prima di domani mattina. Per favore, accompagna Ginny a casa e rassicura la mamma.

Harry annuì.

Neville e Luna si erano diretti verso la barriera tra i binari 12 e 13 ed Harry stupito li vide sparire, poi immaginò che probabilmente non tutti i maghi per coprire lunghe distanze si Smaterializzavano e che dovevano esserci altri treni oltre all’espresso per Hogwarts. In cuor suo augurò buona fortuna ai ragazzi e pensò che erano veramente una coppia stravagante, comunque, forse, dopotutto, fra quei due avrebbe anche potuto funzionare.

Harry strinse la mano di Ron, abbracciò Hermione e poi le disse: - Sii prudente. – Poi prese la mano di Ginny e la condusse fuori della stazione con il caldo sole estivo che illuminava il volto finalmente sereno della sua ragazza.

Mentre uscivano dalla stazione Harry sentì Hermione discutere con Ron e Ginny, esasperata disse: - Ma la pianteranno mai quei due? Secondo me litigheranno anche davanti all’altare per decidere chi dei due deve dire SI’ per primo!

Harry scoppiò a ridere e si avviò in una stradina laterale con Ginny al suo fianco, estrasse la bacchetta e, in un attimo, il Nottetempo li raggiunse. 

 

Nota di fine capitolo

 

Rileggendolo mi sono resa conto che ci sono delle piccole incongruenze, come ad esempio il fatto che Neville abbia sostenuto i MAGO, in realtà visto che la scuola finiva il 30 giugno mentre la battaglia finale si svolge a maggio, non c’è stato il tempo di sostenere i MAGO, né tantomeno i GUFO, chiedo quindi venia ai puristi, ma questa situazione si adattava alla mia storia

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Capitolo 6
*** Una notte di mezza estate ***


Una piccola premessa: dato che ho notato la giovane età dei miei recensori ho fatto una piccola modifica alla storia originale (che può essere letta integrale a questo indirizzo http://www.acciofanfiction.com/viewstory.php?sid=2232) ovviamente preferirei evitare che i signorini e le signorine sotto i 14 anni leggessero quella versione, per cui accontentatevi di questa che tanto è priva solo di qualche riga.

 

Ora passiamo ai ringraziamenti di rito:

potterfanlalla17: lieta che la storia ti piaccia, cerco di aggiornare quasi quotidianamente, anche se penso che mi dovrò fermare per un paio di giorni.

 

lily_94: se la scena di prima ti è sembrata romantica leggendo il seguito scoprirai che so essere ancora più sdolcinata

 

Mione1194: qual è la tua coppia preferita? Se si tratta di Herm/Ron allora leggi questo e vedrai che ne sarai felicemente sorpresa, mentre se preferisci Gin/Harry allora dovrai attendere ancora qualche capitolo.

 

Ninny: grazie, eccoti accontentata.

 

Una notte di mezza estate

 

Ron continuò a discutere con Hermione finché non si furono seduti sul sedile di un altro treno.

- Ancora non capisco perché non possiamo semplicemente Materializzarci a casa dei tuoi!

- Ti ho già spiegato che potrebbero esserci dei Mangiamorte in casa e che se ci materializziamo nel giardino davanti, i vicini potrebbero trovare molto strano che due persone (una delle quali conoscono da una vita) appaiano così dal nulla. Fra i Babbani non è così comune apparire e scomparire!

Hermione sembrava sul punto di esplodere, quindi Ron, memore dei consigli di Harry, cedette e si voltò verso il finestrino senza dire più una sola parola mentre osservava i prati e la brughiera fuori dal finestrino. Senza neppure accorgersene si appisolò.

Quando il treno si fermò Hermione, che lo aveva osservato incessantemente durante il viaggio, si riscosse, arrossendo, dalle sue fantasie e si alzò per svegliarlo con un lieve bacio sulla fronte.

Ron, ancora nel dormiveglia la attirò a sé probabilmente pensando di stare ancora sognando, aspirò il suo profumo, quell’essenza che le aveva regalato due anni prima e le cercò le labbra baciandola teneramente. Hermione rispose al suo bacio un po’ impacciata ed imbarazzata, poi gli sussurrò all’orecchio: - Ci stanno guardando tutti. Sentendo le sue parole il ragazzo ricordò immediatamente dov’erano e si alzò talmente di scatto che lei perse l’equilibrio e sarebbe certamente caduta a gambe all’aria se lui non la avesse afferrata per il polso.

- Come al solito hai dimostrato la tua finezza da elefante, per fortuna hai ancora i riflessi belli pronti!

Lo rimproverò Hermione con una punta di acidità nella voce incamminandosi lungo il corridoio.

Ron la seguì mortificatissimo, in quei pochi minuti il suo viso aveva cambiato colore con la rapidità di un camaleonte ed ora aveva deciso di non dire nulla che potesse offendere quella adorabile permalosa della sua ragazza.

Stava pensando a come descriverle quello che provava per lei quando ad un tratto Hermione si fermò. La sua casa era una bella villetta molto simile alle altre vicine, da cui si distingueva solo per il colore verde chiaro con cui era stata dipinta.

Hermione tirò fuori le chiavi dalla sua borsetta e percorse il vialetto di casa quasi di corsa.

Si accorse quasi subito che c’era qualcosa che non andava: la porta dello studio dentistico dei suoi genitori non era chiusa a chiave come al solito, ma era solo accostata. Lei e Ron tirarono immediatamente fuori le bacchette. Quando aprirono la porta videro un disastro: ogni cosa era sottosopra ed i preziosi strumenti di suo padre erano a terra rotti o scheggiati, mentre le poltrone erano state divelte e le lampade distrutte. Con un sospiro si chiuse la porta alle spalle, poi con l’aiuto di Ron ricominciò a riordinare ogni cosa, con le bacchette in pugno non ci misero molto e videro che fortunatamente i danni erano meno gravi di quanto avessero supposto. Quando salirono al piano di sopra, dove si trovava l’appartamento vero e proprio, nello studio dentistico sembrava non ci fosse mai passato nessuno, anzi appariva pronto per essere utilizzato al più presto.

La sorpresa che li attendeva al piano superiore era se possibile ancora più sgradevole: che fossero stati Mangiamorte o un’intera squadra del ministero avevano devastato quell’alloggio peggio che se ci fosse passata un’orda barbarica. Probabilmente per sfogarsi del fatto di non aver trovato nessuno si erano divertiti a distruggere ogni singola suppellettile presente nell’appartamento.

A Hermione cedettero le ginocchia e si mise a singhiozzare; tutti i ricordi di una vita erano stati distrutti: pezzi di mobili, cornici rotte, fotografie strappate e bruciacchiate erano sparsi ovunque.

Ron prese delicatamente la ragazza fra le braccia, le voltò il viso rigato dalle lacrime e le disse: - Ma come, la strega più brillante che abbia mai conosciuto si spaventa per un po’ di disordine?

Abbiamo superato cose ben più pericolose, complicate e difficili. - Poi con un tocco di bacchetta pronunciò: - Wingardium Leviosa - ed il divano, che era finito in verticale contro ad un muro si sollevò per andare a posizionarsi delicatamente in una posizione più adeguata. Ron lanciò una decina di incantesimi rendendo il salotto un posto decisamente meno devastato, poi disse a Hermione che era ancora ferma con la bacchetta a mezz’aria: - Qui ci penso io, tu occupati delle altre stanze.- Probabilmente il tono di Ron apparve così deciso che non replicò, si diresse verso la stanza dei suoi genitori e poi su per le scale in direzione della sua.

Ron nel frattempo aveva riordinato al meglio il soggiorno e la cucina ed ora cercava faticosamente di rimettere insieme un vecchio album di fotografie. Quando Hermione tornò trovò la stanza perfetta, anche il televisore con lo schermo piatto era stato sistemato alla parete.

Ron le domandò: - Mi spieghi a cosa serve quel quadro tutto nero?

Hermione scoppiò in una sonora risata e, prendendo il telecomando accese la televisione.

Ron sfoderò immediatamente la sua bacchetta vedendo le immagini comparire sullo schermo, ma lei lo guardò sorridendo e disse: - Come vedi anche i Babbani hanno le loro piccole magie….  Ora senti, mi vado a fare una doccia, prenditi qualcosa da bere. Poi si voltò e corse al piano di sopra. Ron si diresse in cucina e prese una bottiglia con un’etichetta rossa e bianca, guardò scettico il contenuto marroncino: sembrava una pozione andata a male, aprì il tappo e sentì un lieve fsss poi provò ad assaggiare quello strano liquido, al primo sorso le bollicine gli fecero venire le lacrime agli occhi, starnutì e tossicchiò, ma visto che il gusto non era male bevve tutta la bottiglietta. Certo non era Burrobirra, ma si accontentò.

Sentì che al piano di sopra l’acqua aveva smesso di scrosciare ed udì la voce di Hermione che lo chiamava. Salì le scale velocemente. La stanza di Hermione era nella mansarda. Ron, prima di entrare, bussò.

- Entra - rispose la ragazza.

Ron aprì la porta e rimase fermo sulla soglia. Certo la soffitta dove dormiva lui alla Tana non era neanche vagamente paragonabile alla stanza di Hermione: ampia, luminosa con due lucernai che lasciavano filtrare i raggi del tramonto. Manco a dirlo due lati della stanza erano ricoperti da librerie stracolme, il letto era appoggiato ad una delle pareti libere e, sotto ad una finestra si trovava una scrivania stracolma di libri. L’armadio era sull’altro lato. Sopra il letto c’erano alcune mensole con dei peluches e sotto erano appese alcune cornici contenenti fotografie.

Accanto al letto il comodino su cui campeggiavano un piccolo specchio ovale ed una cornice con una fotografia che da quella distanza Ron non poteva distinguere. Quando entrò nella stanza la ragazza, seduta sul letto, gli dava le spalle e si stava spazzolando i capelli. Voltandosi gli sorrise dicendo: - Volevo chiederti se per caso anche tu volevi farti una doccia…

Ron era fermo di fronte a lei, la guardava assorto Ma come ho fatto a non capire prima quanto fossi bella? Pensò. Il sole illuminava i suoi capelli ricci, i suoi lineamenti che durante quegli anni si erano fatti sempre più dolci e fini. La ragazza ruppe l’incanto: - Ron? Ti senti bene? Hai per caso visto una Veela?

Buttò lì sorridendo.

Ron la guardò dritto negli occhi: - No, ho visto te.

Hermione avvampò ed il ragazzo facendo pochi passi, si sedette accanto a lei sul letto. Trasse dalla tasca dei pantaloni un pacchettino e glielo mise in mano. Poi, traendo un profondo sospiro disse: - Poco prima di Natale una sera scesi in paese e vidi questo nella vetrina di un negozio, decisi di comprartelo ripromettendomi che te l’avrei dato non appena ti avessi ritrovato, sai, per farmi perdonare…

Hermione sorrise e aprì il pacchetto. All’interno c’era una catenina d’oro molto fine con un ciondolo a forma di cuore.

- È piccolo, scusa, ma…

Hermione lo guardò con un affetto smisurato e poi, sollevando i capelli, gli chiese: - Me lo metti per favore?

Ron le legò il ciondolo, poi, senza sapere cosa stava facendo, mentre ancora Hermione teneva su i capelli, le appoggiò le labbra sulla nuca, fu scossa da un brivido e sussultò, Ron continuò a baciarle il collo, poi spostò un po’ l’accappatoio e le mordicchiò delicatamente la spalla. La ragazza si voltò verso di lui e lo baciò, un bacio del genere non l’avevano mai dato né ricevuto, erano passione ed adrenalina allo stato puro.

A notte fonda Ron si svegliò, Hermione dormiva raggomitolata come un micio accanto a lui. Si alzò lentamente per non svegliarla, indossò solo i jeans e andò in cucina.

Aveva una fame tremenda ma nella dispensa c’erano solo confezioni strane di cui non conosceva il contenuto, aperto il congelatore trovò una pizza surgelata, ma non aveva idea di cosa farsene. Cercò di capire come diavolo funzionavano quei marchingegni Babbani, ma riuscì solo a scottarsi le dita toccando la resistenza del forno, lanciò un’imprecazione, poi si girò di scatto, dietro di lui attenta ad ogni sua mossa Hermione, che aveva indossato una camicia da notte molto corta e piuttosto provocante, lo guardava con ironia: - Si può sapere cosa ci fai qui?

-         Avevo fame, sai certe cose mettono appetito….- le disse guardandola come se fosse un panino farcito

-         Davvero? Ma come sei romantico…

-         E dai, dimmi che non hai un leggero languorino anche tu!

-         Lascia, faccio io!

Ron si sedette su una sedia ed Hermione cominciò a trafficare. In quattro e quattr’otto apparecchiò la tavola, con due candele e mise in un unico piatto la pizza ormai cotta.

Ron ne divorò più di metà nel giro di otto secondi netti ustionandosi tutto dalla lingua all’esofago.

Hermione ne mangiò un pezzetto, poi si appollaiò sulla base della cucina, vicino al lavello avventandosi su un barattolo di gelato. Ron finì la pizza e poi le si avvicinò: - Ma come sei sexy con questa cosetta addosso - le disse. La ragazza divenne paonazza.

-         Non pensavo che mi avresti mai detto una cosa del genere, credevo fossi troppo timido. –Riuscì a bisbigliare Hermione, quell’affermazione l’aveva lasciata senza parole.

Ron le si avvicinò, le tolse il barattolo di gelato dalle mani, le mise una mano nei capelli e con l’altra le accarezzò la schiena, poi la attirò a sé e cominciò a mordicchiarle le labbra e a baciarla. Hermione attorcigliò le gambe alla sua vita e gli mise le braccia intorno al collo, poi scese ad accarezzargli la schiena finché lo sentì scosso da un brivido.

-         Mmh… sembri Grattastinchi quando mi fa le fusa…perché non andiamo di sopra? - Gli sussurrò all’orecchio.

Ron, molto cavallerescamente la prese in braccio, ma di fronte alle scale la fece scendere: - Romantico, va bene, ma se mi faccio tutti ’sti gradini con te in braccio, mi sa che poi stramazzo sul letto morto! 

Hermione, fingendosi offesa si allontanò da lui che però fu più veloce e la attirò a sé. Lei fece un paio di passi su per i gradini tirandogli la mano, ma lui la trattene baciandogliela. La ragazza si divincolò e corse al piano di sopra. Ron, colto di sorpresa, la rincorse, la raggiunse quando già era nella sua stanza, lei lo buttò sul letto e gli saltò letteralmente addosso.

Giocarono come bambini per ore, poi, stremati si addormentarono.

Le luci dell’alba entrarono dalla finestra sopra la scrivania e svegliarono Ron che però rimase sdraiato a guardare la sua ragazza abbandonata sul suo petto; respirava lentamente per evitare che si svegliasse e che quello splendido momento passasse. Sembrava una bambina con i capelli arruffati e le labbra semiaperte, le scostò una ciocca di capelli dalla fronte e lei si svegliò.

-         Scusami, è che sei così bella… - disse sfiorandole la fronte con le labbra.

-         Ron, io…

-         Ti amo Hermione

-         Ti amo anch’io.

Poi guardò la sveglia: - Cavolo, è tardissimo! Devo alzarmi, l’aero parte fra appena tre ore e devo ancora preparare tutto! Arrivare all’aeroporto, fare i biglietti…

Ron le tappò la bocca con un bacio.

-         Smettila, tre ore sono tantissime, facciamo così, io ti do una mano a preparare i bagagli e poi ci Smaterializziamo, se ci Materializziamo nel bagno dell’aeroporto di sicuro non se ne accorge nessuno.

-         Non guardarmi con quegli occhi supplichevoli da coker spaniel, va bene, d’accordo.

Ron cominciò a sbaciucchiarla in tutti i punti che trovava facendole anche il solletico, passarono ancora un bel po’ di tempo in coccole e carezze finché Hermione si staccò: - Se non lo faccio adesso, non lo faccio più e resto qui tutta l’estate.-

-         Bè, potrebbe essere un’idea, no?

Il suo sguardo invitante si affievolì quando incontrò quello di Hermione che stava per incenerirlo.

-         Ti ricordo che sto andando a cercare i miei genitori, non sto partendo per le vacanze. – Rispose in tono asciutto alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno.

Ron si rigirò nel letto, si sedette ed osservò la cornice sul comodino.

Era una foto scattata al quinto anno quando grazie ad una sua parata era riuscito a salvare le sorti dei Grifondoro, Hermione ed Harry non avevano visto la fine della partita perché erano andati a conoscere Grop, in quella foto era felice e stringeva la pluffa con una mano scompigliandosi i capelli con l’altra.

Ron notò che la foto era un po’ stropicciata all’interno della cornice.

In quel momento Hermione ritornò dal bagno, aveva fatto una doccia, ma non si era lavata i capelli ancora raccolti con una pinza, vide che Ron aveva la sua foto in mano.

-         Come mai è così stropicciata? Qualche attacco di gelosia?- Domandò Ron per punzecchiarla.

-         Ho dormito con quella foto sotto al cuscino dal giorno che te ne sei andato fino a quando non sei tornato, per quello è così stropicciata. – Ammise lei in tono grave.

Ron si alzò e la abbracciò stretta, poi si rese conto di essere nudo e diventò rosso come un peperone.

Hermione, accortasi del suo repentino cambio di colore scoppiò a ridere: - Stanotte non mi sembrava che ti risultasse così difficile mostrarti “senza veli”.

-         Ah sì?

In piedi di fronte a lei le slacciò l’accappatoio così in fretta che quello le scivolò via di dosso.

-         Bè, ora siamo pari.

Anche Hermione era arrossita e mentre lui stava entrando in bagno gli diede una pacca sul didietro a mo’ di sculacciata dicendogli: - Guai a te se lo fai di nuovo senza avvertirmi! – il suo tono di voce però era tutt’altro che arrabbiato, anzi sembrava che si stesse divertendo un mondo.

Quando Ron uscì dal bagno con un asciugamano addosso, Hermione era già vestita e stava ultimando di preparare i bagagli.

Ron la guardò con una punta di delusione: - Ti preferivo come eri prima.

Hermione gli fece un sorriso e gli passò i suoi vestiti.

-         Se prima di andare vuoi fare colazione sarà meglio che ti dia una mossa!

Si Smaterializzarono e si ritrovarono nel bagno dell’aeroporto, ne uscirono insieme e tutti coloro che si trovavano nella toilette li guardarono in cagnesco.

Ne capirono il motivo quando videro che erano usciti insieme dal bagno delle donne.

Risero per tutto il tragitto fino al check –in. I minuti correvano ed il tempo che i due potevano trascorrere insieme volò via in un attimo.

Quando annunciarono il volo in partenza si abbracciarono stretti, Ron le baciò la fronte e le labbra. Lei, con le lacrime agli occhi gli sussurrò all’orecchio: - Ti scrivo presto e appena torno vengo alla Tana. - Lui annuì, poi accarezzandole una guancia le augurò buon viaggio.

Non si staccò dal vetro finché non vide decollare il suo aereo, poi si diresse verso il bagno degli uomini dove si Smaterializzò.

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Capitolo 7
*** All you need is love ***


Per la gioia di tutti coloro che amino la coppia Harry / Ginny ecco a voi il primo capitol che ce li presenterà insieme.

Detto questo grazie per le recensioni

 

Lily_94: per la tua somma gioia finalmente iniziamo ad intravvedere la coppia Harry/Ginny, per gli aggiornamenti spero di essere il più rapida possibile, ma purtroppo non so se ce la faccio perché in questo periodo ho parecchie cose da fare.

 

Mione1194: lo so che sono un po’ diabetici, ma sta tranquilla che il meglio deve ancora venire…

 

Ninny: grazie ed eccoti accontentata

 

potterfanlalla17: Se questo capitolo lo consideri hot sarà meglio che tu non vada a leggere l’originale… (ovviamente scherzo) ho cercato di aggiornare al più presto, un bacio.

 

All you need is love…

 

A bordo del Nottetempo non c’era più Stan Picchetto, ma un ragazzo che era stato qualche anno aventi a loro, uno di Tassorosso che li salutò cortesemente; pagarono il biglietto e si sedettero.

Non ci volle molto per raggiungere la Tana.

La Signora Weasley era intenta a dare da mangiare alle galline.

- Ciao mamma. – Disse Ginny

- Buonasera Signora Weasley.

La mamma di Ron li osservò con un sussulto: - Dove sono Ron ed Hermione?- Chiese molto preoccupata.

- Ron ha deciso di accompagnare Hermione a casa, visto che domani partirà per l’Australia. Non si fidava a lasciarla andare da sola. Sa com’è… -

Harry si era reso conto che Molly Weasley appariva, se possibile ancora più spaventata.

Ginny, allora si affrettò ad aggiungere: - Ron sarà a casa questa notte, al più tardi domattina, se decide di accompagnarla anche all’aeroporto. Non preoccuparti, se vuoi mando Leotordo a casa di Hermione così ci diranno che è tutto ok!

- No, non è il caso.

Molly, un po’ più tranquilla, offrì qualcosa da bere a Harry e chiese a Ginny di portare di sopra i bagagli.

Harry si sedette con un bel bicchiere di succo di zucca fresco in mano e Molly ne approfittò per fare una pausa.

- Harry, ti sono grata per quanto hai fatto per George e per me.

- Non deve neppure dirlo, Signora Weasley, ho solo cercato di essere utile.

- Harry, caro, ormai sono molti anni che ci conosciamo e vorrei che la smettessi di chiamarmi Signora Weasley e che cominciassi a chiamarmi Molly.

- Non so se ci riuscirò…

- Vedi di riuscirci ragazzo, perché ho intenzione di trattarti esattamente come uno dei miei figli e nessuno di loro mi chiama Signora Weasley o mi da del Lei.

Harry stava per dire qualcosa, ma Molly aggiunse: - Non voglio che tu prenda il posto di Fred, nessuno potrebbe, ma tu sei parte di questa famiglia da quando hai incontrato Ron sul treno al primo anno, fino ad ora c’erano i tuoi zii che si occupavano di te, ma io ed Arthur siamo d’accordo e desideriamo con tutto il cuore che tu viva qui, se lo vuoi.

Harry non sapeva cosa dire, in effetti, a parte Grimmould Place non aveva altri posti dove andare e, sinceramente, l’idea di mettere ancora piede nel Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, non gli risultava particolarmente allettante, troppi ricordi.

Sorrise alla madre di Ron e disse: - Accetto molto volentieri S…

- Harry come ti ho detto di chiamarmi?

- D’accordo Molly.

- Bene, ora, poiché mi hai dato il permesso di trattarti come uno dei miei figli vai a darti una ripulita e poi scendi a darmi una mano con la cena!

Udendo il tono perentorio il ragazzo volò al piano di sopra e poi, si Materializzò in cucina per dare una mano a preparare la cena.

Mentre Harry era impegnato a sbucciare e ad affettare le patate cominciò ad osservare la signora Weasley. Non canticchiava come una volta mentre era indaffarata ai fornelli, sembrava stanca, era pallida e, rispetto all’anno prefedente, appariva molto più vecchia: gli occhi segnati dal pianto e dalle notti insonni, le nuove rughe intorno alla bocca, i folti capelli che apparivano più grigi.

Con un sorriso stanco domandò a Harry: - Tutto bene?

Il ragazzo si riscosse: - Sì, mi chiedevo solo per quanti devo preparare.

Molly sorrise: - No, non è vero che stavi pensando al numero delle persone che saranno presenti a cena, eri troppo pensieroso, ho davvero un aspetto così orribile?

Harry non sapeva come rispondere, mica poteva dirle: - Sì hai un aspetto orrendo.

Così si limitò a sorriderle e lei disse: - Non voglio metterti in difficoltà, posso dirti che a cena, se Ron non torna prima, saremo sei: Charlie è rimasto con Hagrid, sospetto che stiano progettando un viaggio in Romania, ma sarà dura andarci con Grop, già Hagrid non passa inosservato, figuriamoci il suo fratellino…

- Se è riuscito a portarlo a Hogwarts quando ancora non lo ascoltava, penso che se si tratta di fare una bella gita avrà molte meno difficoltà.

- Probabilmente hai ragione, chissà dov’è finita Ginny, potresti chiamarla, così mi dà una mano ad apparecchiare?

Harry volò su per le scale e bussò alla porta della stanza di Ginny, non ne venne nessuna risposta, allora provò di sopra, nella stanza che era stata dei gemelli, da cui sentiva provenire alcune voci. Bussò e Percy aprì, con il suo solito stile super pomposo gli offrì la destra: - Credo di doverti delle scuse, Harry. Sono stato un idiota, ero più concentrato su me stesso che su ciò che mi succedeva intorno. Mi auguro che tu possa accettare le mie scuse.

Harry non sapeva cosa dire, ma quando anche George e Ginny gli si avvicinarono in maniera estremamente solenne porgendogli la mano ed imitando ironicamente il fratello Harry scoppiò a ridere, poi accettò la mano che gli offriva Ginny e le disse: - Signorina è desiderata al piano inferiore per dare una mano a preparare la cena, io la mia dose di patate l’ho già pelata.

Ginny, sfiorandogli la guancia con il retro della mano disse: - Quindi a me tocca apparecchiare la tavola…- e si dileguò lasciandolo lì, sulla porta. A Harry, però non era sfuggita l’occhiata che Percy e Gorge si erano lanciati. Per evitare che l’atmosfera diventasse pesante domandò dove fosse il signor Weasley e fu indirizzato verso il capanno degli attrezzi. Harry si dileguò abbastanza velocemente da evitare ogni domanda.

Poiché la cena era quasi pronta si offrì di andare a chiamare il signor Weasley. Davanti al capanno si soffermò ad ascoltare i rumori che provenivano dall’interno, poi bussò e, quando il padre di Ron uscì, lo fece così rapidamente che Harry non fu in grado di vedere con cosa stava trafficando.

- Harry, hai bisogno di qualcosa?

- La cena è pronta, ma io avevo bisogno di parlarle.

- Bene, allora avanti, ti ascolto…

- Io, bè… non so da dove cominciare… è che Ron mi ha detto…

- Ti ha detto che se vuoi frequentare Ginny è meglio che tu mi chieda il permesso. - Rispose serafico Arthur

- Esatto. – Rispose Harry trattenendo il fiato.

- Cosa vuoi che ti dica, siete grandi, fra poche settimane anche lei diventerà maggiorenne, non posso certo impedirvi di stare insieme, c’è troppo bisogno d’amore in questo momento, ne abbiamo bisogno tutti, e tu te lo meriti più degli altri. Sono felice, comunque che tu abbia scelto di parlarne con me, ma ti avverto che non sono certo io il problema e anche Molly sarà d’accordo con me. Ricordati che Ginny è la più piccola e per di più è una ragazza, i suoi fratelli sono sempre stati molto protettivi nei suoi confronti, anche se non lo hanno mai mostrato apertamente, è da loro che devi aspettarti battaglia. Ora è meglio andare a cena altrimenti Molly ci affatturerà per benino.

 

Durante la cena la conversazione fu portata avanti da Percy che faceva domande a Gorge in merito al negozio. Ogni tanto Harry guardava Ginny che sembrava lanciargli messaggi in codice con il solo uso degli occhi.

Aiutarono tutti Molly a rassettare la cucina e poi, mentre i signori Weasley salivano in camera George e Percy chiesero a Harry di unirsi a loro per una birra al pub del villaggio, il ragazzo respinse l’invito dichiarando di aver bisogno di una doccia e di una bella dormita.

Quando i fratelli se ne furono andati Ginny comparve improvvisamente accanto a Harry e, porgendogli la mano, gli propose: - Andiamo a fare due passi?

Il ragazzo si lasciò condurre da lei fuori, si addentrarono un po’ in un boschetto che si trovava accanto alla Tana.

La sera era calda e serena, Ginny indicò un albero poco distante e disse: - Sediamoci là.

Harry appoggiò la schiena all’albero, poi Ginny si sedette fra le sue gambe appoggiando la schiena al suo petto. Harry fu percorso da un brivido quando lei si sistemò, la cinse con le braccia. Lei disse: - Ti ascolto…

Ed Harry cominciò a raccontare, le raccontò quanto era accaduto in quel lungo anno in cui erano stati separati, le parlò delle gioie, delle paure, dei problemi, poi le narrò ogni cosa successa la notte precedente. Parlarne gli sembrava semplice, non avrebbe più voluto fermarsi, le disse ogni cosa, anche le più segrete. Sapeva che con lei poteva essere totalmente sincero, sapeva che lei avrebbe capito.

- Sai, Silente aveva ragione, l’unica cosa che mi ha dato coraggio, l’unica cosa per cui valeva la pena combattere è stato l’amore: eri tu, il bacio che mi hai dato il giorno del mio compleanno è stato come un talismano. - Concluse

Lei si voltò per scrutare i suoi profondi occhi verdi. Harry si accorse che aveva le guance rigate di lacrime.

- Ti amo

- Ti amo anch’io.

Rimasero ancora un po’ lì seduti, abbracciati, guardando le stelle, poi, quando l’umidità del terreno cominciò a farsi sentire si alzarono e si avviarono verso casa.

 

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Capitolo 8
*** Stand By me ***


Anche in questo caso ho eliminato alcuni dettagli rispetto all’originale, anche se mi sembra ch la storia non ne abbia risentito.

Passiamo ai ringraziamenti

 

lily_94: goditi questo capitolo perché fra un po’ la battaglia avrà inizio…HiHIHI

 

ninny: grazie, spero che apprezzerai anche questo

 

Mione1194: Stai tranquilla dopo queste parentesi la situazione diventerà molto meno mielosa, porta pazienza, ma anche Harry e Ginny hanno bisogno del loro momento magico…

 

Stand by me

 

Harry baciò Ginny sulla soglia della sua stanza, e si staccarono appena prima che George e Percy, che si erano appena Materializzati, aprissero la porta di casa.

Harry salì le scale a tre gradini per volta e giunse nella mansarda di Ron con il fiatone. La signora Weasley gli aveva preparato la stessa branda dell’anno prima ed Harry si svestì lentamente, rendendosi conto di non avere neppure un pigiama.

Frugando fra le cose che aveva abbandonato l’anno prima alla Tana, e che la mamma di Ron aveva lavato e riordinato, scelse una vecchia maglietta ed un paio di boxer a boccini che gli erano stati regalati un anno a Natale dai gemelli.

Si buttò sul letto e cercò di addormentarsi, ma, appena chiudeva gli occhi, mille immagini gli affollavano il cervello e non riusciva a prendere sonno.

Cominciò a pensare ai suoi amici e, benché fosse preoccupato per i Mangiamorte ancora in circolazione, immaginò che Ron avesse deciso di accompagnare Hermione all’aeroporto il giorno dopo, forse proprio per non farle correre rischi.

Se li immaginò di fronte ad una scacchiera babbana, intenti ad insultarsi vicendevolmente, ben lungi dall’immaginare che la realtà fosse ben diversa e sicuramente per loro molto più piacevole.

Mentre continuava a rigirarsi nel letto sentì un lieve tamburellare fuori dalla porta.

Ancora preso dai suoi pensieri si alzò ed andò ad aprire convinto di trovarsi di fronte uno dei fratelli Weasley, invece sulla soglia apparve lei, bellissima, illuminata dalla luce della luna, indossava una maglietta delle Holyhead Harpies di un paio di taglie troppo grande, che doveva essere appartenuta a Charlie, i capelli sciolti ed un po’ arruffati le incorniciavano il viso.

Vedendosela davanti Harry rimase senza parole, o meglio, gli tornarono in mente le parole di una vecchia canzone che aveva sentito parecchie volte

When the night has come

And the land is dark

And the moon is the only light we'll see

Non le avrebbe permesso di allontanarsi quella sera, si rese conto che aveva bisogno di stare con lei.

 Ginny bisbigliò: - Carini i tuoi boxer, molto sexy, vanno d’accordo con i calzini che ti aveva regalato Dobby!

Harry diventò di tutti i colori e le chiuse la porta alle spalle. Benché avesse una tremenda voglia di stare con lei l’istinto di conservazione ebbe il sopravvento: - Cosa diavolo ci fai qui a quest’ora?

- Ma come sei carino a farmi accomodare in questo modo!

Harry spostò un po’ di vestiti dal letto e la ragazza si sedette, poi mordicchiandosi le labbra, tornò seria: - Non riuscivo a prendere sonno, giù da sola, posso stare un po’ qui con te?

- Ma che domande, certo!

Harry, come ipnotizzato si sedette accanto a lei ancora sentendo nella mente le parole di quella canzone.

No I won't be afraid

Oh I won't be afraid

Just as long as you stand, stand by me

So darlin' darlin' stand by me

Gli prese le mani, poi fissò il suo sguardo negli occhi verdi del ragazzo, Harry non resistette, la strinse a sé, le mise una mano fra i capelli e cominciò a baciarle leggermente le labbra, passò al collo, per poi risalire alla guancia e raggiungere nuovamente le labbra. Poi di nuovo il campanello d’allarme del suo spirito autoconservativo squillò: - Ginny, se tuo padre e i tuoi fratelli ti beccano qui dentro prima mi polverizzano e poi ti mandano in clausura. – le sussurrò sorridendo.

Lei lo guardò con un pizzico di malizia e si coricò sulla brandina: - Per favore, vieni qua, vicino a me, solo per un pochino…

- Ginny, a che gioco stai giocando? Guarda che se continui così va a finire che perdo il controllo!

- Allora lasciati andare. – Sussurrò lei arrossendo.

Il campanello d’allarme si tacque e lui fece magicamente sgusciare Ginny fuori dalla maglietta delle Holyhead Harpies.

Si addormentarono abbracciati e si svegliarono poco prima dell’alba.

- E’ meglio che torni in camera tua prima che i tuoi fratelli si sveglino e mi trasformino in un copriteiera.

La accompagnò alla porta e la baciò sulla soglia, non aveva alcuna voglia di lasciarla andare, ma temeva che sarebbe stato alquanto complicato spiegare a quella famiglia che lo aveva accolto come un figlio, il motivo per cui Ginny, invece di dormire nel suo letto aveva trascorso la notte in mansarda e non certo a dormire.

Ginny tornò in camera sua, giusto in tempo per rendersi conto che era ora di scendere a dare una mano a sua madre per la colazione.

La ragazza si vestì ed andò a lavarsi, si chiedeva se qualcuno si sarebbe accorto di quanto era accaduto, ma quando scese di sotto la mamma era troppo occupata a preparare la colazione, mentre i suoi fratelli erano talmente assonnati da non rendersi nemmeno conto di dove fossero.

Non appena tutti furono usciti, Molly osservò più attentamente Ginny che, benché portasse i segni di una notte trascorsa quasi totalmente in bianco, appariva serena e tranquilla.

- Ginny, c’è qualcosa che dovrei sapere? – le chiese a bruciapelo.

- Facciamo così, mamma, io non ti dirò nulla che tu non voglia sentirti dire, ma sappi che non devi preoccuparti.

- Lo so che ti ama, ma…

- Mamma, stai tranquilla, so cosa faccio, piuttosto tu, non puoi andare avanti a prendere pozioni soporifere per riuscire a dormire! Perché tu e papà non andate da qualche parte? A trovare Bill e Fleur, o zia Muriel, o in qualche campeggio babbano vicino al mare…

- No cara, tuo padre sta superando quanto è successo cercando di rimettere in sesto la vecchia moto di Sirius, vuole regalarla a Harry per Natale…

- Ma tu…

- Io devo superare il dolore a modo mio. Ora voglio che tu la smetta di preoccuparti e va a chiamare quel pigrone del tuo ragazzo, prima che la colazione voli da sola in camera sua!

Ginny capì che la discussione era chiusa e volò al piano di sopra a svegliare l’uomo della sua vita. Entrò in punta di piedi, guardarlo dormire era uno spettacolo: i capelli ancora più arruffati del solito, la bocca semiaperta, le braccia e le gambe aperte a stella marina, gli si avvicinò lentamente e gli baciò le labbra. Lui la attirò a sé facendola rotolare sul letto.

- Harry, va bè che mia madre ha capito tutto, ma mi sembra un po’ eccessivo farci beccare così.

- Come sarebbe a dire che ha capito tutto?

- Sarebbe a dire che non è scema e che mi conosce meglio di chiunque altro, in ogni caso ho intuito che non le va che facciamo certe cose, non qui almeno…Ora alzati pigrone, che la colazione si fredda e poi voglio a tutti i costi fare un uno contro uno con te, qua fuori, la tua Firebolt è ferma da un po’ troppo tempo!

- Lo sai che sei la donna della mia vita?

- Certo, scemo, se no stanotte mica salivo fino qui!

E la straordinaria nuvola di capelli rossi la seguì mentre usciva dalla porta.

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Capitolo 9
*** Buon Compleanno ***


Allora, eccoci di nuovo qui, sperando che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.

 

Come sempre i ringraziamenti e qualche piccola informazione:

 

potterfanlalla17: mi dispiace deluderti, ma i fratelloni giocheranno un ruolo piuttosto pesante in questa storia.

 

lily_94: non ti preoccupare, Harry e Ginny sono una coppia ormai molto consolidata, a Ron non è successo niente a parte quello che hai letto nel capitolo precedente, la battaglia non riguarda i Mangiamorte, ma ti garantisco che Harry preferirebbe trovarsi di fronte a Bellatrix e co piuttosto che affrontare questa di battaglia…

 

ninny: come sempre grazie

 

 

Buon compleanno

 

Ginny stava per parare l’ennesimo rigore di Harry, quando i due sentirono qualcuno arrivare canticchiando. Si guardarono in faccia stupiti e scesero a terra. A Harry aveva fatto un gran bene risalire sulla sua scopa, ma, vedere Ron risalire il vialetto canticchiando lo stupì non poco. Non gli era mai capitato di sentirlo emettere una sola nota, doveva essere successo qualcosa di davvero straordinario per operare un simile cambiamento.

Ginny, si rese immediatamente conto di quale cambiamento era avvenuto nel fratello. A quanto pareva anche lui aveva avuto una notte piacevolmente movimentata.

- Ciao fratello, non ti ho mai visto tanto allegro!

- Già, cosa ti è successo, non ti avevo mai sentito canticchiare, e se non sbaglio era qualcosa di…

Ron, che aveva assunto una tonalità molto vicina al fuxia lo interruppe dicendo: - Stavate facendo una partita? Passo dentro a salutare la mamma, prendo la scopa e mi unisco a voi!

Appena fu entrato in casa Harry si voltò con sguardo interrogativo verso Ginny: - Ma cosa gli è preso?

- Ha ragione Hermione a dire che voi maschi avete i riflessi lenti per certe cose…

- Cosa intendi dire?

- Diciamo che, secondo me lui ed Hermione hanno recuperato il tempo perduto. E con gli interessi direi…

Se Harry fosse stato un cartone animato gli si sarebbe accesa una lampadina sulla testa: - Sei sicura?

- No, è che mi sembra plausibile. – rispose la ragazza sollevando un sopracciglio e guardandolo con aria di superiorità

Harry e Ginny entrarono in casa per prendere un bicchiere d’acqua, Molly, stava ancora stritolando Ron in uno dei suoi classici abbracci. Lo bombardò con una serie di domande a cui il ragazzo rispose in maniera un po’ troppo evasiva.

Quando Molly cercò di scavare più a fondo Ginny lo salvò dicendo: - Allora, ti decidi o no, abbiamo bisogno di un portiere decente, Harry fa schifo in porta!

Ron, ben felice di scrollarsi di dosso le premure di sua madre corse al piano di sopra a prendere la sua scopa.

 

*******

 

Man mano che passavano i giorni l’umore di Ron cominciò a peggiorare e non lasciava soli Harry e Ginny neanche un minuto. Per distrarlo dalla lontananza di Hermione, Harry arrivò a portarselo dietro anche quando andava a trovare Teddy cosa che accadeva almeno due volte alla settimana. Andromeda era sempre felice quando passavano da casa sua e di solito li obbligava a fermarsi a cena e li riempiva di dolci da portare via. Cosa che faceva storcere un po’ il naso a Molly, ma sulla quale non si azzardò mai a fare commenti.

Una sera si misero d’accordo per andare alla Stamberga Strillante il giorno seguente, era ora che la rendessero un posto decente se volevano viverci durante l’anno scolastico.

Percy era riuscito a farla collegare alla Metropolvere e trascorsero diverse settimane in attività di grandi pulizie che sembrarono distrarre Ron dal suo malumore dal mattino fino a sera. Quando tornavano a casa erano così stanchi che dopo cena se riuscivano facevano una partita a scacchi, se no andavano in camera e si addormentavano all’istante.

Ginny collaborò con loro, ma, visto che ancora non poteva utilizzare la magia, si incaricò di acquistare da un rigattiere i mobili necessari all’arredamento. Harry investì una parte dei suoi risparmi, cercando di non far notare a Ron la quantità delle uscite e rassicurandolo ogni volta che gli diceva: - Appena il negozio sarà avviato ti restituisco tutto. 

Verso la fine di luglio l’appartamento sopra il negozio era sistemato. C’erano quattro stanze con ampi letti doppi, nella stanza di Hermione i due ragazzi avevano provveduto a sistemare una libreria di dimensioni ragguardevoli che avevano poi riempito con tutti i loro vecchi libri, compreso quello del Principe. Nella cucina, avevano sistemato due dispense una piena di viveri fra cui una ragguardevole quantità di Cioccorane, Zuccotti di zucca e svariati altri prodotti provenienti direttamente da Mielandia. Nell’altra vi era il necessario per le pozioni. I due bagni erano stati d’obbligo aveva sentenziato Ron dicendo che con una donna in casa era il minimo sindacale; nel salone avevano sistemato un paio di divani ed un grande tavolo molto simile a quelli della biblioteca di Hogwarts. Era una casa bella comoda in cui avrebbero potuto vivere tranquillamente otto persone e a dividersela dovevano essere solo in tre.

Il negozio era ancora pieno di scatoloni, ma nel giro di un paio di giorni sarebbe stato messo a posto.

Intanto Ginny aveva ricevuto un gufo da Luna che, con una lunga lettera, le aveva raccontato la sua vacanza, fra tutte le cose strane che aveva scritto Ginny colse da un paio di frasi che probabilmente fra lei e Neville la cosa non aveva funzionato e che un giorno lui era sbottato dicendole di essere stanco di cercare Spillifizzi, Snorticoli, Aldebardi e simili Smaterializzandosi sotto la Tour Eiffel.

Quando lo aveva raccontato a Harry e Ron erano scoppiati entrambi a ridere: - Certo che per essere riuscita a fare arrabbiare Neville deve avere sicuramente esagerato con le stranezze! – Aggiunse Ron

 

*******

 

Una sera Harry vide Ginny discutere animatamente con Gorge, parlavano a bassa voce per non farsi sentire da nessuno e neanche lui capì cosa si dicevano, ma dall’espressione sconvolta di Ginny e dallo sguardo furente di George, alla fine della conversazione, capì che erano volate parole molto grosse.

George non rivolse la parola a nessuno per tutta la cena. Harry non lo aveva mai visto tanto furioso.

Anche Percy si rese conto che qualcosa non andava, notando gli sguardi infuocati che si lanciavano i suoi fratelli. La tensione si poteva tagliare con il coltello, ma l’unico che non si era accorto di nulla era Ron: aveva ricevuto un gufo da Hermione che gli comunicava che avrebbe raggiunto la Tana il giorno seguente ed era così sulle nuvole che avrebbe potuto sedersi su uno Schiopodo senza nemmeno accorgersene.

Ron chiese ai fratelli di scendere insieme in paese, invitò anche Harry, che però riuscì a glissare, aveva bisogno di stare un po’ solo con Ginny.

Appena gli altri se ne furono andati, con George che lanciava occhiate di fuoco alternativamente a Ginny ed a Harry, il ragazzo le si avvicinò e lei gli disse: - Aspettami fuori, vado a prendere un paio di cose di sopra. Ci vediamo fra un attimo.

Quando la ragazza arrivò, teneva in mano una borsa e si avviarono insieme verso il bosco.

Ginny tolse dalla borsa una trapunta di lana e la stese per terra, poi vi si lasciò cadere sopra.

- Adesso mi spieghi cosa è successo con George. Non l’ho mai visto tanto furioso. – Disse Harry serio.

- Mio fratello è uno stronzo!- Harry rimase allibito, non aveva mai sentito Ginny utilizzare quel genere di parole, figuriamoci indirizzarle ad uno dei suoi fratelli! – Gli ho chiesto di portarsi Ron dietro una sera, visto che io e te non riusciamo mai a stare un po’ da soli e quel cretino mi ha detto di non illudermi, che per te ero solo un passatempo e che tu non eri alla mia portata, concludendo che appena ne troverai un’altra ti ci fionderai a pesce ed io resterò bruciata.

- E tu gli hai creduto?

- No, ma ho cercato di ferirlo più profondamente possibile, gli ho detto che ora che non c’era più Fred è diventato più insopportabile di una cisterna di Puzzalinfa e che se non era in grado di essere felice per me perché ero innamorata, forse era perché non era più in grado di amare nessuno.

- Sei stata tremenda!

- Lo so, non posso farci niente, ma ora ho paura che quello che gli ho detto sia vero: io ho te, Ron ha Hermione, Percy ha Penelope, Charlie… bè Charlie non fa testo, lui ama solo i suoi draghi. Ma George non ha più nessuno!

- Tuo fratello sta con una ragazza babbana, dove credi che vada tutte le sere?

Ginny lo osservò sorpresa - Io pensavo che andasse al pub, anche se non capivo come mai, visto che la birra babbana non gli è mai piaciuta. Ora capisco perché non si è mai portato dietro Ron, meglio così, chiarirò con lui domani.

Cominciarono a coccolarsi e fecero l’amore con calma e tranquillità, tanto lì nessuno li avrebbe visti, sentiti e soprattutto disturbati.

Rimasero abbracciati sotto le fronde dei rami che lasciavano intravedere il cielo trapuntato di stelle, finché l’aria pungente della notte non li costrinse a rivestirsi per evitare di prendere un brutto raffreddore, poi si avviarono verso casa.

Ginny entrò nella sua stanza: - Vieni, chiacchieriamo ancora un po’ – Disse.

Indossò una camicia da notte sicuramente più classica rispetto alla maglietta che aveva indossato la loro prima notte insieme, ma poco ci mancò che Harry le saltasse addosso, vedendola mentre si cambiava. Divenne color porpora e la ragazza disse: - Ma come, mi hai visto nuda meno di mezz’ora fa e adesso ti intimidisci se indosso una semplice camicia da notte? –

Harry scoppiò a ridere e si lasciò cadere sul letto.

Ginny si avvicinò al cassetto della sua scrivania e ne trasse un pacchetto, guardando la sveglia che si trovava sul suo comodino. Poi lo fissò negli occhi dicendo: - Buon compleanno - e porgendogli un pacchettino si sedette accanto a lui.

Harry guardò stupito la sveglia e vide che la mezzanotte era passata da un minuto. Era un diciottenne ora, legalmente maggiorenne anche nel mondo non magico.

- Cos’ è?

- In realtà è una cosa che ha un significato speciale solo per me. Sai, quando ero piccola adoravo una fiaba che parlava di due maghi che attraversavano prove immense e si salvavano solo grazie all’amore che provavano uno per l’altra. Obbligavo mia madre a raccontarmela tutte le sere. Beh, i maghi in questione indossavano due braccialetti uguali…

Harry aprì il pacchetto e ne scivolò fuori un braccialetto, Ginny sollevò il polso sinistro e gli mostrò il proprio identico.

- In questa casa tutti conoscono la storia e sanno quanto sia importante per me, cosa voglia dire. Se accetti sarà un po’ come essere fidanzati ufficialmente…

Aveva detto le ultime parole quasi in un sussurro, mordicchiandosi il labbro, come faceva quando era tesa.

- Se potessi ti sposerei domani, legami il braccialetto, voglio dimostrare a tutti che con te faccio sul serio così nessuno dei tuoi fratelli farà più strane battute.

- Non ho nessuna fretta di sposarmi, tutto quello di cui ho bisogno è qui… - gli disse appoggiando leggermente una mano sul suo petto

Di sotto la porta di casa si era aperta, Ron, Percy e George erano appena rientrati ed erano saliti al piano di sopra.

Ginny gli legò il braccialetto, poi si alzò, Harry ancora seduto sul letto le cinse la vita e la baciò.

La porta si aprì, ma i due, che si stavano baciando con trasporto, neppure se ne accorsero.

La visione di Ginny in camicia da notte e di Harry, seduto sul suo letto, sconvolse i tre fratelli al punto che presero di peso il ragazzo e lo lanciarono nel corridoio sguainando poi contro di lui le loro bacchette contemporaneamente. Ginny cominciò ad urlare ai fratelli di piantarla, saltò sulla schiena di George, morsicò il braccio di Ron, ma se non fosse intervenuto il signor Weasley, probabilmente i tre ragazzi sarebbero comunque riusciti a polverizzarlo.

- Ora basta! – Tuonò Arthur. – Vostra sorella non è più una bambina, è libera di fare le proprie scelte così come lo siete voi! Ora ognuno nella propria stanza. Ne riparleremo domani, a mente fredda!

I ragazzi obbedirono, Ron non disse una sola parola. A Harry sembrava di essere tornato indietro al giorno in cui il Calice di Fuoco aveva sputato fuori il suo nome.

 

 

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Capitolo 10
*** Ritorno alla Tana ***


Come si capisce dal titolo abbiamo finalmente una vecchia conoscenza che torna a trovarci (era ora, Ron non ne poteva proprio più di starle così lontano…)

 

Ora come sempre i ringraziamenti e le risposte alle recensioni:

 

ninny: come sempre grazie ed eccoti accontentata con il quotidiano aggiornamento.

 

lily_94: questo è il prezzo che si paga a fidanzarsi con una ragazza che ha sei fratelli maggiori…

Comunque non preoccuparti, presto Ron avrà cose più serie a cui pensare e George e Percy se ne faranno una ragione…

In realtà è proprio una guerra psicologica che i tre tentano di fare contro Harry, ma falliranno miseramente anche perché presto ci saranno grandi novità…

 

 

Ritorno alla Tana

 

Quando si alzò quella mattina, non vide Ron nel letto accanto al suo, si vestì velocemente e scese in cucina.

Percy, Ron e George erano seduti uno accanto all’altro e stavano facendo colazione.

Non sollevarono neppure la testa quando lo videro arrivare.

Il signor Weasley stava leggendo la Gazzetta del Profeta e lo accolse calorosamente: - Buon compleanno, Harry!

Il ragazzo sorrise e si sedette a tavola.

I suoi amici si alzarono tutti insieme per allontanarsi dal tavolo, ma Harrry li trattenne: - Fermi, ho bisogno di parlarvi.

Lo ignorarono, ma uno sguardo severo da parte di Arthur li bloccò. I tre fratelli si sedettero nuovamente e lo scrutarono con sguardo assassino.

Nel frattempo era scesa anche Ginny, ma era rimasta sui gradini ad osservare la scena.

- Non ho tradito la vostra fiducia, io e Ginny non abbiamo fatto nulla di male, ci amiamo e vogliamo stare insieme. Cosa c’è di strano?

- Cosa c’è di strano? Eri in camera sua, a mezzanotte passata, e la stavi palpeggiando mentre era in camicia da notte! – Ribatté Ron fuori di sé

- Primo, non mi stava palpeggiando, ma ci stavamo solo baciando, secondo, quello che faccio in camera mia non è affar vostro, terzo, se davvero volessimo fare qualcos’altro non lo faremmo certo in camera mia con voi impiccioni appostati dietro la porta! Ma è mai possibile che se una cosa la fate voi va bene, mentre se la faccio io diventa un dramma? Percy, tu hai Penelope e Ron, tu hai Hermione, George, non ho idea di come si chiami la tua ragazza, ma non mi sembra che qualcuno ti abbia mai impedito di stare con lei!

Molly e Arthur guardarono alternativamente i tre ragazzi che, al sentire nominare le rispettive fidanzate erano diventati bordeaux ed erano rimasti impalati come se fossero stati colpiti da un incantesimo della Pastoia total body.

George fu il primo a parlare: - Mary, si chiama Mary e ti ringrazio, Harry, per averlo detto a mia sorella. Speravo di portarla a casa per la festa di compleanno di Ginny e di farvi una sorpresa. – Poi, rivolto ad Arthur – E’ una ragazza Babbana, quindi non farle domande strane, già sta cercando di digerire il fatto che io sia un mago.

Sembrava che per il signor Weasley il Natale fosse arrivato in anticipo di cinque mesi.

Harry attirò nuovamente l’attenzione sulla situazione che stavano analizzando: - Io e Ginny abbiamo il diritto di amarci alla luce del sole tanto quanto voi, se poi aveste ancora dei dubbi sulla serietà delle mie intenzioni, sappiate che sposerò vostra sorella appena possibile. - Percy si alzò ed andò a stringere la mano di Harry con un po’ più di vigore di quanto fosse necessario: - Ho capito, va bene. - Poi si voltò ed entrò nel camino per andare al Ministero.

George, senza aggiungere altro, lo seguì per dirigersi a Diagon Alley. Rimase solo Ron che stava per alzarsi anche se non sapeva dove andare, per fortuna udì bussare e si diresse verso la porta.

Hermione gli volò letteralmente fra le braccia Ron le diede un rapido bacio sulle labbra: - Mi sei mancata un sacco. – La ragazza si sciolse dall’abbraccio ed andò a salutare i genitori di Ron, Arthur le strinse la mano, mentre Molly, che ancora stava digerendo la notizia che i suoi bambini non erano più tanto bambini, dapprima la salutò un po’ freddamente, ma poi le riservò uno dei suoi abbracci. Osservandola da vicino le disse: - Ti vedo stanca, siediti.

La ragazza sorrise ed anche Harry notò che aveva il viso tirato e le occhiaie.

- Ho fatto un volo di dodici ore, ho patito il mal d’aria e, dopo aver accompagnato i miei a casa, mi sono Materializzata qui. Per questo sono un po’ stanca.

Il padre di Ron intervenne immediatamente: - Hai viaggiato in aereo? E dimmi, com’è?

- Arthur! -  Lo interruppe Molly – Hermione è stanca e tu dovevi essere al lavoro quindici minuti fa! Ti spiegherà stasera la magia per cui gli aeroplani stanno su.

L’uomo sollevò le braccia in segno di resa e si infilò nel camino per raggiungere il Ministero.

- Hermione, cara, se vuoi puoi andare in camera di Ginny a posare le tue cose e a riposarti, ho già piazzato la tua brandina.

- Grazie signora Weasley. – e con un movimento di bacchetta fece levitare il suo bagaglio su per le scale ed entrò in camera di Ginny seguita a ruota dall’amica.

Le due ragazze non scesero prima di pranzo, nel frattempo Harry e Ron erano andati alla Stamberga Strillante a sistemare il negozio.

Ron continuava a tenere il broncio ad Harry, ma ad un certo punto non resistette più: - Ma dove diavolo sono finite quelle due, pensavo che a Hermione interessasse venire a vedere la casa. Secondo te c’è qualcosa che non va?

In effetti anche Harry cominciava a preoccuparsi, non era normale che Ginny facesse così tardi, sicuramente avevano molte cose da raccontarsi, ma…

All’ora di pranzo i ragazzi tornarono a casa. Hermione sembrava più riposata, ma non particolarmente contenta, era evidente che fosse molto tesa, anche Ginny appariva piuttosto pensierosa.

Durante il pranzo Ron ed Harry descrissero ad Hermione la casa, ma la ragazza non sembrava realmente interessata a quanto le dicevano, la signora Weasley consigliò ai ragazzi di recarvisi nel pomeriggio, in modo che lei potesse preparare per la festa di compleanno di Harry senza avere nessuno fra i piedi.

I ragazzi utilizzarono la Metropolvere per raggiungere la Stamberga Strillante e Ron tirò immediatamente la mano di Hermione trascinandola a vedere ogni stanza. Poi si sedettero nel soggiorno, ma Ginny agguantò Hermione e la trascinò in bagno. Harry, che nel frattempo era sceso nel negozio per vedere se i pacchi erano stati spediti, sentì Ginny sussurrare ad Hermione : - Ora glielo dici, deve saperlo!

- Ma come faccio? 

- Trova il modo – rispose l’altra secca.

Harry capì all’istante che c’era qualcosa che non andava, ma non fu in grado di dirlo a Ron perché Hermione, uscendo dal bagno, gli disse: - Ron ho bisogno di parlarti. È importante.

Ginny prese Harry sotto braccio e lo trascinò fuori dalla stanza: - Ho bisogno di comprare delle erbe che mi servono per una pozione, vieni con me!

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Capitolo 11
*** Rivelazioni ***


Eh va bene, non potevo lasciarvi lì sulle spine così ho postato questo capitolo subito dopo aver letto le vostre recensioni.

 

Mione1194: caspita, sono davvero così prevedibile?

 

potterfanlalla17: e io che speravo in un po’ più di suspance

 

elettra1991: diceva il buon vecchio Eros Più bella cosa non c’è… quindi…

 

ninny: grazie, non ti preoccupare se non hai il tempo di recensire, mi basta sapere che mi segui e che la storia ti piaccia.

 

Ed ora, senza indugio passiamo alle…

 

Rivelazioni

 

Harry stava percorrendo la strada con Ginny che filava come un treno, cercando di tenerle dietro:

- Mi spieghi cosa sta succedendo ad Hermione?

- Non posso, te lo dirà lei quando se la sentirà.

- Ma fammi almeno sapere se c’è qualche problema con Ron, è il mio migliore amico…

- Direi che il problema riguarda tutti e due…e solo loro! – Aggiunse vedendo che il ragazzo stava per aggiungere qualcosa. Ma Harry non si diede per vinto, si fermò in mezzo alla strada e le chiese:

- C’è un altro?

- Cosa? – Ginny lo guardò con lo sguardo schifato che avrebbe riservato ad uno Schiopodo Sparacoda.

- Hermione ha incontrato un altro ragazzo in Australia e vuole lasciare Ron? – Harry non credeva che quelle parole gli fossero veramente uscite di bocca, ma in realtà da quando aveva visto Hermione quella mattina aveva sospettato qualcosa del genere.

- Sei completamente fuori strada. Conosci Hermione meglio di me, ti sembra che farebbe un colpo di testa simile? Ora piantala di rompere e dammi una mano a recuperare le cose che mi servono per preparare questa pozione.

- Pozione Rivelatrice? E che diavolo è?

- Non ti riguarda, ora, fa mente locale e cerca di ricordarti quali ingredienti abbiamo in casa e quali dobbiamo comprare e per piacere taci!

Harry, stupito dal tono perentorio di Ginny ubbidì sentendosi come un bambino rimproverato dalla mamma.

 

Erano rimasti soli, Hermione stava guardando fuori dalla finestra e Ron era in piedi dietro di lei.

Voleva abbracciarla, stringerla, farle capire quanto le era mancata, avrebbe desiderato affondare le mani nei suoi capelli, respirare il suo profumo, ma gli appariva così fredda e distante, stava per avvicinarsi quando lei si voltò, era pallida, era preoccupata, era bellissima, stava per dirglielo quando lei parlò:

- Ho un ritardo!

Ron non colse il senso delle parole, guardò il suo orologio e le rispose: - Ma figurati, manca ancora un sacco di tempo alla cena!

- Ron ma sei scemo? Non ti ho detto sono in ritardo! Ti ho detto che ho un ritardo! – Hermione appariva scioccata dal fatto che le sue parole non avessero sortito alcun effetto nel suo ragazzo, poi, finalmente, molto lentamente vide che le sue guance cambiavano colore: lo vide sbiancare e si sorprese a pensare, in quel momento a quanto spiccassero le lentiggini sul suo volto.

Ron, folgorato sulla via di Damasco, capì finalmente il senso delle parole che la ragazza aveva appena pronunciato, aprì e richiuse la bocca a vuoto, gli si erano seccate le fauci più che se fosse stato nel deserto del Sahara.

- E dì qualcosa! – lo spronò la ragazza in maniera quasi supplichevole.

- Io… non…, ma sei sicura?

- Sì.

- Come fai ad esserne sicura?

Hermione lo fulminò con un’occhiataccia: - Devo spiegarti i fatti della vita?

Il ragazzo arrossì, poi Hermione si voltò ed aggiunse: - Tua sorella mi ha detto che mi darà una mano a preparare una pozione così…

- Ma come è possibile?

- Vuoi che ti faccia un disegnino?

- Quanto ci vuole per avere una risposta dalla pozione?

- Ginny mi ha detto che per prepararla ci vuole circa un’ora e che poi basta aggiungere una goccia di sangue per ottenere il risultato: se la pozione vira al lilla è positivo, se vira al verde è negativo.

- Bene, allora mettiamoci all’opera, vado a prendere il calderone, ma scusa, com’è che mia sorella conosce la ricetta di questa pozione? Non è che ne ha avuto bisogno anche lei, vero?

- No, mi ha detto che aveva letto la ricetta in un libro di tua madre e che l’inverno scorso l’ha trascritta per una sua compagna di Tassorosso, ne ha tenuta una copia perché sai, non si sa mai.

- Ginny non farebbe mai una cosa del genere!

- Cosa? Fare sesso con un idiota o restare incinta al primo colpo? – Hermione lo guardava furibonda

- Ma cosa ho detto? Smettila di aggredirmi!

- Non volevo offenderti, dai, vieni qui, abbracciami, ho bisogno di sentire che mi sei vicino.

Ron la abbracciò stretta. Poi aggiunse: - Se Harry la sfiora io lo strangolo.

Hermione sbuffò: - Allora dovresti mettergli un cappio al collo, perché da quello che mi ha detto tua sorella se la sono spassata parecchio anche loro.

Ron prima impallidì, poi diventò viola, poi virò ad una tinta aragosta: - Io lo…

- Non dire altro, per favore, com’è che se una cosa la fai tu va tutto bene mentre se la fa tua sorella capita il finimondo?

- Perché lei è una ragazzina! – Urlò Ron.

- Non ho più voglia di parlare di Ginny, quello che fa con Harry non mi interessa e non dovrebbe interessare nemmeno a te. - Rispose Hermione stancamente.

Ron non l’aveva mai vista così, normalmente una discussione del genere si sarebbe protratta per ore, sarebbero volate suppellettili e le urla non sarebbero mancate, ma non ribatté, le posò un braccio sulle spalle ed aggiunse: - Dai, andiamo in cucina, così iniziamo a mettere la pozione sul fuoco.

Si aprì la porta dell’ingresso ed entrarono Harry e Ginny con un paio di sacchetti di carta a testa.

 

Hermione e Ginny cominciarono immediatamente a preparare la pozione, mentre Harry e Ron scesero di sotto a riordinare il negozio. Harry non osò chiedere nulla all’amico e Ron non aveva molta voglia di parlare, così lavorarono in silenzio per quasi un’ora. Quando Ginny scese di sotto Ron salì al piano superiore, Harry e Ginny di sedettero su una panchetta e rimasero in silenzio per un tempo che parve interminabile.

 

 

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Capitolo 12
*** Come trovare le parole ***


Ok, vi ho lasciti sulle spine per un tempo ragionevolmente lungo… (Me diabolica) ed ora andiamo a vedere insieme come sarà questa pozione…

 

Ma prima…

Grazie a :

 

potterfanlalla17: che vuoi che ti dica, Ron non è mai stato un fulmine di guerra, Ginny invece mi sembra che abbia preso proprio tutto da Molly e quindi è l’unica a saper far filare Colui che è sopravvissuto a Colui che eccetera.

 

Ninny: grazie come sempre

 

Come trovare le parole…

 

La pozione era pronta. Hermione e Ron si guardarono negli occhi, poi la ragazza si ferì un dito e lasciò cadere alcune gocce di sangue nel liquido madreperlaceo che si trovava nel calderone.

La pozione sbuffò, sollevò un po’ di vapore e virò al lilla.

Ad Hermione cedettero le ginocchia e Ron la agguantò prima che cadesse lunga e distesa sul pavimento.

La accompagnò sul divano del soggiorno, appena si furono seduti lui la strinse fra le braccia e lei scoppiò in un pianto dirotto.

Ron le accarezzava lentamente i capelli cullandola leggermente, quando lei si fu un po’ calmata la scostò dal suo petto, le sollevò il mento e, guardandola negli occhi le disse: - Non ti preoccupare, ce la faremo, sarà un po’ più faticoso, ma supereremo anche questa. – La ragazza annuì.

- Credo che quei due di sotto si stiano preoccupando, è meglio che scendiamo.

La prese per mano e scesero le scale.

Harry sollevò lo sguardo, ma Ginny fu più veloce:- Allora?

Hermione la guardò in faccia con gli occhi ancora rossi, le sorrise e poi disse: - Lilla.

Ginny sbiancò.

Harry stufo di tutti questi misteri chiese con una punta di nervosismo nella voce: - Allora, volete rendere partecipe anche me?

Ron lo fissò con uno sguardo fiero e gli rispose semplicemente: - Diciamo che ad aprile diventi zio.

Harry boccheggiò, guardò alternativamente Hermione, che all’affermazione di Ron era diventata fuxia, e Ron che, per chiarire ancora meglio il concetto, aveva abbracciato la ragazza posandole delicatamente una mano sulla pancia.

Ginny corse ad abbracciare l’amica. Harry, non poteva crederci, ma cosa diavolo stavano dicendo? Come cavolo era successo? Beh, il come era successo lo poteva intuire, anche se non riusciva a credere che fossero stati così sconsiderati, e pensare che Hermione aveva la fama di essere una persona attenta e scrupolosa… mah, i casi della vita…

Decise che era inutile fare domande o commenti, si avvicinò e strinse la mano di Ron: - Beh, congratulazioni!

Salirono tutti al piano di sopra. Poi Harry chiese: - Ora, cosa intendete fare?

- Penso che dovremo sposarci, ma chi lo dice a mia madre?- Il volto di Ron, passata la spavalderia iniziale, era diventato terreo, poi continuò: - Questa è la volta che mi uccide…

Hermione intervenne: - Io non ho nessunissima intenzione di sposarmi, non ora almeno. Un cambiamento come questo è più che sufficiente nella mia vita, voglio continuare a studiare e non contare sul fatto che io faccia la perfetta mogliettina che ti aspetta quando torni dal lavoro!

Ron la guardò stupito, non sapeva se sentirsi arrabbiato, deluso o sollevato: - Ma perché non mi vuoi? – Le domandò, con uno sguardo ferito.

Hermione si morse un labbro: - Non è che non ti voglio, è che al momento ho altre priorità e il matrimonio non è assolutamente fra di esse!

- Ma io voglio formare una famiglia con te, e poi so quali sono le mie responsabilità! – Aggiunse Ron in tono deciso

- Ron. – rispose la ragazza sorridendo e prendendogli la mano: - Noi siamo già una famiglia, ma non voglio che tu ti senta obbligato a fare un passo che non sei ancora pronto a compiere.

Ron era rimasto a bocca aperta, ma non capiva, questo ragionamento era completamente estraneo al modo di pensare a cui era stato abituato. Non sapendo come ribattere riprese: - Questa volta la mamma ci uccide veramente.

Hermione sorridendo rispose: - No, Tua madre ucciderà te fra lenti ed atroci tormenti, poi scatenerà contro di me una guerra psicologica che farebbe invidia alla Umbridge. Si calmerà solo quando avrà in mano il frugoletto.

Harry e Ginny, fra lo spiazzato ed il divertito, erano rimasti ad osservarli, poi Ginny interruppe il proprio flusso di pensieri ed anche il dialogo degli altri due. Li guardò attentamente poi disse: - Mi è venuta un idea, ma avremo bisogno di un complice credibile, papà dovrebbe andare bene.

- Papà? – Domandò il fratello preoccupato.

- Scegli il male minore, Ron, mi sembra che dire una cosa del genere a papà creerà meno problemi che dirla prima alla mamma.

- Ancora non capisco a cosa stai pensando…

Ginny sorrise e li mise a parte del suo piano. Quando ebbe concluso Harry pensò che probabilmente se fosse stata un ragazzo sarebbe stata della stessa forza dei gemelli. E annotò mentalmente di cercare di non farla mai arrabbiare seriamente o chissà quali atroci vendette sarebbe stato in grado di partorire il suo cervello malandrino.

Si accordarono per gli ultimi dettagli e poi, vedendo che stava scendendo la sera ritornarono alla Tana.

 

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Capitolo 13
*** Una nuova compagna ***


Sono stata una cattivona a farvi aspettare un altro giorno? Sì!

Pazienza, in questo capitolo non è che succeda un gran che, più che altro mi serviva da transizione…

Ora i ringraziamenti e le spiegazioni:

 potterfanlalla17: lo shock arriverà presto, ma non ancora ora…

 

Ninny: grazie

 

elettra1991: per la conclusione ci vogliono ancora quattro capitoli, comunque porta pazienza…

 

lily_94: Ginny e Harry sono un po’ meno avventati dei loro amici, quindi per la nascita di James bisognerà ancora aspettare qualche tempo.

 

Mione1194: in realtà non è Rose, perché nasce nel 2006, ricordiamoci che siamo solo nel 1998…

 

Ora, bando alle ciance e cominciamo con la storia…

 

 

Una nuova compagna

 

Molly Weasley attendeva i ragazzi di fronte al camino con aria truce; le braccia incrociate e le dita della mano destra che tamburellavano sull’avambraccio sinistro: - Vi sembra questa l’ora di arrivare? Gli ospiti sono già qui! Filate a lavarvi le mani e a sedervi. Subito!

Nel giardino era stato imbandito un buffet ed Harry notò che oltre alla famiglia Weasley erano stati invitati anche Kingsley ed Andromeda con il piccolo Teddy.

Harry si affrettò subito a raggiungere il suo figlioccio con il quale ormai aveva preso confidenza e cominciò a far uscire dalla sua bacchetta incantesimi che tracciavano nel buio della notte dei fili colorati e che il piccolo guardava affascinato cambiando il colore dei capelli ad ogni nuova scintilla che vedeva.

Come previsto dal piano, Harry si avvicinò a Molly tenendo Teddy in braccio ed insieme ad Andromeda intavolò una discussione sul piccolo e su come stava imparando velocemente a mutare, nel frattempo Ron ed Hermione presero da parte Arthur per rivelargli il loro “piccolo grande segreto”.

Fortunatamente prima di cominciare a parlare con il Signor Weasley Hermione aveva lanciato un Muffliato così nessuno fu in grado di capire cosa si stavano dicendo e soprattutto nessuno capì a cosa si riferisse lo sguardo shockato sul volto di Arthur.

- Ragazzi, vi rendete conto del guaio in cui vi siete cacciati?

- Senti papà, non puoi venire a farci la predica, se non sbaglio Bill…

- Non ci provare nemmeno, ragazzino! – Rispose il padre severo – I tempi erano diversi ed io avevo già il mio lavoro al Ministero!

-  Anche io ho un lavoro!

- Ed i vostri progetti di finire la scuola?

Hermione intervenne: - Ron concluderà gli studi come previsto, io seguirò le lezioni fino a marzo e a giugno sosterremo gli esami.

- Hermione, la fai facile tu, ma guarda che tirare su un bambino non è così semplice, soprattutto per due ragazzi giovani come voi!

- Non saremo soli, so che i miei ci daranno una mano…

- Non puoi sradicare i tuoi genitori dalla loro vita Babbana e trascinarli impreparati nel mondo magico! Sarebbe pura follia!

- D’altra parte, penso che Molly sarebbe ben disposta ad occuparsi del piccolo mentre voi studiate… A proposito, come avete pensato di dirglielo?

- Beh è qui che entri in gioco tu, pensavamo di parlargliene al compleanno di Ginny, ma abbiamo bisogno del tuo appoggio.

- E l’idea è stata di George o di Ginny?

- George non ne sa nulla…

- Va beh, spiegatemi cosa devo fare…- Capitolò infine il Signor Weasley.

Molly intanto stava cercando il marito e, quando lo vide avvicinarsi pensieroso, gli chiese: - Dov’eri finito? Stavo per fare un incantesimo di appello!

- No… da nessuna parte… io…

- Scommetto che sei stato a parlare di aerei con Hermione fino ad ora e non hai ancora capito come stanno su.

- E’ vero – mentì Arthur – vado a prendere il regalo per Harry.

Molly aveva fatto volare sul tavolo la torta di compleanno di Harry e tutti gli avevano dato i loro regali.

Un kit per preparare la pozione Polisucco da parte di Hermione e Ron, una serie di Tiri Vispi Weasley da George, un libro da Percy, un kit per la sua scopa da parte di Bill e Fleur, poi arrivò la sorpresa più grande: il Signor Weasley uscì di casa con un pacco piuttosto voluminoso e, quando Harry lo aprì, vi trovò dentro la più piccola civetta che avesse mai visto. Era poco più di un pulcino e, probabilmente più che volare era in grado di fare qualche saltello fuori dalla finestra, ma ad Harry parve splendida.

Non sapeva come ringraziare, ma non ce ne fu bisogno, Arthur disse: - Sappiamo che non potrai mai dimenticare Hedvige, ma speriamo che sia una degna sostituta.

Harry abbracciò i coniugi, la festa continuò finché Teddy non si addormentò esausto, allora gli ospiti andarono via ed Harry, George e Percy aiutarono la Signora Weasley a rassettare.

Hermione e Ron sembravano spariti, mentre Ginny, in camera sua, stava cercando di controllare nella lista dei libri del settimo anno quali fra quelli dei fratelli fossero ancora utilizzabili e quali no.

Dopo aver cercato invano l’amico nel giardino Harry si decise a salire in camera, ma mentre saliva, fu trascinato da Ginny nella sua stanza.

- Secondo me non ti conviene salire, aspetta ancora un po’, è meglio.

A Harry si formò nella mente la raccapricciante scena di Ron ed Hermione avvinghiati e di lui, sulla porta, che li interrompeva sul più bello.

Ginny scoppiò a ridere e gli disse: - Certo che l’Occlumanzia non è proprio il tuo forte eh?

- Non ti sarai mica intrufolata nei miei pensieri?

- No, non sono una Legilimens, ma dalla tua espressione allucinata si è capito immediatamente a cosa stavi pensando ed effettivamente anche io la trovo una cosa piuttosto raccapricciante, quella ragazza ha davvero un bel pelo sullo stomaco per fare certe cose con mio fratello!

- Sei proprio una strega – Ribatté Harry scoppiando a ridere.

Era quasi l’una di notte quando Harry si decise finalmente a salire in camera di Ron, bussò, ma non ottenne alcuna risposta, allora entrò e, fortunatamente non vide nessuna scena al limite della decenza.

Ron ed Hermione dormivano abbracciati, solo che Hermione indossava la maglia di Ron ed il ragazzo aveva addosso esclusivamente i boxer.

Harry, senza indugiare troppo con lo sguardo sulla scena con un colpo di bacchetta fece levitare le coperte che erano finite sul pavimento addosso ai due amici e si coricò piombando immediatamente in un sonno profondo.

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Capitolo 14
*** Festa con sorpresa ***


Ora i nodi vengono al pettine vediamo come reagirà Molly…

 

Intanto i ringraziamenti:

 

Mione1194: ebbene sì secondo la mia storia anche Ron e Hermione hanno tre figli di cui il più grande nell’epilogo avrà già 18 anni.

 

Ninny: come sempre grazie

 

potterfanlalla17: eccoti accontentata, ora scoprirai la reazione di Molly e non solo…

 

lily_94: non ti preoccupare, Arthur sarà un ottimo complice

 

elettra1991: non credo che diventerà proprio una zampogna, ma… non voglio rovinarti la sorpresa

 

Ecco a voi la…

 

Festa con sorpresa

 

Nei giorni seguenti Harry, Ron, Hermione e Ginny finirono di sistemare il negozio di scherzi che aprì ufficialmente i battenti un sabato, pochi giorni prima del compleanno di Ginny.

I ragazzi furono tutti talmente presi dal lavoro che non ebbero molto tempo per pensare ai problemi contingenti, Hermione aveva comunque deciso di andare a parlare con la McGranitt: non aveva intenzione di fare qualcosa alle sue spalle, anche se sospettava che sarebbe stato piuttosto complicato farle accettare la nuova situazione.

La ragazza annunciò quindi a Ron che sarebbero andati dalla Preside dopo la festa di compleanno di Ginny. Quando glielo disse Ron assunse una tonalità perlacea da fare invidia a Nick – Quasi - Senza Testa: - Prima mia madre e poi la McGranitt, mi vuoi vedere veramente morto! Nelle tue condizioni tu non rischi niente, ma quelle due come minimo mi affatturano!

- Esagerato, vedrai che dopo le ire funeste di tua madre la McGranitt non ti farà poi più tanta paura!

Rispose ridendo Hermione.

- È una ben magra consolazione. – Rispose funereo il ragazzo, poi con fare teatrale aggiunse: - Digli che sarei stato un buon padre quando gli mostrerai i miei resti raccolti in una tabacchiera!

- Ma smettila di fare il melodrammatico! –Scoppiò a ridere Hermione.

 

***************

 

La festa di compleanno di Ginny si sarebbe tenuta quella sera e Ron era estremamente suscettibile, tant’è che quel giorno lo avevano sostituito in negozio Harry ed Hermione, mentre lui andava a schiarirsi le idee in giro per Hogsmade.

- Cosa ne pensi? – Chiese Harry ad Hermione.

- Ho piena fiducia in lui: è spaventato, è preoccupato, ma mi starà vicino e ce la faremo.

Le parole di Hermione erano state così certe e definitive che Harry non ebbe più alcun dubbio.

Quando i ragazzi tornarono a casa quella sera l’atmosfera era molto allegra. Molly ed Arthur avevano fatto le cose in grande: avevano invitato alcuni amici e, per l’occasione anche Hagrid e Charlie erano tornati. Grop, invece, era rimasto nella caverna vicina ad Hogwarts che gli aveva trovato Silente. C’era anche Luna che stava raccontando ad un perplesso Percy le sue avventure in Francia, Penelope, che, essendo stata prefetto di Corvonero, conosceva le stranezze della ragazza se la rideva sotto i baffi. Fleur e Bill erano appena arrivati e Molly li aveva accolti entrambi con uno dei suoi abbracci stritolaossa.

Arthur era sulle spine perché non vedeva l’ora di conoscere Mary, la ragazza Babbana di George.

Il ragazzo arrivò con lei sulla sua scopa e, a quanto pareva, non era la prima volta che la portava a fare un giro, perché lei non appariva né preoccupata né spaventata.

Sembrava la versione Babbana di Tonks: capelli rosa shocking, piercing al naso e al labbro, unghie dipinte di blu, non era bellissima, ma si poteva definire graziosa aveva comunque la straordinaria capacità di risultare immediatamente simpatica, probabilmente doveva avere anche uno straordinario senso dell’umorismo per stare con un tipo come George; anche i suoi abiti erano piuttosto eccentrici: maglietta e jeans neri sotto un lungo impermeabile di pelle anch’esso nero.

Arthur apparve quasi un po’ deluso, si aspettava una Babbana un po’ più “classica”, ma quando lei si presentò ogni dubbio sparì: - Mi chiamo Mary e sono lieta di fare la vostra conoscenza! Lei deve essere il padre di George, sono felice di incontrarla, suo figlio non fa che parlare di lei e mi ha detto che è molto interessato alle cose quotidiane del mondo non magico. – Arthur scrutò il figlio sorridente e stava quasi per chiedere a Mary come funzionava un televisore quando arrivò Molly.

La donna aveva osservato la ragazza da lontano con un cipiglio piuttosto severo, poi sospirando si era avvicinata per stringerle la mano: - Molly Weasley!

Mary sorrise e tutto il volto le si illuminò: - Allora è lei la creatrice di quegli splendidi maglioni che indossa George d’inverno, sono così belli, caldi e morbidi, anche mia madre lavora a maglia, ma non le vengono così soffici, poi sa, in casa siamo sette e quindi anche lei ha il suo bel daffare! – La ragazza non era un’adulatrice, il complimento le era uscito spontaneo e in un colpo solo aveva conquistato entrambi i signori Weasley.

Ora toccava alla sorpresa più grande, Arthur prese la parola e tutti fecero silenzio, poi disse: - Bene, in questa occasione di festa ho un annuncio da fare alla mia splendida moglie. – Molly lo guardò stupita – L’unica cosa che manca per rallegrare ancora di più l’atmosfera è un nuovo piccolo Weasley, ma a questo si rimedierà facilmente, perché un uccellino mi ha detto che a marzo diventeremo nonni!

Molly si voltò istantaneamente verso Bill e Fleur con gli occhi colmi di lacrime, stava per fare loro le congratulazioni, ma quando vide i loro sguardi interrogativi capì che forse aveva sbagliato coppia.

Indirizzò la sua attenzione su George e gli disse: - Ma perché …- non poté finire la frase perché il ragazzo la interruppe: - No, mamma, non guardare noi…

Molly si voltò istantaneamente verso Percy, ma il ragazzo scosse la testa.

I fratelli si girarono tutti con sguardo assassino verso Harry, ma prima che chiunque potesse dire o fare qualcosa Ron, tenendo la sua ragazza per mano intervenne: - Ok, basta così. Mamma, io ed Hermione avremo un bambino e voi tutti diventerete zii approssimativamente fra la fine di marzo e l’inizio di aprile. – Aveva le orecchie paonazze, ma aveva sostenuto lo sguardo shockato della madre ed era riuscito a mantenere un tono di voce chiaro e tranquillo, poi aveva abbassato lo sguardo.

Cadde un silenzio di tomba, non si sentiva volare una mosca, Hagrid e Luna, stupiti osservavano la scena come se i membri della famiglia Weasley si trovassero in un acquario.

Charlie fu il primo a parlare e disse: - Qui ci vuole un brindisi! Bravo fratellino! Bel colpo!

Molly lo fulminò con lo sguardo, ma ormai tutti avevano levato i calici ed avevano cominciato a dare a Ron pacche sulle spalle e ad abbracciare delicatamente Hermione.

A Molly non rimase che scuotere la testa, dirigersi verso suo figlio e la sua ragazza, avvolgerli in un abbraccio e poi sussurrare loro fra le lacrime: - Due stupidi, siete due stupidi incoscienti, ma come vi è saltato in testa!

La festa si concluse a notte inoltrata, ma quando gli ospiti se ne furono andati Molly trattenne in cucina i due ragazzi: - Bene, ora mi spiegate cosa avete intenzione di fare!

Ron non era in grado di parlare, aveva consumato tutto il suo coraggio Grifondoro affrontando la madre prima, perciò toccò ad Hermione iniziare il discorso: - Signora Weasley… - Molly la interruppe: - Ma come, mi fai diventare nonna e ancora mi dai del lei? Chiamami Molly, ed ora andiamo avanti.

-Bene, Molly, io e Ron proseguiremo con i progetti che avevamo fino alla nascita del bambino, ammesso che la professoressa McGranitt accetti, poi, mentre lui continuerà a frequentare, io studierò a casa e mi presenterò agli esami come privatista.

- Ma dobbiamo organizzare il matrimonio…

- Io e Ron abbiamo deciso di non sposarci, non ora almeno, la nostra vita ha già avuto fin troppi scossoni, faremo questo passo quando saremo pronti, non adesso.

Molly stava per aggiungere qualcosa, ma Arthur disse: - Bene, vedo che avete già organizzato tutto, se avrete bisogno di una mano io e Molly saremo ben lieti di darvela, ma forse sarebbe meglio che tu parlassi anche con i tuoi genitori!

Hermione sorrise: - Domani andremo dalla Professoressa McGranitt, le ho già inviato un gufo e poi passeremo a casa dei miei per spiegare loro la situazione.

A sentire queste parole Ron sollevò di scatto la testa e guardò Hermione in modo così allucinato che Arthur riuscì a trattenere a stento un sorriso, allora aggiunse: - Minerva ed i suoceri in un colpo solo, ragazzo è meglio che tu vada a dormire, prevedo che domani la tua sarà una giornata molto lunga!

Ron si diresse in camera sua a testa bassa seguito da Hermione, di fronte alla stanza di Ginny si voltò e le disse: - Ma non potevi avvertirmi prima? Già devo prepararmi spiritualmente ad affrontare la McGranitt, ci mancava che mi portassi anche a conoscere i tuoi!

- Stai tranquillo, secondo me non sarà così tragico!- Poi gli cinse il collo con le braccia e gli scoccò un bacio sulle labbra che il ragazzo non tardò a ricambiare ed approfondire. Si staccarono solo quando sentirono i genitori di Ron salire le scale e si scambiarono la buonanotte.     

 

 

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Capitolo 15
*** Incontro con Minerva ***


Povero il nostro Ron, vediamo cosa lo aspetta con la severissima professoressa McGranitt…

Ma prima, come sempre grazie ai lettori e commentatori:

 

lily_94: ti garantisco che Mary non è una donna di malaffare, non si droga, non beve, non fuma, non dice parolacce… Ok, forse sto esagerando, ma ricordati che l’abito non fa il monaco. (Anche io fino a non troppo tempo fa avevo i capelli fuxia sparati in ogni direzione)

Per la cronaca Harry ha regalato a Ginny una Firebolt facendo tacere le malelingue dei fratelli che affermavano che lui non teneva alla fanciulla…

Sfortunatamente ora la storia si accentrerà di più sulla coppia Ron Hermione, ma non temere, Harry e Ginny compariranno ancora.

 

potterfanlalla17: vi avevo spaventato facendovi immaginare una Molly tremendamente adirata, eh?

No, Molly adora i pargoli, figurati se il fatto che arrivino così presto la scandalizza, d’altronde lei non era stata da meno di Ron con Bill…

 

Ninny: grazie come sempre.

 

elettra1991: io sono morta dal ridere quando ho rivisto gli sguardi assassini dei fratelli Weasley rivolgersi verso Harry…

 

Mione1194: mi sa che non lo invidia nessuno, ma non preoccuparti, almeno con Minerva andrà meno peggio del previsto…

 

Incontro con Minerva

 

La professoressa McGranitt abitava in una tranquilla villetta fuori città, quando i ragazzi si Materializzarono nel cortile lei aprì la porta e li accolse sorridendo.

- Benvenuti, non mi capita spesso di ricevere visite da parte dei miei studenti in piena estate, perciò a cosa devo questo onore? La signorina Granger mi ha detto che aveva bisogno di parlarmi di una questione urgente, ma non credevo che avesse coinvolto anche lei signor Weasley!

La casa era estremamente luminosa entrarono nel soggiorno e videro che era straordinariamente arredato con mobili moderni: le librerie in legno erano a vista e slanciate, mentre i divani erano bianchi, unici tocchi di eccentricità un tavolino di vetro sorretto magicamente da una pila di libri ed un pianoforte a muro nero sul sedile del quale era acciambellato tranquillamente un pigro gatto soriano. I ragazzi si guardarono intorno stupiti, non si aspettavano certo che la loro insegnante amasse quel tipo di arredamento.

La professoressa fece accomodare i giovani maghi sul divano e fece apparire dei bicchieri di succo di zucca.

- Bene, ora che siamo a nostro agio sarei lieta di conoscere il motivo di questa piacevole quanto inaspettata visita.

I ragazzi si guardavano i piedi e non sapevano da che parte cominciare.

Hermione era pallida, si era preparata un bel discorso, ma ora non sapeva assolutamente come iniziarlo. Guardò la professoressa negli occhi e lei ricambiò lo sguardo in modo incoraggiante, a quel punto la ragazza scoppiò a piangere.

La McGranitt rimase allibita, ma le ci volle solo un istante per capire che c’era qualcosa di particolare nell’aria, Ron aveva abbracciato Hermione e le accarezzava delicatamente i capelli cercando di calmarla, poi si voltò verso la sua insegnante e le disse: - Avremo un bambino. – il tono deciso e duro che aveva usato si smorzò quando si rivolse alla ragazza: - Ora calmati, non devi piangere così, lo sai che le lacrime non gli fanno bene!

La professoressa era rimasta attonita ad osservare la scena, poi aveva stretto le labbra per trattenersi dal fare una lavata di capo a quei due incoscienti, una volta recuperato il suo classico aplomb prese una mano alla ragazza e le disse: - Smetti di piangere e vai a lavarti il viso, poi discuteremo sul da farsi. - La fece alzare e la accompagnò in bagno, quando le due donne tornarono Hermione appariva più tranquilla.

- Ora ditemi cosa avete intenzione di fare, perché se siete venuti qui immagino che stiate pensando di tornare comunque a scuola, altrimenti mi avreste semplicemente mandato un gufo per invitarmi al matrimonio…

Hermione ormai completamente in possesso delle sue facoltà, ma ancora un po’ preoccupata, mormorò: - Non ci sarà nessun matrimonio. E per Hogwarts…

- Bene, se per il signor Weasley la cosa è piuttosto semplice, la sua situazione si fa decisamente più complicata.

- Lo immaginavo e non intendo metterla in difficoltà, con un G.U.F.O. alto come il mio dovrei riuscire comunque a trovare un buon lavoro, ma avrò bisogno quantomeno di una lettera di raccomandazione.

Ron la guardava stupito, lei aveva fatto in modo di incontrare la McGranitt per avere una lettera di raccomandazione e la certezza che lui avrebbe continuato a studiare, non poteva crederci ed esclamò: - Frena Hermione, se tu non vieni con me io ad Hogwarts non ci torno!

- Ron hai sentito, per me è complicato, ma tu devi continuare a studiare o non diventerai mai un Auror. – Rispose Hermione nuovamente sull’orlo delle lacrime

-Adesso basta! – li interruppe la professoressa. – Quando ho detto che per lei sarebbe stato più complicato non intendevo certo dire che lei non potrà frequentare, suppongo che però quando nascerà il bambino lei dovrà studiare a casa e prepararsi a sostenere i M.A.G.O. come privatista.

- Pensavo che non fosse possibile per una ragazza nelle mie condizioni continuare ad andare a scuola, su tutti i libri che ho letto non si fa menzione di studentesse in stato interessante!-

- Voi due non siete i primi incoscienti della storia di Hogwarts, e se questi casi eccezionali non sono menzionati nei libri è perché sono appunto eccezioni, è meglio incutere un minimo di timore ai ragazzi o la maggior parte di loro si lascerebbe trasportare dalla tempesta ormonale dell’adolescenza trasformando la scuola in una nursery, condividete questa mia opinione? – Ron ed Hermione annuirono, quindi la McGranitt continuò -  Inoltre siete maggiorenni e non vivrete nel castello, perciò non si pone nemmeno il problema di organizzare una stanza per la vostra “famigliola”.

- Secondo lei Madama Chips potrebbe effettuare i controlli durante la gravidanza?- Chiese Hermione lasciando un allibito Ron a bocca aperta, questa parte della faccenda non l’aveva minimamente presa in considerazione.

- Non vedo perché no, visto che anche molti abitanti di Hogsmade quando ne hanno bisogno usufruiscono dei suoi servigi.

Il volto di Hermione si aprì nel primo vero sorriso di quel giorno, Ron le prese la mano e la professoressa McGranitt fece sparire i bicchieri di succo di zucca.

- Penso che data la circostanza questo sia più indicato. – E fece apparire una bottiglia Magnum di spumante.- Lo tenevo per una grande occasione, è lì da anni, me lo aveva regalato il Professor Silente e penso che sarebbe lieto che lo aprissi oggi. -

Prima che i ragazzi potessero obiettare qualunque cosa la professoressa, con un rapido colpo di bacchetta aveva già stappato la bottiglia che levitando aveva autonomamente riempito tre calici.

- Auguri! Ragazzi, credo che ne avrete bisogno. – disse poi levando il suo calice

Ron ed Hermione brindarono con lei e si congedarono poco dopo per recarsi dai genitori di Hermione.

Ron, che aveva accumulato dentro una tensione spaventosa, uscito di casa scoppiò in una risata isterica che Hermione riuscì a calmare solo diversi minuti dopo mentre, in un ristorantino tipico stavano gustando un meritato pranzo, quando disse: - Sono felice che tu sia così allegro, anche perché non credo che mio padre lo sarà altrettanto!-

Il sorriso gli morì sulle labbra e la guardò abbattuto: - Davvero?

- Beh sono la sua unica figlia femmina, ricordatelo, immagina quanto tu e gli altri siete gelosi di Ginny e moltiplicalo per cento.

- Tuo padre non ha il porto d’armi vero? – domandò il ragazzo ora nuovamente in preda al panico

 

 

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Capitolo 16
*** Casa Granger ***


Carissimi siamo agli sgoccioli, manca solo più l’epilogo dopo questo capitolo, non vi lascio troppo sul filo ad attendere per sapere cosa succederà con i genitori di Hermione, ma prima come sempre i ringraziamenti:

 

Deidara: benvenuta fra i miei recensori, anche a me ha sorpreso la reazione di Minerva, la facevo molto meno comprensiva, ma si sa, con l’età ci si ammorbidisce…

 

Ninny: in effetti Hermione è la strega più brillante della sua generazione, non farle terminare gli studi a causa di un “piccolo incidente” sarebbe stata una vera cattiveria…

 

elettra1991: Povero, ma anche tanto tenero, non trovi?

 

potterfanlalla17: che vuoi che ti dica, magari pensava che Molly avesse già dato una sufficiente lavata di capo ad entrambi e non voleva infierire…

 

lily_94: ecco qua, la tua curiosità è presto accontentata.

La storia in realtà è quasi conclusa, non resta che l’epilogo dopo questo capitolo, ma anche lì i nostri quattro (quasi cinque) amici ci faranno ancora qualche sorpresa.

 

 

 

 

Casa Granger

 

- Miseriaccia!

- Cosa c’è ancora?

- Non posso presentarmi a casa dei tuoi a mani vuote!

- Mi sembra un po’ tardino per pensarci.

Per recarsi a casa di Hermione questa volta si erano Smaterializzati comparendo nel garage accanto alla nuova auto dei signori Granger.

Usciti dal garage Ron osservò un cespuglio di rose e ne potò una con un rapido colpo di bacchetta poi chiese: - Qual è il fiore preferito di tua madre?

Hermione non capiva: - Le orchidee, perché?

Ron recitò una formula magica e mosse la bacchetta in un modo particolare trasfigurando la rosa in una splendida orchidea rossa.

Hermione lo guardò stupita, il ragazzo sorrise e disse: - Bill mi ha insegnato un paio di trucchetti…-

Confezionò poi adeguatamente il fiore sempre sotto gli occhi increduli di Hermione: - E questo?- domandò impressionata la ragazza.

- Papà ogni tanto mi chiedeva una mano per impacchettare il regalo della mamma, così ho imparato.

Hermione prese Ron per mano e lo condusse fino davanti alla porta, poi suonò il campanello.

Jean e Sam Granger aprirono la porta e sorrisero ai ragazzi: - Accomodatevi!

Ciao, Ron, sono molto lieto di rivederti, sei cresciuto parecchio dall’ultima volta! – Disse il padre di Hermione scostandosi per farli entrare. Poi aggiunse: - E Harry? Come mai non è qui anche lui? -

Nel frattempo il signor Granger aveva fatto accomodare i ragazzi in salotto.

Ron , con le orecchie rosso fuoco si avvicinò alla mamma di Hermione e le offrì il suo dono: - Sua figlia mi ha detto che ama le orchidee, è un piccolo pensiero. –

Jean sorrise e prese il fiore dalle mani quasi tremanti del ragazzo ringraziandolo, poi aggiunse: - Bene, ora però vorrei sapere il motivo di tutta questa fretta, come mai mi hai mandato una lettera ieri dicendomi che avevi urgenza di parlarci?

Hermione sprofondò un po’ di più fra i cuscini del divano, mentre Ron cominciò a mordersi le labbra, poi la ragazza disse: - Sono incinta.

Jean spalancò la bocca, mentre Sam, una volta registrate le sue parole cancellò dal viso il sorriso che aveva stampato per sostituirlo con una smorfia fra lo sbalordito e l’inorridito: la sua bambina, la sua piccola Hermione aspettava un bambino? Ma come era possibile? Cioè, il come era possibile lo sapeva, ma non riusciva a capacitarsene.

Il silenzio durò diversi minuti, poi però Jean si sciolse e disse: - Avete deciso cosa fare?

Hermione annuì: - Abbiamo parlato con la McGranitt che ci ha detto che potremo continuare gli studi, nel frattempo lavoreremo a turno nel negozio di scherzi di suo fratello e a giugno sosterremo gli esami.

- Bambina, tu non hai idea di cosa significhi studiare ed occuparsi di un neonato, pensi seriamente di farcela?

- Mamma, durante quest’anno ho passato cose che neanche immagini e l’idea di avere una vita normale, di vivere con Ron e con nostro figlio, fa passare tutta la fatica e tutte le difficoltà al secondo posto.

Jean abbracciò la ragazza e le disse: - Prima di ogni altra cosa però voglio che tu ti faccia visitare da zio Franck, domani mattina e promettimi che troveremo il modo di vederci un po’ più spesso, rispetto agli anni scorsi.- Poi, rivolgendosi al ragazzo chiese: - I tuoi genitori cosa ne dicono?-

Ron guardò negli occhi il padre di Hermione poi disse: - L’hanno presa abbastanza bene, hanno detto che faranno il possibile per darci una mano e…- Non riuscì a finire la frase perché il signor Granger sbottò: - Ma è possibile che io sia l’unico a rendermi conto che voi non siete altro che due incoscienti con la testa fra le nuvole? Vi siete fermati a pensare un attimo a cosa vuol dire questo per le vostre vite? Da ora in avanti dovrete pensare prima di tutto al bambino, voi verrete in secondo piano e con voi anche i vostri progetti, lo sapete, questo?

Hermione fulminò suo padre con uno sguardo di ghiaccio che avrebbe fatto invidia a quelli della professoressa McGranitt quando era arrabbiata, poi ribatté: - Ne siamo consapevoli, papà, ma andremo avanti per la nostra strada, costi quel che costi, mi conosci, sai di cosa sono capace, perciò credo che ora il discorso possa considerarsi chiuso.

Sentendo il tono della figlia la signora Granger trattenne il marito che stava per ribattere, Jean conosceva troppo bene i suoi polli e voleva evitare che si arrivasse ad una rottura che avrebbe potuto rovinare per sempre i loro rapporti, quindi si alzò e disse: - Ora che tutto è chiarito sarà bene che prepariamo la cena.

I ragazzi si alzarono e si diressero verso la cucina: - Ce ne occupiamo noi, mamma, dimmi cosa vuoi che prepariamo…

Mentre Ron ed Hermione trafficavano in cucina i signori Granger rimasero in salotto a parlare. Quando la cena fu pronta l’umore di Sam era decisamente migliorato:- Bene, allora, quando arriverà questo nipotino?

- Beh, all’incirca verso la fine di marzo o l’inizio di aprile.

- Questo vuol dire che non ci vedremo prima di Natale, vero?

- Esatto, staremo a scuola fino al termine delle lezioni, trascorreremo il Natale alla Tana e poi …- Ron fu interrotto dalla madre di Hermione: - Come sarebbe a dire che trascorrerete il Natale a casa tua?

- No, non ha capito, mia madre non mi permetterebbe mai di trascorrere un altro Natale lontano da casa, ma sarete invitati anche voi, ormai siamo una famiglia, dovremo solo organizzare il vostro trasporto, non so se dal villaggio c’è una strada abbastanza grande per la vostra auto, ma…-

Il padre di Hermione era piuttosto allibito: - Trascorreremo il Natale da voi? E quando è stato deciso?-

- Veramente pensavo che vi avrebbe fatto piacere, mio padre ne sarebbe entusiasta e mia madre ne sarebbe davvero lieta. – rispose Ron avvampando, non aveva previsto che forse i genitori di Hermione non avrebbero gradito.

Jean intervenne: - Sarà fantastico, così potrò finalmente sdebitarmi con tua madre per aver accudito Hermione quando le era affidata. Ora mangiamo; Hermione mi ha detto che poi voleva farti vedere un film, so che non hai molta dimestichezza con i passatempi non magici, ma spero che il nostro home theatre ti piaccia.

Ron apparve piuttosto stupito, ma per non sembrare maleducato non ribatté.

Conclusa la cena i genitori di Hermione andarono in camera loro e la ragazza fece sedere Ron sul divano, poi inserì una specie di disco dentro un cassettino ed accese quel quadro parlante che doveva chiamarsi televisione.

La storia che apparve tenne il giovane mago inchiodato di fronte allo schermo finché non cominciarono a scorrere i titoli di coda.

- Piaciuto?

- Mmmh. – Rispose il ragazzo pensieroso: - Non capisco se lui è morto come hanno fatto a fare la storia?

Hermione, che si aspettava un commento un po’ meno terra, terra si apprestò a spiegare al ragazzo lo straordinario mondo degli effetti speciali.

- Quindi lui non è morto sul serio, ma solo per finta, e la ragazza lo sapeva?

- Ma mi prendi per scema? Sono attori, raccontano una storia, certo che lo sapeva! Ora dimmi cosa ne pensi della storia.

- E’ triste, un po’ sdolcinata…

- E ti credo è una storia d’amore in cui uno dei due muore, ma ti dice che se una persona muore comunque ti rimane sempre una parte di lei, anche quando non c’è più fisicamente…

Ron si voltò verso Hermione, le mise un braccio intorno alla spalla, la strinse al suo petto poi le sussurrò: - Promettimi che non mi lascerai mai, qualunque cosa accada la supereremo insieme, ti amo troppo e non posso permettermi di perderti, ho già perso troppo nella mia vita.

Hermione si strinse a lui: - Te lo giuro. – Sussurrò.

Rimasero sul divano abbracciati finché non furono vinti dal sonno e  si svegliarono il giorno dopo ancora abbracciati, ma coperti da un leggero plaid. Sam Granger aveva sentito ogni singola parola che si erano detti e, una volta addormentati, li aveva coperti accarezzando lievemente la testa della sua bambina.

 

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Capitolo 17
*** Epilogo ***


E così siamo giunti al termine, questo capitolo è un po’ più lungo degli altri, se poi vi interessa c’è una piccola One Shot che parte da qui.

Grazie infinite a quanti hanno avuto la pazienza di leggere e recensire, in particolare a

lily_94, Mione1194, Deidara, elettra1991, potterfanlalla17, ninny, potterina_88, ale90

Lally_the best, ariel_potter, marco121184, Lyan.

 

Ora qualche piccola risposta

 

lily_94 : anche io mi sono affezionata tanto a questa storia e ho già scritto una OneShot che racconta cosa succede dopo, se ti va di leggerla la pubblicherò domani o sabato, non ti posso dire come si intitola o ti rovino la sorpresa, ma credo che lo capirai…

 

Mione1194: tenerelli, vero? In realtà il film a cui avevo pensato io era Ghost, comunque direi che anche Titanic non sarebbe stata una cattiva scelta, diciamo che Ghost mi dava quella speranza in un al di là che serve a Ron per capire che Fred non è scomparso nel nulla.

 

Deidara: esatto, manca solo il ritorno a Hogwarts

 

 

 

Epilogo

 

Il mattino del 1° settembre i ragazzi si affollavano come sempre intorno al binario 9 e ¾ . Cinque spiccavano fra tutti, due avevano capelli rosso fuoco, una era bruna con i ricci molto crespi costretti in una coda di cavallo, erano in compagnia di una ragazza bionda e di un giovane dai capelli neri molto arruffati, Luna Lovegood quest’anno era stata nominata caposcuola, mentre Ginny, buon sangue non mente, era diventata il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro. I ragazzi stavano trasportando magicamente i loro bagagli verso una cabina piuttosto isolata sul fondo del treno, poi scesero ancora un attimo, si avvicinò loro un ragazzo dal viso tondo che offrì a Luna una piantina di Mimbulis Mimbletonia in vaso dandole poi un rapido bacio sulla guancia. Ron gli diede una pacca sulla spalla spingendolo verso la ragazza ed il giovane mago abbracciò Luna dandole poi un lieve bacio sulle labbra. La ragazza, stupita da quel repentino contatto si era mordicchiata un attimo le labbra, poi gli aveva lanciato le braccia al collo e lo aveva travolto con un bacio mozzafiato. Quando i due si erano staccati, entrambi rossi in viso, lei aveva detto con la sua solita aria svagata: - Sai di Cioccorana, io adoro le Cioccorane.- Poi si era voltata ed era salita sul treno lasciando il gruppo di amici a bocca aperta, affacciandosi al finestrino aveva poi aggiunto: - Ci vediamo ad Hogsmade qualche volta? – per poi sparire nuovamente lasciando il povero Neville totalmente allibito.

Le altre ragazze salutarono l’amico e poi Harry e Ron, con due sonore pacche sulle spalle lo riportarono con i piedi per terra.

 

***************

 

Mentre i mesi passavano i ragazzi si dividevano fra lo studio ed il negozio di scherzi. Una mattina i due giovani attesero invano che Hermione uscisse dal bagno, poi Harry, che aveva appuntamento con Ginny, si recò a lezione, mentre Ron, stanco di aspettare andò verso il bagno di Hermione e sentì che da lì dentro provenivano dei singhiozzi, senza esitare aprì la porta e vide la sua ragazza in lacrime che tentava invano di chiudere la gonna: - Sto diventando una balena obesa! Non riesco più ad allargare la gonna, mi sento uno schifo, faccio schifo!

Ron si mise a ridere e lei lo gelò con lo sguardo, allora il ragazzo la prese fra le braccia e le accarezzò i capelli poi le disse: - Sei bellissima, anzi, non sei mai stata tanto bella, aspetti nostro figlio ed io sono l’uomo più felice del mondo, poi, a me piace la tua pancia. -  Dopodiché la accompagnò nella sua stanza e le porse una gonna, Hermione non capiva, ma indossò la gonna che magicamente si adattò alla sua nuova taglia: - Ma come è possibile?

- Magie di Molly Weasley, a volte è meglio di Madama McClan.

Le serate passavano tranquille, i ragazzi studiavano in quella che era stata la stanza di Hermione, ma che si era trasformata nello studio da quando lei e Ron avevano preso l’abitudine di dormire insieme. Spesso Ginny si univa a loro rientrando nel proprio dormitorio a notte fonda grazie al Mantello di Harry ed alla Mappa del Malandrino. Ron non amava che la sorella uscisse da sola di notte, così spesso Harry la accompagnava ed i ragazzi ne approfittavano per passare insieme un po’ di tempo soli, ora che Ron era così occupato a preoccuparsi per Hermione aveva abbassato la guardia nei confronti di Ginny e lei non poteva che esserne felice...

 

***************

 

Per Natale si recarono tutti alla Tana compresi i genitori di Hermione. Harry pensò che da quando aveva scoperto di essere un mago aveva passato dei Natali piuttosto alternativi, il primo ad Hogwarts quando aveva trovato lo specchio delle brame, l’anno seguente in cui si era trasformato in Goyle , ok quello non era stato proprio uno spettacolo, comunque… La Firebolt donatagli da Sirius al terzo anno, il Ballo del Ceppo l’anno seguente, gli si strinse il cuore quando pensò all’unico Natale trascorso con il suo padrino, poi ricordò la festa del Lumaclub ed infine il Natale precedente, quando aveva finalmente visitato la tomba dei suoi genitori.

Ormai tutto era concluso, non ci sarebbero più stati Natali ad Hogwarts, né a Grimmould Place. Un brivido gli corse lungo la schiena ripensando agli anni precedenti l’arrivo a Hogwarts, poi rivide lo sguardo di Dudley quella sera più di un anno prima, da allora non si era più fatto vivo con i suoi zii, aveva saputo che erano rientrati a Privet Drive sani e salvi, ma non aveva mai cercato di contattarli.

Nella Londra Babbana aveva acquistato un biglietto di Natale ed un francobollo, vi scribacchiò sopra poche righe: “Zia Petunia, Zio Vernon , Dudley, pur non avendovi più dato mie notizie, ho comunque saputo che voi state bene e ne sono lieto, vi auguro un sereno Natale. Harry  ”, poi lo diede alla sua civetta che nel frattempo si era notevolmente irrobustita e le disse: - Portalo in paese ed infilalo in una buca delle lettere. Aveva deciso di chiudere con il passato e cancellare i brutti ricordi anche se questo significava cercare di mantenere un contatto con i Dursley, era sicuro che sua madre ne sarebbe stata felice.

Dopo il luculliano pranzo natalizio della Signora Weasley, Jean e Molly avevano chiacchierato amabilmente con Fleur trovandosi d’accordo su molte cose in modo particolare sulle critiche nei confronti dei rispettivi consorti, mentre Arthur aveva cercato di farsi spiegare da Sam alcune delle cose Babbane che proprio non riusciva a capire. Ron, Harry, Ginny ed Hermione, vedendo che erano tutti a loro agio, colsero l’occasione e se ne andarono a Diagon Alley per passare nella Londra Babbana e recarsi al cinema, era una sorpresa che Hermione ed Harry avevano preparato accuratamente per i loro amici e che affascinò i due fratelli così tanto che videro tre film diversi di fila.

Usciti dalla multisala Hermione sbottò: - Ora basta, o mi metto a vomitare in mezzo alla strada!

Gli altri tre si misero a ridere e tornarono alla Tana a raccontare ad un euforico Arthur la loro gita e discutendo dei film che avevano visto.

 

 

***************

 

Le vacanze volarono e la scuola ricominciò, le lezioni erano sempre più faticose, soprattutto per Hermione che ormai iniziava a sentirsi stanca, ma che, piuttosto di perdere una lezione sarebbe stata disposta a richiedere al Ministero l’ultima Giratempo rimasta illesa dalla battaglia di tre anni prima, per fortuna Harry e Ron riuscirono a dissuaderla cominciando finalmente a prendere appunti a doppia velocità per non farle perdere il ritmo.

Nel frattempo, visto che i ragazzi passavano a scuola o in negozio quasi tutto il loro tempo Harry aveva chiesto a Kreacher di occuparsi un po’ della casa, ma di farlo con discrezione solo quando Hermione non c’era e soprattutto di non dirle nulla, la vedeva così tesa che temeva che sapere di essere aiutata nelle faccende da un Elfo domestico, l’avrebbe fatta esplodere.

Anche la McGranitt era preoccupata e cercava di convincere la ragazza che sarebbe stato meglio prendersi un po’ di riposo. Finché non impedì ad Hermione di frequentare le lezioni a cui erano presenti Ron o Harry.

Una mattina Ron, che era appena uscito dall’aula di Trasfigurazione e si stava recando verso quella di Pozioni, andò a cercare Hermione che in quel momento avrebbe dovuto essere in biblioteca, ma non la trovò, provò a cercarla ad Artimanzia, poi ad Antiche Rune, ma non la trovò da nessuna parte. Allarmato andò dalla preside McGranitt: - Non trovo Hermione da nessuna parte, ero andato a cercarla in biblioteca perché stamattina mi sembrava strana, sono preoccupato.

La maga andò a cercare Nick – Quasi – Senza – Testa, poi, insieme a Ron cominciarono a perlustrare tutto il castello.

Il ragazzo era sull’orlo di una crisi di nervi e chissà come e perché gli venne in mente un mostro di montagna, corse a perdifiato fino al bagno delle ragazze e vi trovò una Hermione in lacrime inginocchiata in una piccola pozzanghera di acqua.

Ron le si avvicinò e cercò di sollevarla, ma la ragazza continuava a piangere e non riusciva ad alzarsi, allora mandò il suo Patronus alla professoressa che li raggiunse immediatamente.

A differenza del ragazzo la McGranitt capì subito la situazione: - Signor Weasley, Hermione ha rotto le acque. – il ragazzo non riuscì a recepire il messaggio istantaneamente e con un attimo di ritardo disse: - Ma è troppo presto, non può nascere ora!

- A quanto pare il piccolo ha preso dai genitori nel voler infrangere le regole e poi un paio di settimane di anticipo non dovrebbero creare problemi, ora dobbiamo portare Hermione da Madama Chips. - Poi rivolta alla ragazza le disse: - Se non le dispiace Miss Granger si alzi e cominci a camminare, noi la aiuteremo ed in un attimo saremo da Madama Chips.- Le parole della preside furono così decise che la ragazza, come un automa, si alzò, poi sorretta da Ron e dalla McGranitt fu accompagnata in infermeria.

A differenza di quanto Ron si aspettava il travaglio durò ore in cui Hermione sfogò ogni secondo di rabbia repressa degli ultimi diciannove anni. Ad un certo punto Ron uscì dall’infermeria, sembrava aver fatto quattro allenamenti di Quidditch consecutivi, nell’androne Ginny ed Harry attendevano impazienti e li guardò sconsolato: - Quella ragazza non sta per partorire, è posseduta, mi ha detto parolacce che io non pensavo nemmeno esistessero, senza contare che mi ha cacciato e mi ha detto di non farmi vedere mai più.

Ginny lo guardò sbalordita: - Tu cosa cavolo le hai detto?

 - Solo di calmarsi che non era il caso di urlare, che sapevo che stava male…-

- Le hai detto di smettere di urlare? Ma sei scemo? Sì, lo sei. Alla fine del travaglio è normale che una donna urli e pianga, mamma mi ha raccontato che provi un dolore che è come se ti spaccassero a metà, ora fila dentro, dille che sei un imbecille ed esci solo per dirci che è andato tutto bene! – Ginny sembrava ancora più fuori di sé di Hermione ed assomigliava così tanto alla signora Weasley che Ron ubbidì in silenzio abbassando la testa e lo sguardo.

Passarono minuti, ore, finché Harry e Ginny non videro comparire Madama Chips che regalò loro uno dei suoi rari sorrisi e, con le lacrime agli occhi disse: - E’ una bambina! –

Harry e Ginny si abbracciarono, poi si precipitarono istantaneamente nell’infermeria e videro Hermione stesa nel letto: stanca, ma sorridente e Ron a spasso per la stanza che mostrava a quel piccolo fagotto rosa il paesaggio che si vedeva dalle grandi vetrate.

- Ron, piantala, abbiamo visite!

Il ragazzo si voltò ed andò incontro a sua sorella ed al suo amico con passo deciso e solenne, c’era qualcuno dei geni di Percy anche in lui dopotutto…

Harry vedendolo non riconobbe il suo svagato compagno di mille avventure, ma vide l’uomo in cui si era trasformato in quelle poche ore, anche la sorella apparve stupita, poi Ron disse: - Harry, Ginny, sono lieto di presentarvi Minerva Molly Jean Weasley.

- L’avete chiamata Minerva? Ma siete impazziti? Avete idea delle prese in giro che si beccherà a scuola? – Chiese Ginny

- Io penso che sia un bel nome – disse Harry, poi si avvicinò per guardare meglio la piccola, era minuscola se paragonata a Teddy che ormai correva ovunque per la somma disperazione di sua nonna.

Dopo qualche minuto Madama Chips sbatté fuori dall’infermeria senza troppi complimenti, come suo solito, Harry e Ginny i quali si incaricarono di avvisare la famiglia Weasley che, al gran completo, si presentò al castello per l’ora di cena. Anche i genitori di Hermione riuscirono a raggiungere Hogwarts scortati da Charlie che si era incaricato di condurli a destinazione.

L’unica persona che non aveva ancora fatto visita alla bimba era proprio la preside che comparve in infermeria solo la mattina seguente.

La piccola Minerva dormiva serena nella culla e Ron ed Hermione stavano discutendo di quali erano le migliori possibilità che aveva la piccola: - Sarà un Auror, come il papà. -  Rideva Ron. – Ma se tu non sei ancora un Auror, no, guarda le sue mani, sarà una Guaritrice. – Rispose Hermione sorridendo.

La McGranitt non aveva potuto fare a meno di ascoltare la loro conversazione: - Buongiorno ragazzi, ho una notizia da darvi e temo che non sia buona. - I ragazzi guardarono la professoressa preoccupati il volto della Preside era serio e nei suoi occhi si poteva scorgere un velo di tristezza:– E’ la bambina…- disse la McGranitt, i volti dei due giovani si allarmarono ancora di più. – Non so come dirvelo… il suo nome non è nel registro di Hogwarts. – il viso di Hermione cambiò colore, Ron invece non aveva afferrato il problema e guardava la ragazza interrogativo. La giovane strega con le lacrime agli occhi si voltò verso il padre della sua bambina: - Se il suo nome non è comparso nel registro nelle prime ventiquattro ore dalla sua nascita significa che Minerva è una Maganò.

Per il ragazzo fu una doccia fredda: - Non potrebbe esserci un errore? – Chiese rivolto alle due donne.

- No, Ron, nessun errore, la piccola Minerva non è dotata di poteri magici o la quantità di magia presente in lei è così bassa da non essere rilevata dai canoni richiesti per l’ingresso nella scuola.- Disse la preside tristemente.

Il volto di Ron era contratto per la rabbia, il dolore e la frustrazione, ma, quando il suo sguardo si posò sulla sua bambina che dormiva si rilassò, fece un sorriso e disse: - E’ così bella, vorrà dire che farà l’attrice, o visto che sicuramente sarà intelligente come la sua mamma invece che Guaritrice la faremo diventare un …un…

-Medico? – gli venne in soccorso Hermione che ormai sorrideva fra le lacrime.

La  McGranitt non capì immediatamente, poi guardò meglio quella piccola famiglia, osservò gli sguardi adoranti dei giovani genitori che vegliavano sulla loro bambina e comprese le parole di Ron: non importa chi tu sia o dove tu nasca, quello che conta è riuscire a realizzare il massimo con quello che hai e quella piccola aveva due genitori che la amavano sopra ogni cosa e tante altre persone che le volevano un bene infinito, viveva in un mondo di pace e forse sarebbe riuscita a fare da tramite tra il mondo dei maghi e quello delle persone senza poteri magici.

 

FINE

 

 

P.S. La One shot si intitola Storia di una Maganò…

A presto

bic

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