I Racconti di Nonno Voldy

di MaryMatrix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nonno Voldy Racconta... ***
Capitolo 2: *** Questione di Coscienza ***
Capitolo 3: *** Scelte ***
Capitolo 4: *** Draco l'Elfo Domestico ***
Capitolo 5: *** Mootai ***
Capitolo 6: *** Il Bacio ***
Capitolo 7: *** Imperius ***
Capitolo 8: *** True to your Heart ***
Capitolo 9: *** Pansy's Game ***
Capitolo 10: *** C.E.: Condizioni di Esistenza ***
Capitolo 11: *** Gli Specchi e il Patronus ***
Capitolo 12: *** Il ricordo di Lucius, il coraggio di Draco ***
Capitolo 13: *** Do You Quidditch? ***
Capitolo 14: *** Grifonverde e Serpedoro ***
Capitolo 15: *** Time After Time ***



Capitolo 1
*** Nonno Voldy Racconta... ***


Capitolo 1

Capitolo 1:
Nonno Voldy Racconta...Salve a tutti… questa è una Draco/Hermione, è la mia prima ff su Harry Potter e anche se mi ero promessa di finire “In the Summertime” prima di cominciare questa tuttavia ho avuto uno slancio creativo sotto la doccia e la voglia di cominciare questa nuova ff è stata più forte di me… quindi vi prego di non avermi fatto perdere il mio tempo sotto la doccia inutilmente e che questa storia sui due piccioncini Draco e Hermione vi piaccia… inutile dire che avrò bisogno di molti molti molti molti molti molti molti molti molti molti molti molti commenti… a presto, @matrix@

Salve a tutti! Come chi sono io??? Non sapete chi sono io??? Ma dico, io, li leggete i giornali sì o no??? Ah, la gioventù di oggi… va bene, nella mia immensa magnanimità vi darò alcuni indizi: bello, affascinante, intelligente, conquistatore… vi dice niente? Ancora no??? Ma siete beoti!!!!! CRUCI… no, devo mantenere l’autocontrollo. Io sono Lord Voldemort!!! Non vi viene da tremare a sentire il mio nome? No? Allora siete proprio stupidi… comunque mio giovane pubblico di… giovani… quella che sto per narrarvi è la storia di come raccontai ai miei nipotini la nascita della storia d’amore tra i loro genitori…

C’era una volta…

… una cosa tipo una settimana fa, quando stavo appunto leggendo le notizie sul giornale.

- Ah… - borbottai deluso. – Da quando io mi sono ritirato non c’è più nessun conquistatore del mondo che sia degno del mio nome. – stavo appunto pensando a quanto questa gioventù fosse sprecata quando vidi appunto i miei 3 nipotini di 6, 7 e 5 anni scorrazzare intorno alla mia comoda poltrona rossa. – Lucius, Sirius, Minerva… - chiamò i nipotini. Minerva era la più piccola. Lucius era di età media e Sirius era il più grande… aveva 7 anni… l’ho già detto? Dimenticanze di un vecchio.

- Ciao nonno ET!!! – mi salutò Minerva saltandomi sulle ginocchia. Eh, sì… mi chiamavano nonno ET (Eterno Terribile Signore Oscuro!!! Buahahahahah!!!… ma a loro era rimasto impresso solamente la sigla ET… sigh… mi paragonano a quell’essere verde con le antenne...).

- Min, lascia fare il nonno. – la rimproverò Lucius.

Purtroppo la piccola Min non aveva ben capito il saggio significato della frase “lascia stare il nonno”, e cominciò a chiedermi di narrar loro di come i loro genitori si erano innamorati, perché la trovavano una storia immensamente buffa… anche Hermione e Draco ridevano quando sentivano che la raccontavo ai miei “nipoti” adottivi… per me invece era solo una sofferenza ripetere quella storia d’amore… ma vi rendete conto??? Io una storia d’amore??? Anche se era divertente e tutto, però sempre di amore si trattava… comunque, pur sentendo la mano che cercava di andare verso la bacchetta mi feci forza e cominciai a raccontare. C’era una volta…

… - Finalmente ci scontriamo Potter! – esclamai con negli occhi la vittoria.

Quel misero mollusco di Potter era davanti a me, con la bacchetta sguainata e io ridevo nel vederlo così… non avrebbe mai vinto contro di me, e questa volta non ci sarebbe stato nessun evento fortunato che avrebbe salvato la vita a mr “sono-il-salvatore-del-mondo”… non ci sarebbe stato un intervento di Silente, perché Silente era lontano… non potevo certo immaginare che proprio in quel momento sarebbero entrati i miei Mangiamorte, che a volte sanno proprio come essere idioti… poveretti, è per questo che hanno bisogno di un padrone, non saprebbero fare nulla altrimenti… dicevo, proprio in quel momento irruppero i miei Mangiamorte e con loro quelli dell’Ordine del Tacchino… come? È della fenice? Fa lo stesso, sempre animali sono… ma la smettete di interrompermi??? Siete peggio dei miei nipoti… allora dove ero rimasto? Ah sì, insomma non faccio neppure in tempo a lanciare la mia super risata diabolica (rabbiaaaaa!!!) che si scatena la battaglia, e allora quello che mi interessava era di fare prigionieri. La battaglia fu veramente tremenda. Ovviamente non tanto per me, che tra tutti ero il migliore (e quando arrivo a questo punto di solito mia nipote Minerva si mette a saltare e cantare… manco fosse una cheerleader… ma stendiamoci sopra un velo pietoso), quanto per tutti gli altri poveri mortali, che non possono compere con la mia grandezza… modestamente…

Contro ogni mia previsione un prigioniero, o meglio prigioniera, fu preso da una mia nuova recluta, un ragazzo biondo, non ancora maggiorenne, che rispondeva al nome di Malfoy… Draco Malfoy… alto, biondo, lo sguardo grigio, il sorriso spavaldo, tipico di quelli che vogliono concludere qualcosa nella vita. E poi che prigioniera che fece… la migliore amica del Pentolaio…

- Portala via Draco! – gli ordinai, con voce che non voleva sentire storie.

- Sì, mio signore. – Draco afferrò la scopa e ci mise sopra quella Mezzosangue della Granger… era una so tutto io… antipatica!!!

- Mettimi giù Malfoy! – sbraitò.

- Hermione! – questa era la voce del suo amichetto Ron Weasley. Mandai su di lui l’Avada Kedavra, ma nel mezzo si mise un incantesimo di protezione mandato da quella specie di lupo spelacchiato di un Remus Lupin…

Draco, però, da bravo, aveva già preso il volo, abbandonando la battaglia, con la Granger che si dimenava.

- Insomma Granger, vuoi smetterla di fare l’anguilla? – domandò Malfoy.

- Lasciami! – esclamò lei.

- Siamo a metri e metri da terra, se cadi non ho nessuna intenzione di venire a riprenderti! – cercava di reggerla, e di tenere il controllo della scopa.

- Non capisci! – gli disse lei. – Ho paura di volare! -.

Draco la guardò con astio negli occhi… quella ragazza era proprio una Mezzosangue. Draco rallentò, un po’ perché ne aveva abbastanza degli urli a scimmia della ragazza un po’ perché non riusciva a vedere molto con quella tempesta. – Dove siamo? – domandò Hermione.

Quella domanda preoccupò Draco… come risponderle che non ne aveva la più pallida idea? Non ce ne fu bisogno, la ragazza era Mezzosangue, ma era anche molto intelligente, quindi capì da sola… ricominciò a dimenarsi e quella volta Draco non ce la fece a tenerla. La Granger cadde dalla scopa… ora io l’avrei anche lasciata cadere, ma visto le sue condizioni Draco pensò che il cervello della Granger avrebbe potuto essere d’aiuto.

- Granger! – urlò, precipitandosi proprio dove lei era caduta. Poi un fulmine colpì la sua scopa, e fu sbalzato via… credeva che sarebbe morto, mentre lentamente precipitava nel vuoto, e le tenebre lo inghiottivano, dietro ad una ragazza dai lunghi capelli crespi…

Ok, adesso basta che i bambini devono andare a letto… scommetto che vi ho lasciato con la curiosità di sapere cosa succederà ai due piccioncini vero??? Eh? Eh? Eh? Eddai, datemela un minimo di soddisfazione... altrimenti la mia tremenda vendetta si abbatterà su di voi, quando i miei successori conquisteranno il mondo!!! Buahahahahahahah… cofcofcof… scusate, dentiera che mi stava per andare di traverso… ehm… allora buonanotte, e alla prossima puntata di “I racconti di nonno Voldy”!

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Capitolo 2
*** Questione di Coscienza ***


 

 

 

Capitolo 2:
Questione di Coscienza 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Una cosa che mi stupirà sempre è la memoria che ha mia nipote Minerva… mi ero aggrappato alla speranza che lei avesse dimenticato che dovevo finire di raccontare la storia di Draco e di Hermione… ma no, miss memoria lunga la sera successiva era di nuovo sulle ginocchia del suo amato Nonno Voldemort… è incredibile quanto questa bambina assomigli alla madre, a parte per gli occhi, che sono quelli di Draco. Comunque quello che adesso interessava alla bambina e ai suoi cari e adorati fratelli era solamente di sentire la storia d’amore dei loro genitori… Arti Oscure datemi la forza… Decisi che quella poltrona non andava più bene, dovevo trovare un nascondiglio, per nascondermi da quelle tre piccole pesti che avevano il potere di rompermi più di quell’Enrico Pentolaio… ma ancora una volta invocai pazienza e continuai quella storia riprendendola da dove l’avevo lasciata…

 

Draco si risvegliò, perché un sole tremendo batteva sul suo volto bianco. Gli ci volle qualche minuto per ricordarsi quello che era successo la sera prima. Saltò in piedi. – Granger! – chiamò. No! Non poteva sopportare di averla persa… pensavate che si fosse innamorato??? Vero??? Ahahahah ci siete cascati!!! NO!!! Risposta sbagliata… era solo che ancora una volta pensava che due cervelli fossero meglio di uno… ora io rimanevo fermamente convinto che per fare un cervello purosangue ne occorressero due Mezzosangue (la sapete la matematica??? Altrimenti perché si chiamerebbero Mezzosangue???? 2 Mezzicervelli formano 1 Purocervello), però provate a mettervi voi persi sperduti chissà dove (altrimenti non sareste persi sperduti, dico io), con un sole bestia che vi batte sulla faccia e neppure uno straccio di occhiali da sole??? Ah, dimenticavo, la vostra scopa è appena stata disintegrata da un fulmine. Fortunatamente (o almeno in senso lato) la Granger non era distante. Draco alzò gli occhi al cielo… erano sperduti e lei cosa faceva? Dormiva!!! Ora ho capito il non farsi prendere dal panico ma così mi sembra esagerato…

- Granger! – esclamò Malfoy. – Granger svegliati e fa’ lavorare i neuroni! Granger… Granger!!! – le tirò un ceffone.

Lei fece un verso molto simile ad un “ahi” e si svegliò. – Dove siamo? – domandò mentre dopo poco tempo si sedeva sulla sabbia. – Su un’isola deserta? – domandò. Certo, ragazza, hai proprio intuito… voglio dire sei sulla sabbia, con un sole bestia che ti batte negli occhi, davanti hai il mare, dietro la giungla, nessuno è stato tanto beota quanto voi due nel precipitare lì, dove vorresti essere, a New York??? Che gente…

- Vedo che non ci sono danni al cervello. – commentò Draco, sarcastico. Secondo me solo per il fatto che aveva detto “Su un’isola deserta” con tono interrogativo la Mezzosangue doveva essere classificata come mentalmente inferma…

- Su un’isola deserta sola con te? – Hermione fulminò con lo sguardo Draco. Sì, ragazza, direi che il tuo intuito è fantastico.

- Non guardarmi in quel modo! – sbottò lui. – Non è stata colpa mia… pensi che a me faccia piacere stare con una come te? -.

- Beh, a me no di certo! – Hermione si alzò. Irascibile… secondo me le piaceva già da allora…

Draco sospirò e Hermione fece altrettanto. – Senti – cominciò lei. – se litighiamo in questo momento non ci aiuteremo… dobbiamo prepararci un rifugio e poi dobbiamo pensare anche a mangiare. -.

- Bene. – Draco si mise a gambe incrociate e si distese. – Quando hai finito con le magie avvertimi che ho fame. -.

Eheh… un Malfoy si aspettava sempre di essere servito e riverito… se poi contiamo che la ragazza (MEZZOSANGUE!!!) era anche amica del Pentolaio, e di quella specie di Arlecchino vivente di Weasley allora sì che avrebbe dovuto pretendere un trattamento di servizio… non so perché ma lei non sembrava d’accordo. – No! – esclamò repentinamente. – Adesso mi stai a sentire! Io non sono un elfo domestico e pretendo la tua collaborazione, perché se ti aspetti che io faccia le cose per te, bello mio ti sbagli di grosso! – era molto irascibile la ragazza… Draco poggiò su di lei i suoi occhi grigi e per qualche momento Hermione temette che potesse prendere la bacchetta e farle qualcosa di male, ma poi incredibilmente lui sorrise. – La pensi così Granger? – domandò lui. – Perfetto, adesso ti dico come la penso io: tu sei il cervello più brillante a scuola, sai a memoria milioni di libri, quindi adesso mi fai la cortesia di dimostrarmi che ti meriti che tutti ti considerino una ragazza intelligente. -.

Hermione sorrise. – Già, bravo. – annuì lei. – Ma se speri di ottenere qualcosa adulandomi ti sbagli di grosso… e se non sei disposto a collaborare allora non mi servi a niente. – girò sui tacchi verso la giungla, estraendo la bacchetta.

Draco non pensava che potesse farlo davvero: entrare nella giungla e mollarlo su quella spiaggia. – Ehy Granger… non dirmi che vuoi davvero entrare là dentro da sola? E non vorrai seriamente lasciarmi da solo? – ma Hermione era sorda alle sue domande e prima di cambiare idea sparì tra il fogliame della giungla. Draco la vide sparire. “Oddio l’ha fatto davvero!” pensò lui. E si mise a correrle dietro urlando il suo nome. Hermione lo sentì. La prima cosa che pensò quella ragazza dai capelli crespi fu che era un folle a segnalare così la sua presenza in una giungla. Quindi si sbrigò a raggiungerlo.

- Malfoy. – aveva un sorrisetto divertito. – Allora ci stai a collaborare? – gli allungò la mano.

Draco la guardò sospettoso e lei sorrise ancora di più. – Oh, andiamo, non dirmi che sei venuto qui solamente perché volevi farti una corsa… -.

Draco le lanciò un’occhiata di puro disprezzo. – Attenta a come parli Mezzosangue. -.

- Hai paura Draco? -.

Lui si guardò intorno… i Mangiamorte non devono mai avere paura… eppure in quel momento ne aveva… povero povero angelo, su un’isola deserta con una rospa saputella (credo che il concetto di Mezzosangue ormai sia chiaro a tutti, comunque lo ripeto per eventuali fraintendimenti: … e Mezzosangue)!!! Lui non aveva paura. Sentì uno scricchiolio dietro di lui. – WAAAAAAA! – urlò saltandole in braccio (l’ho già detto che a volte i Mangiamorte sono proprio idioti?), e lei lo lasciò subito andare, morendo dalle risate. – Ahahahahahahahahahahaha! – disse lei rinfoderando la bacchetta che aveva usato per provocare quel rumore.

- Molto divertente Granger. – Draco cercò di darsi un contegno mentre si rialzava e tentava di nascondere il rossore. Quindi la guardò. – E adesso, se hai finito con i tuoi stupidi scherzi, che cosa hai intenzione di fare? -.

La ragazza assunse un’aria pensierosa giocherellando con la coda. – Suppongo che dovremmo trovare un posto dove dormire. – propose lei.

A quello ci ho già pensato. – la informò Malfoy. La prese per un braccio. – Vieni con me. -.

Aveva fatto un po’ di strada Draco prima che Hermione lo trovasse, e quindi su un albero grande e grosso aveva trovato già costruita una casetta, che sembrava disabitata… era malmessa, ma pensava che con la magia avrebbero potuto rimediare, e comunque non dovevano stare lì per molto tempo. Draco era convinto che sia Io sia l’ordine del Tacchino (ho già detto che è uguale, tacchino o fenice per me non cambia nulla!!!) in quel momento li stessimo cercando. Il che era vero, perché Lucius era diventato un vulcano attivo quando al ritorno della battaglia era venuto a sapere che suo figlio Draco aveva avuto un incidente di percorso…

Poi però un pensiero si fece spazio nella mente di Malfoy jr: perché la notte prima non aveva tirato a diritto, ma era voluto andare a salvarla? “L’hai fatto solamente perché pensavi potesse essere utile” continuava a ripetere. Poi sulla sua spalla comparve un piccolo Draco in miniatura vestito da angelo, con tanto di aureola:

- Sì, certo, continua a ripetertelo… - Draco sembrò fermarsi per qualche istante al suono di quella voce e alla vista di quella figura.

- Non vedi che lo confondi così? – sulla spalla sinistra comparve un piccolo Draco con un tridente, vestito da diavolo. – Non farci caso Draco. – si rivolse a Draco. - È affetto dal morbo di Beautiful. -.

Draco era a dir poco sorpreso da questa manifestazione dei due componenti della sua coscienza… non sapeva neppure di averne una fino a quel momento.

Insomma. – continuò il diavoletto. – Non vorrai mica insinuare che lui, un Mangiamorte, abbia rischiato tutto per una come lei? -.

- E se anche fosse? – replicò l’angelo. - È stato comunque un gesto da ammirare. -.

- Me ne ricorderò quando morirà di fame. -.

“Smettetela” pensò Draco. “Che siete venuti a fare?”.

- Cuore puro, qui, è convinto che a te piaccia quella. – spiegò il diavoletto.

- Beh, non sarei mica venuto se non ci fosse stato il dubbio nella mente di Draco. -.

- Nella tua mente invece c’è qualcos’altro che non funziona… -.

“Smettetela! DD (Draco Diavoletto) smetti di offendere AD (Angelo Draco) siete la mia coscienza! Lavorate insieme!”

- E tu e la Granger non lavorate forse insieme adesso? – domandò AD.

Arrivarono a destinazione. “Sparite adesso!” ordinò Draco sempre mentalmente, sapendo che AD aveva fatto centro… adesso sentiva che i suoi pensieri erano spiati. Nel frattempo Hermione era rimasta ad osservare la casa che aveva trovato Draco. – Malfoy! – esclamò.

- Sì! – lui si riprese dai suoi pensieri.

- È meglio di quello che potessi sperare. – era entusiasta. Non seppe perché, ma si compiacque nel vederla in quel modo. Hermione si accorse di aver il suo sguardo gelido puntato addosso.

 – Stai bene? -.

Non era così sicuro, però annuì lo stesso.

Di solito a questo punto i miei nipotini mi chiedono di fare un intermezzo informativo sulla coscienza di Draco…come potete immaginare è sempre diverso, perché cosa volete che ne sappia io della coscienza di Draco??? Quindi non costringetemi a raccontarvi i “tre porcellini” versione coscienza di Draco, dove lui è il lupo cattivo, perché preferisco diventare Babbano… ok, no, non esageriamo, però insomma, non ve la racconterò!!! Però un mio giudizio perfonale… scusate, questa stupida dentiera… crik crik… rimessa a posto ecco… dicevo, un mio personale giudizio volevo darlo: insomma, alla fine la decisione di Draco di far sopravvivere la Granger per avere un cervello (ok, mezzo…) in più si era rivelata buona… il suo se l’era completamente bevuto!!! Cioè, voglio dire, aveva anche bisogno di due esseri per decidere se era cotto della Saputella oppure no… vergogna…

Salirono dunque in quella casa, ed Hermione decretò che in fondo non era messa così male come credeva. Pensava che in poco tempo avrebbe potuto rimettere tutto a posto grazie alla magia, però voleva che Draco si togliesse dai piedi, quindi lo mandò a prendere della legna per il fuoco. Draco non disobbedì nemmeno quella volta, dal momento che era d’accordo. Hermione si mise a ripassare mentalmente gli incantesimi che conosceva, cercando quelli che le sembravano più consoni alla situazione. Si affacciò ad una finestrella di legno, e vide che Draco era intento a trattare con uno scoiattolo con delle ghiande purché gli lasciasse tagliare quell’albero. Alla fine lo vide stancarsi, pietrificare lo scoiattolo, toglierlo di lì e tagliare finalmente il suo albero. Hermione non poté fare a meno di farsi sfuggire un sorriso a quella vista… le sembrava incredibile, non si erano ancora scannati.

- Ti piace eh? – fece una voce sulla sua spalla sinistra. L’Hermione diavoletto. Secondo me il sole dell’isola faceva male, e neppure poco…

“No!” esclamò Hermione velocemente tra sé e sé, distogliendo lo sguardo dalla finestra.

- E allora perché prima stavi sorridendo in quel modo? – non c’è che dire, le femmine sono davvero molto più maliziose di noi maschi…

“Sorridevo perché era buffo il suo modo di comportarsi con lo scoiattolo”.

- Continua a ripetertelo… -.

- Oh, andiamo, è un Mangiamorte! – comparve anche l’angioletto, sulla spalla destra. – La nostra brava Hermione non potrebbe mai innamorarsi di una persona così spregevole. -.

- 50 galeoni che invece si innamoreranno! -.

“Volete smetterla di fare scommesse?” Hermione si arrabbiò. Non le piaceva quella situazione. “Lasciatemi in pace”. Le due figure sparirono senza dire più nulla.

Hermione si riaffacciò alla finestra, ma Draco era sparito. Sentì che qualcosa le picchiettava sulla spalla. Si voltò e si trovò Draco davanti. – Cos’è, vuoi controllare che stia svolgendo bene il mio lavoro? – disse mettendo la legna in una specie di camino che la magia di Hermione aveva improvvisato.

Lei arrossì. – Io… - non rispose, Draco si stava guardando intorno ammirato. – Niente male Granger… meglio della catapecchia dei Weasley suppongo. -.

- Non offenderli! – sbottò lei.

- Come vuoi. – rispose lui. – Tieni. – le porse delle erbe.

- Cosa sono? – domandò lei.

- Verdure commestibili. – rispose lui. – Mi stupisce che tu non abbia seguito le lezioni di Erbologia. -.

- A me stupisce di più che tu le abbia seguite, invece. -.

Draco sorrise soddisfatto… sentiva di starsi riprendendo della brutta figura che aveva fatto prima saltandole in braccio. Quindi si sedettero davanti al camino e così cominciarono a mangiare.

Domani dovremo andare a caccia. – osservò Draco, che già progettava di riscattarsi per aver fatto la figura del codardo.

- Ottima idea. – concordò Hermione.

Lui sentì qualcosa che premeva sul braccio sinistro, una strana sensazione, come di bruciore. Si guardò il Marchio… beh che avete da guardarmi in quel modo??? Scusate in un modo o nell’altro dovevo far in modo che tutti sentissero che il loro Signore li stava richiamando… bruciava un po’, ma scusate cosa avrei dovuto fare??? Una suoneria con quella canzone italiana, di Bennato: “Draco! Questo silenzio cos’è? Sveglia! Tutti a rapporto da me!”… ma non siate ridicoli…

- Fa male? – domandò Hermione.

Draco scosse la testa. – Brucia solo un po’… sta radunando i suoi seguaci… chissà perché… - lasciò la frase in sospeso.

- Pensi che ci stiano cercando? -.

Lui annuì, ed Hermione abbassò lo sguardo. Se ne accorse. – Che c’è adesso Granger? – le domandò… non riusciva a capire che avesse lei da essere triste.

Hermione scosse la testa. – Nulla. – i capelli crespi le andarono di qua e di là. Draco decise che non era il caso di insistere, altrimenti avrebbe dato l’idea che forse qualcosa… un po’… appena appena… un pelino di lei gli importava… e questo non era abbastanza da Malfoy per lui. Quindi finirono la loro misera cena ed Hermione decise di andare a dormire subito. C’era un lettino da una parte. – Vuoi metterti tu? – domandò Hermione.

- No. – rispose secco Draco. – Ho bisogno di un letto di particolari materiali… sono allergico. – si inventò come scusa. Hermione non sembrò berla, ma non volle procurargli altro imbarazzo dopo lo scherzo nella foresta.

Aspettò che lei si fosse addormentata e poi uscì fuori, mantenendo l’equilibrio e si mise a pensare che forse forse AD non aveva poi tutti i torti.

 

…Questa fu la prima giornata che i vostri cari genitori passarono sull’isola - finii di raccontare ai miei nipoti. – Se volete il seguito dovrete aspettare perlomeno fino a domani sera. –.

I bambini annuirono. E Minerva mi pose una domanda. – Ma la mamma era come una principessa? – domandò. Fu presa da qualcuno alle sue spalle e sollevata per aria. – Proprio così. – rispose un Draco adulto mentre faceva fare una giravolta per aria alla figlia. – E domani sera il nonno vi racconterà la storia del principe e della principessa, vero, nonnino? -.

Nonnino??? Nonnino a me??? Draco stava per oltrepassare il limite… io raccontare la storia di un principe e di una principessa!!! Ma vi rendete conto??? Invece di istruire i miei nipotini come dovrebbe un Mago Oscuro mi ritrovo a parlare di principi e principesse… affondai furioso nella mia poltrona… va beh… e la sera dopo sarebbe toccato al principe Draco salvare la principessa Hermione…

 

Ecco allora spero che vi sia piaciuto questo secondo capitolo!!! Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno commentato il primo capitolo:

·        hikaru_angelic: grazie!!! Sono contenta che ti faccia schiantare!!!J

·        CissYMalfoY: Grazie mille!!! Spero che continuerà a piacerti!

·        Valem: sì beh, sai… la doccia ispira…ehm… beh, via, povero ET, avrà diritto anche lui ad invecchiare no? ;) Spero che la storia continui a piacerti!!!

·        8marta8: in realtà tutti vorrebbero avere un nonno come Voldemort… ;)… grazie!!! Continua a leggere la storia e dimmi che ne pensi!!!

·        Bittersugar: beh, mi dispiace che non ti sia piaciuta… comunque non sei obbligata a leggerla e se vuoi commentare puoi fare una critica costruttiva, senza criticare così apertamente i gusti degli altri, e magari esprimendo perché non ti piace dal tuo punto di vista, può essere  un incentivo a migliorarmi…

·        DamaArwen88: Grazie infinite anche a te… la continuerò ma a una condizione: che tu lasci  sempre un commento dicendo quello che ne pensi, nel bene e nel male!!!

Ovviamente nonno Voldy, alias ET ringrazia tutti quelli che leggono e che lasciano un commento, e un grazie particolare a coloro che hanno già commentato!

PS: la canzone citata nel testo è “Il Rock di Capitan Uncino” di Edoardo Bennato

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Capitolo 3
*** Scelte ***


Capitolo 3:
Scelte 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Scelte… da bravo Signore Oscuro potevo insegnare tanti cose ai miei nipoti, ma pensai che avevano tempo per imparare tutte le cose che avrebbero fatto di loro dei perfetti purosangue, e invece l’unica cosa che insegnai loro fin da quando erano bambini è che nella vita si sarebbero continuamente trovati davanti a scelte, a volte semplici, a volte difficili, ma che comunque era necessario prendere: alcuni sceglievano con il cuore, altri con il cervello, i miei Mangiamorte sceglievano solo quello che io sceglievo, e io sceglievo solamente cose cattive… ognuno però si sa, ha i suoi mezzi…

Quella sera io avrei dovuto scegliere di far finta di avere mal di testa e di chiudermi in camera, invece mia nipote Minerva mi attaccò prima che potessi mettere in scena il mio piano geniale. – Ehy, nonno ET! Stasera avevi promesso che ci avresti raccontato la storia del principe e della principessa. – rivolse uno sguardo speranzoso verso suo padre. – Vero babbo? -.

Draco annuì. – Hai ragione, mio piccolo angelo. -.

Ha ragione??? Ha ragione??? Io non avevo promesso un bel niente!!! Era stato il biondino che aveva detto che IO avrei raccontato la storia di come lui si era bevuto il cervello… tanto anche lui era già pronto a sentirla, perché non perdeva occasione di lodarsi da solo per quella faccenda… era vanesio forte…

Quindi affondai la mia rabbia insieme con me nella poltrona e ricominciai a raccontare la storia, giurando vendetta verso Draco.

 

… Si svegliarono la mattina successiva, Hermione riposata, Draco un po’ meno. La Granger gli sorrise raggiante. Draco non ricambiò il sorriso… non aveva dormito molto bene quella notte, ma lei sembrò non rendersene conto.

-         Allora, oggi è caccia e giro dell’isola! – fece il programma della giornata, raggiante.

-         Già… - Draco mostrò l’entusiasmo di un bradipo.

In giro per la giungla selvaggia… proprio quello che sognava. Poi vide che sulla sua schiena era ricomparso AD (l’angelo Draco). – Andiamo Draco! Sii felice! Potrai riscattarti davanti ai suoi occhi oggi! -.

“Chi ti assicura che voglia farlo, specie di angelo con la gonna?” domandò Draco sprezzante.

-         Hai sognato lei stanotte… -.

-         Già popola i suoi incubi. – dall’altra parve comparve anche il diavoletto, DD.

“Anche tu adesso?” Draco non sapeva che fare con quei due… a volte gli davano proprio sui nervi. “Sentite adesso devo andare a cacciare… quindi le vostre stupide controversie sui miei problemi adolescenziali le risolvete tra di voi”. Si sorprese a fissare Hermione che intanto si guardava intorno, in cerca di un punto da dove partire. AD l’osservava con Draco.

-         È bella, vero? – domandò con finto disinteresse.

“Sì…” pensò Draco. “Ma cosa mi fai pensare? Smettetela di confondermi. Io sono un Mangiamorte, lei è mia nemica. Fine della storia! Sparite, tutti e due!”.

Nello stesso istante Hermione si guardava intorno, e sentì anche lei una vocina. – Malfoy ti sta fissando. – era comparso il diavoletto a forma di Hermione, seguito a ruota dall’angelo.

“Emozionante” commentò lei, sempre continuando a studiare il territorio.

-         Dai, voltati e sorridigli! – la incoraggiò il diavoletto.

-         Non farlo! – la intimò l’angioletto. – Tu sei sua nemica, ricordatelo. -.

“Adesso nessuno è nemico di nessuno… adesso dobbiamo solamente trovare da mangiare, quindi fatemi il favore di non scassare con questa storia. So benissimo che è mio nemico, e mi ha sempre trattata male”.

-         Chi disprezza compra. – citò il diavoletto.

La Granger ebbe un momento di esitazione. “Beh, sono affari suoi. Sparite dalle mie spalle, sciò!” e anche loro svanirono. Quando Hermione si voltò verso Draco lui non la stava più guardando. “Meglio così” concluse lei.

Ecco adesso voi dovete dirmi se due in questo modo vi sembrano persone normali… voglio dire, se si fossero chiariti subito avrebbero evitato scene patetiche con coscienze e simili… mah…

La Mezzosangue si rivolse a Draco. – Ehy, Malfoy! Allora, ce la diamo una mossa? – aveva la voce squillante. A Draco diede fastidio

-         Come fai ad essere così felice? -.

-         Non sono felice. – rispose lei mentre scendevano dall’albero. – Ma sono qui, come te, e avere un atteggiamento negativo non ci aiuterà. -.

Draco la guardò ammirato: lui non ce l’avrebbe fatta senza la grinta di lei. Ma vi sembra possibile???  Un MIO Mangiamorte che ha meno sicurezza di quella lì??? Secondo me la Granger aveva tutti i difetti possibili: in primis, come ho già detto, e ribadisco, era Mezzosangue (bleah… solo a dirlo mi viene l’orticaria), in più era una saputella, condizione necessaria e sufficiente per rimanere antipatica, e anche una determinazione che sfiorava la testardaggine! Ah, sì, e amica di Potter ovviamente… cioè, ma vi rendete conto??? Un MIO Mangiamorte inferiore ad una così??? Cos’è fantascienza??? Però così è se vi pare e se non vi pare è così lo stesso…

Camminavano nella giungla con in mano le bacchette, e Draco ghignava pensando che per cacciare la Granger avrebbe dovuto macchiare la sua bacchetta con almeno una delle Maledizioni Senza Perdono… ma non ebbe tempo da perdere a stuzzicarla su questo argomento, anche se avrebbe destato la mi attenzione, in quanto entrambi videro un uccello abbastanza grosso appollaiato su un ramo. – Quant’è bello! – commentò la Granger.

-         E chissà anche quanto è buono. – commentò Draco a sua volta.

-         Oh no… non vorrai mica…? -.

-         Voglio voglio… AVADA – ma quella testa a pinolo della Granger si mise in mezzo, l’uccello volò via e Draco per poco non l’ammazzava… ma dico io, vi sembra normale una cosa del genere? Prima lei dice di andare a cacciare e poi si fa prendere dagli scrupoli… insomma avranno dovuto pur mangiare qualcosa. – Ma sei impazzita? – Draco abbassò la bacchetta subito. – Non ti mettere mai più nel mezzo in quel modo! Avrei potuto ucciderti! -.

Adesso, secondo me non sarebbe stata una grande perdita, ma mi guardavo sempre bene dal fare questa osservazione ai bambini…

-         Scusa. – Hermione lo guardò mortificata.

-         Ascoltami Granger forse è meglio dividerci, così almeno uno di noi due porterà da mangiare oggi. E poi sarà più sicuro per entrambi… se succede qualcosa lancia delle scintille con la bacchetta. -.

La Mezzosangue annuì, e prese il sentiero a sinistra. Draco rimase impalato. L’aveva quasi uccisa per uno stupido uccello. Ma la cosa che lo preoccupava era che lui non voleva che morisse, e questo gli sembrò strano visto che due notti prima la stava per portare a morire… eppure adesso aveva paura che le accadesse qualcosa di male. Poi riportò le sue attenzioni sulla caccia, prendendo la sua destra. Purtroppo non vedeva animali.

-         Pensieroso Draco? – AD era ricomparso.

“Dissolviti AD!” pensò Draco riferito alla coscienza.

-         Vedi che avevo ragione! – AD era soddisfatto. – Sei innamorato di Hermione! Sei innamorato di Hermione! Pappappero! -.

“Non chiamare così la Granger”.

-         Io sono solamente una parte del tuo inconscio, dico quello che tu pensi. -.

“Smettila di frugare nei miei pensieri!”.

-         Tanto ti piace! -.

Draco si faceva largo tra il fogliame. “E sentiamo saputello, perché dovrebbe piacermi?”.

AD assunse un’aria pensierosa come per decidere da dove cominciare. – Perché non è caduta ai tuoi piedi, perché è sicura, intelligente e carina. Almeno è quello che pensi inconsciamente. -.

“E il tuo amico dov’è?” domandò Draco, riferendosi a DD.

-         Pausa caffè. -.

“Ecco, perché non vai a farli compagnia?”

-         Perché la tua amichetta sta lanciando scintille. -.

Draco alzò automaticamente lo sguardo per aria. AD aveva ragione. “Hermione!” pensò Draco, senza nemmeno sapere perché l’aveva chiamata, seppur dentro di sé, per nome. Cominciò a correre più veloce che poteva. Secondo il mio parere poteva benissimo lasciarla lì, togliendo tutti gli ostacoli che gli si presentavano davanti. Alla fine riuscì a raggiungere la ragazza.

La vide svenuta per terra, aveva battuto la testa, e quello che terrorizzò Draco fu che c’era una pantera che si stava per slanciare su di lei. Invece un’altra pantera si avvicinava con fare minaccioso a lui.

O lui o lei, Draco non poteva salvare entrambi.

Ci sono dei momenti in cui bisogna prendere delle scelte a volte semplici, a volte difficili, ma che comunque era necessario prendere. Era combattuto tra la paura di essere attaccato e la paura più forte dentro di lui che Hermione morisse. Poi l’impulso prese il sopravvento.

-         AVADA KEDAVRA! – un fiotto di luce verde partì dalla sua bacchetta e andò a colpire la pantera che stava per attaccare Hermione.

Hermione era salva per il momento, ma lui fu aggredito e buttato per terra dall’altra pantera. I denti della pantera erano a meno di due centimetri dal viso di Draco.

 

-         Solo a due centimetri? – Draco si intromise nel mio racconto. – Erano molto più vicini. -.

-         Ooooh. – fece Lucius. – E tu non hai avuto paura vero babbo? -.

Draco sorrise. – Certo che no. -.

Lo fulminai con lo sguardo. – Ma bene! Vuoi continuare tu a raccontare la storia? -.

-         No, ET. – rispose Draco, facendo riaffiorare sul volto l’antico ghigno. – Era solo per sottolineare il mio coraggio, che i miei figli dovranno prendere come esempio. -.

Sgruntai. Razza di Narciso che non era altro… - Insomma bambini stavo dicendo…

 

… Draco afferrò un sasso e lo tirò sulla testa della pantera e si rialzò velocissimo. – IMPERO! – lanciò la maledizione sulla pantera. – Vattene! – le ordinò. – E non tornare! – la pantera obbedì, come se avesse avuto scelta, sotto la maledizione Imperius… io però ero orgoglioso del mio piccolo Mangiamorte: 2 Maledizioni senza Perdono in così poco tempo, stava veramente diventando bravo… va bene erano animali e non persone, ma da qualche parte avrà dovuto pur cominciare, no?

Si avvicinò alla Mezzosangue e si assicurò che fosse ancora in vita.

Lo era o non lo era?

Lo era o non lo era?

Non lo era………………… paura eh??? Ci eravate cascate!!! No, Hermione (che razza di nome… Voldemort è molto meglio!!!) era salva… Draco l’eroe l’aveva salvata dalla perfida pantera. Quindi prese in braccio Hermione e la riportò sulla casa sull’albero. La poggiò delicatamente sul letto.

La Mezzosangue non rispose. Draco sapeva che era viva… doveva essere viva.

 

-         Babbo ma davvero hai affrontato la pantera? – Sirius mi interruppe.

Draco sorrise e io sprofondai: adesso si sarebbe slanciato in una lode a se stesso che non sarebbe finita più.

-         Solo una, Sirius? – Draco lo guardò sorpreso. – Non era solo una, era un intero branco di pantere! -.

-         Affamate? – gli occhi di Lucius.

-         Ovviamente! – rispose Draco.

Tsk tsk! Ecco che faceva il gradasso… un intero branco di pantere… poi dei due coccodrilli , un orangotango, 2 piccoli serpenti, un’aquila reale, un gatto, un topo, un elefante, e già che ci siamo per l’occasione anche i due liocorni, così almeno faceva Draco Malfoy contro lo zoo…  ma ditemi voi se si può avere tutto questo egocentrismo… voglio dire la storia dovrebbe parlare di me, il Solo Unico Grande Immenso Eterno Terribile Me Medesimo, non vi pare???

Poi mi stupii della durezza di comprendonio di Lucius: insomma sei stupido o cosa??? Certo che le pantere erano affamate, no guarda, avevano aggredito la Granger (brava pantera!!!) solamente perché il loro oroscopo diceva così… che bambino idiota… secondo me è il nome che porta imbecillità, anche il padre di Draco non era mai stato una cima…

Mentre riflettevo su queste cose e Draco tesseva le proprie lodi irruppe in salotto Hermione… non ero mai stato così felice di vederla. – Su bambini a letto adesso. – disse col tono di una che non voleva sentire ragioni.

-         Ma papà… - provò ad obiettare la piccola Min.

-         Papà ha finito di raccontare le sue favole. – mi intromisi. – Fate i bravi e fate contento il nonno… e domani vi aspetterà una bellissima storia. – guardai Draco ghignando.

Draco mi fulminò con lo sguardo, prima di seguire Hermione, e io riemersi un po’ dalla poltrona mente pensavo a come mi sarei divertito raccontando la storia di Draco l’elfo domestico.

 

 

E giunse così il tempo dei ringraziamenti, dopo che Draco ha salvato Hermione, proprio come nelle fiabe i principi fanno con le principesse… chissà però quando si renderanno conto di essere fatti l’uno per l’altra…

-         Hocuspocus: no, niente pubblicità della dentiera… J

-         8marta8: mi dispiace deluderti, per ora senza pannoloni… in un futuro si vedrà… grazie per il commento!!!

-         Flydreamer: grazie mille!!! Eccoti accontentata!

-         Lady_Malfoy_4ever: ecco come l’ha salvata… ci atteniamo alla testimonianza di nonno ET, perché quella di Draco mi sembra un po’… ecco, ingigantita…

-         DamaArwen88: beh, in effetti mi sembra molto più adatto Draco a raccontarla ;)… ecco come Draco ha salvato Hermione, spero ti abbia soddisfatta…

-         Tigerlily: grazie amore!!! Mi raccomando leggi e commenta, poi passo da te!!!

-         Magicrossy: grazie mille!!! Spero che ti piaccia anche questo capitolo!

E inoltre grazie a Amazzone91, DamaArwen88, Lady_Malfoy_4ever, Lenus, ra89, titti6493 e a tom13 per aver aggiunto la mia storia ai preferiti!!!

Grazie di cuore a tutti!!!!

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Capitolo 4
*** Draco l'Elfo Domestico ***


 

 

Capitolo 4:
Draco l'Elfo Domestico
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Decisi di non oppormi alle richieste dei miei nipoti per quella sera, anzi fremevo dalla voglia di raccontar loro il seguito della storia. All’inizio per me quella parte della storia rappresentava una vergogna, ma dopo i vanti di Draco lo Sterminatore di Pantere la sera prima non poteva che farmi piacere tramandare quelle sue gesta. Stavo fumando la pipa, inalando l’odore del tabacco, mentre aspettavo che arrivassero i miei nipotini, prima fra tutti Minerva, che lo ammetto, era un po’ la cocca di nonno Voldy (oddio, ho detto davvero così???? Sto rimbecillendo!!!).

La porta si aprì e spuntò Malfoy sulla soglia, e gli sorrisi compiaciuto… quanto mi sarei divertito quella sera… buahahahahahahah!!!

Infatti mi guardò subito come implorante. – Ma questa parte devi raccontarla per forza? – domandò Draco.

Annuii, allargando il sorriso. – Certo Terminator. -.

Draco mi fulminò con lo sguardo. – Credi di essere divertente? E mettiti la dentiera che senza sei disgustoso… non voglio che i bambini ti vedano così. -.

DISGUSTOSO???? DSGUSTOSO??? A ME??? ALL’OSCURO SIGNORE???? VENDETTA!!!!!! Mi infilai la dentiera in bocca, perché circa 5 secondi dopo i bambini entrarono, prima tra tutti Minerva, che come ogni sera venne sulle mie ginocchia, solo che diversamente dalle altre sere, quella sera ero contento di averla sulle ginocchia. E sorpresa delle sorprese entrò anche la Mezzosangue.

-         Hermione. – finsi falsa cortesia, davanti ai bambini.

-         Nonno ET. – ricambiò.

NONNO ET??? COME SI PERMETTEVA???? LEI, LA MEZZOSANGUE… VENDETTAAAAAA!!!!

Mi eressi ancora di più nella poltrona cercando di riuscire a dare l’idea del magnifico uomo che ero in passato… non che adesso non sia magnifico, sia chiaro… ma prima ero più potente… sigh, sob…

-         Nonnononnononno!!! – mi chiamò mia nipote. Ma io domando e dico non sentiva il bisogno di respirare quella bambina tra un’esclamazione e l’altra? No, aveva un fiato tremendo, sarebbe diventata una soprano fantastica…

Sirius prese le mie difese, bravo nipotino. – Min, non dar fastidio a ET. –.

ok, come non detto, bravo un corno… aveva preso dalla madre si vedeva…

Draco mi stava guardando truce, mentre Hermione stringeva la sua mano e gli sorrideva, seduti entrambi sul divano. Io cercai ancora di più di sembrare imponente, poi la mia schiena mi fece capire che non era il caso, così sospirando ricominciai ad affondare lentamente nella poltrona.

-         Allora, bambini… eravamo rimasti a Draco l’elfo domestico. – a quelle parole la Mezzosangue sorrise riconoscente a Draco, mentre lui mi scoccò uno sguardo rabbioso, e io continuai con la mia storia.

 

Draco sentiva che lei era viva. Poi cominciò a notare che la sua cassa toracica si muoveva, e piano piano la Granger riuscì ad aprire gli occhi.

-         Malfoy. – lo chiamò.

Lui era lì accanto a lei, e le prese la mano. – Ma che ti è saltato in mente Granger? – cercò di darsi un contegno. – Pantere… potevano ucciderti. -.

-         Beh, per te non sarebbe stata una grande perdita. -.

Non sapeva perché ma quella cosa gli aveva dato fastidio… insomma, lei non sarebbe stata viva a quell’ora se lui non avesse rischiato di morire… non gli sembrava di pretendere troppo nell’aspettarsi un minimo di riconoscenza. Quel genio vivente di Draco si ricordò solamente allora che lei era svenuta e che quindi non poteva rendersi conto che lui l’aveva salvata. Con la sua sensibilità da pachiderma ovviamente la Granger non si accorse di nulla. – Ho fatto un sogno strano. Ho sognato che c’era un ragazzo che mi salvava. -.

Le speranze di Draco si riaccesero, mentre continuava a parlare. – Era alto… - Draco corrispondeva. – Bello… - Draco credeva di corrispondere. – Aveva gli occhi chiari. – forse allora la ragazza si era resa conto di chi era (ma sul bello io mantengo sempre i miei dubbi…) – E abbronzato. – concluse. – I capelli lunghi, castano scuro. – a quelle parole le speranze di Draco evaporarono. Non era lui il ragazzo a cui si stava riferendo… quindi era stato davvero solamente un sogno… quelle parole se possibile lo turbarono ancora di più. Dopo aver passato un bel po’ di tempo ad elogiare colui che l’aveva salvata, Hermione si accorse che non poteva muovere il braccio. – Ahia! – esclamò appena provò a muoverlo.

-         Che cos’hai? – domandò Draco. - È rotto? -.

La Mezzosangue annuì. Aveva pure avuto il coraggio di rompersi il braccio cadendo! Draco sospirò. – Non preoccuparti Granger. Per tua fortuna, so curarlo. – prese la bacchetta. La Granger lo guardò stupita. – Davvero sai farlo? -.

-         Sì… - puntò la bacchetta verso il suo braccio e pronunciò uno strano incantesimo, che era sfuggito a Hermione nonostante anni e anni di studi… AH! Becca Mezzosangue!!! Alla fine siamo sempre noi quelli che sappiamo cosa fare!!!

-         La Granger lo guardava sempre più stupita. – Adesso ti serve solamente riposo. – disse lui. poi si guardarono intorno e suo malgrado Draco fu costretto ad aggiungere – Possibilmente con dell’acqua. – si voltò verso Hermione e vide che lo stava guardando. Annuì. – Io vado a cercarla. Puoi dormire tranquilla finché non torno. Cercherò di fare il più veloce possibile. -.

La Mezzosangue sorrise e si addormentò sorridente, mentre sognava il suo salvatore non sapendo che ce l’aveva davanti.

Quindi Malfoy scese dalla casa sull’albero e poco lontano trovò un fiume, grande e pulito. Provò a berne l’acqua. Era potabile. Rimaneva il problema del come fare a trasportarla sull’albero… capì che sarebbe stato molto più semplice trasferirsi da un’altra parte e il caso volle che proprio lì accanto ci fosse una grotta. Sembrava disabitata, polverosa, con foglie per terra, la pietra che formava il muro sporca. Draco capì che se voleva portare lì la Mezzosangue doveva darsi da fare… molto da fare. Aveva con sé la bacchetta, ma non si ricordava nessun incantesimo utile al suo scopo di rimettere tutto a posto… ecco, questo insegna che a scuola bisogna stare attenti invece di fare ghirigori senza senso sulle pergamene. L’unica cosa che poteva fare era pulire con le mani. DD accorse subito non appena l’idea passò per l’anticamera del cervello di Draco.

-         Dì, ma sei impazzito??? È un lavoro per elfi domestici… non puoi abbassarti a tanto! -.

AD lo seguì a ruota. – Zitto DD! Draco sta facendo la cosa più giusta. -.

“Ecco, solamente voi due mi mancavate” pensò Draco, contrariato.

-         Ha bisogno di te. -.

“Può sempre chiedere al suo eroe immaginario” quella storia non gli era andata giù per niente. Ma se DD pensava ormai di aver vinto almeno quella battaglia AD non si arrese. – Insomma Draco. Prendila con filosofia! Tutti e due avete motivo di temere per voi stessi, quindi, dico io, comportatevi come se foste in una squadra! Unitevi! -.

-         Oh, ma per favore! Adesso lei è a dormire, e Draco è qui che svolge tutto il lavoro. -.

-         A Hermione piacciono gli elfi domestici… - AD tentò l’ultima strada percorribile.

-         Sì. – si ricordò DD. – Ha fondato quella patetica associazione… il CREPA. -.

“Avesse potuto crepare lei…” si ritrovò a pensare Draco.

-         Appunto. – lo appoggiò DD.

“… così non avrei dovuto scendere a questi livelli”.

L’espressione trionfante di DD svanì nel nulla, e Draco cominciò a lavorare.

QUALE VERGOGNAAAAAAAAAAA!!!

Raggruppò le foglie, le buttò tutte fuori. Doveva pulire ma non aveva cenci. – NO! – DD tornò. – Non la tua bella divisa firmata. -.  Anche AD, nonostante tutto, non poteva assistere a quello scempio. Draco ne strappò un pezzo, e andò a bagnarlo con dell’acqua, quindi pulì le pareti di quella grotta. Il tutto richiese più o meno 2 ore. Alla fine era stanchissimo, ma si guardò intorno soddisfatto. Poi andò nel bosco e riuscì a prendere delle foglie che non erano ancora putrefatte, e le mise tutte da una parte cercando di fare un giaciglio, che fosse abbastanza comodo e grande per entrambi. Pensava che quello fosse sufficiente. Si guardava intorno soddisfatto. Era una grotta completamente abitabile. C’era un giaciglio, era pulito, c’era della legna per il fuoco. Pensava alla faccia che avrebbe fatto a Mezzosangue… e subito dopo pensò che l’aveva mollata da sola per più di due ore e ancora non si era procurato del cibo. Cominciò a correre per la foresta, e ricapitò nel punto dove era avvenuta l’aggressione delle pantere… vide che c’era ancora la pantera morta… Draco la guardò disgustato: meglio di niente…

Se la caricò sulle spalle, non sapendo neppure lui da dove riuscisse a prendere la forza e tornò subito alla casa sull’albero.

-         Hermione! – entrò, chiamandola esultante. Ma l’entusiasmo di spense all’improvviso sul suo viso dopo quello che vide.

 

La piccola Minerva scese velocissima dalle mie ginocchia e mi interruppe. – Mi scappa la pipì! – annunciò, prima di sparire in bagno.

Lucius e Sirius guardarono Draco. Avevano sentito quella parte della storia milioni di volte ma sempre lo guardavano con quell’espressione a metà tra l’incredulo e il deluso. – Babbo – cominciò Lucius. – credevo che un Malfoy non dovesse mai abbassarsi a certi livelli. -.

-         Infatti… - lo appoggiai cogliendo la palla al balzo. – Su Draco, spiega al bambino come hai potuto… - non potevo chiamare Hermione Mezzosangue in presenza dei bambini.

I suoi occhi sembravano un cielo in tempesta. – Ecco… devi capire che ci sono certe situazioni in cui bisogna valutare lo stato delle cose… -.

-         Lucius, Sirius non c’è niente di sbagliato nel prendersi cura di una persona, è chiaro? – il tono della Mezzosangue era davvero a “so-tutto-io”. – Se vostro padre non si fosse comportato con me in quel modo voi non sareste nati. -.

-         Sì… - Sirius provò ad obiettare. – … però un Malfoy… -.

-         I Malfoy come te forse no Sirius. – la piccola Minerva era tornata dal bagno e si era fermata in camera, prendendo il suo orsacchiotto Teddy. – Ma il babbo amava la mamma, era la sua principessa, quindi doveva comportarsi come un principe. – prese posto sulle mie ginocchia come se stesse salendo su un trono, e mi strappò un sorriso. – Non farai mai colpo su noi ragazze – continuò. – se non tiri fuori un po’ di galanteria. Dovete comportarvi con noi ragazze come io mi comporto con Teddy. Vero Teddy? -.

Scoppiai a ridere, e anche Hermione, mentre Sirius avvampò, e Lucius la guardò dubbioso. Draco invece riconoscente le si avvicinò.

-         Certo. – imitò la voce di Teddy, e la bambina sorrise soddisfatta, mentre il padre la prendeva in collo.

-         E adesso a dormire. – ordinai. – Lasciate in pace il nonno. -.

Minerva uscì con suo padre, Hermione portò fuori di peso Lucius che si era ancorato ad una poltrona, e io pensai che in fondo Minerva era davvero una bambina molto dolce… insomma aveva saputo che un MIO Mangiamorte si era messo a lavorare per una Mezzosangue ed era anche riuscita a trovare una sua motivazione… riaccesi la pipa e solo allora mi accorsi che Sirius era ancora lì, incollato al pavimento.

-         Nonno – cominciò. – che cosa ha visto nostro padre che gli ha fatto andare via l’entusiasmo? -.

Sorrisi, facendo un cerchio di fumo. – Lo saprai domani sera Sirius… nella prossima puntata. -.

 

Bene bene bene… anche questa volta sono riuscita a postare… come vi è sembrato Draco nei panni di un lavoratore per una Mezzosangue? Fatemi sapere cosa ne pensate. Nel frattempo passo a ringraziare tutti coloro che hanno lasciato un commento… siete grandi ragazzi, i vostri commenti mi rendono questa storia molto cara:

-         Valem: no, niente pantera per cena, mi dispiace… spero comunque di aver soddisfatto la tua curiosità… grazie!!!

-         Lenus: grazie mille!!! Spero davvero che continuerai a leggermi… sì, davvero molto puccioso xD (al nonno è piaciuto molto questo aggettivo)

-         Lady_Malfoy_4ever: grazie carissima!!! Come vedi Draco ha partecipato anche a questa seduta… e comunque Nonno Voldy lo avrebbe costretto anche se non avesse voluto… commenta anche questo capitolo se ti va!!!

-         Tigerlily: grazie amoreeeeeeeee!!! Beh le ore di filosofia ispirano particolarmente, vero Giu? ;)

-         Magicrossy: ahahahahah… sono davvero contenta che ti sia piaciuta, grazie, sei gentilissima!!! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!!

-         DamaArwen88: sono contenta che ti sia piaciuta!!! Sì, un vero Narciso!!! Nonno Voldy ti ringrazia molto dalla sua poltrona! Ecco qui dunque il capitolo… scommetto che anche questo finale ti ha un po’ incuriosita, vero???

Passo adesso a ringraziare coloro che mi hanno aggiunto tra i preferiti che non ho ringraziato nello scorso capitolo. Quindi un grazie e un bacio a gypsy_rose90, herm83, KiaraRowling, Lady_Malfoy_4ever, Tigerlily e a Valem!!!

Aspetto vostri nuovi commenti!!! @matrix@

 

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Capitolo 5
*** Mootai ***


Mi guardavo intorno dalla mia poltrona, osservando il salotto di casa Malfoy: c’erano due comodi divani, la mia poltrona, due

Capitolo 5:
Mootai
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Mi guardavo intorno dalla mia poltrona, osservando il salotto di casa Malfoy: c’erano due comodi divani, la mia poltrona, due tavolini di cristallo, e dei mobili in legno, quello più pregiato, con dentro i servizi di piatti della Granger, e anche vini e champagne. Per terra il pavimento era lindo, quasi uno specchio, e poi, da una parte una grande televisione a 62 pollici. Pensai che quel piccolo universo di casa Malfoy avrebbe potuto non esserci, perché Draco aveva rischiato molto, rientrando in quella casa sull’albero, quella sera, stanchissimo per il lavoro svolto ma anche felice perché la Mezzosangue sarebbe stata meglio…

Dalla colonna corinzia che segnalava l’inizio del salotto fecero capolino tre testoline. I miei nipotini. Feci loro cenno di avvicinarsi, e dietro di loro vidi anche la Granger.

-         E Draco? – domandai.

-         Non è voluto venire. – mi rispose col tono di voce asciutto.

Sapevo che odiava la parte della storia in cui si era abbassato a lavorare, ma quella parte della storia gli faceva ancora più male. Squadrai male la Granger. – Non credi che dovresti andare da lui… - avrei voluto chiamarla piccola Mezzosangue, ma un improvviso dolore alle ginocchia mi fece capire che Minerva era salita sopra e che c’erano i bambini… trattieniti Voldemort. Lei scosse la testa e si mise sul divano. – Mi ha detto che sarebbe andato a fare quattro passi. -.

Sirius aveva incominciato a saltare e questo ci fece capire che era giunto il momento di cominciare la storia, rompendo cos il silenzio imbarazzante che si era creato tra me e la Mezzosangue.

 

Quando entrò nella casa cercò di darsi un contegno. La Mezzosangue era sveglia, seduta sul letto, col braccio fasciato. E accanto a lei in ginocchio un ragazzo alto, moro, abbronzato e bello e con gli occhi chiari… non era possibile… Allora quel ragazzo esisteva davvero… la Granger stava ridendo. Sembrarono non accorgersi della presenza di Draco. Poi finalmente la Granger si voltò verso Draco

-         Alla buon’ora Malfoy. – aveva il tono glaciale.

-         Lui è quello di cui mi parlavi? – il ragazzo aveva una voce calda. – Che ti ha portato una pantera da mangiare? – lo guardò quasi impietosito.

DD comparve immediatamente non appena percepì il suono sarcastico della voce del giovane. – Beh, Draco, ti fai insultare così da uno sconosciuto? Dopo aver lavorato moltissimo per quella lì? – indicò la ragazza.

-         Non permettere che te la porti via. – AD era d’accordo con DD per una volta.

Ma Draco era troppo imbambolato a vedere la scena che aveva davanti per accorgersi che aveva appena scampato il rischio di una rissa sulle sue spalle, per una volta. Pensava che quello di Hermione fosse stato davvero un sogno, invece quel ragazzo che sembrava perfetto esisteva davvero. Ed era lì davanti a lui, che aveva anche il coraggio di criticarlo. La Granger però non lasciò a Draco il tempo di rispondere, perché si affrettò subito a fare le presentazioni.

-         Sì, è lui. – confermò. – E Malfoy questo è Mootai, il mio salvatore. – lo disse con aria sognante.

Draco non porse nemmeno la mano a quel ragazzo che aveva tutta l’aria di essere un indigeno: petto scoperto e un qualcosa che assomigliava ad una gonnellina di paglia…

-         Ecco, non solo non è un mago, è un rompiscatole e porta pure la gonna. – commentò DD disgustato. Poi fece il verso a Hermione sventolando la mano. – Oh, il mio bellissimo e divino salvatore… bleah, potrei vomitare! -.

-         Non addosso a Draco. – precisò AD.

Ma a Draco quello non importava. – Il tuo salvatore? – saltò su.

-         Certo. – confermò Hermione. – Mi ha salvata lui dalle pantere. – lo stava abbracciando.

-         Si è pure preso il merito!!!!!! – DD era diventato rossissimo per la rabbia e se avesse potuto sarebbe andato da quel bellimbusto a infilzarlo col suo tridente, che stava sventolando rischiando di ficcarlo in un occhio a qualcuno. – Mi dai il permesso Draco? -.

Draco annuì. Ecco fossi stato in lui avrei avada kedavrizzato quell’essere inutile all’istante (l’indigeno, non quel simpatico essere sulla sua spalla) per poi raccontare alla Mezzosangue come erano andate realmente le cose… ma lui vide una specie di adorazione negli occhi di lei per Mr Gonnella, e poi un indigeno del luogo poteva far comodo. Quindi per il momento decise di far finta di bere la fandonia di Gonny (da Mr Gonnella).

La Granger squadrò per bene Draco, e solo in quel momento vide che aveva i vestiti stracciati. – Dio, Malfoy, che hai fatto? -.

Ma lui non disse niente: non voleva rivelare l’esistenza del rifugio davanti a sconosciuti, e quindi la Granger continuò. – Mootai ha detto che finché non ci troveranno potremo stare nella sua tribù che abita poco lontano da qui, e per noi sarà anche più sicuro. Vero Mootai? -.

-         Già. – confermò il ragazzo sorridendo. – Sicuramente più sicuro. -.

Draco annuì, anche se credeva che non fosse affatto più sicuro, anzi, qualcosa non gli piacque nel tono di voce che Gonny aveva usato. Ma erano due contro uno, e Malfoy da bravo democratico (democratico un corno, fossi stato in lui avrei fatto sputare a Gonny quello che nascondeva… che fossero cannibali?) accettò l’offerta che la Granger aveva definito “generosa”.

-         Più sicuro un fico secco! – esclamò DD. – Non mi piace il tono con cui l’ha detto, e non mi piace come ha cambiato la storia… quello nasconde qualcosa Draco, mi mangio il tridente se non è così! -.

-         L’ha fatto solamente per far colpo sulla Mezzosangue. – replicò AD cercando di rimanere calmo. – In fondo noi non c’eravamo. Lei lo ha visto, Draco, altrimenti non te ne avrebbe parlato: probabilmente c’erano davvero più pantere, lui le ha eliminate, ti ha visto arrivare ed è andato via convinto che ci avresti pensato tu a togliere di mezzo le altre. -.

-         E le pantere che ha ucciso le ha fatte sparire così nel nulla: bula bula e tutto sparisce. – DD fece uno strano verso con le mani.

Draco non rispose. Anche secondo lui DD aveva più ragione.

-         Ma che avrò poi ‘sta tizia per farvi cadere tutti ai suoi piedi così? – DD non riusciva a capire.

“Occhi da far invidia all’oro più fino” rispose Draco “Capelli dal profumo inebriante, un’intensità di sguardo che cattura, specchio della sua intelligenza… quando ti perdi in quelle iridi è come se il mondo ti apparisse migliore.”

-         Ecco. – lo interruppe DD. – Permettimi di ricordarti che stai parlando di una ragazza, non di una droga. -.

AD sorrise a quell’affermazione. Ma Draco continuò nei suoi pensieri. “E poi è una ragazza brillantissima. Non è un’oca come le altre, ed è sicura di sé…” e avrebbe potuto andare avanti per ore se DD non gli avesse chiesto di smetterla.

-         Draco! Per favore! Sono diabetico, non peggiorare la situazione! -.

E così Malfoy Jr fu costretto a smetterla con i suoi pensieri sulla Mezzosangue.

Stavano attraversando quella specie di giungla, in un punto senza sentieri, dove la natura cresceva incolta, e gli alberi quasi paravano del tutto la luce del sole, non riuscendo comunque ad intimidire i pochi raggi che coraggiosi si facevano spazio tra la vegetazione. Poi finalmente, passati due grossi alberi la giungla finì e si trovarono in una piana, lunga, ricoperta dall’erba e da capanne in paglia. La Granger osservò ogni minima cosa intorno a sé: i bambini con i vestitini di paglia colorata, le donne con le gonne e quelli che potevano essere definiti piccoli top in pelle, decorate con perline. Gli uomini invece erano tutti come Gonny: petto scoperto e gonnellina in paglia. E tutti avevano dei bracciali allungati sulle braccia.

Cominciarono dunque a scendere nella valle, mentre tutti si voltavano per salutare Mootai e dare un’occhiata agli sconosciuti, in particolare alla ragazza che Mootai portava in braccio… la fissavano con particolare insistenza adesso che la Granger ci faceva caso.

-         Perché ti stanno guardando in quel modo? – domandò HD (Hermione Diavoletto) che si era ripresentata sulle spalle della ragazza. – Cioè, ho capito che sei bella, però così mi sembra esagerato… -.

“Non ne ho la più pallida idea” replicò quella mentre Mootai avanzava, tenendola tra le sue braccia. Malfoy invece procedeva nel più completo anonimato… io qui sono maligno e penso che a Draco non sia mai andata giù questa cosa del passare come ragazzo invisibile… insomma lui, con le sue belle braccia forti e rassicuranti, il suo sorriso, i suoi capelli, i suoi vestiti… poi si rese conto che le sue belle braccia forti non erano messe in evidenza per niente, non stava sorridendo, i suoi capelli erano in delle condizioni indecenti e sui suoi vestiti al momento preferiva stenderci sopra un velo pietoso…

Dalla folla che si era radunata si fece avanti un uomo maturo su una portantina, che aveva più collanine e ciondolini di tutti gli altri, come se fosse vestito a festa: alla Granger bastò uno sguardo per capire che era il capo, a Malfoy bastò un attimo per rendersi conto che la cosa sembrava un po’, come dire, programmata.

Mootai guardava Hermione. – Questi sono gli stranieri. – annunciò. – Lei è Hermione. -.

Il capo sorrise in direzione di Hermione. – Benvenuta giovane straniera. -.

-         E questo è Draco. – finì le presentazioni Mootai.

-         Benvenuto anche tu. – il capo era sempre sorridente.

Intanto le coscienze di entrambi i ragazzi stavano studiando dalle spalle tutte le persone intorno a loro. In particolare il capo, che sembrava avere negli occhi qualcosa di più del semplice piacere di ospitarli. E anche Mootai guardava Hermione in modo strano… lei era come incantata da quello sguardo.

 

-         Ti aveva fatto un incantesimo mamma? – domandò Minerva saltando in piedi sulle mie povere ginocchia che ulularono di dolore.

-         Minerva un po’ di delicatezza, porca… - intercettai lo sguardo furibondo di Hermione. - … ippogrifo. – mi corressi prima di dire una brutta parola.

Fu Sirius a rispondere a Minerva. – Certo che no Minerva! Ti sembra stupida per caso la mamma? -.

Io avrei risposto di sì… però decisi di mantenere un dignitoso silenzio. La Granger guardò Sirius. – Stai tranquillo Sirius. – poi sorrise a Minerva. – No, non mi aveva fatto nessun incantesimo… -.

-… eri solamente tu che eri rincitrullita per quello lì. – avrei voluto dire. Invece me ne restai in silenzio ancora una volta a massaggiarmi le ginocchia.

-         E adesso a letto. – ordinò lei. - È tardi. -.

I bambini dunque andarono a dormire. La Mezzosangue mi guardò. – E anche oggi è finito. – si sistemò per bene la vestaglia, e si passò una mano tra i capelli sciolti. – Domani è un altro giorno. -.

-         Francamente me ne infischio. – risposi, non potendo trattenermi… eheh, la mia voce sì che era sexy… poi il gesto di passare la mano tra i capelli, non so, mi dava quello charme che tutti mi invidiavano…

Sentimmo suonare il campanello. – Draco avrà scordato le chiavi. – scosse la testa. – A volte è davvero distratto. – andò ad aprire la porta. Vide Draco, accanto all’ascensore, con gli occhi di ghiaccio che mandavano scintille. E davanti a lei, sull’uscio, un ragazzo alto, moro e muscoloso.

-         Ciao Hermione. – la salutò, con sguardo imbarazzato.

Non me ne infischiavo più… ero proprio curioso di sapere che razza di giorno sarebbe stato l’indomani.

 

SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE PER IL RITARDO!!! Sono stata imperdonabile, lo so, ma questo è stato un periodaccio, sul serio.

Spero comunque che vi sia piaciuto questo capitolo!!! Leggete e commentate, mi raccomando!!!

E a proposito di commenti, un bacione a tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo:

-         magicrossy: grazie!!! Spero ti piaccia anche questo, anche se lascia un po’ di cose in sospeso…

-         Lady_Malfoy_4ever: sì, il nonno ha confermato, lo avrebbe portato di peso… comunque come hai visto le cose non si stanno mettendo bene per il povero Draco… ascolteremo nonno Voldy per vedere come andrà a finire…

-         8marta8: grazie!!! Ecco cosa ha visto Draco, un Babbano qualunque fare il bellimbusto con la sua Hermione… ma sarà davvero così?

-         DamaArwen88: concordo, Minerva è un tesoro!!! (Non è vero, è una peste!!! Ndnonno)… che succederà adesso a Draco?

-         Lenus: eh, no… ritardo imperdonabile… lo perdono solamente se perdoni il mio :P. Draco al momento non è dell’umore adatto per esser chiamato puccioso, povero Dracuccio… spero ti sia piaciuto!!!

-         DreamGirl91: Grazie mille!!! Sei stata subito simpatica al nonno quando ha sentito che lo chiameresti mai ET… ti saluta, e ti assicura anche che è vissuto tanto e che non sarà una dentiera a fargli smettere di raccontare la storia!!! Spero ti piaccia anche il seguito!!!

-         Myki: Teddy ringrazia xD… grazie Martina!!! Anche la tua storia è fantastica!!!

 

Ringrazio anche coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti, tutti: Amazzone91, DamaArwen88, Diddola, gypsy_rose90, herm83, KiaraRowling, lady_black, Lady_Malfoy_4ever, lela984, Lenus, ra89, seall, Selene_Malfoy, Tigerlily, titti6493, tom13, Valem, willina… GRAZIEEEEEE!!!!

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Capitolo 6
*** Il Bacio ***


Capitolo 6

 

Il Bacio

 

Sentimmo suonare il campanello. – Draco avrà scordato le chiavi. – scosse la testa. – A volte è davvero distratto. – andò ad aprire la porta. Vide Draco, accanto all’ascensore, con gli occhi di ghiaccio che mandavano scintille. E davanti a lei, sull’uscio, un ragazzo alto, moro e muscoloso.

-          Ciao Hermione. – la salutò, con sguardo imbarazzato.

Non me ne infischiavo più… ero proprio curioso di sapere che razza di giorno sarebbe stato l’indomani.

 

Gli occhi di Draco erano ridotti a due fessure: impossibile non vederne l’odio dentro. Guardò Hermione e il suo sguardo non si raddolcì.

-         Che ci fa lui qui? – la sua voce era un sibilo minaccioso.

-         Non lo so. – rispose la Mezzosangue. E qualcosa nei suoi occhi faceva capire che era vero.

Anche Mootai dal canto suo sembrava veramente imbarazzato. Draco lo superò entrando in casa, tirandogli una spallata. Poi si frappose fra lui e Hermione.

-         Sta’ lontano da mia moglie. – lo avvertì.

Mootai era diverso: faceva tutto un altro effetto in jeans e in camicia. Era diverso, era meno selvaggio, era più bello: univa la forza selvaggia all’eleganza. Pensai che anche Miss-so-tutto doveva essersene accorta, perché lo guardava in modo diverso: mi chiesi che effetto aveva dovuto farle rivedere un ragazzo che aveva amato alla sua porta di casa, un ragazzo che si era ripresentato in tutto il suo splendore… una prova dura da superare, vero Mezzosangue?

Tuttavia come voi ben sapete io non sono così cattivo, quindi decisi di intervenire… povera Granger, non potevo lasciarla nelle mani di un tale figuro, dovevo proteggere lei e il suo matrimonio… Ma a chi voglio darla a bere??? In realtà intervenni solamente perché nessuno mi aveva degnato di un minimo d’attenzione, e quindi volevo un po’ divertirmi con Colui-Che-Aveva-Osato-Non-Salutare-Lord-Voldemort… muahahahahahahahah… coff coff… ok, procedo… stupida dentiera.

-         L’educazione l’hai lasciata sull’isola o l’hai portata con te in quella valigia? – mi feci notare facendo cenno alla valigia.

-         Lord Voldemort! – esclamò lui.

-         Pensa un po’ quanto è piccolo il mondo… - commentai la sua esclamazione. – Non hai risposto alla domanda! Che significa quella valigia? -.

Mootai sembrava davvero in imbarazzo. – La questione è che stavo viaggiando con mia madre, solo che si è sentita male. – spiegava frettolosamente. – L’hanno ricoverata e io non sapevo dove andare… ho saputo che abitavate qui e speravo di poter restare per qualche giorno... -.

Mi scambiai una veloce occhiata con Draco… di tutte le bugie che poteva inventarsi questa era senza dubbio la meno credibile. Ma se io sono paziente, Draco quella volta non seppe mantenere il controllo.

-         Fuori da casa mia! – esclamò.

Non lo disse urlando, ma la voce era alta abbastanza da attirare l’attenzione dei bambini che si precipitarono da noi come api sul miele. Fissarono curiosi lo sconosciuto. Sirius e Lucius lo guardavano diffidenti, invece Minerva sorrise. – Chi sei signore? – domandò. Draco prese in braccio la bambina.

-         Uno che stava per andare via Minerva. – rispose.

-         Ti chiami Minerva? – Mootai le sorrise. – Sai è un bellissimo nome: era il nome della dea della sapienza. – poi guardò Hermione. – Sarebbe stato adattissimo a te. -.

-         Oooooh! – fece Minerva, rivolgendosi a Lucius e a Sirius. – La mamma ha un ammiratore. -.

-         Oooooh! – fecero di gli altri due imitandola. – E farete insieme una fuga d’amore? -.

Per un attimo pensai che Draco li avrebbe stesi usando Minerva come mazza, e mi sentii in dovere di intervenire. – Proprio così. – risposi. – Scapperanno via su un calesse di legno bianco. Vero? – domandai a Mootai.

Lui mi guardò ancora più imbarazzato. Avevo fatto centro. Questo non sfuggì alla piccola Min, che si rivolse di nuovo a lui. – Perché hai cambiato sguardo, signore? -.

-         Tua figlia è davvero adorabile… però adesso devo andare, ho afferrato il concetto. -.

Draco stava per sbattergli la porta in faccia, mentre la Mezzosangue temeva per la sua reazione. – Aspetta! – esclamai. La notte è giovane e volevo divertirmi. – Sai, stavo raccontando una storia. Vorrei che tu restassi a sentirla. – come sono diabolico.

E senza che potesse dire nulla, Draco lo costrinse a sedersi, e a sua volta si sistemò sul divano, prendendo Hermione sulle ginocchia e abbracciandola. E io ricominciai a raccontare.

 

DD teneva tutti i suoi sensi sugli attenti, soprattutto quando intorno a lui c’era Mootai. Draco era troppo accecato dalla gelosia per poter esercitare un’attenta sorveglianza. AD stesso si era reso conto si questa situazione, quindi aveva proposto a DD una tregua, e un’alleanza, che DD aveva accettato di buon grado. Non che l’avesse fatto perché Draco potesse vivere felice e contento insieme a quella Mezzosangue, ma solamente perché non poteva sopportare Mootai. Intuiva che c’era qualcosa in quel Gonny di terribile… e non sapeva quanto era nel giusto.

Dopo circa una settimana che Draco e Hermione vivevano nel villaggio Draco decise di afferrare il toro per le corna e di parlare alla Granger di quella situazione.

-         Allora Granger che hai intenzione di fare? Mi sembra evidente che siano ben lontani dal trovarci… non credi che dovremmo ingegnarci e trovare un modo per venire via da questa isola? -.

-         No. – rispose lei, come se lui avesse detto una cosa assolutamente stupida. – Io sto bene qui. -.

-         Granger qui stiamo lontani da tutto e da tutti. Ma fuori si combatte una guerra. Non pensi allo Sfregiato e a Lenticchia? Chissà se saranno ancora vivi. Ma a te non sembra interessi. -.

-         Malfoy non osare dire una cosa del genere! -.

-         E cosa dovrei dire Granger? L’unica cosa che hai fatto in questa settimana sono stati gli occhioni dolci a quel tizio che porta la gonna e neppure conosci! -.

-         Mi ha salvato la vita. -.

-         Possibile che tu sia così ingenua Granger? – Draco perse la pazienza. – Sono stato io che ti ho salvata dalle pantere, stupida ragazza! Lui non ha mosso un dito. Pensi davvero che l’avrebbe fatto per una ragazza che nemmeno conosce? -.

Gli occhi della Mezzosangue si bagnarono di lacrime. – Smettila di dire queste cose. Non me ne sto fregando di Ron e di Harry! E Mootai mi vuole bene! -.

Draco fece per uscire furioso. – Come ti pare Hermione! Ma non dire che non ti avevo avvisata! -.

Uscì sbattendo la porta di legno lasciando la povera Granger in lacrime. Draco aveva instillato il dubbio dentro di lei. In effetti non conosceva bene Mootai… ma possibile che a salvarla fosse stato il principe di Serpeverde? Non lo sapeva…

In quel momento entrò Mootai. – Hermione! Chi ti ha ridotto in questo stato? È stato Draco? -.

-         No. – si affrettò a rispondere. – Non è stata colpa sua. – cercò di riprendersi.

-         Vorrei portarti in un posto… - cominciò Mootai. – … ce la fai a venire? -.

Lei annuì, e uscirono dal villaggio, incamminandosi per la vegetazione, in direzione del mare. Anche Draco stava camminando in quella direzione.

-         Sai non sono un esperto ma non credo che farle scenate sia il modo giusto per conquistarla. – diceva DD.

-         Ha ragione. – lo appoggiò AD. – Devi essere più dolce. -.

“Tacete voi due!” sbottò lui. “Adesso siete le due… cose di cui ho meno bisogno. Sparite! Sciò! -.

-         Non essere scorbutico. Facciamo così perché vogliamo il tuo bene. – replicò AD.

-         Oppure il male di Gonny, dipende dai punti di vista. – lo corresse DD.

-         DD! – lo rimproverò AD.

-         Che ho detto!? -.

“Volete andare via?” Malfoy jr si stava innervosendo.

-         Uhm… aspetta… fammi pensare… NO! – rispose DD. – Dobbiamo meditare una vendetta per togliere di torno Mr Gonnella! Io se ti interessa avrei un piano in mente… -.

-         DD smettila! – AD era preoccupato per Draco. – Non vedi come sta? -.

“Smettetela tutti e due!”

-         Ok, tranquillo. – non si capì bene se lo disse a Draco o ad AD. – Comunque fossi in te Draco, ascolterei i rumori nella foresta. -.

Sparirono tutti e due e Draco seguì il consiglio di DD, suo malgrado. E sentì riecheggiare la risata di Hermione che rideva alle parole di Mootai. E lui cosa aveva saputo darle? Solamente lacrime. Sentì uno strano impulso farsi largo dentro di lui. Doveva chiederle scusa. Subito. In quel preciso momento. Cominciò a correre in quella direzione, senza curarsi di dove metteva i piedi, dei rovi, dei graffi che si procurava. Correva perché voleva dire alla Mezzosangue che non avrebbe dovuto dirle quelle cose e che gli dispiaceva. Per dirle che era inutile fingere, che l’amava. E così riuscì a raggiungerli. Ma si fermò e si nascose dietro un albero. Hermione e Mootai erano su una scogliera, il sole che tramontava che sbatteva i suoi raggi del colore dell’amore sui loro volti. Mootai le teneva la mano. La Mezzosangue sembrava come ipnotizzata dal suo sguardo. Vide le labbra di Gonny muoversi. Dicevano “ti amo”. Sentì una fitta al cuore. Hermione non rispose. “Tiè” pensò Malfoy.

Ma quello che successe dopo fu un colpo allo stomaco. Mootai si chinò su di lei e la baciò. La Granger ricambiò il bacio, lasciandosi trasportare.

Malfoy venne fuori dal suo nascondiglio. La Granger lo vide e smise velocemente di baciare Mootai, che guardava Malfoy con aria soddisfatta.

-         Stupida. – riuscì solamente a dire Draco.

La Mezzosangue non rispose. Rimase immobile tra le ferme e sicure braccia di Mootai a vedere Draco che con passo lento e deluso spariva nelle ombre della foresta. Era possibile che il principe Slytherin l’amasse? Che l’avesse salvata? Voleva chiarirsi le idee, voleva parlare con Malfoy ma Mootai la teneva stretta contro di sé. Per la prima volta quelle braccia le sembrarono una prigione. E anche Mootai aveva cambiato sguardo. Hermione ebbe paura.

Dal mezzo della foresta si levò un urlo di disperazione. Draco si appoggiò ad un albero, sicuro che le gambe non sarebbero bastate a reggere il peso che si portava dentro. Era solo… anche l’unica persona su cui poteva contare lo aveva abbandonato per uno che portava una gonna. Vide sul terreno farsi incontro un serpente. Non gli interessava se fosse velenoso, che lo mordesse pure. Ma il serpente gli girò intorno. Sembrava lo stesse studiando. Anche gli occhi di Malfoy jr seguivano il moto del serpente… che assunse sembianze umane.

-         Ciao Draco. -.

E capì di non essere più solo.

 

Ma chi sarà mai il misterioso serpente? Ed Hermione come se la caverà con Mootai?

 

SCUSATEEEEEEEEEE X IL RITARDOOOOOOOO!!!! Lo so che i compiti non sono una buona giustificazione, ma quelli oltre alla stanchezza e un guasto al computer  sono l’unica spiegazione che posso fornirvi L

Spero in ogni modo che questo capitolo vi sia piaciuto. E ne approfitto per augurarvi un BUON NATALE!!!

Passando ad i ringraziamenti persona per persona:

-         Tigerlily: tranquilla, Mogli riuscirò a riciclarlo in qualche altra fic xD… e DD ringrazia. Sei riuscita a farlo arrossire…

-         Magicrossy: grazie!!! Sì in effetti lasciava molte cose in sospeso… questo forse ne lascia di più… buahahahahaha come sono perfida xD

-         DamaArwen88: sì, periodaccio passato… potrei in effetti chiedere al nonno di far fuori la mia terribile triade (latino – greco – storia/filosofia)… grazie per il suggerimento muahahahahaha!!! E mi piace anche la tua idea di Minerva eheh… spero che ti sia piaciuto questo chappy! A presto!

-         8marta8: sì, molto sadica, infatti anche questa volta si interrompe in un punto critico, no? Aspetto presto la tua opinione!!!

-         Miky: scusa anche tu… nemmeno io ce la faccio a commentare sempre… colpa della triade, vero???

-         Malfy: grazie per il commento! Vedo che sei leggermente alterata per quello che è successo… spero che nello svolgimento accada quello che hai in mente.

-         DreamGirl91: addirittura geniale?!! Tu sei troppo buona, lo pensa anche il nonnino! Grazieeeeeeeeee!!!

-         Lenus: dai non sei una cosa futile!!! Anzi mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento e ti ringrazio davvero, mi fa piacere che la mia fic ti piaccia così tanto!!! Aspetto come mi hai detto un commento anche per questo capitolo… e ancora GRAZIE!

Grazie inoltre a tutti coloro che leggono la mia storia e che l’hanno aggiunta tra i preferiti!!!!

@matrix@

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Capitolo 7
*** Imperius ***


Capitolo 7

 

Capitolo 7: Imperius

 

 

Dal mezzo della foresta si levò un urlo di disperazione. Draco si appoggiò ad un albero, sicuro che le gambe non sarebbero bastate a reggere il peso che si portava dentro. Era solo… anche l’unica persona su cui poteva contare lo aveva abbandonato per uno che portava una gonna. Vide sul terreno farsi incontro un serpente. Non gli interessava se fosse velenoso, che lo mordesse pure. Ma il serpente gli girò intorno. Sembrava lo stesse studiando. Anche gli occhi di Malfoy jr seguivano il moto del serpente… che assunse sembianze umane.

-         Ciao Draco. -.

E capì di non essere più solo.

 

 

Draco si slanciò sul suo amico abbracciandolo. – Blaise! – esclamò.

-         Ehy! – Zabini lo strinse a sé. – Ti credevo morto, amico. -.

Draco sorrise. – Deve ancora nascere quello che riesce ad uccidermi. -.

-         Però è già nato quello che ti fa urlare dalla disperazione. – decise di infierire un po’ per l’urlo dell’amico. – E piuttosto non hai notato nulla? -.

-         Perdinci è vero! – esclamò Malfoy. – Non ricordavo che tu fossi un Animagus. -.

-         Lo sono da qualche giorno… ma avremo tempo per parlarne. Pansy ci aspetta. – cominciò a condurlo per la foresta.

A Malfoy non sembrò vero di sentire che anche Pansy era lì… allora i suoi amici l’avevano trovato! Allora il suo Signore non l’aveva abbandonato! Allora era finita! Non era mai stato così felice di vedere Blaise in tutta la sua vita. Gli scompigliò i capelli, saltandogli sulle spalle e Blaise si mise a correre in una discesa, inciampò in un sasso e finirono entrambi a terra, ridendo, e lanciandosi addosso palle di fango. Poi Blaise si alzò, e Draco imitò. – Ehy Dray, devo esserti proprio mancato se siamo qui a fare queste cose come quando eravamo piccoli. -.

-         Potrei dire la stessa cosa. – le preoccupazioni che l’avevano assillato fino a 20 minuti prima sembravano un lontano ricordo.

Blaise dal canto suo tutto si aspettava meno che un’accoglienza del genere… pensava che per aver mostrato tutto quell’entusiasmo Draco avesse passato l’Inferno in quei giorni, e lo guardava un po’ preoccupato, un po’ incuriosito, un po’ felice per l’amico ritrovato. Non ci avrebbe scommesso un galeone sul suo ritrovamento, ma aveva avuto fiducia ed ecco che il suo amico era davanti a lui. Stavano tornando verso la spiaggia.

-         Quando ritorneremo a casa? Presto spero. -.

-         Il tempo di trovare la Granger, Dray. – gli rispose Zabini.

-         Perché ci sono anche lo Sfregiato e i suoi allegri compari? -.

-         No, perché Lord Voldemort vuole ucciderla com’era nei piani. – spiegò lui, pronunciando il nome di Voldemort.

Draco si fermò all’istante. Zabini si accorse che l’amico non lo stava seguendo, quindi si voltò. – Ohi, Dray, ma insomma si può sapere che hai oggi? -.

Gli occhi di Malfoy si ridussero a fessure e la sua voce divenne di ghiaccio. – Lui è qui? -.

Zabini continuava ad essere sorpreso dal modo di fare di Draco. – Sì. – rispose.

-         Uh oh, le cose si mettono male. – DD si interessò alla cosa.

Vibrava una luce negli occhi di Draco, che teneva stretti i pugni, preoccupato di quello che Blaise poteva rispondere alla domanda che stava per porgli.

-         Dov’è adesso? -.

-         Ad aspettare la Granger. – rispose Zabini.

Ecco la risposta che non voleva sentire. Strinse i pugni ancora di più, poi guardò Blaise. – Dobbiamo trovarla prima di lui. -.

-         Che cosa? – lo afferrò per un braccio. – Dray non so cosa ti è successo, ma adesso raggiungiamo gli altri. È finita. -.

L’altro scosse la testa. Non poteva crederci, non voleva che fosse vero. Mille volte aveva sperato che giungesse quel giorno per allontanarlo da quei due occhi color dell’oro fuso, dai quei capelli, da quella ragazza così forte, ma al tempo stesso così indifesa. Ormai però quella ragazza aveva sortito su di lui un effetto che non doveva, aveva scatenato una reazione a catena di sentimenti che non poteva essere fermata.

Blaise lo fissò sfidando il gelo del suo sguardo ghiacciato. Un vero amico è quello che riesce a capirti con uno sguardo, e a Zabini bastò quello per capire cosa frullava in testa all’amico. Lo scrutò ancora per un po’. – Per te è davvero così importante? -.

Malfoy jr annuì. Zabini sorrise. – Allora ci sto. Ma ti avverto Dray, che se non te la sposi dopo quello che rischiamo tu dovrai stare molto molto lontano da me. -.

Draco annuì, e i due amici ricominciarono a correre, chiamando a gran voce il nome della Granger. Ritornarono sulla scogliera dove poco prima Mootai aveva baciato Hermione… ma l’importante non era quello, l’importante era ritrovarla il prima possibile. Si fermarono entrambi per riprendere fiato. Non erano lì.

-         Saranno al villaggio. – subito AD cercò di placare le paure di Draco.

“Ah fantastico… ho proprio voglia di una bella sceneggiata al villaggio dopo quello che è successo oggi…” pensò Draco.

-         Bello, poteva andarti peggio. – da una nuvoletta rossa fece il suo ingresso DD. – Voldemort avrebbe potuto averla già trovata. -.

“Questo sì che sarebbe ancora più fantastico… avete finito con le buone notizie voi due o ce ne sono delle atre in arrivo?” a volte proprio non li soffriva quei due.

-         In effetti se vuoi la mia opinione… - cominciò DD.

“Non disturbarti” lo interruppe Draco.

-         E invece mi stai a sentire biondino! Come hanno fatto a trovarvi? -.

“Incantesimo localizzatore” pensò lui prontamente.

-         O forse qualcuno qui era una spia di Voldemort… com’è che ha detto prima Blaise? Ad aspettare la Granger? Aspettarla per quale motivo? Perché un Mangiamorte la porti a lui… -.

-         … o perché un abitante del posto la consegni a lui? – AD finì la frase e sparì con un PUFF, seguito a ruota da DD, che sorrideva soddisfatto dei progressi che avevano fatto.

Draco spalancò gli occhi a quella rivelazione… era mai possibile che Mootai lavorasse per il Signore Oscuro? Che fosse un Mangiamorte? Ripensò… tutti quelli della tribù erano stati gentili, fin troppo con loro, e di questo se ne era accorta anche la Granger. Gonny poi non era intervenuto a salvarla dalle pantere la prima volta. E ora che ci faceva caso tutti avevano le braccia coperte. Per far cosa? Per nascondere un Marchio?

-         Dov’è la Granger? – domandò Zabini.

Fu fulminato dal tono glaciale di Draco. – Dimmelo tu Blaise. Chi vi ha informati che eravamo qui? -.

 

-         Chi li aveva informati nonnino? – Lucius si fece curiosissimo mentre continuava a squadrar male il loro ospite.

Sorrisi soddisfatto a quella domanda, mentre sia io sia Draco guardavamo con sfida Mootai. Lui non ricambiava lo sguardo, teneva gli occhi bassi, mentre vedeva il pavimento. E anche la Granger seguiva il suo esempio guardando in basso. Si sentiva ancora terribilmente in colpa per quel bacio… così stupida. E Sirius sembrò accorgersene. – Che cos’hai mamma? -.

Sorrise, nonostante questo le causasse dolore. Era pur sempre una Mezzosangue ma questo non mi impediva di pensare che quella donna era dotata sia di intelletto sia di coraggio, quindi decisi di intervenite in aiuto di un nemico che in fin dei conti avevo sempre rispettato.

-         Tua madre sta solamente pensando alla parte della storia che viene adesso… -.

-         Tom no. – riuscì a dire.

Va bene lo ammetto… mi diede soddisfazione sentire che pronunciava quelle parole. Una supplica… avrei volto infierire, ma vidi che Draco cominciò a dondolarla sulle sue ginocchia, dicendole che non c’era niente di cui si doveva vergognare, che un momento di debolezza poteva capitare a tutti.

-         I baci sono momenti di debolezza? – domandò la piccola Min.

-         Non si sta riferendo al bacio. – le risposi sorridendo bonariamente. – Si sta riferendo a quello che è successo durante la fuga sul carro bianco. -.

-         È romantica. – l’espressione sul suo volto da bambina si fece sognante.

Draco sorrise nella sua direzione. – Mettiamola così Minerva… la mamma ha deciso di scatenare tutta la sua potenza durante quella corsa. – poi guardò me. – E nonno Voldy adesso ti racconterà tutto. -.

Tralasciai il fatto che mi aveva chiamato “nonno Voldy” perché adesso arrivava la parte della storia che mi piaceva di più, e ripresi il racconto.

 

Hermione era immobile tra le braccia di Mootai. – Lasciami! – gli disse. – Mi stai facendo male. -.

Mootai avvicinò la bocca la suo orecchio. – Se ti lascio, prometti che non correrai dietro di lui? -.

-         Prometto. -.

Gonny la lasciò, raggiante. Lei però non riusciva ad esserlo. Si sentiva confusa e in colpa. In colpa verso Malfoy, in colpa verso Harry, in colpa verso Ron… ripensò alle parole di Malfoy e si accorse che aveva ragione, ed era inutile continuare a nasconderlo. Eppure le bruciava. Forse era per questo che aveva baciato Mootai. Perché lui era l’unico che in quei giorni non le aveva dato contro, l’unico che non l’aveva fatta sentire sperduta o responsabile di qualcosa di cui non aveva colpa… o almeno di cui non pensava di avere colpa.

Mootai le prese la mano. – Fuggiamo Hermione. – esclamò.

Lei lo guardò come se fosse appena uscito di cervello. – Che cosa? -.

-         Fuggiamo! – la trascinò nel bosco.

Non si stava divertendo, e quel suo sguardo la spaventava. Aveva una strana luce negli occhi, la luce di un pazzo. La luce di un pazzo che aveva conquistato la sua preda ed era eccitato per questo. Hermione puntava i piedi, cercava di ribellarsi, ma la forza fisica di Mootai era maggiore della sua. Gonny si fermò all’improvviso e davanti a lei c’era un grande carro bianco, di legno dipinto, dall’aspetto non molto comodo, ma era circondato di fiori rosa e rossi, e questo conferiva allegria a quel carro improvvisato. Sorrise, sperando che Gonny stesse scherzando. Ma lui non scherzava affatto e la fece salire. Poi salì accanto a lei, stringendola a sé. Hermione rise.

-         Dai Mootai, smettila… carina l’idea del carro, ma adesso torniamo al villaggio. -.

Peccato che non smise. – Troppo tardi per tornare indietro Mezzosangue! -.

Spronò il cavallo e il carro partì a rotta di collo. – Come mi hai chiamata? – e capì la verità. – Fammi scendere! – urlò.

Ma lui la strinse ancora di più, e Hermione urlò dal dolore. Era spaventata… intuiva dove l’avrebbe portata Mootai.

“Stupida!” pensò. “Come hai fatto a non capirlo prima?”. Decise di darsi all’azione e quindi con una mossa molto poco magica pestò un piede di Mootai con tutta la sua forza. Questo bastò a far sì che lui la mollasse e lei rapida, afferrò la bacchetta, puntandola contro di lui. – Adesso mi porti dove ti dico io! – ordinò.

-         Mezzosangue, pensi davvero che quella bacchetta basti a farmi eseguire gli ordini che la tua sporca bocca pronuncia? -.

-         Non avevi fatto tanto lo schizzinoso prima. – ribatté lei alludendo al bacio.

-         Sono un bravo attore. Così bravo che hai anche creduto che io ti avessi salvata dalle pantere… -.

Quell’affermazione la colpì nell’orgoglio e già arrabbiata prima, sentì che tutti i suoi sentimenti affluivano al suo cervello, che si fondevano con la sua lucidità e soprattutto col suo istinto di sopravvivenza che si era appena risvegliato da un lungo torpore causato dal magnetismo del traditore che le stava davanti.

E quella fusione diede vita al desiderio di lanciare un incantesimo che le sue “sporche labbra” pronunciarono rabbiose.

-         IMPERIO! – urlò.

Mootai si immobilizzò. Fu così che lei capì che aveva assunto il controllo assoluto della sua persona.

Cosa si provava a fare una Maledizione Senza Perdono? Potenza. Ecco come si sentiva lei in quel momento. Lei la regina, e lui il suo schiavo. Era inebriata da quella nuova terribile sensazione di potere. Aveva in mano la vita di una persona, che avrebbe fatto qualsiasi cosa sarebbe passato per il cervello di lei. Lei avrebbe ordinato e lui avrebbe seguito. Si sentiva un mostro, ma la sua anima respingeva questo sentimento, che sarebbe stato soffocato comunque da quella libertà sconfinata che quella sola parola significava. E non avrebbe perso un attimo di quel suo dominio temporaneo.

-         Riportami da Draco! – ordinò.

Non sapeva se fosse la cosa più saggia da fare… ma sicuramente secondo il su cuore era quella più giusta. Anche se ci fosse stato Voldemort non gliene sarebbe importato nulla, perché era sicura che Draco l’avrebbe protetta. Ma mentre formulava quei pensieri Draco non c’era. Lord Voldemort sì.

 

-         E adesso che succede? – Sirius si alzò in piedi con uno scatto.

-         Tsk tsk. – replicai. - È tardi signorino. A dormire tutti e tre! -.

Lucius e Sirius biascicarono un “nooo” che era molto lontano dal farmi cambiare idea, tanto più che anche Draco stava dicendo loro di filare a dormire altrimenti niente Mielandia per un mese. Eppure Minerva se ne stava tranquilla sulle mie ginocchia, come se non stessero dicendo a lei.

Draco le si piantò davanti. – Anche tu signorina! -.

Ma i suoi occhi andarono oltre il padre, scrutavano quello sconosciuto che aveva fatto breccia nel cuore della mamma e che poi l’aveva tradita, e che tanto aveva pagato per questo. Ma non c’era compassione negli occhi della piccola, solamente disprezzo per quello che aveva fatto. Era spaventoso che una bambina così piccola potesse tirare fuori uno sguardo così cattivo, ma era una Malfoy, e per una Malfoy tutto è possibile, soprattutto tirare fuori quelli che io chiamavo “sguardo-alla-Lucius”. Poi si fermò a vedere sua madre e questa volta il suo viso divenne angelico, e sembrava non accorgersi al silenzio che era sceso nel vedere le sue espressioni che erano intense almeno quanto veloci nel cambiare. Poi Hermione sentì come se qualcuno o qualcosa stesse cercando di sondare la sua mente, e non poté opporsi a Minerva che adesso vagava libera per i ricordi della madre. Arrivò al ricordo del calesse, e poté sentire ogni minima sensazione che in quel momento aveva sentito la Granger. Nei suoi occhi brillava il potere.

Draco si precipitò da Hermione, che stava cadendo, e Minerva si accorse di questo, e la lasciò in pace. Gli occhi di tutti si posarono su quella Legilimens in miniatura. Lei si alzò tranquillamente, come se niente di tutto questo fosse successo e fece sedere la Granger. – Nessuno le dica qualcosa per quello che è successo quel giorno in calesse. Era stata una sensazione a cui pochi avrebbero potuto resistere. – sorrise angelica, scontando i miei occhi che brillavano di gioia per quel piccolo gioiellino della famiglia Malfoy. – Nonno la mamma ha compiuto un’azione illegale… quindi penso che se l’ha fatto lei non potrà dirci nulla se restiamo alzati stanotte disobbedendo. -.

Mi prese così in contropiede che non potei far altro che annuire. Poi incontrai gli occhi della Mezzosangue che lanciavano scintille.

-         Voldemort. – pronunciò il mio nome con disprezzo, alzandosi con dignità. – Noi due dobbiamo parlare. -.

 

Ecco qua un altro capitolo tutto per voi, probabilmente un po’ più lungo degli altri, ma spero anche più avvincente.

Mi raccomando, lasciate un commento, ci tengo a sapere le vostre opinioni e vi costa solo 10 secondi del vostro tempo.

Passo adesso a rispondere ai (pochi L) commenti che però per me valgono tantissimo!!!

-         Malfy: grazie mille!!! Come vedi la vendetta nei confronti del bell’indigeno è già cominciata… chissà come finirà…fammi sapere che ne pensi, mi raccomando!

-         DamaArwen88: Grazie!!! No, come hai visto il serpente era il caro Blaise che finalmente ha deciso di svegliarsi per aiutare l’amico. No, non un bastardo, vuole solo ricordargli come è stato sconfitto… e poi ricorda che vecchio o no stiamo sempre parlando di Voldemort ;). Aspetto una tua nuova opinione sugli sviluppi!

-         Lenus: grazie!!! Mi piacciono i tuoi commenti lunghi, mi danno soddisfazione!!! Sì, è giustissimo che sia geloso, hai ragione, e Mootai ha già cominciato a pentirsi per quello che ha fatto. Spero che ti sia divertita anche a leggere questo. In effetti devo dire che l parte responsabile di me è stata quella che ha preso il sopravvento in queste 4 ultime settimane, ma don’t worry, adesso è andata in vacanza anche lei xDxDxD

Grazie infine a tutti quelli che mi hanno aggiunta tra i preferiti!!!

@matrix@

 

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Capitolo 8
*** True to your Heart ***


Capitolo 8

Scusatemi, davvero. Sono in super ritardo. D’altronde vi mentirei se vi dicessi che ho avuto un motivo più valido dello studio, ma, sul serio, ce la faccio malissimo a conciliare le due cose, soprattutto adesso che ai prof è venuta l’ansia da “mi manca il voto per la fine del quadrimestre”.

Comunque credo che questo capitolo non vi deluderà, anche se corto… o almeno spero. Troverete un Draco e una Hermione un po’ diversi dai loro personaggi originali, e cose che non sarebbero mai successe nel libro, ma mi sembravano indispensabili, o almeno, mi sembrava che ci stessero bene.

Ma basta essere prolissi.

A voi il capitolo.

PS: Mi scuso per gli eventuali orrori ortografici, ma mancano 10 minuti all’una di notte, e qualcuno può scappare…

 

True to your Heart

 

Dedicato a Lenus, che mi segue da tempo e che mi ha fatto un complimento bellissimo

 

 

Mi prese così in contropiede che non potei far altro che annuire. Poi incontrai gli occhi della Mezzosangue che lanciavano scintille.

-         Voldemort. – pronunciò il mio nome con disprezzo, alzandosi con dignità. – Noi due dobbiamo parlare. -.

 

 

Mi portò in cucina, e sembrava poco propensa a risolvere le cose pacificamente. Mi sedetti su una sedia, perché mi ero ridotto a non avere più nemmeno la forza di stare in piedi… le mie povere gambe che un tempo sorreggevano un grande uomo adesso sorreggevano quello che rimaneva del grand’uomo.

Il suo sguardo avrebbe potuto uccidermi se ne avesse avuto la possibilità… fortunatamente per me ancora lo sguardo che uccide non esiste nemmeno per i maghi, altrimenti io avrei posseduto sicuramente questa facoltà… Voldemort Sguardo che Uccide… come vi suona?

Va bene, lascio perdere i miei pensieri, e ritorno a narrarvi la storia.

-          Come ti è saltato in mente di insegnare a fare… a fare quelle cose a Minerva? – stava quasi urlando.

-          Granger abbassa la voce! – intimai. Non dovevo fingere di essere gentile con lei quando eravamo da soli. – Sarò vecchio e decrepito ma non sono ancora sordo. -.

Vedo che questa mia osservazione le fanno perdere la calma ancora di più e spero che dalla sala nessuno senta niente. Come se mi leggesse nel pensiero chiuse la porta della cucina, trasse un respiro profondo, afferrò una sedia con grazia quasi nulla e si sedette guardandomi dritto dritto negli occhi.

-          Ti ripeto la domanda un’altra volta, Tom. Perché hai insegnato a Minerva a fare quelle cose? -.

Mi sentii offeso. – Non sono cose! – sbottai. - È magia avanzata. -.

-          È una bambina. – replicò lei. – Ancora non sa nemmeno far levitare qualcosa, eppure si muove già nella mente delle persone ed è già forte. -.

-          È forte in molte cose. – mi lasciai sfuggire.

L’occhiata che ricevetti a quelle parole fu se possibile ancora peggio di quella di prima. – Cosa intendi con questo? – ma non mi fece rispondere. – No, aspetta! Non dirmi che hai insegnato a mia figlia le Maledizioni Senza Perdono! -.

Lo sguardo che lanciai fu colpevole… era vero, gliele avevo insegnate… altrimenti come si sarebbe spiegata la curiosità verso quello che aveva provato la madre nel lanciarne una?

La vidi alzare gli occhi al cielo, la vidi abbattersi sulla sedia, abbandonando quella posizione rigida che si era imposta. Eppure nei suoi occhi non c’era altra traccia se non quella della rabbia.

-          Tom Orvoloson Riddle! – quando pronunciava il mio nome in quel modo la faccenda era seria. - Siamo io e Draco i genitori di Minerva! Lascia a noi la sua educazione! -.

-          È una Malfoy, Granger. – le ricordai. – Certe cose i Malfoy ce l’hanno nel sangue. E anche tu, mi pare, non scherzi. -.

-          Non osare infangare il mio nome! – sbottò. Era veramente arrabbiata.

-          Ti ho già detto di calmarti. – le ripetei. Mi alzai. – E adesso torniamo di là… scommetto che la tua piccina sta aspettando solamente il seguito della storia… -.

E così la lasciai da sola… probabilmente mi stava apostrofando dentro di sé ma decisi di non preoccuparmi. Adesso l’unica cosa di cui dovevo preoccuparmi era di finire quella storia, che mai era stata raccontata sinceramente come in quelle sere.

Ripresi posto sulla mia poltrona e ricominciai.

 

Come dicevo prima io che tutto vedo e tutto sento, di conseguenza tutto so, ero nello stesso identico posto della Granger, in corsa folle sul quel calesse. Inutile dire che quando mi vide sulla sua strada si immobilizzò… eh, il mio fascino… comunque, dicevo, si fermò a guardarmi torva, e impugnò velocemente la bacchetta.

Era talmente fuori di sé dalla rabbia che non solo non mi chiamo per nome, ma usò il nome che pochi conoscevano. – Riddle! – e il suo tono lasciava pochi dubbi sulle sue cattive intenzioni.

-          Granger! – replicai io.

Non estrassi la bacchetta, e lei sembrò accorgersi di questa mia mossa, e non attaccò. Probabilmente voleva vedere dove volevo arrivare, perché non avevo sfoderato anch’io la mia bacchetta. Volevo aspettare, crogiolandomi un po’ in quella sensazione che provavo vedendola tremare, per rabbia, per curiosità, combattuta tra la paura e il suo orgoglio, e l’impotenza era sovrana della sua mente, perché non riusciva a lanciare nessun incantesimo anche se sapeva che la causa di quel suo stato era lì, davanti a lei, disarmata. E poi il tipo di battaglia che stava combattendo cambiò, e diventò solamente contro le lacrime, che inebriate dalla sua furia non volevano far altro che scaricare tutta la rabbia cadendo giù, piccole gocce d’odio che lei stava ostinatamente tentando di far rimanere dentro di lei.

Abbassò la bacchetta, e con i miei occhi rossi continuavo a guardarla, per vedere che cosa avrebbe fatto. E la sua reazione non mi stupì. – Riddle, non posso scendere più in basso di quanto tu non mi abbia già trascinata. Ormai non ho più nulla da perdere. -.

-          Oh, questo non puoi dirlo Hermione Granger. – la contraddissi. – Lord Voldemort può togliere molte cose. Può sempre far peggiorare la situazione, può togliere dal tuo animo ogni speranza. – feci una pausa. – Ma non è questo quello che ho in serbo per te, Hermione Granger. -.

Il suo sguardo si caricò d’odio. – Tu non sei in grado di decidere della vita degli altri. -.

-          No, ma ultimamente le mie decisioni ne hanno influenzate parecchie. – sorrisi, alludendo a tutte le vite che erano cambiate e finite per mano o per ordine mio. – Tu sei molto simile a me Hermione Granger, e me ne sono reso conto solamente adesso. -.

-          Io non ho nulla da dividere con te… - l’insulto le morì sulle labbra.

Quell’insulto che sapeva mi avrebbe fatto montare su tutte le furie, quello stesso insulto che tante volte era stato usato su di lei. – Coraggio, dillo. -.

Boccheggiò come un pesce prima di riuscire a pronunciare quelle parole. - … sporco Mezzosangue! -.

Sorrisi, visibilmente soddisfatto. - È esattamente a questo che mi riferivo, Granger. Che ci piaccia o no, entrambi siamo Mezzosangue. Abbiamo tutti e due un’intelligenza superiore rispetto a quella comune. E adesso ho anche scoperto che una Grifondoro come te è in grado di effettuare Maledizioni Senza Perdono e di volerlo. -.

-          Non è vero! – urlò.

-          No? Non è quello che hai appena fatto? – tirai fuori la bacchetta. – Ti ho rispettata come nemica, Hermione Granger, ed è per questo che ti offro una scelta. Puoi essere con me, o contro di me. A te la scelta. Nel primo caso sarai una Mangiamorte tra le più rispettate. Nel secondo caso. – e puntai contro di lei la bacchetta.

La vidi tremare, vidi finalmente le lacrime scendere, e scese dal carro, e avvicinarsi a me. Prese la sua bacchetta e la gettò per terra. Ma proprio in quel momento vidi che Lucius e Bellatrix si Materializzarono. Gli occhi di Bellatrix brillarono. – Avete trovato la Mezzosangue, mio Signore. -.

-          Come puoi vedere. – il mio tono di voce era seccato. Abbassai la bacchetta. – Portatela al campo. -.

-          E poi potremo torturarla? Credo che Greyback sarà molto contento di… - Bellatrix fu interrotta da me.

-          Non la toccherà. Spetta a me. – indugiai una frazione di secondo sulla sua bacchetta per terra. – Riprendila, Granger! - e lanciandole uno sguardo mi voltai e mi incamminai verso il campo.

 

Blaise e Draco stavano correndo per l’isola, percorrendola in lungo e in largo, chiamando a gran voce il nome della Mezzosangue. Poi Blaise decise di cedere al dolore che provava alla milza e si fermò. – Dray, non è per fare il guastafeste, ma secondo non otteniamo niente così. -.

-          Tu dici? – commentò Draco. – Dobbiamo fare qualcosa Blaise. -.

Quello sospirò. – Draco, per una volta, facciamo una cosa sensata. Torniamo all’accampamento. Ormai sarà già lì. -.

-          No! -.

-          E allora sarà più semplice liberarla quando arriverà. -.

DD si sentì tirato in causa. – Ha ragione Draco. -.

-          Non dire sciocchezze! – AD si arrabbiò. – Potrebbe tornare già morta all’accampamento. -.

-          Beh, se non è ancora morta, non credo che morirà. -.

“Che vuoi dire?”.

-          Bello, la stagione dei saldi si è aperta e chiusa nel tempo che tu e lumaca ci avete messo a percorrere l’isola. – rispose secco DD, sfoggiando una busta con su scritto Prada. -E siccome è un’isola lei deve pur essere da qualche parte… non l’avete trovata, e l’unico posto dove non avete controllato è l’accampamento. -.

“Oppure il villaggio.” Draco si aggrappò a questa speranza.

-          Ma vuoi svegliarti santo cielo? Hai l’intuito di un bradipo addormentato! Gonny l’ha portata da Voldemort! -.

“E’ fuggita!”

-          Allora l’hanno presa gli altri. -.

Scese il silenzio. AD e DD svanirono. Draco si voltò verso Blaise. – Hai ragione Blaise. -.

-          Lo so. – tentò un sorriso. – Amico, andrà tutto bene! -.

E detto questo Draco lo vide Smaterializzarsi. E lui lo seguì, avendo paura di quello che avrebbe trovato dall’altra parte.

Arrivò al campò e trovò quello che avrebbe voluto non trovare. – Hermione! – chiamò. Era tra le braccia di suo padre, che la teneva stretta, quasi come volesse fermarle la circolazione. Non si curò della sabbia che bruciava, del fatto che i Mangiamorte si erano voltati tutti verso di lui, persino Bellatrix, che stava per scagliare l’ennesima Cruciatus su di lei. – Draco… - si stupì.

-          Draco non fare sciocchezze, tipo… - tentò di avvertirlo Blaise.

Draco puntò la bacchetta contro Bellatrix, e guardò suo padre. – Lasciala! – esclamò.

-          … questa. – concluse la frase Blaise, contento come una pasqua che l’amico non gli avesse prestato ascolto.

Lucius mollò la Mezzosangue, che cadde a terra, più per la sorpresa del tono che aveva usato il figlio per rivolgersi a lui che per altro. Anche gli altri Mangiamorte si erano come pietrificati, io stesso non riuscivo a credere ai miei occhi. Draco che si ribella a Lucius. Finalmente! Gli unici rumori che si sentiva era quello delle onde del mare che si infrangevano, macchiando la sabbia calda con una morbida schiuma bianca. E ovviamente Draco sentiva sulle sue spalle AD e DD fare il tifo per lui suonando le trombette.

Draco si avvicinò a Hermione e le tese la mano. – Alzati! -.

Lei lo guardò torva. – Certo che mi alzo! – si alzò in piedi. – Ma non certo grazie a te! -.

-          Ehy! – la guardò risentita. – Volevo aiutarti! -.

-          Ad ammazzarmi volevi aiutarmi! – fece una pausa. – Come hai potuto non accorgerti che erano Mangiamorte? -.

-          Ho tentato di avvertirti che qualcosa non andava. -.

Lucius e Bellatrix fecero qualche passo indietro, mentre tutti osservavano incuriositi. – Hai tentato. Beh, io ricordo solamente tu che mi offendevi! -.

-          Scusa se mi sono fatto prendere dalla rabbia! – cominciò anche lui ad urlare. – Ma ti stavi comportando come se non ci fossi. -.

-          Beh, se tu non ci fossi stato probabilmente adesso non saremmo su quest’isola. – urlavano ormai.

-          Non osare dare la colpa a me se siamo su quest’isola! Chi è che voleva fare la contorsionista sulla scopa? -.

-          Solo perché tu non la sapevi condurre! -.

-          Sei tu che hai paura di volare! -.

-          Ma tu non avevi la più pallida idea di dove fossimo! -.

-          E immagino che buttarsi di sotto facesse parte del piano “Scopriamo dove siamo”! -.

-          Se anche lo fosse stato, tu l’avresti rovinato. -.

-          Già la prossima volta ci penserò due volte a precipitarmi per salvare te! E vogliamo parlare del soggiorno qui sull’isola? Mootai di qua, Mootai di là… sarebbe stato più piacevole sentirti parlare di Lenticchia e dello Sfregiato! -.

-          Non chiamarli con quei nomi! –.

-          Perché se no che fai Granger? -.

Estrassero entrambi le bacchette. – STUPEFICIUM! – urlò lei.

-          PROTEGO! – Malfoy riuscì a parare. – Evidentemente i Mangiamorte sono più abili dei tuoi amichetti, che ancora non ti hanno trovata. STUPEFICIUM! -.

La Mezzosangue si gettò di lato. Ma dove la trovava la forza dopo essere stata Cruciata.

-          L’idiozia che hai detto Malfoy era talmente grossa che anche la tua bacchetta si è rifiutata di obbedirti! EXPELLIARMUS! -.

-          E il tuo incantesimo era patetico Granger… almeno quanto le cose che cucinavi. -.

-          Questo non dovevi dirlo! Mi sono fatta in 4 per poter sopravvivere. – abbassò la bacchetta. Le lacrime le premevano per uscire.

Sentii che era giunto il momento di intervenire. – Ragazz… -.

-          E io? – la voce di Malfoy era piena di risentimento. – Ti ho salvata dalle pantere, Granger! -.

-          Ragazzi… - ma fui di nuovo interrotto.

-          Ma mi hai lasciata a Mootai! -.

-          Beh, non so se l’hai notato Granger, vi stavate baciando. -.

-          Non hai capito niente Malfoy! -.

-          Ragazzi. -.

-          Zitto tu! – mi si rivoltò contro la Granger.

“Zitto tu!” al Signore Oscuro?! Ma come si permettevano? Estrassi la mia bacchetta ma furono entrambi più veloci. – PETRIFICUS TOTALUS! -.

Pietrificato da due adolescenti con crisi prematrimoniali… ma si può? Ovviamente i miei fedeli Mangiamorte intervennero, dopo la sorpresa iniziale, mi liberarono, e Bellatrix lanciò un’ultima Cruciatus sulla Granger. E io riportai tutto alla calma. Anche loro due sembravano tornati sul pianeta. La Granger era rimasta a terra. – Con questo hai risposto alla mia domanda, Granger. -.

Eppure non feci in tempo a ucciderla, perché Draco si era frapposto fra noi due. – Vieni via di lì! – urlò Narcissa al figlio. Ma lui non si mosse. O meglio si chinò e la prese in braccio, dandomi le spalle e incamminandosi nel completo silenzio verso la foresta.

-          Draco che significa? – Lucius era furioso. – Un Malfoy non… -.

Non si voltò nemmeno, scoteva la testa e basta. – Sono stanco di essere un Malfoy. -.

-          Draco… - lo chiamai. - … stai facendo una scelta pericolosa. Ti stai mettendo contro il Signore Oscuro. -.

Si fermò. DD ricomparve. – Sai, questo non è il momento di rimanere impalato a fare l’eroe. Questo è il momento di darsela a gambe. -.

“No!” pensò Draco. “Non fuggirò. Non questa volta”.

-          Pensa alla ragazza. La uccideranno dopo di te se non fuggi. – gli ricordò AD.

“Non lo faranno… è un po’ come la storia di Potter… la madre che muore per salvarlo.”

-          Sì, ma lei non si chiama Potter e tu non ti chiami Lily Evans! – ribatté DD.

“Non servono nomi per fare una magia. Non servono nomi per fare un sentimento.” Fece una pausa. “Oggi Draco Malfoy sorride alla morte”.

E rimase immobile.

-          Uccidimi allora. Sottoterra sarà comunque più in alto rispetto al livello di bassezza che ho raggiunto diventando Mangiamorte. – sentii una risata amara. – Uccidimi Riddle. -.

Non feci nulla, e lui sembrò stupito. Ricominciò a dirigersi verso la foresta. Abbassai la bacchetta. Non c’era gusto in quel modo. E poi io volevo la Granger. Avere la Granger significava avere Potter. E per avere la Granger non potevo uccidere il ragazzo che amava.

Fu questa la spiegazione che fornii quando Draco fu sparito nella foresta, e Narcissa quasi svenne. Fu questa la risposta alle domande. Fu questa la base per il piano che ne sarebbe seguito.

 

-          Ed era per quello? – domandò Minerva.

Notai le occhiatacce di Draco. – No, ovviamente. È perché volevo troppo bene a vostro padre. – ma gli lanciai un’occhiata che diceva “lo-sai-che-è-solo-una-bugia-per-i-bambini”.

-          E adesso che succede? – Sirius si incuriosiva.

-          Aspetta di sentire la prossima parte della storia. – mi mantenni misterioso.

E proseguii.

 

 

Ecco, come vedete la situazione è un po’ cambiata. Come si evolveranno adesso le cose? Nel prossimo capitolo entreranno in gioco altri personaggi… e non in senso metaforico “in gioco”… eheh… comunque fra due capitoli questa fic finirà, a meno che non mi vengano altre idee abbastanza buone…

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Adesso passiamo ai ringraziamenti:

-         Miky Jane Malfoy: sono contentissima che ti piaccia la mia storia! Grazie! Ehm… mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto L

-         Malfy: Grazie! Non preoccuparti, a me fanno molto piacere le tue recensioni in quel modo. Sono divertenti, e si vede che vivi la storia! Grazie!

-         DamaArwen88: e chi se l’aspettava da parte di Hermione? Eppure, come vedi la nostra piccola Hermione non ha ancora finito di sorprenderci. Grazie, spero che anche questo capitoletto ti piaccia.

-         Lenus: io… io… non so che dire… GRAZIE! Mi stavo per mettere a piangere… mi ha dato tanta soddisfazione quel tuo commento… spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e grazie grazie grazie. Va bene, cercherò di dare più importanza alla scrittura adesso… già il fatto che sia qui a pubblicare invece di studiare 100 pagine di storia ne è la prova. No?

-         Myki: sì, non sorprenderti troppo di questa nuova Hermione… mi raccomando Marty, fammi sapere che ne pensi!!! E grazie!

-         Tigerlily: ovviamente il nonno è il meglio! E hai ragione. A morte Gonny!!! Aspetta… però la scrittrice sono io.. quindi io posso! Ho la penna dalla parte del manico!!! Muahahah! Grazie per la recensione.

-         Uo chan: sono contenta che ti sia piaciuta la mia storia, grazie mille. No, mi dispiace, non puoi… non ancora… altrimenti non c’è più storia.

-         Ki_chan: addirittura genietto! Ma grazie! Sei gentilissima! Comunque non temere Ron e lo Sfregiato arriveranno nel prossimo capitolo. E Gonny invece se ne andrà via presto… E no, non le sogno la notte, la notte faccio sogni tipo quello che ho scritto in “Mamma che Mummia”… queste cose le penso sotto la doccia, mentre canto xD

Un grazie a tutte voi, e anche a coloro che mi hanno aggiunto tra i preferiti.

Bacioni, e vista l’ora buona notte!

@matrix@

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Capitolo 9
*** Pansy's Game ***


Capitolo 9

Allora prima di tutto volevo chiedere scusa per l’immane ritardo… siamo alle solite… uff… ma devo dire che questa volta mi ci è voluto tempo anche per riorganizzare le idee: infatti la febbre mi ha portato l’illuminazione e quindi probabilmente questa storia durerà un po’ più del previsto.

Avvertimenti per questo capitolo: il fatto è che c’è un personaggio in HP che di solito è descritto come antipatico, come cattivo, ma a me questo personaggio piace immaginarlo incompreso, quindi ho deciso di riscattarlo… o almeno di provarci… chi è il personaggio? Leggete il capitolo e lo scoprirete…

 

Capitolo 9

Pansy’s Game

 

Dedicato a DamaArwen88 che mi segue da un sacco di tempo

 

Draco aveva ancora tra le braccia il corpo inerme della Mezzosangue. E la stava conducendo nell’unico luogo che riteneva sicuro in tutta l’isola: la grotta che lui stesso aveva preparato prima di incontrare Mootai.

-         Secondo me non è una buona idea. – si espresse DD. – Vi troveranno subito. E sei solo contro tutti i Mangiamorte, compreso tuo padre, e come se questo non bastasse devi anche accudire un cadavere. -.

“Non è morta” replicò Draco.

-         Allora un mezzo cadavere… non cambia il fatto che ora non è in grado di fare niente. -.

“Che intendi?” Draco cercava la strada.

-         Quello che DD intende – cominciò a spiegare AD – è che potresti aver bisogno di attuare una fuga veloce e lei non ne sarebbe in grado. -.

-         No. – lo contraddisse DD. – Quello che intendo è che lei sarebbe completamente inutile in caso di combattimento, e completamente d’impaccio in caso di fuga. -.

“E cosa dovrei fare secondo te?” domandò Draco “Dopo quello che ho fatto dovrei abbandonarla? -.

-         No, no, no! Ragazzo mio un po’ di cervello, santo Merlino! – DD gli tirò il tridente in testa 3 volte. – I Mangiamorte sono qui, e con loro ci sono anche delle scope. Prendine una, caricaci sopra il mezzo cadavere e vola via! Torna a Hogwarts e raggiungi Silente. È l’unico che può aiutarvi. -.

“Ottima idea, se non fosse per il semplice fatto che non so dove sia.”

-         Puoi chiedere a Blaise. – suggerì AD.

-         Vero. – DD era contento che fosse stata trovata una soluzione all’unica pecca del suo piano.

Draco nel frattempo era giunto alla caverna. “Forse avete ragione. Ma se agirò, lo farò stanotte. Adesso sarebbe troppo rischioso. E poi lei non sarebbe in grado di tenersi. E l’ultima cosa che voglio è che voli di sotto un’altra volta. –

-         Potrebbero essere già andati via. Non puoi lasciarli andare via! – insistette DD.

“Quello che non posso fare è farmi beccare da Voldemort dopo quello che è successo. L’abbiamo pietrificato. Pietrificato il Signore Oscuro! -.

-         E allora lasciali andare via! – sbottò DD. – Io ti ho detto quello che farei se fossi in te. -.

“Tu sei in me!” Draco entrò nella caverna e appoggiò Hermione sul letto che le aveva preparato, e si sedette accanto a lei.

-         Credi che dopo quello che hai fatto lei vorrà ancora stare con te? – ma non era stato DD a parlare. E nemmeno AD.

Erano Blaise, Pansy e Flitt. Draco abbassò lo sguardo e non rispose. Sapevano tutti e tre che Draco non si aspettava una cosa del genere. Le passò una mano sui boccoli. – Mi consegnerete. – non era una domanda. – Ma lei tornerà a Hogwarts e lì sarà protetta. Me lo prometti Blaise? -.

-         Se anche volessi come potrei fare a portarla senza farmi vedere? Come possiamo consegnarti? -.

-         Draco, noi ti vogliamo bene. – disse Pansy. – Io odio la Mezzosangue, e adesso la odio ancora di più per quello che ti sta facendo. – fece un pausa carica d’odio. – Quindi non chiedermi di proteggervi. Se quello che ti serve è il tempo, Draco, possiamo darti un giorno. Potremo coprirti per un giorno. -.

-         Voglio andarmene stanotte. – li informò Draco. – Stanotte fuggirò e non potrete più riprendermi. Quindi se dovete prendermi fatelo subito. -.

-         No! – esclamò Pansy. – Se Voldemort ti prende sei morto! E non pensare che il Signore Oscuro ti renderà possibile la fuga. Hai rinnegato il tuo sangue, hai rinnegato la tua famiglia, hai rinnegato il Marchio, hai difeso una Mezzosangue e hai sfidato lui. -.

Blaise sorrise. – Complimenti Dray! Non è male per un solo pomeriggio! -.

-         Non incoraggiarlo! – protestò Flitt.

-         Non mi ha ucciso, Marcus. – gli ricordò Draco. – Avrebbe potuto uccidermi e non l’ha fatto. Perché non lo ha fatto Pansy? -.

-         Perché il Signore Oscuro ammira il coraggio. -.

-         E perché spera che Potter arrivi a salvare la Granger. Pensa che finché avrà la Granger potrà avere anche Potter. – aggiunse Marcus.

E poi sentirono un rumore provenire da fuori. Blaise e Marcus si alzarono ed impugnate le bacchette andarono a controllare. Pansy si portò un ciuffo moro dietro le orecchie e sospirò. Draco conosceva bene quel tipo di sospiri: Pansy stava per dirgli qualcosa di importante. E infatti cominciò a parlare.

-         Draco, io e te ci conosciamo da quando eravamo in culla, e io non ti sono mai piaciuta molto. A quasi nessuno in realtà: tutti ormai mi considerano un’oca, come la Brown, né più, né meno. – Draco non poteva dire nulla, sapeva che era così, che anche lui pensava quelle cose. – Però io sono sempre stata più intelligente di quello che sembro e il Signore Oscuro se n’è accorto. Ha voluto che creassi il Pansy’s Game. -.

-         Il cosa? – domandò Draco.

-         È un gioco. – spiegò Pansy. – Si gioca su un grande tabellone fatto con la magia. Servono i dadi e su ogni casella si deve superare una prova. È suddiviso in varie sezioni di gioco, secondo quanto decidono prima i giocatori. -.

-         In che senso? -.

-         Per esempio se capiti sulla casella del drago, si materializza un drago, e per procedere bisogna affrontarlo. Funziona così. E’ un gioco mortale. -.

Draco non riusciva a immaginare che Pansy fosse riuscita a creare una cosa del genere. Tutti avevano sempre sottovalutato quella ragazza, anch’io lo facevo. Almeno finché non ho visto il suo Patronus: uno squalo. Uno squalo perfettamente definito. Un animale aggressivo, eppure frainteso dalla maggior parte delle persone. Proprio come lei, che nel suo potenziale era stata capace di evocare un Patronus così complesso come uno squalo fino al suo ultimo dente. Fu allora che mi resi conto di quanto valeva Pansy. Decisi mettere alla prova quella ragazza, di vedere fin dove poteva spingersi con la magia, e così le chiesi di creare per me quel gioco. Portò a termine il suo compito in sole due settimane.

Draco rimase senza parole al suo racconto.

-         Pansy… mi dispiace… -.

-         Non devi dispiacerti. Adesso tu hai lei. – indicò la Mezzosangue, i suoi occhi sempre fissi su di lui. – E quello che avevo da perdere l’ho già perso, Draco. E si soffre. Non voglio che questo succeda anche a te. -.

Draco la guardò, questa volta con un rinnovato rispetto e con la consapevolezza dell’amica che aveva sempre avuto e mai abbastanza apprezzato. E tuttavia non riusciva a capire dove quella nuova Pansy, così diversa, così matura, così come mai nessuno l’aveva vista, volesse andare a parare.

E lei sembrò capire.

-         Sfida il Signore Oscuro a quel gioco. -.

Il piccolo Malfoy ritirò immediatamente tutto quello che aveva pensato di lei 5 secondi prima. – Sfidare il Signore Oscuro? Sei folle? -.

-         No! Se vincete voi Voldemort vi lascerà andare. -.

-         Chi te lo assicura? -.

-         Prima di iniziare il gioco si decidono le condizioni. Come ho detto è un gioco mortale: chi non rispetta le condizioni è punito con la morte. -.

-         Il gioco può uccidere Lord Voldemort? -.

-         Il gioco è programmato per punire chiunque non rispetti le condizioni. Ucciderebbe un fantasma se necessario. -.

Draco si soffermò a pensare. – E se perdiamo? Voldemort… -.

-         … vuole qualcosa che io ho, e lui no. – lo interruppe Pansy. – Metterò in gioco me stessa e questa mia capacità. Non potrà rifiutare. -.

Lui rimase senza parole e la guardò sospettoso. – Perché ti esponi così? -.

-         Perché mi fido di te. – rispose lei sorridendo. – So che vincerai Draco Malfoy, perché tu non sei fatto per perdere. -.

A quelle parole al biondino venne spontaneo di alzarsi e di abbracciarla, come mai aveva fatto prima. – Grazie Pansy. -.

-         Di nulla, Draco. – si schernì quella. Ma si abbandonò al suo abbraccio, ed entrambi capirono che quello era esattamente il posto dove Pansy voleva stare.

E tutto sarebbe stato perfetto se non fosse stato per il ritorno di DD e di AD.

-         Ma bene. – commentò DD. – Bravo, pensa alle ragazze invece che a trovare un modo concreto per andare via. –

“L’idea di Pansy è concretissima” replicò Draco.

-         No! – sbottò DD. – Tu non devi metterti in mostra, tu devi fuggire, di nascosto sano e salvo. Devi fare come il mio amico angelo, qui, volare basso. -.

-         Ehy! – si offese AD.

Ma fu bloccato dalla porta che si apriva. E sull’uscio comparvero Blaise e Flitt insieme a Mr Potter l’Invincibile Perdente e il suo amico Weasleycchia. Insieme a loro il CFP, ossia il Clan dei Fan di Potter, meglio conosciuto come Circolo delle Piattole Furiose… lo so che sarebbe CPF, ma sono sottigliezze… e poi voi di dove siete, del Circolo delle Piattole Pignole???

 

-         Zio Harry e zio Ron? – domandò Sirius.

-         Sì. – confermai, rassegnato. – Loro. -.

-         Evviva! – esclamò Lucius. – Adesso zio Potter salverà la situazione! -.

Dovetti trattenermi seriamente per non prendere la bacchetta e avada kedavrizzarlo all’istante dopo quell’affermazione. Zio Potter salverà la situazione??? Ma come si permette???

Quel piccolo mostriciattolo non si rende conto che se non ci fossi stato io a cercare di conquistare il mondo ai bei vecchi tempi i suoi genitori non si sarebbero mai sposati???

Ecco che anche quella che io credevo mio “nipote” tradiva il suo amato nonnino per appoggiare San Potter.

Draco sorrise alle parole di suo figli, mentre Hermione continuava a fissarmi truce: va bene, forse avevo un po’ esagerato a insegnare le Maledizioni Senza Perdono a Minerva, ma era così intelligente e così dotata quella bambina, e poi era così contenta di imparare.

-         Sì in effetti quella è stata una delle poche volte che zio Potter si è rivelato utile. -.

-         Draco! – esclamò Hermione, risentita.

-         Che c’è? Ho detto solamente la verità. -.

Hermione alzò gli occhi al cielo, rassegnata, decisa a lasciar perdere.

E l’attenzione tornò sul mio racconto.

 

-         Guarda chi ci ha raggiunti, Dray! – esclamò Zabini

Il Circolo al completo: Weasley, Lovegood, miss Piattola Weasley, Scemo e + Scemo gemelli Weasley, Paciock, Baston, Spinnet, Jonhsonn e anche quella principessina della Delacour.

-         Hermione! – Potter si slanciò su di lei, con grazia elefantina.

Weasley invece su Draco, tirandogli un pugno sul naso. – Feccia! – esclamò. – Che le hai fatto? -.

E uno schiaffo lo raggiunse in pieno volto lasciandogli i segni ben visibili di 5 dita. – Non ti azzardare a toccarlo. – Pansy aveva ancora la mano sollevata, come se stesse di nuovo per colpire. – E vedi di darti una calmata! -.

-         Malfoy… -.

E la mano di Pansy colpì di nuovo. Draco le afferrò il braccio. – Credo che abbia capito. Grazie Pansy. -.

Lei sorrise. – Sempre meglio essere sicuri. -.

La Mezzosangue si riprese proprio in quel momento.

-         Harry… -.

-         Hermione. È finita. Ti portiamo via. -.

Weasley si avvicinò e la prese in braccio.

-         No! – si oppose lei. – Draco! -.

-         Che ti ha fatto. – domandò uno dei gemelli.

-         L’ho salvata, Weasley… chiunque tu sia dei due. – rispose Malfoy.

Ed ecco che la sua bella rischiava di essere portata via… povero Draco, dopo tutto quello che aveva passato non voleva mica lasciarla a Lenticchia. Voleva che lei fosse protetta, ma non voleva che a portarla al sicuro fosse Potter e i suoi.

-         Sei un bell’egoista, sai? – lo accusò AD. – Dovresti volere il bene della Mezzosangue, non la Mezzosangue! -.

-         Che stai dicendo? Non può lasciare che vada con Potter. Non da sola! Draco salvati e vai con loro. – era DD che parlava.

Un’occhiata con Pansy bastò a fargli prendere una decisione.

-         C’è il Pansy’s Game. – sentenziò.

Tutti lo guardarono interrogativi. Fu Zabini a spiegare cosa fosse, mentre Pansy con uno sguardo confermava a Draco che la posta in gioco era sempre quella.

-         Perché dovrebe acetare le vostre condizioni? – domandò quella sottospecie di Veela.

-         Perché io ho una cosa che il Signore Oscuro non ha, e che vuole avere. -.

-         E cosa mai potrebbe avere una come te? – domandò Lenticchia.

Zabini sorrise. – Tanto per cominciare una capacità di mollare ceffoni non indifferente, vero, Weasley? -.

Ma gli occhi di Pansy erano diventati rossi, e la sua voce era diventata molto più bassa, sembrava provenisse dall’oltretomba. – Attento a chi insulti, Weasley! -.

E la sua testa si riempì di piume, la sua bocca divenne un grosso becco appuntito, le braccia divennero ali, e le piume rosse e arancioni splendevano fulgide sul suo corpo. Emise uno stridio molto alto, tanto che tutti fecero un passo indietro, rispetto a quell’uccello di dimensioni enormi. Poi emise un ruggito, e questa volta sul corpo piumato vedevano una testa di tigre. Poi tornò la sua, e le li tornarono braccia, dalle quali uscì del metallo, e il suo corpo divenne di ferro. Anche la faccia.

-         Io sono una mutante. Mia nonna lo era. Posso assumere qualsiasi forma di creatura vivente, senza nessuna eccezione. – la sua voce questa volta era stridula, mentre assumeva le sembianze di un molto spaventato Ronald Weasley. – E la mia tonalità di voce può cambiare, in qualsiasi tono. -.

Blaise guardava come se la cosa non lo soprendesse.

-         Tu lo sapevi? – domandò Draco.

-         Che Pansy era una mutante? Certo. -.

Quello che rimase più stupito di tutti fu DD. – Prima Draco che si innamora di una Mezzosangue sapientona, poi Pansy che è un genio, un genio mutante oltretutto. La prossima qual è? AD dà consigli sensati? -.

-         Ehy! Io do consigli sensati! -.

“Fate in modo che la prossima sia AD e DD vanno d’accordo e fanno silenzio perché altrimenti potrebbe accidentalmente accadervi qualcosa di brutto. -.

-         È una minaccia? – domandò DD.

-         È una promessa? – domandò AD.

“Tra poco sarà un fatto! Disintegratevi!”.

Nel frattempo uno dei gemelli aveva preso la parola. – Quando Voi-Sapete-Chi vedrà Harry non si accontenterà del dono di Pansy! -.

-         E allora alzeremo. Il dono di Pansy più tutti noi, in cambio della libertà. – replicò Marcus.

-         Noi ce l’abbiamo già la libertà, Flitt. – sbottò Baston. – Harry vieni. Lasciamo qui questi Mangiamorte. -.

La Granger non stava guardando in faccia Draco. Lo stava abbandonando.

Lo sguardo di lui si fece duro. – E va bene. Andate. Vai Mezzosangue. Vi avevamo dato la possibilità di sconfiggere il Signore Oscuro una volta per tutte. Ma a quanto sembra Potter, non avete il coraggio sufficiente. -.

-         Non ti permettere, Malfoy! -.

-         Intendi forse che non è vero? -.

-         Non intendo replicare alle tue provocazioni. -.

-         Draco… - provò a calmarlo Hermione. -.

-         Va’ via, Granger. -.

Pansy appoggiò una mano sulla spalla di Draco, guardando in cagnesco il CFP.

Potter nel frattempo stava pensando alle parole di Draco… aveva davvero la possibilità di battermi una volta per tutte. Perché fuggire in quel modo? Perché è un codardo, rispondo io.

Ma non ebbe il tempo di preoccuparsi di questo. Quando le scope presero il volo la Granger fece una mossa inaspettata: si lasciò andare, per cadere in piedi e Draco si ritrovò a correre verso di lei. Lei gli saltò addosso, gettandolo per terra, tra le lacrime.

E una lacrima solcò le gote di Pansy.

-         Pansy… - fece Zabini.

Lei, velocemente, si passò una mano per eliminarla. – Non è nulla Blaise. -.

Si trasformò in un pettirosso e volò via seguendo il vento. E lo sguardo di Blaise seguiva lei.

 

Ecco a voi il nuovo capitolo. Allora, vi piace? Eh? Eh? Eh?

Come vedete ho voluto creare una Pansy un po’ diversa da come di solito è nelle Draco/Hermione… sperò comunque che vi piaccia.

E adesso passiamo ai ringraziamenti ad personam:

-         Myki: beh… spero allora che tu sia “notturna” anche stanotte e tu legga il mio capitolo… ma dubito che tu sia sveglia a quest’ora con domani il compito sulla sintassi dei casi latini… in bocca al lupo!!!

-         @-ele-@: grazie!!! Sono contenta che tu abbia commentato… e ti faccio una domanda: secondo te ho avuto abbastanza fantasia per questo capitolo?

-         Ki_chan: ciao kiara!!! Beh, come vedi Draco e Hermione non sono gli unici personaggi diversi… anche Pansy non scherza! Comunque sì, sarà più lunga decisamente di altri due capitoli… spero che questo ti piaccia!

-         DamaArwen88: ehm… ok… sorvoliamo su “il prima possibile”, che ne pensi? xD… sì, quella scena piace tanto anche a me. spero che ti piacciano anche gli sviluppi di questa storia… quindi aspetto una tua opinione!!!

-         Tigerlily: dal prossimo arriverà tutto il movimento che vuoi… eheh… e capirai meglio anche il gioco nel prossimo capitolo. Ci vediamo a scuola!!! E in bocca al lupo per il compito!

-         Lenus: grazieeee! No, non ti preoccupare, commenta pure quando vuoi. Sono contenta di averti fatta ridere, e sono curiosa di vedere la tua faccia mentre leggerai questo capitolo… ergo, sono curiosa di sapere che ne pensi. E ripeto che durerà un po’ di più di due capitoli… xD

Grazie anche a tutti coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti!!!

 

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Capitolo 10
*** C.E.: Condizioni di Esistenza ***


Capitolo 10

Capitolo 10

C.E.: Condizioni di Esistenza

 

 

Ma che dolce, bella scenetta che mi si era presentata davanti.

Malfoy e la Mezzosangue teneramente abbracciati l’una con l’altro… PUAH! Disgustoso! Se non fosse per il fatto che rischierei di perdere la dentiera sputerei anche adesso al solo ricordo.

Si erano schierati tutti intorno a loro. Con tutti intendo il CFP.

Con “i miei” intendo i miei Mangiamorte, che invece si erano schierati intorno a me, l’Oscuro Signore. Non mi sorpresi per niente di vedere tra loro le facce di Blaise, e nemmeno quella di Flitt: sapevo che Blaise avrebbe scelto lui come compagno per andare cercare Draco insieme a Pansy. Era la sua faccia che mancava all’appello, ma all’improvviso sbucò una tigre dietro le nostre spalle, una tigre che stava ruggendo, una tigre che fece indietreggiare tutti i miei. La tigre raggiunse le linee nemiche, e poi riprese la forma umana della Parkinson.

-         Pansy! – sentii strillare Bellatrix. – Da quando una gallina come te è un animagus? -.

-         Non sono un animagus. – Pansy non fece una piega. – Sono molto più forte di un animagus. – e nel dirlo cambiò volutamente il tono della sua voce.

-         No! – Bellatrix esplose in una sonora risata. – La Parkinson una mutante. Ehy, Cissy, tu che dici, forse se lo avesse saputo prima il tuo Dracuccio avrebbe ceduto ai suoi patetici corteggiamenti invece di prendere una Mezzosangue. -.

Vidi gli occhi di Pansy ridursi a due fessure, la sua voce si aprì in un ruggito, e con un salto era quasi già tornata tigre, mentre Bellatrix aveva puntato la bacchetta verso di lei. E poi vidi come se qualcuno l’avesse schiantata. Solo la bacchetta di Zabini era ancora puntata su di lei, che si stava rialzando. Aveva lanciato un incantesimo senza pronunciare le parole in modo perfetto.

Bellatrix stava già per reagire ma non volevo che facesse del male a Zabini. Era traditore ma pur sempre purosangue. Ed era un nemico che rispettavo.

-         Ferma Bellatrix! – le dissi. – Fermi tutti. Sembrate tanti bambini che non conoscono l’educazione. Bisogna essere cavallereschi. Bisogna essere rispettosi del proprio nemico. – poi mi rivolsi alla tigre. – Non ti faremo del male per ora Parkinson, non temere. Puoi riprendere il tuo aspetto. -.

-         Sarà meglio per te. – mi rispose una voce minacciosa che proveniva dalla tigre prima che queste riprendesse le sembianze umane.

Era tornata in quello che aveva deciso sarebbe stato il suo gruppo.

Tutta quella faccenda mi stava distraendo dal mio principale obbiettivo. Potter. Potter che era non al centro del cerchio ma dietro, sulla circonferenza.

-         Che fai, ti nascondi Harry Potter? – domandai perforandolo col mio sguardo.

Lui non si fece avanti, perché Baston lo afferrò per il braccio, mentre invece quello che si avvicinò fu Draco. Lui con la Mezzosangue.

-         Io insisto col dire che questa sia una pessima, pessima idea. – insistette DD.

-         Sta facendo un atto molto coraggioso. – sentenziò AD.

-         O molto folle. – replicò DD. – Dipende dai punti di vista. -.

“Ho forse chiesto il vostro parere?” domandò Malfoy Jr mentalmente.

-         No. – rispose DD. – Ma ci pagano per darti consigli. -.

“Vi pagano?”.

-         Sì, problemi? -.

Ma Draco aveva altro a cui pensare. Si avvicinò, da un lato la Parkinson, dall’altro Flitt. – Abbiamo un accordo da proporti, Voldemort! -.

Dovevo ammettere che mi aveva molto incuriosito la piega che aveva preso quella situazione. Li lasciai parlare per scoprire che si trattava del gioco di Pansy. La guardai: quella ragazza era davvero più intelligente di quello che pensavano tutti. Guardai prima lei e poi Draco. – Parliamone. – conclusi. – Nel mio accampamento. Solamente noi 3. – e mi smaterializzai in attesa che lo facessero anche gli altri.

E infatti giunsero.

Draco mi guardava con negli occhi una nuova determinazione che aveva messo a tacere perfino la lingua di suo padre, mentre Pansy teneva la testa bassa, lo sguardo a terra, il volto rigato dalle lacrime.

-         Draco, sei davvero pronto a sfidarmi? -.

Lui annuì. Non aveva paura. Si vedeva dai suoi occhi. La mia attenzione si concentrò su Pansy. Lei era più debole in quel momento. Zabini non era con lei e la mente di Draco era con la Mezzosangue. E la solitudine rende debole una persona. L’unica cosa su cui lei poteva contare in quel momento era il suo potere, e lo stava mettendo in gioco in modo sconsiderato come se per lei non valesse niente.

-         Ti ripeto le condizioni. – mi disse Draco. – Noi liberi in cambio di Pansy. -.

Lei annuì. Scoppiai a ridere. – E con Potter, Parkinson pensi seriamente che io possa volere te? Le condizioni cambiano: la libertà se vincete voi. Potter se vinco io. -.

-         Non possiamo giocare il futuro del nostro mondo in questo modo! – esclamò Draco.

-         E perché no? – domandò Pansy. – Ci saranno meno morti, meno sofferenze, meno guerre e meno battaglie. -.

Non aveva torto la cara Parkinson. Sapevamo tutti che alla fine le condizioni sarebbero state quelle. Eppure Draco non si era rassegnato.

-         Scusami Dray, ma pensavi che avresti potuto cavartela a meno? – domandò DD.

“Non posso giocare così la vita del migliore amico di Hermione!”.

-         Stai giocando con la vita della ragazza che ti sta davanti e ti fai tanti scrupoli per lo Sfregiato? – DD era disgustato a dir poco.

“Non posso farlo” ripeté Draco.

-         Per me va bene. – rispose una voce alle loro spalle. Una voce calda e pacata, stranamente energica. Impallidii.

Ma quel vecchietto decrepito non aveva niente di meglio a cui pensare che venire a rompere le uova a me???

-         Ciao Tom! – i suoi occhi blu mi passarono da parte a parte come una radiografia.

-         Silente… - sibilai minaccioso.

Lui sorrideva tranquillissimo. Ma quanti anni avrà avuto? Tanti… troppi… per forza, il signorino si sarà fatto una scorta di elisir di lunga vita che se si rovesciano tutte le scorte vengono fuori le cascate del Niagara 2… la vendetta di nonno Voldy… ma che dico? Oddio… sto invecchiando.

Ma torniamo alla storia.

-         Ebbene Tom siamo d’accordo sulle condizioni. -.

E così lui era disposto a mettere in gioco il suo pupillo. Anch’io ero pronto e annuii. – Manderò Bellatrix a specificare le condizioni al gioco. -.

-         Insieme a Pansy. – specificò Silente.

Annuii. Quello che era giusto era giusto e io sono sempre un tipo molto cavalleresco, e l’ho sempre dimostrato anche con Potter. Quante volte avrei potuto ucciderlo ma ho aspettato che fossimo ad armi pari? Quante? Quante? Quante? Troppe… almeno quanti sono gli anni di Silente.

Tornammo dunque nella radura dove scoprimmo che era scoppiato il finimondo. Il club di Potter, quegli attaccabrighe avevano attaccato senza alcun motivo i miei poveri Mangiamorte.

 

-         Erano stati loro a cominciare, per l’ennesima volta. – mi interruppe la Granger. – Noi non avremo potuto farlo. -.

Storsi le labbra. – Ma certo che siamo stati noi! – sbottai. – Voi ottusi Grifondoro non sareste in grado di provocare una rissa decente nemmeno se aveste una bacchetta autoincantante! -.

Lei parve offesa. Però quella volta ero serio. Non era nel DNA dei Grifondoro causare una rissa di quel genere. Draco annuì a quelle mie parole, e lo stesso fece Mootai.

L’unica che sembrò non essere d’accordo fu Minerva. – La mamma sa lanciare le maledizioni. Come può non sapere scatenare una rissa? Io stessa all’asilo sono capace di scatena… -.

-         Cosa piccola? – domandò Draco. – Cosa fai tu all’asilo? -.

-         Chi? Io? – assunse un espressione con gli occhi umidi e un sorriso angelico, sbattendo le ciglia. – Nulla. -.

-         Veramente… - Lucius partì già per fare la spia, ma il suo volto cominciò a riempirsi di bolle all’istante.

Minerva sorrideva soddisfatta, e la Granger mi fulminò con lo sguardo. – Cosa le hai insegnato? -.

-         Chi? Io? – feci il finto tonto. – Nulla. -.

 

Ci mettemmo poco a placare la rissa. Mi infuriai. Se c’era una cosa che mi faceva infuriare era quando i miei Mangiamorte prendevano iniziative disobbedendo a me.

-         Cosa vi è saltato in mente, eh? – urlai. – Lucius, Bellatrix, contavo su di voi per mantenere l’ordine! -.

-         Ma signore! – fece Lucius.

-         Silenzio Lucius! Tornate tutti all’accampamento! Meno Bellatrix. Adesso! -.

I miei Mangiamorte si smaterializzarono. E notai che c’era un ragazzo steso per terra. Un ragazzo che perdeva sangue. Qualcuno si era divertito.

-         Baston! – esclamò Silente. – Oliver! -.

Era allo stremo delle forze. Ci avvicinammo. Le ragazze piangevano. Draco e la Parkinson si gettarono un’occhiata d’intesa e lei si allontanò portando via Zabini. Silente si rivolse a me.

-         Tom. I tuoi Mangiamorte non hanno giocato onestamente. -.

Abbassai lo sguardo. Aveva ragione.

Malfoy JR aveva lo sguardo puntato su di me. – Quindi adesso le condizioni le decidiamo noi. -.

-         Bravo Draco!!! – esclamò DD. – Diretto così!!! -.

Lo guardai malissimo. – Avevamo un patto! -.

-         Avevamo! – il suo tono era freddo e risoluto. – Avevamo. Ci vedremo qui domattina, all’alba. -.

Mi rassegnai. Non avrei voluto farlo. Ma c’era Silente, e lui poteva sconfiggermi. Non aveva senso morire in quel modo. Non aveva senso morire.

-         Andata. – e mi smaterializzai insieme a Bellatrix.

Nel frattempo Zabini era con Pansy. Non dicevano nulla. Pansy aspettava che Blaise dicesse qualcosa ma lui non dava segno di voler aprir bocca. Ma alla fine si rese conto di dover pur dire qualcosa.

-         Come stai? – le domandò.

Lo sguardo triste di lei fu più che sufficiente come risposta. – Domani metteremo fine a tutto. – disse solamente. – Domani si gioca il futuro del mondo magico. Ognuno ormai ha scelto da che parte stare, volente o nolente. E tutto questo avverrà per una cosa che ho creato io. -.

-         Tu cosa vuoi, Pansy? -.

Sorrise amaramente. – Nessuno mi ha mai chiesto cosa io volessi. Nessuno lo ha mai fatto. -.

-         Lo sto facendo io adesso. -.

-         È troppo tardi Blaise. Io sono solo un mezzo. -.

-         Non sei un oggetto. -.

-         In un modo o nell’altro, come gallina o come genio sono sempre un oggetto. Tutti mi considerano così, tutti lo hanno sempre fatto. Alla fine non mi interessa nemmeno più di tanto chi vincerà domani. -.

Zabini si stupì a quelle parole. – Ma come fai a dire una cattiveria del genere? -.

-         Non è una cattiveria. Comunque vada io morirò. -.

-         Come? -.

-         Se Draco perderà Voldemort avrà me, e con me i miei poteri. Se invece sarà Voldemort a perdere io precipiterò nell’ombra perché tutti avranno sulla bocca la clamorosa vittoria di Harry Potter, e i suoi amici, e di come Draco Malfoy abbia aiutato. E quando chiederai alla gente di una ragazza chiamata Pansy Parkinson nessuno ti saprà dire nulla, perché io sono destinata alla mortalità, e il mio nome con me. -.

Blaise la guardava, dispiaciuto. – Ti sei sempre considerata troppo poco. Tu decidi le condizioni di gioco. Sei tu che hai in mano la bacchetta. Puoi fare quello che vuoi. -.

-         Non ho nulla di quello che voglio. Lasciami sola. -.

Pansy aveva intuito cosa intendeva Blaise. Si sedette sotto un albero a pensare che forse non era vero che non aveva quello che voleva. Aveva lui.

Sentì dei passi dietro di lei. – Pansy… - Blaise era tornato indietro, e lei in lacrime si lanciò al suo collo.

Lui la strinse.

-         Non è vero Blaise. Io ho quello che voglio. Quello che tutte vorrebbero. – sussurrò lei.

Alla sua bocca salì una frase ironica ma si rese conto che quello non era il momento più opportuno per aprire la bocca… o almeno non per parlare.

Entrambi in quel momento ebbero quello che volevano. E quello che meritavano.

 

Ok… questa faccenda del gioco mi sta prendendo più di quello che mi aspettassi. E la preparazione si sta facendo più lunga del previsto… ma non temete… all’alba del giorno dopo si scontreranno i due schieramenti…

A proposito… scusate per il ritardo!!! Comunque non sono morta, sono viva, sana e scrivo… io scrivo… yeeeeeeeeee… ok, fine dello sclero…

Ma passiamo adesso a ringraziare tutti quelli che hanno recensito allo scorso capitolo!!!

-         Dama: eh, sì, il nostro nonno sta diventando più riflessivo… sta crescendo… eheh… spero ti sia piaciuto questo capitolo… e nel prossimo finalmente il gioco!!!

-         Ki_chan: beh, Pansy è uno di quei personaggi che la maggior parte delle persone hanno in antipatia… per questo a me stanno simpatiche! La trovo un personaggio veramente interessante, a volte più di Hermione, che alla fine ha un carattere comunque definito… con Pansy posso spaziare quanto voglio…

-         Myki: sì, compito schifoso!!! E la Pansy di questo capitolo ti è piaciuta??? E il capitolo??? E mentre aspetto una tua recensione, ci vediamo domani a scuola… uèèèèèèè!!!

-         Lenus: sempre gentilissima!!! Non finirò mai di ringraziarti!!! Che ne pensi di questo capitolo? A mio parere è meno interessante degli altri, ma ritengo che fosse comunque necessario… aspetto un tuo commento!!!

-         Tiger: grazie Puffe!!! Sono curiosa di sapere i tuoi commenti su questo capitolo!!!

-         Ewin: thank you!!! Però Patroclo Boss secondo me le batte tutte...

Ciao al prossimo capitolo!!!

@matrix@

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Capitolo 11
*** Gli Specchi e il Patronus ***


Capitolo 11

Capitolo 11

Gli Specchi e il Patronus

 

-         È allora che zia Pansy si è innamorata di zio Blaise? – domandò Lucius, curioso.

-         Proprio così. – rispose Draco.

-         Ma lei non amava te, papà? – questa volta la domanda veniva da parte della piccola Min.

Mi avevano interrotto in quella parte del racconto perché volevano saperne di più sulla storia della Parkinson e di Zabini. Non che ci fosse molto altro da dire, non fecero nulla di più di un semplice bacio quella sera. Eppure aveva colpito i bambini quella storia. Guardai la piccola Minerva sdraiata sul tappeto del divano, poi Lucius e Sirius, seduti accanto a lei, che guardavano Draco con occhi sognanti. Non avevo mai raccontato la storia in quel modo, ma la presenza di Mootai cambiava tutto.

State pensando che lo abbia fatto per ricordare alla Mezzosangue chi è che ama davvero e cosa ha dovuto passare il loro amore, vero??? E invece no!!! Muahahahah come sono perfido. E allora perché parlo di Pansy e Blaise? Ehy, dico, ma lo avete visto Draco come si è montato per la storia dell’eroe? Lo faccio solo per ricordargli che se in quel momento io sono sprofondato in questa comodissima poltrona, e davanti a me ci sono 3 piccole pesti che portano il nome di Malfoy lo deve anche ad una ragazza mora che tutti sottovalutavano.

E invece lei si è sempre dimostrata furba, più furba di quello che tutti si aspettavano. Fino alla fine, è riuscita ad ingannarmi.

Alla domanda di Minerva rispose Draco. – Quello di cui aveva bisogno Pansy era felicità, e io non potevo dargliela. E lei se n’è accorta quella sera. – sospirò. – Si è anche reso conto che alla fine solamente Blaise era quello che la capiva, e quello che avrebbe potuto renderla felice. -.

Mentre parlava manteneva il solito freddo sguardo, ma riuscii a penetrargli dentro. E dentro aveva tanto rimorso… sapeva che lei lo aveva perdonato per tutto quello che inconsapevole le aveva fatto, ma era lui che non riusciva a perdonarsi. Mi domandai se a volte non si chiedesse cosa sarebbe successo se invece della Mezzosangue avesse scelto lei.

“Ormai è troppo tardi Draco” pensai dentro di me. Poi decisi che si era creata troppa tensione, perché anche Mootai aveva assunto uno sguardo di rimprovero, e ripresi il mio racconto. Chissà cosa sarebbe successo tra lui e la Mezzosangue se Draco avesse scelto la Parkinson? Non lo avrebbero mai saputo.

 

La mattina successiva ci eravamo radunati tutti intorno a quel tabellone gigantesco che ricopriva buona parte della spiaggia. La Mezzosangue si era ripresa, e stava accanto a Draco, il vento che scompigliava loro i capelli. Ron Weasley se ne stava alla sinistra della Mezzosangue, e subito dietro di loro i gemelli Weasley. A destra di Draco invece c’era Zabini, e dietro a cerchio gli altri. In mezzo al cerchio lui, la causa di tutti i problemi. Potter.

Io ero dalla parte opposta, accanto a me Lucius che guardava con disprezzo il figlio, e dall’altra parte Bellatrix. Dietro gli altri, eccetto Narcissa, che non si era sentita bene quella notte, ma ero sicuro che sarebbe venuta. Narcissa non era la moglie che abbandonava il marito, né la madre che abbandonava il figlio. E sui lati gli indiani, primo fra tutti Mootai.

La Parkinson invece era al centro del tabellone. Lei doveva rimanere neutra, era lei che aveva deciso le condizioni di esistenza del gioco, e le regole parlavano chiaro. Chi le poneva non giocava, perché doveva essere il motore del gioco. Nella sua mano stringeva i dadi.

-         Il gioco aspetta. – annunciò.

-         Le regole? – domandò Baston.

La Parkinson alzò gli occhi al cielo. – Le regole le scoprirai giocando Oliver. – sbottò.

Oliver. Aveva chiamato Baston per nome. Questo significava che una sola notte era bastata perché Serpeverde e Grifondoro si affiatassero. O forse era solamente quello che lei voleva farci credere. Bah… in quel momento avevo altro a cui pensare che ai giochetti psicologici della Parkinson…

Io cercai Potter con lo sguardo. E fu lui a dare il via. – Comincia Pansy! -.

Pansy tirò i dadi per terra. Aprì le braccia. Si levò dal gioco una luce verde fosforescente che la fece levitare, e le sue pupille sparirono dai suoi occhi, mentre i capelli fluttuavano per aria.

-         Questo spiega perché ha tanto insistito per indossare i pantaloni stamattina. – commentò DD, che la guardava da sotto.

“Sta’ zitto. “ lo zittì Malfoy. “Razza di pervertito”.

-         Ehy, cosa credi di esser il solo a piacere alle ragazze. Anche io ho un certo fascino. -.

“Tu sei solamente una coscienza”.

-         E alle coscienze femmine piaccio! – sbottò DD, sparendo. Si era offeso.

Lo sguardo vuoto di Pansy si rivolse verso il primo giocatore. I dadi erano dentro di lei. I dadi decidevano la casella e il giocatore. Pansy non era più Pansy. Era il gioco.

-         Hermione Granger! – esclamò.

La voce non era la sua. Era una voce maschile, una voce potente, una voce morta. – Casella 5. -.

Era cominciato. Hermione si sistemò per bene la gonna, prese la bacchetta e attraversò tutte le caselle fino alla numero 5. Lanciò un ultimo sguardo verso Draco prima che il gioco la prendesse dentro di sé.

Non sapeva dove fosse. L’unica cosa che sapeva è che non era più alla spiaggia. Era dentro al gioco e doveva stare attenta. Si assicurò di avere la bacchetta e si guardò intorno in cerca di un ostacolo da superare. E lo trovò. Se prima era nel vuoto assoluto in quel momento si materializzarono davanti a lei degli specchi. Un labirinto di specchi. Ma non erano specchi qualunque: ciascuno rifletteva una cosa diversa. Ma il tema era comunque quello. Erano immagini di persone morte, il riflesso di fantasmi, che sembravano voler prendere Hermione e trascinarla con loro. Fece automaticamente un passo indietro. Eppure il suo cervello cercava di capire quello che doveva fare. Era una prova psicologica. Ne era sicura. Ma in cosa consisteva? Cominciò a camminare per quel labirinto, velocemente, quasi correndo, cercando una via di uscita da quello scenario di morte che le si prospettava davanti. Doveva restare lontana dagli specchi. E dopo poco sentì la voce di una bambina urlare. – AIUTO! AIUTATEMI! -.

Lo spirito Grifondoro della Granger prese il sopravvento e corse nella direzione della voce. Alla fine arrivò, e scoprì con orrore che quella che stava urlando non era una bambina. Era lei stessa. Quella vista era agghiacciante.

“Come faccio ad essere lì?” era terrorizzata “Io sono qui”.

Gli occhi dorati di lei la guardarono disperata. – AIUTO! -.

Hermione corse e afferrò se stessa, cercando di strapparla dallo spettro che l’aveva presa. – Lasciala! – urlò. – SECTUSEMPRA! -.

Lo specchio andò in mille pezzi, che schizzarono ovunque. Uno di quei pezzi andò a conficcarsi nel cuore della ragazza che aveva appena salvato. Questa si piegò in due. – Che hai fatto, Hermione? – domandò, mentre le sue mani si trasformavano in riflesso. – Ti sei fatta prendere talmente tanto dal panico… che hai ucciso te stessa. Guarda le tue mani. -.

La Granger si guardò le mani, e vide che anche le sue stavano diventando di vetro.

-         Sta’ calma! – esclamò l’angelo sulla spalla di Hermione. – Non farti prendere dal panico! -.

-         Sto morendo. -.

-         No Hermione! – questa volta era stato il diavoletto. - È quello che il gioco vuole farti credere. In realtà pensaci. Come si possono distruggere gli specchi se non dall’esterno? -.

-         Dall’interno. – rispose Hermione.

-         E come fai ad essere ad andare all’interno? -.

Hermione capì quello che stavano cercando di dirle, allungò il braccio dentro il primo specchio che le capitò a tirò e quello la risucchiò dentro di sé. Si sentiva leggera, stranamente immateriale, e capì di essere in una vita riflessa quando vide che alla sua destra c’era la sua sinistra e viceversa. Tutto era riflesso quindi anche l’incantesimo. – ARPMESUTCES! – urlò con quanto fiato aveva in gola. Anche questa volta lo specchio andò in mille pezzi. E lei si sentì libera. Tutti gli specchi intorno a lei si alzarono ed ella rimase su una piattaforma sospesa nel vuoto. Intorno a lei ruotavano centinaia di specchi, ognuno con uno sfondo diverso, e questa volta sapeva che erano diventati passaporte. Ne vide una per Hogwarts. Ma non doveva tornare lì. Vide quella della spiaggia. – ACCIO! – urlò. Di nuovo risucchiata nello specchio.

E poi la luce del sole. Era sdraiata per terra sulla casella numero 5. Tutti le guardavano lo squarcio sul petto.

Hermione gemette, sapeva di non poter lasciare il gioco. Lesse quello che c’era scritto sulla casella.

ANIMA E CORPO.

Capì quello che le era successo. Capì che in realtà lei era stata quella ragazza che aveva chiamato aiuto. E quella che era accorsa usando il Sectusempra era solamente la sua essenza Grifondoro. Era solamente lei dentro. Era il riflesso della vita di quello che era Hermione. Il gioco l’aveva divisa. E se poteva dividere anima da corpo non osava pensare a quello che avrebbe potuto fare dopo.

D’altronde adesso aveva tutto il tempo che voleva per farsi delle domande. Guardò preoccupata il gioco nelle sembianze di Pansy che se ne stava sospesa per aria.

Pansy fece il secondo nome. E quel nome lasciò tutti senza parole.

-         Narcissa Malfoy! – esclamò.

-         Narcissa non c’è. – replicai io.

Ma il gioco ripeté il suo ordine.

E all’improvviso comparve Narcissa. Aveva i capelli legati in una treccia, lo sguardo come mai avevo visto, indossava un mantello verde salvia, e mai Narcissa Malfoy mi sembrò più bella. Lucius la guardò ammirato.

-         Casella 11. -.

Narcissa si fece coraggio, si tirò su il cappuccio del mantello e arrivò alla casella numero 11. In attesa di qualcosa che non si fece attendere. Si levò del fumo tutto intorno a lei. Del fumo verde. E quando si dissolse lei non c’era più.

Si trovava sospesa su un burrone. Dall’altra parte vedeva la spiaggia. Intuì che il gioco voleva che lei riuscisse ad attraversare quel burrone. Le parve evidente che nessuno si rendeva conto della sua presenza. Si tirò giù il cappuccio per osservare meglio la situazione. Avrebbe potuto fare un incantesimo di appello per prendere delle scope. Ma sapeva che non era quella la soluzione. Non avrebbe funzionato sarebbe stato troppo semplice. E allora come cercare di evitare di cadere nel vuoto? Sempre che di vuoto di trattasse. Le venne il sospetto. La Black era sempre stata una donna coraggiosa, e curiosa. Guardò il vuoto sotto di sé, e si chiese se davvero quel vuoto fosse vuoto, oppure solamente buio. C’era un solo modo per scoprirlo.

-         Lumos! – esclamò Narcissa.

E vide che in effetti non era assolutamente vuoto. Era ostruito da una pianta, e Narcissa era sempre stata intelligente. La riconobbe subito. – Tranello del Diavolo. -.

Saltò giù, nel tranello, e attese in tutta calma di cadere ancora più in giù per vedere quale prova la stesse aspettando.

Non dovette attendere molto.

Cadde giù.

E giù c’era altro buio ad aspettarla. Si guardava intorno sospettosa, e un po’ aveva paura. Si sentiva sola. Si sentiva sperduta. E soprattutto si sentiva fredda. Avvertiva una presenza ma non c’era nessuno. Niente e nessuno. Poi sentì un soffio di aria gelida provenire da dietro di lei.

Si voltò. Un Dissennatore era lì, accanto a lei, a meno di un centimetro dal suo collo… ma dico io, erano Dissennatori o Vampiri? Insomma visto che c’era Pansy poteva anche far chiarimento sulle caratteristiche di ogni creatura magica… un Dissennatore che si avvicina al collo… e la prossima qual è? Un vampiro che ulula???

Narcissa urlò, e fece qualche passò indietro.

Non aveva mai evocato un Patronus. Non ne aveva mai avuto bisogno. E sentiva sempre più freddo, sentiva le sue forze andare via, le lacrime le salirono agli occhi perché ripensava alla sua vita e non le piaceva. Si passò veloce una mano sugli occhi.

-         Che fai stupida? – sentì la voce di Bellatrix nella sua testa. – Non sia mai che una Black si faccia battere da qualcuno… né tantomeno da qualcosa. Ricordati Cissy, un pensiero felice e poi lancia l’Incanto Patronus… non dirmi che non sai l’Incantesimo, anche i Mezzosangue lo conoscono! -.

-         Sì Bella. – rispose automaticamente, abituata a rispondere positivamente agli ordini di quella furia della sorella.

E pensò al ricordo più felice che aveva. Le sembrò quasi che le si materializzasse davanti.

Lei era distesa su un letto al San Mungo e stava urlando. Lucius era lì accanto a lei, con lo sguardo incoraggiante, che le teneva la mano, Andromeda e Bellatrix lì anche loro, Andromeda preoccupata per la sorella, Bellatrix entusiasta per il piccolo erede Malfoy che stava per nascere. E poi finalmente Lucius le tendeva quel bel bambino biondo con la faccia d’angelo che le sorrise, dentro il suo bellissimo asciugamano verde e argento.

-         È bellissimo Cissy. – sentì la voce dolce di suo marito.

-         Sì, Lucius. – rispondeva lei. – Il nostro piccolo Draco. -.

Ecco la famiglia che avrebbe sempre voluto avere ma che mai gli era stata data. Voleva suo marito come quel ragazzo che aveva conosciuto, che aveva amato e che aveva sposato, non come quel marito che invece adesso era nelle file nemiche di suo figlio. Carica di bei ricordi, di desiderio e d’odio verso quella guerra che le aveva distrutto la famiglia, Narcissa urlò l’incantesimo, e dentro di sé sentì che Bellatrix sarebbe stata orgogliosa della violenza che ci mise.

E successe una cosa che secondo me è più unica che rara. Non era un animale il Patronus di Narcissa Malfoy. Un Lucius argenteo dallo sguardo dolce si era Materializzato davanti a lei e adesso la stava proteggendo da quei Dissennatori che volevano farle del male.

Lucius la stava proteggendo.

Sentì il cuore esploderle di felicità, come se non si rendesse conto che quel Lucius davanti a lei sarebbe sparito per ritornare nei suoi ricordi di ragazzina. Quando vide che cominciava a sparire si slanciò verso di lui, e lo strinse forte a sé.

E si ritrovò in ginocchio, in lacrime sulla casella numero 11.

Si voltò verso Malfoy Senior, dalla nostra parte. – Lucius… -.

Ma la voce di Pansy coprì la sua. – Lucius Malfoy! Casella 12. -.

Lucius prima di affrontare la sua prova si fermò da lei. Le porse il braccio e lei si alzò. Poi proseguì, austero, verso la sua casella, come se le lacrime della moglie non lo avessero minimamente toccato. Tutta apparenza, povero, vecchio Lucius…

E Narcissa lesse per la prima volta quello che c’era scritto sulla sua casella e sorrise, e il cuore le si riempì di speranze per quella famiglia che lei e il suo nuovo marito avrebbero provato a costruire, leggendo quelle parole:

“Amor, ch’a nulla amato amar perdona”.

 

HI EVERYBODY!!!

Come butta?

Come potete vedere, sono tornata con un nuovo capitolo prima di quello che io stessa mi aspettassi… vi starete chiedendo come mai: per le vacanze pasquali che ho atteso con la stessa ansia con cui di solito a Natale si attende lo scarto dei regali!

Allora anche se la prova a cui è stata sottoposta Hermione vi sembrerà senza senso in realtà quella di dividere il suo spirito da Grifone dal suo corpo è stato necessario per instillare nella mente della Mezzosangue un dubbio che risponde ad una certa domanda che il nonnetto le ha posto qualche capitolo fa… ma non anticipo nulla…

Quanto a Narcissa, beh, l’ho sempre trovata un personaggio interessante, e l’ho sempre vista innamorata di Lucius… e sono sempre stata sicura che anche lui, sotto quell’aria austera, la ami con tutto se stesso.

Ma basta con le ciance, e passiamo ai ringraziamenti!!!

·        Lenus: grazie carissima!!! Sì sì, è una cosa serissima… credo xD… beh devo ancora vedere un po’ come far evolvere di preciso la situazione. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!!!

·        Myki: sai, quando ho letto la prima parte della tua recensione pensavo di cambiare un po’ la cosa e di far comparire uno dei gemelli col rancio… sarebbe stato un buon modo di usare la bocca non per parlare… XDXDXDXD… però poi ho deciso di mantenere il progetto originale… solamente per farmi perdonare di Persefone però. Quanto alla questione delle coscienze… beh no, non mi sono assolutamente posta il problema. Comunque sicuramente un’entità superiore… probabilmente il mostro giallo a 3 teste gommose dell’altra storia… xD. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!!

·        Luna91: 1000 grazie!!! J Che bello!!! Spero di aver chiarito i tuoi dubbi su Draco e Pansy all’inizio di questo capitolo. E spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Aspetto una tua opinione!!

·        DamaArwen88: eheh… sì, il nonno riflessivo forse è un po’ troppo… però è furbo. Sai che mi piace Minni come soprannome per Minerva? Posso usarlo nel prossimo capitolo?? Bacio!

·        Ki_Chan: sì, beh, il giorno dopo aver postato avevo il compito di matematica sulle varie condizioni di esistenza delle funzioni radicali e logaritmiche… evvai! Incrocia le dite per me per favore, che lunedì lo riporta… Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, e soprattutto la parte con Pansy e Blaise. Spero che gradirai questa prima parte del gioco, che si sta rivelando un po’ più difficile del previsto…

·        Ewin: Silente morto??? Muahahahahah!!! No… no, non è morto. E’ vivo e vegeto che complotta contro il nonno, poverino. Beh addirittura fantastico… mi fai arrossire… spero che questo capitolo ti sia piaciuto: comunque tranquilla… il bello deve ancora arrivare…

Un bacione a tutte!!!

@matrix@

                                                                                            

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Capitolo 12
*** Il ricordo di Lucius, il coraggio di Draco ***


Capitolo 12

Capitolo 12:

Il ricordo di Lucius, il coraggio di Draco

 

Nda: sono le ore 00:14. Vi prego pertanto di scusare eventuali errori ed orrori ortografici o di battitura che potrebbero essere sfuggiti alla revisione. Spero che questo capitolo vi piaccia.

 

Aveva un ghigno stampato in faccia. Il suo solito ghigno madeinMalfoy che nessuno sapeva imitare… a parte mi chiedo a chi mai potrebbe venir voglia di imitare un ghigno… io ho sempre considerato un ghigno una questione di stile e lo stile o ce l’hai o non ce l’hai… io per esempio ce l’ho… voi altri fan di Potter… beh, sorvoliamo…

Tornando alle cose serie (per quanto Lucius Malfoy si possa definire una cosa seria), sfoderando il suo ghigno aspettò che gli succedesse qualcosa, che il gioco lo trasportasse in qualche mondo parallelo per affrontare la sua prova.

E infatti così accadde.

Era in una foresta. Si guardò intorno con occhiate sospettose, e considerando gli occhi che si ritrovava avrebbe potuto benissimo gelare gli alberi. Quando, dopo moooooolto tempo, decise che non gli sarebbe successo nulla (che genio…) decise di alzare i tacchi e di continuare per quel sentiero… come mai proprio per il sentiero? Ora, Lucius Malfoy non è mai stato una cima, ma almeno a pensare che forse sarebbe stato meglio seguire un sentiero già tracciato piuttosto che inoltrarsi in una foresta sconosciuta ci riusciva anche lui.

Come dite?

È una trappola? Povero Lucius… fategli fare un ragionamento alla volta… non sono mica tutti come me…

Comunque scoprì ben presto quel che il sentiero gli riservava. Sentì una voce che lo chiamava. – Lucius…-.

La riconobbe subito… fossi stato in Narcissa l’avrei cruciato all’istante se non avesse riconosciuto la mia voce…

-         Moglie? – domandò lui spaesato.

E la voce ripeté il suo nome. Lucius si sentiva come attirato da quella voce. Insomma era sua moglie e aveva capito che non si doveva sottovalutare il gioco.

“Non essere irragionevole Lucius. Mantieni freddezza!”.

Non fece una piega e sul suo volto nuovamente il ghigno famoso.

La selva intorno a lui sembrava danzare al fruscio del vento, il salice piangente con le sue lacrime accompagnava il lamento di Narcissa.

Lucius correva, per arrivare il prima possibile, eppure qualcosa dentro di lui gli diceva chiaramente che non doveva fidarsi, che c’era qualcosa di sbagliato in quel lamento. Finalmente arrivò in una radura, una piccola piazzola rivestita d’erba, e il suo ghigno si inclinò nel vedere quello che gli si presentò davanti. Infatti…

 

-         No Lucius. – interruppi la mia narrazione seccato. – Il fatto che tu abbia lo stesso nome di tuo nonno non significa che anche tu dovrai affrontare il gioco di Pansy. -.

La piccola peste si stava agitando sul pavimento accanto a Sirius, che non ne poteva più del fratello. E anche la mia piccola, promettente Serpeverde Minni si stava seriamente seccando. – Calmati Lucius! Tanto lo sai già come va a finire la storia! -.

Lui annuì. – Lo so, ma nonno Lucius è il mio nonno preferito! -.

e se nei suoi occhietti da traditore c’era la gioia innocente di bambino, io avrei potuto passare benissimo per Caronte in quel momento: i miei unici e fantastici occhi rossi stavano eruttando faville di fuoco come un vulcano.

Nonno Lucius??? Stupido ragazzino, vuoi mettere nonno Lucius con me? Con me? L’essere Eterno e Terribile??? Paragonato miseramente a quel Mangiamorte Platinato??

Lucius si spaventò. – Mamma, nonno ET mi sta guardando male! -.

-         ET! Smettila immediatamente di guardare male Lucius! – e il suo assomigliava tanto ad un ordine.

In che stato mi ero ridotto? Ad obbedire agli ordini di una Mezzosangue sprofondato su una poltrona di casa sua. Ancora non riuscivo a capacitarmi di come fosse potuta accadere una cosa del genere.

Minerva si accoccolò di nuovo sulle mie ginocchia e una fitta alle gambe mi fece capire che se volevo scrollarmela di dosso avrei dovuto ricominciare la storia.

 

Mille Narcisse. Mille e forse qualcuna in più, donne identiche a Narcissa Malfoy. E probabilmente una di loro era proprio lei. Proprio lei che chiamava il suo Lucius, e lui immobile, davanti a tutte quelle Narcisse, per lo sgomento.

Che razza di prova era quella?

Tutte lo chiamavano, e affermavano di essere la vera Cissy. Lucius indietreggiò di un passo. Aveva intuito quello che doveva fare. Doveva riconoscere la vera Narcissa Malfoy, e per un momento disperò. L’impresa gli sembrava impossibile.

Poi si ricordò che quella donna era sua moglie e che quindi qualcosa di lei doveva pur aver imparato in tanti anni di matrimonio.

-         Lucius! – fece una voce dentro la sua testa.

-         Cosa? Chi? Bellatrix? – non riusciva a credere di avere in testa la voce della Black. Perché mai avrebbe dovuto avere la sua voce in testa? Beh, in fondo lo sapeva. Era talmente abituato a sentirla dare ordini per mio conto che ormai per darsi ordini da solo usava la voce della Black.

-         Proprio io Lucius. Cosa fai, indietreggi? Non sia mai che un Malfoy indietreggi! – sbottò quella. – Dimmi un po’ ti sei bevuto il cervello per caso? -.

-         Gentile come al solito, Bella. -.

-         Tsk tsk… con la gentilezza non ho mai ottenuto nulla. Adesso ascoltami: devi riconoscere mia sorella tra queste qui. -.

-         Grazie Bella… davvero non ci sarei mai arrivato da solo! -.

Probabilmente non lo avrebbe fatto, aggiungo io.

-         Ma come devo fare? Sono tutte uguali. -.

-         Benedetta Cruciatus, è tua moglie! Sei tu che devi sentire chi è tra queste la donna che ami! -.

Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto. – Sai perfettamente Bella che è da molto che non provo un sentimento di grande amore nei confronti di mia moglie. -.

-         E allora cerca di ricordare quello che provavi prima. -.

Lucius sapeva che la prima cosa da fare per accedere ad un ricordo di quel genere era liberarsi del ghigno. E poi tornare indietro nel passato.

Indossava un bellissimo vestito nero, di stoffa pregiatissima, e per l’occasione i suoi lunghi capelli biondi erano stati legati in un codino, e alcuni ciuffi lasciati sciolti. Era bellissimo. Davanti a lui c’era un altare e si sentiva impaziente. Impaziente perché era solo davanti a quell’altare e invece non avrebbe dovuto esserlo. Avrebbe dovuto esserci un’altra persona. E infine la porta della Chiesa si aprì, ed entrò lei, più bella che mai, un lungo vestito bianco, così luminoso che pareva una nuvola, e lei con quei capelli biondi sembrava un angelo. Si chiese cosa avesse fatto lui di così buono nella sua vita per meritarsi un angelo. A parte nascere Purosangue ed essere Serpeverde si intende.

Con i tempi duri che correvano, mai avrebbe pensato che il giorno del suo matrimonio sarebbe stato così vicino. Gli sembrava quasi impossibile averla davanti, e le prese le mani nelle sue, piano, con delicatezza, come si confaceva ad un vero Lord, e come di solito si fa quando si vuole evitare di rompere qualcosa di molto fragile. Era quello che amava di più in quella donna. Era un’ingannatrice nata: sembrava così fragile, e così indifesa, guardandola nei suoi occhi marini. Eppure non lo era, e Lucius lo sapeva bene. era solamente vittima di un’illusione, della magia che in quel momento più che mai scaturiva la figura di Narcissa Black… Narcissa Malfoy. Finalmente Malfoy. Finalmente uniti in quel loro primo bacio. Finalmente insieme, coscienti che lo sarebbero stati per sempre.

Lucius adesso risentiva dentro di sé le emozioni di quel giorno. Guardò velocemente le Narcisse intorno a lui, e si rese conto che nessuna di quelle era la stessa donna per cui lui si era agitato quel giorno. Per cui lui era emozionato.

-         Tacete! – ordinò perentorio. – Nessuna di voi è mia moglie! -.

E furono proprio quelle parole che permisero la fine della prova. Si smaterializzarono davanti a lui, e insieme a loro anche tutto il bosco intorno a lui, e la radura, finché non fu di nuovo sulla spiaggia. Sul tabellone del gioco.

Tutti lo guardavamo con curiosità. Non aveva il ghigno. Aveva un’espressione seria. Guardò Narcissa.

-         Ho… sbagliato. – disse solamente. Ma per lui era anche troppo.

Narcissa aveva capito. Non aveva bisogno di altro. In fondo l’aveva sempre saputo che suo marito l’amava. Lei lo amava troppo per non poter essere riamata, e ne aveva avuto la certezza quando aveva letto la frase sulla sua casella, prima della prova di Lucius.

Ma anche quella volta non ci fu spazio per le spiegazioni.

-         Draco Malfoy! Casella 7! – Pansy parlò.

E Draco obbedì. Vide la spiaggia svanire davanti a lui.

Questa volta era nel passato. Aveva riconosciuto il luogo dove si trovava. L’aveva visto molte volte sui libri di storia Babbana… beh, cosa credete? Anche se siamo Purosangue ci interessiamo alla storia Babbana, noi… siamo colti.

Era in un’arena romana, quelle usate per gli spettacoli gladiatori. Non era mai stato a Roma di persona. Io personalmente ho sempre ammirato Roma… ci sapevano fare quelli, avevano costruito un impero praticamente partendo dal nulla… ma lasciamo perdere la storia romana…

Draco si vide mischiato a tutta quella folla che stava aspettando fremente l’inizio dei giochi gladiatori. Si stupiva della folla che aveva intorno. Non riusciva a capire che cosa ci trovassero di così bello in quel tipo di giochi.

Non gli sembrava il caso di starsene seduto lì. Sapeva che il gioco non poteva volere quello… si immaginava che le prove fossero più difficili rispetto allo scaldare un posto stando seduti.

L’imperatore sedeva sul suo trono, e Draco tentò di riconoscerlo, ma invano. Non riusciva a vederlo per bene.

Poi l’imperatore batté le mani e comparvero degli uomini, degli schiavi, che portavano una ragazza con le mani legate dietro la schiena. La riconobbe immediatamente.

-         Pansy! – trasalì.

Era lei. Lì nel gioco. Lì in pericolo. Draco capì che non avrebbe assistito ad uno spettacolo di giochi gladiatori, ma bensì ad un’esecuzione. Aveva gli occhi sbarrati.

“E adesso che faccio?” si domandò fra sé e sé.

-         Ma non lo so. – intervenne DD, con sarcasmo a mille. – Una cosa tipo intervenire, per esempio. -.

“Cosa? Andiamo, non siate ridicoli… una Serpe trova sempre un piano B”.

-         Certo. – confermò AD. – E nel frattempo la tua amica è uccisa. -.

-         Sveglia, bello! – esclamò DD. - È salvarla, la tua prova. -.

“Ma…” non voleva pensare quello che stava pensando.

Eppure DD lo intuiva lo stesso. – Ma è Pansy, vero Draco? Per te è sempre stata sempre e solo Pansy. Perché sprecarsi per lei? Sai, hai ragione. Sei troppo Serpe per fare una cosa del genere. -.

“Che cosa intendi?” Draco era molto vicino all’offendersi.

-         Quello che intendo, Draco Malfoy, è che dovresti essere meno Serpe e più Grifone ogni tanto. -.

Draco non ce la fece a trattenersi, rosso di rabbia. – Stai cercando di dire che non avrei il coraggio di salvarla? – urlò.

E tutti lo sentirono. Scese il silenzio nell’arena. E lui si accorse di essersi messo in mostra. Troppo in mostra. Decisamente troppo.

-         Quis es? (Chi sei?) – domandò l’imperatore, rivolgendosi a lui.

-         Perfetto. – commentò Draco. – Ci mancava solamente il latino. Draco sum (sono Draco). – rispose.

Non aveva voglia di parlare troppo latino, quindi spiegò brevemente che avrebbe voluto riscattare la ragazza.

L’imperatore capì dalla sua pronuncia strana del latino che non era Romano.

Draco spiegò che veniva da lontano, e chiese nuovamente cosa avrebbe dovuto fare per liberare la ragazza. Come se non sapesse già la risposta.

Mezz’ora dopo era vestito come un gladiatore di tutto punto, e cercava di imparare un minimo ad usare il gladio. Non era una frana assoluta, ma sapeva che di solito i gladiatori non scherzavano… quindi sarebbe stato meglio andarci cauti con la sicurezza di sé che sfiorava il narcisismo. Meno Serpe, più Grifone. Continuava a ripetersi.

E poi passò alla luce. Entrò nell’arena, e tutti applaudirono per quel nuovo giovane eroe dai capelli biondi. Che si voltò e vide il suo rivale.

Era un gigante di 2 metri. Con un gladio e una mazza ferrata. La prima cosa che pensò Draco fu che non era valido. Era svantaggiato. Poi pensò che doveva essere un Grifone, non un coniglio, e quindi aspettò che il gladiatore attaccasse. Non dovette aspettare molto.

Fendente. Parata. Fendente. Parata. Fendente. Parata.

Per ora era riuscito a parare, grazie anche ai suoi movimenti veloci. Scivolò all’indietro appena in tempo per impedire che il gladio dell’avversario gli perforasse la milza. E sentiva anche che il pubblico rideva. Rideva della sua velocità o rideva di lui che sembrava aver adottato semplicemente una tattica difensiva, che sapeva non sarebbe durata ancora per molto?

Beh, l’unico modo per saperlo era cambiare tattica, quindi si slanciò verso il suo avversario lanciando un urlo per darsi la carica. Ma il gladiatore fu più veloce di lui ad utilizzare la mazza ferrata e colpì il braccio di Draco. Che cadde a terra, gemendo.

Vide il gladiatore venire verso di lui, per trafiggerlo, ma Draco rotolò di lato, evitando il colpo di grazia. Si alzò in piedi, e decise che la tattica Grifone non era quella che faceva per lui.

-         È durata anche troppo! – commentò.

Afferrò la bacchetta. Era più facile con la bacchetta. Era meno coraggioso ma più facile. Più da Serpe che da Grifone. Più intelligente che coraggioso.

La stava tendendo verso il suo rivale che rideva di quel pezzo di legno puntato contro di lui.

E il pensiero di Draco andò ad Hermione. Che cosa avrebbe detto lei? Che cosa avrebbe pensato di lui se avesse compiuto un atto di tal genere? Si voltò fulmineo verso Pansy… forse avrebbe davvero fatto meglio a pensare alla vita di lei, piuttosto a quello che la Mezzosangue avrebbe pensato di lui. Ma perse troppo tempo, e un nuovo colpo lo raggiunse, sulla gamba questa volta. E Draco fu di nuovo a terra. E l’impulsività ebbe il sopravvento su di lui.

-         PETRIFICUS TOTALUS! – urlò.

E il gladiatore davanti a lui divenne di pietra. Gli spettatori rimasero di sasso a quella scena. L’imperatore stesso si alzò dal trono.

-         Tu devi essere un dio! – sentenziò.

E sul volto di Draco di nuovo il ghigno. Di nuovo un Malfoy. Serpeverde. – Infatti. – rispose. – Io sono il dio Marte. – sparò a caso il primo dio che gli venne in mente. – E quella ragazza è sacra a me! -.

L’imperatore si spaventò molto a quelle parole. – Ti preghiamo, Divino Marte, di perdonare la nostra impudenza verso una tua protetta. -.

-         Umpf. – l’espressione sul volto di Draco era sprezzante. – E sia. Per questa volta passi. Ma che non succeda più. -.

Pansy fu liberata, e corse incontro a quello che credeva essere il dio Marte. Draco le prese la mano.

E un secondo dopo era di nuovo sulla spiaggia.

 

-         E per le ferite come hai fatto? – domandò Sirius, interrompendomi.

-         Ho usato l’incantesimo Ferula. – spiegò Draco.

Sbattei il pugno sulla poltrona. Ma guarda un po’ questi che si permettevano di interrompere la mia narrazione… bah…

 

Ci chiedemmo a chi sarebbe toccato adesso.

E di nuovo la voce della Parkinson si fece sentire.

-          Oliver Baston! Casella 8! -.

 

 

Eccomi tornata!!!

Allora adesso che siete arrivati in fondo alla storia mi sento in dovere di spiegare alcune cose: le prove di Narcissa e di Lucius, come avrete capito anche da soli, sono servite per far rinascere un po’ il loro amore. Le prove di Draco e di Hermione sono state invece più complesse: purtroppo non posso rivelarvi il perché, altrimenti vi svelerei la fine della fan fiction… vi chiedo quindi di pazientare altri due capitoli, ed avrete tutte le spiegazioni che vorrete sulle loro prove.

In attesa, passiamo ai ringraziamenti:

-         Diddola: grazie!!! Mi fa piacere sapere che ti piace. Beh, ecco qui le prove di Lucius e di Draco. Spero che ti siano piaciute. Attendo un tuo parere. Baci!!

-         DamaArwen88: grazie per la recensione!! Hai visto??? Ho usato il tuo fantastico nome per Minerva!!! Grazie!!! Come vedi anche Lucius, più o meno, ha ricordato… il fatto è che al contrario di Narcissa, lui non lo immagino molto romantico, né tanto meno sdolcinato… ho cercato di fare di mio meglio. Quanto a Mootai, non temere, nel prossimo capitolo avrà una lezione… eheheh… nel frattempo aspetto una tua opinione su questo. Baci!!!

-         Myki: grazie!!! Sì, beh, era una domanda legittima… quindi ho risposto. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto… ci vediamo lunedì. Baci!!!

-         Tigerlily: carissima!!! Pansy la boss mi piace un botto! Ma come non te l’aspettavi? Bellatrix è ovunque… è il sostrato xD!!! E a proposito di gladiatore, piaciuta la prova di Draco? Non sono fissata con l’antica Roma, vero? Noooo… Comunque è Narcissa che ama troppo Lucius, e lui non può far altro che ricambiare… Baci!!!

-         Lenus: ok, basta… non puoi farmi lacrimare gli occhi dalla commozione ogni volta che leggo una tua recensione!!! Sono sempre al settimo cielo quando le leggo… anche al nono, direttamente nel Primo Mobile (scusa, reduce da un’interrogazione su Dante…). Spero di non aver deluso le tue aspettative con questo capitolo. Con affetto, tantissimo!

-         IaiaMalfoy_4ever: che bello sentirti!!! Mi ha fatto davvero piacere la tua recensione!!! Addirittura una genia??? Grazie!!! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Baci!!!

-         Ki_chan: addirittura le dita atrofizzate? Grazie mille… mi sento onorata… però non atrofizzarle più, mi raccomando!!! Allora la parte di Herm in effetti è più complicata di quello che sembra, ma come ho scritto sopra, spiegartela equivarrebbe a raccontarti il finale… mi dispiace L… spero comunque che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!!

E un grazie immenso anche a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti.

Vista l’ora, buonanotte,

@matrix@

 

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Capitolo 13
*** Do You Quidditch? ***


Capitolo 13

Capitolo 13:

Do You Quidditch?

 

Oliver Baston.

Ex-Grifondoro.

Ex-Capitano della squadra di Quidditch della medesima Casa.

Attuale giocatore professionista.

Dai capelli castani, e lo sguardo che ha fatto perdere la testa a milioni di ragazze ma con cui guardava solamente la Pluffa.

Colui il quale ha il Quidditch nel suo passato, nel suo presente, e nel suo futuro.

Amico di Harry Potter.

In una parola, feccia.

Però feccia fortunata. Indovinate un po’ su che casella capitò Baston? Quidditch.

La sua prova era in realtà una prova che riguardava tutti noi: consisteva nello sfidarci ad una partita di Quidditch. O almeno questo fu quello che capimmo quando il tabellone del gioco si trasformò in un campo in piena regola, con tanto di palle, di mazze e di scope… Firebolt.

Ma guardate un po’ voi a cosa dovevo abbassarmi. A fare sport… bah…

Pansy era in alto al centro del campo, e in mano teneva il baule contente le palle.

-         È la tua prova, Oliver Baston. Tira fuori il Grifone che è in te e conduci la tua squadra alla vittoria. -.

Narcissa e gli altri che avevano già preso posto sul tabellone si riunirono ai rispettivi gruppi: Pansy ci aveva dato 10 minuti per organizzare le squadre.

-         Mio signore? – domandò Lucius. – Che facciamo? -.

-         Che dobbiamo fare Lucius? – domandai. – Il gioco ha deciso così, e noi abbiamo promesso di rispettare la sua volontà. Lord Voldemort onora sempre le sue promesse. -.

Ma quella volta lo facevo davvero a malincuore: odiavo il Quidditch. Credevo che fosse un passatempo senza nessuna utilità, ma che anzi togliesse del tempo prezioso che avrebbe potuto benissimo essere utilizzato per fare eccezionali pian di conquista…

-         Ti ricordi dei bei tempi Lucius? – sentii la voce di Bellatrix.

Malfoy Senior annuì, inarcando le sopracciglia, e facendo un sorriso pacato. Funzionava così con Bella, lei e Lucius riuscivano a capirsi con uno sguardo.

-         Avery? – domandò Lucius rivolgendosi all’uomo alla sua sinistra.

-         Cacciatore. – assentì lui.

Nott si fece avanti. – Io sto in porta. -.

-         MacNair, Goyle! – esclamai io, sentendomi surclassato dai miei Mangiamorte per quella presa di decisioni improvvise. – Voi fate quelli con le mazze. -.

MacNair e Goyle mi guardarono con delle espressioni talmente stupite che non potei fare a meno di chiedere che cosa avessi detto. MacNair si fece avanti. – Non abbiamo capito bene… intende i battitori? -.

Lo fulminai con lo sguardo. – Guardami MacNair. Ti sembro uno stupido mago che passa i suoi pomeriggi a guardare partite di stupidi pompati adorati da tutti solamente perché sanno stare a cavallo su una scopa e prendere una palla contemporaneamente? – pretendeva che io sapessi che quelli con la mazza si chiamavano Battitori roba da matti…

MacNair fece un passo indietro, spaventato. – No mio signore. -.

-         Ecco. Volevo ben dire. – poi mi accorsi che ne mancava uno all’appello. – E il Cercatore? -.

Scese il silenzio. Tutti si lanciarono occhiate interrogative. Nessuno di loro si voleva prendere quella responsabilità.

Tutti meno uno.

Un ragazzo biondo indigeno.

Il suo nome era Mootai.

-         Mootai sei sicuro? – domandai.

-         Qualcun altro di voi vuol farlo? -.

Nessuno rispose. – Quindi lo farò io. – concluse.

Scambiai una veloce occhiata con Lucius, e lui capì (stranamente) al volo quello che volevo dirgli. Gioco sporco su tutta la linea.

Anche il Circolo delle Piattole si era radunato.

-         Battitori! – esclamarono i gemelli Weasley.

-         Che forza Fred prendere di nuovo in mano una mazza contro i Serpeverde! – esclamò George.

-         Sicuro George. – lo appoggiò il gemello.

Marcus decise che avrebbe giocato lanciando uno sguardo di sfida a Baston. – Sarò un Cacciatore. -.

-         Flitt! – lo richiamò Baston. – Guai a te se provi ad ostacolarci. -.

Il capitano di Serpeverde fece una smorfia. – Che vantaggio me ne verrebbe Baston? Blaise! – esclamò. – In squadra! -.

Baston continuava a guardarlo in cagnesco. – Allora io voglio Angelina. -.

La Johnsonn fece un passo avanti. – Gli altri in riserva. – concluse lei.

La Granger teneva per mano Arlecchino Weasley e sua sorella la Piattola. Lo Sfregiato aveva già la scopa.

-         Potter! – esclamarono insieme Flitt e Malfoy.

-         Dove credi di andare? – continuò Malfoy, mentre si passava la sua scopa da una mano all’altra.

Il bambino che NON doveva essere sopravvissuto si fermò a guardare Malfoy. – A giocare. Mi sembra ovvio. -.

-         Non vai da nessuna parte, Harry! – Lenticchia appoggiò Malfoy. – Sarebbe troppo facile colpirti per loro se tu ti esponessi in quel modo. -.

-         Ron, non posso continuare a nascondermi dietro gli altri. -.

-         Non è questo il momento di fare l’eroe, Sfregiato. – replicò Malfoy.

Potter guardò disgustato le bende insanguinate che gli coprivano le ferite. – E tu allora Furetto? -.

Ronald Weasley lo afferrò per un braccio e lo trascinò indietro. – Fa’ come ti dice Malfoy per una volta. -.

-         Harry… - la Granger lo pregò con lo sguardo.

E alla fine Malfoy ghignò.

Appena in tempo perché Pansy chiamasse in campo i giocatori.

-         E mi raccomando. – disse Flitt salendo sulla scopa. – Gioco sporco su tutta la linea. -.

 

Mootai era affondato nel divano e lanciava occhiate di sfida a Draco, che ricambiava pienamente. La Mezzosangue mi sembrava a disagio. Era sempre a disagio quando si giungeva a quel punto. La partita.

-         E dovevano prendere il boccino d’oro per te, mamma? – domandò Minni.

La piccola aveva fatto centro. Infatti se tutti noi ci stavamo giocando le sorti del mondo loro due si stavano giocando il cuore della Mezzosangue.

Draco sapeva che Mootai avrebbe fatto di tutto per colpirla, e temeva di non sentirsi all’altezza di reggere il confronto. Era bravo come Cercatore, certo, questi lo sapeva, ma intuiva che se il Signore Oscuro aveva scelto Mootai come Cercatore doveva avere molto talento.

-         No, tesoro. – negò la Mezzosangue. Bugiarda. E arrossisce perché sa di esserlo.

-         Posso spiegargli io. – intervenni. – Funziona così, Minerva. La squadra che vince conquista il mondo. -.

Sorridemmo entrambi radiosi… conquista del mondo… mi sentivo al settimo cielo solamente a pensarci, con i cori dell’alleluja intorno a me e io su un bel trono con la corona e il mio scettro a forma di serpente… tutto sarebbe filato liscio, niente e nessuno avrebbe potuto…

-         Il nonno la fa troppo semplice. – mi interruppe Draco. -

… come non detto. Nulla e nessuno tranne quel pavone di un Malfoy. Mi accigliai, sprofondando nella poltrona.

-         Beh, se mi facessi andare avanti con la storia forse tutto, gioco compreso, avrebbe un po’ più di senso. -.

-         Sei sicuro di riuscire a sopportarmi alla fine? -.

-         So come tenerti a bada. -.

Guardai Mootai prima di ricominciare a parlare.

 

Erano in postazione. Tutti pronti a scattare.

Bellatrix e Flitt si guardavano minacciosi.

Pansy lanciò la Pluffa.

E loro due scattarono in avanti prima che Pansy desse il via. E allora tutti gli altri si sparsero per il campo. Marcus fu più veloce e prese la palla prima di Bella, e si lanciò verso la porta dove Nott aveva preso posto.

Lucius gli andò contro con aria minacciosa.

-         Blaise! – urlò Flitt, passandogli la palla.

Angelina lo affiancò e adottarono una tattica di veloci passaggi di palla, mentre Marcus si era portato fino accanto alla porta. Alla fine Blaise lanciò la palla verso Flitt, che la colpì con la scopa, e Nott non ce la fece a prenderla.

10 a 0 per le Piattole…

-         Ma che fai? – urlò Bellatrix.

Nott grugnì. – Tieni Bella! – le passò la palla.

Fred Weasley le lanciò contro un bolide, ma lei fece in tempo a passarla a Lucius.

-         Ehy, vecchio! – esclamò Blaise.

Lucius si voltò verso di lui, e Flitt gli andò addosso in picchiata, cogliendolo alla sprovvista.

-         FLITT IN POSSESSO DI PALLA! – urlò George Weasley che evidentemente si stava facendo prendere dalla partita a tal punto da fare il cronista.

Vide che un bolide stava andando addosso a Marcus, lanciato da Goyle, e quindi si buttò in mezzo, colpendolo vigorosamente con la mazza.

Marcus procedeva bene ma Avery gli comparì davanti praticamente sbucando dal nulla. Flitt perse la palla, ed Avery riuscì a riportarla a metà campo.

-         Lucius! – gliela passò.

Lucius Malfoy in possesso di palla, signori… eh ma cosa mi fate dire? La cronaca? Mai!… però è difficile non lasciarsi trascinare…

Allora dicevo… Lucius Malfoy in possesso di palla, ma ecco che la passa a Bellatrix Lestrange, signori, che procede dimenandosi come una forsennata per non far avvicinare nessuno. Arriva agli anelli, tira… ma che grande salvataggio in extremis del portiere Oliver Baston!!! Si lancia sulla palla, alzandosi in piedi sulla scopa, incurante del pericolo di cadere.

Ecco che la passa a Blaise Zabini. È il più giovane giocatore della squadra, sissignori, il più giovane! Ed ecco che Zabini fa una serie di passaggi combi con il suo compagno di squadra Marcus Flitt… e Bellatrix Lestrange non ce la fa a intercettare quei passaggi fatti con la precisione di un orologio svizzero. Ma… GRANDE LANCIO DI BOLIDE DI MACNAIR che quasi disarciona Blaise Zabini! Mangiamorte in possesso di palla! È Avery ad averla, ed evita i bolidi con un’agilità non comune. Si avvicina alla porta destra… si accinge a tirare… Baston si avvicina… TIRA!!! Ma COLPO DI SCENA!!! La tira a sinistra dove Bellatrix Lestrange compare all’improvviso, che tira e SEGNA!!! Mangiamorte sale a 10. Parità signori!!! Parità!!!

Baston non è soddisfatto del risultato. Ma passiamo adesso a controllare la situazione dei cercatori. Il mio compagno Ronald Weasley potrà dirci di più su di loro.

Imitando Lenticchia Weasley

Certo, Signore Oscuro. Osserviamo che i Cercatori scrutano attentamente ogni singola cellula d’ossigeno per riuscire a veder il boccino che sfavillante gira indisturbato, e soprattutto non visto, nel campo da gioco. Ma… Draco Malfoy sembra aver visto qualcosa. Sprona la scopa, e Mootai si lancia all’inseguimento del boccino… Ma un Bolide taglia la strada e il boccino è di nuovo perso. Alicia e Ginny qui, vorrebbero dare le loro opinioni tecniche.

Imitando Alicia Spinnet

Ciao Ron! Grazie per aver passato la linea. Qui come vediamo il sole batte forte e questo non rende più semplice il gioco. Infatti i giocatori sono sudati, affaticati, senza contare che la ricerca del boccino con tutto questo sole. Da un punto di vista delle scope le squadre sono perfettamente equilibrate, e l’aerodinamica delle scope aiuta moltissimo le prestazioni dei giocatori. Non è così, Ginevra?

Imitando la Piattola

Hai perfettamente ragione Alicia. Nessuno dei cercatori sembra ancora aver visto il boccino. Ma siamo sicuri che le squadre siano equilibrate? Le prestazioni delle scope sono le stesse, ma la squadra dei Mangiamorte è costituita da membri più esperti delle matricole della squadra delle Piattole. Certo per la squadra del giovane Baston questo potrebbe rivelarsi un vantaggio se i giocatori sapessero sfruttare al meglio l’agilità tipica della loro età. Ma torniamo a concentrarci sulla partita. A te la linea, Tom.

Di nuovo me stesso

Ecco allora dunque che…

 

-         ET! – esclamò Mootai, parlando per la prima volta da quando eravamo seduti. – Tra tre anni saremo ancora qui se continui così… la versione accorciata della partita per favore. -.

-         Ma… - provai a ribattere.

-         Per una volta sono d’accordo con Mootai. – intervenne Draco.

Razza di narcisista che non era altro!

I bambini si stavano divertendo a quel cambio improvviso di narrazione, e onestamente anch’io mi divertivo… Minerva ci era rimasta particolarmente male, e aveva messo su la faccetta triste con tanto di labbro tramolante. Quando faceva così c’era solamente una cosa da fare.

-         Vieni sulle ginocchia di nonno. – mi rassegnai.

Era proprio vero che la vecchiaia rammolliva.

 

Su un punteggio di assoluta parità la Johnsonn era in possesso di palla. Ma finalmente le cose cominciarono a farsi interessanti e le due squadre a giocare sporco.

Come chi ha cominciato?

Loro!

ok… avevano cominciato i miei Mangiamorte, tanto lo so che non vi convincerei del contrario…

In pratica era successo che Bella era andò addosso alla Johnsonn. Flitt e Blaise erano ostacolati, e lei era completamente sola con Bellatrix che le era praticamente accanto. Le andò contro con una tale velocità che non solo le fece perdere la palla ma la fece cadere dalla scopa.

-         ANGELINA! – urlarono la Spinnet e Baston.

Blaise riuscì a liberarsi di Avery e la afferrò appena in tempo, prima che si schiantasse sul campo.

-         Tutto bene Johnsonn? – domandò lui.

-         Non avrei mai pensato di dirlo, ma grazie Zabini. – lo ringrazio lei, mentre rientrava in possesso della sua scopa.

Flitt invece era rimasto l’unico a giocare dei Cacciatori, e dopo essersi finalmente liberato da Lucius lanciò una veloce occhiata in direzione di Blaise per assicurarsi che Angelina fosse ancora sana, salva e in grado di segnare qualche punto. Poi decise di passare al contrattacco. E non in senso difensivo nonostante le proteste di Baston che gli ordinavano di tornare in difesa. Volò veloce verso uno dei gemelli Weasley, forse Geroge… o Fred… non importa il chi, quello che ci importa è che capì al volo quello che Flitt aveva intenzione di fare. Quindi gli porse la mazza, Flitt la prese e si slanciò contro un Bolide colpendolo con tutta la sua forza e dirottandolo su Avery, che in quel momento aveva la palla. E lo colpì. Blaise afferrò la Pluffa, e fece qualche passaggio con Angelina, finché lei spinta dal desiderio di vendetta verso Bellatrix fece un tiro ad effetto verso gli anelli, e di nuovo fu goal. 20 a 10 per le Piattole.

Ma la partita non sarebbe durata ancora per molto. Si notava benissimo che i due Cercatori avevano finalmente avvistato il boccino.

Mootai fu il primo a vederlo. Draco era in svantaggio, ma trattenne Mootai per la scopa e il Boccino di rimise a distanza di sicurezza dalla mano del nostro Cercatore.

-         Che fai? – urlò Mootai. – Sei antisportivo! -.

-         Tzè! – replicò DD. – Antisportivo un corno! Vai Draco, attacca e conquista Hermione! -.

Infatti per loro questo significava prendere quel boccino. Elevarsi sull’altro, sapendo che Hermione li guardava e che probabilmente sarebbe rimasta col vincitore di quella sfida. Lo trovate ridicolo?

Anch’io…

Evidentemente loro non molto, perché continuarono a volare in direzione del Boccino, dandosi spintoni a vicenda. Di sicuro.

-         Hai tradito la tua fazione, Malfoy! – lo accusò Mootai.

-         E tu hai tradito la fiducia della Mezzosangue! – esclamò Draco. – Ho affrontato un gladiatore per lei, ho lanciato Maledizioni su pantere per lei, ho rinnegato i miei genitori per lei, non permetterò che sia tu a portarmela via proprio adesso! -.

-         Io non ho niente contro di lei! -.

-         La stavi portando da lui! – altro spintone da parte di Draco.

-         E chi ti ha mai detto che lui volesse farle del male? -.

Nessun glielo aveva detto. Aveva fatto tutto da solo.

-         Non dire sciocchezze. L’ha torturata! -.

-         Perché lei si è ribellata! – sbottò l’altro. – Lui voleva solamente chiederle di unirsi a noi. -.

A quelle parole Draco perse per mezzo secondo il controllo della scopa. Erano l’uno accanto.

-         È stata torturata. – ripeté Draco. – E nonostante questo tu stai ancora con lui? -.

-         È solamente una Mezzosangue. – minimizzò Mootai.

E più veloce e più forte di un bolide arrivò diretto un bel sinistro di Malfoy, che non aveva potuto trattenersi. Fantastico. Gli aveva rotto il naso. Ma non gliene importava molto. Anzi era contento di averlo fatto. Così imparava ad insultare la Granger.

-         PENSA AL BOCCINO! – sentì urlare da DD.

Si accorse che era quella parte della sua coscienza che fino a quel momento gli aveva permesso di mantenere il controllo della scopa… quindi DD poteva controllarlo, senza che se lui ne rendesse conto… la cosa non gli piacque ma non poteva pensarlo, perché DD l’avrebbe sentito, ne era sicuro. Per la prima volta da quando li aveva conosciuti diffidò da DD e AD, anche se non sapeva bene il perché.

Ma adesso non c’era il tempo per domande idiote. Adesso c’era solamente il tempo di prendere quel maledetto pezzo d’oro. Spronò la sua scopa e superò finalmente Mootai, che si sorprese da un tale impeto improvviso.

Tutti avevano il naso puntato in aria verso di lui.

Si alzò in piedi sulla scopa. In equilibrio precario. Rischiava di cadere. Ma doveva prendere il boccino. Doveva farlo perché quella era la partita di Quidditch del gioco. Baston contava su di lui. Doveva farlo per mostrare a Hermione quello che lei significava per lui. Doveva farlo per salvare Harry Potter e la speranza che rappresentava. Doveva farlo per sconfiggere me e quello che rappresentavo…

-         Questo è per te, Hermione Jane Granger! -.

Spiccò un salto, con le braccia tese. Il suo stemma di Serpeverde si illuminò sulla sua divisa. Afferrò il boccino.

E dopo fu Hogwarts.

 

Ed ecco che vi lascio con grandi interrogativi, credo. Non temete!!! Il prossimo capitolo contiene tutte le risposte… magari se nelle recensioni mi scrivete le domande vedo di infilare anche quelle, per chiarire meglio… insomma siete tutti un po’ partecipi del prossimo capitolo… che, purtroppo (o per fortuna, dipende se la storia vi piace o no) sarà l’ultimo… o forse il penultimo, se decido di scrivere anche un epilogo... lo so che ho detto la stessa cosa anche 6 capitoli fa e invece sono ancora qui a rompere con la storia… ma questa volta sono seria…

Spero in ogni modo che questo capitolo vi sia piaciuto. Secondo me la partita era una po’ (ok, molto) banale ma il progetto originale la prevedeva e non me la sentivo di cambiare. Ho voluto inoltre provare a cambiare stile, infilando in mezzo la cronaca della partita, ispirandomi alle cronache delle gare di F1 (avevo in mente la voce di quei commentatori mentre scrivevo xD).

Ma basta parlare. Ho parlato anche troppo.

Lasciamo che siano i miei ringraziamenti a parlare.

-         IaiaMalfoy_4ever: aggiornato il prima possibile! Spero che questa specie di “sfida collettiva” del gioco ti sia piaciuta!!! Sono curiosa di sapere cosa ne pensi!!! Bacio!

-         DamaArwen88: Mootai ha perso. Game Over. Ha fatto perdere l’intera squadra… povero Mootai. Non vorrei essere nei suoi panni… immagino la reazione del Signore Oscuro… nel prossimo capitolo ovviamente! Intanto dimmi che ne pensi di questo!!! Bacio!

-         Fedy94: grazie 1000!!! Sì… beh sono le idee folli che mi vengono sotto la doccia… xD… Sono contenta che tu abbia riso in alcuni pezzi, e che tu sia riuscita ad apprezzare anche la serietà di questa storia… che comunque sì, prende tempo e fatica abbastanza, più che altro per inventare tutta questa roba, e poi la fatica di metterla per iscritto (che pigra che sono xD). Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Grazie ancora! Bacio!

-         Luna 91: ho letto la tua fan fiction, mi piace!!! Poi volevo dirti che sì, Lucius io me lo immagino innamorato di Narcissa… innamorato in un modo tutto suo però, impenetrabile. Spero che ti sia piaciuto questo capitolo!!! Bacio!!!

-         Diddola: non ti saresti aspettata una cosa del genere? Ti dirò la verità… nemmeno io. Mi è venuta l’ispirazione perché mentre scrivevo su i-Tunes è partita la colonna sonora del Gladiatore e mi sono lasciata un po’ trascinare… e perché io amo la Roma antica!!! Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto!!! Bacio!!!

-         Myki: oh! Finalmente!!! XD sei una veggente Marti, riesci a prevedere i miei commenti! XD Certo che ci infilo Roma. Sono coerente e fedele io. Sono contenta che ti sia piaciuto come ho rappresentato la situazione di Draco e il personaggio di Lucius. Spero che in questo capitolo ti piaccia!!! Bacio!!!

-         Ki_chan: si solleva un mistero su DD… eheh… spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Bacio!!!

E inoltre grazie 1000 a tutti coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti!!!

Alla prossima,

@matrix@

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Capitolo 14
*** Grifonverde e Serpedoro ***


Capitolo 14

Capitolo 14

Grifonverde e Serpedoro

 

Ufficio di Silente.

I presidi osservavano curiosi quell’orda di studenti Materializzatisi all’improvviso nell’ufficio.

Erano tutti lì, Blaise, Draco, i Weasley, la Spinnet, la Johnsonn, la Granger, Flitt, la Delacour, Baston, la Lovegood e Paciock, e… beh… Potter, tutti con la confusione più assoluta dipinta sul volto.

L’unico tranquillo era Silente, che anzi, sorrideva amabilmente nella direzione dei ragazzi.

Prima accarezzò la sua fenice assassina-di-poveri-basilischi-innocenti e poi si sedette dietro la sua scrivania tra lo sgomento generale.

Perse un’altra manciata di secondi per osservare bene le facce di ciascuno di quei ragazzi. Non sembrava intenzionato a voler dare spiegazioni.

-          Ehm… professore…? – provò Potter, mentre Silente metteva un pensiero nel Pensatoio.

-          Dimmi, Harry. -.

-          Volevo dire… insomma… non crede di doverci dare delle spiegazioni? –.

Silente sembrò accorgersi solo allora della folla di ragazzi, studenti ed ex-student,i nel suo ufficio.

-          Sì, suppongo. – ammise lui. – Bene, immagino che vogliate sapere come mai adesso siamo qui. -.

Tutti annuirono contemporaneamente.

-          Molto bene. Sarò sintetico. La signorina Parkinson, come molti di voi avranno notato ha stabilito le regole del gioco. – fece una pausa ad effetto. – Le prove del gioco non sono mai casuali. Mai. Lei ha creato il gioco e sapeva che al suo turno, signor Baston, lei sarebbe capitato sulla casella del Quidditch. -.

-          Ma… - Flitt si sentì messo davanti.

-          Sarebbe capitato anche lei su quella casella, signor Flitt. – aggiunse Silente. – Pansy non poteva sapere chi  il gioco avrebbe chiamato per primo tra lei e il signor Baston. Ad ogni modo ha creato una nuova regola: il boccino si sarebbe trasformato in una Passaporta per Hogwarts al tocco del signor Malfoy, o a quello tuo, Harry. -.

L’unico rumore era quello del silenzio in tutta la stanza. - Pansy era sicura che avreste avuto 2 possibilità: sia Baston sia Flitt sarebbero capitati sulla casella del Quidditch. E sapeva che come Cercatori avreste scelto o Draco o Harry. Sperava che almeno uno dei due, in una delle due partite, riuscisse a prendere il boccino. -.

E così quella era stata la mossa di Pansy. Il piano di Pansy fin dall’inizio per permettere a tutti di tornare indietro.

-          Ma il mondo magico… - provò ad obbiettare Arlecchino Weasley.

-          Signor Weasley, crede davvero che la signorina Parkinson avrebbe lasciato che il destino del mondo magico si giocasse in questo modo? -.

Tutti si guardarono, ammirando dentro di loro la furbizia di quella ragazza che era riuscita ad ingannare tutti, Lord Voldemort compreso. E quella ragazza in quel momento non era lì con loro. Quella ragazza non c’era.

-          Dov’è Pansy? – domandò Blaise.

Tutti abbassarono la testa.

-          DOV’E’ PANSY? – urlò.

Zabini che perdeva la calma, una cosa più unica che rara. Draco gli appoggiò la mano sulla spalla.

-          Mi dispiace Blaise. -.

Zabini li guardò tutti con nello sguardo il disgusto, la rabbia e il disprezzo allo stato puro. Sapeva che di lì a poco avrebbe completamente perso il controllo. Se ne andò, sbattendo la porta, cercando un posto dove nessuno lo avrebbe mai trovato.

Ma per noi l’interrogativo resta aperto, bambini. Dov’era la Parkinson?

 

Pansy cadde a terra, sulla sabbia, e il gioco sparì. I miei Mangiamorte non ebbero bisogno delle spiegazioni di un vecchio per capire quello che era successo.

-          CRUCIO! – la voce di Bellatrix echeggiò per tutta l’isola, seguita dalle urla della ragazza. – Ci hai traditi, infame! CRUCIOCRUCIOCRUCIO! -.

Quella volta Pansy non reagì neppure. Aveva perso tutte le forze per reagire. Ormai aveva messo tutti al sicuro, creando quella Passaporta, e il gioco l’aveva stremata. Non piangeva. Non reagiva. Non urlava. Era come se fosse morta… morta?!?

-          Basta così, Trix! – la fermò Narcissa.

Lei si voltò verso di lei, con gli occhi che la stavano sbeffeggiando. – Che c’è, sorellina? Questa non è il tuo Dracuccio. -.

-          Ascoltala, Bella. – intervenni.

-          Ma mio Signore… - questa volta appariva risentita.

Lucius Malfoy con passo cadenzato e veloce si avvicinò a Pansy, che non osava neppure pensare a quello che Lucius stava per farle… beh, anche se ci avesse pensato, mai e poi mai avrebbe indovinato quello che in realtà fece: la prese in braccio, sollevandola da terra.

-          Andiamo, Narcissa. – disse solamente rivolgendosi alla moglie, per poi rientrare nella loro tenda, lasciandoci tutti sgomenti.

Anche se devo dire che Bellatrix più che sgomenta sembrava offesa. – E tu non fai… - cominciò a protestare… ne avevo abbastanza di lei che contestava sempre le mie decisioni.

-          … Bellatrix. – la zittii – Ma tu non stai mai zitta? -.

-          Ma… ma… - era senza parole.

-          Non mi risulta, Bella, che ci sia una Signora Oscura. Io sono rimasto alla presenza del Signore Oscuro. E il Signore Oscuro sono io. Quindi comando io! Sgomberate il campo! E occupatevi di Mootai, che ci ha fatto perdere. -.

La mollai lì in quel modo, ed entrai nella tenda di Lucius e Narcissa.

Erano seduti tutti e due intorno al letto su cui era sdraiata Pansy.

-          Ha preso in giro il Signore Oscuro. – ricordai loro.

-          Lo sappiamo. – replicò Narcissa. – Ma ha salvato il nostro matrimonio. Il minimo che possiamo fare adesso è ricambiare. Un Malfoy è sempre di parola. – e così la dolce Cissy si sentiva di nuovo una Malfoy…

-          E la parola che avete dato a me? … Lucius? – mi appellai a lui e al suo buon senso.

Lucius sembrò vagamente indeciso. Alla fine parlò, in tono pacato, quasi stanco, col suo ghigno tirato sulla faccia. – Io dico che è un peccato sciupare sangue puro appartenente ad una Purosangue così intelligente. E come si dice… se non puoi batterla… -.

Incrinai la bocca in quello che si poteva spacciare per un sorriso. Era sempre stato bravo Lucius a trovare scuse e scorciatoie.

-          Riportatela a Hogwarts non appena torneremo in Inghilterra. – conclusi. – Ma prima… - mi avvicinai a Pansy.

Potevo fare altrimenti? Aveva ragione Lucius: se non potevo batterla dovevo unirmi a lei. Era furba. Spietata. Intelligente. Ma soprattutto diabolica. Una Mangiamorte insomma.

E il Marchio Nero da quel giorno spiccò sul suo braccio.

 

Silente stava ancora fissando la porta che Blaise aveva sbattuto.

-          Bene. – concluse. – Desidero che adesso tutti voi usciate, e torniate nei vostri dormitori. Chi non è più in questa scuola può benissimo restare a pranzo e a cena da noi se lo desidera. -.

Annuirono e tutti uscirono. – Eccetto lei, signorina Granger. Desidero parlare con lei. E se tra mezz’ora, signor Malfoy, vuol farmi la cortesia di tornare nel mio ufficio sarebbe molto gentile. -.

Tutti uscirono.

La Mezzosangue rimase.

-          Si sieda, signorina Granger. – la invitò Silente.

Lei accettò il suo invito e lui proseguì. – Qualcosa nella sua prova l’ha turbata, vero? -.

-          Sì, signore. -.

-          Che cosa di preciso? -.

Prese fiato. Era lungo e complicato da spiegare. – Lei prima ha detto che le prova del gioco non sono casuali. L’ho pensato anch’io quando stavo giocando. – fece una pausa. – Io credo che passare quei giorni con Draco mi abbia cambiata. Forse più di quello che anch’io penso. È cominciato tutto da quando ho… - doveva riuscire ad ammetterlo a se stessa prima che dirlo a Silente… prima di notte, magari, Mezzosangue... – … quando ho lanciato la Maledizione Imperius. Mai e poi mai avrei lanciato una Maledizione Senza Perdono prima. E la cosa brutta è che… che… -.

-          Che non si è pentita, signorina Granger. – concluse Silente per lei.

Ovvio che non si è pentita! Non ci si può pentire delle Maledizioni, semplicemente per il fatto che siccome sono Senza Perdono prima di commetterle bisogna pensarci bene… e se ci si pensa bene saremo sempre convinti di avere fatto bene… o almeno IO sono sempre convinto di aver fatto bene!

E la Granger proseguì. – Poi nel gioco. Il mio animo da Grifone si è separato dal mio corpo… e mi ha uccisa. Mi sono salvata solamente perché ho agito d’istinto. Cioè… ho riflettuto certo, altrimenti non sarei mai arrivata a capire come rompere gli specchi. Però… la mia essenza Grifondoro mi ha uccisa. – fece un’altra pausa. – Quando ero nella foresta, prima che quella squinternata di Bellatrix intervenisse, Voldemort mi aveva fatto una domanda. Mi aveva chiesto di unirmi a lui. – fece un’altra pausa. – Io non gli ho risposto. – concluse.

Silente la guardò, ma nei suoi occhi non c’era accusa, non c’era rimprovero. C’era comprensione. – E adesso lei saprebbe rispondere a quella domanda, signorina Granger? -.

Hermione scosse la testa. – Non dopo il gioco. Professore sono Grifondoro o Serpeverde? Non lo so più. – sospirò. – Professore io continuerò a stare dalla parte di Harry. Perché è un mio amico… ma io e Voldemort… -.

-          … siete simili. – confermò Silente. – Tuttavia non siete la stessa persona, ed essere Serpeverde non significa essere Tom Riddle, come essere Grifondoro non significa essere Harry Potter. -.

Lei annuì, abbassando lo sguardo. Quel dubbio la rodeva dentro.

-          E di Mootai che mi dice? -.

-          Mootai. – sorrise lei. – Mi ha tradita. Mi ero presa una cotta, da stupida che sono. Forse l’ho fatto solamente per non voler riconoscere di amare Draco Malfoy. Per non riconoscere di essere simile a lui. Invece è stato proprio Mootai che mi ha portato sulla strada della Maledizione. Quel giorno per me è cambiato tutto. -.

Silente annuì nuovamente. Mi sembrava ovvio che non volesse dare la risposta alla Mezzosangue. Doveva arrivarci da sola.

-          Può andare. – le disse solamente.

La Granger si alzò, e uscì.

 

Mentre Hermione e Silente parlavano, Draco era corso alla torre di Astronomia, sicuro di trovarci Blaise.

-          Che vuoi? – Blaise stava guardando fuori.

-          Blaise… -.

Ma lui scosse la testa, non degnandolo nemmeno di un’occhiata. - È stata colpa tua Dray. – gli disse, mantenendo la calma. – Se tu non ti fossi innamorato della Granger tutto questo non sarebbe successo. Non ci saremmo ribellati al Signore Oscuro, tu e i tuoi genitori sareste ancora una famiglia, Pansy non avrebbe avuto il cuore spezzato. -.

-          Sei ingiusto Blay. Sai perfettamente che sarebbe accaduto lo stesso. Che ci sarebbe stato uno scontro. E che Pansy probabilmente sarebbe morta. -.

-          E adesso che mi dici? – si voltò finalmente verso di lui. – Credi che sia viva? -.

Draco si fermò a pensare. – Sì. – rispose infine. – Sono sicuro che sia viva. -.

Blaise tornò a guardare fuori. – Spero che sia così. -.

-          Mi dispiace davvero. Lo sai. -.

-          Lo so. – assicurò quello. – Scusami. Non volevo darti la colpa. -.

In realtà era fermamente convinto di quello che aveva detto, ma non voleva perdere anche l’amicizia di Draco. – Inoltre sei cambiato in questi giorni Dray. Se in meglio o in peggio ancora non so. -.

-          Nemmeno io. – ammise lui. – Infatti andrò a parlarne con Silente. -.

-          Fai bene. -.

E con quello Draco capì che la conversazione era chiusa. Che Zabini voleva essere lasciato solo. Ed esaudì la richiesta dell’amico.

Trovò che Silente lo aspettava. Hermione era sparita. Ma forse era meglio così. Silente lo invitò ad accomodarsi e Draco si sedette.

Silente aspettava. Era Malfoy che doveva cominciare a parlare. Dopo 5 minuti di silenzio assoluto fu chiaro anche a Draco che doveva essere lui a cominciare… sveglio il ragazzo, non c’è che dire…

-          Ho parlato con Blaise. – esordì. – Ha detto che sono cambiato in questi giorni. Se in meglio o in peggio ancora non sa. – fece una pausa. – E gli ho risposto che nemmeno io lo so. Io non lo so. Fino a pochi giorni fa ero Draco Malfoy, il principe delle Serpi, il ragazzo più bello e ammirato della scuola (nota di Nonno: e ancora una volta Draco Malfoy fa sfoggio della sua innata modestia..), di nobile famiglia Purosangue. E adesso chi sono, professore? -.

Silente non rispose, perché Draco non aveva ancora finito. - È colpa della Mezzosangue! Avrei dovuto lasciarla precipitare sull’isola, lasciarla alla mercé delle pantere, e invece che ho fatto? L’eroe! A volte è stressante essere eroi… -.

… anche a distanza di anni non posso ancora credere che abbia detto a Silente una cosa del genere. E che Silente non abbia sottolineato l’ego smisurato di quel ragazzo… e poi a me si fanno tante storie se mi definisco l’Alto Bellissimo Magnifico Sua Intelligenza Suprema il Signore Oscuro Lord Voldemort…

-          E poi le mie due coscienze. Non sapevo neppure di averle! -.

-          Coscienze hai detto? – Silente si fece più interessato.

-          Sì. – confermò Draco. – Sa quei due esseri a forma di diavolo e angelo che si trovano sulle nostre spalle quando meno le vorremmo? Ecco, quelle. -.

Silente sembrò farsi più interessato e attento al discorso di Draco. – Durante la partita mi sono reso conto che sono loro due a controllarmi senza che io me ne renda conto. Probabilmente anche quello che sto dicendo adesso è solamente un discorso che DD sta dettando nella mia testa. -.

-          DD? -.

-          DracoDiavolo. È così che l’ho chiamato. -.

-          Capisco. -.

-          E anche durante la prima prova del gioco. Sempre DD mi ha detto che dovrei essere meno Serpe ogni tanto e più Grifone… - sbuffò. – E io non so più se sono Serpe o Grifone… quella Mezzosangue mi ha fatto sentire così… così… lontano da Serpeverde… -.

Silente approfittò della pausa. – O forse vicino più che mai. -.

-          Che cosa intende? -.

-          In realtà io credo che DD non fosse altro che il suo spirito Serpeverde, e l’angelo il suo spirito Grifondoro. -.

-          Ma è stato DD a spingermi ad essere più Grifone… -.

-          E lei come ha reagito? -.

-          Ehm… - arrossì. – Mi sono arrabbiato. E alla fine ho dovuto lo stesso affrontare il Gladiatore. -.

Il vecchio preside sorrise… che aveva da sorridere? Un suo studente aveva una crisi esistenziale e lui sorrideva!

        DD lo sapeva che avresti reagito così. Hai reagito come un Serpeverde avrebbe reagito. -.

Draco si fermò a pensare a quelle parole, e non poté contraddirle. Silente aveva ragione. AD era quello che lo aveva spinto verso l’amore per la Mezzosangue. Il suo lato Grifondoro. DD invece lo aveva sempre spinto ad agire come un Serpeverde: anche durante il corpo a corpo e la partita. Durante la partita soprattutto: DD credeva che se lui avesse preso il boccino lei lo avrebbe amato perché lo avrebbe visto nuovamente come l’eroe della situazione. Era un ragionamento Serpeverde. Ecco perché Hermione non riusciva a capire quell’attaccamento al Boccino... invece lo aveva previsto Pansy, aveva previsto questo ragionamento della mentalità Serpeverde.  Quanto a Mootai, lui voleva il Boccino solamente per Lord Voldemort, e per la Mezzosangue per farle vedere quanto valeva, non perché la voleva. Era un ragionamento di fondo diverso.

DD e AD riuscivano a controllarlo perché erano lui nelle sue due essenze principali. Si chiese che confusione quelli che dentro di loro avevano un po’ tutte e quattro le Case… 4 coscienze sarebbero state dure da sostenere.

-          Professore, ma questo significherebbe che dentro di me sono sia Grifondoro sia Serpeverde. Non risolve il mio dubbio. Chi sono io? -.

-          Non penso di poterti dare una risposta. Solo tu puoi saperlo. -.

Draco si alzò. – E le mie coscienze? -.

Silente sospirò. – Vedi Draco, io credo che la Signorina Parkinson abbia voluto aiutare te e la signoria Granger con quelle prove. Anche lei ha i suoi stessi dubbi al momento. -.

-          Pansy l’ha fatto apposta? -.

-          Sì. Sono convinto di sì. Voleva che capiste chi eravate davvero. Per capire se eravate davvero uniti. Quanto alle coscienze, anche loro sono entrate in confusione. Volevano che tu inquadrassi la problematica. Una di loro sparirà non appena capirai chi sei, e l’altra sarai tu stesso. -.

Draco annuì. Erano gravi parole quelle di Silente.

Uscì dal suo ufficio, e appoggiata al muro trovò la Mezzosangue.

-          Granger! -.

-          Malfoy! -.

Dopo questo freddo inizio si dissero quello che avevano scoperto, andando fino al Lago Nero.

-          Che ne dici? – domandò Hermione.

-          Penso che dovremo riflettere molto bene su quello che ci è successo. – rispose Draco.

-          E su di noi? -.

Draco scosse la testa. – Credo che sia meglio se non ci vediamo per un po’… -.

La Mezzosangue annuì. Era quello che pensava anche lei. Tuttavia non poté trattenere le lacrime e corse via, piangendo, lasciando lui lì, da solo, sulla riva del Lago Nero.

La Granger smise presto di piangere, perché doveva capire chi era. Per la prima volta quel rosso e oro nella sua stanza sembrava soffocarla. Non era a casa sua lì.

Quella notte non riuscì a prendere sonno. Si rigirava tra le coperte e la sua mente pensava solamente a Draco… Velocemente si infilò la camicia da notte blu con le stelle argentate, le pantofole con l’orsacchiotto e silenziosamente scese in Sala Comune. Nessuno. Bene. Il piano procedeva alla grande. Uscì dalla Sala Comune di Grifondoro, diretta verso quella di Serpeverde. Raggiunse i sotterranei, sperando di non essere beccata da nessuno. Arrivò alla Sala Comune dei Serpeverde. Adesso le mancava solamente la parola d’ordine.

-          Ehm… avada kedavra? – provò, poco convinta.

La parete non sì aprì. – Allora… viva il Signore Oscuro? -.

Nemmeno… però ora che ci penso avrebbe potuto essere una grande parola d’ordine!!!

-          Il fine giustifica i mezzi? Crucio? Riso soffiato? -.

La porta si aprì. Non so dirvi se si fosse aperta perché la parola d’ordine era realmente “Riso soffiato” (e ne dubito), oppure perché qualcuno l’aveva aperta dall’interno. Quel qualcuno era biondo, e stava ghignando verso la Mezzosangue.

-          Come mai qui, Granger? – le domandò.

-          Io non… -.

-          … riuscivo a dormire… - continuò lui.

-          … senza di te. – finì lei. – Draco… io credo di aver capito chi siamo alla fine. Forse siamo Grifonverde… -.

-          … e Serpedoro. – concluse lui. Ci aveva pensato.

-          Possiamo essere tutte e due le cose contemporaneamente, no? Grifondoro e Serpeverde, insieme. -.

Draco scosse la testa e le mise le spalle al muro.

-          Non so se possiamo esserlo, Grifonverde. – le rispose. – Ma possiamo provarci. -.

Si avvicinò a lei sempre di più, sempre di più, sempre di più, fino ad arrivare con labbra quasi su quelle di lei, e poi… e poi… e poi scusate, tra parentesi, nessuno vi ha insegnato che non è bello impicciarsi dei fatti privati altrui???

 

Eccco finito!!! Questo capitolo con molta poca azione (sniff…) e molte spiegazioni, che erano doverose. A questo proposito non pensate che abbia intenzione di mollare la ff in questo modo. Infatti è in cantiere un epilogo… ovviamente se avere domande da fare questo è il momento giusto, perché le risposte verranno integrate direttamente nell’epilogo.

Passiamo adesso ai ringraziamenti per tutte voi meraviglie che recensite questa ff che ormai sta per finire…

        Diddola: davvero ti ritrovi anche tu con un DD e un AD??? WOW!!! *__* Grazie 1000 per la recensione. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Bacio!!!

        IaiaMalfoy_4ever: grazieeee!!! Ho aggiornato il prima possibile (e il prima possibile mi rimetterò in pari con la tua storia L)… spero che queste spiegazioni ti abbiano soddisfatta, e che il capitolo ti sia piaciuto!!! Bacio!!!

        DamaArwen88: come vedi mia cara Dama, mi hai convinta: questa storia avrà un epilogo. Grazie mille per la recensione, e spero che tu abbia gradito anche questo capitolo!!! Bacio!!!

        Zukkyna: grazieeee 1000!!! Sono contenta che ti sia piaciuta la mia ff… nemmeno io ero una fan delle Draco-Hermione… ma alla fine mi sono piaciute talmente tanto da decidere di scriverne una… spero di aver risposto a tutte le tue domande… in caso contrario segnalamele. Spero in ogni caso che ti piaccia questo capitolo. Bacio!!!

        Myki: dalla pubblicità dei Ringo in realtà… eheh… Do you Ringo? Ok... basta. Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e spero che apprezzerai anche questo, dove ho risposto alle tue domande… Bacio Marty!!!

        Mary0094: Voldemort non è antipatico... e solamente incompreso… xD. Scherzo, ovviamente. Grazie per la recensione, mi ha fatto piacere! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Bacio!!!

        Tigerlily: perdono? Tu chiedi a me perdono? Dopo quello che hai fatto domenica per me altro che perdono, una statua ti concedo!!! Beh… Lucius non è esattamente una cima… Sì, Bella è ovunque… è il sostrato… però Voldemort batte anche quello. Io NON sono fissata con l’Impero Romano!!! Grazie per la recensione, spero ti piaccia anche questo capitolo!!! Bacio!!!

        Luna91: grazie molte!!! Beh… il Quidditch è uno sport che foga parecchio!! XD Ed è ovvio che per Serpeverde giocare sporco dà più gusto!!! Spero ti sia piaciuto questo capitolo!!! Bacio!!!

Grazie anche a coloro che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti!!!

Alla prossima,

@matrix@

 

 

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Capitolo 15
*** Time After Time ***


Capitolo 15

Epilogo:

Time after Time

 

Prima di tutto faccio uno spoiler importantissimo su quest’epilogo: non dirò come finirà la guerra tra Harry e Voldemort…

Inoltre è raccontato dal punto di vista di un altro personaggio che ha riscosso un discreto successo… mentre i ringraziamenti in fondo sono interamente gestiti da due piccole coscienze di nostra conoscenza…

Spero come sempre che questo epilogo vi soddisfi, anche se alla fine non do una vera e propria risposta… mi piace lasciare spazio alla vostra immaginazione…

Bacione,

@matrix@

 

È passato molto tempo da quando si è svolta questa storia. E sono passati anni da quando mio nonno ce la raccontò in una notte. Adesso io ho 17 anni.

È morto nostro nonno, 6 anni fa. Era vecchio ormai. Avevo 11 anni. Fu un trauma per me la morte del mio nonno ET. Ma la morte fa parte della vita ed è stupido averne paura.

Nel frattempo sono cresciuta e a 11 anni finalmente scoprii il vero significato dei Mangiamorte e di quello strano tatuaggio che i componenti grandi della mia famiglia avevano sul braccio. Un significato di morte orribile.

Eppure a volte penso a come sarebbe stata la mia vita senza di lui. Senza mio nonno Tom. È lui che mi ha insegnato quello che so, è lui che diceva che ero la più dotata della famiglia, che avevo ereditato la freddezza di mio padre e l’intelligenza di mia madre.

Tom Riddle per me non era Voldemort. Non lo è mai stato. È sempre stato nonno ET.

Mi alzo dal letto e guardo i drappeggi verde e argento del mio dormitorio.

Serpeverde.

Chi avrebbe mai detto che Minerva Malfoy sarebbe finita a Serpeverde? Eheh… tutti quanti, scommetto.

I miei fratelli invece erano in case diverse: Lucius in Tassorosso, e Sirius in Corvonero. Non chiedetemi come sia stato possibile… soprattutto mio fratello Lucius… come si fa a finire a Tassorosso??? Io non ci sarei finita neppure se mi ci fossi messa di impegno… dico, Tassorosso… Insomma, io mi sono sempre sentita Serpeverde. Avete presente quando sentite dentro di voi di appartenere ad una Casa? Ecco per me è così per Serpeverde. Serpeverde inside avete presente?

Credo che per mio padre e per mio nonno sia stata la stessa cosa. Ci sentiamo Serpi e fine della questione.

Ricordo perfettamente quella notte. La notte in cui il mio amato nonno ci raccontò la storia di Hermione Granger e Draco Malfoy come mai aveva fatto prima. E non eravamo soli quella volta. C’era anche un altro uomo, e il suo nome era Mootai.

Dopo che mio nonno finì di raccontare la sua storia mi ricordo che ci mandò tutti quanti a dormire sempre con quel suo tono un po’ burbero e un po’ ironico. Fu mio padre che ci portò a letto, mentre mia madre rimase con Mootai. Lui le chiedeva di non mandarlo via in quel modo. Le diceva che non era vero che era solamente una Mezzosangue. Lei gli rispondeva che era finita. Che amava Draco e che ormai lo aveva sposato e aveva avuto noi. Era tutto quello che voleva.

 

-         Ma allora Hermione che farò io? Andrò a dormire sotto i ponti? -.

-         Oh, vedere le stelle dalle rive del Tamigi non è poi così male. -.

-         Herm… -.

-         Non chiamarmi Herm, Mootai. Mi domando con quale coraggio tu stasera sia venuto qui da me a chiedermi di ospitarti. -.

-         Mione… -.

Lei scosse la testa ed aprì la porta. – Fuori! -.

Io mi ero affacciata, sfuggita a mio padre, che mi inseguiva. Vidi che quell’uomo stringeva forte i polsi di mia madre. E poi d’un tratto si irrigidì. Ero concentratissima. Stavo lanciando un’Imperius col pensiero. Mia madre e mio padre mi guardavano a metà tra lo stupito e lo spaventato. I miei fratelli erano accorsi e mi guardavano ammirati. Gli occhi di mio nonno traboccavano di orgoglio.

-         E da adesso brutto cattivo – mi rivolsi a Mootai. – farai tutto quello che ti dirò io. -.

 

Furono inutili i tentativi dei miei genitori per convincermi che ero troppo giovane per avere un maggiordomo. Ma mio nonno ancora una volta mi appoggiò e non volle sentire storie. Sorrisi al ricordo.

Adesso sono seduta sul davanzale interno di una finestra della mia camera, che guardo fuori. È bellissimo, perché la mia camera è proprio nel Lago. Ogni tanto vedo anche le Sirene, che all’inizio erano infastidite dal mio continuo osservarle ma ormai ci avevano fatto l’abitudine.

-         Mootai! – esclamai.

Mootai fu subito lì da me… beh, lo ammetto, mi piaceva avere un maggiordomo personale… Serpeverde inside, ricordate?

-         Ditemi signorina. -.

-         Mootai, prendimi la lettera di Pansy per favore. -.

Me la portò e poi si accucciò nel suo sacco a pelo ai piedi del mio letto, coprendosi col Mantello dell’Invisibilità… stupide regole, non prevedevano che gli studenti fossero dotati di maggiordomi personali…

Guardai quel pezzo di carta. Aveva 6 anni. Era fissato tra i fiori che Pansy Parkinson aveva posto sulla tomba monumentale del mio nonnino. Ero una bambina molto curiosa, e quindi la presi. La lessi. E poi non la rimisi mai sulla sua tomba.

Ogni tanto mi piaceva rileggerla.

 

Addio Tom.

Mi mancherai per tutto quello che hai fatto per me.

Mi mancherai perché mi salvasti quella mattina sulla spiaggia.

Mi mancherai perché hai pagato le spese del il mio matrimonio con Blaise.

Mi mancherai perché mi hai sempre fatto sentire tua figlia.

Almeno per quanto mi riguarda tu sarai sempre l’Unico Signore Oscuro.

Ti ho voluto bene come la figlia che non hai mai avuto.

Volevo lo sapessi.

Pansy

 

Pansy. Pansy alla fine si era sposata con Blaise e adesso sono felici insieme. Vivono in Francia, a Parigi, e hanno una figlia della mia età. Si chiama Nadine.

Siamo simili io e Pansy: entrambe dobbiamo qualcosa a mio nonno.

Inoltre siamo sempre state forti, e Pansy la sua forza l’ha dimostrata quando mio padre si è innamorato di mia madre.

Mia madre… lei non aveva mai risposto alla domanda di Voldemort. Unirsi a lui o meno? Non gli aveva mai risposto.

Guardai fuori dalla finestra. Che Hermione Jane Granger si fosse unita o meno alla schiera di Voldemort a nessuno era dato sapere. 

Che cosa aveva trovato mio nonno in mia madre?

Una Serpeverde pronta a unirsi a lui o una Grifondoro pronta a combatterlo? Oppure una Grifonverde destinata a cambiarlo?

Ai posteri l’ardua sentenza…

 

 

Fine

 

Santo Merlino… non sapere che fatica mettere la parola “fine” ad una storia che vede me come protagonista… come dite??? Io non sono il protagonista???

No, DD. Tu e le tue manie di protagonismo…

Parla quello… Comunque la scrittrice è veramente perfida… non solo non mi fa essere protagonista, ma mi molla anche con te a fare i ringraziamenti finali.

Dovrei essere io quello che si lamenta… ma visto che il tuo ego è spropositato comincio io a fare i ringraziamenti. Innanzi tutto grazie a coloro che hanno recensito l’ultimo capitolo:

-         IaiaMalfoy_4ever

-         Myki

-         Mary0094

-         DamaArwen88

-         Zukkyna

-         Diddola

-         Ki_chan

-         Micia95

-         Lenus

-         Tigerlily

E poi tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli e che poi hanno smesso: Valem, CissyMalfoy, hikaru_angelic, flydreamer, 8marta8, hocuspocus, Lady_Malfoy_4ever, magicrossy, cate, la mia Ewin, DreamGirl91, malfy, Hanon, Miky Jane Malfoy, uo chan, @-ele-@, Luna 91, fedy94. Grazie a tutti voi!!!

Beh, devo dire che molti di loro erano miei fans… chi è il migliore??? Moi!!! Becca becca becca AD!!! Muahahahahahah!!!

Invece di dire cose senza senso perché non ringrazi tutti quelli che ci hanno inseriti tra i preferiti?

Sono miei fans anche loro?

Probabilmente sì.

Allora con piacere!!!

- Angel for the Darkness
 - Angelgirl1993
 - chi_lo_sa
 - DamaArwen88
 - excel sana
 - Herm15
 - herm83
 - hermione rad
- iaiaMalfoy_4ever
 - KiaraRowling
 - ki_chan
 - kre92
 - lady_black
 - lelina
 - Lenus
 - Luna 91
 - mary0094
 - micia95
- Minerva Bellatrix
- Miss Black_Lady Riddle
 - MooN 89
 - myki
 - Nicky Granger
 - ra89
- ranyare
 - seall
- Selene_Malfoy
 - Shona
- the angelus
 - Tigerlily
 - tinky tinky
 - titti6493
 - tom13
 - uo chan
 - Valem
 - willina
- witchmelanie
 - XanaX

 

 

Grazie di cuore a tutti voi che ci avete reso vivi e apprezzati!!!

Sai una cosa AD?

Cosa?

Quasi mi dispiace che sia finita la storia? Potremo tornare in un’altra?

Beh… non posso escluderlo DD…

Allora… AD… lo facciamo insieme?

Cosa?

Secondo me tutta l’aria che buschi volando con quelle ali di seconda mano ti dà alla testa.

Ehy!!!

Il saluto finale, razza di angelo spennato!!! Che cosa se no?

Oh, beh… allora se si tratta di quello…

Ciao a tutti!!!

 

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