RINASCITA

di Fee17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ANGELO ***
Capitolo 2: *** L'ARRIVO ***
Capitolo 3: *** SHOPPING!!!!!!!!!!! ***
Capitolo 4: *** TANDEM ***
Capitolo 5: *** PREPERATIVI ***
Capitolo 6: *** Festa!!!!!!!! ***
Capitolo 7: *** REVENGE ***
Capitolo 8: *** TI VOGLIO BENE MAMMA ***
Capitolo 9: *** ICH LIEBE DICH ***
Capitolo 10: *** USCITA A 4 ***
Capitolo 11: *** IN DIE NACHT ***
Capitolo 12: *** ADDIO ***
Capitolo 13: *** IL CONCERTO ***
Capitolo 14: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** L'ANGELO ***


I tokio hotel non mi appartengono e non voglio dare rappresentazione veriteria dei loro caratteri ne tanto meno offendere qualcuno, non scrivo a scopo di lucro. E' tutto frutto della mia fantasia. Ok questa è la prima volta che scrivo una fan fiction, non so come mi sia venuto in mente di iniziare, semplicemente ho avuto una sorta di ispirazione ascoltando le canzoni dei Tokio. Ne ho citate 2: la prima è Schrei, la seconda è Scream. Sono nervosa, non sapevo se avrei mai trovato il coraggio di pubblicarla un giorno, ma ormai è fatta e non si può più tornare in dietro. Spero di non annoiarvi troppo.

 

 

 

„Du stehst auf
Und kriegst gesagt wohin du gehen sollst
Wenn du da bist
Hörst du auch noch was du denken sollst
Danke das war mal wieder echt´n geiler Tag
Du sagst nichts
Schrei Und keiner fragt dich
Sag mal willst du das „

Sulle note di questa canzone un altro maledetto lunedì spalancò le sue porte di fronte a me. Odiavo quel gruppo idiota seguito da ragazzine altrettanto idiote, i … si … insomma i Tokio Hotel….

 Forse ero l’unica alla quale in questo periodo non venisse subito in mente il nome di quei 4 ragazzetti tutti piercing e tatuaggi. Ma quella canzone alla fine non mi dispiaceva più di tanto. Quell’istrice dotato di microfono era riuscito a cantare le sensazioni che provavo ogni lunedì mattina.

Come di consueto raccolsi i miei capelli increspati e gonfiati dall’umido invernale in una coda alta, indossai jeans e maglione largo, bevvi contro voglia la solita tazza di caffè, detti qualche morso ad un biscotto e mi incamminai verso la tortura quotidiana.

Varcai il cancello di scuola e mi feci spazio tra quella massa di galline a galletti che interagiva ipocritamente come ogni mattina.

La specie femminile è contraddistinta da ballerine di ogni colore, jeans rigorosamente firmati, se non ostenti la tua ricchezza del resto , come puoi frequentare una scuola privata? Giacchettine striminzite, che non ho mai capito come potessero sopportare dati i 5 gradi perenni della stagione, e messa in piega caratterizzata da frangia sopra gli occhi. In fondo mica gli servivano quegli organi? Cioè: di sicuro non per studiare… E ovviamente l’immancabile sigaretta che ognuna di loro si portava alle labbra con fare da diva come per dire: guardate come sono favolosa! So persino fumare!

Poi arrivano loro: gli appartenenti alla specie maschile… Con fare barcollante si avvicinano alle porte dell’ edificio individui strafottenti con occhiali da sole che non spariscono nemmeno se un nubifragio si abbatte sulla città, jeans che si fermano sotto le natiche coperte da mutande stragriffate e stessa frangia ripresa dalla specie femminile alla quale ormai sono sempre più simili…

“Watch out! Stay awake, they're lurking
Obsess you, they are always working
Promising everything you never asked for
And one day it'll be too late and you'll beg for more “


Quella mattina questa massa omologata emanava un brusio più fastidioso del solito…

Che cosa c’era di importante da raccontarsi? Qualcuno si era fatto la manicure? Qualcuno aveva la macchina nuova da sfoggiare? O semplicemente qualcuno si era spezzato un’unghia?

AHHHHHHHHHHHHHHHH nooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!

Ora ricordo! L’ istrice che ho menzionato prima verrà a frequentare questa scuola per un mese! O mio Dio… Herr Bill Kaulitz, cantante dei Tokio Hotel se ne rimarrà qui per studiare inglese e italiano data la mediocrità dei suoi discorsi in pubblico durante i concerti inspiegabilmente sempre sold out…Ma cercherò di non pensarci fino a quando non mi sarà più possibile. Ma in fondo manca ancora qualche settimana al fatidico giorno, anche se per le galline è come se già lui fosse qui.

Purtroppo il nostro istituto è uno dei più prestigiosi in Italia e la “venue” del concerto è poco distante da qui.

A stento raggiungo la mia classe e per mia sfortuna incrocio gli occhi di Linda che sono gli stessi che fissavano quelli del ragazzo per il quale avevo stupidamente perso la testa tempo fa, nel suo letto davanti a me e poche ore dopo che mi aveva baciata .

Mi saluta falsamente e io faccio un cenno svogliato con il capo… La sua scorta di ochette personale la circonda e tra gridolini e starnazzi continuano a parlare di lui… Di quel cantante mezz’uomo che tra poco le avrebbe fatte impazzire con un solo sguardo.

“Fai vedere questa gonna Linda, wow è spettacolare… alla fine  opterai per questa per far capitolare Bill?” chiede una.

“Ehi no giù le mani, lui è mio guardate che taglio di capelli andrò a farmi a posta per lui” grida un’altra porgendo una rivista sotto gli occhi del gruppetto.

“ E tu Gin che pensi di fare per farti degnare di uno sguardo? Punterai su quel bel maglione… diciamo… ehm… vintage…”

Mi rivolse la parolaLa Strega Linda facendo scoppiare le altre in una risata che per poco non fece tremare le pareti. Del resto come si poteva non ridere di cotanta simpatia!

Con un sorrisetto di compassione non risposi e mi portai all’orecchio le cuffie dell’MP3 sperando di confondere con le note di qualche canzone allegra i discorsi insensati di quelle povere sciocche senza speranza.

Finalmente arrivò l’intervallo ciò vuol dire che metà mattinata era trascorsa e con l’unica persona con la quale riesco ad andare d’accordo, Brigitte, mi incamminai verso il corridoio… Scendemmo per le scale e mentre ero intenta a guardare il mio panino che già stavo divorando con gli occhi e ad ascoltare le ultime avventure della mia unica amica e del fidanzato sentii il vuoto sotto il mio piede…

Non capivo cosa stesse succedendo, ma mentre stavo realizzando di star per fare una delle più grandi figurette che possano esistere mi accinsi a reggermi alla ringhiera, ma le mie mani erano inspiegabilmente occupate… una teneva la mia merenda e l’altra dei quaderni dei quali dovevo fare delle fotocopie. Ok non c’era niente da fare, la tua ora stava arrivando, è vero non sei mai stata integrata qua dentro, ma quella era davvero la fine. Sarai presa di mira… Già immaginavo le parole della strega: “ allora cosa si prova a tuffarsi dalle scale?” oppure: “ attenta a dove metti i piedi stavolta”.

Ormai rassegnata chiusi gli occhi e sperai almeno che il mio panino si salvasse e che il mio ampio maglione riuscisse ad attutire il colpo… la discesa rovinosa verso il suolo era iniziata quando ad un certo punto sentii una voce proveniente da davanti a me gridare “ ehi attenta!” e miracolosamente il mio corpo venne accolto tra le braccia di un angelo… si doveva essere un angelo per essere capitato li in quel momento!

Aprii gli occhi e mi trovai abbracciata ad un individuo esile ma alto, altissimo che non riconobbi ma che riusciva ad emergere dalla massa.. Non faceva parte di loro… Il suo corpo emanava un profumo straordinario, forte ma dolce e raffinato, un misto tra vaniglia e zucchero a velo. Ancora non avevo visto il suo volto, ma stavo continuando ad assaporare quella fragranza che ormai non avrei tolto dal mio naso per tutto il giorno. Finalmente lasciai andare la presa visto che ormai ero stata tratta in salvo da quello  sconosciuto che ormai chiamerò Angelo e posai i miei occhi sul suo volto che sembrava volesse celare alla vista altrui. Portava grandi occhiali da sole che coprivano quasi tutto il suo piccolo viso e un cappellino di lana dal quale sbucavano lunghe ciocche di capelli scuri liscissimi. La sua bocca si aprì in un sorriso smagliante e pronunciò alcune parole:” tutto ok?”

“Si grazie “ risposi io… neanche il tempo di poter dire altro che già, dopo aver emesso un risolino, mi voltò le spalle ed  uscì dall’edificio.

Ma chi era? Perché non lo avevo mai visto? Perché non gli avevo detto altro? Perché avevo ancora il suo profumo addosso? E soprattutto: perché diamine il tuo viso stava prendendo improvvisamente fuoco?

Ancora assorta nei miei pensieri mi sentii osservata; infatti avevo puntati di fronte a me gli occhioni verdi di Brigy che mi scosse e mi chiese come stavo. Io le dissi che andava tutto bene e se conosceva chi era il tizio apparso prima per miracolo. “non ne ho idea, non l’ho visto bene, boh forse un nuovo iscritto!” Rispose lei facendo spallucce. Con l’immagine di lui in mente mi allontanai insieme alla mia compagna verso l’ aula per le ultime tre infinite ore di lezione. Il suono incessante di quella tanto adorata campanella mi allontanò dal pensiero del mio Angelo e mi fece scattare in piedi pronta ad incamminarmi verso casa. Salutai Brigy e mi allontanai.

 In quegli ultimi giorni io e lei scherzammo molto sull’episodio delle scale e fantasticammo sul come sarebbe andata se fossi caduta davvero. Brigitte è la mia migliore amica, con lei posso parlare di tutto, anche lei odia la “massa” che ci circonda a scuola. Andiamo d’accordo su tutto e abbiamo molto in comune. Tranne una cosa: i Tokio Hotel. Anche lei è stata catturata dal vortice che da questa estate non fa che girare per le radio, per le tv, per le strade ed esce fuori dalle bocche di ragazzine sognanti.

Non lo avrebbe mai ammesso ma anche lei come le galline stava segnando sul diario i giorni che mancavano a quello in cui lo pseudo cantante avrebbe varcato la soglia della nostra scuola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** L'ARRIVO ***


Buonasera a tutti, c'ho preso gusto ed ho già aggiornato. Grazie mille a emily ff per la recensione, mai avrei creduto che qualcuno avrebbe avuto il coraggio di farlo... Buona lettura!

( come sempre i Tokio Hotel non mi appartengono, non voglio dare rappresentazione veritiera dei loro caratteri ne offendere nessuon, non scrivo a scopo di lucro)

 

E qualche settimana dopo giunse il giorno. Lo spettacolo che mi si presentò davanti agli occhi era surreale… "non sono a scuola, sono ad un concerto!" pensai. Di fronte ai cancelli c’ erano ragazzine munite di cartelli monotematici…" bill ich liebe dich", "bill heirate mich!" suggerivano…

Solo le transenne le separavano dal loro sogno. Mi avvicinai all’edificio e mi precipitai in aula sperando che quelle urla assordanti non fossero così potenti anche la dentro. Dalla finestra continuai a guardare lo scenario incredula… Ogni tanto partivano cori di canzoni tedesche pronunciate in malo modo…Io studiavo tedesco da 4 anni per questo un pochino me ne intendevo. Le ragazze avevano trucco pesante e ciocche di capelli colorate per imitare il loro androgino idolo. Qualcuna piangeva, qualcuna strillava più forte che poteva, qualcun’altra spingeva per voler entrare a scuola, cosa permessa ovviamente solo a noi studenti. Da lontano scorsi Linda La Strega con la sua scorta avvicinarsi all’edificio. Era considerata la ragazza più carina e più popolare del liceo. In realtà non è una bellezza rara… Ha lunghi capelli castani, occhi nocciola, non è molto alta e nemmeno molto snella…Del resto come si può praticare sport? Il sudore sciupa i capelli e la fatica è immane se si è così raffinate…

Ma era considerata una "giusta" dalla "massa" maschile e andava di moda lei quell’ anno… Quindi era agli occhi delle altre galline la persona da seguire e imitare.

Quel giorno però, sinceramente, anche se mi costava ammetterlo, era davvero carina. Portava i capelli sciolti, gli aveva lisciati e per questo sembravano ancora più lunghi, gli occhi erano contornati in maniera pesante di nero, portava una gonna corta e un paio di ballerine con un po’ di tacco, rosse come la giacca strettissima. Le amiche la guardavano, anzi no la ammiravano facendole complimenti, in realtà la stavano odiando ma questo lei non lo sapeva. Era troppo superiore per credere che qualcuno potesse odiarla sul serio. Con fare lento entrò a scuola. Sembrava che stesse sfilando su una passerella. In verità lo stava facendo, adorava sentirsi invidiata da quelle ragazzine urlanti che avrebbero voluto essere al suo posto e sentirsi gli occhi puntati addosso dalla "massa" maschile. Salutò la folla come se fosse lei la vip acclamata e chiuse dietro di se la porta del liceo.

Sospirando per la scena comica alla quale avevo appena assistito continuai a guardare fuori dalla finestra e vidi una piccola figura correre a più non posso dentro le transenne, poi dentro i cancelli e poi in un nano secondo giungere nell’aula accanto a me.

" Gi i i i i i i i i i i i i i i n dimmi di nooooooooooooooooooooooooooooo!". Urlò con tutto il fiato che le era rimasto in corpo dopo la corsa la piccola Brigitte emettendo un acuto da vero soprano.

Allibita e divertita dalla faccia paonazza della mia amica le risposi:

" Ma cosa vuoi sapere? Sei impazzita o cosa?"

"Ma come cosa voglio sapere?! È arrivato? Mi sono persa il suo ingresso? Era bello? Dimmi per favore che sono arrivata in tempo!!!!!!!!!!!".

" Ah parli dell’istrice, si, è arrivato mi dispiace." Risposi sghignazzando.

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA noooooooooooooooooooooooooo non può essere no no no no no!" Urlò Brigy diventando viola in volto.

"Dai scema sto scherzando, ancora non si è visto" le dissi ridendo.

"Sei una stupida, stavi per farmi morire…Comunque menomale sono in tempo." Così dicendo schiacciò il naso contro il vetro della finestra intenta a scrutare la folla.

Era proprio carina, anche se non approvavo il fatto che anche lei, come la "massa" femminile si fosse agghindata per il cantante tedesco, dovevo ammettere che stava proprio bene vestita così.

Aveva stranamente dei jeans attillati, anzi mooolto attillati. In vita aveva una cintura verde che riprendeva il colore delle sue converse e del foulard che le circondava il collo. Le avevo detto un sacco di volte di usare quel colore. Si intonava con i suoi occhi chiari. Felice che avesse seguito il mio consiglio continuai ad osservarla. Anche lei come la strega aveva lisciato i capelli corvini che adesso le arrivavano sotto le spalle. Aveva poi una maglietta nera un po’ scollata con sopra disegnata una stella, anch’essa verde. Ricordo ancora quando la comprammo. " Gin guarda quella maglietta, devo averla, la stella mi ricorda quella che Bill ha tatuato sul ventre" mi disse. Sorridendo di quel ricordo smisi di scrutare la mia amica e come lei continuai a guardare fuori.

Dopo qualche minuto un boato… Brigitte sussultò e il pavimento iniziò a tremare per i passi affrettati delle galline capeggiate da Linda che si avvicinarono precipitosamente alla finestra, schiacciando me e la mia amica contro di essa.

Le ragazzine fuori dalle transenne iniziarono a dimenarsi e agitarsi violentemente e ad urlare di gioia. Poi scorsi un qualcosa di strano avanzare verso il liceo. "Che cos’è? Un riccio? Un cespuglio?" pensai tra me e me. " No, è l’assurda chioma del tedesco tanto acclamato". Adesso riuscivo a vederla per intero. I capelli erano sparati in aria come se avesse toccato i fili dell’alta tensione. Erano nerissimi, ma ogni tanto spuntava qualche ciocca chiara, quasi bianca. Il suo collo era circondato da catene e da un collare con raffigurato un teschio. Indossava una giacca di pelle nera con i bordi rossi, sotto intravidi la T-shirt con raffigurato di nuovo un teschio.

" Che fantasia… " pensai ironicamente. Aveva dei jeans strappati di una misura più grande della sua, che non serviva però a nascondere la sua esagerata magrezza, troppa per un ragazzo così alto. Le mani erano coperte da dei guanti aperti sulle lunghe e affusolate dita. All’estremità di esse riuscii a vedere da qui la sua manicure.

Si, non sto scherzando, quel "ragazzo" aveva la french manicure!

" Ma come può tenere le unghie così lunghe e così curate un ragazzo di 18 anni ?" pensai a voce alta, ma nessuno mi rispose. Erano tutte ipnotizzate da quell’ esile individuo che sembrava uscito da un cartone animato. Lui si avvicinò alle fan con un sorriso a 36 denti e con un uniposca firmò autografi fino a che potette. Passato qualche minuto le salutò, voltò le spalle e non curante o semplicemente abituato ai pianti e alla disperazione che aveva causato con quel gesto fece ingresso nella scuola e, devo dirlo, nella mia vita per sempre.

La segretaria fece cenno di radunarci nell’atrio. Tempo poco ci ritrovammo tutti in cerchio intorno a lui. Con un accento tipicamente tedesco disse: " Ciao a tutti, sono felice di essere qui".

 "Chissà quanto tempo ha impiegato per imparare a memoria quella frase" dissi nell’orecchio di Brigitte. Non ricevendo risposta mi voltai verso di lei che non mi stava degnando di uno sguardo. Era estasiata, gli occhi le brillavano, il suo sorriso era stampato sulla sua faccia da almeno mezz’ora.

" Quanto è dolce" affermò lei… come se fosse la risposta che mi aspettavo alla domanda che le avevo rivolto prima scherzosamente. " Spero di poter fare amicizia e di imparare la vostra lingua" Continuò il tedesco. " Spero possiate aiutarmi a migliorare in modo da poter comunicare con voi ancora di più nei miei concerti. Intanto Vi aspetto numerosi al prossimo.."

Certo, poteva non farsi pubblicità?

" Ma tu comunichi già attraverso le tue canzoni Bill.. credimi!" Ammiccò Linda che non poteva perdere occasione di farsi suo quel ragazzo esagerato. Sarebbe stata la sua consacrazione. Non più invidiata da mezza città, ma da tutta Europa! Lui porse l’orecchio alla sua interprete che, svolgendo il suo meraviglioso mestiere gli tradusse le parole della gallina.

Il porcospino..ehm… scusate, Bill lanciò un’occhiata soddisfatta a Linda e disse " vielen vielen Dank". Lei eccitata si voltò verso le amiche che si complimentavano neanche avesse vinto un Nobel.

Dopo di che il preside iniziò il suo discorso di benvenuto dicendo quanto fosse contento che lui fosse qui, di quale onore avesse ecc..

Il succo era che Bill avrebbe frequentato lezioni private nella struttura per circa un mese. Io nel frattempo osservavo l’interprete che sussurrava la traduzione del discorso all’orecchio della celebrità… Ma per me la vip era lei, colei che avrei pagato oro per essere al suo posto. Sapere perfettamente due lingue, soprattutto tedesco, girare il mondo e aiutare due popoli a comunicare, quello era il mio sogno.

Finito il discorso Bill salutò e ognuno prese posto nella propria classe come sempre. Entrai nella mia dove dovetti sorbirmi tutti i commenti di Brigy e delle galline… Tutti gli stessi e inutili commenti:

"quanto è bello", " quanto è dolce", "quanto è cucciolo", "come lo amo", "come l’adoro" e via dicendo.

La lezione stava scorrendo anche se forse ero la sola che si interessasse alle parole del prof che non badava al brusio delle ochette e continuava a spiegare a me la teoria di Schopenauer. Dopo una mezz’oretta decisi di concedermi una pausa e mi avviai verso il bagno. Scesi le scale e mi tornò alla mente l’episodio di qualche settimana fa mentre stavo per cadere. Quasi per magia sentii di nuovo quel profumo di vaniglia e zucchero a velo provenire dalla stanza sotto alle scale, quella dove c’era il piccolo corridoio che collegava il bagno al cortile esterno, quello in cui la "massa" si riuniva per fumarsi una sigaretta in compagnia.

Mi precipitai giù e il profumo si faceva più forte. Arrivai di sotto e non vidi nessuno. Era impossibile, lui doveva essere qui. Il suo profumo lo avrei riconosciuto tra mille. Poi scorsi del fumo provenire da un angolo, chiusi gli occhi, sospirai e sapevo già che quella scia di fumo mi avrebbe condotta da lui, dal mio angelo, da quel ragazzo al quale immaturamente avevo pensato in questi ultimi giorni. Decisi di incamminarmi ma dentro di me pensai alla faccia che avrebbe fatto lui nel vedermi conciata come ero. Per la prima volta invidiai la "massa" femminile che oggi si era agghindata per quella specie di uomo. Forse anch’io avrei dovuto farlo. Forse anch’io avrei dovuto curarmi di più per una volta, ma non per il porcospino, per il mio Angelo. Maledicendo i miei crespi ed esageratamente lunghi capelli raccolti in un ciuffo intrecciato sulla mia testa, il mio maglione lungo e i miei occhiali da vista che ultimamente dovevo mettere per riposare gli occhi, mi accinsi a scoprire chi fosse il ragazzo misterioso.

Sicura di ritrovare davanti a me quell’individuo dai capelli lisci e corvini con la tuta scura e il cappellino decisi di aprire i miei occhi.

" N o o o o o o o o o o o o o o o o o o "

Anche se non avrei dovuto, emisi un grido di delusione che spaventò la persona che stava fumando di fronte a me. L’ultima persona che avrei voluto vedere: Lui! il porcospino, l’istrice, il mezzo uomo, il cartone animato era il mio angelo. Non potevo crederci, doveva esserci un errore. Lui non avrebbe avuto la forza di sostenermi esile com’è. Lui non poteva essere stato così gentile da fiondarsi verso di me per prendermi al volo. Lui non poteva emanare quel profumo così maledettamente sensuale e dolce. E qui sentii le parole di Brigitte entrare prepotentemente nelle mia mente:

"Quanto è dolce". Che fosse davvero lui? No non poteva.

Lui mi guardò sbalordito dalla violenza con la quale avevo urlato alle sue spalle e dello sguardo enigmatico che avevo in quel momento.

"Ok so di essere divinamente bello, ma non credevo di lasciare senza fiato" disse nella sua lingua credendo di non essere compreso.

" Ho sempre saputo che eri uno stupido e ora ne ho le prove. Non puoi essere il mio Angelo." Risposi io con un tedesco così fluido che sorprese anche me.

"Tu mi capisci quindi?"

" Purtroppo" risposi io.

Delusa e infastidita dalle frasi del cantante gli voltai le spalle ed entrai in bagno sbattendo la porta. Mi guardai allo specchio e mai come in quel momento mi ero odiata. Mi guardavo e ciò che vedevo non mi piaceva. Decisi di sciogliere i miei capelli biondi che ondulati arrivavano fin sotto il seno e tolsi gli occhiali lasciando liberi i miei occhi verdi. Mi guardai di nuovo ma continuai a non piacermi. Non mi piaceva il fatto di aver fantasticato su un ragazzo che non conoscevo nemmeno, come una bambina di 10 anni, rimanendo per giunta anche scottata. Mi sciacquai il viso come a voler cancellare via ogni mio pensiero e aprii di nuovo la porta per tornare in classe.

D’un tratto mi sentii stringere con forza il braccio e trasportare con violenza contro il muro. A distanza di pochi centimetri comparvero davanti a me gli occhi color caramello del tedesco che avevano un’ espressione contrariata. Mi strinse forte il braccio. Ora sapevo che la forza per sostenermi ce l’aveva davvero.

"Mi fai male, che cavolo fai?"

"Come hai osato essere così scortese con me prima?"

"Che c’è il bambino viziato non è abituato? Guarda che non fai girare la testa a chiunque Herr Kaulitz" gli risposi tentando di divincolarmi.

" Almeno avresti potuto essere più civile"

"Non vedo il motivo…"

"Ovvio, saresti apparsa più carina ai miei occhi. Ma per caso ti ho già vista?… " Disse lui con un sorriso malizioso pieno di se più che mai e lasciando il mio braccio.

"Figuriamoci… lasciami mi stai facendo perdere tempo"

"Vai pure, ma sappi che ora che so che parli tedesco avrò bisogno di te! E ottengo sempre ciò voglio." Sogghignò il tedesco effeminato.

"Hai già un’interprete io non ti servo affatto."Mi voltai e iniziai a salire le scale.

"Fossi in te userei maglie più corte, hai un bel fondoschiena."

Arrossii e non volevo che lo vedesse, si sarebbe vantato… Quindi non risposi e facendo finta di non aver sentito tornai in classe. Ero delusa, arrabbiata e indispettita. Brigitte che mi legge come un libro aperto capì che c’ era qualcosa che non andava e mi chiese spiegazioni.

" Oh Brigy ti ricordi dell’ angelo?"

"Certo, mi hai fatto una testa… ma che c’entra?"

"Allora ero sicura di aver sentito il suo profumo quindi…."

Le raccontai tutta la storia e lei al termine commentò:

" Ora capisco che effetto ti faceva, cavolo è Bill Kaulitz. Solo lui sa dare certe sensazioni. Che culo che hai avuto Gin tu ci hai parlato."

" si e mi sono accorta che è proprio un’idiota" Le risposi scocciata.

"Chi disprezza compra e ricorda che Bill Kaulitz ottiene sempre ciò che vuole."

Questo l’aveva detto anche lui, ma io ero più forte e con me non avrebbe attaccato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** SHOPPING!!!!!!!!!!! ***


Buonasera... ecco un altro capitolo, un pò cortino, ma se riesco posterò anche il seguito in giornata visto che è già pronto. Grazie mille a Lally_ the best addirittura nei preferiti!!!!!!!!!! spero che tu continui a leggere ancora. La canzone citata è Rescue me dei Tokio Hotel, la più adatta per descrivere la situazione di Ginevra in quel momento.

(Come sempre non scrivo a scopo di lucro, i tokio hotel non mi appartengono ed è tutto frutto della mia fantasia.)

 

La mattinata volse al termine e io e la mia amica ci salutammo e ci demmo appuntamento al pomeriggio. Saremmo andate a fare shopping. Mi aveva convinta a mettere qualcosa di nuovo nel mio armadio. Ancora non ricordo come aveva fatto.

Arrivata a casa mi sedetti a tavola con mamma e insieme guardammo il tg. Una delle ultime notizie riguardava proprio Bill Kaulitz e il suo arrivo in Italia. Non vuoi proprio lasciarmi in pace è razza di parassita?

"Ah già oggi quel personaggio strano è arrivato a scuola, com’è andata?"

"Un disastro mamma, urla, strilli, pianti, deliri… uno schifo!"

"Immagino" sorrise lei divertita.

Dopo pranzo svolsi i compiti e aspettai l’ora per incontrarmi con Brigy.

Una volta giunta, mi feci trovare in piazza grande in anticipo come sempre. Dieci minuti dopo Brigy mi salutò e insieme ci immergemmo nei negozi. Sembrava una bambina che non sa decidere quale gioco comprare… meglio rosso, nero o giallo? E questo? Corto , lungo o medio?

Arrivate quasi alla fine dell’appuntamento mi ritrovai con un paio di converse viola, l’entusiasmo della Brigy per quelle scarpe aveva contagiato anche me e una maglietta aderente e corta della stesso colore. Quest’ ultimo acquisto proprio non mi convinceva, ma alla fine seguii il consiglio di un spot pubblicitario:

" Meglio cambiare no?".

Decidemmo di prendere un gelato prima di salutarci e ci sedemmo a gustarlo su di una panchina in mezzo alla piazza. Brigy mi parlava del suo ragazzo Francesco e io la ascoltavo, felice che per lei le cose stessero andando per il meglio. La stessa cosa non si poteva dire di me. Provavo un sentimento forte per un ragazzo che conoscevo da anni, Federico che però era fidanzato e nonostante lui provasse le stesse sensazioni per me non riuscì a dire addio a quella ragazza che gli rubò il cuore 2 anni fa e per la quale ora provava solo affetto, ma ancora troppo affetto oserei dire. Del resto non si può forzare qualcuno a fare un simile passo perciò decisi di rinunciare a lui e tirarmi fuori dai giochi anche se con grande sofferenza.

 

"This used to be our secret
Now I'm hiding here alone
Can't help but read our names on the wall
And wash them off the stone
We lied when we were dreaming
Our crying was just fake
I wish you could deny it
Here and today "

Scossi la testa per cacciare via quei pensieri e continuai ad ascoltare l’amica. Ad un certo punto si bloccò e il suo viso si fece pallido. La osservai e mi voltai dietro di me per vedere ciò che stava guardando.

Di fronte a me una visione:

il mio angelo, con i capelli lisci, gli occhiali da sole, il cappellino e la tuta scura, così come lo vidi la prima volta. Arrossii ma fino a quando lui non porse la mano a Brigitte per presentarsi e non mi accorsi di quella orrenda manicure.

"Ciao, Bill"

" C-C- Ciao Brigitte".

Tornata alla realtà, ricordandomi chi fosse veramente l’angelo, tutta la gioia svanì in un istante.

"Ciao" mi disse con un sorriso smagliante.

"Ciao" bofonchiai.

Precipitosamente e più veloce di un fulmine mi tolse il cucchiaio di mano e con un boccone divorò il gelato che ne stava sopra. Incredula spalancai gli occhi e li rivolsi a lui:

" Non ricordo di avertelo offerto"

" Ma io sono Bill Kaulitz e posso tutto" Affermò aggiustandosi gli occhiali da sole sul naso.

" Ma brutto………."

Mi fermò l’ampia risata di Brigitte che mi fece ricordare la comicità del momento e contagiò anche me. Ci mettemmo a ridere tutti e tre come amici di sempre. In quel momento notai quanto quella celebrità così potente poteva essere semplice. Adesso era un diciottenne qualunque, magro e con un sorriso contagioso, di quelli che in pochi hanno. Si tolse gli occhiali e mi accorsi di quanto fossero profondi e lunghi. Ora erano nudi, non avevano trucco, erano semplicemente fantastici. Erano quelli del mio angelo. Un po’ di rossore apparve sulle mie guance.

"Che stavi facendo qui in giro?" chiese Brigitte che come me studiava tedesco.

"Shopping" rispose lui "e mi chiedevo se qui ci fossero delle belle ragazze, ora ne ho la prova…"

Brigitte arrossì e i suoi occhi si fecero languidi.

"Che dolce.." gli disse.

"Eh si me lo dicono in tante" sorrise e assunse una posa da fotomodella con fianco sporgente e mano su di esso.

Quell’ atteggiamento non lo sopportavo. Ma chi si credeva di essere? Certo Bill Kaulitz, che domande… Irritata da quell’ arroganza mi alzai in piedi e decisi di andare.

" Allora Brigy andiamo?"

"Ma è appena arrivato.."

"E noi siamo qui da tre ore… poi mica è qui per noi…"

"Uff… come vuoi" mi accontentò.

"Ciao ci vediamo a scuola" dissi al tedesco senza guardarlo.

"Ve ne andate di già?"

"Non guardare me" disse Brigy

"Immaginavo fosse una tua idea… tanto evitarmi non ti servirà" si rivolse a me.

"E chi vuole evitarti, è soltanto tardi, il mondo non gira intorno a te Kaulitz, ciao ciao"

Girammo i tacchi e lo lasciammo li.

"Cavolo quanto sei stata scortese con lui" Mi rimproverò Brigitte sulla via verso casa.

"Quel ragazzo mi irrita, ancora non so il motivo, ma c’è qualcosa che non riesco a mandar giù."

"Secondo me ti piace, ecco cosa non puoi mandar giù…è il tuo orgoglio cara mia…" mi disse facendomi l’occhiolino.

"Non dirlo neanche per scherzo…quella checca… ma hai visto che posa ha assunto? Nemmeno io potrei essere così femminile"

"Femminile? Vorrai dire sexy…terribilmente sexy" le si illuminarono gli occhi. La mia amica era senza speranza. Abbandonammo quel discorso non appena arrivammo di fronte alla porta di casa e ci salutammo.

Quella notte mi addormentai pensando alle ultime parole di Brigy:

" Ti piace, ecco cos’è che non puoi mandar giù, è il tuo orgoglio cara mia" e agli occhi senza trucco del mio angelo, non di Bill, ma del mio angelo. Affondai il viso sul cuscino e pensando a lui mi abbandonai al sonno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** TANDEM ***


 

 

Come già anticipato ho postato l'altro capitolo. La canzone citata è Love is dead dei tokio, le canzoni che cito mi servono per descrivere i pensieri di Ginevra.

Lally_the best: anche a me piace Bill che si comporta da star, ma Ginevra si renderà conto moooooooolto presto che lui non è solo questo... Grazie per la recensione.

 

La mattina dopo mi svegliai con una sensazione strana, non ero svogliata, ero allegra stranamente e avevo qualcosa che mi pesava sullo stomaco. Eppure non avevo interrogazioni, ma l’ansia era identica… Mi sedetti a tavola ma la fame proprio non c’era quindi decisi di tornare a cambiarmi. Posai lo sguardo su quella maglietta viola che il giorno prima Brigitte era riuscita a farmi acquistare e sulle converse. In men che non si dica erano già addosso a me. Ero stupita di come stessi compiendo delle azioni e provando delle sensazioni che non riuscivo a spiegarmi. E quelle non furono le uniche. Infatti mi ritrovai con l’eye liner in mano che in pochi secondi aveva tracciato una linea perfetta sulle mie palpebre. Gin che ti succede? Ti sei sempre piaciuta così come sei, semplice e naturale, che cosa sta cambiando? Poi mi accorsi di aver detto una bugia. Ieri, nel bagno per la prima volta non mi ero piaciuta, avevo sciolto i capelli e tolto gli occhiali… Ma perché lo avevo fatto?

"Per lui" mi disse una vocina nella mia testa. NO NO NO NO assolutamente no. Lo avevo fatto solo perché mi ero annoiata di vedere sempre il mio solito faccione pallido, per cambiare un pochino, perché era un periodo passeggero, ma poi sarei tornata la Ginevra di sempre. Ecco, doveva essere questa la spiegazione.

Pettinai i miei lunghi capelli, misi il solito piumino che più che altro sembrava una tuta da sci salutai mamma e nel giro di un quarto d’ora già ero davanti scuola. Anzi no, davanti a ciò che rimaneva di essa… Lo spettacolo era lo stesso di ieri mattina, con quelle grida e quelle canzoni che rimbombavano da ogni parte. Ormai ero rassegnata al fatto che sarebbe stato così per ancora un mese, fino a che il porcospino non avrebbe lasciato la mia città.

In aula stranamente non ero la prima da essere arrivata, Linda La Strega era già li ad appendere volantini. Mi avvicinai a lei e lessi ciò che stava attaccando al muro.

" DOMANI SERA, ORE 21:00 TUTTI AL SUNRISE PER DARE IL BENVENUTO A BILL KAULITZ. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A LINDA".

Ecco, era già un po’ che non sfoggiava la sua popolarità e quale sarebbe stato il momento migliore se non adesso che doveva far colpo sul cantante? Poteva fargli capire chi è che comandava organizzando una delle sue solite feste in grande stile, tutte paillettes e lustrini.

Mentre leggevo ciò che c’era scritto la strega mi guardò e mi disse; " Gin, mi stupisci.. anche tu sei capace di indossare qualcosa di quanto meno decente e di truccarti…".

"Oh Linda, grazie, tu invece non mi stupisci affatto… dici sempre le solite cazzate…" le risposi sorridendo, imitando il suo tono di voce. Lei capì dopo qualche secondo (visto che il suo cervello aveva bisogno di un po’ di tempo per connettersi) che la stavo prendendo in giro e con una smorfia si allontanò.

Arrivò Brigy che con occhi sognanti mi supplicò di accompagnarla a quella festa, sicura che io non avrei approvato ma l’avrei accontentata. E infatti così sarebbe stato.

Il vip teutonico arrivò un po’ in ritardo come le grandi dive e dopo aver rallegrato gli animi delle fan come di consueto, entrò nel liceo.

Linda si precipitò, lo salutò e si presentò, più ammiccante che mai. Lui la osservava attentamente, sorridendole in continuazione e guardandola da capo a piedi. La ringraziò per la festa che stava organizzando in suo onore e si scambiarono i numeri di telefono. Lei vedendo le galline che spiavano la scena si avvicinò molto a lui e gli stampò un bacio sulla guancia. Poi lanciò un’occhiata verso le altre come per dire : "Ormai è mio…".

Brigitte l’avrebbe uccisa ed io… non so… ho sempre odiato quella ragazza dal giorno in cui mi soffiò il ragazzo da sotto il naso. E pensare che diceva che ero la sua migliore amica. In realtà ero solo colei che le serviva per evitare la bocciatura. Ma ormai ci avevo fatto l’abitudine. Solo che in quel momento sentii come un vampata di odio salirmi fin sopra i capelli. Non riuscivo a capirne il motivo. Feci finta di nulla ed entrai in aula. Brigitte non faceva che parlarmi di quella festa e di che cosa avremmo dovuto indossare, io invece avevo in mente le labbra di Linda che si posavano sulla guancia di Bill e la scena di Linda distesa sul mio ex ragazzo. Ma cosa c’entra Gin? Stavolta Linda può fare ciò che vuole, perché paragoni le due scene?

La voce della segretaria interruppe il mio processo mentale chiamando il mio nome. Uscii insieme a lei e mi comunicò che avrei dovuto iniziare una nuova attività che mi avrebbe procurato crediti per la maturità. E si sa, per ottenere quel fatidico cento avrei fatto di tutto e i crediti mi servivano.

"Dovrai fare un TANDEM" mi disse.

" Consiste in un’ora extrascolastica che dovrai passare con un madrelingua tedesco nel quale dovrete parlare alternativamente una volta solo italiano e una volta solo tedesco" mi spiegò la segretaria.

"Wow mi piace così potrò perfezionarmi".

" E chi sarebbe il madrelingua? Un ragazzo che fa il gemellaggio?" chiesi curiosa.

" Ehm no Ginevra, è Bill Kaulitz, è una richiesta fatta da lui".

"Cosa a a a a a a aa a a a ? E perché proprio io?"

"E’ stato lui a chiederlo, ha detto che per adesso ha conosciuto solo te. Tiene veramente tanto ad imparare l’italiano ma ha poco tempo. La prof di lettere gli ha suggerito questo metodo efficacissimo e lui ha chiesto di te".

"Oh mio dio ma sarà insostenibile la situazione, voglio dire con le fan,il caos ecc.." Affermai con le mani nei capelli.

"Guarda che è un ragazzo disponibilissimo e comunque pensa ai crediti, il preside te ne assegnerà molti pur di far contento il "suo ospite". In più ti servirà veramente tanto per il tuo tedesco."

"Beh si, in effetti è vero…"dissi titubante.

"Dai ok è fatta, oggi alle 16 vi troverete davanti scuola e deciderete li cosa fare. Il tandem è libero potete fare ciò che volete basta che parliate tedesco e italiano una volta a turno".

" Va bene…". Pensierosa più che mai tornai in classe e raccontai il tutto a Brigitte.

" Non ci credo che spettacolo! Cioè lui ha chiesto di te, ti rendi conto? Pensa quando verrà a saperlo Linda…stasera ti chiamerò e mi racconterai tutto".

Alla fine della mattinata tornai a casa e misi al corrente mamma alla quale non piaceva l’idea che dovessi passare del tempo con quel mostriciattolo che lei non sopportava e che considerava tutto droga e rock and roll…

"Tranquilla mamma è sempre un ragazzino di 18 anni come me..".

"Ok ma stacci attenta".

Andai in camera mia, cosa stavo facendo? Perché aiutavo quel ragazzo che non ho mai sopportato? E perché ultimamente non riuscivo mai a sfuggirgli?

"Perché sono Bill Kaulitz e ottengo sempre ciò che voglio". Mi vennero in mente le sue parole.

Arrivò l’ora di andare e mi incamminai con le mie converse viola.

Erano le 16 e lui ancora non era arrivato. Mi sedetti sul muretto e misi l’Mp3 nelle orecchie. Iniziai a canticchiare qualche canzone lenta, di quelle smielate che mi aiutavano a sorpassare la tristezza per l’aver rinunciato a Federico. Iniziai a pensare a lui e sentii che una lacrima voleva disperatamente fuoriuscire. Ce la fece ed arrivò fino alle mie labbra, dopo poco fu seguita da altre. Mi mancava non sentirlo e non vederlo. Era la persona che volevo accanto a me, il mio migliore amico che mi consolava se ero triste, che mi faceva ridere, che mi accarezzava con dolcezza, che mi telefonava ogni giorno, ma che apparteneva ad un’altra e non sarebbe stato mai mio.

"We lost a dream
We never had
The world in silence
Should forever feel alone
'Cause we are gone
And we will never overcome
It's over now"

E adesso avrei voluto andare da lui, invece ero qui ad aiutare il ragazzo che odio, la checca che ultimamente era diventato peggio del prezzemolo, era dappertutto. Prima su internet, poi alla radio, poi in tv e ora nella mia vita.

Lo vidi arrivare, era vestito da Angelo per fortuna. Mi asciugai le lacrime e gli andai incontro.

"Ehi ciao, sorpresa da questa mia richiesta? Te l’ho detto che non avresti potuto evitarmi." Mi disse in maniera arrogante.

"Senti non iniziare ad infastidirmi che ci metto un secondo ad alzare i tacchi e tornare a casa."

"Quanto sei acida, sorridi di più alla vita, e poi il sorriso ti dona molto, ti sorridono anche gli occhi quando lo fai".

Mi stupii di quelle parole, me lo dice sempre anche mamma.

"Ora non fare il ruffiano solo perché ti aiuto".

" No no è la verità" disse.

In quel momento sembrava davvero l’angelo che avevo sognato. Era lontano da quell’ animale da palcoscenico che faceva strillare milioni di ragazze con un solo sguardo assassino.

"Dove vuoi che ci mettiamo a parlare? " gli chiesi.

"Voglio andare sulle mura della città, abito in un Hotel al loro interno ma non ho ancora mai avuto il tempo di salirci." Mi rispose.

"Ok andiamo". Per adesso il mio tedesco reggeva.

Ci sedemmo su una panchina sotto ad un albero. Di fronte a noi potevamo vedere tutta la città. C’era silenzio d’intorno e non c’era un’anima, forse perché era dannatamente freddo. Ma lui sembrava in estasi. Si appoggiò alla banchina e guardava di sotto, aveva un bel sorriso stampato in viso e gli occhi gli brillavano. Sembrava un bambino che vede il mare per la prima volta.

"Qui è stupendo… che pace… siamo nel cuore della città ma c’è tranquillità, sento il rumore delle foglie degli alberi e siamo circondati dal verde, un’oasi nel deserto direi…" disse l’angelo. Si ora riconoscevo colui che avevo sognato, colui che mi aveva presa tra le braccia, colui che emanava quel profumo indescrivibile. Lasciai andare un sorriso e dissi:

"Sai io qui ci abito, per me non è così straordinario".

"Lo so, tu potrai stupirti della mia vita, di come delle ragazzine si strappino i capelli per me, dei ritmi che sostengo durante il tour, dell’atmosfera di un concerto o dei luoghi che giriamo in solo un mese… Per te questo potrebbe sembrare straordinario, Per me è il contrario. Le uniche cose straordinarie sono quelle più semplici. Per me anche solo il silenzio è prezioso e insolito."

Notai un velo di tristezza in lui. Davvero Bill Kaulitz aveva un cuore? Davvero era così profondo?

"Ora puoi godertelo quanto vuoi per questo mese…" Gli dissi guardandolo.

" Si, per un mese…" C’era un po’ di delusione in quelle parole ma feci finta di niente per non aumentare la malinconia di quel momento.

"Senti Kaulitz, perché non porti sempre i capelli lisci invece di quegli aculei insopportabili?" cercai di distrarlo…

"Perché alle mie donne piaccio nell’altro modo e comunque adoro sentire gli occhi puntati su di me. Ho sempre amato essere al centro dell’attenzione."

"Tu sei il mio opposto Kaulitz".

"Bill… per favore chiamami solo Bill"

"Ok Bill".Sorrisi..

I minuti passavano, era riuscito a strapparmi tante risate con quel suo fare da diva viziata che prima odiavo tanto e che adesso vedevo solo in maniera comica. Avevo scoperto che era una parte di lui, ma Bill kaulitz non era solo quello, era anche il mio angelo e un diciottenne come altri.

"Gin, sei sicura che non ci eravamo mai incontrati prima? Quando ti vidi in bagno ieri ho come avuto la sensazione che non fosse la prima volta e poi sei stata strana, hai parlato di un angelo e hai emesso quell’urlo degno di una fan" mi disse il moro.

Io sorrisi e arrossii non sapevo se dirglielo, ma le parole uscirono da sole:

"Veramente ci eravamo già incontrati si…sulle scale a scuola, stavo per cadere e …"

"E ti ho afferrata…" mi interruppe lui.

"Allora ti ricordi?"

"E come potrei scordarlo? Ahahah già immaginavo di vederti rotolare a terra, ma decisi di non essere egoista e ti presi, ma devo ammettere che se avessi saputo quanto pesavi non lo avrei fatto!" continuò a ridere spalancando la bocca ed emettendo acuti assordanti.

"Che idiota" con il braccio teso per tirargli un sberla mi avvicinai, ma questo mi bloccò il braccio con forza e mi fissò dritto negli occhi. Erano così profondi, come quelli di un bambino, di un angelo. Rimanemmo immobili per qualche secondo in quella posizione fino a che non decisi di interrompere l’imbarazzo dicendo che si era fatto tardi. Lasciò andare il mio braccio e si alzò dalla panchina.

Feci lo stesso e mi accorsi che il mio cuore stavo battendo all’impazzata e che dovevo farlo smettere perché ciò che suggeriva quel battito era qualcosa che non poteva accadere. Lui è Bill Kaulitz, non uno qualsiasi.

"Ti accompagno a casa " mi disse.

"Non fa niente.."

"Dai non fare la difficile non mi va che vai in giro da sola, si è fatto buio".

Quanto è dolce.. pensai. NO, non potevo averlo pensato anche io come Brigitte. Ci incamminammo e arrivati davanti alla porta di casa mi voltai per aprirla e lui mi prese le spalle e posò le sue labbra sulla mia testa. Lo guardai come a chiedere spiegazione di quel gesto e lui che capì il mio sguardo interrogatorio disse:

" Grazie di essere così naturale".

"Smettila o mi verrà una carie" dai Gin ma cosa hai detto, è stato solo gentile, possibile che tu riesca ad essere sempre così cinica, pensai tra me e me. "Adesso vado Kaul..scusa.. Bill! Ci vediamo domani".

"Dimenticavo, complimenti!" mi disse

"Per cosa?"

"Per il tuo fondoschiena,non mi sbagliavo. Quella maglietta che indossavi stamani mi ha dato ragione" sorrise e si allontanò.

Sempre il solito, che stupido… pensai teneramente.

Mamma aspettava ansiosa il mio ritorno mi interrogò su quello che avevo fatto e sorpresa dal mio buon umore smise di torturarmi di domande.

Domande che furono altrettante la sera al telefono con Brigy.

Le raccontai ogni cosa per filo e per segno e lei decise che quello doveva essere l’inizio di una storia d’amore.

Risi di ciò che aveva detto, la salutai e andai a dormire serena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** PREPERATIVI ***


 

Oh mio Dio grazieeeeeeeeeee per le recensioni anche a Selina89 e GemyBillina! Scrivo sempre per me stessa, ma il fatto che qualcuno apprezzi ciò che scrivo mi fa molto felice! eccovi un altro capitolo, ma il prossimo sarà uno dei miei preferiti, quindi continuate a seguire mi raccomando! La canzone citata stavolta per descrivere quello che prova Ginevra è Lass Uns hier raus (Tokio Hotel). In fondo inserirò la traduzione.

(I tokio Hotel non mi appartengono e ciò che scrivo non rappresenta la verità ma solo la mia fantasia, non scrivo a scopo di lucro).

 

La festa si stava avvicinando e quella mattina Linda era più nervosa del solito. Seppe del tandem e le sue occhiate di invidia mi sembravano minacce di guerra. Ma la sua festa avrebbe ristabilito la sua supremazia, ne era sicura. Bill sarebbe stato il suo cavaliere e l’attenzione sarebbe stata di nuovo tutta su di lei, non più su quella secchioncella sarcastica. Quella mattina non vidi il tedesco, avevo un compito di 4 ore e non appena finito tornai subito a casa. Ma alle 16 ci sarebbe stato di nuovo il tandem. Stavolta l’appuntamento era direttamente alla panchina, si era innamorato di quel luogo. Lo vidi arrivare con fare elegante ancora vestito da angelo, mi spiegò che era solo il suo modo per rimanere in incognito. Anche oggi tutto andò per il meglio. Mi raccontava di se, del suo gruppo e del rapporto con il gemello Tom. Quando parlava di lui gli brillavano gli occhi. Dovevano amarsi davvero tanto.

"Stasera verrai alla festa?" mi chiese

"Penso di si altrimenti Brigitte mi uccide".

" Mi piacerebbe vederti elegante sai? Sono proprio curioso"

" Non pensare che mi agghindi chissà in quale modo, non sono mica Linda"

"Per me questo ed altro e quella ragazza ha capito come ci si comporta con Bill kaulitz."

A quelle parole sentii il sangue andarmi alla testa. Lei aveva capito? Ma che cosa aveva capito della vita quella tizia? Mamma mia come non la sopportavo e come non sopportavo Bill per quel che aveva detto. La parte di lui che odiavo usciva fuori quando non doveva.

"Ma non ti piacevano le cose semplici e naturali?" gli dissi in maniera sostenuta.

" Colgo una vena di gelosia nelle tue parole cara la mia miss perfettina".

" Ma quale gelosia? Miss perfettina poi? Stai prendendo troppa confidenza Herr kaulitz… Io gelosa di un porcospino viziato, ma quando mai?"

"Sarà…" rispose lui sorridendo.

Il tempo a nostra disposizione era finito e tra poco Brigy sarebbe venuta a prepararsi da me. Come sempre Bill mi accompagnò e mi salutò dicendo:

" A stasera e non farmi aspettare troppo".

A quelle parole apparve sul mio volto un sorriso spontaneo. L’idea che quella sera lui avrebbe aspettato me invece che far da cavaliere a Linda, nonché organizzatrice della festa mi faceva piacere.

"Farò quel che posso. A dopo Bill". Pronunciare quel nome iniziava a piacermi.

Brigy arrivò da me verso le 19 e 30 e mi trovò nel mezzo di una crisi isterica.

"Gin stai bene? Che è successo qua dentro?"Mi chiese dando uno sguardo alla mia camera.

Sembrava che la dentro fosse passato un ciclone. Il letto, il comò, la poltroncina e il davanzale erano inesistenti. Sopra di essi regnavano indumenti sgualciti e non adatti a quella festa elegante alla quale non volevo sfigurare per una volta.

Era la prima volta che mi importava fare bella figura ad una festa. Bill quella sera aspettava me ed io ero nervosa per quello. Non volevo ammetterlo ma ormai non potevo più fare altrimenti. L’angelo era ormai entrato dentro ai miei pensieri, lo aveva fatto quel giorno che mi prese tra le braccia e tra poco sarebbe entrato precipitosamente nel mio cuore.

"Come che è successo? È successo che non ho un accidente da indossare, i miei vestiti fanno schifo e i miei capelli sono orrendi. Oggi volevo andare dal parrucchiere ma quell’istrice mi ha incastrato con il tandem!" risposi a Brigitte continuando a tirar fuori indumenti dall’armadio.

"Tu dal parrucchiere per una festa? Tu in crisi per un abito? Sei più grave del previsto… Ormai tieni più tu a quel porcospino, come lo chiami tu, che non io che sono una fan!" disse ridendo la mia amica.

"Ora non ricominciare con questa storia…diciamo che ho leggermente cambiato idea su di lui… tutto qui… ora vedi di aiutarmi a trovare qualcosa qua dentro."

" Non ce n’è bisogno, ho io ciò che fa per te.. ti ho portato quell’abito che adori, quello del mio compleanno che dicesti non avresti mai trovato il coraggio di indossare ricordi?"

"Brigitte davvero lo hai portato per me?" i miei occhi si inumidirono dalla commozione.

"Certo e per chi se no?"

"Ti adoro amica mia come farei senza di te?"

"Me lo chiedo anch’io" scherzò Brigy " su, provalo!"

Indossai quell’ abito che amavo ma proprio non riuscivo ad abituarmici.

"Brigy sono ridicola da morire…". Mi osservai allo specchio. L’ abito era nero. Stretto e con paillettes ovunque. Era ripreso sotto il petto da un nastro di velluto che finiva dietro con un fiocco sotto alle spalle. Lasciava le spalle nude ed arrivava un bel po’ sopra le ginocchia.

"Stai scherzando Gin sei uno splendore!" mi disse Brigy sgranando gli occhi.

"Non lo so, non credo di avere il coraggio di sfoggiarlo"

" E’ l’ora di cambiare Gin, non puoi nascondere il tuo corpo e la tua personalità per sempre. Ammetti a te stessa che puoi essere ancora meglio di come sei adesso. Non devi aver paura delle persone e dei loro giudizi, non devi aver paura di quello che in realtà vuoi essere. Stai crescendo e provando sensazioni nuove. Non sempre ciò che è giusto appartiene alla nostra volontà. Tieni indosso quel vestito e stasera va da lui facendolo morire!"

Ancora una volta era riuscita a capire ciò che mi stava accadendo, stavo crescendo e cambiando, ma non volevo diventare come coloro che avevo sempre odiato, tutta apparenza e poco spessore. Ero sempre abituata a fare la cosa giusta e a seguire le linee direttive che mia madre mi aveva dato. Non troppo trucco, non fare troppo tardi la sera, non ascoltare musica violenta e non frequentare "ragazzacci". Mamma era stata abituata così, non voleva rischiare e non era mai uscita dai binari tradizionalisti che le avevano imposto. La sua vita era trascorsa tranquilla e ora si ritrovava buona moglie, buona madre e brava casalinga. Ma era questo che volevo? Volevo una vita tranquilla e piena di congetture?

No, io volevo girare il mondo, volevo fare l’interprete, volevo trovare l’amore e rischiare per trovarlo. Un po’ come mia sorella Mary che avevo sempre ammirato per la sua forza di volontà Non volevo più aver paura di provare sentimenti per un ragazzo fuori dagli schemi come Bill. Lui era ciò che avrei voluto essere ma che non ho mai avuto il coraggio neanche di provare ad essere. Lui non aveva paura dei giudizi, lui era semplicemente ciò che era e non gli importava di ciò che pensavano gli altri. Così, con la sua personalità aveva seguito il suo sogno e trovato il successo. L’odio che provavo nei suoi confronti non era altro che invidia. In realtà lo ammiravo come avevo ammirato poche persone in vita mia e ammetterlo mi costava troppo, per questo ho finto di odiarlo. Fingevo e non me ne rendevo conto.

"Ok, lo indosserò e non è finita qui". Felice di essermi liberata della mia maschera andai in bagno e piastrai i miei lunghi capelli biondi che adesso arrivavano quasi ai miei fianchi. Contornai i miei occhi con eye liner e matita neri e donai più profondità al mio sguardo con un mascara. Indossai le mie uniche scarpe con il tacco di vernice ed ero pronta per la serata. Il cuore mi batteva forte e non vedevo l’ora di andare incontro al mio angelo. La mia rinascita era appena iniziata…

Tornai da Brigy che stava finendo di aggiustarsi i capelli in una coda alta. Era stupenda, aveva un vestitino lilla corto e un po’ svolazzante sostenuto da spalline sottili. Ci guardammo soddisfatte e io l’ abbracciai, non so bene perché, ma ero così felice per aver deciso di aver dato una svolta alla mia vita che ero come impazzita. Iniziai a canticchiare e ridere per niente mentre ancora spazzolavo i miei capelli che quella sera dovevano essere perfetti. La mia amica era contenta per me e anche lei canticchiava le mie stesse canzoni. Dopo aver steso un filo di gloss sulle mie labbra guardai la mia compagna di avventure e le dissi:

" Sai, Bill mi ha chiesto di non farlo aspettare troppo e vorrei accontentarlo". Arrossii.

"E allora muoviamoci piccola mia!".

Prendemmo la borsetta e ci avviammo in auto verso la festa. Brigy aveva il cd dei Tokio Hotel in macchina e stavolta, invece che spegnere la radio alzai il volume. Una canzone diceva questo:

„Willkommen in unser´m Traum – Verbote sind verboten
Deutschland braucht´n Superstar und keine Vollidioten
Total egal wenn was dagegen spricht – interessiert mich nich´"

Anch’io stasera volevo dare il benvenuto nel mio sogno e neanche a me interessava più di chi mi parlava contro. Ancora una volta il cantante tedesco era riuscito a dare voce alle mie emozioni.

 

Traduzione canzone: Benvenuti nel nostro sogno i divieti sono proibiti, la Germaia ha bisogno di Superstar, non di perfetti idioti. E' lo stesso se sparlano, non mi interessa. (Dovrebbe voler dire più o meno questo).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Festa!!!!!!!! ***


 

 

 

 

 

Eccomi di già, forse un pò troppo presto,ma visto che questo capitolo mi piace tanto, non vedevo l'ora di postarlo... In più l'altro non era un gran che, ma mi serviva per spiegare il cambiamento di Ginevra. Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la mia FF nei preferiti... Non sapete quanto mi rende felice! Mi raccomando, se avete consigli da darmi fate pure, ci tengo un sacco...

( I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia)

Finalmente arrivammo. Un sentiero delimitato da candele portava all’entrata della discoteca, stasera fui io a sfilare. Per la prima volta non avevo paura degli occhi puntati addosso perché sapevo di essere all’altezza della situazione. Forse era anche la prima volta che qualcuno indirizzava dei fischi nella mia direzione. Sorrisi e continuai ad avanzare. Entrammo nel locale. Chissà se Lui era già li e mi stava aspettando. C’era già molta gente, sembrava di essere ad un prom. Ragazze in lungo, ragazzi in smoking, fiori ovunque e luci colorate che risplendevano. Linda come sempre aveva esagerato. A proposito, dov’era la strega?

Non ci pensai più di tanto e iniziai a ballare con Brigitte sulle note di Shining Star, una canzone che mi fece ascoltare alla festa del suo compleanno e che ci ricordava di quanto ci scatenammo quella sera. Allegre e spensierate ci muovevamo a ritmo di musica sotto gli sguardi increduli delle galline che non si aspettavano un simile cambiamento da parte mia.

Ogni tanto qualche individuo appartenente alla specie maschile si avvicinava per attaccare bottone non riconoscendomi, ed io divertita da quegli atteggiamenti non vi badavo e continuavo a divertirmi con la mia amica. Mi sembrava di essere Cenerentola al ballo. Tutto era simile a quella favola e finalmente arrivò anche il mio principe. Era bellissimo, portava un vestito gessato e i capelli lisci e corvini sulle spalle. Il trucco pesante immancabile donava ai suoi occhi una luce indescrivibile, chissà se il suo profumo sapeva anche stasera di vaniglia e zucchero a velo…

 

Decisi di scoprirlo e facendomi coraggio, incoraggiata anche da Brigitte, iniziai ad avvicinarmi a lui che stava in mezzo alla pista da ballo, sembrava aspettasse qualcuno ed io ne ero sicura, quel qualcuno ero io.

La musica d’un tratto cambiò e il dj inserì una canzone lenta, parlava d’amore ma non so che titolo avesse, sapevo solo che volevo ballarla abbracciata a lui. Continuai a camminare in sua direzione quando dovetti arrestarmi. Linda mi aveva anticipato. Anche quella sera era vestita di rosso. Il suo abito troppo corto era attillatissimo e non lasciava immaginare le sue forme, i suoi capelli erano leggermente mossi e raccolti da un lato con una rosa rossa.

Ma che stava facendo? Si stava appiccicando al mio angelo e sembrava che non fosse la prima volta. Lui le cinse il fianco con un braccio ed iniziarono a muoversi al ritmo della canzone.

Bill che diavolo fai!? Chinò il capo sul viso della mia nemica e posò le labbra sulle sue, prima dolcemente fino a diventare poi un bacio violento, quasi si stessero mangiando. A quel bacio facevano da sottofondo i gridolini soddisfatti delle galline e i "bu u u u u" della massa maschile.

Io rimasi impietrita, la strega anche quella sera aveva vinto e aveva rovinato ciò che credevo il "mein Traum" . Avrei voluto gridare, spaccarle la faccia, piangere, dare uno schiaffo a quell’angelo che stasera era improvvisamente diventato un demonio. Ma tutto questo si dissolse in una lacrima ed in nulla più. Vidi gli occhi del cantante posarsi sui miei ed ero troppo orgogliosa per fargli capire che stavo male. Gli voltai velocemente le spalle e mi avviai verso Brigitte.

"Stai bene? Che stupido.." mi disse lei.

"Certo, non crederai mica che mi fossi fatta delle illusioni su di lui?"

"Guarda che con me non occorre che tu finga"

" Non preoccuparti, ho solo voglia di bere qualcosa"

Ci avviammo verso il bancone e bevvi un cocktail, prima uno, poi un altro poi un altro ancora, più veloce che potevo. Sapevo che non c’ero abituata ma non mi importava. Volevo solo bere e non pensare a quella scena patetica.

Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, mi voltai e l’angelo era dietro di me.

"Pensavo che non saresti più venuta" mi disse.

" Ti avevo detto di non farmi aspettare troppo!"continuò.

" E io ti dico che vengo all’ ora che voglio, ti ho già detto che il mio mondo non gira intorno a te." Gli gridai contro, un po’ alticcia.

" Mi sembri piuttosto arrabbiata, è per prima?"

" Per cosa?" finsi di non aver capito a cosa si riferiva.

" Il bacio" rispose lui mentre cercava di togliermi di mano l’ ennesimo bicchiere che stavo per portarmi alle labbra per dimenticare l’ultima sua parola…IL BACIO… quel bacio che mi aveva fatto morire.

" Che cavolo vuoi che me ne importi idiota?" con un violento strattone tolsi la sua mano dal mio bicchiere facendolo cadere a terra di fronte a lui. Lo guardai per un istante poi piangendo corsi via.

Uscii dal locale e salii le scale per raggiungere la terrazza sul tetto.

Era un freddo allucinante, ma non lo sentivo, sentivo solo quella parola: "il bacio". Ma come potevi essere così stupido Bill?

Non avevi capito quanto tenevo a te? O non ti importava?

Mi lasciai andare ad un pianto e lasciai cadere il mio viso sulle braccia appoggiate al para petto.

"On top of the roof the air is so cold and so calm

                                              I say your name in silence

You don’t want to hear it right now

The eyes of the city are counting the tears falling down

Each one a promise of everything you’ve never found"

Dietro di me qualcuno si stava avvicinando e posò sulle mie spalle un qualcosa di caldo. Era la sua giacca, la giacca di un ragazzo che non avevo mai visto. Era alto, con i capelli biondi un po’ ondulati e gli occhi azzurri e mi stava sorridendo. Aveva un bel viso.

"Non hai freddo?" chiese.

"No..". Risposi asciugandomi le lacrime.

"Mi sembri un po’ disperata, non voglio chiederti cosa è successo, ma se ti va posso consolarti un po’.."

Avevo bisogno di consolazione, ma la volevo da Bill.

"E dai vieni qua, avvicinati…" così dicendo mi prese tra le braccia.

"Ti va un po’ di questo? Sai fa bene in questi casi.." tirò fuori dai pantaloni una piccola bottiglietta di rum e me la porse.

Come se già non avessi bevuto abbastanza la afferrai e ne bevvi almeno metà con un solo fiato. Mi bruciava la gola dopo averne bevuto così tanto, ma ciò che più bruciava era ancora quell’immagine. Il biondo iniziò a baciarmi il collo ed io anche se infastidita lo lasciavo fare. I suoi baci diventavano sempre più violenti e le sue mani iniziavano a tastare il vestito che Brigitte mi aveva prestato per far colpo su Bill.

Bill, dove sei? Pensai.

Adesso iniziava a darmi troppo fastidio il contatto con quello sconosciuto e con la poca forza che avevo tentai di scrollarlo di dosso, ma non ci riuscivo. Lui riuscì, invece, a sdraiarmi e a mettersi sopra di me.

"Lasciati andare" mi sussurrava nell’orecchio…

"No, non voglio, vattene!" gridavo… Non poteva essere quella la mia prima volta. Ma avevo assunto troppo alcol e la forza per respingere quel ragazzo mi mancava.

Iniziai a piangere, non sapevo più cosa fare.

Finalmente non so come, sentii che sopra di me non c’era più nessuno. Quello sconosciuto non mi stava più dando fastidio, non capivo come potesse essere successo, ma lui non c’ era più. Forse il mio angelo custode aveva sentito la mia preghiera.

Mi alzai da terra e vidi di nuovo quel biondino che stavolta stava lottando come non ero riuscita a fare io. Stava lottando con Bill che nel giro di qualche minuto riuscì ad allontanarlo.

Ancora una volta il mio angelo era li per me.

"Come stai?" mi chiese preoccupato e con quegli occhioni spauriti.

"Adesso sto bene" come potevo stare meglio? Mi aveva presa tra le sue braccia ed era preoccupato per me.

"Ma quanto hai bevuto razza di stupida?" mi disse arrabbiato.

"Quanto serviva.." risposi io con un filo di voce.

"Quanto serviva a cosa?"

"A dimenticare ciò che avevo visto, bill, a dimenticare ciò che avevi fatto davanti ai miei occhi". Le dissi in collera.

Lui mi si avvicinò e con gli occhi che brillavano prese il mio mento e lo avvicinò al suo viso. Nel giro di un secondo le sue labbra erano sulle mie. Era un bacio così dolce, così tenero,non c’era quella violenza che aveva dimostrato con Linda. Continuavamo a baciarci e fui sorpresa quando sulla mia lingua sentii un qualcosa di metallo farmi il solletico. Era il suo piercing… Non sapevo che l’avesse, Brigitte forse l’avrebbe saputo, ma non io… Io scoprivo Bill Kaulitz quella sera.

Poi pensai di nuovo a quella scena e un brivido si mosse lungo la mia schiena. Spostai il corpo del cantante dal mio e feci per andarmene.

"Sei uno stupido" gli dissi e mi allontanai.

"Che cavolo vuoi? Mi stavi ricambiando o sbaglio?" mi prese da dietro e mi immobilizzò. Mi guardava fissa negli occhi e la sua espressione era arrabbiata.

"Voglio che mi lasci…"

"No tu non lo vuoi, solo che sei troppo vigliacca per ammetterlo" urlò stringendomi con forza.

" Mi fai male, vai da Linda, lei lo ammette che ti vuole"

"Ancora con questa storia, non c’è stato niente tra noi, l’ho avvertita prima di quel bacio che tra noi non avrebbe potuto esserci nulla. A me piacciono le cose semplici ricordi?"

"Però l’hai baciata ugualmente" le mie difese stavano sparendo ma un pizzico di orgoglio rimaneva.

"Era un modo per ringraziarla della festa e lei mi ha detto che non avrebbe preteso altro." Mi avvicinò ancora di più a se " Mi credi?" aggiunse.

Alzai le punte dei piedi e sfiorai le sue labbra, quella era la mia risposta.

Tornammo alla festa e trovai Brigitte preoccupatissima che era stata raggiunta dal suo Francesco. Le raccontai ogni cosa come ero solita fare. Lei era felice per me e per Bill ma allo stesso tempo preoccupata per ciò che mi era accaduto.

"Tranquilla" le dissi "Il mio angelo mi ha protetta di nuovo".

Si fece tardi, Brigitte e Francesco andarono via per conto loro e Bill accompagnò me a casa.

Arrivati alla porta ci baciammo di nuovo, mi piaceva giocare con il suo piercing.

Quando staccammo le nostre labbra mi disse:

"Vedi che Bill Kaulitz ottiene sempre ciò che vuole?"

Sorridendo affondai piano il mio gomito nel suo fianco e lui si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò:

"Ciò che voglio sei tu…"

Il mio cuore batteva adesso come non aveva mai fatto fino ad ora. Osservavo i suoi occhi così belli, le sue labbra così carnose e accarezzavo le sue mani così affusolate e curate che fino a poco tempo fa erano state motivo di scherno da parte mia e ora erano le più belle che avessi mai visto. Lo baciai di nuovo, non avrei mai voluto lasciarlo andare, ma era tardi e la testa mi doleva per colpa dell’ alcol. Per questo ci augurammo la buonanotte accarezzandoci e ci lasciammo.

Quella notte non mi augurai di fare dei bei sogni perché il "mein Traum" si era già avverato quella sera e per riviverlo mi sarebbe bastato guardare gli occhi del mio angelo un’altra volta. Con quel pensiero dolce mi addormentai.

La canzone citata è ovviamente Don't jump, Tokio Hotel

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** REVENGE ***


 

I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia.

Ecco puntuale il nuovo capitolo, i ringraziamenti li troverete in fondo!

 

La mattina dopo non mi stupii di non essere scocciata come ero solita essere prima di andare a scuola. Avrei rivisto il mio angelo!

La luce che emanavano i miei occhi doveva essere così grande che anche mamma se ne accorse. Sorseggiavo il caffè e sorridevo contemporaneamente.

“Devi esserti proprio divertita ieri sera eh?”  chiese mamma.

“Si abbastanza…” non aggiunsi altro. Non potevo parlarle di Bill.  Non avrebbe approvato, non avrebbe capito. Neanch’io capivo come era potuto accadere. Soprattutto in così poco tempo e così intensamente. Non avevo mai provato niente di simile. Forse nemmeno per Federico… Il pensiero di quel nome fece tornare un po’ di tristezza, ma per poco. Tra poco avrei visto il mio angelo e solo di quello mi importava.

In classe riconsegnai l’abito che Brigy mi aveva prestato. Aveva ancora il profumo di zucchero a velo e vaniglia addosso. Vi affondai il naso come ad assaporarlo di nuovo e lo detti alla proprietaria che felice di vedermi così allegra mi accarezzò la guancia.

Le avevo descritto ogni piccolo particolare della serata e lei mi guardava sognante come una bambina che ascolta la madre raccontare una favola.

In ogni favola esiste una strega e lei, puntuale, fece il suo ingresso in aula interrompendo il mio discorso. Le avevano raccontato di aver visto me e Bill allontanarci insieme mano nella mano. Linda non mi disse nulla, ma quello sguardo pieno di odio fu più eloquente di mille parole. Non mi avrebbe mai più rivolto la parola. Ieri sera presi la mia rivincita e a lei non restava che rimanere ancorata al suo orgoglio. Le galline erano incredule, come poteva la loro beniamina aver perso così malamente la sua partita?

Forse dovevano rendersi conto che non tutti apprezzavano l’ostentare apparenza così esageratamente. Non tutti erano così superficiali. Per lo meno non chi non faceva parte delle loro stupida “massa”. La dentro Linda era una regina, ma una regina che non avrebbe mai regnato al di fuori del suo territorio così vergognosamente limitato.

Il mio cantante arrivò ancora una volta accompagnato dal coro delle proprie fan ma io riuscii a vederlo solo all’uscita di scuola.

Mi ero già incamminata verso casa quando sentii la sua voce chiamarmi da una macchina. Mi voltai e il suo viso sbucò fuori da un finestrino oscurato.

“Salta su!” mi disse aprendomi lo sportello.

Salii in quella vettura enorme con i sedili di pelle e mi sedetti accanto a Bill, alle spalle del suo autista. Mi guardò e mi baciò dolcemente le labbra.

“Scommetto che non hai fatto altro che pensarmi stamani.. lo so, faccio sempre questo effetto!” disse strafottente e sfiorandosi una ciocca di capelli sparata in aria.

“Ma smettila, ho altro da fare nella vita che pensare a te…” sorrisi.

“Di sicuro non hai da truccarti…”.Disse ironicamente.

In effetti non lo facevo mai se non in occasioni speciali come ieri sera, ma il fatto che me lo facesse notare mi irritava tantissimo.

“E tu invece, non hai altro da fare che punzecchiare me?” sbuffai.

Lui mi girò il viso mi tolse gli occhiali e sciolse i miei capelli. Poi con sguardo di approvazione, posò di nuovo le sue labbra sulle mie. Adoravo sentirle su di me e quel profumo per me era come una droga ormai.

 “Allora signorina, siamo arrivati a destinazione” mi disse indicandomi la porta di casa. Ero salita su quell’ auto senza nemmeno chiedermi dove mi stava conducendo. Con lui perdevo il controllo di ogni cosa.

“Grazie del passaggio…” gli dissi. In realtà volevo parlare ancora con lui, volevo sapere se l’avrei visto il pomeriggio, la sera, volevo che mi chiedesse il numero di telefono. Ma non proferii parola. Mi salutò con un  gesto della mano e si allontanò dentro quella macchina.

Ero spiazzata, ero estasiata per il fatto che mi avesse accompagnata a casa, ma allo stesso tempo il fatto di non rivederlo tutto il giorno e di non avere il suo numero mi rattristava.

 Avanti Gin non state insieme, vi siete baciati una sera e oggi ti ha riaccompagnata a casa, non ti basta?

Non ero mai stata una persona attenta alle piccole cose, alle uscite, al numero di telefono ecc… In una storia solitamente riuscivo a vivere alla giornata, ma stavolta era diverso, non mi bastava… Non ero mai sazia di lui. Maledii il fatto di non avere il tandem quel giorno.

Stetti tutto il giorno in camera mia a studiare e a fare zapping. Su mtv quel giorno vidi un suo video e per la prima mi soffermai a guardarlo. Com’ era bello con quella giacca nera di pelle lunga fino ai piedi. La sua voce si diffondeva in tutta la mia stanza e io la ascoltavo in silenzio.

Non lo vidi mai quel giorno e così neanche quello dopo. Seppi che era a scuola solo per le urla delle fan, ma i nostri orari erano diversi. Confidai a Brigitte di aver paura che per lui fosse stato solo un semplice bacio e niente di più. In fondo come poteva essere il contrario? Tra meno di un mese sarebbe tornato in Germania e avrebbe ripreso a girare il mondo con la sua band dimenticandosi di me a poco a poco. Ero io a non dovermi aspettarmi altro. Brigitte però era convinta del contrario. Pensava che tra noi fosse nato qualcosa di reciproco e di molto forte destinato a durare a lungo. Non so se lo dicesse per consolarmi o perché lo pensasse sul serio, so solo che in quel momento avevo bisogno di sentirmelo dire per continuare a sognare ancora un po’.

Il pomeriggio ero di nuovo in camera mia, quando mamma mi chiamò.

“Che c’è?” le dissi

“Non lo so, ho sentito suonare il campanello, ho aperto la porta ma ho trovato solo questa” mi porse una rosa blu con un biglietto.

Lo aprii e al suo interno c’era questa scritta: “ SCHLICHTE ABER SELTENE” ( semplice ma rara).

Commossa chiusi il biglietto e lo strinsi a me.

 “ Qui gatta ci cova cara mia e voglio sapere che aspetti a rendermi partecipe” commentò mamma.

“Ma no dai, niente di che…”

 Lei non doveva sapere di lui. La sua disapprovazione mi avrebbe condizionata e non volevo permettere che accadesse. Quando vedeva Bill alla tv lo disprezzava come in passato facevo anch’io. Ma i suoi insulti erano sinceri. Non sopportava il suo essere sopra le righe. Era troppo vedere un ragazzo truccato con piercing sul sopracciglio, con un tatuaggio che ricopriva tutto l’avanbraccio e che si muoveva come una donna. Troppo anticonformista per lei. Anche per me era così all’inizio, ma poi mi sono accorta che giudicandolo solo per l’apparenza mi rendeva una persona superficiale e non faceva altro che accomunarmi alla “massa” che odiavo.

 Corsi in camera e misi la rosa in un vaso sul mio comodino.

Ovviamente aggiornai Brigy che estasiata mi disse che ancora una volta la sua teoria sul fatto che fosse nato un qualcosa di reciproco era fondata.

Finalmente arrivò il giorno del tandem e come al solito ci incontrammo sulla nostra panchina. Oggi era la giornata in cui dovevamo parlare italiano. Era migliorato ma non ancora abbastanza da sostenere lunghe conversazioni, per cui ci aiutavamo con il tedesco.

“Grazie per la rosa” gli dissi arrossendo.

“Quale rosa?” mi interrogò lui.

Non è possibile, non poteva essere… il biglietto era scritto in tedesco, doveva averlo per forza scritto lui. Poi mi è venuto in mente che tutti in classe mia studiano tedesco. Poteva essere stato uno scherzo. Di pessimo gusto per giunta, ma quella gente era capace di questo ed altro.

“Non me l’hai portata tu quindi?”

“Io? E secondo te trovo il tempo per queste cavolate, Gin sono Bill Kaulitz sono troppo occupato per queste cose...”

Che cos’era quel tono? Come osava parlarmi così? Possibile che rovinasse sempre ogni mia illusione? Stavo ancora pensando, quando lui disse:

“ Mi piace quando sei pensierosa, adoro quello sguardo da bambina, semplice e raro, SCHLICHTE ABER SELTENE” iniziò a ridere soddisfatto dello scherzo che mi aveva fatto, sapeva di avermi in pugno e quali punti deboli toccare.

“Che stupido! Già stavo pensando  quale dei miei fan dover ringraziare” alzando il mento all’ in su mi voltai velocemente in maniera maliziosa.

Lui si avvicinò ed iniziammo a baciarci per lunghi ed eterni minuti.

Decidemmo di andare a prenderci un gelato e camminavamo mano nella mano come due fidanzatini. Lo osservavo leccare il suo cono al cioccolato e notando una macchia all’ estremità della sua bocca lo baciai togliendogliela via.

Parlammo tantissimo, lui era raggiante quando mi parlava della sua musica ed io sarei stata ad ascoltarlo per ore. Parlava veloce come una macchinetta, era abituato a parlare di se, nel frattempo gesticolava con le mani, mangiava il suo gelato  e si fumava qualche sigaretta. Era iper attivo, ma io adoravo la sua energia. Come sempre il discorso andò a finire su Tom. Era incredibile come solo con poche parole riuscivo a percepire il legame fortissimo che li legava. Notai anche i suoi occhi inumidirsi quando mi confessò che questo era il periodo più lungo che aveva mai passato lontano da lui e che gli mancava terribilmente. Poi volle sapere qualcosa di me, ma in confronto a lui le cose che avevo da raccontare sembravano di una banalità assurda. In realtà erano solo normali, era lui che non apparteneva al mondo di noi comuni adolescenti. Gli parlai della passione che avevo per il canottaggio, che però dovetti smettere di praticare per un problema fisico, del mio sogno di diventare interprete, del rapporto con Brigitte e di mia sorella, che è stata per me una seconda mamma e alla quale volevo un bene dell’anima. Anche se non c’era paragone con i suoi racconti, lui mi ascoltava come se quello che stavo dicendo fosse straordinario. In realtà per lui lo era.

“ Mi piacerebbe sapere come sarebbe andata la mia vita se non fossi diventato quello che sono”. Mi confidò.

“ Ma ho sempre sognato la vita che faccio e per questo va bene così. Sto vivendo un sogno e spero di svegliarmi il più tardi possibile.”

“Tu eri destinato al successo Bill, una personalità come la tua è sprecata per il mondo comune…”  gli dissi accarezzandolo.

Lui mi prese la mano e sorridendo iniziammo a camminare di nuovo. Era in incognito, come piaceva a me. Senza trucco e il più naturale possibile. Ogni minuto che passavo con lui sentivo che ciò che provavo aumentava sempre di più. Ci fermammo a guardare il tramonto e lui mi sussurrò piano in un orecchio:

“Farò tesoro di questi momenti, sei il mio contatto con la realtà”

“ E tu sei il  contatto con i miei sogni”gli risposi. Al pronunciare di queste parole ci lasciammo andare ad un abbraccio infinito nel quale i nostri respiri si confondevano e i nostri cuori battevano insieme. Restammo così l’uno accanto all’altra per un po’ ed io ancora una volta, non volevo più lasciarlo andare.

Sul calare della sera mi accompagnò verso casa e mi dette la buonanotte con un bacio tenero.

Lo osservai allontanarsi e da quel momento capii che il mio cuore era nelle sue mani.

                          

Allora, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, anche se è soltanto un capitolo di transizione... Il prossimo è forse quello a cui sono più affezionata!

Vorrei ringraziare davvero tutti coloro che hanno letto, che hanno aggiunto la mia FF nei preferiti e chi ha recensito. A proposito di voi:

GemyBillina: Grazie mille per la recensione, sono contenta che ti sia piaciuta. Come vedi Linda è talmente odiosa che mi sono limitata a farla sparire liquidandola con qualche frase, ma non dopo aver fatto compiere a GIn la proprio rivincita, che è infatti il titolo del capitolo!

Lally_the Best e BabyzQueeny: Grazie mille anche a voi due, tu Lally ormai sei una mia seguace e mi fa troppo piacere! Volevo dire a tutte e due che non è assolumante finita, manca ancora qualche capitolo che ho già completato e devo solo rivedere! Occhio al colpo di scena finale!

SusserCinderella e Linny93: Sono super felice per l'entusiasmo che avete dimostrato, sono commossa.. continuate a leggere mi raccomando, mi state rendendo tutte orgogliosa per una cosa in cui non credevo!

Selina89: grazie tante anche a te! ho letto la tua FF e mi è piaciuta un sacco, a presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** TI VOGLIO BENE MAMMA ***


 

( I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia). Citazione e ringraziamenti in fondo, buona lettura!

I giorni scorrevano ed io ero sempre più felice. I momenti che passavo con Bill erano indescrivibili. Anche solo sentire la sua presenza vicina a me mi faceva sognare. Un sogno si, ciò che era nato tra noi era un sogno e destinato a rimanere tale….

Mia madre notava questo mio cambiamento. Mi curavo di più, il mio umore era perennemente allegro, l’ appetito era insolitamente pochissimo. Lei immaginava che nella mia vita fosse entrato qualcuno di speciale, ed immaginava anche chi fosse. Notò infatti, che quel mio cambiamento risaliva al primo incontro di tandem che feci con il cantante e alla festa in suo onore. Era spaventata della relazione che intrapresi con lui. Anche se non gliene avevo parlato sapeva che le mie uscite non erano sempre e solo in compagnia di Brigitte come le raccontavo. Le mentivo e la cosa mi faceva star male, ma sapevo che non lo avrebbe mai accettato. Decisi, quindi, che quello sarebbe stato il mio segreto, mio e di Bill. Solo Brigitte lo condivideva con noi. Ma con il passare del tempo le domande di mamma erano sempre più frequenti. Del resto si preoccupava per me.

"Allora, come prosegue il tandem?"

"Bene mamma" mi limitavo a rispondere. Il nostro rapporto era sempre stato amichevole, le raccontavo ogni cosa, perché sapevo di fare ciò che lei avrebbe approvato. Ma stavolta era diverso, sapevo che l’avrei delusa, sapevo che se mi avesse vista con lui non mi avrebbe riconosciuto. La sua bambina non avrebbe dovuto frequentare quel tizio arrogante che l’avrebbe portata sulla cattiva strada. Quindi il fatto che non la rendessi partecipe della mia vita ultimamente la rattristava. Vedere quella smorfia di dolore sul suo volto ogni volta che le rispondevo a monosillabi mi faceva morire.

La mattina quando dolcemente girava il cucchiaio per far sciogliere lo zucchero nella mia tazza di caffè, avvolta nella sua vestaglia di lana che tante volte avevo strinto a me, avrei avuto voglia di dirle:

" Mamma quanto sono felice, quel ragazzo mi fa sognare".

Invece mi limitavo a guardare i suoi occhi spenti che mi cercavano, cercavano il mio sguardo, cercavano una parola. Ma dalla mia bocca non fuoriusciva altro che non fosse un semplice:

"Buongiorno", "Io vado", "Buonanotte".

Ormai le nostre conversazioni erano solo queste.

Non sapevo ancora che quel pomeriggio le cose sarebbero cambiate.

Tornai a casa per pranzo, come sempre. Ancora una volta di mattina non avevo visto Bill e comunque a scuola tentavo di evitare di farmi vedere con lui. Per le fan e per evitare il cospargersi di voci all’interno della massa. Questa storia era nostra e di nessun altro. Mai avrei voluto vedere una nostra foto su di un giornale. Per me sarebbe stato troppo.

Quel pomeriggio me ne stavo seduta sul letto ad ascoltare la voce del mio angelo cantare " Sacred".

"Remember
To me you'll be forever sacred
I'm dying but I know our love will live
Your hand above like a dove
Over me
Remember
To me you'll be forever sacred"

"Eh si", pensai " comunque vada, to me you’ll be forever sacred".

D’ un tratto sentii suonare il campanello di casa e i passi di mamma affrettarsi ad aprire la porta. Stava aspettando la nostra vicina con la quale spesso passava ore a chiacchierare. Il cigolio della porta mi fece capire che la nostra ospite era entrata, ma la voce mi era ancora più familiare ed era maschile.

" OH MIO DIO BILL!".

Era fatto così, senza preavviso entrava nella tua vita, nella tua mente, nel tuo cuore ed ora… NELLA TUA CASAAAAAAAA….

Corsi in salotto e notai la faccia sorpresa di mamma che lo accolse con un urlo di disapprovazione. Aveva i capelli più sparati in aria del solito. Era esageratamente truccato. L’ombretto e la matita mettevano in risalto ancora di più il suo piercing sul sopracciglio e davano un’espressione ancora più elfica del solito al suo sguardo. Portava una giacchettina di pelle nera molto attillata e jeans a vita bassa. Tra i due indumenti un lembo di pelle veniva lasciato scoperto e su di esso era ben visibile la sua stella tatuata della quale Brigy mi aveva spesso parlato. Porse la mano a mia madre e le disse semplicemente: " Salve sono Bill". Si avvicinò a me, mi baciò le labbra delicatamente e come se fosse a casa sua si avviò verso il divano e in maniera scomposta vi si sedette sopra.

Io e mia madre eravamo pietrificate, ci guardavamo con sguardi identici, tutte e due avremmo voluto tirar fuori un mare di parole, ma queste proprio non volevano uscire. Le nostre espressioni erano le stesse. In quel momento eravamo la stessa persona. Non credevo che avrebbe mai scoperto di noi due, tanto meno in quel modo. L’ uragano Kaulitz era riuscito a sconvolgere i miei piani di nuovo. Era entrato in casa mia e mi aveva baciata di fronte a mia madre. Ed è come se per lui fosse tutto naturale. Era abituato ad essere accolto nel migliore dei modi, con riverenze ed educazione. Del resto pagavano oro per ottenere la sua presenza, a lui tutto era dovuto.

Il silenzio e l’imbarazzo del momento furono interrotti proprio da lui che bofonchiò:

" Mi annoiavo in Hotel così ho deciso di venire da te a fare merenda, c’è niente da mangiare?". Cavolo Bill ma proprio oggi dovevi far vedere quanto avevi imparato l’italiano? Almeno in tedesco mia madre non avrebbe percepito quel tuo atteggiamento da bambino viziato.

" Certo e vuole anche che glielo porti su vassoio d’argento?" rispose mamma stizzita. Lo immaginavo, ma ora avevo la prova che lo odiava e la star non faceva altro che peggiorare la situazione.

" Magari…" Le rispose con aria di sfida e con un sorrisetto strafottente. Cavolo aveva capito la lingua, aveva capito che mia madre lo odiava e per lui era divertente. Amava essere al centro dell’ attenzione, anche se stavolta in maniera negativa. Era un esibizionista ed era talmente sicuro di se che non gli importava se qualcuno non lo ammirasse, amava così tanto se stesso che gli bastava piacersi così com’era.

"Bill smettila, già la situazione è difficile, non peggiorare le cose" mi rivolsi a lui.

" E dai che vuoi che sia… non piaccio a tua madre, non pretendo di piacere a chiunque, anche se ci vado vicino" Mi disse sorridendo. Menomale che questa patetica conversazione fu tutta in tedesco. Lo odiavo quando faceva "la diva", ma era fatto così, lui era Bill Kaulitz sempre e comunque, ed era per questo che lo adoravo. Mia madre dopo essersi recata in cucina tornò con qualche merendina e la porse svogliatamente a quell’ ospite così sgradito e si sedette davanti a lui.

" Volevo dirle che stasera sua figlia sarà a cena con me".

Io ero al settimo cielo al pensiero di passare la serata con lui. Mia madre lo guardò con odio, non osava pensare all’ immagine di noi due seduti ad un tavolino insieme e magari mano nella mano. La sua bambina così ingenua e così semplice con quel ragazzaccio decisamente pessimo che per aver solo 18 anni la sapeva già lunga sulla vita… Ma poi si voltò verso di me e vide i miei occhi brillare di felicità, il mio sguardo raggiante e supplichevole. Ero felice e lei non riusciva a spiegarsi come, ma quell’essere spregevole e maleducato mi rendeva terribilmente contenta. In più sapeva che neanche lei sarebbe riuscita a fermarmi. Si morse il labbro e strinse forte un pugno, le sarebbe stato difficile pronunciare le parole che stava per dire, ma guardando gli occhi di quello straniero disse:

" Guai a te se le fai far tardi". Quanto le era costato fare quel gesto così semplice, ma così pesante per lei. Mi aveva dimostrato con quelle parole quanto mi amava e quanta fiducia avesse in me. In cuor suo sapeva che di me poteva fidarsi e che anche stavolta stavo facendo la cosa giusta. Io la abbracciai forte e le dissi

" Grazie, ti voglio bene".

Anche stavolta il mio angelo, anche se a modo suo, era riuscito a sistemare le cose. Soddisfatto mi stava sorridendo con la bocca piena di qualche schifezza che mia madre gli aveva rifilato e guardandomi affermò:

" Bill Kaulitz ottiene sempre ciò che vuole." E ora ne ero convinta anch’io.

Dopo aver finito di far merenda mi salutò con un abbraccio forte:

" Fatti bella per me, tra 2 ore passo a prenderti." Mi disse.

" Grazie della merenda signora, ma quella cosa che ho mangiato faceva davvero schifo, arrivederci". Sorrise a mia madre e se ne andò senza convenevoli. Ma perché doveva dire sempre ciò che pensava?

Io e mia madre non ci dicemmo niente, sapevamo ognuna ciò che pensava l’altra. Andai a prepararmi e chiamai Brigitte dalla quale mi feci consigliare sull’ abito da indossare, lei conosceva il mio guardaroba a memoria ormai.

Optammo per un qualcosa di elegante ma semplice, come piace a lui.

Avevo una camicetta bianca con una stella disegnata da piccoli strass su un lato. Mi aderiva ai fianchi e metteva in risalto ogni mia curva. Misi poi una minigonna di jeans piuttosto corta a balze. Mi aveva pregato tante volte di metterla e quella sera decisi di cedere al suo desiderio. Era la prima volta che uscivamo a cena. Ai piedi indossai un paio di ballerine bianche. Tirai poi su i capelli con un fermaglio dal quale scendevano poi fino ai fianchi, per lasciare libero il viso che truccai leggermente, con un filo di matita, di mascara e con lucidalabbra trasparente.

Mia madre entrò in camera mia, credevo volesse rimproverarmi per qualcosa, o che volesse farmi notare il comportamento che Bill aveva assunto, invece no, si avvicinò e mi fece girare di spalle.

Poi mi cinse con le braccia e posò sul mio collo una catenina che agganciò sotto i miei capelli.

"Stai diventando grande piccola mia" mi disse, " Questa la indossai la prima volta che uscii con tuo padre. E’ una stellina il ciondolo attaccato alla catenina ed è quello che tu sei per me. Potrai cambiare, crescere, andartene o non parlarmi, ma per la tua mamma tu resterai sempre la sua piccola stellina. Ogni volta che ti senti sola guardala e capirai che io sono li con te."

Quel ciondolo era bellissimo, era come lei, come la mia mamma. La abbracciai e piansi di gioia insieme a lei, per quel rapporto ritrovato, per il bene che le volevo e che percepivo in quel momento.

"Ora vai piccola, vai incontro al mondo e fai di testa tua. Io sarò sempre con te anche se a volte non capirò le tue scelte, ma solo perché io non avrei il coraggio di farle."

Ci abbracciammo di nuovo ed ora ero pronta per il mio angelo, ero appoggiata anche dalla persona più importante della mia vita e niente mi avrebbe più fermato.

Allora, a questo capitolo sono particolarmente affezionata, spero piaccia anche a voi! Grazie mille a tutti voi che seguite questa FF, siete veramente in tanti! Un grazie particolare va a:

Lally_the best, Selina89 e gingi_devishina che hanno recensito. Che cosa pensate, il sogno di Gin e Bill resterà un sogno o durerà a lungo?

La canzone citata è la splendita Sacred dei Tokio Hotel.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** ICH LIEBE DICH ***


 

 

Ciao a tutti, ecco il mio nuovo capitolo, ringraziamenti in fondo!(I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia)

 

Avevamo appuntamento alle 21 ma lui arrivò alle 21 e 45 da vera "diva" qual era…

Salii nella stessa vettura con la quale qualche giorno prima mi aveva accompagnata a casa. Anche lui come me si era vestito per soddisfare i miei desideri. Adoravo quando si vestiva di scuro e quando lasciava i suoi capelli naturali. Quella sera infatti si era vestito così.

Mi guardò attentamente prima di proferire parola. Sembrava estasiato e mi scrutava così attentamente da farmi arrossire. Per rompere il ghiaccio decisi di parlare io per prima:

"Basta Bill così mi metti in imbarazzo, che hai da guardare?"

"Sembrerà banale, ma stasera sei carinissima!"

"Grazie! Devo segnare sul calendario il giorno in cui mi hai fatto un complimento…"

"Va beh, ovviamente a me non leghi neanche le scarpe.."

Si voltò di lato e dal movimento delle sue spalle capii che stava ridendo.

"Ecco la diva che non si smentisce mai."

Ormai avevo imparato a conoscerlo e anche se era così vanitoso adoravo quel suo modo di fare.

"Dove stiamo andando?" chiesi.

"Questa è una sorpresa…." Disse soddisfatto.

Durante il tragitto mi teneva per mano e, come sempre, parlava veloce e spaziava da un argomento all’ altro eseguendo monologhi degni di un’opera teatrale.

"Siamo arrivati, chiudi gli occhi" mi disse dopo una mezz’ora di viaggio.

Mi condusse fuori dall’ auto e mi fece entrare in un locale. Dopo qualche minuto tolse le mani dai miei occhi e di fronte a me si presentò uno spettacolo che non avrei mai immaginato.

"No, non puoi aver fatto questo per me…" Dissi incredula.

Eravamo in una sala enorme circondata da vetrate. Nonostante lo spazio fosse infinito in quella suite, c’era solo un tavolo apparecchiato. Il nostro.

Da ogni parte sbucava un vaso colmo di rose blu. Ormai erano diventate i fiori del nostro amore. L’ illuminazione era data solo da miriadi di candele. Dal vetro si vedeva un laghetto illuminato da lanterne, le cui acque fumavano per il calore di esse al contatto con l’aria fredda. Eravamo in un centro termale che lui aveva riservato solo per noi.

"Beh si che l’ho fatto… non mi ritieni capace eh, guarda che io sono Bill Kaulitz sono un uomo pieno di risor…". Non gli permisi di finire la frase che già lo stavo baciando.

Ci sedemmo a tavola ed io gli raccontai del rapporto ritrovato con mia madre grazie a lui e la storia del ciondolo che portavo indosso.

Lui era felice per me e mi ascoltava incuriosito.

Finita la cena ci spostammo all’esterno e ci sedemmo sulle sponde del laghetto termale. Iniziavo ad aver paura che il giorno del concerto e della sua imminente partenza arrivasse troppo in fretta.

Notò che stavo pensando a qualcosa di brutto e senza chiedermi niente mi abbracciò forte per consolarmi, senza che io gli avessi detto di che cosa si trattasse quella improvvisa tristezza. Forse anche il mio angelo pensava alla stessa cosa.

" Non devi aver paura" Mi disse.

Era incredibile, aveva capito perfettamente… Ancora una volta mi aveva stupito.

"Ho paura che il giorno dell’ addio arrivi troppo presto" gli confidai.

"E chi l’ha detto che sarà un addio?" Tentò di rassicurarmi lui.

"Lo ha detto la realtà, noi stiamo sognando Bill, stiamo solo sognando".

"Non è detto che ci dobbiamo svegliare per forza".

Invece si Bill. Prima o poi il giorno arriverà. Io tornerò alla mia solita vita, felice di averti vissuto e tu tornerai alla tua musica perché a quello sei destinato. Sei destinato al successo. Il mondo comune non ti appartiene, tu vali molto di più.

Non gli dissi niente di tutto questo per non rovinare il momento che stavamo vivendo. Mi limitai a pronunciare poche parole per chiudere li quel discorso.

"Hai ragione, continuiamo a sognare."

Mi avvicinai a lui ed iniziammo a baciarci e ad accarezzarci in ogni parte del corpo. Sapeva terribilmente di vaniglia e zucchero a velo, era la sua crema che ogni sera si spalmava. Io assaggiavo ogni minima parte del suo viso e lui sfiorava le mie curve dolcemente. A poco a poco i nostri gesti divennero più violenti ed affrettati. Ci alzammo in piedi ed iniziammo a camminare verso le acque bollenti del lago. In un batter d’occhio ne eravamo immersi. Ma non ci facevamo caso. Le nostre anime erano diventate una sola ed era ciò che contava. La temperatura dell’acqua era altissima ma ancora più alta era la voglia che avevo di lui. Quando uscimmo dalle acque termali non ero più la bambina di prima, ero una donna che aveva conosciuto l’amore per la prima volta.

Bill corse a prendere un asciugamano, quando tornò mi avvolse in esso ed entrammo nel locale per sederci di fronte al camino della suite.

"E’ stato bellissimo" dissi appoggiandomi a lui.

Non ricevetti risposta, ma solo un sospiro ed una carezza. Lo guardai perché volevo che interrompesse il silenzio. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò piano:

" Ich liebe dich"

Non potevo crederci, aveva appena detto di amarmi. Non resistetti alla voglia di baciarlo di nuovo e così fu. Dopo essermi staccata da lui, lo guardai dritto negli occhi e piano risposi semplicemente:

"Anch’io".

La serata volse al termine e dopo esserci asciugati un po’, anche se non del tutto, mi accompagnò a casa.

Ero la persona più felice del mondo, toccavo il cielo con un dito, ero un’ altra persona quella sera e tutto grazie a quell’ angelo che era entrato prepotentemente dentro di me.

Quella sera non presi mai sonno, decisi di alzarmi ed ascoltare qualche sua canzone, giusto per sentire ancora la sua voce. Iniziai con "RETTE MICH", poi con "SPRING NICHT", "1000 MEERE" ed in fine "ICH BIN NICHT ICH". Fu il titolo di questa canzone a suscitarmi una sensazione strana, ma bella ed emozionante "IO NON SONO IO". Senza pensarci un attimo presi carta e penna e la mia mano iniziò a scrivere da sola.

„Ich weiß nich´ mehr, wer ich bin- und was noch wichtig ist
Das ist alles irgendwo, wo du bist
Ohne dich durch die Nacht- ich kann nichts mehr in mir finden
Was hast du mit mir gemacht
Ich seh mich immer mehr verschwinden"

Questa canzone, queste parole, la tua voce sono ciò che riescono a far gridare le mie emozioni al mondo. Non saprei descrivere meglio ciò che sto provando ora. Come dici tu in quelle note, adesso " non sono me stessa senza di te durante la notte". "Che cosa mi hai fatto?" chiedi cantando. Io so ,Bill ,che cosa hai fatto a me. Mi hai preso l’anima ed io mai come adesso sono felice di avertela donata e non mi importa quanto durerà. Ovunque tu sia adesso, mentre leggi le mie parole, ricordati di quello che abbiamo vissuto stasera al lago e questo momento rimarrà per sempre…

Ti amo Ginevra "

Gli scrissi queste parole su di un biglietto che gli avrei donato non appena l’avrei visto ma che non gli avrei permesso di leggere se non quando fosse stato lontano da me. Dopodichè mi infilai nelle lenzuola e mi addormentai.

Come sempre grazie mille per aver recensito o solamente letto!

Linny 93: A volte i sogni possono non essere per forza illusioni, anche se rimanesse un sogno, rimarrebbe comunque nel cuore di Gin...cmq ancora devo decidere..grazie mille!

Lally -the best: Grazie ancora, non sai quanto mi fa piacere sapere di venire apprezzata! spero di non deluderti...

SusserCinderella: Bill non poteva non chiamarla, sarebbe stato troppo bastardo! ahahah mi fa piacere che ti piaccia ancora la mia FF!

emily ff: è vero, forse troppo veloce, ma quando ho i capitoli pronti non resisto, ho bisogno di sapere cosa ne pensate, grazie tanteper seguire la mia storia!

GemyBillina: Grazie anche a te per la recensione, sono fiera del vostro interesse per questo racconto, grazie davvero!

Selina 89: Spero di aver saziato la tua curiosità, grazie per la recensione!!!!!!!!!

La canzone citata è ICH BIN NICHT ICH! dei Tokio Hotel!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** USCITA A 4 ***


 

 

Buonasera a tutti, ecco un nuovo capitolo! Anche questo è un pò di transizione, non succede molto..il prossimo invece è molto dolce, non potevo postarli insieme..ma spero vi piaccia ugualmente... (I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia!) Ringraziamenti in fondo...

La mattina arrivai a scuola con un sorriso stampato in volto. Brigitte ovviamente era già stata aggiornata, ma volle sapere i dettagli. Dopo averla accontentata mi disse:

"Non immagini quanto possa essere felice per te, anche se saresti da schiaffi per ogni volta che mi hai presa in giro quando parlavo bene di lui!"

"Mmmmmmmmmmmmm non riiniziare eh! Altrimenti mi vendico e mostro a Francesco che cosa hai nascosto nell’ armadio ihihihihih" Le dissi con una risata diabolica.

"Nuuuuuuuuuuuuu per favore quello no! Se sa che colleziono le foto di Bill mi uccide!" mi rispose preoccupata.

"Allora vedi di comportarti bene". Le dissi puntandole il dito contro in maniera scherzosa.

Uscimmo da scuola facendoci spazio tra le fan del cantante, che adesso iniziavano a darmi fastidio. Da ieri sera avevo iniziato a sentire Bill come un qualcosa di mio. Il mio Bill.

Ma quello era il suo mondo ed io non avevo il diritto di proferire parole al riguardo.

Brigitte sarebbe stata a pranzo da me quel giorno quindi insieme a lei ci stavamo avviando verso casa, quando mi sentii chiamare dal dietro. Era lui, il mio cantante che si stava avvicinando. Brigy arrossì, lo faceva sempre appena lo vedeva, del resto era ancora il suo idolo.

Bill era in incognito. Aveva addirittura legato i capelli e nascosto il codino dentro il cappello. Portava i soliti enormi occhiali da sole ed aveva una tuta extra large. Stentavo a riconoscerlo.

Stamani era uscito prima da scuola perché aveva delle interviste da fare e adesso si era liberato.

"Ero venuto davanti scuola ad aspettarti, ma non ti ho vista uscire".

Io stavo trattenendo la mega risata che stavo per farmi, ma invano, perché essa uscì dalla mia bocca.

"Che hai da ridere?" mi chiese Bill sgranando gli occhi.

"Ma ti sei visto? Potevi almeno struccarti. Dov’è finito il maestro di look?". Aveva la matita sciolta sotto gli occhi e il mascara un po’ dappertutto.

"Avevo fretta, sono arrivato tardi in albergo, volevo venire a prenderti ma non potevo farmi riconoscere dalle fan. Mi avrebbero assalito dopo aver visto cotanta bellezza! Quindi mi sono infilato nella doccia, asciugato i capelli e ho indossato la tuta."

"E non ti sei struccato.." Aggiunse Brigy.

" Va beh ma ho fatto la doccia…"

"Ma di solito usa struccarsi prima della doccia, o quanto meno dopo ci si guarda allo specchio".

"Ma sono così orrendo?" Chiese coprendosi il viso con le mani.

"Fai tu.." Gli dissi porgendoli uno specchietto.

"aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh" Emise un urlo degno di Tarzan.

"Non me ne ero accorto!! Non sono abituato a non essere seguito dalla truccatrice che nota ogni mio difetto (anche se ovviamente impercettibile)!" Guardava pietrificato lo specchio con la bocca aperta. Io e Brigitte assistevamo divertite alla scena.

"Così sono impresentabile, devo dileguarmi."

Era davvero una prima donna. Doveva essere sempre perfetto, anche se nessuno lo avrebbe riconosciuto. Doveva essere perfetto per il suo ego. Una minima sbavatura lo mandava in tilt. La situazione aveva una vena comica indescrivibile.

"Dai Bill non esagerare, sapevo che ti avrebbe messo in crisi quindi ci ho ricamato un po’ su. A me vai bene anche così!" Gli dissi accarezzando la sua guancia. Ma lui non ci sentiva, continuava a strofinarsi gli occhi per mandar via quella che per lui era una catastrofe ed in realtà era solo un po’ di trucco colato.

"No no, così non posso andare in giro, non mi sento in pace con me stesso. Tanto ero passato solo per farti un saluto. Devo rimettere in sesto un look degno di Bill Kaulitz."

Ero felice per il fatto che fosse passato solo per vedermi.

"Va bene mister perfezione, allora ci vediamo stasera." Gli dissi baciandolo sulle labbra.

" Jawohl" rispose lui. Con un cenno della mano salutò sia me che Brigitte e si affrettò verso il suo albergo mentre ancora si strofinava gli occhi.

La sera saremmo usciti con Brigitte e Francesco, La nostra prima uscita a 4. Brigy non vedeva l’ora che anch’io trovassi qualcuno con cui uscire ed il fatto che quel qualcuno fosse proprio il suo idolo la estasiava.

Quel pomeriggio lo passammo studiando, guardando la tv e parlando di noi due. Ogni volta che mi parlava di Francesco le brillavano gli occhi. La loro storia andava a gonfie vele. L’unica cosa sulla quale non andavano d’accordo era proprio il mio Bill. Lei era fissata con quelle canzoni e lui proprio non le sopportava. Come me all’inizio, credeva che lui fosse solo una checca viziata, del resto era ciò che trapelava dagli schermi. Ma stasera avrebbe dovuto ricredersi.

Decidemmo di mangiarci qualcosa all’ Hotel di Bill. I ristoranti normali erano sempre troppo rischiosi. Avrebbe potuto camuffarsi quanto voleva, ma se iniziava a chiacchierare come una macchinetta e a gesticolare come solo lui sapeva fare lo avrebbero riconosciuto di sicuro.

Infatti anche quella sera il tedesco parlava, parlava, parlava… Purtroppo ormai anche in italiano. Io e Brigitte avevamo gli occhi luccicanti e lo ascoltavamo in silenzio. Francesco, invece, non ne poteva più e sbuffava in continuazione. Si punzecchiavano di continuo, ma senza cattiveria. La cena trascorse in tranquillità e Bill era contento di essere come sempre il protagonista della serata. Ogni tanto notavo che Francesco faceva delle smorfie di disapprovazione quando gli cadeva lo sguardo sulla manicure del cantante. Cercava di sorvolare, ma alla fine non resistette.

"Senti ma quanto ci metti a metterti quella roba sulle unghie?" chiese a Bill.

"All’ inizio un bel po’, ora in un quarto d’ora me la cavo."

" Ma chi te lo fa fare di truccarti, metterti lo smalto e lisciarti i capelli?"

" Nessuno, ma io sono così, senza il trucco mi sento nudo e semplicemente non bado a ciò che dice la gente. In più ho mezza Europa che mi decanta, perché dovrei preoccuparmi?" Disse con sguardo malizioso e soddisfatto e facendo spallucce. Credo che Francesco in quel momento avesse odiato la sua arroganza, come anch’io facevo all’inizio. Ma era solo questione di tempo. Anche lui avrebbe scoperto con il passare dei giorni la vera natura di Bill Kaulitz. Lui era molto di più di ciò che appariva.

Arrivammo alla fine della cena e decidemmo di andare a fare un giro in città per una bevuta.

"Un attimo e torno" disse Bill mentre noi 3 ci stavamo avviando fuori dall’albergo.

"Che cosa hai dimenticato?" gli chiesi.

"Niente, ma devo darmi una controllatina allo specchio, di sicuro la matita sarà sciolta."

"Mio Dio Bill sei incorreggibile" affermai scrollando la testa, Brigy scoppiò in un’enorme risata e Checco si portò una mano alla fronte e assunse un’espressione inorridita.

"Che sono quelle facce… si lo so , in realtà sono già splendido così, ma quando tornerò giù sarò a dir poco impeccabile." Disse la star ancheggiando e sorridendo con quel sorriso che abbaglia.

"Gin accompagnami, anche tu hai bisogno di una ricontrollatina".

"Cosa? Io è già tanto se mi sono truccata quando sono uscita di casa…"

"Non vuoi fare contento il tuo Billuccio?" Disse con quegli occhioni da cucciolo che riuscirebbero a sciogliere un iceberg.

"Tanto lo sai che se fai quella faccina ottieni tutto quello che vuoi."

Mi avviai verso di lui e insieme ci allontanammo. Una volta entrata in camera sua notai un caos indescrivibile. Per terra c’era di tutto. Indumenti, calzini, fogliacci, la piastra per capelli. Sul letto c’erano le t-shirt che doveva aver tirato fuori per sceglierne una adatta alla serata. Dovetti farmi spazio tra le sue cose per sedermi sul letto. Bill era di fronte allo specchio e con cura tracciava una linea di matita sugli occhi.

"Vieni qua, siediti."

Mi fece cenno di avvicinarmi. Mi adagiai sulla sedia di fronte a lui che con fare elegante prese il mio mento, lo tirò su e si chinò su di me. Avevo i suoi occhi che mi fissavano e le sue labbra carnose a distanza pericolosa, così chiusi gli occhi per lasciarmi andare al bacio appassionato che mi avrebbe dato.

"Che fai? Secondo te come faccio a truccarti se chiudi gli occhi?" Mi disse con tono di rimprovero.

"Truccarmi? Bill ma sei impazzito?!"

"E dai lasciamelo fare, adoro dare profondità ai tuoi occhi verdi."Mi disse.

La scena era degna del più divertente dei film comici, io che non riuscivo a dirgli di no dal troppo ridere, lui con il broncio, chino su di me a tentare di disegnare una riga dritta e indignato per il mio non riuscir a star ferma. Mai e poi mai avrei immaginato che un giorno un ragazzo mi avrebbe truccato. Ma da Bill Kaulitz potevi aspettarti questo ed altro. Con lui tutto era surreale, ma maledettamente bello.

Quando finì mi guardò con aria soddisfatta e battè le mani a se stesso. Io rassegnata al suo comportamento mi avviai verso la porta.

"Possiamo andare ora?" Gli domandai.

"No ancora un attimo…"

"Che c’è ancora?"

Si avvicinò ed iniziò a baciarmi con una sensualità indescrivibile. Adoravo i suoi baci, il suo sapore, il solletico del suo piercing… Ma mi staccai ricordandomi della mia amica e del fidanzato che stavano aspettando.

"Bill dobbiamo andare". Ma lui continuava a mordicchiarmi il collo senza sentir ragioni.

"Dai smettila" Dissi ridendo.

"No non ci riesco… mi dispiace"

"Bill Kaulitz che non riesce in qualcosa, e quando mai?!"

"Da quando ci sei tu… A te non resisto".

A quelle parole decisi che anche stanotte quel ragazzo doveva essere mio.

Grazie ancora a: emily ff, GemyBillina,SusserCinderella e Lally_the Best! Sono contenta di non avervi ancora deluso... Mancano 3 o 4 capitoli alla fine!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** IN DIE NACHT ***


 

Ecco puntuale un nuovo capitolo. E' uno dei più romantici e a me piace per questo, spero piaccia anche a voi!

(I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia.)

 

Mandai un sms a Brigy spiegandole la situazione che si era creata, certa che lei avrebbe capito. Poi avvertii mamma che sarei rimasta a dormire dalla mia amica e mi dedicai completamente al ragazzo che ormai amavo.

Iniziò a spogliarmi velocemente e in breve tempo ci ritrovammo distesi sul letto che Bill con una manata violenta aveva liberato dal suo disordine. Ancora una volta fu bellissimo ma ancor più bello fu svegliarsi distesa accanto a lui qualche ora dopo, mentre stava ancora dormendo. Con un dito sfioravo il suo profilo efebico, perfetto e armonioso e la sua pelle candida e liscia, più liscia di quella di un bambino. Così addormentato sembrava indifeso, se non lo avessi conosciuto, non avrei mai potuto pensare che lui è quella celebrità che incanta un’intera generazione di teen ager con la sua voce e con la sua energia degna di un vulcano in esplosione. Restai ancora un po’ a guardarlo fino a che non aprì gli occhi e balzò in piedi improvvisamente. Scese dal letto di corsa e iniziò a cercare tra tutti quegli oggetti fuori posto.

"Cazzo dov’ è? Dov’ è il mio blocchetto di appunti?"

"Non lo so non lo vedo, ma che ti prende?"

"Devo scrivere Gin, ho una canzone in mente, l’ho sognata pensando a te… Dove cavolo è!!!!!!!!!!???????" Urlò il cantante con le mani nei capelli e girovagando in boxer.

Finalmente vedo un piccolo quaderno uscire da sotto un paio di pantaloni.

"Eccolo è la!" esclamai.

In un batter d’occhio si avventò su di esso e iniziò a scrivere di getto canticchiando in sottofondo. Già si immaginava la musica che avrebbe accompagnato le sue parole. Mi guardò sorridendo e felice per quella sua ultima creazione. Mi prese in braccio e con me sulle sue gambe continuò a fare ciò che stava facendo.

Io nel frattempo sbirciavo il foglio e leggevo delle parole bellissime.

Stavo condividendo con lui la sua più grande passione, la musica. Mi sentivo parte di lui. Percepivo la sua arte e la sua felicità mentre l’ispirazione guidava la sua mano. Finalmente portò a termine il testo di quella canzone, anche se impiegò quasi tutta la notte. Quando finì esultò alzandomi come un trofeo e abbracciandomi più forte che poteva. Poi mi porse il foglio e disse :

"questa parla di noi".

„In mir wird es langsam kalt
wie lang könn' wir beide hier noch sein
Bleib hier
Die Schatten woll'n mich hol'n
Doch wenn wir gehen,
dann gehen wir nur zu zweit
Du bist
alles was ich bin
und alles was durch meine Adern fließt
Immer werden wir uns tragen
Egal wohin wir fahr'n
Egal wie tief

Refrain
Ich will da nicht allein sein
lass uns gemeinsam
In die Nacht
Irgendwann wird es Zeit sein
Lass uns gemeinsam
In die Nacht

Ich höre
wenn du leise schreist
Spüre jeden Atemzug von dir
Und auch wenn
das Schicksal uns zerreißt
Egal was danach kommt
das teilen wir
Refrain
In die Nacht...irgendwann
In die Nacht...nur mit dir zusamm' „
Halt mich. sonst treib ich alleine in die Nacht
Nimm mich mit und halt mich
sonst treib ich alleine in die Nacht
Refrain
Du bist
alles was ich bin
und alles was durch meine Adern fließt „

Era una canzone bellissima e a me scesero delle lacrime per come aveva descritto le sue emozioni.

"Anche quando saremo lontani, attraverso queste parole tu sarai accanto a me. Ricorda che ogni volta che la canterò il mio pensiero andrà a te, perché stasera sei stata tu a muovere la mia mano per scrivere questa canzone." Mi disse con gli occhi umidi.

"E’ bellissima Bill, ma mi merito davvero ciò che mi stai dando?"

"Anche di più". Rispose lui.

"Anch’io ho scritto un pensiero pensando a te, ma non voglio che tu lo legga adesso. Portalo con te in Germania e quando ti mancherò aprilo e leggi ciò che c’è scritto" Gli dissi ricordandomi del biglietto che avevo scritto la notte prima.

"No dai voglio leggerlo adesso"

"Scordatelo!"

"Dai dai dai dai !!!!!!" Continuava a ripetere sbattendo i piedi.

"Non fare il bambino viziato!"

"mmmmmmm va bene, ma non darmi del bambino viziato o io…."

" O tu cosa? Non mi fai paura Kaulitz!" Dissi sfidandolo.

Così dicendo iniziai a correre per la stanza seguita dal mio dolce cantante. Finalmente mi raggiunse e mi buttò sul letto. Dopo un istante fu sopra di me e ancora una volta diventammo una cosa sola.

La mattina dopo chiamai mamma, alla quale avevo detto che avevo passato la notte da Brigitte, dicendole che ero sveglia e che prima di tornare a casa sarei passata da Bill, così non l’avrei fatta preoccupare per l’orario. Guardai il mio angelo che ancora dormiva e mi recai successivamente al bar dell’ Hotel dove presi la colazione da portare a lui. Mi piaceva viziarlo!

Quando tornai in camera mi accorsi che dormiva in maniera troppo pesante per svegliarlo, quindi lasciai li la colazione con un biglietto:

"Buongiorno amore, dormivi come un angelo quindi ti ho lasciato riposare… Ci sentiamo presto

Ti amo"

Una volta a casa raccontai a mamma della serata, limitandomi ovviamente alla cena poi decisi di chiamare Brigitte. Mi sentivo in colpa per averla lasciata a metà serata, ma lei subito mi rassicurò:

"Stai scherzando? so bene cosa si prova, in più non avete molto tempo da condividere prima della sua partenza, mentre con me avrai tutta la vita da passare insieme."

"Grazie Brigy… ma con Checco come è proseguita la serata?"

"Bene, anche se non faceva che parlare dell’ atteggiamento di Bill…Ti giuro non lo sopportavo più! Com’è viziato, altezzoso, checca, ridicolo ecc. Ma alla fine mi fa: Comunque non è antipatico più di tanto."

"Ahhhhahahahah, comunque c’è da capirlo, per un ragazzo "normale" non deve essere facile concepire l’ atteggiamento di Bill".

"No in effetti no.. Va beh io ora devo andare ci sentiamo più tardi"

" Ok a dopo! Ciao ciao".

I giorni scorrevano veloci, troppo veloci. Mancava una settimana al giorno in cui Bill avrebbe dovuto raggiungere gli altri Tokio Hotel a Modena per il concerto conclusivo del tour italiano. Mi disse che aveva parlato a loro di me e che aveva già spedito il testo della canzone "IN DIE NACHT" a suo fratello Tom per l’arrangiamento musicale, in modo da poter essere in grado di cantarla già al concerto. Regalò 2 biglietti a me e Brigitte per quella data. Disse che l’ultima immagine che avrebbe voluto lasciarmi di se avrebbe dovuto essere quella felice, impeccabile ed energica che avrebbe avuto al concerto.

Non sopportava l’idea di dovermi dare l’addio alla stazione. Anche se continuava a dire che secondo lui non sarebbe stato un addio vero e proprio perché sarebbe venuto da me ogni volta avesse potuto. Io sapevo già che il tempo non lo avrebbe mai trovato. Ma ancora non volevo pensarci.

Ma quella mattina non potei fare a meno che pensare alla mia vita senza di lui. Sarebbe tornata la stessa di prima? No, non poteva, quell’ angelo l’ aveva cambiata per sempre. Grazie a lui ora sapevo vivere, ero rinata. Mi avviai verso scuola e di fronte ai cancelli vidi le sue fan per l’ultima volta. Erano la ad aspettare il loro idolo per l’ultima volta, a sognare per l’ultima volta. Alcune piangevano, altre erano consolate dal fatto che lo avrebbero rivisto al concerto di Modena, quel concerto che lo avrebbe strappato dalle mie braccia per sempre. A questo pensiero un brivido percorse tutto il mio corpo.

Per l’ultima volta lo vidi varcare i cancelli, si posizionò davanti alle proprie fan e le ringraziò per il loro calore e per la loro tenacia dimostrata nello stare ogni mattina ad aspettarlo. Come regalo cantò loro una canzone. Fu una cosa inaspettata, non preparata, degna di una vera star. E lui lo era anche se aveva solo 18 anni.

Iniziò a cantare con un’intensità ed una profondità indescrivibili. Non c’era musica ad accompagnarlo, ma solo la sua voce che da sola aveva riempito i cuori di tutti coloro che lo stavano ascoltando. Nelle aule le lezioni si interruppero per ascoltar meglio quel ragazzino che aveva voluto regalare un’ emozione alle sue sostenitrici. E lo aveva fatto con semplicità e dedizione.

"I don't want to cause you trouble
Don't want to stay too long
I just came here to say to you
Turn around
I am here
If you want it's me you'll see
Doesn't count
Far or near
I can hold you
When you reach for me "

Le aveva dedicato quelle parole per consolarle, voleva far sapere loro che anche se fosse stato lontano, lui sarebbe stato con loro, attraverso la sua musica. Tutta la scuola scoppiò in un applauso per quella esibizione così intensa che aveva regalato e le ragazzine iniziarono ad urlare e piangere come non avevano mai fatto fino ad allora. In quel momento guardai il mio angelo e lessi nei suoi occhi la sua incredibile felicità. Nient’altro lo avrebbe reso così entusiasta, nemmeno il nostro amore. Lui era nato per la musica e solo per lei avrebbe vissuto. Aveva un sorriso indescrivibile, amava essere perfetto e in quel contesto lo era. Nei suoi occhi splendeva una luce che finora non avevo mai visto. La luce che emanava cantando.

Mi arresi al fatto che la sua vita doveva essere solo quella, che la sua realtà era lontana anni luce dalla mia e che avrei dovuto rassegnarmi ad aggrapparmi a qualcosa di terreno per rimanere con i piedi per terra. Con lui avevo volato, ma adesso era l’ora di tornare giù.

Grazie mille a :

Lally_ the Best: Eh si cara, siamo quasi alla fine, per l'esattezza mancano 3 capitoli... dispiace anche a me! se il sogno continuerà o meno lo scoprirai a breve!

Linny93: Anche tu scoprirai presto se il sogno continuerà o no,PS ti ho lasciato un commentino sul tuo space!

Baba Kaulitz:Grazie mille, mi fa piacere che ti sia piaciuta, tranquilla, Francesco non ha un ruolo rilevante ihihihihi

SusserCinderella: l'intento era proprio quello di rendere Bill un pò più simpatico e mi fa pacere che tu abbia colto la vena comica di questo capitolo, Dankeeeeeee

GemyBillina:E' vero anche le cose belle hanno una fine purtroppo e ci stiamo avvicinando, nn so se fare un seguito, ho qualche idea ma non troppa ispirazione...

Le canzoni citate sono "In die Nacht" e "By your side" ovviamente dei Tokio Hotel!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** ADDIO ***


 

Buonasera, anche se può sembrare così, non è l'ultimo capitolo. Anche se ci siamo molto vicini, dopo di questo ce ne saranno solo altri 2! Scusate se è un pò lunghino. Grazie a SusserCinderella, Virginia91 e Lally_the best. Grazie mille per ogni vostra recensione.

(i Tokio Hotel non mi appartengono,non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della ma fantasia).

La canzone citata è di nuovo Sacred dei Tokio!

Il pomeriggio mi recai al suo albergo per aiutarlo a preparare i bagagli, avrebbe dovuto rimanere in Italia per un mese, ma si era portato dietro indumenti sufficienti per un intero anno. Brigitte mi accompagnò per salutarlo, sapeva che il giorno dopo, quello della partenza per Modena sarebbe stato off limits. Ci saremmo salutati alla stazione e saremmo stati solo noi 2.

"Ehi Bill, sono venuta a salutarti e ad augurarti buon viaggio, spero di rivederti un giorno!" Disse la mia amica.

"Ciao Brigy, certo che mi rivedrai, ogni volta che verrò a trovare Gin."

Odiavo quando lo diceva perché, per quanto volesse, non avrebbe mai potuto farlo.

"Ok, comunque verrò al concerto, Gin mi ha dato il biglietto, grazie mille! Mi raccomando continuate su questa scia e di sicuro andrete ancor più lontano!"

"Grazie piccola, e voi fan continuate a sostenerci… Salutami Checco, anche se non credo che sentirà molto la mia mancanza!" disse ridendo il tedesco.

"Grazie mille, presenterò, anche se ho la vaga sensazione che tu abbia ragione… Adesso vado e in bocca al lupo per tutto, sei il migliore!". Così dicendo i 2 si abbracciarono e Brigitte andò via lasciandoci soli.

La suite di Bill era ormai vuota, c’erano solo le sue valigie ed io iniziai a sentirmi proprio come quella stanza. Anch’io ero vuota come lei.

"Ti prego andiamo via da qui?". Lo implorai tirandolo per un braccio.

"Dove vuoi andare?"

"Non lo so, ma non qui."

Chiamò l’autista e decisi di farci portare al mare dove avevo passato la mia infanzia e dove tornavo da sola per pensare ogni volta che mi sentivo un po’ triste.

"E’ bello qui" mi disse lui appoggiando il suo braccio sulle mie spalle. Io non riuscivo a parlare, ad essere naturale, tutto mi faceva pensare all’imminente arrivo del giorno dopo. Lo guardavo e non riuscivo a credere che tra poco tutto sarebbe finito.

"Si è bello" risposi con un filo di voce. Lui mi abbracciò, sapeva quello che stavo provando perché per lui era la stessa cosa.

"Mi ha chiamato David, il manager, domani ho il treno alle 10, poi a Modena ho il soundcheck con gli altri, le varie prove e il giorno dopo il concerto."

"Capito, contento di rivedere Tom?"

"Da morire, non riesco a credere di essere stato separato da lui per più di un mese. Mi è mancato, ma grazie a te meno del solito."

"Grazie…". Presi il suo volto tra le mani e lo baciai. Lui ricambiò e con più passione. Ci stendemmo sulla sabbia e cullati dal rumore del mare facemmo l’amore per l’ultima volta. Non riuscivo a credere di provare una simile sensazione. Lui in quel momento era parte di me, ma sapevo che non lo sarebbe stato mai più. Ero tremendamente felice per riuscire ad amare così tanto e allo stesso tempo incredibilmente triste. Affondai le mie unghie nella sua schiena, così forte che lui emise un gemito di dolore. Fu come se con quel gesto volessi afferrarlo per aggrapparmi a lui e non lasciarlo andar via mai più.

A quel punto mi sussurrò il titolo di una sua canzone nell’orecchio:

"Wir sterben niemals aus". (Non moriremo mai). Forse è vero, forse il nostro amore non sarebbe mai morto. Lo avremmo superato ma mai cancellato. Aggrappata a quella speranza gli feci un sorriso e mi abbandonai a lui. L’ultimo giorno insieme era volto al termine.


E così quella mattina arrivò. Il suono della sveglia sembrò una coltellata in petto. Ma dovevo essere forte, lo dovevo a Bill, gli avevo promesso che non avrei versato una lacrima. Mi cambiai e indossai vestiti un po’ più eleganti del solito, come piacevano a lui. Indossai una minigonna di jeans, un paio di ballerine nere e una maglietta con lo scollo a V un po’ aderente. Mi truccai gli occhi in maniera piuttosto pesante come mi aveva insegnato e lasciai i miei capelli sciolti cadere sui fianchi. Andai a tavola per colazione ma non toccai cibo. Mamma sapeva che giorno era e non mi fece pressione.

"Passerà…" mi disse vedendomi triste.

"Non passerà mai". Così dicendo uscii di casa e mi avviai verso il suo hotel.

Mi venne incontro sorridendo e mi strinse forte a se.

"Buongiorno Gin"

"Buongiorno" dissi con un filo di voce.

"Guarda il lato positivo, finalmente sai truccarti". Cercava di strapparmi un sorriso, ma non ce la fece. Ne accennai uno solo per farlo contento.

Salimmo in macchina e lui mi teneva la mano. Lo nascondeva bene, ma soffriva quanto me. Arrivammo alla stazione e ci avviammo al binario sul quale sarebbe arrivato il treno che lo avrebbe portato via da me. Non riuscivo a parlare, avevo promesso che non avrei pianto, ma fingermi sorridente proprio non mi riusciva. Come avrei fatto senza di lui? Senza quel sorriso? Senza la sua arroganza,la sua adorabile vanità e soprattutto senza il suo amore? A quel pensiero mi morsi il labbro inferiore per trattenere il pianto. Lui se ne accorse e mi disse:

"Gin io tornerò, tornerò appena sarà possibile, non è la fine!"

"Smettila. Non puoi promettere cose che non manterrai!"

"Guarda che è vero… non lo dico tanto per dire, ma perché voglio davvero che continui"

"No Bill non mentire a te stesso, non avrai tempo, devi continuare il tuo sogno e andare avanti con la tua musica. Apparteniamo a due mondi opposti e lo sai bene."

"Non mi ami abbastanza da correre il rischio eh?!"

"Che diavolo vai dicendo? Io ti amo e tu lo sai, ma in questo caso devo essere realista per non farmi del male. Non posso aspettare tutta la vita il tuo ritorno che non arriverà mai!"

"Tu non hai fiducia in me, io ho tutto sotto controllo, io ce la farò. Sei una stupida se credi che non possa farlo". Era diventato rosso in volto, stringeva i pugni e i suoi occhi erano lucidi, stava urlando ed io non sapevo come fermarlo.

"Verrò ad agosto, poi verrai tu da me, ci faremo dei viaggi, verrai ai concerti e …". Non lo lasciai terminare e gli lasciai andare uno schiaffo fortissimo. Non so cosa mi successe, ma fu un gesto istintivo, volevo che la smettesse di creare un’utopia impossibile.

"Che cazzo hai fatto?" Mi prese per un polso ed iniziò a stringerlo forte strattonandomi.

" Che diavolo ti prende? Io sto cercando una soluzione per noi due e tu mi prendi a schiaffi, sei pazza!" Mi urlò contro.

"Non c’è Bill, non c’è una soluzione,vuoi capirlo o no? La stai cercando per rendere meno straziante questo momento, ma è un addio amore mio, mettitelo in testa!" Dissi piangendo. Non ce l’avevo più fatta, le lacrime ormai uscivano da sole.

"No no no non è vero!"

"Si Bill, stavolta nemmeno tu puoi tenere la situazione sotto controllo. Bisogna accettare la realtà e promettendo il falso mi farai solo del male e lo sai bene!"

Si sedette su una panchina in mezzo ai suoi bagagli ed iniziò a fissare il vuoto. Cercava ancora una soluzione, ma sapeva che avevo ragione. Il suo sguardo si faceva sempre più triste a mano a mano che il tempo passava e che si rendeva conto che tutto gli stava sfuggendo di mano. Quel viso ridotto così non lo avevo mai visto. Ero abituata a quel sorriso angelico che illuminava il mio cuore. Mi faceva male vederlo in quel modo.

A quel punto corsi da lui e lo strinsi tra le mie braccia più forte che potevo. Sentii a poco a poco la sua forza venir meno e dopo qualche istante lo sentii singhiozzare. Anche lui aveva ceduto. Le lacrime rigavano il suo volto perfetto che tanto amavo.

"Non doveva finire così" Mi disse con voce tremante.

"Lo so, lo so… Ma non finirà mai, me lo hai detto anche tu, "WIR STERBEN NIEMALS AUS", Ricordi?"

"Oh si che ricordo, ricordo ogni cosa di noi…". Ci baciammo e fu terribile, con un solo bacio dovevamo riassumere tutti quelli che avremmo voluto darci per il resto della nostra vita, ma non sarebbe mai bastato. Io mi aggrappavo a lui e lui mi teneva con violenza, ci baciavamo, mordevamo, abbracciavamo e nel frattempo le lacrime scorrevano come torrenti.

Fu un suono a interrompere quel momento, un suono che sembrò a me peggio di un grido di dolore. Era il treno che annunciava il suo arrivo. Il treno stava arrivando alla fermata e poi avrebbe proseguito, mentre il nostro amore era già al capolinea.

"ICH WIRD DA NICHT ALLEIN SEIN LASS UNS GEMAINSAM IN DIE NACHT". (Non sarò da solo lasciaci insieme nella notte).Mi cantava lui. Erano le parole della canzone che lui aveva scritto per me, per noi. Dovevano essere una consolazione, ma niente lo sarebbe stato in quel momento. Lo fissai e semplicemente gli dissi:

"Ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre. Voglio dirti semplicemente grazie perché mi hai insegnato ad amare."

" Sarai sempre con me, ovunque! Domani il concerto sarà per te, per te che sei e rimarrai la prima."

Poi di nuovo un fischio e le porte del treno si aprirono. Eravamo ancora abbracciati, ma ora dovevo lasciarlo andare verso il suo destino, verso la sua vita, verso la musica. Così finì la nostra storia d’amore e mentre il mio angelo si allontanava io assaporavo la sua scia, quel profumo di zucchero a velo e vaniglia che aveva dato inizio a tutto e che non dimenticherò mai più.

Osservai il treno andarsene e ancora non mi rendevo conto di ciò che era successo. Giusto il tempo di realizzare, che mi ritrovai con la schiena appoggiata al muro, a scivolare contro di esso e a finire seduta con il viso tra le mani a piangere come non mai. E poi dovevo essere quella forte…

Prima di tornare a casa mi fermai alla panchina che Bill amava, sulla quale avevamo fatto il tandem per la prima volta. Decisi che avrei tentato di rimuovere l’immagine del treno che si portava via il mio angelo e che avrei ricordato solo i momenti belli trascorsi con lui. Nella mia mente sentii la sua voce dire:"Sei il mio contatto con la realtà". Io quel momento lo avevo vissuto, come potevo piangere adesso? La vita, anche se per poco, mi aveva donato l’amore e io da allora in poi decisi che le sarei stata grata per questo.

"I’m dying but I know our love will live
Your hand above like a dove
Over me "

Sentii Bill cantarmi queste parole e con un sorriso sulle labbra mi asciugai le lacrime e spiccai il volo verso la mia nuova vita, che grazie alla storia che avevo vissuto sarebbe stata più bella, ne ero sicura. Ero rinata.

Arrivai a casa e con questa nuova consapevolezza ero pronta ad affrontare i prossimi giorni e a godermi il concerto del mio cantante nel migliore dei modi, come lui avrebbe voluto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** IL CONCERTO ***


 

(I Tokio Hotel non mi appartengono non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia)

La canzone citata è di nuovo In die Nacht dei Tokio Hotel,la adoro!

Ringraziamenti am ende...

Suonò il campanello, aprii la porta e di fronte a me apparve una Brigitte con gli occhi che brillavano. Aveva le converse a quadretti bianchi e neri, un paio di pantacollant neri e un vestitino scuro. I capelli erano raccolti in una coda che lasciava libero un ciuffo davanti agli occhi pesantemente truccati di nero, così come il "Maestro Kaulitz" aveva insegnato. Non feci in tempo a dire buongiorno che già mi era saltata al collo.

"Giiiiiiiiiiiiiiiiiiiin è il giorno del concerto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" Gridò.

"Ah già non lo ricordavo…" Dissi sarcastica.

"Muoviti muoviti muoviti muovitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii"

"Ehi arrivo, un attimo!"

"Aspetto questo evento da una vita!............... Ich muss durch den Monsuuuuuuun…………" Continuava a canticchiare mentre io finivo di vestirmi.

Decisi di non parlare più della fine della storia con Bill e che quel giorno sarei stata felice di assistere al concerto, allegra e spensierata. Perché così lui avrebbe voluto. In treno cantavamo le canzoni insieme alle altre fan incontrate nel vagone. Erano ovviamente ignare della mia storia, quindi dovetti sorbirmi tutte le loro fantasie per niente caste su Bill, facendo finta di nulla. Ma non potei fare a meno di arrossire quando una ragazzina sui 16 anni tirò fuori dallo zaino, fiera della sua opera, un cartellone con la seguente scritta:

"BILL FUCK ME THROUGH THE MONSOON"

Brigy lasciò andare una risata assurda, io mi misi le mani nei capelli.

Finalmente quel viaggio ebbe fine ed arrivammo al concerto. Non riuscimmo ad arrivare in prima fila, ma il posto non era male. Avrei potuto vedere benissimo il mio angelo.

L’aria era fresca, il buio della sera era calato, la luce era poca, ma d’un tratto un lampo illuminò lo stadio di Modena. Un boato si espanse e la musica della chitarra di Tom, del basso di Georg e della batteria di Gustav risuonò ovunque facendo esplodere la gioia degli spettatori.

Tom: finalmente vedevo la persona più importante per Bill. Aveva i suoi stessi occhi, il suo stesso sorriso, un gran bel ragazzo. Mi voltai e vidi Brigitte in estasi, con lo sguardo fisso sugli occhi del rasta, il gemello del mio angelo. Ad un certo punto un altro boato e la terra sembrò tremare. Un applauso si diffuse ovunque. Lui era li. Era entrato in scena e ora tutti gli occhi erano puntati su di lui. Iniziò a dimenarsi e muoversi a ritmo di musica sul palco. Riusciva a coinvolgere chiunque con quella luce che emanava, con quella voce che ti entrava nell'anima e con quel carisma che solo le star possiedono.

 

L’energia di quel concerto era devastante. Io e la mia amica ballavamo, cantavamo, ridevamo. Era come se fossimo tornate bambine, come se non esistesse altro al mondo. Solo quella musica e quella voce. Non toglievo gli occhi di dosso a Bill, ma ero felice, i brutti pensieri non esistevano più. Ancora una volta aveva avuto ragione. Insistette per salutarmi con un concerto perché mi disse che la musica lava l’anima da ogni tristezza, il distacco sarebbe stato , quindi, meno doloroso. E così fu.

Le canzoni scorrevano da lente a ritmate, da rock a pop. Non avrei mai voluto andarmene, ma l’ultima ballata arrivò. Calarono le luci e l’atmosfera si fece romantica. Sul palco adesso c’erano solo Bill e Tom. Il cantante teneva in mano un oggetto che ancora non avevo identificato. Si avviò verso il microfono e disse:

" Per te che sei e rimarrai la prima". Lo disse in tedesco, in pochi lo capirono. Adesso avrebbe cantato per me, per noi, per il nostro amore. Dalle corde della chitarra di Tom partì una melodia dolce, lenta e profonda. Poi la voce del mio angelo iniziò a pronunciare quelle parole, cantava quella canzone che scrisse con me sulle sue gambe. Disse che la sua mano era stata mossa dal mio pensiero per scrivere quel testo. Cantava immobile, con un’intensità e una passione indescrivibili. Poi notai qualcosa sul suo viso. Capii che si trattava di una lacrima che rigò il suo volto stupendo. Quella lacrima era per me e valeva più di mille parole.



"Ich will da nicht allein sein
lass uns gemeinsam
In die Nacht
Irgendwann wird es Zeit sein
Lass uns gemeinsam
In die Nacht

Du bist
alles was ich bin
und alles was durch meine Adern fließt"

"Tu sei tutto ciò che io sono e tutto ciò che scorre nelle mie vene".

Al pronunciare di quelle parole sentii un sussulto e il mio cuore iniziò a battere forte. Lui mi amava e io ancora di più. La canzone finiva con quelle parole. E il concerto terminò con esse. Il mio angelo si chinò e appoggiò per terra l’oggetto che aveva tenuto in mano per tutta la canzone. Era una rosa blu, una rosa che rimase li per sempre, che nessuno più toccò, semplice morì perchè tutte le cose belle prima o poi cessano di esistere, come il nostro amore. A quella vista iniziai a piangere di gioia. Solo lui era capace di un gesto simile. Vidi i suoi occhi cercare tra la folla, ma non incontrò mai i miei. Non li incontrò mai più. Ringraziò il pubblico e si voltò uscendo di scena e uscendo dalla mia vita per sempre. Lasciando in essa una traccia indelebile.

Mamma mia quanto mi dispiace essere arrivata quasi alla fine di questa FF, manca solo l'epilogo! Mi ero affezionata a Ginevra ormai.. Grazie ancora a tutti voi che mi seguite!

Grazie ancora a Lally_the best, mia fedelissima!

GemyBillina:mi ha reso molto orgogliosa il fatto che tu sia riuscita a cogliere le emozioni dei miei personaggi, per me vuol dire tanto!

SusserCinderella:Grazie ancora, questo sentimento deriva da sofferenze e delusioni passate...Danke sehr per le tue recensioni!

Virginia91: Penso che tu sia riuscita davvero a capire il senso della mia FF, loro comunque andrà si ameranno per sempre e per vedere come andrà resta l'epilogo! Dankeeeeeeeeeee

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** EPILOGO ***


Ciao a tutti, ecco l'epilogo!

(i Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia.) La canzone citata è Final day, Tokio Hotel. Ringraziamenti in fondo.

Il giorno dopo arrivai davanti scuola e per la prima volta non c’era nessuno. Stava piovendo e la strada era completamente vuota come se stesse lavando via ogni traccia della presenza del mio angelo. Due foglie cadute da un albero si rincorrevano sul marciapiede. Su quel marciapiede che pochi giorni prima era gremito di ragazzine urlanti. Bill aveva lasciato un vuoto immenso che non so se sarei mai stata capace di colmare. La massa entrava a scuola come sempre, con le facce spente e accompagnate dal solito brusio. L’allegria di qualche tempo fa non c’era più. Era il caso di dire : "La quiete dopo la tempesta".

Non lontano dal cancello scorsi un foglietto. Lo raccattai e vidi che si trattava di una pagina di giornale con ritratto il viso del mio angelo. Una fan probabilmente lo aveva perduto. Lo osservai, sorrideva come sempre, era truccato perfettamente, non sembrava umano. Sembrava mi stesse fissando e volesse dirmi qualcosa. Lo guardai per un po’ fino a che una lacrima non scese dai miei occhi. Poi sentii una voce:

"Ginevra!"

Io mi voltai e iniziai a piangere più forte. Lui mi prese tra le braccia e non mi chiese perché fossi triste. Mi accarezzò e mi strinse più forte che poteva.

"Non lasciarmi Federico". Dissi al mio ex ragazzo che un tempo avevo amato e che adesso, dopo tempo, era venuto a cercarmi.

"Non lo farò" rispose lui. Affondai il mio viso nel suo maglione in cerca di qualcosa, qualcosa che non avrebbe potuto donarmi. Il profumo di zucchero a velo e vaniglia. Lo avrei cercato per sempre.

Così come avrei tentato di scorgere quegli occhi nocciola negli occhi di altre persone. Ma la mia vita doveva andare avanti e come già mi ero ripromessa, capii che era giunto il momento di aggrapparmi a qualcosa di terreno per volare giù da quel sogno durato troppo poco. Per questo afferrai la maglia di Federico, mi asciugai le lacrime e con lui tornai alla realtà. Una realtà del tutto nuova, una realtà che finalmente, diversamente da prima, aveva un significato e quel significato me lo aveva donato lui: Bill Kaulitz.

"And if our final day has come
Let's pretend to carry on
And if you'll stay we'll always
Live on (Live on)
Live on (Live on)

This is the final thunder
Up on your roof so high
Let's stay and wait for the morning
Live on (Live on)
Live on

This is our final day

 

 

ok, ci siamo, la mia FF è arrivata all' epilogo... Mi auguro con tutto il cuore che vi sia piaciuta e che il finale non vi abbia deluso. Potete interpretarlo come volete, il bello della lettura è questo, ma vi dico quale sarebbe stato il mio intento. In realtà, anche se non sembra si tratta di un lieto fine, in quanto, come si evince dal titolo, la storia parla di una RINASCITA. Gin era una ragazza che non sapeva vivere la sua vita liberamente, troppo presa a piacere agli altri e soprattutto alla madre. Ma in particolar mado non sapeva amare e lottare per il suo amore. Per questo aveva lasciato fuggire Federico. Adesso, dopo la storia con Bill la sua vita è completamente cambiata. Il suo "ANGELO" le ha dato la forza che le serviva per vivere!

Adesso passo ai ringraziamenti: Grazie a tutte voi che avete fatto sì che io continuassi a scrivere...Senza di voi non avrei mai completato RINASCITA. Se ora sono soddisfatta e felice di aver scritto qualcosa lo devo solo a:

EMILI FF, LALLY_THE BEST, SUSSERCINDERELLA, GEMYBILLINA,VIRGINIA91,SELINA89,BABAKAULITZ,LINNY93,GINGYDEVISHINA,BABYZQUEENY. E a tutti coloro che hanno inserito la mia FF nei preferiti o l'hanno solo letta. Ne sto scrivendo una nuova ma non so se la pubblicherò...Vedremo! TSCHUSS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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