Per una riga in più...

di Despicable Meggs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nice Job Sexy!! ***
Capitolo 2: *** Bun in the oven ***
Capitolo 3: *** Telling Him. ***
Capitolo 4: *** This is about my Family. ***
Capitolo 5: *** I thought the earth moved. ***
Capitolo 6: *** Open your eyes. ***
Capitolo 7: *** Laughing and Joking. ***
Capitolo 8: *** New York, New York. ***
Capitolo 9: *** Footprints in the sand. ***
Capitolo 10: *** Flu. ***
Capitolo 11: *** Work in Progress. ***
Capitolo 12: *** We must have different interpretations. ***
Capitolo 13: *** Painting. ***
Capitolo 14: *** Mood Swings. ***
Capitolo 15: *** Baby Shower. ***
Capitolo 16: *** Tony's Day. ***
Capitolo 17: *** Unexpected Surprise. ***
Capitolo 18: *** It's XMas Time! ***
Capitolo 19: *** I'll coming back soon. ***
Capitolo 20: *** When Christmas come to Town. ***



Capitolo 1
*** Nice Job Sexy!! ***


NICE JOB SEXY


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"Stasera dormi tu a casa mia, oppure io a casa tua?" chiese Tony prendendo il suo zaino ed avvicinandosi alla scrivania di Ziva per prendere anche il suo.

"Mmmm... Vengo io da te! Ho voglia di vedermi un bel film sul tuo comodo divano... E magari fare qualcos'altro di più divertente nel tuo comodo letto" rispose lei.
Poi guardandolo prendere gli zaini aggiunse "Grazie sederino peloso".

"Agente David, cosa le fa pensare che io abbia voglia di fare qualcosa di divertente nel mio letto stasera?" chiese Tony prendendola in giro.

"Tu vuoi davvero farmi credere che rinunceresti ad una notte di passione con me? Beh se la metti così allora... Ognuno a casa sua e ci vediamo domani... Peccato però... Ti ricordi il giornale di cui parlavamo la prima volta che ci siamo incontrati?! Ecco pensavo di provare con te la posizione di pagina 57!" disse per punzecchiarlo.

"Frena guanciotte dolci! Credo che tu abbia frainteso... Sei sempre la benvenuta in casa mia.. Soprattutto quando hai queste idee... Come dire... Talmente brillati da essere quasi luminose!!" si affrettò a spiegare lui.
Si fermò un attimo a riflettere e aggiunse "Pagina 57 eh? Mi ricordo che era piuttosto complicata.. Penso che ci convenga saltare il film e passare direttamente al letto!".

Lei lo guardò sorridendo.
Poi salirono in macchina e si diressero a casa di Tony. Arrivati nell'appartamento riuscirono a resistere l'uno all'altra giusto per il tempo di cenare. Poi la passione prese il sopravvento e il resto della serata la passarono in camera da letto.

In fondo era normale che fosse così. Tra loro c'era un feeling difficile da trovare in altre coppie e forse il fatto di aver lasciato passare otto anni prima di cedere alla voglia reciproca gli aveva fatto aumentare il desiderio di trascorrere momenti di questo tipo assieme.

La mattina dopo si svegliarono e la loro giornata iniziò normalmente. Certo il fatto di iniziarla assieme la rendeva decisamente migliore.

Ancora non si erano decisi ad andare a convivere, nonostante facessero coppia fissa già da più di un anno e passassero praticamente tutte le notti insieme.
Si sentivano più liberi in questo modo, ma la realtà era che nessuno dei due ancora aveva avuto il coraggio di chiederlo.
Tuttavia gli eventi che ebbero inizio la settimana seguente avrebbero portato a grandi cambiamenti, novità che nessuno avrebbe pensato potessero accadere.

La settimana iniziò regolarmente.
Soliti casi da risolvere, soliti malviventi poco furbi e soliti scappellotti di Gibbs.
Come di consueto le serate dopo il lavoro si tenevano a casa di Tony o di Ziva.

Poi una mattina qualcosa cambiò. Erano abituati a svegliarsi insieme, il più delle volte ancora abbracciati, ma quel giorno, quando la sveglia suonò e Tony aprì gli occhi qualcosa era diverso.
Non gli ci volle molto per accorgersi della differenza dalle altre mattine. Semplicemente Ziva non era nel letto insieme a lui.

"Ziva?" la chiamo con gli occhi ancora mezzi chiusi, ma non ottenne risposta.
Si alzò e notò che da sotto la porta del bagno filtrava una luce. Così aprì la porta e la vide rimettere.

"Amore... Che succede?" le chiese avvicinandosi.
"Ho la testa infilata nel cesso... Secondo te cosa succede!" rispose infastidita.
"Calma Ninja!" rispose tirandole indietro i capelli e mettendole una mano sulla schiena "Non ti arrabbiare. Capita a tutti di stare male".
"Scusa. È che odio stare così. Io non mi ammalo mai" rispose poco prima di vomitare di nuovo.

Tony rimase con lei finché non si sentì meglio, poi lasciò che si lavasse i denti e la fece ridistendere a letto. Prese il termometro e le misurò la temperatura.

"Te lo avevo detto che non avevo la febbre" disse lei alzandosi.
Lui la guardò e disse "Si non hai la febbre, ma dove pensi di andare?".
"Mi vesto. Dobbiamo arrivare al lavoro in orario, altrimenti..." ma non la lasciò finire.
"No non hai capito. Io vado al lavoro, tu resti a casa" disse facendola sedere di nuovo sul letto.
"Ma sto bene Tony, sarà stato qualcosa che ho mangiato".
"Oh si, stai benissimo. A parte il fatto che hai appena smesso di vomitare, sei pallida come uno dei cadaveri di Ducky e potresti avere un virus. Non se ne parla di andare al lavoro oggi. Tu resti qui. E poi qualche giorno fa non hai detto che il mio letto è comodo?".
"Ok, ok. Resto qui. Ma sappi che non è necessario. E per quanto riguarda il letto... Si è comodo, ma non mi interessa restarci se non ci sei tu ad usarlo con me".
Lui rise e la baciò, pensando che così rischiava di prendere anche lui il suo virus, e poi si diresse al lavoro.

Quando la sera tornò a casa, la trovò in salotto a mangiare una vaschetta di gelato.
Sul momento rimase interdetto. Quando lui stava male, di certo non si mangiava il gelato, anzi non mangiava proprio nulla.
Ma lei era Ziva David, la contraddizione per natura.

Quindi si sedette sul divano accanto a lei e disse "Noto con piacere che ti senti meglio. Ma non credi che per il gelato sia un po' presto?".
"No. Sto bene e avevo fame. Ho visto il gelato e non ho saputo resistere. Ne vuoi un po'?" disse infilandogli un cucchiaio colmo di gelato al cioccolato in bocca senza nemmeno dargli la possibilità di rispondere.
"Grazie" rispose con la bocca piena "Con te non ho nemmeno la possibilità di dire di no".

Il giorno dopo Ziva tornò al lavoro e il resto della settimana passò tranquillamente. Sembrava stare di nuovo bene e nessuno dei due diede troppo peso a quello che era successo. In fondo era normale non sentirsi bene di tanto in tanto e, per quanto a loro potesse sembrare impossibile, i virus colpiscono anche le più tenaci Ninja assassine del Mossad e in quel caso nemmeno la graffetta che può ucciderti in diciotto modi diversi, ha la possibilità di fare molto.

Tuttavia, una delle poche mattine in cui non si svegliarono assieme, Ziva si accorse di stare di nuovo male.
Le era tornata quella spiacevole sensazione di nausea e nel giro di dieci minuti si era ritrovata in bagno a vomitare.
"Ma che ti succede?" pensò sdraiandosi un momento sul letto per riprendersi "Non è da te stare così!".
Questa volta però non c'era Tony ad obbligarla a stare a casa, perché era via per un week-end con gli amici, così si rese presentabile per il lavoro e uscì di casa, sperando che in ufficio nessuno si accorgesse che non stava bene.

Per fortuna quel giorno non dovettero svolgere particolari lavori. Solo qualche interrogatorio e lavoro di scrivania.
Gibbs, l'uomo a cui non sfugge nulla, si accorse immediatamente che qualcosa non andava.
"Tutto bene, Ziva? Non hai una bella cera" disse.
"Sto bene. I miei vicini di casa hanno urlato tutta la notte e non ho dormito" disse buttando lì una scusa.
Gibbs sapeva che era una bugia, ma non indagò oltre. Era inutile insistere con lei. Avresti avuto più possibilità di far ragionare una pietra piuttosto che Ziva David.

Quando tornò a casa era sfinita. Non si era mai sentita così stanca in tutta la sua vita e in più la nausea non era passata.
Infatti dopo poco si sentì di nuovo male.
Se la mattina era stata contenta di essere in casa da sola, ora iniziava a sentire la mancanza di Tony.

Mentre si preparava per andare a dormire si rese conto, aprendo l'armadietto dei medicinali per prendere qualcosa che l'aiutasse con la nausea, di essersi dimenticata una cosa fondamentale.
Ora era tutto chiaro, i conti tornavano.
Il panico l'assalì, non poteva credere di essere stata così stupida.
Prese la giacca e uscì di corsa.








Angolo dell'autrice:

Ok.... Non era prevista la pubblicazione di questa storia... Ma invece eccola qua.
Diciamo che sono Meggie la pazza, perché ho già un'altra long in corso...

Ma questa è tutta dedicata ad Alessia... E siccome oggi ha avuto davvero una brutta giornata spero di tirarla su di morale!!!
Ciccia questa è la storia che desideraviiii! So che non è il massimo ma spero che ti piaccia!

E spero che piaccia anche a voi lettori... Quindi leggete e commentate se vi va!!!

Baci
Meggie la pazza!

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Capitolo 2
*** Bun in the oven ***


  BUN IN THE OVEN


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Raggiunse la farmacia più vicina e comprò un test di gravidanza.
Tornò a casa, lesse le istruzioni, poi dopo aver eseguito il test aspettò con impazienza il risultato.
Quelli furono i minuti più lunghi della sua vita ma fu il risultato del test a sconvolgerla.
Era semplice da interpretare: una riga, non sei incinta. Due righe, sei incinta.

Rimase almeno mezz'ora a fissare il test.
Due righe.
Non poteva essere vero. Non voleva crederci.
Si alzò, prese l'altro test che era nella scatola e riprovò.
"Magari il primo test ha sbagliato" pensò.
Ma la risposta non cambiò.
Due righe.
"Bel casino. Che faccio ora?" disse fissando la sua immagine riflessa nello specchio.
Non sapeva se essere felice o terrorizzata. Una riga in più fa la differenza...
Voleva questo bambino? O forse era troppo presto?
E che fare con Tony?
Decise che per quella sera aveva già provato abbastanza emozioni.
Appoggiò entrambi i test sul lavandino, spense la luce e andò a dormire.

La mattina dopo, quando si alzò stava di nuovo male. 
Ma adesso il motivo era chiaro, tutte le donne incinte alla mattina hanno la nausea.
Decise comunque di andare al lavoro e in mattinata avrebbe preso un appuntamento dal ginecologo per avere la conferma di quanto aveva scoperto la sera prima.

Durante il viaggio da casa al lavoro non fece che pensare quando e cosa dire a Tony.
Giunse alla conclusione che la cosa migliore era aspettare di essere sicura che tutto andasse bene.
Questa era una patetica scusa, la realtà era un'altra. Era terrorizzata che Tony non volesse avere un figlio e che questa novità avrebbe cambiato il loro rapporto.

Passò la giornata a lavorare senza dare troppo nell'occhio, poi nel tardo pomeriggio andò dal medico che fortunatamente le aveva dato un appuntamento per il giorno stesso.
Alla fine della visita, il ginecologo, confermò il risultato del test.
"Congratulazioni signorina David e faccia gli auguri anche al padre del bambino da parte mia" le disse.
"Grazie" rispose un po' confusa. 
Il medico notò la sua espressione persa e le chiese "Si sente bene? Vuole che chiami qualcuno?"
"No" rispose lei tornando alla realtà "È tutto a posto, sono solo ancora sotto shock per la notizia".
"È normale. Ma stia tranquilla. Vedrà che procederà tutto bene".
Salutò il medico e ritornò a casa.

In realtà, anche se faticava ad ammetterlo con se stessa, era felice di essere incinta. 
Ma ora il dubbio più grande che aveva era cosa dire a Tony. 
Si voleva prendere la serata per pensare bene alle parole da usare, al modo in cui dirglielo. 

Ma tutti i suoi progetti saltarono quando, arrivata sotto casa, si ritrovò Tony ad aspettarla.
"E tu che ci fai qui?" gli chiese.
"Sono tornato prima, morivo dalla voglia di vederti" disse lui un attimo prima di baciarla.
"Contenta che sia qui? No perché altrimenti torno indietro" disse ironicamente.
"Idiota!" esclamò lei "Certo che sono felice che tu sia tornato prima. Forza entriamo" concluse prendendolo per mano e trascinandolo in casa.
A quel punto decise di aspettare prima di sganciare la bomba della gravidanza. Doveva riflettere bene.
"Un giorno in più non cambierà nulla" si disse.

Cenarono insieme e passarono la serata guardando un film.
Fortunatamente quella sera Tony era troppo stanco per il viaggio e non aveva voglia di fare "ginnastica" a letto.
Così si addormentarono abbracciati.
Quando la mattina dopo si svegliarono, Ziva fece tutto il possibile per non fare vedere a Tony che stava male.
Tuttavia la nausea non le diede tregua e finì con il dover correre in bagno a metà della  colazione.

"Stai di nuovo male?" le chiese mentre usciva dal bagno.
"La mia vicina di casa ha avuto l'influenza e credo di averla presa anche io... Ma tranquillo non è poi così grave" disse mentendo e sperando che Tony si bevesse la storia.
Fortunatamente il telefono squillò e la salvò da quelle situazione imbarazzante. 
Era Gibbs che le diceva di muoversi ad andare al lavoro perché avevano un caso.

Per tutta la settimana Ziva continuò a stare male Tony iniziava a preoccuparsi.
"Amore, se entro domani non stai meglio andiamo dal medico" le disse sdraiandosi nel letto accanto a lei e massaggiandole lo stomaco nella speranza di farla sentire meglio.
"Ok.. Ma non ti preoccupare, non è grave".
"Non è vero, non riesci nemmeno a finire un pasto senza rimettere. Quindi non discutere, si fa come dico io" concluse lui.

Ziva capì che ormai non poteva più aspettare a dirglielo. Si stava preoccupando molto e torturarlo così era ingiusto. Anche se a lei piaceva vedere questo suo lato così protettivo nei suoi confronti.
Ormai aveva avuto tempo per pensare a come dirglielo. 

Quella sera dopo essere tornati a casa lo fece sedere sul divano dicendogli di aspettare un secondo mentre lei prendeva una cosa.
"Torno subito, ho una sorpresa per te" disse dirigendosi in camera.
Tornò un minuto dopo con un pacchetto ben incartato.

"Wow! Un regalo! Per che cos'è?" chiese lui curioso.
"Niente domande. Aprilo e lo capirai da solo" disse indicando la scatola.

Tony scartò velocemente il regalo e quando lo aprì rimase interdetto dal contenuto.
"Perché mi hai regalato la maglia che hai usato durante la tua missione sotto copertura?" chiese guardando la maglietta gialla che recava la scritta BUN IN THE OVEN.
"Ti facevo più sveglio, DiNozzo. Davvero non capisci?" disse lei ridendo.
"Capire cosa Zee? Sul serio, sono perplesso" rispose.
"Beh allora guarda meglio, nella scatola c'è anche un'altra cosa che sicuramente farà chiarezza nel tuo cervello confuso".

Tony guardò e vide il test di gravidanza.
La guardò negli occhi e riguardò il test. Poi la guardò di nuovo e tornò al test.
Alla terza volta che ripeteva questa scenetta Ziva scoppiò a ridere, gli mise una mano sulla spalla e chiese "Allora hai capito adesso?".
"Sei incinta?" disse.
Lei annuì. Questo era il momento che più la spaventava, la sua reazione alla notizia.
"Sei incinta" ripeté lui "Sul serio? Non mi stai prendendo un giro, vero?".
"Perché dovrei?" chiese. 
Lui si alzò di scatto, le prese il volto con le mani e la baciò a lungo e intensamente. 
Da quel gesto lei capì che tutte le paure che aveva avuto erano infondate.
Quando si staccarono si guardarono negli occhi.
"Tu davvero non puoi capire quanto io sia felice in questo momento" disse Tony.
"Credimi, lo capisco. Perché anche io mi sento al settimo cielo" rispose abbracciandolo.
Improvvisamente Tony si accorse che Ziva stava piangendo.
"Amore, perché piangi?" disse accarezzandole le schiena.
"Perché sono felice. Avevo paura che non volessi questo bambino" spiegò.
"Sbagliavi, occhioni belli. Ti amo e questo è il più bel regalo che potessi farmi" rispose.

Ziva si asciugò le lacrime, lo guardò e disse "Sicuramente sarà un regalo... Nascerà a fine 
dicembre, durante il periodo di Natale".

Quella sera andarono a dormire assieme come al solito. Tony abbracciava Ziva e lei si era addormentata appoggiando la testa sul suo petto.
Lui non riusciva a dormire. Era troppo eccitato per la notizia che Ziva gli aveva appena dato e aveva un altro pensiero che gli occupava la mente.
"Ziva" la chiamò sottovoce per svegliarla.
"Che c'è? È già mattina?" chiese lei più addormentata che sveglia.
"No... Ma devo dirti una cosa... Sai penso che tu debba trasferirti a vivere da me" disse lui.
Lei si alzò di scatto e lo guardò negli occhi.
"Oppure io da te, è uguale" aggiunse lui pensando di averla infastidita dicendo che era lei a doversi trasferire.
"No. Va bene... Vengo io a stare da te... Sono solo sconvolta... Quanto ancora pensavi di aspettare prima di chiedermelo?" disse baciandolo e rimettendosi a dormire.

In quello momento si sentirono entrambi le persone più fortunate del mondo. Avevano trovato l'amore, una casa e ora stavano per diventare genitori.
Ora l'unica cosa che mancava era comunicare a Gibbs la bella notizia. 




Angolo dell'autrice:

Ecco il secondo capitolo! 
Che ne pensate? Non vorreste che anche nel nostro telefilm preferito Tony e Ziva diventassero genitori?? 
Io siiiii! Magari accadesse!!
Vi immaginate che scene divertenti salterebbero fuori?
Fatemi sapere se vi sta piacendo! :D

Baci 
Meggie 

P.s.: Alessia visto che stavolta ti ho avvertito prima di pubblicare?! XD

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Capitolo 3
*** Telling Him. ***


  TELLING HIM


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"Non vedo l'ora di vedere la faccia che faranno McGee ed Abby quando glielo diremo!" esclamò Tony.

Da quando Ziva gli aveva dato la notizia era felice come un bambino il giorno di Natale.

"Glielo potremmo dire oggi! Che dici amore?" chiese.
"Vorrei aspettare, prima di parlarne con gli altri" rispose lei.
"Ok... Ma perché? C'è qualcosa che non va?" chiese preoccupato. 
Pensava che fosse contenta di poter condividere con tutti questa bella notizia, soprattutto con Gibbs che per lei era come un padre. Anzi si era meravigliato nello scoprire che ancora non gli avesse detto nulla.
"No va tutto bene... Solo prima vorrei essere sicura che sia tutto a posto. Vorrei aspettare la prossima visita dal ginecologo. Se non ti dispiace" disse lei.

Dal tono di voce che aveva usato e dal fatto che mentre parlava non lo aveva guardato in faccia, Tony capì che la vera motivazione doveva essere un'altra. 
Ma per il momento decise di non indagare oltre e assecondare la sua richiesta.

"Nessun problema occhioni belli. Aspettare qualche settimana non fa nessuna differenza" le rispose abbracciandola da dietro e posando le mani sulla sua pancia.
"In fondo il nostro piccolo o la nostra piccola DiNozzo non scapperanno da qui" aggiunse.
Lei sorrise capendo la felicità di Tony in quel momento. Si girò e lo baciò.
"Grazie" gli disse.

Per le due settimane successive andarono al lavoro facendo finta di nulla.
Fu un'ardua impresa in quanto spesso Ziva alla mattina stava male e cercare di non farti notare mentre corri in bagno a vomitare non è un'impresa semplice. 

Inoltre avevano anche iniziato il trasloco a casa di Tony e lo stress iniziava a farsi sentire.
"Dove lo devo mettere questo scatolone?" chiese Tony entrando in casa con una scatola piena di libri.
"Appoggialo in salotto che dopo metto in ordine. Ah, dovrai farmi un po' di spazio togliendo qualche Dvd!" disse lei scherzando.
Tony si girò pietrificato, non poteva pensare di dover modificare la sua collezione di film per fare spazio a dei libri.
Ma sapeva bene che contraddire Ziva, in condizioni normali, era pericoloso.
Figuriamoci adesso che era incinta.
Lei notò subito la faccia preoccupata di Tony e andando verso di lui disse "Amore, stavo scherzando. Non ti chiederei mai di fare una cosa del genere. Mi basta una mensola nella tua libreria" poi lo baciò.

Quando si staccarono, si guardarono negli occhi e fecero una gran risata.
"Ci avevo quasi creduto. Nonostante tu viva in America da quasi dieci anni non hai perso il tuo tocco da spia-assassina del Mossad. Mi si è gelato il sangue per un momento" disse andando a togliere alcuni dei suoi libri dalle mensola per fare spazio a quelli di Ziva. 

Quando si voltò per farle notare che le aveva lasciato ben due mensole si accorse che stava piangendo.
Le andò incontro e l'abbracciò. Lei appoggiò la testa sulla sua spalla continuando a piangere.
"Hey... Fino ad un momento fa ridevi. Perché piangi adesso?" le chiese preoccupato.
"Sarò una madre orribile" rispose "Che razza di madre può essere una cresciuta per essere un'assassina".
Tony la fece sedere sul divano continuando ad abbracciarla e disse "Guarda che non sei più la persona di una volta. Sei cambiata. Come ti vengono in mente certe cose!".
"Ma se lo hai detto anche tu che non ho perso il tocco, Tony!" rispose piangendo.
"Per prima cosa stavo scherzando, secondo calmati... Sarai una madre perfetta ne sono certo" disse dandole un bacio.
Sorrisero entrambi poi Tony aggiunse "Certo che gli ormoni ti fanno impazzire, eh David?".
Lei gli diede una gomitata nello stomaco.
"Beh, vedo che ti sei già ripresa da questo momento di tristezza" disse massaggiandosi lo stomaco.

Rimasero sul divano per un po', poi all'improvviso Ziva disse "Ho voglia di un hamburger... Di quelli ricolmi di ogni genere di salsa".
Tony la guardò perplesso "Tesoro, sono le dieci della domenica mattina... Non ti sembra presto per l'hamburger?".
"Ma io ne ho voglia" si lamentò lei "E poi per una volta che non ho la nausea potresti anche farmi il favore di andarmelo a comprare".
"Ok! Non ti arrabbiare. Cosa ne dici.. Andiamo insieme e poi facciamo due passi in centro?".
Ziva annuì e Tony la guardò sconvolto.
La gravidanza l'aveva proprio cambiata.

Al lavoro continuarono a mantenere il segreto, ogni giorno con maggiore difficoltà.

Alla fine del terzo mese andarono insieme dal ginecologo per la prima ecografia.
Erano eccitati e al contempo spaventati. Volevano vedere il loro bambino ma soprattutto volevano sapere che tutto stava andando bene.
Quando il medico finalmente inquadrò l'immagine del feto i due rimasero senza parole dall'emozione.
"Quello è nostro figlio?" chiese Tony "È così piccolo".
"Crescerà mi creda. Forse con la prossima ecografia scopriremo il sesso" disse il medico.
"Volete che vi stampi una foto?" aggiunse.
Annuirono entrambi, ipnotizzati dall'immagine sullo schermo.
Tutto era andato bene e tornarono a casa soddisfatti.
La sera, mentre erano a letto, Tony le chiese di nuovo quando avrebbero dato agli altri la notizia. Non che non potesse più aspettare, ma prima o poi avrebbero dovuto dirlo e lui non riusciva a capire che problema ci fosse nel rendere pubblica la cosa.

"Penso che sia arrivato il momento, guanciotte dolci" disse accarezzandole il viso.
"Secondo me possiamo aspettare ancora" disse lei un po' agitata.
"Ziva, sei al terzo mese e tutto va bene, la tua pancia inizia a crescere e al lavoro tutti si sono accorti che c'è qualcosa di diverso. Vuoi dirmi perché vuoi mantenere ancora il segreto?" chiese.
"Che vuoi che ti dica Tony! Io non sono come te, non voglio spifferare ai quattro venti i miei fatti personali. Che ti costa aspettare" rispose sul punto di piangere.
"Ok, scusa... Tranquilla e non piangere... È solo che credevo che avessi voglia di dirlo almeno a Gibbs. In fondo lui è come un padre per te" spiegò lui.
"È proprio questo il problema... Avrei tanto voluto poterlo dire a mio padre. Poco prima che morisse mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto vedermi incinta. Ma adesso è morto, tutta la mia famiglia è morta e..." disse iniziando a piangere.
"Amore..." disse abbracciandola "Capisco che tu sia triste per questo... Però anche qui hai una famiglia... Magari non è la stessa cosa per te, ma credimi sarebbero tutti felicissimi di sapere che aspettiamo un bambino".
"Forse hai ragione" disse dopo essersi calmata "Glielo dobbiamo dire, però prima informiamo Gibbs".

Il mattino seguente arrivarono al lavoro aspettando di vedere Gibbs.
Non appena entrò in ufficio, Tony gli disse "Capo, avremmo bisogno di parlarti... Nel tuo ufficio va bene?".
Fece un cenno di assenso con la testa e tutti e tre entrarono in ascensore. Lui lo fermò è disse "Quindi, quel'è il problema?".
Tony prese la mano di Ziva "Beh vedi capo, è successa questa cosa... Ma ti prego non riempirmi di scappellotti" disse mettendosi una mano dietro la nuca.
Lui li guardò senza dire nulla.
"Sono incinta" disse lei senza fare troppi giri di parole.
Gibbs li fissò serio e Tony sfoggiò uno dei suoi sorrisi vincenti dicendo "Contento di diventare nonno, capo?".
La tensione saliva, Gibbs continuava a guardarli in silenzio. Furono pochi secondi ma sembrarono durare un'eternità.
Alzò la mano destra come per dare uno scappellotto a Tony. Si era già preparato ad un trauma cranico ma invece Gibbs gli appoggiò la mano sulla spalla e disse "Certo che sono felice! Congratulazioni ragazzi".
Abbracciò Ziva e sottovoce le disse "Sono davvero felice per te, piccola".
Le diede un bacio sulla fronte e riavviò l'ascensore.
"Ora dovete trovare un modo per dirlo agli altri. Abby impazzirà!".
Poi poco prima che le porte si aprissero aggiunse "Quanto ancora pensavate di aspettare a dirmelo?". Lo guardarono increduli. 
Come aveva fatto?
"Si certo che me ne ero accorto DiNozzo!" concluse dandogli uno scappellotto.







Angolo dell'autrice:

Eccoci al terzo capitolo... :)
Finalmente lo hanno detto a Gibbs! Che ovviamente è super contento di diventare nonno.
Lo vorrei proprio vedere Nonno-Gibbs in azione! Sarebbe fantastico! 

Ma ora... Che piano escogiteranno per dirlo agli altri? 
Perché presto dovranno saperlo anche loro! 

Grazie a tutti quelli che leggono e commentano!!! XD
Al prossimo capitolo! 

Baci
Meggie 








 

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Capitolo 4
*** This is about my Family. ***


  THIS IS ABOUT MY FAMILY


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Aver detto a Gibbs che presto avrebbero avuto un figlio aveva reso le cose più semplici, tuttavia dovevano ancora dare la notizia ai colleghi.
Volevano però che fosse un momento indimenticabile, che fosse una vera sorpresa.

Passarono circa una settimana a pensare ad un modo divertente e diverso di comunicare la notizia.
Alla fine decisero di invitare tutti a cena a casa loro. 
Casa loro, questa era un'altra novità che tutti avrebbero scoperto quella sera. Infatti non avevano detto a nessuno, nemmeno a Gibbs, che vivevano insieme.

"Hey, McGee, Abby" disse Ziva entrando in laboratorio con Tony "Noi pensavamo di organizzare una cena tutti insieme. Ci siete?".
"Una cena? E quando?" disse McGee confuso.
"Venerdì sera. A casa di Tony" rispose.
"Io ci sono!" esclamò Abby elettrizzata "Che bello, tutti riuniti a cena! Non lo facciamo mai!"
"Infatti! E ora che iniziamo a fare cose di questo tipo. Pivello sei dei nostri o fai l'asociale come al solito e resti a casa a giocare ai videogame?" aggiunse Tony.
"Certo che vengo anche io Tony! È solo che sono rimasto sorpreso dall'invito. Voi non siete certo il genere di persone che...." iniziò McGee.
"Il genere di persone che... Cosa McGee?! Intendi forse quelle persone a cui non piace stare con gli amici? Ti sembriamo davvero così?!" lo aggredì Ziva.
"Hey calma Ziva! Non intendevo nulla, solo che non avete mai fatto una proposta così. Tutto qui" si affrettò a spiegare McGee prima che Ziva lo minacciasse.
"L'hai fatta arrabbiare Tony? No perché mi sembra un po' nervosetta" aggiunse.
"Ti sembro nervosa? Credimi non mi hai mai vista..." riprese ad urlare Ziva.
Questa volta fu Tony a fermarla "Non è nervosa, che dici. Sei tu con le tue uscite che la infastidisci. Comunque siamo contenti che verrete entrambi. Ora andiamo a chiederlo a Ducky e Palmer. Ciao" disse per uscire da quella situazione imbarazzante.

"Ziva che ti prende? Ancora un po' e te lo mangiavi!" le chiese.
"Scusa... È che oggi mi irrita qualsiasi cosa, non so come mai..." disse lei.
"Tranquilla.. Ma cerca di controllarti. Io so il motivo per cui stai così, ma loro ancora no. Ti prenderanno per pazza" spiegò lui ridendo.
"Per pazza! Ma ti sembro davvero pazza??" gridò.
"Ziva! Respira e ricomponiti. Stiamo per entrare da Ducky. Sei pronta?".
"Si, speriamo che Palmer non faccia il cretino. Lì dentro ci sono molte armi che posso usare per ucciderlo" spiegò lei.
"Amore così non ci siamo! Oggi gli ormoni ti stanno facendo impazzire. Facciamo che parlo io e tu ascolti in silenzio ok?" disse.
Lei annuì.
"Almeno usciremo tutti vivi dall'obitorio" aggiunse sottovoce.

Chiesero anche a Ducky e a Palmer se volevano partecipare alla cena ed entrambi accettarono felici.
Anche Gibbs avrebbe partecipato, nonostante sapesse già il motivo.

Tornarono alle scrivanie e ripresero a lavorare.
McGee continuava a guardare Ziva con sospetto. Non riusciva a capire come mai, da qualche settimana, fosse così irascibile. Non che avesse mai avuto un carattere tranquillo, però ultimamente gli sembrava peggiorata.

D'improvviso Ziva si alzò in piedi e gridò qualche cosa in Arabo. Dal tono di voce che aveva usato capirono tutti che probabilmente aveva detto qualche parolaccia.
"Che succede?" le chiese Tony.
"Le mie merendine al cioccolato sono finite. Per la miseria! E io cosa mangio ora?" rispose alterata.
"Le hai già finite? Era una scatola intera e le hai portare al lavoro solo ieri mattina" disse Tony sconvolto.
"Ho fame ok?".
"D'accordo vieni, andiamo al distributore automatico. Magari troviamo qualcosa che ti piace" disse lui.

Dopo aver svaligiato il distributore, tornarono a lavorare.
All'incirca dopo dieci minuti, Tony si accorse che Ziva stava male. Si avvicinò alla sua scrivania e le chiese "Hai la nausea, occhioni belli? Forse non avresti dovuto mangiare così tanto".
"Cosa vuoi saperne tu..." iniziò lei. Ma non riuscì a finire che si alzò e si diresse in bagno.
Tornò dopo cinque minuti, stravolta.

McGee si avvicinò alla scrivania di Tony e disse "Senti, ma che cosa le hai fatto? Ogni giorno va in bagno più volte e torna sconvolta. Non la starai mica facendo soffrire in qualche modo? Tipo con il tuo comportamento da donnaiolo?".
"Hey, McFiccanaso fatti gli affari tuoi! Non le ho fatto nulla. Torna a lavorare" disse ridendo del fatto che nessuno ancora avesse capito il vero motivo.

Venerdì sera arrivò in fretta e Tony e Ziva avevano organizzato tutto alla perfezione.
Erano impazienti di comunicare ai loro amici che presto sarebbero diventati genitori, nessuno immaginava il vero motivo per cui la cena era stata organizzata
Mangiarono insieme e chiacchierarono a lungo. 
Tony e Ziva rimasero sorpresi del fatto che i loro amici non si fossero ancora accorti che condividevano la casa. 
C'erano cose di Ziva sparse ovunque, ma nessuno ci aveva fatto caso.  


Alla fine della cena Tony disse "Perché adesso non vi mettere tutti vicini che vi scatto una foto?".

Si sistemarono e Ziva disse "Pronti? 3, 2, 1 SONO INCINTA!" e in quel momento Tony scattò la foto. Voleva immortalare i volti dei colleghi proprio nell'istante in cui ricevevano la notizia.
"Questa la stampo e la attacchiamo in ufficio ragazzi, perché davvero avete delle facce da Oscar" esclamò Tony ridendo.

Ci fu un lungo momento di silenzio. A parte Gibbs nessuno sapeva nulla e la notizia li aveva letteralmente ammutoliti.
La prima a parlare fu Abby. Non appena si riprese dallo shock si alzò di scatto dalla sedia e corse, urlando, ad abbracciare Ziva.
"O mio Dio!" girdò "Come sono felice per voi. Che bello diventerò Zia! Da quanto sei incinta?".
"Tre mesi, più o meno" rispose Ziva cercando di staccarsi da Abby che la stava stritolando.
"Tre mesi? Tre mesi? E perché avete aspettato così tanto a dircelo. Dovrei arrabbiarmi sai? Ma non posso perché sono troppo felice!" disse abbracciando Tony.
"Dobbiamo organizzare una festa! Si una di quelle dove tutti portano un regalo per il bambino. La organizzo io! E poi..." ma Tony la bloccò.
"Hey, frena! Una cosa per volta ok? La festa la facciamo più avanti magari! Gibbs lo aveva detto che saresti impazzita!".
Abby si girò verso il capo sconvolta.
"Tu lo sapevi e non ci hai detto nulla?" iniziò lei. Ma Gibbs con un semplice cenno del capo la fece smettere.

Dopo essersi congratulato con Ziva, McGee si avvicinò a Tony e disse "Ora capisco perché è così strana in questo periodo!".
"E tu che pensavi che le avessi fatto qualcosa!" esclamò Tony dando uno scappellotto a McGee.
"Beh, tecnicamente qualcosa hai fatto Tony..." rispose lui sghignazzando.

"Aspettate un'attimo" disse Tony poco prima che tutti uscissero per andare a casa "Visto che nessuno lo ha notato, vogliamo anche dirvi che viviamo insieme, in questa casa".
Gibbs li guardò con il suo tipico sguardo.
"Ok capo, forse tu lo avevi notato..." aggiunse lui.

Alla fine andarono tutti a casa, veramente felici per Tony e Ziva.
All'inizio della serata nessuno si sarebbe aspettato quello che era successo.
Ziva chiuse la porta, si girò verso Tony e disse "Sai sono proprio felice di avere una famiglia come questa. E soprattutto di avere te". Poi lo baciò intensamente.

Dopo avere sistemato tutto si distesero a letto.
Ziva abbracciava Tony mentre lui le accarezzava i capelli.
"Non vedo l'ora che nasca" disse lui "Non credevo che sarei mai stato così felice di diventare padre".
"E io di diventare madre." aggiunse lei.
Rimasero in silenzio a lungo, assaporando il piacere di stare l'uno nelle braccia dell'altro.
Poi Ziva, già mezza addormentata disse "Mi piaci come cuscino, Tony, sei molto morbido".
"Vuoi dire che sono grasso?" chiese lui un po' offeso.
"Non c'è niente di male nell'avere un po' di pancetta" rispose lei ridendo.
"Ne riparliamo tra qualche mese, amore. Quando ti lamenterai perché sei ingrassata. Certo con tutto quello che mangi..." disse lui.
Lei fece per rispondergli ma lui la zittì.
"Shhh, dormi occhioni belli. Sei stanca, ne riparliamo domani".
E così, almeno per quella sera, si salvò da una conversazione dalla quale sicuramente sarebbe uscito sconfitto.

Tutto sembrava andare davvero bene e ora non gli restava che aspettare che arrivasse il momento tanto attesto. 
Non gli restava che aspettare il giorno in cui finalmente avrebbero potuto vedere per la prima volta il loro bambino.







Angolo dell'autrice:

Hey!!!!
Bene allora adesso anche al lavoro tutti sanno che Ziva aspetta un bambino!

Devo farvi una confessione... Il modo in cui lo dicono a tutti... Beh ho preso l'ispirazione da come, la sorella di una mia amica, ha comunicato alla famiglia che era incinta! XD

Vi piace come sta procedendo la storia? Spero di si!!! 
Grazie ancora a tutti quelli che leggono e commentano! 

Al prossimo capitolo!! 
Chissà cosa succederà... O.o 

Baci 
Meggie


P.s.: Alessia... Hai visto!? Il titolo è un FRIENDLY REMINDER per te! AHAHAHAHA 
        E poi... Ehm... Merendine al cioccolato... :Q__ .... Come il tuo croissant al cioccolato
        di stamattina.... SLURP... Mi sta venendo fame...
        STAY TUNED per il prossimo capitolo mi raccomando! AHAHHAHA XD  
        ❤❤❤

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Capitolo 5
*** I thought the earth moved. ***


  I THOUGHT THE EARTH MOVED


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Era piena estate ormai, Agosto. Erano già passati un paio di mesi da quando avevano dato la bella notizia ai colleghi e fino a quel momento tutto era andato magnificamente.
Come ogni mattina la sveglia suonò ricordando a Tony e Ziva che era l'ora di prepararsi per andare al lavoro.

"Mmmmm ancora cinque minuti" disse Ziva sentendo Tony alzarsi.
Lui si ributtò sul letto per darle un bacio e le disse "Ti sveglio io fra un po', dopo che ho preparato la colazione".
Tony aveva notato che con il procedere della gravidanza Ziva si stancava più in fretta e cercava di fare tutto il possibile per aiutarla.

Tornò in camera dopo circa un quarto d'ora e la trovò ancora addormentata nell'esatta posizione in cui l'aveva lasciata.
Non poté fare a meno di ridere nel sentire come russava. Sperò con tutto il cuore che il nascituro non ereditasse questo lato da camionista ubriaco di Ziva.

"Forza mia bella Ninja, è arrivato il momento di alzarsi" disse lui sedendosi a un lato del letto e accarezzandole un braccio per svegliarla.
"Uffa" borbottò lei "Mi hai lasciato qui solo per un minuto! Sei cattivo!".
Tony sorrise.
"Veramente la colazione è già pronta e se non ti sbrighi ad alzarti mangio io la montagna di Pancake banana e cioccolato che ti ho preparato" le disse.
Lei spalancò gli occhi e fissò Tony "Ma sono i miei preferiti" esclamò felice.
"Li ho fatti apposta" disse lui.
"Considerami già seduta al tavolo in cucina. E guai a te se inizi a mangiare senza aspettarmi. Dammi solo un attimo che vado in bagno" rispose con aria minacciosa.

Tony la guardò sparire in bagno e ricomparire neanche un minuto dopo pronta per mangiare, o meglio divorare, la colazione.
Rimase sconvolto dalla velocità con cui svuotò il suo piatto.
"Certo che eri affamata, occhioni belli." commentò lui.
"È ovvio, Tony. Mangio per due io!" speigò Ziva.
"Ah, lo vedo. Vuoi per caso che la prossima volta ti lasci anche le bucce da mangiare?" le disse sghignazzando.
"Davvero molto simpatico. Ma stai attento... Uno di questi giorni potresti accidentalmente scivolare sopra una di quelle bucce di banana!" aggiunse Ziva poco prima di tornate in camera a vestirsi.

Dopo nemmeno un'ora erano in ufficio.
Ormai Ziva era al quinto mese di gravidanza, la pancia continuava a crescere e Gibbs l'aveva costretta al solo lavoro di scrivania.

Passò la mattina tra i fascicoli di vecchi casi mentre il resto della squadra era su una scena del crimine.
Verso l'ora di pranzo ritornarono tutti alla base e Tony si avvicinò alla scrivania di Ziva appoggiando un sacchetto.

Lei lo aprì velocemente per scoprire che conteneva un Krapfen alla crema.
"Dio, Tony quanto ti amo!" esclamò alzandosi di scatto e baciandolo con passione. Gli stava praticamente divorando la faccia.
Pochi secondi dopo anche Gibbs arrivò alle scrivanie e vedendo la scena esclamò "Agenti DiNozzo e David, state per caso girando un porno?".

I due si staccarono immediatamente e risposero all'unisono "No capo!".
"Bene, perché in quel caso avrei dovuto licenziarvi. L'NCIS non ammette il doppio lavoro" commentò ironicamente dando uno scappellotto a Tony.
"Hai ragione capo ma è stata lei a cominciare" rispose lui ottenendo solo di essere incenerito da un'occhiataccia di Ziva.

"Non mi importa. Tu Ziva, tieni a bada gli ormoni e invece tu DiNozzo non assecondarla... Sappiamo tutti che la cosa non ti è dispiaciuta".

A metà pomeriggio erano tutti molto concentrati sul caso su cui avevano iniziato a lavorare la mattina.
Ad un certo punto Gibbs ricevette una chiamata da Abby che lo avvertiva che il test sul sangue rinvenuto sulla scena del crimine era pronto.

"Ziva per favore scendi da Abby a prendere i risultati?" chiese Gibbs.
"Subito capo, ne approfitto anche per salutarla. Oggi non ci siamo ancora viste" rispose Ziva alzandosi e dirigendosi all'ascensore.

Le porte si chiusero e l'ascensore iniziò la sua discesa. 
Dopo pochi secondi una forte scossa di terremoto fece vibrare l'edificio.
Si ripararono tutti sotto le scrivanie aspettando che la scossa finisse. Non appena la terra smise di tremare, Tony uscì dal nascondiglio e corse verso l'ascensore. 
Non aveva fatto altro che pensare a Ziva.

La forte scossa di terremoto aveva fatto saltare la luce, quindi lei era bloccata dentro l'ascensore e il non sapere in che condizioni era stava facendo andare nel panico Tony.

Ziva era a terra. Il terremoto l'aveva colta alla sprovvista e non aveva fatto in tempo ad aggrapparsi ai corrimano per rimanere in piedi. 
Appena finita la scossa si rialzò cercando di capire se si era fatta male. A parte un piccolo taglio sulla fronte le sembrava di stare bene.
Quella situazione le fece tornare alla mente un flashback. Lei è Tony chiusi lì dentro dopo l'esplosione della bomba che aveva quasi distrutto l'edificio. Solo che questa volta era da sola, non c'era Tony con lei. E in più era anche incinta.

Dopo poco sentì dei rumori e vide qualcuno aprire le porte dell'ascensore al livello degli uffici. La scossa era avvenuta pochi secondi dopo aver iniziato la discesa quindi era rimasta bloccata a metà tra due piani.
Tuttavia il poco spazio che era rimasto tra il pavimento e l'ascensore non era sufficiente a farla uscire, saranno stati al massimo dieci centimetri.
La cosa che però le sollevò il morale era il fatto che riusciva a vedere Tony.

"Ziva, amore sei ferita? Stai bene?" chiese lui preoccupato.
"Si, tranquillo, ho solo un graffio sulla fronte, me lo sono fatta cadendo" spiegò lei.
"Sei caduta? O mio Dio dimmi che non ti sei fatta male" disse Tony spaventato.
"No sto bene... " iniziò lei ma proprio in quel momento ci fu un'altra breve scossa che fece vibrare l'ascensore.
Questa volta riuscì ad aggrapparsi al corrimano evitando di cadere di nuovo.

"Ok, sto bene ma ora gradirei davvero uscire di qui" disse Ziva iniziando ad agitarsi.
"Hey, cerca di stare calma. Abbiamo già chiamato i soccorsi, stanno arrivando a tirarti fuori. È questione di pochi minuti" le disse Gibbs per rassicurarla.

"Gli altri come stanno?" chiese Ziva cercando di non pensare alla situazione in cui si trovava.
"McGee sta bene, è andato al piano di sotto per vedere se gli altri hanno bisogno" le rispose Tony.

Per quel poco che riusciva a vedere, Ziva sembrava stare bene, ma aveva notato che stava diventando piuttosto nervosa.

"Hey Ninja, guardami. Andrà tutto bene ok? Respira e calmati, fra poco sarai fuori di lì" le disse sperando che i soccorsi arrivassero i fretta.
Voleva abbracciarla e portarla all'ospedale per assicurarsi che tutto fosse a posto.

"Certo..." rispose lei. 
Ma non riuscì a continuare. Si mise una mano sulla fronte e appoggiò la schiena contro la parete dell'ascensore.
"Ziva che hai?" le girdò Gibbs.
Non rispose cercando di rimanere concentrata per non svenire.
"Amore andiamo rispondi! Che ti succede" la supplicò Tony.
"Tony... Io... Aiutami... Non mi sento bene... " ma cadde a terra priva di sensi ancora prima di finire la frase.

"Ziva! Ziva!" girdò Tony in preda al panico.
In quel momento arrivarono i soccorritori e Gibbs cercò di far spostare Tony per lasciargli lo spazio per lavorare.
Ma lui era concentrato solo su Ziva che ora era a terra priva di sensi.

"Forza tesoro svegliati! Così mi spaventi!" continuava a gridare Tony.
"Tony, andiamo Tony spostati" gli disse Gibbs prendendolo per le spalle e facendolo allontanare, dando così la possibilità ai soccorritori di lavorare per tirare fuori Ziva. 

Fece sedere Tony sul pavimento, con la schiena appoggiata al muro.
"Ora calmati, tra qualche minuto sarà fuori da lì" gli disse.
Ma Tony non riusciva a stare calmo, non sapendo che Ziva e il suo bambino potevano essere in pericolo.









Angolo dell'autrice:

Ok... Si sono in ritardo anche con questa ff... Sono un disastro... I know! -.-"

Cooooomunque ecco qui il nuovo capitolo!!!! 

Ehm... Si l'ho scritto in un momento in cui ero abbastanza affamata... Ecco perché si parla di pancake e Krapfen!!!! Mmmmmm che buoni... :Q___ Ok ora mi riprendo! 

Come avrete capito mi piace l'ANGST e mi piace lasciare il capitolo con un bel CLIFFI alla fine!!! Così tanto per tenervi sulle spine! AHAHAHAHAHAHA XD

Che dite... Andrà tutto bene con Ziva e il bambino??!!! Non vi resta che aspettare il prossimo capitolo! :)

Baci Meggie

P.s.: Ogni riferimento è puramente casuale... XD 

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Capitolo 6
*** Open your eyes. ***


  OPEN YOUR EYES


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I soccorritori avevano tirato fuori Ziva dall'ascensore in meno di cinque minuti. L'avevano caricata sull'ambulanza sotto gli occhi impotenti di Tony, che continuava a fissarla e a stringerle la mano sperando che si svegliasse.
Avevano lasciato che salisse sull'ambulanza insieme a Ziva, mentre Gibbs li avrebbe raggiunti all'ospedale in macchina.

"Perché non si sveglia?" chiese Tony agitato ad uno dei paramedici.
"Non lo sappiamo, dobbiamo aspettare di arrivare all'ospedale e lì saranno i medici ad occuparsi di sua moglie" disse il ragazzo.
"Non è mia moglie, è la mia fidanzata" lo corresse Tony. In quel momento si chiese come mai ancora non avevano parlato di matrimonio, in fondo vivevano insieme e stavano per diventare genitori. 
Tuttavia la sua mente tornò al presente e si ritrovò a pensare a cosa avrebbe fatto se qualcosa fosse andato storto.

Appena arrivati in ospedale i medici portarono Ziva in una delle sale emergenza lasciando Tony in sala d'aspetto. Gibbs lo raggiunse pochi minuti dopo.

"Allora che hanno detto i medici?" chiese a Tony.
"Non sono ancora usciti capo... L'hanno portata lì dentro e non mi hanno più detto nulla" spiegò Tony visibilmente spaventato.

"Calma Tony, vedrai che ora escono e ci dicono cosa è successo" cercò di calmarlo Gibbs.

Lui lo guardò e dopo aver respirato profondamente disse "Hai ragione... Ma se succedesse qualcosa a Ziva o al nostro bambino io...".

Non riuscì a finire la frase. Non poteva immaginare di passare la sua vita senza di loro.

Gibbs capì immediatamente quello che provava Tony. Lui lo aveva provato quando aveva perso Shannon e Kelly, e l'ultima cosa che voleva era perdere un'altra figlia e vedere Tony soffrire. Gli mise una mano sulla spalla per dargli un po' di conforto.

Dopo circa una mezz'ora comparve davanti a loro un medico. Tony scattò in piedi e senza nemmeno dargli il tempo di parlare cominciò a riempirlo di domande.

"Si calmi, signor DiNozzo" disse l'uomo.
"Sono il dottor Gates e mi sto occupando di sua moglie" iniziò a spiegare il medico "La situazione non è grave, probabilmente è stato lo stress della situazione a causare lo svenimento. L'unica ferita che ha riportato è un taglio alla fronte; l'abbiamo già ricucito e comunque non ha fatto nessun danno.".

"Ma adesso come sta, è sveglia?" domandò Tony "E il bambino?".

"Stanno bene entrambi, comunque più tardi faremo un'ecografia per assicurarci che tutto sia a posto. Per sicurezza, preferisco tenerla in osservazione per stanotte. Non si è mai troppo previdenti in queste situazioni" aggiunse il medico.

"Possiamo vederla?" chiesero Tony e Gibbs.

"Si, anche se ora sta dormendo. Vi chiedo di non svegliarla, un po' di riposo le farà bene. Venite, vi faccio strada" concluse il medico accompagnandoli nella stanza di Ziva.

Non appena entrati, Tony si sedette nella sedia accanto al letto e delicatamente prese la mano di Ziva, facendo attenzione a non svegliarla. 
Alzò lo sguardo e fissò Gibbs che nel frattempo si era seduto in un letto vuoto, accanto a quello di Ziva.

"Grazie capo" disse lui.
"Per cosa?" chiese Gibbs.
"Per essere rimasto con me... Ero andato un tantino fuori di testa".
"Un tantino?! Direi un bel po' DiNozzo!" commentò ironicamente Gibbs "Ma è comprensibile, in fondo è la tua famiglia".

Rimasero un po' in silenzio nella stanza, poi Gibbs disse "Io ora vado, torno a vedere se gli altri stanno bene. Tu resta con lei e mantienimi aggiornato, se hai bisogno non esitare a chiamare".

Non appena Gibbs uscì dalla camera, Tony si alzò e si sedette sul bordo del letto continuando a tenerle la mano. La guardò dormire, sembrava così serena, come se nulla potesse farle male.

"Mi hai fatto davvero spaventare occhioni belli, davvero tanto. Penso che appena starai meglio te la farò pagare. Ecco, sempre il solito DiNozzo che butta tutto sul ridere. Qui c'è poco da stare allegri... Se Gibbs fosse qui mi avrebbe già preso a scappellotti" cominciò a parlare Tony sapendo che Ziva non poteva sentirlo "Si perché ho davvero avuto paura di perderti, anzi di perdervi" disse accarezzando la pancia di Ziva.
"Ti amo così tanto Ziva, e mi sono sentito morire al solo pensiero di non poterti più parlare, abbracciare, baciare, apprezzare la bella vista del tuo sedere quando esci dalla docc...".

A quel punto Tony sentì qualcuno stritolargli la mano.
"Ahi" gridò "Da quanto sei sveglia e ascolti?".

"Più o meno da quando tu è Gibbs siete entrati nella stanza, non siete certo stati silenziosi" disse Ziva ridacchiando.

Aprì gli occhi e guardò Tony intensamente. Poi si alzò un po' e lo baciò.
"Anche io ti amo sederino peloso e scusa se ti ho fatto spaventare".

"Niente, è acqua passata... Ho solo perso dieci anni di vita!" disse ridendo e dandole un bacio sulla fronte.
"Credo che ora andrò a chiamare Gibbs, vuole che lo tenga aggiornato" aggiunse alzandosi, ma non appena si accorse del cambiamento di espressione di Ziva si risedette subito sul letto e le riprese la mano.

"Amore, qualcosa non va? Ti senti male? Vado a chiamare il medico.." iniziò Tony che sentiva di nuovo il panico impossessarsi di lui.

"No aspetta..." disse lei tirandolo per il braccio e appoggiandogli la mano sulla pancia "Credo che nostro figlio o nostra figlia mi abbia appena tirato un calcio".

Tony aspettò qualche istante e sentì il bambino muoversi.

"Wooow" commentò "È attivo lì dentro...". Fece una piccola pausa e aggiunse "Ora però la devi smettere. Ho perso altri dieci anni di vita, ormai sono rassegnato a morire giovane".

Si guardarono e fecero una risata. 

Circa mezz'ora dopo entrò il medico pronto per l'ecografia.

"Allora" disse "Controlliamo se tutto procede bene. Penso che con questa ecografia riusciremo a vedere se è maschio o femmina. Volete che vi dica il sesso o preferite le sorprese?"

Tony e Ziva si scambiarono un occhiata e senza dirsi nulla risposero all'unisono "Vogliamo sapere!".

"D'accordo allora, cominciamo".

Il dottore iniziò a passare l'ecografo sul ventre di Ziva. Tony le stringeva la mano, erano eccitatissimi di poter finalmente sapere qualcosa in più sul loro bambino.

"Ecco il volto, e qui invece ci sono le mani..." spiegò il medico indicando lo schermo.

"E... Oh, ecco. Pronti a sapere il sesso?" chiese.
I due annuirono.
"Bene, sono felice di annunciarvi che presto avrete una sana e bellissima bambina. Congratulazioni. Volete che vi stampi qualche foto?".

"Si grazie" rispose Tony visibilmente emozionato.
"Una bambina amore" disse baciando Ziva e asciugandole una lacrima "Sei felice?".

"Non sai quanto" rispose lei, e con la mente ritornò al giorno in cui suo padre aveva visto la foto della missione sotto copertura in cui fingeva di essere incinta e le aveva chiesto cosa diceva alla gente, "Dicevo che era una bambina" gli aveva risposto lei.

Tony la vide soprappensiero e le chiese "Bei pensieri guanciotte dolci?". 
"Si.. si..." rispose lei tornando alla realtà.
"Meno male. Ora vado davvero ad aggiornare Gibbs. Tu non muoverti da qui. Anzi inizia a pensare a qualche bel nome per la nostra principessina".

Tony era quasi uscito dalla stanza quando Ziva lo fermò.

"Aspetta" disse lei "Tornando mi puoi portare una fetta di torta o qualcosa di dolce? Sono piuttosto affamata!" 
"E quando non lo sei?" commentò Tony sottovoce.
"Cosa?!" domandò infastidita.
"Nulla amore, corro a cercare qualcosa!" tagliò corto lui.
"Grazie. E magari anche un cappuccino... Anzi no, una cioccolata calda!" aggiunse lei.
"Ok... Qualcos'altro?" chiese lui sconvolto dall'immenso appetito di Ziva. Nonostante fosse incinta da un po' ancora non si era abituato a questo suo lato.
"No sono a posto così..." disse lei mentre Tony chiudeva la porta.
"Aspetta, aspetta, aspetta!" gridò.
"Che altro c'è?" chiese lui.
"Nulla, volevo solo infastidirti" disse ridendo.
"Molto divertente, David".

"Pronto capo" disse Tony.
"DiNozzo, tutto a posto?" chiese Gibbs.
"Si, tutto ok. Ziva si è svegliata e va tutto bene. Gli altri come stanno?".
"Stiamo tutti bene. Sol un po' di spavento. Saluta Ziva da parte di tutti" concluse Gibbs.
"Ok. A capo, penso che da oggi dovrai metterti a lavorare ad una bella casa delle bambole" disse Tony prima di chiudere la conversazione.

"Congratulazioni, Tony" disse Gibbs.
Poi sorrise. Diventare nonno di una bella bambina lo stava rendendo davvero felice.












Note dell'autrice: 

Ok... Ero tipo sparita... Ma non ero morta, ero in vacanza! Ahahhahah XD
Anyhow, rieccomi con il sesto capitolo di questa storia interamente dedicata ad Alessia! :D

Ora torniamo a noi... Quindi è una... Bambina!! Una femmina! Non potevo fare altro visto quello che aveva detto Ziva in Shabbat Shalom... 

"What did you tell people when they asked you?" 
"I said it was a girl".

Tante lacrime... Sigh :'(

E manca poco più di un mese alla Premier e io non sono pronta. Voglio vedere i nuovi episodi ma allo stesso tempo non voglio vederli perché so che Cote sarà presente solo nei primi due episodi... OMG è un dilemma.. Sono combattuta...

Comunque spero che la storia vi stia piacendo! Ditemi cosa ne pensate! :)

A presto con il prossimo capitolo! Che ormai ci stiamo avvicinando alla fine... Sob... :(

Comunque grazie a chi ha seguito e commentato fino a questo momento! :)

Baci 
Meggie

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Capitolo 7
*** Laughing and Joking. ***


  Laughing and Joking


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Erano passate circa tre settimane dall'incidente all'NCIS, Ziva stava bene e tutto era tornato normale.
Tuttavia il medico le aveva vivamente consigliato di rimanere a casa fino alla fine della gravidanza, per evitare rischi.
Inizialmente Ziva non l'aveva presa troppo bene. Non le piaceva rimanere a casa senza far nulla. Era una donna d'azione, le piaceva rendersi utile. Non era certo quella che  rimaneva seduta a ricamare o a leggere libri sui neonati.

Ogni mattina Tony si alzava, si preparava e usciva per andare al lavoro, senza dimenticarsi mai di lasciare sul tavolo in cucina la colazione per Ziva.
Lei adorava quel gesto, le piaceva sapere che Tony pensava a lei anche adesso che era costretta a stare a casa.

Non avendo nulla da fare passava le giornate andando in giro per la città o rilassandosi in casa, aspettando che Tony tornasse per la cena. Quello era il momento della giornata che preferiva.

Una sera, dopo aver cenato, si ritrovarono sul divano a discutere del nome da dare alla figlia.

"Ok amore, iniziamo a fare una lista con i nomi migliori. Ne diciamo uno a testa e li scriviamo su un foglio" disse Tony mettendosi in bocca un cucchiaio di gelato.

"Ti prego non parlare con la bocca piena... Credi di poterci riuscire? Perché tra poco nasce nostra figlia e non vorrei ritrovarmi a dover crescere due bambini" lo ammonì Ziva passandogli un tovagliolo per pulirsi la bocca.

"Ok... Mamma!" la prese in giro Tony.

"Non crescerai mai, eh? Sorvoliamo e iniziamo con i nomi... Che ne dici di Sarah?" disse lei.

"Mmmm non male, ma si può trovare di meglio. Ok, tocca a me... Charlotte. Che ne pensi, come il personaggio di Top Gun" esclamò Tony.

"O mio Dio! Stai scherzando vero? Non darò a mia figlia un nome solo perchè tratto da un film che ti piace!" disse lei tirandogli una cuscinata in testa.

"Ok, ok... Scusa!" disse ridacchiando "Però lo sai cosa vuol dire questo tuo gesto? Significa che la lotta con i cuscini è aperta. Ti conviene iniziare a correre David" aggiunse prendendo il cuscino che aveva di fianco e alzandosi in piedi.

Ziva lo imitò e lo colpì di nuovo con il cuscino poi lo guardò ridendo e iniziò a scappare.

"Tu sei finita!" gridò Tony iniziando a rincorrerla.

Passarono dal salotto alla cucina. 
Poi Ziva scappò in sala da pranzo correndo attorno al tavolo. Riuscì per poco a sfuggire alla cuscinata di Tony.
"Ottimi riflessi Ninja. Ma sappi che mi sto ancora scaldando. Continua a correre" la mise in guardia Tony, divertito.

Alla fine Ziva corse in camera da letto. Tony riuscì finalmente a colpirla alla schiena con il cuscino e lei cadde sul letto.

"Ah! Ci sono riuscito finalmente" disse lui vittorioso.

Ziva non rispose. Rimase immobile sul letto.

"Andiamo David, non fare l'offesa e ammetti la sconfitta" aggiunse lui.
Ma quando lei continuò a non rispondere e a rimanere immobile Tony iniziò a preoccuparsi.

"Ziva... Ziva?? Stai bene" chiese agitato.
'E se le ho fatto male?' iniziò a pensare 'Non avrei dovuto colpirla così forte'.

"Ziva, amore rispondimi" la imploró. Era già pronto a chiamare un'ambulanza quando Ziva si girò di scatto e gli diede un cuscinata in testa.

"E il Mossad vince ancora!" girdò lei soddisfatta.

"Per la miseria, non azzardarti a farlo mai più! Penso che mi stia per esplodere il cuore dalla paura che mi hai fatto prendere!" disse Tony sdraiandosi sul letto accanto a lei e tirando un sospiro di sollievo.

"Scusa ma è stato troppo divertente, dovevi vedere la tua faccia" rispose Ziva ridendo.
"Ecco brava, ridi di me. Scusa se ti amo così tanto da poter morire di paura".
"Oh, sederino peloso... Come sei dolce!" gli disse dandogli un bacio.

Rimasero un po' sdraiati sul letto ridendo di quello che era appena successo. Si erano divertiti non poco ma era ora di tornare al discorso che stavano facendo prima.

"Ritorniamo a parlare dei nomi per la nostra bambina" disse Tony tornando serio.
"Ok ne ho uno: Anna" rispose lei.
"Bello ma... Troppo comune. Nostra figlia è unica, merita un nome fantastico" iniziò Tony.
Poi si avvicinò alla pancia di Ziva e iniziò a parlare.
"Hey, tu che sei là dentro, cose ne pensi di Alice?" chiese parlando alla figlia.
"Fai sul serio? Alice?" domandò Ziva sconvolta.
"Perché?".
"Come Alice nel paese delle meraviglie? Vuoi che tutti pensino che nostra figlia vive con la testa fra le nuvole? Meno male che volevi darle un bel nome" disse a Tony.

Poi rivolgendosi anche lei alla figlia disse "Non ascoltare papà, è solo un po' infantile e immaturo. Ma adesso ci pensa la mamma".

"Hey" si lamentò lui "Non mettere queste cose in testa a nostra figlia. Sono una persona seria io!".

Ma Ziva non lo stava più ascoltando, aveva la testa altrove.

"A cosa pensi?" le chiese Tony.
"Non so se dirtelo... Non vorrei turbarti" disse lei mettendosi su un fianco e guardandolo negli occhi.
"Mi puoi dire tutto lo sai" la incoraggiò lui a parlare.

"Quando ho detto la parola papà, mi è venuto in mente che ancora non abbiamo detto nulla a tuo padre... A me farebbe piacere che anche lui facesse parte della nostra vita e di quella di nostra figlia..." spiegò lei.

Lui rimase in silenzio a fissarla. Vedendo che non parlava, Ziva ruppe il silenzio e disse "Se non vuoi non fa nulla... Siamo già una famiglia noi, va bene lo stesso".

"Ho solo paura che rovini tutto come al solito... Sai come è fatto...".
"Vedrai che non succederà, andrà tutto bene amore" lo rincuorò lei.

"E se per caso come al solito si comporta in modo stupido? Magari si mette nei guai e ci andiamo di mezzo noi..." disse lui.
"Perché dovrebbe farlo?" chiese Ziva cercando di farlo ragionare.
"Perché lo ha già fatto tante volte. E non solo qualche anno fa prosciugando le sue finanze. Anche quando ero piccolo" raccontò Tony.

Ziva però non sapeva a cosa si riferisse Tony. Lui non parlava molto della sua infanzia e lei non lo aveva mai forzato a raccontare cose che non voleva, sapendo bene cosa vuol dire avere un'infanzia dolorosa.
Tuttavia per aiutarlo aveva bisogno di sapere.

"Che cosa ha fatto quando eri piccolo?" chiese accarezzandogli il petto.
"Ne ha fatte tante... Ti ho mai raccontato che mi ha lasciato due giorni in albergo da solo mentre era a spassarsela con una giovane ereditiera?".

Ziva capì il suo dolore.

"Ma amore... Ora è cambiato. Si è rimesso in carreggiata, ha rifatto anche i soldi che aveva perso" disse lei.

Rimasero un attimo in silenzio.
"Però se devi soffrire per questo non gli diciamo nulla... È lo stesso" ripetè lei.
"No" si convinse Tony "Hai ragione dovremmo dirglielo. In fondo lui è da tempo che cerca di riavvicinarsi a me. E tra l'altro ti adora. Quindi direi che è un'ottima idea".

Si fermò un attimo a pensare.

"Però non diciamogli nulla, facciamogli una sorpresa. Questo weekend andiamo a New York e gli diamo la notizia. Ti va?" chiese Tony.

"Penso che sia fantastico. Tra l'altro io non ho mai visto New York" rispose lei felice.
"Dici davvero?" domandò Tony sconvolto.
"Allora è proprio necessario andare, di questa stagione la città e meravigliosa" aggiunse.

Tony le diede un bacio e le disse "Ok, tu preparati per andare a dormire, io sistemo in salotto e arrivo. Con i nomi continuiamo un altro giorno".

Nel tempo in cui Tony andò in salotto e tornò in camera, Ziva si era già addormentata.
Si preparò e si sdraiò accanto a lei.
Le diede un leggero bacio sulla fronte per non svegliarla e sussurò "Grazie" poco prima di addormentarsi anche lui.










Note dell'autrice:

Ciao a tutti!!!!! 
Ecco che aggiorno con un capitolo un po' stupido! Però a me la lotta con i cuscini piace un sacco... AHAHAHAHAH XD

Allora Tony e Ziva parlano dei nomi da dare alla figlia... Ci tengo a precisare che non ho nulla contro il nome Alice... Ma ogni volta che lo sento penso sempre al cartone animato!!! Comunque non vi dico che nome sceglieranno... Muahahahaha 
Tengo la sorpresa per l'ultimo capitolo! Però vediamo se qualcuno indovina... Secondo voi che nome sceglieranno? 

Cooooooomunque nel prossimo capitolo ci sarà anche il padre di Tony (quanto lo adoro... Robert Wagner è bravissimo)!!! 

Prima di salutarvi vi chiedo: chi di voi ha ascoltato/scaricato la nuova canzone di Michael "UNDER THE SUN"??? 
È meravigliosa!!!! :)

Ok... Baci e al prossimo capitolo.

Meggie


P.s.: ALESSIA con questo capitolo voglio augurarti un buon inizio scuola! Dai Cicci è dura ricominciare ma andrà tutto alla grande! So che spaccherai il culo a tutti quest'anno!! :) 
Perciò buon ultimo primo giorno di scuola! 
Tvttttttttttb ❤❤❤

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Capitolo 8
*** New York, New York. ***


NEW YORK, NEW YORK
 
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Presero il primo aereo della mattina per raggiungere New York. Avevano a disposizione solo il weekend e Tony, oltre a parlare con suo padre, voleva anche mostrare la città a Ziva.
Quindi non avevano tempo da perdere.
Il volo fu breve, meno di due ore, durante le quali Ziva non fece altro che mangiare.
Ad un certo punto Tony le tolse di mano le merendine che stava mangiando.


"Hey, perché!?" chiese lei infastidita.
"Finirai con il sentirti male, Ziva. Vomiterai tutto come l'altro giorno" le spiegò.
"Ma io ho fame!".
"Mi spiace, pozzo senza fondo, dovrai aspettare il pranzo".
"Uffa" disse lei.

Tony sorrise, era davvero buffa quando si arrabbiava per queste cose.
Scendendo dall'aereo Tony iniziò a sentire la tensione, aveva paura di quello che avrebbe detto e fatto suo padre.

"Tranquillo amore, andrà tutto bene" gli disse Ziva che aveva notato il suo cambiamento di umore.

Lui le prese la mano e sorrise riacquistando un po' di fiducia; si sentiva rassicurato ad averla vicina.

Presero il primo taxi disponibile e si diressero verso la casa di Senior. Abitava in pieno centro, in un lussuoso attico che dava proprio su Central Park.
"Adesso che ci penso, sono anni che non vengo a trovare mio padre" commentò Tony.
"Sarà sicuramente felice di questa sorpresa. O meglio di queste sorprese, voglio vedere che faccia farà quando si renderà conto che sono incinta" rispose Ziva accoccolandosi addosso a Tony.

Lui appoggiò la mano sulla pancia, ormai abbastanza evidente, e provò ad immaginarsi con la figlia in braccio.

"Spero solo che sia felice almeno un quinto di quanto lo sono io" rispose.
Quando scesero dal taxi Ziva rimase stupita. 

"Tony, tuo padre vive qui?" chiese notando quanto fosse elegante il palazzo in cui stavano entrando.
"Si, all'attico. Vedrai che bella vista amore. Sono cresciuto qui sai" le disse lui.
"Davvero? Allora avrò l'onore di vedere la tua stanza!" esclamò felice Ziva.
"Curiosa di sapere come ero da piccolo, occhioni belli?" le disse mentre uscivano dall'ascensore e si avvicinavano alla porta di ingresso.
Lei non rispose ma si limitò a sorridere.

Si guardarono intensamente negli occhi, poi Tony prese un bel respiro e busso alla porta.
Sembrò passare un'eternità prima che Senior aprisse la porta.

"Junior!" gridò sorpreso Senior nel vedersi davanti il figlio, insieme a Ziva tra l'altro.
"Sorpresa" fu l'unica cosa che riuscì a dire Tony in quel momento.
"Puoi dirlo, non mi aspettavo di vedervi" disse lui ancora incredulo nel vedersi i due davanti.

"Forza entrate" aggiunse lasciandogli lo spazio per passare.

Ziva indossava il cappotto quindi Senior ancora non si era reso conto della pancia.

"Ditemi, a cosa devo questa visita inaspettata?" domandò curioso.
Tony guardò Ziva e si pentì immediatamente per non essersi accordato in precedenza su come comunicare la notizia al padre.

Stava per aprire bocca e iniziare a spiegare quando Ziva, all'improvviso, si tolse la giacca rendendo chiaro il motivo della loro presenza.
Tony la guardò e ringraziò Dio che avesse preso questa iniziativa, in questo modo era tutto più facile.

Senior guardò Tony sconvolto.

"Sorpresa" fu, ancora una volta, l'unica cosa che riuscì a dire Tony.
"Ma sai dire solo questa parola? E dire che ho pagato le migliori scuole per istruirti" commentò il padre.

A quel punto fu Ziva ad iniziare a parlare.

"Vedi... Noi abbiamo pensato che saresti stato felice di sapere che presto diventerai nonno" disse sorridendo.
"Da quanto sei incinta?" chiese Senior piuttosto serio.

Ziva perse immediatamente il sorriso, non si aspettava certo quella come prima domanda.

"Sei mesi" rispose guardando Tony.
"Papà..." iniziò a dire lui. Ma Senior non lo lasciò finire.
"Perché avete aspettato così tanto per dirmelo?" chiese.
"Noi... È stata una cosa inaspettata... Sono successe tante cose e..." cercò di spiegare Tony.

Tutte le sue paure si stavano materializzando. Come aveva previsto suo padre non aveva reagito nel modo che ci si aspetta da un genitore. 
Si girò a guardare Ziva e notò che aveva lo sguardo fisso sul pavimento.
Tony l'avvicinò a sè e le accarezzò la pancia, non voleva che si sentisse in colpa per come si stava comportando il padre, visto che era stata lei ad insistere ad andare da lui.

"Quindi nasce fra tre mesi... Wow, manca poco" commentò Senior.

Calò un silenzio imbarazzante. Nessuno sapeva cosa dire.

"Potevate dirmelo prima..." aggiunse Senior.
"Papà... Io... Noi..." provò a dire Tony, ma in quel momento tutto quello che aveva pensato di dirgli era scomparso dalla sua testa.
"Oh, ma chissene frega! L'importante è che me lo abbiate detto" esclamò sorridente Senior mentre andava incontro Tony per congratularsi.

A quel punto sia Tony che Ziva tornarono a sorridere.

"Accidenti papà, mi hai fatto morire. Pensavo che fossi arrabbiato perché abbiamo aspettato troppo prima di darti la notizia" disse Tony mentre abbracciava il padre.
"Ma come potrei essere arrabbiato Junior, non essere stupido. Mi farete diventare nonno" disse dandogli uno scappellotto come avrebbe fatto Gibbs.
"Ziva" aggiunse passando ad abbracciare la ragazza "Non sai quanto sono felice per voi. E sono ancora più felice sapendo che sei tu la madre di mio nipote".

"Forza ora usciamo a pranzo e mi raccontate tutto. Sono davvero curioso di sapere cosa è successo in questi mesi. Vi porto nel mio ristorante preferito" disse Senior prendendo il cappotto.

"Fantastico" esclamò Ziva "Muoio di fame!".
"Una novità, guanciotte dolci" commentò Tony a bassa voce.
"Ti ho sentito" rispose Ziva dandogli una gomitata.
Il padre si avvicinò a Tony e sottovoce gli chiese "Ha le voglie?".
"Stendiamo un velo..." rispose.
Senior ridacchiò ripensando a a quegli stessi momenti con la madre di Tony.

Durante il pranzo Tony e Ziva raccontarono tutti gli avvenimenti di quel periodo a Senior.

"Quindi è una bambina" disse lui felice.
"Avrò una bellissima nipotina. Non vedo l'ora di vederla ragazzi! Potrò venire a trovarla quando sarà nata, vero?" chiese.
"Che domande! Certamente" disse Ziva.
"Papà siamo venuti qui a darti questa notizia perché vogliamo che tu faccia parte della nostra famiglia. Quindi potrei venire da noi tutte le volte che desideri" aggiunse Tony.
"Grazie. Non sapete che piacere mi fa saperlo".

Passarono il resto della giornata andando in giro per la città.

La sera, prima che il sole tramontasse, Tony portò Ziva a Central Park.

"Sai volevo ringraziarti. Se non fosse stato per te non avrei avuto il coraggio di parlare a mio padre" le disse Tony mentre passeggiavano.
"E invece lo avresti fatto, perché gli vuoi bene, anche se ti riesce difficile ammetterlo" rispose Ziva.
"Anche io lo avrei detto a mio padre, anche se il mio rapporto con lui era molto peggiore del tuo con tuo padre" aggiunse.
"Ti manca molto?" le chiese Tony.
"Si... Sembra stupido, ho desiderato che sparisse dalla mia vita per tanto tempo. E ora che non c'è più mi manca" rispose.
"Non è stupido, è normale. Anche se ti ha fatto soffrire, era sempre tuo padre".
Ziva annuì,Tony l'abbracciò.
"Ora torniamo a casa, mio padre ci aspetta per la cena" le disse prendendola di nuovo per mano.

Erano già a letto da un po', Ziva dormiva ma Tony non riusciva a prendere sonno.
Così si alzò e andò in salotto pensando di guardare un po' di televisione.
Quello che non si aspettava era di trovare suo padre sul divano.

"Junior, anche tu non riesci a dormire?" gli chiese.
"No" rispose sedendosi.
Rimasero un attimo in silenzio.
"Sai sono davvero felice che tu sia qui, Junior. Significa molto per me. So che non sono stato un buon padre, non c'ero mai. E non ti avrei biasimato se non mi avessi detto nulla" gli disse.
"Avevo solo paura che non la prendessi bene... Per quello ci ho messo un po' prima di venire qui" gli confessò Tony.

"Vuoi vedere la foto di mia figlia?" gli chiese.
"Certo".
 Tony si alzò e andò a prendere il portafoglio dalla tasca del cappotto.
"Eccola, guarda il dottore ha detto che ha il dito in bocca, non è bellissima? " disse porgendo la foto dell'ecografia al padre.
Senior guardò la foto.

Poi si alzò e prese anche lui il portafoglio tirando fuori una vecchia foto.

"A quanto pare deve aver preso da te questa abitudine, figliolo" disse Senior mostrando a Tony una foto di un'ecografia.
"Questo sono io, papà?" chiese.
"Si, la tua prima foto. La porto sempre con me" disse Senior rimettendo la foto nel portafoglio.

Tony guardò il padre con gli occhi lucidi. 
"Ti voglio bene papà" disse abbracciandolo.
"Anche io Junior. E congratulazioni, non sai quanto sono felice per te".

Quando dopo poco tornò in camera, Ziva era sveglia.
"Tutto bene Tony?" gli chiese mezza assonnata.
"Si amore" disse distendendosi. 
Aprì le braccia in modo che Ziva potesse appoggiare la testa su di lui.
"Ti amo" le disse.
"Anche io ti amo" rispose Ziva baciandolo e rimettendosi a dormire.

Tony si addormentò felice che Ziva lo avesse convinto ad andare a New York. Ma soprattutto felice di aver capito quanto suo padre gli volesse bene.







Angolo dell'autrice:
Allora.... Ecco che finalmento lo hanno detto a Senior! 
L'avete avuto paura che Senior si comportasse male eh?! Ma non poteva essere! Perché diciamolo che in fondo lui e Tony si vogliono bene! XD
Meno male che Ziva ha convinto Tony ad andare a parlare con suo padre! Fiuuuu :)
Beh ci stiamo avvicinando alla fine... Purtroppo... :(
Nel prossimo capitolo succederà... Beh non ve lo dico! Se no che sorpresa è? XD 
Meggie cattiva! :D
Spero vi sia piaciuto. Grazie a tutti quelli che seguono, leggono e commentano! Siete fantastici! :)
Baci, Meggie.

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Capitolo 9
*** Footprints in the sand. ***


FOOTPRINTS IN THE SAND

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La mattina, quando Ziva aprì gli occhi, invece di trovare Tony disteso al suo fianco lo vide seduto sul bordo del letto, intento a fissarla.
"Buongiorno" le disse.
"Hey" rispose lei sorridendo "Che ore sono?".
"Le otto".
"E che ci fai già svegliò e vestito alle otto della domenica mattina?" domandò.
"È una sorpresa, per questo ti devi alzare e preparare anche tu" le disse aiutandola a mettersi seduta sul letto.
"Tony... Ma io ho ancora sonno" rispose appoggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo di nuovo gli occhi.
"Ti convinco ad alzarti se ti dico che mio padre ha ordinato la colazione dalla pasticceria all'angolo ed è già pronta sul tavolo che aspetta di essere mangiata?" le disse guardandola.

Ziva aprì immediatamente gli occhi.
"C'è la cioccolata calda?" chiese.
"Amore, ovvio che sì. So bene cosa ti piace" rispose baciandola.

Lei si alzò, si vestì e corse a fare colazione.
"Buongiorno Ziva, c'è la colazione per te" le disse Senior.

Si sedettero tutti e tre a tavola e mangiarono.
Come al solito Ziva divorò tutto quello che aveva davanti. Senior la guardava sconvolto. Non riusciva a capire come potesse mangiare così tanto.
Si voltò a guardare suo figlio e Tony scossa la testa dicendo "Ti prego papà, non chiedere nulla. È sempre così".
"Peggio di tua madre, Junior" si limitò a dire.

Dopo neanche un'ora erano in macchina pronti a partire.
"Ma dove stiamo andando?" chiese Ziva curiosa.
"Non te lo dico, è una sorpresa. Ci vorrà un po' ad arrivare" rispose Tony.
"Ma io sono curiosa! Ti prego dammi un indizio" lo implorò.
"No. Ora mettiti buona, dormi se vuoi. O altrimenti chiacchiera con me. Ma non ti dirò dove stiamo andando. Però una cosa posso dirtela, non torniamo a casa stasera ma domani mattina. Ho chiesto a Gibbs un giorno di ferie" disse Tony sicuro di sè.

Ziva sorrise e gli prese la mano. Era felice. Poteva passare un giorno in più con l'uomo che amava e lui le aveva anche organizzato una sorpresa.

Passarono tutto il viaggio a parlare, poi ad un certo punto Ziva esclamò "Ma siamo al mare!".
"Si, ma ancora non siamo arrivati" disse Tony.

Ziva rimase ancora più sconvolta quando con la macchina entrarono in un parcheggio privato.
"Tony, non puoi parcheggiare qui. È il parcheggio di quella villa. Ti rimuoveranno la macchina" gli disse.
"No invece" commentò lui.
"Senti non è che perché sei un agente federale ti tolgono le multe. Lo so per esperienza. Andiamo, cerca un parcheggio in cui puoi stare" continuò ad insistere lei.
"Ti ho detto che qui va bene, tranquilla. Questo è il mio posto" insistette Tony.
"Il tuo posto? Come no. Non lamentarti poi quando torneremo indietro e la macchina sarà sparita" disse Ziva chiudendo lo sportello.
"Vedi Ziva, non possono portarti via la macchina se la lasci nel parcheggio di casa tua" rispose lui.
"Casa tua?" domandò sconvolta.
"Si, occhioni belli. Casa mia. In realtà è di mio padre, ma passavamo tutte le estati qui quando ero piccolo" le spiegò Tony mentre la prendeva per mano.
"Vuoi dire che tu... Tuo padre, ha una villa negli Hamptons?" chiese.
"Si, e oggi passeremo la giornata qui. Ti va? Beh, so che non è stagione per fare il bagno però potremmo lo stesso andare in spiaggia. Magari ti raccontò qualche episodio della mia infanzia" le disse Tony ridendo.

Lei annuì senza parole.
Tony le mostrò la casa fino ad arrivare alla sua stanza da letto di quando era bambino.
"Ieri hai detto che volevi vedere la mia stanza giusto? Prego signorina, entri pure" le disse lui aprendo la porta.
Ziva si guardò attorno studiando tutti i particolari. Le piaceva questo tuffo nel passato di Tony.
"Areoplanini disegnati sul muro? Non ti facevo un tipo da aeroplani" commentò lei.
"Mi piacevano invece, molto anche. La tua stanza com'era?" le domandò.
Ziva si sedette sul letto e fissò il muro.
"Finché c'era Tali, bella. Piena di orsacchiotti e allegria. Dopo che è morta solo due letti, una scrivania e una sola persona a dormirci dentro" rispose.
A Tony si spezzò il cuore e si pentì di averle fatto quella domanda.
"Scusa, non avrei dovuto chiedere" disse sedendosi accanto a lei.
"Tranquillo, come potevi saperlo" rispose lei.
Rimase un attimo a guardarla per assicurarsi che stesse bene e poi disse "Aspetta c'è una cosa che voglio darti. È da stanotte che ci penso".

Si alzò e aprì un cassetto della scrivania con il doppio fondo. Frugò velocemente fra alcune cose e poi si girò verso Ziva.
Tornò a sedersi accanto a lei.
"Questo era di mia madre ma adesso voglio che lo abbia tu" disse mostrandole un braccialetto e mettendoglielo al polso.
"Tony, io... Non posso accettare, sul serio..." disse Ziva quasi senza parole.
"Certo che lo puoi accettare, occhioni belli. Te lo sto regalando. Mi fa piacere che qualcuno lo indossi di nuovo".
"Ma era di tua madre, magari lo vuole tenere tuo padre".
"Era il suo bracciale portafortuna. Mio padre glielo aveva regalato quando sono nato. Dopo che è morta lui ha avuto problemi economici e ha iniziato a vendere molte cose, tra cui i suoi gioielli. Questo lo presi io, non volevo che andasse perduto. Lui sa benissimo che l'ho io. Non dirà nulla, Ziva" le spiegò.
"Grazie" disse con un filo di voce, sull'orlo delle lacrime.

Tony l'abbracciò.
"Perché piangi?" le chiese.
"Scusa è che non mi aspettavo che tu... Non merito di essere amata così" disse.
"Chi lo dice questo? Secondo me lo meriti eccome" rispose lui baciandola.
"Abbracciami" chiese lei.
"Ok... Sono qui, amore" disse Tony stringendola.

Lasciò che si riprendesse. Da quando era incinta, probabilmente a causa degli ormoni, era molto più emotiva.

Passarono il resto della giornata camminando sulla spiaggia. Nonostante fosse già autunno qual giorno non era freddissimo e riuscirono anche a mettere i perdi nell'acqua.

La sera, dopo aver cenato in un ristorante sul mare, si sedettero in veranda a guardare la luna che tramontava.
Dopo un po' Tony si alzò ed entrò in casa. Prese un panno e della cioccolata. Ormai conosceva Ziva e sapeva che alla sera, prima di dormire, le piaceva mangiare qualcosa. Possibilmente dolce.
Tornò fuori e andò a sdraiarsi sulla stessa sedia-sdraio sulla quale era Ziva, la prese tra le braccia e si coprirono con il panno.

"Ti piace qui, guanciotte dolci?" le chiese accarezzandole il volto.
"Tantissimo. Se potessi resterei qui per sempre. C'è così tanta pace" rispose fissando il mare e ascoltando il suono rilassante delle onde.
"Si, in questo periodo in modo particolare. Non sembra nemmeno di essere in una città. Sembra che siamo solo noi e il mare" commentò Tony.

Rimasero un po' a contemplare ciò che li circondava.
Poi ad un certo punto Ziva ruppe il silenzio e disse "Tony, so che mi prenderai per pazza. Ma ho fame".
"Pazza no. Ma mi spaventi occhioni belli. Comunque ti ho anticipata, ecco la cioccolata. Con le nocciole, come piace a te" disse Tony mostrandole una tavoletta di cioccolato.
"Vedi perché ogni giorno sono sempre più convinta di aver scelto l'uomo giusto da amare?" rispose lei scartando la tavoletta e iniziando a mangiare.
"Solo perché ti portò il cibo? Potrei anche offendermi sai?" disse ridendo.
"Non solo per quello, dai che hai capito!" commentò lei continuando a mangiare.

Lui là fissava mentre divorava la cioccolata.
"Pensi di offrirmene un po' oppure la finisci tutta da sola?" chiese Tony.
"Solo un pezzetto piccolo" rispose dando un quadretto.
"Egoista" le disse.

"Tony" disse dopo aver finito di mangiare "Quando nostra figlia sarà nata, torneremo qui qualche volta, vero?".
"Certo, tutte le volte che vuoi" le rispose.
Aveva visto che si stava appisolando, così le alzò delicatamente la testa e la fece appoggiare sulla sua spalla.
La coprì meglio con il panno e le spostò i capelli dalla faccia.
"Non sai quanto sono felice di aver passato questo week end con te, amore" disse Ziva.
"Anche io. Sei stanca?" le chiese vedendo che faticava a tenere gli occhi aperti.
"Si..." rispose.
"Allora andiamo a dormire. Forza alzati" le disse spostando il panno.
"No... Voglio dormire qui, Tony. Possiamo?" chiese.
"Non esiste. Fa freddo e io non voglio che ti ammali" rispose.
"E io non voglio alzarmi" ribattè lei.

Tony la fece mettere seduta e le mise una mano dietro la schiena per farla alzare.
"Non fare i capricci, Mossad. Appoggiati a me che andiamo a nanna" disse ridendo nel guardare Ziva, più addormentata che sveglia, che cercava di camminare.
"Ti prenderei in braccio, ma non penso che la mia schiena reggerebbe" aggiunse.
"Mi stai dicendo che sono grassa?" chiese.
"No, tesoro. Sto dicendo che la nostra bambina sta crescendo. Ecco siamo arrivati" rispose facendola sdraiare.
Ziva non fece in tempo a toccare il cuscino che si era già addormentata.

"Notte, occhioni belli" le disse Tony dandole un bacio e mettendosi a dormire.













Angolo dell'autrice:

Ciaoooooooooo!
Ecco che finalmente riesco ad aggiornare anche questa Ff!!! XD
Sono felice perché scrivere questa storia mi tira su di morale! Abbiamo i TIVA e tanto Fluff-love!!!

Comunque... Dovrebbero fare uno spin-off di Ncis intitolato TIVA in cui raccontano solo della loro vita assieme! *.*
Cioè episodi con solo ed esclusivamente momenti Tivaaaaaaa!
Ok sto delirando, non fateci caso! :D

Comunque spero che vi sia piaciuto!
Attenti al prossimo capitolo che sarà abbastanza comico! XD

Baci, Meggie.

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Capitolo 10
*** Flu. ***


FLU


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Quando quella mattina si svegliò non si sentiva di certo al cento per cento. Anzi era piuttosto stanca e aveva anche mal di testa ma non diede troppo peso alla cosa. In fondo è normale, per una donna incinta, non essere sempre al top della forma.
In più, dopo l'incidente all'NCIS, era in maternità forzata. Questo voleva dire che era a casa tutto il giorno e non doveva lavorare.
Decise comunque di uscire e di andare a fare la spesa. Poi nel pomeriggio sarebbe rimasta in casa a riordinare ed aspettare che Tony tornasse dal lavoro.

Pensò che uscire per andare al supermercato e respirare un po' di aria fresca autunnale l'avrebbe aiutata a sentirsi meglio.
Tuttavia quando rincasò invece che sentirsi rigenerata dalla passeggiata le era anche venuta la nausea.
Decise di saltare il pranzo, in fondo con tutto quello che mangiava normalmente saltare un pasto non l'avrebbe certo uccisa.

Passò il resto della giornata sdraiata sul divano a leggere e guardare la televisione. Poi a metà pomeriggio presa dalla stanchezza e dalla noia si addormentò.
Non si aspettava certo di dormire fino a sera, ma fu proprio quello che accadde perché quando Tony rientrò in casa la trovò ancora sul divano, addormentata.
Sorrise nel vederla così e capì anche il motivo per cui non aveva risposto al messaggio che lui le aveva mandato mezz'ora prima per avvisarla che stava tornando a casa.

Si avvicinò a lei senza fare troppo rumore e si sedette sul tavolino davanti al divano.

"Ziva..." disse toccandole un braccio per svegliarla.
Lei non si svegliò, anzi in risposta iniziò a russare.
Tony si fece una leggera risata e sottovoce disse "Accidenti Mossad, non hai perso l'abitudine di russare come un marinaio ubriaco".

"Andiamo mia bella Ninja, è ora di svegliarsi. È ora di svolgere la tua attività preferita. Mangiare" disse lui ironico.

Lei si svegliò di scatto e si mise rapidamente seduta.
"Tony" disse un attimo disorientata.
"Ma che ore sono? Quanto ho dormito?" chiese.
"Sono quasi le otto e non so quanto tu abbia dormito. Dipende dall'ora in cui hai iniziato il tuo riposino" le rispose sorridendo.

Se avesse potuto fare una foto alla faccia che aveva Ziva in quel momento lo avrebbe fatto subito. Aveva un'espressione buffa quando era mezza addormentata.

"Beh, deduco che tu non abbia preparato la cena. Ma forse è meglio così, perché sono passato al ristorante cinese e ho comprato tutto quello che ti piace" le disse Tony indicando il sacchetto che aveva appoggiato nell'ingresso.

Ziva provò a sorridere e a concentrarsi sulla sua passione per il cibo di quel periodo, ma la cosa non funzionò. Aveva la nausea dalla mattina e nonostante non avesse pranzato e si fosse riposata tutto il pomeriggio, in quel momento si sentiva anche peggio.
"Ziva? Sei sveglia o stai ancora dormendo?" le chiese Tony stranito dal fatto che lei ancora non avesse detto una parola o che non si fosse lanciata sul cibo come un leone farebbe con la sua preda.

Lei non lo ascoltò nemmeno, sia alzò in piedi di scatto e rimase ferma un attimo.
Tony la imitò e si mise davanti a lei, cominciava ad essere confuso dal suo comportamento.
"Ziva?" disse con sguardo interrogativo.
"Scusami..." fu l'unica cosa che riuscì a dire lei prima di mettersi una mano davanti alla bocca e correre in bagno.

Tony la guardò correre via e finalmente riuscì a capire il motivo del suo strano comportamento.
Sentì la porta del bagno chiudersi e immediatamente dopo Ziva tossire.
Si avviò verso il bagno ed entrò, mettendosi in ginocchio di fianco a lei.

"Quanto hai mangiato oggi, occhioni belli? Ormai dovresti saperlo che se ti abbuffi stai male" le disse poco prima che ricominciasse a vomitare.
"Non ho mangiato oggi, Tony" rispose lei.

Tony la guardò sconvolto.

"Te lo giuro, né colazione né pranzo" aggiunse.
"Ok... Allora forse è stata tutta la cioccolata che hai mangiato ieri sera mentre guardavamo la televisione? Io te lo avevo detto che cioccolata e salame non sono un buon accostamento" commentò Tony.
"Avevo fame, e volevo assaggiare il salame al cioccolato" spiegò Ziva.
"Ma amore, quello è un dolce, non dovevi prendere il salame e una tavoletta di cioccolata" disse Tony ridendo mentre le tirava indietro un ciocca di capelli che le stava andando davanti alla faccia.

Fu in quel momento che capì che il cibo non c'entrava nulla.
"Ziva, sei bollente. E non uso questo termine come doppio senso. Hai la febbre" affermò Tony.

Rimasero in bagno per il quarto d'ora successivo, Ziva continuava a stare male e Tony faceva del suo meglio per aiutarla.
"Hai finito, amore?" le chiese Tony passandole un bicchiere d'acqua per sciacquarsi la bocca.
Lei annuì e si appoggiò a lui, stremata.
"Non mi sento bene, Tony" disse mentre si lasciava abbracciare.
"Lo vedo, Ziva. Hai vomitato anche l'anima" commentò ridendo.

Aiutò Ziva ad alzarsi, la portò a letto e le misurò la febbre.
"Hai l'influenza, tesoro. Ora chiamo il medico e gli chiedo cosa posso darti per farti scendere la febbre" le disse Tony dandole un bacio sulla fronte.

Dopo aver parlato con il medico, le diede le medicine e si distese accanto a lei.
"Come ti senti?" le chiese.
"Ho mal di stomaco" rispose mentre si accoccolava su di lui.
"Prova a dormire ora. Se stai male svegliami" le disse accarezzandole la testa per farla addormentare.

Quella notte passarono più tempo in bagno che a letto.
Tony rimaneva sempre con lei e faceva di tutto per farla sentire meglio.
"Guarda il lato positivo" le disse la terza volta in cui l'accompagnava in bagno "Se continui così, nel giro di una notte riacquisti il peso forma".
"Non è divertente Tony, sto malissimo" rispose lei prima di vomitare di nuovo.
"Lo so, ma dobbiamo fare un po' di ironia, altrimenti questa notte non passa più".

Fortunatamente il giorno dopo era sabato e, a meno che non ci fossero emergenze, Tony era a casa dal lavoro.
Lasciò che Ziva dormisse fino a tardi, era stata una notte pesante e adesso che stava meglio non voleva disturbarla.
Fu verso mezzogiorno che Ziva fece la sua comparsa in salotto.

"Come stai amore?" chiese Tony andandole incontro e abbracciandola.
"Meglio" rispose.
"Non mi sembri più tanto calda. Nausea?" le domandò dopo averle passato una mano sulla fronte.
"Passata" disse sorridendo.
"Ottimo, la mia piccolina invece come sta?" chiese lui toccandole la pancia.
"Direi bene, visto che non fa altro che darmi calci" rispose Ziva prendendo la mano di Tony e facendogli sentire la bambina.

Tony sorrise nel sentire sua figlia muoversi, gli piaceva quella sensazione. Lo faceva sentire più vicino a quello che stava provando Ziva.

"Si capisce già che è una Ninja come te, amore. Ti siedi con me sul divano o vuoi tornare a letto?".
"Resto con te. Che stavi facendo?" chiese lei.
"Nulla, sfogliavo il giornale. In realtà stavo pensando di andare a prepararmi il pranzo, ma posso aspettare" spiegò lui.
"No, non importa vai pure. Anzi... Prepari qualcosa anche a me? Ho fame" esclamò lei.

Tony rimase sconvolto.
"Amore, come è possibile. Hai vomitato tutta la notte" disse.
"Lo so... Ma adesso mi sento bene" rispose.
"Ok, ma ti porto solo un tè con i biscotti. Non voglio ricominciare da capo come ieri sera" disse sparendo in cucina.
"Va bene. Ma almeno portami i biscotti al cioccolato" gridò lei.

Passarono il resto della giornata a non fare nulla. Rimasero sul divano a guardare un film e Ziva si addormentò appoggiata a Tony.
Lui la guardava dormire, gli piaceva davvero questa parte della sua vita.
Si soffermò a pensare a quanto fosse felice. E a quanto la sua felicità sarebbe aumenta di lì a pochi mesi.
Non vedeva davvero l'ora di poter abbracciare sua figlia per la prima volta.

La sera cenarono insieme.
Ziva ebbe di nuovo da lamentarsi perché Tony non le aveva preparato quello che lei aveva chiesto.
"No. Ti farai andare bene la minestrina per stasera. Hai avuto un virus e ingozzarti di cibo ti farà solo stare male. Domani potrai mangiare ciò che vuoi ma per stasera si fa come dico io" la rimproverò lui.

Andarono a letto e si addormentarono. Tony sperò che Ziva potesse stare bene quella notte, lo aveva fatto soffrire vederla così.

Quando la mattina seguente Ziva si svegliò, Tony non era accanto a lei.
"Sederino peloso, dove sei? Mi stai preparando la colazione?" chiese mentre scendeva dal letto.

Poco dopo si accorse che la luce in bagno era accesa.
Entrò e vide che Tony stava male. Molto male, come lei due sere prima.

"Amore, ti senti male..." disse lei avvicinandosi e mettendogli una mano sulla schiena.
"Da cosa lo hai dedotto, Einstein?!" rispose ridendo.
"Scusa, penso sia stata colpa mia" commentò lei mentre lui continuava a vomitare.
"Non fa nulla, per te questo e altro Mossad" rispose.

Rimasero un po' in bagno poi Tony prese le medicine che il medico aveva prescritto a Ziva e tornarono entrambi a letto.

Ziva si sdraiò accanto a lui e gli massaggiò lo stomaco.
"Mi sa che anche oggi si mangia minestrina eh?" disse Ziva.

Tony ridacchiò chiudendo gli occhi. Sarebbe stata una lunga giornata.











Angolo dell'autrice:

Holaaaaaaa! :D
Come state?
Io benissimo a differenza di Tony e Ziva che hanno preso l'influenza!
Ok, mi sono divertita a scrivere questo capitolo! No perché Tony incolpa Ziva di mangiare troppo... E in fondo non ha proprio torto visto che lei poi continua a chiedergli cibo! XD

Alcune precisazioni:

Tony si prende il virus di Ziva alla fine.... Beh è quello che succede in casa mia. Quando mi ammalo faccio ammalare anche tutti gli altri. AHAHHAHA Meggie untrice...
Salame e cioccolata... Confesso. Da piccola l'ho mangiato. Cioè io è una mia amica avevamo sentito parlare di salame al cioccolato. Ma avevamo sei anni e nessuno aveva avuto la cortesia di dirci che era un dolce. Quindi abbiamo preso una scatola di salame e un barattolo di Nutella e abbiamo assaggiato. Male male non doveva essere visto che abbiamo finito il salame e dimezzato la Nutella! Ahahahah XD
Detto questo, grazie a chi legge, commenta, ecc... Mi fa davvero piacere sapere che la storia vi sta piacendo!

Baci, a presto!!
Meggie.

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Capitolo 11
*** Work in Progress. ***


WORK IN PROGRESS

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"Pronta ad uscire?" disse Tony entrando in cucina e vedendo Ziva frugare nella dispensa.
"No" rispose lei.
"Occhioni belli... Che stai facendo?" chiese lui ridendo.
"Cerco le barrette ai cereali, quelle che ho comprato l'altro giorno. Me ne voglio portare dietro un paio... Non si sa mai che mi venga fame" spiegò Ziva.
"Oh, ma questa è una certezza. Tu hai sempre fame. Comunque sono finite" affermò Tony.

Ziva si girò di scatto.

"Stai scherzando" disse lei.
"Assolutamente no. Hai mangiato l'ultima ieri sera" rispose.
"Non è possibile. E ora come faccio?" disse lei preoccupata.

Tony si avvicinò, la prese per mano e la guidò verso la porta.
"Tieni, metti il cappotto, la sciarpa e la cuffia" le disse aiutandola a vestirsi. Da quando era incinta la trattava come una bambina. Inizialmente Ziva lo aveva trovato fastidioso, ma ora le piaceva.

"Ok, ora sei a posto. Usciamo" disse lui.
"Aspetta, e se mi viene fame?" chiese Ziva.
"Ti compro qualcosa mentre siamo fuori. Però ti prego ora andiamo. Ho il cappotto addosso da almeno mezz'ora e inizio a sudare. Tra un po' puzzerò come una capra" commentò lui.
"Ah, che schifo Tony" rispose Ziva ridendo.

Era domenica mattina e avevano programmato di andare a fare spese per la loro bambina.
In fondo Ziva era quasi al settimo mese ed era ora di iniziare a preparare tutto per l'arrivo del nuovo membro della loro famiglia.

Andarono al centro commerciale, avevano previsto di passare tutta la giornata a fare shopping sfrenato.
Si fermarono davanti al primo negozio che vendeva l'occorrente per neonati.

"Ecco cosa ci servirà!" disse Tony tutto felice tirando fuori dalla tasca della giacca una lunga lista.

Ziva lo guardò sorpresa, non avrebbe mai pensato che l'idea di avere un figlio lo avrebbe reso così felice.

"Hai fatto una lista?" chiese confusa.
"Certo. Mi sono documentato su internet... Beh in realtà mi sono fatto aiutare da McComputer, perché io non sono tanto bravo... E ho segnato le cose più importanti" spiegò.
"Ti sei documentato? Anthony DiNozzo, mi sorprendi, non avrei mai pensato che tu facessi tutto questo" commentò Ziva prima di avvicinarsi e baciarlo con passione.

Tony si lasciò baciare, ma ad un certo punto dovette staccarsi perché la gente iniziava a guardarli male. Ci stavano mettendo un po' troppo impegno, diciamo.

"Amore, meglio se entriamo. Stiamo spaventando i bambini" commentò Tony entrando nel negozio.

Non fecero in tempo a guardare nulla che un commesso si avvicinò loro e disse "Salve io sono Chris, posso aiutarvi?".

"No, grazie. Possiamo fare da soli" si limitò a dire Ziva.
Lo aveva guardato in faccia per solo un momento ed era già irritata. Aveva un sorriso a trentadue denti e un'eccitazione nel parlare al limite dell'insopportabile.

"Di quanto è?" chiese nonostante Ziva avesse fatto capire che non aveva bisogno della sua assistenza.
"Quasi sette mesi" rispose Tony al posto di Ziva.
"Oh, che meraviglia. È sempre una gioia avere un figlio! È il primo?" domandò.
"Si, ora se non ti dispiace, Chris, vorremmo dare un'occhiata in giro" rispose Ziva infastidita mentre procedeva fra gli scaffali tirandosi dietro Tony

Ma il commesso non si diede per vinto, anzi tornò alla carica.

"Ma allora vi servirà tutto quanto. Lettino, carrozzina, fasciatoio, seggiolino per la macchina" spiegò lui.
"Guardate, prendete ad esempio questa carrozzina. È fantastica perché si trasforma in passeggino per quando vostro figlio..." iniziò a dire.

"Figlia" lo interruppe Ziva.
"Aspettiamo una bambina" aggiunse.

"Bellissimo! Ma come vi dicevo, si trasforma in passeggino e se staccate questo diventa anche seggiolino per la macchina. Perfetto per la vostra bambina" concluse Chris mettendo una mano sulla pancia di Ziva.

Tony tremò. Sapeva quello che sarebbe successo e si preparò al peggio.
Ziva non ci pensò due volte. Afferrò il polso del commesso e glielo rigirò facendogli provare un po' di dolore.

"Chris. Vediamo se riesco a chiarirti un concetto. Non abbiamo bisogno del tuo aiuto. Inoltre, toccami un'altra volta la pancia o qualsiasi parte del corpo e ti giuro che dovrai imparare a montare e smontare questa carrozzina con una mano sola" disse Ziva prima di lasciargli andare il braccio.

Chris guardò Tony sconvolto.
"Non fare domande. Ti dico solo una parola: Mossad" disse Tony.

"Ok, vi lascio soli. Sono sicuro che sarete in grado di trovare da soli tutto quello che vi serve" disse Chris sparendo alla velocità della luce.

"Amore, perché non provi a rilassarti?" le disse Tony abbracciandola da dietro e accarezzandole la pancia. Sorrise sentendo la sua bambina muoversi.
"Scusa. Era irritante" si giustificò lei.

Osservarono tutto con grande attenzione.

"Oh mio Dio!" esclamò Ziva guardando un lettino.
"Questo è perfetto, secondo me" aggiunse.

Era un lettino in legno bianco con, all'interno, imbottitura e lenzuola rosa.

"Si piace molto anche a me. E se è quello che desideri, compriamolo" rispose Tony.

In quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa per Ziva. Non le avrebbe detto no nemmeno se avesse voluto comprare un lettino con disegnati dei coltelli sopra.

Una volta usciti dal negozio, avevano comprato almeno metà della roba che era scritta sulla lista di Tony.

Mancava ancora il corredino e alcune cose utili per i primi giorni con la loro bambina.
Entrarono nel negozio successivo e Ziva si lanciò in mezzo ad una montagna di vestitini rosa e gialli con disegnati farfalline e fiorellini.

Non era mai stata una donna a cui piacevano queste cose così femminili, e Tony rimase molto sorpreso nel vederla così attenta ad ogni piccolo dettaglio.

Mentre Ziva finiva di svaligiare il negozio, Tony si soffermò a guardare alcuni oggetti appoggiati su uno scaffale.
Ne prese in mano uno e si voltò verso Ziva.
"Cos'è questo, amore?" chiese a voce alta facendo voltare tutte le altre donne presenti nel negozio.

"Abbassa la voce! E che domande fai? Lo sanno tutti cos'è quello" disse lei strappandoglielo di mano.

Lui la guardò confuso.
"È un tiralatte" spiegò.
"Oh... Ah, è uno di quelli che si mette... E serve... Ho capito sto zitto" disse Tony.
"Meglio, ora andiamo. Però prendiamolo questo, mi servirà" concluse lei aggiungendo anche il tiralatte agli acquisti.

Visitarono altri negozi e una volta finite le spese per la bambina si fermarono a pranzare.
"Avevi fame, mia bella Ninja?" le chiese Tony mentre la guardava finire di mangiare. Era già alla terza porzione di dolce.
"Un po'..." rispose lei prendendo una forchettata di dolce e imboccando Tony.
"Mmmm, buono. Stai condividendo del cibo con me? Sicura di sentirti bene?" chiese lui ironico.
"Simpatico. Volevo solo essere gentile" rispose.

Tony lasciò che finisse di mangiare e poi disse "Ti va di fare due passi per i negozi che ancora non abbiamo visto, oppure vuoi tornare a casa?".

"No, non sono stanca. Facciamo un giro. Però prima devo andare al bagno" disse alzandosi.
"Non ti senti bene?" chiese Tony preoccupato mentre si avvicinava a lei.
"Tranquillo, tutto bene. Ma tua figlia è seduta sulla mia vescica e io devo fare pipì" spiegò.
"Ok, ti aspetto" le disse Tony mentre lei andava verso i bagni.

Mentre l'aspettava Tony si guardò intorno e vide un negozio che attirò la sua attenzione. Così entrò e comprò una cosa che sperava sarebbe piaciuta a Ziva, anche se per sapere se il suo acquisto era gradito avrebbe dovuto aspettare un po'.

Passarono il resto del pomeriggio guardando tutti i negozi e facendo shopping.
Poi ad un certo punto Tony si accorse che Ziva iniziava ad essere stanca.

"Torniamo a casa, guanciotte dolci?" le chiese.
"Ancora non abbiamo visto tutto e là c'è quel negozio di Armani dove, sono sicura, vorresti comprarti un nuovo completo" rispose lei.

Tony sorrise, lo conosceva davvero bene.

"Certo, ma tu sei stanca, non provare a negarlo. Perciò ora torniamo a casa e mentre tu ti riposi io preparo la cena. Il mio nuovo completo di Armani dovrà aspettare... Vorrà dire che mi vestirò come un pezzente domani, per andare in ufficio" disse lui ironicamente.

"Oh, non sei mai un pezzente. Sei l'uomo più sexy del mondo" gli disse lei.
Lui la prese per mano sorridendo e insieme tornarono alla macchina.

Saliti in macchina Ziva disse con Tony "Meno male che quelli del negozio ci consegneranno le cose tra qualche settimana. Avremmo dovuto fare tre giri per portare tutto a casa con la nostra macchina".

Tony rise.
"Per la nostra bambina non badiamo a spese. Ma cosa dici... Secondo te dobbiamo anche cambiare macchina?" chiese lui.
"Non credo sia necessario, questa andrà benissimo" rispose Ziva appoggiando la testa al sedile e chiudendo gli occhi. Anche se non voleva ammetterlo era davvero stanca.

Durante il viaggio Tony si accorse che Ziva si era addormentata.
Accostò la macchina al bordo della strada e reclinò un po' il sedile per farla stare più comoda. Poi si tolse la giacca e la uso come fosse una coperta. Ziva si mosse e aprì gli occhi per un momento.

"Dormi" le sussurrò all'orecchio "Ti sveglio quando arriviamo a casa".

Ziva chiuse di nuovo gli occhi e tornò a dormire mentre Tony ricominciò a guidare.











Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti!!!!! XD
Come state? :)
Sono tornata anche con questa storia! Magari un po' in ritardo ma ci sono anche ioooo
AHAHAHAHA
Qui ci sono Tony e Ziva che sono andati a fare shopping! Anche io voglio andare, possibilmente con la carta di credito di Tony visto che non hanno badato a spese! XD

Chissà cosa ha comprato Tony mentre Ziva era in bagno!? Purtroppo vi devo dire che lo scoprirete nell'ultimo capitolo! Dovrete avere un po' di pazienza, non uccidetemi!!

Detto ciò, vi saluto tutti dicendovi STAY TUNED per il prossimo capitolo! XD
Grazie a tutti quelli che leggono e a quelli che mi fanno sorridere con le loro recensioni! :)

Baci, Meggie.

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Capitolo 12
*** We must have different interpretations. ***


WE MUST HAVE DIFFERENT INTERPRETATIONS

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Ziva aspettava impaziente in sala d'attesa. Era il giorno dell'ecografia e come ogni volta Tony l'avrebbe accompagnata.
Si erano dati appuntamento dalla dottoressa dieci minuti prima dell'orario della visita, ma Tony era solito arrivare almeno venti minuti prima, portando qualcosa da mangiare alla sua Ninja.
Questa volta però, era in ritardo.
Ziva guardò l'orologio e vide che mancavano meno di cinque minuti. Sapeva che Tony era al lavoro, ma da quando era iniziata la gravidanza lui non era mai stato in ritardo ad un appuntamento.

Quando la dottoressa uscì dallo studio e chiamò Ziva, lei si guardò intorno un ultima volta sperando di veder arrivare Tony di corsa.
Era tardo pomeriggio ormai e lei era l'ultimo appuntamento della giornata.
Si alzò ed entrò nello studio, delusa e preoccupata per Tony. Un'ecografia non era nulla, ma le faceva piacere avere accanto l'uomo che amava. Le trasmetteva sicurezza.

"Oggi non viene Tony?" chiese la dottoressa abituata a vederli sempre insieme.
"No, è stato trattenuto al lavoro" rispose Ziva non sapendo, in realtà, che motivazione dare.

Ziva fece l'ecografia. Tutto stava andando per il meglio, la loro bambina cresceva bene e non c'era nulla di cui preoccuparsi.
Come al solito la dottoressa stampò un paio di foto e le diede a Ziva.

"Arrivederci al prossimo controllo" le disse salutandola.

Ziva salutò ed uscì, sperando di trovare Tony, seduto in sala d'attesa, pronto a scusarsi per il ritardo. Era sicura di vederlo lì, ma con sua grande sorpresa non c'era nessuno.

Decise allora di riprendere il taxi e dirigersi all'NCIS. Iniziava a sospettare che Tony si fosse dimenticato e la cosa la infastidiva molto.

Salì sul taxi e durante il viaggio iniziò a guardarsi intorno, cercando di calmarsi. Agitarsi non le faceva bene e in più non voleva avere una reazione esagerata nel momento in cui avrebbe visto Tony.
Tony guardò l'orologio e sentì che si era cacciato proprio in un bel guaio. Non solo aveva perso l'appuntamento di Ziva, ma non l'aveva nemmeno chiamata per dirle che aveva avuto un contrattempo e non sarebbe riuscito ad essere presente.
Sapeva, che una volta tornato a casa, avrebbe subito l'ira di Ziva che a causa degli ormoni era ancora più irascibile del solito. Iniziò a pensare ad un modo in cui farsi perdonare.
Fiori? Magari un gioiello. Oppure l'avrebbe portata fuori a cena e poi all'opera, come piaceva a lei.
Di sicuro non si aspettava quello che sarebbe successo di lì a poche ore.


Ziva stava tranquillamente raggiungendo l'NCIS in taxi quando vide una cosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere. Sperò di aver sbagliato. Riguardò meglio e si accorse, purtroppo, di aver visto tutto molto bene.
Sentì lo stomaco contorcersi, come se stesse per vomitare.
Abbassò il finestrino per prendere una boccata d'aria ed evitare di sentirsi male in taxi.

Arrivata all'NCIS prese l'ascensore e si diresse a passo svelto alle scrivanie, dove trovò Gibbs e McGee intenti a lavorare.

"Ziver" le dissi Gibbs facendo un cenno con la mano per salutarla.
"Dov'è?" rispose lei alterata.
"Di chi parli, Ziva?" chiese McGee.
"Non fare il finto tonto con me, Tim. Sai benissimo che sto cercando Tony" rispose sempre più nervosa.

Gibbs, vedendola così agitata, si avvicinò a lei e cercò di farla sedere.

"Sentite, non fate questa scenetta con me. Non attacca. So benissimo che lo state coprendo. L'ho visto" disse Ziva sull'orlo delle lacrime.

Odiava questo lato della gravidanza. Ogni volta che si arrabbiava, scoppiava a piangere.

"Ziva, non capiamo di cosa parli. Potresti spiegarci?" domandò McGee avvicinandosi a lei e Gibbs.
"Certo che lo sai di cosa parlo. Tony doveva venire alla mia ecografia ma non si è presentato. Mentre venivo qui l'ho visto con..." iniziò lei.

Proprio in quel momento Tony fece la sua comparsa in ufficio.
Entrò di corsa dicendo "Capo, io devo scappare a casa ora. Sono nei guai fino al col...".
Ma si fermò non appena vide Ziva.

Si mise di fronte a lei, le mise una mano sulla spalla e cercò di iniziare a giustificarsi.
"Non ci provare Tony. Io ti ho visto. Non mentirmi" disse Ziva.
"Scusa amore, ho avuto un contrattempo su una scena del crimine e..." iniziò Tony.

Ma Ziva non lo lasciò finire di parlare.
Gli tirò uno schiaffo e disse "Sei un bastardo. Tu e la sgualdrina con cui eri al bar poco fa. Ti ho visto e tu hai pure il coraggio di mentirmi. Sparisci dalla nostra vita" disse Ziva accarezzandosi la pancia.

"Ziva, amore, lascia che ti spieghi..." la implorò lui.
Ma lei in tutta risposta gli diede un altro schiaffo. Poi con il volto rigato dalle lacrime prese di nuovo l'ascensore e si diresse a casa.

Gibbs guardò Tony, che al momento era piuttosto sconvolto. Odiava vedere soffrire Ziva, in più se la causa delle sue sofferenze era lui, stava anche peggio.

"Vai a casa, DiNozzo. Spiegale come stanno le cose" disse Gibbs.
"Posso davvero capo? Credevo che fosse una missione segreta" domandò Tony.
"Ziva è brava a mantenere i segreti. In più merita delle spiegazioni. Non voglio che questa cavolata vi rovini la vita" spiegò Gibbs.

Tony ringraziò e corse a casa.
Prima di aprire la porta prese un bel respiro. Sapeva quanto sarebbe stato difficile far ragionare Ziva.

"Ziva, tesoro. Dove sei?" chiese entrando.

Lei uscì dalla cucina e guardò Tony. Lui vide i suoi occhi, rossi e gonfi a causa delle lacrime e gli si spezzò il cuore.

"Cosa ci fai qui? Ti avevo detto di sparire" gli disse.
"Ti prego, lasciami spiegare" la implorò.
"No ho bisogno di spiegazioni per capire che sei un bastardo" rispose.
"Non è come sembra. Te lo giuro" disse lui.

A quel punto Ziva esplose. Si sentiva davvero presa in giro.
"Non è come sembra? Io ti ho visto al bar con una donna piuttosto bella mentre facevi il Don Giovanni. Ora dimmi, cosa dovrebbe sembrare?" disse gridando.

Tony si spaventò. Non voleva che si agitasse in quel modo, temeva per la sua salute e per quella della figlia.
"Piccola, calmati. Non devi agitarti tanto" le disse avvicinandosi.
"Stammi lontano, vattene!" gridò piangendo.
"Ziva..." provò a parlare Tony, ma lei non ascoltava.
"Vai via, ti prego. Domani prendo la mia roba e torno a casa mia. Ma per stanotte, per favore, non ti voglio qui" lo implorò lei disperata.

Tony capì che per quella sera non sarebbero arrivati da nessuna parte. Lei era troppo nervosa e lui non voleva peggiorare le cose.

"Ok, però calmati, amore" le disse.
"Non chiamarmi amore, se non mi ami davvero. Vattene" continuò a gridare.
"Va bene" disse Tony riprendendo le chiavi di casa e uscendo.

Ziva era disperata, andò in camera e si buttò sul letto e abbracciando il cuscino pianse a lungo fino ad addormentarsi.
Soffriva davvero molto. Amava Tony e non credeva possibile che lui l'avesse tradita così.

Tony rientrò in casa un paio di ore dopo. Era stato a casa di Tim, aveva bisogno di parlare con qualcuno mentre aspettava che Ziva si schiarisse le idee.

Entrò in camera e vide Ziva dormire. Era ancora vestita e stringeva fra le mani la foto dell'ecografia.
Tony guardò la foto della sua bambina poi le tolse i vestiti e le mise il pigiama, voleva che dormisse comodamente. Si fermò un attimo ad osservarla e vide il suo volto ancora distrutto dalla sofferenza che le aveva provocato vederlo con quella donna.

Si cambiò, si sdraiò accanto a lei e la prese tra le braccia. Non l'avrebbe lasciata sola, non glielo avrebbe permesso.
Restò sveglio praticamente tutta la notte, pensando a come spiegare tutto a Ziva e stringendola tra le sue braccia tutte le volte che si agitava.
Gli eventi della giornata l'avevano provata e sicuramente stava avendo degli incubi.

Quando il mattino seguente Ziva si svegliò, era abbracciata a Tony.
Subito si staccò da lui e gli disse "Cosa ci fai qui? Ti avevo detto di andartene" chiese alzandosi e andando in salotto.

Tony le corse dietro. La prese per un braccio e la obbligò a sedersi sul divano con lui.
"Ora stai in silenzio e mi lasci parlare. Poi potrai anche cacciarmi di casa, però prima ascolti cosa ho da dirti" le disse serio.

Ziva annuì.

"Tu mi hai visto con una donna, è vero. Ma ero sotto copertura; quella era la moglie di un sospettato di plurimo omicidio. E, secondo quello che sappiamo, lei adesca gli uomini che poi il marito uccide. Non ti ho detto nulla perché era una missione segreta e in più non volevo che ti agitassi. Sapevo che non saresti stata d'accordo" spiegò lui aspettando la reazione di Ziva.

Lei lo guardò e con voce incerta disse "Ok, mettiamo anche che ti credo. Perché mi hai mentito in ufficio?".
"Gibbs mi aveva fatto giurare che non te ne avrei parlato..." confessò.
"Perché, almeno, non mi hai chiamata per dirmi che non potevi accompagnarmi dal medico?" chiese mentre ricominciava a piangere.

Tony le accarezzò il volto, asciugandole le lacrime.

"Non potevo amore, mi avrebbero scoperto" le disse.

Lei annuì, cercando di smettere di piangere.
"Pensi di potermi perdonare? Perché io ti amo, Ziva. E l'ultima cosa che voglio è farti soffrire così" aggiunse.

"Ok... Ti perdono... Però non farlo mai più... Ti amo e voglio averti sempre al mio fianco" rispose lei lasciandosi abbracciare.

Rimasero sul divano per un bel po'. Tony lasciò che Ziva si sfogasse, capiva benissimo il suo stato d'animo.
"Scusa, occhioni belli" era quello che continuava a dirle per calmarla.
Dopo un po' Ziva smise di piangere. Alzò la testa e guardando Tony negli occhi disse "Scusa, avrei dovuto lasciarti spiegare. Sono stata ingiusta" disse lei.
"Non fa nulla, l'importante è che ora sia tutto a posto" rispose lui dandole un bacio.
"Ti amo" disse Ziva.
"Ti amo anche io" rispose Tony. Poi tirò fuori dalla tasca la foto che Ziva aveva in mano quella notte e aggiunse "È proprio bella nostra figlia".
Ziva sorrise e tornò ad abbracciarlo.

Qualche minuto dopo disse "Facciamo colazione? Ieri sera ero così arrabbiata che non ho mangiato e ora ho fame".

Tony rise.
"Ecco che è tornata la mia Ninja! Andiamo, ti porto al tuo bar preferito".







Angolo dell'autrice:

Ed eccoci qui! XD
In realtà volevo aggiornare prima l'altra mia long, ma ho scritto prima questo capitolo quindi....
NON ODIATEMI. Lo so che li ho fatti litigare, però alla fine sono stata buona... Perché non vi ho lasciato con un CLIFFI... Si sono già chiariti! XD
E vi prometto che non ci saranno altri capitoli di questo tipo, con dei litigi (A meno che la mia mente contorta non partorisca altre idee malsane XD)
Beh spero che vi sia piaciuto anche se non era Fluff allo stato puro! XD

Prima di chiudere vorrei riservare un commento alla news di oggi: la Bishop sarà sposata, ma la notizia peggiore è che nell'episodio del 19 novembre Tony riconsidererà l'idea di tornare ad uscire con altre e inizierà a farlo nel 2014.

Ora... Ho praticamente smesso di vedere gli episodi dopo la 11x02... Non so quando li riguarderò. Però mi pare che qui ci prendano davvero troppo in giro.
Tony praticamente è stato single per 10 anni, anche quando Ziva era lì e non avevano la minima idea di frequentarsi lui è sempre rimasto single (ad eccezione di Jeanne ed EJ ma io nemmeno le considero).
Ora Ziva se ne va e in 7 episodi lui considera l'idea di uscire con altre donne? Sul serio? Ma non era cresciuto?
Sono senza parole. Mi sembra anche tanto un modo per sminuire e cancellare il lavoro di Cote. 

A sto punto credo che Ziva non tornerà mai, ma sopratutto credo che se Cote non vorrà fare nemmeno una guest non potrò che dirle che fa bene. Merita di essere trattata meglio, a parere mio (lo so, è un'opinione impopolare e forse qualcuno mi vorrà uccidere, ma è quello che penso XD). 

Baci, Meggie.

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Capitolo 13
*** Painting. ***


PAINTING

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"Allora, oggi ti devi comportare bene. Non devi fare arrabbiare la mamma perché io e lei dobbiamo preparare la tua stanza. Ha capito?" disse Tony parlando alla pancia di Ziva.
"Fallo soprattutto per tuo padre... Deve verniciare e ha bisogno di molta concentrazione per non fare un pasticcio" aggiunse Ziva.

Tony alzò gli occhi verso Ziva.

"Hey! Guarda che sono capace! Anzi, forse sono meglio di un imbianchino" disse lui fingendosi offeso.
"Ok, Michelangelo. Stupiscimi con le tue abilità da pittore" disse Ziva ridacchiando.

Tony si alzò in piedi.
"Ridi, ridi David. Vedrai che ti stupirò" disse tirandola a sé per i fianchi e baciandola.

Andarono nella stanza che sarebbe diventata quella della loro bambina. Al momento era completamente vuota e Tony aveva steso per terra dei teli in plastica per non rovinare il parquet con la vernice.
In mattinata avrebbero verniciato, poi mentre la vernice si asciugava Tony avrebbe montato il lettino e tutto il resto in modo da sistemare ogni cosa prima di andare a dormire.
In più non vedeva l'ora di finire la stanza per mostrare a Ziva una sorpresa che le aveva preparato.
La settimana prima Ziva era andata alle terme per un week-end con le amiche e Tony ne aveva approfittato per fare una piccola modifica all'impianto elettrico della camera.

Insomma, avevano un bel po' da fare. Soprattutto Tony, perché Ziva, che ormai era all'ottavo mese di gravidanza, non poteva fare molto.

"Quindi che colore abbiamo scelto per le pareti?" chiese Ziva.

Ne avevano discusso nei giorni precedenti ma non avevano ancora trovato un accordo.

"Io insisto sulle pareti con disegnati i personaggi dei migliori film di animazione. Tipo su un lato 'Biancaneve e i Sette Nani', sull'altro 'La Bella e la Bestia' e..." iniziò Tony.
"Ti ripeto che la camera della nostra bambina non sarà un monumento al cinema. Inoltre ti voglio vedere a disegnare i personaggi, visto che non riesci nemmeno a disegnare un aeroplanino" disse Ziva.
"E se ti proponessi 'Alla Ricerca di Nemo'? I pesci li so disegnare" riprovò Tony.
"Quale parte di NO non ti è chiara? La N oppure la O?" ribattè Ziva.
"Ok, mi arrendo. Cosa ne dici di fare le pareti rosa chiaro? Si intonano bene con le coperte che abbiamo comprato e poi abbiamo la vernice già pronta" suggerì Tony.
"Si, direi che può andare. Però ho una richiesta particolare... Voglio il soffitto dipinto come se fosse un cielo sereno, con una o due nuvolette bianche" disse Ziva.
"Idea fantastica, guanciotte dolci. Spero di essere in grado" rispose Tony.
"Ma scusa, non dicevi di essere capace di disegnare i personaggi dei film di animazione?" chiese Ziva confusa.
"Ma certo. Verrà un capolavoro. Iniziamo" disse Tony.

Mentre lui dipingeva il soffitto, Ziva iniziò con le pareti.
Finito il soffitto, Tony scese dalla scala ed iniziò ad aiutare Ziva.

"Credo sia proprio un bel colore, delicato e perfetto per la nostra bambina" disse Ziva.
"Si, davvero. Però secondo me potevamo farla in stile cartoni animati, ai bambini piacciono molto, Zee" tornò ad insistere Tony.

Ziva sbuffò, Tony era davvero insopportabile quando faceva così. Guardò il pennello che aveva in mano e le venne un'idea.
Lo immerse nella vernice, poi si voltò di scatto e diede una pennellata in faccia a Tony facendolo diventare rosa come un marshmallow.

"Così impari" disse lei.
"Ma come ti permetti di imbrattare il grande Michelangelo mentre è all'opera" disse Tony cogliendo l'occasione per vendicarsi e dare una pennellata di vernice anche sulla faccia di Ziva.

"Tony!" esclamò lei.
"Dico solo una cosa: vendetta" rispose lui ridendo.

In quel momento inziò la battaglia della vernice alla fine della quale era diventati entrambi dei perfetti confettini rosa.
Ridevano entrambi come bambini nel guardarsi conciati in quel modo.
Tony immerse il dito nella vernice azzurra che aveva usato per il soffitto e colorò il naso di Ziva.

"Ecco, ora sei perfetta" disse divertito.

Ziva lo fissò intensamente con un grande sorriso sulle labbra, poi lo baciò. Adorava davvero passare questi momenti con Tony. Semplici momenti che le donavano un'enorme felicità.

"Forza, vai a pulirti. Io finisco qui e poi prepariamo il pranzo" le disse Tony.

Ziva si fece una doccia e si cambiò i vestiti e Tony fece lo stesso dopo di lei.
Pranzarono e Tony si rimise immediatamente al lavoro, mentre Ziva lo guardava seduta sul divano.
Aveva preso con se due scatole di merendine e un sacchetto di patatine e si stava strafogando.

"Vacci piano con il cibo, Mossad. Hai appena finito di pranzare" le disse Tony.
"Pensa a fare il tuo lavoro. Sono incinta, ho bisogno di mangiare per due io" si giustificò lei.

Tony si mise di impegno con tutte le viti, i pannelli e le istruzioni.

"Certo che montare questo lettino e più difficile che costruire un missile. Ma come sono scritte le istruzioni? In aramaico antico?" si lamentò lui.

Ziva rise vedendo Tony con il cacciavite e le viti in mano in totale confusione.
Così si alzò e si avvicinò a lui, prese le istruzioni e iniziò a leggere.

"Dunque, dice che per montare la base devi prende la chiave a briciola numero 7 e usarla per avvitare i pannelli A e C creando una base a forma di T. Ma che vuol dire?" lesse Ziva confusa.
"Intanto è chiave a brugola, non briciola. In più... Non ho la più pallida idea di cosa significhi. Non trovo i pannelli e non so come possano formare una T se la base deve venire rettangolare. Mi arrendo" disse lui buttando tutto a terra e alzando le mani.

Ziva lo guardò divertita dalla situazione, poi d'improvviso cambiò espressione e si mise una mano sulla pancia.

"Wow, piccola. Certo che hai già una bella forza" disse parlando con la figlia che scalciava.

Tony si alzò immediatamente dal pavimento e andò da Ziva. Le mise una mano dietro la schiena e una sul ventre.

"Amore, che succede? Ti senti male? Stai per vomitare, vero? Ti devo portare al bagno? Io ti avevo detto di andarci piano con le schifezze... " iniziò a dire preoccupato.
"Non sto male, Tony. Calmati... È solo che nostra figlia... Ahi!" esclamò appoggiandosi a Tony.
"Hey, hey. Forza siediti. Dove hai male, tesoro?" chiese.
"Non ho male. È tua figlia che si muove un sacco oggi e mi da calci" spiegò lei.
"Ok, sdraiati" disse facendola distendere sul divano.

Poi le accarezzò la pancia, cercando di darle sollievo.
"Hey, tu che sei lì dentro. Potresti fare un po' più piano con la mamma?" disse con la figlia.

Dopo dieci minuti la bambina si era calmata e Ziva si stava gustando la scena di Tony che parlava e baciava la sua pancia.

"Meglio ora?" le chiese Tony.
"Molto meglio, ora si è calmata. Però abbiamo un problema" disse Ziva indicando il lettino ancora a pezzi che giaceva sul pavimento insieme a tutti gli altri scatoloni di cose da montare.

Tony guardò tutta quella confusione, poi si girò verso Ziva con un sorriso furbo, tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e disse "Io ho un'idea per risolvere questa situazione".

All'incirca dopo due ore che era lì, Gibbs aveva già montato tutto quanto e stava aiutando Tony a sistemare tutte le cose all'interno della camera, sotto gli ordini di Ziva.
Chi, meglio di Gibbs, poteva montare oggetti in legno? Lui addirittura li costruiva, quindi avevano sicuramente fatto la scelta giusta chiamandolo per un aiuto.

"Ecco fatto DiNozzo" disse Gibbs.
"Avete fatto una stanza davvero perfetta. Scommetto che ha scelto tutto Ziva" aggiunse.
"Capo, vorresti insinuare che se avessi scelto io non sarebbe venuta una bella stanza?" chiese Tony.
"No. Ma sicuramente più che una stanza per neonati sarebbe diventata una sala cinema, o sbaglio?" disse dandogli uno scappellotto.

Ziva rise. Come al solito Gibbs aveva intuito bene.

"Ora vi lascio soli. Non vi serve più il mio aiuto e, in cantina, ho una casetta per le bambole che aspetta di essere finita" disse salutando Tony e Ziva.
"Grazie capo, ci vediamo domani al lavoro" lo salutò Tony accompagnandolo alla porta.

Tornò da Ziva, che rimasta sola nella camera aveva iniziato a sistemare i vestiti e gli altri piccoli oggetti che avevano comprato.

"Ti immagini quando la metteremo a dormire per la prima volta in questo lettino?" disse a Tony mentre sistemava le lenzuola rosa.

Tony l'abbracciò da dietro e le baciò il collo.

"Sarà uno dei momenti più belli della nostra vita" le rispose.
"Ve bene. Tu finisci di sistemare tutto come più ti piace. Io riordino in salotto e poi ceniamo" aggiunse.
"Ok... Cosa mi prepari di buono? Muoio di fame" chiese lei.
"Direi... Cena italiana. Ti va?" rispose.
"Si, ho già l'acquolina in bocca" disse con un enorme sorriso.
"Avresti l'acquolina in bocca anche se ti cucinassi del cartone, Zee" disse Tony sottovoce mentre usciva dalla camera.

Dopo aver cenato, si sdraiarono sul divano a guardare la televisione. Era stata una giornata impegnativa ma per la loro bambina avrebbero fatto questo ed altro.

Ziva si sentiva stanca così, prima di addormentarsi sul divano si alzò, prese Tony per mano e disse "Vieni con me, prima di andare a letto voglio mostrarti come ho sistemato tutto".

Entrarono nella stanza e Tony notò con che bravura Ziva aveva messo a posto ogni cosa.
Orsacchiotti, soprammobili, vestitini. Tutto era al posto giusto.

"E ho anche una sorpresa per te" disse lei.
"Bene perché ne ho una anche io!" rispose Tony.
"Però prima tu" aggiunse lui.

Ziva lo portò davanti al lettino e gli mostrò una piccola copertina su cui era disegnata la locandina del suo film di animazione preferito: Il Libro della Giungla.

"Visto che non ti ho permesso di riempire le pareti con riferimenti cinematografici ho pensato che questa ti sarebbe piaciuta" disse lei.
"Grazie amore, è bellissima. Ma ora tocca a me. Chiudi gli occhi" le disse.

Andò alla parete, spense un interruttore e ne accese un altro.

"Ora aprili" disse.

Quando Ziva aprì gli occhi vide che al posto della lampada, sul soffitto erano accese tante piccole lunette bianche.

"Oddio, Tony. Hai fatto montare tante piccole luci per far sembrare il soffitto un cielo stellato?" disse lei incantata.
"Si. Ti piace? Ho pensato che, di notte, un bel cielo con tante stelle potesse tenere compagnia alla nostra bambina mentre dorme" chiese lui.
"Lo adoro, amore. Grazie davvero, è bellissimo" rispose baciandolo.

Rimasero nella stanza a guardare il soffitto per un po'.
Poi stanchi ma soddisfatti andarono a dormire, pensando alla loro bambina.









Note dell'autrice:

Heyyyyyyyyyy!!!!
Allora come state?
Non sono molto dolci Tony e Ziva che sistemano la stanza per la loro bambina?! *-*
Ovviamente non poteva mancare Tony con le sue uscite sul cinema! Ahahahah
E devono chiamare Gibbs per un aiuto! Ahahah
[Le istruzioni per montare i mobili sono sempre improponibili]

Facciamoci tutti forza... Nell'episodio di domandò sera arriva la Bishop (non ho nulla contro di lei, ma proprio non mi va giù di vederla al posto della nostra Ziva... Cooooomunque... Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e voglio darvi una notizia che magari a qualcuno farà piacere: ho deciso di allungare la storia di qualche capitolo? Cosa ne pensate? Vi piace come idea? XD

Ora vi lascio, grazie a tutti e a presto con un nuovo capitolo!

Baci, Meggie.

P.s.: le lucine sul soffitto le aveva una mia amica quando ero piccola... Quando facevamo i pigiama party era bellissimo! Non sapete quanto avrei volute averle anche io! XD 

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Capitolo 14
*** Mood Swings. ***


MOOD SWINGS

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"Tony! Dove sei? Ho fame!" gridò Ziva alzandosi dal letto e andando in cucina.
"Occhioni belli! Che ci fai in piedi a quest'ora? Non devi andare al lavoro" le disse Tony vedendola.
Erano le sette del mattino ed essendo in maternità Ziva avrebbe potuto rimanere a letto quanto voleva.
"Ho tanta fame... Stai preparando la colazione? Mangio con te!" rispose lei.
"Ok! Dimmi... Cosa desiderano le mie due Ninja questa mattina?" chiese Tony spostando la sedia in modo che Ziva potesse sedersi.
"Pasta al pomodoro!" esclamò Ziva.

Tony rimase pietrificato, sapeva che la gravidanza le aveva messo appetito, ma la pasta di prima mattina non se l'aspettava. Avrebbe voluto chiederle se stava scherzando, ma in quei mesi aveva imparato che certe domande la irritavano.
Ziva guardò l'espressione di Tony e rise divertita.

"Sto scherzando chef! Va bene quello che mi prepari di solito" disse.

Tony tirò un sospiro di sollievo.

"Ci avevo quasi creduto David!" le confessò.
"Di pure la verità. Ci avevi creduto del tutto, non quasi. Io l'ho sempre detto che alla mattina sei un po' lento, il tuo cervello è come un GPL... Ci mette un po' a funzionare come si deve" rispose lei.
"Si dice come un Diesel, non come un GPL... Comunque sei molto allegra questa mattina" disse lui mentre serviva la colazione a Ziva.
"Si, devo dire che mi sono svegliata felice" rispose.
"Ah, davvero? E come mai? Sognato qualcosa di bello?" domandò Tony curioso.
"Mmmmm... Penso di aver sognato te" disse facendogli l'occhiolino.
"Hey, guanciotte dolci... Mi stai confessando un sogno vietato ai minori? E dimmi, sono stato bravo?" chiese lui curioso.
"Ho detto che ti ho sognato, non che ho fatto fantasie sessuali! A dire il vero ho sognato di quando ti ho fatto diventare i denti blu... Dovrei rifarlo!" rispose Ziva divertita.
"Molto simpatica... Mi sono rimasti blu per tre giorni, sono dovuto andare a fare lo sbilanciamento dal dentista per farli tornare come prima" si lamentò lui mentre metteva il piatto sul tavolo e si sedeva anche lui per mangiare.

Iniziarono a fare colazione continuando a chiacchierare. Ziva era davvero solare quella mattina, più allegra del solito.
Dopo aver finito di mangiare Tony si alzò in piedi per sparecchiare la tavola. Prese i piatti e li portò nel lavandino ma quando si voltò per tornare da Ziva si accorse che stava piangendo.

Sul momento si spaventò.

"Amore, che hai?" le domandò prendendo la sedia e mettendosi di fianco a lei.
Le prese la mano cercando di attirare la sua attenzione per ottenere una risposta.

Vedendo che non lo guardava nemmeno negli occhi, le girò delicatamente il volto verso di lui e ripeté la domanda.
"Dai amore, dimmi che succede. Non ti senti bene forse?".

Ziva si asciugò le lacrime, prese un respiro e disse "Non lo so...".
"Come non lo sai? Perché stai piangendo?" chiese un'altra volta.

Lei si limitò a scuotere la testa.
Tony la fece alzare, la prese per mano e la portò in camera da letto dove poterono entrambi sdraiarsi e lui riuscì ad abbracciarla.

"Non lo so Tony" disse lei piangendo "Sono solo triste, all'improvviso".
Tony per un po' le accarezzò la schiena, per farla calmare. Poi prese a giocare con i suoi capelli, fin quando Ziva non smise di piangere.

"Scusa, non so che mi sia preso" disse lei.
"Lo so io, occhioni belli. È perché sei incinta, sono gli ormoni" rispose lui.

Rimase altri dieci minuti con lei, per assicurarsi che stesse bene.
"Ora tu resti qui e dormi ancora un po'. Io devo andare al lavoro, sono già in ritardo... È la volta che Gibbs mi provoca un trauma cranico a suon di scappellotti" le disse ridendo.
"Allora è meglio che ti prepari. Ti voglio al 100% quando nascerà la nostra bambina" rispose lei.

Tony si preparò velocemente e quando tornò in stanza per salutare Ziva lei si era già riaddormentata.
Sorridendo le diede un bacio sulla fronte e le lasciò un messaggio sul comodino.

Quando Ziva si svegliò erano già le dieci di mattina. Vide il messaggio che Tony le aveva lasciato.

"Torno prima che posso, mi fingerò malato con Gibbs per tornare prima da te. Se hai bisogno chiama, per te ci sono sempre. Ti amo, tuo sederino peloso"


"Ti amo anche io" sussurrò lei.

Passò la mattinata a sistemare la casa, per quello che le sue condizioni le consentivano. Poi, il pomeriggio, non sapendo cosa fare prese un taxi e andò all'NCIS. Aveva deciso di andare a salutare tutti, così avrebbe potuto anche passare un po' di tempo con Tony.


"Amore, che ci fai qui" le chiese Tony vedendola uscire dall'ascensore.
"Vi ho fatto una sorpresina, avevo voglia di vedervi" disse lei baciando Tony e salutando tutto gli altri.
"Che state facendo?" chiese lei.
"Indaghiamo su un furto di identità, roba noiosa..." rispose McGee.
"Perché non vai a salutare Abby? Ha voglia di vederti" disse Gibbs.
"Si, ottima idea" rispose lei.
Poi rivolgendosi a Tony disse sottovoce "Ci vediamo tra poco, sederino peloso".

Passò una ventina di minuti in laboratorio con Abby, durante i quali Tony non fece altro che parlare a McGee di quanto fosse bello ed eccitante sapere di diventare padre.

"E la cosa più bella è vedere Ziva..." iniziò a dire lui.

Ma fu interrotto proprio da Ziva che arrivava alla sua scrivania arrabbiata.

"Vedermi come, Tony?" disse quasi urlando.
"Vederti così presa dall'idea di diventare madre. Non avrei mai pensato che la cosa ti piacesse tanto" concluse Tony.
"Quindi pensi che non sia in grado di fare la mamma?! È questo che vuoi insinuare?" disse lei arrabbiata.
"Amore, ma cosa stai dicendo?" domandò Tony confuso.
"Ripeto a voce alta quello che tu pensi ma non hai il coraggio di dirmi" gridò.

Gibbs, McGee e Dorneget, il quale sostituiva Ziva mentre lei era in maternità, si guardarono spaventati.
Si chiesero cosa avesse combinato Tony, Ziva era davvero furiosa.

Tony si alzò dalla sedia e si mise di fronte a Ziva.
"Tesoro, calmati. Non capisco perché sei così arrabbiata" disse sinceramente lui.
"Ah, non lo capisci? Certo, quando ti fa comodo non capisci mai nulla" rispose lei.

Tony la guardò sconvolto.

"Hai detto ad Abby che la mia pancia è lievitata!" esclamò lei.
"E con questo? Abby mi ha chiesto se la pancia era cresciuta dall'ultima volta che ti aveva visto e io ho risposto di si" spiegò lui.
"La verità è che pensi che io sia grassa. Ecco il problema. E ora pensi anche che non sia in grado di fare la madre" lo accusò lei.
"No, tesoro. Hai frainteso e questo perché sei solo un po' nervosa. Va tutto bene, non sei per nulla grassa e soprattutto sarai una madre fantastica" la calmò lui tirandola per un braccio e stringendola forte.

Lei non fece in tempo ad appoggiarsi a lui che iniziò a piangere.
"Fantastico ora piango di nuovo" disse ridendo di sé stessa.

Anche Tony rise. Poi guardò la faccia sconvolta di Dorneget e di McGee.

"Hey, ragazzi. Cosa sono quelle facce? Sono solo gli ormoni... Ora le passa" disse sorridendo.

Gibbs, che capiva perfettamente quello che stava succedendo si avvicinò loro e disse a Tony "Portala a casa e stai con lei, oggi ha bisogno di te. Ma domani cerca di essere puntuale".
"Grazie capo" disse lui prendendo le sue cose ed uscendo con Ziva.

Passarono il resto del pomeriggio e la serata insieme. Ziva continuava ad avere sbalzi di umore ma con Tony pronto a calmarla non erano un problema.

Erano abbracciati sul divano, Tony cercava di consolare Ziva.
"Oh, amore... Oggi proprio non è giornata" disse lui.
"Ti diverti vero?" rispose lei dopo l'ennesima crisi di pianto della giornata.
"Sinceramente...? Un po' si... Voglio dire, quando mai mi ricapiterà di vederti così?" disse lui ridendo.

Ziva gli diede un pugno sulla spalla.
"Cerca di essere comprensivo Tony... Mi fa schifo stare così! E poi chi ti dice che non avremmo un altro figlio in futuro?" disse lei.
"Mi stai indirettamente dicendo che vuoi un altro bambino, David?" domandò lui sorpreso.
"No. Non ora per lo meno. Deva ancora nascere lei... Ci penseremo più avanti" disse accarezzandosi la pancia.

"Beh una cosa è sicura" disse lui "Ti amo anche quando hai questi sbalzi di umore e in un secondo di trasformi dalla donna più dolce del mondo alla più spietata assassina".

Ziva rise rendendosi conto di quanto era vero quello che aveva detto Tony. Lui l'amava incondizionatamente. Lo aveva sempre fatto, anche prima che si mettessero insieme.

D'improvviso Ziva si staccò dal suo abbraccio e lo baciò intensamente.
"E questa chi è?" chiese Tony ironico.
"Mmm... Penso che sia la Ziva che non è capace di resistere all'uomo più sexy del mondo" rispose ricominciando a baciarlo.












Angolo dell'autrice:

Holaaaaaaaaa!!!!
Come state? :D
Ecco il nuovo capitolo, anche se un po' in ritardo... Avrei voluto postarlo sabato! -.-"

Comunque... AHAHHAHAHAHA
Quanto deve essere divertente vedere Ziva con gli sbalzi d'umore? Sarebbe stato bello che ce lo mostrassero... Vabbè... Lo sappiamo che GG è un po' lento di cervello!
Grazie a chi legge e commenta!!!
Presto il prossimo capitolo e per la gioia (spero) di voi lettori ho ufficialmente deciso di allungare questa storia! Direi che arriveremo fino al capitolo 20! XD

Kiss, Meggie.








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Capitolo 15
*** Baby Shower. ***


BABY SHOWER


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"Tony, Tony, Tony, Tony!" gridò Abby correndo alla scrivania dell'agente anziano.
"Che c'è Abby?" chiese Tony confuso da tanta agitazione.
"Devi collaborare al mio piano diabolico!" disse lei.

Tony la guardò con aria interrogativa.

"Voglio organizzare una festa per Ziva, un party per la vostra bambina" spiegò lei.
"Abby, sei gentile ma non credo che a Ziva piacciano questo genere di cose" le rispose.
"Tony. Questa non era una domanda. Era un ordine" disse Abby seria.
"Ma se Ziva..." iniziò Tony.
"Niente ma DiNozzo. Dovrai fare in modo che Ziva si trovi a casa mercoledì pomeriggio" ordinò Abby.
"A casa nostra?" domandò Tony.
"No a casa di McGee... Certo, Tony a casa vostra! Dove altrimenti" esclamò lei.
"Ok, ok. Non agitarti anche tu. Ne ho abbastanza di Ziva con gli sbalzi di umore. Non è che sei incinta anche tu?" divagò Tony.
"Primo, non cambiare discorso. Secondo, non sono agitata. Terzo, non sono incinta" elencò Abby.
"Va bene. Allora dimmi cosa dovrei fare per farla stare a casa?" chiese lui.
"Non lo so, Tony. Prendi spunto da un tuo film, inventati qualcosa. Sei un poliziotto, saprai cosa fare, no?" rispose Abby.
"Ok, eseguirò" disse Tony pensando che ultimamente le donne dell'NCIS erano un po' starne.
"Molto bene, grazie Tony" disse Abby tornando ad essere gentile come al solito.

Tony era un po' confuso dal suo comportamento, ma si sa Abby è sempre stata particolare.
Iniziò a pensare a cosa dire a Ziva quella sera, per costringerla a stare a casa mercoledì pomeriggio.
Sapeva che al pomeriggio spesso, per tenersi occupata e non annoiarsi troppo, usciva a fare la spesa per la cena.

Quella sera, quando rincasò, trovò Ziva sdraiata sul divano mentre leggeva un libro.

"Ciao, occhioni belli" le disse andando a sedersi sul divano accanto a lei e baciandola.
"Ciao, sederino peloso. Tutto bene al lavoro, oggi?" chiese.
"Tutto a posto. Hai fatto qualcosa di bello oggi?" rispose Tony.

Gli piaceva sapere cosa Ziva facesse durante la giornata e in più sapeva che a Ziva faceva piacere essere considerata da Tony.

"Stamattina ho pulito le camere da letto e il soggiorno. Un po' a rilento perché sono ingombrante. Poi nel pomeriggio sono andata al supermercato a comprare il necessario per prepararti la deliziosa cenetta che stai per mangiare" disse Ziva.
"Non ti devi affaticare, amore" le disse mettendole i capelli dietro le orecchie.
"Comunque, hai parlato di cenetta? Perché muoio di fame!" aggiunse lui.
"Anche io. Andiamo a cenare?" propose Ziva.

Andarono in cucina e iniziarono la cena. Ziva aveva preparato lo spezzatino con le patate, Tony ne andava matto.

"Dopo devo parlarti di una cosa" le disse Tony verso fine cena. Aveva già in mente cosa dirle per farla rimanere a casa mercoledì pomeriggio.
Ma quanto guardò Ziva in faccia e la vide pallida dimenticò subito il suo discorso e si preoccupò per lei.

"Zee, che hai?" le domandò.
"Credo di aver mangiato troppo e troppo in fretta" disse mettendo una mano sullo stomaco.

Tony si alzò in piedi, la prese per mano e la portò in bagno.

"Coraggio amore, ora passa" le disse accarezzandole la schiena mentre stava male.
Sapeva quanto odiava rimettere.

Rimase sempre con lei.
"Finito?" le chiese ad un certo punto.
Ziva annuì pulendosi la bocca con un pezzo di carta igienica che Tony le aveva dato.
"Vuoi un po' d'acqua?" le disse.
Lei annuì di nuovo.

Tony andò in cucina e tornò un attimo dopo con dell'acqua.
"Quando imparerai, occhioni belli?" le chiese asciugandole il sudore dalla fronte.
"Mai, credo" disse lei ridendo.
"Ti senti bene ora?" domandò Tony.
"Si, grazie. Scusa ti ho interrotto la cena" rispose lei.
"Non fa nulla. Vieni andiamo a rilassarci un attimo sul letto" le disse portandola in camera.

Ziva si sdraiò con Tony che, per cercare di farla star meglio, le massaggiava lo stomaco.

"Mi stavi dicendo che volevi parlarmi di una cosa" disse lei.
"Si... Volevo chiederti se potevi farmi un favore. Mercoledì pomeriggio puoi restare a casa?" le chiese Tony.
"Perché?" chiese lei confusa.
"So che sei abituata ad uscire al pomeriggio, ma dovrebbe venire il tecnico del televisore. Ho l'impianto dolbi digital che non funziona a dovere e me lo deve sistemare. È l'unico giorno disponibile che ha prima delle feste" mentì lui. Aveva paura che Ziva capisse che era una bugia.
"Non te lo può sistemare McGee?" domandò lei.
"Il pivello? Mai! Chissà cosa è capace di combinare quello" esclamò Tony.
"Va bene amore, resto a casa. Tutto per te e per il tuo impianto Cinema" gli disse.
"Grazie, Ninja. Ti sarò eternamente grato" rispose lui baciandola.

E venne mercoledì pomeriggio.
Ziva aspettava a casa l'arrivo del tecnico. Tony le aveva detto che sarebbe arrivato alle quattro.
Quando sentì suonare alla porta guardò l'orologio.
"Le quattro precise. È puntuale, un miracolo" pensò.

Si alzò dal divano e andò ad aprire, di certo non si aspettava quello che vide.
"Sorpresa!" gridarono Abby e le altre amiche che erano lì per il party.

Ziva rimase più che sorpresa. Non sapeva cosa dire.

"O mio Dio, ragazze. Che ci fate qui?" chiese lei con un enorme sorriso.
"Come tutte le gravidanze che si rispettano, anche la tua deve avere un party per la tua bambina. Forza facci entrare abbiamo un sacco di regali e dolci per te e per tua figlia" disse Abby.
"Prego, accomodatevi" rispose Ziva.

Lasciò che Abby sistemasse tutto come riteneva giusto.
Tutto era rosa e marrone.
Regali incartati con carta velina rosa, scatolette marroni, confetti rosa. Un festone rosa e marrone e anche un orsacchiotto.

"Io non so cosa dire, sul serio. È tutto fantastico" disse Ziva.
"Oh, e ancora dobbiamo iniziare. Forza ora prendiamo un po' di torta per cominciare" disse Abby dando una fetta a tutte.

Per Ziva fece una fetta più piccola, lei la guardò male.
"Non guardarmi così Ziva. Tony mi ha detto che di solito ti ingozzi e finisci con il sentirti male. Quindi non lamentarti" le disse.
"Questo vuol dire che Tony sapeva tutto. Lo ucciderò quando torna a casa" commentò Ziva.
"Oh, non farlo. Non ha avuto scelta. Gli avevo detto che se ti diceva qualcosa l'avrei ucciso io" rispose Abby.

Risero entrambe. Povero Tony, in mezzo a due pazze donne.

Dopo aver mangiato la torta e chiacchierato per un po', Abby decise che era venuta l'ora per Ziva di aprire i suoi regali.

"Oh, Wow! Questo è troppo carino" esclamò Ziva aprendo un pacchetto che conteneva un bellissimo vestitino rosa con le scarpine intonate.

Scartò tutti i regali tenendo per ultimo quello di Abby.
Quando lo aprì sorrise.
"Oddio Abby, grazie mille. Dove lo hai trovato? Non sono cose che si trovano nei negozi per neonati" commentò Ziva.

Dentro il pacchetto c'era un Bert versione cucciolo e un pigiamino con piccoli teschietti rosa con il fiocchetto in testa e il ciuccio in bocca.

"Ho le mie risorse, Ziva" disse l'amica.

Rimasero a lungo a chiacchierare, finché Tony non tornò a casa.
A quel punto se ne andarono tutte felici per aver fatto passare un bel pomeriggio a Ziva.

"Tony, mi hai fregata con la storia del tecnico" gli disse dopo che tutte furono uscite.
"Scusa amore, era per una buona causa" rispose lui.
"Perdonato" concluse lei baciandolo.

Mostrò a Tony tutti i regali, poi cenarono.
Poco prima di andare a dormire si presentò Gibbs a casa loro.

"Capo, che succede? Come mai qui?" chiese Tony confuso.
"Ho sentito che oggi qui c'è stato un Baby Party. Anche io ho un regalo per voi" disse Gibbs entrando in casa con una bellissima sedia a dondolo bianca.

"Gibbs, è bellissima" disse Ziva senza parole.
"L'ho fatta apposta per voi. Quando vostra figlia si sveglierà la notte, piangendo, qui si riaddormenterà più in fretta" spiegò.
"Grazie capo, è fantastica davvero" rispose Tony.
"Ve la metto nella stanza della bambina?" chiese.
"Si, grazie" rispose Tony.

Fecero strada a Gibbs e guardarono la stanza completarsi con quella bellissima sedia a dondolo.
"È perfetta" disse Ziva avvicinandosi alla sedia.
"Anche la camera è venuta benissimo alla fine, il lettino che ho montato è davvero adatto a questa stanza" commentò.
"Grazie capo" disse Tony "Ti offriamo qualcosa da bere?".
"No, grazie DiNozzo. Domani mattina si lavora, perciò anche voi a letto. Ti voglio puntuale domani" ordinò Gibbs a Tony.

Finirono di sistemare la casa e si prepararono per andare a dormire.
Ziva uscì dal bagno in pigiama con una mano sul ventre.
"Hey, Tony" disse sorridendo.
"Dimmi".
"Metti una mano qui" gli disse prendendogli la mano e appoggiandola sulla sommità della sua pancia.
"Credo che la nostra bambina abbia il singhiozzo" aggiunse ridendo.

Tony rise a sua volta.
"Amore" disse parlando alla pancia di Ziva "Che succede lì dentro?".
"Mi piace quando lo fai. Penso che questa cosa mi mancherà dopo che nostra figlia sarà nata" disse Ziva accarezzando il volto di Tony.

Lui la baciò.
"Allora penso che lo farò molto spesso, finché la nostra piccolina non nascerà" rispose.
"Grazie amore, ti amo" gli disse Ziva.
"Anche io" rispose lui.
"Facciamo la nanna ora, occhioni belli ma stanchi?" le chiese.
"Penso che sia una buona idea" rispose lei.

Si stesero a letto e Tony abbracciò Ziva.
"Sai Tony, credo proprio che abbiamo degli amici fantastici" gli disse ripensando alla giornata appena passata.
"Credo anche io. Hai passato una buona giornata, vero amore?" le domandò accarezzandole i capelli.
"Si, bellissima. Non avrei mai pensato che cose del genere mi piacessero" commentò lei.
"A dirti la verità, nemmeno io avrei mai pensato che ti sarebbe piaciuta così tanto" rispose Tony.
"Ora chiudi gli occhi e dormi" aggiunse.
"Notte, Tony" disse lei.
"Notte, Zee" rispose lui.

Chiusero gli occhi e si addormentarono l'uno nelle braccia dell'altro, come al solito.













Angolo dell'autrice:

Heyyyyyyyyyy!
Dopo una pausa di dieci giorni (ero impegnata con la FF di Hanukkah).... Eccomi di ritorno!!! :D
Chiedo scusa a tutti quelli che seguivano questa storia ma non riuscivo ad aggiornare entrambe! -.-"
Quindi per favore non odiatemi troppo!!!
Comunque per farmi perdonare vi dico che aggiornerò molto più di frequente ora!! :):)

Parlando del capitolo... Una festa per la piccolina in arrivoooo!!! AWWWWWW *-*
Povero Tony, tra Abby e Ziva non so chi sia più pesante! Ahahaha XD
È proprio un santo quell'uomo!
Poi Gibbs... Beh era ovvio che facesse un regalo anche lui no? :)

Ok, ora vi lascio!
Grazie mille a tutti!
Baci, Meggie.

P.s.: ora vado a rispondere alle recensioni dell'altro capitolo... Non avevo ancora risposto!!! Dove ho la testa!!!?? Beh, nessuno mi dice nulla? Sgridatemi pure se non vi rispondo! XD

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Capitolo 16
*** Tony's Day. ***


TONY'S DAY


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Era stato un periodo stressante per Ziva e forse anche di più per Tony.
Ziva non stava bene, poi aveva le voglie e gli sbalzi d'umore.
Si sentiva triste perché era a casa da sola tutto il giorno e quando Tony tornava a casa, stanco per la lunga giornata al lavoro, doveva cercare di tirarla su di morale.

Ziva capiva benissimo quanto fosse faticoso per lui, così decise di fargli una sorpresa.

Era venerdì sera, Tony era appena tornato a casa dal lavoro e aveva l'aria davvero distrutta.
"Ciao Tony" disse Ziva andandogli incontro e abbracciandolo.
"Ciao amore mio, come state oggi tu è la mia bambina?" le chiese dopo averle dato un bacio.
"Stiamo benissimo" disse Ziva.

Guardando Tony in faccia si accorse di quanto fosse stanco.

"Ma tu stai bene, amore?" gli chiese preoccupata.
"Si tranquilla. Sono stanco... Ho solo un po' di mal di testa..." le disse lui.

Ziva lo prese per mano e lo fece sedere sul divano.
"Mettiti sdraiato e rilassati un po', amore. Io finisco di preparare la cena e dopo mangiamo" gli disse.
"Non è necessario, Ziva. Sarai stanca anche tu" rispose lui.
"Stanca? Annoiata forse. Come posso essere stanca se passo tutto il giorno a far niente. E poi mi fa piacere sapere di essere io ad aiutare te per una volta" disse dandogli un bacio e sparendo in cucina.

Tony si distese.
"Chiudo gli occhi solo per un secondo" pensò.

Quando Ziva andò per dirgli che la cena era pronta lo vide addormentato sul divano. Sorrise nel vederlo così.
Decise che per quella sera avrebbero potuto cenare sul divano, così Tony poteva rimanere comodo.
Portò la cena in salotto e l'appoggiò sul tavolino, poi svegliò Tony.

"Amore, è pronta la cena" gli disse.
Tony aprì gli occhi e disse "Ok, ora mi alzo".
"Tranquillo, stasera si cena sul divano mentre guardiamo uno dei tuoi film. Ti va?" chiese lei.
"Ottima idea, guanciotte dolci" le rispose sorridente.

Pensava davvero di avere la fidanzata perfetta, nonostante fosse incinta non si dimenticava di lui.
Cenarono tranquillamente guardando il film. Poi dopo aver portato via i piatti si sedettero di nuovo sul divano.

"Tony, devo dirti una cosa" disse lei.
"Certo, spara Ninja" rispose Tony.
"Ok, ho notato che in questo periodo ti ho un po' stressato..." inizò Ziva.
"Oh, tesoro. Non preoccuparti, mi occupo di te volentieri" la bloccò subito lui.
"Lo so. Ma lasciami finire. Ti vedo molto stanco e so che a volte sono un tantino insopportabile. Con questi sbalzi di umore, la fame improvvisa a qualsiasi ora del giorno e della notte... Mi infastidisco da sola... Comunque ho pensato che ti meritassi un po' di relax. Così questa mattina sono passata a comprarti questo" gli disse dandogli una busta bianca.

Tony l'aprì e ci trovò dentro due biglietti per il cinema, validi per quel week-end.

"Così facciamo qualcosa che piace a te. Prometto che non mi lamenterò se il film non mi piace" spiegò lei.
"Ziva, amore. Grazie. Ma non era necessario" rispose lui baciandola.
"Invece si. Ah, e ho anche accettato l'invito dei tuoi amici di Baltimora al barbecue di domenica. Hai rimandato molte volte per stare con me e mi sembrava carino accettare" aggiunse lei.
"Wow. Grazie davvero. Però non voglio che tu faccia queste cose solo per farmi felice, se non ne hai voglia" le disse Tony accarezzandole il volto.

Era davvero colpito dal gesto di Ziva. Sapeva quanto lei lo amasse ma non pensava avrebbe fatto una cosa così.

"Ne ho voglia e te lo meriti, dopo tutto quello che stai facendo per me" gli disse.

Rimasero un pò sul divano e poi andarono a dormire, Tony era davvero stanco e anche Ziva non vedeva l'ora di distendersi.

Il giorno successivo arrivò in fretta e Tony era tutto felice di poter andare al cinema e incontrare i suoi amici.

"Pronto, Tony?" chiese Ziva mentre si mettevano la giacca.
"Si, non vedo l'ora di vedere questo film... Come facevi a sapere che era proprio quello che mi interessava?" chiese lui.
"Perché ti conosco, amore. Ora andiamo o faremo tardi" gli disse baciandolo.

Quella sera, dopo essere stati al cinema, ne approfittarono per fare un giro per la città.

"Non pensavo che l'avrei mai detto, ma questo film mi è davvero piaciuto" ammise Ziva.
"Attenzione che viene a nevicare dopo questa affermazione!" esclamò Tony divertito.
"Vedi, alla fine il cinema non è così male... Se ci vai con la persona giusta" aggiunse lui.
"Hai proprio ragione, dovremmo andarci di tanto in tanto. Che dici?" propose lei.
"Dico che è un'ottima idea, mia piccola studentessa di cinematografia" la prese in giro Tony.

Tornati a casa si buttarono subito a letto.
Ziva lasciava che Tony giocasse con i suoi capelli mentre lei gli accarezzava il petto.

"Pensi che piacerò ai tuoi amici, domani?" chiese Ziva.
Lui notò subito il tono preoccupato nella sua voce.

"Perché non dovresti piacergli?" le domandò Tony confuso.
"Non lo so, magari si aspettano un'altro tipo di donna..." disse lei.
"Non ti devi preoccupare. Tu piaci a me, anzi io ti amo. E questo è più che sufficiente per loro. In più, vedrai, sono molto simpatici. Gli piacerai sicuro" la tranquillizzò Tony.
"Ora riposa. Anche se non me lo hai detto, ho visto quanto eri stanca oggi" aggiunse guardandola in faccia.

Vide che stava già chiudendo gli occhi, era sfinita.
"Ok..." riuscì a rispondere Ziva prima di crollare e addormentarsi con la testa appoggiata sulla spalla di Tony.
"Notte, amore" disse lui dandole un bacetto sulla fronte e addormentandosi a sua volta.

Il mattino seguente andarono al barbecue a casa di uno degli amici di Tony.

"DiNozzo!" esclamò Evan, il padrone di casa, vedendolo entrare.
"Brooks" disse Tony abbracciandolo.

Avevano l'abitudine di chiamarsi con il cognome.
Nel frattempo erano arrivati anche tutti gli altri amici a salutare Tony.

"Lei deve essere la gentile ragazza che mi ha risposto al telefono l'altro giorno" disse dando la mano a Ziva.
"Esatto, lei è la mia fidanzata. Si chiama Ziva" la presentò lui.
"Ziva, bel nome. Particolare" disse Chris, ex collega di Tony.
"È israeliano" affermò Ziva.
"Wow, Tony! E da quanto vi conoscete?" gli chiese un altro dei suoi amici.
"Beh, ci conosciamo da più di otto anni ma stiamo insieme da meno di un anno. È la mia collega all'NCIS" spiegó Tony.
"Ah! Come mai ci hai messo così tanto prima di dichiararti? Avessi io una collega così, l'avrei già sposata da un pezzo" rispose Evan, il quale ricevette subito una gomitata dalla moglie.
"Scherzavo tesoro" si affrettò a dire mentre tutti ridevano.

Tony non sapeva cosa rispondere. Non voleva dire che forse aveva avuto paura di un rifiuto di Ziva.
Così fu proprio lei a tirarlo fuori da quella situazione.
"È quello che mi sono sempre chiesta anche io" rispose Ziva suscitando la risata di tutti.

Ma fu quando Ziva si tolse il cappotto che tutti rimasero a bocca aperta. Nessuno aveva ancora fatto caso alla sua pancia. Con i vestiti invernali non si vedeva bene.

"Tony, direi che in quanto a novità siamo rimasti molto indietro" commentò uno dei suoi amici.
"Eh, si... Aspettiamo una bambina, nascerà a fine dicembre" rispose Tony.
"E bravo DiNozzo. Non ci vediamo per qualche mese e tu diventi padre. Congratulazioni" commentò Evan.

Dopo che tutti si congratularono con Tony, passarono al divertimento.
Mangiarono e chiacchierarono insieme e Ziva si rese conto che gli amici di Tony erano davvero fantastici. Anche perché alcuni erano sposati e lei aveva trovato altre donne con cui chiacchierare.
Rimasero lì per tutta la giornata.
Era già sera quando Tony si accorse che Ziva era diventata più silenziosa.

Le si avvicinò portandole un bicchiere d'acqua e le chiese "Ti senti bene, amore?".
"Si, certo" rispose lei.
"Sei un po' stanca, vero?" domandò.
"Non molto. Non ti preoccupare" disse Ziva.

In realtà lo era, la gravidanza la stancava molto più in fretta. Era abituata a riposarsi al pomeriggio, dopo il pranzo, ma quel giorno erano fuori casa quindi aveva saltato il suo appuntamento quotidiano con il letto.

"Se sono stanca te lo dico" aggiunse lei. Voleva dare a Tony ancora un po' di tempo con i suoi amici, anche se molti erano già andati a casa.
"Promettimelo" le disse, pur sapendo che lei quella promessa non l'avrebbe mai mantenuta.

Ziva annuì.

Mezz'ora dopo erano seduti sul divano a parlare con i padroni di casa. Gli altri erano già andati via tutti e Tony era pronto per congedarsi quando si accorse che Ziva si era addormentata addosso a lui.

"È ora di portare a casa la tua bella addormentata nel bosco" disse Evan.
"Direi di si. Sapevo che non avrebbe mai ammesso di essere sfinita, è troppo testarda" rispose Tony.
"Beh, ha beccato giusto allora. Anche tu hai la testa piuttosto dura" scherzò Evan.

Tony svegliò Ziva e la portò alla macchina.
Salutò Evan e si diresse veloce a casa. Andarono entrambi subito a dormire.
Ziva era distrutta e Tony sarebbe dovuto andare al lavoro il giorno dopo.

"Scusa se mi sono addormentata a casa di Evan, prima. Ma non riuscivo più a tenere gli occhi aperti" disse Ziva sentendosi un po' in colpa.
"Non c'è nessuno problema, Zee. Eri stanca" la tranquillizzò lui.
"Non vorrei averti rovinato la serata" rispose.
"Hey, questi sono gli ormoni che parlano? Come puoi avermi rovinato la serata? Anzi mi hai regalato due giorni bellissimi" le disse.

Le face tenerezza in quel momento. Si vedeva che lo amava molto.

"Sul serio ti sei divertito in questo giorni?" domandò.
"Molto Zee. Grazie" rispose lui.
"Sono felice. Posso addormentarmi addosso a te anche stasera? Lo sai quanto mi piace" chiese Ziva.
"Certo, guanciotte dolci" le rispose facendola appoggiare a lui.

La fece addormentare accarezzandole la pancia. Gli piaceva sentire la sua bambina muoversi ed era un gesto che rilassava molto Ziva.

Prima di addormentarsi, Tony pensò a quanto era fortunato ad averla.
Non poteva chiedere di meglio.










Angolo dell'autrice:

Holaaaaaaaaaaaa!
Avete visto come sono puntuale ad aggiornare ora? LOL
Ho promesso che avrei aggiornato più frequentemente e lo farò! XD

Ora, sappiamo che Tony si sta facendo in quattro per aiutare Ziva, non pensate che lei sia stata davvero dolce a fargli passare un week-end tutto per lui?
Awwwwwwwww quanto amore! XD
Poi così Ziva ha avuto modo di conoscere anche gli amici di Tony! Mi sembra giusto visto che stanno insieme! :D

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! :):)

A prestissimo con il prossimo!

Baci, Meggie. 

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Capitolo 17
*** Unexpected Surprise. ***


UNEXPECTED SURPRISE

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"Stasera tornando a casa, mi puoi portare un po' di torta al cioccolato?" chiese Ziva mentre Tony stava per uscire per andare al lavoro.
"No, amore. Mangi troppi dolci" le disse.

Ziva fece la faccia triste. Sapeva come convincere Tony a fare quello che lei voleva.
Assunse l'espressione di una che sta per mettersi a piangere. A quel punto, Tony che non voleva assolutamente vederla piangere di nuovo, cedette.

"Ok, ok. Te la compro. Ma tu promettimi che non mangerai altri dolci durante la giornata" le disse dandole un bacio.
"Prometto! Grazie, sederino peloso. Ti adoro, lo sai?" rispose lei.

Si salutarono e Tony andò al lavoro.
Fu una giornata noiosa, per lui.
Nessun caso, solo lavoro d'ufficio.

"Oggi giornata piatta!" esclamò Dorneget seduto alla scrivania di Ziva.
"Mai dire quelle parole! È la volta buona che succede un cataclisma" lo rimproverò DiNozzo.
"Scusa Tony... Ma non crederai a queste superstizioni" gli disse.

Proprio in quel momento le porte dell'ascensore si aprirono e se lo vide comparire davanti.

"Junior!" urlò il padre di Tony entrando.
"Papà! Che ci fai qui?" chiese lui sorpreso mentre lo abbracciava.

Tutte le volte che suo padre si era presentato all'improvviso aveva sempre portato problemi. Ma questa volta Tony era convinto che fosse solo una visita di piacere.
L'ultima volta che sei erano visti, a New York, lui gli sembrava davvero interessato a fare parte della sua vita e di quella della nipote.

"Sono venuto per augurarvi buone feste. Per Natale non sarò a casa e così sono venuto in anticipo" spiegò Senior.
"Papà, è una bellissima sorpresa! Hai fatto bene a venire" gli disse Tony.

Senior salutò Gibbs e McGee, poi si girò verso la scrivania di Ziva e disse "Beh, Ziva me la ricordavo un po' più carina".

Scoppiarono tutti a ridere.
"Piacere di conoscerla, sono Dorneget" si presentò lui.
"Piacere mio. Sei il sostituto di Ziva, finché è in maternità?" chiese.
"Esatto, le tengo calda la sedia mentre non c'è" spiegò.

Senior andò a salutare anche Abby, poi tornò da Tony.
"Penso che ora andrò in giro per la città finché tu non finisci di lavorare. Poi magari potremmo andare a cena fuori, facciamo una sorpresa a Ziva" disse.

Gibbs aveva sentito la loro discussione e siccome non c'era molto lavoro da fare decise di mandare Tony a casa in anticipo.

"Grazie capo" disse Tony.
"Andiamo a casa, papà. Credo che Ziva sarà davvero felice di vederti" aggiunse.

Quando Tony aprì la porta di casa sentì la voce di Ziva.

"Amore, sei già tornato? Sono in cucina che lavo i piatti non posso venire a salutarti" gridò lei.

Tony non disse nulla ma si diresse in cucina con suo padre. Ziva, allarmata per non aver sentito risposta, si stava già asciugando le mani con uno straccio per andare a dare un'occhiata.
Rimase sorpresa quando in cucina fecero la loro comparsa Tony e Senior.

"Mia dolce Ziva!" esclamò Senior andandole incontro e abbracciandola.
"Che bella sorpresa. Non mi aspettavo di vederti" disse lei.
"Mi mancavate ragazzi. E poi volevo sapere come stava la mia nipotina" rispose mettendo la mano sulla pancia di Ziva. Sentì la bambina muoversi.
"C'è molta attività qui dentro" aggiunse ridendo.
"Puoi dirlo, è tutto il giorno che mi tira calci" spiegò Ziva.

"Allora dovresti sederti, amore. Magari si calma" intervenì Tony.
"Sono stata seduta tutta la mattina... Comunque non fa nulla, non mi da fastidio per il momento" lo tranquillizzò lei.

Senior li guardò e ripensò agli stessi momenti che aveva passato lui con sua moglie mentre aspettava la nascita di Tony.

"Cosa ne pensate se stasera vi porto fuori a cena? Andiamo al mio ristorante preferito" propose Senior.
"Penso sia un'ottima idea" rispose Ziva.
"Fantastico, allora adesso vado in albergo e mi preparo. Ci vediamo alle otto sotto il mio hotel?" disse Senior.
"Ok, papà. Sei sempre all'Adam's House?" domandò Tony.
"Esatto, allora ci vediamo dopo" disse Senior andando verso la porta.
"Aspetta papà. Se vuoi ti accompagno, non hai la macchina" rispose Tony.
"Non importa Junior, prenderò il taxi" disse uscendo.

Ziva guardò Tony. Voleva capire se fosse felice o arrabbiato per la presenza del padre.

"Tutto bene, amore?" gli chiese.
"Si... Ed è sconvolgente. Mio padre è qui e sono felice" le rispose.
"Ed è una bella cosa. Sai credo che abbia voglia di passare tempo con la sua famiglia" disse Ziva.
"Lo penso anche io, ci rilassiamo un po' sul divano e poi ci prepariamo per la cena?" propose Tony.

Alle otto in punto si fecero trovare sotto l'hotel di Senior.
Andarono al suo ristorante preferito e cenarono in allegria.

La sera, dopo essere tornati a casa, Ziva si addormentò subito. Ma Tony non riusciva a prendere sonno, continuava a pensare a suo padre e a come si stesse comportando bene in quel periodo. Aveva quasi paura che fosse un sogno.
Poi gli venne in mente una cosa. Si alzò, prese il telefono e chiamò Senior.

"Junior, qualcosa non va?" chiese il padre allarmato rispondendo al telefono. Era quasi mezza notte, non certo l'ora per una telefonata.
"No, papà. Tranquillo. Solo volevo chiederti se domani puoi rimanere a far compagnia a Ziva. Se non hai altro da fare. Sai lei passa tutto il giorno da sola e credo le farebbe piacere stare con te" domandò Tony.

Non avrebbe mai pensato di fare una cosa così. Di fidarsi così tanto di suo padre da permettergli di stare con la sua ragazza incinta.

"Ma certo, Junior. Si annoia molto durante il giorno?" chiese lui.
"Abbastanza, non può fare quasi nulla. E questo la fa diventare nervosa, il che impazzire me" rispose Tony ridendo.
"Non ti preoccupare. Starò in città fino alla fine della settimana. Ci penso io a Ziva" disse Senior.
"Grazie, papà" rispose Tony prima di chiudere la chiamata e andare a dormire.

La mattina seguente Senior di presentò a casa di Tony poco prima che lui uscisse.

"Beh, passate una buona giornata voi due" disse Tony andando al lavoro.
"Certo amore" gli disse Ziva baciandolo.
"Ciao figliolo" aggiunse Senior.

Tony uscì di casa e Senior guardò Ziva.

"Allora che facciamo oggi?" chiese lei.
"Ho pensato che prima ti porto al centro commerciale dove compreremo tante belle cose per mia nipote, poi andiamo a pranzo fuori. Per il pomeriggio si vedrà" le disse.
"Oh, non è necessario che compri qualcosa..." iniziò Ziva. Ma Senior non la lasciò finire.
"Io voglio, lasciami fare il nonno per favore" rispose lui.
"Va bene, nonno. Usciamo allora" disse lei.

Passarono tutta la mattina a fare spese. Tony non scherzava quando le aveva detto che suo padre era ricco sfondato e che gli piace a darsi alle spese pazze.
Forse era anche per quello che ogni tanto finiva in bolletta. Non si risparmiava nulla.

Seduti al tavolo da pranzo conversavano allegramente.
"Per favore il giorno che nascerà mettile il vestitino che abbiamo comprato oggi, poi fatele una foto e mandatemela. Sarò a Singapore in quel periodo e non credo che riuscirò a vederla. Dovrò aspettare dopo le feste" disse Senior con un velo di malinconia.
"Certo, non ti preoccupare. Tony farà mille foto e sono sicura che vorrà fare un video da mandarti. Lo sai come è fatto" rispose lei.
"Grazie Ziva. Sono davvero felice che Tony abbia te, adesso. Lo vedo molto cambiato, più felice. E grazie a te abbiamo anche migliorato il nostro rapporto" le confessò Senior.
"Lui ti vuole bene, lo sai vero? Gli è solo servito un po' di tempo per tornare a fidarsi" rispose Ziva.

Fu in quel momento che Senior notò il braccialetto al polso di Ziva. Quello di sua moglie. Quello che Tony le aveva regalato durante la loro giornata negli Hamptons.

"Te l'ha dato Tony?" le chiese.
"Si... Se lo rivuoi lo capisco, era di tua moglie..." disse Ziva un po' in imbarazzo.
"Ziva, cara. No. Non volevo dire questo. Penso che Tony abbia fatto bene a dartelo. È perfetto su di te e significa molto per Lui... Adorava sua madre" spiegò subito Senior.

Ziva sorrise. Finirono il pranzo parlando di Tony quando era bambino, anche se non sembrava così, Senior sapeva tante cose di suo figlio. Forse non sapeva come dimostrarglielo, ma lo amava davvero tanto.

Fecero due passi nel parco davanti al ristorante ma Senior si accorse che Ziva aveva qualche problema.

"Tutto bene, Ziva?" le chiese. Non voleva che stesse male proprio mentre era con lei.
"Si... Ma tua nipote mi sta massacrando, tira un sacco di calci" spiegò mettendosi una mano si alla pancia.
"O mio Dio, scalcia davvero tanto" esclamò toccandole il ventre.
"Ti vuoi sedere?" aggiunse.
"No..." rispose.

Ma Senior si accorse che la cosa iniziava a darle piuttosto fastidio vedendo che aveva assunto una faccia più seria.
Decise di riportarla a casa, così si sarebbe potuta riposare.

Quando Tony rientrò trovò Ziva addormentata sul divano e Senior in cucina, ai fornelli.

"Papà, tutto bene oggi? L'hai distrutta. Dorme come se non avesse dormito per tutta la settimana" disse Tony.
"Si tutto a posto. Siamo stati fuori tutta la mattina, ma l'ho riportata a casa presto. Tua figlia scalciava molto e Ziva sembrava non gradire. Va da lei. Io finisco di cucinare e vi chiamo quando è pronto" spiegò Senior.

Tony tornò in salotto e si sedette vicino a Ziva. Lei aprì gli occhi.
"Scusa, ti ho svegliata" le disse.
"Tranquillo. Tutto bene al lavoro?" chiese.
"Si, e tu stai bene?" le domandò preoccupato accarezzandole la pancia. Sentiva la figlia muoversi.
"Si, non ti preoccupare. È solo che mi sembra di avere cinque bambini dentro di me, non uno" disse lei ridendo.
"Prova a girarti su un fianco, magari si calma" le suggerì lui.

Infatti dieci minuti dopo Ziva non sentiva più nulla. Andarono in cucina, cenarono con Senior e si fermarono a chiacchierare.
Tony si accorse che Ziva faticava a tenere gli occhi aperti.

"Ziva, amore. Ora andiamo a dormire, ok?" le disse prendendole la mano. In quel momento le sembrava una bambina.
"Si, io vado a letto. Sono stanca... Tu resta ad aiutare tuo padre a sistemare, ti aspetto di là" rispose lei. Voleva che lui e Senior avessero un po' di tempo per loro.
"Ok, a dopo amore" le disse dandole il bacio della buona notte.

"Grazie papà" gli disse mentre l'avevano i piatti.
"Per cosa?" domandò.
"Per oggi, per essere venuto a trovarmi" rispose.
"Non devi ringraziare, l'ho fatto volentieri" disse Senior.
"Sai cosa, fallo più spesso. Mi manchi, anche se non te lo dico mai" confessò Tony.

Senior sentì un tuffo al cuore. Allora suo figlio gli voleva ancora bene.

"Verrò spesso, te lo prometto" rispose.

Si sorrisero. Finalmente Tony sentiva di aver ritrovato suo padre.













Angolo dell'autrice:

Weiiiiiiiiiiiii!
Altro capitolo!
È tornato Seniorrrrrrrrrr! *-*
Io adoro Senior e sinceramente lo vorrei vedere più spesso in Ncis...
Comunque Senior ha fatto una sorpresa a Tony e Ziva! E Tony gli dice che gli manca! Awwwwwwwww

Spero vi sia piaciuto! :):)
Non manca molto alla fine della storia, quindi stay tuned!

Baci, Meggie.

P.s.: chi ha visto la scenata di Pauley oggi! -.-" Ridicola, addirittura dirci che Cote odia i suoi fans! Pfffff  

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Capitolo 18
*** It's XMas Time! ***


IT'S XMAS TIME

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"Eccovi ragazzi!" esclamò Abby felice.

Quel giorno Tony aveva portato anche Ziva al lavoro con lui. Dovevano andare tutti quanti all'ospedale per la giornata di beneficenza. Come tutti gli anni sarebbero andati nel reparto di pediatria a portare i regali ai bambini. E questa era una di quelle occasioni in cui anche Ziva poteva partecipare, anche se era in maternità quella non era una cosa faticosa.

"Ciao Abby! Vedo che sei già su di giri" le disse Ziva.
"Certo! Non vedo l'ora di essere là. Mamma mia come è cresciuta la tua pancia" le disse.
"Mia figlia cresce e inizia a portare via spazio" commentò lei.

"Pronti a partire?" chiese Gibbs prendendo le chiavi della macchina.
"Prontissimi capo" rispose Tony.

Si diressero tutti alle proprie macchine e partirono verso l'ospedale. Ziva e Tony erano, ovviamente, in macchina insieme.

"Hey, amore. Tutto bene?" le domandò Tony, aveva notato che da quando erano partiti Ziva era rimasta in silenzio.
"Certo, stavo solo pensando" rispose Ziva.
"A che cosa?" le domandò curioso.
"Alla nostra bambina. A come sarà quando crescerà, al futuro" disse Ziva.

Tony le prese la mano e gliela strinse, lasciando che tornasse ai suoi pensieri. Passarono il resto del viaggio in silenzio.
Arrivati in ospedale furono subito accolti dalla caposala.

"Grazie mille per essere qui anche quest'anno. Ai bambini fa molto piacere" disse.
"Per ogni stanza ci sono quattro bambini, maschi o femmine. Avete tutto il pomeriggio a disposizione, quindi se avete voglia fermatevi a parlare con loro. Ne saranno felici" aggiunse.
"Certo, molto volentieri" rispose Gibbs.

Si divisero in due gruppi e si diressero nelle varie stanze.
Abby era radiosa, continuava a passare da una stanza all'altra portando regali, era proprio il lavoro giusto per lei.
I bambini si divertivano molto a sentirle raccontare strani casi che aveva risolto e strane tecniche di laboratorio.

Ziva al contrario era abbastanza silenziosa, come se si sentisse fuori luogo.
Dopo un po' che erano lì lei e Tony decisero di andare, da soli, in un'altra stanza mentre Abby finiva di parlare con i bambini della stanza in cui si trovavano.

"Ciao" disse Tony entrando nella camera.

Davanti a loro trovarono solo due bambine, che avranno avuto al massimo nove anni.

"Ciao, voi chi siete?" chiese una delle due bambine.
"Siamo agenti dell'NCIS e siamo venuti qui per portarvi qualche regalo, per Natale" rispose Ziva.
"Forte!" esclamò l'altra bambina mettendosi in piedi sul letto.
"Mary... Ti conviene sederti prima che l'infermiera venga qui e si arrabbi come l'altro giorno" le suggerì la bambina seduta sull'altro letto.

Mary si sedette e guardò Tony allungando la mano.
"Piacere, io sono Mary e lei è Ruby" disse sorridendo.
"Piacere, io sono l'Agente super speciale Anthony DiNozzo" rispose lui stringendole la mano.
"Ma potete chiamarlo Tony. Io invece sono Ziva" concluse subito lei.
"Che nome strano, non lo avevo mai sentito" commentò Ruby.

Ziva andò a sedersi sul suo letto e le disse "Sono nata in Israele, è un nome ebraico".
"Ah, allora magari sai cos'è il Mossad, il mio fratellone studia la storia di Israele e quando viene a trovarmi mi racconta cosa ha imparato. Ieri mi ha parlato del Mossad... Ma non ho mica capito cosa fanno là" disse la bambina ridacchiando.

Tony guardò Ziva, sperando che non si mettesse a raccontare di qualche sua missione segreta.

"Beh, per spiegartelo semplicemente è come l'NCIS, però in Israele. Io ho lavorato là, sai?" le disse Ziva.
"Davvero? E cosa facevi?" chiese la bambina curiosa.
"Hai ucciso tante persone?" aggiunse Mary.

Ziva fece una pausa, sapeva di non poter dire quello che aveva dovuto fare quando aveva lavorato al Mossad. E nemmeno voleva ricordarlo.

"Lavoravo come sto lavorando qui, arrestavo le persone cattive. E no, non ho mai ucciso nessuno" mentì Ziva.

A quel punto intervenì Tony, quello non era l'argomento adatto a due bambine piccole.

"Che dite se ora vi diamo i regali? Li volete?" domandò.
Dall'urlo felice che fecero le due ragazzine, Tony capì che era esattamente quello che volevano.

Diedero loro i regali e le osservarono aprirli.
Ziva pensò a quando sarebbe toccato a lei vedere la propria figlia scartare i regali di Natale. Sorrise accarezzandosi la pancia.

Rimasero ancora per un po' a parlare, quella era una delle ultime stanze, avevano già visitato tutti i bambini.

"Aspetti un bambino?" chiese Mary ad un certo punto indicando la pancia di Ziva.
"Si, è una femmina" rispose lei.
"Posso toccare la tua pancia?" domandò sorridendo.

Ziva si avvicinò e lasciò che la bambina appoggiasse le mani sul suo ventre. In meno di dieci secondi anche Ruby era salita sul letto di Mary e aveva appoggiato l'orecchio sulla pancia come per ascoltare quello che succedeva dentro.

"Hey, ma si sente che si muove qualcosa!" esclamò Ruby.
"Si, è la nostra bambina che si è accorta che ci siete anche voi" spiegò Tony.

Le due bambine risero continuando a toccare la pancia di Ziva.
Tuttavia Tony continuava a guardarla preoccupato. Era sorridente ma sembrava che qualcosa la turbasse.
Le appoggiò una mano sulla schiena e la accarezzò delicatamente.

"Lo sai, anche la mia mamma aspetta un bambino, però è un maschietto. Avrò un fratellino" disse Mary.
"Davvero? E sei felice?" le domandò Ziva.
"Si, non vedo l'ora che nasca. Voglio essere una sorella maggiore io" rispose felice la bambina.
"Infatti ho chiesto a Babbo Natale se quest'anno come regalo può farmi guarire. Perché voglio stare bene quando nascerà il mio fratellino" aggiunse.

Ziva rimase come bloccata, odiava tutto questo.
Adorava stare con i bambini ma non poteva nemmeno pensare di vederli soffrire. Nessuno vuole vedere un bambino stare male ma Ziva stava ancora peggio pensando a sua sorella e a tutto quello che aveva passato da piccola.
Probabilmente il fatto che era incinta non l'aiutava, anzi gli ormoni la rendevano ancora più sensibile.
Ecco perché quel giorno non era poi così felice di andare a portare i regali, ecco perché era così silenziosa. Vedeva questi ragazzini chiusi in una stanza d'ospedale e sentiva il suo cuore spezzarsi.

"Vedrai che guarirai e sarai un bravissima sorella maggiore" le rispose Ziva.

Sentiva un nodo alla gola, sperò di non scoppiare a piangere davanti a Mary e Ruby.
Tony se ne rese subito conto. Fortunatamente avevano già passato un bel po' di tempo a chiacchierare così prese l'iniziativa e salutò le due bambine.

Uscì dalla stanza, prese Ziva per mano e la portò nel bagno più vicino.
Senza bisogno che Ziva disse nulla, lui l'abbracciò.

"È tutto a posto, Zee" le sussurrò all'orecchio.
"Non è vero, tutti questi bambini stanno male Tony" rispose lei.
"E se poi non guariscono?" aggiunse abbracciandolo più forte.
"Hey, molti di loro staranno bene. E tu sai meglio di me che non sempre le cose vanno come si vuole. Ma bisogna accettarle, Ziva. Nessuno può assicurarci che torneranno tutti a casa, ma guardali oggi: siamo venuti qui e li abbiamo fatti sorridere" cercò di spiegarle Tony.

Sentì Ziva piangere, odiava vederla così. Sapeva che gli ormoni esageravano la sua reazione, ma capiva benissimo che quella cosa l'avrebbe fatta star male anche se non fosse stata incinta.

"Andiamo piccola Ninja, perché piangi?" le chiese.
"Tony... E se succedesse alla nostra bambina? Uno vede gli altri e pensa che non gli potrà mai succedere, ma non è vero. Sono cose che possono accadere a tutti" si sfogò lei.
"È vero, potrebbe succedere. Ma non ci pensare ora, ok? Primo perché stressanti così non fa bene né a te né alla nostra bambina. Secondo perché non possiamo pensare al peggio ogni volta. Hai visto cose terribili nella tua vita, amore. Ma io sarò qui con te qualsiasi cosa accada" la rassicurò Tony.
"Grazie..." fu la sua unica risposta.

Aspettò che Ziva smettesse di piangere e fosse pronta ad uscire dal bagno.
"Andiamo Ziva, ora io e te torniamo a casa" le disse.
"Non importa, mi sento meglio adesso" rispose lei.
"Sono felice amore, ma qui abbiamo finito e io e te ci meritiamo una serata sul divano con Take Away al ristorante cinese. Ti va?" le propose.

Ziva annuì sorridendo e pensando a quanto fosse fortunata ad avere Tony.

"Capo, io e Ziva andiamo a casa ora" disse Tony a Gibbs.
"Ok. Non stai bene, piccola?" le domandò lui in modo paterno.
"Io... Sono solo un po' stanca..." cercò di giustificarsi lei.

Ma Gibbs aveva perfettamente capito qual era il problema, non c'entrava per nulla la stanchezza.
Le diede un bacio sulla fronte e disse "Andate pure, non avrei dovuto farti venire qui".

Ziva non rispose, sentiva che stava per rimettersi a piangere e voleva evitare l'ennesima crisi.
Tony fece un cenno del capo in segno di ringraziamento a Gibbs e poi portò via Ziva.

La serata divano, più film, più cibo cinese fece decisamente bene a Ziva.
Oltre al fatto che era molto affamata, e che quindi tutto quel cibo le riempì la pancia, riuscì a ritrovare il sorriso.

"Tony ci sono altri involtini?" chiese lei.
"No, li hai già finiti tutti" rispose lui.
"Uff... Il cibo finisce subito" si lamentò.
"Perché tu mangi quanto un trita rifiuti, amore" la prese in giro lui.
"Tu mangi quanto me. Ma tieni conto del fatto che io mangio per due" cercò di giustificarsi.

Lui la guardò e sorrise.

"Sono felice che tu ti sia calmata, Zee" le disse.
"Non ti voglio vedere piangere" aggiunse dandole un bacio.
"È merito tuo come al solito, sai sempre come risollevarmi il morale, sederino peloso" rispose.
"E comunque hai ragione, non devo pensare che succederà qualcosa di brutto. Voglio solo godermi questo momento di felicità con te" concluse.
"Brava la mia Ninja. E se avrai bisogno di più felicità ricordati che io sono qui, sono un grande donatore di felicità" rispose scherzando.
"Se la metti in questo modo..." iniziò lei avvicinandosi lentamente a Tony.

Lui pensò che stesse per baciarlo. Invece Ziva oltrepassò il suo volto e con una mossa rapida gli rubò il piatto pieno di cibo.

"... Mi faresti molto felice lasciandomi finire la tua cena" esclamò lei.

Si guardarono un attimo negli occhi e scoppiarono a ridere. Questa era la loro felicità, avere l'uno l'amore dell'altra.















Angolo dell'autrice:

Bella tuttiiiiiii! :)
Come state?
Io così così... Ma non importa perché grazie a queste mie FF quando sono un po' giù ritrovo il sorriso. Grazie a voi che mi fate sorridere con le vostre recensioni.

So, io sapevo che il cast di Ncis per Natale va negli ospedali a portare i regali ai bimbi malati (che cosa dolcissima *-*). Così ho pensato, perché non farlo fare anche a Tony, Ziva, Gibbs, Abby e tutti glia altri!?
Ed ecco qui il capitolo! XD

Beh è normale che Ziva, incinta, resti un po' scossa no? Pensa a sua figlia...
Ma tanto c'è Tony che sistema tuttoooooooo! Yeahhhh! XD

Per la cronaca... Stasera mangerò al ristorante cinese, ecco perché ho scritto che anche loro mangeranno quello! LOL

Ok, ora vi saluto!

Baci, Meggie.

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Capitolo 19
*** I'll coming back soon. ***


I'LL COMING BACK SOON

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Ziva era alla fine della gravidanza, la sua pancia aveva dimensioni improponibili. Ormai non riusciva a fare più nulla e la noia aveva preso il sopravvento.

Avevano finito di cenare da poco e si stavano godendo la serata sul divano.

"Domani vengo al lavoro insieme a te" annunciò Ziva ad un certo punto.
"Come? E cosa ci vieni a fare, amore. Non è meglio se resti a casa a riposare? Mancano pochi giorni e la nostra piccolina nascerà, è meglio se ti rilassi" le suggerì Tony.
"Mi sono rilassata per tutta la gravidanza Tony! Io mi annoio qui. Non riesco a pulire, non riesco a fare nulla. Se mi cade qualcosa non riesco nemmeno a chinarmi per raccoglierlo. Come stamattina" si lamentò lei.

Quella mattina era a casa da sola, come al solito. Presa dalla noia aveva deciso che era il caso di fare qualcosa per tenersi occupata, così iniziò a preparare un dolce per Tony.
Sapeva quanto lui amasse la cioccolata e i dolci in generale e, di sicuro, Ziva in quel periodo non disprezzava il cibo.
Stava per informare il dolce quando si accorse che le era caduto il guanto da forno.

"Dannazione! Ora come lo raccolgo" gridò.

Provò in tutti i modi ma non c'era verso di riuscire ad acchiapparlo con la pancia così grande che faceva da ostacolo. Si trovò costretta a chiamare l'anziana vicina di casa per farsi aiutare.

"Dai Ziva, sono cose che succedono" le disse Tony.
"Va bene. Allora ti dò un'altra motivazione. Se vengo al lavoro non starò in casa tutto il giorno a mangiare merendine e qualsiasi cosa mi capiti sotto mano. Così almeno, non mi troverai chiusa in bagno quando torni a casa" rispose lei.

Era proprio quello che era successo una settimana prima.
Ziva aveva mangiato tutto il giorno. Non aveva avuto bisogno di preparare colazione o pranzo. Da quando si era alzata al mattino fin verso un'ora prima che Tony tornasse a casa aveva smangiucchiato qualsiasi cosa.
E alla fine il suo stomaco, che aveva imparato a digerire anche le pietre, aveva ceduto ed era dovuta correre in bagno.
Quando Tony era tornato a casa si era spaventato, non trovandola stesa sul divano come al solito. E, come tutte le volte, si era ritrovato a doverle tenere indietro i capelli e aiutarla mentre stava male.

"Ok, questo è un punto a tuo favore" le disse Tony a quel punto.
"Resta comunque il fatto che non voglio che ti stanchi" aggiunse lui.

A quel punto Ziva si era già accoccolata tra le braccia di Tony e stava facendo gli occhi dolci per cercare di convincerlo.

"Se ti prometto che sto buona? E che se sono stanca prendo il taxi e torno a casa? Tieni conto che starò seduta per gran parte della giornata quindi non mi stancherò e non ti darò fastidio" gli disse.
"Ok. Si può fare" si lasciò convincere lui.

E infatti il mattino seguente andarono tutti e due all'NCIS.
In fin dei conti Tony era felice di averla portata con lui, le mancava averla in giro in ufficio.
Poi, essendo quasi Natale Ziva ne approfittò per portare i regali ai colleghi.

"Ziver, che ci fai qui?" chiese Gibbs vedendola uscire dall'ascensore con Tony.
"Porto saluti, regali e... Cerco un po' di compagnia. Mi mancate un sacco" rispose lei.
"Anche tu ci manchi" si intromise McGee.
"Hai fatto bene a venire, Abby sarà più che felice di vederti" aggiunse.
"E non ti dimenticare di salutare Ducky e Palmer. Chiedono di te ogni giorno" disse Gibbs.
"Prometto che passerò da tutti... E che non mi stancherò" rispose guardando Tony.
"Brava la mia Ninja obbediente!" esclamò lui baciandola appassionatamente.

"DiNozzo! Cosa ho detto sulle effusioni personali sul luogo di lavoro!" gridò Gibbs.
"Che sono da evitare e che i baci non possono durare più di tre secondi" rispose immediatamente Tony staccandosi da Ziva.
"Esatto e questi erano già più di cinque secondi" disse Gibbs.

"Va bene, direi che vado a salutare Ducky e Palmer ora..." prese l'iniziativa Ziva. Sentiva l'atmosfera un po' tesa.

Scese in sala autopsie con i due regali. Non appena Ducky la vide le andò incontro e l'abbracciò.
"Mia cara, che piacere vederti" le disse.
"Ziva! Finalmente da queste parti. Come stai?" aggiunse Palmer.
"Sto bene. Sono venuta a farvi gli auguri. Ma vedo che siete impegnati" commentò vedendo che avevano ben tre tavoli occupati da cadaveri.
"I nostri ospiti possono aspettare un attimo. Ormai non scappano più, purtroppo" rispose Ducky.

"Ti posso offrire un tè?" aggiunse.
"Volentieri, se poi hai anche dei biscotti...' rispose lei.
"Certamente! Vedo che l'appetito non ti manca. Signor Palmer, porta una sedia per l'agente David, non deve stare in piedi" disse Ducky.

Si sedettero tutti e presero il tè chiacchierando.

"Oh, amore. Fai piano con quei piedi" esclamò Ziva ad un certo punto mettendosi una mano sulla pancia.
"Mamma sta mangiando, non vorrai mica farla stare male?" aggiunse.

Ducky e Palmer risero.

"Le piace darti calci?" chiese Ducky.
"A quanto pare è la sua attività preferita. Ci sono giorni che non riesco a stare in piedi. Diciamo che a volte esagera... Avrà preso da suo padre" commentò Ziva.
"Beh, manca poco al parto ormai. Giusto?" domandò Palmer.
"Si, fortunatamente. Voglio dire, mi piace averla dentro di me. Ma iniziò ad essere stanca e anche impaziente di vederla. Il medico ha detto che ormai è questione di giorni" rispose Ziva.
"Scommetto che anche l'agente DiNozzo non stia più nella pelle" disse Ducky.
"Oh, se potesse la tirerebbe fuori adesso. Nell'ultimo periodo É diventato davvero impaziente. La cosa mi piace, sai. Non credevo che fosse così felice di avere un bambino" spiegò lei.
"Credo che Tony sarà un ottimo padre. Anche se a volte si comporta in modo infantile, sappiamo tutti che é una persona seria e responsabile" rispose Ducky.

Finì di bere il tè e poi andò via. Erano entrambi molto impegnati con le autopsie e lei non voleva disturbarli. Sapeva che avevano tanto lavoro da svolgere.

"Ziva, meno male che sei tornata su. Stavo per chiamare e dirti che ora devo uscire. Penso che io e McGee staremo fuori buona parte della giornata. Vuoi che ti riaccompagni a casa?" le disse Tony vedendola tornare alle scrivanie.
"Certo che no. Sono appena arrivata. Ma perché dovete andare via?" chiese un po' triste.
"Gibbs ci manda a prendere un testimone dell'omicidio a cui stiamo lavorando. Abita circa a due ore da qui..." spiegò Tony.

Ziva annuì rassegnata.

"Hey, tutto bene?" le chiese Tony prendendole la mano.
"Si, certo. Solo che mi dispiace che vai via. Ero venuta qui anche per passare un po' di tempo con te, mi manchi. Stando sempre al lavoro non ci vediamo molto durante il giorno" rispose lei.
"Mi dispiace amore. Mi farò perdonare ok? Cosa ne dici se tornando indietro mi fermo a comprarti una fetta di torta?" le propose lui.
"Mi mancherai lo stesso ma va già meglio" rispose sorridendo.

Tony si mise il cappotto e prese le sue cose.

"Va bene, amore. Ora vado. Tu e la mia bambina fate le brave ok?" disse dando un bacio a Ziva e uno alla sua pancia.
"Ci comporteremo benissimo, promesso" rispose Ziva.
"E tu fai attenzione, per favore" aggiunse.

Era sempre preoccupata quando Tony usciva per lavoro senza di lei. Soprattutto ora che era incinta.

"Sarò super attento. E te lo prometto, tornerò presto, prima di quanto immagini tesoro" rispose lui dandole un ultimo bacio prima di uscire.

Ziva lo salutò mentre saliva in ascensore. Siccome era rimasta da sola, decise di prendere il regalo di Abby e andare al laboratorio.
Avrebbe passato la mattinata a chiacchierare con lei.

Entrò nell'ascensore e premette il pulsante.
Si appoggiò contro la parete, quella mattina aveva davvero un forte mal di schiena.
"Per fortuna che ormai sono alla fine della gravidanza. Questa enorme pancia mi sta distruggendo" pensò.

Poi l'ascensore si aprì e lei si diresse al laboratorio.

"Ciaoooo!" gridò Abby vedendo entrare Ziva.
"Abby, come stai? Sono venuta a trovarvi... A casa da sola mia annoiavo" disse Ziva sedendosi.
"E poi ti ho portato anche un regalino, visto che tra poco è Natale" aggiunse dando un pacchetto ben incartato ad Abby.

"Hai fatto benissimo! Anzi avevo già pensato di passare a casa a salutarvi stasera. Perché anche io avevo il regalo da darti. Ma visto che sei qui..." rispose prendendo un sacchetto da dentro l'armadietto da dare a Ziva.
"Ma aprilo il giorno di Natale... Non ora!" aggiunse.
"Ok, prometto che aspetterò. Grazie" rispose Ziva.
"Grazie a te" disse Abby.

"McGee e Tony saranno fuori tutto il giorno. Pranziamo insieme?" chiese Ziva.
"Si, che bella idea! È un sacco che non mangiamo io e te. Potremmo andare alla nuova tavola calda che hanno aperto qui di fronte, fanno un sacco di cose buone" propose Abby.
"In questo periodo mangio di tutto, quindi per me un posto vale l'altro. Scegli tu" rispose Ziva.
"Perfetto allora andremo lì" disse Abby.
"Ma dimmi... Come va? Sei pronta? Io sono super eccitata non vedo l'ora di diventare zia!" aggiunse lei al settimo cielo.

"Beh il medico mi ha detto che il tempo scade proprio il giorno di Natale quindi ormai ci siamo, nascerà a momenti" spiegò Ziva.

"Eh no! Natale è tra 3 giorni, 14 ore, 27 minuti e 3 secondi" gridò Abby indicando lo schermo del suo computer "Quindi il tempo scade tra tre giorni! Tre giorniiiii!!!".

Ziva guardò Abby confusa.

"Quanti caffè hai già bevuto?" le chiese.
"Mmmmmm... Quattro! E mi sento carichissima" commentò.
"Si vede. Sai credo che dovresti calmarti non ti fa bene tutta quella caffeina. Rischi di..." iniziò a dire Ziva.

Ma improvvisamente si bloccò.

Abby si girò e disse sempre più su di giri "Rischio cosa, cosa, cosaaaa?".

Ziva guardò Abby, poi il pavimento e poi di nuovo Abby.
Era appena successo.














Angolo dell'autrice:

BUM! Eccoci qui!
Ragazzeeeeeeeeeee :(
Questo è il penultimo capitolo! O.o
Come può essere già finita anche questa ff??
Nuuuuuuuu sono troppo triste! -.-"

Tralasciando la mia tristezza, vi ho lasciate con un CLIFFI a fine capitolo. Però penso che tutte abbiate capito cosa è successo a Ziva! XD
Nel caso non li abbiate capito (non credo) lo scoprirete nel prossimo capitolo che concluderà questa storia.... :D

Vi è piaciuto questo cap? Spero di si!!! :)
Stay tuned per il prossimo capitolo! Arriverà prestissimooooooo :):)

Grazie a tutti.
Baci, Meggie.

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Capitolo 20
*** When Christmas come to Town. ***


WHEN CHRISTMAS COMES TO TOWN

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"Credo che mi si siano appena rotte le acque" disse Ziva sconvolta. Sapeva che mancava poco, ma quello non era certo il momento migliore. Semplicemente per il fatto che Tony sarebbe stato fuori città con McGee per buona parte della giornata.

"O mio Dio! O mio Dio! Sta per nascere! Però mi hai fatto un bello scherzo avevi detto il giorno di Natale e invece, come ti ho detto prima mancano 3 giorni, 14 ore..." disse Abby prendendo il controllo della situazione.

"Smettila Abby! Aiutami piuttosto!" disse lei agitata.

"Ok Ziva, stai tranquilla. Penso a tutto io. Ora chiamo Ducky e anche un'ambulanza. Andrà tutto benissimo"

"No non va bene per nulla! Non c'è Tony!" esclamò Ziva agitata.

"Tranquilla, ora chiamo anche lui. Vedrai sarà qui in un batter d'occhio, non si perderebbe la nascita di sua figlia per nulla al mondo" le disse Abby avvicinandosi e prendendole la mano.

Fece un rapido giro di telefonate e in men che non si dica Ducky aveva raggiunto le due donne in laboratorio.

"Mia cara" disse il medico entrando e avvicinandosi a lei.
"È arrivato il momento, cerca di stare tranquilla. L'ambulanza sarà qui fra poco".

Ziva annuì e iniziò a respirare profondamente. Era in ansia. Voleva Tony con lei più di ogni altra cosa al mondo e lui non era lì.

Pochi minuti dopo anche Gibbs entrò nel laboratorio.
Non appena lo vide, Ziva si alzò dalla sedia per andargli incontro. In quel momento aveva bisogno di qualcuno che la sostenesse. Non che Abby o Ducky non ne fossero capaci, ma Gibbs era come suo padre e, dopo Tony, era l'unica persona che voleva veramente accanto in un momento come quello.
Tuttavia l'idea di alzarsi si rivelò pessima perché un attimo dopo essersi messa in piedi ebbe una contrazione.
Si appoggiò al tavolo in metallo stringendo gli occhi per evitare di gridare. Gibbs le fu subito accanto e l'aiutò a risedersi.
La guardò e notò la preoccupazione nei suoi occhi.

"Hey piccola, tranquilla. Sono qui, andrà tutto a meraviglia" le disse dandole un bacio sulla tempia.
"No. Voglio Tony. Ora!" gridò a causa del dolore e della rabbia.
"L'ho sentito al telefono" disse Abby "Sta già tornando indietro. Vedrai che fra poco arriva... Però tu respira e pensa solo a dare alla luce...".
"Taci Abby! Non voglio respirare, non voglio calmarmi e non voglio dare alla luce mia figlia se Tony non c'è!" gridò ancora più forte di prima.
Abby la guardò sconvolta e Gibbs si affrettò a spiegare "Mai cercare di far ragionare una donna che partorisce".
Abby sorrise. "E questa sarebbe la regola numero...?" domandò ironica.
"Nessun numero... È una cosa che devi sapere e basta".

Poco dopo arrivarono i paramedici che presero Ziva e la caricarono in ambulanza. Gibbs andò con lei mentre gli altri raggiungevano l'ospedale.

La portarono in sala parto e la sistemarono nel letto aspettando il medico.
"Gibbs fammi un piacere.... Richiama Tony e digli di muoversi a portare il suo sedere peloso qui se non vuole che io lo renda inabile a mettere al mondo altri bambini" disse Ziva poco prima di gridare per un'altra contrazione.

In quel momento entrò il medico.
"Pronti a mettere al mondo un angioletto?" esclamò tutto allegro.

Ziva lo incenerì con lo sguardo da assassina del Mossad pronta a distruggerti.
"Mi vede ridere? No. Quindi si tolga quel ghigno dalla faccia e trovi un modo per far restare mia figlia dentro di me finché Tony non sarà qui" disse furiosa.

Proprio in quel momento la porta si spalancò e Tony entrò dicendo "Eccomi qui! Ho sentito dire che avevi bisogno di un partner per mettere al mondo la nostra bambina".

Ziva prese il bicchiere di plastica che aveva sul comodino di fianco al letto e glielo scagliò contro.
"Ti odio!" gridò in preda al dolore.
"Ti amo anche io Ziva" rispose lui ironicamente.

Gibbs lo guardò, gli diede uno scappellotto e gli disse "Auguri, ora è tutta tua".

Tony si tolse la giacca e la lanciò sulla sedia accanto, poi si sedette sul letto lasciando che Ziva gli si appoggiasse addosso e le prese la mano.
"Sono qui amore, stringimi la mano e respira. Forza" le disse.
Ziva non ci pensò due volte, afferrò la mano di Tony e gliela stritolò.

"Bene. Ora che ci siamo tutti direi che è il momento di iniziare" disse il medico sorridendo.
"Le ho già detto di smetterla di sprizzare gioia da tutti i pori. È una cosa insopportabile e fuori luogo" urlò Ziva.
"Faccia come dice" lo avvertì Tony "Non è in sé in questo momento ed è stata addestrata dal Mossad ad uccidere... Mi creda è meglio darle retta".

"Ok... Allora è arrivato il momento di spingere, signorina David" disse il medico concentrandosi sul suo lavoro "Alla prossima contrazione una bella spinta".

Non ci volle molto perché la contrazione arrivasse.
Tony sostenne Ziva mentre spingeva.
Lei gridò con tutto il fiato che aveva in corpo mentre stringeva la mano di Tony.
"Ti odio Anthony DiNozzo Jr!! Guarda cosa mi hai fatto! È tutta colpa tua" disse.
"Eh no amore. Queste cose si fanno in due se non sbaglio" iniziò. Ma quando sentì la mano perdere sensibilità perché Ziva aveva aumentato la stretta si corresse.
"Ok hai ragione. È colpa mia tesoro. Però ora respira... E allenta la presa o mi staccherai la mano".

Alla fine della contrazione Ziva smise di spingere e si riappoggiò a Tony. Era madida di sudore, ma Tony trovava che fosse ugualmente bellissima.

"Stiamo andando bene. Ancora qualche spinta e la bambina è fuori" disse il medico, questa volta evitando entusiasmi inutili.

Poco dopo arrivò un'altra contrazione. Ziva gridò più forte di prima.
"Harah*! Tony perché mi hai fatto questo?!" disse disperata "Non ce la faccio più".
"Si che ce la fai piccola. Tira fuori il tuo addestramento del Mossad. E poi fuori ha iniziato a nevicare. Il momento perfetto per far nascere nostra figlia" le disse sperando di aiutarla.

"Ci siamo!" gridò il medico.

Ziva spinse più forte che poteva. Poi sfinita si lasciò cadere addosso a Tony. Lui la fece sdraiare sul letto e le diede un lungo bacio.

"È una bellissima bambina, congratulazioni" annunciò il medico mentre la neonata iniziava a piangere. Fece tagliare il cordone ombelicale a Tony e diede la bambina in braccio a Ziva.

"Grazie mia bella Ninja, non potevo chiedere regalo migliore per Natale" disse Tony baciando prima la fronte di Ziva e poi quella della sua bambina. Mancava poco a Natale e Tony pensava davvero che fosse il momento perfetto.

Erano tutti e due visibilmente emozionati.
"È bellissima non trovi?" disse Ziva.
"Oh si..." rispose Tony "Ha preso tutto dalla mamma".

"Allora che nome mettiamo a questa bella bambina?" chiese il medico.
Ziva guardò Tony e lui annuì.
"Amira DiNozzo" disse Ziva.

Passarono la mezz'ora successiva a guardare la loro bambina. Ziva la stringeva tra le braccia, sfinita ma piena di gioia, mentre Tony le accarezzava la manina e di tanto in tanto dava un bacio a Ziva.

"Ti aiuto a sistemarti" le disse Tony "Perché credo che dovremmo fare entrare gli altri. Saranno ansiosi di vedere la piccola Amira".
Ziva annuì. Voleva vederli, specialmente Gibbs.

Entrarono tutti insieme.
La prima cosa che fece Gibbs fu avvicinarsi a Ziva e bisbigliarle all'orecchio "Bravissima piccola".

Poi Tony disse "Sono felice di presentarvi Amira DiNozzo".
Non appena Abby vide la bambina iniziò a dare di matto.
"O mio Dio, o mio Dio! È stupenda, meravigliosa! Congratulazioni!!".
"Grazie Abby" disse Ziva "E scusa per prima... Ero un po' fuori di me" disse riferendosi al momento in cui le aveva gridato contro.
"Non ha importanza! Mi hai fatto diventare zia, non mi interessa quello che mi hai detto" rispose lei.

Rimasero lì un po' e poi se ne andarono, lasciando Tony e Ziva da soli a godersi il momento.

Passarono due giorni e arrivò la vigilia di Natale. Avrebbero dimesso Ziva dall'ospedale di lì a poco. Ma Tony non poteva aspettare oltre, aveva deciso che la Viglia di Natale sarebbe stato il momento migliore.
Aspettò la sera, quando tutti erano già passati a salutare Ziva e la bambina si era addormentata.

"Sei stanca amore?" le chiese Tony prendendo Amira e mettendola a dormire nella culla.
"Si, ma non riesco a smettere di guardarla" rispose.
"Nemmeno io" ammise Tony.
Si sedette sul bordo del letto e guardò Ziva dritto negli occhi.
"Che c'è?" chiese lei.
"Beh vedi, tu mi hai fatto questo magnifico regalo. Ora è il mio turno. So che non festeggi il Natale, ma Hanukkah, però io ti ho comprato lo stesso qualcosa. Spero che tu lo gradisca come io ho gradito la nascita di nostra figlia" iniziò Tony piuttosto nervoso.
Ziva lo guardò confusa "Tony, davvero, un regalo non era necessario".
Lui la zittì.
"Lasciami spiegare. Viviamo insieme, abbiamo una figlia. Siamo una famiglia, giusto? Beh, quando sei stata male ho riflettuto a lungo, la paura di perderti, di non poter stare con te per tutta la vita mi ha fatto capire una cosa. Che, come ti dissi un po' di tempo fa, non posso vivere senza di te. Quindi ho pensato che fosse giunto il momento di darti questo" disse Tony tirando fuori dalla tasca un anello "E di farti una domanda importante: Ziva David, vorresti rendermi l'uomo più felice di questa terra e diventare mia moglie?" concluse Tony lanciando a Ziva uno dei suoi sorrisi vincenti.

Lei lo fissò. Aveva già iniziato a piangere.
"Si" fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Tony le asciugò le lacrime, le mise l'anello al dito e la baciò.
"Ti amo" gli disse Ziva.
"Anche io ti amo" rispose Tony sdraiandosi nel letto con lei e abbracciandola.
Ziva si guardò il dito con l'anello.
"Quando lo hai comprato?" gli chiese.
"Il giorno che siamo andati al centro commerciale a comprare le cose per Amira, mentre eri in bagno. L'ho visto e non ho avuto dubbi che fosse l'anello giusto" spiegò.

Ziva bació Tony. Era davvero la persona migliore del mondo. Poi tornò ad accoccolarsi tra le sue braccia.

"Eh Tony... Buon Natale" aggiunse lei stringendolo forte.
"Mo'adim Lesimkha, Chena tova** amore" rispose lui.
Lei sorrise, Tony era sempre capace di sorprenderla.

Rimasero un po' in silenzio, poi Ziva disse "Dovremmo dirlo a Gibbs".
Tony sorrise.
"Lo sa già, guanciotte dolci. Gli ho chiesto il permesso, ovviamente" le disse.
Ziva sorrise. Chiuse gli occhi e si addormentò.
Tony la osservò per un po' prima di addormentarsi a sua volta..

Per loro questo era sicuramente il miglior Natale mai vissuto. Un momento che non avrebbero mai scordato. L'inizio della loro nuova vita.













Angolo dell'autrice:

OMG. Siamo arrivati alla fine della storia.
Non ci posso credere... Sono felice e triste allo stesso tempo. Dopotutto mi sono divertita un sacco a scrivere questa storia! XD

Ora alcune considerazioni:

1) Che ne pensate del nome? Ho voluto evitare il solito Tali (anche se non mi dispiaceva a dir la verità)! E avete visto cos'era la cosa misteriosa che Tony aveva comprato al supermercato per Ziva??? L'anello! *-* Awwwwwwww

2) Starete pensando...Meggie sei davvero cattiva a concludere la storia in questo modo. Tony chiede a Ziva di sposarlo, lei dice di si e tu chiudi così??!! Beh diciamo (usando le parole di Gray) che lascio le porte aperte per un seguito (cosa molto probabile) ... Se vi fa piacere ovvio! XD

3) Ringrazio Alessia perché è stato grazie a lei che ho scritto questa storia! XD Ti è piaciuta Ale? :D


E un grande super gigantissimo GRAZIE a tutti quelli che hanno: letto, commentato e aggiunto la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate. E anche grazie a voi se sono riuscita a portare la storia a termine!

Perciò grazie a: Alex995, Anny_97, ArianaArmy, Bakyta92, cheesecakeTIVAfan, Cm209, Fedies, Forbidden Colors, frencia92, Giuly_4ever GD, 21giulia94, LaGianolik, Nikush, slurmina, Tina_Love 21, TinaTiva99, 86vale86, VooJDee, Ziva4ever, Ziva Prentiss.


Detto ciò probabilmente a presto con il seguito di questa storia oppure con un'altra long! Chi lo sa!

RAGAZZI NOTIZIA DELL'ULTIMA ORA: ECCO A VOI UN'ALTRA LETTERA DI COTE PER NOI! QUANTO ADORO QUESTA DONNA???? Awwwwwwww *-*
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Baci e un grande abbraccio a tutti. ❤❤❤
Meggie




*Harah ---> Significa "merda" in ebraico (almeno credo)... Lo avevo letto in giro e non potevo non metterlo! Sorry! XD
** Mo'adim Lesimkha, Chena tova ---> Significa "Buon Natale" in Ebraico. Spero sia giusto perché l'ho trovato in internet... Considerazione personale... Quanto è lungo dire/scrivere Buon Natale in Ebraico?! XD





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