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“Loki,
figlio
di Odino, io Padre di tutti gli Dei, ti spoglio dei tuoi poteri e ti
condanno
all’esilio sul Pianeta Terra! Vivrai sotto il controllo di quegli
esseri umani
che hanno contribuito alla tua sconfitta, fino al giorno in cui non ti
pentirai
dei tuoi atti! Questa è la mia decisione!”
ANGOLO
AUTRICE
Olè,
eccomi anche qui! Dopo aver visto The Avengers
non ho resistito e ho deciso di scrivere qualcosa! Spero che non ne
esca una
totale schifezza! Fatemi sapere!!!
“Buona
giornata anche a lei!” esclamò allegramente la
ragazza dietro il bancone, finendo di asciugare la tazza che aveva in
mano.
Ma
il sorriso le si pietrificò in faccia e ogni
espressione gioiosa svanì dal suo volto quando vide entrare nel bar un
uomo di
circa quarant’anni, non troppo alto, con corti capelli scuri e un
pizzetto ben
curato.
L’uomo
si guardò un po’ intorno come alla ricerca di
qualcosa e un sorrisetto sghembo gli comparve sul volto quando
individuò chi
stava cercando. Si avvicinò al bancone del bar e si sedette di fronte
alla
ragazza.
“Accoglienti
come un icerburg eh? Comunque non
prendertela con me piccola, è Fury che ci vuole tutti a rapporto!”
spiegò
brevemente Stark.
La
ragazza sgranò gli occhi.
“E
da me che vuole?” chiese stupita.
“Non
ne ho idea dovresti chiederlo a lui!” alzò le
spalle Iron Man.
La
ragazza sbuffò infastidita.
“Ho
capito, ti seguo! Ehi Amanda, il grande capo mi
chiama! Devo correre!” urlò poi rivolta ad una ragazza, in fondo alla
sala.
“Va
bene Sara, ti copro io!” rispose lei.
“Grazie
mille!” rispose Sara, posando la tazza e
seguendo Stark fuori dal bar. Appena fu fuori gli occhi le si posarono
su una
macchina parcheggiata davanti al bar, e una strano guizzo di essi
fecero
fremere Tony.
“Conosco
quello sguardo, piccola, e la risposta è
no! Non ti faccio guidare la MIA macchina!” esclamò categorico.
“Eddai
Tony! Sono molto migliorata dall’ultima
volta! Dai dai ti prego!” lo supplicò Sara, tirandolo per la manica.
Tony
sospirò, roteando gli occhi, poi prese le
chiavi e gliele porse.
“Oh
grazie, graize, grazie!” gridò felice
Sara,saltellando felice. Tony emise un sospiro rassegnato e poi salì
sul lato
del passeggero.
“Se
mi rompi qualcos…” ma non riuscì a finire la
frase perché la ragazza era già partita a razzo.
In
pochi minuti arrivarono alla Stark Tower, adibita
a quartier generale degli Avengers.
“Devo
farti i miei complimenti, sei riuscita a non
farmi vomitare sta volta!” esclamò Tony balzando giù dalla macchina.
Sara
sorrise.
“Te
l’avevo detto!” gli rispose scendendo a sua
volta e riconsegnandogli le chiavi.
I
due entrarono e salirono fino al penultimo piano
dell’edificio.
Li
trovarono seduti attorno ad un tavolo Vedova
Nera, Occhi di Falco, Capitan America e il professor Banner.
In
piedi di fronte ad una finestra con le mani
intrecciate dietro la schiena, stava Fury.
“Eccoci
qui capitan Fury, come mi aveva chiesto sono
andato a prendere Sara!” esclamò Tony entrando nella sala.
“Bene,
ci siamo tutti quindi! Adesso non ci resta
che attendere il ritorno di Thor.” Non appena Fury terminò di parlare
un lampo
accecante balenò sul terrazzo di fronte a loro.
I
presenti nella sala si schermarono gli occhi
accecati da quella luce improvvisa; non appena essa scomparve, due
figure
entrarono nella sala.
Thor
e Loki erano appena giunti sulla Terra.
ANGOLO
AUTRICE
Et
voila con il secondo
capitolo! Mi scusa ancora immensamente per quello schifo di
prologo…giuro
sembra più lungo di una riga e mezza!Spero
che questo chap abbia riscosso un po’ più di successo, sicuramente per
la lunghezza!
A presto, sesshy!
I
due uomini avanzarono in silenzio, l’uno accanto
all’altro. Arrivati al centro della sala, Thor fece sedere Loki e
guardò tutti
i presenti, soffermandosi su Sara epoi
voltandosi con sguardo interrogativo verso Fury.
“Tutto
apposto, è dei nostri.” Gli rispose
brevemente il capitano. Thor annuì.
“Come
vi avevo detto, sono tornato ad Agard insieme
a Loki per sottoporloa al giudizio di nostro padre. La punizione che il
Padre
degli Dei ha scelto per lui è… l’esilio!” iniziò Thor.
“Loki
è stato condannato a vivere qui sulla Terra,
senza potere alcuno, e costantemente tenuto sotto il nostro controllo.”
“Nostro
compito è…monitorarlo e sorvegliarlo mentre resterà qui sul nostro
pianeta.” Ripetè
Fury. Thor annuì.
A
quel punto si alzò una mano e l’attenzione dei
presenti si spostò su Sara.
“E
se posso saperlo…il nostro caro ospite qui…dove
vivrà?” domandò la ragazza fissando il giovane dio degli inganni e
studiandone
i lineamenti.
Furyguardò i
presenti uno ad uno.
“La
domanda di Sara è una domanda che rivolgo a
tutti quanti. Qualche volontario disposto ad ospitare Loki a casa sua?”
nella
stanza calò un improvviso silenzio. Chi guardava per aria, chi si
studiava
attentamente le unghie.
Alla
fine fu Sara ad interrompere il silenzio.
“Oh
andiamo! Posso capire Nat, che è una donna e
Thor, che qui sulla Terra non ha una casa, ma voialtri non avete
scusanti!”
esclamò stupita dal comportamento di tutti gli altri.
“Ti
sei auto esclusa principessa!” sogghignò Tony.
“Ho
lo stesso problema di Nat! Comunque se per voi è
tanto difficile, mettiamola hai voti!”
“Se
posso esprimere il mio parere, io mi tirerei
fuori da questa votazione. Se dovessi perdere il controllo, non so cosa
Hulk
potrebbe fare al nostro amico qui. Per la sua incolumità, io mi tiro
fuori!”
disse il dottor Banner. Nessuno fece obbiezioni, era un ragionamento
più che
logico.
“Oltre
al problema sopracitato da Sara aggiungerei
anche che io e Occhi di Falco siamo sempre impegnati in missioni! Se
stiamo
fuori chi controllerà Loki? Quindi anche noi siamo fuori! ” fu la
pronta
risposta di Vedova Nera.
“ Io non
voglio aver nulla a che fare con un assassino!” sibilò furioso Capitan
America.
“Tony?
Tu hai qualche scusa?” Sara si voltò verso
Stark, cominciando ad irritarsi per il comportamento dei suoi compagni.
“Bè
ecco, anche io sono continuamente impegnato con
il mio lavoro, e poi non ho assolutamente intenzione di lasciare la
signora
Poppers da sola con il piccolo cervo! Mi dispiace dirtelo piccola, ma
tu sei la
sola rimasta!” sogghignò Tony. Sara fece per ribattere ma fu interrotta
da una
voce.
“Se
mi è concesso esprimere un parere, tra tutti i
presenti, sceglierei sicuramente la ragazza nuova.” Disse Loki, con un
mezzo
sorriso stampato sul volto. Sara si voltò verso di lui con gli occhi
sgranati.
“Sentito
Sara, hai fatto colpo!” la schernì Iron
Man.
“Sta
zitto, Tony!” gli rispose lei.
“Signori,
questa è la mia decisione. Loki andrà a
vivere da Sara, visto che tutto sommato la decisione piace anche a
lui.”
A
queste parole Sara si voltò furiosa verso Fury.
“Che
cosa? No Fury, non puoi farmi questo! Ho una
vita anche io e non posso perdere tempo a fare la babysitter ad un dio
psicopatico!”
“Questa
è la mia decisione!” replicò freddamente
Fury. Sara sapeva bene che quando usava quel tono era impossibile
replicare.
“Bè…andate a
fare in culo un po’ tutti!” esclamò irritata come non mai e uscendo
dalla
stanza. Ma sulla porta si fermò e si voltò in direzione di Loki.
“Bè,
vuoi venire si o no?” gli chiese spazientita.
Loki
alzò un sopracciglio ma la seguì in silenzio.
Una
volta fuori Sara guardò se il dio la seguiva
ancora, poi cominciò a camminare.
“Non
abito molto lontano da qui.” Disse solamente. E
in fatti dopo pochi minuti erano arrivati davanti ad un palazzo di
circa sei
piani.
“Questo
è il palazzo dove abito. Avrai bisogno di
un’altra tessera per entrare! Ah guarda funzionano così!” Sara prese
una
tessera magnetica e la fece scorrere in una toppa posta accanto al
portone, che
si aprì automaticamente.
Sara
ridacchiò piano.
“Anche
in questo palazzo c’è lo zampino di Stark!
Comunque dai vieni!” lo condusse dentro un ascensore che li portò fino
al sesto
piano; le porte si aprirono direttamente dentro l’appartamento di Sara.
“Bene
eccoci qui, nella mia umile dimora! Non è un
granché grande ma due persone ci stanno abbastanza bene! Ho un solo
piccolo
problema, e cioè che c’è un solo bagno. Comunque…” la ragazza fece una
pausa
guardando Loki.
“…Mi
dispiace di averti definito un dio psicopatico.
È che..ero veramente furiosa; non è la prima volta che Fury prende
decisioni al
posto mio e senza neanche chiedere il mio parere. Bè in ogni caso ormai
è fatta
e da oggi in poi sarò la tua babysitter! Piacere mi chiamo Sara!”
sorrise la
ragazza allungando la mano verso Loki.
Il
dio rimase un attimo interdetto non sapendo cosa
fare; fissò per alcuni attimi ilsorriso
sincero di Sara, poi sorrise a sua volta allungò la mano e strinse
quella di
Sara.
“Loki,
il Dio degli Inganni.”
ANGOLO
AUTRICE
Et
voliaaaaa!!!! E anche il terzo chap è andato!!! Per
le curiose sull’identità di Sara, e del perché conosce gli
Avengers….aspettate
e vedrete!!!
Un
bacio a tutte e
grazie per le recensioni!!! Sesshy
Il
sole stava tramontando tingendo di arancione e
rosso i palazzi. Una leggera brezza fresca scompigliava i capelli di
Loki che,
seduto su una sdraio, guardava il panorama davanti a se. Era immerso in
profondi pensieri, quando senti una presenza accanto a se. Non disse
una
parola, sperando che la ragazza se ne andasse e lo lasciasse in pace.
“Immagino
che non sia lo stesso tramonto di Asgard.”
Disse invece lei. Loki sentì il nervoso crescere dentro di lui per
quelle
parole.
“I
tramonti sono tutti uguali!” rispose freddamente.
Sara non fece una piega per quell’improvviso tono gelido. Alzò le
spalle e
tornò dentro la casa.
“Rimani
li fuori quanto vuoi, ma fra poco è pronto
da mangiare. Non sono la tua serva, quindi se vuoi stare per cavoli
tuoi fa
pure, ma vieni a prenderti il piatto!” Loki sentì giungere quella frase
da
dentro la casa, e sogghignò, pensando all’inferno che sarebbe stata
quella
convivenza forzata.
Stette
ancora qualche minuti a godersi il panorama
poi entrò dentro casa. Subito lo accolse un profumo delizioso; si
guardò
intorno e vide Sara intenta a cucinare qualcosa che comprendeva carne.
“Hai
preferenze sulla cottura della carne? A me
piace al sangue!” si sentì chiedere. A Loki venne da vomitare al
pensiero di
una bistecca sanguinolenta, così rispose un: “Ben cotta, grazie!”
“Ok!
Senti visto che non stai facendo nulla, provati
i vestiti che ti ha portato Stark oggi. Dovrebbero andarti bene. Sono
li sul
divano.” Gli disse la ragazza, continuando a cucinare.
Loki
si guardò intorno e vide i vestiti di cui
parlava Sara. Li osservò per un minuto poi li prese in mano: erano due
paia di
pantaloni e qualche maglietta.
“Devo
cambiarmi qui?” chiese ironicamente il dio.
“Bè
per me non ci sarebbe assolutamente problema,
comunque il bagno è quella porta li in fondo a sinistra. Premi il
bottone rosso
per entrare!” gli rispose Sara, spegnendo i fornelli.
Loki
si diresse verso il bagno ed entrò. Si spogliò
a malincuore dai suoi abiti asgardiani, infilandosi quelli umani. Si
guardò per
qualche minuto allo specchio che gli restituì l’immagine di un comune
mortale.
Loki si fissò con disprezzo, poi uscì dal bagno. Trovò Sara intenta ad
apparecchiare. Appena si accorse di lui, la ragazza si fermò a
guardarlo con un
sorrisino divertito sul volto.
“Tny
sarà anche un rompipalle epico e un
presuntuoso, ma non si può negare che abbia buon gusto. Stai da favola,
Loki!”
sentenziò.
Loki
alzò un sopracciglio, scettico, sedendosi poi a
tavola. Sara finì di mettere a tavola la cena e si stava per sedere ma
in quel
momento le squillò il cellulare. La ragazza alzò gli occhi al cielo.
“Scusami
un attimo! Tu intanto inizia a mangiare,
altrimenti diventa uno schifo!” disse andando a rispondere.
Prese
il cellulare dalla borsa e lesse il nome sul
display: Fury. Era tentata di non rispondere, ma alla fine lo fece.
“Che
vuoi?” rispose freddamente.
“Tutto
apposto li?” chiese Fury.
“Si
tutto bene, Loki non ha ancora tentato di
ammazzarmi! Comunque hai un tempismo perfetto stavamo per metterci a
mangiare!”
rispose sarcastica Sara.
“Bene,
allora buona cena e fammi sapere se ci sono
problemi!” chiuse la chiamata Fury.
Sara
fissò con odio il cellulare, prima di buttarlo
con un gesto rabbioso sul divano.
Tornò
in sala e si mise a tavola.
“Maledetto
Fury, quanto odio lui e i suoi modi di
fare!” esclamò rabbiosa. In quel momento l’occhio le cadde sul piatto
di Loki,
ancora perfettamente intatto: il dio l’aveva aspettata per mangiare.
“Oh…tu
mi hai aspettato? Grazie!” esclamò un po’
stupita. Loki alzò le spalle.
“Abitudine.”
Disse soltanto, iniziando a mangiare.
Sara lo guardò stupita ancora qualche attimo poi iniziò a mangiare
anche lei.
I
due rimasero in silenzio per alcuni minuti.
“Comunque…mi
dispiace averti definito un dio
psicopatico. In realtà non lo pensavo veramente.” Cercò di scusarsi
ancora la
ragazza, sentendosi sempre un po’ in colpa.
Loki
sorrise.
“Mi
hai già chiesto scusa e poi tranquilla, sono stato
insultato in modi peggiori.” Rispose con leggerezza, continuando poi a
mangiare.
“Comunque
grazie ancora per le scuse.” Disse dopo
qualche secondo.
Dopo
questo piccolo scambio di battute calò
nuovamente il silenzio, interrotto solo dal cellulare di Sara, che
squillò di
nuovo.
Sara
alzò gli occhi al cielo stizzita, ma ignorò il
cellulare, che poco dopo finì di suonare. Ma la pausa durò poco perché
ricominciò
a suonare, con una suoneria diversa. Appena anche questa finì, Sara
sogghignò.
“Tony
e Nat, sono andati. Si accettano scommesse su
chi sarà il prossimo!” scherzò la ragazza.
Il
cellulare ricominciò a suonare.
“Occhi
di Falco!” esclamò Sara.
“Perché
non rispondi?” chiese curioso Loki. Sara
sbuffò.
“Sono
stati delle carogne, hanno avuto tutti una
scusa pronta per non averti fra i piedi. Quella che c’ha rimesso sono
stata io,
come al solito. Ed ora che si sentono in colpa cercano di rimediare
facendo i
carini e chiamandomi. Che si sentissero in colpa, io non li voglio
sentire!”
spiegò brevemente la ragazza.
Loki
stava per ribattere, quando il cellulare
squillò per la quarta volta.
“Di
nuovo Occhi di Falco.” disse Sara.
“Magari
si staranno chiedendo in che crudele modo ti
stia torturando.” Scherzò Loki.
“Si
probabile! Uff, li richiamerò dopo giusto per
non ritrovarmeli tutti qui in casa!” disse con leggerezza Sara.
Il
cellulare finì di suonare e rimase muto per il
resto della serata, così i due poterono finire di mangiare in pace.
Mentre
Sara sparecchiava, Loki si era di nuovo
posizionato sulla terrazza, guardando il cielo stellato.
Da
li sentì la voce della ragazza che parlava al
cellulare.
“Pronto
Tony? Si si, tutto a posto! No, nessun
problema, non mi andava di sentirvi tutto qua! Si, te l’ho detto
sto…stiamo
bene! Si! Senti mi fai un favore, chiama tu Burton e Nat e rassicurali!
Si,
d’accordo, ciao!” e la chiamata s’interruppe.
“Uff,
che seccatura!” esclamò Sara, raggiungendo
Loki sulla terrazza.
“Senti
non è per romperti troppo l’anima, ma sto per
andare a dormire, ti faccio vedere la tua camera e poi ti lascio in
pace!” gli
disse, facendogli cenno di seguirlo.
Loki
la seguì.
“Bene
dormirai qui. Questo pannello serve a regolare
la temperatura qui dentro, mentre se hai qualche problema, spingi
questo
pulsante e mi apparirà una schermata in camera mia. Detto ciò…ti auguro
la
buona notte Loki! Ci vediamo domani!”
Sara
uscì dalla stanza, andando nella sua. Entrambi
si appoggiarono alla porta sospirando, pensando che quello sarebbe
stato
l’inizio di una lunga, lunghissima convivenza.
ANGOLO
AUTRICE
Eccoci
qui con il terzo chap…anzi quarto..no
aspetta,,il primo è un prologo…vabbè ok eccoci qui con questo nuov
chap!!! Che ne
dite?Ve gusta? Sara e Loki sono alle
prese con questa convivenza, che dite, come finirà?
Loki
aprì lentamente gli occhi, mettendo a fuco la
stanza intorno a lui. Ci mise qualche secondo a focalizzare ogni
particolare
del luogo in cui si trovava. Sospirò piano; aveva sperato che fosse
tutto un
sogno, ma svegliarsi nella stessa camera in cui era andato a dormire,
gli
confermò che quella, purtroppo era la realtà.
Rimase
qualche minuto steso sul letto, a fissare il
soffitto, poi decise di alzarsi. Uscì dalla stanza e trovò Sara già in
piedi,
intenta a preparare la colazione.
“Oh
buongiorno! Dormito bene?” lo salutò la ragazza.
Loki ci pensò un attimo a rispondere, ripensando al sogno che lo aveva
tormentato tutta la notte.
“Più
o meno.” Rispose poi laconico. Sara si fermò a
guardarlo, soffermandosi sulle occhiaie che il ragazzo aveva.
“Dalla
tua faccia si direbbe più che fosse una notte
insonne!” affermò.
Loki
si sedette a tavola senza dire una parola.
“Senti
non sapendo cosa tu sia abituato a mangiare
ho preparato un po’ di tutto.Li c’è del
latte, caffè, pane, marmellata e nutella. Prendi quello che vuoi!”
riprese
allegramente la ragazza, sedendosi a sua volta, ma lanciando
un’occhiata
all’orologio appeso sul muro ed emettendo un sonoro sbuffo.
“Tutto
bene?” le chiese Loki.
“Si
è che a breve dovrebbe passare Stark a portarmi
delle cose per te. Non ho molta voglia di vederlo. Però purtroppo mi
tocca!”
spiegò Sara con un sorriso.
Loki
alzò un sopracciglio con sguardo interrogativo.
“Delle
cose per me?” chiese, stupito.
“Bè
si. Se devi vivere qui sulla Terra come essere
umano, avrai bisogno di un’identità. Sai, senza una carta d’identità
valida,
una tessera sanitaria edun lavoro, non
vai da nessuna parte! Non so che vita tu facessi ad Asgard, ma qui non
ci sono
servitori e dovrai trovarti un lavoro!” rispose la ragazza.
“Capisco.”
Disse semplicemente Loki, rivolgendo poi
i suoi pensieri alla colazione. Sara lo fissò per qualche minuto,
incerta;
sentendo quello sguardo indagatore su di se Loki rialzò lo sguardo.
“Che
c’è?” chiese, un filino spazientito.
Sara
scosse il capo.
“No,
niente. Pensavo avresti fatto storie per questo
trattamento. Invece non hai battuto ciglio. Mi chiedevo…perché. Tutto
qua.” Gli
rispose Sara, sorseggiando poi una tazza di caffè.
Sul
volto di Loki comparve un ghigno.
“E
chi ti dice che questa non sia solo una maschera?
Magari dietro la faccia da bravo ed obbediente bambino sto progettando
un nuovo
piano di conquista.”
“E
se posso saperlo, con quali poteri? Con quali
alleati? Già una volta sei stato battuto, anche con il supporto dei
Chitauri.
Da solo e senza poteri cosa potresti fare?” la risposta di Sara, unita
ad uno
sguardo divertito smontò in fretta Loki, che accusò il colpo.
“D’accordo,
d’accordo, mi arrendo! Sto solo cercando
di….fare il bravo, per riacquistare la fiducia del Padre degli Dei.”
Rispose il
Dio.
Sara
lo fissò negli occhi, cercando di capire se non
c’era altro. Loki non resistette molto a quello sguardo indagatore ed
abbassò
lo sguardo.
“Ora
però ho io una domanda. Fai parte anche tu
degli Avengers, ma non ti ho vista mai combattere. Perché?” chiese dopo
qualche
minuto il ragazzo.
Un’ombra
passò velocemente sugli occhi di Sara,
ombra che non sfuggì a Loki. La ragazza ci mise qualche attimo a
rispondere.
“Io…io
non faccio veramente parte del progetto
Avengers. Non ho particolari poteri ne doti. Ho solo avuto la sfortuna
di
essere stata abbandonata sulla porta sbagliata. Cioè quella di casa di
Fury. E
di essere cresciuta da lui. Tutto qua. Niente poteri speciali, niente
di
niente.” Spiegò Sara, non senza una nota di amarezza nella voce.
Loki
tutto si aspettava tranne che quella risposta.
“Così,
anche tu adottata.” Mormorò stupito.
“Già.”
Rispose un po’ freddamente Sara. Nella stanza
calò il silenzio; i due continuarono a fare colazione senza neanche
guardarsi,
ognuno perso nei suoi pensieri.
Ad
un certo punto le porte dell’ascensore si
aprirono e Tony entrò in casa.
“È
permesso?” chiese con il suo solito tono un po’
strafottente. Sara lo guardò storto.
“Cosa
chiedi a fare una volta che sei entrato?”
rispose gelidamente Sara, che odiava quelle intrusioni.
“Oh
andiamo piccola non sarai ancora arrabbiata per
ieri?” scherzò Tony. Sara lo fissò furiosa senza rispondere.
Tony
cambiò direzione dello sguardo, andando ad
osservare Loki.
“Ah
però, devo dire che sono maledettamente bravo
nella scelta degli abiti! Riesco a far sembrare normale anche uno come
te,
piccolo cervo.”
“Tony!
Piantala!” esclamò Sara.
“Uff,
come siamo suscettibili! Comunque eccoti qua
la tua carta d’identità, la tua tessera sanitaria e un po’ di posti
dove ho
mandato il tuo curriculum. Hai diversi colloqui di lavoro quest’oggi,
vedi di
non mancare a nessuno! Ah mi sono informato da tuo fratello, ho saputo
che su
ad Asgard parlate una lingua che è alla base di ogni altra lingua
esistente
sulla Terra. Quindi non avrai problemi di lingua. Bene, detto ciò il
mio lavoro
qui è finito! Sara lo lascio nelle tue sapienti ed esperte mani!” a
queste
ultime parole Sara arrossì vistosamente.
“Questa
te la potevi risparmiare, Tony! Ed ora
sparisci!” esclamò la ragazza, buttandolo praticamente fuori di casa.
Loki
rise sommessamente per quella scenetta.
Una
volta cacciato Tony, Sara si girò verso il
ragazzo.
“Bene,
hai finito di fare colazione? Perché oggi
sarà una giornata impegnativa e molto lunga! Quindi diamoci da fare!”
esclamò,
con un sorriso.
ANGOLO
AUTRICE
E finalmente
eccoci qui con questo quinto capitolo. Finalmente l’identità di Sara è
stata
svelata…bè almeno una parte dell’identità! Allora che ne dite? Vi garba
questo
chap? Fatemi sapere, sesshy!
Era
quasi l’ora di pranzo, e dopo aver girato quasi mezza New York, Sara e
Loki si
erano fermati per mangiare qualcosa.
“Ricapitolando,
mio caro Dio, abbiamo trovato poco e niente! Direi che per questo
pomeriggio
possiamo lasciar stare eventuali lavori e pensare al tuo guardaroba.
Non puoi
andare avanti con i soli vestiti di Stark!” stava dicendo Sara in quel
momento,
ma Loki sembrava assente, come se fosse da un’altra parte.
“Ehi,
Loki sto parlando con te, mi stai ascoltando?” esclamò Sara agitandogli
una
mano davanti agli occhi.
In quel
momento il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri.
“Eh?
Cosa….si certo hai ragione!” esclamòsenza aver capito una sola parola del discorso di Sara, che se
ne
accorse e scoppiò a ridere.
Loki la
guardò stupito per quell’improvviso scoppio d’ilarità.
“Scusami
è che sei veramente buffo con quella faccia!” gli spiegò Sara, una
volta
ripresasi dalle risa.
“Comunque,
tutto bene? Sei un po’ assente!” si preoccupò un po’ la ragazza.
Loki
scosse la testa, per sgombrarela mente.
“Si
tutto bene, stavo solo cercando di ricordare cosa ho sognato sta notte.
Ho la
mente annebbiata, non riesco a ricordare, ma ogni volta che ci ripenso
sento
l’inquietudine crescere dentro di me.”
Si
bloccò di colpo, non credendo alle sue stesse parole: non era da lui
esternare
così i suoi sentimenti.
Sara
inclinò la testa di lato, osservandolo.
“Mmm,
quindi sta mattina avevo ragione, è stata una nottataccia! Bè se ti far
star
male, allora non pensarci,non provare a ricordare. è abbastanza inutile
e
faticoso no? Comunque che vuoi per pranzo? Non è un brutto posto per
mangiare
questo!” disse immergendo lo sguardo nel menù.
Loki si
soffermò a guardarla. I lunghi capelli marroni erano raccolti in una
coda alta,
salvo due ciocche lasciate libere che le ricadevano intorno al viso
incorniciandolo.Aveva sempre un sorriso
stampato sul volto, ma gli occhi…i suoi occhi non esprimevano mai vera
gioia.
Erano come spenti.
Sentendosi
osservata, Sara alzò lo sguardo e incrociò quello del dio. Un sorriso leggermente imbarazzato si formò
sul volto della ragazza, che distolse lo sguardo.
In quel
momento arrivò la cameriera a chiedere l’ordine, salvando Sara
dall’imbarazzo.
“Cosa
volete ragazzi?” chiese.
“Io
prendo un panino con tonno, insalata e pomodori e un the freddo.”
Rispose Sara,
guardando poi Loki.
“Lo
stesso, grazie!” rispose lui.
La
cameriera segnò tutto, poi andò. Tra i due regnava il silenzio, ma Sara
dopo un
po’ non riuscì più a sopportarlo.
“Loki,
posso chiederti una cosa?” chiese alla fine.
“Tu
proprio non lo sopporti il silenzio vero?” le rispose lui di rimando.
Sara
accusò il colpo, mettendosi una mano dietro la testa.
“L’ammetto,
non sopporto il silenzio! Obbliga le persone a dire cose stupide pur di
riempirlo!” rispose, ridacchiando.
“E
soprattutto, a volte un silenzio dice più cose che un discorso. Magari
cose che
non vorremmo mai sapere.” Aggiunse subito dopo.
Loki
annuì.
“Che mi
volevi chiedere?” le disse poi.
Sara ci
pensò su, poi scosse la testa.
“Niente,
fa nulla.” Disse.
Loki la
guardò alzando un sopracciglio, ma non ribattè. Finalmente arrivarono ipanini che avevano ordinato, e i due
iniziarono a mangiare.
Fu un
pasto abbastanza veloce, finirono in fretta e si alzarono; Sara andò a
pagare e
poi con Loki ripresero il loro giro.
“Bene ed
ora…shopping!” esclamò Sara allegra alzano un pugno in aria.
Loki
sospirò: la giornata era ancora lunga!
ANGOLO
AUTRICE
Ed
eccoci qui con il sesto capitolo!! Scusate ci ho messo un po’ ad
aggiornare! Aaaallora
come va? Quanti hanno già iniziato scuola, se c’è qualcuno che ancora
ci va? Bè
comunque tornando a noi, che ne dite di sto chap? Fatemi sapere
presto!! Bacio a
tutte/tutti! Sesshy
Sul
Bifrost, quasi del tutto ricostruito, stavano ritte in piedi tre
persone. Thor
e Odino avevano raggiunto Himidall ed ora erano in silenzio accanto a
lui.
“Come
sta mio fratello?” chiese Thor, ad un certo punto. Himidall
non rispose subito, ma scrutò il
vuoto sotto di se.
“Sembra
bene. Ma non riesco mai a vederlo del tutto.” Rispose il Guardiano.
Thor si
voltò verso di lui senza capire. Stava per chiedere spiegazioni, ma fu
interrotto da Odino.
“Questa
mia decisione, sta servendo a qualcosa?” chiese il Padre degli Dei.
“È
ancora presto per dirlo, mio Re.” Rispose laconico Himidall.
Odiono
annuì lentamente, poi volse le spalle al ponte e tornò verso Asgard.
Thor
rimase ancora per un po’ affianco al Guardiano, poi se ne andò anche
lui.
Raggiunse
il padre che camminava in fretta verso la dimora degli dei.
“Thor,
voglio che tu vada subito su Midgar. E che ci rimanga.Non
mi sento tranquillo, sta per succedere
qualcosa!”
Thor si
fermò di botto.
“Padre?
Cosa vuoi dire? Loki o la Terra sono in pericolo?” chiese con crescente
preoccupazione. Anche Odino si fermò, sospirando.
“Non ne
sono ancora sicuro figlio mio. Ma devi allertare i tuoi compagni,
dovete…dobbiamo stare attenti.” Spiegò brevemente il Padre degli Dei,
con una nota
d’angoscia nella voce.
Fu
quella scarsa sicurezza la cosa che preoccupò più d’ogni altra cosa
Thor.
“Va
bene
Padre, partirò subito per Midgar!” disse, ricominciando a camminare e
oltrepassando Odino. In poco tempo raggiunse la dimora e corse in
camera sua.
Prese il suo fedele Martello e il Tesseract. Si soffermò a guardare
quest’ultimo con un misto di gioia e preoccupazione. Era la causa del
ritrovamento di suo fratello, con quello aveva la possibilità di
rivedere la
sua amata Jane; ma il Tesseract aveva anche causato danni e sofferenze:
quanti
altri ne avrebbe causati?
Thor
stava per girare la maniglia ma sentì una presenza dietro di se.
Sorrise
dolcemente.
“Perdonami,
Madre, stavo andando via senza salutarti.” Disse.
La
donna
gli andò di fronte e gli prese il volto fra le mani.
“Sei il
mio orgoglio, figlio mio. Lo siete entrambi. Ti prego, fa capire a Loki
quanto
lo amiamo!” sussurrò la madre degli Dei.
Thor
posò una mano su quella della Madre.
“Loki
tornerà quello di un tempo, Madre. Lo prometto.” Rispose.Frigga annuì.
“Va,
figlio mio!” gli disse, lasciandolo. Thor fece un passo indietro e
respirò
profondamente; poi girò la maniglia del Tesseract e una luce azzurrina
lo
avvolse.
***
Ormai
era notte fonda sulla Terra, e Loki, si trovava in terrazza a guardare
le poche
stelle visibili, cercando con lo sguardo Asgard.
Era
stata una giornata abbastanza faticosa e Sara era andata a dormire
presto,
considerando anche che il giorno dopo sarebbe dovuta andare a lavorare.
Ma lui
non era riuscito a prendere sonno, e dopo essersi girato e rigirato nel
letto
per una buona mezz’ora si era alzato ed era uscito a prendere aria.
Era
immerso in profondi pensieri, quando improvvisamente comparve davanti a
lui un
forte bagliore azzurro. Loki si schernì gli occhi con una mano, e
quando la
luce scomparve si trovò Thor di fronte. Si stupì non poco di quella
visita.
“E a
cosa devo l’onore di questa visita? Che c’è Odino non si fida e manda
te a
controllarmi?” chiese sarcasticamente.
“No
Loki, nostro padre è preoccupato. Per te e per la Terra.” Spiegò Thor a
bassa
voce.
“Pensa
ancora che io sia una minaccia? Non ho più alcun potere, cosa potrei
fare?”
chiese Loki, sentendo la rabbia crescergli dentro.
“Nostro
padre non pensa che tu sia una minaccia!” esclamò Thor, adirandosi per
il
comportamento del fratello.
“Ah no?
E allora perché sono qui? Perché non mi trovo con voi ad Asgard?”
chiese Loki
freddamente.
“Le tue
azioni meritavano una punizione! Hai messo in pericolo i Nove Regni!”
esclamò
Thor, alzando il tono della voce.
“L’unica
cosa che avete visto è stato questo! Cosa ho fatto e non vi siete mai
chiesti
il perché! Le mie azioni sono solo la conseguenza del VOSTRO
comportamento.”
Sibilò Loki, furioso.
“Noi ti
abbiamo sempre amato, fratello, non ti abbiamo mai considerato
diverso!” a quel
punto Thor stava veramente urlando.
“Abbassa
la voce, idiota!” esclamò Loki, guardando dentro casa preoccupato.
A Thor
non sfuggì quell’occhiata. Stava per dire qualcosa ma poi ci ripensò.
“Bene
fratello, ero venuto per vedere come stavi. Non tornerò su Asgard,
rimarrò qui
sulla Terra per un po’. Ci rivedremo presto! Arrivederci!” disse
cominciando a
roteare il martello e poi spiccando il volo.
Loki
non
si voltò nemmeno, rimase fermo li com’era.
“Noi ti abbiamo sempre amato,
fratello, non ti abbiamo mai considerato diverso!” le parole di
Thor gli risuonavano
nella orecchie, facendo salire la sua rabbia sempre di più.
“Mai
considerato diverso? E allora perché venivo chiamato con disprezzo il
Maestro
di Magia? Perché nessuno si è mai fidato veramente di me?” sussurrò
rabbioso,
tirando poi un forte pugno al muro.
“Litigare
con tuo fratello non è un buon motivo per distruggermi casa.”
Loki
sussultò sentendo la voce di Sara dietro di se.
“E
neanche per farti del male.” Continuò la ragazza avvicinandosi e
prendendo la
mano di Loki, osservandola.Il ragazzo
si era sbucciato le nocche.
“Non è
niente di grave, ma sei abbastanza gracilino è Dio?” scherzò.
Loki
fremette leggermente a quel contatto.
“Perdonami.
Non volevo che ti svegliassi.” Disse, abbassando lo sguardo.
“Tranquillo,
ho il sonno leggero! Comunque, magari è un po’ scontata come frase, ma
se vuoi
sfogarti, puoi parlare con me. Non ti assicuro niente, ma sono
abbastanza brava
ad ascoltare le persone.” Sorrise Sara, lasciando andare la mano di
Loki, e
andandosi a sedere su una delle due sdraio.
Loki
rimase stupito da quella affermazione. Mai nessuno gli aveva chiesto
una cosa
del genere. Non sapendo da dove cominciare si sedette anche lui. Rimase
alcuni
minuti in silenzio, cercando le parole.
In
tutto
quel tempo lo sguardo si Sara non lo abbandonò mai.
“Ti…ti
è
mai capito di vivere all’ombra di qualcuno? Di voler dimostrate al
mondo che ci
sei anche tu, che anche tu vali qualcosa, ma di non riuscirci mai? Ti
sei mai
sentita…fuori posto e inadeguata?” cominciò poi Loki.
Sara
annuì lentamente.
“Ogni
giorno, Loki. Credimi ti capisco. Sono cresciuta con Fury, e non è
stato per
niente facile: ho sempre cercato di renderlo fiero di me, ma riuscivo a
combinare solo casini su casini, con il risultato di farlo incazzare
ancora di
più. Poi un bel giorno sono arrivati Nat e tutti gli altri. Tutti
quanti
speciali, tutti quanti con una qualche dote. Per carità, voglio bene a
tutti
loro e sono un po’ la mia famiglia però si, ti capisco bene quando
parli di
crescere all’ombra di qualcuno.” Raccontò Sara.
“Ma tu
non haiscatenato una guerra fra due
regni, oppure tentato di conquistarne uno, per far vedere agli altri di
cosa
sei capace.” Rispose Loki, con una punta di amarezza nella voce.
Sara
sogghignò.
“Questo
perché mi mancano una punta di follia o dei poteri per farlo.” Mormorò.
Loki
alzò lo sguardo rabbrividendo a quella voce e notò il lampo maligno che
per un
attimo aveva attraversato gli occhi di Sara.
“Parlavi
di senso di inadeguatezza. Di sentirsi fuori posto. Sono cresciuta qui
sulla
Terra, ma non l’ho mai sentita come casa mia. Ho sempre avuto la
sensazione
di…di non appartenere alla terra.” Continuò Sara, la voce e lo sguardo
tornati
normali. Loki ancora la stava guardando e solo in quel momento si rese
conto
che, per quante volte l’avesse vista ridere, gli occhi di Sara non
esprimevano
mai gioia.
“Come
me.” Mormorò.
“Gia.”
Rispose Sara.
Tra i
due calò il silenzio. Loki si sentiva stranamente più leggero, ma non
capiva
cosa lo spingesse a comportarsi così con quella ragazza. Riusciva ad
essere…naturale con lei: niente maschere, niente finizioni. Si voltò
verso di
lei e stava per dirle qualcosa ma scoprì che si era nuovamente
addormentata. Un
sorriso sincero comparve sul volto di Loki, che si alzò senza fare
alcun rumore
e prese in braccio la ragazza.
Si
stupì
di quanto fosse leggera. Silenziosamente la riportò nella sua camera e
la
distese sul letto, stando attento a non svegliarla.
Si
soffermò a guardarla dormire, poi le scostò una ciocca di capelli dal
viso.
“Grazie,
Sara.” Mormorò, prima di uscire dalla stanza.
ANGOLO
AUTRICE
Et voilà!
La storia prosegue ed anche il rapporto tra Sara e Loki si evolve! Bè
che ne
pensate di questo cap? vi piace? Ditemi che ne pensate!! A presto
sesshy!
Capitolo 8 *** Un tranquillo pomeriggio d'inverno ***
Erano
ormai passati quattro mesi da quando Thor aveva portato Loki sulla
Terra. Il
ragazzo alla fine aveva conosciuto meglio tutti gli Avengers e salvo
Capitan
America, con la quale c’era una forte antipatia reciproca, e Clint con
la quale
aveva avuto una piccola scazzottata (Occhi di Falco gli aveva tirato un
pugno
in piena faccia, esclamando “Questo è per avermi manipolato la testa!”)
si trovava
bene con tutti.
“Ohi
Loki, penso che approfitterò del fatto che sono in vacanza per andare
in
palestra. Vieni con me?” gli chiese allegramente quel giorno Sara.
Loki
alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo.
“Ci
sarà
anche Capitan Ghiaccciolo?” chiese. Sara rise; ormai da quando Loki
aveva
sentito Tony chiamare in quel modo Rogers, non perdeva occasione di
utilizzarlo.
“Non
so,
forse si.” Alzò le spalle.
“Questo
libro è improvvisamente diventato più interessante del solito, credo
che resterò
qui per leggerlo ancora!” fu lapronta
risposta del ragazzo.
“E dai
Loki,
non farti pregare! Poi possiamo andare al bar a prenderci una
cioccolata
calda!” Sara sapeva di aver toccato un punto debole: da quando Loki
aveva
provato la cioccolata calda del bar accanto alla palestra, non ne
poteva più
fare a meno, ne era diventato pazzo.
Loki
strinse leggermente i bordi del libro.
“Sei
una
maledetta ricattatrice!” sibilò.
Sara
rise di gusto.
“Dai
forza vatti a preparare, ti aspetto.” Esclamò allegra. Loki si alzò
scuotendo
la testa, ma in pochi minuti fu pronto e i due uscirono.
Come
aveva previsto Loki, in palestra c’era anche Steven.
“Ciao
Sara, è da parecchio che non ti vedoda
queste parti!” salutò cordialmente la ragazza. Ma quando vide comparire
Loki lo
sguardo del capitano s’indurì.
“Lui
che
ci fa qui?” chiese freddamente. Sara stava per rispondere, ma fu
anticipata da
Loki.
“Sono
qui perché Sara ha insistito, altrimenti, Capitano, avrei fatto
volentieri a
meno di vedere la tua faccia!” rispose velenoso.
Steve
stava
per rispondergli a tono, ma questa volta fu Sara la più veloce.
“
Steve,
non ho tutto il giorno! Ci fai entrare per favore?” chiese gentilmente.
Steve
guardò ancora per qualche attimo Loki in cagnesco, poi si fece da parte
e li
fece entrare.
“Ricordami
ancora perché ti ho accompagnato?” chiese ironicamente Loki una volta
che
furono entrati.
“Cioccolata,
Loki, cioccolata!” rispose Sara, sedendosi su una panca e cambiandosi
le
scarpe.
“Oh ma
che bello! Nat e Clint sono qui! Allenamento fatto bene oggi!” esclamò,
felice,
poi. Loki seguì il suo sguardo e vide che sul ring c’erano Vedova Nera
e Occhi
di Falco, intenti a combattere fra di loro; ma i due si fermarono
subito appena
videro arrivare Sara sotto il ring.
“Bene,
bene la piccola Sara! È un po’ di tempo che non ne prendi da noi eh?”
esclamò
Clint porgendole una mano e aiutandola a salire sul ring.
“Già,
mi
mancavano le vostre batoste!” scherzò Sara, sciogliendosi le spalle e
facendo
piccoli saltelli sul posto.
“Pronta
ragazzina?” sussurrò Nat un secondo prima di attaccarla con un calcio.
Sara
schivò prontamente ma ritrovò a dover parare un pugno diretto di Clint.
Sara
parò e poi tirò un calcio a sua volta.
Loki si
ritrovò a osservare, affascinato, una
micidiale danza: Sara, Natasha e Clint si muovevano sul ring come se
ballassero, ma ogni passo era un colpo micidiale.
I tre
andarono avanti così per dieci minuti buoni, ma ad un certo punto Nat
tirò un
calcio micidiale che prese in piena faccia Sara; la ragazza si ritrovò
sbattuta
sulle corde del ring, rivolta verso Loki, che si era già alzato in
piedi,
preoccupato.
Sara
gli
fece l’occhiolino, poi scivolò in ginocchio, gemendo di dolore. Nat e
Clint si
scambiarono un’occhiata preoccupata e si avvicinarono a Sara. Non
appena furono
abbastanza vicini, Sara guardò di nuovo Loki, con uno sguardo furbo,
poi sferrò
un pugno in direzione di Clint.
Senza
curarsi di dove lo aveva preso, saltò in piedi e diede un calcio a in
piena
pancia a Nat, che non fece in tempo a schivarlo.
“Piccola
maledetta!” esclamò Clint, saltellando per il ring.
“Ahahaha,
non mi dire che ti ho castrato, Occhi di Falco!” sogghignò la ragazza.
“Ehh..”
si lamentò l’uomo.
“Occhio
alle spalle, ragazzina!” Nat prese la rincorsa ma Sara era pronta e
spiccò un
salto indietro usando Nat come appoggio e dandole un’ulteriore spinta.
“Ma che
belli i nostri piccioncini!” esclamò divertita vedendo la rossa finire
dritta
dritta fra le braccia di Clint.
Poi
senza aspettare oltre prese la rincorsa e saltò sulle spalle di Occhi
di Falco
che perse l’equilibrio rovinando a terra.
Loki si
rilassò vedendo la piega divertente che aveva preso l’allenamento e si
sedette
nuovamente.
“Bene,
dopo questa mocciosa, hai appena vinto una seduta extra al sacco!”
riuscì a
dire Clint, riemergendo da sotto il corpo di Sara.
“Ahahha,
oh andiamo, vi siete divertiti anche voi!” esclamò Sara allegra,
saltando
agilmente giù dal ring e dirigendosi verso dei sacchi da boxe.
Loki si
alzò per andare ad aiutarla, ma rimase di stucco quando la vide
prendere con
facilità con un sacco che doveva pesare almeno una sessantina di chili.
Vide
Sara trascinarlo con facilità e con altrettanta disinvoltura sollevarlo
e
appenderlo al gancio.Si sedette per la
seconda volta, leggermente sconvolto.
“Curioso
vero?” Loki si voltò verso destra, vedendo comparire Natasha.
“Già,
è…curioso.” Assentì.
“È per
questo che Sara si allena costantemente con me e Clint, lei…possiede
questa
forza fuori dal comunque che piùvolte
le ha causato problemi.” Continuò Vedova Nera.
“Che
tipo di problemi?” chiese Loki.
“Quando
era piccola Sara aveva seri problemi a gestirsi e più volte ha fatto
del male,
inconsapevolmente mi pare ovvio, agli altri e a se stessa.” Soggiunse
anche
Clint che finì di spiegare.
“Capisco.”
Mormorò Loki, tornando a guardare Sara, che stava prendendo a pugni il
sacco.
“Però
devo ammettere che la nostra piccola allieva è migliorata molto. Oggi è
riuscita ad anticiparci parecchie volte, e ci ha addirittura messo a
terra.” Disse
dopo un po’ Nat, compiaciuta. Clint annuì, anche lui soddisfatto.
Sara
passò quasi mezz’ora a tirare pugni al sacco, poi ad un certo punto
smise,
abbastanza stanca. Prese un asciugamano che aveva messo li vicino e
asciugandosi la faccia andò verso Loki e gli altri.
“Allora,
maestri, c’è qualcos’altro?” chiese con la voce un po’ affaticata. Nat
e Clint
si scambiarono un’occhiata, poi Nat sorrise.
“No,
per
oggi ti abbiamo abbastanza distrutto! E qui c’è qualcuno che è
diventato
impaziente!” rispose, battendo una mano sulla spalla di Loki, che
sussultò
imbarazzato.
“No è
che c’è una cioccolata calda che mi aspetta!” esclamò, alzandosi
prontamente in
piedi.
Sara
rise piano.
“Ogni
promessa è debito! Mi cambio al volo e arrivo.” Rispose facendo una
volata
verso lo spogliatoio.
Pochi
minuti dopo lei e Loki stavano uscendo dalla palestra e dirigendosi
verso il
bar. Ma appena misero piede fuori Sara si bloccò di colpo. Loki se ne
accorse e
si voltò verso di lei preoccupato. La trovò immobile, le braccia
leggermente
aperte verso l’alto, il volto girato verso il cielo.
“Sara,
tutto bene?” chiese, lievemente preoccupato.
“Loki….”
Iniziò lei abbassando lo sguardo, un’enorme sorriso stampato sul volto.
“Sta
nevicando!” esclamò poi felice come non mai.
ANGOLO
AUTRICE
Ed ecco
a voi un altro chap! Che ne dite? Vi piace?Secondo
voi cosa succederà? Fatemi sapere presto! Bacioni
bacetti
sesshy!
Loki
tirò un sospiro di sollievo, poi alzò lo sguardo anche lui. Era vero
dal cielo
stavano scendendo candidi fiocchi di neve ed anche il suolo era già
ricoperto
da uno spesso strato di neve.
“Loki,
la cioccolata rimandiamola a dopo, andiamo a Central Park! Sarà una
meraviglia!” saltò su Sara, afferrandolo per un braccio e cominciando a
trascinarlo. Loki sorrise divertito dal comportamento un po’ infantile
di Sara
poi la seguì. La ragazza quasi correva per la fretta di arrivare.
In
pochi
minuti arrivarono a destinazione: Central Park era uno spettacolo,
totalmente
ricoperto di neve. Gia si cominciavano a vedere le prime famiglie e
coppia
intente a giocare.
“Dai
vieni! Noi terrestri diventiamo improvvisamente bambini quando c’è la
neve!”
continuò Sara tirandolo per un braccio e trascinandolo nel bel mezzo
della
neve.
Loki
sorrise vedendo la ragazza girare come una trottola sotto la neve; la
osservò
per qualche minuto, poi si guardò intorno ammirando il paesaggio
davanti a se,
rimanendo incantato.
Si
stava
ancora godendo il paesaggio quando sentì qualcosa di duro e freddo
colpirlo in
piena nuca. Si girò per ribattere ma così facendo qualcosa di bianco lo
prese
in pieno volto. Rimase qualche minuto impassibile, cercando di
ripulirsi.
Quando
riuscì a ripulirsi, guardò Sara.
“Tu lo
sai che questo significa guerra?” sibilò fra i denti e chinandosi a
raccogliere
un mucchio di neve.
“Non
aspettavo altro!” sogghignò Sara.
Era
appena iniziata una battaglia a palle di neve, che si sarebbe protratta
per
parecchio tempo.
“Beccati
questa sottospecie di un Dio!” esclamò Sara, prima di lanciare una
palla di
neve particolarmente grande e centrando Loki per la decima volta.
“E con
questa stiamo a dieci Loki! Ti arrendi?” provocò.
“Mai!”
esclamò di rimando Loki, lanciando a sua volta una palla, che Sara
schivò
prontamente.
“Sei
prevedibile!” lo canzonò.
“Non è
assolutamente giusto, non ho mai affrontato questo genere di
battaglie!” disse
ironicamente Loki, lanciando una palla.
“Tutte
scuse caro Dio! La verità è che sei scarso!” lo provocò ulteriormente
Sara.
“Ah si?
Adesso lo vediamo!” esclamò Loki, facendo un salto in avanti e
prendendo Sara
alla vita, caricandosela in spalla.
“Loki!
Mettimi giù, lasciami!” gridò, Sara tra le risate, tirandogli leggeri
pugni
sulla schiena. “Assolutamente no!” esclamò Loki, ma nella confusioneinciampò e così i due si trovarono a rotolare
giùper un pendio.
Quando
si fermarono furono presi da un improvviso attacco di risate. Sara si
fermò un
attimo notando che anche Loki stava ridendo, di cuore, quasi con le
lacrime
agli occhi. Sara sorrise dolcemente a quel suono: era la prima volta
che lo
sentiva ridere così…sinceramente.
Lentamente
Loki smise di ridere e si accorse che Sara lo stava guardando
intensamente.
“Cosa
c’è?” mormorò.
“Il
suono
della tua risata. È…bellissimo!” gli rispose. Loki aprì bocca per
ribattere ma
si scoprì a corto di parole. I due rimaseroper un po’ a guardarsi negli occhi. Poi Sara si rese
improvvisamente
conto della posizione in cui si trovavano: erano entrambi sdraiati,
Loki sopra
di lei.
Ridacchiò.
“Forse
è
il caso di alzarci, abbiamo una cioccolata che ci attende!” cercò di
alzarsi,
ma Loki glielo impedì. C’era una strana luce negli occhi del ragazzo e
Sara si
chiese se doveva preoccuparsi.
“La
cioccolata può attendere.” Sussurrò Loki, poi senza il minimo
preavviso, la
baciò.
Sara
sgranò gli occhi, tutto si aspettava meno che quel bacio. Ma poi
vedendo gli
occhi del Dio ben chiusi e sentendo premere la sua lingua sulle sue
labbra,
chiuse gli occhi e si abbandonò completamente a quel bacio.
Socchiuse
le sue labbra, permettendo alle loro lingue di incontrarsi.
Sarebbero
andati avanti all’infinito, ma la mancanza d’aria si fece sentire e
costrinse i
due a separarsi. Loki appoggiò la fronte su quella di Sara, respirando
profondamente.
“Solo
adesso capisco mio fratello. Solo ora capisco come una donna ed un
fragile
sentimento come l’amore gli abbiano cambiato la vita.” Sussurrò.
“Loki…”
mormorò Sara poggiandogli una mano sulla guancia. Lui sorrise, un
sorriso
dolce.
“Sara…”
disse prima di baciarla nuovamente.
ANGOLO
AUTRICE
Eccomi
genteeeeeeeeeeeeee!! Vi sono mancata?? Se non io spero almeno i miei
chap! Comunque
che ne pensate eh? Direi che finalmente sti due si so baciati! Che ve
ne pare? Ve
l’aspettavate? Dai forse si un po’!
Quando
i
due tornarono a casa era pomeriggio inoltrato. Erano bagnati zuppi
dalla testa
ai piedi e piuttosto infreddoliti.
“Pari o
dispari per la doccia?” scherzò Sara alzando un pugno. Loki sorrise.
“Visto
che sono un gentiluomo farò andare te per prima. Ad una
condizione…sbrigati!”
rispose, andando in camera sua.
Sara si
fece una doccia veloce, ma riscaldante e poi usci.
“Loki,
per le tua felicità ho fatto! Metto su un the, ti va?” urlò. La testa
del
ragazzo fece capolino dalla sua stanza.
“Tu…mi
devi sempre una cioccolata! Ma in mancanza di meglio mi accontenterò
del the!”
rispose. Sara ridacchiò, dirigendosi in cucina. Mise l’acqua a scaldare
e poi,
aspettando che bollisse ripensò a quanto era successo pochi minuti
prima.
Lei e
Loki si erano baciati. Al solo ripensarci un brivido le corse lungo la
schiena
e si ritrovò a ridacchiare sommessamente, da sola, come una pazza. Era
felice, come
non lo era mai stata.Improvvisamente
sentì due forti braccia cingerle la vita. Con un sorriso si appoggiò al
petto
di Loki, che prese a baciarle il collo.
Sara
sentì i brividi salirle lungo la schiena, ma l’improvviso fischio del
bollitore
li interruppe. Si separarono un po’ a malincuore e Sara versò la
miscela nell’acqua
mentre Loki prendeva due tazze.
Stavano
tranquillamente bevendo il the,quandoad
un certo punto Sara scoppiò a ridere; Loki la guardò stupito.
“Sara?
Tutto bene?” chiese, non capendo assolutamente nulla.
“Si..io…ahahah…oddio..”
la ragazza cercava di spiegare ma le risate glielo impedivano. Loki le
prese la
tazza dalle mani prima che si rovesciasse tutto il the bollente addosso
e
aspettò che si calmasse per avere una qualche risposta.
Finalmente
Sara riuscì a calmarsi.
“Stavo…stavo
pensando alla faccia di Stark, Fury e Steve, se e quando glielo
diremo.” Riuscì
finalmente a spiegarsi.
Loki ci
pensò su, poi sogghignò.
“Forse
Fury e Stark saranno tranquilli, ma Capitan Ghiacciolo…bè credo che la
prenderà
male. Molto male!” sentenziò, restituendo la tazza alla ragazza.
“Dici?”
chiese prendendo la tazza.
“Si
vede
lontano un chilometro che ha una cotta per te!” le spiegò Loki.
Sara
sgranò gli occhi.
“Ma dai
che dici?”
“Sono
sicuro!”
“Mah!”
alzò
le spalle dubbiosa Sara, continuando a sorseggiare il suo thè.
“Ah,
Loki quasi dimenticavo di dirtelo. Visto che domani è 25 dicembre, e
visto che
il Natale si passa in famiglia, almeno qui sulla Terra, ho invitato a
pranzo
Thor e Jane.”
Loki
quasi si strozzò con il suo thè.
“Tu
cosa?” chiese tossendo e sputacchiando thé.
“Oh
andiamo, non fare quella faccia! Alla fine sei felice anche tu di
rivedere tuo
fratello! E non provare a ribattere che non è tuo fratello, perché ti
ho
sentito prima!” ribattè la ragazza, agitando un dito davanti agli occhi
del
Dio, che sbuffò piuttosto seccato.
“Almeno
avresti potuto chiedere il mio parere!” disse.
“Tanto
lo sai che non l’avrei ascoltato!” rispose Sara con un ghigno.
“Vero
anche questo!” sospirò Loki, alzando gli occhi al cielo. Sara lo guardò
un
attimo ridacchiando.
****
Era
ormai notte fonda, entrambi i ragazzi erano andati a dormire. Sebbene
quella
fosse stata una giornata particolarmente felice, nella sua stanza Loki
si
girava e rigirava nel letto, preda di inquietanti sogni. Nonostante
fuori
facesse molto freddo, la fronte del giovane era imperlata di sudore.
All’improvviso
il ragazzo si svegliò di colpo, ma, per quanto cercasse di mettere a
fuoco la
sua stanza, non ci riuscì: si trovava completamente immerso
nell’oscurità,
un’oscurità innaturale.Sentì il panico
crescere rapidamente dentro di lui, ma cercò di dominarsi.
“Loki…da
quanto tempo!” ogni tentativo di autocontrollo andò a puttane, quando
Loki sentì
quella voce. Il panico prese pieno possesso di ogni fibra del suo corpo.
“T-Thanos...”
bisbigliò, maledicendo il suo stupido balbettare.
“Pensavi
forse di sfuggire al mio sguardo, Asgardiano? Pensavi forse di
sfuggirmi? Tu mi
hai deluso, e raramente perdono chi mi delude.” La voce di Thanos, la
sola voce
bastava per incutere un terrore assoluto in Loki.
Improvvisamente
davanti al ragazzo comparve un’immagine: Sara nel suo letto, con un
lieve
sorriso sul volto, dormiva beata e tranquilla.
“Non mi
ci vorrebbe molto a cancellare quel sorriso dal suo volto.” Mormorò
Thanos.
“No!
Lei
no! Devi lasciarla in pace!” urlò Loki, disperato.
“Devi? Devi? Non sei nella posizione di
darmi ordini, insulso asgardiano! Tu mi hai deluso e quale che sia la
tua punizione,
sarò io a deciderla! Ma sta pur certo di questo: soffrirai, conoscerai
il vero
dolore!” con queste ultime parole, Thanos sparì dalla mente di Loki,
che si
trovò nella sua stanza.
Il
ragazzo respirava affannosamente, il volto madido di sudore; ripensò
alle
ultime parole di Thanos, sentendo un brivido corrergli lungo la
schiena.
“Loki.”
Una voce gentile, lo riscosse dai suoi pensieri. Loki si voltò in
direzione
della voce e vide Sara, in piedi sulla soglia della sua camera,
un’espressione
preoccupata sul volto.
“Loki,
stai bene? Ti ho sentito urlare e…ho come sentito una presenza.”
Mormorò
preoccupata Sara avvicinandosi al letto del ragazzo e sedendosi di
fronte a
lui.
Loki la
guardò con occhi smarriti per qualche istante, cercando di prendere una
decisione.
“Si…
io…sto bene. Solo un incubo.” Tentò di sorridere, cercando di sembrare
rassicurante.
Sara
gli
passò una mano sulla fronte madida di sudore.
“Doveva
essere un sogno terribile.” Affermò, facendo finta di credere alla
menzogna di
Loki.
“Già,
ma
ora è passato. Sto bene! Va tranquilla a dormire.” Le disse, sapendo
che non
gli credeva.
Sara
non
si mosse, ma spostò la mano dalla fronte alla guancia di Loki,
accarezzandogli
col pollice lo zigomo. Stava per dire qualcosa ma poi ci ripensò e posò
un
delicato bacio sulle labbra del ragazzo.
“Cerca
di dormire.” Gli sussurrò, prima di alzarsi e andarsene. Loki la guardò
andare
via e quando usci dalla stanza un gemito gli scappò dalle labbra.
Thanos
non l’avrebbe toccata, non le avrebbe sfiorato neanche un capello,
giurò a se
stesso, prima di ricadere in un sonno agitato.
ANGOLO
AUTRICE
Pensavate
che mi fossi dimenticata eh? E invece no! Eccomi qui! Bè che ne dite di
questo
chap? Finalmente il nostro caro nemico si è fatto sentire!
Bè
fatemi sapere che ne pensate di questo nuovo chap! A presto! Bacioni!
Il sole
sorse a andò ad illuminare ogni cosa, compresa una sagoma che, seduta
su una
sdraio in un terrazzo, osservava il panorama di fronte a se.
Loki
alla fine non era riuscito a dormire a lungo e se ne era andato in
terrazzo,
uno dei suoi luoghi preferiti. Si lasciò accarezzare dai tiepidi raggi
del
sole, sperando che potessero scacciare via ogni suo turbamento. Ma
ovviamente
non fu così; nulla dopo quella notte avrebbe potuto calmarlo.
Gli
tornò alla mente una frase di Sara: “ Ho
sentito una presenza.” Sara era una semplice umana, come faceva a
percepire
Thanos?
Perso
com’era nei suoi pensieri non si accorse che ormai era mattina
inoltrata. Con
un sospiro si alzò, stiracchiandosi le membra irrigidite dal freddo e
si
diresse verso la cucina. Almeno avrebbe dato un senso a quella notte
insonne,
preparando la colazione a Sara.
Era intento a fare frittelle, ormai da qualche
minuto, quando si sentì osservato: alzò lo sguardo e vide che Sara era
in piedi
e lo guardava, con un’espressione indecifrabile in volto.
“Buongiorno.”
La salutò con un sorriso. Sara non gli rispose ma gli andò incontro e
gli prese
il viso fra le mani, osservando le grosse borse scure che Loki aveva
sotto gli
occhi.
“Non
hai
dormito per niente sta notte vero?”
sospirò, conoscendo già la risposta. Lui rise piano, prendendole le
mani fra le
sue.
“Ti
preoccupi troppo, sto bene.” Le rispose, cercando di essere
convincente; prima
che Sara potesse ribattere, le posò un leggero bacio sulle labbra.
“Frittelle
per colazione. E, hmm, oggi verranno mio fratello e Jane giusto?
Bisognerà fare
qualcosa immagino.” Chiese. Sara sgranò gli occhi.
“Me ne
ero quasi scordata!” esclamò, battendosi una mano sulla fronte.
“Ottimo!
Quindi adesso siediti, fai una buona colazione e poi andremo a fare la
spesa
sperando di farci venire una qualche idea!” sorrise Loki, prendendola
per le
spalle e guidandola verso una sedia e costringendola a sedersi. Poi le
mise davanti
un piatto fumante e le porse un barattolo di sciroppo d’acero.
“A lei
signorina!” Sara lo guardò di sbieco, ridacchiando.
“Il
terribile Loki, Dio degli Inganni, colui che voleva dominare ben due
Mondi…fa
da cameriere ad una semplice umana.” Lo prese in giro, afferrando il
barattolo.
Loki sorrise a sua volta.
“Un
soggiorno prolungato su quella stessa Terra che volevo assoggettare, e
una
buona compagnia mi hanno fatto un po’ cambiare carattere.” Rispose.
“Per
buona compagnia intendi quel megalomane di Stark? Che per un mese ci ha
tartassati, venendo praticamente ogni giorno in casa nostra?” chiese
ironicamente Sara.
“Oh bè
lui e anche una graziosa dama, che mi ha gentilmente offerto la sua
casa.”
“Graziosa
dama…” bofonchiò Sara, con le punte delle orecchie leggermente rosse
per
l’imbarazzo, iniziando a spalmare lo sciroppo.
Loki la
guardò per qualche secondo, pensando che fosse veramente una bella
ragazza;
evitò di dirglielo però, notando già l’imbarazzo di Sara. Scuotendo la
testa si
sedette anche lui e iniziò a mangiare.
*****
Ormai
era pomeriggio inoltrato, il sole stava quasi tramontando e Sara e Loki
erano
entrambi in cucina intenti a preparare la cena. I due lavoravano in
silenzio,
un filino nervosi, ognuno per suoi motivi.
Loki
non
aveva più rivisto il fratello da quando avevano avuto quella piccola
discussione sul balcone di casa. Pensare al fratellastro, provocava in
Loki
sentimenti contrastanti: lo aveva odiato e disprezzato per così tanto
tempo, lo
voleva morto ed ora…ora, non sapeva neanche lui spiegare cosa provava.
“Loki
scusa mi passi il coltello?” gli chiese Sara, distraendolo dalle sue
riflessioni.
“Certo,
tieni.” Le rispose porgendoglielo. In quel momento suonò il campanello;
Loki
s’irrigidì e Sara lo notò.
“Sta
tranquillo, vado io. Tu finisci qua!” gli disse, pulendosi velocemente
le mani
e andando alla porta. Aprì e si ritrovò davanti due sorridenti Thor e
Jane.
“Benvenuti
ragazzi!” esclamò Sara con un sorriso, facendosi da parte per farli
entrare.
“Ciao,
Sara!
Wow che profumino!” esclamò Jane entrando e abbracciando la ragazza.
“Già,
cosa state cucinando?” chiese curioso Thor entrando dopo Jane e
baciando la
mano di Sara.
“Cavoli
Thor, non hai dimenticato i modi di Asgard!” esclamò stupita Sara.
Dalla
cucina,
Loki sentì ogni scambio di battuta, sentendo la sua ansia crescere di
minuto in
minuto; strinse più forte il canovaccio che aveva in mano, poi prese un
bel
respiro e decise di uscire e finalmente incontrare il fratello.
Si
fermò
sulla porta della cucina, come paralizzato: Thor era in piedi e parlava
animatamente con Sara e non si era accorto della sua presenza. Sapeva
di dover
dire qualcosa, di dover fare qualcosa, ma la lingua si rifiutava di
parlare, il
suo corpo di muoversi.
La
prima
ad accorgersi di lui fu Jane, che gli sorrise gentilmente, salutandolo
con la
mano. Thor si accorse di quel movimento, perché finalmente distolse la
sua
attenzione da Sara e incontrò lo sguardo di Loki. Un sorriso si stampò
sul
volto del biondo, un sorriso fraterno.
“Ti
trovo bene, fratello.” Lo salutò. Anche Loki sorrise, sentendo la
tensione
sciogliersi all’improvviso: era come se la discussione avuta quel
giorno non
fosse mai avvenuta. Si accorse che l’attenzione delle due donne era
tutta su di
lui e pendevano dalle sue labbra.
“Anche
tu sei in forma…fratello.” Accentuò l’ultima parola, e fece un passo in
avanti
tendendo un braccio. Thor spostò lo sguardo dal volto di Loki al
braccio, poi
di nuovo su di Loki. Ignorò completamente la mano aperta del moro e lo
circondò
in un abbraccio. Loki rimase interdetto, non se l’aspettava. poi mise
da parte
ogni dubbio e abbracciò a sua volta Thor.
Sara e
Jane avevano assistito a quella scena in silenzio e si scambiarono un
sorriso.
La leggera tensione che si avvertiva nell’aria svanì all’istante,
sostituita da
un clima festoso.
“Bene
ragazzi accomodatevi, intanto che si cuoce la cena, vi abbiamo
preparato un
aperitivo da leccarvi i baffi!” esclamò Sara, andando verso la cucina e
tornando con un paio di vassoi, accompagnata da Loki che reggeva un
paio di
bottiglie.
Sara
poggiò i vassoi sul tavolo e Loki porse una bottiglia a Thor.
“Forza
uomini, stappate ‘ste bottiglie e cominciamo a festeggiare!” rise Sara.
I due
si lanciarono uno sguardo complice, poi stapparono le bottiglie, tra le
acclamazioni delle due donne.
Era
appena cominciata una piacevole, divertente e soprattutto lunga serata.
ANGOLO
AUTRICE
Rieccomi!!
Ancora un capitolo tranquillo!! Che ne dite? Si comincia a festeggiare
il
Natale! Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo!! A presto!
Sesshy!
La
serata era ormai entrata nel vivo, i quattro ragazzi si erano molto
sciolti e
avevano iniziato a raccontare aneddoti e storie divertenti.
Sara,
ancora ridendo e con le lacrime agli occhi, si accorse che il vino era
finito e
si alzò per andare a prenderne altro. Loki la seguì con lo sguardo e
quando fu
sicuro che era in cucina, si alzò velocemente e fece un cenno a Thor.
“Posso
parlarti un secondo. Scusaci Jane, torniamo subito.” Disse, lasciando
intendere
che quella era una conversazione fra loro due soltanto. Jane annuì, e
Loki
condusse Thor sul balcone.
“Dimmi,
Loki, che succede?” chiese il biondo, una volta sicuro che Jane non li
sentisse.
Loki sospirò, sapendo bene quanto chiedeva al fratello.
“Thor
ho
bisogno del tuo aiuto. Bè in realtà non sarebbe male avere anche gli
altri.”
Rispose il moro, mandando in totale confusione il dio del Tuono.
“Che
succede?” chiese per la seconda volta, con preoccupazione sempre
crescente.
Loki non rispose, ma si girò e si appoggiò alla balconata, lasciando
vagare lo
sguardo sulla città sottostante.
Vedendo
che il minore non rispondeva, Thor gli si avvicinò, poggiandogli una
mano sulla
spalla.
“Loki…”
ma l’altro lo interruppe.
“Dopo
che mi lascia cadere nel vuoto, errai per molto tempo; ma alla fine
giunsi su
un Regno. Era diverso da tutti gli altri, ma non è questo quello che
conta. Su
questo Regno trovai una…un…trovai Thanos.”Cominciò a raccontare Loki; Thor l’ascoltava attentamente ma
quando
sentì il nome di Thanos la presa sulla spalla di Loki aumentò
notevolmente e il
Dio del Tuono sentì il terrore crescere dentro di lui: Thanos era
famoso anche
ad Asgard come qualcosa di invincibile.
Loki
ignorò la stretta sulla sua spalla e continuò il suo racconto.
“Lui mi
parlò, a lungo. Mi promise ogni gloria, ogni onore e un trono su cui
sedere. Mi
promise di farmi diventare il re che avevo sempre desiderato essere. Mi
propose
un patto: tutte queste cose, in cambio del Tesseract. E il resto lo
conosci. I
Chitauri, il mio attacco alla Terra…” La voce di Loki si spense, un
nodo alla
gola gli impediva di parlare.
“Loki
tu…tu avevi un’alleanza con Thanos?” mormorò Thor. Quella voce,
normalmente
alta e squillante, ora così bassa fece venire i brividi a Loki, che si
allontanò dal fratello.
“Si,
lui
mi diede lo scettro e il controllo sui Chitauri. Ma come ben sai, ho
fallito ed
ora…ora Thanos è furioso con me e mi ha giurato vendetta.” Concluse
Loki, quasi
sull’orlo della disperazione.
“E tu
vuoi che io e gli altri ti proteggessimo.” Rispose Thor, con una strana
calma.
“No!
Non
me! Sara! Thanos…lui mi ha parlato e mi ha detto che mi avrebbe fatto
conoscere
il vero dolore. Ma si riferiva a Sara! Farà del male a lei per far
soffrire
me!” Loki non si era accorto di aver quasi gridato, sentiva solo che ad
ogni
parola la sua angoscia cresceva e si era ritrovato quasi con le lacrime
agli
occhi. Thor fu stupito di questo suo atteggiamento e si ritrovò a
pensare al
grosso cambiamento avvenuto in Loki.
Poi
un’idea gli balenò in mente: lui aveva subito un cambiamento simile
quando…
“Ti sei
innamorato di lei?” chiese. Loki lo guardò senza capire. Un sorriso
dolce
increspò le labbra del biondo.
“Loki,
tu sei innamorato di Sara?” chiese nuovamente. Loki non rispose ma
spostò lo
sguardo all’interno della sala, dove Sara stava parlando animatamente
con Jane.
Al vedere la ragazza che rideva, inconsapevolmente Loki sorrise, un
sorriso
dolce. Anche il suo sguardo cambiò.
“Ho già
la mia risposta. Fratellino, cosa vuoi che faccia?” chiese Thor,
tornando
serio.
Loki
strinse i pugni, quasi a farseli sanguinare. Quello che stava per dire
lo
distruggeva dentro, era un pensiero insopportabile, ma era tutto per il
bene di
Sara.
“Quando
Thanos arriverà, e lo farà, dovrai portare al sicuro Sara. Dovrai
condurla ad
Asgard.” Disse infine, puntando uno sguardo risoluto negli occhi di
Thor, che
rimase sconvolto da questa decisione. Ma poi annuì: avrebbe fatto lo
stesso se
Jane fosse stata in pericolo.
“D’accordo
Loki, ti aiuterò.” Rispose.
“Grazie.”
Mormorò il moro.
ANGOLO
AUTRICE
Ole!! Chiedo
perdono per la mia lunghissima e
ingiustificata assenza, spero solo di esservi mancata! Ehm, scherzo!! E
allora?
Che ne dite di questo chap fra i due fratellini?? Loki disperato
chiede aiuto a Thor…bè fatemi
sapere cosa ne pensate!! Buon Natale e Buon Anoo e tutte/i, ovviamente
in
ritardo!
I due tornarono dentro
la sala e trovarono Jane e Sara intente a spettegolare tra di loro.
Appena si
accorse della loro presenza, Jane si voltò raggiante verso Loki.
“Loki! Complimenti!
Gran bella scelta!” disse, facendogli l’occhiolino. Lui sorrise
lievemente,
andandosi a sedere accanto a Sara e passandole un braccio intorno alle
spalle.
“Lo so modestamente ho
sempre avuto buon gusto!” esclamò ironico. Sara gli diede una manata in
pieno
petto.
“Idiota!” esclamò,
diventando rossa: non era mai stata abituata a ricevere complimenti e
quindi
anche solo un piccolo apprezzamento la faceva sentire in imbarazzo.
Loki sghignazzò,
divertito da quel lato del carattere della ragazza.
La serata andò avanti
ancora per un paio d’ore, poi Jane guardò l’orologio e sgranò gli occhi.
“Bè ragazzi, credo sia
ora di andare per me e Thor. S’è fatto tardi.” Anche Sara guardò
l’orologio e
annuì.
“Caspita è vero!”
esclamò alzandosi in piedi, seguita da Loki.
“Vi vado a prendere i
cappotti.” Disse sparendo in uno stanzino e riemergendo con le giacche,
pochi
secondi dopo.
“Ragazzi è stata
proprio una bella serata! Grazie di tutto!” disse poi abbracciando Jane.
“Oh no, grazie a te
Sara.” Rispose Thor, baciandole la mano e lanciando un veloce sguardo a
Loki.
Sara alzò un
sopracciglio, intuendo che Thor non si riferiva solo alla serata. Il
biondo
salutò anche il fratello e poi i due se ne andarono.
Per un attimo regnò il
silenzio dentro la sala, poi Sara si stiracchiò rumorosamente le
braccia.
“Bè che dire, seratina
allegra no?” esclamò sorridendo; ma il sorriso le si spense quando vide
la
montagna spropositata di cose che avrebbe dovuto lavare.
“Oh no…” mormorò, nel
panico. Loki si accorse del suo sguardo e scosse la testa.
“Lascia perdere ci
pensiamo domani. Dai vieni, per noi la serata ancora non è finita.”
Disse
prendendola per mano e conducendola al centro della sala.
Loki, che dia.…” ma non
finì la frase perché le labbra del Dio s’impossessarono prepotentemente
delle
sue. Si sentì cingere la vita dalle braccia di Loki, che l‘attirò
ancora più
vicina a se. Sara gli mise una mano sulla guancia, mentre l’altro era
poggiato
sul petto del moro.
Quando si separarono,
Loki le mormorò a fior di labbra: “Ora chiudi gli occhi.” Sara non se
lo fece
ripetere due volte, e sentì il ragazzo allontanarsi. Rimase ferma,
aspettando
il suo ritorno. Poco dopo sentì Loki avvicinarsi alle sue spalle e lo
lasciò
fare. Sentì le sue mani scostarle con delicatezza i lunghi capelli,
sistemandoli tutti da un lato, e poi qualcosa di freddo intorno al
collo.
“Fatto. Buon Natale.”
Le sussurrò Loki all’orecchio, dopo qualche minuto. Sara aprì gli occhi
e
guardò cosa le aveva regalato: un piccolo ciondolo bianco a forma di
goccia con
un puntino blu al centro. Era semplice ma al tempo stesso molto bello.
Sara era
senza parole, era praticamente la prima volta che riceveva un regalo a
Natale.
“Loki…è bellissima, ma
non dovevi, io non..non ti ho fatto niente!” disse dispiaciuta. Loki
sorrise
dolcemente e le posò un dito sulle labbra, per zittirla.
“Il più bel regalo che
potessi ricevere, sei tu.” Mormorò, prima di baciarla nuovamente. A
Sara mancò
il fiato per quelle parole, nessuno l’aveva mai fatta sentire
così…amata.
Quando si separarono,
entrambi sorridevano.
“Buon Natale, Loki.”
“Buon Natale, Sara.”
ANGOLO AUTRICE
Ed eccomi di nuovo qui,
con un cap ancora pieno di dolcezza!! Giuro che fra qualche capitolo
arriverà
anche l’azione!! Spero che anche questo vi sia piaciuto e che la storia
non vi
stia annoiando troppo!! Bè fatemi sapere che ne pensate! A presto
sesshy!
I
giorni
passarono velocemente e alla fine arrivò anche il 31 dicembre. Quella
mattina
Sara si era alzata relativamente presto e dopo aver fatto colazione si
era
infilata sotto la doccia. Aveva intenzione di andare a fare un po’ di
shopping,
di comprarsi un vestito per la festa che Stark avrebbe dato quella
sera. Il
miliardario l’organizzava ogni anno: una festa a cui invitava pochi
amici, i
più intimi per festeggiare insieme l’anno nuovo.
Sara
ridacchiò sotto la doccia; Tony ancora non li aveva invitati
“ufficialmente” ma
la ragazza sapeva quanto il miliardario ci tenesse alla loro presenza.
Ormai
aveva finito di lavarsi così chiuse l’acqua e uscì dalla doccia; si
stava
avvolgendo nell’asciugamano, quando la porta si aprì e entrò un Loki
ancora
mezzo addormentato.
“Loki!”
esclamò Sara, chiudendo di scatto l’asciugamano; accorgendosi della
ragazza il
Dio distolse subito lo sguardo.
“Ah
scusami, sono entrato senza bussare, scusa!” farfugliò, con la voce
ancora
impastata di sonno.
Sara
rise.
“Tranquillo,
stai ancora dormendo! Comunque ho fatto, il bagno è tutto tuo!” gli
rispose,
girandosi e prendendo i suoi vestiti per poi uscire dal bagno. Mentre
si
girava, Loki notò una cicatrice sulla spalla sinistra della ragazza,
parzialmente nascosta dall’asciugamano.
“Sara,
cos’hai sulla spalla?” chiese cercando di bloccare la ragazza. A questa domanda, Sara impallidì leggermente e
cercò di liquidare il discorso.
“Non è
niente, solo una piccola cicatrice…” ma Loki non se la bevve e mentre
gli
passava accanto l’afferrò per un braccio, costringendola a girarsi.
“Loki
sul serio non è nulla…” ma anche questa volta fu tutto vano, perché il
ragazzo
le abbassò l’asciugamano, rivelando un complicato intreccio di
cicatrici.
“Non è
niente? Sara hai mezza spalla ricoperta da cicatrici! Chi te le ha
fatte?”
chiese Loki, a metà tra lo sconvolto e il furioso. Sara sospirò.
“Non so
chi me le ha fatte, sono lì da quando ho memoria. E ha sentire Fury, ce
le
avevo anche quando ero una neonata.” Spiegò; sentì le dita di Loki
percorrere
una linea, delicatamente.
“È come
se…chi te le ha fatte volesse coprire qualcosa.” Mormorò osservandole
attentamente. Infastidita, Sara si divincolò dalla sua presa.
“Si bè,
ora le hai viste, posso andare?” gli chiese acida. Loki si acciglio per
quel
suo comportamento.
“Scusami,
non volevo infastidirti.” Le disse.
Sara si
accorse
della rispostaccia, e abbassò lo sguardo.
“No,
scusami tu, è che mi rende nervosa quando qualcuno vede la mia spalla.
Quelle
cicatrici sono orrende, e pensare che me le porto appresso da quando
sono nata
è…non è piacevole. E non sapere il perchè ce le ho mi fa arrabbiare
ancora di
più.”Si scusò la ragazza. Loki la
guardò un momento, sovrappensiero.
“Forse
posso aiutarti a migliorarle. Posso darci solo un’altra occhiata?”
chiese. Sara
alzò un sopracciglio non capendo, ma si girò ugualmente, anche se non
ne aveva
molta voglia.
Loki
osservò attentamente la spalla della ragazza: le cicatrici si
diramavano da un
unico punto centrale e non sembravano provenire da ferite da lama,
bensì da una
bruciatura. E sotto di esse, s’intravedeva, anche se era quasi
invisibile, un
disegno.
“Come
pensavo. Sotto a queste cicatrici c’è un disegno.” Assentì Loki. Sara
sgranò
gli occhi.
“Come
un
disegno? Vuoi dire tipo tatuaggio?” chiese incredula. Loki annuì.
“Ad
Asgard abbiamo una crema che potrebbe aiutarti a migliorare la spalla.
Posso
chiedere a Thor se ce ne portasse un po’.” Le spiegò poi; Sara si voltò
verso
di lui con una faccia talmente speranzosa che Loki capì quanto quelle
cicatrici
fossero un peso per lei. Le accarezzò una guancia.
“Cicatrici
o no,per me sei sempre bellissima.” Le sussurrò, prendendole il volto
fra le
mani e baciandola. Quando la lasciò, Sara era color peperone; gli diede
un
leggero pugno sul braccio e poi corse via.
Loki
ridacchiò, poi si spogliò e si infilò nella doccia. Nella sua stanza,
Sara
osservò ancora per un po’ la sua spalla martoriata,con aria pensierosaprima di infilarsi i vestiti e nasconderla
alla sua vista.
Uscì
dalla stanza nello stesso istante in cui Loki usciva dalla doccia…
strofinandosi i capelli ancora bagnati con un asciugamano…. mezzo nudo
…con
solo un asciugamano avvolto in vita. Sara si bloccò, con la bocca semi
spalancata. Il ragazzo si accorse della reazione e un sorrisino
malizioso gli
spuntò sulle labbra.
“Bè,
che
c’è? La vista ti piace?” chiese malizioso, poggiandosi una mano sul
fianco.
Sara si riscosse dai suoi pensieri, ammettiamolo, poco casti e gli
lanciò
addosso l’asciugamano.
“Copriti,
idiota!” gli urlò,girandosi.. Loki scoppiò a ridere, dirigendosi verso
la sua
camera e si vestì velocemente. Tornò nella sala e trovò Sara intenta a
parlare
con Stark, o meglio un ologramma di Stark: il nuovo sistema di
videochiamata,
brevettato da lui stesso.
“Ciao
Loki! Come te la passi?Stavo giusto
dicendo a Sara che sta sera vi voglio tutti alla Tower per la mia super
festa
di Capodanno. Ci vediamo alla Tower alle 20,30 in punto. Ciao ciao
ragazzi!” li
salutò, sparendo.
“Ah
finalmente sei vestito!” esclamò Sara con un sorrisino, vedendolo.
Anche Loki
sorrise.
“Come
se
prima ti fosse dispiaciuto!” la prese in giro, scompigliandole i
capelli.
“Allora,
oggi che si fa?” le chiesepoi.
“IO
vado
afare shopping, tu fa quello che ti
pare! Sto scherzando,comunque se ti va di accompagnarmi mi fa piacere.”
Le
rispose lei. Loki storse il naso: l’ultima volta che aveva accompagnato
la
ragazza a fare compere aveva seriamente rischiato un attacco isterico.
“No
preferisco salvaguardare i miei nervi e andare da Thor, per quella
famosa
crema!” le rispose.
“Antipatico!”
gli disse Sara facendogli la linguaccia. Poi gli si avvicinò e gli
diede un
bacio a stampo, ma Loki le impedì di allontanarsi, posandole una mano
dietro la
nuca e approfondendo il bacio.
“Allora
ci vediamo per pranzo, va bene?” gli chiese Sara quando si separarono.
Loki
annuì.
“A
dopo!” lo salutò lei uscendo di casa.
“A
dopo.” Le rispose lui, guadandola uscire. Appena si fu accertato che
fosse
uscita, Loki andò verso il telefono e attivò una video chiamata. Dopo
pochi
secondi di attesa il volto di Fury gli comparve davanti.
“Loki?
Mi aspettavo Sara, questo è il suo numero!” esclamò l’uomo sorpreso.
“Fury,
ho bisogno di parlarvi. Raduna tutti gli Avengers, la Terra potrebbe
essere di
nuovo in pericolo!” fu la risposta di Loki.
ANGOLO
AUTRICE
Eccomi
di nuovo qui!!! Da che aggiorno una volta ogni morte di papa, a che lo
faccio
più velocemente!!! Bè visto che ho i chap già pronti, pubblico!!
Bèè? Che
ne dite di questo piccolo colpo di scena?? Cicatrici? E che
nasconderanno mai??
Bè lo saprete solo continuando a leggere!! A presto sesshy!
“E
questo è quanto.”un silenzio carico di
tensione seguì il racconto di Loki. Silenzio che fu interrotto da
Steve, che
furioso battè un pugno sul tavolo.
“Sei un
essere spregevole, vieni qui sulla Terra, tenti di conquistarci, di
schiavizzarci, uccidi molti di noi…e hai anche il coraggio di chiedere
il
nostro aiuto?” urlò furioso come non mai; non aveva dimenticato chi e
come
aveva ucciso Coulson.
“Rogers,
forse dovresti calmarti.” Provò Banner, lanciando un’eloquente occhiata
in
direzione di Thor, che si era irrigidito.
“Non ho
assolutamente intenzione di farlo, professore! Ma vi rendete conto di
chi ci
sta chiedendo aiuto? È…è…l’uomo che ha ucciso Coulson a sangue freddo!
Non sono
così facile al perdono come lo siete voi…” ma lo sfogo del Capitano fu
interrotto da Stark.
“Non lo
siamo neanche noi Signor Ghiacciolo!” gridò, facendo zittire il biondo.
“Nessuno
di noi ha dimenticato ne ha intenzione di farlo. Ma stiamo cercando
tutti di
fare qualche passo in avanti, Loki compreso.” Continuò Stark.
“Il
nostro problema, ora, non è proteggere Loki, ma Sara. È di lei che
stiamo
parlando. Non metto in dubbio…” disse alzando una mano e interrompendo
una
protesta di Rogers “…il fatto che se il nostro cervo qui non avesse
fatto
cazzate ora non saremmo a questo punto, ma adesso dobbiamo concentrarci
su come
proteggere Sara e la Terra dall’arrivo di Thanos!” finì di dire Stark.
“E per
fare questo abbiamo bisogno di maggiori informazioni. Thor, su ad
Asgard c’è
qualcosa che potrebbe tornarci utile?Un
libro, leggende, racconti…qualcosa del genere?” chiese Natasha.
Thor
scosse la testa.
“Abbiamo
poco o niente. Perfino Odino trema al solo sentire nominare Thanos,e
sui nostri
libri sono riportate poche informazioni.” Rispose.
“Loki,
tu eri al suo servizio, qualcosa dovresti sapere.” Chiese Banner al
ragazzo.
“Purtroppo
non ho niente di utile.” Rispose piano il Dio.
“Fantastico,
quindi stiamo per affrontare un perfetto sconosciuto, probabilmente
invincibile.” Il sussurro chiaramente udibile di Steve, era pieno di
amaro
sarcasmo.
Loki
strinse un pugno, impedendosi di andare a spaccargli la faccia,
ricordandosi
che in fondo non aveva tutti i torti; respirò profondamente.
“Signori,
ancora non siamo in guerra, per il momento la Terra è al sicuro. Thor
anche
quel poco che avete potrebbe esserci utile. Per il resto voglio che
ognuno di
noi sia pronto!” l’affermazione di Fury stroncò ogni qualsiasi
discussione
stesse per nascere.
“Devo
chiedervi solo un’altra cosa. Per favore, Sara non deve sapere nulla.”
Disse
Loki alzandosi.
“Non
deve sapere che èin pericolo?” chiese
freddamente Tony.
“A cosa
le servirebbe?” chiese di rimando Loki. Tony si trovò d’accordo.
“E poi,
quando sarà necessario, la porterò lontano da qui, su Asgard, dove sarà
al
sicuro.” Aggiunse Thor.
“Che
senso ha allontanarla?” chiese Clint, non capendo.
“Già,
Sara s’incazzerebbe e basta.” Affermò Nat.
“A meno
che…non siate così sicuri da battere Thanos. In quel caso portarla su
Asgard
servirebbe a tenerla lontana dalla battaglia.” Ipotizzò Stark.
“Questo
è l’intento.” Rispose Loki.
“Bene
allora, diamoci da fare. Non è un obbiettivo piccolo quello che ci
siamo
prefissati.” Sentenziò Fury, congedando tutti quanti.
****
La sera
stava calando velocemente e tutti quanti si stavano preparando per il
festino
di Tony. Sara era in bagno ormai da un quarto d’ora buono e Loki, che
cominciava a spazientirsi, gironzolava per la sala.
“Oh
andiamo Sara ma quanto ci metti!” borbottò fra i denti. Aveva appena
finito di
pronunciare quelle parole quando…
“Ehm,
ehm.” Loki si voltò e rimase a bocca aperta.
“Bè che
c’è? La vista ti piace?” lo prese in giro Sara, usando le sue stesse
parole. Loki
ghignò: altrochè se la vista gli piaceva; Sara indossava unvestito blu scuro, stretto sul seno ma che
andava allargandosi sulla gonna. Era stretto in vita da una fascia
argentata.
Al collo indossava il ciondolo che le aveva regalato.
Una
coda
alta le fermava i lunghi capelli ramati, tranne che per due ciocche
lasciate libere
ad incorniciarle il viso. Un velo leggero di trucco metteva in risalto
gli
occhi marroni di Sara.
“Allora?”
chiese un po’ in ansia la ragazza, vedendo Loki leggermente
imbambolato.
“A
questa festa partecipano solo vecchi milionari decrepiti vero? No
perché potrei
diventare geloso!” scherzò lui,
riprendendosi dalla sorpresa.
Sara
rise.
“Mmm..non
so, ma potrei cavare gli occhi io a qualche avvenente donnina che Stark
ha, con
ogni probabilità invitato!” esclamò, lanciando un’eloquente occhiata al
ragazzo, che indossava dei pantaloni neri, e una camicia bianca,
leggermente
aperta sul petto. Sara gli si avvicinò e lo prese sottobraccio.
“Andiamo?”
chiese poi.
“Andiamo!”
annuì Loki.
ANGOLO
AUTRICE
Attimi
di
panico! La guerra incombe, Thanos si avvicina! E i nostri eroi si
preparano
come possono!!
E voi?
Siete
pronte? Come al solito, ditemi che ne pensate!! Un bacione a tutte o
mie fedeli
lettrici!!
I
due
arrivarono alla Stark Tower puntuali e furono accolti da una sorridente
Pepper.
“Sara,
che piacere rivederti dopo tanto tempo! Sei meravigliosa! Loki
finalmente ti
incontro, Stark mi…ha parlato parecchio di te!” esclamò abbracciando
Sara e
stingendo la mano a quest’ultimo che rimase perplesso da quelle parole.
“Davvero?
E che diceva?” chiese curioso. Pepper stava per rispondere,mal’arrivo di Tony glielo impedì.
“
Esaltavo
il tuo migliorato look, piccolo cervo!” scherzò il milionario,
avvicinandosi a
Sara e abbracciandola.
“Ciao
piccola, sei veramente uno splendore!” disse osservandola da capo a
piedi. Sara
gli tirò una manata al petto, imbarazzata.
“Ti
rubo
un attimo il ragazzo, Sara, tu intanto puoi fare lo stesso con la
signora
Stark!” disse ancora Tony, prendendo sottobraccio Loki e conducendolo
dalla
parte opposta.
“Cosa,
signora Stark?” chiese quasi urlando Sara a Pepper, che alzò gli occhi
al
cielo, divertita.
“Ah
lascia stare, è lui che mi chiama così. Piuttosto…tu hai qualcosa da
raccontare?” chiese Virgina, ammiccando verso il punto in cui Sart e
Loki erano
spariti. Sara avampò.
“Bè
ecco
noi…io e Loki…oh si insomma…” cominciò a balbettare, facendo scoppiare
a ridere
Pepper. Le due arivarono vicino ad un gruppetto di persone, radunate a
chiacchierare allegramente.
“Nat,
Clint, vi affido Sara e vado a recuperare Tony!” esclamò Pepper,
salutando i le
due spie e sparendo.
“Ehilà
ragazzi, quasi non vi riconoscevo, senza le tutine da spie!” li prese
in giro
Sara, salutandoli con calore.
“Sei
uno
schianto Sara, Loki non sarà mica geloso?” chiese Natasha, con un
sorriso
divertito.
Sara
spalancò la bocca: come diavolo facevano tutti a saperlo? Clint parve
leggerle
nel pensiero perché ridacchiò e rispose: “Prenditela con Thor, abbiamo
scoperto
che è più pettegolo di una donna!” le spiegò indicando con un pollice
il biondo
che, a pochi passi di distanza parlava allegramente con il dottor
Banner.
“Lo
odio!” sibilò Sara, un po’ scocciata.
“Comunque,
dove hai lasciato il povero Loki?” chiese Clint.
“Oh,
non
lo so è stato rapito da Stark appena siamo arrivati!” rispose Sara,
alzando le
spalle.
Intanto,
dall’altra parte della sala, in un angolino appartato, Sartk aveva
sbattuto
Loki contro un muro ed ora gli stava di fronte con un cipiglio
leggermente
minaccioso.
“Da
quanto?” gli chiese; Loki non capì a cosa si riferisse.
“Non
capisco, da quanto cosa?” chiese, un filino preoccupato dal
comportamento
dell’uomo.
“Non
prendermi per il culo, rock star mancata, da quanto tempo stai con
Sara!”
mormorò glaciale Tony.
Loki
deglutì; si decisamente Iron Man lo stava spaventando.
“Da
poco
più di una settimana, più o meno. Perché?” chiese, ritrovando un po’
della sua
antica parlantina.
“Parliamoci
chiaro, Dio dei miei stivali. Non ho nulla contro di te o contro il
vostro
fidanzamento, anzi! Ma se poco poco Sara soffre a causa tua, Thanos
sarà
l’ultimo dei tuoi problemi. Ti è chiara l’antifona?” spiegò brevemente
Stark,
alzando un sopracciglio.
Loki
annuì.
“Cristallina!”
rispose. Stark, sorrise affabile.
“Bene
allora! Forza godiamoci questa festa!” esclamò di nuovo allegro,
spingendo Loki
in mezzo alla calca di gente, che si ritrovò circondato da persone che
non
conosceva neanche di vista; il ragazzo si guardava intorno spaesato
alla
ricerca di facce conosciute, quando si ritrovò accanto Sara.
“Loki!
Finalmente Tony ti ha mollato! Che voleva?” chiese curiosa la ragazza.
Loki la
guardò, con gli occhi leggermente sgranati.
“Sara,
mi raccomando quando c’è Tony in giro fatti vedere sempre con un
sorriso e
allegra, ne va della mia vita!” la pregò il ragazzo. Sara lo guardò un
attimo
senza capire, poi scoppiò a ridere.
“Tony
ti
ha minacciato di morte vero?” chiese. Loki annuì.
“Tony…bè
lui mi considera un po’ sua figlia. Vedi, mi sono sempre trovata bene
con lui,
di carattere ci prendiamo. Sotto gli strati di strafottenza, sarcasmo,
cinismo,
e arroganza, Tony ha un cuore d’oro. E con me l’ha mostrato subito.
Ogni volta
che…ne avevo bisogno mi rifugiavo da lui. È da quando ho dieci anni che
ogni
volta che ne ho bisogno vado da lui. Mi ascolta sempre e…non so come ha
sempre
la risposta giusta, che sia una battuta o un consiglio.È sempre stato molto protettivo nei miei
confronti.” Spiegò la ragazza, con una nota affettuosa nella voce; Loki
se ne
accorse.
“Gli
vuoi molto bene vero?” mormorò. Sara annuì, lo sguardo puntato proprio
su
Stark, che qualche metro davanti a lei stava parlando con degli uomini.
“Fury
mi
avrà pure adottato, ma quello che mi ha insegnato tutto è stato Tony.”
Disse
poi.
Loki
guardò nella stessa direzione di Sara, annuendo. Capiva il grande
affetto,
seppur poco messo in vista, che legava quei due.
Dopo
l’inizio un po’ minaccioso la serata continuò piacevolmente, tra
allegria e
risate; il tempo passò velocemente e arrivò la mezzanotte. Tony era
salito su
un tavolo con in mano una bottiglia di spumante e stava litigando
parecchio per
aprirla.
Mentre
tutti quanti urlavano il conto alla rovescia, Loki si avvicinò
silenzioso a
Sara e le cinse la vita con un braccio tirandola a se e baciandola
appassionatamente.
“Buon
anno nuovo, piccola.” Le sussurrò a fior di labbra quando si separarono.
“Buon
anno nuovo, amore.” Gli rispose lei.
*****
I
giorni
passarono velocemente, trasformandosi in mesi e l’inverno lasciò il
posto alla
primavera. Tutto era tranquillo. Sara e Loki, insieme ormai da quattro
mesi,
vivevano felicemente esenza alcun tipo
di problema.
Thanos
non si era più fatto vivo, e sebbene tutti gli Avengers continuassero a
tenere
i sensi all’erta, non c’erano stati problemi.
Insomma
pace e tranquillità regnavano sovrane, ma presto le cose sarebbero
cambiate.
Presto quella pace sarebbe stata interrotta e la terra sarebbe
nuovamente
precipitata nel caos.
ANGOLO
AUTRICE
Eccoci
qui
con un chap nuovo, nonostante l’altro non abbia riscosso molto
successo!! Che dite
del’iper prottetività di Stark??E della
fine un po’ minacciosa?? Daiii fatemi sapereeee, altrimenti mi
demoralizzo e smetto
di pubblicare!!! A presto, un bacione, sesshy!!!
Era
una
tiepida giornata d’aprile e il sole stava cominciando a diventare più
caldo.Un uomo biondo si godeva quei
raggi, lasciando che gli scaldassero il volto. Ad un certo punto, sentì
due
esili braccia cingergli il torace e una testa poggiarsi sulla sua
schiena.
“Jane…”
mormorò dolcemente Thor, ma lei lo interruppe.
“Shh…”
sussurrò. I due rimasero così per un po’, godendo della reciproca
compagnia, ma
poi fu Jane ad interrompere il silenzio.
“Thor,
è
un po’ di tempo che sei strano. Che succede?” chiese la ragazza,
separandosi da
lui. Il dio sospirò, girandosi verso la sua amata.
“Non
lo so
Jane, non mi sento tranquillo. Sento che sta per succedere qualcosa,
sento
che…la Terra è nuovamente in pericolo.” Spiegò, poi guardandola.
“Thanos?”
chiese lei. Thor annuì, circondandola in un abbraccio.
“Vorrei
che tu…” iniziò a dire, ma lointerruppe.
“Ne
abbiamo già parlato. Non me ne vado! Io resto qui con te!” esclamò,
prendendo
il volto del dio fra le mani.
“Ma
se
dovesse succederti qualcosa…” tentò nuovamente lui.
“E
se
dovesse succedere qualcosa a te? Come pensi che starei su ad Asgard,
sapendo
che sei qui a combattere?” nella voce di Jane c’era una nota di
disperazione.
Thor la guardò con amore, poi la baciò delicatamente. Le passò una mano
dietro
la nuca, fra i capelli, mentre l’altra scivolavalungo
la sua schiena, procurandole leggeri
brividi.
“Ti
amo
Jane Foster.” Mormorò Thor quando si separarono.
“Ti
amo
Thor Odinson.” Gli rispose lei.
****
Il
sole
stava per tramontare tingendo i palazzi di arancione; Loki camminava
per le
strade di New York godendosi il primo caldo; non amava particolarmente
il
freddo, preferiva l’estate. Il freddo rievocava troppi brutti ricordi.
Stava
pensando proprio a questo quando se lo ritrovò di fronte: alto, più
alto di un
uomo normale, la pelle blu-azzurrina, gli occhi rossi. Davanti a lui
c’era un
Gigante di Ghiaccio.
Il
ragazzo fece per scappare, senza poteri non poteva nulla contro quei
mostri, ma
il Gigante fu più veloce e lo afferrò per la gola, sollevandolo da
terra; lo
fissò con occhi malvagi.
“Il
nostro
signore Thanos mi manda a dirti che lui e i suoi alleati sono pronti.
Domani la
Terra verrà invasa da ogni creatura malvagia dei Nove Regni e oltre.
Avete un
giorno per prepararvi.” Detto questo il Gigante lo lasciò cadere a
terra e
sparì. Loki rimase fermo dov’era, incapace di credere a quelle parole.
Un
giorno…scosso da questa consapevolezza Loki si rialzò in piedi e fece
una
telefonata.
Dopo
qualche secondo e qualche squillo andato a vuoto, finalmente Fury
rispose.
“Domani.
Thanos ci invaderà domani. E non è solo. Credo che con lui ci siano
Giganti di
Ghiaccio, Chitauri e ogni sorta di mostro.” Riuscì a dire, preso dal
panico.
Fury
non
rispose, Loki sentì solo il digitare furioso di tasti e il capitano che
sbraitava a destra e a manca.
“Bene,
fra dieci minuti alla Stark Tower.” Fu la sola risposta che ricevette,
poi Fury
chiuse la chiamata. Loki fissò il cellulare, quasi disperato: la Stark
Tower
era dalla parte opposta rispetto al solo posto dove volesse andare;
casa loro,
da Sara. Costringendosi, si girò e cominciò a correre verso la Tower.
Vi
arrivò in poco tempo, nello stesso istante in cui arrivavano anche
Natasha e
Clint, con cui si scambiarono la stessa occhiata. Poi i tre entrarono.
“Bene,
ecco gli ultimi tre. Sarò breve signori, perché penso che ognuno di noi
vorrà
passare questo ultimo giorno di pace come gli pare.” Iniziò Fury appena
li vide
comparire.
“A
breve
Thanos e compagnia bella arriveranno qui. Date il meglio di voi, fatelo
bene, e
anche questa guerra finirà. Non credo che ci sia altro da dirvi e nonvoglio farvi perdere altro tempoprezioso
perciò…arrivederci! Loki aspetta
solo un secondo.” Fury chiamò il dio e gli porse una busta bianca.
“Non
sono mai stato un sentimentalista. Puoi darla a Sara da parte mia? Te
ne sarei
molto grato.” Gli chiese porgendogliela. Loki lo guardò un secondo,
senza
capire, ma prese la busta.
“Gliela
darò personalmente.” Lo rassicurò, andandosene. Uscendo dalla Tower si
accorse
che Nat e Clint lo stavano aspettando in macchina.
“Forza
sali ti diamo un passaggio, così fai prima.” Gli spiegò Nat facendogli
posto;
Loki non se lo fece ripetere due volte e saltò in macchina. In pochi
secondi si
ritrovò davanti a casa sua.
“Grazie
ragazzi!” esclamò saltando fuori e corse dentro l’ascensore; qui cercò
di calmarsi,
Sara non doveva vederlo agitato. Prese una profonda boccata d’aria e in
quel
momento l’ascensore si aprì. Loki entrò nell’appartamento, cercando
Sara. La
trovò in cucina intenta, come sempre, a preparare qualcosa.
Si
soffermò a guardarla, senza essere visto, pensando a quanto quella
ragazza lo
aveva cambiato:gli aveva dimostrato che
provare dei sentimenti diversi dall’odio e il rancore, non era una cosa
da
deboli; gli aveva insegnato a perdonare e, cosa più importante, gli
aveva
insegnato ad amare.
Sara
si
sentì osservata e girò lo sguardo verso di lui; appena lo vide gli
regalò uno
dei suoi sorrisi dolci e caldi. Loki si accorse, osservando i suoi
occhi, che
era da un po’ di tempo che le si illuminavano ogni volta che era felice.
“Ben
tornato.” Lo salutò Sara. Loki non rispose, ma le si avvicinò e
prendendola per
i fianchi l’attirò a se baciandola con passione. Quando si separarono
negli
occhi del ragazzo passò un lampo di qualcosa di indefinibile, lampo che
però
non sfuggì a Sara.
“Loki?
Tutto a posto?” gli chiese, accarezzandogli una guancia.
“Si
certo. Cosa preparavi, sto morendo di fame.” Rispose velocemente,
sviando
l’argomento: non sarebbe riuscito a nascondere le sua preoccupazioni e
angosce
ancora a lungo.
Sara
fece finta di niente.
“Pasta
panna e salsiccia. Una cosina leggera, insomma.” Rispose. Loki rise
della
battuta, cominciando ad apparecchiare. In poco tempo fu tutto pronto e
i due si
misero a mangiare; fu una cena veloce e una volta finita, lavarono
altrettanto
velocemente i piatti. Mentre metteva apposto un piatto, Sara sentì che
la
spalla le formicolava, li dove c’erano le cicatrici. Emise un verso,
infastidita. Loki se ne accorse.
“La
spalla?” le chiese. Sara annuì, con una smorfia dolorante.
“È
da un
po’ che ti da fastidio, nonostante la crema.”Disse Loki avvicinandosi, per controllarla; le scostò la
maglietta:
grazie alla crema che Thor aveva riportato da Asgard le cicatrici si
erano
assottigliate e lasciavano intravedere il tatuaggio nascosto sotto di
esse ma ora
si erano un po’ infiammate e sembravano pulsare.Loki
fece scorrere le dita sulla spalla,
provocando leggeri brividi a Sara.
“Loki…”
mormorò, ma le parole le si bloccarono in gola, perché il ragazzo si
era
chinato a baciarle la spalla, mentre le mani avevano preso ad
accarezzarle la
pancia, per salire sempre più su, fino a sfiorarle il seno.
A
quel
tocco Sara trasalì; dentro di lei stavano nascendo emozioni
contrastanti: paura
e desiderio che quel tocco si facesse più intenso.
Intanto
una delle mani di Loki si era nuovamente spostata verso il basso,
mentre il
ragazzo aveva preso a baciarle il collo.
“Sara..”
il suo nome sussurrato così vicino al
suo orecchio le fece dimenticare ogni cosa; si girò impossessandosi
della bocca
di Loki; fece scivolare le mani lungo la schiena del ragazzo, fino ad
arrivare
alla fine della maglietta. Con gesto deciso gliela tolse, ritrovandosi
ad
ammirare il petto, non troppo muscoloso, di Loki. Sara cominciò a
baciare il
collo del ragazzo, scendendo poi lentamente lungo il petto, andando
sempre più
giù, togliendo il respiro a Loki. Sara prese ad armeggiare con la
cintura, ma
sentì una mano del ragazzo sopra la testa.
“Aspetta…non
qui.” Sussurrò Loki, con la voce roca. La prese in braccio e Sara gli
allacciò
le gambe dietro alla schiena. Loki la portò nella sua camera e
delicatamente la
sdraiò sul letto,stendendosi sopra di lei, togliendole la maglietta. Si
soffermò a guardarla.
“Sei
bellissima.” Le disse, prima di baciarla. Una mano scivolò sul corpo
della
ragazza, andando ad armeggiare con il bottone dei jeans; dopo qualche
secondo
di lotta, finalmente Loki riuscì a slacciarli e a toglierli alla
ragazza. Con
una mano sfiorò l’intimità della ragazza, che incarnò leggermente la
schiena a
quel tocco. Quella vista fece impazzire Loki, che non resistette oltre
e in
pochi attimi eliminò anche la biancheria intima di Sara.
“Ehi,
non vale però, tu hai ancora i pantaloni.” Mormorò, un po’ imbarazzata
Sara,
accorgendosi dello sguardo, quasi famelico di Loki, che sorrise
maliziosamente
a questa a affermazione.
“Sono
diventati un po’ scomodi, potresti levarmeli?” Le chiese, alzandosi.
Sara non
se lo fece ripetere due volte e in pochi attimi pantaloni e mutande
finirono
per terra, insieme al resto dei vestiti.
Loki
non
ce la faceva più; voleva Sara, voleva farla sua e leggeva lo stesso
desiderio
negli occhi della sua donna; la fece ristendere sul letto, dandole un
leggero
bacio.
“Sara...io
ti voglio.” Sussurrò, allargandole le gambe.
“Anche
io Loki, ma…” Sara esitò e Loki se ne accorse.
“Hai
paura?”
le chiese. Sara annuì e Loki le sorrise dolcemente, avvicinando la
testa alla
sua e poggiando la fronte su quella di Sara.
“Ti
amo.” Le sussurrò a fior di labbra, Loki, facendola trasalire: non
gliel’aveva
mai detto. Queste due semplici parole bastarono a cancellare ogni
preoccupazione di Sara. Loki lo capì e si sistemò meglio. La baciò
ancora; poi
con una leggera spinta, entrò in lei. Sarasgranò gli occhi morse per sbaglio il labbro a Loki, per
quell’improvviso dolore.
Un
dolore
che ben presto si trasformò in piacere, quando Loki cominciò a
muoversi, prima
piano, per far abituare la ragazza, poi sempre più velocemente.
Sara
gli
allacciò le braccia dietro al collo, assecondando i suoi movimenti. Ben
presto
il piacere raggiunse il suo culmine e vennero entrambi con un grido
strozzato.
Loki
si
abbandonò su Sara, il respiro affannoso, mentre la ragazza lo stringeva
ancora
di più a se. Quando entrambi si furono calmati, Loki scivolò su un
fianco e
Sara si girò verso di lui.
“Ti
amo
anche io, Loki.” Gli disse.
ANGOLO
AUTRICE
Ooooooooooooook,
la guerra è (finalmente) vicinissima ma…ma…ma cosa fanno Loki e Sara??
Eheheheh
bellini loro piccioncini!!!
Direi
che
questo è un po’ l’ultimo capitolo tranquillo e pacifico, e soprattutto
dolcioso!!! Al prossimo! Sesshy!!!
I
primi
raggi di sole sorpresero Loki già sveglio, intento ad osservare
intensamente il
volto di Sara, che dormiva beatamente, con un sorriso stampato in
faccia. Loki
osservava ogni particolare della sua ragazza, memorizzandolo, per non
dimenticarla mai.
Un’improvvisa
rabbia lo portò a sbattere un pugno sul cuscino: rabbia verso se
stesso, verso
la sua sete di potere,che l’aveva portato ad allearsi con Thanos. Se
non fosse
stato così…così…non trovava le parole per descrivere se stesso, ma mai
come in
quel momento si era odiato così tanto.
Sara
mormorò qualcosa nel sonno, muovendosi leggermente e cambiando
posizione.
“Loki…”
il ragazzo udì chiaramente il suo nome uscire dalla bocca della
ragazza, ancora
addormentata. Loki sentì una stretta al cuore: non voleva lasciarla,
non senza
la sicurezza che l’avrebbe rivista.
Sara
mugolò ancora qualcosa nel sonno, poi
lentamente cominciò a svegliarsi, aprendo con calma gli occhi. La
ragazza si
ritrovò faccia a faccia con Loki, che la guardava teneramente.
“Buongiorno,
amore.” Mormorò Sara, sorridendo e raggomitolandosi più vicina al
ragazzo, che
la abbracciò stretta.
“Buongiorno,
piccola.” Le sussurrò fra i capelli, depositandole poi un bacio sulla
testa. I
duerimasero per qualche minuto così,
semplicemente abbracciati a farsi due coccole.
“Che
dici, ci alziamo?” chiese dopo un po’ Sara, ma Loki scosse la testa.
“Non
ancora, ti prego. Rimaniamo ancora un po’ così.” Loki non allentò la
presa anzi
se possibile strinse ancora di più a se la ragazza.
“Va
bene.” Esclamò, Sara, con un sorriso. Loki le accarezzò il viso e Sara
si
accorse che la guardava in modo strano.
“Cosa
c’è?” gli chiese Sara, non capendo quel suo sguardo, ma Loki le posò un
dito
sulle labbra, scuotendo la testa.
“Sei
bellissima Sara. E io ti amo.” C’era qualcosa nella voce di Loki che
spaventò
Sara. Era tristezza, rimpianto.
“Loki,
cosa...” stava per chiedere ma il ragazzo si alzò dal letto,
infilandosi un
paio di pantaloni, trovati per caso, andando ad appoggiarsi con un
braccio
sullo stipite della porta.
Sara
lo
seguì con lo sguardo, poi si alzò anche lei, infilandosi la maglietta
del
ragazzo,che le arrivava poco sopra al
ginocchio e lo raggiunse, abbracciandolo da dietro e poggiando la testa
sulla
sua schiena.
Proprio
perché si trovava dietro di Loki che non vide il bagliore azzurro che
comparì
sul balcone. Ma Loki lo vide, lo vide eccome e un sospiro triste gli
sfuggì
dalle labbra. Si voltò velocemente e baciò Sara, a cui sembrò più un
bacio
d’addio.
Quando
si separarono, Sara giurò di vedere gli occhi di Loki velati di lacrime.
“Perdonami,
Sara.” Fu l’ultima cosa che la ragazza udì, prima che tutto diventasse
nero. Loki
la prese tra le braccia prima che cadesse e poi si voltò verso Thor.
“Grazie,
fratello.” Disse, lasciando che il biondo prendesse Sara in braccio.
Loki la
guardò ancora per qualche momento, accarezzandole la guancia, sperando
vivamente che non fosse l’ultima volta. Poi sentendo che non sarebbe
riuscito a
resistere oltre, fece qualche passo indietro guardando il fratello.
“Vai.”
Gli disse. Thor annuì soltanto, girando la maniglia del Tesseract e fu
subito
avvolto dalla consueta luce azzurrina; Loki rimase fermo a guardare il
fratello
sparire con la donna che amava, serrando i pungi fino a farseli
sanguinare.
“Non
è
un addio. Non lo è.” Mormorò, andandosi a preparare; si stava vestendo
quando
l’ascensore si aprì e Tony entrò nella casa, reggendo qualcosa avvolto
in un
panno.
“Ehi
Loki, ti ho portato quello che mi avevi chiesto. Mi dispiace di non
aver avuto
il tempo di collaudarla. Però è facile da usare.” Urlò addentandosi
nella casa,
cercando il ragazzo.
Loki
si
affacciò dalla sua stanza.
“Sono
qui Stark. Grazie, poggiala sul divano.” Gli disse. Tony si guardò
intorno,
come cercando qualcosa, o meglio qualcuno.
“Ho
già
affidato Sara a Thor, Tony.” Rispose Loki alla muta domanda del
miliardario,
che si voltò a guardarlo, annuendo.
“Per
una
volta, sono d’accordo con la tua scelta, piccolo cervo. Hai fatto
bene.” Disse
Tony avvicinandosi e poggiandogli una mano sulla spalla.
“La
rivedrai.” Gli disse seriamente, guardandolo dritto negli occhi;
sembrava quasi
una promessa.
Loki
sorrise impercettibilmente.
“Grazie,
Tony.” Rispose.
ANGOLO
AUTRICE
E
bon
pacchetto Sara è stato spedito su Asgard, i nostri eroi e amici si
preparano
all’arrivo dei cattivi!! E Sara?? il suo risveglio su Asgard come
sarà?? Eheheh
ricco di sorprese questo ve lo posso anticipare!!!
Bè,
fatemi sapere che ne pensate!! Al prossimo chap, sesshy!
Asgard
era immersa nel silenzio più assoluto quando Thor arrivò nella sua
stanza. Sara
era ancora svenuta tra le sue braccia ed il Dio si affrettò a adagiarla
sul
letto. In quel momento entrò nella stanza Frigga.
“Thor,
figlio mio! Non poteva accadere in un momento peggiore! Tuo padre è
appena
caduto nel suo Sonno, non potrà venire su Midgar con te!” esclamò la
Regina, la
disperazione palpabile nella sua voce.
Thor
coprì con grandi falcate la distanza che li separava e la strinse in un
forte
abbraccio.
“Madre,
non vi preoccupate. Andrà tutto bene.Voi, vi prego, occupatevi di Sara.
E tenere
al sicuro il Tesseract.” Rispose il ragazzo, continuando a stringere la
donna.
“Ma
si,
di questo puoi stare certo!” esclamò lei liberandosi da quella stretta,
leggermente più tranquilla.
“Va
figlio mio, Midgar ha di nuovo bisogno di te! Thor…bada a Loki. Quando
questa
guerra sarà finita, vorrò abbracciare entrambi i miei figli.” Disse
risoluta
Frigga. Thor annuì, poi si separò dalla madre e si voltò verso il suo
letto,
avvicinandosi si chinò su Sara.
“Ti
giuro che baderò a Loki.” Le sussurrò, prima di uscire definitivamente
dalla
stanza e raggiungere i suoi amici sul Bifrost, ormai interamente
ricostruito.
Thor
li
guardò uno ad uno con un sorriso.
“Vi
ringrazio amici miei. Vi prego proteggete Asgard e il popolo in mia
assenza! ”
Disse poi. Un sorriso quasi feroce comparve sul volto di Sif.
“Era
da
troppo tempo che eravamo inattivi. Grazie a te, per questa opportunità!
Proteggeremo Asgard!” rispose la Valchiria. Gli altri annuirono.
****
Sussurri
intorno a lei, voci confuse e buio, tanto buio. Ma quelle voci
sussurranti
sembravano chiamarla; si sforzò di capire cosa le stavano dicendo, ma
erano
talmente tante e tutte sovrapposte che non riusciva a distinguerle. E
poi, le
sembrava che non tutte parlassero la stessa lingua, a tratti coglieva
parole in
una lingua che non riusciva a comprendere.
Di
una
cosa era però certa: doveva svegliarsi, lo sapeva e quelle voci stavano
facendo
di tutto per farle aprire gli occhi. Decise che era stufa di stare in
mezzo a
quel buio assoluto e con un immenso sforzo riaprì gli occhi…
…e
una
luce accecante la colpì, dandole fastidio. Sara rimase per qualche
istante
accecata, battendo ripetutamente gli occhi per cercare di riacquistare
la
vista. Appena ci riuscì si accorse di non stare più nella sua stanza.
Era
distesa su un letto enorme, in una stanza altrettanto grande. Si tirò
su sui
gomiti guardandosi intorno con la bocca spalancata.
“Sei
ad
Asgard.” Disse una voce femminile accanto a lei, rispondendo alla sua
muta
domanda. Sara si voltò in direzione della voce e incontrò lo sguardo un
po’
freddo e duro di una donna.
“Sei
ad
Asgard…” ripetè la donna. “Ed io sono Frigga, madre di Thor e Loki.”
Rispose
alla seconda domanda di Sara.
“Asgard…”
mormorò Sara confusa; poi il suo sguardo si fece duro e rabbioso.
“Io
Loki
lo ammazzo.” Sibilò furiosa: ricordava la sua faccia prima di svenire,
ed era
sicura che c’entrava lui col suo svenimento.
“Loki
ha
deciso di portarti qui per la tua sicurezza. Thanos non è un nemico
qualunque,
voleva che tu fossi in un posto sicuro durante la battaglia.” Spiegò
Frigga,
senza minimamente scomporsi.
A
quelle
parole Sara avampò di rabbia: battaglia? Thanos? Che diavolo stava
succedendo?
Perché nessuno le aveva detto nulla?
“Che
diavolo sta succedendo? Chi è Thanos? Che battaglia?” gridò rabbiosa,
alzandosi
a sedere.
“Calmati
midgardiana!” ma la voce imperiosa di Frigga non bastò a placare l’ira
di Sara,
che si alzò e cominciò a camminare per la stanza.
“Calmarmi?
Calmarmi? Se qualcuno si prendesse la briga di dirmi quello che sta
succedendo!
E poi chi è che continua a chiamarmi!” esclamò, alzando sempre di più
la voce.
Frigga ascoltò quello sfogo impassibile, poi quando Sara finì di
parlare si
alzò anche lei e andò di fronte alla ragazza, prendendola per le spalle
e
fissando i suoi occhi. A Sara sembrò che Frigga stesse leggendo il
profondo
della sua anima e non potè resistere oltre a quell’occhiata
indagatrice, così distolse
i suoi occhi. Si scoprì stranamente più calma.
“Quando
mio figlio Loki si lasciò cadere dal Bifrost distrutto, vagò per molti
Regni e
infine incontrò Thanos. Strinse con lui un’alleanza. Loki avrebbe
dovuto
consegnare il Tesseract a Thanos, ma fallì. Ed ora Thanos ha giurato
vendetta e
voleva te, per far soffrire Loki. È per questo che sei qui; Loki ha
deciso di
farti portare qui ad Asgard per la tua incolumità. Non so perché abbia
deciso
di tacerti la verità, ma suppongo fosse sempre per il tuo bene.” Spiegò
brevemente Frigga, senza mai lasciarla andare. Sara ascoltò tutto in
silenzio e
quando finì di spiegare ebbe una fitta al cuore, che non aveva nulla a
che
vedere con la rabbia.
Lentamente
Frigga la lasciò andare e Sara crollò in ginocchio.
“Quanto…quanto
è potente Thanos?” sussurrò, sentendo la paura crescere dentro di lei.
Frigga
la guardò prima di rispondere: avrebbe voluto rassicurarla, ma come
poteva
quando era lei la rima ad essere preoccupata?
“Molto.
Anche Odino lo teme.” Rispose infine. Sara tremò e si strinse le
braccia
intorno al corpo. Frigga la guardò con amore e poi s’inginocchiò e
l’abbracciò
stretta; Sara si lasciò cullare da quelle braccia, chiudendo gli occhi.
“Solo tu puoi sconfiggere Thanos. Chiedi di
andare nella Sala delle Armi.” Sara si scostò bruscamente da
quell’abbracciando guardando Frigga.
“Cosa?
Cos’ha detto?” chiese alla Madre degli Dei. Frigga la guardò senza
capire.
“Non
ho
detto nulla.” Ma Sara aveva già capito che non poteva essere stata lei
a
parlare: la voce che aveva parlato era diversa.
“Ho
sentito una voce, nella mia testa. Diceva che solo io posso sconfiggere
Thanos,
e di farmi portare nella Sala delle Armi.” Spiegò Sara.
Frigga
si alzò in piedi, con una strana espressione in faccia; annuì e le fece
segno
di seguirla.
Sara
si
alzò, chiedendosi cosa volesse dire quella frase e chi l’avesse
pronunciata.
ANGOLO
AUTRICE
Mm
bene
bene. La Sala delle Armi? Strane voci in testa a Sara? e mo che
succederà?? Eheh
non vi resta che continuare a seguirmi!!
Un
grazie
enorme a Darken e a Blu Notte che mi seguono con santa pazienza!!!
Grazie grazie
grazie!
Un
silenzio irreale regnava sulla Terra; tutto era calmo, immobile, come
in attesa
di qualcosa. Le vie di New York era sgombre, tutta la zona era stata
evacuata;
restavano solododici persone sparse
sulla strada o posizionate sui tetti.
La
tensione era palpabile nell’aria, si poteva fare a fette con un
coltello.
“Vorrei
sapere quanto ancora ci farà aspettare!” Sbottò ad un certo punto il
dottor
Banner.
“Già,
sono stanco di aspettare.” Concordò Steve.
“Magari
il nostro amico Thanos ci ha ripensato e ha deciso di non invaderci.”
La buttò
sullo scherzo Stark.
“Eravate
stanchi di aspettare? Eccovi accontentati.” Mormorò Loki alzandosi da
terra e
fissando un punto. Thor gli si fece vicino e guardò nella stessa
direzione di
Loki, sgranando gli occhi.
“Loki,
ma quello è…” disse stupito.
“Già.”
Un ghigno feroce comparve sulle labbra di Loki; davanti a loro si
ergeva un
Gigante di Ghiaccio. Non un Gigante qualunque, ma Laufey in persona.
Loki lo
guardò con odio e disprezzo. Ma poi un rumore alla sua sinistra lo
costrinse a
distogliere lo sguardo: altri Giganti di Ghiaccio stavano comparendo,
accompagnati dai Chitauri e da altre creature orribili.
Gli
otto
si guardarono intorno , rendendosi conto che forse l’attesa era meglio
dello
spettacolo che gli si parava davanti.
“Bè
signori, direi che si comincia.” Esclamò Fury estraendo una pistola e
sparando.
****
Sara
e
Frigga percorrevano a grandi falcate i corridoi del grande palazzo
Reale,
dirette verso la Sala delle Armi.
Nessuna
delle due parlava, ma si poteva avvertire una certa tensione fra le
due: Sara
rimuginava sul significato della frase che aveva sentito dentro la sua
testa,
chiedendosi che l’avesse detta e soprattutto in che modo lei avrebbe
sconfitto
Thanos.
Le
de donne
camminarono in silenzio fino a che non si trovarono davanti ad una
porta; qui
Frigga si voltò e prese un profondo respiro.
“Voglio
che tu sappia che questa stanza è accessibile solo ad Odino e hai suoi
figli.
Ma…vista la situazione credo che si potrà fare un eccezione. Ed ora,
seguimi.”
Spiegò velocemente Frigga, aprendo poi le porte.
Non
appena queste si furono spalancate, Sara si rese conto che le voci
dentro la
sua testa erano tornate. Prendendo un bel respiro, Sara entrò. Le voci
si
fecero più forti e Sara capì, improvvisamente, che quelle voce la
stavano
chiamando; chiamavano il suo nome , la incitavano a cercarle.
“Mi
stanno chiamando. Qualcuno, mi sta chiamando da quando sono qui.”
Sussurrò Sara
più a se stessa, facendo un passo avanti, entrando nella stanza.
****
Loki
schivò l’ennesimo colpo gettandosi a terra e rotolando su un fianco; si
rialzòvelocemente e
cercò di visualizzare il suo nemico.
“Sei
mio.” Sussurrò appena lo individuò: alzò l’arma che Tony gli aveva
costruito e
sparò. Una sfera di pura energia partì e colpì in pieno il Chitauro ,
disintegrandolo. Loki guardò ammirato l’arma.
“Devo
ricordarmi di ringraziare Stark.” Mormorò a se stesso, ma in quel
momento sentì
un dolore terribile al fianco sinistro e gli cedette un ginocchio. Si
trattenne
dall’urlare dal dolore e si tocco il fianco, scoprendo poi che la sua
mano era
ricoperta di sangue.
“Maledizione.”
Mormorò fra i denti, alzandosi e cercando chi l’aveva colpito; aveva
individuato il Gigante di Ghiaccio che l’aveva colpito quando Stark gli
atterrò
davanti e con un solo colpo lo uccise.
“Odio
le
persone che attaccano alle spalle. Stai bene, piccolo cervo?” gli
chiese,
avvicinandosi. Loki annuì ma nel farlo una smorfia di dolore gli
attraversò il
volto.
“Sto bene, tranquillo, è solo un taglio.” Si
affrettò a dire, notando la faccia sospettosa di Tony.
“Comunque,
grazie. Quest’arma è formidabile.” Gli disse poi. Stark ghignò ironico.
“Ovviamente,
è una mia creazione. Poteva essere qualcosa di meno di formidabile?”
disse
ironico.
Loki
alzò gli occhi al cielo, poi al’improvviso scansò Stark che finì per
terra; il
miliardario si rialzò confuso, poi notò il corpo di un essere
sconosciuto
finire per terra.
“Scusa
per la poca delicatezza.” Esclamò Loki.
“Figurati,
grazie!” rispose Stark, alzando poi lo sguardo al cielo, dove qualcosa
di
paragonabile a grossi pipistrelli con artigli e zanne affilate,
venivano
abbattuti da Thor e Clint, che erano in evidente difficoltà.
“Bè
credo che andrò a dare una mano a Legolas e al tuo caro fratello. Ci
vediamo
piccolo cervo!” esclamò, alzandosi in volo.
Loki
lo
guardò salire e raggiungere gli altri due, poi si guardò intorno: tutti
quanti
stavano combattendo, stavano dando il meglio di se, ma i nemici
sembravano
apparire dal nulla e loro cominciavano a sentirsi stanchi. E per di più
Thanos
non era ancora comparso. Guardandosi intorno Loki si chiese se
sarebbero stati
in grado di proteggere la Terra.
Poi
un
altro pensiero gli attraversò la mente, un pensiero atroce: avrebbe mai
rivisto
Sara?
ANGOLO
AUTRICE
Et
voila!!! Ed anche il ventesimo capitolo è andato! Adesso le cose
cominciano a
farsi dure, chissà come andrà a finire? Muahahahah continuate a
seguirmi per
saperlo!! Bacioni a tutte!! Sesshy!
Sara
fece un passo avanti, poi un altro e un altro ancora, addentrandosi
sempre di
più nella Sala delle Armi. Le voci dentro la sua testa erano aumentate
di tono
e ad ogni passo che faceva in più dentro la Sala, continuavano ad
aumentare.
Frigga
la lasciò entrare, seguendola con lo sguardo, incerte se seguirla
oppure no: in
fondo in quella sala potevano entrare solo Odino, Thor e Loki. Ma poi
vedereSara continuare ad avanzare, come
se fosse in trance, spinse Frigga a seguirla.
Percorsero
buona parte della Sala ma ad un certo punto Sara svoltò bruscamente,
finendo in
un angolo più nascosto e appartato.
Frigga
trattenne il fiato: riconosceva quel posto, c’era stata una sola volta,
dietro
invito di Odino, per nascondere una cosa.
Intanto
Sara si era fermata davanti ad una parete, apparentemente senza motivo;
eppure
le voci dentro la sua testa stavano quasi urlando, qualunque cosa
avesse dovuto
cercare, si trovava li. Ma dove? Dove?Sara fissò a lungo la parete e poi capì…
“Madre
degli Dei…” chiamò. Frigga si avvicinò di qualche passo, rimanendo in
silenzio.
“Cosa
è
nascosto dentro questa parete?”chiese
la ragazza a bruciapelo facendo trasalire Frigga. Com’era possibile che
lei
sapesse? Sara attendeva una risposta e Frigga si affrettò a raccontare.
“Un
oggetto, lasciato qui da due…creature.” Disse, non sapendo da dove
cominciare.
Non
appena finì di parlare, Sara vide chiaramente davanti a se due occhi,
di un
insolito colore rosso. Ma fu un lampo, un istante e subito dopo si
ritrovò a
fissare la parete.
“Come…come
si chiamavano? Le due creature, dico.” Chiese di nuovo, sentendo cheil cuore cominciava a batterle forte, come se
da quella risposta dipendessero molte cose. Sentì qualcosa premere ai
margini
della sua coscienza, qualcosa che spingeva prepotentemente per
impossessarsi di
lei, ma Sara si concentrò per tenere quel qualcosa a bada e rimanere
concentrata.
Frigga
non rispose subito, ma guardò la ragazza, mentre un’idea si affacciava
nella
sua mente; un’idea assurda certo, ma non per questo improbabile. Prese
un bel
respiro prima di rispondere.
“Yaela
e
Sephorus.”
Fu
in
quel momento che quel qualcosa irruppe nella mente di Sara, che si
accorse che
erano ricordi, semplici ricordi. Lasciò che irrompessero dentro di lei,
lasciò
che la portassero indietro nel tempo…
…precisamente a 22 anni prima. Era una scura
e freddanotte d’inverno. Pioveva a
dirotto e ogni tanto un lampo squarciava il cielo, illuminando la
notte.
Fu proprio uno di questi lampi a
illuminare due figura incappucciate che si muovevano velocemente per le
strade;
una delle due figure stringeva un fagotto in mano. Si fermarono davanti
ad un
portone, col fiato grosso.
“Sephorus, sei sicuro che sia
questo?” chiese una delle due figure, rivelando una voce femminile.
“ Si, Yaela. È qui che dobbiamo
lasciarla.” Rispose l’altro, facendo una carezza alla piccola tra le
braccia di
Yaela, che seguì quel gesto con sguardo amorevole.
“È la cosa giusta da fare
Sephorus. Qui sarà al sicuro da Thanos.” Disse,anche se la sua voce era
leggermente incrinata. Sephorus se ne accorse, e stinse un pugno.
“Questo non lo rende più facile.”
Sussurrò rabbioso. Yaela gli prese una mano e lo guardò con amore.
Sphorus la
guardò negli occhi e si accorse che erano pieni di lacrime. Questo lo
riscosse
più di ogni altra cosa: non aveva mai visto Yaela piangere.
“Yaela, amore mio!” esclamò
abbracciandola. I due rimasero stretti
per un po’, consolandosi e dandosi forza a vicenda.
Si separarono poco dopo e Yaela
prese un bel respiro, depositando la piccola sullo stipite della porta,
poi
fece qualche passo indietro e si affiancò al marito. Entrambi alzarono
la mano
sinistra verso la bambina, che fu sollevata da terra. Una luce bianca
cominciò
a scaturire dal corpo della bambina: sembrava come se Yaela e Sephorus
volessero risucchiare qualcosa dalla neonata. i due continuarono così
per un
po’, poi all’improvviso la luce si fece più intensa e poi sparì.
Yaela e Sephorus crollarono a
terra esausti.
“Yaela, guarda.” Mormorò Sephorus
alzandosi e aiutando la sua compagna. Anche Yaela se ne accorse:
davanti a
loro, sospeso a mezz’aria c’era unoggetto. Sephorus lo prese tra le mani, mentre Yaela controllava
che la
bambina stesse bene.
“Sephorus!” esclamò inorridita,
guardando la spalla della bambina: laddove c’era il tatuaggio simbolo
dei
poteri della bimba, si stavano formando delle cicatrici.
Sephorus si avvicinò e guardò
attentamente le cicatrici.
“I suoi poteri ora sono
sigillati. E questo…” disse mostrando a Yaela uno strano cerchio,
tagliato da
due linee perpendicolari tra loro.
“…è il sigillo. Lo lasceremo su
Asgard, dove Thanos non potrà mai trovarlo!” spiegò Sephours.
“Sarà al sicuro? Thanos non la
troverà qui vero?” chiese Yaela con un filo di voce, cullando con amore
la
figlia.
“I suoi immensi poteri adesso
sono sigillati e fino a che rimarranno tali Sirah sarà al
sicuro.”rispose
Sephorus.
Yaela annuì, poi lentamente
lasciò per terra la piccola Sirah e le diede un ultimo sguardo. Poi si
alzò e
andò di fronte al marito e lo abbracciò stretto.
Sephorus ricambiò la stretta e
lanciò un ultimo sguardo alla figlia, poi entrambi furono avvolti da
una luce
azzurra e sparirono…
e
Sara
si trovò di nuovo nella Sala delle Armi, davanti alla parete. Si
accorse di
essere caduta in ginocchio e di stare tremando. Si strinse le spalle,
per far
smettere quel tremolio. Chiuse gli occhi, cercando di dare un senso a
quello
che aveva visto.
“Fr-Frigga…”
si schiarì la voce, per eliminare quel maledetto balbettio.
“Frigga,
come faccio a prendere il sigillo?” chiese, constatando con sollievo
che la sua
voce era più ferma e decisa.
Frigga
sgranò gli occhi, stupita. I suoi sospetti erano stati appena
confermati.
“Tocca
la parete. Se veramente ti appartiene, allora verrà da te.”Mormorò.
Sara
annuì e poi si alzò in piedi; stese la mano sinistra e stava per
toccare la
parete quando esitò: e se il Sigillo non le fosse appartenuto? Se la
bambina
che aveva visto non fosse stata lei? In fondo la bambina che aveva
visto si
chiamava Sirah. Ma poi le tornarono in mente le cicatrici che aveva
visto sulla
spalla della piccolina: erano identiche alle sue.
Ogni
esitazione svanì e Sara toccò la parete, che subito s’illuminò,
cominciando a svanire.
ANGOLO
AUTRICE
Et
voilà,
un piccolo scorcio del passato di Sara, che finalmente comincia a
capire chi è!
Bè che ne pensate? Dai daiiii recensiteee mi mancate!!!! Un bacione a
tutte!!!
Il
Sigillo era li, sospeso a mezz’aria davanti a lei, ma Sara esitava a
prenderlo.
Aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere, aveva paura del
dopo.
Ricordava ancora le parole di Sephours, suo padre: “ Finche
i suoi immensi poteri rimarranno sigillati, Thanos non potrà
trovarla.” Se lei prendeva il Sigillo questo avrebberisvegliato i suoi poteri e allora cosa
sarebbe successo?
“Sara…tu
sei l’unica in grado di sconfiggere Thanos. Tu…tu porti su di te il
Simbolo
della Magia Elementale.“ la voce di Frigga gli giunse lontana, ma la
riscosse
dai suoi pensieri. Lentamente si voltò verso la Madre degli Dei, con
una muta
domanda stampata in faccia.
Frigga
annuì, poi prese un bel respiro e cominciò a raccontare:
“Molto,
molto tempo fa uno dei più potenti Stregoni
di tutti i Regni profetizzò che sarebbe nato…un mostro, che avrebbe
terrorizzato l’intero universo. Tutti noi ci preparammo ad affrontare
questo
mostro, ma Pilgrim, lo Stregone, non si fermò. Disse anche che sarebbe
giunto
chi sarebbe stato in grado di sconfiggere Thanos, e che sarebbe stato
marchiato
con il Simbolo della Magia Elementale. Qualche tempo dopo, Thanos fece
la sua
comparsa e cominciò a seminare morte, dolore e distruzione. Era
inarrestabile,
molti dei più valorosi guerrieri persero la vita nel tentativo di
fermarlo.
Tutti…tranne due…”
“Sephorus
eYaela.” Disse Sara e Frigga annuì, poi ricominciò a raccontare.
“Erano
i
soli due che riuscivano a tenergli testa, manon riuscivano mai a vincerlo del tutto. Passarono moltissimi
anni a
combatterlo e alla fine,s’innamorarono. Poco tempo dopo Yaela scoprì di
aspettare una bambina esia lei che
Sephorus si rifugiarono qui ad Asgard. Quando nascesti, sulla tua
spalla avevi
impresso il Simbolo. Sia Sephorus che Yaela avevano ascoltato la
profezia e
temevano per la tua vita; Thanos era in grado di rintracciare i tuoi
poteri, fu
per questo che decisero di sigillarli e di lasciarti sulla Terra. Una
volta che
tu fosti al sicuro, affrontarono Thanos per l’ultima volta, riuscendo a
delegarlo in un pianeta remoto.” Frigga terminò il suo racconto con una
punta
di tristezza nella voce; aveva voluto bene sia a Sephorus sia a Yaela,
arrivando quasi a considerarli come dei figli.
“E
voi,
voi lo sapevate? Sapevate che ero?” l’urlo furioso di Sara la distolse
dai suoi
pensieri.
“L’abbiamo
sempre saputo.” Le rispose.
“Perché
non me l’avete mai detto? Perché mi avete lasciato sulla Terra?
Perché…” ma lo
sfogo arrabbiato di Sara fu interrotto da Frigga.
“Sulla
Terra eri al sicuro! Qui saresti sempre stata richiamata dal Sigillo! E
prima o
poi l’avresti trovato e allora Thanos ti sarebbe piombato sul collo!”
esclamò
la Madre degli Dei, cominciando ad alterarsi.
Sara
stava per ribattere ma ci ripensò e si girò a guardare il Sigillo. Il
silenziò
calò nella Sala, un silenzio carico di attesa. Sara sapeva cosa doveva
fare, lo
sapeva, ma aveva comunque paura. Ma poi pensò a Loki, pensò alla Terra,
pensò a
tutte le persone che, a modo loro, le volevano bene: ed ogni paura
sparì dal
suo cuore.
“Adesso
è il momento giusto, non è vero Madre degli dei?” chiese e Frigga capì
a cosa
si riferiva.
“Si,
adesso è il momento giusto.” Le rispose.
Sara
annuì, inspirò profondamente e poi con una mossa decisa afferrò il
Sigillo; un
dolore lancinante le esplose sulla spalla.
***
Un
dolore lancinante gli esplose sulla spalla; trattenne a stento un
grido. Si
portò una mano sulla parte lesa e si scoprì sanguinante. Qualunque cosa
l’avesse colpito era abbastanza potente da trapassare l’armatura.
Stark
si
guardò intorno preoccupato, certo che il qualcosa che l’aveva colpito
fosse
ancora li intorno pronto per finire il lavoro che aveva iniziato.
Fu
un
attimo: sentì qualcosa sibilargli pericolosamente vicino al volto e poi
una
sorta di verso strozzato dietro di se e si voltò ritrovandosi faccia a
faccia
con il peggior mostro che avesse mai visto. Mostro che lo avrebbe di
sicuro
ammazzato se non fosse stato per quella freccia piantata in mezzo agli
occhi.
Tony
rimase a fissarlo, fino a che questo non cadde per terra. Deglutì a
fatica
alzando lo sguardo al cielo ed individuando Clint.
“Grazie
Legolas!” gli urlò, constatando che Clint gli aveva appena salvato la
vita. Poi
attivo i motori e si alzò in volo pronto a continuare a combattere.
Tony
si guardò
intorno valutando dove fosse necessaria la sua presenza: Thor stava
combattendo
contro un gruppo piuttosto assortito di mostri, ma se la cavava
piuttosto bene
considerando anche la sua faccia soddisfatta.
Fury
e
Natasha sembravano in difficoltà: la rossa era a terra e non riusciva a
rimettersi in piedi sovrastata com’era da almeno tre creature, e Fury
non era
in grado di aiutarla, dato che era impegnato anche lui. Stark stava per
andare
in soccorso di Vedova Nera, quando un oggetto volante non meglio
identificato
colpì in pieno i mostri, scagliandoli lontano.
Poco
dopo apparve Rogers.
“Ma
allora sono inutile!” esclamò leggermente stizzito Stark, vedendo che
tutti se
la cavavano.
“Bè
veramente una mano non mi farebbe schifo!” gli rispose Clint, grazie
agli
auricolari.
“Ottimo
Legolas volo subito da te!” rispose Tony, invertendo la rotta e
dirigendosi
verso il tetto dove si era posizionato Occhi di Falco.
****
La
spalla le faceva un male cane, era come se qualcuno le stesse sfilando
dal
corpo centinaia di coltelli. Una luce bianca accecante era scaturita
dal
Sigillo e l’aveva avvolta non appena l’aveva afferrato.
Strinse
i denti e si obbligò a non urlare, ma il dolore crebbe d’intensità e
dopo
l’ennesima fitta che le trapassava la spalla, Sara non ce la fece più e
cominciò ad urlare.
Frigga
trasalì sentendo le urla della ragazza, ma non osò avvicinarsi. Rimase
li ferma
e impotente, sperando che andasse tutto bene.
Lentamente,
molto lentamente, Sara sentì che il dolore diminuiva e che la luce si
stava
spegnendo. Insieme al dolore diminuirono anche le urla della ragazza,
che
chiuse la bocca e strinse i denti, lasciandosi solo scappare qualche
verso
infastidito.
La
luce
si era ormai quasi del tutto dissolta e Sara fu colpita da una nuova
improvvisa
consapevolezza: era cambiata, sia fisicamente, che dentro di lei. Si
sentiva
più...più completa
Appena
la luce sparì del tutto, Frigga trattenne il fiato. Deglutì a fatica un
paio di
volte e poi finalmente ritrovò la voce per parlare.
“Sara?”
chiese in un sussurro incerto. Non ottenne risposta.
“Sara?”
provò di nuovo, questa volta più forte e con meno incertezze.
Lentamente la
ragazzadavanti a lei si girò e Frigga
si sentì mancare: due occhi rossi come il fuoco la stavano fissando.
ANGOLO
AUTRICE
Eccomiiiii!!!!
Bè? Allora? Vi piace la storia di Sara, che si sta facendo sempre più
chiara??
Finalmente la nostra amica ha uno scopo! E intanto la battaglia sulla
terra
imperversa!! Considerando che la maggior parte della storia è già
scritta,
cercherò di aggiornare il più in fretta possibile!!! Bè un bacione
enorme a
tutte!!! La vostra sessholina!
Sentiva
il potere ribollire dentro di lei; si sentiva forte, invincibile,
invulnerabile. Thanos? Che la cercasse pure lei lo avrebbe
disintegrato!
***
Loki
sentì come se qualcosa gli avesse trapassato la testa da parte a parte
e seppe
in quel preciso istante che era successo qualcosa a Sara. Si dimenticò
della
battaglia, si dimenticò dei nemici e si concentrò su la sua ragazza.
Era vero,
non aveva più i suoi poteri, ma lui e Sara erano in qualche modo
collegati da
qualcosa di più forte di un mero potere.
Vide
il
volto della ragazza davanti a se e si concentrò su i suoi occhi; ma
appena
provò a focalizzarli fu come respinto indietro.
“SARA!”
riuscì solamente a gridare, prima che l’immagine svanisse del tutto.
Loki
riaprì gli occhi, terrorizzato: era certo di aver visto quegli occhi
diventare
rossi.
***
La
sua
mente era un ribollire di rabbia e di deliri di onnipotenza, ma in
tutta
quell’oscurità le balenarono davanti due occhi insolitamente chiari ed
espressivi; due occhi che era sicura di aver già visto. Ma fu un attimo
perché
subito le tenebre si richiusero cancellando quei meraviglio occhi
chiari.
E
poi
lontano, estremamente lontano, sentì che qualcuno la chiamava. Non
riusciva a
riconoscere chi la stesse chiamando, ma era sicura di conoscere già
quella
voce, così come già conosceva quegli occhi. Una fastidiosa sensazione
le
s’insinuò nella testa: doveva sapere di chi fossero gli occhi e a chi
appartenesse la voce, perché si era appena resa conto che erano molto
più
importanti di ogni qualsiasi potere.
Si
concentrò, si sforzò e finalmente, con una lentezza esasperante le
tenebre poco
a poco si diradarono e finalmente potè di nuovo ammirare quegli occhi
verdi-azzurrini. Occhi che esprimevano amore, occhi che appartenevano a…
“…Loki!”
con un estremo sforzo finalmente riuscì a pronunciare il suo nome e le
tenebre
svanirono all’istante lasciandola libera.
Sara
tornò in se stessa talmente tanto rapidamente che barcollò e rischiò di
cadere,
ma per fortuna recuperò l’equilibrio e riuscì a rimanere in piedi.
Respirava
affannosamente e si portò una mano alla testa. Era ancora sconvolta per
le
sensazioni che aveva provato poco fa; era come se fosse diventate
improvvisamente…malvagia.
“Sara?”
chiamò per la terza volt Frigga, che era rimasta a guardare la
battaglia
interiore della ragazza, sentendosi inutile.
La
ragazza la guardò spaesata, ma Frigga tirò un sospiro di sollievo: i
suoi occhi
erano di nuovo del consueto color nocciola.
“Frigga…io…non
ho fatto del male a nessuno vero?” chiese Sara, quasi piangendo. Frigga
l’abbracciò di slancio, stingendola forte.
“No,
sta
tranquilla cara, non hai fatto del male a nessuno.” Le sussurrò
accarezzandole
i capelli. Sara si lasciò cullare ancora per un po’, e mentre si
lasciava
stingere da quelle braccia così materne, sentì una nuova consapevolezza
crescere dentro di lei. doveva andare sulla Terra, doveva tornare e
aiutare gli
altri. Solo lei poteva distruggere Thanos.
Lentamente
si separò da Frigga e la guardò negli occhi; la Madre degli Dei vi
lesse tanta,
tanta determinazione.
“Frigga
io..”
“Lo
so.”
Rispose Frigga, prima che Sara terminasse la frase.
“Hai
decisamente bisogno di Himidall. Forza andiamo!” disse cominciando a
camminare
per uscire dalla sala.
****
Intorno
a loro regnava solo distruzione, terrore e morte; le strade erano piene
di
cadaveri e macerie e loro erano ormai allo stremo delle forze. I nemici
sembravano infiniti e ancora non era arrivato Thanos: ormai era chiaro
a tutti
che quella era solo l’avanguardia e che Thanos sarebbe giunto solo
all’ultimo
momento per distruggerli senza il minimo sforzo, proprio quando loro
sarebbero
stati talmente stanchi da non poter muovere un solo dito.
Erano
queste le amare considerazioni di tutti, mentre, con le ultime forze
rimaste
loro, cercavano di respingere quanti più mostri possibili.
Dall’alto
della sua postazione, Clint si vide sfrecciare davanti due Chitauri e
stava per
incoccare l’ennesima freccia, quando si accorse di averle finite.
Imprecò tra i
denti e si affrettò a scendere dal palazzo.Atterrò malamente per terra, inciampò e cadde, tentando di
parare la
caduta con le mani: il risultato fu un dolore atroce al polso destro.
“Porca…”
si rialzò trattenendo a stenta un’imprecazione e guardandosi il polso.
“Rotto.”
Mormorò fra i denti. In quel momento numerosi colpi esplosero vicino a
lui e
Clint si affrettò a rifugiarsi dietro ad una macchina capovolta. Stava
cercando
di farsi una fasciatura, quando vide una macchia rossa atterrare
accanto a lui;
ci mise qualche secondo a riconoscere Natasha.
“Agente
Romanoff.” La salutò, tornando ad occuparsi del suo polso.
“Che
diavolo hai fatto Clint?” esclamò Natasha accorgendosi in quel momento
di Occhi
di Falco.
“Mi
sono
rotto il polso.” Spiegò lui.
“Lascia
faccio io.” Disse Nat, prendendogli la mano e cominciando a fasciarla
delicatamente. Durante quel lasso di tempo, Clint si ritrovò a fissarlae a constatare quanto fosse bella. Pochi
minuti dopo il polso di Clint era immobilizzato.
“Fatto.”
Disse Vedova Nera, cercando poi di guardare oltre la macchina, per
capire la
situazione.
“Credi
che riusciremo ad andarcene da qui?” gli chiese.
“Io
credo che sia meglio…recuperare fiato.” Le rispose Clint, scrutando
anche lui
la strada.
Natasha
si voltò verso di lui per ribattere, ma fu interrotta dalle labbra del
biondo
che catturavano le sue; anche se incredula Natasha rispose al bacio. Fu
un
bacio veloce, si separarono quasi subito.
“Perdonami,
avrei preferito un luogo e un tempo migliore.” Si scusò Clint quando si
separarono.
Natasha
sorrise.
“Ti
farai perdonare quando questa storia finirà.” Gli disse, alzandosi e
scavalcando la macchina, ributtandosi nella mischia.
Clint
la
guardò combattere contro alcuni mostri.
“Se
saremo ancora vivi.” Mormorò, prima di raggiungerla.
Poco
distante da loro, Loki si trovava alle prese con un Gigante di Ghiaccio
particolarmente grosso. Non riusciva a colpirlo, e continuava ad
indietreggiare
per cercare di guadagnare spazio, ma così facendo si stava dirigendo
con le
spalle proprio sulla macchina dietro alla quale si erano rifugiati Nat
e Clint.
Il
ragazzo se ne accorse troppo tardi, quando ormai aveva le spalle
bloccate. Non
fece in tempo a fare nulla perché il Gigante afferrò un’altra auto e
gliela
tirò contro, bloccandolo.
Loki
urlò di dolore quando avvertì l’impatto della macchina e subito dopo
perse la
sensibilità della gamba sinistra.
Cercò
in
tutti i modi di liberarsi, ma le forze le stavano abbandonando e per di
più
anche la sua arma gli era scivolata di mano, finendo chissà dove. Il
Gigante di
Ghiaccio lo guardò divertito, con un ghigno stampato in volto.
“Pare
che tu non abbia possibilità di fuga. Sei mio, piccola serpe
traditrice.” Sghignazzò
e stava per colpire quando…
“Non
credo proprio!” urlò da un punto imprecisato una voce e poi una figura
piombò
addosso al Gigante che si ritrovò avvolto da fiamme scarlatte.
In
pochi
attimi fu ridotto in cenere. Loki cercò di identificare la figura,
anche se la
voce gli era più che familiare, ma non voleva credere alle proprie
orecchie. La
vista era però annebbiata dal dolore non riusciva a distinguere bene i
contorni.
Vide
la
nuova venuta avvicinarsi e stendere un braccio, poi improvvisamente la
pesantezza della macchina svanì e lui fu libero di accasciarsi a terra.
Sentiva
i sensi abbandonarlo, sapeva di stare per svenire, ma doveva rimanere
cosciente.
Poi
all’improvviso un lieve tepore gli invase il corpo e la mente,
snebbiandogli il
cervello e portandosi via il dolore.
Loki
si
trovò a fissare gli occhi marroni di…
“Sara?”
ANGOLO
AUTRICE
Oh
oh
oh!!!! Novità su novità!! Intanto…cominciano i primi problemi di
gestione dei
poteri di Sara, che ha scoperto anche di avere un lato più oscuro!!
Poi…eheh
i nostri piccioncini Clint e Nat finalmente si sono baciati, in che
situazione
poi! E poi…bon che dire?Sarà sarà
veramente tornata sulla Terra?
Questo
chap
vi è piciuto?? Dai dai fatemi sapereeeee!!! Un bacione sesshy!!!
“Sara?”
chiese
Loki incredulo. No, non poteva essere, Sara era su Asgard. Era
sicuramente
svenuto e adesso stava vedendo Sara.
“Non
posso lasciarti solo un attimo eh, Dio dei mie stivali! L’ho sempre
detto che
sei un po’ gracilino.” Esclamò la ragazza allegramente, aiutandolo a
rimettersi
in piedi. Furono queste parole a fugare ogni dubbio di Loki, che si
convinse di
avere veramente davanti Sara.
“Cosa…ma
come è possibile…tu dovresti essere ad Asgard!” esclamò sorpreso,
incredulo ma
felice che lei fosse li.
“Si
c’ero…è una lunga storia, forse un giorno te la racconterò! Allora, mi
par di
capire che c’è bisogno di un intervento di massa per liberarci da
queste
fastidiose creature!” rispose Sara, allegra, scrocchiandosi le dita.
Loki
la
guardò stupito: non era molto sicuro di avere davanti a se la stessa
ragazza
che aveva fatto mandare su Asgard. Sara indossava un corpetto nero che
le
lasciava scoperto il braccio sinistro, mentre il destro era coperto da
una
manica. Il resto del copro erafasciato
da una tuta nera aderente e ai piedi Sara calzava degli stivali alti
fino al
ginocchio.
Ma
quello che stupì più di ogni altra cosa Loki furono le…
“
Ali?”
chiese Loki. Sara sorrise raggiante.
“Hai
visto? Non sono bellissime? “ chiese sbattendole leggermente.
“Sai
qual è la cosa più bella però?” disse Sara, voltandosie
mostrando la spalla sinistra a Loki.
“Questa!”
esclamò Sara, indicando la sua spalla, ora perfettamente liscia, dove
spiccava
il simbolo della Magia Elementale.
Loki
rimase a bocca aperta.
“Quindi
era questo ciò che le cicatrici nascondevano.” Mormorò, accarezzando
lievemente
la spalla di Sara.
“Già.”
Rispose lei, girandosi e fissandolo negli occhi. Poi di slancio gli
gettò le
braccia al collo e lo baciò con passione. Loki la strinse a sua volta.
Quando
si separarono Sara sorrise.
“Mi
sei
mancato.” Gli disse.
“Anche
tu.” Le rispose Loki.
“Loki,
ma con chi diavolo stai parlando me lo spieghi?” si sentì la voce di
Stark
gracchiare nell’auricolare del ragazzo, che ridacchiò.
“Vieni
sulla quinta strada Stark, e lo scoprirai!” gli rispose, facendo
l’occhiolino a
Sara che sghignazzò.
Lo
sbuffo irritato di Tony si sentì chiaramente, ma poco dopo Iron Man
comparve
per strada.
“Allora
piccolo cerv…” ma le parole gli morirono in bocca quando vide Sara.
“Ciao
Tony!” lo salutò la ragazza agitando una mano. Tony non disse nulla ma
coprì la
poca distanza che li separava e strinse Sara in un abbraccio
inaspettato.
Sara
ricambiò la stretta, sorridendo dolcemente fra se, pensando cheStark non si lasciava mai andare a gesti così
evidenti di affetto.
Poco
dopo Tony la lasciò andare a la osservò da capo a piedi.
“Cavolo,
se non fossi troppo piccola e se non fossimo tutti e due già impegnati,
quasi
quasi ci avrei fatto più di un pensierino su di te. Sei uno schianto!”
esclamò,
tornando alla sua solita ironia e rimediandosi uno scappellotto da
parte di
Loki.
“Ahia!”
esclamò il miliardario andando a massaggiarsi la parte lesa.
“Te
lo
sei meritato.” Bofonchiò Loki facendo scoppiare a ridere Sara.
“Ehm
ragazzi mi par di capire che Sara è tornata sulla terra e siamo tutti
molto
felici di ciò, ma una mano non ci farebbe schifo sapete?” si sentì la
voce di
Rogers sempre dagli auricolari.
Tony
alzò gli occhi al cielo.
“Eccoci
capitano, arriviamo!” esclamò alzandosi in volo, seguito a ruota da
Sara. Loki
la osservò volteggiare in aria, contento ma allo stesso tempo
preoccupato dal
suo ritorno. Sospirò, pensando che Sara
gli aveva curato la gamba nel giro di pochi secondi e aveva abbattuto
un
Gigante di Ghiaccio come se niente fosse; non era indifesa.
Loki
cercò la sua arma e per fortuna la ritrovò e con una nuovo senso di
determinazione corse per le strade alla ricerca di nemici da abbattere.
Trovò
tutti gli altri riuniti su una strada intenti a combattere e si
affrettò ad
affiancarsi a Sara.
“Capitano
ora ci servirebbe proprio un buon piano!” esclamò Natasha sparando un
po’ alla
cieca.
“Ce
l’ho
io un piano. Dobbiamo sbarazzarci di tutti loro e dobbiamo farlo alla
svelta,
perciò voi adesso me ne radunate quanti più possibile qui! Al resto
penserò
io!” esclamò Sara, determinata più che mai.
“Non
fate
storie e sbrigatevi!” aggiunse, stroncando ogni obbiezione sul nascere.
“D’accordo,
io e Thorpensiamo ai cieli.” Disse
Stark alzandosi da terra, mentre Thor cominciava a roteare il martello.
Anche
gli altri si dispersero, tranne Loki che invece si avvicinò a Sara e
l’afferrò
per un braccio.
“Sara,
sei sicura?” gli chiese preoccupato. Sara sorrise, incoraggiante.
“Fidati
di me.” Gli rispose, stampandogli un leggero bacio sulle labbra.
“Ora
vai.” Gli sussurrò e Loki si allontanò non molto convinto. Non appena
sparì
dalla sua visuale, Sara chiuse gli occhi e si concentrò, cominciando a
cercare
dentro di se quella forza irrefrenabile che l’aveva travolta quando i
suoi
poteri erano stati liberati
Sapeva
che era un rischio enorme, perché non era del tutto sicura di riuscire
a
controllarla, ma sapeva anche per certo che Loki non l’avrebbe mai
abbandonata
e con lui al suo fianco sarebbe riuscita a controllare quel potere
oscuro.
Non
le
piaceva l’idea di farne ricorso ma era l’unico modo. Finalmente trovò
cosa cercava
e piano piano cominciò ad abbattere le barriere che aveva creato
intorno a
quella forza oscura, permettendole di invaderla.
“Sara,
te ne stiamo portando un bel po’ da vari lati. Si riverseranno tutti a
breve
per la strada dove ti trovi.”
Un
ghigno
feroce comparve sul volto di Sara.
“Bene.”
Disse aprendo gli occhi e ritrovandosi davanti parecchie decine di
mostri. Con
deliberata lentezza stese il braccio destro.
“Ciao,
ciao.” Sussurrò, prima di lasciare andareuna piccola sfera di fuoco, che cadde in mezzo ai mostri,
moltiplicandosi in migliaia di altre piccole sfere che colpirono i
mostri
bruciandoli vivi.
“Sara
ne
arrivano altri dietro di te.” L’avverti Tony.
Sara
si
girò e fece un gesto deciso col braccio, dal quale partirono tantissime
lame di
ghiaccio affilate come rasoi, che colpirono gli altri mostri.
“Continuate
a portarli su questa strada.” Ordinò Sara alzandosi in volo.
“Che
vuoi fare, Sara?” la preoccupazione di Loki cresceva di minuto in
minuto,
specie ora che aveva sentito Sara affaticata.
“Finire
questa storia!” mormorò Sara, scrutando la strada sotto di se, dove si
stavano
riversando migliaia di mostri.
Sara
chiuse gli occhi e lasciò che la il potere oscuro la invadesse
completamente,
non prima di aver mandato un messaggio mentale a Loki.
“Loki, aiutami. Continua a parlarmi col
pensiero. Solo così posso rimanere me stessa.” Loki sgranò gli
occhi, e
guardò in alto dove vide Sara completamente avvolta da un’aura nera.
“Sara, smettila subito. Che diavolo stai
facendo?” le disse, tra il preoccupato e l’arrabbiato.
“Sto usando la parte oscura del mio potere.
Si è risvegliata quando ho toccato il Sigillo ed è l’unica cosa che
adesso può
porre fine a questa storia. Se tu continui a parlarmi non prenderà il
sopravvento su di me, e riuscirò a ricacciarla quando non mi servirà
più.” Spiegò
brevemente Sara, faticando però a parlare.
“Sara,
sono tutti quelli che abbiamo trovato, non ce ne sono più!” disse
Natasha.
“Bene
ragazzi, ora allontanatevi il più possibile, a breve la situazione
sarà…caotica.”
Ordinò Sara, faticando sempre di più a tenere sotto controllo quel
potere
malvagio.
“Sara…” Loki cercò di far sentire il più
possibile la sua presenza alla ragazza, comunicandola mentalmente tutto
ciò che
provava per lei.
Sperava
che inviandole continuamente emozioni positive sarebbe riuscita a
controllare
la parte malvagia e oscura del suo potere.
Sara
ringraziò mentalmente il Dio, poi stese entrambe le braccia verso il
basso e
rilasciò tutto il suo potere che si riversò per le strade annientando
qualsiasi
nemico.
“Sara, ora basta, fermati.” La voce di
Loki gli giunse lontanissima e Sara provò a recidere il flusso di
magia,
inutilmente; la sua forza era inarrestabile. Un sorriso triste comparve
sul suo
volto: era successo quello che temeva, non era in grado di controllare
quella
forza oscura.
“Sara, smettila!” questa volta l’urlo di
Loki la raggiunse con chiarezza.
“Mi dispiace amore, non riesco a
controllarla.” Gli rispose.
“Certo che puoi, non essere stupida! Ti
ricordi la prima volta che ci siamo baciati?” Loki si era fatto
prendere
per un momento dal panico, ma si era ripreso in fretta deciso più che
mai a
salvare la sua amata dalle tenebre.
“Lo ricordo.” Rispose Sara, sentendo un
lieve cambiamento dentro di se.
“Il Natale? Il primo regalo che ti ho fatto?”
continuò Loki.
Sara
si
concentrò ancora di più su quei ricordi, sentendo che lentamente, molto
lentamente riprendeva il controllo su se stessa, e riusciva ad
innalzare di
nuovo le barriere.
“Loki…”
“Sono qui, piccola, accanto a
te.” Sara si rese conto in quel momento di
essere
scesa a terra.
“No allontanati è pericoloso! Io….potrei
farti del male!” esclamò allarmata Sara.
“Va tutto bene. Non mi farai del male.”
Disse il Dio abbracciandola da dietro
e poggiandole la testa sulla spalla.
“Ricordi
la prima volta che ti ho detto ‘ti amo’?” le sussurrò all’orecchio.
Sara annuì.
“La
prima volta che abbiamo fatto l’amore?” continuò Loki, senza lasciarla.
“Come
dimenticare? La mattina dopo mi hai spedito su Asgard.” Rispose di
rimando
Sara, ormai del tutto padrona di se. Finalmente era riuscita
rinchiudere di
nuovo la parte malvagia dietro alle barriere.
“Ben
tornata.” Sussurrò di nuovo Loki, girandola e prendendole il volto fra
le mani,
osservandole attentamente gli occhi.
Erano
di
nuovo del consueto color nocciola, ma si potevano intravedere delle
sfumature
rosse.
“Sara!
Che diavolo, non fare mai più una cosa del genere!” esclamò Stark,
arrivando in
quel momento.
“Si
esatto, signorina, prova di nuovo a fare una cosa del genere e…e..” ma
Fury non
finì la frase.
Loki
non
disse nulla, ma si unì mentalmente ai rimproveri dei due; per un
interminabile
istante aveva temuto di perdere per sempre Sara.
“Oh
andiamo la fate troppo lunga! Ho eliminato tutti i nemici in un sol
colpo e vi
state a lamentare?” esclamò Sara, agitando un braccio in aria.
I
tre
cominciarono a battibeccare fra di loro. Proprio perché erano impegnati
a
litigare non si accorsero del repentino cambiamento di tempo. Da
limpido e
sereno, il cielo si rannuvolò tutt’ad un tratto, e si videro
lampeggiare in cielo
dei fulmini.
Se
ne
accorsero, invece, Thor e Loki, che furono attraversati da capo a piedi
da un
brivido. I due si scambiarono un’occhiata preoccupata.
Evidentemente
anche Sara si era accorta del cambiamento, perché si era zittita a metà
frase e
osservava il cielo.
La
ragazza cominciò a respirare affannosamente, mentre l’aria intorno a
lei
cominciava a crepitare.
“Sara?”
la chiamò Stark, accortosi che la ragazza non rispondeva più. La
ragazza
abbassò lentamente lo sguardo su di loro.
“Sta
arrivando.” Disse solamente, con voce terrea.
ANGOLO
AUTRICE
Uh-oh!!!!
Sara ha sperimentato cosa significa avere un potere incontrollabile, e
si
èpresa pure i rimproveri dei suoi amici…ma
adesso? Che succederà? Sta arrivando..ghghghgh ne vedremo delle belle!!!
Oh
scusate
il ritardo! Un bacione a tutteeee, sesshy!
C’è un momento in cui la
disperazione, il terrore e
l’impotenza prendono il sopravvento sulla tua determinazione e ti
spingono ad
abbandonare tutto per andare a cercarti un posto sicuro in cui
rifugiarti.
Poi ti guardi intorno e la
consapevolezza che quel
posto sicuro non esiste, rischia di ucciderti.
E infine, nel bel mezzo di
questa marea di emozioni
diverse, si fa strada l’insostenibile idea che solo e soltanto tu puoi
porre
fine a tutto questo.
Questo ed altro si agitava
dentro di Sara, mentre
aspettava con ansia sempre più crescente l’arrivo di Thanos.
Era paralizzata, non
riusciva a muoversi,
semplicemente stava li, immobile a fissare il cielo.
“Bè, a quanto pare ci
siamo no?” esclamò Tony che le
si era affiancato, cercando di alleggerire la situazione. Ma Sara non
rispose.
Ebbe una piccola reazione
solo quando Loki le poggiò
una mano sulla spalla, stringendola con forza; si voltò a guardarlo.
“Loki…” mormorò; doveva
dirglielo, doveva dirlo a
qualcuno, non riusciva più a tenere nascosta la verità su di lei.
Loki stava per dire
qualcosa ma fu interrotto da
Sara che cominciò a parlare.
“C’è una profezia su di
me, Loki, una profezia che
dice che solo io posso distruggere Thanos. Lui…Thanos, vuole i miei
poteri, sia
per impedirmi di ucciderlo, sia per diventare ancora più potente.”
Sussurrò la
ragazza in modo tale che solo lui potesse sentirla.
Loki trasalì a quelle
parole e capì cosa stava
provando Sara.
“Non sei sola. Ti
aiuteremo.” Le disse, afferrandola
per entrambe le spalle. Sara lo guardò con gli occhi lucidi, poi gli
poggiò la
fronte sul petto, tirando su col naso.
Non
sei sola. Sara
chiuse gli occhi, lasciando che queste tre
semplici parole penetrassero nel suo cuore dissipando ogni
preoccupazione. Non
era sola; comunque sarebbe andata a finire era circondata dalle persone
che
amava.
Un leggero sorriso gli
increspò le labbra, mentre si
separava da Loki, che lo notò.
“Così ti voglio.” Esclamò
cercando di sembrare più
sicuro di quello che in realtà era.
“Scusate piccioncini, non
è per interrompervi, ma
credo che abbiamo delle visite!” esclamò in quel momento Fury,
indicando il
cielo con il mento.
Tutti quanti seguirono la
direzione del suo gesto e videro che in cielo
si stava formando un
vortice nero, come un passaggio da un’altra dimensione.
Dentro il passaggio
cominciarono a balenare dei
lampi, dapprima non molto forti, poi sempre più intensi e alla fine una
cadde
proprio al centro della strada.
Tutti quanti si pararono
gli occhi, schermandosi da
quella luce accecante, tutti tranne Sara, che invece la fissò,
intensamente. Quando
la luce svanì, al centro della strada si ergeva una creatura orrenda.
Sara fece un passo avanti,
tenendo gli occhi fissi
su Thanos, che se ne stava ripiegato su se stesso.
“”Viaggio faticoso?”
chiese a bassa voce,
ironicamente.
Thanos non rispose ma
emise un rantolo soffocato che
Sara faticò a riconoscere come una risata.
“Molto. Ma non fatevi
troppe illusioni, il tempo per
riposare l’avrò dopo!” la voce di Thanos era un suono raccapricciante e
quasi
tutti storsero la bocca.
“Tu dici?” lo provocò Sara.
Thanos ghignò e la sua
lingua guizzò furori, come
quella di un serpente che assapora l’aria.
“Sono qui per te, Sirah,lo
sai?” chiese. Sara
strinse i pugni.
“Lo so. E tu sai che ti
farò il culo vero?” esclamò,
scagliandogli contro un globo di acqua congelata, che Thanos evitò
prontamente
saltando di lato.
Quando atterrò Sara era
già scattata e si preparava
a sferrargli un calcio,che lo colpì in pieno volto.
“E tanto per la cronaca:
io mi chiamo Sara!” gli
urlò contro.
ANGOLO AUTRICE
E bè, che dire? Oh
si…scusate il ritardoooooo!!!!!
Bè, Thanos è arrivato, e
la battaglia finale è
iniziata! Come se la caverà Sara? e i nostri amici? Vi prego continuate
a
seguirmi!!!! Un bacione sesshy!
Frigga
era in piedi accanto ad Heimidall, ed entrambi guardavano in basso.Frigga provò a parlare, ma non riuscì a
proferire verbo.
“Per
il
momento stanno bene mia signora.” La rassicurò il Guardiano.
Frigga
annuì, poi voltò leggermente la testa verso il Palazzo Reale.
“Speriamo
che Odino si risvegli presto.” Mormorò.
*****
Sara
saltò di lato, evitando l’ennesimo colpo scagliato da Thanos,
buttandosi a
terra e rotolando su un fianco.
Si
rialzò, ma fu costretta nuovamente ad abbassarsi per schivare ancora un
colpo.
“Oh
ma
vuoi stare un po’ fermo?” esclamò la ragazza tra se e se, battendo un
pugno per
terra; ci fu un piccolo spostamento d’aria, poi dal terreno sotto i
piedi di
Thanos cominciarono a spuntare delle liane che lo avvolsero e lo
immobilizzarono.
Sara
non
perse tempo e lo cominciò a crivellare di colpi, scagliandogli addosso
globi
infuocati, lance ghiacciate e molto affilate.
Senza
smettere, Sara si alzò in volo concentrandosi per tenere viva una
fiammata
continua; volevaprovare ad abbrustolire
Thanos.
Ben
presto però sentì che non riusciva più a tenere la fiamma a lungo
quindi la
lasciò spegnarsi lentamente; per la strada si era alzato un gran
polverone,
dietro al quale non si riusciva a vedere nulla. Sara rimase in aria,
controllando, sperando che Thanosfosse
sconfitto. Ma in fondo sapeva che quella era una vana speranza ed ebbe
la sua
conferma quando da quel polverone partì un raggio che per pochi
centimetri non
la colpì.
Riuscì
ad evitarlo scansandosi, ma subito comparvero delle liane che le
bloccarono i
polsi e le gambe, impedendole di volare.
Sara
provò a liberarsi, ma dalla strada, con un salto, Thanos sbucò dalla
polvere e
le sorrise malignamente.
“Bu!”
le
disse, prima di tirarle un forte pugno all’altezza della pancia che la
fece
cadere a terra da parecchi metri di altezza.
“Sara,
Sara, stai bene?” le chiese Tony preoccupato.
“Tu
che
dici?” rispose Sara, rimettendosi in piedi a fatica.
“Ci deve essere un modo per distruggerlo!” pensò
volgendosi poi verso Thanos, che era atterrato in quel momento. Un’idea
si fece
strada nella sua testa, ma Sara fu pronta a ricacciarla indietro:
doveva
esserci un altro modo.
“Sara,
distrailo, Thor ed io stiamo arrivando!” la informò Loki
all’auricolare.
“Va
bene.” Rispose la ragazza, anche se sapeva che era tutto inutile.
“Ehi,
Thanos! Mi spieghi una cosa? Ci si sono impegnati per farti così
brutto, oppure
sei così di tuo?” urlò con tono strafottente al mostro; ma quando
quello si
voltò furioso verso di lei, Sara capì che insultarlo non era
decisamente una
buona idea.
Thanos
avanzò velocemente verso di lei e Sara cercò di tenerlo lontano
lasciando
scaturire dalle mani uno spesso strato di ghiaccio, sperando di
bloccarlo
almeno per qualche minuto.
Questo
nuovo
rilascio di energia la indebolì ulteriormente ma Sara strinse i denti e
non
mollò, anche se le forze la stavano lasciando.
“Thor,
Loki, dove diavolo siete?” ringhiò faticosamente all’auricolare.
“Arriviamo,
piccola, resisti!” rispose Loki, comparendo qualche secondo dopo alle
spalle di
Thanos, mentre Thor lo aggrediva da sopra roteando il Mjollnir e
scatenando
vari fulmini.
Thanos
fu colpito in pieno sia da Thor che da Loki. Sara recise il flusso di
magia,
non resistendo oltre.
Barcollò
e cadde in ginocchio, respirando affannosamente; sbattè varie volte gli
occhi
cercando di mandare via quei fastidiosi puntini rossi, ma non ci
riuscì. Stava
per svenire, lo sapeva, ma con un immenso sforzo si obbligò a rimanere
cosciente.
All’improvviso
sentì un tepore dentro di se e una leggera pressione sulla spalla
sinistra; si
voltò leggermente in quella direzione e vide Thor.
“Thor…”
mormorò.
“Prendi
un po’ della mia forza. Ne hai bisogno.” Gli rispose il Dio, con un
leggero
sorriso.
Sara
annuì, accettando quel dono con immenso piacere. Senti le forze
tornargli e
dopo qualche minuto riuscì a rimettersi in piedi.
“Meglio?”
le chiese Thor gentilmente. Sara annuì con un sorriso.
“Meglio.”
Confermò.
Ma
in
quel momento si sentì un urlo strozzato e i due si voltarono di scatto
e la
scena che videro li lasciò agghiacciati: Loki era sospeso a mezz’aria
da una
forzamisteriosa, che lo stava
lentamente soffocando.
“Loki!”
urlò Sara, provando a correre verso di lui ma una forza invisibile la
trattenne.
“Finora
ho giocato, mocciosa, ma adesso basta.” Thanos era terribile: una furia
cieca e
determinata manovrava ogni sua azione.
Loki
scalciava per aria, annaspando in cerca d’aria, mentre il poco colorito
del suo
volto svaniva.
“No!
Lascialo, lascialo!” gridò Sara, in preda alla disperazione.
“Vuoi
salvarlo mocciosa? Hai una sola possibilità!” ghignò Thanos.
ANGOLO
AUTRICE
Oddio
eccomiiiiii!!!! Giuro non abbandonato la storia, veramente! Eh bè, la
cosa si
fa pesante Heimdall ha gufato, e i nostri eroi cominciano a prendercela
da
Thanos!! E mo? Che farà Sara, qual è la sua sola possibilità?
Fatemi
sapere che ne pensateeeee e un bacione a tutte!!
Sara
lo
sapeva, ma non era questo che importava; lo sapeva anche Thanos e la
stava
provocando. Voleva che lei perdesse il controllo, voleva che la sua
parte
malvagia uscisse.
Stava
torturando Loki per quel motivo.
“Dovresti
darti una mossa, ragazzina o il tuo Asgardiano ci lascerà le penne.” La
provocò
Thanos.
“Sara, non ascoltarlo, ti prego
non perdere il controllo!” La
supplica nella voce di Loki, fece trasalire Sara; Loki non supplicava!
“È
tutto
inutile! Si vede già la disperazione nei suoi occhi.Presto
o tardi, sarà costretta a perdere il
controllo!” Thanos ghignava soddisfatto.
“Bè,
possiamo iniziare a giocare.” Esclamò, vedendo comparire alle sue
spalle il
resto degli Avengers e Fury.
Con
un
gesto lasciò andare Loki, che cadde a terra, annaspando alla ricerca
d’aria;
con un altro rapido movimento bloccò tutti gli altri, ma liberò Sara.
Come
ultima cosa, Thanos creò una piccolissima sfera azzurrina tra il
pollice e
l’indice e la spedì contro Loki, che si preparò all’impatto.
Ma
la
pallina invece di ferirlo, entrò nel suo petto, all’altezza del cuore.
Non
appenaentrò in contatto con quella
luce, Loki sentì che il suo cervello veniva completamente svuotato,
ogni
sentimento cancellato, ogni ricordo distrutto.
Improvvisamente
tutto divenne bianco e vuoto. Non sapeva chi fosse.
Gli
sembrava di galleggiare, poi all’improvviso sentì una voce, una voce
che lo
chiamava e gli ordinava di alzarsi.
Gli
sembrò la cosa giusta da fare, quella voce era così calda e morbida.
Gli venne
ordinato di girarsi e di individuare una ragazza chiamata Sara. Loki la
trovò.
“Bene. Adesso uccidila!” li per li quell’ordine lo
lasciò
perplesso, non capiva perché una ragazza così bella meritasse di morire.
Ma
la
voce insistette, e lui si affrettò ad obbedire agli ordini, avanzando
verso la
ragazza.
Sara
capì all’istante che qualcosa non andava in Loki: i suoi occhi erano
spenti,
opachi, quando di solito erano invece brillanti e vivaci.
Lo
vide
camminare verso di lei come un automa e seppe per certo che adesso era
Thanos a
controllarlo.
Si
morse
il labbro inferiore, e stinse i pugni, non sapendo cosa fare. Loki le
arrivò di
fronte si fermò, inclinando leggermente a testa di lato osservandola.
“Loki…”
mormorò disperata Sara, sapendo che il suo tentativo era completamente
inutile.
Lui
alzò
la testa di scatto e Sara sperò in una sua reazione. Ma subito dopo il
ragazzo
le mollò un cazzotto in piena pancia, che la fece rotolare per terra,
per
diversi metri.
Si
rialzò, ma non riuscì a fare nulla, perché Loki le arrivò davanti e le
tirò un
calcio. Sara ruzzolò per terra e sentì il sapore metallico del sangue
in bocca.
Si
ritrovò stesa perterra a pancia
all’aria, e subito sentì il peso di Loki sulla pancia: il ragazza era
seduto su
di lei e le teneva i polsi bloccati con una mano, mentre l’altra si
stava
pericolosamente avvicinando alla gola di Sara.
“Loki..”
riuscì a mormorare Sara, disperata, prima che la mano si chiudesse
intorno alla
sua gola, mozzandole il fiato.
Loki
continuava a stringerle la gola e Sara sentiva piano piano l’aria
svanire dai
suoi polmoni. Chiuse gli occhi, sapendo che c’era un modo per salvarsi,
per
salvarlo e per salvare tutti, ma non l’avrebbe usato, sarebbe morta
piuttosto.
“E
la
tua morte a cosa servirebbe?” la sfottè Thanos.
Sara
lo
ignorò, cercando di concentrarsi su di Loki e di raggiungerlo con la
mente, ma
la mancanza d’aria si faceva sentire e stava cominciando a vedere tutto
sfocato.
“Loki…lasciala
subito.” Sara sentì la voce di Fury estremamente lontana e intravide la
spia
puntare una pistola contro il ragazzo.
Sentì
la
presa sulla sua gola allentarsi e poi sparire e annaspò in cerca d’aria.
Appena
fu di nuovo in grado di spiegare, urlò: “Fury, non è in se, è Thanos
che lo
controlla!”
“Ah
si?
Bè poco m’importa, se tenta nuovamente di ucciderti, gli sparo in
testa.”
Rispose Fury, facendo qualche passo indietro, per tenere sempre sotto
tiro Loki
che si era alzato e lo fronteggiava. Poi fu un attimo, Loki si lanciò
contro
Fury che sparò.
Un’improvvisa
immobilità calò sulla strada, insieme ad un silenzio glaciale. Poi….
“NO!
FURY!” l’urlò di Sara interruppe il silenzio e la ragazza si lanciò
verso la
spia, stesa a terra. Gli s’inginocchiò accanto.
“Fury..”
mormorò, sentendo le lacrime salirgli agli occhi.
“Stai
bene?” gli chiese la spia, con la voce affaticata.
“Certo
che sto bene, sei tu quello che ha bisogno di cure!” esclamò Sara,
cercando di
esaminare la ferita e prendendogli il volto fra le mani.
“Lascia
stare, sarebbe inutile.” Mormorò la spia con la voce sempre più fievole.
“No..”
Sara si accorse di stare piangendo.
Un
leggero sorriso increspò le labbra di Fury.
“Sembra
stupido dirtelo ora, ma voglio che tu sappia che…”un accesso di tosse
lo
interruppe.
“…io
sono sempre stato, orgoglioso di te.” Concluse la frase Fury.
Sara
sentì
una fitta al cuore quando udì questa frase. Fissò il volto della spia e
si
accorse che aveva chiuso gli occhi. Incapace di credere ai suoi occhi,
Sara
prese a scuotere la spia.
“No,
Fury, maledetto bastardo, no puoi morire! Sei uno stronzo, non puoi
farmi
questo! Devi vivere, devi aprire gli occhi e dirmelo da vivo che sei
orgoglioso
di me! Hai sentito…Fury…papà..” dopo lo sfogo iniziale, la voce di Sara
era
andata via via affievolendosi e alla fine la ragazza rimase muta,
stringendo il
corpo del padre adottivo e piangendo la sua morte.
“È
morto
solo per causa tua. E se continuerai così, farò uccidere da Loki tutte
le
persone che ami, lo costringerò a farlo davanti ai tuoi occhi e quando
sarai
psicologicamente distrutta, lo obbligherò a uccidere te! E qualche
secondo
prima della tua morte lo farò tornare in se e si renderà conto di
quello che ha
fatto!”
Sara
si
strinse le braccia intorno al corpo, terrorizzata da quello che le
aveva appena
promesso Thanos.
“Tu…non
farai niente di tutto ciò, se non hai il controllo della mia testa!”
Sara si
voltò di scatto.
“Loki!”
urlò.
ANGOLO
AUTRICE
Ho
appena ammazzato Fury…l’ho fatto ammazzare da Loki. Vi supplico non
odiatemii!!! Non volevo ma poi la cosa mi ha preso le mani!
Dai
dai
lo so che sono lenta, ma vi prego fatemi sapereeeeee!!! Un bacione e
tutteee!
sesshy
Il vuoto che aleggiava
nella sua testa era stato
improvvisamente riempito da un dolore fortissimo alla spalla destra e
alla
gamba sinistra. Per un nano secondo si rese di nuovo conto di tutto ciò
che lo
circondava, ma fu un attimo perché di nuovo la presenza nella sua testa
si fece
sentire, cercando di annullare di nuovo la sua coscienza.
Ma c’era quel dolore
lancinante che, seppur in
minima parte, impediva a Thanos di prendere di nuovo il pieno controllo
della
sua mente.
Loki si concentrò su quel
dolore, e per un breve
lasso di tempo riuscì a tornare se stesso, in tempo per sentire Thaons
che
minacciava Sara.
“È
morto solo per causa tua. E se continuerai così, farò uccidere da Loki
tutte le
persone che ami, lo costringerò a farlo davanti ai tuoi occhi e quando
sarai
psicologicamente distrutta, lo obbligherò a uccidere te! E qualche
secondo
prima della tua morte lo farò tornare in se e si renderà conto di
quello che ha
fatto!”
Non
gliel’avrebbe permesso, Thanos non lo avrebbe più controllato.
“Tu…non
farai niente di tutto ciò, se non hai il controllo della mia testa!”
urlò,
lottando contro di lui, per liberarsene.
“Loki!”
sentì che Sara lo chiamava e gli si avvicinava, poggiandogli le mani
sulle
spalle.
Le
afferrò un braccio, stringendolo e cercando in lei, la forza per
combattere
Thanos. Loki aprì gli occhi e li fissò in quelli marroni e dolci di
Sara.
“Loki…tu
sei più forte di lui. Lo so che lo sei. Caccialo via.” Gli sussurrò
Sara.
Loki
annuì leggermente, la fronte imperlata di sudore, continuando a lottare
contro
la mente di Thanos. Quando Thaons minacciò di riprendere il controllo,
Loki si
diede un colpo sulla ferita alla gamba, provocandosi ulteriore dolore,
che però
lo fece tornare padrone della sua testa.
“Vattene.”ringhiò
fra i denti.
“Vattene!”
ripetè più forte, lottando disperatamente.
“La
mia
mente è solo mia, vattene!” ruggì infine spalancando gli occhi e
respirando
profondamente.
Dal
suo
petto uscì una luce azzurrina, la stessa che era servita a Thanos per
controllarlo.
Loki
respirò affannosamente, continuando a stringere il braccio di Sara.
“Loki?”
lo chiamò la ragazza.
“Sono
di
nuovo io.” Mormorò lui.
“Ma
che
scenetta commovente! Lo sapete vero che non cambia nulla? Sarò io
personalmente
ad uccidere uno per uno tutti i tuoi amici, mentre tu li guarderai
senza fare
nulla!” ringhiò Thanos, folle.
Sara
si
era alzata, pronta a fronteggiarlo, ma un grido la fece voltare; era
Tony che
si contorceva a mezz’aria e perdeva sangue da una ferita non meglio
identificata.
Sara
si
voltò verso Tony, non sapendo cosa fare. Fece un passo verso di lui, ma
un
altro urlo, alle sue spalle la fece voltare nuovamente: questa volta
era
Natasha.
Sara
guardava terrorizzata i suoi amici,sapendo che c’era un’unica cosa da
fare.
“Sa-Sara…non
cedere al suo volere…non arrabbiarti…ti prego…” Tony stentava a
parlare, ma
Sara lo capì ugualmente.
Sara
strinse i pugni, cercando di controllarsi, ma le risultava difficile
quando
Thanos stava torturando i suoi più cari amici; un lampo rosso le
attraversò gli
occhi e sentì la sua parte malvagia ribollire dentro di lei.
Altre
urla: questa volta Thor, Clint e Banner erano stati presi di mira.
“Li
senti, come urlano? Stanno soffrendo, ed è solo colpa tua! Eppure ti
basterebbe
così poco, così poco, per salvarli.” Ghignò Thanos.
“Sara,
NO!” urlò Nat, tra una sofferenza e l’altra.
Sara
era
in preda alla disperazione più cupa, calde lacrime le rigavano il
volto;
guardava impotente i suoi amici che venivano torturati, cercando di
trovare una
soluzione e contemporaneamente cercando di tenere a bada i suoi poteri
oscuri,che si stavano facendo sentire sempre di più.
“Sa-Sara…”
la voce di Loki, sofferente le fece alzare il volto di scatto. La scena
che le
si parò davanti l’agghiacciò: dal petto di Loki usciva una lama
insanguinata; i
due si guardarono negli occhi per un lunghissimo istante, poi
lentamente Loki
chiuse i suoi e la testa gli ricadde pesantemente sul petto: era morto.
E
all’improvviso tutto divenne rosso, tutto fu cancellato e Sara non vide
più
nulla;il suo potere malvagio si era
risvegliato,
tutta la sua rabbia era esplosa nel momento in cui Thanos aveva ferito
Loki.
“Finalmente,
stupida mocciosa, dovevo proprio uccidere qualcuno per farti capire
come affrontarmi?”
mormorò, quasi dolcemente Thanos.
Uccidere….uccidere… quelle parole rimbombarono nella
mente di Sara, annientando ogni suo pensiero razionale e facendo si che
la
rabbia prendesse pieno possesso; l’aria intorno a Sara crepitò e poi
divenne
nera; gli occhi della ragazza erano rossi come il sangue e quando parlò
la voce
di Sara suonava amplificata e più mascolina.
“Brutto
bastardo, io ti ucciderò! Vendicherò Loki e Fury, maledetto stronzo!”
Sara
stava mormorando, ma era come se stesse urlando. Un brivido di puro
terrore
percorse tutti i presenti, Thanos escluso, che invece ghignò follemente
divertito.
“Bene,
ora comincia lo spettacolo. Finalmente uno scontro come si deve.”
Ghignò,
preparandosi allo scontro.
Totalmente
in balia della sua parte Oscura, Sara scattò in avanti con un globo di
fuoco
nero in mano. L’avrebbe ridotto in polvere, in cenere, l’avrebbe
massacrato,
torturato, gli avrebbe cancellato dalla faccia quel fottuto sorriso.
Con
furia scagliò verso Thanos il globo, che fu inglobato nel suo petto.
Sara ne
creò altri due, scagliando anche questi che subirono lo stesso effetto.
“Nonostante
tu sia completamente Risvegliata, sei debole.” Soffiò Thanos.
Sul
volto di Sara comparve un ghigno feroce.
“Tu
dici? Tre secondi, Thanos, tre secondi a partire da ora.” Mormorò
tranquillamente la ragazza.
Thanos
sgranò gli occhi sorpreso. I tre secondi passarono e lui guardò Sara.
Poi
all’improvviso sentì che qualcosa gli esplodeva dentro lo stomaco, come
se un
fuoco lo stesse divorando da dentro; e poi di nuovo qualcosa lo stesso
dolore
all’altezza delle spalle. E di nuovo quella sensazione come se un fuoco
le
stesse bruciando da dentro.
“Fa
male
eh? Era un globo di fuoco liquido concentrato. Ci mette tre secondi a
sciogliersi nel corpo di una persona, e quando lo fa, comincia
bruciarti da
dentro.Allora, sono ancora così
debole?” spiegò Sara, facendo venire i brividi a chi l’ascoltava.
“Dobbiamo
fare qualcosa.” Disse, Tony, cercando di rimettersi in piedi,
nonostante
movimento ogni gli provocasse un’atroce dolore.
“Ogni
minuto che passa, i poteri malvagi di Sara si rafforzano. Se continua
così la
perderemo del tutto.” Disse Thor, guardandosi intorno e vedendo il
corpo del
fratello per terra. Gli si avvicinò istintivamente, inginocchiandosiaccanto a lui.
“Loki…”mormorò
tristemente, prendendogli il volto fra le mani. Fu in quel momento che
se ne
accorse: un leggerissimo quasi impercettibile soffio caldo gli era
arrivato
sulla mano. Thor guardò stupefatto il corpo di Loki, accorgendosi solo
in quel
momento che su di esso non c’era nessuna ferita, almeno non li dove
Thanos
l’aveva colpito.
Thor
trattenne il respiro: Loki era vivo!
ANGOLO
AUTRICE
Apposto,
Sara è eslposa. Thanos le ha giocato un brutto tiro e la nostra
carissma Sara
si è “leggermente” arrabbiata. Ma Loki in realtà è vivo…bè e mo?
Daii
lo
so che non mi avete abbandonata!!!! Un bacione a tutteeee!!!
Thor sgranò gli occhi,
stupefatto; e all’improvviso
ogni cosa gli fu chiara. Loki non era morto, non era mai stato colpito!
Thanos aveva solo finto la
morte di Loki, in modo da
far scattare Sara, e il piano aveva funzionato in pieno. Thor guardò
Sara combattere
contro Thanos, sempre più preda del suo potere malvagio e una fitta
d’angoscia
gli trapassò il cuore; doveva aiutarla e in fretta.
Afferrò Loki per le spalle
e prese a scuoterlo,
cercando di svegliarlo.
“Avanti Loki, svegliati!
Sei la sola speranza per
Sara e devi aiutarla.” Esclamò, colpendolo in faccia con dei leggeri
schiaffi.
Loki mugugnò qualcosa fra
i denti e poi di colpo
aprì gli occhi. Thor lo vide spaesato e confuso e si affrettò a
chiedergli come
stesse.
“Thor…cos’è successo?”
chiese Loki, dopo aver
annuito, come a dire “bene”.
“Thanos deve aver creato
un’illusione e finto la tua
morte per far perdere il controllo a Sara.” Spiegò Thor, volgendo poi
nuovamente lo sguardo verso Sara.
“E c’è riuscito
pienamente.” Aggiunse poi. Loki
sgranò gli occhi e si alzò in fretta, guardando anche lui in direzione
di Sara.
La scena che gli si parò davanti lo lasciò senza fiato: Sara era
totalmente
avvolta da un’aura nera, i suoi capelli erano dello stesso colore. Ma
la cosa
che lasciava Loki sconcertato era che il potere malvagio che proveniva
da lei
era chiaramente percepibile nell’aria.
“Maledizione!” imprecò
stringendo i pugni e
chiedendosi cosa potesse fare.
“SARA!” urlò, provando a
chiamarla, ma lei non diede
cenno di averlo sentito.
“Sara!”
provò di nuovo, questa volta mentalmente, ma anche questa volta fu
vano, perché
la mente di Sara era contornata da una solida barriera.
Impotente vide Sara alzare
un braccio e scagliare
contro Thanos una miriade di foglie appuntite come lame, che lo
ferirono.
“Allora Thanos? Chi è la
debole?” urlò Sara, preda
una gioia folle.
Thaons sogghignò.
“Continua pure, piccola,
continua a farti del male.
Ogni goccia del mio sangue è un passo in più verso la tua completa
rovina.”
Esclamò.
“Cosa vai blaterando?”
chiese Sara, ma come risposta
ebbe in cambio un violento attacco da parte di Thanos.
Loki non resistette oltre
e cominciò a correre verso
Sara, senza sapere cosa fare. Ma ad un certo punto la sua corsa fu
interrotta
bruscamente da una barriera invisibile, che lo costrinse a fermarsi.
“No.” Mormorò nel panico.
Era una barriera di pura
energia e gli impediva di raggiungere Sara!
“SARA! SARA!” urlò
battendo un pugno su quella
dannata barriera; ma lei lo ignorò.
Loki si cadde in ginocchio
sentendo la disperazione
crescere dentro di lui; l’avrebbe persa per sempre a causa di Thanos.
L’idea di passare la sua
vita senza di Sara gli
risultava inconcepibile, non dopo che lei aveva fatto così tanto per
lui,
facendogli capire cosa significasse essere amati e accettati.
Impotente guardò Sara
continuare a combattere contro
Thanos, vide l’aura intorno alla ragazza farsi sempre più nera, mentre
gli
occhi di lei perdevano mano a mano espressività diventando sempre più
rossi.
Loki piegò la testa,
tremando.
“Padre…” un sussurro
appena percettibile gli sfuggì
dalle labbra.
“Padre, ti prego, ti
supplico, permettetemi di
aiutarla.” Concluse la frase il giovane.
***
Odino sussultò; sebbene
fosse immerso nel suo Sonno,
la voce del figlio che lo supplicava, gli risuonò chiara e nitida nella
testa.
Il Padre degli Dei provò
un’immensa gratitudine per
quella midgardiana che aveva cambiato così profondamente il figlio
adottivo.
“Loki…”
***
“Loki…” il
ragazzo sentì suo padre che pronunciava il suo nome e avvertì una
scarica
elettrica percorrerlo da capo a piedi.
Si alzò di scatto e si
guardò le mani: erano blu. Un
ghigno gli attraverso il volto.
“Grazie, Padre!” urlò
alzando trionfante un pugno al
cielo; pugno che poi abbattè violentementesulla barriera, che prese a congelarsi.
“Si! Funziona!” esclamò
trionfante Loki, continuando
a congelare la barriera.
“Thor! Mi serve il tuo
martello!” urlò rivoltò poi
al fratello, che annuì e si alzò in volo, calando poi pesantemente il
martello sulla
barriera che si riempì di crepe.
Anche Loki cominciò a
tempestarla di colpi, deciso
più che mai a frantumarla. I due fratelli continuarono così per vari
minuti, ma
la barriera, per quanto piena di crepe non accennava a rompersi.
Ma i due non se ne
curavano e continuavano
imperterriti, anche se Loki, ad ogni colpo, lasciava sul ghiaccio una
piccola
scia di sangue; ad ogni colpo sentiva che la disperazione nuovamente
riprendeva
il possesso del suo cuore. Abbattè l’ennesimo pugno sulla barriera e
poi una
palla di luce sfrecciare verso la barriera e colpirla.
Si voltò in direzione
della luce e vide Tony
avanzare verso di loro con il braccio teso, pronto a sparare un altro
colpo.
“Serve aiuto, piccolo
cervo?” chiese prima di
sparare. Loki non fece in tempo a rispondere perché qualcosa di rosso
sibilò
nell’aria colpendo la barriera e tornando indietro, in mano al
proprietario,
Capitan America.
Loki vide avanzare verso
di loro anche Clint e
Natasha, ma la speranza divampò nuovamente nel suo cuore, quando vide
sfrecciare nel cielo e atterrare sul barriera con estrema violenza, il
gigantesco Hulk.
Tutti quanti insieme
continuarono e continuarono,
lavorano insieme come una squadra e dopo quella che sembrò un’eternità,
finalmente un’unica, grande crepa si aprì sulla barriera e una grande
luce si
sprigionò da essa accecando tutti quanti.
Quando la luce si diradò,
la scena che presentò
davanti a loro era immutata. Sara e Thanos continuavano a
fronteggiarsi. Ma
Loki fece comunque un passo avanti, poi un altro e, rendendosi conto
che no
incontrava resistenza, si mise a correre verso Sara.
“SARA! SARA ADESSO BASTA!
VOLTATI SONO QUI, SONO
VIVO!” urlò rivolto alla ragazza.
Sara percepì a malapena
che qualcuno la chiamava,
una voce fastidiosamente familiare e che le intimava di smetterla. Ma
come
poteva lei smettere di essere finalmente se stessa?Come
poteva rinunciare a quel potere
inebriante e seducente?
Semplicemente non poteva,
e non voleva.
“SARA!” si sentì ancora
chiamare. Non bastava Thanos
da affrontare? Si voltò furiosa verso la fonte della voce e senza
pensare
colpì.
“Ahahahah, ma brava, Sara,
colpisci i tuoi amici!
Uccidili tutti!” furono le parole di Thanos che colpirono Sara,
facendola
fermare a riflettere. Colpire i suoi amici? Lei…lei non aveva più
amici, lei
ormai era sola. Loki era morto! Eppure, eppure perché gli occhi di quel
ragazzo
steso a terra erano così dolorosamente simili ai suoi?
“Sara, sono io, sono
Loki!” anche la sua voce! No!
Quello era l’ennesimo tranello di Thanos, il suo ennesimo modo per
divertirsi a
farla soffrire.
“Thanos, non m’inganni
più!” urlò rivolta al mostro
e lanciandosi verso di lui. Ma qualcosa la trattenne: qualcuno le aveva
afferrato il braccio. Si voltò furente: chi osava bloccarla,
trattenerla. Chi?
Incrociò ancora una volta
quegli così
fastidiosamente chiari.
“Sara, ti prego
ascoltami.” Sussurrò Loki, cercando
faticosamente di mettersi in piedi. Il colpo di Sara era stato forte.
“Ascolta la mia voce. Io
sono reale. La senti la
stretta della mia mano? È reale.” Disse, stringendo ancora di più la
presa sul
braccio della ragazza e riuscendo a rimettersi in piedi. Con uno scatto
fece
voltare del tutto la ragazza e la tirò a se, stringendola in un
abbraccio.
“Senti le mie braccia che
ti stringono? Sono reali.
Non sono morto, sono qui.” Continuò Loki, stingendola forte.
Qualcosa sembrò mutare in
Sara e lo avvertì anche
Loki, che sentì la sua energia oscura cambiare.
Decise di tentare con
un’ultima cosa. Prese fra le
mani il volto di Sara.
“Almeno ricordati di
questo, Sara, amore mio.”
Sussurrò, mentre una sola lacrima gli scivolava lungo il volto. Poi la
baciò,
un bacio tenero.
Non appena le loro labbra
s’incontrarono, l’aura
intorno a Sara brillò, avvolse i due giovani,poi sembrò cristallizzarsi e infine scoppiò in tanti minuscoli
pezzetti.
Tutti i presenti che erano
rimasti come paralizzati,
trattennero ancora di più il respiro, quando videro Loki, separarsi
lentamente
da Sara.
La ragazza aveva gli occhi
chiusi e tutti quanti
aspettavano con ansia il momento in cui li avrebbe riaperti.
“Sara?” la chiamò piano
Loki. E Sara aprì finalmente
gli occhi. Erano tornati del consueto col nocciola.
“Loki…” mormorò la
ragazza, accarezzandogli
lievemente la guancia.
“Sei vivo…com’è
possibile?” domandò.
“Era solo un inganno di
Thanos.” Spiegò Loki,
afferrandole la mano e baciandolgiela.
“ E bravo l’asgardiano. Ed
ora come contate di
battermi?” urlò Thanos, scagliando un globo di energia in direzione dei
due.
IstintivamenteSara spinse Loki lontano,
ma capì che per lei era troppo tardi. Fu colpita in pieno, il globo le
attraversò il petto e lei fu scagliata lontano. Rotolò per terra, e
quando si
fermò tutti si aspettarono che si rialzasse. Ma Sara rimase ferma
dov’era,
immobile.
Un dolore atroce squarciò
a metà il cuore di Loki.
“SARA!”
ANGOLO AUTRICE
Ok ok no panic….NO PANIC?
La situazione è disperata,
Sara è stata colpita!
Daiiii io lo so che non mi
avete abbandonatooo!!! Vi
pregooooooo ditemi che ancora mi seguiteeee!!!!un abbraccio sesshy!
Era finita. Ormai era
finita. Il mondo era finito, o
almeno il suo mondo. Si lasciò cadere in ginocchio, sconfitto. Non
aveva più la
forza di alzarsi, di combattere, non aveva più la forza di fare nulla.
Osservò i suoi amici
lanciarsi contro Thanos,
furiosi a dir poco. Ma lui non si unì a loro; che senso aveva? Che
senso aveva
battere Thanos, ora che Sara non c’era più? Per lui era finita, che la
Terra e
gli altri Regni fossero pure conquistati da Thanos, a lui non importava
più
nulla; Sara era morta.
Automaticamente Loki
afferrò il corpo senza vita
della sua amata e lo strinse a se, seppellendo il viso nei suoi
capelli. Sentì
qualcosa pungerli gli occhi e non fece nulla per trattenere le lacrime.
Pianse
disperato come un bambino, aggrappato all’unica persona che avesse mai
amato in
vita sua.
Rimase così per quelle che
gli parvero ore. Non era
più consapevole di nulla, solo che aveva perso una parte di se.
“Loki,
nulla è perduto.” Fu un attimo e la voce era
già sparita,
ma Loki avrebbe giurato che appartenesse a Sara. Di colpo di separò dal
corpo
della ragazza, guardandolo intensamente e cercando di capire.
In quel momento si accorse
che una leggera luce
bianca stava avvolgendo il corpo di Sara, luce che pian piano cresceva
d’intensità.
Sentì il corpo della
ragazza scivolarle via dalle
mani e lo vide salire sempre più in alto.
“No, no!” esclamò cercando
di afferrarlo, ma
mancando la presa. Sara fu sollevata in alto e quando si fermò la luce
che
l’avvolgeva cominciò a diventare accecante.
Loki teneva gli occhi
fissi su Sara. E
all’improvviso lei spalancò i suoi.
“Thanos, adesso basta.
Finiamo questa storia, qui e
subito.” Era una voce ultraterrena quella
che aveva parlato e assomigliava a quella di Sara, ma la ragazza non
aveva
aperto bocca.
Poco a poco Sara tornò a
terra e cominciò a
camminare verso Thanos.
“Sara?” la chiamò Loki e
lei si voltò verso di lui.
“Andrà tutto bene.” Gli
disse, prima di riprendere a
camminare.
“Thanos! Questa volta
finirà qui. Non avrai scampo.”
Esclamò Sara, sempre senza aprire bocca e stendendo un braccio, da cui
partirono quattro sfere di luce purissima, che colpirono Thanos,
ferendolo.
“Non è possibile, tu morta
dovresti essere!” esclamò
Thanos, cominciando a sentire una sorta di panico crescergli dentro.
Lui
Thanos, provava paura! Di fronte ad un essere umano poi! Ma, guardando
meglio
quella ragazza che gli veniva incontro, capì che non aveva nulla di
umano e un
brivido dipuro terrore gli attraversò
la schiena.
Non riuscì a muoversi fino
a quando non vide la
ragazza di fronte a lui.
“Hai paura Thanos?”
mormorò lei e Thanos suo
malgrado si ritrovò ad annuire.
Un sorriso, un sorriso
quasi dolce comparve sul
volto di Sara.
“E fai bene ad averne. Io
sono colei che ti ucciderà!”
rispose tranquillamente lei, abbracciandolo improvvisamente. In quel
momento la
luce bianca e pura che avvolgeva Sara aumentò e cominciò ad avvolgere
anche
Thanos.
“Ferma, cosa stai
facendo?” esclamò allarmato
Thanos.
“Pongo fine a questa
storia!” sussurrò Sara,
chiudendo gli occhi e facendo espandere al massimo la sua aura e
avvolgendo
completamente Thanos.
“Ah! Così facendo morirai
anche tu! Non avrai
veramente più alcuna speranza!” urlò trionfante Thanos.
A quelle parole Loki
scattò in piedi, convinto più
che mai a fermare Sara, ancora una volta. Ancora una volta lei si voltò
verso
di lui.
“Loki, andrà tutto bene!”
ripetè per la seconda
volta.
“Arrivederci!” disse poi
prima di venire
completamente avvolta dalla luce. I due schizzarono verso il cielo,
lasciando
una leggera scia bianca dietro di loro, e poi sparirono nell’Universo.
****
Era passato un mese, un
mese da quando Thanos era
stato sconfitto. New York aveva ripreso a vivere, tutto ciò che era
andato
distrutto stava venendo ricostruito. Tutto, tranne ciò che era andato
irrimediabilmente
distrutto: gli animi e i cuori di chi aveva perso qualcuno di caro.
Nessuno degli Avengers era
stato più lo stesso dopo
la morte di Fury e di Sara. Proprio quel giorno si sarebbero rivisti
per
brindare ai due caduti e forse quella sarebbe stata l’ultima volta.
Nessuno
aveva più voglia di combattere il male, chi per un motivo, chi per
l’altro.
Il sole stava tramontando,
l’ora stabilita per
l’appuntamento si stava avvicinando e lui, Loki era ancora seduto sul
divano,
le gambe raccolte al petto e circondate dalle braccia.
Non aveva nessuna voglia
di andare a quella
“commemorazione” nessunissima voglia. Avrebbe voluto rimanere li per
sempre,
come del resto faceva ormai da diverso tempo. Aveva perso ogni sua
energia e
voglia di vivere, passava le giornate seduto sul divano a contemplare
il vuoto.
A malapena si ricordava di mangiare; era per questo che sempre più
spesso Thor
andava a fargli visita: almeno con lui era obbligato a mangiare,e a
parlare,
anche se il minimo indispensabile.
Thor aveva parlato con
Odino, che aveva stabilito la
fine dell’esilio di Loki sulla Terra, ma neanche questa notizia aveva
scosso
più di tanto il giovane Dio.
Si era limitato ad alzare
le spalle e aveva
mormorato un: “Qualsiasi posto è lo stesso.” Per poi tornare nel suo
ostinato
silenzio.
Allora Thor, non potendo
più tollerare quello stato
apatico, lo aveva schiaffeggiato in pieno viso e poi lo aveva afferrato
per le
spalle, scuotendolo e cercando di farlo reagire; perfino fare a botte
con suo
fratello sarebbe stato preferibile piuttosto che continuare a vederlo
in quello
stato. Ma a nulla erano valsi gli sforzi di Thor: Loki non si era
minimamente
scomposto; era come se avesse perso una parte essenziale della sua
anima.
Loki sospirò, ripensando
agli sforzi del fratello,poi sciolse quella
posizione, che stava
cominciando a diventare scomoda e si preparò per uscire.
Mentre si avviava verso la
sua camera, l’occhio gli
cadde su una cornice; la prese in mano e guardò la foto in essa
contenuta: lui
e Sara, se l’erano scattata uno di quei giorni in cui avevanevicato. Loki abbracciava Sara da dietro e
le stampava un bacio sulla guancia, mentre Sara rideva e scattava la
foto.
Mentre osservava quella
foto, una lacrima scivolò
lunga la guancia di Loki, che se l’asciugò in fretta e si ricompose;
guardò
l’orologio e si accorse che si stava facendo tardi e si affrettò a
prepararsi.
In pochi minuti fu pronto e uscì di casa.
L’appuntamento era davanti
al Cafè Vert, non molto
distante da dove abitava e in pochi minuti Loki arrivò.
Erano già tutti arrivati e
lo stavano aspettando;
quando lo videro lo salutarono e poi tutti insieme entrarono. Si
sedettero al
tavolo più isolato possibile e ordinarono varie cose da bere.
Quando arrivarono le loro
ordinazioni tutti quanti
si guardarono spaesati, non sapendo chi volesse iniziare a parlare.
Alla fine fu Tony ad
alzarsi tenendo il bicchiere in
mano.
“Non sono da grandi
discorsi e lo sapete tutti
quanti. Ma visto che nessuno si decide a parlare lo farò io. A Sara e
Fury, i
più grandi coglioni, teste di cazzo mai conosciuti in vita mia. È stato
un
piacere conoscervi!” esclamò, la voce alterata dalla rabbia che covava
dentro
da un mese.
Gli altri lo conoscevano
abbastanza bene da sapere
che sotto quegli insulti si celavano tristezza e sofferenza, perciò non
dissero
nulla, levarono solamente i bicchieri ed esclamarono in coro: “A Sara e
Fury!”
poi bevvero.
Rimasero per parecchio
tempo in quel bar,
scambiandosi poche parole. Poi ad un certo punto sia Nat che Clint si
alzarono.
“Noi…dobbiamo andare,
abbiamo una missione.” Spiegò
brevemente Natasha, la voce velata di tristezza.
Gli altri annuirono,
salutandoli. Ma in quel momento
arrivò una cameriera a ritirare i bicchieri. Clint e Natasha,
sgranarono gli
occhi per lo stupore; Nat mormorò un:” Ma non è possibile.” Udibile
però dagli
altri.
“Che succede agente
Romanoff?” chiese Tony. Per
tutta risposta Natasha sii scansò lasciando vedere a tutti la cameriera
appena
arrivata.
Fu come se qualcuno avesse
bloccato il tempo e ogni
tipo di suoni. La stanza calò nel silenzio e nell’immobilità più
totali. Poi…
Poi un bicchiere cadde e
si frantumò in mille pezzi riportando
suoni e movimento.
Il bicchiere apparteneva a
Loki, che lo aveva fatto
cadere appena si era accorto della cameriera; il ragazzo ora aveva il
respiro
affannoso.
“Oh non si preoccupi ci
penso io!” esclamò la
ragazza chinandosi ed iniziando a raccogliere i pezzi di vetro.
Lo sguardo di Loki non
l’abbandonò neanche un attimo
e finalmente il ragazzo ritrovò la voce.
“Sara?”
ANGOLO AUTRICE
Con grande, grandissima
fatica ho aggiornato! Io mi
scuso per il ritardo anche se…dove siete finiteeeeee??? Ho bisogno
delle vostre
recensioni!!! Dai dai i ce la sto mettendo tutta per finire questa
storia!!! Ma
voi, vi prego, ditemi cosa ne pensate!!! Sperando di riccevere almeno
un
commento, vi saluto! Sesshy!
Loki non poteva credere ai
suoi occhi: lei era li,
davanti a lui, e non era frutto della sua immaginazione, oppure stavano
soffrendo tutti di un’illusione di gruppo?
“Signore, si sente bene?
Ha per caso bevuto troppo?”
chiese Sara, dando segno di non averlo riconosciuto.
Loki si alzò in piedi.
“Sara, sono io, Loki!”
esclamò.
“Non credo di averla mai
conosciuta, e lei ha
decisamente bevuto troppo. Forse dovrebbe andare! Oh e io non mi
chiamo, Sara,
mi chiamo Juliet!” esclamò Sara/Juliet cominciando ad alterarsi. Si
voltò poi
verso gli altri.
“Il locale sta per
chiudere, fareste bene a
riaccompagnare il vostro amico a casa!” esclamò, prima di andarsene.
“Credo che la nostra
amabile sosia ci abbia appena
cacciato.” Sentenziò Tony prima di alzarsi e dirigersi verso la cassa
per
pagare.
Quando furono tutti usciti
ci fu un attimo di totale
smarrimento poi tutti quanti iniziarono a parlare contemporaneamente,
tra di
loro, interrompendosi a vicenda.
“Sara è di nuovo qui! Non
è morta!” esclamò Steve.
“Giuro che adesso vado li
e ammazzo quella
presuntuosa, antipatica gallina che assomiglia troppo a Sara!” ringhiò
furiosa
Natasha.
“Se è Sara com’è possibile
che non si ricordi di
noi?!” chiese Tony.
“Potrei fare delle
ricerche, forse è possibile che
sia lei!” dichiarò Banner.
“Vorrei conficcarle una
freccia nel bulbo oculare,
per come ci ha trattati!” sibilò Clint.
“Amici!” tuonò Thor,
zittendo tutti. Gli altri si
voltarono verso di lui.
“Amici, la cameriera è
Sara. Ma non si ricorda di
noi.” Sentenziò Thor. Tutti gli altri rimasero pensosi per qualche
istante.
“Dobbiamo fare qualcosa,
allora!” esclamò Steve poco
dopo.
“Io resterò qua. Aspetterò
la chiusura del locale e
proverò a parlare di nuovo.” Mormorò Loki. Gli altri si voltarono verso
di lui
e videro che il ragazzo teneva gli occhi fissi sul locale, dentro al
quale Sara
si muoveva, pulendo i pavimenti.
Stavano per ribattere
qualcosa, ma Tony interruppe
ogni discorso sul nascere.
“Vedi di non fare troppi
casini piccolo cervo!”
disse, prima di andarsene. Poco a poco anche gli altri se ne andarono,
lasciando solo Loki, che si diresse verso l’uscita del locale,
sedendosi sullo
scalino.
I minuti passarono
lentamente, a Loki sembrarono
un’eternità. Ma alla fine sentì la porta aprirsi e chiudersi e una voce
familiare esclamare: “Sei ancora qui? Cosa vuoi?!”
Loki si alzò e fissò
intensamente negli occhi la
ragazza.
“Voglio solo farti
ricordare chi sei.” Mormorò
tristemente. Sara/Juliet spalancò la bocca, spiazzata da quella frase.
“Io so benissimo chi
sono!” esclamò poi, arrabbiata,
scansando Loki e iniziando ad andarsene.
“Hai uno strano tatuaggio
sula spalla sinistra, non
è vero?” chiese Loki e quella domanda bloccò Juliet, che si voltòlentamente verso il ragazzo.
“Come fai a saperlo?”
chiese, spaventata.
“So molte cose di te. Ti
prego…non spaventarti.” Gli
rispose Loki avvicinandosi e prendendole le mani. Juliet provò a
ritrarsi, ma
la presa di Loki era salda e non le permise di allontanarsi.
“Guardami, ti prego.”
Sussurrò Loki, la voce velata
di tristezza. Juliet alzò lo sguardo verso il ragazzo e incontrò i suo
occhi
verde-azzurri. Qualcosa scattò nella testa della ragazza.
“I tuoi occhi…” mormrorò.
“Perché li conosco?”
chiese poi, più a se stessa che
a Loki. Un leggero sorriso increspò le labbra di quest’ultimo.
“Sono io Sara. Sono Loki.”
Mormorò, baciandole
delicatamente la mano destra. Juliet trasalì a quel contatto.
“Loki…” mormorò Juliet,
come a volersi ricordare
perché conosceva quel nome. Lui sospirò, poi fece una cosa che spiazzò
completamente Juliet: la tirò a se e posò delicatamente le sue labbra
sulle
sue.
Juliet sgranò gli occhi,
sapendo bene che avrebbe
dovuto ritrarsi q quel contatto, ma rendendosi conto che non riusciva a
muoversi; quelle labbra, avevano un sapore conosciuto. Tutto, in quel
ragazzo le
ricordava qualcosa. Juliet sentì qualcosa premere ai confini della sua
coscienza e improvvisamente una fitta lancinante alla testa la
costrinse ad
allontanare Loki e a portarsi le mani alla testa.
“Sara? Che ti succede?”
chiese Loki preoccupato,
vedendo la ragazza in ginocchio; le poggiò una mano sulla spalla.
Juliet
sentiva la testa scoppiarle e d’istinto chiuse gli occhi; fu allora che
una
miriade di immagini le apparvero davanti.
Vide se stessa scattare in
piedi ed urlare contro
altre persone ed indicare Loki. Vide loro due che camminavano fianco a
fianco
in silenzio, fino ad un appartamento. Vide mesi di convivenza con Loki.
Vide
loro due che correvano a Central Park pieno di neve, vide che
rotolavano per terra
e alla fine si baciavano. Juliet seppe che questi erano ricordi,
ricordi che le
appartenevano!
“Sara…” sentì una voce che
la chiamava, ma sembrava
lontanissima.
“Sara, sono qui!” ripetè
di nuovo quella voce, voce
che lei sapeva a chi apparteneva.
“Loki.” Chiamò Sara.
“Sono qui.” Ripetè lui,
rafforzando la presa sulla
sua spalla. Le immagini davanti a Sara cominciarono a sbiadire, fino a
che non
rimase soltantoil volto di Loki.
“Loki!” esclamò allora
Sara, ritrovandosi a fissare
gli occhi del ragazzo.
“Loki.” Ripetè per la
terza volta Sara, sentendo che
gli occhi le si riempivano di lacrime. Di slanciò la ragazza si buttò
fra le
braccia di Loki, stringendo fra le mani la sua maglietta.
“Come ho potuto
dimenticare? Come ho potuto
dimenticarti?” mormorò, scoppiando a piangere.
Loki la strinse forte,
lasciando che le lacrime gli
scorressero lungo il volto.
“Adesso sei di nuovo qui
con me!” le disse,
separandosi da lei e prendendole il volto fra le mani; con i pollici le
asciugò
le lacrime.
“Ogni notte sognavo i tuoi
occhi e ogni mattina mi
svegliavo con la sensazione che mi mancasse qualcosa. Ma non riuscivo a
capire.” Raccontò Sara.
“Finalmente…finalmente ti
ho ritrovato!” mormorò
ancora. Loki non resistette oltre e la baciò con foga e passione. Sara
rispose
con altrettanta foga e i due rimasero lì per un tempo che parve
interminabile.
Si separarono solo perché la mancanza d’aria si fece sentire.
Loki appoggiò la fronte su
quella di Sara, gesto che
era diventata quasi un’abitudine.
“Mi…mi sei mancata tanto!”
ammise infine il ragazzo.
“Andiamo a casa?” chiese
Sara. Loki annuì alzandosi
e aiutando la ragazza.
“Gli altri saranno felici
di sapere che sei di nuovo
con noi.” Esclamò poi.
“Certo! Per stasera…sei
solo mia.” Esclamò,
diventando improvvisamente malizioso.
“Devo prenotare una camera
d’albergo, Loki
Laufeyson? Quella cadenza maliziosa non mi piace per niente!” ridacchiò
Sara.
“Come se ti dispiacesse!”
la prese in giro Loki. Nel
frattempo erano arrivati davanti a casa loro, ed erano entrati
nell’ascensore.
“Mmm, è che l’ultima
volta, mi sono risvegliata ad
Asgard. Che intenzioni hai, Dio dei miei stivali?” chiese ironica Sara.
Ma lo
sguardo di Loki si fece serio e il ragazzo gli si avvicinò,
costringendo Sara
ad indietreggiare fino a trovarsi con le spalle alla parete.
“Non ho intenzione di
lasciarti andare. Mai più.”
Mormorò, baciandola. Le porte dell’ascensore si aprirono e i due
uscirono che
ancora si stavano baciando. Nella foga inciamparono e caddero per
terra; ma non
se ne curarono.
“Sai..avremmo dei comodi
da letti…” ironizzò Sara,
quando sentì le mani di Loki armeggiare con la sua camicia.
“Troppo lontani.”
Bofonchiò Loki. Sara scoppiò a
ridere.
ANGOLO AUTRICE
Eccomiiiii!!!!! Visto che
avevo promesso, ho
aggiornato presto!!! Aaaaalloraaaa?? Che ne dite?? Sara eLoki finalmente si sono ritrovati, la nostra
protagonista a recuperato la memoria, finalmente le cose potranno
andare bene
no? Uff con fatica ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia!
Fatemi sapere
che ne pensate, sesshy!
Era ormai passato un anno
dalla sconfitta di Thanos
e la vita era lentamente tornata alla normalità.
New York era stata
ricostruita e la vita aveva
ripreso lentamente il suo ritmo; era come se non fosse successo nulla.
In quell’anno erano
successo varie cose, alcune
impensabili: Clint e Natasha si erano finalmente messi insieme
“ufficialmente”
davanti a tutti gli Avengers, l’agente Maria Hill era stata nominata
come
successore di Fury, l’esilio di Loki era terminato, Tony e Pepper si
erano
sposati.
Quest’ultimo avvenimento
era stato, al contrario
delle aspettative, molto intimo e semplice. Tony non aveva voglia di
fare anche
del suo matrimonio uno scoop: come aveva detto lui:” La gente sa anche
quante
volte vado al bagno,almeno il mio
matrimonio deve rimanere privato!”
Frase che era stata
approvata da tutti.
Insomma, non si era
trattato di battaglie o di
invasioni, ma decisamente era stato un anno faticoso e ricco di
avvenimenti.
Era una calmo pomeriggio
di fine estate e Loki
camminava nervosamente per le vie di New York. Era pensoso ed
estremamente
nervoso; pensava a varie cose: prima tra tutte che, quello stesso
giorno, ormai
un anno fa, era arrivato sulla Terra e aveva conosciuto Sara.
E poi c’era qualcos’altro
che gli frullava in testa,
qualcosa di ben peggiore e più difficile da attuare. Loki ci pensa e
ripensava,
voleva trovare le parole perfette, voleva rendere quell’occasione
perfetta; ma
ogni volta gli sembrava di sbagliare qualcosa.
“Maledizione Loki, hai
affrontato le peggiori
battaglie!” si maledisse il ragazzo. In quel momento squillò il
cellulare del
ragazzo, che fece un salto spaventato, non aspettandoselo. Lesse il
nome sul
display.
“Sara.” mormorò, sentendo
il panico crescere dentro
di se.
“P-pronto?” rispose con
voce incerta.
“Loki, mon amour, dove sei
finito?” rispose la voce
allegra di Sara.
“Ecco io…io…” ma non
riuscì a trovare una scusa
convincente; guardò la piccola scatolina di velluto che aveva in mano.
“Loki?” lo chiamò Sara,
dall’altra parte del
telefono. Loki sussultò, poi finalmente si decise a parlare.
“Sara, vediamoci a Central
Park ora!” rispose.
“Loki, ma che ti prende?”
chiese Sara, leggermente
preoccupata.
“Nulla, nulla, ho solo
bisogno di vederti! Per
favore raggiungimi il prima possibile a Central Park!” insistette Loki.
“D’accordo, poi mi
spiegherai. A fra poco.” Rispose
la ragazza attaccando. Loki attaccò a sua volta e cominciò a respirare
velocemente; s’impose di calmarsi. Fece scivolare la scatolina in una
tasca e
poi si avviò verso Central Park; arrivò in pochi minuti e si sedette su
una
panchina ad aspettare Sara.
Mentre aspettava lasciò
vagare lo sguardo sul via
vai di persone e pensò ancora una volta a quanto fosse cambiato, in
quasi due
anni, grazie agli altri, a Thor e soprattutto a Sara.
Non aveva mai considerato
Asgard come una casa, in
realtà era sempre stato convinto che non sarebbe mai riuscito a
considerare
nessun posto come una casa, eppure…eppure Midgard era diventata la sua
casa. Ed
era riuscito a trovare una famiglia.
Un leggero sorriso gli
increspò le labbra e si girò
di scatto, allungando un braccio e afferrando una mano che stava per
posarglisi
sugli occhi.
Una risata argentina
irruppe nell’aria, quando Sara
atterrò sulle ginocchia di Loki.
“Non vale se usi i tuoi
poteri!” esclamò la ragazza
divertita. Anche Loki rise di cuore.
“In amore e in guerra
tutto è lecito!” rispose,
chinandosi poi a baciarla. Quando si separarono si guardarono a lungo
negli
occhi, senza dirsi nulla.
“Allora, che volevi dirmi
di tanto urgente?” chiese
in un sussurro Sara. Loki deglutì a fatica, ma non poteva rimandare a
lungo.
“Sara…” esordì, facendo
sedere la ragazza sulla
panchina, mentre lui si alzava. Sara lo guardò, incitandolo a
continuare, ma
Loki si bloccò: perché gli era così maledettamente difficile
pronunciare quella
domanda.
“Loki?” Sara era curiosa.
Loki prese un bel respiro,
cacciò una mano in tasca e tirò fuori la scatolina di velluto.
S’inginocchiò
davanti a Sara, non credendo a quello che stava facendo.
“Sara…” ripetè, aprendo la
scatolina e rivelando il
suo contenuto.
“Mivuoisposare?” disse poi
tutto d’un fiato. Dopo questa frase, calò il
silenzio. Sara non
aveva ben sentito la domanda, ma la situazione gli era più che chiara.
Sapeva
cosa doveva e volevarispondere, ma non
riusciva a parlare. Era troppo emozionata, il cuore le batteva a mille,
la
testa era vuota.
Loki la guardava,
aspettando con ansia la risposta
della sua ragazza, poi pensò che forse non lo aveva capito, così si
affrettò a
ripetere la domanda.
“Sara…mi vu…” me non ebbe
tempo di finire la frase,
che Sara gli si buttò al collo facendolo cadere per terra.
“SI!” urlò.
“Si,Loki Laufeyson, voglio
diventare tua moglie!”
ripetè, abbracciandolo di nuovo. Loki la strinse forte a se, ridendo.
“Mi ero preparato più di
un discorso.” Esclamò ad un
certo punto.
Sara storse il naso.
“Tu, un discorso? Ma
quando mai!” lo prese in giro.
“Hey!” esclamò Loki,
facendo l’offeso.
“Non tirare troppi sospiri
di sollievo, adesso
dobbiamo iniziare con i preparativi!” disse Sara, alzandosi e aiutando
il
ragazzo a tirarsi su.
“A questo proposito vorrei
chiederti una cosa.”
Disse Loki.
Sara gli fece cenno di
continuare.
“Ti andrebbe bene
celebrare il matrimonio ad
Asgard?” domandò Loki. Sara ci pensò su; capiva che Loki volesse che
Odino e
Frigga fossero presenti, ma anche lei voleva che Stark, Clint, Bruce,
Steve e
Nat fossero presenti. E ovviamente anche Thor con Jane.
“Solo se possiamo far
momentaneamente traslocare gli
altri. E per altri intendo i signori Stark, i signori Odinson, Bruce,
Nat e
Clint, e Steve.” ” Rispose con un sorriso.
Loki ci pensò su, ma in
realtà già sapeva la
risposta; voleva solo far stare Sara sulle spiene.
“Bè si credoproprio che si possa fare!” rispose. Un sorriso enorme comparve
sul
volto di Sara, che saltò nuovamente al collo di Loki.
“A quando la data?”chiese
ridacchiando.
ANGOLO AUTRICE
Oh mamma miaaaaa!!! E
anche questo capitolo è
andato! Bè che dite? Loki ha finalmente chiesto a Sara di sposarlo e
direi che
lei ha accettato! Finalmente un po’ di felicità per sti due
disgraziati! Uff
sigh sigh faticosamente la storia si sta avviando definitivamente alla
sua
conclusione! Bè let me know che ne pensate care mie!!!! A presto
sesshy!
Quel giorno ad Asgard spirava
una leggera brezza e c’era un sole splendente; non faceva né troppo caldo né
troppo freddo. In definitiva era una giornata perfetta.
Affacciata alla finestra della sua camera, Sara
lasciò che i raggi del sole le scaldassero il viso e cancellassero ogni sua
ansia; era emozionata all’inverosimile e doveva calmarsi o avrebbe combinato
qualche disastro.
In quel momento sentì bussare alla porta e a
malincuore si allontanò dalla finestra per andare ad aprire.
“Oh,eccovi!” esclamò la ragazza,trovandosi di fronte
Natasha e Virginia.
“Sara! Ancora non sei pronta?” disse Natasha, entrando nella stanza, seguita da Virginia.
“E mai lo sarò, se vi consola!” sospirò la
ragazza,abbassando lo sguardo.
Virginia e Natasha si
scambiarono un’occhiata interrogativa.
“Sara,cosa ti preoccupa?” chiese Virginia, posandole
una mano sulla spalla.
L’altra non rispose subito, ma sospirò di nuovo.
“Sara…?” la chiamò Natasha, e lei si riscosse dai suoi pensieri.
“Giuratemi che non lo direte a nessuno.” Disse poi
alzando lo sguardo e guardando le due donne.
“D’accordo, ma cosa..” provò a chiedere Virginia ma
Sara la interruppe.
“Io credo di essere incinta!” disse tutto d’un
fiato. Virginia e Natasha spalancarono la bocca.
“Cosa?” chiese Natasha.
“Hai sentito.” Ribattè
Sara.
“No, volevo dire, cosa ti preoccupa?” chiese Natasha. Sara sgranò gli occhi, chiedendosi se l’amica
c’era o ci faceva; le chiedeva veramente cosa la preoccupasse?
“Cosa mi preoccupa Nat?
Primo non mi sento pronta a diventare madre, non credo di esserne in grado.
Secondo, Loki ancora non lo sa e ho paura della sua
reazione. Terzo, Frigga e Odino, mi spaveta assai
anche la loro, di reazione! E poi ci sono un altro miliardo e mezzo di cose che
mi terrorizzano!” sbottò Sara, finalmente libera di sfogarsi con qualcuno.
Virginia si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò.
“Sara, smettila di preoccuparti. Loki
è l’uomo che ha deciso di sposarti, sarà pur contento di diventare padre, no?”
cercò di rassicurarla.
“ Già, e poi sono convinta che anche Frigga e Odino
sono contenti di diventare nonni!” continuò Natasha.
Sara sospirò, leggermente rassicurata.
“Voi dite?” chiese. Le due sorrisero calorosamente.
“Ne siamo sicure! Ora forza, muoviti a prepararti! E
fai un sorriso, è il giorno del tuo matrimonio!” esclamò Virginia.
****
Loki
camminava avanti e indietro per la sua stanza, in preda al nervosismo. In quel
momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti!” esclamò il ragazzo.
“Nervoso, piccolo cervo?” ridacchiò Tony, entrando.
Loki
gli rivolse un’occhiataccia, non gli rispose e riprese a camminare avanti e
indietro.
“Dovresti calmarti e uscire. È quasi ora!” disse
Tony, aspettando la reazione di Loki.
“Che? Già ora? Sei sicuro?” come volevasi
dimostrare. Tony sospirò esasperato e andò incontro a Loki,
afferrandolo per le spalle e bloccandogli ogni movimento.
“Loki, fai un bel respiro,
calmati e sorridi amico! Che diamine è il giorno del tuo matrimonio!” queste
parole ebbero l’effetto di una doccia fredda sul Dio, che effettivamente prese
un bel respiro e si calmò.
“Sono pronto!” disse infine, uscendo dalla stanza.
“Bene!”esclamò Tony seguendolo. I due camminarono
l’uno a fianco dell’altro, poi ad un certo punto Tony deviò a destra.
“Vado arecuperare tua, quasi, moglie!” lo salutò. Loki
annuì e poi proseguì dritto, arrivando nella sala del trono, che era stata
allestita per l’occasione.
Thor, Odino e Frigga lo aspettavano in fondo alla
sala, vicino al trono e Loki si affrettò a
raggiungerli.
I quattro si scambiarono un sorriso. Pochi minuti
dopo arrivarono anche gli altri invitati: i quattro guerrieri amici di Thor,
Steve, Natasha e Clint, il dottor Bunner
e Virginia, che presero posto.
Loki
guardò il fondo della sala, chiedendosi perché Sara non arrivasse; il
nervosismo minacciava di riprendere possesso del suo corpo, ma in quel momento
la porta si aprì e due figure cominciarono a camminare in direzione del trono.
Loki
trattenne il fiato quando riconobbe Sara: era bellissima! Indossava un semplice
abito rosso, di fattura Asgardiana, che le fasciava
delicatamente il corpo.
In quel momento, Sara alzò lo sguardo e i loro occhi
s’incontrarono. Un dolce sorriso sfuggì dalle labbra di entrambi.
Tony accompagnò Sara fino da Loki,
poi con un sorriso disse.
“Io, Tony Stark, in
qualità di patrigno di Sara, affido a te questa ragazza.” Affidando Sara a Loki e tornando poi al suo posto, con un sorriso
soddisfatto.
Solo quando Loki sentì la
leggera presa della mano di Sara su suo braccio, si ricordò di respirare. I due
si scambiarono un sguardo emozionato.
“Bene. Possiamo cominciare! Io Odino, Padre degli
Dei e padre di Loki sono qui per celebrare l’unione
di questi due giovani qui davanti a me. Prima di unirli, vorrei sapere se qualcuno tra i presenti a qualcosa in
contrario.” Odino attese qualche minuto, ma nessuno dei presenti parlò, quindi
riprese.
“LokiLaufeyson,
vuoi tu prendere come tua futura moglie, Sara?” chiese.
“Si. Lo voglio.” Mormorò Loki.
“E giuri di proteggerla e di amarla?”
“Si.”
Odino si rivolse a Sara
“Sara, vuoi tu prendere come tuo futuro marito, Loki?”
“Si, lo voglio.” Rispose emozionata Sara.
“E giuri di proteggerlo e di amarlo?”
“Si.”
“Loki, Sara, la vostra
unione è benedetta dal Padre e dalla Madre di tutti gli dei. È con un enorme
piacere che vi dichiaro marito e moglie!” esclamò Odino.
“Ora potete baciarvi.” I due non aspettavano altro;
si voltarono l’uno verso l’altra e si guardarono per lunghissimi istanti. Poi
si baciarono con calore e trasporto, tra gli applausi di tutti gli altri.
***
I festeggiamenti stavano andando avanti da parecchio
tempo ormai. Sara e Loki avevano avuto poche
occasioni per stare veramente insieme, ma ad un certo punto la ragazza prese
per un braccio l’atro e lo condusse in un angolino appartato.
“Loki, devo dirti una
cosa!” gli spiegò, guardando lo sguardo interrogativo del marito.
“Ecco io..vedi…” ma Sara
non riuscì a finire la frase e abbassò lo sguardo. Loki
le passò una mano sotto al mento, costringendola a guardarlo negli occhi.
“Dimmi, amore mio.” Sussurrò dolcemente. Sarà sgranò
gli occhi, e mandò a quel paese ogni sua preoccupazione: aveva ragione Natasha.
“Loki io credo di essere
incinta.” Disse infine. Loki trattenne il fiato,
aspettandosi di tutto, meno che quello.
“Io…io diventerò padre?”
chiese, emozionato come non mai.
Sara gli rivolse un timido sorriso.
“A quanto pare si, diventeremo genitori.” Loki l’abbracciò di slancio, sollevandola da terra e
facendola girare, mentre una risata felice usciva dalla sua bocca.
“Mi hai reso l’uomo più felice del mondo.” Mormorò
poi, quando la rimise delicatamente giù. Poi la baciò.
“E tu la donna più fortunata dell’Universo. Ti amo Loki. Ti amo da impazzire.” Gli disse Sara quando si
separarono.
“Ti amo anche io, mia dolce compagna.” fu la
risposta di Loki
ANGOLO AUTRICE
Ohhhhbbbene!!!! Finalmente si sono sposati!!!!! E bon
abbiamo il lieto evento, avranno anche un figlio/a!!! Che ne pensate???A me sto chap non è
piaciuto granchè come l’ho scritto, ma magari a voi
piace!!!! Daiiii me lo lasciate un commentino???
Anche perché questo è il penultimo chap il prossimo
sarà l’epilogo e poi non vi romperò piùùùù!!!!
Un urlo squarciòil silenzio. Poi un altro e un altro ancora. Ad ogni urlo Loki sussultava e stringeva ancora di più la mano di Sara,
pregando che resistesse e che quella tortura finisse presto.
Sara urlò ancora, pallida e madida di sudore.
“Coraggio Sara resisti. Ancora un spinta.” Esclamò
la levatrice. Sara prese un bel respiro e si preparò a spingere ancora,
sentendo arrivare la nuova contrazione.
“Ci sei quasi, vedo la testa!” disse ancora la
levatrice.
“Un ultimo sforzo,amore mio.” Mormorò Loki, stringendo ancora di più la mano di Sara, che ringhiò
tra i denti una frase che suonava più o meno così: “ VaffanculoLoki, la prossima volta partorisci tu!”
Quest’ultima affermazione strappò un sorriso al
ragazzo.
“Tranquilla, cara, sarà fatto!”
“E non prendermi per il culo!” urlò ancora Sara,
spingendo con tutte le sue forze. Era quasi un’ora che quello strazio andava
avanti e lei non ce la faceva più.
Primo: perché nessuno le aveva detto che partorire
era così dannatamente doloroso?
Secondo: quanto ci metteva quella creaturina ad uscire fuori?
“La
prossima volta ci penserò due volte prima di fare un figlio.” Questo
ed altri pensieri sconnessi viaggiavano nella mente di Sara, che sentì arrivare
l’ennesima contrazione; un urlo più e una spinta più forti dei precedenti, poi…il silenzio. L’assoluto ì, perfetto silenzio.
E alla fine, un pianto disperato di un neonato.
Sara si accasciò sul letto, respirando
profondamente, con gli occhi chiusi; Loki si affrettò
a rendere un panno e ad asciugargli il sudore dalla fronte.
“Stai bene, piccola?” chiese premuroso.
“La prossima volta che ti viene in mente di fare un
figlio, aspettati l’astinenza più assoluta.” Mormorò minacciosa Sara.
Loki
deglutì a fatica.
“Complimenti, è un maschietto sano e robusto!”fortunatamente la levatrice arrivò a salvare
la situazione; senza troppi complimenti mise il bimbo in braccio a Sara, che lo
guardò come se fosse un mostro strano.
Ma poi il piccolo mosse la manina e aprì gli
occhietti, incontrando per la prima volta quelli della madre. Furono quegli
occhi, innocenti, pieni di vita e dolcezza che sciolsero Sara. Un sorriso
carico di tenerezza si aprì sul volto della neo mamma, che cominciò a cullare
il figlio.
“Loki.” Chiamò piano il
compagno.
“Magari ci ripenso sul secondo figlio. In fondo
essere figli unici non è bello. Ma fra un po’ eh?” mormorò.
Loki
sorrise dolcemente,baciandola sulla
fronte.
“Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.” Le rispose.
I due rimasero per un po’ in silenzio, godendosi
quel momento e pensando che erano appena diventati genitori.
“Scusate io…non vorrei
interrompere ma, come si chiama? Che nome volete dargli?” la levatrice era
tornata, riportando bruscamente alla realtà i due.
“Giusto, il nome!” esclamò Sara.
“Già, come lo vogliamo chiamare?” ripeté Loki. I due si guardarono, pensierosi; non avevano mai
pensato al nome.
Ad un tratto gli occhi di Loki
brillarono.
“Che ne dici di Nicholas?” chiese, guardando Sara.
la ragazza ricambiò lo sguardo con affetto, capendo a cosa si riferiva Loki.
“È perfetto.” Mormorò. Loki
prese in braccio il figlio.
“Benvenuto al mondo, piccolo Nicholas!” esclamò,
felice come non mai.
Lui e Sara si erano conosciuti e avevano vissuto la
più disperata delle situazioni, ma erano lì a festeggiare la nascita del loro
figlio,insieme e uniti come non lo erano mai stati.
Finalmente anche Loki
sapeva dire cos’erano l’amore e la felicità. Finalmente poteva toccarle con
mano.
ANGOLO AUTRICE
Uno…due…tre…. HO
FINITOOOOOO!!!!! HO FINALMENTE FINITOOOOO!!!! Ok sto chap
mi fa più pena del precedente ma vabbè!
Bè
che dire, questa storia ha avuto degli alti e dei…bassissimi,
ma è finalmente conclusa! Questo chap ha visto la
luce solo grazie alle/ai recensore/i che hanno avuto la pazienza (e il
coraggio) di seguirmi fino in fondo. Grazie graziegrazie a tutte/i questo chap è
dedicato a voi che mi avete sostenuto!!!
È bè che dire,finalmente
il piccolo è nato e per Sara e Loki inizia una nuova
avventura: fari i genitori. Ce la faranno i nostri eroi? Bè
ditemi che ne pensato di questo chap finale!!!! E
sappiate che vi adoro!!!! La vostra sesshy94