Una nuova vita

di sesshy94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La decisione di Odino ***
Capitolo 2: *** Cap 1: Tutti a raccolta! ***
Capitolo 3: *** Scelte poco piacevoli ***
Capitolo 4: *** L'inizio di una convivenza ***
Capitolo 5: *** Cap 5 ***
Capitolo 6: *** Strane sensazioni ***
Capitolo 7: *** Chiacchiere al chiaro di luna ***
Capitolo 8: *** Un tranquillo pomeriggio d'inverno ***
Capitolo 9: *** Palle di neve e... ***
Capitolo 10: *** Nuovi sentimenti e incubi ***
Capitolo 11: *** Riunione di famiglia! ***
Capitolo 12: *** Richieste d'aiuto ***
Capitolo 13: *** Il più bel regalo ***
Capitolo 14: *** Strane cicatrici ***
Capitolo 15: *** Riunione ***
Capitolo 16: *** Felice anno nuovo! ***
Capitolo 17: *** La vigilia di una battaglia ***
Capitolo 18: *** Tristi separazioni ***
Capitolo 19: *** Risveglio su Asgard ***
Capitolo 20: *** Comincia la battaglia ***
Capitolo 21: *** Cominciando a capire ***
Capitolo 22: *** Mentre infuria la battaglia ***
Capitolo 23: *** Oscura potenza ***
Capitolo 24: *** Sta arrivando ***
Capitolo 25: *** Comincia la battaglia finale ***
Capitolo 26: *** Thanos si muove ***
Capitolo 27: *** Come il gatto con il topo ***
Capitolo 28: *** Oscurità ***
Capitolo 29: *** La fine? ***
Capitolo 30: *** Vittoria! Ma a che prezzo? ***
Capitolo 31: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 32: *** Richieste faticose ***
Capitolo 33: *** Matrimonio e lieti annunci ***
Capitolo 34: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La decisione di Odino ***


“Loki, figlio di Odino, io Padre di tutti gli Dei, ti spoglio dei tuoi poteri e ti condanno all’esilio sul Pianeta Terra! Vivrai sotto il controllo di quegli esseri umani che hanno contribuito alla tua sconfitta, fino al giorno in cui non ti pentirai dei tuoi atti! Questa è la mia decisione!”

ANGOLO AUTRICE

Olè, eccomi anche qui! Dopo aver visto The Avengers non ho resistito e ho deciso di scrivere qualcosa! Spero che non ne esca una totale schifezza! Fatemi sapere!!!

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Capitolo 2
*** Cap 1: Tutti a raccolta! ***


Buona giornata anche a lei!” esclamò allegramente la ragazza dietro il bancone, finendo di asciugare la tazza che aveva in mano.

Ma il sorriso le si pietrificò in faccia e ogni espressione gioiosa svanì dal suo volto quando vide entrare nel bar un uomo di circa quarant’anni, non troppo alto, con corti capelli scuri e un pizzetto ben curato.

L’uomo si guardò un po’ intorno come alla ricerca di qualcosa e un sorrisetto sghembo gli comparve sul volto quando individuò chi stava cercando. Si avvicinò al bancone del bar e si sedette di fronte alla ragazza.

“Buongiorno splendore!” salutò allegramente l’uomo.

“Che vuoi Stark?” chiese freddamente la ragazza.

“Accoglienti come un icerburg eh? Comunque non prendertela con me piccola, è Fury che ci vuole tutti a rapporto!” spiegò brevemente Stark.

La ragazza sgranò gli occhi.

“E da me che vuole?” chiese stupita.

“Non ne ho idea dovresti chiederlo a lui!” alzò le spalle Iron Man.

La ragazza sbuffò infastidita.

“Ho capito, ti seguo! Ehi Amanda, il grande capo mi chiama! Devo correre!” urlò poi rivolta ad una ragazza, in fondo alla sala.

“Va bene Sara, ti copro io!” rispose lei.

“Grazie mille!” rispose Sara, posando la tazza e seguendo Stark fuori dal bar. Appena fu fuori gli occhi le si posarono su una macchina parcheggiata davanti al bar, e una strano guizzo di essi fecero fremere Tony.

“Conosco quello sguardo, piccola, e la risposta è no! Non ti faccio guidare la MIA macchina!” esclamò categorico.

“Eddai Tony! Sono molto migliorata dall’ultima volta! Dai dai ti prego!” lo supplicò Sara, tirandolo per la manica.

Tony sospirò, roteando gli occhi, poi prese le chiavi e gliele porse.

“Oh grazie, graize, grazie!” gridò felice Sara,saltellando felice. Tony emise un sospiro rassegnato e poi salì sul lato del passeggero.

“Se mi rompi qualcos…” ma non riuscì a finire la frase perché la ragazza era già partita a razzo.

In pochi minuti arrivarono alla Stark Tower, adibita a quartier generale degli Avengers.

“Devo farti i miei complimenti, sei riuscita a non farmi vomitare sta volta!” esclamò Tony balzando giù dalla macchina. Sara sorrise.

“Te l’avevo detto!” gli rispose scendendo a sua volta e riconsegnandogli le chiavi.

I due entrarono e salirono fino al penultimo piano dell’edificio.

Li trovarono seduti attorno ad un tavolo Vedova Nera, Occhi di Falco, Capitan America e il professor Banner.

In piedi di fronte ad una finestra con le mani intrecciate dietro la schiena, stava Fury.

“Eccoci qui capitan Fury, come mi aveva chiesto sono andato a prendere Sara!” esclamò Tony entrando nella sala.

“Bene, ci siamo tutti quindi! Adesso non ci resta che attendere il ritorno di Thor.” Non appena Fury terminò di parlare un lampo accecante balenò sul terrazzo di fronte a loro.

I presenti nella sala si schermarono gli occhi accecati da quella luce improvvisa; non appena essa scomparve, due figure entrarono nella sala.

Thor e Loki erano appena giunti sulla Terra.

ANGOLO AUTRICE

Et voila con il secondo capitolo! Mi scusa ancora immensamente per quello schifo di prologo…giuro sembra più lungo di una riga e mezza! Spero che questo chap abbia riscosso un po’ più di successo, sicuramente per la lunghezza! A presto, sesshy!

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Capitolo 3
*** Scelte poco piacevoli ***


I due uomini avanzarono in silenzio, l’uno accanto all’altro. Arrivati al centro della sala, Thor fece sedere Loki e guardò tutti i presenti, soffermandosi su Sara e poi voltandosi con sguardo interrogativo verso Fury.

“Tutto apposto, è dei nostri.” Gli rispose brevemente il capitano. Thor annuì.

“Come vi avevo detto, sono tornato ad Agard insieme a Loki per sottoporloa al giudizio di nostro padre. La punizione che il Padre degli Dei ha scelto per lui è… l’esilio!” iniziò Thor.

“Loki è stato condannato a vivere qui sulla Terra, senza potere alcuno, e costantemente tenuto sotto il nostro controllo.”

“Nostro compito è…monitorarlo e sorvegliarlo mentre resterà qui sul nostro pianeta.” Ripetè Fury. Thor annuì.

A quel punto si alzò una mano e l’attenzione dei presenti si spostò su Sara.

“E se posso saperlo…il nostro caro ospite qui…dove vivrà?” domandò la ragazza fissando il giovane dio degli inganni e studiandone i lineamenti.

Fury guardò i presenti uno ad uno.

“La domanda di Sara è una domanda che rivolgo a tutti quanti. Qualche volontario disposto ad ospitare Loki a casa sua?” nella stanza calò un improvviso silenzio. Chi guardava per aria, chi si studiava attentamente le unghie.

Alla fine fu Sara ad interrompere il silenzio.

“Oh andiamo! Posso capire Nat, che è una donna e Thor, che qui sulla Terra non ha una casa, ma voialtri non avete scusanti!” esclamò stupita dal comportamento di tutti gli altri.

“Ti sei auto esclusa principessa!” sogghignò Tony.

“Ho lo stesso problema di Nat! Comunque se per voi è tanto difficile, mettiamola hai voti!”

“Se posso esprimere il mio parere, io mi tirerei fuori da questa votazione. Se dovessi perdere il controllo, non so cosa Hulk potrebbe fare al nostro amico qui. Per la sua incolumità, io mi tiro fuori!” disse il dottor Banner. Nessuno fece obbiezioni, era un ragionamento più che logico.

“Oltre al problema sopracitato da Sara aggiungerei anche che io e Occhi di Falco siamo sempre impegnati in missioni! Se stiamo fuori chi controllerà Loki? Quindi anche noi siamo fuori! ” fu la pronta risposta di Vedova Nera.

“ Io non voglio aver nulla a che fare con un assassino!” sibilò furioso Capitan America.

“Tony? Tu hai qualche scusa?” Sara si voltò verso Stark, cominciando ad irritarsi per il comportamento dei suoi compagni.

“Bè ecco, anche io sono continuamente impegnato con il mio lavoro, e poi non ho assolutamente intenzione di lasciare la signora Poppers da sola con il piccolo cervo! Mi dispiace dirtelo piccola, ma tu sei la sola rimasta!” sogghignò Tony. Sara fece per ribattere ma fu interrotta da una voce.

“Se mi è concesso esprimere un parere, tra tutti i presenti, sceglierei sicuramente la ragazza nuova.” Disse Loki, con un mezzo sorriso stampato sul volto. Sara si voltò verso di lui con gli occhi sgranati.

“Sentito Sara, hai fatto colpo!” la schernì Iron Man.

“Sta zitto, Tony!” gli rispose lei.

“Signori, questa è la mia decisione. Loki andrà a vivere da Sara, visto che tutto sommato la decisione piace anche a lui.”

A queste parole Sara si voltò furiosa verso Fury.

“Che cosa? No Fury, non puoi farmi questo! Ho una vita anche io e non posso perdere tempo a fare la babysitter ad un dio psicopatico!”

“Questa è la mia decisione!” replicò freddamente Fury. Sara sapeva bene che quando usava quel tono era impossibile replicare.

“Bè…andate a fare in culo un po’ tutti!” esclamò irritata come non mai e uscendo dalla stanza. Ma sulla porta si fermò e si voltò in direzione di Loki.

“Bè, vuoi venire si o no?” gli chiese spazientita.

Loki alzò un sopracciglio ma la seguì in silenzio.

Una volta fuori Sara guardò se il dio la seguiva ancora, poi cominciò a camminare.

“Non abito molto lontano da qui.” Disse solamente. E in fatti dopo pochi minuti erano arrivati davanti ad un palazzo di circa sei piani.

“Questo è il palazzo dove abito. Avrai bisogno di un’altra tessera per entrare! Ah guarda funzionano così!” Sara prese una tessera magnetica e la fece scorrere in una toppa posta accanto al portone, che si aprì automaticamente.

Sara ridacchiò piano.

“Anche in questo palazzo c’è lo zampino di Stark! Comunque dai vieni!” lo condusse dentro un ascensore che li portò fino al sesto piano; le porte si aprirono direttamente dentro l’appartamento di Sara.

“Bene eccoci qui, nella mia umile dimora! Non è un granché grande ma due persone ci stanno abbastanza bene! Ho un solo piccolo problema, e cioè che c’è un solo bagno. Comunque…” la ragazza fece una pausa guardando Loki.

“…Mi dispiace di averti definito un dio psicopatico. È che..ero veramente furiosa; non è la prima volta che Fury prende decisioni al posto mio e senza neanche chiedere il mio parere. Bè in ogni caso ormai è fatta e da oggi in poi sarò la tua babysitter! Piacere mi chiamo Sara!” sorrise la ragazza allungando la mano verso Loki.

Il dio rimase un attimo interdetto non sapendo cosa fare; fissò per alcuni attimi il sorriso sincero di Sara, poi sorrise a sua volta allungò la mano e strinse quella di Sara.

“Loki, il Dio degli Inganni.”

ANGOLO AUTRICE

Et voliaaaaa!!!! E anche il terzo chap è andato!!! Per le curiose sull’identità di Sara, e del perché conosce gli Avengers….aspettate e vedrete!!!

Un bacio a tutte e grazie per le recensioni!!! Sesshy

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Capitolo 4
*** L'inizio di una convivenza ***


Il sole stava tramontando tingendo di arancione e rosso i palazzi. Una leggera brezza fresca scompigliava i capelli di Loki che, seduto su una sdraio, guardava il panorama davanti a se. Era immerso in profondi pensieri, quando senti una presenza accanto a se. Non disse una parola, sperando che la ragazza se ne andasse e lo lasciasse in pace.

“Immagino che non sia lo stesso tramonto di Asgard.” Disse invece lei. Loki sentì il nervoso crescere dentro di lui per quelle parole.

“I tramonti sono tutti uguali!” rispose freddamente. Sara non fece una piega per quell’improvviso tono gelido. Alzò le spalle e tornò dentro la casa.

“Rimani li fuori quanto vuoi, ma fra poco è pronto da mangiare. Non sono la tua serva, quindi se vuoi stare per cavoli tuoi fa pure, ma vieni a prenderti il piatto!” Loki sentì giungere quella frase da dentro la casa, e sogghignò, pensando all’inferno che sarebbe stata quella convivenza forzata.

Stette ancora qualche minuti a godersi il panorama poi entrò dentro casa. Subito lo accolse un profumo delizioso; si guardò intorno e vide Sara intenta a cucinare qualcosa che comprendeva carne.

“Hai preferenze sulla cottura della carne? A me piace al sangue!” si sentì chiedere. A Loki venne da vomitare al pensiero di una bistecca sanguinolenta, così rispose un: “Ben cotta, grazie!”

“Ok! Senti visto che non stai facendo nulla, provati i vestiti che ti ha portato Stark oggi. Dovrebbero andarti bene. Sono li sul divano.” Gli disse la ragazza, continuando a cucinare.

Loki si guardò intorno e vide i vestiti di cui parlava Sara. Li osservò per un minuto poi li prese in mano: erano due paia di pantaloni e qualche maglietta.

“Devo cambiarmi qui?” chiese ironicamente il dio.

“Bè per me non ci sarebbe assolutamente problema, comunque il bagno è quella porta li in fondo a sinistra. Premi il bottone rosso per entrare!” gli rispose Sara, spegnendo i fornelli.

Loki si diresse verso il bagno ed entrò. Si spogliò a malincuore dai suoi abiti asgardiani, infilandosi quelli umani. Si guardò per qualche minuto allo specchio che gli restituì l’immagine di un comune mortale. Loki si fissò con disprezzo, poi uscì dal bagno. Trovò Sara intenta ad apparecchiare. Appena si accorse di lui, la ragazza si fermò a guardarlo con un sorrisino divertito sul volto.

“Tny sarà anche un rompipalle epico e un presuntuoso, ma non si può negare che abbia buon gusto. Stai da favola, Loki!” sentenziò.

Loki alzò un sopracciglio, scettico, sedendosi poi a tavola. Sara finì di mettere a tavola la cena e si stava per sedere ma in quel momento le squillò il cellulare. La ragazza alzò gli occhi al cielo.

“Scusami un attimo! Tu intanto inizia a mangiare, altrimenti diventa uno schifo!” disse andando a rispondere.

Prese il cellulare dalla borsa e lesse il nome sul display: Fury. Era tentata di non rispondere, ma alla fine lo fece.

“Che vuoi?” rispose freddamente.

“Tutto apposto li?” chiese Fury.

“Si tutto bene, Loki non ha ancora tentato di ammazzarmi! Comunque hai un tempismo perfetto stavamo per metterci a mangiare!” rispose sarcastica Sara.

“Bene, allora buona cena e fammi sapere se ci sono problemi!” chiuse la chiamata Fury.

Sara fissò con odio il cellulare, prima di buttarlo con un gesto rabbioso sul divano.

Tornò in sala e si mise a tavola.

“Maledetto Fury, quanto odio lui e i suoi modi di fare!” esclamò rabbiosa. In quel momento l’occhio le cadde sul piatto di Loki, ancora perfettamente intatto: il dio l’aveva aspettata per mangiare.

“Oh…tu mi hai aspettato? Grazie!” esclamò un po’ stupita. Loki alzò le spalle.

“Abitudine.” Disse soltanto, iniziando a mangiare. Sara lo guardò stupita ancora qualche attimo poi iniziò a mangiare anche lei.

I due rimasero in silenzio per alcuni minuti.

“Comunque…mi dispiace averti definito un dio psicopatico. In realtà non lo pensavo veramente.” Cercò di scusarsi ancora la ragazza, sentendosi sempre un po’ in colpa.

Loki sorrise.

“Mi hai già chiesto scusa e poi tranquilla, sono stato insultato in modi peggiori.” Rispose con leggerezza, continuando poi a mangiare.

“Comunque grazie ancora per le scuse.” Disse dopo qualche secondo.

Dopo questo piccolo scambio di battute calò nuovamente il silenzio, interrotto solo dal cellulare di Sara, che squillò di nuovo.

Sara alzò gli occhi al cielo stizzita, ma ignorò il cellulare, che poco dopo finì di suonare. Ma la pausa durò poco perché ricominciò a suonare, con una suoneria diversa. Appena anche questa finì, Sara sogghignò.

“Tony e Nat, sono andati. Si accettano scommesse su chi sarà il prossimo!” scherzò la ragazza.

Il cellulare ricominciò a suonare.

“Occhi di Falco!” esclamò Sara.

“Perché non rispondi?” chiese curioso Loki. Sara sbuffò.

“Sono stati delle carogne, hanno avuto tutti una scusa pronta per non averti fra i piedi. Quella che c’ha rimesso sono stata io, come al solito. Ed ora che si sentono in colpa cercano di rimediare facendo i carini e chiamandomi. Che si sentissero in colpa, io non li voglio sentire!” spiegò brevemente la ragazza.

Loki stava per ribattere, quando il cellulare squillò per la quarta volta.

“Di nuovo Occhi di Falco.” disse Sara.

“Magari si staranno chiedendo in che crudele modo ti stia torturando.” Scherzò Loki.

“Si probabile! Uff, li richiamerò dopo giusto per non ritrovarmeli tutti qui in casa!” disse con leggerezza Sara.

Il cellulare finì di suonare e rimase muto per il resto della serata, così i due poterono finire di mangiare in pace.

Mentre Sara sparecchiava, Loki si era di nuovo posizionato sulla terrazza, guardando il cielo stellato.

Da li sentì la voce della ragazza che parlava al cellulare.

“Pronto Tony? Si si, tutto a posto! No, nessun problema, non mi andava di sentirvi tutto qua! Si, te l’ho detto sto…stiamo bene! Si! Senti mi fai un favore, chiama tu Burton e Nat e rassicurali! Si, d’accordo, ciao!” e la chiamata s’interruppe.

“Uff, che seccatura!” esclamò Sara, raggiungendo Loki sulla terrazza.

“Senti non è per romperti troppo l’anima, ma sto per andare a dormire, ti faccio vedere la tua camera e poi ti lascio in pace!” gli disse, facendogli cenno di seguirlo.

Loki la seguì.

“Bene dormirai qui. Questo pannello serve a regolare la temperatura qui dentro, mentre se hai qualche problema, spingi questo pulsante e mi apparirà una schermata in camera mia. Detto ciò…ti auguro la buona notte Loki! Ci vediamo domani!”

Sara uscì dalla stanza, andando nella sua. Entrambi si appoggiarono alla porta sospirando, pensando che quello sarebbe stato l’inizio di una lunga, lunghissima convivenza.

ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui con il terzo chap…anzi quarto..no aspetta,,il primo è un prologo…vabbè ok eccoci qui con questo nuov chap!!! Che ne dite? Ve gusta? Sara e Loki sono alle prese con questa convivenza, che dite, come finirà?

Fatemi sapere che ne pensate! A presto sesshy!

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Capitolo 5
*** Cap 5 ***


Loki aprì lentamente gli occhi, mettendo a fuco la stanza intorno a lui. Ci mise qualche secondo a focalizzare ogni particolare del luogo in cui si trovava. Sospirò piano; aveva sperato che fosse tutto un sogno, ma svegliarsi nella stessa camera in cui era andato a dormire, gli confermò che quella, purtroppo era la realtà.

Rimase qualche minuto steso sul letto, a fissare il soffitto, poi decise di alzarsi. Uscì dalla stanza e trovò Sara già in piedi, intenta a preparare la colazione.

“Oh buongiorno! Dormito bene?” lo salutò la ragazza. Loki ci pensò un attimo a rispondere, ripensando al sogno che lo aveva tormentato tutta la notte.

“Più o meno.” Rispose poi laconico. Sara si fermò a guardarlo, soffermandosi sulle occhiaie che il ragazzo aveva.

“Dalla tua faccia si direbbe più che fosse una notte insonne!” affermò.

Loki si sedette a tavola senza dire una parola.

“Senti non sapendo cosa tu sia abituato a mangiare ho preparato un po’ di tutto. Li c’è del latte, caffè, pane, marmellata e nutella. Prendi quello che vuoi!” riprese allegramente la ragazza, sedendosi a sua volta, ma lanciando un’occhiata all’orologio appeso sul muro ed emettendo un sonoro sbuffo.

“Tutto bene?” le chiese Loki.

“Si è che a breve dovrebbe passare Stark a portarmi delle cose per te. Non ho molta voglia di vederlo. Però purtroppo mi tocca!” spiegò Sara con un sorriso.

Loki alzò un sopracciglio con sguardo interrogativo.

“Delle cose per me?” chiese, stupito.

“Bè si. Se devi vivere qui sulla Terra come essere umano, avrai bisogno di un’identità. Sai, senza una carta d’identità valida, una tessera sanitaria ed un lavoro, non vai da nessuna parte! Non so che vita tu facessi ad Asgard, ma qui non ci sono servitori e dovrai trovarti un lavoro!” rispose la ragazza.

“Capisco.” Disse semplicemente Loki, rivolgendo poi i suoi pensieri alla colazione. Sara lo fissò per qualche minuto, incerta; sentendo quello sguardo indagatore su di se Loki rialzò lo sguardo.

“Che c’è?” chiese, un filino spazientito.

Sara scosse il capo.

“No, niente. Pensavo avresti fatto storie per questo trattamento. Invece non hai battuto ciglio. Mi chiedevo…perché. Tutto qua.” Gli rispose Sara, sorseggiando poi una tazza di caffè.

Sul volto di Loki comparve un ghigno.

“E chi ti dice che questa non sia solo una maschera? Magari dietro la faccia da bravo ed obbediente bambino sto progettando un nuovo piano di conquista.”

“E se posso saperlo, con quali poteri? Con quali alleati? Già una volta sei stato battuto, anche con il supporto dei Chitauri. Da solo e senza poteri cosa potresti fare?” la risposta di Sara, unita ad uno sguardo divertito smontò in fretta Loki, che accusò il colpo.

“D’accordo, d’accordo, mi arrendo! Sto solo cercando di….fare il bravo, per riacquistare la fiducia del Padre degli Dei.” Rispose il Dio.

Sara lo fissò negli occhi, cercando di capire se non c’era altro. Loki non resistette molto a quello sguardo indagatore ed abbassò lo sguardo.

“Ora però ho io una domanda. Fai parte anche tu degli Avengers, ma non ti ho vista mai combattere. Perché?” chiese dopo qualche minuto il ragazzo.

Un’ombra passò velocemente sugli occhi di Sara, ombra che non sfuggì a Loki. La ragazza ci mise qualche attimo a rispondere.

“Io…io non faccio veramente parte del progetto Avengers. Non ho particolari poteri ne doti. Ho solo avuto la sfortuna di essere stata abbandonata sulla porta sbagliata. Cioè quella di casa di Fury. E di essere cresciuta da lui. Tutto qua. Niente poteri speciali, niente di niente.” Spiegò Sara, non senza una nota di amarezza nella voce.

Loki tutto si aspettava tranne che quella risposta.

“Così, anche tu adottata.” Mormorò stupito.

“Già.” Rispose un po’ freddamente Sara. Nella stanza calò il silenzio; i due continuarono a fare colazione senza neanche guardarsi, ognuno perso nei suoi pensieri.

Ad un certo punto le porte dell’ascensore si aprirono e Tony entrò in casa.

“È permesso?” chiese con il suo solito tono un po’ strafottente. Sara lo guardò storto.

“Cosa chiedi a fare una volta che sei entrato?” rispose gelidamente Sara, che odiava quelle intrusioni.

“Oh andiamo piccola non sarai ancora arrabbiata per ieri?” scherzò Tony. Sara lo fissò furiosa senza rispondere.

Tony cambiò direzione dello sguardo, andando ad osservare Loki.

“Ah però, devo dire che sono maledettamente bravo nella scelta degli abiti! Riesco a far sembrare normale anche uno come te, piccolo cervo.”

“Tony! Piantala!” esclamò Sara.

“Uff, come siamo suscettibili! Comunque eccoti qua la tua carta d’identità, la tua tessera sanitaria e un po’ di posti dove ho mandato il tuo curriculum. Hai diversi colloqui di lavoro quest’oggi, vedi di non mancare a nessuno! Ah mi sono informato da tuo fratello, ho saputo che su ad Asgard parlate una lingua che è alla base di ogni altra lingua esistente sulla Terra. Quindi non avrai problemi di lingua. Bene, detto ciò il mio lavoro qui è finito! Sara lo lascio nelle tue sapienti ed esperte mani!” a queste ultime parole Sara arrossì vistosamente.

“Questa te la potevi risparmiare, Tony! Ed ora sparisci!” esclamò la ragazza, buttandolo praticamente fuori di casa.

Loki rise sommessamente per quella scenetta.

Una volta cacciato Tony, Sara si girò verso il ragazzo.

“Bene, hai finito di fare colazione? Perché oggi sarà una giornata impegnativa e molto lunga! Quindi diamoci da fare!” esclamò, con un sorriso.

ANGOLO AUTRICE

E finalmente eccoci qui con questo quinto capitolo. Finalmente l’identità di Sara è stata svelata…bè almeno una parte dell’identità! Allora che ne dite? Vi garba questo chap? Fatemi sapere, sesshy!

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Capitolo 6
*** Strane sensazioni ***


Era quasi l’ora di pranzo, e dopo aver girato quasi mezza New York, Sara e Loki si erano fermati per mangiare qualcosa.

“Ricapitolando, mio caro Dio, abbiamo trovato poco e niente! Direi che per questo pomeriggio possiamo lasciar stare eventuali lavori e pensare al tuo guardaroba. Non puoi andare avanti con i soli vestiti di Stark!” stava dicendo Sara in quel momento, ma Loki sembrava assente, come se fosse da un’altra parte.

“Ehi, Loki sto parlando con te, mi stai ascoltando?” esclamò Sara agitandogli una mano davanti agli occhi.

In quel momento il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri.

“Eh? Cosa….si certo hai ragione!” esclamò senza aver capito una sola parola del discorso di Sara, che se ne accorse e scoppiò a ridere.

Loki la guardò stupito per quell’improvviso scoppio d’ilarità.

“Scusami è che sei veramente buffo con quella faccia!” gli spiegò Sara, una volta ripresasi dalle risa.

“Comunque, tutto bene? Sei un po’ assente!” si preoccupò un po’ la ragazza.

Loki scosse la testa, per sgombrare la mente.

“Si tutto bene, stavo solo cercando di ricordare cosa ho sognato sta notte. Ho la mente annebbiata, non riesco a ricordare, ma ogni volta che ci ripenso sento l’inquietudine crescere dentro di me.”

Si bloccò di colpo, non credendo alle sue stesse parole: non era da lui esternare così i suoi sentimenti.

Sara inclinò la testa di lato, osservandolo.

“Mmm, quindi sta mattina avevo ragione, è stata una nottataccia! Bè se ti far star male, allora non pensarci,non provare a ricordare. è abbastanza inutile e faticoso no? Comunque che vuoi per pranzo? Non è un brutto posto per mangiare questo!” disse immergendo lo sguardo nel menù.

Loki si soffermò a guardarla. I lunghi capelli marroni erano raccolti in una coda alta, salvo due ciocche lasciate libere che le ricadevano intorno al viso incorniciandolo. Aveva sempre un sorriso stampato sul volto, ma gli occhi…i suoi occhi non esprimevano mai vera gioia. Erano come spenti.

Sentendosi osservata, Sara alzò lo sguardo e incrociò quello del dio. Un sorriso leggermente imbarazzato si formò sul volto della ragazza, che distolse lo sguardo.

In quel momento arrivò la cameriera a chiedere l’ordine, salvando Sara dall’imbarazzo.

“Cosa volete ragazzi?” chiese.

“Io prendo un panino con tonno, insalata e pomodori e un the freddo.” Rispose Sara, guardando poi Loki.

“Lo stesso, grazie!” rispose lui.

La cameriera segnò tutto, poi andò. Tra i due regnava il silenzio, ma Sara dopo un po’ non riuscì più a sopportarlo.

“Loki, posso chiederti una cosa?” chiese alla fine.

“Tu proprio non lo sopporti il silenzio vero?” le rispose lui di rimando.

Sara accusò il colpo, mettendosi una mano dietro la testa.

“L’ammetto, non sopporto il silenzio! Obbliga le persone a dire cose stupide pur di riempirlo!” rispose, ridacchiando.

“E soprattutto, a volte un silenzio dice più cose che un discorso. Magari cose che non vorremmo mai sapere.” Aggiunse subito dopo.

Loki annuì.

“Che mi volevi chiedere?” le disse poi.

Sara ci pensò su, poi scosse la testa.

“Niente, fa nulla.” Disse.

Loki la guardò alzando un sopracciglio, ma non ribattè. Finalmente arrivarono i panini che avevano ordinato, e i due iniziarono a mangiare.

Fu un pasto abbastanza veloce, finirono in fretta e si alzarono; Sara andò a pagare e poi con Loki ripresero il loro giro.

“Bene ed ora…shopping!” esclamò Sara allegra alzano un pugno in aria.

Loki sospirò: la giornata era ancora lunga!

ANGOLO AUTRICE

Ed eccoci qui con il sesto capitolo!! Scusate ci ho messo un po’ ad aggiornare! Aaaallora come va? Quanti hanno già iniziato scuola, se c’è qualcuno che ancora ci va? Bè comunque tornando a noi, che ne dite di sto chap? Fatemi sapere presto!! Bacio a tutte/tutti! Sesshy

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Capitolo 7
*** Chiacchiere al chiaro di luna ***


Sul Bifrost, quasi del tutto ricostruito, stavano ritte in piedi tre persone. Thor e Odino avevano raggiunto Himidall ed ora erano in silenzio accanto a lui.

“Come sta mio fratello?” chiese Thor, ad un certo punto. Himidall non rispose subito, ma scrutò il vuoto sotto di se.

“Sembra bene. Ma non riesco mai a vederlo del tutto.” Rispose il Guardiano.

Thor si voltò verso di lui senza capire. Stava per chiedere spiegazioni, ma fu interrotto da Odino.

“Questa mia decisione, sta servendo a qualcosa?” chiese il Padre degli Dei.

“È ancora presto per dirlo, mio Re.” Rispose laconico Himidall.

Odiono annuì lentamente, poi volse le spalle al ponte e tornò verso Asgard. Thor rimase ancora per un po’ affianco al Guardiano, poi se ne andò anche lui.

Raggiunse il padre che camminava in fretta verso la dimora degli dei.

“Thor, voglio che tu vada subito su Midgar. E che ci rimanga. Non mi sento tranquillo, sta per succedere qualcosa!”

Thor si fermò di botto.

“Padre? Cosa vuoi dire? Loki o la Terra sono in pericolo?” chiese con crescente preoccupazione. Anche Odino si fermò, sospirando.

“Non ne sono ancora sicuro figlio mio. Ma devi allertare i tuoi compagni, dovete…dobbiamo stare attenti.” Spiegò brevemente il Padre degli Dei, con una nota d’angoscia nella voce.

Fu quella scarsa sicurezza la cosa che preoccupò più d’ogni altra cosa Thor.

“Va bene Padre, partirò subito per Midgar!” disse, ricominciando a camminare e oltrepassando Odino. In poco tempo raggiunse la dimora e corse in camera sua. Prese il suo fedele Martello e il Tesseract. Si soffermò a guardare quest’ultimo con un misto di gioia e preoccupazione. Era la causa del ritrovamento di suo fratello, con quello aveva la possibilità di rivedere la sua amata Jane; ma il Tesseract aveva anche causato danni e sofferenze: quanti altri ne avrebbe causati?

Thor stava per girare la maniglia ma sentì una presenza dietro di se. Sorrise dolcemente.

“Perdonami, Madre, stavo andando via senza salutarti.” Disse.

La donna gli andò di fronte e gli prese il volto fra le mani.

“Sei il mio orgoglio, figlio mio. Lo siete entrambi. Ti prego, fa capire a Loki quanto lo amiamo!” sussurrò la madre degli Dei.

Thor posò una mano su quella della Madre.

“Loki tornerà quello di un tempo, Madre. Lo prometto.” Rispose. Frigga annuì.

“Va, figlio mio!” gli disse, lasciandolo. Thor fece un passo indietro e respirò profondamente; poi girò la maniglia del Tesseract e una luce azzurrina lo avvolse.

***

Ormai era notte fonda sulla Terra, e Loki, si trovava in terrazza a guardare le poche stelle visibili, cercando con lo sguardo Asgard.

Era stata una giornata abbastanza faticosa e Sara era andata a dormire presto, considerando anche che il giorno dopo sarebbe dovuta andare a lavorare. Ma lui non era riuscito a prendere sonno, e dopo essersi girato e rigirato nel letto per una buona mezz’ora si era alzato ed era uscito a prendere aria.

Era immerso in profondi pensieri, quando improvvisamente comparve davanti a lui un forte bagliore azzurro. Loki si schernì gli occhi con una mano, e quando la luce scomparve si trovò Thor di fronte. Si stupì non poco di quella visita.

“E a cosa devo l’onore di questa visita? Che c’è Odino non si fida e manda te a controllarmi?” chiese sarcasticamente.

“No Loki, nostro padre è preoccupato. Per te e per la Terra.” Spiegò Thor a bassa voce.

“Pensa ancora che io sia una minaccia? Non ho più alcun potere, cosa potrei fare?” chiese Loki, sentendo la rabbia crescergli dentro.

“Nostro padre non pensa che tu sia una minaccia!” esclamò Thor, adirandosi per il comportamento del fratello.

“Ah no? E allora perché sono qui? Perché non mi trovo con voi ad Asgard?” chiese Loki freddamente.

“Le tue azioni meritavano una punizione! Hai messo in pericolo i Nove Regni!” esclamò Thor, alzando il tono della voce.

“L’unica cosa che avete visto è stato questo! Cosa ho fatto e non vi siete mai chiesti il perché! Le mie azioni sono solo la conseguenza del VOSTRO comportamento.” Sibilò Loki, furioso.

“Noi ti abbiamo sempre amato, fratello, non ti abbiamo mai considerato diverso!” a quel punto Thor stava veramente urlando.

“Abbassa la voce, idiota!” esclamò Loki, guardando dentro casa preoccupato.

A Thor non sfuggì quell’occhiata. Stava per dire qualcosa ma poi ci ripensò.

“Bene fratello, ero venuto per vedere come stavi. Non tornerò su Asgard, rimarrò qui sulla Terra per un po’. Ci rivedremo presto! Arrivederci!” disse cominciando a roteare il martello e poi spiccando il volo.

Loki non si voltò nemmeno, rimase fermo li com’era.

“Noi ti abbiamo sempre amato, fratello, non ti abbiamo mai considerato diverso!” le parole di Thor gli risuonavano nella orecchie, facendo salire la sua rabbia sempre di più.

“Mai considerato diverso? E allora perché venivo chiamato con disprezzo il Maestro di Magia? Perché nessuno si è mai fidato veramente di me?” sussurrò rabbioso, tirando poi un forte pugno al muro.

“Litigare con tuo fratello non è un buon motivo per distruggermi casa.”

Loki sussultò sentendo la voce di Sara dietro di se.

“E neanche per farti del male.” Continuò la ragazza avvicinandosi e prendendo la mano di Loki, osservandola. Il ragazzo si era sbucciato le nocche.

“Non è niente di grave, ma sei abbastanza gracilino è Dio?” scherzò.

Loki fremette leggermente a quel contatto.

“Perdonami. Non volevo che ti svegliassi.” Disse, abbassando lo sguardo.

“Tranquillo, ho il sonno leggero! Comunque, magari è un po’ scontata come frase, ma se vuoi sfogarti, puoi parlare con me. Non ti assicuro niente, ma sono abbastanza brava ad ascoltare le persone.” Sorrise Sara, lasciando andare la mano di Loki, e andandosi a sedere su una delle due sdraio.

Loki rimase stupito da quella affermazione. Mai nessuno gli aveva chiesto una cosa del genere. Non sapendo da dove cominciare si sedette anche lui. Rimase alcuni minuti in silenzio, cercando le parole.

In tutto quel tempo lo sguardo si Sara non lo abbandonò mai.

“Ti…ti è mai capito di vivere all’ombra di qualcuno? Di voler dimostrate al mondo che ci sei anche tu, che anche tu vali qualcosa, ma di non riuscirci mai? Ti sei mai sentita…fuori posto e inadeguata?” cominciò poi Loki.

Sara annuì lentamente.

“Ogni giorno, Loki. Credimi ti capisco. Sono cresciuta con Fury, e non è stato per niente facile: ho sempre cercato di renderlo fiero di me, ma riuscivo a combinare solo casini su casini, con il risultato di farlo incazzare ancora di più. Poi un bel giorno sono arrivati Nat e tutti gli altri. Tutti quanti speciali, tutti quanti con una qualche dote. Per carità, voglio bene a tutti loro e sono un po’ la mia famiglia però si, ti capisco bene quando parli di crescere all’ombra di qualcuno.” Raccontò Sara.

“Ma tu non hai scatenato una guerra fra due regni, oppure tentato di conquistarne uno, per far vedere agli altri di cosa sei capace.” Rispose Loki, con una punta di amarezza nella voce.

Sara sogghignò.

“Questo perché mi mancano una punta di follia o dei poteri per farlo.” Mormorò. Loki alzò lo sguardo rabbrividendo a quella voce e notò il lampo maligno che per un attimo aveva attraversato gli occhi di Sara.

“Parlavi di senso di inadeguatezza. Di sentirsi fuori posto. Sono cresciuta qui sulla Terra, ma non l’ho mai sentita come casa mia. Ho sempre avuto la sensazione di…di non appartenere alla terra.” Continuò Sara, la voce e lo sguardo tornati normali. Loki ancora la stava guardando e solo in quel momento si rese conto che, per quante volte l’avesse vista ridere, gli occhi di Sara non esprimevano mai gioia.

“Come me.” Mormorò.

“Gia.” Rispose Sara.

Tra i due calò il silenzio. Loki si sentiva stranamente più leggero, ma non capiva cosa lo spingesse a comportarsi così con quella ragazza. Riusciva ad essere…naturale con lei: niente maschere, niente finizioni. Si voltò verso di lei e stava per dirle qualcosa ma scoprì che si era nuovamente addormentata. Un sorriso sincero comparve sul volto di Loki, che si alzò senza fare alcun rumore e prese in braccio la ragazza.

Si stupì di quanto fosse leggera. Silenziosamente la riportò nella sua camera e la distese sul letto, stando attento a non svegliarla.

Si soffermò a guardarla dormire, poi le scostò una ciocca di capelli dal viso.

“Grazie, Sara.” Mormorò, prima di uscire dalla stanza.

ANGOLO AUTRICE

Et voilà! La storia prosegue ed anche il rapporto tra Sara e Loki si evolve! Bè che ne pensate di questo cap? vi piace? Ditemi che ne pensate!! A presto sesshy!

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Capitolo 8
*** Un tranquillo pomeriggio d'inverno ***


Erano ormai passati quattro mesi da quando Thor aveva portato Loki sulla Terra. Il ragazzo alla fine aveva conosciuto meglio tutti gli Avengers e salvo Capitan America, con la quale c’era una forte antipatia reciproca, e Clint con la quale aveva avuto una piccola scazzottata (Occhi di Falco gli aveva tirato un pugno in piena faccia, esclamando “Questo è per avermi manipolato la testa!”) si trovava bene con tutti.

“Ohi Loki, penso che approfitterò del fatto che sono in vacanza per andare in palestra. Vieni con me?” gli chiese allegramente quel giorno Sara.

Loki alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo.

“Ci sarà anche Capitan Ghiaccciolo?” chiese. Sara rise; ormai da quando Loki aveva sentito Tony chiamare in quel modo Rogers, non perdeva occasione di utilizzarlo.

“Non so, forse si.” Alzò le spalle.

“Questo libro è improvvisamente diventato più interessante del solito, credo che resterò qui per leggerlo ancora!” fu la pronta risposta del ragazzo.

“E dai Loki, non farti pregare! Poi possiamo andare al bar a prenderci una cioccolata calda!” Sara sapeva di aver toccato un punto debole: da quando Loki aveva provato la cioccolata calda del bar accanto alla palestra, non ne poteva più fare a meno, ne era diventato pazzo.

Loki strinse leggermente i bordi del libro.

“Sei una maledetta ricattatrice!” sibilò.

Sara rise di gusto.

“Dai forza vatti a preparare, ti aspetto.” Esclamò allegra. Loki si alzò scuotendo la testa, ma in pochi minuti fu pronto e i due uscirono.

Come aveva previsto Loki, in palestra c’era anche Steven.

“Ciao Sara, è da parecchio che non ti vedo da queste parti!” salutò cordialmente la ragazza. Ma quando vide comparire Loki lo sguardo del capitano s’indurì.

“Lui che ci fa qui?” chiese freddamente. Sara stava per rispondere, ma fu anticipata da Loki.

“Sono qui perché Sara ha insistito, altrimenti, Capitano, avrei fatto volentieri a meno di vedere la tua faccia!” rispose velenoso.

Steve stava per rispondergli a tono, ma questa volta fu Sara la più veloce.

“ Steve, non ho tutto il giorno! Ci fai entrare per favore?” chiese gentilmente. Steve guardò ancora per qualche attimo Loki in cagnesco, poi si fece da parte e li fece entrare.

“Ricordami ancora perché ti ho accompagnato?” chiese ironicamente Loki una volta che furono entrati.

“Cioccolata, Loki, cioccolata!” rispose Sara, sedendosi su una panca e cambiandosi le scarpe.

“Oh ma che bello! Nat e Clint sono qui! Allenamento fatto bene oggi!” esclamò, felice, poi. Loki seguì il suo sguardo e vide che sul ring c’erano Vedova Nera e Occhi di Falco, intenti a combattere fra di loro; ma i due si fermarono subito appena videro arrivare Sara sotto il ring.

“Bene, bene la piccola Sara! È un po’ di tempo che non ne prendi da noi eh?” esclamò Clint porgendole una mano e aiutandola a salire sul ring.

“Già, mi mancavano le vostre batoste!” scherzò Sara, sciogliendosi le spalle e facendo piccoli saltelli sul posto.

“Pronta ragazzina?” sussurrò Nat un secondo prima di attaccarla con un calcio. Sara schivò prontamente ma ritrovò a dover parare un pugno diretto di Clint.

Sara parò e poi tirò un calcio a sua volta.

Loki si ritrovò a osservare, affascinato, una micidiale danza: Sara, Natasha e Clint si muovevano sul ring come se ballassero, ma ogni passo era un colpo micidiale.

I tre andarono avanti così per dieci minuti buoni, ma ad un certo punto Nat tirò un calcio micidiale che prese in piena faccia Sara; la ragazza si ritrovò sbattuta sulle corde del ring, rivolta verso Loki, che si era già alzato in piedi, preoccupato.

Sara gli fece l’occhiolino, poi scivolò in ginocchio, gemendo di dolore. Nat e Clint si scambiarono un’occhiata preoccupata e si avvicinarono a Sara. Non appena furono abbastanza vicini, Sara guardò di nuovo Loki, con uno sguardo furbo, poi sferrò un pugno in direzione di Clint.

Senza curarsi di dove lo aveva preso, saltò in piedi e diede un calcio a in piena pancia a Nat, che non fece in tempo a schivarlo.

“Piccola maledetta!” esclamò Clint, saltellando per il ring.

“Ahahaha, non mi dire che ti ho castrato, Occhi di Falco!” sogghignò la ragazza.

“Ehh..” si lamentò l’uomo.

“Occhio alle spalle, ragazzina!” Nat prese la rincorsa ma Sara era pronta e spiccò un salto indietro usando Nat come appoggio e dandole un’ulteriore spinta.

“Ma che belli i nostri piccioncini!” esclamò divertita vedendo la rossa finire dritta dritta fra le braccia di Clint.

Poi senza aspettare oltre prese la rincorsa e saltò sulle spalle di Occhi di Falco che perse l’equilibrio rovinando a terra.

Loki si rilassò vedendo la piega divertente che aveva preso l’allenamento e si sedette nuovamente.

“Bene, dopo questa mocciosa, hai appena vinto una seduta extra al sacco!” riuscì a dire Clint, riemergendo da sotto il corpo di Sara.

“Ahahha, oh andiamo, vi siete divertiti anche voi!” esclamò Sara allegra, saltando agilmente giù dal ring e dirigendosi verso dei sacchi da boxe.

Loki si alzò per andare ad aiutarla, ma rimase di stucco quando la vide prendere con facilità con un sacco che doveva pesare almeno una sessantina di chili.

Vide Sara trascinarlo con facilità e con altrettanta disinvoltura sollevarlo e appenderlo al gancio. Si sedette per la seconda volta, leggermente sconvolto.

“Curioso vero?” Loki si voltò verso destra, vedendo comparire Natasha.

“Già, è…curioso.” Assentì.

“È per questo che Sara si allena costantemente con me e Clint, lei…possiede questa forza fuori dal comunque che più volte le ha causato problemi.” Continuò Vedova Nera.

“Che tipo di problemi?” chiese Loki.

“Quando era piccola Sara aveva seri problemi a gestirsi e più volte ha fatto del male, inconsapevolmente mi pare ovvio, agli altri e a se stessa.” Soggiunse anche Clint che finì di spiegare.

“Capisco.” Mormorò Loki, tornando a guardare Sara, che stava prendendo a pugni il sacco.

“Però devo ammettere che la nostra piccola allieva è migliorata molto. Oggi è riuscita ad anticiparci parecchie volte, e ci ha addirittura messo a terra.” Disse dopo un po’ Nat, compiaciuta. Clint annuì, anche lui soddisfatto.

Sara passò quasi mezz’ora a tirare pugni al sacco, poi ad un certo punto smise, abbastanza stanca. Prese un asciugamano che aveva messo li vicino e asciugandosi la faccia andò verso Loki e gli altri.

“Allora, maestri, c’è qualcos’altro?” chiese con la voce un po’ affaticata. Nat e Clint si scambiarono un’occhiata, poi Nat sorrise.

“No, per oggi ti abbiamo abbastanza distrutto! E qui c’è qualcuno che è diventato impaziente!” rispose, battendo una mano sulla spalla di Loki, che sussultò imbarazzato.

“No è che c’è una cioccolata calda che mi aspetta!” esclamò, alzandosi prontamente in piedi.

Sara rise piano.

“Ogni promessa è debito! Mi cambio al volo e arrivo.” Rispose facendo una volata verso lo spogliatoio.

Pochi minuti dopo lei e Loki stavano uscendo dalla palestra e dirigendosi verso il bar. Ma appena misero piede fuori Sara si bloccò di colpo. Loki se ne accorse e si voltò verso di lei preoccupato. La trovò immobile, le braccia leggermente aperte verso l’alto, il volto girato verso il cielo.

“Sara, tutto bene?” chiese, lievemente preoccupato.

“Loki….” Iniziò lei abbassando lo sguardo, un’enorme sorriso stampato sul volto.

“Sta nevicando!” esclamò poi felice come non mai.

ANGOLO AUTRICE

Ed ecco a voi un altro chap! Che ne dite? Vi piace? Secondo voi cosa succederà? Fatemi sapere presto! Bacioni bacetti sesshy!

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Capitolo 9
*** Palle di neve e... ***


Loki tirò un sospiro di sollievo, poi alzò lo sguardo anche lui. Era vero dal cielo stavano scendendo candidi fiocchi di neve ed anche il suolo era già ricoperto da uno spesso strato di neve.

“Loki, la cioccolata rimandiamola a dopo, andiamo a Central Park! Sarà una meraviglia!” saltò su Sara, afferrandolo per un braccio e cominciando a trascinarlo. Loki sorrise divertito dal comportamento un po’ infantile di Sara poi la seguì. La ragazza quasi correva per la fretta di arrivare.

In pochi minuti arrivarono a destinazione: Central Park era uno spettacolo, totalmente ricoperto di neve. Gia si cominciavano a vedere le prime famiglie e coppia intente a giocare.

“Dai vieni! Noi terrestri diventiamo improvvisamente bambini quando c’è la neve!” continuò Sara tirandolo per un braccio e trascinandolo nel bel mezzo della neve.

Loki sorrise vedendo la ragazza girare come una trottola sotto la neve; la osservò per qualche minuto, poi si guardò intorno ammirando il paesaggio davanti a se, rimanendo incantato.

Si stava ancora godendo il paesaggio quando sentì qualcosa di duro e freddo colpirlo in piena nuca. Si girò per ribattere ma così facendo qualcosa di bianco lo prese in pieno volto. Rimase qualche minuto impassibile, cercando di ripulirsi.

Quando riuscì a ripulirsi, guardò Sara.

“Tu lo sai che questo significa guerra?” sibilò fra i denti e chinandosi a raccogliere un mucchio di neve.

“Non aspettavo altro!” sogghignò Sara.

Era appena iniziata una battaglia a palle di neve, che si sarebbe protratta per parecchio tempo.

“Beccati questa sottospecie di un Dio!” esclamò Sara, prima di lanciare una palla di neve particolarmente grande e centrando Loki per la decima volta.

“E con questa stiamo a dieci Loki! Ti arrendi?” provocò.

“Mai!” esclamò di rimando Loki, lanciando a sua volta una palla, che Sara schivò prontamente.

“Sei prevedibile!” lo canzonò.

“Non è assolutamente giusto, non ho mai affrontato questo genere di battaglie!” disse ironicamente Loki, lanciando una palla.

“Tutte scuse caro Dio! La verità è che sei scarso!” lo provocò ulteriormente Sara.

“Ah si? Adesso lo vediamo!” esclamò Loki, facendo un salto in avanti e prendendo Sara alla vita, caricandosela in spalla.

“Loki! Mettimi giù, lasciami!” gridò, Sara tra le risate, tirandogli leggeri pugni sulla schiena. “Assolutamente no!” esclamò Loki, ma nella confusione inciampò e così i due si trovarono a rotolare giù per un pendio.

Quando si fermarono furono presi da un improvviso attacco di risate. Sara si fermò un attimo notando che anche Loki stava ridendo, di cuore, quasi con le lacrime agli occhi. Sara sorrise dolcemente a quel suono: era la prima volta che lo sentiva ridere così…sinceramente.

Lentamente Loki smise di ridere e si accorse che Sara lo stava guardando intensamente.

“Cosa c’è?” mormorò.

“Il suono della tua risata. È…bellissimo!” gli rispose. Loki aprì bocca per ribattere ma si scoprì a corto di parole. I due rimasero per un po’ a guardarsi negli occhi. Poi Sara si rese improvvisamente conto della posizione in cui si trovavano: erano entrambi sdraiati, Loki sopra di lei.

Ridacchiò.

“Forse è il caso di alzarci, abbiamo una cioccolata che ci attende!” cercò di alzarsi, ma Loki glielo impedì. C’era una strana luce negli occhi del ragazzo e Sara si chiese se doveva preoccuparsi.

“La cioccolata può attendere.” Sussurrò Loki, poi senza il minimo preavviso, la baciò.

Sara sgranò gli occhi, tutto si aspettava meno che quel bacio. Ma poi vedendo gli occhi del Dio ben chiusi e sentendo premere la sua lingua sulle sue labbra, chiuse gli occhi e si abbandonò completamente a quel bacio.

Socchiuse le sue labbra, permettendo alle loro lingue di incontrarsi.

Sarebbero andati avanti all’infinito, ma la mancanza d’aria si fece sentire e costrinse i due a separarsi. Loki appoggiò la fronte su quella di Sara, respirando profondamente.

“Solo adesso capisco mio fratello. Solo ora capisco come una donna ed un fragile sentimento come l’amore gli abbiano cambiato la vita.” Sussurrò.

“Loki…” mormorò Sara poggiandogli una mano sulla guancia. Lui sorrise, un sorriso dolce.

“Sara…” disse prima di baciarla nuovamente.

ANGOLO AUTRICE

Eccomi genteeeeeeeeeeeeee!! Vi sono mancata?? Se non io spero almeno i miei chap! Comunque che ne pensate eh? Direi che finalmente sti due si so baciati! Che ve ne pare? Ve l’aspettavate? Dai forse si un po’!

Bè fatemi sapere! Bacioni a presto!

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Capitolo 10
*** Nuovi sentimenti e incubi ***


Quando i due tornarono a casa era pomeriggio inoltrato. Erano bagnati zuppi dalla testa ai piedi e piuttosto infreddoliti.

“Pari o dispari per la doccia?” scherzò Sara alzando un pugno. Loki sorrise.

“Visto che sono un gentiluomo farò andare te per prima. Ad una condizione…sbrigati!” rispose, andando in camera sua.

Sara si fece una doccia veloce, ma riscaldante e poi usci.

“Loki, per le tua felicità ho fatto! Metto su un the, ti va?” urlò. La testa del ragazzo fece capolino dalla sua stanza.

“Tu…mi devi sempre una cioccolata! Ma in mancanza di meglio mi accontenterò del the!” rispose. Sara ridacchiò, dirigendosi in cucina. Mise l’acqua a scaldare e poi, aspettando che bollisse ripensò a quanto era successo pochi minuti prima.

Lei e Loki si erano baciati. Al solo ripensarci un brivido le corse lungo la schiena e si ritrovò a ridacchiare sommessamente, da sola, come una pazza. Era felice, come non lo era mai stata. Improvvisamente sentì due forti braccia cingerle la vita. Con un sorriso si appoggiò al petto di Loki, che prese a baciarle il collo.

Sara sentì i brividi salirle lungo la schiena, ma l’improvviso fischio del bollitore li interruppe. Si separarono un po’ a malincuore e Sara versò la miscela nell’acqua mentre Loki prendeva due tazze.

Stavano tranquillamente bevendo il the,quando ad un certo punto Sara scoppiò a ridere; Loki la guardò stupito.

“Sara? Tutto bene?” chiese, non capendo assolutamente nulla.

“Si..io…ahahah…oddio..” la ragazza cercava di spiegare ma le risate glielo impedivano. Loki le prese la tazza dalle mani prima che si rovesciasse tutto il the bollente addosso e aspettò che si calmasse per avere una qualche risposta.

Finalmente Sara riuscì a calmarsi.

“Stavo…stavo pensando alla faccia di Stark, Fury e Steve, se e quando glielo diremo.” Riuscì finalmente a spiegarsi.

Loki ci pensò su, poi sogghignò.

“Forse Fury e Stark saranno tranquilli, ma Capitan Ghiacciolo…bè credo che la prenderà male. Molto male!” sentenziò, restituendo la tazza alla ragazza.

“Dici?” chiese prendendo la tazza.

“Si vede lontano un chilometro che ha una cotta per te!” le spiegò Loki.

Sara sgranò gli occhi.

“Ma dai che dici?”

“Sono sicuro!”

“Mah!” alzò le spalle dubbiosa Sara, continuando a sorseggiare il suo thè.

“Ah, Loki quasi dimenticavo di dirtelo. Visto che domani è 25 dicembre, e visto che il Natale si passa in famiglia, almeno qui sulla Terra, ho invitato a pranzo Thor e Jane.”

Loki quasi si strozzò con il suo thè.

“Tu cosa?” chiese tossendo e sputacchiando thé.

“Oh andiamo, non fare quella faccia! Alla fine sei felice anche tu di rivedere tuo fratello! E non provare a ribattere che non è tuo fratello, perché ti ho sentito prima!” ribattè la ragazza, agitando un dito davanti agli occhi del Dio, che sbuffò piuttosto seccato.

“Almeno avresti potuto chiedere il mio parere!” disse.

“Tanto lo sai che non l’avrei ascoltato!” rispose Sara con un ghigno.

“Vero anche questo!” sospirò Loki, alzando gli occhi al cielo. Sara lo guardò un attimo ridacchiando.

****

Era ormai notte fonda, entrambi i ragazzi erano andati a dormire. Sebbene quella fosse stata una giornata particolarmente felice, nella sua stanza Loki si girava e rigirava nel letto, preda di inquietanti sogni. Nonostante fuori facesse molto freddo, la fronte del giovane era imperlata di sudore.

All’improvviso il ragazzo si svegliò di colpo, ma, per quanto cercasse di mettere a fuoco la sua stanza, non ci riuscì: si trovava completamente immerso nell’oscurità, un’oscurità innaturale. Sentì il panico crescere rapidamente dentro di lui, ma cercò di dominarsi.

“Loki…da quanto tempo!” ogni tentativo di autocontrollo andò a puttane, quando Loki sentì quella voce. Il panico prese pieno possesso di ogni fibra del suo corpo.

“T-Thanos...” bisbigliò, maledicendo il suo stupido balbettare.

“Pensavi forse di sfuggire al mio sguardo, Asgardiano? Pensavi forse di sfuggirmi? Tu mi hai deluso, e raramente perdono chi mi delude.” La voce di Thanos, la sola voce bastava per incutere un terrore assoluto in Loki.

Improvvisamente davanti al ragazzo comparve un’immagine: Sara nel suo letto, con un lieve sorriso sul volto, dormiva beata e tranquilla.

“Non mi ci vorrebbe molto a cancellare quel sorriso dal suo volto.” Mormorò Thanos.

“No! Lei no! Devi lasciarla in pace!” urlò Loki, disperato.

Devi? Devi? Non sei nella posizione di darmi ordini, insulso asgardiano! Tu mi hai deluso e quale che sia la tua punizione, sarò io a deciderla! Ma sta pur certo di questo: soffrirai, conoscerai il vero dolore!” con queste ultime parole, Thanos sparì dalla mente di Loki, che si trovò nella sua stanza.

Il ragazzo respirava affannosamente, il volto madido di sudore; ripensò alle ultime parole di Thanos, sentendo un brivido corrergli lungo la schiena.

“Loki.” Una voce gentile, lo riscosse dai suoi pensieri. Loki si voltò in direzione della voce e vide Sara, in piedi sulla soglia della sua camera, un’espressione preoccupata sul volto.

“Loki, stai bene? Ti ho sentito urlare e…ho come sentito una presenza.” Mormorò preoccupata Sara avvicinandosi al letto del ragazzo e sedendosi di fronte a lui.

Loki la guardò con occhi smarriti per qualche istante, cercando di prendere una decisione.

“Si… io…sto bene. Solo un incubo.” Tentò di sorridere, cercando di sembrare rassicurante.

Sara gli passò una mano sulla fronte madida di sudore.

“Doveva essere un sogno terribile.” Affermò, facendo finta di credere alla menzogna di Loki.

“Già, ma ora è passato. Sto bene! Va tranquilla a dormire.” Le disse, sapendo che non gli credeva.

Sara non si mosse, ma spostò la mano dalla fronte alla guancia di Loki, accarezzandogli col pollice lo zigomo. Stava per dire qualcosa ma poi ci ripensò e posò un delicato bacio sulle labbra del ragazzo.

“Cerca di dormire.” Gli sussurrò, prima di alzarsi e andarsene. Loki la guardò andare via e quando usci dalla stanza un gemito gli scappò dalle labbra.

Thanos non l’avrebbe toccata, non le avrebbe sfiorato neanche un capello, giurò a se stesso, prima di ricadere in un sonno agitato.

ANGOLO AUTRICE

Pensavate che mi fossi dimenticata eh? E invece no! Eccomi qui! Bè che ne dite di questo chap? Finalmente il nostro caro nemico si è fatto sentire!

Bè fatemi sapere che ne pensate di questo nuovo chap! A presto! Bacioni!

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Capitolo 11
*** Riunione di famiglia! ***


Il sole sorse a andò ad illuminare ogni cosa, compresa una sagoma che, seduta su una sdraio in un terrazzo, osservava il panorama di fronte a se.

Loki alla fine non era riuscito a dormire a lungo e se ne era andato in terrazzo, uno dei suoi luoghi preferiti. Si lasciò accarezzare dai tiepidi raggi del sole, sperando che potessero scacciare via ogni suo turbamento. Ma ovviamente non fu così; nulla dopo quella notte avrebbe potuto calmarlo.

Gli tornò alla mente una frase di Sara: “ Ho sentito una presenza.” Sara era una semplice umana, come faceva a percepire Thanos?

Perso com’era nei suoi pensieri non si accorse che ormai era mattina inoltrata. Con un sospiro si alzò, stiracchiandosi le membra irrigidite dal freddo e si diresse verso la cucina. Almeno avrebbe dato un senso a quella notte insonne, preparando la colazione a Sara.

Era intento a fare frittelle, ormai da qualche minuto, quando si sentì osservato: alzò lo sguardo e vide che Sara era in piedi e lo guardava, con un’espressione indecifrabile in volto.

“Buongiorno.” La salutò con un sorriso. Sara non gli rispose ma gli andò incontro e gli prese il viso fra le mani, osservando le grosse borse scure che Loki aveva sotto gli occhi.

“Non hai dormito per niente sta notte vero?” sospirò, conoscendo già la risposta. Lui rise piano, prendendole le mani fra le sue.

“Ti preoccupi troppo, sto bene.” Le rispose, cercando di essere convincente; prima che Sara potesse ribattere, le posò un leggero bacio sulle labbra.

“Frittelle per colazione. E, hmm, oggi verranno mio fratello e Jane giusto? Bisognerà fare qualcosa immagino.” Chiese. Sara sgranò gli occhi.

“Me ne ero quasi scordata!” esclamò, battendosi una mano sulla fronte.

“Ottimo! Quindi adesso siediti, fai una buona colazione e poi andremo a fare la spesa sperando di farci venire una qualche idea!” sorrise Loki, prendendola per le spalle e guidandola verso una sedia e costringendola a sedersi. Poi le mise davanti un piatto fumante e le porse un barattolo di sciroppo d’acero.

“A lei signorina!” Sara lo guardò di sbieco, ridacchiando.

“Il terribile Loki, Dio degli Inganni, colui che voleva dominare ben due Mondi…fa da cameriere ad una semplice umana.” Lo prese in giro, afferrando il barattolo. Loki sorrise a sua volta.

“Un soggiorno prolungato su quella stessa Terra che volevo assoggettare, e una buona compagnia mi hanno fatto un po’ cambiare carattere.” Rispose.

“Per buona compagnia intendi quel megalomane di Stark? Che per un mese ci ha tartassati, venendo praticamente ogni giorno in casa nostra?” chiese ironicamente Sara.

“Oh bè lui e anche una graziosa dama, che mi ha gentilmente offerto la sua casa.”

“Graziosa dama…” bofonchiò Sara, con le punte delle orecchie leggermente rosse per l’imbarazzo, iniziando a spalmare lo sciroppo.

Loki la guardò per qualche secondo, pensando che fosse veramente una bella ragazza; evitò di dirglielo però, notando già l’imbarazzo di Sara. Scuotendo la testa si sedette anche lui e iniziò a mangiare.

*****

Ormai era pomeriggio inoltrato, il sole stava quasi tramontando e Sara e Loki erano entrambi in cucina intenti a preparare la cena. I due lavoravano in silenzio, un filino nervosi, ognuno per suoi motivi.

Loki non aveva più rivisto il fratello da quando avevano avuto quella piccola discussione sul balcone di casa. Pensare al fratellastro, provocava in Loki sentimenti contrastanti: lo aveva odiato e disprezzato per così tanto tempo, lo voleva morto ed ora…ora, non sapeva neanche lui spiegare cosa provava.

“Loki scusa mi passi il coltello?” gli chiese Sara, distraendolo dalle sue riflessioni.

“Certo, tieni.” Le rispose porgendoglielo. In quel momento suonò il campanello; Loki s’irrigidì e Sara lo notò.

“Sta tranquillo, vado io. Tu finisci qua!” gli disse, pulendosi velocemente le mani e andando alla porta. Aprì e si ritrovò davanti due sorridenti Thor e Jane.

“Benvenuti ragazzi!” esclamò Sara con un sorriso, facendosi da parte per farli entrare.

“Ciao, Sara! Wow che profumino!” esclamò Jane entrando e abbracciando la ragazza.

“Già, cosa state cucinando?” chiese curioso Thor entrando dopo Jane e baciando la mano di Sara.

“Cavoli Thor, non hai dimenticato i modi di Asgard!” esclamò stupita Sara.

Dalla cucina, Loki sentì ogni scambio di battuta, sentendo la sua ansia crescere di minuto in minuto; strinse più forte il canovaccio che aveva in mano, poi prese un bel respiro e decise di uscire e finalmente incontrare il fratello.

Si fermò sulla porta della cucina, come paralizzato: Thor era in piedi e parlava animatamente con Sara e non si era accorto della sua presenza. Sapeva di dover dire qualcosa, di dover fare qualcosa, ma la lingua si rifiutava di parlare, il suo corpo di muoversi.

La prima ad accorgersi di lui fu Jane, che gli sorrise gentilmente, salutandolo con la mano. Thor si accorse di quel movimento, perché finalmente distolse la sua attenzione da Sara e incontrò lo sguardo di Loki. Un sorriso si stampò sul volto del biondo, un sorriso fraterno.

“Ti trovo bene, fratello.” Lo salutò. Anche Loki sorrise, sentendo la tensione sciogliersi all’improvviso: era come se la discussione avuta quel giorno non fosse mai avvenuta. Si accorse che l’attenzione delle due donne era tutta su di lui e pendevano dalle sue labbra.

“Anche tu sei in forma…fratello.” Accentuò l’ultima parola, e fece un passo in avanti tendendo un braccio. Thor spostò lo sguardo dal volto di Loki al braccio, poi di nuovo su di Loki. Ignorò completamente la mano aperta del moro e lo circondò in un abbraccio. Loki rimase interdetto, non se l’aspettava. poi mise da parte ogni dubbio e abbracciò a sua volta Thor.

Sara e Jane avevano assistito a quella scena in silenzio e si scambiarono un sorriso. La leggera tensione che si avvertiva nell’aria svanì all’istante, sostituita da un clima festoso.

“Bene ragazzi accomodatevi, intanto che si cuoce la cena, vi abbiamo preparato un aperitivo da leccarvi i baffi!” esclamò Sara, andando verso la cucina e tornando con un paio di vassoi, accompagnata da Loki che reggeva un paio di bottiglie.

Sara poggiò i vassoi sul tavolo e Loki porse una bottiglia a Thor.

“Forza uomini, stappate ‘ste bottiglie e cominciamo a festeggiare!” rise Sara. I due si lanciarono uno sguardo complice, poi stapparono le bottiglie, tra le acclamazioni delle due donne.

Era appena cominciata una piacevole, divertente e soprattutto lunga serata.

ANGOLO AUTRICE

Rieccomi!! Ancora un capitolo tranquillo!! Che ne dite? Si comincia a festeggiare il Natale! Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo!! A presto! Sesshy!

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Capitolo 12
*** Richieste d'aiuto ***


La serata era ormai entrata nel vivo, i quattro ragazzi si erano molto sciolti e avevano iniziato a raccontare aneddoti e storie divertenti.

Sara, ancora ridendo e con le lacrime agli occhi, si accorse che il vino era finito e si alzò per andare a prenderne altro. Loki la seguì con lo sguardo e quando fu sicuro che era in cucina, si alzò velocemente e fece un cenno a Thor.

“Posso parlarti un secondo. Scusaci Jane, torniamo subito.” Disse, lasciando intendere che quella era una conversazione fra loro due soltanto. Jane annuì, e Loki condusse Thor sul balcone.

“Dimmi, Loki, che succede?” chiese il biondo, una volta sicuro che Jane non li sentisse. Loki sospirò, sapendo bene quanto chiedeva al fratello.

“Thor ho bisogno del tuo aiuto. Bè in realtà non sarebbe male avere anche gli altri.” Rispose il moro, mandando in totale confusione il dio del Tuono.

“Che succede?” chiese per la seconda volta, con preoccupazione sempre crescente. Loki non rispose, ma si girò e si appoggiò alla balconata, lasciando vagare lo sguardo sulla città sottostante.

Vedendo che il minore non rispondeva, Thor gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla.

“Loki…” ma l’altro lo interruppe.

“Dopo che mi lascia cadere nel vuoto, errai per molto tempo; ma alla fine giunsi su un Regno. Era diverso da tutti gli altri, ma non è questo quello che conta. Su questo Regno trovai una…un…trovai Thanos.” Cominciò a raccontare Loki; Thor l’ascoltava attentamente ma quando sentì il nome di Thanos la presa sulla spalla di Loki aumentò notevolmente e il Dio del Tuono sentì il terrore crescere dentro di lui: Thanos era famoso anche ad Asgard come qualcosa di invincibile.

Loki ignorò la stretta sulla sua spalla e continuò il suo racconto.

“Lui mi parlò, a lungo. Mi promise ogni gloria, ogni onore e un trono su cui sedere. Mi promise di farmi diventare il re che avevo sempre desiderato essere. Mi propose un patto: tutte queste cose, in cambio del Tesseract. E il resto lo conosci. I Chitauri, il mio attacco alla Terra…” La voce di Loki si spense, un nodo alla gola gli impediva di parlare.

“Loki tu…tu avevi un’alleanza con Thanos?” mormorò Thor. Quella voce, normalmente alta e squillante, ora così bassa fece venire i brividi a Loki, che si allontanò dal fratello.

“Si, lui mi diede lo scettro e il controllo sui Chitauri. Ma come ben sai, ho fallito ed ora…ora Thanos è furioso con me e mi ha giurato vendetta.” Concluse Loki, quasi sull’orlo della disperazione.

“E tu vuoi che io e gli altri ti proteggessimo.” Rispose Thor, con una strana calma.

“No! Non me! Sara! Thanos…lui mi ha parlato e mi ha detto che mi avrebbe fatto conoscere il vero dolore. Ma si riferiva a Sara! Farà del male a lei per far soffrire me!” Loki non si era accorto di aver quasi gridato, sentiva solo che ad ogni parola la sua angoscia cresceva e si era ritrovato quasi con le lacrime agli occhi. Thor fu stupito di questo suo atteggiamento e si ritrovò a pensare al grosso cambiamento avvenuto in Loki.

Poi un’idea gli balenò in mente: lui aveva subito un cambiamento simile quando…

“Ti sei innamorato di lei?” chiese. Loki lo guardò senza capire. Un sorriso dolce increspò le labbra del biondo.

“Loki, tu sei innamorato di Sara?” chiese nuovamente. Loki non rispose ma spostò lo sguardo all’interno della sala, dove Sara stava parlando animatamente con Jane. Al vedere la ragazza che rideva, inconsapevolmente Loki sorrise, un sorriso dolce. Anche il suo sguardo cambiò.

“Ho già la mia risposta. Fratellino, cosa vuoi che faccia?” chiese Thor, tornando serio.

Loki strinse i pugni, quasi a farseli sanguinare. Quello che stava per dire lo distruggeva dentro, era un pensiero insopportabile, ma era tutto per il bene di Sara.

“Quando Thanos arriverà, e lo farà, dovrai portare al sicuro Sara. Dovrai condurla ad Asgard.” Disse infine, puntando uno sguardo risoluto negli occhi di Thor, che rimase sconvolto da questa decisione. Ma poi annuì: avrebbe fatto lo stesso se Jane fosse stata in pericolo.

“D’accordo Loki, ti aiuterò.” Rispose.

“Grazie.” Mormorò il moro.

ANGOLO AUTRICE

Ole!! Chiedo perdono per la mia lunghissima e ingiustificata assenza, spero solo di esservi mancata! Ehm, scherzo!! E allora? Che ne dite di questo chap fra i due fratellini?? Loki disperato chiede aiuto a Thor…bè fatemi sapere cosa ne pensate!! Buon Natale e Buon Anoo e tutte/i, ovviamente in ritardo!

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Capitolo 13
*** Il più bel regalo ***


I due tornarono dentro la sala e trovarono Jane e Sara intente a spettegolare tra di loro. Appena si accorse della loro presenza, Jane si voltò raggiante verso Loki.

“Loki! Complimenti! Gran bella scelta!” disse, facendogli l’occhiolino. Lui sorrise lievemente, andandosi a sedere accanto a Sara e passandole un braccio intorno alle spalle.

“Lo so modestamente ho sempre avuto buon gusto!” esclamò ironico. Sara gli diede una manata in pieno petto.

“Idiota!” esclamò, diventando rossa: non era mai stata abituata a ricevere complimenti e quindi anche solo un piccolo apprezzamento la faceva sentire in imbarazzo.

Loki sghignazzò, divertito da quel lato del carattere della ragazza.

La serata andò avanti ancora per un paio d’ore, poi Jane guardò l’orologio e sgranò gli occhi.

“Bè ragazzi, credo sia ora di andare per me e Thor. S’è fatto tardi.” Anche Sara guardò l’orologio e annuì.

“Caspita è vero!” esclamò alzandosi in piedi, seguita da Loki.

“Vi vado a prendere i cappotti.” Disse sparendo in uno stanzino e riemergendo con le giacche, pochi secondi dopo.

“Ragazzi è stata proprio una bella serata! Grazie di tutto!” disse poi abbracciando Jane.

“Oh no, grazie a te Sara.” Rispose Thor, baciandole la mano e lanciando un veloce sguardo a Loki.

Sara alzò un sopracciglio, intuendo che Thor non si riferiva solo alla serata. Il biondo salutò anche il fratello e poi i due se ne andarono.

Per un attimo regnò il silenzio dentro la sala, poi Sara si stiracchiò rumorosamente le braccia.

“Bè che dire, seratina allegra no?” esclamò sorridendo; ma il sorriso le si spense quando vide la montagna spropositata di cose che avrebbe dovuto lavare.

“Oh no…” mormorò, nel panico. Loki si accorse del suo sguardo e scosse la testa.

“Lascia perdere ci pensiamo domani. Dai vieni, per noi la serata ancora non è finita.” Disse prendendola per mano e conducendola al centro della sala.

Loki, che dia.…” ma non finì la frase perché le labbra del Dio s’impossessarono prepotentemente delle sue. Si sentì cingere la vita dalle braccia di Loki, che l‘attirò ancora più vicina a se. Sara gli mise una mano sulla guancia, mentre l’altro era poggiato sul petto del moro.

Quando si separarono, Loki le mormorò a fior di labbra: “Ora chiudi gli occhi.” Sara non se lo fece ripetere due volte, e sentì il ragazzo allontanarsi. Rimase ferma, aspettando il suo ritorno. Poco dopo sentì Loki avvicinarsi alle sue spalle e lo lasciò fare. Sentì le sue mani scostarle con delicatezza i lunghi capelli, sistemandoli tutti da un lato, e poi qualcosa di freddo intorno al collo.

“Fatto. Buon Natale.” Le sussurrò Loki all’orecchio, dopo qualche minuto. Sara aprì gli occhi e guardò cosa le aveva regalato: un piccolo ciondolo bianco a forma di goccia con un puntino blu al centro. Era semplice ma al tempo stesso molto bello. Sara era senza parole, era praticamente la prima volta che riceveva un regalo a Natale.

“Loki…è bellissima, ma non dovevi, io non..non ti ho fatto niente!” disse dispiaciuta. Loki sorrise dolcemente e le posò un dito sulle labbra, per zittirla.

“Il più bel regalo che potessi ricevere, sei tu.” Mormorò, prima di baciarla nuovamente. A Sara mancò il fiato per quelle parole, nessuno l’aveva mai fatta sentire così…amata.

Quando si separarono, entrambi sorridevano.

“Buon Natale, Loki.”

“Buon Natale, Sara.”

ANGOLO AUTRICE

Ed eccomi di nuovo qui, con un cap ancora pieno di dolcezza!! Giuro che fra qualche capitolo arriverà anche l’azione!! Spero che anche questo vi sia piaciuto e che la storia non vi stia annoiando troppo!! Bè fatemi sapere che ne pensate! A presto sesshy!

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Capitolo 14
*** Strane cicatrici ***


I giorni passarono velocemente e alla fine arrivò anche il 31 dicembre. Quella mattina Sara si era alzata relativamente presto e dopo aver fatto colazione si era infilata sotto la doccia. Aveva intenzione di andare a fare un po’ di shopping, di comprarsi un vestito per la festa che Stark avrebbe dato quella sera. Il miliardario l’organizzava ogni anno: una festa a cui invitava pochi amici, i più intimi per festeggiare insieme l’anno nuovo.

Sara ridacchiò sotto la doccia; Tony ancora non li aveva invitati “ufficialmente” ma la ragazza sapeva quanto il miliardario ci tenesse alla loro presenza.

Ormai aveva finito di lavarsi così chiuse l’acqua e uscì dalla doccia; si stava avvolgendo nell’asciugamano, quando la porta si aprì e entrò un Loki ancora mezzo addormentato.

“Loki!” esclamò Sara, chiudendo di scatto l’asciugamano; accorgendosi della ragazza il Dio distolse subito lo sguardo.

“Ah scusami, sono entrato senza bussare, scusa!” farfugliò, con la voce ancora impastata di sonno.

Sara rise.

“Tranquillo, stai ancora dormendo! Comunque ho fatto, il bagno è tutto tuo!” gli rispose, girandosi e prendendo i suoi vestiti per poi uscire dal bagno. Mentre si girava, Loki notò una cicatrice sulla spalla sinistra della ragazza, parzialmente nascosta dall’asciugamano.

“Sara, cos’hai sulla spalla?” chiese cercando di bloccare la ragazza. A questa domanda, Sara impallidì leggermente e cercò di liquidare il discorso.

“Non è niente, solo una piccola cicatrice…” ma Loki non se la bevve e mentre gli passava accanto l’afferrò per un braccio, costringendola a girarsi.

“Loki sul serio non è nulla…” ma anche questa volta fu tutto vano, perché il ragazzo le abbassò l’asciugamano, rivelando un complicato intreccio di cicatrici.

“Non è niente? Sara hai mezza spalla ricoperta da cicatrici! Chi te le ha fatte?” chiese Loki, a metà tra lo sconvolto e il furioso. Sara sospirò.

“Non so chi me le ha fatte, sono lì da quando ho memoria. E ha sentire Fury, ce le avevo anche quando ero una neonata.” Spiegò; sentì le dita di Loki percorrere una linea, delicatamente.

“È come se…chi te le ha fatte volesse coprire qualcosa.” Mormorò osservandole attentamente. Infastidita, Sara si divincolò dalla sua presa.

“Si bè, ora le hai viste, posso andare?” gli chiese acida. Loki si acciglio per quel suo comportamento.

“Scusami, non volevo infastidirti.” Le disse.

Sara si accorse della rispostaccia, e abbassò lo sguardo.

“No, scusami tu, è che mi rende nervosa quando qualcuno vede la mia spalla. Quelle cicatrici sono orrende, e pensare che me le porto appresso da quando sono nata è…non è piacevole. E non sapere il perchè ce le ho mi fa arrabbiare ancora di più.” Si scusò la ragazza. Loki la guardò un momento, sovrappensiero.

“Forse posso aiutarti a migliorarle. Posso darci solo un’altra occhiata?” chiese. Sara alzò un sopracciglio non capendo, ma si girò ugualmente, anche se non ne aveva molta voglia.

Loki osservò attentamente la spalla della ragazza: le cicatrici si diramavano da un unico punto centrale e non sembravano provenire da ferite da lama, bensì da una bruciatura. E sotto di esse, s’intravedeva, anche se era quasi invisibile, un disegno.

“Come pensavo. Sotto a queste cicatrici c’è un disegno.” Assentì Loki. Sara sgranò gli occhi.

“Come un disegno? Vuoi dire tipo tatuaggio?” chiese incredula. Loki annuì.

“Ad Asgard abbiamo una crema che potrebbe aiutarti a migliorare la spalla. Posso chiedere a Thor se ce ne portasse un po’.” Le spiegò poi; Sara si voltò verso di lui con una faccia talmente speranzosa che Loki capì quanto quelle cicatrici fossero un peso per lei. Le accarezzò una guancia.

“Cicatrici o no,per me sei sempre bellissima.” Le sussurrò, prendendole il volto fra le mani e baciandola. Quando la lasciò, Sara era color peperone; gli diede un leggero pugno sul braccio e poi corse via.

Loki ridacchiò, poi si spogliò e si infilò nella doccia. Nella sua stanza, Sara osservò ancora per un po’ la sua spalla martoriata,con aria pensierosa prima di infilarsi i vestiti e nasconderla alla sua vista.

Uscì dalla stanza nello stesso istante in cui Loki usciva dalla doccia… strofinandosi i capelli ancora bagnati con un asciugamano…. mezzo nudo …con solo un asciugamano avvolto in vita. Sara si bloccò, con la bocca semi spalancata. Il ragazzo si accorse della reazione e un sorrisino malizioso gli spuntò sulle labbra.

“Bè, che c’è? La vista ti piace?” chiese malizioso, poggiandosi una mano sul fianco. Sara si riscosse dai suoi pensieri, ammettiamolo, poco casti e gli lanciò addosso l’asciugamano.

“Copriti, idiota!” gli urlò,girandosi.. Loki scoppiò a ridere, dirigendosi verso la sua camera e si vestì velocemente. Tornò nella sala e trovò Sara intenta a parlare con Stark, o meglio un ologramma di Stark: il nuovo sistema di videochiamata, brevettato da lui stesso.

“Ciao Loki! Come te la passi? Stavo giusto dicendo a Sara che sta sera vi voglio tutti alla Tower per la mia super festa di Capodanno. Ci vediamo alla Tower alle 20,30 in punto. Ciao ciao ragazzi!” li salutò, sparendo.

“Ah finalmente sei vestito!” esclamò Sara con un sorrisino, vedendolo. Anche Loki sorrise.

“Come se prima ti fosse dispiaciuto!” la prese in giro, scompigliandole i capelli.

“Allora, oggi che si fa?” le chiese poi.

“IO vado a fare shopping, tu fa quello che ti pare! Sto scherzando,comunque se ti va di accompagnarmi mi fa piacere.” Le rispose lei. Loki storse il naso: l’ultima volta che aveva accompagnato la ragazza a fare compere aveva seriamente rischiato un attacco isterico.

“No preferisco salvaguardare i miei nervi e andare da Thor, per quella famosa crema!” le rispose.

“Antipatico!” gli disse Sara facendogli la linguaccia. Poi gli si avvicinò e gli diede un bacio a stampo, ma Loki le impedì di allontanarsi, posandole una mano dietro la nuca e approfondendo il bacio.

“Allora ci vediamo per pranzo, va bene?” gli chiese Sara quando si separarono. Loki annuì.

“A dopo!” lo salutò lei uscendo di casa.

“A dopo.” Le rispose lui, guadandola uscire. Appena si fu accertato che fosse uscita, Loki andò verso il telefono e attivò una video chiamata. Dopo pochi secondi di attesa il volto di Fury gli comparve davanti.

“Loki? Mi aspettavo Sara, questo è il suo numero!” esclamò l’uomo sorpreso.

“Fury, ho bisogno di parlarvi. Raduna tutti gli Avengers, la Terra potrebbe essere di nuovo in pericolo!” fu la risposta di Loki.

ANGOLO AUTRICE

Eccomi di nuovo qui!!! Da che aggiorno una volta ogni morte di papa, a che lo faccio più velocemente!!! Bè visto che ho i chap già pronti, pubblico!!

Bèè? Che ne dite di questo piccolo colpo di scena?? Cicatrici? E che nasconderanno mai?? Bè lo saprete solo continuando a leggere!! A presto sesshy!

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Capitolo 15
*** Riunione ***


“E questo è quanto.” un silenzio carico di tensione seguì il racconto di Loki. Silenzio che fu interrotto da Steve, che furioso battè un pugno sul tavolo.

“Sei un essere spregevole, vieni qui sulla Terra, tenti di conquistarci, di schiavizzarci, uccidi molti di noi…e hai anche il coraggio di chiedere il nostro aiuto?” urlò furioso come non mai; non aveva dimenticato chi e come aveva ucciso Coulson.

“Rogers, forse dovresti calmarti.” Provò Banner, lanciando un’eloquente occhiata in direzione di Thor, che si era irrigidito.

“Non ho assolutamente intenzione di farlo, professore! Ma vi rendete conto di chi ci sta chiedendo aiuto? È…è…l’uomo che ha ucciso Coulson a sangue freddo! Non sono così facile al perdono come lo siete voi…” ma lo sfogo del Capitano fu interrotto da Stark.

“Non lo siamo neanche noi Signor Ghiacciolo!” gridò, facendo zittire il biondo.

“Nessuno di noi ha dimenticato ne ha intenzione di farlo. Ma stiamo cercando tutti di fare qualche passo in avanti, Loki compreso.” Continuò Stark.

“Il nostro problema, ora, non è proteggere Loki, ma Sara. È di lei che stiamo parlando. Non metto in dubbio…” disse alzando una mano e interrompendo una protesta di Rogers “…il fatto che se il nostro cervo qui non avesse fatto cazzate ora non saremmo a questo punto, ma adesso dobbiamo concentrarci su come proteggere Sara e la Terra dall’arrivo di Thanos!” finì di dire Stark.

“E per fare questo abbiamo bisogno di maggiori informazioni. Thor, su ad Asgard c’è qualcosa che potrebbe tornarci utile? Un libro, leggende, racconti…qualcosa del genere?” chiese Natasha.

Thor scosse la testa.

“Abbiamo poco o niente. Perfino Odino trema al solo sentire nominare Thanos,e sui nostri libri sono riportate poche informazioni.” Rispose.

“Loki, tu eri al suo servizio, qualcosa dovresti sapere.” Chiese Banner al ragazzo.

“Purtroppo non ho niente di utile.” Rispose piano il Dio.

“Fantastico, quindi stiamo per affrontare un perfetto sconosciuto, probabilmente invincibile.” Il sussurro chiaramente udibile di Steve, era pieno di amaro sarcasmo.

Loki strinse un pugno, impedendosi di andare a spaccargli la faccia, ricordandosi che in fondo non aveva tutti i torti; respirò profondamente.

“Signori, ancora non siamo in guerra, per il momento la Terra è al sicuro. Thor anche quel poco che avete potrebbe esserci utile. Per il resto voglio che ognuno di noi sia pronto!” l’affermazione di Fury stroncò ogni qualsiasi discussione stesse per nascere.

“Devo chiedervi solo un’altra cosa. Per favore, Sara non deve sapere nulla.” Disse Loki alzandosi.

“Non deve sapere che è in pericolo?” chiese freddamente Tony.

“A cosa le servirebbe?” chiese di rimando Loki. Tony si trovò d’accordo.

“E poi, quando sarà necessario, la porterò lontano da qui, su Asgard, dove sarà al sicuro.” Aggiunse Thor.

“Che senso ha allontanarla?” chiese Clint, non capendo.

“Già, Sara s’incazzerebbe e basta.” Affermò Nat.

“A meno che…non siate così sicuri da battere Thanos. In quel caso portarla su Asgard servirebbe a tenerla lontana dalla battaglia.” Ipotizzò Stark.

“Questo è l’intento.” Rispose Loki.

“Bene allora, diamoci da fare. Non è un obbiettivo piccolo quello che ci siamo prefissati.” Sentenziò Fury, congedando tutti quanti.

****

La sera stava calando velocemente e tutti quanti si stavano preparando per il festino di Tony. Sara era in bagno ormai da un quarto d’ora buono e Loki, che cominciava a spazientirsi, gironzolava per la sala.

“Oh andiamo Sara ma quanto ci metti!” borbottò fra i denti. Aveva appena finito di pronunciare quelle parole quando…

“Ehm, ehm.” Loki si voltò e rimase a bocca aperta.

“Bè che c’è? La vista ti piace?” lo prese in giro Sara, usando le sue stesse parole. Loki ghignò: altrochè se la vista gli piaceva; Sara indossava un vestito blu scuro, stretto sul seno ma che andava allargandosi sulla gonna. Era stretto in vita da una fascia argentata. Al collo indossava il ciondolo che le aveva regalato.

Una coda alta le fermava i lunghi capelli ramati, tranne che per due ciocche lasciate libere ad incorniciarle il viso. Un velo leggero di trucco metteva in risalto gli occhi marroni di Sara.

“Allora?” chiese un po’ in ansia la ragazza, vedendo Loki leggermente imbambolato.

“A questa festa partecipano solo vecchi milionari decrepiti vero? No perché potrei diventare geloso!” scherzò lui, riprendendosi dalla sorpresa.

Sara rise.

“Mmm..non so, ma potrei cavare gli occhi io a qualche avvenente donnina che Stark ha, con ogni probabilità invitato!” esclamò, lanciando un’eloquente occhiata al ragazzo, che indossava dei pantaloni neri, e una camicia bianca, leggermente aperta sul petto. Sara gli si avvicinò e lo prese sottobraccio.

“Andiamo?” chiese poi.

“Andiamo!” annuì Loki.

ANGOLO AUTRICE

Attimi di panico! La guerra incombe, Thanos si avvicina! E i nostri eroi si preparano come possono!!

E voi? Siete pronte? Come al solito, ditemi che ne pensate!! Un bacione a tutte o mie fedeli lettrici!!

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Capitolo 16
*** Felice anno nuovo! ***


I due arrivarono alla Stark Tower puntuali e furono accolti da una sorridente Pepper.

“Sara, che piacere rivederti dopo tanto tempo! Sei meravigliosa! Loki finalmente ti incontro, Stark mi…ha parlato parecchio di te!” esclamò abbracciando Sara e stingendo la mano a quest’ultimo che rimase perplesso da quelle parole.

“Davvero? E che diceva?” chiese curioso. Pepper stava per rispondere,ma l’arrivo di Tony glielo impedì.

“ Esaltavo il tuo migliorato look, piccolo cervo!” scherzò il milionario, avvicinandosi a Sara e abbracciandola.

“Ciao piccola, sei veramente uno splendore!” disse osservandola da capo a piedi. Sara gli tirò una manata al petto, imbarazzata.

“Ti rubo un attimo il ragazzo, Sara, tu intanto puoi fare lo stesso con la signora Stark!” disse ancora Tony, prendendo sottobraccio Loki e conducendolo dalla parte opposta.

“Cosa, signora Stark?” chiese quasi urlando Sara a Pepper, che alzò gli occhi al cielo, divertita.

“Ah lascia stare, è lui che mi chiama così. Piuttosto…tu hai qualcosa da raccontare?” chiese Virgina, ammiccando verso il punto in cui Sart e Loki erano spariti. Sara avampò.

“Bè ecco noi…io e Loki…oh si insomma…” cominciò a balbettare, facendo scoppiare a ridere Pepper. Le due arivarono vicino ad un gruppetto di persone, radunate a chiacchierare allegramente.

“Nat, Clint, vi affido Sara e vado a recuperare Tony!” esclamò Pepper, salutando i le due spie e sparendo.

“Ehilà ragazzi, quasi non vi riconoscevo, senza le tutine da spie!” li prese in giro Sara, salutandoli con calore.

“Sei uno schianto Sara, Loki non sarà mica geloso?” chiese Natasha, con un sorriso divertito.

Sara spalancò la bocca: come diavolo facevano tutti a saperlo? Clint parve leggerle nel pensiero perché ridacchiò e rispose: “Prenditela con Thor, abbiamo scoperto che è più pettegolo di una donna!” le spiegò indicando con un pollice il biondo che, a pochi passi di distanza parlava allegramente con il dottor Banner.

“Lo odio!” sibilò Sara, un po’ scocciata.

“Comunque, dove hai lasciato il povero Loki?” chiese Clint.

“Oh, non lo so è stato rapito da Stark appena siamo arrivati!” rispose Sara, alzando le spalle.

Intanto, dall’altra parte della sala, in un angolino appartato, Sartk aveva sbattuto Loki contro un muro ed ora gli stava di fronte con un cipiglio leggermente minaccioso.

“Da quanto?” gli chiese; Loki non capì a cosa si riferisse.

“Non capisco, da quanto cosa?” chiese, un filino preoccupato dal comportamento dell’uomo.

“Non prendermi per il culo, rock star mancata, da quanto tempo stai con Sara!” mormorò glaciale Tony.

Loki deglutì; si decisamente Iron Man lo stava spaventando.

“Da poco più di una settimana, più o meno. Perché?” chiese, ritrovando un po’ della sua antica parlantina.

“Parliamoci chiaro, Dio dei miei stivali. Non ho nulla contro di te o contro il vostro fidanzamento, anzi! Ma se poco poco Sara soffre a causa tua, Thanos sarà l’ultimo dei tuoi problemi. Ti è chiara l’antifona?” spiegò brevemente Stark, alzando un sopracciglio.

Loki annuì.

“Cristallina!” rispose. Stark, sorrise affabile.

“Bene allora! Forza godiamoci questa festa!” esclamò di nuovo allegro, spingendo Loki in mezzo alla calca di gente, che si ritrovò circondato da persone che non conosceva neanche di vista; il ragazzo si guardava intorno spaesato alla ricerca di facce conosciute, quando si ritrovò accanto Sara.

“Loki! Finalmente Tony ti ha mollato! Che voleva?” chiese curiosa la ragazza. Loki la guardò, con gli occhi leggermente sgranati.

“Sara, mi raccomando quando c’è Tony in giro fatti vedere sempre con un sorriso e allegra, ne va della mia vita!” la pregò il ragazzo. Sara lo guardò un attimo senza capire, poi scoppiò a ridere.

“Tony ti ha minacciato di morte vero?” chiese. Loki annuì.

“Tony…bè lui mi considera un po’ sua figlia. Vedi, mi sono sempre trovata bene con lui, di carattere ci prendiamo. Sotto gli strati di strafottenza, sarcasmo, cinismo, e arroganza, Tony ha un cuore d’oro. E con me l’ha mostrato subito. Ogni volta che…ne avevo bisogno mi rifugiavo da lui. È da quando ho dieci anni che ogni volta che ne ho bisogno vado da lui. Mi ascolta sempre e…non so come ha sempre la risposta giusta, che sia una battuta o un consiglio. È sempre stato molto protettivo nei miei confronti.” Spiegò la ragazza, con una nota affettuosa nella voce; Loki se ne accorse.

“Gli vuoi molto bene vero?” mormorò. Sara annuì, lo sguardo puntato proprio su Stark, che qualche metro davanti a lei stava parlando con degli uomini.

“Fury mi avrà pure adottato, ma quello che mi ha insegnato tutto è stato Tony.” Disse poi.

Loki guardò nella stessa direzione di Sara, annuendo. Capiva il grande affetto, seppur poco messo in vista, che legava quei due.

Dopo l’inizio un po’ minaccioso la serata continuò piacevolmente, tra allegria e risate; il tempo passò velocemente e arrivò la mezzanotte. Tony era salito su un tavolo con in mano una bottiglia di spumante e stava litigando parecchio per aprirla.

Mentre tutti quanti urlavano il conto alla rovescia, Loki si avvicinò silenzioso a Sara e le cinse la vita con un braccio tirandola a se e baciandola appassionatamente.

“Buon anno nuovo, piccola.” Le sussurrò a fior di labbra quando si separarono.

“Buon anno nuovo, amore.” Gli rispose lei.

*****

I giorni passarono velocemente, trasformandosi in mesi e l’inverno lasciò il posto alla primavera. Tutto era tranquillo. Sara e Loki, insieme ormai da quattro mesi, vivevano felicemente e senza alcun tipo di problema.

Thanos non si era più fatto vivo, e sebbene tutti gli Avengers continuassero a tenere i sensi all’erta, non c’erano stati problemi.

Insomma pace e tranquillità regnavano sovrane, ma presto le cose sarebbero cambiate. Presto quella pace sarebbe stata interrotta e la terra sarebbe nuovamente precipitata nel caos.

ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui con un chap nuovo, nonostante l’altro non abbia riscosso molto successo!! Che dite del’iper prottetività di Stark?? E della fine un po’ minacciosa?? Daiii fatemi sapereeee, altrimenti mi demoralizzo e smetto di pubblicare!!! A presto, un bacione, sesshy!!!

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Capitolo 17
*** La vigilia di una battaglia ***


Era una tiepida giornata d’aprile e il sole stava cominciando a diventare più caldo. Un uomo biondo si godeva quei raggi, lasciando che gli scaldassero il volto. Ad un certo punto, sentì due esili braccia cingergli il torace e una testa poggiarsi sulla sua schiena.

“Jane…” mormorò dolcemente Thor, ma lei lo interruppe.

“Shh…” sussurrò. I due rimasero così per un po’, godendo della reciproca compagnia, ma poi fu Jane ad interrompere il silenzio.

“Thor, è un po’ di tempo che sei strano. Che succede?” chiese la ragazza, separandosi da lui. Il dio sospirò, girandosi verso la sua amata.

“Non lo so Jane, non mi sento tranquillo. Sento che sta per succedere qualcosa, sento che…la Terra è nuovamente in pericolo.” Spiegò, poi guardandola.

“Thanos?” chiese lei. Thor annuì, circondandola in un abbraccio.

“Vorrei che tu…” iniziò a dire, ma lo interruppe.

“Ne abbiamo già parlato. Non me ne vado! Io resto qui con te!” esclamò, prendendo il volto del dio fra le mani.

“Ma se dovesse succederti qualcosa…” tentò nuovamente lui.

“E se dovesse succedere qualcosa a te? Come pensi che starei su ad Asgard, sapendo che sei qui a combattere?” nella voce di Jane c’era una nota di disperazione. Thor la guardò con amore, poi la baciò delicatamente. Le passò una mano dietro la nuca, fra i capelli, mentre l’altra scivolava lungo la sua schiena, procurandole leggeri brividi.

“Ti amo Jane Foster.” Mormorò Thor quando si separarono.

“Ti amo Thor Odinson.” Gli rispose lei.

****

Il sole stava per tramontare tingendo i palazzi di arancione; Loki camminava per le strade di New York godendosi il primo caldo; non amava particolarmente il freddo, preferiva l’estate. Il freddo rievocava troppi brutti ricordi.

Stava pensando proprio a questo quando se lo ritrovò di fronte: alto, più alto di un uomo normale, la pelle blu-azzurrina, gli occhi rossi. Davanti a lui c’era un Gigante di Ghiaccio.

Il ragazzo fece per scappare, senza poteri non poteva nulla contro quei mostri, ma il Gigante fu più veloce e lo afferrò per la gola, sollevandolo da terra; lo fissò con occhi malvagi.

“Il nostro signore Thanos mi manda a dirti che lui e i suoi alleati sono pronti. Domani la Terra verrà invasa da ogni creatura malvagia dei Nove Regni e oltre. Avete un giorno per prepararvi.” Detto questo il Gigante lo lasciò cadere a terra e sparì. Loki rimase fermo dov’era, incapace di credere a quelle parole. Un giorno…scosso da questa consapevolezza Loki si rialzò in piedi e fece una telefonata.

Dopo qualche secondo e qualche squillo andato a vuoto, finalmente Fury rispose.

“Domani. Thanos ci invaderà domani. E non è solo. Credo che con lui ci siano Giganti di Ghiaccio, Chitauri e ogni sorta di mostro.” Riuscì a dire, preso dal panico.

Fury non rispose, Loki sentì solo il digitare furioso di tasti e il capitano che sbraitava a destra e a manca.

“Bene, fra dieci minuti alla Stark Tower.” Fu la sola risposta che ricevette, poi Fury chiuse la chiamata. Loki fissò il cellulare, quasi disperato: la Stark Tower era dalla parte opposta rispetto al solo posto dove volesse andare; casa loro, da Sara. Costringendosi, si girò e cominciò a correre verso la Tower.

Vi arrivò in poco tempo, nello stesso istante in cui arrivavano anche Natasha e Clint, con cui si scambiarono la stessa occhiata. Poi i tre entrarono.

“Bene, ecco gli ultimi tre. Sarò breve signori, perché penso che ognuno di noi vorrà passare questo ultimo giorno di pace come gli pare.” Iniziò Fury appena li vide comparire.

“A breve Thanos e compagnia bella arriveranno qui. Date il meglio di voi, fatelo bene, e anche questa guerra finirà. Non credo che ci sia altro da dirvi e non voglio farvi perdere altro tempo prezioso perciò…arrivederci! Loki aspetta solo un secondo.” Fury chiamò il dio e gli porse una busta bianca.

“Non sono mai stato un sentimentalista. Puoi darla a Sara da parte mia? Te ne sarei molto grato.” Gli chiese porgendogliela. Loki lo guardò un secondo, senza capire, ma prese la busta.

“Gliela darò personalmente.” Lo rassicurò, andandosene. Uscendo dalla Tower si accorse che Nat e Clint lo stavano aspettando in macchina.

“Forza sali ti diamo un passaggio, così fai prima.” Gli spiegò Nat facendogli posto; Loki non se lo fece ripetere due volte e saltò in macchina. In pochi secondi si ritrovò davanti a casa sua.

“Grazie ragazzi!” esclamò saltando fuori e corse dentro l’ascensore; qui cercò di calmarsi, Sara non doveva vederlo agitato. Prese una profonda boccata d’aria e in quel momento l’ascensore si aprì. Loki entrò nell’appartamento, cercando Sara. La trovò in cucina intenta, come sempre, a preparare qualcosa.

Si soffermò a guardarla, senza essere visto, pensando a quanto quella ragazza lo aveva cambiato: gli aveva dimostrato che provare dei sentimenti diversi dall’odio e il rancore, non era una cosa da deboli; gli aveva insegnato a perdonare e, cosa più importante, gli aveva insegnato ad amare.

Sara si sentì osservata e girò lo sguardo verso di lui; appena lo vide gli regalò uno dei suoi sorrisi dolci e caldi. Loki si accorse, osservando i suoi occhi, che era da un po’ di tempo che le si illuminavano ogni volta che era felice.

“Ben tornato.” Lo salutò Sara. Loki non rispose, ma le si avvicinò e prendendola per i fianchi l’attirò a se baciandola con passione. Quando si separarono negli occhi del ragazzo passò un lampo di qualcosa di indefinibile, lampo che però non sfuggì a Sara.

“Loki? Tutto a posto?” gli chiese, accarezzandogli una guancia.

“Si certo. Cosa preparavi, sto morendo di fame.” Rispose velocemente, sviando l’argomento: non sarebbe riuscito a nascondere le sua preoccupazioni e angosce ancora a lungo.

Sara fece finta di niente.

“Pasta panna e salsiccia. Una cosina leggera, insomma.” Rispose. Loki rise della battuta, cominciando ad apparecchiare. In poco tempo fu tutto pronto e i due si misero a mangiare; fu una cena veloce e una volta finita, lavarono altrettanto velocemente i piatti. Mentre metteva apposto un piatto, Sara sentì che la spalla le formicolava, li dove c’erano le cicatrici. Emise un verso, infastidita. Loki se ne accorse.

“La spalla?” le chiese. Sara annuì, con una smorfia dolorante.

“È da un po’ che ti da fastidio, nonostante la crema.” Disse Loki avvicinandosi, per controllarla; le scostò la maglietta: grazie alla crema che Thor aveva riportato da Asgard le cicatrici si erano assottigliate e lasciavano intravedere il tatuaggio nascosto sotto di esse ma ora si erano un po’ infiammate e sembravano pulsare. Loki fece scorrere le dita sulla spalla, provocando leggeri brividi a Sara.

“Loki…” mormorò, ma le parole le si bloccarono in gola, perché il ragazzo si era chinato a baciarle la spalla, mentre le mani avevano preso ad accarezzarle la pancia, per salire sempre più su, fino a sfiorarle il seno.

A quel tocco Sara trasalì; dentro di lei stavano nascendo emozioni contrastanti: paura e desiderio che quel tocco si facesse più intenso.

Intanto una delle mani di Loki si era nuovamente spostata verso il basso, mentre il ragazzo aveva preso a baciarle il collo.

“Sara..” il suo nome sussurrato così vicino al suo orecchio le fece dimenticare ogni cosa; si girò impossessandosi della bocca di Loki; fece scivolare le mani lungo la schiena del ragazzo, fino ad arrivare alla fine della maglietta. Con gesto deciso gliela tolse, ritrovandosi ad ammirare il petto, non troppo muscoloso, di Loki. Sara cominciò a baciare il collo del ragazzo, scendendo poi lentamente lungo il petto, andando sempre più giù, togliendo il respiro a Loki. Sara prese ad armeggiare con la cintura, ma sentì una mano del ragazzo sopra la testa.

“Aspetta…non qui.” Sussurrò Loki, con la voce roca. La prese in braccio e Sara gli allacciò le gambe dietro alla schiena. Loki la portò nella sua camera e delicatamente la sdraiò sul letto,stendendosi sopra di lei, togliendole la maglietta. Si soffermò a guardarla.

“Sei bellissima.” Le disse, prima di baciarla. Una mano scivolò sul corpo della ragazza, andando ad armeggiare con il bottone dei jeans; dopo qualche secondo di lotta, finalmente Loki riuscì a slacciarli e a toglierli alla ragazza. Con una mano sfiorò l’intimità della ragazza, che incarnò leggermente la schiena a quel tocco. Quella vista fece impazzire Loki, che non resistette oltre e in pochi attimi eliminò anche la biancheria intima di Sara.

“Ehi, non vale però, tu hai ancora i pantaloni.” Mormorò, un po’ imbarazzata Sara, accorgendosi dello sguardo, quasi famelico di Loki, che sorrise maliziosamente a questa a affermazione.

“Sono diventati un po’ scomodi, potresti levarmeli?” Le chiese, alzandosi. Sara non se lo fece ripetere due volte e in pochi attimi pantaloni e mutande finirono per terra, insieme al resto dei vestiti.

Loki non ce la faceva più; voleva Sara, voleva farla sua e leggeva lo stesso desiderio negli occhi della sua donna; la fece ristendere sul letto, dandole un leggero bacio.

“Sara...io ti voglio.” Sussurrò, allargandole le gambe.

“Anche io Loki, ma…” Sara esitò e Loki se ne accorse.

“Hai paura?” le chiese. Sara annuì e Loki le sorrise dolcemente, avvicinando la testa alla sua e poggiando la fronte su quella di Sara.

“Ti amo.” Le sussurrò a fior di labbra, Loki, facendola trasalire: non gliel’aveva mai detto. Queste due semplici parole bastarono a cancellare ogni preoccupazione di Sara. Loki lo capì e si sistemò meglio. La baciò ancora; poi con una leggera spinta, entrò in lei. Sara sgranò gli occhi morse per sbaglio il labbro a Loki, per quell’improvviso dolore.

Un dolore che ben presto si trasformò in piacere, quando Loki cominciò a muoversi, prima piano, per far abituare la ragazza, poi sempre più velocemente.

Sara gli allacciò le braccia dietro al collo, assecondando i suoi movimenti. Ben presto il piacere raggiunse il suo culmine e vennero entrambi con un grido strozzato.

Loki si abbandonò su Sara, il respiro affannoso, mentre la ragazza lo stringeva ancora di più a se. Quando entrambi si furono calmati, Loki scivolò su un fianco e Sara si girò verso di lui.

“Ti amo anche io, Loki.” Gli disse.

ANGOLO AUTRICE

Ooooooooooooook, la guerra è (finalmente) vicinissima ma…ma…ma cosa fanno Loki e Sara?? Eheheheh bellini loro piccioncini!!!

Direi che questo è un po’ l’ultimo capitolo tranquillo e pacifico, e soprattutto dolcioso!!! Al prossimo! Sesshy!!!

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Capitolo 18
*** Tristi separazioni ***


I primi raggi di sole sorpresero Loki già sveglio, intento ad osservare intensamente il volto di Sara, che dormiva beatamente, con un sorriso stampato in faccia. Loki osservava ogni particolare della sua ragazza, memorizzandolo, per non dimenticarla mai.

Un’improvvisa rabbia lo portò a sbattere un pugno sul cuscino: rabbia verso se stesso, verso la sua sete di potere,che l’aveva portato ad allearsi con Thanos. Se non fosse stato così…così…non trovava le parole per descrivere se stesso, ma mai come in quel momento si era odiato così tanto.

Sara mormorò qualcosa nel sonno, muovendosi leggermente e cambiando posizione.

“Loki…” il ragazzo udì chiaramente il suo nome uscire dalla bocca della ragazza, ancora addormentata. Loki sentì una stretta al cuore: non voleva lasciarla, non senza la sicurezza che l’avrebbe rivista.

Sara mugolò ancora qualcosa nel sonno, poi lentamente cominciò a svegliarsi, aprendo con calma gli occhi. La ragazza si ritrovò faccia a faccia con Loki, che la guardava teneramente.

“Buongiorno, amore.” Mormorò Sara, sorridendo e raggomitolandosi più vicina al ragazzo, che la abbracciò stretta.

“Buongiorno, piccola.” Le sussurrò fra i capelli, depositandole poi un bacio sulla testa. I due rimasero per qualche minuto così, semplicemente abbracciati a farsi due coccole.

“Che dici, ci alziamo?” chiese dopo un po’ Sara, ma Loki scosse la testa.

“Non ancora, ti prego. Rimaniamo ancora un po’ così.” Loki non allentò la presa anzi se possibile strinse ancora di più a se la ragazza.

“Va bene.” Esclamò, Sara, con un sorriso. Loki le accarezzò il viso e Sara si accorse che la guardava in modo strano.

“Cosa c’è?” gli chiese Sara, non capendo quel suo sguardo, ma Loki le posò un dito sulle labbra, scuotendo la testa.

“Sei bellissima Sara. E io ti amo.” C’era qualcosa nella voce di Loki che spaventò Sara. Era tristezza, rimpianto.

“Loki, cosa...” stava per chiedere ma il ragazzo si alzò dal letto, infilandosi un paio di pantaloni, trovati per caso, andando ad appoggiarsi con un braccio sullo stipite della porta.

Sara lo seguì con lo sguardo, poi si alzò anche lei, infilandosi la maglietta del ragazzo, che le arrivava poco sopra al ginocchio e lo raggiunse, abbracciandolo da dietro e poggiando la testa sulla sua schiena.

Proprio perché si trovava dietro di Loki che non vide il bagliore azzurro che comparì sul balcone. Ma Loki lo vide, lo vide eccome e un sospiro triste gli sfuggì dalle labbra. Si voltò velocemente e baciò Sara, a cui sembrò più un bacio d’addio.

Quando si separarono, Sara giurò di vedere gli occhi di Loki velati di lacrime.

“Perdonami, Sara.” Fu l’ultima cosa che la ragazza udì, prima che tutto diventasse nero. Loki la prese tra le braccia prima che cadesse e poi si voltò verso Thor.

“Grazie, fratello.” Disse, lasciando che il biondo prendesse Sara in braccio. Loki la guardò ancora per qualche momento, accarezzandole la guancia, sperando vivamente che non fosse l’ultima volta. Poi sentendo che non sarebbe riuscito a resistere oltre, fece qualche passo indietro guardando il fratello.

“Vai.” Gli disse. Thor annuì soltanto, girando la maniglia del Tesseract e fu subito avvolto dalla consueta luce azzurrina; Loki rimase fermo a guardare il fratello sparire con la donna che amava, serrando i pungi fino a farseli sanguinare.

“Non è un addio. Non lo è.” Mormorò, andandosi a preparare; si stava vestendo quando l’ascensore si aprì e Tony entrò nella casa, reggendo qualcosa avvolto in un panno.

“Ehi Loki, ti ho portato quello che mi avevi chiesto. Mi dispiace di non aver avuto il tempo di collaudarla. Però è facile da usare.” Urlò addentandosi nella casa, cercando il ragazzo.

Loki si affacciò dalla sua stanza.

“Sono qui Stark. Grazie, poggiala sul divano.” Gli disse. Tony si guardò intorno, come cercando qualcosa, o meglio qualcuno.

“Ho già affidato Sara a Thor, Tony.” Rispose Loki alla muta domanda del miliardario, che si voltò a guardarlo, annuendo.

“Per una volta, sono d’accordo con la tua scelta, piccolo cervo. Hai fatto bene.” Disse Tony avvicinandosi e poggiandogli una mano sulla spalla.

“La rivedrai.” Gli disse seriamente, guardandolo dritto negli occhi; sembrava quasi una promessa.

Loki sorrise impercettibilmente.

“Grazie, Tony.” Rispose.

ANGOLO AUTRICE

E bon pacchetto Sara è stato spedito su Asgard, i nostri eroi e amici si preparano all’arrivo dei cattivi!! E Sara?? il suo risveglio su Asgard come sarà?? Eheheh ricco di sorprese questo ve lo posso anticipare!!!

Bè, fatemi sapere che ne pensate!! Al prossimo chap, sesshy!

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Capitolo 19
*** Risveglio su Asgard ***


Asgard era immersa nel silenzio più assoluto quando Thor arrivò nella sua stanza. Sara era ancora svenuta tra le sue braccia ed il Dio si affrettò a adagiarla sul letto. In quel momento entrò nella stanza Frigga.

“Thor, figlio mio! Non poteva accadere in un momento peggiore! Tuo padre è appena caduto nel suo Sonno, non potrà venire su Midgar con te!” esclamò la Regina, la disperazione palpabile nella sua voce.

Thor coprì con grandi falcate la distanza che li separava e la strinse in un forte abbraccio.

“Madre, non vi preoccupate. Andrà tutto bene.Voi, vi prego, occupatevi di Sara. E tenere al sicuro il Tesseract.” Rispose il ragazzo, continuando a stringere la donna.

“Ma si, di questo puoi stare certo!” esclamò lei liberandosi da quella stretta, leggermente più tranquilla.

“Va figlio mio, Midgar ha di nuovo bisogno di te! Thor…bada a Loki. Quando questa guerra sarà finita, vorrò abbracciare entrambi i miei figli.” Disse risoluta Frigga. Thor annuì, poi si separò dalla madre e si voltò verso il suo letto, avvicinandosi si chinò su Sara.

“Ti giuro che baderò a Loki.” Le sussurrò, prima di uscire definitivamente dalla stanza e raggiungere i suoi amici sul Bifrost, ormai interamente ricostruito.

Thor li guardò uno ad uno con un sorriso.

“Vi ringrazio amici miei. Vi prego proteggete Asgard e il popolo in mia assenza! ” Disse poi. Un sorriso quasi feroce comparve sul volto di Sif.

“Era da troppo tempo che eravamo inattivi. Grazie a te, per questa opportunità! Proteggeremo Asgard!” rispose la Valchiria. Gli altri annuirono.

****

Sussurri intorno a lei, voci confuse e buio, tanto buio. Ma quelle voci sussurranti sembravano chiamarla; si sforzò di capire cosa le stavano dicendo, ma erano talmente tante e tutte sovrapposte che non riusciva a distinguerle. E poi, le sembrava che non tutte parlassero la stessa lingua, a tratti coglieva parole in una lingua che non riusciva a comprendere.

Di una cosa era però certa: doveva svegliarsi, lo sapeva e quelle voci stavano facendo di tutto per farle aprire gli occhi. Decise che era stufa di stare in mezzo a quel buio assoluto e con un immenso sforzo riaprì gli occhi…

…e una luce accecante la colpì, dandole fastidio. Sara rimase per qualche istante accecata, battendo ripetutamente gli occhi per cercare di riacquistare la vista. Appena ci riuscì si accorse di non stare più nella sua stanza.

Era distesa su un letto enorme, in una stanza altrettanto grande. Si tirò su sui gomiti guardandosi intorno con la bocca spalancata.

“Sei ad Asgard.” Disse una voce femminile accanto a lei, rispondendo alla sua muta domanda. Sara si voltò in direzione della voce e incontrò lo sguardo un po’ freddo e duro di una donna.

“Sei ad Asgard…” ripetè la donna. “Ed io sono Frigga, madre di Thor e Loki.” Rispose alla seconda domanda di Sara.

“Asgard…” mormorò Sara confusa; poi il suo sguardo si fece duro e rabbioso.

“Io Loki lo ammazzo.” Sibilò furiosa: ricordava la sua faccia prima di svenire, ed era sicura che c’entrava lui col suo svenimento.

“Loki ha deciso di portarti qui per la tua sicurezza. Thanos non è un nemico qualunque, voleva che tu fossi in un posto sicuro durante la battaglia.” Spiegò Frigga, senza minimamente scomporsi.

A quelle parole Sara avampò di rabbia: battaglia? Thanos? Che diavolo stava succedendo? Perché nessuno le aveva detto nulla?

“Che diavolo sta succedendo? Chi è Thanos? Che battaglia?” gridò rabbiosa, alzandosi a sedere.

“Calmati midgardiana!” ma la voce imperiosa di Frigga non bastò a placare l’ira di Sara, che si alzò e cominciò a camminare per la stanza.

“Calmarmi? Calmarmi? Se qualcuno si prendesse la briga di dirmi quello che sta succedendo! E poi chi è che continua a chiamarmi!” esclamò, alzando sempre di più la voce. Frigga ascoltò quello sfogo impassibile, poi quando Sara finì di parlare si alzò anche lei e andò di fronte alla ragazza, prendendola per le spalle e fissando i suoi occhi. A Sara sembrò che Frigga stesse leggendo il profondo della sua anima e non potè resistere oltre a quell’occhiata indagatrice, così distolse i suoi occhi. Si scoprì stranamente più calma.

“Quando mio figlio Loki si lasciò cadere dal Bifrost distrutto, vagò per molti Regni e infine incontrò Thanos. Strinse con lui un’alleanza. Loki avrebbe dovuto consegnare il Tesseract a Thanos, ma fallì. Ed ora Thanos ha giurato vendetta e voleva te, per far soffrire Loki. È per questo che sei qui; Loki ha deciso di farti portare qui ad Asgard per la tua incolumità. Non so perché abbia deciso di tacerti la verità, ma suppongo fosse sempre per il tuo bene.” Spiegò brevemente Frigga, senza mai lasciarla andare. Sara ascoltò tutto in silenzio e quando finì di spiegare ebbe una fitta al cuore, che non aveva nulla a che vedere con la rabbia.

Lentamente Frigga la lasciò andare e Sara crollò in ginocchio.

“Quanto…quanto è potente Thanos?” sussurrò, sentendo la paura crescere dentro di lei. Frigga la guardò prima di rispondere: avrebbe voluto rassicurarla, ma come poteva quando era lei la rima ad essere preoccupata?

“Molto. Anche Odino lo teme.” Rispose infine. Sara tremò e si strinse le braccia intorno al corpo. Frigga la guardò con amore e poi s’inginocchiò e l’abbracciò stretta; Sara si lasciò cullare da quelle braccia, chiudendo gli occhi.

Solo tu puoi sconfiggere Thanos. Chiedi di andare nella Sala delle Armi.” Sara si scostò bruscamente da quell’abbracciando guardando Frigga.

“Cosa? Cos’ha detto?” chiese alla Madre degli Dei. Frigga la guardò senza capire.

“Non ho detto nulla.” Ma Sara aveva già capito che non poteva essere stata lei a parlare: la voce che aveva parlato era diversa.

“Ho sentito una voce, nella mia testa. Diceva che solo io posso sconfiggere Thanos, e di farmi portare nella Sala delle Armi.” Spiegò Sara.

Frigga si alzò in piedi, con una strana espressione in faccia; annuì e le fece segno di seguirla.

Sara si alzò, chiedendosi cosa volesse dire quella frase e chi l’avesse pronunciata.

ANGOLO AUTRICE

Mm bene bene. La Sala delle Armi? Strane voci in testa a Sara? e mo che succederà?? Eheh non vi resta che continuare a seguirmi!!

Un grazie enorme a Darken e a Blu Notte che mi seguono con santa pazienza!!! Grazie grazie grazie!

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Capitolo 20
*** Comincia la battaglia ***


Un silenzio irreale regnava sulla Terra; tutto era calmo, immobile, come in attesa di qualcosa. Le vie di New York era sgombre, tutta la zona era stata evacuata; restavano solo dodici persone sparse sulla strada o posizionate sui tetti.

La tensione era palpabile nell’aria, si poteva fare a fette con un coltello.

“Vorrei sapere quanto ancora ci farà aspettare!” Sbottò ad un certo punto il dottor Banner.

“Già, sono stanco di aspettare.” Concordò Steve.

“Magari il nostro amico Thanos ci ha ripensato e ha deciso di non invaderci.” La buttò sullo scherzo Stark.

“Eravate stanchi di aspettare? Eccovi accontentati.” Mormorò Loki alzandosi da terra e fissando un punto. Thor gli si fece vicino e guardò nella stessa direzione di Loki, sgranando gli occhi.

“Loki, ma quello è…” disse stupito.

“Già.” Un ghigno feroce comparve sulle labbra di Loki; davanti a loro si ergeva un Gigante di Ghiaccio. Non un Gigante qualunque, ma Laufey in persona. Loki lo guardò con odio e disprezzo. Ma poi un rumore alla sua sinistra lo costrinse a distogliere lo sguardo: altri Giganti di Ghiaccio stavano comparendo, accompagnati dai Chitauri e da altre creature orribili.

Gli otto si guardarono intorno , rendendosi conto che forse l’attesa era meglio dello spettacolo che gli si parava davanti.

“Bè signori, direi che si comincia.” Esclamò Fury estraendo una pistola e sparando.

****

Sara e Frigga percorrevano a grandi falcate i corridoi del grande palazzo Reale, dirette verso la Sala delle Armi.

Nessuna delle due parlava, ma si poteva avvertire una certa tensione fra le due: Sara rimuginava sul significato della frase che aveva sentito dentro la sua testa, chiedendosi che l’avesse detta e soprattutto in che modo lei avrebbe sconfitto Thanos.

Le de donne camminarono in silenzio fino a che non si trovarono davanti ad una porta; qui Frigga si voltò e prese un profondo respiro.

“Voglio che tu sappia che questa stanza è accessibile solo ad Odino e hai suoi figli. Ma…vista la situazione credo che si potrà fare un eccezione. Ed ora, seguimi.” Spiegò velocemente Frigga, aprendo poi le porte.

Non appena queste si furono spalancate, Sara si rese conto che le voci dentro la sua testa erano tornate. Prendendo un bel respiro, Sara entrò. Le voci si fecero più forti e Sara capì, improvvisamente, che quelle voce la stavano chiamando; chiamavano il suo nome , la incitavano a cercarle.

“Mi stanno chiamando. Qualcuno, mi sta chiamando da quando sono qui.” Sussurrò Sara più a se stessa, facendo un passo avanti, entrando nella stanza.

****

Loki schivò l’ennesimo colpo gettandosi a terra e rotolando su un fianco; si rialzò velocemente e cercò di visualizzare il suo nemico.

“Sei mio.” Sussurrò appena lo individuò: alzò l’arma che Tony gli aveva costruito e sparò. Una sfera di pura energia partì e colpì in pieno il Chitauro , disintegrandolo. Loki guardò ammirato l’arma.

“Devo ricordarmi di ringraziare Stark.” Mormorò a se stesso, ma in quel momento sentì un dolore terribile al fianco sinistro e gli cedette un ginocchio. Si trattenne dall’urlare dal dolore e si tocco il fianco, scoprendo poi che la sua mano era ricoperta di sangue.

“Maledizione.” Mormorò fra i denti, alzandosi e cercando chi l’aveva colpito; aveva individuato il Gigante di Ghiaccio che l’aveva colpito quando Stark gli atterrò davanti e con un solo colpo lo uccise.

“Odio le persone che attaccano alle spalle. Stai bene, piccolo cervo?” gli chiese, avvicinandosi. Loki annuì ma nel farlo una smorfia di dolore gli attraversò il volto.

“Sto bene, tranquillo, è solo un taglio.” Si affrettò a dire, notando la faccia sospettosa di Tony.

“Comunque, grazie. Quest’arma è formidabile.” Gli disse poi. Stark ghignò ironico.

“Ovviamente, è una mia creazione. Poteva essere qualcosa di meno di formidabile?” disse ironico.

Loki alzò gli occhi al cielo, poi al’improvviso scansò Stark che finì per terra; il miliardario si rialzò confuso, poi notò il corpo di un essere sconosciuto finire per terra.

“Scusa per la poca delicatezza.” Esclamò Loki.

“Figurati, grazie!” rispose Stark, alzando poi lo sguardo al cielo, dove qualcosa di paragonabile a grossi pipistrelli con artigli e zanne affilate, venivano abbattuti da Thor e Clint, che erano in evidente difficoltà.

“Bè credo che andrò a dare una mano a Legolas e al tuo caro fratello. Ci vediamo piccolo cervo!” esclamò, alzandosi in volo.

Loki lo guardò salire e raggiungere gli altri due, poi si guardò intorno: tutti quanti stavano combattendo, stavano dando il meglio di se, ma i nemici sembravano apparire dal nulla e loro cominciavano a sentirsi stanchi. E per di più Thanos non era ancora comparso. Guardandosi intorno Loki si chiese se sarebbero stati in grado di proteggere la Terra.

Poi un altro pensiero gli attraversò la mente, un pensiero atroce: avrebbe mai rivisto Sara?

ANGOLO AUTRICE

Et voila!!! Ed anche il ventesimo capitolo è andato! Adesso le cose cominciano a farsi dure, chissà come andrà a finire? Muahahahah continuate a seguirmi per saperlo!! Bacioni a tutte!! Sesshy!

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Capitolo 21
*** Cominciando a capire ***


Sara fece un passo avanti, poi un altro e un altro ancora, addentrandosi sempre di più nella Sala delle Armi. Le voci dentro la sua testa erano aumentate di tono e ad ogni passo che faceva in più dentro la Sala, continuavano ad aumentare.

Frigga la lasciò entrare, seguendola con lo sguardo, incerte se seguirla oppure no: in fondo in quella sala potevano entrare solo Odino, Thor e Loki. Ma poi vedere Sara continuare ad avanzare, come se fosse in trance, spinse Frigga a seguirla.

Percorsero buona parte della Sala ma ad un certo punto Sara svoltò bruscamente, finendo in un angolo più nascosto e appartato.

Frigga trattenne il fiato: riconosceva quel posto, c’era stata una sola volta, dietro invito di Odino, per nascondere una cosa.

Intanto Sara si era fermata davanti ad una parete, apparentemente senza motivo; eppure le voci dentro la sua testa stavano quasi urlando, qualunque cosa avesse dovuto cercare, si trovava li. Ma dove? Dove? Sara fissò a lungo la parete e poi capì…

“Madre degli Dei…” chiamò. Frigga si avvicinò di qualche passo, rimanendo in silenzio.

“Cosa è nascosto dentro questa parete?” chiese la ragazza a bruciapelo facendo trasalire Frigga. Com’era possibile che lei sapesse? Sara attendeva una risposta e Frigga si affrettò a raccontare.

“Un oggetto, lasciato qui da due…creature.” Disse, non sapendo da dove cominciare.

Non appena finì di parlare, Sara vide chiaramente davanti a se due occhi, di un insolito colore rosso. Ma fu un lampo, un istante e subito dopo si ritrovò a fissare la parete.

“Come…come si chiamavano? Le due creature, dico.” Chiese di nuovo, sentendo che il cuore cominciava a batterle forte, come se da quella risposta dipendessero molte cose. Sentì qualcosa premere ai margini della sua coscienza, qualcosa che spingeva prepotentemente per impossessarsi di lei, ma Sara si concentrò per tenere quel qualcosa a bada e rimanere concentrata.

Frigga non rispose subito, ma guardò la ragazza, mentre un’idea si affacciava nella sua mente; un’idea assurda certo, ma non per questo improbabile. Prese un bel respiro prima di rispondere.

“Yaela e Sephorus.”

Fu in quel momento che quel qualcosa irruppe nella mente di Sara, che si accorse che erano ricordi, semplici ricordi. Lasciò che irrompessero dentro di lei, lasciò che la portassero indietro nel tempo…

precisamente a 22 anni prima. Era una scura e fredda notte d’inverno. Pioveva a dirotto e ogni tanto un lampo squarciava il cielo, illuminando la notte.

Fu proprio uno di questi lampi a illuminare due figura incappucciate che si muovevano velocemente per le strade; una delle due figure stringeva un fagotto in mano. Si fermarono davanti ad un portone, col fiato grosso.

“Sephorus, sei sicuro che sia questo?” chiese una delle due figure, rivelando una voce femminile.

“ Si, Yaela. È qui che dobbiamo lasciarla.” Rispose l’altro, facendo una carezza alla piccola tra le braccia di Yaela, che seguì quel gesto con sguardo amorevole.

“È la cosa giusta da fare Sephorus. Qui sarà al sicuro da Thanos.” Disse,anche se la sua voce era leggermente incrinata. Sephorus se ne accorse, e stinse un pugno.

“Questo non lo rende più facile.” Sussurrò rabbioso. Yaela gli prese una mano e lo guardò con amore. Sphorus la guardò negli occhi e si accorse che erano pieni di lacrime. Questo lo riscosse più di ogni altra cosa: non aveva mai visto Yaela piangere.

“Yaela, amore mio!” esclamò abbracciandola. I due rimasero stretti per un po’, consolandosi e dandosi forza a vicenda.

Si separarono poco dopo e Yaela prese un bel respiro, depositando la piccola sullo stipite della porta, poi fece qualche passo indietro e si affiancò al marito. Entrambi alzarono la mano sinistra verso la bambina, che fu sollevata da terra. Una luce bianca cominciò a scaturire dal corpo della bambina: sembrava come se Yaela e Sephorus volessero risucchiare qualcosa dalla neonata. i due continuarono così per un po’, poi all’improvviso la luce si fece più intensa e poi sparì.

Yaela e Sephorus crollarono a terra esausti.

“Yaela, guarda.” Mormorò Sephorus alzandosi e aiutando la sua compagna. Anche Yaela se ne accorse: davanti a loro, sospeso a mezz’aria c’era un oggetto. Sephorus lo prese tra le mani, mentre Yaela controllava che la bambina stesse bene.

“Sephorus!” esclamò inorridita, guardando la spalla della bambina: laddove c’era il tatuaggio simbolo dei poteri della bimba, si stavano formando delle cicatrici.

Sephorus si avvicinò e guardò attentamente le cicatrici.

“I suoi poteri ora sono sigillati. E questo…” disse mostrando a Yaela uno strano cerchio, tagliato da due linee perpendicolari tra loro.

“…è il sigillo. Lo lasceremo su Asgard, dove Thanos non potrà mai trovarlo!” spiegò Sephours.

“Sarà al sicuro? Thanos non la troverà qui vero?” chiese Yaela con un filo di voce, cullando con amore la figlia.

“I suoi immensi poteri adesso sono sigillati e fino a che rimarranno tali Sirah sarà al sicuro.”rispose Sephorus.

Yaela annuì, poi lentamente lasciò per terra la piccola Sirah e le diede un ultimo sguardo. Poi si alzò e andò di fronte al marito e lo abbracciò stretto.

Sephorus ricambiò la stretta e lanciò un ultimo sguardo alla figlia, poi entrambi furono avvolti da una luce azzurra e sparirono…

e Sara si trovò di nuovo nella Sala delle Armi, davanti alla parete. Si accorse di essere caduta in ginocchio e di stare tremando. Si strinse le spalle, per far smettere quel tremolio. Chiuse gli occhi, cercando di dare un senso a quello che aveva visto.

“Fr-Frigga…” si schiarì la voce, per eliminare quel maledetto balbettio.

“Frigga, come faccio a prendere il sigillo?” chiese, constatando con sollievo che la sua voce era più ferma e decisa.

Frigga sgranò gli occhi, stupita. I suoi sospetti erano stati appena confermati.

“Tocca la parete. Se veramente ti appartiene, allora verrà da te.” Mormorò.

Sara annuì e poi si alzò in piedi; stese la mano sinistra e stava per toccare la parete quando esitò: e se il Sigillo non le fosse appartenuto? Se la bambina che aveva visto non fosse stata lei? In fondo la bambina che aveva visto si chiamava Sirah. Ma poi le tornarono in mente le cicatrici che aveva visto sulla spalla della piccolina: erano identiche alle sue.

Ogni esitazione svanì e Sara toccò la parete, che subito s’illuminò, cominciando a svanire.

ANGOLO AUTRICE

Et voilà, un piccolo scorcio del passato di Sara, che finalmente comincia a capire chi è! Bè che ne pensate? Dai daiiii recensiteee mi mancate!!!! Un bacione a tutte!!!

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Capitolo 22
*** Mentre infuria la battaglia ***


Il Sigillo era li, sospeso a mezz’aria davanti a lei, ma Sara esitava a prenderlo. Aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere, aveva paura del dopo. Ricordava ancora le parole di Sephours, suo padre: “ Finche i suoi immensi poteri rimarranno sigillati, Thanos non potrà trovarla.” Se lei prendeva il Sigillo questo avrebbe risvegliato i suoi poteri e allora cosa sarebbe successo?

“Sara…tu sei l’unica in grado di sconfiggere Thanos. Tu…tu porti su di te il Simbolo della Magia Elementale.“ la voce di Frigga gli giunse lontana, ma la riscosse dai suoi pensieri. Lentamente si voltò verso la Madre degli Dei, con una muta domanda stampata in faccia.

Frigga annuì, poi prese un bel respiro e cominciò a raccontare:

“Molto, molto tempo fa uno dei più potenti Stregoni di tutti i Regni profetizzò che sarebbe nato…un mostro, che avrebbe terrorizzato l’intero universo. Tutti noi ci preparammo ad affrontare questo mostro, ma Pilgrim, lo Stregone, non si fermò. Disse anche che sarebbe giunto chi sarebbe stato in grado di sconfiggere Thanos, e che sarebbe stato marchiato con il Simbolo della Magia Elementale. Qualche tempo dopo, Thanos fece la sua comparsa e cominciò a seminare morte, dolore e distruzione. Era inarrestabile, molti dei più valorosi guerrieri persero la vita nel tentativo di fermarlo. Tutti…tranne due…”

“Sephorus eYaela.” Disse Sara e Frigga annuì, poi ricominciò a raccontare.

“Erano i soli due che riuscivano a tenergli testa, ma non riuscivano mai a vincerlo del tutto. Passarono moltissimi anni a combatterlo e alla fine,s’innamorarono. Poco tempo dopo Yaela scoprì di aspettare una bambina e sia lei che Sephorus si rifugiarono qui ad Asgard. Quando nascesti, sulla tua spalla avevi impresso il Simbolo. Sia Sephorus che Yaela avevano ascoltato la profezia e temevano per la tua vita; Thanos era in grado di rintracciare i tuoi poteri, fu per questo che decisero di sigillarli e di lasciarti sulla Terra. Una volta che tu fosti al sicuro, affrontarono Thanos per l’ultima volta, riuscendo a delegarlo in un pianeta remoto.” Frigga terminò il suo racconto con una punta di tristezza nella voce; aveva voluto bene sia a Sephorus sia a Yaela, arrivando quasi a considerarli come dei figli.

“E voi, voi lo sapevate? Sapevate che ero?” l’urlo furioso di Sara la distolse dai suoi pensieri.

“L’abbiamo sempre saputo.” Le rispose.

“Perché non me l’avete mai detto? Perché mi avete lasciato sulla Terra? Perché…” ma lo sfogo arrabbiato di Sara fu interrotto da Frigga.

“Sulla Terra eri al sicuro! Qui saresti sempre stata richiamata dal Sigillo! E prima o poi l’avresti trovato e allora Thanos ti sarebbe piombato sul collo!” esclamò la Madre degli Dei, cominciando ad alterarsi.

Sara stava per ribattere ma ci ripensò e si girò a guardare il Sigillo. Il silenziò calò nella Sala, un silenzio carico di attesa. Sara sapeva cosa doveva fare, lo sapeva, ma aveva comunque paura. Ma poi pensò a Loki, pensò alla Terra, pensò a tutte le persone che, a modo loro, le volevano bene: ed ogni paura sparì dal suo cuore.

“Adesso è il momento giusto, non è vero Madre degli dei?” chiese e Frigga capì a cosa si riferiva.

“Si, adesso è il momento giusto.” Le rispose.

Sara annuì, inspirò profondamente e poi con una mossa decisa afferrò il Sigillo; un dolore lancinante le esplose sulla spalla.

***

Un dolore lancinante gli esplose sulla spalla; trattenne a stento un grido. Si portò una mano sulla parte lesa e si scoprì sanguinante. Qualunque cosa l’avesse colpito era abbastanza potente da trapassare l’armatura.

Stark si guardò intorno preoccupato, certo che il qualcosa che l’aveva colpito fosse ancora li intorno pronto per finire il lavoro che aveva iniziato.

Fu un attimo: sentì qualcosa sibilargli pericolosamente vicino al volto e poi una sorta di verso strozzato dietro di se e si voltò ritrovandosi faccia a faccia con il peggior mostro che avesse mai visto. Mostro che lo avrebbe di sicuro ammazzato se non fosse stato per quella freccia piantata in mezzo agli occhi.

Tony rimase a fissarlo, fino a che questo non cadde per terra. Deglutì a fatica alzando lo sguardo al cielo ed individuando Clint.

“Grazie Legolas!” gli urlò, constatando che Clint gli aveva appena salvato la vita. Poi attivo i motori e si alzò in volo pronto a continuare a combattere.

Tony si guardò intorno valutando dove fosse necessaria la sua presenza: Thor stava combattendo contro un gruppo piuttosto assortito di mostri, ma se la cavava piuttosto bene considerando anche la sua faccia soddisfatta.

Fury e Natasha sembravano in difficoltà: la rossa era a terra e non riusciva a rimettersi in piedi sovrastata com’era da almeno tre creature, e Fury non era in grado di aiutarla, dato che era impegnato anche lui. Stark stava per andare in soccorso di Vedova Nera, quando un oggetto volante non meglio identificato colpì in pieno i mostri, scagliandoli lontano.

Poco dopo apparve Rogers.

“Ma allora sono inutile!” esclamò leggermente stizzito Stark, vedendo che tutti se la cavavano.

“Bè veramente una mano non mi farebbe schifo!” gli rispose Clint, grazie agli auricolari.

“Ottimo Legolas volo subito da te!” rispose Tony, invertendo la rotta e dirigendosi verso il tetto dove si era posizionato Occhi di Falco.

****

La spalla le faceva un male cane, era come se qualcuno le stesse sfilando dal corpo centinaia di coltelli. Una luce bianca accecante era scaturita dal Sigillo e l’aveva avvolta non appena l’aveva afferrato.

Strinse i denti e si obbligò a non urlare, ma il dolore crebbe d’intensità e dopo l’ennesima fitta che le trapassava la spalla, Sara non ce la fece più e cominciò ad urlare.

Frigga trasalì sentendo le urla della ragazza, ma non osò avvicinarsi. Rimase li ferma e impotente, sperando che andasse tutto bene.

Lentamente, molto lentamente, Sara sentì che il dolore diminuiva e che la luce si stava spegnendo. Insieme al dolore diminuirono anche le urla della ragazza, che chiuse la bocca e strinse i denti, lasciandosi solo scappare qualche verso infastidito.

La luce si era ormai quasi del tutto dissolta e Sara fu colpita da una nuova improvvisa consapevolezza: era cambiata, sia fisicamente, che dentro di lei. Si sentiva più...più completa

Appena la luce sparì del tutto, Frigga trattenne il fiato. Deglutì a fatica un paio di volte e poi finalmente ritrovò la voce per parlare.

“Sara?” chiese in un sussurro incerto. Non ottenne risposta.

“Sara?” provò di nuovo, questa volta più forte e con meno incertezze. Lentamente la ragazza davanti a lei si girò e Frigga si sentì mancare: due occhi rossi come il fuoco la stavano fissando.

ANGOLO AUTRICE

Eccomiiiii!!!! Bè? Allora? Vi piace la storia di Sara, che si sta facendo sempre più chiara?? Finalmente la nostra amica ha uno scopo! E intanto la battaglia sulla terra imperversa!! Considerando che la maggior parte della storia è già scritta, cercherò di aggiornare il più in fretta possibile!!! Bè un bacione enorme a tutte!!! La vostra sessholina!

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Capitolo 23
*** Oscura potenza ***


Sentiva il potere ribollire dentro di lei; si sentiva forte, invincibile, invulnerabile. Thanos? Che la cercasse pure lei lo avrebbe disintegrato!

***

Loki sentì come se qualcosa gli avesse trapassato la testa da parte a parte e seppe in quel preciso istante che era successo qualcosa a Sara. Si dimenticò della battaglia, si dimenticò dei nemici e si concentrò su la sua ragazza. Era vero, non aveva più i suoi poteri, ma lui e Sara erano in qualche modo collegati da qualcosa di più forte di un mero potere.

Vide il volto della ragazza davanti a se e si concentrò su i suoi occhi; ma appena provò a focalizzarli fu come respinto indietro.

“SARA!” riuscì solamente a gridare, prima che l’immagine svanisse del tutto. Loki riaprì gli occhi, terrorizzato: era certo di aver visto quegli occhi diventare rossi.

***

La sua mente era un ribollire di rabbia e di deliri di onnipotenza, ma in tutta quell’oscurità le balenarono davanti due occhi insolitamente chiari ed espressivi; due occhi che era sicura di aver già visto. Ma fu un attimo perché subito le tenebre si richiusero cancellando quei meraviglio occhi chiari.

E poi lontano, estremamente lontano, sentì che qualcuno la chiamava. Non riusciva a riconoscere chi la stesse chiamando, ma era sicura di conoscere già quella voce, così come già conosceva quegli occhi. Una fastidiosa sensazione le s’insinuò nella testa: doveva sapere di chi fossero gli occhi e a chi appartenesse la voce, perché si era appena resa conto che erano molto più importanti di ogni qualsiasi potere.

Si concentrò, si sforzò e finalmente, con una lentezza esasperante le tenebre poco a poco si diradarono e finalmente potè di nuovo ammirare quegli occhi verdi-azzurrini. Occhi che esprimevano amore, occhi che appartenevano a…

“…Loki!” con un estremo sforzo finalmente riuscì a pronunciare il suo nome e le tenebre svanirono all’istante lasciandola libera.

Sara tornò in se stessa talmente tanto rapidamente che barcollò e rischiò di cadere, ma per fortuna recuperò l’equilibrio e riuscì a rimanere in piedi.

Respirava affannosamente e si portò una mano alla testa. Era ancora sconvolta per le sensazioni che aveva provato poco fa; era come se fosse diventate improvvisamente…malvagia.

“Sara?” chiamò per la terza volt Frigga, che era rimasta a guardare la battaglia interiore della ragazza, sentendosi inutile.

La ragazza la guardò spaesata, ma Frigga tirò un sospiro di sollievo: i suoi occhi erano di nuovo del consueto color nocciola.

“Frigga…io…non ho fatto del male a nessuno vero?” chiese Sara, quasi piangendo. Frigga l’abbracciò di slancio, stingendola forte.

“No, sta tranquilla cara, non hai fatto del male a nessuno.” Le sussurrò accarezzandole i capelli. Sara si lasciò cullare ancora per un po’, e mentre si lasciava stingere da quelle braccia così materne, sentì una nuova consapevolezza crescere dentro di lei. doveva andare sulla Terra, doveva tornare e aiutare gli altri. Solo lei poteva distruggere Thanos.

Lentamente si separò da Frigga e la guardò negli occhi; la Madre degli Dei vi lesse tanta, tanta determinazione.

“Frigga io..”

“Lo so.” Rispose Frigga, prima che Sara terminasse la frase.

“Hai decisamente bisogno di Himidall. Forza andiamo!” disse cominciando a camminare per uscire dalla sala.

****

Intorno a loro regnava solo distruzione, terrore e morte; le strade erano piene di cadaveri e macerie e loro erano ormai allo stremo delle forze. I nemici sembravano infiniti e ancora non era arrivato Thanos: ormai era chiaro a tutti che quella era solo l’avanguardia e che Thanos sarebbe giunto solo all’ultimo momento per distruggerli senza il minimo sforzo, proprio quando loro sarebbero stati talmente stanchi da non poter muovere un solo dito.

Erano queste le amare considerazioni di tutti, mentre, con le ultime forze rimaste loro, cercavano di respingere quanti più mostri possibili.

Dall’alto della sua postazione, Clint si vide sfrecciare davanti due Chitauri e stava per incoccare l’ennesima freccia, quando si accorse di averle finite. Imprecò tra i denti e si affrettò a scendere dal palazzo. Atterrò malamente per terra, inciampò e cadde, tentando di parare la caduta con le mani: il risultato fu un dolore atroce al polso destro.

“Porca…” si rialzò trattenendo a stenta un’imprecazione e guardandosi il polso.

“Rotto.” Mormorò fra i denti. In quel momento numerosi colpi esplosero vicino a lui e Clint si affrettò a rifugiarsi dietro ad una macchina capovolta. Stava cercando di farsi una fasciatura, quando vide una macchia rossa atterrare accanto a lui; ci mise qualche secondo a riconoscere Natasha.

“Agente Romanoff.” La salutò, tornando ad occuparsi del suo polso.

“Che diavolo hai fatto Clint?” esclamò Natasha accorgendosi in quel momento di Occhi di Falco.

“Mi sono rotto il polso.” Spiegò lui.

“Lascia faccio io.” Disse Nat, prendendogli la mano e cominciando a fasciarla delicatamente. Durante quel lasso di tempo, Clint si ritrovò a fissarla e a constatare quanto fosse bella. Pochi minuti dopo il polso di Clint era immobilizzato.

“Fatto.” Disse Vedova Nera, cercando poi di guardare oltre la macchina, per capire la situazione.

“Credi che riusciremo ad andarcene da qui?” gli chiese.

“Io credo che sia meglio…recuperare fiato.” Le rispose Clint, scrutando anche lui la strada.

Natasha si voltò verso di lui per ribattere, ma fu interrotta dalle labbra del biondo che catturavano le sue; anche se incredula Natasha rispose al bacio. Fu un bacio veloce, si separarono quasi subito.

“Perdonami, avrei preferito un luogo e un tempo migliore.” Si scusò Clint quando si separarono.

Natasha sorrise.

“Ti farai perdonare quando questa storia finirà.” Gli disse, alzandosi e scavalcando la macchina, ributtandosi nella mischia.

Clint la guardò combattere contro alcuni mostri.

“Se saremo ancora vivi.” Mormorò, prima di raggiungerla.

Poco distante da loro, Loki si trovava alle prese con un Gigante di Ghiaccio particolarmente grosso. Non riusciva a colpirlo, e continuava ad indietreggiare per cercare di guadagnare spazio, ma così facendo si stava dirigendo con le spalle proprio sulla macchina dietro alla quale si erano rifugiati Nat e Clint.

Il ragazzo se ne accorse troppo tardi, quando ormai aveva le spalle bloccate. Non fece in tempo a fare nulla perché il Gigante afferrò un’altra auto e gliela tirò contro, bloccandolo.

Loki urlò di dolore quando avvertì l’impatto della macchina e subito dopo perse la sensibilità della gamba sinistra.

Cercò in tutti i modi di liberarsi, ma le forze le stavano abbandonando e per di più anche la sua arma gli era scivolata di mano, finendo chissà dove. Il Gigante di Ghiaccio lo guardò divertito, con un ghigno stampato in volto.

“Pare che tu non abbia possibilità di fuga. Sei mio, piccola serpe traditrice.” Sghignazzò e stava per colpire quando…

“Non credo proprio!” urlò da un punto imprecisato una voce e poi una figura piombò addosso al Gigante che si ritrovò avvolto da fiamme scarlatte.

In pochi attimi fu ridotto in cenere. Loki cercò di identificare la figura, anche se la voce gli era più che familiare, ma non voleva credere alle proprie orecchie. La vista era però annebbiata dal dolore non riusciva a distinguere bene i contorni.

Vide la nuova venuta avvicinarsi e stendere un braccio, poi improvvisamente la pesantezza della macchina svanì e lui fu libero di accasciarsi a terra. Sentiva i sensi abbandonarlo, sapeva di stare per svenire, ma doveva rimanere cosciente.

Poi all’improvviso un lieve tepore gli invase il corpo e la mente, snebbiandogli il cervello e portandosi via il dolore.

Loki si trovò a fissare gli occhi marroni di…

“Sara?”

ANGOLO AUTRICE

Oh oh oh!!!! Novità su novità!! Intanto…cominciano i primi problemi di gestione dei poteri di Sara, che ha scoperto anche di avere un lato più oscuro!!

Poi…eheh i nostri piccioncini Clint e Nat finalmente si sono baciati, in che situazione poi! E poi…bon che dire? Sarà sarà veramente tornata sulla Terra?

Questo chap vi è piciuto?? Dai dai fatemi sapereeeee!!! Un bacione sesshy!!!

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Capitolo 24
*** Sta arrivando ***


“Sara?” chiese Loki incredulo. No, non poteva essere, Sara era su Asgard. Era sicuramente svenuto e adesso stava vedendo Sara.

“Non posso lasciarti solo un attimo eh, Dio dei mie stivali! L’ho sempre detto che sei un po’ gracilino.” Esclamò la ragazza allegramente, aiutandolo a rimettersi in piedi. Furono queste parole a fugare ogni dubbio di Loki, che si convinse di avere veramente davanti Sara.

“Cosa…ma come è possibile…tu dovresti essere ad Asgard!” esclamò sorpreso, incredulo ma felice che lei fosse li.

“Si c’ero…è una lunga storia, forse un giorno te la racconterò! Allora, mi par di capire che c’è bisogno di un intervento di massa per liberarci da queste fastidiose creature!” rispose Sara, allegra, scrocchiandosi le dita.

Loki la guardò stupito: non era molto sicuro di avere davanti a se la stessa ragazza che aveva fatto mandare su Asgard. Sara indossava un corpetto nero che le lasciava scoperto il braccio sinistro, mentre il destro era coperto da una manica. Il resto del copro era fasciato da una tuta nera aderente e ai piedi Sara calzava degli stivali alti fino al ginocchio.

Ma quello che stupì più di ogni altra cosa Loki furono le…

“ Ali?” chiese Loki. Sara sorrise raggiante.

“Hai visto? Non sono bellissime? “ chiese sbattendole leggermente.

“Sai qual è la cosa più bella però?” disse Sara, voltandosi e mostrando la spalla sinistra a Loki.

“Questa!” esclamò Sara, indicando la sua spalla, ora perfettamente liscia, dove spiccava il simbolo della Magia Elementale.

Loki rimase a bocca aperta.

“Quindi era questo ciò che le cicatrici nascondevano.” Mormorò, accarezzando lievemente la spalla di Sara.

“Già.” Rispose lei, girandosi e fissandolo negli occhi. Poi di slancio gli gettò le braccia al collo e lo baciò con passione. Loki la strinse a sua volta.

Quando si separarono Sara sorrise.

“Mi sei mancato.” Gli disse.

“Anche tu.” Le rispose Loki.

“Loki, ma con chi diavolo stai parlando me lo spieghi?” si sentì la voce di Stark gracchiare nell’auricolare del ragazzo, che ridacchiò.

“Vieni sulla quinta strada Stark, e lo scoprirai!” gli rispose, facendo l’occhiolino a Sara che sghignazzò.

Lo sbuffo irritato di Tony si sentì chiaramente, ma poco dopo Iron Man comparve per strada.

“Allora piccolo cerv…” ma le parole gli morirono in bocca quando vide Sara.

“Ciao Tony!” lo salutò la ragazza agitando una mano. Tony non disse nulla ma coprì la poca distanza che li separava e strinse Sara in un abbraccio inaspettato.

Sara ricambiò la stretta, sorridendo dolcemente fra se, pensando che Stark non si lasciava mai andare a gesti così evidenti di affetto.

Poco dopo Tony la lasciò andare a la osservò da capo a piedi.

“Cavolo, se non fossi troppo piccola e se non fossimo tutti e due già impegnati, quasi quasi ci avrei fatto più di un pensierino su di te. Sei uno schianto!” esclamò, tornando alla sua solita ironia e rimediandosi uno scappellotto da parte di Loki.

“Ahia!” esclamò il miliardario andando a massaggiarsi la parte lesa.

“Te lo sei meritato.” Bofonchiò Loki facendo scoppiare a ridere Sara.

“Ehm ragazzi mi par di capire che Sara è tornata sulla terra e siamo tutti molto felici di ciò, ma una mano non ci farebbe schifo sapete?” si sentì la voce di Rogers sempre dagli auricolari.

Tony alzò gli occhi al cielo.

“Eccoci capitano, arriviamo!” esclamò alzandosi in volo, seguito a ruota da Sara. Loki la osservò volteggiare in aria, contento ma allo stesso tempo preoccupato dal suo ritorno. Sospirò, pensando che Sara gli aveva curato la gamba nel giro di pochi secondi e aveva abbattuto un Gigante di Ghiaccio come se niente fosse; non era indifesa.

Loki cercò la sua arma e per fortuna la ritrovò e con una nuovo senso di determinazione corse per le strade alla ricerca di nemici da abbattere.

Trovò tutti gli altri riuniti su una strada intenti a combattere e si affrettò ad affiancarsi a Sara.

“Capitano ora ci servirebbe proprio un buon piano!” esclamò Natasha sparando un po’ alla cieca.

“Ce l’ho io un piano. Dobbiamo sbarazzarci di tutti loro e dobbiamo farlo alla svelta, perciò voi adesso me ne radunate quanti più possibile qui! Al resto penserò io!” esclamò Sara, determinata più che mai.

“Non fate storie e sbrigatevi!” aggiunse, stroncando ogni obbiezione sul nascere.

“D’accordo, io e Thor pensiamo ai cieli.” Disse Stark alzandosi da terra, mentre Thor cominciava a roteare il martello.

Anche gli altri si dispersero, tranne Loki che invece si avvicinò a Sara e l’afferrò per un braccio.

“Sara, sei sicura?” gli chiese preoccupato. Sara sorrise, incoraggiante.

“Fidati di me.” Gli rispose, stampandogli un leggero bacio sulle labbra.

“Ora vai.” Gli sussurrò e Loki si allontanò non molto convinto. Non appena sparì dalla sua visuale, Sara chiuse gli occhi e si concentrò, cominciando a cercare dentro di se quella forza irrefrenabile che l’aveva travolta quando i suoi poteri erano stati liberati

Sapeva che era un rischio enorme, perché non era del tutto sicura di riuscire a controllarla, ma sapeva anche per certo che Loki non l’avrebbe mai abbandonata e con lui al suo fianco sarebbe riuscita a controllare quel potere oscuro.

Non le piaceva l’idea di farne ricorso ma era l’unico modo. Finalmente trovò cosa cercava e piano piano cominciò ad abbattere le barriere che aveva creato intorno a quella forza oscura, permettendole di invaderla.

“Sara, te ne stiamo portando un bel po’ da vari lati. Si riverseranno tutti a breve per la strada dove ti trovi.”

Un ghigno feroce comparve sul volto di Sara.

“Bene.” Disse aprendo gli occhi e ritrovandosi davanti parecchie decine di mostri. Con deliberata lentezza stese il braccio destro.

“Ciao, ciao.” Sussurrò, prima di lasciare andare una piccola sfera di fuoco, che cadde in mezzo ai mostri, moltiplicandosi in migliaia di altre piccole sfere che colpirono i mostri bruciandoli vivi.

“Sara ne arrivano altri dietro di te.” L’avverti Tony.

Sara si girò e fece un gesto deciso col braccio, dal quale partirono tantissime lame di ghiaccio affilate come rasoi, che colpirono gli altri mostri.

“Continuate a portarli su questa strada.” Ordinò Sara alzandosi in volo.

“Che vuoi fare, Sara?” la preoccupazione di Loki cresceva di minuto in minuto, specie ora che aveva sentito Sara affaticata.

“Finire questa storia!” mormorò Sara, scrutando la strada sotto di se, dove si stavano riversando migliaia di mostri.

Sara chiuse gli occhi e lasciò che la il potere oscuro la invadesse completamente, non prima di aver mandato un messaggio mentale a Loki.

Loki, aiutami. Continua a parlarmi col pensiero. Solo così posso rimanere me stessa.” Loki sgranò gli occhi, e guardò in alto dove vide Sara completamente avvolta da un’aura nera.

Sara, smettila subito. Che diavolo stai facendo?” le disse, tra il preoccupato e l’arrabbiato.

Sto usando la parte oscura del mio potere. Si è risvegliata quando ho toccato il Sigillo ed è l’unica cosa che adesso può porre fine a questa storia. Se tu continui a parlarmi non prenderà il sopravvento su di me, e riuscirò a ricacciarla quando non mi servirà più.” Spiegò brevemente Sara, faticando però a parlare.

“Sara, sono tutti quelli che abbiamo trovato, non ce ne sono più!” disse Natasha.

“Bene ragazzi, ora allontanatevi il più possibile, a breve la situazione sarà…caotica.” Ordinò Sara, faticando sempre di più a tenere sotto controllo quel potere malvagio.

Sara…” Loki cercò di far sentire il più possibile la sua presenza alla ragazza, comunicandola mentalmente tutto ciò che provava per lei.

Sperava che inviandole continuamente emozioni positive sarebbe riuscita a controllare la parte malvagia e oscura del suo potere.

Sara ringraziò mentalmente il Dio, poi stese entrambe le braccia verso il basso e rilasciò tutto il suo potere che si riversò per le strade annientando qualsiasi nemico.

Sara, ora basta, fermati.” La voce di Loki gli giunse lontanissima e Sara provò a recidere il flusso di magia, inutilmente; la sua forza era inarrestabile. Un sorriso triste comparve sul suo volto: era successo quello che temeva, non era in grado di controllare quella forza oscura.

Sara, smettila!” questa volta l’urlo di Loki la raggiunse con chiarezza.

Mi dispiace amore, non riesco a controllarla.” Gli rispose.

Certo che puoi, non essere stupida! Ti ricordi la prima volta che ci siamo baciati?” Loki si era fatto prendere per un momento dal panico, ma si era ripreso in fretta deciso più che mai a salvare la sua amata dalle tenebre.

Lo ricordo.” Rispose Sara, sentendo un lieve cambiamento dentro di se.

Il Natale? Il primo regalo che ti ho fatto?” continuò Loki.

Sara si concentrò ancora di più su quei ricordi, sentendo che lentamente, molto lentamente riprendeva il controllo su se stessa, e riusciva ad innalzare di nuovo le barriere.

Loki…”

“Sono qui, piccola, accanto a te.” Sara si rese conto in quel momento di essere scesa a terra.

No allontanati è pericoloso! Io….potrei farti del male!” esclamò allarmata Sara.

Va tutto bene. Non mi farai del male. Disse il Dio abbracciandola da dietro e poggiandole la testa sulla spalla.

“Ricordi la prima volta che ti ho detto ‘ti amo’?” le sussurrò all’orecchio. Sara annuì.

“La prima volta che abbiamo fatto l’amore?” continuò Loki, senza lasciarla.

“Come dimenticare? La mattina dopo mi hai spedito su Asgard.” Rispose di rimando Sara, ormai del tutto padrona di se. Finalmente era riuscita rinchiudere di nuovo la parte malvagia dietro alle barriere.

“Ben tornata.” Sussurrò di nuovo Loki, girandola e prendendole il volto fra le mani, osservandole attentamente gli occhi.

Erano di nuovo del consueto color nocciola, ma si potevano intravedere delle sfumature rosse.

“Sara! Che diavolo, non fare mai più una cosa del genere!” esclamò Stark, arrivando in quel momento.

“Si esatto, signorina, prova di nuovo a fare una cosa del genere e…e..” ma Fury non finì la frase.

Loki non disse nulla, ma si unì mentalmente ai rimproveri dei due; per un interminabile istante aveva temuto di perdere per sempre Sara.

“Oh andiamo la fate troppo lunga! Ho eliminato tutti i nemici in un sol colpo e vi state a lamentare?” esclamò Sara, agitando un braccio in aria.

I tre cominciarono a battibeccare fra di loro. Proprio perché erano impegnati a litigare non si accorsero del repentino cambiamento di tempo. Da limpido e sereno, il cielo si rannuvolò tutt’ad un tratto, e si videro lampeggiare in cielo dei fulmini.

Se ne accorsero, invece, Thor e Loki, che furono attraversati da capo a piedi da un brivido. I due si scambiarono un’occhiata preoccupata.

Evidentemente anche Sara si era accorta del cambiamento, perché si era zittita a metà frase e osservava il cielo.

La ragazza cominciò a respirare affannosamente, mentre l’aria intorno a lei cominciava a crepitare.

“Sara?” la chiamò Stark, accortosi che la ragazza non rispondeva più. La ragazza abbassò lentamente lo sguardo su di loro.

“Sta arrivando.” Disse solamente, con voce terrea.

ANGOLO AUTRICE

Uh-oh!!!! Sara ha sperimentato cosa significa avere un potere incontrollabile, e si è presa pure i rimproveri dei suoi amici…ma adesso? Che succederà? Sta arrivando..ghghghgh ne vedremo delle belle!!!

Oh scusate il ritardo! Un bacione a tutteeee, sesshy!

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Capitolo 25
*** Comincia la battaglia finale ***


C’è un momento in cui la disperazione, il terrore e l’impotenza prendono il sopravvento sulla tua determinazione e ti spingono ad abbandonare tutto per andare a cercarti un posto sicuro in cui rifugiarti.

Poi ti guardi intorno e la consapevolezza che quel posto sicuro non esiste, rischia di ucciderti.

E infine, nel bel mezzo di questa marea di emozioni diverse, si fa strada l’insostenibile idea che solo e soltanto tu puoi porre fine a tutto questo.

Questo ed altro si agitava dentro di Sara, mentre aspettava con ansia sempre più crescente l’arrivo di Thanos.

Era paralizzata, non riusciva a muoversi, semplicemente stava li, immobile a fissare il cielo.

“Bè, a quanto pare ci siamo no?” esclamò Tony che le si era affiancato, cercando di alleggerire la situazione. Ma Sara non rispose.

Ebbe una piccola reazione solo quando Loki le poggiò una mano sulla spalla, stringendola con forza; si voltò a guardarlo.

“Loki…” mormorò; doveva dirglielo, doveva dirlo a qualcuno, non riusciva più a tenere nascosta la verità su di lei.

Loki stava per dire qualcosa ma fu interrotto da Sara che cominciò a parlare.

“C’è una profezia su di me, Loki, una profezia che dice che solo io posso distruggere Thanos. Lui…Thanos, vuole i miei poteri, sia per impedirmi di ucciderlo, sia per diventare ancora più potente.” Sussurrò la ragazza in modo tale che solo lui potesse sentirla.

Loki trasalì a quelle parole e capì cosa stava provando Sara.

“Non sei sola. Ti aiuteremo.” Le disse, afferrandola per entrambe le spalle. Sara lo guardò con gli occhi lucidi, poi gli poggiò la fronte sul petto, tirando su col naso.

Non sei sola. Sara chiuse gli occhi, lasciando che queste tre semplici parole penetrassero nel suo cuore dissipando ogni preoccupazione. Non era sola; comunque sarebbe andata a finire era circondata dalle persone che amava.

Un leggero sorriso gli increspò le labbra, mentre si separava da Loki, che lo notò.

“Così ti voglio.” Esclamò cercando di sembrare più sicuro di quello che in realtà era.

“Scusate piccioncini, non è per interrompervi, ma credo che abbiamo delle visite!” esclamò in quel momento Fury, indicando il cielo con il mento.

Tutti quanti seguirono la direzione del suo gesto e videro che in cielo si stava formando un vortice nero, come un passaggio da un’altra dimensione.

Dentro il passaggio cominciarono a balenare dei lampi, dapprima non molto forti, poi sempre più intensi e alla fine una cadde proprio al centro della strada.

Tutti quanti si pararono gli occhi, schermandosi da quella luce accecante, tutti tranne Sara, che invece la fissò, intensamente. Quando la luce svanì, al centro della strada si ergeva una creatura orrenda.

Sara fece un passo avanti, tenendo gli occhi fissi su Thanos, che se ne stava ripiegato su se stesso.

“”Viaggio faticoso?” chiese a bassa voce, ironicamente.

Thanos non rispose ma emise un rantolo soffocato che Sara faticò a riconoscere come una risata.

“Molto. Ma non fatevi troppe illusioni, il tempo per riposare l’avrò dopo!” la voce di Thanos era un suono raccapricciante e quasi tutti storsero la bocca.

“Tu dici?” lo provocò Sara.

Thanos ghignò e la sua lingua guizzò furori, come quella di un serpente che assapora l’aria.

“Sono qui per te, Sirah,lo sai?” chiese. Sara strinse i pugni.

“Lo so. E tu sai che ti farò il culo vero?” esclamò, scagliandogli contro un globo di acqua congelata, che Thanos evitò prontamente saltando di lato.

Quando atterrò Sara era già scattata e si preparava a sferrargli un calcio,che lo colpì in pieno volto.

“E tanto per la cronaca: io mi chiamo Sara!” gli urlò contro.

ANGOLO AUTRICE

E bè, che dire? Oh si…scusate il ritardoooooo!!!!!

Bè, Thanos è arrivato, e la battaglia finale è iniziata! Come se la caverà Sara? e i nostri amici? Vi prego continuate a seguirmi!!!! Un bacione sesshy!

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Capitolo 26
*** Thanos si muove ***


Frigga era in piedi accanto ad Heimidall, ed entrambi guardavano in basso. Frigga provò a parlare, ma non riuscì a proferire verbo.

“Per il momento stanno bene mia signora.” La rassicurò il Guardiano.

Frigga annuì, poi voltò leggermente la testa verso il Palazzo Reale.

“Speriamo che Odino si risvegli presto.” Mormorò.

*****

Sara saltò di lato, evitando l’ennesimo colpo scagliato da Thanos, buttandosi a terra e rotolando su un fianco.

Si rialzò, ma fu costretta nuovamente ad abbassarsi per schivare ancora un colpo.

“Oh ma vuoi stare un po’ fermo?” esclamò la ragazza tra se e se, battendo un pugno per terra; ci fu un piccolo spostamento d’aria, poi dal terreno sotto i piedi di Thanos cominciarono a spuntare delle liane che lo avvolsero e lo immobilizzarono.

Sara non perse tempo e lo cominciò a crivellare di colpi, scagliandogli addosso globi infuocati, lance ghiacciate e molto affilate.

Senza smettere, Sara si alzò in volo concentrandosi per tenere viva una fiammata continua; voleva provare ad abbrustolire Thanos.

Ben presto però sentì che non riusciva più a tenere la fiamma a lungo quindi la lasciò spegnarsi lentamente; per la strada si era alzato un gran polverone, dietro al quale non si riusciva a vedere nulla. Sara rimase in aria, controllando, sperando che Thanos fosse sconfitto. Ma in fondo sapeva che quella era una vana speranza ed ebbe la sua conferma quando da quel polverone partì un raggio che per pochi centimetri non la colpì.

Riuscì ad evitarlo scansandosi, ma subito comparvero delle liane che le bloccarono i polsi e le gambe, impedendole di volare.

Sara provò a liberarsi, ma dalla strada, con un salto, Thanos sbucò dalla polvere e le sorrise malignamente.

“Bu!” le disse, prima di tirarle un forte pugno all’altezza della pancia che la fece cadere a terra da parecchi metri di altezza.

“Sara, Sara, stai bene?” le chiese Tony preoccupato.

“Tu che dici?” rispose Sara, rimettendosi in piedi a fatica.

Ci deve essere un modo per distruggerlo!” pensò volgendosi poi verso Thanos, che era atterrato in quel momento. Un’idea si fece strada nella sua testa, ma Sara fu pronta a ricacciarla indietro: doveva esserci un altro modo.

“Sara, distrailo, Thor ed io stiamo arrivando!” la informò Loki all’auricolare.

“Va bene.” Rispose la ragazza, anche se sapeva che era tutto inutile.

“Ehi, Thanos! Mi spieghi una cosa? Ci si sono impegnati per farti così brutto, oppure sei così di tuo?” urlò con tono strafottente al mostro; ma quando quello si voltò furioso verso di lei, Sara capì che insultarlo non era decisamente una buona idea.

Thanos avanzò velocemente verso di lei e Sara cercò di tenerlo lontano lasciando scaturire dalle mani uno spesso strato di ghiaccio, sperando di bloccarlo almeno per qualche minuto.

Questo nuovo rilascio di energia la indebolì ulteriormente ma Sara strinse i denti e non mollò, anche se le forze la stavano lasciando.

“Thor, Loki, dove diavolo siete?” ringhiò faticosamente all’auricolare.

“Arriviamo, piccola, resisti!” rispose Loki, comparendo qualche secondo dopo alle spalle di Thanos, mentre Thor lo aggrediva da sopra roteando il Mjollnir e scatenando vari fulmini.

Thanos fu colpito in pieno sia da Thor che da Loki. Sara recise il flusso di magia, non resistendo oltre.

Barcollò e cadde in ginocchio, respirando affannosamente; sbattè varie volte gli occhi cercando di mandare via quei fastidiosi puntini rossi, ma non ci riuscì. Stava per svenire, lo sapeva, ma con un immenso sforzo si obbligò a rimanere cosciente.

All’improvviso sentì un tepore dentro di se e una leggera pressione sulla spalla sinistra; si voltò leggermente in quella direzione e vide Thor.

“Thor…” mormorò.

“Prendi un po’ della mia forza. Ne hai bisogno.” Gli rispose il Dio, con un leggero sorriso.

Sara annuì, accettando quel dono con immenso piacere. Senti le forze tornargli e dopo qualche minuto riuscì a rimettersi in piedi.

“Meglio?” le chiese Thor gentilmente. Sara annuì con un sorriso.

“Meglio.” Confermò.

Ma in quel momento si sentì un urlo strozzato e i due si voltarono di scatto e la scena che videro li lasciò agghiacciati: Loki era sospeso a mezz’aria da una forza misteriosa, che lo stava lentamente soffocando.

“Loki!” urlò Sara, provando a correre verso di lui ma una forza invisibile la trattenne.

“Finora ho giocato, mocciosa, ma adesso basta.” Thanos era terribile: una furia cieca e determinata manovrava ogni sua azione.

Loki scalciava per aria, annaspando in cerca d’aria, mentre il poco colorito del suo volto svaniva.

“No! Lascialo, lascialo!” gridò Sara, in preda alla disperazione.

“Vuoi salvarlo mocciosa? Hai una sola possibilità!” ghignò Thanos.

ANGOLO AUTRICE

Oddio eccomiiiiii!!!! Giuro non abbandonato la storia, veramente! Eh bè, la cosa si fa pesante Heimdall ha gufato, e i nostri eroi cominciano a prendercela da Thanos!! E mo? Che farà Sara, qual è la sua sola possibilità?

Fatemi sapere che ne pensateeeee e un bacione a tutte!!

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Capitolo 27
*** Come il gatto con il topo ***


Sara lo sapeva, ma non era questo che importava; lo sapeva anche Thanos e la stava provocando. Voleva che lei perdesse il controllo, voleva che la sua parte malvagia uscisse.

Stava torturando Loki per quel motivo.

“Dovresti darti una mossa, ragazzina o il tuo Asgardiano ci lascerà le penne.” La provocò Thanos.

“Sara, non ascoltarlo, ti prego non perdere il controllo!” La supplica nella voce di Loki, fece trasalire Sara; Loki non supplicava!

“È tutto inutile! Si vede già la disperazione nei suoi occhi. Presto o tardi, sarà costretta a perdere il controllo!” Thanos ghignava soddisfatto.

“Bè, possiamo iniziare a giocare.” Esclamò, vedendo comparire alle sue spalle il resto degli Avengers e Fury.

Con un gesto lasciò andare Loki, che cadde a terra, annaspando alla ricerca d’aria; con un altro rapido movimento bloccò tutti gli altri, ma liberò Sara. Come ultima cosa, Thanos creò una piccolissima sfera azzurrina tra il pollice e l’indice e la spedì contro Loki, che si preparò all’impatto.

Ma la pallina invece di ferirlo, entrò nel suo petto, all’altezza del cuore. Non appena entrò in contatto con quella luce, Loki sentì che il suo cervello veniva completamente svuotato, ogni sentimento cancellato, ogni ricordo distrutto.

Improvvisamente tutto divenne bianco e vuoto. Non sapeva chi fosse.

Gli sembrava di galleggiare, poi all’improvviso sentì una voce, una voce che lo chiamava e gli ordinava di alzarsi.

Gli sembrò la cosa giusta da fare, quella voce era così calda e morbida. Gli venne ordinato di girarsi e di individuare una ragazza chiamata Sara. Loki la trovò.

“Bene. Adesso uccidila!” li per li quell’ordine lo lasciò perplesso, non capiva perché una ragazza così bella meritasse di morire.

Ma la voce insistette, e lui si affrettò ad obbedire agli ordini, avanzando verso la ragazza.

Sara capì all’istante che qualcosa non andava in Loki: i suoi occhi erano spenti, opachi, quando di solito erano invece brillanti e vivaci.

Lo vide camminare verso di lei come un automa e seppe per certo che adesso era Thanos a controllarlo.

Si morse il labbro inferiore, e stinse i pugni, non sapendo cosa fare. Loki le arrivò di fronte si fermò, inclinando leggermente a testa di lato osservandola.

“Loki…” mormorò disperata Sara, sapendo che il suo tentativo era completamente inutile.

Lui alzò la testa di scatto e Sara sperò in una sua reazione. Ma subito dopo il ragazzo le mollò un cazzotto in piena pancia, che la fece rotolare per terra, per diversi metri.

Si rialzò, ma non riuscì a fare nulla, perché Loki le arrivò davanti e le tirò un calcio. Sara ruzzolò per terra e sentì il sapore metallico del sangue in bocca.

Si ritrovò stesa per terra a pancia all’aria, e subito sentì il peso di Loki sulla pancia: il ragazza era seduto su di lei e le teneva i polsi bloccati con una mano, mentre l’altra si stava pericolosamente avvicinando alla gola di Sara.

“Loki..” riuscì a mormorare Sara, disperata, prima che la mano si chiudesse intorno alla sua gola, mozzandole il fiato.

Loki continuava a stringerle la gola e Sara sentiva piano piano l’aria svanire dai suoi polmoni. Chiuse gli occhi, sapendo che c’era un modo per salvarsi, per salvarlo e per salvare tutti, ma non l’avrebbe usato, sarebbe morta piuttosto.

“E la tua morte a cosa servirebbe?” la sfottè Thanos.

Sara lo ignorò, cercando di concentrarsi su di Loki e di raggiungerlo con la mente, ma la mancanza d’aria si faceva sentire e stava cominciando a vedere tutto sfocato.

“Loki…lasciala subito.” Sara sentì la voce di Fury estremamente lontana e intravide la spia puntare una pistola contro il ragazzo.

Sentì la presa sulla sua gola allentarsi e poi sparire e annaspò in cerca d’aria.

Appena fu di nuovo in grado di spiegare, urlò: “Fury, non è in se, è Thanos che lo controlla!”

“Ah si? Bè poco m’importa, se tenta nuovamente di ucciderti, gli sparo in testa.” Rispose Fury, facendo qualche passo indietro, per tenere sempre sotto tiro Loki che si era alzato e lo fronteggiava. Poi fu un attimo, Loki si lanciò contro Fury che sparò.

Un’improvvisa immobilità calò sulla strada, insieme ad un silenzio glaciale. Poi….

“NO! FURY!” l’urlò di Sara interruppe il silenzio e la ragazza si lanciò verso la spia, stesa a terra. Gli s’inginocchiò accanto.

“Fury..” mormorò, sentendo le lacrime salirgli agli occhi.

“Stai bene?” gli chiese la spia, con la voce affaticata.

“Certo che sto bene, sei tu quello che ha bisogno di cure!” esclamò Sara, cercando di esaminare la ferita e prendendogli il volto fra le mani.

“Lascia stare, sarebbe inutile.” Mormorò la spia con la voce sempre più fievole.

“No..” Sara si accorse di stare piangendo.

Un leggero sorriso increspò le labbra di Fury.

“Sembra stupido dirtelo ora, ma voglio che tu sappia che…”un accesso di tosse lo interruppe.

“…io sono sempre stato, orgoglioso di te.” Concluse la frase Fury.

Sara sentì una fitta al cuore quando udì questa frase. Fissò il volto della spia e si accorse che aveva chiuso gli occhi. Incapace di credere ai suoi occhi, Sara prese a scuotere la spia.

“No, Fury, maledetto bastardo, no puoi morire! Sei uno stronzo, non puoi farmi questo! Devi vivere, devi aprire gli occhi e dirmelo da vivo che sei orgoglioso di me! Hai sentito…Fury…papà..” dopo lo sfogo iniziale, la voce di Sara era andata via via affievolendosi e alla fine la ragazza rimase muta, stringendo il corpo del padre adottivo e piangendo la sua morte.

“È morto solo per causa tua. E se continuerai così, farò uccidere da Loki tutte le persone che ami, lo costringerò a farlo davanti ai tuoi occhi e quando sarai psicologicamente distrutta, lo obbligherò a uccidere te! E qualche secondo prima della tua morte lo farò tornare in se e si renderà conto di quello che ha fatto!”

Sara si strinse le braccia intorno al corpo, terrorizzata da quello che le aveva appena promesso Thanos.

“Tu…non farai niente di tutto ciò, se non hai il controllo della mia testa!” Sara si voltò di scatto.

“Loki!” urlò.

ANGOLO AUTRICE

Ho appena ammazzato Fury…l’ho fatto ammazzare da Loki. Vi supplico non odiatemii!!! Non volevo ma poi la cosa mi ha preso le mani!

Dai dai lo so che sono lenta, ma vi prego fatemi sapereeeeee!!! Un bacione e tutteee! sesshy

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Capitolo 28
*** Oscurità ***


Il vuoto che aleggiava nella sua testa era stato improvvisamente riempito da un dolore fortissimo alla spalla destra e alla gamba sinistra. Per un nano secondo si rese di nuovo conto di tutto ciò che lo circondava, ma fu un attimo perché di nuovo la presenza nella sua testa si fece sentire, cercando di annullare di nuovo la sua coscienza.

Ma c’era quel dolore lancinante che, seppur in minima parte, impediva a Thanos di prendere di nuovo il pieno controllo della sua mente.

Loki si concentrò su quel dolore, e per un breve lasso di tempo riuscì a tornare se stesso, in tempo per sentire Thaons che minacciava Sara.

È morto solo per causa tua. E se continuerai così, farò uccidere da Loki tutte le persone che ami, lo costringerò a farlo davanti ai tuoi occhi e quando sarai psicologicamente distrutta, lo obbligherò a uccidere te! E qualche secondo prima della tua morte lo farò tornare in se e si renderà conto di quello che ha fatto!”

Non gliel’avrebbe permesso, Thanos non lo avrebbe più controllato.

“Tu…non farai niente di tutto ciò, se non hai il controllo della mia testa!” urlò, lottando contro di lui, per liberarsene.

“Loki!” sentì che Sara lo chiamava e gli si avvicinava, poggiandogli le mani sulle spalle.

Le afferrò un braccio, stringendolo e cercando in lei, la forza per combattere Thanos. Loki aprì gli occhi e li fissò in quelli marroni e dolci di Sara.

“Loki…tu sei più forte di lui. Lo so che lo sei. Caccialo via.” Gli sussurrò Sara.

Loki annuì leggermente, la fronte imperlata di sudore, continuando a lottare contro la mente di Thanos. Quando Thaons minacciò di riprendere il controllo, Loki si diede un colpo sulla ferita alla gamba, provocandosi ulteriore dolore, che però lo fece tornare padrone della sua testa.

“Vattene.”ringhiò fra i denti.

“Vattene!” ripetè più forte, lottando disperatamente.

“La mia mente è solo mia, vattene!” ruggì infine spalancando gli occhi e respirando profondamente.

Dal suo petto uscì una luce azzurrina, la stessa che era servita a Thanos per controllarlo.

Loki respirò affannosamente, continuando a stringere il braccio di Sara.

“Loki?” lo chiamò la ragazza.

“Sono di nuovo io.” Mormorò lui.

“Ma che scenetta commovente! Lo sapete vero che non cambia nulla? Sarò io personalmente ad uccidere uno per uno tutti i tuoi amici, mentre tu li guarderai senza fare nulla!” ringhiò Thanos, folle.

Sara si era alzata, pronta a fronteggiarlo, ma un grido la fece voltare; era Tony che si contorceva a mezz’aria e perdeva sangue da una ferita non meglio identificata.

Sara si voltò verso Tony, non sapendo cosa fare. Fece un passo verso di lui, ma un altro urlo, alle sue spalle la fece voltare nuovamente: questa volta era Natasha.

Sara guardava terrorizzata i suoi amici,sapendo che c’era un’unica cosa da fare.

“Sa-Sara…non cedere al suo volere…non arrabbiarti…ti prego…” Tony stentava a parlare, ma Sara lo capì ugualmente.

Sara strinse i pugni, cercando di controllarsi, ma le risultava difficile quando Thanos stava torturando i suoi più cari amici; un lampo rosso le attraversò gli occhi e sentì la sua parte malvagia ribollire dentro di lei.

Altre urla: questa volta Thor, Clint e Banner erano stati presi di mira.

“Li senti, come urlano? Stanno soffrendo, ed è solo colpa tua! Eppure ti basterebbe così poco, così poco, per salvarli.” Ghignò Thanos.

“Sara, NO!” urlò Nat, tra una sofferenza e l’altra.

Sara era in preda alla disperazione più cupa, calde lacrime le rigavano il volto; guardava impotente i suoi amici che venivano torturati, cercando di trovare una soluzione e contemporaneamente cercando di tenere a bada i suoi poteri oscuri,che si stavano facendo sentire sempre di più.

“Sa-Sara…” la voce di Loki, sofferente le fece alzare il volto di scatto. La scena che le si parò davanti l’agghiacciò: dal petto di Loki usciva una lama insanguinata; i due si guardarono negli occhi per un lunghissimo istante, poi lentamente Loki chiuse i suoi e la testa gli ricadde pesantemente sul petto: era morto.

E all’improvviso tutto divenne rosso, tutto fu cancellato e Sara non vide più nulla; il suo potere malvagio si era risvegliato, tutta la sua rabbia era esplosa nel momento in cui Thanos aveva ferito Loki.

“Finalmente, stupida mocciosa, dovevo proprio uccidere qualcuno per farti capire come affrontarmi?” mormorò, quasi dolcemente Thanos.

Uccidere….uccidere… quelle parole rimbombarono nella mente di Sara, annientando ogni suo pensiero razionale e facendo si che la rabbia prendesse pieno possesso; l’aria intorno a Sara crepitò e poi divenne nera; gli occhi della ragazza erano rossi come il sangue e quando parlò la voce di Sara suonava amplificata e più mascolina.

“Brutto bastardo, io ti ucciderò! Vendicherò Loki e Fury, maledetto stronzo!” Sara stava mormorando, ma era come se stesse urlando. Un brivido di puro terrore percorse tutti i presenti, Thanos escluso, che invece ghignò follemente divertito.

“Bene, ora comincia lo spettacolo. Finalmente uno scontro come si deve.” Ghignò, preparandosi allo scontro.

Totalmente in balia della sua parte Oscura, Sara scattò in avanti con un globo di fuoco nero in mano. L’avrebbe ridotto in polvere, in cenere, l’avrebbe massacrato, torturato, gli avrebbe cancellato dalla faccia quel fottuto sorriso.

Con furia scagliò verso Thanos il globo, che fu inglobato nel suo petto. Sara ne creò altri due, scagliando anche questi che subirono lo stesso effetto.

“Nonostante tu sia completamente Risvegliata, sei debole.” Soffiò Thanos.

Sul volto di Sara comparve un ghigno feroce.

“Tu dici? Tre secondi, Thanos, tre secondi a partire da ora.” Mormorò tranquillamente la ragazza.

Thanos sgranò gli occhi sorpreso. I tre secondi passarono e lui guardò Sara.

Poi all’improvviso sentì che qualcosa gli esplodeva dentro lo stomaco, come se un fuoco lo stesse divorando da dentro; e poi di nuovo qualcosa lo stesso dolore all’altezza delle spalle. E di nuovo quella sensazione come se un fuoco le stesse bruciando da dentro.

“Fa male eh? Era un globo di fuoco liquido concentrato. Ci mette tre secondi a sciogliersi nel corpo di una persona, e quando lo fa, comincia bruciarti da dentro. Allora, sono ancora così debole?” spiegò Sara, facendo venire i brividi a chi l’ascoltava.

“Dobbiamo fare qualcosa.” Disse, Tony, cercando di rimettersi in piedi, nonostante movimento ogni gli provocasse un’atroce dolore.

“Ogni minuto che passa, i poteri malvagi di Sara si rafforzano. Se continua così la perderemo del tutto.” Disse Thor, guardandosi intorno e vedendo il corpo del fratello per terra. Gli si avvicinò istintivamente, inginocchiandosi accanto a lui.

“Loki…”mormorò tristemente, prendendogli il volto fra le mani. Fu in quel momento che se ne accorse: un leggerissimo quasi impercettibile soffio caldo gli era arrivato sulla mano. Thor guardò stupefatto il corpo di Loki, accorgendosi solo in quel momento che su di esso non c’era nessuna ferita, almeno non li dove Thanos l’aveva colpito.

Thor trattenne il respiro: Loki era vivo!

ANGOLO AUTRICE

Apposto, Sara è eslposa. Thanos le ha giocato un brutto tiro e la nostra carissma Sara si è “leggermente” arrabbiata. Ma Loki in realtà è vivo…bè e mo?

Daii lo so che non mi avete abbandonata!!!! Un bacione a tutteeee!!!

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Capitolo 29
*** La fine? ***


Thor sgranò gli occhi, stupefatto; e all’improvviso ogni cosa gli fu chiara. Loki non era morto, non era mai stato colpito!

Thanos aveva solo finto la morte di Loki, in modo da far scattare Sara, e il piano aveva funzionato in pieno. Thor guardò Sara combattere contro Thanos, sempre più preda del suo potere malvagio e una fitta d’angoscia gli trapassò il cuore; doveva aiutarla e in fretta.

Afferrò Loki per le spalle e prese a scuoterlo, cercando di svegliarlo.

“Avanti Loki, svegliati! Sei la sola speranza per Sara e devi aiutarla.” Esclamò, colpendolo in faccia con dei leggeri schiaffi.

Loki mugugnò qualcosa fra i denti e poi di colpo aprì gli occhi. Thor lo vide spaesato e confuso e si affrettò a chiedergli come stesse.

“Thor…cos’è successo?” chiese Loki, dopo aver annuito, come a dire “bene”.

“Thanos deve aver creato un’illusione e finto la tua morte per far perdere il controllo a Sara.” Spiegò Thor, volgendo poi nuovamente lo sguardo verso Sara.

“E c’è riuscito pienamente.” Aggiunse poi. Loki sgranò gli occhi e si alzò in fretta, guardando anche lui in direzione di Sara. La scena che gli si parò davanti lo lasciò senza fiato: Sara era totalmente avvolta da un’aura nera, i suoi capelli erano dello stesso colore. Ma la cosa che lasciava Loki sconcertato era che il potere malvagio che proveniva da lei era chiaramente percepibile nell’aria.

“Maledizione!” imprecò stringendo i pugni e chiedendosi cosa potesse fare.

“SARA!” urlò, provando a chiamarla, ma lei non diede cenno di averlo sentito.

“Sara!” provò di nuovo, questa volta mentalmente, ma anche questa volta fu vano, perché la mente di Sara era contornata da una solida barriera.

Impotente vide Sara alzare un braccio e scagliare contro Thanos una miriade di foglie appuntite come lame, che lo ferirono.

“Allora Thanos? Chi è la debole?” urlò Sara, preda una gioia folle.

Thaons sogghignò.

“Continua pure, piccola, continua a farti del male. Ogni goccia del mio sangue è un passo in più verso la tua completa rovina.” Esclamò.

“Cosa vai blaterando?” chiese Sara, ma come risposta ebbe in cambio un violento attacco da parte di Thanos.

Loki non resistette oltre e cominciò a correre verso Sara, senza sapere cosa fare. Ma ad un certo punto la sua corsa fu interrotta bruscamente da una barriera invisibile, che lo costrinse a fermarsi.

“No.” Mormorò nel panico. Era una barriera di pura energia e gli impediva di raggiungere Sara!

“SARA! SARA!” urlò battendo un pugno su quella dannata barriera; ma lei lo ignorò.

Loki si cadde in ginocchio sentendo la disperazione crescere dentro di lui; l’avrebbe persa per sempre a causa di Thanos.

L’idea di passare la sua vita senza di Sara gli risultava inconcepibile, non dopo che lei aveva fatto così tanto per lui, facendogli capire cosa significasse essere amati e accettati.

Impotente guardò Sara continuare a combattere contro Thanos, vide l’aura intorno alla ragazza farsi sempre più nera, mentre gli occhi di lei perdevano mano a mano espressività diventando sempre più rossi.

Loki piegò la testa, tremando.

“Padre…” un sussurro appena percettibile gli sfuggì dalle labbra.

“Padre, ti prego, ti supplico, permettetemi di aiutarla.” Concluse la frase il giovane.

***

Odino sussultò; sebbene fosse immerso nel suo Sonno, la voce del figlio che lo supplicava, gli risuonò chiara e nitida nella testa.

Il Padre degli Dei provò un’immensa gratitudine per quella midgardiana che aveva cambiato così profondamente il figlio adottivo.

Loki…”

***

Loki…” il ragazzo sentì suo padre che pronunciava il suo nome e avvertì una scarica elettrica percorrerlo da capo a piedi.

Si alzò di scatto e si guardò le mani: erano blu. Un ghigno gli attraverso il volto.

“Grazie, Padre!” urlò alzando trionfante un pugno al cielo; pugno che poi abbattè violentemente sulla barriera, che prese a congelarsi.

“Si! Funziona!” esclamò trionfante Loki, continuando a congelare la barriera.

“Thor! Mi serve il tuo martello!” urlò rivoltò poi al fratello, che annuì e si alzò in volo, calando poi pesantemente il martello sulla barriera che si riempì di crepe.

Anche Loki cominciò a tempestarla di colpi, deciso più che mai a frantumarla. I due fratelli continuarono così per vari minuti, ma la barriera, per quanto piena di crepe non accennava a rompersi.

Ma i due non se ne curavano e continuavano imperterriti, anche se Loki, ad ogni colpo, lasciava sul ghiaccio una piccola scia di sangue; ad ogni colpo sentiva che la disperazione nuovamente riprendeva il possesso del suo cuore. Abbattè l’ennesimo pugno sulla barriera e poi una palla di luce sfrecciare verso la barriera e colpirla.

Si voltò in direzione della luce e vide Tony avanzare verso di loro con il braccio teso, pronto a sparare un altro colpo.

“Serve aiuto, piccolo cervo?” chiese prima di sparare. Loki non fece in tempo a rispondere perché qualcosa di rosso sibilò nell’aria colpendo la barriera e tornando indietro, in mano al proprietario, Capitan America.

Loki vide avanzare verso di loro anche Clint e Natasha, ma la speranza divampò nuovamente nel suo cuore, quando vide sfrecciare nel cielo e atterrare sul barriera con estrema violenza, il gigantesco Hulk.

Tutti quanti insieme continuarono e continuarono, lavorano insieme come una squadra e dopo quella che sembrò un’eternità, finalmente un’unica, grande crepa si aprì sulla barriera e una grande luce si sprigionò da essa accecando tutti quanti.

Quando la luce si diradò, la scena che presentò davanti a loro era immutata. Sara e Thanos continuavano a fronteggiarsi. Ma Loki fece comunque un passo avanti, poi un altro e, rendendosi conto che no incontrava resistenza, si mise a correre verso Sara.

“SARA! SARA ADESSO BASTA! VOLTATI SONO QUI, SONO VIVO!” urlò rivolto alla ragazza.

Sara percepì a malapena che qualcuno la chiamava, una voce fastidiosamente familiare e che le intimava di smetterla. Ma come poteva lei smettere di essere finalmente se stessa? Come poteva rinunciare a quel potere inebriante e seducente?

Semplicemente non poteva, e non voleva.

“SARA!” si sentì ancora chiamare. Non bastava Thanos da affrontare? Si voltò furiosa verso la fonte della voce e senza pensare colpì.

“Ahahahah, ma brava, Sara, colpisci i tuoi amici! Uccidili tutti!” furono le parole di Thanos che colpirono Sara, facendola fermare a riflettere. Colpire i suoi amici? Lei…lei non aveva più amici, lei ormai era sola. Loki era morto! Eppure, eppure perché gli occhi di quel ragazzo steso a terra erano così dolorosamente simili ai suoi?

“Sara, sono io, sono Loki!” anche la sua voce! No! Quello era l’ennesimo tranello di Thanos, il suo ennesimo modo per divertirsi a farla soffrire.

“Thanos, non m’inganni più!” urlò rivolta al mostro e lanciandosi verso di lui. Ma qualcosa la trattenne: qualcuno le aveva afferrato il braccio. Si voltò furente: chi osava bloccarla, trattenerla. Chi?

Incrociò ancora una volta quegli così fastidiosamente chiari.

“Sara, ti prego ascoltami.” Sussurrò Loki, cercando faticosamente di mettersi in piedi. Il colpo di Sara era stato forte.

“Ascolta la mia voce. Io sono reale. La senti la stretta della mia mano? È reale.” Disse, stringendo ancora di più la presa sul braccio della ragazza e riuscendo a rimettersi in piedi. Con uno scatto fece voltare del tutto la ragazza e la tirò a se, stringendola in un abbraccio.

“Senti le mie braccia che ti stringono? Sono reali. Non sono morto, sono qui.” Continuò Loki, stingendola forte.

Qualcosa sembrò mutare in Sara e lo avvertì anche Loki, che sentì la sua energia oscura cambiare.

Decise di tentare con un’ultima cosa. Prese fra le mani il volto di Sara.

“Almeno ricordati di questo, Sara, amore mio.” Sussurrò, mentre una sola lacrima gli scivolava lungo il volto. Poi la baciò, un bacio tenero.

Non appena le loro labbra s’incontrarono, l’aura intorno a Sara brillò, avvolse i due giovani, poi sembrò cristallizzarsi e infine scoppiò in tanti minuscoli pezzetti.

Tutti i presenti che erano rimasti come paralizzati, trattennero ancora di più il respiro, quando videro Loki, separarsi lentamente da Sara.

La ragazza aveva gli occhi chiusi e tutti quanti aspettavano con ansia il momento in cui li avrebbe riaperti.

“Sara?” la chiamò piano Loki. E Sara aprì finalmente gli occhi. Erano tornati del consueto col nocciola.

“Loki…” mormorò la ragazza, accarezzandogli lievemente la guancia.

“Sei vivo…com’è possibile?” domandò.

“Era solo un inganno di Thanos.” Spiegò Loki, afferrandole la mano e baciandolgiela.

“ E bravo l’asgardiano. Ed ora come contate di battermi?” urlò Thanos, scagliando un globo di energia in direzione dei due. Istintivamente Sara spinse Loki lontano, ma capì che per lei era troppo tardi. Fu colpita in pieno, il globo le attraversò il petto e lei fu scagliata lontano. Rotolò per terra, e quando si fermò tutti si aspettarono che si rialzasse. Ma Sara rimase ferma dov’era, immobile.

Un dolore atroce squarciò a metà il cuore di Loki.

“SARA!”

ANGOLO AUTRICE

Ok ok no panic….NO PANIC? La situazione è disperata, Sara è stata colpita!

Daiiii io lo so che non mi avete abbandonatooo!!! Vi pregooooooo ditemi che ancora mi seguiteeee!!!!un abbraccio sesshy!

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Capitolo 30
*** Vittoria! Ma a che prezzo? ***


Era finita. Ormai era finita. Il mondo era finito, o almeno il suo mondo. Si lasciò cadere in ginocchio, sconfitto. Non aveva più la forza di alzarsi, di combattere, non aveva più la forza di fare nulla.

Osservò i suoi amici lanciarsi contro Thanos, furiosi a dir poco. Ma lui non si unì a loro; che senso aveva? Che senso aveva battere Thanos, ora che Sara non c’era più? Per lui era finita, che la Terra e gli altri Regni fossero pure conquistati da Thanos, a lui non importava più nulla; Sara era morta.

Automaticamente Loki afferrò il corpo senza vita della sua amata e lo strinse a se, seppellendo il viso nei suoi capelli. Sentì qualcosa pungerli gli occhi e non fece nulla per trattenere le lacrime. Pianse disperato come un bambino, aggrappato all’unica persona che avesse mai amato in vita sua.

Rimase così per quelle che gli parvero ore. Non era più consapevole di nulla, solo che aveva perso una parte di se.

“Loki, nulla è perduto.” Fu un attimo e la voce era già sparita, ma Loki avrebbe giurato che appartenesse a Sara. Di colpo di separò dal corpo della ragazza, guardandolo intensamente e cercando di capire.

In quel momento si accorse che una leggera luce bianca stava avvolgendo il corpo di Sara, luce che pian piano cresceva d’intensità.

Sentì il corpo della ragazza scivolarle via dalle mani e lo vide salire sempre più in alto.

“No, no!” esclamò cercando di afferrarlo, ma mancando la presa. Sara fu sollevata in alto e quando si fermò la luce che l’avvolgeva cominciò a diventare accecante.

Loki teneva gli occhi fissi su Sara. E all’improvviso lei spalancò i suoi.

“Thanos, adesso basta. Finiamo questa storia, qui e subito.” Era una voce ultraterrena quella che aveva parlato e assomigliava a quella di Sara, ma la ragazza non aveva aperto bocca.

Poco a poco Sara tornò a terra e cominciò a camminare verso Thanos.

“Sara?” la chiamò Loki e lei si voltò verso di lui.

“Andrà tutto bene.” Gli disse, prima di riprendere a camminare.

“Thanos! Questa volta finirà qui. Non avrai scampo.” Esclamò Sara, sempre senza aprire bocca e stendendo un braccio, da cui partirono quattro sfere di luce purissima, che colpirono Thanos, ferendolo.

“Non è possibile, tu morta dovresti essere!” esclamò Thanos, cominciando a sentire una sorta di panico crescergli dentro. Lui Thanos, provava paura! Di fronte ad un essere umano poi! Ma, guardando meglio quella ragazza che gli veniva incontro, capì che non aveva nulla di umano e un brivido di puro terrore gli attraversò la schiena.

Non riuscì a muoversi fino a quando non vide la ragazza di fronte a lui.

“Hai paura Thanos?” mormorò lei e Thanos suo malgrado si ritrovò ad annuire.

Un sorriso, un sorriso quasi dolce comparve sul volto di Sara.

“E fai bene ad averne. Io sono colei che ti ucciderà!” rispose tranquillamente lei, abbracciandolo improvvisamente. In quel momento la luce bianca e pura che avvolgeva Sara aumentò e cominciò ad avvolgere anche Thanos.

“Ferma, cosa stai facendo?” esclamò allarmato Thanos.

“Pongo fine a questa storia!” sussurrò Sara, chiudendo gli occhi e facendo espandere al massimo la sua aura e avvolgendo completamente Thanos.

“Ah! Così facendo morirai anche tu! Non avrai veramente più alcuna speranza!” urlò trionfante Thanos.

A quelle parole Loki scattò in piedi, convinto più che mai a fermare Sara, ancora una volta. Ancora una volta lei si voltò verso di lui.

“Loki, andrà tutto bene!” ripetè per la seconda volta.

“Arrivederci!” disse poi prima di venire completamente avvolta dalla luce. I due schizzarono verso il cielo, lasciando una leggera scia bianca dietro di loro, e poi sparirono nell’Universo.

****

Era passato un mese, un mese da quando Thanos era stato sconfitto. New York aveva ripreso a vivere, tutto ciò che era andato distrutto stava venendo ricostruito. Tutto, tranne ciò che era andato irrimediabilmente distrutto: gli animi e i cuori di chi aveva perso qualcuno di caro.

Nessuno degli Avengers era stato più lo stesso dopo la morte di Fury e di Sara. Proprio quel giorno si sarebbero rivisti per brindare ai due caduti e forse quella sarebbe stata l’ultima volta. Nessuno aveva più voglia di combattere il male, chi per un motivo, chi per l’altro.

Il sole stava tramontando, l’ora stabilita per l’appuntamento si stava avvicinando e lui, Loki era ancora seduto sul divano, le gambe raccolte al petto e circondate dalle braccia.

Non aveva nessuna voglia di andare a quella “commemorazione” nessunissima voglia. Avrebbe voluto rimanere li per sempre, come del resto faceva ormai da diverso tempo. Aveva perso ogni sua energia e voglia di vivere, passava le giornate seduto sul divano a contemplare il vuoto. A malapena si ricordava di mangiare; era per questo che sempre più spesso Thor andava a fargli visita: almeno con lui era obbligato a mangiare,e a parlare, anche se il minimo indispensabile.

Thor aveva parlato con Odino, che aveva stabilito la fine dell’esilio di Loki sulla Terra, ma neanche questa notizia aveva scosso più di tanto il giovane Dio.

Si era limitato ad alzare le spalle e aveva mormorato un: “Qualsiasi posto è lo stesso.” Per poi tornare nel suo ostinato silenzio.

Allora Thor, non potendo più tollerare quello stato apatico, lo aveva schiaffeggiato in pieno viso e poi lo aveva afferrato per le spalle, scuotendolo e cercando di farlo reagire; perfino fare a botte con suo fratello sarebbe stato preferibile piuttosto che continuare a vederlo in quello stato. Ma a nulla erano valsi gli sforzi di Thor: Loki non si era minimamente scomposto; era come se avesse perso una parte essenziale della sua anima.

Loki sospirò, ripensando agli sforzi del fratello, poi sciolse quella posizione, che stava cominciando a diventare scomoda e si preparò per uscire.

Mentre si avviava verso la sua camera, l’occhio gli cadde su una cornice; la prese in mano e guardò la foto in essa contenuta: lui e Sara, se l’erano scattata uno di quei giorni in cui aveva nevicato. Loki abbracciava Sara da dietro e le stampava un bacio sulla guancia, mentre Sara rideva e scattava la foto.

Mentre osservava quella foto, una lacrima scivolò lunga la guancia di Loki, che se l’asciugò in fretta e si ricompose; guardò l’orologio e si accorse che si stava facendo tardi e si affrettò a prepararsi. In pochi minuti fu pronto e uscì di casa.

L’appuntamento era davanti al Cafè Vert, non molto distante da dove abitava e in pochi minuti Loki arrivò.

Erano già tutti arrivati e lo stavano aspettando; quando lo videro lo salutarono e poi tutti insieme entrarono. Si sedettero al tavolo più isolato possibile e ordinarono varie cose da bere.

Quando arrivarono le loro ordinazioni tutti quanti si guardarono spaesati, non sapendo chi volesse iniziare a parlare.

Alla fine fu Tony ad alzarsi tenendo il bicchiere in mano.

“Non sono da grandi discorsi e lo sapete tutti quanti. Ma visto che nessuno si decide a parlare lo farò io. A Sara e Fury, i più grandi coglioni, teste di cazzo mai conosciuti in vita mia. È stato un piacere conoscervi!” esclamò, la voce alterata dalla rabbia che covava dentro da un mese.

Gli altri lo conoscevano abbastanza bene da sapere che sotto quegli insulti si celavano tristezza e sofferenza, perciò non dissero nulla, levarono solamente i bicchieri ed esclamarono in coro: “A Sara e Fury!” poi bevvero.

Rimasero per parecchio tempo in quel bar, scambiandosi poche parole. Poi ad un certo punto sia Nat che Clint si alzarono.

“Noi…dobbiamo andare, abbiamo una missione.” Spiegò brevemente Natasha, la voce velata di tristezza.

Gli altri annuirono, salutandoli. Ma in quel momento arrivò una cameriera a ritirare i bicchieri. Clint e Natasha, sgranarono gli occhi per lo stupore; Nat mormorò un:” Ma non è possibile.” Udibile però dagli altri.

“Che succede agente Romanoff?” chiese Tony. Per tutta risposta Natasha sii scansò lasciando vedere a tutti la cameriera appena arrivata.

Fu come se qualcuno avesse bloccato il tempo e ogni tipo di suoni. La stanza calò nel silenzio e nell’immobilità più totali. Poi…

Poi un bicchiere cadde e si frantumò in mille pezzi riportando suoni e movimento.

Il bicchiere apparteneva a Loki, che lo aveva fatto cadere appena si era accorto della cameriera; il ragazzo ora aveva il respiro affannoso.

“Oh non si preoccupi ci penso io!” esclamò la ragazza chinandosi ed iniziando a raccogliere i pezzi di vetro.

Lo sguardo di Loki non l’abbandonò neanche un attimo e finalmente il ragazzo ritrovò la voce.

“Sara?”

ANGOLO AUTRICE

Con grande, grandissima fatica ho aggiornato! Io mi scuso per il ritardo anche se…dove siete finiteeeeee??? Ho bisogno delle vostre recensioni!!! Dai dai i ce la sto mettendo tutta per finire questa storia!!! Ma voi, vi prego, ditemi cosa ne pensate!!! Sperando di riccevere almeno un commento, vi saluto! Sesshy!

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Capitolo 31
*** Ritrovarsi ***


Loki non poteva credere ai suoi occhi: lei era li, davanti a lui, e non era frutto della sua immaginazione, oppure stavano soffrendo tutti di un’illusione di gruppo?

“Signore, si sente bene? Ha per caso bevuto troppo?” chiese Sara, dando segno di non averlo riconosciuto.

Loki si alzò in piedi.

“Sara, sono io, Loki!” esclamò.

“Non credo di averla mai conosciuta, e lei ha decisamente bevuto troppo. Forse dovrebbe andare! Oh e io non mi chiamo, Sara, mi chiamo Juliet!” esclamò Sara/Juliet cominciando ad alterarsi. Si voltò poi verso gli altri.

“Il locale sta per chiudere, fareste bene a riaccompagnare il vostro amico a casa!” esclamò, prima di andarsene.

“Credo che la nostra amabile sosia ci abbia appena cacciato.” Sentenziò Tony prima di alzarsi e dirigersi verso la cassa per pagare.

Quando furono tutti usciti ci fu un attimo di totale smarrimento poi tutti quanti iniziarono a parlare contemporaneamente, tra di loro, interrompendosi a vicenda.

“Sara è di nuovo qui! Non è morta!” esclamò Steve.

“Giuro che adesso vado li e ammazzo quella presuntuosa, antipatica gallina che assomiglia troppo a Sara!” ringhiò furiosa Natasha.

“Se è Sara com’è possibile che non si ricordi di noi?!” chiese Tony.

“Potrei fare delle ricerche, forse è possibile che sia lei!” dichiarò Banner.

“Vorrei conficcarle una freccia nel bulbo oculare, per come ci ha trattati!” sibilò Clint.

“Amici!” tuonò Thor, zittendo tutti. Gli altri si voltarono verso di lui.

“Amici, la cameriera è Sara. Ma non si ricorda di noi.” Sentenziò Thor. Tutti gli altri rimasero pensosi per qualche istante.

“Dobbiamo fare qualcosa, allora!” esclamò Steve poco dopo.

“Io resterò qua. Aspetterò la chiusura del locale e proverò a parlare di nuovo.” Mormorò Loki. Gli altri si voltarono verso di lui e videro che il ragazzo teneva gli occhi fissi sul locale, dentro al quale Sara si muoveva, pulendo i pavimenti.

Stavano per ribattere qualcosa, ma Tony interruppe ogni discorso sul nascere.

“Vedi di non fare troppi casini piccolo cervo!” disse, prima di andarsene. Poco a poco anche gli altri se ne andarono, lasciando solo Loki, che si diresse verso l’uscita del locale, sedendosi sullo scalino.

I minuti passarono lentamente, a Loki sembrarono un’eternità. Ma alla fine sentì la porta aprirsi e chiudersi e una voce familiare esclamare: “Sei ancora qui? Cosa vuoi?!”

Loki si alzò e fissò intensamente negli occhi la ragazza.

“Voglio solo farti ricordare chi sei.” Mormorò tristemente. Sara/Juliet spalancò la bocca, spiazzata da quella frase.

“Io so benissimo chi sono!” esclamò poi, arrabbiata, scansando Loki e iniziando ad andarsene.

“Hai uno strano tatuaggio sula spalla sinistra, non è vero?” chiese Loki e quella domanda bloccò Juliet, che si voltò lentamente verso il ragazzo.

“Come fai a saperlo?” chiese, spaventata.

“So molte cose di te. Ti prego…non spaventarti.” Gli rispose Loki avvicinandosi e prendendole le mani. Juliet provò a ritrarsi, ma la presa di Loki era salda e non le permise di allontanarsi.

“Guardami, ti prego.” Sussurrò Loki, la voce velata di tristezza. Juliet alzò lo sguardo verso il ragazzo e incontrò i suo occhi verde-azzurri. Qualcosa scattò nella testa della ragazza.

“I tuoi occhi…” mormrorò.

“Perché li conosco?” chiese poi, più a se stessa che a Loki. Un leggero sorriso increspò le labbra di quest’ultimo.

“Sono io Sara. Sono Loki.” Mormorò, baciandole delicatamente la mano destra. Juliet trasalì a quel contatto.

“Loki…” mormorò Juliet, come a volersi ricordare perché conosceva quel nome. Lui sospirò, poi fece una cosa che spiazzò completamente Juliet: la tirò a se e posò delicatamente le sue labbra sulle sue.

Juliet sgranò gli occhi, sapendo bene che avrebbe dovuto ritrarsi q quel contatto, ma rendendosi conto che non riusciva a muoversi; quelle labbra, avevano un sapore conosciuto. Tutto, in quel ragazzo le ricordava qualcosa. Juliet sentì qualcosa premere ai confini della sua coscienza e improvvisamente una fitta lancinante alla testa la costrinse ad allontanare Loki e a portarsi le mani alla testa.

“Sara? Che ti succede?” chiese Loki preoccupato, vedendo la ragazza in ginocchio; le poggiò una mano sulla spalla. Juliet sentiva la testa scoppiarle e d’istinto chiuse gli occhi; fu allora che una miriade di immagini le apparvero davanti.

Vide se stessa scattare in piedi ed urlare contro altre persone ed indicare Loki. Vide loro due che camminavano fianco a fianco in silenzio, fino ad un appartamento. Vide mesi di convivenza con Loki. Vide loro due che correvano a Central Park pieno di neve, vide che rotolavano per terra e alla fine si baciavano. Juliet seppe che questi erano ricordi, ricordi che le appartenevano!

“Sara…” sentì una voce che la chiamava, ma sembrava lontanissima.

“Sara, sono qui!” ripetè di nuovo quella voce, voce che lei sapeva a chi apparteneva.

“Loki.” Chiamò Sara.

“Sono qui.” Ripetè lui, rafforzando la presa sulla sua spalla. Le immagini davanti a Sara cominciarono a sbiadire, fino a che non rimase soltanto il volto di Loki.

“Loki!” esclamò allora Sara, ritrovandosi a fissare gli occhi del ragazzo.

“Loki.” Ripetè per la terza volta Sara, sentendo che gli occhi le si riempivano di lacrime. Di slanciò la ragazza si buttò fra le braccia di Loki, stringendo fra le mani la sua maglietta.

“Come ho potuto dimenticare? Come ho potuto dimenticarti?” mormorò, scoppiando a piangere.

Loki la strinse forte, lasciando che le lacrime gli scorressero lungo il volto.

“Adesso sei di nuovo qui con me!” le disse, separandosi da lei e prendendole il volto fra le mani; con i pollici le asciugò le lacrime.

“Ogni notte sognavo i tuoi occhi e ogni mattina mi svegliavo con la sensazione che mi mancasse qualcosa. Ma non riuscivo a capire.” Raccontò Sara.

“Finalmente…finalmente ti ho ritrovato!” mormorò ancora. Loki non resistette oltre e la baciò con foga e passione. Sara rispose con altrettanta foga e i due rimasero lì per un tempo che parve interminabile. Si separarono solo perché la mancanza d’aria si fece sentire.

Loki appoggiò la fronte su quella di Sara, gesto che era diventata quasi un’abitudine.

“Mi…mi sei mancata tanto!” ammise infine il ragazzo.

“Andiamo a casa?” chiese Sara. Loki annuì alzandosi e aiutando la ragazza.

“Gli altri saranno felici di sapere che sei di nuovo con noi.” Esclamò poi.

“Possiamo dirglielo domani però?” chiese timidamente Sara. Loki sorrise dolcemente.

“Certo! Per stasera…sei solo mia.” Esclamò, diventando improvvisamente malizioso.

“Devo prenotare una camera d’albergo, Loki Laufeyson? Quella cadenza maliziosa non mi piace per niente!” ridacchiò Sara.

“Come se ti dispiacesse!” la prese in giro Loki. Nel frattempo erano arrivati davanti a casa loro, ed erano entrati nell’ascensore.

“Mmm, è che l’ultima volta, mi sono risvegliata ad Asgard. Che intenzioni hai, Dio dei miei stivali?” chiese ironica Sara. Ma lo sguardo di Loki si fece serio e il ragazzo gli si avvicinò, costringendo Sara ad indietreggiare fino a trovarsi con le spalle alla parete.

“Non ho intenzione di lasciarti andare. Mai più.” Mormorò, baciandola. Le porte dell’ascensore si aprirono e i due uscirono che ancora si stavano baciando. Nella foga inciamparono e caddero per terra; ma non se ne curarono.

“Sai..avremmo dei comodi da letti…” ironizzò Sara, quando sentì le mani di Loki armeggiare con la sua camicia.

“Troppo lontani.” Bofonchiò Loki. Sara scoppiò a ridere.

ANGOLO AUTRICE

Eccomiiiii!!!!! Visto che avevo promesso, ho aggiornato presto!!! Aaaaalloraaaa?? Che ne dite?? Sara e Loki finalmente si sono ritrovati, la nostra protagonista a recuperato la memoria, finalmente le cose potranno andare bene no? Uff con fatica ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia! Fatemi sapere che ne pensate, sesshy!

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Capitolo 32
*** Richieste faticose ***


Era ormai passato un anno dalla sconfitta di Thanos e la vita era lentamente tornata alla normalità.

New York era stata ricostruita e la vita aveva ripreso lentamente il suo ritmo; era come se non fosse successo nulla.

In quell’anno erano successo varie cose, alcune impensabili: Clint e Natasha si erano finalmente messi insieme “ufficialmente” davanti a tutti gli Avengers, l’agente Maria Hill era stata nominata come successore di Fury, l’esilio di Loki era terminato, Tony e Pepper si erano sposati.

Quest’ultimo avvenimento era stato, al contrario delle aspettative, molto intimo e semplice. Tony non aveva voglia di fare anche del suo matrimonio uno scoop: come aveva detto lui:” La gente sa anche quante volte vado al bagno, almeno il mio matrimonio deve rimanere privato!”

Frase che era stata approvata da tutti.

Insomma, non si era trattato di battaglie o di invasioni, ma decisamente era stato un anno faticoso e ricco di avvenimenti.

Era una calmo pomeriggio di fine estate e Loki camminava nervosamente per le vie di New York. Era pensoso ed estremamente nervoso; pensava a varie cose: prima tra tutte che, quello stesso giorno, ormai un anno fa, era arrivato sulla Terra e aveva conosciuto Sara.

E poi c’era qualcos’altro che gli frullava in testa, qualcosa di ben peggiore e più difficile da attuare. Loki ci pensa e ripensava, voleva trovare le parole perfette, voleva rendere quell’occasione perfetta; ma ogni volta gli sembrava di sbagliare qualcosa.

“Maledizione Loki, hai affrontato le peggiori battaglie!” si maledisse il ragazzo. In quel momento squillò il cellulare del ragazzo, che fece un salto spaventato, non aspettandoselo. Lesse il nome sul display.

“Sara.” mormorò, sentendo il panico crescere dentro di se.

“P-pronto?” rispose con voce incerta.

“Loki, mon amour, dove sei finito?” rispose la voce allegra di Sara.

“Ecco io…io…” ma non riuscì a trovare una scusa convincente; guardò la piccola scatolina di velluto che aveva in mano.

“Loki?” lo chiamò Sara, dall’altra parte del telefono. Loki sussultò, poi finalmente si decise a parlare.

“Sara, vediamoci a Central Park ora!” rispose.

“Loki, ma che ti prende?” chiese Sara, leggermente preoccupata.

“Nulla, nulla, ho solo bisogno di vederti! Per favore raggiungimi il prima possibile a Central Park!” insistette Loki.

“D’accordo, poi mi spiegherai. A fra poco.” Rispose la ragazza attaccando. Loki attaccò a sua volta e cominciò a respirare velocemente; s’impose di calmarsi. Fece scivolare la scatolina in una tasca e poi si avviò verso Central Park; arrivò in pochi minuti e si sedette su una panchina ad aspettare Sara.

Mentre aspettava lasciò vagare lo sguardo sul via vai di persone e pensò ancora una volta a quanto fosse cambiato, in quasi due anni, grazie agli altri, a Thor e soprattutto a Sara.

Non aveva mai considerato Asgard come una casa, in realtà era sempre stato convinto che non sarebbe mai riuscito a considerare nessun posto come una casa, eppure…eppure Midgard era diventata la sua casa. Ed era riuscito a trovare una famiglia.

Un leggero sorriso gli increspò le labbra e si girò di scatto, allungando un braccio e afferrando una mano che stava per posarglisi sugli occhi.

Una risata argentina irruppe nell’aria, quando Sara atterrò sulle ginocchia di Loki.

“Non vale se usi i tuoi poteri!” esclamò la ragazza divertita. Anche Loki rise di cuore.

“In amore e in guerra tutto è lecito!” rispose, chinandosi poi a baciarla. Quando si separarono si guardarono a lungo negli occhi, senza dirsi nulla.

“Allora, che volevi dirmi di tanto urgente?” chiese in un sussurro Sara. Loki deglutì a fatica, ma non poteva rimandare a lungo.

“Sara…” esordì, facendo sedere la ragazza sulla panchina, mentre lui si alzava. Sara lo guardò, incitandolo a continuare, ma Loki si bloccò: perché gli era così maledettamente difficile pronunciare quella domanda.

“Loki?” Sara era curiosa. Loki prese un bel respiro, cacciò una mano in tasca e tirò fuori la scatolina di velluto. S’inginocchiò davanti a Sara, non credendo a quello che stava facendo.

“Sara…” ripetè, aprendo la scatolina e rivelando il suo contenuto.

“Mivuoisposare?” disse poi tutto d’un fiato. Dopo questa frase, calò il silenzio. Sara non aveva ben sentito la domanda, ma la situazione gli era più che chiara. Sapeva cosa doveva e voleva rispondere, ma non riusciva a parlare. Era troppo emozionata, il cuore le batteva a mille, la testa era vuota.

Loki la guardava, aspettando con ansia la risposta della sua ragazza, poi pensò che forse non lo aveva capito, così si affrettò a ripetere la domanda.

“Sara…mi vu…” me non ebbe tempo di finire la frase, che Sara gli si buttò al collo facendolo cadere per terra.

“SI!” urlò.

“Si,Loki Laufeyson, voglio diventare tua moglie!” ripetè, abbracciandolo di nuovo. Loki la strinse forte a se, ridendo.

“Mi ero preparato più di un discorso.” Esclamò ad un certo punto.

Sara storse il naso.

“Tu, un discorso? Ma quando mai!” lo prese in giro.

“Hey!” esclamò Loki, facendo l’offeso.

“Non tirare troppi sospiri di sollievo, adesso dobbiamo iniziare con i preparativi!” disse Sara, alzandosi e aiutando il ragazzo a tirarsi su.

“A questo proposito vorrei chiederti una cosa.” Disse Loki.

Sara gli fece cenno di continuare.

“Ti andrebbe bene celebrare il matrimonio ad Asgard?” domandò Loki. Sara ci pensò su; capiva che Loki volesse che Odino e Frigga fossero presenti, ma anche lei voleva che Stark, Clint, Bruce, Steve e Nat fossero presenti. E ovviamente anche Thor con Jane.

“Solo se possiamo far momentaneamente traslocare gli altri. E per altri intendo i signori Stark, i signori Odinson, Bruce, Nat e Clint, e Steve.” ” Rispose con un sorriso.

Loki ci pensò su, ma in realtà già sapeva la risposta; voleva solo far stare Sara sulle spiene.

“Bè si credo proprio che si possa fare!” rispose. Un sorriso enorme comparve sul volto di Sara, che saltò nuovamente al collo di Loki.

“A quando la data?”chiese ridacchiando.

ANGOLO AUTRICE

Oh mamma miaaaaa!!! E anche questo capitolo è andato! Bè che dite? Loki ha finalmente chiesto a Sara di sposarlo e direi che lei ha accettato! Finalmente un po’ di felicità per sti due disgraziati! Uff sigh sigh faticosamente la storia si sta avviando definitivamente alla sua conclusione! Bè let me know che ne pensate care mie!!!! A presto sesshy!

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Capitolo 33
*** Matrimonio e lieti annunci ***


Quel giorno ad Asgard spirava una leggera brezza e c’era un sole splendente; non faceva né troppo caldo né troppo freddo. In definitiva era una giornata perfetta.

Affacciata alla finestra della sua camera, Sara lasciò che i raggi del sole le scaldassero il viso e cancellassero ogni sua ansia; era emozionata all’inverosimile e doveva calmarsi o avrebbe combinato qualche disastro.

In quel momento sentì bussare alla porta e a malincuore si allontanò dalla finestra per andare ad aprire.

“Oh,eccovi!” esclamò la ragazza,trovandosi di fronte Natasha e Virginia.

“Sara! Ancora non sei pronta?” disse Natasha, entrando nella stanza, seguita da Virginia.

“E mai lo sarò, se vi consola!” sospirò la ragazza,abbassando lo sguardo.

Virginia e Natasha si scambiarono un’occhiata interrogativa.

“Sara,cosa ti preoccupa?” chiese Virginia, posandole una mano sulla spalla.

L’altra non rispose subito, ma sospirò di nuovo.

Sara…?” la chiamò Natasha, e lei si riscosse dai suoi pensieri.

“Giuratemi che non lo direte a nessuno.” Disse poi alzando lo sguardo e guardando le due donne.

“D’accordo, ma cosa..” provò a chiedere Virginia ma Sara la interruppe.

“Io credo di essere incinta!” disse tutto d’un fiato. Virginia e Natasha spalancarono la bocca.

“Cosa?” chiese Natasha.

“Hai sentito.” Ribattè Sara.

“No, volevo dire, cosa ti preoccupa?” chiese Natasha. Sara sgranò gli occhi, chiedendosi se l’amica c’era o ci faceva; le chiedeva veramente cosa la preoccupasse?

“Cosa mi preoccupa Nat? Primo non mi sento pronta a diventare madre, non credo di esserne in grado. Secondo, Loki ancora non lo sa e ho paura della sua reazione. Terzo, Frigga e Odino, mi spaveta assai anche la loro, di reazione! E poi ci sono un altro miliardo e mezzo di cose che mi terrorizzano!” sbottò Sara, finalmente libera di sfogarsi con qualcuno.

Virginia si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò.

“Sara, smettila di preoccuparti. Loki è l’uomo che ha deciso di sposarti, sarà pur contento di diventare padre, no?” cercò di rassicurarla.

“ Già, e poi sono convinta che anche Frigga e Odino sono contenti di diventare nonni!” continuò Natasha.

Sara sospirò, leggermente rassicurata.

“Voi dite?” chiese. Le due sorrisero calorosamente.

“Ne siamo sicure! Ora forza, muoviti a prepararti! E fai un sorriso, è il giorno del tuo matrimonio!” esclamò Virginia.

                                                                       ****

Loki camminava avanti e indietro per la sua stanza, in preda al nervosismo. In quel momento qualcuno bussò alla porta.

“Avanti!” esclamò il ragazzo.

“Nervoso, piccolo cervo?” ridacchiò Tony, entrando.

Loki gli rivolse un’occhiataccia, non gli rispose e riprese a camminare avanti e indietro.

“Dovresti calmarti e uscire. È quasi ora!” disse Tony, aspettando la reazione di Loki.

“Che? Già ora? Sei sicuro?” come volevasi dimostrare. Tony sospirò esasperato e andò incontro a Loki, afferrandolo per le spalle e bloccandogli ogni movimento.

Loki, fai un bel respiro, calmati e sorridi amico! Che diamine è il giorno del tuo matrimonio!” queste parole ebbero l’effetto di una doccia fredda sul Dio, che effettivamente prese un bel respiro e si calmò.

“Sono pronto!” disse infine, uscendo dalla stanza.

“Bene!”esclamò Tony seguendolo. I due camminarono l’uno a fianco dell’altro, poi ad un certo punto Tony deviò a destra.

“Vado a  recuperare tua, quasi, moglie!” lo salutò. Loki annuì e poi proseguì dritto, arrivando nella sala del trono, che era stata allestita per l’occasione.

Thor, Odino e Frigga lo aspettavano in fondo alla sala, vicino al trono e Loki si affrettò a raggiungerli.

I quattro si scambiarono un sorriso. Pochi minuti dopo arrivarono anche gli altri invitati: i quattro guerrieri amici di Thor, Steve, Natasha e Clint, il dottor Bunner e Virginia, che presero posto.

Loki guardò il fondo della sala, chiedendosi perché Sara non arrivasse; il nervosismo minacciava di riprendere possesso del suo corpo, ma in quel momento la porta si aprì e due figure cominciarono a camminare in direzione del trono.

Loki trattenne il fiato quando riconobbe Sara: era bellissima! Indossava un semplice abito rosso, di fattura Asgardiana, che le fasciava delicatamente il corpo.

In quel momento, Sara alzò lo sguardo e i loro occhi s’incontrarono. Un dolce sorriso sfuggì dalle labbra di entrambi.

Tony accompagnò Sara fino da Loki, poi con un sorriso disse.

“Io, Tony Stark, in qualità di patrigno di Sara, affido a te questa ragazza.” Affidando Sara a Loki e tornando poi al suo posto, con un sorriso soddisfatto.

Solo quando Loki sentì la leggera presa della mano di Sara su suo braccio, si ricordò di respirare. I due si scambiarono un sguardo emozionato.

“Bene. Possiamo cominciare! Io Odino, Padre degli Dei e padre di Loki sono qui per celebrare l’unione di questi due giovani qui davanti a me. Prima di unirli, vorrei sapere se    qualcuno tra i presenti a qualcosa in contrario.” Odino attese qualche minuto, ma nessuno dei presenti parlò, quindi riprese.

Loki Laufeyson, vuoi tu prendere come tua futura moglie, Sara?” chiese.

“Si. Lo voglio.” Mormorò Loki.

“E giuri di proteggerla e di amarla?”

“Si.”

Odino si rivolse a Sara

“Sara, vuoi tu prendere come tuo futuro marito, Loki?”

“Si, lo voglio.” Rispose emozionata Sara.

“E giuri di proteggerlo e di amarlo?”

“Si.”

Loki, Sara, la vostra unione è benedetta dal Padre e dalla Madre di tutti gli dei. È con un enorme piacere che vi dichiaro marito e moglie!” esclamò Odino.

“Ora potete baciarvi.” I due non aspettavano altro; si voltarono l’uno verso l’altra e si guardarono per lunghissimi istanti. Poi si baciarono con calore e trasporto, tra gli applausi di tutti gli altri.

                                                                             ***

I festeggiamenti stavano andando avanti da parecchio tempo ormai. Sara e Loki avevano avuto poche occasioni per stare veramente insieme, ma ad un certo punto la ragazza prese per un braccio l’atro e lo condusse in un angolino appartato.

Loki, devo dirti una cosa!” gli spiegò, guardando lo sguardo interrogativo del marito.

“Ecco io..vedi…” ma Sara non riuscì a finire la frase e abbassò lo sguardo. Loki le passò una mano sotto al mento, costringendola a guardarlo negli occhi.

“Dimmi, amore mio.” Sussurrò dolcemente. Sarà sgranò gli occhi, e mandò a quel paese ogni sua preoccupazione: aveva ragione Natasha.

Loki io credo di essere incinta.” Disse infine. Loki trattenne il fiato, aspettandosi di tutto, meno che quello.

Io…io diventerò padre?” chiese, emozionato come non mai.

Sara gli rivolse un timido sorriso.

“A quanto pare si, diventeremo genitori.” Loki l’abbracciò di slancio, sollevandola da terra e facendola girare, mentre una risata felice usciva dalla sua bocca.

“Mi hai reso l’uomo più felice del mondo.” Mormorò poi, quando la rimise delicatamente giù. Poi la baciò.

“E tu la donna più fortunata dell’Universo. Ti amo Loki. Ti amo da impazzire.” Gli disse Sara quando si separarono.

“Ti amo anche io, mia dolce compagna.” fu la risposta di Loki

ANGOLO AUTRICE

Ohhhh bbbene!!!! Finalmente si sono sposati!!!!! E bon abbiamo il lieto evento, avranno anche un figlio/a!!! Che ne pensate???  A me sto chap non è piaciuto granchè come l’ho scritto, ma magari a voi piace!!!! Daiiii me lo lasciate un commentino??? Anche perché questo è il penultimo chap il prossimo sarà l’epilogo e poi non vi romperò piùùùù!!!!

Grazie grazie anticipatamente!!!! Sesshy!!!

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** Epilogo ***


Un urlo squarciò  il silenzio. Poi un altro e un altro ancora. Ad ogni urlo Loki sussultava e stringeva ancora di più la mano di Sara, pregando che resistesse e che quella tortura finisse presto.

Sara urlò ancora, pallida e madida di sudore.

“Coraggio Sara resisti. Ancora un spinta.” Esclamò la levatrice. Sara prese un bel respiro e si preparò a spingere ancora, sentendo arrivare la nuova contrazione.

“Ci sei quasi, vedo la testa!” disse ancora la levatrice.

“Un ultimo sforzo,amore mio.” Mormorò Loki, stringendo ancora di più la mano di Sara, che ringhiò tra i denti una frase che suonava più o meno così: “ Vaffanculo Loki, la prossima volta partorisci tu!”

Quest’ultima affermazione strappò un sorriso al ragazzo.

“Tranquilla, cara, sarà fatto!”

“E non prendermi per il culo!” urlò ancora Sara, spingendo con tutte le sue forze. Era quasi un’ora che quello strazio andava avanti e lei non ce la faceva più.

Primo: perché nessuno le aveva detto che partorire era così dannatamente doloroso?

Secondo: quanto ci metteva quella creaturina ad uscire fuori?

“La prossima volta ci penserò due volte prima di fare un figlio.” Questo ed altri pensieri sconnessi viaggiavano nella mente di Sara, che sentì arrivare l’ennesima contrazione; un urlo più e una spinta più forti dei precedenti, poi…il silenzio. L’assoluto ì, perfetto silenzio.

E alla fine, un pianto disperato di un neonato.

Sara si accasciò sul letto, respirando profondamente, con gli occhi chiusi; Loki si affrettò a rendere un panno e ad asciugargli il sudore dalla fronte.

“Stai bene, piccola?” chiese premuroso.

“La prossima volta che ti viene in mente di fare un figlio, aspettati l’astinenza più assoluta.” Mormorò minacciosa Sara.

Loki deglutì a fatica.

“Complimenti, è un maschietto sano e robusto!”  fortunatamente la levatrice arrivò a salvare la situazione; senza troppi complimenti mise il bimbo in braccio a Sara, che lo guardò come se fosse un mostro strano.

Ma poi il piccolo mosse la manina e aprì gli occhietti, incontrando per la prima volta quelli della madre. Furono quegli occhi, innocenti, pieni di vita e dolcezza che sciolsero Sara. Un sorriso carico di tenerezza si aprì sul volto della neo mamma, che cominciò a cullare il figlio.

Loki.” Chiamò piano il compagno.

“Magari ci ripenso sul secondo figlio. In fondo essere figli unici non è bello. Ma fra un po’ eh?” mormorò.

Loki sorrise dolcemente,  baciandola sulla fronte.

“Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.” Le rispose.

I due rimasero per un po’ in silenzio, godendosi quel momento e pensando che erano appena diventati genitori.

“Scusate io…non vorrei interrompere ma, come si chiama? Che nome volete dargli?” la levatrice era tornata, riportando bruscamente alla realtà i due.

“Giusto, il nome!” esclamò Sara.

“Già, come lo vogliamo chiamare?” ripeté Loki. I due si guardarono, pensierosi; non avevano mai pensato al nome.

Ad un tratto gli occhi di Loki brillarono.

“Che ne dici di Nicholas?” chiese, guardando Sara. la ragazza ricambiò lo sguardo con affetto, capendo a cosa si riferiva Loki.

“È perfetto.” Mormorò. Loki prese in braccio il figlio.

“Benvenuto al mondo, piccolo Nicholas!” esclamò, felice come non mai.

Lui e Sara si erano conosciuti e avevano vissuto la più disperata delle situazioni, ma erano lì a festeggiare la nascita del loro figlio,insieme e uniti come non lo erano mai stati.

Finalmente anche Loki sapeva dire cos’erano l’amore e la felicità. Finalmente poteva toccarle con mano.

 

ANGOLO AUTRICE

Uno… due… tre…. HO FINITOOOOOO!!!!! HO FINALMENTE FINITOOOOO!!!! Ok sto chap mi fa più pena del precedente ma vabbè!

che dire, questa storia ha avuto degli alti e dei…bassissimi, ma è finalmente conclusa! Questo chap ha visto la luce solo grazie alle/ai recensore/i che hanno avuto la pazienza (e il coraggio) di seguirmi fino in fondo. Grazie grazie grazie a tutte/i questo chap è dedicato a voi che mi avete sostenuto!!!

È che dire,finalmente il piccolo è nato e per Sara e Loki inizia una nuova avventura: fari i genitori. Ce la faranno i nostri eroi? ditemi che ne pensato di questo chap finale!!!! E sappiate che vi adoro!!!! La vostra sesshy94

 

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