Ho cercato il tuo nome

di Noir93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovo inizio ***
Capitolo 3: *** L'anno più interessante ***
Capitolo 4: *** Hai paura del buio? ***
Capitolo 5: *** Hai paura del buio? (parte II) ***
Capitolo 6: *** Un pomeriggio movimentato ***
Capitolo 7: *** Ogni storia ha il suo inizio. ***
Capitolo 8: *** In vino veritas..? ***
Capitolo 9: *** La notte non porta consiglio..solo confusione ***
Capitolo 10: *** Un tuffo rovente ***
Capitolo 11: *** Scoprirsi.. ***
Capitolo 12: *** Tra le lucciole ***
Capitolo 13: *** Nascosti ***
Capitolo 14: *** Avventure notturne e non ***
Capitolo 15: *** Gelosie e altri rimedi ***
Capitolo 16: *** Masquerade ***
Capitolo 17: *** The Hangover ***
Capitolo 18: *** When love takes over ***
Capitolo 19: *** Shadow is the only friend I have ***
Capitolo 20: *** Un Epilogo, un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Aspira una boccata. Pigra, sensuale..il fumo si disperde disordinato nell'aria, sbuffato fuori dalla bocca con altezzosità. 
Anche nella solitudine del dormitorio maschile il re dei Serpeverde mantiene quel contegno così regale, così annoiato, così.. purosangue. Ogni cosa nei suoi gesti, nei suoi lineamenti, nel suo portamento, trasuda sicurezza, classe, perfezione. Il tutto ovviamente frutto di una vita trascorsa negli agi, nella fama, nell'ambizione più smodata. 
Aspirando svogliatamente un'altra boccata si slaccia distrattamente i primi bottoni della camicia candida che indossa, si alza dalla sontuosa poltrona in cui si era lasciato  sprofondare e si avvicina allo specchio finemente intarsiato appeso alla parete. 
Un paio di occhi grigi, profondi, segnati dall'indifferenza, gli restituiscono lo sguardo.
Sono occhi abituati ad assotigliarsi per il disprezzo, a stringersi per la furia, occhi fatti per passioni forti, senza ombra di dubbio. 
Spegne la sigaretta nel portacenere poggiato sopra il mobile lì accanto.
Con le dita sottili sfiora il proprio zigomo destro, percorrendo la linea del viso, fino ad arrivare al duro profilo della mascella. Arrivato al mento, ruvido per il primo accenno di barba, a distanza di un paio di giorni dalla rasatura, infine piega le labbra in un ghigno. 
La manica della camicia scivola, scoprendo il suo avambraccio diafano.
 La purezza della pelle è interrotta bruscamente da un segno, nero come la pece, ma leggermente sbiadito, come se qualcuno vi avesse passato le dita più e più volte. 
Il segno del male. 
Un marchio che per molti significa tutto, ma per quel diciassettenne annoiato, significa meno che niente. 
 
Un leggero bussare alla porta distoglie Draco dalla contemplazione del proprio volto.
"Avanti" risponde svogliatamente.
Astoria fa il suo ingresso trionfale, bionda e bellissima, i lineamenti perfetti, il cervello pari a quello di una stupida oca.
Draco la osserva avvicinarsi attraverso il riflesso dello specchio. Arrivata alle sue spalle lascia che il suo corpo aderisca sensualmente al suo, facendogli percepire ogni forma del suo fisico snello. 
La cascata di capelli lisci biondi gli solleticano la nuca, mentre lei si china per baciargli languidamente il collo. 
 Ogni parte del corpo di Malfoy si lascia attraversare dalla scarica di desiderio. Di lei pero' non potrebbe importargli di meno. 
Si tratta solo di una valvola di sfogo, puro desiderio carnale..nessuna emozione, nessun coinvolgimento. 
Si volta di scatto, sfiora le labbra della ragazza con le dita, le prende il carnoso labbro inferiore tra i polpastrelli e lo stringe forte. 
Lo stringe fino a quando la bocca già vermiglia della ragazza, non si arrossa ancora di più, e Astoria si lasciò sfuggire un gemito soffocato. 
Senza tanti complimenti Draco infila una mano sotto la gonna striminzita della Serpeverde, glielà solleva per poi blocclarla all'altezza dei suoi fianchi. 
La lascia pressochè nuda dinanzi il suo sguardo distaccato. 
Si scosta con un gesto elegante un ciuffo biondissimo dagli occhi, e le accarezza le cosce, con gesti lenti e deliberati, godendosi le reazioni della ragazza, totalmente in balia delle sue mani. 
Dopo qualche istante si avvicina ad un soffio dalle sue labbra, ma no, non la bacia. 
Lui le ragazze le scopa e basta. 
Il bacio implica un coinvolgimento emotivo che lui non ha, nè desidera provare con nessuna dei suoi passatempi. Perchè il bacio significa concedere all'altro di guardarci dentro, violentarci l'anima, e Draco non desidera niente di tutto questo. 
Sentendo l'eccitazione crescere a livello fisico finalmente decide di parlare:
"Che cosa sei venuta a fare qui, Astoria?" 
Gli occhi azzurrissimi della ragazza sono spalancati, la voce arrochita dal desiderio:
"Sai benissimo che cosa voglio Draco..vuoi farti pregare?" 
Senza una parola il Serpeverde si sbottona rapido i pantaloni, la sbatte rudemente contro la cassettiera in mogano lì dietro, le solleva le gambe e lascia che lei le allacci intorno ai suoi fianchi. 
Le entra dentro. 
Non c'è traccia di dolcezza nelle sue spinte.
Le immagini di altre decine di scopate identiche gli si sovrappongono nella mente, il volto di Astoria si confonde con quello di Pansy, di sua sorella Daphne, Emily, Romilda... 
Una sfilza di nomi, volti, corpi e gemiti. 
Ma non gli basta. Lui vuole di più. Molto di più. 




Prima mia Fanfiction in assoluto, ho scelto di dedicarla a Draco e Hermione
perchè a mio parere sono una delle coppie di cui scrivere più interessanti in assoluto.
Sceglierò se continuare la storia solo se verrà seguita almeno da qualcuno, perchè 
ovviamente scrivere è bello, ma avere qualcuno che legge le tue "opere" lo è ancora di più:)
Spero vi piaccia, a presto! In più ecco il gruppo in cui seguire gli aggiornamenti della storia e parlare di tutti i nostri interessi :) eccovi il link: https://www.facebook.com/groups/519691391522992/
Noir

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Capitolo 2
*** Nuovo inizio ***


Dato il numero sorprendente di visite ricevute nel primo capitolo, e grazie
all'ausilio di una strana ispirazione, ho deciso di aggiornare con il secondo
capitolo. Spero che vi piaccia, e se vi va di lasciarmi una recensione per
dirmi cosa ne pensate mi farebbe piacere. Buona lettura :) 

Noir


Un tonfo, uno scoppio di risatine e poi un'imprecazione. Ecco la sveglia di quel soleggiato due settembre per Hermione Grenger. 
Confusa, spalanca gli occhi, alla ricerca della fonte di tutto quel baccano mattutino, la guancia appiccicata alle pagine di Trasfigurazione Avanzata, sopra il quale deve essersi addormentata la sera prima.
Lavanda esce dal bagno, l'arricciacapelli saldamente avvolto intorno ad alcune ciocche ondulate, l'orlo della gonna della divisa oltraggiosamente ridotto, grazie all'ausilio della magia.  "Oh Hermione scusami, ti abbiamo svegliata?" 
Le chiede, un po' dispiaciuta ma non troppo, d'altronde Lavanda non le ha mai perdonato di essere da sempre il grande amore di Ronald. 
Ma in situazioni come queste non ci sono vittime nè colpevoli, non esiste un potere decisionale sui sentimenti, nessun raziocinio, ed è un dato di fatto. 
Hermione sbadiglia e si tira su lentamente, liquidando Lavanda con un gesto rilassato, comunicandole che non è un problema. 
Nessuna vittima, nessun colpevole.
Non ha voglia di fomentare una rivalità che ormai non ha più alcuna ragion d'essere, dato che tra lei e Ron, eccetto in una notte d'inizio estate all'insegna della pura follia, non è più accaduto nulla .
Al ricordo sorride: non si è mai pentita di aver donato la propria prima volta al Rosso. 
Quella notte, nel suo modo un po' impacciato e  spontaneo, l'aveva resa una donna, regalandole una delle notti che avrebbe ricordato con infinita dolcezza per tutta la vita. 
Al mattino purtroppo entrambi avevano dovuto far i conti con la realtà: lei e Ron non sarebbero durati. 
Erano amici da troppi anni, ed erano incompatibili sotto moltissimi punti di vista, il che li avrebbe intrappolati in una rete di litigi continui ed interminabili, che simili a un cancro, avrebbero lentamente massacrato il loro rapporto. 
E l'ultima cosa al mondo che Hermione desiderava era perdere una delle due persone più importanti della sua vita. 
Perciò avevano scelto di porre fine alla cosa, con un sorriso amaro sulle labbra, ma pur sempre un sorriso. 
Se in un rapporto appena nato si lascia che il raziocinio si metta in mezzo, vuol dire che quel rapporto non è destinato ad arrivare da nessuna parte.
Nell'amore non si deve sprecare un solo attimo a ragionare, si deve agire in preda ai deliri febbrili della passione, della necessità reciproca,  del desiderio più sfrenato..
 
Hermione si riscuote di botto, stupita dalla piega improvvisa dei suoi pensieri. 
Non è mai stata una di quelle ragazze che anela le passioni forti e i sospiri; immaginandosi nel futuro vede se stessa impegnata in un lavoro che le piace, la soddisfa e le permette di vivere dignitosamente. 
Immagina figli, una bella casa e tonnellate di libri a tenerle compagnia nelle giornate di pioggia. 
Eppure questo è il suo ultimo anno a Hogwarts. 
Una triste consapevolezza si fa strada nella sua mente, una consapevolezza che fino all'anno precedente non la disturbava minimamente, ma che adesso, alla luce della disfatta di Voldemort, della guerra combattuta, la tortura come un insistente tarlo. 
A parte i successi scolastici, nei suoi diciassette anni di vita, non ha mai preso una sola egoistica decisione. 
Non si è mai preoccupata del proprio benessere, di prendere una decisione per ottenere solo un po' di felicità o di vivere come una normale adolescente. 
C'era sempre qualcosa di più importante da fare, aiutare Harry, salvare il mondo magico e cose così. 
Ma adesso, dopo che tutto l'orrore portato da Voldermort si era finalmente estinto, non prima di aver raggiunto la propria apoteosi, che cosa le restava? 
Niente.
 
No! Si disse. Voglio che questo ultimo anno sia speciale. 
Lo studio era stato suo fedele amico e compagno in quei sei anni, e lo sarebbe stato anche nel settimo. 
Ma adesso qualcosa doveva cambiare. Era tempo di vivere anche per se stessa, di prendere decisioni avventate, fare qualche sciocchezza. 
Era sempre stata Hermione Grenger, la so- tutto-io, Grifondoro fino al midollo, la mente del trio dei miracoli (come amava definirli Malfoy)..ma adesso? 
 Nn le basta. Lei vuole di più. Molto di più. 

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Capitolo 3
*** L'anno più interessante ***


Non so quando avrò occasione di aggiornare la prossima volta, questa
settimana mi iniziano tutti gli esami e non avrò molto tempo libero. 
Sfruttando pero' l'ispirazione ho scritto di getto questo capitolo e spero 
davvero che vi piaccia :)
Un grazie speciale a tutti quelli che seguono la storia: AshleyCameron, FedyTsubasa, ifyourheartdoesntwork, LuluBroken_Heart, nicol86, Reb and Jude, Rory Manu Gilmore, stekken, stella94, WhiteOphelia, Fiore di Loto 22, Jule, daiya. 



Primo giorno di lezioni: esiste una musica più dolce per le orecchie? 
Una gioia più grande per il cuore? Non per Hermione Grenger, naturalmente. 
Di corsa come sempre, la divisa un po' storta e i capelli indomiti, si precipita giù dalle scale, entrando nella Sala Grande a passo di carica. 
L'allegro quanto familiare chiacchericcio mattutino degli studenti riuniti, l'avvolge come una calda coperta: era a casa.
Con un largo sorriso stampato in volto si dirige sicura verso il tavolo dei Grifondoro, ma un enorme fracasso, proveniente da un tavolo situato al lato opposto della sala, la fa voltare bruscamente. 
Ovviamente il baccano era opera del tavolo dei Serpeverde.
E chi se non Malfoy, Zabini e Nott, poteva essere al centro assoluto della scena? 
A quanto pare Zabini o Nott  (Hermione non riusciva a ben comprenderlo, da dove si trovava) doveva aver fatto o detto qualcosa che al rampollo Malfoy alias principino purosangue, non era andata affatto giù. 
Il risultato? Gli occhi stretti a fessura, la bocca contratta in un ghigno malefico, era impegnato, tra le risate generali dei compagni, a scagliare oggetti contro i due amici con il massimo impegno possibile. 
Hermione sbuffò e scosse la testa infastidita. Niente la irritava come l'immaturità delle persone.
Dopo esser finalmente riuscito nell'intento di beccare Zabini con un'intera coppa di gelato, e aver ridotto la sua ben nota capigliatura corvina in un ammasso di vaniglia e frutti di bosco, sembrò soddisfatto. 
Fu allora che il suo sguardo si sollevò di botto, per incontrare quello della Granger. 
Si fissarono per un lungo istante, senza dire nulla. 
Poi la bocca di Malfoy si piegò in uno dei suoi soliti ghigni e urlando nella sua direzione disse:
"Che c'è Granger? Ti godi lo spettacolo?" 
Hermione scrollò le spalle indifferente, e senza degnarlo di una risposta riprese a camminare verso il tavolo dei Grifondoro. 
"Parlo con te, Sanguesporco!" le urlò alterato il Biondo, di certo non abitutato ad essere ignorato, e per di più da una sporca mezzosangue.  
Hermione continuò imperterrita a non dargli corda, voltandogli totalmente le spalle. 
Riusciva a sentire le risate dei compagni Grifondoro, ammirati per il suo controllo e superiorità. 
Stava per poggiare la borsa carica di libri nella panca di legno quando Malfoy, decise di sferrare la stoccata finale: 
"Che cosa c'è Mezzosangue, Lenticchia non ti fa smaltire l'acidità sotto le lenzuola?"
 RIsate generali nella tavola dei Serpeverde.
Era la fine.
 
Hermione sentì l'ira crescerle dentro, un'ira ribollente e bruciante. 
Senza riflettere un attimo si voltò di scatto, e si diresse furiosa di fronte a Malfoy, che sghignazzava senza ritegno, spalleggiato dai suoi compari. 
"Solo perchè la tua vita Malfoy, è un insignificante ammasso di niente, non significa che puoi offendere la mia! Se il tuo attributo naturale non funziona a dovere e la tua vita sessuale è insoddisfacente sono affari tuoi, lasciamene fuori!"  
Silenzio attonito.
I Serpeverde poi scoppiarono a ridere più forte di prima, c'era chi doveva reggersi al vicino per non cadere giù dalla panca, chi sputava acqua sul tavolo, mentre ad altri sembrava mancassero solo i pop-corn per godersi al meglio lo spettacolo. 
 
 
Come aveva osato? La Mezzosangue, quella insopportabile, frigida, so-tutto-io, come aveva osato offendere la sua virilità? 
Si alzò in piedi di scatto, cercando di concentrare in una sola frase tutto lo sdegno e il disprezzo possibile:
"Ti piacerebbe Mezzosangue, che io pensassi a te in quel senso, non è vero? Ma dovresti già sentirti onorata che accetti di condividere lo stesso ossigeno con te!" 
Lui, il Re delle Serpi, che si portava a letto anche due diverse ragazze al giorno, lui, il migliore fra tutti, mai avrebbe accettato un'offesa simile. MAI.
La Granger scoppiò a ridere con pari sdegno del Serpeverde:
" é a TE che piacerebbe Malfoy! E ora vattene al diavolo! Ho di meglio da fare che sprecare la mia giornata con te!" 
Detto questo girò i tacchi e se ne andò via tutta impettita. 
"Fottiti Granger!" le urlò dietro. Non sia mai che le sia lasciata l'ultima parola. 
 
Mentre si dirigeva  verso la prima lezione dell'anno, Draco, era semplicemente furioso. 
Zabini, che lo conosceva bene come nessun altro, si divertiva a punzecchiarlo, indovinando il motivo della sua rabbia a malapena trattenuta. 
"Che c'e Draco, il tuo attributo naturale non funziona a dovere?" Gli chiese piegato in due dal ridere. 
Draco gli assestò una forte spinta, mandandolo a sbattere contro la porta di un'aula, fortunamente vuota. 
Non si fermò neanche per controllare che Blaise stesse bene, continuò la sua marcia furibonda lungo il corridoio.
Zabini lo riprese con una breve corsetta, e si decise a rivolgergli una domanda con maggiore serietà:
"Andiamo Draco, non vorrai rovinarti la giornata per la Granger?" 
Malfoy strinse la labbra, e una volta usciti all'aria aperta in direzione delle serre (la prima lezione era Erbologia), si accese una sigaretta. 
"Non mi sto rovinando un bel niente per la Mezzosangue, Blaise." Gli rispose poi, prendendo lunghe boccate dalla sigaretta. 
"Se ti da così fastidio quello che ti ha detto, scopatela no? Così le chiuderai quell'adorabile boccuccia rosata che si ritrova, magari mettendoci dentro qualcos'altro.." sghignazzò alla fine.
Portarsi a letto la Granger? Blaise stava decisamente dando i numeri.
 Si limitò a scoppiare in una risata sprezzante. 
"D'altro canto.." aggiunge, come ripensandoci Blaise, una punta di maliziosità nella voce, "non credo proprio che la gentil donzella mezzosangue ti donerebbe le sue grazie." 
A quel punto Draco si volta con un mezzo sorriso, più velenoso di una serpe:
" Sai perfettamente che non mi resisterebbe un attimo, se solo la degnassi della mia attenzione." 
"Oh, questo è tutto da vedere amico mio". Rispose Zabini più divertito che mai, pregustando già la piacevole novità che avrebbe reso quell'anno il più interessante di tutti. 

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Capitolo 4
*** Hai paura del buio? ***


La mattina successiva durante l'ora di colazione la professoressa Mcgranitt, col suo cipiglio spiccio e severo, distribuiva i nuovi orari delle lezioni. 
Hermione, che sedeva tra Ginny e Ron, voltava il capo ad intermittenza, controllando ansiosamente che la professoressa non si dimenticasse di lei.
Arrivati circa alla quarta volta in cui voltava la testa di scatto, Ron fece un sonoro sbuffo, spruzzando pezzetti di bacon da tutte le parti: 
"Hermione, ti romperai l'osso del collo se continui a voltarti ogni trenta secondi!" 
Ginny ed Harry fecero una smorfia schifata per tutti i pezzetti di bacon volati nella loro direzione, e si limitarono a sorridersi a vicenda, sfiorandosi le gambe sotto il tavolo. 
Se Ron e Hermione avevano vissuto il proprio momento di gloria, per poi lasciarsi consapevolmente tutto alle spalle, scegliendo il terreno sicuro dell'amicizia, niente di tutto ciò era avvenuto per Ginny ed Harry. 
L'addio che i due si erano scambiati per far sì che Harry potesse dedicarsi alla disperata ricerca degli Horcrux, si era poi tramutato in un semplice arrivederci. 
Harry ricordava alla perfezione il momento in cui l'aveva rivista, entrambi ricoperti di polvere e sangue, i volti contratti dalla disperazione. 
Il petto sembrava scoppiargli di un'emozione senza nome, il cuore gli martellava furiosamente; le sue mani furono imprigionate tra quei capelli rosso fiamma prima ancora che potesse chiedersi i perchè e i come. 
Le sue labbra divorarono quelle di Ginny come un assetato in mezzo al deserto, e mentre sfogava tutta la paura, la rabbia, l'amore e la disperazione in quel bacio, la sua mente riusciva a mettere insieme un solo, semplice, pensiero: "Mai più." 
Mai più senza di lei. 
Da allora erano inseparabili. Certo, con le dovute precauzioni, dato che era ben noto il fatto che Ron non amasse che il suo miglior amico si "prastugnasse" in pubblico con la sua sorellina, benchè ormai diciassettenne. 
 
"Grazie Ronald, i tuoi interventi mattutini mi sono sempre indispensabili!" rispose Hermione seccata, scoccando uno sguardo di disapprovazione all'amico. 
Il Rosso la guardò con un mezzo sorriso, la bocca gonfia come un pallone aerostatico, a causa di tutto il cibo che era riuscito ad introdurvi: 
"E dai Herm, figurati se la Mcgranitt si scorda di te! Se ci sarà qualcuno che quest'anno terrà alto l'onore della casa nei M.A.G.O sarai tu! Sei l'unica di tutto il nostro anno che sa fare delle trasfigurazioni degne di questo nome.. Per quanto riguarda me, quest'anno voglio proprio rilassarmi un po' dopo..." 
Ron pero' venne interrotto bruscamente dalla voce della Mcgranitt, che si ergeva altera alle sue spalle: " ..Dopo cosa signor Weasley? La sto avvertendo, se lei e il signor Potter mi farete fare una figuraccia durante l'esame di trasfigurazione, salvatori del mondo magico o no, vi prenderò a pedate fino a Diagon Alley! "
I due amici si guardarono impallidendo, atterriti. 
"..E non sognatevi nemmeno di non vincere la Coppa del Quiddich quest'anno, non ho alcuna intenzione di regalarla ai Serpeverde!" continuò poi severa. 
Poi pero' la piega rigida delle sue labbra si ammorbidì in un piccolo sorriso:
 "Bentornati a Hogwarts ragazzi". 
 
 
Draco Malfoy sedeva al tavolo dei Serpeverde, come un re siederebbe sul suo trono nella sala ricevimenti. Il suo cipiglio sprezzante, era se possibile più irritato del solito. 
Nel nuovo orario delle lezioni i Serpeverde erano abbinati in un sacco di lezioni con quegli idioti dei Grifondoro. Poteva essere la sorte più crudele? 
Almeno tre volte a settimana gli sarebbe toccato sopportare la vista dei tre salvatori del mondo magico, e tutto il resto della marmaglia dei coraggiosi nel cuore e nello spirito. Pensò disgustato. 
Mentre faceva segno a Daphne di versargli dell'altro succo di zucca, il suo sguardo annoiato si posò sulla Mezzosangue che gli stava proprio di fronte, a distanza di due tavolate. 
Oh, Salazar.
 Gli sarebbe toccata l'insopportabile, frigidona, so-tutto-io ,Sanguesporco no stop. 
Sempre con quel suo braccio scattante, l'espressione soddisfatta dopo aver risposto correttamente a una domanda, come se fosse la prima volta. 
Notando il suo sguardo corrucciato, Theodore diede una gomitata a Blaise per attirare la sua attenzione, e i due presero a fissarlo divertiti.
"Che avete da guardarmi imbabolati come due coglioni?" gli chiese seccato Draco, resosi conto dei loro sguardi insistenti. 
"No, no, Draco non volevamo disturbarti..continua pure a fissare la Granger." risponde Theodore soffocando una risata. 
Draco alza gli occhi al cielo, annoiato. "Ma che cosa avete tutti e due con questa Mezzosangue? Se vi piace tanto scopatevela voi, no?" 
"Nessuno qua stava parlando di scopare con nessuno Draco, ma dato che hai tirato fuori il discorso.." Intervenne Zabini con un ghigno furbo sulle labbra. 
"Non vedo perchè dovrei abbassarmi a scopare una che mi disgusta, quando posso avere tutte le ragazze che voglio. Davvero piantatela, state diventando più noiosi di Ruf." 
Nott e Zabini si guardarono e fecero spallucce. Contento lui, contenti tutti. 
 
 
Minerva Mcgranitt aveva smosso mari e monti per cercare un nuovo professore di Difesa contro le arti oscure. Peccato che, se prima circolavano semplici dicerie sul fatto che il posto fosse maledetto, adesso quelle voci venivano prese per oro colato. 
Nessuno perciò aveva accettato l'incarico, che di fatto era rimasto vacante. 
Dopo aver riunito tutti i professori in una riunione straordinaria, era stato stabilito che tutti gli insegnanti avrebbero coperto la cattedra basandosi su turni settimanali.  
Certo era una soluzione scomoda per tutti, ma strettamente necessaria, e tutti avrebbero dato il proprio contributo. 
Il primo turno settimanale toccò al professore Vitious: un'ora e mezza con gli studenti del settimo anno di Grifondoro e Serpeverde. 
 
In attesa dell'arrivo del professore Harry e Ron spalleggiati da Dean e Seamus si erano lanciati in un'avvincentissima partita di Mini Quiddich per tutta l'aula di Difesa. 
Hermione era intenta a leggere un interessantissimo saggio sugli Elfi Domestici e non prestava particolare attenzione a nessuno, anche se tutto il fracasso provocato da quei quattro la stava letteralmente mandando al manicomio. 
Una ventata che era un misto tra alcool, sigarette e una serie di improperi sdegnati annunciarono l'arrivo dei Serpeverde nell'aula.
Hermione alzò appena lo sguardo dal suo saggio, giusto per trovarsi davanti gli occhi la raccapricciante scena di una Pansy letteralmente spalmata sulle gambe di Malfoy. 
Quest'ultimo si lasciava accarezzare i capelli dalla ragazza adorante, ma aveva un'aria estramamente annoiata. 
Il Biondo pero' notò poi i quattro Grifondoro che si divertivano inseguendo le piccole scope e e la mini pluffa per l'aula, e commentò sprezzante:
"Divertitevi pure Potter, tanto questo è l'unico Quiddich in cui quest'anno avrete speranze di vincere." 
Ron si voltò arrabbiato nella sua direzione: "Sta' un po' zitto Malfoy, la nostra squadra vi batterebbe anche bendata!" 
Harry e Dean si avvicinarono ai due, prevdendo che probabilmente la situazione sarebbe degenerata a breve. 
"Se utilizzate ancora quei catorci spennacchiati che spacciate per scope, il semplice sollevarsi da terra è già da considerarsi una vittoria, vero Weasley?" gli rispose mellifluo Malfoy. 
"Sempre meglio di essersi comprato il posto in squadra Malfoy!" intervenne Harry, il volto arrossato dalla rabbia. 
La situazione stava per l'appunto sfociando in approcci pericolasamente fisici tra le due fazioni, quando entrò il professor Vitious che li separò prontamente. 
"Vediamo di darci un po' una calmata ragazzi, che ne dite eh?" e poi continuò "Se impiegaste anche solo un quarto dell'impegno che sfruttate per litigare tra di voi negli incantesimi, a quest'ora sareste tutti da Eccezionale". 
Tutti ripresero i propri posti e finalmente il silenzio s'impadronì dell'aula. 
"Come avrete notato, non vi sarà nessun nuovo insegnante di DIfesa quest'anno, per beh..ovvie ragioni. Perciò la materia in questione verrà insegnata da noi professori, suddividendoci in turni settimanali. Seguiremo comunque tutti lo stesso programma, perciò i turni sono una semplice necessità burocratica. Se non ci sono domande adesso vorrei iniziare.."
Interpretò il silenzio degli studenti come un tacito consenso, e riprese a parlare: 
"Benissimo, dato che la maggior parte di voi ha una discreta conoscenza degli incantesimi base di difesa e attacco, per oggi avevo in mente di sottoporvi ad un piccolo test..per così dire." 
La classe eplose in sonore proteste, come se si trattasse di un unico corpo. 
"Potete lamentarvi quanto vi pare ragazzi, il professore sono io e si fa quello che decido" concluse con un amabile sorriso.  "Ora, se non vi dispiace, dovreste uscire dall'aula e attendere qui fuori in corridoio mentre io preparo tutto ciò che vi occorre per il test."
I ragazzi presero ad uscire dall'aula simili a uno sciame di api imbizzarite, la porta dell'aula gli venne chiusa in faccia.  
 
Trascorsi all'incirca cinque minuti in cui i ragazzi delle due case si fissarono in cagnesco, finalmente il professore si decise a uscire dall'aula. 
 
"Benissimo ragazzi, adesso è tutto pronto. Vi dividerò in gruppi di otto e al mio segnale il primo gruppo potrà entrare dentro l'aula. Voglio pero' avvertirvi che la maggiore difficoltà là dentro non è costituita dagli incantesimi che dovrete utilizzare per superare il test.. ma dal buio." spiegò il professore ergendosi impettito sulla pila di libri che lo rendevano alto quasi quanto una persona normale. 
Un mormorio inquieto si diffuse nella piccola folla di Grifondoro e Serpeverde. 
Malfoy scoppiò in una risata incredula e senza nascondere il suo disprezzo disse al professore: 
"Il buio? Il buio sarebbe la maggiore difficoltà? E cosa siamo, bambini di cinque anni?" 
Vitious pero' non si scompose minimamente, ma anzi gli sorrise  bonario: 
"Mi creda signor Malfoy, il buio può far emergere aspetti della nostra personalità che nemmeno potrebbe sospettare di avere. Rimarrebbe sorpreso di quello che è in grado di fare una persona nel momento in cui agisce nella certezza di non poter essere vista.
Detto ciò: Brown, Finnigan, Granger, Zabini, Parkinson, Potter, Nott e Malfoy siete il primo gruppo, preparatevi ad entrare.." 

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Capitolo 5
*** Hai paura del buio? (parte II) ***


Approfitto dell'ispirazione notturna per postarvi questo nuovo capitolo, ringraziare
tutti quelli che seguono la storia e invitarvi a farmi sapere che cosa ne pensate
magari tramite una recensione :) 

Noir



Hermione non poteva fare a meno di rigirarsi nervosamente la bacchetta fra le mani.
Quella faccenda del buio la inquietava più di quanto le piacesse ammettere. 
C'era un che di malsano nell'affrontare chissà quali pericoli senza l'ausilio della vista. 
E poi per la miseria, li avrebbero rinchiusi con quattro Serpeverde, che magari avrebbero cercato di affatturarli, piuttosto che contribuire ad uscire indenni dalla prova. 
 
Tutti e otto i ragazzi si fissavano in cagnesco, la tensione alle stelle. 
Il professore nel frattempo forniva loro gli ultimi ragguagli circa l'utilizzo di incantesimi permessi all'interno della stanza.
Hermione cominciò a sudare, sentendosi gli occhi di tutti puntati addosso. Passandosi una mano sul viso, per cercare di restituirsi un po' di contegno, decise di sfilarsi il maglione, rimanendo soltanto con l'aderente camicia bianca, semplicemente ornata dallo stemma dei Grifondoro.  
Dopo aver poggiato il maglione in un banco che si trovava in fondo al corridoio ,  si voltò di scatto sentendo la nuca bruciare, come se qualcuno la stesse fissando intensamente.
Incredula, incrociò gli occhi di ghiaccio di Draco Malfoy.
Il grigio cristallino era illuminato da una luce diversa dal solito, che nulla aveva a che fare con disprezzo, disgusto o furia... 
era forse apprezzamento?
Apprezzamento.. ma per cosa? 
Sostenne un attimo il suo sguardo, poi istintivamente abbassò gli occhi sul proprio petto, e notò che la camicia aveva un paio di bottoni slacciati di troppo, e che il delicato incavo tra i seni faceva capolino dal tessuto aperto della camicia. 
 Arrossì violentemente per l'imbarazzo e si affrettò ad allacciare rapidamente i bottoni della camicia, lanciando poi uno sguardo di sfida in direzione del Biondo, che pero' aveva già rivolto la propria attenzione altrove. 
Hermione tirò un piccolo sospiro di sollievo, quell'idiota di Malfoy aveva deciso di lasciarla in pace, una volta tanto si era comportato da persona adulta. 
Il professore finalmente gli fece segno di entrare, e spalancò la porta dell'aula.
 
La Grifondoro si ritrovò a fissare la tenebra più nera. 
Il cuore prese ad accellerare, aumentò la presa delle dita sulla bacchetta. 
Incrociando il suo sguardo Harry le fu subito accanto e i due prendendosi a braccetto varcarono per primi la soglia. 
Avanzarono di qualche passo permettendo ai restanti sei di entrare anch'essi nella stanza. 
La porta dell'aula venne chiusa dal professore, l'oscurità fu totale. 
Da quel momento scoppiò l'inferno. 
 
La Parkinson strillò disperata "Mi ha preso alle caviglie! Mi ucciderà!" 
Qualcuno cercò di raggiungerla per rassicurarla, ma la cosa ebbe solo l'effetto opposto: 
Pansy iniziò a scagliare incantesimi a più non posso, verbali e non, e tutti non poterono far altro che gettarsi a terra coprendosi la testa, sperando di non venire schiantati per errore. 
Dopo alcuni momenti di panico, in cui tutti i presenti imprecavano mentalmente e non contro la Parkison, finalmente scese il silenzio. 
Scostando piano le braccia dalla testa Hermione fissò il soffitto dell'aula e quello che vide la preoccupò non poco.
Una sorta di nebbiolina biancastra l'avvolse con impressionante rapidità, impedendole di distinguere anche la punta del proprio naso. 
Pansy continuava a strillare instancabile, e la presa di Harry sul suo braccio era sparita già da alcuni minuti. 
Cercando di rimanere lucida sussurrò "Lumos" e la bacchetta s'illuminò rassicurante.
La nebbia che la stava circondando era sempre più fitta e soffocante, tanto che percepì goccioline di sudore scorrere lungo la tempia. 
Il contatto con il pavimento era gelido e duro contro il proprio addome, e la nebbia come una sorta di masso, la schiacciava contro di esso impedendole qualsiasi movimento. 
Il fascio di luce emanato dalla bacchetta era appena sufficiente a mostrarle una serie di figure accucciate sul pavimento esattamente come lei. 
Dopo diversi secondi di puro panico, riuscì finalmente a far funzionare il cervello, e si chiese se la pressione esercitata dalla nebbia sul proprio corpo fosse direttamente  proporzionale alla propria agitazione crescente. 
Ed effettivamente la morsa che la schiacciava contro il pavimento iniziò a farsi meno pressante, permettendole di respirare con maggiore libertà. 
Concentrandosi sul fare dei respiri profondi, lentamente, riuscì a rallentare i battiti del proprio cuore, e a muovere prima una gamba e poi l'altra, fino a ritrovarsi nuovamente libera. 
Balzò dunque all'inpiedi, decisa a rintracciare Harry al più presto. 
Tutti sembravano impegnati ad affrontare qualcosa di diverso, cosa che la indusse a pensare che l'idea di Vitious doveva essere propria quella: far affrontare ad ognuno una situazione difficile senza conoscere i mezzi precisi per combatterla.
Camminò per alcuni minuti senza incontrare nulla, il perimetro dell'aula era stato triplicato magicamente dal professore, ed era praticamente impossibile stabilire da quale parte il gruppo degli studenti avesse fatto il proprio ingresso.  
 
Schiantò un paio di creature sospette nascoste dietro una colonna e riprese la propria avanzata solitaria. 
Ancora una volta desiderò riuscire a rintracciare Harry, camminare da sola non faceva altro che acuire la sua inquietudine. 
La sensazione che il peggio dovesse ancora arrivare non accennava a lasciarla in pace, perciò affrettò il passo, sperando di incontrare qualcuno. 
Qualcosa pero' le sfiorò le spalle, qualcosa che a occhio e croce doveva avere degli artigli belli affilati. 
Il bruciore fu immediato.  La pelle graffiata prese prontamente a sanguinare, lo poteva sentire a causa della sensazione di umidità che percepiva lungo la schiena. 
Si lanciò in una corsa a perdifiato, supplicando, sperando che quella creatura si dimenticasse di lei, e che quella specie di incubo finisse al più presto. 
Andò a sbattere contro qualcosa. Qualcuno. 
Le scappò un piccolo strillo, tutto ciò che la sua mente riusciva a mettere insieme era:
 "Ti prego fa' che non sia il mostro, fa' che non sia il mostro..chiunque tranne lui.." 
Ma se quello era davvero un mostro, era certamente il più strano che avesse mai incontrato.
Odorava di menta e di profumo costoso, e il suo petto era fasciato da una camicia morbidissima. 
Si, Hermione Granger era davvero finita tra le braccia del mostro: ma quello con la lingua biforcuta e l'aspetto di un angelo biondo. 
"Tutto bene, Mezzosangue?" chiese lui freddo. 
Le sue braccia pero' non davano segni di voler sciogliere la presa dalle sue spalle. 
"Malfoy! Si..ecco, potrebbe andare meglio.." rispose lei confusa, annebbiata dal profumo di lui e dal bruciore della ferita, che la tormentava impietosa. 
Poi rendendosi improvvisamente conto dell'assurdità della situazione cercò di allontanarsi da lui, sconvolta dal fatto che ancora non l'avesse derisa o insultata: 
" Che c'è Mezzosangue, la mia vicinanza ti mette a disagio?" gli bisbigliò lui a un millimetro dall'orecchio, ironico, solleticandole con il suo alito fresco il volto. 
Hermione arrossì violentemente, senza sapere nemmeno il perchè, e benedicendo l'oscurità dell'aula gli rispose: "No Malfoy, tu non potresti mettermi a disagio nemmeno con tutto l'impegno del mondo, quelli come te io non li considero proprio". 
Lui s'irrigidì appena, ma dopo rise piano, una risata bassa e sarcastica. 
"E allora dimmi Granger, perchè ti dimeni come un pesce fuor d'acqua invece di restare ferma?" le chiese lui, la voce sprezzante. 
"Semplicemente perchè una specie di mostro, mi ha gentilmente artigliata cinque minuti fa, e stare qui a tergiversare con te, che hai improvvisamente deciso di fare il gentile, non è proprio il massimo per me!" sbottò lei sentendosi colta in fallo. 
 
Un bruciore che non aveva nulla a che fare con la ferita la scuoteva dalla testa ai piedi. 
Il buio, il contatto ravvicinato con il corpo caldo di Malfoy in quella sorta di notte perenne, l'adrenalina della corsa..le stavano giocando dei brutti scherzi. 
L'odore di lui la penetrava ad ondate, simile a un amplesso, la faceva sentire sempre più inebriata ogni istante che passava. 
"E dimmi Granger, dov'è che ti avrebbe ferita questo.. mostro?" gli sibilò lui sempre ad un soffio dal suo orecchio destro. 
"..Nella schiena. Adesso ti spiace lasciarmi andare?" rispose lei semplicemente, chiedendosi dove diavolo volesse andare a parare.
"Allora posso star certo di non farti male.." rispose lui malizioso. 
Quel tono non le piaceva, per niente.
La mano sinistra della Serpe si mosse, con studiata lentezza scese dalla spalla, le sfiorò le costole fino a bloccarsi sul fianco. 
Poi, prima che lei potesse anche solo immaginare le intenzioni del maledetto bastardo, sentì la mano di lui stringersi sulla sua natica destra. 
Lo schiaffo lo centrò in pieno viso, con tutta la forza di cui era capace.
"Ma che diavolo ti è saltato in testa Malfoy?!? Per chi mi hai presa?? Non sono mica una di quelle tue troie dell'Harem che ti porti in giro!" Strillò furibonda, preparandosi a prenderlo a pugni. 
"Andiamo Mezzosangue quante storie..volevo solo capire se eri davvero così frigidona come cerchi di sbattere in faccia al mondo dal primo momento in cui sei entrata in questa scuola!" Le disse lui scocciato, massaggiandosi la guancia. 
Era troppo. 
Con un urlo furibondo Hermione gli fu di sopra tempestandolo di pugni, e i due rovinarono sul pavimento. 
Mentre lei lo prendeva a schiaffi con tutte le energie di cui lei era capace, lui sentiva l'ira crescere dentro, e stanco di lasciarsi malmenare decise di passare all'azione.
Le afferrò bruscamente i polsi. Il petto di lei sobbalzava su e giù, ansimante. 
Improvvisamente realizzò la posizione in cui si trovavano: lei a cavalcioni sopra di lui, i capelli arruffati, i polsi trattenuti dalle sue prese ferree. 
Si  sentì suo malgrado, eccitato. 
Salazar, che fuoco doveva avere dentro quella fottuta so-tutto-io a letto. 
La stanza s'illuminò di botto. 
I due alzarono di scatto gli occhi dai rispettivi visi, trovandosi al centro assoluto dell'attenzione di ben sei paia di occhi che li fissavano sbigottiti. 

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Capitolo 6
*** Un pomeriggio movimentato ***




 
Blaise Zabini fissò compiaciuto il proprio riflesso allo specchio. I capelli corvini accuratamente arruffati gli ricadevano alla perfezione sulla fronte.
I zaffiri purissimi quali erano i suoi occhi brillavano di pura malizia e arguzia. 
Un'improvvisa ondata di fastidio lo travolse. 
Scoccò uno sguardo carico di disappunto in direzione della Corvonero impegnata nel tentativo di soddisfarlo.
La ragazza sarà anche una delle studentesse più brillanti del sesto anno, ma con la bocca non ci sapeva proprio fare. 
Le poggia con fare galante una mano sui capelli e allontana la bocca di lei dal suo membro  poco soddisfatto. 
"Va bene così tesoro, non racconterò a nessuno delle tue ehm.. come dire, mancanze..ora saresti così carina da lasciarmi solo per un paio di minuti?" Le rivolge un sorriso accattivante, sperando, pregando che la ragazza filasse via senza fare scenate. 
Grazie a Salazar la biondina risponde al suo sorriso un po' imbarazzata ed esce dalla nicchia in cui i due si erano rifugiati, lontani da sguardi indiscreti. 
Ora è decisamente di cattivo umore. 
Lasciare una cosa del genere a metà è quanto di più sgradevole al mondo possa esistere per un ragazzo. 
Con il suo passo flessuoso e rilassato si dirige al piano terra; la squadra di Serpeverde è in campo ad allenarsi per l'imminente partita.  La mente e il corpo insoddisfatto del Moro si soffermano su tutte le adorabili ragazze che probabilmente si trovano sugli spalti ad ammirare l'innegabile fascino delle Serpi. 
Aveva proprio bisogno di sfogarsi, letteralmente. 
 
Un tornado rosso simile a una furia, sbuca fuori dal nulla e si schianta contro il suo petto. Un turbine di fogli di pergamena, libri e piume volano per tutto il corridoio. 
La piccola (non più così piccola in realtà) Weasley, vola gambe all'aria sul pavimento.
 La gonna le scivola un po' di lato e la pelle perfetta delle gambe,ricoperta da qualche efelide, cattura lo sguardo di Blaise, che sente di nuovo quel desiderio insoddisfatto ruggire furioso nel petto. 
"Ma guarda un po' chi c'è..Ginevra Weasley! Niente di meglio che essere travolti in pieno petto per iniziare al meglio una giornata!" le sorride lui ammiccante, fissandole per un secondo di troppo la porzione di pelle al di sopra del ginocchio, messa in mostra dalla Grifondoro. 
La ragazza se ne accorge e arrossisce leggermente, accettando la mano che lui le porge per aiutarla a rialzarsi. 
"Scusami, non credevo fossi una tale mammoletta!" lo sfida lei scherzosa, il mento ben alzato, gli occhi che le brillano orgogliosi. 
"Io una mammoletta? Ah Weasley, Weasley..vuoi forse che ti dia una risposta indegna della rinomata regalità del casato Zabini?" risponde lui, un sorriso appena accennato sulle labbra, gli occhi che non si perdono un centimetro del corpo della Rossa. 
Ginny si china nel frattempo a raccogliere alcuni fogli di pergamene, dandogli anche un delizioso assaggio del suo decoltè candido attraverso la scollatura della camicetta. 
Il nodo della cravatta comincia a sembrargli troppo stretto. 
"Stai ancora piagnucolando per uno spintone Zabini, il tuo onore è già andato a farsi benedire" rise lei, guardandolo dritto negli occhi. 
Senza risponderle lui si avvicina di alcuni centimetri al volto della ragazza fino a sfiorarle con le labbra l'orecchio. La sente irrigidirsi, ma non lo allontana. 
"Quando deciderai che Potter non è il meglio a cui puoi aspirare Weasley, ti farò vedere io che cosa vuol dire piagnucolare." Le sussurrò lui sensuale ed enigmatico all'orecchio. 
Ginny spalancò gli occhi ed arrossì furiosamente. 
Senza salutarla Zabini girò i tacchi e si allontanò con calma, il portamento aggraziato scolpito nelle ossa.
 
 
Draco.
 
Il getto d'acqua tiepida scioglie la tensione dei suoi muscoli rigidi per l'allenamento. 
Ad occhi chiusi si friziona i capelli, cercando di alleviare il cerchio di tensione che gli stringe le meningi. 
La mente libera di vagare a proprio piacimento, non può fare a meno di ripercorrere quei terribili ultimi cinque minuti del test di Difesa.  
 
6 ore prima..
 
Oh cazzo.
Questo era tutto quello che il mio cervello riusciva a mettere insieme. 
Zabini era piegato in due dal ridere, letteralmente.
San Potter sembrava sul punto di vomitare.
E io, per ragioni che mi erano sconosciute, sentivo il cavallo dei pantaloni, farsi più stretto. 
 
Maledetto Godric e tutti i suoi fottuti discendenti.
 
Ostentando una freddezza che non potei fare a meno di ammirare, la Mezzosangue si alzò, e con il massimo contegno possibile, si diresse verso l'uscita dell'aula ormai illuminata. 
Gli occhi di tutti i presenti si spostavano da me a lei come se stessero assistendo a un'avvincentissima partita di Quiddich. 
Lentamente mi alzai anche io da terra, ostentando la mia aria di sufficienza, che tanto bene ero in grado di sfoggiare in base alle necessità. 
Mi passai rapidamente una mano sul maglione, per togliere granelli di polvere inesistenti, ignorando volutamente tutti i presenti. 
Ma Potter, quell'idiota di Potter, figurati se non doveva lanciarsi nella prode difesa della virtù della Mezzosangue. Come se già l'idea di prendere la virtù della Mezzosangue non mi disgustasse a sufficienza.
Tutti idioti con le manie di protagonismo questi Grifondoro, inutili dal primo all'ultimo. 
" Che diavolo credevi di fare eh, Malfoy?? Non provare a toccare Hermione con un dito!" gli gridò  rabbioso il Grifondoro puntadogli la bacchetta contro il petto. 
"Non mi scocciare Potter, la Mezzosangue ce l'ha già un ragazzo no? Lascia che sia quel caso umano di Lenticchia a preoccuparsene." sorrisi mellifluamente, come solo una brava serpe come me era in grado di fare. 
Ma la pressione della bacchetta di Potter divenne se possibile ancora più insistente sul mio sterno e con la voce carica di disprezzo rincarò la dose: 
"Sei solo un pervertito Malfoy, vedi di girarle alla larga!" 
Le risate divertite di Zabini e Theodore accompagnava quell'improbabile scambio di battute. 
Scostai la punta della sua bacchetta con deliberata lentezza, ero perfettamente conscio di trovarmi su un palcoscenico in quel momento, e che non si possa dire mai che Draco Lucius Malfoy non sappia guadagnarsi il centro indiscusso della scena. 
Rivolgendogli il mio ghigno più insopportabile lo spintonai di lato e camminando tranquillamente verso l'uscita, senza girarmi , gli risposi: 
" Ah Sfregiato, non so tu a che genere di ragazze sia abituato, ma la regola generale vuole che quando ti stanno di sopra ansimanti, siano loro quelle che ti stanno cercando di scopare, non viceversa." 
Mi chiusi la porta alle spalle, godendomi lo sconcerto di Potter e le risate di tutti gli altri presenti. 
 
 
L'acqua continuava a scorrere, non aveva voglia di terminare quella meravigliosa doccia. L'uscita di scena era stata da standing ovation, senz'ombra di dubbio.
Ma lui era un Malfoy in fondo, la classe e la lingua biforcuta facevano parte dal pacchetto completo. 
 
 
Torre dei Grifondoro, Dormitorio femminile.
 
Ginny Weasley è sdraiata sul letto di Hermione, le braccia serrate intorno al viso e le gambe che ogni tanto scalciano qua e là per dar sfogo alla frustrazione. 
Hermione si sta facendo la doccia, è entrata nella stanza senza dire una sola parola, ma vedendo la sua espressione la Weasley ha capito che non è proprio il caso di aprire bocca. 
il problema è che anche lei ha un problema.
Vorrebbe parlare con l'amica e chiederle consiglio, ma tutti i segnali le suggeriscono che se è alla ricerca di comprensione, proprio quel pomeriggio al massimo avrebbe ottenuto solo cuscinate in faccia. 
Non può fare a meno di pensare alle parole di Zabini.
 Da due ore, ma proprio due ore piene, 180 interminabili minuti, la frase che le ha mormorato così intimamente la ossessiona. E la eccita. 
Non ci può fare nulla. 
In fondo le persone sono prima di tutto animali, puro istinto, che cosa può farci se Zabini risveglia la sua libido? 
"Si può sapere cos'è quell'aria affranta??" 
Hermione, con una comoda tuta da ginnastica e l'asciugamano a mo' di turbante nei capelli, fa il suo ingresso nella stanza. 
Ginny sobbalza, non l'aveva proprio sentita uscire. 
"Lascia stare Herm, te ne parlerò in un altro momento, ho capito che non è aria." le sorride debolmente la Rossa.  
"Ascolta ho avuto una pessima giornata è vero, ma se hai qualcosa di cui vuoi parlarmi ti prego, non ti fare fermare dal mio cattivo umore." le risponde dispiaciuta Hermione. 
Ma Ginny da brava amica è consapevole che tra le due in quel momento, quella che ha maggiormente bisogno di sfogarsi non è certo lei, perciò decide di alzarsi di scatto dal letto e punzecchiarla: 
"Oh, non ti preoccupare per me! Piuttosto.. ho sentito delle voci anche fin troppo interessanti questo pomeriggio.. per caso il nome MALFOY ti dice niente??" 
La faccia di Hermione fu impagabile. 
Prima impallidì, poi arrossì, poi divenne letteralmente fucsia. 
"Cosa c'è Herm, hai mangiato una Tutti i Gusti+1  al vomito??" rise l'amica. 
Ed ecco arrivare la prima cuscinata, in pieno viso. 
"Smettila subito Ginny non c'è niente da scherzare!!" strillò infervorata la Grifondoro più grande, saltando sul letto e preparandosi a riempirla di altre cuscinate. 
"Dai raccontami che cosa è successo! So soltanto che vi hanno ritrovati uno sopra l'altra, ma andiamo voglio sapere com'è andata!" farfugliò Ginny difendedosi dagli assalti piumosi.
"Mi ha fatta arrabbiare, l'ho preso a pugni e siamo caduti sul pavimento in quella posizione in cui tutti ci hanno visti, fine della storia." 
Hermione scese dal letto sbuffando, e con alcuni movimenti della bacchetta prese ad asciugarsi faticosamente la massa ribelle di capelli. 
Ma la Rossa era tutto tranne che soddisfatta del racconto dell'amica.
"E perchè ti avrebbe fatto arrabbiare?" 
"Perchè è un coglione" 
"Non mi stai dicendo niente che io non sappia già Herm, potresti essere più precisa?"
"Mi ha... ha cercato di.. oh lasciamo perdere!" 
"Ha cercato di..COSA? Ti prego dimmi che ha fatto il bellissimo coglione?"
"Ma che diavolo dici Gin?!" 
"Beh, per essere bellissimo è bellissimo Herm, su questo non ci piove. Sarà un Malfoy, e una viscida Serpe, coglione, arrogante e pieno di sè, ma ha un viso che sembra scolpito dagli angeli, non puoi negarlo neanche tu!" 
"Ma chi se ne importa se è attraente, è un grandissimo pervertito e idiota!" 
"Allora non solo lo trovi bello, ma anche attraente!" 
"Ho solo risposto a quello che avevi detto tu Ginny, non mi mettere in bocca parole che non ho detto!" 
"Oh si invece, io ho detto che era bello, tu hai detto che lo trovi attraente, perciò per logica trovi che sia entrambe le cose.."
Hermione spalancò la bocca furiosa, pronta a ribattere ma l'amica la fermò con un gesto della mano affinchè la lasciasse finire di parlare.
"... non ci perdiamo pero' in queste mere quisquilie, piuttosto.. ci ha provato??" 
Hermione si arrestò di colpo fissandola stupita. " Come l'hai capito?"
"Andiamo Herm, per arrivare a prenderlo a pugni selvaggiamente non riesco a immaginare nessuna ragione più valida. Ma la mia domanda è un'altra..cosa ti rende così furiosa?" 
La Grifondoro più grande s'immobilizzò un attimo, riflettendo sulle parole dell'amica. 
Già, che cosa la faceva infuriare così tanto?
Il suo dare tutto per scontato, senza ombra di dubbio. 
Dato che si ritrovava quel faccino da angelo dannato e seminava galeoni camminando, credeva che tutte le ragazze dovessero cadere ai suoi piedi. Compresa lei.  
Quando l'inferno si congelerà e gli Ippogrifi presidieranno il Wizengamot, pensò sprezzante.
 
La porta della stanza si spalancò di scatto, rivelando un Ron ansimante, rossissimo e furibondo: "NON MI INTERESSA QUELLO CHE AVETE DA DIRE, MALFOY è UN FURETTO MORTO!" 





Recensioni, o crucio per tutti! 

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Capitolo 7
*** Ogni storia ha il suo inizio. ***


Aggiornamento notturno, chiedo perdono per la lunga attesa, ma ho avuto a che fare con il folle vortice degli esami universitari. 
In realtà adoro scrivere di notte, e la maggior parte di questo capitolo è stato ideato nell'arco di questa ultima mezz'ora. Spero che vi piaccia e che arrivi qualche recensione per farmi sapere cosa ne pensate;)


La Mcgranitt si schiarì rumorosamente la voce per attirare l'attenzione della folla di studenti impegnata nel consueto chiacchiericcio mattutino, e dopo alcuni momenti finalmente tutti tacquero.

Ron era decisamente contrariato per la sparizione della torta e rivolse alla preside un'occhiata carica di risentimento, attribuendole la colpa del pasto bruscamente interrotto.

Quest'ultima guardandolo severamente iniziò finalmente a parlare:

Signor Weasley è inutile che mi guarda con quell'aria da goblin bastonato, ritengo che le sue quattro fette di torta fossero sufficienti per considerare la sua colazione completa!” Ron arrossì furiosamente, tra le risate generali, e si affrettò a fissare con la massima attenzione il lucido legno del tavolo. Hermione gli scoccò un'occhiata di puro disappunto, farsi richiamare pubblicamente da un'insegnante per una questione stupida come una torta era qualcosa di inconcepibile. Harry cercando disperatamente di trattenere le risate, batte' un colpetto sulla spalla dell'amico.

Una volta che il silenzio venne ristabilito, la Macgranitt riprese a parlare, e stavolta un accenno di sorriso le illuminava piacevolmente il volto.

Ho un importante annuncio da farvi ragazzi. A seguito dei terribili eventi che hanno seguito l'ascesa e la decaduta di Voi sapete chi, tutti noi insegnanti e il Ministro della magia, apprezziamo enormemente il fatto che, specialmente voi ragazzi del settimo anno, abbiate deciso di ritornare qui, invece di cercare fortuna lontano dal luogo che è stato il teatro della guerra. Completare la vostra istruzione o proseguirla, nel caso dei ragazzi degli altri anni, è il miglior investimento che potete fare per il vostro futuro. Ora, ricorderete certamente tutti il Torneo Tremaghi..” la folla di studenti si lanciò in veri e propri cori da stadio, esaltata all'inverosimile.

.. non così in fretta ragazzi..Signor Finnigan scenda subito da quella sedia prima che le faccia pentire di aver imparato a usare le gambe!” Seamus si gettò giù dalla sedia, neanche avesse un esercito di Schiopodi sparacoda alle calcagna.

..ovviamente non si tratta del Torneo ragazzi, il mondo magico è ancora in via di ricostruzione, e l'organizzazione di un evento di quella portata arrecherebbe troppo disturbo al Ministero, perciò abbiamo escogitato qualcosa di diverso ma ugualmente entusiasmante ed impegnativo.”

Adesso nessuno nella sala muoveva un muscolo, sembrava che tutti quanti avessero anche smesso di respirare.

Sto parlando delle olimpiadi magiche.” E finalmente le sottili labbra della professoressa si aprirono in un vero sorriso, accompagnato dagli applausi elettrizzati di tutti le tavolate. Ovviamente i Serpeverde del settimo anno cercavano in tutti i modi di mascherare il proprio entusiasmo, ostentando occhiate di puro sdegno a chiunque tentasse di incrociare il loro sguardo.

Blaise, Nott e Malfoy si scambiarono pero' un'occhiata compiaciuta, adoravano le competizioni, specialmente se avevano modo di mettere in ridicolo le altre case, mostrando la loro superiorità.

Harry nel frattempo si voltò verso Ron con un'espressione interrogativa sul volto: “In cosa consistono queste olimpiadi? Non ne ho mai sentito parlare.” Ma il Rosso non ebbe il tempo di rispondergli che la Mcgranitt aveva ristabilito il silenzio con un gesto della mano e ripreso la parola.

Per chi non sapesse in cosa consista questa interessante competizione, vi fornirò adesso una breve spiegazione, chi sa di cosa si tratti sia paziente e ascolti ciò che ho da dire.

Sono diversi anni che non si tengono queste olimpiadi, perciò vi stiamo concedendo un importantissimo privilegio. Le gare durano tutto l'anno scolastico e ogni casa costituisce una squadra a sé stante. Durante i vari mesi si terranno alcuni importanti eventi che fanno parte della tradizione delle olimpiadi, e tra di essi vi saranno anche due balli”. -strilli eccitati delle ragazze-

Non v'illudete pero' ragazzi che sia tutto rose e fiori, non abbiamo nessuna intenzione di farvi perdere un anno scolastico, ma semplicemente di dare un approccio più pratico a tutto l'insegnamento, e di fare in modo che ciascuno di voi s'impegni a collaborare con tutta la vostra casa. Detto ciò vi auguro un buon fine settimana e mi aspetto che lunedì tutti i compiti siano consegnati sulla mia scrivania. Vi daremo maggiori dettagli sulle olimpiadi prima delle cerimonia d'apertura che sarà il 21 settembre.”

La sala grande prese rapidamente a svuotarsi, e centinaia di conversazioni si sovrapponevano alle altre, ma tutte riguardavano ovviamente la sorprendente novità appena appresa. Hermione dal canto suo stava già meditando di rifugiarsi in biblioteca e iniziare a lavorare ai venti centimetri di pergamena lasciati dalla preside per il Lunedì successivo, ma Harry Ron e Ginny l'afferrarono saldamente per le braccia e la trascinarono fuori, nel parco, a godersi il tiepido sole settembrino.

Andiamo Herm, piantala con quell'espressione alla Minerva Mcgranitt, ancora un pochino e ti verrà la bocca sottile come la sua!” la pizzicò la Weasley con un sorriso birichino.

Alla fine i quattro trovarono un piacevole compromesso: Harry Ron e Ginny si sarebbero allenati un po' con le scope, mentre lei avrebbe potuto leggere un bel libro in santa pace sulle tribune. Sfortunatamente anche alcuni dei Serpeverde avevano avuto la stessa idea, ma fintanto che nessuno infastidiva la parte di campo opposta, tutto sarebbe andato per il meglio. Ok, quello significava essere più che ottimisti.

Tutto iniziò con un banale bolide lanciato nella metà campo in cui giocavano i quattro Grifondoro (si era aggiunto nel frattempo anche Seamus), che Harry schivò con maestria. Tutto sarebbe andato per il meglio se la cosa si fosse interrotta lì, ma vi erano alcuni elementi non trascurabili nell'equazione:

Ron aveva continuato a covare odio allo stato puro nei confronti di Malfoy a seguito della vicenda con Hermione durante Incantesimi, anche se Harry e Seamus con sforzi combinati sarebbero di fatto riuscito a tenerlo fermo impedendogli di scagliarsi contro il Biondo. Ma Zabini finì letteralmente addosso a Ginny, e non serviva di certo essere Madama Bumb per rendersi conto che era finito su di lei in modo deliberato, e di conseguenza nel conteggio di chi si sarebbe messo in mezzo per evitare una rissa i Grifondoro si giocarono anche Harry. In pratica il danno era fatto e in breve divenne un tutti contro tutti.

Hermione dopo aver posato il libro sulla tribuna davanti a lei sospirando si preparò all'inevitabile. Li avrebbero espulsi tutti, senza ombra di dubbio.

Ginny nel frattempo si rotolava nell'erba con Zabini cercando in tutti i modi di prendere il suo volto avvenente a schiaffoni, le sue guance pero' erano di un intenso colore scarlatto, ed Hermione si domandò incuriosita che cosa mai potesse averle detto per farla arrossire così.

Indecisa sul da farsi iniziò a inveire contro “quegli idioti trogloditi e cavernicoli” cercando di convincerli in qualche modo a scendere dalle scope, dato che in una rissa ad alta quota tutti quanti avevano solo da perdere.

Ad interrompere quell'agonia fortunatamente intervenne la professoressa Sprite, che di passaggio dalle serre aveva intravisto lo scontro aereo.

Toccò a tutti quanti una lunghissima sessione di improperi da parte di quest'ultima che dopo aver tolto rispettivamente venti punti ad entrambe le case se ne andò per la propria strada, dichiarando di avere di meglio da fare che insegnare l'educazione a dei ragazzi maggiorenni.

E come darle torto? Pensò stancamente Hermione.

 

***************************

 

Il tema per la Mcgranitt pero' restava tutto tranne che completo, e fu così, che armata delle migliori intenzioni, la Grifondoro si recò in biblioteca, alla disperata ricerca di quella pace che ancora non era riuscita ad ottenere.

Stranamente la biblioteca risultò essere particolarmente affollata, e l'unico tavolo rimasto libero era quello dove una testa biondissima stava china su un pesante libro, che teneva poggiato scompostamente ma con grazia sulle gambe.

Hermione si sentì impietrire il volto. Poteva ancora girare i tacchi ed andarsene da dove era venuta, magari andare nell'accogliente sala comune. Ma pochi istanti dopo si vergognò di se stessa: da quando in qua era diventata una codarda? Aveva affrontato tutto il peggio immaginabile in quei sette anni, non sarebbe stato un borioso rampollo come Malfoy a impedirle di stare nel luogo da lei prescelto.

Ignorando totalmente il Serpeverde posò con delicatezza la borsa nella sedia di fronte alla sua e senza rivolgergli un solo sguardo si affrettò a cercare per i polverosi scaffali i libri che le occorrevano per la ricerca. Cercando tra i vari settori, riflette' sulla presenza di Malfoy in biblioteca, evento alquanto insolito, ma dopotutto era sempre stato uno studente brillante quasi quanto lei, da qualche parte doveva pur affinare il proprio sapere. Dopo essersi appropriata di due tomi a dir poco mastodontici si lasciò cadere stancamente sulla sedia, sperando di riuscire finalmente a lavorare senza interruzioni di sorta.

La seconda volta in un solo pomeriggio in cui peccava di ottimismo.

Non aveva fatto i conti con l'idiota che le stava di fronte, che una volta registrata la sua presenza, certamente aveva in mente tutto fuorchè lasciarla studiare in pace.

Dapprima sbuffò sonoramente e prese a sventolarsi annoiato il volto con la mano. Poi tamburellò nervosamente con le dita sul tavolo di legno, facendo sbavare parte dell'inchiostro con cui Hermione stava faticosamente scrivendo il tema.

La smetti di comportarti come se avessi le pulci, Malfoy?” gli bisbigliò lei seccata, procedendo ad aspirare l'inchiostro in eccesso dalla pergamena con la punta della bacchetta.

Quest'ultimo sgranò dapprima gli occhi, per poi stringerli in uno sguardo carico di disprezzo

Tu, proprio tu, mezzosangue, vieni a parlarmi di pulci? Tra noi due mi pare che sia tu quella che vive con un cespuglio impazzito al posto dei capelli.” le rispose beffardo.

Hermione avvampò leggermente, ma facendo finta di nulla gli rispose tagliente:

Sempre meglio che la tua faccia da idiota, Malfoy. Per quella non c'è incantesimo che tenga.” Le rivolse un'occhiata rovente, che faceva uno strano effetto nei suoi occhi color del ghiaccio. Solo in quel momento notò un'ombra scura che interrompeva la pelle diafana: un livido violaceo, ovvio trofeo di guerra dello scontro pomeridiano. Si chiese oziosamente se fosse stato proprio Ron l'artefice di quel colpo messo a segno.

Malfoy sembrò finalmente aver optato per il silenzio, anche se il suo sguardo penetrante non l'abbandonò per diversi momenti. Poi si stiracchiò lentamente, come una pantera sinuosa, e il colletto della camicia si spostò svelando una porzione del collo affusolato precedentemente coperta. Un grosso succhiotto, tondo e ben definito, sembrava strillare “Ho fatto sesso stanotte!” ed Hermione si ritrovò ad abbassare lo sguardo notevolmente imbarazzata.

Quanto sei pudica Granger, immagino che uno di questi tu non sia neanche in grado di farli..” gli disse lui ghignando, i luminosi occhi grigio azzurro che non si perdevano una sua mossa.

Sai Malfoy, non che la cosa m'interessi minimamente, ma di tizie in grado di fare quello – e con un gesto sdegnoso del mento indicò il segno sul collo della serpe- ce ne sono e saranno sempre a migliaia nel mondo.. di persone in grado di ragionare con un proprio cervello e una propria etica, beh di quelle ne incontrerai davvero poche nella vita.”

Si alzò dal tavolo con calma, dando tutto il tempo al Biondo di replicare, cosa che non fece. Ciò che non vide dopo avergli voltato le spalle ed essersi diretta verso l'uscita della biblioteca, fu il mezzo sorriso, così lieve che chiunque avrebbe giurato di averlo solo immaginato, che illuminò per un attimo il volto della Serpe.

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Capitolo 8
*** In vino veritas..? ***


Ok aggiornamento rapidissimo, sono stata presa dall'ispirazione più selvaggia, e il risultato è stato questo capitolo
mooolto più lungo dei precedenti. Ci ho messo anima e corpo per scriverlo e succedono anche un po' di cose interessanti
perciò recensite, oppure il prossimo aggiornamento lo faccio tra due anni e Draco vi crucerà tutti:P 
Ovviamente scherzo, non sono una crudele ricattatrice senza scrupoli..o forse sì?? 
Buona lettura ;) 





Hogwarts era in fermento.

L'eccitazione era così palpabile che poco ci mancava che le armature prendessero nuovamente vita lungo i corridoi, e si lanciassero in danze sfrenate.

Quella sera si sarebbe tenuta la cerimonia d'apertura dei giochi, e si vociferava tra i ragazzi del sesto e del settimo anno, che sarebbe stata organizzata una festa segreta, a base di tutto quello che le dispense segrete di Hogwarts erano in grado di offrire.

Naturalmente a occuparsi della maggior parte dell'organizzazione erano stati i Serpeverde, noti da sempre per la loro dimestichezza con bagordi e feste scatenate.

La Cerimonia si sarebbe tenuta al tramonto nel parco, secondo tradizione, e l'enorme calderone intagliato che sembrava risalire al tempo della Magna Grecia venne trasferito su uno splendido altare erboso, drappeggiato di morbido velluto bianco.

Per permettere a tutti gli studenti di prepararsi adeguatamente per l'evento, le lezioni terminarono con mezz'ora di anticipo, e proprio quando il cielo prese a tingersi di un delicato rosa pesca, gran parte della zona del parco alle spalle delle serre era occupato da una folla in trepidante attesa.

Sull'altare si trovavano la professoressa Mcgranitt, il Ministro della magia e un uomo dalla riccia capigliatura corvina, le spalle massicce e una carnagione dalla tonalità leggermente ambrata. Aveva un aspetto alquanto esotico, e dei lineamenti cesellati, simili a quelli di una statua antica.

Con un gesto bonario richiamò la folla chiedendo il silenzio, il che, abbinato allo sguardo severo della Mcgranitt, contribuì a creare un mutismo così assoluto che sembrava che uno spettatore invisibile avesse lanciato un “Silencio!” collettivo.

L'uomo si lisciò con un rapido gesto la raffinata tunica ricamata in filigrana e finalmente prese la parola:

Permettetemi di presentarmi, studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: il mio nome è Acrisius Artis ma sono universalmente noto come Il Greco, e sono l'officiante della vostra Cerimonia d'apertura dei giochi. Prima di dedicarmi al sacro rituale voglio ragguagliarvi su alcune cose che ritengo dobbiate sapere circa queste competizioni.

Innanzitutto voglio darvi un avvertimento: siate uomini e donne d'onore. Non cercate di ricorrere a sotterfugi o a imbrogli per vincere una gara, perche' andreste non solo a infangare il pregio di un evento che si svolge tra i maghi di tutto il mondo da più di un millennio, ma in più, se scoperti, condannereste la vostra scuola a non poter mai più ospitare un simile evento.”

Un leggero mormorio si levò dalla folla in attesa.

Artis lo prese per un assenso, e estrasse la bacchetta da una tasca della tunica. Con un gesto elegante della mano appellò una splendida torcia d'un bianco accecante, da cui con un semplice gesto sgorgò una fiamma brillante e profumata d'incenso.

Gli sguardi di tutti erano spalancati dallo stupore, alcuni studenti stavano addirittura a bocca spalancata, incapaci di mascherare la propria meraviglia.

Con movimenti lenti e solenni Acrisius compì sette giri intorno l'altare per poi, con un solo fluido gesto, accese l'interno del calderone con la torcia.

Il suono di un enorme gong risuonò nell'aria, potente e assordante come un tuono, impossibile determinare da dove esso provenisse.

I giochi sono ufficialmente iniziati” sorrise il Greco.

 

 

 

****************************

 

 

Dopo aver consumato una cena abbondante per i propri standard, Draco Malfoy si era rinchiuso nel bagno del dormitorio, ignorando le proteste e le offese di Blaise e Theo con cui divideva la stanza, per prepararsi.

Con calma si fece una lunga doccia calda, strofinandosi a lungo il corpo tonico, e decise d'indossare la camicia grigio chiara, che gli evidenziava incredibilmente gli occhi.

Mentre procedeva a radersi con cura, guardò con anticipazione alla serata che gli si prospettava davanti, i fiumi di alcool, la musica, il fumo e... le ragazze.

Si leccò distrattamente le labbra, pregustando sulla lingua il sapore di tutte quelle cose messe insieme, quando il suo cervello ripensò a tradimento alle parole pronunciate dalla Mezzosangue appena due settimane prima. La sua voce acuta e sdegnosa gli risuonò nella mente, pungente come la puntura di uno spillo.

Di ragazze in grado di fare quelli ne troverai a migliaia..”

Ed era vero, ne trovava davvero tante che non avevano desiderato altro che farsi prendere da lui, poco importa se in modo rude o disinteressato, se nelle sue spinte non c'era nulla di amorevole, ma semplice urgenza fisica.

La maggior parte di esse adoravano tante cose di lui, ma nulla che avesse a che fare con la sua vera personalità: adoravano il suo cognome, i suoi soldi, il suo portamento e la sua bellezza. Non che lui lasciasse mai che nessuna si avvicinasse davvero al suo cuore.

Certi giorni si osservava allo specchio non riconoscendosi in quell'altezzoso riflesso; poggiava esitante una mano sulla parte sinistra del petto e cercava di ascoltare.

Il battito era lì, forte e regolare..e in quegli istanti, solo in quei momenti, riusciva a sentirsi davvero vivo.

Si passò qualche goccia del suo dopobarba sulle guance, reprimendo una smorfia per il bruciore improvviso, poi finalmente si decise a uscire dal bagno.

Maledicendolo, Zabini si fiondò al suo interno, strillando come una femminuccia dato che per colpa di Draco non aveva quasi più tempo per prepararsi. Sbuffando, Draco aprì l'anta dell'armadio e estrasse la camicia grigia, prendendosi qualche attimo per ammirare il proprio petto delicatamente scolpito allo specchio.

Theo sogghignò al suo indirizzo nel riflesso dello specchio e abbottonandosi il gilè a doppio petto, con una sigaretta spenta tra le labbra, gli disse:

Per chi ti stai imbellettando tanto, eh Draco? Sembri quasi una verginella alla sua prima notte di nozze.”

Con un colpo di bacchetta si accese la sigaretta, e il rinfrescante profumo della menta invase la raffinata stanza.

Draco lo fissò ghignando di rimando:

Non tutti mio caro Theo sono così pazzi da essersi fatti infinocchiare da una Grengass, Daphne ti tiene per le palle ormai, ma le mie.. - e rivolse una significativa occhiata al proprio cavallo dei pantaloni – sono ancora desiderose di essere usate con più ragazze possibili, perciò meglio essere al massimo delle mie capacità stasera.”

Allungando una mano fregò la sigaretta all'amico e fece due lunghe boccate, allacciandosi le lucide scarpe nel frattempo.

Capacità? Ma quali capacità? A te basta fare il tuo mezzo sorriso del cazzo, buttargli un po' di fumo in faccia, strusciarti un po' sulla malcapitata e quelle aprono le gambe che manco un Alohomora..” gli rispose Nott piccato.

La risata di Zabini risuonò oltre la porta socchiusa del bagno.

Geloso Theo?” gli gridò quello, divertito oltremodo.

Blaise indossava una camicia blu scura, jeans neri, e la capigliatura corvina abilmente scompigliata. Draco emise un fischio di ammirazione.

Ma guarda guarda..Zabini chi vuoi cercare di ammaliare, stasera?”

Il Moro fece sfoggio del suo sorriso più luminoso e insieme più subdolo:

Non indovineresti mai..” gli rispose misterioso, bevendo un sorso da una fiaschetta incastonata di smeraldi.

..Posso solo dirti che fa parte della casa da cui noi Serpi amiamo tenerci a distanza.”

Una Grifondoro?” gli chiese sorpreso Draco, in genere Blaise se ne teneva alla larga, ritenendole una sfida troppo complicata per quella che doveva essere una cosa da una notte e via.

Esattamente amico mio, è giunto il momento di esplorare la terra proibita..e in particolare ho in mente una ragazza molto difficile da raggiungere.”

Gli sorrise sornione, indossando una giacca dalla fattura elegante, con le iniziali BZ ricamate sopra il taschino.

Theo nel frattempo era andato ad aspettare Daphne fuori dal dormitorio femminile, ma a giudicare dalle urla provenienti dal corridoio, non si sarebbe trattato di una cosa breve.

Un'idea sorprendentemente fastidiosa si fece strada nella mente di Draco. Che Zabini stesse parlando della Mezzosangue?

Non starai mica parlando della Granger, Zabini?” si ritrovò a chiedere all'amico, prima ancora che il filtro bocca cervello potesse attivarsi.

Oh beh, tutto è possibile..fossi in te Dra' metterei la camicia nera, ti da un'adorabile aria da mangiamorte sexy pentito” gli rispose ridendo l'amico, bevendo un'altra generosa sorsata dalla fiaschetta, schivando la fattura che il Biondo gli ringhiò contro e uscendo dal dormitorio.

Malfoy si passò una mano tra i morbidi capelli biondi, infastidito. Sentiva lo stomaco spiacevolmente contratto, come quando qualcuno lo contrariava ma non c'era nulla che potesse fare al riguardo.

Con gesti scocciati prese a sbottonarsi la camicia, e indossata quella nera si guardò allo specchio rapidamente: a malincuore dovette ammettere con se stesso che quell'idiota di Zabini aveva ragione, gli stava proprio da dio.

 

 

Fino a due ore prima Hermione era stata ferma nel suo proposito di non prendere parte alla festa: prima di tutto infrangeva una vastissima gamma di regole, e in secondo luogo non aveva assolutamente niente da mettersi.

Eppure il suo cervello, proprio il suo amato cervello, a tradimento, le aveva ricordato le sue stesse parole, la promessa che mentalmente aveva stipulato con se stessa all'inizio del nuovo anno a Hogwarts: prendere qualche decisione avventata, imparare a divertirsi.

E di fatto, quale migliore occasione della festa più segreta e scatenata di tutta Hogwarts per cominciare?

Solo per aver messo insieme quel pensiero, la sua coscienza rimorse, orripilata.

Ginny leggendole in faccia l'indecisione, le mise sotto il naso una fiaschetta il cui contenuto era inequivocabilmente alcolico. Davanti alla sua espressione se possibile ancor più scandalizzata l'amica s'indurì nel volto e le disse:

Hermione piantala di vivere una vita a metà, imprigionandoti con dei paletti che ti sei creata da sola! Bevi un paio di sorsi, così la smetterai di sentirti così assurdamente in colpa.” Con un'audacia che stupì perfino Ginny, Hermione prese la fiaschetta e bevve tutto d'un fiato una lunga sorsata. Il liquore ambrato la infiammò tutta, scaldandole piacevolmente lo stomaco, non era affatto male.

Non riuscendo a trattenersi fece un gran sorriso all'amica.

E adesso mettiti questo, siamo già in ritardo!” le disse contenta l'amica, indicando con un gesto rapido un abito di un rosso vinaccio abbondantemente scollato, poggiato sul letto.

Il sorriso le morì sul volto, e si strozzò con la sua stessa saliva.

ODDIO NO!” strillò sconvolta.

Oh sì!” Le rispose l'amica con un sorriso ancora più ampio nel volto, che aveva un qualcosa di quasi demoniaco.

 

 

 

 

La stanza delle necessità era stata addobbata meravigliosamente per l'occasione. La sala era fiocamente illuminata da tante piccole lanternine colorate, e una pioggia di coriandoli brillanti cadevano a intermittenza sulla testa di tutti i partecipanti, e molto spesso, con loro grande disappunto, anche dentro i bicchieri.

Solo più tardi si scoprì che i coriandoli avevano un gusto zuccherino e fruttato, di conseguenza contribuivano a rendere i drink semplicemente più piacevoli al palato.

Incespicando un po' sui tacchi alti, vertiginosamente alti, Hermione fece il suo ingresso nella sala, spalleggiata da una Ginny agguerrita, e da Harry e Ron che fissavano a bocca aperta la loro migliore amica, chiedendosi se si trovasse sotto la maledizione imperio.

Tutti ballavano, e l'aria della sala era appesantita da una cappa di fumo dovuta alle innumerevoli sigarette arrotolate a base di verbena (che era stregata per somigliare in maniera sorprendente alla marijuana babbana) e sigarette classiche.

Lo sguardo di Hermione vagò per la sala, alla ricerca di qualche volto amichevole; combatteva per diradare la nebbia che impietosa le avvolgeva i pensieri, ma riusciva solo ad ottenere l'effetto opposto, mentre un delizioso senso di euforia e disinibizione si faceva strada, dentro di lei.

In mezzo alla calca distinse un Blaise Zabini decisamente scatenato, un braccio intorno a una ragazza e l'altro intorno ai fianchi di un ragazzo biondo, a bocca aperta lo vide infilare prepotente la lingua in bocca al ragazzo, mentre la ragazza si strusciava sui due senza alcun ritegno. Non aveva mai immaginato che Zabini fosse bisex, e non aveva nulla da ridire in merito, ma diamine! Non si sarebbe più potuta levare quell'immagine dalla mente nemmeno con l'acido!

Le venne il sinistro dubbio che il biondo potesse essere Malfoy e inconsapevolmente mosse alcuni passi nella loro direzione, non prima di aver afferrato al volo un bicchiere pieno di Whisky incendiario e averne tragugiato una buona metà.

Adesso Zabini baciava con trasporto la ragazza, che Hermione non riconobbe. Approfittando della distrazione generale scoccò una lunga occhiata al ragazzo biondo, che pero' non risultò essere Malfoy, bensì Edward Dalton.

Senza sapere perchè la Grifondoro si rilassò impercettibilmente.

Stava proprio per girare i (traballanti) tacchi e andarsene per la sua strada, quando Zabini accortosi della sua presenza la chiamò:

Ehi Granger!”

Si girò sorpresa e con la voce un po' incerta dovuti all'alcool in circolo lo guardò interrogativa: “ Cosa?”

Vuoi unirti a noi?” le chiese con il più depravato dei sorrisi.

Vedendo l'espressione sconvolta della Grifondoro scoppiò a ridere di gusto, e una volta tornato serio disse:

Cerchi Draco?”

Glielo chiese con una semplicità disarmante, quella propria degli ubriachi.

Senza attendere una sua risposta con un gesto del mento gli indicò l'angolo opposto della sala dove Malfoy in compagnia di Nott beveva il Whisky direttamente dalla bottiglia.

Dovette ammettere a malincuore che chiunque tragugiando alcool direttamente dalla bottiglia sarebbe sembrato una specie di ubriacone, ma Malfoy con quella camicia nera, i capelli biondi spettinati e il portamento aggraziato anche da ubriaco, sembrava un lord.

Scosse la testa con un mezzo sorriso, girò sui tacchi (stavolta sul serio) e andò nella direzione opposta, alla ricerca di Ginny.

La trovò intenta a bere un'acquaviola con un'aria che decisamente non si addiceva a una festa. Prima ancora che avesse modo di aprire bocca per chiederle cosa ci fosse che non andava, l'amica le porse un bicchiere e le ringhiò quasi:

Prendi, bevi con me, Herm. Bere da soli è deprimente.”

Per amore di non contraddirla bevve in un sorso quello che risultò essere un estratto di sanbuco purissimo, che le diede alla testa in un attimo.

Allora mi dici cosa ti prende?” le chiese, cercando disperatamente appoggio con una mano contro un muro.

Ginny sospirò, stringendosi le braccia intorno al delizioso abitino bianco di pizzo che indossava, come se avesse freddo.

Zabini. mi eccita.” sputò tra i denti, come se parlare le costasse una fatica enorme.

Se le avesse comunicato che aveva intenzione di trasformarsi in un gargoyle probabilmente sarebbe rimasta meno sorpresa.

Sgranò gli occhi, sconvolta e tutto ciò che fu in grado di dire fu semplicemente:

Oh.”

Ginny alzò le spalle come a dire che non importava, non c'era nulla da dire in merito.

Credo sia bisex.” riuscì finalmente a commentare. Non sapeva bene cosa c'entrasse con la rivelazione della Weasley ma aveva bisogno di puntualizzarlo.

Ho visto l'adorabile spettacolo che sta mettendo su in quell'angolo.. e non posso dire che mi sia dispiaciuto” le rispose sinceramente l'amica, con una luce maliziosa negli occhi che Hermione si ritrovò stranamente a ricambiare.

Improvvisamente sentì uno strano calore partire dal suo bassoventre e diffondersi a macchia d'olio in tutto il resto del corpo.

Era come se al posto del sangue le scorresse lava pura nelle vene, e il tutto ebbe lo sconcertante effetto di destare la sua libido sopita.

Si chiese oziosamente se sarebbe stata in grado di baciare anche lei qualcuno, solo per pura attrazione fisica, senza altre particolari ragioni.

Lo chiese a Ginny di punto in bianco, senza spiegarle che quel pensiero era legato alle sue sensazioni fisiche.

La Grifondoro più piccola scoppiò a ridere di cuore e battendole un colpetto sulla spalla le disse: “ Ma va' a divertirti come ti pare, almeno tu che puoi!” e detto ciò le voltò le spalle, andando a cercare Harry.

Cominciò a muoversi incerta per la sala.

Ogni passo sembrava costarle una fatica immensa, dato che si ritrovava a combattere il proprio debole raziocinio con la sua libido crescente, che la divorava da dentro, facendole provare sensazioni che credeva non avrebbe mai provato.

Era così tanto che non baciava qualcuno.

Così tanto che non si sentiva desiderata per davvero.

Così tanto che non le girava la testa per un ragazzo.

Si ritrovò a ballare con il caposcuola di Corvonero, un ragazzo bruno e dai modi estremamente gentili, che non si prestava affatto al suo umore attuale, ma con cui continuò a ballare per pura educazione.

Per carità, era un ragazzo molto carino, ma lei in quel momento sentiva il bisogno di qualcosa che assecondasse il vortice di sensazioni che le infuriavano dentro, e non che cercasse di sopirle.

Proprio quando il Corvonero si decise finalmente ad osare qualcosa in più, cioè poggiarle le mani sui fianchi invece che sulle spalle, Hermione si sentì la nuca scottare, come se qualcuno la stesse fissando intensamente.

Decise pero' che doveva trattarsi semplicemente di un'impressione, e dopo alcuni minuti si congedò il più gentilmente possibile dal ragazzo con la scusa di andare a prendere qualcosa da bere. La sala nel frattempo era più affollata che mai, e risultava quasi impossibile riconoscere chiunque non si trovasse a portata di braccio.

Era incredibile come il tavolo degli alcolici risultasse sempre perfettamente fornito, tutti nella sala avevano qualcosa da bere in mano, ma le bottiglie continuavano ad essere innumerevoli, e si chiese mentalmente se ci fosse di mezzo un qualche incantesimo di ingozzamento.

Una mano l'afferrò per un braccio facendola voltare di scatto, rischiando quasi di farle rovesciare il liquido trasparente contenuto nel bicchierino sopra tutto il vestito.

Furibonda alzò lo sguardo, preparandosi a investire il disturbatore con una decina di improperi ma, quando si trovò davanti il volto di Draco Malfoy, qualunque parola le morì in gola.

Le gote le andarono in fiamme, rendendosi conto che sia lei che Malfoy ero consapevoli, fin troppo consapevoli, della scollatura a cuore, non proprio casta, del suo vestito.

Si fissarono un attimo, ubriachi, senza dire nulla.

Lei non gli chiese perchè l'avesse afferrata e stesse praticamente ballando con lei.

Lui non le chiese perchè stesse in silenzio a fissargli le labbra.

Facciamo un brindisi Mezzosangue..” le mormorò lui, con uno sguardo da predatore che non gli aveva mai visto. Hermione lo fissò stupita, inarcando le sopracciglia.

Loro due. Loro due avrebbero dovuto fare un brindisi?

E a cosa dovremmo brindare Malfoy? Ai sette anni che mi rendi la vita impossibile?”

Lui ghignò beffardo, portandosi la bottiglia alle labbra, ma una goccia di troppo prese a scorrere lenta giù dal suo labbro inferiore, fino al mento.

Hermione seguì il suo percorso come ipnotizzata, sentendosi la gola secca.

Mi sembri assetata.” commentò lui semplicemente, senza distogliere lo sguardo da lei.

Sollevò poi rapidamente la mano che non reggeva la bottiglia e sfilò con decisione il bicchierino ancora intatto dalla stretta della Grifondoro , e lo buttò giù in un sorso.

Ehi!” commentò soltanto lei, infastidita e scioccata, dandogli una botta sul braccio.

I loro corpi erano vicini, troppo vicini. E sfortunatamente l'ondata di lava fusa che l'aveva attraversata a ondate, non accennava minimamente a diminuire, anzi, la vicinanza di Malfoy sembrava farle da catalizzatore.

La folla di studenti si faceva sempre più fitta, e i loro corpi erano praticamente incollati.

Che razza di brindisi è se bevi anche quello che c'è nel mio bicchiere??” gli chiese infastidita.

Dopo aver poggiato la propria mano aperta alla base della schiena di Hermione, Draco l'attirò a sé, con decisione, facendo aderire i loro bacini al limite della decenza.

Hermione dovette fare uno sforzo titanico per non lasciarsi sfuggire il gemito che le era salito dal profondo della gola.

Non sono abituato ad essere gentile, Mezzosangue” le sibilò molto vicino all'orecchio.

Non si beve la roba degli altri” gli rispose semplicemente lei, cercando con tutte le forze di ignorare quella mano, e quel calore, dannato calore, che la pervadeva tutta.

Allora vienitelo a prendere.”

Hermione lo fissò sconcertata senza capire. Poi il suo sguardo si posò nuovamente senza che lo volesse davvero (oppure sì?) sulle labbra del ragazzo.

E in quel momento tutto le divenne chiaro.

Arrossì furiosamente.

Le labbra della Serpe erano ancora umide per il liquore, ed erano proprio quelle a cui lui alludeva. Il calore nel corpo si era fatto quasi insopportabile, sentiva il disperato bisogno di sfogare in qualche modo quella frenesia che la tormentava.

E per la prima volta nella sua vita Hermione Granger spense il cervello, e lasciò che fosse solo l'istinto ad agire.

Resistendo all'impudico desiderio di strusciarsi contro di lui, si scostò una ciocca di capelli dalla fronte, cercando di calmarsi, ma controllare il respiro era impossibile.

Grazie all'ausilio dei tacchi alti non dovette tendersi molto verso l'alto e in un attimo le sue labbra sfiorarono quelle del Biondo, esitanti.

Il profumo di lui la investì come un torrente d'acqua in piena: menta , alcool e quel profumo buono da morire, come un'assetata nel deserto si nutrì con tutti se stessa di quella meravigliosa sensazione, rischiando una sorta di orgasmo sensoriale.

Il calore che le divampava nel bassoventre divenne se possibile ancora più forte, e quando la lingua del ragazzo le leccò sensuale il labbro inferiore, pensò di stare per svenire.

E chissà che altro sarebbe successo, se il bacio sarebbe diventato un vero bacio, se la musica non fosse stata bruscamente interrotta, e tutti i partecipanti alla festa costretti a precipitarsi fuori dalla sala per evitare di essere scoperti.

Entrambi pero' quella notte, in quel momento particolare dell'inconscio, quando ti trovi nel dolce confine tra la veglia e il sonno, si chiesero se l'indomani avrebbero ricordato, e se l'altro in quel preciso momento stava pensando la stessa cosa, o se già si era lasciato cullare dall'abbraccio di Morfeo.

 

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Capitolo 9
*** La notte non porta consiglio..solo confusione ***


Di nuovo aggiornamento notturno, vi pubblico al volo il capitolo prima di uscire.
Che dire, per adesso sono ispirata al massimo e ho un po' di tempo libero perciò scrivo a tutto spiano 
e mi diverto anche moltissimo.. spero che apprezzerete il capitolo e che mi facciate sapere 
che cosa ne pensate ;) 

Have a nice night,
Noir 




Il mattino successivo...



Piombo.

Sentiva, vedeva, e percepiva solo piombo.

Negli arti, in bocca, nelle orecchie.

Le palpebre pesavano come macigni, di muoversi neanche a parlarne.

Un grugnito proveniente dal lato est della stanza, lo costrinse ad aprire gli occhi. C'era luce, troppa luce.

Le coltri del letto sembravano pesare tonnellate, non poteva sopportare quell'immobilità un attimo di più. Il suo cervello momentaneamente in stand-by era in grado di focalizzare un concetto molto semplice per volta, e adesso il nuovo obiettivo era riassumibile in una sola parola: doccia.

Poggiando un piede per volta sul morbido tappete verde smeraldo, si rese conto, con sua grande sorpresa, di essere nudo.

Lanciando uno sguardo indagatore al letto di Zabini, trovò quest'ultimo, che lo fissava con gli occhi socchiusi godendosi una sigaretta, ignorando allegramente le due sagome profondamente addormentate, che dividevano il letto con lui.

Blaise..che diavolo..?” aveva la bocca fottutamente impastata, non era in grado di mettere due cazzo di parole in fila.

Stavolta Blaise gli sorrise apertamente.

Ma buongiorno bel principino, divertito ieri sera?”

Ieri sera... ieri sera...festa..alcool...mezzosan... OH PORCO GODRIC.

Zabini scoppiò a ridere a crepapelle, esilarato dall'espressione sconvolta che doveva certamente essere passata sul volto del Biondo.

Aveva. Leccato. Le. Labbra. Alla. Mezzosangue.

Ma che cazzo gli era preso?!

Dammi quella cazzo di sigaretta Blaise, devo farmi la doccia più lunga della mia vita” ringhiò furibondo.

Che bel culetto!” gli urlò dietro Zabini, ridendo come non mai.

Il dito medio di Draco fu l'ultima cosa che Blaise vide, prima che quest'ultimo si sbattesse la porta del bagno alle spalle.

Finì la sigaretta in due sole lunghe tirate, e senza tanti complimenti si ficcò la testa sotto il getto gelido dell'acqua.

La Granger.

Ma che cazzo gli era preso?!

E la cosa peggiore era che non poteva incolpare nessuno, se non se stesso.

LUI l'aveva presa per un braccio.

LUI se l'era incollata addosso.

LUI l'aveva provocata.

E in quel momento della festa se la sarebbe volentieri sbattuta contro un muro qualunque.

Le secchione mezzosangue non dovrebbero indossare abitini sexy e diventare disinibite tutte in una volta, cazzo! Dovrebbe essere illegale.

Ma poi da dove gli era venuta quell'idea di leccarle le labbra? Lui, che non baciava mai nessuna, che aveva rifiutato di assaporare le labbra più sexy di tutta Hogwarts, stava quasi per baciare La Granger.

PORCO GODRIC.

Avrebbe voluto affogarsi in quella doccia, ma purtroppo c'era la colazione che aspettava, e moriva di fame..il suo corpo insomma lo tradiva nuovamente nel momento del bisogno.

 

 

 

Quando Hermione spalancò gli occhi erano le dodici passate, e la prima cosa che vide fu il volto di Ginny a circa un centimetro dal proprio, così vicino che volendo, avrebbe potuto contare le efelidi che aveva intorno al naso.

A peggiorare ulteriormente il risveglio furono gli occhi spalancati con cui l'amica la fissava senza alcun ritegno, pieni di divertimento e aspettativa.

Ma prima che una delle due potesse proferir parola, la Grifondoro senior era corsa in bagno a vomitare anche la colazione di una settimana prima.

Una ventina di minuti e un bicchiere d'acqua più tardi, il confronto con Ginny era ormai irrimandabile.

MALFOY!” strillò la rossa.

ZABINI!” strillò Hermione contemporaneamente.

Entrambe arrossirono furiosamente, soppesandosi con lo sguardo.

Dopo un lungo momento pero' scoppiarono a ridere, anche se non si poteva dire che fosse una risata scevra d'isteria.

Hermione si tuffò sul letto, seppellendo la faccia sotto il cuscino.

Ma il suo sogno di mandare tutto al diavolo e lasciarsi cullare dal dolce, dolce, oblio, venne bruscamente mandato in fumo dall'amica:

Nonono te lo puoi dimenticare! Ora tu, vieni fuori da la sotto, e mi racconti tutto!”

Non esiste Gin, lasciami sguazzare da sola nella mia autocommiserazione” le rispose Hermione con voce soffocata da sotto il cuscino.

Autocommiserazione? E di che? Te la sei fatta con uno dei ragazzi più belli di Hogwarts! Certo è anche uno stronzo, un borioso coglione, riccone...”

SI, grazie Ginny, ora sì che mi sento meglio!” le rispose seccata lanciandole contro il cuscino che prima aveva usato come rifugio.

Ma Ginny era una cacciatrice, e anche dannatamente brava, perciò schivò il cuscino con abilità e le lanciò un'occhiata che avrebbe fatto arrossire pure la peggior donna dai facili costumi del mondo.

E quindi.. vi siete baciati o no?”

No. Sì. Non proprio.” le rispose stancamente. Ripensando alla lingua di lui sul proprio labbro inferiore avvampo', sentendosi suo malgrado di nuovo eccitata.

E ti è piaciuto. Molto.” Commentò con un'espressione d'intesa l'amica, non ebbe nemmeno bisogno di formulargliela sotto forma di domanda, conosceva già la risposta.

Sperando di riuscire a distogliere l'attenzione da se stessa, Hermione decise di passare a sua volta all'attacco:

D'accordo, direi che ti sei divertita a sufficienza.. adesso parliamo di te e Zabini.”

Il solo nome del ragazzo ebbe l'effetto di fare prima impallidire la Rossa e poi farle imporporare furiosamente il volto.

Hermione non potè fare a meno di ridacchiare come una dodicenne, e improvvisamente le venne in mente una cosa che aveva desiderato sapere già un paio di settimane prima:

Nel campo di Quiddich, due settimane fa quando ti è finito addosso.. non è stato un caso vero?”

La Grifondoro più piccola inarcò un sopracciglio:

Direi proprio di no. In realtà c'è una cosa che non ti ho raccontato, è accaduta lo stesso pomeriggio della tua avventura con Malfoy durante il test..”

E le raccontò brevemente dello scontro nel corridoio con il Serpeverde, e delle parole che gli aveva sussurrato all'orecchio, parole che avevano ancora il potere di scuoterla tutta.

Hermione rimase a bocca aperta: “Ma che sfacciato!”

Ginny se possibile divenne ancora più rossa: “E non ti ho raccontato cosa mi ha detto quando mi è finito di sopra durante gli allenamenti..”

Hermione inarcò entrambe le sopracciglia facendole segno di proseguire.

Ha detto.. che.. moriva dalla voglia di starmi sopra.. in senso letterale, e che la notte prima era andato a letto con una pensando a me.”

Hermione rimase a bocca aperta. Ecco spiegato perchè Ginny aveva dato il via a una bella sessione di schiaffi.

Sì, ho dovuto prenderlo a schiaffi Herm, perchè lui ha capito dalla mia espressione che non ero semplicemente imbarazzata, ma anche beh..che non mi era indifferente quello che mi stava dicendo, e per salvare la faccia l'ho dovuto picchiare..peccato che nel mentre lui ne approfittava per stringermi più forte e dirmi che adora le donne che a letto sanno farsi valere” Sbuffò sonoramente.

Siamo in un bel casino.” Aggiunse poi.

Ginny credo che dovresti rompere con Harry se i tuoi sentimenti per lui sono cambiati. Non è giusto prenderlo in giro e non credo ci sia bisogno che te lo dica io. In quanto a me, non ho intenzione di trovarmi più in nessun casino, è stata tutta colpa dell'alcool, figurati se da sobri io e Malfoy avremmo mai fatto qualcosa del genere..”

Herm la scusa dell'ubriachezza non regge né reggerà mai: gli ubriachi sono solo più disinibiti, non fanno cose che vanno contro la propria volontà. E riguardo a Harry hai ragione.. gli parlerò al più presto, non ho intenzione di continuare a prendere in giro lui, e torturare me stessa in questo modo.”

Ma la mente di Hermione era già altrove, immersa in ragionamenti che bruciavano come fuoco, e da cui cercava disperatamente di prendere le distanze, con risultati pietosi.

Ok, le era piaciuto il “bacio”. Ma questo non significava assolutamente niente, la gente si baciava in continuazione e gli equilibri del mondo non venivano sconvolti.

Ma dannazione loro due erano Malfoy e la Mezzosangue, già includerli nella stessa frase faceva quasi male alle orecchie.

Di comune accordo decisero poi di scendere per il pranzo.

 

 

 

Quella sera Ginny litigò con Harry.

Ci furono urla, strepiti e porte sbattute, e la rottura sembrò più vicina che mai anche perchè di cose che non andavano bene da un po' di tempo ce n'erano in abbondanza, ed entrambi se n'erano accorti.

Immediatamente le congetture sulla possibile rottura dell'epica coppia di Hogwarts divennero il pettegolezzo più chiacchierato in tutti i corridoi e sale comuni, e tutti si domandavano chi avrebbe catturato l'attenzione della Weasley, che già da un paio d'anni era una delle ragazze più ambite della scuola.

Durante la cena Ron prese posto accanto ad Hermione, e per circa cinque minuti non toccò cibo, il che costituiva un brutto, bruttissimo segno.

Nervosamente lei si voltò, cercando d'incrociare il suo sguardo, ma il Rosso lo teneva ostinatamente fisso sul proprio piatto, e non sembrava dar segni di voler parlare.

Ehm..Ron? Va tutto bene?” gli chiese esitante, non sapendo bene in quale stato umorale si trovasse l'amico.

Tu e Ginny siete strane, ultimamente.”

E' un modo un po' vago per esprimersi, Ron..strane in che senso?”

Come se desideraste fraternizzare con il nemico.” le rispose asciutto, sempre senza incrociare lo sguardo esterfatto di Hermione.

Fraternizzare con il nemico.” ripetè incredula quest'ultima, sputando la parola come se si trattasse del peggior insulto immaginabile.

Non avevamo deciso di farla finita con questa storia del nemico già al quarto anno, ai tempi di Victor, Ronald?” gli rispose fredda, percependo già aria di tempesta.

No. Oh no.

Col cavolo che avrebbe sopportato una scenata di gelosia da parte di Ron quando già si ritrovava a combattere con i propri pensieri, e a fare di tutto per evitare un qualsiasi confronto con Malfoy!

Ah già, quasi dimenticavo.. come sta Viki?”

Non chiamarlo così, Ronald! E non ricominciare con questa storia! Se hai un problema dimmelo in faccia e in modo chiaro, e non nascondendoti dietro un piatto vuoto, e rivangando cose del passato ormai superate!”

Se prima c'era una speranza di non innescare una lite di proporzioni epiche, ora quella chance si era andata a far benedire.

Oh certo! Facciamo finta di niente, come sempre! Quando si parlava di Viki non c'era niente sotto, e invece è saltato fuori che siete stati insieme! E adesso vuoi venirmi a dire che tra te e Malfoy non c'è nulla?” quasi urlò il Rosso, attirando l'attenzione di molti presenti che sedevano vicino a loro.

Hermione prese a tremare e ribollire per la rabbia, strinse gli occhi a fessura e gli sibilò:

Stammi bene a sentire, Ronald Weasley. Ho già i miei problemi senza dover far fronte a una tua quanto mai fuori luogo scenata di gelosia. Anche se ci fosse una cosa qualunque con un qualsiasi ragazzo di Hogwarts e dintorni, tu non avresti nessun diritto di venire qui accampare pretese, e farmi sentire in difetto, hai capito? Nel momento in cui abbiamo deciso di mettere la parola “fine” alla nostra relazione, tu hai perso il diritto di farmi il terzo grado.”

Ancora non hai detto che non hai niente a che fare con lui!” gli rispose lui adirato, e ormai metà della sala si voltava a intermittenza nella loro direzione, seguendo con interesse la loro discussione.

Tipico di Ronald. Uno faceva un discorso lungo dieci minuti e dalla logica inoppugnabile e lui s'interessava all'unica parte della questione a cui non doveva proprio interessarsi.

Non ho niente a che fare con lui, Ron! E anche se fosse, ripeto, non sarebbero affari tuoi!”

Detto ciò si alzò bruscamente e andò a rifugiarsi nella sala comune.

Dopo essersi gettata senza tanti complimenti in una delle poltrone davanti il fuoco, aprì il libro di Pozioni, studiando un distillato che avrebbe dovuto imparare per il Lunedì successivo. Trascorsero una ventina di minuti in cui si godette una relativa tranquillità, rilassandosi ogni momento di più, ma quando fecero il loro ingresso Harry e Ginny alle prese con un'altra litigata furiosa, decise che quella non doveva essere proprio la sua serata, e imboccato il passaggio del quadro, si avventurò nei corridoi bui, cercando un angolino in cui riflettere in pace.

Si trovò quasi a desiderare una di quelle sigarette arrotolate che tutti fumavano alla festa, ma immediatamente si vergognò di quel pensiero, chiedendosi chi diavolo fosse questa ragazza e che fine avesse fatto l'Hermione so-tutto-io.

Doveva essersi appisolata, il volto poggiato sulla mano, perchè non percepì i passi e le risate che si andavano avvicinando sempre di più.

Usciti dal quadrato della penombra, riconobbe le due sagome: Malfoy e Zabini a braccetto, probabilmente ubriachi, che sventolavano una bottiglia di Whisky incendiario, seminandone il contenuto qua e là.

Senza riuscire a trattenersi si schiarì la voce per segnalare la propria presenza e gli disse:

Piantatela di fare tutto questo chiasso, sveglierete tutto il castello!”

Si chiedeva dov'era finita l'Hermione so-tutto-io? Beh, eccoti accontentata, cara.

I due sobbalzarono, sconvolti dalla sua presenza, poi scoppiarono a ridere sguaiatamente reggendosi l'uno all'altro per evitare di cadere, e rovesciare il liquore, più di quanto non stessero già facendo.

Prendendo fiato come se avesse corso per un lungo tratto Zabini le poggiò una mano sulla spalla e le disse:

Granger..Granger.. rendimi l'uomo più felice di tutta Hogwarts..dimmi che c'è qui con te l'adorabile Ginevra..” biascicò ridacchiando.

Mi spiace deluderti, Blaise, ma ci sono solo io.” Si ritrovò quasi a sorridere, era impossibile non trovarlo simpatico.

Quest'ultimo si mostrò notevolmente deluso :

Oh beh, allora mi sa che quello di troppo qui sono io.. Draco vado a fare due passi nel parco per smaltire la sbornia, voi due fate i bravi eh??” -altre risate sguaiate, stavolta solo da parte del moro, e un Malfoy che fissava stupefatto l'amico.-

In un attimo Blaise si dileguò dietro l'angolo lasciando i due soli.

Hermione si ritrovò a scuotere la testa, oltre tre giorni di sforzi per riuscire ad evitare quell'incontro, e ora in pratica ci si era catapultata da sola.

Scese un silenzio pesante come il piombo.

Andiamo mezzosangue, che ci fai qui fuori nel cuore della notte? L'erede della Mcgranitt, che viola così palesemente le regole..sei indegna di te stessa.” le disse con il suo solito ghigno sprezzante.

Sta' un po' zitto, Malfoy. Piuttosto si può sapere perchè Blaise ritiene che noi due abbiamo bisogno di passare del tempo da soli?”

Draco si accese una sigaretta,e prima di risponderle aspirò due lunghe boccate, sfidando al massimo la pazienza della ragazza.

Forse per le nostre..come dire.. avventure alcoliche?” gli chiese lui, stringendo la sigaretta tra le labbra.

Allora lo ricordava.

Involontariamente arrossì. Il ricordo era ancora troppo vivido, e che dire, si trattava pur sempre di Malfoy, che nonostante le migliaia di difetti, era indubbiamente di bell'aspetto.

Di bell'aspetto? Quasi si strozzò la sua vocetta interiore. Bello da morire sarebbe più adeguato! L'Hermione razionale rimase scandalizzata dal pensiero , e scelse d'ignorare la vocetta.

Considerando che a malapena ci siamo..beh, hai capito..non credo ci sia molto di cui parlare.” rispose lei secca, sperando che il Biondo non notasse il suo rossore diffuso.

Oh, andiamo Granger, dopo i vortici bavosi che devono essere stati i baci di Lenticchia, ti sarai sentita come una verginella per la seconda volta!”

Come diavolo ti permetti..!” gli sibilò lei contro, tirando fuori dalla veste la bacchetta.

Malfoy rise più divertito che mai, ma la risata si spense di colpo quando si vide la bacchetta puntata contro la gola e un ginocchio pericolosamente vicino all'inguine.

Hermione si godette quel senso di onnipotenza, dolce e insieme eccitante, e stupendosi della propria sfrontatezza gli accostò le labbra all'orecchio:

Scegli Malfoy..a quale delle due cose rinunci..la faccia? Ma no, il tuo faccino da rampollo, quello ti serve per continuare a sfoggiare il tuo ghigno da idiota fino alla fine dei tuoi giorni.

Allora vediamo, rinunci a questo?”

E con un gesto deliberato, gli sfiorò il cavallo dei pantaloni con il proprio ginocchio.

Il pomo di adamo del ragazzo sembrò danzare su e giù per la gola, per quanto profondamente deglutì quest'ultimo.

A che gioco stai giocando, Sanguesporco?” gli mormorò lui a un millimetro dall'orecchio.

Quello che gioca qui, sei tu, Malfoy...se ti faccio così tanto schifo come hai sempre declamato ai quattro venti, perchè mi hai baciata?”

Io non bacio nessuno, Mezzosangue.” rispose lui rigido.

Ma non essere ridicolo, ti porti a letto tutta Hogwarts!” disse lei, scuotendo la testa incredula.

Oh, sì per scopare me lo scopo tutte quante a mio piacimento, ma non le bacio.

Sai cosa penso Granger? Che tu sia una di quelle che avrebbe bisogno di essere scopata per ore, giusto per farti smaltire questo carattere di merda che ti ritrovi..vedresti come ti sorriderebbe la vita, dopo!”

Lo schiaffo lo centro in pieno viso, facendo un botto assordante.

 

(Draco)

Ok, se l'era meritato.

Pero' non poteva fare a meno di ridere, la faccia della Granger era impagabile.

Brutto schifoso pervertito!” gli urlò lei contro tempestandolo di pugni, dimenticando (per fortuna) di tenerlo sotto tiro con la bacchetta.

Sfruttando i propri riflessi pronti, l'afferrò per i polsi e la sbattè senza tanti complimenti contro il muro alle loro spalle.

Un ansito strozzato le sfuggì dalle labbra, il petto che le si alzava su e giù velocemente per lo scontro appena conclusosi.

Mollami subito, Malfoy!”

Sennò? Che farai Granger.. mi minaccerai con la bacchetta? Peccato che le tue mani siano impossibilitate al momento..” le rispose beffardo, alludendo ai polsi imprigionati nelle sue mani.

Con un vero e proprio grugnito di frustrazione la Grifondoro prese a dimenarsi, cercando di liberarsi dalla sua stretta, con risultati decisamente inefficaci.

Agitati quanto ti pare Granger, per me possiamo restare qui tutta la notte.”

Lei cercò di sferrargli un calcio nelle parti basse, e lui la fissò sconvolto:

Ehi! Vuoi stare attenta con questi dannati calci? Capisco che tu magari hai scelto di votarti alla frigidità per tutta la vita, ma io ho intenzione di farmi ancora una quantità di ragazze Granger!”

Fottiti Malfoy!” gli ringhiò in faccia, poi disse:

Se hai tutte queste brillanti cose da fare, perchè non mi molli e te ne vai per la tua strada, razza di stupido furetto platinato!”

Ma come, e la nostra conversazione a cuore aperto?” le rise lui, quasi sulle sue labbra.

Approfittando della vicinanza del ragazzo, Hermione gliele morse con decisione sperando così di fargli mollare la presa.

Con un grugnito di dolore, Malfoy le lasciò andare un polso, toccandosi il segno del suo morso sul labbro, stupefatto.

La Granger cercò di scappare divincolandosi dalla sua presa, ma adesso una sorta di furia animava i gesti della Serpe, perciò si ritrovò sbattuta al muro con più decisione di prima, e non potè che restare affascinata dal colore torbido, simile a un lago ghiacciato d'inverno, che avevano assunto gli occhi del Biondo mentre la fissavano adirati.

Fu un attimo.

Il momento prima si stavano fissando con occhi incandescenti, augurando le peggiori morti possibili l'un l'altra, e quello successivo lui si avventò sulle sue labbra.

Voleva vendicarsi, era chiaro.

Gliele morse con decisione, strappandole un gemito di dolore, mentre lacrime di rabbia le si addensavano negli occhi nocciola.

Poi prese a mordicchiargli con delicatezza il labbro inferiore, ubbidendo a chissà quale folle impulso della propria mente, o meglio del proprio bassoventre.

Premette tutto il proprio corpo contro il suo, come se avesse voluto fondersi con lei contro quella parete. Si aspettava uno schiaffo che non arrivò, e anche se la Mezzosangue restava testardamente immobile, avrebbe potuto giurare di averla sentita ansimare contro le proprie labbra.

Incatenato dal proprio orgoglio, ed eccitato oltre ogni decenza, scese sul suo collo.

Sciolse la presa sui suoi polsi, e le poggiò le mani sui fianchi, godendosi quell'esperienza nuova e che aveva il gusto del proibito.

Le lasciò una scia di baci roventi, che alternava a morsi decisi, in cui le succhiava la pelle come se avesse voluto strappargliela via, come se avesse voluto conservarne un pezzo per più tardi, da divorare ancora, nel dolce abbraccio della notte.

Dei rumori provenienti dal fondo del corridoio li riscossero da quegli attimi di pura follia.

La Mezzosangue si scostò in fretta dalla parete, e si preparò a dare un grosso ceffone a Draco Malfoy, il dannato idiota coglione Serpeverde che doveva essere decisamente impazzito. Ma quest'ultimo aspettandosi questa mossa, le bloccò il braccio in una morsa ferrea e la guardò con sdegnato divertimento:

Se volevi essere credibile Mezzosangue, la sberla dovevi darmela prima che ti lasciassi tutti quei bei succhiotti sul collo.”

Le diede le spalle e tornò verso il suo dormitorio, il senso dolce della vittoria sulle labbra, o forse era solo l'effetto del gusto di lei..

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Capitolo 10
*** Un tuffo rovente ***


Un capitolo che mi piace da morire, e che penso piacerà anche a voi..al solito spero che mi facciate sapere cosa ne 

pensate sennò un bel crucio da parte di Malfoy per tutti ;) 



Ginny Weasley fissava accigliata il proprio costume da bagno. Era un indumento abbastanza raro per chi come loro abitava nel Regno Unito, ma quando quell'estate, nella Londra babbana, era uscita a fare shopping con Hermione, non aveva resistito.

Era abbastanza succinto, bianco con delle applicazioni in perline turchesi nella fascia superiore e ai lati della mutandine. Non sapeva se mai avrebbe avuto occasione d'indossarlo, ma rigirarselo tra le mani aveva sempre un effetto calmante per lei, e che dire, in quel momento aveva davvero bisogno di calmarsi un po'.

Lei e Harry avevano litigato furiosamente per una giornata intera, la notizia ovviamente aveva già fatto il giro della scuola, e sapeva dentro di sé che sicuramente la cosa non doveva essere sfuggita all'attenzione di Zabini.

Ma anche se con Harry la fine sembrava avvicinarsi inesorabilmente, non aveva voglia di rendere le cose troppo semplici al Serpeverde; si era già sbilanciata a sufficienza nei loro incontri “accidentali”.

Quella mattina Hermione era più strana del solito: neanche il tempo di darle il buongiorno, che con una voce insolitamente roca, era scappata in bagno, ed era chiusa là dentro da ben venti minuti buoni.

Va bene essere comprensive, ma anche lei aveva bisogno del bagno, ed erano quasi le otto, era ora di scendere a fare colazione.

Bussò con decisione alla porta del bagno.

Herm si può sapere che diavolo stai combinando là dentro?”

In risposta arrivò solo una sorta di verso strozzato.

Non è che stai cercando di affogarti nel water? Perchè in quel caso, sto per sfondare la porta, sai?” le urlò sempre bussando insistentemente sullo stipite.

La porta si spalancò di colpo.

Le guance di Hermione andavano da una tonalità compresa tra il fucsia e il rosso fuoco.

Più volte avvolta attorno al collo, già indossava la voluminosa sciarpa dei Grifondoro, anche se ancora il tipico freddo invernale di Hogwarts non si era ancora manifestato in tutta la sua potenza.

Hai freddo?” le domandò la Rossa sorpresa.

Sì, ho anche mal di gola” mormorò la Grifondoro senior, prendendo la borsa e sistemandovi i libri per la giornata.

Ascolta, io sono in ritardo per prepararmi, tu inizia a scendere, ci vediamo direttamente al tavolo della colazione.” le sorrise Ginny.

Non appena Hermione si chiuse la porta alle spalle del dormitorio, la Weasley strinse immediatamente gli occhi, sospettosa. Qualcosa non quadrava, e aveva tutte le intenzioni di scoprire di cosa si trattasse al più presto.

 

Al tavolo dei Serpeverde c'era un'atmosfera eccitata quella mattina. Forse perchè Draco era di buon umore, ed essendo lui quello che contava più di tutti tra quelli dell'ottavo anno, il suo buon umore contagiava tutti quelli che gli stavano intorno.

Zabini dal canto suo, non appena aveva sentito della crisi tra la Weasley e Potter, si era illuminato come un albero di Natale, e usava qualunque pretesto per fare battute ad altissima voce, tutte palesemente con un doppio senso, assicurandosi che la parte del tavolo di Grifondoro dell'ottavo anno fosse a portata d'orecchi.

Ginny, dal canto suo, non dava segno di prestare attenzione a quegli schiamazzi, ma nei momenti in cui abbassava lo sguardo, non riusciva a nascondere un piccolo sorrisetto compiaciuto.

C'era pero' qualcun altro che si sforzava di guardare il tavolo dei Grifondoro senza essere visto: Draco Malfoy, che osservava di sottecchi con il suo ghigno più insopportabilmente soddisfatto, il collo della Mezzosangue, fasciato strettamente dalla sciarpa.

Quanto sarebbe stato divertente sfilarle quella sciarpa davanti a tutti, svelando a tutti che lui era stato in grado di scalfire quell'aurea di freddezza e superiorità di cui amava circondarsi.

Terminata la colazione, l'avvicinò nel corridoio mescolandosi alla folla vociante di studenti, e afferrandole un lembo della sciarpa, le mormorò all'orecchio:

Basterebbe un piccolo scossone, Granger. O un incantesimo di appello..” -La sentì irrigidirsi e trattenere il respiro - “..dì non sarebbe meraviglioso, far vedere a tutti quel capolavoro che ho lasciato sul tuo collo?” continuò con il suo tono più seducente.

Credo che se tu non voglia che io continui l'opera d'arte che stavo per fare ai tuoi gingilli col mio ginocchio ieri sera, faresti meglio a stare zitto e fermo, Malfoy.” Gli sibilò lei altrettanto piano, ma arrossendo visibilmente.

Incontriamoci stasera, Mezzosangue. Al bagno dei prefetti..porta anche la Weasley, così lei e Zabini potranno finalmente chiarirsi..” le sussurra all'improvviso lui, con un sorriso complice sul volto.

Lei lo guardò sconvolta, come se fosse totalmente impazzito:

Ma di cosa diavolo stai parlando?! Mi stai chiedendo non solo di trasgredire un'infinità di regole, ma anche di trascorrere altro tempo con te?” Parlò così rapidamente che quasi si dimenticò di tenere bassa la voce.

Qualche sguardo curioso si posò su di loro, ed Hermione diede una piccola spinta al Biondo giusto per salvare le apparenze sibilando un “Idiota!”.

Non ti facevo così fifona, Granger.” le risponde lui sdegnato, restituendole la spinta, ma dandole anche un pizzicotto sul fianco.

Lei, fifona?

Certo che sentirsi dare della codarda, dal codardo per eccellenza, aveva del ridicolo.

Non sei esattamente nella posizione di dare a qualcuno del codardo, Malfoy!”

E allora dimostrami di non avere paura, vieni..stasera alle dieci. Bagno dei prefetti.” Si voltò con agilità nella direzione opposta, ma non prima di aver tirato giusto un po' il lembo della sciarpa che teneva ancora fra le dita, in modo da scoprire una piccola porzione del suo collo.

L'urlo “Razza di bastardo!” della Grifondoro accompagnò le sue risate incontenibili per il resto del tragitto nel corridoio.

 

Ma il mondo si era improvvisamente capovolto?

Adesso la Mcgranitt sarebbe uscita dall'aula con un tutù e un cappello di paglia in testa, per completare l'allegro quadretto?

Cosa diavolo avrebbe dovuto dire a Ginny?

E ci sarebbe dovuta andare?

Quanti interrogativi..e lei Hermione Granger, per la prima volta nella sua vita, non aveva le risposte.

L'unica soluzione possibile era un confronto con l'amica, in fondo senza di lei non sarebbe mai andata, la sua presenza era comunque una sorta di garanzia, che le avrebbe permesso di tenere sotto controllo la situazione con Malfoy.

Durante la pausa pranzo l'afferrò per una manica senza tanti complimenti e la trascinò nel parco, all'ombra di un grande salice piangente.

Ginny, non mi uccidere. Oppure sì, uccidimi, poni fine a questa mia agonia!” Iniziò a farfugliare, sull'orlo di un attacco di panico.

L'amica la guardò scioccata, difficilmente l'aveva vista così agitata per qualcosa che non fosse un esame o voti in generale.

Ok, Herm. Adesso facciamo un bel respiro, un respiro bello profondo e ci diamo una bella calmata, okay?” le disse cercando un contatto visivo per tranquillizzarla.

Facendosi forza la Grifondoro senior, inspirò profondamente e infastidita per il calore eccessivo procuratole dalla sciarpa, se la sfilò senza pensarci.

Ginny le fissò il collo con la bocca spalancata.

Oh porca di quella Morgana!” strillò scioccata.

In un attimo Hermione diventò di tutti i colori possibili e immaginabili e si rimise alla velocità della luce la sciarpa, il più strettamente possibile.

Shhh Gin ti prego! Così attiri l'attenzione su di noi!” Le bisbigliò scandalizzata.

Ma che diavolo hai combinato ieri sera? Non dirmi...”

Oh cazzo. Non dirmi che si tratta di Malfoy!” strillò cominciando a saltellare all'impazzata.

Hermione l'afferrò per un braccio e la trascinò letteralmente sul prato, cercando in tutti i modi di farla stare zitta.

Sì, dannazione Ginny Sì! Ora ti prego smettila, già vorrei sprofondare, non ti ci mettere pure tu!”

Ma la Rossa la fissò con un'espressione splendente, piena di orgoglio.

Ah, la mia Hermione..finalmente è cresciuta!” e l'abbracciò di slancio.

Non hai ancora sentito la parte peggiore.”

La parte peggiore? Oh mio dio, non dirmi che l'avete fatto!”

Lei la guardò se possibile ancora più scandalizzata.

No, certo che no! Ma sei impazzita?”

Beh hai fatto trenta, fai trentuno!” ridacchiò la rossa, divertita oltremodo.

Stasera, avremmo un appuntamento.”

Ginny s'immobilizzò un attimo.

Beh e che c'è di strano? Vi siete beh.. scambiati delle effusioni, ora è normale che abbiate un appuntamento.” replicò ragionevole, giocherellando con dei fili d'erba.

No, non hai capito, Gin. Io e te abbiamo un appuntamento.”

Non la prendere male Herm, capisco che hai deciso di lanciarti nelle nuove esperienze, ma io gioco ancora nell'altra squadra.” Le rispose ridendo l'amica.

Ma no, che hai capito! Abbiamo un appuntamento con Malfoy e Zabini..stasera al bagno dei prefetti.”

La rossa ammutolì.

Tutto si sarebbe aspettato, tranne quello.

Secondo te dovremmo andare?” le chiese poi rigirandosi nervosamente i ricci intorno alle dita.

Sai che ti dico, Herm? Che sono stanca di ponderare, ragionare, e credo non ci sia niente di peggio che vivere nel dubbio. Quindi sì, cazzo ci andiamo! Se le cose dovessero mettersi male siamo due streghe con i fiocchi, li possiamo conciare per le feste.. in tutti i sensi” e sorrise maliziosamente.

Hermione la spinse ridacchiando, sentendosi nervosa come una ragazzina al suo primo bacio.

Ginny avrebbe potuto usare il suo costume nuovo, dopotutto.

 

Il problema si presentò inesorabile alle otto di sera: Hermione non possedeva un costume.

Utilizzando un completo intimo di Ginny cercarono di coprire con alcuni incantesimi le trasparenze, e rendere il tessuto il più simile possibile a un vero e proprio costume da bagno. L'effetto finale era abbastanza succinto ed Hermione si sentì morire d'imbarazzo all'idea di indossarlo.

Era di un color rosa delicato, con i laccetti ricamati di lustrini, e una piccola conchiglia bianca posta nell'incavo tra i seni, dove il costume s'incrociava.

Nessuna delle due era riuscita nonostante gli sforzi a rendere il pezzo di sotto del costume propriamente consono, e purtroppo era leggermente alla brasiliana, ma se si fosse infilata subito in acqua magari nessuno l'avrebbe notato.

 

Dopo l'attacco ad Hogwarts molte aree del castello erano state pesantemente danneggiate, e così era stato anche per il precedente bagno dei prefetti.

Numerose squadre di di appaltatori magici si erano quindi occupati di ricostruirlo totalmente, e vi avevano apportato una serie di modifiche rispetto il progetto originale, talmente spettacolari, da rendere il bagno una sorta di leggenda tra tutti gli studenti.

Negli anni a venire tutti avrebbero desiderato diventare prefetti, solo per il privilegio

di usare quel meraviglioso bagno.

Durante l'ora di cena le due ragazze si sforzarono di mangiare qualcosa e di scambiare qualche parola di pura circostanza, ma entrambe avevano decisamente la mente altrove.

Sotto il proprio piatto Hermione trovò un piccolo foglietto piegato che perplessa aprì, diceva soltanto: “La parola d'ordine è freshmint.”

In silenzio lo mostrò all'amica e si affrettò a metterlo in borsa, cercando in tutti i modi di ignorare la fortissima sensazione di essere fissata da un certo bastardo seduto al lato opposto della sala.

 

Quando mancarono dieci minuti all'ora prestabilita si avventurarono per i corridoi, cercando di fare il meno rumore possibile, e godendosi la placida tranquillità del castello.

Poco prima di arrivare al corridoio del quinto piano, Hermione afferrò per un braccio l'amica, impedendole di proseguire in direzione della statua di Boris il Basito.

Ginny non ce la faccio. Non ce la faccio!” le disse quasi istericamente.

Herm, il fatto che tu sia così nervosa è solo un motivo in più per andare lì dentro a divertirti. Se qualcosa ti agita vuol dire che ne vale davvero la pena.”

Le sorrise di rimando quest'ultima.

Ginny, Malfoy e divertirsi non sono due parole che possono stare nella stessa frase.”

Prima ti avrei dato ragione ad occhi chiusi, ma ehi, la gente cambia.. anche noi siamo cambiate.”

E con un gesto deciso la Rossa l'afferrò per il braccio e la trascinò letteralmente fino alla statua davanti al quale pronunciò decisa: “freshmint”.

Subito comparve una lucida porta di legno dipinta di bianco, e dopo aver esitato per un momento con la mano poggiata sulla maniglia si decise ad aprirla.

 


Un meraviglioso profumo di menta e cocco rendeva l'aria fresca ed esotica allo stesso tempo. La stanza era piacevolmente riscaldata, non troppo né troppo poco, e tante piccole bollicine multicolore galleggiavano pigre senza una meta precisa da una parete all'altra.

L'enorme vasca era piena fino all'orlo di acqua fumante colorata, e ribolliva allegramente come una sorta di Jacuzzi babbana.

Una stretta decisa al suo polso da parte di Ginny attirò la sua attenzione.

Immerso fino alla cintola nell'acqua della vasca c'era Blaise Zabini, il fisico scolpito ricoperto di tante piccole goccioline, e la chioma corvina bagnata, che aderiva sensualmente al collo.

Ma che delizie per i miei occhi..” commentò lui con un ampio sorriso sul volto, spogliando con lo sguardo Ginny, che sfoggiando la migliore poker face di sempre si avvicinò al bordo della vasca, si liberò dei pochi indumenti, e si sedette sul bordo immergendo quasi totalmente . Zabini non si era perso una sola mossa, con poche aggraziate bracciate si avvicinò a loro e sorrise in direzione della Granger:

Draco è nella stanza qui accanto..”

Sforzandosi di sorridere, fece un gesto di commiato ai due e si mosse in direzione della piccola apertura nel muro di pietra coperto da una splendida tenda di lino bianco e velo, che nascondeva l'ingresso in una stanza molto più piccola e intima.

 

Hai paura di bagnarti, Ginevra?” le domandò Zabini, con un sorriso da predatore, il doppio senso della domanda, scolpito nel volto.

Non ho intenzione di essere la tua puttana, Zabini.”

Quest'ultimo la fissò sorpreso, gli occhi incandescenti:

Non ho mai pensato che lo potessi diventare, Weasley.”

Allora cosa vuoi da me?”

Lui le carezzò la gamba con un gesto lento e deliberato, ad ogni carezza risalendo sempre più su lungo la coscia.

Tutto. Tutto quello che mi puoi offrire.” gli rispose sinceramente.

Insinuandole entrambi le mani sotto le giunture la fece scivolare completamente in acqua, accarezzandole i fianchi con fare lascivo.

Mi fai impazzire, Ginevra..” le mormorò contro i capelli, mentre quest'ultima gli mordicchiava piano il lobo dell'orecchio, per poi passare a un morso più deciso sulla spalla.

Le sue mani piano si spostarono sul sodo posteriore del moro, stringendolo in una presa decisa. Quest'ultimo sussultò sorpreso, ma subito portò le labbra a un millimetro dalle sue e le disse: “Sapevo di non sbagliarmi su di te..sei una difficile da domare, non è vero?”

Non ho nessuna intenzione di farlo con te, Blaise.”

Per stasera..” le rispose enigmatico quest'ultimo con un mezzo sorriso irresistibile,

poi si avventò sulle sue labbra rosse, dandole un bacio mozzafiato, dove le lingue s'intrecciavano in una danza perversa, facendo già l'amore a modo loro.

 

Da ascoltare come sottofondo della scena;) http://www.youtube.com/watch?v=kqaGZYDGcUw



Dietro la tenda si celava una sorta di grotta, illuminata soltanto dal riverbero azzurro dell'acqua purissima e in cui l'unico suono era costituito dallo scrosciare di una meravigliosa cascata artificiale.

 

Immerso in quella idilliaca polla d'acqua, di profilo rispetto il suo punto d'osservazione stava Draco Malfoy.

Il petto magro ma piacevolmente muscoloso, il collo lungo e aggraziato, i capelli lisci e così chiari da sembrare bianchi, il corpo inarcato all'indietro godendosi la morbida carezza della cascata, sulla schiena.

Restò a guardarlo per un lungo momento in silenzio.

Era ironico che il ragazzo più simile ad un angelo che avesse mai visto celasse dentro di sé le peggiori oscurità possibili.

Immersa nei propri pensieri sobbalzò quando si trovò fissata da due profondissimi occhi grigio azzurri.

Ti godi lo spettacolo, Mezzosangue?” le chiese con un sorriso divertito, il primo nella storia che Hermione avesse mai visto sul volto del biondo privo di sdegno, altezzosità, disprezzo..

In quel momento le sembrò bellissimo.

Era quella continua lotta tra luce e ombra che trasudava da ogni suo gesto a renderlo così maledettamente attraente.

Ma sì, direi che non c'è male..” rispose lei inarcando un sopracciglio, e prendendo a sfilarsi lentamente gli abiti.

Malfoy la fissò con uno sguardo carico di apprezzamento.

E' fredda, l'acqua?” gli chiese fingendo d'ignorare le attenzioni del ragazzo.

Un po'..ma niente di insopportabile. Che c'è hai paura anche di quella?” la provocò stiracchiandosi languidamente e facendo un paio di torsioni con la schiena mettendo in mostra , in tutto il suo chiarore notturno, un gluteo perfettamente scolpito.

Hermione si strozzò con la saliva e si affrettò a voltarsi dall'altra parte.

Malfoy, ma sei nudo?!” strillò sconvolta.

Oh dio.

Cazzo.

Cazzo.

Perchè improvvisamente faceva così caldo?

Non avevo il costume, il mio è rimasto al Manor..” rispose semplicemente quello ostentando un tono di finta innocenza.

Potevi almeno avvertire!” gli urlò di rimando coprendosi gli occhi con le mani.

E rovinarmi così tutto il divertimento?” rise lui e degli scrosci d'acqua le annunciarono che si stava avvicinando al bordo della polla.

Resta fermo dove sei! Che diavolo credi di fare?” gli domandò in preda a un puerile panico.

Nessuna risposta. Anche i rumori erano cessati.

Malfoy?” chiese esitante, sbirciando un poco attraverso le fessure delle dita.

La polla era vuota.

Il Biondo chissà come si trovava già dietro di lei, e senza tante cerimonie se la caricò in spalla, con chiare intenzioni di buttarla in acqua.

Strillando e scalciando, dalla sua posizione semi ribaltata godette della visuale mozzafiato del perfetto posteriore nudo di Malfoy, e non seppe più se ridere, piangere o saltargli di sopra, oppure tutte e tre le cose insieme.

Senza tanti complimenti, la gettò in acqua come un bel sacco di patate.

L'acqua era fredda, almeno al primo impatto, e dopo esserne emersa tossendo e sputacchiando acqua indirizzò un'occhiata di fuoco al Serpeverde che se la rideva beato.

Eh fattela una risata ogni tanto Granger, oppure hai seppellito il tuo senso dell'umorismo sotto quella massa impossibile di capelli?” la provocò schizzandola a più non posso e provocandole dei brividi di freddo in tutto il corpo.

Improvvisamente pero' il suo sguardo si soffermò all'altezza del suo seno, con un'espressione inequivocabile, e la Mezzosangue guardò anche lei lì per riflesso:

a causa del freddo, i capezzoli le si erano inturgiditi e si intravedevano attraverso la sottile stoffa del costume.

Arrossì furiosamente, correndo a coprirsi il punto incriminato incrociando le braccia.

In silenzio, ma fissandola con occhi che la divoravano e la spogliavano allo stesso tempo, Malfoy si avvicinò rapidamente a lei, e con delicatezza le poggiò una mano sull'avambraccio invitandola implicitamente a sciogliere la presa.

Non coprirti..” le mormorò piano.

Era la prima volta che la toccava così deliberatamente, senza che vi fosse alcool, o una festa, o voglia di picchiarsi. La stava toccando e basta, come un qualsiasi ragazzo avrebbe toccato una qualsiasi ragazza. Nessuna questione di sangue, di genitori, di guerre magiche..

solo loro due.


Fissandolo a sua volta con pari intensità, lentamente abbassò le braccia, sentendosi nuda per davvero.

Malfoy prese a carezzarle i capelli con deliberata lentezza soffermandosi con un sorriso compiaciuto sui segni che le aveva lasciato sul collo appena la sera prima.

Dovresti proprio esibirli con orgoglio Mezzosangue, invece di nasconderli dietro quella terribile sciarpa rossa.”

Lei scoppiò a ridere, incapace di trattenersi.

Con orgoglio? E orgoglio di che esattamente, Malfoy?”

Di aver provato un po' della mia arte amatoria, ovviamente!” rispose quello fingendosi indignato.

Arte amatoria? Ma se a malapena ci siamo sfiorati!” rispose lei sempre ridendo, rendendosi conto troppo tardi di quello che le era appena uscito dalla bocca.

Malfoy la squadrò con un mezzo sorriso lussurioso, gli occhi di quel colore torbido che stava iniziando a conoscere.

A questo si rimedia subito, Mezzosangue..”

Con un gesto rapido le slacciò il gancetto del costume, glielo strappò letteralmente di dosso e lo lanciò lontano, dall'altra parte della stanza.

Ti uccido Malfoy! Sei il peggiore dei pervertito!” strillò cercando con un braccio di coprirsi e con l'altro di dargli maggior numero possibile di schiaffi.

Afferrandola per il braccio l'attirò a sé facendo aderire la schiena nuda di lei al proprio petto.

E ancora non hai visto niente, Mezzosangue..” le mormorò accanto l'orecchio

facendole provare il brivido più eccitante di tutta la propria intera esistenza.

La notte era ancora giovane. 

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Capitolo 11
*** Scoprirsi.. ***


Capitolo breve, ma spero per voi, intenso :) 
Ringrazio le 80 persone che seguono la storia e i 20 che l'hanno messa tra le preferite, 
recensite, ho un bisogno fisico, di conoscere il vostro parere.
Noir



Blaise Zabini sentiva ogni parte di sé pulsare.

Dalla sua massa corvina fino alle dita dei piedi, era attraverso da vere e proprie scariche elettriche di piacere, ogni centimetro della sua pelle insomma, anelava a quello si preannunciava uno degli orgasmi più esplosivi che avesse mai provato in tutta la sua vita.

Uscendo momentaneamente dal proprio stato di adorante trance, abbassò lo sguardo sulla splendida chioma rossa che sembrava danzare, muovendosi avanti e indietro, dandogli più piacere di quanto fosse in grado di spiegare.

Con le mani le stuzzicava i piccoli seni perfetti, stringendoli prima con dolcezza e poi con irruenza, causandole gemiti soffocati che si mescolavano ai suoi più rochi.

Tutta la situazione era eccitante da morire.

Entrambi pressocchè nudi, immersi per metà nella piscina, e iperstimolati in ogni dove dalla presenza dell'idromassaggio.

Ginevra era molto più disinibita e intraprendente di quello che avrebbe mai creduto, e stava godendo di una delle fellatio migliori che avesse mai ricevuto sia da parte di ragazze che ragazzi.

Come se la rossa gli avesse letto nella mente interruppe (molto crudelmente) ciò che stava facendo e risollevandosi all'altezza dei suoi occhi si sfregò contro il suo corpo, con un sorriso birichino e gli disse:

Allora, sei davvero bisex?”

Lui la fissò per un attimo sorpreso, ma poi procedette a posarle le mani sulle natiche, stringendola maggiormente contro il proprio petto.

Costituisce un problema per te, mia Grifondoro assatanata?” le chiese lui con il sorriso più da fuorilegge che si sia mai visto.

No, affatto..sono solo curiosa..” gli rispose lei incrociandogli le gambe intorno ai fianchi e mordicchiandogli il lobo sinistro.

Mmm... mi hai visto alla festa, vero?” le chiese lui con voce roca.

Lei si finse indifferente: “Ma non saprei, c'era tanta gente alla festa..” e gesticolò con fare vago con una mano.

Potrei costringerti a dirmelo, sai Ginevra?” le disse lui con tono pericoloso.

Non vedo proprio come potresti..” sorrise la rossa con aria di sufficienza.

Così.”

Le sue mani, che fino a quel momento avevano indugiato sulle natiche della Grifondoro si mossero verso la sua parte più intima, e prima che quest'ultima potesse proferir parola due dita l'avevano già penetrata, e vi imitavano l'amplesso con spinte intense.

Lei gli morse la spalla fortissimo per evitare di gridare, e lui in tutta riposta la penetrò con un altro dito ancora.

D'accordo, D'accordo! Ti ho visto alla festa, tu e tutto lo show che hai fatto con Dalton e la ragazza bruna.” ansimò lei, sempre aggrappata alla sue spalle, cercando disperatamente di non raggiungere il culmine.

Lui rise sommessamente. “Vuoi che smetta?” le chiese interrompendo i passionali affondi.

Lei mugugnò una muta protesta, impegnata a lasciargli un succhiotto sul petto.

Potrei sostituire le dita con qualcosa di molto meglio..” le mormorò lui contro l'orecchio, il volto illuminato dalla speranza.

La rossa si staccò dal suo petto e sbuffò:

Non ci provare, Zabini! Te l'ho detto, non intendo farlo stasera!”

Pero' un'altro giorno sì.” rispose lui con un largo sorriso.

Forse..” disse lei enigmatica.

Per il momento mi basta. Tornando a noi, credo che troveremo modi ugualmente interessanti per trascorrere il tempo..”

L'ambiente ben presto risuonò nuovamente dei gemiti e le risatine dei due.

 

 

Il petto bagnato di Malfoy le solleticava la schiena.

I muscoli del petto pressavano sulle sue scapole, e gli addominali ben disegnati contro il resto della schiena nuda.

Ed era nuda di fatto perchè quel grandissimo idiota le aveva letteralmente strappato via il pezzo di sopra del costume e lanciato dall'altra parte della stanza.

Con dita fresche le percorreva la linea della colonna vertebrale, fermandosi a sfiorare le fossette che si trovavano alla base della schiena.

Quanto sei rigida, Granger..devo dedurre che sei davvero frigida?” le soffiò lui nell'orecchio.

Il gorgogliare allegro della cascata faceva da sottofondo ai loro respiri pesanti.

Lei si strinse le braccia al petto cercando di coprirsi al meglio, anche se era certa che nel momento in cui le aveva strappato il costume, il Biondo avesse visto tutto quello che c'era da vedere.

Non che ci fosse molto, sia chiaro. Madre natura non era stata esattamente generosa sotto quell'aspetto, tuttavia aveva forme armoniose anche se piccole.

Dimmi Malfoy..c'è stato qualcosa che ho detto o fatto che ti ha fatto intuire che desiderassi per caso aver strappato via il costume?” gli sibilò in risposta, gli occhi che mandavano lampi.

Lui rise piano, una risata che proveniva dal profondo della gola, sensuale da morire.

Io sono nudo Granger, nel caso tu non te ne sia accorta.. e non sto facendo tutte queste storie. Dovevo pareggiare un po' la situazione.”

Se a te piace metterti in mostra, saranno anche fatti tuoi..” rispose lei scocciata, ma non del tutto convinta, il corpo ricoperto di brividi dalla duplice natura.

Sfiorando la sua pelle d'oca, lui le passò un braccio intorno alla vita, stringendola maggiormente a sé.

Non sono abituato ad essere gentile, Granger.”

E io non sono abituata a farmi strappare i vestiti dai depravati.” gli rispose più acida che mai.

Potrei essere molto più depravato di così, Mezzosangue.. e se non sbaglio sei stata tu a lamerntarti del fatto che ci eravamo a malapena sfiorati.”

Lei sbuffò in tutta risposta e si mosse leggermente per riscaldarsi, ma nel compiere il movimento sentì qualcosa di duro, premerle contro il posteriore.

Pessima mossa.

Facciamo un gioco Granger, ti va? Così la smetterai di combattere contro la tua coscienza da santarellina.”

Che gioco?”

Il gioco della verità. Ci facciamo a vicenda una serie di domande e se si risponde correttamente si va avanti nel gioco, se si sbaglia tocca una penitenza..per così dire.”

Hermione ci riflettè un attimo poi annuì. “D'accordo..inizio io pero'.”

Va bene.. che non venga detto poi che non so fare il gentiluomo.” rispose lui con aria fintamente modesta.

La tua faccia e la parola gentiluomo Malfoy, sono due cose assolutamente inassimilabili, sai? Comunque, prima domanda..sei o sei mai stato invidioso della mia bravura a scuola?”

Domanda decisamente cattiva.

Lui fece una smorfia infastidita: “Sì, lo sono stato. Ma ora decisamente non più. Sei stata alquanto stronza a fare questa domanda, Mezzosangue..”

Sapeva che l'avrebbe pagata: mai mettere la parola Malfoy e “invidia” nella stessa frase.

Mi vuoi? Nel senso, desideri che approfondisca il nostro rapporto fisico..?”

La Mezzosangue diventò color porpora.

Malfoy! Ma che razza di domanda è questa?!”

Sì o no, Granger, non ci sono scappatoie.” ghignò lui poggiandole un bacio sulla nuca scoperta, e strappandole quasi un gemito.

No, certo che no! Cosa ti salta in mente?” rispose lei in fretta. Troppo in fretta.

La sua credibilità era appena andata a farsi benedire.

 

Bugia Granger..sei una pessima, pessima bugiarda. Ti faccio un'altra domanda e se mi dirai la verità, niente penitenza..” le mormorò lui contro l'orecchio, stringendole con possessività i fianchi.

Sei vergine?” Le domandò facendo nel mentre risalire sensualmente la mano su per il suo sterno sfiorandole la morbida curva inferiore del seno destro.

Il bassoventre le si infiammò come se avesse appena preso fuoco.

No.” sussurrò lei, imbarazzatissima.

Lui le girò attorno e si portò di fronte a lei.

Questa mi sa di bugia Granger..perchè allora saresti così restia a lasciarti toccare..?”

Perchè a differenza di te Malfoy, io faccio l'amore. Non scopo tutto quello che si muove giusto per scaricare gli istinti!”

Insegnami allora..”

Insegnarti a fare cosa?”

Erano vicini. Troppo vicini.

Insegnami a fare l'amore.”

Si trovavano sotto la cascata adesso.

Mentre Draco le parlava, le labbra molto vicine alle sue, senza abbandonare un attimo i suoi occhi, lei era lentamente arretrata, cercando di prendere le distanze, di ragionare, di prendere fiato dalla sua presenza così eccitante, destabilizzante, così sbagliata.

Lui pero' l'aveva seguita, passo per passo, come un perfetto predatore braccherebbe la preda, chiudendola in un angolo, e divorandola in ogni sua parte, ogni suo respiro, ogni suo sguardo.

Ma adesso non poteva scappare. Non più.

Si trovava con le spalle premute contro la parete, sotto la carezza gorgogliante della cascata.

Non esiste proprio..” mormorò lei incapace di distogliere lo sguardo da lui.

La tua bocca dice una cosa.. il tuo corpo un'altra.”

I suoi occhi grigi riflettevano un universo al loro interno: erano pozze chiare e scure allo stesso tempo, pozze di profondità, in cui se si indugiava troppo a lungo, era finita, ti assorbivano senza possibilità di ritorno.

Le prese i polsi e glieli sollevò sopra la testa, imprigionandoli con una mano contro la parete rocciosa.

Gli occhi di lei erano spalancati, intimoriti quasi come quelli di una bambina, ma anche languidi, pronti ad essere riempiti di piacere liquido.

Lui le fissò un attimo il seno nudo, con l'acqua che scorreva lenta su quelle rotondità, frenando dolcemente la propria discesa sui piccoli capezzoli tesi.

Sembrava una splendida creature silvestre, e desiderò possederla lì, all'inpiedi contro quella roccia.

Il cuore gli batteva all'impazzata.

Mai, mai, in tutte le volte in cui aveva scopato con una ragazza si era sentito così. Mai il suo cuore si era fatto sentire in modo così prepotente, così umano.

Si avvicinò piano al suo volto.

Granger..” mormorò, i grigi occhi spalancati a propria volta.

Cosa..?” ansimò lei in risposta.

Non ci fu risposta. O almeno nessuna che fosse composta da parole.

La baciò con violenza. Con urgenza. Con disperazione.

Le divorò quella labbra carnose al punto giusto, a forma di cuore, e gli rubò qualunque tipo di innocenza, le violò con la lingua l'antro della bocca, e cercò con altrettanta disperazione la sua di lingua, morbida e calda.

E lei rispose.

La sua lingua sfiorò quella del ragazzo, prima esitante, poi sempre più decisa, più vogliosa.

Le mani di lui la toccarono dappertutto.

Le strinsero i seni, le natiche, le cosce, la strinsero contro di sé, come un naufrago si sarebbe aggrappato a uno scoglio.

Gettati al vento tutti i buoni propositi elaborati per quella notte, lei gli strinse le spalle, gli passò le mani sul petto, sulle ossa che sporgevano dai fianchi.

Ora che finalmente aveva assaporato il suo primo, vero, bacio, sembrava incapace di staccarsi da lei.

Narciso si era finalmente specchiato nella fonte, e adesso ci stava lentamente affogando.

 

Il contatto delle loro labbra tumide, i respiri mescolati, il gorgogliare dell'acqua, i corpi che crepitavano di elettricità per i movimenti frenetici.. non c'era paura, solo scoperta.

 

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

 

 

Gabriele D'annunzio, La pioggia nel pineto.

 

 

 

 

 

Trascorsero secondi, minuti, forse anni.

La lingua di lui non lasciava quella di Hermione un solo istante, la provocava, si ritraeva, la possedeva con un'abilità che non aveva mai voluto affinare, fino a quel momento.

Draco..” sussurrò lei, labbra sulle sue labbra, i corpi stretti e accaldati.

Gli occhi di lui si spalancarono per lo stupore.

Draco.

L'aveva chiamato per nome.

La sensazione di calore che gli invase il petto fu la più bella della sua vita.

Le prese le mani e se le poggiò sul petto, là dove il suo cuore batteva all'impazzata.

Si fissarono per un istante senza dire nulla.

Ma in un istante possono accadere le cose più incredibili.

Basta un istante per vedere il proprio universo rovesciato.

Si fissarono.

Ma furono i loro corpi a parlare.

Lei gli allacciò le gambe intorno alla vita, premendolo contro la parete, le loro posizioni adesso si erano invertite.

Prese a muoversi frenetica contro di lui, accarezzando con il proprio sesso celato dal sottile costume, il membro di lui, teso ed eccitato all'inverosimile.

Scorticandosi le ginocchia contro la parete, facendo leva con le cosce si strusciava contro di lui, baciandolo con tutta la passione di cui era capace.

Lui non l'aveva penetrata, ma era uno dei contatti più intimi ed eccitanti che entrambi avessero mai provato.

Abbracciati come due amanti in una notte senza luna, i volti affondati rispettivamente l'uno nell'altro, le mani tese ad esplorare le loro parti più nascoste, raggiunsero il culmine insieme.

Hermione gridò e gridò, affogando in quella pozza di piacere liquido, beandosi di quell'orgasmo potente come l'onda che impetuosa si infrange contro lo scoglio, bruciante come le fiamme dell'inferno.

Draco la strinse fin quasi a lasciarle i segni, e gettò la testa all'indietro, sopraffatto d quella sensazione divina, da quello svuotamento fisico, che pero' gli riempiva l'anima.

Niente sarebbe più stato lo stesso, adesso. 

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Capitolo 12
*** Tra le lucciole ***


Draco Malfoy era sveglio.

Era circa l'alba, e lo si capiva dai deboli raggi rosati che disturbavano la penombra della camera, penetrando da una fessura tra i pesanti tendaggi verdi di velluto.

Il suo petto nudo faceva capolino dalla trapunta verde smeraldo che ricopriva il suo letto, il cuore batteva calmo, gli occhi grigi fissavano i granelli di polvere danzare, in quel debole quadrato luminoso.

Le sue dita carezzavano distrattamente il proprio avambraccio sinistro.

Lei non l'aveva neanche notato.

L'aveva tenuta stretta per ore, l'aveva toccato, e non aveva degnato neanche di un'occhiata quello che rappresentava tutto il male che c'era in lui.

Il marchio del male, il bacio di Satana, chiamatelo come vi pare, avrebbe avuto per tutta la vita il braccio segnato, marchiato a fuoco da una scelta che di scelta aveva ben poco.

Se chiudeva un attimo gli occhi, poteva risentirlo.

La puzza della propria carne bruciata, il gelo negli occhi di sua madre, tutta la sua adolescenza che gli scivolava via tra le dita in un battito di ciglia.

Ma la sua mente non aveva voglia di indugiare su quei ricordi spiacevoli, e istintivamente ricordò il momento che aveva quasi segnato una pietra miliare della propria esistenza.

Il battito del suo cuore, così furioso, così vivo, poteva risentire le labbra di lei sulle sue, il calore bruciante di quel bacio, che era stato come perdere la sua verginità una seconda volta.

Si può sentire così tanto per un solo bacio?

Si può fare l'amore con un bacio?

Tutto di quella situazione sembrava così giusto e insieme così sbagliato.

E adesso che cosa avrebbero fatto? Come si sarebbe dovuto comportare?

Lui non aveva mai neanche preso in considerazione l'eventualità di una storia seria. Amava la propria libertà, amava fare il bullo e l'idiota tutta la giornata, spadroneggiare e tutto il resto.

Questo significava essere un Malfoy.

Questo era stato il modo in cui l'avevano cresciuto.

Eppure l'aveva baciata. Non era ubriaco, né costretto, né sotto filtri d'amore. Sull'onda di quell'emozione così forte e soffocante, aveva sentito le labbra bruciare dal desiderio di baciarla. Non gli era mai successo, eppure era stato il contatto più intimo che avesse mai provato nella propria vita.

 

Un paio d'ore dopo Blaise Zabini socchiuse gli occhi sbadigliando e stiracchiandosi come un gatto. Aveva dormito davvero da dio.

Quella era una di quelle giornate che iniziano col piede giusto, e nulla gli avrebbe potuto rovinare l'umore.

Lanciò una pigra occhiata al letto di Draco giusto per riflesso, e trovò l'amico che dormiva beato con un lieve sorriso sul volto.

Sorrise a sua volta, colmo di affetto fraterno: quella sarebbe stata proprio una bella giornata.

 

Ad ora di pranzo la sala era piena zeppa, i tavoli imbanditi di leccornie, e il vociare allegro degli studenti instancabile.

Hermione si trovava seduta tra Harry e Ginny e purtroppo era anche il bersaglio accidentale delle occhiate di fuoco che l'amico lanciava alla Rossa, la quale teneva lo sguardo ostinatamente fisso davanti a sé.

Ron voleva evitare entrambe le ragazze, perciò si era rifugiato alcuni posti più in là tra Neville e Dean discutendo allegramente di Quiddich.

Mordendosi piano il labbro inferiore, e cercando di non farsi notare, lanciò uno sguardo esitante al tavolo dei Serpeverde.

Malfoy non la stava guardando; ne poteva vedere solo il profilo voltato in direzione di Theodore Nott, il quale rideva sbocconcellando del budino al cioccolato.

Dandosi un bello scossone mentale distolse lo sguardo e cercò d'intavolare una qualche conversazione con Harry.

Secondo te quando sapremo qualcosa di più riguardo le prove delle Olimpiadi? Non ci hanno fatto sapere più nulla..” le domandò pensoso il ragazzo.

Da quello che ho letto Harry, la segretezza fa proprio parte del gioco..i maghi e le streghe che vi partecipano non devono essere preparati in alcun modo ad affrontare le prove. L'altro giorno ho letto che..”

Ma la Grifondoro dovette interrompere la frase, sussultando, perchè un foglietto piegato in quattro le si era materializzato fra le mani con uno sbuffo argenteo.

Il caso volle che proprio in quel momento Harry venisse chiamato da Ron e quindi non notò la miracolosa apparizione del pezzo di carta.

Aggrottando le sopracciglia aprì il biglietto, diceva semplicemente:

Smettila di morderti quel labbro.

Sbiancò.

Cosa diavolo..?

Istintivamente iniziò a guardarsi intorno, chiedendosi chi avesse voglia di prenderla in giro.

Poi la soluzione arrivò, lampante, ai propri occhi: un ghigno che si percepiva anche dal lato opposto della sala, cioè dove si trovava lei, sembrava quasi luccicare dal tavolo dei Serpeverde.

Rapidamente, e approfittando della distrazione di Harry, pescò una piuma dalla borsa posta ai piedi della panca e scrisse:

Altrimenti?

Toccò il foglio con la punta della bacchetta e lo spedì all'idiota destinatario.

La risposta non tardò ad arrivare:

Siamo ancora in fascia protetta Mezzosangue, oppure vuoi dare spettacolo qui in Sala Grande?”

Arrossì furiosamente. Ma come si permetteva?

Ti credi divertente? Indovina..non lo sei!”

Inviò il biglietto con un gesto seccato della bacchetta.

Nel frattempo Harry riportò la sua attenzione su di lei:

Scusami Herm, Ron doveva raccontarmi una cosa. Cosa stavamo dicendo?”

Oh, ecco io.. ti stavo dicendo che l'altro giorno ho letto un antico documento che spiegava che la prima prova in genere si tiene nella prima metà di ottobre, perciò dovremmo essere abbastanza vicini a...” s'interruppe bruscamente perchè il foglietto le comparve in una mano mentre era impegnata a prendere la caraffa di succo di zucca.

Per la sorpresa la lasciò cadere, inondando il tavolo con circa metà del suo contenuto.

Oh santo cielo!” esclamò contrita procedendo a ripulire il tavolo come meglio poteva.

Harry nel frattempo aveva preso a litigare sommessamente con Ginny.

Ricordandosi improvvisamente della ragione di tutto quel trambusto fissò quasi astiosa il bigliettino ancora stretto nella sua mano sinistra.

Lo scartò sbuffando.

Mi sembra di averti fatto divertire abbastanza ieri sera.”

Un verso strozzato le uscì dalla bocca prima di riuscire a controllarlo.

Harry le battè alcuni colpetti sulla schiena, convinto che si fosse affogata con qualcosa.

Con un sorriso che aveva dell'isterico lo ringraziò, e procedette a scrivere furiosamente sul pezzo di carta:

Una battuta sul sesso? Davvero? Sei così prevedibile.”

La risposta arrivò dopo alcuni secondi.

..Sesso? Nessuno mi sembra che abbia fatto sesso ieri notte. Anche se capisco che devi essere stata ore a rigirarti tra le lenzuola Granger, desiderando che fossi lì a possederti..”

Io lo ammazzo. Pensò Hermione fissando orripilata il foglietto.

Sei un depravato. Il peggiore di tutti.

Non hai ancora detto che non è vero, Mezzosangue.”

Mi pare ovvio che non è vero..smettila di fare l'idiota!

Vediamoci fuori nel parco, sono stanco di scrivere bigliettini, tra parentesi, Potter sta leggendo tutto al di sopra della tua spalla..”

Hermione sobbalzò voltandosi di scatto in direzione di Harry e lo trovò a fissarla con sguardo penetrante.

E' di chi penso che sia?” le chiese inarcando un sopracciglio.

Dipende.. tu di chi pensi che sia?” rispose lei torturandosi le mani.

Herm..senti, le bugie hanno distrutto il mio rapporto con Ginny. Non voglio perdere anche te.” Detto ciò si alzò stancamente e uscì dalla sala grande.

Pochi minuti dopo in preda alla confusione più totale si alzò anche lei e si diresse verso il parco.

Iniziava a fare davvero freddo, adesso sì che le sarebbe servita la sciarpa.

Il lago luccicava pigramente, colpito dal delicato sole tenue di quel sei ottobre.

Il tentacolo della piovra fece capolino dalle increspature dell'acqua afferrando un povero uccello al volo e trascinandolo nelle profondità.

Hermione si sedette sui gradini di pietra dell'atrio, osservando quello sprazzo di natura selvaggia.

Pochi minuti dopo un penetrante odore di menta si diffusa nell'aria e voltandosi di scatto, si ritrovò alle spalle Malfoy che fumava, scrutando pensieroso il panorama.

Era senza mantello, in maniche di camicia, e non sembrava infastidito da quel primo, frizzante, freddo autunnale.

E' molto che sei qui?” gli chiese lei, stringendosi il mantello sulle spalle.

Giusto un paio di minuti..Potter ti ha fatto una bella ramanzina?” rispose lui fumando annoiato.

Hermione sbuffò e gli scoccò un'occhiata di disappunto.

No, non mi ha fatto nessuna ramanzina, mica è mio padre! E poi..”

Allora non gliel'hai detto.” la interruppe lui saputamente.

Se vuoi possiamo anche avvertire la Gazzetta del profeta, Malfoy. Così saremo certi che la notizia sia in prima pagina entro domattina!” rispose lei sbuffando e alzandosi faticosamente dai freddi gradini di pietra.

Tirando un'altra boccata della sigaretta le soffiò il fumo in faccia.

Sapeva di menta fresca, e qualcos'altro di dolce e virile allo stesso tempo.

Fai provare anche me.” disse lei tutto d'un fiato, temendo che se avesse esitato, non sarebbe mai riuscita a pronunciare quelle parole.

Lui la fissò un attimo sorpreso, ma immediatamente le sue labbra si rilassarono in un sorriso bellissimo, gli occhi illuminati di una luce carica d'ammirazione.

Ma guarda un po' chi è che sta iniziando a comportarsi come vera diciassettenne..”

Hermione fece per prendere la sigaretta dalle sue dita, ma lui le scostò la mano con un gesto quasi sdegnato e disse:

Ma no, Mezzosangue, questo è il metodo tradizionale, che noia. Dato che siamo qui e che vuoi provare, voglio che la tua prima volta sia particolare..”

Con le sopracciglia inarcate la Grifondoro lo guardò come se fosse pazzo:

Ma di che stai parlando, Mallfoy? Cosa ci può essere di speciale nel fumare una sigaretta?”

Lui sorrise di nuovo, incredibile quanti sorrisi le stesse indirizzando in pochi minuti che erano insieme, e mormorò semplicemente:

Adesso ti faccio vedere..”

Prese un lungo tiro di sigaretta sotto lo sguardo attento della ragazza, ma non lasciò andare il fumo, lo trattenne dentro di sé.

Con un gesto della mano la invitò ad avvicinarsi a lui, e lei eseguì, domandandosi dove volesse andare a parare.

Le prese il volto fra le mani e con un solo, fluido, gesto, accostò le proprie labbra, fresche e morbide, alle sue.

Hermione rimase un attimo interdetta, sconvolta da quel gesto così deliberatamente romantico, l'assoluta intimità del trovarsi così vicini, a fissarsi negli occhi.

Tenendo sempre le labbra premute contro le sue, le schiuse poco e lasciò andare il fumo, soffiandolo dalle proprie labbra direttamente dentro quelle della Grifondoro.

Il cuore le batteva fortissimo.

Si sentiva eccitata, euforica, terrorizzata.. tutto un folle vortice di emozioni.

Inspira..” le mormorò lui sempre contro le sue labbra.

Nonostante avesse finito di passarle il fumo, non aveva allontanato la bocca dalla sua.

Hermione inspirò e il fresco della menta misto al bruciore del fumo le invasero la gola e i polmoni, tuttavia riuscì a non tossire.

Senza distogliere lo sguardo dal suo, Malfoy, sembrò penetrarla con lo sguardo e con un lieve ghigno le strinse le spalle:

Ora devo andare Granger..quando vorrai un'altra dimostrazione del fatto che un tiro di sigaretta può essere speciale..non hai che da chiedere.”

E senza aggiungere altro le pizzicò piano un fianco, le voltò le spalle e si avviò verso l'ingresso della scuola.

Per la prima volta nella propria vita, Hermione Granger, si ritrovò a pensare che l'alternativa di diventare una fumatrice seriale non fosse poi questa gran brutta idea.

 

 

La mattina successiva la professoressa Mcgranitt dopo aver richiamato l'attenzione, e imposto il silenzio più totale, fece il seguente annuncio:

Ragazzi, Signor Paciock se non chiude subito il becco mi occuperò personalmente di procurargliene uno io, -ansito strozzato di Neville, che si affrettò a fissare il proprio piatto con aria di sottomissione – il momento finalmente è giunto. Stasera alle nove si terrà la prima prova delle olimpiadi per il sesto e settimo anno..”

Urla eccitate provenienti dalle tavolate.

..contegno prego! Non mi è concesso spiegarvi in anticipo di cosa si tratti nel dettaglio, poiché il codice delle Olimpiadi prevede la massima segretezza per ogni singola prova..pero' posso darvi un piccolo indizio: vi serviranno i manici di scopa. E' tutto, buona giornata, potete andare a lezione.” e li congedò con un sorrisetto bonario.

 

Draco era decisamente euforico: la prova si sarebbe tenuta probabilmente a cavallo di una scopa, e l'aria era un elemento in cui si era sempre trovato molto a proprio agio.

E oltretutto era una prova in cui certamente avrebbe primeggiato, e inutile dirlo, lui adorava mettersi in mostra.

 

Le lezioni terminarono con un po' d'anticipo per permettere agli studenti di prepararsi in tempo per l'inizio della prova.

Risalendo verso la sala comune, Hermione, era molto tesa: non c'era cosa al mondo che odiasse di più di volare.

Lei, la migliore strega del suo anno, salvatrice del mondo magico, non capiva assolutamente nulla di Quiddich, né di volare sui manici di scopa.

Aveva letto tutto sull'argomento ovviamente, ma questa euforica passione che travolgeva tutti i suoi coetanei nell'affidare la propria persona a un manico di scopa, non era mai riuscita a condividerla.

Indossò un paio di pantaloni neri di maglina decisamente fascianti e un morbido pullover rosso con il logo dei Grifondoro ricamato sopra il seno sinistro.

Legò i capelli in una stretta treccia, e facendo dei respiri profondi si decise finalmente a scendere. Lungo le scale incontrò Harry e Ron che chiacchieravano allegramente, eccitati per la prova imminente.

Non si sa bene come, Ron, era riuscito a portarsi una manciata di panini anche lì sulle scale, e li divorava con grande entusiasmo tra un gradino e l'altro:

E allora Harry..mpf.. fredi che la profa avrà a che fare mfp.. fon il Qfhiddich?” gli chiese masticando vigorosamente.

Harry paziente si scrollò di dosso alcune briciole che la sbadataggine dell'amico aveva sparso su tutta la sua divisa di Quiddich:

Credo di sì. Non riesco ad immaginare nessun altro uso delle scope che potrebbe aver senso in una prova di questo tipo..” commentò pensoso.

Io spero davvero che l'uso delle scope sia facoltativo..” sospirò affranta Hermione, adeguando il passo al loro.

Dai Herm, sarai sicuramente in grado di cavartela” la rincuorò Harry battendole un colpetto sulla spalla.

..E se le cose dovessero mettersi davvero male e dovessi cadere, puoi sempre farti afferrare al volo da Malfoy!” ghignò Ron nella sua direzione, continuando a ingozzarsi di panini.

Hermione sbuffò sonoramente:

Non essere ridicolo, Ronald. E smettila d'ingozzarti o vomiterai tutto in volo!”

 

 

Il Greco li attendeva nel parco con un'enorme cassa di legno, posta ai suoi piedi e sigillata con lucchetti di diversa forma e misura.

La cassa saltellava sul posto e si agitava tutta, come se al suo interno vi fosse celato una sorta di enorme coniglio bianco salterino.

Il che non sarebbe da escludere, pensò ansiosamente Hermione.

Lo spazio circostante era illuminato dolcemente da delle lanterne volanti di carta velina.

Ciascuna delle lanterne restava sospesa in aria, incurante del vento e altri fattori atmosferici, e aveva il colore di una delle quattro case.

La serata fortunatamente non era eccessivamente fredda, il che permetteva di stare lì all'aperto senza soffrire il tipico gelo notturno di Hogwarts.

Una volta che tutti gli studenti del sesto e del settimo anno furono presenti e tutto il resto della scuola ebbe preso posto sugli spalti, il Greco si schiarì la voce:

Benvenuti ragazzi e ragazze alla prima prova delle Olimpiadi. Come certamente la preside vi avrà anticipato, è previsto l'uso dei manici di scopa per lo svolgimento della sfida. All'interno di questa cassa – e battè un colpetto con la mano sull'imponente cassa di legno- sono contenuti più di mille boccini incantati. Ciascun boccino è stato stregato in modo che sia di uno dei quattro colori delle case, e che luccichi al buio.”

La massa si iniziò a muovere inquieta.

Verde e argento per Serpeverde, rosso e oro per Grifondoro, blu e nero per Corvonero e giallo e nero per i Tassorosso. Dopo aver preso i boccini dovrete imprigionarli in queste speciali sacchette di velluto che vi saranno fornite. La casa che riesce a collezionare il maggior numero di boccini si aggiudica la vittoria, e verrà ovviamente proclamata vincitrice della prima prova. Se siete pronti iniziate pure a montare in sella, i professori procederanno a distribuirvi le sacchette e a controllare che non ci siano irregolarità.”

Con il cuore in gola Hermione montò in sella della scopa e fissò sconcertata il manico.

Non aveva nessunissima voglia di volare. Proprio no.

Quando la professoressa Sprite le porse con un sorriso il sacchetto, stava ormai cercando di distrarsi in tutti i modi per evitare di essere lei quella a vomitare.

Incrociò un paio di occhi grigi che la scrutavano ironici, e un corpo che aveva avuto modo di vedere anche troppo da vicino, abbigliato in un raffinato completo nero. Malfoy la guardò con un sopracciglio alzato, ghignando.

Ripensando allo speciale tiro di sigaretta che avevano condiviso dopo l'ora di pranzo, non potè fare a meno di arrossire.

Quando il suono del fischietto risuonò nell'aria, si diede una spinta decisa con i piedi e si urlò mentalmente un incoraggiamento alla Ron Weasley:

Fuori le palle Granger, hai cavalcato un fottuto drago per scappare dalla Gringott per la miseria!

Stava volando. Porca miseria.

Ringraziò mentalmente la propria buona stella di averle fatto venire l'idea della treccia, la brezza serale le avrebbe reso i capelli qualcosa di impossibile.

Nel momento in cui il Greco scoperchiò la cassa, una pioggia oro, blu notte, verde smeraldo e rosso fuoco si riversò nel cielo, i boccini simili a centinaia di lucciole impazzite.

Erano davvero belli nei loro colori vividi in pieno contrasto con il buio notturno.

Decine di studenti si lanciarono all'inseguimento dei boccini della propria casa, mentre lei cercava ancora di stabilizzarsi ad una quota accettabile.

Una lampo biondo e nero le sfrecciò accanto, fece un fischio di apprezzamento e le gridò:

Belle gambe, Granger!”

Lei gli rispose con un “Idiota!” rischiando quasi di cadere dalla scopa per la foga.

Decise di dedicarsi alla cattura di almeno un boccino.

Ne puntò uno che sembrava volare più lentamente degli altri. Harry nel frattempo ne aveva già presi almeno cinque, e continuava a sfrecciare instancabile alla ricerca di altri.

La scia rossa e oro del boccino luccicava vivida alla luce delle lanterne, ed Hermione si allungò il più possibile e dopo un paio di tentativi riuscì a prenderlo con un urlo di trionfo.

Un'altro boccino le capitò a portata di mano perchè rallentato da altri suoi simili appartenenti alle altre case e raggiunse quindi il suo compagno nella sacchetta.

Con il terzo avvenne accadde il disastro.

Dato il risultato assolutamente insperato di ben due boccini presi, Hermione decise di tentare la cattura di un terzo, facendo affidamento sul famoso proverbio babbano:

non c'è due senza tre”.

Mai idea partorita dalla sua mente fu più stupida.

Proprio nel mezzo di un gruppo di boccini illuminati di verde e argento, stava un boccino Grifondoro.

Spinta dall'insensato impulso di volerlo “salvare” dall'agguato dei boccini nemici, si lanciò al suo inseguimento, finendo proprio in mezzo al gruppo dei verdi.

Il Rosso pero' cambiò bruscamente direzione, e senza pensarci la Grifondoro seguì automaticamente la sua manovra, sterzando prima a sinistra e poi girandosi di scatto, andandosi a schiantare con una figura che si trovava lì nelle vicinanze.

Fu disarcionata dalla scopa.

Stava precipitando già da circa tre metri, strillando con quanto fiato aveva in gola e dicendo le sue ultime preghiere, quando qualcosa arrestò la sua caduta.

Ancora incredula della propria fortuna, osò aprire gli occhi e esalare un unico, tremolante respiro. Un paio di braccia fasciate di nero la stavano sorreggendo.

Il suo salvatore si reggeva alla scopa con il solo ausilio delle gambe, reggendo tutto il suo peso solo con le braccia.

Non sei proprio capace di starmi lontana, eh Mezzosangue?”

Lo stomaco le si annodò in un'unica morsa, insieme piacevole e dolorosa.

Voltandosi piano, lo guardò e disse, lasciandolo di stucco:

Ma cosa è Ron, un cazzo di veggente?!”

Ehi, Mezzosangue cos'è questo linguaggio sboccato?! Prima la sigaretta, adesso il turpiloquio..ora non mi stupirei se mi chiedessi di farti conoscere le mie arti proprio quassù ad alta quota..” le ghignò ridendo.

Lei gli diede una forte botta contro il braccio:

E piantala di fare sempre il pervertito! Ma hai in mente solo quello?!”

Fossi in te terrei giù le mani Granger, il nostro benestare quassù a venti metri di altezza dipende tutto da me, nel caso non te ne fossi accorta..”

Si affrettò a restare ben ferma.

E quindi cosa facciamo adesso?” gli domandò dopo alcuni istanti di silenzio.

Ti siedi dietro di me e continuo la caccia al boccino, no? La mia casa ha un disperato bisogno del sottoscritto per vincere la prova.”

La modestia sempre al primo posto, vero Malfoy?”

Lui rise divertito, e dopo averle fatto prendere posto dietro di sé ripartì sfrecciando.

Adesso ci divertiamo un po', Mezzosangue.”

Ed Hermione, tenendosi ai suoi fianchi stretti, ed ispirando il profumo intossicante e sensuale del suo collo, potè sentire il ghigno divertito che c'era nel volto del Biondo, senza neanche vederlo: si ritrovò a increspare le labbra in qualcosa che somigliava incredibilmente ad un sorriso.


Aggiornamento notturno, come sempre :P
Sabato parto per due settimane perciò temo che questo sia il mio ultimo aggiornamento
fino al momento del mio ritorno.. spero che il capitolo sia di vostro gradimento e che mi 
facciate sapere che cosa ne pensate :)
Bacii

Noir 

 

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Capitolo 13
*** Nascosti ***


Eh sì, le vecchie abitudini sono dure a morire.
Rieccomi con un aggiornamento notturno,
finalmente ritornata dalla vacanza mi sono subito rimessa all'opera per voi :) 
Spero che il capitolo vi piaccia e al solito vi chiedo se vi va di lasciarmi qualche recensione
per farmi sapere cosa ne pensate dei personaggi, dell'evoluzione della storia, qualunque cosa :)
Grazie a tutti quelli che seguono la storia capitolo per capitolo, è per voi che ogni volta mi sforzo d scrivere
il più in fretta possibile.
Have a nice night


Noir


A quelle quote così alte il vento soffiava con molta più decisione, e le investiva il volto, facendo sì che la treccia le frustasse la schiena a ritmo costante.

Probabilmente Malfoy aveva deciso che il salvataggio di appena pochi momenti prima non era sufficiente, dato che non le risparmiava nessuna manovra pericolosa e spingeva la scopa a una velocità vertiginosa.

Lei si sforzava di tenere gli occhi aperti, giusto per sicurezza, ma non potè fare a meno di lanciare un acuto strillo quando quest'ultimo fece fare alla scopa una rapida piroetta e afferrò al volo un luccicante boccino color smeraldo che svolazzava lì vicino, reggendosi al manico con una sola mano.

Fermandosi un attimo a mezz'aria si voltò verso di lei con un ghigno divertito sul volto, gli zigomi piacevolmente arrossati dal freddo, le lunga ciglia bionde accarezzate dal vento.

Che hai tanto da strillare là dietro, mezzosangue?”

Se magari la smettessi di cercare di ucciderci non avrei tanto da strillare!”

Gli urlò lei piccata, in risposta, dandogli un pizzicotto vicino alle costole, non osando mollare la presa.

L'occhiata che le rivolse lui la fece arrossire furiosamente, era malizia allo stato puro.

E io che pensavo che per sentirti strillare avrei dovuto aspettare di averti sotto di me nel mio letto!” fece un ghigno al limite della sua sopportazione.

Con un solo, fluido, movimento, si lanciò all'inseguimento frenetico di un altro boccino, e il vento e la velocità coprirono la risposta scandalizzata che la Grifondoro gli urlò vicino all'orecchio:

Puoi anche dimenticartelo, Malfoy!”

Ma sfortunatamente la velocità era così alta che dovette stringersi maggiormente a lui.

 

Non aveva mai portato nessuna con sé sulla scopa.

Era strano ed insieme rassicurante sentire il corpo di lei stretto alla propria vita, sentire che in quel momento, la sua vita dipendeva dalla sua abilità nel portare la scopa dove desiderava, nella maestria delle manovre.

Ed inutile dire che sentirla così incollata a sé lo stava decisamente eccitando.

Non andava a letto con nessuna da quelle che ormai erano settimane.

Ecco un'altra novità.

Non era stato tutto questo tempo senza esplorare le grazie di una ragazza, e sfogare i propri istinti, da quando era ancora vergine.

Non che non ne sentisse il bisogno, sia chiaro.

Aveva una voglia bruciante, di tutto quello che fare sesso comportava: l'eccitazione crescente di quando ci si spogliava, il cervello che finalmente riusciva a spegnersi, semplicemente lasciarsi cullare dall'oblio del piacere, dove le parole non servivano e poteva semplicemente diventare quell'animale che alle volte sentiva davvero di essere.

Ma aveva la netta sensazione che prima di riuscire a portare nel proprio letto la mezzosangue avrebbe dovuto scalare monti e rivolgere preghiere a tutte le creature del mondo magico e non.

Fu sull'orlo di quei pensieri sempre più insistenti che, avvistato un albero al limitare del parco, si avvicinò ad uno dei rami più alti, e vi accostò la scopa.

Che stai combinando, Malfoy? Hai deciso che è arrivato il momento di farci schiantare definitivamente?” gli domandò lei agitandosi un poco.

Affatto, Granger. Ci prendiamo semplicemente due minuti di pausa.” le rispose lui scostandosi con un gesto elegante la frangia dalla fronte, e tendendole una mano per aiutarla a scendere, poggiando i piedi sull'enorme ramo della quercia.

Non credo che sia affatto una buona idea..” commentò lei dubbiosa, ignorando la sua mano tesa.

Lui sbuffò seccato e con un solo unico gesto l'attirò a sé facendola scontrare contro il proprio petto.

Quanto parli, Mezzosangue. Ma lo spegni mai il cervello?”

Lei si voltò bruscamente e lo fissò con occhi roventi, carichi di sdegno.

Meglio non spegnere mai il cervello che essere un totale idiota come te, furetto che non sei altro!”

Detto questo cercò di allontanare il proprio corpo dal suo, ma per quanto robusto, il ramo era anche umido per l'aria notturna, lo stivaletto le scivolò sulla corteccia e con un urlo soffocato si ritrovò a scivolare rapidamente verso il basso.

Prontamente Malfoy l'afferrò per le braccia e tenendola sollevata le fece poggiare le spalle contro il tronco dell'albero, nel punto in cui le foglie li nascondevano totalmente al mondo circostante.

Hai finito di cercare di farti ammazzare?” le mormorò lui quasi sulle sue labbra.

Rossa in volto, per lo spavento e l'imbarazzo, Hermione annuì leggermente, lo sguardo illuminato pero' dal suo solito orgoglio.

Sei stato gentile..beh ..ad avermi salvato la vita..due volte.” ammise a malincuore, guardandolo un po' seccata.

Lui inarcò un sopracciglio sfiorando con il dito, al di sopra della sua spalla, il duro profilo del tronco.

E' tutta qui la tua riconoscenza, Granger?? Ho rischiato di cadere di sotto per afferrarti al volo, e direi che ho anche condannato la mia casa a perdere la prova, sempre per il mio atto di puro altruismo..non mi merito nient'altro che quello sguardo sdegnato?”

La mezzosangue arrossì ancora di più se possibile, e dopo un paio di secondi in cui esitò, forse raccogliendo il coraggio, mormorò un “Grazie, Malfoy” appena udibile.

Come scusa? Non ho sentito” ghignò lui nella sua direzione mettendo a coppa una mano nell'orecchio, fingendo di averne bisogno per sentirla meglio.

Ho detto grazie Malfoy!” esclamò lei, se possibile ancora più seccata di dover ammettere di essere in debito con lui.

Lui fece un mezzo sorriso obliquo, che aveva un che di felino.

Molto meglio..” si avvolse la sua treccia intorno alle dita “ E adesso..dov'è la mia ricompensa?”

Lei scoppiò a ridere. “Oh, davvero, davvero molto nobile da parte tua, Malfoy. E il bello è che l'avevi definito “un gesto di puro altruismo”, credo che tu non sappia nemmeno cosa sia l'altruismo disinteressato.”

La stretta delicata di lui intorno alla treccia le mandava brividi lungo tutta la nuca, fino alla base della colonna vertebrale.

Brividi, che molto poco avevano a che fare con il freddo notturno.

Te l'ho detto, Mezzosangue, non sono abituato ad essere gentile..” le mormorò vicino all'orecchio, serrando un poco la presa sui capelli di lei e fissando lo sguardo nel suo. Con il pollice prese ad accarezzarle lentamente la parte di pelle sensibile dietro l'orecchio, strappandole quasi un gemito soffocato.

 

I corpi erano così vicini da toccarsi, ma volutamente si teneva staccato da lei, per vedere se avrebbe coperto quella distanza, se avrebbe cercato un contatto più intimo con lui.

Sostenendo il suo sguardo con occhi altrettanto roventi, la Grifondoro si sforzava di restare concentrata, ma cedette quasi subito all'impulso di fissargli le labbra, a pochi centimetri dalle proprie.

Ovviamente lui lo notò, e non potè fare a meno di sentirsene compiaciuto.

Cercando di stemperare l'atmosfera finalmente Hermione si decise a parlare, ma il tono della voce era poco più che un sussurro.

Avevi detto che non baciavi nessuna.”

Lui la fissò sorpreso, non si aspettava proprio quella domanda.

Trascorse una manciata di secondi a fissarla in silenzio, poi le rispose:

Si..è vero. Non bacio nessuna, di solito.”

E allora perchè? Perchè ieri notte mi hai..beh, dire baciata sarebbe riduttivo..”

Lui ghignò maliziosamente, continuando la sessione di carezze sensuali con il pollice sul collo di lei.

Perchè mi andava, Granger. Non sono uno che riflette molto su quello che fa, ho avuto voglia di baciarti e l'ho fatto.” le rispose semplicemente.

 

Non era stupida, per quel poco che conosceva Malfoy da quel punto di vista, sapeva che insistere al momento non avrebbe portato ad alcun risultato, se non quello di fare chiudere il Serpeverde in se stesso.

Perciò decise di adeguarsi allo stato d'animo di quella giornata, e una volta tanto (stava diventando una fastidiosa abitudine ormai) spegnere un po' il flusso costante dei suoi pensieri.

Con deliberata lentezza si avvicinò alle labbra di lui, fermandosi pero' un istante prima di toccarle davvero.

Lui la fissava intensamente, senza perdersi una sua mossa, gli occhi che iniziavano ad intorbidirsi.

Vorresti ripetere l'esperienza?” gli domandò con un'audacia che non sapeva di possedere.

Lui sciolse la presa dalla sua treccia, passandogli le mani sui fianchi fasciati dal pullover.

Potremmo sempre riprovare..” commentò con un ghigno divertito.

Poggiò piano le labbra su quelle di lui.

E fu come buttare Whisky Incendiario sul fuoco.

Il bacio divenne immediatamente rovente, la bocca di lui le divorava le labbra senza sosta, come se quello fosse il loro ultimo bacio, come se per fare quello che stavano facendo si stessero reciprocamente condannando all'inferno, ma ne valesse comunque la pena.

In breve le schiuse le labbra con la lingua, cercando quella di lei, provocandola, mordendola, scopandola con la sua bocca.

Non c'era niente di casto in quel bacio, o di puro, era un bacio che sapeva di perdizione e di salto nel vuoto, un bacio che nuovamente rovesciava gli equilibri e cambiava le dinamiche del loro rapporto.

Il cavallo dei pantaloni si tese, prepotente, era da troppo che non si “sfogava” , e tutta quell'ondata di passione lo stava letteralmente mandando all'altro mondo.

Scendendo sul collo di lei prese a lasciarle baci roventi su tutta la sua pelle calda, mentre con le mani le sollevò l'orlo del maglione carezzandole la pelle nuda dei fianchi, la schiena e l'addome.

Hermione si sentiva come un vulcano in ebollizione.

Ancora un momento e sarebbe esplosa in un mare di lava fusa, il tocco di Malfoy era la cosa più eccitante che avesse mai sperimentato in tutta la sua vita.

Quando le mordicchiò il labbro inferiore le sue mani presero ad esplorare l'interno del suo pullover salendo sempre più su, fino a stringersi sul seno coperto solo dalla sottile stoffa del reggiseno.

Con movimenti frenetici arrivò al gancetto e glielo slacciò, premendo la propria erezione contro il suo bacino, e stringendole tra le mani quelle piccole coppe perfette, desiderando che il clima fosse più mite per spogliarla e assaporarli con la bocca.

Malfoy..” ansimò la Mezzosangue contro la sua bocca.

La ignorò, non avrebbe interrotto quello che stava facendo neanche per un'apparizione di Salazar in persona.

Le strinse con delicatezza tra le dita un capezzolo inturgidito, sia per il freddo che per le attenzioni che gli stava dedicando, e riprese l'assalto alla sua bocca.

Poco dopo lei si staccò nuovamente da lui e si schiarì la voce.

Malfoy..” ancora nulla, si sentiva le labbra gonfie di baci.

Malfoy!” esclamò più decisa.

Il Biondo si staccò a malincuore dal suo collo e le lanciò un'occhiata piena di risentimento, come a un bambino cui venivano sottratte le caramelle da sotto il naso.

Cosa c'è, Granger? Cosa può esserci mai di così importante da interrompermi in questo momento?”

Il volto di lui era soffusamente illuminato da una lanterna rosata che era volata vicino al loro ramo e si librava al di sopra delle loro teste.

La Grifondoro sbuffò scocciata:

Credo che la gara sia finita, inizieranno a chiedersi dove siamo finiti..e non credo tu voglia che ci trovino quassù impegnati..beh.. a fare quello che stiamo facendo.” si affrettò a concludere imbarazzata.

Il Biondo inarcò un sopracciglio, le mani che a malincuore sciolsero la presa dai suoi seni.

 

mm..sfortunatamente sono costretto a darti ragione. Ma prima di andare devo fare un'ultima cosa..” mormorò fissandola un tono di voce inequivocabile.

Che cosa..?” iniziò a chiedere lei.

Ma non ebbe neanche il tempo di finire la frase, che il Biondo si avventò sul suo collo e prese a succhiare con decisione la sua pelle fresca, morbida come seta, deciso a lasciarvi chiaro segno del suo passaggio.

Lei resasi conto delle sue intenzioni prese a dibattersi, riempendogli le spalle larghe di botte decise, cercando di fargli perdere la presa, ma con risultati inesistenti.

Malfoy smettila subito! Sarò costretta a indossare la sciarpa per giorni, solo perchè ti devi comportare come uno stupido cavernicolo!”

Lui si staccò ridendo, ammirando “l'opera d'arte” che le aveva lasciato sul collo, poi con una delle sue peggiori faccia da schiaffi disse:

Ancora non hai visto neanche lontanamente quanto possa diventare “cavernicolo”, Mezzosangue..dammi soltanto un paio d'ore chiusa in una stanza qualunque con me e non ne vorrai più uscire!”

Indignata, spalancò la bocca per riempirlo di improperi, ma con una mossa fulminea lui saltò sulla scopa e si librò a mezz'aria con grazia naturale.

E smettila di fare la puritana, Granger! Mi pare che fino cinque minuti fa te la stessi godendo alla grande.. in senso letterale intendo..” e scoppiò a ridere di gusto.

Si sedette imbronciata dietro di lui e gli disse malignamente:

Se prima avevi qualche speranza di far realizzare questa tua fantasia di noi due in una stanza, adesso te lo puoi proprio dimenticare!”

Lui scosse la testa incredulo, e puntò rapidamente alla torre dei Grifondoro, evitando di passare davanti le finestre per non farsi scorgere dagli studenti dei dormitori e nella sala comune.

Aiutandola a scendere sul cornicione della finestra che dava sulla stanza condivisa da lei e Ginny, prese poi a fissarla con quei suoi occhi grigi così chiari, e inseme così pieni di oscurità.

Sai cosa significa quello?” le chiese indicando con il mento il segno lasciatole sul collo, gli occhi accesi da una luce maliziosa, che ormai stava diventando un'abitudine per quella sera.

Che anche se ti atteggi tanto a fare il piccolo lord in realtà sei solo un depravato cavernicolo?” gli chiese sbuffando.

Ah ah, davvero divertente. Significa che quel collo è mio. Oltre a tutto il resto sia chiaro.”

La Mezzosangue lo fissò a bocca aperta per poi scoppiare a ridere:

Ma di che diavolo stai parlando, Malfoy? Mica sono un qualche animale da soma di tua proprietà!”

Fissandola con grande attenzione e ostentando la massima serietà commentò semplicemente:

No, certo che non sei un animale da soma, mezzosangue, ma se qualcuno prova anche solo a guardarti in modo lascivo, gli faccio saltare la testa.”

Lei sgranò gli occhi per lo stupore, e lui le sfiorò sensualmente le labbra con le proprie, senza darle il tempo di rispondere.

Buonanotte, Mezzosangue.”

La notte inghiottì la sua sagoma, che sfrecciò rapida a cavallo della scopa, fondendosi con l'oscurità.

Scuotendo la testa incredula, ma trovandosi a reprimere un ampio sorriso, con un movimento della bacchetta aprì il vetro variopinto della finestra e fece il più silenziosamente possibile, il proprio ingresso nella stanza.

La camera era piacevolmente illuminata e scaldata dal camino scoppiettante, ma di Ginny non vi era alcuna traccia.

Sul cuscino del suo letto era poggiato un foglio di pergamena scritto nell'allegra grafia dell'amica.

 

Herm,

non so dove ti sia cacciata stasera, ma ho il netto sospetto che c'entri qualcosa Malfoy, in quel caso vai così ragazza! Malfoy, per cui per inciso, continui a fingere di non aver perso la testa.. Per quanto riguarda me, non aspettarmi alzata, ti dico solo che sarò con Zabini, il resto ovviamente lo lascio alla tua immaginazione.

Baci

 

Gin

 

 

Ripiegò il foglio e procedette a infilarsi il pigiama, scuotendo la testa e sorridendo allo stesso tempo.

Poco prima di addormentarsi, fissando come ipnotizzata le dolci fiamme del camino una frase in particolare risuonò nella sua mente:

..significa che questo collo è mio, oltre tutto il resto sia chiaro..”

Si addormentò con un sorriso ebete stampato sul volto, il biglietto dell'amica stretto nella mano.

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Capitolo 14
*** Avventure notturne e non ***


Rieccomi qui, con un aggiornamento notturno ;) 
Per correttezza devo avvertirvi che il capitolo presenta dei contenuti abbastanza spinti
perciò se siete sensibili o impressionabili evitatene la lettura! :)
Spero che il capitolo vi piaccia, io personalmente ne sono molto soddisfatta, ma aspetto come sempre le vostre recensioni
per sapere che cosa ne pensate. Ho cercato di descrivere le sensazioni e le scene con la maggior cura possibile perciò
mi aspetto che ne siate molto coinvolti ( o meglio lo spero xD)
Grazie come sempre a chi mi segue, mi recensisce e mi dà le proprie preziosissime opinioni :D
bacii

Noir





I capelli fiammeggianti di Ginevra Weasley giacevano aperti a ventaglio su un candido cuscino bordato di verde e argento.

Il loro colore così piacevolmente vivido creava un contrasto fortissimo con il candore del cuscino.

Le lunghe dita affusolate di Blaise Zabini, giocherellavano placidamente con una di queste ciocche fiammeggianti, arrotolandosela intorno alle falangi.

Mia madre si affogherebbe nel suo bagno di latte, piuttosto che anche solo immaginarmi nello stesso letto con te, Ginevra.” commentò scrutandola con malizia attraverso i suoi occhi zaffiro.

Bagno di latte?” domandò sconcertata la Grifondoro, tirandosi su a sedere.

Ma sì, hai presente la regina babbana degli Egizi, Cleopatra? Usava farsi il bagno nel latte, per preservare il più a lungo possibile la propria bellezza e giovinezza.”

Aggrottando la fronte la rossa lo fissò come se di botto si fosse messo a parlare turco.

E tua madre si fa il bagno nel latte?”

Il ragazzo si strinse nelle spalle, e riprese a giocherellare con i suoi capelli.

E' a lei che devo la mia bellezza travolgente, tesoro, per me può fare tutte le stranezze che desidera.” le rispose malandrino, ostentando un sorriso da fuorilegge.

Ginny sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

Sei il più vanitoso di tutto il mondo magico, Zabini!”

Lui rise divertito: “Non conosci Draco è evidente.”

E' peggio di te? E' possibile essere peggio di te?”

Lui si finse offeso, e prese a riabbottonarsi la camicia bianca che giaceva ai piedi del letto, senza degnarla di una risposta.

In un attimo la rossa gli fu di sopra a cavalcioni, bloccando le sue mani, e impedendogli di risalire oltre lungo la fila di bottoni di madreperla.

Non privarmi di questo ben di dio, Blaise.” gli sorrise sulle labbra.

..Blaise?” gli mormorò in tutta risposta, le labbra che nel frattempo si distendevano in un sorriso pigro .

Sì, Blaise..direi che è il tuo nome..” gli carezzò lo zigomo con la punta delle dita.

Lui sorrise, un sorriso luminoso quanto mille soli splendenti.

Ha un suono meraviglioso sulle tue labbra.”

Allora ti chiamerò per nome più spesso.” gli mormorò con dolcezza in tutta risposta la Rossa, sdraiandosi su di lui.

Gli slacciò piano i pochi bottoni della camicia che aveva allacciato, e prese a carezzargli il petto con le labbra.

Ginevra..” le sollevò piano il viso dal proprio petto.

..cosa?”

Sono preoccupato.”

Davvero? Per cosa?” La grifondoro si puntellò su un gomito, incuriosita.

Per Draco. Per lui e la Granger non vedo nulla di buono.”

Spiegati. A me sembra che ad Hermione frequentare Malfoy stia facendo benissimo.”

Zabini si tirò su a sedere e si accese una sigaretta.

Sì ovviamente, la Granger è una che non è mai stata in grado di godersi un po' la vita, mentre Draco è tutto l'opposto. Ma la mia preoccupazione infatti nasce proprio dalla loro diversità intrinseca. Ho paura che frequentando una tipa seria come la Granger il mio amico di scorribande diventi una specie di mammone smidollato..non so se ho reso il concetto..”

Ginny scoppiò a ridere di gusto.

Ma dai Zabini, Hermione mica è una suora! A me sembra che stia avvenendo proprio il contrario di ciò che temi, e cioè che è Hermione quella che sta diventando più simile a Malfoy e non viceversa

Zabini le fece un gran sorriso.

In quel caso, tanto meglio, un'altra ragazza intelligente e divertente con cui far baldoria.”

E la prima sarei io per caso?”

Ovviamente! Ma in realtà sono preoccupato anche per un'altra cosa..”

Ginny stavolta sbuffò, fingendosi esasperata:

Sentiamo, cosa c'è ancora?”

Stavolta lui le strinse i polsi con le mani affusolate, ma forti.

Ginevra, te l'ho mai detto che possiedi una bellezza eguagliabile solo a un fiore notturno che sboccia allo scoccare della mezzanotte, bagnato dai sensuali raggi lunari..”

Lei gli mollò un pugno deciso sulla spalla.

Smettila di cercare di rifilarmi queste cazzate e arriva al punto, Blaise! Che cosa vuoi?”

Luis i portò una mano al cuore, fingendosi ferito dalla rapidità con cui la Rossa lo aveva smascherato.

E va bene, visto che con te le belle parole non funzionano sarà il caso di passare ai fatti..”

Ginny non ebbe il tempo materiale di articolare una risposta qualunque che si ritrovò il Serpeverde di sopra, che con irruenza le aprì la camicetta , facendo saltare quasi tutti i bottoni in aria per la stanza.

Zabini! Ma sei un porco!” inveì la ragazza contro di lui, unendo i due lembi della camicia per coprire alla sua vista il reggiseno rosso fuoco che indossava.

Oh, biancheria rossa..ti prego dimmi che hai le mutandine abbinate, e potrei venire solo al pensiero.” le mormorò lui provocante, accarezzandole i fianchi.

Lei lo spinse via con altrettanta irruenza, decisa a non dargliela vinta.

Beh, per quanto mi riguarda puoi continuare a venire da solo, razza di pervertito!”

Io non vengo mai da solo, Gin, ci sei sempre tu nei miei pensieri..” le rispose con un mezzo sorriso enigmatico, che la diceva più lunga delle parole.

Tu dimmi solo una cosa, Zabini, soltanto una, e io valuterò seriamente la tua proposta, per così dire. Perchè? Dammi solo una buona ragione per cui dovrei darti la cosa che più desideri in questo momento.”

Vuoi davvero, davvero davvero sapere il perchè?” le chiese lui carezzandole piano i capelli.

Sì. Sono proprio curiosa di sentire che cosa t'inventerai..” sorrise lei, rinunciando almeno per il momento a coprire la propria sgargiante biancheria.

Lui si sedette alle sue spalle, e con delicatezza le scostò i capelli dalla nuca, depositandole una scia di morbidi baci su quest'ultima.

E se ti dicessi, che non ho mai desiderato nessuna come desidero te?”

Direi che è una frase che devi aver già detto e ridetto a chissà quanti ragazzi e ragazze” rispose lei con un sufficienza.

Lui sbuffò scocciato “Che noia, Ginevra, sei troppo cinica! Allora sai cosa ti dico? Dovresti darti a me perchè questa è una di quelle pochissime volte in cui sento che non si tratta solo di attrazione sessuale, ma mi sento attratto da te in ogni tuo aspetto, e ogni singolo giorno che trascorriamo insieme ho sempre più voglia di conoscerti meglio, e poi..”

Ma non ebbe il tempo di finire la frase che la rossa gli era già saltata di sopra e aveva unito le labbra alle sue in un bacio mozzafiato.

Le camicie di entrambi scivolarono sul pavimento, confondendosi in un groviglio candido.

Le passò le mani sulle gambe sottili fasciate dai collant pesanti, e desiderò strappare anche quelle, ma decise di darsi un contegno.

Rapidamente le sfilò il reggiseno osservando deliziato i piccoli seni bianchi della ragazza.

Vi poggiò sopra le labbra carnose e quasi come un morto di fame ad un buffet, sembrava non sapere da quale pietanza iniziare.

Succhiò piano prima il capezzolo sinistro e poi quello destro, mordicchiandolo, passandovi la lingua sopra in movimenti lenti e maliziosi, accarezzandole l'intimità con le dita attraverso i collant, quei maledetti collant, che ancora la separavano da lui.

Ginevra?” le sibilò tra i seni, mentre lei gemeva piano sotto il suo tocco appassionato.

..Cosa Blaise?” ansimò lei.

Posso strapparli?” E con una mano le fece una carezza decisa sulla coscia, in modo che capisse a quale capo d'abbigliamento si riferiva.

Lei lo guardò, gli zigomi arrossati per l'eccitazione.

Oh, fa un po' come ti pare cazzo!” esclamò riprendendo a baciarlo con trasporto.

Con decisione Zabini afferrò le calze per le due estremità e le strappò senza tanti complimenti, andando a stringe le cosce lisce e vellutate come pesca con le dita fameliche.

Le tirò giù con decisione la gonna e prese a baciarle l'interno coscia, scoprendo con immenso piacere che le sue mutandine erano rosse come il reggiseno.

Interrompendo la lenta discesa di Blaise, Ginny gli sfibbiò rapida la cintura e i pantaloni, lasciando l'avvenente Serpeverde in raffinati boxer di seta blu notte.

Accarezzò con le mani la sua erezione, che sembrava essere contenuta a malapena dal sottile tessuto della biancheria.

Impaziente di sentire il tocco di lei, Zabini si sfilò anche quelli restando nudo davanti a lei, l'armonioso corpo illuminato dalla tenue luce della stanza.

La Grifondoro restò per un attimo senza fiato: Zabini nudo era davvero qualcosa d'incredibile.

Inginocchiatasi davanti a lui prese con passione il suo fallo teso tra le labbra e lo accarezzò con la lingua, reggendosi a suoi fianchi muscolosi.

Blaise emetteva gemiti rochi, la testa piegata all'indietro, e gli occhi chiusi, per godersi ogni istante di quel “bacio” appassionato.

La rossa aumentò il ritmo con la bocca, facendola scorrere su e giù lungo la sua erezione, stringendogli i glutei.

Sentendosi sempre più vicino al raggiungimento dal culmine, con dolcezza (e a malincuore) la staccò dal suo membro, e la spinse con molto meno riguardo sul pavimento, costringendola a sdraiarsi.

La fissò un attimo in silenzio e poi affondò il volto fra le sue cosce, ricambiando le carezze con la lingua nella sua parte più sensibile.

Zabini era il ragazzo più disinibito e perverso che avesse mai incontrato, dopo averla penetrata intensamente con le dita, le aveva succhiate con passione, e il tutto aveva il potere d'infiammarla come mai le era capitato in vita sua.

Con la lingua poi le stava facendo vedere le stelle letteralmente, e si ritrovò a gridare il suo nome sempre più spesso, sconvolta dall'intensità delle sensazioni provate.

Quando lui comprese dalla frequenza delle spinte di lei con il bacino sotto le attenzioni della sua lingua, che anche lei era vicina al culmine, con una sola, decisa spinta, la penetrò.

Sapeva che non era vergine, non poteva esserlo, e non rimase deluso.

Le sue spinte erano lente e profonde, volte ad esplorarla tutta, ad aprirla sempre di più per lui. Lei gli strinse le gambe intorno ai fianchi, godendosi l'estasi di ogni spinta, mormorando e poi gridando il suo nome, o cose senza senso, niente in quella frenesia aveva un senso.

Di botto lui uscì da lei e la fece alzare tirandola per un polso.

Senza una parola la fece appoggiare con il volto verso la parete le aprì con delicatezza le gambe e la prese lì all'inpiedi, stringendole con le mani i seni, e aumentando sempre di più il ritmo delle spinte.

Fu in quel modo , all'inpiedi contro la parete, che entrambi furono trascinati in un'orgasmo travolgente, tenendosi così stretti da lasciarsi i segni.

Esaurite le grida, e rimasti solo i gemiti, tenendola sempre stretta da dietro, il Serpeverde le scostò alcune ciocche sudate dall'orecchio e le mormorò:

Credo di amarti, Ginevra.”

 

 

 

Quel mattino Hermione si era svegliata di ottimo umore, anche perchè fuori nevicava.

La prima neve di Hogwarts era sempre un evento che la scaldava dentro, perchè significava che il natale era vicino, e che tutto il parco si sarebbe riempito di meravigliosi fiocchi di neve.

Di Malfoy a colazione non vi era traccia, ma con un mezzo sorriso sulle labbra, immaginò che data l'ora tarda in cui si erano coricati la sera prima, doveva essere ancora a letto a dormire.

Contro ogni logica, s'immaginò stretta al suo fianco, nel letto verde e argento, a saltare anche lei la colazione.

Quasi si vergognò di quel pensiero, che di fatto era insubordinazione allo stato puro, ma ormai stava facendo l'abitudine a quel lato di sé che ogni tanto faceva capolino da quando lei e Malfoy avevano.. beh iniziato a vedersi.

Mangiò con gusto la colazione, ma in relativa solitudine, dato che anche di Ginny ancora non vi era traccia. Anche lei doveva essere rimasta a letto quella mattina, anche se non il letto della loro stanza.

Finito di mangiare si diresse a passo spedito verso la prima lezione della giornata, ma una mano sulla spalla la bloccò.

Si voltò, inconsciamente sperando che si trattasse di un certo damerino biondo, ma si ritrovò invece davanti un Ron alquanto imbarazzato.

Ehi, Ron! Tutto bene?” gli domandò cordiale, cercando nel frattempo di indurre l'amico a dirigersi verso l'aula: si trovava spesso a fronteggiare nuovi aspetti di sé stessa, ma arrivare in ritardo a lezione sarebbe stato davvero troppo per il suo povero cuore.

Possiamo..ti posso parlare un momento?” gli chiese invece l'amico senza muovere un solo passo verso l'aula, ma anzi facendo cenno con il capo a un angolo appartato nel corridoio.

Ehm.. sì, certo.” rispose lei, sconcertata dall'insolita richiesta.

In silenzio si recarono nella stretta nicchia, uno spazio decisamente inadatto a due che erano soltanto amici.

Ron la guardò in silenzio per un attimo poi disse:

E' un po' che non parliamo, Herm.”

Lei si sentì quasi arrossire sotto il suo sguardo fisso.

Beh, ultimamente siamo stati tutti molto impegnati.. ma non è cambiato nulla lo sai, io ti voglio bene come sempre.” sorrise lei, sentendosi un po' a disagio stando così vicina fisicamente al rosso.

Sì, è vero siamo stati tutti molto impegnati ma..” Ron arrossì improvvisamente.

..ma?” chiese Hermione esitante, temendo le conseguenze di quella pausa.

Ti vedi con qualcuno?” le domandò a bruciapelo.

Cosa? Ron non sono domande da fare, queste!” esclamò lei scioccata e insieme indignata.

Voglio una risposta Hermione! Chi è lui? Perchè me lo nascondi?” Nella foga del discorso le aveva afferrato i polsi in una morsa ferrea.

Io non ti nascondo un bel niente, Ronald! Non puoi venire dal nulla a farmi queste scenate di gelosia insensate!” esclamò lei, cercando rabbiosamente di sciogliere la presa di lui dai propri polsi doloranti.

Non c'è nulla di insensato nelle mie domande, non sono il primo che passa, tu hai avuto la tua prima volta con me!” le disse rabbioso.

Si Ron, ed è stato perfetto, il tempo passato insieme è stato meraviglioso, ma vi abbiamo messo la parola fine, ricordi? E lasciami i polsi, mi fai male!”

Le mollò di botto i polsi. “Scusami.” mormorò.

Appoggiò le mani nel muro al di sopra delle spalle di lei, e chiuse un momento gli occhi.

Vuoi dirmi, Herm.. che per te è tutto passato.. per davvero?” mormorò lentamente, ma preso insieme da una forte passione nel pronunciare le parole.

Lei rimase in silenzio, sconcertata dai sottintesi di quelle parole.

..Vuoi dirmi che la mia vicinanza qui, non ti riporta alla memoria, ogni istante di quella notte insieme? Se faccio questo.. non ti torna niente in mente?”

Le premette con forza le labbra contro le sue.

Lo allontanò di scatto, sconvolta, e sull'orlo delle lacrime.

Ron, ma cosa stai facendo? Noi siamo amici, solo amici capisci?”

Si allontanò in fretta dalla nicchia, arrabbiata, confusa e dispiaciuta, incapace di fissare qualsiasi cosa che non fosse il pavimento.

La prima lezione di quella giornata l'avrebbe dopotutto dovuta saltare.

 

Nel silenzio del corridoio un lampo biondo si allontanò come una furia, le mani che prudevano e la voglia di cruciare chiunque gli si presentasse a portata di bacchetta che gli faceva quasi bruciare le braccia.

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Capitolo 15
*** Gelosie e altri rimedi ***






L'Amore è come un fulmine... non si sa dove cade... fin quando è caduto.
(Henri Lacordaire)

 

 

 

Erano due giorni che la evitava.

Non un biglietto, non una parola, non un cenno da lontano, uno sguardo rubato.

Niente.

 

Improvvisamente le giornate le sembravano infinite, le lezioni quasi noiose, gli sguardi di Ron più insopportabili che mai.

Il primo ballo celebrativo per i Giochi sarebbe stato solo tra un paio di settimane, e una parte di sé, una parte molto nascosta e non poi così inconscia, aveva immaginato, o meglio si era lasciata cullare dalla vaga speranza, che magari, forse, lui l'avrebbe voluta invitare.

Ma adesso la evitava. E non aveva idea del perchè.

L'orgoglio e l'indecisione la mangiavano viva. Avrebbe dovuto cercare un contatto con lui?

Un chiarimento? Ma c'era la sua dignità in ballo.

Non aveva nessuna intenzione di andare a supplicarlo per un po' d'attenzione. Probabilmente si era già stancato, e lei era stata solo una stupida, idiota, ingenua ragazza, uno dei tanti giocattoli, solo un po' più esotico, che era caduta nella trappola.

O per fare un paragone ancor più calzante, nelle spire della serpe.

Ma se una volta ci era cascata, cedendo alle sue attenzioni, creduto più di quanto fosse lecito alle sue parole, sicuramente non avrebbe messo a repentaglio la propria dignità una seconda volta.

Eppure non avevo senso. Niente di tutta quella situazione ce l'aveva.

Appena pochi giorni prima, sul cornicione della stanza le aveva detto quelle parole, che l'avevano sconvolta nel profondo, che l'avevano fatta sentire speciale, diversa.

Aveva visto degli aspetti così diversi del Malfoy conosciuto nell'arco dei sette anni a Hogwarts, possibile che si trattasse solo di una montatura per portarsela a letto?

Cosa tra l'altro neanche avvenuta.

Ora non poteva fare a meno di sentirsi sollevata di aver preferito aspettare prima di concedersi all'idiota.

Passava metà della giornata a riempirlo mentalmente d'insulti, insulti che avrebbe voluto urlargli contro. Avrebbe preferito qualsiasi cosa, piuttosto che quel silenzio vuoto, quel muro d'indifferenza che aveva eretto per tenerla lontana.

 

Approfittando di un'ora libera dalle lezioni decise di andare in biblioteca, sperando che immergersi in qualche lettura impegnativa l'avrebbe distratta almeno per un po' dalla tortura spietata che si stava autoinfliggendo, ragionando e ponderando ogni aspetto della cosa.

Dicembre era ormai alle porte e la biblioteca era fredda da morire.

Con tutta la buona volontà del mondo non avrebbe potuto resistere in quel gelo per più di una decina di minuti.

Così sotto lo sguardo attento di Madama Pince aveva preso in prestito cinque libri dalla mole non indifferente, e dopo esserseli caricati sulle braccia, con una visuale frontale molto limitata, si era avventurata per i corridoi, alla volta del calore della sala comune.

Era arrivata appena a due corridoi di distanza dalla rampa che l'avrebbe portata alla Torre dei Grifondoro, quando andò a sbattere contro qualcuno, e tutti i libri volarono per il corridoio, così come tutta la cartella del malcapitato.

Oddio mi dispiace!” si scusò immediatamente Hermione, cercando di raccogliere il più in fretta possibile tutte le cose sparse per il pavimento.

Roger Davies, rinomato sex symbol dei Corvonero, le sorrise, si rialzò tranquillamente dal pavimento e si rassettò la sciarpa e la cravatta, che nell'impatto si erano tutte stropicciate.

Non che uno come lui avesse bisogno di rassettarsi alcunchè per essere attraente, sia chiaro.

Nessun problema, Hermione.” le sorrise, abbagliante. “Non dovresti portare da sola tutti quei libri, vuoi una mano?”

Lei lo fissò stupita. Da quando in qua i ragazzi erano tutti così gentili con lei?

Oh, non è necessario, non disturbarti!” rispose prontamente, accatastando nuovamente i libri nelle proprie braccia sfinite.

Come preferisci allora.. più tardi probabilmente ci alleneremo un po' in campo, se hai voglia di venire a dare un'occhiata mi farebbe piacere.” le sorrise, fissandola con i grandi occhi verdi.

Il mondo andava davvero al contrario.

Lo guardò sconcertata, non sapendo cosa rispondere.

Oh.. ecco.. dovrei studiare molto oggi pomeriggio in realtà..” balbettò, cercando un modo cortese per uscire da quella situazione imbarazzante.

Dai, sarà divertente! Probabilmente ci saranno anche i Serpeverde, da quando c'è stata quella zuffa con i Grifondoro la preside gli permette di allenarsi solo con noi o con i Tassorosso..”

Un campanello si accese nella sua testa.

Malfoy si divertiva a evitarla?

Benissimo.

Voleva proprio vedere come avrebbe reagito a vederla lì al campo, a vedere giocare un altro ragazzo, che per inciso era anche bellissimo.

Va bene, va bene.. a che ora?” gli domandò, trattenendosi dall'arrossire.

Alle sei, ti aspetto davanti la prima tribuna.”

Si salutarono, e s'incamminarono nelle direzioni opposte.

 

Ginny era seduta a gambe incrociate sul tappeto, davanti il camino, una serie di fogli di pergamena fitti di appunti sparsi là intorno a farle compagnia.

Le mancavano solo gli ultimi tre centimetri per completare la sua relazione sui Draghi britannici, e poi avrebbe potuto finalmente rilassarsi.

Pochi momenti dopo Hermione fece il suo ingresso attraverso il buco del ritratto, un'espressione corrucciata sul volto.

Approfittando dell'assenza di disturbatori nella sala Comune, si rivolse immediatamente all'amica: “Beh, vuoi dirmi che cosa è quel broncio? Sono tre giorni che ti aggiri come un'anima in pena!”

Hermione sospirò, lasciando cadere tutti e cinque i libri su una poltrona un po' sfondata.

Malfoy.. sono quasi tre giorni che mi evita, e non so nemmeno il perchè.”

Prese anche lei posto accanto all'amica, godendosi il tepore del camino.

E tu chiedigli cosa c'è che non va, no?”

Hermione rise stancamente, una risata che aveva dell'isterico.

Non è così semplice, Gin.. è di Malfoy che stiamo parlando, non è una persona con cui si può propriamente avere una conversazione normale..”

E allora battilo al suo gioco, che cosa puoi fare per costringerlo a parlarti?”

Hermione sorrise, stavolta abbastanza compiaciuta.

In realtà credo di aver già trovato una soluzione al problema..” si alzò rapidamente scrollandosi dalla gonna i residui del morbido tappeto.

Ti va di andare a vedere Zabini giocare?”

La rossa fece un gran sorriso, si prospettava un pomeriggio molto interessante.

 

Il cielo pomeridiano era tinto di un meraviglioso color pesca striato di rosa.

L'aria era gelida, ma non del tutto spiacevole sulla pelle. Hermione, contro ogni logica, aveva deciso d'indossare un vestitino di maglina bianco a collo alto, ma per evitare che le gambe le si ibernassero, aveva dovuto indossare ben tre paia di collant, e camminare con scioltezza non le era mai venuto così difficile in vita sua.

Sapeva che con poco meno di zero gradi indossare un vestitino era pura follia, ma il suo scopo era quello di attirare l'attenzione di una certa persona il più possibile, perciò ogni mezzo utile sarebbe stato impiegato per la causa.

Ginny le aveva dato una mano con la soluzione per sciogliere i ricci (anche se non quella che aveva utilizzato ai tempi del Ballo del Ceppo, perchè richiedeva troppo tempo per essere applicata), e aveva temerariamente deciso di lasciarli sciolti sulle spalle.

Era abbastanza soddisfatta dell'effetto, anche se sperava che Davies non si sentisse eccessivamente incoraggiato dal suo abbigliamento, non essendone di fatto lui il “bersaglio”.

Le due ragazze camminarono a passo spedito sul leggero strato di ghiaccio che ricopriva il manto erboso, e quando le tribune furono visibili, Hermione non potè fare a meno di sentirsi incredibilmente nervosa.

Davies nella sua divisa blu e nera l'aspettava poggiato alla parete di legno, e quando la vide arrivare fece un gran sorriso ad entrambe.

Ciao ragazze, mi fa piacere che siate venute, spero che non faccia troppo freddo per stare sulle tribune..” e lanciò una significativa occhiata alle gambe di Hermione, fasciate solo dai collant (in realtà tre paia, ma nessuno a parte lei e Ginny lo sapeva).

Si sentì arrossire fino alla radice dei capelli.

Quando Davies le voltò le spalle, non prima di averle rivolto un altro caldo sorriso, per andare a prendere la scopa negli spogliatoi, qualcuno la sorpassò da dietro, urtandola deliberatamente con la spalla.

Si voltò indignata in direzione di chi l'aveva colpita, e venne investita da una ventata di menta e profumo fresco e raffinato che ormai aveva imparato a conoscere quasi come il proprio.

Vedo che non perdi tempo, Mezzosangue, tanto per cambiare.”

Il biondo quasi accecante dei capelli invase per un attimo tutta la sua visuale, ma non ebbe il tempo di rispondere, che già lui l'aveva oltrepassata, senza guardarla una seconda volta.

Tutto ciò che le rimase da fare fu osservare il suo fisico asciutto fasciato dalla divisa verde degli allenamenti allontanarsi, con il suo passo sicuro.

Ma di cosa diavolo stava parlando? Cosa voleva dire quel “tanto per cambiare?”

Con un sospiro andò a sedersi nella tribuna, evocando una piccola fiammella per scaldarsi.

Ginny era sparita, e considerando che anche Zabini era assente, Hermione immaginò che dovessero essersi chiusi negli spogliatoi.

E beati loro. Pensò amaramente.

 

 

 

(Draco)

 

Sentiva il sangue ribollire nelle vene.

Il sopra si confondeva con il sotto, i contorni pulsavano, fumava di rabbia, letteralmente.

Che cosa cazzo ci faceva con quel coglione di Davies?! Era venuta per lui?

Weasley non le bastava? Lui non le bastava? Adesso se ne faceva due alla volta?

Volava a una velocità vertiginosa, si allontanava chilometri dal terreno, cercando di sfogare la marea montante d'ira che lo attraversa a ondate, come una scossa elettrica.

Aveva una voglia bruciante di fare a pugni, di cruciare chiunque, doveva fare qualcosa o sentiva che sarebbe impazzito.

Virò bruscamente per evitare uno dei pali della porta e lo sguardo corse istintivamente alla Mezzosangue seduta sulla tribuna centrale a sinistra.

Per chi diavolo si era messa quel vestitino corto?! Voleva che tutti le guardassero le gambe? Missione compiuta, tutti i ragazzi in campo erano impegnati ad asciugarsi la bava, invece di allenarsi come previsto, avrebbe ammazzato quel cazzone di Davies, li avrebbe ammazzati tutti se continuavano a fissarla così senza ritegno.

Il suo alibi era che stava cercando il boccino, in realtà della pallina dorata non gliene sarebbe potuto fregare di meno in quel momento.

Zabini forse avrebbe potuto aiutarlo a calmarsi, ma probabilmente era chiuso da qualche parte a scoparsi la Weasley.. e beati.

Lui invece era lì a farsi paranoie, e non scopava nemmeno.

Finalmente l'interminabile allenamento si concluse, per il sopraggiungere del buio, e i giocatori scesero con grazia (chi più chi meno) a terra.

Desiderava soltanto una doccia rovente, mangiare qualcosa a cena e poi ubriacarsi, ubriacarsi e ubriacarsi.

Si sentiva fortemente tentato dall'idea di avvicinarla, ma si forzò a voltarle le spalle e a dirigersi verso Pansy che aveva assistito all'allenamento seduta sulle tribune opposte.

Erano andati a letto diverse volte nell'arco degli ultimi anni ad Hogwarts, e per quanto caratterialmente la trovasse insopportabile, fisicamente non se la cavava affatto male.

Inoltre pendeva dalle sue labbra come se fosse una sorta di messia, e cosa c'era di meglio nei momenti di sconforto, di una ragazza che ti considerava al pari di un dio?

In un attimo la brunetta gli saltò in braccio, incredula che avesse nuovamente posato lo sguardo su di lei, dopo mesi che non le rivolgeva una seconda occhiata.

Si strusciò tutta contro di lui, ma invece del consueto brivido di eccitazione, lui provò soltanto una sorta di disgusto.

Sembrava tutto così sbagliato.

Era sbagliato perchè i fianchi che stava stringendo non erano stretti e sexy, le gambe allacciate intorno alla sua vita non erano affusolate e perfette, gli occhi non erano di un delicato color nocciola, il profumo non era quel delicato odore di pergamena nuova, limone e fiori... tutto era sbagliato.

Si voltò verso di lei e la scorse attraverso il campo che li divideva.

Davies le parlava, ma anche se lei sorrideva e annuiva, il suo sguardo vagava al di sopra della sua spalla, nella sua direzione.

Si guardarono per un attimo, e lui con uno scatto si scrollò la Parkinson di dosso, non sopportando il suo odioso contatto un attimo di più.

La mascella di lei s'indurì, lo sguardo si fece di ghiaccio e immediatamente tornò a focalizzare la propria attenzione sul Corvonero.

Adesso faceva pure la preziosa?

Fino a prova contraria era stata lei quella che si lasciava baciare da Lenticchia negli angoli bui del corridoio, o che veniva a veder giocare quell'ammasso di inutilità di Davies!

 

Non appena lei s'iniziò ad incamminare verso l'uscita dello stadio, spinto dalla pura follia del momento, si precipitò nell'uscita laterale, s'insinuò nello stretto spazio sotto le tribune, e grazie a questa scorciatoia riuscì ad arrivare nello stretto corridoio dove si trovavano le porte che conducevano agli spogliatoi, e in cui lei sarebbe passata a momenti.

Nascosto dietro le tribune, osservò Davies cercare di mettere un braccio intorno alle spalle della Mezzosangue, ma quest'ultima allungò di proposito il passo, in modo che la manovra fallisse miseramente.

Si ritrovò a sorridere fra sé e sé: così imparava quel coglione a mettere gli occhi sulla roba d'altri.

Non appena la Granger mise piede nello stretto corridoio, lanciò un Confundus non verbale a Davies, e dopo aver afferrato il braccio della Mezzosangue la trascinò con se dentro lo spogliatoio.

Quest'ultima lanciò uno strillo sconvolto: “Che diavolo credi di fare Malfoy?!”

Con una mano le tappò la bocca, mentre con un calcio deciso chiuse alle loro spalle la porta dello spogliatoio.

Ma lei era parte integrante del trio dei miracoli, figurarsi se era disposta a lasciarsi “rapire” così facilmente, perciò iniziò a dibattersi furiosamente e a riempirgli di pugni ogni parte del corpo raggiungibile.

Mezzosangue!” cercò di dargli un pugno sul naso, “ Cazzo Granger, finiscila con questi pugni!” gli urlò lui a sua volta, sforzandosi di tenerla ferma.

Ma lei continuava a tempestarlo di pugni e a dibattersi furiosamente, e l'immagine di lei che si lasciava baciare da Lenticchia riemerse crudele nella sua mente, e fu allora che perse il controllo.

Se la caricò in spalla rudemente, fregandosene dei suoi strepiti e le sue proteste, e a passo deciso spalancò la porta in vetro opaco delle docce e aprì impietoso il getto d'acqua, che l'investì entrambi.

Lei strillò ancora di più col getto d'acqua che gli scorreva di sopra, l'acqua inizialmente gelida, per sedare la follia di entrambi, poi finalmente calda per non morire assiderati in quello spogliatoio.

La tenne stretta sempre caricata in spalla, il vestito che le s'incollava addosso, i capelli fradici che si mescolavano ai suoi ugualmente zuppi.

Malfoy sei il più grande coglione mai esistito in tutta la storia dell'universo del mondo magico! Mettimi subito giù dannazione!”

Ah davvero, Mezzosangue?” la mise giù di scatto, facendole premere la schiena contro la parete del vano della doccia.

Sì! Davvero!” gli urlò lei, infuriata, passandosi le dita sugli occhi, per rimuovere un po' dell'acqua intrappolata nelle ciglia.

La sollevò di botto per il sedere e si allacciò le sue gambe in vita, e rudemente si avventò sulla sua bocca, divorandole le labbra a morsi, infilandovi la lingua, riversando in quel bacio tutta la rabbia e la disperazione di quei tre giorni.

Dapprima lei si oppose il più possibile, tenendo le labbra serrate, scuotendo la testa ed agitandosi, ma fu in grado di respingere l'assalto solo per pochi secondi, pochi attimi dopo vi cedette, e si ritrovò a ricambiare il bacio, allacciando la lingua alla sua, infilandogli le mani tra i morbidi capelli bagnati, e ritrovandosi a gemere piano contro le sue labbra calde.

Si toccavano frenetici, attraverso le vesti fradice, incuranti di quanto folle fosse tutta quella situazione, di quanto fossero insensati loro due insieme, in quello spogliatoio a baciarsi come se non vi fosse un domani.

Perchè? Malfoy, perché?” ansimò lei sulle sue labbra.

Perchè cosa?” mormorò lui mordendole piano il labbro inferiore.

Sono tre giorni che mi eviti, e ora mi hai sequestrato in uno spogliatoio, che senso ha?”

Niente nella mia vita ha mai avuto un senso, Mezzosangue..” le abbassò il vestito fino alla vita, e prese a baciarle il collo con passione.

Cosa c'è tra te e Weasley?” le chiese poi, cessando l'assalto al suo collo e piantando i suoi occhi freddi in quelli di lei.

Non provo più nulla per lui, se non affetto fraterno.” rispose lei, fissandolo con gli occhi sgranati. “E' questo il motivo per cui mi eviti da tre giorni cogliono che non sei altro? Sei geloso?!” esclamò lei, la voce che saliva di un'ottava.

Lui le strinse i fianchi fino quasi a farle male.

Vi ho visti, Granger, in corridoio. Lui ti ha baciata.” sputò Malfoy tra i denti, ogni parola amara come fiele, in bocca.

Io l'ho respinto.” sussurrò lei in risposta, le mani fra i suoi capelli che si strinsero in una morsa.

E tu che cosa facevi con la Parkinson, eh? Ho visto come te la sei strusciata di sopra, ti pare che io sono la stupida che dev'essere ignorata per tre giorni, e tu te la puoi fare con le troiette solo perchè sei incazzato?!”

La violenza della sua stretta nei capelli ebbe solo il potere di farlo eccitare ancora di più.

Lei non significa niente per me.” le sibilò a un millimetro dall'orecchio.

La mise giù e le abbassò il resto del vestito, e si sfilò la parte superiore della divisa verde di pelle, restando a petto nudo. Riprese a divorarle la bocca, era sicuro che l'indomani entrambi avrebbero avuto le labbra gonfie per l'intensità dei morsi e di quei baci, ma non gl'importava. Le insinuò una mano fra le cosce bagnate, desiderando accarezzarla nell'intimità, desiderando farla sua in tutti i modi possibili, anche lì, all'inpiedi, contro quella parete. Le succhiò senza ritegno un seno, deciso a lasciarvi un succhiotto grande come un boccino, per marchiare il territorio, perchè aveva voglia di fare l'animale, e al diavolo lui era un Malfoy, se voleva qualcosa la otteneva.

Lei inizialmente cercò di fermarlo, ma comprese che era come cercare di fermare un torrente in piena, e alla fine lo lasciò fare, iniziando a gemere sotto le attenzioni della sua bocca.

Si sentiva eccitato a dismisura, le sollevò una gamba e se la portò al fianco, accarezzandole ogni parte di pelle nuda disponibile, intrecciando le mani nei suoi capelli così insolitamente lisci e morbidi, premendo la sua erezione contro il bacino di lei.

Si stava per sfilare anche i pantaloni della divisa, pronto a concretizzare i suoi progetti da farla sua completamente, quando un leggero ansito sulle sue labbra lo bloccò.

Draco.”

Fu come se il tempo si fosse congelato.

Cosa, Granger?” le chiese dandole morbidi baci sulla mandibola.

Non lo voglio fare.”

Si sentì cadere il mondo di sopra.

Non lo desiderava? Non lo voleva come lui voleva lei?

La sua espressione dovette essere così chiara che la Mezzosangue scoppiò a ridere dolcemente.

Non voglio farlo in questo modo.” Si corresse. “..o perlomeno non la nostra prima volta..” aggiunse poi maliziosa.

Lui annuì, e la fissò intensamente, annegando nei suoi occhi, e desiderando poter avere una notte intera da passare con lei.

Continuando a guardarla il più a lungo possibile le diede un altro bacio, lento ed erotico, trasmettendole con la la lingua come si sentiva dentro.

..mm..” mugugnò lei “..smettila o potrei ripensarci..”

Lui si staccò da lei e con delicatezza le tirò su il vestito fradicio.

Non voglio essere una delle tante volte Mezzosangue.. non voglio essere una scopata all'inpiedi contro la parete, voglio che la prima volta con me ti cambi l'esistenza. Letteralmente.” le mormorò accarezzandole le labbra con le dita.

Modesto come sempre, vero Malfoy?” sbuffò lei cercando di rassettarsi i capelli con le dita.

Lui ghignò nella sua direzione: “Sono un Malfoy, non so neanche cosa significhi la parola modestia.”

Uscendo dallo spogliatoio lei intrecciò le dita a quelle del Biondo.

Sto morendo di freddo, ed è tutta colpa tua, lo sai vero?”

Draco Malfoy sorrise, un sorriso vero, nessuno scherno, disprezzo o presa in giro, solo un sorriso, ed era tutto per lei.

Non dirmi che non ne è valsa la pena.”

Lei scosse la testa e sorrise a sua volta, iniziando a correre per il sentiero.

Le due sagome si confusero correndo tra i fiocchi di neve, verso il castello illuminato dolcemente dalla carezza della sera.




Aggiornamento più notturno che mai!
Mi sono impegnata a scrivere questo capitolo tutto in una nottata
per due ragazze che in una bellissima recensione mi hanno detto di amare moltissimo la storia, e quindi
mi sono impegnata per riuscire ad aggiornare prima del previsto, con risultati spero apprezzabili per tutti voi 
che seguite la storia! :) 
A questo punto ci terrei a fare un ringraziamento speciale a tutti quelli che seguono la storia, ma in particolare
a chi recensisce sempre, dandomi ogni capitolo o quasi, la propria preziosissima opinione.. è per voi che ogni singola
volta trovo l'energia e l'ispirazione per iniziare un nuovo capitolo. 

Perciò grazie mille :
a Cecilia e Rita, IsabellaMalfoy_99, principessa91, GDragon, Alfietta, Isabella_dramione,uraniaglo, miharu dokuro, stellina586,Jessica Heart e tutti gli altri che anche una volta sola mi hanno fatto il grande regalo di lasciare una recensione :) 

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Capitolo 16
*** Masquerade ***


Tenere qualcosa nascosto a Hogwarts, era una vera impresa.

Si trattasse di un brutto voto, una strillettera, o una relazione, faceva ben poca differenza.

Tutti volavano sapere tutto, e le notizie viaggiavano tra una lezione e l'altra neanche fossero trasportate dai promemoria del ministero.

Che qualcuno avesse catturato l'attenzione di Hermione Granger era ormai chiaro, ma la domanda da un milione di galeoni restava una sola, e cioè: CHI?

Chi era questo misterioso ragazzo?

E perchè qualunque cosa vi fosse tra i due, necessitava di questa morbosa segretezza?

Con chi sarebbero andati al primo ballo delle Olimpiadi i tre mitici salvatori del mondo magico?

Gli angoli dei corridoio ribollivano di domande, domande destinate a restare senza risposta.

O forse no.

Hermione sapeva di muoversi su un terreno minato. Sapeva che se avesse continuato a pensare così spesso durante le lezioni ai momenti più caldi trascorsi con Malfoy, qualcuno prima o poi glieli avrebbe letti in faccia.

Solo che non ci poteva fare nulla. Come una sorta di droga intossicante, Malfoy le si stava intrufolando sotto la pelle.. poteva quasi sentire il tocco delle sue mani, ora simile a una pioggia di petali, ora velenosa e irruenta come l'abbraccio di un serpente, la freschezza delle labbra, l'erotismo della lingua, l'estasi dei suoi morsi.

Se prima Hermione credeva che la chimica fosse semplicemente qualcosa destinata ad abbellire le storie passionali dei romanzi, adesso, aveva l'assoluta certezza che lei e Malfoy avessero contro ogni logica e ragione, una chimica incredibile.

Non poteva dire che la cosa non la spaventasse.

Sapete come si dice, no? Attento a giocare con il fuoco, potresti bruciarti.

Ed Hermione aveva una domanda da un milione di galeoni da rivolgere a se stessa in merito..

fino a che punto era disposta a bruciarsi? O ancora meglio.. Si era già bruciata?

 

 

(Draco)

 

Draco Malfoy era attanagliato da un dubbio. E lui odiava avere dei dubbi. Lui era un Malfoy, che diamine! Deciso, arrogante, intraprendente, furbo.. avrebbe potuto continuare l'elenco all'infinito senza stancarsi. Da quando in qua era indeciso?

I Lord non erano indecisi. Autoritari, stronzi, sexy forse.. ma indecisi, decisamente no.

Questa era tutta colpa della Mezzosangue.

Da quando si era cacciato da solo nella tana del lupo decidendo di cedere a questa parte di sé che la desiderava, ogni giorno era una specie di battaglia interiore.

Lui non poteva invitarla al ballo. Non poteva.

Punto e basta.

Ma, ma..c'era un ma.

Non voleva vederla lì con qualcun altro. Il punto era che se non l'avesse invitata, lei sarebbe andata con qualcun altro, e la lista dei possibili candidati lo faceva letteralmente rabbrividire:

-Lenticchia? No, Lenticchia manco morto, gli ribolliva ancora il sangue se pensava a loro due in quell'angolo del corridoio. Il pezzente era fortunato che ancora non gli avesse spaccato quel muso lentigginoso che si ritrovava, figurarsi portarsi la sua..... la sua cosa?

Oh, al diavolo, la Mezzosangue al ballo.

-Davies? Ancora peggio, quell'idiota di un bambolone sarebbe stato così sicuro di sé che ci avrebbe provato in continuazione, e lui lo avrebbe cruciato in mezzo a tutta la pista da ballo ne era sicuro.. perciò no, assolutamente no.

-Potter? Sicuramente il male minore, ma probabilmente avrebbe cercato un'accompagnatrice più minacciosa della Granger, per vendicarsi della rottura con la Weasley, perciò probabilmente lui era fuori dai giochi.

 

Che situazione del cazzo. Pensò sdegnato, aspirando profonde boccate dalla sigaretta.

Odiava non avere il controllo di tutto, odiava dover dipendere da un'altra persona. Ma chi cazzo gliel'aveva fatto fare?!

Si prese la testa fra le mani, emettendo un grugnito di pura frustrazione, ma qualcosa di morbido lo colpì alla testa, distraendolo dalla sua esasperazione.

Era una cravatta verde e argento, e il suo proprietario si stava sfilando la camicia bianca, reggendo nel contempo un pesante bicchiere di cristallo contenente Whisky Incendiario.

Hai finito di buttarmi le tue cose di sopra, Blaise?” gli ringhiò contro Draco, quando l'amico gli buttò in testa pure la camicia, che finalmente era riuscito a sfilarsi.

Mm..siamo nervosetti Draco, caro?” gli chiese beffardo, buttando giù un altro sorso dal bicchiere.

Non sono dell'umore per il tuo spirito, Blaise.” gli rispose scocciato, andando alla ricerca della bottiglia per la stanza.

Zabini sbuffò, annoiato, gettando la chioma scura all'indietro con fare melodrammatico:

Tu non sei mai dell'umore, amico mio. Che cosa c'è che disturba la tua fragile salute mentale?”

“”Che cosa avrebbe la mia salute mentale, scusa?!” ringhiò il Biondo, fulminandolo con lo sguardo.

E' f-r-a-g-i-l-e!” scandì Zabini più divertito che mai.

Draco gli scagliò contro una scarpa, ma lo mancò di diversi centimetri.

Vedi di piantarla o so io dove ti faccio diventare fragile!”.

Ma se siamo a tre metri di distanza e mi hai pure mancato!” rise l'amico, continuando a prendere piccoli sorsi dal bicchiere.

Dopo lo sguardo inceneritore del biondo pero' decise di prendere la cosa più seriamente:

Si può sapere che ti prende? E' tutta la giornata che sei intrattabile.. intendo più del solito.”

Lascia stare, non ne voglio parlare.” lo liquidò Malfoy, rinunciando alla ricerca della bottiglia e buttandosi a peso morto sul letto.

Va bene, adesso so che si tratta della Granger. E andando sempre per logica tra due giorni c'è il ballo, quindi cosa può essere mai successo di male? L'hai invitata e ha detto di no?” gli domandò con tono pratico.

No.” rispose il Biondo, fissando il vuoto, con astio.

No, cosa?”

No.”

Oh, bene, grazie mille per l'aiuto, Draco. Adesso sì che ho la soluzione a tutti i tuoi problemi, grazie davvero, senza il tuo indispensabile contributo non ci sarei mai arrivato!”

Draco scattò a sedere sul letto, esasperato.

No, non l'ho invitata! Va bene?” quasi gridò.

E allora si può sapere dove diavolo sta il problema? Invitala, no?” adesso Zabini era esasperato quasi quanto lui.

No. Non posso. T'immagini il casino che scoppierebbe? No, no, no. Non posso.”

Aaah. Adesso ho capito tutto.” commentò Zabini con aria saputa, voltandogli le spalle e dirigendosi verso il bagno.

Cosa hai capito? Ehi! Ma dove stai andando?”

A farmi la doccia, Draco. Non so, vuoi venire anche tu?” gli sorrise malizioso l'amico.

Il Biondo sbuffò, al limite della sopportazione.

Che cos'è che hai capito?” scandì avvicinandosi di un passo.

Blaise lo fissò con un sopracciglio inarcato, gli occhi blu zaffiro illuminati da una luce fredda e un po' diabolica.

Che sei un fottuto coniglio.” commentò tranquillamente.

CHE COSA HAI DETTO?” urlò furioso Malfoy, sgranando gli occhi per la sorpresa.

Oh, non fare tanto il principino indignato, Dra', ti conosco come le mie tasche. Tu hai una paura fottuta della Mezzosangue..” lo fermò con una mano, dato che il Biondo aveva già spalancato la bocca per rispondergli a tono,

..o meglio, hai una paura fottuta di cosa significherebbe per voi due se vi presentaste in pubblico, ad un evento del genere insieme. Ora, direi che il tutto è abbastanza comprensibile conoscendoti per come ti conosco io, ma ti avverto che un passo falso del genere potrebbe costarti Hermione, e non ho altro da dire al riguardo.”

Draco lo fissò ammutolito. Aveva ragione, e lo sapeva. Ma non lo avrebbe ammesso né ora né mai.

Cazzate, Blaise! Lei sa perfettamente come vanno le cose tra me e lei, non si farà nessuna illusione in merito..” commentò, ostentando una sicurezza che non era neanche lontanamente vicino dal provare.

Oh, si certo, Draco. Fai pure, raccontati le cazzate che preferisci per tenerti buona la coscienza.”

E che cosa dovrei fare secondo te Blaise? Io non so che cosa voglio! Non la considero la mia ragazza, io non ho mai avuto una ragazza! Cazzo non abbiamo ancora nemmeno scopato!”

Stavolta fu il turno dell'amico fissarlo stupito. “Ancora non l'avete fatto?”

Draco ghignò nella sua direzione: “Non che io non ci abbia provato, sia chiaro..ma lei vuole che sia beh, non una cosa qualunque. Che cosa cambia per te in ogni caso?”

Oh, amico mio, questo cambia tutto.” fece un sorriso saputo. Gli poggiò le mani sulle spalle per un attimo: “Tu tieni a lei. Ci tieni davvero.

E senza dargli il tempo di ribattere si chiuse la porta del bagno alle spalle, per godersi finalmente la doccia calda tanto agognata.

Draco Malfoy restò a fissare la lucida porta di legno, con un milione d'interrogativi e nemmeno una, singola, risposta.

 

 

Si erano incontrati “per caso” tra i reparti della biblioteca. O meglio, Malfoy sapeva che quello era il suo orario preferito per andare a studiare in biblioteca, il momento con meno calca e di conseguenza più silenzio, e si era “casualmente” trovato a passare di lì.

Questo era almeno quello che si raccontava.

L'avvicinò di spalle, mentre era intenta ad allungarsi verso l'alto per prendere un libro polveroso, le tappò la bocca con una mano e strinse la sua schiena al proprio petto.

Indovina chi sono..” le mormorò all'orecchio in contemporanea, facendole venire uno dei peggiori semi infarti della sua esistenza.

Lei s'irrigidì strillando per la sorpresa, strillo che per fortuna fu attutito dalla mano del Biondo stretta sulle sue labbra. Poi si rilassò contro il suo petto, ma durò solo un attimo.

Mi hai fatto prendere un infarto, razza di idiota che non sei altro!” gli sussurrò imbizzarrita, colpendolo al petto con ripetuti colpi a mano aperta.

Non è così che si dimostra di essere contenti di vedere qualcuno, Granger.” gli mormorò lui ghignando.

Ah, davvero? E come avrei dovuto mostrartelo eh, Malfoy?” incrociò le braccia al petto, assumendo la sua posa da insopportabile so tutto io.

Senza una parola lui poggiò piano le labbra sulle sue, godendosi la lentezza del contatto, e aprendogliele piano con la lingua.

Per un attimo lei restò immobile, colta di sorpresa da quel gesto così deliberatamente romantico, ma durò solo un attimo, gli allacciò le braccia intorno al collo e affondò le mani nella massa albina dei suoi capelli.

Si baciarono così, con lenta intensità, nascosti tra gli scaffali della biblioteca, per alcuni minuti. Quella di desiderare di farsela contro ogni parete contro il quale si baciavano stava diventando un'irritante abitudine, e fu proprio a causa dell'insorgere di questo desiderio, che a malincuore si staccò da lei.

Un'espressione di insoddisfazione le passò sul volto. “Perchè ti sei allontanato?” gli domandò sorpresa.

Lui si passò una mano dietro il collo, leggermente seccato di doverle fare quella confidenza.

Sono in astinenza, Granger. Nel caso in cui tu non te ne sia accorta, non mi offri grandi valvole di sfogo dato che ogni volta che la situazione si fa interessante, per un motivo o per un altro vengo interrotto.” sbuffò scocciato, scostandosi i capelli dagli occhi.

Lei lo fissò per un attimo in silenzio, poi scoppiò a ridere di gusto.

Ah ah ah molto divertente..” commentò il biondo, risentito.

Hai provato con le docce fredde?” sghignazzò Hermione tenendosi allo scaffale per non cadere a terra dal gran ridere.

Ma sì, prego, continua pure a prenderti gioco di me..è così divertente!” commentò lui acido, sciogliendo la presa dai suoi fianchi.

Lei rise ancora divertita, ma dopo alcuni istanti la sua espressione divenne più intensa, e arrossendo leggermente gli indicò con un cenno del capo il reparto proibito della biblioteca, che era notoriamente deserto.

Malfoy sentì un brivido di eccitazione corrergli lungo la spina dorsale. Intrecciò le dita a quelle della ragazza e la trascinò, letteralmente, nella zona proibita.

Immediatamente prese a baciarle il collo con trasporto, chiedendosi se il succhiotto che le aveva lasciato appena due giorni prima fosse ancora ben evidente.

Stavolta pero' la Mezzosangue non sembrava intenzionata a lasciargli fare e prese il comando della situazione.

Gli morse il labbro piano, e glielo succhiò delicatamente, mentre con le dita fece una sola, lunga carezza con cui gli attraversò il collo, il petto, l'addome.. e poi finalmente, meravigliosamente, incredibilmente, la sua erezione.

Gliel'accarezzò attraverso il tessuto dei pantaloni, strappandogli un gemito roco tra le sue labbra. Poi, sotto lo sguardo adorante del Serpeverde, gl'introdusse la mano sotto la cintura, dentro il tessuto dei pantaloni e i boxer.

Quando strinse con la mano il suo fallo teso, si sentì morire e rinascere ottocento volte.

Sì, era decisamente in astinenza.

Glielo accarezzava con gesti decisi, sapeva dove toccare insomma, da lei non se lo sarebbe aspettato, ma evidentemente con Weasley doveva essersi data da fare.. pensiero che gli procurò un'ondata di furia bruciante come fuoco.

Lei si accorse che lui si era irrigidito.

Che ti prende?” gli sussurrò vicino alle labbra, perplessa.

Niente, niente.. ti prego, non fermarti.”

Stupido idiota. Per colpa delle proprie paranoie stava per rovinare un momento meraviglioso.

Riprese il meraviglioso massaggio.

Lui, dopo averle slacciato un paio di bottoni della camicia, intrufolò la mano sotto il maglione della Grifondoro e prese ad accarezzarle i seni, e a giocare con i suoi capezzoli, stuzzicandoli con le dita.

Una spinta inconscia del suo bacino, fecero capire alla Mezzosangue che era ora di aumentare il ritmo delle carezze, cosa che fece con un tempismo meraviglioso.

Il Biondo poteva sentire la marea montante dell'orgasmo vibrare in ogni parte del corpo, orgasmo, che non raggiungeva da settimane ormai.

Gettò la testa all'indietro, poggiandosi con tutto il peso contro lo scaffale alle proprie spalle, e preparandosi ad esplodere, in tutti i sensi.

Un enorme libro cadde dall'alto, impietoso, sulle loro teste impegnate.

La Granger interruppe il paradisiaco massaggio per toccarsi la fronte dove un lieve taglio causato dall'impatto dal libro, sanguinava leggermente.

Malfoy era livido. Qualcuno nell'universo complottava per non farlo venire.

E ora si sentiva scoppiare, in ogni parte, e diede un pugno deciso al libro colpevole, che ora giaceva sul pavimento.

Non appena colpito, il libro, si mise a ululare a tutto volume, facendo tremare i vetri alle finestre. Hermione, terrorizzata, lo raccolse precipitosamente, e si lanciò in una corsa verso la zona della biblioteca vera e propria, per inventare una qualche scusa a Madama Pince per tutto quel baccano.

 

Si rividero dieci minuti dopo all'uscita della biblioteca.

La Mezzosangue si tamponava seccata il taglio sulla fronte con un fazzolettino.

Speriamo che non mi resti un brutto segno, il ballo è stasera e ho sentito dire che ci faranno delle fotografie..” commentò amareggiata.

Malfoy si sentì morire. Sperava che non avrebbe mai nominato il ballo.

Lei lo guardò fisso, con uno sguardo pieno di aspettativa, ma notando il suo silenzio prolungato, irrigidì la mascella.

Lui stava per aprire bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma lei gli voltò di botto le spalle e s'incamminò a passo spedito verso la Sala Grande.

Prima ancora di avere il tempo di riflettere, i suoi piedi già si stavano affrettando nella sua direzione.

Granger! Dove vai?” la richiamò lui, raggiungendola.

A cena, mi pare evidente.” commentò lei asciutta.

E neanche mi saluti?” le rispose lui scocciato.

Ciao Mafoy.” gli rispose con freddezza e riprese la sua marcia spedita verso le scale.

L'afferrò saldamente per un braccio, costringendola a voltarsi nella sua direzione.

E' inutile che fai tanto l'indignata, Mezzosangue, neanche tu hai detto a nessuno di noi due.” commentò acido, sentendo l'esigenza di difendersi da quell'attacco così immotivato.

E questo che cosa c'entrerebbe?” rispose lei furiosa quasi quanto lui.

Che anche per te noi due non stiamo..insieme.. quindi non vedo perchè ti stai agitando tanto per un ballo!”

Il fuoco presente negli occhi di lei avrebbe potuto incendiare tutta la foresta proibita con un solo sguardo.

Ah davvero? Non sapevo avessi il dono della lettura del pensiero Malfoy, o dell'onniscenza! Che sciocca io a pensare che le persone normali per conoscere i pensieri reciproci avessero bisogno di parlare! Ma tu hai i tuoi poteri psichici, perciò di cosa stavo a preoccuparmi!”

Si può sapere qual è il tuo problema Granger? Giuro che mi mandi al manicomio quando fai in questo modo!”

Il mio..” le si spezzò un attimo la voce, per la rabbia. “..il mio problema, Malfoy, ce l'ho qui davanti, è alto, biondo e coglione!”

Lui sbuffò sdegnato:

Si può sapere perchè te la stai prendendo in questo modo, Mezzosangue? Credevo che avessimo un nostro equilibrio, perchè ti stai mettendo a fare la pazza di punto in bianco?”

Capì di aver detto la cosa sbagliata ancor prima di aver terminato la frase. Ma che diavolo, lui non era fatto per essere diplomatico, neanche sapeva cosa fosse la diplomazia!

Oh, un grande equilibrio, certo! Quello in cui prima tu cerchi di portarmi a letto e il minuto dopo m'ignori per tre giorni perchè hai visto Ron provarci con me?!”

Ehi, quello era un colpo basso!

Non è così! Stai..stai rigirando la cosa in modo che sembra che tu abbia ragione!” sbottò il biondo esasperato.

Lei rise sarcastica: “Sembra che io abbia ragione, Mafoy, perchè io ho ragione!”

Lui fece un verso di pura frustrazione.

Sai che ti dico, Malfoy? Sono contenta che stiamo avendo questa conversazione, almeno ho avuto l'onore di conoscere i tuoi pensieri prima di fare con te qualcosa di estremamente stupido!”

Lui non seppe cosa replicare.

Spero ti diverta stasera al ballo, Malfoy. Io ho davvero intenzione di divertirmi perciò vedi di non fare scenate!”

Gli voltò le spalle e riprese la sua furiosa marcia.

Scenate? Ma quali scenate, Mezzosangue? Vuoi la guerra? Io non ho problemi a scatenare un inferno stasera, solo per mostrarti che sarò in grado di divertirmi molto più di te!” gli urlò lui dietro.

Benissimo!” gli urlò lei in risposta, senza voltarsi.

Perfetto!” le urlò lui voltandosi e percorrendo a grandi falcate la direzione opposta del corridoio.

La Mezzosangue voleva la guerra? Allora l'avrebbe avuta. E avrebbe rimpianto ogni folle secondo della sua saccente vita per averlo sfidato.

 

 

La sala grande era addobbata meravigliosamente. Il soffitto rifletteva un meraviglioso cielo notturno, terso e stellato, e l'aria sapeva di gelsomini.

Il Greco indossava una maschera di velluto bianca, ed accoglieva tutti gli ospiti all'ingresso, segnandogli la fronte con un tocco di polvere argentata, e dandogli una maschera che ne andava a coprire solo gli occhi, e che a quanto pare, simboleggiava il loro prendere parte ai giochi.

Pescava da un baule finemente intarsiato la maschera “grezza” e poi in funzione del vestiario del mago o della strega la trasfigurava con la bacchetta in modo che sembrasse parte integrante dell'abbigliamento.

Ma tutto questo non sarebbe potuto interessare meno a Draco Malfoy, che nel suo completo interamente nero e l'espressione fiera e splendente, sembrava il padrone degli inferi venuto in superficie per sedurre gli angeli.

I polsini della giacca e della camicia erano svoltati in modo che s'intravedesse nell'avambraccio affusolato il minaccioso profilo del marchio nero, beffa agli occhi di tutti, come se fosse un qualcosa da ostentare, come un tatuaggio di bellezza.

Orgoglioso, si aggirava per la sala come una pantera sinuosa, e gli occhi di tutte erano su di lui: muovendosi, sembrava mescolare luce e oscurità in ogni suo passo.

Le sue labbra erano piegate in un mezzo sorriso pieno di sdegno, una sorta di ghigno indolente rivolto all'universo, gli occhi grigi assottigliati agli angoli, come quelli del felino che punta la sua preda, che spiccavano come fari attraverso la semplice maschera nera.

 

 

Hermione Granger era in veste da battaglia.

Sorrideva a tutti, e stringeva il braccio del suo accompagnatore, il bellissimo Roger Davies, che chissà per quale strana ragione sembrava essersi invaghito proprio di lei, camminava a testa alta, e non guardava una seconda volta nessuno.

Indossava un vestito che riusciva davvero a farsi notare: a metà tra il grigio e il bianco, il corpetto stretto sul seno, ricamato di perline, e la gonna voluminosa, composta da strati di stoffa sottile sovrapposti disordinatamente.

Roger l'aveva fissata a bocca aperta quando era scesa dal dormitorio, e aveva dichiarato con sguardo adorante che sembrava davvero un angelo quella sera.

Era arrossita: anche Davies era molto bello nel smoking vecchio stile, con il farfallino bianco e grigio, meravigliosamente abbinato con il suo vestito.

Il suo inconscio purtroppo non sarebbe potuto essere più disinteressato all'aspetto di Davies, e riusciva soltanto a cercare disperatamente di scacciare l'immagine mentale dei suoi occhi, il suo profumo inebriante..

Tutti elementi appartenenti a un individuo che avrebbe ignorato e fatto impazzire per tutta la sera.

Sentiva il fuoco dell'ira bruciarle dentro, poche volte nella sua vita si era sentita così determinata a dare il meglio di sé in qualcosa che non fosse lo studio, o la salvezza del mondo magico.

E ironia della sorte si ritrovava in una sfida “all'ultimo sangue” con quello che aveva da sempre considerato uno dei peggiori ragazzi di tutta Hogwarts.

La cena si svolse in relativa tranquillità, tra le centinaia di incredibili portate (la maggior parte di origine greca, sempre per restare in tema) che la Grifondoro a malapena toccò, troppo impegnata a sforzarsi di non guardare in direzione di Malfoy, e a rispondere ai complimenti di tutti per il suo vestito e il suo aspetto incantevole di quella sera.

Non era ancora riuscita a capire con chi fosse venuto Malfoy al ballo, e la curiosità\ ansia

la stavano distruggendo: sapeva che la risposta l'avrebbe ferita, ma preferiva una dolorosa verità a una serata trascorsa a elaborare congetture in merito.

Al tavolo era seduto tra Nott, Blaise e Ginny, perciò non aveva ancora indizi a riguardo, ma non appena sarebbero iniziate le danze, tutti gli interrogativi avrebbero ottenuto risposta.

Terminati anche i dessert, le tavolate scomparvero con uno sbuffo argenteo, e la musica partì a tutto volume.

Fece un paio di balli con Davies, poi uno con Harry.

Malfoy aveva ballato con Astoria Grengrass, Pansy Parkinson e una bellissima ragazza di Corvonero del sesto anno di cui non conosceva il nome. Tutte ragazze diverse, quindi nessun indizio su chi lo avesse effettivamente accompagnato.

Stava per prendere posto e riposarsi un po' i piedi, affaticati dai numerosi centimetri di tacco cui li aveva obbligati, quando la professoressa Mcgranitt prese la parola.

Ragazzi e ragazze, siamo adesso arrivati per così dire, alla fase cruciale del ballo. La tradizione vuole che le coppie vengano tutte mescolate, e che le signorine concedano un ballo a un esponente della casa verso la quale nutrano meno fiducia. Ai tempi degli antichi maghi, questo era un metodo per appianare gli eventuali screzi avvenuti nell'arco della prima prova, e per continuare a gareggiare in serenità e senza rancori.”

Hermione si sentì gelare. Quale entità superiore la odiava così tanto?

Perciò mi pare chiaro che i Grifondoro e i Serpeverde dovranno cercarsi un compagno o una compagna nell'una o nell'altra casa, inutile spiegarvi il perchè, considerando l'infinita lista di punizioni che mi avete costretta a darvi in soli tre mesi!” concluse severamente.

Il cuore di Hermione batteva forte come un tamburo, la gola era secca, e le goti in fiamme.

Ovviamente furono messi in coppia insieme.

Ritengo che un ballo riappacificatore sia più che necessario per lei e il signor Malfoy, signorina Granger, non fate altro che guardarvi come se voleste uccidervi, per l'amor del cielo!” si giustificò la Mcgranitt dinnanzi le sue proteste che avevano dell'isterico.

 

http://www.youtube.com/watch?v=vDx27Ye2gC4 (da ascoltare) 

 

Si ritrovarono di fronte, l'uno a pochi passi dall'altra.

Lui il re degli inferi, nero come la notte. Lei un angelo caduto, candida e pura, come l'alba dopo la tempesta.

Un passo, poi un altro. Il battito del cuore che le risuonava nella gola.

Mai nella sua vita si era sentita così conscia che lei era una donna e Malfoy un uomo.

Si guardavano fissi, in una sfida di sguardi, attraverso le fessure delle maschere.

Le poggiò la mano aperta alla base della schiena, poco sopra i glutei, una posizione volutamente provocatoria, che sembrava sfidarla silenziosamente a spostarla, a fingere che il corpo di lei non aveva fremuto sotto le sue mani.

Non la spostò.

Ballarono senza distogliere un attimo lo sguardo l'uno dall'altra, divorandosi e odiandosi allo stesso tempo con gli occhi.

Il ritmo cambiò leggermente, e Malfoy accostò la guancia alla sua, investendola con il suo incredibile profumo.

Te la fai con quel bambolone di Davies, adesso?” gli mormorò all'orecchio, così rapido che le sembrò quasi di averlo immaginato.

Con chi sei venuto stasera?” le domandò lei ignorando la sua domanda, e incapace di trattenersi.

Con nessuna.” le sussurrò lui, soffiandole quasi nell'orecchio, provocandole un brivido di puro piacere lungo il collo.

O con tutte quante, dipende dai punti di vista..” aggiunse poi, ghignando indolente.

Lei gli pestò “casualmente” il piede.

Malfoy fece una smorfia, subito dopo rimpiazzata da un ghigno soddisfatto:

Molto sportiva, Mezzosangue, davvero..”

Aumentò la pressione esercitata dalla sua mano alla base della schiena.

Non costringermi a fare cose di cui potrei pentirmi..siamo in pubblico, ricordi?” le disse suadente, accarezzandole il collo con la punta delle dita.

Va' all'inferno, Malfoy.” sibilò lei, furiosa.

Con piacere, e te lo farò anche visitare come mia ospite d'onore.”

Lei alzò gli occhi al cielo, desiderando solo che il contatto tra i loro corpi non le causasse tutte quelle emozioni contrastanti.

La musica finì. E fu come uscire da una bolla che si erano creati intorno.

La tenne stretta ancora un attimo.

“Ci vediamo al dopo festa, Mezzosangue, sarò quello più ubriaco e con decine di ragazze attorno.”

Ma certo Malfoy, io sarò quella che si diverte più di tutti e neanche si accorgerà se ci sarai o meno.”

Ci conto.” le sibilò quasi sulle labbra.

Sciolse la presa dal suo corpo e si allontanò con fluida eleganza.

 

Nascosto dietro una larga colonna, Draco Malfoy poggiò la nuca contro il freddo marmo, e prese dei lenti, respiri, profondi a occhi chiusi.

Un angolo della bocca si sollevò in quello che somigliava incredibilmente a un sorriso.

Staserà ci sarà da divertirsi..” mormorò tra sé e sé,  aspirando una profonda boccata dalla sigaretta. 



So di sembrare malvagia ad aver interrotto così, nei miei progetti originari ballo e dopo festa dovevano essere
un unico capitolo, ma come avrete sicuramente notato anche voi, sarebbe venuto troppo lungo.
Inoltre tengo molto a questo e al prossimo capitolo, perchè le acque si stanno smuovendo, e nel prossimo
ci sarà un vero e proprio maremoto :P
La canzone è quella che ho ascoltato scrivendo la scena del loro ballo, perciò vi suggerisco di ascoltarla mentre
la leggete, trovo che ci stia a pennello :) 
Grazie infinite a tutti quelli che seguono la storia e per tutte le bellissime recensioni che mi avete lasciato, spero che
siate ugualmente generosi con questo nuovo capitolo. 


Infine, una piccola chicca, ecco gli outift di Draco e Hermione del ballo:

HERMIONE:
http://justhenna.blogspot.it/2013/03/celebs-on-red-carpet-1-emma-watson.html


DRACO:
http://static.stylosophy.it/stwww/fotogallery/625X0/140213/completo-total-black-di-balenciaga.jpg


Alla prossima

vostra, Noir

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Capitolo 17
*** The Hangover ***


The Hangover


Avvertimento:  qualche contenuto un po' spinto, e comportamenti da non imitare a casa (:P) 
                      Grazie ai produttori di una Notte da Leoni\ The Hangover  per avermi dato l'ispirazione per questo capitolo ;) 






Hermione Granger aprì gli occhi.

Nulla nell'ambiente intorno a lei era riconoscibile.

I colori erano tutti sfocati, i contorni tremolavano, lo spazio sembrava senza confini.

La tenue luce che proveniva da una finestra nelle vicinanze le feriva gli occhi senza alcuna pietà. Sentiva freddo e caldo allo stesso tempo, e non capiva più qual era il sotto e quale il sopra. Aveva la testa poggiata su un morbido tappeto, di quelli a pelo lungo, e i ricci erano tutti sparsi sul suo soffice manto.

Alzando leggermente il busto finalmente le fu chiaro perchè non era ben in grado di distinguere il sotto dal sopra: si era addormentata con il volto sul tappetto e le gambe sopra il letto, probabilmente doveva essere scivolata dormendo.

Non appena riuscì nel difficile intento di convincere la stanza a smettere di ondeggiare, con uno sforzo titanico tirò giù le proprie gambe dal letto, e si lasciò cadere a peso morto sul tappeto.

Lo sguardo le cadde sul proprio abbigliamento:

“Ma che..?” la bocca spalancata in una “O” di dimensioni bibliche.

Inventario del vestiario: gambe e piedi nudi, un paio di boxer neri, e un lungo maglione di Serpeverde (sicuramente maschile) a coprirla a malapena fino a metà coscia e nient'altro.

E per nient'altro, s'intendeva davvero nient'altro.

Sconcertata si guardò intorno nella stanza, per la prima volta dal proprio risveglio.

Un Draco Malfoy profondamente addormentato nel proprio maestoso letto si materializzò nel suo campo visivo, con.....

con i polsi legati alla testata di legno grazie all'ausilio di una cravatta grifondoro e una serpeverde.

Indossava la camicia nera della sera precedente tutta sbottonata, i fianchi snelli che scomparivano sotto le verdi coltri del letto, e la Grifondoro non ebbe coraggio di controllare se fosse vestito o meno al di sotto della vita.

A fatica si alzò, sentendo l'impellente necessità di gettarsi sul viso litri e litri di acqua ghiacciata, nella speranza di riuscire a ragionare con maggiore chiarezza.

A passo felpato raggiunse la lucida porta del bagno, e dal serpente finemente inciso sul legno, comprese di trovarsi nella stanza dei Serpeverde.

Ma dov'erano tutti?

Aprì la porta del bagno e si diresse a passo spedito verso il lavandino in marmo. Si spruzzò una dose abbondante d'acqua sul volto e osservò corrucciata il proprio riflesso nello specchio. Fu proprio in quest'ultimo che vide riflesso qualcosa che le fece fare un salto di quasi un metro da terra.

Zabini, giaceva profondamente addormentato nella vasca da bagno, stringendo al petto una bottiglia di Whisky incendiario, nella paradossale parodia di un peluche da stringere nel sonno per rassicurarsi.

A causa del suo strillo soffocato, il Serpeverde spalancò gli occhi, e si tirò su a sedere di botto.

“Cosa? Che succede? Chi ha preso il Whisky?” esclamò tutto d'un fiato.

Quando realizzò che la bottiglia era ancora al sicuro, premuta contro il proprio petto, sembro rilassarsi, e riappoggiò la schiena al bordo della vasca.

Hermione sbuffò sonoramente, ma in realtà stava cercando di non ridere.

“Zabini, forse sarebbe il caso se mettessi giù quella bottiglia, che ne dici?” gli domandò in tono gentile, allungando la mano a mo' d'incoraggiamento per farsi porgere l'oggetto in questione.

Blaise la fissò per un attimo confusamente, poi improvvisamente il suo sguardo si rifece acuto e malandrino, segno che doveva aver riacquistato almeno un po' di lucidità.

“Granger..” e scoppiò a ridere di gusto “sei conscia di starmi davanti con addosso soltanto un paio di boxer e il maglione di Draco?” esclamò, prendendo un lungo sorso dalla bottiglia, senza distogliere lo sguardo da lei. Sguardo che tra l'altro, non nascondeva un certo apprezzamento.

Hermione diventò di tutti i colori possibili e afferrò al volo un asciugamano di spugna che si avvolse intorno alla vita con fare pudico.

“Smettila subito di guardarmi così, Zabini!” gli inveì contro. “Se Ginny fosse qui ti prenderebbe a schiaffoni come minimo..” aggiunse con tono carico di minaccia, ma bonaria.

“Ehi, mica sono io qui quello che va in giro mezzo nudo e poi si lamenta se i bei ragazzi mi guardano!” rispose fingendosi indignato.

“A proposito..dov'è Ginny?” domandò poi la Grifondoro, realizzando che la Rossa era l'unica che mancava all'appello.

Zabini aprì la bocca, come per risponderle, ma dopo alcuni attimi la richiuse, senza aver proferito parola.

“Non ne ho idea.” affermò sconcertato.

“Che significa non ne hai idea?!” strillò Hermione in preda all'agitazione.

Una sorta di ringhio si alzò dalla stanza accanto. Draco probabilmente doveva essersi svegliato.

“Che avete da strillare tanto, sto cercando di dormire!” esclamò, la voce impastata di chi doveva aver dato fondo come minimo a un paio di bottiglie.

Hermione uscì dal bagno a passo di carica, dimenticandosi di tenere l'asciugamano avvolto intorno alla vita, ed entrò nella stanza indossando soltanto l'esigua tenuta del risveglio.

Un paio di occhi grigi assonnati e sexy da morire registrarono la sua presenza.

“Granger, ti spiacerebbe spiegarmi perchè sono legato?” gli occhi si spalancarono di colpo, fissandola come folgorati da una visione divina.

“Mezzosangue.. ma.... sono i miei boxer quelli?!”

Istantaneamente il biondo abbassò lo sguardo sulla propria vita, cercando di capire che cosa effettivamente indossasse a parte la camicia sbottonata e le coperte.

La sguardo gli s'incendiò di una brama che ebbe il potere di incendiarla fin nel profondo.

“Ti spiacerebbe slegarmi?” commentò dopo un attimo di silenzio, fissandole avidamente le forme poco coperte.

“Sì, direi proprio che mi spiace!” esclamò la Grifondoro con un sorriso enorme sul volto, che aveva un che di demoniaco.

La risata di Zabini fece da sottofondo alla scena, direttamente dal bagno.

“Ma c'è Blaise lì dentro?” domandò il Serpeverde, dimenandosi fra le coperte, incapace di muoversi a dovere per l'immobilità dei polsi.

“Si, dormiva nella vasca prima di farmi prendere un infarto..” rispose la Mezzosangue sbadigliando leggermente.

“Lui ti ha vista conciata così?!” ruggì il Biondo, gli occhi che lampeggiavano.

“Mica è stata una cosa intenzionale!” si difese la Grifondoro, divertita oltremodo nel vederlo agitarsi senza pero' potersi di fatto alzare dal letto.

“Va' subito a metterti qualcosa addosso!” urlò esasperato. “Oddio, non credevo sarebbe stata una frase che avrei mai pronunciato..” riflettè poi, sconcertato dalle sue stesse parole.

“Io non prendo ordini da te, Malfoy! Quel compito direi che è riservato all'harem che ti porti come seguito!” gli rispose impettita, sedendosi sulla sponda del letto.

“Se ti trovi in questa stanza mi pare evidente che non trovi in me così tanto da disprezzare..” commentò, con un ghigno compiaciuto sulle labbra.

Lei allungò il braccio e gli diede un lieve schiaffo sulla guancia, più una carezza dolorosa che altro.

“Sei scorretta così, Granger.. tu libera di colpirmi e io con le mani legate. Che ne è del tuo nobile spirito Grifondoro?” le sibilò, penetrandola con gli occhi ghiaccio.

Lei fece finta di pensarci su per un momento: “Non posso darti torto.. facciamo così, ti libero solo una mano, così non mi sentirò totalmente disonesta nel colpirti, d'accordo?”

Lui la guardava fisso, divorandola con lo sguardo.

Sentì una certa tensione in un punto ben definito, sotto le coperte.

“Zabini, ti dispiacerebbe lasciarci un po' di privacy? Non hai tipo una ragazza da andare a cercare?” domandò Malfoy, senza distogliere lo sguardo dalla Mezzosangue.

La sua Mezzosangue.

Salazar, stava diventando sempre più difficile non pensare a lei in quei termini.

Zabini, con un ghigno che andava da un capo all'altro della Gran Bretagna, uscì a grandi passi dalla stanza, la fedele bottiglia al sicuro sotto il braccio.

“Sarò nella sala comune a riprendermi un altro po', allora..” e detto ciò si chiuse la porta alle spalle.

La Mezzosangue si sporse al di sopra della sua spalla e con delicatezza, sciolse il nodo della cravatta che stringeva il suo polso destro.

Malfoy fu investito dall'odore di lei. Senza riuscire a resistere l'afferrò per il collo e l'attirò a sé con irruenza, avventandosi sulle sue labbra senza chiederle il permesso, stringendola forte contro il proprio petto nudo.

Le prese la mano più vicina e con fare inequivocabile se la premette attraverso le coperte, sulla propria erezione, dura come marmo.

Lei lo spinse via indignata, e lo centrò in pieno volto con un ceffone da manuale.

“ Quando ti ficcherai in testa che io non sono una delle ochette che ti sbatti per puro divertimento?!”

Lui la fissò confuso. “Mezzosangue, mi hai legato al letto, abbiamo fatto sesso stanotte.. perchè continui a far finta che non ti piaccia avere a che fare con me anche in quel senso?” le domandò lui scocciato.

“Non abbiamo fatto sesso stanotte!” esclamò lei scandalizzata. “Almeno.. credo.” continuò poi, quasi sussurrando.

“Cosa significa almeno credi?!”

“Che ho dei ricordi abbastanza confusi della serata, d'accordo?!”

“Oh beh, allora siamo in due. Pero' sei stata tu a legarmi, vero?”

La Mezzosangue arrossì furiosamente: “Credo di sì, ricordo di aver stretto i nodi a un certo punto..”

Lui inarcò le sopracciglia, e fece un mezzo sorriso malizioso.

“E perchè mai lo avresti fatto, di grazia?” le chiese, accarezzandole con fare distratto una gamba nuda, che lei ritrasse prontamente.

“mm..io.. non me lo ricordo..” pigolò Hermione, lisciandosi distrattamente il maglione verde di lana morbidissima sul corpo.

Un lieve bussare alla porta, li fece voltare di scatto in direzione dell'ingresso.

“Sono Blaise.. siete presentabili?” chiese la voce del Serpeverde, attutita dallo spesso legno della porta.

“Sì, entra pure!” esclamò Hermione, coprendosi le gambe con le splendide coperte del letto.

Adesso poteva sentire il calore del corpo di Malfoy raggiungerla ad ondate, attraverso le lenzuola.

Zabini fece il suo ingresso trionfale, sempre con l'immancabile bottiglia, ma stavolta reggeva tra le mani due piccolissime ampolle, il cui liquido era di un bel colore blu acceso.

“Non ho potuto fare a meno di sentire tutto quanto riguardo al vostro piccolo problema di memoria..” commentò affabile, sedendosi anche lui sulla sponda del letto.

Malfoy sbuffò, e cercando di non farsi notare avvicinò con circospezione la mano al fianco destro della Mezzosangue, sotto le coperte.

“Hai una qualche soluzione che ignoriamo, Blaise?” domandò la Granger, illuminandosi in volto.

“Direi proprio di sì, ma il modo per assicurarci che funzioni potrebbe non piacerti..” rispose ghignando, la serpe.

La mano di Malfoy adesso era poggiata sulla coscia di lei.

Si sentiva la salivazione ridotta a zero, e l'eccitazione che cresceva in modo esponenziale.

Con discrezione cercò di scrollarsi di dosso la sua mano. Ma niente da fare, lui prese a disegnarle cerchi invisibili con la punta delle dita, su tutto l'interno coscia.

Si sentiva morire. Com'era possibile essere arrabbiati a morte con qualcuno, ma non riuscire comunque a respingerlo totalmente?

La mano si spostava sempre più verso l'interno, adesso giocherellava con l'orlo dei suoi boxer.

Malfoy fissò l'amico, sconcertato: “Perchè non puoi semplicemente raccontarci tu che cosa è successo?”

Zabini sorrise, un sorriso pieno di malizia e divertimento: “Perchè non mi credereste. Quello che avete combinato stanotte è qualcosa che vale davvero la pena di ricordare..”

La mano di Draco continuava con le sue carezza audaci.

“In che senso potrebbe non piacermi?” chiese Hermione, sforzandosi di deglutire e cercando di non far notare al moro che cosa diavolo stesse combinando Malfoy sotto le coperte.

Diede un pizzicotto deciso alla sua mano, e lui la ritrasse, riluttante.

Zabini finse di non aver notato il movimento sotto le lenzuola :

“ Considerando che desiderate ricordare ciò che avete combinato entrambi durante questa nottata, per tutta la durata della pozione dovreste stare come dire.. a stretto contatto. In questo modo anche i vostri ricordi saranno collegati e vedrete quello che avete combinato a trecentosessanta gradi.”

“Che cosa ci succederà durante l'effetto della pozione?” Domandò Draco con fare pratico, ignorando il sonoro sbuffo della Grifondoro seduta al suo fianco.

“Entrerete in una sorta di trance e rivivrete tutti i ricordi nella vostra mente. Arrivati al momento del vostro risveglio stamattina, uscirete automaticamente dalla trance.”

“Non avevo mai sentito parlare di una pozione simile..” obiettò Hermione, cercando nel mentre di rassettarsi i capelli.

Zabini fece un largo sorriso: “Semplicemente perchè sono io ad averla inventata. Anche se Draco mi ha dato un paio di buone idee in merito, considerando che è un pozionista leggermente più abile di me.”

“D'accordo, allora facciamolo. Che cosa intendevi per stare a stretto contatto?” domandò la Mezzosangue, cercando di essere pratica, e obiettivamente divorata dalla curiosità e dall'ansia di scoprire cosa fosse successo durante quella notte.

Zabini ebbe la decenza di fingersi imbarazzato:

“L'ideale sarebbe che voi faceste beh.. sesso. Pero' mi rendo conto che la Granger qui non ne sarebbe entusiasta, perciò basterà che vi sdraiate l'uno sull'altra, cercando di far aderire i corpi il più possibile.”

Hermione arrossì furiosamente.

Draco sogghignò, divertito.

“Se ti va di fare sesso Mezzosangue, io sono già pronto..”

Lei gli assestò uno spintone.

Zabini rise di gusto: “ Io lo prenderei per un no, Dracuccio.”

Malfoy lo fulminò con la sua peggiore occhiata, il che generò un'altra sessione di risate da parte dell'altro Serpeverde.

“Bene, vi lascio le boccette qui, io vado a cercare Ginny. Ricordatevi la questione dello stretto contatto.” Pareva si divertisse un mondo a ripetere quelle due parole, e probabilmente era davvero così.

Con una specie di mezzo inchino si congedò, e uscì dalla stanza.

Malfoy la fissò con un sopracciglio inarcato: “Fai un incantesimo per bloccare la porta, Mezzosangue, non vorrei che entrasse qualcuno mentre siamo in trance.”

Avendo cura di tenere il maglione il più abbassato possibile sui glutei, Hermione sigillò l'ingresso della stanza, e prese in mano una delle boccette.

“Beh, direi che ci siamo..” commentò a bassa voce, cercando di raccogliere il coraggio.

Si guardarono per un attimo, e si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Vuotarono le fialette.

La Mezzosangue salì sul letto e si sdraiò, non senza imbarazzo, sopra di lui, facendo aderire la morbida lana del suo maglione, al suo petto nudo.

“Credo che dovremmo stringerci un po' di più di così, Mezzosangue..” constatò il biondo, ostentando nonchalance, nel premerle la mano aperta alla base della schiena, facendo aderire maggiormente le loro zone vitali.

“Sempre il solito pervertito, vero?” gli soffiò contro, la Mezzosangue, sexy da morire con addosso soltanto i suoi indumenti.

La desiderava da morire. Odiava non ottenere quello che desiderava quando lo desiderava, e cioè nel novanta per cento dei casi, all'istante.

E lei gli continuava a negare le sue grazie, continuava a impedirgli di farla urlare sotto le sue spinte, di farle sussurrare e strillare il suo nome un milione di volte, implorandolo di non smettere..

Buio.

 

 

Sala Grande, Ore 22:25

 

La musica finì. E fu come uscire da una bolla che si erano creati intorno.

La tenne stretta ancora un attimo.

“Ci vediamo al dopo festa, Mezzosangue, sarò quello più ubriaco e con decine di ragazze attorno.”

“Ma certo Malfoy, io sarò quella che si diverte più di tutti e neanche si accorgerà se ci sarai o meno.”

“Ci conto.” le sibilò quasi sulle labbra.

Sciolse la presa dal suo corpo e si allontanò con fluida eleganza.

 

 

Ore 23:00

 

Il corridoio che portava alla Stanza della Necessità era illuminato debolmente dalla luce soffusa delle torce, i passi risuonavano delicati, passi guardinghi, che cercano di non farsi notare.

 

Draco Malfoy era su di giri, sotto ogni punto di vista. Niente lo eccitava come una sfida. Avrebbe dimostrato a quell'arrogante della Mezzosangue che quello fatto della pasta migliore era lui, e sarebbe tornata strisciando.

Estrasse una fiaschetta dalla tasca interna della giacca e bevve una generosa sorsata di Whisky Incendiario.

Finalmente giunse davanti la parete della Stanza, e dopo aver fatto su e giù per tre volte, comparve la lucida porta di legno che lo avrebbe condotto direttamente al centro della festa più scatenata a cui avesse mai preso parte, potete giurarci.

 

Stavolta le luci della Stanza erano soffuse, illuminate casualmente da scoppi e scintille dei favolosi fuochi forsennati dei gemelli Weasley.

Drappi raffiguranti i blasoni delle quattro case ricoprivano tutte le pareti, regalando alla sala tocchi di colore estremamente raffinati.

Un enorme tavolo rotondo era posto al centro della sala, e su di esso la vera attrazione della serata: una vera e propria cascata di estratto di sambuco purissimo, sospesa in mezzo alla stanza, senza alcun tipo di sostegno.

Vi erano affiancati dei piccolissimi bicchieri di cristallo, chi desiderava bere doveva semplicemente appropriarsi di un bicchiere e metterlo sotto il favoloso getto alcolico.

Ne riempì rapidamente tre, e li bevve in successione.

Un calore folle gli divampò in tutto il corpo, e un'euforia incontenibile s'impossessò totalmente del suo animo. Tutto gli sembrava possibile, tutto a portata di mano: quella sarebbe stata la sua serata.

Individuò la Mezzosangue in un angolo della sala, chiacchierava in modo civettuolo con quel coglione di Davies, che non la piantava un attimo di mangiarsela con gli occhi.

Afferrò per un braccio Astoria, che stava passando di lì in quel momento e che aveva ammiccato nella sua direzione.

Iniziarono a ballare, lui la teneva volutamente più stretta del necessario, e lei da brava gattamorta quale era, gli gemeva piano contro l'orecchio, facendo progetti su cosa avrebbero potuto fare in qualche angolo buio della sala.

In realtà non aveva nessunissima intenzione di farsi Astoria, ma date le circostanze, ballare con lei in quel modo provocante si prestava alla perfezione.

Qualcuno gli urtò pesantemente la spalla, e si ritrovò davanti un'inferocita Weasley, che lo guardava come se avesse voluto ucciderlo.

“A che gioco stai giocando, Malfoy?!” gli sibilò, adirata.

“Al gioco della tua amichetta finta santarellina, Weasley.” rispose lui sfoderando il suo ghigno più insopportabile.

La Rossa guardò in direzione di Hermione e vedendo che rideva gettando indietro i capelli, e civettava apertamente con Davies, sospirò: “ Voi due siete pazzi, se non cercaste tutto il tempo di massacrarvi a vicenda, direi che vi amate alla follia!”

Lui la fissò a bocca aperta. “Ma non dire cazzate!”

Prima che la Weasley potesse rispondergli a tono, si materializzò al suo fianco Zabini, armato di due bicchieri stracolmi di Acquaviola corretta.

“Via via, cerchiamo di mantenere un'atmosfera festosa!” e diede un bacio sulla tempia a Ginny.

Poi lanciò un'occhiata in tralice ad Astoria che si strusciava senza ritegno sul Biondo, e commentò enigmatico: “Credevo che a furia di frequentare una certa persona, avessi sviluppato un po' più di buonsenso, amico mio..”

Bevve il contenuto del proprio bicchiere tutto d'un fiato e con un sorrisetto di circostanza andò a ballare con la sua bella Ginevra.

Il commento dell'amico ebbe solo l'effetto di farlo infuriare, cosicchè allontanò Astoria con un solo, seccato, gesto, e si andò a riempire il bicchiere alla cascata di sambuco.

Peccato che anche la Granger si trovasse proprio davanti il cristallino getto alcolico, stavolta in compagnia di San Potter.

Lei gli lanciò una sola, sdegnata, occhiata, poi gli voltò le spalle.

Come se fosse la peggiore feccia dell'universo.

Come se non esistesse.

Come se una cazzo di arrogante Mezzosangue potesse mai e poi mai trattarlo come qualcosa di disgustoso rimastole attaccato sotto la propria scarpa.

Draco Malfoy non si era mai ritenuto un tipo particolarmente riflessivo, d'altronde non per niente il Cappello parlante lo aveva assegnato a Serpeverde.

Ma l'errore peggiore che un individuo potesse fare con il rampollo dalla faccia da angelo dannato, era farlo infuriare.

E lui stava covando una furia così bruciante, che si stupì di non prendere fuoco istantaneamente.

Con un rapido gesto, tolse di mano il bicchierino stracolmo alla mezzosangue, e assicurandosi di avere tutta la sua attenzione, lo sollevò in un ironico brindisi a lei, lo vuotò in un solo sorso e lo gettò a terra, dove s'infranse in migliaia di schegge di vetro.

Lei sgranò gli occhi per la sorpresa, le goti rosse per l'indignazione.

Spalancò la bocca, probabilmente per riempirlo d'improperi, ma lui le poggiò con irruenza un dito sulle labbra, costringendola a tacere.

“Ah ah, risparmia il fiato, Mezzosangue, scommetto che ti serve tutto per quella testa di cazzo di Davies.” le disse, velenoso come non mai.

“Se sei tanto geloso di Davies, Malfoy, perchè non mi invitavi stasera? Preferisci sempre il tuo fottuto orgoglio a me, perciò di cosa ti lamenti?!” strepitò lei, imbizzarrita.

“Non fare tanto la saputella, Mezzosangue, parlandomi del mio orgoglio, perchè qui, proprio davanti a me, c'è la Sanguesporco con l'ego più grande della storia!” la rimbeccò lui, portando il volto a un millimetro dal suo.

“Non hai detto a nessuno di noi due, perciò di cosa ti lamenti? Io ho continuato a seguire le regole che avevamo tacitamente stabilito!” aggiunse dopo, buttando giù altri due bicchieri dell'estratto di sambuco.

“Non dovresti bere tutta quella roba, razza di idiota, non sai che dopo la mezzanotte ha effetti imprevedibili?” lo sgridò lei, con la sua aria da saputella insopportabile.

“Ma davvero? Sai che me ne frega!” le sibilò lui, inferocito, e prese a riempirsi nuovamente il bicchiere.

Alla sua sinistra passò in quel momento Astoria, nella sua provocante minigonna verde, e spinto da una voglia irrefrenabile di farla pagare a quella stronza della Mezzosangue, che ancora gli stava di fronte, allungò la mano e diede una pacca ben assestata sul sedere della Bionda.

La Granger divenne livida in volto.

Senza una parola lo afferrò per i capelli letteralmente, e gli puntò la bacchetta contro la gola, sotto lo sguardo allibito di Harry, che ubriaco, non sapeva bene come venire in aiuto dell'amica. Anche se in realtà, sembrava proprio essere Malfoy, quello che aveva bisogno di aiuto in quel momento.

Malfoy l'afferrò per le spalle, cercando di farle mollare la presa, le grida dei due erano coperte dalla musica assordante che inondava la sala.

Hermione cercò di assestargli un pugno sul naso, ma lui l' afferrò bruscamente il braccio, impedendole di completare la dolorosa manovra.

Persero l'equilibrio, e caddero a peso morto, e specialmente con le bocche spalancate, sotto il getto dell'estratto di sambuco.

S'infradiciarono fino al midollo, e ingerirono quantità spropositate del dolce estratto cristallino.

E poi scoccò la mezzanotte.

 

Ore 00:01

 

Euforia.

Se c'era una parola in tutto l'universo che poteva racchiudere tutte le sconvolgenti sensazioni che i due stavano provando in quell'esatto momento, sarebbe stata proprio quella.

Tutto sembrava possibile.

Tutto sembrava a portata di mano, delle loro mani.

I colori erano talmente vividi da fare male, tutti i suoni li scuotevano nel profondo.

Draco fissò la Granger con il suo sguardo malizioso, inutile, non riusciva a staccarle lo sguardo di dosso, era troppo bella per essere vera.

L'afferrò per un polso, forse con troppa violenza, non gli importava.

“Balla con me.”

Lei lo fissava con gli occhi spalancati, quasi bevendo la sua figura, e annuì in silenzio; troppo esterfatta da tutto ciò che li circondava, delle emozioni che le scatenava dentro la vista del Serpeverde, per trovare qualcosa da obiettare.

Si rifugiarono in un angolo della sala, e presero a ballare, tenendosi stretti al limite della decenza, ignorando tutto il mondo che li circondava.

A tradimento, Draco le leccò le labbra, rubandole un ultimo residuo di liquore rimasto sulla sua bocca, ricalcando quasi inconsapevolmente i propri gesti di appena un mese prima.

La Mezzosangue chiuse gli occhi e appoggiò la nuca contro il muro, respirando pesantemente.

“Tutto bene?” le chiese lui leggermente preoccupato, accarezzandole le labbra con i polpastrelli.

Lei ridacchiò, annuendo: “Mi sento così strana.. pensi che siamo ubriachi?”

Lui rise a sua volta, quella risata così roca e sensuale che nulla aveva a che fare con quella odiosa di scherno che era appartenuta al piccolo Malfoy.

“Certo che siamo ubriachi, Mezzosangue! Vuoi dirmi che non ti eri mai ubriacata in vita tua?” gli domandò divertito.

Lei scosse violentemente la testa, ridendo incontrollabilmente. “Certo che no! Ero troppo impegnata a salvare il mondo magico, ricordi?”

Lui alzò gli occhi al cielo: “E chi se lo scorda, Granger..” poi aggiunse con uno scintillio orgoglioso negli occhi “Certo che ti sto proprio convertendo al lato oscuro, il primo tiro di sigaretta, la prima sbronza.. vorrei tanto che fossi ancora vergine per essere la tua prima volta anche in quello..”

Lei lo fissò con gli occhi colmi di stupore, e un sorriso bellissimo comparve sul suo viso.

“Sai Malfoy, mi hai quasi detto una cosa incredibilmente romantica.”

Lui la fissò con un sopracciglio inarcato, e un'ondata di malizia gli attraversò il volto.

“Non sia mai che io diventi uno sdolcinato, Granger, neanche per una come te.”

“E perchè, come sarebbe una come me?” domandò lei, combattendo contro le ondate di desiderio nei confronti del Serpeverde che gli stava decisamente troppo vicino.

Ma lui non aveva alcuna intenzione di risponderle.

La prese per mano e disse: “Vieni con me.”

Si chiusero nell'enorme bagno della sala.

La baciò con violenza, pressandole le spalle e le braccia contro lo splendido mosaico che decorava le pareti.

Non le chiese il permesso, perchè era questo ciò che meglio sapeva fare: prendersi ciò che voleva, quando lo voleva.

Lei lo spinse via, mandandolo a sbattere contro il lavandino.

“Non fare i tuoi giochetti con me, Draco.. tu e la Grengrass... io so che tu sai di cosa io credo di sapere di stare parlando..” biascicò lei, scoppiando a ridere.

“Devo essere davvero ubriaca..” mormorò poi, fissando il pavimento con aria mesta.

Lui le insinuò due dita sotto il mento e la costrinse a sollevare lo sguardo, per incrociare il suo sguardo.

“Sei la persona migliore che io abbia mai incontrato, Mezzosangue. E Salazar, mi fai impazzire, muoio, e puoi credermi sulla parola, muoio dalla voglia di fare.. beh... di fare l'amore con te.. non so se questo sia amore, non so se domani non ci ricorderemo niente di tutto questo, ma devo dirtelo cazzo, tu ...tu sei la cosa migliore che mi sia capitata da molto tempo.. e Astoria, Pansy..tutte le altre non sono niente per me.”

Lei lo fissò, con gli occhi nocciola leggermente inumiditi, il ritratto dell'innocenza in persona.

“Allora dovrai farti perdonare.”

“E come?” domandò lui sorpreso.

“Dovrai baciare Blaise.” e scoppiò a ridere in modo incontrollabile.

“CHE COSA?!”

Altro che ritratto dell'innocenza, aveva sfornato una vera serpe!
 

Quando Ginny ascoltò la penitenza che Hermione aveva imposto a Draco, dovettero chiuderla cinque minuti del bagno attendendo che la smettesse di rotolarsi dalle risate.

Senza tante cerimonie, Draco, non premurandosi di nascondere l'espressione di disgusto sul proprio volto, sfiorò appena le labbra dell'amico.

Si trovavano nella stanza dei Serpeverde, adesso; l'unica condizione imposta da Malfoy era stata appunto, che se davvero doveva fare quella cosa, almeno doveva essere in privato.

“Ah ah ah che cosa è quella roba? Io intendo un bacio vero, non questa presa in giro!” esclamò Hermione, seduta sul pavimento con il vestito tutto fradicio.

Zabini allora prese in mano la situazione, afferrò il volto dell'amico con entrambi le mani e gli stampò un bacio mozzafiato.

Quando si staccò, Draco, corse a prendere una bottiglia di Whisky con cui fare i gargarismi, per cancellare il “terribile” contatto.

La sua corsa verso il bagno fu accompagnata dai fischi e gli applausi fragorosi delle due Grifondoro.

Ma sottovalutando il tasso alcolico del proprio organismo, il Whisky, gli diede il colpo di grazia, rallentando i suoi riflessi a un minimo storico, e fu così che sbattè violentemente un fianco contro lo stipite della porta del bagno.

Ginny e Blaise si offrirono di andargli a prendere del ghiaccio giù nelle cucine, e così Malfoy e Hermione rimasero soli.

“Spero tu sia soddisfatta.” mugugnò il Serpeverde, seduto sul bordo della vasca, massaggiandosi il fianco.

Lei gli fece una carezza sul volto, “ quanto ti lamenti, Malfoy, e dire che sei un uomo! Che fine ha fatto il tuo famoso orgoglio?” lo prendeva volutamente in giro.

“Bleah, Mezzosangue sei tutta appiccicosa di quel cazzo di estratto di sambuco!” esclamò lui, allontanandola di un paio di passi.

“ Non che tu sia combinato meglio!” rispose piccata quest'ultima.

“Allora facciamoci una doccia.” propose lui, un sorriso stampato sul volto che più da fuorilegge non sarebbe potuto essere.

“Puoi anche scordartelo.”

“E dai non fare la santarellina, non sarebbe neanche la nostra prima, insieme.. spogliatoi..freddo mortale.. ti ricorda niente?” le mormorò lui, sensuale, all'orecchio.

Dato che lei esitava, lui iniziò a spogliarsi.

Si sfilò la camicia, con gesti rapidi ed esperti, poi passò a sfibbiare la cinta e i pantaloni.

Lei lo fissava senza riuscire a farne a meno, era davvero uno spettacolo.

Cogliendo il suo sguardo, decise di darle una “piccola” spinta, peccato che il risultato fu che le strappò il vestito sul davanti.

Scoppiarono entrambi a ridere, erano decisamente più ubriachi di quanto pensassero, e dopo averle strappato anche tutta l'umida biancheria, in men che non si dica erano sotto il getto dell'acqua bollente.

Averla lì, sotto il getto caldo dell'acqua, tutta per sé, per un tempo indeterminato, era per Malfoy come aver ricevuto il regalo di natale in anticipo.

Le passò le mani su tutto il corpo, assaporando istante per istante quella divina eccitazione.

S'inginocchiò sul pavimento riscaldato della doccia, e dopo averle ricoperto di baci l'interno coscia, strappandole una lunga serie di gemiti, passò sensualmente la lingua sulla sua intimità.

Lei premeva la nuca contro le appannate pareti in vetro, estasiata dal piacere che gli dava quel tocco così sconosciuto ed erotico. E ogni istante che passava si sentiva sempre più vicina al culmine, che era sicura, sarebbe stato il più intenso mai provato.

Gli strinse le mani fra i capelli, incitandolo a non smettere, a non fermarsi per nessuna ragione al mondo, stringendogli le spalle con fare spasmodico.

Bussarono alla porta.

“Draco, ti ho portato il ghiaccio!” urlò la voce di Blaise, attraverso la porta.

Malfoy lo ignorò bellamente, continuando a baciare, mordere delicatamente, e passare la lingua nella parte di lei più sensibile.

Hermione dovette premersi una mano sulla bocca per evitare che i propri gemiti venissero uditi dall'altro Serpeverde.

“Draco forse dovremmo..” mormorò, cercando di attirare l'attenzione del ragazzo inginocchiato davanti a lei.

Ma quest'ultimo non aveva nessuna intenzione di fermarsi proprio sul più bello, e aumentò invece il ritmo della lingua.

L'orgasmo arrivò scuotendola, fulminandola come una saetta piovuta giù dal cielo in una notte di tempesta. Strinse le spalle del biondo fino a lasciargli i segni, mormorò il suo nome infinite volte, non potendo credere che esistesse al mondo qualcosa di così bello che le fosse sconosciuto.

Malfoy si rialzò, con un sorriso languido e lussurioso. Le premette contro la propria erezione incontrollabile.

“Adesso tocca a te..” le mormorò sensuale, prendendole i glutei tra le mani, e mordicchiandole piano le labbra umide.

Hermione s'inginocchiò a sua volta, davanti al suo perfetto corpo nudo.

Non aveva mai fatto nulla del genere, ma non gli importava, quella era la loro notte, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa.

Esitante, passò piano le labbra sull'inizio del suo fallo teso, strappandogli un gemito roco.

Sentirlo godere sotto il proprio tocco era la cosa più soddisfacente che avesse mai provato, dopo prendere nove eccezionale ai G.U.F.O.

Sempre con delicatezza lo accolse fra le labbra, nella propria bocca. E tutto le venne estremamente naturale; non sapeva se era così per tutti o se era qualcosa di speciale che succedeva solo con Malfoy: ma c'era qualcosa, nel modo in cui i loro corpi si capivano, che faceva pensare che fossero stati fatti per amarsi carnalmente, per darsi amore sotto forma di piacere.

Intensificò il ritmo sotto suggerimento del biondo, che le carezzava dolcemente i capelli, estasiato dall'innocenza e sensualità del tocco di lei.

Riuscì a trattenersi solo per pochi minuti, erano settimane che non dava sfogo ai propri istinti, per usare le parole della Mezzosangue.

La scostò giusto in tempo, ed esplose sul pavimento della doccia, beandosi di quell'incredibile ondata di piacere che lo scosse nel profondo.

Il vestito e la biancheria di lei erano pero' inutilizzabili a seguito del suo eccesso di passione, e dopo aver indossato la camicia sbottonata, e essersi avvolto un telo di spugna intorno alla vita per coprire il copribile, si avventurò nella camera per prenderle un maglione e un paio di boxer da indossare.

Uscirono poi dal bagno, trovando la stanza deserta.

Draco s'infilò sotto le coperte con un sospiro esausto: venire in quel modo così esplosivo l'aveva spossato.

Con un urlo di battaglia degno delle rivolte dei Goblin più sanguinari, emersero da sotto il letto Blaise e la Weasley, che iniziarono a bersagliarli tirandogli contro senza pietà, cubetti di ghiaccio e cuscini.

“Così imparate a lasciarci chiusi fuori dal bagno, dopo che siamo andati a sfacchinare per voi!” fu la giustificazione della Rossa, mentre mulinava sopra la testa un enorme cuscino in piume d'oca.

Ginny si offrì poi di andare a prendere qualcosa da mangiare per tutti (essendo la meno ubriaca del gruppo) e Blaise li lasciò nuovamente soli, con la scusa di andarsi a fare un bel bagno caldo in compagnia della bottiglia di Whisky.

Hermione si buttò a peso morto sul letto di Draco, stanca come non le succedeva da tempo.

Improvvisamente realizzò con amarezza quante altre ragazze dovevano essere state su quel letto prima di lei. Si rabbuiò in volto, e il Serpeverde l'attirò a sé con decisione.

“Che ti prende? Non mi dire che ti ha preso una sbornia triste.”

“Pensavo..” rispose lei enigmatica.

“A cosa?” chiese lui, accarezzandole piano i capelli, beandosi del calore e del profumo del bagnoschiuma che proveniva dai loro corpi vicini.

“Al fatto che non voglio essere una delle tante.” commentò semplicemente.

“Non lo sei.”

Lei lo baciò con lentezza, mettendosi sopra di lui e premendo il proprio corpo contro quello caldo e sodo del biondo.

“Sai, Malfoy..” mormorò lei, suadente.

“..Cosa?”

“..Credo di aver trovato il modo per assicurarmi che farai il bravo d'ora in poi..” disse con tono pericoloso.

Con un suo rapido gesto della bacchetta i polsi del biondo vennero legati alla testata del letto, da due morbide cravatte.

Lui la fissò con gli occhi sgranati, sconcertato. Poi sorrise, malizioso.

“Se volevi avermi legato in un letto bastava solo chiedere, Mezzosangue..”

Lei sorrise a sua volta, maliziosa.

“Beh, allora buonanotte, Malfoy!” e gli voltò le spalle, tirandosi le coperte fino al mento, con un sospiro appagato.

“Buonanotte?! Ma quale buonanotte, Granger! Non vorrai mica lasciarmi così!” esclamò il Biondo, dimenandosi disperato.

Lei si avvicinò al suo volto, gli sfiorò le labbra con le proprie:

“Così impari a comportarti come un porco per farmi ingelosire..”

“Vuoi davvero davvero davvero lasciarmi legato tutta la notte? Sei davvero così tanto senza cuore?!”

Lei non si lasciò impressionare un attimo: “Proprio così!” gli sorrise e poi si rinfilò sotto le coperte, adorando fin da subito la morbidezza di quel letto.

“Sei davvero incredibile, Mezzosangue..” mormorò lui, scuotendo la testa, il sonno che già iniziava ad avere la meglio sulla sua “indignazione”.

“Lo so. Anche tu non sei male..”

Si addormentarono così.

Lei poggiata contro il suo petto che si alzava e abbassava nel dolce respiro del sonno, lui ubriaco, con i polsi legati alla testata del letto, e un fianco dolorante, ma più felice di quanto si fosse mai sentito da molto, molto tempo.






Riprendono le vecchie abitudini: aggiornamento notturno tutto per voi!
Mi scuso per la lunga attesa, ma oltre ad aver scritto un capitolo molto più lungo del solito, volevo
che fosse davvero come lo immaginavo nella mia mente e perciò la sua composizione ha richiesto tempo.
Spero di non avervi delusi, e che l'attesa ne sia valsa la pena ;)  Aspetto e spero che arrivino le vostre recensioni
con tutte le vostre preziosissime opinioni in merito, sapete quanto esse significhino per me! 


Baci

Noir

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Capitolo 18
*** When love takes over ***


La bolla scoppiò. La trance s'interruppe bruscamente.

Si ritrovarono a fissarsi, uno sopra all'altra, un paio di occhi grigi e un paio di occhi nocciola.

Occhi che avevano appena rivissuto insieme un'esperienza indimenticabile, occhi che si cercavano sempre più spesso tra la folla, e che non si sarebbero più guardati nella stessa maniera.

Si fissarono, incatenati in quell'immobilità, non osando parlare, muoversi, respirare.

“Granger..” disse improvvisamente Malfoy, muovendosi leggermente sotto di lei.

“Cosa c'è?” chiese lei, un po' ansiosa.

“Se non hai intenzione di lasciarmi sfogare i miei istinti, ti cito testualmente, dovresti spostarti da sopra di me..perchè mi sta rivenendo voglia.”

Lei sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e con un fluido gesto si sdraiò accanto a lui.

 

“Allora..” disse poi, il biondo, fissando il soffitto.

“Allora..” rispose Hermione giocherellando con l'orlo del maglione, e sentendo le goti in fiamme.

“Ho bisogno di una doccia..” sospirò Malfoy, stiracchiandosi.

La Granger lo fissò con lo sguardo carico di delusione.

“Si, certo. Capisco. Io allora mi tolgo di torno.” asserì evitando il suo sguardo, e cercando nei dintorni del letto quello che restava del suo vestito della sera precedente.

Lui la fissò inarcando un sopracciglio: “Nessuno ti sta cacciando fuori, Mezzosangue. Certo che per essere la salvatrice del mondo magico, ti sfuggono le cose più elementari, eh?”

Lei si voltò di scatto, guardandolo male. “Quali cose elementari mi starebbero sfuggendo, Malfoy?”

Lui si mise seduto sul letto, raccogliendo le energie per venire fuori da sotto le coperte.

Si alzò con calma.

La Granger gli dava le spalle, evitando ostinatamente il suo sguardo.

Lui si sfilò la camicia con eleganza, e gliela gettò di sopra.

“Ti credi spiritoso Malfoy? Beh sappi che non lo sei aff...” ma le parole le morirono in gola,non appena posò gli occhi sulla figura del Serpeverde.

Era totalmente e meravigliosamente nudo.

Lui ghignò nella sua direzione, galvanizzato all'ennesima potenza per averla lasciata senza parole.

“La doccia, la vieni a fare con me?” le chiese, indicando il bagno con un eloquente cenno del capo.

E in quel momento Hermione Granger si trovò davanti un bivio.

Poteva scegliere di dire di no, ignorare gli eventi che si erano verificati nella loro notte di pazzia, e continuare a cullarsi nelle classiche certezze di una vita.

Oppure poteva scegliere di dire sì, ammettere a se stessa che Draco Malfoy l'ammaliava e le prendeva l'anima come nessuno era mai riuscito prima, e farsi quella dannata doccia.

Scelse la via della perdizione.

 

Lei, esitante, cercando di guardarlo in viso, e di non far scivolare lo sguardo su tutto il ben di dio che le si profilava davanti, disse: “No, credo che passerò..”

Lui sembrò enormemente deluso, e voltandole le spalle (offrendole la vista mozzafiato del suo tonico posteriore), si rintanò nel bagno, sbattendo la porta.

Non appena si chiuse la porta della toilette, Hermione saltò in piedi, eccitata come una bambina.

Stava per fare qualcosa che in vita sua mai e poi mai si sarebbe sognata di fare.

Si sfilò i boxer di Draco, e li osservò con un sorriso colmo di affetto: in pratica erano stati i suoi compagni di follia.

Per ultimo si sfilò con un gesto deciso il maglione, il suo maglione, verde e profumato e lo poggiò sul letto.

Nuda, si diresse a passo felpato davanti la porta del bagno, e cercando di non far rumore la schiuse.

L'acqua scorreva abbondante, e una densa voluta di vapore s'innalzava dalla parte aperta della cabina in vetro trasparente.

Draco le dava le spalle, godendosi il calore del getto sul viso, del tutto ignaro della sua presenza.

Muovendosi con la massima circospezione possibile, attraversò tutto lo splendido bagno e aprì la porta della cabina doccia.

Lui si voltò, incuriosito dalla ventata di aria fredda che aveva disturbato il bollore della sua doccia solitaria.

Non appena la vide, e realizzò il fatto che fosse lì, nuda, solo per lui, la sua mascella fu lì per lì per toccare il pavimento.

“Ci ho ripensato.” commentò lei, semplicemente, cercando di convincere la propria faccia ad essere sensuale e non imbarazzata.

“Salazar.” ansimò soltanto lui, estasiato dalla sua visione.

Lei si chiuse la porta della doccia alle spalle, e l'atmosfera sembrò surriscaldarsi di altri dieci gradi.

Senza un'altra, sola, parola, lui l'attirò a sé, facendo aderire ogni parte del suo corpo bagnato su quello della Grifondoro.

Mentre le baciava il collo, la mandibola, le spalle, con passione, mormorò, alzando gli occhi, adorante:

“Non avresti potuto farmi regalo più bello, Granger.”

Lei rise, divertita, ed eccitata per tutto quello che li aspettava.

Lo sguardo le cadde su una splendida ampolla di bagnoschiuma poggiata su un piccolo scaffale che sporgeva dalla parete. La prese e svitò il tappo, ne fuoriusci un meraviglioso profumo di menta e cocco. Realizzò che aveva già avuto di sopra questo odore, soltanto la notte precedente.

“Posso?” chiese soltanto al biondo, che la fissava come se avesse voluto farle tutte le cose più depravate dell'universo.

“E me lo chiedi?” domandò lui, una luce ironica negli occhi, l'erezione ormai impossibile da nascondere.

Si versò una noce di bagnoschiuma nel palmo e strofinando ne ricavò una bella schiuma soffice e corposa.

Iniziò ad insaponarlo, ed ogni parte del corpo su cui poggiava le mani, era pura scoperta.

Aveva un fisico molto asciutto, ma tonico , e toccarlo era un'esperienza eccitante da morire.

Iniziò dalle spalle, per poi scendere sul petto, gli addominali ben definiti, i fianchi stretti, e poi.. stupendo anche se stessa per la propria audacia passò le mani sul suo magnifico posteriore. Lui si strofinava contro di lei, gli occhi chiusi, godendosi ogni sua carezza.

“Ti piace?” chiese lui, con un sorriso sornione, alludendo al punto in cui le sue mani erano poggiate.

“Anche troppo.” rispose lei, sincera, arrossendo leggermente.

“Sai cosa mi piace di te, Granger?” domandò lui, scrutando con un mezzo sorriso il volto di lei, ancora arrossato per l'imbarazzo.

“Che cosa?” chiese lei in un soffio, lasciando le mani dove si trovavano.

“Il fatto che tutto in te trasudi innocenza. Solo che è un'innocenza fittizia.. in realtà, dentro, nascondi aspetti ben più interessanti da esplorare.” le mormorò contro le labbra, baciandola, e facendo accarezzare le loro lingue in una danza piena di passione.

“Credi che sia questa la ragione per cui stiamo così bene insieme?” domandò lei, strofinandosi a sua volta contro di lui, cercando di dar sollievo alla forte eccitazione che le attanagliava il bassoventre.

“Forse..o forse è il fascino degli opposti.. non saprei dirti. So solo che mi fai impazzire, letteralmente. Ma credo di avertelo già detto nelle ultime ventiquattr'ore..” disse poi, alludendo ai ricordi recuperati della nottata di bagordi.

Hermione abbassò lo sguardo, il getto caldo della doccia che carezzava la sua figura, disinibita come mai si era mostrata a nessuno.

“Ora tocca a me insaponarti.” aggiunse poi, Malfoy, gli occhi meravigliosamente grigi, che brillavano al sol pensiero.

L'accarezzò con delicatezza in ogni sua parte, massaggiandola e sfiorandola in modo da eccitarla il più possibile. Sapeva decisamente quali punti toccare, e alla fine Hermione si sentiva sul punto di esplodere, a causa del bollore che le aveva causato su tutta la superficie del corpo.

Improvvisamente il poco spazio che li separava sembrò lungo chilometri e chilometri.

Hermione gli saltò in braccio, stringendo le cosce ai suoi fianchi, e baciandolo con un'intensità di cui non si sarebbe mai ritenuta capace.

Lui la strinse a se, rispondendo a quel bacio con pari intensità, gemendo sotto le sue mani, affondate nei suoi capelli, e desiderando avere di più.

 

Stavolta nessuno gli avrebbe impedito di fare l'amore con lei.

Ne aveva bisogno, non ce la faceva più ad averla sotto gli occhi così disinibita, così bella e perfetta, e non poterla sentire sua per davvero.

In realtà non sapeva di preciso in quale esatto momento avesse iniziato a considerarla sua, ma da qualche tempo a questa parte non ne poteva fare a meno.

L'idea di lei con un altro lo mandava al manicomio, l'idea che lei continuasse a non voler fare l'amore con lui lo faceva impazzire... un momento.

Da quando in qua aveva iniziato a parlare di “fare l'amore”?

Da quando in qua stava diventando una specie di sdolcinato cupido, con tanto di alette e freccette a forma di cuore?

La guardò per un momento negli occhi, per trovare la conferma che nulla in se stesso fosse cambiato, che per lei non nutriva tutto quel vortice di sensazioni che lo spaventavano e lo confondevano a morte.

Piantò i propri occhi nei suoi color nocciola, occhi dolci, leggermente screziati, che tanto spesso si erano infiammati per lui e contro di lui.

No, non era più lo stesso.

Il cuore gli batteva forte, troppo forte.

Doveva fare qualcosa per ristabilire l'ordine dei suoi pensieri, qualcosa che lo salvasse da quell'uragano di emozioni che lei gli scatenava.

 

Seguendo l'istinto, mosse un passo verso la parete di vetro e fece in modo che lei vi poggiasse la schiena e la nuca, poi la sollevò leggermente verso l'alto, preparandosi ad entrare dentro di lei.

Ma figurarsi se la Mezzosangue sarebbe stata ferma e buona a farsi scopare come una qualunque delle ragazze con cui era stato in passato.

No. E ogni parte del suo essere ne era perfettamente conscio.

“Non così.” sussurrò lei semplicemente.

Lui poggiò la fronte contro la sua, ad occhi chiusi, godendosi il calore dei loro corpi così vicini.

Quella era una mattina piena di strade da scegliere per i nostri personaggi.

E anche Draco, come Hermione prima di lui, prese la sua decisione.

Chiuse il getto dell'acqua e spalancò la porta della doccia.

“Malfoy, che stai facendo? Siamo tutti bagnati!” esclamò scandalizzata la Granger, mentre lui sempre tenendola in braccio, usciva dalla cabina della doccia e spalancava la porta del bagno, entrando nella splendida stanza da letto dei Serpeverde.

I loro corpi grondavano acqua sulla morbida moquette color verde muschio.

Il crepitare del camino era l'unico suono che faceva compagnia alle loro risate sommesse.

Draco la depositò sul proprio letto, con non troppa delicatezza, il volto incendiato dalla passione.

“Draco, ma che fai! Il tuo letto.. così lo bagniamo tutto!” esclamò lei, cercando di mettersi seduta.

Lui la fissò come folgorato.

Le poggiò una mano sull'addome, e con delicatezza la fece sdraiare.

“Ripetilo.” mormorò carezzandole i seni bagnati, le lente goccioline che si raggruppavano nella dolce fenditura che era il suo ombelico.

Lei lo fissò aggrottando le sopracciglia. “Cosa devo ripetere?”

“Quello che hai detto prima..” rispose lui enigmatico, baciandole ogni parte di pelle disponibile sopra il quale riusciva a mettere le mani.

Improvvisamente la consapevolezza si fece strada sul bel volto della Grifondoro.

“Draco.” disse, sorridendo apertamente.

Lui sorrise a sua volta, baciandole in una lenta ed erotica discesa, le labbra, il collo, il senso, l'addome..

“Ancora.”

“Draco..” sussurrò lei stavolta, mentre le labbra di lui scendevano al di sotto dei fianchi, e si andavano a posare sulla sua intimità.

“Draco.” ansimò, quando la sua lingua prese a carezzarle il suo punto più sensibile, bagnato dall'acqua della doccia e dalla propria eccitazione incontenibile.

Malfoy sollevò il capo dalle sue cosce, e si sdraiò sopra di lei, avvicinando le labbra alle sue, fissandola con un'intensità che quasi faceva male.

“Sei la prima ragazza che si sdraia sul mio letto Granger. Hai detto che non ero in grado di fare l'amore, ma adesso voglio dimostrarti quanto ti sbagliavi.”

Gli occhi di lei si spalancarono, fissandolo a loro volta stupiti.

“Prima di farlo devi dirmi una cosa..” mormorò lei, la voce roca dall'eccitazione.

“Che cosa.” mormorò lui in risposta, senza scostarsi di un millimetro da lei.

“Le cose che mi hai detto stanotte.. mentre eravamo ubriachi.. su di me, su di noi..” arrossì in quel suo modo così dolce e insieme sensuale, “..le.. le pensi davvero?”

Lui non esitò un attimo.

“Ogni singola parola.”

La baciò con intensità spaventosa, cancellando ogni insicurezza di lei, divorando le sue paure e trasmettendogli tutto quello che sentiva in quel momento.

“Ripetilo.” mormorò poi il Hermione, osservandolo dalle palpebre socchiuse, e lui la trovò erotica come mai lei si sarebbe sentita.

“Ogni singola parola.” mormorò deciso, allungando una mano verso il basso, per aprirle le gambe sotto di lui.

“Ancora.”

“Ogni. Singola. Parola.”

 

La penetrò con decisione.

 

Lei gettò il capo all'indietro, gemendo estasiata.

Le prese i polsi fra le mani, le sollevò le braccia e gliele mise ai lati della testa, imprigionandoli dolcemente.

Si immergeva dentro di lei con spinte intense, anche se non era vergine, il suo antro era molto caldo e stretto, e ogni volta che vi si immergeva, sentiva tutto il corpo attraversato da una vera e propria scarica elettrica.

“Quante volte l'hai fatto, prima che con me?” gli soffiò all'orecchio, rallentando un poco il ritmo delle spinte.

“Solo una volta.” ansimò lei in risposta.

Lui sorrise sornione, sollevando il busto e accarezzandole la labbra con i polpastrelli.

“Che hai tanto da sorridere?” chiese lei, baciandogli le dita che indugiavano sulle proprie labbra.

“Voglio che questa volta cancelli totalmente la tua prima.”

Detto questo, non le diede la chance di rispondere, perchè la baciò piano, e riprese a muoversi dentro di lei con desiderio a malapena trattenuto.

Sebbene ogni spinta fosse intensa ed erotica da morire, Malfoy la carezzava, la baciava, cercava in continuo un contatto più intimo con lei.

I corpi bagnati scivolavano l'uno sull'altro alla perfezione, e le lenzuola fradice sotto di loro non facevano altro che aumentare la loro eccitazione.

Rotolarono giù dal letto, nell'intensità del rapporto, e finirono sul morbido tappeto.

Tappeto, sopra il quale ironicamente, si era svegliata quella stessa mattina, Hermione.

Desiderosa di sperimentare le proprie capacità, la Grifondoro, approfittando della loro caduta sul tappeto, invertì le posizioni, mettendosi a cavalcioni sopra di lui.

La schiena dritta, e l'espressione fiera di una splendida leonessa.

Iniziò a muoversi, Draco assecondava i suoi movimenti tenendola per i fianchi, e ben presto si sentì vicina al culmine.

Malfoy se ne rese conto, dall'aumentare dei suoi ansiti, e allora invertì nuovamente le posizioni.

“Voglio essere io a farti venire.” commentò semplicemente, aprendole le gambe per la terza volta quella mattina, e scivolando dentro di lei con intensità.

La guardò, beandosi dello specchio del suo piacere che erano gli occhi di lei. Bastarono solo poche altre spinte, e l'orgasmo di lei, lo travolse come un fiume in piena.

I gemiti della Grifondoro lo infiammarono a tal punto, che trascinato nell'eccitazione più smodata, venne anche lui, un istante dopo, gettando il capo all'indietro.

Una vera e propria scossa elettrica lo attraversò dalla testa ai piedi, mai in vita sua si era sentito così appagato e felice dopo esser stato con una ragazza.

Uscì da lei con delicatezza, e si sdraiò al suo fianco sul tappeto.

Hermione aveva il fiatone, e fissava distrutta il soffitto.

Intrecciò le dita alle sue, cogliendolo di sorpresa.

“Sai..” disse, interrompendo quel silenzio denso di appagamento.

“Per essere uno che non ha mai fatto l'amore, non te la cavi affatto male..”

Scoppiarono entrambi a ridere, il lieve bagliore del camino che si riverberava sui loro corpi accaldati.

 

 

Blaise Zabini, a discapito dei gelidi spifferi che attraversavano i corridoi del castello, sudava copiosamente. Erano ore che andava alla ricerca di Ginevra, ma di lei nessuna traccia.

Iniziava davvero a preoccuparsi.

L'unico posto in cui ancora non aveva controllato era il bagno dei prefetti, così vi si stava recando in gran fretta, pregando di trovarla lì.

Il bagno era illuminato dolcemente dalle numerose fiaccole agganciate alle pareti. Il gorgoglio dell'acqua faceva da unico sottofondo ai suoi passi affrettati.

Su un divanetto posto nel lato est della stanza, intravide una chioma rossa.

Si sentì invadere dal sollievo, l'aveva trovata, finalmente!

“Gin, ma che diavolo ci fai qui? Mi hai fatto spaventare a morte!” esclamò, venendole incontro.

Ma gli occhi della rossa non reagirono minimamente al suo richiamo, né sembrarono registrare in alcun modo la sua presenza.

Fissavano il vuoto, spenti, e immobili, come quelli di una bambola di porcellana.

“Ginny?” domandò Blaise, scuotendola con dolcezza, reprimendo un'ondata di paura.

Nessuna risposta.

“Ginevra, che ti prende?” le chiese disperato, scuotendola più forte.

La prese in braccio, e il suo corpo si accasciò contro il proprio come quello di una bambola di pezza.

“Ginny ti prego dì qualcosa, qualunque cosa!” la scosse, cercando una reazione qualunque.

Lo sguardo disperato del Serpeverde si posò sul pugno destro della Rossa, che sembrava stringere qualcosa nella sua morsa.

Rapidamente estrasse l'oggetto che teneva stretto: era un biglietto.

Sempre più esterfatto, lo aprì, diceva soltanto.

 

Spero che ti sia di lezione, brutta traditrice del tuo sangue. Così impari a sedurre ragazzi che non sono alla tua portata.

 

Agghiacciato, Zabini strinse il biglietto in una mano e si lanciò in una folle corsa verso l'infermeria, l'esile corpo della rossa che sussultava ad ogni falcata.




 

Capitolo breve, ma per amore di aggiornare rapidamente ho preferito così.
Oltreutto mi sembra che sia pieno di interessanti avvenimenti. :P 
Al solito vi chiedo di recensire e farmi presente qualunque tipo di osservazione in merito a 
storia, personaggi, stile, scrittura, insomma qualsiasi cosa è apprezzata enormemente dalla
sottoscritta :) Spero che il capitolo vi piaccia, di non aver deluse le aspettative, fatemi sapere, ci conto ;)
Bacii

Noir

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Capitolo 19
*** Shadow is the only friend I have ***


Ginny Weasley aveva freddo.

 

Tutto nella stanza, ogni superficie, era di un bianco accecante, che le feriva gli occhi arrossati. Si sentiva come se si stesse rimettendo da una lunga malattia, ma tutto ciò che riusciva a ricordare era di essere andata a cercare qualcosa da mangiare quella mattina all'alba, poi il buio più totale.

Lentamente riuscì ad andare oltre il velo di nebbia che rendeva l'ambiente circostante indistinguibile, e realizzò di trovarsi in infermeria.

Lanciando una breve occhiata verso la finestra intravide il cielo magnificamente rosato, segno che l'alba era al suo zenit.

 

 

Improvvisamente si materializzò una chioma corvina ondulata, che giaceva profondamente addormentata accanto il suo fianco destro, con la fronte poggiata sul lettino.

Sorrise istintivamente.

Blaise la stava vegliando, era lì.

Sciolse con delicatezza la presa dalla sua mano, e quest'ultimo si svegliò, schiudendo pigramente gli occhi color del zaffiro che tanto l'ammaliavano.

Vedendola sveglia, le sue labbra si tesero in un enorme sorriso, e con un balzo si fiondò su di lei, stringendola tra le braccia.

“Oh Ginevra.. mi hai fatto preoccupare da morire..” le mormorò, baciandole i capelli rosso fiamma.

“Blaise..sto bene.. mi dispiace tanto averti fatto preoccupare, io non ricordo nulla di quello che è successo.. come ci sono finita qui?” boccheggiò lei, abbracciandolo stretto.

Il moro le raccontò concisamente delle lunghe ore di ricerca per il castello, e poi del grande spavento nel bagno dei prefetti, e per ultimo estrasse dalla tasca il biglietto accartocciato del misterioso aggressore, e in silenzio glielo porse.

Ginny lo lesse rapidamente, e aggrottò la fronte: “Io non ricordo di aver incontrato nessuno.. ma immagino faccia parte di ciò che mi hanno fatto.. qualunque cosa si tratti. Pero' a logica penso si tratti di un Serpeverde.”

Zabini sbuffò, ravvivandosi i nerissimi capelli con sensualità innata.

“Certo che voi Grifondoro siete proprio fissati con la nostra casa.. e gocciola il bagno, sono i Serpeverde! La fame nel mondo? I serpeverde! Gazza lava le scale? Ancora i Serpeverde.. sai che sorpresa!”

Ginny alzò gli occhi al cielo e gli mollò un pugno sulla spalla.

“La smetti di fare l'idiota?! E' chiaro che si tratta di un Serpeverde, non perchè io abbia voglia di fare discriminazione, ma perchè solo uno di voi mi avrebbe chiamata traditrice del mio sangue, è evidente.”

A questo Zabini non poteva di certo controbattere.

“Non importa chi sia stato.. se un Serpeverde o il Signore Oscuro ritornato dal regno dei morti, chiunque sia il responsabile la pagherà.. te lo prometto.” Affermò accoratamente, accarezzandole la mano con gesti delicati delle falangi.

Gli occhi illuminati dalla sua solita espressione splendente, la Grifondoro lo afferrò saldamente per la mano e lo attirò a se, unendo le proprie labbra a quelle del Serpeverde.

Quest'ultimo inizialmente rimase inebetito dal gesto, ma subito dopo prese ad approfondire il bacio, accarezzandole la lingua con passione.

“Che ore sono?” gli domandò Ginny, allontanando per un attimo le labbra dalle sue.

“Circa le cinque del mattino..perchè?” domandò il Serpeverde perplesso, osservando le mani di lei che giocherellavano con i bottoni della sua camicia.

La grifondoro sorrise, ed era un sorriso carico di malizia. “Abbiamo tempo da recuperare.” disse soltanto. Lo attirò sopra di se, facendolo distendere sul proprio corpo, e prese a divorargli le labbra tra piccoli morsi e baci appassionati.

Zabini, dal canto suo, sentiva che non avrebbe potuto resistere per molto, la camicia da notte che indossava Ginevra non lasciava molto all'immaginazione, ed era letteralmente divorato dalla voglia di fare l'amore con lei da giorni.

Si sfilò rapidamente le scarpe, e s'infilò sotto le coperte, il corpo premuto contro quello di lei, l'erezione ben percepibile attraverso i pantaloni.

“Togliteli.” ringhiò quasi la Rossa, alludendo al capo di vestiario, ormai troppo stretto per contenere la sua eccitazione.

In un attimo il Serpeverde se li sfilò e così anche i boxer, le sollevò la camicia da notte all'altezza dei fianchi e spostando appena gli slip di lei, le entrò dentro.

Premette dolcemente una mano sulla bocca di Ginevra per coprire i suoi gemiti soffocati, e iniziò a muoversi sempre con maggiore urgenza.

In pochi minuti, sarà per l'eccitazione della paura di essere scoperti, o per “l'astinenza” forzata di quei giorni, le regalò un orgasmo intenso e prolungato, e immediatamente dopo la seguì, poggiando la fronte su quella di lei, e leggendo il piacere nei suoi occhi.

Pochi istanti dopo aver recuperato l'uso della parola, si strinsero con dolcezza, e Ginny affondò il volto nel suo petto.

“Grazie per avermi trovata, Blaise.. senza di te forse ora non sarei qui..”

Lui le carezzò con dolcezza i capelli: “ Non dirlo neanche per scherzo Ginevra..promettimi di non farmi preoccupare mai più così.. promettimelo.”

La Rossa chiuse gli occhi, beandosi del calore dei loro corpi uniti.

“Te lo prometto.”

Passarono alcuni istanti immersi nel meraviglioso suono del silenzio reciproco, fin quando Ginevra non disse:

“Blaise?”

“Mm.. cosa Ginevra?” mugugnò mezzo addormentato, il moro.

“Ti amo.”

Silenzio. La strinse tanto forte da farle quasi male.

“Ti amo anch'io.. sei la cosa migliore che mi sia mai capitata.”

 

 

 

Alle otto del mattino l'infermeria era molto più affollata di quanto lo fosse stata all'alba. Ron, Hermione, Harry, Malfoy, la Mcgranitt e Madama Chips attorniavano il letto della più giovane dei Weasley, parlando tutti contemporaneamente e sommergendola di domande di ogni genere.

Anche se obiettivamente non era in grado di illuminarli granchè, circa il proprio aggressore o come si fosse ritrovata magicamente nel bagno dei prefetti, vedere li intorno tutte queste persona che tenevano a lei era qualcosa che arrivava quasi a commuoverla.

Cosa che avvenne veramente, quando fecero il proprio ingresso trionfale Fred e George, entrambi fasciati a pennello nella meravigliosa divisa dei Tiri Vispi, e i volti piegati nello stesso, identico, sorriso.

“Ma no Ginny, se avessimo immaginato che vedere le nostre bellissime facce ti avrebbe fatto commuovere, avremmo portato anche delle foto formato poster da attaccare in camera!” esclamò Fred, fingendosi addolorato.

Per tutta risposta ginny gli tirò un cuscino, e poi li obbligò a farsi stritolare senza alcuna pietà; non le capitava spesso di vedere i suoi fratelli durante l'anno scolastico.

 

Malfoy, dal canto suo, se ne stava in disparte rispetto quell'allegro quadretto familiare, sentendosi come qualcuno tirato a forza in una fotografia dove non c'entrava assolutamente nulla con i soggetti.

Non provava più un concreto disprezzo nei confronti dei Weasley, anche in questo la guerra l'aveva cambiato, rendendo per lui più evidente che mai, che la ragione per cui si erano battuti era effimera quanto vergognosamente retrograda, e quindi non poteva fare a meno di sentirsi semplicemente di troppo, in quella stanza.

Arretrando un passo alla volta, con la massima discrezione, guadagnò la porta e uscì.

 

Di andare a lezione non se ne parlava.

Era una mattinata uggiosa e umida di inizio novembre, e passeggiare per i corridoi quando non c'era nessuno in giro era da sempre qualcosa che lo aveva rilassato.

Perchè sì, ne aveva bisogno, di rilassarsi. Aveva bisogno di riflettere, assimilare, trovare un perchè di quella sensazione di benessere e malessere che lo accompagnava da quando era successo quel che era successo con la Granger, e di tutta la frenesia di quei due giorni per il ricovero della Weasley.

Si ritrovò a domandarsi che cosa stesse facendo sua madre in quel momento; certamente il manor sarebbe stato impeccabile come sempre, e prese in considerazione l'idea di tornare a casa per le vacanze: non voleva lasciare sua madre da sola durante le feste.

Eppure il pensiero di non poter trascorrere quei giorni con la Mezzosangue lo disturbavano in modo estremamente fastidioso.. da quando in qua era diventato una specie di femminuccia rammollita?!

Da quando in qua non ragionava più solo per i propri interessi?

 

Continui flash di quello che era successo tra lui e la Granger gli balenavano in mente, così nitidi da sembrare possibili anche in quello stesso momento.

L'aveva desiderata così tanto in quei due mesi, che adesso che era accaduto realmente gli sembrava soltanto tutto un incredibile sogno ad occhi aperti.

Le mani fra i suoi capelli, il profumo naturale della sua pelle, così fresco e pieno di vita.. il suo corpo in balia delle sue mani, delle sue labbra.. sentiva l'eccitazione crescere nuovamente soltanto al pensiero.

Eppure, c'era un qualcosa che guastava quella sensazione di benessere che lo circondava come un meraviglioso alone dorato, si sentiva in qualche modo incompleto, aveva addosso quella sensazione di irrequietezza.. come quando esci di casa, ti frughi nelle tasche, nella borsa, ma sei comunque certo di aver lasciato in camera tua qualcosa di fondamentale.

Sentiva che mancava qualcosa, soltanto che non riusciva a capire cosa.

 

Si aggirò un altro po' per i vari corridoi, fin quando s'imbattè in una stanza che non aveva mai notato, in un corridoio del secondo piano.

Era una stanza luminosa e arieggiata da tre grandi finestre, poste una accanto all'altra.

Tutte le pareti della stanza erano spoglie, eccetto per un dipinto che fece perdere un battito al suo cuore.

Muovendosi il più silenziosamente possibile si avvicinò alla tela, racchiusa in una semplice cornice, la bocca leggermente schiusa per lo stupore.

Ne riconobbe i lineamenti, familiari quasi quanto quelli di un membro della sua famiglia, l'espressione tetra e sempre seria, e gli occhi, adombrati nel profondo da qualcosa che non aveva mai saputo individuare negli anni precedenti, ma che adesso, forse alla luce della sua nuova maturità, riuscì a comprendere immediatamente: malinconia.

 

Fece scorrere il dito sull'incisione posta alla base del dipinto, ma non ebbe bisogno di leggere il nome per sapere di chi si trattasse.

 

Severus Piton.

 

Negli anni passati si era sempre domandato che cosa si celasse dietro la freddezza di quegli occhi neri e impenetrabili. E improvvisamente, era bastato rivedere una sua rappresentazione appena un anno dopo la sua dipartita, per comprendere sfumature della sua espressione che mai Draco si sarebbe sognato di essere in grado di decifrare.

Chissà per cosa Piton nutriva tutta quella malinconia..chissà se nel luogo dove adesso risiedeva aveva finalmente trovato la pace.

 

E per lui, per Draco Lucius Malfoy, ce ne sarebbe mai stata pace?

Le azioni della guerra lo avevano cambiato, per quanto fosse possibile cambiare per uno come lui, purosangue e viziato fino all'osso, ma qualcosa dentro di lui si era smosso, e lo sapeva.

Da quando poi aveva posato gli occhi sulla Granger, aveva quasi iniziato a credere sul serio di possedere un cuore.

Non un cuore nel senso stretto, sapeva di essere in possesso dell'organo che batteva il suo ritmo costante, i suoi bpm essenziali per la nostra sopravvivenza.

Ma un cuore nel senso lato, qualcosa che fosse in grado di fargli provare, di scaldare quel gelo che avvolgeva la sua anima, ammesso che ne avesse ancora una.

Era sempre stato parzialmente convinto che la sua anima fosse evaporata nel momento stesso in cui il suo braccio era stato dolorosamente marchiato.

Aveva guardato l'Oscuro signore nelle sue fredde, pupille, vuote, e non ci aveva visto altro che se stesso; solo un ragazzo, la cui esistenza aveva appena intrapreso un cammino di non ritorno.

E forte di questa convinzione, aveva iniziato ad affogare se stesso in amplessi vuoti, con ragazze i cui volti si fondevano nel crudo abbraccio della notte più nera, nell'abbraccio dolceamaro dell'ubriachezza e della droga, fuggendo da quello che temeva più di ogni altra cosa: un confronto con se stesso.

Annientato dai ricordi, che s'inseguivano sempre più freneticamente nella sua mente, si lasciò scivolare lungo la parete cui era appoggiato, e si sedette sul freddo pavimento di pietra.

 

Chiuse gli occhi, poggiando la nuca contro la parete, respirando profondamente.

Cazzo, moriva dalla voglia di una sigaretta e un paio di bicchieri di Whisky.

Focalizzò il volto della Granger dietro le palpebre, senza neanche rendersene conto.

Pensò a come la luce del sole faceva sembrare a tratti dorati, i suoi occhi nocciola, a quelle piccole labbra a cuore che aveva distrutto a furia di baci.

La mezzosangue aveva questo strano effetto su di lui: da una parte gli faceva venire voglia di violarla in tutti i modi possibili, contaminare la sua innocenza innata con la sua oscurità, divorarle l'anima, possederla in ogni modo.. dall'altra tenerla stretta fra le braccia e proteggerla da tutti i mali possibili.

 

Da ascoltare:  http://www.youtube.com/watch?v=ejgPZpOk1dE             (se non è in rilievo dovete fare copia e incolla del link su youtube :)  ) 



“Che cazzata..” disse ad alta voce, riflettendo sul fatto che quello da cui avrebbe voluto proteggerla era stato causato anche dalla sua stessa famiglia.

“Cosa è una cazzata?”

 

Spalancò gli occhi esterrefatto, come se l'avesse evocata, la Mezzosangue era lì, sulla soglia della porta, che lo osservava.

“Lascia perdere..” mormorò, tornando a chiudere gli occhi.

Sentì dai suoi passi che si stava avvicinando, per poi lasciarsi scivolare accanto a lui sul pavimento.

“Perchè te ne sei andato?” ruppe il silenzio, la Mezzosangue, sapeva sempre qual era la domanda giusta da fare, lei.

“Mi sentivo fuori posto.”

Non aveva voglia di tergiversare, inventare scusanti o fingere, non in quel momento.

Potè sentire lo sguardo di lei posarsi sul proprio volto, anche senza guardarla; il suo profumo lo penetrava a ondate, quella fragranza così fresca e innocente, così diversa dalla propria, artificiosa e costosa, il profumo di un rampollo, il profumo di un cavaliere rimasto senza armatura.

Per qualche istante si sentì meno solo.

“Perchè sei venuto qui, Draco?” gli domandò poi, la Granger, senza toccarlo.

Desiderava essere toccato, sentire la stretta rassicurante delle sue mani, il battito forte e orgoglioso del suo cuore contro il proprio petto, ma non osava muoversi.

“Avevo bisogno di pensare.”

La Grifondoro annuì, e lui sapeva che capiva davvero.

“Ti manca?” gli domandò poi, facendo riferimento al Piton raffigurato di fronte a loro.

Si strinse nelle spalle, lo sguardo fisso in un punto non ben definito.

“A volte sì. Era quasi come uno della famiglia. Anche se dopo gli ultimi sviluppi, ho quasi la certezza di non averlo mai conosciuto veramente. Vedi quel velo di tristezza che ha nello sguardo? Io non l'avevo mai notato in vita mia, prima di oggi.”

“Possiamo credere di conoscere qualcuno, ma ci saranno sempre aspetti della loro anima che resteranno per noi ignoti.” commentò dolcemente la Mezzosangue, poggiandogli esitante una mano sul braccio.

“E cosa mi dici della mia di anima, Granger?” domandò poi, fissandola dritto negli occhi.

Lei sorrise, senza mostrare i denti, un sorriso dolce e spontaneo che lo scaldò dentro.

“Credo che sia fatta di luce e oscurità, come quella di tutti.”

Draco rimase in silenzio, osservando i granelli di polvere danzare in quadrato soleggiato.

Con lentezza si sbottonò la manica sinistra della camicia, mettendo a nudo la parte di braccio marchiata.

La vide trattenere leggermente il fiato, osservando il marchio nero stampato a fuoco sul suo braccio.

“E se... e se in me ci fosse più oscurità che negli altri?”

La mano di lei gli carezzò lentamente il braccio in una morbida discesa, fermandosi poi all'altezza del marchio, e coprendolo con il proprio palmo morbido.

“Credo che questa non sia stata una tua vera scelta Draco, ma solo la conseguenza di tante azioni portate avanti dalla tua famiglia. Credo che sia solo un intreccio di linee e nient'altro.” commentò con forza, aumentando la stretta intorno al suo polso.

“Tu vuoi credere questo perchè credi che in me ci sia più luce che oscurità.”

“Sono una dei buoni, Malfoy, io crederò sempre che la luce trionfi sull'oscurità.”

 

Chiuse nuovamente gli occhi.

Tutta quella situazione era una follia.

Tenendo sempre gli occhi chiusi l'attirò a sé, poggiando le proprie labbra su quelle di lei.

Si baciarono con lentezza, godendo reciprocamente del sapore dell'altro sulla lingua.

Improvvisamente si staccò di lei, alzandosi in piedi e trascinandola con sé.

Stringendola contro il proprio petto, si scostò con eleganza la frangia bionda, e la trapassò con i propri occhi ghiacciati.

“Granger..ti andrebbe di ripetere l'esperienza di due giorni fa?” sorrise tra le sue labbra, mordendole piano.

Lei lo fissò con quei suoi occhi così particolari, e annuì senza dire niente, un largo sorriso che si faceva strada sulle sue labbra.

“Allora ci vediamo davanti il dormitorio dei Serpeverde fra dieci minuti, dammi solo il tempo di sgomberare un po' il campo.” le strizzò l'occhio con fare complice, e dopo qualche altro interminabile bacio, si separarono.

 

Ma nessuno dei suoi piani focosi da sperimentare con la sua adorata Mezzosangue si poterono realizzare, perchè uscendo dal dormitorio dei Serpeverde, la trovò svenuta sui gradini, un bigliettino stretto nella mano, i lineamenti di pietra come quelli di una bambola di porcellana.

E se qualcuno avesse visto la corsa frenetica di Draco Lucius Malfoy fino all'infermeria, il corpo di Hermione Granger fra le braccia, avrebbe visto le iridi ghiacciate del ragazzo dall'anima oscura illuminate da un velo delicato di qualcosa che poteva somigliare incredibilmente a delle lacrime.









Vi chiedo perdono per l'imperdonabile ritardo. Non ho voluto farvi soffrire in attesa lo giuro!
Ma avevo tre esami da sostenere e oggi mi sono ache ricominciate le lezioni all'università, perciò
purtroppo ho avuto molto poco tempo libero. Ma ehi, sono ritornata con un aggiornamento notturno come 
d'abitudine, e anche se il capitolo non è molto lungo spero sia di vostro gradimento, c ho messo molto impegno. 
Il titolo è tratto da un verso della canzone che vi ho linkato da ascoltare in quel particolare momento di Draco, è una
canzone che personalmente trovo meravigliosa e piena di significato e che si abbina perfettamente alla mia idea della
personalità di Draco. Spero l'ascoltiate e che vi piaccia quanto piace a me. (se guardate the vampire diaries c'era 
in una splendida scena delena nella 3x02) 
Grazie infinite per tutte le belle mail che mi avete mandato spronandomi a scrivere e a continuare la storia, mi avete
resa davvero felicissima, e mi avete dato la forza di scrivere ancora :) 
Al solito se vi va recensite, e ditemi tutto quello che pensate, cosa vi aspettate, domande impressioni, insomma tutto. 
Avevo promesso di fare il saluto a tutti coloro che mi lasciavano recensioni più spesso e vi prometto che lo farò nel prossimo
capitolo, ma stasera sono troppo stanca perciò vi chiedo venia, ma sappiate che siete nel mio cuore e le vostre recensioni
mi incoraggiano sempre a continuare. Grazie infinite a tutti voi! 

Have a nice night 

Noir

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Capitolo 20
*** Un Epilogo, un nuovo inizio ***


Draco Malfoy sedeva su una rigida sedia di legno, in infermeria.

Era una di quelle sedie eternamente scomode, non importa quanto ci si agiti per trovare una posizione ottimale, ma la schiena o l'osso sacro restavano ugualmente doloranti ed esposti.

Fuori dagli spessi vetri della finestra, infuriava un vero e proprio temporale, come non se ne vedeva da tempo ad Hogwarts.

Il tronfio principino, erede prediletto dei purosangue per eccellenza, non ghigna più.

Le labbra sono strette in un'unica rigida linea, la mascella contratta, gli occhi, sconfinati ghiacciai inespressivi.

Tutto in lui sembra rispettare le solite convenzioni, tutto in lui sembra mantenere la solita armatura gelida e composta.

Soltanto un dettaglio stona nell'insieme; tra le mani regge un foglio bianco, una lettera, che oscilla delicatamente nella sua presa. Dettaglio che i più non avrebbero notato, ma in fondo chi, in tutta Hogwarts, e perchè no, in generale in tutta la generazione di maghi e streghe, poteva dire di conoscere davvero il più giovane e tenebroso dei Malfoy?

Il foglio oscilla delicatamente perchè le sue mani sono scosse da un tremito.

Legge e rilegge quelle parole, lo sguardo fisso, così immobile da sembrare semplicemente assente, rilegge quelle parole così tante volte che cessano di avere significato.

Come quando sei ubriaco, ti guardi allo specchio e ripeti le parole all'infinito, fin quando non cessano di avere un senso anche per te.

Ma c'è un piccolo dettaglio che abbiamo tralasciato: Draco non è solo in questa stanza.

In una pozza di luce lunare, giace addormentato, il corpo inerme della giovane donna che gli è entrata sotto la pelle così silenziosamente ed inesorabilmente da togliergli il respiro.

Una mezzosangue, non la più bella, non la più accomodante, o la più aggraziata: semplicemente la ragazza perfetta, nelle sue imperfezioni.

E lui la osserva.

La osserva così a lungo che le iridi sembrano prendere fuoco, la fissa così a lungo che si stupisce che lei non spalanchi gli occhi e si alzi di scatto da quel letto così asettico.

Beve la sua figura come se fosse l'ultima volta che avrà l'occasione per poterla osservare così. La guarda come un amante silente guarda la sua donna dopo aver fatto l'amore: ne osserva i contorni, le lentiggini intorno al naso, le lunghe ciglia scure, i ricci disordinati sparsi per il cuscino.. le labbra rosee e delicate.

La guarda come se non dovesse rivederla mai più. E forse, in fondo, è davvero così.

 

Nel buio della stanza, Draco Malfoy schiude lentamente le labbra, e si alza dalla sedia.

Si china per dare un bacio sulla fronte ad Hermione, ma a metà strada ci ripensa, e si blocca. Lentamente sfiora la mano di lei con la punta delle dita, ma interrompe subito il contatto. Sente che ogni istante perso ad indugiare sulla figura di lei, farà crollare la propria risolutezza sempre di più.

Si avvia verso la porta dell'infermeria, e arrivato sulla soglia si ferma per un attimo.

“Perdonami.”

Lo mormora appena, nel silenzio tombale di quella notte tenebrosa.

Attraversa l'uscio, e si chiude la porta alle spalle.

Anche se il suo corpo si muove come un automa lungo il corridoio fiocamente illuminato, tutta l'anima di Draco Lucius Malfoy è rimasta in quella stanza, in ginocchio , di fianco di lei.

 

 

 

 

Un anno dopo.

 

 

 

Malfoy Manor.

Nello studio un tempo appartenuto al padre, adesso il diciannovenne Malfoy siede su una poltrona di pelle, di fronte al camino.

Le fiamme danzano, riflettendosi nelle sue iridi adamantine, ma non riescono a scaldarlo.

Regge tra le mani un pesante bicchiere di cristallo, pieno per metà di Whisky dal colore ambrato, e anche se il liquore sembra ancora intatto, in realtà è il suo terzo bicchiere nel giro di mezz'ora.

Ma non gliene frega un cazzo.

Qualcuno bussa alla porta, strappandolo bruscamente alle sue tetre riflessioni.

Non si volta verso l'ingresso dello studio, è totalmente avvolto nella propria apatia verso tutto e tutti: potrebbe crollargli il Manor sotto il naso in quel preciso momento, e non farebbe nulla di più che alzare un sopracciglio.

“Draco.” E' Blaise.

Avrebbe dovuto dare una strigliata agli elfi domestici, dato che non erano venuti ad annunciare l'arrivo dell'amico in anticipo. Stupide creature.

Non ha voglia di vedere nessuno, né tanto meno di parlare con nessuno.

“Blaise.” risponde semplicemente, perchè è il massimo dello sforzo che le sue corde vocali possono compiere.

“Non hai risposto alle mie lettere.” Il suo tono non è un'accusa, è più che altro una semplice osservazione.

Draco continua a fissare il fuoco, lo sguardo assente.

“Sai che non mi piace scrivere lettere, roba da femminucce.”

L'amico sbuffa, e si accende una sigaretta. “Certo, questa risposta mi andrebbe benissimo se avessi risposto a uno dei duecento inviti che ti ho mandato in questi ultimi mesi.. sai cene, feste, poker.. ho perso il conto di tutta la roba che ti sei perso, impegnato a fare l'eremita bello e dannato.”

Finalmente Draco si alza, sbuffando a sua volta, ma non risponde.

Blaise lo osserva, con i suoi occhi da serpente, profondi e inquisitori.

“I tuoi silenzi ostinati con me non funzionano, Draco, ormai dovresti saperlo.”

Il biondo vuota in un sorso il bicchiere, e a passo felpato va all'armadietto dei liquori per riempirlo di nuovo.

“Che cosa sei venuto a fare, Blaise? A parte darmi il tormento intendo.”

Zabini ignora la sua provocazione, sbottonandosi il pesante cappotto a tre quarti.

“Dato che hai deciso di votarti ad una vita da eremita, ho pensato di portarti qualcosa che potrebbe interessarti.”

Draco alza le spalle con noncuranza, riprendendo a sorseggiare distrattamente il Whisky incendiario.

Zabini estrae dalla tasca interna del cappotto una copia della Gazzetta del Profeta, lo sfoglia rapidamente e dopo alcuni istanti gli porge una pagina.

Draco adesso lo osserva perplesso, e senza fare domande prende il giornale.

Osserva distrattamente la pagina, la minuscola scintilla d'interesse che per un attimo aveva scaldato il suo animo si è già sopita.

“Che cosa dovrebbe colpirmi esattamente, Zabini?” domanda freddamente, cercando di restituirgli il giornale.

Zabini alza gli occhi al cielo, esasperato. “In basso a destra.”

 

Scorre leggermente gli articoli della pagina, fino ad arrivare a quello indicato.

Il suo cuore si ferma per un attimo. C'è una foto di lei.

Una foto di lei.

Una.

Foto.

Di.

Lei.

 

Ha i capelli raccolti intorno alla nuca, le guance arrossate dall'aria invernale ed è fianco della Weasley, le braccia cariche di sacchetti multicolore.

 

La nostra Salvatrice del mondo magico preferita,si dà allo shopping: che sia in preparazione qualche evento speciale?”

 

Hermione Granger, diciannove anni, diplomatasi l'anno scorso presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts con il massimo dei voti mai ottenuto dai tempi del celeberrimo Albus Silente, non cessa mai di stupirci.

Dopo un'estate trascorsa nell'anonimato più totale, ed avendo rifiutato più e più volte di rilasciare qualunque tipo di intervista circa i suoi progetti futuri,la signorina Granger è stata vista più volte in compagnia di un misterioso ragazzo.

Fonti vicine a lei, dichiarano che si tratta di una relazione abbastanza seria, e di questi tempi, che cosa potrebbe allietare maggiormente i cuori dei nostri lettori, se non il fidanzamento ufficiale della beniamina del mondo magico?

Ieri pomeriggio è stata avvistata per le vie di Diagon Alley in compagnia della storica amica Ginevra Weasley, da pochi mesi cercatrice per le Holyhead Harpies, intenta a fare numerosi acquisti: che si stia preparando per un evento speciale?

Sfortunatamente la Signorina Granger è molto gelosa della propria vita privata, e si è sempre rifiutata di rivelare l'identità della sua misteriosa dolce metà.

Dal canto nostro, possiamo soltanto augurarle il meglio, e continuare a tenere occhi e orecchie ben aperte! Al prossimo aggiornamento,

 

Andromeda SweetHeart, cupido express di maghi e streghe famosi.

 

 

 

In silenzio, ripiega il giornale, sentendo lo stomaco contrarsi, e il sapore della bile in bocca.

“Lui chi è?”

Trova infine la forza di domandare, senza distogliere lo sguardo dalle fiamme del camino.

Non traspare alcunchè dal tono della sua voce. Abilità affinate negli anni, nient'altro che facciate, nient'altro che scena.

Ma d'altronde cosa è un purosangue modello, se non la perpretazione di stereotipi su stereotipi? Quand'è che alle persona come lui, è concesso qualcosa di futile come provare dei sentimenti?

Zabini solleva appena l'angolo della bocca. “ Ancora non lo so, posso scoprirlo..se lo desideri.”

Draco rimase in silenzio un attimo.

“Lascia perdere Blaise. Ti spiace andare adesso? Vorrei stare da solo.”

Zabini lo osserva con attenzione, non si lascia ingannare dal suo tono freddo, ma non vuole farlo arrabbiare, non ancora almeno.

Poi scrolla le spalle, si riabottona il cappotto con gesti esperti, e si dirige senza far rumore verso la porta. Con noncuranza lascia la copia del giornale sulla scrivania del biondo al passaggio, sorride tra sé e sé e senza un'altra parola lascia la stanza.

 

Draco Malfoy resta immobile per alcuni, lunghi momenti.

Lei. Fidanzata.. forse. Con un altro.

La mezzosangue, la sanguesporco. La sua mezz.. NO.

Niente ha più senso.

Scaraventa tutto ciò che ricopre la superficie della scrivania sul pavimento. Getta il bicchiere contro il muro, e il cristallo s'infrange in una miriade di schegge trasparenti. Rovescia la poltrona, lancia l'attizzatoio, i soprammobili, le bottiglie.. nulla viene risparmiato, nulla può essere salvato dalla sua furia devastante.

 

Avrebbe distrutto ogni singolo pezzo del Manor se fosse servito quella notte, avrebbe distrutto ogni pezzo di se stesso, se avesse potuto impedire a quel dilagante sentimento, gelido come ghiaccio, e bruciante come fuoco, di corrodere il suo animo come acido.

 

Non doveva pensare a lei. 




 

E' passato tanto tempo, troppo, lo so. Non vi chiedo scusa, perchè ho scelto di aspettare
per non penalizzare la storia; forzarmi e pubblicare qualcosa di scritto tanto per farlo, avrebbe spogliato di ogni significato 
tutto il lavoro fatto in questi mesi. Questo capitolo è l'epilogo di questa storia, ma non la fine. 
Sarà il primo capitolo del seguito di questa storia, che a breve inaugurerò, spero che ciascuno di voi stia pronto a seguirmi come avete
sempre fatto negli ultimi mesi in questa avventura. 
Spero che non mi abbiate abbandonata, e spero che l'epilogo vi piaccia, ma non dimenticate che non è
che l'inizio di una nuova storia, perciò commentate e tenete gli occhi aperti ;) 

Sempre vostra, 

Noir

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