The love cure any pain.

di younghearts__
(/viewuser.php?uid=392073)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


 

Primo capitolo.

 

 

Come tutte le mattine della sua, ormai, monotona vita, Elizabeth si ritrovò ad urlare dietro alla sveglia che sembrava non volesse smettere di suonare.
L'ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze di Natale, era quello che Beth attendeva da ormai quattro mesi e sapere che da li a sei ore, avrebbe varcato la soglia di quel cancello arruginito per l'ultima volta, almeno per due settimane, la sollevava molto.
Si drizzò in piedi, non appena sentì i passi dell'amica avvicinarsi alla porta della sua camera, pronta per fargli una ramanzina.
«Beth, ti vuoi muovere? Non voglio arrivare in ritardo anche oggi, la Owsen ci uccide lo sai!»
La ragazza mugugnò qualcosa come per annuire e poi si diresse verso il bagno.
Quella mattina era veramente orribile, non c'era che dire.
Il trucco, che la sera prima si era dimenticata di togliere, le si era colato intorno agli occhi rendendola simile ad un panda.
I capelli neri, ancora uniti in una crocchia alta e disordinata, erano tutti arruffati.
Beth sbuffò e controvoglia accese il getto d'acqua fredda della doccia infilandocisi poi all'interno, sperando di risvegliarsi dal coma post-sbronza che stava affrontando.
Sapeva benissimo che bere la sera prima di scuola non era affatto una cosa da ritenersi 'giusta', ma quando quel ragazzo al pub di fronte casa la convinse a bere un bicchiere di vodka liscia, offerto ovviamente da lui, poi non riuscì più a staccarla dalla bottiglia.
Era fatta così e ormai tutti i suoi amici sapevano che fare festa con lei, significava tornare a casa distrutti cantando qualche canzone strana e senza senso.
Uscita dalla doccia si avvolse in un asciugamano e si asciugò di fretta i capelli.
Andò in camera e dopo aver afferrato i primi vestiti trovati all'interno dell'armadio si truccò, come suo solito.
Non era una ragazza che in faccia depositava quantità industriali di trucco ma di certo, non usciva di casa, senza aver prima coperto quelle piccole imperfezioni sul viso o aver voluminizzato di più i suoi occhi blu mare.
Quando scese, Chrysten la stava aspettando ansiosa davanti la porta, tamburellando il piede sul pavimento in modo fastidioso.
«Finalmente sei pronta, hai la lentezza di un bradipo Beth!»
«Ciao anche a te Chry, sto benone grazie per avermelo chiesto» disse quet'ultima in modo ironico.
L'amica sbuffò e insieme si diressero alla macchina, pronte per una nuova giornata scolastica.
«Dai su con il morale Beth, smettila di essere perennemente mestruata! Il sole splende, gli uccelli cinguettano..»
«E questa è un'altra giornata del cazzo» la interruppe l'amica.
Chrysten non potè non farsi scappare una risatina alla riposta dell'amica, era sempre la solita scorbutica.
«Ah Beth, oggi dopo scuola io devo andare a casa dei miei a pranzo quindi devi cavartela da sola per fare la spesa» le disse parcheggiando la macchina davanti la scuola.
Elizabeth sbuffò, per le tredicesima volta in quella mattina e girandosi verso l'amica pronunciò le solite parole 'ok, io faccio la spesa, ma tu vedi di andartene a fanculo'


«Harry, ti vuoi muovere? Siamo in ritardo,le ragazze saranno qui tra meno di due ore e noi ancora dobbiamo fare la spesa»
«Che scorbutico che sei Zayn, da quando ti interessa essere puntuale quando ci sono le ragazze? Tanto neanche le sopporti» disse il riccio, spuntando al fianco dell'amico e andando verso la macchina.
«Appunto, prima ci muoviamo prima la tortura finirà»
«Ci sarà anche Perrie, sta sera?» chiese Harry, notando che il moro al sentire quel nome alzò gli occhi al cielo.
«Per forza Harry, me lo chiedi anche? Siamo 'fidanzati' e giuro che non vedo l'ora che questo mese finisca per porre fine al ribrezzo che provo nel sentirla chiamarmi 'amoruccio mio'»
Il ragazzo scoppiò in una grossa risata, notando i brividi che percorsero il corpo dell'amico pensando al nomignolo affibbiatogli dalla sua 'finta' ragazza, che nessuno in casa One Direction sopportava.
I due scesero dalla Ferrari nera fiammante del moro e insieme si diressero verso il supermercato, dove una spesa noiosa all'insegna del non farsi riconoscere dalle fan stava per aver inizio.
Zayn stava camminando tranquillo verso il reparto delle bibite ma,proprio quando distolse lo sguardo dalla strada per posarlo sul fondoschiena di una commessa li vicino, venne travolto da qualcosa, o meglio,qualcuno.
Era appena finito adosso ad una ragazza ed entrambi erano finiti con lo sbattere rovinosamente il sedere a terra.
«Ehi ragazzina, guarda dove metti i piedi!» urlò infastidito, alzandosi da terra con una velocità inaudita.
La ragazza rimase un po' scossa, forse per l'accaduto o forse perchè solo dopo aver alzato lo sguardo e incrociato quello da cui provenivano quelle parole si accorse di aver fatto una gran figura di merda davanti ad una star internazionale.
«Scusa, avevo la testa da un'altra parte, perdonami» boccheggiò scusandosi lei, per poi alzarsi stando attenta a non ricascare sui suoi stessi piedi e pulendosi la stoffa nera dei jeans.
Zayn la squadrò attentamente per poi farsi uscire uno sbuffo e andarsene facendo un occhiolino a Elizabeth, che rimase li ferma come una stupida e con il cuore a mille.

Erano alla cassa a fare la fila per pagare e uscire da quello strazio assurdo, quando Zayn girando lo sguardo non potè fare a meno di notare la ragazza con cui qualche minuto prima aveva avuto uno scontro.
Altezza media, magra al punto giusto, lunghi capelli neri che le ricadevono appena sotto il seno e due occhi grandi e blu contornati da un trucco nero un po pesante che però,secondo Zayn, le si addiceva alla pefezione. Stava li, con le braccia incrociate intenta a torturarsi il labbro inferiore con i denti, mentre aspettava ansiosa che la commessa le disse quanto doveva pagare.
«Zayn? Andiamo o vuoi stare li immobile ancora un'altra mezzora?» chiese Harry, strattonando l'amico per un braccio.
Il ragazzo annuì, continuando a non scollare gli occhi da quella figura minuta e perfetta che aveva avuto occasione di incontrare poco prima.
Pensò che avesse più o meno dicciottanni e che sicuramente, conosceva la sua identità vista la reazione che aveva avuto poco prima, dopo averlo guardato.
Era veramente una bella ragazza e prima di salire in macchina e partire, la notò posare le borse della spesa dentro una minicooper blu e accendersi una sigaretta.

“Spero di rividerla ancora” sussurrò tra se e se il moro, sperando che l'amico non l'abbia sentito, per poi infilare gli occhiali da sole e partire sgommando.




Writer's Corner:
Ho scritto questa storia vera
mente con il cuore, quindi per favore cagatela, anche solo per offendere.
Sul serio, non sto scherzando,ahah.
Non posso dilungarmi molto, visto che devo andare a studiare latino, che palle.
Comunque vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate e se avete domande di qualsiasi tipo chiedetemi pure o tramite recensione o tramite messaggio.
Se vedo che qualcuno apprezza questa storia la continuo presto, con la scusa delle vacanze di Natale e vi spiegherò tutto per il meglio.
Ho già in mente come continuare questa storia quindi spero che mi caghiate sul serio.
Ora vado, baci 
xxx

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo due. ***



Capitolo Secondo

 

Elizabeth Pov's.

«Beth, sei tu?» squittì la voce strillante della mia conquilina da sotto la doccia, sentendo evidentemente la porta del bagno sbattere.
«No, sono Voldemort, e sono venuto a prenderti!» le dissi, roteando gli occhi al cielo,cercando di sfilarmi i vestiti per poi farmi un bagno rilassante.
Chi poteva essere se non io? Bah.
«Ah ah ah. Davvero simpatica. Come è andata la spesa?» chiese, uscendo dalla doccia e coprendosi con un asciugamano rosa shocking, tipico del suo stile.
«Una meraviglia direi, tralasciando il fatto che ho avuto uno scontro ravvicinato con uno dei tuoi idoli e mancava poco che mi rompessi il sedere dalla botta che ho preso» risposi abbastanza acidamente, ripensando al modo abbastanza sgarbato con cui quel pakistano, alias Zayn Malik, mi aveva parlato.
Certo, non che io avessi qualcosa contro i Pakistani ma se prima avevo veramente pensato di fare qualche pensierino su di lui, ora sicuramente avevo cambiato idea.
O forse, no.
Raccontai tutta la storia a Chrysten, che per poco fece un infarto nel sapere che io 'ragazza qualsiasi' ero andata adosso all' 'incarnazione di un dio greco', sue testuali parole, e che oltretutto mi aveva fatto anche l'occhiolino.
Quella ragazza era un caso perso, sul serio.
«Oddio Beth, come fai ad essere così tranquilla? Sei andata adosso a Zayn Malik, non al primo inserviente del supermercato. Oddio, oddio. Dobbiamo festeggiare!» urlò, forse per la centunesima volta in dieci minuti, correndo in camera per ritornare poi in bagno ricoperta da vestiti di tutti i generi e trucci di ogni tipo.
«Che stai facendo, Chry?» le chiesi, sbuffando e scuotendo la testa animatamente, mentre continuava a posarmi dei vestiti decisamente linguinali davanti al corpo.
Sembrò non ascoltarmi e con uno spintone mi fece sedere sullo sgabello, iniziando a piastrarmi i capelli.
Dopo mezz'ora, o forse di più, aveva finalmente finito e mi lanciò un vestito color blu elettrico urlando uno strozzato «Vestiti, sta sera si festeggia!» per poi cominciare quello che lei definiva 'make up da stupro' su se stessa.

Sbuffai, sapendo che ormai non potevo fare niente per fermarla e infilai il vestito che mi aveva lanciato poco prima.
Linguinale forse era troppo poco per quel vestitino firmato 'gucci'.
Arrivava appena sotto al sedere e aveva una lunga cerniera color metallo sul di dietro.
Guardai la mia immagine riflessa allo specchio e forse, per una volta, riuscii a definirmi 'carina'.
Non che il resto delle volte non lo fossi, ma quella sera lo ero particolarmente di più.

Non avevo idea di dove volesse portarmi quella pazza della mia migliore amica ma non rinunciavo mai ad una serata all'insegna del bere e puro divertimento, e qual miglior modo avrei potuto utilizzare per dimenticare una figura di merda come quella vissuta poche ore prima?


Zayn Pov's.


«Ragazze, siete pronte?» urlò Niall, ansioso di andare a divertirsi in una delle più grandi discoteche londinesi.
Sentimmo un 'sii' tiratissimo dal piano di sopra e dopo cinque minuti, le tre ragazze scesero le scale di casa in tutto il loro fascino.
Danielle indossava un semplice completo color rosso fuoco mentre Eleanor era coperta da un vestito nero molto aderente che le arrivava fino a metà coscia.
«Amoruccio, ti piace il mio vestitino?» squittì la fastidiosa voce della mia fidanzata, che mi si era praticamente incollata al braccio continuando a scuoterlo per cercare di attirare, inutilmente, la mia attenzione.
«Ah-ah, bellissimo, ora andiamo per favore»
Perrie si lasciò andare ad uno sbuffo, forse capendo che non me ne poteva fregare di meno del suo vestito e insieme ci dirigemmo alle macchine.
Direzione? State of Sound, ovvio.

 

Eravamo seduti in uno dei tanti tavolini del privè, mentre aspettavamo ansiosamente la nostra ordinazione.
Louis era sparito insieme alla fidanzata da ormai un po di tempo, mentre Liam e Danielle si stavano dando alla pazza gioia al centro della pista.
Perrie, invece, era sparita appena eravamo entrati nel locale e detto sinceramente, se non si faceva più viva mi faceva solo che un favore.
«Ragazzi, penso di essermi innamorato» urlò Niall, cercando di sovrastare il rumore della musica.
Io e Harry ci scambiammo uno sguardo stranito, per poi girarci verso la direzione in cui puntava lo sguardo del biondino.
Due ragazze, fasciate in vestiti deliziosi, si stavano divertendo al centro della pista da ballo ancheggiando qua e là mentre uomini di tutte le età le guardavano con la bava alla bocca.
«Zayn, ma quella con il vestito blu non è la ragazza che ti è venuta adosso questo pomeriggio?» mi chiese Harry, indicandola con un dito.
La guardai attentamente dirigersi verso il piano bar e non potei farmi scappare un sorriso al pensiero di essere riuscito, per puro caso, a rivedere quei pozzi blu in cui, quasi,riuscivo ad annegare.
Annuì distrattamente alla domanda del riccio, per poi alzarmi e andare verso la direzione della mora.
Era stretta in un vestito blu che lasciava poco all'immaginazione e stava chiacchierando con la sua amica.
«Guarda un po chi c'è. Ragazzina, non sei troppo giovane per uscire a quest'ora?»
Quando si girò verso la mia direzione notai un certo fastidio nel suo sguardo ma appena incontrò i miei occhi, giurai di aver visto una strana luce attraversare quei pozzi blu mentre un sorriso divertito e allo stesso tempo scocciato si fece largo sulle sue labbra.
«Ti ricordi di me?» le chiesi, sapendo già la risposta.
«Per quanto vorrei dimenticare, si , mi ricordo di te. E anche il mio sedere, se vuoi proprio saperlo»
Lasciai uscire una risata divertita dalle mie labbra a sentire quelle parole.
«Piacere, sono Zayn. Zayn
Malik»
Allungai una mano verso la sua che prontamente lei ignorò, roteando gli occhi.
«So già chi sei pakistanboy,non c'è bisogno di fare tante scene, sai?»
Sorrisi, nel vederla prendere in mano il bicchiere di pesquito e farmi un occhiolino per poi allungare la sua mano.
«Elizabeth. Elizabeth Brown» squittì, lasciandosi andare per la prima volta ad un sorriso sincero.
Rimasi incantato davanti a tale bellezza.
I lunghi capelli neri erano stati rigorosamenti piastrati e sembravano quasi più lunghi di quanto li ricordassi.
Gli occhi erano circondati da una sottile linea di eyeliner, mentre della matita nera abbandova nell'interno occhio.
«Ehi, pakistanboy, che hai da guardare? - disse, spostando appena la testa verso destra – A proposito, il sedere come va?»


Writer's Corner:
Okay, non so proprio da dove iniziare.
Inanzitutto, vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito e anche le quattro 'recensioni brevi' che ho ricevuto in posta.
Siete fantastiche, davvero.
Anche oggi non posso dilungar
mi molto a parlare con voi, anche se mi piacerebbe tantissimo.
Spero che questo capitolo vi piaccia! 
Lasciate
mi qualche recensione per farmi capire cosa ne pensate.
Al prossimo capitolo, baci!



 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


*cagate l'angolo autrice alla fine della lettura, grazie*


 
Capitolo terzo


«Ti dispiacerebbe smetterla di strusciarti su di lei e, possibimente,levarle le mani di dosso prima di ritrovarti le palle al posto delle tonsille? Grazie mille» tuonò con cattiveria e,forse, un po di sarcasmo,spingendo il ragazzo biondo e facendolo indiettreggiare di qualche passo, per poi prendere Beth per mano e portarla via da li.
Era tutta la sera che le gironzolava attorno e cacciava in malo modo chiunque si avvicinasse a lei, anche solo per chiederle l'accendino o perchè, per sbaglio, le andava adosso.
Elizabeth era sconcertata del fatto che proprio Zayn malik, star internazionale, provasse fastidio nel vedere qualcuno provarci con lei.
Certo, non che le desse fastidio ricevere quelle attenzioni da parte sua, ma non riusciva a capire per quale motivo lui potesse, forse,essere..geloso? si, decisamente geloso, per una ragazza che conosceva solo da un giorno e di cui, più di tanto, non conosceva niente.
A dir la verità, se ci pensava bene, nemmeno Zayn riusciva a trovare una spiegazione a tutta quella gelosia che da li a poche ore lo aveva praticamente mangiato vivo. 
L'unica cosa che sapeva era che da quando quel biondino dagli occhi azzurri le si era avvicinato al bar, mentre stavano parlando, e l'aveva rubata ai suoi occhi per potersela praticamente scopare con lo sguardo nella pista da ballo, non ci aveva più visto.
Era diventato rosso di rabbia, il sangue quasi gli bolliva nel cervello e le nocche delle mani erano diventate talmente bianche a forza di stringere i pugni che probabilmente se quel Robert gli fosse stato vicino, lo avrebbe ucciso.
«Potresti gentilmente spiegarmi perchè cacci tutti i ragazzi che mi si avvicinano?»sbottò,decisamente arrabbiata, Elizabeth.
Il ragazzo si concesse qualche minuto di silenzio, non sapendo effettivamente cosa dire.
«Ti è andato in pappa il cervello, per caso? No perchè se tu non te ne fossi accorto, tutti qui dentro in questo momento hanno paura di te!» urlò, ancora più forte, cercando di sovrastare la musica.
Aveva pienamente ragione.
Tutte le persone di sesso maschile, in quel locale, erano decisamente impaurite da Zayn e dagli sguardi che lanciava a chiunque provasse solo a posare gli occhi sulla figura magra e slanciata della ragazza.
Il morò si lasciò sfuggire un sorrisino compiaciuto all'idea di esser riuscito a spaventare tutte quelle persone, ma poi si rabbuiò all'istante nel trovare lo sguardo arrabbiato di Elizabeth che lo scrutava attentamente.
«Scusa se sto cercando di proteggerti!» borbottò poi, grattandosi la nuca, decisamente in imbarazzo e incrociando le braccia al petto.
Elizabeth aggrottò le soppracciglia, confusa.
«Beh, ti ringrazio, ma non ce n'è bisogno. Ho dicciott'anni, so cavarmela da sola!» 
«Si vede, infatti tra poco quel Robert ti stuprava in un angolo. Infondo, però hai ragione, che cazzo me ne frega a me? Sei solo una ragazzina e non so neanche perchè sono ancora qui a parlarti, quando potrei fare di meglio» sputò, acidamente, sorpassandola con una spallata.
“Vaffanculo­­” pensò lei, per poi superare un po di gente e andare verso il centro della pista, dove stanziava un enorme cubo.
«Ehi, Beth, vieni qui a ballare!» 
Girò lo sguardo, per guardare chi l'avesse chiamata, e con stupore notò il viso di Robert, il ragazzo con cui aveva ballato poco prima, che le tendeva una mano per aiutarla a salire sul cubo.
Si guardò attorno, cercando tra gli sguardi quello del moro che subito, infatti, trovò.
Stava ballando un po' troppo vicino ad una bionda ossigenata, che muoveva il culo come un cane in calore.
“Patetica”, pensò, non riuscendo però a non bollire di rabbia nel vedere le mani di lei infilarsi tra i capelli neri di Zayn mentre prontamente lui, posava le mani sui suoi fianchi, sussurandogli qualcosa all'orecchio con un sorriso divertito.
E più patetico, in quel momento, era decisamente il fatto che avrebbe voluto esserci lei al suo posto.
Così, con quel pensiero in testa, afferrò la mano di Robert e facendo attenzione che il vestito non si alzasse, salì sul cubo pronta a divertirsi.
“Vuoi la guerra, malik? Bene, che guerra sia”
Se avesse saputo prima, però, che da li a poche ore sarebbe uscita sconfitta da quella battaglia, si sarebbe sicuramente rimangiata tale pensiero.

Pov. Zayn
«Ehi amico, che ci fai qui da solo?» strillò la voce acuta di Harry al mio orecchio, facendomi sobbalzare.
«Oh niente, mi annoiavo e sono venuto a prendermi da bere» dissi, alzando il calice di birra per poi posarci sopra le labbra e sorseggiare un goccio di bevanda.
«Tu invece?» chiesi, puntando gli occhi su quelli verdi del riccio, che prontamente scrollò le spalle a mo' di risposta.
«Ho visto Perrie con un ragazzo, dieci minuti fa» disse poi, nuovamente, girando lo sguardo verso di me «Anche se, ho visto che anche tu ti sei dato da fare» continuò dopo, sorridendo, e mettendo in mostra le fossette.
Sorrisi anche io, ricordando la bionda con cui avevo ballato pochi minuti prima.
Certo, era carina, ma mai quanto lei.
«Zayn, ma quella sul cubo, non è la ragazza con cui parlavi quando siamo arrivati, al bar?»
Girai lo sguardo, un po' annoiato e guardai la direzione in cui puntavano gli occhi di Harry.
Quasi mi strozzai con la birra che ancora avevo in bocca vedendo la figura di Elizabeth muoversi in modo seducente sul cubo, mentre gli occhi di tutti i ragazzi li vicino erano posati sul suo corpo, lasciandosi sfuggire qualche fischio o qualche commento di approvazione.
Strinsi i pugni e con forse troppa violenza mi alzai.
«Questo è veramente troppo! » sbottai, dirigendomi a grandi falcate verso il centro della pista, ignorando i commenti bruschi delle persone che spingevo per farmi spazio.
Quando arrivai davanti al grande cubo nero, la presi per le gambe e caricandola sulla mia spalla come un sacco di patate, uscii da quella folla di deprevati.
«Zayn, dannazione, lasciami!» urlò, sbattendo i pugni sulla mia schiena, cosa che non mi provocò assolutamente nessun dolore.
Cercai la scritta 'toilette' ovunque, fin quando , dopo averla trovata, mi diressi dentro e chiusi la porta a chiave.
«Che cazzo vuoi Zayn?» mi urlò contro, non appena la misi giù.
Cercai di aprire bocca, ma fu inutile, perchè lei continuò ad urlarmi dietro i peggior insulti per il resto dei successivi dieci minuti.
«Come ti permetti di prendermi in quel modo, dopo quello che mi hai detto, eh? Chi ti credi di essere cazzo!» sputò, ancora una volta, mettendosi le mani tra i capelli in modo alquanto disperato.
Fu un attimo , le presi il viso con le mani e prontamente attaccai le labbra alle sue per zittirla.
Quel bacio, inizialmente timido, si trasformò presto nel bacio più bello della mia intera esistenza.


Pov. Elizabeth

Ci misi qualche secondo per capire quello che stava succedendo, ma non potei non sorridere nel sentire le labbra calde e rosee del moro sulle mie.
Con la lingua mi leccò leggermente il labbro inferiore, chiedendo il permesso di entrare e non esitai un secondo a schiudere le labbra.
Quando la sua lingua entrò in contatto con la mia una scarica di brividi mi percorsero la spina dorsale, fino ad arrivare alla punta dei piedi.
Il mio stomaco si contorse, il cuore fece i salti mortali e gli elefanti, tutti in fila, ballarono la macarena.
Non avevo mai provato quelle sensazioni e ancora non riuscivo a dargli un significato, sempre se ne possedevano uno.
 Zayn si era appena fermato e aveva intrecciato le nostre mani, che sembravano fatte per completarsi.
«Perdonami, se sono stato troppo impulsivo prima, ma vedere tutti quegli sguardi su di te mi ha fatto bollire di gelosia, anche se so di non averne nessuno diritto» disse talmente tanto sottovoce che quasi non lo sentii.
«Tranquillo, pakistanboy. Anche io devo confessarti una cosa» dissi, un po titubante, guardandolo negli occhi.
Alzò un soppracciglio e aspettò ansioso.
«Quando ti ho visto ballare con quella biondina ossigenata, giuro che sarei venuta li e avrei ammazzato entrambi»
Zayn sorrise, forse intenerito dalle mie guance rosse di timidezza,e mi lasciò un bacio sulla punta del naso.
«So che è azzardato da dire, ma mi piaci veramente tanto Elizabeth, e non sto mentendo. Chiamalo come vuoi, destino o colpo di fulmine, non mi interessa. So solo che da quando questo pomeriggio mi sei piombata addosso al supermercato, non faccio altro che pensare a te e ai tuoi occhi blu. Può sembrare stupido, certo, ma credo di non aver mai visto occhi più belli dei tuoi»
Disse tutto così velocemente che ci misi qualche secondo a ricapitolare tutto e con un coraggio mai avuto prima lo baciai sussurandogli all'orecchio un «Anche tu mi piaci, pakistanboy, anche se dovresti guardare un po di più la strada, invece che il culo delle inservienti dei supermercati»
Il moro scoppiò a ridere, facendo rimanere incantata la povera Beth, che mai aveva sentito risata più bella.
“Ti stai rincoglionendo, per caso, Beth? Togliti quel sorriso da ebete in faccia, cretina”
“Stai zitta, coscienza di merda”

«Quindi ti andrebbe se ci frequentassimo?» disse Zayn grattandosi, ancora una volta, la nuca.
Era strana la quantità di volte in cui , in una sola sera, si era imbarazzato.
Senza rispondergli mi fiondai sulle sue labbra, allacciando le braccia intorno al suo corpo.
Lo sentii sorridere e mai fui più felice di quel momento.
Si sa, però, che le cose belle durano sempre troppo poco.
••••••••••••••••••

Erano appena usciti dal bagno, mano nella mano, quando una voce stridula arrivò ovattata alle loro orecchie.
Zayn ritrasse subito la mano, quasi spaventato, e Elizabeth agrottò le soppraciglia confusa ed irritata dal gesto del moro.
«Amore, finalmente! Ti stavo cercando da per tutto!» urlò una biondina, giungendo davanti alla coppia.
Elizabeth la scrutò attentamente, sicura di averla già vista da qualche parte, ma la memoria decise di abbandonarla proprio in quel momento.
«E lei chi è, Zaynuccio?» chiese, guardando Elizabeth con aria di superiorità.
Quest'ultima alzò un soppracciglio, allacciando le braccia al petto, spostanto lo sguardo dalla biondina a Zayn e da Zayn alla biondina.
Chi era quella? E perchè aveva chiamato Zayn in quel modo?
«Oh, lei è Elizabeth, una mia vecchia amica» disse il ragazzo, sull'orlo di una cristi isterica, mentre continuava a torturarsi le mani.
Si era infilato in un casino più grande di lui, se lo sentiva, e questo portava alla perdita di un'unica cosa, o meglio, di un'unica persona. Elizabeth.
La ragazza lo guardò con aria indagatoria, incazzata e quasi buffa, chiedendosi perchè l'avesse presentata come una vecchia amica se solo dieci minuti prima le avevo detto di volersi frequentare con lei.
Certo, sapeva benissimo di non poter essere definita come la sua ragazza, ma nemmeno come una vecchia amica.
Che si vergognasse di lei?
Si girò, non appena con la coda dell'occhio vide la mano della bionda allungata verso di lei.
E sicuramente, non la avrebbe mai stretta,se avesse saputo prima chi fosse.
«Ciao, sono la fidanzata di Zayn, mi chiamo Perrie»
Bum.
Il cuore, le era esploso in gola.




Writer's Corner
Ciao a tutte! c:
Finalmente sono tornata con il terzo capitolo, ma purtroppo non ho molto tempo quindi andrò subito al sodo.
1. Vi amo lo giuro! Ringrazio tutte quelle che hanno recensito, quelle che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e anche le lettrici silenziose.
2. Questo è solo un capitolo di passaggio, infatti non è proprio il massimo di 'bellezza'. Serve solamente come 'crisi' diciamo, è il primo dei tanti problemi che affronteranno i due personaggi, probabilmente il più grande, ossia Perrie. Per chi non lo avesse capito, la relazione tra quest'ultima e Zayn è una sorte di 'costrizione' per Zayn, che non vorrebbe affatto essere il suo fidanzato, ma che è costretto a causa di un contratto.  Queste cose, però, verranno spiegate andando avanti con i capitolo.
3. Chiedo scusa in anticipo per i vari errori ortografici ma il mio computer sembra avermi voluto abbandonare proprio oggi e ho dovuto mandarlo in riparazione. Purtroppo il capitolo era già salvato li, quindi ho dovuto farmi forza e riscriverlo tutto con l'Ipad, ma a quanto pare non sono ancora molto pratica con quel coso. 
4. Vi lascio qui di fianco il link di una mia storia, scritta qualche giorno fa, su Niall. E' un po diversa dalle solite storie che scrivo, quindi vorrei aver qualche consiglio! ------->  I'll be here.
Lettrici silenzione, fatemi sapere anche voi cosa ne pensate di Zayn ed Elizabeth, non vi mangio eh.
Ora vi saluto, lasciandovi con le foto dei personaggi e qualche gif.
Baci,al prossimo capitolo, xx.


                                                                                                                                                                                                                         
       
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Capitolo quarto


Cinque giorni, sessanta chiamate perse e trenta pacchetti di fazzoletti dopo, Elizabeth stava passeggiando tra le vie della affollata Londra.
Era ridotta ad uno straccio per un semplice ragazzo pakistano che si era divertito a prenderla in giro, e questo proprio non le andava giù.
Indossava un semplice pantalone della tuta nero leggermente largo, una maglietta bianca talmente lunga da farla sembrare una rapper e le sue amate Nike Air Force basse e bianche ai piedi.
Non si era truccata quella mattina, troppo indisposta per farlo, ed era uscita per prendere una boccata d'aria talmente velocemente che non aveva nemmeno salutato la coinquilina. Doveva andare a fare un giro, a riflettere e ad allontanarsi dal suo letto, che ormai la circondava solo di brutti ricordi e pensieri.
Da quella sera,infatti,non riusciva a fare altro se non piangere davanti alla minima e stupida cosa che le ricordasse lui.
Come quando qualche giorno prima era andata a fare la spesa con Chrysten e passando quà e là tra qualche scaffale per prendere il minimo indispensabile, aveva incrociato la figura snella e alta dell'inserviente che,qualche giorno prima, aveva attirato l'attenzione di Zayn facendolo sbattere, appunto,adosso a lei e come una stupida era scoppiata a piangere davanti a tutta la gente che passava li vicino, che la guardava credendola forse pazza.
Si era imposta tante volte di non pensarci, di far finta di niente e andare avanti a testa alta ma come sempre,non ci era riuscita.
Più cercava di non pensarci, più la sua figura le annebbiava la mente facendo 'si che gli occhi le pungessero e le labbra rosee, ormai crespe e tutte mordicchiate, le iniziassero a tremare.
Era strano come nel giro di pochi giorni, quella cresta nera e quei occhi talmente cupi da metter quasi paura, fossero riusciti ad abbattere tutti i muri che si era costruita attorno, impossessandosi della sua testa e rendendola fragile agl'occhi di tutti.
In quei cinque giorni aveva ricevuto almeno una sessantina di chiamate, la maggior parte di Harry e dei suoi genitori, mentre Zayn si era limitato a mandarle un massimo di due messaggi al giorno,rispettivamente del buongiorno e della buonanotte, in cui in entrambi le rivolgeva le sue più mortificate scuse e la pregava di rispondere, per poterle spiegare ogni cosa e risolvere tutte le controversie.
Cosa che lei, ovviamente, non fece.

Era ferma davanti ad Harrod's intenta a guardare un vestito a dir poco bellissimo esposto in vetrina, quando il telefono le vibrò in tasca.
Lo tirò fuori,molto svogliatamente, e con stupore notò la scritta 'Zayn' lampeggiare sullo schermo del suo Iphone bianco.

Da: Zayn. 
A: Elizabeth.
«Staresti benissimo con quel vestito bianco adosso, sai? 
Devo ammettere, però, che anche con quella tuta di due taglie più grandi, il viso struccato e i capelli disordinati sei sempre bellissima»


Elizabeth Pov's
Sgranai gli occhi, rileggendo per la terza volta il testo del messaggio, e girando lo sguardo non potei non notare il corpo slanciato del moro appoggiato alla sua macchina dall'altra parte della strada,mentre sorrideva alla mia vista.
Abbassai lo sguardo, vergognosamente, non sapendo bene cosa fare o cosa dire.
Non mi sarei mai immaginata di ritrovarlo li, specialmente mentre mi trovavo in quelle condizioni.
I capelli disordinati raccolti in uno chignon alto fatto male, il naso rosso e gli occhi gonfi, la tuta in cui avrebbe potuto starci all'interno una seconda me, il viso pallido e struccato.
Ero orribile quel giorno, decisamente troppo per farmi vedere da una star internazionale che nel giro di due giorni era riuscito a rubarmi e distruggermi il cuore senza ritegno o indugi.
Senza degnarlo di un ulteriore sguardo cominciai a camminare a passo svelto verso casa con le lacrime che, pericolosamente, minacciavano di uscire.
Girai in un vicolo, sperando che non mi stesse seguendo, idea che però cambiai non appena venni afferrata per il polso da un uomo decisamente alto e robusto che puzzava, e non poco, di alcool.
«Ehi, ragazzina, dove vai così di fretta?» chiese, alitandomi in faccia.
Il cuore perse un battito al sentire quel nomignolo, che tanto avevo odiato quando lo aveva pronunciato Zayn per la prima volta e che ora avrei voluto sentirlo prununciare da quelle labbra soffici e carnose in eterno.
«Ti conviene lasciarmi» - sbottai, cercando di scrollare inutilmente la sua fermea presa dal mio, ormai viola,polso- «immediatamente» sbottai ancora una volta, cercando di essere il più credibile possibile, nonostante le gambe mi si fossero trasformate in due gelatine e le lacrime avessero iniziato a scendere sul mio viso simili a due cascate.
«Altrimenti che mi fai?»mi chiese l'uomo, con un ghigno divertito sul viso.
«Lei niente, ma io di certo non rimmarrei a guardare. Levale le mani di dosso» sbottò all'improvviso una voce. La sua voce.
Girai lo sguardo , incrociando gli occhi neri e cupi di Zayn, che stringeva talmente forte i pugni da aver le nocche bianche.
Lasciai fuoriuscire dalla mie labbra un sospiro di sollievo, nel vederlo li a qualche passo, pronto ad intervenire.
«E tu chi saresti, il paladino della giustizia? Lasciaci divertire» rispose a tono l'uomo, girando nuovamente lo sguardo su di me.
Sul suo viso si dipinse un sorriso malandrino e disgustoso mentre posò le sue luride mani sui miei fianchi, stringedoli con prepotenza, per poi insinuarle all'interno della maglia bianca.
Rabbrividii al contatto con le sue mani fredde e sporche, ma non ebbi nemmeno il tempo di fare o dire qualcosa, che l'uomo fu allontanato dal mio corpo con uno spintone e una figura magra e alta si posizionò davanti a me, come scudo protettore.
«Brutto bastardo, come ti sei permesso!» urlò il signore, ancora una volta, barcollando.
«Ti conviene sparire se vuoi continuare a vivere e guai a te se provi solamente a sfiorare un altra volta la mia ragazza, sono stato chiaro?» ringhiò Zayn, avvicinandosi all'uomo che, deglutendo rumorosamente, annuì e iniziò a correre lontano da li.
Il mio cuore intanto aveva smesso di battere.
"La sua ragazza", ecco come mi aveva definita, e non sapevo con certezza se doverne essere felice o se dover essere ancora più incazzata di prima.
Perchè, in fondo, lui una ragazza già ce l'aveva.
Riabassai velocemente l'orlo della maglietta e sussurando un leggero e balbettato «G-grazie» mi diressi a passo svelto verso l'uscita di quel vicolo buio.
«Aspetta Beth! Ti prego, lasciami spiegare» urlò Zayn, in lontananza, cercando di star dietro al mio passo veloce.
Non lo ascoltai e scuotendo la testa continuai per la mia strada.
«Non è come credi, Beth! Io e Perrie non siamo veramente fidanzati! Le cose che ti ho detto in bagno quella sera, erano vere!» urlò a perdifiato, ancora una volta.
Fermai il mio passo volece e mi imobilizzai sul posto, aspettando che continuasse.
Cosa significava che non stavano veramente insieme? Perchè lei,allora, si era presentata come la sua fidanzata?
Non ricevendo alcuna risposta, Zayn continuò.
«Qualche mese fa i miei datori di lavoro, essendo in quel momento l'unico ancora single, mi hanno costretto a fingermi il fidanzato di Perrie, una delle componenti delle Little mix, così da accrescere la loro fama. Subito non volevo, ma sono stato costretto ad accettare e fidati, non lo avrei mai fatto se avessi saputo prima com'era fatta lei e, cosa più importante, non lo avrei mai fatto se avessi saputo che un giorno avrei incontrato una ragazza dai capelli neri e dagl'occhi blu che mi fanno impazzire. No, decisamente non lo avrei mai fatto. E sai perchè? Perchè Perrie, per quanto possa essere una bella ragazza, non sarà mai capace di farmi battere il cuore come tu riesci a fare solamente sfiorandomi. Perchè Perrie non riesce a farmi provare le emozioni che sei riuscita a farmi provare tu con un solo bacio. Perchè lei non è te, non ha due pozzi blu al posto delle iridi, non ha lunghi capelli neri dal profumo di vaniglia. Perchè lei non si farebbe mai vedere in giro per la città di Londra vestita come sei tu, in questo momento. Ed è questo che adoro di te. Sei te stessa, sempre, e non te ne vergogni.
Sei acida, tremendamente acida, ma quando abbassi le difese e lasci che la gente ti capisca per come sei veramente.. non lo so. Non so come definirti, so solo che sono impazzito in questi cinque giorni ed è colpa tua!» sbottò, mollando un pugno alla parete li vicino.
«E' colpa tua Elizabeth. E' colpa dei tuoi occhi, delle tue labbra, del tuo modo di vestirti, del tuo corpo che mi attrae come una calamita. E' colpa del tuo profumo di cocco e vaniglia, dei sorrisi che mi hai riservato in questi pochi giorni. Hai rapito la mia mente, sei il centro dei miei pensieri e per quanto io mi imponga di non pensarti mi è talmente difficile da impazzire quasi!»
Non parlai, non respirai, non feci niente.
Semplicemente me ne stetti in silenzio, con le lacrime agli occhi e il respiro irregolare, cercando di metabolizzare le informazioni appena ricevute.
«Ti prego, Beth, parla! Fai qualcosa, prendimi a pugni, insultami, impreca contro di me. Fai qualsiasi cosa tu voglia fare, ma ti prego, non te ne andare» sussurò, talmente piano che quasi non lo sentii.
Girai lo sguardo verso di lui, che si illuminò vedendo i miei occhi, e asciugai piano le lacrime con il dorso della mano.
«Cosa ti dovrei dire, Zayn? Non c'è posto per me nella tua vita, purtroppo»
«No, non è vero Beth. Sii la mia 'fidanzata segreta', per favore. Ti chiedo solo questo, per un altro mese, finchè non scaderà il contratto e io mollerò Perrie. Fallo per me, per te, per noi»
Rimasi talmente scioccata da quelle parole, che ci misi qualche secondo a capire pienamente cosa stesse succedendo.
Cos'avrei dovuto fare?
Continuare una vita insapore, infelice e senza Zayn o star con lui di nascosto?
Amore o normalità? Felicità o tristezza?
Testa o cuore?



Writer's Corner:
Ciao ragazze!
Inanzitutto, mi scuso per l'enorme ritardo, ma con la scusa che sta finendo il primo quadrimestre sono piena di verifiche e interrogazioni e sto cercando di non abbassarmi le medie! c:
Poi, volevo ringraziarvi di cuore per tutte le visualizzazioni ( che hanno superato i duecento) e per tutte le recensioni. Vi adoro, lo giuro.
Ringrazio anche chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi, invece, si è solamente limitato a leggere.
Anyway, parlando di questo capitolo, non so proprio cosa dire.
Ho pubblicato questo capitolo per mandare un po avanti la storia, ma sono a casa con 38.5 di febbre, quindi se non è il massimo della bellezza vi prego di capirmi.
Spero comunque che vi piaccia, perchè ho speso molte energie per scriverlo.
Poi, vorrei chiedere un piccolo favore a voi lettrici.
C'è qualcuna disposta a creare un banner e un trailer per la storia?
Io purtroppo, oltre a non aver tempo non sono molto brava in queste cose, quindi se c'è qualcuna disposta a farlo mi farebbe un gran favore!
Fatemi sapere e,per favore, recensite. 
Alla prossima, 
baci xx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2344741