Christmas made in Klaine

di KIAsia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Friends. ***
Capitolo 2: *** Husbands. ***
Capitolo 3: *** Daughter. ***
Capitolo 4: *** Dog. ***
Capitolo 5: *** Son. ***



Capitolo 1
*** Friends. ***


Nome Capitolo: Friends.
Ship: Klaine.
Rating: verde.
N° Parole: 1762.

Una mini-long sulla nostra adorata Klaine per la ChristmasWeek. Ci saranno 7 Natali fondamentali che i nostri ragazzi hanno vissuto assieme, buona lettura:

~Friends~

«Quindi sono tutte importanti per voi? Ma sono taaantissime!» esclamai alternando lo sguardo dagli occhi celesti di Kurt all'alto abete di Natale.
«Oh no, solo le più belle. Sono circa ehm..» Kurt si voltò verso Blaine cercando un aiuto a ricordare, ormai non aveva più molta memoria. A quel punto Blaine si avvicinò e stringendo la vita del suo uomo,, mi sorrise. «Sono sette, tesoro.»
Saltellai sulle punte afferrando una pallina verde lucente nella quale riuscivo a rispecchiare il mio giovane viso. «E questa? Questa è importante?» domandai incuriosito rigirandomi tra le mani quell'addobbo finché Kurt non lo prese e delicatamente lo rimise sull'albero, solo qualche rametto più in alto di dov'era.
«No, questa è una semplice palla verde.. Però questa, » raccolse una grande palla blu con disegnati dei fiocchi di neve e una scritta bianca, me la porse e mi incoraggiò a leggere, squittii contento mentre mi tenevo concentrato la lingua tra i denti. «Ba...by it's co...l...d o..u...t...si...de.. Baby it's cold outside!»
Blaine mi scompigliò i capelli scuri. «Bravo topo, bravo!».

Studiare storia Kurt non lo aveva mai odiato tanto, sbuffò mentre scorreva l'evidenziatore giallo sopra quelle migliaia di infinite parole su un certo Carlo Magno che nella sua mente non erano altro che un lungo e ripetitivo “blablabla e bla”. Kurt fece un salto quando sentì sbattere uno stereo contro un mobiletto di legno, ma appena la voce calda di Blaine riempì la stanza si rilassò e alzò gli occhi sorridendogli. Ne era già cotto a quel tempo, non ricorda nemmeno un momento in cui non fosse pazzo di Blaine Anderson.
«Ciao.»
«Mi hai spaventato!»
«Beh, l'intento era quello. Sono lo spirito del Natale e sono qui per dirti di smettere di studiare tanto..» esclamò Blaine avvicinandosi quatto quatto fino a sedersi proprio di fronte a Kurt che stava cercando di non ridacchiare per l'espressione buffa di Blaine.
«Mhmh, E perché lo stereolone?» domandò Kurt rivolgendo gli occhi all'oggetto che prima lo aveva fatto spaventare.
«Vorrei che cantassi con me.» le sopracciglia di Kurt sbalzarono subito verso l'alto mentre il loro proprietario era sconvolto, contento ed eccitato dall'idea che proprio Blaine Anderson volesse cantare con lui. Blaine sembrò notare la cosa e cercò di risistemare la frase. «Bhe, che provassi con me. Devo cantare Baby, it's cold outside allo spettacolo natalizio quindi..» Blaine animava la sua spiegazione con ampi movimenti delle mani come se fosse stato messo in trappola dalle sue stesse parole e Kurt sperava tanto che quelle fossero solo scuse per poter cantare con lui. Il castano stava decisamente gongolando sul fatto che, oltre a Blaine che voleva cantare, conosceva come le tasche del suo abito preferito la canzone nominata dal ragazzo e quindi poteva risparmiarsi una brutta figura.
«Ah-ah. E' tra i miei pezzi preferiti.. peccato non poterlo cantare insieme.» cercò di restare calmo mentre lanciava quella piccola allusione, se Blaine non avesse capito allora significava che non voleva sentire. Questo corrugò solo le sopracciglia facendo una piccola smorfietta e a quel punto fu il turno di Kurt di correggere le sue parole già abbastanza chiare. Quei ragazzi vedevano doppi fini da tutte le parti, possibile?
«Insomma, come una coppia.. di artisti.»
«Mhmh..» Blaine annuì poco convinto come se sapesse benissimo l'intenzione dell'altro, ma forse no, o forse sì.
«Allora??» fermai il racconto allungandomi sulla sedia. «Allora? Che pensavi?» domandai a Blaine curioso.
«Ehm.. io.. non lo so sinceramente. In quel periodo ero strano.. cioè negavo l'evidente pure a me stesso e .. non so, sai.. credo che forse non pensavo tanto.. cioè boh.. » borbottò lui in risposta mentre si grattava la nuca in chiaro disagio.
«okey okey, caro.. non ti preoccupare! Continuiamo su!» Kurt mi sorrise e riprese fiato.  {KIAsia: scusate un attimo, DITEMI chi di voi si sta domandando ancora CHE CAZZO STAVA A DIRE QUEL “MHMH”!?!? … che rabbia!! *torna a scrivere sbuffando*}

Comunque Blaine continuò a parlare «Allora, mi dai una mano?».
«Tutto pur di non studiare Carlo Magno.» Kurt stava ponderando sulla risposta da dargli alla fine, aveva provato a non pensarci, ma l'idea di rispondere troppo velocemente e di qualche ottava più alta del necessario lo aveva fatto ragionare. Quindi aveva proposto un “okey, okey”, ma era troppo secco e quindi bocciato. Era stato il momento del “Alla carica!!” o “Sono pronto, Anderson!”, ma nemmeno il tempo di pensarli davvero che erano già stati subito bocciati. E per finire aveva pensato a quella risposta semplice, di sufficienza in modo che Blaine non capisse davvero che ne era più entusiasta del dovuto ed.. beh, era perfetta.
Blaine chiuse il libro con un tonfo. «Bene. Musica!» esclamò alzandosi per dirigersi allo stereo accendendolo. Kurt intanto lo osservava sorridendo e un po' rosso in viso mentre sentiva il suo giovane a quel tempo cuore battere veloce ed entusiasta all'idea di cantare col ragazzo che gli piaceva e che dopo avrebbe amato, anche se questo ancora non lo sapeva.
La canzone cominciò e Kurt intonò le prime parole alle perfezione subito seguito da Blaine.

I really can't stay – But, Baby it's cold outside
I've got to go away – But, Baby it's cold outside
This evening has been - Been hoping that you'd drop in

So very nice - I'll hold your hands, they're just like ice
My mother will start to worry - Beautiful, what's your hurry
My father will be pacing the floor - Listen to the fireplace roar
So really I'd better scurry - Beautiful, please don't hurry
Well Maybe just a half a drink more - Put some music on while I pour

Blaine e Kurt si guardavano sorridendosi in modo implicito e le parole facevano sognare l'ingenuo Kurt che si sarebbe per sempre immaginato quelle parole come rivolte proprio a lui e non a causa di una stupida canzoncina. Quello sarebbe accaduto, prima o poi.
Blaine nel frattempo fingeva di dover solo reggere la sua parte, e che l'inseguire il castano come un cagnolino davanti all'osso facesse solo parte della scenografia che la sua mente aveva preparato prima ancora di farglielo sapere a lui. Sorrideva pensando che erano così in simbiosi, lui e Kurt, dopotutto non si erano mica preparati per una qualche scenografia eppure erano perfetti come coppia... di artisti, ovviamente. 


The neighbors might think - Baby, it's bad out there
Say, what's in this drink - No cabs to be had out there
I wish I knew how - Your eyes are like starlight now
To break this spell - I'll take your hat, your hair look swell
I ought to say no, no, no, sir - Mind if I move a little closer
At least I'm gonna say that I tried - What's the sense in hurting my pride
I really can't stay - Baby don't hold out
Ahh, but it's cold outside.
 

Divenne presto uno strano scappare di Kurt e un rincorrerlo di Blaine, erano stupendi in quella piccola stanza della Dalton con il fuoco scoppiettante, la musica di sottofondo e il pianoforte nero. Blaine non aspettò molto prima di suonarlo con Kurt seduto sulla poltroncina che lo osservava incantato. Nessuno dei due poteva credere alle proprie orecchie mentre si ascoltavano formare una melodia unica e perfetta insieme. Kurt pensò che erano perfetti insieme e che chiunque li avesse visti in quel momento ne sarebbe rimasto incantato. Santa Gaga, quanto avrebbe dato per avere la possibilità di registrare tutto per poterselo vedere ogni giorno dell'anno!

I've got to go home - Oh, baby, you'll freeze out there
Say, lend me your comb - It's up to your knees out there
You've really been grand - Your eyes are like starlight now
But don't you see - How can you do this thing to me
There's bound to be talk tomorrow - Making my life long sorrow
At least there will be plenty implied - If you caught pneumonia and died
I really can't stay - Get over that old out
Ahh, but it's cold outside

Kurt ghignò quando si rese effettivamente conto che era lui a comandare lo spettacolo e chiese a se stesso se anche, se mai un giorno, magari, loro.. loro si fossero messi assieme lui avrebbe comandato, ma scosse la testa sapendo che uno: era una cavolata; due: non era il momento di pensare alle cavolate e tre: sarebbero stati alla pari, amanti per sempre. Sì, sapeva anche lui di essere troppo romantico, a volte.
Venne scosso da un tremito quando Blaine si avvicinò, sempre di più, e di più al suo viso. Divenne rosso come un peperone e dopo aver contato fino a cinque si ordinò di muoversi, spostarsi, fare qualcosa! che non fosse colmare quella distanza frustrante. Una delle tante scuse era che non si bacia mai durante un esibizione.. certo.
Si voltò di scatto andando via il più lontano possibile e cercò di riprendere fiato mentre calmava il cuore scalpitante.
Intanto Blaine si stava prendendo metaforicamente a schiaffi per quella stupida mossa, come gli era venuto a mente di avvicinarsi così tanto? Si stava chiedendo con che principio si era preso tutta quella libertà e quella voglia di avvicinarsi ancora di più. La risposta che si auto-dette per non farsi troppe domande fu che “sono un ottimo attore, mi sono immedesimato troppo nella parte!”... certo.

«Cosa? Davvero?» scoppiai a ridere tenendomi una mano davanti alla bocca e all'altra sullo stomaco. «un attore bravissimo?» vedevo chiaramente che anche Kurt cercava di non ridacchiare davanti a Blaine che aveva montano un broncio adorabile.
«Sì, okey?.. ma perché ho voluto precisare? Mpf.» scrollò le spalle. «Comunque, stavo dicendo...»

Finì la canzone dopo che entrambi si erano invitati a sedersi accanto all'altro, ma forse non avevano preso bene le distanze desiderate (o forse sì?) perché si ritrovarono proprio appiccicati l'uno sull'altro entrambi sorridenti ed eccitati col respiro pesante a causa dello sforzo della canzone. Si scambiarono un dolce sguardo colmo di.. fraternità e amicizia.. certo che no, ma fatemi il piacere!
«Mi sembri pronto.» esclamò Kurt.
«Beh, per la cronaca, tu canti molto meglio di come canterà quella lì!» Alzò le sopracciglia mettendo in chiaro che era ovvio anche senza doverlo dire, lo pensava davvero.
Kurt si obbligò ad arricciare le labbra per non sorridere troppo, doveva pur sempre contenersi. Amò l'idea di Blaine che pensava a quell'esibizione mentre saltellava dietro ad una bionda ossigenata coi tacchi a spillo. Blaine, invece, amò quell'esibizione e face un piccolo salto entusiasta proprio dopo aver superato la porta.
Ma una cosa stavano pensando contemporaneamente: il loro primo Natale assieme.

«Ma come avete deciso di comprare la palla? Quel giorno lì... siete veggenti?» chiesi corrugando le sopracciglia.
«Il realtà Blaine l'ha trovata anni dopo in un negozietto per puro caso e tornando a casa ha pensato di farmi una sopresina.. vero tesoro?»
Blaine gonfiò il petto e sorrise. «Sì, proprio così!»
Non potei evitare di gioire per loro.


KIAsia Channel:

Eccoci qui alle fine del primo capitolo di questa minilong di 7 capitoli, l'ultimo lo pubblicherò a Natale! .. E' un idea che mi è nata per colpa della noia mortale durante l'ora di storia, spero che vi piaccia :)
Buone Feste, Asia.

{Se la recensite anche solo per farmi sapere che vi è piaciuta vi potrei amare ♥}

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Capitolo 2
*** Husbands. ***


Nome Capitolo: Husbands.
Ship: Klaine.
Rating: verde.
N° Parole: 1494

Eccoci al secondo capitolo per la ChristmasWeek, buona lettura!

 

~Husbands~

Notai Blaine che si sporgeva sulle punte delle sue vecchie scarpe cercando di togliere dall'albero quella candela spenta, provò e riprovò finché Kurt non lo vide e si diresse verso di lui prendendogli la vita mentre con una mano afferrava l'oggetto che aveva l'attenzione del suo uomo e gliela porse.

«Grazie tesoro.» il moro gli sorrise amorevole voltandosi verso di me e si sedette proprio sulla poltrona affianco alla mia «Eccola qua, questo è un altro ehm.. direi disastroso ricordo!» ridacchiò seguito da Kurt con il quale si scambiò uno sguardo complice. Mi sistemai meglio sulla sedia pronto ad ascoltare un'altra avventura, volevo ridere pure io!

«Perché una candela?» chiesi guardando interrogativo quell'addobbo particolare. «Ma è vera?»

«Sì, tutta vera! Diciamo che.. lei e le altre candeline furono le protagoniste del nostro Natale quell'anno insieme agli anelli nuziali.» mi informò Kurt sorridente cominciando il racconto.

 

«Amore, sono io!» l'urlo di Blaine giunse fino alla cucina dove il giovane e sposato Kurt stava lavorando alla sua cena di Natale. Il castano sorrise e si pulì svelto le mani per andare a dare il bentornato al suo amore che nel frattempo si era tolto il pesante giubbotto e aveva chiuso la porta. Kurt si allungò per lasciargli un veloce e tenero bacio a fior di labbra.

«Bentornato, marito mio.»

Blaine si lasciò scappare una risatina felice e scosse la testa. «Per quanto tempo andrà avanti questa storia, Kurt? Siamo sposati ormai da.. tre mesi!»

L'altro non si degnò nemmeno di rispondere sapendo che a suo marito, marito, marito, marito non faceva altro che piacere. Si incamminò così di nuovo verso i fornelli sperando che niente fosse andato a fuoco. Fece un piccolo salto quando sentì urlare «Ma KURT, non hai acceso le candele!»

Il castano sbuffò girando gli occhi al cielo, Blaine aveva ormai una seria e pericolosa fissazione per quelle candeline appese all'albero di Natale.

Kurt semplicemente attaccava la spina e le normali lucine si accendevano ad intermittenza, ma da quando Blaine aveva trovato ad un banchino quelle candele non voleva sentire ragioni. Quindi appena entrava doveva subito andare a trovare le sue amate candeline e notare, sempre perché per Kurt ormai era diventato un simpatico siparietto, che non erano accese e quindi avrebbe dovuto brontolare e borbottare per tutto il tempo che gli serviva a farlo lui. Dire che Kurt si divertiva era dir poco.

«Non capisco cosa hai da ridacchiare!?» domandò amorevolmente un Blaine decisamente più vicino di quanto pensasse Kurt.

«Beh.. lo sai che ti amo, vero?» mise su i migliori occhi da cucciolo bastonato del suo repertorio ed entrambi scoppiassero a ridere. Blaine lo baciò con dolcezza lasciando a quella domanda una risposta chiara, senza bisogno di tante parole.

Quando si divisero erano ancora abbracciati con gli occhi intrecciati fra loro.

biiiiiip

«Merda!» disse Kurt appena sentì il suono del forno.

 

«Ma non si dicano quelle parole!!» lo brontolai guardandolo torvo. Blaine che stava raccontando si girò piano verso Kurt col sorriso furbo sul volto, pensai che volesse fargliela pagare per non avergli mai detto che si divertiva a tener spente le candele.

«Sì, è vero caro.. hai proprio ragione! Sai, tutta colpa dell'influenza negativa che ha avuto su di me un nostro amico, Sebastian.» mormorò in risposta.

«S..sebastian?» corrugai la fronte sentendo per la prima volta quel nome.

«Sì, Sebastian è un nostro amico, amico a quel tempo mi sembrava una parola grossa, diciamo più uno che voleva fregarmi Blaine, ma quella è un'altra storia. Comunque..» non mi lasciò il tempo di indagare più a fondo che riprese da dove lo avevo fermato.

 

Kurt si staccò frettolosamente dalle braccia di Blaine e corse ad aprire il forno tirando un sospiro di sollievo. «E' tutto salvo, menomale.» a quella consolazione si voltò di nuovo verso il moro sorridendogli. «Se andava tutto a fuoco era colpa tua!»

«Certo certo, sempre e comunque colpa del più piccolo...» lasciò correre Blaine andando a spaparanzarsi sul divanetto davanti alla TV «Che fai di buono?» chiese mentre inspirava quel buon profumo che pian piano stava riempiendo la cucina.

«Mi avvantaggio per stasera, pollo arrosto. Ti piace l'idea?» rispose Kurt armeggiando con il vassoio pronto a mettere in tavola tutto, guardò l'orologio emozionato. «Secondo te tra quanto arriveranno?»

«Non so.. credo tra poco ormai! Beh, almeno lo spero perché davvero sto morendo di fame!» esclamò Blaine mentre si leccava le labbra e guardava il vassoio come un lupo potrebbe guardare un piccolo agnellino. Il castano scosse la testa sorridente poco prima di sentire il campanello suonare, corse ad aprire impaziente di rivedere i propri genitori.

L'ultima volta che li aveva visti era stato al proprio matrimonio tre mesi fa, poi a causa della luna di miele, della lontananza e del trasloco non c'era stato modo di ritrovarsi e questo dispiaceva molto a Kurt. Troppo.

«Papà!» Kurt saltò praticamente in collo a Burt che lo sorresse come molti anni fa e come sempre avrebbe fatto, nella sua stretta sicura e confortante. Blaine si godeva quella adorabile scena appoggiato allo stipite della porta della cucina col sorriso sul volto: avrebbe sempre voluto un padre amorevole, pronto ad aiutare e a capire come quello di suo marito, ma non avendolo potuto avere, si era promesso che lo sarebbe stato lui. Scosse la testa distogliendosi da quei pensieri per andare a dare un grosso abbraccio a Carole e una amichevole pacca sulla spalla a Burt.

 

Mi mossi sulla sedia a disagio mentre vedevo Kurt che fissava a terra e Blaine che si allungava per afferrargli la mano stretta.
«Il tuo papà vive ancora in Ohio?» domandai per attirare l'attenzione sperando che uno dei due si svegliasse da quello strano sonno.

«No... non vive più.» mormorò Kurt guardandomi dritto negli occhi. Non c'era bisogno di usare l'immaginazione per vedere gli occhi lucidi e il naso un po' più rosso di prima.

Ancora non avevo ben capito quella cosa della “morte”: sapevo principalmente solo che una persona si addormentava per sempre, che le persone che le volevano bene stavano male per lei e che le persone che volevano bene alle persone che volevano bene a quella persona dicevano un sacco di “mi dispiace!” che non servivano a nulla.

Il castano scosse piano la testa e sorrise tristemente a Blaine pregandolo silenziosamente di continuare al posto proprio.

Blaine recepì bene il messaggio e mi distrasse facendomi voltare verso di lui. «Allora, vuoi sapere perché la candela è annerita?»

Annuii all'erta battendo una volta le mani.

 

Il moro portò il vino che avevano portato in cucina e si sedette con Burt al tavolo mentre guardava Kurt e Carole finire di cucinare le ultime cose. Parlarono di tutto: del viaggio che avevano fatto in Europa e di come si erano innamorati dell'Italia, di quando si erano baciati sotto la Torre Eiffel e della ragazza che aveva sgridato suo padre per il commento omofobo che aveva fatto. Si ritrovarono a ridere fragorosamente durante un racconto, così tanto che non riuscivano a finire la frase che subito riscoppiavano a ridere lasciando Burt e Carole sulle spine. Tralasciarono volutamente tutte le notti di passione e amore che aveva trascorso insieme, ma ogni tanto i loro occhi si incontravano e, dalla lussuria che usciva dai loro sguardi, entrambi sapevano dove l'altro stava rivolgendo la mente.

 

«Lossoria?» storsi il naso.

«... niente, sh..» ridacchiò nervoso Kurt insieme a Blaine che si nascondeva. «Anche te potevi evitare eh!»

«Ammettilo, che ci stava bene precisare..» sorrise malizioso il moro.

«Sì, ma non quando il pubblico è un BAMBINO!» urlò Kurt tirando un leggero coppino a suo marito. «comunque stavamo dicendo che....»

 

Tutto proseguiva tranquillo sotto il calore natalizio almeno finché Burt non interruppe Carole «ma.. lo sento solo io questo cattivo odore..? sa di bruciato!»

Kurt fece un salto verso il forno aspettandosi di vedere la sua torta salata nera come carbone che non aspettava altro di essere gettata nella pattumiera, ed invece era ancora da cuocere. Nel frattempo Blaine e Carole aspiravano l'aria cercando di percepire il cattivo odore e la donna annuì «lo sento pure io»

«Ma non ho proprio idea di cosa possa essere.. magari viene da fuori.» propose Kurt dopo aver controllato ogni pentola. Tutti si ritrovarono a condividere quell'idea e così passò inosservato l'odore ed il fatto che a dicembre ogni finestra rimane chiusa a causa del freddo.

Quando i padroni di casa e gli ospiti si spostarono nel soggiorno si ritrovarono davanti ad una catastrofe.

 

«L'ALBERO!» urlai facendo spaventare il povero Blaine.

 

L'albero stava andando letteralmente a fuoco. Dopo un attimo di shock, Kurt corse a prendere una pentola d'acqua fredda mentre Blaine staccava la presa delle lucine. Il castano lanciò veloce l'acqua contro l'albero che, con un nuvola di fumo, si spense.

Si voltò pericolosamente piano verso il moro cercando di mantenere la calma. «Blaine..»

«S-sì, amore?»

«Secondo te perché stava andando a fuoco?» chiese con una calma che nessuno credeva davvero avesse.

«Beh, magari ehm.. lo sai che ti amo tanto, vero? E poi quelle candele erano ador-»

Kurt lo interruppe fumando di rabbia. «Non-Dirlo. Non dire che erano adorabili perché ti giuro su Babbo Natale che le candele te le accendo sulla testa aspettando che vada a fuoco!»

Dire che Blaine si zittì subito è dir poco.

Burt scoppiò a ridere davanti a quella scena cercando di tapparsi la bocca con la mano. Grazie a quello la tensione si sciolse e gli altri tre seguirono l'uomo nella risata, anche se Blaine tenne una distanza di sicurezza da suo marito per tutta la cena e pregò molte volte i suoi suoceri di rimanere a dormire da loro.

 

Quell'anno l'albero di Natale andò bruciato praticamente tutto tranne qualche addobbo e una candela annerita che tennero per ricordare quel piccolo incidente.

Spenta, la tennero spenta.


KIAsia Channel.

E anche questo secondo capitolo è finito!
Spero che vi sia piaciuto almeno un po'... Anche io quest'anno ho le candele vere all'albero e sto davvero sperando di non essermela gufata!
Buone Feste, Asia.

Se la volete recinsere (sia positivo o negativo con consigli da poter sfruttare per i prossimi capitoli o errori da correggere) vi amerei! :) 

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Capitolo 3
*** Daughter. ***


 

NomeCapitolo: Daughter.
Ship: Klaine.
Rating: Verde.
N° Parole:1692.

Ecco il terzo capitolo per la ChristmasWeek :) Buona lettura!

~Daughter~

 

Stavamo ancora ridendo quando lei si avvicinò a me e mi tirò su prendendomi sulle sue ginocchia. Non ebbi il tempo di sistemarmi per bene che già avevo tra le mani un piccolo ciuccio arancione tutto consumato. Lo guardai attentamente cercando di cogliere il particolare che mi faceva storcere il mio piccolo naso, c'era qualcosa in quell'oggetto per infanti che non quadrava anche se non capivo cosa.
Poi mi si accese la lampadina come accadeva sempre nel cartoni animati «Ma hai un .. ehm, gancino!» esclamai sventolando il ciuccio come se fosse una medaglia d'oro.

«Certo.. sai, questo era mio.»

«D-davvero?» gongolai tenendomelo stretto al petto nemmeno avessi tra le mani il più grande tesoro, era suo. Potei vedere i due uomini sorridersi e Kurt strofinarsi insieme le mani schiarendo la voce.

Che bello, un altro Natale da ascoltare!

 

«Tieni piccola, solo per te!» Kurt allungò alla bambina il suo giocattolo preferito: un conigletto che teneva stretto fra le sue zampine una carotina di stoffa.

La bambina sorrise e lo abbracciò, dopo si avviò a rimettere apposto il peluche in camera sua facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi. «Lo metto a nanna, papà!».

Il castano annuì e ripensò a quando lui e suo marito avevano parlato di come farsi chiamare da lei, perché di una cosa era d'accordo: non nello stesso modo. Quindi partì la caccia al nomigliolo giusto: “padre” era troppo formale per loro, “papi” fu abbandonato dopo che entrambi volevano che fosse l'altro a farsi chiamare così; “papo” semplicemente fu un no secco e deciso; per “papone” fu ancora più drastico che per papo e alla fine si ritrovarono alla strette. Almeno finché a Blaine non venne l'illuminazione, una sera si ricordò una parola che aveva imparato abitando per un breve periodo a Firenze con la sua famiglia.

«Ma babbo¹ quando torna?» si sentì urlare dalla cameretta al secondo piano. «Tra un po' arriva prima BabboNatale che lui!» continuò a brontolare Denise.

Kurt ridacchiò e scosse la testa sconvolto di quanto quella piccola marmocchia di quattro anni riuscisse ad essere attenta e sveglia. «lo so, arriverà tra pochi minuti, vedrai!» la rassicurò guardando l'orologio, dovette ammettere che Blaine era realmente in ritardo per quel giorno e sperò che non fosse successo niente a lavoro.

Mentre stava controllando la pasta al forno e mescolando i sugo in modo che non si bruciasse nella pentola, sorrideva. La sua famiglia ormai poteva definirsi completa, Denise l'avevano adottata circa sei/sette mesi prima e si erano trovati benissimo. Avevano discusso a lungo di quel particolare e alla fine erano arrivati alla conclusione che pensavano la stessa cosa: Perché accendere una nuova vita quando ce ne sono tante altre da far risplendere?
Così andarono a prendere la lucina che stava per spegnersi, Denise.

Fu svegliato da quella multitudine di pensieri con l'apertura della porta che portò con se l'arrivo di un Blaine tutto infreddolito che correva deciso verso il termosifone come un disperso nel deserto corre verso un oasi piena d'acqua.

«Babbo!» Denise gli saltò addosso facendosi prendere in braccio e Blaine le stampò un bacio sulla guancia per poi fare un passo verso Kurt e a lui donarglielo sulle labbra.

«Allora, chi viene con me a fare l'albero di Natale?» domandò il moro guardando da tutte le parti forché verso sua figlia.

«Io, io, io, IO!» urlò petulante lei saltellando per la cucina sotto gli occhi divertiti di Kurt.

«Ti scongiuro Blaine, portala con te!»

«Solo se lady Hummel ci degna della sua compagnia..» scherzò Blaine ammiccando verso suo marito mentre Denise si lanciava su Kurt aggrappandosi alla sua camicia per attirare la sua attenzione. «tiii prego, papà!»

Kurt alzò le mani arrendevole e, dopo aver spento il forno, si fece trascinare nel salotto dove l'albero era spoglio se non per delle lucine intermittenti e sul tavolo c'erano tutte le decorazioni che in quegli anni si erano accomulate insieme a nuovi addobbi che non era riuscito a non comprare.

Blaine lo guardò preoccupato. «Amore, mica riempirai la nostra casa di addobbi natalizi, vero?»

«E quelli di Halloween, e di Pasqua? Anderson, arrivaci.» rispose pan per focaccia l'altro.

Denise non li considerò molto mentre si sedeva a guardare, con i suoi occhi che si ingrandivano, tutte quelle palle, pupazzi, babbinatali, renne, pigne glitterate, piccoli pacchi regalo e chi più ne ha più ne metta.

Blaine la risvegliò dal suo sogno. «Allora, che scegliamo come decorazioni?» domandò chinandosi su di lei. «Ti piace questo?» afferrò un piccolo Babbo Natale.

«No.» rispose secca e decisa la bambina, delle volte si domandavano se Rachel fosse cattiva influenza. «A me piacciano quelli!» La piccola indicò una serie di piccole renne arancioni con i nasi rossi. Quindi Kurt prese gli addobbi e tirò in braccio Denise per farle appendere alcune renne più in alto e per fargliele mettere dove pure lei poteva arrivare la rimise in piedi. Appena tutte le piccole renne furone finite la piccola si precipitò di nuovo al tavolo pronta a scegliere ancora e ancora e ancora.

«Che ne dici di scegliere le palle di Natale, quale ti piace di più?» domandò il castano mentre raggiungeva suo marito al tavolo e lo stringeva per la vita, stavano facendo il loro primo albero di Natale con la loro prima figlia ed era tutto perfetto. Sapevano entrambi che era stupendo e che non se lo sarebbero scordato tanto facilmente ed, a quanto pare, lo stavano pensando sia l'uno sia l'altro perché si guardarono dolcemente poco prima di stamparsi un bacio a fior di labbra.

«Queste!» Denise prese decisa una palla arancione lucente e un'altra un goccio più opaca. «Non trovate che siano adorabili?» domandò guardando i suoi genitori.

Kurt scoppiò in una piccola risata «Questo aggettivo lo ha preso sicuramente da te!» commentò lanciando un'occhiata eloquente a suo marito, il quale si grattò la nuca smorfinado un «ops.».

Il moro prese in collo la piccola e cominciò a sbaciucchiarla su tutto il viso mentre lei cercava di liberarsi dalla stretta scalciando. Denise sapeva che era inutile dimenarsi e non avrebbe mai ammesso che sentire le piccole punture che la barba del suo babbo la faceva sempre sentire protetta e amata. «Dai, babbo mettimi giù!» protestò fino ad ottenere di essere lasciata davanti alla busta piena delle palline che aveva scelto, così insieme si misero ad addobbare l'albero cercando di alternare le palle opache da quelle lucide. La piccola Deny le metteva sui rami più bassi, Blaine, che non si era poi alzato più di tanto dal periodo dell'adolescenza, occupava i rami intermedi e Kurt si allungava per raggiungere la cima dell'albero.

 

«aww, che cosa dolce!» commentai, potrei scommettere che in quel momento avevo gli occhi a cuoricino. I due uomini sorrisero e Blaine mi scompigliò i capelli.
«Sì, eravamo una bella squadra.» esclamò Denise guardandomi amorevolmente come solo lei poteva fare.

Kurt tossì per ricevere attenzione mentre un ghignetto malefico gli spuntava in viso. «Diciamo che adesso Blaine si occupa anche dei rametti più bassi, vero tesoro?». Il moro in risposta sventolò una mano e emise una serie di “gne” mettendo il broncio, non sapevo chi fosse il più piccino tra me e lui.

Denise scosse la testa massaggiandosi la fronte arresa. «Crescerete mai voi due?».

«naaah» risposero contemporaneamente poco prima di amarsi con un semplice scambio di sguardi.

 

Appesero dei Babbi Natali particolari scelti sempre da Denise e una serie di piccole pigne glitterate di arancione. Quando fecero dei passi indietro per osservare il capolavoro la piccola era strafelice e saltellava entusiasta dell'operato mentre Kurt e Blaine si schiaffarono una mano sulla fronte.

«T-ti piace, tesoro?» domandò esitante il castano piegandosi per arrivare all'altezza di dua figlia.

«Certo papà! E' peeerfetto» i genitori potevano vedere gli occhi di Denise luccicare dalla gioia.

Come avevano fatto a non pensarci? Dopotutto era abbastanza ovvio:

Il suo gioccatolo preferito? Un coniglietto con una carota arancione.

La stanza? Con mura arancioni.

La porta? Con la scritta “Di Denise” di arancione.

La sua streghetta preferita? Medody di “Doremi” che, guarda un po', è quella arancione.

Il suo animale preferito? La tigre.. e perché? Beh, ha le striature arancioni, andiamo!

Il suo frutto preferito? Dai, prova ad indovinare? Arancia? Naah, mandarino!

La sua festività preferita? Halloween, e non perché fa paura e si può tingere i capelli...

E il suo colore preferito? .. nemmeno sto a dirtelo.

 

Scoppiai a ridere indicando Denise che si guardava i piedi sentendosi giusto un po' tirata in causa. «ma daii! Nemmeno io sono tanto fissato con il viola!»

Lei mi rispose troppo velocemente, non riuscendo a fermarsi. «Solo perché il viola, non è come l'Arancione!» gonfiò il petto e poi si morse la guancia rendendosi conto di quello che aveva appena detto. Scoppiammo tutti a ridere mentre Denise ci fulminava.

«E poi saremmo noi i bambini eh?» ghignò Blaine rendendosi ancora più piccolo e vendicativo di prima.

«Già.. come puoi immaginare era tutto, e ripeto TUTTO, arancione!» chiarì Kurt ricominciando a parlare.

 

«Ma amore caro, è tutto arancione!» ribattè stupidamente il moro con la bocca spalancata. «non ti sembra.. eccissivo?»

Denise si voltò verso di lui con le braccia incrociate al petto «L'arancione è perfetto, rende tutto perfetto! Non dire mai più qualcosa del genere!» lo brontolò, Blaine perse circa cinquanta punti.

Blaine alzò le mani come un ladro dopo essere stato beccato dalla polizia. «scusa, scusa..». Kurt intanto sorrideva al siparietto e si lasciava coccolare da quella stupenda senzazione di famiglia. «Allora, ce la facciamo o no questa foto ricordo?» incitò lui andando a recuperare la macchina fotografica.

Si misero tutti in posa davanti all'albero arancione e, dopo aver sentito il “cick” della foto, si lanciarono in un abbraccio caloroso.

 

«Ce l'avete ancora la foto?»

«Certo! Ma non chiedermi dove..» mormorò Blaine guardando attentamente suo marito. Il quale sbuffò arreso. «Lo so io dov'è!»

Quando vidi la foto un po' sciupacchiata ai lati rinchiusa in quell'album di foto riempito da primi piano di Denise.

«Ci assomigliamo, vero?» sentii sussurrare una voce femminile, non era rivolta a me quella domanda, ma rimasi comunque in ascolto aspettando la risposta con in cuore in gola.

«Si, si. Davvero tanto.»

Sorrisi esultando interiormente.

 

KIAsia Channel:
Ehyy! Grazie a chi è arrivato fino a qui, a chi ha messo questa storia nelle seguite e a chi avrà voglia di lasciarmi una recensioncina.. *necessita di attenzioni*
Beh, che altro? Ormai sarà chiaro chi è il protagonista del presente, forse.
Buone Feste, Asia.

¹ “Babbo”, per chi non fosse della Toscana e credo dintorni, è un sinonimo di padre come si sarà ormai capito.. L'ho precisato perché so che al sud è un offesa! Questa cosa mi fa sempre sorridere, amo i dialetti! :3 

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Capitolo 4
*** Dog. ***


NomeCapitolo: Dog.
Ship: Klaine.
Rating: Verde.
N Parole: 2247

Il quarto capitolo tutto per voi, buona lettura! :)
Avverto, questo capitolo probabilmente è scritto un po' di cacca! .. eheheheh ops.

~Dog~

«La prossima decorazione com'è?» chiese Denise mentre anche Josh, suo marito, si univa alla combriccola. A quel punto ogni membro della famiglia aveva formato un piccolo cerchio dove i più vecchiotti raccontavano. Era una scenetta da classico cartone natalizio, mi veniva quasi da ridere al pensiero.

«E' un osso!» Blaine mi sventolò davanti alla faccia un piccolo ossicino di plastica, lo afferrai lesto. Socchiusi gli occhi notando un piccolo nome dipinto malamente su un lato, lessi a bassa voce, ma visto che c'era un silenzio glaciale tutti mi sentirono comunque. «K..ira..».

Denise trattenne il fiato e mi strinse il braccio come se si aggrappasse a me, intanto i due sposi si abbracciarono con uno sguardo confortante e Josh posò dolcemente una mano sulla spalla della donna. Non capivo cosa avevo fatto di male, tutti si erano rattristati improvvisamente, mi sentivo in colpa, così mi rigirai nella stretta di Denise fino a trovarmi davanti ad i suoi occhi chiari. «M-ma.. che ho fatto?» chiesi ingenuamente.

«Oh, ma niente tesoro! E' solo che quella piccola cagnolona ci manca un po' a tutti..» mi confortò mentre un sorriso sincero tanto quanto triste le nasceva sul viso.

«Non capisco.» ammisi scrollando le spalle. Blaine mi guardò comprensivo e prese a raccontare il quarto Natale.

 

«Kurt amore, sta andando tutto a FUOCO qui!!» urlò agitato un Blaine che correva per la cucina sventolando in aria un mestolo, i capelli ricci erano sparati da tutte le parti, sembrava uno scienziato pazzo dei vecchi film in biancoenero.

«Mi spieghi perché hai voluto cucinare te? Sai fare solo i biscotti» il castano arrivò nella stanza tranquillo e spense il gas. Denise, ormai di qualche anno più grande, lo vide come un supereroe che salva la damigella il pericolo, Blaine, dalle fauci del più cattivo dei cattivi, cucinare. Dire che scoppiò subito a ridere è troppo poco.

La scena, osservata da un terzo, sarebbe stata sicuramente ridicola: una bambina che si contorceva dalle risa, un uomo castano tranquillamente appoggiato al lavandino e un altro che correva attorno al tavolo impazzito. Esilarante.

Pian piano Blaine si fermò e per riprendere fiato si posò al tavolo. Kurt lo raggiunse e lo abbracciò poco prima di stampargli un dolce bacio sulle labbra. «Ti sei calmato, tesoro?» domandò giocoso beffeggiandosi un po' di suo marito.

«Ah-ah-ah, simpatico.. non c'è niente da scherzare quando metti assieme Blaine Anderson, Fuoco e Natale.. lo sai!» l'occhiata di Blaine era eloquente e riportò subito Kurt al natale di anni prima dove non avevano proprio avuto un “albero di Natale”.

«Non ricordarmelo! Il primo anno da sposati in quelle condizioni...» ormai ridevano ripensando all'episodio, ma dopo un paio di minuti di risa gli occhi del castano si assottigliavano facendo capire a Blaine che quella non gliela avrebbe perdonata mai.

«Che è successo? Non me lo avete mai raccontato!»

«Shh amore,» la zittì Blaine facendosi piccolo piccolo. «Se papà approfondisce il ricordo, mi trucida...».

«O-okey.» scrollò le spalle Denise per poi tornare a disegnare sul foglio un grasso Babbo Natale sulla slitta. Quella povera bambina ormai si era abituata alle stranezze di quella casa.

Delle zampate giunsero fino alla cucina dove apparve una piccola cucciola di pastore tedesco¹ che scodinzolava allegra, sembrava anche lei divertita dalla situazione. Appena Denise la vide esclamò un «Kira, vieni qui daii» e, appena il cane la raggiunse, cominciò ad accarezzarla come sempre. Quel cane era viziato da tutte le coccole che Denise si premurava di fargli ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.. sempre.

«Comunque, tornando a noi.. come va la cena, Blaine?» domandò Kurt allungando il volto per scorgere qualcosa dalla pentola.

«Naaaah, non sbirciare Hummel! Quest'anno ci penso io.»

«Mi potresti spiegare perché?» esclamò stizzito ed irritato il castano mentre stringeva a pugno le mani.

«Così..». La verità? Blaine aveva scommesso con Nick e Sebastian che sarebbe riuscito a preparare una cena decente un giorno, e perché non proprio quella di Natale? .. più che “scommesso” direi “costretto” visto che avevano minacciato di rivelare un paio di aneddoti a Kurt di quando il morettino si divertiva a non rimanere sobrio alle feste segrete della Dalton.

 

«Cosa?» la voce di Kurt giunse giusto di qualche tonalità più alta. «una.. scommessa con quei deficienti dei tuoi amici? Io non ho parole, Blaine!» tirò uno scapellotto al più basso, il quale subito di massaggiò la nuca.

«Non te lo avevo mai detto, giusto?» chiese stupidamente alzando le spalle.

«Blaine Devon Anderson-Hummel, stai per morire.» ogni sillaba fu scandita lentamente e Kurt face paura anche se era un piccolo vecchietto tutto pelle e ossa.

Mi sentii in dovere di intromettermi cercando di non ridacchiare. «No, no ti prego! Prima fagli finire di raccontare i Natali!» esclamai sorridente.

«Ah grazie eh, solo perché narro meglio di Kurt mi vuoi in vita?!» mise su il broncio e incrociò le braccia al petto permaloso.

Tutti risero e il moro, salvato per un pelo dalla morte, riprese a parlare.

 

«Kuuuurt..»

«Sì, amore..?»

«Ma la minestra va scolata?»

«.. ma sei scemo?» Kurt rise insieme alla figlia. «ceeerto, Blaine.. fammi sapere come va a finire eh!»

«gne gne, Antipatico.» sbuffò Blaine. ²

La cena fu.. sufficientemente vomitevole. Riuscirono a mangiare un brodo decente dopo qualche manciata di sale per piatto, delle patate lesse che divennero purè e un pollo che.. no, quello venne cestinato subito. I panini col prosciutto andarono più che bene e le risate riscaldarono comunque quel rigido inverno.

Finito di mettere i piatti in lavastoviglie andarono tutti a sedersi sul divano rosso pronti per guardarsi un cartone animato nuovo per la piccola: “Monsters & Co.”.

Devi sapere che quando Denise si voltava verso di loro con le labbra imbronciate, gli occhi grandi e le mani intrecciate come se stesse pregando i Anderson-Hummel sapevano di essere rovinati.

«C-cosa vuoi, Deny?» andò dritto al sodo Kurt.

«Io? Ma cosa vai insinuando, papà!» la bambina incrociò le braccia al petto stizzita. Decisamente l'influenza di Rachel era negativa.

«Dai su, sputa il rospo piccola peste..» la incitò Blaine scompigliandole piano i capelli.

«Mi chiedevo.. se.. ehm, ecco.. Kira può stare qui accanto a me?» chiese tutto d'un fiato sperando in un sì. Per il cane era assolutamente vietato salire sul divano dopo che Kurt aveva trovato un buco proprio al centro di quello prima e una Kira raggomitolata sotto al tavolo. A volte quel cane sembrava straordinariamente intelligente: quando sapeva di aver combinato qualcosa di sbagliato non ti veniva a fare le feste davanti alla porta di casa, ma la trovavi sotto al tavolo come se cercasse di diventare invisibile.

«No.»

«Ma.. Kira non f-»

«E.. no.»

«Ma..... E' Natalee!» saltò sopra le ginocchia di Kurt cercando di impietosire suo padre. «Guardala piccola..» e come se il cane avesse intuito che lei era la protagonista della conversazione abbassò le orecchie facendo il musetto dolce.

 

«I cani non fanno il “musetto dolce” se non nei cartoni!» protestai.

«E' qui che ti sbagli.. vero Denise?»
«Sì, vero papà.» annuii lei guardando lontano persa in chissà quali lontani ricordi.

 

«Oh andiamo..» sussurrò frustrato Kurt, non poteva reggere il broncio di sua figlia da solo, pensare anche quello di Kira.

«A Natale dovremmo stare tutti vicini e stringersi in un abbraccio e poi a Natale tutti si vogliono più bene e fanno i bravi!» continuò imperterrita la bambina sapendo che il suo papà stava cedendo.

«Blaine.. aiuto.» Kurt si voltò verso il marito che però stava sorridendo e Oh No, non anche lui.

«Beh, ma solo per Natale..» rispose aggiungendosi alla figlia e occupando una gamba di Kurt. Padre e figlia esclamarono un «Daaaai papà Kurt» che fece espasperare e ridere il castano, annuii rassegnato. «Okey, ma solo per oggi.»

La piccola squittì felice e bussò accanto a lei chiamandola. «Dai su Kira, sali!» Il cane, sentendosi chiamare, rizzò il capo e si alzò andando al bordo del divano. Alternava lo sguardo su ogni suo padrone come se non capisse cosa stesse succedendo e posò alla fine gli occhi scuri sopra quelli azzurri di Kurt aspettando una risposta, come se sapesse perfettamente che era solo lui quello da convincere.

«Oppp, Kira!» al castano nacque un sorriso che, appena vide quella montagna di pelo saltare sopra il suo divano rosso nuovo, scomparve.

Ormai però era tardi per cambiare idea e non poteva non essere felice davanti all'espressione entusiasta di Denise che accarezzava dolcemente il pelo del cane. Quando si voltò verso Blaine al suo fianco poté ridere forte davanti al broncio mal nascosto. «Amore, che c'è?»

«eh? Nulla nulla..»

«Amore..»

«E' che.. mi piacerebbe accarezzare Kira anche a me...» confessò stringendosi nelle spalle come se avesse confessato il peggior crimine del mondo. Kurt rise fino a doversi asciugare le lacrime dagli occhi e dopo che si fu calmato disse «Vuoi venire al posto mio?»

Blaine non riuscì a trattenersi da battere svelto le mani e saltare in piedi pronto al cambioposto, nemmeno fosse un bambino davanti ad un lecca-lecca enorme.

~•~•~•~

I titoli di coda apparvero sullo schermo e Denise si stiracchiò alzando le braccia in aria. «E' stato bellissimo!» commentò allegra, i suoi genitori annuirono concordando con lei. Era stata un'ottima scelta.

Kurt si alzò per primo e si sgranchì le gambe mentre andava a lisciare il pelo morbido e scuro del suo cane. Sorrise e passò la mano tra le sue orecchie fino a farle chiudere un po' gli occhi dal piacere, amava Kira come ogni padrone dovrebbe fare.

«Via su, è ora di andare a letto, altrimenti domani non ci saranno regali qui sotto!» esclamò Blaine facendo brontolare la bambina.

«Ma che noia questa storia di “Babbo Natale non viene se non dormi” … non potremmo cambiare le regole?» chiese speranzosa sporgendosi verso il babbo.

«nah, nah, troppe regole cambiate oggi! Fila a letto su!» la scimmiottò Kurt facendola scendere dal divano ed infilandogli le ciabattine arancioni.

«Okey, okey.» sbuffò in risposta poco prima di sbadigliare nascondendo la bocca con il palmo della mano. «Non ho shonno, però.»

Non ci credeva tanto nemmeno lei, sinceramente.

 

«Ehy! Però a me a letto mi ci mandi anche quando non ho sonno!» esclamai girandomi verso Denise.

«Tu hai sonno proprio come lo avevo io, caro mio!» rispose a tono lei facendomi imbronciare: odiavo quando aveva ragione.

 

«Ora va che dopo io e papà veniamo a rimboccarti le coperte..»

«-key. Vieni Kira!» il cane obbediente seguì la sua padroncina su per le scale finché non raggiunsero la sua cameretta e l'animale non si andò al accucciare dentro la grande cuccia di plastica scusa circondata da qualche cuscino. Si rigirò qualche volta fino a stendersi definitivamente.

Nel frattempo Denise si era arrampicata sul letto e intrufolata sotto le coperte fredde. Guardò verso la sua cagnolona e vide che anche lei la stava fissando con i suoi occhi neri e il suo muso grande, Kira le rispose con un occhiolino facendola sorridere caldamente. Le piaceva tanto e ancora poteva ricordarsi di quando i suoi genitori le avevano fatto quella piccola sorpresa per il suo sesto compleanno. Era stato adorabile poter scegliere dalla cucciolata quale era più bello: allungò la mano e la piccola cagnolina, che successivamente si sarebbe chiamata Kira, si era avvicinata e le aveva dato un bacino sotto forma di leccatina sul palmo facendola ridacchiare, era stato amore a prima vista.

 

«Davvero?»

Un annuire muto di tre dei presenti mi fece salire una strana voglia di avere pure io un quattro zampe a giro per la casa.

 

Quando Kurt e Blaine aprirono la porta si stupirono perché il letto era vuoto.

«Ma dove è finita?» sussultò il castano cercando di non farsi prendere dal panico. Andarono a controllare in bagno, ma la luce era spenta e non c'era traccia della bambina dai lunghi capelli biondi. Sempre più spaventati corsero in camera loro sperando che si fosse raggomitolata in mezzo al lettone in cerca di abbracci, ma così non era.

«Blaine, dov'è?!» Kurt alzò la voce in mezzo alle scale preoccupato e Blaine dovette scuoterlo per farlo riprendere a respirare. «Amore mio, non può essere lontano, okey? Nessuno l'ha presa, è solo in casa e adesso la troveremo, okey?» il moro sapeva di dover essere lui quello che manteneva la calma anche mentre il suo cuore andava a mille e milioni di immagini poco felici gli scorrevano veloci la mente come un treno in corsa.

Rientrarono in camera piano, con gli occhi chiusi e trattenendo il fiato, come se fosse quello che serviva a farla apparire.

Beh, in effetti servì. Perché quando si trovarono davanti alla cuccia del cane notarono due corpi: uno scuro e pieno di pelo che era stato abbracciato da una dolce bambina addormentata. Sospirarono sollevati e si scambiarono uno sguardo dolce davanti a quella scenetta. Entrambe le loro cucciole erano così rilassate mentre riposavano strette e vicine, loro sapevano che avrebbero sempre potuto contare sull'amore che quel cane provava per la loro bambina.

Kurt sussurrò a suo marito di quella volta che il cane si era messa in mezzo durante una brontolata, era stato dolce e decisamente inappropriato come quelle due pesti si fossero alleate in così pochi mesi e come adesso fossero inseparabili.

Avevano donato alla loro bambina un amore che solo gli animali possamo dare.

 

«Rimarrà per sempre nel mio cuore quella cucciolona.» sussurrò Denise sempre con lo sguardo perso.

«Ma perché metti sempre “ona”?» chiesi dopo non essere riuscito a trattenermi più.

«Oh, perché lei era molto grande in confronto a me all'inizio.. e beh, quando crebbi rimase grande.» mi sorrise.

 

 

KIAsia Channel:
Ehy gente! Eccoci anche alla fine di questo capitolo che è stato un po' duro da scrivere sinceramente.. Denise ero un po' io (lol).. non era proprio Natale quando mi sono messa a dormire nella cuccia con Kira e fatto prendere un coccolone ai miei, però!
Spero vi sia piaciuto, un grande abbraccio a tutti! ♥

Buone Feste, Asia.

¹ Kira non è stato un nome scelto a caso, anzi. Infatti la “K” nel mio nickname KIAsia deriva appunto da “Kira” che è stata la mia Pastore Tedesca per ben .. 15 anni, ci è sempre stata fin da quando ho ricordi.. e ci ha lasciati circa un anno fa (forse di più).
E nulla, ti voglio bene Kirona mia.
[Foto: https://www.facebook.com/ApeAsia/media_set?set=a.2875181699005.95707.1843835310&type=3&uploaded=13 ← Spero riusciate a vederle anche se non vi ho tra gli amici (accetto l'amicizia comunque a chi voglia mandarla..)]

² Non me la sono inventata, l'ho vissuta. Il mi babbo voleva davvero scolare la minestra.. ahahhahah lo amo! 

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Capitolo 5
*** Son. ***


NomeCapitolo: Son.
Ship: Klaine.
Rating: verde.
N° Parole: 2275.

Pronto per voi il quinto capitolo! Buona lettura.

~Son~

«Aspettate, ma il prossimo non sarà mica....» Denise lasciò la frase a metà mentre un sorriso immenso le nasceva sul viso. Vederla così felice mi incuriosì molto, non vedevo l'ora di sapere se la sua supposizione era esatta e se anche io, alla fine del racconto, avrei sorriso come lei.

Kurt annuì capendo perfettamente il pensiero di sua figlia. «Comincio io..».

 

Denise stava giocando con le sue barbie quando sentì il buon profumo di patate arrivare dalla cucina fino alla sua cameretta arancione, svelta lasciò i giocattoli a terra non ricordandosi per la centesima volta di dover mettere apposto sempre prima di venir via.

Scese frettolosamente le scale sentendo pian piano il calore della cucina economia accesa intorpidirla, amava quella sensazione di inverso come quando fuori la sera è bianco a causa dell'innevata che era giunta nel pomeriggio, oppure quando le risa dei suoi amici la chiamano ad unirsi ad una battaglia di palle di neve. Entrò in cucina come se fosse un segugio sulle tracce della preda più prelibata di tutte, assomigliava sicuramente molto a Kira in quell'istante. «Che buon profumino, papà..».

«No, Deny. Non puoi assaggiare nulla.» anticipò Kurt alzando una mano come per farla tacere. Il castano conosceva perfettamente sua figlia che ad ogni pasto appariva magicamente affianco a lui con un cucchiaio in mano.

«Non è giusto così però!» brontolò la bambina che fece subito dietro front dopo l'occhiata chiara lanciata da suo padre ed andò in salotto dove Blaine stava disteso su una coperta immerso nei giocattoli da infanti che suo fratello Alexander aveva. Si accomodò tra loro due afferrando un animalino, era una giraffa senza una zampa rotta probabilmente chissà quanto tempo prima da quell'imbranato di suo fratello, se lo rigirò fra le mani annoiata. «Che cosa fate?».

«Giochiamo allo zoo.. ti vuoi unire a noi?» Blaine le sorrise sincero indicando la zebra che aveva in mano lui e la giraffa monca della bambina. Lei annuì pensando che niente sarebbe potuto essere più antipatico di dover star seduta mentre Kurt girava il mestolo nella padella e controllava di tanto in tanto il for.

«Che dobbiamo fare, Alec?» chiese conoscendo già il gioco assurdo che suo fratello era riuscito ad escogitare. Poteva pure avere solo tre anni, ma era davvero un bel diavoletto.

«Tu debi dile che vuoi andare a fale un giletto con la tua amica zebla!» ordinò come sempre, in poche parole i giocatori dovevano seguire i “consigli” di Alexander, come se lui avesse in mano un megafono e loro fossero solo dei piccoli attori che dovevano seguire le direttive del grande regista.

 

Scoppiai a ridere scuotendo la testa scioccato. «Fin da piccolo, quindi?»

«Credo che Alec ce l'abbia sempre avuto nel sangue quel lavoro, e sono contento che sia riuscito a conquistare il suo sogno!» mi scompigliò i capelli Blaine annuendo alle mie parole.

Alexander Anderson-Hummel era un regista novellino, aveva registrato qualche film e stava cominciando ad essere conosciuto nel mondo dello spettacolo. Ovviamente sapevamo tutti che aveva ancora tanta strada da fare, ma lo vedevi da come gli si illuminavano gli occhi che amava quello che faceva.

«Se l'è sudato quel posto.» disse Denise sorridente «Sono fiera di lui.». Ovviamente non aveva voluto nessun tipo di aiuto da parte di Rachel che più di una volta si era offerta per fargli come attrice principale, una volta mi confessò che lo voleva perché sapeva che Alec avrebbe fatto tanto strada. La solita Berry, insomma.

 

«Ma ranocchio mio, perché devo essere sempre una femmina?» mormorò il moro cercando di pescare suo figlio con parole dolci, Denise si voltò verso suo babbo pensando che si era cacciato in un bel guaio, guai a chi contraddiceva le decisioni di Alec in quel campo.

Infatti il bimbo fulminò il padre e gli prese il giocattolo cominciando a sventolarglielo davanti agli occhi «La vedi quetta? Si vede benissimo che è una femminina!» gli lanciò la zebra tra le mani ed incrociò le braccia al piccolo petto aspettando che la scena partisse. Blaine si arrese e si domandò come gli era saltato in mente di dire una cosa del genere, la magia del Natale doveva avergli dato alla testa.

«Adesso Deny devi dile alla zebla di aiutalti a camminale pelché non lo sai fale da sola, susu!» la sua vocetta a quel tempo era adorabile ed il fatto che non sapesse ancora bene pronunciare le “r” faceva venir voglia di stritolarlo in un forte abbraccio, tutto questo almeno finché non ti dava ordini a bacchetta.

Dopo un quarto d'ora che la Zebra Zara e la Giraffa Franca trascorrevano insieme il loro pomeriggio d'estate, la voce di Kurt salvò Denise e Blaine da quell'infinita tortura. «Potreste venire qua un attimo?»

Si alzarono veloci come la luce e, dopo che Blaine lasciò un bacio sulla fronte del piccolo, andarono in cucina dove Kurt teneva in mano due cucchiai pieni stracolmi di cioccolata fondente. «Potreste dirmi come vi sembra, Oh miei assaggiatori?» scherzò.

«Deny, questo deve essere un sogno.. non trovi?» Blaine strabuzzò gli occhi aggrappandosi alla spalla della sua bambina.

«D-davvero babbo!» si fermarono troppo lontani da Kurt fingendo spavento e cominciarono ad indietreggiare. «Cosa ne hai fatto del mio papà, mostro!?» urlò la piccola mascherando un sorriso.

«Deny sii più cortese con il nostro amato mostro..» il moro si chinò per poter sussurrare nell'orecchio di sua figlia «Questo essere ci offre la cioccolata, di che ti lamenti?».

«Ehy voi due! Di cosa state confabulando?» Kurt assottigliò gli occhi.

Dopo una manciata di secondi di completo silenzio i tre risero mentre il moro prendeva un cucchiaio portandoselo alla bocca, chiuse gli occhi e emise un piccolo gemito di piacere. «mhhh.. è troooppo buono davvero.. è..». Denise, a vedere la reazione del padre, afferrò di corsa l'altro cucchiaio e mangiò la cioccolata più buona che avesse mai messo in bocca, possibile che il suo papà migliorasse sempre? A quanto pareva sì.

Kurt intanto accese distratto la radio che facendo riempire la cucina dalle note di “White Christmas”, ovviamente i due sposi si guardarono immersi nei loro occhi e nel ricordo di quel Natale nel quale facevano finta di non amarsi più: quell'anno per la loro storia rimarrà il più assurdo e controproducente di tutta una vita. Blaine intonò perfettamente le prime note nascondendo il frastuono proveniente dal salotto. I due uomini non si stancavano mai di cantare, nessuno dei due aveva davvero raggiunto il lavoro che speravano da adolescenti: Kurt lavorava ancora in Vogue.com e lo amava mentre Blaine era medico ormai da parecchi anni ed non poteva desiderare di meglio. Ma, ad essere sinceri, il sogno vero, quello sussurrato sotto le coperte con il fiato corto e il cuore che galoppava all'impazzata, quello che al pensiero faceva nascere un sorriso e la voglia pazza di stringere la mano dell'altro nella propria era stato realizzato: essere insieme, sempre.

Non seppero nemmeno come, ma pian piano la cucina si trasformò nel loro palcoscenico, i sordi botti della sala in un dolce sottofondo e Denise nel pubblico che, alla fine dell'esibizione improvvisata, batte forte le mani sovrastando l'ennesimo botto. Però il “clap-clap” delle piccole mani della bambina terminò, quindi riuscirono a sentire il rumore che arrivava dalla sala. Blaine e Kurt si guardarono spaventati e corsero insieme alla bambina trattenendo il fiato, che Alexander si fosse fatto male? Su questo aveva forti dubbi perché sennò adesso avrebbero dovuto sentir il pianto isterico ed assordante che solo quella peste poteva avere.

Invece, giunti davanti all'albero di Natale, si dovettero chinare per non essere presi in pieno da un bolide che pareva essere una palla natalizia. Denise quasi cadde a terra quando Kira la oltrepassò come un razzo per andare a prendere l'addobbo che era volato nel corridoio.

Oh no!

Appena il bambino li vide con le braccia posate sui fianchi e gli sguardi arrabbiati, abbassò gli occhi sulla mano che teneva una palla celeste, specchiandosi dentro e capì di averla fatta grossa.

«Alexander Hummel-Anderson, che cosa diavolo stai facendo!?» sbraitò Kurt avvicinandosi di qualche passo facendo immediatamente indietreggiare Alec fino a battere la schiena contro l'albero, ormai in trappola.

«Volevo fal giocale Kila...» cercò di guadagnare punti indicando il cane che tutto contento tornata in cucina con la pallina rotta tra le fauci. Ora che Blaine guardava meglio, tutto il salotto era un ammasso di plastica rotta di ogni colore e fantasia, sinceramente non voleva sapere quante palle erano andate perse dalla genialata di suo figlio.

Quando Denise osservò l'albero la sua bocca quasi toccò il pavimento dallo sconcerto: un terzo buono era vuoto, se non per le lucine. Suo fratello aveva fatto un bel pasticcio quella volta, ma in qualche modo se la sarebbe cavata come faceva sempre. Si segnò in memoria di chiedergli qualche trucchetto tattico per salvarsi la pelle.

«E' questa la scusa migliore che sia trovare, Alec?» Kurt stava palesemente fumando dagli orecchi e le guance rosse avrebbero messo paura a chiunque.

«Beh, dilei di s-»

«Ti avverto, non ti azzardare a dire “sì”» lo fermò in tempo suo padre stringendo le mani a pugno lungo i fianchi. Alexander avrebbe dovuto ringraziare tutti i santi sul fatto che i suoi papà non fossero le persone violente.. tutti i santi di tutte le religioni: passate, presenti e future.

Pensò ad ogni sua possibilità sapendo che aveva due modi per svignarsela: o distrai o getti la colpa ad un altro. Considerando che distrarre sarebbe stato decisamente impossibile, almeno che non avesse visto una renne di BabboNatale o un asino volante, votò la seconda. Si prese il mento tra le dita valutando la situazione e i suoi possibili canditati come colpevoli: Kira purtroppo non era il massimo, Kurt era fuori questione.. oh, eccolo lì.

«Però Babbo non mi ha detto che non potevo!» piagnucolò facendosi salire le lacrimucce di coccodrillo e tirando su dal naso senza alcun bisogno effettivo. «Io.. io pensavo che..».

«Cosa?» Blaine si strinse i capelli tra le mani emettendo una risatina isterica, alle volte quando suo marito diventava in quel modo si sentiva il terzo bambino della famiglia. E nemmeno il più grande. Quando vide Kurt girarsi verso di lui poté giurare di essersi rimpicciolito di qualche altro centimetro e questo sicuramente non era un bene per un tappetto come lui.

«Lo sai vero che non è colpa mia...?» volle mettere le mani avanti il moro «Non posso mica prevedere il futuro!».

Kurt rise interiormente e si maledì perché non resistette di fare un piccolo ed innocente scherzetto a suo marito, dopotutto doveva ancora riprendersi la rivincita di quando l'altro pensò bene di baciare la sua migliore amica alle superiori! «Dovresti invece, che padre sei sennò!». Blaine rimase completamente allibito davanti a quell'assurda risposta, non ci poteva e voleva credere.

 

Blaine sbuffò facendomi ridacchiare. «Te la sei proprio segnata quella volta, eh?» commentò arreso il moro.

«Ed ancora è ben legata al mio indice, Anderson.» rispose Kurt.

«Da quando ho perso “Hummel” nel mio cognome?» domandò giocoso mentre lo abbraccia da dietro per lasciargli un bacio sul retro del collo.

«Oh, antipatico... fammi raccontare e sh.»

 

«Ma Kurt, questo è fuori!».

«Lo so, Alec non pensare di potermi fregare!» il bambino che ci aveva sperato sbuffò incrociando le braccia al petto, non poteva pensare ancora di poterla fare a coloro che lo avevano adottato quell'anno. Kurt e Blaine lo avevano preso con loro all'inizio dell'anno e ormai faceva parte completamente della famiglia: era un piccolo scricciolo coi capelli scuri e ricci che ricordavano un po' quelli di Blaine se fossero stati liberati da tutto quel gel, gli occhi erano così scuri che avrebbero lasciato imbambolato chiunque, avevano anche quella nota di furbizia e determinazione che mai gli avrebbe abbandonati.

«Uffa pà..» borbottò prima che una lampadina si accendesse sopra la sua testa: quindi, seguendo il piano giunto come una manna dal cielo, mise su un bel broncio da premio oscar e spalancò gli occhi «Mi peldoni? Dopotutto è Natale!».

Kurt in realtà lo aveva già fatto molto prima e Blaine con lui, quindi, dopo aver finto un po' di risentimento, annuirono. Successivamente ad una veloce spazzata e all'aver riempito un sacchetto di sudicio con palline di Natale, la famiglia si riunì sul divano stringendosi sotto le coperte. Insieme guardarono un cartone animato “Toy Story” e ai titoli di coda gli unici ad essere ancora svegli furono Blaine, Kurt e Kira, la quale veloce scese dal divano per andare nella sua cuccia.

«Tu prendi Denise e io Alec?» sussurrò Kurt nell'orecchio di suo marito, gli baciò la guancia prima di prendere in braccio la bambina portandola in camera. Blaine fece lo stesso con il figlio e spense la TV andando a letto ad aspettare che Babbo Natale passasse per lasciare i regali sotto l'albero.

 

«Ho pochi ricordi della mia infanzia, ma tutte quelle palle di natale a terra non le scorderò mai!» ridacchiò la donna facendomi saltellare sopra le sue ginocchia.

«Ma ehy! Qual'è la decorazione di quell'anno?» chiesi stizzito, dopotutto ancora non mi avevano dato nessuna strana palla da tenere in mano durante il loro racconto.

Kurt rise e mi indicò con il braccio l'albero affianco a lui «Prova ad indovinare, dai..».

Mi avvicinai piano all'albero, dopo un paio di minuti che osservano ogni piccolo ramo ridacchiai allungando la mano verso l'unica palla possibile. «io scommetto su questa..»

«Esatto!» mi scompigliò i capelli Blaine, doveva avere una certa dipendenza dallo scompigliare, era già un paio di volte che me lo faceva.. magari era perché i suoi sembravano incollati alla testa?

Comunque sia, tra le mani tenevo una palla verde, o meglio una “mezza palla” in quanto era scheggiata alla fine, reduce dalla furia di Alec.

 

 

KIAsia Channel:
In realtà vi do solo un saluto perché non ho niente da dire.. spero che ci sia qualcuno che legga davvero dall'altra parte del monitor! XD
Un bacio a chi ha messo tra le seguite/preferite questa FanFiction e un abbraccio speciale a Locked che perde del tempo prezioso a recensirla! Grazie, mi fa tanto piacere :)
(Per chi se lo stesse chiedendo, cioè nessuno: Alec è per onorare Shadowhunters e la Malec che sono dhaiodhauoshdufgehiuhfiua *dead*)
Alla prossima, Asia.

 

 

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