IL VELENO DI GOTHAM

di Neverland98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** Capitolo ***
Capitolo 4: *** Capitolo ***
Capitolo 5: *** Capitolo ***
Capitolo 6: *** Capitolo ***
Capitolo 7: *** Capitolo ***
Capitolo 8: *** Capitolo ***
Capitolo 9: *** Capitolo ***
Capitolo 10: *** Capitolo ***
Capitolo 11: *** Capitolo ***
Capitolo 12: *** Capitolo ***
Capitolo 13: *** Capitolo ***
Capitolo 14: *** Capitolo ***
Capitolo 15: *** Capitolo ***
Capitolo 16: *** Capitolo ***
Capitolo 17: *** Capitolo ***
Capitolo 18: *** Capitolo ***
Capitolo 19: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1. capitolo ***


Una risata forte, paurosa, decisa echeggia tra i muri silenziosi di Gotham.
“O no, pasticcino. Guarda che hai fatto!”
La voce di Harley è sempre stata troppo acuta, troppo squillante, addirittura insopportabile per una persona normale.
Per una persona normale.
Joker le circonda le spalle con un braccio: “Tranquilla, mia cara, va tutto secondo i piani!”
Harley si stringe al petto del clown sfoderando un sorrisetto cattivo: “Secondo te cosa farà quando lo scoprirà?”
“Ci rincorrerà, Harley, come sempre...” dice con voce eccitata, con gli occhi che fissano un punto imprecisato nel cielo.
“Ma Mr. J, avremmo potuto eliminare ogni traccia! Ci saremmo risparmiati una fuga estenuante tra i tetti!”
“Oh, Harley, Harley. - le accarezza i codini biondi - Ma allora dove sarebbe il divertimento?”
 

 

***

 


“Chiudi gli occhi!”
“E va bene!” ridacchiò Selina portandosi le mani sul viso.
“Non sbirciare...” la voce di Bruce era più distante, probabilmente era uscito dalla stanza.
Una stanza grande quanto la casa di Selina.
La donna allargò appena le dita quel tanto che bastava per dare un'occhiata furtiva nel salotto.
Lei se ne stava seduta in poltrona vicino al camino, di lui nessuna traccia.
“Ta daa!”
Bruce le allungò una confezione rettangolare incartata di blu, Selina la aprì velocemente.
All'interno, adagiato su un velluto scarlatto, se ne stava un delizioso bracciale di diamanti.
“O mio Dio, Bruce, è bellissimo!” esclamò mettendoselo al polso, “Grazie!” lo abbracciò forte e lo baciò. “Buon san Valentino!” le sussurrò all'orecchio.
Lei non gli aveva fatto regali, del resto cosa si può regalare a un miliardario?

 

 

***




“Questo posto è fantastico!” commentò Selina sorseggiando un po' di vino.
Lo era davvero. Avevano scelto uno dei ristoranti più in vista di Gotham, che ovviamente era pienissimo la sera di San Valentino.
Bruce si stava rilassando, le dieci di sera e non era ancora successo niente. Forse anche i criminali avevano altro da fare quella sera...
Si soffermò ad osservare Selina intenta a leggere il menù, si chiese se un giorno le avrebbe rivelato di essere Batman, ma non era ancora certo di potersi fidare di lei. Dopotutto era sempre Catwoman, una criminale, una sua nemica. No, non poteva fidarsi di lei.
Continuarono la cena tranquillamente, senza parlare un granchè.
Ognuno aveva i suoi demoni da nascondere.
“Che facciamo ora?” chiese lei sorridendo dopo che furono usciti dal ristorante, stringendosi nel cappottino.
“Io avrei un'idea...” Bruce le prese il volto e iniziò a baciarla.
“Aiuto!” un ragazzino di circa sedici anni li oltrepassò correndo, senza smettere di urlare
Bruce lo bloccò per un braccio: “Che succede, ragazzo?”
“Le persone... In piazza... stanno.... morendo!”
“Come morendo?” si intromise Selina.
“S..sì... A un certo punto hanno iniziato a cadere... è il caos...” farfugliava agitato il ragazzo.
“Ma qualcuno sta sparando?” gli domandò Bruce, continuando a tenerlo per un braccio.
“No, no! Solo che... cadono... così... di colpo... ! Aiuto!” si liberò dalla presa e continuò a correre e a chiamare aiuto.
Bruce e Selina lo videro scomparire nella direzione opposta.
“Selina... io... io ho paura! Ci dev'essere qualche pazzo in giro!” mentì Bruce, cercando una scusa per poter indossare i panni di Batman.
“Uh? Si... ahem... si, anch'io! Mi accompagni a casa?” si strinse al braccio dell'uomo.
Anche lei cercava una scusa per indossare i panni di Catwoman.
Così simili, eppure così diversi.
 




 

Ciao ciao. Vi sta piacendo?? Recensite numerosi pls, qualsiasi commento (positivo o negativo) va bene :D

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


Batman osservava il panorama dall'alto, appoggiato su un gargoille. Aveva riaccompaganto Selina a casa, indossato il costume da pipistrello e si era precipitato in piazza, dove il caos era totale. C'erano ambulanze che accorrevano in continuazione, giornalisti e cameramen, curiosi e parenti delle vittime, ma sembrava che le persone avessero smesso di cadere. Nessuna traccia di un eventuale colpevole.
“Ma si può sapere cosa cavolo sta succedendo qui?”
La voce di Selina era morbida, anche se decisamente contrariata.
Bruce sapeva che era alle sue spalle, e si voltò appena.
“E' quello che sto cercando di scoprire! Sei sicura che tu non ne sai niente di tutto questo?”
Selina, col suo costume da Gatta, gli si sedette accanto, lasciando dondolare le gambe oltre il cornicione del palazzo, lui rimase in piedi attento a non perdersi nulla di quello che succedeva in strada.
La Gatta fece spallucce: “Assolutamente no, credimi! Avevo in programma qualcosa di molto meglio da fare, stanotte!”.
Il Pipistrello si lasciò sfuggire un sorriso, se solo Selina avesse saputo...
“Spero non si trattasse di far visita a qualche gioielleria...”
“Ah!Ah! Spiritoso! Che c'è? Non posso uscire con un ragazzo anch'io?” incrociò le braccia facendo il broncio.
“Non intendevo questo...! Comunque ora ho ben altro a cui pensare...”
“Scommetto che scoprirò chi è stato prima di te...”
“Sì, così ti metterai nei guai come al solito. Non è una gara, Gatta!”
“Il giorno in cui mi dirai una cosa carina lo segnerò sul calendario!” annunciò prima di lanciarsi giù dal tetto e scomparire nella notte.

 

***

“Commissario!”
Gordon stava fumando una sigaretta, si era allontanato dai colleghi con una scusa e adesso in quel vicolo buio c'erano solo lui e il Cavaliere Oscuro.
“Sapevo che mi avresti cercato”
“Come sono morti?”
“Difficile da dire, penso che lo capiremo dopo che verrà effettuata l'autopsia”
“Qualche sospetto?”
“Beh, secondo i passanti, tutte le persone che sono morte sembrava che stessero soffocando... ”
Batman capì immediatamente a cosa alludesse.
“Avvelenamento...” esclamò.
“E' proprio quello che credo, e c'è un'altra cosa: sempre secondo i testimoni, man mano che soffocavano, i loro corpi diventavano sempre più verdi...”
“Poison Ivy!”
“Esattamente, sospetto che ci sia il suo zampino... E... Batman?”
Il commissario si voltò, ma dietro di lui non c'era più nessuno.


***

 

C'è una grande serra poco fuori Gotham, una serra verde e rigogliosa, il luogo esatto in cui vive Ivy quando non è ad Arkham.
Pamela stava curando le sue rose canticchiando un motivetto malinconico.
Batman le piombò alle spalle, Ivy si voltò di scatto.
“Che piacevole sorpresa...- mormoro portandosi una rosa rossa vicino alle labbra dello stesso colore.
“Sono certo che sei al corrente di quello che è successo in piazza poche ore fa”
Pamela annuì lanciandogli uno sguardo di sfida: “Sì, e allora?”
“Quelle persone sono state avvelenate...”
“Continuo a non capire...” ridacchiò beffarda
“I loro corpi erano verdi!”
Pamela osservo le sue mani dal colorito verdognolo con uno sguardo pieno di rabbia: “E quindi?”
Il Pipistrello non rispose, Ivy era intelligente, sapeva perfettamente qual era il punto.
“Non sono stata io, se è questo che credi. Mi hanno messo in libertà da Arkham solo una settimana fa e ho intenzione di restarne fuori il più a lungo possibile!”
“Certo e come farai a sopravvivere? Hai trovato un lavoro?” esclamò lui sarcastico.
“Non ancora... ma lo farò presto...!” gli diede le spalle, scuotendo i folti capelli rossi.
“Ti conviene confessare ora, Ivy. Perchè presto troverò le prove per incastrarti, stanne certa.”
“Io invece scommetto il contrario!” fece l'occhiolino. “E ora scusa, ma devo prendermi cura delle mie creature!” Tornò ad armeggiare con le sue rose e a canticchiare come se non fosse successo niente.
Batman la lasciò sola.
L'avrebbe tenuta d'occhio, eccome se l'avrebbe tenuta d'occhio.

 

 

 

 

 

Ehilà! Eccomi qui con il nuovo capitolo! Se la storia vi sta piacendo volevo dirvi che ne ho scritta anche un'altra -conclusa sabato scorso- di diciotto capitoli intitolata “HERE WE GO”.

Bacii :D

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Capitolo 3
*** Capitolo ***


“Maledizione, maledizione e ancora maledizione!” sbottò Joker lanciando in aria i fogli sui quali c'erano scritti i dettagli del suo piano.
"Che c'è pasticcino?” gli si avvicinò timorosa Harley.
“E' un disastro, Harleen, un vero disastro!” camminava ansiosamente in cerchio, con una mano sulla fronte.
“Ma... ma perchè? Che succede, c'è qualcosa che non va?” l'ex psicologa si fiondò a raccogliere i fogli atterrati sul pavimento.
“Al contrario, mia cara, al contrario! Sta andando tutto secondo i piani!” spiegò con tono disperato.
Harley lo guardò confusa: “E allora? Qual è il problema?”
Joker si voltò di colpo verso di lei, guardandola con occhi iniettati di sangue: “Qual è il problema? - urlò – Qual è il problema?”
Harley indietreggiò sempre di più fino a trovarsi con le spalle al muro.
“Il problema è che non mi sto divertendo! Se va tutto secondo i piani non c'è gusto, non è divertente! E io odio tutto ciò che non è divertente!” la fissò intensamente, a un centimetro di distanza da lei.
“E allora che si fa?” balbettò impaurita Harley.
Il clown si allontanò di colpo da lei, tornando a sfoggiare il suo sorriso folle: “E allora si cambiano le carte in tavola, Harley. Si scombina tutto...”

 

***

 

Bruce fissava il cielo notturno dal punto più alto della città, riflettendo sugli eventi della nottata.
Il suo pensiero andava costantemente a Pamela, era chiaro che centrava qualcosa anche se, doveva ammetterlo, gli era parsa sincera. Ma le persone erano davvero morte per avvelenamento, il fatto che fossero soffocate e fossero diventate verdi, non lasciava dubbi.
Ad un tratto un calcio ben assestato gli colpì il mento, il Cavaliere Oscuro girò su sé stesso in cerca del suo avversario, ma sembrava non esserci nessuno.
Un altro calcio.
Bruce chiuse gli occhi, se l'avversario non poteva essere individuato con la vista, allora bisognava mettere in funzione qualche altro senso.
L'udito, per esempio.
Avvertì il rumore leggero di piedi che correvano verso di lui, si girò di scatto in quella direzione e assestò al suo avversario un pugno talmente forte da farlo cadere a terra.
Si trattava di un uomo non molto alto, più sottile che magro, avvolto in un'aderente tuta di stoffa nera che gli lasciava scoperti solo gli occhi a mandorla.
Un ninja.
Bruce lo immobilizzò prontamente: “Chi sei?” chiese con voce roca, ma l'uomo si limitò a fissarlo intensamente.
“Lui non ti dirà niente, lo sai bene...” il Cavaliere Oscuro sentì una voce di donna provenire da lontano e la riconobbe immediatamente.
“Talia...”
La donna camminò disinvolta verso di lui: “Ciao, mio amato, ti sono mancata?” sorrise con aria di sfida.
Bruce si rimise in piedi, lasciando la presa che aveva sul ninja, il quale tornò a sua volta in posizione dietro Talia.
“Che significa tutto questo?”
“Significa che voglio darti una mano...”
“A fare cosa?”
“A scoprire la causa di tutti questi omicidi. Sempre che non dipenda dagli dei che hanno finalmente deciso di far cadere questa città...”
“Certo, come no. E dimmi, tuo padre approva questa tua decisione?”
“Be' se lo sapesse credo di no...”
“Perfetto, nemmeno io”
“Oh, andiamo! Sono abilissima nel combattimento, sono intelligente e sono sveglia. Tu hai bisogno di un'alleato!”
“Davvero, Talia, mi sarebbe di grande aiuto che tu tornassi da dove sei venuta...”
“Dammi una possibilità! - lo supplicò aggrappandosi al suo braccio - Una sola! Se ti deluderò me ne andrò, giuro!”
Il Cavaliere Oscuro riflettè qualche minuto, era ovvio che gli stava tendendo una trappola.
“E va bene! Ma se mi fai perdere tempo...”
“Perfetto, mio amato! Da dove si comincia?”
“Innanzitutto vieni con me...” Bruce saltò su un altro tetto, Talia fece lo stesso.
“Perfetto!” sibilò a bassa voce “Tutto secondo i piani!”






Salve salve! Scusate il ritardo, ma sono stata alle prese con i vari super mega abbondanti pranzi di Natale! Comunque, ecco che le cose prendono una nuova piega! Cosa succederà adesso? Appuntamento al prossimo capitolo ;)! Nel frattempo ringrazio Tressa e Sognatriceaocchiaperti  per recensire ogni capitolo! Spero che questa volta troverò qualche recensione in più! Comunque ringrazio tutti voi che leggete questa storia e la seguite! Ciaoo :D

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Capitolo 4
*** Capitolo ***


E' bello guardare il cielo la notte. Starsene da soli, su un balcone, lasciandosi avvolgere dalla brezza fresca. Bruce poggiò i gomiti sulla ringhiera, sospirando. Era una notte senza luna né stelle, o forse erano solo nascoste dalle luci accecanti e malsane che illuminavano a giorno la città. Si passò una mano tra i capelli corvini, che stava tramando Talia? Era ovvio che gli aveva offerto il suo aiuto perchè le era stato imposto dalla Setta al fine di portare avanti chissà quale macchinazione...
Si trovò a pensare a Talia, forse l'unica donna che avesse mai amato. No, c'era Selina. Nella sua vita , Bruce, aveva cercato di legarsi a meno persone possibile, ben consapevole del fatto che se un giorno i suoi nemici avessero scoperto la sua doppia identità, avrebbero messo in atto una vendetta trasversale. Eppure Talia era diversa, non era una damigella in pericolo, anzi. Era una guerriera, un'assassina, tanto abile in combattimento quanto pericolosa. Era nata e cresciuta nella Setta, che l'aveva addestrata fin da bambina alle arti marziali. Eppure c'era qualcosa in lei, oltre la bellezza dei lineamenti, oltre la durezza del carattere, che aveva fatto sì che un tempo Bruce fosse stato innamorato di lei. L'amava ancora? Onestamente non sapeva rispondere. Non sarebbero mai potuti stare insieme, questo era ovvio. Lei era un'assassina, la donna che un giorno sarebbe diventata il comandante della Setta delle Ombre, lui era un giustiziere, proteggeva gli innocenti anche a costo della propria vita. E Selina? La Gatta era arrivata dopo, con i suoi occhi magnetici e i suoi modi di fare arroganti. Era stata un'avversaria, poi un'alleata e infine di nuovo un'avversaria. Era molto più simile a Bruce di quanto non fosse Talia, entrambi orfani, entrambi diventati adulti prima del tempo. Anche Selina cercava di non affezionarsi troppo alle persone, ma non per il loro bene, per il proprio. Aveva sperimentato il sapore acre dell'abbandono, della delusione e aveva giurato a sé stessa che non sarebbe stata mai più la vittima, semmai la carnefice. Eppure non uccideva, la Gatta, si limitava a rubare, egoisticamente. Prendeva ciò che le serviva da chi aveva più che in abbondanza, sue testuali parole. Talia aveva scoperto l'identità segreta di Bruce. In realtà era stata la Setta, che come una piovra riusciva a muovere i suoi tentacoli ovunque, a scoprirla e di conseguenza anche Talia.
Ra's al Ghul avrebbe voluto avere un figlio maschio, ma non era stato così e in un primo momento aveva visto in Bruce un probabile erede, per questo aveva fatto sì che lui e Talia si incontrassero, ignorando che poi sarebbe nata davvero la passione. Dal canto suo Selina non conosceva l'identità di Bruce, la Gatta non era affidabile. La Setta non avrebbe mai rivelato l'identità di Bruce, e Talia, che aveva il dovere di obbedire agli ordini, avrebbe dovuto fare lo stesso. La Gatta invece lavorava da sola, non obbediva a nessuno, anzi, se un giorno rivelare l'identità di Bruce avrebbe potuto salvarle la pelle, l'avrebbe fatto ad occhi chiusi. Almeno così credeva lui. Il problema di fondo era che anche Bruce sapeva di starsi innamorando e la cosa non gli piaceva per niente, perchè Batman doveva essere un simbolo incorruttibile, se avesse amato qualcuno sarebbe stato il suo punto debole e Bruce era stanco di vedere persone che perdevano la vita per colpa sua.
Per il momento, però, non c'era da preoccuparsi, visto che lui si stava innamorando di Selina, mentre lei non ricambiava i suoi sentimenti perchè era chiaramente innamorata di Batman.
Ecco un altro buon motivo per non rivelarle la sua identità.
Bruce sospirò, dietro di lui sentì il rumore di piedi scalzi che avanzavano sul marmo freddo del balcone. Si voltò delicatamente e sorrise, Talia era in piedi, avvolta in una camicia di Bruce, incurante del freddo. Lo raggiunse e poggiò anche lei i gomiti sul balcone.
“Già sveglio?” gli chiese con i capelli mori che le incorniciavano il viso.
“Non mi piace dormire...” sorrise di rimando.
“Giusto...”
Rimasero qualche minuto in silenzio, ascoltando l'eco lontano dei rumori che provenivano dalla strada.
Ad un tratto il cielo nero fu illuminato dal Bat segnale, l'espressione di Bruce si fece cupa: “Andiamo!” ordinò.
“Andiamo a prepararci nella Bat Caverna?” chiese Talia con una punta di eccitazione nella voce, Bruce annuì.
Scomparvero al piano di sotto.

***

Jim Gordon stava, come sempre quand'era nervoso, fumando una sigaretta vicino al proiettore del Bat Segnale, il Cavaliere Oscuro gli piombò alle spalle seguito da Talia.
Il commissario osservò diffidente la figura della donna avvolta in una tuta di pelle nera.
Bruce gli fece un piccolo cenno del capo per fargli capire che poteva parlare liberamente.
“Ho i risultati delle autopsie...” iniziò Gordon “Sono effettivamente morti per avvelenamento, ma c'è qualcosa che non torna...”
Bruce e Talia lo ascoltavano in silenzio.
“Voglio dire – aspirò dalla sigaretta – nel momento preciso in cui le persone hanno iniziato a cadere, la piazza era piena di gente, voglio dire, la sera di San Valentino... comunque, la domanda è: perchè su circa duecento persone presenti in quel momento ne sono morte solo una ventina? Cosa avevano in comune tra loro queste venti persone?”
“Probabilmente in qualche modo erano state in contatto con Ivy...” suppose Bruce.
“Già, infatti, ed è proprio quello che ho pensato anch'io, allora ho fatto delle ricerce sulle vittime, ma non erano né criminali né altro, cos'avevano a che fare con una criminale?”
“Forse non erano così normali come volevano far credere” si intromise Talia, ignorando le occhiatacce di Bruce e del commissario.
“Beh la sfido a dimostrare il contrario... - Gordon riportò lo sguardo su Bruce – Come se non bastasse Ivy è inavvicinabile, perchè da qualche tempo si dice vada a letto con il procuratore distrettuale, che ovviamente mi ha proibito di “importunare” miss Isley!” strinse i pugni e guardò il paviemnto infuriato. Quando rialzò lo sguardo era di nuovo solo.

 

 

 

 

 

 

Ecco qui il nuovo capitolo, forse vi sembra un po' noioso, ma vi assicuro che era necessario, visto che nel prossimo succederanno taaaaante cose...

Ciaoo :D

 

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Capitolo 5
*** Capitolo ***


“Sì, Harley, finalmente ci siamo!”
Harley fissò Joker confusa, senza capire.
Il clown alzò gli occhi al cielo: “L'imprevisto, zucchina mia, l'imprevisto! Sta per succedere qualcosa di grande, lo so!” ridacchiò fregandosi le mani ad un ritmo frenetico.
“Ma sai, pasticcino, io veramente non ho ancora capito bene cos'abbiamo fatto...”
Joker si voltò di scatto nella direzione di Harley: “Oh, ma niente di che, mia cara, abbiamo solo fatto sì che tutte le pedine prendessero il loro posto e poi, siccome ci stavamo annoiando, abbiamo girato la scacchiera...”
 

***
 

“Vuoi andare a parlare con Ivy?” chiese Talia, girando intorno a Bruce.
Erano appostati su uno dei tetti del quartiere più ricco di Gotham, e da quell'altezza si potevano vedere tutte le deliziose villette dei super ricchi con le luci spente e le finestre aperte. Il Cavaliere Oscuro scosse la testa, sembrava quasi un invito ai ladri...
Ad un tratto dalla finestra di un'abitazione di fronte a lui, Bruce riconobbe una sagoma familiare muoversi agilmente nella penombra.
“Bruce?” Talia lo richiamo all'attenzione.
“Scusa, stavi dicendo?”
La ninja alzò gli occhi al cielo: “Ha ragione mio padre a chiamarti il “detective”...” sorrise amaramente “Comunque ti ho chiesto se dobbiamo andare a parlare con Ivy...”
“Vai tu” le ordinò lui, forse un po' troppo bruscamente.
“Come? E ti fideresti a mandarmi?” Talia sorrise con aria di sfida.
“Non ho molta scelta, visto che uno di noi deve rimanere in città nel caso ci fossero altre morti improvvise...”
“Non sarebbe meglio che rimanessi io?” alzò un sopracciglio.
“Sinceramente non mi piace per niente l'idea di lasciare Gotham nelle mani della figlia dell'uomo che tenta di distruggerla da anni...”
“E va bene allora, mio amato. - Talia accusò il colpo - Dove posso trovare Ivy?”
“Prova nella sua serra, fuori Gotham, in genere è lì quando non è ad Arkham...”
“E se non la trovo?”
“Beh, allora cercala...” il Cavaliere Oscuro ricambiò il suo sguardo di sfida.
Talia sorrise allo stesso modo e si lanciò giù dal palazzo, nel frattempo Bruce aveva ben altre gatte da pelare.


***
 

“Meravigliosi” esclamò suadente Selina, afferrando i gioielli che erano – erano – dentro la cassaforte. La Gatta aveva facilmente bypassato i sistemi d'allarme e aperto la cassaforte, ora si stava prendendo la sua ricompensa. La villa nella quale si trovava era molto grande, a quattro piani, e lei era in quello più alto. Si avvicinò furtiva alla finestra aperta, in una mano teneva saldamente il sacchetto con i gioielli e con l'altra estrasse la frusta, la lanciò facendo sì che l'estremità si impigliasse alla ringhiera del balcone del palazzo di fronte e si lanciò nella notte.
Un altro colpo andato a segno.
Sentì l'adrenalina che iniziava lentamente a svanire e il battito del suo cuore che tornava regolare. La parte di ogni furto che le piaceva di più – a parte quella in cui si impossessava dei gioielli – era la caccia, il momento in cui doveva eludere i sistemi di sicurezza, il momento in cui sapeva che un minimo errore avrebbe potuto rovinare tutto...
Sorrise soddisfatta mentre atterrava con grazia sul tetto dell'altro palazzo, si guardò intorno per essere sicura che lui non la stesse inseguendo e continuò a correre diretta a casa.
Stava giusto per saltare da un tetto all'altro, quando Batman le piombò di fronte all'improvviso.
“Dove credi di andare, Gatta?” chiese con voce profonda, asettica.
“Da qualche parte che non sia Black Gate” ammiccò lei scappando nella direzione opposta.
Il Cavaliere Oscuro le stava alle costole mentre correvano e saltavano da un tetto all'altro.
Bruce ansimò appena, Selina era brava, maledettamente brava.
La Gatta aveva già fatto attorcigliare l'estremità della frusta contro la ringhiera di un balcone ed era ormai a mezz'aria, quando Batman la riportò sul tetto afferrandola per un braccio. Selina cadde a terra accusando il colpo, ma non ci fece caso e si rialzò pronta a ripartire. Bruce le colpì il polso facendole cadere di mano la frusta, in tutta risposta la Gatta gli sferrò un calcio sul mento. Il Cavaliere Oscuro si asciugò con la mano un rivolo di sangue che gli colava da un lato della bocca e ricambiò il favore con un pugno. Selina si abbassò in tempo da evitare il colpo e tentò di farlo cadere con un rapido calcio alle caviglie, ma Bruce fu altrettanto abile a scansarsi.
“Hai intenzione di andare avanti ancora per molto?” le chiese lui.
“Io non sono per niente stanca...” sorrise lei afferrando la refurtiva che era caduta nella foga del momento e riprendendo a correre.
In strada tutti i passanti tenevano gli occhi incollati al cielo, decisi a non perdersi nemmeno un passaggio di quello che stava succedendo sui tetti.
“Che avranno da guardare?” domandò infastidita Selina, senza smettere di correre.
Bruce le stava dietro di qualche metro.
La Gatta, con l'aiuto della frusta, si lanciò giù e atterrò sul tetto di un furgone che, sotto la forza dell'impatto, sbandò andando a finire contro un lampione.
Bruce strinse i denti, trovandosi costretto a fermarsi sul luogo dell'incidente per accertarsi che non ci fossero feriti gravi. Selina continuò a correre e a ridere, soffiandogli un bacio prima di scomparire all'orizzionte.
“Solo per questa volta, gatta!” sfoderò un mezzo sorriso, decisamente inappropriato per la situazione, e si diresse sul luogo dell'incidente stradale.

 


Ciao a tutti, allora: premesso che io e le scene d'azione non andiamo d'accordo, era comunque impossibile non inserirle in questo capitolo quindi io ho fatto del mio meglio, poi spero non siano troppo brutte! Comunque presto le cose cambieranno, nel frattempo non dovete saltare nemmeno un capitolo, perchè è tutto collegato..... Vabbè non dico più niente, dai! Ringrazio Tressa, Sognatriceaocchiaperti e Ireide per recensire ogni capitolo e Ary_Cocca88 e Stonk per aver messo questa storia tra le seguite! Bacii :*

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Capitolo 6
*** Capitolo ***


Ehilà! Allora,  non so se continuerò a scrivere questa ff, per andare avanti voglio almeno due recensioni, altrimenti mi fermo (sob!)
Be', aspetterò e vedrò...





“Scacco matto!”
Joker balzò in piedi, urlando e ridendo.
Harley lo affiancò immediatamente: “Qualche novità, pasticcino?”
Il clown sfoderò un sorriso orribile e con un braccio attirò vicino a sé la donna, mentre con l'altra mano le indicava la scacchiera che aveva di fronte: “Vedi, mia cara? Questo è il Re Nero e come re è il pezzo più importante del gioco, ma attenta! Non è il più forte... Infatti può muovere un solo passo alla volta. E indovina a chi tocca difenderlo?”
“Al... Cavallo...?”
“Mannò, sciocca! Alla regina, la regina nera!” pronunciò queste ultime parole mellifluo, sbattendo le ciglia. “E il
nemico più potente della Regina Nera chi è?”

“L'a.... l'alfiere...?”
“Razza di stupida, no! E' la Regina Bianca! Ma la domanda è questa... - ridusse gli occhi a due fessure – cosa succede se la Regina Bianca tradisce il suo colore per allearsi con il Re Nero?”
“Beh, immagino che la cosa darebbe fastidio alla Regina Nera...”
“Esatto, zucchina mia! Quindi si aprirebbe una lotta senza esclusione di colpi tra la Regina Nera e la Regina Bianca... - gesticolava apertamente, con le pupille che scintillavano d'eccitazione - … Ma se la Regina Bianca e la Regina Nera sono impegnate... chi difende il Re Nero?”
“Beh, ci sono i pedoni, i cavalli...” Harley contava sulle dita.
“Bene, mia cara, vedo che hai capito. Quindi per prima cosa bisogna fare il vuoto intorno al Re Nero...”

 

***

 

“Bella quella collana, è nuova?” Bruce indicò con noncuranza la collana di diamanti che circondava il collo di Selina.
“Sì, infatti. Ti piace?” replicò languida.
“Molto graziosa, dove l'hai comprata?”
“L'ho presa da una gioielleria...” sorrise lei, lasciandosi portare al centro della pista da ballo
“Posso farti una domanda Bruce?”
“Qualsiasi cosa...”
“Perchè siamo venuti qui? Voglio dire, è una pall... una noia! Non mi piacciono questo tipo di balli...”
“Intendi i balli di beneficenza?”
“No, quelli in cui l'unica musica proviene da un orchestrina monotona e bisogna ballare lentamente e avvinghiati al proprio accompagnatore...”
“Be', per me questo non è proprio un male... - sfoggiò un mezzo sorriso – E comunque io dovevo venirci per forza, stasera... Sai com'è, essere un miliardario, proprietario d'industrie e tutto il resto comporta delle responsabilità”
“E io che credevo che consistesse solo nel non fare niente dalla mattina alla sera e di notte andare a qualche festa in compagnia di un paio di ragazze carine...”
“Quella è la parte migliore!” ammiccò “Vuoi che ti vada a prendere qualcosa da bere?” le chiese Bruce approfittando della pausa dell'orchestra.
“Si, grazie” sorrise Selina prima di vederlo farsi largo tra la folla.
“Salve” disse una voce di donna alle sue spalle, la Gatta si voltò confusa.
“Salve... ci conosciamo?”
Selina osservò la donna che aveva di fronte, avvolta da un abito di seta scarlatta che le fasciava il corpo perfetto. Aveva due profondi occhi azzurri e i capelli scuri ricadevano lunghi e lisci sulle spalle scoperte.
La sconosciuta sorrise sorniona: “Mi chiamo Talia...” spiegò.
“Selina...” replicò la Gatta sospettosa “Voleva qualcosa da me?”
“Oh, no, assolutamente. Solo fare la sua conoscenza...”
Selina la squadrò con i suoi occhi verdi. Cosa voleva quella donna da lei? Era forse una ragazzina viziata che per caso aveva scoperto che lei era la Gatta e ora voleva ricattarla?
“Cosa vuole esattamente da me?” la fissò intensamente negli occhi.
La donna resse lo sguardo con facilità e continuò ad avere quel ghigno sul volto: “Siamo nervose, miss Kyle?”
“Come fa a sapere che...”
“Selina” Bruce intervenne nella conversazione, reggendo due bicchieri di champagne tra le mani.
Dal modo in cui l'uomo guardò Talia, Selina ebbe l'impressione che la conoscesse.
E la cosa non le piacque.
Per niente.
















Ehilà! Allora, innanzitutto buon anno a tutti voi che leggete e seguite questa fanfiction :D! Comunque non so se continuerò a scriverla, per andare avanti voglio almeno due recensioni, altrimenti mi fermo (sob!)
Be', aspetterò e vedrò...

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Capitolo 7
*** Capitolo ***


“Salve... - disse Bruce rivolto a Talia – lei è...?”
La donna continuò a sorridere sorniona e Selina dovette trattenere l'istinto di prenderla a schiaffi.
“Mi chiamo Talia” spiegò suadente.
“Molto bene, miss Talia, ora che ci siamo tutti sappiamo il nostro nome, noi avremmo da fare...” Selina infilò il braccio intorno a quello di Bruce e a braccetto se ne andarono verso la pista da ballo, dove l'orchestra aveva appena ripreso a suonare. “A presto miss Kyle!” la voce di Talia raggiunse Selina in mezzo alla pista da ballo, lasciandole addosso una sensazione spiacevole e un po' di nausea.
Bruce continuava a tenere sottocontrollo Talia, cercando di non farsi vedere da Selina. Che ci faceva la figlia di Ra's al Ghul lì? Non le aveva forse detto di rimanere al Manor? Notò che Talia continuava a fissarli mentre ballavano sorridendo divertita, poi fece l'occhiolino e scomparve.
Letteralmente.
“Fermi tutti!” una voce d'uomo irruppe nella grande villa, l'orchestra smise immediatamente di suonare e tutte le centinaia di presenti iniziarono a bisbigliare sconvolti, vedendo il gruppo di poliziotti in divisa che si faceva largo nella folla.
“Che sta succedendo?” mormorò Selina a Bruce, visibilmente preoccupata.
Erano circa cinque agenti in divisa, capitanati da un uomo vestito normalmente e Bruce lo riconobbe come il comissario Gordon, il quale si fermò dinnanzi a Bruce e Selina. La Gatta sentì il cuore martellarle nel petto.
“E' lei miss Selina Kyle?” chiese l'uomo.
“Si... sono io... lei chi..”
“Sono il commissario James Gordon – mostrò il distintivo – Temo che debba venire con noi”
“Ehi, un momento – intervenne Bruce – che cosa ha fatto?”
Gordon afferrò Selina per i polsi, bloccandoglieli dietro la schiena con le manette. Tutti gli occhi dei presenti erano sulla Gatta.
“La dichiaro in arresto per il furto in casa De Winter, lo scorso mercoledì notte. Ha il diritto di rimanere in silenzio, tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei...”
E mentre Gordon continuava l'elenco dei diritti di Selina, lei si dimenava inutilmente sotto le occhiate disgustate e i nasi arricciati della Gotham bene.
“Ma sta scherzando?” Selina si voltò per guardare Gordon negli occhi: “Lei non ha le prove...”
“Abbiamo ricevuto una telefonata anonima secondo la quale lei avrebbe derubato numerose banche e appertamenti negli ultimi mesi, quindi siamo entrati nel suo appartamento pensando di trovarla lì e invece abbiamo trovato tutte le refurtive”
“Ma con quale autorità siete entrati in casa mia?”
“Avevamo un mandato di perquisizione. E adesso facciamola finita, miss Kyle... o dovrei dire Catwoman?”
Lo sguardo di Selina si fece durissimo, sapeva di essere stata scoperta, quindi scelse di rimanere in silenzio.
“Selina, io... non ci posso credere. Tu...” Bruce si finse sconvolto, lei si limitò a scuotere la testa e a lasciarsi portare via dalla polizia.
La Gatta passò in mezzo alla folla a testa alta, con le spalle diritte, e l'ultima cosa che vide prima di uscire fu Talia, appoggiata con i gomiti sulla ringhiera del balcone interno alla sala, che squadrandola dall'alto e continuando a sorridere, le faceva l'occhiolino.
Selina ricambiò il suo sguardo e le sue labbra si mossero per mimare in modo comprensibile la pria parola che le fosse venuta in mente. Puttana.
Talia comprese perfettamente il messaggio e scoppiò a ridere, mentre Selina usciva dal palazzo e saliva sulla volante della polizia.

***

“Perchè l'hai fatto?” Bruce afferrò Talia per un braccio, attirandola a sé.
La festa era andata avanti anche dopo l'arresto di Selina e stava continuando ancora, mentre Talia e Bruce erano usciti in giardino.
“Di cosa parli?” chiese candida.
“Sai benissimo di cosa parlo. Perchè hai fatto la telefonata?”
“Credevo di farti un favore – Talia si strinse nelle spalle – in fondo è un criminale, e la scorsa notte ti è sfuggita. Pensavo ti avrebbe fatto piacere...”
“Anche tu sei una criminale!” le ricordò Bruce, approfittando poiché erano gli unici nel giardino.
“No, mio amato, è diverso. Io appartengo alla Setta delle Ombre, ho un ideale: rendere il mondo migliore, e combatto per quello! Lei invece è una ladra, ruba senza alcun secondo scopo.”
“Tu e la Setta non avete nessun ideale, credete solo di essere delle divinità in terra e vi comportate come tali, condannando a morte tutti coloro che voi reputate criminali!”
“Certo, Bruce, la feccia va eliminata! L'erba marcia dev'essere estirpata!”
Nei suoi discorsi Bruce ritrovava tutte le idee perverse di Ra's al Ghul, ed era inutile discutere di cosa fosse giusto o no, perchè Talia e Bruce, la Setta delle Ombre e Batman avevano concetti opposti di “giustizia”.
“Comunque non avevi il diritto di far arrestare Selina davanti a mezza Gotham!”
“Che importanza ha? Anche se l'avessi arrestata nel vicolo più isolato di Gotham la notizia dell'arresto della Gatta, incubo di tutti i più ricchi, avrebbe fatto il giro della città in pochi minuti!”
Bruce strinse i denti, Talia aveva ragione, inutile arrampicarsi sugli specchi, avrebbe solo finito col mostrare i suoi sentimenti per Selina.
“Andiamocene” disse solo. Talia annuì convinta, lasciandosi prendere a braccetto e facendosi portare a casa.

 

 

 

 

 

 

Woow! Selina in carcere... ma ci resterà poco ;)! Eheheheh tante cose devono ancora succedere! ;)

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Capitolo 8
*** Capitolo ***


“Harley! Che fai ancora così? Muoviti, dobbiamo andare...”
“Adesso, Mr J?” Harley sbattè le palpebre confusa.
“E quando, razza di stupida, stanotte?” la prese in giro il clown.
“Beh, pensavo che in genere, quando si vuol fare evadere dal carcere qualcuno, lo si fa di notte...”
“Ma è quello che si aspettano tutti! Ecco perchè di notte raddoppiano la sorveglianza! Ma noi agiremo alla luce del sole... Che ore sono, Harley?”
“Uh? Le dieci in punto, pasticcino.”
“E allora preparati in fretta, abbiamo una gatta da liberare...”

***

Selina se ne stava a fissare il soffitto, stesa sulla branda della sua cella. Black Gate era la prigione più dura di tutta Gotham, dove venivano rinchiusi solo i criminali più pericolosi e Selina pensò che essere considerata così, la onorava. C'erano trentadue prigionieri in tutto, lei era l'unica donna.
Le guardie andavano avanti e indietro tra i corridoi, brandendo i manganelli e urlando ogni tanto di fare silenzio ai reclusi che passavano le giornate intere ad urlare insulti attaccati alle sbarre. Solo Selina se ne stava in silenzio, stesa sulla sua branda da mattina a sera, a fissare il soffitto. Le avevano fatto indossare la classica tuta arancione e aveva raccolto i capelli lunghi in una treccia ben tirata dietro la nuca. Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva Talia e il suo sorriso cattivo mentre lei veniva portata via dalla polizia. “Ti ucciderò” sussurrò all'aria, giurandolo a sé stessa.
“Ehi, ma che...” la voce profonda di un secondino e il rumore di colpi di pistola che seguì fece calare il silenzio nel carcere e scattare Selina vicino alle sbarre come tutti gli altri, per osservare la situazione. Per il corridoio correvano due figure conosciute, sparando a tutti i poliziotti che incontravano e ridendo come matti. Lo erano, matti. Lui era un clown vestito di viola, dagli ispidi capelli verdi e il rossetto scarlatto, lei era vestita come un arlecchino dal costume a scacchi rossi e neri, la faccia completamente coperta dal cerone bianco e le labbra tinte di nero. Joker e Harley Queen. Che ci facevano lì?
Harley si fermò davanti alla sua cella, inserendo un petardo nella serratura. “Allontanati dolcezza” le disse ammiccando. Selina si spostò in tempo per evitare la piccola esplosione che fece aprire di getto il pesante cancello della cella. La Gatta tossì appena: “Che diavolo ci fate voi due qua?” domandò diffidente. Joker affiancò rapidamente Harley e Selina stringendo fra le mani il costume della Gatta. “Ti facciamo evadere – spiegò il clown con il sorriso sulle labbra – tieni, ho recuperato questo dall'archivio!” le porse il costume, Selina lo afferrò prontamente. “Perchè lo fate?” in fondo lei più di una volta era stata alleata di Batman, il loro peggior nemico.
“Perchè è buffo” Joker scoppiò in una risata folle “E adesso forza, usciamo di qui!”. Selina pensò che non le importava niente del vero motivo per cui quei due erano lì, l'importante era che le avevano aperto la porta e ridato il suo costume, avrebbe fatto la brava finchè non fossero usciti da Black Gate senza problemi, poi una volta fuori se ne sarebbe andata per fatti suoi.
Non se lo fece ripetere due volte e corse con loro.

***

Bruce e Talia erano seduti nel salone di Wayne Manor, in silenzio, fingendo di ascoltare la televisione. Dalla sera prima, da quando Selina era stata arrestata, avevano parlato poco. Non avevano parlato affatto, in realtà. Quella notte era trascorsa abbastanza tranquillamente, Bruce aveva dovuto vedersela solo con un paio di ladruncoli che avevano fallito miseramente nel tentativo – folle – di svaligiare la gioielleria centrale. Ad un tratto la frivola trasmissione fu interrotta da un'edizione speciale del telegiornale. “Interrompiamo le trasmissioni per diffondere un comunicato speciale, due ore fa è evasa dalla prigione di massima sicurezza di Black Gate la ladra pluriricercata Selina Kyle – una sua foto mentre reggeva il cartellino d'identificazione del carcere, comparve sullo sfondo – meglio conosciuta come Catwoman, arrestata la scorsa notte durante una festa di beneficenza. Le poche guardie sopravvissute, ritrovate legate e imbavagliate, confermano che sia scappata grazie all'aiuto dei criminali Joker e Harley Queen, chiunque abbia notizie di alcun genere è pregato di informare le autorità...”
Click.
Bruce spense la tv.
Non riusciva a crederci, perchè Joker aveva liberato Selina? Quale folle piano aveva ideato stavolta la sua mente contorta?
“Ma perchè l'hanno liberata?” chiese Talia infastidita più che altro dal saper Selina già a piede libero, dopo essersi impegnata tanto per farla arrestare.
“Non lo so, ma dobbiamo scoprirlo” Bruce scattò in piedi, pronto a scendere nella Bat Caverna.
“Non potrebbe semplicemente cavarsela da sola, per una volta?” Talia storse il naso, Bruce la fulminò con lo sguardo: “Non ti obbliga nessuno ad aiutarmi”, le voltò le spalle e fece per andarsene dalla stanza.
“E va bene, ti aiuterò a scoprire perchè l'hanno liberata, se ci tieni tanto...” esclamò lei alle sue spalle.
Come se non fosse già un mistero il perchè Talia avesse deciso di aiutarlo.







Salvee :D! Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono la storia e recensiscono, aggiornerò al più presto ;)! Bacii :*

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Capitolo 9
*** Capitolo ***


Selina aveva provato a mollare Joker e Harley e andarsene per fatti suoi, ma ci aveva rinunciato quando, uscendo dal carcere con loro due, si era accorta che era già circondato da volanti della polizia e giornalisti e se avesse provato a scappare per fatti suoi, la polizia e la stampa avrebbero preferito inseguire lei, che era lo scoop, la notizia nuova, piuttosto che due noiosissimi e famosi assassini. Joker aveva sparato a destra e a manca, così come aveva fatto Harley, mentre lei se ne stava nascosta dietro di loro usandoli come scudo. Con molte difficoltà alla fine avevano rubato una macchina ed erano persino riusciti a seminare la polizia, ma quando Selina aveva provato ad aprire lo sportello e saltare giù, si era accorta che Joker le stava puntando una pistola alla tempia.
“Se fai una sola mossa sbagliata, gattina, ti ritrovi con un paio di proiettili nel cervello” le aveva detto. Selina si era finta noncurante, ma in realtà sapeva che quel pazzo avrebbe potuto premere il grilletto da un momento all'altro per puro divertimento, quindi aveva fatto la brava mentre Harley continuava a guidare. Adesso erano circa due ore che procedevano lungo una strada deserta.
“Ma dove cavolo stiamo andando?” chiese Selina infastidita.
“Resisti, Cat Lady – le disse Harley – siamo quasi arrivati”
“Ti stiamo portando in un posto dove il tuo amato pipistrello non potrà trovarti” rise Joker.
“Ma che volete da me?”
“Ogni cosa a suo tempo, mia cara” il clown le fece l'occhiolino, senza smettere di puntarle la pistola.
“Mr J, siamo ormai a pochi chilometri... dovremmo...”
“Giusto, Harley, giustissimo. - il clown assunse un'espressione serissima e poi si voltò verso Selina: “Vedi, Gatta, noi non ci fidiamo di te quindi è meglio che tu non sappia dove ti stiamo portando...”
e detto questo la colpì alla nuca con il calcio della pistola. “Ah!” esclamò Selina poco prima di svenire.

***

“E' andata bene la riunione, Bruce?” lo canzonò Talia dopo che l'uomo entrò in casa.
“Noiosa come al solito” esclamò irritato buttandosi in poltrona, quella maledetta riunione alla Wayne Enterprises gli aveva tolto del tempo prezioso per le sue ricerche su Selina. Rimase in silenzio per un po', era convinto che la Gatta potesse cavarsela in qualsiasi situazione grazie alla sua astuzia e al suo sangue freddo, ma non poteva fare a meno di temere per la sua vita. E se facesse parte di un monumentale ricatto contro Batman? Avrebbe potuto, lui, sopportare la morte di un'altra persona alla quale teneva? La risposta ovviamente era no. Guardò l'orologio, erano le due del pomeriggio. Si alzò pronto a scendere nella Bat Caverna per fare qualche ricerca, quando si ricordò di una cosa importante.
“Hai fame, Talia?”
“Come?” chiese lei sorpresa.
“E' ora di pranzo. Vuoi che ti faccio preparare qualcosa da Alfred?”
La donna scoppiò in una risata arrogante: “Non sono la tua Gattina, Bruce, non devi prenderti cura di me. Io sono stata addestrata fin da piccola alle arti marziali e alla sopportazione del dolore. Saltare un pasto non mi ucciderà” fece l'occhiolino.
Bruce avrebbe voluto ribadire che nemmeno Selina era una damigella in pericolo, anzi, preferiva morire piuttosto che chiedere aiuto e ammettere di aver sbagliato, ma lasciò stare.
“Andiamo?” Talia aveva le mani ai fianchi, spazientita.
Bruce annuì e scesero nella Bat Caverna.

***

Quando si risvegliò Selina era su un divanetto rovinato in quello che doveva essere il piccolo soggiorno di una casa diroccata e decrepita. “Ben svegliata, micetta” la salutò Harley con la sua voce squillante. Selina si mise a sedere di colpo, ignorando il malditesta. Si sentiva una stupida per essersi fatta fregare così facilmente da un paio di malati mentali. “Ehi, Mr J – urlò Harley verso la porta che collegava la sala da pranzo ad una stanza adiacente – Si è svegliata!”
Harley era seduta su una sedia di legno, di fronte a Selina, Joker fece il suo ingresso dalla porta. “Ma che piacere... Hai dormito bene?” la prese in giro tra le risate.
“Ora me lo dite che volete da me?” Selina balzò in piedi in posizione d'attacco.
Harley e Joker si scambiarono una sguardo significativo.
“Che dici, Harley? E' arrivato il momento secondo te?”
“Oh, sì, pasticcino! Non sto più nella pelle!” Harley saltellò sul posto eccitata.
“Bene... - iniziò Joker avvicinandosi a Selina - … Da un po' di tempo per noi criminali è diventato difficilissimo, se non impossibile, svolgere le nostre... attività! E indovina di chi è la colpa?”
Selina capì immediatamente: “Di Batman?” la sua espressione si fece dubbiosa.
“Giusto! Vedi, Harley? Lei capisce le cose al primo colpo! Comunque, quale sarebbe secondo te la soluzione?”
“Dobbiamo continuare ancora a lungo con questo botta e risposta o ti decidi a dirmi il tuo piano?” chiese Selina infastidita e in parte preoccupata da quello che il clown aveva in mente.
“E va bene, Gatta, come sei noiosa! Dunque, noi dobbiamo eliminarlo! Ma come fare? Lui è più astuto e più forte di tutti noi criminali...”
“Ripeto la domanda per la milionesima volta – lo interruppe Selina – cosa. Volete. da. Me?”
“Se mi lasci finire... - Joker si finse offeso - … dicevo, ci serve qualcuno tra noi criminali di cui lui si fida, e ovviamente abbiamo pensato a te...”
“Lui non si fida di me” ammise Selina con una punta di malinconia nella voce, non mi ha nemmeno rivelato la sua vera identità, questo non lo disse.
“Io scommetto il contrario. Ora, tu dovresti...”
“Frena, clown! Perchè dovrei aiutarti?”
“Be' perchè anche tu hai dei problemi da quando il pipistrello è in circolazione, e se ci aiutassi, alla fine, ti spetterebbe tutta la zona nord di Gotham city. Pensa: la parte più ricca della città nelle tue mani... E nessuno che possa catturarti...”
Un bagliore attraversò gli occhi di Selina, l'idea l'attirava eccome. In fondo da quando c'era Batman ogni colpo diventava due volte più difficile e anche se, doveva ammetterlo, il brivido della fuga era piacevolissimo, a lungo andare diventava un incubo. Si chiese però se valesse la pena di tradire l'unico uomo che infondo era stato gentile con lei e del quale avrebbe sempre potuto fidarsi, vista la sua smisurata onestà. E non poteva negare i suoi sentimenti per lui. Ma lui? Batman cosa provava per lei? Non si fidava di lei nemmeno da rivelarle la sua identita...
Aveva deciso.
“Cosa devo fare?” chiese con lo sguardo durissimo.






Decisioni, decisioni.... eheheheh! A presto :*

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Capitolo 10
*** Capitolo ***


“Bene – iniziò Joker – innanzitutto hai detto che lui non si fida di te, giusto?”
“Giusto”
“Quindi devi conquistarti la sua fiducia...”
Selina iniziava a capire: “Ma come?”
“Per prima cosa va da lui e fingi di essere sua alleata, che io e Harley ti abbiamo torturato dopo che ti abbiamo fatto evadere e ti vuoi vendicare...”
“Vorrà le prove”
Decisamente, pensò Joker, quella donna conosceva il pipistrello meglio di chiunque altro.
“Gli dirai che fingendoti svenuta hai sentito una conversazione tra me e uno dei miei uomini secondo la quale ci sarà una rapina alla banca sabato notte, Batman sarà lì e io ci manderò alcuni dei miei uomini sacrificabili. Si fiderà di te.”
“No, quando capirà che sono tuoi uomini realizzerà che io e te ci siamo organizzati dopo la mia fuga dal carcere”
“Hai ragione! E allora mi accorderò con Copplebot, manderà lì alcuni dei suoi uomini e tu dirai di aver sentito una telefonata tra me e lui”
Selina riflettè qualche secondo, sì, poteva andare.
“Cos'altro devo fare?”
“Una volta che avrai la sua fiducia, il che potrebbe richiedere anche settimane, regolati tu, insomma. Quando ti accorgi che ormai ti considera una sua alleata avvisami e ti dirò il prossimo passo!”
“Come farò a rintracciarti?”
Joker le porse un biglietto di carta con su scritto un numero di telefono.
“Ecco qui, gattina” strizzò l'occhio.
“Bene. Ora posso andarmene?”
“Certo, intanto levati quell'orribile tuta arancione e indossa il tuo costume, io ti aspetto in macchina fuori di casa. Harley ti terrà sottocontrollo, non vorremmo che decidessi di scappare.”
Selina sbuffò, in realtà era proprio quella la sua intenzione. Perchè non capivano che a lei non interessava niente di quella guerra tra Batman e la malavita di Gotham? Che lei pensava solo a salvarsi la pelle e nient'altro?
Osservò Joker uscire dalla stanza e si cambiò rapidamente d'abito.

***

“Qualche motivo sul perchè hanno liberato la Gatta?” chiese Talia con tono seccato, appoggiandosi contro la parete della batcaverna.
Bruce scosse la testa nervoso: “No, maledizione”
“Non prendertela troppo, mio amato! Forse l'hanno fatto solo perchè le vogliono tanto bene...” scherzò cattiva la ninja.
Bruce la ignorò. Era mezzanotte e lui era rinchiuso nella Bat Caverna dalle tre del pomeriggio senza aver trovato niente. L'ipotesi che l'avessero uccisa per mettere in piedi una vendetta trasversale contro Batman non gli dava tregua. Anche ammesso che Selina fosse riuscita a salvarsi, dove si nascondeva ora? Bruce aveva bisogno di vederla, perchè... Be', in realtà non lo sapeva nemmeno lui il perchè. O si? Scacciò via quei pensieri fastidiosi e tornò ad armeggiare con il mega computer.
“Perchè non fai un giro per le strade di Gotham? - suggerì Talia alle sue spalle – Magari la trovi in qualche gioielleria...” ridacchiò.
Bruce doveva ammetterlo, era un'ipotesi plausibile.
“Buona idea” commentò Bruce regalando a Talia uno dei suoi sguardi più dolci. Prima o poi avrebbe dovuto chiarire con sé stesso cosa provava per Talia e cosa per Selina e fare una scelta, pirma che la situazione gli fosse sfuggita di mano.

***

Stessa procedura. Selina dopo essersi cambiata aveva ricevuto una gentilissima botta in testa e quando si era svegliata era dentro casa sua. Così quei due pazzi sapevano dove abitava. Merda.
Riempì la vasca da bagno e si immerse nell'acqua calda, lasciandosi avvolgere dal profumo delicato del bagnoschiuma e vedendo la schiuma candida che le scivolava sul corpo. Poggiò la testa all'indietro. Era già mezzanotte, avrebbe dovuto vedere Batman al più presto, prima che finisse la notte. Ma dove trovarlo? Sì, giusto: avrebbe acceso il Bat Segnale e l'avrebbe aspettato, sicuramente sarebbe arrivato. Tra l'altro doveva stare molto attenta, visto che la sua faccia era su tutti i giornali e la polizia la stava cercando ovunque. Si chiese cosa avesse provato Batman nel sapere prima del suo arresto e poi della sua evasione. Cosa aveva provato? Gli era dispiaciuto almeno un po' che qualcun'altro, non lui, l'avesse arrestata? O non se n'era preoccupato più di tanto, visto che la cosa più importante era che una criminale fosse stata consegnata alla giustizia? La seconda ipotesi era la più probabile. Ma era solo questo per lui? Una dei tanti criminali, una solita seccatura? Chissà se un pochino era felice ogni volta che doveva inseguirla... Del resto Selina si divertiva tantissimo nel gioco del gatto e del topo. Ma lui?
Selina sbuffò, maledizione: si stava comportando come una ragazzina con una cotta.
No, se lei non era niente per lui, lui non sarebbe stato niente per lei! Avrebbe aiutato gli altri criminali a farlo fuori, così anche lei si sarebbe risparmiata ogni volta la seccatura di un'estenuante fuga tra i tetti. Lui la considerava una tra tanti? Bene. Lo sarebbe diventata.
Finì velocemente il bagno e uscì dalla vasca per indossare il costume.
Una volta pronta saltò fuori dalla finestra.

 







Rieccomi qui! Chiedo scusa per avervi fatto aspettare tanto! Comunque siamo a sei seguaci! Ommioddio, grazie, così mi commuovete! :')! Ringrazzio Tressa e Sognatriceaocchiaperti per recensire ogni capitolo! Al prossimo :D

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Capitolo 11
*** Capitolo ***


“Bruce, sono le quattro! E' da mezzanotte che andiamo da un tetto all'altro, da una gioielleria all'altra e della Gatta nessuna traccia!” sbottò Talia nervosa. Bruce era certo che il problema non fosse la stanchezza, vista l'innata forza e resistenza di Talia, ma la persona da trovare.
“Se vuoi puoi tornare a casa” Batman si voltò verso di lei.
“Forse è meglio” esclamò Talia scomparendo nella notte.
Bruce la guardò scivolare via dalla sua visuale senza avere il tempo di formulare qualsiasi pensiero logico. Il Bat Segnale acceso nel cielo catturò la sua attenzione.

***

Era facile accendere il Bat Segnale senza far insospettire nessuno. In fondo la notte a Gotham succedevano tanti di quei crimini che sarebbe stato più strano vederlo sempre spento. Selina se ne stava all'ombra del grande proiettore, nascosta e avvolta nel suo costume da Gatta.
Batman non tardò ad arrivare.
Selina preparò le lacrime.
“Gatta...” bisbigliò lui stupito nel vederla lì.
Selina gli corse incontro simulando le lacrime e i singhiozzi.
“Perfortuna sei arrivato...” si gettò fra le sue braccia. Lui, come sempre, non ricambiò la stretta, ma non l'allontanò nemmeno. Fu Selina a separarsi dopo un po'.
“Che è successo?” chiese lui con voce roca, tornando l'uomo freddo e scostante di sempre.
“Joker...” singhiozzò platealmente.
“Ti ha fatto del male?”
Selina non riusciva a crederci, c'era apprensione nella sua voce? Una gioia sottile s'impossessò di lei. Erano l'uno di fronte l'altra, guardandosi negli occhi.
“Sì... - Selina pensò che era il momento di giocarsi le sue carte - … Ha detto che voleva mettere in piedi un ricatto contro di te... - si sforzò di sembrare sconvolta, di avere l'affanno - … Io gli ho spiegato che non sono niente per te, ma quel pazzo di clown era così convinto! Pensa, che stupido!” Selina fece una pausa effetto, non sapeva nemmeno lei bene cosa aspettarsi. Probabilmente sperava che lui avrebbe ammesso di tenere a lei, o lo avesse negato. Insomma, che dicesse qualcosa. Ma Batman taceva. Selina continuò, questa volta tentando di nascondere la rabbia verso di lui.
“Insomma, - si asciugò le lacrime – io mi voglio vendicare! Ho saputo che sabato notte ci sarà una rapina alla banca centrale, credo saranno gli uomini di Copplebot, li ho sentiti parlare al telefono... - Selina mise le mani ai fianchi – insomma, voglio che li catturi!”
 

***

Bruce non riusciva a crederci. E non riusciva nemmeno a dare un nome alle sensazioni che aveva provato nel vedere Selina viva e vegeta. Avrebbe voluto dimostrarle che era felice di rivederla, ma non poteva mostrare i suoi sentimenti, Batman doveva essere un simbolo incorruttibile, non c'era spazio per...
Osservò Selina che lo guardava con aria di sfida, il corpo avvolto nella tuta di pelle nera come le ciocche di capelli ribelli che fuoriuscivano dalla maschera. Joker voleva mettere in atto un ricatto. Nel momento in cui l'aveva detto Bruce aveva sentito il mondo crollargli addosso.
“Come hai fatto a scappare?” le chiese.
“Mi hanno liberata perchè lui e quella matta di Harley Queen non si divertivano più con me. Sai... avevano voglia di un nuovo giocattolo!”
Bruce pensò che fosse possibile, conoscendo quei due, ma c'era qualcosa che non tornava. Selina gli stava mentendo, non sapeva dire come potesse esserne così sicuro, ma lo era.
“Non ti credo!” esclamò trapassandola con lo sguardo.
Selina rimase in silenzio qualche minuto, incredula.
“Come, prego?”
“Quel clown non ti avrebbe mai lasciato andare. Posso capire che abbia avuto voglia di un giocattolino nuovo, ma in quel caso ti avrebbe ucciso. Tu invece sei ancora viva.”
“Fammi capire, mi stai dicendo che ti dispiace che non mi abbiano ucciso?” e in quel momento Bruce riconobbe nei suoi occhi un lampo di puro odio.
Ma anche lui era deluso. Non riusciva a credere di essere stato preoccupato per tutto quel tempo, mentre lei si organizzava con gli altri criminali per farlo fuori.
Ammesso che fosse così.
“Piantala, Selina. Non sto scherzando.”
“Nemmeno io, caro il mio Cavaliere Oscuro. Ti dico che un pagliaccio assassino mi rapisce e mi tortura perchè aveva in mente di ricattare te, io riesco a salvarmi miracolosamente e tu sei dispiaciuto perchè non mi ha accoltellato!”
“Non credo nei miracoli, Gatta. Credo piuttosto che questa messinscena sia tutto parte di un piano, tu avresti dovuto conquistare la mia fiducia solo per poi attirarmi in trappola. Non riesco a credere che tu sia caduta così in basso.”
Selina rimase di sasso. Aveva capito tutto. Del resto non per niente era definito il più grande detective del mondo. Ma la cosa che le aveva dato più fastidio era che lui si fosse permesso di giudicarla. Cadere così in basso. Andasse al diavolo.
“Non ti permettere di giudicarmi! E' vero, sono dalla parte di tutti i criminali di Gotham, dimmi perchè non dovrei esserlo!”
Questa volta fu Bruce a pietrificarsi. Perchè ci tengo a te, ecco perchè. E non accetto il fatto che tu invece ti stia dando da fare per eliminarmi.
“Perchè tu non sei come loro...”
Selina sgranò gli occhi, non sapendo che dire.
“Tu non sei una maniaca assassina come Joker o una dei tanti criminali psicopatici che vivono a Gotham, tu pensi solo a non morire di fame, sei migliore di loro” cercò di ammorbidire il tono di voce.
Selina rimase piacevolmente colpita da quelle parole. Forse si era sbagliata sul suo conto, forse lui un po' ci teneva a lei.
“Non è sufficente, pipistrello! Dammi una buona ragione per la quale dovrei scegliere te anziché loro!”
“Perchè io credo in te” Bruce cercò di non mostrare l'effetto che aveva su di lui dedicare quelle parole a Selina.
“Provalo!” insistette Selina.
Bruce sapeva cosa voleva la Gatta, l'aveva capito. Decise che era il momento di rischiare, anche se probabilmente avrebbe commesso lo sbaglio peggiore di tutta la sua vita. Sospirò e si mosse verso di lei: “Voglio mostrarti una cosa” iniziò. Selina lo guardava con attenzione.
“Ho deciso di condividere con te il segreto più importante di tutta la mia vita”
Selina sentiva il cuore martellarle in petto.
Con un rapido gesto Bruce si sfilò la maschera, rivelando il suo vero volto.
“Bruce Wayne...” fu tutto ciò che Selina riuscì a mormorare.

 

 

 

 

 

Eilà! Here I go again! Che ne pensate? Finalmente Selina scopre l'identità di Bruce, ma sarà stato uno sbaglio? Per saperlo continuate a leggere la storia...

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo ***


“Sei Bruce Wayne!” ripetè Selina a voce più alta.
Bruce sentì una fitta allo stomaco, si era già pentito di averle rivelato la sua identità.
“Va bene, ma non è il caso di farlo sapere a tutti!” si rimise rapidamente la maschera e sorrise nervoso, accennando al tono di voce troppo alto di Selina.
“Scusa...” bisbigliò lei estasiata, incapace di distogliere lo sguardo dal volto di Bruce.
“Ti renderai conto dell'importanza di mantenere il segreto...”la guardò negli occhi.
“No, no! Cioè si... Cioè, sì: me ne rendo conto e no: non lo dirò mai a nessuno!” Selina mimò una croce sul cuore.
Nel vederla per la prima volta così impacciata, Bruce dovette trattenere un sorriso.
“Spero che non mi delud...” non ebbe il tempo di finire la frase, Selina si gettò – letteralmente – tra le sue braccia e lo baciò. Per la prima volta lui ricambiò la stretta.
“Ah bene, vedo che l'hai trovata” la voce irritata di Taliali costrinse a separarsi bruscamente. Selina si voltò di scatto verso di lei e la osservò attentamente per qualche secondo.
“Ma tu sei la stronza della festa...” disse poi.
Talia non badò al complimento: “Molto piacere!” sorrise beffarda.
La situazione si faceva incandescente.
“Talia che ci fai qui? Non eri tornata a casa?” si intromise Bruce.
“A casa? Ma allora lei sa che tu sei...” Selina avvertì una fitta di gelosia. Sì, gelosia. Le dava fastidio che quella donna avesse conosciuto il segreto di Bruce prima di lei, e ancor di più che lui si fosse fidato di quella Talia prima che di lei.
“Sì, Gatta, e da un bel po'! Comunque, Bruce, ero tornata per vedere se avevi bisogno di una mano, ma a quanto pare non serve...”
“Talia...” Bruce cercò di risolvere la situazione, ma fu interrotto da Selina: “Molto bene, vedo che avete bisogno di parlare e stare un po' da soli, non voglio essere di troppo!” e detto questo sorrise beffarda e si lanciò giù dal palazzo prima che Bruce potesse dire qualsiasi cosa.

***

“Sei impazzito o cosa?” strillò Talia quando furono tornati nella Bat Caverna.
Bruce la ignorò.
“Le hai rivelato la tua vera identità! Ma che diavolo ti passava per la testa? Quella là potrebbe rivelarla a chiunque solo per dispetto!”
“Ti sbagli, lei non è così...” la verità era che Bruce era perfettamente d'accordo con Talia, ma per una questione d'orgoglio non voleva ammettere di aver sbagliato.
Talia sfoderò un sorriso a metà tra l'amarezza e il compatimento: “Tu proprio non lo capisci, vero?”
Bruce la guardò attentamente.
“Ti importa molto di lei, forse addirittura la ami. E questa è una debolezza, i tuoi nemici la useranno contro di te.”
Per la prima volta da quando Bruce aveva visto i suoi genitori cadere a terra in un vicolo sporco, sentì il cuore martellargli in petto.
Abbassò lo sguardo.Lui amava Selina...
Talia aveva dato voce al pensiero annidato nella sua mente da mesi.
E la cosa non gli faceva per niente piacere.
“E' il momento di dirti perchè mi sono offerta di aiutarti, anche se mi meraviglio che un uomo intelligente come te non l'abbia ancora capito...”
Silenzio.
“Per scoprire le debolezze, ecco perchè. Ho ricevuto questo incarico dalla Setta, perchè erano certi che fossi l'unica adatta ad un compito del genere. Ora posso dire che avevano ragione. Tu, Bruce, hai un'unica debolezza e ha orecchie da gatto e modi di fare felini. Una debolezza di nome Selina.”
Ogni parola colpì Bruce come un pugno ben affondato.
“Addio Bruce!” Talia gli si avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra.
Lui la guardò impotente uscire dalla Bat Caverna e scomparire dalla sua visuale.

***

Selina non riusciva a crederci. In poche ore era stata sopraffatta da un turbinio di emozioni, rabbia, sorpresa, felicità, gelosia...
Lui si era fidato di lei e lei non l'avrebbe tradito.
Sorrise compiaciuta, non avrebbe mai detto che quel miliardario frivolo e superficiale di Bruce Wayne fosse in realtà il Cavaliere Oscuro. L'aveva avuto vicino tutto quel tempo e non se n'era mai accorta. Lui invece sapeva benissimo chi era lei, perchè più di una volta si era fatto sfuggire il nome 'Selina' quando parlavano. Era stato molto abile a fingere, doveva ammetterlo.
Ora rimaneva solo un piccolissimo problema.
Selina posò lo sguardo sul tavolo della cucina, dove se ne stava in bella mostra il biglietto col numero di telefono di Joker.
Selina non aveva dubbi su cosa fare, ovviamente sarebbe stata dalla parte di Batman... ops, Bruce.
Ma ora doveva pensare a una buona scusa per togliersi quel clown dalle scatole.
O, meglio ancora, ideare un buon piano per poter trarre il massimo vantaggio dalla situazione.
Camminò avanti e indietro per la stanza, erano le cinque del mattino e nonostante avesse passato tutta la notte sveglia non aveva nemmeno un po' di sonno.
Continuava ad indossare il suo costume da Gatta, ma si era sfilata la maschera liberando i lunghi capelli corvini.
Cosa poteva fare?
Il numero di telefono sembrava fissarla beffardo.
Non poteva tradire la malavita di Gotham, perchè quando lei e Bruce avrebbero chiuso la collaborazione, Selina avrebbe avuto più nemici che amici e nonostante quello che provava per Bruce, il pensiero principale era salvarsi la pelle.
Aprì le ante del balcone per far entrare in casa i primi raggi del sole e dopo essere stata per un po' appoggiata alla ringhiera, decise di tornare in casa.
Un fruscio alle sue spalle la fece sussultare. C'era qualcuno, e probabilmente sapeva anche chi.
“Ciao, Bruce – si voltò verso di lui sorridendo sorniona – Non lo sai che esistono le porte?”
Anche lui indossava ancora il suo costume da pipistrello.
“Dobbiamo parlare...” iniziò lui.
“Tutto quello che vuoi...” Selina lo guardò con aria di sfida e si sedette sul divanetto davanti al balcone,accavallando le gambe con fare civettuolo.
“Io ti ho dato prova di fidarmi di te, ora è il tuo turno. Che cosa voleva Joker da te? Perchè ti ha fatto evadere?”
Selina fu leggermente infastidita nel percepire nella voce di lui una nota di rabbia per averle rivelato la sua vera identità.
“C'è in atto un piano enorme” iniziò Selina seria “Vogliono eliminarti, tutta la malavita, per la prima volta nella storia di Gotham, ha messo da parte i propri conflitti interni per allearsi e farti fuori”
Selina lo osservò in attesa di una qualche sua reazione.
“Scusa, Bruce, non potresti levarti quella maschera? Mi mette in soggezione...” mentii, la verità era che voleva vederlo con il suo vero volto.
Bruce lo capì e si tolse la maschera.
Selina dovette strizzare gli occhi un paio di volte, perchè non era abituata a vederlo con il volto di Bruce Wayne. In realtà lei l'aveva immaginato con un viso simile a quello di Brad Pitt o al massimo di Johnny Depp, ma anche così non era male.
“E non rimanere sul balcone, puoi entrare, sai? Non ti mangio mica!” ridacchiò. Bruce sospirò ed entrò in casa, leggermente a disagio. Lei lo invitò a sedersi accanto a sé.
Bruce si accomodò accanto a Selina, ma dovette ammettere che non gli piaceva starle troppo vicino, temeva di tradirsi e mostrarle quello che provava per lei.
Anche per Selina era lo stesso.
“Allora?” Bruce la invitò ad andare avanti.
“Bene, loro – proprio come avevi detto tu – volevano che io ottenessi la tua fiducia e ti attirassi in trappola. Ma non so come o quando, Joker mi ha detto che appena sarei stata certa di avere la tua fiducia avrei dovuto chiamarlo a questo numero...” Selina si alzò il tempo necessario per prendere il biglietto e porgerlo a Bruce, poi si sedette di nuovo accanto a lui.
Il Cavaliere Oscuro riflettè per un po': “Bene, chiamalo.”
“Come?” Selina lo guardò sorpresa.
“Capovolgeremo la situazione, saremo noi ad attirarlo in trappola!”
Selina nascose il brivido di piacere nel vedere che lui stava usando il 'noi'. La considerava una sua alleata!
“In che senso?” fece appello a tutto il suo sangue freddo per rimanere distaccata e non mostrare il tremolio nella sua voce.
“Tu digli che io mi fido di te, chiedigli la prossima mossa del piano e fingiti sua alleata. Quando tu avrai la loro fiducia, li attireremo in trappola!”
Selina si sentiva come una marionetta, prima nelle mani di Joker, ora nelle mani di Bruce. Ma li avrebbe fregati entrambi.
“Perfetto” sorrise con aria di sfida.
“Bene!” Bruce si alzò con l'intento di andarsene prima che la situazione fosse diventata troppo imbarazzante.
“Allora che si fa stasera?” Selina ammiccò accompagnandolo alla finestra.
“Che ne dici di rimanere a casa per evitare che la polizia ti arresti? Sei pur sempre un'evasa, non ricordi?” Bruce sfoderò un mezzo sorriso.
“Giusto, che sbadata!” Selina si portò una mano alla testa platealmente “Allora rimarremo a Wayne Manor. Mi passi a prendere alle otto?” fece l'occhiolino.
“Selina, veramente...”
“Scusa Bruce, ho una telefonata da fare...” lo spinse – letteralmente – fuori dal balcone “Ne parliamo stasera, okay? Ciao!” lo salutò con la mano mentre Bruce, rassegnato, saltava da un balcone all'altro.



 

Ehilà, rieccomi qui! Allora, innanzitutto ringrazio le sei persone che seguono e Tressa, Sognatriceaocchiaperti e OnceUpon per recensire ogni capitolo! :D Poi, la frase che pronuncia Talia "Ti importa di lei...... la ami" non è farina del mio sacco, ma è la frase che dice Talia a Bruce nel fumetto "Hush", in assoluto il mio preferito!
Bene, ora vado, ciaoo :D

 

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Capitolo 13
*** Capitolo ***


Bruce osservò Selina che giaceva accanto a sé. La carnagione rosea era molto simile ai petali di una rosa ,i capelli corvini erano sparsi lucidi sul cuscino profumato e il corpo perfetto era coperto solo dal lenzuolo candido. Dormiva, o forse fingeva. Bruce si chiese se un giorno sarebbe stato in grado di capire quando Selina stesse fingendo o fosse sincera. Probabilmente no. Lui, dal canto suo, non dormiva, non era abituato a dormire la notte. E poi doveva rimanere sveglio nel caso avessero acceso il Bat Segnale. Aveva un braccio dietro la testa, come un cuscino, mentre con l'altro stringeva Selina a sé, un altro po' prima che l'alba gliela portasse via.
Il ricordo della notte appena trascorsa gli provocò un brivido di piacere. Il tremito che l'aveva scosso ad ogni bacio di Selina, il piacere che l'aveva invaso nel momento in cui era entrato in lei ed erano diventati un'unica cosa, gli occhi verdi della Gatta che scintillavano nell'oscurità, i capelli mossi che le incorniciavano il viso ogni volta che lei si piegava su di lui per catturarlgli le labbra in un bacio tanto desiderato e ricercato. Il calore che proveniva da dentro di lui, da dentro di loro. Le lenzuola non erano mai sembrate tanto profumate, quella stanza non era mai parsa tanto bella.
Il brivido della caccia e l'emozione della conquista.
Questo erano stati l'uno per l'altra: una preda da prendere, da conquistare.
E il momento della conquista era stato il più bello.
Tu la ami.
La frase – l'accusa – di Talia gli riecheggiava nella mente. Amare qualcuno, per Bruce, voleva dire metterlo in pericolo di vita, esporlo al desiderio di vendetta dei suoi nemici. Selina era forte, si sapeva difendere, ma il solo pensiero di trovare il suo corpo esangue nelle mani della Setta o di qualche altro criminale, lo annichiliva all'istante.
Selina si stiracchiò accanto a lui, sembrava quasi facesse le fusa.
Non era la prima volta, per loro. Del resto come Bruce Wayne e Selina Kyle erano usciti insieme a lungo, avevano intrecciato una relazione. Ma questa volta era stata diversa, meravigliosa. Per la prima volta si erano tolti le maschere sia della Gatta e del Pipistrello sia dell'arrampicatrice sociale e del l'eccentrico miliardario. Erano stati soltanto loro.
“Ciao...” mormorò Selina lasciandosi stringere dal braccio forte di Bruce e disegnando linee immaginarie che collegavano le cicatrici sparse sul torace.
“Ben svegliata” lui ricambiò il sorriso.
“Hai dormito?” chiese Selina sorpresa.
“Veramente no” rispose Bruce con noncuranza.
“E non sei stanco?” ridacchiò la Gatta salendo sopra di lui per poterlo guardare negli occhi.
“Affatto!” Bruce la strinse per i fianchi e tese il collo per raggiungerle le labbra e baciarla.
Selina chiuse gli occhi e si lasciò travolgere dalle sensazioni che le procurò quel bacio. Si sentiva soddisfatta e,forse, per la prima volta in vita sua, addirittura felice. Veramente felice. Era un sentimento che andava ben oltre l'eccitazione nel portare a segno un colpo, era qualcosa di diverso, qualcosa che non aveva mai provato prima...
Le finestre della camera da letto di Bruce erano aperte e il vento notturno muoveva le tende chiare.
Dall'esterno provenivano le luci e i rumori delle macchine che attraversavano la strada di Gotham e i raggi lunari si intrufolavano all'interno.
“Stasera c'è la luna piena...” mormorò Selina staccandosi dalle labbra di Bruce e voltandosi verso la finestra. Si mise seduta dando le spalle a Bruce che invece rimase steso, guardando anche lui fuori dalla finestra. I Gatti amano la notte e Selina non faceva eccezione, quella notte, poi, la luna non le era mai sembrata tanto bella.
“Sai che in realtà la luna non emette luce?” Bruce le accarezzava la schiena nuda e Selina dovette nascondere il tremore che avvertiva ad ogni tocco.
“Maddai?” si voltò sorpresa verso di lui.
“Sul serio. In realtà sono i raggi del sole che sono talmente intensi da raggiungere la luna è illuminarla.”
“Quindi tecnicamente la notte non esiste, se siamo sempre illuminati dal sole...” Selina lo guardò con aria di sfida.
“Be', tecnicamente no, perchè...”
Selina aveva l'abitudine di baciarlo mentre era nel bel mezzo di un discorso serio.Era il suo modo dio fargli capire che stava diventando noioso.
E doveva ammettere che la cosa non gli dispiaceva. Lasciò che tornasse a stendersi sopra di lui e chiuse gli occhi facendosi assaporando quel contatto. Le strinse i fianchi e la portò più vicina a sé, baciandole il collo e scivolando poi nell'incavo tra spalla e collo.
Una luce accecante li costrinse a separarsi.
“Cos'è?” chiese Selina infastidita, sembrava che qualcuno stesse puntando un faro in quella camera da letto.
La luce proveniva dall'esterno.
“Il Bat Segnale” spiegò Bruce tornando immediatamente serio.
“Accidenti...” imprecò Selina tra i denti. Sapeva che l'immagine del pipistrello nel cielo voleva dire non solo che era successo qualcosa di grave, cosa di cui non le importava più di tanto, ma anche che la sua notte con Bruce era conclusa e che lui si sarebbe precipitato sul posto. Certe volte Selina odiava gli abitanti di Gotham, odiava Gotham. Ne era quasi gelosa, perchè sapeva che Bruce avrebbe dato la vita per quella città, ma non era certa che avrebbe fatto lo stesso per lei.
“Devo andare...” le mormorò Bruce nell'orecchio, quasi scusandosi.
Selina si avvolse tra le lenzuola e chiuse gli occhi, tanto valeva approfittare della solitudine e fare una bella dormita.
Bruce le baciò le labbra un'ultima volta e corse giù a cambiarsi nella Bat Caverna.

                                                                             ***

“Sei arrivato! Questa volta me ne sono accorto...” scherzò nervosamente il commissario Jim Gordon quando Batman gli si parò dinnanzi.
“Che è successo?”
“Di nuovo quel veleno! Altre persone morte inspiegabilmente... Per lo più erano barboni, visto che erano le uniche persone in piazza a quest'ora di notte...”
“Ivy?”
“Sì, ma 'miss Isley' sta ancora con il procuratore, per cui continua ad essere intoccabile...” Jim strinse i pugni.
Batman annuì, doveva tornare a parlare con Ivy.
L'avrebbe fatto la mattina seguente.

***

Bruce era tornato a casa verso l'alba, trovando Selina che ancora dormiva e che non si era svegliata prima delle dieci. Le aveva fatto preparare una deliziosa colazione da Alfred e poi l'aveva riaccompagnata a casa. Lui doveva assolutamente andare a parlare con Ivy.
Stava scendendo le scale che collegavano il piano di sopra al piano terra, quando, ferma sulla porta, intenta a chiacchierare con Alfred, aveva riconosciuto la figura di un vecchio amico. Di un figlio.
“Dick!” aveva esclamato sorpreso, continuando a scendere le scale.
“Ciao Bruce, come va?” il giovane Grayson sfoggiò un mezzo sorriso e si passò una mano tra i capelli scuri.
“Ha visto che bella sorpresa, padron Bruce?” sorrise Alfred.
Bruce annuì cercando di rimanere il più distaccato possibile. Non era abituato a mostrare le proprie emozioni.
“Come mai qui a Gotham?” gli chiese dopo averlo raggiunto.
“Sai com'è, in questo periodo Bludhaven è particolarmente calma e ho deciso di prendermi una pausa, magari per far visita al mio mentore...” scherzò Dick.
Bruce aveva adottato Dick Graysono dopo averlo trovato ancora ragazzino a lavorare in un circo. L'aveva portato a casa e, dopo Alfred, era stata la prima persona a conoscere la sua doppia vita e ne era stato affascinato. Bruce l'aveva addestrato e ne aveva fatto il suo aiutante, Robin. Ma Dick era diverso da Bruce e proprio la loro diversità ad un certo punto era arrivata a causare litigi sempre più forti che avevano spinto Dick ad abbandonare i panni di Robin e a trasferirsi a Bludhaven, dove aveva assunto l'identità di un nuovo supereroe: Nightwing.
Ogni tanto ricompariva a Gotham per far visita al suo mentore/padre adottivo.
“Ne sono felice” sorrise Bruce “Ma adesso devi scusarmi, ho da fare...” Bruce fece per uscire dalla porta che Alfred aveva lasciato aperta apposta.
“Dove vai?” chiese Dick curioso e anche un po' deluso.
“Be', purtroppo i criminali di Gotham, a differenza di quelli di Bludhaven, non vanno mai in vacanza”
“Che è successo?” Dick assunse un'espressione seria, il ragazzo spensierato lasciava il posto al predatore implacabile.
“Strane morti, per avvelenamento. Gordon pensa che sia convolta Poison Ivy e io sono d'accordo. Ora sto andando da lei”
“E ci vai così?” Dick alzò un sopracciglio accennando al fatto che Bruce non indossasse il costume da pipistrello come ogni volta che doveva interrogare qualcuno.
“Certo, è giorno...”
“Riformulo la domanda: perchè ci vai di giorno?”
“Perchè miss Pamela Isley da un po' di tempo passa la notte a casa del procuratore distrettuale, quindi andrò a trovarla di giorno. Le chiederò di uscire...”
“Non è adorabile, Alfred?” Dick poggiò il braccio sulla spalla di Alfred.
“Cosa, signorino Dick?” Alfred sorrise sornione e stette al gioco con Dick.
Erano sempre in combutta, quei due.
“Come Bruce riesca a trovare sempre la parte divertente in ogni indagine?” ridacchiò.
Bruce sbuffò pesantemente: “Ci vediamo dopo!” esclamò sbattendosi la porta alle spalle.

***                

Bruce tornò nella serra di Ivy, convinto di trovarla lì.
E come sempre non si sbagliava.
Bussò educatamente.
“Un attimo” gridò una voce femminile.
Bruce osservò il palazzo imponente che ospitava la serra di Ivy. Le pareti erano per lo più di vetro opaco, mentre le poche parti di cemento erano decorate con motivi floreali.
Sorrise, proprio tipico di Ivy.
La porta si aprì appena e fece capolino un volto bellissimo, dalla carnagione verdastra.
Il suo veleno, Ivy ne era stata la prima vittima.
“Bruce Wayne?” Ivy sgranò gli occhi verdi ed uscì richiudendosi la porta alle spalle.
“Salve... non mi fa entrare?” Bruce si finse noncurante.
“Prima mi dica perchè è qui” la donna lo guardò con aria di sfida.
“Giusto! Be'... passavo di qui e mi stavo chiedendo: chissà cos'è questo meraviglioso palazzo...”
Pamela sembrò sinceramente felice: “E' una serra” spiegò “La mia serra”
“Oh, e si vendono dei fiori?”
“No!” Ivy strinse i punti arrabbiata “No, assolutamente! Io non reciderei mai nessuna delle mie creature per ottenere dello sporco denaro! Ha idea di quanto soffra un fiore quando gli viene tranciato di netto lo stelo?”
Veramente no, ma non era il caso di dirlo.
“Giusto, sono d'accordo” Bruce parlava con aria superficiale, imitando l'atteggiamento tipico di qualcuno che tenta di rimorchiare una bella ragazza.
“No, lei vuole solo uscire con me” Pamela sorrise civettuola inclinando la testa di lato.
“Ops, mi ha scoperto! Ha da fare stasera?” Bruce ricambiò il sorriso.
“Veramente no...”
“Come? Non mi vorrà far credere che una bella ragazza come lei non ha un fidanzato...” Bruce si chiese perchè non gli parlasse del procuratore, a meno che...
“Trova?” chiese sbruffona. “Comunque mi chiamo Pamela, Pamela Isley”
“Molto piacere Pamela. Allora che mi dice... Anzi, posso darti del tu?”
“Certo! Allora a stasera?” sorrise Ivy.
“Ti passo a prendere qui alle otto, non farmi aspettare troppo!” scherzò Bruce dirigendosi verso la Lamborghini parcheggiata lì davanti.
“E tu non portarmi delle rose!” gli gridò Pamela scoppiando poi a ridere.







Ehi ehi! Eccomi di nuovo qui! Ringrazio tutti quelli che seguono, recensiscono e leggono!
Spero la storia vi stia piacendo!
Bacii :)

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Capitolo 14
*** Capitolo ***


Bruce arrivò un quarto d'ora in ritardo, come si addiceva a Bruce Wayne, e trovò Pamela ad aspettarlo fuori dalla serra. Erano le otto e un quarto di sera, il cielo era limpido e le stelle erano oscurate dalle migliaia di luci che mandavano i grattacieli di Gotham. Ivy appariva bellissima, i lunghi capelli rossi erano scompigliati dal vento, gli occhi verdi riflettevano la carnagione del suo volto e si stringeva in un cappottino grigio. Bruce si sentiva in colpa per averla fatta aspettare, ma ovviamente non poteva mostrarlo. Le si accostò con la macchina e abbassò il finestrino, facendole segno di salire.
“Pensavo ti fossi dimenticato...” Pamela sorrise amaramente chiudendo lo sportello. Bruce si chiese se questa volta non avesse davvero deciso di abbandonare il crimine, di ricominciare da capo.
“Scusa, ho avuto un contrattempo” abbozzò un sorriso distratto.
“Bene, dove andiamo?” gli occhi di Ivy scintillarono.
“Conosco un ristorantino italiano proprio a due passi, ti va?”
“Be', sì, perchè no...”
Bruce mise in moto e partirono.

***

Selina ancora non riusciva a crederci. Stava seduta sul cornicione del balcone del suo appartamento, con indosso il costume di Catwoman. Guardava la luna e sorrideva, dondolando le gambe nel vuoto. Le aveva rivelato la sua vera identità! Le aveva rivelato la sua vera identità!
Si morse il labbro e decise di smetterla di fare la stupida, rientrò in casa prima che qualcuno potesse vederla e chiamare la polizia. Sul tavolo della cucina svettava il bigliettino lasciatole da Joker come un monito triste del guaio in cui si era cacciata. Bruce le aveva detto di telefonare il clown e di riferirgli cosa avesse detto, ma lei non l'avrebbe fatto. Nessuno poteva usarla, nemmeno Bat... Bruce! E comunque aveva un'idea migliore.
Compose il numero e aspettò finchè non rispose una voce stridula e femminile.
“Harleen? Devo parlare con Joker...”
“Uh? Ah, ciao Cat Lady! No, scusa, Mr J al momento è un po'... come dire... impegnato...” le tremava la
voce, Selina si chiese cosa stesse succedendo. Harley non era una stupida e nemmeno una donnetta patetica. Non aveva paura di nessuno, anzi: non si faceva problemi a sparare, ma c'era una sola persona al mondo che potesse spaventarla: Joker, e se adesso stava tremando voleva dire che lui la stava minacciando. Ma perchè?

“Harley, che sta succedendo?” domandò Selina irritata.
“Senti, ti... ti richiamiamo noi più tardi, che dici? Sì, ok, a dopo!..”
Click.
“No, Harley, aspetta... Maledizione!” Selina lanciò il cordless sul divano e lo raggiunse con un balzo. Si sfilò la maschera, Isis le si avvicinò miagolando e le si accomodò in grembo, facendo le fusa. Selina reclinò il capo sul bracciolo del divano e sollevò il gatto con le braccia. “Oh, Isis, come te la sei passata quando non c'ero?” sorrise dolcemente. Il gatto miagolava inespressivo, Selina lo strinse al petto come se fosse stato un peluche e prese a passargli le dita affusolate tra il pelo corvino. “Cosa faccio, Isis?” la Gatta fissò il soffitto, più rivolta a sé stessa che al felino. “Dovrei tradire Joker? O Batman?”.
Era tutto troppo maledettamente complicato.
“In fondo io otterrei dei vantaggi se Batman scomparisse, non c'è dubbio. Ma... poi?”
Selina mandò giù un groppo di saliva e amarezza. Non aveva la forza di dire a parole quello che stava pensando. Ma lo pensava. Cosa sarebbe stato di lei, senza Batman? Aveva perso tante – troppe – persone nella sua vita, ma adesso, anche se non voleva ammetterlo, la solitudine iniziava a spaventarla. Senza Batman, senza Bruce, sarebbe sopravvissuta, certo. Ma lei non voleva sopravvivere, lei voleva
vivere.
“Vorrei proprio essere come te, Isis” il felino la guardò inespressivo “Per te è tutto così semplice...”
Fuori, iniziava a piovere. Dentro, la Donna Gatto aveva appena appreso la più dura delle verità: prima di essere un gatto, era una donna.

***

“Corri, Harley! Muovi quelle gambe inutili che ti ritrovi!” gridò Joker correndo e sparando allo stesso tempo.
“Arrivo, pasticcino, arrivo!” strillò portandosi le mani alla testa e cercando di evitare i proiettili degli uomini di Copplebot.
Avevano fatto irruzione nel pomeriggio, Joker li aveva convocati per discutere del suo piano, ma evidentemente non erano d'accordo. Il Clown aveva promesso loro la parte centrale di Gotham, ma Copplebot voleva tutto. Anche Joker, in realtà. Sì, perchè il suo intento era servirsi della Gattina per poi piantarle un pugnale nella schiena alla fine dei giochi.
Harley e Joker riuscirono ad uscire incolumi da quella che un'attimo prima chiamavano 'casa'. Adesso, l'avrebbero chiamata 'colabrodo'.  





 

Ok, innanzitutto chiedo umilmente scusa per avervi fatto aspettare e per la brevità del capitolo: prometto che rimedierò! Come sempre ringrazio OnceUpon, Sognatriceaocchiaperti e Tressa per recensire ogni capitolo!

Ciaoo :*

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Capitolo 15
*** Capitolo ***


“E' stata una serata fantastica, non credi?” Pamela sorrise.
Bruce annuì ed uscirono dal ristorante. Faceva freddo, quella sera. Passeggiavano per le strade di Gotham parlando del più e del meno, Bruce decise che quello era il momento giusto per iniziare le indagini.
“Sai che proprio non me ne capacito?”
“Come?” Ivy lo guardò sorpresa.
“Dico che non riesco a credere che tu non abbia un ragazzo...” sorrise sornione.
Pamela si strinse nelle spalle: “Già”
Bruce capì che doveva cambiare argomento, non poteva essere troppo insistente se non voleva insospettirla.
“Hai sentito di quello che sta succedendo?”
“Cosa in particolare? Sai, qui a Gotham succede di tutto...” sorrise amaramente.
“Già, hai ragione. Ma io parlavo di quelle morti strane...”
“Ti riferisci alle persone che muoiono all'improvviso, in luoghi aperti?” Pamela interruppe Bruce.
Luoghi aperti. Le morti, fino ad allora, erano avvenute solo in piazza. Perchè Ivy aveva detto proprio 'luoghi aperti'?
“Sì, esatto.”
“Eh, già. Che cosa brutta!” sospirò noncurante.
“Secondo te chi è il colpevole?” azzardò Bruce, col tono di uno che scherza.
“Vogliamo giocare al Detective?” scherzò Pamela.
“Perchè no? E' divertente!” le circondò le spalle con il braccio, continuando a camminare.
“Allora va bene!” Pamela ci pensò su: “Secondo me è stato il Joker?”
Bruce si finse sorpreso: “Perchè?”
“Boh, così. In genere c'è sempre lui dietro queste cose...” la donna si strinse nelle spalle.
“Si... ma non è l'unico pazzo in circolazione...” Bruce faceva il vago.
“Sì, è vero. C'è anche quella ladra... quella... come si chiama? La Gatta... Potrebbe essere stata lei...”
“Dici?”
“Beh, se proprio dobbiamo fare delle ipotesi! Comunque dicono che sia implicata in un affare molto serio... Magari è proprio questo...”
“Tutto è possibile”
“Già”
Continuarono a camminare.

***

“Allora?”
“La missione è riuscita, padre.”
“Dunque sappiamo le sue debolezze?”
“La sua debolezza! E' una sola”
“Ah,si? Non avrei mai immaginato che il Detective si facesse scoprire così facilmente...”
“L'amore cambia le persone...”
“Amore? Da non crederci! E chi è la 'fortunata'?”
“Selina Kyle.Catwoman.”
“E dimmi, figlia, cos'ha lei in più di te? Perchè è riuscita dove tu hai fallito?”
“Non lo so! Lei è solo una misera ladra...”
“Io credo che invece sia una ladra in gamba. Infondo ha rubato il cuore di Batman...”

***

Selina saltò da un tetto per atterrare su quello dell'edificio adiacente. La brezza notturna le accarezzava la parte scoperta del volto. In una mano stringeva la refurtiva di quella notte, con l'altra si sfilò la maschera dal volto. Si stiracchiò e sospirò rumorosamente, sorridendo compiaciuta. I gioielli che aveva rubato, erano davvero belli. Comprendevano un collier e degli orecchini di diamanti. Fischiettò allegramente e continuò la strada del ritorno. Senza maschera. Tanto ormai tutti sapevano chi era. Saltando da un tetto all'altro, raggiunse quello su cui si ergeva il proiettore del Bat Segnale. Vi si soffermò davanti e ne accarezzò i contorni con una premura assassina. Non l'avevano ancora acceso, quella notte. Selina si chiese cosa stesse facendo Bruce, o meglio: con chi stesse passando la notte Bruce. Una fitta di gelosia la colpì all'improvviso. Che le importava? Si trovavano bene insieme, è vero. Era un amante eccezionale, certo. Ma nulla di più. Lui aveva la sua vita, era Batman, combatteva i criminali. Lei aveva la sua vita, era Catwoman, era una criminale. Si lasciò andare pesantemente in avanti, usando lo schermo del proiettore come una sdraio. Posò il mento sulle braccia incrociate e osservò il cielo.
“Serata producente?” le domandò una voce gutturale, alle sue spalle.
“Oh, salve.” Selina si ricompose immediatamente, tornando in piedi. Il controllo dei suoi nervi le permise di non arrossire come un'adolescente che viene colta in flagrante dal ragazzo che le piace mentre osserva una sua foto. Selina era stesa sul Bat Segnale. Con aria sognante. E lui l'aveva sorpresa così. Merda.
Batman le allungò la mano, voleva che gli desse il sacco con la refurtiva.
Selina lo raccolse da terra e lo strinse al petto, protettiva.
“Andiamo, dammi quel sacco!”
“Non ci penso proprio” fece Selina con tono pratico.
Bruce sospirò, in ogni caso della refurtiva se ne sarebbe occupato più tardi. Ora doveva parlarle.
Selina era in posizione d'attacco, pronta a scappare. Come ogni volta che lo incontrava.
Lui le si avvicinò sempre di più, Selina strinse i pugni, in attesa del colpo da parare. Del resto era così che andavano le cose tra loro.
Battaglie e inseguimenti.
Ma con sua granda sorpresa, Bruce iniziò a parlare.
“Ho parlato con Poison Ivy”
“Mannò?” sorrise sardonica.
“Lei dice che potrebbe esserci il Joker, dietro tutto questo.”
Selina ci pensò su, dandogli poi le spalle. “No, non credo. E' troppo impegnato a trovare un modo per annientarti...”
“Joker non è un tipo prevedibile, quindi non lo escluderei.”
La Gatta annuì seria: “Ti ha fatto altri nomi?”
“Sì”
Selina avvertì l'incedere silenzioso di Bruce, dietro di lei.
“Quali?” si voltò verso di lui e sorrise, enigmatica.
“Il tuo”
“E tu le credi?”
“Dovrei?”
La Gatta si strinse nelle spalle, iniziando a girargli intorno: “Tu che pensi?”
“Che non sei il tipo da commettere stragi di questo genere. Specialmente utilizzando un veleno.”
“Hai indovinato” gli si avvicinò con il suo solito sorrisetto furbo.
“Ma perchè ha fatto il tuo nome, allora?”
“Credo che dovresti scoprirlo...” gli allacciò le braccia intorno al collo e lo baciò.
Bruce non si sottrasse a quel contatto, anzi.
E l'oscurità della notte avvolse le sue creature preferite.






ANGOLO AUTRICE: dunque, scusate se vi ho fatto aspettare tanto! Chiedo venia! Comunque spero che anche questo capitolo vi piaccia e ringrazio le persone che seguono e recensiscono :D! Ne approfitto anche per fare pubblicità ad un paio di storie bellissime:
The night of the Dark Knight-Le notti del Cavaliere Oscuro di Marian Galters che parla delle origine del Cavaliere Oscuro e The jester diary di revyourharleyup,una storia dalla trama meravigliosa e intrigata! 
Alla prossima! :D

Alla prossima :D

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Capitolo 16
*** Capitolo ***


Toc. Toc.

Selina sospirò contrariata, infilando la testa sotto al cuscino e raggomitolandosi sotto le lenzuola.

Toc. Toc.

“Arrivo!” bisbigliò con voce rauca, senza la minima intenzione di alzarsi dal letto.

Toc. Toc.

“Ma chi cavolo...?” si mise a sedere a fatica, indossò la vestaglietta di seta scarlatta e guardò la sveglia sul comodino: le undici di mattina. Chi osava disturbarla a quell'ora? Per una gatta randagia che trascorreva tutta la notte a saltare tra i tetti, era normale passare la mattina dormendo.
Raggiunse la porta sbuffando ad ogni passo. Si passò una mano tra i capelli per sistemarli, ed aprì. Davanti a lei c'era un clown dalla pelle bianchissima e un arlecchino color del sangue.
Strabuzzò gli occhi: “Joker, Harley?!”
“Finalmente! Sono ore che stiamo bussando!” Joker la spinse di lato ed entrò in casa seguito da Harley.
“Che cazzo avete intenzione di fare?” Selina li guardò minacciosa.
Il clown raggiunse il soggiorno adiacente e si buttò pesantemente sul divano: “Rimanere qui” disse noncurante, incrociando le braccia dietro la testa. Harley prese posto sul divano di fronte.
“Okay, sapevo che eravate matti da legare, ma adesso state esagerando! Andatevene subito! Cosa volete da me?”
“Gli uomini di Copplebot ci hanno fatto saltare in aria la casa” spiegò Harleen: “Non abbiamo nessun altro posto dove andare”
“Non sono affari miei! Fuori...!” indicò la porta, risoluta.
“Oh, andiamo, gattina. Che ti costa ospitarci per un po'?” le chiese Joker sornione.
“Mi costa! E ora andatevene o...”
“Chiami la polizia?” il clown scoprì i denti in un sorriso canzonatorio.
“No – Selina lo guardò con aria di sfida – chiamo Batman!”
“Oh, giusto! Tu e il pipistrello... certo...” Joker si alzò in piedi e intrecciò le dita sotto il mento, con fare melodrammatico.
“Io e il pipistrello un cazzo. Fuori di qui oppure lo chiamo!” Selina si pentì immediatamente di quelle parole. Il clown si voltò di scatto: “Come hai detto scusa?”
“Hai sentito!”
“Sì, infatti. Hai detto che lo chiami. Quindi sai come rintracciarlo...” Joker ci pensò su: “Magari sai anche la sua vera identità...” con un gesto fulmineo sollevò Selina da terra e la sbattè contro il muro, tenendola per la gola. La Gatta si maledisse per essersi fatta fregare così facilmente. Dimenò le gambe lunghe e provò ad allungare un calcio al suo aggressore, ma la morsa che le mani di lui esercitavano sulla sua gola, le toglieva respiro ed energie.
Joker continuò a tenerla con una sola mano, mentre con l'altra estrasse dalla tasca un coltellino a serramanico. La lama sfiorò la guancia di Selina, che faticò a mantenere il sangue freddo.
“Allora, Gattina, le cose stanno così: o mi dici chi è, o ti apro la faccia in due.” rise sguaiatamente. Harley battè le mani eccitata: “Forza, biscottino, forza!”
Selina gli sputò in faccia e riuscì finalmente a colpirlo in mezzo alle gambe con un calcio. Il clown si inginocchiò dal dolore, Selina ne approfittò e lo disarmò con un pugno preciso. Poi, in una frazione di secondo, afferrò la sua frusta che giaceva in un angolo della stanza e la legò stretta intorno al collo di Joker. “La situazione si è ribaltata, clown. Andatevene, subito!” tirò un altro po' il laccio. Joker tossì e sputacchiò, la pelle del volto, sotto il cerone bianchissimo, stava diventando viola. Ciononostante non rinunciò a ridacchiare e a parlare, seppur a fatica: “In gamba, Gatta, in gamba! Ma se mi uccidi, sai bene quanto me che il Pipistrello non ti perdonerà mai..”
“Credi che mi importi?” Selina sorrise arrogante.
“Se non fosse così, mi avresti già ucciso!”
Selina avrebbe voluto farlo, davvero. Ma le parole di Joker erano vere, Batman aveva una sola regola: non uccidere. Lei invece sì, aveva ucciso in passato e avrebbe ucciso ancora, per salvarsi la pelle. Ma non Joker, non un criminale di Gotham. Non qualcuno sotto la protezione del Pipistrello. Già, perchè Bruce non proteggeva solo gli innocenti, ma anche i criminali, i pazzi, i mostri. E uccidere Joker lo avrebbe fatto incazzare parecchio.
Comunque non ebbe il tempo di prendere una decisione, Harley la colpì alle spalle. Un colpo esatto alla testa, col suo famigerato martello. Selina lasciò andare la frusta, cadde in ginocchio e si prese la testa tra le mani, stordita ma non svenuta. Joker ritornò abilmente in piedi e la colpì in volto, un pugno preciso sullo zigomo destro. Selina lo guardò con astio e tentò di rimettersi in piedi, ma Harleen la sbattè per terra con un calcio al mento. Selina sputò un fiotto di saliva e sangue. Maledizione, lei era meglio di così. Si rialzò il più velocemente possibile e allungò un calcio in faccia al clown e poi un pugno nello stomaco di Harley. Raccolse la frusta e, questa volta, la legò intorno al collo di Harley, stringendo fino a farla svenire. A Joker non importava un granchè di Harley, Selina non era nemmeno certa che sapesse il significato della parola 'amore'. Schivò un calcio del clown e gli mollò un pugno in faccia, rompendogli il naso che prese a sanguinare copiosamente. Joker si asciugò il sangue con la manica della giacce e passò al contrattacco. L'agilità di Selina le permise di scansarsi in tempo e atterrarlo con un calcio mirato. Il clown cadde a terra, ma non fece in tempo a rialzarsi, la Gatta in un attimo gli fu sopra e lo colpiva in pieno volto. Joker rise e la gettò via da sé con un unico gesto. “Vattene!” gli intimò Selina, passandosi il dorso della mano sul mento, per asciugarsi un rivolo di sangue. Entrambi avevano l'affanno, Joker era a terra, troppo stanco per rialzarsi, Selina invece era in piedi, vicino alla porta.
“Dimmi chi è!” rise minaccioso.
“Non lo so, te l'ho detto!” Selina era un talento nel dire bugie.
“Adesso basta!” una voce, né appartenente a Joker né appartenente a Selina, li fece voltare verso il
corridoio alle loro spalle.
“Batman!” esclamarono in coro. Bruce mise KO Joker con un solo pugno e poi si diresse verso Selina. Un solo pugno, pensò la Gatta, un solo maledettissimo pugno. Si aggiustò alla meglio la vestaglia corta e i capelli scompigliati. Non voleva mostrare che lei, invece, ci aveva messo molto di più per atterrare quella specie di pagliaccio assassino.
“Stai bene?” le chiese, mantenendo le distanze.
Selina annuì con aria di sfida: “Dì un po', da quanto tempo è che ci stai spiando?”
Bruce non rispose, era troppo arrabbiato con sé stesso per aver rivelato a Selina la sua vera identità. Solo adesso aveva avuto la conferma di averla messa in serio pericolo.
“Dovresti stare più attenta, quando parli!” la rimproverò. Selina sapeva di essere stata una sciocca nell'ammettere di poter 'chiamare' Batman in qualunque momento, non aveva bisogno di sentirselo ripetere da lui.
La Gatta si strinse nelle spalle, noncurante: “Comunque, che ne facciamo di loro?” indicò Joker e Harley che giacevano svenuti sul pavimento.
“Li lasciamo così” spiegò Bruce, pratico.
“Come?? Forse non ti è chiaro, ma questa è casa mia! Sai, non tutti possono permettersi più di una casa, io ho solo questa! E dovrei regalarla ad un clown e alla sua fidanzata folle? Hai capito male! E poi scusa, io? Dove dovrei andare a dormire? Sotto un ponte?” Selina gesticolava freneticamente.
“No, saresti mia ospite” Bruce non si scompose.
La Gatta rimase piacevolmente colpita da quella proposta: “Come...?” balbettò, incredula.
“Hai capito bene. Sei in pericolo finchè questi due pazzi credono che tu conosca la mia vera identità. Quindi ora corri a fare le valigie e ce ne andiamo.”
Selina annuì e, ancheggiando, scomparve in bagno. Fece la doccia più veloce di tutta la sua vita ed indossò una minigonna di seta scura, abbinata ad un top di pizzo dello stesso colore. Il tutto unito a dei collant coordinati e a delle Francesine dai tacchi vertiginosi. Infine, riempì una valigia con tutte le cose -poche- che aveva, e ritornò da Bruce
“Il concetto di 'fare in fretta' non ti è chiaro?” le chiese lui.
Selina si finse offesa: “Una donna ha bisogno di un po' di tempo per farsi bella!”
“E quello?” Bruce indicò il gatto tra le braccia di Selina.
“'Quello' si chiama Isis, è il mio gatto. Non ho intenzione di abbandonarlo!”
Bruce sospirò e pensò che fosse meglio spiegarle la prossima mossa del piano: “Dunque, ora tu uscirai da questa casa e ti recerai a Wayne Manor, lì ti aspetta Alfred, ti accoglierà lui. Io ti raggiungerò appena posso.” detto questo, arrivò sul balcone e scomparve.
Selina uscì di casa e regalò un'ultima occhiata ai suoi aggressori: “Ditemi buona fortuna!” sorrise amaramente. Anche se la prospettiva di vivere con Bruce per un po', non le dispiaceva.






Ecco il nuovo capitolo! Hope you guys like it! ;)

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Capitolo 17
*** Capitolo ***


Sarà perchè Selina si aspettava di essere trattata come una principessa, di poter muoversi liberamente e curiosare – e perchè no, anche rubare – in tutto il Manor, ma fatto sta che rimase abbastanza delusa quando scoprì che più che un 'ospite' era una prigioniera. Certo, Alfred, il simpatico maggiordomo dall'accento inglese, era stato gentilissimo. Le aveva preparato un ottimo pranzo e mostrato il suo appartamento personale. Salvo poi spiegarle che non poteva uscire di lì per nessun motivo. Selina aveva provato un moto di odio puro nei confronti di Bruce, ma poi si era detta che da uno come lui doveva aspettarselo. In fondo era stato molto chiaro: o lo aiutava a risolvere il caso, o se ne tornava in prigione, visto che di fatto era un'evasa. Selina, come al solito, non aveva dato molto peso alle sue parole e aveva fatto di testa sua, svaligiando una gioielleria. E ovviamente lui gliela stava facendo pagare. Stupido! Stupido! Stupido! Strinse i pugni e si gettò sul divanetto del 'suo' appartamento interno al Manor. A proposito, Bruce ancora non si era visto.
Chissà che stava facendo...
Si avvicinò alla finestra e tentò ad aprirla per scivolare via. Provò a girare con forza la maniglia, ma niente. Non solo le ante erano chiuse per bene, ma erano anche blindate. Ma maledizione! Selina strinse i pugni e fece un paio di saltelli sul posto, emettendo un brontolio molto simile a un ruggito. Molto bene, pensò, lei non era donna da arrendersi al primo tentativo. Cercò un'altra finestra, ma non ce n'erano. Tipo saggio, Bruce: una sola finestra in tutto l'appartamento, giusto per impedire che Selina morisse d'asfissia. La Gatta decise allora di optare per la porta. Vi si avvicinò e cercò di forzare la serratura – ovviamente chiusa a chiave – ma anche questa era blindata. Come fare? Selina ci pensò su, non aveva intenzione di rimanere lì come una prigioniera! Prese in considerazione l'ipotesi di chiamare Alfred con una scusa, farsi aprire la porta, stordirlo con un colpo alla nuca e darsela a gambe. Sì, poteva funzionare. Si sfilò una scarpa col tacco, decisa ad utilizzarla come oggetto contundente.
“Alfred” chiamò, appoggiandosi alla porta per essere certa che la sua voce riecheggiasse in tutto il Manor.
“Alfred!”
Niente.
Ad un tratto un rumore di passi sulla moquette la fecero sobbalzare.
“Sì, miss Kyle? Ha bisogno di qualcosa?” il maggiordomo non era entrato, le parlava dall'altro lato della porta.
“Sì, grazie. Mi porterebbe qualcosa da mangiare?” chiese sforzandosi di essere il più gentile possibile.
“Di nuovo, miss? Ha appena finito il pranzo... comunque se si guarda intorno, nell'angolo cucina, c'è una dispensa molto rifornita!”
Accidenti.
“Dì un po', Alfred, Bruce ti ha messo in guardia sul fatto che potrei colpirti e scappare, vero?” Selina decise che era inutile fingere.
“Lei è in gamba, miss Kyle!” la voce del maggiordomo non nascondeva una punta di presa in giro.
“Più di quanto pensi” questa invece era la voce di Bruce.
Un rumore di chiavi infilate nella serratura precedettero l'entrata di Wayne nell'appartamento. Selina gli si scagliò contro intenzionata a colpirlo. “Brutto bastardo!” sibilò tra i denti quando lui le bloccò il polso in una morsa d'acciaio.
“Andiamo, Selina. Sai bene che non posso fidarmi di te” le sorrise sornione.
Selina sottrasse il polso dalla presa e iniziò a camminare freneticamente per la stanza.
“Quindi sono una prigioniera?” lo guardò con odio.
“Io direi ospite”
“Certo, come no. Fammi indovinare, avevi previsto tutto, non è così? Hai mollato Joker a casa mia di proposito, così avresti potuto portarmi qui e sorvegliarmi ventiquattr'ore su ventiquattro!”
“Mi credi così meschino?”
“Devo rispondere?”
“No, non c'è bisogno” Bruce si buttò pesantemente in poltrona: “Allora, che te ne pare del tuo nuovo appartamento?”
“Carino...” ammise Selina.
“Meglio di una cella a Black Gate, no?” Bruce la guardò con aria di sfida.
“Non poi così tanto” Selina incrociò le braccia sotto al seno.
“Coraggio, vedrai che ti abituerai a stare qui!” sorrise distrattamente.
“A proposito, dove sei stato tutto questo tempo?” un terribile sospetto le attraversò la mente.
“Ho restituito la tua refurtiva” ammise noncurante.
Ecco, appunto!
Inutile prendersela, non sarebbe cambiato niente. Selina sospirò sconsolata: “E per quanto tempo dovrò restare qui?” sbuffò.
“Finchè non avremo trovato i colpevoli delle stragi e li avremo assicurati alla giustizia.”
“E dopo?”
“Vedremo” fece Bruce, vago.
Non le piaceva quando si comportava così. Che Batman – Bruce – avesse un'indole volitiva e dominatrice, Selina l'aveva capito subito e in un primo momento ne era stata anche attratta. Ma certe volte era davvero odioso. Non poteva permettersi di decidere del destino di Selina. La Gatta aveva intuito che se si fosse alleata con Joker, alla fine dei giochi, si sarebbe ritrovata con un pugnale piantato nella schiena. Mentre, alleandosi con Bruce, alla fine dei giochi sarebbe tornata a Black Gate. Entrambi credevano di poterla controllare. Ma lei non solo aveva scelto Bruce per salvarsi la vita, ma alla fine lo avrebbe mollato e se la sarebbe data a gambe. Magari avrebbe anche cambiato città...
Bruce era certo che Selina aveva capito le sue intenzioni. Non era una stupida e gli piaceva anche per questo. Comunque, per la prima volta in vita sua, non era certo di cosa avrebbe fatto alla fine. Si era detto che sarebbe stato a vedere come si sarebbe comportata Selina e se si sarebbe rivelata leale e gli avrebbe dato davvero una mano, avrebbe anche potuto lasciarla libera. Ovviamente, lei questo non poteva saperlo e, alla fine, avrebbe tentato la fuga. Doveva essere preparato. Comunque, era ancora troppo presto per preoccuparsene.
“Allora?” Selina interruppe il silenzio in cui si erano rintanati entrambi.
“Cosa?”
“Scoperto qualcosa di nuovo?”
Bruce scosse la testa: “No, non ancora. Comunque stanotte dovresti andare tu a parlare con Ivy!”
“Da sola?” domandò Selina cercando si mascherare la sorpresa. “E ti fideresti?”
Bruce annuì: “Ho promesso che ti avrei dato una possibilità e non intendo rimangiarmi la parola data” comunicò pratico. 
Selina lo osservò per bene e pensò di non averlo mai trovato così bello. Erano anche molto simili, fisicamente: gli stessi capelli neri e occhi azzurri. Il viso di lui, però, era segnato da una serie di ematomi e cicatrici. La Gatta si chiese come avesse fatto a non aver capito prima che fosse Batman.
“Cosa devo fare?”

“So che un tempo eravate amiche. Prova a parlarle, magari ti farà qualche confidenza...”
“Frena, frena, frena!” lo interruppe: “Primo: sono passati secoli da quando esistevano le Sirene, e secondo: anche quando facevo parte di quel gruppo, nessuna poteva sopportarmi e viceversa. Pam stava sempre con Harley, secondo me avevano una relazione.” bisbigliò furtiva.
Le Sirene di Gotham era un trio di criminali donne composto da Catwoman, Poison Ivy e Harley Queen. Tutte e tre cercavano di dimenticare le rispettive delusioni amorose e avevano provato a mettere da parte i loro conflitti e ad appoggiarsi a vicenda, facendo leva sulle cose che avevano in comune. Com'era prevedibile, non aveva funzionato. O meglio, Selina doveva ammettere che era stato anche divertente. Per un po'. Poi le loro rivalità avevano preso il sopravvento e si erano divise, erano tornate nemiche. Pam non aveva mai sopportato Selina, la considerava una traditrice perchè era parecchio in confidenza con Batman.
“E tu prova a riavvicinarti. Senza essere troppo pressante, senza farla insospettire. Cerca di sapere qualcosa...”
“Ci proverò” promise Selina, sincera. “E adesso che si fa?” lo guardò ammiccante.
“Io ho una riunione alla Wayne Enterprises. Tu potresti metterti comoda e guardare un po' di televisione” Bruce si alzò dalla poltrona e accese la tv. Selina incrociò le braccia delusa: “E se mi annoio?”
“Leggi un libro” con lo sguardo le indicò i molteplici scaffali della libreria.
“E poi?”
“Potresti riposarti un po'” ciò detto Bruce uscì dalla stanza e chiuse la porta prima che Selina avesse tempo di replicare. E prima che la scarpa da lei lanciata lo colpisse in piena testa. Al contrario, l'indumento rimbalzò contro il legno bianco e tornò sul pavimento. Selina raccolse la scarpa sbuffando e, perchè no, recitando il rosario degli insulti contro Bruce.





Ecco il nuovo capitolo lol! Vi chiedo scusa per gli eventuali errori, ma ho ancora la pelle d'oca dopo aver letto l'ultimo capitolo di "Asylum" della grande OnceUpon! Perdonatemi! 
Baciii

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Capitolo 18
*** Capitolo ***


Selina entrò nella Serra di Ivy attraverso una finestra lasciata ingenuamente aperta. Bruce era tornato verso mezzanotte, l'aveva avvisata di indossare il suo costume da Gatta e l'aveva scortata fino al balcone principale del Manor, dopodichè Selina era saltata giù ed era andata incontro alla sua prima missione da 'supereroe'.
La Gatta strisciava silenziosa attraverso le piante. Si nascose dietro una palma quando riconobbe le voci di Joker e Pamela discutere animatamente.
“Allora che si fa?” chiedeva lei agitata.
“Dobbiamo trovarla il più presto possibile! Lei sa chi è, è il modo più veloce per arrivare al Pipistrello!”
Selina sentì l'adrenalina scorrerle nelle vene: non doveva farsi scoprire. Si arrampicò sulla palma e si nascose tra le lunghe fronde. Non era proprio comodissima, ma di lì poteva tenere sotto controllo la situazione e sentire cosa si dicevano quei due matti.
“Ma se fosse così Batman avrebbe intuito che rischia la vita e l'avrebbe nascosta da qualche parte introvabile” spiegò Ivy.
“No, io non credo” Joker sorrise sornione e si voltò nella direzione della palma di Selina. La Gatta trattenne il fiato. Se l'avessero scoperta, sarebbe stata la sua fine. L'avrebbero torturata per farsi dire la vera identità di Batman e poi, sia se gliel'avesse detta sia se avesse taciuto, l'avrebbero uccisa. No, decisamente per lei non c'era destino peggiore.
“E cosa credi?” Ivy reclinò il capo, curiosa.
“Secondo me la sta solo usando. Voglio dire, credi davvero che il Pipistrello, ligio alle regole e con un invidiabile senso del dovere, rischi tutto per proteggere una Gattina? E' carina, certo, ma non vale quanto gli abitanti di Gotham!” rise cattivo.
“In che senso 'rischierebbe tutto proteggendola'?”
“Beh, lui potrebbe benissimo usarla come esca per arrivare a noi e catturarci. Ora come ora è la sua unica possibilità. Mettiamo il caso che l'abbia mandata qui, stanotte, dicendole di parlare con te. Sicuramente il Pipistrello sa che ci sarei anch'io a parlare con te, visto che è certo della tua colpevolezza e, dopo aver parlato con la Gatta, anche della mia.”
“Quindi tu credi che l'abbia mandata qui con una scusa, pur sapendo che rischia la vita, solo per coglierci in flagrante ed arrestarci?”
“Esatto”
“Che bastardo! Come tutti gli uomini del resto!” sputò Pamela: “Però questo vuol dire anche un'altra
cosa, non è vero? Vuol dire anche che la Gatta potrebbe essere qui, adesso, da qualche parte...” si guardò intorno furtiva.
Selina cercò di non fare il minimo rumore, ma dopo quanto aveva sentito il corpo non rispondeva più ai segnali che gli mandava. Davvero lei valeva così poco per Bruce? Si sentiva come pugnalata alle spalle, e proprio da lui del quale non avrebbe mai sospettato. Giurò a se stessa che se sarebbe uscita viva di lì, lo avrebbe ucciso con le sue mani.
“Shh!” Joker si portò un dito davanti alle labbra: “Dobbiamo cogliere anche il più piccolo rumore...”
Selina sentiva i palmi delle mani sudarle sotto la tuta di pelle. Cedette la presa che aveva sul ramo e le partì un calcio contro il grande tronco.
Stoc.
Ma perchè portava i tacchi?!
“Là!” esclamò Ivy. Puntò il dito verso di lei e contemporaneamente le fronde della palma si attorcigliarono intorno al corpo di Selina, bloccandola in una morsa micidiale. Ivy poteva controllare le piante e così Selina fu buttata a terra da qualche fogliolina. La palma era molto alta e l'impatto col pavimento non fu poco doloroso. Tuttavia la Gatta non urlò e si rimise in piedi, era furiosa con tutti, se stessa per prima, e sentiva una uova energia provenirle da dentro le ossa. “Bene, bene. Guarda chi c'è” Joker ghignò. Ivy era accanto a lui, indossava la sua solita tutina di foglie verdi come la sua pelle e i capelli lunghi e voluminosi ondeggiavano come lingue di fuoco.
Selina si tirò su facendo leva sui gomiti. Doveva fuggire o sarebbe morta.
“Sai che stavamo parlando proprio di te?” continuò il clown. Selina gli diede le spalle e iniziò a correre verso la finestra dalla quale era entrata. Stava per saltare giù, ma l'edera che decorava le pareti si mosse per formare una grata fittissima che le impedì di uscire. La Gatta si voltò fulminea cercando di calcolare le vie d'uscita nel minor tempo possibile. Non fu abbastanza veloce. La radice di una dei tanti alberi le si attorcigliò alla caviglia e la appese a testa in giù. Selina dimenò le bracciain avanti per evitare che Joker e Ivy le si avvicinassero, ma come prevedibile fu inutile. Il clown estrasse il suo fedele coltellino e le strinse il volto con una mano: “Chi non muore si rivede”.
Poi le accarezzò una guancia con la lama e Selina sentì il sangue gelarle nelle vene. Avrebbe voluto reagire, ma altre due liane le avevano bloccato i polsi dietro la schiena, come manette. In più, sentiva il sangue che iniziava ad incanalarsi verso il cervello. “Allora, Gatta, ce lo dici chi è o no?”
Selina riflettè. Era furiosa con Bruce, perchè l'aveva usata come esca e adesso lei si trovava in quella situazione solo per colpa sua. Sì, in fondo rivelare la sua identità sarebbe stata una bella vendetta. Ma poi ripensò a quanto fosse stata felice nel momento in cui lui si era fidato di lei nonostante i suoi trascorsi. Le aveva dato un'altra possibilità come nessuno prima di allora.
“Non lo so!” sbottò decisa.
“Tu le credi, Ivy?” Joker ampliò il suo sorriso.
“Secondo me dovremmo passare alle maniere forti!” replicò Pamela.
Selina sentì la pelle iniziare a sudare.
“Sono d'accordo!” e detto questo, con un gesto fulmineo, il clown conficcò il coltello nell'avambraccio di Selina. La Gatta si morse il labbro per non urlare e sentì un liquido caldo espandersi sotto il tessuto della sua tuta da gatta.
“Allora?” ripetè il clown.
“Non capisci che anche se mi torturi non vi servirà a niente? Io non so la sua cazzo di identità segreta!” il dolore era atroce, il coltello era affondato in profondità fin quasi a toccare l'osso. Stare a testa in giù non aiutava.
“A no? Però hai ammesso di sapere come 'chiamarlo'!” Joker mimò le virgolette, in una mano brandiva il coltellino insanguinato.
“Certo, basta accendere il Bat Segnale!”
“Ci credi degli stupidi?” ringhiò e le conficcò il coltello nell'altro braccio, per poi riestrarlo rapidamente. Selina sentiva le forze venirle meno, aveva due emorraggie che dovevano essere bloccate, se non voleva morire dissanguata.
“Vaffanculo!” sputò Selina: “Non so chi è, porca puttana! Non lo so!”
“E perchè sei venuta qui, stanotte?” strillò il clown.
“Per parlare con Ivy!”
“Che dovevi dirmi?” s'intromise Pamela.
“Volevo proporti di fare un colpo, insieme. Come ai vecchi tempi!” Selina sfoderò un sorrisetto stanco.
“Bugiarda!” Joker le mollò un ceffone che le spaccò il labro inferiore. La Gatta annaspò, non voleva far vedere quanto stesse soffrendo. Ma dove cazzo era Batman quando avevi bisogno di lui?
“Aspetta” intervenne Ivy “Che colpo?”
“Il diadema della zarina... In esposizione al museo centrale di Gotham per una settimana... L'antifurto consiste nel liberare un gas tossico alle erbe. Tu sei l'unica criminale ad esserne immune, volevo il tuo aiuto. Dicono che filtri attraverso qualunque maschera antigas” Selina ringraziò il cielo perchè nonostante tutto, la sua mente era lucida abbastanza da formulare una bugia credibile.
Pamela sembrò confusa, si stava chiedendo se la Gatta fosse davvero innocente.
“Sveglia!! Ivy...” il Joker agitò le mani davanti agli occhi pensosi di Pam “Non capisci che ti sta prendendo per il culo?? Non c'è nessun diadema della Zarina!!”
Ivy guardò Selina con odio: “Brutta stronza!”
“Molto bene, Gatta! Visto che non ci vuoi dire chi è, sei completamente inutile!” Joker riprese in mano la situazione e si apprestò a conficcare il coltello nel cuore di Selina. Ma qualcosa colpì il polso del clown, facendogli cadere la lama. Qualcosa di piccolo a forma di pipistrello. Un Bat-bumerang. Selina vide Batman piombare nella stanza e iniziare una lotta cruenta contro Ivy e Joker, ma non riuscì a sapere come andò a finire perchè la vista le si appannò e la testa cominciò a girarle. Aveva perso troppo sangue, chiuse gli occhi.




Ultimo capitolo, il prossimo è l'epilogo! Nel frattempo vi mando su questa nuova storia che ho appena iniziato a scrivere: CATWOMAN BEGINS, potete dare un'occhiata! ;)
Bacii

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Capitolo 19
*** Epilogo ***


Nuova fanfiction di questo genere------> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2439405&i=1

 

L'ambiente che la circondava era umido e buio. Selina strizzò gli occhi un paio di volte prima di mettere a fuoco le imponenti stalattiti che pendevano dal soffitto roccioso. Qua e là si sentiva un frenetico battere d'ali e uno squittio simile a quello dei topi. Era stesa su una branda attaccata a una parete – anch'essa di roccia -, incapace di alzarsi. Sentiva un dolore lancinante alle braccia e si rese conto di non indossare più la sua tuta di pelle. Portava una camicia azzurra da uomo, abbastanza grande da coprirle anche buona parte delle coscie. Provò a tirarsi su coi gomiti, ma le braccia le facevano troppo male. Dove si trovava?
“Ti sei svegliata, finalmente. Come stai?”
Selina riconobbe la voce di Bruce dietro di lei. L'uomo, con indosso il costume di Batman, le si avvicinò e le diede una mano a mettersi seduta, la Gatta dovette respingere un conato di vomito.
“Dove sono?” mormorò confusa.
“Nella Batcaverna. Allora, come ti senti?”
“Mi gira la testa. E mi fanno male le braccia.”
Cosa era successo? Ah, sì, ora ricordava. Joker, Ivy, il coltellino... Bruce che la usava come esca.
“E' normale, comunque ho bloccato l'emorraggia in tempo. Tra poco dovresti stare meglio.”
“Ti odio” urlò Selina in tutta risposta. In realtà non era proprio un urlo, visto che aveva la voce particolarmente rauca, ma quello era l'intento.
“Come?” Bruce si sfilò la maschera, trapassandola con lo sguardo.
“Sarei potuta morire, tu lo sapevi e mi hai usato come esca! Ti odio!” ribadì.
Wayne le si sedette accanto e si passò una mano tra i capelli: “Era l'unico modo per costringerli ad uscire allo scoperto. Ora sono entrambi ad Arkham, con l'aggiunta di Harley Queen. Hanno subito confessato di aver ucciso quelle persone, per divertimento.”
“Mi hanno torturata per farmi dire chi sei!” continuò la Gatta come se non avesse sentito niente.
“Lo so e mi dispiace. Ma tu non hai detto niente, ragion per cui sono contento di essermi fidato di te e quando ti sarai rimessa e sarai in grado di andartene non dirò alla polizia dove trovarti. Non tornerai a Black Gate, almeno non questa volta.” accennò un sorrisetto.
“Ti aspetti un ringraziamento?? Sono quasi morta, figlio di puttana! E a te non te n'è fregato niente! Io, io...” Selina non potè terminare la frase, le labbra di Bruce sulle sue glielo impedirono.
Chiuse gli occhi e ricambiò il bacio, esausta. Ignorò il dolore alle braccia e le usò per circondare la schiena di Bruce. Lui face altrettanto e le baciò la guancia, sciendendo via via sul collo. Selina reclinò la testa all'indietro, fremendo ad ogni bacio. Non ci sarebbe mai stata una relazione vera e propria tra loro. Non sarebbero mai potuti essere il tipo di coppia che passa i pomeriggi al circolo del golf e va a cena fuori ogni sera. No, sarebbe stato molto più simile a un inseguimento continuo, un'altalena tra l'essere nemici e amanti. Lo sapevano entrambi, ecco perchè cercavano di trarre il massimo da ogni momento che potevano stare insieme. Erano nemici di natura e paradossalmente nemmeno poi tanto diversi.
Lo sapeva Selina, mentre Bruce la portava in braccio dentro Wayne Manor, senza smettere di baciarla.
Lo sapeva Bruce, che adagiava Selina sul letto e le sfilava la sua camicia preferita.
Lo sapeva Selina, nel momento in cui lui entrava in lei e diventavano un'unica cosa.
Lo sapeva Bruce, quando al suo risveglio, la mattina dopo, Selina era sparita insieme a buona parte dell'argenteria.
Non sarebbe mai stato facile per loro. Ma entrambi erano certi di una cosa, nonostante tutto ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra e si sarebbero aspettati fino alla fine, finchè in un giorno lontanissimo sarebbero riusciti a lasciare Gotham alle spalle e ad iniziare una vita tutta loro.
Un giorno, non oggi.





E si conclude così questa fanfiction! Spero vi sia piaciuta! Ringrazio tutti quelli che hanno seguito e recensito! Un bacione... ci vediamo nell'altra storia ;) <3 <3

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