When night meets day di WhispererOfTheNight (/viewuser.php?uid=150132)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Midnight ***
Capitolo 2: *** Dream runner ***
Capitolo 3: *** Whisperer of the heart ***
Capitolo 4: *** Cold Wind ***
Capitolo 5: *** Crossed destinies ***
Capitolo 6: *** Cinderella's secret ***
Capitolo 7: *** Cinnamon and peppermint ***
Capitolo 8: *** Entropy ***
Capitolo 9: *** Do you believe in magic? ***
Capitolo 10: *** The dark side of the moon ***
Capitolo 11: *** The light of the world ***
Capitolo 12: *** Moonstone ***
Capitolo 13: *** Lies ***
Capitolo 14: *** The weight of soul ***
Capitolo 15: *** Ice ***
Capitolo 16: *** Dancer's heart ***
Capitolo 17: *** Nightmares ***
Capitolo 1 *** Midnight ***
Midnight
L’idol
si svegliò in una pozza di sudore.
-Cazzo, che
incubo- mormorò tra sè e sè respirando
affannato. Di certo un sogno come quello del matrimonio con una ragazza
sconosciuta non doveva sembrare poi così felice a uno come
Kim Heechul. Si alzò dal letto per dirigersi nel bagno con
l’intenzione di sciacquarsi la faccia. Appena accese la luce
e si guardò allo specchio sopra il lavandino, un viso dai
tratti definiti ma madido di sudore ricambiò lo sguardo.
-Aish! Devo
smetterla di mangiare i dolci di Ryeowook la sera- sentenziò
osservando lo specchio. Continuò a osservarsi il volto in
cerca di imperfezioni ancora per qualche minuto, persino nel cuore
della notte l' ossessione per la sua bellezza lo teneva incollato
ad uno specchio. Quando si decise a uscire dal bagno, pensò di
dirigersi verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua.
Al buio non si rese conto che qualcun altro si trovava già
nella stanza e mentre faceva scorrere l’acqua del lavandino
in un bicchiere di plastica, un colpo di tosse lo fece trasalire.
-Non dormi?-
chiese Heechul tentando di nascondere lo spavento e aspettando che
l’altro rispondesse per capire chi fosse.
-Non ho sonno-
rispose Kyuhyun.
-Abbiamo provato
tutto il pomeriggio e adesso non hai sonno? Che razza di mostro sei?-
chiese Heechul andando a sedersi al tavolo con il maknae.
-Io sono giovane
a differenza tua- disse Kyuhyun con la sua proverbiale lingua affilata.
-E di conseguenza
dovresti portami rispetto ragazzino, ma ti perdono in virtù
della mia infinta misericordia e perchè non ho voglia di
giocare a chi è il più velenoso tra me e te-
concluse Heechul portandosi il bicchiere alle labbra.
Il maknae sorrise
senza rispondere. Ammirava molto Heechul, aveva sicurezza da vendere e
un fascino non indifferente e anche se di certo la modestia e
l’umiltà non erano le sue doti per eccellenza, in
fin dei conti era buono come il pane.
Restarono in
silenzio per un po’, poi il più piccolo
notò un particolare fuori posto.
-In genere dormi
come un ghiro tutta la notte, perchè sei sveglio?- chiese
osservando l’orologio con le lancette fluorescenti appeso
alla parete che segnava la mezzanotte passata.
-Lo specchio
reclamava le mie attenzioni- rispose Heechul cercando di sembrare serio.
Kyuhyun gli diede
una leggere spinta su una spalla sgignazzando.
-Andiamo hyung!-
si lamentò il maknae.
-Wow, facciamo
progressi con la questione rispetto- disse sarcastico Heechul, ma poi
si fece serio e aggiunse -ho sognato il mio matrimonio, in una chiesa,
con una ragazza-
Scese
letteralmente il gelo nella cucina. Poi Kyuhyun non riescì
più a resistere e scoppiò a ridere.
-Zitto stupido,
farai svegliare tutto il dormitorio- gli intimò il
più grande tappandogli la bocca.
-Scusa...è
che è davvero una scena degna del peggior drama che abbiano
mai ideato in questo paese...- rispose il maknae liberandosi dalla
presa di Heechul e asciugandosi le lacrime.
-Mi sono
svegliato completamente sudato, è stato orribile-
commentò Hecchul guardando il bicchiere ormai vuoto.
-Ti credo, ti
credo...mai sentito parlare di sogni premonitori?- disse Kyuhyun con il
chiaro intento di stuzzicarlo.
Anche al buio in
maknae sentì uno sguardo di totale disprezzo su di
sè e sgignazzò rumorosamente.
-Va bene, va
bene, come non detto hyung- disse alzandosi dalla sedia -e adesso con
il tuo permesso, visto che questa adorabile conversazione non mi ha
fatto venire il sonno che speravo, andrò a giocare un
po’ a Starcraft..- concluse avviandosi verso il computer.
Mentre stava per uscire dalla cucina, rivolse lo sguardo verso il
più grande che sembrava immerso nei suoi pensieri. Il suo
commento sui sogni premonitori lo aveva in qualche modo turbato?
-Non credo che
quel sogno potrà mai avverarsi, non ti potrebbe sopportare
nessuna ragazza, la tua personalità narcisistica la
travolgerebbe- commentò con un'ironica acidità.
-Nessuna potrebbe
mai stare con me perchè nessuna potrebbe accettare il fatto
che il più bello della coppia sono io- rispose Heechul con
convinzione.
-Certo,
è come dici tu hyung- disse il maknae avviandosi verso il
suo pc.
Heechul
osservò il suo dongsaeng mentre usciva dalla cucina, poi
decise di alzarsi per cercare di dormire. Entrò nella stanza
cercando a tentoni il letto e, trovatolo, si sistemò sotto
le coperte.
“Non
credo che quel sogno potrà mai avverarsi, non ti potrebbe
sopportare nessuna ragazza...”
Le parole di
Kyuhyun gli risuonavano nella testa. Lui non credeva nei sogni
premonitori, anzi ad essere precisi non credeva proprio in nulla al di
fuori della realtà tangibile che lo circondava. Ma questo
particolare sogno( o incubo, dipendeva dai punti di vista) lo aveva
profondamente scosso, quasi terrorizzato.
Non aveva mai
avuto una storia seria, questo perchè era (neanche tanto)
velatamente convinto che nessuna era abbastanza per lui. Era persuaso
dell’idea che, anche se la perfezione non esiste, lui ci si
avvicinava parecchio e che, fondamentalmente, qualcuna che potesse
confrontarsi con lui non era ancora nata. Così passava di
donna in donna, senza provare nulla, per il puro gusto di scrivere un
altro nome nella sua lista mentale di conquiste. Godeva del fatto che
nessuna sapesse resistergli, che tutte gli cascassero ai piedi senza
colpo ferire.
Eppure...
Questo cominciava
a non bastargli più. Da un po’ di tempo avvertiva
la presenza di un vuoto, più o meno all’altezza
dello sterno. Inizialmente non ci aveva fatto caso, ma adesso lo
avvertiva chiaramente.
E non gli piaceva.
Che quel sogno
fosse una conseguenza di questa sensazione?
Non sapendo per
quale precisa ragione, si sforzò di ricordare il volto di
sua “moglie”: i capelli erano
chiari, di un color miele scuro, non molto lunghi, anzi decisamente
corti per i suoi gusti, arrivavano appena al mento. La pelle era molto
chiara tanto che si vedevano le vene azzurrine che, silenziose,
percorrevano le braccia. Un paio di enormi occhi scuri lo fissavano
intensamente, come se esistesse solo lui al mondo, e una bocca ben
definita gli sorrideva felice, mostrando una fila perfetta di denti
spledenti.
Di certo non era
una coreana, ne tantomeno un’asiatica. Non esisteva che fosse
un sogno premonitore, come diamine poteva conoscere una ragazza
occidentale!?! Le uniche ragazze occidentali che conosceva era quelle
ragazzine urlanti che vedeva ai concerti e che gli lanciavano sul palco
ogni sorta di cosa, dai peluches ai reggiseni. Non aveva idea del
perchè avrebbe dovuto conoscere una ragazza occidentale al
di fuori di questo contesto. E non aveva idea del perchè
stava sprecando il prezioso tempo che avrebbe potuto
dedicare al sonno anzichè pensare a una fantomatica ragazza
che non esisteva nemmeno. Stanco di queste elucubrazioni
mentali, Heechul decise di chiudere gli occhi, sperando di non fare
altri incubi.
Dall’altra
parte del mondo, una giovane universitaria esultava insieme a due
colleghe. Ce l’avevano fatta, la domanda era stata
accolta e gli esami superati, avrebbero partecipato al proggetto Erasmus.
Destinazione: Corea del sud.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Dream runner ***
Dream runner
L’appartamento al numero 38 di Baekbeom-ro sembrò
davvero una residenza reale alle tre ragazze che vi entravano per la
prima volta. Avevano impiegato quasi un’ora e mezza
dall’aereoporto di Seoul-Incheon per arrivare a quella che
per il prossimo anno avrebbero chiamato “casa”, ma
ne era valsa la pena. L’appartamento, usato da tutti gli
studenti Erasmus provenienti dall’Italia, era a pochi passi
dall’università, arredato in maniera essenziale,
ma elegante e il soggiorno-cucina al quale si accedeva direttamente una
volta entrati in casa, aveva un’enorme finestra che copriva
quasi tutta la parete e lasciava passare ogni raggio di luce che il
sole intendeva donare in quella fredda giornata di Novembre.
-Dio
ti ringrazio!- esclamò una bella mora dagli occhi verdi
gettando un borsone in un angolo e andando a stendersi sul divano
vicino alla finistra.
-Lavinia!
Vuoi apettare il momento in cui avremo pulito tutto prima di piazzare
quel tuo culone cellulitico su una superficie morbida?- la
rimproverò una rossa di chiara matrice artificiale con un
bel paio di occhi color ambra.
-Senti
chi parla di culoni cellulitici, non eri tu che volevi cercare una
palestra appena arrivate a Seul perchè “quel
panino al bar dell’aereoporto mi avrà fatto
mettere dieci centimetri sui fianchi”?- la imitò
Lavinia senza muoversi dal divano.
-Cassandra,
Lavina, piantatela vecchie baldracche! E venite a darmi una mano, mi
avete lascato sulla porta con tutti i bagagli!- strillò la
terza ragazza esasperata.
Cassandra
e Lavinia si precipitarono alla porta ridacchiando per salvare la loro
amica dal mare di borsoni e valigie in cui l’avevano lasciata.
-La
prossima volta l’Erasmus lo andremo a fare al Polo Sud,
vedremo se tra i pinguini e i ghiacciai avrete ancora voglia di fare le
oche giulive- commentò sarcastica la bionda scrutando le sue
colleghe universitarie con due enormi occhi scuri.
-Andiamo
Talia, relax! Siamo a Seul, abbiamo un anno di tempo per fare
esperienza della cultura coreana, per imparare meglio la lingua, per
trovarci un marito...- disse Lavinia accentuando le ultime parole del
discorso.
-Piantala
con questa storia del marito Lavi- sbottò Talia guardando
acidamente la mora.
-A
proposito di Polo Sud, qui si gela, accendo il riscaldamento- disse
Cassandra stringendosi nel cappotto che non aveva ancora tolto- e poi
puliremo da cima a fondo questo posto- aggiunge mandando un
occhiataccia a Lavinia che era intenta a osservarsi a uno specchio
appeso alla parete.
Sbuffando,
la mora si tolse il cappotto e si mise ad aprie i mobili della cucina
per cercare secchi e stracci. Talia si diresse verso la finestra per
osservare il panorama. Anche se erano solo al terzo piano, la mancanza
di strutture alte le permetteva di vedere in lontanaza il fiume Han, la
cui superfice brillava in quella splendida giornata di sole. Una serie
infinita di piccoli negozi costeggiavano i bordi della strada e
l’università poco distante sembrava pulsare di
vita. Talia sapeva che sia lei che le sue colleghe meritavano
pienamente di stare lì: nonostante avessero in comune una
passione smisurata per le lingue orientali, di certo la
facoltà non era uno delle più semplici. Avevano
passato giorni(e molto spesso anche le notti) a ripetere la fonetica,
la morfologia e la grammatica della lingua coreana, si erano impegnate
come nessuno avrebbe mai fatto pur di ottenere i tre posti riservati
alla Corea sui quindici presenti per l’Asia. E su venti
candidati per Seul, il loro impegno era stato pienamente ripagato.
-Manca
il detersivo, i ragazzi precedenti hanno lasciato la bottiglia quasi
vuota- sbottò Lavinia piazzando sul tavolo al centro della
stanza una bottiglia il cui fondo era praticamente da raschiare.
-Ho
visto un supermercato mentre scendevamo dal taxi, possiamo andare a
comprarlo, considerando che saremo dovute uscire comunque a prendere
qualcosa per cena- disse Cassandra indicando il frigorifero vuoto.
-Non
possiamo prenderci una pizza?- chiese Lavinia con gli occhi imploranti.
-Una
pizza. In Corea. Italiane che mangiano una pizza in
Corea.-commentò Talia spostando lo sguardo verso Lavinia e
marcando ogni frase con sarcasmo.
Lavinia
rimase in silenzio per qualche secondo, poi, fingendo immenso
entusiamo, esclamò -andiamo a far la spesa come le migliori
casalinghe della terra!-
-Ma
che battona...-commentò Talia cercando di nascondere un
sorriso che invece era più che evidente sul viso di
Cassandra.
-Prendiamo
il ramen istantaneo?Prendiamo i noodles?- cinguettava Lavinia passando
di scaffale in scaffale come un bambino in un negozio di giocattoli.
-Dio
Lavi, se non stai zitta giuro che ti ficco una melanzana nel culo!-
esclamò Cassandrà al limite della sopportazione.
-Non
lo fare, non la riavresti indietro- commentò acidamente
Talia mentre confrontava il prezzo di due pacchi di biscotti.
-Siete
due stronze- piagnucolò la mora rassegnandosi
all’idea che non l’avrebbero assecondata.
-Ehy
Cassie, hai trovato i detersivi?- chiese Talia senza staccare gli occhi
dai biscotti.
-Trovati,
tu hai deciso quali dannati biscotti prendere o vogliamo aprire ogni
pacco per assaggiarli- le domandò di rimando
l’amica
-L’idea
non è male...-osservò la bionda prendendo in
seria considerazione l’ipotesi.
-Non
vorrei interrompere il vostro adorabile scambio di battutte da coppia
di bagasce in pausa pranzo, ma sono quasi le sei, siamo qui da
un’ora- si lamentò Lavinia.
-Per
una volta hai ragione Lavi, penso che possiamo anche andare a pagare-
disse Cassandra rivolgendodi a Talia. Per tutta risposta lei
annuì e si recarano alle casse per uscire dal suermercato.
All’uscita
stavano per attraversare la strada, ma qualcosa attirò la
loro attenzione. Una specie di decappottabile a velocità
minima era seguita da un gruppo di ragazzine piangenti e urlanti.
Sull’auto erano seduti quattro ragazzi che a prima vista
sembravano una banda di idioti. Uno di loro riprendeva gli altri con un
telefono e pareva che si stessero divertendo molto in quello strano
contesto. L’attenzione di Talia venne catturata
però da uno dei quattro. Nonostante cominciasse a fare buio,
la bionda riuscì a distinguere un paio di occhi scuri che,
quasi come se si sentissero osservati, si girarono verso i suoi. Gli
sguardi si sostennero per diversi secondi, valutando momento per
momento se fosse il caso di restare intrecciati, poi la macchina
accellerò di colpo, lasciando le ragazzine starnazzanti
indietro e non permettendo ai due sguardi di continuare a studiarsi.
-Ma
chi accidenti erano?-chiese retoricamente Lavinia.
-Bha,
sembrava di essere in presenza dei Guns‘N’ Roses-
commentò laconica Cassandra.
Talia
non disse nulla. La sua mente sembra essersi persa in un altro pianeta.
Quel nodo che improvvisamente le aveva stretto lo stomaco le faceva
quasi male. Continuava a passarvi una mano sopra, domandandosi che
diamine fosse successo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Whisperer of the heart ***
Whisperer of the heart
- Ehi Heenim-hyung, si può sapere che stai fissando?- chiese
Siwon al più grande dandogli una leggera spinta. Heechul non
rispose, ne tantomeno si scompose, ma continuò a guardare
nella direzione di un supermercato davanti al quale stavano passando.
“Non è possibile” pensò
esterrefatto mentre i battiti cardiaci aumentavano vertiginosamente.
Capelli corti, di un indefinibile biondo scuro.
Labbra ben definite, leggermente socchiuse come a sottolineare lo stato
concentrato della loro proprietaria.
Due enormi occhi scuri, tanto da assomigliare a due baratri nei quali
sembrava ci si potesse perdere.
Non poteva essere.
-Kyuhyun accellera, prima che ci raggiungano e decidano di violentarci
a turno- disse Siwon rivolto al suo dongsaeng visibilmente preoccupato
dall’orda di ragazzine urlanti che li stavano inseguendo.
Per tutta risposta il maknae premette sull’accelleratore,
portando così la decappottabile a distanza di sicurezza
dalle fans in visibilio.
-Esiste un solo luogo sulla terra dove potremo mai andare senza essere
braccati?- chiese laconico Yesung rigirandosi il telefono tra le mani.
-E’ il prezzo della fama hyung- commentò Siwon
prendogli il telefono dalle mani per controllare i video che avevano
fatto.
Lo scambio di battute che stava avvenendo sui sedili posteriori non
interessava minimamente a Heechul, completamente assorto nei suoi
pensieri. I momenti in cui il suo sguardo si era legato a quello della
ragazza gli erano sembrati interminabili, sembrava che il cuore potesse
scoppiare da un momento all’altro per quanto batteva veloce,
in quegli attimi non esisteva altro se non lei.
-Heenim?Sei ancora sulla terra?- disse Kyuhyun agitando una mano
davanti agli occhi di Heechul senza staccare gli occhi dalla strada.
-Ehm ehm...si sono ancora sulla terra. Anche perchè senza di
me attorno a quale asse girerebbe?- disse spavaldo il più
grande mentre si schiariva la voce.
-Il nostro Heechul rimugina troppo sulla propria bellezza, pecchi di
superbia lo sai?-commento Siwon dandogli una leggera pacca sulla spalla.
-Kyuhyun lo fai scendere dalla macchina per favore?- disse Heechul
rivolto al suo dongsaeng alla guida.
Il maknae ridacchiò senza staccare gli occhi dalla strada.
Non poteva però evitare di percepire una certa tensione in
Heechul. La verità era che loro due se la intendevano alla
perfezione, riuscivano a leggersi dentro a vicenda, i pensieri di uno
si riflettevano sull’altro e viceversa. Ecco
perchè non poteva fare a meno di notare che il suo hyung
aveva qualcosa che lo tormentava e pensava anche di sapere cosa...
-Ehy Kyuhyun siamo arrivati!- esclamò Yesung mettendo una
mano sulla spalla del maknae. Il più piccolo
frenò di colpo di fronte al dormitorio, estratto con la
forza dal flusso dei suoi pensieri.
-La prossima volta faremo guidare Ryeowook, tu sei pericoloso-
commentò il main vocalist portandosi una mano sul cuore
mentre saltava giù dal lato della macchina.
-Ma stai zitto, io sono un pilota eccezionale- commentò
Kyuhyun pavoneggiandosi mentre usciva dall’auto.
Per tutta risposta Yesung gli diede uno spintone, salvo poi mettergli
un braccio attorno alle spalle.
-Heenim-hyung che fai, resti in macchina o vieni con noi?- disse Siwon
mentre con un acrobatico salto usciva dal veicolo.
-Si...arrivo- disse titubante il più grande aprendo lo
sportello.
I quattro si avviarono verso il dormitorio con una certa fretta visto
che l’ora di cena era vicina e Leeteuk non ammetteva ritardi
per la cena, un momento della giornata che riteneva sacro.
-Chissà cosa ha cucinato Ryeowook- borbottò il
visual immaginadosi il momento in cui avrebbe messo uno degli ottimi
pasti del suo hyung sotto i denti.
-Ma tu non mangi mai a casa tua?- domandò ironico Yesung.
-Solo quando non cucina Ryeowook- rispose il visual pensando a uno dei
famosi dolci del main vocalist.
-Non mangi a casa tua perchè hai paura di auto-avvelenarti,
le conosciamo tutti le tue doti culinarie “Wonnie”-
commentò acidamente Heechul.
Il visual rise di gusto, innervosendo all’inverosimile il
già agitato Heechul.
“Mai una volta che se la prenda” pensò
rassegnato l’idol guardandolo. In fondo lo ammirava per
questo: Siwon la prendeva sempre sullo scherzo, se qualcuno lo prendeva
in giro non si arrabiava, gli si poteva dire ogni genere di cattiveria
e lui ci avrebbe riso ugualmente su.
-Non ti da soddisfazione eh?-disse Kyuhyun rivolto a Heechul capendo al
volo i suoi pensieri.
-E menomale, se si arrabbiasse potrebbe spaccarmi la mascella con un
pugno- commentò il più grande ridacchiando.
Arrivati al dormitorio, un dolce profumo li accolse. Ryeowook aveva
sfornato quintali di biscotti che facevano bella mostra di
sé sull’enorme tavolo nel soggirono.
-Ehi ragazzi!- li salutò Sungmin seduto sul divano con un
biscotto in mano.
-Tutto bene il giro della stupidità?- chise ironico Leeteuk
uscendo dalla cucina con una colonna di bicchieri stretta fra le mani.
- Ti do una mano Teukkie-hyung- disse Siwon precipitandosi a prendere i
bicchieri dalle mani del leader.
-Cos’è questo buon odore?- esclamò
Yesung sentendo l’odore che proveniva dalla cucina.
-Ho cucinato il kimchi- rispose Ryeowook entrando nel soggiorno con un
vassoio stracolmo della pietanza.
-Ti amo Wookie- esclamò estasiato il main vocalist
osservando rapito il vassoio.
Nessuno si era accorto che, una volta entrato in casa, Heechul si era
diretto immediatamente verso il bagno. L’acqua gelida sul
viso non aveva avuto l’effetto sperato, il volto di quella
ragazza continuava a torturarlo. Ormai non aveva più dubbi:
lei era la ragazza del sogno, ma come era possibile una cosa del
genere?
“Mai sentito parlare di sogni premonitori?”
Non che lui credesse a queste boiate pseudo-scientifiche, ma quelle
parole gli sembrarono più reali che mai.
C’era qualcosa di trascendente nella situazione che aveva vissuto meno di
un’ora prima, come se ogni singolo elemento
dell’universo era stato disposto affinchè lui e
quella ragazza si trovassero nello stesso posto e nello stesso momento
per poter incrociare i loro sguardi.
E lei aveva degli occhi che lui non riusciva a descrivere, sembravano
davvero due voragini nelle quali, gli doleva ammetterlo, avrebbe voluto
cadere volentieri.
-Heenim, stai bene?-
La voce di Kyuhyun fuori dal bagno lo fece trasalire.
-Ehm, si. Sto mettendo la crema anti-age- disse afferrando un barattolo
che teneva nell’armadietto sotto il lavandino.
-Stiamo per cenare, sbrigati- disse il maknae avviandosi verso il
soggiorno.
Mentre stendeva la crema sul viso, Heechul, come al solito, non
potè fare a meno di notare quanto fosse bello. Ma ripensando
al volto della ragazza che aveva visto, lo sfiorò il
pensiero che lei era incredibilmente bella, un pensiero che al di fuori
di se stesso non aveva mai concepito per nessuno.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Cold Wind ***
Cold
Wind
La
Sogang university era davvero un’università
enorme. Per trovare il Korean Language Education Center le ragazze
stavano impiegando un’eternità, cercando di capire
in che direzione andare per non finire nei sotteranei o nel rettorato.
Per non parlare del numero degli studenti: centinaia di migliaia di
ragazzi che si muovevano freneteci per raggiungere i vari dipartimenti,
ognuno cercando di arrivare prima degli altri per ottenere il posto
migliore nelle aule.
-Cavolo,
sembra di essere in un alveare- commentò Lavinia vagamente
terrorizzata.
-Dobbiamo
raggiungere il dipartimento di lingue e salire al secondo piano. Gli
uffici Erasmus si trovano direttamente lì- disse Cassandra
dopo un lungo studio della cartina che aveva in mano.
-E
se chiedessimo informazioni?- domandò Talia osservando la
miriade di studenti che sfrecciava in ogni direzione.
-Io
non credo sia una buona idea...ehi, sta attenta a dove metti i piedi!-
esclamò Lavinia lanciando un’occhiataccia a una
ragazza che le aveva dato uno spintone nella fretta di passare.
-Chi
vuoi che ti capisca in italiano Lavi?- le disse Talia sgignazzando.
-Gli
sguardi truci li capisce tutto il mondo- rispose la mora sistemandosi
la borsa sulla spalla.
-Avviamoci
al dipartimento di lingue, magari così ci capiremo qualcosa-
concluse Cassandra rivolgendosi alle amiche.
Fortunatamente
le tre erano arrivate a un punto dell’università a
cui il dipartimento di lingue era relativamente vicino: in poco tempo
di ritrovarono al secondo piano, dove diverse facce occidentali le
osservarono sorridenti.
-Sia
lodato il cielo!-esclamò Cassandra visibilmente esausta.
-Mi
sento a casa...e che casa!- mormorò Lavinia guardando
maliziosa un gruppo di ragazzi dai tratti teutonici.
-Lavi!-
esclamò Cassandra esasperata.
-Dio
Cassandra, tappati quella fogna e lasciami flirtare in pace!-
sbottò la mora salutando con la mano i ragazzi biondi che la
stavano fissando.
-Che
ne dite se sbrighiamo le pratiche e poi ci dirigiamo alla lezione di
orientamento?- chiese Talia spingendole verso gli uffici.
Dopo
aver svolto le pratiche, le ragazze si avviarono verso l’aula
dove una professoressa sulla quaratina dai chiari tratti occidentali
accoglieva tutti gli studenti con un sorriso.
-Buongiorno
a tutti!- esclamò allegra in un chiaro e lento inglese.
-Buongiorno
sto cazzo, dove è finito il mio telefono?-
sussurrò Lavinia cercando frenetica nella borsa mentre la
numerosa classe ricambiava in coro il saluto dell’insegnate.
Cassandra le diede una leggera spinta per intimarle di smettere, mentre
Talia si portò il palmo della mano sulla fronte, apputandosi
mentalmente di strigliare entrambe alla fine della lezione.
-Sono
la professoressa Chase e per il progetto Erasmus di
quest’anno sarò la vostra tutor. In questa lezione
vi spiegherò le modalità con le quali si
svolgerà il proggetto di quest’anno accademico-
disse l’insegnate prendendo in mano un gessetto e portandosi
verso la lavagna.
Ci
vollero circa un paio d’ore prima che la lezione(con relative
domande e risposte) terminasse. All’uscita
dall’aula tutti i gruppi di ragazzi chiacchieravano tra loro
per “approfondire la conoscenza interculturale”,
come aveva suggerito la professoressa Chase. -Ehy ragazze-
esclamò un bel ragazzo biondo rivolto alle tre che stavano
uscendo dall’aula.
-Ehm,
si?- disse Cassandra mentre Lavinia lo osservava visibilmente rapita.
-Siete
italiane vero? Siete le più belle del proggetto- disse il
ragazzo con un pesante accento tedesco.
-Puoi
dirlo forte tesoro!- esclamò Lavinia parandosi davanti a
Cassandra, la quale spalancò le braccia in segno di
rassegnazione.
-Noi
e il gruppo proveniente dalla Francia stavamo pensando di andare a
farci una birra stasera, vi va di venire con noi?- chiese sorridente il
tipo.
-Oh,
ma certo che siamo d’accordo. Cassandra sei
d’accordo vero? Si che sei d’accordo, e Talia, la
mia amica bionda, è un’ubriacona della peggior
specie, verremo senza dubbio!- cinguettò la mora senza
consultarsi con le altre due.
-Grandioso,
vi passiamo a prendere stasera per le nove, tanto l’alloggio
italiano e sempre nello stesso posto vero?- chiese infine il ragazzo.
-Certo,
saremo pronte per le nove- disse Lavinia al settimo cielo.
I
ragazzi si allontanarono, mentre Cassandra prese per un orecchio
Lavinia trascinandola all’ascensore.
-Ma
che ti dice il cervello? Nemmeno li conosci!- sbottò la
rossa furiosa senza mollare la presa.
-Andiamo,
Cassie, stai calma, è solo una birra- disse Talia
staccandola dalla mora che si massaggiò l’orecchio
piagnucolando.
-Ci
farà bene una serata fuori, ieri l’abbiamo passata
a pulire l’alloggio- aggiunse la bionda guardando
l’amica furiosa.
La
rossa sbuffò, restando in silenzio per qualche secondo. Poi
guardò l’orologio edisse alle altre due -sono le
già le cinque, sbrighiamoci o stasera faremo tardi,
considerato il tempo impiegato da "Miss Battona di Periferia" per
sistemarsi trucco e capelli- disse acidamente guardando Lavinia.
-La
bellezza va curata- sentenziò la mora, contenta in cuor suo
che Cassandra si fosse calmata.
Talia
non apprezzava di certo l’impetuosità di Lavinia,
ma era contenta di passare una serata fuori con le sui amiche e con i
colleghi dell’Erasmus, una buona occasione per cominciare a
familiarizzare con Seul.
-Questo
pub è stupendo- disse Lavinia sgranando gli occhi alla vista
del locale nel quale i colleghi le avevano portate. I tedeschi,
dall’organizzazione proverbiale, avevano affittato un piccolo
pulmino per poter portare loro, i francesi e le ragazze tutti insieme,
una cosa che Cassandra, da fissata dell’ordine
qual’era, aveva largamente apprezzato.
Il
3 Alley pub si trovava nel distretto Yongsan, relativamente vicino al
distretto dove si trovava l’università, anche se
considerato il traffico, ci avevano messo circa quaranta minuti per
arrivarci. Era evidente il tentativo di donare al pub un aspetto
anglosassone, ma i caratteri orientali erano comunque ben visibili.
Tutto sommato era un posto tranquillo e molto accogliente.
Uno
dei ragazzi francesi, evidentemente più esperto nella
lingua, si fece avanti verso la cassa all’ingresso per far
presente la prenotazione fatta qualche ora prima. Il cassiere,
chiamò uno dei camerieri che li accompagnò a un
grosso tavolo(considerato anche il numero di dieci non proprio esiguo
dei membri del gruppo) e si allontanò per prendere i
menù. Il gruppo era stato sistemato accanto a un tavolo dove
un bel numero di ragazzi ascoltava in silenzio la conversazione a
telefono di uno di loro.
-Sta
arrivando- disse infine il tizio chiudendo la telefonata.
-Uh...se
arriva un altro bello come questi qui potrei anche pensare di unirmi a
loro- disse Lavinia fissandoli.
-L’espressione
“morta di cazzo” ti dice nulla?- disse Cassandra
sistemandosi su una delle sedie.
Talia
rise della scena comica tra le sue amiche mentre uno dei francesci le
spostava galantemente la sedia per farla sedere.
La
serata procedeva bene, il gruppo si scoprì molto affiatato e
i loro schiamazzi coprivano persino quelli del gruppo al tavolo vicino,
che però non era da meno.
All’improvviso,
un forte brivido si inerpicò lungo la schiena di Talia:
qualcuno era entrato nel locale, facendo passare una gelida brezza che
andò ad accarezzare la schiena della ragazza.
-Chiudi
quella porta idiota!- borbottò la bioda senza girarsi verso
il diretto interessato.
Dopo
appena una decina di secondi, il gruppo del tavolo vicino
applaudì all’arrivo di un ulteriore partecipante.
-Ce
ne hai messo di tempo!- gli disse uno dei ragazzi ridendo.
-Non
riuscivo a decidere quale camicia indossare, mi stanno tutte
così bene- asserì il tipo spostandosi il ciuffo
di capelli dal viso con aria da playboy.
-Oh
ma sentitelo...-borbottò Talia tra se e se.
-Me
chi si crede di essere?E tu smettila di fissarli Lavi- aggiunse
Cassandra tirando la mora per la manica della camicia.
-Non
ne sono sicura, ma credo si aver già visto un paio di loro
da qualche parte- mormorò la ragazza con lo sguardo
concentrato.
Improvvisamente,
la mora battè un pugno sul tavolo, catturando anche
l’attenzione dei colleghi che stavano discutendo sulla
Champions League.
-Il
supermercato! Li abbiamo visti davanti al supermercato!-
esclamò la ragazza visibilmente soddisfatta della propria
memoria.
Sia
Cassandra che Talia si girararono verso il gruppo. Ma mentre per
Cassandra la visione provocò un effetto di vaga sorpresa, il
vedere un Heechul appena arrivato che si stava togliendo la giacca,
scatenò in Talia un effetto a dir poco devastante.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Crossed destinies ***
Crossed destinies
L’improvviso
rumore di una sedia che si spostava attirò
l’attezione di Heechul che si accingeva a unirsi ai suoi
amici. Non vi avrebbe prestato troppa importanza, se non fosse stato
per una strana sensazione che lo costrinse a girarsi.
Un
tuffo al cuore gli paralizzò il respiro.
Era
lei.
Quegli
occhi li avrebbe riconosciuti fra mille.
Si
dirigeva alla velocità della luce verso la porta del locale,
inseguita dai richiami del gruppo al tavolo vicino.
-Heenim-hyung,
la giacca- gli fece notare Sungmin. La giacca gli era sfuggita dalle
mani senza che lui se ne rendesse conto e si era adagiata sul pavimento
in silenzio.
Heechul
non ascoltò il lead vocal, che raccolse nervosamente la
giacca da terra borbottando qualcosa su una “visita
audiometrica urgente”. Era come se i suoi piedi fossero
incollati al pavimento, i pensieri si accavallavano frenetici.
Seguirla?
Non
si conoscevano nemmeno, che senso avrebbe avuto?
Lasciar
perdere?
Non
sapeva quando l’avrebbe incontrata di nuovo, e se non ne
avesse avuta più l’occasione?
Le
gambe furono più svelte di lui nel ragionamento e lo
trascinarono fuori dal pub, seguito dalle proteste del gruppo.
L’aria
della sera gli tagliò il fiato come una spada. La nebbia era
talmente spessa che era i lampioni illuminavano a stento la strada.
Solo una figura si stagliava contro la parete dell’ingresso,
la testa reclinata contro il muro, gli occhi chiusi come in una
profonda meditazione.
Probabilmente
per una delle rare volte della sua vita, Heechul non sapeva cosa dire.
Talia
aveva sentito distintamente il rumore della porta che si apriva, ma non
aprì immediatamente gli occhi. La vista di Heechul
l’aveva completamente spiazzata. Il primo pensiero che le
aveva attraversato la mente nell’attimo in cui
l’aveva visto era stato un signorile “Ma che
cazzo...!?!”
Quegli
occhi li avrebbe riconosciuti fra mille.
Nello
stesso istante in cui lo aveva visto, le sembrava di aver avuto un
pugno in pieno stomaco.
Un
pugno che le sarebbe piaciuto riavere.
Non
riusciva a spiegarsi il perchè era scappata dal pub. Avrebbe
potuto semplicemente fare la vaga, fingendo di non essersi accorta di
nulla, e lasciare a lui l’ingrato compito di cercare un
approccio semmai l’avesse notata.
Ma
perchè avrebbe dovuto farlo?
Nemmeno
si conoscevano neppure, erano solo due estranei che avevano incrociati
gli sguardi all’uscita del supermercato il giorno prima. Era
stato solo un caso se si erano incontrati nello stesso pub il giorno
dopo.
“Il
caso non esiste”
Questa
frase, che sua madre le ripeteva spesso, si presentò come
una coltellata all’anima.
-Nemmeno
il destino...- si ritrovò a sussurrare inconsapevolemente.
La
sensazione di essere osservata le suggerì di aprire gli
occhi, giusto in tempo per incontrare quelli del ragazzo che la fissava
pensieroso.
-Ehm, anyoung haseyo!- disse Talia utilizzando la prima formula di
saluto che le venne in mente.
Heechul
la guardò in modo strano, alzando un sopracciglio e
incrociando le braccia, cosa che Talia interpretò
frettolosamente come segno di sorpresa.
Quello
che le disse invece Heechul, la lasciò quasi senza parole.
-Guardandoti
si direbbe che hai meno di ventidue anni, di conseguenza io sono
più grande di te, e la formula corretta per salutarmi
dovrebbe essere “anyoung hashimnikka”
perchè esprime un maggiore rispetto- disse l’idol
con una vaga punta di saccenza nella voce.
-Guardandoti
non si direbbe che hai sessant’anni, mi scusi per
l’enorme mancaza di rispetto- protestò Talia con
la chiara intenzione di prenderlo in giro.
-Voi
occidentali avete una concezione tutta vostra del rispetto vero?
-rincarò la dose Heechul senza smettere di fissarla.
-Se
gi orientali sono tutti antipatici come te, cambierò
facoltà e mi darò all’archeologia-
rispose Talia incrociando le braccia stizzita.
I
due rimasero a studiarsi in silenzio per qualche minuto. Sembrava di
essere in presenza di campi magnetici dalla polarizzazione opposta che
tentano di sovrastarsi a vicenda.
Inaspettatamente,
fu Heechul il primo a cedere.
-Ti
è andata bene ragazzina, qualcun altro si sarebbe arrabiato
parecchio per questa mancanza di rispetto- le disse sornione.
-Oh,
fortuna che mi è capitato mister “mi stanno bene
tutte le camice”- sbottò lei ironica.
Heechul
rise alla battuta e a Talia sembrò che non esistesse una
risata più carina di quella.
-Mi
chiamo Kim Heechul- le disse lui porgendole la mano.
Talia
valutò la situazione per un secondo, poi gliela strinse
dicendo -Talia...Talia Puccini-
-Come
il grande compositore italiano- disse lui con fare intellettuale -ne
deduco che tu sia italiana-
-Hai
indovinato. Ma ci sono molti Puccini famosi in Italia: un calciatore,
un campione di scherma...- aggiunse lei prendendolo alla sprovvista.
-Io...temo
di non conoscere in maniera approfondita lo sport italiano- ammise
sorridendo - ma ho un’innata passione per la musica, tanto da
farne lo scopo della mia vita.-
L’osservazione
sulla musica non era stata fatta a caso da Heechul. Era evidente che
Talia non conosceva lui ne tantomeno i Super Junior. Ma sperava in
questo modo di ottenerne una conferma. Cosa che avvenne appena
l’attimo dopo.
-Sei
un musicista?- chiese Talia, vagamente interessata.
-Una
specie- disse lui con fare misterioso.
-Suoni
nella metro accompagnato da un violino e da un simpatico pappagallino?-
chiese lei cercando di essere seria.
Heechul
rise di gusto pensando a una sua ipotetica immagine di suonatore di
violino con tanto di pappagallo, e per un secondo gli dispiacque il
pensiero di contraddirla.
-No,
io...faccio altro- disse restando sul vago.
I
due rimasero in silenzio per un po’, poi Heechul si fece
coraggio e le disse quello che stava pensando.
-Hai
un bellissimo nome, significa qualcosa in italiano?- chiese sperando di
mascherare il complimento con un cordiale interesse. Cosa che non
servì a nulla, visto che a Talia veniva fatto di continuo
quel complimento.
-Non
è italiano, è di origine greca. Talia
è la musa della commedia nella mitologia greca- disse
paziente, memore delle altre volte che aveva dovuto spiegare il
significato del suo nome.
-Molto
originale- le disse Heechul portandosi un passo avanti verso Talia.
L’idol
si aspettava che a quel punto anche Talia chiedesse del suo nome, ma
lei si limitò a un sorriso di circostanza senza dire altro.
Non era abituato a essere trattato come una persona qualunque: da una
parte la cosa lo sollevava, ma d’altro canto sentiva un certo
fastidio nell’atteggiamento della sua interlocutrice.
-Non
hai freddo?- chiese Talia osservando la sua camicia.
-Non
soffro il freddo- rispose lui incrociando le braccia, bruscamente
trascinato via dai suoi pensieri.
-Io
sto congelando- continuò lei portandosi le mani verso la
bocca.
Sotto
la luce dell’ingresso, la bellezza di Talia parve
amplificarsi agli occhi di Heechul: i capelli sembravano più
chiari, gli occhi ancora più profondi. Era talmente attratto
da questa bellezza così eterea che senza rendersene conto
avanzò verso di lei.
Talia
si girò, guardando il ragazzo che lentamente si avvicinava a
lei.
Gli
occhi neri come la notte, la bocca carnosa e perfetta.
Era
davvero bello.
Talia
non si mosse di un passo, ma non appena lui si trovò a meno
di mezzo metro da lei, la porta del locale si aprì, facendo
uscire un gruppo schiamazzante e allegro.
-Talia!
Ma dove ti eri cacciata?-
La
voce di Cassandra mandò in mille pezzi la tensione che si
era creata tra i due, che si allontanarono reciprocamente come se
avesse preso la scossa.
-Ehy
Cassie...ehm, questo è Heechul- disse Talia presentando il
ragazzo all’amica.
-Anyoung
bel coreano!- cinguettò allegra Lavinia bruciando sul tempo
la rossa.
-Un’altra
che non conosce il significato della parola
“rispetto”- brontolò Heechul altezzoso.
-Talia
abbiamo pagato e stiamo andando verso l’alloggio per un
caffè come si deve -disse la rossa - il tuo amico viene con
noi?-
-Credo
che i miei amici si stiano domandando dove sono finito, meglio che li
raggiunga- disse Heechul senza staccare gli occhi da Talia.
-Ehm,
è stato un piacere conoscerti Heechul- disse la bionda
porgendogli la mano.
-Si...-
rispose Heechul stringendola senza convinzione.
-Uhm,
qualcosa bolla in pentola- osservò maliziosa Lavinia.
-Se
non stai zitta ci bollirai tu in pentola Lavi- sbottò
Cassandra trascinandola verso il pulmino dove gli altri ragazzi erano
già saliti.
-Heechul...io
devo andare- disse Talia senza però lasciargli la mano.
Heechul
dovette fare appello a tutto il suo coraggio, dato che la sua
proverbiale sicurezza lo aveva abbandonato per trasferirsi in
un’altra galassia.
-Posso
rivederti?-
Le
parole gli erano uscite con una tale velocità che si
domandava se le avesse capite.
Talia
sorrise, e cercò qualcosa nella borsa. Trovò un
pezzo di carta e una penna, scrisse qualcosa velocemente e glielo porse
Heechul
guardò il foglio.Un numero di telefono.
-Annyong-hi
kyeseyo Heechul- disse lei sorridendo e dirigendosi verso il pulmino.
Heechul
non rispose, si limitò a guardarla mentre si allontanava
stringendo il pezzo di carta fra le mani.
Quando
il pulmino fu partito, lui mise il foglietto nella tasca dei jeans,
senza smettere di stringerlo.
-Annyong-hi
kyeseyo Talia- sussurrò lui mentre un sorriso gli curvava
gli angoli della bocca.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Cinderella's secret ***
Cinderella’s
secret.
Steso
sul letto, Heechul fissava il soffitto, rigirandosi tra le dita della
mano il pezzo di carta su cui Talia aveva scritto il proprio numero.
Erano passati alcuni giorni dal loro incontro al 3 Alley pub, e vuoi
per le prove che gli impegnavano quasi tutta la giornata, vuoi per i
massaggi e i trattamenti di bellezza che gli impegnavano il resto, il
foglio era rimasto in attesa sul comodino vicino al suo letto. Ma era
domenica, le prove e i trattamenti erano sospesi fino al giorno dopo, e
il foglio lo aveva guardato con fare accusatorio finchè non
lo aveva preso tra le mani.
Era
una situazione del tutto nuova per Heechul: una ragazza normale non
avrebbe aspettato che fosse lui a chiamarla, non gli avrebbe lasciato
solo il numero, ma avrebbe, se non preteso, almeno chiesto il suo, e
lui probabilmente glielo avrebbe dato per il puro gusto di non
rispondere alle decinde di chiamate che gli sarebbero arrivate.
Talia
invece aveva agito diversamente.
Sembrava
che fosse sicura che lui prima o poi l’avrebbe chiamata.
-Aish!-
sbottò l’idol portandosi il palmo della mano sulla
fronte.
Quella
situazione stava prendendo una piega di cui non era del tutto convinto.
Il
cellulare sul comodino era a portata di mano, ci avrebbe impiegato meno
di dieci secondi a prenderlo, comporre il numero e telefonarla.
Eppure
qualcosa lo bloccava.
Orgoglio?
Paura?
Chissà
se Talia si stava domandando il perchè ancora non si fosse
ancora fatto vivo. Era chiaro che non avesse idea di chi lui fosse, per
lei era solo uno sconosciuto che aveva incontrato grazie a fortuite
circostanze.
Heechul
si domadava cosa sarebbe successo se Talia avesse scoperto il suo
“segreto”.
Come
avrebbe reagito?
Avrebbe
fatto come le altre ragazze? Avrebbe sbavato ai suoi piedi
finchè lui non si fosse stancato e l’avrebbe
mollata? Avrebbe tentato di cambiare quel suo carattere così
spigoloso per poi gettare la spugna dopo un paio di mesi?
Tutti
questi pensieri stavano rendendo il cantante nervoso, che si
alzò di scatto dal letto abbandonando il biglietto su di
esso per dirigersi in bagno.
La
sua immagine riflessa allo specchio lo accolse con una ruga corrucciata
sulla fronte.
Questo
stress non faceva di certo bene alla bella pelle che si ritrovava.
Si
sciacquò il volto, un brivido di freddo gli
pizzicò la faccia quando questa venne a contatto con
l’acqua gelida.
E
se fosse stato diverso? Se lei dosse stata diversa?
Questo
pensiero provocò una nuova emozione in Heechul, qualcosa che
si mise a lottare contro i pensieri negativi che lo stavano tormentando.
Uscito
dal bagno, l’idol si fermò in piedi davanti al
letto osservando il biglietto.
Gli
ritonarono in mente quei grandi occhi scuri, così
intelligenti, così sinceri.
Gli
tornò in mente la maniera in cui l’aveva salutato,
lo scambio di battute che ne era seguito, come lei gli aveva tenuto
testa senza battere ciglio.
Gli
tornò in mente il momento in cui gli aveva dato quel pezzo
di carta, negli occhi una silenziosa richiesta.
“Se
vuoi, chiamami. Io ti risponderò”
Heechul
si sentì sopraffatto da quella fiducia che Talia aveva
riposto in lui pur conoscendolo appena. La curiosità ebbe la
meglio e il cantante afferrò il telefono.
-Talia,
il telefono sta squillando!- urlò Lavinia rivolgendosi
all’amica che si trovava nella cucina.
-Chi
è?- chiese di rimando Talia.
-Non
compare nessun nome e non credo sia un numero italiano- disse la mora
dando un rapido sguardo al display.
Talia
corse a prendere il telefono che si trovava nella grande camera da
letto che le tre condividevano. Restò a fissare il numero
per un paio di secondi, cercando di capire se le era familiare. Senza
successo, la bionda rispose alzando le spalle.
-Yoboseyo?-
-Parlo
con Talia?- chiese una voce sicura al telefono.
-Ehm
si...e io parlo con...?-
-Complimenti
lei ha vinto un’uscita con un famoso cantante coreano,
l’uscita comprende zucchero filato, un giro in barca sul
fiume Han al tramonto e una cena a lume di candela!- esclamò
allegra la voce ridendo dall’altro lato del telefono.
Talia
sorrise nello stesso istante in cui riconobbe la risata di Hecchul, ma
volle comunque stare al gioco.
-Odio
lo zucchero filato, soffro di mal di mare e le cene a lume di candela
mi sembrano roba da commedie americane di quart’ordine- disse
con voce affettata.
-Non
bisogna contrariare le star signorina, sono particolamente permalose,
specialmente quella con cui ha vinto l’uscita- rispose
l’idol fingendo un rimprovero.
-Se
la star è così permalosa che esca da sola-
commentò lei.
-La
star è di buon umore e la vuole accontentare:
l’uscita si limiterà a un semplice
caffè, cosa ne pensa?- chiese Heechul.
Talia
ci pensò un po’ su, evitando lo sguardo di Lavinia
che le faceva gesti di ogni tipo per catturare la sua attenzione.
-Un
caffè va bene- rispose infine mordendosi le labbra
emozionata.
-Fantastico,
una macchina passerà a prenderla alle cinque, se vuole
fornirci il suo indirizzo...- chiese l’idol lasciando in
sospeso la frase.
-Baekbeom-ro
38- rispose la ragazza sedendosi sul letto.
-Siamo
felici che lei abbia vinto questa uscita con un bellissimo e
simpaticissimo cantante, e le porgiamo le nostre congratulazioni- disse
Heechul dandosi delle ariee
-Mi
permetto di dissentire- ripose lei sarcastica.
-Lei
tende a ferire le persone in maniera vergognosa, lo sa signorina?-
disse Heechul fingendo rammarico.
-Credo
che questa star sia abbastanza gonfiata di vanagloria da non accorgersi
degli altri- rispose lei continuando sulla linea del sarcasmo.
-Allora
perchè accetta l’uscita?- chiese il ragazzo con
una nota di curiosità nella voce.
Già,
perchè accettava l’uscita?
Erano
giorni che non si faceva sentire e se proprio voleva essere sincera,
considerata anche la tensione tra loro due, Talia era rimasta molto
delusa dal fatto che non l’avesse telefonata prima. Forse
studi universitari di cui non era a conoscenza lo avevano tenuto
impegnato, o forse aveva un lavoro che gli toglieva molto tempo.
O
forse era proprio un cantante. Il pensiero le provocò un
sorriso divertito.
-Accetto
ad una condizione- disse infine.
-E
cioè?- chiese Heechul curioso.
-Voglio
che la star appenda il microfono al chiodo e che con me esca il ragazzo
che ho incontrato al pub- disse lei con una voce così
sincera che Heechul venne percosso da un brivido.
-Va
bene- rispose l’idol senza esitare.
-Wow,
ci voleva una frase a effetto per farti smettere di prendermi in giro?-
chiese Talia divertita.
Prenderla
in giro.
Heechul
si domandò per quanto tempo poteva tenerle nascosta la sua
identità.
Era
mattina, mancava parecchio al suo “appuntamento”
con Talia, ed Heechul decise di fare colazione. Arrivato alla grande
sala da pranzo, trovò le solite scene alle quali era ormai
abituato: Shindong e Sungmin che litigavano per l’ultimo
biscotto, Leeteuk con una tazza di caffè in mano mentre
guardava fuori la finestra, Kangin che faceva origami con dei fogli di
carta, Yesung che discuteva di chissà quale argomento con
Ryewook, Eunhyuk nel suo solito stato semi-comatoso del mattino con la
testa reclinata sul tavolo e Donghae che lo tormentava punzecchiandolo
con una matita.
Mancava
qualcuno.
-Dov’è
Kyuhyun?- chiese senza rivolgersi a nessuno in particolare.
-Stava
andando in camera appena un minuto fa- rispose il leader senza
distogliere gli occhi dalla finestra.
-Non
puoi fare a meno di lui Heenim-hung?- chiese malizioso Donghae senza
smettere di torturare la testa del main dancer.
-Non
rigirare sugli altri i tuoi desideri perversi- gli rispose il
più grande leccandosi le labbra in modo provocante.
-Piantala!-
strillo Eunhyuk rivolgendosi a Donghae senza alzare la testa dal tavolo.
-Hai
degli strilli notevoli, sicuro di non essere stato una donna in una
delle tue vite passate?- disse Kyuhyun spuntando nella sala e
rivolgendosi a Eunhyuk
-Trovati
una donna invece di rinchiuderti nel bagno- sbottò il main
dancer acido afferrando la matita dalle mani di Donghae.
-Tanto
per citare qualcuno “non rigirare sugli altri i tuoi desideri
perversi”- rispose il main vocalist imitando
l’atteggiamento di Heechul.
-Ma
perchè la domenica mattina siete così
irrequieti?- domadò Leeteuk tornando a sedersi.
-E’
una bella giornata, perchè non andiamo a Hyeopjae?-
suggerì Shindong strappando il biscotto dalle mani di
Sungmin.
-Una
giornata in spiaggia?E’ Novembre!- si lamentò
Eunhyuk rigirandosi la matita tra le mani.
-Ma
avrai mica ottant’anni e noi non lo sappiamo hyung?- chiese
Ryewook al main dancer.
-Ci
farà bene una giornata di sole come questa, siamo sempre
rinchiusi in uno studio, o nel caso di Heenim in una sauna-
commentò il leader dando una pacca sulla spalla di Heechul.
-Andate
senza di me, io sono impeganto- disse il ragazzo rivolto al resto del
gruppo.
-Che
hai da fare? Guarda che oggi i centri benessere sono chiusi- chiese
sarcastico Kyuhyun.
-Ho
una vita al di fuori dei centri estetici- rispose seccato il
più grande.
-Dai
sul serio, che hai da fare Heenim?- insistette il main vocalist.
-Qualcosa
che non ti riguarda- sbottò esasperato Heechul.
Kyuhyun
rimase in silenzio, poi si alzò di colpo e si
avviò verso le stanze da letto senza dire una parola.
-Siamo
un tantino nervosi stamattina eh Heenim-hyung?- disse Donghae
avvicinandosi all’amico- va tranquillo, ci divertiremo senza
di te-
Senza
dire nulla, Heechul si diresse verso la sua stanza e si
gettò sul letto.
Guardò
la sveglia. Le unidici meno venti.
Mancava
parecchio alle cinque. Che avrebbe fatto tutto quel tempo? Anche se
impiegava ore a prepararsi, di certo non tutte quelle che aveva
davanti. Magari avrebbe potuto semplicemente rilassarsi senza far
niente, guardare un po’ di tv, del sano ozio insomma.
Un
pensiero grigio gli attraverso la mente.
Kyuhyun.
Avrebbe
dovuto scusarsi, ma a volte gli atteggiamenti del main vocalist lo
innervosivano. Era raro che avesse dei segreti, specialmente con lui,
ma le poche volte che li aveva avuti, lui aveva fatto di tutto pur di
conoscerli, e questo gli dava enormemente fastidio.
-Guarda
che lo fa solo perchè ti vuole bene-
Leeteuk
si era affacciato nella stanza, facendo sussultare Heechul che si mise
a sedere di colpo.
-Ti
ammira e vuole sapere tutto della tua vita solo perchè
desidera disperatamente essere come te, non c’è
morbosità nel suo interesse- continuò il leader
andando a sedersi sul letto.
-Esco
con una ragazza hyung- disse Heechul liberandosi finalmente il cuore da
un grosso peso.
-Questo
è bene Heenim- disse Leeteuk con un sorriso sornione.
-Non
sa chi sono, ne chi sono i Super Junior- continuò il ragazzo
allegerendosi ancora di più.
-Questo
è meno bene- commentò il leader tornando serio.
I
due rimasero in silenzio per un po’, poi Leeteuk prese la
parola.
-E’
pesante un bicchiere d’acqua?-
-Che?-
domandò Heechul senza capire.
-Rispondi-
continuò il leader.
-No,
non lo è- rispose il ragazzo poco convinto.
-Prova
a reggerlo per due ore, ti sembrerà di non aver mai preso
una cosa così pesante tra le mani- disse infine Leeteuk
sorridendo -allo stesso modo sono i segreti, non sembrano
così pesanti, ma prova a tenerli dentro per molto tempo. Ti
schiaccieranno-
Heechul,
comprese finalmente il discorso di Leeteuk: il gruppo, Kyuhyun, Talia,
stava nascondendo qualcosa a tutti. La verità sarebbe venuta
fuori comunque, tanto valeva che venisse fuori da lui.
-Grazie
hyung- disse Heechul.
-Ci
vediamo dopo- disse infine il leader abbandonando la stanza.
L’idol
rimase solo. La sera stessa avrebbe confessato tutto a Kyuhyun e forse
anche al gruppo.
Talia.
Con lei non aveva idea di cosa fare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Cinnamon and peppermint ***
Cinnamon and peppermint
Preciso
come un orologio svizzero, alle cinque in punto Heechul
parcheggiò la sua bella Peugeot 307 in un posto libero in
Baekbeom-ro e si avviò verso il numero 38. Aveva trovato
parcheggio in prossimità dell’edificio dove
alloggiava Talia e quindi in poco tempo arrivò a
destinazione, giusto nel momento in cui la bionda usciva dal piccolo
portoncino dello stabile.
Heechul
notò che probabilmente soffriva il freddo: un piumino bianco
le copriva il corpo fino ai fianchi, indossava un berretto e dei guanti
di lana nello stesso colore della giacca, e sopra i jeans indossava un
paio di stivali marroni lunghi fino al ginocchio.
-Hai
freddo per caso?- chiese sgignazzando l’idol appena lei fu a
portata di voce.
-Io
abito in prossimità del mare, Novembre non è mai
così freddo- commentò Talia chiudendo la zip del
piumino fino alla fine.
Arrivata
ormai a pochi passi dal ragazzo, Talia non seppe bene come salutarlo.
Ovviamente non poteva salutarlo alla maniera italiana, smollando baci a
destra e manca. Ma mentre meditava sul da farsi, Heechul la sorprese.
-Come
è che ci si saluta in Italia? Un bacio per guancia, vero?-
chiese malizioso.
-Con
i perfetti sconosciuti ci si porge la mano, specie se sono
più grandi di te- rispose lei con il chiaro intento di
rivangare la discussione della sera al pub.
Per
tutta risposta, l’idol sorrise sornione chiedendo -Sono
ancora uno sconosciuto?-
-Forse-
ripose lei ricambiando il sorrriso-ma intanto spero che tu sia venuto
con una macchina-
-Credi
che forse io, con tutta la bellezza che mi ritrovo, usi mezzi pubblici
per spostarmi con il rischio di essere assalito da donne di ogni
età?- disse Heechul spavaldo.
-Ti
assalirebbero per suonartele di santa ragione secondo me-
ribattè lei tentando di soffocare una risata divertita.
-Non
me ne fai passare una eh?- disse l’idol lievemente
infastidito dal fatto di non riuscire mai a spuntarla con Talia.
Per
tutta risposta, Talia sorrise portandosi le mani dietro la schiena e
cominciando a dondolarsi sui piedi come una bambina, una cosa che
Heechul trovò talmente dolce che l’avrebbe riepita
di baci all’istante.
-Andiamo
in macchina, qui congelerai- disse infine il ragazzo mostrandole la
direzione in cui avviarsi.
Talia
restò sorpresa di vedere la Peugeot grigia del cantante: era
una macchina costosa, e anche se lei non era il tipo che badava molto a
quanti soldi avesse la gente, l’essere donna stavolta ebbe la
meglio e la portò a fare qualche ipotesi sul possibile
lavoro di Heechul.
Doveva
essere un lavoro parecchio remunerativo se poteva permettersi una
macchina come quella, o forse era ricco di famiglia.
-Siamo
messi bene sul lato finanziario eh?- commentò Talia nel
momento in cui Heechul mise in moto.
-Non
è buona educazione fare commenti sullo stato economico delle
persone, ma devo prorpio insegnarti tutto?- chiese ironico Heechul
uscendo in strada.
-Non
ti ho chiesto quanti soldi hai, ho solo constatato che sei ricco
sfondato e non mi capacito di come tu sia ancora single- rispose la
bionda seccata.
-Cosa
ti fa pensare che io sia single? Magari esco con più ragazze
contemporaneamente e tu sei solo una delle tante- disse allora lui
senza staccare gli occhi dall’asfalto.
-L’importante
è che mi offri un caffè bollente, poi posso
esserre anche la trentesima ragazza che frequenti per quanto mi
riguarda- sbottò lei incorciando le braccia.
Heechul
rise e i due restarono in silenzio per qualche minuto, mentre le strada
scorrevano accanto a loro.
-Non
uscivo con una ragazza da diversi mesi Talia- disse infile
l’idol.
La
ragazza notò che aveva un modo buffo di pronunciare il suo
nome. Marcava l’accento sulla “a” finale,
come se non fosse sicuro che quello era il modo corretto di pronunciare
la parola. Era un modo insolito di sentire il suo nome, ma a Talia
piaceva lo stesso.
-Come
mai?- chiese.
-Non
so, incontro sempre le stesse ragazze, attratte solo dall mia fa.. ehm,
faccia- disse Heechul correggendosi in tempo.
-Vogliono
prenderti a cazzotti?- chiese allora lei osservando il bel profilo del
cantante.
-Ho
una faccia bellissima, su questo non si discute- disse Heechul
seriamente convinto.
-Sei
sicuramente una persona molto sicura Kim Heechul- notò Talia
osservandolo -la sicurezza può essere una dote come
può essere una maledizione-
-Nel
mio caso è di certo una dote- disse l’idol
sgignazzando.
-Appunto-
concluse la ragazza sottolineando l’eccessiva spavalderia del
ragazzo.
Heechul
si limitò a sorridere.
“Imprevedibile”
pensò soddisfatto.
Talia
non si stava sciogliendo in brodo di giugiole come avrebbe fatto
qualunque fan dei Super Junior, non lo stava adulando, assecondando
qualunque cosa gli uscisse dalla bocca. Ogni cosa era del tutto nuova,
ed Heechul cominciava a capire quanto questa cosa lo facesse stare
bene, quanto gli fosse mancato stare con qualcuno che lo trattasse come
una persona normale, e non come Heechul, il voalist dei Super Junior.
-Terra
chiama Heechul, se ci sei batti un colpo- disse allegramente Talia
scuotendolo per un braccio.
-Hai
detto qualcosa?- chiese il ragazzo bruscamente estrapolato dai suoi
pensieri.
-Si,
ti ho chiesto dove siamo diretti- ripose la bionda allegramente.
-Lo
vedrai- disse Heechul con fare misterioso.
Mentre
la macchina avanzava silenziosa sull’asfalto, Talia
notò un insegna familiare.
-Il
3 Alley Pub...siamo nel distretto Yongsan- disse sommessamente.
-E
siamo quasi arrivati- aggiunse Heechul accellerando.
Dopo
pochi minuti, i due arrivarono di fronte a un imponente struttura che
aveva tutta l’aria di essere...
-La
stazione?- chiese Talia con lo sguardo interrogativo.
Heechul
si limitò a sorridere dicendo -la pazienza non è
una delle tue migliori doti, vero? Andiamo, lasciati trasportare dal
mistero!-
Scesi
dall’auto, Heechul guidò Talia
nell’enorme stazione finchè non trovò
il posto verso il quale era diretto.
Talia
rimase senza parole.
Caffè
Pascucci.
Heechul
l’aveva portata in una caffetteria italiana.
-Pensavo
potesse farti piacere sentirti un po’ a casa- disse alla
ragazza che fissava rapita l’insegna luminosa.
Talia
rimase in silenzio per qualche secondo, poi si decise a parlare.
-Ti
avevo sottovalutato Kim Heechul, ci sai davvero fare-
-Ti
direi “modestamente”, ma io e la modestia non ci
frequentiamo granchè-
Talia
rise alla battuta ed entrarono nel locale. Era un locale molto
luminoso, dal gusto moderno, un posto davvero delizioso.
C’erano vetrine che recavano molti dolci italiani in
esposizione e la bionda fu tentata di provarne qualcuno. Ma mentre
osservava i cannoli e le cassatine, Heechul le chiese con fare ironico
-allora ragazza italiana, che tipo di caffè desideri?-
-La
cosa più simile a un espresso che c’è-
disse lei sperando di non ritrovarsi con una tazza di brodaglia marrone.
-Due
ristretti extra- disse Heechul al cassiere. Talia fece per tirare fuori
il portafogli dalla borsa, ma il ragazzo la fermò esclamando
-dovevo offrirtelo io il caffè, ricordi?-
-Stavo
scherzando Heechul, lo pago io il mio caffè- disse la bionda
risoluta.
-Che
razza di uomo sarei se non pagassi il caffè a una ragazza
che mi tiene testa?- ribattè lui inclinando lievemente la
testa con fare seduttore.
Talia
alzò un sopracciglio in segno di scetticismo, ma poi ripose
il portafoglio nella borsa.
I
caffè furono pronti in un attimo e i due si sistemarono in
un angolo del locale, lontano da numerosi sguardi seguivano Heechul dei
quali Talia fortunatamente non si era accorta.
-Allora
Talia- cominciò Heechul una volta sistemati al tavolo -che
ci fai in Corea, è un pò lontanuccia da casa tua,
non ti pare?-
-Sono
qui per il progetto Erasmus, studio lingue orientali, coreano e
giapponese per la precisione- disse lei in modo professionale.
-Interessante-
disse Heechul con una vaga nota di ammirazione nella voce che Talia
orgogliosamente notò
La
ragazza dovette ammettere che il caffè, nonostante fosse bel
lontano dalla perfezione italiana, non era niente male e lo beveva
grata per il calore che la stava riscaldando in quella giornata gelida.
Ma
mentre si gustava la nera essenza, si ricordò
improvvisamente di una cosa che il ragazzo le aveva detto la sera in
cui si erano incontrati per la prima volta.
-Mi
hai detto che sei una specie di musicista- disse godendosi il calore
della tazza che aveva tra le mani.
-Si,
più o meno- rispose Heechul tentando disperatamente di non
farsi andare il caffè di traverso.
-Che
specie di musicista?-
-Oh...ehm...sono
un produttore discografico-
Bugia.
Heechul non sapeva di preciso perchè si era invenato quella
balla, ma non si sentiva pronto a rivelare la verità a
Talia: in cuor suo, anche se gli doleva ammetterlo, era convinto che se
lei avesse scoperto la verità, avrebbe cominciato a
comportarsi come le sue fan, pronta a pendere dalle sue labbra.
-Penso
sia un lavoro abbastanza impegnativo se ti ha impedito di telefonarmi
fino a questa mattina- fece lei guardandolo con la cosa
nell’occhio mentre si portava la tazza alle labbra.
-Si,
gestisco varie cose, è un lavoro che mi porta via parecchio
tempo- disse il raazzo vago.
-Quindi
conosci un sacco di cantanti famosi- continuò lei curiosa.
-Ehm,
si, alcuni- ripose l’idol distogliendo lo sguardo e
grattandosi la nuca.
Talia
trovava curisoso questo atteggiamento di Heechul, tuttavia decise di
non approfondire, appuntandosi mentalmente di fare qualche ricerca su
Kim Heechul una volta tornata a casa.
Usciti
dal caffè, ritornarono velocemente in macchina.
L’aria pungente della sera cominciava a farsi sentire e il
sole era ormai uno spicchio poco pronunciato che si specchiava sulle
acqua tranquille del fiume Han.
-Allora
bella signora, vuole ancora rifiutare la cena a lume di candela?-
chiese sherzoso Heechul mentre avanzavano veloci sulle strada poco
trafficata.
-Stavolta
credo che passerò, ma ho apprezzato molto il
caffè, davvero- disse Talia sorridendo al ragazzo.
Heechul
non potè fare a meno di sorridere a sua volta. Per una delle
rare volte da quasi dieci anni, si era sentito un ragazzo normale, solo
per poco più di un’ora, ma era molto
più di quanto avesse osato sperare. Quasi gli dispiaceva
doverla lasciare accanto al suo alloggio così presto.
Una
volta parcheggiata l’auto, scesero entrambi dalla macchina ed
Heechul accompagnò la bionda fino al portoncino dello
stabile.
-Grazie
davvero Heechul- disse Talia guardando dolcemente l’idol.
-Gli
amici mi chiamano Heenim- disse il ragazzo senza riflettere.
-Grazie
davvero Heenim- ripetè la ragazza avvicinandosi.
Heechul
venne pervaso dall’idea che lei volesse baciarlo e
sentì che tutte le speranze che erano nate in lui lo
avrebbero abbandonato da un momento all’altro.
Ma
ancora una volta, Talia lo sorprese.
Sentì
le braccia di lei cingergli la vita e la testa poggiarsi delicatamente
al suo petto.
Dovette
racimolare tutto la forza che aveva per non tremare.
Tutte
le ragazze che aveva frequentato volevano andare direttamente al sodo,
e il sodo non riguardava solo i baci.
La
gratitudine con cui Talia lo stava abbracciando era palpabile e per un
solo, stupido caffè. Heechul ci mise qualche secondo per
ricambiare l’abbraccio, percependo il profumo di cannella a e
menta piperita dei capelli di Talia.
Dio,
avrebbe voluto restare così in eterno, a godersi
quell’abbraccio così puro, ma Talia si
staccò da lui lasciando che un freddo vuoto si interponesse
fra di loro.
-Ci
vediamo Heenim- lo salutò lei guardandolo
un’ultima volta prima di entrare nell’edificio.
Heechul
rimase in silenzio alzando semplicemente la mano in segno di saluto e
restando a guadare la ragazza che scompariva dietro il portoncino. Fu
in quell’attimo che l’idol capì che non
sarebbe più riuscito a fare a meno di lei.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Entropy ***
Entropy
-Allora?
Come è andato l’incontro con il sexy coreano?-
chiese Lavinia curiosa quando vide Talia spuntare dalla porta di casa.
-Era
solo un caffè Lavi, tra l’altro anche buono-
commentò la bionda arrossendo.
-Si,
solo un caffè, guarda che Cassandra ti ha visto dalla
finestra mentre amoreggiavi con il bel fustacchione-
continuò maliziosa la mora.
-Oh
si, e con che passione bollente- rincarò la dose Cassandra
mentre estraeva dal forno delle patatine prefritte.
-La
passione ce l’avete solo nelle vostre menti malate, lo stavo
semplicemente ringraziando, mi ha portato in una caffetteria italiana,
un gesto adorabile- ribattè la bionda seria.
Lavinia
e Cassandra si scambiarono uno sguardo d’intesa e
cominciarono a ridere.
-Vi
odio- esclamò esasperata la bionda sprofondando sul divano.
-Anche
se per cena ho preparato le cotolette?- chiese Cassandra cospargendo di
sale le patatine.
-Odio
solo Lavinia- si corresse Talia a cui il caffè aveva aperto
una voragine nello stomaco.
-Ehi!-
si lamentò la mora lanciandole un cuscino che la bionda
schivò abilmente.
-Visto
che voi due non avete fatto un cazzo fino ad ora, che ne dite di
preparare la tavola?-
-Io
ho studiato tutto il giorno- disse Lavinia convinta.
-Stare
al computer con un libro davanti non vuol dire studiare Lavi-
commentò sarcastica la bionda.
La
mora incrociò le braccia corrucciata, salvo poi sciogliersi
quado Cassandra le mise davanti una patatina che lei afferrò
direttamente con la bocca.
-Esistono
anche le mani Lavi- la rimproverò la rossa mentre estraeva i
bicchieri dalla credenza.
-Non
nel mondo di Lavinia- commentò Talia sgignazzando.
Cassandra
aveva una bravura innata per la cucina e le tre cenarono allegre e di
gusto, chiacchierando di quello che avrebbero fatto il giorno
successivo al’università. E tra una chiacchiera e
l’altra la mente di Talia cancellò
l’appunto mentale riguardo il fare ricerche su Heechul.
-Ehi
Heenim-hyung, giusto in tempo per la cena!- esclamò allegro
Siwon quando Heechul rientrò nel dormitorio.
-Sia
ringraziato il cielo hyung! Credevamo che tu fossi morto-
strillò Yesung fingendo disperazione e gettandosi
sull’amico.
-Allora
hyung, possiamo finalmente sapere cosa avevi da fare?- chiese Sungmin
senza distogliere lo sguardo dallo tv.
La
domanda fece scendere nella stanza un silenzio carico di attesa.
Heechul fece un profondo sospiro prima di parlare, tentando di darsi la
carica per confessare la verità
-Io...sono
uscito con una ragazza- disse tutto d’un fiato.
Yesung
si staccò immediatamente da lui con la bocca spalancata,
più o meno la stessa reazione che apparve sulla faccia di
tutti i presenti.
Ovviamente
il primo a rompere l’atmosfera di totale stupore che si era
creata fu Siwon.
-Wow!
Qua la mano hyung, ben giocata!- esclamò allegro il visual.
-Quanto
durerà questa volta? Un paio di settimane?- chiese acido
Kyuhyun dall’altro della stanza.
-E’
una ragazza occidentale, si chiama Talia- continuò Heechul
senza badare alla domanda del maknae.
-Cavolo
Heenim-hyung, ci hai colti di sorpresa, ormai erano mesi che non uscivi
con qualcuna- commentò Shindong chiudendo la mascella di
Kangin che era rimasto a bocca aperta.
-Non
conosce i Super Junior. Non conosce me- disse enfatizzando le ultime
parole come se ancora non ci credesse.
L’unico
suono che si sentì in seguito all’affermazione di
Heechul fu un “Ah” fuoriscito dalla bocca di
Ryeowook che rimase immobile sulla porta della cucina con due scodelle
colme di riso fumante.
-Dammi
quelle scodelle prima che facciano una bella planata a terra-
esclamò Donghae precipitandosi a prendere i recipienti dalle
mani dell’amico.
-Dal
tuo uso del tempo presente sul fatto che lei non conosca il gruppo ne
deduco che non le hai detto ancora la verità-
commentò Kyuhyun improvvisamente interessato.
-Le
ho detto che sono un produttore discografico- confessò
ancora Heechul con gli occhi bassi, come se quella bugia fosse la cosa
peggiore che avesse mai detto.
-Perchè
le hai raccontato una balla del genere?- chiese Yesung seriamente
stupito.
Bella
domanda.
Ormai
era chiaro a Heechul che Talia era, anche per i suoi altissimi
standard, più che degna di frequentarlo: era intelligente,
brillante, spiritosa, e per quanto a Heechul piacesse poco
l’idea che qualcuno potesse superarlo in bellezza, doveva
ammettere che era anche molto carina. Persino lo smisurato narcisismo
dell’idol e la sua propensione a credere che lui fosse il non
plus ultra di tutto dovettero cedere il posto alla presenza della bella
italiana. Ma una volta sceso a patti con il proprio ego, Heechul
dovette fare i conti con una paura che aveva sempre tenuto rinchiusa in
un piccolo angolo dell’anima.
-Temevo
che si interessasse più del cantante che dell’uomo-
Le
parole gli uscirono in un soffio che venne a stento percepito.
Quella
fondamentalmente era la paura di tutti i membri del gruppo, anche se
considerato il carattere Heechul-centrico dell’idol ci si
aspettava da lui una minor percezione di questo pensiero, o addirittura
una sua totale assenza. La confessione da parte di Heechul di essere
terrorizzato dal fatto che le ragazze potessero avvicinarsi solo ed
esclusivamente per interesse verso la carriera di grand star del pop
era una cosa che meravigliò tutti.
Lui,
Kim Heechul, spaventato dal tipo di interesse che le donne nutrivano
per lui.
-Ma
si può sapere che ti prende?!- esclamò furibondo
Kyuhyun.
-Non
urlare- lo rimproverò severo Leeteuk.
-Tu
sei sempre stato al di sopra di tutte queste stronzate, a te
interessava solo andare a letto con qualcuna, te ne fregavi di quello
che provavano per te, e ora di punto in bianco arriva questa italiana
del cazzo e il tuo cervello va a farsi fottere!- continuò
con rabbia il ragazzo sputando fuori tutta la frustrazione che aveva in
corpo.
-Bada
a come parli ragazzino- disse piano Heechul stringendo in pugni e
cercando di restare calmo.
-Non
mi dici quello che posso o non posso dire! Io e te ci siamo sempre
confidati, tu sai tutto di me e io so tutto di te, non ci siamo mai
nascosti nulla, e ora arriva questa puttana italiana e decidi che io
non valgo più nulla per te!- gridò in preda alla
collera il più piccolo.
-Non
azzardarti a parlare così di lei!- urlò Heechul
accecato dalla rabbia scagliandosi contro Kyuhyun.
Il
rapido intervento del gruppo per dividerli non bastò a
evitare che Heechul tirasse un bel cazzotto sul naso di Kyuhyun che si
ritrovò il volto coperto di sangue in pochi secondi.
Trattenuto
da Shindong e Sungmin, Heechul guardò il sangue sgorgare a
fiotti dal naso del più piccolo e si rese conto di quello
che aveva fatto.
-Kyuhyun...io
non...- tentò di dire prima che il leader prendesse la
parola.
-Ryeowook,
tenta di tamponare il sangue, sperando che Heechul non gli abbia rotto
il setto e tu- disse rivolgendosi ad Heechul che si guardava la mano
sporca di sangue visibilmente sconvolto -vieni con me-
Il
ragazzo obbedì e seguì Leeteuk tra gli sguardi
sconvolti di tutti i presenti. La cosa che lo ferì
maggiormente fu vedere Siwon che sprofondava sul divano con la testa
fra le mani. Quel pugno lo aveva dato a Kyuhyun, ma il dolore lo
avevano sentito tutti.
Leeteuk
si era diretto verso la sua stanza, seguito da un Heechul evidentemente
scosso. Il ragazzo non poteva credere a quello che aveva fatto: aveva
dato un pugno a Kyuhyun, la persona alla quale era più
legato all’interno del gruppo. Che gli era saltato in mente?!
-Si
può sapere che ti prende?!- chiese il leader in collera
afferrando per le spalle Heechul.
-Mi
ha provocato...-riuscì a dire l’altro poco
convinto.
-E
questo ti basta per prenderlo a pugni?!-
-Non
deve parlare male di lei...-
-Cosa
pretendevi? Che ti sorridesse e ti dicesse “bel lavoro
Heenim”quando hai nascosto a tutti che stavi uscendo con una
ragazza?-
-Siwon
l’ha fatto...-
-Non
cambiare discorso. Il punto è che hai fatto di una faccenda
normale un affare di stato, questo perchè, come al solito,
credi che tutto ciò che ti riguardi sia al di sopra
dell’umana comprensione. Questa mattina non hai avuto
rispetto per i tuoi amici, e se l’hai detto a me è stato solo per
toglierti un peso dalla coscienza, non perchè volevi
rendermi partecipe della tua vita. Qui siamo una famiglia Heenim,
questi segretucci senza senso non hanno motivo di esistere e mi auguro
che quello che è avvenuto oggi non venga a ripetersi mai
più- concluse Leeteuk lasciando le spalle del ragazzo.
-Hyung...io
non volevo...- cominciò Heechul che venne però
fermato immediatamente dal leader.
-Credo
che una doccia fredda per sbollire la rabbia ti farà bene-
disse risoluto avviandosi verso la porta.
-Hyung!-
lo implorò l’idol tentando di fermarlo.
Leeteuk
non ascoltò e uscì dalla stanza lasciandolo solo.
Heechul
rimase immobile per un po’, poi sentì la guancia
bagnarsi e nascose il suo dolore nella manica della camicia prima di
uscire a sua volta dalla camera.
Il
dolore al naso era forte, forse Heechul gli aveva spaccato il setto. Il
giorno dopo sarebbe dovuto andare in ospedale per farsi controllare e
avrebbe saltato le prove della mattina. Non che gli dispiacesse
prendersi una mattinata libera, ma di certo non per passarla in
ospedale.
E
tutto per colpa di quella ragazza.
Lei
non conosceva Heechul come lo conosceva lui, non poteva minimamente
immaginare quanti cuori infranti avesse dietro, quanto adorasse vedere
le ragazze che cadevano ai suoi piedi appena sparava una qualsiasi
cazzata poetica.
Già,
lei non lo sapeva.
Che
cosa buffa se stavolta fosse stato lui ad avere il cuore spezzato.
Kim
Heechul che scopre che la ragazza di cui è innamorato
l’ha preso solo in giro.
Davvero
buffo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Do you believe in magic? ***
Do you belive in magic?
La strada correva veloce sotto la Peugeot di Heechul. La linea azzurra
all’orizzonte recava ancora i pochi sprazzi di luce che il
sole, tramontato da più di mezz’ora, non smetteva
di regalare al cielo di Seoul. Talia osserva incantata quella
linea,seduta sul sedile del passeggero: in fondo era la stessa che
vedeva anche nella sua città, quando il sole spariva tra i
suoi stessi riflessi che brillavano sull’acqua del mare. E
quando anche quell’ultima luce del giorno sbiadiva
risucchiata dalle onde, nel cielo compariva Venere, la prima luce della
notte ad arrivare e l’ultima ad andarsene prima
dell’aurora.
Erano
passati diversi giorni dal pomeriggio al Caffè Pascucci.
Nonostante facessero ormai ogni giorno lunghe chiacchierate al
telefono, non erano riusciti a vedersi prima di quella sera.
Talia era molto impegnata con i corsi universitari, ma aveva comunque
più tempo libero di Heechul, impegnato quasi tutto il giorno
con le prove. La bionda gli aveva chiesto diverse volte di uscire, ma
ogni volta il ragazzo aveva dovuto ideare una scusa diversa.
Non
riusciva a confessarle la sua vera identità
Era
un codardo, e questo lo sapeva benissimo.
Ma
la paura lo attanagliava e quando era sul punto di dirle la
verità, la bocca si chiudeva di scatto e lo obbligava al
silenzio.
Quella
sera aveva rinunciato a un trattamento alle alghe marine per purificare
il viso pur di stare con Talia. I trattamenti di bellezza erano una
costante della sua vita, erano fondamentali per lui, ma pur di stare
con lei avrebbe rinunciato anche alle alghe marine e ai fanghi
all’argilla.
Il
sorriso di Talia era in grado di purificargli l’anima.
Era
ormai iniziato Dicembre e l’aria della città era
sempre più pungente, ma Heechul aveva avuto
un’idea brillante. O meglio, le sue idee erano sempre
brillanti, ma questa era particolarmente arguta. Non era propriamente
farina del suo sacco, ma l’applicazione che lui ne avrebbe
fatto l’aveva resa geniale.
-Le
nostre destinazioni sono sempre un mistero- commentò Talia
osservando il paesaggio notturno della città. Ancora una
volta, Heechul non le aveva detto dove la stava portando.
-Sei
un tipetto molto pragmatico, se non sai dove sei diretta cominci a dare
di matto- rispose di rimando l’idol sghignazzando.
-Io
non do di matto!- sbottò la bionda incrociando le braccia e
mettendo il broncio.
-Mi
piace quando ti arrabbi- disse Heechul distogliendo per un attimo gli
occhi dalla strada e regalando a Talia un sorriso divertito. A
malincuore, Talia doveva ammettere che il sorriso di Heechul era da
perderci la testa.
Nonostante
il buio della notte si facesse sempre più fitto, la ragazza
riuscì a scorgere una linea inconfondibile che si allargava
sempre di più sull’orizzonte.
-Il
mare...-disse sottovoce incantata.
-Già,
volevo mostrarti qualcosa che ti ricordasse casa- disse il ragazzo
cercando di scrutare con la coda dell’occhio la reazione di
Talia.
-Anche
l’altra volta mi hai portato in un posto che mi ha fatto
sentire a casa- ribadì Talia senza staccare gli occhi dal
mare.
-Si,
ma il Caffè è comunque qui a Seoul. Il mare,
nonostante lo chiamiamo con nomi diversi a secondo del luogo che bagna,
è lo stesso ovunque. Il sale non cambia, l’acqua
non cambia- disse mentre entravano in un parcheggio che dava su una
spiaggia.
Talia
sorrise ad Heechul e appena lui spense il motore, uscì
dall’auto quasi di corsa.
L’aria
salmastra la colpì all’istante. La bionda
inspirò profondamente chiudendo gli occhi, erano quasi due
mesi che non sentiva quell’odore e non si aspettava che le
mancasse così tanto.
-Dove
siamo qui?- chiese all’idol senza aprire gli occhi.
-Questa
è la spiaggia di Hyeopjae, una delle spiagge più
belle della Corea del Sud. D’estate questo posto è
spettacolare, ma anche d’inverno non è male-
rispose lui aprendo il bagagliaio della macchina ed estraendone delle
coperte e un borsone.
-Dovremmo
venirci di giorno qui- disse lei aprendo gli occhi ed osservando la
spiaggia.
-C’è
un motivo se ti ho portata qui di sera, non faccio niente se non
c’è uno scopo specifico- disse Heechul laconico.
La
bionda gli diede un pugno sulla spalla ed il ragazzo rise alla reazione
non proprio inaspettata.
Si
diressero verso la spiaggia, mentre il rumore delle onde accompagnava
dolcemente l’illuminarsi progressivo dell stelle. Trovato un
punto adatto, Heechul posizionò le coperte sulla sabbia,
umida della brina serale.
-Congeleremo-
commentò Talia stringendosi nel cappotto.
-Non
se il mitico Heenim ha della cioccolata bollente nel suo magico borsone
delle meraviglie- ribbattè lui estraendo un thermos dalla
borsa.
Talia
rise divertita e si sedettero sulle coperte mentre il buio della notte
aveva ormai coperto ogni cosa.
-Ti
dicevo che c’è un motivo se ho pensato di portarti
proprio qui- disse il cantante mentre gustavano la cioccolata calda.
-Ed
è possibile anche saperlo?- chiese la ragazza portandosi un
bicchiere colmo di cioccolata bollente alle labbra.
-Chiudi
gli occhi- disse Heechul fissando intensamente Talia.
-Che?!-
-Avanti,
chiudi gli occhi-
Talia
finì la cioccolata e obbedì con una certa
riluttanza, chiedendosi che diavolo avesse in mente Heechul.
-Adesso
stenditi, giuro che non voglio violentarti- continuò
l’idol.
-Non
è proprio la frase più adatta da dire a una
ragazza Heenim- ribbattè Talia stendendosi sulla coperta.
Heechul
rise e aspettò che Talia si fosse sistemata per stendersi a
sua volta accanto a lei.
-Adesso
apri gli occhi- disse infine.
Il
respiro della bionda si bloccò di colpo.
Davanti
a lei c’era lo spettacolo più bello che avesse mai
visto.
Milioni
di stelle splendenti illuminavano la volta celeste e la luce della luna
crescente sembrava tagliare l’oscurità come una
spada.
-Heechul...-riuscì
a dire interropendosi emozionata.
-Sai,
so fare bene parecchie cose, ma sono capace persino disegnare con le
stelle- disse Heechul spostando lo sguardo su Talia. A sua volta la
ragazza posò su di lui uno sguardo curioso.
-Scegli
un oggetto, un animale, qualunque cosa- continuò il ragazzo
senza smettere di guardarla.
-Non
credo di seguirti Heenim- disse Talia alquanto confusa.
-Devi
solo scegliere un oggetto, non mi sembra tanto difficile- disse lui con
il chiaro intento di stuzzicarla.
-Te
l’hanno mai detto che sei uno stronzo?- sbottò la
bionda incrociando le braccia imbronciata, una cosa che Heechul adorava.
-Si,
me l’hanno detto spesso- disse il ragazzo sghignazzando
-allora, questo oggetto?-
-Una
bicicletta- esclamò Talia con aria di sfida.
Heechul
si limitò a sorridere, poi si avvicinò a Talia e
le fece passare li braccio sotto la testa, in modo da poterla stringere
a sé.
-Ci
credi nella magia?- le sussurrò l’idol.
-Dipende
dalla magia- rispose la bionda sussurrando a sua volta.
-A
questa ci crederai di sicuro-
Heechul
fece in modo da sovrapporre la sua mano su quella di Talia in modo che
l’indice della ragazza coincidesse con il suo e, scrutato il
cielo per qualche secondo, alzò le loro mani legate,
puntando verso il cielo gli indici.
Poi
cominciò a muovere il braccio.
Come
se stesse disegnando.
Talia
osservava attenta il movimento delle loro mani unite, e dopo poco
rimase senza parole.
-Che
te ne pare?- chiese Heechul abbassando il braccio.
Seguendo
i movimenti delle mani unite, Talia era riuscita a scorgere la sagoma
di una bicicletta formata dalle stelle.
-Fallo
ancora...-riuscì a dire completamente rapita.
Heechul
sorrise soddisfatto, contemplando il volto di Talia illuminato dalla
luce lunare. Quel viso aveva un qualcosa di etereo, come se fosse senza
tempo.
-Che
cosa vuoi che disegni?- chiese allora sovrapponendo di nuovo le loro
mani.
-Disegna
il sole- chiese lei fissandolo.
-Ma
così è facile!- ribadì lui sorpreso.
-Per
favore...-chiese lei supplichevole.
Heechul
non ribattè, alzò il braccio e
ricominciò a disegnare tra le stelle.
Quando
ebbe finito, Talia osservò il sole fatto di stelle, poi
spostò lo sguardo su Heechul.
-Il
sole è una stella, no?- chise la bionda al ragazzo.
-Si,
esatto- rispose lui senza saper bene dove Talia volesse arrivare.
-Ti
ho fatto disegnare una stella fatta da altre stelle-
continuò lei.
-Che
stai cercando di dirmi Talia?- chiese Heechul fissandola.
La
ragazza si spostò verso di lui, al punto che sentivano sulla
pelle l’uno il respiro dell’altra. Heechul non
l’avrebbe mai ammesso, ma stava tremando.
E
non per il freddo.
-Mi
sono successe molte cose belle in queste settimane, e tutte sono legate
a te Heenim. Tu racchiudi tutti i momenti che in queste settimane hanno
reso la mia vita più luminosa. Sei il mio sole fatto di
stelle Heechul- sussurrò la bionda guardando intensamente
l’idol.
-Talia...-
Heechul
non riuscì a dire altro.
Le
loro labbra quasi si sfioravano. Heechul aveva baciato tante ragazze,
ma Talia era la prima per la quale provasse qualcosa.
E
desiderava disperatamente sapere che sapore hanno i baci quando si
danno per amore.
Le
loro labbra erano ormai a pochi millimetri, quando un rumore improvviso
fece girare entrambi in direzione del parcheggio.
-Che
cos’era?- chiese Talia spaventata.
-Forse
un gatto- rispose Heechul consapevole di aver perso un momento che non
sarebbe tornato.
-Oh
un serial killer pazzoide che ci vuole uccidere- disse visibilmente
terrorizzata.
-Andiamo
Talia, non agitarti- disse Heechul cercando di calmarla.
-E’
meglio ritornare in città- disse lei raccogliendo le coperte.
Heechul
fissò il parcheggiò. Era stato un rumore molto
forte., una specie di tonfo, come se qualcosa fosse caduto.
O
qualcuno.
-Hai
ragione, meglio ritornare in città. Resta accanto a me
finchè non saremo in macchina- disse Heechul raccogliendo il
borsone.
Si
diressero verso la macchina guardandosi intorno circospetti ed entrambi
fecero un profondo respiro quando si sedettero al sicuro nella Peugeot
di Heechul.
Entrambi
rimasero in silenzio per un po’, non tanto spaventati per
quello strano rumore, quanto imbarazzati per quel bacio rimasto in
sospeso.
Heechul
pensò che quello fosse il momento giusto per dirle tutta la
verità. Se avesse ancora rimandato, lei avrebbe potuto
sentirsi presa in giro, e questo non poteva sopportarlo.
-Talia,
io...-cominciò insicuro.
-Mi
dispiace Heenim. Sai, mi spavento facilmente- si scusò lei
portandosi una mano alla fronte.
-No,
avevi ragione. Era un posto isolato, quel rumore avrebbe potuto essere
qualunque cosa- cercò di rassicurarla lui.
-Ho
rovinato una bella serata- disse mortificata.
-Non
dire stronzate, non hai rovinato nulla. Mi sono sentito vivo per la
prima volta in vita mia stasera, ed è solo merito tuo- disse
l’idol con più enfasi di quanta avrebbe voluto.
-Heenim...-sussurò
Talia posandogli una mano sulla spalla.
I
due rimasero in silenzio fino a quando Heechul non fermò la
macchina sotto l’alloggio di Talia.
-Talia...io,
devo dirti una cosa...-cominciò Heechul guardandola negli
occhi.
Quegli
occhi.
Quelle
due voragini scure che sembravano sempre sul punto di inghiottire
l’universo.
No.
Non
ne aveva la forza.
Non
riusciva a superare quella paura, la paura che la sua fama diventasse
la prima preoccupazione delle ragazze che aveva accanto.
Si
portò le mani in faccia, come a voler nascondere se stesso.
O
come per nascondersi da lei.
Talia
non riusciva a capire lo strano comportamento di Heechul, ma percepiva
che soffriva per qualcosa.
Istintivamente
gli prese le mani dal volto e lo guardò dolcemente.
Heechul
non seppe resistere oltre.
Si
spinse verso di lei e posò le sue labbra su quelle della
bionda.
Talia
non si mosse, sospesa a metà tra la sorpresa e
l’emozione. Dopo un primo attimo di smarrimento, chiuse gli
occhi e posò una mano sulla guancia di Heechul, sentendo un
brivido sotto il suo tocco. A sua volta il ragazzo portò una
mano sulla guancia della bionda, facendo scorrere le dita sulla pelle
liscia del suo viso.
Aveva
bisogno di quel bacio, aveva bisogno di sapere che cosa si prova quando
la persona che stai baciando ti ama per quello che sei.
E
gli sembrò che il mondo potesse andare in pezzi da un
momento all’altro, ma lui sarebbe sopravvissuto comunque.
Perchè
adesso il suo mondo era lei.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** The dark side of the moon ***
The dark side of the moon
-Talia ma mi stai ascoltando?-
-Eh?-
-Capisco
che baciare il bel coreano sia stata un’esperienza oltre
l’umana comprensione, però collega il cervello e
deciditi, hai quei due maglioni in mano da dieci minuti-
-Si
Lavi, scusami...ero sovrappensiero...-
Lo
shopping non era una delle attivutà preferite di Talia, ma
Lavinia aveva insistito a tal punto che alla fine aveva ceduto. Quando
la mora aveva pronunciato la parola “shopping”
nell’alloggio, Cassandra era sparita, lasciando la bionda
sola a sorbirsi un pomeriggio di spese pazze.
Il
centro commerciale COEX Mall si trovava nel distretto Gangnam e avevano
impiegato più di un’ora per arrivarci, ma anche
dal poco entusiasta punto di vista di Talia, ne era valsa la pena. Il
centro commerciale era immenso: i negozi erano talmente tanti che si
confondevano tra loro, ma il centro era fornito anche di una libreria
bellissima, una cosa che la bionda apprezzò molto.
Sfortunatamente non le era stato possibile visitarla, in quanto Lavinia
la trascinava da un negozio all’altro senza mostare nessun
segno di stanchezza.
Erano
ferme da parecchio in un negozio che vendeva abbigliamento urban e
mentre Lavinia aveva ormai provato la metà degli indumenti,
Talia era rimasta bloccata al reparto maglieria, apparentemente
indecisa tra un maglione azzurro e uno bianco, ma in realtà
la sua mente era rimasta nella macchina di Heechul.
Le
ragazze l’avevano tartassata di domande una volta rientrata
all’alloggio la sera precedente. Lavinia lanciava gridolini
di euforia mentre Talia raccontava dell’uscita, mentre
Cassandra ascoltava in silenzio, ma non era riuscita a nascondere del
tutto il proprio entusiasmo nel momento in cui la bionda aveva parlato
del bacio, strabuzzando gli enormi occhi ambrati, cosa che per lei
equivaleva alla massima forma di sorpresa.
-Che
ne dici di questi?- chiese Lavinia alla bionda mostrandole un paio di
jeans.
-Pensi
che io stia correndo troppo Lavi?- chiese di rimando Talia ignorando i
jeans della mora.
-Ancora
con questa storia? E’ stato solo un bacio, niente di cui
vergognarsi. E poi ha cominciato lui, tu non hai fatto nulla. Allora,
questi jeans?-
-Sono
carini. Dovrei aspettare che sia lui a chiamarmi?-
-Perchè?
Non sei mica la principessa minchiona delle favole che deve aspettare
la mossa del principe di turno. Se ti va di chiamarlo, fallo e basta.
Hai deciso che maglione prendere?-
Talia
ringraziò il cielo di avere un’amica schietta come
Lavinia e scartò il maglione azzurro prendendo quello
bianco. Ma appena si girò per andare verso le casse, lo
scontro con un ragazzo la spedì dritta sul pavimento.
-Oh,
sono desolato, si è fatta male?-
Talia
alzò lo sguardo verso il ragazzo contro la quale si era
presumibilmente scontrata.
Un
paio di occhi scuri restiruirono il suo sguardo.
Talia
venne percorsa da una strana sensazione, ma non sapeva spiegarsi cosa
fosse.
Intanto
il ragazzo si era inginocchiato accanto a lei.
-Mi
dispiace tantissimo, le chiedo scusa- disse mortificato.
-Oh,
non mi sono fatta niente, dico davvero- rispose Talia tentando di
rimettersi in piedi.
-Che
sollievo- esclamò il ragazzo alzandosi e porgendole la mano
per aiutarla.
-Grazie-
disse la bionda afferrandogli la mano e tirandosi su.
-Mi
permetta di offrirle un caffè per farmi perdonare-
-Ti
prego dammi del tu, non ho cinquant’anni.-
-Si,
hai ragione. Mi chiamo Kyuhyun- si presentò il ragazzo
tendendo una mano.
-Talia,
e lei è la mia amica Lavinia- disse la bionda stringendo la
mano di Kyuhyun e indicando la mora che aveva osservato la scena senza
muovere un muscolo.
-Non
siete coreane vero?- chiese sorridente il cantante.
-L’hai
intuito dai nomi o dal fatto che non abbiamo gli occhi a mandorla?-
chiese Lavinia lievemente accigliata.
-Lavi!-
la rimproverò Talia.
-No,
ha ragione domanda stupida- si scusò Kyuhyun portandosi una
mano al petto -allora, posso offrirvi un caffè?-
-Io
e Talia abbiamo da fare, devi scusarci. E’ stato un piacere
scontrarsi con te Kyuhyun- tagliò corto Lavinia spingendo
Talia verso le casse.
-Oh,
ehm...magari la prossima volta Kyuhyun- riuscì a dire Talia
mentre veniva trascinata via dall’amica.
-Spero
di rincontrarti presto Talia- disse laconico Kyuhyun.
Talia
non rispose, ma non smise di fissare il ragazzo nemmeno mentre pagava
il maglione e usciva dal negozio.
-E’
stato un piacere Talia- sussurrò il ragazzo mentre osservava
le due ragazze allontanarsi.
-Allora?
Hai trovato quello che stavi cercando?- chiese Yesung con aria annoiata.
-Si,
l’ho trovato- rispose Kyuhyun portandosi la mano che aveva
stretto quella di Talia alle labbra.
-Siamo
tornati!- esclamò Yesung mettendo piede nel dormitorio.
-Fatto
buoni acquisti?- chiese Kangin mentre con’aria distratta
creava un castello con un mazzo di carte francesi sul tavolo della sala
da pranzo.
-L’idiota
di Kyuhyun mi ha fatto restare per mezz’ora in un negozio
senza comprare nulla e uno dei rarissimi pomeriggi senza prove che ci
è capitato l’ho dovuto sprecare per assecondare la
sua mente bacata-
-Potevi
anche non accompagnarmi hyung, non ti obbligato puntandoti una
doppietta alla schiena- rispose Kyuhyun entrando a sua volta nella sala.
-Oh
certo, così poi avrei dovuto sorbirmi le tue recriminazioni
sul fatto che tutti ti trattano male- sbottò Yesung
incrociando le braccia.
Kyuhyun
non rispose, in compenso andò a scontrarsi di proposito con
il tavolo, distruggendo la struttura di Kangin.
-Io
ti ammazzo stronzo!- urlò Kangin afferrando al volo il
più giovane e trascinandolo sul pavimento.
-Non
ne sei capace- disse sghignazzando Kyuhyun che in men che non si dica
venne sovrastato dal più grande.
-Vuoi
scommettere?- gli chiese Kangin bloccandogli i polsi sopra la testa.
-Oh
santo cielo, le fan potrebbero andare in visibilio di fronte a questa
scena-
La
voce di Heechul fece girare di scatto Kyuhyun, che essendo ancora
furibondo con lui, dovette soffocare a stento le risate. La faccia del
più grande era ricoperta di una crema arancione che emanava
un odore di agrumi quasi soffocante e una cuffia bianca gli copriva la
testa impedendo ai capelli di sporcarsi. Se non avesse saputo che ne
aveva trascinate più lui a letto che Hugh Hefner in persona,
avrebbe avuto seri dubbi sul suo orientamento sessuale.
-Che
cazzo ti sei spalmato in faccia hyung?- chise Yesung osservando
disgustato la poltiglia spalmata sulla faccia dell’amico.
-E’
una maschera agli agrumi, dilata i pori e purifica la pelle- rispose
l’idol convinto.
-Tu
dovresti farti dilatare il cervello- disse Kangin senza mollare la
presa su Kyuhyun.
-Non
sapevo che tu avessi gusti tanto...discutibili- commentò
Heechul puntando lo sguardo sul più giovane dei presenti.
-La
stessa cosa potrebbe dirsi di te...Heenim- sussurrò Kyuhyun
dal pavimento senza farsi sentire.
Kangin
mollò la presa sul più piccolo, alzandosi dal
pavimento e ritornando alle sue carte rovesciate sul tavolo.
Kyuhyun
si mise a sedere, ma non ebbe il tempo di alzarsi che si rese conto che
Heechul e il suo tremendo profumo di agrumi lo avevano raggiunto sul
pavimento.
-Kyuhyun,
ascoltami...io devo scusarmi con te. Sono giorni che non parliamo e la
cosa mi fa star male, dico sul serio. Mi sono comportato male con
tutti, e in special modo con te. Non avrei dovuto nasconderti che stavo
uscendo con una ragazza, non so perchè l’ho fatto.
Io ti voglio bene, non vorrei mai far niente che possa ferirti e spero
che tu possa perdonare il mio comportamento-
Il
più piccolo rimase in silenzio, guardando negli occhi il
più grande che aspettava in silenzio una risposta. Gli
sarebbe piaciuto credergli, ma d’altro canto non riusciva a
perdonare il fatto che il suo Heenim non si fosse fidato di lui a tal
punto da nascondergli un fatto di tale portata. Magari in altri
contesti il fatto che Heechul avesse nascosto di uscire con qualcuna
sarebbe sembrata una cosa di poco conto, ma non in questo caso. Loro
due non si erano mai nascosti nulla.
Quindi,
come Heechul gli aveva mentito, così avrebbe fatto lui.
Forse così il suo “amico” avrebbe capito
cosa si provava ad essere preso in giro.
-Non
è successo nulla Heenim-hyung, puoi stare tranquillo-
mentì abbassando lo sguardo. Non era così
ipocrita da mentirgli guardandolo negli occhi.
-Cos’è
questa novità?Da quando mi chiami hyung?- chiese spingendolo
di nuovo a terra e bloccandolo nella stessa posizione di Kangin.
-Dai
Heenim, smettila- si lamentò il più piccolo
cercando di divincolarsi.
-E
dire che ero convinto che a te piacesse stare sotto- gli
sussurrò Heechul avvicinandosi al viso del più
piccolo e leccandosi provocante le labbra.
-E
ti sei sempre sbagliato!- esclamò Kyuhyun ribaaltando le
posizioni con un improvviso scatto che Heechul non riuscì a
bloccare.
-Risparmiate
queste scene per il fanservice, sto mangiando- sbottò Yesung
che aveva rimediato un pacco di patatine nella dispensa.
Kyuhyun
si alzò dal pavimento e si avviò verso le camere
senza dire una parola.
Heechul
si mise a sedere, osservando il più piccolo che sia
allontanava. Aveva uno strano comportamento che non riusciva a
decifrare.
Come
se stesse nascondendo qualcosa.
L’orologio
al polso del ragazzo suonò, ricordandogli che era il momento di togliere la
maschera. Si alzò e si diresse verso il bagno.
-Ti
sono mancato vero?- disse allo specchio una volta accesa la luce nella
stanza.
Heechul
si sciacquò il viso e lo osservò prima di
tamponarlo con un asciugamano.
Si
concentrò sulle labbra ben definite e vi portò
sopra le dita della mano.
Talia.
Il
bacio che le aveva dato aveva segnato un prima e un dopo.
Era
come se fosse vissuto tutta la vita in attesa di quell’unico
momento.
Era
chiaro che era completamente innamorato di lei, ma c’era
ancora una piccola, insignificante questione che non aveva il coraggio
di affrontare.
Come
rivelarle la sua identità.
Asciugatosi
il volto, lo osservò di nuovo, in cerca di eventuali
imperfezioni. Tutto questo stress poteva favorire la nascita di rughe,
era meglio risolvere la situazione il prima possibile.
-La
smetti di specchiarti? Guarda che la situazione non migliora se passi
il tempo a fissare la tua faccia- gli disse Kyuhyun che si era
affacciato nel bagno sorprendendolo.
Heechul
abbassò lo sguardo per evitare che il più giovane
vedesse il sorriso che gli era nato sul volto.
-Kyuhyun,
posso chiederti un parere?- chiese il più grande girandosi
verso di lui.
-Spara-
-Talia
ancora non sa che sono un cantante famoso, secondo te dovrei
dirglielo?- chiese tutto d’un fiato. Era un azzardo
chiederlo proprio al suo dongsaeng, visto che gli aveva spaccato il
naso poco tempo prima. Ma sapeva che sarebbe stato schietto al
riguardo, e che di certo non gli avrebbe mentito.
-Secondo
me è presto per confessare tutto. Vi conoscete da meno di un
mese, potrebbe finire per restare con te solo per la tua fama. O i tuoi
soldi. O entrambi- gli rispose sommessamente il più piccolo.
Ecco.
Kyuhyun aveva appena confermato tutte le paure che affliggevano
l’animo di Heechul. E il ragazzo pensò che in fin
dei conti non aveva tutti i torti. Era meglio aspettare ancora un
po’.
-Grazie
Kyuhyun, sei un’amico- gli disse Heechul uscendo dal bagno.
Il
più giovane si spostò per lasciarlo passare e lo
osservò finchè si ritirò nella sua
stanza.
-Perfetto-
disse ridendo sommessamente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** The light of the world ***
The light of the world
-Heechul, non ti stai concentrando!Già di tuo non sei un
granchè come ballerino, ma almeno tenta di ricordare i
passi!- sbraitò il coreografo stoppando la musica con un
telecomando.
-Mi
spiace Yong-Ho-hyung...- fu l’unica cosa che
riuscì a dire Heechul.
Quella
mattina si sentiva particolarmente nervoso. Era riuscitò a
procurarsi un paio d’ore quella sera da trascorrere con
Talia, Seoul addobbata a festa per il Natale era uno spettacolo, un
giro per le vie illuminate e una cena in un bel ristorante sarebbero
state di certo apprezzate. Non era l’idea più
originale che potesse avere, ma poteva andar bene per una sera. Bhe, di
certo non poteva pretendere di ricreare la magia di qualche sera
precedente, su quella spiaggia aveva dato il meglio di sé.
Eppure...
Non
riusciva a scacciare dalla mente una strana sensazione che lo rendeva
inquieto. Dava per scontato che probabilmente era per via del fatto che
non era riuscito ancora a confessare a Talia la sua
identità, ma era anche segretamente convinto che qualcosa di
brutto potesse accadere da un momento all’altro.
Ma
da quando in qua dava retta a pseudo-sensazioni paranormali?!
-Heechul!-
-Si,
scusa Yong-Ho-hyung-
-Andiamo
Heenim, non possiamo andarcene se non ti concentri!- si
lamentò Leeteuk alzando le braccia in segno di esasperazione-
-Ho
chiesto scusa!- sbottò il ragazzo visibilmente irritato.
-Datti
una calmata Heenim-hyung- disse Sungmin avvcinandosi
all’amico a braccia incrociate.
-E
voi piantatela di starmi addosso!- strillò Heechul alzando
gli occhi al cielo.
Il
silenzio scese nella sala mentre tutti puntarono lo sguardo su Heechul
esterrefatti.
Il
ragazzo abbassò lo sguardo stringendo i pugni.
-Scusate-
mormorò uscendo dalla sala senza alzare lo sguardo.
Ormai
era chiaro che in lui c’era qualcosa che non andava, ma non
riusciva a capire che diamine gli stesse succedendo.
Strinse
forte il pacchetto di sigarette che teneva nella tasca della tuta.
Sapeva bene che il fumo danneggiava le corde vocali, ma non riusciva a
calmarsi. Quindi decise di salire sul terrazzo degli studi per
prendersi una pausa. Era una bella giornata di sole e quando Heechul
spalancò la piccola porta che dava sul terrazzo, i raggi
caldi gli colpirono il viso, regalandogli una piacevole sensazione di
tepore sulla pelle. Afferrò le sigarette e
l’accendino che aveva in tasca e ne accese una. Si sforzava
di non fumare per quanto poteva, ma in genere un paio di sigarette a
settimana non riusciva a negarsele. Alla prima boccata di tabacco
sentì i nervi rilassarsi e sospirò soddisfatto.
Si diresse quindi verso il parapetto che gli stava davanti e
osservò la strada sottostante. Gli studi della SM Town si
trovavano in un bel edificio di tre piani, quattro contando anche il
terrazzo, nel distretto Gangnam. Le macchine scorrevano veloci, mentre
persone indaffarate si spostavano con passo veloce sui due lati della
strada. Quella scena così movimentata provocava in Heehul un
senso opposto di tranquillità: erano immagini di vita
quotidiana, una cosa che Heechul stava sperimentando solo adesso dopo
tanto tempo.
E
questo solo grazie a lei.
-Sai
che non dovresti fumare, Heenim-hyung-
La
voche di Eunhyuk lo fece voltare di scatto. Colto con le mani nel sacco.
-Ah...ehm...mi
hai beccato- disse Heechul allargando le braccia.
-Lo
sai che non fa bene alle corde vocali- disse il ballerino prendendogli
la sigaretta dalla mano e tirando a sua volta una profonda boccata.
-Non
fa bene nemmeno a te- commentò Heechul incrociando le
braccia.
-Vero,
ma io sono un ballerino e sono bravo con il rap, la voce serve
più a te che a me- gli rispose il ragazzo restituendogli la
sigaretta ormai consumata a metà.
Heechul
sorrise e fece a sua volta un lungo tiro.
-Come
sapevi che ero qui?- chiese Heechul al ballerino.
-Intuito...-
Heechul
lo guardò sarcastico ed Eunhyuk rise divertito.
-Sono
uscito subito dopo di te, mi sembravi davvero molto
strano...-confessò
-Mi
dispiace- si affretto a dire Heechul- non so cosa mi stia prendendo-
-Scommettò
che è per via di quella ragazza- commentò
sornione il ballerino prendendogli di nuovo la sigaretta dalla mano.
-In
verità non credo sia proprio per Talia che sono nervoso...-
-Allora
per cosa?-
-Non
so nemmeno io. Mi sento strano, come se ci fosse qualcosa che non
quadra...io in genere non faccio caso a sensazioni e presagi interiori,
mi sembrano solo stronzate, ma questa sensazione non riesco a
scacciarla dalla mente-
Eunhyuk
guardò per un attimo il suo hyung. Il bel profilo illuminato
dalla luce del giorno donava al suo volto qualcosa di etereo.
Come
il viso di chi riflette dentro di sé la luce del mondo.
Talia
era davvero fortunata.
-Che
stai guardando Hyuk-jae?- chiese il più grande dando un
lieve spintone al minore.
-Niente-
rispose lui abbassando lo sguardo mentre un lieve sorriso gli si
dipingeva sul viso.
Heechul
spense la sigaretta in uno dei posacenere posti strategicamente accanto
al parapetto, poi con fare provocante tirò per la maglietta
il suo dongsaeng in modo che i loro visi quasi si sfiorassero
-Dai
rientriamo in sala, altrimenti gli altri penseranno che stiamo facendo
qualcosa di sconveniente...- gli mormorò sorridendo
maliziosamente.
Il
ballerino rimase pietrificato. Ma perchè doveva comportarsi
così?! Sapeva che non faceva sul serio e che il suo era il
solito gioco che faceva con tutti.
Ma
ogni volta che scherzava così con lui era una pugnalata
all’anima. Ogni fottuta volta.
-Ti
prego non fare così...-sussurò abbassando lo
sguardo.
La
sua voce era talmente bassa che Heechul non sentì una sola
sillaba di quella che aveva detto il suo dongsaeng.
-Che?-
chiese al ballerino.
-Niente,
lascia perdere. Torniamo dagli altri vecchia battona da strada- gli
rispose Eunhyuk dandogli uno spintone.
Heechul
rimase inorridito.
-A
chi hai dato della “vecchia”?!-
Seduta
nel Wolhyang Caffe, una piccola caffetteria non lontana dalla Sogang
University, Talia si godeva una tranquilla solitudine accompagnata
dalle pagine del suo libro preferito, “Cime
tempestose”. Dopo le lezioni Cassandra e Lavinia erano andate
a casa, in quanto Lavinia aveva completamente saltato i turni di
pulizia della settimana e Cassandra avrebbe dovuto farle la guardia per
evitare che l’alloggio si trasformasse in un porcile.
“Questa
è un’affermazione molto razzistica nei confronti
dei maiali!” Aveva esclamato la mora mentre Cassandra la
trascinava via. Non volendo tornare subito all’appartamento,
Talia aveva deciso di gironzolare un po’ in zona
finchè non aveva trovato questo accogliente locale che
sembrava fare proprio al caso suo. Trasportata nel mondo di
Heathcliff e Catherine e del loro amore struggente, la bionda quasi non
si accorse del giovane che la stava salutando.
-Talia,
giusto?-
La
ragazza alzò di scatto il viso dal libro e riconobbe un
volto conosciuto solo qualche giorno prima.
-Tu
sei Kyu...ehm...-disse la bionda cercando di ricordarsi il nome del
ragazzo.
-Kyuhyun-
le ricordò il cantante sedendosi al tavolo della ragazza.
-Si,
giusto. E’ un piacere rivederti- disse Talia cortese.
-Anche
per me. Ah, Cime Tempestose! Il mio romanzo preferito- disse Kyuhyun
seriamente colpito dal libro.
-Sul
serio? Anche il mio- esclamò Talia sorridendo- le mie
coinquiline dicono che i gusti di una donna del settecento-
-Un
paragone un po’ anacronistico, visto che Emily
Brontë vive e scrive nella prima metà
dell’ottocento- commentò il ragazzo portandosi una
mano sotto il mento.
Talia
rise divertita dal commento e il cantante notò che aveva una
risata davvero particolare. Una risata che trasmetteva calore. Kyuhyun
cominciava a capire che ci trovasse Heechul in una come lei.
-Scommetto
che sei italiana- disse il ragazzo con l’aria di chi tira a
indovinare.
-Indovinato-
affermò lei annuendo con la testa.
-Talia
è la musa della commedia nella mitologia greca giusto?-
chiese il ragazzo memore della ricerca che aveva fatto la sera prima.
-Sai
molte cose- commentò la bionda seriamente colpita.
-Mi
interesso di mitologia-mentì spudaratamente il cantante.
-Sei
un tipo interessante Kyuhyun- commentò lei incrociando le
braccia.
-Non
covresti usare un “oppa” qui e là di
tanto in tanto?- chiese lui prendendola in giro.
-Cosa
ti fa pensare che io non sia più grande di te? Magari ho
quarant’anni e non li dimostro- disse lei dandosi delle arie.
Kyuhyun
rise.
Era
molto simpatica. Una cosa che lui non si aspettava.
-Avrai
si e no vent’anni anni- disse Kyuhyun inclinando leggermente
la testa.
-Ventidue-
lo corresse la bionda.
-Io
ne ho ventisei, quindi credo che un bel “oppa”
vicino al mio nome dovresti metterlo-
-Ma
perchè voi coreani siete fissati con queste
formalità? Anche Heechul me lo disse al pub...-
sbottò Talia parlando più tra sè e
sè che al suo interlocutore.
Kyuhyun
si sentì gelare il sangue.
-Chi
è Heechul?- chiese con nonchalance.
-Oh...è
un ragazzo che sto frequendando. Ci siamo conosciuti a un pub- disse la
bionda imbarazzata.
-Da
quanto tempo sei a Seoul Talia?- chiese Kyuhyun improvvisamente.
-Umh,
da due mesi, giorno più giorno meno- rispose lei
gesticolando con le mani.
-Solo
da due mesi e già frequenti un ragazzo. Non hai perso tempo,
dico bene?- chiese il giovane con uno strano sorriso sul volto.
Talia
sorrise a sua volta, ma nella voce del ragazzo c’era una
nota stonata. Sembrava quasi un rimprovero.
-Allora,
ti piace la città?- chiese Kyuhyun cambiando discorso.
Talia
scacciò via quel pensiero dalla mente e mentre discuteva con
Kyuhyun di quanto Seoul fosse bella e interessante, trovò in
lui una piacevole compagnia.
Durante
la chiacchierata, gettò l’occhio
sull’orologio al polso. Le cinque e mezza. Aveva appuntamento
con Heechul alle sette e doveva passare a casa a cambiarsi.
-Kyuhyun,
ho apprezzato molto la tua compagnia, ma devo tornare a casa. Ho ho
impegno-disse alzandosi.
-Un
appuntamento galante?- la incalzò il ragazzo.
-Si,
con Heechul- ammise la ragazza sorridendo al solo pensiero.
-Bhe,
è stato un piacere incontrarti di nuovo Talia, disse Kyuhyun
alzandosi a sua volta.
-Tto
man-na-yo Kyuhyun-oppa- disse Talia marcando di proposito il suffisso
“oppa” e tendendo la mano al ragazzo.
Kyuhyun
sghignazzò, e le strinse la mano. Ma appena la ebbe lasciata
tornò serio e le chiese- Talia, posso rivederti?-
Inconsapevolmente,
kyuhyun aveva usato la stessa espressione di Heechul quando aveva
incontrato la bionda per la prima volta al pub. E questa cosa non
sfuggì a Talia che lo guardò sorpresa.
-Non
vorrei sembrati sgarbata, ma in Italia è sconveniente che
una persona ne frequenti diverse allo stesso tempo-
-Lo
è anche in Corea, ma apprezzo molto la tua compagnia e non
mi attrai in “quel” modo- si affrettò a
dire il ragazzo alzando le mani.
Talia
sorrise rassicurata, poi afferrò un pezzo di carta e una
penna dalla borsa e scrisse il suo numero per poi porgerlo al ragazzo.
-Mi
fa piacere averti incontrato, sei davvero simpatico- gli disse Talia
uscendo dalla caffetteria.
Kyuhyun
le sorrise e quando lei fu uscita rimase per un po’ a
contemplare il numero sul pezzo di carta. Tutto procedeva secondo i
suoi piani. Ma sentiva una specie di nodo allo stomaco che non riusciva
a spiegarsi. Solo parecchio tempo dopo avrebbe capito che si trattava
di senso di colpo.
Perchè
in fondo lei era davvero speciale.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Moonstone ***
Moonstone
Talia
stava passando una splendida serata: la cena in un pittoresco
ristorantino e il giro per una delle grandi strade commerciali di Seoul
erano state una magnifica idea. La città addobbata per le
feste era splendida, sembrava di essere in una favola. Ma la cosa che
più di tutte mandava Talia su un’altra
galassia era passeggiare con la mano intrecciata a quella di Heechul.
Quella sera il ragazzo era più bello del solito:
aveva cambiato taglio e colore di capelli, da neri erano diventati di
un bel rosso rame. Talia era rimasta molto sorpresa vedendo quel
cambiamento radicale, in fondo in Italia raramente i ragazzi si
tingevano i capelli, o per lo meno non in maniera così
drastica.
Il ragazzo
però le aveva assicurato che era per una questione di
immagine. “Sono pur sempre un produttore
discografico” le aveva detto con la sua solita aria spavalda.
Anche Heechul
dovette constatare che Talia era davvero molto bella: i tratti del
viso, delineati da un sapiente make-up non molto evidente, erano ancora
più delicati, gli occhi ancora più profondi, le
labbra brillavano per il via di un bel rossetto rosso.
Era una visione paradisiaca.
Per concludere la
serata in bellezza, Heechul approfittò della vicinanza del
fiume Han per mostra alla bionda una delle bellezze più
apprezzate di Seoul.
Il Bampo Bridge
era uno dei ponti che collegavano le due sponde di Seoul divise dal
fiume. Di giorno poteva sembrare un normalissimo ponte, ma di notte
tramutava il paesaggio circostante in un’autentica magia.
Un numero
imprecisato di fontane fuoriuscivano dai lati del ponte e LED colorati
posizionati da entrambi i lati le coloravano: era come trovarsi
dinnanzi ad un immenso arcobaleno.
Talia rimase a
bocca aperta quando vide le luci colorate che illuminavano la
superficie del fiume di mille colori. E quando il cantante la
portò al piano pedonale del ponte, le sembrò di
camminare in un sogno.
Si fermarono su
uno dei lati, Talia si affacciò incanta a uno dei parapetti
ed Heechul abbracciò la ragazza stringendole la vita con le
braccia.
-Ti piace?- le
chiese ispirando profondamente il profumo dei suoi capelli.
-Da morire,
è la cosa più bella che abbia mai visto!-
esclamò lei estasiata.
-Vivi in Italia e
questa è la cosa più bella che tu abbia mai
visto?- chiese Heechul lievemente incredulo.
-Dopo un
po’ i templi e le chiese diventano monotoni, questa
è un’assoluta novità per me- disse lei
allungando il braccio per cercare di toccare l’acqua.
Rimasero
così per un po’, Talia affascinata dalla miriade
di colori, ed Heechul dietro di lei ad abbracciarla teneramente.
Poi la
proverbiale lampadina si accese nella testa di Talia.
-Quasi
dimenticavo!- esclamò girandosi di scatto verso
l’idol.
Apriì
la borsa e ne estrasse un piccolo pacchetto rosso.
-So che manca
ancora un po’ di tempo a Natale, ma visto che con il tuo
lavoro potremmo non vederci, ho pensato di anticipare il mio regalo-
disse porgendogli il pacchetto.
Il cantane ne
rimase profondamente sorpreso.
-Ma...io non ti
ho portato nulla- mormorò sommessamente.
-Mi hai offerto
una cena in un bel ristorante, un giro per Seoul versione natalizia e
mi hai portato qui, che altro volevi regalarmi? Anzi, mi dispiace di
non aver saputo fare di meglio per te- disse lei guardandolo negli
occhi.
Quegli occhi lo
fottevano sempre.
Ogni volta che li
incontrava lo intrappolavano, si sentiva impotente di fronte a quelle
due voragini che lo fissavano attente.
Sfilò
il nastro sul pacchetto e cominciò a scartarlo. La scatolina
nera che ne uscì lo incuriosì ancora di
più e quando la aprì vi trovò una
pietra opaca legata a un laccio di cuoio.
-Che
cos’è?- chiese Heechul estraendola dalla scatola.
Appena la pietra
venne esposta alle luci delle fontane, divenne iridescente, riflettendo
tutti i colori che catturava. Per poco il ragazzo non la
lasciò cadere per terra tanto ne rimase affascinato.
-E’ una
pietra di luna. Una leggenda indiana racconta che questa pietra compare
in riva al mare solo cinque volte all’anno e solo nelle notti
di luna nuova. Si dice che nasca dall’amore tra il mare e la
luna- raccontò Talia mantenendo gli occhi sulla pietra.
La pietra
catturava tutti colori circostanti e sembrava quasi racchiuderli dentro
di sè. Era davvero splendida. Fu in quel momento che Heechul
decise di dire la verità a Talia, non poteva continuare a
mentirle.
-Talia, io devo
confessarti una cosa...-cominciò portandosi una mano dietro
la testa come per darsi forza.
-Dimmi- disse lei
interrogativa.
-Io...non ti ho
detto tutta la verità- cominciò lui.
-Cioè?-
fece lei incrociando le braccia.
-Io...ATTENTA!-
Talia si
girò di scatto, giusto in tempo per vedere una moto di
grossa cilindrata a meno di un metro da lei. In un folle gesto, Heechul
la strattonò verso di sè e, perdendo
l’equilibrio e cadendo a terra, urtò la testa
contro le inferriate del parapetto.
-MA SI
PUO’ SAPERE CHE CAZZO FAI?!- urlò la ragazza in
direzione del motociclista ormai lontano.
-Talia...stai
bene?- mormorò Heechul reggendosi la testa.
Sentiva delle
brutte pulsazioni lì dove aveva battuto la testa. Che cazzo
ci faceva una moto sul piano pedonale del ponte?!
-Ti sei fatto
male Heenim?- chiese spaventata la ragazza prendendogli il volto tra le
mani.
-Non abbastanza
per dimenticarmi che dovresti aggiungere un bel
“oppa” dopo il mio nome- commentò lui
massaggiandosi la testa.
-Andiamo a casa,
hai bisogno di mettere del ghiaccio sulla testa- disse lei ignorando il
commento.
Heechul non
protestò, la testa gli faceva davvero male.
-Dammi le chiavi,
guido io- disse lei una volta arrivati al parcheggio antistante il
ponte.
-Ma nemmeno per
sogno ti faccio guidare la mia bambina!- si lamentò lui
stringendo le chiavi nella mano.
-Heechul-oppa,
dammi le chiavi!- disse di nuovo lei risoluta tendendo la mano aperta
verso di lui.
Con uno sbuffo,
Heechul diede le chiavi alla ragazza e partirono in direzione di casa
di Talia. Se non moriva di emorragia cranica, sarebbe morto
d’infarto: Talia guidava come un camionista ubriaco,
più di una volta temette per
l’incolumità della sua bambina. Fortunatamente
arrivarono a casa di Talia senza che la sua amata auto subisse tragici
incidenti.
Una volta a casa,
Talia si rese conto che le suo coinquiline non c’erano.
-Saranno uscite
di nuovo con i tedeschi...-commentò accendendo le luci.
Era la prima
volta che il cantante entrava nell’appartamento di Talia: era
carino, somigliava un po’ al dormitorio.
-Siediti qui-
ordinò Talia indicandogli una delle sedie adiacenti al
tavolo della cucina.
L’idol
obbedì senza proteste. Aveva scoperto un lato nuovo della
bionda: era una leader, ciò che comandava veniva eseguito
all’istante, perchè l’aria di
autorità che assumeva quando prendeva il controllo della
situazione non permetteva altre scelte.
Talia estrasse
dei cubeti di ghiaccio dal freezer che riversò in uno
strofinaccio. Chiuse il tutto e si diresse verso il ragazzo al quale la
botta alla testa stava facendo venire la nausea. Con delicatezza gli
abbassò la testa per trovare il punto della botta. Non che
la cosa fosse difficile, il punto aveva già sviluppato un
bernoccolo niente male.
-Questo domani
farà molto male- commentò mettendo il ghiaccio
sulla parte lesa.
-Perchè,
adesso ti sembra che io sia in paradiso?- sbottò sarcastico
l’idol.
I due rimasero
così per un po’, poi Talia fece una carezza sulla
testa dell’idol, il quale avvertì un brivido lungo
la schiena che non aveva niente a che fare con il ghiaccio.
-Grazie per
avermi salvato la vita- disse commossa.
Hecchul
alzò la testa verso di lei e la vide per la prima volta con
le lacrime agli occhi. La determinazione era scomparsa, adesso che era
al sicuro, Talia stava dando sfogo a tutta la paura che aveva provato.
Heechul si alzò di scatto e la tirò a
sè, stringendola più forte che poteva.
-Se ti fosse
successo qualcosa, io...- sussurrò accarenzandole la testa.
Non ci voleva
nemmeno pensare. Non era nemmeno da prendere in considerazione che la
sua vita potesse andare avanti senza di lei. Era un pensiero
terrificante ed Heechul strinse Talia ancora più forte per
mandarlo via.
-Ti amo Heenim-
disse lei mentre le lacrime le rigavano le guance silenziose.
La mente
dell’idol si svuotò completamente.
Quante volte
Heechul aveva sentito questa frase: dalle fan ai concerti che glielo
urlavano esaltate, dalle tante donne che aveva frequentato, a volte
persino qualche ragazzo gli aveva confessato un’amore che lui
non avrebbe mai potuto ricambiare.
Ma nella frase di
Talia c’era un’inspiegabile essenza, come il cuore
di un vecchio stanco che continua a battere perchè vuole
vedere un’altra aurora.
Heechul la
strinse forte, quasi percependone la paura che aveva provato, la forza
che si era imposta per aiutarlo, e infine il cedimento dopo il pericolo.
-Talia...ti amo-
mormorò dandole un bacio sulla fronte.
Non
passò un solo istante che le loro labbra si cercarono
affamate.
Non si accorsero
nemmeno della velocità con cui cominciarono a spogliarsi.
Della fame
carnale che si era generata così violentemente.
Della
voracità con cui i loro corpi si cercavano.
Gli importava
solo di essere l’uno l’anima dell’altra.
Scivolarono sul
letto di Talia ormai quasi completamente svestiti. Heechul non aveva
mai provato un’emozione così intensa, nemmeno la
prima volta che aveva cantato su un palco davanti a migliaia di
persone.
Era come se il
tempo si fosse fermato.
In quel momento
sembrava che fossero i loro corpi a far girare la terra.
I cuori che
battevano sempre più veloci.
I respiri
risucchiati da baci infuocati.
La pelle che
bruciava.
Alla fine erano
esausti: Heechul si accasciò stremato sul corpo di Talia con
il respiro affannato, la sua mano era ancora saldamente intrecciata a
quella della bionda, che non accennava a lasciarla.
-Però...se
sapevo...questa tua “dote”...avrei accellerato... i
tempi- disse Talia ansimando per lo sforzo.
-E
questo...è niente...tesoro...- ribattè lui
ansimando a sua volta.
Talia rise e gli
diede una leggera spinta sulla spalla. Lui spostò lo
sguardò sul pavimento e vide l’ultimo indumento
che aveva abbandonato a terra prima di finire sul letto: i pantaloni.
Istintivamente,
si sporse per cercare nelle tasche il regalo di Talia sperando che la
foga del momento non lo avesse lasciato cadere in un remoto angolo dove
sarebbe rimasto per l’eternità. Fortunatamente
trovò la pietra di luna al sicuro nella tasca destra.
Quando la prese
tra le mani gli sembrò di vedere un ultimo riflesso dei
colori del ponte. Si spostò accanto a Talia e
l’alzò verso l’alto per osservarla
meglio.
-E
così nasce dall’amore tra la luna e il mare? Non
è che il tuo è tutto un complotto per venire a
letto con me?- chiese l’idol ironico.
-Si, mi hai
sgamato. Anzi ti dirò di più: il complotto parte
da quando ero ancora in Italia, ti ho visto in tv e ho deciso che
dovevo scopare con te- disse lei cingendogli la vita con un braccio.
Heechul
pensò che in fin dei conti non era molto lontana dal
desiderio di molte fan sei Super Junior. Chi non sarebbe voluto finire
a letto con lui?
-Talia, ma si
può sapere cosa sono tutti questi vest...O SANTO POLPETTONE!-
I due non si
erano accorti che Cassandra e Lavinia erano tornate e che avevano
notato la scia di indumenti che conducevano in camera da letto.
-Lavi!
Cazzo...quando siete tornate- strillò la bionda raccattando
il lenzuolo finito tristemente a terra per cercare di coprirsi.
-Siamo appena
entrate...volevamo fare una cioccolata calda, se Heechul-oppa la
vuole...-
-Magari potremo
usarla come un giochino erotico a tre- commentò lui
guardando Lavinia malizioso.
Talia lo
fissò schifata e lui si mise a ridere di gusto per aver
ottenuto l’effetto sperato.
-Stavo
scherzando, comunque ti ringrazio, ma adesso si è fatto tardi
e devo andare via. Magari la prossima volta- disse ringraziando la mora.
Senza aggiungere
altro( a parte le occhiate di fuoco che lanciò a a Talia)
Lavinia uscì dalla stanza lasciandoli soli.
-Dì la
verità, hai pesato davvero a una cosa a tre, depravato-
commentò la bionda incrociando le braccia distogliendo lo
sguardo dal ragazzo.
-Magari se si
unisce a noi anche la tua mica rossa...- ribattè lui con
nonchalance.
Talia si
girò sbigottita dando l’occasione a Heechul di
sgtringerla forte a sè. Dopo una prima opposizione, Talia si
lasciò andare tra le braccia del cantante.
Aveva un profumo
molto particolare, come il mare d’inverno.
Un profumo di
mandorle e sabbia.
Il monitor
segnava i battiti cardiaci di Yesung che, seppur deboli, non smettevano
di pulsare nelle vene del cantante. Il tubo di plastica permetteva ai
polmoni scossi di espandersi e ossigenare il sangue. Sembrava
così piccolo in quel letto, così fragile.
Leeteuk era
seduto a terra, accanto alla porta, incapace di muoversi.
Lo osservava da
lontano, era sicuro che se si fosse distratto per un solo istante il
monitor avrebbe segnato linea piatta. Perciò lo fissava in
silenzio, pregando che si svegliasse e che cercasse spontaneamente di
togliersi quel dannato tubo dalla gola.
Un paio di ore
prima aveva ricevuto una telefonata dal manager JungHoon, il quale gli
aveva dato una notizia che gli aveva ghiacciato il sangue nelle vene.
Yesung aveva
avuto un incidente, un pazzo su una moto lo aveva investito mentre
attraversava la strada. Con lui c’era Donghae, che lo aveva
accompagnato ad acquistare i primi regali di Natale per la famiglia.
Mentre attraversavano, avevano fatto caso troppo tardi alla moto che,
incurante del semaforo rosso, stava comunque per passare.
Yesung aveva
avuto appena il tempo di spingere via l’amico per poi essere
lanciato a tre o quattro metri di distanza. Il motociclista non aveva
avuto nemmeno la decenza di fermarsi, aveva continuato la folla corsa.
Più tardi Leeteuk avrebbe sperato ardentemente che quel
pazzo andasse a schiantarsi contro qualche albero.
Donghae
realizzò dopo qualche secondo quello che era successo:
Yesung era disteso sull’asfalto, tutto pareva muoversi al
rallentatore, i suoni erano come ovattati.
“Yesung-hyung!”
aveva gridato alzandosi da terra e correndo verso di lui.
Il cantante non
rispondeva, ne emetteva alcun suono.
“Aiuto,
qualcuno ci aiuti!” si era sento urlare mentre una picola
folla si radunava attorno a loro. Riacquistando per un attimo la
lucidità, Donghae aveva cercato di capire se il cuore del
più grande batteva ancora. Non riuscendo a percepire i
battiti, aveva cominciato le manovre di rianimazione imparate a scuola
tanti anni prima finchè non era arrivata
un’ambulanza chiamata da chissà chi.
Con le ultime
forze rimastegli, Donghae aveva chiamato il manager
sull’ambulanza, senza lasciare un attimo la mano del suo
hyung. Ne era partito un giro di telefonate che in breve tempo aveva
raggruppato tutti i membri dei Super Junior e la famiglia di Yesung
all’ospedale. L’unica persona che non erano
riusciti a rintracciare era Heechul, il cui telefono era finito sotto il
letto di Talia, impostato sulla modalità
“silenzioso”.
Dopo aver
discusso con i dottori e aver capito la situazione complessiva di
Yesung, Siwon aveva proposto a tutti di dirigersi alla cappella dell'ospedale per
pregare. Nessuno aveva obiettato.
Leeteuk era
rimasto come unico guardiano del suo dongsaeng. Non osava muoversi
dalla sua postazione accanto alla porta.
Aveva il terrore
che un movimento fuori posto o un respiro troppo forte avrebbero
spezzato il filo che legava Yesung al mondo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Lies ***
Lies
Heechul
tornò a casa a mezzanotte passata. Quando entrò
nel dormitorio trovò tutte le luci accese, ma non
c’era nessuno.
-Ehilà!-
disse chiudendosi la porta alle spalle.
Non
rispose anima viva.
Preoccupato
si diresse verso la sala da pranzo, dove ad attenderlo sul tavolo
c’era un post-it giallo. Fortuna che Sungmin aveva avuto la
presenza di spirito di lasciargli un messaggio prima di scappare
all’ospedale, altrimenti il cantante avrebbe telefonato a
vuoto gli altri membri del gruppo per sapere dove diavolo si erano
cacciati.
“Yesung-hyung
ha avuto incidente, siamo in ospedale”
Heechul
lasciò cadere il foglietto di carta sul tavolo. Non si era
nemmeno degnato di controllare il telefono quando aveva lasciato
l’alloggio di Talia. Lo tirò fuori dalla tasca del
cappotto e trovò tre chiamate perse, due da Leeteuk-hyung e
una da Kyuhyun.
Le
gambe cominciarono a muoversi di propria iniziativa e lo trascinarono
di nuovo in macchina. Le mani tremavano talmente tanto che non riusciva
a infilare le chiavi nel quadro di accensione. Guidò
cercando di non superare il limite della strada, anche se avrebbe
desiderato andare a 200 chilometri orari per raggiungere
l’ospedale il più in fretta possibile.
Una
volta parcheggiata la macchina alla meno peggio nel parcheggio
dell’ospedale, Heechul corse all’accettazione
chiedendo di Yesung. L’infermiera gli indicò il
reparto di rianimazione al quarto piano e per il ragazzo fu un colpo:
era peggio di quanto pensasse.
Il
reparto era silenzioso, vi erano solo un paio di infermieri assonnati
che giravano di stanza in stanza e un medico che controllava le
condizioni dei vari pazienti.
L’infermiera
gli aveva detto di dirigersi alla stanza numero 116 e si
avviò nel corridoio del reparto contando i numeri sulle
stanze. Una volta trovata, ebbe quasi paura di aprire la porta: non
avrebbe dovuto, ma si sentiva in colpa per non aver appreso la notizia
in tempo e per essere arrivato così tardi. Lentamente
girò la maniglia e si affacciò timidamente nella
stanza.
Yesung
era sul letto, con un tubo che gli usciva dalla gola e vari cavi che lo
collegavano a un monitor. Sembrava che a parte lui non ci fosse nessuno
nella stanza, e invece...
-Eccoti,
finalmente...-
La
voce di Leeteuk proveniente dal pavimento provocò una fitta
al cuore di Heechul, che percepì una nota di rimprovero
nella voce del leader. Ma non era un rimprovero dettato dalla rabbia.
Nella voce di Leeteuk c’era solo dolore.
-Leeteuk-hyung...cosa
è successo?- mormorò Heechul inginocchiandosi
accanto al leader.
-Un
pazzo in moto lo ha investito...- riuscì a dire Leeteuk
prima che la voce gli si strozzasse in gola.
Un
pazzo in moto...
Il
motociclista che aveva quasi investito lui e Talia.
-Leeteuk,
non so se sono la stessa persona...ma un motociclista stava anche per
investire me e Talia...- disse interdetto il ragazzo con gli occhi
sbarrati.
-State
bene?- chiese Leeteuk con lo sguardo rivolto verso Yesung.
-Più
o meno...ho perso l’equilibrio e ho sbattuto la testa-
rispose passandosi la mano sul punto ancora dolorante.
-Yesung
era con Donghae...l’ha spinto via per evitare che fosse
investito, e lui...- mormorò Leeteuk coprendosi il volto con
le mani.
Heechul
tirò il leader verso di sè e lo
abbracciò deciso. Leeteuk doveva sempre essere quello forte,
quello che si faceva carico dei problemi di tutti. Ma Heechul percepiva
che il leader stava cedendo sotto il peso del mondo e pensò
che l’unica cosa da fare fosse dargli due braccia alle quali
aggrapparsi per non sprofondare nel buio.
Leeteuk
pianse disperato tra le braccia di Heechul, dando sfogo a tutta la
paura che stava provando ed Heechul cercò di essere forte,
ricacciando indietro le lacrime che a sua volta stavano cominciando a
sgorgargli dagli occhi.
Dopo
essersi sfogato, Leeteuk si staccò dall’abbraccio
del suo dongsaeng e si alzò dal pavimento per avvicinarsi al
letto, seguito a ruota da Heechul.
Il
petto di Yesung si alzava e si abbassava regolare, spinto dala forza
della macchina che respirava al suo posto. Sembrava che stesse
dormendo, perso nel mondo di sogni nel quale il coma lo aveva portato.
-Il
medico ha detto che quando si ha un brusco incidente, le funzioni
celebrali si comportano come i computer che subiscono un arresto
improvviso: quando il computer viene riacceso, deve prima controllare
che nessun dato sia stato compromesso per poter ripartire normalmente-
spiegò Leeteuk facendo una carezza sulla guancia di Yesung.
Heechul
afferrò saldamente la mano del main vocalist e per un attimo
gli parve che lui gliela stringesse a sua volta.
-Non
mollare...- gli sussurrò avvicinandosi
all’orecchio, poi si rivolse a Leeteuk -è tardi,
lasciamolo riposare-
-Io...non
posso lasciarlo...-
-Non
c’è nulla che puoi fare in questo momento, se
succede qualcosa sono sicuro che verremo avvisati-
Dopo
un paio di secondi di titubanza, Leeteuk guardò Yesung un
ultima volta, poi lasciò la stanza insieme a Heechul.
Kyuhyun
non aveva avuto la forza di tornare al dormitorio e, una volta uscito
dall’ospedale con la promessa del fratello di Yesung che li
avrebbe avvertiti nel caso si fosse svegliato, aveva vagato per la
città, spostandosi con le metropolitane tra i vari
distretti. L’ultima fermata lo aveva condotto al distretto
Mapo, e adesso si trovava a vagare nei pressi della Sogang
University con la testa immersa nei pensieri. Il sole era sorto ormai
da più di un’ora, Kyuhyun controllò
l’orologio.
Le
sette e mezza. Aveva vagato per ore e ormai era stremato e
infreddolito. Il caso volle che scorgesse il Wolhyang Caffè
da lontano e decise di fermarsi per concedersi una grossa tazza di
cioccolata calda bollente.
Entrato
nel locale vide un testa bionda che riconobbe all’istante.
-Kyuhyun-oppa!-
lo salutò la ragazza vedendolo entrare.
-Ehy...Talia...-
riuscì a dire il ragazzo avvicinandosi a lei.
La
ragazza notò subito che qualcosa non andava: Kyuhyun
sembrava sfinito.
-E’
successo qualcosa?- chiese alzandosi dal tavolo e avvicinandosi a lui.
La
stanchezza è il dolore furono più forti: Kyuhyun
si lanciò verso la ragazza aggrappandosi a lei e cominciando
a piangere disperatamente. Inizialmente Talia rimase impietrita dalla
sorpresa, ma poi abbracciò il maknae e cercò di
calmarlo. Dopo diversi minuti, Kyuhyun si calmò e Talia lo
fece sedere al suo tavolo ordinandogli un caffè.
-Hai
il volto stremato, si può sapere che hai fatto?- chiese
osservando le occhiaie violacee sotto gli occhi del ragazzo.
-Io...ho
camminato- rispose lui restando vago.
-Hai
solo camminato?-
-No...un
mio amico ha avuto un incidente, un motociclista lo ha investito...-
-Mi
spiace moltissimo...è strano, ieri sera un pazzo in moto
stava per investire anche me ed Heechul...- disse lei bloccandosi sul
nome del ragazzo e arrossendo violentemente, una cosa che non sfuggi a
Kyuhyun sebbene fosse stanco.
-Hai
passato la serata con questo famoso Heechul allora...-
commentò lui godendosi il calore della tazza di
caffè appena arrivata.
-Si...-rispose
lei vaga.
Kyuhyun
non apprezzò questo atteggiamento vago: odiava che gli si
nascondessero le cose, ma conosceva Talia da poco e preferì
non insistere. Tuttavia, da come la bionda era arrossita al nome di
Heechul, il maknae intuì che il suo amico doveva essere
già arrivato al sodo. Prevedibile come sempre.
-Vieni
sempre qui di mattina presto o è solo un caso?- chiese
Kyuhyun cambiando argomento.
-Prima
delle lezioni mi piace rilassarmi un’oretta in questo locale-
ripose lei portandosi la sua tazza di caffè alle labbra.
-Studi
alla Sogang?-
-Si,
partecipo al progetto Erasmus italiano-
Restarono
per un po’ in silenzio bevendo i rispettivi caffè,
poi la ragazza disse -di te non so niente oppa...che fai nella vita?-
-Il
cantate- rispose lui candidamente.
-Davvero,
di che genere?- chiese la bionda curiosa.
Il
maknae non rispose. Guardava fuori dalla finestra, come se aspettasse
qualcosa.
-Kyuhyun-oppa?-
chiese Talia cercando di riportarlo alla realtà.
-Si...perdonami...sono
molto in pensiero per il mio amico...- mormorò lui spostando
lo sguardo sulla tazza di caffè.
-Vedrai
che si rimetterà- lo consolò talia stringendogli
una mano tra la sua.
Kyuhyun
alzò gli occhi su di lei.
E
incontrò anche lui quegli enormi occhi che lo fissavano
attenti.
E
per qualche strana motivazione, sentì il cuore battere
più forte.
Istintivamente
ritirò la mano e si alzò di scatto dal tavolo.
-Talia...io
devo andare...scusami- disse tirando fuori il portafogli e lasciando
sul tavolo i soldi per il caffè.
-Ti
senti bene?- chiese lei preoccupata.
-Si...è
solo che devo tornare a casa...- rispose lui frettoloso - a presto...-
-Chiamami
per farmi sapere del tuo amico- gli disse Talia mentre lui usciva dalla
caffetteria.
Appena
uscito fuori, Kyuhyun repsirò a fondo. Che diavolo gli stava
succedendo?!
Lui
doveva solo usarla per dare una lezione a Heechul, non doveva...
Non
doveva...
Kyuhyun
non riusciva nemmeno a pensarci. Tirò sulla testa il
cappuccio e si avviò in fretta verso la metro.
-Non
risponde ancora?- chiese Cassandra sciacquando i piatti insaponati.
-No-
borbottò tristemente Talia ascoltando ancora una volta la
segreteria telefonica di Heechul.
Talia
aveva provato a telefonare al cantante per tutta la giornata, ma
Heechul non aveva mai risposto. Era ormai sera e la bionda cominciava a
essere seriamente preoccupata.
-Forse
voleva solo portarti a letto per poi darsela a gambe-
ipotizò Lavinia mentre si infiliva un biscotto dopo
l’altro in bocca.
-Ti
si è depositato il grasso nel cervello con tutti quei
biscotti Lavi- la apostrofò la rossa.
-Pensa
a quel culone da pachiderma che ti ritrovi- ribattè piccata
la mora.
-Fatela
finita- si lamentò Talia stancamente.
-Vedrai
che è solo impegnato, è pur sempre un produttore
discografico, starà mettendo a posto pratiche e scartoffie-
la rassicurò Cassandra.
-Si,
vedrai che domani risponderà- aggiunse Lavinia cercando di
essere convincente.
Talia
sorrise debolmente e per distrarsi accese il computer.
Ogni
tanto sarebbe il caso che qualche neurone decidesse di farsi gli affari
suoi e di immischiarsi troppo nella vita del proprietario. E invece,
l’informazione appresa quella mattina ricomparve nel cervello
di Talia non appena il colorato logo di Google fece capolino sullo
schermo.
-Kyuhyun
è un cantante...vediamo un po’-
borbottò tra sè e sè.
Digitò
il nome del ragazzo e istantaneamente comparvero le sue immagini,
seguite da una miriade di pagine.
Lavinia
si avvicinò alla ragazza e riconobbe il viso già
visto.
-Ma
questo è quel ragazzo del centro commerciale- disse sorpresa.
-Già,
a quanto pare fa il cantante- disse la bionda senza essere troppo
sorpresa: in fondo glielo aveva confessato quella mattina stessa.
-Un
cantante di che genere?- chiese Cassandra a avvicinandosi a sua volta al
pc.
-Pare
canti in una specie di gruppo...i Super Junior...- fece digitando il
nome del gruppo sul motore di ricerca.
Una
serie di immagini dei ragazzi comparvero sullo schermo seguite da
pagine e pagine di informazioni.
Talia
aprì un’immagine a caso.
E
rimase senza parole.
Heechul.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** The weight of soul ***
The weight of soul
Heechul se ne stava rannicchiato sul divano, fissando il televisore
spento. Nessuno aveva avuto la forza di fare niente quella mattina: le
prove erano state sospese e i ragazzi erano tutti al dormitorio, in
attesa di una telefonata che portasse loro buone notizie. Ognuno era
fermo in un posto dell’appartamento, ma nessuno faceva nulla:
erano come sospesi nel tempo, gli attimi trascorrevano accompagnati
dalla speranza che Yesung si sarebbe svegliato da un momento
all’altro.
Eunhyuk,
seduto a terra accanto alla finestra, osservava lo sguardo perso del
suo hyung. Sapeva che si sentiva in colpa per aver appreso la notizia
tardi.
Sapeva
che il pensiero di non essere stato in ospedale con gli altri lo stava
massacrando.
E
lui a sua volta si torturava perchè i suoi pensieri,
anzicchè essere rivolti a Yesung, erano incentrati su di lui.
Che
razza di uomo era?
Istintivamente
si alzò dal pavimento e lentamente si avvicinò al
divano. Hecchul alzò per un attimo lo sguardo sul main
dancer: lo sguardo distrutto di due occhi gonfi e rossi trapassarono
l’anima di Eunhyuk, che sentì il proprio cuore
andare in frantumi. Si sedette sul divano e lentamente si
avvicinò a Heechul. Superando ogni timore, lo strinse tra le
sue braccia, un contatto che sciolse completamente il più
grande e lo portò a piangere amaramente aggrappandosi alla
t-shirt del main dancer.
Le
lacrime di Heechul penetrarono il tessuto, andando a inumidire la pelle
del ragazzo sotto la maglietta. In cuor suo, Eunhyuk sperava di poter
assorbire tutto il dolore che quelle lacrime si trascinavano dietro:
preferiva infinitamente soffrire lui piuttosto che vedere il suo hyung
in quelle condizioni.
Leeteuk
si aggirava spaesato per il dormitorio con il cellulare in mano, quando
vide Heechul in lacrime, si sent stringere il cuore: in fondo era
stato lui a dargli forza in ospedale, quando lui non era in grado
nemmeno di alzarsi dal pavimento, e adesso anche lui era ridotto a uno
straccio. Persino l’impassibile, il granitico Heechul dal
cuore di ghiaccio stava perdendo il controllo. Il leader
poggiò una mano sulla spalla di Eunhyuk, che lo
guardò tristemente, e ricomicniò la sua infinita
marcia lungo l’appartamento.
La
voce di Kyuhyun ruppe improvvisamente il silenzio inconsistente che
regnava sovrano.
-Heechul...il
tuo telefono...- mormorò avvicinandosi al divano e
allungando il cellulare verso il suo hyung.
Heechul
alzò per un attimo la testa dal petto del suo dongsaeng, gli
occhi annebbiati dalle lacrime riuscirono a scorgere il nome di Talia
sullo dispaly. Senza nemmeno prendere il telefono tra le mani, si
staccò dall’abbraccio di Eunhyuk e si
avviò verso la sua stanza in silenzio.
Anche
se non riteneva Talia responsabile di quanto accaduto a Yesung, Heechul
provava comunque una certa rabbia nei suoi confronti. Mentre loro se la
spassavano, il suo dongsaeng faceva un volo di tre metri
sull’asfalto e il suo telefono vibrava a vuoto sotto il letto
dela ragazza.
Non
era colpa di Talia, ma se lei non ci fosse stata, lui sarebbe stato al
fianco di Yesung come tutti gli altri.
Non
era colpa sua.
O
forse...
La
mente del ragazzo era ormai in balia di pensieri senza senso, era
troppo sconvolto per ragionare in maniera lucida.
Aveva
bisogno di una boccata d’aria.
Decise
quindi di farsi una doccia e di infilarsi dei vestiti puliti, poi
tornò nel salone dove trovò il main dancer con
una tazza di caffè tra le dita accanto alla finestra.
-E’
una bella giornata, è inutile aspettare qui, qualsiasi
notizia ci arriverà anche fuori casa, hai voglia di andare a
prendere un po’ di sole sul fiume Han?- chiese Heechul al
più piccolo.
Per
tutta risposta, Eunhyuk guardò il cellulare del suo hyung
che Kyuhyun aveva lasciato sul divano.
-Non
dovresti telefonarle?- chiese tornando a guardare fuori dalla finestra.
Heechul
guardò il telefono abbandonato tra i cuscini.
Nel
profondo, lui sapeva perfettamente che Talia non era la responsabile di
quanto avvenuto e sapeva anche che non era giusto il modo in cui la
stava ignorando. Ma qualcosa dentro di lui gli sussurrava costantemente
che se Talia non ci fosse stata, lui avrebbe avuto la notizia in tempo,
e questo solo pensiero bastava a tenerlo lontano dalla bionda.
-Voglio
stare con te, non conosco nessun altro con cui affrontare questa
cosa...- mormorò fissando il suo dongsaeng.
Eunhyuk
non ripose, poggiò la tazza di caffè ormai vuota
sul tavolino accanto alla finestra e incrociò le braccia
guardando il suo hyung.
-Ti
prego, Hyuk-jae...-
Bastò
questo a sciogliere il cuore del ballerino.
Era
raro che Heechul lo chiamasse con il suo nome, ma quando lo faceva,
provava una scarica di adrenalina senza eguali. Senza meditare oltre,
corse a prendere la prima felpa che trovò
nell’armadio della sua stanza e tornò nel salone
dove Heechul aveva già preso le chiavi dell’auto.
Una volta in macchina, Heechul venne attirato da qualcosa che
rifletteva la luce suotto di lui.
La
pietra di luna.
Doveva
essergli caduta mentre guidava come un pazzo verso l’ospedale
la sera precedente. La osservò per un istante, poi la spinse
con il tallone sotto il sedile sperando che Eunhyuk non lo notasse.
Il
ballerino non notò nulla, ancora incredulo di poter passare
del tempo da solo con Heechul. Da un lato si sentiva in colpa, loro due
andavo a rilassarsi mentre Yesung era in un letto d’ospedale.
Ma d’altro canto Heechul aveva ragione: era inutile restare
fermi al dormitorio, tanto se ci fossero state novità li
avrebbero di certo contattati.
In
poco tempo arrivarono a destinazione e, parcheggiata la macchina, si
diressero verso uno dei moli che costeggiavano le rive del fiume.
Anche
se il freddo del mese di Dicembre si faceva sentire, il sole del
pomeriggio era alto e il viso dei due ragazzi venne investito da
tiepidi raggi appena si sedettero sul molo.
-Perchè
non vuoi chiamare Talia, Heenim-hyung?- chiese Eunhyuk dopo un paio di
minuti di silenzio.
-Vuoi
smetterla di chiedermelo? Ma lei ti interessa per caso?- rispose il
più grande guardadolo malizioso.
-No,
ma che vai a pensare?!- strillò il main dancer arrossendo.
-Stavo
scherzando, stai calmo!- sghignazzò Heechul dandogli una
leggera spinta - e comunque so benissimo che ti piaccio io-
Il
cuore del ballerino sentì il cuore saltare un paio di
battiti.
Com’era
possibile che sapesse?!
Non
ne aveva mai parlato ad anima viva, come diavolo aveva fatto...
-Il
mio immenso intuito non poteva non notare che il tuo atteggiamento
verso di me è alquanto diverso da quello che hai con gli
altri. Considerato che ti conosco da quasi dieci anni, non è
stato difficile indovinarne la ragione- spiegò Heechul a un
Eunhyuk diventato ormai paonazzo dalla vergogna.
-Lo
sa...lo sa qualcun altro?- sussurrò il ballerino deglutendo
a fatica.
-Sono
un bastardo, ma anche io ho un mio codice morale. Non lo sa nessuno-
rispose il più grande stendendosi sul piccolo molo di legno.
Un
improvviso pensiero attraversò la mente di Eunhyuk,
trascinandolo verso la rabbia.
-Se
lo sapevi...perchè hai continuato a comportarti come se
niente fosse? Perchè hai continuato a provocarmi ogni volta
che ne avevi l’occasione? Se sapevi cosa provavo,
perchè non hai smesso di farmi del male?!-
Tutta
la frustrazione, l’angoscia, e adesso anche la rabbia del
ballerino stavano uscendo fuori, tutto quello che provava e che non
aveva mai rilevato a nessuno per il terrore del giudizio altrui
sembrava adesso un fiume in piena che cercava di sfondare gli argini
dell’anima di Heechul.
Il più grande restò in silenzio. Non emise alcun
suono. Continuò a restarde steso sul molo, senza proferire
parola.
La
completa apatia di Heechul innervosì ancora di
più Eunhyuk che si alzò di scatto e
afferrò il più grande per la giacca,
costringendolo ad alzarsi a sua volta.
-Dimmi
perchè...-sibillò a Heechul che fissava la
pavimentazione in legno del molo.
Il
cantante alzò gli occhi sul ballerino.
Un
sorriso strano comparve sulle labbra, un sorriso che trasmise a Eunhyuk
una profonda inquietudine.
-Te
l’ho detto. Sono un bastardo-
Il
più piccolo lasciò andare la giacca di Heechul.
Nel
profondo del cuore, si aspettava da lui una risposta del genere.
Kim
Heechul, l’uomo dal cuore buio, incapace di amare, era di
nuovo davanti a lui.
-E
dire che lei ti stava rendendo migliore...- mormorò girando
le spalle al ragazzo e avviandosi verso la macchina.
-Come?-
chiese Heechul sentendo un brivido lungo la schiena.
-Già.
Talia, la ragazza che ho odiato di più in questi mesi per il
solo fatto di avere la fortuna di averti accanto a sè, lei
ti stava rendendo una persona migliore. E’ bastato un evento
fuori dal tuo controllo per farti sprofondare di nuovo nel buio della
tua anima..-
-Che
vorresti dire, Hyuk-jae?- chiese il cantante innervosito.
-E'
questo il tuo problema, la vanità, l’egocentrismo,
il crederti un dio sceso in terra, sono solo il contorno della tua
personalità. La realtà è che tu non
riesci a vivere se non controlli tutto quello che ti circonda: me,
Talia, Kyuhyun, chiunque ti è accanto. Tutto deve essere
sotto il tuo potere, devi essere il baricentro di qualunque cosa.
E quando non lo sei, ti richiudi nell’ombra di te
stesso...perchè sei convinto che in questo modo niente possa
ferirti...-
Le
parole di Eunhyuk arrivarono come una pugnalata allo stomaco.
Heechul
non seppe cosa ribattere.
D’altro
canto il ballerino aveva ragione.
Eunhyuk
aspettò una risposta per un paio di secondi, poi si rimise
in cammino verso la macchina.
-Che
avresti fatto?- chiese Heechul improvvisamente.
Il
ballerino si voltò di scatto.
-Cosa?-
-Se
tu avessi saputo che io ero a conoscenza dei tuoi sentimenti per me,
che cosa avresti fatto?- domadò di nuovo il più
grande.
Il
cuore di Eunhyuk cominciò a battere più
velocemente.
Era
un gesto folle, e lui lo sapeva.
Ma
lo fece ugualmente.
Probabilmente
la loro amicizia sarebbe andata a puttane, ma lui voleva sapere cosa si
prova.
Almeno
una volta.
Si
avvicinò velocemente ad Heechul e tirò la sua
testa verso le sue labbra.
Era
un bacio che non aveva niente di romantico, era piuttosto un gesto
disperato.
Nessuno
dei due chiuse gli occhi. Si fissarono per tutto il tempo.
Poi
Eunhyuk si staccò e aspettò una reazione da parte
del più grande. Un pugno sarebbe stato l’ideale,
almeno avrebbe concentrato le proprie attenzioni sul dolore fisico
anzicchè sul dolore che gli attanagliava l’anima.
Heechul
si portò le dita alle labbra. Gli costava ammetterlo, ma non
se lo aspettava quel bacio. E nonostante Eunhyuk ci sperasse fin dentro
le ossa, lui non aveva provato nulla.
E
gli tornò in mente il primo bacio con Talia,
l’immenso calore che aveva provato.
Si
sarebbe strappato il cuore dal petto e glielo avrebbe donato se avesse
potuto.
-Eunhyuk...io
non...Talia...- cominciò a balbettare senza senso.
-Lo
so. Volevo solo vedere cosa si prova a baciare la persona che ami-
Certo
che il ballerino ci provava gusto a farlo sentire in colpa.
-Appena
arrivata a casa, ti consiglio di telefonare a Talia e spiegarle la
situazione, non è giusto ignorarla- disse girando le spalle
e tornando al parcheggio.
A
Heechul sembrò di essersi svegliato da un sogno. O forse da
un incubo. Eunhyuk aveva ragione. Doveva chiamarla.
Il
cellulare di Heechul era rimasto sul divano e Kyuhyun lo aveva tenuto
d’occhio per tutto il pomeriggio. Aveva ricevuto altre due
chiamate di Talia, poi più nulla dalle sei in poi.
Strano.
Di
Yesung non c’erano state altre notizie, e i ragazzi ne
dedussero che fosse stazionario, altrimenti li avrebbero di certo
contattati. Nonostante nessuno avesse molta voglia di cenare, Donghae e
Sungmin si offrirono di cucinare qualcosa per tutti.
Heechul
ed Eunhyuk non erano ancora tornati e Kyuhyun camminava avanti e
indietro per la sua stanza con il cellulare stretto nella mano.
Perchè
Talia aveva smesso di cercare Heechul?
Lo
aveva tempestato di telefonate per tutto il pomeriggio e poi, di punto
in bianco, aveva smesso.
Tanto
valeva fare un tentativo.
Compose
il numero di Talia e si portò il telefono
all’orecchio.
Dopo
un paio di squilli, gli rispose una voce altisonante, come di chi stava
pinagendo.
-Yobo...seyo?-
rispose la bionda singhiozzando.
-Ehy
Talia, sono Khyuhyun! Va tutto bene? Ti sento...strana...-chiese il
ragazzo percependo chiaramente il rumore dei sgnhiozzi.
-Oh,
Kyuhyun-oppa!- Heechul mi ha raccontato un sacco di balle!Non
è un produttore discografico! E’ un cantante di un
gruppo coreano! Non mi ha detto nulla! Perchè non mi ha
detto nulla?!- strillò Talia a telefono.
-Talia
calmati per favore...vuoi uscire un po’? Facciamo due passi e
mi racconti tutto, che ne dici?-
-Si...per
favore...-supplicò lei.
Kyuhyun
sentì un profondo peso sul petto. Con il suo piano, lui di
certo non era uno stinco di santo in confronto a Heechul, ma a parte
questo non le aveva raccontato altre balle.
Voleva
solo starle vicino, farle da spalla su cui piangere.
Un
momento?
Che
accidenti erano questi pensieri?!
Starle
vicino?!
Lui
doveva soltanto vendicarsi di Heechul, non innamo...
No,
era una cosa alla quale non doveva nemmeno pensare.
Doveva
restare concentrato.
-Ti
passo a prendere tra un’ora vicino alla Sogang University-
propose alla ragazza.
-Ti
aspetto- disse flebilmente la bionda chiudendo la telefonata.
Si
infilò la prima giacca che trovò, mise il
cellulare in tasca e si avviò verso la porta.
-Dove
vai così di fretta?- chiese Donghae mentre sistemava i
bicchieri sul tavolo.
-Esco
a prendere una boccata d’aria. Non mi aspettate-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Ice ***
Ice
Talia
era ormai ferma da un quarto d’ora vicino alla fermata
dell’autobus posizionata sul marciappiede accanto
all’università.
Il
sole era ormai calato e il freddo della sera cominciava a graffiarle le
guance con le sue gelide dita.
Ma
Talia non riusciva a sentire altro se non il proprio cuore spezzato.
Come
aveva potuto mentirle così?!
Tutto
quello che aveva raccontato era un’unica immensa ballla.
Non
era un produttore discografico.
Era
il cantane di una boy band coreana, i Super Junior.
E
in due mesi non gliela aveva mai detto.
Per
poi non farsi più sentire dopo essere stati a letto.
Figlio
di...
-Talia!-
Una
voce familiare interruppe il flusso di pensieri della bionda che si
voltò di scatto.
-Kyuhyun-oppa!-
strillò correndo incontro al ragazzo che era uscito fuori
dalla macchina parcheggiata a poca distanza dalla fermata.
In
meno di cinque secondi il ragazzo si trovò addosso una
ragazzi in lacrime che si aggrappava alla sua giacca.
-Perchè
non mi...non mi hai detto nulla?! Cantate... nella stessa band!
Perchè non... non me l’hai detto?-
farfugliò Talia con la voce rotta dal pianto.
-Mi
dispiace Talia. Non credevo fosse corretto nei suoi confronti dirtelo.
Volevo che te lo dicesse lui...-
Bugia.
Il
giorno che si erano incontrati al Wolhyang Caffè, sapeva
bene che dicendole di essere un cantante avrebbe suscitato una
curiosità che sarebbe di certo finita con la scoperta dei
Super Junior.
Tutto
era stato studiato a tavolino, e quell’idiota di Heechul
aveva recitato perfettamente la sua parte senza nemmeno rendersene
conto.
Ma
nonostante il suo piano stesse andando come previsto, nel profondo del
cuore sentiva che era davvero un essere abominevole.
Ricacciò questo sentimento in fondo all’anima,
tentando di convincersi che Heechul-hyung aveva bisogno di una lezione.
-Potevi
mettere da parte la correttezza e dirmelo comunque-
piagnucolò lei stringendosi al petto del ragazzo.
-Talia...-
mormorò lui stringendola a sè a sua volta.
I
due rimasero stretti per un po’, il suono dei sighiozzi della
bionda appena percepibile contro i rumori della città.
-Hai
ragione Kyuhyun-oppa...hai fatto bene a non dirmi niente.
Così ho scoperto da sola che razza di bastardo è
Kim Heechul- mormorò la ragazza staccandosi da lui.
-Mi
dispiace...- le sussurrò Kyuhyun portando una mano sulla
guancia della bionda, che lei a sua volta coprì con la sua.
-Non
è colpa tua se è uno stronzo-
sentenziò lei guardandolo negli occhi.
A
Kyuhyun sembrò di essere stato trapassato da un uragano.
Quegli occhi così profondi, resi ancora più
grandi dal pianto, gli fecero dimenticare persino il suo nome. Non aveva
mai provato nulla del genere, era come se una debole e incerta luce
cominciasse a farsi strada nelle tenebre dove la gelosia e la vendetta
lo avevano trascinato. La tirò a se, stringendola forte.
Non
sapeva perchè.
Forse
cercava di scusarsi.
Forse
anche lui cominciava a provare quel calore che aveva portato Heechul ad
amare Talia tanto profondamente.
Talia
non si mosse, non si aspettava quell’abbraccio. Era come
stordita, le troppe emozioni che aveva provato in quelle poche ore la
avevano distrutta e adesso sentire quel contatto amico le faceva uno
strano effetto. Le ricordava le tisane he sua madre le preparava in
periodo di esami, per rilassarla: dolci ma al tempo stesso speziate,
creavano un equilibrio perfetto. Ecco cosa sentiva tra le braccia di
Kyuhyun, equilibrio.
-Che
ne dici di fare una follia, bella ragazza italiana?- chiese Kyuhyun con
la voce allegra.
-Dipende
dalla follia- rispose lei guardandolo interrogativa.
-Sul
fiume Han un traghetto notturno porta in giro i turisti per mostrare
loro la città di notte vista dal fiume. Un mio amico timona
il traghetto e stasera dovrebbe essere di turno-
-Non
mi sembra una follia farsi un giro in barca- commentò lei
sorridendo debolmente.
-Non
sei il giro lo fai sul ponte principale...- ripose lui tenendosi sul
vago.
Talia
rimase silenziosa. Non sapeva bene cosa voleva in quel momento. Avrebbe
voluto sentire la voce di Heechul, anche solo per poter prendere quel
bel faccino a cazzotti, per rinfacciargli tutte le balle che le aveva
detto.
Ma
desiderava vederlo. Disperatamente.
Eppure
davanti a lei un volto amico le stava porgendo una mano a cui
aggrapparsi, un paio d’ore di completo svago.
Che
andasse a farsi fottere Kim Heechul e tutte le bugie che le aveva
raccontato. Kyuhyun-oppa era lì, nel posto dove sarebbe
dovuto essere Heechul.
Accanto
a lei.
-Va
bene Kyuhyun. Portami a fare questo giro speciale sul fiume Han- disse
sorridendo debolmente.
-Così
ti voglio ragazza!- esclamò soddisfatto il maknae
prendendola per mano e portandola alla macchina.
Ci
volle circa mezz’ora per arrivare al molo d’imbarco
del traghetto. Il mezzo era adornato da tante piccolissime lucine che
gli davano un’atmosfera magica. A quella vista Talia
dimenticò per un istante persino Heechul.
-Allora?-
chiese Kyuhyun aspettando il parere della ragazza.
-E’
splendido Kyuhyun...- riuscì a dire la bionda incantata.
-E
non hai ancora visto niente- mormorò lui con aria sorniona.
Dopo
aver pagato il biglietto ed essere saluti, i due ragazzi si diressero
verso il ponte centrale. Kyuhyun si guardò intorno come per
assicurarsi di non essere visto, poi afferrò la mano di
Talia e si infilò velocemente in una piccola porticina che
dava nelle sale motori, trascinandosi una Talia stupefatta al seguito.
L’angusto spazietto in cui erano entrati proseguiva in delle
scale che si dirigevano verso un punto più alto del
traghetto.
-Kyuhyun!Si
può sapere che stai...-protestò la ragazza.
-Shhh!-
sussurrò il maknae portandole un dito sulle labbra e
afferrandole di nuovo la mano. I due si diressero lungo le scale e
arrivati in cima, il ragazzo si mise davanti alla porta.
-Chiudi
gli occhi- chiese con dolcezza alla ragazza.
-Come?-
rispose Talia titubante.
-Andiamo...-supplicò
il maknae unendo le mani in segno di preghiera.
-Non
farmi scherzi Kyuhyun- sbottò la ragazza chiudendo gli occhi.
-Non
potrei mai Talia...- rispose dolcemente il cantante afferrandola per le
spalle e facendole salire lentamente gli ultimi gradini che la
separavano dalla “sopresa”.
Quando
Kyuhyun aprì la porta, l’aria gelida
colpì il viso di Talia violentemente, tanto che la ragazza
ebbe un brivido. Il ragazzo le fece fare ancora qualche passo prima di
fermarsi, poi passo dietro di lei e spinto da emozioni che non riusciva
a spiegarsi, la abbracciò forte. Non riusciva a capire il
perchè si stesse comportano così, era
più forte di lui, non riusciva a restire
all’impulso di stringerla a sé, di proteggerla.
Sapeva perfettamente di non essere meglio di Kim Heechul, anzi era
più convinto che se lei avesse saputo ciò che
stava facendo, gli avrebbe spaccato la faccia.
Ma
in quel momento sentiva nel profondo del cuore che quello era
l’unico posto dove sarebbe voluto essere.
-Apri
gli occhi principessa- sussurrò il ragazzo ad
un’orecchio di Talia.
La
bionda aprì gli occhi e rimase senza fiato.
Kyuhyun
la aveva portata sul ponte di comando, il ponte più alto del
traghetto. Sembrava di volare sul pelo dell’acqua, il
traghetto scintillava sulla superficie del fiume.
Era
tutto perfetto in quel momento.
-Kyuhyun...è...è
bellissimo...- riuscì a dire Talia senza parole.
-Tu
sei bellissima-
Ecco.
Aveva
parlato senza riflettere.
Stupido
idiota.
-Kyuhyun...ti
ringrazio- disse gentilmente la bionda alquanto turbata da tanta
sincerità.
-Io...scusami...è
che ho parlato senza riflettere...tu hai appena rotto con Heechul...sei
così bella che io non riesco a capire come...sto dicendo
cose senza senso, perdonami- borboottò confuso Kyuhyun.
-Non
ho rotto con Heechul. Prima lo troverò e lo
crocifiggerò, poi lo mollerò-
-Oh.
Scusami di nuovo. Ho dato per scontato che...-
-Hai
solo anticipato una mia intenzione futura.-
-Non
voglio obbligarti a parlare di lui, godiamoci il giro, che ne pensi?-
-Che
è un’ottima idea-
I
due rimasero affacciati alle ringhiere del ponte per tutto il giro del
fiume.
Kyuhyun
aveva sentimenti decisamente contrastanti: da un lato Talia era solo un
oggetto da sfruttare per la sua vendetta, per impartire una severa
lezione a Hecchul-hyung, ma d’altro canto...avvertiva in lei
un’essenza benefica, un qualcosa che lo attraeva
profondamente, e più cercava di restare distaccato da lei,
più ne veniva attirato.
Adesso
capiva Heechul: stare lontano da lei diventava impossibile dopo poco.
Nonostante
la compagnia di Kyuhyun, i pensieri di Talia erano rivolti tutti verso
Heechul.
Perchè
non gli aveva detto la verità? Che pensieri dovevano
essergli passati per la testa quando aveva deciso di tenerla
all’oscuro di tutto?
Era
sicura della sua scelta, troncare la relazione gli sembrava la cosa
più sensata a quel punto: non c’era fiducia, o
quel poco che c’era si era completamente disintegrata, ma
prima di fare ciò, voleva sentire che cosa aveva da dire
Heechul.
Anche
nella rabbia, voleva sapere il perchè.
Finito
il giro, i due tornarono alla macchina di Kyuhyun e in breve tempo
furono all’alloggio della ragazza.
-Grazie
Kyuhyun, mi hai fatto trascorrere una bella serata nonostante tutto-
ringraziò la bionda sinceramente.
-No.
Sono io a doverti ringraziare. Sono io ad aver passato una bella
serata- rispose lui senza alzare gli occhi dal volante.
Talia
inclinò la testa verso un lato divertita. Kyuhyun timido,
chi l’avrebbe mai detto.
Istintivamente,
si sporse verso di lui e gli diede un morbido bacio sulla guancia.
Kyuhyun
tremò a quel tocco, così leggero che sembrava la
carezza di un angelo.
Talia
scesa dalla macchina e Kyuhyun ebbe l’istinto di seguirla, ma
afferrando saldamente il volante resistette all’impulso.
Che
razza di magia gli aveva fatto?
Talia
restò a osservare Kyuhyun finchè non fu partito,
poi estrasse il cellulare dalla borsa.
Cinque
chiamate perse da Kim Heechul.
-Va
a farti fottere stronzo...- borbottò tra sè e
sè la bionda prima di entrare nell’androne dello
stabile.
Heechul
si aggirava tormentato all’interno del dormitorio. Talia non
rispondeva alle chiamate e la cosa lo turbava oltre ogni dire. Ora
più che mai aveva paura di perderla.
“E
dire che lei ti stava rendendo migliore...”
Le
parole di Eunhyuk gli risuonavano nella testa come la campana di una
chiesa.
Aveva
ragione.
Lui
era diventato una persona migliore grazie a lei e lui come uno stupido
aveva dato a lei la responsabilità di non essere stato in
ospedale con gli altri quando Yesung...
Dannazione,
perchè non rispondeva?!
-Vuoi
calmarti Romeo? Magari è solo stanca e ha spento il
telefono...- ipotizzò Leeteuk notando il totale smarrimento
del più piccolo.
-Heechul
non rispose e continuò a camminare avanti e indietro
stringendo il telefono tra le mani.
All’improvviso
la porta si aprì con un sonoro CLACK.
-Ciao
a tutti!- salutò pimpante Kyuhyun.
-Ce
ne hai messo di tempo per questa boccata d’aria...- disse
Leeteuk pensieroso.
-Ho
fatto un giro in macchina...che ha Heechul-hyung?- chiese osservando il
più grande.
-La
ragazza italiana non risponde e lui sta dando di matto- ripose Sungmin
che faceva zapping sulla tv.
-Capisco...bhe,
io sono stanco....vado nella mia stanza, buonanotte a tutti- disse
allegramente mandando baci a destra e a manca. Vedendo Heechul
così turbato, si avvicinò e lui e gli
posò una mano sulla spalla.
-Vedrai
che ti rispondrrà hyung...- disse sommessamente.
Heechul
lo guardò grato per quel pensiero consolatorio, poi riprese
la sua marcia.
Avviatosi
nel corridoio che dava sulle stanze da letto, Kyuhyun sorrise con
cattiveria.
-Ti
risponderà per darti il ben servito-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Dancer's heart ***
Dancer’s heart
-Credo
che dovrai rispondere prima o poi- borbottò Cassandra
guardando il telefono di Talia dopo l’ennesima vibrazione che
segnalava l’arrivo di una chiamata da parte di Heechul.
-Lo
farò non appena avrò preparato ogni possibile
insulto da scagliarsi addosso qualora accennasse anche solo minimamente
a delle scuse- rispose la bionda chiudendo la chiamata in arrivo.
-Sei
decisamente rancorosa, oltre ad essere una bagascia stronza fino
all’utero- commentò Lavinia tingendo di un verde
fluo le righe di una pagina del suo libro di grammatica coreana.
-Io
sarei stronza?!- sbraitò Talia perdendo la pazienza- ti
rendi conto di quante balle mi ha raccontato?! “Sono un
produttore discografico e bla, bla bla”-
-Cambiati
l’assorbente e cerca di tornare in te stessa. Non puoi sapere
il perchè ti abbia raccontato una bugia così
grossa, anche perchè tra il produttore discografico e il
cantante di successo, io sceglierei senza dubbio il secondo. Deve
esserci qualcosa che non quadra in questa storia- continuò
la mora portandosi l’evidenziatore alla bocca con fare
pensieroso.
-Credo
sia la cosa più intelligente che tu abbia mai detto Lavi-
disse Cassandra seriamente colpita- fatti spiegare almeno le sue
motivazioni e poi prendi provvedimenti-
-Forse
non ci siamo capite, le sue motivazioni non mi interessano. Io gli ho
donato l’anima, il corpo, ogni cosa ormai era sua, e lui mi
ha fatta vivere in una bugia. No, l’unica cosa che
farò sarà ascoltarlo per poi mandarlo a vivere
nella gloriosa nazione di fanculo- sbottò la bionda
chiudendo di scatto il libro che aveva sulle ginocchia.
La
sua rabbia stonava nella relativa tranquillità degli immensi
giardini della Sogang. Le tre si erano sistemate sotto un enorme salice
per studiare, ma i continui squilli di Heechul disturbavano la loro
concentrazione e anche quando Talia aveva impostato la
modalità “vibrazione”, il rumore del
telefono era comunque fastidioso.
-E
con Kyuhyun?- chiese improvvisamente Lavinia dando una gomitata
maliziosa alla bionda.
-E’
l’unico che è stato sincero fin
dall’inizio, è davvero...speciale-
mormorò Talia arrossendo lievemente.
-Se
lo dici tu...- borbottò Cassandra tornando sul suo libro.
Talia
conosceva quel tono della rossa. E non le piaceva.
-Cassie
se vuoi aggiungere qualcosa, dillo chiaramente e non usare quel tono
con me, lo sai che non lo sopporto...- sbottò la bionda
all’indirizzo dell’amica.
-Penso
solo che anche lui non me la conta del tutto giusta. Insomma cantano
nella stessa band, perchè non è stato lui stesso
ad avvertirti che Heechul ti stava dicendo una balla?- chiese Cassandra
con fare accusatorio.
-Ha
detto che non gli sembrava giusto intromettersi...mi sembra plausibile
no?- rispose vagamente stizzita Talia.
-Se
lo dici tu...-
-Oh
andiamo Cassie, solo perchè Heechul è uno stronzo
non significa che lo sia anche Kyuhyun!-
-D’accordo,
stai calma. Solo stai attenta e non abbassare troppo la guardia...-
Il
battibecco aveva attirato l’attenzione di due studenti che
Lavinia non aveva mancato di salutare con fare seducente.
-Lavi,
possibile che tu non riesca a non fare la troia con chiunque?!- le
disse Cassandra lanciandole contro un evidenziatore che
arrivò a destinazione con un risentito
“Ahi!”
Il
cellulare di Talia riprese a squillare e la bionda pensò
seriamente di spegnerlo, ma prima che potesse farlo vide il nome di
Kyuhyun sul display, e la cosa le provocò un sorriso
istantaneo.
-Parli
del diavolo...- borbottò Cassandra tornando a concentrarsi
sul libro che aveva tra le gambe.
-Peccato
che le corna stiano per spuntare a Heechul-oppa- cinguettò
Lavinia portandosi l’evidenziatore alla bocca.
-Yoboseyo?-
disse Talia dopo aver accettato la telefonata.
-Ciao!-
disse in italiano la voce allegra di Kyuhyun.
-Pronuncia
orribile- commentò la bionda ridacchiando.
-Apprezza
almeno lo sforzo- disse il ragazzo ridendo a sua volta -come va?-
-Non
mi lamento, sto studiando con le mie colleghe-
-Quindi
considereresti un disturbo venire a prendere una cioccolata calda con
me?-
-Ummm...credo
di poter interrompere i miei studi per concederti la mia presenza-
Talia
non se ne rese conto, ma aveva usato lo stesso tono esaltato di
Heechul, e la cosa non sfuggì all’orecchio
allenato di Kyuhyun, il quale sentì un brusco impeto di
gelosia stringergli lo stomaco.
-Bhe,
allora se madamigella vuole essere così gentile da
prepararsi, la carrozza verrà a prenderla tra pochi minuti
all’entrata della sua università- disse il
cantante tentando di fingere un vago accento inglese.
-D’accordo,
a tra poco- concluse la bionda chiudendo la telefonata.
-Il
tuo essere una banderuola che cambia direzione del culo ad ogni folata
di vento non è da te, Talia- borbottò Cassandra
rimproverando aspramente l’amica.
-Che
cosa vuoi dire, Cassie?- sbottò la bionda acidamente mentre
riponeva i libri nella borsa.
-Voglio
solo dire che mi aspetterei un comportamento del genere da Lavi, non da
te-
-Ehy!-
saltò su la mora girandosi di scatto verso l’amica.
-Stammi
bene a sentire Cassie- cominciò Talia cercando di restare
calma- io faccio quello che voglio della mia vita. Voglio prendere una
cioccolata calda con un ragazzo, faccio del male a qualcuno?-
-Fai
del male ad Heechul- sbottò la rossa chiudendo il libro di
scatto.
-Oh
certo, difendi lo stronzo- la aspostrofò la bionda con
evidente disprezzo.
-Talia
tu non gli dai nemmeno l’opportunità di un
chiarimento, andandotene con il primo che passa senza nemmeno sapere se
ti sta dicendo la verità o se anche lui ha qualcosa da
nascondere, cosa che francamente ritengo una possibilità non
trascurabile-
-Se
sei tanto preoccupata per me, mettimi un detective alle calcagna e fai
sonni tranquilli Cassie-
-Se
volevi punirlo con questo atteggiamento da troia spocchiosa e saccente,
ci stai riuscendo benissimo- sbottò infine Cassandra,
prendendo la borsa e avviandosi verso casa furiosa.
-Sei
davvero...ARGHH!- strillò la bionda andandosene nella
direzione opposta.
-...PERCHE’
NESSUNO MI CONSIDERA?!- urlò Lavinia lasciata da sola.
Nella
sala prove, un ballerino stanco riprendeva fiato steso sul pavimento.
Due ore di prove senza interruzioni erano troppe anche per lui, ma
aveva bisogno di scaricarsi completamente.
La
danza era il suo modo per restare calmo.
Steso
sul freddo parquet della sala, Eunhyuk sentiva il suo cuore pompare
velocemente per cercare di ossigenare tutto il corpo. Un sorrise triste
si fece largo sul volto sudato. C’erano solo due motivazioni
che portavano il suo cuore a battere così, la danza e...
Il
ballerino scacciò via quel pensiero che ogni volta gli
provocava un nodo alla gola.
Doveva
smettere di pensarci.
Heechul
non era suo. E molto probabilmente non lo sarebbe mai stato.
Era
meglio mettersi l’anima in pace.
Eppure...
In
fondo all’anima sentiva di non voler appartenere a nessun
altro, se non a lui.
-Sei
morto?-
La
voce dell’unica persona che amava sulla faccia della terra lo
fece tremare, ma si impose di non alzare la testa di scatto per
contemplare quel viso familiare.
-Abbastanza-
rispose ironico.
-Posso
stendermi accanto a te?- chiese Heechul piegandosi sulle ginocchia
accanto a lui.
-Se
proprio devi...- borbottò il ballerino.
Il
più grande si sistemò vicino al suo hyung e i due
rimasero in silenzio per un po’, il rumore del vuoto
interrotto solo dai loro respiri.
-Ascolta,
Hyuk-Jae...- cominciò Heechul vagamente imbarazzato- non ti
ho ancora chiesto scusa per il mio pessimo comportamento. Mi costa caro
ammettere di essermi comportato da schifo con te e voleo chiederti se
puoi perd...ehm, quella cosa lì insomma-
-Fai
fatica anche a chiedere scusa, sei davvero incredibile!-
sbottò il ballerino nascondendo a stento un sorriso.
Heechul
non disse nulla, ma con un gesto veloce gli afferrò una
mano, stringendola forte.
-Puoi
perdonarmi?- chiese fissandolo con gli enormi occhi scuri.
Il
brivido che Eunhyuk sentì lungo la schiena fu talmente forte
da farlo tremare.
-Così...non
vale...- sussurrò divincolando la mano dalla stretta del suo
dongsaeng.
Heechul
capì di aver imboccato la strada giusta per arrivare al
perdono del suo huyng. Si avvicinò lentamente al ballerino,
fino a che non poggiò la testa sulla sua tempia e gli cinse
il petto con il braccio.
-Per
favore...- implorò sussurrando.
-Smettila
Heechul, sei davvero uno stronzo...- sussurrò a sua volta il
ballerrino senza però muoversi di un centimetro.
Il
ragazzo sapeva perfettamente che il suo dongsaeng voleva solo il suo
perdono, ed era disposto a tutto pur di ottenerlo, anche sfruttare
questi sotteffuggi ai quali, chiaramente, lui non era indifferente.
Eppure
era una situazione nella quale Eunhyuk aveva sempre sperato di trovarsi
in un giorno e quando portò la sua mano su quella di Heechul
che si trovava sul suo petto nel tentativo di liberarsi, quella
restò ferma, incapace di spostare il braccio
dell’amico.
Il
ballerino girò la testa verso Heechul, fissando quegli
immensi occhi nei quali poteva vedere l’energia che muoveva
l’intero universo.
Spostò
la mano del suo dongsaeng in posizione del cuore e chiuse gli occhi,
godendosi quegli attimi così rari. Heechul sentì
le vibrazioni che battiti trasmettevano alla sua mano e si
sentì davvero in colpa per quello che, suo malgrado, non
poteva provare.
-
RAGAZZI, E’ SUCCESSA UNA COSA INCREDIBILE! YESUNG-HYUNG...ho
interrotto qualcosa?-
L’entusiasmo
di Siwon venne smorzato alla vista di una scena non proprio familiare.
Eunhyuk ed Heechul si alzarono di scatto come se avessero preso la
scossa, tossendo con nonchalance e fissando i muri imbarazzati.
-Oh,
penserò dopo ai vostri peccati di sodomia, ora non
c’è tempo. YESUNG-HYUNG SI E’ SVEGLIATO!-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Nightmares ***
Nightmares
Era abbastanza inconsueto, anche per un ospedale grande come il Cha
General Ospital, che un enorme gruppo di persone si accalcasse alla
porta di una stanza cercando a tutti i costi di entrare.
-Vi
ho già detto che non potete entrare tutti insieme, siete
sordi per caso?-
-Per
favore, lei non capisce, eravamo disperati!- strillò
Ryeowook aggrappato alle braccia di un dottore ormai sconsolato.
-Calmati...-disse
al dongseng Hyuk-jae cercando di trarlo indietro prima che stritolasse
le braccia del medico.
-La
prego dottore, siamo stati in pena per lui per giorni, ci faccia
entrare…- implorò Siwon giungendo le mani in
segno di preghiera.
-Kim
Jong-woon si è appena svegliato da un coma profondo, a
stento riesce a respirare da solo senza l’ausilio di un
macchinario, e non tollero che voi facciate questo baccano nel mio
reparto! - tuonò il medico ormai esaurito dalle richieste
assillanti dei membri del gruppo che ormai continuavano senza sosta da
parecchi minuti.
Il
tremendo rimprovero spense all’istante i ragazzi, che
rimasero in silenzio guardando il pavimento imbarazzati.
-Dottore
la prego, ci lasci entrare a gruppi di due o tre persone, non
disturberemo nessuno e non rivolgeremo nemmeno a parola a
Yesung…ma la prego, ci lasci entrare solo per salutarlo-
sussurrò flebilmente Heechul tentando un ultimo disperato
tentativo di convincere il medico.
L’uomo
parve riflettere un istante sul da farsi, per quanto fosse adirato
nemmeno a lui poteva sfuggire l’immenso affetto che in quel
momento stava cercando di sfondare la porta alle sue spalle e
riversarsi sul paziente.
-D’accordo,
entrerete a gruppi di due e non resterete per più di un
minuto a gruppo, sono stato abbastanza chiaro?- sospirò
infine spostandosi dalla porta.
A
quelle parole, i ragazzi parvero immediatamente rincuorati e decisero
velocemente come distribuirsi per entrare e sincerarsi delle condizioni
di salute del cantante.
-Tutto
bene?-
Le
parole scossero Hyuk-jae dalla concentrazione che in quel momento stava
riversando sul telefono. Aveva deciso che avrebbe dato la precedenza
agli altri membri del gruppo e avrebbe fatto visita a Yesung dopo gli
altri in quanto stava cercando di mettersi in contatto con Kyuhyun.
Senza
riuscirci.
Le
parole di Heechul lo tirarono fuori con la forza dai suoi pensieri, la
maggior parte dei quali incentrati su scenari apocalittici di disastri
automobilistici e suicidi.
-Si…ehm
ehm…tutto bene- tossì il ballerino ricomponendosi
dallo stato catatonico in cui era sprofondato.
Heechul
si sedette vicino al suo dongseng e rimasero in silenzzio per un
po’ guardando gli altri ragazzi che aspettavano il loro turno
per vedere Yesung.
-Non
riesco a contattare Kyuhyun, gli ho mandato diversi messaggi, ma ha la
segreteria telefonica- ammise infine Hyuk-Jae.
-
Non importa, lasciagli un messaggio sulla segreteria e prima o poi
risponedrà- rispose pacato Heechul.
Guardando
però lo sguardo perso del ballerino aggiunse scherzoso per
smorzare i toni
-Non
è successo nulla di grave, maledizione non può
capitare tutto a noi!-
Il
tono cui il suo hyong aveva pronunciato la battuta era così
divertente che Eunhyuk dovette trattenere le risate e cercare di
mantenere un contegno.
Cavoli
quanto lo amava.
L’istinto
lo portò a sfiorare la mano che Heechul aveva posata sul
ventre con un dito, e da parte sua il ragazzo si sentì
addolorato di non poter ricambiare davvero una dimostrazione di affetto
così intensa…o almeno così
credeva…
-Hyuk-jae-hyong!
Ho ricevuto il tuo messaggio e sono corso qui! Come sta Yesung-hyong?-
La
potente voce di Kyuhyun risuonò per tutto il corridoio,
provocando l’ira di un’infermiera che gli
mollò un ceffone dietro la nuca.
-Abbassa
la voce, qui c’è gente malata!- lo
rimproverò severamente la donna.
-Mi
scusi…- sussurrò il ragazzo contrito.
-Kyuhyun!
Finalmente! Hyuk-jae ti cerca da ore, ma che fine
avevi…Talia?-
Il
tono brusco con cui Heechul era partito per la tangente, pronto a
immergere il più piccolo nella cacca fino al collo, si
smorzò immediatamente quando vidi una ragazza con i capelli
biondi appena dietro di lui.
-Sei
splendida oggi- disse Kyuhyun ruffiano quando la bella ragazza bionda
che stava aspettando salì nella macchina sul sedile accanto
a lui.
-Non
provarci Kyuhyun-Oppa, ho i capelli sconvolti, le guance arrossate,
sono sudata e incavolata nera- sbottò Talia aggiustandosi la
cintura di sicurezza.
-Cavolo,
posso offrirti una camomilla al posto della cioccolata se pensi che sia
meglio- disse dispiaciuto il ragazzo.
-
No, adesso voglio affogare nel cioccolato- rispose di rimando la
ragazza irritata.
-Come
preferisci- disse il cantante temendo per la sua vita se avesse
pronunciato un'altra sillaba e mettendo in moto la macchina.
Rimasero
in silenzio per un po’, Seoul si muoveva attorno a loro,
eppure in quella macchina persino il tempo sembrava essersi fermato.
-La
mia amica, Cassandra, pensa che io sia una prostituta d’alto
bordo solo perché non rispondo alle insistenti telefonate di
Heechul-oppa e perché sto frequentando te- disse
improvvisamente stizzita Talia facendo sobbalzare Kyuhyun.
-Capisco…a
te dispiace frequentarmi Talia?- domandò il cantante di
rimando.
-No,
affatto. Sei la persona più sincera che conosco al momento-
rispose lei leggermente intristita.
“Cavolo,
sta andando tutto come avevo previsto” pensò il
cantante, provando in fondo al cuore una lieve nota di disgusto per
sé stesso che sapeva non lo avrebbe lasciato tranquillo nei
giorni seguenti.
-Mi
sono molto affezionato a te Talia- disse di getto Kyuhyun distogliendo
per un attimo lo sguardo dalla strada per posarlo sulla ragazza che
aveva di lato. Lei gli rivolse un meraviglioso sorriso, un sorriso
sincero, che non fece altro che provocare nel ragazzo un riversamento
della bile nell’esofago per quanto si sentiva stronzo. Erano
quasi giunti a destinazione e Kyuhyun decise di parcheggiare la
macchina in un grande parcheggio a due piani nelle vicinanze del
centro. Spense il motore, ma non si mosse dal posto del guidatore, e
nemmeno Talia si spostò di un centimetro dalla propria
posizione, improvvisamente tesa.
-Kyuhyun,
io…- cominciò lei nervosa.
-
Talia…- balbettò lui confuso.
Fu
più forte di lui. Istintivamente si slacciò la
cintura di sicurezza e si avvicinò piano a lei, come per
sondare il terreno delle sue reazioni. Dal canto suo, la bionda
sentì di essere attratta da questo ragazzo, ma al contempo
si sentiva uno schifo. Per quanto si sforzasse, l’immagine di
Heechul non voleva proprio lasciare la sua mente e quando le labbra di
Kyuhyun si trovarono a pochi centimetri dalle sue, restò
immobile, senza sapere cosa fare.
BIP-BIP-BIP
Il
suono del telefono del cantante interruppe il momento, lasciando in
Kyuhyun un senso di confusione e in Talia un parziale sollievo.
Nel
momento stesso in cui il cantante lesse i messaggi che erano arrivati
sul suo telefono, si rimise la cintura in fretta e riaccese il motore,
sgommando per uscire dal parcheggio.
-Kyuhyun!
Ma che cazzo...?- strillò la bionda in tono di domanda.
-Il
mio amico che ha avuto un incidente, si è ripreso dal coma!
Scusa ma dobbiamo correre in ospedale!- rispose il ragazzo lasciando
Talia in stato di shock.
Talia
si sarebbe aspettata di tutto, meno che vedere Heechul in ospedale.
-
Kyuhyun! Finalmente! Hyuk-jae ti cerca da ore, ma che fine
avevi…Talia?-
Il
suono della sua voce.
Dio
come le era mancato.
Lottando
a stento contro l’impulso di abbracciare Heechul, la bionda
si ricordò il motivo per cui erano in ospedale. Ma il vedere
Kyuhyun, Heechul, altri ragazzi che le pareva di aver già
visto tra le foto che aveva cercato su internet, le fece sorgere uno
strano sospetto.
-Kyuhyun-oppa…c’è
qualcosa che non mi hai detto?- domandò Talia al cantante e
ignorando Heechul che la squadrava basito.
-Ehm…Talia…l’amico
in coma di cui ti ho parlato…anche lui fa parte dei Super
Junior- balbettò Kyuhyun abbassando gli occhi per evitare di
incrociare il suo sguardo.
A
Talia sembrò di perdere 10 anni di vita.
Heechul
era scomparso nel momento in cui Kyuhyun le aveva detto di avere un
amico in coma.
Adesso
tornava tutto.
Alla
ragazza sembrò che tutta la rabbia del mondo si stesse
riversando nel suo cuore. Come un uragano.
-Non
mi hai detto niente…tu sapevi perché Hecchul-oppa
era scomparso…e non mi hai detto niente…-
cominciò a dire piano la ragazza tremando.
-Talia…io…-
disse Kyuhyun cercando di abbracciarla.
-Mi
hai mentito, sei un maledetto stronzo, come lui!- urlò la
ragazza infuriata puntando il dito verso Heechul.
Kyuhyun
non seppe cosa dire. Aveva ragione.
Era
uno stronzo.
E
lei non meritava tutto il male che le aveva fatto.
-Mi
ero fidata di te…- disse Talia ormai in lacrime.
-Talia…-cominciò
Heechul cercando di afferrarle una mano.
-No!-
strillò lei al colmo dell’esasperazione- stammi
lontano, statemi tutti lontano!-
Si
girò e cominciò a correre piangendo verso le
scale.
Il
silenzio di tomba che era sceso sul gruppo venne interrotto solo dai
passi di Heechul che inseguivano Talia.
E
da un inopportuno Siwon che, avendo sentito le parole di Talia dalla
stanza di Yesung, domandò infastidito – E io che
c’entro?-
Heechul
riuscì a bloccare la corsa di Talia nel bel mezzo delle
scale dell’ospedale.
-Fermati-
le disse risoluto prendendola per un braccio.
-Lasciami!-
strillò lei tentando di divincolarsi.
-Ti
ho detto di fermarti Talia!- tuonò lui schiacciandola con il
proprio corpo sulla parete del pianerottolo dove era riuscito a
bloccarla.
Talia
lottò con tutte le forze nel tentativo di scappare, ma il
ragazzo le aveva bloccato le mani sopra la testa e il suo peso le
impediva di muoversi.
-Guardami-
le chiese piano Heechul, a pochi centimetri dal suo viso.
La
ragazza però continuò a fissare il pavimento,
senza alzare la testa.
-Ti
ho detto di guardarmi!- disse di nuovo Heechul spazientito.
-Smettila
di darmi ordini!- urlò la bionda con tutta l’aria
che aveva nei polmoni – non sei nella posizione di dirmi
nulla Heechul, tanto meno darmi ordini!-
Il
cantante accusò il colpo. Aveva ragione.
Le
lasciò andare le mani, ma la strinse saldamente per i
fianchi.
Le
era mancata così tanto. Aveva bisogno di sentirla sua. Aveva
bisogno di sentire di nuovo quell’amore.
-Talia…non
ci sono giustificazioni per quello che ho fatto…volevo solo
che tu amassi me, il vero me…non il cantante di fama
mondiale che tutte vorrebbero solo portarsi a letto…o
tutti…- aggiunse tentando di farla sorridere.
-…ti
avrei amato comunque Heechul-oppa…se solo mi avessi permesso
di entrare nel tuo cuore…-cominciò lei
tristemente.
Heechul
non sapeva cosa dire.
Cosa
aveva fatto.
Che
stupido idiota che era stato.
-Heechul…lasciami
andare...voglio stare da sola- sussurrò Talia con le lacrime
agli occhi.
-Talia,
no…- la implorò il ragazzo spaventato
dall’idea che se l’avesse lasciata non
l’avrebbe più rivista.
-Ti
prego…- disse lei di nuovo tentando debolmente di
allontanarlo.
Suo
malgrado, Heechul allentò la stretta e Talia si
spostò verso le scale.
I
loro sguardi si incrociarono.
Fu
come la prima volta che si erano visti.
Ma
dell’energia che si era sprigionata da quel primo incontro di
sguardi, adesso non rimaneva che un’ombra.
Le
lacrime tornarono a bagnare il viso di Talia, che si voltò e
riprese a scendere le scale, lasciando Heechul in balia dei suoi incubi
peggiori.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2346974
|