When night meets day

di WhispererOfTheNight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Midnight ***
Capitolo 2: *** Dream runner ***
Capitolo 3: *** Whisperer of the heart ***
Capitolo 4: *** Cold Wind ***
Capitolo 5: *** Crossed destinies ***
Capitolo 6: *** Cinderella's secret ***
Capitolo 7: *** Cinnamon and peppermint ***
Capitolo 8: *** Entropy ***
Capitolo 9: *** Do you believe in magic? ***
Capitolo 10: *** The dark side of the moon ***
Capitolo 11: *** The light of the world ***
Capitolo 12: *** Moonstone ***
Capitolo 13: *** Lies ***
Capitolo 14: *** The weight of soul ***
Capitolo 15: *** Ice ***
Capitolo 16: *** Dancer's heart ***
Capitolo 17: *** Nightmares ***



Capitolo 1
*** Midnight ***


                                   Midnight  


L’idol si svegliò in una pozza di sudore.
-Cazzo, che incubo- mormorò tra sè e sè respirando affannato. Di certo un sogno come quello del matrimonio con una ragazza sconosciuta non doveva sembrare poi così felice a uno come Kim Heechul. Si alzò dal letto per dirigersi nel bagno con l’intenzione di sciacquarsi la faccia. Appena accese la luce e si guardò allo specchio sopra il lavandino, un viso dai tratti definiti ma madido di sudore ricambiò lo sguardo.
-Aish! Devo smetterla di mangiare i dolci di Ryeowook la sera- sentenziò osservando lo specchio. Continuò a osservarsi il volto in cerca di imperfezioni ancora per qualche minuto, persino nel cuore della notte l' ossessione per la sua bellezza lo teneva incollato ad uno specchio. Quando si decise a uscire dal bagno, pensò di dirigersi verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Al buio non si rese conto che qualcun altro si trovava già nella stanza e mentre faceva scorrere l’acqua del lavandino in un bicchiere di plastica, un colpo di tosse lo fece trasalire.
-Non dormi?- chiese Heechul tentando di nascondere lo spavento e aspettando che l’altro rispondesse per capire chi fosse.
-Non ho sonno- rispose Kyuhyun.
-Abbiamo provato tutto il pomeriggio e adesso non hai sonno? Che razza di mostro sei?- chiese Heechul andando a sedersi al tavolo con il maknae.
-Io sono giovane a differenza tua- disse Kyuhyun con la sua proverbiale lingua affilata.
-E di conseguenza dovresti portami rispetto ragazzino, ma ti perdono in virtù della mia infinta misericordia e perchè non ho voglia di giocare a chi è il più velenoso tra me e te- concluse Heechul portandosi il bicchiere alle labbra.
Il maknae sorrise senza rispondere. Ammirava molto Heechul, aveva sicurezza da vendere e un fascino non indifferente e anche se di certo la modestia e l’umiltà non erano le sue doti per eccellenza, in fin dei conti era buono come il pane.
Restarono in silenzio per un po’, poi il più piccolo notò un particolare fuori posto.
-In genere dormi come un ghiro tutta la notte, perchè sei sveglio?- chiese osservando l’orologio con le lancette fluorescenti appeso alla parete che segnava la mezzanotte passata.
-Lo specchio reclamava le mie attenzioni- rispose Heechul cercando di sembrare serio.
Kyuhyun gli diede una leggere spinta su una spalla sgignazzando.
-Andiamo hyung!- si lamentò il maknae.
-Wow, facciamo progressi con la questione rispetto- disse sarcastico Heechul, ma poi si fece serio e aggiunse -ho sognato il mio matrimonio, in una chiesa, con una ragazza-
Scese letteralmente il gelo nella cucina. Poi Kyuhyun non riescì più a resistere e scoppiò a ridere.
-Zitto stupido, farai svegliare tutto il dormitorio- gli intimò il più grande tappandogli la bocca.
-Scusa...è che è davvero una scena degna del peggior drama che abbiano mai ideato in questo paese...- rispose il maknae liberandosi dalla presa di Heechul e asciugandosi le lacrime.
-Mi sono svegliato completamente sudato, è stato orribile- commentò Hecchul guardando il bicchiere ormai vuoto.
-Ti credo, ti credo...mai sentito parlare di sogni premonitori?- disse Kyuhyun con il chiaro intento di stuzzicarlo.
Anche al buio in maknae sentì uno sguardo di totale disprezzo su di sè e sgignazzò rumorosamente.
-Va bene, va bene, come non detto hyung- disse alzandosi dalla sedia -e adesso con il tuo permesso, visto che questa adorabile conversazione non mi ha fatto venire il sonno che speravo, andrò a giocare un po’ a Starcraft..- concluse avviandosi verso il computer. Mentre stava per uscire dalla cucina, rivolse lo sguardo verso il più grande che sembrava immerso nei suoi pensieri. Il suo commento sui sogni premonitori lo aveva in qualche modo turbato?
-Non credo che quel sogno potrà mai avverarsi, non ti potrebbe sopportare nessuna ragazza, la tua personalità narcisistica la travolgerebbe- commentò con un'ironica acidità.
-Nessuna potrebbe mai stare con me perchè nessuna potrebbe accettare il fatto che il più bello della coppia sono io- rispose Heechul con convinzione.
-Certo, è come dici tu hyung- disse il maknae avviandosi verso il suo pc.
Heechul osservò il suo dongsaeng mentre usciva dalla cucina, poi decise di alzarsi per cercare di dormire. Entrò nella stanza cercando a tentoni il letto e, trovatolo, si sistemò sotto le coperte.
“Non credo che quel sogno potrà mai avverarsi, non ti potrebbe sopportare nessuna ragazza...”
Le parole di Kyuhyun gli risuonavano nella testa. Lui non credeva nei sogni premonitori, anzi ad essere precisi non credeva proprio in nulla al di fuori della realtà tangibile che lo circondava. Ma questo particolare sogno( o incubo, dipendeva dai punti di vista) lo aveva profondamente scosso, quasi terrorizzato.
Non aveva mai avuto una storia seria, questo perchè era (neanche tanto) velatamente convinto che nessuna era abbastanza per lui. Era persuaso dell’idea che, anche se la perfezione non esiste, lui ci si avvicinava parecchio e che, fondamentalmente, qualcuna che potesse confrontarsi con lui non era ancora nata. Così passava di donna in donna, senza provare nulla, per il puro gusto di scrivere un altro nome nella sua lista mentale di conquiste. Godeva del fatto che nessuna sapesse resistergli, che tutte gli cascassero ai piedi senza colpo ferire.
Eppure...
Questo cominciava a non bastargli più. Da un po’ di tempo avvertiva la presenza di un vuoto, più o meno all’altezza dello sterno. Inizialmente non ci aveva fatto caso, ma adesso lo avvertiva chiaramente.
E non gli piaceva.
Che quel sogno fosse una conseguenza di questa sensazione?
Non sapendo per quale precisa ragione, si sforzò di ricordare il volto di sua “moglie”: i capelli erano chiari, di un color miele scuro, non molto lunghi, anzi decisamente corti per i suoi gusti, arrivavano appena al mento. La pelle era molto chiara tanto che si vedevano le vene azzurrine che, silenziose, percorrevano le braccia. Un paio di enormi occhi scuri lo fissavano intensamente, come se esistesse solo lui al mondo, e una bocca ben definita gli sorrideva felice, mostrando una fila perfetta di denti spledenti.
Di certo non era una coreana, ne tantomeno un’asiatica. Non esisteva che fosse un sogno premonitore, come diamine poteva conoscere una ragazza occidentale!?! Le uniche ragazze occidentali che conosceva era quelle ragazzine urlanti che vedeva ai concerti e che gli lanciavano sul palco ogni sorta di cosa, dai peluches ai reggiseni. Non aveva idea del perchè avrebbe dovuto conoscere una ragazza occidentale al di fuori di questo contesto. E non aveva idea del perchè stava sprecando il prezioso tempo che avrebbe potuto dedicare al sonno anzichè pensare a una fantomatica ragazza che non esisteva nemmeno. Stanco di queste elucubrazioni mentali, Heechul decise di chiudere gli occhi, sperando di non fare altri incubi.

Dall’altra parte del mondo, una giovane universitaria esultava insieme a due colleghe. Ce l’avevano fatta, la domanda era stata accolta e gli esami superati, avrebbero partecipato al proggetto Erasmus. Destinazione: Corea del sud. 

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Capitolo 2
*** Dream runner ***


                              Dream runner

L’appartamento al numero 38 di Baekbeom-ro sembrò davvero una residenza reale alle tre ragazze che vi entravano per la prima volta. Avevano impiegato quasi un’ora e mezza dall’aereoporto di Seoul-Incheon per arrivare a quella che per il prossimo anno avrebbero chiamato “casa”, ma ne era valsa la pena. L’appartamento, usato da tutti gli studenti Erasmus provenienti dall’Italia, era a pochi passi dall’università, arredato in maniera essenziale, ma elegante e il soggiorno-cucina al quale si accedeva direttamente una volta entrati in casa, aveva un’enorme finestra che copriva quasi tutta la parete e lasciava passare ogni raggio di luce che il sole intendeva donare in quella fredda giornata di Novembre.

-Dio ti ringrazio!- esclamò una bella mora dagli occhi verdi gettando un borsone in un angolo e andando a stendersi sul divano vicino alla finistra.
-Lavinia! Vuoi apettare il momento in cui avremo pulito tutto prima di piazzare quel tuo culone cellulitico su una superficie morbida?- la rimproverò una rossa di chiara matrice artificiale con un bel paio di occhi color ambra.
-Senti chi parla di culoni cellulitici, non eri tu che volevi cercare una palestra appena arrivate a Seul perchè “quel panino al bar dell’aereoporto mi avrà fatto mettere dieci centimetri sui fianchi”?- la imitò Lavinia senza muoversi dal divano.
-Cassandra, Lavina, piantatela vecchie baldracche! E venite a darmi una mano, mi avete lascato sulla porta con tutti i bagagli!- strillò la terza ragazza esasperata.
Cassandra e Lavinia si precipitarono alla porta ridacchiando per salvare la loro amica dal mare di borsoni e valigie in cui l’avevano lasciata.
-La prossima volta l’Erasmus lo andremo a fare al Polo Sud, vedremo se tra i pinguini e i ghiacciai avrete ancora voglia di fare le oche giulive- commentò sarcastica la bionda scrutando le sue colleghe universitarie con due enormi occhi scuri.
-Andiamo Talia, relax! Siamo a Seul, abbiamo un anno di tempo per fare esperienza della cultura coreana, per imparare meglio la lingua, per trovarci un marito...- disse Lavinia accentuando le ultime parole del discorso.
-Piantala con questa storia del marito Lavi- sbottò Talia guardando acidamente la mora.
-A proposito di Polo Sud, qui si gela, accendo il riscaldamento- disse Cassandra stringendosi nel cappotto che non aveva ancora tolto- e poi puliremo da cima a fondo questo posto- aggiunge mandando un occhiataccia a Lavinia che era intenta a osservarsi a uno specchio appeso alla parete.
Sbuffando, la mora si tolse il cappotto e si mise ad aprie i mobili della cucina per cercare secchi e stracci. Talia si diresse verso la finestra per osservare il panorama. Anche se erano solo al terzo piano, la mancanza di strutture alte le permetteva di vedere in lontanaza il fiume Han, la cui superfice brillava in quella splendida giornata di sole. Una serie infinita di piccoli negozi costeggiavano i bordi della strada e l’università poco distante sembrava pulsare di vita. Talia sapeva che sia lei che le sue colleghe meritavano pienamente di stare lì: nonostante avessero in comune una passione smisurata per le lingue orientali, di certo la facoltà non era uno delle più semplici. Avevano passato giorni(e molto spesso anche le notti) a ripetere la fonetica, la morfologia e la grammatica della lingua coreana, si erano impegnate come nessuno avrebbe mai fatto pur di ottenere i tre posti riservati alla Corea sui quindici presenti per l’Asia. E su venti candidati per Seul, il loro impegno era stato pienamente ripagato.
-Manca il detersivo, i ragazzi precedenti hanno lasciato la bottiglia quasi vuota- sbottò Lavinia piazzando sul tavolo al centro della stanza una bottiglia il cui fondo era praticamente da raschiare.
-Ho visto un supermercato mentre scendevamo dal taxi, possiamo andare a comprarlo, considerando che saremo dovute uscire comunque a prendere qualcosa per cena- disse Cassandra indicando il frigorifero vuoto.
-Non possiamo prenderci una pizza?- chiese Lavinia con gli occhi imploranti.
-Una pizza. In Corea. Italiane che mangiano una pizza in Corea.-commentò Talia spostando lo sguardo verso Lavinia e marcando ogni frase con sarcasmo.
Lavinia rimase in silenzio per qualche secondo, poi, fingendo immenso entusiamo, esclamò -andiamo a far la spesa come le migliori casalinghe della terra!-
-Ma che battona...-commentò Talia cercando di nascondere un sorriso che invece era più che evidente sul viso di Cassandra.

-Prendiamo il ramen istantaneo?Prendiamo i noodles?- cinguettava Lavinia passando di scaffale in scaffale come un bambino in un negozio di giocattoli.
-Dio Lavi, se non stai zitta giuro che ti ficco una melanzana nel culo!- esclamò Cassandrà al limite della sopportazione.
-Non lo fare, non la riavresti indietro- commentò acidamente Talia mentre confrontava il prezzo di due pacchi di biscotti.
-Siete due stronze- piagnucolò la mora rassegnandosi all’idea che non l’avrebbero assecondata.
-Ehy Cassie, hai trovato i detersivi?- chiese Talia senza staccare gli occhi dai biscotti.
-Trovati, tu hai deciso quali dannati biscotti prendere o vogliamo aprire ogni pacco per assaggiarli- le domandò di rimando l’amica
-L’idea non è male...-osservò la bionda prendendo in seria considerazione l’ipotesi.
-Non vorrei interrompere il vostro adorabile scambio di battutte da coppia di bagasce in pausa pranzo, ma sono quasi le sei, siamo qui da un’ora- si lamentò Lavinia.
-Per una volta hai ragione Lavi, penso che possiamo anche andare a pagare- disse Cassandra rivolgendodi a Talia. Per tutta risposta lei annuì e si recarano alle casse per uscire dal suermercato.
All’uscita stavano per attraversare la strada, ma qualcosa attirò la loro attenzione. Una specie di decappottabile a velocità minima era seguita da un gruppo di ragazzine piangenti e urlanti. Sull’auto erano seduti quattro ragazzi che a prima vista sembravano una banda di idioti. Uno di loro riprendeva gli altri con un telefono e pareva che si stessero divertendo molto in quello strano contesto. L’attenzione di Talia venne catturata però da uno dei quattro. Nonostante cominciasse a fare buio, la bionda riuscì a distinguere un paio di occhi scuri che, quasi come se si sentissero osservati, si girarono verso i suoi. Gli sguardi si sostennero per diversi secondi, valutando momento per momento se fosse il caso di restare intrecciati, poi la macchina accellerò di colpo, lasciando le ragazzine starnazzanti indietro e non permettendo ai due sguardi di continuare a studiarsi.
-Ma chi accidenti erano?-chiese retoricamente Lavinia.
-Bha, sembrava di essere in presenza dei Guns‘N’ Roses- commentò laconica Cassandra.
Talia non disse nulla. La sua mente sembra essersi persa in un altro pianeta. Quel nodo che improvvisamente le aveva stretto lo stomaco le faceva quasi male. Continuava a passarvi una mano sopra, domandandosi che diamine fosse successo. 

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Capitolo 3
*** Whisperer of the heart ***


                              Whisperer of the heart


- Ehi Heenim-hyung, si può sapere che stai fissando?- chiese Siwon al più grande dandogli una leggera spinta. Heechul non rispose, ne tantomeno si scompose, ma continuò a guardare nella direzione di un supermercato davanti al quale stavano passando.
“Non è possibile” pensò esterrefatto mentre i battiti cardiaci aumentavano vertiginosamente.
Capelli corti, di un indefinibile biondo scuro.
Labbra ben definite, leggermente socchiuse come a sottolineare lo stato concentrato della loro proprietaria.
Due enormi occhi scuri, tanto da assomigliare a due baratri nei quali sembrava ci si potesse perdere.
Non poteva essere.
-Kyuhyun accellera, prima che ci raggiungano e decidano di violentarci a turno- disse Siwon rivolto al suo dongsaeng visibilmente preoccupato dall’orda di ragazzine urlanti che li stavano inseguendo.
Per tutta risposta il maknae premette sull’accelleratore, portando così la decappottabile a distanza di sicurezza dalle fans in visibilio.
-Esiste un solo luogo sulla terra dove potremo mai andare senza essere braccati?- chiese laconico Yesung rigirandosi il telefono tra le mani.
-E’ il prezzo della fama hyung- commentò Siwon prendogli il telefono dalle mani per controllare i video che avevano fatto.
Lo scambio di battute che stava avvenendo sui sedili posteriori non interessava minimamente a Heechul, completamente assorto nei suoi pensieri. I momenti in cui il suo sguardo si era legato a quello della ragazza gli erano sembrati interminabili, sembrava che il cuore potesse scoppiare da un momento all’altro per quanto batteva veloce, in quegli attimi non esisteva altro se non lei.
-Heenim?Sei ancora sulla terra?- disse Kyuhyun agitando una mano davanti agli occhi di Heechul senza staccare gli occhi dalla strada.
-Ehm ehm...si sono ancora sulla terra. Anche perchè senza di me attorno a quale asse girerebbe?- disse spavaldo il più grande mentre si schiariva la voce.
-Il nostro Heechul rimugina troppo sulla propria bellezza, pecchi di superbia lo sai?-commento Siwon dandogli una leggera pacca sulla spalla.
-Kyuhyun lo fai scendere dalla macchina per favore?- disse Heechul rivolto al suo dongsaeng alla guida.
Il maknae ridacchiò senza staccare gli occhi dalla strada. Non poteva però evitare di percepire una certa tensione in Heechul. La verità era che loro due se la intendevano alla perfezione, riuscivano a leggersi dentro a vicenda, i pensieri di uno si riflettevano sull’altro e viceversa. Ecco perchè non poteva fare a meno di notare che il suo hyung aveva qualcosa che lo tormentava e pensava anche di sapere cosa...
-Ehy Kyuhyun siamo arrivati!- esclamò Yesung mettendo una mano sulla spalla del maknae. Il più piccolo frenò di colpo di fronte al dormitorio, estratto con la forza dal flusso dei suoi pensieri.
-La prossima volta faremo guidare Ryeowook, tu sei pericoloso- commentò il main vocalist portandosi una mano sul cuore mentre saltava giù dal lato della macchina.
-Ma stai zitto, io sono un pilota eccezionale- commentò Kyuhyun pavoneggiandosi mentre usciva dall’auto.
Per tutta risposta Yesung gli diede uno spintone, salvo poi mettergli un braccio attorno alle spalle.
-Heenim-hyung che fai, resti in macchina o vieni con noi?- disse Siwon mentre con un acrobatico salto usciva dal veicolo.
-Si...arrivo- disse titubante il più grande aprendo lo sportello.
I quattro si avviarono verso il dormitorio con una certa fretta visto che l’ora di cena era vicina e Leeteuk non ammetteva ritardi per la cena, un momento della giornata che riteneva sacro.
-Chissà cosa ha cucinato Ryeowook- borbottò il visual immaginadosi il momento in cui avrebbe messo uno degli ottimi pasti del suo hyung sotto i denti.
-Ma tu non mangi mai a casa tua?- domandò ironico Yesung.
-Solo quando non cucina Ryeowook- rispose il visual pensando a uno dei famosi dolci del main vocalist.
-Non mangi a casa tua perchè hai paura di auto-avvelenarti, le conosciamo tutti le tue doti culinarie “Wonnie”- commentò acidamente Heechul.
Il visual rise di gusto, innervosendo all’inverosimile il già agitato Heechul.
“Mai una volta che se la prenda” pensò rassegnato l’idol guardandolo. In fondo lo ammirava per questo: Siwon la prendeva sempre sullo scherzo, se qualcuno lo prendeva in giro non si arrabiava, gli si poteva dire ogni genere di cattiveria e lui ci avrebbe riso ugualmente su.
-Non ti da soddisfazione eh?-disse Kyuhyun rivolto a Heechul capendo al volo i suoi pensieri.
-E menomale, se si arrabbiasse potrebbe spaccarmi la mascella con un pugno- commentò il più grande ridacchiando.
Arrivati al dormitorio, un dolce profumo li accolse. Ryeowook aveva sfornato quintali di biscotti che facevano bella mostra di sé sull’enorme tavolo nel soggirono.
-Ehi ragazzi!- li salutò Sungmin seduto sul divano con un biscotto in mano.
-Tutto bene il giro della stupidità?- chise ironico Leeteuk uscendo dalla cucina con una colonna di bicchieri stretta fra le mani.
- Ti do una mano Teukkie-hyung- disse Siwon precipitandosi a prendere i bicchieri dalle mani del leader.
-Cos’è questo buon odore?- esclamò Yesung sentendo l’odore che proveniva dalla cucina.
-Ho cucinato il kimchi- rispose Ryeowook entrando nel soggiorno con un vassoio stracolmo della pietanza.
-Ti amo Wookie- esclamò estasiato il main vocalist osservando rapito il vassoio.
Nessuno si era accorto che, una volta entrato in casa, Heechul si era diretto immediatamente verso il bagno. L’acqua gelida sul viso non aveva avuto l’effetto sperato, il volto di quella ragazza continuava a torturarlo. Ormai non aveva più dubbi: lei era la ragazza del sogno, ma come era possibile una cosa del genere?
“Mai sentito parlare di sogni premonitori?”
Non che lui credesse a queste boiate pseudo-scientifiche, ma quelle parole gli sembrarono più reali che mai.
C’era qualcosa di trascendente nella situazione che aveva vissuto meno di un’ora prima, come se ogni singolo elemento dell’universo era stato disposto affinchè lui e quella ragazza si trovassero nello stesso posto e nello stesso momento per poter incrociare i loro sguardi.
E lei aveva degli occhi che lui non riusciva a descrivere, sembravano davvero due voragini nelle quali, gli doleva ammetterlo, avrebbe voluto cadere volentieri.
-Heenim, stai bene?-
La voce di Kyuhyun fuori dal bagno lo fece trasalire.
-Ehm, si. Sto mettendo la crema anti-age- disse afferrando un barattolo che teneva nell’armadietto sotto il lavandino.
-Stiamo per cenare, sbrigati- disse il maknae avviandosi verso il soggiorno.
Mentre stendeva la crema sul viso, Heechul, come al solito, non potè fare a meno di notare quanto fosse bello. Ma ripensando al volto della ragazza che aveva visto, lo sfiorò il pensiero che lei era incredibilmente bella, un pensiero che al di fuori di se stesso non aveva mai concepito per nessuno.

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Capitolo 4
*** Cold Wind ***


                                                  Cold Wind

La Sogang university era davvero un’università enorme. Per trovare il Korean Language Education Center le ragazze stavano impiegando un’eternità, cercando di capire in che direzione andare per non finire nei sotteranei o nel rettorato. Per non parlare del numero degli studenti: centinaia di migliaia di ragazzi che si muovevano freneteci per raggiungere i vari dipartimenti, ognuno cercando di arrivare prima degli altri per ottenere il posto migliore nelle aule.
-Cavolo, sembra di essere in un alveare- commentò Lavinia vagamente terrorizzata.
-Dobbiamo raggiungere il dipartimento di lingue e salire al secondo piano. Gli uffici Erasmus si trovano direttamente lì- disse Cassandra dopo un lungo studio della cartina che aveva in mano.
-E se chiedessimo informazioni?- domandò Talia osservando la miriade di studenti che sfrecciava in ogni direzione.
-Io non credo sia una buona idea...ehi, sta attenta a dove metti i piedi!- esclamò Lavinia lanciando un’occhiataccia a una ragazza che le aveva dato uno spintone nella fretta di passare.
-Chi vuoi che ti capisca in italiano Lavi?- le disse Talia sgignazzando.
-Gli sguardi truci li capisce tutto il mondo- rispose la mora sistemandosi la borsa sulla spalla.
-Avviamoci al dipartimento di lingue, magari così ci capiremo qualcosa- concluse Cassandra rivolgendosi alle amiche.
Fortunatamente le tre erano arrivate a un punto dell’università a cui il dipartimento di lingue era relativamente vicino: in poco tempo di ritrovarono al secondo piano, dove diverse facce occidentali le osservarono sorridenti.
-Sia lodato il cielo!-esclamò Cassandra visibilmente esausta.
-Mi sento a casa...e che casa!- mormorò Lavinia guardando maliziosa un gruppo di ragazzi dai tratti teutonici.
-Lavi!- esclamò Cassandra esasperata.
-Dio Cassandra, tappati quella fogna e lasciami flirtare in pace!- sbottò la mora salutando con la mano i ragazzi biondi che la stavano fissando.
-Che ne dite se sbrighiamo le pratiche e poi ci dirigiamo alla lezione di orientamento?- chiese Talia spingendole verso gli uffici.
Dopo aver svolto le pratiche, le ragazze si avviarono verso l’aula dove una professoressa sulla quaratina dai chiari tratti occidentali accoglieva tutti gli studenti con un sorriso.
-Buongiorno a tutti!- esclamò allegra in un chiaro e lento inglese.
-Buongiorno sto cazzo, dove è finito il mio telefono?- sussurrò Lavinia cercando frenetica nella borsa mentre la numerosa classe ricambiava in coro il saluto dell’insegnate. Cassandra le diede una leggera spinta per intimarle di smettere, mentre Talia si portò il palmo della mano sulla fronte, apputandosi mentalmente di strigliare entrambe alla fine della lezione.
-Sono la professoressa Chase e per il progetto Erasmus di quest’anno sarò la vostra tutor. In questa lezione vi spiegherò le modalità con le quali si svolgerà il proggetto di quest’anno accademico- disse l’insegnate prendendo in mano un gessetto e portandosi verso la lavagna.
Ci vollero circa un paio d’ore prima che la lezione(con relative domande e risposte) terminasse. All’uscita dall’aula tutti i gruppi di ragazzi chiacchieravano tra loro per “approfondire la conoscenza interculturale”, come aveva suggerito la professoressa Chase. -Ehy ragazze- esclamò un bel ragazzo biondo rivolto alle tre che stavano uscendo dall’aula.
-Ehm, si?- disse Cassandra mentre Lavinia lo osservava visibilmente rapita.
-Siete italiane vero? Siete le più belle del proggetto- disse il ragazzo con un pesante accento tedesco.
-Puoi dirlo forte tesoro!- esclamò Lavinia parandosi davanti a Cassandra, la quale spalancò le braccia in segno di rassegnazione.
-Noi e il gruppo proveniente dalla Francia stavamo pensando di andare a farci una birra stasera, vi va di venire con noi?- chiese sorridente il tipo.
-Oh, ma certo che siamo d’accordo. Cassandra sei d’accordo vero? Si che sei d’accordo, e Talia, la mia amica bionda, è un’ubriacona della peggior specie, verremo senza dubbio!- cinguettò la mora senza consultarsi con le altre due.
-Grandioso, vi passiamo a prendere stasera per le nove, tanto l’alloggio italiano e sempre nello stesso posto vero?- chiese infine il ragazzo.
-Certo, saremo pronte per le nove- disse Lavinia al settimo cielo.
I ragazzi si allontanarono, mentre Cassandra prese per un orecchio Lavinia trascinandola all’ascensore.
-Ma che ti dice il cervello? Nemmeno li conosci!- sbottò la rossa furiosa senza mollare la presa.
-Andiamo, Cassie, stai calma, è solo una birra- disse Talia staccandola dalla mora che si massaggiò l’orecchio piagnucolando.
-Ci farà bene una serata fuori, ieri l’abbiamo passata a pulire l’alloggio- aggiunse la bionda guardando l’amica furiosa.
La rossa sbuffò, restando in silenzio per qualche secondo. Poi guardò l’orologio edisse alle altre due -sono le già le cinque, sbrighiamoci o stasera faremo tardi, considerato il tempo impiegato da "Miss Battona di Periferia" per sistemarsi trucco e capelli- disse acidamente guardando Lavinia.
-La bellezza va curata- sentenziò la mora, contenta in cuor suo che Cassandra si fosse calmata.
Talia non apprezzava di certo l’impetuosità di Lavinia, ma era contenta di passare una serata fuori con le sui amiche e con i colleghi dell’Erasmus, una buona occasione per cominciare a familiarizzare con Seul.

-Questo pub è stupendo- disse Lavinia sgranando gli occhi alla vista del locale nel quale i colleghi le avevano portate. I tedeschi, dall’organizzazione proverbiale, avevano affittato un piccolo pulmino per poter portare loro, i francesi e le ragazze tutti insieme, una cosa che Cassandra, da fissata dell’ordine qual’era, aveva largamente apprezzato.
Il 3 Alley pub si trovava nel distretto Yongsan, relativamente vicino al distretto dove si trovava l’università, anche se considerato il traffico, ci avevano messo circa quaranta minuti per arrivarci. Era evidente il tentativo di donare al pub un aspetto anglosassone, ma i caratteri orientali erano comunque ben visibili. Tutto sommato era un posto tranquillo e molto accogliente.
Uno dei ragazzi francesi, evidentemente più esperto nella lingua, si fece avanti verso la cassa all’ingresso per far presente la prenotazione fatta qualche ora prima. Il cassiere, chiamò uno dei camerieri che li accompagnò a un grosso tavolo(considerato anche il numero di dieci non proprio esiguo dei membri del gruppo) e si allontanò per prendere i menù. Il gruppo era stato sistemato accanto a un tavolo dove un bel numero di ragazzi ascoltava in silenzio la conversazione a telefono di uno di loro.
-Sta arrivando- disse infine il tizio chiudendo la telefonata.
-Uh...se arriva un altro bello come questi qui potrei anche pensare di unirmi a loro- disse Lavinia fissandoli.
-L’espressione “morta di cazzo” ti dice nulla?- disse Cassandra sistemandosi su una delle sedie.
Talia rise della scena comica tra le sue amiche mentre uno dei francesci le spostava galantemente la sedia per farla sedere.
La serata procedeva bene, il gruppo si scoprì molto affiatato e i loro schiamazzi coprivano persino quelli del gruppo al tavolo vicino, che però non era da meno.
All’improvviso, un forte brivido si inerpicò lungo la schiena di Talia: qualcuno era entrato nel locale, facendo passare una gelida brezza che andò ad accarezzare la schiena della ragazza.
-Chiudi quella porta idiota!- borbottò la bioda senza girarsi verso il diretto interessato.
Dopo appena una decina di secondi, il gruppo del tavolo vicino applaudì all’arrivo di un ulteriore partecipante.
-Ce ne hai messo di tempo!- gli disse uno dei ragazzi ridendo.
-Non riuscivo a decidere quale camicia indossare, mi stanno tutte così bene- asserì il tipo spostandosi il ciuffo di capelli dal viso con aria da playboy.
-Oh ma sentitelo...-borbottò Talia tra se e se.
-Me chi si crede di essere?E tu smettila di fissarli Lavi- aggiunse Cassandra tirando la mora per la manica della camicia.
-Non ne sono sicura, ma credo si aver già visto un paio di loro da qualche parte- mormorò la ragazza con lo sguardo concentrato.
Improvvisamente, la mora battè un pugno sul tavolo, catturando anche l’attenzione dei colleghi che stavano discutendo sulla Champions League.
-Il supermercato! Li abbiamo visti davanti al supermercato!- esclamò la ragazza visibilmente soddisfatta della propria memoria.
Sia Cassandra che Talia si girararono verso il gruppo. Ma mentre per Cassandra la visione provocò un effetto di vaga sorpresa, il vedere un Heechul appena arrivato che si stava togliendo la giacca, scatenò in Talia un effetto a dir poco devastante. 

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Capitolo 5
*** Crossed destinies ***


                          Crossed destinies

L’improvviso rumore di una sedia che si spostava attirò l’attezione di Heechul che si accingeva a unirsi ai suoi amici. Non vi avrebbe prestato troppa importanza, se non fosse stato per una strana sensazione che lo costrinse a girarsi.
Un tuffo al cuore gli paralizzò il respiro.
Era lei.
Quegli occhi li avrebbe riconosciuti fra mille.
Si dirigeva alla velocità della luce verso la porta del locale, inseguita dai richiami del gruppo al tavolo vicino.
-Heenim-hyung, la giacca- gli fece notare Sungmin. La giacca gli era sfuggita dalle mani senza che lui se ne rendesse conto e si era adagiata sul pavimento in silenzio.
Heechul non ascoltò il lead vocal, che raccolse nervosamente la giacca da terra borbottando qualcosa su una “visita audiometrica urgente”. Era come se i suoi piedi fossero incollati al pavimento, i pensieri si accavallavano frenetici.
Seguirla?
Non si conoscevano nemmeno, che senso avrebbe avuto?
Lasciar perdere?
Non sapeva quando l’avrebbe incontrata di nuovo, e se non ne avesse avuta più l’occasione?
Le gambe furono più svelte di lui nel ragionamento e lo trascinarono fuori dal pub, seguito dalle proteste del gruppo.
L’aria della sera gli tagliò il fiato come una spada. La nebbia era talmente spessa che era i lampioni illuminavano a stento la strada. Solo una figura si stagliava contro la parete dell’ingresso, la testa reclinata contro il muro, gli occhi chiusi come in una profonda meditazione.
Probabilmente per una delle rare volte della sua vita, Heechul non sapeva cosa dire.

Talia aveva sentito distintamente il rumore della porta che si apriva, ma non aprì immediatamente gli occhi. La vista di Heechul l’aveva completamente spiazzata. Il primo pensiero che le aveva attraversato la mente nell’attimo in cui l’aveva visto era stato un signorile “Ma che cazzo...!?!”
Quegli occhi li avrebbe riconosciuti fra mille.
Nello stesso istante in cui lo aveva visto, le sembrava di aver avuto un pugno in pieno stomaco.
Un pugno che le sarebbe piaciuto riavere.
Non riusciva a spiegarsi il perchè era scappata dal pub. Avrebbe potuto semplicemente fare la vaga, fingendo di non essersi accorta di nulla, e lasciare a lui l’ingrato compito di cercare un approccio semmai l’avesse notata.
Ma perchè avrebbe dovuto farlo?
Nemmeno si conoscevano neppure, erano solo due estranei che avevano incrociati gli sguardi all’uscita del supermercato il giorno prima. Era stato solo un caso se si erano incontrati nello stesso pub il giorno dopo.
“Il caso non esiste”
Questa frase, che sua madre le ripeteva spesso, si presentò come una coltellata all’anima.
-Nemmeno il destino...- si ritrovò a sussurrare inconsapevolemente.
La sensazione di essere osservata le suggerì di aprire gli occhi, giusto in tempo per incontrare quelli del ragazzo che la fissava pensieroso.

-Ehm, anyoung haseyo!- disse Talia utilizzando la prima formula di saluto che le venne in mente.

Heechul la guardò in modo strano, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia, cosa che Talia interpretò frettolosamente come segno di sorpresa.
Quello che le disse invece Heechul, la lasciò quasi senza parole.
-Guardandoti si direbbe che hai meno di ventidue anni, di conseguenza io sono più grande di te, e la formula corretta per salutarmi dovrebbe essere “anyoung hashimnikka” perchè esprime un maggiore rispetto- disse l’idol con una vaga punta di saccenza nella voce.
-Guardandoti non si direbbe che hai sessant’anni, mi scusi per l’enorme mancaza di rispetto- protestò Talia con la chiara intenzione di prenderlo in giro.
-Voi occidentali avete una concezione tutta vostra del rispetto vero? -rincarò la dose Heechul senza smettere di fissarla.
-Se gi orientali sono tutti antipatici come te, cambierò facoltà e mi darò all’archeologia- rispose Talia incrociando le braccia stizzita.
I due rimasero a studiarsi in silenzio per qualche minuto. Sembrava di essere in presenza di campi magnetici dalla polarizzazione opposta che tentano di sovrastarsi a vicenda.
Inaspettatamente, fu Heechul il primo a cedere.
-Ti è andata bene ragazzina, qualcun altro si sarebbe arrabiato parecchio per questa mancanza di rispetto- le disse sornione.
-Oh, fortuna che mi è capitato mister “mi stanno bene tutte le camice”- sbottò lei ironica.
Heechul rise alla battuta e a Talia sembrò che non esistesse una risata più carina di quella.
-Mi chiamo Kim Heechul- le disse lui porgendole la mano.
Talia valutò la situazione per un secondo, poi gliela strinse dicendo -Talia...Talia Puccini-
-Come il grande compositore italiano- disse lui con fare intellettuale -ne deduco che tu sia italiana-
-Hai indovinato. Ma ci sono molti Puccini famosi in Italia: un calciatore, un campione di scherma...- aggiunse lei prendendolo alla sprovvista.
-Io...temo di non conoscere in maniera approfondita lo sport italiano- ammise sorridendo - ma ho un’innata passione per la musica, tanto da farne lo scopo della mia vita.-
L’osservazione sulla musica non era stata fatta a caso da Heechul. Era evidente che Talia non conosceva lui ne tantomeno i Super Junior. Ma sperava in questo modo di ottenerne una conferma. Cosa che avvenne appena l’attimo dopo.
-Sei un musicista?- chiese Talia, vagamente interessata.
-Una specie- disse lui con fare misterioso.
-Suoni nella metro accompagnato da un violino e da un simpatico pappagallino?- chiese lei cercando di essere seria.
Heechul rise di gusto pensando a una sua ipotetica immagine di suonatore di violino con tanto di pappagallo, e per un secondo gli dispiacque il pensiero di contraddirla.
-No, io...faccio altro- disse restando sul vago.
I due rimasero in silenzio per un po’, poi Heechul si fece coraggio e le disse quello che stava pensando.
-Hai un bellissimo nome, significa qualcosa in italiano?- chiese sperando di mascherare il complimento con un cordiale interesse. Cosa che non servì a nulla, visto che a Talia veniva fatto di continuo quel complimento.
-Non è italiano, è di origine greca. Talia è la musa della commedia nella mitologia greca- disse paziente, memore delle altre volte che aveva dovuto spiegare il significato del suo nome.
-Molto originale- le disse Heechul portandosi un passo avanti verso Talia.
L’idol si aspettava che a quel punto anche Talia chiedesse del suo nome, ma lei si limitò a un sorriso di circostanza senza dire altro. Non era abituato a essere trattato come una persona qualunque: da una parte la cosa lo sollevava, ma d’altro canto sentiva un certo fastidio nell’atteggiamento della sua interlocutrice.
-Non hai freddo?- chiese Talia osservando la sua camicia.
-Non soffro il freddo- rispose lui incrociando le braccia, bruscamente trascinato via dai suoi pensieri.
-Io sto congelando- continuò lei portandosi le mani verso la bocca.
Sotto la luce dell’ingresso, la bellezza di Talia parve amplificarsi agli occhi di Heechul: i capelli sembravano più chiari, gli occhi ancora più profondi. Era talmente attratto da questa bellezza così eterea che senza rendersene conto avanzò verso di lei.
Talia si girò, guardando il ragazzo che lentamente si avvicinava a lei.
Gli occhi neri come la notte, la bocca carnosa e perfetta.
Era davvero bello.
Talia non si mosse di un passo, ma non appena lui si trovò a meno di mezzo metro da lei, la porta del locale si aprì, facendo uscire un gruppo schiamazzante e allegro.
-Talia! Ma dove ti eri cacciata?-
La voce di Cassandra mandò in mille pezzi la tensione che si era creata tra i due, che si allontanarono reciprocamente come se avesse preso la scossa.
-Ehy Cassie...ehm, questo è Heechul- disse Talia presentando il ragazzo all’amica.
-Anyoung bel coreano!- cinguettò allegra Lavinia bruciando sul tempo la rossa.
-Un’altra che non conosce il significato della parola “rispetto”- brontolò Heechul altezzoso.
-Talia abbiamo pagato e stiamo andando verso l’alloggio per un caffè come si deve -disse la rossa - il tuo amico viene con noi?-
-Credo che i miei amici si stiano domandando dove sono finito, meglio che li raggiunga- disse Heechul senza staccare gli occhi da Talia.
-Ehm, è stato un piacere conoscerti Heechul- disse la bionda porgendogli la mano.
-Si...- rispose Heechul stringendola senza convinzione.
-Uhm, qualcosa bolla in pentola- osservò maliziosa Lavinia.
-Se non stai zitta ci bollirai tu in pentola Lavi- sbottò Cassandra trascinandola verso il pulmino dove gli altri ragazzi erano già saliti.
-Heechul...io devo andare- disse Talia senza però lasciargli la mano.
Heechul dovette fare appello a tutto il suo coraggio, dato che la sua proverbiale sicurezza lo aveva abbandonato per trasferirsi in un’altra galassia.
-Posso rivederti?-
Le parole gli erano uscite con una tale velocità che si domandava se le avesse capite.
Talia sorrise, e cercò qualcosa nella borsa. Trovò un pezzo di carta e una penna, scrisse qualcosa velocemente e glielo porse
Heechul guardò il foglio.Un numero di telefono.
-Annyong-hi kyeseyo Heechul- disse lei sorridendo e dirigendosi verso il pulmino.
Heechul non rispose, si limitò a guardarla mentre si allontanava stringendo il pezzo di carta fra le mani.
Quando il pulmino fu partito, lui mise il foglietto nella tasca dei jeans, senza smettere di stringerlo.
-Annyong-hi kyeseyo Talia- sussurrò lui mentre un sorriso gli curvava gli angoli della bocca.

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Capitolo 6
*** Cinderella's secret ***


                      Cinderella’s secret.

Steso sul letto, Heechul fissava il soffitto, rigirandosi tra le dita della mano il pezzo di carta su cui Talia aveva scritto il proprio numero. Erano passati alcuni giorni dal loro incontro al 3 Alley pub, e vuoi per le prove che gli impegnavano quasi tutta la giornata, vuoi per i massaggi e i trattamenti di bellezza che gli impegnavano il resto, il foglio era rimasto in attesa sul comodino vicino al suo letto. Ma era domenica, le prove e i trattamenti erano sospesi fino al giorno dopo, e il foglio lo aveva guardato con fare accusatorio finchè non lo aveva preso tra le mani.
Era una situazione del tutto nuova per Heechul: una ragazza normale non avrebbe aspettato che fosse lui a chiamarla, non gli avrebbe lasciato solo il numero, ma avrebbe, se non preteso, almeno chiesto il suo, e lui probabilmente glielo avrebbe dato per il puro gusto di non rispondere alle decinde di chiamate che gli sarebbero arrivate.
Talia invece aveva agito diversamente.
Sembrava che fosse sicura che lui prima o poi l’avrebbe chiamata.
-Aish!- sbottò l’idol portandosi il palmo della mano sulla fronte.
Quella situazione stava prendendo una piega di cui non era del tutto convinto.
Il cellulare sul comodino era a portata di mano, ci avrebbe impiegato meno di dieci secondi a prenderlo, comporre il numero e telefonarla.
Eppure qualcosa lo bloccava.
Orgoglio?
Paura?
Chissà se Talia si stava domandando il perchè ancora non si fosse ancora fatto vivo. Era chiaro che non avesse idea di chi lui fosse, per lei era solo uno sconosciuto che aveva incontrato grazie a fortuite circostanze.
Heechul si domadava cosa sarebbe successo se Talia avesse scoperto il suo “segreto”.
Come avrebbe reagito?
Avrebbe fatto come le altre ragazze? Avrebbe sbavato ai suoi piedi finchè lui non si fosse stancato e l’avrebbe mollata? Avrebbe tentato di cambiare quel suo carattere così spigoloso per poi gettare la spugna dopo un paio di mesi?
Tutti questi pensieri stavano rendendo il cantante nervoso, che si alzò di scatto dal letto abbandonando il biglietto su di esso per dirigersi in bagno.
La sua immagine riflessa allo specchio lo accolse con una ruga corrucciata sulla fronte.
Questo stress non faceva di certo bene alla bella pelle che si ritrovava.
Si sciacquò il volto, un brivido di freddo gli pizzicò la faccia quando questa venne a contatto con l’acqua gelida.
E se fosse stato diverso? Se lei dosse stata diversa?
Questo pensiero provocò una nuova emozione in Heechul, qualcosa che si mise a lottare contro i pensieri negativi che lo stavano tormentando.
Uscito dal bagno, l’idol si fermò in piedi davanti al letto osservando il biglietto.
Gli ritonarono in mente quei grandi occhi scuri, così intelligenti, così sinceri.
Gli tornò in mente la maniera in cui l’aveva salutato, lo scambio di battute che ne era seguito, come lei gli aveva tenuto testa senza battere ciglio.
Gli tornò in mente il momento in cui gli aveva dato quel pezzo di carta, negli occhi una silenziosa richiesta.
“Se vuoi, chiamami. Io ti risponderò”
Heechul si sentì sopraffatto da quella fiducia che Talia aveva riposto in lui pur conoscendolo appena. La curiosità ebbe la meglio e il cantante afferrò il telefono.

-Talia, il telefono sta squillando!- urlò Lavinia rivolgendosi all’amica che si trovava nella cucina.

-Chi è?- chiese di rimando Talia.
-Non compare nessun nome e non credo sia un numero italiano- disse la mora dando un rapido sguardo al display.
Talia corse a prendere il telefono che si trovava nella grande camera da letto che le tre condividevano. Restò a fissare il numero per un paio di secondi, cercando di capire se le era familiare. Senza successo, la bionda rispose alzando le spalle.
-Yoboseyo?-
-Parlo con Talia?- chiese una voce sicura al telefono.
-Ehm si...e io parlo con...?-
-Complimenti lei ha vinto un’uscita con un famoso cantante coreano, l’uscita comprende zucchero filato, un giro in barca sul fiume Han al tramonto e una cena a lume di candela!- esclamò allegra la voce ridendo dall’altro lato del telefono.
Talia sorrise nello stesso istante in cui riconobbe la risata di Hecchul, ma volle comunque stare al gioco.
-Odio lo zucchero filato, soffro di mal di mare e le cene a lume di candela mi sembrano roba da commedie americane di quart’ordine- disse con voce affettata.
-Non bisogna contrariare le star signorina, sono particolamente permalose, specialmente quella con cui ha vinto l’uscita- rispose l’idol fingendo un rimprovero.
-Se la star è così permalosa che esca da sola- commentò lei.
-La star è di buon umore e la vuole accontentare: l’uscita si limiterà a un semplice caffè, cosa ne pensa?- chiese Heechul.
Talia ci pensò un po’ su, evitando lo sguardo di Lavinia che le faceva gesti di ogni tipo per catturare la sua attenzione.
-Un caffè va bene- rispose infine mordendosi le labbra emozionata.
-Fantastico, una macchina passerà a prenderla alle cinque, se vuole fornirci il suo indirizzo...- chiese l’idol lasciando in sospeso la frase.
-Baekbeom-ro 38- rispose la ragazza sedendosi sul letto.
-Siamo felici che lei abbia vinto questa uscita con un bellissimo e simpaticissimo cantante, e le porgiamo le nostre congratulazioni- disse Heechul dandosi delle ariee
-Mi permetto di dissentire- ripose lei sarcastica.
-Lei tende a ferire le persone in maniera vergognosa, lo sa signorina?- disse Heechul fingendo rammarico.
-Credo che questa star sia abbastanza gonfiata di vanagloria da non accorgersi degli altri- rispose lei continuando sulla linea del sarcasmo.
-Allora perchè accetta l’uscita?- chiese il ragazzo con una nota di curiosità nella voce.
Già, perchè accettava l’uscita?
Erano giorni che non si faceva sentire e se proprio voleva essere sincera, considerata anche la tensione tra loro due, Talia era rimasta molto delusa dal fatto che non l’avesse telefonata prima. Forse studi universitari di cui non era a conoscenza lo avevano tenuto impegnato, o forse aveva un lavoro che gli toglieva molto tempo.
O forse era proprio un cantante. Il pensiero le provocò un sorriso divertito.
-Accetto ad una condizione- disse infine.
-E cioè?- chiese Heechul curioso.
-Voglio che la star appenda il microfono al chiodo e che con me esca il ragazzo che ho incontrato al pub- disse lei con una voce così sincera che Heechul venne percosso da un brivido.
-Va bene- rispose l’idol senza esitare.
-Wow, ci voleva una frase a effetto per farti smettere di prendermi in giro?- chiese Talia divertita.
Prenderla in giro.
Heechul si domandò per quanto tempo poteva tenerle nascosta la sua identità.

Era mattina, mancava parecchio al suo “appuntamento” con Talia, ed Heechul decise di fare colazione. Arrivato alla grande sala da pranzo, trovò le solite scene alle quali era ormai abituato: Shindong e Sungmin che litigavano per l’ultimo biscotto, Leeteuk con una tazza di caffè in mano mentre guardava fuori la finestra, Kangin che faceva origami con dei fogli di carta, Yesung che discuteva di chissà quale argomento con Ryewook, Eunhyuk nel suo solito stato semi-comatoso del mattino con la testa reclinata sul tavolo e Donghae che lo tormentava punzecchiandolo con una matita.
Mancava qualcuno.
-Dov’è Kyuhyun?- chiese senza rivolgersi a nessuno in particolare.
-Stava andando in camera appena un minuto fa- rispose il leader senza distogliere gli occhi dalla finestra.
-Non puoi fare a meno di lui Heenim-hung?- chiese malizioso Donghae senza smettere di torturare la testa del main dancer.
-Non rigirare sugli altri i tuoi desideri perversi- gli rispose il più grande leccandosi le labbra in modo provocante.
-Piantala!- strillo Eunhyuk rivolgendosi a Donghae senza alzare la testa dal tavolo.
-Hai degli strilli notevoli, sicuro di non essere stato una donna in una delle tue vite passate?- disse Kyuhyun spuntando nella sala e rivolgendosi a Eunhyuk
-Trovati una donna invece di rinchiuderti nel bagno- sbottò il main dancer acido afferrando la matita dalle mani di Donghae.
-Tanto per citare qualcuno “non rigirare sugli altri i tuoi desideri perversi”- rispose il main vocalist imitando l’atteggiamento di Heechul.
-Ma perchè la domenica mattina siete così irrequieti?- domadò Leeteuk tornando a sedersi.
-E’ una bella giornata, perchè non andiamo a Hyeopjae?- suggerì Shindong strappando il biscotto dalle mani di Sungmin.
-Una giornata in spiaggia?E’ Novembre!- si lamentò Eunhyuk rigirandosi la matita tra le mani.
-Ma avrai mica ottant’anni e noi non lo sappiamo hyung?- chiese Ryewook al main dancer.
-Ci farà bene una giornata di sole come questa, siamo sempre rinchiusi in uno studio, o nel caso di Heenim in una sauna- commentò il leader dando una pacca sulla spalla di Heechul.
-Andate senza di me, io sono impeganto- disse il ragazzo rivolto al resto del gruppo.
-Che hai da fare? Guarda che oggi i centri benessere sono chiusi- chiese sarcastico Kyuhyun.
-Ho una vita al di fuori dei centri estetici- rispose seccato il più grande.
-Dai sul serio, che hai da fare Heenim?- insistette il main vocalist.
-Qualcosa che non ti riguarda- sbottò esasperato Heechul.
Kyuhyun rimase in silenzio, poi si alzò di colpo e si avviò verso le stanze da letto senza dire una parola.
-Siamo un tantino nervosi stamattina eh Heenim-hyung?- disse Donghae avvicinandosi all’amico- va tranquillo, ci divertiremo senza di te-
Senza dire nulla, Heechul si diresse verso la sua stanza e si gettò sul letto.
Guardò la sveglia. Le unidici meno venti.
Mancava parecchio alle cinque. Che avrebbe fatto tutto quel tempo? Anche se impiegava ore a prepararsi, di certo non tutte quelle che aveva davanti. Magari avrebbe potuto semplicemente rilassarsi senza far niente, guardare un po’ di tv, del sano ozio insomma.
Un pensiero grigio gli attraverso la mente.
Kyuhyun.
Avrebbe dovuto scusarsi, ma a volte gli atteggiamenti del main vocalist lo innervosivano. Era raro che avesse dei segreti, specialmente con lui, ma le poche volte che li aveva avuti, lui aveva fatto di tutto pur di conoscerli, e questo gli dava enormemente fastidio.
-Guarda che lo fa solo perchè ti vuole bene-
Leeteuk si era affacciato nella stanza, facendo sussultare Heechul che si mise a sedere di colpo.
-Ti ammira e vuole sapere tutto della tua vita solo perchè desidera disperatamente essere come te, non c’è morbosità nel suo interesse- continuò il leader andando a sedersi sul letto.
-Esco con una ragazza hyung- disse Heechul liberandosi finalmente il cuore da un grosso peso.
-Questo è bene Heenim- disse Leeteuk con un sorriso sornione.
-Non sa chi sono, ne chi sono i Super Junior- continuò il ragazzo allegerendosi ancora di più.
-Questo è meno bene- commentò il leader tornando serio.
I due rimasero in silenzio per un po’, poi Leeteuk prese la parola.
-E’ pesante un bicchiere d’acqua?-
-Che?- domandò Heechul senza capire.
-Rispondi- continuò il leader.
-No, non lo è- rispose il ragazzo poco convinto.
-Prova a reggerlo per due ore, ti sembrerà di non aver mai preso una cosa così pesante tra le mani- disse infine Leeteuk sorridendo -allo stesso modo sono i segreti, non sembrano così pesanti, ma prova a tenerli dentro per molto tempo. Ti schiaccieranno-
Heechul, comprese finalmente il discorso di Leeteuk: il gruppo, Kyuhyun, Talia, stava nascondendo qualcosa a tutti. La verità sarebbe venuta fuori comunque, tanto valeva che venisse fuori da lui.
-Grazie hyung- disse Heechul.
-Ci vediamo dopo- disse infine il leader abbandonando la stanza.
L’idol rimase solo. La sera stessa avrebbe confessato tutto a Kyuhyun e forse anche al gruppo.
Talia.
Con lei non aveva idea di cosa fare.

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Capitolo 7
*** Cinnamon and peppermint ***


                              Cinnamon and peppermint

Preciso come un orologio svizzero, alle cinque in punto Heechul parcheggiò la sua bella Peugeot 307 in un posto libero in Baekbeom-ro e si avviò verso il numero 38. Aveva trovato parcheggio in prossimità dell’edificio dove alloggiava Talia e quindi in poco tempo arrivò a destinazione, giusto nel momento in cui la bionda usciva dal piccolo portoncino dello stabile.
Heechul notò che probabilmente soffriva il freddo: un piumino bianco le copriva il corpo fino ai fianchi, indossava un berretto e dei guanti di lana nello stesso colore della giacca, e sopra i jeans indossava un paio di stivali marroni lunghi fino al ginocchio.
-Hai freddo per caso?- chiese sgignazzando l’idol appena lei fu a portata di voce.
-Io abito in prossimità del mare, Novembre non è mai così freddo- commentò Talia chiudendo la zip del piumino fino alla fine.
Arrivata ormai a pochi passi dal ragazzo, Talia non seppe bene come salutarlo. Ovviamente non poteva salutarlo alla maniera italiana, smollando baci a destra e manca. Ma mentre meditava sul da farsi, Heechul la sorprese.
-Come è che ci si saluta in Italia? Un bacio per guancia, vero?- chiese malizioso.
-Con i perfetti sconosciuti ci si porge la mano, specie se sono più grandi di te- rispose lei con il chiaro intento di rivangare la discussione della sera al pub.
Per tutta risposta, l’idol sorrise sornione chiedendo -Sono ancora uno sconosciuto?-
-Forse- ripose lei ricambiando il sorrriso-ma intanto spero che tu sia venuto con una macchina-
-Credi che forse io, con tutta la bellezza che mi ritrovo, usi mezzi pubblici per spostarmi con il rischio di essere assalito da donne di ogni età?- disse Heechul spavaldo.
-Ti assalirebbero per suonartele di santa ragione secondo me- ribattè lei tentando di soffocare una risata divertita.
-Non me ne fai passare una eh?- disse l’idol lievemente infastidito dal fatto di non riuscire mai a spuntarla con Talia.
Per tutta risposta, Talia sorrise portandosi le mani dietro la schiena e cominciando a dondolarsi sui piedi come una bambina, una cosa che Heechul trovò talmente dolce che l’avrebbe riepita di baci all’istante.
-Andiamo in macchina, qui congelerai- disse infine il ragazzo mostrandole la direzione in cui avviarsi.
Talia restò sorpresa di vedere la Peugeot grigia del cantante: era una macchina costosa, e anche se lei non era il tipo che badava molto a quanti soldi avesse la gente, l’essere donna stavolta ebbe la meglio e la portò a fare qualche ipotesi sul possibile lavoro di Heechul.
Doveva essere un lavoro parecchio remunerativo se poteva permettersi una macchina come quella, o forse era ricco di famiglia.
-Siamo messi bene sul lato finanziario eh?- commentò Talia nel momento in cui Heechul mise in moto.
-Non è buona educazione fare commenti sullo stato economico delle persone, ma devo prorpio insegnarti tutto?- chiese ironico Heechul uscendo in strada.
-Non ti ho chiesto quanti soldi hai, ho solo constatato che sei ricco sfondato e non mi capacito di come tu sia ancora single- rispose la bionda seccata.
-Cosa ti fa pensare che io sia single? Magari esco con più ragazze contemporaneamente e tu sei solo una delle tante- disse allora lui senza staccare gli occhi dall’asfalto.
-L’importante è che mi offri un caffè bollente, poi posso esserre anche la trentesima ragazza che frequenti per quanto mi riguarda- sbottò lei incorciando le braccia.
Heechul rise e i due restarono in silenzio per qualche minuto, mentre le strada scorrevano accanto a loro.
-Non uscivo con una ragazza da diversi mesi Talia- disse infile l’idol.
La ragazza notò che aveva un modo buffo di pronunciare il suo nome. Marcava l’accento sulla “a” finale, come se non fosse sicuro che quello era il modo corretto di pronunciare la parola. Era un modo insolito di sentire il suo nome, ma a Talia piaceva lo stesso.
-Come mai?- chiese.
-Non so, incontro sempre le stesse ragazze, attratte solo dall mia fa.. ehm, faccia- disse Heechul correggendosi in tempo.
-Vogliono prenderti a cazzotti?- chiese allora lei osservando il bel profilo del cantante.
-Ho una faccia bellissima, su questo non si discute- disse Heechul seriamente convinto.
-Sei sicuramente una persona molto sicura Kim Heechul- notò Talia osservandolo -la sicurezza può essere una dote come può essere una maledizione-
-Nel mio caso è di certo una dote- disse l’idol sgignazzando.
-Appunto- concluse la ragazza sottolineando l’eccessiva spavalderia del ragazzo.
Heechul si limitò a sorridere.
“Imprevedibile” pensò soddisfatto.
Talia non si stava sciogliendo in brodo di giugiole come avrebbe fatto qualunque fan dei Super Junior, non lo stava adulando, assecondando qualunque cosa gli uscisse dalla bocca. Ogni cosa era del tutto nuova, ed Heechul cominciava a capire quanto questa cosa lo facesse stare bene, quanto gli fosse mancato stare con qualcuno che lo trattasse come una persona normale, e non come Heechul, il voalist dei Super Junior.
-Terra chiama Heechul, se ci sei batti un colpo- disse allegramente Talia scuotendolo per un braccio.
-Hai detto qualcosa?- chiese il ragazzo bruscamente estrapolato dai suoi pensieri.
-Si, ti ho chiesto dove siamo diretti- ripose la bionda allegramente.
-Lo vedrai- disse Heechul con fare misterioso.
Mentre la macchina avanzava silenziosa sull’asfalto, Talia notò un insegna familiare.
-Il 3 Alley Pub...siamo nel distretto Yongsan- disse sommessamente.
-E siamo quasi arrivati- aggiunse Heechul accellerando.
Dopo pochi minuti, i due arrivarono di fronte a un imponente struttura che aveva tutta l’aria di essere...
-La stazione?- chiese Talia con lo sguardo interrogativo.
Heechul si limitò a sorridere dicendo -la pazienza non è una delle tue migliori doti, vero? Andiamo, lasciati trasportare dal mistero!-
Scesi dall’auto, Heechul guidò Talia nell’enorme stazione finchè non trovò il posto verso il quale era diretto.
Talia rimase senza parole.
Caffè Pascucci.
Heechul l’aveva portata in una caffetteria italiana.
-Pensavo potesse farti piacere sentirti un po’ a casa- disse alla ragazza che fissava rapita l’insegna luminosa.
Talia rimase in silenzio per qualche secondo, poi si decise a parlare.
-Ti avevo sottovalutato Kim Heechul, ci sai davvero fare-
-Ti direi “modestamente”, ma io e la modestia non ci frequentiamo granchè-
Talia rise alla battuta ed entrarono nel locale. Era un locale molto luminoso, dal gusto moderno, un posto davvero delizioso. C’erano vetrine che recavano molti dolci italiani in esposizione e la bionda fu tentata di provarne qualcuno. Ma mentre osservava i cannoli e le cassatine, Heechul le chiese con fare ironico -allora ragazza italiana, che tipo di caffè desideri?-
-La cosa più simile a un espresso che c’è- disse lei sperando di non ritrovarsi con una tazza di brodaglia marrone.
-Due ristretti extra- disse Heechul al cassiere. Talia fece per tirare fuori il portafogli dalla borsa, ma il ragazzo la fermò esclamando -dovevo offrirtelo io il caffè, ricordi?-
-Stavo scherzando Heechul, lo pago io il mio caffè- disse la bionda risoluta.
-Che razza di uomo sarei se non pagassi il caffè a una ragazza che mi tiene testa?- ribattè lui inclinando lievemente la testa con fare seduttore.
Talia alzò un sopracciglio in segno di scetticismo, ma poi ripose il portafoglio nella borsa.
I caffè furono pronti in un attimo e i due si sistemarono in un angolo del locale, lontano da numerosi sguardi seguivano Heechul dei quali Talia fortunatamente non si era accorta.
-Allora Talia- cominciò Heechul una volta sistemati al tavolo -che ci fai in Corea, è un pò lontanuccia da casa tua, non ti pare?-
-Sono qui per il progetto Erasmus, studio lingue orientali, coreano e giapponese per la precisione- disse lei in modo professionale.
-Interessante- disse Heechul con una vaga nota di ammirazione nella voce che Talia orgogliosamente notò
La ragazza dovette ammettere che il caffè, nonostante fosse bel lontano dalla perfezione italiana, non era niente male e lo beveva grata per il calore che la stava riscaldando in quella giornata gelida.
Ma mentre si gustava la nera essenza, si ricordò improvvisamente di una cosa che il ragazzo le aveva detto la sera in cui si erano incontrati per la prima volta.
-Mi hai detto che sei una specie di musicista- disse godendosi il calore della tazza che aveva tra le mani.
-Si, più o meno- rispose Heechul tentando disperatamente di non farsi andare il caffè di traverso.
-Che specie di musicista?-
-Oh...ehm...sono un produttore discografico-
Bugia. Heechul non sapeva di preciso perchè si era invenato quella balla, ma non si sentiva pronto a rivelare la verità a Talia: in cuor suo, anche se gli doleva ammetterlo, era convinto che se lei avesse scoperto la verità, avrebbe cominciato a comportarsi come le sue fan, pronta a pendere dalle sue labbra.
-Penso sia un lavoro abbastanza impegnativo se ti ha impedito di telefonarmi fino a questa mattina- fece lei guardandolo con la cosa nell’occhio mentre si portava la tazza alle labbra.
-Si, gestisco varie cose, è un lavoro che mi porta via parecchio tempo- disse il raazzo vago.
-Quindi conosci un sacco di cantanti famosi- continuò lei curiosa.
-Ehm, si, alcuni- ripose l’idol distogliendo lo sguardo e grattandosi la nuca.
Talia trovava curisoso questo atteggiamento di Heechul, tuttavia decise di non approfondire, appuntandosi mentalmente di fare qualche ricerca su Kim Heechul una volta tornata a casa.

Usciti dal caffè, ritornarono velocemente in macchina. L’aria pungente della sera cominciava a farsi sentire e il sole era ormai uno spicchio poco pronunciato che si specchiava sulle acqua tranquille del fiume Han.
-Allora bella signora, vuole ancora rifiutare la cena a lume di candela?- chiese sherzoso Heechul mentre avanzavano veloci sulle strada poco trafficata.
-Stavolta credo che passerò, ma ho apprezzato molto il caffè, davvero- disse Talia sorridendo al ragazzo.
Heechul non potè fare a meno di sorridere a sua volta. Per una delle rare volte da quasi dieci anni, si era sentito un ragazzo normale, solo per poco più di un’ora, ma era molto più di quanto avesse osato sperare. Quasi gli dispiaceva doverla lasciare accanto al suo alloggio così presto.
Una volta parcheggiata l’auto, scesero entrambi dalla macchina ed Heechul accompagnò la bionda fino al portoncino dello stabile.
-Grazie davvero Heechul- disse Talia guardando dolcemente l’idol.
-Gli amici mi chiamano Heenim- disse il ragazzo senza riflettere.
-Grazie davvero Heenim- ripetè la ragazza avvicinandosi.
Heechul venne pervaso dall’idea che lei volesse baciarlo e sentì che tutte le speranze che erano nate in lui lo avrebbero abbandonato da un momento all’altro.
Ma ancora una volta, Talia lo sorprese.
Sentì le braccia di lei cingergli la vita e la testa poggiarsi delicatamente al suo petto.
Dovette racimolare tutto la forza che aveva per non tremare.
Tutte le ragazze che aveva frequentato volevano andare direttamente al sodo, e il sodo non riguardava solo i baci.
La gratitudine con cui Talia lo stava abbracciando era palpabile e per un solo, stupido caffè. Heechul ci mise qualche secondo per ricambiare l’abbraccio, percependo il profumo di cannella a e menta piperita dei capelli di Talia.
Dio, avrebbe voluto restare così in eterno, a godersi quell’abbraccio così puro, ma Talia si staccò da lui lasciando che un freddo vuoto si interponesse fra di loro.
-Ci vediamo Heenim- lo salutò lei guardandolo un’ultima volta prima di entrare nell’edificio.
Heechul rimase in silenzio alzando semplicemente la mano in segno di saluto e restando a guadare la ragazza che scompariva dietro il portoncino. Fu in quell’attimo che l’idol capì che non sarebbe più riuscito a fare a meno di lei.

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Capitolo 8
*** Entropy ***


                      Entropy

-Allora? Come è andato l’incontro con il sexy coreano?- chiese Lavinia curiosa quando vide Talia spuntare dalla porta di casa.
-Era solo un caffè Lavi, tra l’altro anche buono- commentò la bionda arrossendo.
-Si, solo un caffè, guarda che Cassandra ti ha visto dalla finestra mentre amoreggiavi con il bel fustacchione- continuò maliziosa la mora.
-Oh si, e con che passione bollente- rincarò la dose Cassandra mentre estraeva dal forno delle patatine prefritte.
-La passione ce l’avete solo nelle vostre menti malate, lo stavo semplicemente ringraziando, mi ha portato in una caffetteria italiana, un gesto adorabile- ribattè la bionda seria.
Lavinia e Cassandra si scambiarono uno sguardo d’intesa e cominciarono a ridere.
-Vi odio- esclamò esasperata la bionda sprofondando sul divano.
-Anche se per cena ho preparato le cotolette?- chiese Cassandra cospargendo di sale le patatine.
-Odio solo Lavinia- si corresse Talia a cui il caffè aveva aperto una voragine nello stomaco.
-Ehi!- si lamentò la mora lanciandole un cuscino che la bionda schivò abilmente.
-Visto che voi due non avete fatto un cazzo fino ad ora, che ne dite di preparare la tavola?-
-Io ho studiato tutto il giorno- disse Lavinia convinta.
-Stare al computer con un libro davanti non vuol dire studiare Lavi- commentò sarcastica la bionda.
La mora incrociò le braccia corrucciata, salvo poi sciogliersi quado Cassandra le mise davanti una patatina che lei afferrò direttamente con la bocca.
-Esistono anche le mani Lavi- la rimproverò la rossa mentre estraeva i bicchieri dalla credenza.
-Non nel mondo di Lavinia- commentò Talia sgignazzando.
Cassandra aveva una bravura innata per la cucina e le tre cenarono allegre e di gusto, chiacchierando di quello che avrebbero fatto il giorno successivo al’università. E tra una chiacchiera e l’altra la mente di Talia cancellò l’appunto mentale riguardo il fare ricerche su Heechul.

-Ehi Heenim-hyung, giusto in tempo per la cena!- esclamò allegro Siwon quando Heechul rientrò nel dormitorio.
-Sia ringraziato il cielo hyung! Credevamo che tu fossi morto- strillò Yesung fingendo disperazione e gettandosi sull’amico.
-Allora hyung, possiamo finalmente sapere cosa avevi da fare?- chiese Sungmin senza distogliere lo sguardo dallo tv.
La domanda fece scendere nella stanza un silenzio carico di attesa. Heechul fece un profondo sospiro prima di parlare, tentando di darsi la carica per confessare la verità
-Io...sono uscito con una ragazza- disse tutto d’un fiato.
Yesung si staccò immediatamente da lui con la bocca spalancata, più o meno la stessa reazione che apparve sulla faccia di tutti i presenti.
Ovviamente il primo a rompere l’atmosfera di totale stupore che si era creata fu Siwon.
-Wow! Qua la mano hyung, ben giocata!- esclamò allegro il visual.
-Quanto durerà questa volta? Un paio di settimane?- chiese acido Kyuhyun dall’altro della stanza.
-E’ una ragazza occidentale, si chiama Talia- continuò Heechul senza badare alla domanda del maknae.
-Cavolo Heenim-hyung, ci hai colti di sorpresa, ormai erano mesi che non uscivi con qualcuna- commentò Shindong chiudendo la mascella di Kangin che era rimasto a bocca aperta.
-Non conosce i Super Junior. Non conosce me- disse enfatizzando le ultime parole come se ancora non ci credesse.
L’unico suono che si sentì in seguito all’affermazione di Heechul fu un “Ah” fuoriscito dalla bocca di Ryeowook che rimase immobile sulla porta della cucina con due scodelle colme di riso fumante.
-Dammi quelle scodelle prima che facciano una bella planata a terra- esclamò Donghae precipitandosi a prendere i recipienti dalle mani dell’amico.
-Dal tuo uso del tempo presente sul fatto che lei non conosca il gruppo ne deduco che non le hai detto ancora la verità- commentò Kyuhyun improvvisamente interessato.
-Le ho detto che sono un produttore discografico- confessò ancora Heechul con gli occhi bassi, come se quella bugia fosse la cosa peggiore che avesse mai detto.
-Perchè le hai raccontato una balla del genere?- chiese Yesung seriamente stupito.
Bella domanda.
Ormai era chiaro a Heechul che Talia era, anche per i suoi altissimi standard, più che degna di frequentarlo: era intelligente, brillante, spiritosa, e per quanto a Heechul piacesse poco l’idea che qualcuno potesse superarlo in bellezza, doveva ammettere che era anche molto carina. Persino lo smisurato narcisismo dell’idol e la sua propensione a credere che lui fosse il non plus ultra di tutto dovettero cedere il posto alla presenza della bella italiana. Ma una volta sceso a patti con il proprio ego, Heechul dovette fare i conti con una paura che aveva sempre tenuto rinchiusa in un piccolo angolo dell’anima.
-Temevo che si interessasse più del cantante che dell’uomo-
Le parole gli uscirono in un soffio che venne a stento percepito.
Quella fondamentalmente era la paura di tutti i membri del gruppo, anche se considerato il carattere Heechul-centrico dell’idol ci si aspettava da lui una minor percezione di questo pensiero, o addirittura una sua totale assenza. La confessione da parte di Heechul di essere terrorizzato dal fatto che le ragazze potessero avvicinarsi solo ed esclusivamente per interesse verso la carriera di grand star del pop era una cosa che meravigliò tutti.
Lui, Kim Heechul, spaventato dal tipo di interesse che le donne nutrivano per lui.
-Ma si può sapere che ti prende?!- esclamò furibondo Kyuhyun.
-Non urlare- lo rimproverò severo Leeteuk.
-Tu sei sempre stato al di sopra di tutte queste stronzate, a te interessava solo andare a letto con qualcuna, te ne fregavi di quello che provavano per te, e ora di punto in bianco arriva questa italiana del cazzo e il tuo cervello va a farsi fottere!- continuò con rabbia il ragazzo sputando fuori tutta la frustrazione che aveva in corpo.
-Bada a come parli ragazzino- disse piano Heechul stringendo in pugni e cercando di restare calmo.
-Non mi dici quello che posso o non posso dire! Io e te ci siamo sempre confidati, tu sai tutto di me e io so tutto di te, non ci siamo mai nascosti nulla, e ora arriva questa puttana italiana e decidi che io non valgo più nulla per te!- gridò in preda alla collera il più piccolo.
-Non azzardarti a parlare così di lei!- urlò Heechul accecato dalla rabbia scagliandosi contro Kyuhyun.
Il rapido intervento del gruppo per dividerli non bastò a evitare che Heechul tirasse un bel cazzotto sul naso di Kyuhyun che si ritrovò il volto coperto di sangue in pochi secondi.
Trattenuto da Shindong e Sungmin, Heechul guardò il sangue sgorgare a fiotti dal naso del più piccolo e si rese conto di quello che aveva fatto.
-Kyuhyun...io non...- tentò di dire prima che il leader prendesse la parola.
-Ryeowook, tenta di tamponare il sangue, sperando che Heechul non gli abbia rotto il setto e tu- disse rivolgendosi ad Heechul che si guardava la mano sporca di sangue visibilmente sconvolto -vieni con me-
Il ragazzo obbedì e seguì Leeteuk tra gli sguardi sconvolti di tutti i presenti. La cosa che lo ferì maggiormente fu vedere Siwon che sprofondava sul divano con la testa fra le mani. Quel pugno lo aveva dato a Kyuhyun, ma il dolore lo avevano sentito tutti.

Leeteuk si era diretto verso la sua stanza, seguito da un Heechul evidentemente scosso. Il ragazzo non poteva credere a quello che aveva fatto: aveva dato un pugno a Kyuhyun, la persona alla quale era più legato all’interno del gruppo. Che gli era saltato in mente?!
-Si può sapere che ti prende?!- chiese il leader in collera afferrando per le spalle Heechul.
-Mi ha provocato...-riuscì a dire l’altro poco convinto.
-E questo ti basta per prenderlo a pugni?!-
-Non deve parlare male di lei...-
-Cosa pretendevi? Che ti sorridesse e ti dicesse “bel lavoro Heenim”quando hai nascosto a tutti che stavi uscendo con una ragazza?-
-Siwon l’ha fatto...-
-Non cambiare discorso. Il punto è che hai fatto di una faccenda normale un affare di stato, questo perchè, come al solito, credi che tutto ciò che ti riguardi sia al di sopra dell’umana comprensione. Questa mattina non hai avuto rispetto per i tuoi amici, e se l’hai detto a me è stato solo per toglierti un peso dalla coscienza, non perchè volevi rendermi partecipe della tua vita. Qui siamo una famiglia Heenim, questi segretucci senza senso non hanno motivo di esistere e mi auguro che quello che è avvenuto oggi non venga a ripetersi mai più- concluse Leeteuk lasciando le spalle del ragazzo.
-Hyung...io non volevo...- cominciò Heechul che venne però fermato immediatamente dal leader.
-Credo che una doccia fredda per sbollire la rabbia ti farà bene- disse risoluto avviandosi verso la porta.
-Hyung!- lo implorò l’idol tentando di fermarlo.
Leeteuk non ascoltò e uscì dalla stanza lasciandolo solo.
Heechul rimase immobile per un po’, poi sentì la guancia bagnarsi e nascose il suo dolore nella manica della camicia prima di uscire a sua volta dalla camera.

Il dolore al naso era forte, forse Heechul gli aveva spaccato il setto. Il giorno dopo sarebbe dovuto andare in ospedale per farsi controllare e avrebbe saltato le prove della mattina. Non che gli dispiacesse prendersi una mattinata libera, ma di certo non per passarla in ospedale.
E tutto per colpa di quella ragazza.
Lei non conosceva Heechul come lo conosceva lui, non poteva minimamente immaginare quanti cuori infranti avesse dietro, quanto adorasse vedere le ragazze che cadevano ai suoi piedi appena sparava una qualsiasi cazzata poetica.
Già, lei non lo sapeva.
Che cosa buffa se stavolta fosse stato lui ad avere il cuore spezzato.
Kim Heechul che scopre che la ragazza di cui è innamorato l’ha preso solo in giro.
Davvero buffo.

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Capitolo 9
*** Do you believe in magic? ***


                                       Do you belive in magic?


La strada correva veloce sotto la Peugeot di Heechul. La linea azzurra all’orizzonte recava ancora i pochi sprazzi di luce che il sole, tramontato da più di mezz’ora, non smetteva di regalare al cielo di Seoul. Talia osserva incantata quella linea,seduta sul sedile del passeggero: in fondo era la stessa che vedeva anche nella sua città, quando il sole spariva tra i suoi stessi riflessi che brillavano sull’acqua del mare. E quando anche quell’ultima luce del giorno sbiadiva risucchiata dalle onde, nel cielo compariva Venere, la prima luce della notte ad arrivare e l’ultima ad andarsene prima dell’aurora.  

Erano passati diversi giorni dal pomeriggio al Caffè Pascucci. Nonostante facessero ormai ogni giorno lunghe chiacchierate al telefono, non erano riusciti a vedersi prima di quella sera. Talia era molto impegnata con i corsi universitari, ma aveva comunque più tempo libero di Heechul, impegnato quasi tutto il giorno con le prove. La bionda gli aveva chiesto diverse volte di uscire, ma ogni volta il ragazzo aveva dovuto ideare una scusa diversa.
Non riusciva a confessarle la sua vera identità
Era un codardo, e questo lo sapeva benissimo.
Ma la paura lo attanagliava e quando era sul punto di dirle la verità, la bocca si chiudeva di scatto e lo obbligava al silenzio.
Quella sera aveva rinunciato a un trattamento alle alghe marine per purificare il viso pur di stare con Talia. I trattamenti di bellezza erano una costante della sua vita, erano fondamentali per lui, ma pur di stare con lei avrebbe rinunciato anche alle alghe marine e ai fanghi all’argilla.
Il sorriso di Talia era in grado di purificargli l’anima.
Era ormai iniziato Dicembre e l’aria della città era sempre più pungente, ma Heechul aveva avuto un’idea brillante. O meglio, le sue idee erano sempre brillanti, ma questa era particolarmente arguta. Non era propriamente farina del suo sacco, ma l’applicazione che lui ne avrebbe fatto l’aveva resa geniale.
-Le nostre destinazioni sono sempre un mistero- commentò Talia osservando il paesaggio notturno della città. Ancora una volta, Heechul non le aveva detto dove la stava portando.
-Sei un tipetto molto pragmatico, se non sai dove sei diretta cominci a dare di matto- rispose di rimando l’idol sghignazzando.
-Io non do di matto!- sbottò la bionda incrociando le braccia e mettendo il broncio.
-Mi piace quando ti arrabbi- disse Heechul distogliendo per un attimo gli occhi dalla strada e regalando a Talia un sorriso divertito. A malincuore, Talia doveva ammettere che il sorriso di Heechul era da perderci la testa.
Nonostante il buio della notte si facesse sempre più fitto, la ragazza riuscì a scorgere una linea inconfondibile che si allargava sempre di più sull’orizzonte.
-Il mare...-disse sottovoce incantata.
-Già, volevo mostrarti qualcosa che ti ricordasse casa- disse il ragazzo cercando di scrutare con la coda dell’occhio la reazione di Talia.
-Anche l’altra volta mi hai portato in un posto che mi ha fatto sentire a casa- ribadì Talia senza staccare gli occhi dal mare.
-Si, ma il Caffè è comunque qui a Seoul. Il mare, nonostante lo chiamiamo con nomi diversi a secondo del luogo che bagna, è lo stesso ovunque. Il sale non cambia, l’acqua non cambia- disse mentre entravano in un parcheggio che dava su una spiaggia.
Talia sorrise ad Heechul e appena lui spense il motore, uscì dall’auto quasi di corsa.
L’aria salmastra la colpì all’istante. La bionda inspirò profondamente chiudendo gli occhi, erano quasi due mesi che non sentiva quell’odore e non si aspettava che le mancasse così tanto.
-Dove siamo qui?- chiese all’idol senza aprire gli occhi.
-Questa è la spiaggia di Hyeopjae, una delle spiagge più belle della Corea del Sud. D’estate questo posto è spettacolare, ma anche d’inverno non è male- rispose lui aprendo il bagagliaio della macchina ed estraendone delle coperte e un borsone.
-Dovremmo venirci di giorno qui- disse lei aprendo gli occhi ed osservando la spiaggia.
-C’è un motivo se ti ho portata qui di sera, non faccio niente se non c’è uno scopo specifico- disse Heechul laconico.
La bionda gli diede un pugno sulla spalla ed il ragazzo rise alla reazione non proprio inaspettata.
Si diressero verso la spiaggia, mentre il rumore delle onde accompagnava dolcemente l’illuminarsi progressivo dell stelle. Trovato un punto adatto, Heechul posizionò le coperte sulla sabbia, umida della brina serale.
-Congeleremo- commentò Talia stringendosi nel cappotto.
-Non se il mitico Heenim ha della cioccolata bollente nel suo magico borsone delle meraviglie- ribbattè lui estraendo un thermos dalla borsa.
Talia rise divertita e si sedettero sulle coperte mentre il buio della notte aveva ormai coperto ogni cosa.
-Ti dicevo che c’è un motivo se ho pensato di portarti proprio qui- disse il cantante mentre gustavano la cioccolata calda.
-Ed è possibile anche saperlo?- chiese la ragazza portandosi un bicchiere colmo di cioccolata bollente alle labbra.
-Chiudi gli occhi- disse Heechul fissando intensamente Talia.
-Che?!-
-Avanti, chiudi gli occhi-
Talia finì la cioccolata e obbedì con una certa riluttanza, chiedendosi che diavolo avesse in mente Heechul.
-Adesso stenditi, giuro che non voglio violentarti- continuò l’idol.
-Non è proprio la frase più adatta da dire a una ragazza Heenim- ribbattè Talia stendendosi sulla coperta.
Heechul rise e aspettò che Talia si fosse sistemata per stendersi a sua volta accanto a lei.
-Adesso apri gli occhi- disse infine.
Il respiro della bionda si bloccò di colpo.
Davanti a lei c’era lo spettacolo più bello che avesse mai visto.
Milioni di stelle splendenti illuminavano la volta celeste e la luce della luna crescente sembrava tagliare l’oscurità come una spada.
-Heechul...-riuscì a dire interropendosi emozionata.
-Sai, so fare bene parecchie cose, ma sono capace persino disegnare con le stelle- disse Heechul spostando lo sguardo su Talia. A sua volta la ragazza posò su di lui uno sguardo curioso.
-Scegli un oggetto, un animale, qualunque cosa- continuò il ragazzo senza smettere di guardarla.
-Non credo di seguirti Heenim- disse Talia alquanto confusa.
-Devi solo scegliere un oggetto, non mi sembra tanto difficile- disse lui con il chiaro intento di stuzzicarla.
-Te l’hanno mai detto che sei uno stronzo?- sbottò la bionda incrociando le braccia imbronciata, una cosa che Heechul adorava.
-Si, me l’hanno detto spesso- disse il ragazzo sghignazzando -allora, questo oggetto?-
-Una bicicletta- esclamò Talia con aria di sfida.
Heechul si limitò a sorridere, poi si avvicinò a Talia e le fece passare li braccio sotto la testa, in modo da poterla stringere a sé.
-Ci credi nella magia?- le sussurrò l’idol.
-Dipende dalla magia- rispose la bionda sussurrando a sua volta.
-A questa ci crederai di sicuro-
Heechul fece in modo da sovrapporre la sua mano su quella di Talia in modo che l’indice della ragazza coincidesse con il suo e, scrutato il cielo per qualche secondo, alzò le loro mani legate, puntando verso il cielo gli indici.
Poi cominciò a muovere il braccio.
Come se stesse disegnando.
Talia osservava attenta il movimento delle loro mani unite, e dopo poco rimase senza parole.
-Che te ne pare?- chiese Heechul abbassando il braccio.
Seguendo i movimenti delle mani unite, Talia era riuscita a scorgere la sagoma di una bicicletta formata dalle stelle.
-Fallo ancora...-riuscì a dire completamente rapita.
Heechul sorrise soddisfatto, contemplando il volto di Talia illuminato dalla luce lunare. Quel viso aveva un qualcosa di etereo, come se fosse senza tempo.
-Che cosa vuoi che disegni?- chiese allora sovrapponendo di nuovo le loro mani.
-Disegna il sole- chiese lei fissandolo.
-Ma così è facile!- ribadì lui sorpreso.
-Per favore...-chiese lei supplichevole.
Heechul non ribattè, alzò il braccio e ricominciò a disegnare tra le stelle.
Quando ebbe finito, Talia osservò il sole fatto di stelle, poi spostò lo sguardo su Heechul.
-Il sole è una stella, no?- chise la bionda al ragazzo.
-Si, esatto- rispose lui senza saper bene dove Talia volesse arrivare.
-Ti ho fatto disegnare una stella fatta da altre stelle- continuò lei.
-Che stai cercando di dirmi Talia?- chiese Heechul fissandola.
La ragazza si spostò verso di lui, al punto che sentivano sulla pelle l’uno il respiro dell’altra. Heechul non l’avrebbe mai ammesso, ma stava tremando.
E non per il freddo.
-Mi sono successe molte cose belle in queste settimane, e tutte sono legate a te Heenim. Tu racchiudi tutti i momenti che in queste settimane hanno reso la mia vita più luminosa. Sei il mio sole fatto di stelle Heechul- sussurrò la bionda guardando intensamente l’idol.
-Talia...-
Heechul non riuscì a dire altro.
Le loro labbra quasi si sfioravano. Heechul aveva baciato tante ragazze, ma Talia era la prima per la quale provasse qualcosa.
E desiderava disperatamente sapere che sapore hanno i baci quando si danno per amore.
Le loro labbra erano ormai a pochi millimetri, quando un rumore improvviso fece girare entrambi in direzione del parcheggio.
-Che cos’era?- chiese Talia spaventata.
-Forse un gatto- rispose Heechul consapevole di aver perso un momento che non sarebbe tornato.
-Oh un serial killer pazzoide che ci vuole uccidere- disse visibilmente terrorizzata.
-Andiamo Talia, non agitarti- disse Heechul cercando di calmarla.
-E’ meglio ritornare in città- disse lei raccogliendo le coperte.
Heechul fissò il parcheggiò. Era stato un rumore molto forte., una specie di tonfo, come se qualcosa fosse caduto.
O qualcuno.
-Hai ragione, meglio ritornare in città. Resta accanto a me finchè non saremo in macchina- disse Heechul raccogliendo il borsone.
Si diressero verso la macchina guardandosi intorno circospetti ed entrambi fecero un profondo respiro quando si sedettero al sicuro nella Peugeot di Heechul.
Entrambi rimasero in silenzio per un po’, non tanto spaventati per quello strano rumore, quanto imbarazzati per quel bacio rimasto in sospeso.
Heechul pensò che quello fosse il momento giusto per dirle tutta la verità. Se avesse ancora rimandato, lei avrebbe potuto sentirsi presa in giro, e questo non poteva sopportarlo.
-Talia, io...-cominciò insicuro.
-Mi dispiace Heenim. Sai, mi spavento facilmente- si scusò lei portandosi una mano alla fronte.
-No, avevi ragione. Era un posto isolato, quel rumore avrebbe potuto essere qualunque cosa- cercò di rassicurarla lui.
-Ho rovinato una bella serata- disse mortificata.
-Non dire stronzate, non hai rovinato nulla. Mi sono sentito vivo per la prima volta in vita mia stasera, ed è solo merito tuo- disse l’idol con più enfasi di quanta avrebbe voluto.
-Heenim...-sussurò Talia posandogli una mano sulla spalla.
I due rimasero in silenzio fino a quando Heechul non fermò la macchina sotto l’alloggio di Talia.
-Talia...io, devo dirti una cosa...-cominciò Heechul guardandola negli occhi.
Quegli occhi.
Quelle due voragini scure che sembravano sempre sul punto di inghiottire l’universo.
No.
Non ne aveva la forza.
Non riusciva a superare quella paura, la paura che la sua fama diventasse la prima preoccupazione delle ragazze che aveva accanto.
Si portò le mani in faccia, come a voler nascondere se stesso.
O come per nascondersi da lei.
Talia non riusciva a capire lo strano comportamento di Heechul, ma percepiva che soffriva per qualcosa.
Istintivamente gli prese le mani dal volto e lo guardò dolcemente.
Heechul non seppe resistere oltre.
Si spinse verso di lei e posò le sue labbra su quelle della bionda.
Talia non si mosse, sospesa a metà tra la sorpresa e l’emozione. Dopo un primo attimo di smarrimento, chiuse gli occhi e posò una mano sulla guancia di Heechul, sentendo un brivido sotto il suo tocco. A sua volta il ragazzo portò una mano sulla guancia della bionda, facendo scorrere le dita sulla pelle liscia del suo viso.
Aveva bisogno di quel bacio, aveva bisogno di sapere che cosa si prova quando la persona che stai baciando ti ama per quello che sei.
E gli sembrò che il mondo potesse andare in pezzi da un momento all’altro, ma lui sarebbe sopravvissuto comunque.
Perchè adesso il suo mondo era lei.

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Capitolo 10
*** The dark side of the moon ***


                                   The dark side of the moon


-Talia ma mi stai ascoltando?-

-Eh?-
-Capisco che baciare il bel coreano sia stata un’esperienza oltre l’umana comprensione, però collega il cervello e deciditi, hai quei due maglioni in mano da dieci minuti-
-Si Lavi, scusami...ero sovrappensiero...-
Lo shopping non era una delle attivutà preferite di Talia, ma Lavinia aveva insistito a tal punto che alla fine aveva ceduto. Quando la mora aveva pronunciato la parola “shopping” nell’alloggio, Cassandra era sparita, lasciando la bionda sola a sorbirsi un pomeriggio di spese pazze.
Il centro commerciale COEX Mall si trovava nel distretto Gangnam e avevano impiegato più di un’ora per arrivarci, ma anche dal poco entusiasta punto di vista di Talia, ne era valsa la pena. Il centro commerciale era immenso: i negozi erano talmente tanti che si confondevano tra loro, ma il centro era fornito anche di una libreria bellissima, una cosa che la bionda apprezzò molto. Sfortunatamente non le era stato possibile visitarla, in quanto Lavinia la trascinava da un negozio all’altro senza mostare nessun segno di stanchezza.
Erano ferme da parecchio in un negozio che vendeva abbigliamento urban e mentre Lavinia aveva ormai provato la metà degli indumenti, Talia era rimasta bloccata al reparto maglieria, apparentemente indecisa tra un maglione azzurro e uno bianco, ma in realtà la sua mente era rimasta nella macchina di Heechul.
Le ragazze l’avevano tartassata di domande una volta rientrata all’alloggio la sera precedente. Lavinia lanciava gridolini di euforia mentre Talia raccontava dell’uscita, mentre Cassandra ascoltava in silenzio, ma non era riuscita a nascondere del tutto il proprio entusiasmo nel momento in cui la bionda aveva parlato del bacio, strabuzzando gli enormi occhi ambrati, cosa che per lei equivaleva alla massima forma di sorpresa.
-Che ne dici di questi?- chiese Lavinia alla bionda mostrandole un paio di jeans.
-Pensi che io stia correndo troppo Lavi?- chiese di rimando Talia ignorando i jeans della mora.
-Ancora con questa storia? E’ stato solo un bacio, niente di cui vergognarsi. E poi ha cominciato lui, tu non hai fatto nulla. Allora, questi jeans?-
-Sono carini. Dovrei aspettare che sia lui a chiamarmi?-
-Perchè? Non sei mica la principessa minchiona delle favole che deve aspettare la mossa del principe di turno. Se ti va di chiamarlo, fallo e basta. Hai deciso che maglione prendere?-
Talia ringraziò il cielo di avere un’amica schietta come Lavinia e scartò il maglione azzurro prendendo quello bianco. Ma appena si girò per andare verso le casse, lo scontro con un ragazzo la spedì dritta sul pavimento.
-Oh, sono desolato, si è fatta male?-
Talia alzò lo sguardo verso il ragazzo contro la quale si era presumibilmente scontrata.
Un paio di occhi scuri restiruirono il suo sguardo.
Talia venne percorsa da una strana sensazione, ma non sapeva spiegarsi cosa fosse.
Intanto il ragazzo si era inginocchiato accanto a lei.
-Mi dispiace tantissimo, le chiedo scusa- disse mortificato.
-Oh, non mi sono fatta niente, dico davvero- rispose Talia tentando di rimettersi in piedi.
-Che sollievo- esclamò il ragazzo alzandosi e porgendole la mano per aiutarla.
-Grazie- disse la bionda afferrandogli la mano e tirandosi su.
-Mi permetta di offrirle un caffè per farmi perdonare-
-Ti prego dammi del tu, non ho cinquant’anni.-
-Si, hai ragione. Mi chiamo Kyuhyun- si presentò il ragazzo tendendo una mano.
-Talia, e lei è la mia amica Lavinia- disse la bionda stringendo la mano di Kyuhyun e indicando la mora che aveva osservato la scena senza muovere un muscolo.
-Non siete coreane vero?- chiese sorridente il cantante.
-L’hai intuito dai nomi o dal fatto che non abbiamo gli occhi a mandorla?- chiese Lavinia lievemente accigliata.
-Lavi!- la rimproverò Talia.
-No, ha ragione domanda stupida- si scusò Kyuhyun portandosi una mano al petto -allora, posso offrirvi un caffè?-
-Io e Talia abbiamo da fare, devi scusarci. E’ stato un piacere scontrarsi con te Kyuhyun- tagliò corto Lavinia spingendo Talia verso le casse.
-Oh, ehm...magari la prossima volta Kyuhyun- riuscì a dire Talia mentre veniva trascinata via dall’amica.
-Spero di rincontrarti presto Talia- disse laconico Kyuhyun.
Talia non rispose, ma non smise di fissare il ragazzo nemmeno mentre pagava il maglione e usciva dal negozio.
-E’ stato un piacere Talia- sussurrò il ragazzo mentre osservava le due ragazze allontanarsi.
-Allora? Hai trovato quello che stavi cercando?- chiese Yesung con aria annoiata.
-Si, l’ho trovato- rispose Kyuhyun portandosi la mano che aveva stretto quella di Talia alle labbra.


-Siamo tornati!- esclamò Yesung mettendo piede nel dormitorio.
-Fatto buoni acquisti?- chiese Kangin mentre con’aria distratta creava un castello con un mazzo di carte francesi sul tavolo della sala da pranzo.
-L’idiota di Kyuhyun mi ha fatto restare per mezz’ora in un negozio senza comprare nulla e uno dei rarissimi pomeriggi senza prove che ci è capitato l’ho dovuto sprecare per assecondare la sua mente bacata-
-Potevi anche non accompagnarmi hyung, non ti obbligato puntandoti una doppietta alla schiena- rispose Kyuhyun entrando a sua volta nella sala.
-Oh certo, così poi avrei dovuto sorbirmi le tue recriminazioni sul fatto che tutti ti trattano male- sbottò Yesung incrociando le braccia.
Kyuhyun non rispose, in compenso andò a scontrarsi di proposito con il tavolo, distruggendo la struttura di Kangin.
-Io ti ammazzo stronzo!- urlò Kangin afferrando al volo il più giovane e trascinandolo sul pavimento.
-Non ne sei capace- disse sghignazzando Kyuhyun che in men che non si dica venne sovrastato dal più grande.
-Vuoi scommettere?- gli chiese Kangin bloccandogli i polsi sopra la testa.
-Oh santo cielo, le fan potrebbero andare in visibilio di fronte a questa scena-
La voce di Heechul fece girare di scatto Kyuhyun, che essendo ancora furibondo con lui, dovette soffocare a stento le risate. La faccia del più grande era ricoperta di una crema arancione che emanava un odore di agrumi quasi soffocante e una cuffia bianca gli copriva la testa impedendo ai capelli di sporcarsi. Se non avesse saputo che ne aveva trascinate più lui a letto che Hugh Hefner in persona, avrebbe avuto seri dubbi sul suo orientamento sessuale.
-Che cazzo ti sei spalmato in faccia hyung?- chise Yesung osservando disgustato la poltiglia spalmata sulla faccia dell’amico.
-E’ una maschera agli agrumi, dilata i pori e purifica la pelle- rispose l’idol convinto.
-Tu dovresti farti dilatare il cervello- disse Kangin senza mollare la presa su Kyuhyun.
-Non sapevo che tu avessi gusti tanto...discutibili- commentò Heechul puntando lo sguardo sul più giovane dei presenti.
-La stessa cosa potrebbe dirsi di te...Heenim- sussurrò Kyuhyun dal pavimento senza farsi sentire.
Kangin mollò la presa sul più piccolo, alzandosi dal pavimento e ritornando alle sue carte rovesciate sul tavolo.
Kyuhyun si mise a sedere, ma non ebbe il tempo di alzarsi che si rese conto che Heechul e il suo tremendo profumo di agrumi lo avevano raggiunto sul pavimento.
-Kyuhyun, ascoltami...io devo scusarmi con te. Sono giorni che non parliamo e la cosa mi fa star male, dico sul serio. Mi sono comportato male con tutti, e in special modo con te. Non avrei dovuto nasconderti che stavo uscendo con una ragazza, non so perchè l’ho fatto. Io ti voglio bene, non vorrei mai far niente che possa ferirti e spero che tu possa perdonare il mio comportamento-
Il più piccolo rimase in silenzio, guardando negli occhi il più grande che aspettava in silenzio una risposta. Gli sarebbe piaciuto credergli, ma d’altro canto non riusciva a perdonare il fatto che il suo Heenim non si fosse fidato di lui a tal punto da nascondergli un fatto di tale portata. Magari in altri contesti il fatto che Heechul avesse nascosto di uscire con qualcuna sarebbe sembrata una cosa di poco conto, ma non in questo caso. Loro due non si erano mai nascosti nulla.
Quindi, come Heechul gli aveva mentito, così avrebbe fatto lui. Forse così il suo “amico” avrebbe capito cosa si provava ad essere preso in giro.
-Non è successo nulla Heenim-hyung, puoi stare tranquillo- mentì abbassando lo sguardo. Non era così ipocrita da mentirgli guardandolo negli occhi.
-Cos’è questa novità?Da quando mi chiami hyung?- chiese spingendolo di nuovo a terra e bloccandolo nella stessa posizione di Kangin.
-Dai Heenim, smettila- si lamentò il più piccolo cercando di divincolarsi.
-E dire che ero convinto che a te piacesse stare sotto- gli sussurrò Heechul avvicinandosi al viso del più piccolo e leccandosi provocante le labbra.
-E ti sei sempre sbagliato!- esclamò Kyuhyun ribaaltando le posizioni con un improvviso scatto che Heechul non riuscì a bloccare.
-Risparmiate queste scene per il fanservice, sto mangiando- sbottò Yesung che aveva rimediato un pacco di patatine nella dispensa.
Kyuhyun si alzò dal pavimento e si avviò verso le camere senza dire una parola.
Heechul si mise a sedere, osservando il più piccolo che sia allontanava. Aveva uno strano comportamento che non riusciva a decifrare.
Come se stesse nascondendo qualcosa.
L’orologio al polso del ragazzo suonò, ricordandogli che era il momento di togliere la maschera. Si alzò e si diresse verso il bagno.
-Ti sono mancato vero?- disse allo specchio una volta accesa la luce nella stanza.
Heechul si sciacquò il viso e lo osservò prima di tamponarlo con un asciugamano.
Si concentrò sulle labbra ben definite e vi portò sopra le dita della mano.
Talia.
Il bacio che le aveva dato aveva segnato un prima e un dopo.
Era come se fosse vissuto tutta la vita in attesa di quell’unico momento.
Era chiaro che era completamente innamorato di lei, ma c’era ancora una piccola, insignificante questione che non aveva il coraggio di affrontare.
Come rivelarle la sua identità.
Asciugatosi il volto, lo osservò di nuovo, in cerca di eventuali imperfezioni. Tutto questo stress poteva favorire la nascita di rughe, era meglio risolvere la situazione il prima possibile.
-La smetti di specchiarti? Guarda che la situazione non migliora se passi il tempo a fissare la tua faccia- gli disse Kyuhyun che si era affacciato nel bagno sorprendendolo.
Heechul abbassò lo sguardo per evitare che il più giovane vedesse il sorriso che gli era nato sul volto.
-Kyuhyun, posso chiederti un parere?- chiese il più grande girandosi verso di lui.
-Spara-
-Talia ancora non sa che sono un cantante famoso, secondo te dovrei dirglielo?- chiese tutto d’un fiato. Era un azzardo chiederlo proprio al suo dongsaeng, visto che gli aveva spaccato il naso poco tempo prima. Ma sapeva che sarebbe stato schietto al riguardo, e che di certo non gli avrebbe mentito.
-Secondo me è presto per confessare tutto. Vi conoscete da meno di un mese, potrebbe finire per restare con te solo per la tua fama. O i tuoi soldi. O entrambi- gli rispose sommessamente il più piccolo.
Ecco. Kyuhyun aveva appena confermato tutte le paure che affliggevano l’animo di Heechul. E il ragazzo pensò che in fin dei conti non aveva tutti i torti. Era meglio aspettare ancora un po’.
-Grazie Kyuhyun, sei un’amico- gli disse Heechul uscendo dal bagno.
Il più giovane si spostò per lasciarlo passare e lo osservò finchè si ritirò nella sua stanza.
-Perfetto- disse ridendo sommessamente.


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Capitolo 11
*** The light of the world ***


                                The light of the world


-Heechul, non ti stai concentrando!Già di tuo non sei un granchè come ballerino, ma almeno tenta di ricordare i passi!- sbraitò il coreografo stoppando la musica con un telecomando.

-Mi spiace Yong-Ho-hyung...- fu l’unica cosa che riuscì a dire Heechul.
Quella mattina si sentiva particolarmente nervoso. Era riuscitò a procurarsi un paio d’ore quella sera da trascorrere con Talia, Seoul addobbata a festa per il Natale era uno spettacolo, un giro per le vie illuminate e una cena in un bel ristorante sarebbero state di certo apprezzate. Non era l’idea più originale che potesse avere, ma poteva andar bene per una sera. Bhe, di certo non poteva pretendere di ricreare la magia di qualche sera precedente, su quella spiaggia aveva dato il meglio di sé.
Eppure...
Non riusciva a scacciare dalla mente una strana sensazione che lo rendeva inquieto. Dava per scontato che probabilmente era per via del fatto che non era riuscito ancora a confessare a Talia la sua identità, ma era anche segretamente convinto che qualcosa di brutto potesse accadere da un momento all’altro.
Ma da quando in qua dava retta a pseudo-sensazioni paranormali?!
-Heechul!-
-Si, scusa Yong-Ho-hyung-
-Andiamo Heenim, non possiamo andarcene se non ti concentri!- si lamentò Leeteuk alzando le braccia in segno di esasperazione-
-Ho chiesto scusa!- sbottò il ragazzo visibilmente irritato.
-Datti una calmata Heenim-hyung- disse Sungmin avvcinandosi all’amico a braccia incrociate.
-E voi piantatela di starmi addosso!- strillò Heechul alzando gli occhi al cielo.
Il silenzio scese nella sala mentre tutti puntarono lo sguardo su Heechul esterrefatti.
Il ragazzo abbassò lo sguardo stringendo i pugni.
-Scusate- mormorò uscendo dalla sala senza alzare lo sguardo.
Ormai era chiaro che in lui c’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire che diamine gli stesse succedendo.
Strinse forte il pacchetto di sigarette che teneva nella tasca della tuta. Sapeva bene che il fumo danneggiava le corde vocali, ma non riusciva a calmarsi. Quindi decise di salire sul terrazzo degli studi per prendersi una pausa. Era una bella giornata di sole e quando Heechul spalancò la piccola porta che dava sul terrazzo, i raggi caldi gli colpirono il viso, regalandogli una piacevole sensazione di tepore sulla pelle. Afferrò le sigarette e l’accendino che aveva in tasca e ne accese una. Si sforzava di non fumare per quanto poteva, ma in genere un paio di sigarette a settimana non riusciva a negarsele. Alla prima boccata di tabacco sentì i nervi rilassarsi e sospirò soddisfatto. Si diresse quindi verso il parapetto che gli stava davanti e osservò la strada sottostante. Gli studi della SM Town si trovavano in un bel edificio di tre piani, quattro contando anche il terrazzo, nel distretto Gangnam. Le macchine scorrevano veloci, mentre persone indaffarate si spostavano con passo veloce sui due lati della strada. Quella scena così movimentata provocava in Heehul un senso opposto di tranquillità: erano immagini di vita quotidiana, una cosa che Heechul stava sperimentando solo adesso dopo tanto tempo.
E questo solo grazie a lei.
-Sai che non dovresti fumare, Heenim-hyung-
La voche di Eunhyuk lo fece voltare di scatto. Colto con le mani nel sacco.
-Ah...ehm...mi hai beccato- disse Heechul allargando le braccia.
-Lo sai che non fa bene alle corde vocali- disse il ballerino prendendogli la sigaretta dalla mano e tirando a sua volta una profonda boccata.
-Non fa bene nemmeno a te- commentò Heechul incrociando le braccia.
-Vero, ma io sono un ballerino e sono bravo con il rap, la voce serve più a te che a me- gli rispose il ragazzo restituendogli la sigaretta ormai consumata a metà.
Heechul sorrise e fece a sua volta un lungo tiro.
-Come sapevi che ero qui?- chiese Heechul al ballerino.
-Intuito...-
Heechul lo guardò sarcastico ed Eunhyuk rise divertito.
-Sono uscito subito dopo di te, mi sembravi davvero molto strano...-confessò
-Mi dispiace- si affretto a dire Heechul- non so cosa mi stia prendendo-
-Scommettò che è per via di quella ragazza- commentò sornione il ballerino prendendogli di nuovo la sigaretta dalla mano.
-In verità non credo sia proprio per Talia che sono nervoso...-
-Allora per cosa?-
-Non so nemmeno io. Mi sento strano, come se ci fosse qualcosa che non quadra...io in genere non faccio caso a sensazioni e presagi interiori, mi sembrano solo stronzate, ma questa sensazione non riesco a scacciarla dalla mente-
Eunhyuk guardò per un attimo il suo hyung. Il bel profilo illuminato dalla luce del giorno donava al suo volto qualcosa di etereo.
Come il viso di chi riflette dentro di sé la luce del mondo.
Talia era davvero fortunata.
-Che stai guardando Hyuk-jae?- chiese il più grande dando un lieve spintone al minore.
-Niente- rispose lui abbassando lo sguardo mentre un lieve sorriso gli si dipingeva sul viso.
Heechul spense la sigaretta in uno dei posacenere posti strategicamente accanto al parapetto, poi con fare provocante tirò per la maglietta il suo dongsaeng in modo che i loro visi quasi si sfiorassero
-Dai rientriamo in sala, altrimenti gli altri penseranno che stiamo facendo qualcosa di sconveniente...- gli mormorò sorridendo maliziosamente.
Il ballerino rimase pietrificato. Ma perchè doveva comportarsi così?! Sapeva che non faceva sul serio e che il suo era il solito gioco che faceva con tutti.
Ma ogni volta che scherzava così con lui era una pugnalata all’anima. Ogni fottuta volta.
-Ti prego non fare così...-sussurò abbassando lo sguardo.
La sua voce era talmente bassa che Heechul non sentì una sola sillaba di quella che aveva detto il suo dongsaeng.
-Che?- chiese al ballerino.
-Niente, lascia perdere. Torniamo dagli altri vecchia battona da strada- gli rispose Eunhyuk dandogli uno spintone.
Heechul rimase inorridito.
-A chi hai dato della “vecchia”?!-


Seduta nel Wolhyang Caffe, una piccola caffetteria non lontana dalla Sogang University, Talia si godeva una tranquilla solitudine accompagnata dalle pagine del suo libro preferito, “Cime tempestose”. Dopo le lezioni Cassandra e Lavinia erano andate a casa, in quanto Lavinia aveva completamente saltato i turni di pulizia della settimana e Cassandra avrebbe dovuto farle la guardia per evitare che l’alloggio si trasformasse in un porcile.
“Questa è un’affermazione molto razzistica nei confronti dei maiali!” Aveva esclamato la mora mentre Cassandra la trascinava via. Non volendo tornare subito all’appartamento, Talia aveva deciso di gironzolare un po’ in zona finchè non aveva trovato questo accogliente locale che sembrava fare proprio al caso suo. Trasportata nel mondo di  Heathcliff e Catherine e del loro amore struggente, la bionda quasi non si accorse del giovane che la stava salutando.
-Talia, giusto?-
La ragazza alzò di scatto il viso dal libro e riconobbe un volto conosciuto solo qualche giorno prima.
-Tu sei Kyu...ehm...-disse la bionda cercando di ricordarsi il nome del ragazzo.
-Kyuhyun- le ricordò il cantante sedendosi al tavolo della ragazza.
-Si, giusto. E’ un piacere rivederti- disse Talia cortese.
-Anche per me. Ah, Cime Tempestose! Il mio romanzo preferito- disse Kyuhyun seriamente colpito dal libro.
-Sul serio? Anche il mio- esclamò Talia sorridendo- le mie coinquiline dicono che i gusti di una donna del settecento-
-Un paragone un po’ anacronistico, visto che Emily Brontë vive e scrive nella prima metà dell’ottocento- commentò il ragazzo portandosi una mano sotto il mento.
Talia rise divertita dal commento e il cantante notò che aveva una risata davvero particolare. Una risata che trasmetteva calore. Kyuhyun cominciava a capire che ci trovasse Heechul in una come lei.
-Scommetto che sei italiana- disse il ragazzo con l’aria di chi tira a indovinare.
-Indovinato- affermò lei annuendo con la testa.
-Talia è la musa della commedia nella mitologia greca giusto?- chiese il ragazzo memore della ricerca che aveva fatto la sera prima.
-Sai molte cose- commentò la bionda seriamente colpita.
-Mi interesso di mitologia-mentì spudaratamente il cantante.
-Sei un tipo interessante Kyuhyun- commentò lei incrociando le braccia.
-Non covresti usare un “oppa” qui e là di tanto in tanto?- chiese lui prendendola in giro.
-Cosa ti fa pensare che io non sia più grande di te? Magari ho quarant’anni e non li dimostro- disse lei dandosi delle arie.
Kyuhyun rise.
Era molto simpatica. Una cosa che lui non si aspettava.
-Avrai si e no vent’anni anni- disse Kyuhyun inclinando leggermente la testa.
-Ventidue- lo corresse la bionda.
-Io ne ho ventisei, quindi credo che un bel “oppa” vicino al mio nome dovresti metterlo-
-Ma perchè voi coreani siete fissati con queste formalità? Anche Heechul me lo disse al pub...- sbottò Talia parlando più tra sè e sè che al suo interlocutore.
Kyuhyun si sentì gelare il sangue.
-Chi è Heechul?- chiese con nonchalance.
-Oh...è un ragazzo che sto frequendando. Ci siamo conosciuti a un pub- disse la bionda imbarazzata.
-Da quanto tempo sei a Seoul Talia?- chiese Kyuhyun improvvisamente.
-Umh, da due mesi, giorno più giorno meno- rispose lei gesticolando con le mani.
-Solo da due mesi e già frequenti un ragazzo. Non hai perso tempo, dico bene?- chiese il giovane con uno strano sorriso sul volto.
Talia sorrise a sua volta, ma nella voce del ragazzo c’era una nota stonata. Sembrava quasi un rimprovero.
-Allora, ti piace la città?- chiese Kyuhyun cambiando discorso.
Talia scacciò via quel pensiero dalla mente e mentre discuteva con Kyuhyun di quanto Seoul fosse bella e interessante, trovò in lui una piacevole compagnia.
Durante la chiacchierata, gettò l’occhio sull’orologio al polso. Le cinque e mezza. Aveva appuntamento con Heechul alle sette e doveva passare a casa a cambiarsi.
-Kyuhyun, ho apprezzato molto la tua compagnia, ma devo tornare a casa. Ho ho impegno-disse  alzandosi.
-Un appuntamento galante?- la incalzò il ragazzo.
-Si, con Heechul- ammise la ragazza sorridendo al solo pensiero.
-Bhe, è stato un piacere incontrarti di nuovo Talia, disse Kyuhyun alzandosi a sua volta.
-Tto man-na-yo Kyuhyun-oppa- disse Talia marcando di proposito il suffisso “oppa” e tendendo la mano al ragazzo.
Kyuhyun sghignazzò, e le strinse la mano. Ma appena la ebbe lasciata tornò serio e le chiese- Talia, posso rivederti?-
Inconsapevolmente, kyuhyun aveva usato la stessa espressione di Heechul quando aveva incontrato la bionda per la prima volta al pub. E questa cosa non sfuggì a Talia che lo guardò sorpresa.
-Non vorrei sembrati sgarbata, ma in Italia è sconveniente che una persona ne frequenti diverse allo stesso tempo-
-Lo è anche in Corea, ma apprezzo molto la tua compagnia e non mi attrai in “quel” modo- si affrettò a dire il ragazzo alzando le mani.
Talia sorrise rassicurata, poi afferrò un pezzo di carta e una penna dalla borsa e scrisse il suo numero per poi porgerlo al ragazzo.
-Mi fa piacere averti incontrato, sei davvero simpatico- gli disse Talia uscendo dalla caffetteria.
Kyuhyun le sorrise e quando lei fu uscita rimase per un po’ a contemplare il numero sul pezzo di carta. Tutto procedeva secondo i suoi piani. Ma sentiva una specie di nodo allo stomaco che non riusciva a spiegarsi. Solo parecchio tempo dopo avrebbe capito che si trattava di senso di colpo.
Perchè in fondo lei era davvero speciale.

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Capitolo 12
*** Moonstone ***


                              Moonstone

Talia stava passando una splendida serata: la cena in un pittoresco ristorantino e il giro per una delle grandi strade commerciali di Seoul erano state una magnifica idea. La città addobbata per le feste era splendida, sembrava di essere in una favola. Ma la cosa che più di tutte mandava Talia su un’altra galassia era passeggiare con la mano intrecciata a quella di Heechul. Quella sera il ragazzo era più bello del solito: aveva cambiato taglio e colore di capelli, da neri erano diventati di un bel rosso rame. Talia era rimasta molto sorpresa vedendo quel cambiamento radicale, in fondo in Italia raramente i ragazzi si tingevano i capelli, o per lo meno non in maniera così drastica.
Il ragazzo però le aveva assicurato che era per una questione di immagine. “Sono pur sempre un produttore discografico” le aveva detto con la sua solita aria spavalda.
Anche Heechul dovette constatare che Talia era davvero molto bella: i tratti del viso, delineati da un sapiente make-up non molto evidente, erano ancora più delicati, gli occhi ancora più profondi, le labbra brillavano per il via di un bel rossetto rosso.
Era una visione paradisiaca.
Per concludere la serata in bellezza, Heechul approfittò della vicinanza del fiume Han per mostra alla bionda una delle bellezze più apprezzate di Seoul.
Il Bampo Bridge era uno dei ponti che collegavano le due sponde di Seoul divise dal fiume. Di giorno poteva sembrare un normalissimo ponte, ma di notte tramutava il paesaggio circostante in un’autentica magia.
Un numero imprecisato di fontane fuoriuscivano dai lati del ponte e LED colorati posizionati da entrambi i lati le coloravano: era come trovarsi dinnanzi ad un immenso arcobaleno.
Talia rimase a bocca aperta quando vide le luci colorate che illuminavano la superficie del fiume di mille colori. E quando il cantante la portò al piano pedonale del ponte, le sembrò di camminare in un sogno.
Si fermarono su uno dei lati, Talia si affacciò incanta a uno dei parapetti ed Heechul abbracciò la ragazza stringendole la vita con le braccia.
-Ti piace?- le chiese ispirando profondamente il profumo dei suoi capelli.
-Da morire, è la cosa più bella che abbia mai visto!- esclamò lei estasiata.
-Vivi in Italia e questa è la cosa più bella che tu abbia mai visto?- chiese Heechul lievemente incredulo.
-Dopo un po’ i templi e le chiese diventano monotoni, questa è un’assoluta novità per me- disse lei allungando il braccio per cercare di toccare l’acqua.
Rimasero così per un po’, Talia affascinata dalla miriade di colori, ed Heechul dietro di lei ad abbracciarla teneramente.
Poi la proverbiale lampadina si accese nella testa di Talia.
-Quasi dimenticavo!- esclamò girandosi di scatto verso l’idol.
Apriì la borsa e ne estrasse un piccolo pacchetto rosso.
-So che manca ancora un po’ di tempo a Natale, ma visto che con il tuo lavoro potremmo non vederci, ho pensato di anticipare il mio regalo- disse porgendogli il pacchetto.
Il cantane ne rimase profondamente sorpreso.
-Ma...io non ti ho portato nulla- mormorò sommessamente.
-Mi hai offerto una cena in un bel ristorante, un giro per Seoul versione natalizia e mi hai portato qui, che altro volevi regalarmi? Anzi, mi dispiace di non aver saputo fare di meglio per te- disse lei guardandolo negli occhi.
Quegli occhi lo fottevano sempre.
Ogni volta che li incontrava lo intrappolavano, si sentiva impotente di fronte a quelle due voragini che lo fissavano attente.
Sfilò il nastro sul pacchetto e cominciò a scartarlo. La scatolina nera che ne uscì lo incuriosì ancora di più e quando la aprì vi trovò una pietra opaca legata a un laccio di cuoio.
-Che cos’è?- chiese Heechul estraendola dalla scatola.
Appena la pietra venne esposta alle luci delle fontane, divenne iridescente, riflettendo tutti i colori che catturava. Per poco il ragazzo non la lasciò cadere per terra tanto ne rimase affascinato.
-E’ una pietra di luna. Una leggenda indiana racconta che questa pietra compare in riva al mare solo cinque volte all’anno e solo nelle notti di luna nuova. Si dice che nasca dall’amore tra il mare e la luna- raccontò Talia mantenendo gli occhi sulla pietra.
La pietra catturava tutti colori circostanti e sembrava quasi racchiuderli dentro di sè. Era davvero splendida. Fu in quel momento che Heechul decise di dire la verità a Talia, non poteva continuare a mentirle.
-Talia, io devo confessarti una cosa...-cominciò portandosi una mano dietro la testa come per darsi forza.
-Dimmi- disse lei interrogativa.
-Io...non ti ho detto tutta la verità- cominciò lui.
-Cioè?- fece lei incrociando le braccia.
-Io...ATTENTA!-
Talia si girò di scatto, giusto in tempo per vedere una moto di grossa cilindrata a meno di un metro da lei. In un folle gesto, Heechul la strattonò verso di sè e, perdendo l’equilibrio e cadendo a terra, urtò la testa contro le inferriate del parapetto.
-MA SI PUO’ SAPERE CHE CAZZO FAI?!- urlò la ragazza in direzione del motociclista ormai lontano.
-Talia...stai bene?- mormorò Heechul reggendosi la testa.
Sentiva delle brutte pulsazioni lì dove aveva battuto la testa. Che cazzo ci faceva una moto sul piano pedonale del ponte?!
-Ti sei fatto male Heenim?- chiese spaventata la ragazza prendendogli il volto tra le mani.
-Non abbastanza per dimenticarmi che dovresti aggiungere un bel “oppa” dopo il mio nome- commentò lui massaggiandosi la testa.
-Andiamo a casa, hai bisogno di mettere del ghiaccio sulla testa- disse lei ignorando il commento.
Heechul non protestò, la testa gli faceva davvero male.
-Dammi le chiavi, guido io- disse lei una volta arrivati al parcheggio antistante il ponte.
-Ma nemmeno per sogno ti faccio guidare la mia bambina!- si lamentò lui stringendo le chiavi nella mano.
-Heechul-oppa, dammi le chiavi!- disse di nuovo lei risoluta tendendo la mano aperta verso di lui.
Con uno sbuffo, Heechul diede le chiavi alla ragazza e partirono in direzione di casa di Talia. Se non moriva di emorragia cranica, sarebbe morto d’infarto: Talia guidava come un camionista ubriaco, più di una volta temette per l’incolumità della sua bambina. Fortunatamente arrivarono a casa di Talia senza che la sua amata auto subisse tragici incidenti.
Una volta a casa, Talia si rese conto che le suo coinquiline non c’erano.
-Saranno uscite di nuovo con i tedeschi...-commentò accendendo le luci.
Era la prima volta che il cantante entrava nell’appartamento di Talia: era carino, somigliava un po’ al dormitorio.
-Siediti qui- ordinò Talia indicandogli una delle sedie adiacenti al tavolo della cucina.
L’idol obbedì senza proteste. Aveva scoperto un lato nuovo della bionda: era una leader, ciò che comandava veniva eseguito all’istante, perchè l’aria di autorità che assumeva quando prendeva il controllo della situazione non permetteva altre scelte.
Talia estrasse dei cubeti di ghiaccio dal freezer che riversò in uno strofinaccio. Chiuse il tutto e si diresse verso il ragazzo al quale la botta alla testa stava facendo venire la nausea. Con delicatezza gli abbassò la testa per trovare il punto della botta. Non che la cosa fosse difficile, il punto aveva già sviluppato un bernoccolo niente male.
-Questo domani farà molto male- commentò mettendo il ghiaccio sulla parte lesa.
-Perchè, adesso ti sembra che io sia in paradiso?- sbottò sarcastico l’idol.
I due rimasero così per un po’, poi Talia fece una carezza sulla testa dell’idol, il quale avvertì un brivido lungo la schiena che non aveva niente a che fare con il ghiaccio.
-Grazie per avermi salvato la vita- disse commossa.
Hecchul alzò la testa verso di lei e la vide per la prima volta con le lacrime agli occhi. La determinazione era scomparsa, adesso che era al sicuro, Talia stava dando sfogo a tutta la paura che aveva provato. Heechul si alzò di scatto e la tirò a sè, stringendola più forte che poteva.
-Se ti fosse successo qualcosa, io...- sussurrò accarenzandole la testa.
Non ci voleva nemmeno pensare. Non era nemmeno da prendere in considerazione che la sua vita potesse andare avanti senza di lei. Era un pensiero terrificante ed Heechul strinse Talia ancora più forte per mandarlo via.
-Ti amo Heenim- disse lei mentre le lacrime le rigavano le guance silenziose.
La mente dell’idol si svuotò completamente.
Quante volte Heechul aveva sentito questa frase: dalle fan ai concerti che glielo urlavano esaltate, dalle tante donne che aveva frequentato, a volte persino qualche ragazzo gli aveva confessato un’amore che lui non avrebbe mai potuto ricambiare.
Ma nella frase di Talia c’era un’inspiegabile essenza, come il cuore di un vecchio stanco che continua a battere perchè vuole vedere un’altra aurora.
Heechul la strinse forte, quasi percependone la paura che aveva provato, la forza che si era imposta per aiutarlo, e infine il cedimento dopo il pericolo.
-Talia...ti amo- mormorò dandole un bacio sulla fronte.
Non passò un solo istante che le loro labbra si cercarono affamate.
Non si accorsero nemmeno della velocità con cui cominciarono a spogliarsi.
Della fame carnale che si era generata così violentemente.
Della voracità con cui i loro corpi si cercavano.
Gli importava solo di essere l’uno l’anima dell’altra.
Scivolarono sul letto di Talia ormai quasi completamente svestiti. Heechul non aveva mai provato un’emozione così intensa, nemmeno la prima volta che aveva cantato su un palco davanti a migliaia di persone.
Era come se il tempo si fosse fermato.
In quel momento sembrava che fossero i loro corpi a far girare la terra.
I cuori che battevano sempre più veloci.
I respiri risucchiati da baci infuocati.
La pelle che bruciava.
Alla fine erano esausti: Heechul si accasciò stremato sul corpo di Talia con il respiro affannato, la sua mano era ancora saldamente intrecciata a quella della bionda, che non accennava a lasciarla.
-Però...se sapevo...questa tua “dote”...avrei accellerato... i tempi- disse Talia ansimando per lo sforzo.
-E questo...è niente...tesoro...- ribattè lui ansimando a sua volta.
Talia rise e gli diede una leggera spinta sulla spalla. Lui spostò lo sguardò sul pavimento e vide l’ultimo indumento che aveva abbandonato a terra prima di finire sul letto: i pantaloni.
Istintivamente, si sporse per cercare nelle tasche il regalo di Talia sperando che la foga del momento non lo avesse lasciato cadere in un remoto angolo dove sarebbe rimasto per l’eternità. Fortunatamente trovò la pietra di luna al sicuro nella tasca destra.
Quando la prese tra le mani gli sembrò di vedere un ultimo riflesso dei colori del ponte. Si spostò accanto a Talia e l’alzò verso l’alto per osservarla meglio.
-E così nasce dall’amore tra la luna e il mare? Non è che il tuo è tutto un complotto per venire a letto con me?- chiese l’idol ironico.
-Si, mi hai sgamato. Anzi ti dirò di più: il complotto parte da quando ero ancora in Italia, ti ho visto in tv e ho deciso che dovevo scopare con te- disse lei cingendogli la vita con un braccio.
Heechul pensò che in fin dei conti non era molto lontana dal desiderio di molte fan sei Super Junior. Chi non sarebbe voluto finire a letto con lui?
-Talia, ma si può sapere cosa sono tutti questi vest...O SANTO POLPETTONE!-
I due non si erano accorti che Cassandra e Lavinia erano tornate e che avevano notato la scia di indumenti che conducevano in camera da letto.
-Lavi! Cazzo...quando siete tornate- strillò la bionda raccattando il lenzuolo finito tristemente a terra per cercare di coprirsi.
-Siamo appena entrate...volevamo fare una cioccolata calda, se Heechul-oppa la vuole...-
-Magari potremo usarla come un giochino erotico a tre- commentò lui guardando Lavinia malizioso.
Talia lo fissò schifata e lui si mise a ridere di gusto per aver ottenuto l’effetto sperato.
-Stavo scherzando, comunque ti ringrazio, ma adesso si è fatto tardi e devo andare via. Magari la prossima volta- disse ringraziando la mora.
Senza aggiungere altro( a parte le occhiate di fuoco che lanciò a a Talia) Lavinia uscì dalla stanza lasciandoli soli.
-Dì la verità, hai pesato davvero a una cosa a tre, depravato- commentò la bionda incrociando le braccia distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
-Magari se si unisce a noi anche la tua mica rossa...- ribattè lui con nonchalance.
Talia si girò sbigottita dando l’occasione a Heechul di sgtringerla forte a sè. Dopo una prima opposizione, Talia si lasciò andare tra le braccia del cantante.
Aveva un profumo molto particolare, come il mare d’inverno.
Un profumo di mandorle e sabbia.


Il monitor segnava i battiti cardiaci di Yesung che, seppur deboli, non smettevano di pulsare nelle vene del cantante. Il tubo di plastica permetteva ai polmoni scossi di espandersi e ossigenare il sangue. Sembrava così piccolo in quel letto, così fragile.
Leeteuk era seduto a terra, accanto alla porta, incapace di muoversi.
Lo osservava da lontano, era sicuro che se si fosse distratto per un solo istante il monitor avrebbe segnato linea piatta. Perciò lo fissava in silenzio, pregando che si svegliasse e che cercasse spontaneamente di togliersi quel dannato tubo dalla gola.
Un paio di ore prima aveva ricevuto una telefonata dal manager JungHoon, il quale gli aveva dato una notizia che gli aveva ghiacciato il sangue nelle vene.
Yesung aveva avuto un incidente, un pazzo su una moto lo aveva investito mentre attraversava la strada. Con lui c’era Donghae, che lo aveva accompagnato ad acquistare i primi regali di Natale per la famiglia. Mentre attraversavano, avevano fatto caso troppo tardi alla moto che, incurante del semaforo rosso, stava comunque per passare.
Yesung aveva avuto appena il tempo di spingere via l’amico per poi essere lanciato a tre o quattro metri di distanza. Il motociclista non aveva avuto nemmeno la decenza di fermarsi, aveva continuato la folla corsa. Più tardi Leeteuk avrebbe sperato ardentemente che quel pazzo andasse a schiantarsi contro qualche albero.
Donghae realizzò dopo qualche secondo quello che era successo: Yesung era disteso sull’asfalto, tutto pareva muoversi al rallentatore, i suoni erano come ovattati.
“Yesung-hyung!” aveva gridato alzandosi da terra e correndo verso di lui.
Il cantante non rispondeva, ne emetteva alcun suono.
“Aiuto, qualcuno ci aiuti!” si era sento urlare mentre una picola folla si radunava attorno a loro. Riacquistando per un attimo la lucidità, Donghae aveva cercato di capire se il cuore del più grande batteva ancora. Non riuscendo a percepire i battiti, aveva cominciato le manovre di rianimazione imparate a scuola tanti anni prima finchè non era arrivata un’ambulanza chiamata da chissà chi.
Con le ultime forze rimastegli, Donghae aveva chiamato il manager sull’ambulanza, senza lasciare un attimo la mano del suo hyung. Ne era partito un giro di telefonate che in breve tempo aveva raggruppato tutti i membri dei Super Junior e la famiglia di Yesung all’ospedale. L’unica persona che non erano riusciti a rintracciare era Heechul, il cui telefono era finito sotto il letto di Talia, impostato sulla modalità “silenzioso”.
Dopo aver discusso con i dottori e aver capito la situazione complessiva di Yesung, Siwon aveva proposto a tutti di dirigersi alla cappella dell'ospedale per pregare. Nessuno aveva obiettato.
Leeteuk era rimasto come unico guardiano del suo dongsaeng. Non osava muoversi dalla sua postazione accanto alla porta.
Aveva il terrore che un movimento fuori posto o un respiro troppo forte avrebbero spezzato il filo che legava Yesung al mondo.

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Capitolo 13
*** Lies ***


                                        Lies

Heechul tornò a casa a mezzanotte passata. Quando entrò nel dormitorio trovò tutte le luci accese, ma non c’era nessuno.
-Ehilà!- disse chiudendosi la porta alle spalle.
Non rispose anima viva.
Preoccupato si diresse verso la sala da pranzo, dove ad attenderlo sul tavolo c’era un post-it giallo. Fortuna che Sungmin aveva avuto la presenza di spirito di lasciargli un messaggio prima di scappare all’ospedale, altrimenti il cantante avrebbe telefonato a vuoto gli altri membri del gruppo per sapere dove diavolo si erano cacciati.
“Yesung-hyung ha avuto incidente, siamo in ospedale”
Heechul lasciò cadere il foglietto di carta sul tavolo. Non si era nemmeno degnato di controllare il telefono quando aveva lasciato l’alloggio di Talia. Lo tirò fuori dalla tasca del cappotto e trovò tre chiamate perse, due da Leeteuk-hyung e una da Kyuhyun.
Le gambe cominciarono a muoversi di propria iniziativa e lo trascinarono di nuovo in macchina. Le mani tremavano talmente tanto che non riusciva a infilare le chiavi nel quadro di accensione. Guidò cercando di non superare il limite della strada, anche se avrebbe desiderato andare a 200 chilometri orari per raggiungere l’ospedale il più in fretta possibile.
Una volta parcheggiata la macchina alla meno peggio nel parcheggio dell’ospedale, Heechul corse all’accettazione chiedendo di Yesung. L’infermiera gli indicò il reparto di rianimazione al quarto piano e per il ragazzo fu un colpo: era peggio di quanto pensasse.
Il reparto era silenzioso, vi erano solo un paio di infermieri assonnati che giravano di stanza in stanza e un medico che controllava le condizioni dei vari pazienti.
L’infermiera gli aveva detto di dirigersi alla stanza numero 116 e si avviò nel corridoio del reparto contando i numeri sulle stanze. Una volta trovata, ebbe quasi paura di aprire la porta: non avrebbe dovuto, ma si sentiva in colpa per non aver appreso la notizia in tempo e per essere arrivato così tardi. Lentamente girò la maniglia e si affacciò timidamente nella stanza.
Yesung era sul letto, con un tubo che gli usciva dalla gola e vari cavi che lo collegavano a un monitor. Sembrava che a parte lui non ci fosse nessuno nella stanza, e invece...
-Eccoti, finalmente...-
La voce di Leeteuk proveniente dal pavimento provocò una fitta al cuore di Heechul, che percepì una nota di rimprovero nella voce del leader. Ma non era un rimprovero dettato dalla rabbia. Nella voce di Leeteuk c’era solo dolore.
-Leeteuk-hyung...cosa è successo?- mormorò Heechul inginocchiandosi accanto al leader.
-Un pazzo in moto lo ha investito...- riuscì a dire Leeteuk prima che la voce gli si strozzasse in gola.
Un pazzo in moto...
Il motociclista che aveva quasi investito lui e Talia.
-Leeteuk, non so se sono la stessa persona...ma un motociclista stava anche per investire me e Talia...- disse interdetto il ragazzo con gli occhi sbarrati.
-State bene?- chiese Leeteuk con lo sguardo rivolto verso Yesung.
-Più o meno...ho perso l’equilibrio e ho sbattuto la testa- rispose passandosi la mano sul punto ancora dolorante.
-Yesung era con Donghae...l’ha spinto via per evitare che fosse investito, e lui...- mormorò Leeteuk coprendosi il volto con le mani.
Heechul tirò il leader verso di sè e lo abbracciò deciso. Leeteuk doveva sempre essere quello forte, quello che si faceva carico dei problemi di tutti. Ma Heechul percepiva che il leader stava cedendo sotto il peso del mondo e pensò che l’unica cosa da fare fosse dargli due braccia alle quali aggrapparsi per non sprofondare nel buio.
Leeteuk pianse disperato tra le braccia di Heechul, dando sfogo a tutta la paura che stava provando ed Heechul cercò di essere forte, ricacciando indietro le lacrime che a sua volta stavano cominciando a sgorgargli dagli occhi.
Dopo essersi sfogato, Leeteuk si staccò dall’abbraccio del suo dongsaeng e si alzò dal pavimento per avvicinarsi al letto, seguito a ruota da Heechul.
Il petto di Yesung si alzava e si abbassava regolare, spinto dala forza della macchina che respirava al suo posto. Sembrava che stesse dormendo, perso nel mondo di sogni nel quale il coma lo aveva portato.
-Il medico ha detto che quando si ha un brusco incidente, le funzioni celebrali si comportano come i computer che subiscono un arresto improvviso: quando il computer viene riacceso, deve prima controllare che nessun dato sia stato compromesso per poter ripartire normalmente- spiegò Leeteuk facendo una carezza sulla guancia di Yesung.
Heechul afferrò saldamente la mano del main vocalist e per un attimo gli parve che lui gliela stringesse a sua volta.
-Non mollare...- gli sussurrò avvicinandosi all’orecchio, poi si rivolse a Leeteuk -è tardi, lasciamolo riposare-
-Io...non posso lasciarlo...-
-Non c’è nulla che puoi fare in questo momento, se succede qualcosa sono sicuro che verremo avvisati-
Dopo un paio di secondi di titubanza, Leeteuk guardò Yesung un ultima volta, poi lasciò la stanza insieme a Heechul.


Kyuhyun non aveva avuto la forza di tornare al dormitorio e, una volta uscito dall’ospedale con la promessa del fratello di Yesung che li avrebbe avvertiti nel caso si fosse svegliato, aveva vagato per la città, spostandosi con le metropolitane tra i vari distretti. L’ultima fermata lo aveva condotto al distretto Mapo, e adesso si trovava a  vagare nei pressi della Sogang University con la testa immersa nei pensieri. Il sole era sorto ormai da più di un’ora, Kyuhyun controllò l’orologio.
Le sette e mezza. Aveva vagato per ore e ormai era stremato e infreddolito. Il caso volle che scorgesse il Wolhyang Caffè da lontano e decise di fermarsi per concedersi una grossa tazza di cioccolata calda bollente.
Entrato nel locale vide un testa bionda che riconobbe all’istante.
-Kyuhyun-oppa!- lo salutò la ragazza vedendolo entrare.
-Ehy...Talia...- riuscì a dire il ragazzo avvicinandosi a lei.
La ragazza notò subito che qualcosa non andava: Kyuhyun sembrava sfinito.
-E’ successo qualcosa?- chiese alzandosi dal tavolo e avvicinandosi a lui.
La stanchezza è il dolore furono più forti: Kyuhyun si lanciò verso la ragazza aggrappandosi a lei e cominciando a piangere disperatamente. Inizialmente Talia rimase impietrita dalla sorpresa, ma poi abbracciò il maknae e cercò di calmarlo. Dopo diversi minuti, Kyuhyun si calmò e Talia lo fece sedere al suo tavolo ordinandogli un caffè.
-Hai il volto stremato, si può sapere che hai fatto?- chiese osservando le occhiaie violacee sotto gli occhi del ragazzo.
-Io...ho camminato- rispose lui restando vago.
-Hai solo camminato?-
-No...un mio amico ha avuto un incidente, un motociclista lo ha investito...-
-Mi spiace moltissimo...è strano, ieri sera un pazzo in moto stava per investire anche me ed Heechul...- disse lei bloccandosi sul nome del ragazzo e arrossendo violentemente, una cosa che non sfuggi a Kyuhyun sebbene fosse stanco.
-Hai passato la serata con questo famoso Heechul allora...- commentò lui godendosi il calore della tazza di caffè appena arrivata.
-Si...-rispose lei vaga.
Kyuhyun non apprezzò questo atteggiamento vago: odiava che gli si nascondessero le cose, ma conosceva Talia da poco e preferì non insistere. Tuttavia, da come la bionda era arrossita al nome di Heechul, il maknae intuì che il suo amico doveva essere già arrivato al sodo. Prevedibile come sempre.
-Vieni sempre qui di mattina presto o è solo un caso?- chiese Kyuhyun cambiando argomento.
-Prima delle lezioni mi piace rilassarmi un’oretta in questo locale- ripose lei portandosi la sua tazza di caffè alle labbra.
-Studi alla Sogang?-
-Si, partecipo al progetto Erasmus italiano-
Restarono per un po’ in silenzio bevendo i rispettivi caffè, poi la ragazza disse -di te non so niente oppa...che fai nella vita?-
-Il cantate- rispose lui candidamente.
-Davvero, di che genere?- chiese la bionda curiosa.
Il maknae non rispose. Guardava fuori dalla finestra, come se aspettasse qualcosa.
-Kyuhyun-oppa?- chiese Talia cercando di riportarlo alla realtà.
-Si...perdonami...sono molto in pensiero per il mio amico...- mormorò lui spostando lo sguardo sulla tazza di caffè.
-Vedrai che si rimetterà- lo consolò talia stringendogli una mano tra la sua.
Kyuhyun alzò gli occhi su di lei.
E incontrò anche lui quegli enormi occhi che lo fissavano attenti.
E per qualche strana motivazione, sentì il cuore battere più forte.
Istintivamente ritirò la mano e si alzò di scatto dal tavolo.
-Talia...io devo andare...scusami- disse tirando fuori il portafogli e lasciando sul tavolo i soldi per il caffè.
-Ti senti bene?- chiese lei preoccupata.
-Si...è solo che devo tornare a casa...- rispose lui frettoloso - a presto...-
-Chiamami per farmi sapere del tuo amico- gli disse Talia mentre lui usciva dalla caffetteria.
Appena uscito fuori, Kyuhyun repsirò a fondo. Che diavolo gli stava succedendo?!
Lui doveva solo usarla per dare una lezione a Heechul, non doveva...
Non doveva...
Kyuhyun non riusciva nemmeno a pensarci. Tirò sulla testa il cappuccio e si avviò in fretta verso la metro.


-Non risponde ancora?- chiese Cassandra sciacquando i piatti insaponati.
-No- borbottò tristemente Talia ascoltando ancora una volta la segreteria telefonica di Heechul.
Talia aveva provato a telefonare al cantante per tutta la giornata, ma Heechul non aveva mai risposto. Era ormai sera e la bionda cominciava a essere seriamente preoccupata.
-Forse voleva solo portarti a letto per poi darsela a gambe- ipotizò Lavinia mentre si infiliva un biscotto dopo l’altro in bocca.
-Ti si è depositato il grasso nel cervello con tutti quei biscotti Lavi- la apostrofò la rossa.
-Pensa a quel culone da pachiderma che ti ritrovi- ribattè piccata la mora.
-Fatela finita- si lamentò Talia stancamente.
-Vedrai che è solo impegnato, è pur sempre un produttore discografico, starà mettendo a posto pratiche e scartoffie- la rassicurò Cassandra.
-Si, vedrai che domani risponderà- aggiunse Lavinia cercando di essere convincente.
Talia sorrise debolmente e per distrarsi accese il computer.
Ogni tanto sarebbe il caso che qualche neurone decidesse di farsi gli affari suoi e di immischiarsi troppo nella vita del proprietario. E invece, l’informazione appresa quella mattina ricomparve nel cervello di Talia non appena il colorato logo di Google fece capolino sullo schermo.
-Kyuhyun è un cantante...vediamo un po’- borbottò tra sè e sè.
Digitò il nome del ragazzo e istantaneamente comparvero le sue immagini, seguite da una miriade di pagine.
Lavinia si avvicinò alla ragazza e riconobbe il viso già visto.
-Ma questo è quel ragazzo del centro commerciale- disse sorpresa.
-Già, a quanto pare fa il cantante- disse la bionda senza essere troppo sorpresa: in fondo glielo aveva confessato quella mattina stessa.
-Un cantante di che genere?- chiese Cassandra a avvicinandosi a sua volta al pc.
-Pare canti in una specie di gruppo...i Super Junior...- fece digitando il nome del gruppo sul motore di ricerca.
Una serie di immagini dei ragazzi comparvero sullo schermo seguite da pagine e pagine di informazioni.
Talia aprì un’immagine a caso.
E rimase senza parole.
Heechul.


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Capitolo 14
*** The weight of soul ***


                                                  The weight of soul


Heechul se ne stava rannicchiato sul divano, fissando il televisore spento. Nessuno aveva avuto la forza di fare niente quella mattina: le prove erano state sospese e i ragazzi erano tutti al dormitorio, in attesa di una telefonata che portasse loro buone notizie. Ognuno era fermo in un posto dell’appartamento, ma nessuno faceva nulla: erano come sospesi nel tempo, gli attimi trascorrevano accompagnati dalla speranza che Yesung si sarebbe svegliato da un momento all’altro.

Eunhyuk, seduto a terra accanto alla finestra, osservava lo sguardo perso del suo hyung. Sapeva che si sentiva in colpa per aver appreso la notizia tardi.
Sapeva che il pensiero di non essere stato in ospedale con gli altri lo stava massacrando.
E lui a sua volta si torturava perchè i suoi pensieri, anzicchè essere rivolti a Yesung, erano incentrati su di lui.
Che razza di uomo era?
Istintivamente si alzò dal pavimento e lentamente si avvicinò al divano. Hecchul alzò per un attimo lo sguardo sul main dancer: lo sguardo distrutto di due occhi gonfi e rossi trapassarono l’anima di Eunhyuk, che sentì il proprio cuore andare in frantumi. Si sedette sul divano e lentamente si avvicinò a Heechul. Superando ogni timore, lo strinse tra le sue braccia, un contatto che sciolse completamente il più grande e lo portò a piangere amaramente aggrappandosi alla t-shirt del main dancer.
Le lacrime di Heechul penetrarono il tessuto, andando a inumidire la pelle del ragazzo sotto la maglietta. In cuor suo, Eunhyuk sperava di poter assorbire tutto il dolore che quelle lacrime si trascinavano dietro: preferiva infinitamente soffrire lui piuttosto che vedere il suo hyung in quelle condizioni.
Leeteuk si aggirava spaesato per il dormitorio con il cellulare in mano, quando vide Heechul in lacrime, si sent stringere il cuore: in fondo era stato lui a dargli forza in ospedale, quando lui non era in grado nemmeno di alzarsi dal pavimento, e adesso anche lui era ridotto a uno straccio. Persino l’impassibile, il granitico Heechul dal cuore di ghiaccio stava perdendo il controllo. Il leader poggiò una mano sulla spalla di Eunhyuk, che lo guardò tristemente, e ricomicniò la sua infinita marcia lungo l’appartamento.
La voce di Kyuhyun ruppe improvvisamente il silenzio inconsistente che regnava sovrano.
-Heechul...il tuo telefono...- mormorò avvicinandosi al divano e allungando il cellulare verso il suo hyung.
Heechul alzò per un attimo la testa dal petto del suo dongsaeng, gli occhi annebbiati dalle lacrime riuscirono a scorgere il nome di Talia sullo dispaly. Senza nemmeno prendere il telefono tra le mani, si staccò dall’abbraccio di Eunhyuk e si avviò verso la sua stanza in silenzio.
Anche se non riteneva Talia responsabile di quanto accaduto a Yesung, Heechul provava comunque una certa rabbia nei suoi confronti. Mentre loro se la spassavano, il suo dongsaeng faceva un volo di tre metri sull’asfalto e il suo telefono vibrava a vuoto sotto il letto dela ragazza.
Non era colpa di Talia, ma se lei non ci fosse stata, lui sarebbe stato al fianco di Yesung come tutti gli altri.
Non era colpa sua.
O forse...
La mente del ragazzo era ormai in balia di pensieri senza senso, era troppo sconvolto per ragionare in maniera lucida.
Aveva bisogno di una boccata d’aria.
Decise quindi di farsi una doccia e di infilarsi dei vestiti puliti, poi tornò nel salone dove trovò il main dancer con una tazza di caffè tra le dita accanto alla finestra.
-E’ una bella giornata, è inutile aspettare qui, qualsiasi notizia ci arriverà anche fuori casa, hai voglia di andare a prendere un po’ di sole sul fiume Han?- chiese Heechul al più piccolo.
Per tutta risposta, Eunhyuk guardò il cellulare del suo hyung che Kyuhyun aveva lasciato sul divano.
-Non dovresti telefonarle?- chiese tornando a guardare fuori dalla finestra.
Heechul guardò il telefono abbandonato tra i cuscini.
Nel profondo, lui sapeva perfettamente che Talia non era la responsabile di quanto avvenuto e sapeva anche che non era giusto il modo in cui la stava ignorando. Ma qualcosa dentro di lui gli sussurrava costantemente che se Talia non ci fosse stata, lui avrebbe avuto la notizia in tempo, e questo solo pensiero bastava a tenerlo lontano dalla bionda.
-Voglio stare con te, non conosco nessun altro con cui affrontare questa cosa...- mormorò fissando il suo dongsaeng.
Eunhyuk non ripose, poggiò la tazza di caffè ormai vuota sul tavolino accanto alla finestra e incrociò le braccia guardando il suo hyung.
-Ti prego, Hyuk-jae...-
Bastò questo a sciogliere il cuore del ballerino.
Era raro che Heechul lo chiamasse con il suo nome, ma quando lo faceva, provava una scarica di adrenalina senza eguali. Senza meditare oltre, corse a prendere la prima felpa che trovò nell’armadio della sua stanza e tornò nel salone dove Heechul aveva già preso le chiavi dell’auto. Una volta in macchina, Heechul venne attirato da qualcosa che rifletteva la luce suotto di lui.
La pietra di luna.
Doveva essergli caduta mentre guidava come un pazzo verso l’ospedale la sera precedente. La osservò per un istante, poi la spinse con il tallone sotto il sedile sperando che Eunhyuk non lo notasse.
Il ballerino non notò nulla, ancora incredulo di poter passare del tempo da solo con Heechul. Da un lato si sentiva in colpa, loro due andavo a rilassarsi mentre Yesung era in un letto d’ospedale. Ma d’altro canto Heechul aveva ragione: era inutile restare fermi al dormitorio, tanto se ci fossero state novità li avrebbero di certo contattati.
In poco tempo arrivarono a destinazione e, parcheggiata la macchina, si diressero verso uno dei moli che costeggiavano le rive del fiume.
Anche se il freddo del mese di Dicembre si faceva sentire, il sole del pomeriggio era alto e il viso dei due ragazzi venne investito da tiepidi raggi appena si sedettero sul molo.
-Perchè non vuoi chiamare Talia, Heenim-hyung?- chiese Eunhyuk dopo un paio di minuti di silenzio.
-Vuoi smetterla di chiedermelo? Ma lei ti interessa per caso?- rispose il più grande guardadolo malizioso.
-No, ma che vai a pensare?!- strillò il main dancer arrossendo.
-Stavo scherzando, stai calmo!- sghignazzò Heechul dandogli una leggera spinta - e comunque so benissimo che ti piaccio io-
Il cuore del ballerino sentì il cuore saltare un paio di battiti.
Com’era possibile che sapesse?!
Non ne aveva mai parlato ad anima viva, come diavolo aveva fatto...
-Il mio immenso intuito non poteva non notare che il tuo atteggiamento verso di me è alquanto diverso da quello che hai con gli altri. Considerato che ti conosco da quasi dieci anni, non è stato difficile indovinarne la ragione- spiegò Heechul a un Eunhyuk diventato ormai paonazzo dalla vergogna.
-Lo sa...lo sa qualcun altro?- sussurrò il ballerino deglutendo a fatica.
-Sono un bastardo, ma anche io ho un mio codice morale. Non lo sa nessuno- rispose il più grande stendendosi sul piccolo molo di legno.
Un improvviso pensiero attraversò la mente di Eunhyuk, trascinandolo verso la rabbia.
-Se lo sapevi...perchè hai continuato a comportarti come se niente fosse? Perchè hai continuato a provocarmi ogni volta che ne avevi l’occasione? Se sapevi cosa provavo, perchè non hai smesso di farmi del male?!-
Tutta la frustrazione, l’angoscia, e adesso anche la rabbia del ballerino stavano uscendo fuori, tutto quello che provava e che non aveva mai rilevato a nessuno per il terrore del giudizio altrui sembrava adesso un fiume in piena che cercava di sfondare gli argini dell’anima di Heechul.
Il più grande restò in silenzio. Non emise alcun suono. Continuò a restarde steso sul molo, senza proferire parola.
La completa apatia di Heechul innervosì ancora di più Eunhyuk che si alzò di scatto e afferrò il più grande per la giacca, costringendolo ad alzarsi a sua volta.
-Dimmi perchè...-sibillò a Heechul che fissava la pavimentazione in legno del molo.
Il cantante alzò gli occhi sul ballerino.
Un sorriso strano comparve sulle labbra, un sorriso che trasmise a Eunhyuk una profonda inquietudine.
-Te l’ho detto. Sono un bastardo-
Il più piccolo lasciò andare la giacca di Heechul.
Nel profondo del cuore, si aspettava da lui una risposta del genere.
Kim Heechul, l’uomo dal cuore buio, incapace di amare, era di nuovo davanti a lui.
-E dire che lei ti stava rendendo migliore...- mormorò girando le spalle al ragazzo e avviandosi verso la macchina.
-Come?- chiese Heechul sentendo un brivido lungo la schiena.
-Già. Talia, la ragazza che ho odiato di più in questi mesi per il solo fatto di avere la fortuna di averti accanto a sè, lei ti stava rendendo una persona migliore. E’ bastato un evento fuori dal tuo controllo per farti sprofondare di nuovo nel buio della tua anima..-
-Che vorresti dire, Hyuk-jae?- chiese il cantante innervosito.
-E' questo il tuo problema, la vanità, l’egocentrismo, il crederti un dio sceso in terra, sono solo il contorno della tua personalità. La realtà è che tu non riesci a vivere se non controlli tutto quello che ti circonda: me, Talia, Kyuhyun, chiunque ti è accanto. Tutto deve essere sotto il tuo potere, devi essere il baricentro di qualunque cosa. E quando non lo sei, ti richiudi nell’ombra di te stesso...perchè sei convinto che in questo modo niente possa ferirti...-
Le parole di Eunhyuk arrivarono come una pugnalata allo stomaco.
Heechul non seppe cosa ribattere.
D’altro canto il ballerino aveva ragione.
Eunhyuk aspettò una risposta per un paio di secondi, poi si rimise in cammino verso la macchina.
-Che avresti fatto?- chiese Heechul improvvisamente.
Il ballerino si voltò di scatto.
-Cosa?-
-Se tu avessi saputo che io ero a conoscenza dei tuoi sentimenti per me, che cosa avresti fatto?- domadò di nuovo il più grande.
Il cuore di Eunhyuk cominciò a battere più velocemente.
Era un gesto folle, e lui lo sapeva.
Ma lo fece ugualmente.
Probabilmente la loro amicizia sarebbe andata a puttane, ma lui voleva sapere cosa si prova.
Almeno una volta.
Si avvicinò velocemente ad Heechul e tirò la sua testa verso le sue labbra.
Era un bacio che non aveva niente di romantico, era piuttosto un gesto disperato.
Nessuno dei due chiuse gli occhi. Si fissarono per tutto il tempo.
Poi Eunhyuk si staccò e aspettò una reazione da parte del più grande. Un pugno sarebbe stato l’ideale, almeno avrebbe concentrato le proprie attenzioni sul dolore fisico anzicchè sul dolore che gli attanagliava l’anima.
Heechul si portò le dita alle labbra. Gli costava ammetterlo, ma non se lo aspettava quel bacio. E nonostante Eunhyuk ci sperasse fin dentro le ossa, lui non aveva provato nulla.
E gli tornò in mente il primo bacio con Talia, l’immenso calore che aveva provato.
Si sarebbe strappato il cuore dal petto e glielo avrebbe donato se avesse potuto.
-Eunhyuk...io non...Talia...- cominciò a balbettare senza senso.
-Lo so. Volevo solo vedere cosa si prova a baciare la persona che ami-
Certo che il ballerino ci provava gusto a farlo sentire in colpa.
-Appena arrivata a casa, ti consiglio di telefonare a Talia e spiegarle la situazione, non è giusto ignorarla- disse girando le spalle e tornando al parcheggio.
A Heechul sembrò di essersi svegliato da un sogno. O forse da un incubo. Eunhyuk aveva ragione. Doveva chiamarla.


Il cellulare di Heechul era rimasto sul divano e Kyuhyun lo aveva tenuto d’occhio per tutto il pomeriggio. Aveva ricevuto altre due chiamate di Talia, poi più nulla dalle sei in poi.
Strano.
Di Yesung non c’erano state altre notizie, e i ragazzi ne dedussero che fosse stazionario, altrimenti li avrebbero di certo contattati. Nonostante nessuno avesse molta voglia di cenare, Donghae e Sungmin si offrirono di cucinare qualcosa per tutti.
Heechul ed Eunhyuk non erano ancora tornati e Kyuhyun camminava avanti e indietro per la sua stanza con il cellulare stretto nella mano.
Perchè Talia aveva smesso di cercare Heechul?
Lo aveva tempestato di telefonate per tutto il pomeriggio e poi, di punto in bianco, aveva smesso.
Tanto valeva fare un tentativo.
Compose il numero di Talia e si portò il telefono all’orecchio.
Dopo un paio di squilli, gli rispose una voce altisonante, come di chi stava pinagendo.
-Yobo...seyo?- rispose la bionda singhiozzando.
-Ehy Talia, sono Khyuhyun! Va tutto bene? Ti sento...strana...-chiese il ragazzo percependo chiaramente il rumore dei sgnhiozzi.
-Oh, Kyuhyun-oppa!- Heechul mi ha raccontato un sacco di balle!Non è un produttore discografico! E’ un cantante di un gruppo coreano! Non mi ha detto nulla! Perchè non mi ha detto nulla?!- strillò Talia a telefono.
-Talia calmati per favore...vuoi uscire un po’? Facciamo due passi e mi racconti tutto, che ne dici?-
-Si...per favore...-supplicò lei.
Kyuhyun sentì un profondo peso sul petto. Con il suo piano, lui di certo non era uno stinco di santo in confronto a Heechul, ma a parte questo non le aveva raccontato altre balle.
Voleva solo starle vicino, farle da spalla su cui piangere.
Un momento?
Che accidenti erano questi pensieri?!
Starle vicino?!
Lui doveva soltanto vendicarsi di Heechul, non innamo...
No, era una cosa alla quale non doveva nemmeno pensare.
Doveva restare concentrato.
-Ti passo a prendere tra un’ora vicino alla Sogang University- propose alla ragazza.
-Ti aspetto- disse flebilmente la bionda chiudendo la telefonata.
Si infilò la prima giacca che trovò, mise il cellulare in tasca e si avviò verso la porta.
-Dove vai così di fretta?- chiese Donghae mentre sistemava i bicchieri sul tavolo.
-Esco a prendere una boccata d’aria. Non mi aspettate-

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Capitolo 15
*** Ice ***


                                 Ice

Talia era ormai ferma da un quarto d’ora vicino alla fermata dell’autobus posizionata sul marciappiede accanto all’università.
Il sole era ormai calato e il freddo della sera cominciava a graffiarle le guance con le sue gelide dita.
Ma Talia non riusciva a sentire altro se non il proprio cuore spezzato.
Come aveva potuto mentirle così?!
Tutto quello che aveva raccontato era un’unica immensa ballla.
Non era un produttore discografico.
Era il cantane di una boy band coreana, i Super Junior.
E in due mesi non gliela aveva mai detto.
Per poi non farsi più sentire dopo essere stati a letto.
Figlio di...
-Talia!-
Una voce familiare interruppe il flusso di pensieri della bionda che si voltò di scatto.
-Kyuhyun-oppa!- strillò correndo incontro al ragazzo che era uscito fuori dalla macchina parcheggiata a poca distanza dalla fermata.
In meno di cinque secondi il ragazzo si trovò addosso una ragazzi in lacrime che si aggrappava alla sua giacca.
-Perchè non mi...non mi hai detto nulla?! Cantate... nella stessa band! Perchè non... non me l’hai detto?- farfugliò Talia con la voce rotta dal pianto.
-Mi dispiace Talia. Non credevo fosse corretto nei suoi confronti dirtelo. Volevo che te lo dicesse lui...-
Bugia.
Il giorno che si erano incontrati al Wolhyang Caffè, sapeva bene che dicendole di essere un cantante avrebbe suscitato una curiosità che sarebbe di certo finita con la scoperta dei Super Junior.
Tutto era stato studiato a tavolino, e quell’idiota di Heechul aveva recitato perfettamente la sua parte senza nemmeno rendersene conto.
Ma nonostante il suo piano stesse andando come previsto, nel profondo del cuore sentiva che era davvero un essere abominevole. Ricacciò questo sentimento in fondo all’anima, tentando di convincersi che Heechul-hyung aveva bisogno di una lezione.
-Potevi mettere da parte la correttezza e dirmelo comunque- piagnucolò lei stringendosi al petto del ragazzo.
-Talia...- mormorò lui stringendola a sè a sua volta.
I due rimasero stretti per un po’, il suono dei sighiozzi della bionda appena percepibile contro i rumori della città.
-Hai ragione Kyuhyun-oppa...hai fatto bene a non dirmi niente. Così ho scoperto da sola che razza di bastardo è Kim Heechul- mormorò la ragazza staccandosi da lui.
-Mi dispiace...- le sussurrò Kyuhyun portando una mano sulla guancia della bionda, che lei a sua volta coprì con la sua.
-Non è colpa tua se è uno stronzo- sentenziò lei guardandolo negli occhi.
A Kyuhyun sembrò di essere stato trapassato da un uragano. Quegli occhi così profondi, resi ancora più grandi dal pianto, gli fecero dimenticare persino il suo nome. Non aveva mai provato nulla del genere, era come se una debole e incerta luce cominciasse a farsi strada nelle tenebre dove la gelosia e la vendetta lo avevano trascinato. La tirò a se, stringendola forte.
Non sapeva perchè.
Forse cercava di scusarsi.
Forse anche lui cominciava a provare quel calore che aveva portato Heechul ad amare Talia tanto profondamente.
Talia non si mosse, non si aspettava quell’abbraccio. Era come stordita, le troppe emozioni che aveva provato in quelle poche ore la avevano distrutta e adesso sentire quel contatto amico le faceva uno strano effetto. Le ricordava le tisane he sua madre le preparava in periodo di esami, per rilassarla: dolci ma al tempo stesso speziate, creavano un equilibrio perfetto. Ecco cosa sentiva tra le braccia di Kyuhyun, equilibrio.
-Che ne dici di fare una follia, bella ragazza italiana?- chiese Kyuhyun con la voce allegra.
-Dipende dalla follia- rispose lei guardandolo interrogativa.
-Sul fiume Han un traghetto notturno porta in giro i turisti per mostrare loro la città di notte vista dal fiume. Un mio amico timona il traghetto e stasera dovrebbe essere di turno-
-Non mi sembra una follia farsi un giro in barca- commentò lei sorridendo debolmente.
-Non sei il giro lo fai sul ponte principale...- ripose lui tenendosi sul vago.
Talia rimase silenziosa. Non sapeva bene cosa voleva in quel momento. Avrebbe voluto sentire la voce di Heechul, anche solo per poter prendere quel bel faccino a cazzotti, per rinfacciargli tutte le balle che le aveva detto.
Ma desiderava vederlo. Disperatamente.
Eppure davanti a lei un volto amico le stava porgendo una mano a cui aggrapparsi, un paio d’ore di completo svago.
Che andasse a farsi fottere Kim Heechul e tutte le bugie che le aveva raccontato. Kyuhyun-oppa era lì, nel posto dove sarebbe dovuto essere Heechul.
Accanto a lei.
-Va bene Kyuhyun. Portami a fare questo giro speciale sul fiume Han- disse sorridendo debolmente.
-Così ti voglio ragazza!- esclamò soddisfatto il maknae prendendola per mano e portandola alla macchina.
Ci volle circa mezz’ora per arrivare al molo d’imbarco del traghetto. Il mezzo era adornato da tante piccolissime lucine che gli davano un’atmosfera magica. A quella vista Talia dimenticò per un istante persino Heechul.
-Allora?- chiese Kyuhyun aspettando il parere della ragazza.
-E’ splendido Kyuhyun...- riuscì a dire la bionda incantata.
-E non hai ancora visto niente- mormorò lui con aria sorniona.
Dopo aver pagato il biglietto ed essere saluti, i due ragazzi si diressero verso il ponte centrale. Kyuhyun si guardò intorno come per assicurarsi di non essere visto, poi afferrò la mano di Talia e si infilò velocemente in una piccola porticina che dava nelle sale motori, trascinandosi una Talia stupefatta al seguito. L’angusto spazietto in cui erano entrati proseguiva in delle scale che si dirigevano verso un punto più alto del traghetto.
-Kyuhyun!Si può sapere che stai...-protestò la ragazza.
-Shhh!- sussurrò il maknae portandole un dito sulle labbra e afferrandole di nuovo la mano. I due si diressero lungo le scale e arrivati in cima, il ragazzo si mise davanti alla porta.
-Chiudi gli occhi- chiese con dolcezza alla ragazza.
-Come?- rispose Talia titubante.
-Andiamo...-supplicò il maknae unendo le mani in segno di preghiera.
-Non farmi scherzi Kyuhyun- sbottò la ragazza chiudendo gli occhi.
-Non potrei mai Talia...- rispose dolcemente il cantante afferrandola per le spalle e facendole salire lentamente gli ultimi gradini che la separavano dalla “sopresa”.
Quando Kyuhyun aprì la porta, l’aria gelida colpì il viso di Talia violentemente, tanto che la ragazza ebbe un brivido. Il ragazzo le fece fare ancora qualche passo prima di fermarsi, poi passo dietro di lei e spinto da emozioni che non riusciva a spiegarsi, la abbracciò forte. Non riusciva a capire il perchè si stesse comportano così, era più forte di lui, non riusciva a restire all’impulso di stringerla a sé, di proteggerla. Sapeva perfettamente di non essere meglio di Kim Heechul, anzi era più convinto che se lei avesse saputo ciò che stava facendo, gli avrebbe spaccato la faccia.
Ma in quel momento sentiva nel profondo del cuore che quello era l’unico posto dove sarebbe voluto essere.
-Apri gli occhi principessa- sussurrò il ragazzo ad un’orecchio di Talia.
La bionda aprì gli occhi e rimase senza fiato.
Kyuhyun la aveva portata sul ponte di comando, il ponte più alto del traghetto. Sembrava di volare sul pelo dell’acqua, il traghetto scintillava sulla superficie del fiume.  
Era tutto perfetto in quel momento.
-Kyuhyun...è...è bellissimo...- riuscì a dire Talia senza parole.
-Tu sei bellissima-
Ecco.
Aveva parlato senza riflettere.
Stupido idiota.
-Kyuhyun...ti ringrazio- disse gentilmente la bionda alquanto turbata da tanta sincerità.
-Io...scusami...è che ho parlato senza riflettere...tu hai appena rotto con Heechul...sei così bella che io non riesco a capire come...sto dicendo cose senza senso, perdonami- borboottò confuso Kyuhyun.
-Non ho rotto con Heechul. Prima lo troverò e lo crocifiggerò, poi lo mollerò-
-Oh. Scusami di nuovo. Ho dato per scontato che...-
-Hai solo anticipato una mia intenzione futura.-
-Non voglio obbligarti a parlare di lui, godiamoci il giro, che ne pensi?-
-Che è un’ottima idea-
I due rimasero affacciati alle ringhiere del ponte per tutto il giro del fiume.
Kyuhyun aveva sentimenti decisamente contrastanti: da un lato Talia era solo un oggetto da sfruttare per la sua vendetta, per impartire una severa lezione a Hecchul-hyung, ma d’altro canto...avvertiva in lei un’essenza benefica, un qualcosa che lo attraeva profondamente, e più cercava di restare distaccato da lei, più ne veniva attirato.
Adesso capiva Heechul: stare lontano da lei diventava impossibile dopo poco.
Nonostante la compagnia di Kyuhyun, i pensieri di Talia erano rivolti tutti verso Heechul.
Perchè non gli aveva detto la verità? Che pensieri dovevano essergli passati per la testa quando aveva deciso di tenerla all’oscuro di tutto?
Era sicura della sua scelta, troncare la relazione gli sembrava la cosa più sensata a quel punto: non c’era fiducia, o quel poco che c’era si era completamente disintegrata, ma prima di fare ciò, voleva sentire che cosa aveva da dire Heechul.
Anche nella rabbia, voleva sapere il perchè.
Finito il giro, i due tornarono alla macchina di Kyuhyun e in breve tempo furono all’alloggio della ragazza.
-Grazie Kyuhyun, mi hai fatto trascorrere una bella serata nonostante tutto- ringraziò la bionda sinceramente.
-No. Sono io a doverti ringraziare. Sono io ad aver passato una bella serata- rispose lui senza alzare gli occhi dal volante.
Talia inclinò la testa verso un lato divertita. Kyuhyun timido, chi l’avrebbe mai detto.
Istintivamente, si sporse verso di lui e gli diede un morbido bacio sulla guancia.
Kyuhyun tremò a quel tocco, così leggero che sembrava la carezza di un angelo.
Talia scesa dalla macchina e Kyuhyun ebbe l’istinto di seguirla, ma afferrando saldamente il volante resistette all’impulso.
Che razza di magia gli aveva fatto?
Talia restò a osservare Kyuhyun finchè non fu partito, poi estrasse il cellulare dalla borsa.
Cinque chiamate perse da Kim Heechul.
-Va a farti fottere stronzo...- borbottò tra sè e sè la bionda prima di entrare nell’androne dello stabile.


Heechul si aggirava tormentato all’interno del dormitorio. Talia non rispondeva alle chiamate e la cosa lo turbava oltre ogni dire. Ora più che mai aveva paura di perderla.
“E dire che lei ti stava rendendo migliore...”
Le parole di Eunhyuk gli risuonavano nella testa come la campana di una chiesa.
Aveva ragione.
Lui era diventato una persona migliore grazie a lei e lui come uno stupido aveva dato a lei la responsabilità di non essere stato in ospedale con gli altri quando Yesung...
Dannazione, perchè non rispondeva?!
-Vuoi calmarti Romeo? Magari è solo stanca e ha spento il telefono...- ipotizzò Leeteuk notando il totale smarrimento del più piccolo.
-Heechul non rispose e continuò a camminare avanti e indietro stringendo il telefono tra le mani.
All’improvviso la porta si aprì con un sonoro CLACK.
-Ciao a tutti!- salutò pimpante Kyuhyun.
-Ce ne hai messo di tempo per questa boccata d’aria...- disse Leeteuk pensieroso.
-Ho fatto un giro in macchina...che ha Heechul-hyung?- chiese osservando il più grande.
-La ragazza italiana non risponde e lui sta dando di matto- ripose Sungmin che faceva zapping sulla tv.
-Capisco...bhe, io sono stanco....vado nella mia stanza, buonanotte a tutti- disse allegramente mandando baci a destra e a manca. Vedendo Heechul così turbato, si avvicinò e lui e gli posò una mano sulla spalla.
-Vedrai che ti rispondrrà hyung...- disse sommessamente.
Heechul lo guardò grato per quel pensiero consolatorio, poi riprese la sua marcia.
Avviatosi nel corridoio che dava sulle stanze da letto, Kyuhyun sorrise con cattiveria.
-Ti risponderà per darti il ben servito-

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Capitolo 16
*** Dancer's heart ***


                                               Dancer’s heart

-Credo che dovrai rispondere prima o poi- borbottò Cassandra guardando il telefono di Talia dopo l’ennesima vibrazione che segnalava l’arrivo di una chiamata da parte di Heechul.
-Lo farò non appena avrò preparato ogni possibile insulto da scagliarsi addosso qualora accennasse anche solo minimamente a delle scuse- rispose la bionda chiudendo la chiamata in arrivo.
-Sei decisamente rancorosa, oltre ad essere una bagascia stronza fino all’utero- commentò Lavinia tingendo di un verde fluo le righe di una pagina del suo libro di grammatica coreana.
-Io sarei stronza?!- sbraitò Talia perdendo la pazienza- ti rendi conto di quante balle mi ha raccontato?! “Sono un produttore discografico e bla, bla bla”-
-Cambiati l’assorbente e cerca di tornare in te stessa. Non puoi sapere il perchè ti abbia raccontato una bugia così grossa, anche perchè tra il produttore discografico e il cantante di successo, io sceglierei senza dubbio il secondo. Deve esserci qualcosa che non quadra in questa storia- continuò la mora portandosi l’evidenziatore alla bocca con fare pensieroso.
-Credo sia la cosa più intelligente che tu abbia mai detto Lavi- disse Cassandra seriamente colpita- fatti spiegare almeno le sue motivazioni e poi prendi provvedimenti-
-Forse non ci siamo capite, le sue motivazioni non mi interessano. Io gli ho donato l’anima, il corpo, ogni cosa ormai era sua, e lui mi ha fatta vivere in una bugia. No, l’unica cosa che farò sarà ascoltarlo per poi mandarlo a vivere nella gloriosa nazione di fanculo- sbottò la bionda chiudendo di scatto il libro che aveva sulle ginocchia.
La sua rabbia stonava nella relativa tranquillità degli immensi giardini della Sogang. Le tre si erano sistemate sotto un enorme salice per studiare, ma i continui squilli di Heechul disturbavano la loro concentrazione e anche quando Talia aveva impostato la modalità “vibrazione”, il rumore del telefono era comunque fastidioso.
-E con Kyuhyun?- chiese improvvisamente Lavinia dando una gomitata maliziosa alla bionda.
-E’ l’unico che è stato sincero fin dall’inizio, è davvero...speciale- mormorò Talia arrossendo lievemente.
-Se lo dici tu...- borbottò Cassandra tornando sul suo libro.
Talia conosceva quel tono della rossa. E non le piaceva.
-Cassie se vuoi aggiungere qualcosa, dillo chiaramente e non usare quel tono con me, lo sai che non lo sopporto...- sbottò la bionda all’indirizzo dell’amica.
-Penso solo che anche lui non me la conta del tutto giusta. Insomma cantano nella stessa band, perchè non è stato lui stesso ad avvertirti che Heechul ti stava dicendo una balla?- chiese Cassandra con fare accusatorio.
-Ha detto che non gli sembrava giusto intromettersi...mi sembra plausibile no?- rispose vagamente stizzita Talia.
-Se lo dici tu...-
-Oh andiamo Cassie, solo perchè Heechul è uno stronzo non significa che lo sia anche Kyuhyun!-
-D’accordo, stai calma. Solo stai attenta e non abbassare troppo la guardia...-
Il battibecco aveva attirato l’attenzione di due studenti che Lavinia non aveva mancato di salutare con fare seducente.
-Lavi, possibile che tu non riesca a non fare la troia con chiunque?!- le disse Cassandra lanciandole contro un evidenziatore che arrivò a destinazione con un risentito “Ahi!”
Il cellulare di Talia riprese a squillare e la bionda pensò seriamente di spegnerlo, ma prima che potesse farlo vide il nome di Kyuhyun sul display, e la cosa le provocò un sorriso istantaneo.
-Parli del diavolo...- borbottò Cassandra tornando a concentrarsi sul libro che aveva tra le gambe.
-Peccato che le corna stiano per spuntare a Heechul-oppa- cinguettò Lavinia portandosi l’evidenziatore alla bocca.
-Yoboseyo?- disse Talia dopo aver accettato la telefonata.
-Ciao!- disse in italiano la voce allegra di Kyuhyun.
-Pronuncia orribile- commentò la bionda ridacchiando.
-Apprezza almeno lo sforzo- disse il ragazzo ridendo a sua volta -come va?-
-Non mi lamento, sto studiando con le mie colleghe-
-Quindi considereresti un disturbo venire a prendere una cioccolata calda con me?-
-Ummm...credo di poter interrompere i miei studi per concederti la mia presenza-
Talia non se ne rese conto, ma aveva usato lo stesso tono esaltato di Heechul, e la cosa non sfuggì all’orecchio allenato di Kyuhyun, il quale sentì un brusco impeto di gelosia stringergli lo stomaco.
-Bhe, allora se madamigella vuole essere così gentile da prepararsi, la carrozza verrà a prenderla tra pochi minuti all’entrata della sua università- disse il cantante tentando di fingere un vago accento inglese.
-D’accordo, a tra poco- concluse la bionda chiudendo la telefonata.
-Il tuo essere una banderuola che cambia direzione del culo ad ogni folata di vento non è da te, Talia- borbottò Cassandra rimproverando aspramente l’amica.
-Che cosa vuoi dire, Cassie?- sbottò la bionda acidamente mentre riponeva i libri nella borsa.
-Voglio solo dire che mi aspetterei un comportamento del genere da Lavi, non da te-
-Ehy!- saltò su la mora girandosi di scatto verso l’amica.
-Stammi bene a sentire Cassie- cominciò Talia cercando di restare calma- io faccio quello che voglio della mia vita. Voglio prendere una cioccolata calda con un ragazzo, faccio del male a qualcuno?-
-Fai del male ad Heechul- sbottò la rossa chiudendo il libro di scatto.
-Oh certo, difendi lo stronzo- la aspostrofò la bionda con evidente disprezzo.
-Talia tu non gli dai nemmeno l’opportunità di un chiarimento, andandotene con il primo che passa senza nemmeno sapere se ti sta dicendo la verità o se anche lui ha qualcosa da nascondere, cosa che francamente ritengo una possibilità non trascurabile-
-Se sei tanto preoccupata per me, mettimi un detective alle calcagna e fai sonni tranquilli Cassie-
-Se volevi punirlo con questo atteggiamento da troia spocchiosa e saccente, ci stai riuscendo benissimo- sbottò infine Cassandra, prendendo la borsa e avviandosi verso casa furiosa.
-Sei davvero...ARGHH!- strillò la bionda andandosene nella direzione opposta.
-...PERCHE’ NESSUNO MI CONSIDERA?!- urlò Lavinia lasciata da sola.

Nella sala prove, un ballerino stanco riprendeva fiato steso sul pavimento. Due ore di prove senza interruzioni erano troppe anche per lui, ma aveva bisogno di scaricarsi completamente.
La danza era il suo modo per restare calmo.
Steso sul freddo parquet della sala, Eunhyuk sentiva il suo cuore pompare velocemente per cercare di ossigenare tutto il corpo. Un sorrise triste si fece largo sul volto sudato. C’erano solo due motivazioni che portavano il suo cuore a battere così, la danza e...
Il ballerino scacciò via quel pensiero che ogni volta gli provocava un nodo alla gola.
Doveva smettere di pensarci.
Heechul non era suo. E molto probabilmente non lo sarebbe mai stato.
Era meglio mettersi l’anima in pace.
Eppure...
In fondo all’anima sentiva di non voler appartenere a nessun altro, se non a lui.
-Sei morto?-
La voce dell’unica persona che amava sulla faccia della terra lo fece tremare, ma si impose di non alzare la testa di scatto per contemplare quel viso familiare.
-Abbastanza- rispose ironico.
-Posso stendermi accanto a te?- chiese Heechul piegandosi sulle ginocchia accanto a lui.
-Se proprio devi...- borbottò il ballerino.
Il più grande si sistemò vicino al suo hyung e i due rimasero in silenzio per un po’, il rumore del vuoto interrotto solo dai loro respiri.
-Ascolta, Hyuk-Jae...- cominciò Heechul vagamente imbarazzato- non ti ho ancora chiesto scusa per il mio pessimo comportamento. Mi costa caro ammettere di essermi comportato da schifo con te e voleo chiederti se puoi perd...ehm, quella cosa lì insomma-
-Fai fatica anche a chiedere scusa, sei davvero incredibile!- sbottò il ballerino nascondendo a stento un sorriso.
Heechul non disse nulla, ma con un gesto veloce gli afferrò una mano, stringendola forte.
-Puoi perdonarmi?- chiese fissandolo con gli enormi occhi scuri.
Il brivido che Eunhyuk sentì lungo la schiena fu talmente forte da farlo tremare.
-Così...non vale...- sussurrò divincolando la mano dalla stretta del suo dongsaeng.
Heechul capì di aver imboccato la strada giusta per arrivare al perdono del suo huyng. Si avvicinò lentamente al ballerino, fino a che non poggiò la testa sulla sua tempia e gli cinse il petto con il braccio.
-Per favore...- implorò sussurrando.
-Smettila Heechul, sei davvero uno stronzo...- sussurrò a sua volta il ballerrino senza però muoversi di un centimetro.
Il ragazzo sapeva perfettamente che il suo dongsaeng voleva solo il suo perdono, ed era disposto a tutto pur di ottenerlo, anche sfruttare questi sotteffuggi ai quali, chiaramente, lui non era indifferente.
Eppure era una situazione nella quale Eunhyuk aveva sempre sperato di trovarsi in un giorno e quando portò la sua mano su quella di Heechul che si trovava sul suo petto nel tentativo di liberarsi, quella restò ferma, incapace di spostare il braccio dell’amico.
Il ballerino girò la testa verso Heechul, fissando quegli immensi occhi nei quali poteva vedere l’energia che muoveva l’intero universo.
Spostò la mano del suo dongsaeng in posizione del cuore e chiuse gli occhi, godendosi quegli attimi così rari. Heechul sentì le vibrazioni che battiti trasmettevano alla sua mano e si sentì davvero in colpa per quello che, suo malgrado, non poteva provare.
- RAGAZZI, E’ SUCCESSA UNA COSA INCREDIBILE! YESUNG-HYUNG...ho interrotto qualcosa?-
L’entusiasmo di Siwon venne smorzato alla vista di una scena non proprio familiare. Eunhyuk ed Heechul si alzarono di scatto come se avessero preso la scossa, tossendo con nonchalance e fissando i muri imbarazzati.
-Oh, penserò dopo ai vostri peccati di sodomia, ora non c’è tempo. YESUNG-HYUNG SI E’ SVEGLIATO!-



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Capitolo 17
*** Nightmares ***


                                                                                                                Nightmares

Era abbastanza inconsueto, anche per un ospedale grande come il Cha General Ospital, che un enorme gruppo di persone si accalcasse alla porta di una stanza cercando a tutti i costi di entrare.

-Vi ho già detto che non potete entrare tutti insieme, siete sordi per caso?-
-Per favore, lei non capisce, eravamo disperati!- strillò Ryeowook aggrappato alle braccia di un dottore ormai sconsolato.
-Calmati...-disse al dongseng Hyuk-jae cercando di trarlo indietro prima che stritolasse le braccia del medico.
-La prego dottore, siamo stati in pena per lui per giorni, ci faccia entrare…- implorò Siwon giungendo le mani in segno di preghiera.
-Kim Jong-woon si è appena svegliato da un coma profondo, a stento riesce a respirare da solo senza l’ausilio di un macchinario, e non tollero che voi facciate questo baccano nel mio reparto! - tuonò il medico ormai esaurito dalle richieste assillanti dei membri del gruppo che ormai continuavano senza sosta da parecchi minuti.
Il tremendo rimprovero spense all’istante i ragazzi, che rimasero in silenzio guardando il pavimento imbarazzati.
-Dottore la prego, ci lasci entrare a gruppi di due o tre persone, non disturberemo nessuno e non rivolgeremo nemmeno a parola a Yesung…ma la prego, ci lasci entrare solo per salutarlo- sussurrò flebilmente Heechul tentando un ultimo disperato tentativo di convincere il medico.
L’uomo parve riflettere un istante sul da farsi, per quanto fosse adirato nemmeno a lui poteva sfuggire l’immenso affetto che in quel momento stava cercando di sfondare la porta alle sue spalle e riversarsi sul paziente.
-D’accordo, entrerete a gruppi di due e non resterete per più di un minuto a gruppo, sono stato abbastanza chiaro?- sospirò infine spostandosi dalla porta.
A quelle parole, i ragazzi parvero immediatamente rincuorati e decisero velocemente come distribuirsi per entrare e sincerarsi delle condizioni di salute del cantante.
-Tutto bene?-
Le parole scossero Hyuk-jae dalla concentrazione che in quel momento stava riversando sul telefono. Aveva deciso che avrebbe dato la precedenza agli altri membri del gruppo e avrebbe fatto visita a Yesung dopo gli altri in quanto stava cercando di mettersi in contatto con Kyuhyun.
Senza riuscirci.
Le parole di Heechul lo tirarono fuori con la forza dai suoi pensieri, la maggior parte dei quali incentrati su scenari apocalittici di disastri automobilistici e suicidi.
-Si…ehm ehm…tutto bene- tossì il ballerino ricomponendosi dallo stato catatonico in cui era sprofondato.
Heechul si sedette vicino al suo dongseng e rimasero in silenzzio per un po’ guardando gli altri ragazzi che aspettavano il loro turno per vedere Yesung.
-Non riesco a contattare Kyuhyun, gli ho mandato diversi messaggi, ma ha la segreteria telefonica- ammise infine Hyuk-Jae.
- Non importa, lasciagli un messaggio sulla segreteria e prima o poi risponedrà- rispose pacato Heechul.
Guardando però lo sguardo perso del ballerino aggiunse scherzoso per smorzare i toni
-Non è successo nulla di grave, maledizione non può capitare tutto a noi!-
Il tono cui il suo hyong aveva pronunciato la battuta era così divertente che Eunhyuk dovette trattenere le risate e cercare di mantenere un contegno.
Cavoli quanto lo amava.
L’istinto lo portò a sfiorare la mano che Heechul aveva posata sul ventre con un dito, e da parte sua il ragazzo si sentì addolorato di non poter ricambiare davvero una dimostrazione di affetto così intensa…o almeno così credeva…
-Hyuk-jae-hyong! Ho ricevuto il tuo messaggio e sono corso qui! Come sta Yesung-hyong?-
La potente voce di Kyuhyun risuonò per tutto il corridoio, provocando l’ira di un’infermiera che gli mollò un ceffone dietro la nuca.
-Abbassa la voce, qui c’è gente malata!- lo rimproverò severamente la donna.
-Mi scusi…- sussurrò il ragazzo contrito.
-Kyuhyun! Finalmente! Hyuk-jae ti cerca da ore, ma che fine avevi…Talia?-
Il tono brusco con cui Heechul era partito per la tangente, pronto a immergere il più piccolo nella cacca fino al collo, si smorzò immediatamente quando vidi una ragazza con i capelli biondi appena dietro di lui.
-Sei splendida oggi- disse Kyuhyun ruffiano quando la bella ragazza bionda che stava aspettando salì nella macchina sul sedile accanto a lui.
-Non provarci Kyuhyun-Oppa, ho i capelli sconvolti, le guance arrossate, sono sudata e incavolata nera- sbottò Talia aggiustandosi la cintura di sicurezza.
-Cavolo, posso offrirti una camomilla al posto della cioccolata se pensi che sia meglio- disse dispiaciuto il ragazzo.
- No, adesso voglio affogare nel cioccolato- rispose di rimando la ragazza irritata.
-Come preferisci- disse il cantante temendo per la sua vita se avesse pronunciato un'altra sillaba e mettendo in moto la macchina.
Rimasero in silenzio per un po’, Seoul si muoveva attorno a loro, eppure in quella macchina persino il tempo sembrava essersi fermato.
-La mia amica, Cassandra, pensa che io sia una prostituta d’alto bordo solo perché non rispondo alle insistenti telefonate di Heechul-oppa e perché sto frequentando te- disse improvvisamente stizzita Talia facendo sobbalzare Kyuhyun.
-Capisco…a te dispiace frequentarmi Talia?- domandò il cantante di rimando.
-No, affatto. Sei la persona più sincera che conosco al momento- rispose lei leggermente intristita.
“Cavolo, sta andando tutto come avevo previsto” pensò il cantante, provando in fondo al cuore una lieve nota di disgusto per sé stesso che sapeva non lo avrebbe lasciato tranquillo nei giorni seguenti.
-Mi sono molto affezionato a te Talia- disse di getto Kyuhyun distogliendo per un attimo lo sguardo dalla strada per posarlo sulla ragazza che aveva di lato. Lei gli rivolse un meraviglioso sorriso, un sorriso sincero, che non fece altro che provocare nel ragazzo un riversamento della bile nell’esofago per quanto si sentiva stronzo. Erano quasi giunti a destinazione e Kyuhyun decise di parcheggiare la macchina in un grande parcheggio a due piani nelle vicinanze del centro. Spense il motore, ma non si mosse dal posto del guidatore, e nemmeno Talia si spostò di un centimetro dalla propria posizione, improvvisamente tesa.
-Kyuhyun, io…- cominciò lei nervosa.
- Talia…- balbettò lui confuso.
Fu più forte di lui. Istintivamente si slacciò la cintura di sicurezza e si avvicinò piano a lei, come per sondare il terreno delle sue reazioni. Dal canto suo, la bionda sentì di essere attratta da questo ragazzo, ma al contempo si sentiva uno schifo. Per quanto si sforzasse, l’immagine di Heechul non voleva proprio lasciare la sua mente e quando le labbra di Kyuhyun si trovarono a pochi centimetri dalle sue, restò immobile, senza sapere cosa fare.
BIP-BIP-BIP
Il suono del telefono del cantante interruppe il momento, lasciando in Kyuhyun un senso di confusione e in Talia un parziale sollievo.
Nel momento stesso in cui il cantante lesse i messaggi che erano arrivati sul suo telefono, si rimise la cintura in fretta e riaccese il motore, sgommando per uscire dal parcheggio.
-Kyuhyun! Ma che cazzo...?- strillò la bionda in tono di domanda.
-Il mio amico che ha avuto un incidente, si è ripreso dal coma! Scusa ma dobbiamo correre in ospedale!- rispose il ragazzo lasciando Talia in stato di shock.
Talia si sarebbe aspettata di tutto, meno che vedere Heechul in ospedale.
- Kyuhyun! Finalmente! Hyuk-jae ti cerca da ore, ma che fine avevi…Talia?-
Il suono della sua voce.
Dio come le era mancato.
Lottando a stento contro l’impulso di abbracciare Heechul, la bionda si ricordò il motivo per cui erano in ospedale. Ma il vedere Kyuhyun, Heechul, altri ragazzi che le pareva di aver già visto tra le foto che aveva cercato su internet, le fece sorgere uno strano sospetto.
-Kyuhyun-oppa…c’è qualcosa che non mi hai detto?- domandò Talia al cantante e ignorando Heechul che la squadrava basito.
-Ehm…Talia…l’amico in coma di cui ti ho parlato…anche lui fa parte dei Super Junior- balbettò Kyuhyun abbassando gli occhi per evitare di incrociare il suo sguardo.
A Talia sembrò di perdere 10 anni di vita.
Heechul era scomparso nel momento in cui Kyuhyun le aveva detto di avere un amico in coma.
Adesso tornava tutto.
Alla ragazza sembrò che tutta la rabbia del mondo si stesse riversando nel suo cuore. Come un uragano.
-Non mi hai detto niente…tu sapevi perché Hecchul-oppa era scomparso…e non mi hai detto niente…- cominciò a dire piano la ragazza tremando.
-Talia…io…- disse Kyuhyun cercando di abbracciarla.
-Mi hai mentito, sei un maledetto stronzo, come lui!- urlò la ragazza infuriata puntando il dito verso Heechul.
Kyuhyun non seppe cosa dire. Aveva ragione.
Era uno stronzo.
E lei non meritava tutto il male che le aveva fatto.
-Mi ero fidata di te…- disse Talia ormai in lacrime.
-Talia…-cominciò Heechul cercando di afferrarle una mano.
-No!- strillò lei al colmo dell’esasperazione- stammi lontano, statemi tutti lontano!-
Si girò e cominciò a correre piangendo verso le scale.
Il silenzio di tomba che era sceso sul gruppo venne interrotto solo dai passi di Heechul che inseguivano Talia.
E da un inopportuno Siwon che, avendo sentito le parole di Talia dalla stanza di Yesung, domandò infastidito – E io che c’entro?-
Heechul riuscì a bloccare la corsa di Talia nel bel mezzo delle scale dell’ospedale.
-Fermati- le disse risoluto prendendola per un braccio.
-Lasciami!- strillò lei tentando di divincolarsi.
-Ti ho detto di fermarti Talia!- tuonò lui schiacciandola con il proprio corpo sulla parete del pianerottolo dove era riuscito a bloccarla.
Talia lottò con tutte le forze nel tentativo di scappare, ma il ragazzo le aveva bloccato le mani sopra la testa e il suo peso le impediva di muoversi.
-Guardami- le chiese piano Heechul, a pochi centimetri dal suo viso.
La ragazza però continuò a fissare il pavimento, senza alzare la testa.
-Ti ho detto di guardarmi!- disse di nuovo Heechul spazientito.
-Smettila di darmi ordini!- urlò la bionda con tutta l’aria che aveva nei polmoni – non sei nella posizione di dirmi nulla Heechul, tanto meno darmi ordini!-
Il cantante accusò il colpo. Aveva ragione.
Le lasciò andare le mani, ma la strinse saldamente per i fianchi.
Le era mancata così tanto. Aveva bisogno di sentirla sua. Aveva bisogno di sentire di nuovo quell’amore.
-Talia…non ci sono giustificazioni per quello che ho fatto…volevo solo che tu amassi me, il vero me…non il cantante di fama mondiale che tutte vorrebbero solo portarsi a letto…o tutti…- aggiunse tentando di farla sorridere.
-…ti avrei amato comunque Heechul-oppa…se solo mi avessi permesso di entrare nel tuo cuore…-cominciò lei tristemente.
Heechul non sapeva cosa dire.
Cosa aveva fatto.
Che stupido idiota che era stato.
-Heechul…lasciami andare...voglio stare da sola- sussurrò Talia con le lacrime agli occhi.
-Talia, no…- la implorò il ragazzo spaventato dall’idea che se l’avesse lasciata non l’avrebbe più rivista.
-Ti prego…- disse lei di nuovo tentando debolmente di allontanarlo.
Suo malgrado, Heechul allentò la stretta e Talia si spostò verso le scale.
I loro sguardi si incrociarono.
Fu come la prima volta che si erano visti.
Ma dell’energia che si era sprigionata da quel primo incontro di sguardi, adesso non rimaneva che un’ombra.
Le lacrime tornarono a bagnare il viso di Talia, che si voltò e riprese a scendere le scale, lasciando Heechul in balia dei suoi incubi peggiori.
 

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