I'm nothing more than a line in your book di midnightsummerdreams (/viewuser.php?uid=55240)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** tutto iniziò da.. ***
Capitolo 3: *** decisione ***
Capitolo 4: *** un + che fa la differenza ***
Capitolo 5: *** le cose non vanno mai come speri ***
Capitolo 6: *** mio figlio ***
Capitolo 7: *** un nuovo inizio ***
Capitolo 8: *** sotto i riflettori ***
Capitolo 9: *** VS ***
Capitolo 10: *** qualcuno con cui parlare ***
Capitolo 11: *** maledetta la mia boccaccia ***
Capitolo 12: *** un pò di serenità è concessa a tutti ***
Capitolo 13: *** si, quando sarò pronta ***
Capitolo 14: *** same old story ***
Capitolo 15: *** capita di essere idioti ***
Capitolo 16: *** Non riesco a respirare ***
Capitolo 17: *** Ne ho abbastanza ***
Capitolo 1 *** prologo ***
Prologo
“amore
stai partendo, non era la settimana prossima il
servizio alle Hawaii?”chiesi io un po’ perplesso
vedendo le valigie di Alyssa
vicino alla porta, di solito quando era in partenza si avvicinava
sempre tutto
alla porta, mi salutava al volo e poi partiva, ma quel giorno mentre
tornavo a
casa non mi aspettavo certo di trovarla in partenza.
“no
Robert me ne sto andando”disse lei con un espressione
decisa.
“andando?
E dove? Quando torni?”chiesi io
“Robert
è finita io non posso accettare questa
situazione, no, non ce la farei mai”disse Alyssa.
“ne
abbiamo parlato per mesi tra qualche settimana
nascerà il bambino, nostro figlio ricordi?”chiesi
io cercando di rimanere calmo
anche se le sue parole mi stavano annebbiando.
“no
non nostro tuo e di una che non sappiano nemmeno chi
sia, quel bambino non sarà mai mio”disse Alyssa
“tesoro
sei solo spaventata abbiamo fatto di tutto per
riuscire a trovare qualcuno, la signora Brown ha detto che la
gravidanza sta
andando bene e che tra poco arriverà il bambino, un bambino
che abbiamo voluto
entrambi, non puoi mollare proprio ora”dissi io provando ad
abbracciarla ma lei
subito si ritrasse.
“forse
ma io ora non posso, non me la sento più e poi non
voglio più passare la mia vita con te”disse Alyssa
e solo in quel momento potei
notare che non portava più l’anello che nove mesi prima le avevo
donato promettendole
di sposarla al più presto.
“te
ne stai andando davvero? “chiesi io scioccato
“non
era destino per noi Robert”disse Alyssa uscendo con
le sue cose.
Non
so per quanto tempo rimasi a fissare il televisore
spento seduto sul divano di quella casa che ufficialmente ora era
soltanto mia,
so solo che a un certo punto squillò il telefono e ricevetti
la notizia più
appropriata per quel momento.
“signor
Pattinson sono la signora Brown volevo informarla
che la nostra donatrice è in clinica per
il parto, la cosa si è anticipata leggermente a quanto
pare”disse la signora
Brown
“va
bene”risposi riprendendomi dallo choc iniziale
“va
tutto bene signor Pattinson? È emozionato posso
immaginarlo”disse la signora Brown.
“si
tutto bene, è solo un momento importante”dissi io
mostrandomi
tranquillo, dopo tutto la donna con cui immaginavo di trascorrere il
resto
della mia vita e per cui avevo fatto tutto questo casino che in tutta
sincerità
non ero certo fosse poi tanto legale mi aveva appena lasciato dicendomi
che non
poteva avere un bambino non suo, e nello stesso giorno stava per
nascere quello
che sarebbe stato solo mio figlio.
canzone per la storia farà da colonna sonora a tutta la
storia XD i'll
try anything once
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** tutto iniziò da.. ***
Robert
pov
Robert
Thomas Pattinson questo era il nome che
i miei genitori avevano scelto per me, e la donna che mi stava portando
una
tazza di caffè a letto in quel momento adorava il mio nome,
me l’aveva detto la
prima volta che ci eravamo parlati, secondo lei suonava bene, per me il
suo
nome suonava nettamente meglio Alyssa Davis, pochi conoscevano il suo
nome ma
quasi nessuno non conosceva il suo viso, era una delle modelle
più attive nel
campo, eppure io non l’avevo mai vista, forse
perché negli ultimi anni ero
uscito poco con donne che non fossero delle mie compagne di set, Tom
per
esempio sapeva benissimo chi fosse, ma il mio migliore amico era
diverso si era
passato parecchie modelle.
Quella
mattina per me era una mattina come un’altra
ma non per lei, per lei era il giorno giusto per provare o almeno era
quello
che diceva la temperatura basale, e ultimamente i nostri rapporti erano
dettati
da quell’inutilissimo termometro.
“vero
che oggi non hai impegni?”chiese lei
baciandomi e puntando i suoi occhi castani nei miei, erano la prima
cosa che mi
aveva colpito di lei, certo nessuno mi crederebbe ma in
realtà non era stato il
suo fisico perfetto a colpirmi al primo sguardo erano stati proprio gli
occhi.
“liberissimo”dissi
io portandogli una mano tra
i capelli e accarezzandole una guancia, ci perdevamo sempre in mille
attenzioni
e ogni volta che eravamo insieme sembrava sempre che fosse la prima
volta che
ci scoprivamo davvero, anche se la nostra prima volta insieme era stata
qualcosa di nettamente più rapido, la passione aveva
controllato tutto, ma da
quando l’idea principale era avere un bambino tutto era
controllato nei minimi
dettagli e se ci fossimo anche evitati tutte quelle attenzioni mi sarei
sentito
semplicemente un giocattolo. Volevo anch’io un bambino con
lei, credo di averlo
voluto dalla prima volta che l’ho sentita ridere, ma quella
situazione stava
diventando pesante, ormai le cose non erano più naturali tra
noi continuavo a
fare mappature sul mio sperma e visite su visite, lei era convinta che
il
problema fossi io e sinceramente iniziavo a crederlo.
Una
settimana e mezza dopo quella mattinata
Alyssa era in bagno con il solito test di gravidanza ed io ero come
sempre
seduto sulla poltrona fuori dal bagno con il mio caffè in
mano aspettando l’esisto
e sperando che per una volta fosse positivo, ma quando la vidi uscire
dal bagno
in lacrime com’era successo anche l’ultima volta
capì che anche quella volta
non era andata.
“amore
dai fa niente”dissi io
“forse
per te”disse Alyssa
“per
me dovremmo smetterla di fare tutti
questi calcoli, e basta con queste temperature basali ci stiamo
perdendo tutto,
insomma questo bambino verrà prima o poi”dissi io
avvicinandomi al suo viso e
asciugandole le lacrime.
“forse
hai ragione, forse tutte queste cose
non fanno altro che stressarci mi sento una macchinetta, mi viene
l’ansia quando
arriva il giorno giusto”disse Alyssa sospirando.
“ci
penso io adesso a farti rilassare”disse io
baciandola
“uhm
e cosa avresti in mente”disse Alyssa cambiando
subito espressione
“uhm
vediamo”dissi io usando un tono di voce
più basso mentre scendevo a baciarla lungo il collo.
“interessante”disse
Alyssa sospirando e allora
prendendola in braccio raggiunsi camera nostra e la distesi sul letto
pronto a
farle recuperare il buon umore e a rialzare anche il mio, tutto questo
sesso
programmato era diventato davvero pesante.
“Robert”
mi chiamò quando raggiunse l’apice e
qualche spinta dopo la raggiunsi anch’ io lasciandomi cadere
al suo fianco.
“grazie
amore”disse Alyssa
“hey
io ti amo”dissi io baciandola
“ti
amo anch’ io, e scusa davvero per tutto
questo, forse non è colpa tua forse è colpa mia
se non riusciamo ad avere un
bambino nonostante ci proviamo ormai da un anno e mezzo
”disse Alyssa sospirando
contro la mia spalla.
“magari
semplicemente finora non era il
momento giusto, farò ancora tutte le mappature sullo sperma
che vuoi ok?”chiesi
io accarezzandole i capelli.
“grazie
amore”disse lei baciandomi e passammo
tutto il resto della mattinata così, non sapevo che un
giorno quei momenti
sarebbero stati soltanto un lontano ricordo, non sapevo che il vero
motivo per
cui volesse un bambino non era quello che ci legava ma era qualcosa di
molto
più superficiale, all’epoca non sapevo tante cose.
“amore
io devo andare a lavoro ci vediamo per
cena?”chiese Alyssa portandomi le braccia dietro al collo e
baciandomi.
“si”dissi
io
“vai
da solo al centro?”chiese Alyssa
preoccupata
“no,
vado con Tom”dissi io
“non
mi piace molto il tuo amico a dirla tutta”disse
Alyssa
“Tom
ha solo i suoi modi devi saperlo prendere,
è il mio migliore amico ”dissi io
“si
veste da schifo e ha piantato una mia
amica così come se nulla fosse”disse Alyssa
“uscivano
insieme?”chiesi io perplesso
“per
Dakota si”disse Alyssa
“visioni,diverse”dissi
io sorridendole e
baciandola un’ultima volta prima che uscisse di casa, e
mentre lei usciva ecco
arrivare Tom.
“ciao
Alyssa”la salutò Tom
“ciao”disse
Alyssa quasi ignorandolo.
“ma
dico, ci date dentro o no? È acidissima,
sicuro di essere tu il problema?”chiese Tom perplesso.
“i
medici dicono che lei non ha problemi
quindi stanno analizzando i miei amici”dissi io un
po’ disgustato dall’idea di
parlare già a quell’ora di spermatozooi.
“i
tuoi amici saranno di uno stressato
allucinante”disse Tom prendendomi in
giro, e non aveva del tutto torto.
“non
importa insomma, vuole questo bambino da
me e io in qualche modo glielo darò”dissi io
“beh
l’importante è darglielo, altrimenti si
sa che poi va a cercarlo da qualche altra parte”disse Tom e
solo dopo realizzai
il suo doppio senso, sempre il solito Tom non era cambiato di una
virgola da
quando lo conoscevo, ma era l’amico più fidato che
avevo ed era più di un amico
era un vero fratello.
“buongiorno
sa dirmi dov’è il centro
sterilità?”chiesi
io imbarazzato come sempre, le vedevo quelle infermiere mi guardavano e
intanto
stavano per scoppiarmi a ridere in faccia, ma tutto questo lo facevo
per la
donna che amavo e ero pronto anche a quelle umiliazioni.
“è
il posto giusto”disse la signora di una
certa età che mi trovai di fronte.
“il
bagno?”chiesi io prendendo il barattolino
che mi aveva consegnato.
“là
in fondo se vuole può portare il suo amico
con sé”disse la donna facendomi
l’occhiolino.
“no
posso fare da solo”dissi dopo aver
superato lo schifo iniziale, si mettevano anche a fare ironia.
“che
cosa ha detto?”chiese Tom adirato
“lascia
stare”dissi io raggiungendo il bagno e
facendo quello che dovevo fare, per fare questo test fatto bene
occorreva anche
almeno una settimana di astinenza, quindi liberarsi dopo una settimana
non era
molto difficile.
Quando
uscì dal bagno e consegnai il campione
l’infermiera mi guardò di sbieco e mi
informò che Tom era stato cacciato fuori,
potevo immaginare tranquillamente perché.
“cioè
ma che stronze ti pare?”chiese Tom
vedendomi uscire dall’edificio.
“parecchio”dissi
io sospirando e aprendo la
macchina dio solo sa quante altre figure del genere avrei dovuto fare.
“cazzo
quante mappature ti hanno già fatto
fare?”chiese Tom
“troppe”dissi
io mettendo in moto
“basta,
ribellati, insomma sono quasi due anni
i tuoi amici stanno meglio di te e me, il problema sarà per
forza lei”disse Tom
“il
medico ha detto che lei non ha nessun
problema”dissi io
“magari
non siete compatibili”disse Tom
ridendo e risi anch’ io non sapendo quanto le sue parole
fossero davvero vere,
chissà forse se l’avessi saputo mi sarei
risparmiato altri inutili stress e
saremmo arrivati alla conclusione più logica, ma
all’epoca io non stavo a
pensare molto volevo soltanto fare di tutto per renderla felice.
America
pov
“America
tesoro vorresti darti una mossa?”disse
mia madre
chiamandomi dal piano di sotto,
sapevo benissimo cosa mi sarebbe toccato quel giorno e in tutta
sincerità l’idea
di stare dietro i fornelli per tutto il giorno non mi entusiasmava
granchè, ma
era il futuro che mi ero scelta ormai.
Non
molto tempo fa eravamo una famiglia
normale tranquilla e le cose andavano piuttosto bene, frequentavo il
secondo
anno di medicina veterinaria ed ero anche piuttosto brava, ma quando
mio padre
si era ammalato avevo dovuto rinunciare agli studi perché la
nostra
assicurazione non bastava a coprire le spese, e poi c’erano
Matthew e Georgia
non potevo certo pensare solo a me, e mia madre oltre ad occuparsi di
mio padre
doveva anche mandare avanti tutto, vivevamo costantemente con la paura
di non
riuscire ad arrivare a fine mese, o di non riuscire a pagare
l’affitto, ma per
fortuna grazie al locale riuscivamo a farcela sempre anche se questo
richiedeva
enormi sacrifici.
“eccomi
mamma, mi metto subito all’opera”dissi
entrando in cucina e prendendo le uova, odiavo preparare quei
stramaledettissimi pancakes, nonostante un tempo fossero il mio piatto
preferito per colazione.
Mi
perdevo spesso a pensare al passato, il
passato era pieno di bei ricordi, il futuro non mi attirava affatto, il
futuro
era una totale incertezza che solo pensarci mi metteva di malumore e
quindi
preferivo non pensarci a volte era l’unico modo per andare
avanti, e anche
quella mattina mi lasciai cullare dallo scorrere dei ricordi.
America
Whright era il mio nome intero nessun
secondo nome nessun accento strano bastava soltanto il nome America,
era già
piuttosto imponente di suo, ma quando ero nata io i miei genitori
avevano grandi
speranze si erano trasferiti da un paesino sperduto nel North Carolina
nella
grande metropoli, erano pieni di sogni che pian piano erano sfumati
eppure
nonostante tutto non avevano mai perso la voglia di combattere.
Un
anno fa i medici avevano detto a mio padre
che sarebbe vissuto meno di due mesi ed ora era vivo da più
di un anno, certo
si sottoponeva costantemente a cure piuttosto costose ma era ancora
lì con noi perché
non si era mai arreso veramente, e io avevo imparato ad essere come
loro,
sicuramente il mio pregio migliore ne ero certa.
“ciao
Simon”dissi io affacciandomi dalla
cucina vedendo entrare il mio migliore amico, mi era rimasto soltanto
lui, gli
altri erano troppo impegnati a vivere le loro vite per curarsi di me.
“America
bellissima come sempre”disse Simon e
mia madre lo guardò male, era un classico, mia madre era
fermamente convinta
che tra noi ci fosse qualcosa, ma non sapeva quanto potesse sbagliarsi
io e
Simon eravamo davvero come fratelli, io non facevo che dargli consigli
con le
ragazze e lui mi dava consigli sui ragazzi, anche se ultimamente questo
non
accadeva da un po’, non uscivo con un ragazzo da
più di un anno ma del resto
non avevo certo tempo per i ragazzi, e poi la fase liceale
l’avevo nettamente
passata avevo 21 anni ormai, cioè li avrei avuti tra qualche
giorno e infatti
immaginavo bene il motivo della visita del mio migliore amico Simon,
oltre alla
classica colazione mattutina.
“cosa
ti porto?”chiesi io sorridendogli.
“c’è
da chiederlo”disse Simon
“si
perché oggi ci sono i muffin al cioccolato”dissi
io
“i
muffin almeno due”disse Simon
“arrivo”dissi
io andando in cucina e
portandogli dei pancakes con uova e bacon e infine in un piattino i due
muffin
che aveva chiesto.
“se
non fosse perché lo considererei incesto
ti chiederei di sposarmi”disse Simon
“shh
mia madre ti ucciderebbe”dissi io ridendo
“la
modella ecco cosa dovresti fare”disse
Simon ridacchiando.
“certo,
sicuramente”dissi io guardandolo
alquanto scettica.
“guarda
che questo posto è sempre pieno grazie
a te”disse Simon.
“
comunque preferisco pensare perché cucino
meglio degli altri posti in città”dissi io
“sicuramente
anche per quello, comunque
rimanendo su un argomento serio che cosa facciamo per i tuoi 21 e non
dire
nulla perché è un momento
importante”disse Simon
“e
invece penso proprio che sarà la mia
risposta, non ho nessuna voglia di festeggiare il mio
compleanno”dissi io
“peccato”disse
Simon senza insistere sapeva
benissimo che ero impossibile da corrompere.
Quella
giornata trascorse come tutte le altre
dopo il solito saluto mattutino di Simon e aver cucinato a pranzo e a
cena chiudemmo
i battenti e io rimasi seduta al buio della cucina a scrivere un
po’, scrivere
era decisamente terapeutico scrivendo potevo immaginare la vita che
sognavo e
che probabilmente non avrei mai avuto. Forse però su
quest’ultima cosa mi
sbagliavo ma allora non c’erano molte speranze
all’orizzonte, e non potevo
certo immaginare cosa sarebbe successo poi.
Risposte
alle recensioni grazie per aver dato un occhio anche a questa ff come
vedete è a doppio pov e ci saranno dei parallelisimi
XD
video
presentazione ff thanks to winniepoohina
c'è una carellata di alcuni personaggi importanti che ci
saranno, lo so che ora come ora magari può non sembrare
chiara la ff ma vi assicuro che a un certo punto sarà chiara
XD
@
winnie poohina: grazie per il video e per avermi trovato i personaggi
mille thanks si rob se la passa male XD beh non è un
personaggio serio XD anche se comunque non sapeva che il bambino
sarebbe nato quel giorno perchè è nato due
settimane prima XD storia complicata XD
@ Frytty : vero Juneau
amo quella canzone XD e poi l'ho cantata con loro occhi negli occhi
questa song XD grazie mille
@ RiceGrain: grazie
ele ehssì l utero in affitto alla fine nn l ho messo come
titolo XD perchè per me lui è forte XD grazie
mille ele XD
@ daisyB: lo so anche
a me piace tanto come cosa XD infatti non vedo l ora di vedere WFE e BD
dove sarà padre XD lo amo XD suppongo anche tu chi non lo
ama qualche pazza XD buon proseguimento di vacanze XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** decisione ***
copertinanothingmoreline
America pov
15 maggio, il
sole era alto in cielo ed era proprio il giorno giusto per un giro in
macchina
con i finestrini giù e la musica, una canzone giusta, una
canzone da macchina e
quella che stavo ascoltando era perfetta, niente di sentimentale o dal
testo
troppo complicato soltanto qualcosa che riesca a darti quel senso di
libertà di
cui spesso si ha bisogno e che almeno nel giorno del mio ventunesimo
compleanno
avrei voluto provare davvero, invece me ne restavo seduta su quello
sgabello di
tessuto azzurro a fissare il nulla, sperando che apparisse qualcosa o
qualcuno,
ma ero totalmente patetica. Immaginavo che uno dei miei attori
preferiti
sbucasse da un momento all’altro da quella porta e si
innamorasse di me al
primo sguardo, invece sbucò soltanto mia madre con un muffin
ricoperto di
cioccolato e una candelina sopra.
“buon
compleanno America”disse mia madre sorridendomi
“grazie
mamma”dissi io sorpresa che se ne fosse ricordata, con tutte
le cose a cui
doveva pensare.
“esprimi
un
desiderio tesoro”disse mia madre
“si”dissi
io
e non ebbi bisogno
di scegliere un
desiderio, attualmente pregavo che accadesse una sola cosa nella mia
vita e in
quella della mia famiglia: volevo che mio padre stesse bene, sognavo
soltanto
di continuare ad averlo con noi.
“buon
compleanno
ancora tesoro, ma ora torniamo all’opera è quasi
l’ora di pranzo”disse mia
madre iniziando ad apparecchiare i tavoli per il pranzo.
“America”disse
Simon entrando nel locale e passandomi davanti agli occhi le chiavi
della sua
nuova auto.
“sto
lavorando”dissi
io finendo di
pulire l’ultimo tavolo.
“strano
sapevo che staccavi proprio alle 18 e guarda sono proprio le
18”disse Simon
guardando l’orologio alla parete.
“tesoro
stasera mi dà una mano Matthew insomma è il tuo
compleanno non crederai certo
che ti lasci lavorare la sera del tuo compleanno?”chiese mia
madre.
“ma
davvero
madre io non voglio fare nulla”dissi io
“è
il tuo
ventunesimo compleanno non dire stupidaggini”disse mia madre
“ti do
dieci
minuti per cambiarti e poi usciamo forza”disse Simon
“e va
bene
arrivo”dissi io sbuffando togliendomi il grembiule e
lanciandolo dietro il
bancone.
Erano secoli
che non uscivo e non avevo la più pallida idea nemmeno di
cosa ci fosse nel mio
armadio, presi un paio di pantaloncini scuri e una canottiera bianca e
la
solita felpa che indossavo per uscire.
Una veloce
spazzolata ai miei capelli biondi, non mi ero accorta che fossero
cresciuti
così tanto, i capelli erano senz’altro la cosa che
più amavo del mio corpo per
il resto ero perfettamente nella norma nulla di particolare, mi ero
sempre
vista così, anche se nessuno la pensava allo stesso modo,
presa anche la borsa
raggiunsi il mio migliore amico di sotto.
“sento
che mi
toccherà fare a botte con qualche ragazzo
oggi”disse Simon prendendomi in giro.
“smettila
scemo”dissi io tirandogli una pacca sul braccio.
“tesoro
non
fare troppo tardi però ok?”chiese mia madre
“certo
signora gliela riporto a casa prima delle undici”disse Simon
facendo
l’occhiolino a mia madre che lo guardò un
po’ stranita.
“si
mamma non
faccio tardi tranquilla”dissi io salutandola per poi seguire
Simon fuori dal
locale, mi mancava respirare l’aria al di fuori di quel
posto, non che mi
tenessero sotto chiave ma erano stati giorni piuttosto pieni e un paio
di
mattinate mi era toccato badare da sola al locale perché
avevano chiamato mia
madre dall’ospedale.
“allora
che
ne dici della mia nuova macchina?”chiese Simon
“regalo
di
tua madre?”chiesi io conoscendo già la risposta,
Simon viveva con il padre
perché la madre aveva deciso di andarsene, aveva sposato un
uomo molto ricco e
ogni tanto dimostrava il suo affetto per il figlio facendogli regali
imponenti.
“si
questo è
per natale e per il mio compleanno”disse Simon perplesso
“beh a
modo
suo si ricorda di te”dissi io provando ad ironizzare sulla
situazione.
“ma per
me è
perfetto a dirla tutta”disse Simon alzando il volume della
musica.
Mi rilassai
contro lo schienale della macchina godendomi il sole del tardo
pomeriggio che
mi scaldava il viso e il vento tra i capelli, non potevo sognare di
meglio.
“ti va
un
giro in spiaggia?”chiese Simon quando fummo nei pressi della
costa
“certo”dissi
io riprendendomi dallo stato di relax in cui ero piombata.
Ogni volta
che rimanevo a fissare l’oceano ero totalmente incapace di
vedere altro, sarei
potuta restare giorni ad osservare lo stacco di colori e i giochi di
luce
creati dal tramonto.
Mi ero sempre
chiesta che cosa ci fosse oltre l’orizzonte, immaginavo che
tutto finisse lì
dove il sole sembrava affondare, non sapevo che cosa c’era
oltre quella linea.
“America
Whright da non crederci ma allora sei ancora viva”disse una
ragazza che di
primo impatto accecata dall’arancione del tramonto non
riconobbi, ma che poi
mettendo bene a fuoco purtroppo riuscì ad identificare.
“ciao
Susan”dissi io salutandola, un tempo eravamo state amiche
prima che lei
iniziasse a provarci con il mio ragazzo, che tra l’altro non
aveva nessun
interesse nei suoi confronti.
“allora
come
te la passi?”chiese Susan
“bene,
tu
tutto ok?”chiesi io
“certo
tutto
bene, oh ecco il mio ragazzo Ben, guarda chi ho
incontrato?”disse Susan
rivolgendosi al ragazzo che le si era appena avvicinato, conoscevo
soltanto un
Ben, ma d'altronde in tutti gli Stati Uniti era un nome piuttosto
comune,
quante probabilità potevano esserci che fosse lo stesso Ben?
Tante trattandosi
del nuovo ragazzo di Susan, quando anche lui mi riconobbe vidi sul suo
volto la
sorpresa più totale.
“ciao”dissi
rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
“ciao”disse
lui rimanendo a fissarmi, non era cambiato molto nell’ultimo
anno era ancora il
bel ragazzo moro che conoscevo, il primo ragazzo con cui avevo iniziato
ad
uscire alle superiori, lo stesso con cui avevo passato gli ultimi 6
anni della
mia vita, lo stesso che un anno fa ero stata costretta a lasciare, era
stata
una scelta molto sofferta ma non avevo potuto fare altrimenti, dovevo
pensare
alla mia famiglia e non avrei avuto più tempo per lui, ci
saremmo soltanto
fatti del male a vicenda, e da quello che potevo vedere avevo fatto
bene, lui
si era consolato piuttosto in fretta.
“Simon,
il
migliore del corso”disse Susan facendogli un sorrisino quando
arrivò.
“uhm la
più,
no scusa non mi viene nulla”disse Simon guardandola un
po’ perplesso, Susan ci
aveva provato spesso anche con lui e ad una festa sotto gli effetti
dell’alcol
l’aveva addirittura baciata, la cosa ricordavo
l’aveva sconvolto parecchio.
“beh
che dici
Ben andiamo?”chiese Susan al suo ragazzo ma Ben aveva lo
sguardo ancora un po’
perso.
“allora?”chiese
Susan un po’ irritata.
“si
andiamo,
ciao ragazzi”disse Ben riprendendosi e allontanandosi con la
sua nuova ragazza.
“ti
muore
ancora dietro”disse Simon scuotendo la testa e passandomi il
mio milkshake alla
fragola.
“non
credo
proprio”dissi io bevendo un po’ del mio frullato
preferito.
“certo
che è
caduto in basso Susan Hunter”disse Simon facendo una strana
smorfia.
“senti
chi
parla, voglio ricordarti che”dissi io ma lui subito mi
interruppe zittendomi.
“sono
anche
stato con le ragazze più carine della scuola,quella
è stata una debolezza, non
ero in me”disse Simon giustificandosi.
“e
dimmi c’è
qualche ragazza che ha attirato la tua attenzione al punto di uscirci
per più
di una volta?”chiesi io curiosa.
“beh si
addirittura tre”disse Simon facendomi ridere.
“tre?
Finirai
come quel tizio in quel film”dissi io ridendo
“John
Tucker?
Non era sufficientemente furbo”disse Simon facendomi
l’occhiolino.
“ma
quindi
sei considerato ancora il veterinario più
promettente?”chiesi io curiosa,
ultimamente non avevamo parlato molto di università
specialmente da quando ero
stata costretta ad abbandonarla.
“chiaro,
io
sono il migliore, bello intelligente e con una carriera molto
promettente”disse
Simon.
“sono
orgogliosa di te Simon”gli dissi sinceramente, quando sua
madre se ne era
andata aveva attraversato un periodo difficile, e aveva lasciato andare
tutto,
ma poi si era risollevato ritrovando la grinta che da sempre
l’aveva
caratterizzato.
“grazie
bellezza”disse Simon ridendo e proprio in quel momento
suonò il mio telefono
era il mio numero di casa.
“pronto
mamma?”chiesi rispondendo al telefono.
“no
America
sono Matthew siamo in ospedale devi venire subito”disse
Matthew e quella
telefonata non poteva significare niente di buono.
Quando entrai
con Simon in ospedale trovai mio fratello e mia sorella seduti nella
sala
d’aspetto e di mia madre non c’era traccia.
“mamma?”chiesi
a mio fratello
“hanno
detto
che papà non sta bene, non sappiamo altro”disse
Matthew, aveva dodici anni ma
ne dimostrava molti di più
“Simon
puoi
restare con loro vado a vedere cosa sta succedendo”dissi al
mio migliore amico
che guardandomi turbato annuì con un debole cenno del capo.
“signorina
non può entrare qui”disse un infermiera provando a
fermarmi quando oltrepassai
la porta di vetro e mi ritrovai davanti alla camera che stava occupando
mio
padre nelle ultime settimane per i soliti controlli ci aveva detto, ma
ero
sufficientemente grande da sapere che gli avevano prescritto un altro
ciclo di
chemioterapia,lo notavo dalla sua espressione costantemente affaticata
e dal
fatto che l’ultima volta che mia madre gli aveva accarezzato
il capo le era
rimasta in mano qualche ciocca dei suoi capelli biondi, io e
papà eravamo due
gocce d’acqua.
Quando
aprì
la porta trovai la camera vuota, il letto era disfatto e
c’era un enorme
confusione nella stanza, quando mi voltai trovai l’infermiera
che prima aveva
provato a fermarmi che mi guardava con compassione e capì
tutto.
“mi
dispiace,
hanno fatto il possibile ”disse la donna.
Nei giorni
seguenti dopo il funerale di mio padre pensai che in quel momento
avevamo
toccato davvero il fondo e che peggio di così non sarebbe
potuta andare, che
cosa poteva succedere d’altro? Non era stato sufficiente
perdere un padre e un
marito? Credevo che lo fosse ma qualche settimana dopo mi dovetti
ricredere,
poteva succedere ancora qualcosa.
Con
tutte le
spese che avevamo dovuto al sistema sanitario americano, e il funerale
di
nostro padre era stato complicato far fronte all’affitto
della casa e del
locale, avevamo un mese per pagare tutto e poi ci avrebbero dato lo
sfratto fu
allora che presi la decisione più assurda di tutta la mia
vita.
Robert
pov
“buongiorno
amore”disse Alyssa svegliandomi con un
bacio, avrei preferito dormire ancora ero totalmente
esausto, ma dovevo
svegliarmi un nuovo regista mi aspettava per propormi un film e poi
avrei
passato i prossimi giorni totalmente immerso nel copione per capire se
faceva o
meno al mio caso.
“buongiorno”dissi
io sorridendo, svegliarmi con lei accanto era davvero il massimo, non
rimpiangevo affatto i tempi in cui ero stato lo scapolo più
ambito di
Hollywood, e non riuscivo proprio a capire perché in passato
fossi stato così
restio all’idea di impegnarmi con qualcuna, da quando vivevo
con Alyssa l’idea
di impegnarmi era la cosa che meno mi preoccupava.
“sono
in
ritardo”dissi alzandomi velocemente dal letto e andando in
bagno.
“uhm
dovrei
offendermi, insomma indosso questo completo nuovo e tu pensi al tuo
incontro
con il regista”disse Alyssa comparendo sulla porta del bagno
in tutto il suo
splendore.
“dio
perché
me l’hai fatto notare”dissi io rimanendo a fissare
come quel babydoll le stava
incredibilmente bene, anche se bene era decisamente riduttivo.
“beh
visto
che sei di fretta”disse Alyssa lasciandomi da solo davanti
allo specchio del
bagno con ancora la schiuma da barba in mano, prima il lavoro dovetti
ripetermi
diverse volte per convincermi a non seguirla in camera nostra.
“Robert
che
piacere averti qui, scusami per il ritardo”disse il regista e
l’avrei
volentieri stramaledetto per arrivare in orario a
quell’appuntamento avevo
evitato di saltare addosso alla mia fantastica fidanzata e lui che
faceva?
Chiaramente arrivava in ritardo magari perché lui se
l’era concessa una botta
mattutina alla sua compagna.
“non
importa”dissi io tranquillamente.
Dopo aver
discusso per ben un ora e mezza di quel film decisi che gli avrei dato
una
possibilità sembrava qualcosa di molto interessante, avrei
valutato meglio il
copione ma quel personaggio mi sembrava già piuttosto
interessante, e poi avrei
girato a Los Angeles così sarei rimasto anche con la mia
Alyssa.
“auguri
coglione, 27 anni”disse Tom dandomi una pacca sulla spalla
non appena mi vide
e ricordandomi che
quel giorno era il
mio compleanno e che io me ne ero totalmente scordato, anche se la
seconda cosa
che pensai fu che Alyssa se ne era dimenticata.
“cazzo”dissi
io
“te ne
eri
dimenticato eh, ci credo sempre impegnato a fare sesso
allora?”chiese Tom
“allora
cosa?”chiesi io
“
quando
divento zio?”chiese Tom prendendomi in giro.
“lasciamo
perdere”dissi io mentre ci sedevamo al nostro solito bar.
“per me
non
siete destinati insisto, insomma nemmeno l’inseminazione
è andata a buon fine,
e comunque il problema è lei insomma nemmeno
l’inseminazione con un donatore è
andata a buon fine, non vuoi che provi io magari?”chiese Tom
facendomi
l’occhiolino.
“fottiti
Sturridge”dissi io
“hey
scherzavo lo sai che non lo farei mai”disse Tom ridendo.
“lo so
fratello”dissi io
“beh ma
comunque potreste sempre adottarlo dai,un modo lo troverete per
sistemare il
vostro desiderio di famiglia che vorrei dire tu nemmeno le hai chiesto
di
sposarla e pensate a un bambino da due anni e il matrimonio? Guarda che
mamma
Clare potrebbe essere contraria a questa cosa”disse Tom
prendendomi in giro di
nuovo.
“sto
aspettando il momento giusto ma voglio chiederglielo è solo
che tutto lo stress
degli ultimi mesi non era d’aiuto e prima non ero certo che
mi dicesse si”disse
Robert
“effettivamente
forse è un po’ troppo per te”disse Tom
“oh ma
grazie”dissi io
“comunque
è
il tuo compleanno dobbiamo fare qualcosa di interessante e io direi di
andare
in qualche club a rimorchiare, cioè io a rimorchiare tu solo
a bere ci
stai?”chiese Tom
“eviterei,
quando esco con te mi caccio sempre nei casini”dissi io
scettico
“ma se
quando
eri con me hai conosciuto la tua Alyssa, non dire
cazzate”disse Tom e solo ora
potrei dire che non era una cazzata perché conoscere Alyssa
e perdere quattro
anni e tre mesi della mia vita con lei era stato il casino
più grande in cui mi
fossi trovato per colpa di Tom, anche se tutto era accaduto per via
della mia
ingenuità, non potevo certo incolpare Tom, ma a volte mi
piaceva credere di
poter incolpare il mio migliore amico.
“a
proposito
di quando ho conosciuto Alyssa hai intenzione di farti ancora qualcuna
delle
sue amiche?”chiesi io
“non
è colpa
mia se non resistono al mio fascino, io non faccio niente di
male”disse Tom
“certo,
prima
o poi metterai la testa a posto?”chiesi io già
conoscendo la risposta.
“non
parlarmi
come mia madre e comunque siamo giovani non abbiamo nemmeno
trent’anni non vedo
perché dovrei impegnarmi con qualcuna”disse Tom
inconsapevole del fatto che
prima o poi sarebbe cascato nella stessa trappola.
“comunque
torno a casa, voglio evitare di dare ai paparazzi altri motivi per
parlare di
me”dissi io prendendo le sigarette e il portafoglio dal
tavolo
“beh se
non
altro non ti hanno ancora visto al centro sterilità,
immagina cosa
direbbero”disse Tom
“Tom
non
calcare la mano, ok e comunque ho chiuso con tutte quelle analisi
ufficialmente
i miei amici sono perfettamente in forma”dissi io
“buon
per te
amico”disse Tom
“beh ci
vediamo domani e non spezzare troppi cuori stasera”dissi io
prendendolo in
giro.
“puoi
giurarci”disse Tom ridendo a sua volta, era veramente
pessimo, mia madre ogni
volta che chiamava non faceva che dirmi di occuparmi di lui
perché era
profondamente preoccupata per il mio quasi fratello.
Quando tornai
a casa trovai Alyssa vestita come quella stessa mattina ad attendermi
all’entrata non si poteva ricevere un bentornato migliore.
“bentornato”disse
Alyssa
“potevi
evitare di dirlo, mi sento già bentornato”dissi io
avvicinandomi e baciandola
in poco tempo ci ritrovammo in camera da letto e potei riprendermi
quello a cui
avevo rinunciato quella mattina.
“ho
preparato
la cena”mi disse baciandomi mentre si rivestiva
“credo
di
aver saltato qualche tappa”dissi io mettendomi a sedere.
“vestiti
Rob
o non ceneremo più”disse lei alzando gli occhi dal
mio petto nudo.
“io non
ho
problemi, non ho così fame”dissi io
“ho
cucinato
tutto il giorno per te”disse lei facendomi gli occhi dolci.
“per
me? sei
fantastica”dissi io recuperando i boxer e rivestendomi.
“Robert
anche
la maglietta e che cavolo”disse lei sbuffando e andando di
là.
“come
vuoi”dissi io ridacchiando.
Aveva davvero
cucinato tutto il giorno soltanto per me, dovevo prendere un anello al
più
presto e chiederle di sposarmi, al diavolo il momento giusto, ogni
momento
poteva essere quello giusto non avrei più aspettato.
“buon
compleanno amore”disse Alyssa porgendomi una scatola che
aprì subito.
“allora
te ne
sei ricordata, beh a me l’ha ricordato Tom ”dissi
io
“sono
soltanto 27 è un po’ presto per dimenticarti del
tuo compleanno”disse Alyssa
sorridendomi.
“sei di
buon
umore oggi”dissi io notando l’espressione piuttosto
rilassata che non le vedevo
da settimane.
“è
vero, ho
preso una decisione importante, e volevo parlarne con
te”disse Alyssa
“certo
amore”dissi io
“ho
fatto
l’ennesimo test oggi”disse Alyssa
“e?”chiesi
io
con un barlume di speranza, forse i nostri problemi erano finalmente
finiti.
“è
negativo,
ma ho parlato con la dottoressa tu non hai nessun problema ed io
nemmeno
teoricamente è impossibile che noi non riusciamo ad avere un
bambino”disse
Alyssa
“esatto”dissi
io
“ beh
però
succede, dobbiamo pensare ad un'altra soluzione, forse dovremmo
contattare
un’agenzia e ricorrere a una madre surrogata”disse
Alyssa lasciandomi
completamente spiazzato.
“potremmo
adottarlo”dissi io
“voglio
un
figlio da te, e questa è l’unica soluzione, tutto
il resto non ha funzionato,
la verità è che c’è qualcosa
che non va , nemmeno le inseminazioni sono andate
a buon fine, non è una cosa strana l’hanno fatto
in molti”disse Alyssa.
“non lo
so,
insomma è legale?”chiesi io perplesso
“certo
che è
legale”disse Alyssa guardandomi stranita.
“non
vuoi?”chiese subito dopo vedendo l’incertezza nel
mio sguardo
“è
che non lo
so, cioè una donna rimarrebbe incinta di mio
figlio?”chiesi io perplesso
“nostro
figlio”disse Alyssa sorridendomi, all’epoca quella
convinta era lei,
ripensandoci forse avevo accettato soltanto perché
l’amavo troppo, l’idea che
dall’unione tra il mio seme e l’ovulo di una
sconosciuta che avrebbe portato
avanti la gravidanza sarebbe nato nostro figlio mi metteva un
po’ a disagio, ma
se era l’unica soluzione l’avrei fatto.
“è
l’unica
soluzione per avere un bambino, anche se mi ci sarei vista con il
pancione”disse Alyssa.
“saresti
stata splendida ma lo sarai comunque, sarai una mamma
bellissima”dissi io
baciandola, e in quel momento la immaginai con nostro figlio o figlia
tra le
braccia, non sapevo che quell’immagine non sarebbe mai stata
reale.
“allora
accetti?”chiese Alyssa
“accetto”dissi
io e con quella scelta cambiai totalmente la mia vita, anche se
ripensandoci
forse quella fu una delle scelte migliori che presi.
Grazie mille per chi ha aggiunto la storia alle preferite e alle
seguite, per chi mi ha fatto sapere la sua e anche a chi ha soltanto
letto, grazie mille XD Non so quando riuscirò a postare
ancora perchè venerdì parto e torno il 23
però se riesco a scroccare qualche connessione magari
troverete qualcosa XD anche se non so quanto scriverò dato
che sto preparando un esame però se ci riesco lo saprete XD
Pagina
FB dedicata a tutte le mie storie
video
presentazione della ff realizzato da winnie
completo
di Alyssa come dice miss ale essendo che le foto ci sono
mettiamole si rob qui è alle prese con modelle XD
@ RiceGrain
: ele XD beh insomma mica troppo mi viene meglio la terza
perchè con la prima riesco a sproloquiare ancora di
più XD e non sono brava a entrare nella testa di Rob XD si
beh pian piano avremo sempre più dettagli sulla sua vita,
comunque è leggermente sfortunata XD mi viene difficile
perchè a me di solito nelle storie piace parlare di una
coppia sola però ci sto provando ad applicarmi XD mah marcia
in più non so però so già come
andrà perlomeno XD si ne metterò sempre una nuova
XD un bacione ciao
@ winnie poohina:
questo era sicuramente più importante che finire di leggere
il cap bisogna sapere quanti centimetri mancano per arrivare a Rosie XD
no questo è quello che pensa robert XD cioè no
non c'è un motivo superficiale è solo che lei si
era un pò troppo concentrata su questa cosa
perchè vedeva che tutte intorno a lei ci riuscivano e loro
no, quindi poi robert penserà quando in futuro lei
avrà un altro compagno che il suo alla fine era
più un capriccio, l'ha detto rob non l'ho detto io XD si qui
Tom è un tipo XD mi piace farlo sempre diverso ma comunque
sempre con la stessa dose di ironia sperando che nella
realtà non sia uno stronzo XD un bacione ciao
@ fiorella91: no no
non è sterile XD loro due sono incompatibili capita
biologicamente ancora non sono riusciti a spiegarlo bene XD esatto in
questo caso sarà una cosa un pò alternative
sinceramente non so nemmeno se sia legale, comunque inseminano questa
persona con il suo e quindi avranno un figlio senza saperlo XD SPOILER
XD no no quelli sono i pensieri di rob lei lì lo ama eccome
XD si tom è un grande un bacione ciao
@ bibabirba : grazie
mille per la fiducia spero di riuscire a meritarmela XD no no non
c'è nessun motivo sono i pensieri di robert in quel momento,
si capirà comunque, ehssi hai ragione non potrebbero esserci
altri motivi infatti lei lo ama e anche parecchio cioè credo
si veda in questo capitolo XD si non è un personaggio molto
complesso rispetto ai personaggi che creo di solito è un
pò sfortunata ma è abbastanza normale mentalmente
XD eh non posso dirlo XD chissà XD no tranquilla a me
piacciono gli sproloqui tutti i miei capitoli sono sproloqui XD un
bacione ciao
@ Frytty :
ehssì un bel casino cioè in fondo anche lei lo
amava però vabbeh si vedrà come si è
arrivati al prologo XD grazie mille spero vivamente di essere stata
chiara XD un bacione ciao
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** un + che fa la differenza ***
copertinanothingmoreline
Robert pov
Avevo da poco
iniziato a lavorare su un nuovo set ed era passato esattamente un mese
da
quando avevo accettato la proposta di Alyssa, eravamo andati insieme
all’agenzia che le avevano consigliato delle amiche e avevamo
parlato con una
certa signora Brown che a detta sua ci avrebbe aiutati a trovare la
persona
giusta per il nostro caso.
“Robert
sei
pronto?”chiese il regista mentre ancora leggevo le ultime
battute prima di
iniziare a girare.
“si ci
sono”dissi io lasciando il copione sulla sedia e andando
davanti la macchina da
presa, sarebbe stata una giornata molto lunga, James era un vero
perfezionista
non gliene andava bene una e mi toccava ripetere la stessa scena ancora
ancora
e ancora.
“basta
facciamo una pausa pranzo e Robert questa era perfetta, insomma non
è che le
altre non andassero ma qui ho visto la giusta luce, eravate
perfetti”disse
James prima di allontanarsi dal set.
“bene
al
tredicesimo ciak eravamo sotto la luce giusta”disse Abbie
ridendo.
“meglio
tardi
che mai”dissi io
“Sturridge
che piacere vederti”disse Abbie salutando Tom che era
arrivato proprio in quel
momento.
“lo so
tesoro”disse Tom facendole l’occhiolino
“il
solito
sbruffone”disse Abbie guardandolo con finta
superiorità per poi andarsene.
“è
cotta di
me”disse Tom soddisfatto
“stai
scherzando?”chiesi io scettico
“è
la tecnica
più la tratti male e più ti
cercherà”disse Tom
“ancora
con
questa storia? Se continui a fare lo stronzo nessuna farà
mai sul serio con te”dissi
io
“ma io
non
voglio certo qualcuna che faccia sul serio con me”disse Tom
“cambierai
idea prima o poi e spero di esserci per poter dire l’avevo
detto”dissi io prendendo
il cellulare e trovando la bellezza di tre messaggi tutti di Alyssa,
quando lessi
l’ultimo sbiancai per qualche istante fino a quando Tom un
po’ preoccupato non
mi diede una pacca sulla spalla per risvegliarmi, l’avevano
trovata, avevano
trovato la donna che avrebbe portato avanti la gravidanza e che li
avrebbe
finalmente resi genitori.
“ci
sei? Stai
bene?”chiese Tom
“devo
tornare
a casa hanno trovato la nostra madre surrogata”dissi io un
po’ schifato da quel
termine ma non riuscivo a trovare proprio un altro termine che
definisse la
situazione.
“l’hanno
trovata? E quindi andate a conoscerla?”chiese Tom
“non
credo,
ma devo tornare a casa chiamo James”dissi io prendendo il
cellulare e chiamando
James, avevamo appuntamento con la signora Brown e non potevo certo
lasciare
che Alyssa vi andasse da sola, per fortuna James capì e
decise di lasciarmi il
pomeriggio libero si sarebbero concentrati su altre cose cambiando
leggermente
la tabella di marcia per le riprese.
“ho il
permesso”dissi io sospirando
“e
allora che
aspetti vai”disse Tom dandomi una pacca sulla spalla.
“non
spezzare
troppi cuori”gli dissi io sapendo del servizio fotografico
che avrebbe fatto
nel pomeriggio.
“ci
proverò
ma è dura per quelli come me”disse Tom salendo
sulla sua auto.
Mi precipitai
subito a casa sperando che Alyssa non fosse già uscita
vedendo che io non avevo
ancora risposto al telefono e infatti quando tornai a casa non trovai
la sua
macchina parcheggiata davanti casa e decisi di raggiungerla al centro.
“signor
Pattinson”disse la segretaria vedendomi
“buongiorno,
la mia compagna è dentro da molto?”chiesi io
“no la
signorina è appena arrivata, venga
l’accompagno”disse la donna alzandosi dalla
sua postazione e facendomi strada, poi bussò alla porta e mi
lasciò entrare.
“Robert
che
piacere vederti”disse la signora Brown vedendomi.
“scusate
per
il ritardo”dissi io scusandomi specialmente con Alyssa che
però non sembrava
affatto arrabbiata con me.
“allora
abbiamo trovato la madre surrogata, è piuttosto giovane, fa
una vita sana ed
equilibrata e basta non credo di dovervi dire altro, sapete che
l’identità è
meglio che non venga rivelata”disse la signora Brown
“si mi
sembra
perfetto”dissi io
“è
bionda?”chiese Alyssa
“l’unica
domanda a cui risponderò però, non posso darvi
altri dati sul suo conto, però
vi aggiornerò sul decorso della gravidanza, comunque si
è bionda ”disse la
signora Brown
“mi
sembra
perfetto”disse Alyssa sorridendomi e stringendomi la mano.
“bene
allora,
vi farò sapere nei prossimi giorni se la gravidanza
è partita come dovrebbe
”disse la signora Brown sorridendoci, era simpatica e di
bell’aspetto ma
sinceramente quel sorriso così accentuato un po’
mi inquietava, col tempo mi
accorsi che raramente il suo viso si incurvava in
un’espressione diversa, tutta
colpa del troppo botulino, anche quando gli dissi che sarei stato
l’unico
genitore di quel bambino aveva sempre la stessa espressione, eppure in
quel
momento sinceramente non avevo molta voglia di ridere.
“dobbiamo
pagare già una somma?”chiesi io
“ecco,
me ne
stavo dimenticando si noi ci organizziamo così una cifra
all’inizio e poi si
finisce di finire a pratica finita diciamo, anche se pratica suona
piuttosto
male”disse la signora Brown.
“perfetto
le
firmo un assegno”dissi io
“allora
siamo
a posto, ci risentiamo presto”disse la signora Brown
stringendomi la mano
“arrivederci”dissi
io
“Alyssa
vedrà
andrà tutto bene”disse la signora Brown stringendo
la mano ad Alyssa.
“speriamo”disse
Alyssa mentre usciva insieme a me dallo studio.
“scusa
per il
ritardo”dissi io mentre uscivamo dalla clinica.
“non
importa,
ho pensato che fossi occupato e ho pensato di andare da
sola”disse Alyssa.
“James
mi sta
facendo perdere la testa lui e la sua maledettissima
perfezione”dissi io
sbuffando e abbracciando Alyssa.
“grazie
per
aver appoggiato la mia idea, avremo un figlio nostro”disse
Alyssa baciandomi
una guancia.
“ti
amo”le
dissi io baciandole le labbra.
“Alyssa
mi
scusi sono un suo grande fan”disse un ragazzo avvicinandosi a
noi due e
puntando tutta la sua attenzione sulla mia ragazza che a differenza mia
sapeva
gestire al meglio situazioni del genere, io nonostante gli anni
rimanevo sempre
il solito ragazzo impacciato quando si trattava di parlare con i miei
fans
mentre Alyssa era tranquillissima e sorridendo al ragazzo
cercò un foglio di
carta nella borsa e prese una penna.
“come
ti
chiami?”chiese Alyssa
“Simon”disse
il ragazzo
“ecco”disse
Alyssa consegnandogli il foglio con una breve dedica e un suo
autografo.
“grazie
Alyssa sei davvero bellissima”disse il ragazzo andandosene.
“hai
visto
che carino?”chiese Alyssa sorridendo e mettendo via la penna
in borsa.
“si non
mi ha
nemmeno visto”dissi io un po’ scettico.
“tesoro
un
ragazzo se permetti preferisce me a te”disse Alyssa facendomi
l’occhiolino.
“anche
questo
è vero”dissi io ridacchiando e baciandola di
nuovo.
Era un
pomeriggio di metà luglio quando decisi che era ora di
rendere le cose più
serie, stavamo insieme da quattro anni e alcuni mesi ormai, e presto
avremmo
avuto un bambino mi sembrava nettamente il momento giusto per cercare
un degno
anello di fidanzamento, avevo pensato spesso alla proposta che le avrei
fatto,
ma mai ero arrivato al momento di scegliere un anello adatto,
l’anello non ero
mai riuscito ad immaginarlo, e così mi trovavo da Tiffany
con il mio migliore
amico Tom alla ricerca di un anello che dicesse “diventa mia
per sempre”.
“lo sai
che a
me sembrano tutti uguali”disse Tom dopo un po’ che
girovagavamo per l’enorme
negozio fino a quando una commessa non si avvicinò notando
entrambi.
“buongiorno
signori in cosa posso esservi utile?”chiese la commessa
“sei
libera
dopo lavoro?”chiese Tom facendole l’occhiolino.
“Tom
smettila
siamo qui per una cosa seria”dissi io
provando a non alterarmi più di quanto ormai
non avessi già fatto.
“di
cosa
avevate bisogno?”chiese la commessa lasciando perdere per un
attimo Tom e
occupandosi finalmente di darmi una mano.
“un
anello di
fidanzamento”dissi io
“oddio”disse
la commessa prendendo un bel respiro.
“tranquilla
bambola non mi sposo io”disse Tom prendendola in giro.
“con
Alyssa?
Dio ma voi siete la coppia più bella di Hollywood, per me
è un onore aiutarti a
scegliere l’anello giusto”disse la commessa.
“perfetto
allora mettiamoci alla ricerca”disse Tom.
Dopo aver
visto circa 20 diversi modelli di anelli ne scelsi uno con una pietra
zaffiro
al centro e due diamanti al fianco della pietra centrale, tre pietre
come
presto saremmo stati noi, quando il bambino sarebbe entrato a far parte
della
nostra vita.
“questo
è
perfetto”dissi infine
“già,
sisi ad
Alyssa starà benissimo”disse la commessa
sorridendomi
“già”dissi
io.
Quando tornai
a casa Alyssa non era ancora rientrata così ordinai qualcosa
e apparecchiai sul
nostro terrazzo per una romantica cena a lume di candela.
“amore
sono
tornata”disse Alyssa entrando in casa e precipitandosi a
rispondere al telefono
che aveva appena iniziato a suonare.
“pronto”disse
Alyssa
“signorina,
la chiamavo per dirle che la gravidanza è partita bene,
quindi la fecondazione
è andata a buon fine, vi informerò al
più presto su nuovi risvolti”disse la
signora Brown.
“grazie
mille”disse Alyssa al settimo cielo e quando chiuse la
chiamata non le diedi il
tempo di voltarsi che le coprì gli occhi con le mani.
“uhm la
tua
notizia non
sarà certo meglio di quella
che sto per dirti io”disse Alyssa sospirando.
“davvero?”chiesi
io scettico.
“la
gravidanza è partita diventeremo davvero dei
genitori”disse Alyssa.
“è
fantastico”dissi io al settimo cielo.
“la tua
sorpresa?”chiese Alyssa
“cammina
dritto davanti a te”dissi io guidandola verso il terrazzo e
poi quando fummo
davanti al tavolo le scoprì gli occhi.
“wow,
Robert
sei fantastico”disse Alyssa rimanendo a guardare tutto quello
che avevo
preparato, ora non esageriamo avevo soltanto acceso delle candele
perché per il
resto aveva pensato a tutto il mio ristorante preferito in
città.
“a cosa
devo
tutto questo?”chiese Alyssa verso fine cena.
“beh in
realtà non c’è propriamente un motivo
però vorrei chiederti una cosa”dissi io
“cosa?”chiese
Alyssa perplessa mentre io mi inginocchiavo
davanti a lei prendendole le mani tra le mie.
“Alyssa
non
c’è bisogno che ti dica quanto tu sia speciale,
eppure voglio dirtelo comunque,
sei incredibile, sei la cosa più bella che mi sia capitata e
voglio passare
ogni giorno con te, e volevo sapere se ti andava, insomma ti andrebbe
di
passare ogni giorno fino alla fine con me?”chiesi io
prendendo la scatolina
verde acqua dalla tasca della giacca e aprendola davanti ai suoi occhi.
“oh mio
dio,
certo che si”disse Alyssa abbracciandomi, il mio equilibrio
disastroso come
sempre mi tradì e finì a terra insieme a lei.
“questo
è
tuo”dissi prendendole la mano e infilandole
l’anello
che avevo scelto con tanta
fatica.
“è
bellissimo”disse Alyssa affascinata da quel gioiello.
“tre
come
diventeremo presto”dissi io baciandole la mano dove portava
l’anello, in quel
momento pensai che sarebbe rimasto lì per sempre e invece mi
sbagliavo.
America
pov
“ma
non
si
potrebbe avere una proroga?”chiese mia madre al proprietario
del locale e
dell’appartamento in cui vivevamo.
“è
indietro
di parecchio, capisco che è successo quello che è
successo ma dove pensa di
trovare una somma del genere ha intenzione di rapinare una banca
forse?”chiese
l’uomo ridendole in faccia e quella fu la cosa che
più mi infastidì gli avrei
tirato un pugno in faccia se solo ne fossi stata capace.
“almeno
altre
due settimane, se non troveremo una soluzione entro allora ce ne
andremo ma
gliene prego, abbia pietà siamo sempre stati in ordine con i
pagamenti, è stato
solo un momento complicato”disse mia madre
“solo
due
settimane tra due lunedì sarò di nuovo
qui”disse l’uomo uscendo dal nostro
locale.
“ancora
quel
bastardo di Fletcher?”chiese mio fratello Matthew entrando
nel locale, tornando
da scuola l’aveva visto arrivare.
“Matthew”disse
mia madre richiamandolo.
“mamma
davvero smetto di andare a scuola, insomma è inutile tanto
non abbiamo nemmeno
i soldi perché arrivi al diploma, dobbiamo pensare alla
nostra famiglia”disse
Matthew
“non
dirlo
nemmeno per scherzo”dissi io interrompendo
l’assurdo sproloquio di mio
fratello.
“non
se
ne parla
ok?”disse mia madre rincarando la dose.
“e
come
faremo allora?”chiese Matthew
“oggi
chiamerò i miei parenti, magari qualche mia sorella ci
aiuterà”disse mia madre
sospirando.
“mamma
non
parli con le tue sorelle da secoli”disse Matthew
“beh
ma
sono
speranzosa”disse mia madre tornando in cucina, anche se quel
giorno eravamo di
riposo ci teneva ad occuparsi comunque del locale, non riusciva a stare
ferma
probabilmente aveva bisogno di mantenersi attiva per non pensare.
“vado
a
trovare Simon”dissi io salutando tutti, non me la sentivo di
restare lì a
guardarci sprofondare sempre di più, perché stavo
imparando facilmente che dopo
aver toccato il fondo non era ancora finita poteva esserci sempre
qualcosa di
peggio.
“Simon
c’è
America”disse Cassie dopo avermi salutato, Cassie era la
nuova ragazza di
Simon, o meglio più che nuova la prima e unica ragazza di
Simon, non era mai
stato uno tanto per le relazioni serie ci aveva provato qualche volta
ma non
era mai andata molto bene, così aveva deciso di essere uno
spirito libero, però
non aveva mai messo in conto che avrebbe trovato una come Cassie,
Cassie
nemmeno a dirlo frequentava la stessa facoltà di veterinaria
ma si era appena
trasferita da New York qui nell’assolata California, ci
avevano messo poco a
diventare una coppia, e attualmente Simon mi sembrava davvero felice,
almeno
qualcuno tra noi lo era.
“tesoro
qualcosa non va?”chiese Simon un po’ sorpreso dal
fatto che mi fossi presentata
senza avvertirlo, di solito lo facevo sempre almeno che non fosse
un’emergenza
o avessi urgentemente bisogno di parlargli.
“ho
due
settimane di tempo per trovare una cifra assurda o ci sfratteranno e
sinceramente non avendo più nulla sarebbe problematico,
ormai mia madre ha
difficoltà anche a fare la spesa, siamo riusciti a
sopravvivere in queste
settimane soltanto grazie al fatto che ho venduto alcuni gioielli che
mi
avevano regalato e sono andata anche a farmi prelevare il sangue, non
so più
cosa fare”dissi io confidando al mio migliore amico tutto
quello che
nell’ultimo periodo non avevo avuto il coraggio di raccontare
a nessuno, avevo
detto a mia madre che si trattava di alcuni miei risparmi, se solo
avesse
saputo che avevo dato via i loro regali si sarebbe dispiaciuta
immensamente e
sarebbe sprofondata ancora di più nella depressione che
temevo prima o poi la
colpisse, dopo la morte di mio padre non aveva ancora versato una
lacrima,
talvolta sembrava che ignorasse il fatto che lui non fosse
più con noi.
“America,
ti
darò una mano io chiederò dei soldi a mia madre,
dopo tutto me li deve ”disse
Simon
“no
Simon non
posso devo trovare una soluzione, sono davvero troppi
soldi”dissi io
“e
cosa
pensi
di fare cioè non vorrai mica fare qualcosa di
illegale”disse Simon preoccupato.
“no,
non sto
pensando di darmi alla prostituzione”dissi io un
po’ schifata.
“non
ci
sono
molte altre possibilità”disse Simon
“come
no? Ops
scusate non volevo ascoltare ma stavo portando qualcosa da bere e ho
sentito”disse Cassie.
“non
importa
Cassie”dissi io
“comunque
mia
zia tempo fa ha fatto da madre surrogata e le hanno dato una bella
somma,
davvero una bella somma”disse Cassie
“ma
sei
impazzita?”chiese Simon perplesso
“cioè
ha
portato avanti la gravidanza di qualcun altro partorendo
lei?”chiesi io
perplessa
“si,
ricordo
che le diedero una cifra all’inizio e una dopo il
parto”disse Cassie
“America
che
diavolo, ma ci stai pensando davvero?”chiese Simon vedendo la
mia espressione
interessata, e quello sguardo che secondo lui facevo sempre quando
stavo
elaborando un piano, e infatti era così,
quell’idea non mi sembrava tanto
assurda, non era certo peggio delle altre opzioni, dopo tutto non
sarebbe stato
poi così complicato, dovevo soltanto portare avanti la
gravidanza di qualcun
altro, un qualcuno che aveva problemi ad avere un figlio e che aveva
sognato
tanto di creare la propria famiglia al punto di pagare per avere un
bambino,
dopo tutto aveva qualcosa in comune con quelle persone era ugualmente
disperata.
“Simon
non è
una cattiva idea”disse Cassie
“Cassie,
stai
zitta e tu smettila con quell’espressione non pensarci
nemmeno io ti impedirò
di fare una stupidaggine simile, non puoi, cioè sai cosa
vuol dire? Portare
avanti la gravidanza di qualcun altro? No è troppo, e tua
madre? a tua madre
prenderà un colpo, America veramente non fare una cavolata
simile”disse Simon.
Quelle
furono
le ultime parole famose perché esattamente due giorni dopo
ero con lui alla
clinica di cui mi aveva parlato Cassie.
“buongiorno
che cosa posso fare per voi?”chiese una donna dietro un
enorme bancone.
“volevo
qualche informazione sul programma per madri surrogate”dissi
io un po’
stranita.
“oh
certo ora
vi chiamo subito qualcuno”disse la donna componendo un numero
e parlando con
qualcuno, per poi rivolgersi di nuovo a noi.
“allora
la
porta in fondo al corridoio la signora Brown vi riceverà
subito”disse la donna
sorridendoci.
“hai
visto
come sorrideva non è che pensa che io sono
impotente?”chiese Simon perplesso e
un po’ scioccato.
“no”dissi
io
lanciandogli un’occhiataccia.
“lo
spero
bene”disse Simon
“Simon
serietà, se pensano che ho qualcosa che non va, non mi
terranno mai in
considerazione ho letto tutto e insomma sono molti i requisiti,
dovrò fare
degli esami ma magari se pensano che sono mentalmente normale non
sarebbe una
cosa tanto brutta”dissi io
“ok,
ma
ricorda sono uno studente di veterinaria quindi di leggi non ne so
molto”disse
Simon
“chiederò
ogni minima cosa, ora spero solo che mi accettino”dissi io
prendendo un bel
respiro e percorrendo gli ultimi passi che mi separavano da quella
porta.
“buongiorno
sono Miranda Brown”disse la donna porgendomi la mano
“America
Wright”dissi io stringendogli la mano.
“America
un
nome incisivo”disse Miranda
“lo
so”dissi
io
“e
lei
è il
suo compagno piacere”disse Miranda
“Simon,
e no
sono il suo migliore amico”disse Simon
“il
suo
amico
la aiuterà ad avere un bambino?”chiese Miranda
“no
veramente
io volevo propormi come madre surrogata”dissi io
“ah,
ma
non
sei un po’ giovane scusa se ti do del tu”disse
Miranda
“no,
no
non
si preoccupi comunque no, ho 21 anni”dissi io
“21
anni? Te
ne davo 21”disse Miranda sorridendomi
“ho
letto un
po’ di tutto e so che ci sono esami di idoneità da
fare, però sono un soggetto
sano faccio una vita sana, niente droga niente alcolici”dissi
io
“posso
chiederti perché prendi una scelta del genere alla tua
età?”chiese Miranda
“non
mi
sceglierete in base alla risposta che do vero?”chiesi io
“no
la
mia è
solo curiosità”disse Miranda tranquillizzandomi.
“stanno
per
portarci via la casa e il locale ho un fratello e una sorella
più piccoli e mia
madre non ce la fa con le spese nostro padre è morto nemmeno
un mese fa e dopo
aver pagato le spese mediche e un banalissimo funerale non abbiamo
quasi più
nulla, voglio sfrattarci e non posso permettere che accada una cosa del
genere,
mia madre ne morirebbe e dopo la morte di papà non gli ci
vuole una cosa del
genere, devo fare qualcosa, è vero sembro disperata e lo
sono, però vivrò al
meglio questa esperienza davvero sono una persona affidabile e
responsabile
porterei avanti la gravidanza in modo sano”dissi io prendendo
fiato dopo aver
parlato a lungo.
“ma
ci
hai
pensato bene? Insomma è una cosa complicata, il bambino di
qualcun altro poi
dovrai lasciarlo, non potrai tenerlo, sarai in grado di fare qualcosa
del
genere?”chiese Miranda.
“si
ce
la
farò, ci ho pensato bene e so quello che
faccio”dissi io non sapendo davvero
quello che mi aspettava in quel momento avevo in mente soltanto di
sistemare le
cose per la mia famiglia, non pensavo alle conseguenze, non credevo
sarebbe
stato difficile staccarmi da quel bambino, l’avrei compreso
soltanto dopo.
“ok,
allora
perché non torni domani mattina presto così
facciamo tutti gli accertamenti del
caso per essere certi che stai bene?”chiese Miranda
“perfetto”dissi
io.
Esattamente
quattro giorni dopo le mie analisi mi richiamarono dalla clinica per
dirmi che
ero sana come un pesce e che sarebbero stati lieti di avermi nel loro
gruppo.
“America
eccoti, abbiamo trovato la coppia che fa al caso tuo ma oltre a portare
avanti
la gravidanza dovremmo fecondare un tuo ovulo con lo sperma del
donatore, non
posso dirti nient’altro per la privacy”disse
Miranda.
“io
accetto”dissi io
“dovresti
pensarci su potresti pentirtene e una volta firmato questi documenti
dovrai
rispettare ogni clausola”disse Miranda
“io
accetto”dissi io firmando senza nemmeno leggere quei fogli.
“va
bene,
secondo gli esami l’ovulazione dovrebbe essere tra qualche
giorno, quindi il
dottor Parson pensava di fare il tutto dopodomani, sarà come
un inseminazione
artificiale, e dopo ti daremo la prima parte dei soldi”disse
Miranda.
“perfetto”dissi
io stringendole la mano.
Qualche
giorno più tardi dovemmo tornare alla clinica era il
fatidico giorno, come
continuava a chiamarlo Simon per me era soltanto un giorno come un
altro, ed
ero anche piuttosto tranquilla, con tutti i problemi che avevamo di
recente,
quella mi sembrava davvero una cosa da nulla,
“ho
dimenticato tutte le analisi in macchina”dissi io sbuffando
mentre me ne stavo
seduta insieme a lui nella sala d’aspetto.
“tranquilla
ci vado io”disse Simon uscendo in tutta fretta e ritornando
ben venti minuti
dopo, il dottore per fortuna non mi aveva ancora chiamata.
“eccoti”dissi
a Simon quando finalmente lo vidi comparire
“scusa
ma non
crederei chi ho incontrato, ho incontrato Alyssa Davis”disse
Simon
“buon
per te
non ho idea di chi sia”dissi io anche se non sapevo che in
futuro avrei saputo
benissimo chi fosse.
“chiaro,
non
metti fuori il naso da casa, comunque è una modella
importante, ora esce con
quell’attore per cui voi ragazze stravedete non mi viene il
nome”disse Simon.
“io
non
stravedo per nessuno”dissi io
“chiaro”disse
Simon facendo riferimento sempre al fatto che ormai non mi ero
più interessata
a quello che succedeva all’esterno della mia bolla.
“signorina
Whright prego”disse un’infermiera invitandomi a
seguirla, ero totalmente
terrorizzata in quel momento, però per fortuna fu qualcosa
di molto veloce.
Un
mese dopo
ero a casa di Simon con lui e Cassie e guardavo il più su
quella finestrella,
quel più ci aveva tolti dai guai anche se non avevo spiegato
a mia madre come
avevo ottenuto una cifra simile le avevo detto che Simon aveva venduto
la
macchina che le aveva regalato la madre, dopo tutto era vero, la madre
gliene
aveva appena comprata una nuova e non stava usando più
l’altra, ma ora che tutto
era confermato non potevo più mentire, potevo prendere tempo
al massimo un paio
di mesi ma poi avrei dovuto tirare fuori la verità, e quello
probabilmente
sarebbe stato il momento più difficile.
Che
cosa
avrebbe pensato mia madre? Le avrei fatto schifo per aver preso una
decisione
simile o mi avrebbe capita? Dopo tutto io l’avevo fatto per
la nostra famiglia
tempo nove mesi nemmeno e avremmo potuto far finta che tutto quello non
fosse
mai successo, non sapevo ancora quanto mi sbagliavo.
Eccomi
con il
nuovo cap, non è arrivato subito perché
l’avevo scritto per metà in vacanza e
mi mancava il pov di america, il prossimo cap non arriverà
molto presto perché
devo studiare per gli esami, quindi non preoccupatevi se vedete che
passano le
sett e non aggiorno l’ispirazione c’è ma
devo autobloccarla perché ho due esami
importantissimi da dare e a fine mese l’esame di tirocinio
che bello XD e in
mezzo c’è anche il mio compleanno
chissà che succederà quest’anno e chi
se ne
dimenticherà XD cioè sono nata lo stesso giorno
di reneesme e i miei due
migliori amici se ne dimenticano ditemi se non è una cosa
pessima eppure bd
l’hanno letto XD comunque questo sproloquio per dire che sono
tornata dalle
vacanze che hanno fatto seriamente schifo come sempre e che
però devo passare
gli esami poi mi concentrerò su queste storie che adoro e
specialmente
recupererò bene con be è che non ero nel mood
giusto per scriverla e non mi
andava di rovinarla XD un abbraccio a tutti ciao
p.s il titolo si riferisce
alle
equazioni matematiche XD
@
daisyB :
ahaha la sfortuna ti ha perseguitato
insomma beh comunque se hai avuto modo di startene tranquilla buon per
te XD io
il giorno che sono partita sono uscite le foto del bacio robsten XD ero
in
profonda crisi perché nella casa dei miei mio cugino mi ha
fatto una
connessione casalinga ma va tipo 52k e ci metteva tre vite a caricare
le foto
un vero dramma XD il prologo racconta il dramma in cui si
troverà Robert ma
almeno non sarà solo Sturridge c’è
sempre XD uhm in che senso uguale? Nel senso
mille capitoli sulla gravidanza XD lì li ho messi
perché ci stavano, no qui si
parlerà poco di gravidanza si parlerà molto del
dopo, perché lui come credo si
capisce nel prologo dovrà crescersi un bambino da solo,
cioè con Tom XD no
tranquilla io purtroppo non ne ho trovate molte aggiornate sigh un
bacione
ciao.
@ RiceGrain :
per la prima volta non sarai tra i
primi a leggere XD ahahah si parlare attraverso Rob XD eh lo so anche a
me in
realtà però sto alternando in vivere è
abb serio, in be era sfigato
inizialmente, e qui è figo e per niente sfigato,
è più figo di rob cioè non
esageriamo ora XD eh lo so quel prologo è stato un errore
perché adesso la
odiate tutti, però in questi cap lui non ha le fette di
salame erano davvero
una coppia seria, stanno insieme da quattro anni cioè da
quando lui ha 24 anni,
mentre si nei prossimi cap le avrà le fette di salame sugli
occhi XD grazie
mille io però volevo il cap di MM XD no scherzo precedenza
agli impegni seri un
bacione ciao
@ bibabirba
: già è proprio brutto, comunque si erano scelte
difficile anche se vedremo che
prenderle non sarà complicato quanto affrontarne le
conseguenze, si bisogna
trovarsi in una situazione simile, però portare avanti una
gravidanza e non
tenere il bambino non credo sia facile grazie mille per la rec un
bacione ciao
@ Frytty :
ahaha esatto XD guarda penso che avrebbe l’imbarazzo della
scelta XD si in quel
momento è difficile, anche se prendere la scelta non
sarà difficile quanto
gestirla poi, Rob è innamorato e attualmente anche Alyssa
però le cose
cambieranno almeno per lei si Tom è quello che se la passa
meglio, glielo devo
l’ho trattato troppo da nerd in be XD un bacione ciao
@ winnie poohina
: si è un momento brutto, chiaramente è sfigata
quindi, si e notare come arriva
a questa cosa che assurdità XD le ho messe alla fine XD tra
l’altro era lo
stesso che avevo detto che bello e casualità lo indossava
proprio lei, era
destino che fosse Alyssa XD Sturridge è figo XD ah beh se lo
dici tu XD un
bacione ciao e mi raccomando voglio i ps con i passeggini quindi quando
hai
tempo dallo studio alias di notte suppongo XD applicatici
sennò quando andiamo
a London ti ritroverai le scritte come nel film di ieri XD
@ fiorella91
: si sono dei casi rari non rarissimi in realtà
perché è frequente ma non così
tanto, cioè loro sono incompatibili e lei è
andata troppo sotto stress e al
momento non ci riesce così prende in considerazione questa
opportunità, in
realtà via robert lei ad avere figli problemi non ne
avrà XD esatto un
compleanno davvero sfortunato ma le cose si risolleveranno anche per
lei un
bacione ciao.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** le cose non vanno mai come speri ***
America pov
Una settimana
dopo quel test positivo Miranda mi chiamò perché
effettuassi tutti gli esami di
controllo di inizio gravidanza e la visita per vedere che tutto fosse
iniziato
nel migliore dei modi, ricordo benissimo il giorno in cui qualche
settimana
dopo il dottore riuscì a fare la prima ecografia, era tutto
così strano dovevo
vivere quella situazione con il maggior distacco possibile eppure tutto
stava
accadendo proprio dentro di me, rifiutai di guardare il monitor
pensando che
così avrei potuto ignorare la cosa ma ben presto dovetti
ricredermi, era
impossibile non sentirsi coinvolti in una situazione simile.
“America
tesoro stai bene?”chiese mia madre dopo l’ennesimo
capogiro della settimana,
ero a dieci settimane di gravidanza e il mio ventre era già
piuttosto gonfio
rispetto alle dimensioni che avrebbe dovuto assumere però
grazie alle mie
magliette larghe non avevo avuto problemi a nascondere tutto a mia
madre, ma il
problema vero e proprio era iniziato quando i primi malesseri avevano
iniziato
a presentarsi per giunta tutti in coro.
“si
mamma
tutto bene”dissi io prendendo un bel respiro e ignorando
quella sensazione di
nausea che non se ne era ancora andata dal mio risveglio.
“voglio
parlare con il padre di Simon, sono troppi soldi devo trovare il modo
di
renderglieli al più presto, non credo ci vorrà
molto il locale è sempre andato
molto bene”disse mia madre
“certo
mamma,
ma non preoccuparti davvero per Simon non è un
problema”dissi io
“si
però
voglio potergli ridare tutto indietro al più presto sono
stati davvero gentili
e non voglio approfittarne”disse mia madre
“ok”dissi
io
andando a lavare gli ultimi piatti e il nuovo detersivo
all’arancia mi provocò
un conato di vomito costringendomi a raggiungere il bagno a pochi passi
dalla cucina.
“tesoro
davvero sei sicura di star bene?”chiese mia madre preoccupata
quando riemersi
dal bagno con un espressione che probabilmente non sembrava certo dire
quanto
fossi in forma.
“si
davvero
va tutto bene”dissi io mettendomi a sedere
“forse
è meglio
che ti veda un medico che dici?”chiese mia madre
“mannò
davvero sto bene”dissi io
“non mi
convinci molto sai?”chiese mia madre
“mamma
davvero tutto ok”dissi io e così mi
toccò mentire per giorni e giorni, diedi la
colpa ai cambiamenti di tempo, al fatto che avessi bevuto qualcosa di
freddo,
che avessi lasciato i capelli bagnati e che avessi mangiato qualcosa di
scaduto, e la farsa tenne bene per ancora un mese e mezzo ma la mia pancia che
cresceva sempre più a
vista d’occhio iniziava a non essere più tanto
invisibile secondo Simon e
arrivò ben presto anche il giorno in cui dovetti vuotare il
sacco con mia
madre, un sacco davvero pesante, avevo preparato per precauzione anche
alcune
delle mie cose pronta a trasferirmi da Simon.
“tesoro
ancora vomito? Qui ci vuole un medico non possiamo rischiare, non posso
perdere
anche te”disse mia madre stringendomi a lei, sapevo benissimo
a cosa stava
pensando in quel momento, e per un attimo pensai anch’ io a
lui, mi mancava
terribilmente chissà come l’avrebbe vista lui,
anche se in fondo al cuore
speravo che mi appoggiasse e che mi aiutasse ad affrontare il percorso
che
avevo preso per quanto eticamente scorretto potesse essere.
“tesoro
ma
sei ingrassata?”chiese mia madre un po’ perplessa
“ehm
no”dissi
io sperando di risultare convincente.
“oddio
America ma non sarai mica, America sei incinta?”chiese mia
madre sbiancando e
in quel momento capì che dire la verità non
sarebbe stato affatto facile.
“ecco
mamma,
si”dissi io provando a controllare il senso di nausea che mi
stava risalendo di
nuovo lungo lo stomaco, lo sentivo indirizzarsi verso
l’esofago e tentavo con
tutte le forze di rimandarlo indietro.
“si?
Oddio ma
non, insomma è successo con Simon? E lui lo
sa?”chiese mia madre alquanto
preoccupata.
“mamma
vedi è
una cosa un tantino più complicata, credo sia meglio se ti
siedi un
attimo”disse America invitando la madre ad accomodarsi e
sedendosi accanto a
lei.
“che
cosa
significa una cosa un tantino complicata?”chiese mia madre
“ok, ti
prego
non arrabbiarti ma a me non è sembrata un’idea
così folle, e poi tra qualche
mese potremo far finta di nulla”dissi io
“di
cosa stai
parlando?”chiese mia madre ancora più perplessa
“utero
in
affitto hai presente? Cioè in realtà è
più madre surrogata suona malissimo lo so
comunque sono andata in una clinica e sto portando avanti la gravidanza
di una
coppia che ha qualche problema a portarne avanti una”dissi io
spiegandogli il
tutto in poche parole.
“no
credo di
non aver capito bene”disse mia madre provando a rielaborare
il tutto.
“mi
hanno
dato dei soldi per portare avanti questa gravidanza ma sono seguita
dalla
clinica è tutto legale e davvero tempo qualche mese e
potremo far finta che non
è successo nulla”dissi io
“che
non è
successo nulla? Tu riuscirai davvero a far finta che non sia successo
nulla?
Porterai avanti una gravidanza partorirai e poi riuscirai a far finta
che non
sia successo nulla?”chiese mia madre alquanto preoccupata non
sembrava per
niente scioccata da tutto quello che riguardava la storia della madre
surrogata
e nemmeno il fatto che praticamente avessi venduto il mio corpo per
alcuni mesi
per portare avanti una gravidanza non mia sembrava turbarla molto.
“si,
insomma
non è mio, cioè in realtà in parte si
però insomma io non ho certo intenzione
di avere un bambino”dissi io tranquillamente.
“a
quante
settimane sei?”chiese mia madre
“circa
19
settimane”dissi io
“che
cosa? E
quando aspettavi a parlarmene non pensavi che prima o poi me ne sarei
accorta?”chiese mia madre
“cercavo
il
momento giusto, temevo il tuo giudizio”dissi io
“tesoro
è una
cosa che insomma mi scombussola un attimo e insomma pensare che
l’hai fatto per
la famiglia mi fa male, perché sono io che dovrei occuparmi
di voi, e in più
fino ad ora hai sempre rinunciato a tantissime cose, però
ormai mi sembra che
questa cosa sia fatta e che sia tardi per tornare indietro, che cosa
vuoi che
ti dica, insomma ho paura di come ti sentirai alla fine di questa cosa,
però
non posso che esserti vicina sono tua madre”disse mia madre.
“grazie
mamma”dissi io abbracciandola era importante sapere che mi
considerava ancora
sua figlia e che potevo contare sul suo appoggio.
“siamo
sicuri
che si tratta di una clinica seria e che c’è da
fidarsi?”chiese mia madre
“si
è una
delle migliori cliniche nel settore di tutta la California, e poi
già la zia di
Cassie ha fatto la stessa cosa da loro ed è stato tutto
ok”dissi io
“ok,
beh
allora dovresti fare qualcosa per quelle nausee e magari riposarti un
pochino
oggi non ha per niente una bella faccia, quando Matthew
tornerà da scuola mi
darà una mano lui”disse mia madre.
“va
bene”dissi io senza ribattere sapevo che sarebbe stato
inutile, anche se il
senso di nausea dopo essermi tolta un peso del genere stava nettamente
scemando, potevo addirittura dire che mi sentivo meglio.
Forse proprio
la sensazione di fare tutto alla luce del sole mi spinse nei mesi
successivi a
stare sempre meglio, non avevo avuto più nessun disturbo
legato alla gravidanza
e potevo sinceramente affermare di sentirmi bene, mia madre mi aveva
comprato
anche qualche camicia più comoda anche se ormai tutti in
città sapevano del mio
stato, non che mi dispiacesse non sentivo di aver nulla da nascondere e
poi mi
piaceva portarmi in giro quella pancia enorme, dopo tutto eravamo in
California
e nessuno si faceva problemi però a volte mi capitava di
pensare a quando tutto
sarebbe finito, alle domande delle persone che mi conoscevano che mi
avrebbero
chiesto dove fosse il bambino e questo era qualcosa che mi provocava
già un
certo dispiacere, forse staccarsi da quella situazione non sarebbe
stato così
semplice, forse alla fine di quei nove mesi non sarei riuscita a dire
“ecco ora
posso continuare a vivere la mia vita”.
“America
tutto ok?”chiese Simon al mio fianco mentre aspettavamo
Cassie fuori dalla
gelateria, l’odore di panna montata mi dava la nausea e
quindi era entrata da
sola per prendere un gelato a lei e a Simon.
“si”dissi
io
portandomi una mano sulla pancia proprio dove avevo sentito il bambino
muoversi.
“che
pancia
enorme, ma non è che esploderai mancano due mesi alla fine
ed è
enormissima”disse Simon ridacchiando
“si
probabilmente esploderò prima della fine”dissi io
sorridendo e sentendo un
altro movimento del bambino.
“si
è
mosso?”chiese Simon curioso
“si
muove
tantissimo oggi, vuoi sentire?”chiesi io
“certo”disse
Simon portando una mano proprio dove la tenevo io
“ecco
qui”dissi io
“cazzo
è
impressionante,avrà un bel futuro da giocatore di football
vedrai”disse Simon
ridendo.
“chissà”dissi
io intristendomi per un attimo, quel bambino non sarebbe mai stato mio
figlio,
perché non mi sarei presa io cura di lui avrebbe avuto
un’altra mamma e
immaginare il suo futuro era qualcosa che non potevo certo permettermi,
però
speravo che avrebbe avuto il meglio dalla vita, una madre e un padre
che lo amassero
a sufficienza proprio come avrei fatto io.
“eccomi”disse
Cassie con la sua solita voce squillante distraendomi per fortuna dal
vortice
di pensieri in cui mi stavo inoltrando.
“sembravate
una coppietta da dentro, Simon non è che vuoi anche tu un
bambino vero?”chiese
Cassie perplessa.
“certo
che
no”disse Simon
“anche
se
guarda America è ancora più bella del solito,
forse diventerei ancora più
bella”disse Cassie
“ne
sono
sicuro”disse Simon baciandola
“comunque
è
presto”disse Cassie, le loro coccole da fidanzatini non mi
davano fastidio
ormai ero abituata e poi Simon e Cassie erano gli unici amici che mi
rimanevano
e le persone che mi erano state più accanto in quel momento.
Robert pov
Dopo la
proposta che avevo fatto ad Alyssa non avevamo più parlato
di matrimonio, io
ero stato molto impegnato sul set del mio ultimo film e lei era stata
super
impegnata con campagne di moda e copertine su copertine, soltanto una
sera
avevamo provato ad ipotizzare possibili luoghi adatti ad un matrimonio
ma
naturalmente eravamo stati in disaccordo io avrei preferito la campagna
un bel
posto fuori città tranquillo mentre lei voleva una cerimonia
più sfarzosa con
invitati su invitati e quindi alla fine avevamo esordito con un beh ci
penseremo poi e da quel poi erano passati bene sei mesi, sei mesi
durante i
quali lei era sempre un po’ strana e continuava a lavorare
tantissimo, così
passavo i miei week end liberi con i miei amici a casa a giocare alla
x-box
tipico passatempo da ragazzo single.
“non
dirmi
Pattz anche questo week end non
c’è?”chiese Tom ridacchiando ed entrando
in
casa dove già i miei amici Sam, Bobby e Marcus stavano
giocando.
“sta
lavorando parecchio”dissi io
“uhm,
beh
si”disse Tom
“cosa
stai
insinuando?”chiesi io
“no
dico però
non è uscita mezzo servizio fra quelli che ti ha detto che
sta facendo”disse
Tom
“usciranno
più tardi e comunque stai forse insinuando che mi sta
mentendo? Perché dovrebbe
farlo? Insomma mi ama e presto ci sposeremo”dissi io
tranquillo
“certo
si hai
ragione”disse Tom interrompendo l’argomento,
all’epoca forse se mi avesse
esposto i suoi dubbi più approfonditamente e se mi avesse
detto di quel modello
con cui l’aveva vista a pranzo più volte durante
gli ultimi mesi forse qualche
dubbio me lo sarei anche fatto venire, ma il mio migliore amico non
voleva mettermi
inutili pensieri in testa, dopo tutto lui li aveva visti soltanto
pranzare, e
poteva starci che due colleghi andassero spesso a pranzo insieme, non
ci stava
invece quello che scoprì solo quando se ne fu andata di
casa.
“Rob
devi
migliorare la tua tecnica, cioè hai una grande
responsabilità come padre, non
vorrai certo che tuo figlio sia un incapace con la
x-box”disse Marcus
prendendomi in giro.
“ ma
quindi è
un maschio?”chiese Bobby curioso.
“si
hanno
detto che è un maschio”dissi io con naturalezza
per me non era stata una gran
notizia, che fosse maschio o femmina era uguale, volevo soltanto un
bambino
insieme ad Alyssa.
“cavolo
un
maschio allora devi assolutamente trovare qualche nome
imponente”disse Sam
“l’ha
già
scelto Alyssa il nome”dissi io ricordando lei che sfogliava
il libro dei nomi e
mi chiedeva quale nome mi piacesse di più e io che annuivo a
praticamente tutti
i nomi possibili ed immaginabili, per me quello che sceglieva lei era
perfetto.
“no
davvero
non me l’aspettavo proprio figuriamoci se Robert zerbino
Pattinson possa dire
la sua alla sua dolce Alyssa”disse Bobby prendendomi in giro.
“io non
sono
lo zerbino di nessuno”dissi io
“non se
ne
rende nemmeno conto è questo il punto”disse Sam
“ma
questo
nome?”chiese Marcus
“Kevin
”dissi
io
“uhm
tipicamente americano non mi piace”disse Marcus
“è
un bel
nome”dissi io
“non
contraddire quello che dice Alyssa regola numero uno”disse
Tom facendo ridere
tutti, perché tutti continuavano a darmi dello zerbino
l’amavo e volevo
renderla felice che cosa c’era di male in tutto questo?
Quel
lunedì
non avrei lavorato così pensai bene di fare una sorpresa ad
Alyssa per il suo
rientro a casa e con l’aiuto della mia manager cercai tutto
l’occorrente per
rendere quella cameretta vicino alla nostra la stanza giusta per un
bambino,
una giornata piuttosto faticosa ma il risultato era ottimo, se fossi
stato un
bambino sarebbe stata la cameretta dei miei sogni, non vedevo
l’ora di vedere
l’espressione di Alyssa quando avrebbe visto tutto.
Sarebbe
dovuta rientrare per le 20 il suo aereo doveva atterrare nel tardo
pomeriggio
ma erano le 22 e di lei non c’era ancora nessuna traccia
così pensai di
chiamarla probabilmente aveva avuto qualche problema con il volo.
“pronto,
Robert”disse
Alyssa rispondendo al telefono, strano quando rispondeva alle mie
chiamate
difficilmente mi chiamava per nome era più probabile che mi
chiamasse amore e
non Robert, questa piccolezza mi fece uno strano effetto.
“amore
ma non
dovevi essere a casa per le 20?”chiesi io
“si lo
so
infatti stavo per chiamarti mi intrattengo un giorno in più
non abbiamo ancora
finito torno domani”disse Alyssa
“ah
capisco”dissi io un po’ deluso.
“bene
perfetto ciao”disse Alyssa chiudendo in un attimo senza
nemmeno darmi il tempo
di dirle qualcosa e senza nemmeno augurarmi la buona notte,
all’epoca non gli
diedi molta importanza all’epoca pensavo che fosse solo molto
presa dal suo
lavoro e non potevo certo immaginare che in realtà quel week
end non si era mai
spostata da Los Angeles e che non aveva mai preso un volo per le
Hawaii.
Quando
tornò
a casa e le feci vedere la mia sorpresa commentò con un
bello un po’ privo di
entusiasmo, non era certo la reazione che mi aspettavo da lei.
“sicura
che
ti piace?”chiesi io
“certo
è
molto carino a Kevin piacerà”disse Alyssa dandomi
un bacio sulla guancia e tornandosene
in camera nostra, un bacio sulla guancia era tutto quello che avevo
ricevuto
dopo quattro giorni in cui non ci eravamo nemmeno sentiti.
Non diedi peso
nemmeno al fatto
che quando provai a baciarla lungo il collo si ritrasse dicendomi che
era molto
stanca, frase che nelle settimane successive usò parecchie
volte, e nella mia
più totale ingenuità le avevo sempre creduto non
avevo mai pensato che non
volesse che la sfiorassi perché il tocco che voleva sentire
sulla sua pelle era
quello di qualcun altro, perché le labbra che voleva
sfiorassero le sue erano
altre, non avevo mai pensato a nulla di simile, pensavo davvero che
fosse
stanca e anche quando dovetti andare da solo dalla signora Brown per
vedere una
delle ultime ecografie che avevano fatto alla nostra madre surrogata
non avevo
certo pensato che di quel bambino ormai gli interessasse poco, tutto
questo
l’avrei capito soltanto nei mesi successivi quando le sue
foto mano nella mano
con quel modello di cui io ignoravo l’esistenza sarebbero
finite su tutte le
copertine dichiarando la fine della nostra storia.
Questo cap non è lunghissimo perchè comunque non
volevo mettere troppo il dito nella piaga ci serve solo per capire che
cosa è successo a grandi linee in questi mesi come la coppia
Alussa-Robert è colata a picco e come America che crede di
poter vivere questa situazione come qualcosa di esterno alla sua vita
si sbagli in pieno..
Non pubblico perchè ho passato l'esame mi ero preparata ma
non sufficientemente purtroppo a giorni sarà il mio
compleanno e come ogni anno il compleanno segna un passaggio di tempo e
in genere faccio sempre un inventario dell'anno che ho passato e beh
è piuttosto deprimente vedere che non è cambiato
niente dai 20 piuttosto che dai 19 18 15, ma piccoli dettagli comunque
non è che non l'abbia passato sono andata e alla fine ho
deciso di spostarmi al prossimo appello quindi oggi ho postato ma
chissà quando ne avrò ancora tempo anche
perchè sono in tirocinio attivo a parte oggi che non mi sono
svegliata,tutta colpa di sogni piuttosto vividi dove riesco a prendermi
una rivincita sulle persone che non sopporto XD che dire
spero che possa piacervi e fatemi sapere cosa ne pensate sempre se vi
va ciaooo
@ bibabirba
: già beh non è che abbiano smesso di amarsi
cioè lei si però diciamo che il loro distacco
è dovuto alla vita, sono cose che capitano, cioè
non dovrebbero capitare però capitano, perchè
è inutile che lo dica lo saprai sicuramente ma la vita
è ingiusta e il 90% delle volte va tutto male quindi qui
siamo nel 90% manca ancora qualche giorno è il 10 comunque
grazie li accetto lo stesso anche se odio quel giorno XD ciaoo
@ Frytty : vero molto
carino.. tom dovrei ucciderlo in qualche ff e non è detto
che non lo farò XD però concordo con te anche se
secondo me quello che c'è in qst ff ha il suo che comunque
XD esatto lei proprio non considera questa cosa e come si vede
già adesso che è verso la fine ha qualche
problema XD si beh non l'ho dato ero lì vedevo che bocciava
tutte e ho detto sa penso di tornare al prossimo appello XD ciaooo
@ fiorella91: esatto concordo su
tutto XD grazie mille anche se ancora devo darli ma speriamo XD
@ daisyB: ahaha eh
vedrai la vita di America prenderà una svolta positiva nel
futuro XD io voglio più qualcuno che me lo metta XD ma
andrebbe bene anche l'anello di plastica dei bambini proprio XD no sono
sempre quelle ma tanto pare che sia una cosa falsa cioè si
vede che l'hanno fatto soltanto per farsi fotografare XD ciaoo
@ winnie poohina: si
è la spiegazione delle equazioni matematiche un
più può cambiarti la vita, si lo ama
però come il 90% delle cose nella vita andrà
male, si è molto carino è un ottimo amico come
difficilmente se ne trovano, anzi molto difficilmente, si ho continuato
prima in realtà ma vabbeh ciaoo
@ _Miss_: grazie mille
ma non preoccuparti ci mancherebbe XD ehssì la storia parte
da loro due cioè continuerà con loro due XD si
sono riuscita a prendermi un pochino per scrivere poi torno a studiare
XD vedrai vedrai non manca tantissimo XD ciaoo
@ RiceGrain: si per
ora sono un pò gli opposti vedremo lei come
reggerà nel mondo che si troverà ad affrontare
poi, si è grande qui ha 27 anni passati e ci sta come cosa,
anche se in realtà lo fa più per lei non
è che sia così tanto convinto si qui
è diverso, vedremo come la prenderà la madre
magari non così male escono da una bruttissima situazione
non credo avrà la forza di prenderla così male
ciaoo
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** mio figlio ***
Robert pov
Ormai avevo perso
il conto di
quante settimane fossero passate dall’ultima volta che io e
Alyssa avevamo
avuto un po’ di tempo per noi due, era perennemente fuori
casa occupata con i
suoi mille impegni lavorativi, e quando ero tornato sul set di un nuovo
film le
cose erano peggiorate perché oltre al fatto che lei non
fosse mai in casa
neppure io ero molto presente per via del lavoro.
Continuavamo a
ricevere notizie
sulla gravidanza della donatrice e notizie sul nostro bambino, sembrava
che
tutto stesse andando per il meglio e quella al momento era
l’unica certezza all’interno
del nostro rapporto, presto saremmo diventati genitori di un bambino e
speravo
che la stanchezza delle ultime settimane avrebbe lasciato finalmente il
posto a
un po’ di pace, mancavano pochi giorni alla fine delle
riprese e poi sarei
stato libero per almeno i prossimi tre mesi e anche Alyssa mi aveva
detto che
avrebbe fatto di tutto per liberarsi da ogni impegno e poter stare a
casa con
me e il bambino, forse avrei dovuto iniziare a sospettare qualcosa
già allora,
improvvisamente negli ultimi mesi sembrava che tutto
l’entusiasmo iniziale
stesse scemando sembrava quasi che di quel bambino che tanto aveva
desiderato
gli importasse poco, eppure continuavo a pensare che fosse stanca e
magari un po’
impaurita all’idea di diventare madre, perché
vivere una gravidanza significava
iniziarsi ad abituare all’idea di diventare madre, mentre lei
si sarebbe
trovata questo bambino tra le braccia così
all’improvviso, e credevo che quel
cambiamento fosse dovuto alla paura, e avevo anche tentato di parlarne
con lei,
ma ogni volta sviava sempre l’argomento parlandomi di cose
decisamente più
futili.
Era un tardo
pomeriggio di marzo
quando tutto finì e il ricordo di quel momento sarebbe
rimasto vivido per molto
tempo, ero uscito da lavoro e mi ero precipitato a casa per vedere
Alyssa erano
giorni che nemmeno la sentivo e mi era mancata terribilmente ma sentire
la
mancanza dell’altro non era stata una cosa reciproca, entrai
in casa e quasi inciampai
nelle
mille valigie all’ingresso.
“amore
stai partendo, non era la settimana prossima il servizio alle
Hawaii?”chiesi io
un po’ perplesso vedendo le valigie di Alyssa vicino alla
porta, di solito
quando era in partenza si avvicinava sempre tutto alla porta, mi
salutava al
volo e poi partiva, ma quel giorno mentre tornavo a casa non mi
aspettavo certo
di trovarla in partenza.
“no
Robert me ne sto
andando”disse lei con un espressione decisa.
“andando?
E dove? Quando torni?”chiesi io
“Robert
è finita io non posso accettare questa situazione, no, non
ce la farei
mai”disse Alyssa.
“ne
abbiamo parlato per mesi tra qualche settimana nascerà il
bambino, nostro
figlio ricordi?”chiesi io cercando di rimanere calmo anche se
le sue parole mi
stavano annebbiando.
“no
non nostro tuo e di una che non sappiano nemmeno chi sia, quel bambino
non sarà
mai mio”disse Alyssa
“tesoro
sei solo spaventata abbiamo fatto di tutto per riuscire a trovare
qualcuno, la
signora Brown ha detto che la gravidanza sta andando bene e che tra
poco
arriverà il bambino, un bambino che abbiamo voluto entrambi,
non puoi mollare
proprio ora”dissi io provando ad abbracciarla ma lei subito
si ritrasse.
“forse
ma io ora non posso, non me la sento più e poi non voglio
più passare la mia
vita con te”disse Alyssa e solo in quel momento potei notare
che non portava
più l’anello che nove mesi prima le
avevo donato promettendole di
sposarla al più presto.
“te
ne stai andando davvero? “chiesi io scioccato
“non
era destino per noi Robert”disse Alyssa uscendo con le sue
cose.
Non
so per quanto tempo rimasi a fissare il televisore spento seduto sul
divano di
quella casa che ufficialmente ora era soltanto mia, so solo che a un
certo
punto squillò il telefono e ricevetti la notizia
più appropriata per quel
momento.
“signor
Pattinson sono la signora Brown volevo informarla che la nostra
donatrice è in
clinica per il parto, la cosa si è anticipata
leggermente a quanto
pare”disse la signora Brown
“va
bene”risposi riprendendomi dallo choc iniziale
“va
tutto bene signor Pattinson? È emozionato posso
immaginarlo”disse la signora
Brown.
“si
tutto bene, è solo un momento importante”dissi io
mostrandomi tranquillo, dopo
tutto la donna con cui immaginavo di trascorrere il resto della mia
vita e per
cui avevo fatto tutto questo casino che in tutta sincerità
non ero certo fosse
poi tanto legale mi aveva appena lasciato dicendomi che non poteva
avere un
bambino non suo, e nello stesso giorno stava per nascere quello che
sarebbe
stato solo mio figlio.
“certo
che è un momento
importante, comunque ci vorrà ancora del tempo pare che il
primo parto sia
qualcosa di molto lungo, ma insomma suppongo che sarete i primi a
vedere il
bambino”disse la signora Brown.
“si
mi preparo e arrivo
subito”dissi io sbrigativo non volevo sentirmi chiedere
perché sarei venuto
solo e non volevo rispondere non ora, anche se tra meno di dieci minuti
sarei
stato obbligato a darle una risposta, una risposta a cui nemmeno io
sapevo
rispondere, perché davvero non lo sapevo perché
mi trovavo in casa mia
improvvisamente da solo e con un figlio che per metà era
indubbiamente mio.
Forse
avrei dovuto
chiamare Tom ma la verità era che in quel momento nemmeno un
consiglio del mio
migliore amico mi avrebbe aiutato, non sapevo che cosa fare e che cosa
ne
sarebbe stato della mia vita, ma sapevo che dovevo andare alla clinica
quella
era l’unica cosa che sarei riuscito a fare.
Scesi
in strada e presi la
macchina notando il posteggio davanti al mio dove prima si trovava la
macchina
di Alyssa vuoto e provai una strana sensazione allo stomaco,
improvvisamente mi
sentì stupido ricordai l’entusiasmo che avevo
avuto quel pomeriggio rientrando
a casa e sapendo che lei era lì e pensando che stesse
aspettando me, come avevo
fatto ad essere così stupido, misi in moto e guidai
velocemente verso la
clinica non feci caso al percorso che compivo sempre con lei quando
andavamo al
giapponese e non feci nemmeno caso al negozio di Tiffany dove avevo
acquistato l’anello
per chiederle di sposarmi guidavo senza vedere davvero quello che mi
circondava
se non la strada e i segnali.
Parcheggiai
davanti alla
clinica evitando ancora di guardarmi intorno evitando di vedere me
mentre la
baciavo dopo aver saputo dalla signora Brown che avevano trovato una
donna che
avrebbe portato avanti la gravidanza e che avrebbe fatto nascere nostro
figlio,
e alla parola nostro sentì ancora una fitta allo stomaco, e
ancora le parole
che aveva detto prima di andarsene non molte ore fa,
“no non nostro tuo e di una che non sappiano nemmeno chi sia,
quel
bambino non sarà mai mio”, eppure quel
bambino lei l’aveva voluto molto più
di me, ed ora cosa faceva ci rinunciava così, io nemmeno lo
volevo un figlio,
volevo un figlio con lei, ma non volevo un figlio che non avrebbe avuto
una
madre eppure in quel momento entrare e prendermi le mie
responsabilità mi
sembrò la cosa più giusta da fare. Alyssa mi
aveva abbandonato e allo stesso
modo aveva abbandonato anche quel bambino che avrebbe dovuto crescere e
amare,
ma io non avrei fatto lo stesso.
“Robert”mi
chiamò la
signora Brown vedendomi
“signora
Brown buongiorno”dissi
io
“siamo
fortunati sa pare
che non ci vorrà molto, un parto veloce e meno sofferenza
anche per la madre,
cioè la madre biologica ”disse la signora Brown
“meno
male”dissi io
sforzandomi di dire qualcosa e di non rimanere troppo in silenzio.
“Alyssa?”chiese
la signora
Brown
“Alyssa?”chiesi
io
prendendo un bel respiro e preparandomi a tirare fuori quel vomito di
parole
bloccato in gola che tentavo di rimandare giù.
“si
è un peccato che non
ci sia”disse la signora Brown
“credo
che sia impegnata
ad andarsene di casa, se ne è andata oggi
stesso”dissi io rimanendo freddo e
distaccato, non volevo che quella donna provasse pena per me, non avevo
bisogno
della pena di nessuno.
“come
se ne è andata? E il
bambino? Vi siete presi una responsabilità”disse
la signora Brown e fu in quel
momento che mi accorsi delle iniezioni di botulino perché
nonostante la
situazione fosse drammatica continuava a sorridermi e avrei tanto
voluto dirle
che cazzo aveva da ridermi in faccia, non volevo comprensione ma
ridermi in
faccia mi sembrava troppo.
“io
sono qui, e mi prendo
la mia responsabilità, è mio figlio dopo
tutto”dissi io
“Robert
pensi di potercela
fare da solo?”chiese la signora Brown.
“me
la caverò, non ho
nessuna intenzione di abbandonare mio figlio”dissi io deciso
e la signora Brown
mi diede una pacca sulla spalla provando a confortarmi.
“sei
un ragazzo in gamba
Robert”disse lei con la sua solita espressione.
“è
nato”disse una donna
sbucando da una porta con il fiatone come se avesse corso
chissà quanto.
“allora
Robert vuoi
conoscere tuo figlio?”mi chiese la signora Brown.
“non
saprei forse dovrebbe
prima vederlo la madre, magari è meglio che gli lasci
qualche minuto per loro”disse
Robert
“no
la madre non ha voluto
vederlo, ha preferito evitare”disse la donna che
probabilmente doveva essere un’infermiera,
e a quella frase mi si strinse il cuore, quel bambino era
già stato rifiutato
due volte ed era solo da qualche minuto venuto al mondo.
“ok
sono pronto”dissi io
sorridendo alla signora Brown e a quella infermiera.
“perfetto
seguitemi”disse
la donna
Passammo
lungo un
corridoio con un enorme vetrata al di là del vetro mille
cullette e mille
bambini che non facevano altro che piangere in un angolo in fondo un
bambino
dormiva tranquillamente quasi non sentisse i pianti intorno a lui.
“è
lì in fondo, vado a
prenderlo”disse l’infermiera passando attraverso
una porta scorrevole e
raggiungendo il mio bambino, si perché l’unico
bambino che non piangeva era il
mio, seguì la donna avvicinarsi sempre di più con
il piccolo tra le braccia e
in quel momento anche lui si unì al pianto collettivo,
quando fu più vicino
notai subito i capelli biondi chiarissimi e due occhi scuri che
sembravano
guardarmi ma senza mettermi davvero a fuoco.
“signore
se vuole che il
bambino la veda deve andare molto più vicino il loro campo
visivo è limitato,
sono abituati ad uno spazio ristretto”disse
l’infermiera mentre me lo metteva
tra le braccia ed io non sapevo nemmeno come tenerlo, mi sentivo
terribilmente
inadeguato.
“grazie”dissi
io quando
finalmente trovai una presa sicura per lui rassicurato dalla donna.
“è
biondissimo anche la
madre è così, veramente bello”disse la
signora Brown osservandolo
“è
così piccolo”dissi io
senza trovare le parole adatte, non riuscivo ancora a realizzare bene
che cosa
mi stesse accadendo intorno.
“te
la caverai Robert”disse
la signora Brown dandomi forza.
“la
madre non vuole
proprio vederlo?”chiesi io
“Robert
è solo una
ragazza, è già stato difficile per lei lasciarlo,
è meglio che ci sia un
distacco di questo tipo”mi spiegò la signora
Brown.
“io
comunque voglio che se
ne senta la necessità venga a vederlo un giorno, e sono
pronto a darle
informazioni sulla sua vita, credo di doverglielo”dissi io
“va
bene Robert le
riferirò tutto, è molto altruistico da parte
tua”disse la signora Brown
“questo
bambino non avrà
una madre fissa ma voglio che sappia di averne comunque
una”dissi io
“e
un nome invece ce l’ha
un nome?”chiese la signora Brown
“devo
pensarci”dissi io
ricordando quanto poco mi importasse che Alyssa avesse scelto un
dozzinale nome
americano per mio figlio.
“trova
un nome incisivo
Robert”disse la signora Brown.
Un
nome incisivo, già.
Pov
America
“America
lo sai che la tua
pancia sembra un budino?”chiese la mia sorellina
più piccola che trovava
estremamente strano il fatto che io improvvisamente avessi una pancia
così
grande.
“che
sciocca che sei Georgia
è il bambino che si muove”disse Matthew prendendo
in giro la sorellina più
piccola.
“fa
impressione”disse
Georgia smettendo di osservare la pancia della sorella e scappando
dalla madre.
“bene
spavento anche mia
sorella ora”dissi io ridacchiando e finendo la mia abbondante
colazione, di
solito non mangiavo mai molto ma quella mattina avevo particolarmente
fame.
“tesoro
anche tu facevi
così lo sai quando eri nella pancia”disse mia
madre rassicurando mia sorella
che subito iniziò a farle mille domande
sull’argomento e io e mio fratello
assistevamo alla scena, vedendo finalmente nostra madre sorridere.
“come
sta la mia best
friend balena?”chiese Simon entrando nel locale e
insultandomi come faceva
sempre nell’ultimo periodo, avevo una pancia enorme, non
avevo preso peso ma
avevo comunque una pancia enorme sembrava che quel bambino sarebbe
stato di un
peso sui 4kg forse.
“Simon”disse
Cassie
tirandogli una pacca
“no
ha ragione e guarda
quanto sto mangiando oggi”dissi io prendendomi in giro da
sola e facendo ridere
entrambi i miei amici.
“andiamo
a smaltire questi
kili con del sano shopping”disse Cassie coinvolgendomi con il
suo entusiasmo.
“posso
almeno finire il
mio latte al cioccolato?”chiesi io
“certo
tesoro”disse Simon
prendendomi in giro per il tono infantile che avevo usato.
“tesoro
non stancarti
troppo ok?”mi disse mia madre mentre finivo il mio latte.
“no,
starò bene”dissi io
prendendo la borsa e scendendo dallo sgabello.
“America”mi
chiamò Georgia
scendendo dalla gambe di mia madre e avvicinandosi a me.
“ti
voglio bene lo stesso
anche se la tua pancia sembra un budino”disse Georgia
abbracciandomi.
“ok
tesoro,anch’io te ne
voglio”le dissi io commossa.
“a
dopo”dissi poi uscendo
con i miei amici.
“quindi
manca pochissimo
ormai al parto non sei terrorizzata?”chiese Cassie mentre
passeggiavamo lungo
la Rodeo drive e curiosavamo tra le vetrine alla ricerca di qualcosa di
particolare che sembrava non esserci a differenza nostra Simon aveva
comprato
parecchie cose.
“uhm
Cassie ti prego ti
voglio bene, ma non farmi pensare a questa cosa”dissi io
“comunque
se vai l’epidurale
non dovrebbe fare così male no?”chiese Cassie
“no
infatti, spero”dissi
io accarezzandomi la pancia
“non
accarezzarti la
pancia che stimoli le contrazioni”disse Simon togliendomi la
mano.
“lo
so, ma non riesco a
farne a meno”dissi io ammettendo quello che ormai avevano
capito tutti da
tempo, mi ero legata a quel bambino e più volte
l’avevo immaginato, pensando a
come sarebbe stato se mi sarebbe somigliato un pochino e che cosa
avrebbe preso
da me.
“si
ma evita non vogliamo
un parto prematuro, anche se quel ciccione sembra tre bambini non
uno”disse
Simon ridacchiando.
“non
prendere in giro il
mio bambino”dissi io facendogli la linguaccia e accorgendomi
subito dopo dell’ennesima
parola sbagliata, mio? Davvero avevo detto mio? Quel bambino non
sarebbe stato
mio e prima l’avrei accettato meglio sarebbe stato.
“ma
non sai nulla del
padre?”chiese Cassie curiosa
“no,
e non voglio saperne
nulla”dissi io
“chissà
che nome gli
metteranno magari sono dei ricconi che chiamano il figlio tipo Apple o
con
assurdi nomi di stati”disse Simon
“Simon
ti sfugge il mio
nome forse”dissi io fulminandolo
“il
tuo è un nome serio e
anche quello di tua sorella che centra”disse Simon
“infatti”dissi
io
atteggiandomi quando iniziai a sentire un dolorino strano, sembrava
simile a
quelle fitte che vengono durante il ciclo e non mi era capitato di
sentirne mai
una così intensa erano sempre state lievi e non molto
dolorose, e il dottore
aveva detto che erano semplicemente le braxton hicks ma questa volta mi
sembrava qualcosa di diverso.
“stai
bene?”chiese Simon
vedendo una strana espressione sul mio viso e prima che ebbi il tempo
di
rispondere sentì una sensazione di bagnato lungo le gambe,
non mi ero fatta la
pipì addosso avevo capito benissimo cosa stava succedendo e
lo capirono ben
presto anche loro quando videro la chiazza bagnata ai miei piedi.
“oh
la tua vescica è incontinente
o cazzo hai rotto le acque”disse Simon sconvolto.
“ehm
credo che”dissi io
senza riuscire a dire altro
“corriamo
alla clinica”disse
Simon prendendomi in braccio.
“ma
cosa fai?”chiesi io
presa alla sprovvista
“non
rischiamo andiamo”disse
Simon correndo con me in braccio, una Cassie che correva al nostro
fianco
ancora sconvolta e la gente che ci guardava come se fossimo matti.
Arrivati
alla clinica la
signora Brown quasi non si prese un colpo vedendomi in braccio a Simon.
“che
succede?”chiese
subito avvicinandosi mentre delle infermiere arrivavano con una
barella.
“niente
ho rotto le acque
e ho iniziato ad avere qualche contrazione”dissi io
“oh
mio dio, ma allora ci
siamo”disse lei tutta elettrizzata io non lo ero molto a dire
la verità.
“avvertite
mia madre”dissi
io a Simon e Cassie mentre mi portavano dentro.
“certo
tesoro certo”disse
Simon baciandomi la fronte.
Quando
mi portarono in una
stanzetta con un numero sulla porta trovai una donna che si sarebbe
occupata di
aiutarmi a far nascere il bambino e il dottore che mi aveva seguita
durante la
gravidanza disse qualcosa a proposito di una dilatazione completa e
ridacchiò
al che lo guardai interrogativa.
“America
avevi intenzione
di farlo per strada questo bambino? Non hai sentito nulla? Sei a 8
cm”disse il
dottore sorpreso
“ho
dolore da poco”dissi
io notando comunque che era un dolore sopportabile.
“soglia
alta buon per te”disse
la donna accanto al dottore.
“si
lo so”dissi io
sospirando e maledicendoli perché proprio in quel momento
arrivò un dolore
fortissimo che non avevo mai sentito in vita mia.
“prima
o poi però
toccavano anche a te tesoro”disse la donna sorridendomi
“io
voglio l’epidurale”dissi
“ormai
è troppo tardi per
farla, mi spiace”disse il dottore.
“devo
sopportare questi
dolori atroci”dissi io contorcendomi improvvisamente dal male
“ancora
per poco”disse il
dottore sorridendomi comprensivo.
“lo
spero”dissi io.
Rimasi
a patire le pene
dell’inferno per un'altra ora e poi finalmente sembrava che
fossi a dilatazione
completa, le contrazioni divennero sempre più frequenti e
dolorose e poi sempre
più lunghe, il dottore e la donna accanto a lui iniziarono a
darmi indicazioni
sul quanto spingere e poi quando la donna mi disse “questa
è l’ultima” capì che
in quel momento il bambino sarebbe venuto al mondo e che io
l’avrei
definitivamente perso, avrei voluto portare indietro il tempo e tenerlo
ancora
con me.
“un
ultima spinta forza
America”disse il dottore e dopo quell’ultimo sforzo
sentì finalmente un forte
pianto.
“vuoi
vederlo tesoro?”chiese
la donna che lo teneva in braccio avvolto in un telino.
“no
preferisco evitare”dissi
io
“ok”disse
la donna
portando via mio figlio per sempre.
“America
davvero non vuoi
vederlo? Potresti pentirtene”disse il dottore mentre delle
infermiere mi
sistemavano per portarmi in un’altra camera dove avrei
riposato.
“no
è meglio così”dissi io
lasciandomi cadere tra le lenzuola pulite della barella e trattenendomi
dal piangere,
l’unica cosa che potevo sperare era che coloro che tanto
avevano voluto questo
bambino gli dessero tutto l’amore di cui aveva bisogno
proprio come avrei fatto
io.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** un nuovo inizio ***
America
pov
“signorina
Wight deve mangiare qualcosa”disse l’infermiera
entrando nella stanza
senza ricevere
nessuna risposta, non avevo nemmeno la forza di risponderle erano
giorni che
non facevo che piangere e che non riuscivo a buttare giù
nulla.
“non
possiamo continuare ad alimentarla per via endovenosa,
deve mangiare”disse l’infermiera insistendo ma
nemmeno la paura di sentire
ancora degli aghi pungere la mia pelle mi spaventava, avevo la
sensazione di
non sentire più nulla.
“non
vuole darmi retta va bene, chiamo il dottore”disse
l’infermiera uscendo dalla stanza arrendendosi
all’evidenza che nemmeno oggi mi
avrebbe scucito una sola parola.
“non ha
voluto mangiare nemmeno oggi, le attacco la solita
flebo?”chiese l’infermiera.
“no
è già il secondo giorno basta, chiamo lo
psicologo
sperando che riesca a fare qualcosa almeno lui”disse il
medico cercando tra la
lista il numero di uno psicologo.
“si
dica?”chiese l’infermiera a Simon vedendolo.
“sono
un amico di America Wight sono passato a
trovarla”disse Simon
“bene,
ma non so se vorrà vederla, ha appena finito di
parlare con lo psicologo”disse l’infermiera.
“credo
che potrei fare di meglio io”disse Simon
“va
bene proviamo”disse l’infermiera lasciando che
Simon
entrasse nella stanza di America.
“ciao”disse
Simon aprendo la porta e ritrovando la sua amica
seduta su una poltrona vicino alla finestra.
“ciao”risposi
io senza distogliere lo sguardo dalla
finestra, era molto più facile che incontrare il suo sguardo
preoccupato.
“tesoro
come stai?”chiese Simon
“bene”dissi
io mentendo, non stavo affatto bene, non facevo
che pensare al mio bambino che nemmeno avevo visto in viso, sentivo un
senso di
vuoto che non mi faceva smettere di piangere, e avevo un terribile mal
di
testa.
“bene?
Mi hanno detto che ti rifiuti di mangiare, tua madre
è preoccupata”disse Simon
“mi
dispiace, non vorrei stare così, non so che cosa sia
successo”dissi io senza riuscire a controllare le solite
lacrime avrei voluto
evitare che mi vedesse piangere ma proprio non ci riuscivo.
“tesoro
è vero che sapevi che prima o poi ti saresti
separata da lui, ma è anche vero che hai creato sicuramente
una connessione con
lui”disse Simon, una connessione? Una connessione era dire
poco ancora sentivo
i suoi movimenti dentro di me anche se ormai non era più con
me, ancora sentivo
il ritmo del suo cuore, eppure lui non era più dentro di me.
“non
sono nemmeno riuscita a vederlo, avrei tanto voluto ma
non ci sono riuscita”dissi io spiegandogli da dove nasceva
tutto il malessere
che sentivo dentro, sapevo che qualcun altro gli avrebbe voluto bene al
posto
mio ma mi sentivo come se in fondo avessi deciso io di abbandonarlo, la
verità
era che non mi
sarei mai dovuta cacciare
in una situazione del genere, me l’ero cercata tutta quella
sofferenza.
“ho
parlato con la signora Brown, i nuovi genitori hanno
detto che sono disponibili a tenerti informata su di lui e che se
vorrai
incontrarlo un giorno te lo permetteranno”disse Simon.
“non
credo che sarò mai pronta a vederlo”dissi io
pensando a
quell’eventualità e rifugiandomi tra le braccia
del mio migliore amico avevo
bisogno di un po’ di affetto.
“passerà
anche questo tesoro, vedrai passerà anche questo tu
sei forte e ce la farai e poi io sarò sempre dalla
tua”disse Simon stringendomi
forte a sé.
“lo so
Simon e hai ragione devo guardare avanti, e poi sono
sicura che comunque il bambino riceverà tutto
l’affetto di cui ha bisogno anche
se non sarò io a darglielo, me lo sento”dissi io
grazie alle rassicurazioni di
Simon.
“ti
voglio bene America”disse Simon.
E così
fu qualche giorno dopo tornai a casa e cominciai a vedere
uno psicologo per parlare di come mi sentivo ma ben presto
capì di non averne
bisogno perché in fondo era vero ero sufficientemente forte
per andare avanti
da sola.
Nonostante tutto
quello che era successo nell’ultimo periodo
sembrava che il sole fosse tornato a splendere anche per noi,
stranamente
sentivo per la prima volta che tutto sarebbe andato bene.
“America
chiedi al signore là in fondo cosa vuole
prendere”disse sua madre indicandogli il tavolo in fondo
vicino alla vetrata.
“va
bene”dissi io prendendo il blocchetto e avvicinandomi
all’uomo che quando alzò gli occhi accorgendosi
della mia presenza mi guardò
piuttosto sorpreso, probabilmente dovevo averlo spaventato.
“signore
ha deciso cosa ordinare?”chiesi io
“si, ma
lei lavora nel campo della moda?”chiese l’uomo
guardandomi attentamente
e facendomi
sentire a disagio.
“no
certo che no”dissi io ridendo e ricordando tutte le
battutine che mi faceva sempre Simon, certo come se una ragazza
qualsiasi
potesse diventare dall’oggi al domani una modella.
“è
un vero peccato, perché lei ha qualcosa”disse
l’uomo
senza lasciare un attimo il mio corpo e questo mi diede ancora
più fastidio.
“si
certo, io non esco con i vecchi quindi eviti e se vuole
ordinare mi dica altrimenti quella è la
porta”dissi io allontanandomi
frustrata, odiavo i clienti che ci provavano e poi per giunta
quell’uomo aveva
anche una certa età.
“sei
veramente una ragazza bellissima ma i miei gusti sono
un tantino diversi, diciamo che preferirei Johnny Depp a te,
però sto cercando delle
nuove ragazze, insomma dobbiamo un po’ rinnovare il gruppo di
modelle in
circolazione e tu saresti perfetta, davvero ti ho vista anche camminare
prima
hai un portamento naturale”disse l’uomo
raggiungendomi subito al bancone del
locale.
“le
modelle sono molto più magre, io sono una ragazza
normalissima”dissi io sicura di me.
“si ma
ci sono delle eccezioni e tu saresti perfetta,
davvero pensaci, anche se devo dirtelo non sono abituato a sentirmi
dire
no”disse l’uomo lasciandomi un bigliettino da
visita.
“non
saprei insomma”dissi io dubbiosa, non mi ero mai
immaginata come fosse la vita di una modella non era mai stato qualcosa
che
avevo preso in considerazione e non credevo di voler iniziare proprio
ora.
“ci
vediamo domani per le 17
all’indirizzo che trovi sul
biglietto”disse l’uomo sorridendomi e
andandosene.
“tesoro
ma se ne è andato senza ordinare?”chiese mia madre
sbucando dalla cucina.
“mi ha
chiesto se voglio fare un servizio fotografico”dissi
io ancora scossa da quella discussione tenendo in mano quel biglietto.
“che
cosa? Weber ti ha chiesto di posare per lui?”chiese mia
madre sconvolta osservando il bigliettino da visita e leggendo il nome
“Micheal
Weber”.
“mamma
sai chi è?”chiesi io sconvolta.
“certo
che lo so, tesoro tutti sanno chi è Micheal Weber,
è
uno dei migliori fotografi sulla piazza, certo non l’ho mai
visto ma è
famosissimo per essere uno dei pochi a d evitare di usare
photoshop”disse mia
madre piuttosto informata sull’argomento.
“non ti
facevo così attenta a questi dettagli”dissi io
sorridendo.
“leggo
parecchie riviste di gossip”disse mia madre ridendo.
“comunque
mi ha detto che vede qualcosa in più in me, ho
pensato mi stesse prendendo in giro, insomma ti sembra che io abbia il
fisico
per essere una modella?”chiesi io perplessa, non mi ci vedevo
proprio su una
passerella o davanti ad un obbiettivo.
“tesoro
tu sei perfetta e non lo dico perché sono tua madre
ma è un dato di fatto”disse mia sorridendo.
“buongiorno
a tutti”disse Simon entrando nel locale.
“Simon
a furia di dirlo le hai portato fortuna sai?”disse mia
madre
“che
succede?”chiese Simon curioso
“Micheal
Weber è stato qui ed ha notato la nostra
America”disse
mia madre
“Micheal
Weber? Lo sapevo io, l’ho sempre detto che avresti
fatto strada”disse Simon orgoglioso di me.
“adesso
non esageriamo non ho ancora deciso”dissi io
prendendo un bel respiro.
“che
cosa devi decidere tu domani ci vai e sai cosa ti dico
io ti accompagno, lo sai che Micheal Weber ha scoperto la mia
Alyssa”disse
Simon.
“ricordavo
che la tua ragazza si chiamasse Cassie”dissi io
“certo,
sto parlando di quell’ incanto di donna che è
Alyssa
Davis, dio quanto la adoro, pensa che ora poverina è stata
lasciata da quel
coglione di Robert Pattinson, l’ho sempre detto che lui non
faceva per lei, per
lei io sarei perfetto”disse Simon
“o il
modello con cui esce ora, e comunque è lei che ha
lasciato lui perché lui ha avuto un figlio da
un’altra e quindi l’ha
tradita”disse mia madre che a quanto pare era informatissima
sull’argomento.
“voi
due mi fate paura”dissi io sconvolta.
“tesoro
è il gossip più in voga del
momento”disse mia madre
giustificandosi e io scoppiai a ridere, qualche mese fa non avrei
pensato che
mia madre si potesse interessare a qualcos’altro dopo la
morte di nostro padre,
e invece ormai si era ripresa e sembrava essere più serena
anche da quando io
mi ero ripresa dopo quello che mi era successo qualche mese prima.
“ci vai
o no a fare il servizio?”chiese mia madre
“credo
che darò una possibilità a questo
Micheal”dissi io.
“sii
diventerai la nuova Alyssa Davis ne sono certo”disse
Simon e io lo guardai perplessa, diventare una super modella non era
nelle mie
corde, ancora non sapevo di essere nata per le passerelle,
d’altronde in
passato la mia massima aspirazione era stata studiare veterinaria e ora
come
ora dopo aver lasciato mio figlio e aver perso mio padre era soltanto
andare
avanti.
Robert pov
Quanto tempo
è passato da quando la signora Brown che ora ha
deciso che posso chiamarla Miranda mi ha detto Robert aspetta che
facciano i
controlli? Non lo so ho passato le ultime 24 ore seduto su quella sedia
nella
sala d’aspetto, qualcuno mi ha portato un caffè e
qualcun altro mi ha detto “hey
vai a casa” e invece no sono rimasto lì e ho
aspettato che facessero tutti gli
accertamenti, Miranda mi ha dato un libro dei nomi e mi ha detto
scegli, quando
l’ho aperto per caso è finito sulla lettera
“e” e il primo nome che ho visto è
stato Eric, ho deciso su quella sedia nella sala d’aspetto
che mio figlio si
chiamerà Eric, forse non così incisivo ma ho
preferito che fosse il destino a
scegliere.
“Robert
buone notizie sta benissimo, e tutti gli esami vanno
bene, puoi portarlo a casa con te”disse Miranda sorridendomi.
“non ho
portato nulla”dissi io
“non
preoccuparti ci ho pensato io”disse Miranda invitandomi
a seguirla e mostrandomi una specie di seggiolino per auto.
“grazie
davvero Miranda”dissi io abbracciandola, in quel
momento quella donna mi era stata più accanto di qualsiasi
altra persona.
“non
preoccuparti andiamo a prendere?”chiese Miranda
“Eric”dissi
io
“mi
piace insomma non originalissimo ma mi piace”disse
Miranda
“ha
scelto il libro che mi hai dato”dissi io io
ridandoglielo.
“tienilo
pure Rob sarà il primo regalo per Eric”disse
Miranda sorridendo e insieme ci avvicinammo al reparto di neonatologia
e il
medico dopo avermi fatto firmare altri documenti e avermi detto che mio
figlio
stava bene disse che potevo portarlo a casa, lo presi tra le braccia
assicurandolo nel seggiolino e dopo un ultimo abbraccio a Miranda
uscì dalla
clinica pronto a vivere la mia nuova vita da padre single.
Tornato a casa mi
occupai di cambiarlo nel fasciatoio che
avevo sistemato nella sua cameretta e poi gli preparai un biberon con
il latte
artificiale, lo tenni un po’ in braccio affinchè
non rigurgitasse il suo pasto
e poi senza accorgermene mi addormentai con lui in braccio sul divano.
Mi svegliai
di colpo non so quanto tempo dopo quando il campanello di casa prese a
suonare.
“Robert
cazzo rispondi”disse Tom e subito misi Eric nella
sua culletta e raggiunsi il mio amico sperando che le sue urla non
svegliassero
il bambino.
“razza
di idiota vuoi finirla di urlare”dissi io aprendo la
porta.
“ce ne
hai messo di tempo, sono tre giorni che non ti si
vede in giro che cazzo è successo”disse Tom
“niente
è tutto ok”dissi io
“non si
direbbe, devo parlarti Robert”disse Tom
“che
succede?”chiesi io chiudendo la porta di casa e
facendolo entrare.
“hai
una birra è un argomento delicato”disse Tom
“penso
di si”dissi aprendo il frigo e trovando il latte di
soya di Alyssa, io lo odiavo il latte di soya, rimasi per qualche
secondo a
fissare il frigo vuoto e poi mi voltai verso Tom passandogli
l’ultima birra e
ne presi una anche per me.
“senti
non so come dirtelo ma Alyssa ti tradisce”disse Tom
“davvero?”chiesi
io perplesso bevendo la mia birra.
“Rob
devi credermi è vero”disse Tom
“Tom,
Alyssa se ne è andata mi ha lasciato”dissi io e
qualche secondo dopo sentì il pianto di Eric e raggiunsi
subito la sua
cameretta.
“e
questo?”chiese Tom perplesso seguendomi.
“questo
è mio figlio, è nato tre giorni
fa”dissi io
“ma che
ti dice la testa Pattinson, quella stronza ti molla,
diventi padre e non mi dici nulla?”chiese Tom
“che
cosa ti dovevo dire? Non lo so, non lo so, non so più
niente so solo che devo occuparmi di mio figlio”dissi io
cercando di calmare il
pianto di Eric coccolandolo.
“scusa
Rob, scusa non volevo essere stronzo, è che cazzo sei
il mio migliore amico e in un attimo ti è cascato il mondo
addosso volevo
esserti di aiuto”disse Tom.
“non
avresti potuto fare comunque nulla, nessuno può
aiutarmi solo mio figlio mi sta dando la forza necessaria per andare
avanti”dissi
io baciando la fronte del mio bambino.
“e
così questo è tuo figlio?”chiese
perplesso Tom cambiando
argomento.
“ti
presento Eric”dissi io mostrandoglielo.
“però
diventerà un playboy ne sono certo, la madre deve
essere una strafiga assurda, perché insomma da te non ha
preso molto”disse Tom
prendendomi in giro.
“non lo
so, per ora non ha voluto nemmeno vederlo”dissi io
“beh
guarda che non credo sia così facile fare la madre
surrogata, sarà stato difficile lasciarlo così,
ma senti Eric non è un nome
troppo corto?”chiese Tom
“il
destino l’ha scelto e io non mi oppongo alla decisione
del fato”dissi io
“certo
il fato, ma per me si potrebbe dargli un secondo nome
che ne dici di Thomas così sarà gnocco come lo
zio Tom e poi anche tu ti chiami
Thomas di secondo nome”disse Tom
“Eric
Thomas Pattinson?”iniziai a ripetere io pensando che
effettivamente aveva un bel suono.
“dio
Rob, sai cosa significa questo bambino per me?”chiese
Tom
“no”dissi
io perplesso, era mio figlio non capivo cosa
centrasse lui insomma si l’avrebbe chiamato zio Tom.
“significa
calamita acchiappa ragazze carine, lascia che
cresca un po’ e mi aiuterà a rimorchiare
chiunque”disse Tom
“non
userai mio figlio per i tuoi piani”dissi io.
“certo
perché la prerogativa del rimorchio puoi averla solo
tu, sisi proprio un bell’amico sei”disse Tom.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** sotto i riflettori ***
@ RiceGrain:
ahahah si con tom fa ridere nelle ff nella realtà no XD ahah
sisi anche a me ricorda tanto Aidan comunque Tom è anche uno
stronzo al cubo in questa ff XD non preoccuparti ele e goditi quella
stupendissima city XD un bacione ciao
@ daisyB : ahaha
peccato che questa sett non abbia pubblicato affatto è che
ero presissima e non riuscivo a scrivere l'inizio del pov rob l ho
scritto alla fermata dell atm XD ma chissà prima o poi XD si
io mi offro come baby sitter XD no Rob non vuole avere a che fare con
il sesso femminile attualmente XD un bacione ciaoo
@ bibabirba :si
tom è uno squarto ahaha ,
no per niente infatti non credo sia facile comunque lei piano piano sta
andando avanti non dico che l'ha superata però vedremo un
bacione ciao
@ fiorella91: si
è cool su XD si la sua vita prenderà una bella
impennata la sua vita personale continua a non essere il massimo
però lei è una forte XD si io voglio vederlo in
un ruolo del genere tipo BD o in WFE anche XD un bacione ciao
@ _Miss_:si tom
è tom XD tranquilla si rifaranno XD un bacione ciao
Vi lascio al cap grazie come sempre per seguire questa storia.
Pov
Robert
Il primo periodo
era stato un vero problema occuparsi da
solo di un neonato poteva diventare molto complicato, specialmente se
non si
aveva nessuna esperienza nel campo.
Ero sempre stato
io il piccolo di casa, non avevo cugini più
piccoli e non avevo veramente mai avuto a che fare con qualcuno che
dipendesse
così totalmente da me, perché in fondo anche di
Patty si erano sempre occupate
Liz e Vic, ma poi capite un po’ di cose e dopo aver
importunato il pediatra che
aveva avuto la
pessima idea di darmi il
permesso di chiamarlo per qualsiasi cosa e a qualsiasi ora tutto era diventato
più semplice.
“Rob il
frigo è vuoto a chi tocca fare la spesa?”chiese
Tom
sbirciando nel frigorifero e tirandone fuori solo una bottiglia di
latte.
“toccherebbe
a te”dissi io mentre allacciavo le scarpe a mio
figlio e lo preparavo per uscire, erano passati undici mesi dalla sua
nascita e
ora iniziava a camminare per casa e aveva imparato a pronunciare il
nome di Tom
prima di dire papà chiaramente ma un paio di sere prima mi
aveva sorpreso
chiamandomi pa naturalmente dopo aver lanciato il suo ciuccio
dall’altra parte
della cucina.
“uhm
posso chiederti un favore Pattz?”chiese Tom
“lasciami
indovinare, esci con qualcuna e non hai tempo di
passare al supermercato”dissi io.
“esatto,
però se tu uscissi con qualcuna io ti terrei Eric
molto volentieri magari chiamerei anche una babysitter
interessante”disse Tom
“non ho
intenzione di uscire con nessuno, quindi non
scomodarti, anzi ora io e Eric ce ne andiamo al lavoro”dissi
io prendendo in
braccio il mio bambino e prendendo il seggiolino per l’auto.
“ciao
Eric saluta lo zio Tom”disse Tom facendogli segno di
battergli il cinque una delle prime cose che aveva imparato Eric a dare
il
cinque, ecco che cosa succedeva a dare il permesso al tuo migliore
amico di
trasferirsi da te, aveva detto che era stufo di vivere in quel mini
appartamento in affitto ma sapevo benissimo che il vero motivo per cui
mi aveva
chiesto di venire a vivere qui era per tenermi sotto controllo,
probabilmente
temeva che da un momento all’altro avessi preso qualche folle
decisione come
lasciare la mia carriera cinematografica, e all’inizio
l’avevo pensato per ben 4
mesi ero rimasto lontano dai riflettori e avevo rifiutato ogni
possibile
proposta lavorativa ma poi il mio agente con l’aiuto di Tom
mi aveva aiutato a
uscire da quel momento, e così avevo accettato di fare il
film a cui stavo
lavorando di recente.
“Tom”disse
Eric dandogli un debole cinque
“miglioreremo
la tecnica campione”disse Tom
“buona
giornata Tom “dissi io
“cos’è
questa ironia guarda che oggi ho un servizio
fotografico e poi mi danno gli inviti per la super sfilata me ne faccio dare tre
così ci portiamo anche
Eric che dici?”chiese Tom
“per
cosa?”chiesi io perplesso.
“la
sfilata di Victoria’s secrets”disse Tom facendomi
l’occhiolino.
“Tom
non penso proprio che avrò intenzione di andare in un
posto del genere”dissi io
“farti
vedere in quel posto e magari andartene con una
modella carina sarebbe il giusto modo per dimostrare a qualcuno che ti
sei
ripreso appieno”disse Tom
“non mi
interessa la sua opinione, e comunque a lei non
interessa nulla di me, forse non gli è mai importato nulla,
portaci Bobby e Sam
so che sono in città e gli piacerebbe”dissi io
prima di uscire di casa.
Tom stava facendo
del suo meglio perché tornassi a vivere la
mia vita, ma non riusciva a capire che attualmente nella mia vita non
erano più
contemplate presenze femminili, se non sul lavoro.
“Robert
tutto ok?”chiese Nick vedendomi arrivare.
“tutto
ok, hai visto Katherine?”chiesi io non vedendo
l’altra mia manager alias la sorella di Nick che di solito si
occupava di Eric
mentre io ero sul set, per me era come una sorella ed Eric la chiamava
zia, non
gli avevo ancora fatto conoscere le sue vere zie perché non
ce l’avevo proprio
fatta ad affrontare la mia famiglia, parlare di quello che era successo
era
ancora troppo difficile per me.
“è
andata a prenderti il tuo caffè”disse Nick.
“sono
qui, eccomi”disse Katherine arrivando con il mio
caffè
preferito.
“grazie”dissi
io
“dammi
il mio nipotino”disse Katherine prendendolo in
braccio.
“zia
Katty”disse Eric contento di vederla.
“chi
è la più bella?”chiese Katherine
riempiendolo di baci.
“zia
Katty”disse Eric
“Katherine
non vale sei l’unica donna che vede”disse Nick
prendendola in giro.
“solito
stronzo”disse Katherine facendo la linguaccia la
fratello.
“beh io
vado a prepararmi”dissi io dando un bacino sulla
fronte a mio figlio prima di raggiungere la sala trucco ed entrare nel
mio
ruolo.
“ciao
Robert”mi salutò Nancy la giovanissima truccatrice
che
lavorava sul set, era di New York e si era trasferita in quel di Los
Angeles
per lavorare con il mondo patinato di Hollywood e non faceva che
chiedermi di
Tom e io stavo facendo di tutto per farle capire che Tom non faceva
proprio al
caso suo per svariati motivi che avevo evitato di specificare.
“sai
chi ho incontrato venerdì sera?”mi chiese Nancy
“chi?”chiesi
io non molto interessato in realtà, ma dopo
tutto quella ragazza mi ricordava molto me i primi tempi lontano da
Londra.
“Taylor
Lautner, è così carino lo sai che frequenta anche
l’università?”chiese Nancy.
“si
Taylor è fatto così”dissi io
“gli ho
detto che sto lavorando con te e mi ha raccontato
tanti aneddoti interessanti”disse Nancy ridacchiando.
“si
posso immaginare, ma anch’ io avrei parecchio da dire
sul suo conto”dissi io
“era un
ragazzino quando lavorava con te, ora decisamente
non è più un ragazzino, no per niente comunque
siamo usciti insieme, è così
carino”disse Nancy.
“bene
sono contento, Tom non faceva al caso tuo”dissi io
“già
ho capito che tipo è, tu però non gli somigli
affatto”disse Nancy
“meno
male direi”dissi io ridacchiando, un Tom Sturridge al
mondo era sufficiente.
“come
sta Eric?”chiese Nancy cambiando poi argomento.
“qualche
sera fa mi ha detto pa e ha lanciato il ciuccio
dall’altra parte della casa ma va bene”dissi io
orgoglioso del mio bambino.
“lo sai
Rob credo che tu stia diventando proprio un ottimo
papà, Alyssa è stata una sciocca a
lasciarti”disse Nancy si lei era una delle
poche persone che conosceva la verità insieme alle persone
che lavorativamente
mi stavano più vicino ai miei amici di vecchia data e insieme alla mia
migliore amica Kristen con
cui di recente avevo recuperato i rapporti, Alyssa era sempre stata
gelosa
della nostra amicizia e per salvaguardare il nostro rapporto avevo
evitato di
farmi vedere in giro da solo con lei come prima che conoscessi Alyssa.
Quando la sera
tornai a casa con mio figlio che aveva
passato la giornata a far impazzire la povera Katherine trovai con mia
grande
sorpresa il frigorifero pieno, brutto segno iniziavo a fare pena anche
al mio
migliore amico, e ne ebbi la certezza quando quella sera
rientrò a casa prima
delle ventitre dicendo che la ragazza con cui
era uscito era decisamente
noiosa.
“senti
è domenica pomeriggio ed è una bella giornata
portiamo Eric al parco dai”disse Tom insistendo mentre me ne
stavo sul divano a
rileggere il mio copione ed Eric giocava sul tappeto davanti alla tv.
“non
dirmi vuoi andare al parco?”chiesi io scettico
immaginavo già le sue intenzioni alias sfruttare mio figlio
per attirare
l’attenzione di qualche ragazza carina.
“senti
Pattinson se rimarrò uno scapolo per sempre la colpa
è tua perché finchè non inizierai a
smettere di evitare le donne le eviterò
anch’io quindi se sui giornali diranno che siamo gay la colpa
è tua
sappilo”disse Tom
“Tom lo
so che vuoi aiutarmi ma io non ho intenzione di
uscire con altre donne, voglio solo occuparmi di mio
figlio”dissi io.
“bene
allora farò anch’io
così”disse Tom
“voglio
proprio vedere quanto sarai in grado di
reggere”dissi io alzandomi dal divano e chiudendo il mio
copione.
“mi
avrai sulla coscienza sappilo, lo dirai tu a mia madre
perché a 40 anni sono ancora single”disse Tom.
“certo”dissi
io prendendo in braccio mio figlio e
preparandolo per uscire.
“prendo
il passeggino e magari un para occhi per te così se
passa qualche ragazza carina non la vedi nemmeno”disse Tom
ironizzando la
situazione.
“papi
ho sete”disse Eric avvicinandosi a me e a Tom.
“hai
sentito papà ha sete, vai a prendergli una bottiglietta
d’acqua forza Pattinson”disse Tom prendendosi gioco
di me come sempre.
“arrivo
subito”dissi al mio bambino raggiungendo il chiosco
e beccandomi chiaramente tutta la fila e i mille autografi che mi
toccò fare ai
presenti, più qualche foto dei più attrezzati,
circa venti minuti dopo però
riuscì a raggiungere mio figlio con il mio migliore amico.
“visto
hai fatto bene ad andare a prendere l’acqua tu, no
perché
è passata Hannah te la ricordi quella biondina con cui ero
uscito qualche
settimana fa”disse Tom
“quella
che mi sono ritrovato davanti a casa che mi
minacciava con un tacco 15 che se non gli dicevo dov’eri me
lo conficcava in un
occhio?”chiesi io ricordandomi perfettamente di quella
ragazza, gli diedi tutto
il mio appoggio per me poteva farlo fuori con tutta
tranquillità e non avrei
nemmeno testimoniato contro di lei, Tom come sempre era stato il solito
stronzo
e questa ragazza sembrava esserci rimasta davvero male, boh forse mi
schierai
dalla sua perché ormai mi veniva facile schierarmi dalla
parte di chi veniva
tradito e abbandonato.
“esatto
era con una sua amica una bionda tutta curve, pensa
si è fermata perché Eric piangeva per aver perso
il ciuccio e l’ha aiutato a
rialzarsi, lo dicevo io che tuo figlio mi sarebbe stato
utile”disse Tom.
“sei
pessimo”dissi io aprendo la bottiglietta dell’acqua
e
aiutando Eric a bere.
“oh se
l’avessi vista non lo diresti, una vera visione, poi
stavano facendo jogging”disse Tom
“si le
solite che piacciono a te bionde e senza
cervello”dissi io perplesso.
“su
smettila con questi luoghi comuni, Alyssa era mora”disse
Tom e io lo guardai alquanto perplesso.
“beh
comunque questa bionda mi ha paccato subito, però
è
stato dimostrato che tuo figlio è una calamita
”disse Tom passando da un
espressione frustrata alla sua espressione da lampo di genio.
“beh
allora un cervello ce l’ha se ti ha dato buca”dissi
io.
“si
bravo prenditi gioco di me”disse Tom
America
pov
Dopo il servizio
fotografico per Micheal Weber avevo
ricevuto parecchie proposte di lavoro per altri servizi fotografici il
più
importante era arrivato qualche mese dopo
quanto niente di meno che la nota linea
“Victoria’s secrets” mi aveva proposto di
posare per la loro nuova collezione,
avrei preso il posto di una delle loro modelle di punta che aveva
abbandonato
la carriera di modella per quella di attrice, tutti non facevano altro
che
dirmi che ero molto fortunata e che in un anno una scalata del genere
era il
sogno di chiunque, solo una era riuscita in un impresa simile: Alyssa
Davis.
Non
l’avevo mai incontrata ma grazie a Simon sapevo tutto
quello che c’era da sapere anche se le notizie di Simon non
erano così
affidabili perché era chiaro che con lui si fosse dimostrata
gentile e cortese
mentre beh con me le cose sarebbero potute andare in maniera diversa,
dopo
tutto io ero l’ultima arrivata e avevo imparato bene quanto
l’ambiente
femminile fosse estremamente competitivo.
“America
eccoti”disse felice Jeff il fotografo responsabile
di ogni campagna del marchio.
“buongiorno
e scusate il ritardo”dissi io entrando e
stringendo la mano a Jeff e poi alle altre ragazze presenti.
“oh non
preoccuparti la diva non è ancora arrivata”disse
una
ragazza bionda riferendosi probabilmente ad Alyssa perché
era l’unica a non
essere ancora presente mentre io mi sedevo accanto a Jeff.
“eccomi
ciao a tutti, comunque
io non mi comporto da diva ho avuto
solo problemi con il parcheggio ”disse
Alyssa entrando qualche secondo dopo e sedendosi al suo posto.
“certo
cara”disse la stessa ragazza che aveva parlato poco
prima.
“bene
Alyssa ora che ci sei anche tu vi presento America
Wright avete tutti visto i servizi che ha fatto nell’ultimo
anno credo che sarà
una degna sostituta a Vanessa”disse Jeff.
“oh
scusami sono entrata tutta trafelata e non ti ho nemmeno
vista, sono Alyssa comunque”disse Alyssa stringendomi la
mano.
“piacere
America”dissi io
dopo tutto forse Simon aveva ragione Alyssa Davis era
gentile e forse
non l’avrei odiata, questo era quello che pensai la prima
volta che vidi Alyssa
qualche anno dopo fui costretta a cambiare decisamente opinione.
Un mese dopo aver
firmato per Victoria’s secrets l’agenzia
mi fornì un attico in centro dove vivere anche se comunque
continuavo a passare
la maggior parte del tempo libero con la mia famiglia e i miei amici,e
quando
c’era qualche festa avevo sempre degli inviti per Simon e
Cassie, peccato che
il mio tempo libero iniziasse a ridursi drasticamente, ero la
novità del momento
e tutti volevano vedermi, una cosa
davvero stressante.
C’erano
giorni in cui
mi pentivo per la scelta presa quel giorno di un anno
prima, se non
avessi mai fatto quel servizio fotografico per Micheal Weber non mi
sarei mai
ritrovata sotto gli occhi di tutti e non mi sarei mai ritrovata a
dividere la
mia vita con un obbiettivo, volevo occuparmi degli animali e invece mi
lasciavo
trattare come un leone allo zoo sempre in mostra.
Le mie colleghe
non si perdevano un solo party della settimana
io per fortuna spesso riuscivo ad evitare almeno questo supplizio, ero
ancora
libera di rimanere in casa a leggere un buon libro o di andare al
cinema con
Simon e Cassie per vedere un film, insomma in tutto quel caos riuscivo
ancora a
sentirmi me stessa, cosa che secondo me era difficile da mantenere in
quel
mondo patinato. Ogni tanto pensavo a quel bambino che non avevo mai
conosciuto
e finivo per ricercare il numero di Miranda pensando di chiedergli
della sua
famiglia, pensavo di sentirmi abbastanza forte per incontrarlo e
abbracciarlo
come tanto avrei voluto il giorno della sua nascita, ma poi immaginavo
di
vederlo con la sua famiglia e di sentirmi di troppo, perché
effettivamente io
ero di troppo, per lui non potevo essere nulla, se non
un’estranea.
“pronto”dissi
rispondendo al telefono ad un numero
sconosciuto.
“America
sono Hannah”disse la voce dall’altra parte del
telefono, era una delle ragazze di victoria’s secrets.
“Hanna
ciao dimmi pure”dissi io sperando che non ci fosse
qualche impegno o qualche party per cui la nostra presenza era
obbligatoria
visto che non avevo
nessuna intenzione
di uscire quella sera.
“senti
America mi stanno paccando tutte ti va di venire a
correre con me?”chiese Hannah.
“si una
bella corsa mi andrebbe proprio”dissi io
sinceramente, quello era un buon motivo per uscire, preferivo andare a
correre
piuttosto che rinchiudermi in palestra l’indomani per almeno
3 ore di tapis
roulant e step.
“ok
allora ci vediamo al parco vicino la spiaggia tra 20
minuti ce la fai?”chiese Hannah sperando di essere stata
abbastanza chiara sul
luogo.
“quello
vicino agli uffici?”chiesi io non certa di aver
capito.
“esatto”disse
Hannah
“ok a
dopo allora”dissi io chiudendo la chiamata.
Esattamente
mezz’ora dopo mi trovavo lungo il parco adiacente
la costa a correre e ad ascoltare tutti i pettegolezzi sulle ragazze
che non
conoscevo, non era propriamente quella la mia idea di correre
però in qualche
modo dovevo iniziare a socializzare con le altre, mi
raccontò vita morte e
miracoli di tutte, specialmente di Alyssa, mentre correvo la mia
attenzione
venne attirata da un bambino che piangeva seduto a terra e non sembrava
esserci
nessuno con lui, probabilmente doveva essere caduto mi fermai e lo
aiutai a
rialzarsi. Aveva dei capelli biondissimi e un paio di occhioni azzurri,
per un
attimo pensai al mio bambino, chissà com’era
diventato.
“che
succede piccolo”dissi io e poi lo vidi indicare il
ciuccio a terra.
“oh
l’hai perso e dove sono la tua mamma e il tuo
papà?”chiesi io guardandomi intorno e poi
finalmente vidi arrivare un ragazzo
moro con due occhi chiarissimi.
“Eric
che succede?”chiese il ragazzo prendendolo in braccio.
“credo
abbia perso questo”dissi io raccogliendogli il
ciuccio.
“oh
grazie mille, sono Tom”disse Tom porgendomi la mano
“America”dissi
io stringendogli la mano.
“America
eccoti cioè potevi dirmi che ti eri fermata ho
parlato da sola per mezz’ora, o mio dio Sturridge, tesoro
diffida da quest’
essere viscido”disse Hanna.
“non
dicevi lo stesso qualche settimana fa”disse Tom
“esatto
qualche settimana fa”disse Hannah.
“grazie
comunque per aver recuperato il mio cucciolo, magari
potrei ripagarti ”disse Tom rivolgendosi a me.
“no
davvero non preoccuparti ora è meglio che andiamo ciao
Eric, ciao Tom”dissi io salutandoli.
“ciao
Sturridge”lo salutò anche Hannan e poi ritornammo
alla
nostra corsa.
“diffida
assolutamente da Tom Sturridge, è pessimo”disse
Hannah sbuffando e accelerando la corsa non le chiesi il
perché della sua
affermazione perché mi sembrava piuttosto chiaro che tipo
fosse quel Tom.
“grazie
America per la compagnia, potremmo replicare ogni
tanto, sei una buona compagna di corsa”disse Hannah
“grazie
a te, ne avevo proprio bisogno”dissi io sincera.
“senti
stasera andiamo a una festa con le altre ragazze
perché non vieni anche tu, sarà
divertente”disse Hannah.
“no
preferisco rimanere a casa, tra qualche giorno c’è
la
sfilata e voglio mantenermi riposata”dissi io mentendo non mi
interessava molto
del mio aspetto, semplicemente non avevo voglia di ritrovarmi a
rifiutare i
soliti sfigati che ci provavano immaginando che un “hey come
va posso offrirti
da bere” bastasse per andare a letto con loro, non aveva
nessuna intenzione di
uscire con qualcuno che l’avrebbe usata come
pubblicità personale, aveva
bisogno di qualcuno che l’amasse per quello che era e
cioè una semplice ragazza
cresciuta nella valle.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** VS ***
è tardissimo qundi vi lascio solo il cap un bacione a tutti
ciaoo
America pov
Meno
tre giorni
alla prima sfilata VS o meglio la prima
volta per me in intimo, avevo già sfilato per qualche linea
di moda
indipendente e per quanto imparare a tenere il ritmo della passerella
non fosse
così semplice mi ero trovata subito a mio agio, diversa cosa
sarebbe stato
sfilare mezza nuda davanti a parecchie persone e in diretta mondiale,
ma in
fondo io ero nulla più che un manichino,
l’attenzione sarebbe stata concentrata
sui modelli che avrei indossato non certo sul mio corpo, questo era
quello che
continuavo a ripetermi da giorni per mantenermi tranquilla.
Quel
pomeriggio
dopo aver provato per tutta la mattinata
chiesi ad Hannah se le andasse di venire a correre per scaricare un
po’ la
tensione, io ne avevo decisamente bisogno, provare con le luci e la
musica,
camminare rispettando i tempi giusti su quelle scarpe altissime con il
terrore
di cascare e rovinare tutto, già potevo sentire la risata di
Simon se fosse successa
una cosa simile.
“no
America sto crollando dal sonno, ieri ho fatto le ore
piccole e necessito di dormire se voglio recuperare il mio aspetto
normale o
questa è la volta buona che la mia agente mi uccide per
davvero”disse Hannah.
“posso
immaginare”dissi io ridacchiando e immaginando quali
fossero stati gli ingredienti fondamentali della serata o meglio
nottata di
Hannah.
“dovrei
darmi a una vita più salutare, ed eliminare gli
alcolici”disse Hannah sbadigliando.
“si
dovresti”dissi io prendendola in giro prima di
andarmene, non vedevo l’ora di lasciare quel posto se avessi
sentito ancora una
volta “sweet dispositions”dei Temper trap
probabilmente mi sarei lasciata
veramente cadere dalla passerella per la disperazione.
Tornai
a casa e
dopo essermi infilata un paio di pantaloni
della tuta morbidi e una maglietta a mezze maniche raggiunsi il parco
armata di
i-pod, piccolo regalo che mi ero concessa con il primo ingaggio che
avevo
ottenuto quando tutto era iniziato.
Iniziai
a correre
concentrandomi sulle note, correvo e
correvo perché quello era l’unico modo che avevo
per non pensare, esistevo
soltanto io e le parole dei Kings of leon che mi davano la giusta
grinta e mi
spingevano ad accelerare sempre di più il mio ritmo,
improvvisamente però la
musica si trasformò in un suono diverso più
leggero e dolce, conoscevo quel
suono, mi aveva accompagnato ogni notte quando dormire con tutto il
peso che mi
portavo dietro diventava difficile, mi lasciai guidare da quelle
immagini non
troppo lontane e ben presto il ritmo della mia corsa
rallentò fino a cessare
del tutto e senza realizzarlo davvero mi ritrovai con il viso tra le
mani
seduta su una panchina incurante delle persone intorno a me, volevo
fermare
quei pensieri ma non ci riuscivo, continuavano a correre a briglia
sciolta
senza darmi tregua.
Ero
convinta che
con il tempo tutto sarebbe stato più
facile, la mia vita aveva fatto un salto enorme quasi da un giorno
all’altro
eppure a me sembrava che in quell’anno non fosse cambiato
nulla continuavo a
soffrire per aver perso mio padre e per aver lasciato quel bambino che
avevo
portato dentro di me per nove mesi, avevo concesso il dono di avere un
figlio a
due persone che probabilmente l’avevano desiderato
così tanto senza riuscirci,
eppure non potevo fare a meno di sentirmi in colpa, mi sentivo come se
l’avessi
rifiutato per qualche centinaia di dollari.
Quasi
mi
spaventai quando mi sentì toccare il ginocchio e
asciugandomi gli occhi mi ritrovai davanti agli occhi un paio di
occhioni
azzurri come il cielo e quei capelli color del grano che mi ricordavano
un po’
mio fratello Matt quand’era ancora un bambino molto piccolo.
“piangi?”chiese
Eric guardandomi curioso e un po’ triste.
“un
po’ di raffreddore cucciolo”dissi io
“eccoti,
ma che diamine possibile che appena mi giro mi
scappi, tuo padre mi ucciderà”disse Tom
raggiungendoli.
“braccio”disse
Eric arrampicandosi alle mie ginocchia.
“Eric
ti pare il caso di importunare America”disse Tom
rimproverandolo.
“braccio”ripetè
Eric deciso e colta da un’ improvvisa tenerezza
lo presi in braccio facendolo sedere sulle mie gambe.
“scusalo”disse
Tom sedendosi accanto a me.
“non
importa”dissi io
“hey
ma
hai pianto? Hai gli occhi rossi”disse Tom
“è
solo un po’ di raffreddore”dissi io provando a
mostrarmi
tranquilla e sincera.
“farò
finta di crederti, ma credimi non c’è nessun
essere
umano per cui valga la pena sprecare lacrime”disse Tom
facendomi sorridere, se
il mio problema fosse stato quello sarebbe stato tutto più
semplice.
“detto
da un ragazzo è tutto un programma”dissi io
sorridendogli, per un attimo mi dimenticai il perché delle
mie lacrime.
“ma
tu
guardalo ha proprio un debole per te”disse Tom
osservando Eric che giocava con il mio braccialetto.
“hai
davvero un bambino dolcissimo”dissi io sorridendo.
“ahaha
no, non è mio figlio, diciamo che io gli faccio da
baby sitter”disse Tom
“capisco”dissi
io annuendo
“come
va la preparazione per la sfilata?”chiese Tom
“sfilata?
Di cosa stai parlando?”chiesi io vaga.
“secondo
te io non so nulla della sfilata per la nuova
stagione di VS, insomma sarò in prima fila”disse
Tom
“scusa
ma tu cosa fai nella vita?”chiesi io perplessa.
“in
realtà ancora non mi è così chiaro,
sono un attore ma
sono più conosciuto per altri motivi”disse Tom
ridacchiando.
“posso
immaginare”dissi io ricordando quello che mi aveva
detto Hannah.
“comunque
posso ufficialmente dire in giro che ti
conosco?”chiese Tom
“dirlo
in giro?”chiesi io perplessa
“certo
ho appena dialogato con una delle modelle più
richieste del modello e il mio figlioccio di adora”disse Tom
“se
non
vai in giro ad inventare storie assurde chiuderò un
occhio”dissi io scuotendo la testa, non mi sentivo certo
più speciale di altre
ragazze e l’idea che mi avesse definita una super modella che
tutti volevano
per la propria collezione o su una copertina patinata un po’
mi disturbava.
“tranquilla
con me sei al sicuro”disse Tom
“certo,
certo ma senti Eric quanti anni ha? Mi sembra
piccolo ma parla così bene”dissi io curiosa.
“non
ne
ha ancora compiuto uno in realtà, ma la nonna dice che
anche il padre ha iniziato a parlare presto”disse Tom
giustificando il tutto.
“pensa
che la prima parola che ha pronunciato è stata Tom,
solo qualche giorno fa ha detto pa”disse Tom ridacchiando,
lui e quel bambino
dovevano essere molto legati.
“immagino
quanto sia stata felice la sua mamma”dissi io
sorridendo
“Rob
gli fa sia da mamma che da papà è molto
efficiente”disse Tom difendendo quello che probabilmente
doveva essere il padre
di Eric.
Sia da
madre che
da padre? Un ragazzo? Mi sembrava così strano,
non riuscivo ad immaginare che un ragazzo fosse in grado di prendersi
una
responsabilità così grande,anche se probabilmente
questo Rob doveva essere
coetaneo di Tom e quindi decisamente non era propriamente uno dei
ragazzini
immaturi che conoscevo io, che piuttosto che farsi carico di una tale
responsabilità avrebbero lasciato il paese nel giro di poche
ore.
“che
c’è?”chiese Tom
“sei
più maturo di quanto mi abbia raccontato
Hannah”dissi
io
“merito
di Eric”disse Tom ridacchiando.
“posso
immaginare”dissi io
“senti
ma parlando di cose serie con quale
modello/attore/cantante/regista esci?”chiese Tom
“dai
Tom abbi pietà di me”dissi io provando a non
incoraggiare il suo tentativo di provarci in maniera così
esplicita, certo era
carino ma non era sicuramente il tipo di ragazzo con cui sarei uscita,
attualmente forse nessun ragazzo lo era.
“perché
mi vedi qui con Eric e ti faccio tenerezza, ma ti
assicuro che in un altro contesto mi vedresti sotto una luce
diversa”disse Tom
facendomi scoppiare a ridere dopo quell’ultima uscita le
lacrime che mi avevano
riempito gli occhi fino a pochi minuti prima stavano diventando solo un
ricordo
lontano, come potevi non ridere in faccia ad un elemento simile.
“se
ti
ho rivolto la parola è proprio per merito
suo”dissi io
ridacchiando e notando in quel momento che anche Eric aveva preso a
sorridere.
“dio
ma
è tardissimo, devo portarlo a Rob che deve portarlo
dal pediatra ”disse Tom guardando l orario sul suo cellulare.
“beh
Tom è stato un piacere chiacchierare con te, Eric ci
vediamo presto”dissi io passandolo in braccio a Tom.
“tranquilla
America ci vediamo tra qualche giorno alla
sfilata non dimenticartene”disse Tom facendomi
l’occhiolino prima di andarsene
ed io lo salutai scuotendo il capo, per quanto tutte si ostinassero a
mettermi
in guardia da lui non lo trovavo così male, e poi insomma
aiutava il suo
migliore amico a prendersi cura di un bambino così piccolo,
Tom non doveva
avere più di 30 anni e questo Rob doveva avere
all’incirca la sua età, un uomo
così giovane che si occupa di un bambino senza una compagna,
avevo la netta
sensazione che non ci fosse nessuna storia particolarmente felice
dietro quella
storia.
Giovedì
arrivò più in fretta di quanto avessi potuto
immaginare, sul calendario non avevo più giorni da
crocettare il giorno x era
arrivato e dire che ero tranquilla era una terribile eresia.
“America
ma hai dormito bene?”chiese la truccatrice quando
dovette occuparsi di me.
“si,
cioè come sempre”dissi io
“beh
non bene devo dedurre, ti faccio una maschera
purificante non posso fare grandi miracoli”disse lei
ridacchiando.
“grazie”dissi
io, effettivamente mi ero svegliata ben tre
volte durante la nottata, dire che avevo avuto qualche incubo era dire
poco,
anche se ora per fortuna non ricordavo più nulla,
però avevo smesso di dormire
verso le cinque stanca di questo dormi veglia estenuante.
“stavo
scherzando America anche se un po’ di occhiaie ci
sono, la maschera l’avrei fatta comunque”disse lei.
“vorrà
dire che recupererò un po’ di sonno
ora”dissi io
“mi
sembra un’ottima idea”disse lei iniziando ad
armeggiare
con creme varie mentre io provavo a rilassarmi e a non pensare a nulla
per
qualche minuto sperando di non incappare in qualche nuovo incubo.
“America
non mi sembra corretto indosserai il mio completo
preferito”disse Hannah sedendosi accanto a me.
“non
ho
scelto io”dissi io facendo spallucce.
“che
entusiasmo indossi il capo più bello di tutta la
collezione e fai spallucce, è un onore che non ha nemmeno
Alyssa e tu fai
spallucce”disse Hannah perplessa e
io invece scoppiai a ridere, perché tutta quella situazione
aveva decisamente
dell’assurdo e non potevo credere che Hannah stesse parlando
sul serio.
“ragazze
tra cinque minuti si inizia”disse la voce di
Philippa che si sarebbe occupata di farci da direttrice
d’orchestra in modo che
nessuno entrasse al momento sbagliato o con l’abbinamento
sbagliato.
Ero
l’ultima ad entrare subito
dopo Alyssa e rimasi dietro le quinte a
chiacchierare con lei,
lei a differenza mia era tranquillissima perfettamente padrona della
situazione
e di se stessa anche se comunque doveva essere piuttosto emozionata
anche lei
perché era pur sempre uno degli eventi più attesi
della stagione, evento che
ogni anno diventava sempre più impotente finiva per
diventare un vero show e non
una sfilata ci sarebbero stati davvero i temper trap ed altri artisti
non
avrebbero certo usato della musica pre registrata.
“in
bocca al lupo”disse Alyssa facendomi l’occhiolino
prima
di entrare in scena.
“crepi”dissi
io più a me stessa che a lei e poi Philippa mi
fece cenno di andare e lì tutto quello che sentivo
cambiò un attimo prima di
essere sotto quelle luci sarei corsa indietro e mi sarei rinchiusa nel
primo
camerino sperando che si dimenticassero della mia esistenza ma quando
le luci
mi furono addosso tutto cambiò sentì le parole di
quella canzone che avevo
quasi finito per odiare e sicura di me percorsi la passerella come
avevo
imparato a fare e alla fine mi sprecai in qualche sorriso e quasi non
scoppiai
a ridere quando mi cascò l’occhio sul pubblico e
vidi Tom che fischiava e poi
la mia attenzione cadde sul ragazzo accanto a lui che teneva Eric
seduto sulle
sue gambe, che fosse quel Rob? Distolsi in fretta lo sguardo e tornai
indietro.
“America
wow ma sei andata alla grande”disse Hanna abbracciandomi
“davvero
America, perfetta”disse Kristine abbracciandomi a
sua volta
“ragazze
non abbiamo ancora finito forza”disse Jeff
richiamandoci.
“Alyssa
c’è qualcosa che non va?”le chiese
Hannah vedendola
un po’ stranita mentre indossava la seconda creazione con cui
avrebbe sfilato.
“no
a
parte che non credevo sarebbe venuto”disse Alyssa
perplessa.
“si
guarda c’è anche quel coglione di
Sturridge”disse Hannah
infastidita.
“Tom
non è male”dissi io difendendolo
“America
se esci con Tom Sturridge sappi che non ti
rivolgerò più la parola, perché solo
una sciocca uscirebbe con Sturridge e
vorrebbe dire che tu lo saresti ed io non sono amica delle
sciocche”disse
Hannah facendo un ragionamento che secondo lei non faceva una piega.
“non
è il mio tipo tranquilla”dissi io
tranquillizzandola.
“ragazze
forza Hannah tocca a te tra poco”disse Philippa
richiamandola.
Quando
uscì con il secondo modello mi ritrovai ancora Tom
che faceva lo stupido ma questa volta il posto accanto al suo era vuoto
e ne
rimasi un attimo delusa, volevo vedere chi era quel Robert e invece era
sparito.
Festeggiammo
tutte insieme nel back stage, e poi ci
preparammo per il party che si sarebbe tenuto subito dopo, indossai un
vestitino nero corto con un paio di scarpe dello stesso colore
piuttosto alte e
presa la borsa uscì dal camerino scontrandomi con Tom.
“hey”dissi
io prendendomi quasi un colpo.
“volevo
farti i complimenti di persona, sei stata
incredibile”disse Tom
“grazie”dissi
io
“Tom
andiamo”disse un ragazzo biondo che teneva Eric per
mano sbucando da dietro l’angolo.
“eccoti
volevo proprio presentarti la nuova amica mia e di
Eric”disse Tom
“ciao”disse
Eric salutandomi
“ciao
Eric”dissi io sorridendogli, era dolcissimo e ora che
guardavo lui e quello che doveva essere il padre notavo una somiglianza
davvero
impressionante, non c’era dubbio che fosse lui il padre.
“comunque
America Wright lui è Robert Pattinson, Robert lei
è America”disse Tom facendo le presentazioni.
“piacere”dissi
io stringendogli la mano e fu un attimo sentì
una sensazione stranissima quando la pelle della mia mano
sfiorò la sua, aveva
una stretta leggera e non energica come quella del suo migliore amico.
“piacere”disse
lui lasciando poi la mia mano, anche quando
lasciò la mia mano sentì una sensazione strana
come se improvvisamente mi
mancasse qualcosa, eppure di cose ne mancavano già parecchie
ma in quel momento
sentì la mancanza di quel calore che per un breve istante
aveva riscaldato la
mia pelle.
“America
eccoti ti stavo cercando ovunque andiamo a questa
festa forza”disse Hannah poi notando con chi stavo parlando
sbuffò fulminando Tom.
“è
stato un piacere ma devo andare “dissi io salutando con
un cenno tutti.
“devo
insegnarti a frequentare persone di un certo spessore”disse
Hannah
“ho
già le mie persone di un certo spessore”dissi io
sorridendo quando vidi Simon e Cassie che mi aspettavano per andare al
party.
“tua
madre è tornata a casa ma mi ha detto di dirti che sei
stata magnifica e che domani si fa colazione assolutamente da lei
perché stai
dimagrando troppo”disse Simon abbracciandomi.
“certo
Simon”dissi io abbracciandolo erano due settimane che
non lo vedevo e mi mancava tantissimo come mi mancava la mia famiglia
che
speravo di vedere quella sera ma che purtroppo non ero riuscita a
vedere
durante la sfilata, anche perché la mia attenzione era stata
maledettamente
catturata da un altro soggetto, e non ne capivo nemmeno il motivo,
forse ero semplicamente curiosa dopo i racconti di Tom.
“sei
il
suo ragazzo?”chiese Hannah facendosi avanti curiosa.
“no
sono quasi suo fratello piacere Simon, lei è la mia
ragazza Cassie”disse Simon presentando Cassie che si
lanciò in complimenti per
entrambe.
“beh
allora pensateci voi a dissuaderla dal frequentare
persone pessime”disse Hannah.
“non
è vero che sono pessimi, nemmeno li conosci”dissi
io
“America
fidati diffida da quei due da tutti e due forse
Pattinson è anche più stronzo”disse
Hannah.
“esci
con Robert?”chiese scioccato Simon.
“no”dissi
io perplessa, insomma non che mi sarebbe
dispiaciuto, non che mi sarebbe dispiaciuto? Cervello chiama America,
America
chiama cervello ma che sto dicendo? Uff che frustrazione non mi capisco
più nemmeno
io.
“America
quel ragazzo non mi piace e poi sei ancora una
ragazzina”disse Simon e a quelle parole lo guardai ancora
più perplessa, come poteva pensare che avessi la testa per
interessarmi a qualcuno.
"Simon sta tranquillo non ho nessun
interesse, semplicemente ho conosciuto il suo amico Tom e suo figlio e
allora Tom stasera me l'ha presentato" e poi figurati se guarda me
evitai di aggiungere ma era piuttosto chiaro.
“che
dite andiamo al party e cambiamo argomento”disse Cassie
che da vera amica capì che cambiare argomento era la cosa
giusta.
Robert
pov
“Rob
cazzo la tua sveglia sta suonando da tre secoli”disse
Tom assonnato entrando in camera mia e spegnendola per essersi alzato
dal letto
dev’essere parecchio che suona, strano non pensavo fosse
passato così tanto
tempo, oggi è la tipica giornata in cui mi abbandono ai
ricordi, non devo
andare sul set perché oggi non si lavora e quindi non vedo
il motivo di
alzarmi, un motivo in realtà c’è ed ha
un nome preciso: Eric ma non ha ancora
iniziato a piangere il che vuol dire che forse sta recuperando il sonno
perso,
ieri notte è stato difficile farlo dormire, a cena ha voluto
bere il the alla
pesca e giustappunto poi non riusciva ad addormentarsi mi sono dato ad
un ora e
mezza di concerto acustico per riuscire a farlo addormentare, e ho
odiato
seriamente Tom che mi ha spinto a fargli mangiare e bere quello che
vuole.
“vabbeh
ho capito ti alzerai per pranzo, Eric si è appena
svegliato ci penso io e lo porto al parco dopo pranzo”disse
Tom
“ma
andate sempre al parco?”chiesi io perplesso.
“ci
sono gli altri bambini socializza”disse Tom
“si
farò finta di crederti, non ho idea di chi tu stia
puntando ma spero ti dia buca”dissi io
“allora
sei tu che mi porti sfiga è una settimana che non la
vedo e sto andando al mattino al pomeriggio praticamente mi sono
trasferito al
parco”disse Tom
“vorrei
dirti che mi dispiace ma non è vero per
niente”dissi
io
“non
ne
avevo dubbi”disse Tom uscendo dalla stanza e
lasciandomi ai miei pensieri.
Sapevo
qual’era la cosa più semplice da fare ed era
quello
che tentavo di fare per circa il 90% della mia giornata tenermi
impegnato con
il lavoro e pensare al bene di mio figlio, ma poi mi ricordavo che
dovevo
provare a fare i conti con la realtà e per il 10% della
giornata in genere
prima di addormentarmi mi tormentavo con i ricordi e mi mettevo alla
prova
provando a ricordare qualcosa sperando di essermi dimenticato il suo
viso,
sperando di essermi dimenticato il suo profumo, il calore o la
morbidezza della
sua pelle, e invece tutti i miei ricordi erano ancora lì, se
mi sforzavo un po’
riuscivo addirittura a sentire ancora il profumo che metteva tutti i
giorni,
quando la stringevo mi piaceva rimanere poggiato vicino al suo collo a
parlarle
inebriandomi del suo profumo, il suo vero profumo quello era ancora
più
difficile da dimenticare.
“amore
ma sei ancora a letto?”chiese Alyssa e io aprì gli
occhi perplesso che ci
faceva lei lì, era tornata?
“Alyssa?
Sei tornata?”chiesi io
“si
ho portato Eric da mia madre, volevo stare un po’ con
te”disse Alyssa.
“Eric?”chiesi
io perplesso
“si
nostro figlio”disse Alyssa sorridendomi come se fossi
diventato improvvisamente
smemorato, eppure la mia memoria era sempre stata perfetta.
“non
mi dici nulla amore? Eppure ho anche saltato una giornata di lavoro per
starmene qui con te”disse Alyssa e io la guardai ancora
più stranito.
“e
Mark?”chiesi io
“Mark
chi? Robert non dire stupidaggini Mark non ha nemmeno la
metà del tuo fascino,
tu sei l’uomo che voglio”disse Alyssa spogliandosi
e avvicinandosi a me, ma
prima che le sue labbra si avvicinassero alle mie
mi svegliai con il respiro accelerato era solo un incubo,
l’ennesimo incubo. Lei
non sarebbe mai tornata e non avrebbe mai chiamato mio figlio nostro
figlio perché
l’aveva rifiutato senza nemmeno conoscerlo a me e lui aveva
preferito un
modello tenebroso e lampadato, si perché almeno chiamarlo
così pensavo mi fosse
concesso, si perché la verità era che era
così tanto innamorata di me che mi
aveva lasciato per il primo modello mediocre che aveva incontrato,
anche se
avevo il terrore che si fosse innamorata veramente, un comportamento
del genere
non era da Alyssa, ma preferivo pensare che si fosse data al
comportarsi come
una prostituta piuttosto che si fosse veramente innamorata,
perché questa seconda
possibilità rendeva il tutto ancora più
drammatico perché significava che aveva
smesso di amarmi già molti mesi prima, chissà da
quando, chissà da quando aveva
provato un senso di nausea ad avermi accanto a lei, chissà
da quando aveva
sperato che sparissi un bel giorno risolvendo i suoi problemi,
chissà da quando
ero diventato l’altro.
“guarda
che cos’ho?”chiese Tom entrando in casa insieme a
mio figlio erano tornati dall’ennesimo giro al parco mentre
io mi ero bevuto
una birra e avevo guardato un film evitando di riaddormentarmi per quel
giorno
ne avevo avuto già abbastanza, mi sarei stordito con qualche
altra birra e
sarei crollato, quando bevevo o prendevo qualche tranquillante sognare
mi diveniva
impossibile e quelle erano le notti migliori.
“che
cos’hai?”chiesi io fingendo di essere interessato.
“victoria’s
secret show ci andiamo non mi interessa ok che c’è
lei ci siamo sempre andati insieme e ci andremo comunque e poi la donna
che mi
ha preso il cuore sfilerà”disse Tom in tono
teatrale.
“Sturridge
dove hai studiato recitazione?”chiesi io scettico
“sempre
il solito stronzo, vorrei dirti che io vengo da una
famiglia di attori ho l’arte che mi scorre nelle vene tu
soltanto birra”disse
Tom
“si
certo, comunque non penso proprio che verrò a quel
coso”dissi
io
“tuo
figlio viene e tu in quanto padre devi accompagnarlo, la
mia America lo adora”disse Tom.
“ma
mica ti aveva già dato un bel due di
picche?”chiesi io
perplesso
“sono
comunque fiducioso”disse Tom
“se
lo
dici tu”dissi io alzandomi dal divano e dando un
bacio sulla fronte a mio figlio prima di andare in cucina a preparargli
la
cena.
“allora
vieni? Lo so che ci sarà anche lei, però io penso
che prima affronterai questa cosa e prima riuscirai a passarci sopra,
non puoi
evitarla per sempre capiterà insomma vive in questa
città frequenta il tuo
ambiente è normale”disse Tom
“si
è vero, vabbeh verrò a ridere per il tuo ennesimo
due di
picche”dissi io ridacchiando e mettendomi ai fornelli, feci
finta di niente ma
non ero propriamente d’accordo con le parole di Tom, passarci
sopra, non ci
sarei mai passato sopra, era qualcosa che non sarebbe mai successo e di
questo
ne ero certo, non potevo dimenticare quattro anni e mezzo insieme, non
potevo
dimenticare di averle chiesto di sposarmi, non riuscivo a dimenticare
un solo
dettaglio del tempo passato con lei.
“vedremo
Pattinson vedremo”disse Tom
“Tom”disse
Eric tirandolo per la gambe dei jeans.
“dimmi
Eric”disse Tom
“braccio”disse
Eric
“certo
Eric e poi devo ancora ringraziarti domani lo zio Tom
ti compra due gelati invece di uno”disse Tom facendogli
l’occhiolino.
“così
sarà lo zio Tom a farti addormentare con qualche
canzoncina”dissi io
“beh
io
gli sparo winnie pooh e tempo mezz’ora si addormenta
“disse Tom.
Qualche
giorno
dopo Tom tornò a casa piuttosto entusiasta
insieme a mio figlio che tornò a casa con un nuovo
giocattolo.
“Tom
non viziare mio figlio”dissi io prendendolo dalle sue
braccia.
“papà”disse
Eric mostrandomi la sua nuova macchina.
“però
è più bella della mia”dissi io
“Rob
mi
sono innamorato, sono cotto di lei è così bella e
spiritosa”disse Tom
“buon
per te”dissi io
“si
peccato che non mi si fila, che sfiga”disse Tom
“capita”dissi
io
“comunque
le ho detto che saremo alla sfilata magari te la
presento, chissà potrebbe aiutarti a distrarti un
po’”disse Tom
“Tom
per favore evita di dire cavolate”dissi io
“cavolate
quando la vedrai capirai che non ne ho detta mezza
di cavolata”disse Tom lanciandosi sul divano.
Arrivò
anche il giorno di quella maledettissima sfilata,
chiaramente era pieno dei miei migliori amici alias fotografi e
giornalisti,
proprio la parte che più amavo della società.
“guarda
che scenografia”disse Tom guardandosi intorno
“come
se a te potesse interessare questo”dissi io prendendo
posto con Eric in braccio.
“hai
notato che però stasera non ti hanno tartassato tanto
con domande su Eric e sulla madre di Eric, non hanno nemmeno nominato
Alyssa il
che è davvero strano”disse Tom
“Tom
non interessa più a nessuno questa storia è acqua
passata”dissi io conscio del fatto che non fosse vero che per
la stampa la
nostra rottura e il fatto che io ora avessi un figlio non fosse certo
acqua
passata, e non lo era nemmeno per me acqua passata.
“mah
non ne sarei così sicuro”disse Tom sedendosi e
continuando comunque a guardarsi in giro, mentre io mentalmente lo
ringraziavo
per aver esplicitato quello che tentavo di non mettermi in testa.
Quando
le luci si
spensero e lo show iniziò puntai lo
sguardo sulla passerella con il terrore di vederla uscire da un momento
all’altro,
sapevo che prima o poi sarebbe uscita era la modella di punta della
compagnia,
ma quell’attesa mi stava logorando, volevo vederla e allo
stesso tempo non
volevo.
“è
ingrassata”disse Tom quando Alyssa fece il suo incontro,
notai anch’ io che il suo corpo fosse leggermente diverso
rispetto al solito ma
appariva comunque molto bella, incredibilmente bella come era sempre
stata nei
miei ricordi, pregai con tutto me stesso che il suo sguardo non cadesse
su di
noi ma per un istante percepì
l’intensità del suo sguardo sul mio viso, la
totale sorpresa e poi il recupero della solita
impassibilità, dopo tutto quello
che mi aveva fatto riusciva a mantenere così tanto la calma,
non si sentiva in
colpa nemmeno un po’, non immaginava davvero quanto male mi
avesse fatto con il
suo abbandono.
“eccola”disse
Tom guardando verso una ragazza altissima con
dei lunghi capelli biondi, aveva un portamento naturale e un fisico
perfetto
si, Tom come sempre aveva visto bene.
“sei
bellissima”disse Tom fischiando e io in quel momento mi
sarei voluto sotterrare anche Eric applaudiva allora la conosceva
davvero,
quando alzai lo sguardo verso di lei la trovai a guardarmi per un
istante, l'unica cosa che mi colpì furono i suoi occhi
cristallini.
“dio
ma
hai visto quanto è bella, cioè hai visto Alyssa e
hai visto lei? America è divina”disse Tom.
“carina”dissi
io non sprecandomi troppo e poi sentire questi paragoni sulla donna che
amavo mi infastidivano, o meglio che avevo amato attualmente avevo
chiuso con i sentimenti, mi fermavo all'affetto per la mia
famiglia.
“papà
sete”disse Eric attirando la mia attenzione.
“ok
ti
porto a prendere da bere andiamo”dissi prendendolo in
braccio ed alzandomi
“dai
ti
perdi il gran finale”disse Tom
“torno
subito”dissi io andando con Eric al bar e
prendendogli la sua acqua, quando tornai indietro la sfilata era
già finita.
“dove
vai?”chiesi a Tom che si trafilava tra la folla.
“arrivo
subito aspettami”disse Tom
“va
bene”dissi io aspettandolo all’angolo del corridoio
ma
dopo dieci minuti decisi che era meglio ricordargli che avevo un
bambino di
meno di un anno esausto da portare a casa, quando glielo ricordai mi
ritrovai
davanti quegli occhi azzurri.
“eccoti
volevo
proprio presentarti la nuova amica mia e di Eric”disse Tom
“ciao”disse
Eric salutandola, non era da lui dare confidenza
agli estranei.
“ciao
Eric”disse lei sorridendogli e spostando poi la sua
attenzione su di me.
“comunque
America Wright lui è Robert Pattinson, Robert lei
è America”disse Tom facendo le presentazioni.
“piacere”disse
lei stringendo la mia mano da vicino potei
notare che era davvero molto bella, più di quanto mi fosse
sembrato mentre
sfilava, forse perché ora il suo viso era privo di trucco,
ritrassi la mano
subito dopo quasi scottatto. “America eccoti ti stavo
cercando ovunque andiamo
a questa festa forza”disse la ragazza che mi aveva minacciato
col tacco, come
si chiamava? Tom lo sapeva, no figurarsi se Tom lo sapeva, comunque era
la
ragazza del tacco.
“è
stato un piacere ma devo andare “disse lei salutandoci e
scappando.
“ti
sei
imbambolato?”chiese Tom
“no
“dissi io riprendendomi dai miei pensieri, ripensavo alla
strana sensazione che avevo provato stringendole la mano, dovevo
tenermi alla larga da quella ragazza.
ecco cosa si intende per vs
show
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** qualcuno con cui parlare ***
America
pov
Il mattino dopo
la festa mi svegliai con un terribile mal di
testa, probabilmente avevo esagerato con i drink, ma Simon non aveva
fatto
altro che darmi in mano bicchieri pieni e io non avevo fatto altro che
buttare
giù, i cocktail dolci erano la mia maledizione.
Non feci in tempo
a raggiungere il bagno che il mio
cellulare iniziò a suonare dandomi il tormento quando avevo
messo una suoneria
così spacca timpani, c’era da chiederlo doveva
essere sicuramente opera di
Simon, maledetto.
“pronto”dissi
rispondendo senza nemmeno vedere chi aveva
deciso di rovinarmi un risveglio già sufficientemente
traumatico.
“America
ciao sono Hannah”disse la mia collega
“come
mai sei già sveglia a quest’ora?”chiesi
io perplessa
“come
mai? Avevamo detto che saremmo andate a correre, è
pieno pomeriggio ma stai ancora dormendo?”chiese Hannah
scioccata.
“si,
credo di aver dormito per un bel po’”dissi io
eppure
non mi sentivo rintontita come mi sarei dovuta sentire, anzi mi sentivo
anche
piuttosto bene, avevo sognato qualcosa che stranamente mi aveva messo
una buona
sensazione addosso, ma non riuscivo a ricordare cosa avessi sognato.
“beh
cambiati e scendi sono sotto casa tua, una bella
corsettina per smaltire le calorie di ieri sera è quello di
cui hai
bisogno”disse Hannah
“calorie
di ieri sera?”chiesi io perplessa
“certo
dove pensi che siano andati tutti i cocktails che hai
bevuto alla festa si depositeranno tutti sul tuo fondoschiena e non mi
sembra
il caso”disse Hannah.
“dammi
qualche minuto per cambiarmi e arrivo”dissi io
sospirando era inutile contraddire Hannah, tanto mi avrebbe tirato
fuori
qualche altra assurda teoria per costringermi a raggiungerla.
Andai in bagno
dandomi una ripulita al viso quanto meno per
rimuovere il trucco e poi mi legai i capelli in una coda morbida e
indossata
una tuta di cotone scesi di sotto dove Hannah parlava animatamente al
telefono
con qualcuno.
“chi
meritava tutta quell’energia?”chiesi io
ridacchiando.
“mio
fratello, viene in città e mi sta stressando”disse
Hannah.
“fratello
più piccolo?”chiesi io
“fratello
più grande, mi ha chiesto di presentargli qualcuna
delle mie colleghe è veramente pessimo”disse Hannah
“decisamente”dissi
io
“non
è che vorresti conoscerlo? Non è così
male e poi
soltanto una cena a cui sarò presente anch’io lo
prenderemo in giro e
basta”disse Hannah
“no
Hannah, mi spiace ma non ho voglia proprio di uscire ,
ma sicuramente troverai qualcuno insomma il nostro gruppo è
pieno di ragazze
single”dissi io
“comunque
Sturridge non lo chiamerei nessuno, è il mio ex
tra l’altro quindi già questo ti dovrebbe far
pensare che è pessimo”disse
Hannah.
“non
eravate solo usciti qualche volta?”chiesi io
“allora
ti interessa davvero?”chiese Hannah sospettosa
“assolutamente
no, non è propriamente il mio tipo ecco”dissi
io
“cioè
un figo del genere non è il tuo tipo?”chiese
Hannah
accelerando la sua camminata, uhm iniziavo a pensare che Tom fosse un
tasto un
po’ troppo dolente per lei.
“no,
attualmente nessuno è il mio tipo ideale
comunque”dissi
io tenendo il passo per poi iniziare a correre la sua camminata si era
trasformata in una vera e propria corsa lenta.
“fai
bene, sono tutti stronzi anche se sinceramente non ho idea
di come tu possa farne a meno, insomma sono ragazzi è
inconcepibile che tu
riesca a farne a meno”disse Hannah
“beh se
te ne sono capitate di ogni una dietro l’altra ti
passa un po’ la voglia di uscire con qualcuno”dissi
io senza pensarci.
“in che
senso? Che cosa ti è capitato?”chiese Hannah
“nulla
di che, ma un po’ di problemi familiari”dissi io
senza aggiungere altro, certo Hannah si stava dimostrando una buona
amica, ma
non mi andava di farle pena, se le avessi raccontato che cosa era
diventata la
mia vita prima di iniziare a lavorare per la compagnia probabilmente le
avrei
fatto pena e non mi andava.
“Ho
capito non ti va di parlarne, dai corriamo bisogna
smaltirle quelle calorie”disse Hannah cambiando argomento.
Dopo un ora buona
di corsa mi salutò dicendo che la
attendeva un appuntamento con il parrucchiere doveva rinnovare i suoi
colpi di
sole aveva spiegato lanciando un occhiataccia ai miei capelli biondi
naturali,
io sorrisi perplessa per la sua occhiataccia e mi sedetti per qualche
minuto su
una panchina per recuperare fiato, un conto era correre tutti i giorni
un conto
era correre appena alzata dopo aver fatto le ore piccole ad un party.
“ciao”disse
una vocina costringendomi ad abbassare lo
sguardo, ancora quegli occhi azzurri che però mi ricordarono
subito qualcuno.
“Eric,
non importunare la signorina dai”disse la voce di un
ragazzo e istintivamente alzai gli occhi per vedere di chi si
trattasse, niente
Tom oggi a quanto sembrava.
“no,
non importa è dolcissimo”dissi io carezzandogli i
corti
capelli biondi e ricevendo in cambio da lui un sorriso, era davvero
tenero.
“Tom ha
proprio ragione gli piaci un bel po’ non
c’è che
dire”disse lui
“a chi
ad Eric o a Tom?”chiesi io perplessa
“ho la
sensazione che tu piaccia ad entrambi ma questa volta
parlavo di Eric”disse lui
“Robert
giusto?”chiesi io ricordandomi subito il suo nome.
“esatto,
e tu sei America giusto?”disse lui
“si”dissi
io annuendo, c’eravamo presentati la sera prima
era piuttosto normale che ci ricordassimo ancora i nostri nomi, in
realtà il
suo nome mi era risuonato in testa per un po’ non appena Tom
ci aveva
presentati, e il mio era abbastanza difficile da dimenticare vista la
teatralità.
“nome
particolare”disse Robert sedendosi e prendendo in
braccio suo figlio.
“i miei
genitori, volevano un nome incisivo”dissi io
“un
nome incisivo giusto? Anche l’impiegata della clinica mi
aveva detto di dargli un nome incisivo e io invece ho letto il primo
nome sul
dizionario”disse Robert facendo un mezzo sorriso come se
soltanto lui capisse
il reale significato di quello che stava dicendo.
“Eric
è un bel nome”dissi io
“si
chiama anche Thomas in realtà, per via di Tom e
perché è
il mio secondo nome”disse Robert spiegando.
“ah
capisco, carino anche Thomas, ma non dire a Tom che l’ho
detto”dissi io.
“non ti
biasimo se non vuoi dargli nemmeno mezza
possibilità, è pessimo”disse Robert
“si,
è quello che mi hanno detto, pare che abbia avuto una
specie di qualcosa con la mia amica Hannah”dissi io
“ah si
quella che voleva picchiarlo, molte vorrebbero farlo
suppongo”disse Robert ridacchiando.
“detto
da te che sei il suo migliore amico, beh credo che
voglia dire parecchio”dissi io
“braccio”disse
Eric tentando di scendere dalle gambe del
padre per farsi prendere in braccio da me.
“mio
figlio invece è proprio cotto”disse Robert
“ad
Eric una possibilità potrei anche darla”dissi io prendendolo in braccio.
“scusalo
è che quando vede qualcuno di diverso da me e Tom
di sesso femminile diventa appiccicoso”disse Robert
“Tom mi
ha detto che ve ne occupate voi due”dissi io incerta
sul se fosse corretto fargli sapere che sapevo o se magari si sarebbe
sentito
in imbarazzo o se la sarebbe presa con Tom sapendo che mi aveva detto
qualcosa
di privato, non che avesse detto chissà cosa, e in
realtà ero curiosa di sapere
come era possibile che la madre di quel bambino l’avesse
abbandonato, già
com’era possibile? Ed io che cosa avevo fatto, non avevo
forse abbandonato mio
figlio.
“hey
tutto bene?”chiese Robert
“si
scusa, mi ero persa un attimo”dissi io
“comunque
si, Tom te l’avrà detto per farti un po’
pena, ma
si me ne occupo io e lui mi dà una mano quando
lavoro”disse Robert
“e la
madre?”non potei fare a meno di chiedere io.
“la
madre non la conosco in realtà”disse Robert
“sei
amico di Tom del resto”dissi io
“si,
no, non in quel senso è che è nato da un come si
dice
utero in affitto una cosa del genere”disse Robert
“ah
capisco”dissi io accusando il colpo, non lo conoscevo
nemmeno e mi stava raccontando una cosa del genere, tra
l’altro che qualcuno mi
raccontasse di aver avuto un figlio tramite qualcuno che si era
prestato a
portare avanti la gravidanza era del tutto assurdo, insomma quante
probabilità
potevano esserci che qualcuno raccontasse proprio a me una storia
simile, mi
sembrava un terribile scherzo del destino.
“non
capisco nemmeno perché te lo stia dicendo, penserai che
sono fuori di testa o magari stai pensando che sono gay, mia madre per
qualche
secondo l’ha pensato quando gliel’ho detto, poi in
Inghilterra è anche una cosa
molto comune, infatti non l’aveva presa così male
a pensarci”disse Robert
“no,
non preoccuparti non ti sto giudicando è che non
pensavo ci fossero davvero degli uomini pronti a diventare padre
così, si sei
un po’ più grande di me, ma sei comunque
abbastanza giovane per decidere di avere
un figlio”dissi io provando a far finta di nulla, non volevo
dargli
l’impressione di essere rimasta troppo turbata, non era certo
perché avessi
qualcosa contro le persone che ricorrevano al pagare qualcun altro per
avere un
bambino quando non erano in grado di portare avanti una gravidanza, non
era
certo quello.
“in
realtà non l’ho proprio deciso, era stata la mia
ragazza
a deciderlo, abbiamo avuto qualche problema ad avere un bambino e
quindi alla
fine abbiamo optato per quest’opportunità, lei
però poi si è innamorata di un
altro e mi ha lasciato e io ora mi occupo del bambino”disse
Robert
“oh mio
dio”dissi io scioccata, non avevo mai sentito una
storia tanto assurda, cioè ma chi era in grado di fare una
cosa simile all’uomo
che diceva di amare? Lasciarlo da solo con un bambino per stare insieme
ad un
altro uomo.
“è
vero, non è la trama di un film”disse Robert
annuendo
“non so
che dire”dissi io
“figurati,
io non ho idea del perché ti abbia raccontato
tutto invece, insomma non ci conosciamo nemmeno, non lo so, forse
semplicemente
avevo bisogno di dirlo a qualcuno oggi, avrei potuto raccontarlo anche
a quella
vecchietta laggiù, anzi probabilmente ora andrò a
raccontarglielo”disse Robert
alzandosi dalla panchina in evidente imbarazzo, volevo dirgli qualcosa
ma ero
completamente spiazzata, quella storia era totalmente assurda.
“ a
volte capita di raccontare grandi segreti a gente
totalmente sconosciuta, non so perché accade”dissi
io
“oltretutto
non sei totalmente sconosciuta perché Tom ha un
debole per te, beh credo di avergli tolto davvero ogni
possibilità in questo
modo”disse Robert
“allora
forse dovrei ringraziarti”dissi io sorridendogli
“beh
forse di mio figlio farai un po’ fatica a
sbarazzarti”disse Robert
“no
scherzi, io ed Eric siamo amici non ho nessuna
intenzione di sbarazzarmi di lui”dissi io sorridendo al
bambino che mi guardava
incuriosito.
“oddio ma è tardissimo devo tornare a lavoro, Eric
vero che corromperai tu la
zia Katherine, la mia assistente mi ucciderà ho un servizio
fotografico tipo adesso”disse
Robert guardando il suo orologio.
“capisco
questi agenti sono stressanti”dissi io alzandomi
dalla panchina e passandogli Eric in braccio che però non
sembrava intenzionato
a lasciare la presa dalla mia felpa.
“Eric
dai dobbiamo andare, lascia stare America”disse
Robert e dopo un
po’ riuscì finalmente a
convincerlo a staccarsi.
“scusalo
davvero”disse Robert
“Non
preoccuparti, senti lo so che magari penserai che sono
un po’ invadente ma davvero quando hai bisogno per il bambino
puoi chiamarmi tranquillamente,
sarei ben lieta di tenerlo”dissi io sentendomi subito una
sciocca, nemmeno lo
conoscevo e mi offrivo di tenergli il figlio, mi avrebbe guardato come
se fossi
scesa direttamente da un altro pianeta e avrebbe pensato che fossi
pazza, o che
peggio ancora stessi usando il bambino per provarci con lui magari,
chissà in
quante l’avevano fatto, provare ad avvicinarsi a lui con la
scusa del bambino,
stranamente provai una sensazione alla bocca dello stomaco che non
seppi
decifrare al meglio ma era qualcosa di molto simile alla gelosia, anche
se non
poteva essere gelosia perché io mi ero davvero offerta
soltanto perché quel
bambino era un amore e perché obbiettivamente potevo dare
una mano a Robert
anche se nemmeno lo conoscevo.
“non
farmi proposte di questo tipo, perché potrei anche
dirti di si”disse Robert
“dammi
il telefono”dissi io senza nemmeno pensarci e quando
me lo porse inserì il mio numero in rubrica, non mi avrebbe
chiamato mai perché
definitivamente con quel atteggiamento avrebbe pensato che il mio era
stato
solo un modo per inserire il mio numero nella sua rubrica nella
speranza che mi
chiamasse un tentativo davvero patetico.
“grazie,
resisterò a chiamarti ma non posso prometterti
nulla”disse Robert
“lo
faccio davvero volentieri per Eric”aggiunsi subito per
essere chiara e sembrare meno patetica, ma forse con questa
precisazione
riuscivo a sembrare ancora più patetica.
“grazie
davvero, Eric apprezza e apprezzo anch’ io, grazie
anche per prima”disse Robert
“di
nulla, forse così ho risparmiato la vita a quella
signora magari avrebbe potuto avere un infarto mentre le raccontavi il
tutto”dissi io
“beh
sei ancora viva tu però”disse Robert
“sono
brava in queste cose”dissi io
“beh ci
vediamo America e farò di tutto per non chiamarti lo
prometto”disse Robert
“ciao,
ciao Eric”dissi io salutando Eric con la mano e
andando nella direzione opposta alla loro, avevo bisogno di tornare a
casa e di
riflettere sulla sfrontatezza del mio comportamento, che cosa mi era
preso?
Quando dopo una
bella doccia rilassante mi misi a letto con
il mio pigiama morbido e mi addormentai prima di cena riuscì
a sognare qualcosa
e questa volta però riuscì a ricordarmi
perfettamente cosa avevo sognato, o
meglio chi avevo sognato, e mi alzai da quel sogno molto riposata e
serena come
non mi capitava da parecchio, era bastato davvero poco a farmi sentire
meglio,
non me ne preoccupai non avevo nessuna intenzione di perdere quella
sensazione
di tranquillità tormentandomi sul perché avessi
sognato proprio lui e sul
perché sognarlo mi aveva donato quella sensazione di
benessere, preparai la mia
crema di carote e mi imposi di non tormentarmi con inutili pensieri,
ero
semplicemente serena perché dopo parecchio tempo avevo
parlato con un uomo
tranquillamente senza che lui ci provasse con me, un uomo davvero
bello, si la
verità andava detta.
Pov Robert
“Perché
ho quel servizio inutile perché?dico io”disse Tom
“puoi
sempre cambiare lavoro”dissi io seduto sul divano a
leggere il mio ultimo copione.
“faccio
molto Kristen se mi lamento del mio lavoro si, lo
so”disse Tom
“a
proposito di Kristen mi ha chiamato per sapere quando
andiamo a bere qualcosa da lei”dissi io
“secondo
me vorrebbe solo te da lei, ora che sei
single”disse Tom
“ha un
ragazzo”dissi io lanciando un’occhiataccia al mio
amico in passato prima di cadere nella rete di Alyssa ero stato un
po’ come Tom
e per un certo periodo avevo avuto anche una cosa senza impegno con
Kristen, ma
poi avevamo deciso che era meglio non mischiare troppo
l’amicizia con il sesso.
“beh ma
questo non significa che una botta non se la farebbe
dare”disse Tom
“quanto
sei volgare”dissi io perplesso
“guarda
che davvero stai arrivando a livelli patologici, non
scopi tipo da quando è stato concepito tuo figlio mi sa, si
perché poi mi sa
che Alyssa non te l’ha data più o
sbaglio”disse Tom che probabilmente non aveva
ancora smaltito del tutto la sbronza della sera precedente o
semplicemente era
la sua ironia che era davvero pessima.
“Tom
fottiti”dissi io
“io
veramente non capisco, insomma chiunque verrebbe a letto
con te, e tu zero proprio hai deciso di chiudere per
sempre”disse Tom
“si,
esatto”dissi io
“che
tristezza, vabbeh vado a lavoro, Eric purtroppo oggi lo
zio non può portarti al parco sono davvero addolorato specie
perché non vedrò quella
bellezza, dio ma l’hai vista ieri sera Rob, è
bellissima”disse Tom
“si,
carina”dissi io senza commentare troppo, ero totalmente
d’accordo con Tom, era davvero bellissima e ne ero rimasto
assolutamente
colpito, ma proprio per quello non mi andava di parlarne, era da
parecchio che
una donna non mi colpiva così tanto e quindi
l’unica cosa che potevo fare era
dimenticare la sensazione che avevo provato quando mi aveva stretto la
mano, le
donne di quell’ambiente non facevano per me e
l’avevo scoperto proprio sulla
mia pelle.
“che
c’è sei anche gay adesso, ma dico l’hai
vista una
visione”disse Tom
“ok,
era molto bella ma non cambia nulla”dissi io
“un
po’ più di entusiasmo sarebbe accettato e comunque
certo
che non cambia niente l’ho vista prima io”disse Tom
infilandosi la giacca e
dopo aver salutato Eric mi lanciò un occhiataccia ed
uscì di casa.
“si
ciao Sturridge”dissi io scettico.
“allora
cucciolo cosa facciamo oggi?”chiesi io prendendo in
braccio mio figlio.
“parco”disse
semplicemente lui, già ormai per lui era un
abitudine andare al parco con Tom.
“e va
bene ma papà non può stare tanto
perché poi deve
andare a lavoro ok?”chiesi io pur sapendo che tanto non
poteva capirmi più di
tanto ma lui annuì regalandomi uno dei suoi sorrisi, Alyssa
si sarebbe
innamorata di lui se solo gli avesse dato una possibilità,
ma ormai era chiaro
che il vero motivo per cui mi aveva lasciato non era che non sarebbe
stata in
grado di amare un bambino che non era suo, credo che
l’istinto materno sarebbe
venuto fuori comunque, il punto era che era per me che non riusciva
più a
provare nulla.
“parco
papà”disse Eric
“ho
capito, dammi almeno il tempo di cambiarmi”dissi io
lasciando il copione e andando in camera mia a vestirmi, mi ero alzato
presto
quella mattina per leggere il copione e giravo per casa ancora in
pantaloni del
pigiama e maglietta.
“ci
sono”dissi io raggiungendolo in salotto e trovandolo
già
con il suo gioco preferito tra le mani, gliel’aveva regalato
mio sorella Lizzie
era una specie di camioncino dei pompieri che era appartenuto a me.
“vuoi
venire in braccio”dissi io prendendolo in braccio ed
uscendo di casa.
Passeggiammo
tranquillamente lungo il viale alberato ogni
tanto mi capitava di vedere qualche mamma con il suo bambino, nessun
papà
portava in giro durante un pomeriggio della settimana il figlio,
già forse era
più una cosa da mamma portare il proprio piccolo a giocare
al parco, ma Eric
una madre non l’aveva e quindi doveva accontentarsi di me.
Mia madre tentava
di non darlo a vedere ma avevo capito che
era alquanto preoccupata per me, mi aveva chiesto spesso se fossi
sicuro della
mia scelta, non gli ero sembrato molto convinto di voler avere un
figlio
nemmeno quando stavo con Alyssa e forse era vero, per quanto la amassi
io stavo
bene con lei, non avevo nessuna necessità di allargare la
famiglia e non avevo
nemmeno un grande desiderio di paternità,ma poi avevo visto
quanto era felice
lei all’idea di diventare madre e allora non avevo potuto
fare a meno che
acconsentire, con il risultato però che ora mi trovavo da
solo e con un bambino
da crescere, ma in realtà Eric attualmente era la cosa
migliore che mi fosse
capitata, nonostante non l’avessi cercata.
“si ho
capito ti metto giù ma non correre”dissi facendo
scendere mio figlio dalle mie braccia, aveva visto sicuramente qualcosa
che
l’aveva incuriosito, mi pentì l’istante
successivo per averlo fatto scendere
quando vidi che cosa aveva attirato la sua attenzione, troppo tardi
l’aveva già
raggiunta, e i miei buoni propositi di starle alla larga, completamente
distrutti da quel terremoto di mio figlio.
“Eric,
non importunare la signorina dai”dissi io sperando
che mi desse retta e tornasse da me ma non sembrava di
quell’avviso.
“no,
non importa è dolcissimo”disse lei
“Tom ha
proprio ragione gli piaci un bel po’ non
c’è che
dire”dissi io arrendendomi.
“a chi
ad Eric o a Tom?”chiese lei perplessa
“ho la
sensazione che tu piaccia ad entrambi ma questa volta
parlavo di Eric”dissi io stando al gioco.
“Robert
giusto?”chiese lei, si ricordava il mio nome, beh chi
non era a conoscenza di quale fosse il mio nome, non si faceva che
parlare di
me.
“esatto,
e tu sei America giusto?”dissi io, me lo ricordavo
bene come si chiamava, un po’ era merito delle innumerevoli
volte che ne avevo
sentito parlare da Tom un po’ perché mi aveva
colpito.
“si”disse
lei annuendo.
“nome
particolare”dissi io sedendomi con Eric in braccio,
due chiacchiere non mi avrebbero fatto male.
“i
miei genitori, volevano
un nome incisivo”disse lei e notai una sfumatura strana nella
sua voce mentre
me ne parlava, forse qualche brutto ricordo?
“un
nome incisivo giusto? Anche l’impiegata della clinica mi
aveva detto di dargli un nome incisivo e io invece ho letto il primo
nome sul
dizionario”dissi io ripensando alle parole di Miranda.
“Eric
è un bel nome”disse lei
“si
chiama anche Thomas in realtà, per via di Tom e
perché è
il mio secondo nome”dissi io spiegando
“ah
capisco, carino anche Thomas, ma non dire a Tom che l’ho
detto”disse lei alzando gli occhi al cielo.
“non ti
biasimo se non vuoi dargli nemmeno mezza possibilità,
è pessimo”dissi io
“si,
è quello che mi hanno detto, pare che abbia avuto una
specie di qualcosa con la mia amica Hannah”disse America
“ah si
quella che voleva picchiarlo, molte vorrebbero farlo
suppongo”dissi io ricordandomi di Hannah .
“detto
da te che sei il suo migliore amico, beh credo che
voglia dire parecchio”disse America perplessa.
“braccio”disse
Eric tentando di scendere dalle mie gambe
“mio
figlio invece è proprio cotto”dissi io sorridendo,
eh
si aveva davvero un debole per quella ragazza.
“ad
Eric una possibilità potrei anche darla”disse lei
prendendolo in braccio.
“scusalo
è che quando vede qualcuno di diverso da me e Tom
di sesso femminile diventa appiccicoso”dissi io
“Tom mi
ha detto che ve ne occupate voi due”dissi lei
timorosa, chissà che cosa le aveva raccontato Tom per fare
colpo.
“hey
tutto bene?”chiesi io.
“si
scusa, mi ero persa un attimo”disse lei sorridendomi.
“comunque
si, Tom te l’avrà detto per farti un po’
pena, ma
si me ne occupo io e lui mi dà una mano quando
lavoro”dissi io
“e la
madre?”chiese America, eccola la domanda da un milione
di dollari, era una domanda che evitavano tutti in genere.
“la
madre non la
conosco in realtà”dissi io sinceramente
“sei
amico di Tom del resto”disse America
“si,
no, non in quel senso è che è nato da un come si
dice
utero in affitto una cosa del genere”dissi io precisando non
volevo dare
l’impressione sbagliata.
“ah
capisco”disse America, l’avevo turbata insomma ero
totalmente pazzo a raccontare i fatti miei ad una sconosciuta.
“non
capisco nemmeno
perché te lo stia dicendo, penserai che sono fuori di testa
o magari stai
pensando che sono gay, mia madre per qualche secondo l’ha
pensato quando
gliel’ho detto, poi in Inghilterra è anche una
cosa molto comune, infatti non
l’aveva presa così male a pensarci”dissi
io
“no,
non preoccuparti non ti sto giudicando è che non
pensavo ci fossero davvero degli uomini pronti a diventare padre
così, si sei
un po’ più grande di me, ma sei comunque
abbastanza giovane per decidere di
avere un figlio”dissi lei.
“in
realtà non l’ho proprio deciso, era stata la mia
ragazza
a deciderlo, abbiamo avuto qualche problema ad avere un bambino e
quindi alla
fine abbiamo optato per quest’opportunità, lei
però poi si è innamorata di un
altro e mi ha lasciato e io ora mi occupo del bambino”dissi
spiegandole tutto,
eccomi nella mia figura del patetico sfigato perché non
aggiungevo che si mi
aveva mollato una super modella di Victoria Secrets, giusto per rendere
il
tutto ancora più patetico.
“oh mio
dio”disse lei
“è
vero, non è la trama di un film”dissi io
“non so
che dire”disse lei
“figurati,
io non ho idea del perché ti abbia raccontato
tutto invece, insomma non ci conosciamo nemmeno, non lo so, forse
semplicemente
avevo bisogno di dirlo a qualcuno oggi, avrei potuto raccontarlo anche
a quella
vecchietta laggiù, anzi probabilmente ora andrò a
raccontarglielo”dissi
alzandomi dalla panchina, iniziavo a sentirmi un po’ a
disagio.
“ a
volte capita di raccontare grandi segreti a gente
totalmente sconosciuta, non so perché accade”disse
America provando a
consolarmi.
“oltretutto
non sei totalmente sconosciuta perché Tom ha un
debole per te, beh credo di avergli tolto davvero ogni
possibilità in questo
modo”dissi io
“allora
forse dovrei ringraziarti”disse lei sorridendomi
“beh
forse di mio figlio farai un po’ fatica a
sbarazzarti”dissi io notando quanto mio figlio non avesse la ben che minima
voglia di separarsi
da lei.
“no
scherzi, io ed Eric siamo amici non ho nessuna
intenzione di sbarazzarmi di lui”disse America sorridendo ad
Eric che la guardava incuriosito.
“oddio ma è tardissimo devo tornare a lavoro, Eric
vero che corromperai tu la
zia Katherine, la mia assistente mi ucciderà ho un servizio
fotografico tipo
adesso”dissi io ricordandomi del servizio quando mi cadde
l’occhio sul mio
orologio, non ne avevo mai indossato uno,ora ne avevo sempre uno.
“capisco
questi agenti sono stressanti”disse lei alzandosi
dalla panchina e passandomi un Eric che non aveva per niente voglia di
separarsi
da lei, forse una figura materna era proprio quello che gli mancava.
“Eric
dai dobbiamo andare, lascia stare America”dissi io e
dopo qualche tentativo riuscì a convincerlo a lasciarla
andare.
“scusalo
davvero”dissi io
“Non
preoccuparti, senti lo so che magari penserai che sono
un po’ invadente ma davvero quando hai bisogno per il bambino
puoi chiamarmi
tranquillamente, sarei ben lieta di tenerlo”disse lei e la
cosa mi lasciò un
po’ spiazzato.
“non
farmi proposte di questo tipo, perché potrei anche
dirti di si”dissi io
“dammi
il telefono”disse lei e le porsi il mio telefono sul
quale annotò il suo numero.
“grazie,
resisterò a chiamarti ma non posso prometterti
nulla”dissi io
“lo
faccio davvero volentieri per Eric”aggiunse lei.
“grazie
davvero, Eric apprezza e apprezzo anch’ io, grazie
anche per prima”dissi io sperando che si dimenticasse presto
della mia pessima
figura, anche se boh non mi sembrava quel tipo di ragazza che avrebbe
riso di
me insieme alle amiche,sembrava sinceramente gentile.
“di
nulla, forse così ho risparmiato la vita a quella
signora magari avrebbe potuto avere un infarto mentre le raccontavi il
tutto”disse lei prendendomi in giro.
“beh
sei ancora viva tu però”dissi io
“sono
brava in queste cose”disse America e non potei che
annuire.
“beh ci
vediamo America e farò di tutto per non chiamarti lo
prometto”dissi io
“ciao,
ciao Eric”disse lei salutando e allontanandosi nella
direzione opposta.
Mentre Kelly si
occupava di truccarmi per il servizio
fotografico non potei fare a meno di ripensare a quel breve momento
trascorso
con quella ragazza, mi ero sentito a mio agio anche dopo aver
realizzato di
aver fatto la figura dell’idiota e non mi capitava da tempo
di trovare una
ragazza con cui riuscissi ad aprirmi davvero senza sentirmi un idiota,
magari
sarebbe potuta essere una buona amica, Eric le piaceva e io ci avrei
scambiato
volentieri due chiacchiere, sempre se Tom non avesse mandato tutto
all’aria.
Spero non passerà un altro
anno prima che posti il prossimo capitolo ma essendo che entro in
periodo esami potrei non postare di sicuro a breve, tra l'altro
è un periodo un pò strano spero però
che voi abbiate passato un buon natale e spero che passerete un buon
fine e inizio anno e niente speriamo in un 2012 migliore per tutti che
sia stato bello o brutto puntiamo in alto XD un abbraccio a tutti
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** maledetta la mia boccaccia ***
Quella giornata era stata un pò un incubo, quelle maledette
scene che non mi venivano, la testa che era da tutt'altra parte anche
se non sapevo nemmeno io bene dove e infine gestire Eric sul set,
nè Nick nè tantomeno Katherine erano riusciti a
tenerlo buono, continuava a piangere e a lamentarsi non aveva voluto
mangiare e durante la pausa pranzo mi era sembrato che iniziasse a
scottare un pò.
"Rob io credo che abbia la febbre"disse Katherine tenendogli il palmo
della mano sulla fronte.
"fantastico"dissi io sospirando, quella sera avevo una cena per
discutere la partecipazione ad un film con alcuni produttori.
"Rob non pensarci minimamente stasera devi andare alla cena, non se ne
parla"disse Nick leggendo probabilmente sul mio viso quello a cui stavo
pensando.
"non posso certo lasciarlo a casa così, devo portarlo dal
medico prima di tutto"dissi io
"e secondo te lo zio Tom cosa ci sarebbe a fare"disse Tom comparendo
proprio in quel momento, chissà da dove veniva, aveva detto
che sarebbe passato a prendere Eric per portarlo fuori tipo tre ora fa.
"vedi tutto risolto"disse Nick soddisfatto mentre io gli lanciavo un
occhiata scettica, ancora mi ricordavo come aveva preso la notizia che
mi sarei occupato di un bambino da solo, e la valanga di insulti che
aveva lanciato contro colei che attualmente era la mia ex ragazza,
colei che avrebbe dovuto occuparsi di Eric, colei che aveva detto di
amarmi, colei per cui avevo fatto tutto questo.
"si lo sappiamo che preferiresti sfruttare l'occasione per chiamare una
certa modella bionda per chiederle di occuparsi del cucciolo e magari
chiederle di fermarsi a dormire"disse Tom ed eccolo di nuovo con questa
storia, maledetto me che gli avevo confidato tutto lasciandomi scappare
un commento di apprezzamento nei confronti di America.
"la modella di Victoria secrets?"chiese Nick curioso.
"America Wright"disse Tom
"ah la strafiga bionda, non è un pò troppo per te
Rob?"chiese Nick e gli lanciai una seconda occhiataccia, non tanto per
la sua supposizione quanto per come aveva parlato di America, mi
infastidiva che ne parlasse così.
"è quello che dico anch'io, però è la
prima volta che fa un commento da vero uomo su una donna,
cioè ormai credevo fosse seriamente gay"disse Tom
"si ormai qui ce lo chiedevamo tutti"disse Nick ridacchiando.
"cioè ha detto "carina, simpatica bel sorriso e bel culo"
quanto mi sono mancati questi commenti"disse Tom sospirando e io alzai
gli occhi al cielo maledicendomi per l'ennesima volta da quando me ne
ero uscito con un'affermazione simile, me l'ero cercata.
"dovresti provare a chiederle di uscire"disse Katherine comprensiva
passandomi Eric che richiedeva la mia attenzione.
"ma figurati gli darà un mega picche sotterrando totalmente
la sua autostima"disse Nick
"grazie Nick"dissi io accarezzando i capelli di Eric per calmarmi, si
era decisamente caldo e non potevo andare a quell'incontro di lavoro,
dovevo restare a casa ad occuparmi di lui.
"non vado stasera, devo portare Eric dal dottore, vai tu Nick e poi mi
riferisci tutto, inventa qualche scusa tipo che sto male o cose
simili"dissi io deciso.
"ma stai scherzando hai una vaga idea di quanto vogliano investire su
di te?"chiese Nick.
"beh lo chiederanno a qualcun altro se pensano che il fatto che non mi
presenti sconfermi la mia serietà nel lavoro"dissi io.
"Rob è semplicemente febbre, non puoi rinunciare ad un
impegno così importante e poi davvero me ne posso occupare
io in tutta tranquillità non devo nemmeno uscire con nessuna
stasera, adesso lo portiamo dal pediatra ti tranquillizzi e poi ti
prepari per la cena e vai mentre io resto a casa ad occuparmi di
Eric"disse Tom
"ok, ma se avesse bisogno di qualsiasi cosa mi chiami"dissi io
arrendendomi.
"certo Rob dai poi quanto vuoi che duri non farai certo tardi
è una noiosissima cena di lavoro"disse Tom.
"si, hai ragione, cucciolo allora resti con lo zio Tom?"chiesi al mio
piccolo che mi regalò uno splendido sorriso, certo restare a
casa con lo zio Tom equivaleva a mangiare dolci su dolci, altro che
papà che tentava di fargli seguire un alimentazione sana
quando in realtà la sua era la prima a non esserlo.
Dopo aver portato Eric dal pediatra e essermi rassicurato sul fatto che
fosse giusto un pò di influenza nulla di cui preoccuparsi
particolarmente tornai a casa e mentre Tom si preoccupava di preparare
qualcosa da mangiare per Eric sceglievo l'abbigliamento giusto per
quella cena,e aprendo l'armadio il mio sguardo incrociò
proprio una camicia azzurra che non mettevo da tempo.
"hai intenzione davvero
di andare a quel colloquio con quella camicia scozzese? Rob non siamo
in Inghilterra, e un minimo di stile ti prego"disse Alyssa
"che cosa ha di male?
l'ho sempre messa"dissi io perplesso
"appunto, ti ho comprato
una camicia nuova"disse Alyssa sorridendomi
"la metto solo
perchè me l'hai regalata tu ok"dissi io sbuffando
Decisamente non avrei indossato quella camicia, decisamente no. Presi
una maglietta a mezza manica nera e la giacca di pelle e preso il
portafoglio andai a vedere come se la cavava Tom con Eric.
"tutto a posto siamo tutti interi"disse Tom mentre versava la pastina
nel piattino di Eric.
"si ormai sei un esperto"dissi io ridacchiando.
"ti raccomando di dirlo quando trovo quella giusta, tra le mie
referenze aggiungi che me la cavo alla grande con queste cose da
bambini"disse Tom
"Non mancherò , e sono sicuro che anche Eric
confermerà"dissi io dando un bacio sulla fronte al mio
piccolo e prese le chiavi della macchina mi diressi verso l'uscita.
"ci conto"disse Tom mentre uscivo di casa.
Raggiunsi lo Chateau Marmont in tutta tranquillità, a
quell'ora anche una città caotica come Los Angeles diventava
più tranquilla, ormai quasi tutti avevano lasciato il lavoro
per raggiungere la propria casa ed io sembravo essere uno dei pochi a
voler uscire quel mercoledì sera.
Uscire, non potevo certo definire quella cena uscire, avevo
una cena durante la quale sarei stato seduto accanto alla mia agente
Katherine per tutto il tempo provando a capire se potevo davvero essere
una buona scelta per quei produttori, di sicuro quella non era un
uscita di piacere, era passato parecchio tempo dalla mia ultima uscita
di piacere.
"allora come sta Eric?"mi chiese Katherine che mi attendeva fuori
dall'ingresso.
"nulla di grave a quanto pare, Tom gli stava preparando la cena"dissi
io
"bene, dai entriamo prima che arrivino i soliti paparazzi, avrei
preferito un posto meno in vista, ma suppongo che quel pomposo di
Trevor Holmes ha preferito che ci vedessimo qui"disse Katherine.
"si mangia bene qui"dissi io tranquillamente.
"certo, beh vedi di non occuparti solo di quello, il copione mi
sembrava interessante"disse Katherine.
"si, lo era ma voglio prima capire come vogliono gestire il personaggio
mi sembra un ruolo impegnativo e devo anche vedere le tempistiche sto
finendo un film e ne ho un altro da iniziare a girare il mese
prossimo"dissi io.
"si, dobbiamo vedere anche questo, stai recuperando bene dopo il
polverone che si è alzato con la storia di Alyssa"disse
Katherine.
"sto recuperando bene"dissi semplicemente io e poi la seguì
oltre la porta girevole di uno dei posti più prestigiosi di
Los Angeles.
"ah eccolo è già arrivato"disse Katherine notando
Trevor Holmes che naturalmente non avevo mai visto in vita mia insieme
ai suoi collaboratori, io però notai soltanto qualcun'altro
accanto a lui e per un attimo mi si gelò il sangue nelle
vene anche se la seconda sensazione fu una specie di crampo allo
stomaco.
"oh eccovi ci avete fatto aspettare eh"disse quello che doveva proprio
essere Trevor, già non lo volevo più fare questo
film, era un uomo sui 38 anni alto e decisamente troppo abbronzato e
l'espressione sul suo viso non mi diceva niente di buono.
"si scusate ma il bambino di Robert aveva la febbre"disse Katherine.
"si capisco, bell'impegno che ti è capitato Robert, non
molti si sarebbero comportati come te, decisamente ammirevole io non
credo l'avrei fatto"disse Trevor ridacchiando mentre io e Katherine ci
accomodavamo a tavola, perfetto Katherine aveva occupato proprio il
posto di fronte a Trevor mentre a me era toccato l'unico libero proprio
di fronte a lei, che cosa ci faceva lì con lui? questa era
l'unica domanda che continuava a saltarmi in testa.
"ciao Robert"disse America salutandomi.
"ciao"dissi io
"ah ma vi conoscete?"chiese Trevor curioso e un pò
infastidito era chiaramente percepibile.
"si, mio figlio ha una cotta per America"dissi io
"ne capisce già allora di donne, chi non è cotto
di lei"disse Trevor e il modo in cui guardò America mi
infastidì alquanto.
"certo "disse America alzando gli occhi al cielo, forse non c'era
niente tra loro, in realtà passai tutta la serata ad
osservarli e nella fattispecie ad osservare lei e voltai velocemente lo
sguardo verso Katherine quando incrociò il mio sguardo
beccandomi a guardarla.
"Robert ti prego potresti concentrarti un pò"disse Katherine
sotto voce ben capendo che avevo la testa altrove.
"si scusami Katherine, comunque il film non è male, non mi
convince soltanto l'idea di lavorare con questo coglione"dissi io.
"lui finanzia semplicemente il film non dovrai lavorare con lui ma con
il regista"disse Katherine.
"Non lo so, non mi piace"dissi io
"Robert non credo che stiano insieme, saranno amici, lei mi sembra
abbastanza scocciata e poi non sei l'unico qui dentro ad avere la testa
da un altra parte, l'ho beccata almeno tre volte a fissarti"disse
Katherine sempre sotto voce.
"non dire cazzate Katherine"dissi io scuotendo la testa.
"Katherine ti ha convinto ad accettare"disse Trevor ridacchiando.
"il progetto è molto buono, potrei proprio accettare"dissi
io tranquillamente.
"questo era proprio quello che volevo sentirmi dire"disse Trevor
soddisfatto.
"si dobbiamo valutare le tempistiche ma credo proprio che si possa
fare"disse Katherine.
"io mi adeguo ai tempi di Robert è chiaro"disse Trevor
"beh allora direi che sarebbe perfetto"disse Katherine
"ci vuole dello champagne per festeggiare, America mi hai portato
assolutamente fortuna"disse Trevor facendole l'occhiolino, altra cosa
che mi infastidì e probabilmente Katherine lo
notò perchè la sentì ridacchiare al
mio fianco.
"che cosa si fa adesso, vi va di andare a bere in qualche
locale?"propose uno dei collaboratori di Trevor.
"Mi sembra un'ottima idea"disse Trevor
"io sono stanca ho un servizio fotografico domattina, preferisco
tornare a casa"disse America.
"dai America non fare la guastafesta tanto vi riempono di trucco
nessuno noterà le tue occhiaie domattina"disse Trevor
"non posso farmi gli affari miei per locali il giorno prima di un
lavoro importante ho un contratto"disse America.
"che palle però, Nicole non mi aveva detto che eri
così rompipalle"disse Trevor.
"uhm invece non mi aveva detto che tu eri una testa di cazzo, e tanto
per essere chiari smettila di chiamarmi continuamente"disse America
prendendo la sua borsa ed uscendo dal locale, si era decisamente
incazzata.
"modelle decisamente inaffidabili, Robert tu lo sai meglio di me"disse
Trevor e io non prestai attenzione alle sue parole volevo soltanto
uscire di lì e andare da America.
"andiamo anche noi"disse Katherine.
"giusto poi Robert ha il bambino a casa"disse Trevor comprensivo
"si, esatto comunque grazie dell'ospitalità"dissi io
prendendo la mia giacca e alzandomi per uscire insieme a Katherine.
"di nulla non vedo l'ora di lavorare con te"disse Trevor prima che
potessi andarmene insieme a Katherine e quando fummo fuori la cercai
subito tra le gente ferma davanti all'entrata a fumare.
"è lì"disse Katherine scuotendo la testa.
"grazie"dissi io
"buonanotte Robert e non fare stupidaggini"disse Katherine
"Non lo farò"dissi io facendole capire che avevo recepito il
suo messaggio per poi raggiungere America senza la ben che minima idea
di come mi sarei comportato, che cosa avrei detto e cazzate di quel
tipo, sapevo soltanto che per la prima volta dopo un sacco di tempo
avevo voglia di avvicinarmi ad una donna.
Non capivo cosa ci fosse in lei oltre la sua bellezza evidente agli
occhi di chiunque non era quello, ero circondato da donne interessanti,
c'era qualcosa in più in lei ad avermi colpito, qualcosa che
mi stava spingendo a camminare verso di lei, qualcosa che mi aveva
spinto ad aprire bocca per chiamarla e che ora non riusciva
più a farmi dire nulla mentre lei mi guardava
sorpresa.
Pov
America
Eccolo di nuovo
lo stesso sogno, possibile che fosse ormai da
una settimana che continuavo a sognare lo stesso soggetto, era mai
possibile? Mi
sentivo una di quelle ragazzine adolescenti alla prima cotta, e la cosa mi infastidiva
non poco visto che
quella fase non l’avevo vissuta nemmeno da adolescente e
adesso invece mi
ritrovavo a sognare sempre lo stesso soggetto, che tra
l’altro nemmeno
conoscevo realmente si l’avevo visto una mezza volta e lui
non so perché aveva
praticamente tirato fuori la storia della sua vita.
Chissà
magari lo sognavo per via della storia che mi aveva
raccontato, magari sentivo una certa connessione per quello che avevo
vissuto,
lui aveva un bambino praticamente comprato da una mamma in affitto io
avevo
praticamente venduto il mio.
Il mio, si il
mio se solo mi avesse sentita Simon mi avrebbe
tirato dietro il mondo, dovevo smetterla di vederla così, io
non avevo venduto
un bel niente quel bambino non era già alla base mio, si in
realtà possedeva
metà del mio corredo cromosomico ma non era stato concepito
per amore o
quantomeno non per amore mio e dell’altra parte che gli aveva
fornito il resto
del suo corredo cromosomico, anche se finchè era stato con
me gli avevo dato
tutto l’amore possibile.
Pensare di fare
una scelta simile e rimanere senza conseguenze
era stato stupido, pensavo sarebbe stato tutto facile e invece ancora
oggi a
distanza di qualche tempo non facevo altro che chiedermi che viso
avesse, se i
suoi genitori erano dei buoni genitori e se l’amavano quanto
meritava, tutto
decisamente assurdo di questo ero conscia.
Si, sicuramente
il motivo per cui continuavo a sognare Robert
era legato a questa storia.
Con quella
risoluzione mi alzai definitivamente dal mio letto
e mi decisi ad iniziare seriamente la giornata, avevo un mucchio di
cose da
fare.
“chissà
quanto ha dato alla madre per non raccontare storie
in giro”disse Melanie una delle modelle con cui dovevo
lavorare per il
servizio.
“chi?”chiesi
io mentre mi sistemavano i capelli giusto per
non sembrare quella che se ne stava sulle sue e non voleva
socializzare, non
ero mai stata quel tipo di persona ma talvolta da quando era successo
tutto
agli altri non sembravo proprio il ritratto dell’allegria.
“Pattinson,
dio che stronzo”disse Melanie
Eccoci e ti
pareva che non doveva perseguitarmi anche fuori
dai sogni, fantastico.
“non
credo che i giornali raccontino verità, è
gossip”dissi
io
“no
fidati, questa è una storia vera, quello se ne è
passate
parecchie”disse Melanie ridacchiando, e la cosa mi
infastidì alquanto, non mi
piaceva che parlasse di lui così, si tra l’altro
non lo conoscevo abbastanza e
tutto ciò poteva anche essere vero, però non
avevo nessuna intenzione di dar
retta al gossip, il ragazzo con cui avevo parlato una settimana e
qualche
giorno prima non era certo quel tipo di persona, anche se non lo
conoscevo ne
ero certa.
Venni
risvegliata dal mio loop di pensieri da un messaggio e
quando lessì sul display illuminato non potei che sbuffare,
ancora lui, dio
avrei ucciso Nicole maledetta lei e i suoi ti trovo io qualcuno di
adatto,
Trevor ormai non mi dava tregua da settimane, e io non avevo nessuna
intenzione
di uscire con uno che per conoscermi mi aveva invitata ad andare in
discoteca,
avevo già capito tutto di un soggetto simile.
Ma quando lessi
il suo messaggio mi obbligai ad accettare l’invito
alla cena con amici, un po’ perché non saremmo
stati soli e un po’ perché avevo
realmente bisogno di svagarmi, magari mi avrebbe aiutato a smettere di
pensare
a Robert.
Quella sera
quando Trevor venne a prendermi indossai un
vestito molto semplice e comodo non avevo certo intenzione di farmi
bella per
lui, non che non fosse un uomo attraente ma aveva decisamente troppi
anni per
me.
“America
sei bellissima”disse Trevor vedendomi nel mio
vestito blu
“grazie”dissi
io salendo in macchina, pessima musica, in
quella macchina c’era decisamente pessima musica, e quando
quella stazione
passò i Black Keys ebbe anche il coraggio di cambiare, mi
stava veramente
passando la voglia di uscire.
“allora
a quando il salto nel mondo del cinema, produrrei un
sacco di film con te”disse Trevor
“ahaha
certo, no, sono negata”dissi io
“capirai
basterebbe il tuo bel faccino a nessuno
interesserebbe il tuo talento”disse Trevor
“però”dissi
io perplessa
“senti
stasera in realtà è una cena di lavoro,
però dopo
vediamo cosa fare ci dev’essere qualche festa interessante in
giro”disse Trevor
“ah
è una cena di lavoro”dissi io, continuava a
perdere punti
anzi in realtà non ne aveva mai guadagnati ma più
andavamo avanti a parlare e
più pensavo che fosse un perfetto idiota.
Inviti una
ragazza ad uscire e dove la porti? Ad una cena di
lavoro, chiaro non fa una piega.
“si ma
vedrai sarà divertente dobbiamo convincere un attore a
firmare con noi”disse Trevor.
“chi?”chiesi
io curiosa
“non
te lo dico, voglio vedere la tua faccia quando si
presenterà, lo so che voi ragazze avete un debole per i tipi
di questo genere”disse
Trevor.
“difficile,
non sono il tipo di ragazza che esce con
personaggi famosi”dissi io
“beh
allora qualche chance ce l’ho, anche perché non
sono
famoso ma sono di certo ricco”disse lui lanciandomi un
occhiata che mi fece
venir voglia di aprire la portiera prima che scattasse il verde e
scendere, ma
dopo tutto sentire le assurdità di Trevor poteva essere
divertente.
Quando ci
sedemmo ad un tavolo dello Chateau Marmont insieme
ad altri due tipi in giacca e cravatta soci di Trevor capì
che quella serata
sarebbe stata un vero mortorio.
“America
devo farti i complimenti, devo dire che sei
sicuramente il miglior acquisto che ha fatto il marchio
quest’anno, farai
dimenticare Alyssa Davis”disse Ian uno dei collaboratori di
Trevor.
“non
penso proprio, Alyssa è un icona della compagnia e poi
no, non posso certo competere con lei”dissi io.
“infatti
la superi di gran lunga”disse Trevor convinto e io
mi limitai a sospirare, odiavo essere riempita di attenzioni.
“eccoli
”disse Ian e
dannazione quando lo vidi arrivare accanto a quella che doveva essere
la sua
assistente mi presi un colpo, decisamente uscire quella sera non era
stata una
buona idea.
In una settimana
poteva diventare ancora più attraente?
"oh
eccovi ci avete fatto aspettare eh"disse Trevor
"si
scusate ma il bambino di Robert aveva la febbre"disse la
donna bionda accanto a lui.
"si
capisco,
bell'impegno che ti è capitato Robert, non molti si
sarebbero comportati come
te, decisamente ammirevole io non credo l'avrei fatto"disse Trevor
ridacchiando "ciao Robert"dissi quando me lo trovai di fronte provando
a contenere quella sensazione strana che sentivo a livello dello
stomaco.
”
e che diamine America smettila di fare
l’adolescente” continuavo a
ripetermi ma non servì a molto la sensazione c’era
e non voleva andarsene.
"ciao"disse
Robert tranquillamente.
"ah
ma vi
conoscete?"chiese Trevor curioso e notai una nota di gelosia, con o
senza
Robert tanto quella sarebbe stata l’ultima volta che
accettavo un suo invito.
"si,
mio
figlio ha una cotta per America"disse Robert sorridendo, diamine no,
almeno quello poteva evitarlo mi sorrideva addirittura ma allora voleva
uccidermi
che lo dicesse quanto meno.
"ne
capisce
già allora di donne, chi non è cotto di lei"disse
Trevor e mi guardò con
il suo solito sguardo fastidioso, diamine doveva provarci
continuamente?
"certo
"dissi io alzando gli occhi al cielo, iniziavo ad essere stufa di
queste
continue sviolinate.
"non
dire cazzate Katherine"disse Robert ad alta voce e tutti
ci girammo verso lui e la sua assistente, chissà di che cosa
parlavano così
fitto fitto.
"Katherine
ti
ha convinto ad accettare"disse Trevor ridacchiando.
"il
progetto è
molto buono, potrei proprio accettare"disse Robert tranquillamente, dio
non riuscivo proprio a togliergli gli occhi di dosso.
"questo
era
proprio quello che volevo sentirmi dire"disse Trevor soddisfatto.
"si
dobbiamo
valutare le tempistiche ma credo proprio che si possa fare"disse
Katherine.
"io
mi adeguo
ai tempi di Robert è chiaro"disse Trevor
"beh
allora
direi che sarebbe perfetto"disse Katherine
"ci
vuole
dello champagne per festeggiare, America mi hai portato assolutamente
fortuna"disse
Trevor facendomi l’occhiolino, ancora e basta con queste
sviolinate alla
prossima l’avrei ucciso.
"che
cosa si
fa adesso, vi va di andare a bere in qualche locale?"propose uno dei
collaboratori di Trevor.
"Mi
sembra
un'ottima idea"disse Trevor
"io
sono
stanca ho un servizio fotografico domattina, preferisco tornare a
casa"dissi io, no di andare per locali a ballare non se ne parlava
proprio.
"dai
America
non fare la guastafesta tanto vi riempono di trucco nessuno
noterà le tue
occhiaie domattina"disse Trevor scettico e li iniziarono
proprio a
girarmi le scatole.
"non
posso
farmi gli affari miei per locali il giorno prima di un lavoro
importante ho un
contratto"dissi io provando a contenermi.
"che
palle
però, Nicole non mi aveva detto che eri così
rompipalle"disse Trevor.
"uhm
invece
non mi aveva detto che tu eri una testa di cazzo, e tanto per essere
chiari
smettila di chiamarmi continuamente"dissi io prendendo la mia borsa e
uscendo, decisamente ne avevo avuto abbastanza l’unica cosa a
cui pensai quando
fui fuori da quel locale era che avevo fatto la pazza davanti a Robert,
gran
cosa, si decisamente gran cosa.
Mentre
cercavo di chiamare un taxi e mi maledecivo per la pessima
figura, dio fosse stato solo quello, avevo passato la serata a
guardarlo,
chissà se se ne era accorto, meglio non pensarci, in fondo
quante probabilità
avevo di rincontrarlo, di solito era Tom che portava Eric al parco
quindi
decisamente poche.
“America”disse
Robert chiamandomi, ecco giust’appunto, mi sarei voluta
sotterrare molto volentieri, ma che cosa potevo fare se non voltarmi.
“Robert”dissi
io
“va
tutto bene? Trevor è proprio una testa di
cazzo”disse Robert
“si,
beh io sono una testa di cazzo perché ho accettato di
uscirci”dissi
io sospirando.
“ah
era un appuntamento?”chiese Robert
“si,
una specie “dissi io
“direi
che non ha ingranato”disse Robert sorridendo
“no,
decisamente no”dissi io
“beh
meglio così”disse Robert e io lo guardai
perplessa, perché meglio
così?
“si,
penso di si”dissi io senza saper bene cosa dire.
“lo
so, sono totalmente inopportuno ma, al diavolo devo dirlo
semplicemente posso chiederti di uscire una di queste sere o pomeriggi?
Insomma
usciresti con me?”chiese Robert e rimasi alquanto interdetta,
stava parlando
con me? Mi stava realmente chiedendo di uscire? Che cosa doveva dire?
Dovevo darmi
una mossa a rispondere però il suo sguardo era alquanto
preoccupato.
“si”dissi
semplicemente come se fosse la risposta più naturale del
mondo.
“davvero?”chiese
Robert
“si,
di solito non scherzo almeno che tu non sia un idiota ai livelli di
Trevor”dissi io
“no,
a quei livelli non penso di essere”disse Robert
“beh
allora si, la mia risposta è si voglio uscire con
te”dissi io
sorridendogli.
“e
potrei riaccompagnarti a casa?”chiese Robert
“mi
sembra una buona idea”dissi io e quando lo seguì
per raggiungere la
sua auto e mi fece accomodare al posto del passeggero
nell’abitacolo si diffuse
la musica giusta.
Si,
avevo fatto bene ad accettare di uscire con lui e tutto sommato
quella serata non era stata così disastrosa.
“allora
ti chiamo”disse Robert quando arrivammo sotto casa mia.
“o
ci vediamo al parco”dissi io
“più
probabile che riesca a chiamarti, visto come sta Eric”disse
Robert
“si
è preso l’influenza povero piccolo”dissi
io
“si,
a quanto sembra si, una bella influenza, però ti
chiamo”disse
Robert
“mi
fido”dissi io
“beh
allora buonanotte”disse Robert
“buonanotte”dissi
io, odiavo quei momenti quando il ragazzo ti
riaccompagnava a casa e rimaneva quel silenzio da bacio non bacio,
dovevo
scendere da quella macchina prima che voltandomi verso di lui i miei
occhi si
fossero scontrati con le sue labbra.
“sogni
d’oro”disse Robert sorridendomi quando chiusi la
portiera.
Dio
mio, per la prima volta dopo tanto tempo ero al settimo cielo
perché
un ragazzo mi aveva chiesto di uscire, non capitava davvero da un sacco
di
tempo e quando mi addormentai quella sera lo feci con il sorriso sulle
labbra.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** un pò di serenità è concessa a tutti ***
Simon mi
stava raccontando qualcosa riguardo l'ultimo esame che aveva affrontato
a
veterinaria, ma la sua voce era solo un sotto fondo, non riuscivo a
concentrarmi su quello che stava dicendo, l'unica cosa che riuscivo a
fare era
guardare il mio telefono e sperare che desse qualche segno di vita.
"vedo
che sei molto interessata al mio esame di fisiologia degli animali
esotici"disse Simon attirando la mia attenzione facendomi un cenno.
"no
invece, lo sai che i pappagalli sono molto interessanti"dissi io
"certo,
o il tuo cellulare è interessante?"chiese Simon prendendo il
mio cellulare
dal tavolo, e per un attimo fui tentata ad allungare la mano per
riprendermelo.
"ma
che ti sta succedendo?"chiese Simon
" è
che sto aspettando una chiamata per un progetto"dissi io
giustificandomi
prontamente.
"uhm
un film con Robert Pattinson?"chiese Simon guardandomi con
l'espressione
di quello che stava proprio pensando
"non mi freghi, mia cara".
"che
stai dicendo?"chiesi io facendo finta di nulla.
"sto
dicendo che, non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto,
sto
dicendo che non fai altro che guardare questo telefono aspettando una
chiamata
da quello stronzo. America Wright ti proibisco di uscire con uno
stronzo
simile"disse Simon.
"non
sei mia madre"dissi io alzando gli occhi al cielo.
"si,
ma sono il tuo migliore amico, ed essendo il tuo migliore amico ho il
dovere di
evitarti stupidaggini"disse Simon.
"mi ha
soltanto chiesto di uscire, in amicizia, niente interessi romantici
alla
base"dissi io
"certo,
niente interessi romantici, ma quello una botta te la darebbe eccome, e
scusa
se sono volgare"disse Simon.
"esatto,
sei volgare, e poi sai come sono fatta, e non credo proprio che sia
questo il
motivo per cui mi ha chiesto di uscire, se gli interessava
così tanto portarmi
a letto mi avrebbe chiamata subito, e invece è sparito"dissi
io
"oh
mio dio, tu ci staresti eccome con lui, la situazione è
più grave di quanto
pensassi, credevo tu guardassi il telefono soltanto perchè
c'eri rimasta male
per il rifiuto, credevo si trattasse di orgoglio femminile o stronzate
simili"disse Simon.
"non
ci starei con nessuno, e te lo ripeto non guardo il telefono aspettando
una sua
chiamata"dissi io
"certo,
non c'è dubbio in merito, dio America, ma lo sai che un
sacco di uomini là
fuori farebbe carte false anche solo per portarti un sacchetto della
spesa? ma
che dico, ti butterebbero volentieri la spazzatura tutti i giorni, e si
accontenterebbero di questo, solo perchè sei tu"disse Simon
"esageri
come sempre, guarda che non sono nessuno, ho avuto la fortuna che il
fotografo
giusto è passato al nostro locale, ma non faccio altro che
sfilare con
biancheria intima e pigiami che normalmente non potrei nemmeno
permettermi di
guardare"dissi io.
"smettila
di fare la modesta, sei una modella che diamine, ormai puoi permetterti
tutto,
potresti permetterti di tornare a veterinaria e passeresti gli esami ad
occhi
chiusi"disse Simon.
"senti
da che pulpito che la Brandbury ha sempre avuto un debole per te e ti
ha fatto
delle domande banalissime a fisiologia 2"dissi io
"banalissime,
non direi proprio, e comunque soltanto le prof hanno un debole per me,
la
maggior parte sono uomini e mi odiano, anche se diventerò
comunque un ottimo
veterinario, meglio di loro"disse Simon.
"ah su
questo nessuno ha dubbi"dissi io felice che l'attenzione si fosse
spostata
dal discorso precedente.
“oh
guarda
ti è arrivato un messaggio, “ciao
America sono Tom, visto che Robert non ha
il coraggio di farlo lo faccio io, che cosa fai questa sera? Capisco
che il preavviso
sia davvero poco, e che ti sto invitando io e non il diretto
interessato, ma
sappi che lui lo farebbe volentieri, se solo tirasse fuori le palle che
ha
ancora da qualche parte, accetteresti di uscire con lui questa sera
alle 20 da
Gracie?”lesse Simon riuscendo a trattenersi dal
ridere per chissà quale
ragione.
“mi
stai
prendendo in giro o è davvero un messaggio di
Tom?”chiese io perplessa.
“leggi
tu
stessa”disse Simon passandomi il mio cellulare e scoppiando a
ridere.
“mi ha
davvero invitato Tom per Rob”dissi io leggendo il messaggio
sempre più
perplessa.
“a
quanto
pare, beh se ha perso le palle dovremmo stare
tranquilli”disse Simon non
riuscendo a rimanere serio.
“smettila”dissi
io sbuffando.
"dai
non volevi che ti invitasse ad uscire? eccolo il tuo invito, un
pò insolito,
chissà magari gli inglesi usano così"disse Simon.
"il
mio invito certo, e che cosa dovrei rispondere, e a chi dovrei
rispondere?"chiesi io
"secondo
me lo intimorisci povero Pattinson"disse Simon.
"lo
chiamo e lo tolgo subito da questo casino, è sicuramente
stato Tom a fare
tutto, vuole che esca con qualcuna per tirarsi su di morale, ma non
sono la
persona giusta, e forse anche lui l'ha percepito ecco perchè
non mi ha chiamato,
ha capito che con me non può divertirsi"dissi io.
" che
per i comuni mortali significa che ha capito che tu non sei una che la
dà
facilmente"disse Simon.
"si,
vediamola così, in realtà sto pensando che molto
semplicemente mi reputa una
stupida e non vuole avere niente a che fare con me"dissi io.
"certo,
sicuramente lo pensa, tutti pensano che sei una bionda stupida"disse
Simon
alzando gli occhi al cielo, poi presa la sua tracolla venne ad
abbracciarmi.
"te ne
vai proprio ora? mentre sto per sentirmi una pefetta idiota?"chiesi io
"hai
bisogno di privacy per sentirti un idiota, e io ho lezione tra un'ora,
chiamami
stasera per dirmi come è andata"disse Simon dandomi un bacio
sulla fronte.
"ok"dissi
io prima che uscisse di casa e quando vidì la porta che si
chiudeva alle sue
spalle mi feci coraggio e cercai il numero di Robert nella rubrica, poi
dopo un
bel respiro feci una leggere pressione sul tasto verde, e avviai la
chiamata.
"pronto"disse
una voce maschile dall'altro capo del telefono, e rimasi in silenzio
per un
istante ad ascoltare quella voce attentamente, era proprio lui, non
l'avevo mai
sentito parlare al telefono ma ero certa fosse lui.
"pronto
America?"chiese lui e solo allora mi ricordai che aveva si il mio
numero,
quindi stavo facendo la figura della stupida visto che non parlava e
lui sapeva
che dall'altro capo del telefono c'ero proprio io.
"ciao
Robert scusa ma l'audio del mio telefono mi crea qualche problema, come
stai?"chiesi io cercando di mostrarmi a mio agio in quella situazione.
"bene,
tu, stai bene?"chiese lui incerto.
"si,
sto bene, senti ti chiamavo per il messaggio che ho appena ricevuto da
parte di
Tom, volevo soltanto dirti di non preoccuparti, che capisco che tu
abbia
cambiato idea, capisco che tu sia ancora ferito dalla situazione che
hai
vissuto di recente, e quindi capisco che tu essendo rispettoso nei miei
confronti abbia voluto evitare di vederci, capisco tutto"dissi io senza
prendere aria tra una parola e l'altra, parlavo a raffica e non gli
davo
nemmeno il tempo di replicare, anche se non mi sembrava che lui
dall'altro capo
del telefono avesse mai tentato di dire qualcosa.
"America
l'unica cosa che ti chiedo di capire è che non sono riuscito
a chiamarti perchè
in queste settimane sono stato preso con le riprese, mi alzavo all'alba
e
tornavo a casa tardi, avrei voluto chiamarti almeno per farmi sentire,
ma era
sempre troppo tardi e non mi andava di disturbarti"disse Robert.
"ah
ok, beh capisco"dissi io
"si,
me l'hai ripetuto un sacco di volte che capisci"disse Robert
ridacchiando.
"giusto
si, beh ti lascio al tuo lavoro allora"dissi io
"sono
in pausa in realtà , senti io adoro il Gracie fanno
dell'ottimo pesce alla
griglia. Che dici sei impegnata stasera?"chiese lui.
"no,
non sono impegnata e adoro il pesce alla griglia"dissi io.
"perfetto,
allora passerò a prenderti per l'ora decisa da Tom"disse
Robert
"perfetto"
"Perfetto
a più tardi allora, ti auguro una buona giornata"disse
Robert
"grazie,
anche a te"dissi io chiudendo la chiamata con il cuore a mille, sentire
la
sua voce era stata come una scarica di adrenalina, non riuscivo a stare
tranquilla e non sapevo come sarei arrivata a quella sera.
Voleva
davvero uscire con me? le mie erano davvero tutte paranoie, Robert
voleva
uscire con me.
Mi sentivo
proprio come una ragazzina alla sua
prima cotta, era un sacco di tempo che non mi sentivo così.
Forse dipendeva
anche dal fatto che l’ultimo
ragazzo con cui ero uscita era stato Ben, l’ultimo ragazzo
per cui avevo
provato qualcosa, in realtà l’unico.
Certo di recente
avevo avuto qualche
appuntamento, appuntamenti per lo più combinati dalle mie
colleghe, e qualche
ragazzo era stato anche divertente, ma non arrivavo mai al secondo
appuntamento.
Max uno degli
ultimi ragazzi con cui ero uscita
aveva perfino provato a baciarmi, e il risultato era stato che
istintivamente
gli avevo stampato una bella sberla.
Temevo una sua
reazione e invece era scoppiato a
ridere dicendomi che non si era mai preso un rifiuto simile fuori da un
film e
io avevo riso con lui ricordandogli che c’era una prima volta
per tutto, per
quanto carino mentalmente non mi aveva preso come mi aveva rapito
qualcun
altro.
Eppure avevamo
parlato pochissimo, ma c’era
qualcosa in lui che non faceva altro che spingermi nella sua direzione,
e non
riuscivo a capire di che cosa si trattasse.
Qualsiasi soggetto di sesso femminile mi avrebbe risposto
che erano gli
ormoni a guidarmi verso di lui, sicuramente ero molto attratta da lui,
la prima
volta che l’avevo visto non ero riuscita a togliergli gli
occhi di dosso, però
c’era altro, ed era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi
nemmeno io, però era
tutto l’insieme, il suo sembrarmi un po’ goffo, e
poi quell’autoironia che
usava continuamente.
Non erano
così i ragazzi che ero abituata a
frequentare, lo stesso Ben, era stato molto deciso quando si era fatto
avanti
con me, era andato dritto al punto baciandomi ancora prima di farmi
capire che
persona era.
Avevo provato a
leggere qualcosa per distrarmi da
quei pensieri ed evitare che l’ansia mi colpisse prima di
cena, ma avevo dovuto
rileggere la stessa riga diverse volte quando mi accorgevo che andavo
avanti
con gli occhi ma che con la testa rimanevo sempre indietro, sempre
fissa sulle
aspettative che la mia mente stava creando e che io invece non volevo
avere.
E proprio quando
quel libro stava riuscendo ad
assorbirmi mi arrivò un messaggio da Robert dove mi
informava che sarebbe
passato a prendermi per le 19.30.
Guardai per un
istante il display del mio
cellulare accorgendomi solo in quel momento di quanto tempo fosse in
realtà
passato dall’ultima volta che avevo guardato l’ora,
avevo passato l’intera
giornata a leggere per distrarmi dall’attacco
d’ansia che avrebbe potuto
colpirmi se non mi fossi sforzata di fare altro.
18.30 tra meno
di un ora sarebbe arrivato e in
quel momento controllare l’ansia mi sembrava parecchio
impossibile.
Non avevo la
più pallida idea di che cosa fosse
opportuno indossare, quando esci con un ragazzo in genere ti vesti in
maniera
carina, ti trucchi, senza esagerare certo, ma cerchi di apparire al
meglio, ma
in questo caso? In questo caso cosa era opportuno? Insomma uscivo con
un uomo
che con molte probabilità usciva con me giusto per passare
una serata fuori,
dovevo pensare che si trattasse di un’uscita con Simon.
Effettivamente
se pensavo che stavo semplicemente
uscendo con Simon a mangiare qualcosa mi sentivo già
più tranquilla e a mio
agio.
Presa la cena
con quella filosofia scegliere che
cosa indossare fu molto semplice, indossai un paio di jeans scuri, una
maglietta
a maniche corte, un maglioncino leggero e un paio di converse blu.
Non era stato
poi difficile prepararsi, mi
truccai leggermente con un po’ di fondotinta e blush e mi
diedi una passata di
lucidalabbra.
Ed ero anche in
perfetto orario, quando Robert
arrivò lo aspettavo già davanti
all’entrata dell’enorme edificio dove vivevo.
Mi venne
incontro dandomi un bacio sulla guancia
per salutarmi e nell’esatto momento in cui era venuto verso
di me la mia
filosofia “fingiamo di uscire con il mio migliore amico Simon
che per quanto
figo, considero come un fratello” crollò
totalmente.
“ciao”dissi
rispondendo al ciao che mi aveva
detto mentre mi baciava la guancia.
“a chi
hai lasciato Eric?”chiesi per rompere il
ghiaccio.
“se ne
occupa Tom, sta ricoprendo molto volentieri
il suo ruolo di padrino”disse Robert scuotendo la testa e
ridendo.
“usciva
con qualcuna devo dedurre?”chiesi io
“però,
hai già imparato molto di Sturridge,
invita una ragazza a casa e intanto si occupa di Eric”disse
Robert
“immaginavo”dissi
io ridendo
“come
è andata la tua settimana? O meglio le tue
settimane?”chiese Robert
“bene,
sai non è che il mio sia un lavoro così
faticoso”dissi io
“dici?
Io avrei dei seri problemi ad indossare
biancheria intima davanti a tutta quella gente, ci vuole
carattere”disse Robert
“mi
stai prendendo in giro?”chiesi io perplessa
“No,
puoi chiederlo a tutti i registi con cui ho
lavorato, ho seri problemi a mostrarmi nudo”disse Robert
ridacchiando.
“beh
immagino avrai un qualche documento dove
puoi permetterti di rifiutare?”chiesi io
“nah,
qualche volta ho potuto rifiutare altre
volte no, ma abbiamo sempre trovato delle mediazioni, ad esempio sono
riuscito
a dire a Cronenberg qualche anno fa, che il nudo frontale non lo
facevo”disse
Robert
“al
mio amico Simon piacciono i film di
Cronenberg” riuscì a dire io per cambiare
argomento, dopo le parole nudo
frontale avevo qualche difficoltà a rimanere concentrata su
quello che mi stava
dicendo.
“ha
gusto allora, comunque ti ringrazio per aver
cambiato argomento, non male nella prima mezz’ora di
appuntamento parlare delle
mie scene di nudo”disse Robert ridacchiando e facendo ridere
anche me.
La
sua
goffaggine e il fatto che lo ammettesse anche, scacciò
quelle immagini che mi
stavano facendo venire un po’ caldo.
“ho
sentito di peggio fidati, c’è gente che mi ha
parlato delle sue parti basse prima che entrassimo al ristorante,
inutile dire
che li ho lasciati entrare e me ne sono andata”dissi io
ricordando l’appuntamento
al buio che mi aveva organizzato Hannah, quell’uomo era un
vero maniaco, adesso
però a ripensarci mi veniva da ridere.
“grazie
di avermelo detto, amo iniziare una
serata parlando del mio pene, infatti il discorso sulle scene di nudo
è solo
per introdurre l’argomento, volevo iniziare a parlarne
proprio prima di entrare
al Gracie”disse Robert fingendosi serio.
“beh
se non altro provi a introdurre l’argomento”dissi
io cercando di rimanere seria.
“si,
ho una certa classe nel parlare del mio
pene, potrei anche definirlo organo genitale maschile per essere
più fine”disse
Robert
“ah
oddio non ce la faccio più”dissi io
scoppiando a ridere.
“seriamente?
Cioè c’è gente simile in
giro?”chiese
Robert
“oh
non hai idea di che cosa ci sia in giro
fidati”dissi io
“beh
devo dire che poi apparteniamo a due epoche
diverse praticamente, tu sei molto giovane, suppongo che i ragazzi di
oggi si
comportino in maniera diversa”disse Robert
“ahaha
non parlare come se fossi mio nonno,
quanti anni hai scusa? E quanti me ne dai?”chiesi io ridendo
“io ne
ho 28, 29 a maggio e tu beh spero tu sia
almeno maggiorenne”disse Robert ridacchiando.
“maggio
quando?”chiesi io
“13”disse
Robert
“stai
scherzando?”chiesi io scioccata
“perché?”chiese
Robert perplesso
“il 13
maggio è il mio compleanno”dissi io
“davvero?
Oddio che disastro sei un toro, ma c’è
una notizia positiva diventerai maggiorenne tra pochi mesi e io mi
avvicinerò
sempre più ai 30”disse Robert sospirando.
“compirò
23 anni il 13 maggio, e 30 anni non sono
così tanti, anche se hai idea di quanto sia un anno?
Cioè ti manca ben un anno
e quanto tre mesi per diventare un trentenne, vuoi davvero preoccuparti
di
qualcosa che avverrà tra un anno e tre
mesi?”chiesi io
“devo
dire che il tuo ragionamento non fa una
piega, sei decisamente un toro, io invece sono un toro
anomalo”disse Robert
“nah,
sei convincente anche tu”dissi io confortandolo.
“certo,
perché nessuno capisce quello che dico e
allora si arrende”disse Robert
“si,
ognuno ha i suoi mezzi che vuoi farci”dissi
io sorridendo.
“sono
proprio felice di averti chiesto di uscire,
o meglio che Tom l’abbia fatto al posto mio, era da tanto che
non parlavo così
con una ragazza, in realtà con qualcuno, come avrai capito
Tom non è il massimo
dell’ironia”disse Robert voltandosi verso di me e
guardandomi per un attimo, e
quell’attimo fu sufficiente a farmi venire davvero caldo, mi
metteva in
imbarazzo anche se non era uno sguardo da maniaco, mi stava
semplicemente
osservando e tanto bastava per farmi arrossire, per fortuna le mie
guance non
tradivano mai le mie emozioni.
“posso
dire lo stesso, anche se non vedo l’ora di
mangiare al favoloso Gracie, non ci sono mai venuta”dissi io
osservando davanti
a me l’insegna del famoso ristorante.
“ah lo
adorerai”disse Robert entrando nel
parcheggio e cimentandosi in un disastroso parcheggio facendomi ridere
di
nuovo.
“si,
lo so, sono un disastro”disse Robert
sospirando e spegnendo la macchina.
“c’è
di peggio tranquillo”dissi io mentre
scendevo dalla macchina.
“sai
che uscire con te è stato davvero geniale,
voglio dire hai conosciuto davvero degli idioti, cioè se
riesci a dire che c’è
qualcosa di peggiore dei miei parcheggi hai davvero conosciuto degli
idioti”disse
Robert raggiugendomi.
“mai
andare ad appuntamenti al buio, specialmente
se ad organizzarteli sono delle modelle”dissi io annuendo
convinta.
“si,
senza offesa ma le modelle sono proprio dei
soggetti pessimi”disse Robert e questa volta però
non mi sembrava scherzasse.
“quindi
pensi che io sia un soggetto pessimo?”chiesi
io perplessa quando ci sedemmo al nostro tavolo.
“No,
è che quelle con cui ho avuto a che fare lo
erano di gran lunga, tu sei apposto, forse non ti sei ancora fatta
corrompere
dalle diete assurde e dalle ore di yoga e pilates”disse
Robert
“non
so nemmeno cosa sia pilates”dissi
io prendendo un grissino.
“la
mia ex ragazza praticava ogni sorta di questi
sport inutili, dovevo capirlo da quello che non eravamo fatti per stare
insieme, o forse avrei dovuto capirlo quando mi ha obbligato a dargli
un
figlio, figlio che non ha nemmeno voluto poi, sai come quando i tuoi
genitori
ti regalano la bambola che volevi a Natale, poi la bambola arriva e tu
la odi perché
te l’hanno regalata, più o meno è
andata nello stesso modo”disse Robert ed io
non sapevo proprio cosa dire, da una parte mi infastidiva che parlasse
di
Alyssa, dall’altra capivo che stava soffrendo ancora molto.
“si
vede che stai soffrendo ancora molto”dissi io
“sono
solo arrabbiato, sono pieno di rabbia, ma
non soffro più ormai”disse lui sospirando e
versandosi un bicchiere di pepsi
che gli avevano appena portato.
“non
si direbbe”dissi io
“se
stessi ancora soffrendo ora non ti avrei
chiesto di uscire, e con tutta la fatica che mi è costato
farlo direi che non l’ho
fatto tanto per, avevo proprio voglia di conoscerti
meglio”disse Robert
“io
non credo, io penso che tu ti sia fatto
trascinare da Tom e abbia deciso di uscire per svagarti un
po’, e va bene non
preoccuparti, solo che non sono quel tipo di ragazza, sei molto
divertente, ma
non verrò a letto con te”dissi io salvo pentirmi
immediatamente delle mie
parole, prima di tutto perché erano assolutamente false,
“Non verrò mai a letto
con te?” what??? Stavo parlando ignorando chiaramente i miei
ormoni , e seconda
cosa che cosa diavolo avevo detto? Avrebbe senz’altro pensato
che ero fuori di
testa.
“Tom
non centra nulla, sono io che volevo
vederti, si il messaggio l’ha mandato lui, ma nessuno mi ha
spinto verso di te,
sei tu che mi attiri, avevo voglia di parlare con te e di passare un
po’ di
tempo con te, tutto qui, devo ammettere che da quando Alyssa mi ha
lasciato non
frequentato nessuna donna, mi sto rivirginizzando potrei
dire”disse Robert
ridacchiando.
“sembra
che non siamo in grado di non parlare di
sesso eh?”chiesi io ridacchiando.
“si,
decisamente abbiamo un chiodo fisso”disse
Robert
“meglio
ordinare da mangiare allora”dissi io
aprendo il menu e nascondendomi dietro esso per riprendere un
po’ di aria e per
non vedere per qualche istante i suoi occhi.
Cenammo in
tranquillità, non parlammo più di
sesso e lui mi parlò della sua infazia inglese, mi
raccontò di come gli fosse
nata la passione per la recitazione e volle sapere tutto di me, ma non
riuscì a
dire molto.
La mia vita fino
ad allora era stata un totale
declino fino all’arrivo di quell’importante
fotografo, e non volevo fargli
pena.
Gli raccontai
soltanto della perdita di mio padre
il giorno del mio ventunesimo compleanno, ma non gli raccontai nulla
della gravidanza
che avevo affrontato.
Avevo troppa
paura che pensasse che fossi un
essere ignobile, più volte mentre parlava di Eric aveva
criticato la madre
naturale per non averlo voluto vedere nemmeno una volta, e io rimasi in silenzio senza riuscire a
dire nulla, anche
trattenere le lacrime fu piuttosto difficile.
Per un attimo
vedevo la realtà sotto occhi
diversi e mi sentivo un vero schifo, avevo davvero venduto mio figlio?
Anche se non
l’avevo concepito con amore e avevo
solo prestato il mio corpo perché lui potesse nascere, era
pur sempre cresciuto
dentro di me, e si portava dietro anche parte del mio corredo
cromosomico oltre
che del padre, e la
madre che l’avrebbe
cresciuto nulla aveva in comune con lui, perché lui si
sarebbe portato sempre
dietro una parte di me, ed io non sapevo nemmeno come fossero i suoi
occhi.
L’unico
ricordo che avevo di lui erano i suoi
movimenti dentro di me e quel pianto che avevo sentito quando eravamo
stati
separati per sempre.
“America
sei fra noi?”chiese Robert guardandomi
“scusa,
ero sovrappensiero”dissi io
“ho
detto qualcosa che ti ha dato fastidio?”chiese
Robert
“no,
assolutamente no, non preoccuparti”dissi io
“sei
sicura? È come se tu avessi visto un
fantasma”disse Robert
“no,
tranquillo”dissi io
“eh
invece si, centra con la madre surrogata? Non
volevo essere così duro, ho saputo che era una ragazza
giovane, e che per lei è
stato molto difficile lasciare il bambino, è per questo che
avevo insistito perché
lo vedesse ogni tanto, volevo che potesse esercitare il suo ruolo di
madre,
visto che colei che doveva occuparsi di lui l’ha abbandonato.
Ho aspettato per
mesi una sua chiamata, e non si
è mai fatta viva, forse non gli interessava così
tanto di lui”disse Robert
“Non
penso che sia così, magari quelli della
clinica nemmeno gliene hanno parlato, sono sicura che se qualcuno le
avesse
proposto di vedere ogni tanto il bambino e di occuparsi di lui come una madre lei avrebbe
accettato, ne sono
sicura”dissi io troppo carica e infatti Robert mi
guardò per un attimo
perplesso.
“non
ci avevo mai pensato, dici che alla clinica
non gliel’hanno proposto?”chiese Robert
“so
come funzionano queste cose, la zia di Simon
ha fatto da utero in affitto, una volta che è stata a corto
di soldi ed era
disperata, ti dicono subito che tu non avrai alcun contatto con quel
bambino,
il massimo che ti è concesso è vederlo alla
nascita, in fondo hanno ragione non
è tuo figlio, è il figlio di qualcun altro con
cui hai condiviso lo spazio per
quasi un anno”dissi io.
“forse
allora dovrei tornare alla clinica e
insistere perché la trovino”disse Robert
“si,
credo dovresti farlo se ci tieni”dissi io
sorridendogli.
Se la coppia che
ora si occupava del mio bambino
mi avesse chiesto di vederlo, non avrei esitato nemmeno un attimo e
sarei
andata da lui.
“però,
sei proprio un toro, sei sprecata come
modella, hai mai pensato di fare l’avvocato?”chiese
Robert
“nah,
un tempo studiavo veterinaria, me la cavavo
anche bene”dissi io
“veterinaria?
Eri un piccolo genio, e come sei
finita a fare la modella?”chiese Robert
“mio
padre si è ammalato, e non avevo più i soldi
per permettermi di continuare a studiare, dovevo aiutarla a mandare
avanti la
tavola calda, mi è sembrata la scelta più
giusta”dissi io
“Potresti
riprendere ora però”disse Robert
“non
credo sarei molto credibile al momento”dissi
io
“non
credo che un cane si faccia problemi perché fino
a un mese prima facevi la modella sai?”chiese Robert
“ah un
cane no, ma i loro padroni si. Gli animali
non ti giudicano, forse è per questo che mi trovavo
così bene con loro”dissi io
“anch’io
odio essere giudicato, credo che ci
siamo scelti i lavori sbagliati però”disse Robert
“tu di
sicuro, a me al massimo possono dire che ho
il culo grosso”dissi io
“se ti
alzi ti dico se penso che sia grosso”disse
Robert
“ahaha
simpatico”dissi io
“nah
lo so già in realtà”disse Robert ridendo
“che
stronzo”dissi io ridendo con lui
“wow,
è tardissimo, siamo rimasti solo noi qui
dentro, e i camerieri ci iniziano a guardare male, ti va di
uscire?”chiese
Robert
“si,
credo sia meglio”dissi io prendendo la mia
borsa.
“ho
decisamente bisogno di una sigaretta, ti
dispiace se?”chiese Robert indicandomi il pacchetto che aveva
in mano.
“no,
no fai pure”dissi io
“ ne
vuoi una anche tu?”mi chiese tirandone fuori
una dal pacchetto.
“no,
non fumo”dissi io
“ok”disse
Robert accendendosi la sigaretta e
quello fu un altro dei momenti in cui sentì caldo, dio ma
come la teneva in
mano quella sigaretta e che razza di mani aveva? Quelle dita erano
perfette, e
tutto quello che mi veniva in mente erano immagini delle sue mani che
si
impegnavano in questioni un po’ più spinte che
tenere tra le mani una
sigaretta.
Dovevo
assolutamente spegnere quelle immagini
anche perché i suoi occhi erano fissi nei miei e dovevo
rompere quel contatto
prima che fosse troppo tardi.
“hai
degli occhi bellissimi”disse Robert
“anche
tu”dissi io
“sei
sicura che non vuoi fumare? Mi sembra che tu
sia molto interessata alla mia sigaretta”disse Robert
ridacchiando.
“No,
no, sono sicura, fai pure”dissi io
sentendomi in terribile imbarazzo, se solo avesse saputo a cosa ero
davvero
interessata mi avrebbe preso per una pervertita.
“un’altra
boccata e ti riaccompagno a casa”disse
Robert aspirando ancora il fumo e lanciando via la sigaretta.
“quando
sono con Eric non fumo, ma quando sono
fuori non posso farne a meno, mi aiuta a rilassarmi”disse
Robert aprendo la
macchina e lasciandomi entrare.
“sei
nervoso quando sei fuori?”chiesi io curiosa.
“no,
dipende, è che tu mi rendi un po’
nervoso”ammise
poi
“io?
Non si direbbe”dissi io ridacchiando
“non
è proprio nervoso, è che mi sto trattenendo
dal fare una cosa, e la nicotina mi è stata
d’aiuto”disse Robert
“ok”dissi
io senza toccare più l’argomento.
Che fosse anche
lui attratto da me come io lo ero
di lui?
Non sembrava
avere grandi problemi a gestire la
mia vicinanza però , io invece mi ero sentita come se la
menopausa fosse
arrivata in anticipo per tutta la sera, ero più attratta di
quello che credevo.
“è
stata davvero una fantastica serata America,
sei una bella persona anche dentro, e sono felice di averti
conosciuta”disse
Robert quando scesi dall’auto e lui per educazione fece lo
stesso
accompagnandomi alla portineria.
“ma
non hai più voglia di uscire con me, lo
capisco”dissi io
“no
invece, questa volta non penso tu capisca, perché
voglio rivederti, e spero che insomma siccome sono stato sicuramente il
miglio
appuntamento paragonato a quei pazzi con cui sei uscita, beh spero di
avere
qualche chance in più”disse Robert
“guarda
proprio perché ti paragono a loro credo
che uscirò volentieri un’altra volta con
te”dissi io
“bene,
ti prometto che non aspetterò altre tre
settimane per chiamarti”disse Robert sorridendo
“Lo
spero”dissi io
“beh
buonanotte America”disse lui salutandomi
“buonanotte”dissi
io e poi proseguì verso la
portineria cercando le chiavi nella mia borsa, ma proprio mentre
frugavo
pescando di tutto meno che le chiavi sentì una presa sul
braccio che per un
istante mi spaventò e poi le sue labbra sulle mie.
“Io ci
ho provato a resistere”disse lui
indietreggiando un attimo.
“nessuno
ti aveva chiesto di farlo”dissi io
sorridendo e sfiorando le sue labbra con le mie, dio se baciava bene.
“adesso
me ne vado davvero, buonanotte America”disse
Robert
“buonanotte”dissi
io sorridendo e quella notte mi
addormentai finalmente serena come non mi capitava da ormai troppo
tempo, forse
un briciolo di serenità il destino me l’avrebbe
concesso, magari per poco, ma
me l’avrebbe concesso.
Quante quante chiacchiere XD e chi li spegne questi due XD spero possa piacervi e scusate come sempre per il ritardo |
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** si, quando sarò pronta ***
Robert
point of view
“da
non crederci sei già tornato a casa”disse Tom
alzando gli
occhi dal portatile quando mi vide posare le chiavi dell’auto
sul tavolo della
cucina.
“Eric?”chiesi
io non vedendolo accanto a lui
“dorme
da due ore come da programma”disse Tom e solo in quel
momento realizzai di aver fatto davvero tardi, non mi capitava
tantissimo di
perdere la concezione del tempo, o meglio mi succedeva quando si
parlava di un
argomento che mi appassionava, ma parlare così del
più e del meno, lo trovavo
totalmente noioso, eppure con lei non mi ero annoiato affatto, anzi se
quel
posto fosse rimasto aperto ancora probabilmente ora staremmo ancora
parlando.
“e la
tua amica?“chiesi cercando di sviare le domande che
sapevo mi avrebbe fatto.
“mi ha
dato buca, ma non sviare la cosa, che diavolo ci fai
qui, io speravo di rivederti domattina”
“davvero?“chiesi
io perplesso, Tom mi conosceva troppo bene,
non era il tipo che andava a letto con una donna alla prima uscita, il
sesso
occasionale non necessitava di appuntamenti, gli appuntamenti avevano
già una
base più impegnata, o almeno io la vedevo così.
“no,
ma ci speravo”disse Tom
“mi
conosci, non sono quel tipo”dissi lasciandomi sprofondare
nella poltrona.
“quel
tipo è il tipo di uomo che è
chiunque”disse Tom
chiudendo il suo portatile.
“mi
andava semplicemente di passare del tempo con una persona
diversa da te”dissi io
“ma
è una modella, e tu parli di cose noiose, sicuramente non
avrai un’altra occasione”disse Tom trattenendosi
dall’insultarmi.
“invece
penso di si”
“gli
piaci?“chiese Tom scioccato.
“non
ci posso credere gli piaci più di me?”chiese Tom
sempre
più scioccato.
“pare“
“è
assurdo”
“spero
non ti dispiaccia”dissi io
“non
è una facile, quindi non è il mio tipo”
“che
idiota, comunque è semplicemente fantastica, lascia
perdere il fatto che sia incredibilmente bella, ha un ironia
pazzesca”
“non
è nemmeno stupida vuoi dire? No, decisamente non era il
mio tipo”
“non
lo so però, è giovane e io ho anche un
figlio”
“stai
già progettando le cose in grande? Dimmi quando devo
andarmene mi raccomando”
“non
avevo voglia di uscire con nessuna dopo Eric, già non ho
tempo con il mio lavoro. Se mi metto ad uscire con una donna
toglierò altro
tempo a quello che dovrei passare con lui”
“beh
c’è lo zio Tom, e poi qualche volta potete
portarlo con
voi, Eric la adora”
“non
so se posso permettermelo, insomma incasinare la vita a
qualcun altro”dissi io sospirando, mi sembrava non ci fossero
molte
possibilità, forse per il bene di quella ragazza avrei
dovuto rinunciare a lei.
“a
molta gente piacerebbe farsi incasinare la vita da
te”disse Tom facendomi l’occhiolino e io scossi la
testa scettico.
“dillo
alla mia ex ragazza”dissi io
“ecco
spero non sia uno degli argomenti che avete toccato, o non
la bacerai nemmeno”
“l’ho
baciata”dissi io sorridendo tra me, certo era stato un
bacio a sorpresa, ma avevo trovato il coraggio di farlo.
“sai
ancora come si fa? Insomma non le avrai dato un bacio
cinematografico, voglio dire le hai dato un bacio vero?”
“grazie
come sempre Tom”dissi io
America
Point of view
“mamma
non posso mangiare tutta questa roba”dissi io sospirando,
le avevo detto che sarei passata a fare colazione e che il giorno dopo
avevo un
servizio per costumi da bagno e lei cosa faceva mi preparava di tutto e
di più
da mangiare?
“ma
non vieni quasi mai a fare colazione da noi”disse mia
madre poggiando sul tavolo un piatto di pancakes ricoperti di sciroppo
di cioccolato
e frutta di ogni tipo a completare il tutto c’era un
milkshake alla fragola.
“ok,
pazienza mi allenerò di più oggi
pomeriggio”dissi
arrendendomi più che volentieri.
“sei
magrissima tesoro, ma mangi?”chiese lei in apprensione,
madri sempre troppo attente a cosa mangi e non mangi, valutano il tuo
stato di
salute in base a quello.
“sono
uscita proprio ieri a cena”dissi io pentendomi subito
dopo di quell’uscita.
“che
cos’è quell’espressione? Chi era
lui?”chiese subito mia
madre incastrandomi.
“perché?”
chiesi io cercando di essere evasiva, mi sarei
giocata le mie carte fino all’ultimo facendo di ogni per
evitare l’argomento,
anche perché sapevo che una volta beccata le avrei
spifferato tutto, proprio
come quando da piccola rubavo qualche cioccolatino dalla credenza con
mio
fratello, ero sempre stata l’anello debole.
“perché
mi sembri stranemente serena oggi, e visto che sei
stata a cena credo sia merito di un uomo, o sbaglio?”chiese
lei.
“davvero?”chiesi
io
“ci
uscirai ancora?”chiese lei e mi arresi all’evidenza
di
non avere nessun scampo.
“penso
proprio di si, ad essere sincera”dissi io
“se
sei felice tu lo sono anch’io, dimmi di lui”
“non
c’è molto da dire”dissi io
“che
cos’era quell’espressione?”chiese mia
madre
“quale?”
“l’espressione del sto uscendo con un uomo con cui
non dovrei uscire, è
sposato?”chiese lei
“no,
no certo che no. E’ che ha un bambino, è un padre
single”dissi
io
“ah
è molto più grande di te?”
“no,
ha quasi 29 anni”
“se
lui ti piace non deve frenarti il fatto che abbia un
bambino, ha diritto anche lui a rifarsi una vita”
“dovrei
anche aggiungere che è stato per molti anni insieme
ad una mia collega, che l’ha lasciato con un bambino avuto
tramite una clinica,
hanno scelto una mamma surrogata perché non riuscivano ad
avere bambini”dissi
io spiegandole tutto.
“è
logico che una persona abbia un passato, ma non deve certo
frenarti se ti piace davvero e se merita le tue attenzioni”
“a
proposito di ciò non so come gestire il mio, che sfortuna
si è messa sulla mia strada da farmi incontrare un uomo
tanto incredibile che
ha una cosa così delicata in comune con me”dissi
io
“coincidenze”
“coincidenze?chiamala
sfortuna è questo il suo vero nome, io volevo
solo dimenticare questa storia, è dimenticando che sono
riuscita ad andare
avanti”dissi io
“Ho
sempre pensato che continuare la terapia non ti avrebbe
fatto male”
“sto
bene così, ho dimenticato tutto di quel periodo,
però..
lui si è aperto con me, e forse meriterebbe la stessa
sincerità da parte mia”
“goditi
il momento tesoro, e quando sarà il momento riuscirai
ad aprirti con lui”
“si,
quando sarò pronta”dissi io annuendo convinta,
avevo
bisogno di sapere che ne ero convinta davvero, che credevo di non
essere nell’errore,
eppure una parte di me si sentiva terribilmente in difetto nei suoi
confronti,
ma un’altra parte molto più grande non aveva
nessuna intezione di parlare di
quella storia e voleva solo dimenticare e far finta davvero che non
fosse mai
accaduto.
Non ebbi il
tempo di prendere in mano il mio milkshake che il
mio telefono prese a suonare.
“ciao”dissi
rispondendo al volo, mi sentivo proprio una
ragazzina ma non potevo fare a meno di comportarmi così.
“spero
di non disturbarti, io mi sono appena svegliato”disse
lui
“io
sto facendo colazione alla tavola calda di mia madre”dissi
io
“se mi
dici dov’è ti raggiungo”
“è
fuori mano”dissi io
“ah,
non vuoi che incontri tua madre, hai paura che faccia
troppo sul serio?”
“no,
è davvero fuori mano, ma se vuoi passare ti
aspetto”
“no,
non ho ancora comprato un anello, mi presenterò quando
avrò comprato un anello, per oggi credo mi
accontenterò di invitarti a correre”
“tu
corri?”chiesi io perplessa
“in un
certo senso”disse lui
“sono
proprio curiosa di vedere, le 15 al parco dove Tom
porta Eric?”chiesi io
“a
dopo e salutami tua madre”disse lui prima di chiudere la
comunicazione.
“guarda
come sorridi, ti piace proprio eh?”disse mia madre
“mamma,
ti prego”dissi io sospirando.
Uscì
di casa con
qualche minuto di ritardo, mi sentivo una sciocca, come mi sarei
comportata con
lui, non avevo nemmeno idea del modo in cui avrei dovuto salutarlo, non
ero più
in grado di gestire queste cose, era passato troppo tempo.
Troppo tempo
nemmeno fossi una cinquantenne che esce con il
suo nuovo toy boy, sono lontana addirittura dai 25 in pratica , e poi
c’era un
modo per salutare l’uomo che ti aveva baciato la sera
precedente? Mi veniva in
mente soltanto un modo, e infatti seguì la mia idea non
appena lo vidi.
Non gli diedi
nemmeno il tempo di parlare gli portai una mano
dietro il collo attirandolo a me e incontrai le sue labbra, avevo
bisogno di
rinfrescarmi la memoria, anche se il bacio della sera precedente era
ancora ben
chiaro nei miei ricordi, riuscivo a ricordare addirittura il sapore del
vino
sulle sue labbra.
“ciao
anche a te”disse Robert sorpreso
“scusa
io, ho esagerato?”chiesi io vedendolo riprendere
fiato.
“no,
è stato solo inaspettato”disse lui
“è
imbarazzante, dopo ieri non sapevo come comportarmi”dissi
io
“così
va benissimo”disse lui facendomi l’occhiolino e non
riuscì a trattenermi dal ridere, aveva un espressione
davvero buffa.
“ah
guardati sei in tenuta da corsa, pantaloncini corti,
carino”dissi io prendendolo in giro, in realtà non
riuscivo a distogliere lo
sguardo dalla maglietta grigia che gli segnava le spalle.
“meglio
che non ti dica io che cosa penso della tua tenuta,
non vorrei esagerare”disse lui e io rimasi alquanto sorpresa,
non lo facevo
quel tipo di ragazzo.
“sto
scherzando naturalmente, anche perché non ne avrei il
coraggio”disse lui
“e poi
sono vestita in maniera tremenda, questa maglia è di
Simon”dissi io
“Simon?”chiese
lui perplesso
“il
mio migliore amico”
“ah, e
perché indossi i suoi vestiti”
“me
l’aveva regalata quando”dissi ed ebbi come un flash
che
mi lasciò senza fiato per qualche secondo facendomi sentire
un peso al petto
tremendo.
“la
tua maglietta dei Coldplay è
messa a dura prova”disse Cassie a Simon guardando la mia
pancia
“ormai
la scritta non si legge più”disse
Simon
“la
smettete voi due”dissi io
sbuffando
“te
la lascio quando finisce tutta
questa cosa,ormai è sformata”disse Simon
ridacchiando
“che
stronzo”dissi io fulminandolo
“è
il tuo ex ragazzo?”chiese Robert preoccupato
“no,
no è il mio migliore amico, è come un
fratello”dissi io
“e
allora perché quell’espressione?”chiese
lui
“no,
è che mi è venuta in mente una cosa”
“ti va
di parlarne? Insomma vuoi sfogarti, mi sembra che sia
qualcosa di non propriamente bello”disse lui e sentivo la
preoccupazione già
nella sua voce, ma quando guardai il suo viso mi sentì in
colpa.
Dovevo essere
sembrata una che aveva appena visto un
fantasma.
Non avevo
nessuna intenzione di scaricare il mio passato su
di lui, volevo che qualsiasi cosa venisse fuori fosse qualcosa di
positivo, se
gli avessi raccontato tutto poi avrei ottenuto soltanto la sua pena, e
non era
quello che volevo da lui.
“no
scusa, ma non voglio parlarne, voglio correre”dissi io
mettendomi le cuffie e lui fece lo stesso.
“va
bene, ma non andare troppo forte”disse lui
“tranquillo”dissi
io sorridendo e facendo partire la mia
playlist.
Mi concentrai
solo sulla corsa, e lasciai che i pensieri
fluissero mentre la musica mi riempiva la testa scacciando i ricordi
dalla mia
mente, sentivo lo sguardo di Robert su di me e la cosa stranamente mi
faceva
sentire sicura, in genere odiavo essere guardata, ma con lui mi sentivo
tranquilla.
Finita la
playlist rallentai per fermarmi e lo stesso fece
Robert lasciandosi poi subito cadere su una panchina, era letteralmente
distrutto.
“ho
cercato di dirti un sacco di volte di fermarti, la tieni
proprio alta quella musica”disse Robert
“beh
ma è stato un bene, o ti saresti fermato e invece
così
hai corso praticamente due ore, dovresti ringraziarmi”
“ah
non lo so, sono sicuro stia per venirmi un infarto”
“che
esagerato”dissi io sedendomi al suo fianco.
“voglio
sapere tutto di te America, voglio sapere davvero
tutto. E’ vero che usciamo da praticamente due giorni, e non
è perché io mi
sono aperto con te che pretendo che tu faccia lo stesso, ma con i tuoi
tempi,
quando ti sentirai pronta a parlarne, vorrei conoscere quello che non
so”disse
lui voltandosi verso di me.
“un
giorno ti prometto che te ne parlerò, ma non ho ucciso
nessuno per essere chiari”dissi io rompendo il suo momento di
serietà.
“questo
mi conforta molto”disse lui ridacchiando.
“devo
andare a prendere Eric al nido”disse lui guardando
l’ora
sul suo cellulare.
“certo,
beh ci sentiamo allora”dissi io alzandomi dalla
panchina.
“stasera
cosa fai?”chiese lui alzandosi e portandomi le mani
lungo i fianchi.
“dormo,
domani ho un servizio fotografico all’alba e nel
contratto rientra un sonno di bellezza la notte prima”dissi
io portandogli le
braccia intorno al collo.
“giusto,
in realtà anch’io domani lavoro e in
realtà da
domani inizio la preproduzione del film, un sacco di prove insomma,
però mi
farò sentire”disse lui baciandomi.
“è
meglio che tu vada, non vorrai far aspettare Eric”dissi io
sforzandomi di lasciarlo andare, fosse stato per me sarei rimasta a
baciarlo
per ore, ma il suo bambino lo aspettava.
“giusto,
devo andare”disse lui
“ci
sentiamo”dissi io
“ci
sentiamo”disse lui andandosene e mentre tornavo a casa
non riuscivo a fare a meno di pensare alle belle parole che mi aveva
detto, avevo
dovuto subito ribattere perché le sue attenzioni mi avevano
fatto sentire
davvero in imbarazzo.
Era la prima
volta che qualcuno che non fosse della mia
famiglia mi facesse sentire importante.
Il mio ex ragazzo non
mi aveva mai fatta sentire così, mentre lui che quasi non mi
conosceva si
interessava davvero a me, mi sembrava così difficile da
credere, eppure era
proprio così.
Come avrete visto non è passato un altro anno dallo scorso
aggiornamento XD Mi scuso però per un altro mese di ritardo
ma quando non sto bene faccio fatica a fare il resto e scrivere
necessita di una buona dose di ottimismo che proprio non ho di recente,
che dire sono andate sulle panchine del campetto da basket si tipo one
tree hill, solo che da me spacciano ahaha non di giorno però
eh, di giorno ci giocano i bambini, comunque me ne sono andata
lì e ho scritto il pov robert e parte del pov america,
l'ultima parte l'ho ultimata oggi invece.. La domanda che nessuno mi ha
fatto e che invece mi faccio io, ma possibile che tipo non si dica
strano che il suo bambino è nato lo stesso giorno del mio?
ora ok le coincidenze, ma forse due domande, due dubbi se li farebbe
venire XD
Beh risposta semplice, avete mai cancellato così tanto
qualcosa dalla vostra vita che non ricordate nemmeno il giorno in cui
è accaduto, io ad esempio nel periodo in cui è
morta mia nonna stavo male in generale, e avevo poca concezione dello
spazio tempo, tant'è che ricordo sia morta a inizio agosto
ma non ho mai saputo la data esatta, sono dovuta andare a leggere la
data dietro la sua foto e non è successo 20 anni fa, ma nel
2009, a volte tendiamo proprio a rimuovere tante cose perchè
ci fanno troppo male, e così ha fatto lei anche se del tutto
non ci è riuscita.
Prima o poi comunque si scoprirà.. prima o poi XD
Intanto vi ringrazio come sempre per seguire le mie storie,
un abbraccio
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** same old story ***
America
point of view
“Buongiorno,
ti auguro una buona giornata” recitava il
messaggio che mi aveva svegliata.
Erano
delle semplici parole in fondo, niente di eclatante,
ma non riuscì a non sorridere, aveva pensato a me.
Ormai
dormire era impossibile, difficilmente riuscivo ad
addormentarmi e poi mi sentivo troppo euforica per riuscire a
riaddormentarmi.
Presi
di nuovo il mio cellulare in mano e gli risposi con
altrettanta semplicità.
“Buongiorno
anche a te, in realtà io avevo ancora mezz’ora
da dormire, comunque buona giornata” digitai poggiando poi il
cellulare sul
ripiano della cucina.
Avevo
ancora un ora buona prima di essere recuperata per
raggiungere la location, e potevo
quindi concedermi
una colazione
tranquilla, seduta al tavolo della cucina come ai vecchi tempi, come
quando
ancora mio padre era con noi.
Cercai
il recipiente di plastica dove tenevo la farina e
presi un paio di uova dal frigorifero.
Non
avevo bisogno di leggere nessun istruzione, cucinare per
me era istintivo, forse se non avessi avuto questa grande passione per
gli
animali sarei di sicuro diventata una pasticcera.
Forse
avrei dovuto aggiungere anche se non avessi avuto la
sfiga che avevo avuto fino a quel momento in tutta la mia vita, di
sicuro se le
cose fossero girate in maniera diversa ora non sarei una modella di
Victoria
Secret’s , forse sarei la dottoressa Wight, specializzata in
animali di grossa
taglia.
Improvvisamente
nella stanza si diffuse Strawberry swings
dei Coldplay e visto il volume della mia suoneria, e il silenzio che
prima
regnava nella mia cucina di primo impatto la voce di Chris Martin mi
spaventò,
ma poi realizzai che quella voce proveniva dal mio cellulare che
continuava a
vibrare sul ripiano della cucina.
“Chi
diavolo è a quest’ora, giuro che se è
mia madre”dissi
prendendo il cellulare e sbuffando ancora prima di vedere chi fosse.
“Allora
avevo ragione a pensare che il mio messaggio ti
aveva infastidito”disse quella voce maschile che subito
faceva accellerare i
battiti del mio cuore.
“cazzo
che figura”mi trovai a pensare imprecando mentalmente
contro il mio vizio di rispondere al telefono prima di vedere chi
fosse.
“scusa,
credevo fosse mia madre”dissi io sospirando.
“niente,
forse avrei dovuto evitare, effettivamente mancano
10 minuti alle sei”disse lui
“No..
ecco mi fa piacere tu abbia chiamato”dissi io
sbadigliando.
“oh
beh posso sentirlo effettivamente”disse lui
ridacchiando.
“mi
stai prendendo in giro all’alba delle sei?”chiesi
io
perplessa lasciando andare un altro sbadiglio, necessitavo di
caffè, questo era
certo.
“Il
servizio è per i costumi da bagno della Bella
Addormentata? “chiese lui
“si,
prendimi pure in giro, guarda che è un lavoraccio,
passerò la prossima giornata a sentirmi dire che non ammicco
abbastanza verso
la macchina fotografica, e che i miei capelli sono pieni di doppie
punte.
“non
ammicchi abbastanza?”chiese lui perplesso
“non
sono brava a fare la sexy vamp”dissi io ridendo
“beh
la foto che sto vedendo adesso sul giornale mi dice il
contrario”disse lui
“stai
guardando una mia foto? Oh mio dio, è imbarazzante,
smettila subito”dissi io vergognandomi subito.
“ti
vergogni che io veda una tua foto? “chiese lui
ridacchiando
“si,
è inquietante”dissi io
“era
una foto di una tua intervista e sei vestita , ma
comunque sexy, il fotografo che ti dice che non sei abbastanza sexy non
sa cosa
dice”disse lui
“mi
hai chiamato a quest’ora per dirmi questo?”dissi io
cercando di sviare l’argomento mi imbarazzava ricevere
complimenti,
specialmente da lui, ok dentro di me però un pò
stavo gongolando.
“ti
ho chiamato perchè avevo bisogno di un iniezione di
energia per iniziare la giornata, e poi così almeno evito di
bruciare il latte
di Eric”disse lui sbadigliando.
“sei
stanco?”chiesi io
“a
quest’ora è normale, Eric mi sveglia ogni giorno
alle
5”disse lui
“quanti
anni ha ora?”chiesi io
“ne
compirà uno tra qualche settimana”disse lui
“uno?
Credevo fosse più grande, insomma parla
parecchio”dissi io
“no
è nato il 12 marzo”disse lui.
“12
marzo? Non manca molto al suo compleanno”dissi io
“no,
in realtà io vorrei mancasse di più, o
semplicemente
vorrei che mia madre non sapesse il giorno del suo
compleanno”disse lui
sospirando.
“Verranno
a trovarti?”
“Direttamente
dall’Inghilterra che gioia, è da prima che
nascesse Eric che non torno a casa”
“non
vedi i tuoi genitori da più di un anno? “
“no,
figuriamoci, sono stati qui per natale”
“immagino
Eric non veda l’ora di vederli”
“si
è il loro unico nipote al momento, quindi è
viziatissimo
da lui e dalle mie sorelle”
“hai
delle sorelle?”
“si,
due, più grandi di me, quindi due grandissime
rompiscatole”
“io
ho un fratello e una sorella entrambi più piccoli”
“ecco
perchè sei così brava con i bambini, Eric
è timido in
genere, ma Tom mi ha raccontato di come sia stato amore a prima vista
per lui”
“per
chi? Eric o Tom?”chiesi io ridacchiando
“purtroppo
temo entrambi, ma ormai Tom se ne è fatto una
ragione”
“rincuorante”dissi
io ridendo
“ho
un concorrente in meno, per me è molto rincuorante”
“un
concorrente in meno?”chiesi io
“certo,
sono perfettamente cosciente della fila di
ammiratori che hai ad Hollywood” disse lui serio.
“grazie
per avermi informata, che tu sappia anche Leonardo
di Caprio ha una cotta per me?”chiesi io prendendomi gioco di
lui.
“no,
non sono molto in confidenza con lui, ma sarebbe uno
sciocco se così non fosse”disse lui
“sei
già così adulatore alle sei del
mattino?”chiesi io
“un
uomo fa quello che può” disse lui ridendo
“non
hai bisogno di impressionarmi, sono stufa di
frequentare uomini che cercano di impressionarmi con le loro macchine
veloci, i
ristoranti più costosi della città, i club
più esclusivi, queste cose non mi
sono mai interessate. Sono di Los Angeles, Los Angeles dei comuni
mortali”dissi
io
“allora
vuol dire che la prossima volta posso invitarti a
mangiare al fast food?”chiese lui
“si,
ma io preferisco Burger king”dissi io
“Burger
king? Che viziata”disse lui prendendomi in giro.
“ma
questo latte non è ancora pronto?”chiesi io
“lo
sto facendo raffreddare e poi Eric sta giocando da un
ora”
“da
un’ora? Ma dove la trova quest’energia?”
chiesi io
perplessa
“fidati
noi Pattinson abbiamo riserve di energia, per fare
qualsiasi cosa a qualsiasi ora”disse lui
“che
maniaco”dissi io
“io
maniaco? Io sto parlando del fatto che lavoro un sacco
di ore al giorno, non è certo colpa mia se tu ci vedi doppi
sensi
nascosti”disse lui ridendo.
“che
stronzo”dissi io ridendo con lui.
“comunque
volevo chiederti se posso invitarti a cena questa
sera”
“solo
se andiamo da burger king”dissi io
“ok,
ok”disse lui ridendo
“dio,
ma è tardissimo, quanto mi hai tenuta al
telefono?”chiesi io vedendo che improvvisamente
l’orologio in cucina segnava le
6.30.
“è
un buon segno, significa che non ti annoio”disse lui
ridendo.
“volevo
prepararmi dei pancakes”dissi io sbuffando
“in
realtà ti ho chiamata sotto ordine del presidente di
Victoria’s secrets, mi ha ordinato di impedirti di mangiare
schifezze prima del
servizio fotografico”disse lui prendendomi ancora in giro.
“fottetevi
entrambi, adesso ci metto anche le goccie di
cioccolato e una montagna di panna”dissi io
“la
prossima volta li prepari anche a me?”
“ti
inviterò a colazione un giorno, così potrai
mangiare
qualcosa di meglio dei biscotti per bambini”dissi io
ridacchiando.
“come
sai che sto mangiando i biscotti di Eric”
“perchè
sono buonissimi i biscotti per bambini, saresti un
pazzo se non li mangiassi anche tu, ma non hanno niente a che vedere
con i miei
pancakes”dissi io orgogliosa.
“non
ne dubito, comunque nemmeno tu devi impressionarmi, è
sufficiente la gigantografia di Victoria’s secrets fuori dal
mio balcone”
“che
cosa???”chiesi io scioccata
“si,
l hanno attaccata proprio ieri pomeriggio, ora parlo
con te, ma in realtà è come se stessi parlando
con la bionda ammiccante
dall’altro lato della strada”disse lui
“ti
sto odiando in questo momento”dissi io rossa di
vergogna.
“io
proprio no invece, c’èun ottima vista
ora”disse lui.
“tanto
sono tutte photoshoppate, non sono così in
realtà”dissi io
“ah
lo so, mi sembra che dal vivo tu sia molto meglio, ti ho
detto che sei bellissima quando arrossisci, questa foto è
solo una banale
imitazione della tua bellezza”disse lui
“ho
detto che non devi impressionarmi”dissi io sempre
più in
imbarazzo.
“sto
solo dicendo quello che penso”
“mi
piacevi di più quando ti mettevo a disagio, forse avrei
dovuto fare la preziosa più a lungo”dissi io
ridacchiando.
“Si,
devo ammettere che il bacio che mi hai dato ieri mi ha
incoraggiato parecchio, e poi sei timida, non mi sarei mai aspettato
che una
modella di Victoria’s secrets fosse così
timida”disse lui
“uff,
voglio ricordarti che praticamente mi hai chiamata
al’alba per prenderti gioco di me”dissi io
sbuffando.
“scusa
hai ragione, ma hai detto tu che devo essere me
stesso”disse lui ridacchiando.
“sarà
meglio che ti faccia finire di preparare la colazione
al piccolo, o entrambi faremo tardi”dissi io
“si,
forse è meglio, ti auguro una buona giornata, divertiti
e non hai bisogno di ammiccare, sei già sufficientemente
sexy così”disse lui.
“che
scene giri oggi?”chiesi io
“leggiamo
il copione insieme più che altro, la
preproduzione, una noia mortale insomma, mi ricorda com’era
essere a
scuola”disse lui
“capisco,
beh allora buona giornata”dissi io
“un
bacio”disse lui prima di chiudere la chiamata.
Dio
eravamo rimasti al telefono per più di mezz’ora
tutto
questo all’alba?
E
la sua voce, la sua voce era così eccitante al telefono,
anche la sua risata era eccitante, e mi piaceva anche come non si
prendesse mai
sul serio, se non fosse stato anche così attraente sarebbe
stato un ottimo
amico, il problema era che era attraente.
Eccome
se lo era.
“America
ma hai dormito? Guarda che razza di occhiaie che
devo sistemare”disse Mary la truccatrice che si sarebbe
occupata di me durante
il servizio costumi da bagno.
“scusa
Mary, è che mi sono svegliata presto”
“certo,
e chi ti ha svegliata presto? Trevor?”chiese Hannah
seduta accanto a me ed intenta a messaggiare con il suo i phone.
“che?”chiesi
io perplessa
“America,
Trevor è un mio caro amico, e mi racconta tutto,
so che vi state frequentando, forse frequentando è la parola
sbagliata”disse
lei ridendo.
“Il
tuo caro amico deve averti mal informato sai?” dissi io
cercando di frenare la rabbia.
“ho
sempre sognato di dargliela una botta, come se la cava?”
“l’unica
botta che darei al tuo amico, è una botta in
testa”dissi io
Maledetto
stronzo, come gli era saltato in mente di
inventarsi una storia simile, se l’avessi visto un altra
volta l’avrei
distrutto con le mie stesse mani.
“vuoi
dirmi che non è vero?”chiese lei perplessa
“certo
che no, non lo vedo dalla sera della cena, e quella
sera l’ho mandato al diavolo, è un soggetto
viscido”dissi io offesa dal fatto
che la mia amica potesse credere che fossi interessata ad un soggetto
simile.
“che
stronzo, si vantava
anche l’altra sera”disse lei un
pò delusa, avevo la sensazione che
Hannah avesse qualche difficoltà a decifrare le persone,
come poteva pensare
che Trevor fosse un uomo affidabile? E
dire invece che dovevo tenermi lontana da Robert?
“tanto
per essere chiara, non uscirò mai più con un tuo
amico”dissi io evitando di pensare ancora a questa storia,
non valeva la pena
farsi rovinare l’umore da uno stronzo simile.
Robert
point of view
Tom
rientrò a filo con il mio orario di uscita, aveva
passato la notte con una delle sue amiche.
Sinceramente
ero piuttosto sicuro che presto si sarebbe
preso qualche malattia venerea, ed ero anche un pò
preoccupato dal fatto che si
comportasse così dopo che aveva rotto con la sua ex ragazza,
l’unica che aveva
frequentato più di una notte era stata Hannah la collega di
Alyssa, ma di
sicuro questo comportamento libertino era partito dopo la sua rottura
con
Sienna, e da lì era stato tutto in discesa libera.
Probabilmente
non era più riuscito a dimenticarla, io invece
non avevo poi impiegato molto ad allontanare Alyssa dai miei pensieri.
Eric
non aveva ancora compiuto un anno ed io mi ero quasi
dimenticato il volto della donna che avrei voluto sposare, che stimavo
e
rispettavo più di chiunque altra al mondo, e che alla fine
avevo imparato ad
odiare per il male che mi aveva fatto.
Quando
raggiunsi gli studios tutto il buon umore che avevo
accumulato quella mattina parlando con America venne soffiato via da
quella
risata insopportabile e grottesca.
Trevor
Holmes era presente agli studios, certo iniziava la
pre produzione del film, e dopo tutto lui era il produttore, ma
sinceramente
speravo di non rivederlo più dopo aver firmato il contratto,
mi dava sui nervi
la sua presenza, il suo modo di parlare e specialmente le sue battute
inutili e
stupide.
Ok,
dovevo ammetterlo, la cosa che però mi dava più
fastidio
era che era uscito con America, e ancora di più il ricordo
del modo in cui
l’aveva guardata.
L’aveva
guardata come
se fosse la sua prossima preda, per fortuna lei quella sera gli aveva
dato il
ben servito ed era venuta via con me.
Tutto
sommato forse avrei dovuto ringraziare l’idiozia di
Trevor Holmes, se non fosse stato un coglione totale magari lei quella
sera
sarebbe rimasta con lui.
“ah
ecco la nostra star, Robert sei in perfetto orario, oggi
sta bene il tuo bambino?”chiese Trevor interrompendo il
discorso sicuramente
idiota che stava facendo con i suoi collaboratori.
“si,
sta bene”dissi io
“perfetto,
così oggi sarai totalmente concentrato sul tuo
personaggio”disse Trevor dandomi una pacca sulla spalla e
facendomi strada
verso la sala dove avremmo organizzato la tavola rotonda per leggere il
copione.
“ragazzi,
Robert Pattinson”disse Trevor presentandomi al
resto della troupe e io feci un cenno di saluto a tutti, specialmente
ai miei
colleghi già seduti al tavolo e mi andai a sedere al mio
posto accanto alla mia
partner nel film Carey altra conquista passata di Tom.
“ciao
Robert come stai?”mi saluto Carey abbracciandomi, e
non ebbi il tempo di risponderle che Trevor disse qualcosa che mi
infastidì
alquanto.
“ecco
un flirt tra voi due aiuterebbe la promozione del film
in futuro, tanto siete entrambi liberi al momento no?”chiese
Trevor e io avrei
tanto voluto dirgli che no, non ero libero e che uscivo con la donna
che lui
desiderava e che mai avrebbe avuto, ma non mi sembrava corretto nei
confronti
di America, non volevo esporla ai media come era sempre accaduto con
tutte le
donne che avevo avuto.
La
stampa scriveva ben poco su di lei, e perfino i paparazzi
non riuscivano a beccarla in situazioni compromettenti che avrebbero
potuto
alzare le vendite delle testate per cui lavoravano.
America
era una persona limpida e priva di scheletri
nell’armadio, la sua semplicità metteva Ko
qualsiasi paparazzo che non sentiva
la necessità di perseguitarla troppo.
“non
abbiamo bisogno di questi giochetti per promuovere il
film, la sceneggiatura è valida e noi faremo del nostro
meglio”disse Carey
“certo
Carey, tranquilla stavo scherzando”disse Trevor,
decisamente infastidire gli attori che tanto aveva voluto per questo
film non
era una buona idea.
La
giornata trascorse piuttosto velocemente, i dettagli da
discutere con il regista erano molti, e per fortuna Trevor ci
lasciò per
impegni che riguardavano la casa di produzione augurandoci una buona
giornata,
tornò purtroppo nel tardo pomeriggio.
Per
fortuna però passò soltanto per un saluto veloce
per poi
lasciarci a finire il lavoro.
Alle
18 in punto avevamo terminato la lettura del copione ed
avevamo discusso dettagli di alcune scene che non ci convincevano ed
eravamo
stati istruiti dal regista su cosa avrebbe voluto esattamente da ognuno
di noi.
Insomma
era stata una giornata produttiva ed ora non vedevo
l’ora di passare da Burger king e fare una sorpresa ad
America.
Ero
passato anche a prendere qualche dvd di qualche ultima
uscita per trascorrere una serata rilassante, e Tom mi aveva promesso
che si
sarebbe occupato di Eric restando a casa, mi aveva detto che se ne
sarebbe
occupato fino all’indomani, ma l’avevo rassicurato
che sarei tornato a casa
presto.
Lui
aveva riso dicendo che gli arretrati che avevo da
recuperare probabilmente avevo ragione, cinque minuti dopo il film
sarebbero
bastati.
Avevo
ignorato la sua ennesima battuta, salutato il mio
piccolo e guidato fino a casa di America, non avevo nemmeno sentito se
aveva
finito con il servizio, ma se così non fosse stato
l’avrei aspettata.
“chi
è?”chiese America quando suonai al suo campanello.
“sorpresa”dissi
io
“Robert”disse
lei aprendo la porta e quasi non mi venne un
colpo, indossava un bikini rosa che poco lasciava
all’immaginazione.
“che
bell’accoglienza”dissi io
“ehm
cavoli, scusa, è che sono appena tornata”disse lei
arrossendo.
Dio
quanto adoravo vederla arrossire.
“non
scusarti, sei bellissima”dissi io non riuscendo a
staccarle gli occhi di dosso.
“anche
tu, questo cappello di lana ti dona molto”disse
sollevandosi sulle punte e togliendomi il cappello mi
scompigliò ulteriormente
i capelli, potevo sentire il suo profumo così vicino che
dovetti trattenere il
fiato.
“sei
bellissima quando arrossisci”dissi accarezzandole il
viso e lei mi sorrise di nuovo in imbarazzo.
“ti
ho detto che non devi adularmi troppo”disse lei
“mi
chiederesti di mentire, e io odio mentire”dissi io
“sai
cosa odio io invece?”chiese lei
“che
cosa?”chiesi io avvicinandomi ulteriormente al suo
viso.
“il
fatto che abbia voglia di passarti le mani nei capelli e
baciarti”disse lei avvicinando le labbra alle mie e allora
tutti i buoni
propositi che avevo in mente fallirono miseramente.
Il
suo tocco scatenò in me una reazione che nemmeno mi sarei
aspettato, la spinsi dentro e afferrandola la sollevai permettendole di
circondarmi la vita con le gambe.
Le
nostra labbra non si erano staccate un istante,
continuavamo ad assaporarci presi da quella strana frenesia.
Volevo
fermarmi, non volevo sembrarle un uomo che desiderava
solo il suo corpo come tutti gli altri che aveva incontrato, ma la
verità era
che fermarmi mi sembrava davvero impossibile.
Lasciai
scivolare le mie mani lungo la sua schiena alla
ricerca del laccetto di quel bikini ma ero troppo preso a baciarla per
riuscire
a scioglierlo.
Lei
allora sorrise contro le mie labbra mentre riprendeva
fiato.
“forse
stiamo correndo un pò troppo”disse con il respiro
accellerato.
“si,
scusa non so cosa mi sia preso “dissi io facendola
scendere dalle mie braccia e accorgendomi solo in quel momento quanto i
miei
jeans fossero diventati stretti all’altezza del cavallo.
Perfetto
avevo un erezione raggiunta in tempo zero e ora
anche lei se ne sarebbe accorta dandomi del maniaco.
“è
che ti conosco da così poco, non fraintendermi, vorrei,
ma non voglio comportarmi come una ragazzina che non riesce a calmare
gli
ormoni”disse lei e poi il suo sguardo cadde proprio dove
speravo non cadesse.
“Dio
che figura, adesso avrebbe pensato che aveva a che fare
con un maniaco in piena regola” pensai sperando che il suo
sguardo si alzasse
in fretta fingendo di non aver visto nulla e invece l’aveva
visto eccome, me ne
accorsi dal suo viso ancora più imbarazzato.
“mi
dispiace”disse lei
“no,
dispiace a me, è un pò imbarazzante
effettivamente”dissi io
“direi
che l’atmosfera ormai è saltata”disse
lei ridendo
“ah
dopo la mia figura da maniaco con un erezione da guinnes
dei primati di sicuro”dissi io
“Dio
Rob, smettila come faccio a non ridere”disse lei
“ecco
si sta tornando al suo posto, di sicuro il fatto che
tu rida di me abbassa tutto, oltre che la mia autostima”dissi
io ridendo con
lei.
Questa
era un altra storia che Tom non doveva sapere, o
sarei diventato lo zimbello di Hollywood.
“mi
hai portato le cose di burger king?”chiese lei
sorridendomi
“si,
ma sai aiuterebbe che tu tipo”dissi indicando il suo
look.
“si,
giusto vado a cambiarmi”disse lei alzandosi sulle punte
e lasciandomi un bacio sulle labbra.
Per
fortuna quando tornò raggiungendomi in cucina il suo
look era diventato qualcosa di più casto e la mia erezione
era stata
ufficialmente domata.
Passammo
una bella serata insieme a chiacchierare ed evitai
accuramente di proporle di vedere un film, sapevo che nel momento
esatto in cui
ci saremmo trovati su quel divano avrei avuto un’altra
tentazione anche se
indossava la maglietta larga del suo migliore amico e un paio di
pantaloncini
corti larghi.
“grazie
per la bella serata Robert”disse America baciandomi
davanti all’uscio di casa.
“buonanotte”dissi
io mentre chiamavo l’ascensore.
“buonanotte”aggiunse
lei mentre mi osservava salire
sull’ascensore.
Quella
sera avevo capito di possedere ancora degli istinti
sessuali e che quella ragazza che mi attraeva così tanto
mentalmente mi
attraeva altrettanto fisicamente e per la prima volta tornai a casa da
un
appuntamento con l’urgenza di una doccia fredda.
Il
giorno dopo andai a lavoro decisamente frustrato, avevo
rivissuto il momento in cui stavamo per perdere ufficialmente il
controllo
diverse volte quella notte e mi ero svegliato con una terribile
erezione
mattutina.
Per
giunta quel giorno dovevo girare una scena di sesso,
sembrava proprio fatta a posto, per fortuna però quel
coglione di Trevor non si
vide quel giorno.
Lo
incrociai soltanto quando passai al catering per
prendermi un caffè freddo.
“Robert
proprio l’opinione di un uomo come te mi
serve”disse
Trevor chiamandomi, gli lanciai un occhiata alquanto perplessa, che
cosa voleva
ancora da me?
“dimmi”dissi
io
“tu
che sei stato tanti anni insieme ad una modella di
Victoria’s Secrets hai una vaga idea del perchè
credono di averla solo loro?
“chiese Trevor
“forse
solo quelle che frequenti tu”dissi io
“ad
esempio la scorsa settimana mi sono fatto quella nuova,
sai la bionda tutta curve? Ti ricordi Robert era presente alla cena, mi
ha
fatto quella scenata, ma poi con i dovuti modi c’è
stata anche lei.
Più
sono giovani e più sono troie”disse Trevor
ridacchiando
e in quel momento non mi accorsi nemmeno del fatto che stessi
stringendo i
pugni fino a farmi male, non potevo crederci.
Trevor
stava soltanto facendo lo sbruffone, non potevo
credere che America si fosse fatta sfiorare da lui proprio quando aveva
accettato di vedermi.
Non
poteva essere vero, non potevo essermi sbagliato di
nuovo, lei era diversa dalle altre, lei non era come la donna che mi
aveva
abbandonato.
“ma
finiscila Trevor non ci crede nessuno”disse Taylor il
suo collaboratore e amico fidato.
“ti
assicuro Taylor, quella è una troia”disse Trevor
Non
avevo detto nulla o fatto nulla quando avevo scoperto
l’uomo con cui mi aveva tradito Alyssa, ma questa volta non
ce la facevo a
starmene lì in silenzio, fu più forte di me, un
pugno in faccia non glielo levò
proprio nessuno e lasciai il set sotto lo sguardo scioccato della mia
manager
che corse ad occuparsi dello stronzo.
Potevano
andarsene a fanculo tutti, compresa la donna che mi
aveva affascinato da subito per poi dimostrarsi uguale a tutte le altre.
Che dirvi come sempre mi
scuso per il ritardo però eccomi XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** capita di essere idioti ***
America point of
view
Avevo aspettato una chiamata da parte di Robert per qualche giorno, poi
avevo pensato di scrivergli, ma naturalmente non avevo ricevuto nessuna
risposta, e per quanto mi sforzassi di pensare che sicuramente c'era
una spiegazione, ogni giorno che passava mi sentivo sempre
più idiota per aver creduto che fosse diverso dagli altri in
quell'ambiente.
"a cosa pensi?"chiese Cassie
"perchè?"chiesi io cascando dalle nuvole
"hai la faccia di una che sta a guardare il telefono di continuo
perchè lui non chiama"disse Cassie.
"no, ero solo sovrappensiero"dissi io bevendo un sorso del mio
frappè.
"tua madre mi ha detto che è più di una
settimana che ti vede giù, e che centra un uomo"disse Cassie
guardando in direzione di mia madre.
"ti ha mandato ad indagare per non fare l'impicciona"
"esatto, chi è l'idiota?"
"l'idiota a quanto pare io, era carino, sono stata bene in sua
compagnia, però mi sono tirata indietro e da quel momento
è scomparso"
"allora è uno stronzo non un idiota"disse Cassie
"si, pare sia uno stronzo"
"e tu pensavi non lo fosse"
"esatto, quindi l'idiota sono io, è che pensavo che gli
interessasse davvero trascorrere del tempo con me, credevo di
piacergli, non pensavo che bastasse non starci subito per vederlo
sparire"dissi io sospirando.
"che coglione"
"sono stufa degli uomini che frequentano questo ambiente, o ti invitano
ad uscire per farsi vedere in tua compagnia e farsi
pubblicità e vogliono aggiungerti alla loro collezione di
donne che sono passate per il loro letto"
"e gli altri invece ti vedono come la super modella di Victoria's
secrets"
"esatto, comunque sai qual'è la cosa che mi fa incazzare di
più? E' che io mi sono illusa di piacergli, mi sono illusa
che fosse diverso, e invece niente"dissi io
"non devi sentirti stupida"
"no, solo totalmente idiota"dissi io poggiando la testa sul tavolo e
coprendomi con le braccia.
Tra l'altro da quel giorno non avevo nemmeno più incrociato
Eric al parco, magari anche con Tom, in realtà speravo di
incrociarlo con Tom così avrei potuto continuare a pensare
che il suo essere sparito fosse legato al suo lavoro, potevo illudermi
ancora un pò che fosse diverso e che non fosse scomparso
solo perchè non ero andata a letto con lui come da
programma.
"no, guarda chi c'è cucciolo, siamo proprio fortunati
oggi"disse Tom venendomi incontro con in braccio Eric.
"ciao"dissi io sorridendo al piccolo.
"gli sei mancata"disse Tom venendo a sedersi accanto a me.
"davvero?"chiesi io al piccolo che mi sorrideva radioso.
"si a tutti e due"disse Tom
"si, mi sono allenata poco in questi giorni, ero un pò
stanca"
"noi invece abbiamo avuto la febbre"disse Tom accarezzando i capelli
del piccolo.
"davvero?"chiesi io con un filo di speranza che Tom colse subito
perchè scosse la testa ridendo.
"fammi indovinare è lui che non ti ha più
chiamata vero?"chiese Tom
"oh non importa"dissi io
"mi ha detto che sei tu a non averlo più chiamato"
"gli ho scritto diverse volte, e ho provato a chiamarlo qualche giorno
fa ma non ha risposto"
"ci penso io tranquilla, hai da fare domani sera?"
"Tom non importa davvero, avrà avuto le sue ragioni"
"non ci importa di Pattinson, domani è il compleanno di Eric
e credo proprio che il cucciolo qui presente voglia invitarti,
è il suo primo compleanno e non mi sembra corretto tu gli
dia una simile delusione, quando sarà un adolescente che non
si filerà nessuna come suo padre potrà vedere una
foto con te presente e gli si risolleverà l'autostima"disse
Tom
"che idiota"dissi io scuotendo la testa e sorridendo.
"Rob è un coglione a volte, vieni al compleanno di Eric
domani sera, e porta chi vuoi, specialmente se sono modelle"disse Tom
facendomi l'occhiolino.
"sei proprio un caso limite tu"dissi io sospirando.
"sto frequentando addirittura una ragazza"disse Tom
"wow, progressi"dissi io
"se Rob fa il coglione però mi libero per te, quindi fammi
sapere"disse Tom facendomi l'occhiolino.
E così dopo quella chiacchierata con Tom mi tranquillizzai
un pò, in fondo forse era stato davvero molto preso, o
magari aveva ripensato all'idea di frequentarmi perchè aveva
realizzato che uscire con qualcuno al momento con un bambino piccolo di
cui occuparsi non era una buona idea.
Forse aveva paura che il bambino potesse affezionarsi a me e se fra noi
due non avesse funzionato ne avrebbe sofferto.
Insomma varai tutte le possibili opzioni per giustificare il suo
comportamento, in fondo se davvero avesse cambiato opinione su di me o
non volesse più vedermi Tom non mi avrebbe invitata alla
festa per il piccolo, era il suo migliore amico e non gli avrebbe mai
tirato uno scherzo simile.
Quindi quel pomeriggio uscì con Cassie e andai alla ricerca
di un regalo di compleanno per suo figlio.
"compie un anno dicevi?"chiese Cassie
"si, oggi compie un anno"dissi io
"un orsacchiotto"disse Cassie
"un orsacchiotto?"chiesi io
"un orsacchiotto mi sembra il regalo adatto ad un bambino piccolo"disse
Cassie prendendo un orso marrone.
"perfetto"dissi io andando verso la cassa e davanti a me mi ritrovai
proprio una ragazza con un pancione enorme, sorrisi involontariamente
sentendomi improvvisamente triste.
"America? America tocca a te"disse Cassie alle mie spalle vedendo la
cassiera che mi guardava confusa.
"si questo"dissi passandole l'orso.
"e mi può fare un pacchetto regalo?"chiesi risvegliandomi da
quel momento.
"stai bene?"mi chiese Cassie mentre uscivamo dal centro commerciale.
"si, sto bene"dissi io
"stavi guardando la ragazza incinta"disse Cassie
"se ti dicessi di no mi crederesti?"chiesi io
"tranquilla non era una domanda"disse Cassie
"non parliamone più per favore"dissi io
"certo tesoro, andiamo o farai tardi al party esclusivo del tuo
amico"disse Cassie.
"non so se sia una buona idea"
"fare felice un bambino e dire al padre che è un coglione mi
sembra una buona idea"disse Cassie.
"certo, un'idea perfetta"dissi io sospirando
"America non farla lunga è il compleanno di un bambino di un
anno, tempo massimo un'ora e sarai a casa"disse Cassie lasciandomi
davanti a casa.
"giusto è solo un compleanno, ti faccio sapere poi"dissi io
scendendo dall'auto.
"assolutamente si, ma chiamami domani eh, stasera io e Simon siamo a
cena fuori"disse Cassie.
"sempre a cena fuori voi due"dissi io
"super cena, sono due anni che facciamo coppia, e come ben sai
è un record per il tuo migliore amico"disse Cassie.
"si, e ricordo anche di avervi rovinato il vostro primo
anniversario"dissi io e in quel momento mi sentì come se mi
mancasse l'aria, faticavo a respirare e non riuscivo a muovermi,
sentivo un enorme peso a livello dello sterno e dello stomaco, peso che
se ne andò solo dopo qualche secondo.
"America stai bene?"chiese Cassie
"mi mancava l'aria"dissi io
"ti mancava l'aria? era un attacco di panico in piena regola
quello"disse Cassie rimproverandomi.
"ho un brutto presentimento, forse non dovrei andare alla festa per il
piccolo"dissi io
"invece essendo per te un giorno molto delicato credo proprio che tu
debba andare, ti farà bene distrarti un pò"disse
Cassie.
"si, forse hai ragione, almeno avrò voglia di piangere per
un altro motivo"dissi io.
"ma piantala e vai a farti bella"disse Cassie facendomi l'occhiolino.
Indossai un vestito semplice con delle scarpe basse e una giacca
leggera, e chiamai un taxi per raggiungere casa di Robert, in
realtà non avevo idea di dove abitasse di preciso, ma Tom mi
aveva scritto fornendomi tutti i dettagli.
Avevo dovuto ricorrere a qualche goccia di fiore di Bach per riuscire
ad uscire di casa, quella brutta sensazione continuava a persistere e
non aveva nessuna intenzione di abbandonarmi, sentivo come se
presentarmi in quel posto fosse l'errore più grande che
potessi fare, ma prima che potessi scappare la porta si aprì
davanti a me e comparve Tom sorridente.
"sono felice di vederti America"disse abbracciandomi.
"ciao Tom"dissi io
"vieni Eric è di là con le zie, e suo
padre è passato a prendere la torta di compleanno,
sarà qui a momenti"disse Tom
"buonasera"dissi seguendo Tom nell'ampio salone.
"Tom è lei la tua ragazza? colpo grosso davvero"disse un
ragazzo seduto accanto ad un paio di ragazze bionde.
"no, lei è un amica di Eric"disse Tom
"gli amici di Eric sono anche nostri amici"disse il ragazzo alzandosi
per presentarsi.
"Bobby, piacere di conoscerti America"disse stringendomi la mano
"piacere"dissi io un pò in imbarazzo.
"loro due sono le zie di Eric, Lizzie e Victoria"disse Tom
"piacere"dissi stringendo la mano ad entrambe
"abbiamo visto la sfilata la settimana scorsa, fantastica,
complimenti"disse Victoria.
"grazie, ma non è che faccia molto io, sono gli stilisti ad
essere geniali"
"America è stata scoperta per caso da Webber, è
un talento naturale"disse Tom vantandosi.
"mi sa che Sturridge ci sperava gli dessi una
possibilità"disse Bobby
"preferisce Eric che vuoi farci"disse Tom
"tutti preferiscono Eric, è un Pattinson"disse Lizzie
prendendo il piccolo seduto accanto a lei e baciandogli una guancia.
"a proposito di ciò gli ho preso un piccolo pensierino"dissi
io consegnando il regalo a Tom.
"oh certo, li apriremo appena arrivano il resto degli invitati, come
non detto"disse Tom andando ad aprire alla porta.
"fa proprio la donna di casa ormai"disse Bobby ridacchiando.
"è diventato responsabile Bobby,difficile da credere ma
Sturridge fa la persona responsabile"disse Victoria.
"America siediti pure qui accanto a noi"disse Lizzie e così
mi levai dall'imbarazzante momento di restare in piedi come un idiota
con il terrore che il padrone di casa sbucasse da un momento all'altro
pronto a dire una frase ad affetto come " lei cosa ci fa qui? " oppure
"se non ti ho più cercata un motivo ci
sarà".
"ciao gente"disse un uomo alto entrando seguito da una donna bionda e
per un attimo pensai fossero i suoi genitori poi riconobbi lei, era la
sua manager, l'avevo vista alla cena con Trevor, dio solo a pensare al
suo nome mi veniva il voltastomaco, per fortuna non l'avevo
più incrociato da nessuna parte dopo quella cena.
"America che piacere vederti"disse Katherine venendo a salutarmi, ma in
realtà l'espressione preoccupata che aveva in viso sembrava
trasmettere tutt'altro che il piacere di vedermi, sembrava avesse visto
un fantasma e quella stessa espressione si stampò in faccia
a me qualche minuto più tardi quando il padrone di casa
insieme ai genitori varcò la soglia ridendo col padre,
risata che naturalmente si spense quando vide me.
Quella era proprio la conferma che cercavo per capire che presentarmi a
casa sua era stata la peggior idea che potesse venirmi in mente.
"ciao a tutti"disse Robert prima di dirigersi verso un altra stanza.
"noi non ci conosciamo mi sa"disse un elegante donna bionda
rivolgendosi a me.
"no, sono un'amica del bambino" dissi non sapendo come presetarmi.
"ha già amiche così carine, però"disse
un uomo accanto a lei che doveva essere il padre di Robert.
"America piacere"dissi io stringendo la mano ad entrambi
"Claire e Richard, i nonni del piccolo"disse la madre di lui, era
davvero una bella donna e anche lui doveva essere stato piuttosto
affascinante, si spiegava tranquillamente come mai il figlio fosse
così attraente.
Robert tornò poco dopo con la torta del piccolo e una
candelina accesa su di essa a forma di uno, posò la torta
sul tavolo al centro del salone e invitò sua sorella ad
avvicinarsi con il piccolo.
Sembrava molto nervoso, come se stesse evitando di mostrare quanto
fosse infastidito.
Ce l'aveva con me? come poteva avercela con me, non avevo fatto
assolutamente nulla, se ce l'aveva con me soltanto perchè
non ero andata a letto con lui, era più coglione di quanto
potessi immaginare.
"tanti auguri Eric"urlarono tutti quando il piccolo spense la sua prima
candelina e mentre aprivamo i suoi regali ero così distratta
che nemmeno mi accorsi che Robert era sparito.
"hey ti stai divertendo?"chiese Tom
"Tom non credo sia stata una buona idea venire qui"dissi io
"Eric è felicissimo di averti visto, è questo
quello che conta no?"chiese Tom
"certo, ma mi sembra che suo padre sia un pò
infastidito"dissi io
"no, è tipico di Rob, e poi ci sono i suoi, è
scazzato"disse Tom
"a me sembra che ce l'abbia con me"dissi io
"perchè dovrebbe?"chiese Tom
"mi ha guardato malissimo quando mi ha vista, sembrava che avesse visto
un fantasma"
"beh parlargli se credi, è sul terrazzo"disse Tom
"giusto, si è una buona idea"dissi io
"ho sempre buone idee"disse Tom
In realtà mi ci vollero diversi minuti per trovare il
coraggio e raggiungerlo.
Avevo troppa paura di cosa mi avrebbe detto, avevo troppa
paura di rimanerci male, ma stare in quella fase di incertezza non mi
aiutava certo, e poi se davvero ce l'aveva con me perchè non
ero andata a letto con lui, volevo poter avere la
possibilità di insultarlo come meritava.
"Tom lasciami stare"disse lui quando sentì dei passi e
quando non ricevette risposta si voltò verso di me.
"ciao"dissi io
"ciao"rispose lui
"posso, posso parlarti un attimo"
"c'è la mia famiglia, non mi sembra carino assentarmi troppo
a lungo, magari un altra volta"disse lui.
"certo, un'altra volta, sai cosa ti dico Robert? pensavo tu fossi
diverso dagli altri, pensavo che non fossi come tutti, pensavo che ti
importasse davvero qualcosa di me, e invece volevi soltanto fare sesso,
proprio come tutti, e volevo dirtelo, non puoi odiarmi
perchè non sono venuta a letto con te, anzi dovresti
stimarmi per questo, e sai perchè? perchè
significa che sono decisamente una persona intelligente a non aver
voluto sprecare il mio tempo con un coglione"dissi io sfogandomi
finalmente.
"non preoccuparti me ne sono fatto una ragione, a quanto pare tu
preferisci puntare più in alto, in fondo io sono soltanto un
attore, perchè non puntare direttamente a chi ha davvero i
soldi"disse lui risentito per quello che avevo detto.
"che cosa stai dicendo?"
"che cosa sto dicendo? che ho preso a pugni il produttore del film a
cui sto lavorando perchè è venuto a letto con te"
"che cosa?"chiesi io
"si,non volevo crederci, credevo fosse impossibile, ma daltronde
l'avevo creduto anche quando ho scoperto che Alyssa mi tradiva"
"non sono andata a letto con nessuno, ho aspettato la tua chiamata per
giorni e poi con chi è che sarei andata a letto?"
"con Trevor"
"non posso crederci che tu gli abbia creduto, davvero tu pensi che io
sia quel genere di persona? davvero pensi che io possa vendermi per un
pò di fama in più?"chiesi io
"io so solo che non posso permettere a un altra donna di entrare nella
nostra vita e di abbandonarci di nuovo, non sono più solo,
ho un bambino adesso ed è già stato abbandonato
una volta da quella che sarebbe dovuta essere sua madre"
"Ti ho raccontato cose di cui non ho mai parlato con nessuno, mi sono
aperta con te perchè sentivo di potermi fidare, ma tu non mi
hai nemmeno ascoltata se pensi che possa essere una persona di quel
tipo, non hai avuto nemmeno bisogno di chiedere, hai creduto subito a
lui e basta, lui che nemmeno conosci, hai preferito credere a lui
piuttosto che a me che mi ero aperta con te"dissi io e piano piano le
mie parole erano diventate sempre più difficili da
pronunciare, ad ogni parola mi sembrava di soffocare, sentivo le
lacrime bagnarmi il viso e sentivo il sapore salato sulle
labbra, poi un istante dopo sentì anche il sapore del fumo
che si mischiava al mio e decisi di godermi quel momento di pace,
perchè ero sicura sarebbe stato l'ultimo.
"scusami, non volevo farti piangere"disse lui stringendomi a
sè.
"sono stufa di incontrare sempre la stessa tipologia di ragazzi,
credevo tu fossi diverso"dissi io
"lo sono, ma forse sono ancora troppo ferito da quel punto di vista, la
donna che volevo sposare e che mi ha convinto ad avere un bambino mi
tradiva da mesi, e io non mi sono accorto di nulla perchè
avevo troppa fiducia in lei, il fatto che aprirmi con te sia stato
così facile e spontaneo, il fatto che non volessi credere a
quello che diceva Trevor, mi ha fatto credere che stavo commettendo lo
stesso sbaglio"disse lui
"io sono finita a fare la modella per caso, servivano soldi alla mia
famiglia e mi è sembrato un buon modo per aiutarli.
Non mi interessa la fama, non mi interessa questo mondo patinato"dissi
io passandomi una mano sugli occhi per asciugarmi le lacrime.
"sono stato un coglione, scusami"disse lui
"beh anch'io ho pensato che tu non avessi più chiamato
perchè non ero venuta a letto con te"dissi io
"già, questo è stato davvero stupido, insomma per
chi mi hai preso? pensi che se fossi voluto venire a letto con te non
l'avrei tipo fatto la prima volta che ti ho vista?"disse lui
"che stronzo"dissi io allontanandomi dal suo abbraccio.
"non sono così calcolatore, non ho più sedici
anni e gli ormoni in subbuglio, l'incidente avvenuto a casa tua
è avvenuto perchè diciamo che sono fuori forma da
quel punto di vista"
"io invece sono vergine"dissi io e lui mi guardò perplesso.
"è un problema?"chiesi io trattenendomi dal ridere.
"davvero?"chiese lui
"vedi che continui a pensare che io sia una ragazza facile" dissi io
ridendo
"sei davvero vergine?"chiese lui
"no, però non succede da così tanto tempo che
è come se lo fosse"dissi io ironizzando
"beh da quel punto di vista non preoccuparti, non sei l'unica, Tom dice
che sono di nuovo vergine probabilmente"disse lui
"mi spieghi perchè noi due finiamo sempre e dico sempre a
parlare di sesso?"chiesi io perplessa.
"credo che sia perchè non lo facciamo ma vorremmo e quindi
finiamo sempre per parlarne"disse lui avvicinandosi, e in
quel momento riuscì proprio a sentire la tensione
fra noi due, una tensione sessuale che non avevo mai sentito con nessun
altro.
Era sempre presente, mi bastava fare più
attenzione a come la camicia che indossava gli segnava le spalle,
piuttosto alla barba non fatta da qualche giorno che scendeva sul collo
e quella sensazione si faceva ancora più forte.
"accompagnami a casa dopo"dissi io
"no, vieni via con me questo week end, lascio Eric ai miei genitori,
così mi farò perdonare per come ti ho trattata"
"mi sembra una buona idea"dissi io sorridendogli.
Direte capitolo breve e che arriva dopo 300 anni, la parte che volevo scrivere in questo cap non ci stava bene, quindi sarà nel prossimo e quindi questo è breve e c'è solo il point of view di America perchè Rob avevamo già visto i danni che ha fatto, ma ne sentiremo ancora parlare.
Intanto il piccolo Eric ha compiuto un anno, e voi direte ma tipo la sua amica tipa del suo best friend? la madre? nessuno dice oh ma senti io vedo una piccola coincidenza? Certo che no, punto numero uno è perchè nessuno crede alla storia dell'utero in affitto, tutti pensano che la vera storia sia quella del gossip che gira e cioè che lui sto figlio non si sa con chi l'abbia avuto e Alyssa l'ha lasciato per questo motivo, quindi yess come dicono al sud cornuto e mazziato XD Le mie uniche speranze sono sulla madre, su lei che tipo rinsanisce e poi c'è un altro personaggio che vabbeh smetto di spoilerare, ma sappiate che la bomba sta per essere sganciata e prevedo feriti.
Grazie per seguire la storia siete carinissime un abbraccio |
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Non riesco a respirare ***
Scusate girls ho postato senza scrivervi nulla, allora unfortunately come vedrete ecco il cap dopo 20 anni e come vedrete non è nemmeno un granchè è che con le lunghe pause si fa fatica a scrivere e poi dettaglio ho avuto un pò di crisi con Rob da quando ha fatto lo spot Dior, troppo ricercato bellissimo spot e bello lui, però io lo preferisco super easy e spero di rivederlo nelle vesti del solito Rob super easy.
Comunque mi scuso per il ritardo e spero non accadrà più anche se confido non accadrà visto che stiamo entrando nel clou della storia :)
America Point Of View
"Non è possibile"urlai quando l'inconfondibile sound di un gruppo che ascoltava Simon e che io invece nemmeno conoscevo si diffuse nella stanza.
Come aveva potuto farmela di nuovo?
Il mio migliore amico Simon stava iniziando a passare il segno, odiava il ragazzo che stavo frequentando e continuava a combinarmene una dietro l'altra, e praticamente ogni giorno mi impostava una canzone che rendeva il mio risveglio traumatico, in realtà il suo scopo era rovinare il risveglio del mio odiato ragazzo.
Ok, per lui uscivo con colui che era stato definito dai ogni rivista scandalistica del paese "il bastardo d'America".
Capivo la sua preoccupazione ma lui non era nulla di tutto quello che veniva raccontato in giro, era soltanto pieno di amici molto vicini che avevano sempre qualcosa di nuovo da raccontare, peccato lui non conoscesse nessuno dei suoi amici molto vicini.
Comunque l'intento di Simon di rovinare anche il suo risveglio era naturalmente fallito. Robert doveva essere sveglio già da parecchio, e come sempre aveva evitato di svegliarmi, probabilmente temeva che mi avrebbe vista scappare senza nemmeno pensarci un attimo se mi avesse chiesto di aiutarlo a prendermi cura del suo bambino.
Era stato inutile ripetergli che adoravo il suo bambino e che il pacchetto completo andava più che bene.
Volevo lui, e lui soltanto, volevo il ragazzo che mi faceva sentire la ragazza alla mano che ero sempre stata, volevo il ragazzo capace di guardare oltre il mio corpo, volevo lui che era in grado di farmi sentire speciale soltando guardandomi un istante.
"comunque Simon ha una buona cultura musicale"disse Robert quando mi vide raggiungerlo al tavolo della sua cucina.
"non so nemmeno chi fossero, l'unica cosa che volevo fare era liberarmi di quel tormento"dissi io sbadigliando
"ad occhio quello era un pezzo dei Metallica"disse Robert
"che figlio di buona donna"dissi io maledicendo Simon.
"mi odia"disse Robert mentre versava il latte nel biberon per Eric.
"no, non ti odia"dissi io tranquilla
"primo si vede lontano un miglio che stai mentendo, e secondo mi ha detto chiaramente che se ti faccio soffrire mi uccide"disse Robert tranquillamente
"che cosa ha detto? ma io lo uccido"dissi io scioccata, Simon era davvero arrivato a questo? Normale che fosse preoccupato per me dopo tutto quello che mi era successo, ma perchè non riusciva a vedere quanto questo ragazzo fosse in grado di farmi sentire meglio, quanto la sua solarità fosse in grado di scacciare quei ricordi con cui mi sarei trovata a convivere sempre per almeno qualche momento.
"ti sta proteggendo, sono o non sono "il bastardo d'America"?"chiese lui
"tu sei uno scemo, ecco cosa sei"dissi io sorridendo e portandogli le braccia al collo gli stampai un bacio sulle labbra .
"tu invece sei esageratamente intelligente per me"disse Robert accarezzandomi il viso e scostandomi i capelli che mi coprivano le guance.
"non è vero sono un oca bionda, oltre che una specie di prostituta ormai, non so nemmeno il nome dell' ultimo uomo che mi hanno affibiato, in realtà credo di non averci mai parlato"dissi io sollevando le spalle e lasciandogli spazio per terminare di preparare la colazione.
"beh per uscire con un uomo non c'è bisogno che tu ci parli in fondo"disse Robert
"già, parlare è sopravvalutato"dissi io scoppiando a ridere insieme a lui.
"nessuno si accorge che tutto questo è assurdo? "dissi io scettica
"specialmente perchè dormi sempre a casa mia"disse Robert
"ma tu ormai sei considerato totalmente gay"dissi io ridacchiando
"giusto questa è la settimana in cui sono gay, la prossima sarò ancora il solito puttaniere"disse Robert.
"comunque Simon dovrà farsene una ragione, perchè io sto benissimo con un bastardo"dissi stringendomi a lui e fregandomene del fatto che fosse alle prese con l'impasto dei pancakes. Avevo bisogno di sentire il suo calore, avevo bisogno di sentirmi protetta, perchè lui emanava una strana energia in grado di scacciare tutto il male che aveva invaso la mia vita, e mai mi era capitato prima d'ora di sentirmi così.
Eppure mi aveva raccontato che da ragazzino nessuno lo prendeva sul serio, perchè era alto e magro e decisamente non mi sarei sentita protetta all'epoca, naturalmente io non ero daccordo, non era soltanto il suo aspetto virile o la barba che adoravo sentire sul viso quando mi baciava, era il suo modo di sfiorarmi continuamente che mi faceva sentire sempre protetta, bastava che mi prendesse per mano o che mi accarezzasse il viso e il mio stomaco si riempiva di quelle dannatissime farfalle.
La prima volta che a furia di parlarne e di scherzarci continuamente ci eravamo ritrovati finalmente ad amarci mi ero ritrovata a pensare di aver avuto davvero delle pessime esperienze in quel campo, perchè nessuno mi aveva mai amata in quel modo.
Era stato così premuroso e attento che gli avevo ripetuto che davvero scherzavo quella volta che gli raccontai di essere vergine, certo era passato parecchio tempo dall'ultima volta che mi ero trovata in una situazione simile, ma non era la prima volta.
Lui mi aveva sorriso e tutta la tensione del momento era scivolata via, insieme alla maglietta che si era sfilato togliendomi del tutto le parole, onestamente non immaginavo avesse davvero un fisico così asciutto.
Basta dovevo smetterla di pensare a queste cose, ok che me ne stavo schiacciata contro il suo fianco, ma doveva occuparsi di Eric e io dovevo tenere a freno i picchi ormonali.
"comunque la sveglia di Simon non sarebbe stata un problema mi hanno tirato giù dal letto all'alba"disse lui continuando a mescolare l'impasto, impasto naturalmente preconfezionato.
Ecco, un difetto l'aveva eccome, meglio non dargli in mano farina, burro e uova, in quel caso sarebbe stato in grado di distruggere una cucina.
"Katherine e Nick?"chiesi io
"si, ecco giust'appunto"disse lui
"parti?"chiesi io già conoscendo la risposta, sapevo che si stava preparando per iniziare a lavorare in un film dove avrebbe recitato il ruolo di un marines, ma le date continuavano a cambiare e quindi nel mio totale egoismo avevo sperato che quel giorno arrivasse tardi e che potessi tenerlo ancora un pò con me.
"dopo domani, iniziamo la pre produzione a Toronto"
"in Canada?"chiesi io scettica
"si, gireremo lì"
"ma è legale che ti prendano e ti portino in un altra nazione in pochi giorni? Non c'è tipo un comitato che si occupa di stabilire con quanto preavviso un attore debba sapere l'inizio delle riprese ?"chiesi io lasciando il suo corpo per andare a sedermi su uno sgabello.
"No, siamo prigionieri di Hollywood"disse lui sospirando.
"Forse non dovevi dirmi che provavi qualcosa per me, forse dovevi aspettare di aver girato questo film, perchè adesso mi ritroverò a sentire la tua mancanza, mentre se avessi continuato a pensare che eri un bastardo che mi evitava e tu a pensare che fossi una troia ora ci odieremmo in pace"dissi io
"ci odieremmo in pace "disse lui annuendo convinto.
"comunque è cattiveria, dire ad una donna che la ami e poi andartene a girare un film in Canada"dissi io sospirando
"che vuoi che ti dica, sono o non sono un bastardo"disse Robert
"il peggiore"dissi baciandolo.
"vado a svegliare Eric"disse lui
"finisco di preparare questi pancakes, non sei affidabile in cucina, tanto meno ai fornelli"dissi io prendendo la ciotola dell'impasto e scuotendo la testa.
Cucinare invece per me era qualcosa di semplice e di molto naturale, sarà perchè il primo pancakes l'avevo preparato a cinque anni, con mio padre accanto a me che evitava che potessi scottarmi con la pentola o combinare altri danni, e dopo quel primo pancakes cucinare era diventata la mia seconda passione dopo gli animali.
Quindi era qualcosa che apparteneva molto alla mia storia, e per quanto con molte cose avessi preferito mettere distanza con altre mi era impossibile metterne, qualche giorno dopo la sua morte odiavo perfino i miei occhi troppo simili ai suoi, ogni volta che il mio sguardo incrociava una superficie riflettente rivedevo i suoi occhi e l'angoscia era troppo forte anche per respirare.
"in pochi mesi hai imparato tante cose di me"disse Robert
"non così tante, ci sono ancora tante cose che non so"dissi io quando tornò con in braccio Eric mezzo addormentato.
"no fidati non c'è più niente da scoprire, dopo che mia madre ti ha anche raccontato delle mie prime recite direi che non c'è davvero più niente da dire"disse Robert facendo sedere Eric nel seggiolone.
"fai fare colazione al piccolo"dissi passandogli il biberon.
"ma io non devo fare più niente vero ometto? L'ometto adesso fa tutto da solo e mangia anche i biscotti da solo"disse Robert aprendogli la confezione dei biscotti e tirandone fuori un paio.
"vero ometto?"disse Robert ed Eric scoppiò in un sorriso contagioso.
"Dio ma ci sono dubbi sul se sia tuo figlio o meno? Ha un sorriso bellissimo"dissi io e quel sorriso era così contagioso che non poteva metterti di buon umore.
"Io ho un sorriso terribile, lo sai cosa si dice degli inglesi no?"chiese Robert
"si, che avete dei denti orribili"dissi io scuotendo la testa, naturalmente non era assolutamente vero, o almeno non ci avevo mai fatto caso, era difficile stare a pensare di guardargli i denti per vedere se fossero sani o meno quando ti sorrideva, come quello del figlio anche quello del padre era un sorriso di quelli in grado di farti sorriere a tua volta e di metterti di buon umore.
Probabilmente era una caratteristica inglese, in fondo perchè mai avevano bisogno di tanto sole quando erano loro stessi a portarlo?
Ecco uno di questi discorsi avrebbe fatto letteralmente vomitare Simon, e a pensarci nemmeno il mio stomaco avrebbe digerito questo quantitativo di smielatezza, eppure di recente non riuscivo a farne a meno, mi stavo prendendo una rivincita sul passato, e poi non è che passassimo tutto il tempo insieme a fare la coppietta, la maggior parte del tempo era dedicata a ridere, non avevo mai riso così tanto in vita mia.
"bene ora che hai finito di preparare i pancakes, perchè sai mai e poi mai avrei voluto distoglierti da fare questi capolavori"
"non so se saranno dei capolavori visto che stavi usando l'impasto già pronto di Walmart"dissi io togliendo dalla padella l'ultimo pancake prima che si bruciasse.
"volevo dirti che avevi un colloquio oggi" disse lui
"giusto, salgo di grado, posso pubblicizzare borse"dissi io
"colgo ironia"disse Robert ridendo come sempre di me, poi la mia interpretazione della modella infastidita dal suo lavoro credo fosse proprio il suo ruolo preferito.
"tu dici?"dissi io lasciandolo in cucina e andando a vestirmi e a darmi una sistemata al viso prima di raggiungere gli uffici della nuova stilista di cui nemmeno ricordavo il nome e che aveva scelto me per la sua campagna.
I suoi collaboratori mi avevano detto che cercava una ragazza con tutte le caratteristiche tipiche statunitensi ma che fosse giovane e alla mano, aveva creato una linea che andasse bene per qualsiasi donna e che fosse anche economicamente accessibile, e secondo lei io avrei rappresentato al meglio la sua linea.
Non poche delle mie colleghe avevano storto il naso quando era venuto fuori l'argomento, molti erano stati gli stilisti che mi avevano proposto di collaborare alle loro linee e io naturalmente avevo accettato seguendo i consigli della mia assistente, ossia mia madre.
Avevamo valutato soltanto i progetti migliori e che piacevano prima di tutto a noi e avevo perfino potuto dire la mia sulle foto che avrei scattato, volevo evitare il più possibile foto che fossero di cattivo gusto, Robert mi aveva invidiato un sacco quando gliene avevo parlato, nemmeno lui era stato immune dal dover fare alcuni photoshoot che fossero di cattivo gusto.
Per quanto mi riguardava ero già fin troppo nuda in giro e se potevo evitarli lo facevo volentieri, inoltre non avevo mai capito il senso di mettersi in una posa sexy per sponsorizzare accessori o vestiti.
"ok, ci sentiamo stasera allora?"chiesi a Robert raggiungendolo in salotto pronta per uscire.
"si e ci vediamo da tua madre per colazione domani?"chiese lui
"esatto, non vede l'ora di conoscere Eric in realtà, di te sanno già tutto"dissi io
"non è giusto i miei genitori non erano molto informati, io parto già svantaggiato"disse lui portandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli ulteriormente, presto anche i suoi capelli se ne sarebbero andati, perchè poi queste trasformazioni radicali per interpretare un Marines?
"figuriamoci, mia madre adora i film in cui hai recitato, ma in maniera normale, non è una maniaca fissata con te, ti trova solo bravo e di bell'aspetto"dissi io tranquillizzandolo.
"bene, qualcuno della tua famiglia non mi odia allora"disse lui
"no, non ancora, ecco starei attento al mio fratellino"dissi io
"i ragazzini mi odiano sempre, specialmente se le madri li hanno trascinati a premiere di film vari, in quel caso mi odiano a morte"disse lui
"piacerei a tutti, piaci a me e a me non piacciono molte persone"dissi io
"tu però piaci a tutti"disse lui
"siamo esageratamente smielati, sarà perchè sono solo due mesi che usciamo insieme vero? Insomma finirà questa fase prima o poi? perchè se i tuoi denti fanno pena presto anche i miei inizieranno ad essere tutti cariati"dissi io
"il problema dei denti in Inghilterra è dovuto al poco fluoro nell'acqua delle tubature"disse lui serio
"e chi beve l'acqua dal rubinetto? comunque stiamo straparlando come sempre e io finirò per fare tardi"
"giusto buona giornata"disse dandomi un bacio sulla guancia.
"buona giornata a te, ciao Eric"dissi salutando con la mano il piccolo del mio ragazzo, si mi piace ripeterlo continuamente, il mio ragazzo, il mio ragazzo.
Ok, questa fase della luna di miele doveva finire al più presto.
Mentre raggiungevo gli uffici dove mi attendeva il team dell'emergente stilista di cui non ricordavo il nome non pensavo certo che la fase luna di miele sarebbe finita nell'esatto momento in cui avrei varcato quelle porte.
"America aspettavo proprio te"disse una delle persone che meno mi aspettavo di incontrare lì, che cosa ci faceva Alyssa.
"come mai?"chiesi io strananemente agitata, forse era stato il tono con il quale lei si era rivolta a me, o forse era il fatto che uscivo con il suo ex compagno, difficile capire da dove nascesse quell'agitazione, ma nell'esatto istante in cui la vidi sapevo già che sarebbe successo qualcosa di spiacevole.
"Immagino che sarai troppo impegnata a giocare alla famiglia felice per dare un'occhiata ai giornali che escono, e poi tutti sappiamo di quanto tu viva nel tuo mondo"
"quindi?"chiesi io non capendo dove volesse arrivare.
"Io so una cosa che molte persone non sanno, sono stata anch'io alla clinica Hampton, io e Robert ci abbiamo passato davvero tanto tempo, quando abbiamo tentato di avere un bambino insieme, e quando abbiamo deciso che l'unica via possibile era cercare un utero in affitto"
"Io, io non capisco che cosa stai dicendo, e poi sono in ritardo per il servizio fotografico, quindi devo proprio lasciarti"dissi io
"No, tranquilla non ci sarà nessun servizio fotografico, Portia è una mia grande amica e quando le ho detto che in realtà c'era del marcio nella tua vita e che non eri quella ragazza acqua e sapone che fai credere in giro, beh non ci ha pensato due volte a sostituirti.
Ho molto potere America, non faccio la modella da qualche mese, sono nel giro da quando avevo 11 anni, nessuno mi ha scoperto per caso, ho lavorato duramente per essere dove sono, e non credere di poter prendere il mio posto, perchè non fa per te questo mondo.
Quindi come potrai immaginare non mi è stato nemmeno difficile venire a sapere che cosa hai fatto in quella clinica, una ragazzina giovane e disperata che ha venduto il suo corpo, i giornali adorerebbero questa storia, e Robert?
Robert lo sa? perchè se lo sapesse non so se ti guarderebbe ancora con gli stessi occhi"disse Alyssa.
"E' violazione della privacy, tu non puoi, non puoi diffondere notizie che non ti riguardano.
Non ho nessuna intenzione di prendere il tuo posto, il vero motivo per cui ho accettato questo lavoro è per poter aiutare la mia famiglia, non mi interessa minimamente prendere il tuo posto.
Non ti interessa? Eppure è quello che stai facendo, ti sei perfino presa il mio uomo"disse Alyssa.
"Non è il tuo uomo, tu l'hai lasciato con un bambino piccolo e lui, lui non ha detto nulla ai giornali, si è fatto passare come uno stronzo che tradisce la sua compagna, eppure sei stata tu quella che l'ha tradito e si è ricreata una vita"dissi io.
"Lui non ti amerà mai come ha amato me, e non cambia che tu sia la madre di suo figlio"disse Alyssa, e quelle parole mi bloccarono l'aria nei polmoni di che cosa stava parlando? Non riuscivo a concentrarmi esattamente sulle sue parole, le avevo sentite, mi stavano impedendo di respirare ma era come se la mia mente si rifiutasse di registrarle davvero.
"Non fingere di non saperlo, so anche che sei stata male dopo la separazione dal bambino, tu sapevi chi era Robert prima di incontrarlo, stai solo cercando di riavere indietro tuo figlio, ma non ti interessa nulla di lui"disse Alyssa.
"non è vero, Eric non è mio figlio, io non ho nessun figlio"dissi io con la voce tremolante, le parole di Alyssa non potevano essere vere, doveva esserci per forza qualcosa che non andava, non era possibile che quel bambino fosse lo stesso bambino che avevo sentito crescere dentro di me, quel bambino era lontano e io non l'avrei mai incontrato ed era meglio così, perchè non sarei mai riuscita a guardare in faccia il bambino che avevo praticamente abbandonato in cambio di soldi.
"Eric è stato l'unico bambino nato il giorno in cui hai partorito, quindi non c'è margine d'errore, sei sua madre, e Robert naturalmente non sa nulla, ma stanne certa che lo saprà presto"disse Alyssa.
"tu non puoi"dissi io
"giusto la tutela della privacy ecc ecc, troveremo un modo, potrei andare proprio ora da Robert e raccontargli tutto, oppure potrei lasciar perdere, potresti decidere tu che cosa fare e intanto dimetterti dalla compagnia e tornare dal buco da cui sei venuta, chissà magari Robert ti capirà e per il bene del bambino deciderà di fartelo vedere ogni tanto. Ma sai cosa odia Robert? Lui odia le persone che mentono e non so quanto sarà felice di sapere quello che gli hai nascosto. Ti dò pochi giorni per ritirarti da tutto oppure sulla prossima copertina di Vogue racconterò di come tu abbia adescato l'uomo che amavo"disse Alyssa andandosene e lasciandomi sola nella hall dell'edificio con troppe domande e troppo dolore per riuscire anche solo a immaginare di muovermi da quel posto.
Credevo che non avrei più sentito parlare del bambino che avevo abbandonato, in qualche modo ero riuscita a superare la cosa, in qualche modo avevo trovato un modo per andare avanti, mi ripetevo che il mio compito era stato solo darlo alla luce e che non era mai stato mio figlio, mi ripetevo che era in buone mani, la famiglia che mi aveva dato tutti quei soldi perchè lui venisse al mondo doveva desiderarlo molto e invece quel bambino era sempre stato sotto i miei occhi negli ultimi mesi, l'avevo tenuto in braccio e l'avevo fatto addormentare cantandogli le ninne nanne che ci cantava mio padre.
Quando riuscì a fermare le lacrime capì che non c'era davvero più nessun luogo in quella città in grado di non farmi soffrire, e così presi la decisione migliore per iniziare davvero a guardare avanti.
Lasciare quella città mi costava molto, lasciare la mia famiglia, i miei amici, ma dovevo allontanarmi dall'uomo che amavo e dal suo bambino, o non sarei mai più stata in grado di guardare avanti e lasciarmi tutto quel dolore alle spalle, probabilmente Robert scoperta la verità avrebbe comunque chiuso la nostra relazione visto il modo in cui parlava delle donne che si prestavano a portare avanti una gravidanza in cambio di migliaia di dollari, e mi avrebbe di sicuro impedito di vedere Eric e io non potevo affrontare anche questo, non potevo pensare di essere sufficientemente forte per riuscire ad affrontare l'odio che avrebbe provato nei miei confronti.
Sarei sparita senza dare spiegazioni e avrei riniziato la mia vita in un posto nuovo, la mia famiglia al momento aveva sufficientemente denaro per vivere tranquillamente per diverso tempo, era ora che pensassi a me e che mi dessi una seconda opportunità.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Ne ho abbastanza ***
Ciao Girls lo so non ci credete che posto così velocemente, insomma cosa? Non è passato nemmeno un mese dall'ultimo aggiornamento? Assurdo, sarà un avviso non è un capitolo, o se è un capitolo farà schifo come il precedente.
Beh non ringraziate me, ma ringraziate una fan fiction che leggevo ieri notte, una fan fiction su Hunger Games con coppia Annie Cresta e Finnick Odair ( che nel film è quel grandissimo figo di Sam Caflin, che sicuramente avrete visto fare il principe in Snow white piuttosto che il prete in Pirati dei caraibi ai confini del mondo).
Comunque questa fan fiction è scritta da una ragazzina delle superiori penso, e è scritta davvero bene, e niente mi ha trasmesso quella sensazione che avevo quando scrivevo le mie storie, e che purtroppo a causa delle pause lunghissime e a causa del brutto momento che sto affrontando è davvero scemata, ma in fondo i problemi che ho li avevo anche quando iniziai a scrivere vivere e mi aiutò molto scrivere, e niente quella storia mi ha fatto risentire quelle sensazioni, e quindi eccovi il cap nuovo.
Jusy mi odierà ancora perchè non si risolve molto, ma ecco qui il nuovo capitolo.
Vi ringrazio per l'attenzione e per continuare a seguire questa storia assurda, fatemi sapere come sempre cosa ne pensate, qualsiasi sia la vostra opinione in merito.
Rob Point of view
"Quando hai intenzione di chiederle di trasferirsi da te?"chiese Tom bevendo il suo caffè seduto a metà tra il terrazzo e il salotto per evitare che il fumo della sua sigaretta entrasse in casa.
"ci stiamo soltanto frequentando"dissi io mentre cercavo di rintracciarla, era la quinta volta che provavo a chiamarla ma non avevo ricevuto nessuna risposta, probabilmente si era addormentata conoscendola.
"si, ma passa qui un sacco di tempo, insomma non credevo ti piacesse così tanto, anche se pensandoci tu parti sempre in quinta"
"io parto in quinta? da quanto tempo frequenti Sienna?"chiesi io perplesso, il mio migliore amico si era trasferito da tre settimane da Sienna pur uscendo con lei da si e no un mese e mezzo, certo la conosceva già, quando si recita si finisce per conoscersi un pò tutti alla fine, però non poteva venire a fare la ramanzina a me sul partire in quinta quando lui era il primo.
"questo è un caso particolare, e poi io non mi sono mai impegnato con nessuna, una volta che l'idea di farlo non mi fa mancare l'aria non credo che dovessi pensarci troppo, ma tu?
La tua è tutta un'altra storia, parti sempre in quarta e rimani sempre fregato, almeno questa volta non potevi prendertela un pò con più calma?"
"me la sto prendendo con calma, non le ho chiesto di venire a vivere da me nè tanto meno le ho chiesto di sposarmi, passiamo solo parecchio tempo insieme, non mi sembra strano"dissi io
"si ma è mezz'ora che la chiami"disse Tom indicando il cellulare che avevo poggiato ora sul tavolo.
"perchè le avevo detto che l'avrei chiamata, ma probabilmente deve essersi addormentata, smetto di chiamarla ok?"dissi io alzando le mani in segno di resa.
"Comunque una di queste sere invitala ad uscire, la sorella di Sienna sarebbe interessata ad averla come rappresentante della sua nuova linea"
"glielo dirò"dissi io.
Il giorno dopo preparato Eric raggiunsi il locale della madre di America come eravamo d'accordo, e ad accogliermi trovai soltanto Simon che stranamente si trovava dietro al bancone.
"hey"dissi andando a sedermi al bancone
"guarda chi si vede, non ti prendo a pugni soltanto perchè c'è il bambino con te"disse Simon
"Simon capisco di non esserti propriamente simpatico, ma voglio dire non esageriamo un pò adesso?"chiesi io perplesso.
"La mia migliore amica ha lasciato il paese in tutta fretta senza dirmi nulla e ho la vaga sensazione che tu centri qualcosa"disse Simon e io rimasi ad osservarlo qualche secondo per metabolizzare le sue parole.
Che cosa aveva detto? America se ne era andata? E dove? Io? Che cosa aveva fatto, fino alla mattina del giorno prima avevamo riso e scherzato come sempre, non credevo ci fosse qualcosa che non andava.
"Non capisco"riuscì soltanto a dire.
"Simon smettila, lui non centra nulla"disse una donna dai capelli castano chiaro raggiungendoci, doveva essere sua madre di sicuro.
"Buongiorno signora"dissi
"Robert è un piacere conoscerti, sarebbe stato meglio incontrarsi in una circostanza migliore"disse la donna.
"Io non riesco a capire che cosa sia successo"dissi io
"e lui è Eric immagino?"
"Signora perfavore mi spieghi qualcosa, io non riesco a capire"dissi
"è nato il 12 marzo vero? alle 20.50 se ricordo bene vero?"chiese la donna
"si"risposi io sempre più confuso, volevo sapere che cosa stava accadendo e perchè se ne era andata e dove era andata? e invece quella donna continuava a chidermi di mio figlio.
"lei ti ha lasciato una lettera, mi dispiace, è una circostanza davvero assurda, io posso garatirti che lei non sapeva nulla fino a ieri"disse la donna.
"che cosa non sapeva?"chiesi io
"leggi"disse la donna dandomi la lettera.
"posso tenerlo in braccio per un attimo"disse poi guardando Eric.
"si"risposi io passandoglielo e poi presi la busta e se avessi saputo come mi sarei sentito dopo aver aperto quella busta probabilmente l'avrei lasciata chiusa.
"Ciao Robert,
Mi dispiace per quello che ti sto facendo, mi dispiace perchè non è la prima volta che ti accade e non dovrebbe accadere mai a nessuno nè tanto meno ad una persona fantastica come sei tu.
Ricordi che c'erano tante cose di cui spesso non ti ho parlato, ricordi che ti ho promesso che un giorno te ne avrei parlato, sono cose che mi hanno fatto così tanto male che ho voluto nasconderle perfino a me stessa, volevo soltanto cancellare tutto e non ricordare e così ho dimenticato tutto e ho dimenticato la data, ho cercato di dimenticare tutto, ed è per questo che non ho fatto nessun collegamento, è per questo che non ti ho detto nulla, ed è per questo che ora sono costretta ad allontanarmi.
E' assolutamente egoista da parte mia, ma non ce la faccio, non riuscirei a guardarti ancora dopo quello che sto per dirti, e non sarei in grado di occuparmi di lui, il senso di colpa sarebbe troppo forte.
Sono felice però che ci sarai tu ad occuparti di lui, hai fatto un ottimo lavoro sinora e quando l'ho lasciato non potevo certo immaginare che avrebbe avuto un padre così bravo, crescerà bene e tu gli darai tutto l'affetto di cui ha bisogno.
So che d'ora in poi mi odierai, e me lo merito, però ti prego non chiuderti più in te stesso, meriti di essere felice e sono sicura che qualcuna là fuori sarà davvero in grado di renderti felice.
Mi dispiace.
America"
Lessi e rilessi quelle righe almeno cinque volte prima di riuscire a dire qualcosa, poi alzai gli occhi verso mio figlio e rividi qualcosa a cui non avevo mai fatto caso, mi somigliava ben poco a parte gli occhi, per il resto aveva dei tratti bellissimi ma che non appartenevano a me.
"Io non capisco"disse alla donna che teneva in braccio mio figlio con gli occhi lucidi.
"E' una storia lunga"disse lei venendo a sedersi accanto a me.
"ho tutto il tempo che vuole"dissi io e Simon andò a chiudere il locale, per quel giorno sarebbe probabilmente restato chiuso.
"Partiamo dall'inizio, saprai che mio marito se ne è andato dopo anni di dentro e fuori dagli ospedali"
"è morto il giorno del suo compleanno, lo so"dissi io ricordando quanto quel dettaglio mi avesse sempre lasciato una certa tristezza dentro, perdere una persona così importante l'unico giorno dell'anno in cui un pò di felicità doveva esserti garantita?
"Stavamo perdendo tutto, America ha lasciato l'università e mi ha aiutato con il locale e con i bambini, dopo la morte di mio marito stavano per portarci via anche la casa e il locale e non avevamo davvero più nulla, così lei ha avuto quest'idea della gravidanza surrogata"
Quando sua madre pronunciò quelle parole una fitta mi colpì allo stomaco e iniziai a sentirmi terribilmente male, ricordai le sue espressioni quando avevo raccontato della nascita di Eric, quando avevo commentato negativamente le donne che si prestavano alla maternità surrogata e solo allora capì quanto le mie parole avessero potuto farle male.
"Non ho mai approvato la sua scelta, conosco mia figlia e suo o non suo quel bambino lei avrebbe finito per affezionarcisi, si affeziona tanto alle persone, agli animali, è una persona che dà tanto e sicuramente questo l'ha preso dal padre"disse la donna sorridendo e ricordando probabilmente qualcosa del marito.
Notai solo in quel momento che era molto giovane e che doveva avere almeno una decina d'anni in meno di mia madre, eppure aveva già sofferto così tanto.
"A maggior ragione che Eric è davvero suo figlio, ed infatti le mie paure erano del tutto fondate.
Abbandonare il bambino è stato difficile, non ha nemmeno voluto vederlo alla nascita, ha passato giorni senza mangiare e senza parlare con nessuno. Tutti temevano che non si sarebbe ripresa, poi la terapia e il fatto che sia davvero una ragazza piena di forza l'hanno aiutata a tirarsi su.
Anche se ho sempre temuto che non avesse mai del tutto affrontato tutto, interruppe la terapia perchè la trovava inutile e poi l'ho vista troppo spesso persa nel suo mondo.
E poi sei arrivato tu, mi sembrava assurdo che riuscisse ad uscire davvero con qualcuno, credevo fosse un bel segno, mi ha raccontato del come hai avuto Eric e so davvero tutto di te.
Sei un bravo ragazzo e so che le sarà costato molto separarsi da te"disse la donna.
"Lei non ha idea di dove sia andata?"chiesi io
"Se lo sapessi te lo direi"
"Io, io ho detto tante cose negative sulle donne che scelgono la strada che ha scelto lei, solo ora mi accorgo di quanto possa averla ferita.
E' che ero arrabbiato, sono felice ora di avere Eric, ma inizialmente non era quello che volevo dalla mia vita, avevo accettato di avere un bambino soltanto per amore della mia compagna, e poi mi sono trovato a fare tutto da solo, e non avevo la più pallida idea di nulla"dissi io
"Non potevi saperlo, lei non ne ha mai parlato con nessuno, quello che non riesco a capire è come sia venuto a saperlo, e poi ha mandato all'aria tutti i suoi progetti, ha reciso il contratto con tutto"
"Signora"
"Evelyn, chiamami Evelyn"disse lei
"Evelyn se ha bisogno di qualsiasi aiuto non si faccia problemi, posso aiutarvi se per caso qualche agenzia vi farà pagare qualche penale per rescissione del contratto"dissi io cercando di rendermi utile in qualche modo, di sicuro quella era l'unica cosa che potevo fare per loro, America se ne era andata per allontanarsi da me e da nostro figlio.
Nostro figlio, guardai Eric tra le braccia di Evelyn e mi sfuggì un sorriso amaro, eccoci di nuovo da soli mi trovai a pensare.
"Io, io so che non ho nessun diritto sul bambino, insomma legalmente America non è nulla per lui, però io vorrei vederlo ogni tanto se per te non è un problema"disse Evelyn.
"certo, sei sua nonna in fondo"dissi io.
"Io penso che abbia bisogno di un pò di tempo, potrebbe tornare, io non credo che riuscirà davvero ad abbandonarvi così, ha bisogno di un pò di tempo e questa città le ha dato tanta sofferenza"disse Evelyn.
"Non credo vorrà avere a che fare con me, sono stato davvero uno stronzo"dissi io
"Non farti colpe, non conoscevi la sua storia"disse Evelyn
"se ne è andata perchè teme che la odi lo so"dissi io coprendomi il viso con le mani e sospirando.
"Io gliel'ho sempre detto che eri uno stronzo"disse Simon ricomparendo in quel momento dalla cucina.
"Simon"disse Evelyn richiamandolo.
"fammi tenere in braccio il mio nipotino"disse Simon
"non ti piacerò mai"dissi io
"No, mi stai sul cazzo solo perchè anche la mia ragazza impazzisce per te, ma non diciamolo ad America"disse Simon
"non credo la vedrò molto presto"dissi io
"tornerà"disse Simon guardando mio figlio.
E sperai vivamente che avesse ragione, non potevo sopportare l'idea che se ne fosse andata immaginando che io potessi odiarla.
Si, non mi aveva raccontato tutta la sua storia, ma riuscivo a capire perchè avesse nascosto tutta quella sofferenza, forse anch'io avrei fatto lo stesso.
"Come ha scoperto che Eric era lo stesso bambino?"chiesi io qualcosa non mi tornava, se davvero voleva cercare il bambino perchè se ne era andata dicendomi che non poteva occuparsene.
"Giusto, Evelyn non gli hai raccontato la cosa che merita di sapere di più"disse Simon
"America non voleva che te ne parlassi, mi ha fatto giurare, ma io invece penso sia giusto per te conoscere tutta la verità"disse Evelyn e quando mi raccontò tutto rimasi totalmente sconvolto, ancora lei? ancora la donna con cui avevo pensato di trascorrere il resto della mia vita, ancora lei aveva tentato di sabotare di nuovo la mia vita?
"Grazie Evelyn, invece è proprio qualcosa che avrei dovuto sapere"dissi fuori di me, questo era davvero troppo, quella storia mi fece trovare finalmente la forza dopo un anno di prendere e cercare la donna che aveva totalmente distrutto la mia vita, e dirle finalmente quello che avrei dovuto dirle invece di evitarla, invece di passare davanti alla stampa come uno stronzo incapace di tenerselo nei pantaloni che aveva rovinato la relazione più importante della sua vita.
"Robert non fare stupidaggini"disse Evelyn quando mi vide infilarmi di nuovo la mia giacca e il cappello da baseball.
"Nessuna stupidaggine, ma credo che farò quello che avrei già dovuto fare da tempo"dissi io.
"tenetemi il bambino"dissi prima di uscire dal locale e una volta fuori chiamai il mio migliore amico, avevo bisogno di Tom e delle sue conoscenze per scoprire dove trovare Alyssa e speravo proprio di trovarla a lavoro, una conversazione simile non doveva assolutamente passare inosservata ed era un anno che cercavo la forza per dire finalmente tutto quello che avevo provato e che non avevo avuto il coraggio di tirare fuori perchè nonostante tutto ero ancora innamorato di lei, c'erano voluti mesi e mesi perchè il ricordo di quello che provavo per lei fosse sostituito dalla rabbia e poi dall'indifferenza, e quando finalmente riuscivo a sentirmi di nuovo bene lei cercava di rovinare di nuovo tutto?
Tom mi disse che si trovava alle prove di una sfilata tra un "non capisco" e un "stai scherzando", non gli avevo dato tempo di elaborare quello che era accaduto con America, avrei avuto tempo per spiegarli attentamente, adesso ero solo interessato a cercare la mia ex ragazza e a darle quello che si meritava una volta per tutte.
"Hey non puoi entrare è un area riservata"disse una donna cercando di fermarmi, ma io più alto e rapido di lei raggiunsi gli studio tranquillamente.
"Dov'è Alyssa?"chiesi a Rachel
"Robert?"chiese lei sorpresa
"devo parlare subito con Alyssa"dissi io
"è in scena"disse Rachel
"perfetto"dissi io scostando le modelle che attendevano dietro la tenda e il responsabile della sfilata che indicava loro i tempi per apparire e la raggiunsi sulla passerella sotto gli sguardi increduli del pubblico presente alle prove.
"Mi sembra il luogo adatto per parlare no?"chiesi io fermandomi davanti a lei.
"che cosa vuoi Robert?"chiese lei
"non lo so, dimmelo tu se dovrei voler parlare con te per qualche motivo"dissi io
"tu sei pazzo"disse lei e in quel momento la musica che si sentiva in sottofondo smise, probabilmente i presenti erano interessati a sentire cosa avevamo da dirci e io non potevo esserne più felice, per una volta ero lieto di condividere gli affari miei con il mondo.
"Ti ho permesso di rovinarmi la vita e non ho mosso un dito perchè il mondo conoscesse la verità, ti ho permesso di passare come la povera ragazza tradita, non avevo la forza di dire nulla e nè mai mi è interessato cosa pensava il mondo di me, e poi ti amavo ancora e non volevo che la stampa ti rovinasse, ma adesso hai passato il segno.
Non puoi continuare a cercare di rovinarmi la vita, ci sei già riuscita una volta e non ti permetterò di farlo ancora, è ora che il mondo sappia di come hai abbandonato me e mio figlio per scappare con quel modello palestrato, hai abbandonato un figlio che avevi tanto desiderato, ho fatto di tutto per renderti felice, ho fatto davvero ogni cosa e alla fine mi sono ritrovato io e quel bambino che avrebbe meritato una madre"dissi io sfogando tutta la mia rabbia.
"Una madre ce l'ha il bambino no?"chiese lei acida
"grazie al cielo ce l ha, anche se avrebbe avuto tutto il diritto di scoprirlo da sola e con i suoi tempi"
"non ti avrebbe mai detto la verità, forse devi ringraziarmi, ti ho liberato di una bugiarda"
"L'unica cosa di cui penso di doverti ringraziare è di essertene andata e di avermi convinto ad avere un bambino, perchè Eric è la cosa migliore che abbia avuto in vita mia, ma sicuramente la cosa per cui ti ringrazio maggiormente è di avermi liberato, ormai ero soltanto l'ombra di me stesso, e tutto perchè volevo renderti felice, tutto perchè volevo rendere felice una donna che non mi ha mai amato" dissi io.
"è tutto Alyssa Davies, questo era quello che dovevo dirti"dissi io andandomene e sentì addirittura qualche applauso mentre uscivo dalla stanza, non che me ne facessi molto degli applausi, ma finalmente mi ero preso la mia rivincita, ora dovevo solo trovare il modo di scusarmi con l'incredibile ragazza che per quanto avessi evitato già mi era entrata dentro a sufficienza per impedirmi di rinunciare a riaverla con me.
Avremmo superato tutto insieme, e l'avrei aiutata a superare il senso di colpa verso nostro figlio, non aveva nessuna colpa in fondo, e meritava di sapere che non la odiavo affatto.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=548933
|